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Novembre 2015
Genova
Fischi di carta
POESIA DI CINQUE GIOVANI FISCHIANTI
E
ti comando, o Sole, di guidarmi in
capo al mare, l dove esso affonda tra
le isole delle nubi e si perde, come un
fiume, nellinfinito!
Filippo Tommaso Marinetti, Mafarka il futurista
IN QUESTO NUMERO
Planetario | Garca Lorca: il cantore degli ultimi - P. Palermo
Elementi | La scomparsa delle lucciole - D. Porcheddu
Prossa Nova | Ignoranti alla conquista del cielo - M. Valentini
Infischiatene | Ultimo piano (o porno totale) - recensione - I. Buselli
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Meglio fare gli speleologi, scandagliare e conoscere la grotta fino in fondo oppure scoprire quel tutto tra te che stai l e la
fine dellorizzonte (che non esiste)? Io voto per lorizzonte, voi fate i vostri conti
Chi si interessa di cultura, e lo vuole fare bene, studia. Studia in senso ampio: vive in una condizione di costante
attenzione verso ci che gli ruota attorno. Studia perch vuole cogliere, analizzare ed essere curioso. La curiosit diventa
esercizio continuo e quotidiano. Per fare questo non servono solo i libri. Serve, potenzialmente, tutto: la pioggia, tua
nonna, youtube, luniversit, lo sporco, le citt, le fasi della vita, i pensieri ricorrenti, i viaggi, la carta igienica, laurora
Parr evidente che questo tutto sia una materia che sfugge. E di fronte a questa realt (perch se la somma delle parti fa
tutto, conseguentemente tutto sta a dire realt) mi sembrano delinearsi due tendenze nellaffrontarla. Da una parte c chi
sceglie un ambito e scava finch c da scavare (quindi, spesso, senza una fine), mentre dallaltra c chi voracemente
morde qua e l e vuole sentire tutti i gusti possibili. Dunque la domanda ingenua e fanciullesca che mi sono posto
Cos meglio?. E prima ancora Ma c un meglio?. E questa una questione annosa ed anche dannosa. La gente ci
litiga. E quando non si litiga se ne esce almeno spettinati, non come fare i conti per la spesa.
Dal 24 al 27 settembre si svolto nel modenese un festival di poesia chiamato, molto didascalicamente, PoesiaFestival. Ho
avuto modo di assistere ad alcuni degli incontri svoltisi in quelle giornate, tornandone interessato e stimolato. In modo
particolare hanno suscitato il mio interesse Aldo Nove eclettico ed a tratti irriverente e Milo De Angelis il Poeta, per
capirci che hanno presentato i loro ultimi lavori (rispettivamente Addio mio novecento ed Incontri e agguati) nel pomeriggio
di sabato 26. Due figure cos diverse di intellettuale (o, molto pi semplicemente, di uomo) mi hanno suggerito una
riflessione generale che prendendo spunto da loro ne prescinde completamente.
di Federico Ghillino
DIADE
EDITORIALE
Fischi di carta
In questo numero Irene Buselli recensisce Ultimo piano (o porno totale) di Francesco DIsa, romanzo in bilico tra assurdo e
realt. I due racconti che vi proponiamo sono invece profondamente radicati nella quotidianit, anche se molto distanti
per tematica e stile: sono La mosca del lettore Gennaro Esposito e Ignoranti alla conquista del cielo del sottoscritto. Buona
lettura... critica
Si scopre cos che Mondadori, gi proprietaria di Einaudi, Piemme ed Electa, con lassorbimento di RCS acquisisce
anche Rizzoli (e con lei BUR), Bompiani, Archinto, Fabbri, Marsilio e Sonzogno. Del gruppo RCS, solo Adelphi riesce
a restare fuori dallorbita di Fininvest, holding appartenente a Silvio Berlusconi. Per completare il riassunto sulleditoria
media e grande necessario citare altre tre case editrici: Feltrinelli, Giunti e il Gruppo Editoriale Mauri Spagnol (Gems).
Questultimo, che si trova ad essere il secondo gruppo editoriale italiano, pu contare su Bollati Boringhieri, Chiarelettere,
Corbaccio, Garzanti, Guanda, Longanesi, Salani e altre. Dopo aver scorso questo turbine di nomi ci si rende conto che
ci che gravita attorno alla letteratura italiana (a cominciare dai premi letterari) fa capo a una manciata di nomi. Sarebbe
ingiusto gridare al boicottaggio e smettere di leggere libri di Pavese, Hemingway o Fred Vargas. Usciti dai megastore,
si possono, per, cercare altre vie: e/o, Effequ, Minimum Fax, Sur, sono alcune delle case che noi di Fischi di Carta
cerchiamo di scoprire ogni settimana attraverso Infischiatene, la nostra rubrica di critica letteraria.
Sono le 22 e 37 del 4 ottobre e Mondadori twitta laconico: Questa sera stato siglato laccordo per lacquisizione di
RCS libri. Nello stesso tempo Mondadori controlla il 38% del mercato librario italiano, confermandosi al primo posto
nelleditoria commerciale. Questo avvenimento, prima che delle riflessioni, impone delle indagini: chi c dietro i libri
che compriamo? In barba ad ogni dietrologia, i dati si trovano navigando sui siti delle diverse case editrici.
di Matteo Valentini
LETTURE CRITICHE
AGLI ASINELLI
di Emanuele Pon
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PLANETARIO
GARCA LORCA: IL CANTORE DEGLI ULTIMI
di Paolo Palermo
Se avessi fame e mi trovassi abbandonato per strada non chiederei del pane, chiederei
mezzo panino e un libro []
Federico Garca Lorca allinaugurazione di una biblioteca a Fuente Vaqueros
Basta poco per rendersi conto che quando la Guardia Civile Spagnola si present a casa
di Federico Garca Lorca per prelevarlo, non fu soltanto un semplice uomo ad avviarsi
lungo il cammino della morte. Nel momento in cui venne autorizzata la sua fucilazione
lo stesso giorno, il 19 agosto del 1936, non fu soltanto un poeta stimato e da tutti
riconosciuto ad andarsene. Nel medesimo anno in cui la Spagna vedeva cominciare la
sanguinosa Guerra Civile che avrebbe portato al regime di Francisco Franco, la penisola
iberica assisteva impotente alla morte di uno tra i suoi pi grandi cantori.
Federico Garca Lorca fu un artista a tutto tondo, poeta in primis, dotato drammaturgo
in secondo luogo e, a tempo perso, disegnatore (ma anche musicista di flamenco), la cui
vita sembra quella di un predestinato: basti vedere come tre date fondamentali della
sua esistenza combacino con eventi che avrebbero sconvolto la sua contemporaneit.
Dallanno della sua nascita, quel 1898 in cui la Spagna perse le sue ultime colonie
oltreoceano, al 1936, quando Lorca mor e la guerra scoppi, passando per il 1929
durante il quale viaggi a New York per partorire una nuova opera mentre la borsa
andava incontro a un drammatico crack finanziario, limpressione quella che il vate
andaluso sia stato un uomo il cui destino ebbe a legarsi con eventi pi grandi di lui,
rimanendone infine schiacciato prematuramente.
Lorca fu un minatore della poesia, un operaio sempre a rischio, ma incredibilmente
umile. Non ebbe problemi a sporcarsi le mani nonostante il periodo di repressione
sociale, difendendo pacificamente a colpi di letteratura i diritti delle donne sopratutto
attraverso il lavoro teatrale, con opere come La casa de Bernarda Alma o Yerma e degli
emarginati. Attorno agli ultimi, infatti, Lorca seppe tessere trame di versi capaci di
avvicinare gitani o ladroni alla sensibilit di tutti, facendo leva sulla semplicit dei
sentimenti che un essere umano pu provare. Emblematica , a questo proposito, la
poesia Romance sonmbulo, contenuta nella raccolta Romancero gitano del 1928, della quale
riporto alcune strofe:
Fischi di carta
(I)
Verde que te quiero verde.1
Come il vento, come i rami.
La barca sta sul mare
e il cavallo su in montagna.
Con lombra alla vita
ella sogna alla sua balaustra,
verde la carne, verdi i capelli,
gli occhi freddi, argentei.
Verde que te quiero verde.
Sotto la luna zingara,
le cose la stanno osservando
ed ella non pu guardarle.
(III)
[]
- Compagno, voglio scambiare
il mio cavallo per la tua casa,
la mia sella per il tuo specchio,
il mio coltello per il tuo mantello.
Compagno, vengo sanguinando
fin qui dai monti di Cabra.
- Ragazzo, se potessi
gi chiuderei laffare.
Ma io non sono pi io,
n casa mia pi la mia casa.
- Compagno, voglio morire
decentemente nel mio letto.
Se possibile, con molle dacciaio
e le lenzuola olandesi.
Non vedi la mia ferita,
Questa poesia contiene tutto lessenziale della poetica di Lorca: la figura del bandito
ferito a morte di ritorno a casa della sua amante, una gitana, ignorando il suicidio di
lei oramai dondolante sul pozzo con gli occhi dargento freddo, un quadro perfetto
grazie al quale il poeta riesce a penetrare nella sensibilit del lettore, avvicinandolo
a personaggi che, nel pieno degli anni dittatoriali di Primo de Rivera, erano quasi
cancellati dallimmaginario collettivo della societ. Nel finale, linterruzione delle
Il verso Verde que te quiero verde, lett. Verde, ti voglio verde o Verde, ti amo verde, intraducibile. Giocando con la pronuncia in
castigliano, nella quale le parole verde e verte (vederti) si assomigliano, Lorca intende probabilmente simulare le voci morenti dei protagonisti,
che arrivano a confondere i termini da usare. La poesia ne ricava una musicalit sorprendente. I colori, ad ogni modo, sono importantissimi
nellanalizzare il lavoro del poeta andaluso: il verde, infatti, stato a lungo il colore rappresentante lomosessualit in Spagna, nonch simbolo di
ribellione e tenacia.
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guardie civili ubriache che spezzano latmosfera una precisa critica al clima pesante
di censura e oppressione che la popolazione spagnola viveva sotto il regime del militare,
durato fino al 1933.
Compare in questa composizione, inoltre, un ulteriore pezzo fondamentale della
poetica dellautore: lAndalusia, quella terra fertile di folklore e ispirazione che qui
soltanto citata attraverso i monti di Cabra, ma che in realt spesso e volentieri diventa
protagonista integrante della poesia. Accade ne La cancin del jinete, contenuta in Canciones
1921-1924:
Nella nera notte
dei banditi
rintoccano gli speroni.
Cavallino nero,
dove porti il tuo cavaliere morto?
gli speroni duri
del bandito immobile
che perse le redini.
Cavallino freddo,
che odor di fior di coltello!
Nella nera notte
sanguinava il costato
della Sierra Morena.
Cavallino nero,
dove porti il tuo cavaliere morto?
La notte pungola
i suoi fianchi scuri
tirando fuori stelle.
Cavallino freddo,
che odor di fior di coltello!
Nella nera notte,
un grido!, e il cono di fumo
grande del focolare.
Cavallino nero,
dove porti il tuo cavaliere morto?
La poetica dellambiente diventer fondamentale nellevoluzione stilistica di Lorca,
culminante nel sopracitato viaggio a New York del 1929: in terra statunitense, il poeta
entrer in contatto con una realt tanto lontana da quella andalusa che lo sconvolger a
tal punto da criticarla ferocemente nella sua opera Poeta en Nueva York, dove compare La
Aurora, vero e proprio attacco al cambio di mentalit delluomo che rinnega la natura in
favore della meccanica e del grigiore artificiale. La poesia, venata di sfumature surrealiste
ereditate dalle amicizie condivise da Lorca con Dal e Buuel, una descrizione di una
tipica alba newyorchese:
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LE
POESIE
DEI
LETTORI
12/10/14
Non ci pensare
La luna dissotterrata
Ogni artificio stato lavato
via
Ogni impiccio sospinto
allontanato
Volevi solo un poco di pace
Mentre inutili pensieri ti
impedivano
Il movimento e la quiete
Una parola ambigua ti fa
sorridere
Poi scoppiare in lacrime
Ma non sei libera di
piangerle
Che coshai? Tutto bene?
Non colpa tua ti capisco
Il fisico si esprime senza
Chiederci prima il permesso
Siamo corpi di terra
Spiriti dacqua
Un torbido miscuglio di
angoscia
Una marrone armonia di
vita
Non ci pensare
Hai gi fatto tanto per noi
Ora penseremo noi a
accudire te
Enrico Giomi
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ELEMENTI
LA SCOMPARSA DELLE LUCCIOLE
di Diletta Porcheddu
La sera dopo la notte di San Lorenzo ero nelle campagne dietro casa mia, sdraiata in un campo di
presunte patate con un amico a fianco, a fare a gara a chi vedeva pi stelle cadenti tardive.
Ma la notte in cui si vedevano non era ieri?
Non solo una notte, genio, un intero periodo in cui la terra interseca la sua orbita con quella di gruppi
di asteroidi, che sono attratti dalla massa terrestre e quindi vi cadono, dissolvendosi nellatmosfera sotto
forma di meteore.
Ah.
Dopo qualche ora siamo tornati a casa, allegri come non ci succedeva da tempo; non avevamo infatti idea
della pasoliniana rivelazione che ci avrebbe toccati il giorno dopo.
Te lo devo chiedere: ieri sera tu di lucciole ne hai viste? Perch, ora che ci penso, io nemmeno una.
Ed era vero, non cera nemmeno una lucciola.
Ma non le avevamo viste davvero o non avevamo prestato attenzione a una loro eventuale
presenza o assenza, rapiti comeravamo dallo spettacolo celeste sopra le nostre teste?
Lucciole, che sono unefficace rappresentazione degli elementi (convinzioni, passioni,
valori) che costituiscono la nostra identit generazional-collettiva, quella che per il
poeta era stata distorta, schiacciata, reificata dal potere totalitario e totalizzante del
consumismo; quella che per me, oggi, semplicemente stanca di riuscire a comparire
solo a intermittenza, quando quello che le viene richiesto invece uno sforzo abnorme.
Esattamente quarantanni dopo il profetico articolo del Corriere, intitolato Il vuoto
del potere in Italia, ci troviamo infatti di fronte a un periodo storico forse ancora pi
determinante rispetto al 1975. Questo perch Pasolini, a suo avviso scrive a scomparsa
delle lucciole gi avvenuta, mentre a noi, autoconsapevole generazione 00, sembra
richiesto un compito ancora pi arduo: farle ricomparire.
Non solo qualche piccola colonia: ci che si vuole da noi sono allevamenti intensivi di
lucciole, roba che nemmeno i pollai cinesi. Lucciole oltretutto geneticamente modificate,
a 40.000 watt di potenza luna. Fucine di personalit e volont straripanti, il cui compito
non pi quello di riempire il vuoto di potere politico dietro alle maschere funebri dei
democristiani, ma di rivitalizzare spiritualmente, quindi, in senso lato, culturalmente,
il nostro presente.
Ce lo si aspetta da noi, s, ci viene addirittura richiesto: poi per, uniniziativa come il
Festival di Creativit Stanziale dellagosto scorso (Cresta.genova) viene pubblicamente
svalutata e denigrata. Ovvero, una serie di concerti ed eventi culturali mirata a
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IGNORANTI ALLA CONQUISTA DEL CIELO
di Matteo Valentini
Per tutto il pomeriggio ha soffiato
un vento da portar via i tetti e ora non
rimasta nemmeno una nuvola a frapporsi
tra la luce della luna e i tre fuggiaschi che
si arrampicano su per il sentiero. La luna,
rana doro del cielo sospira Berto, minuto
professore di letteratura in pensione.
Ma che doro, pap: di merda. Rana di
merda. risponde Matteo, che guida la
famiglia verso il valico Tra poco il bosco
si dirada e noi siamo sotto questa stronza
che non tramonta. Speriamo solo che in
giro non ci siano... Non dirlo neanche,
Matteo, porta male. lo interrompe sua
madre, che si stringe al petto il vecchio
rosario e ricomincia a bisbigliare tra s.
Ad ogni rumore, il mormorio si ispessisce
e tutti riescono a sentire imprecazioni
molto lontane da quelle montagne: ...
arabi coddaproccusi... mince cuaddu vi
currada... mince cuaddu vi coddidi..
Gli spiriti meschini sono soggiogati
dalla sfortuna, gli animi forti su di essa
sinnalzano., sentenzia Berto. Smettila
con queste citazioni, pap. Sento sempre
le stesse da quarantanni. Pi che fortuna
ci vuole silenzio. dice Matteo. Mentre
camminano, dagli zaini riempiti alla rinfusa
un libro o un paio di pantaloni ogni tanto
cade sulla terra sassosa e l rimane.
Non resta molta strada per
arrivare al valico, forse duecento metri, ma
il sentiero totalmente allo scoperto e il
vento dalla valle sale a spazzarlo. Per paura
che qualche sentinella tiri loro addosso,
Matteo fa avanzare la famiglia zigzagando
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