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Marchesini Marco II Ec Saggio breve Il fallimento della rivoluzione italiana non ideologico ma sociale.

Verso la fine della Prima Rivoluzione Francese, spicca la figura di Napoleone Bonaparte, generale corso, al quale sar affidata la campagna dItalia, che aveva lo scopo di attaccare lImpero dAustria anche dal lato Italiano, mettendo cos in difficolt larmata asburgica. Napoleone riesce nellintento di mettere in difficolta lesercito austriaco, ottenendo la resa dellImpero dAustria, dettando le condizioni della pace e ricavando dagli austriaci il Belgio, la Lombardia e parte dellEmilia; in cambio concede allImpero la Repubblica di Venezia. Con larrivo di Napoleone in Italia, tra gli esponenti dellaristocrazia illuminata e della borghesia intellettuale, iniziano a disegnarsi dei partiti repubblicani filofrancesi e forze antiaustriache: questi repubblicani italiani riuscirono a far crollare gli antichi regimi, instaurando tra il 1796 e il 1799 governi repubblicani costituzionali. Un grande problema di questa rivoluzione italiana che, come ci perviene dal testo di Carlo Tullio-Altan, cera una distanza culturale astronomica esistente tra le lites

politiche e la grande massa della societ parafeudale italiana . Infatti, la popolazione non
capiva le ideologie rivoluzionarie, ma nonostante questo non fu, almeno inizialmente, avversa al cambiamento del regime, anzi le masse capivano che la rivoluzione poteva finalmente realizzare le loro aspirazioni e l attesero alla prova scrive R. De Felice. C quindi una popolazione che non n contraria n favorevole al cambio di regime, una popolazione che estremamente povera e che comunque sentiva il bisogno di cambiare lassetto sociale esistente, rimanendo comunque estranea allideologia rivoluzionaria. Con larrivo dei francesi, disagio e malcontento non scomparvero. Ad esempio si pu prendere in considerazione la questione della Repubblica Partenopea, che non ebbe per niente successo. Causa principale di questo insuccesso, secondo V. Cuoco, che la nostra rivoluzione era una rivoluzione passiva, nella quale lunico mezzo

di riuscire era guadagnare lopinione del popolo. Perci conoscere ci che vuole il
popolo lunico modo per riuscire nellintento di cambiare il regime; proporre al popolo idee astratte che esso non capisce, perch troppo lontane da s, non porta a nulla.

Infatti, se prima il popolo era neutrale alla rivoluzione, linsorgenza sopravvenne solo

quando le masse popolari videro che il nuovo regime era per essi peggiore dellantico ,
cio che quello che speravano cambiasse non cambi. In questo punto Renzo De Felice puntualizza che non si pu parlare di rivoluzione passiva, perch, soprattutto nellestremo sud, passiva non lo affatto stata a causa delle rivolte del popolo nei confronti dei rivoluzionari. Anche se opposto, quindi, ladesione popolare al movimento

rivoluzionario fu qui tuttaltro che trascurabile.


Si pu quindi affermare che i fautori di questa rivoluzione italiana non abbiano tenuto per niente conto dei reali bisogni del popolo, ma soltanto dei loro interessi. Il popolo, daltra parte, si accorto di questo solo a cose fatte, non avendo avuto i mezzi per portare a proprio vantaggio la rivoluzione. Infatti, per il popolo scardinare il vecchio sistema sociale sarebbe stato un importantissimo cambiamento, ma non avendo potuto vedere questa possibilit e non avendo potuto partecipare attivamente al cambiamento, la rivoluzione ha portato il popolo in una situazione ancora peggiore di quella esistente. Dallaltra parte, i sostenitori della rivoluzione avevano tra le mani il potere di cambiare le cose a loro favore, anche considerando i bisogni del popolo, ma non hanno saputo sfruttare al meglio questa possibilit e non hanno tenuto in considerazione i bisogni del popolo, che, capita la situazione, si ribellato, cessando una rivoluzione che alla fine non ha portato a nessun cambiamento. Concludendo, per quando le idee della rivoluzione fossero buone e potessero portare a un radicale cambiamento della situazione italiana, non c stata la volont di coinvolgere tutta la popolazione o almeno di migliorare la situazione delle masse. Lostacolo, quindi, stato la societ, che non ha saputo porre a suo vantaggio la situazione e la distanza

culturale astronomica esistente tra le lites politiche e la grande massa della societ parafeudale italiana non ha giovato a favore di nessuna delle due parti.
Appare quindi ininfluente il fatto che la rivoluzione sia stata voluta solo da una cerchia ristretta della popolazione: infatti se questa piccola cerchia avesse coinvolto le masse e spiegato loro cosa avrebbe portato la rivoluzione, anche esse avrebbero probabilmente partecipato alla rivoluzione e insieme avrebbero potuto cambiare la situazione. Ma lavorando luno contro laltro, non hanno fatto altro che lasciare invariata la situazione attuale, se non addirittura peggiorarla.

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