Anno 2011
Bollettino dell’Associazione Nazionale Arti e Mestieri Manuali Creativi
in Strada
L’Associazione
A.R.M.E.S.M.A. (Associazione Nazionale
Arti e Mestieri Manuali Creativi in Strada) ha un proprio sito che potete visitare e
contattare a questo indirizzo web: http://www.armesma.it
Da più di una decina di anni le attività della nostra Associazione lavora per accende-
re la curiosità su di un mondo di mestieri manuali poco conosciuto.
Io ho incontrato l’Associazione Nazionale nel suo pellegrinare per l’Italia con le sue
riunioni tra i rappresentanti delle
Associazioni Locali che ne costitui-
scono la struttura portante ed i soci
che ne rappresentano la linfa vitale.
Il lavoro in questi anni è stato fon-
damentale nel ragionare su quali
requisiti che un Artigiano creativo
possiede.
Come Associazione Nazionale in
questi anni abbiamo dato assistenza
a varie situazioni di verbali e seque-
stri in giro, abbiamo indagato sulle
normative che governano le nostre
opportunità di lavoro.
Nei prossimi interventi troverete
molte indicazioni sul panorama
normativo e fiscale che viviamo e quale etica ci contraddistingue.
Sono nate in questi anni Associazioni un po’ ovunque, con l’intento di superare gli
ostacoli che le Amministrazioni pongono, la nostra associazione è un insieme di di-
verse di queste diverse esperienze, che tenta di dare una voce ad un mondo che non
si riconosce nell’impresa, ma in quello che è l’iniziativa creativa fatta in un certo
modo.
Bisogna mettere in luce alcuni aspetti: essendo l’artista/artigiano l’ideatore e
l’esecutore del proprio lavoro, oltre a garantire l’originalità ed unicità del proprio
prodotto, porta con se quel bagaglio culturale costruito in anni di ricerca nozionisti-
ca e pratica manuale, approfondendo la conoscenza tecnica quasi quotidianamente.
Si parla di persone
che mantengono tut-
te le fasi della costru-
zione di un oggetti.
Siamo i progettisti e
gli ideatori degli og-
getti che proponia-
mo, incentriamo la
nostra ricerca princi-
palmente nella tra-
sformazione della
materia e nel cambiamento di destinazione d’uso (riciclo) degli oggetti che troviamo
ed attraverso costanti studi e sperimentazioni realizziamo i nostri manufatti.
In una fase successiva ci trasformiamo in comunicatori della nostra lavorazione per
poter portare alle persone i nostri oggetti, divenendo venditori e comunicatori.
Il titolo del nostro incontro “arti a mano e creatività... una proposta per il futuro” è
per noi un punto fondamentale, perché noi viviamo costantemente questo apparente
anacronismo storico.
Mentre tutto si muove verso la globaliz-
zazione, difendiamo questi mondi fatti di
piccole cose. Trasmettendo ogni giorno la
passioni e le curiosità verso una tradizio-
ne che ci appartiene.
Un punto distintivo delle nostre lavora-
zioni è la cura sul pezzo singolo e non sul-
la serialità della produzione industriale.
Abbiamo una ridotta capacità produttiva
dettata del non utilizzare macchinari che
sostituiscano il nostro lavoro manuale.
Questo motivo ci pone all’esterno dei canali di distribuzione tradizionali ma questo
non ci pesa, sono le normative che ci relegano troppo spesso all’esterno dei luoghi di
interesse turistico, questa difficoltà però ci rende difficile sopravvivere.
Il nostro invito è quello di visitare le nostre esposizioni nei prossimi giorni, perché
quelle sono le parole più determinanti e la dimostrazione più alta di quello che sia-
mo.
Mi chiamo Andrea Negro e sono iscritto all’albo degli Operatori dell’Ingegno di Tori-
no, io sono un operaio in cassa integrazione, la fabbrica in cui lavoravo non produce
più da due anni, l’ammortizzatore sociale che accompagna la mia vita in questi ulti-
mi anni, mi ha consentito di appro-
fondire e di sviluppare la mia passio-
ne per la manualità, ed è così che ho
potuto conoscere più da vicino la re-
altà degli Operatori dell’Ingegno e
dei produttori di Artigianato Artisti-
co.
Farei quindi un passo indietro nella storia per raccontare cos’era il movimento ope-
raio alle sue origini.
Detto ciò non credo ad un mondo senza industria, senza fabbriche, ma penso che si
possa ripensare ad un sistema produttivo in grado di mettere al centro l’uomo, la sua
dignità e la sua professionalità.
Questa esperienza che sto vivendo come Operatore dell’Ingegno (e non come hobbi-
sta, come erroneamente qualcuno ci definisce) mi ha consentito di conoscere perso-
ne straordinarie e complete di tutte le caratteristiche che il mondo artigiano incarna
nei suoi valori.
In queste persone ed in questa Associazione Nazionale, vedo la lotta che i liberi arti-
giani fecero già dai primi dell’800, quella storia che oggi ha la sua capacità di resiste-
re e che proprio per quello che merita il giusto riconoscimento.
Chiedo quindi a chi oggi amministra il nostro futuro, di valutare seriamente le no-
stre proposte e di creare le condizioni materiali e culturali per la valorizzazione delle
nostre capacità al fine di resituire all’operaio artigiano, manuale e creativo, il giusto
valore e il giusto posto per valorizzare il nostro territorio e per poter affrontare il fu-
turo con più serenità ed ottimismo.
Siamo ancora lontani dalla individuazione e attuazione di quanto stabilito dalla Co-
stituzione, per il lavoro, per l'artigianato, per l'arte, e l'ingegno come liberi lavori!
Senza l'applicazione reale de "la Legge provvede alla tutela" individuando chi sono i
soggetti da tutelare e come tutelarli, non si potrà che continuare verso l'estinzione
dell'artigianato, delle arti e mestieri artistici e tradizionali, come si è fatto finora, al
di la di enunciazioni di principio, che sono valide...... se accompagnate da Leggi e at-
tuazioni ancora non proposti ne visti.
Se non interessa, non si conosce. Se non si conosce......... non si può intervenire.
La prima Tutela proposta dall'Ass. Naz. Arti e Mestieri Manuali Creativi in Strada è a
livello legislativo nazionale, differenziando l'artigiano dall'impresa come da Codice
Civile, in quanto il lavoro di artigianato manuale artistico e tradizionale fatto in for-
ma individuale, non è l'impresa.
Nel Codice Civile, art 2083: sono artigiani i "piccoli imprenditori" .."coloro che eser-
citano una attività professionale organizzata prevalentemente con il lavoro proprio e
dei componenti della famiglia". Art:2082: Chi ha una attività professionale economi-
ca organizzata (con lavoro subordinato) e' "IMPRESA",.... anche quella artigiana.
Tra le 2 definizioni la differenza è nella parola “economica” ed è per questa ragione
che il Cod. Civ. norma 2 figure, l'imprenditore e il piccolo imprenditore. Sono quin-
di 2 le figure, una definita dall'art 2083, rientrante nella categoria del piccolo arti-
giano individuale e familiare e sottratta dallo stesso Cod. Civ. alle norme sull'impre-
sa anche commerciale, particolare questo molto importante, nonché da altri obbli-
ghi istituiti per le imprese. Tutto questo ad oggi non è riconosciuto e applicato, con
grave danno per gli artigiani individuali che sono inseriti nella logica e meccanismi
d'impresa con la "Legge-quadro" 443/1985, rientranti anche nelle normative del
commercio, appena usciti dal
proprio laboratorio, questo
porta chi lavora a mano ad e-
stinguersi non potendo com-
petere certo con la produttività
dell'impresa artigiana-
industriale e con il libero com-
mercio.
Tutelare è distinguere prima di
tutto chi è da tutelare ed i per-
ché della tutela,
E' basilare capire che sono gli
artisti-artigiani, i destinatari
della tutela dell'artigianato, è
chi produce con le mani con
l'arte e con l'ingegno, con at-
trezzi semplici, colui da pro-
teggere e tutelare, come patrimonio culturale vivente, che non ha logiche e obbiettivi
d'impresa, cioè produzione massiva e organizzazione del lavoro per il massimo pro-
fitto. L'artigianato artistico e tradizionale è fatto a mano, è un libero lavoro autono-
mo d'arte; potrà tornare ad essere e diventare una attività economica per il proprio
sostentamento se riconosciuti i diritti, protetti e tutelati dalla Legge dell'artigianato
nazionale come da Costituzione: sono lavori di nicchia possibili, se messi in sinergia
con il turismo specie se culturale e d'arte, perché è al turismo che si rivolgono gran
parte dei manufatti d'uso e d'arte realizzati dagli Artisti/Artigiani, mentre purtroppo
oggi chi opera con il lavoro manuale e del proprio ingegno raramente riesce a vive-
re del proprio lavoro essendone poco chiara la figura ed il diritto. E' compito prima
di tutto dello Stato riconoscere il diritto all'arte e all'artigianato come lavoro, rimuo-
vere gli ostacoli e promulgare "la Legge provvede alla tutela" per il lavoro manuale di
artigianato artistico e tradizionale: è/sarebbe una prima forma di tutela pratica per
gli artisti artigiani mettere in atto la differenziazione così da non essere classificati
come imprese, applicando tutte le tutele previste dal Codice Civile, semplificazioni
burocratiche e fiscali, no alle Leggi sul commercio. Qualcosa in parte ha fatto l'ulti-
mo governo Prodi per i contribuenti minimi e marginali, finalmente niente Iva,
niente studi di settore, reddito netto comprensivo di detrazione dei contributi Inps.,
qualcosa si è fatto....per chi lavora da solo... senza operai....ovvero per chi non è Im-
presa. Rimane lo scoglio previdenziale: €2.800 fissi per gli artigiani, anche a reddi-
to 0 (zero) mentre
quello come Artista è il
23 per cento sul reddito
netto, spese comunque
alte per chi produce a
mano con l'arte e con
l'ingegno. Per chi pro-
duce a mano, far reddi-
to, ovvero vendere i
propri manufatti non è
ovvio ne semplice,
quindi anche già solo le
spese previdenziali
mettono in grossa diffi-
coltà gli artisti/
artigiani.....oggi. Quindi
occorre una tutela e a-
iuto da parte dello Stato
anche su ciò ....noi proponiamo un’ aliquota previdenziale che comunque non supe-
ri il 10 per cento... sul netto dei redditi e una classificazione di lavoratore autonomo
per l'individuo artigiano artistico.
Dopo aver chiarito con lo Stato che una cosa è l'artigiano (artistico), un'altra è l'im-
presa, e che il nostro lavoro non è mai commercio ma esposizione e vendita di ma-
nufatti, la tutela degli artigiani manuali passa(dovrebbe passare) alle Regioni e ai
Comuni (come preziosa risorsa territoriale culturale e storica).
La seconda importante richiesta di tutela che avanziamo, e che dovrebbe essere at-
tuata dai Comuni, è di garantire sul territorio la realizzazione di laboratori e l'indivi-
duazione di aree da valorizzare e il favorire l'accesso al suolo pubblico anche con la
creazione di mercati specifici in piazze e vie dei Centri Storici, nei percorsi turistici,
perché è ai turisti che si rivolgono gran parte dei manufatti realizzati dagli Artisti-
Artigiani di oggi, così da garantirne la sinergia e avere uno sbocco economico reale,
quindi lavoro che possa produrre reddito per il sostentamento proprio e della fa-
miglia.
Come Armesma, nel 2007 avevamo pensato di partecipare ad una Conferenza Inter-
nazionale sull' Artigianato organizzata a Strasburgo dalla Comunità Europea . Per
informarmi ho cercato su Internet maggiori chiarimenti .
Il linguaggio col quale si presenta la figura dell' artigiano è IMPRESA.
Tutto verte su questa parola che è ormai cardine nella terminologia di un certo tipo
di produzione che ha invece ben più antiche origini, da noi artigiani manuali creativi
perpetuata.
Non credo di dover ritenere l'artigiano che realizza a mano il suo prodotto un ana-
cronista, una persona fuori dal tempo, eppure è quello che si evince dalla lettura di
questa presentazione del Congresso di Strasburgo, che sottolinea quanto sia impor-
tante per l'impresa artigiana mettersi al passo con la globalizzazione e quindi tecno-
logizzare sempre più i sistemi produttivi per stare al passo con la produzione orien-
tale.
“ L'artigianato negli stati membri ha bisogno di conformarsi alle direttive europee.
Esse devono modernizzare la loro
produzione e i loro macchinari( ! ) e
poter ottenere accessi alla finanza.
L'artigianato deve far fronte all'in-
combente competitività e ha bisogno
di incrementare la propria ricorren-
do all'innovazione tecnologica, ai
corsi di aggiornamento e professio-
nali. “ ... “ Sarà un'opportunità per
analizzare le carenze di competitività
degli artigiani e delle piccole impre-
se, di identificare quali input e siste-
mi competitivi utilizzare x aiutare il
settore e trarne vantaggi dalle offerte
del commercio del singolo merca-
to.” E continua “ Mentre c'è in Euro-
pa una definizione per le micro, piccole e medie imprese, non c'è ancora una defini-
zione europea per le imprese artigiane... Il criterio di definizione stabilisce per le mi-
cro imprese dieci dipendenti, per la piccola e media impresa ne indica quaranta o
cinquanta. Le imprese artigiane non sono ancora state definite SOPRATTUTTO PER
IL LAVORO SOMMERSO CHE LE CARATTERIZZA IN TUTTI I PAESI DELLA CO-
MUNITA' EUROPEA.”
A questo congresso non abbiamo partecipato: forse non ci avrebbero preso molto in
considerazione , ci avrebbero chiesto, come fan tutti, "ma quanti siete?"
A questo punto penso che sia arrivato il momento per essere riconosciuti come enti-
ta' lavorativa che perpetua stili di vita e di produzione a misura d'uomo.
Il contesto sociale ce lo fa intuire.
La bramosia di potere economico sta distruggendo tutto ciò che di naturale e vivibile
esiste su questa Terra.
Forse qua e là qualcuno se ne sta accorgendo.
Addirittura ho sentito dire da industriali veneti di modificare il sistema di costruzio-
ne degli stabilimenti e capannoni per evitare lo choc da impatto ambientale che que-
sti procurano.
A fatica si cerca di ritessere le maglie di una tela che si sta forando, convincendo l'o-
pinione pubblica che un altro mondo è possibile, che l'iperproduzione crea molti
scarti e rifiuti e che anche la produzione deve ritrovare un'etica un senso e un com-
mercio che sia sostenibile per tutti.
Ed oltre alla realtà etica e culturale che va estinguendosi, scompare anche quella for-
ma di arte creativa che ha sempre contrassegnato le CIVILTA' proprio perchè CIVIL-
TA' più antiche.
Infatti non si parla più di civiltà ma di inciviltà , poiché fino a che si incentiveranno
solo le grandi opere le GRANDI infrastrutture, le GRANDI imprese, i piccoli valori
umani verranno sempre più soffocati in tutto il loro bagaglio di esperienze, capacità,
inventiva che han sempre fatto bella la ns. esistenza.
Quindi noi artigiani dobbiamo farci sentire, dobbiamo rivendicare quei posti nei
centri storici, storicamente adibiti al commercio di prodotti artigianali e agricoli, che
sono stati occupati non si sa bene con quali criteri, da rivenditori di merci senza sen-
so, oggetti senza etica, realizzati probabilmente da manovalanza sottopagata o schia-
vizzata.
Noi abbiamo banchi carichi di energia positiva, di cultura del bello, dell'originale,
dell'innovativo o anche della tradizione.
NOI SIAMO ETICI e abbiamo tutti i diritti per venir considerati col giusto rispetto.
Guardate i problemi che sorgono nei centri balneari rispetto all'organizzazione dei
mercatini estivi: fino a che si propongono oggetti che non siano in competizione con
i commercianti locali non ci sono problemi. Il problema è quando nel” mercatino” si
trovano esattamente gli stessi prodotti che si trovano nei negozi. Questa è scorrettez-
za o furbizia all'italiana, che compromette il lavoro a tutta una serie di persone che
di questa attività di vendita estiva ne fa un motivo di sopravvivenza economica.
Morale: il mercatino non si fa più.
Il nostro lavoro consiste quindi nell'essere consapevoli della nostra originalità e farlo
presente ai Comuni ai quali chiediamo ospitalità.
Insistere sulla diversità che proponiamo utilizzando materiali visivi, elencando le
attività già svolte, e secondo me proponendo i
laboratori interattivi che sono la base della tra-
smissione manuale della nostra attività.
L’associazione culturale e artistica Prendi L’Arte è oggi al suo settimo anno di vita.
Dalla necessità di poter esporre a Roma i nostri lavori senza i rischi e i traumi
dell’abusivismo (molti di noi hanno subito sequestri della merce e multe di 5000 eu-
ro), o ricorrere al pagamento di cifre astronomiche per partecipare a iniziative orga-
nizzate da altri (sono arrivati a chiederci anche 250 euro per esporre in un solo gior-
no di mercato) abbiamo trovato la forza di organizzarci e auto determinarci come
categoria..l’unione fa veramente la forza …
Dopo anni di lavoro, di esperienza sul campo, di contatti con artigiani, di riunioni
associative sulle strade da percorrere, colloqui con gli amministratori dei municipi a
cui sembravamo dei marziani e decine di progetti presentati sul tema delle “opere
del proprio ingegno”, siamo oggi riusciti finalmente ad essere considerati a pieno
titolo ed inseriti nella logica di vita di molti quartieri della nostra città.
Molte sono le amministrazioni (Roma ha più di venti municipi) che vogliono e con-
templano l’istituzione di mercatini per “Opere dell’Ingegno” arrivando a deliberare
dei bandi di concorso per l’organizzazione di mercati specifici per la nostra categori-
a.
Oggi dopo diverse fasi di collaborazione con le amministrazioni e una migliore orga-
nizzazione dei compiti all’interno della nostra associazione abbiamo vinto un bando
nel VI Municipio che ci ha aggiudicato due piazze nel territori di pertinenza:
In via del Pigneto, zona popolare semi centrale - oggi fiorente luogo di aggregazione
giovanile, ricca di locali serali, vinerie, botteghe artigiane e altre iniziative culturali-
realizziamo un bel mercatino
la seconda domenica di ogni
mese. Espongono 45 artigia-
ni tutti rigorosamente con
laboratorio di lavorazione dal
vivo, inoltre ad ogni edizione
inseriamo sempre uno spet-
tacolo di artisti di strada o
un particolare laboratorio
d’artigianato interattivo. Sia-
mo alla V edizione.
L’altra piazza vinta sempre
con lo stesso bando è L.go
Agosta. Piazza molto grande,
situata in uno dei quartieri
più popolati di Roma
“Centocelle”, oltre 200 000
abitanti. Non è un luogo sto-
ricamente votato alla realizzazione di mercatini di artigianato artistico, ma lo stiamo
sperimentando. Realizziamo anche qui, oltre alle esposizioni con i laboratori, che
sottolineo sono veramente il valore aggiunto dei mercatini che ci riguardano perché
ci contraddistinguono dagli altri (il mercato è degli artigiani e non dei prodotti arti-
gianali), piccoli spettacoli di arte di strada che aiutano ad attrarre l’interesse dei pas-
santi. Poi pubblicità locandine e comunicati stampa fanno il resto.
Altro progetto che ci preme particolarmente e che vogliamo continuare a realizzare è
il nostro oramai acquisito mercatino di L.go S. Giovanni De Matha in Trastevere, nel
centro storico, luogo di fruizione turistica e meta delle uscite serali del pubblico ro-
mano e non, pieno di trattorie e locali.
Nel marzo 2007 partecipammo al Bando per organizzare un mercato a Trastevere,
dopo una lunga trattativa con il municipio per far inserire la categoria specifica delle
“opere del Ingegno" all’interno della delibera. Presentammo il nostro progetto e vin-
cemmo. Per due anni ogni secondo fine settimana del mese abbiamo fatto un merca-
tino, purtroppo solo per 15 posti, quelli che ci concessero, dando però la possibili-
tà a chiunque di potervi partecipare.
Nel 2009 scade il bando, l’amministrazione prima di emanarne uno nuovo volle ri-
vedere e modificare i termini di partecipazione nell’attesa, sempre su nostra pressio-
ne, andammo varie volte in massa al consiglio comunale e ottenemmo la proroga del
mercato dal presidente stesso, fino all’uscita del nuovo bando. Sono passati due anni
e il bando non è ancora pronto. Abbiamo lavorato continuativamente richiedendo le
proroghe tutti i mesi fino allo scorso gennaio, poi a febbraio, per contrasti politici
all’interno della maggioranza, sono state bloccate le proroghe provocando in noi
l’immediato intervento al consiglio per premere sull'emanazione in tempi brevi della
nuova delibera e contemporaneamente per chiedere il rilascio di nuove proroghe
fino all’espletamento del bando.
Oggi dopo una serie d'interventi in Consiglio municipale, abbiamo il bando bloccato
in attesa dell’ultima votazione che speriamo si concluda martedì 2 marzo al prossi-
mo consiglio, ma fino a quando non sarà operativo, potremo richiedere nuovamente
le proroghe, per realizzare il mercato di Trastevere con i parametri della nuova deli-
bera , quindi ben due volte al mese… per adesso ci possiamo accontentare…
Quanto impegno e pazienza richiede la necessità di affermare i propri diritti, ma con
l’ausilio di molti e la giusta determinazione, pian piano i risultati si posso-
no ottenere ...Viva gli artigiani!
Andrea Ceccherini Ass. Prendi l’Arte
Roma marzo 2011
MESTIERANDO VA A SCUOLA
L’Italia è conosciuta nel mondo anche per il suo artigianato. Ultimamente pe-
rò i mestieri manuali ed artigianali hanno purtroppo visto una grande decadenza in
favore di lavori di serie, tutti uguali in tutto il mondo.
Sembra quasi che la creatività, la fantasia di ognuno di noi si siano spente,
adattandosi ad un modo di vivere, di vestire, di agire tutti allo stesso modo.
Eppure ogni oggetto realizzato a mano è diverso, anche se di poco, da tutti gli
altri: può essere molto bello o avere dei difetti, può piacere ad alcuni e ad altri no,
ma resterà sempre un oggetto costruito con amore, con impegno e passione. Anzi, le
inevitabili imperfezioni lo rendono un capo unico e pregiato.
L’associazione Mestierando, presente da anni nel territorio di Pisa e Provincia,
raggruppa da sempre artigiani di antichi e nuovi mestieri manuali, organizzando e-
venti che hanno in comune l’importanza della continuità dell’arte, del lavoro e della
creatività attraverso la manualità.
Uno degli scopi principali dell’Associazione è infatti quello di mantenere in vita
la realtà dell’artigianato perché, anche grazie ad essa, possiamo salvaguardare le no-
stre tradizioni e le radici della nostra cultura.
Per questo, oltre ad organizzare
manifestazioni, Mestierando, per av-
vicinare i ragazzi alla scoperta e alla
bellezza della manualità e della crea-
tività, propone e realizza anche pro-
getti e laboratori nelle scuole, gli ulti-
mi tenuti proprio presso le scuole
elementari di Calci.
Il primo, per gli scolari più pic-
coli, ha riguardato l’insegnamento
della pittura sui sassi ed è stato con-
dotto da Bruna Lupetti. Bruna ha
preso per mano i bimbi e li ha con-
dotti, attraverso i segreti di questo
artigianato artistico, alla realizzazio-
ne di una insolita pittura, partendo
da quattro principali concetti:
l’osservazione, la fantasia, le legge-
rezza e la pazienza. I ragazzi hanno
recepito in pieno questi concetti e
hanno realizzato simpatici oggetti,
manifestando al termine del labora-
torio il desiderio di ripetere
l’esperienza.
Il secondo progetto, destinato a
scolari più evoluti, ha toccato temi
che affondano le radici nel medioevo
e nel rinascimento. Sotto la guida di
Guido Sargentini, che ha spiegato il
cammino delle varie tecniche che hanno condotto l’umanità dal manoscritto alla
stampa a caratteri mobili, gli scolari si sono improvvisati prima amanuensi e poi
stampatori allievi di Johann Gutenberg. Al termine dei laboratori le classi erano
quindi tappezzate non solo di belle pagine di manoscritto realizzate con pennini a
inchiostro, ma anche di xilografie stampate con un torchio manuale dai ragazzi stes-
si.
Il Consiglio del I Municipio del 2 marzo ha bloccato una delibera che, grazie anche
alla campagna stampa degli scorsi giorni, si temeva potesse portare all’invasione di
“bancarelle” e “paccottiglia” nel centro di Roma.
Si trattava, in realtà, della concessione di spazi per “mostre mercato” riservate a ca-
tegorie molto diverse, dal biologico all’antiquariato, dal collezionismo alle opere
dell’ingegno. Questa ultima categoria è quella che noi rappresentiamo, difendiamo e
promuoviamo: ci potremmo semplicemente considerare artigiani, se questo termine
non avesse da tempo perso il suo significato originario. Con la nostra passione, crea-
tività e manualità realizziamo piccole produzioni di oggetti artistici, pezzi unici e
irripetibili , lavorati singolarmente con la cura e l’attenzione che caratterizzano il
tanto decantato “made in
Italy”. Non potendo compe-
tere con le produzioni indu-
striali, l’unica possibilità di
commercializzazione dei no-
stri prodotti è la vendita di-
retta, che effettuiamo nelle
mostre mercato da noi stessi
organizzate.
Malgrado i riconoscimenti
ottenuti sul campo e le pac-
che sulle spalle
dell’amministrazione, nel I
Municipio gli spazi a noi ri-
servati si sono progressiva-
mente ristretti, fino a ridursi
ad una mostra mercato al
mese, di 15 postazioni in
Largo S. Giovanni de Matha,
ottenuta vincendo un bando
ormai scaduto da due anni.
Nel consiglio municipale di oggi questi concetti sono stati accolti da quasi tutti i con-
siglieri, indipendentemente dall’orientamento politico. Le sole resistenze raccolte,
per quanto riguarda la nostra realtà, sono venute da chi vuole imbalsamare il centro
storico per pre-
servarlo da un
degrado che in
realtà alimentano
eliminando ogni
forma culturale
non omologata.
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"La fascinazione dell'oggetto artigianale deriva dal fatto che è passato per le
mani di qualcuno che vi ha lasciato un segno col suo lavoro; è la fascinazione di
ciò che è stato creato e che per questo è unico, dal momento che il "momento"
della creazione è irripetibile".
(J. Baudrillard – Il sistema degli oggetti)
Spazio Libero Arte Manuale
La carovana SLAM è un progetto nuovo...così nuovo che non si riesce a dargli un
preciso contesto...oppure è un progetto così vecchio che sembra rispolverato dai
tempi dei tempi.
E' il punto d'incontro tra l'esigenza della società moderna con la parte più primitiva
di essa. E' un'esperienza multi sensoriale che attraverso la pazienza e la concentra-
zione rende ad ognuno un grado di autostima maggiore.
Come vari popoli l'artigiano ormai rappresenta una tribù in estinzione che si sposta
per tramandare le tecniche di trasformazione della materia. Il progetto prevede che
ciascun artigiano progetti e costruisca una capanna al cui interno si svolgeranno i
laboratori dimostrativi e didattici arricchiti dall'esposizione dei propri manufatti.
In questo modo l'artigiano vende quello che sà e non solo ciò che fà.
Insomma per capire realmente cosa stà arrivando, gli abbiamo incontrati.
Cos'è in concreto la carovana slam?
E' un'insieme di artigiani il cui obbiettivo è quello di proporsi non solo singolarmen-
te ma in maniera collettiva offrendo oltre la costruzione della capanna e la lavorazio-
ne sul posto, laboratori didattici aperti a tutti.
A chi è rivolto questo progetto e che vantaggi ne trae il committente?
E' rivolto agli enti, alle istituzioni ed alle varie associazioni che organizzano festival
in spazi aperti. Crea una risorsa per le persone, bambini o adulti che siano, svilup-
pando iniziative che stimolino contemporaneamente capacità manuali,ingegno e
fantasia.
Dopo questa esperienza cosa resta ai fruitori?
I fruitori sono due: il committente ed il pubblico. Il committente và a proporre un
progetto innovativo nella tutela dell'ambiente e dei valori della tradizione manuale,
il pubblico è direttamente partecipe e viene stimolato nell'ingegno e nella fantasia
attivando la proprio creatività. Il progetto è aperto a tutti...progettate le vostre ca-
panne, la carovana è in viaggio e aspetta il vostro contributo. Per saperne di più scri-
vete a carovanaslam@gmail.com.
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