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Fischi di carta

Gennaio 2015 Numero 24

Poesia di cinque giovani fischianti

E se il poeta, massime il lirico, non ardito nelle metafore, e teme l'insolito, sar anche privo del nuovo.
Giacomo Leopardi, una nota al testo sull'autografo dei Canti conservato a Napoli

Fischi di Carta

Editoriale

Cos' la poesia?

a domanda posta nel titolo una di quelle a


cui rispondere troppo difficile avendo la
pretesa di trovare una verit che vada bene a
tutti. Potremmo liquidarla dicendo che sia una questione soggettiva, ma sarebbe una risposta eccessivamente semplificatoria, ed in quanto tale insincera nei
confronti di ci che , dunque errata.
In questo editoriale voglio esporvi la mia riguardo
questa faccenda, e soprattutto smentire una verit
(che in realt si smentisce da sola se si guarda alla
letteratura del passato) che oggi dilaga.
Non penso di vaneggiare affermando che, se andassi
per le strade ponendo la domanda del titolo ai passanti, una delle risposte pi frequenti sarebbe: Una forma d'arte che permette alle persone di esprimersi in
modo diretto e sincero, parlando dei propri sentimenti o qualcosa di simile, detto pi o meno cos. Avete
capito cosa intendo.
Questa risposta a prima vista sembra essere giusta e,
sicuramente, rispecchia la poesia maggiormente diffusa oggi; si pu affermare senza tentennamenti che
una grande fetta delle poesie apparse su questa stessa
rivista corrispondano alla definizione che vi ho proposto come la pi comune.
Fin qui nulla da eccepire.
Il sottile problema che forse non si nota quando si
sente pronunciare la risposta alla fatidica domanda
uno soltanto: che la poesia oggi pi diffusa sia lirica
una verit da avere chiara in testa, ma La poesia
pi diffusa lirica non deve assolutamente diventare
La poesia lirica, cosa che sembra accadere sempre
pi spesso. Spero che a nessuno sfugga l'enorme differenza fra le due frasi: la prima ammette altri generi
di poesia pur dichiarando che il pi diffuso sia quello
lirico. La seconda no, dice che la poesia esclusivo
lirismo, non altro.
Il problema che pochi risponderanno alla mia domanda cos: La poesia una forma d'arte varia, che
pu parlare delle cose fuori di noi, del rapporto fra
queste e la nostra interiorit, esclusivamente della nostra interiorit, ma pu anche raccontare storie, descrivere ed avere tante forme diverse, che sarebbe
sicuramente una risposta pi veritiera, pi sincera.
Il problema che, guardandomi attorno, mi sembra
che tantissimi siano quelli che intendono la poesia
solo come lirismo e che accettano con difficolt o,
peggio, rifiutano la possibilit di una poesia di altro
tipo, tra cui individuo tra i pi disprezzati la poesia
narrativa o la poesia prosastica (o prosaica che dir si
voglia).

Buffo. Davvero buffo.


Dico che lo trovo buffo perch se penso a certi libri
su cui si fonda la nostra cultura (non dico capolavori
perch non avrebbe senso: ormai hanno trasceso questa condizione e sono entrati nell'inconscio collettivo
occidentale) come possono essere Iliade ed Odissea,
poi l'Eneide che chiude la trilogia delle nostre origini , oppure se penso alla Commedia, mi vengono
in mente dei libri che contengono tanto, tanto nel
modo pi ampio che possa intendersi. Contengono
l'uomo, con tutte le sue sfumature. Contengono la societ, con tutti i suoi casi e le sue inaspettate condizioni. E contengono storie, belle, da raccontare a chi
non le sa, perch ne vale proprio la pena. Un sinonimo di raccontare narrare, dunque vi rendete conto
di come queste quattro opere immense che vi ho citato poco fa siano opere anche narrative, e lo siano pur
essendo poesia.
Considerando l'enormit di Iliade, Odissea, Eneide e
Divina Commedia, se avessi pensato che la vera poesia fosse solo lirica, mi sarei gi ricreduto, ma se non
vi basta vi faccio un altro esempio, riagganciandomi
tra l'altro a ci di cui parla Amelia nello scorso editoriale di Prossa Nova.
Il Fantasy. Oggi tanto diffuso, ci piace, lo leggiamo
e si espande parte dalla letteratura ed invade fumetti, film, videogiochi eccetera . un genere molto
complesso, ma, semplificando senza voler essere maligni, possiamo dire che chi ha reso davvero celebre il
genere Fantasy nel nostro tempo moderno stato un
signore inglese: John Ronald Reuel Tolkien, e chi
non lo sapeva (me compreso) l'ha imparato sulla poltroncina del cinema o, dopo, a casa da Peter Jackson grazie alla sua trilogia del Signore degli Anelli.
Dir una banalit imbarazzante ora, ma meglio essere
chiari: tutta la roba che John Ronald Reuel ha messo
nei suoi libroni (che scrive in prosa) non se l' inventata tutta lui.
L'ha presa da tanti spunti di tante epoche e tanti posti
diversi. Per esempio l'ha presa dalla canzone di gesta
(o chanson de geste) e dal romanzo cavalleresco. Per
la canzone di gesta ricorder un solo nome: la Chanson de Roland. Per il romanzo cavalleresco vi dico
due autori: Chretien de Troyes e Wolfram von
Eschenbach, per partire proprio dai primi pi famosi.
Poi Tolkien non sar stato certo sordo a Matteo Maria Boiardo, Ludovico Ariosto e a Torquato Tasso. E
nemmeno ai grandi poemi come l'Edda (che venne
scritta in prosa e poi in poesia) o la Canzone dei Nibelunghi.

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Ora non sono qui a sciorinarvi le fonti di Tolkien (se
volete saperne di pi rivolgetevi a Wikipedia), ma vi
ho citato tutti questi scrittori ed opere per poi dirvi
che Tolkien, che scrive i suoi romanzi in prosa, si rif
a testi che sono enormi narrazioni raccontate in versi.
Dunque nella poesia c' tanta di quella narrazione che
non riesco a comprendere chi si oppone o comunque
non sente come vera poesia il verso che racconta.
Ora qualcuno mi dir Ma scusa, mi dici di tutta questa poesia e poesia, e poi Tolkien scrive in prosa. C'
qualcosa che non quadra., e qui tocchiamo un altro
punto di vista della stessa questione che ho esposto
all'inizio.
Oggi questa evoluzione (involuzione?) della poesia,
che da grande contenitore, come era anticamente, si
restringe ad espressione prettamente lirica, va di pari
passo ad un altro fenomeno, e vi riassumer tutto in
questo modo, scientificamente:
poesia : lirica = prosa : narrativa
(leggasi la poesia sta alla lirica come la prosa sta
alla narrativa). Mentre la poesia sempre pi intesa
come lirica, la narrazione viene totalmente assorbita
dalla prosa; quindi mi risulta comprensibile che le
nuove generazioni (che, come ogni generazione, anche se studia il passato, vive il proprio tempo) crescano entrando in questa ottica stringente e che se si
metteranno a scrivere, anche solo per se stessi
avranno un orecchio che trover stonato accordare la
narrativa ai versi o, viceversa, un esclusivo lirismo
alla prosa.
Se andate su Youtube e cercate Edoardo Sanguineti
parla della sua poesia sin dalle origini potete vedere
un'intervista a Sanguineti risalente al 2006, nella quale lui, dopo aver parlato del vero spirito delle avanguardie, dice: [...] Per parte mia io cerco di mantenere questo spirito di rivolta e se possibile di rivoluzione, questo credo sia il compito attuale della poesia
e, da quello che dico risulta che parlo del programma, poi spetta a chi legge decidere se la cosa riuscita o non riuscita [lo scopo] quello di combattere

il clima attuale dominante, che invece estremamente piatto [...].


Io penso che queste parole siano illuminanti: lui parla
di avanguardia, ma io penso che la lezione delle
avanguardie, interpretate come forza contraria al piattume, che spazza il marcio e d nuova vita, sia una
lezione troppo importante per essere abbandonata e
penso che ognuno di noi dovrebbe farla propria, nell'arte come in ogni aspetto della vita quotidiana; una
lezione che ci dice di fare sempre forza contro ci
che tende ad ingabbiare, contro i binari che incanalano verso delle vite di monotonia ed ottusit.
Quindi io vorrei che al prossimo Trofeo RiLL (concorso per il miglior racconto fantastico), ricevessero
solo manoscritti di poemi Fantasy in ottave di endecasillabi (o in qualche altra forma metrica di nuova
invenzione, che sarebbe ancora pi bello e sorprendente). Vorrei che alla RAI, per il concorso letterario
La Giara, ricevessero solo narrazioni sperimentali
dalla trama inesistente e fondate totalmente sul lirismo.
Nella prima colonna vi ho detto che tra i generi pi
disprezzati di poesia individuo quello narrativo e
quello prosastico. Ho parlato finora della poesia narrativa, ma purtroppo non ho pi spazio per dirvi di
quella prosastica, anche se vorrei. Quindi mi impegno con voi a trovare una nuova occasione, magari
uno dei prossimi mesi nella Zona Franca, per parlarvi
anche di questo altro tipo di poesia.
Nel frattempo conscio che le idee sulle tematiche
trattate sono molte e molto varie sarei interessato a
sapere la vostra. Scriveteci per mail, su Facebook, su
Twitter o soprattutto sul sito
(www.fischidicarta.it commentando questo editoriale), in modo da farci sapere cosa ne pensate ed aprire
un dialogo. Ci piacerebbe, il prossimo mese, pubblicare sulla rivista una "selezione" dei pareri pi
interessanti, quindi fateci sapere senza timore!
Federico Ghillino

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La posizione dellescluso
Ambientata in via Balbi 4, cortile interno.
Tutte queste dame
da reclusione castellana con tanto di drago e di torre incantata
cos piene di fascino che tutto gli esce
da boccoli ciglia sguardo che tutto
si cosparge sulle loro labbra cos rosse rosse di rossetti
che ti verrebbe da baciarle tutte ma cos troppo
assolutamente piene di fascino assolutamente piene di cultura
nei palazzi antichi in biblioteche affreschi facolt di letteratura
che non si pu fumare staccando troppo la sigaretta
dalla faccia dalle labbra rosse
cos assolutamente piene di rosso assolutamente piene
di fumo cos acutamente ricche
di cultura umanistica: vi prego ditemi ancora
degli eroi del vostro immaginario libresco
raccontatemi ancora del vostro amato nichilismo novecentesco
sono cos vuote
che mi emoziona di pi il matto che canta sullautobus
come porti i capelli bella bionda
tu li porti alla bella marinara
tu li porti come londa
come londa in mezzo al mar
le strofe marinaresche dei suoi vecchi e probabilmente dei suoi vicoli
col quarto verso tronco che se lo canta lui
cos pregno
che non mi d nemmeno fastidio
ho montato lascensore del Bigo
ho montato i vetri dellAcquario
ho messo i quadri del Vaticano sulla nave Italia
direi che il mio contributo a Zna lho dato
che poi non lha nemmeno detto a qualcuno ma in realt lha detto a tutti noi
e la signora che scendeva con me lha capito e gli ha detto
grazie
e noi che siamo qui con le nostre sigarette vicino alle nostre facce
le nostre facce piene del nostro fumo e il nostro fumo a riempire le nostre letture
e le nostre parole esuberanti di grossi ragionamenti
quotidiano alla mano
pi che il senso civile abbiamo il buonsenso di non essere sinceri
che forse anche meglio cos
e allora a me riesce di pensarlo ma di tenermelo per me:
grazie Zna nostra lurida
che hai tanto dacque e tanto di mare
da riuscirci a sciacquare tutti
tu e noi mmi tu e noi scidi tu e noi mrsci 1
Federico Ghillino

mmi, scidi e mrsci sono, rispettivamente, uomini, sudici e marci in genovese.

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Odore d'Inverno
Filtra fermo silenzioso in pace
senza fretta come senza origine
- senza meta non dal caldo dal cuore
ma dal calore di corpi riavvicinati;
legno dopo il naufragio, tiepido
respira di nervature nel colore
del fuoco, o di un bosco muto:
travi impregnate di fumo di vino
- staccare la corrente, vedere
l'origine incerta nella buccia
d'arancia che s'arrotola nel camino.
Volute bussano senza volere
alle finestre per uscire, chiuse
dentro da reti di lana pesante:
maglioni intrecciati come pane di forno,
spezie scaldano bruciando da nord,
conserve da aprire e cogliere pronte,
distinguere caldarroste tra le foglie cadute.
E' l'umido che fuma di panni bagnati
strizzati stesi sulle porte
- si alzano piano gocce di pioggia:
come fossero l da sempre
sospese nascoste di nuovo insieme
ai baci, quei baci impensati, prima
mai nemmeno creduti, da dare di fretta
sotto gli ombrelli che guardano
dal basso il cielo rugoso di ferro
immobile che sembra cadere,

Ad una ballerina
Quando danzerai
sul palco di cristallo,
specchio dei miei giorni,
non guardarmi,
sar gi statua di sale.
Quando alzerai lo sguardo
sul mio volto tumefatto,
avrai terrore e brividi.
Sar livido dodio,
sarai ancora pi esile.
Dopo di te ci sar il lampo
e dalla corrente dacqua
sar diluito e sarai stanca,
sul palco affranta.
Io sar giunto a quel punto
alle foci, per poi campare nel mare.
Infine berrai dopo la fatica
di uno spettacolo solo tuo:
berrai, berrai, berrai
e sorso per sorso ti coler dentro
dalla bottiglia che tieni, affaticata.
Dalla platea alla tua bile,
dalle notti allintimo tuo.
Saprai dunque
quando gi me ne sar andato
che sar dentro di te.
Vedrai, vivrai, varrai
quanto il mio cuore rinchiuso
nelle briglie del tuo essere cristallo.
Navigher a vista
in quel mare di vetro.
Andrea Pesce

tenuto l appeso dal fumo vivo


esperto, su dai tetti vecchi
di case dove qualcuno ha sentito
arrivare ancora l'inverno.
Emanuele Pon

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Adelante
Lo blocca alla stazione la pioggia,
mollo, tra l'albero e la goccia
e sente sotto le case,
l'asfalto, la panca,
un senso che non vede
e che lo stanca.
Poi la gente, spettatori,
gli spagnoli pronti a chiedere indicazioni,
ma non sa per quali vie
li conduca questo fiume,
e allora -Adis! Adis!vocalizza tra allume di marmitte
-Andate, andate!
Io rester nelle strade
a rabberciare i pensieri
sotto le nuvole irate
che sconquassano il cielo.
Alessandro Mantovani

Fioretto di natale
Ora tempo di seguire
linverno, freddare
i rami, tagliare
la tremula indecisione
delle parole, laffetto
finto dei parenti,
gli amici morti
a ridere assieme per strada
si sfaldano come pani
di burro bruciati
dalla luna.
In vino non sempre
Veritas, la notte
una cucina cruda
di coltelli semichiusi.
Non sopporto chi pensa
che un dito di polvere
sia Abisso,
chi si vanta, dannato,
di aver traversato
lOrco ed essere rinato,
chi nella vita ha solo abbozzato
un nome sulla tomba
di uno sconosciuto.
Aver vissuto, lo chiami.

Hai paura, sei invidioso,


latri come un cane
contro cani che non pensano.
Sei lo spento sussiegoso
ripiego di chi mostra solo loro
della notte, chi prega
non ricordando nemmeno
il suo natale.
Una vecchia impellicciata
balbetta preghiere
sul treno, occhiali da sole
di notte, mille matrimoni
alle dita, non una lacrima
di oscurit. Bisogna
essere bravi, non fissare
lanima, ch si vergogna.
Abbracciami s siamo sangue
amici fratelli parenti
amore, noi stessi.
Siamo posti spenti.
Vicoli urinati e cosmici
che tra loro non si toccheranno
mai, muri di memorie
opposte, feste solo in guerra.
Pap metti le luminarie!
Anche questanno notte.
Silvio Magnolo

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Le poesie dei lettori


Le poesie dei lettori nasce dalle richieste di collaborazione che abbiamo ricevuto da amici, conoscenti e
sconosciuti che ci hanno fatto pensare ad uno spazio dove raccogliere i loro testi. Abbiamo deciso di farne una
cernita, e pubblicare in questa pagina le poesie che pi ci sono piaciute.
Vogliamo ringraziare coloro che senza timore si sono mostrati e si mostreranno e sperando che la nostra idea
vi piaccia invitiamo chiunque sia interessato a scriverci!

Pietro Pncamo scrive per il sito Beyond Thirty-Nine. Ha collaborato, come recensore, con il Corriere
della Sera.
Dopo essere stato incluso nellantologia Poetando (Aliberti) curata da Maurizio Costanzo, si visto
pubblicare una breve raccolta di versi dal blog Poesia della Rai e dedicare una puntata del programma
Poemondo dalla radio nazionale della Svizzera italiana.

Morte antologica permanente


Siccome la vita
ci rovina la vita
(sempre!),
a giugno ho visitato
(un po turista, un po becchino
e un po parente sconsolato)
linteressante morte
antologica permanente
delle mie speranze
migliori:
quanti sogni falliti
imbalsamati in bella mostra!
Li guardavo e piangevo
desolato nero,
dannandomi frenetico
la salute.
E adesso soltanto
stanchezza rabbiosa
resistere ogni giorno
al ripetersi ingombrante del respiro
e della luce.
Pietro Pncamo (da Gli intercalari del silenzio)

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Interludio
Perch dopo le nostre e quelle dei lettori non una poesia di qualche autore conosciuto?

Poesie scelte da Alessandro:


Scelta perch Paolo Valesio un poeta la cui esperienza linguistica conduce la parola ad una nuova
flessione che, ricordando la lezione dantesca, porta a dire esattamente quello che vuole, forzando i limiti
della morfologia e della semantica, dimostrando e ricordando come il poeta debba essere un artigiano
forgiatore di lemmi, che, nello scrivere a ruota libera, faccia liberamente deragliare la mente dai binari
prestabiliti.

San Francesco d'Assisi davanti al bar Tric-Trac


Appena discesi a Spoleto
nel scendente crepuscolo
ancora prima di aprire le valigie
eran venuti in piazza
per ritrovare qualcosa della trascorsa estate forse il piccolo gatto nubiloso
che era, fantasmatico, guizzato
tra le colonne lungo il porticato
deserto del Duomo
l gi in fondo alla piazza desertata
e li aveva seguiti saltellando alla larga
gi per la Via delle Mura Ciclopiche ma l'anno gi intercorso
aveva ritessuto un labirinto
e poi spezzato il filo:
la piazza era immutata
loro due non diversi, e proprio questo
aveva cambiato tutto.
Lui ti ha visto, Francesco, improvviso
mentre opaco fissava le lastre di pietra
di Via dell'Arringo in discesa
declivante alla piazza del Duomo,
tutto era sghembo, anche il tavolino
sul selciato davanti al bar Tric-Trac.
Non sapeva che dire, si annoiava
di se stesso e di lei.
Ma poi, d'un tratto:
ti ha veduto strisciare
come un gran verme serale la pallida lunetta della tonsura, i gomiti
in alto sporgenti
a puntellare le mani che arrancavano

strascinandoti lungo la discesa.


Francesco stralancato
discongiunto bistorto: ti sei preso
l'inutile peso
della loro noia.
Questa cos gratuita penitenza
ha fatto finalmente vergognare
l'uomo seduto al tavolino; pronto
a che cosa?
Non ha avuto la forza di narrarle
ci che stava vedendo.
Continuano a tacere
in uno sgomento silenzio
che gi sta cancellando interi mesi
dell'anno che per essi si prepara.
Ma tu, Francesco, continui:
aggrampellato al suolo serpeggiando
e sopra gli scalini rimbalzando
tenti di far sentire ai due seduti
che si sono irretiti in teleragne
di dubbi e di pensieri troppo piccoli;
che oscillano nell'altalena
della dialettica frode:
desiderio, non-desiderio...
Ma via, via da questi involvimenti!
Ognuno di quei due deve tentare
di visibilizzare
l'altro; e il prezzo per questo da pagare
rendere invisibile se stesso.
Paolo Valesio
(da La mezzanotte di Spoleto, Raffaelli editore)

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Altri versi
Fra Le poesie dei lettori potete leggere tutte le poesie ricevute dal pubblico che ci sono piaciute. E gli altri?
Gli Altri versi potrete leggerli qui. Poesia gratuita, voce di tutti, per tutti.

Roberto Aidei (in arte Niemand), nasce ad Aulla. Dopo le scuole superiori inizia a lavorare ma da sempre
coltiva la sua passione per la letteratura. Ha una buona serie di raccolte inedite nel cassetto, da L'acqua nel
lavabo (1981) alla pi recente La Spezia (2007). Crede nel viaggio e nell'importanza tanto del percorso quanto
della meta.

Quando la notte
Quando la notte ti penso
mi sovviene la finezza del tuo mento
ed il sorriso giocondo
rende il tuo bel viso un tuttotondo.
I tuoi occhi azzurri come
la copertina di Linus
sono il mare in cui mi perdo,
il tuo profilo da panettiera
mi resta negli occhi ogni sera.
E mentre bevo il mio vino fermo
e sento che funziona
perch lo stomaco, forte, risuona
il mio cuore spurga d'amore per te
e vorrei bagnarti come uno zampillo di fontana.
Ma bastano i cinque euro
dell'ombrello dell'Ikea
per innalzare un muro,
il pi alto, che il mio cuore non pu superare.
E posso solo sperare di morire
mentre a terra mi asciugo,
sotto il sole felice
del tuo splendido viso.
Roberto Aidei

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Zona Franca
Da settembre 2013 a luglio 2014 avete letto in queste pagine conclusive quello che fra di noi usiamo
chiamare l'articolo. Ebbene: abbiamo deciso di trasformare questo spazio, ed il titolo che vedete poco pi in
alto vi avr gi fatto capire. Vogliamo liberare quest'area e renderla una zona franca, dove fare apparire
l'articolo o una poesia pi lunga del solito, un racconto o una qualche sperimentazione ancora da progettarsi.
In ogni caso speriamo che l'idea, ma soprattutto quello che qui leggerete, vi piaccia!

MESSA DI UN POETA-GIORNALISTA2
di Silvio Magnolo
[Ore 8:30, il poeta sale sul pulpito e inizia a leggere]
Dal Vangelo di Repubblica
Umberto Eco, il grande saggio, sostiene che L'Erasmus ha dato vita alla prima generazione di giovani europei ed ha segnato una rivoluzione sessuale
[Cala il silenzio in platea]
Eh su basta! Sempre l si va a parare!
Fa pure lo spiritoso quello!
Non per il sesso eh, solo che certe cose, certe verit archetipiche, insomma, non si dicono, non bisognerebbe andare cos a fondo nelle cose, tantomeno poi divulgarle! La gente poi va in crisi, gi c' crisi...
Ma no, dai, insomma ha ragione, bom! Fa moda parlare di 'ste cose. E poi dicono che c' poco turismo, ma si
sa che cosa tira sempre, su dai bom!
[Il poeta legge ancora qualche riga della citazione]
L'Erasmus dovrebbe essere obbligatorio, e non solo per gli studenti: anche per i tassisti, gli idraulici e i lavo ratori
[Il poeta cambia tono impersonando ora l'autore dell'articolo]
Non sono proprio certo che il religioso Desiderius Erasmus da Rotterdam apprezzerebbe il fatto di essere si nonimo di rivoluzione sessuale
[Il poeta prende coraggio e inizia il suo monologo]
Cosa mi irrita di pi, oltre alla gente che rivanga continuamente il passato? Mi irrita questa irritante tendenza a
(passatemi il neologismo) "patologizzare" qualsiasi forma di diritto, preferenza o legittima rivendicazione, fa cendo passare queste ultime come malattie modaiole e endemiche di un sistema gi compromesso in nuce.
Cos si ammazza l'idea stessa di mamma!
S concordo, non hanno pi senso le idee, le parole, ora. Non pensi alla "parola", mediamente, quando parli.
Chiedi a uno, cos, a sangue freddo... Cosa pensi del concetto di "mamma"?
2 Liberamente ispirato da un articolo della Repubblica data 09/12/2014 e a ritagli di quotidiani vari del 10/12/2014

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Ti risponde:
Eh? Mi scusi?
Oppure
No grazie!
Oppure
Cosa hai detto di mia mamma?
Parte tutto dal rapporto con la madre, eh gi, cari vecchi psichiatri barbuti, avevate proprio ragione; eppure c'
qualcosa che ancora non mi quadra, non saprei, forse sono io che sono sempre capzioso, paranoico, ossessivocompulsivo, anzi sicuramente cos (e chiedo gi venia in anticipo per questo, ovvero, non prendete assolutamente sul serio quello che dico perch dettato dalla mia malattia!)... C' qualcosa... Ho perso il filo del di scorso...
[La platea ride platealmente]
Volevo dire che ancora non mi quadra qualcosa, ecco s, il fatto che siate sempre tutti cos tranquilli Voi, che
Ve ne state dietro a una cattedra di legno massiccio, a fumare, a incenerire i libri col Vostro fumo, a dire che
sono tutte fantasticherie, sono tutte baggianate che col tempo passeranno, bisogna solo stare tranquilli e avere
un po' di pazienza, ch passer tutto. Anche la vita passer, magari!
Le parole sono importanti! Vi sembra follia questa?
L'amarezza supera quella a Bruxelles simbolo di distanza tra lite e i cittadini!
Ma cosa sta dicendo?
Non dice cos! Ha saltato delle parti! Non si capisce niente!
Vergogna per l'America!
Devi morire!
No no no, aspettate un attimo, io vi ho solo letto le parti evidenziate! Non fate sempre cos anche Voi? Che
saltate tutto e andate al sodo, perch siete bravi in gamba sempre pronti e brillanti cappuccio cornetto giornale
e non avete tempo per le perdite di tempo?
Al voto!
Cercasi crescita!
Nessuno eviter pi il carcere!
Va bene, ho capito che con Voi non posso dialogare, n tantomeno monologare o monolocale, visti i prezzi
delle case! Eh s, sono proprio lepido e divertente, forse dovrei fare il comico e non il poeta, oppure tutte e due
le cose assieme, ma giornalista non lo so... insomma... La mattina tv sempre accesa caff che si raffredda... i
sogni di una persona poi ne risentono. E poi chi sono io per documentare le cose, giudicare fatti accaduti ad al tri? Io sono un poeta, e qualcuno devo pur esserlo. Ma il giornalista non so... Qualcuno deve pur essere anche
quello. Ungaretti diceva che tutto sommato una professione rispettabile, beh io mi fido di lui. E poi insomma
abitiamo nel Mondo, bisogna pur sapere che cosa succede da quelle parti! La Cultura Occidentale, accidenti,
l'Europa!
Forza arrabbiatevi. Prendetevela con noi. Ma cambiate l'Europa. Bisogna farlo.
[A un certo punto il poeta si accorge che la voce della gente diventata la voce stessa dei giornali, e si
spaventa: la platea ormai vuota]
Viva rifulse in me la luce delle gazzette!
[Il poeta sente quest'ultima voce, e sorride un po' tra s il poeta, mette via i giornali e va al lavoro il
poeta, perch gi tardi]
AMEN

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info@fischidicarta.it
La mail principale cambiata, ma sappiate che la vecchia non stata disattivata, perci
scrivendoci a fischidicarta@gmail.com riceveremo le vostre mail e vi risponderemo!
Per lodi, insulti, consigli, proposte, domande, poesie e quant'altro potete contattarci via email. Per
contattare i Fischi di Carta scrivete all'indirizzo che vedete in alto (se qualcuno volesse rivolgersi
ad uno soltanto di noi deve semplicemente specificarlo); se invece vi interessasse contattare i
ragazzi di Prossa Nova potete scrivere all'indirizzo che trovate sull'inserto all'interno. Grazie!

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