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C.I.R. n° 20
dicono,
di Nicola http://ortodicarta.wordpress.com
IL suolo più fertile del mondo, si troverebbe in una piccola area nel bel mezzo
dell’Amazzonia. E’ il frutto del lavoro compiuto una quindicina di secoli fa dalle popolazioni
locali, che mescolavano al terreno i resti di ossa animali e corteccia d’albero carbonizzate.
In portoghese si chiama Terra preta do índio.
Il carbone (o per meglio dire biochar) derivato da biomassa bruciata ha un enorme potere
nel rendere più fertile la terra, più di quanto facciano composti chimici, o concimi animali.
Inoltre, questa tecnica migliora la capacità del suolo di immagazzinare carbonio, e
potrebbe quindi rivelarsi un utile strumento nella guerra contro il riscaldamento globale.
Il biochar, è inerte, e dunque resiste all’azione dei microbi del sottosuolo; è molto poroso,
e perciò riesce a trattenere l’acqua; è neutro o alcalino e quindi riduce l’acidità del terreno;
è un buon isolante che può ridurre la temperatura media del suolo in climi caldi ed è
capace di catturare minerali come il calcio, il potassio, il magnesio e il fosforo.
In termini di fertilità e produttività, migliorerà la qualità del suolo. Ha un effetto a lungo
termine. Dopo che lo aggiungi una volta resterà per centinaia di anni.
Quando coltiviamo con il biochar stiamo, a tutti gli effetti, cercando di seguire le orme degli
antichi creatori della Terra Preta. Non sappiamo ancora esattamente come funzionasse il
processo, così come non sappiamo esattamente come e se sia trasferibile dal suo luogo di
origine. Siamo lasciati soli a decifrare i segreti della Terra Preta sperimentando nei nostri
orti e giardini e comparando le nostre esperienze.
1) Cos’è il biochar?
Il biochar è fondamentalmente carbone prodotto attraverso un processo di pirolisi a bassa
temperatura. La pirolisi ad alte temperature è quella che genera il carbone classico a cui
siamo abituati. Idealmente il biochar viene prodotto in modo tale da preservare la massima
ritenzione di bio-oli condensati. Quando utilizzato in maniera generica, il termine biochar,
si riferisce semplicemente al carbone prodotto da una qualsiasi biomassa di scarto, senza
considerare se abbia o meno una componente di bio-oli condensati. A questo livello il
biochar è semplicemente carbone utilizzato con finalità agricole.
4)Quanto occorre perché I benefici siano visibili? E quanto sono durevoli nel tempo?
Alcuni effetti, come l’abbassamento dell’acidità del suolo, sono immediati. Altri sono legati
alla biologia del suolo e possono necessitare di tempi più lunghi. L’aumentata capacità di
scambio dei cationi può richiedere diversi anni per svilupparsi completamente. La buona
notizia è che questi effetti durano molto a lungo. Gli effetti del biochar nella Terra Preta
sono durati millenni.
6) Cos’è la pirolisi?
La pirolisi è la scomposizione chimica di materiale organico per mezzo del calore in
assenza di ossigeno. Questo processo crea gas (chiamati syngas), catramine e ceneri. Il
risultato è una combinazione di carbone, condensato di bio-oli, catrame e cenere.
10) Come posso unirmi alla comunità di discussione sulla Terra Preta
1. Bioenergy lists: Terra Preta: the intentional use of charcoal in soils.
2. Bioenergy lists: Terrapreta — Discussion of terra preta, the intentional placement of
charcoal in soil.
3. Hypography Science Forums: Terra Preta
Se abitate in una zona dove è illegale produrre fumi dovrete fare molta attenzione a cosa
utilizzerete come combustibile. Non importa quale tecnica utilizzerete per produrre il
carbone ma scegliere materiale legnoso, asciutto e di dimensione uniforme da garanzie di
una buona produzione. L’uniformità è una delle ragioni per cui i carbonai usano sempre
durame precedentemente tagliato.
Fornace da acido piroleico (wood vinegar) [da implementare] Non sono sicuro che in
questo caso si possa ridurre l’intensità dei fumi, ma lo spero.
16) Come posso ottenere del carbone che abbia le caratteristiche strutturali e chimiche del
biochar?
La struttura è caratterizzata principalmente dalla materia prima. Il durame è attualmente il
preferito da questo punto di vista ma gli studi in questo campo sono ancora mobili. La
chimica è più definita. Il processo di carbonizzazione deve essere tenuto sotto controllo
per assicurare la ritenzione dei condensati. Gli strumenti per ottenere questo su scala
domestica sono limitati ma fortunatamente molto semplici. In tutti i casi si tratta di limitare
l’accesso di aria nella camera per ridurre la combustione con fiamma e per mantenere una
temperatura di pirolisi il più bassa possibile così da non consumare e disperdere tutti gli
elementi volatili ed il catrame. Sicuramente, tollerare la produzione di fumi, segno di una
scarsa combustione, può voler dire aumentare la ritenzione degli elementi volatili. Così
come il soffocare la combustione prima che si tarsformi da combustione di gas di legna in
combustione di gas di carbone può essere efficace. Questo può tradursi in una produzione
mista di carbone “nero” e carbone “marrone”, entrambi comunque ottimi per il giardino.
18) Quali materiali refrattari posso usare per realizzare una fornace? Una fornace a
fiamma ritorta?
E’ possibile ricoprire il bidone con argilla, sassi, sabbia ecc.
21) Il carbone è meglio come combustibile che come ammendante del terreno?
Può essere. Il suo valore come ammendante è sicuramente più alto quando viene usato in
piccole dosi come inoculante, o come appoggio a concimazioni. Ha anche una grande
utilità nelle coltivazioni che richiedano forti concimazioni. 22) Il carbone a più valore come
combustibile che come compensazione dei gas serra?
Forse si. Forse no.
25) Di che dimensioni dovrebbe essere il biochar e in che modo Si può spezzare o
setacciare il biochar?
[Per spezzarlo io mi affido a mortaio e pestello: un bastone di 5 cm di diametro e un
contenitore da circa 20 litri appoggiato su un foglio di compensato.
Per setacciare e dividere il biochar probabilmente è più utile un piano inclinato(Rete per
letto) di uno orizzontale soprattutto per grandi quantità.
.
28) Posso aggiungere il biochar al compost?
Si. Questo permette di intridere il biochar di sostanze biologiche e umiche. In più, grazie
alla proprietà di assorbire gli odori, consiglio di metterne una manciata ad ogni aggiunta di
scarti nel secchiello dell’organico vicino alla cucina.
32) Come applico il biochar e qual è il dosaggio limite di applicazione per ottenere effetti
dal biochar?
Dai dati ad oggi disponibili sembra che i coltivi rispondano positivamente ad applicazioni di
almeno 50 Mg C ha-1, sempre che si applichi una sufficiente concimazione per impedire
che il carbone induca uno stallo (vedi 5.04). Questa misurazione equivale a 5Kg/m2 (1
lb/sf) ed è attivo con una dispersione del carbone a 5 cm (2 in) di profondità. (i calcoli). I
coltivi possono presentare segni di riduzione dello sviluppo con applicazioni superiori.
Secondo gli studi fino ad oggi eseguiti, non si è presentata riduzione della crescita per la
maggior parte delle specie vegetali e condizioni del suolo anche con applicazioni di 140
Mg C ha-1.
Si possono adottare tre possibili soluzioni singolarmente o abbinate: (i)il biochar viene
applicato esclusivamente alle leguminose fintanto che non si sia fissato sufficiente azoto
da permettere una situazione economicamente soddisfacente per la coltivazione di non-
leguminose senza la necessità di aumentare l’applicazione di composti azotati; (ii) il
biochar viene caricato di N attraverso una fase di compostaggio o attraverso un processo
di produzione di energia (Lee and Li 2003); il biochar viene applicato in dosi controllate
che permettano la sedimentazione di N e ottimizzi la produttività delle piante.
In Giappone vi è una lunga tradizione dell’uso del carbone come ammendante. Afferma
Nishio (1996): “l’idea che l’applicazione di carbone nel terreno possa stimolare le micorrize
arbuscolari locali nel suolo e quindi promuovere lo sviluppo delle piante è cosa
relativamente nota in Giappone, sebbene questa pratica sia limitata dagli alti costi”. La
stretta relazione tra il carbone e le micorrize è probabilmente importante nella
realizzazione del potenziale del carbone di accrescere la fertilità del suolo. Nishio (1996)
riporta l’inefficacia del carbone nello stimolare la crescita di alfalfa in terreno sterilizzato,
ma la crescita aveva un aumento di un fattore di 1.7-1.8 quando alla coltivazione veniva
aggiunto terreno non sterilizzato contenente micorrize locali. Warnock et al (2007)
suggerisce quattro possibili meccanismi attraverso cui il biochar potrebbe influenzare
l’abbondanza di funghi micorrizici. In ordine decrescente di prove scientifiche disponibili
sono: “alterazione delle caratteristiche fisico-chimiche del suolo; effetti indiretti sulle
micorrize attraverso l’azione su altri microbi presenti nel suolo; detossificazione dei
componenti allelochimici nel biochar ed interferenze nelle segnalazioni pianta-fungo
nonché rifugio dai predatori.
Il carbone di legna prodotto a basse temperature (più che lo sfalcio o legni ad alto
contenuto di cellulosa) possiede uno strato interno di bio-oli condensati disponibili ai
microbi per cibarsene, l’effeto di questi bio-oli è identico al glucosio per lo sviluppo
microbico (Christopher Steiner, EACU 2004)
I dati sugli effetti del carbone sulle coltivazioni sono ancora ridotti – solo un limitato
numero di cultivar su una limitata tipologia di terreni sono stati investigati. Le iterazioni tra
cultivar, tipologia di suolo, condizioni locali, metodo di produzione, di applicazione e
percentuale d’uso del biochar devono essere ancora studiate in dettaglio prima che il
biochar possa essere contemplato come ammendante nella coltivazione su larga scala. In
ogni caso ci sono chiare prove che l’aggiunta di carbone per determinate cultivar e
determinate tipologie di suolo può avere effetti benefici.
50) Esistono sistemi attraverso cui si possa condurre le proprie sperimentazioni in modo
che possano essere utili anche per altri?
Certamente: CharDB, il database internazionale open-source delle sperimentazioni con
biochar.
Ora puoi registrare le tue esperienze di concimazione con biochar in un formato
omologato “CharML” che dovrebbe facilitare la comparazione dei dati inseriti. Questo, si
spera, dovrebbe condurre a nuove ed interessanti conclusioni ed ad una conoscenza più
approfondita del fantastico mondo del biochar!”