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Edmund Husserl Intenzionalit, interpretazione e intersoggettivit.


Matteo Bianchin - Universit di Venezia Indirizzo - tel

Come titolo di un problema centrale 1, lintenzionalit permette di identificare la continuit profonda che, secondo una lezione ormai diffusa nella letteratura2, soggiace allo sviluppo della fenomenologia di Husserl tra la recensione fregeana alla Philosophie der Arithmetik e il confronto col giovane Heidegger3. La comprensione dello Sptwerk richiede quindi la ricostruzione di questioni apparentemente risapute - la distinzione tra contenuto e oggetto, lo statuto ontologico del senso noematico - che recentemente sono state riscoperte soprattutto dalle interpretazioni analitiche e rispetto a cui ora possibile utilizzare ledizione delle lezioni del 1908 sulla Bedeutungslehre. I primi capitoli della dissertazione sono quindi dedicati allo sviluppo della concezione dellintenzionalit tra le Ricerche logiche e Ideen. Il terzo, allevoluzione degli anni 20 e alle revisioni indotte nella teoria della percezione, allespansione del concetto di Auffassung e alla riforma del metodo delle descrizioni. Nel quarto, questi risultati sono applicati alla fenomenologia dellintersoggettivit, mostrando che le difficolt non dipendono tanto dallintrattabilit fenomenologica del tema, quanto da una svolta antropologica che appare implicita negli esiti dellanalisi intenzionale, ma che Husserl non poteva perseguire senza modificare lautocomprensione della fenomenologia come filosofia trascendentale. Dovendo riassumere queste idee in una tesi storiografica, direi forse che la svolta ermeneutica del movimento fenomenologico non segna una discontinuit radicale, ma
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Heidegger 1928. Per questa tesi continuista, che tende a subordinare le discontinuit introdotte dalle diverse svolte alla luce delle esigenze analitiche del metodo fenomenologico cfr. de Boer 1978, Strker 1987a, Mohanty 1992. Le letture discontinuiste si concentrano normalmente sulla svolta idealista delle Ideen o su quella della Krisis verso il mondo della vita. Nel primo caso, come in Mulligan 1995, si tende oggi a privilegiare fase delle Ricerche sottolineando la contiguit con lo stile e i problemi a cui si possono far risalire le origini della filosofia analitica (Dummett 1988). Nel secondo, a svincolare lo Sptwerk dal cartesianesimo della fenomenologia pura, come in Landgrebe 1963. 3 Su cui si veda Sinigaglia 1997.

rappresenta piuttosto uno sviluppo naturale della fenomenologia, motivato dalla interna dinamica dei suoi concetti fondamentali. Non intendo impegnarmi nei confronti di una tesi che richiederebbe una ricostruzione storica pi ampia di quella possibile in questa dissertazione. Tuttavia, vale la pena di osservare che, tacitamente adottata o apertamente avversata4, questa tesi non ancora stata discussa in dettaglio, non solo per linclinazione polemica del dibattito, che ha spesso prodotto risultati banali, estrinseci o pregiudiziali5, ma anche per la mancanza di una ricostruzione della fenomenologia husserliana attenta al rapporto tra intenzionalit e interpretazione. Il compito che mi sono proposto comunque molto pi modesto: mostrare che il progressivo incremento di complessit nellanalisi intenzionale, cui legata levoluzione di quei concetti, conduce il programma trascendentale della teoria dalla costituzione a una crisi epistemologica che culmina nei tardi manoscritti sullintersoggettivit, ma non coinvolge necessariamente il vocabolario teorico della fenomenologia, che continua ad apparire spesso indispensabile anche in seguito alla svolta linguistica6. I diversi capitoli focalizzano alcuni momenti di questo sviluppo. Si tratterebbe quindi di mostrare come il tentativo fenomenologico di elaborare grazie alla nozione di intenzionalit un concetto di rappresentazione intrinsecamente relazionale, rifiutando la tradizionale concezione delle rappresentazioni come oggetti mentali, conduca a rivedere la teoria del contenuto come essenza degli atti tipica delle Ricerche logiche solamente nella misura in cui non risolta individuando nei noemata delle entit intensionali. Questi sono viceversa concepiti come momenti astratti dei vissuti, la cui funzione non poteva tuttavia essere chiarita dalla esposizione delle Ideen, ma solo nel vocabolario pi flessibile delle operazioni e della vita intenzionali introdotto a partire dagli anni venti. Da questo punto di vista appare inoltre evidente la complementarit tra la funzione semantica della nozione di orizzonte e la riforma nel metodo delle analisi dalla descrizione degli atti alla intentionale Auslegung dei contenuti impliciti e degli abiti che codeterminano il riferimento. Lo statuto della fenomenologia risulta modificato nella misura in cui tale mutamento concettuale implica linversione della relazione costitutiva tra egologia e intersoggettivit.
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Cfr. rispettivamente Gadamer 1963; e Mohanty 1985 Held 1987; Bernet 1994; Strker 1987b. 6 Per esempio, il lessico dellintenzionalit non sembra poter essere soppresso senza perdite di capacit descrittiva, diversamente dallinterpretazione invalsa a partire da Tugendhat 1976, che ha proposto la sostituzione dellanalisi intenzionale con lanalisi del linguaggio. Questo spiega ad esempio la rinascita dellinteresse per il problema dellintenzionalit nella recente letteratura analitica: cfr. Evans 1982, Searle 1983, Putnam 1994.

Da questo punto di vista, il significato delle tesi che caratterizzano le Ricerche logiche, il realismo e lantipsicologismo della fenomenologia descrittiva, specificato dalla teoria dellintenzionalit presentata nel secondo volume, che articolata in tre tesi: i. Idealit: il contenuto di un atto dato dalla sua essenza intenzionale. ii. Esprimibilit: tutti i contenuti possono essere espressi, o significati. iii. Letteralit: i contenuti sono specificati da leggi eidetiche che definiscono gli elementi di base e le regole di composizione dei significati complessi nei termini di una grammatica puramente logica. Questa teoria del contenuto pu essere riassunta da uno schema quasi fregeano, rispetto a cui offre alcuni vantaggi descrittivi - per esempio, la lettura intenzionale della definizione del senso come modo di presentazione delloggetto spiega il rapporto tra la realt degli atti e lidealit dei significati - ma appare ontologicamente ambigua proprio nella misura in cui si oppone sia allo psicologismo sia al platonismo semantico.

Auffassungssinn [ideale - irreal]

Akt [reale - reel]

Gegenstand [reale - real]

La nozione di interpretazione svolge qui un ruolo nello stesso tempo costruttivo e minimale: conferire ai vissuti il contenuto rappresentazionale che istituisce il riferimento alloggetto e permette di identificarli come un atti intenzionali. Come nel caso di Frege, dunque, il senso determina il riferimento. Inoltre, poich il senso di un atto dato dalla sua essenza intenzionale, il contenuto letterale individuato descrittivamente mediante la semplice riflessione sullatto - da un atto ulteriore che si riferisce oggettualmente al senso anzich alloggetto. Da questo punto di vista, nonostante il rifiuto del platonismo, il primo Husserl concepisce i significati come oggetti astratti: come specie degli atti. Questo permette di affrontare il rapporto tra la teoria intenzionale del contenuto e la comunicazione intersoggettiva subordinando il significato delle espressioni allessenza intenzionale dei corrispondenti atti di significazione, ma rende intrattabili altri problemi. La concezione letterale del contenuto produce infatti un dualismo fenomenologicamente innaturale nel caso dei contenuti percettivi, perch la descrizione degli atti non pu che scomporre le intuizioni in due componenti: i dati sensibili e un atto

di interpretazione. In questo testo la nozione di Auffassung quindi concepita, piuttosto convenzionalmente, come una operazione attiva che ordina il contenuto neutrale delle sensazioni. Le lezioni del 1908 mostrano come la generalizzazione del significato tipica della nozione di noema derivi dalla necessit di risolvere lincerta definizione della oggettivit ideale dei significati come essenze intenzionali, che nelle Ricerche era intesa a evitare lo psicologismo senza comportare implicazioni platonistiche. In questa luce, la trattazione di Ideen resiste sia alla lettura fregeana dei noemata come entit intensionali sia alla loro pi tradizionale identificazione col referente fenomenologicamente ridotto dei vissuti, consentendo innanzitutto una provvisoria conclusione negativa, che sembra coerente con la tipica aspirazione della fenomenologia a un resoconto non reificante del significato: i noemata specificano il senso dellatto individuando loggetto del riferimento intenzionale, ma non sono oggetti - intenzionali o intensionali7. La trattazione delle Ideen comunque insufficiente rispetto al compito positivo di caratterizzare il modo in cui significato pu ciononostante essere specificato come ci che determina oggettivamente il riferimento. I noemata non sono oggetti ma contenuti ideali, e tuttavia in questo contesto non affatto chiaro come siano individuati e svolgano la funzione semantica precedentemente espressa dalla definizione del contenuto quale essenza intenzionale degli atti. Di fatto, questo problema non poteva essere risolto nei limiti del lavoro del 1913, che esclude la tematizzazione della temporalit dei vissuti, ritenuta ininfluente sullanalisi della correlazione noetico-noematica. La prospettiva doveva mutare, com noto, negli anni di Friburgo, in cui la maturazione di questa problematica produce la svolta metodica verso la fenomenologia genetica, che dar i suoi frutti nel decennio successivo. In un manoscritto de 1920, riportato nelle lezioni sulla sintesi passiva, Husserl afferma quindi che lidealit dei noemata non indica la trascendenza di una entit ideale, ma linvarianza del contenuto referenziale di vissuti realmente distinti nel tempo interno (XI, 321) vale a dire la convergenza noetica nel riferimento al medesimo oggetto attraverso orizzonti diversi nella vita intenzionale. Il senso noematico non quindi una entit intensionale perch determina il riferimento solo sullo sfondo appercettivo della rete di contenuti impliciti, capacit e abiti che gli ineriscono essenzialmente come orizzonte di rimando (I, 46): il contenuto intenzionale individuato olisticamente e il

significato caratterizzato come una struttura referenziale specificata in relazione alla intentionale Auslegung degli orizzonti pertinenti. La deflazione ontologica riguardo ai significati dipende dunque dal fatto che la Horizontstruktur di ogni intenzionalit prescrive alle analisi fenomenologiche una metodica di genere completamente nuovo (I, 51)8. Nello Sptwerk, lanalisi noematica non viene quindi semplicemente sostituita dal lessico vitalistico della intenzionalit fungente9, ma la fenomenologia descrittiva degli atti si rivela parassitaria rispetto allinterpretazione dei contesti appercettivi da cui dipende lindividuazione del senso. Poich il modo di presentazione degli oggetti relativo agli orizzonti che codeterminano il riferimento, la funzione dellinterpretazione infatti pi complessa che nel 1901: da un lato la nozione di Auffassung viene estesa in modo da non essere ulteriormente concepita come un atto, perch incorpora la funzione appercettiva delle molteplicit che operano abitualmente, passivamente attraverso le sintesi ritenzionali, dallaltro richiede una corrispondente riforma interpretativa del metodo descrittivo della fenomenologia, perch lanalisi pu essere ormai eseguita solo nei termini di una phnomenologische Auslegung (I, 154.-155). Nello Sptwerk, lintenzionalit dunque specificata da una struttura complessa: (i) il nucleo noematico codeterminato da (ii) uno sfondo di rappresentazioni atematiche e di (iii) abitualit pratiche che non sono rappresentazioni. Questo consente un resoconto intenzionale non ingenuo - alla Humpty Dumpty10 - del significato, della percezione, della relazione tra noema e oggetto - dunque della costituzione di senso come relazione tra la coscienza e il mondo. Ma comporta un uso essenziale di elementi ermeneutici, pragmatici e contestuali che implica lesteriorizzazione dei significati in relazione alla riproduzione intersoggettiva di un mondo oggettivo valido per ognuno, perch provoca linversione del rapporto tra comunicazione e contenuto. Loggettivit delle intenzioni, sottratto alla legalit dellessenza intenzionale, non appare accertabile monologicamente dalla semplice descrizione riflessiva dei vissuti, perch la fissazione del riferimento non pu pi essere ascritta a entit indipendenti, ma dipende dalla convergenza referenziale intersoggettiva: la definizione del senso come ci che determina il riferimento individuando loggetto pu infatti essere conservata solo in relazione a una
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Per la prima cfr. Fink 1966; Gurwitch 1982, 1992; Bernet 1994; per la seconda Fllesdal 1969, 1990; Mohanty 1992; McIntyre, Smith 1982, 1989. 8 Cfr. anche Levinas 1967, pp. 145 e ss. 9 Per questa tesi cfr. Strker 1987b. 10 Per questa critica cfr. Dummett 1988.

pratica di interpretazione tra i soggetti in grado di produrre una sufficiente intesa reciproca sulle cose (XV, 440). A partire dagli anni venti, la teoria dellintersoggettivit perci decisiva per la stessa egologia: dallo statuto ontologico-regionale di un problema nella costituzione - tipico della trattazione di Ideen II - la Fremderfahrung assume cos la rilevanza di un problema fondamentale della costituzione, in ragione del deficit di legittimit ormai riconosciuto alle operazioni soggettive di un solus ipse rispetto alla [...] pretesa della fenomenologia di essere una filosofia trascendentale. (I, 91). La possibilit di preservare la pretesa delle analisi fenomenologiche, di produrre descrizioni oggettive, dipende infatti dalla riformulazione del concetto di oggettivit in relazione allaccordo tra i membri di una comunit intenzionale che reciprocamente si intendono sugli oggetti di un mondo comune, cos che lesperienza soggettiva non appaia come un insieme di formazioni sintetiche private ma come un mondo intersoggettivo che mi estraneo, esiste per ognuno ed a tutti accessibile nei suoi oggetti. (I, 94). La differenza tra ci che reale e la mera apparenza, a cui costitutivamente correlata la nozione di un mondo oggettivo, emerge infatti solo nel contesto delle interpretazioni reciproche tra soggetti, la cui coordinazione nella unit di una percezione interpretativa complessiva (XIV, 503; VIII, 495) determina lambito comunicativo di una Verstndigungsgemeinschaft normale (XV, 208 e ss.). Il termine Interpretation introdotto per caratterizzare questa terza accezione in cui un concetto di interpretazione ricorre nelle descrizioni fenomenologiche dellesperienza; larticolazione effettiva della vita intenzionale dunque specificata dal rapporto tra Auffassung, Auslegung e Interpretation. In questa luce, lanalisi della Fremderfahrung appare meno aporetica di quanto normalmente ammesso: come Vergegenwrtigung appresentativa priva della possibilit di soddisfazione intuitiva diretta ammette infatti una conferma indiretta, perch la coerenza dei comportamenti esteriori nel contesto mondano in cui eseguita lappresentazione pu essere trattata effettivamente come una conferma nella misura in cui lintenzionalit dorizzonte ha carattere posizionale. Se lanalisi intenzionale si limitasse a descrivere il contenuto letterale degli atti, le condizioni di soddisfazione delle intenzioni dirette allaltro potrebbero essere date solo dalla presentazione originale dei vissuti altrui, che impossibile di principio. Ma se si riconosce la funzione intenzionale degli orizzonti appercettivi, la progressione di un comportamento concordante sufficiente a motivare la posizione razionale di un altro coesistente in base a una giu-

stificazione contestuale, nonostante la mancanza di una presentazione originale della sua vita psichica (XIV, 274). In questo caso la presentificazione non ha dunque valore quasi-posizionale, ma una posizione reale, e la sua descrizione riflessiva non equivale a una fondazione costruttiva ma alla Auslegung intenzionale di una esperienza effettiva (I, 143). In quanto esperienza interpretativa la Fremderfahrung infine tipicamente circolare, perch solo in base alla attribuzione preliminare di intenzionalit al corpo estraneo i comportamenti particolari rivelano una progressione costante che procura contenuti appresentativi sempre nuovi, cio rende conoscibili in modo determinato i mutevoli contenuti dellaltro ego. (I, 122).

Se io apprendo un corpo esterno simile al mio corpo organico, questo corpo esercita per mezzo di questa somiglianza la funzione di una appresentazione nella forma della espressione. Di questo fa parte che sia posta contestualmente una interiorit molteplice che si sviluppa in modo tipico, che a sua volta richiede una esteriorit corrispondente, la quale subentri realmente in modo corrispondente alle attese. Dove linterpretazione riesce e si conferma in questo modo di procedere, lappresentazione si conserva di diritto. Eventualmente, produciamo nel nostro ambiente eventi che secondo il senso dellempatia devono manifestarsi in modi corrispondenti di apparizione anche nellambiente interno dellestraneo e quindi devono risultare, secondo lanalogia, motivi per il comportamento dellaltro, che si devono esprimere, sia nella sua corporeit, sia nelle altre espressioni, nelle sue azioni, nelle espressioni foniche. (XIV, 249)

Lapprensione ermeneutica della soggettivit estranea quindi relativa al mondo comune a entrambi come esseri umani, perch solo nella misura in cui ontologicamente coincide con un individuo corporeo nel mondo laltro pu essere identificato come un altro soggetto - per il mondo. Inoltre, poich lidea di un mondo oggettivo correlata alla armonia tra le monadi di una comunit normale, la stessa identificazione dei vissuti propri deriva dalla coordinazione delle interpretazioni reciproche che rendono possibile lintesa intersoggettiva. Husserl riconosce cos che anche lesperienza primordiale della sfera appartentiva, a cui le Meditazioni sembrano attribuire interamente la costituzione dellalterit non risulta essere affatto un dato fenomenologicamente primario, ma una astrazione rispetto al contenuto concreto dellesperienza soggettiva (XV, 51, 536). La caratterizzazione monadologica dellintersoggettivit tipica dello Sptwerk esclude perci la prospettiva di una monade panottica perch la reciprocit costitutiva tra le monadi presuppone un riconoscimento simmetrico (I, 158): ognuna osserva le al-

tre sempre dal lato, mai dal basso 11. Analogamente, la comunit non un macrosoggetto collettivo, ma composta da una rete di relazioni tra individui che si costituiscono come soggetti riconoscendosi reciprocamente come seconde persone nel commercio della Wechselverstndigung (VI, 166). In questo modo, tuttavia, la gerarchia costitutiva tra soggettivit mondana e soggettivit trascendentale sembra dissolversi, lasciando il posto a una antropologia fenomenologica per la quale il metodo trascendentale della teoria della costituzione appare inadeguato, perch da questo punto di vista la prospettiva di una soggettivit costituente sottratta alleffettivit del commercio intramondano risulta completamente vuota, e la stessa distinzione di principio tra riflessione e atteggiamento naturale non conserva alcuna perspicuit. Lesplicitazione di questa discrepanza tra i risultati delle analisi fenomenologiche e la fedelt di Husserl a un programma fondazionale ormai ridotto alla semplice enunciazione di una esigenza conclude il lavoro.

ATTO CONTENUTO E OGGETTO NELLE RICERCHE LOGICHE

ATTO Rappresentazione Percezione Significazione

CONTENUTO Auffassungssinn Auffassungssinn sensazione Auffassungssinn segno OGGETTO

LA TEORIA DEL CONTENUTO: RICERCHE LOGICHE VS. IDEEN

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Ricoeur 1967, p. 133.

CONTENUTO 1901 [EGO] Essenza intenzionale 1913 Atto Noesi reale tesi significazione ESPRESSIONE

Atto reale

Noema ideale

Qualit Materia

carattere tetico senso // X [OGGETTO]

IL POSTO DELLAPPRESENTAZIONE TRA I MODI DI PRESENTAZIONE

Pesentificazioni

Presentazioni

Appresentazioni * Immagine non posizionali Fantasia Ricordo co-posizionali posizionali

Fremderfahrung Percezione [percezione empatica] Assenza Quasi-presenza Quasi-presenza Compresenza Presenza modale temporale originaria non originale originaria originale Als ob Damals Wie wenn Hier/Jetz = = = = irrealt simultanea realt passata realt simultanea realt simultanea: possibilit non coesistenza coesistenza esistenza coerenza eidetica continuit delle conferma indiretta conferma diretta connessioni orizzonte appercettivo datit originale come ritenzionali come unico vincolo vincolo motivazionale motivazionale interno allappercezione sensibile temporale eidetica esterna interna categoriale

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* Si noti che anche se ogni appercezione pu essere qualificata come una appresentazione (I, 112), solo la Fremderfahrung esclusivamente ed essenzialmente una appresentazione che pu ricorrere anche senza ulteriori specificazioni come una esperienza dotata di un suo peculiare stile di conferma (I,116).

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