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UNIONE EUROPEA.

Istruzioni per luso

n. 2/2009

ABC dellimport-export

Unioncamere Piemonte Alps - Enterprise Europe Network Via Cavour, 17 10123 Torino 011 5669222 - 34 011 5119144 www.pie.camcom.it alps-europa@pie.camcom.it Camera di commercio industria artigianato e agricoltura di Torino Alps - Enterprise Europe Network/ Sportello Globus Via San Francesco da Paola, 24 10123 Torino 011 5716342 - 63 011 5716346 www.to.camcom.it/ALPS - www.to.camcom.it/globus alps-europa@to.camcom.it - globus@to.camcom.it COORDINAMENTO Unioncamere Piemonte Laura Belforte Marianna Mucci Camera di commercio di Torino Gianpiero Masera Paolo Veneruso COORDINAMENTO EDITORIALE Unioncamere Piemonte Relazioni istituzionali ed esterne Grace De Girolamo PROGETTO GRAFICO Gruppo Vento Srl IMPAGINAZIONE La Rclame Srl STAMPA Sagat Sas AUTORI Monica May, Paolo Veneruso, Antonella Mussino (Camera di commercio di Torino) Cristian Avanzi (Centro Congressi Torino Incontra) Marianna Mucci (Unioncamere Piemonte) Hanno collaborato rispettivamente ai capitoli 2, 4, 5 - aspetti legali e contrattuali Avv. Marina Motta e ai capitoli 3 e 6 - aspetti fiscali e doganali - Dott. Stefano Garelli, esperti presso il Centro Estero per lInternazionalizzazione Finito di stampare nel mese di giugno 2009 Nel rispetto dellambiente, questo volume stato stampato su carta ecologica certificata Ecolabel

Unione europea. Istruzioni per luso


La collana Unione europea. Istruzioni per luso nasce dalla volont delle Camere di commercio piemontesi di fornire alle imprese operanti nella regione strumenti utili e di facile consultazione in cui trovare informazioni aggiornate sulle principali normative e finanziamenti di origine comunitaria. Queste pubblicazioni vogliono essere di stimolo per adeguare la propria attivit e i propri prodotti ai requisiti richiesti dallUE, e anche uno spunto per trovare nuovi strumenti operativi e nuove soluzioni per la propria attivit imprenditoriale. Obiettivo della collana infatti quello di avvicinare e informare le imprese piemontesi sulle tematiche comunitarie: dal contenuto delletichetta allobbligo di apposizione della marcatura CE, dal marchio comunitario ai programmi europei di finanziamento. La Camera di commercio di Torino e Unioncamere Piemonte fanno parte del consorzio Alps, il nodo per il Nord Ovest Italia della rete Enterprise Europe Network, creata dalla Commissione europea per supportare lattivit imprenditoriale e la crescita delle imprese europee. Inoltre, Unioncamere Piemonte coordina la rete regionale degli Sportelli Europa presso le Camere di commercio di tutte le altre province piemontesi. Nellambito dellAlps Enterprise Europe Network e degli Sportelli Europa, il sistema camerale piemontese fornisce gratuitamente informazioni operative su: finanziamenti, programmi e gare dappalto comunitarie normativa comunitaria e degli altri Paesi europei relativa alle attivit dimpresa cooperazione fra imprese e ricerca di partner commerciali o produttivi allestero. Vengono organizzati, inoltre, corsi e seminari sulle pi importanti novit in ambito comunitario e viene offerto alle imprese piemontesi un servizio gratuito di aggiornamento via e-mail sulle principali novit normative e sulle opportunit di collaborazione con altre imprese europee.

Collegati al sito della tua Camera di commercio oppure telefona al numero 848.800.229

Data la sensibilit e la complessit degli argomenti trattati, si ritiene opportuno segnalare che le informazioni contenute in questo volume sono tratte da fonti ritenute attendibili ed aggiornate a maggio 2009. Tuttavia, essendo soggette a possibili modifiche ed integrazioni periodiche da parte degli organismi di riferimento, si precisa che le stesse non hanno carattere di ufficialit, bens valore meramente orientativo. Pertanto, il loro utilizzo da parte del lettore nello svolgimento della propria attivit professionale richiede una puntuale verifica presso le autorit e gli organismi istituzionalmente competenti nella/e materia/e di riferimento.

Introduzione

1. Avviare unattivit di import-export 1.1 Formalit amministrative 1.2 Agevolazioni ed incentivi 1.2.1 Agevolazioni e incentivi di fonte regionale/nazionale per avvio attivit 1.2.2 Agevolazioni e incentivi di fonte comunitaria: il POR 2007-2013 del Fondo Sociale Europeo

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2. La scelta del partner commerciale 2.1 Come orientarsi sui mercati esteri: la valutazione del rischio Paese 2.2 Le diverse forme di cooperazione commerciale 2.2.1 Lagente di commercio 2.2.2 Il procacciatore daffari 2.2.3 Il distributore 2.3 Come trovare un partner estero 2.3.1 I servizi offerti dalla rete comunitaria Enterprise Europe Network 2.3.2 I Desk della Camera di commercio di Torino 2.3.3 Le Antenne Piemonte del Centro Estero per lInternazionalizzazione 2.3.4 Le Camere di commercio italiane allestero 2.3.5 Gli uffici ICE

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3. Le operazioni commerciali con lestero 3.1 I Paesi di destinazione/provenienza delle merci 3.1.1 Merce inviata a / ricevuta da Paesi UE 3.1.2 Merce inviata a / ricevuta da Paesi extra-UE 3.2 I documenti pi comunemente richiesti nelle operazioni commerciali con lestero 3.2.1 Il Documento di Trasporto (DDT) 3.2.2 Il Documento Amministrativo Unico (DAU)

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3.3 La tariffa doganale 3.3.1 La tariffa doganale comunitaria 3.3.2 La tariffa nazionale duso 3.4 I dazi

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4. La consegna e la qualit della merce 4.1 La consegna della merce 4.1.1 Il luogo di consegna 4.1.2 Il tempo di consegna 4.2 La qualit della merce

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5. Il pagamento e leventuale recupero del credito 5.1 I mezzi di pagamento e le garanzie 5. 2 Il recupero del credito 5.2.1 5.2.2 5.2.3 5.2.4 La determinazione del giudice competente Il titolo esecutivo europeo La nuova ingiunzione di pagamento europea Le strategie alternative alla giurisdizione statale: arbitrato e conciliazione

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6. Regole settoriali 6.1 Alcolici 6.1.1 Il regime delle accise 6.1.2 Operazioni con lestero 6.2 Prodotti alimentari e non alimentari 6.2.1 Acquisti e cessioni intracomunitarie 6.2.2 Import-export tra un Paese UE ed un Paese extra-UE 6.2.3 Controlli sanitari per le merci in importazione da Paesi extra-UE 6.3 Importazione di prodotti tessili 6.3.1 Trattamento dei campioni

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6.4 Apparecchiature elettriche ed elettroniche: iscrizione al Registro AEE 6.5 Sostanze chimiche (normativa REACH) 6.6 Commercio di prodotti nellUE: regole di base

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Allegati Scheda 1 Scheda 2 Scheda 3 Contatti utili della rete camerale piemontese Schede orientative per le imprese interessate ad operare con lestero Link utili

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Introduzione
Lavvio del processo di internazionalizzazione della propria attivit economica costituisce per limprenditore una fase delicata che pone numerosi interrogativi. Lampio numero di variabili che lelaborazione di una strategia di internazionalizzazione richiede, cos come la complessit di tutte le implicazioni legate allapproccio di un nuovo mercato, ci conducono ad escludere che sia possibile individuare una ricetta o prescrizione valida e adattabile ad ogni caso concreto. Le domande che, preliminarmente, si dovrebbe porre ogni impresa che intenda affrontare i mercati esteri, sono le seguenti: a) Quali modalit scegliere per operare con lestero? b) Come valutare ladeguatezza della propria impresa ad iniziare un processo di internazionalizzazione? c) Quali informazioni assumere sul partner estero e sul sistema politico-economico e giudiziario del Paese nel quale svolgere la propria attivit? d) Quale supporto pu essere fornito dalle Camere di commercio allimpresa piemontese che intenda internazionalizzarsi? La presente guida, realizzata da Unioncamere Piemonte e dalla Camera di commercio di Torino con la collaborazione del Centro Estero per lInternazionalizzazione, rappresenta uno strumento pratico rivolto agli operatori economici che intendono operare con lestero. La guida strutturata in modo da fornire informazioni di base per linternazionalizzazione della propria attivit che spaziano dalle formalit generali di costituzione agli obblighi fiscali e doganali, dalle principali tipologie di penetrazione di mercati esteri alla gestione delle fasi di pagamento e al relativo rischio di recupero dei crediti.

AVVIARE UNATTIVIT DI IMPORT-EXPORT

1. Avviare unattivit di import-export


1.1 Formalit amministrative Per avviare unimpresa di import-export occorre innanzitutto esercitare unattivit in forma di societ o ditta individuale. Il primo passo pertanto la richiesta di un numero di Partita IVA presso lufficio dellAgenzia delle Entrate competente territorialmente, avendo cura di disporre di: un documento didentit valido per le ditte individuali o latto costitutivo corredato di documento didentit del legale rappresentante per le societ il codice fiscale in caso di persona fisica il modulo di richiesta di Partita IVA in duplice copia, scaricabile dal sito dellAgenzia delle Entrate: http://www.agenziaentrate.gov.it/ilwwcm/connect/Nsi il codice dellattivit che si intende avviare (Codice Ateco), reperibile on line sul sito dellISTAT: http://www.istat.it/strumenti/definizioni/ateco Tutte le informazioni necessarie per lottenimento di un numero di Partita IVA nella Regione Piemonte sono disponibili presso lo sportello dellufficio dellAgenzia delle Entrate competente territorialmente. possibile consultare lelenco degli uffici piemontesi sul seguente sito: http://piemonte.agenziaentrate.it Una volta ottenuta la Partita IVA, si deve provvedere alla denuncia di inizio attivit presso il Registro delle Imprese della provincia in cui limpresa o la societ ha o avr sede. Ciascuna Camera di commercio, infatti, ha competenza territoriale provinciale. possibile consultare lelenco delle Camere di commercio piemontesi, selezionando Rete camerale, sul sito: http://www.pie.camcom.it

Sperimentazione comunicazione unica per le imprese Presso il Registro Imprese della Camera di commercio di Torino, dal 19 febbraio 2008 partita la sperimentazione della comunicazione unica per le imprese. Si tratta di una nuova procedura tutta telematica prevista dallarticolo 9 del D.l. 7/2007, convertito con modificazioni nella legge 40/2007, la quale consente di assolvere, con una sola trasmissione telematica al Registro Imprese, a tutti gli adempimenti diretti al Registro Imprese, allAgenzia delle Entrate, allINPS ed allINAIL e connessi alla costituzione, alla modifica ed alla cancellazione di unimpresa, individuale o collettiva (societ). http://www.to.camcom.it/registroimprese

Per le societ, occorre che lattivit di import-export sia indicata nelloggetto sociale. In generale, per le attivit di import-export avviate nella Regione Piemonte bisogna considerare in che forma queste verranno esercitate, distinguendo tra: attivit di produzione e relativo commercio, generalmente libera (sussistono per determinati adempimenti per alcuni tipi di prodotti) attivit di commercio allingrosso, disciplinata dallarticolo 5 del D.lgs. 114/98, per la quale necessario presentare la domanda presso lufficio Registro Imprese attivit di commercio al dettaglio, per le quali sar necessario rivolgersi in via preventiva al Comune ove si intende aprire il negozio. Qualora si possieda gi unimpresa e si voglia raccogliere informazioni in merito alla propria posizione, sufficiente rivolgersi al Registro Imprese. Tutte le informazioni necessarie per lapertura di una societ nella Regione Piemonte sono disponibili presso gli uffici Registro Imprese delle singole Camere di commercio. Per un orientamento in merito alla creazione di unimpresa si segnalano inoltre i settori competenti delle singole Camere di commercio (si veda lAllegato 1 servizio creazione dimpresa). Banca dati ITALIANCOM Il numero meccanografico per operatori con lestero (normalmente detto numero meccanografico) un codice alfanumerico ad otto caratteri attribuito alle imprese che desiderano, su base volontaria, essere inserite nella banca dati degli operatori con lestero, ITALIANCOM (Italian Companies Around the World), in qualit di soggetti economici che svolgono abitualmente unattivit con lestero di scambio di merci o servizi. Tale numero assegnato dallufficio Estero della Camera di commercio territorialmente competente, mediante presentazione di un apposito questionario, compilato e firmato dal legale rappresentante, sulla base del possesso di alcuni requisiti. Ulteriori informazioni sono disponibili sui siti delle singole Camere di commercio ufficio Estero (si veda lAllegato 1).

1.2 Agevolazioni e incentivi 1.2.1 Agevolazioni e incentivi di fonte regionale/nazionale per avvio attivit Per coloro che intendono aprire unattivit, si suggerisce di prendere contatto con il servizio creazione dimpresa della Camera di commercio locale competente, presso cui possibile acquisire informazioni utili in merito alle agevolazioni a sostegno dellimprenditoria di fonte nazionale e/o regionale. Tra le opportunit di fonte regionale per lavvio di unimpresa si segnala la legge regionale 22/97 che prevede lerogazione di finanziamenti agevolati a fronte di acquisto di beni strumentali e contributi a fondo perduto con rimborso del 50% di alcune spese specifiche per lavvio e per lassistenza tecnica/gestionale durante il primo anno di attivit. Tale legge inoltre collegata alla misura dellAsse I/Adattabilit/Attivit Percorsi integrati per la creazione dimpresa del Fondo Sociale Europeo (si veda il paragrafo 1.2.2). Ulteriori informazioni su questa legge e su altre possibili opportunit di fonte regionale e/o nazionale per lavvio di una nuova attivit imprenditoriale possono essere richieste presso i competenti uffici camerali (si veda la tabella dellAllegato 1 - servizio creazione dimpresa). 1.2.2 Agevolazioni e incentivi di fonte comunitaria: il POR 2007-2013 del Fondo Sociale Europeo Nellambito del Programma Operativo Regionale del Fondo Sociale Europeo 2007-2013 (POR-FSE), operativa la misura dellAsse I/Adattabilit/Obiettivo specifico c: Sviluppare politiche e servizi per lanticipazione e gestione dei cambiamenti, promuovere la competitivit e limprenditorialit Attivit: percorsi integrati per la creazione dimpresa; formazione per limprenditorialit, destinata a supportare lavvio di unattivit in proprio su tutto il territorio piemontese. La misura si articola in 4 azioni, in particolare la seconda, la terza e la quarta destinate direttamente ai potenziali imprenditori: Azione 1: Supporto allimprenditorialit (interventi di sistema) Azione 2: Servizi consulenziali (assistenza ex ante), ovvero attivit mirate a favorire lorientamento allimprenditorialit e a valutare la fattibilit dellidea dimpresa (accompagnamento e redazione business plan) Azione 3: Consulenza specialistica e tutoraggio per le imprese (assistenza ex post), ovvero servizi di consulenza specialistica e di tutoraggio per le nuove imprese per tre anni dalla data di costituzione Azione 4: Sostegno finanziario per la nascita di nuove imprese il cui progetto sia stato validato dalle Province tramite i servizi previsti dallAzione 2 (attualmente non ancora operativa) Con riferimento alla Provincia di Torino possibile rivolgersi agli sportelli MIP Mettersi in proprio: http://www.mettersinproprio.it Per quanto riguarda le altre province piemontesi, occorre contattare le singole province per ricevere informazioni in merito agli sportelli competenti. 7

Il programma comunitario Erasmus giovani imprenditori: opportunit di scambio di esperienza tra imprenditori europei Il neonato programma Erasmus per giovani imprenditori promuove limprenditorialit, la concorrenzialit, linternazionalizzazione e la crescita di imprese in fase davviamento e di PMI consolidate che hanno sede nellUnione europea. Favorisce il trasferimento di know-how e lacquisizione di competenze di gestione per la direzione di PMI. Chi pu partecipare? Nuovi imprenditori, che stanno seriamente pianificando di costituire una propria impresa o lhanno costituita nel corso degli ultimi tre anni Imprenditori gi affermati, titolari o responsabili di una PMI nellUnione europea. Cosa offre? Offre ai nuovi imprenditori lopportunit di collaborare per un periodo della durata massima di 6 mesi con un imprenditore gi affermato di un altro Paese dellUnione europea. Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito internet dedicato al Programma: http://www.erasmus-entrepreneurs.eu

Le vendite a distanza Il commercio elettronico si pu configurare come una forma speciale di vendita al dettaglio a distanza ai sensi dellarticolo 18 del D.lgs. 114/98. Per avviare lattivit di commercio elettronico necessario effettuare una comunicazione preventiva (30 giorni) al Comune nel quale loperatore ha la residenza, se persona fisica, o la sede legale, se societ. La comunicazione preventiva deve essere effettuata esclusivamente da coloro che esercitano commercio al dettaglio, mentre i grossisti sono tenuti alla denuncia di inizio attivit direttamente al Registro delle Imprese della Camera di commercio locale, che verifica il possesso dei requisiti. Qualora si tratti di commercio di generi alimentari necessario il possesso di requisiti professionali, oltrech dei requisiti morali validi per tutti gli imprenditori. Nel caso infine di vendite a distanza con clienti esteri, occorre fare riferimento ad aspetti di fiscalit internazionale applicata a questa tipologia di commercio, diversa a seconda che si tratti di operazioni in ambito UE o extra-UE. Per approfondimenti in merito possibile rivolgersi al servizio consulenziale offerto dal Centro Estero per lInternazionalizzazione (si veda lAllegato 1).

LA SCELTA DEL PARTNER COMMERCIALE

2. La scelta del partner commerciale


2.1 Come orientarsi sui mercati esteri: la valutazione del rischio Paese Quando un imprenditore decide di rivolgersi ai mercati esteri per sviluppare il proprio business, deve essere consapevole della necessit di acquisire il maggior numero di informazioni possibile per prevenire eventuali rischi connessi al mercato di interesse e al potenziale partner con cui si intende operare. Di seguito vengono schematizzate alcune tipologie di informazioni da assumere, mentre si rimanda al capitolo 5 per approfondire il tema del recupero del credito. Quali informazioni assumere sul sistema Paese: le domande fondamentali Possediamo sufficienti informazioni sul sistema economico del Paese in cui intendiamo operare e, se no, quali sono le principali fonti di informazione sui mercati esteri? conosciamo il livello di sicurezza di quel sistema Paese (ad esempio lefficienza del suo sistema giudiziario o del sistema bancario)? conosciamo il livello di affidabilit del nostro potenziale partner straniero? su quali soggetti possiamo contare nel Paese estero per essere assistiti in modo adeguato e che tipo di supporto ci pu essere offerto?

Landamento dellimport-export in Piemonte In breve, si evidenzia che sia per le esportazioni che per le importazioni Francia e Germania rappresentano i partner comunitari con cui il Piemonte ha tradizionalmente rapporti commerciali maggiormente consolidati. Lanalisi per settore delle esportazioni piemontesi si caratterizza per una significativa concentrazione su un numero limitato di comparti: mezzi di trasporto, che rappresentano tradizionalmente la principale merce scambiata dal Piemonte sui mercati esteri, meccanica e filiera alimentare. Per un approfondimento sul tema, Unioncamere Piemonte, in collaborazione con il Settore Statistica e Studi della Regione Piemonte, realizza annualmente il Rapporto sullinternazionalizzazione del Piemonte volto a monitorare lo sviluppo regionale sui mercati esteri in termini commerciali, sociali e culturali. La pubblicazione scaricabile dal sito di Unioncamere Piemonte, selezionando Studi e ricerche: http://www.pie.camcom.it

Informazioni sui sistemi economici dei Paesi stranieri Prima di iniziare la ricerca di un potenziale partner con cui avviare la propria attivit, sia essa commerciale o produttiva, essenziale identificare il mercato verso il quale

orientarsi in funzione delle opportunit che questo pu offrire al proprio business. Per fare ci esistono diverse fonti utili cui ricorrere per raccogliere le informazioni necessarie a definire la propria strategia commerciale. A titolo esemplificativo, riportiamo i riferimenti di alcuni soggetti istituzionali ove possibile trovare la documentazione relativa al quadro macroeconomico dei Paesi di interesse, nonch eventuali studi di settore per approfondire la conoscenza delle opportunit di business che quel dato Paese pu offrire alla propria impresa. Unioncamere Nazionale: http://www.schedeexport.it Mondimpresa: http://www.mondimpresa.org Associazione delle Camere di commercio italiane allestero: http://www.assocamerestero.it Istituto nazionale per il Commercio Estero: http://www.ice.gov.it Per completare il quadro informativo si suggeriscono anche i siti internet delle agenzie per la promozione degli investimenti e degli enti governativi dei Paesi di interesse. Informazioni sulla rischiosit dei mercati esteri Per quanto concerne il rischio Paese (rischio che deriva non dal comportamento del singolo partner commerciale straniero, ma da eventi politici, sociali, economici e finanziari del Paese in cui si va ad operare), indubbio che la ricerca delle informazioni da acquisire pu presentare maggiori difficolt. Nel campo del rischio Paese, in misura decisamente maggiore rispetto al campo del rischio commerciale, bene non affidarsi a sistemi informativi poco sicuri, ma ricorrere a fonti ufficiali e istituzionali. Tra queste si suggerisce di consultare la societ SACE (Servizi Assicurativi del Commercio Estero Spa), agenzia del Ministero dellEconomia e delle Finanze italiano, la quale, attraverso una serie di indicatori, monitora costantemente i mercati stranieri, esprimendo una valutazione sulla loro rischiosit. Maggiori informazioni sono disponibili sul sito: http://www.sace.it Informazioni sui sistemi giudiziari dei Paesi esteri Una volta esaurita la fase di reperimento delle informazioni riguardanti il rischio commerciale e politico rimane allimprenditore, tuttavia, unultima ma fondamentale valutazione da compiere ossia quella relativa al sistema giuridico vigente nel Paese in cui si vuole operare. Non bisogna infatti dimenticare che i singoli Paesi hanno

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sistemi giuridici molto diversi, la cui celerit di funzionamento, efficacia e costo prescindono spesso dalla situazione politica o da quella economica. Molto spesso Paesi con uneconomia forte e situazioni politiche stabili presentano sistemi giuridici che non consentono un rapido e, tantomeno, economico ricorso alla giustizia. Acquisite tutte queste informazioni, limprenditore deve compiere lulteriore sforzo di collocarle in un quadro unitario e collegarle tra loro per operare sul mercato straniero il pi possibile in sicurezza. Naturalmente lacquisizione delle informazioni e la valutazione dei sistemi giuridici interni dei singoli Paesi comporta conoscenze giuridiche estremamente tecniche di cui limprenditore spesso sprovvisto e per lottenimento delle quali consigliabile rivolgersi a consulenti specializzati. Informazioni sullaffidabilit del potenziale partner straniero Per quanto concerne il rischio che pu derivare dalla scarsa solvibilit del partner commerciale straniero prescelto, dalla sua inaffidabilit, dalla sua malafede o anche dalla sua litigiosit, prima di intraprendere qualsiasi attivit e/o trattativa commerciale necessario raccogliere il maggior numero di informazioni possibili sulle condizioni di liquidit del partner, sui beni di cui risulta essere proprietario, sulle sue abitudini in fatto di pagamenti e su eventuali cause in cui coinvolto. Per il reperimento di tali informazioni sono disponibili varie tipologie di fonti, caratterizzate da un diverso grado di affidabilit e da un diverso costo. Informazioni pi complete e affidabili sullesistenza, sulla consistenza finanziaria o sulla compagine societaria dei potenziali partner commerciali sono reperibili on line su siti specializzati di societ che offrono tale servizio a pagamento. Il servizio affidabilit della Camera di commercio di Torino La Camera di commercio di Torino/Sportello Globus, grazie al ricorso a societ internazionali di rating, offre alle imprese uno strumento di valutazione dellaffidabilit finanziaria del proprio potenziale partner straniero utile per sviluppare in maggior sicurezza le proprie attivit con lestero. Per maggiori informazioni consultare: http://www.to.camcom.it/servizioaffidabilita

2.2 Le diverse forme di cooperazione commerciale La collaborazione commerciale e produttiva con un partner straniero pu strutturarsi con modalit anche molto diverse, relative alla tipologia delle imprese, dei prodotti o dei servizi, ai mercati stranieri e naturalmente alle opportunit e alle scelte. Le possibili soluzioni sono spesso tra loro connesse e suscettibili di evoluzione nel tempo. In concreto accade spesso che le imprese italiane inizino a vendere i loro prodotti ad alcuni clienti stranieri con cui sono entrate in rapporti in maniera sostanzialmente casuale, magari tramite un procacciatore daffari, per poi acquisire un certo interesse 11

per determinati mercati stranieri e quindi nominare uno o pi agenti commerciali che promuovano stabilmente affari in quei Paesi. A volte invece pu accadere che limpresa inizi nominando un distributore allestero, per poi decidere di voler essere presente direttamente in quel Paese con una propria societ commerciale. Pu inoltre succedere che un cliente straniero proponga allimpresa italiana di realizzare allestero una joint venture produttiva o distributiva. Il contratto di vendita, di cruciale importanza per la sua grande diffusione, oggetto dei successivi capitoli 4 e 5. Si osserva incidentalmente che la fornitura di beni e servizi in altri Paesi UE pu essere effettuata anche in favore di committenti pubblici, tramite procedure di evidenza pubblica disciplinate dalle varie leggi nazionali emanate, come il Codice Appalti (D.lgs. 163/2006), in recepimento delle Direttive 2004/17/CE e 2004/18/CE (sono comunque necessarie verifiche caso per caso). Pi oltre in questo capitolo si esporranno, inoltre, gli aspetti essenziali dei contratti di agenzia, distribuzione e procacciamento daffari; di seguito qualche accenno ad alcune altre forme di cooperazione commerciale e produttiva. Innanzitutto esaminiamo i principali legami contrattuali tra imprese, che realizzano varie forme di decentramento produttivo. Il concetto di lavorazione per conto, con cui si intende in generale la committenza di fasi di lavorazione del prodotto, normalmente per mezzo di tecnologia propria dellimpresa incaricata, si differenzia dal concetto di subfornitura, che indica i rapporti con i quali il committente affida a unaltra impresa lavorazioni su semilavorati o su materie prime da esso fornite oppure la produzione, in base alla tecnologia del committente, di prodotti o servizi destinati ad essere incorporati o utilizzati nellambito dellattivit del committente (in Italia oggetto della legge 192/1998). Con OEM (Original Equipment Manufacturer) si intende invece la fabbricazione di prodotti standard con il marchio del committente. Si parla di contatti di trasferimento di tecnologia per indicare rapporti di cooperazione anche complessi, nei quali, in vario modo, si trasferiscono al partner straniero conoscenze che rendono possibili nuove attivit o nuove metodologie di lavoro (ad esempio tramite licenze di know how, di brevetti, vendita di macchinari o di servizi di consulenza e di assistenza). Nellarricchirsi della complessit dei rapporti tra imprese, si utilizza il generico termine di joint venture contrattuale per indicare contratti di collaborazione senza contenuti predeterminati. Si definisce joint venture societaria quel progetto di cooperazione che prevede la costituzione, allestero, di una societ a capitale misto per la realizzazione di attivit produttive. La societ cos formata potr essere legata da vari contratti con le societ partner (ad esempio acquisto macchinari, vendita semilavorati, licenze). Nellintraprendere iniziative produttive o commerciali allestero si consiglia comunque, salvo brevi fasi esplorative, la costituzione di una societ di diritto locale di forma corrispondente alla nostra societ a responsabilit limitata, che consente, 12

con costi contenuti, di evitare rischi di imputazione diretta, sotto profili legali e fiscali, delle attivit svolte in loco dallimpresa italiana. 2.2.1 Lagente di commercio

Lagenzia il contratto in base al quale un soggetto indipendente (lagente) viene incaricato stabilmente da un altro soggetto (il preponente), di promuovere la conclusione di contratti in una zona determinata.

Si tratta quindi di un rapporto tra limpresa italiana e un intermediario, che non ne acquista i prodotti, ma si limita a promuoverne le vendite, i servizi, o altri affari in cambio di un corrispettivo generalmente rappresentato da una percentuale sugli affari conclusi. Tale contratto oggetto, nellUnione europea, della Direttiva 86/653/CEE, recepita, negli anni successivi, dai Paesi comunitari, che possiedono oggi leggi nazionali in materia di agenzia. Tali leggi differiscono, almeno in parte, tra loro, sia per le alternative consentite dalla Direttiva 86/653/CEE sia per gli aspetti da essa non regolati. Anche al di fuori dellUE, varie legislazioni disciplinano il rapporto di agenzia. I principali aspetti che utile considerare in un rapporto internazionale di agenzia commerciale sono i seguenti: zona dellincarico: con cui si intende il territorio (ad esempio uno Stato) e, eventualmente, specifici settori di clientela prodotti cui si riferisce lincarico: tutti i prodotti dellimpresa italiana o soltanto alcune tipologie? carattere esclusivo o non esclusivo dellincarico: si ricorda che, mentre per la legge italiana (articolo 1743 del codice civile), in assenza di diverse precisazioni, lincarico si intende esclusivo, allestero opportuno che questo punto venga chiarito contrattualmente divieto di concorrenza dellagente: divieto di promuovere affari di imprese concorrenti (si veda il punto precedente) obbligo di promozione: eventuali minimi di fatturato (e le conseguenze per il mancato raggiungimento), obbligo di rispetto delle condizioni di vendita del preponente nellattivit promozionale, sorte dei campionari (restituzione o acquisto?) poteri di rappresentanza: mentre per la legge italiana (articolo 1745 del codice civile), in assenza di diverse precisazioni, lagente si intende privo di poteri di rappresentanza (essendo quindi lasciato al preponente il diritto di concludere, o eventualmente di non concludere, laffare) allestero consigliabile che questo punto venga chiarito contrattualmente doveri di informazione dellagente: sullattivit promozionale, sulla solvibilit dei 13

clienti e sul mercato, incluse leggi e altre norme applicabili ai prodotti, sulle attivit dei concorrenti e sulle eventuali contraffazioni del marchio o altre violazioni dei diritti di propriet industriale del preponente provvigioni: in genere vengono calcolate in forma percentuale sugli affari conclusi dal preponente con i clienti procurati dallagente. consigliabile prevedere espressamente che la provvigione sia condizionata al buon fine dellaffare, per evitare di doverla corrispondere allagente anche nel caso in cui il cliente non paghi rimborsi spese: nonostante lagente commerciale sia un soggetto indipendente, accade a volte che egli chieda il rimborso di una parte delle spese sostenute per lesercizio dellattivit promozionale (si consideri comunque che nella maggior parte dei Paesi, inclusa lItalia, la legge non prevede che lagente abbia un tale diritto, salvo che le parti si accordino diversamente) durata del contratto: pu essere determinata o indeterminata. Nel primo caso il contratto non pu essere risolto anticipatamente, se non per giusta causa, nel secondo pu essere risolto anche immotivatamente, in qualunque momento, salvo lobbligo di rispetto del preavviso minimo stabilito in modo non uniforme dalle diverse leggi nazionali indennit di fine rapporto: la sua corresponsione, se ricorrono determinate condizioni, un obbligo del preponente previsto inderogabilmente dalle leggi dei Paesi dellUnione europea (in recepimento della Direttiva 86/653/CEE). Secondo la legge italiana essa pu ammontare al massimo ad unannualit di provvigioni sulla media degli ultimi cinque anni o minor periodo di durata del rapporto (articolo 1751 del codice civile), ma altre leggi nazionali dispongono diversamente. Ad esempio in Francia lindennit di fine rapporto, data la previsione legislativa priva di un tetto (L. 134-12 del Code du Commerce) e la relativa applicazione giurispudenziale, giunge in genere a due annualit. Al fine di non incorrere in oneri imprevisti bene accertarsi della legge applicabile al contratto e del giudice competente. Si consideri infine che in vari Paesi extra-UE, non vige alcun obbligo di corrispondere unindennit di fine rapporto allagente, quindi i rapporti con agenti di quei Paesi potranno opportunamente evitare lapplicazione della legge italiana in materia divieti di concorrenza post-contrattuale e assunzione di garanzie per il buon fine di specifici affari: sono soggetti a vincoli specifici legge applicabile e foro competente (o arbitrato): possono essere liberamente scelti dalle parti nel contratto; la scelta strategica perch, come detto, le leggi dei vari Paesi comunitari differiscono tra loro. Inoltre, per quanto attiene ai contratti con agenti extra-europei occorre prendere in considerazione la possibilit di svincolare le variabili della legge applicabile e del foro competente dal nostro ordinamento nazionale.

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Normativa agenti di commercio e ricerca agenti nei Paesi UE Contatti utili per approfondimenti sulla normativa del singolo Stato e per la ricerca di agenti sono le associazioni di categoria, presenti in quasi tutti i Paesi UE. A titolo di esempio di seguito se ne segnalano alcuni. Francia, Federation Nationale des agents commerciaux - FNAC: http://www.comagent.com Germania, National Federation of German Commercial Agencies and Distribution: http://www.cdh.de inoltre possibile rivolgere specifiche richieste in merito alla rete Alps Enterprise Europe Network , in particolare al settore Europa e imprese della Camera di commercio di Torino, competente per gli operatori di Torino e provincia e al servizio Sportello Europa presso Unioncamere Piemonte, competente per le rimanenti province piemontesi: http://www.to.camcom.it/europaeimprese http://www.pie.camcom.it/sportello.europa Nellambito della rete comunitaria Enterprise Europe Network, possibile ricercare un agente tramite altri due strumenti: linserimento della propria richiesta nella banca dati della Commissione europea (Business Cooperation Database) e/o la partecipazione ad eventi di partenariato tra imprese europee ed extra-europee promossi da specifiche iniziative comunitarie. In alternativa a questi canali, e per aree extra-UE, si segnalano i contatti indicati nellAllegato 1.

2.2.2 Il procacciatore daffari

Il procacciatore daffari un soggetto che, a differenza dellagente, non assume lincarico di promuovere stabilmente gli affari dellimpresa italiana ma si limita a segnalare allimpresa delle occasioni di affari, verso pagamento di una provvigione nei termini concordati tra le parti.

Di solito il procacciatore un soggetto che svolge principalmente attivit di altro genere, nellambito delle quali pu avere occasione di segnalare affari allimpresa, ma senza obblighi promozionali. 15

Non applicandosi, in questo caso, la normativa in tema di agenzia, al procacciatore non dovuta alcuna indennit alla fine del rapporto. Si segnala tuttavia che la qualificazione del rapporto (come agenzia o procacciamento daffari) non dipende solo da quanto scritto nel contratto, ma principalmente dagli effettivi rapporti tra le parti. 2.2.3 Il distributore

Il contratto di distribuzione laccordo tra due imprese per il quale uno dei contraenti (concedente o fabbricante) concede allaltro (concessionario o distributore) il diritto di commercializzare i prodotti del concedente in nome e per conto del concessionario, in un determinato territorio. In questo, dunque, il contratto di distribuzione differisce dal contratto di agenzia, al quale invece accomunato per lattivit promozionale svolta dal soggetto straniero.

Le normative dei Paesi comunitari, compresa lItalia, non disciplinano questo contratto (ad eccezione della legge belga del 1961), tuttavia la giurisprudenza tutela alcuni diritti del distributore. I contratti di distribuzione sono altres soggetti alla normativa anti-trust comunitaria (Regolamento CE 2790/99) che priva della presunzione di legittimit certi accordi in cui sono presenti determinate clausole considerate limitative della concorrenza (relative principalmente a: fissazione dei prezzi di rivendita, durata del divieto di concorrenza del distributore e divieto di vendite fuori dal territorio). I principali aspetti che utile considerare in un rapporto internazionale di agenzia commerciale sono i seguenti: zona della distribuzione: con ci si intende il territorio (es. uno Stato) affidato al distributore prodotti cui si riferisce lincarico: tutti i prodotti dellimpresa italiana o soltanto alcune tipologie? carattere esclusivo o non esclusivo del rapporto: in genere il distributore richieder lesclusiva per assicurarsi il ritorno dei suoi investimenti; si segnala inoltre che in alcuni Paesi islamici (tra i quali Arabia Saudita, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Indonesia, Libano e Pakistan) vigono norme che tutelano il distributore locale divieto di concorrenza del distributore: divieto di distribuire, produrre e comunque trattare prodotti concorrenti, per la cui validit dovr tenersi conto dei limiti della normativa anti-trust comunitaria (Regolamento CE 2790/99) poteri di rappresentanza: allestero, in particolare nei Paesi anglosassoni e mediorientali, consigliabile precisare contrattualmente che il distributore non ha poteri di rappresentanza obbligo di promozione: eventuali minimi di fatturato (e conseguenze per il mancato raggiungimento, es. risoluzione del contratto), pubblicit, partecipazione a fiere e relative spese, regolamentazione delluso del marchio dellimpresa italiana acquisti del distributore: concordare una procedura di invio degli ordini e relativa conferma e le altre condizioni di vendita, anche al fine di tutelarsi dal rischio 16

finanziario (eventuali garanzie del pagamento, diritto di sospendere le consegne, limiti massimi di esposizione) obbligo di assistenza tecnica alla clientela del territorio informazioni del distributore sul mercato, incluse leggi e altre norme applicabili ai prodotti, attivit dei concorrenti e le eventuali contraffazioni del marchio o altre violazioni dei diritti di propriet industriale del preponente; si noti che un obbligo di informazione sui nominativi dei clienti potrebbe comportare, in alcuni Paesi (es. Germania) lobbligo di corresponsione di un indennizzo alla fine del rapporto durata del contratto determinata o indeterminata: nel primo caso il contratto non potr essere risolto anticipatamente se non per giusta causa, nel secondo potr essere risolto anche immotivatamente, in qualunque momento, salvo obbligo di rispetto del preavviso concordato in contratto o di un preavviso congruo (articolo 1569 del codice civile) legge applicabile e foro competente (o arbitrato): possono essere liberamente scelti dalle parti nel contratto, la scelta strategica in quanto, in alcuni Paesi ed in determinati casi, la giurisprudenza riconosce al distributore un indennizzo alla fine del rapporto, ed anche in chiave di recupero crediti (si veda il paragrafo 5.2).

Come si vede dunque la scelta dellintermediario e la negoziazione del relativo rapporto presentano profili di complessit, soprattutto per evitare di dover sopportare gli oneri di un rapporto di agenzia senza ritorni particolarmente interessanti o rischiare di vendere moltissima merce ad un distributore in difficolt finanziarie o in generale rischiare di trovarsi vincolati a lungo a partner poco attivi che rischiano di far perdere tempo e affari. 2.3 Come trovare un partner estero La fase di individuazione di un partner estero da parte dellimpresa supportata da varie tipologie di servizi che sono di seguito illustrati. 2.3.1 I servizi offerti dalla rete comunitaria Enterprise Europe Network Nellambito dei servizi offerti dalla rete comunitaria Enterprise Europe Network, la Camera di commercio di Torino (Settore Europa e imprese) e lo Sportello Europa di Unioncamere Piemonte, partner del medesimo Consorzio Alps, mettono a disposizione degli operatori i seguenti strumenti per favorire i contatti con potenziali partner esteri: promozione di proposte di cooperazione commerciale (richieste/offerte di merci e servizi, ricerca/offerta agenti o distributori, accordi di produzione congiunta, subfornitura, joint venture) provenienti dai corrispondenti esteri della rete, contenute nella Business Cooperation Database (BCD), banca dati cooperazione internazionale della Commissione europea. Le proposte di cooperazione sono consultabili alle seguenti pagine: sulla newsletter Richieste & Offerte dal Mondo, pubblicata sul sito del Centro Estero per lInternazionalizzazione: http://www.centroestero.org 17

sulla pagina internet: http://www.to.camcom.it/cooperazioneinternazionale inserimento di richieste di cooperazione da parte di imprese piemontesi nella medesima Business Cooperation Database. Per diffondere la propria richiesta di cooperazione tramite la BCD occorre compilare lapposito modulo ricerca partner scaricabile per le imprese della provincia di Torino: http://www.to.camcom.it/cooperazioneinternazionale per le imprese delle altre province piemontesi: http://www.pie.camcom.it/sportello.europa promozione di eventi di partenariato sostenuti dalla Commissione europea nellambito di specifiche iniziative di cooperazione internazionale. La Commissione europea promuove la realizzazione di incontri tra operatori europei ed extraeuropei, soprattutto dellarea asiatica e sudamericana, finalizzati allavvio di accordi di cooperazione economica. Ulteriori dettagli sono disponibili alla pagina: http://www.to.camcom.it/cooperazioneinternazionale In parallelo agli strumenti di cooperazione commerciale/produttiva finora citati, il network ha il compito di promuovere la collaborazione tecnologica transnazionale mediante la diffusione locale di richieste e offerte di tecnologia provenienti dalla rete, attraverso la promozione allestero delle capacit tecnologiche locali e attraverso la promozione e diffusione dei risultati di ricerca. Il Settore Innovazione Tecnologica della Camera di commercio di Torino e lufficio Innovazione e Trasferimento Tecnologico di Unioncamere Piemonte sono anchessi inseriti nella rete Enterprise Europe Network, attraverso il consorzio Alps sopracitato e promuovono tale collaborazione. Per ulteriori informazioni sulla ricerca di partner tecnologici consultare le pagine elencate di seguito: per le imprese di Torino e provincia: http://www.to.camcom.it/alpseuropa (selezionare Trasferimento tecnologico in Europa) per le imprese delle altre province piemontesi: http://www.pie.camcom.it/innovazione

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2.3.2 I Desk della Camera di commercio di Torino La Camera di commercio di Torino offre alle imprese piemontesi un servizio di assistenza dedicata su alcuni mercati stranieri grazie ad una propria rete di Desk o uffici di collegamento. Il progetto realizzato con la collaborazione del Centro Estero per lInternazionalizzazione. I servizi erogati, per la maggior parte gratuitamente, vanno dallinformazione sulle normative vigenti nel Paese in tema di dogane, fisco, finanziamenti e contrattualistica,alla ricerca personalizzata di partner locali, fino al supporto logistico per la creazione di agende di appuntamenti con i potenziali partner operanti nei Paesi dinteresse. I Paesi in cui opera la Camera di commercio di Torino sono: 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. 14. 15. Brasile Bulgaria India Lettonia Marocco Per Polonia Qatar Repubblica Ceca Repubblica Slovacca Romania Russia Stati Uniti Turchia Ungheria

Per ulteriori informazioni: http://www.to.camcom.it/desk 2.3.3 Le Antenne Piemonte del Centro Estero per lInternazionalizzazione Le Antenne Piemonte, unit operative della Regione Piemonte, nate in seguito ad accordi ufficiali con Paesi stranieri, si propongono di favorire e rafforzare la presenza delle istituzioni e delle imprese piemontesi nei mercati emergenti. Le principali attivit dalle Antenne Piemonte sono: azioni istituzionali di supporto alla Regione Piemonte e ai suoi progetti promozione dei rapporti commerciali ed industriali tra Piemonte e Paesi target individuazione di partner per collaborazione industriali prospezioni generali sul mercato, informazioni a carattere economico, normativo, tecnologico o di altro genere organizzazione di eventi promozionali (incoming e outgoing).

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Attualmente la rete di Antenne opera nei seguenti Paesi: Argentina Bosnia Brasile Cina Corea Nicaragua Per informazioni: http://www.centroestero.org 2.3.4 Le Camere di Commercio Italiane allEstero Altri punti di contatto utili per le imprese che intendono operare allestero e che necessitano di un supporto specifico sono rappresentati dalla rete delle Camere di Commercio Italiane allEstero (CCIE), libere associazioni di operatori economici costituite allestero al fine di contribuire allo sviluppo delle relazioni commerciali con lItalia, riconosciute con il decreto del Ministro per le Attivit Produttive, su parere conforme del Ministero degli Affari Esteri (L. 518/70). Le CCIE forniscono informazioni su normative commerciali e doganali, fiere ed eventi, rapporti sul quadro economico del Paese, nominativi di imprese per opportunit commerciali e di professionisti e consulenti per aiutare limpresa ad operare nel Paese prescelto. I riferimenti di ciascuna CCIE, nonch le schede dei servizi offerti con i relativi costi, sono disponibili on line sul sito internet dellAssociazione delle Camere di Commercio Italiane allEstero (Assocamerestero): http://www.assocamerestero.it 2.3.5 Gli uffici ICE Infine, nel panorama delle presenze italiane allestero citiamo la rete degli uffici dellICE (Istituto nazionale per il Commercio Estero), ente che ha il compito di sviluppare, agevolare e promuovere i rapporti economici e commerciali tra le imprese italiane e straniere. Gli uffici ICE possono fornire una gamma di servizi molti dei quali disponibili direttamente on line: dalle informazioni di base ad un sostegno specifico e personalizzato. I riferimenti di ciascun ufficio sono disponibili sul sito internet dellICE: http://www.ice.gov.it

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Ulteriori servizi a supporto delle imprese interessate ai mercati esteri Servizio banche dati Per supportare le imprese nellindividuazione di potenziali partner, la Camera di commercio di Torino, Sportello Globus fornisce elenchi di nominativi di imprese grazie al collegamento con banche dati internazionali. Per maggiori informazioni: http://www.to.camcom.it/banchedati Newsletter per gli operatori con lestero Per essere costantemente aggiornati in merito alle ultime novit in materia di commercio internazionale e alle iniziative a supporto delle imprese possibile iscriversi gratuitamente alla newsletter Newsmercati, bollettino informativo on line realizzato dal sistema camerale italiano. Per maggiori informazioni: http://www.newsmercati.com Newsletter Euroflash Realizzata da Camera di commercio di Torino ed Unioncamere Piemonte, nellambito delle attivit previste dal consorzio Alps della rete Enterprise Europe Network, la newsletter elettronica uno strumento agevole e immediato che informa le imprese piemontesi sulle opportunit offerte dallEuropa. Lo strumento informativo, pubblicato con cadenza mensile, si compone di quattro sezioni (Bandi di gara comunitari, Eventi, Notizie e Normativa) e racchiude informazioni di fonte comunitaria di carattere generale e dedicate in modo specifico ai temi della ricerca e dellinnovazione tecnologica. Per ricevere la newsletter necessario iscriversi gratuitamente al portale Promopoint sul sito: http://www.promopoint.pie.camcom.it (selezionare i servizi cui associata la voce EuroFlash). Per ulteriori informazioni: http://www.to.camcom.it/alpseuropa (selezionare Newsletter EEN).

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Lo show room in Cina della Camera di commercio di Novara La Camera di commercio di Novara, in collaborazione con il Consorzio Pavia Export e con la zona di sviluppo economico del ponte sul fiume Yangtze, ha inaugurato nella citt cinese di Wuhu (provincia di Anhui, 540 km da Shanghai, 100 km da Nanchino) uno spazio espositivo e commerciale di 100 metri quadrati. I locali adibiti a magazzino e ufficio, sono a disposizione delle aziende novaresi per lesposizione e la vendita dei prodotti del Made in Novara. Per maggiori informazioni: http://www.evaet.novara.it/showroom_cina.php

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LE OPERAZIONI COMMERCIALI CON LESTERO

3. Le operazioni commerciali con lestero


Una volta assolti tutti gli adempimenti richiesti per lapertura di unimpresa e raccolte tutte le informazioni utili per operare in sicurezza con lestero, possibile iniziare la propria attivit commerciale. Esiste, tuttavia, una serie di considerazioni da tenere presente con riferimento alle seguenti tematiche: i Paesi di destinazione / provenienza delle merci che si intendono commercializzare le merci oggetto delloperazione commerciale le imposte applicate alle merci che si intendono commercializzare le clausole contrattuali per la consegna delle merci. 3.1 I Paesi di destinazione / provenienza delle merci Limpresa italiana che intende operare con lestero, a seconda dei Paesi di destinazione o di provenienza delle merci, dovr considerare due casi fondamentali: merce inviata a / proveniente da Paesi UE merce inviata a / proveniente da Paesi extra-UE. I Paesi UE e i Paesi extra-UE I Paesi che attualmente costituiscono il territorio dellUnione europea sono: Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro (esclusa la parte turca), Danimarca (escluse le Isole Far Oer e la Groenlandia), Estonia, Finlandia (escluse le Isole Aland), Francia (incluso il Principato di Monaco; esclusi i Dipartimenti doltremare Guadalupa, Guyana, Martinica e Runion), Germania (esclusi lisola di Helgoland e il territorio di Busingen), Grecia (escluso il Monte Athos), Irlanda, Italia (esclusi i Comuni di Livigno e di Campione dItalia e le acque nazionali del Lago di Lugano), Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Regno Unito (inclusa lIsola di Man), Repubblica Ceca, Repubblica Slovacca, Romania, Slovenia, Spagna (esclusi Ceuta, Melilla e le isole Canarie), Svezia, Ungheria. Di conseguenza, le spedizioni di merci dirette o provenienti da Paesi non elencati e dalle eccezioni sopra riportate saranno trattate alla stregua di merci extra-UE e dunque, dovranno essere dichiarate per lesportazione o per limportazione.

3.1.1 Merce inviata a / ricevuta da Paesi UE A partire dal 1 gennaio 1993, relativamente agli scambi intracomunitari di beni, viene applicata una procedura di carattere transitorio. I caratteri del regime transitorio sono i seguenti: abolizione delle formalit doganali negli scambi di beni tra gli Stati membri sistema VIES (VAT Information Exchange System) e Intrastat per il controllo delle operazioni

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applicazione del principio della tassazione nel Paese di destinazione dei beni, relativamente agli scambi tra operatori economici adozione del principio dellorigine relativamente alle operazioni con privati consumatori. Sono previste regole specifiche per vendite a distanza, cessioni di mezzi di trasporto nuovi, operazioni di acquisto compiute da enti non commerciali. Adempimenti Intrastat I modelli Intrastat devono essere presentati con cadenza mensile, trimestrale o annuale a seconda dellammontare degli scambi intracomunitari realizzati nellanno precedente, come di seguito riportato: cessioni: modello Intra 1 - bis/ter annuale: fino a 40.000 euro trimestrale: da 40.000 a 250.000 euro mensile: oltre 250.000 euro acquisti: modello Intra 2 - bis/ter annuale: fino a 180.000 euro mensile: oltre 180.000 euro Nella compilazione dei modelli Intrastat si deve fare riferimento allimporto delle operazioni effettuate nellanno solare precedente. Nel caso di inizio attivit invece si devono presumere gli scambi per lanno in corso. Termine di presentazione mensile: entro il 20 del mese successivo (per operazioni relative a luglio: entro il 6 settembre) trimestrale: entro la fine del mese successivo al trimestre annuale: entro il 31 gennaio dellanno successivo Valore statistico, condizioni di consegna e modo di trasporto devono essere indicati da soggetti che nellanno solare precedente hanno realizzato o, in caso di inizio attivit intra-UE, nellanno in corso, presumono di realizzare: cessioni: valori spedizioni superiori a 20.000.000 di euro acquisti: valore arrivi superiori a 20.000.000 di euro. Compilazione ai soli fini fiscali cessioni (modello Intra 1-bis): colonne da 1 a 4 e, in caso di soggetto promotore di triangolazioni comunitarie, colonna 5, con il codice alfabetico (lettera A) acquisti (modello Intra 2-bis): colonne da 1 a 5 e, in caso di soggetto promotore di triangolazioni comunitarie, colonna 6, con il codice alfabetico (lettera A) Compilazione ai soli fini statistici (solo per i soggetti mensili) cessioni (modello Intra 1-bis): colonna 1 e colonne da 5 a 13 acquisti (modello Intra 2 - bis): colonna 1 e colonne da 6 a 15.

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La vendita di beni a imprese con sede nel territorio UE, con invio degli stessi in altro Paese UE, definita cessione intracomunitaria.

Per la realizzazione delle cessioni intracomunitarie devono essere soddisfatti i seguenti requisiti: il cedente e lacquirente devono essere entrambi operatori economici registrati ai fini IVA nei rispettivi Paesi loperazione di cessione deve essere a titolo oneroso i beni oggetto della cessione devono essere trasportati in un altro Stato membro UE. Per limpresa italiana, la procedura operativa la seguente: richiedere il numero di identificazione IVA al cliente estero, verificandone la validit presso lAgenzia delle Entrate o sul sito internet: http://www.agenziaentrate.gov.it (selezionare Servizi, Partite IVA comunitarie). necessario stampare e tenere agli atti lesito dellavvenuto controllo emettere la fattura di vendita al cliente estero, senza applicazione dellIVA italiana (operazione non imponibile, articolo 41, comma 1, lettera a, del D. l. 331/1993), indicando in fattura il proprio numero identificativo IVA e quello del cliente estero inviare i beni allestero conservare copia della documentazione atta a provare che i beni sono stati inviati allestero e che sono stati ricevuti dal cliente estero (ad esempio il documento di trasporto) annotare la fattura sul registro delle fatture emesse presentare alla dogana, secondo la periodicit e le modalit previste dalla legge, lelenco delle cessioni intracomunitarie di beni (modelli Intra 1 e Intra 1-bis).

Lacquisto di beni da imprese con sede nel territorio UE, con arrivo degli stessi da altro Paese UE, definito acquisto intracomunitario.

Per la realizzazione degli acquisti intracomunitari devono essere soddisfatti i seguenti requisiti: acquisto a titolo oneroso trasporto o spedizione dei beni in Italia da un altro Paese UE operazione posta in essere tra due soggetti passivi dimposta.

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Per limpresa italiana la procedura operativa la seguente: comunicare il proprio numero identificativo IVA per gli scambi intracomunitari (IT + partita IVA) al partner commerciale straniero ricevere la merce (secondo le condizioni concordate tra le parti) ricevere la fattura estera, controllare sul sito dellAgenzia delle Entrate lesistenza del numero identificativo IVA del soggetto estero (indicato in fattura), stampare lesito del controllo e allegarlo alla fattura di acquisto numerare e integrare la fattura estera attribuendo alla stessa il numero progressivo delle fatture emesse e il numero progressivo degli acquisti e determinando la base imponibile e lIVA corrispondente annotare la fattura estera integrata sul registro fatture emesse e sul registro degli acquisti conservare copia della documentazione atta a provare larrivo della merce in Italia (ad esempio il documento di trasporto) presentare alla dogana, secondo la periodicit e le modalit previste dalla legge, lelenco degli acquisti intracomunitari di beni (modelli Intra 2 e Intra 2-bis). 3.1.2 Merce inviata a / ricevuta da Paesi extra-UE Le operazioni commerciali con i Paesi extra-UE si distinguono in: esportazioni importazioni. Tali operazioni comportano lespletamento di formalit doganali, ossia dichiarazioni di esportazione/importazione: per i beni esportati: in uscita dallItalia (a cura e a nome dellimpresa italiana) in entrata nel Paese di destinazione (a cura e a nome dellacquirente estero) per i beni importati: in uscita dal Paese estero (a cura e a nome del fornitore estero) in entrata in Italia (a cura e a nome dellimpresa italiana).

Le suddette dichiarazioni, in ambito UE, vengono predisposte mediante lutilizzo di un formulario comune a tutta lUnione europea: il DAU, Documento Amministrativo Unico. A partire dal 1 luglio 2007, a seguito dellentrata in funzione della fase 1 della procedura ECS, Export Control System, viene, invece, emesso il DAE, Documento Accompagnamento Esportazioni. Il DAU continua, tuttavia, ad essere emesso per le seguenti operazioni: esportazioni collegate a transito esportazioni di prodotti soggetti ad accisa, con emissione di DAA merci prese in carico a fronte di un unico contratto di trasporto a destinazione di Paese terzo, da una societ ferroviaria, da una societ marittima o aerea o dallautorit postale.

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Le formalit doganali devono essere espletate: sia nel caso in cui a inviare / ricevere i beni (a titolo oneroso o a titolo gratuito) sia un privato consumatore sia nel caso in cui a inviare / ricevere i beni (a titolo oneroso o a titolo gratuito) sia unimpresa.

La vendita di beni a imprese con sede al di fuori del territorio UE, con invio degli stessi fuori del territorio UE, definita cessione allesportazione.

La procedura operativa la seguente: limpresa italiana emette fattura a carico del cliente estero, senza applicare lIVA (operazione non imponibile ai sensi dellarticolo 8, primo comma, lettera a, del Dpr 633/1972) i beni vengono dichiarati per lesportazione definitiva sulla base del valore risultante dalla fattura di vendita limpresa italiana esportatrice annota la fattura di vendita in contabilit generale e sul registro IVA delle fatture emesse limpresa italiana reperisce e conserva copia della documentazione atta a provare lavvenuta esportazione (cio lavvenuta uscita dei beni dal territorio doganale dellUE).

Lacquisto di beni da imprese con sede al di fuori del territorio UE, con arrivo degli stessi da Paese extra-UE, definito importazione.

La procedura operativa la seguente: i beni vengono dichiarati per limportazione definitiva, sulla base del valore risultante dalla fattura di acquisto (opportunamente rideterminato ai fini doganali) e vengono pagati leventuale dazio e lIVA limpresa italiana annota la fattura estera in contabilit generale limpresa italiana annota la bolletta di importazione (esemplare n. 8 del DAU) sul registro IVA acquisti e considera lIVA quale credito verso lerario (salvo il caso dei beni con IVA indetraibile).

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Esempio Acquisto merce a New York per il prezzo di 10.000 euro Polizza di carico con destinazione Genova Costo del trasporto marittimo e dellassicurazione 1.000 euro Dazio 6% IVA 20% Valore della merce Spese di trasporto e assicurazione Valore franco frontiera comunitaria (base imponibile ai fini del dazio) Dazio 6% Base imponibile IVA IVA 20% Totale 10.000 euro 1.000 euro

11.000 euro 660 euro 11.660 euro 2.332 euro 13.992 euro

In breve Nel caso di importazione di beni provenienti da Paesi extra-UE, limpresa italiana deve: espletare le formalit di importazione presso la dogana italiana versare lIVA in dogana sul valore dei beni importati recuperare lIVA allatto dellannotazione della bolletta di importazione definitiva sul registro IVA degli acquisti (considerandola cio IVA a credito, salvo il caso di beni con IVA indetraibile). Nel caso di acquisto intracomunitario di beni, limpresa italiana: non deve espletare alcuna formalit in dogana non deve versare lIVA deve espletare le formalit di carattere contabile e presentare, secondo la periodicit prevista, lelenco degli acquisti intracomunitari. Nel caso di esportazione di beni diretti verso Paesi extra-UE, limpresa italiana deve espletare le formalit di esportazione presso la dogana italiana. Nel caso di cessione intracomunitaria di beni, invece, deve espletare le formalit di carattere contabile e presentare, secondo la periodicit prevista, lelenco delle cessioni intracomunitarie.

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Lo status europeo di Operatore Economico Autorizzato (AEO): opportunit di semplificazioni per operazioni con Paesi terzi Dal 1 gennaio 2008 nei 27 Stati membri dellUE sono entrate in vigore le novit introdotte dai Regolamenti CE 648/2005 e 1875/2006 che modificano, rispettivamente, il Codice Doganale Comunitario e le Disposizioni di Applicazione del Codice in merito al rilascio agli operatori economici che ne faranno richiesta di un certificato AEO. Gli operatori economici nella catena logistica internazionale sono fabbricanti, esportatori, speditori/imprese di spedizione, depositari, agenti doganali, vettori, importatori, che prendono parte a attivit disciplinate dalla regolamentazione doganale. Lo status di AEO riconosciuto a seguito di apposito accertamento dellAutorit doganale nazionale (per lItalia lAgenzia delle Dogane), che comprova il rispetto degli obblighi doganali, dei criteri previsti per il sistema contabile e della solvibilit finanziaria. Loperatore economico non obbligato a divenire Operatore Economico Autorizzato: si tratta di una scelta individuale, che dipende dalle condizioni operative di ciascun soggetto. Il riconoscimento dello status di AEO consente per di avvalersi di vantaggi e agevolazioni di natura diretta ed indiretta relativamente alle operazioni a rilevanza doganale. Tra i vantaggi diretti si segnala: maggiore rapidit delle procedure alle frontiere, riduzione dei controlli documentali e delle merci, trattamento prioritario delle spedizioni. Informazioni dettagliate sono disponibili sul sito dellAgenzia delle Dogane nella sezione AEO: http://www.agenziadogane.it/wps/wcm/connect/ed

3.2 I documenti pi comunemente richiesti nelle operazioni commerciali con lestero Le merci sono designate e classificate per settori, secondo una precisa nomenclatura: presupposto indispensabile che consente di identificarle in modo univoco ai fini dellapplicazione dei relativi dazi e imposte. A seconda delle merci trattate, possono poi essere richiesti in dogana documenti e certificati aggiuntivi per poter introdurre i prodotti nel Paese di destinazione. I documenti utilizzati comunemente nellambito delle operazioni commerciali con lestero sono elencati di seguito. Fattura commerciale. Emessa dal venditore nella lingua richiesta dal Paese destinatario della merce e nel numero di copie da esso domandate, in cui devono essere riportati: la ragione sociale dellesportatore e del destinatario; la descrizione, la quantit ed il prezzo della merce nella valuta concordata; i termini di resa della merce (si veda il capitolo 4); il nome del vettore o spedizioniere; gli oneri accessori,

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se ve ne sono (tra cui imballaggi e assicurazioni); il numero meccanografico dellesportatore; la modalit di regolamento del prezzo; il Paese di origine della merce. Distinta di carico. Emessa dal venditore, deve riportare: il numero di fattura commerciale cui la distinta fa riferimento; il numero e la tipologia dei colli; la descrizione delle merci contenute in ciascun collo; eventuali estremi del container allinterno del quale vengono caricate le merci. Certificato di origine. Emesso dal venditore, attesta lesatta e ufficiale origine delle merci da sdoganare. uno strumento indispensabile per la dogana del Paese importatore che pu cos verificare il regime fiscale (agevolato o meno) da applicare alla merce. Tale certificato da richiedere presso lufficio Estero della Camera di commercio locale competente, in cui possibile compilare lapposita domanda secondo un modello prestabilito. Talvolta pu accadere che un determinato Paese ne richieda la vidimazione anche presso il proprio consolato o ambasciata. Certificato EUR.1. un documento che serve ad attestare lorigine comunitaria delle merci, costituendo il titolo giustificativo per lapplicazione del regime tariffario preferenziale (dazio ridotto o nullo) in base agli accordi bilaterali tra lUnione europea e alcuni Paesi. Viene rilasciato solo su domanda scritta presentata dallesportatore e sotto la sua responsabilit. Attestato di libera vendita. Richiesto da diversi Paesi extra-UE, serve ad attestare che il prodotto esportato da unimpresa dellUnione europea ha libera circolazione sia nei Paesi comunitari, sia in quelli extra-UE, dando prova di aver superato i controlli previsti dalla normativa comunitaria. Viene rilasciato dallufficio Estero della Camera di commercio competente territorialmente, dietro domanda dellesportatore redatta su carta intestata. Carnet ATA (Admission Temporaire/Temporary Admission). un documento doganale internazionale che consente lesportazione temporanea delle merci destinate a fiere e mostre, nonch dei campioni commerciali o del materiale professionale, nei Paesi aderenti alla convenzione ATA. Esonera loperatore dallobbligo di depositare presso la dogana, a garanzia, lammontare dei diritti doganali o di prestare una cauzione alla dogana stessa. Agevola il movimento da un Paese allaltro delle merci in esso descritte mediante la semplice presentazione del documento agli uffici doganali di ciascun Paese. Il Carnet ATA viene rilasciato dallufficio Estero della Camera di commercio competente e pu essere richiesto sia da aziende iscritte alla Camera di commercio sia da privati, purch residenti in Italia. Le istruzioni e la modulistica necessaria per la richiesta del carnet si possono ritirare presso lo sportello del Settore Estero delle singole Camere di commercio (si veda lAllegato 1). Documento di trasporto. un documento che attesta la stipula di un contratto di trasporto tra il mittente e il vettore e che comprova la presa in carico della merce da parte del vettore per effettuarne la spedizione nei termini convenuti tra le parti. I principali documenti di trasporto sono le lettere di vettura marittima, aerea, ferroviaria e stradale. Certificato di assicurazione. un documento che riporta le condizioni e le clausole del contratto di assicurazione stipulato sulla merce in corso di trasferimento dal mittente al destinatario. In tema di documenti richiesti per accompagnare le spedizioni di merci in Paesi extra-UE,

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il Settore Estero della Camera di commercio rilascia, oltre ai certificati di origine: visti su fatture di esportazione/listini/dichiarazioni per lesportazione visti per la legalizzazione della firma del legale rappresentante su documenti destinati allestero. Per informazioni in merito contattare il settore Estero delle singole Camere di commercio (si veda lAllegato 1).

La fattura elettronica Principale normativa di riferimento: Direttiva 2001/115/CE del Consiglio, del 20 dicembre 2001, che modifica la Direttiva 77/388/CEE al fine di semplificare, modernizzare e armonizzare le modalit di fatturazione previste in materia di imposta sul valore aggiunto D.lgs. 52/2004: Attuazione della Direttiva 2001/115/CE che semplifica ed armonizza le modalit di fatturazione in materia di IVA D.lgs. 82/2005, modificato dal D.lgs. 159/2006: Codice dellAmministrazione digitale. In base alla normativa in questione, le fatture emesse e conservate in forma elettronica sono equiparate a quelle in forma cartacea. In particolare il Decreto italiano di recepimento della Direttiva comunitaria fornisce informazioni sulle modalit previste per la formazione elettronica del documento, per la sua integrit, la sua corretta trasmissione e la sua corretta archiviazione su supporti digitali. In base al Decreto, la trasmissione per via elettronica consentita previo accordo con il destinatario. La fattura elettronica: deve avere la forma di documento non modificabile deve contenere un riferimento temporale deve essere chiusa dalla firma elettronica qualificata dellemittente. Nel caso di acquisti intracomunitari di beni e di servizi, limpresa italiana deve numerare e integrare il documento ricevuto. Al riguardo, la Circolare 45/E del 19 ottobre 2005, considerato che la fattura ricevuta non pu essere in alcun modo modificata, prevede che lacquirente debba predisporre un altro documento su cui annotare i dati necessari per lintegrazione e gli estremi della fattura estera. Tale documento, se emesso in forma elettronica, allegato alla fattura originaria e reso immodificabile mediante lapposizione del riferimento temporale e della firma elettronica qualificata; se redatto in forma cartacea, si rende necessario stampare la fattura estera, per conservarla congiuntamente al documento generato.

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La Finanziaria 2008 (articolo 1, commi da 209 a 214) stabilisce lobbligo per le imprese italiane di utilizzare la fattura elettronica in ogni rapporto commerciale con le amministrazioni dello Stato e con gli enti pubblici nazionali, nellambito del Piano di intervento dellUnione Europea i2010. Dati i vari aspetti coinvolti nella scelta di questo documento, nel momento in cui si opera con un partner estero, utile verificare la normativa nazionale di riferimento per la corretta gestione della fattura elettronica. Per maggiori informazioni consultare il sito comunitario dedicato: http://ec.europa.eu/enterprise/ict/policy/einvoicing/einvoicing_en.htm

3.2.1 Il Documento di Trasporto (DDT) Il documento di trasporto o di consegna previsto dal Dpr 472/1996; in virt della disciplina recata da tale decreto, venuto meno lobbligo generalizzato di dover accompagnare il trasporto con un documento prenumerato. Il documento di trasporto o di consegna serve a due scopi: consente di potersi avvalere della fatturazione differita (di cui al comma 4 dellarticolo 21 del Dpr 633/1972) consente ai contribuenti di vincere le presunzioni di cui allarticolo 53 del Dpr n. 633/1972 (come sostituito dal Dpr 441/1997). Il documento in questione deve essere emesso in forma libera prima dellinizio del trasporto o della consegna, a cura del cedente, secondo le normali esigenze aziendali e deve contenere i seguenti elementi: data di effettuazione delloperazione (consegna o spedizione) generalit del cedente, del cessionario e dellimpresa incaricata del trasporto descrizione della natura, qualit e quantit dei beni ceduti; per la quantit sufficiente lindicazione in cifre. Occorre numerare progressivamente il DDT, in quanto previsto che sulla fattura differita debba essere indicata la data e il numero del documento di trasporto o di consegna. Quando i DDT, per esigenze organizzative aziendali, siano formati in data antecedente a quella della consegna/spedizione, si tiene conto, ai fini della fatturazione differita, della data di formazione risultante sul documento, fermo restando lobbligo di indicare sul DDT anche la data di consegna o spedizione. Al DDT equiparato qualsiasi altro documento (nota di consegna, lettera di vettura, polizza di carico) purch lo stesso contenga gli elementi essenziali sopra indicati. Il DDT pu alternativamente: essere spedito nel giorno in cui iniziato il trasporto dei beni al cessionario a mezzo posta, a mezzo corriere o a mezzo sistema informatico che consente la materializzazione di dati identici presso lemittente e il destinatario scortare i beni durante il trasporto dal luogo di origine fino a quello di destinazione finale. 32

Ai fini delle presunzioni di cessione o di acquisto, la consegna a terzi di beni dati in lavorazione, deposito o comodato o in dipendenza di contratti estimatori o di contratti dopera, appalto, trasporto, mandato, commissione o altro titolo non traslativo della propriet pu risultare, oltre che da libro giornale o da altro libro tenuto a norma del codice civile o da apposito registro tenuto in conformit dellarticolo 39 del Dpr 633/1942, anche da qualsiasi altro documento conservato, a norma dello stesso articolo. Quindi il DDT, ai fini del superamento della presunzioni di cessione o di acquisto, deve contenere lespressa indicazione della causale non traslativa del trasporto (deposito, lavorazione, passaggi interni), con lobbligo di conservazione sia da parte dellemittente che del soggetto destinatario dei beni. 3.2.2 Il Documento Amministrativo Unico (DAU) Il DAU contempla le seguenti fattispecie: EX1 Dichiarazione di esportazione definitiva fuori dal territorio della UE esemplare 1 per la dogana del Paese di esportazione esemplare 3 per il soggetto esportatore eventuale esemplare 3 A per la richiesta dei rimborsi previsti. EU1 T2 Dichiarazione di esportazione definitiva in Paese EFTA collegata a transito comunitario interno esemplari 1, 3 e 3 A come sopra copia A documento di accompagnamento per la dogana di destinazione eventuale Copia B esemplare per il rinvio se lufficio doganale di destinazione non collegato al sistema NCTS (New Computerized Transit System). EX1 T2 Dichiarazione di esportazione definitiva fuori dal territorio della UE collegata a transito comunitario interno, in quanto il trasporto avviene con attraversamento della CH (Svizzera) esemplari 1, 3 e 3 A come sopra copia A documento di accompagnamento per la dogana di destinazione eventuale Copia B esemplare per il rinvio se lufficio doganale di destinazione non collegato al sistema NCTS. COM1 T2F Dichiarazione di esportazione verso le parti del territorio doganale UE che non partecipano al sistema armonizzato IVA/Accise (Martinica, Guadalupa, La Reunion, Cayenna, Canarie, Monte Athos, Isole Anglo-Normanne). Nella pratica operativa: emissione EX 1 e rilascio certificato T2LF, che attesta la posizione comunitaria delle merci. T2 Dichiarazione di solo transito per cessione Intra-UE con attraversamento CH (Svizzera) copia A o copia A e B. Come in precedenza affermato, relativamente alle esportazioni eseguite in base alla procedura ECS (Export Control System) viene emesso il modello DAE, Documento Accompagnamento Esportazioni. 33

3.3 La tariffa doganale Per poter individuare le informazioni utili a comprendere quali siano gli obblighi dellimpresa connessi al commercio di un prodotto, indispensabile conoscerne la cosiddetta voce doganale, ossia il relativo codice numerico identificativo. La tariffa doganale una raccolta, per settori merceologici, di posizioni contraddistinte da un codice (voce doganale) e da una relativa descrizione (designazione), corrispondenti alle merci oggetto di scambi internazionali. La tariffa doganale indispensabile per individuare il dazio che dovr essere corrisposto alle autorit competenti per lo sdoganamento della merce (si veda il paragrafo 3.4). La convenzione internazionale attualmente vigente ha introdotto un sistema di codificazione e di designazione delle merci denominato Sistema Armonizzato (Harmonized System). Tale sistema strutturato in 21 sezioni merceologiche, suddivise in 99 capitoli, a loro volta suddivisi in voci e sottovoci, queste ultime identificate con un codice a 6 cifre. 3.3.1 La tariffa doganale comunitaria A livello UE, le 6 cifre del sistema armonizzato (SA) sono state integrate con altre suddivisioni, in funzione delle quali si parla di: tariffa esterna comune (detta Nomenclatura Combinata NC). Si compone di circa 9.500 voci, ciascuna di esse contraddistinta da un codice numerico a 8 cifre (le prime 6, rappresentano i codici SA e le restanti 2, le sottovoci NC). Accanto ad ogni voce, la NC indica il dazio autonomo (deciso in via autonoma dallUE) e il dazio convenzionale (derivante dagli accordi internazionali stipulati dallUE). Si utilizza per le bollette di esportazione e i modelli Intrastat (sia per cessioni intracomunitarie sia per acquisti intracomunitari) tariffa integrata comunitaria (TARIC). Si compone di circa 13.000 voci, ciascuna di esse contraddistinta da un codice numerico di 10 cifre (le ulteriori 2 cifre, rispetto alla NC, identificano gli eventuali dazi preferenziali e le altre misure specifiche previste per le singole voci). Si utilizza per le bollette di importazione.

3.3.2 La tariffa nazionale duso costituita da 14 cifre ed cos composta: 6 cifre SA + 2 cifre NC + 2 cifre TARIC + ulteriori 4 cifre (le prime due destinate alla fiscalit comunitaria, IVA e accise, e le altre ad ulteriori informazioni specifiche concernenti le singole voci. Ad esempio: dazi antidumping, prezzi di riferimento per i vini, prodotti della flora e della fauna in via di estinzione, beni di interesse artistico e culturale). La tariffa nazionale duso il manuale operativo degli spedizionieri doganali ed contenuta nella banca dati dellAgenzia delle Dogane Aida (Automazione Integrata Dogane Accise) On line.

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In caso di dubbi relativi alla corretta classificazione delle merci, possibile ottenere il parere ufficiale dellautorit doganale presentando una richiesta scritta contenente la descrizione dettagliata della merce e la sua classificazione ipotizzata. La richiesta deve essere rivolta allufficio doganale presso il quale si prevede di effettuare lo sdoganamento della merce.

3.4 I dazi Nelle operazioni commerciali di import-export, una delle voci di maggior rilevanza di cui tenere conto quella relativa ai dazi doganali.

I dazi sono tributi, normalmente espressi in percentuale del valore delle merci, che colpiscono i prodotti importati allatto della loro immissione in libera pratica nel territorio doganale dello Stato destinatario della merce stessa e che devono essere pagati presso lufficio della dogana dalla quale entra la merce. possibile consultare lelenco degli uffici doganali italiani sul sito dellAgenzia delle Dogane: http://www.agenziadogane.it/wps/wcm/connect/ed/Agenzia/Uffici

Per immissione in libera pratica si intende lespletamento di tutte le pratiche doganali (tra cui il pagamento del dazio relativo ai prodotti commercializzati) atte ad introdurre la merce nel territorio dello Stato destinatario, liberandola degli obblighi doganali e permettendole di circolare liberamente, fatta eccezione per quanto riguarda il pagamento di specifiche imposte di carattere nazionale (IVA, accise, imposte sul consumo) dovute allo Stato di destinazione, per la sua immissione in consumo.

Un esempio chiarificatore delle due pratiche limportazione via terra in Italia di merce proveniente dalla Russia. La Russia un Paese extra-UE e la merce per giungere in Italia via terra deve passare necessariamente da un altro Paese UE, ad esempio la Polonia. Pertanto, la merce potr essere sdoganata alla frontiera polacca (immissione in libera pratica), ma dovr ancora scontare le imposte italiane per limmissione in consumo, poich essendo destinata allItalia, la merce sar soggetta al pagamento delle imposte nazionali (IVA, accise, imposte sul consumo) applicate in Italia.

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Le incombenze doganali sono solitamente a carico del compratore, ma pu accadere che durante le operazioni commerciali vengano definiti tra le parti (venditore e compratore) dei termini di resa della merce (si veda il capitolo 4) tali per cui il venditore a sostenere i costi e gli adempimenti relativi allo sdoganamento del prodotto. Limportanza del dazio quindi determinata dal fatto che spesso, nelle operazioni commerciali, questa voce non inclusa nella preparazione dellofferta e, qualora da contratto sia richiesto di assolvere tutti gli adempimenti in dogana (come avviene nel caso di resa DDP, si veda INCOTERMS2000 nel capitolo 4), il dazio pu costituire una variabile rilevante del prezzo della merce, che deve essere sempre comunicato allaltra parte. Pertanto si consiglia sempre di verificare la consistenza del dazio relativo alla merce che si sta trattando.

A seconda dei Paesi interessati e delloperazione commerciale che si sta effettuando esistono due distinte fonti informative: se loperazione di import da un Paese extra-UE, la fonte di riferimento il sito internet dellAgenzia delle Dogane italiana Aida On line se loperazione di export verso un Paese extra-UE, la fonte cui fare riferimento il sito internet Market Access Database della Commissione europea.

Guida alla consultazione del sito internet Aida On line 1. Collegarsi alla pagina internet Aida On line dellAgenzia delle Dogane italiana: http://aidaonline3.agenziadogane.it/nsitaric/index.html 2. Cliccare il bottone Consultazione posto a centro pagina 3. Dal men in alto a sinistra seguire il percorso: Nomenclature / Taric / Ricerca per parole 4. Inserire nel campo di ricerca il nome del prodotto che si intende importare 5. Il motore di ricerca restituisce per la classe di prodotto indicata un elenco di sotto-classi di prodotti con relativi codici doganali 6. Individuato il prodotto specifico di proprio interesse, appuntarsi il codice doganale corrispondente 7. Cliccare sul codice doganale corrispondente al prodotto che si intende importare.

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8. A questo punto, comparir una pagina descrittiva del prodotto. A sinistra sar disponibile un men riportante le seguenti voci: Note associate, Codici predecessori, Codici successori, Misure per Paese. 9. Cliccando su Misure per Paese comparir una nuova finestra con un men a tendina a centro pagina grazie al quale possibile selezionare il Paese di provenienza della merce. 10. Selezionato il Paese si giunger ad una pagina riepilogativa contenente: informazioni sui dazi doganali allimportazione con relative preferenze tariffarie, IVA applicata in Italia relativa al prodotto, normativa comunitaria che regolamenta il commercio del prodotto e eventuali informazioni a seconda della tipologia di prodotto trattato. 11. Dalla ricerca effettuata si ottengono uno o pi Regolamenti in materia apparsi sulla Gazzetta Ufficiale comunitaria che possono essere consultati integralmente inserendo il numero del Regolamento e lanno in cui stato varato sul sito di diritto comunitario Eur-lex: http://eur-lex.europa.eu Quanto detto funzionale allimportazione allinterno dellUnione europea di prodotti extra-UE. Tuttavia, pu essere utile consultare questo sito anche per verificare alcune informazioni per lexport. Infatti, in ambito comunitario, alcuni prodotti sono assoggettati a limitazioni e/o trattamenti per quanto concerne le esportazioni. In questo caso, per verificare lesistenza o meno di condizioni particolari, si pu impostare la ricerca come descritto sopra fino a giungere alla pagina riepilogativa. In presenza di trattamenti particolari della merce allesportazione, nella pagina comparir il bottone Esportazione. Cliccandovi sopra si potr visionare la normativa comunitaria e/o nazionale che regolamenta il commercio di quel dato prodotto. Come anticipato solo alcuni prodotti sono soggetti a trattamenti particolari allesportazione, motivo per cui potr accadere che per quella data merce non sia disponibile la pagina Esportazione: ci significa che attualmente non sono in vigore normative restrittive per lexport.

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Guida alla consultazione del sito internet Market Access Database 1. Collegarsi alla pagina internet Market Access Database della Commissione europea: http://mkaccdb.eu.int/mkaccdb2/indexPubli.htm 2. Cliccare il bottone Applied Tariffs Database posto nel men a destra della pagina. 3. Dal men a tendina selezionare il Paese in cui sintende esportare. 4. Inserire nel campo Product Code le prime 4-6 cifre del codice doganale corrispondente alla merce che sintende esportare. Se non si conosce il codice doganale, possibile inserire nel campo Full text search un nome identificativo del prodotto, in lingua inglese (ad esempio se il prodotto da esportare riso, occorrer scrivere nel campo sopra indicato la parola inglese corrispondente, ossia rice). 5. Il motore di ricerca restituir per quella classe di prodotto un elenco di sotto-classi con relativi dazi. 6. Nella sezione di destra della pagina possibile che vengano proposte due colonne riportanti dazi differenti per lo stesso prodotto. Ci dovuto al fatto che i Paesi di destinazione talvolta applicano trattamenti preferenziali alle merci provenienti da nazioni con le quali sono stati stipulati accordi commerciali. Qualora si verifichi questo caso, occorrer cliccare sulle sigle poste sopra alle colonne riportanti i dazi: in questo modo si potr visionare lelenco dei Paesi ricompresi nella sigla indicata. 7. A questo punto sar possibile individuare il dazio corretto incrociando la riga in cui compare il prodotto dinteresse e la colonna corrispondente allelenco in cui viene inserita lItalia. 8. Infine, la pagina riporta una serie di bottoni di grande utilit posti in alto. Cliccandovi sopra si possono ottenere informazioni ulteriori, come ad esempio, quali sono le certificazioni sanitarie richieste per lesportazione di beni alimentari in quel dato Paese.

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LA CONSEGNA E LA QUALIT DELLA MERCE

4. La consegna e la qualit della merce


Per tutelare il buon fine delloperazione commerciale necessario che limprenditore italiano che vende allestero presti particolare attenzione alla definizione contrattuale delle sue principali obbligazioni: la consegna della merce la qualit della merce. In caso contrario, il venditore italiano va incontro a maggiori probabilit di contestazioni della fornitura, pi o meno fondate o addirittura pretestuose, che spesso mettono a rischio il pagamento del prezzo convenuto, oltre a determinare pericolose responsabilit per danni. Anche limprenditore italiano che compra dallestero deve curare gli aspetti contrattuali della consegna della merce e della sua qualit: altrimenti rischia di ricevere merce non conforme o danneggiata dal trasporto senza potersi rivalere sul fornitore per i danni subiti e senza nemmeno poter ottenere la restituzione del prezzo o liberarsi dallobbligo di pagare. Quindi, laccorta organizzazione degli aspetti relativi alla consegna e alla qualit della merce essenziale sia per chi vende allestero sia per chi compra dallestero. Il connesso aspetto del pagamento, anche sotto il profilo della gestione delleventuale fase di recupero del credito, trattato nel capitolo 5. 4.1 La consegna della merce La vendita internazionale implica normalmente il trasporto delle merci lungo percorsi estesi che richiedono in genere la movimentazione delle merci con mezzi di diverso tipo e lintervento di vari soggetti. Si tratta quindi di unoperazione complessa che comporta elevati rischi per la merce nonch per le operazioni commerciali e produttive nellambito delle quali si colloca la vendita. La merce rischia infatti di subire danni a causa del trasporto, furti o di arrivare a destinazione in ritardo, il che pu causare seri danni al compratore, che necessita della merce per rivenderla o per impiegarla nel proprio processo produttivo. Su chi ricadono questi rischi? Qual il punto oltre il quale limprenditore italiano pu disinteressarsi di questi problemi e, se vende, pretendere comunque il pagamento o, se compra, farsi indennizzare dal venditore straniero? Al fine di limitare questi rischi importante che limprenditore italiano si preoccupi di organizzare contrattualmente i pi rilevanti aspetti relativi al trasporto delle merce, suddivisi secondo le due variabili, tra loro connesse, dello spazio e del tempo, ossia: il luogo della consegna il tempo della consegna. Prima di trattare il rapporto contrattuale tra venditore e compratore in relazione alle obbligazioni di consegna della merce ed alle relative responsabilit, utile fare

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riferimento a due soggetti, terzi rispetto al contratto di vendita, ma che entrano in rapporti contrattuali con il venditore o con il compratore, a seconda dei casi, e che rivestono un ruolo molto importante nella consegna: il vettore e lo spedizioniere. Al fine della consegna della merce allestero, infatti, limprenditore italiano pu trovarsi a concludere: un contratto di trasporto un contratto di spedizione. In base al contratto di trasporto (articoli 1678 e seguenti del codice civile), il vettore si obbliga a trasferire (con mezzi propri o altrui) le merci a destinazione, assumendosi la responsabilit per eventuali danni derivanti da suoi inadempimenti, quali ad esempio ritardi rispetto al termine di riconsegna pattuito oppure perdita o danneggiamento della merce, a meno che tali eventi non gli siano imputabili, come nel caso in cui lavaria della merce sia da attribuirsi al caso fortuito o a vizi dellimballaggio.

In certi casi sar tuttavia anche importante prendere in considerazione le norme che regolano le varie tipologie di trasporto. Ad esempio si consideri che la responsabilit del vettore stradale per perdita o avaria della merce limitata per legge, salvi i casi di dolo o colpa grave in cui i limiti di risarcibilit (1 euro per kg ai sensi del D.lgs 286/2005) non si applicano. Diversamente, nel contratto di spedizione (articolo 1737 e seguenti del codice civile), lo spedizioniere assume esclusivamente lobbligo di concludere con soggetti terzi, in nome proprio ma per conto dellimprenditore che lha incaricato, il contratto di trasporto e di compiere le operazioni accessorie (ad esempio il pagamento dei dazi doganali).

Lo spedizioniere quindi non assume il rischio del trasporto e, pertanto, non responsabile del ritardo, dellavaria o della perdita delle merci trasportate e neppure tenuto a vigilare sulloperato del vettore. Lo spedizioniere risponde delloperato del vettore e degli altri soggetti di cui si avvale nellesecuzione dellincarico solo nel caso in cui sia reso responsabile per una scelta colposa di tali soggetti (da considerarsi assolutamente inidonei) o per comportamenti colposi nel trasmettere loro le istruzioni. Avendo incaricato uno spedizioniere e non un vettore di occuparsi della consegna della merce, quindi, non si potr configurare, salvo i casi di responsabilit per colpa sopra descritti, una responsabilit dello spedizioniere ma semmai solo del vettore

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da questultimo incaricato, che molte volte unimpresa straniera, magari sita in un Paese che offre allimpresa italiana scarse prospettive di uneffettiva tutela dei diritti. Occorre prestare attenzione a questi profili, anche perch sovente accade che la qualificazione del rapporto come contratto di trasporto o come contratto di spedizione non sia immediata, in quanto la maggior parte degli imprenditori del settore svolge entrambe le attivit. 4.1.1 Il luogo di consegna Laccordo delle parti di una fornitura internazionale sul luogo di consegna viene determinato, nella maggior parte dei casi, avendo presenti i costi del trasporto, i quali, a loro volta, influiscono sulla determinazione del prezzo di vendita. Non si deve tuttavia dimenticare che, data la complessit delle operazioni connesse alla consegna della merce nella vendita internazionale, ci sono altri profili rilevanti da tenere in considerazione. Primo fra tutti, in ordine di importanza, il rischio di perdita della merce, per furto o per altre circostanze che ne determinino la distruzione oppure di danneggiamento. Su quale delle due parti della vendita internazionale ricade questo rischio? Primi invece, in ordine temporale, dato che implicano attivit immediate per le imprese coinvolte, sono gli aspetti relativi agli oneri connessi alla consegna nella vendita internazionale: a quale parte, venditore o compratore, spetta porre in essere tutte le varie attivit necessarie, quali la negoziazione e la stipulazione dei vari contratti (trasporto o spedizione, assicurazione) o lespletamento delle pratiche doganali? La pratica del commercio internazionale ha fornito da tempo una valida risposta al problema della regolamentazione dei complessi aspetti sopra citati elaborando, dapprima in via consuetudinaria, dei termini di resa che hanno poi costituito loggetto di codificazione quale quella della Camera di commercio internazionale di Parigi (CCI), dal titolo INCOTERMS2000, oggi molto conosciuta e utilizzata a livello mondiale.

Tale pubblicazione, disponibile in numerose versioni linguistiche (si segnala ledizione bilingue italiano-inglese), costituita da tredici diversi termini di resa (ciascuno contrassegnato da un proprio acronimo costituito da tre lettere maiuscole, univoco in tutte le lingue). Gli INCOTERMS2000 servono a determinare il luogo di consegna e a suddividere con precisione tra le parti di un contratto internazionale di vendita i pi rilevanti aspetti inerenti alla consegna della merce, ossia: oneri (chi deve fare cosa: stipulare contratti, espletare formalit) costi (chi deve pagare il prezzo dei contratti, i dazi doganali) rischi (su chi ricadono le conseguenze della perdita o del danneggiamento della merce). 41

Per facilitarne la comprensione gli INCOTERMS2000 sono raggruppati in 4 categorie. Si rimanda alla pagina internet: http://www.cciitalia.org/incoterms.htm I tredici INCOTERMS2000 forniscono, dunque, alternative diversificate alla ripartizione tra le parti degli oneri, dei costi e dei rischi relativi alla consegna nella vendita internazionale ed hanno lulteriore funzione di svincolare la determinazione di tali aspetti dalle norme in tema di passaggio della propriet previste dalla legge applicabile al contratto internazionale di vendita. Tale aspetto infatti disciplinato in maniera differente nelle varie leggi nazionali, senza contare che la determinazione della legge applicabile al contratto potrebbe non essere di immediata determinazione. Suggerimenti per un utilizzo corretto degli INCOTERMS2000 Per utilizzare correttamente gli INCOTERMS2000 necessario scegliere quello che si addice alle esigenze del caso, spesso a seguito di trattativa col partner commerciale, e richiamarlo espressamente in contratto: ad esempio consegna EXW (Ex Work che equivale a franco fabbrica) Moncalieri INCOTERMS2000 CCI, indicando quindi il luogo ove sita la sede del venditore presso la quale avverr la consegna, oppure FOB Genova INCOTERMS2000 CCI, precisando il porto di imbarco. Questo richiamo contrattuale ha leffetto di recepire nello specifico contratto di vendita tra le parti tutte le norme che compongono lINCOTERM EXW (nel nostro esempio). anche possibile, nei contratti pi complessi, pattuire alcune specifiche deroghe alla clausole che compongono lINCOTERM prescelto, qualora nel singolo caso sia necessaria qualche variante. importante tuttavia non intervenire in modo tale da snaturare lINCOTERM in questione, in quanto, cos facendo, si perderebbe il vantaggio di certezza e prevedibilit che si vuole ottenere con il loro utilizzo. Ad esempio consigliabile non pattuire una consegna FOB in caso di trasporto terrestre: come si potrebbe determinare il cruciale momento della consegna che, nel FOB (Free on board che equivale a franco a bordo), previsto avvenire nel momento in cui la merce oltrepassa la murata della nave nel porto di imbarco stabilito? inoltre da tenere presente che gli obblighi delle parti che derivano dallINCOTERM prescelto hanno unimportante influenza su altri aspetti del contratto, innanzitutto sulla modalit di pagamento (si veda il capitolo 5). Ad esempio del tutto sconsigliabile concordare un pagamento COD quando il termine di resa sia EXW o un altro termine nel quale il vettore non sia incaricato dal venditore. Anche in caso di pagamento tramite lettera di credito, da tenere presente quale parte controlla (in quanto suoi incaricati) i soggetti che devono emettere i documenti da presentarsi in utilizzo del credito documentario.

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Infine da considerare che la scelta del termine di resa, e quindi del luogo di consegna, pu influire, nellUnione europea, su di un altro importante aspetto del contratto internazionale di vendita: la determinazione del giudice competente per la risoluzione delle controversie che eventualmente derivino dal contratto. Il Regolamento CE 44/2001 concernente la competenza giurisdizionale, il riconoscimento e lesecuzione delle decisioni in materia civile e commerciale, stabilisce che, nei casi in cui le parti di un contratto internazionale di vendita non abbiano stabilito quale tribunale debba essere competente per la risoluzione delle eventuali controversie, tale variabile possa determinarsi in base al luogo in cui i beni sono stati o avrebbero dovuto essere consegnati in base al contratto (si veda il capitolo successivo). Esempio Quindi nel caso di un contratto di vendita tra un venditore italiano e un compratore tedesco, per il quale non sia stato stabilito il giudice competente, se il termine di resa pattuito EXW (ossia franco fabbrica Torino, in quanto il venditore ha sede a Torino, il venditore italiano pu rivolgersi al tribunale di Torino per la tutela giudiziaria, incluso il recupero dei crediti. Se invece il termine di resa pattuito DDP (ossia franco destino), il venditore italiano non ha altra scelta se non rivolgersi al tribunale tedesco per la tutela dei propri diritti.

Dove acquistare gli INCOTERMS2000? Alcune tra le pi importanti pubblicazioni della Camera di commercio Internazionale (CCI), compreso il volume INCOTERMS2000, possono essere acquistate presso la Camera di commercio di Torino, che ospita la delegazione torinese della CCI. Contatti Settore Documenti Estero Via San Francesco da Paola 24 - 10123 Torino (3 piano) +39 011 571 63 75 - 4 - 3 - 2 - 1 documenti.estero@to.camcom.it http://www.to.camcom.it/documentiestero Una descrizione dettagliata di tutte le pubblicazioni edite dalla CCI disponibile sul sito della sede italiana: http://www.cciitalia.org/pubblicazioni.htm Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito della CCI: http://www.iccwbo.org

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4.1.2 Il tempo di consegna In tema di termine di consegna, gli obiettivi dellimpresa italiana, se vende allestero o se compra dallestero, possono rivelarsi sostanzialmente opposti. Il venditore italiano pu concordare con il proprio cliente straniero che il termine di consegna non sia vincolante e pattuire che, in caso di ritardo, la sua responsabilit rimanga limitata ad un ammontare non elevato e soprattutto predeterminato, escludendo il rischio che il compratore possa, in conseguenza del ritardo del venditore, ritardare il pagamento, chiedere il risarcimento dei danni subiti o addirittura chiedere la risoluzione del contratto. Tale obiettivo pu essere raggiunto pattuendo una clausola penale (articolo 1382 del codice civile) per il ritardo, la quale pu essere variamente modulata. Al venditore conviene che la penale, in genere formulata in termini percentuali: non sia elevata o comunque si computi in base a intervalli pi lunghi possibile (ad esempio a settimane anzich a giorni) inizi a decorrere dopo un primo periodo determinato di ritardo consentito preveda un tetto massimo. Oltre a quanto cos stabilito, nulla sar pi dovuto dal venditore, anche in caso di ulteriore ritardo o nel caso in cui il compratore abbia subito ulteriori danni. Per esonerare il venditore da responsabilit in caso di ritardo nella consegna anche possibile agire sulla clausola di forza maggiore. Tali clausole, previste nei contratti pi accurati, escludono la responsabilit delle parti nel caso in cui ladempimento agli obblighi contrattuali sia reso impossibile da eventi imprevedibili. Nellinteresse del venditore possibile elaborare queste clausole attenuando i criteri dellimprevedibilit dellevento o dellimpossibilit della prestazione. bene tuttavia ricordare che, secondo la legislazione della maggior parte dei Paesi del mondo, non possibile escludere la responsabilit in caso di dolo della parte inadempiente e, di frequente, nemmeno in caso di colpa grave. La legge italiana infatti stabilisce che sia nullo qualsiasi patto che esclude o limita la responsabilit per dolo o colpa grave (articolo 1229 del codice civile). opportuno quindi, per garantirsi la validit ed efficacia della clausola pattuita, accertare quale legislazione nazionale sia applicabile al contratto. Attualmente la legge applicabile alle obbligazioni contrattuali si determina in base alla Convenzione di Roma (80/934/CEE, ratificata dallItalia con la legge 975/1984) e, per i contratti conclusi dopo il 17 dicembre 2009, in base al Regolamento CE 593/2008, cosiddetto Roma I. Diversi sono invece gli obiettivi dellimpresa italiana che compra dallestero. Il compratore italiano pu infatti pattuire che il termine di consegna sia tassativo e prevedere, anche a scopo deterrente, una sanzione immediata per linadempimento del venditore straniero, oltre a garantirsi il diritto di essere indennizzato di tutti i danni effettivamente subiti o addirittura chiedere la risoluzione del contratto.

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interessante osservare che lo strumento della clausola penale (articolo 1382 del codice civile) si rivela uno strumento utile anche per conseguire la maggior parte di tali obiettivi. In tal caso la penale dovr essere formulata diversamente. Al compratore conviene che la penale, in genere concepita in termini percentuali: sia di adeguata entit e comunque si computi in base a intervalli pi brevi possibile (ad esempio a giorni anzich settimane) inizi a decorrere immediatamente, dal primo giorno di ritardo, senza prevedere periodi di tolleranza non preveda tetti massimi preveda espressamente che, qualora il danno effettivamente subito dal compratore superi limporto dovuto dal venditore a titolo di penale, il compratore abbia diritto di richiedere risarcimento del maggior danno. A tal proposito bene sapere che la penale dovuta per il solo fatto che la consegna stata effettuata dal venditore in ritardo rispetto al termine concordato, anche se il compratore non ha subito danni dovuti al ritardo, e pu essere richiesta anche con strumenti giudiziari pi rapidi e semplici (come i procedimenti ingiuntivi) e addirittura essere riscossa tramite compensazione (in genere parziale) con prezzo di vendita. Per ottenere il risarcimento dei danni, invece, lonere della prova a carico del compratore molto pi gravoso: egli deve infatti provare di aver effettivamente subito i danni (costi o mancato guadagno), stimare la loro entit e dimostrare il nesso causale tra i danni e il ritardo nella consegna. Specie la prova del danno rappresentato dal mancato guadagno spesso complessa, come anche la prova del nesso di causalit tra inadempimento e danno. Queste difficolt lasciano ampio spazio alle eccezioni avversarie e il venditore straniero pu anche sostenere che il risarcimento non sia dovuto, in quanto limpresa italiana non si comportata in maniera diligente (articolo 1227 del codice civile). Il venditore pu anche sostenere che il risarcimento sia dovuto in maniera pi limitata, poich supera lentit del danno prevedibile al momento della conclusione del contratto (articolo 74 della Convenzione di Vienna). Inoltre si consideri che il compratore italiano pu ottenere il risarcimento dei danni, salvo adempimento spontaneo del venditore, solo tramite un procedimento giudiziario pi complesso e di maggior durata (causa di merito), implicante in genere anche lattivit di periti, i cui costi si assommano alle altre spese legali. La clausola penale, quindi, uno strumento utile non solo per il venditore, che pu cos limitare la propria responsabilit, ma anche per il compratore, che si garantisce un indennizzo di pi facile accesso. Infine da ricordare, a proposito dellammontare della penale, che esso pu essere diminuito equamente dal giudice, se manifestamente eccessivo, avuto riguardo, nel nostro caso, allinteresse del compratore alla consegna tempestiva (articolo 1384 del codice civile).

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4.2 La qualit della merce Quando la merce consegnata difettosa? La merce consegnata dal venditore deve essere conforme per qualit e tipo, oltre che per quantit, a quanto previsto nel contratto internazionale di vendita e deve essere confezionata e imballata secondo le modalit stabilite nel contratto (articolo 35 della Convenzione delle Nazioni Unite sulla vendita internazionale di beni mobili, Convenzione di Vienna, ratificata dallItalia con la legge 765/1985). Le parti del contratto internazionale hanno la possibilit di concordare con esattezza le caratteristiche tecniche delle merci vendute e del loro confezionamento e imballaggio.

In assenza di diversi accordi fra le parti, si considera non conforme (articolo 35 della Convenzione di Vienna) la merce che: non sia idonea alluso cui viene destinata normalmente la merce dello stesso tipo non sia idonea alluso particolare che sia eventualmente stato, espressamente o implicitamente, portato a conoscenza del venditore al momento della conclusione del contratto sia difforme da eventuali campioni o modelli non sia imballata o confezionata secondo i criteri usuali per la merce dello stesso tipo (oppure, in assenza di tali criteri, in maniera adatta a conservarla e proteggerla).

Quindi, quando le parti del contratto internazionale di vendita non si sono accordate sulle caratteristiche tecniche delle merci vendute e sul loro confezionamento e imballaggio, suppliscono i criteri previsti dalla legge applicabile, che in molti casi sar la norma sopra esposta. Come si vede si tratta di criteri necessariamente generici (come determinare luso normale di un tipo di prodotto? Come stabilire se il compratore ha, anche implicitamente, portato a conoscenza del venditore un uso particolare?), che comportano notevoli margini di incertezza e, necessitano, per la loro determinazione, di onerose attivit giudiziarie (di frequente anche implicanti lattivit di periti, i cui costi si sommano alle altre spese legali). Per questi motivi di estrema importanza, nellinteresse di entrambe le parti, che il contratto internazionale di vendita precisi, in specifici allegati tecnici, le caratteristiche tecniche del prodotto venduto. Tali allegati saranno pi o meno articolati, a seconda della complessit del prodotto (in certi casi si tratter di una semplice scheda tecnica) e dovranno essere sottoscritti, o altrimenti validamente concordati, insieme al contratto. Le caratteristiche delle merci vendute, che sono state cos pattuite, dovranno sussistere al momento della consegna e in genere permanere per un certo tempo successivo.

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Quanto dura la garanzia? Che diritti ha il compratore e che obblighi ha il venditore in caso di merci difettose? Cosa deve fare il compratore e cosa deve fare il venditore in caso di merci difettose? Le condizioni della garanzia possono essere liberamente concordate tra le parti, almeno tra venditori e compratori professionisti (gli imprenditori che vendono ai consumatori, invece, devono osservare, nei rapporti con questi ultimi, alcune norme di legge inderogabili). In assenza di diverse pattuizioni contrattuali, si applica spesso la Convenzione di Vienna (articolo 39), che stabilisce lobbligo del compratore di denunciare il difetto di conformit al venditore, precisandone la natura, entro un termine ragionevole dal momento in cui lha scoperto o avrebbe dovuto scoprirlo. Si ricorda che il compratore tenuto ad esaminare o far esaminare la merce nel termine pi breve possibile, al pi tardi allarrivo delle merci a destinazione (articolo 38). ll venditore non , tuttavia, responsabile solo per i difetti gi evidenti al momento della consegna, ma anche per i difetti occulti, ossia che si manifestino solamente in un momento successivo (articolo 36). A meno che le parti non si siano diversamente accordate, la Convenzione di Vienna fissa la durata della garanzia a due anni dalla consegna (articolo 39).

Sempre in assenza di diverse previsioni contrattuali, la Convenzione di Vienna stabilisce che, in caso di difetti della merce venduta, il compratore ha i seguenti diritti (articolo 46): chiedere al venditore la consegna di merce sostitutiva, a condizione che il difetto di conformit costituisca inadempimento essenziale (ossia cagioni al compratore un pregiudizio tale da privarlo sostanzialmente di ci che egli aveva diritto di attendersi dal contratto, articolo 25) chiedere al venditore la riparazione delle merci difettose, sempre che ci non sia irragionevole, tenuto conto di tutte le circostanze far valere il diritto al risarcimento del danno (articolo 47). Si precisa che la richiesta di sostituzione o di riparazione deve essere effettuata insieme alla denuncia dei difetti oppure entro un termine ragionevole da essa.

Nel caso in cui, invece, a propria discrezione, il compratore non sia pi interessato alladempimento del venditore, egli ha i seguenti diritti: dichiarare risolto il contratto, se linadempimento del venditore costituisca inadempimento essenziale (articolo 49) ottenere, nel caso in cui la non conformit della merce non costituisca inadempimento essenziale, una riduzione di prezzo proporzionale alla differenza tra il valore della merce consegnata e quello della merce conforme (articolo 50) far valere il diritto al risarcimento del danno (articolo 45).

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Per evitare un quadro di riferimento in parte scarsamente definito (es. come determinare se una denuncia di difetti tardiva, alla luce del termine ragionevole previsto per la denuncia dalla Convenzione di Vienna?) e in parte che lascia discrezionalit al compratore nella scelta dei rimedi, oltre al diritto al risarcimento di tutti i danni, opportuno prevedere nel contratto una dettagliata clausola di garanzia. Oltre a limitare le responsabilit del venditore e a ostacolare le denuncie di difetti pretestuose, tale clausola ha limportante funzione, per il venditore e per il compratore, di rendere le condizioni di garanzia adeguate al prodotto specifico e compatibili con lorganizzazione dellimpresa che vende e compra e che deve impiegare il prodotto acquistato nella propria attivit produttiva o commerciale. In considerazione delle differenze di disciplina che possono esserci tra le varie legislazioni nazionali, consigliabile inserire nel contratto delle clausole di garanzia che prevedano le conseguenze di uneventuale inidoneit dei beni venduti rispetto a quanto promesso nel contratto. Tali conseguenze possono essere ad esempio la semplice riparazione del bene venduto e/o la sua sostituzione, la corresponsione di una somma massima a titolo di risarcimento, lindividuazione di un metodo per calcolare il danno risarcibile. La clausola di garanzia pu avere vari contenuti, a seconda dei casi, tuttavia si suggeriscono alcuni aspetti che pu essere utile regolare: limitazione delle tipologie di difetti garantiti (tra cui progettazione, materiali, fabbricazione) specificazione del termine per la denuncia dei difetti (ad esempio 15 giorni) e relativi requisiti (ad esempio per iscritto) specificazione del termine di durata della garanzia (ad esempio 1 anno) limitazione dei rimedi cui si obbliga il venditore in caso di difettosit (ad esempio sostituzione o riparazione, a discrezione del venditore) esonero di responsabilit del venditore se non ricorrono determinate condizioni (ad esempio la conservazione della merce in determinate condizioni climatiche, osservanza di determinate condizioni di uso e manutenzione) delle quali anche possibile far ricadere sul compratore lonere della prova) limitazione della responsabilit tramite previsione di un plafond e tramite previsione di una franchigia limitazione della garanzia a cascata ossia della garanzia concessa dal soggetto che ha venduto la merce al venditore oppure addirittura cessione di tale garanzia, con parallelo esonero del venditore.

Dato il carattere derogabile della Convenzione di Vienna, in tale ambito applicativo, le parti sono libere nella regolamentazione contrattuale delle condizioni di garanzia, salvo il gi ricordato limite inderogabile del dolo o colpa grave del venditore (articolo 1229 del codice civile).

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Oltre a quanto qui esposto in merito alle obbligazioni contrattuali inerenti la qualit dei prodotti, non sono da dimenticare le norme di carattere extracontrattuale relative alla responsabilit per danni causati da prodotti difettosi, che consentono al danneggiato di by-passare leventuale catena distributiva e di rivolgersi direttamente al responsabile, salve eventuali successive rivalse.

La sicurezza dei prodotti In merito al tema della sicurezza generale dei prodotti, con attenzione anche allaspetto contrattualistico e al ruolo dei soggetti coinvolti (fornitori, distributori, clienti finali), si segnala, sempre nellambito della collana Unione europea. Istruzioni per luso, la pubblicazione n. 1/2007 I requisiti di sicurezza dei prodotti in UE, USA, India e Cina, scaricabile alle pagine: http://www.to.camcom.it/guideUE http:/www.pie.camcom.it/sportello.europa

La normativa comunitaria e nazionale: come reperirla on line? Nella presente guida si citano vari riferimenti legislativi comunitari. Da qualche anno possibile accedere gratuitamente, tramite appositi siti internet, alla normativa comunitaria. In particolare, tra gli strumenti pi utili, si segnala: il portale Eur-lex: http://eur-lex.europa.eu Per quanto riguarda la normativa italiana si segnalano i seguenti siti internet: http://www.gazzettaufficiale.it Il portale norme in rete: http://www.normeinrete.it Per quanto riguarda specificatamente i testi legislativi attuativi delle Direttive comunitarie a partire dal 1996 sono raccolti sul sito internet del Parlamento italiano: http://www.parlamento.it/parlam/leggi/deleghe/dlattcee.htm

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IL PAGAMENTO E LEVENTUALE RECUPERO DEL CREDITO

5. Il pagamento e leventuale recupero del credito


La cruciale fase del pagamento nella vendita internazionale, il cui buon fine condizione del successo delloperazione intrapresa, merita considerazione sotto due profili, distinti ma tra loro connessi, che devono essere studiati e negoziati sin dalla fase precontrattuale, al fine di entrare a far parte dellaccordo contrattuale: la scelta del mezzo di pagamento o delleventuale garanzia del pagamento la scelta della modalit di risoluzione delle eventuali controversie, incluso il recupero del credito. Quanto sopra vale sia quando limpresa italiana vende allestero sia quando compra dallestero. In questultimo caso il pagamento deve poter essere (almeno in parte) condizionato alla consegna tempestiva di merce conforme, in caso contrario il compratore rischia di venirsi a trovare sostanzialmente nella stessa situazione del venditore che non riuscito ad incassare il prezzo di vendita, ossia deve recuperare un credito allestero (pari al prezzo indebitamente pagato, oltre al risarcimento degli eventuali danni subiti), ma addirittura con maggiori oneri processuali e probatori. 5.1 I mezzi di pagamento e le garanzie La scelta del mezzo e delle garanzie di pagamento deve essere fatta caso per caso alla luce di considerazioni relative al rischio politico del Paese ove ha sede il partner straniero, allefficienza del relativo sistema giudiziario ed alla effettiva accessibilit dello stesso (si pensi ad esempio ai costi della giustizia e della difesa).

Tra le principali modalit di pagamento si ricordano: il credito documentario o lettera di credito il CAD (Cash Against Documents) il COD (Cash on Delivery)

Il credito documentario, altres detto lettera di credito (Letter of Credit), disciplinato dalle Norme ed Usi Uniformi relativi ai Crediti Documentari NUU 600/07, indubbiamente il pi sicuro dei mezzi di pagamento nel commercio internazionale, a condizione che, oltre ad essere irrevocabile, sia confermato da una banca italiana o comunque comunitaria. La lettera di credito permette di avere, per un certo periodo di tempo, pari alla durata del credito stesso, un secondo soggetto che si obbliga a pagare una somma pari al prezzo del contratto e, soprattutto, un soggetto pi solvibile e pi affidabile del compratore straniero, in quanto si tratta di un istituto di credito italiano o comunque di un Paese comunitario (nei cui confronti, quindi, limpresa italiana pu anche intraprendere iniziative giudiziarie, se necessario). Lo strumento non altrettanto utile se il credito non confermato e la banca italiana

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ha il ruolo di mera avvisante, in quanto, in caso di controversie, limpresa italiana si troverebbe a dover agire nei confronti della banca emittente, che in genere ha sede nel medesimo Paese del compratore straniero (Paese nel quale si valutato sconsigliabile, per limpresa italiana, il ricorso alla giustizia). Il credito documentario, come indica il nome stesso, si basa su documenti che le banche, lemittente e la confermante, hanno mandato di controllare, sbloccando i fondi qualora li ritengano conformi alle previsioni della stessa lettera di credito. Ecco perch importante che limpresa italiana che vende con lettera di credito si riservi contrattualmente il diritto di influire sul testo della lettera di credito nonch il controllo sui documenti da presentare in suo utilizzo. Si consideri infine che la lettera di credito tutela anche il compratore, a condizione che lesatta esecuzione del contratto possa venire incorporata nei documenti. Non infrequente, per esempio, subordinare almeno una parte del pagamento alla presentazione di un certificato di collaudo approvato da entrambe le parti.

Le pubblicazioni della Camera di commercio Internazionale In materia di crediti documentari, segnaliamo due pubblicazioni della CCI: Guida alle Operazioni di Credito Documentario e Norme ed usi uniformi relativi ai crediti documentari NUU 600/07. Una descrizione dettagliata di tutte le pubblicazioni edite dalla CCI, ordinabili on line, disponibile sul sito: http://www.cciitalia.org/pubblicazioni.htm

Nel caso si scelga il CAD, Cash Against Documents (pagamento contro documenti o documentata incasso), il venditore, spedita la merce, consegna alla propria banca i documenti rappresentativi delle merci e gli altri documenti necessari al compratore per sdoganare la merce, affinch questa, interfacciandosi con una banca del Paese del compratore, li presenti a questultimo, incassando il prezzo di vendita. Le istruzioni del venditore devono stabilire le modalit secondo le quali la banca incaricata deve consegnare la documentazione al compratore. In caso di indicazione della clausola a vista la banca estera pu consegnare i documenti al compratore solo dietro pagamento in contanti del prezzo di vendita.

Laccettazione di cambiali invece espone a ulteriori rischi al buon fine delloperazione ( necessario prestare attenzione perch non sempre allestero esse rappresentano titoli esecutivi come nel nostro ordinamento).

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Nel CAD, dunque, il compratore dovrebbe effettuare il pagamento quando la merce gi in viaggio o addirittura gi pervenuta nel suo Paese ma, almeno teoricamente, prima di avere la possibilit di esaminarla. La merce infatti dovrebbe essergli consegnata solo dopo il pagamento e, quindi, il ritiro dei documenti, ma di fatto il venditore corre frequentemente il rischio che il compratore non ritiri i documenti (perch, ad esempio, ha saputo di riserve sulla polizza di carico, per sopravvenute difficolt finanziarie o per il ritardo con cui sono arrivati i documenti, mentre nel frattempo sono maturate ingenti spese di sosta che fanno desistere il compratore dal ritirare le merci). In tal caso la merce potr essere messa allasta dalle autorit portuali o doganali del Paese di destinazione oppure sar il venditore a dover trovare un altro acquirente che la compri (a prezzo di realizzo) o addirittura a riportarla in Italia, con tutti gli oneri del caso (spese di andata, giacenza e ritorno). Come si vede lo strumento presenta elevati margini di rischio, cui si aggiunga che le banche che intervengono nelloperazione, a differenza della lettera di credito, non hanno lobbligo di verifica della regolarit e conformit dei documenti ma solo della buona esecuzione delle istruzioni ricevute dal venditore, senza tuttavia che la banca italiana possa essere ritenuta responsabile nel caso in cui le istruzioni non vengano eseguite dalla banca del Paese del compratore, nemmeno quando sia una sua corrispondente. Si consideri che questa forma di pagamento inadeguata al trasporto su strada, in quanto il documento di trasporto stradale non rappresentativo della merce, quindi non indispensabile per ottenere dal vettore la consegna della merce. Anche il CAD oggetto di una pubblicazione della Camera di commercio internazionale di Parigi, la 522/1996 Norme uniformi relative agli incassi. Infine, nel caso del COD, Cash on delivery (pagamento contrassegno), lo spedizioniere/ vettore riceve lincarico di consegnare la merce al compratore solo dietro la corresponsione del prezzo. Si tratta quindi di un pagamento contestuale alla consegna della merce. Perch questa forma di pagamento possa essere efficace necessario che il vettore venga incaricato dal venditore e non dal compratore (quindi sconsigliabile, ad esempio, se la consegna stata pattuita EXW, ossia Franco fabbrica) e che il mandato conferito al vettore sia dettagliato e contenga le condizioni tassative cui subordinata la consegna della merce. Anche in questo caso si sconsiglia laccettazione di assegni o cambiali, per i motivi gi ricordati al punto precedente, mentre sar preferibile la consegna di attestazione bancaria di avvenuto trasferimento dei fondi, irrevocabile ed incondizionato, a favore del venditore, oppure, naturalmente, la consegna di contanti. Occorre infine prevedere il possibile mancato pagamento e la conseguente mancata consegna della merce e richiedere pertanto un acconto per coprire le spese di trasporto. 52

Oltre ai mezzi di pagamento sopra commentati, esistono anche degli strumenti di garanzia del pagamento, di carattere fideiussorio, ai quali possibile ricorrere, avendoli previsti tempestivamente, in caso di mancato pagamento da parte del compratore. Tra i pi diffusi si ricorda la lettera di credito stand-by e la clausola di riserva di propriet.

La lettera di credito Stand-by (Stand-by Letter of Credit), regolamentata dalla pubblicazione CCI 590/99 International Standby Practices ISP 98, costituisce un impegno della banca emittente a pagare al beneficiario dietro sua eventuale richiesta di rimborso (solitamente a mezzo di una sua semplice dichiarazione di inadempimento da parte dellordinante degli impegni contrattuali ed eventualmente, le copie dei documenti di spedizione), qualora tale pagamento non sia stato effettuato entro i termini e secondo le condizioni specificati nella lettera Stand-by. Questa garanzia di pagamento si presta ad essere utilizzata anche in contratti diversi dalla vendita, e, in questultimo caso, specialmente per spedizioni per via aerea: le merci e i documenti viaggiano insieme, evitando che i beni debbano essere gravati, a destinazione, da spese di sosta e magazzinaggio in attesa della documentazione, tra laltro impedendo al compratore di sdoganare la merce (come potrebbe invece accadere in caso di lettera di credito). Al fine della valutazione dellopportunit di utilizzare questo strumento, utile tenere presente che la banca emittente non responsabile, tra laltro, della verifica dei documenti presentati n delloperato dei terzi da essa incaricati, nemmeno dei propri corrispondenti, ma, soprattutto, che, in caso di inadempimento della banca, il beneficiario pu trovarsi senza altra scelta che non agire in giudizio nel Paese del compratore, dato che anche la banca emittente si trova in quel Paese, il che potrebbe non essere unalternativa auspicabile. La clausola di riserva di propriet infine uno strumento di tutela del credito di carattere contrattuale che consente, ove validamente prevista, di ritardare il passaggio della propriet dei beni venduti fino al completo pagamento del prezzo. In caso di inadempimento il venditore avr diritto alla restituzione dei beni consegnati, dei quali non ha mai smesso di essere proprietario. Sono tuttavia da segnalare alcune cautele nellutilizzo di questo strumento: innanzitutto da considerare che leffettiva tutela del venditore dipende dal fatto che le merci si trovino ancora nel magazzino del compratore, o comunque che non siano state cedute a terzi in buona fede, nei confronti dei quali il venditore non ha diritto di rivendicarle. bene ricordare anche che leffettiva possibilit di ottenere la restituzione dei beni non pagati di fatto condizionata, specie in caso di fallimento, dallidentificabilit dei beni in questione rispetto a quelli di altri fornitori eventualmente presenti nel magazzino del debitore oppure rispetto a precedenti forniture dello stesso venditore regolarmente pagate. Inoltre, in assenza di una disciplina internazionale uniforme di questa materia, trovano applicazione le diverse leggi nazionali, che non sempre riconoscono la possibilit 53

del venditore di riservarsi la propriet dei beni venduti fino allintegrale pagamento del prezzo e, in caso affermativo, differiscono sugli adempimenti richiesti (es. iscrizione in pubblici registri) affinch tale clausola sia opponibile al compratore e, soprattutto, ai suoi creditori ovvero al fallimento del compratore eventualmente intervenuto. La legge italiana (articoli 1523 e seguenti del codice civile) stabilisce che la riserva della propriet opponibile ai creditori del compratore, solo se risulta da atto scritto avente data certa anteriore al pignoramento. In particolare, il D.lgs. 231/2002, in recepimento della Direttiva 2000/35/CE, ha stabilito che la riserva della propriet opponibile ai creditori del compratore se preventivamente concordata per iscritto tra il venditore ed il compratore e se confermata nelle singole fatture delle successive forniture aventi data certa anteriore al pignoramento.

Lassicurazione del credito di Sace Sace (Servizi Assicurativi del Commercio Estero Spa) unagenzia di credito allesportazione e assume in assicurazione e/o in riassicurazione i rischi a cui sono esposte le aziende italiane nelle loro transazioni internazionali e negli investimenti allestero. Sace controllata al 100% dal Ministero dellEconomia e delle Finanze e offre polizze per assicurare il credito verso i clienti delle aziende che si rivolgono a lei, polizze sulla vita e sui rischi di costruzione. Oltre a ci ha servizi di protezione degli investimenti, fornisce cauzioni e garanzie finanziarie, in particolare lassicurazione del credito, la riduzione o il trasferimento verso terzi dei rischi di insolvenza. Lassicurazione comprende, in senso economicofinanziario, anche la gestione e il finanziamento del credito. Per maggiori informazioni su servizi e prodotti: http://www.sace.it A livello piemontese possibile richiedere informazioni in merito contattando lo Sportello Sprint Piemonte, competente per il territorio piemontese su questi temi. Lo Sportello Regionale per lInternazionalizzazione offre assistenza nella gestione del processo di internazionalizzazione: promozione, penetrazione commerciale, gestione ed assicurazione del credito, investimenti allestero. Gli Sportelli Regionali per lInternazionalizzazione sono stati costituiti secondo modalit organizzative convenute tra il Ministero del Commercio con lEstero e le singole Regioni. Alla loro attivit prendono parte lICE, la SIMEST, la SACE, le associazioni di categoria, il sistema camerale, le banche e, pi in generale, tutti i soggetti impegnati nel sostegno del sistema produttivo regionale. Per ulteriori informazioni: http://www.intersportello-piemonte.it

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5.2 Il recupero del credito Come fare se, nonostante le tutele di carattere contrattuale di cui alle pagine precedenti, il credito rimane, magari solo in parte, non pagato? Quando le parti hanno sedi in Paesi diversi le difficolt sono maggiori rispetto a quando il rapporto commerciale intercorso con un partner nazionale, innanzitutto in quanto si pongono a confronto i due diversi sistemi giuridici dei Paesi di appartenenza delle parti, quindi, prima ancora di risolvere la controversia concreta, necessario dare una risposta ad alcune importanti questioni preliminari: a che giudice pu rivolgersi? A quello italiano o a quello straniero? Quali norme saranno applicabili alla controversia, quelle della legge italiana o del Paese del partner? Quanto durer la controversia e quali ne saranno i costi per limpresa?

del tutto consigliabile che limpresa si ponga questi interrogativi prima di concludere laffare con il partner straniero, in tal modo potr negoziare la soluzione pi rapida, meno costosa e pi cautelativa dei suoi interessi, oppure, non riuscendoci, valuter anche questo aspetto nel generale rischio dimpresa comportato dalloperazione.

In questa seconda parte del capitolo si forniranno indicazioni in merito alla varie possibilit a disposizione dellimpresa italiana. Nel contesto comunitario la strada spianata dai seguenti principali interventi normativi: Regolamento CE 44/2001 che consente il riconoscimento e lesecuzione in tutta lUnione europea delle sentenze civili e commerciali emesse in tutti gli altri Paesi comunitari e stabilisce le regole per determinare il giudice competente Regolamento CE 805/2004 che istituisce il titolo esecutivo europeo e che consente di eseguire sentenze e altri atti riguardanti crediti non contestati in un altro Paese comunitario senza alcun procedimento di riconoscimento Regolamento CE 1896/2006 che istituisce un nuovo procedimento europeo dingiunzione di pagamento. Infine si accenna, come ulteriori possibili soluzioni, alle strategie alternative alla causa civile rappresentate dallarbitrato, che costituisce spesso lunica strada percorribile per la soluzione delle controversie con partner aventi sede al di fuori dellUnione europea, e dalla conciliazione, questultima avente natura stragiudiziale. 5.2.1 La determinazione del giudice competente In base al Regolamento CE 44/2001, la parti di un contratto internazionale sono libere di scegliere quale giudice deve essere competente per la risoluzione delle eventuali controversie, incluso il recupero dei crediti (articolo 23). La scelta deve essere espressa validamente e questo implica che limpresa ponga particolare attenzione al processo di negoziazione e al conseguente momento conclusivo dellaccordo, che spesso rappresentato da uno scambio di documenti (offerta, ordine, conferma dordine) 55

nel quale si rischiano incertezze su quali siano le condizioni effettivamente concordate dalle parti. Spesso le parti hanno, sulla scelta del giudice competente italiano o straniero, interessi contrapposti, in quanto, in linea generale, ogni impresa ha interesse a standardizzare al massimo le proprie procedure, inclusi i recuperi crediti: in questo senso potersi rivolgere al proprio tribunale comporta in genere costi minori e un maggior grado di prevedibilit dellimpegno e dellesito. Qualora le parti non abbiano (validamente) concordato quale giudice, se quello italiano o quello straniero, debba essere competente per la risoluzione delle controversie derivanti dal contratto, incluso il recupero crediti, limprenditore italiano si trova di fronte alle seguenti alternative: pu rivolgersi al giudice straniero competente per la sede della parte contro cui si agisce in giudizio, quindi, nel caso di recupero del credito, il compratore/ debitore (articolo 2) pu rivolgersi al giudice del luogo (situato in uno Stato membro) in cui avvenuta o sarebbe dovuta avvenire la consegna delle merci in base al contratto di vendita oppure, nel caso di prestazione di servizi, il luogo (situato in uno Stato membro) dove avvenuta o sarebbe dovuta avvenire la prestazione dei servizi (articolo 5.1.b). Si intende che il primo criterio esposto pu portare alla competenza del giudice italiano qualora lazione legale prenda le mosse dal compratore straniero insoddisfatto per i difetti della merce, per il ritardo nella consegna o altro. Il secondo criterio, invece, come gi esposto, avvalora limportanza del luogo di consegna, ossia del termine di resa convenuto (si veda il paragrafo 4.1.1). 5.2.2 Il titolo esecutivo europeo LUnione europea ulteriormente intervenuta con il Regolamento CE 805/2004 per agevolare la soluzione delle controversie in materia civile e commerciale e, in particolare, il recupero dei crediti.

In base a detta norma, possono diventare titolo esecutivo europeo: le decisioni giudiziarie emesse da un giudice di uno Stato membro le transazioni giudiziarie gli atti pubblici (la cui autenticit sia attestata da autorit pubblica dello Stato membro da cui proviene) che abbiano ad oggetto crediti non contestati (articolo 3).

Un credito si considera non contestato se: il debitore lha espressamente riconosciuto nellambito di un procedimento giudiziario (articolo 3.1.a) il debitore lha espressamente riconosciuto in un atto pubblico (articolo 3.1.d, forma con la quale pu essere stipulata anche una transazione stragiudiziale) 56

il debitore non lha mai contestato nel corso del procedimento giudiziario (articolo 3.1.b, quale da considerarsi il decreto ingiuntivo non opposto entro il termine) il debitore, pur avendo contestato inizialmente il credito stesso nel corso del procedimento, non comparso, nemmeno tramite rappresentante, ad unudienza, sempre che tale comportamento equivalga a unammissione tacita del credito o dei fatti sostenuti dal creditore (articolo 3.1.c).

Con lapplicazione del Regolamento CE 805/2004 quindi possibile ottenere con un semplice modulo, se ricorrono le condizioni di cui sopra, il titolo esecutivo europeo sia per le decisioni giudiziarie (inclusi decreti ingiuntivi non opposti), sia per le transazioni giudiziarie e gli atti pubblici, cos evitando gli adempimenti normalmente necessari per lesecuzione di una sentenza in un altro Stato dellUnione europea.

Non da dimenticare per che, per potersi avvalere del titolo esecutivo europeo, necessario rispettare, in caso di mancata scelta del giudice competente, le regole sulla competenza giurisdizionale stabilite dal Regolamento CE 44/2001 (si veda paragrafo precedente), con la gi ricordata rilevanza dellINCOTERM prescelto.

5.2.3 La nuova ingiunzione di pagamento europea Sempre sulla via della semplificazione e dellaccelerazione del recupero dei crediti in materia in materia civile e commerciale in altri Stati membri, lUnione europea ha recentemente emanato il Regolamento CE 1896/2006, che istituisce una nuova procedura ingiuntiva detta ingiunzione di pagamento europea.

Questo strumento caratterizzato da sostanziali novit volte ad agevolare il percorso di recupero del credito, specie da parte delle imprese che avranno modo di organizzare internamente le relative attivit, dato che: non necessariamente richiesta lassistenza di un avvocato la procedura si svolge tramite moduli prestampati il termine per il pagamento o per lopposizione pi breve di quello del decreto ingiuntivo ordinario (di norma 30 giorni anzich 50) possibile rinunciare preventivamente al giudizio in caso di contestazioni promosse in via di opposizione da parte del debitore.

Per utilizzare questo nuovo strumento, supplementare e alternativo (non sostitutivo) rispetto al procedimento ingiuntivo ordinario, deve trattarsi di crediti di denaro, determinati e scaduti. La domanda di ingiunzione pu essere richiesta dallimpresa direttamente al giudice competente (determinato in base al Regolamento CE 44/2001) compilando un modulo 57

allegato al Regolamento e fornendo alcune informazioni, principalmente relative al creditore e al debitore (nome, indirizzo) ed al credito (importo, fatture, interessi, rapporto e circostanze da cui il credito deriva). La procedura prosegue tramite moduli: il giudice pu chiedere integrazioni o rettifiche della domanda e emettere lingiunzione che il debitore pu contestare, instaurando un giudizio di opposizione ordinario, entro 30 giorni. Tuttavia, novit molto interessante, limpresa creditrice pu dichiarare di essere contraria al passaggio al procedimento ordinario in caso di opposizione da parte del debitore. La domanda pu sempre essere riproposta, anche in via ordinaria. Dettagli in merito sono disponibili sul sito comunitario: http://europa.eu/legislation-summaries/index_it.htm (selezionare Giustizia, libert e sicurezza/Cooperazione giudiziaria in materia civile) 5.2.4 Le strade alternative alla giurisdizione statale: arbitrato e conciliazione Larbitrato e la conciliazione sono strumenti con cui si possono risolvere le controversie commerciali, che si pongono come alternativi rispetto alla via giudiziaria. Si tratta infatti di procedure gestite da soggetti diversi dal giudice statale, che possono essere scelte per motivi vari, tra cui i tempi pi brevi e la maggior riservatezza, ma che differiscono profondamente tra loro per il carattere e lefficacia. Larbitrato Si pu ricorrere allarbitrato se le parti hanno espresso questa scelta al momento della conclusione del contratto, prevedendo unapposita clausola, oppure, cosa che avviene di rado, sottoscrivendo un compromesso arbitrale quando insorge la controversia.

Per la soluzione delle controversie delle PMI, un valido strumento rappresentato dallarbitrato rituale ed amministrato, ossia gestito da unistituzione, in base ad un regolamento da essa predisposto. Questo tipo di arbitrato conduce ad una decisione, il lodo rituale, che ha efficacia di sentenza, e dunque, pur con altre forme, ha la medesima funzione del giudizio statale.

Altri tipi di arbitrato, che si ritengono meno consigliabili per le controversie delle PMI allestero, sono invece: larbitrato irrituale, che conduce ad un lodo che ha un mero valore negoziale (e non di sentenza) larbitrato che non amministrato da unistituzione arbitrale (arbitrato ad hoc) che non consente di beneficiare dellorganizzazione dellistituzione arbitrale, del suo regolamento (che ne disciplina i tempi) e del suo tariffario (che ne disciplina i costi).

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Oltre ai motivi sopra accennati che possono condurre limpresa italiana a preferire larbitrato rituale amministrato alla giustizia statale per la soluzione delle proprie controversie commerciali, anche internazionali, non si dimentichi che esso rappresenta una scelta fortemente consigliabile nei rapporti con i partner aventi sede fuori dallUnione europea. Infatti, ad eccezione di pochi Paesi con i quali lItalia ha stipulato accordi bilaterali sul reciproco riconoscimento delle sentenze, al di fuori dellUnione europea le sentenze italiane non sono facilmente eseguibili a causa dei complessi e incerti procedimenti (detti exequatur) previsti, nei vari Paesi stranieri, per il vaglio delle sentenze estere. I lodi arbitrali possono invece trovare esecuzione grazie ad una convenzione internazionale di ampio consenso mondiale: attualmente 144 Paesi hanno ratificato la Convenzione di New York del 1958 impegnandosi al reciproco riconoscimento ed esecuzione dei lodi arbitrali. Per approfondimenti, si veda il sito della Commissione delle Nazioni Unite per il Diritto Commerciale Internazionale (UNCITRAL): http://www.uncitral.org

La Camera Arbitrale del Piemonte In materia di arbitrato, le Camere di commercio piemontesi hanno collaborato tra loro per offrire un servizio uniforme sul territorio; dal 1995 stata infatti istituita la Camera Arbitrale del Piemonte, che gestisce le procedure di arbitrato e quelle di conciliazione relative al contenzioso tra imprese. Dal 2004 la Camera Arbitrale del Piemonte si rinnovata, con la partecipazione a livello regionale, anche degli ordini professionali: avvocati, dottori commercialisti ed esperti contabili, notai. La Camera Arbitrale del Piemonte ha predisposto modelli di clausole arbitrali e di compromessi che possono essere inseriti nei contratti o adattati secondo le esigenze e possono essere reperiti, insieme al regolamento ed al tariffario, sul sito internet dellente: http://www.pie.camcom.it/cameraarbitralepiemonte

La conciliazione/mediazione In alternativa ad un procedimento contenzioso (giudizio statale o arbitrato) limprenditore pu decidere di intraprendere una trattativa con la controparte estera per ricercare una soluzione concordata della controversia: per una maggiore efficacia, anzich negoziare direttamente, le parti possono scegliere di farsi assistere da un terzo neutrale, il quale ha la funzione di favorire la comunicazione tra esse e, al di fuori della logica torto/ragione, propria dellapproccio giudiziale, condurle verso un accordo che sia per entrambe soddisfacente.

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Il conciliatore, diversamente da un giudice o un arbitro, non impone alcuna soluzione ma aiuta le parti a trovare esse stesse un possibile accordo: la conciliazione infatti uno strumento di risoluzione delle controversie commerciali informale e volontario che, in caso di insuccesso, non impedisce di rivolgersi successivamente al giudice ordinario o allarbitro mentre, in caso di esito positivo, laccordo raggiunto ha il valore di un contratto, che forse avr maggiori probabilit di essere rispettato dalle parti in quanto condiviso auspicabilmente in unottica di conservazione dei rapporti. In ogni caso i diritti delle parti basati sullaccordo conciliativo possono essere tutelati in giudizio con le modalit esposte nei punti precedenti.

La conciliazione una procedura volontaria, riservata, rapida e poco costosa; essa pu essere attivata in qualsiasi momento, prima o anche durante una lite giudiziaria: inoltre possibile prevederne il ricorso inserendo nel contratto una clausola che impegni le parti a tentare la via conciliativa prima di intraprendere altre strade.

La conciliazione, ancora poco conosciuta in Italia, invece molto sviluppata allestero: diverse recenti iniziative legislative intendono favorirne lo sviluppo. Per ulteriori informazioni sui servizi in Piemonte: http://www.pie.camcom.it/cameraarbitralepiemonte Per maggiori informazioni sulla conciliazione delle Camere di commercio: http://www.conciliazione.camcom.it

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REGOLE SETTORIALI

6. Regole settoriali
Nel presente capitolo sono approfondite le principali regole per limport-export di alcune tipologie di prodotti tra i quali alcolici, alimentari, tessili, e sono fornite indicazioni in merito alle regole generali per la commercializzazione di prodotti sul mercato comunitario. 6.1 Alcolici 6.1.1 Il regime delle accise Laccisa unimposta indiretta, applicata alla produzione o al consumo di determinati prodotti (prodotti petroliferi, bevande alcoliche, tabacchi). Il legislatore comunitario, allo scopo di abolire, o attenuare, gli ostacoli che si frapponevano allinterscambio tra gli Stati membri dei prodotti soggetti ad accisa, intervenuto con una serie di Direttive volte allarmonizzazione delle imposte in questione. Il processo di armonizzazione riguarda le accise aventi ad oggetto le bevande alcoliche, gli olii minerali, i tabacchi lavorati e i prodotti energetici. Con la Direttiva 92/12/CEE del 25 febbraio 1992 (e successive modifiche), sono state dettate le norme relative al regime generale, alla detenzione, alla circolazione e ai controlli dei prodotti soggetti ad accisa. Tale Direttiva, con effetto dal 1 aprile 2010, sar sostituita dalla Direttiva 2008/118/CE del 16 dicembre 2008. Riguardo alle bevande alcoliche: con la Direttiva 92/83/CEE del 19 ottobre 1992 stato istituito un sistema armonizzato delle accise che gravano sulle bevande alcoliche e sullalcol contenuto in altri prodotti con la Direttiva 92/84/CEE del 19 ottobre 1992 stato attuato il ravvicinamento delle aliquote delle accise sullalcol, sulle bevande alcoliche, sui prodotti intermedi, sul vino, sulla birra, fissando percentuali minime di applicazione.

Definizioni importanti Prima di esaminare le procedure da adottare nello scambio con lestero delle bevande alcoliche opportuno fornire alcune precisazioni terminologiche. Per prodotto sottoposto ad accisa si intende il prodotto al quale si applica il regime fiscale delle accise. Per prodotto soggetto o assoggettato ad accisa si intende il prodotto per il quale il debito dimposta non stato o stato assolto. Per deposito fiscale si intende limpianto in cui vengono fabbricate, trasformate, detenute, ricevute o spedite merci sottoposte ad accisa, in regime di sospensione dei diritti di accisa, alle condizioni stabilite dallamministrazione finanziaria. Per depositario autorizzato si intende il soggetto titolare e responsabile della gestione del deposito fiscale.

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Per regime sospensivo si intende il regime fiscale applicabile alla fabbricazione, alla trasformazione, alla detenzione e alla circolazione dei prodotti soggetti ad accisa fino al momento dellesigibilit dellaccisa o del verificarsi di una causa di estinzione del debito dimposta. Per operatore registrato si intende la persona fisica o giuridica autorizzata a ricevere, nellesercizio dellattivit economica, prodotti sottoposti ad accisa in regime sospensivo, provenienti da Paesi UE o extra-UE oppure dal territorio dello Stato. Tale operatore non pu detenere o spedire prodotti in regime sospensivo. Per operatore non registrato si intende la persona fisica o giuridica autorizzata, nellesercizio della sua professione, ad effettuare, a titolo occasionale, le medesime operazioni previste per loperatore registrato. Per rappresentante fiscale si intende il soggetto designato dal depositario autorizzato mittente che provvede, in nome e per conto del destinatario (di un altro Paese UE) ad espletare gli adempimenti accisa previsti dalla normativa del Paese di destinazione.

In linea generale, in ambito comunitario, i soggetti che fabbricano, trasformano, detengono, ricevono o spediscono prodotti soggetti ad accisa devono essere dotati di deposito fiscale e di codice di accisa (codice composto da 13 caratteri alfanumerici); tali soggetti, per la circolazione intracomunitaria dei prodotti devono emettere un apposito modulo denominato DAA, Documento Accompagnamento Accise. In alcuni Paesi UE (tra i quali lItalia) stato previsto che, in presenza di accisa sul vino pari a zero, non sono soggetti a tali regole i piccoli produttori di vino e cio coloro che producono in media meno di 1.000 hl di vino allanno. I soggetti in questione non sono dotati n di deposito fiscale n di codice di accisa: per la circolazione intracomunitaria del vino, si limitano ad emettere il DA, Documento Agricolo, previsto dalla normativa comunitaria.

Un produttore che rientra nella soglia dei piccoli produttori e realizza anche prodotti diversi dal vino (ad esempio la grappa) deve dotarsi di deposito fiscale anche riguardo al vino. La figura del piccolo produttore di vino non prevista in tutti i Paesi UE; tuttavia, tutti i Paesi dellUnione devono consentire che il vino spedito entri nei loro Paesi accompagnato dal DA. 6.1.2 Operazioni con lestero Occorre distinguere tra due distinte situazioni: 1. invio / ricevimento di bevande alcoliche verso / da Paesi UE 2. invio / ricevimento di bevande alcoliche verso /da Paesi extra-UE

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Invio / ricevimento di bevande alcoliche verso / da Paesi UE Nel caso di cessione di bevande alcoliche a operatori di altri Paesi UE: ai fini IVA valgono le considerazioni delineate nel paragrafo 3, in tema di cessioni intracomunitarie, alle quali si rinvia ai fini delle accise, linvio delle stesse deve avvenire verso un soggetto dotato di codice di accisa (deposito fiscale, operatore registrato o rappresentante fiscale designato dal deposito fiscale mittente) oppure un operatore non registrato che si impegnato a garantire e a versare successivamente laccisa del suo Paese, inviando apposita dichiarazione al soggetto speditore (tale dichiarazione deve scortare le bevande inviate al cliente). Le bevande inviate devono essere scortate dai documenti previsti per la circolazione comunitaria (DAA se lo speditore un deposito fiscale, DA se un piccolo produttore di vino). In Italia nel caso di cessione di bevande alcoliche per uso personale a turisti di altro Paese UE che le trasportano al seguito nel proprio Paese, ove non vengano superati determinati quantitativi di prodotto (10 litri di bevande spiritose, 20 litri di prodotti alcolici intermedi, 90 litri di vino, di cui 60 litri al massimo di vino spumante, 110 litri di birra): ai fini IVA viene applicata lIVA italiana ai fini accise, vengono applicate le accise italiane. Nel caso di vendita a distanza di bevande alcoliche, con trasporto organizzato dallimpresa cedente italiana: ai fini IVA, qualunque sia il quantitativo venduto, limpresa italiana deve identificarsi ai fini IVA nel Paese di destino dei beni, al fine di applicare (nei confronti del cliente) lIVA di tale Paese ai fini delle accise, le bevande alcoliche devono essere assoggettate allaccisa vigente nel Paese di destino. Nel caso di acquisti di bevande alcoliche provenienti da altri Paesi UE, valgono regole speculari rispetto a quelle sopra delineate. Invio / ricevimento di bevande alcoliche verso /da Paesi extra-UE Nel caso di cessione di bevande alcoliche a clienti di Paesi extra-UE (non importa se operatori economici o consumatori finali), con invio delle stesse allestero, a cura o a nome dellimpresa cedente italiana: ai fini IVA, valgono le considerazioni delineate nel paragrafo 3, in tema di cessioni allesportazione, alle quali si rinvia ai fini delle accise, ove i prodotti escano dal territorio UE, tramite dogana italiana, possono essere scortati semplicemente dai documenti previsti per la circolazione nazionale (DDT, XAB). Nel caso in cui, invece, essi escano dal territorio UE tramite dogana situata in altro Paese UE, devono essere scortati dai documenti previsti per la circolazione comunitaria (DAA se lo speditore un deposito fiscale, DA se un piccolo produttore di vino). Nel caso di cessione di bevande alcoliche a turisti di Paese extra-UE, che le trasportano al seguito nel loro Paese, per un importo comprensivo di IVA superiore 63

a 154,94 euro, ai fini IVA applicabile larticolo 38 quater del Dpr 633/1972 (possibilit di non applicare lIVA o di attuare il rimborso della stessa, ove il turista entro il quarto mese successivo alla cessione restituisca al cedente italiano un esemplare della fattura di cessione vistata dalla dogana, comprovante che tali bevande sono uscite dal territorio UE entro il terzo mese successivo alla cessione; ai fini accise, valgono le regole ordinarie). Nel caso di ricevimento di bevande alcoliche da Paesi extra-UE, esse possono essere assoggettate ad accisa e a IVA allatto del compimento delloperazione doganale di importazione definitiva oppure possono essere trasportate, in regime sospensivo, per lintroduzione in deposito fiscale. Tutte le informazioni sui requisiti richiesti per il commercio di prodotti alcolici sono disponibili presso: Contatti Agenzia delle Dogane Circoscrizione doganale di Torino c/o Interporto Torino, Prima Strada 3, Orbassano (TO) 011 3484611 011 3975589 dogane.torino@agenziadogane.it http://www.agenziadogane.it

Approfondimenti Il Testo Unico sulle Accise, approvato con D.lgs 504/95 che disciplina il trattamento dei prodotti soggetti ad accise, disponibile sul sito internet dellAgenzia delle Dogane, selezionando Norme doganali, Codici e regolamenti: http://www.agenziadogane.it Il Regime delle Accise consultabile sempre sullo stesso sito, nella sezione Accise/Aliquote comunitarie, contenente una serie di tabelle che permettono di individuare laccisa corrispondente al prodotto che si intende commerciare, incrociando i dati relativi alla classe merceologica (vino, birra) e al Paese di destinazione.

Inoltre spesso per introdurre prodotti alimentari in Paesi extra-UE necessario che questi vengano sottoposti ad analisi chimiche da laboratori accreditati, al fine di garantirne la bont e la qualit. Pertanto, pu accadere che il cliente dellesportatore italiano richieda, in accompagnamento della merce, i certificati di analisi prescritti dalla normativa vigente nel Paese.

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Laboratorio Chimico Camera di commercio di Torino A questo proposito si segnala che dette analisi e certificazioni possono essere eseguite dal Laboratorio Chimico della Camera di commercio di Torino, accreditato SINAL (il principale ente di accreditamento dei laboratori di analisi) riconosciuto da tutti i Paesi con i quali vigono accordi bilaterali e multilaterali. Per ulteriori informazioni e contatti in merito si rimanda allAllegato 1.

6.2 Prodotti alimentari e non alimentari I prodotti di cui si tratta in questa sezione sono i prodotti alimentari e non-alimentari, di origine animale (ad esempio animali vivi destinati allalimentazione, latte, uova, lana e altri prodotti di origine animale destinati alla trasformazione tessile, prodotti lavorati ed inscatolati) ed i prodotti alimentari e non-alimentari di origine vegetale, farmaci e cosmetici. Come tutte le merci, i prodotti alimentari (di origine animale e vegetale) sono soggetti allapplicazione dei dazi doganali al momento dellintroduzione nei Paesi di destinazione, nonch alla presentazione in dogana di tutti i principali documenti di trasporto. Esistono poi ulteriori normative nazionali, a seconda della merce trattata e della tipologia di operazione (import o export), che disciplinano gli scambi internazionali di prodotti agroalimentari, motivo per cui si rimanda al sito del Ministero dello Sviluppo Economico: http://www.mincomes.it possibile selezionare Aree tematiche per verificare se il prodotto di proprio interesse sottoposto a condizioni particolari da osservare per il suo commercio. Oltre a questi, tuttavia, sono richiesti, dai punti di ispezione presenti in tutti gli spazi doganali del mondo, certificati sanitari che possono variare a seconda della tipologia di prodotto alimentare e a seconda del Paese destinatario della merce, introdotti appositamente per tutelare la salute dei consumatori finali, a garanzia del buono stato delle merci alimentari e della loro conservazione mediante processi autorizzati. Consideriamo quindi i due casi principali: 1. acquisti e cessioni intracomunitarie (tra Paesi UE) 2. operazioni di import-export tra un Paese UE ed un Paese extra-UE. 6.2.1 Acquisti e cessioni intracomunitarie Quanto descritto in questo paragrafo vale sia per lintroduzione in Italia di merci provenienti da altri Paesi dellUnione europea sia per le cessioni di merci dallItalia verso gli altri Stati membri.

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Tuttavia, per le sole operazioni di acquisto di beni alimentari di origine animale, obbligatoria liscrizione nel registro dellufficio Veterinario per gli Adempimenti degli obblighi Comunitari (UVAC) del Piemonte. Contatti Ufficio UVAC del Piemonte Piazza Lagrange 1, Torino 011 561 3418 - 7419 011 561 3638 uvac.piemonte@sanita.it http://www.ministerosalute.it (selezionare Uffici territoriali e periferici) I prodotti alimentari di origine animale e vegetale in qualsiasi quantit (sia quelle consistenti oggetto di operazioni di import-export, sia le semplici campionature) ed in transito allinterno del territorio dellUnione europea devono provenire obbligatoriamente da stabilimenti autorizzati e riconosciuti dallUnione stessa. http://ec.europa.eu/food/food/biosafety/establishments/third_country Dal sito sopracitato possibile verificare se lo stabilimento sia o meno autorizzato e inoltrare una richiesta di chiarimenti allufficio UVAC. Tutti i prodotti alimentari di origine animale e vegetale, senza nessuna esclusione, devono sottostare ai controlli sanitari. Sebbene, infatti, in questo caso si considerino solo le merci in transito allinterno del territorio doganale comunitario, motivo per cui devono aver gi subito i controlli necessari nei punti di ingresso comunitari godendo della possibilit di circolare liberamente, in via precauzionale sar consigliabile contattare lufficio sanitario sopraindicato. 6.2.2 Import-export tra un Paese UE ed un Paese extra-UE Le merci provenienti da Paesi extra-UE in importazione in un Paese UE (ad esempio lItalia), devono essere scortate, oltre che da tutti i principali documenti di trasporto, anche da certificati sanitari specificatamente indicati per ciascuno Stato dal Ministero della Sanit italiano. http://www.ministerosalute.it/alimenti/alimenti.jsp Tali certificati devono essere richiesti dallimportatore al suo fornitore straniero, il quale dovr produrli rivolgendosi alle autorit competenti nel suo Paese, pena il blocco in dogana della merce e la sua distruzione, motivo per cui, individuato il prodotto ed il Paese con il quale si intende commerciare, consigliabile contattare sempre e preventivamente lufficio sanitario competente territorialmente. Per limportazione di merci di origine animale, tutte le informazioni sono disponibili presso lufficio UVAC. 66

Per limportazione di merci di origine vegetale, farmaci e cosmetici, tutte le informazioni sono disponibili presso: Contatti Unit Territoriale USMAF di Torino (Uffici di Sanit Marittima, Aerea e di Frontiera) c/o Aeroporto Sandro Pertini, Caselle Torinese (TO) 011 470 2433 011 470 4633 usma.torino@sanita.it http://www.ministerosalute.it (selezionare Uffici territoriali e periferici) Per il settore cosmetici si segnala lapposita sezione Commercializzazione del sito del Ministero della Salute: http://www.ministerosalute.it/cosmetici/cosmetici.jsp Per lesportazione di prodotti alimentari di qualsiasi origine (animale e vegetale), il cliente deve indicare allesportatore quale certificato sanitario richiesto per introdurre la merce nel proprio Paese. Queste informazioni sono disponibili presso il Servizio Veterinario della ASL di competenza territoriale. possibile consultare lelenco degli uffici ASL piemontesi sul sito della Regione Piemonte: http://www.regione.piemonte.it/sanita/sanpub/animale/indiut.htm Come riportato per i prodotti alcolici, sovente per introdurre prodotti alimentari in Paesi extra-UE necessario che questi vengano sottoposti ad analisi chimiche da laboratori accreditati, al fine di garantirne la bont e la qualit. In merito si pu fare riferimento al Laboratorio della Camera di commercio di Torino sopracitato. 6.2.3 Controlli sanitari per le merci in importazione da Paesi extra-UE I controlli su merci e certificati vengono eseguiti dagli uffici sanitari locali competenti, a seconda delle modalit di trasporto: trasporto su gomma. Le merci possono giungere in Piemonte solo da un Paese extra-UE: la Svizzera. In questo caso si consiglia di contattare lUnit Territoriale UVAC di Torino trasporto via mare. In questo caso i controlli vengono svolti dai Posti di Ispezione Frontaliera (PIF), localizzati in ciascun porto italiano. Una volta individuato il porto dove si intende far giungere la merce, si consiglia di contattare il relativo PIF: possibile consultare lelenco sul sito del Ministero della Salute, selezionando Uffici periferici e territoriali. http://www.ministerosalute.it trasporto via aerea. Si possono verificare due ipotesi: 1. la merce arriva direttamente in Italia da un Paese terzo. In questo caso 67

si fa riferimento allufficio sanitario localizzato nellaeroporto di arrivo della merce. possibile ottenere le informazioni necessarie presso il PIF della citt su cui vengono fatte convogliare le merci, pertanto, se le merci giungono a Milano Malpensa, occorre contattare il PIF di Milano Malpensa. importante verificare che il Punto di Ispezione Frontaliera prescelto sia abilitato ad effettuare i controlli previsti per la merce oggetto dellimportazione. Infatti, non tutti i PIF sono abilitati allispezione di tutte le merci. Anche in questo caso si vedano, nellelenco sopraindicato, le attivit di competenza di ciascun PIF. 2. la merce arriva in Italia da un Paese terzo, ma con scalo in altro aeroporto dellUE (ad esempio la merce in arrivo da San Paolo del Brasile via Parigi). Le pratiche relative sono evase presso lufficio sanitario localizzato nellaeroporto di transito. Una volta effettuato il controllo, tranne che per casi eccezionali, la merce pu circolare liberamente sul territorio comunitario e giungere a destino senza ulteriori verifiche. In questo caso opportuno dotarsi di uno spedizioniere che possa assolvere tutti gli adempimenti richiesti direttamente presso laeroporto di transito, compresa la comunicazione degli esiti allufficio del servizio veterinario della ASL di competenza sul territorio dove ha sede limpresa importatrice. possibile consultare lelenco degli uffici ASL piemontesi sul sito della Regione Piemonte: http://www.regione.piemonte.it/sanita/sanpub/animale/indiut.htm 6.3 Importazione di prodotti tessili Sin dagli anni settanta sussiste lesigenza, da parte dei Paesi industrializzati, e in particolare da parte dellItalia, data la sua forte tradizione produttiva nei settori moda ed abbigliamento, di una regolazione dellexport dai Paesi in via di sviluppo. Nonostante il processo di progressiva liberalizzazione commerciale, permangono vincoli allintroduzione nel mercato europeo di prodotti tessili originari di Paesi terzi. La normativa europea, pur partendo dal principio generale che tutti i prodotti tessili sono liberamente importabili, ha istituito un regime comune di importazione nel settore, che prevede numerose restrizioni per prodotti originari da Paesi terzi definite contingenti, i cui provvedimenti di riferimento sono: Regolamento CE 3030/1993 (modificato dal Regolamento CE 54/2007) disciplina le importazioni di prodotti tessili originari dei Paesi terzi con i quali sono stati conclusi accordi bilaterali sulla base dellAccordo Multifibre (scaduto nel gennaio 2005). I Paesi di riferimento sono: Repubblica Popolare Cinese Bielorussia Vietnam Uzbekistan Con questi Paesi il flusso dellexport verso lUnione europea in crescita ed sottoposto a un sistema di sorveglianza doganale al fine di monitorare la quantit e il prezzo delle merci.

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Misure di salvaguardia speciali - Cina Con il Regolamento CE 1217/2007, 8 delle 10 categorie tessili, che fino a fine 2007 restavano assoggettate al sistema delle quote, hanno subito, per tutto il 2008, un doppio controllo: alluscita dalla Cina e allingresso nellUnione europea. Tale meccanismo, atto a monitorare i flussi per evitare lingresso in Europa di prodotti non certificati, rimasto in vigore fino al 31 dicembre 2008 e ha riguardato le categorie doganali: categoria 4: camicie, camicette, t-shirt categoria 5: maglie, pullover, twinset categoria 6: calzoncini, shorts e pantaloni di tessuto per uomo e ragazzo e per donna e ragazza categoria 7: camicie, camicette e bluse, anche a maglia, per donna e ragazza categoria 20: biancheria da letto, esclusa quella a maglia categoria 26: abiti interi per donna o per ragazza categoria 31: reggiseno e bustini, tessuti a maglia categoria 115: filati di lino o di rami.

Gli operatori interessati dovevano presentare al Ministero del Commercio Internazionale una domanda in carta semplice ed un certificato di esportazione (export licence) in originale rilasciato dalle autorit cinesi competenti. Dal momento che il suddetto Regolamento rimasto in vigore sino al 31/12/2008, per aggiornamenti sulla normativa vigente si invita a consultare il sito del Ministero dello Sviluppo Economico: http://www.mincomes.it (selezionare Aree tematiche). Regolamento CE 517/1994 disciplina le importazioni di prodotti tessili originari dei Paesi terzi con i quali non sono stati stipulati accordi bilaterali o protocolli (Regime autonomo): Corea del Nord Repubblica di Montenegro Serbia (secondo laccordo in vigore dal 01/07/05, non vengono pi applicate restrizioni quantitative, ma possibile una reintroduzione da parte della UE in determinate circostanze) Siria Il regime comune di controllo allimportazione per prodotti tessili originari da Paesi terzi con cui vi siano accordi bilaterali http://www.mincomes.it/tessili/regpaese.htm prevede lapplicazione dei seguenti sistemi: 69

sistema di duplice controllo per la gestione dei limiti quantitativi Il rilascio della licenza comunitaria subordinato alla presentazione da parte delloperatore di una domanda di importazione http://www.mincomes.it/tessili/modtess.htm corredata di certificato desportazione in originale, previa verifica da parte della Commissione europea, attraverso il Sistema Integrato Gestione Licenze (SIGL), della disponibilit di quota. sistema di duplice controllo per i prodotti sottoposti a sorveglianza (senza limiti quantitativi) Il rilascio della licenza comunitaria subordinato alla presentazione da parte delloperatore di una domanda di importazione, corredata dal certificato di esportazione in originale, previa registrazione degli estremi del certificato stesso da parte della Commissione europea attraverso il Sistema Integrato Gestione Licenze (SIGL). sistema di controllo per i prodotti soggetti a sorveglianza semplice Il rilascio della licenza comunitaria subordinato alla presentazione da parte delloperatore di una domanda di importazione corredata di fattura, contratto, polizza di carico o altra documentazione equivalente. sorveglianza a posteriori Il controllo a posteriori, soltanto ai fini statistici, viene effettuato direttamente dalla dogana. Per la verifica dei dazi si invita a prendere visione del capitolo 2 e della sezione TARIC sul sito dellAgenzia delle Dogane. Per quanto concerne i contingenti e tutte le informazioni di approfondimento utili, si suggerisce di visitare la pagina dedicata ai prodotti tessili del sito internet del Ministero dello Sviluppo Economico: http://www.mincomes.it/tessili/indice1.htm in cui vengono riportate le normative di riferimento, le misure per prodotto e per Paese, i comunicati ministeriali che informano sui limiti alle importazioni e sulle modalit per effettuare le operazioni commerciali con lestero di questa classe di prodotti. 6.3.1 Trattamento dei campioni Il Regolamento CE 138/2003 contiene alcune modifiche al Regolamento CE 3030/93 relative alla disciplina dei campioni. Dal 29 gennaio 2003 non saranno pi soggetti a restrizioni quantitative, licenze o requisiti inerenti alle attestazioni dorigine: campioni di prodotti tessili di valore trascurabile e che possono essere utilizzati solo per procurare ordinazioni di merci della specie che essi rappresentano, ai fini della loro importazione nel territorio doganale della Comunit. Le Autorit 70

competenti possono esigere che, per fruire della deroga, alcuni articoli siano messi definitivamente fuori uso mediante lacerazione, perforazione, marcatura visibile e indelebile o qualsiasi altro procedimento, senza che tale operazione possa avere leffetto di privarli della qualit di campioni. Per campioni di prodotti tessili si intendono gli articoli che rappresentano una categoria di merci, il cui tipo di presentazione e la cui quantit per una stessa specie o qualit di merce li rende inutilizzabili ai fini diversi dalla promozione delle vendite. campioni rappresentativi di merci fabbricate fuori dal territorio doganale europeo, destinati ad unesposizione o ad una manifestazione simile, a condizione che: siano identificabili come campioni di carattere pubblicitario aventi uno scarso valore unitario non possano prestarsi alla commercializzazione per il loro valore globale e la loro quantit siano in rapporto con la natura delle manifestazioni, col numero dei visitatori e con limportanza della partecipazione dellespositore.

In tutti gli altri casi che presentano carattere occasionale (piccole spedizioni prive di carattere commerciale, inviate da un privato di un Paese terzo ad un altro privato che si trovi nel territorio doganale UE; prodotti tessili contenuti nei bagagli personali dei viaggiatori provenienti da un Paese terzo, purch si tratti di importazioni prive di qualsiasi carattere commerciale) necessario richiedere una licenza dimportazione senza esibire lexport licence. La nuova disciplina dei campioni si applica anche alle importazioni di campioni da Hong Kong. 6.4 Apparecchiature elettriche ed elettroniche: iscrizione al Registro AEE Ai sensi dellarticolo 3 comma 1 punto m) del D.lgs. 151/2005, in recepimento della Direttiva comunitaria 2002/96/CE, considerato produttore e deve iscriversi al Registro AEE (Registro Produttori Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche) chiunque: fabbrica e vende apparecchiature elettriche ed elettroniche recanti il suo marchio rivende con il proprio marchio apparecchiature prodotte da altri fornitori importa o immette per primo, nel territorio nazionale, apparecchiature elettriche ed elettroniche nellambito di unattivit professionale e ne opera la commercializzazione, anche mediante vendita a distanza produce apparecchiature elettriche ed elettroniche destinate esclusivamente allesportazione.

Liscrizione al Registro, tenuto e gestito dal Comitato di vigilanza e di controllo sulla gestione dei RAEE, deve essere effettuata dal produttore presso la Camera di commercio nella cui circoscrizione si trova la sede legale dellimpresa. I produttori hanno lobbligo, prima di procedere alliscrizione al Registro, di individuare una modalit di raccolta degli apparecchi elettrici ed elettronici a fine vita, aderendo a un consorzio oppure organizzando individualmente un sistema di raccolta. Liscrizione 71

ad un consorzio pu avvenire direttamente o attraverso la nomina di un rappresentante (alcuni Consorzi fanno anche da rappresentanti). consigliabile rivolgersi a pi consorzi per valutare le condizioni di associazione. possibile trovare un elenco esaustivo sul seguente sito: http://www.centrodicoordinamentoraee.it/cdcraee/pagestaticnew/index.htm Ulteriori informazioni sono disponibili sui siti delle singole Camere di commercio del Piemonte, i cui riferimenti sono disponibili sul sito di Unioncamere Piemonte, selezionando Rete regionale: http://www.pie.camcom.it Per Torino lindirizzo diretto il seguente: http://www.to.camcom.it/registroaee Si segnala inoltre la guida operativa alliscrizione al registro, realizzata da Unioncamere ed ANIE, disponibile sul sito: http://www.registroaee.it 6.5 Sostanze chimiche (normativa REACH) Per la circolazione delle sostanze chimiche allinterno dellUnione europea sono state stabilite alcune regole stringenti che fanno riferimento al Regolamento CE 1907/2006 per la registrazione, valutazione ed autorizzazione delle sostanze chimiche, definito con lacronimo REACH e in vigore dal 1 giugno 2007. Il Regolamento interessa non solo le sostanze in quanto tali, ma anche quelle contenute nei preparati (detergenti, vernici, additivi, miscele varie) e quelle che compongono i materiali di cui sono fatti gli articoli (tessuti, parti metalliche, oggetti in plastica). La sua applicazione coinvolge sia i fabbricanti e gli importatori di sostanze sia gli utilizzatori a valle, ovvero coloro che impiegano le sostanze per la preparazione di prodotti e di articoli, oltre che gli importatori di questi ultimi da Paesi extra-UE. Per ulteriori informazioni possibile consultare i seguenti siti. sito della Direzione Generale Ambiente della Commissione europea: http://ec.europa.eu/environment/chemicals/reach/reach_intro.htm Help Desk nazionale: http://www.helpdesk-reach.it

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6.6 Commercio di prodotti nellUE: regole di base Per la commercializzazione dei prodotti sul mercato comunitario occorre tenere in considerazione alcuni aspetti rilevanti: letichettatura la marcatura CE il made in. In merito alletichettatura, a seconda della categoria merceologica del prodotto trattato, occorre verificare lesistenza della specifica normativa comunitaria e la relativa applicazione nello Stato membro di interesse. Di particolare rilevanza lobbligo di tradurre nella lingua del Paese di destinazione le indicazioni obbligatorie apposte sulletichetta del prodotto, ai fini della trasparenza delle informazioni verso il consumatore finale. Per ottenere utili indicazioni possibile consultare le seguenti guide della collana Unione europea. Istruzioni per luso: Letichettatura dei prodotti alimentari. La normativa comunitaria e nazionale Letichettatura del vino e delle bevande alcoliche. La normativa nazionale, UE ed extra-UE Letichettatura dei prodotti non alimentari. La normativa comunitaria e nazionale. In particolare si evidenziano gli approfondimenti settoriali sui prodotti tessili, calzature, prodotti cosmetici, detergenti, prodotti pericolosi, elettrodomestici, apparecchiature per lufficio, prodotti del settore legno-arredo, giocattoli. La Marcatura CE un logo che attesta la conformit di un prodotto ai requisiti di sicurezza previsti da una o pi direttive comunitarie. Non si tratta quindi n di un marchio di qualit, n di un marchio di origine. Il CE deve obbligatoriamente essere apposto su un prodotto quando una Direttiva comunitaria lo preveda; se correttamente apposto, conferisce al prodotto il diritto alla libera circolazione in tutto il territorio comunitario. Negli altri casi, non potr essere apposto. Si evidenzia in particolare che il responsabile dellimmissione sul mercato di prodotti sicuri di norma il fabbricante o un suo rappresentante autorizzato stabilito nellUnione europea; in mancanza, il responsabile colui che effettua la prima immissione nel mercato comunitario, normalmente limportatore. Per ulteriori approfondimenti su questo argomento si rimanda alla guida della collana Unione europea. Istruzioni per luso: La marcatura CE. Il passaporto dei prodotti per il mercato comunitario. Per quanto concerne infine la tematica del made in, in termini generali possiamo affermare che la merce si considera originaria del Paese dove sia avvenuta lultima lavorazione sostanziale in presenza delle seguenti condizioni (articolo 23 del Codice Doganale Comunitario, Regolamento CE 2913/1992): lavorazione/trasformazione sostanziale, economicamente giustificata, effettuata da unimpresa attrezzata a tale scopo, che si sia conclusa con la fabbricazione di un prodotto nuovo o abbia rappresentato una fase importante del processo di fabbricazione.

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Il concetto di trasformazione sostanziale appare quindi essere molto generale e flessibile, con il risultato di generare incertezze e dubbi interpretativi alla luce delle diverse valutazioni che potrebbero essere attribuite alle operazioni cui i prodotti sono sottoposti. Per ulteriori approfondimenti su questo argomento si rimanda alla guida della collana Unione europea. Istruzioni per luso: Made in - strategie per il produttore italiano.

possibile consultare tutte le guide pubblicate nellambito della collana Unione europea. Istruzioni per luso ai seguenti indirizzi: http://www.to.camcom.it/guideUE http://www.pie.camcom.it/sportello.europa (selezionare Newsletter / Pubblicazioni / Bandi aperti).

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ALLEGATI

Allegati

Scheda 1 Contatti utili della rete camerale piemontese AL Alessandria


Servizio amministrativo Documenti per lestero Camera di commercio di Alessandria Via Vochieri 58 terzo piano 15100 Alessandria 0131 313206 - 207 0131 313304 commercio.estero@al.camcom.it luned, marted, mercoled venerd 8.30 13.00 gioved 8.30 13.00 14.30 16.30 Servizio promozionale mercati esteri Camera di commercio di Alessandria Via Vochieri 58 terzo piano 15100 Alessandria 0131 313239 0131 313250 asperia@al.camcom.it luned, marted, mercoled, venerd 8.30 13.00 gioved 8.30 13.00 14.30 16.30 www.asperia.it Servizio creazione dimpresa Camera di commercio di Alessandria Settore Promozione Via Vochieri 58 15100 Alessandria 0131 313239 - 373 265 - 209 - 238 promozione@al.camcom.it luned, marted, mercoled venerd 8.30 - 13.00 gioved 8.30 - 13.00 14.30 - 16.30

www.al.camcom.it

www.al.camcom.it

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AT Asti
Servizio amministrativo Documenti per lestero Camera di commercio di Asti Piazza Medici 8 secondo piano 14100 Asti 0141 535243 - 44 0141 535273 studi@at.camcom.it dal luned al venerd 8.30 12.30 Servizio promozionale mercati esteri Camera di commercio di Asti Piazza Medici 8 secondo piano 14100 Asti 0141 535244 0141 535273 studi@at.camcom.it dal luned al venerd 8.30 12.30 www.at.camcom.it Servizio creazione dimpresa Camera di commercio di Asti Ufficio Informazione e sviluppo economico Piazza Medici 8 14100 Asti 0141 535247 - 244 257 studi@at.camcom.it dal luned al venerd 8.30 - 12.30

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Biella
Servizio amministrativo Documenti per lestero Camera di commercio di Biella Via Aldo Moro 15 secondo piano 13900 Biella 015 3599335 330 - 353 - 350 015 2522215 rec@bi.camcom.it dal luned al venerd 8.30 12.30 marted e gioved 14.00 15.00 Servizio promozionale mercati esteri Camera di commercio di Biella Via Aldo Moro 15 secondo piano 13900 Biella 015 3599371 - 354 332 015 2522215 promozione@bi.camcom.it dal luned al venerd 8.30 12.30 marted e gioved 14.00 15.00

BI

Servizio creazione dimpresa Camera di commercio di Biella Ufficio Promozione Economica Via Aldo Moro 15 13900 Biella 015 3599332 - 371 354 promozione@bi.camcom.it luned, mercoled, venerd 8.30 - 12.30 marted e gioved 8.30 - 12.30 14.00 - 15.00

www.bi.camcom.it

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CN Cuneo
Servizio amministrativo Documenti per lestero Camera di commercio di Cuneo Via E. Filiberto 3 12100 Cuneo o presso le sedi distaccate 0171 318788 0171 318792 cccuneo@cn.camcom.it dal luned al venerd 9.00 -12.00 marted e gioved 14.30 - 15.30 Servizio promozionale mercati esteri Camera di commercio di Cuneo Via E. Filiberto 3 12100 Cuneo Servizio creazione dimpresa Camera di commercio di Cuneo Servizi alle Imprese Via E. Filiberto 3 12100 Cuneo 0171 318808 - 728 797 nuoveimprese@cn.camcom.it dal luned al venerd 9.00 - 12.00 marted e gioved 14.30 - 15.30

0171 318758 - 818 746 - 811 0171 696581 promozione@cn.camcom.it dal luned al venerdi 9.00 - 12.00 marted e gioved 14.30 - 15.30

www.cn.camcom.it/estero

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Novara
Servizio amministrativo Documenti per lestero Camera di commercio di Novara Via degli Avogadro 4 28100 Novara Servizio promozionale mercati esteri EVAET Ente Valorizzazione Attivit Economiche e Turistiche Azienda Speciale della Camera di commercio di Novara Via degli Avogadro 4 28100 Novara 0321 338262 - 263 272 0321 620814 promozione@no.camcom.it luned, marted, mercoled gioved 9.00 - 12.30 14.30 - 16.00 venerd 9.00 - 12.30

NO
Servizio creazione dimpresa Camera di commercio di Novara Servizi alle Imprese Via degli Avogadro 4 piano terra 28100 Novara

0321 338268 - 9 0321 338289 estero@no.camcom.it luned, marted, mercoled gioved 9.00 - 12.30 14.30 - 15.30 venerd 9.00 - 12.30

0321 338265 - 226 257 servizi.imprese@no.camcom.it dal luned al gioved 9.00 - 12.30 14.30 - 15.30 venerd 9.00 - 12.30

www.no.camcom.it

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TO Torino
Servizio amministrativo Documenti per lestero Camera di commercio di Torino Via San Francesco da Paola 24 terzo piano 10123 Torino presso le sedi distaccate 011 5716375 - 4 - 3 - 2 - 1 011 5716370 documenti.estero@to.camcom.it luned, marted, mercoled gioved 9.00 - 12.15 14.30 - 15.45 venerd 9.00 - 12.15 Servizio promozionale mercati esteri Camera di commercio di Torino Via San Francesco da Paola 24 terzo piano 10123 Torino 011 5716363 011 5716369 globus@to.camcom.it luned, marted mercoled, gioved 9.00 - 12.15 14.30 - 15.45 venerd 9.00 - 12.15 www.to.camcom. it/globus Servizio creazione dimpresa Camera di commercio di Torino Via San Francesco da Paola 24 terzo piano 10123 Torino 011 5716351 - 2 - 3 - 5 nuove.imprese@to.camcom.it Lufficio riceve su appuntamento

www.to.camcom.it/ documentiestero

www.to.camcom.it/ nuoveimprese

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VB Verbano Cusio Ossola


Servizio amministrativo Documenti per lestero Camera di commercio del Verbano Cusio Ossola S.S. Sempione 4 piano terra 28831 Baveno (VB) 0323 912838 0323 922054 promozione@vb.camcom.it dal luned al venerd 10.00 - 14.00 Servizio promozionale mercati esteri Camera di commercio del Verbano Cusio Ossola S.S. Sempione 4 primo piano 28831 Baveno (VB) 0323 912837 0323 922054 promozione@vb.camcom.it dal luned al venerd 10.00 - 14.00 Servizio creazione dimpresa Camera di commercio del Verbano Cusio Ossola Promozione delle imprese e sviluppo del territorio S.S. Sempione 4 28831 Baveno (VB) 0323 912837 promozione@vb.camcom.it dal luned al venerd 10.00 - 14.00

www.vb.camcom.it/importexport

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Vercelli
Servizio amministrativo Documenti per lestero Camera di commercio di Vercelli Piazza Risorgimento 12 quinto piano 13100 Vercelli 0161 598249 0161 598265 giuliana.nutolo@vc.camcom.it luned, marted, mercoled gioved 8.30 - 12.30 14.45 - 15.30 venerd 8.30 - 12.30 Servizio promozionale mercati esteri Camera di commercio di Vercelli Piazza Risorgimento 12 terzo piano 13100 Vercelli 0161 598303 0161 598265 proexport@vc.camcom.it luned, marted, mercoled gioved 8.30 - 12.30 14.45 - 15.30 venerd 8.30 - 12.30

VC
Servizio creazione dimpresa Camera di commercio di Vercelli Piazza Risorgimento 12 13100 Vercelli 0161 598303 proexport@vc.camcom.it luned, marted, mercoled gioved 8.30 - 12.30 14.45 - 15.30 venerd 8.30 - 12.30

Per settore agroalimentare: ASFIM Azienda Speciale della Camera di commercio di Vercelli Piazza Risorgimento 12 quinto piano 13100 Vercelli 0161 598216 0161 598265 asfim@vc.camcom.it luned, marted mercoled, gioved 8.30 - 12.30 14.45 - 15.30 venerd 8.30 - 12.30 www.vc.camcom.it

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Piemonte
Per tutto il territorio della Regione Piemonte sono operative le seguenti strutture: Centro Estero per lInternazionalizzazione (Ceipiemonte) Le attivit e i servizi di Ceipiemonte sono orientati principalmente a: rafforzare sui mercati esteri la presenza del sistema produttivo piemontese, imprese artigianali, industriali, agricole, dei servizi, della distribuzione e relative associazioni di categoria e territoriali attrarre investimenti in Piemonte, promuovendo la value proposition dei singoli sistemi territoriali, le piattaforme tecnologiche, i settori e i poli dinnovazione e fornendo linsieme di servizi di assistenza (localizzativa, finanziaria, fiscale, mercato del lavoro, relazionale) alle nuove imprese valorizzare le radici storico-culturali del territorio e le sue potenzialit di attrazione turistica su alcuni mercati emergenti promuovere oltre confine le eccellenze enogastronomiche, utilizzandole anche come leva di attrazione turistica progettare e realizzare percorsi formativi specialistici finalizzati allo sviluppo internazionale di imprese e istituzioni del territorio Per le imprese piemontesi Ceipiemonte un interlocutore unico, capace di affiancarle e sostenerle durante le fasi di esplorazione e crescita sui mercati internazionali, pianificando iniziative di promozione a livello individuale e collettivo, con attivit che includono: partecipazioni ad eventi internazionali, missioni, eventi b2b, accoglienza di buyer, seminari, analisi di potenziali mercati, ricerca di committenti e partner allestero, supporto per la partecipazione a gare dappalto internazionali. Alle imprese che operano o desiderano operare sui mercati esteri viene garantita assistenza continuativa, personalizzata e gratuita grazie allesperienza degli esperti di settore e, per la risoluzione pratica di problemi che possono insorgere nelle trattative commerciali con lestero, da un team di esperti in materia di commercio internazionale. Particolare attenzione viene dedicata alle piccole aziende, in quanto esse esprimono un bisogno crescente di tutoraggio, aggiornamento e supporto tecnico su tutte le principali tematiche legate allinternazionalizzazione e alla gestione dimpresa. Per lo sviluppo internazionale di imprese e istituzioni, Ceipiemonte inoltre progetta e gestisce programmi e corsi in materia di commercio internazionale e di contenuto tecnico-normativo. In particolare, per i titolari di PMI, il personale occupato in azienda e il mondo dellimprenditoria femminile Ceipiemonte coordina percorsi formativi, anche finanziati da enti e istituzioni, finalizzati allaggiornamento e riqualificazione in tema di internazionalizzazione. Alle imprese che operano con lestero Ceipiemonte offre la possibilit di attingere a un bacino di figure professionali (diplomati e laureati) per inserire al proprio interno in stage personale esperto e qualificato che ha seguito corsi finanziati di specializzazione realizzati in collaborazione con Istituti Superiori e Universit. 83

Contatti Centro Estero per lInternazionalizzazione (Ceipiemonte) PIEMONTE Agency for Investments, Export and Tourism Corso Regio Parco, 27/29 - 10152 Torino 011 6700511 011 6965456 info@centroestero.org http://www.centroestero.org

Laboratorio Chimico Camera di commercio Torino Il Laboratorio Chimico della Camera di commercio di Torino, accreditato presso il SINAL, il principale ente di accreditamento dei laboratori di analisi, riconosciuto da tutti i Paesi con i quali vigono accordi bilaterali e multilaterali. Le analisi merceologiche, eseguite su alimenti e bevande, rappresentano il punto di forza del Laboratorio camerale, affiancate a studi e verifiche di controllo di processi produttivi per consentire sia ladeguamento agli obblighi di legge, sia lottenimento di un valore aggiunto alle produzioni alimentari. Tra i servizi offerti nellambito della sua missione istituzionale, rientra anche la verifica di conformit di contenitori e imballaggi a contatto con gli alimenti. Contatti Via Ventimiglia 165, Torino 011 6700 111 011 6700 100 labchim@lab-to.camcom.it http://www.lab-to.camcom.it

Consorzio Alps Enterprise Europe Network Alps Enterprise Europe Network (EEN) il punto di contatto locale di una rete europea di circa 600 organizzazioni selezionate dalla Commissione europea e attiva in oltre 40 Paesi (UE 27, Turchia, ex Repubblica Yugoslava di Macedonia, Svizzera, Norvegia, Islanda, Israele, Armenia, Bosnia-Herzegovina, Cile, Cina, Egitto, Russia, Siria, Stati Uniti). Il consorzio Alps il nodo per il Nord Ovest Italia della rete Enterprise Europe Network e copre le aree geografiche di Piemonte, Liguria e Valle dAosta. Lobiettivo della rete supportare le aziende nei processi di innovazione e assisterle nello sviluppo delle attivit a livello europeo. Unioncamere Piemonte e la Camera di commercio di Torino offrono alle imprese piemontesi informazioni ed assistenza sulla legislazione, le norme e le politiche europee, sulle modalit di accesso alle fonti di finanziamento e ai programmi di ricerca dellUnione europea, sullo sviluppo di nuovi prodotti innovativi. Inoltre, favoriscono lincontro di partner tecnologici e commerciali a livello internazionale ed organizzano seminari sulle applicazioni di tecnologie innovative e sulle novit normative UE. Per approfondimenti, si rimanda al sito EEN Alps: http://www.alps-europa.eu

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Contatti Unioncamere Piemonte Via Cavour 17 10123 Torino 011 5669215 - 28 011 5669238 alps-europa@pie.camcom.it http://www.pie.camcom.it/sportello.europa Camera di commercio di Torino Via San Francesco da Paola 24 10123 Torino 011 5716342 - 21 011 5716346 alps-europa@to.camcom.it http://www.to.camcom.it/alpseuropa Desk della Camera di commercio di Torino La Camera di commercio di Torino offre alle imprese piemontesi un servizio di assistenza dedicata sui mercati stranieri grazie ad una propria rete di Desk o uffici di collegamento dislocati in alcuni Paesi esteri. Il progetto realizzato con la collaborazione del Centro Estero per lInternazionalizzazione. In merito si rimanda al paragrafo 2.3.2. Per ulteriori informazioni consulatre il sito: http://www.to.camcom.it/desk

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Scheda 2 Schede orientative per le imprese interessate ad operare con lestero


Import export Segui il percorso proposto per verificare quale servizio si addice alla tua impresa Quesito Soggetto da contattare

Orientamento

Stai pensando di aprire unattivit Servizio per la creazione dimpresa di import export in Italia e desideri presso la Camera di commercio avere un primo orientamento competente per territorio sui principali passi da compiere? Desideri avere un primo orientamento sui principali passi da compiere per operare con lestero, contatti utili e informazioni sulle principali tematiche del commercio internazionale? Desideri conoscere la normativa comunitaria e operare nellambito dei Paesi dellUnione europea? Desideri operare e/o investire in un Paese straniero e conoscerne legislazione e prospettive di mercato? Desideri assistenza e formazione specifica per gli addetti del tuo ufficio estero riguardo al rilascio di documenti per lEstero (certificati di origine, carnet ATA, attestati, visti)? Desideri ottenere un report sullaffidabilit finanziaria del tuo potenziale partner straniero? Vuoi conoscere le principali fiere allestero del tuo settore o vuoi partecipare ad una specifica iniziativa fieristica o ad una missione imprenditoriale?

Servizio promozionale mercati esteri presso la Camera di commercio competente per territorio

Apertura attivit

Punto locale della rete Enterprise Europe Network: consorzio Alps Servizio promozionale mercati esteri presso la Camera di commercio competente per territorio

Servizio documenti per lestero presso la Camera di commercio competente per territorio

Gestione attivit

Sportello Globus della Camera di commercio di Torino

Servizio promozionale mercati esteri presso la Camera di commercio competente per territorio

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Gestione attivit

Desideri ottenere informazioni specifiche sulle principali tematiche del commercio internazionale quali fisco, dogane o contrattualistica? Desideri conoscere le ultime novit in materia di commercio internazionale o essere costantemente aggiornato sulle iniziative e le attivit a supporto dellinternazionalizzazione?

Servizio promozionale mercati esteri presso la Camera di commercio competente per territorio. Per consulenze specializzate possibile contattare il Centro Estero per lInternazionalizzazione

Iscrizione alla newsletter Newsmercati

Ricerca partner Segui il percorso proposto per verificare quale servizio si addice alla tua impresa Quesito Vuoi trovare un partner commerciale in Europa? Sviluppare, vendere, acquistare prodotti o servizi Vuoi consultare una selezione di proposte di collaborazione commerciale provenienti da altri Paesi europei? Vuoi verificare le opportunit di business offerte dai programmi europei di incontro e di partenariato tra imprese europee ed extra-europee? La tua impresa cerca supporto per operare in Paesi extra europei? Desideri usufruire di un supporto puntuale e specifico da parte dei Desk della Camera di commercio di Torino presenti nei seguenti Paesi: Brasile, Bulgaria, India, Lettonia, Marocco, Per, Polonia, Qatar, Repubblica Ceca, Repubblica Slovacca, Romania, Russia, Stati Uniti, Turchia, Ungheria? Soggetto da contattare

Punto locale della rete Enterprise Europe Network: consorzio Alps

Servizio Desk estero

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Vendere e acquistare tecnologia

Cerchi un partner straniero per cooperazioni tecniche, per accordi di produzione, per dare in licenza il tuo brevetto o per sfruttare commercialmente la tua invenzione? Vuoi offrire o ricercare tecnologie a livello internazionale? Cerchi partner stranieri o italiani per partecipare a programmi europei ad attuazione diretta? Cerchi partner stranieri o italiani per partecipare a programmi europei di ricerca?

Punto locale della rete Enterprise Europe Network: consorzio Alps

Partecipare a programmi europei

Punto locale della rete Enterprise Europe Network: consorzio Alps

Punto locale della rete Enterprise Europe Network: consorzio Alps

Fare impresa allestero Segui il percorso proposto per verificare quale servizio si addice alla tua impresa Quesito Soggetto da contattare

Orientamento

Stai pensando di aprire unattivit in un altro Paese europeo Punto locale della rete Enterprise e desideri avere un primo Europe Network: consorzio Alps orientamento sui principali passi da compiere? Stai pensando di operare allestero (in un Paese extraUE) e desideri avere un servizio di prima assistenza, contatti utili e informazioni su normative doganali, fiscali e legali, finanziamenti e ricerche personalizzate di partner locali?

Servizio promozionale mercati esteri presso la Camera di commercio competente per territorio

Apertura attivit 88

Hai gi deciso di aprire unattivit in un Paese europeo e vuoi conoscere le principali formalit Punto locale della rete Enterprise Europe Network: consorzio Alps da seguire (fiscalit, oneri previdenziali, riconoscimento titoli professionali, finanziamenti)?

Hai gi deciso di aprire unattivit in un Paese extra-UE e vuoi reperire contatti utili che ti possano fornire tutte le informazioni necessarie per realizzare il tuo progetto (procedure amministrative e burocratiche, finanziamenti)? Hai unattivit in un Paese europeo e vuoi informazioni in merito ad alcuni aspetti connessi alla sua gestione (fiscalit, finanziamenti)? Hai unattivit in un Paese extra-europeo e vuoi informazioni in merito ad alcuni aspetti connessi alla sua gestione (fiscalit, finanziamenti)?

Apertura attivit

Servizio promozionale mercati esteri presso la Camera di commercio competente per territorio

Gestione attivit

Punto locale della rete Enterprise Europe Network: consorzio Alps

Servizio promozionale mercati esteri presso la Camera di commercio competente per territorio

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Scheda 3 Link utili


Agenzie delle Entrate: http://www1.agenziaentrate.it/servizi/vies/vies.htm Da questo sito possibile verificare la validit del numero di identificazione IVA del cliente estero nellambito delle cessioni intracomunitarie. Aida on line: http://aidaonline3.agenziadogane.it/nsitaric/index.html Sito internet dellAgenzia delle Dogane dedicato allimport da Paesi extra-UE: tra cui dazi e limitazioni settoriali. Market Access Database: http://mkaccdb.eu.int/mkaccdb2/indexPubli.htm Sito della Commissione europea dedicato allexport verso Paesi extra-UE: dazi, limitazioni settoriali. Mondimpresa: http://www.schedeexport.it/Pagine.aspx Contiene brevi schede informative per esportare in aree extra-UE: informazioni generali sul Paese, documenti export, contatti utili. Portale Europeo PMI: http://ec.europa.eu/enterprise/sme/international_it.htm Sito comunitario, nellambito della Direzione Generale Impresa, che contiene una sezione dedicata allinternazionalizzazione delle PMI. Sito comunitario affari doganali e fiscali: http://ec.europa.eu/taxation_customs/index_en.htm Fornisce informazioni in merito alle politiche comunitarie su aspetti fiscali, doganali. Sito comunitario commercio internazionale: http://ec.europa.eu/trade/issues/bilateral/index_en.htm Sito della Commissione europea, Direzione Generale Commercio, contiene apposite sezioni dedicate agli accordi UE/Paesi extra-UE, focus settoriali. 90

Sito comunitario per avvio attivit in un altro Paese UE: http://ec.europa.eu/youreurope/business/index_it.htm Fornisce indicazioni di base sulle principali formalit per avviare unattivit in un altro Paese UE.

Altri siti utili sono citati allinterno dei singoli capitoli in base alle tematiche affrontate.

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Alps - Enterprise Europe Network


Unioncamere Piemonte Via Cavour, 17 10123 Torino 011 5669222 011 5669238 www.pie.camcom.it/sportello.europa Camera di commercio di Torino Via San Francesco da Paola, 24 10123 Torino 011 5716341 011 5716346 www.to.camcom.it/ALPS

Sportello Europa presso le Camere di commercio piemontesi


Camera di commercio di Alessandria Via Vochieri, 58 - 15100 Alessandria 0131 3131 0131 43186 www.al.camcom.it/sportello.europa Camera di commercio di Asti Piazza Medici, 8 - 14100 Asti 0141 535211 0141 535200 www.at.camcom.it/sportello.europa Camera di commercio di Biella Via Aldo Moro, 15 - 13900 Biella 015 3599311 015 3599370 www.bi.camcom.it/sportello.europa Camera di commercio di Cuneo Via E. Filiberto, 3 - 12100 Cuneo 0171 318711 0171 696581 www.cn.camcom.it/sportello.europa Camera di commercio di Novara Via degli Avogadro, 4 - 28100 Novara 0321 338211 0321 338338 www.no.camcom.it/sportello.europa Camera di commercio di Verbania Strada del Sempione, 16 - 28831 Baveno (VB) 0323 912811 0323 922054 www.vb.camcom.it/sportello.europa Camera di commercio di Vercelli Piazza Risorgimento, 12 - 13100 Vercelli 0161 5981 0161 598265 www.vc.camcom.it/sportello.europa

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