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sto Sehatico #E.quinorio Autunno 2009 pag, 15 Reti di Perle, Trame di Cellule E.cosistemi, Organismi,e il Primo Precetto Buddista Gary Snyder I principale richiamo etico del Buddismo & conosciuto come il Primo Precetto. Esso va contro il ferire eil prendere la vita di un altro essere, ahimsa in Sanscrito, che significa “non causare male non Non mangiare came @ una logica conseguenza di questo precetto nel mondo Buddista, largamente costituito da agricoltori. Questo fatto ha posto un serio interrogativo per i normalmente tolleranti Buddisti e cio: come considerare la vita spirituale di quelle persone per le quali il mangiare pesce 0- animali pud éssere un fatto dinecessita economica? Nel posto dove vivo non c’é acqua a sufficenza eil suolo & poco fertile, cosi, la mia famiglia ed io siamo stati presi da questo dilemma, anche se pratichiamo ‘un buddismo laico. Ho innumerevoli vicini per i quali il buddismo non & neanche nelle loro menti Conosco cacciatori e anti-cacciatori, di solito brava gente da entrambe le parti, verso i quali ho cercato di tenere la mente aperta. Come studioso delle culture di caccia eraccolta, ho cercato di farmi un’idea sui fondamenti della psicologia umana, analizzando Yesperienza millenaria delt'essere umano come cacciatore e raccoglitore. Ho anche ucciso alcuni animali, lo confesso. In due occasion’ ho finito un cervo, ferito dai cacciatori per sport, mentre vagava in quelle condizioni nella nostra parte di foresta. ‘Quando tenevo le galline, gestivo il pollaio, la sua ecologia ed economia mangiando i galletti in eccesso” ¢,allaltro lato del ciclo della vita, cucinando qualche vecchia gallina, Nel fare questo ho sperimentato una delle necessita della vita dei contadini di tutto il mondo. Loro (ed io) non potevamo che gestire il pollaio in questo modo, perché qualsiasi altra cosa sarebbe stata un lusso—e cio’, anti-economica. ‘Aggiungo che, le mie galline (non come quelle da allevamento, che sono costretic in gabbia) potevano correre libere e razzolare tutto il giomo, avevano un {grosso gallo come fidanzato, e vivevano un vita vivace e sociale come qualsiasi pennuto della giungla. Ogni tanto venivano predate dai bobcats (un felino simile alla lince, ndt.), procioni, cani inselvatichiti, e coyote. Ho odiato i bobcats e i coyote per questo? Qualche volta si, prendendo le parti delle galline. Ho persino sparato ad un bobcat, dopo che ne avera ucciso alcune, un fatto di cui non vado orgoglioso. Probabilmente avrei dovuto trovare una soluzione diversa, € ora penso che urio dovrebbe porsi umilmente da parte e lasciare che il Grande Flusso faccia il suo corso. Ho smesso di tenere 5 galline, non per questo motivo ma perché non era pitt possibile. Un pollaio libero e felice non pud competere con le fattorie di galline ovaiole, che riducono le galline a macthine (ma le proteggono dai bobcats). (Ad un livello pitt profondo, comunque, devo dire che non approvo l'addomesticamento degli uccelli e degli animali; troppo viene tolto della loro auto-sufficiente natura selvatica). Per quanto riguarda la selvaggina, per molt anni parecchie famiglie di questa zona hanno coculatamente recuperato la carne fresca dei cervi investiti sulle strade, invece di lasciarla marcire. (Quantunque, lasciarla'in pasto ad avvoltoi e scarafaggi non sarebbe uno spreco...). Per quanto mi riguarda, aver tenuto Yocchio vigile al bordo delle strade mi ha sollevato dal dilemma se cacciare 0 rmieno i cervi. Oggi, sono sempre meno i californiani che cacciano, Al loro posto assistiamo ad un felice ritorno dei coguari, qualche volta trovo le loro prede nei boschi, non lontano da casa. “La visione pitt ampia é quella che pud comprendere la simultaneita della sofferenza e della bellezza di questo complesso e interrelato mondo.” Le foreste pubbliche e private e le praterie della Sierra Nevada occidentale costituiscono un ecosistema considerevole formato da pini, querce, Lato Sehatico WE. quinasiod'Autunno 20094 pag, + uccelli canori e gufi, procioni, cervi, e cosi via. La trama delle relazioni di un ecosistema farino pensare alliramagine Buddista Hua-yen della rete di Indra, dove, come la deserive David Barnhill “T'universo considerato una vasta trama di lucenti gioielli ‘multifaccia, ognuno dei quali furziona come specchio multiplo. In un certo senso ogni gioielio & ‘un‘entita unica, ma quando lo guardiamo non vediamo altro che il riflesso degli altri gioieli, i quali a loro volta riflettono altri gioteli, e cosi via in un sistema di specchi servza fine. In tal modo in ogni gioiello viene riflessa 'immagine dell'intera rete". Questa percezione di “sacralita dell‘ecosistema” id che sta dietro alle cetimonie di compassione e di gratitudine delle culture frugivore; dove uno speciale rispetto viene posto allo spirito della selvaggina. La raccolta delle piante-selvatiche e di quelle dell'orto richiedono anch’esse una’attenzione rispettosa verso la vita delle piante; percid, pitt o meno la stessa intelligenza viene richiesta sia al vegetariano che al cacciatore. La distinzione “vegetariano/non vegetariano” in realta semplice. Alcuni popoli, specialmente dell‘india e del sud-est asiatico, sono Buddisti e Hinduisti deliberatamente vegetariani, ma buona parte del resto del Tetz0 Mondo ® solo in parte vegetariano. Questi popoli sono ben grati di avere un po’ di pesce o di pollo ogni volta che lo possono avere. “L'universo in cui viviamo é descritto nei sutra come il regno di kama, del desiderio e del bisogno biologico che fa funzionare ogni cosa. Ogni cosa che respira ha fame. Non fuggiamo da questo mondo! Uniamoci alla rete di Indra!” Il precetto @ il Precetto, ess0 ha una funzione di guida, una misura, un ideale, un koan, Non pud ‘essere una regola letterale, come se fosse uno dei Dieci Comandamenti. “Non ammazzare” oppure Dove e quando la gente pub vivere di soli cereali e vegetali e da questi trarre adeguato nutrimento, ¢da ammirare, Ma ci sono persone ad alte altitudini nelle praterie e deserti e montagne, che hanno sempre campato con cibo prevalentemente non vegetale. La maggior parte delle persone nel mondo hanno sempre vissuto di una economia del cibo mista, Dovrebbero, allora, essere considerati dai Buddisti dei peccatori? Sicuramente lo spirito Bodhisattva non ci permette di rifiutare le atre culture e le varie economie del cibo esistenti al inondo. In quanto alla moderna produzione di cibo, ‘quantunque & chiaro che I'economia della bistecca del mondo svikippato @ una forma lussuriosa dello spreco, @ difficile che il Terzo Mondo ce la possa fare senza vacche, galline, maiali, pecore ei pesci del mare. ‘Americani, australiani, new zelandosi, e parte degli europei sono i pits grandi consumatori di carne pro capite del mondo. Nel mondo sviluppato i vegetariani sono di solito persone istruite delle classi privilegiate. Per molti Buddisti nord americani la scelta di non mangiare came non é un problema. (Allora dovremmo considerare la nostra dipendenza dall energia fossil in agricoltura, che produce cereali e vegetali in un modo che degrada il suolo, Varia e Vacqua e mette a repentaglio la salute del lavoratori immigranti sottopagati) ‘Ma la questione vera ¢ come comprendere il Primo Precetto nel modo pits profondo. Quando Oda Sesso Roshi, il mio insegnate al monastero Daitokwji, venne alle prese con il koan contenuto nel Mumonkan: “Nansen Kills a Cat”, egli non si sedette sulla sedia alta ma sul tatami, allo stesso livello dei unsui (monaci). E disse, “questo ® un caso che possiamo facilmente fraintendere, e noi in Giappone ne abbiamo a volte forse abusato”. A quel tempo pensavo si riferisse all'apparente mancanza di rresisterza da parte delle istituzioni Zen al sorgere del militarismo giapponese negl’anni trenta, che poi sfocid nella 2° guerra mondiale. Ora penso che volesse dire che chiunque, in una discussione sollevi Ja questione del prendere in modo deliberato la vita diiun altro essere, dovrebbe sedersi sul pavimento: ‘Su questo argomento non si pud mai essere umili abbastanza. Mentre ascoltavo le sue letture Zen, nel 11961, devo confessare che sentivo una certa ‘superiorita, perch¢ ero un pacifista (ea volte si a volte no vegetariano) pensavo di sapere come interpretare il precetto. Non cosi semplice. Ho pure notato che anche alcuni maestri (per non parlare dei monaci) mangiavano pesce quando erano Jontano dal monastero. Una volta ero in visita a un ‘tempio di un roshi vicino a Monte Fuji e gli chiest ‘come mai aleuni sacerdoti e monaci mangiassero came e pesce. Egli rispose molto cordialmente “Un ‘uomo Zen dovrebbe essere capace di magiare cacca dicarie e di bere kerosene". II mio insegnante era un vegetariano stretto, ma una volta mi disse “Se io Lato Sekatica #E quinosio dAutunno 20094 pag. 13 mangio cibo puro, ¢ altri sacerdoti no, cid non significa che io sia migliore di loro, Bil mio modo di praticare. Altri hanno il loro. Ogni persona doyrebbe considerare il Primo Precetto come una sfida personale,e trovare la propria mode di praticarlo nella vita”. Nella mia naturale curiositd mi piace sapere da dove viene il cibo che mangio e chi era, pianta o animale che fosse. (Okra fa parte della genere Hibiscus, ed @ originario dell’Africa! Pomodori, tabacco, patate e jimsonweed, coi loro fiori a forma di tromba, sono tutti Solanacee. (Mi piace sapere questi fatti). La mia famiglia ed io ringraziamo e facciamo tuna piccola meditazione sul cibo prima di mangiare, proprio come si fa in forma pitt grande durante il sesshin, Ia “meditazione settimanale”, con i versi del cibo. I Primo Precetto va oltre la preoccupazione per la sola vita organica. Tuttavia il nostro atteggiamento verso il cibo riflette giomalmente le nostre economie ed ecologie. Il cibo é il campo nel quale esploriamo giornalmente il nostro “far del male” nel mondo. Chiaramente, cid non significa che dobbiamo fermarci qui e dichiarare che il mondo é pieno di dolore e di sofferenza.e concludere che siamo tutti degitillusi. Siamo invece chiamati alla pratica. Nel corso della ‘nostra pratica non trasformeremo la realta, ma possiamo trasformare noi stessi. Colpa e auto- biasimo non sono il frutto della pratica, mentre invece con una visione pit sampia ® legittimo sperare che lo sia. La visione ampia é quella che pud comprendere la simultaneita della sofferenza e della bellezza di questo complesso ¢ interrelato mondo. Questo @ cid che Vimmagine della rete di Indra ci insegna. Fino a questo momento sono state le antiche culture di sussistenza, in special modo i cacciatori e raccoglitori, che hanno ~ paradossalmente ~ espresso la loro gratitudine verso la terra e le sue creature nella maniera migliore. Come Buddisti abbiamo ancora qualcosa da imparare su questo. Animalie piante vivono reciprocamente uno delialtro, ¢ ovunque in natura ’é un costante scambio di enengia una questione di ciclo di vita ~e- di morte. L'universo in cui viviamo & descritto nei sutra come il regno di kama, del desiderio e del bisogno biologico ‘che fa funzionare ogni cosa. Ogni cosa che respira ha fame. Non fuggiamo da questo mondo! Uniamoci alla rete di Indra! Niente di cid che ho detto deve essere inteso come una razionalizzazione o giustificazione per “rompere” il precetto. Come Ryo Imamura ha recentemente scritto, “nel buddismo non ’é quella cosa che chiamiamo ‘guerra giusta”. Se ci trovassimo ad_inirangere il precetto per una qualche situazione estrema e uccidere o ferire qualcun altro per (diciamo) auto-difesa, non dovremmo cercare di siustificarci. Possiamo solo dire che questa é stata la mia decisione, che mi dispiace che sia accaduto, ¢ che accetto qualsiasi conseguenza ne possa derivare. Il precetto @ il Precetto, esso ha unia funzione di guida, una misura, un ideale, un koan, Non pud essere una regola letterale, come se fosse uno dei Dieci ‘Comandamenti. “Non ammazzare” oppure “nan fare del male”. sono cose impossibili da seguire alla lettera, I Jains in India hanno cercato di portare il concetto di atime alla sua letterale (non logica) conclusione, ei pitt puri fra loro hanno iniziato Vistituto del digiuno che porta alla morte come atto morale. Ma questa violenza contro il proprio corpo. (Ogni cosa vivente va acozzare contro ogni altra cosa vivente. Il darwinismo popolare, con la sua sulla sopravvivenza del pit forte, ha preso ‘questo come modello per dire che la natura ® un ‘campo di battaglia di sanguinari in competizione tra loro. “La natura rossa nei denti e negli artigii”, come gli europei amano dire. Questa visione implicitamente eleva ’essere umano al ruolo di superiorita morale sul resto della natura, Pitt

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