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LA TRASFORMAZIONE
DELLO STATO
LA TRASFORMAZIONE
•.
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DELLO STA.TO
ALFREDO ROCCO
Minist1•0 Guardasigilli
LA
TRASFORMAZIONE
DELLO STATO
Dallo Stato Libm�aze
nllo Stato Fascista
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ORD. P0901
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"La Voce,,
Anonima Editrice
Roma 1927
PROPRIETÀ LET'rERA.RlA
INl'HODUZIONE
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,.
-7-
altro diverso. Vale a dire, non sempre l'idea che
mosse la rivoluzione trionfa nella rivoluzione: è il
caso del bolscevismo russo, il quale, dopo aver fatto
la rivoluzione per atluare il comunismo marxista, si
avvia decisamente verso un assetto, che non è nè
comunista nè marxista, ma che è certo profondamente
diverso da quello della Russia del 1914.
Il Fascismo invece appartiene al novero di quelle
rivoluzioni, le quali, sia pure con gli inevitabili adat
tamenli, imposti dalle necessità storiche, realizza la
sua ideologia. La realizza nel campo spiritual.e, sve
gliando nella massa il sentimento del dovere, l'abi
tudine della disciplina, l'idea della subordinazione
dell'individuo alla Nazione. La realizza nel campo
giuridico, creando sulle rovine dello Stato liberale e
democratico, lo Stato Fascista.
Questo processo di trasformazione è in atto. Esso
è lungi dall'essere compiuto, è anzi appena all'inizio.
Ma già le grandi linee del nuovo edificio cominciano
ad apparir chiare, attraverso le manifestazioni del
regime. Dal punto di vista giuridico non vi è dub
bio che gli anni 1925 e 1926 segnano una tappa
decisiva verso la trasformazione dello Stato. E, poichè
come Guardasigilli del Governo Fascista in questo
periodo fortunoso, ho avuto la ventura di collabo
rare, alla maggior parte delle riforme legislative, in
virtù delle quali sulle rovine dello Stato liberale agno
stico ed abulico, dello Stato democratico dominato da
gli egoismi particolaristici, sta sorgendo lo Stato Fa
scista, credo non inutile riunire in volume i discorsi
e le relazioni, con cui, per incarico del Capo del Go
verno Benito Mussolini, ho avuto l'onore di illu
strare davanti al Parlamento la nuova legislazione
del regime.
Questo significa che non tutta la legislazione fa-
__V'
-8-
-15 -
LE LEGGI DI DIFESA.
1.
LEGGE SULLE SOCIETÀ SEGRETE.
(*) Presentata 111la Camera dei Deputati dal Presidente del Con·
siglio dei Ministri, ministro degli Affari esteri (Mussolini), nella se
duta del 12 gennaio 1925.
- 36 -
- 39 --
LE ASSOCIAZIONI SEGRETE
E LA MASSONERIA. (*)
(*) Discorso pronunciato nel Senato del Regno nella seduta del 19
novembre 1925.
- -±l-i -
facile certamente
culto della libertà senza limiti, non era
parlar e di limiti alla libertà di associaz ione.
Ogg·i i tempi sono per fortuna mutati, e non è più impos
sibi pensare a norme giuridiche disciplinanti il· diritto di
le
associazione.
Questa legge modesta che il Governo presenta all'appro-
vazione del Senato, non è che un anticipo di quella più vasta
ed organica legislazione alla quale bisognerà pur metter mano.
Aggiungo: se fino ad oggi il Governo non ha affrontato in
pieno il problema di una organica disciplina del diritto di
associazione, non è certo per timidezza, ma perchè abbiamo
l'itenuto che il problema avesse numerosi punti di intcrforcnza
con argomenti molto ardui, specialmente con quello della. di
sciplina giuridica dei rapporti collettivi del lal'Oro. Abbiamo
ritenuto necessario pertanto proporre anzitutto w1 disegno
di legge che questa disciplina dei rapporti collettivi di lavoro
stabilisce.
Sgombrato il campo dal lato sociale del problema sarà
pure facile risolvere in modo generale quello della dise:iplina
del di.ritto di associazione.
L' .anticipazione, che il presente disegno di legge con
tiene, ho detto, è modesta. Nei due n.rticoli infatti, che
presentiamo all' approvazione del Senato, nessun grande pro
blema inerente alla disciplina del diritto di associazione è
affrontato, ma si è invece con assoluta parsimonia data
qualche norma che attiene più che altro alla regolamen
tazione di polizia del fenomeno. (Benis-simo). Quando noi
chiediamo alle associazioni l'elenco dei soci e ogni altr�
notizia che le possa riguardare, noi non tocchiamo affatto
il diritto di associazione, richiediamo soltanto l'adempimento
di una formalità estrinseca che non lo diminuisce in al
cun modo. Eppure in questa norma, di portata così li
mitata, si è voluto vedere niente di meno che un attentato gra
vissimo al diritto di associazione. In verità nell'articolo primo
non si -tocca la libertà di associazione, si tocca, se mai, b
- 47 -
1
in tempi, ahimè, per lui e per me lontani, e per le cui qualità,
di uomo e di studioso io professo la massima stima, nel suo di
scorso ci ha fornito, senza volerlo, la dimostrazione più chiara
della utilità, anzi della necessità cli questo disegno di legge.
Perchè egli ha proclamato al}tamente, con un accento di
sincerità che gli :fa onore, la tragedia interiore che lo tormenta
nel momento in cui i suoi convincimenti gli impongono cli op
y;orsi all'approvazione della legg·e. Egli, che non è mas5one,
è esposto, per questo suo atteggiamento, ad apparire come
iscritto alla setta, e non ha modo di provare che egli, in realtà,
non ne fa parte, perchè il segreto massonico autorizza i mas
soni a mentire. Orbene, questa tragedia in sostanza dimostra
che la esistenza di una associazione segreta e che obbliga i suoi
adepti al segreto, è veramente un'insidia alla dig·nità dei citta
diui, è un pericolo per la libertà, la serenità e la sicurezza di
tutti. (Vivissime approvazioni).
Io sono però lieto di poter rassicurare il senatore Ruffini.
Io so benissimo che il suo attuale atte·ggiamento non è effetto
di legami che egli abbia con la Massoneria. Io so infatti non
solo che il senatore Ruffini non è. massone, ma che è contrario
alla Massoneria.
RUFFINI. Senza dubbio!
ROCCO, ministro della g?/UStizia e degli affari di culto.
E la prova l'abbiamo nella risposta che il senatore Ruffini
diede ali' inchiesta fatta nel 1913 dal giornale L'Idea Nazio
nale, nella quale risposta egli disse che la Massoneria è incom
patibile con la disciplina dello Stato e si risolve in un danno
per il paese.
RUFFINI. Certamente. Tanto è vero che io ho affermato,
che dovevate sopprimerla.
-18 -
perchè, per grazia di Dio, in Italia è padrona solta nto l' Italia.
CFivi,çsimi e proiul/1,gati applausi).
E di un altro punto consenta il Senato che io mi occupi,
pure importantissimo per noi italiani: il carattere e il pro
gramma anticattolico della Massoneria. Questo della lotta.
contro il cattolicismo è un punto del programma rna'>SOnico,
su cui non vi è discussione. Vi è un altro J)unto Jcl pro
gramma, su cui si può discutere, ed è la lotta contro il prin
cipio religioso in genere. In verità la lotb contro la Ch.ies1
cattolica è nel programma della Massoneria uuivcraale, frutto
dello spirito della riforma protestant.e; la lotta contro la
Ch.iesa cattolica e contro il principio religioso è nel pro
gramma specifico della Massoneria italiana. Ora bisognà par
lar chiaro.
Le divergenze, che per le necessità ineluttabili della for
mazione della unità nazionale ci sono stat.e fra l'Italia e la
Ch.iesa cattolica, sono una questione purament.e italiana. La
quale, lo affermiamo altament.e, non deve estierc intorbidata
da altri elementi, come purtroppo è avvenuto, e come ha testè
rilevato il senatore Corradini, che ha ricordato giustamento
l'azione sobillatrice che nel funesto dissenso ha sempre esercitato
la Massoneria. Mi limiterò a ricordare le scene indecorose veri
ficatesi nell'occasione dei funerali di Sua Santità Pio IX
(benissimo) che fecero torto all'Italia e resero più aspro, più
acuto il dissidio. Nè ricorderò altri episodi meno gravi, seppure
più grott.eschi, come l'anatema contro il Pontefice scd.ent.e in
Vaticano, pronunciato dal Capo della Massoneria italiana.
La Chiesa cattolica, qualunque siano le questioni contin
genti che può avere con essa lo Stato italiano, è una grande
istituzione, ed è una istituzione che ha sede in Italia, che è una
gloria italiana, e che noi, come italiani e come cattolici, ri
spettiamo ed amiamo. (Applausi vivissimi e prolungati). Noi
non tolleriamo pertanto interferenze straniere nei nostri rap
porti con essa, nè massoniche, nè di qualunque altra specie
(vivi applausi') .
- 57 -
- !;8 -
fesa uazionalc; cli difesa dello Stuto, il quale non 1>uò t.ollemro
l'esi,5tenza di organismi occulti e di forzo che pretendono ,10 •
minarlo segrctament.ti: di difosa nazionale>, 1>Prehe Ja nazione
non deve essere lasciata nlla merce di imlrhit,• ingei-L11.ZC strn.
oiere. Ed è anche, pcrmettetenù di dirlo. �oprat.utt-0 h,ggsi• di
moralità: la qualE' insegnerà al Popolo ihùiano dw wrni ideale
si -pnò professare, ma alla luce del sole, HS:;umt•n<loM 1iirna
la rcsponsa,bililà, rn.cl)tre, it1vPce, l'Ol)(lr-.t :;c;sr,,tn P irrespon·
e,abile non solo è dunno-;a, IJCl' lo St�to. ma è un malo es.�mpio
r,er la nazione e anche come tale deve e!!ser<' riprov:1t.'l. e re·
pressa. (Applausì i1 lvissimi e m·olunaoti: i 11dni6ll'i ,; 11,ol/i
senaf01' i si c011 g,ratul,mo con l'oratore).
- 59 -
(*) Presentato alla Camera doi Deputati dal presidente del Con
siglio dei Ministri, Ministro degli affari esteri (.Miissolini), cli con
serto col Ministro del!' interno (Federzoni), col Ministro della Giusti
zia e degli affari di Culto (Rocco), seduta del 18 novembre 1925.
tiO -
- 6� -
- 66 -
- 70 -
sio della cittadinanza. Qui ò applicabile, a mio :wv.il:-0, I' ... t�. !I
del.13 legge sulla citta.dinan2a.
Potrebbe darsi il caso che cittadini, privati dellu eitt. a
dinanza per la loro indegna condotta, dimostras,- ero il loro
pentimento col tenere in seguit.o wut condotta dn buon ita
liano. Nulla vieta che l'accertameuto <li r1uesla lmona !'011-
dotta post.eriore, che deve essere duratura llC.r l'ar r�e::1Sur,..
gli eifetti òi quella :prooedcmt.e. sia fotto <l:illu i;(e"�t� ('011:
missione , nel qual ca,;o si potrà avr•rr> il riac11uJsto rlAU
cittadinanza, a t.ermini dcli' art. 9. llalvo t.LL <lov1:rno di prov
vedere al diviet.o del riacquisto, a t-<'rmini deUo sle�so adiuolo.
Si è fatta la questione dr.ila 1iosizione giuridir:a dtll'cx
cittadino che non ha acquistato unu nuovu ci [ tarli1111 nzu. Bi
tratta di una questione già 00110,r•iuta dul diriho int<.'rnnzio
nale: l'ex cittadino divcnt.a apoliclc. rnt'ine rimrnv· l:i qut;
stione sull'esistenza degli obblighi di lc•vu; :i11cli ',!,.,a si cl,•ve
1·isoher<> in ba:,e alla legge sulla cittadinanza, rii C'Ui que-tt1
è integrazione.
'.Per l'articolo 8 della leggtl <lrl 1912 la perclil.i <Mla (•it.
tadina:nza nou implica esenzione dagli obhlicrhi di lr•va: poic 11t•
il pnisente disegno di le gg e non fa che ag'� iun !l'eru u11 nuovo
caso di perclita a quelli dell'art. 8, anche QtH'titO r·aso ricntr:1
sotto la dispo !iizione generale dell'ultimo cap o\'crso de1l'art,i
co1o. Quindi la perdita della cittadinanza per cau,:i di r·:it
tiva condotta , tenuta all'estero , non implica cscnziont! d:, gli
obblighi di leva.
Couc1udo, onorevoli senatori. come Lo comiudnto: 1111r
st?<.1. logge è una legge di dife.ia nazioru:tle, i> una legge chC' dn
�mpo avrebbe dovuto essere introdotta nella noHtra legisl a-
2ione. Essa ba un signil:icato ben chiaro, che è quello di nn
monito ai cattivi italiani che all'estero diffamano il loro
paese. Il nostro augurio è che il monit.o po�sa rimanC'r trùe
e che i casi di 11pplicazione della legge siano rarissimi. L'ef
fetto, intanto, che il solo annuncio della pr esentazione del
disegno di legge ha p:rodoUo, è. st�t,o. io posso cLirlo. efficace.
- 73-
H.
("") Presentato alla Camera dei deputati nella seduta del 2S mag·
gio 1925 dal Presidente del Consiglio dei MinisttJ, }.liui�tro, de
gli Affari Esteri, Commissario dell' Areonautica, Mini5Lro ad i11-
tei-in� della Guerra e della Marina MU$SOlini, di concerto col l\Iilii
stro dell'Interno Federzoni .. col :Ministro delle Colonie Lan1ta di Scnlea,
col MinJstro della Giustizia e 1legli Affari di Culto Rocco, col Mini
stro delle Finanze De Stefa-ni, col MiniAtro dell' lstruzione Puliblica
Fedele, col Ministro dei Lavori Pubblici Gi11riali, col Ministro del
l'Economia Nazionale Nave, e col Ministro delle Comunicar.ioni G'ia111J.
- 76 -
- rn -
dine ohe ò richiesta dall'interesse dello Sr.:1.to, :.;i ù lirnitulu la
facoltà della dispensa fino al 31 dicembre 1926 .
• * �
A quest'effetto, appunto, mira. l'unito disegno Ji legge,
col quale si dispone che gli impiegati ed agenti r.li qu11.l,i,1si
amministrazione dello Stato possono """ero dispL•n.,ati ù:il s.•r
Tiz:io entro il 31 dieembl'e 1926 quan<lo ne rcsulti l'in,·0111pa
tibilità della ulteriore permanenza ncll'.'.\mminiefraziow,.
Q,uesta formula, cho definisce il lim.il1' corw1•tlual • ,. la
portata sost.anziafa del provvr.dìrnento, non è nuova t1t·I no
i,'iro diritto J.')òsitivo, perchè ve_nne già !l!JJ!lieara - ton l'i1rti
colo 3 del Regio decreto 28 gennaio 1923, u. 15:J - ;1ll:i r,·vi
sione delle assunziòni o sistemazioni di 11ersonal,i l':ltff) du
rante la guerra.
Non si è creduto di doYer deférire nè ad una CommissÌ'ln•�
SJ)ecfolc, nè al Consiglio d'amministrazione dei singoli J'Hi,ii
steri alcun ,riuclizio preliminare od istl'ufto1·io st1lJ,, dir;pense
dal ffil'vizio, pe1·chè la rreazione di una spel'hl" <'omrni��ionc,
mal si concilia, con la n.a.tura e 1n finalità d••l pm , Pd i·
mento; e non è sembrato che la competenz:i 1lc,i Con-;igli Ji
11mministrazione - dafai la lOl'o composizione - pot.1.iss<> c>s
sere estesa oltre i oasi di valutazione ,, arnminisfr.itlm » 11
« tecnica i> delle prest.azioni di servizio. •Jel re,-.t�, il pro,·
Yec!imento, di cui ttattasi, tientra più propl'iarnen!.u JH•lla
&fera (li discrezionalità e di responsahllità polit-i.Nt drl minislro
proponente e de1 C-0nsiglio dei minish'i, c,mh1so 1ùtm;;J 6gni
pre,cntivo contraddittorio ohe - se costituisce una dovcro;,11
necessità, nell'applicazione di sanzioni disciplinari, v11lnere
rebbe, per contro, la delicatezza d'una altissima valuta?Jon e
ru01:ale, da tenersi - oome tàle - fuori di ogni discutibilità.
Riconosciuta la necessità della dispensa dal servizio per
un motivo che non ha caratt.ere disciplinare, debbono rima
nere. impregiudicati tutti �li eventuali diritti a pensionr: e,
se diritti non si fossero ancora costituiti per insufficiente
- 77
!*J Pronunciato alla Oamera dei Depu.taLi. nella tornata 1!) giu
gno 1925.
- 81
punti direttivi dello Stato, nello situazioni più delic:.ite. nei rnec
eani-smi più importanti. di tutto il VUJ:,to organismo i,tatul!•
uomini di sua c.omplet& fiducia. uomini i quali, io aggiungo,
non servivano una idea, servivano un uomo. (.1ppl,w8i).
Ora noi questo cbie<l.inmo ai nostri impicg:i.ti; clii.ed.iarno
che comprenda.no la grande idea ohe ravvi'l'"a tutto il rnoviment.o
fascjs�a, una idea semplice, se pure nuova: l' It.alia inoanzi.
tutt-0, l'Italia sopratutt-0. l'Italia so;,ra la <lcmocruzin, SOJlra.
il liberalismo, sopra la massoneria, i;opra l'univel'salismo. (l'i
vi applausi).
Nessun impiegato può arrossire, ues�un in111il"gat'l si può
:ritenere diminuito quando ad esso chiediumo questa sl:ossa fodo
Dazionale che ci anima e ci trascina.
E poichè sono sulla via delle citazioni dei precedenti, bi
S-Ogna pure che io 1-icorùi quello cho fec-0ro i Go,•ern.i tlemorr·1-
tici della Francia e quella stessa massoneria c:he oggi moov<'
tutta la opposizione al clisegno di legge.
SOLERI. Io non c1entro con la mas.."IOneritt ! (Vivi 1·u.
mo,•i - Oomrnen,ti).
ROCCO, ministro della (liustizia e degli affari ,U culto.
Quando al Governo francese sali Emilio Combes con il Cllr
Wlo delle sinisfa'e, si pretase il conformismo più scrupoloso
di tutti gli impiegati, compresi gli ufficiali, ali 'idea. n.ntide-
1:icale e massonica a cui quel Governo si ispirava.
E furono cli quell'epoca le famose fichtJ.S con le qm1li �i
ricercavà non soltant-0 l'opinione 1X)litica di ogni inipi,.gaoo
e di ogni ufficiale, ma quella della sua famiglia, a cui t.'i
inibiva di frequentare la chiesa oattoliea e la. scuola cattolica..
In nome della libertà e della democrazia quMro si f,weva:
noi faremo molto meno, ed in nome della Patria! (Appro
vazioni).
Ci si accusa di confondere con questo disegno cli legge
concet.ti che vanno distinti, di confondere lo Stato col (]·averno,
e lo Stato col partito.
Sul primo punto la risposta è :facile ed è stata data roolt.o
- 85 -
- SB -
.:..
- 87 -
DELLO STATO
- 90 -
- 92 -
- 8ti -
�-.
RELAZIONE(*)
I.
Il.
- 114 -
I
Nazione in ogni momento, rende molto più peri colosa la ri
velazione dei segreti concernenti tale organizzazione. D'altro
canto i servizi cli info1ma:tloni che gli Stati maggiori d i
alcuni paesi hanno organizzàto anche i n tcmr.>0 d i pace ren
dono più difficile la difesa, e più necessarie sanzioni sevcds
sime oonti--0 forme di attività, che l'a�perienza della guerra
passata insegna molto frequenti e pernfoiosi'>Sime per la si
curezza dello Stato. Alcuni rocenti proClessi svoltisi a �a:poli e 3,
R-0ma hanno dimostrato la necessità in qnesta materia cli una
rcpr ei;s.ione severissima.
Qttanto agli attentati contro la pace interna, previsti da
gli artfroli 120 e 252 Cod. pen., la pena di morte appare san
zione picua.mente giustificata, non solo per quel che concerne
la insurrezione armata, o la �uerra civile, ma anche per que
gli atti di grave intimidazione collettiva consumati mediante
esp-lo$ione cli deposili di munizioni, distruzione di navi, cli
argini, di muragliòni e via dicendo, capa.ci di :porf;are fa deva
stazione e Ja strage in una determinata lo[J.alità del Reg-110,
che l'it-nt.rano certamente sotto l'ampia direzione dell'art. 252,
e che tanto il Codice penale. quanto la legge J 9 lug-lio 1S94,
11. 314, puniscono in modo insufficiente.
Come si vede, il disegno di legge non contempla tutti
i delitti contro la sicurez?:a dello Stato. Ne réstano fn.01·i
alcuni, ancho g1·avissimi rome quelli cont.emplati <lagli arti
coli 105 e 106 del Codice J)<.male, ed altri, <'O
. me <i.nello punito
dall'articolo lJ O, che pure ha rapporti di connessione con
delitti coufonxplati d;i.l disegno di legge.
Ma si cl�vc ron,�ideraro che si tratta di una legge eccezio
nale e tem.porane11, la quale ha di mira sopratutto la repres
sione delle attivit.à m·inunose, che mag·giormente turbano la
coscienza pubblica n<'l presento momento storico. Di qui la sua
portata limitata e l'esclusion� da i>,gsa. di forme <lelittuoso,
come quelle contemplate dagli articoli 105 e 106 del Codlce
l)ànale, rhe, sebbene gravissime, presuppongono lo stato <li
guerra. r quindi l'applicazione delle norme ohe, la dichiara-
- llG -
'..'2 •
�� -�
117 -
122 -
- 124
I
1
'
- 125 -
LA RIFORMA COSTITUZIONALE.
1.
(*) Prescritta dal Ministro della (;}i ustizia e degli affari di culto
, Rocco) nella. sedata d.ella. Cù.mer!l. dei deputati del g\] maggio 1925.
9
l
- 130 -
nell'alt ra, più alta e più assoluta necessità,, <li gamn tire allo
Stat-o le condizioni essenzial i dolla su1 vita e dd suo svilu_pJlO.
..
La regola pertanto della se)}arazione d('i poteri non può
non su bire, nella pratica, eccezioni; o ne subisce nell'ord.i
nrunento di tutti gli Stati civili, d anch� nel diritto vigente
in Italia.
Accade cosi che funzioni giudiziarie ed amministrative
siano affidate ad organi investiti normtiln:umtc dell'cserci
:&io della futIBione legislativa, l'Olllf' Ml cMo del Senato costi
tuito in Alta Corte di giustizia (Statuto del Regno urtic-olo 36),
nel ('ab'<> di accusa dei mi nistri del Re pronunciat.a dall:i Ca
mera dei deputati (Statuto articolo 47), nel caso dei bilanci
e dei conti dello Stato, che sono in sè a!;ti amministrativi, ma
che debbono essel'e approvat i dalle due Camere (St.atuto,
art icolo 10); nel caso dell'ordinamento e <lel funzionamento
dei varì u ffici amministrativi del Senato e délla. C1uuora e
della amministrazione dei fondi ad e.c,si assegnati (Rcgola111ent..i
della Camera, articoli 14, 16 e 17, 144 e segg., 153 e oogg.:
Regolamento del ffonato articoli 13, 15, 134, 17 3 e segg .) .
Accade così. anche, che funzi(mi an1minfr;trative siano af
fidate ad organi del potere giudiziario, come nel caso delb
volontal'ia giurisdizione e delle alb·e molteplici incombenze
di earattez·c amministrativo, che sono cùù..lc vario leggi attri
buito ai magi�b'ati: senza contare i càsi. di cui ìl pretore ro
mano ci off:re un clas.;;ico esempio, e di cui uu esempio mo
derno ci dà la costituzione degli St.ati Uni ti d'A.merfoa, <li
funzioni legislative esercitate da organi giuilizinri. E cosi, in
fine, accade che funzioni legislative siano affidate ad organi
amministrativi, ossia ad organi del potere esecutivo. L'esempio
tipico è quello dat-0 daTia facoltà 1·egofamc>ntarc che spetta
indubbiamente al potere es ecutivo, secondo, si -può clire, tutte
Je costituzioni moderne, ed anche secondo la nostra (Statuto,
m·tioolo 6) o che impo1·ta appllDto la emanazione di norme giu
ridiche da parte del Govc,rno, ossi:>. l'esercizio, da parte do! po
ter() esecuti'lo, di u na funzione legislativa.
- 131 -
• * *
f
pm essere
modo che la sua disciplina giuridica non. potevll,
alle più stran e conse
mutata C'he per legge. Si giunst' cosi
, in moru 1>nti di rapide
guenze, e wincipalmcnte a questa che
come quell e che tutto il
trasformazioni economiche e sociali
i nuo inter vento
I mondo attniversa, le quali richiedono il cont.
ità., ogni
<kllo Stato. e an continuo evolversi ddla su. attiv
à
$ * *
',,
pressione degli interessi particolari.
Sebbene il dubbio possa apparire infondato, si è reputato
opportuno aggiung·ere, a maggior chiarimento dei limiti della
disi,osizione contenuta nel n. 3 dell'articolo 1, che la facoltà
del Governo di disciplinare l'organizzazione e il funzionamento
dei pubblici uffici, e l'ordinamento del personale ad essi ad
detto, non si estende all'ordinamento giudiziario, alla com
petenza dei giudici e alle guarentigie dei magistrati e degli
altri funzionari inamovibili. Circa l'ordinamento giudiziario
e la competenza dei giudici debbono conservare pieno vigore
gli articoli 70 e 71 dello Statuto. Circa la guarentigia dei
magistrati e degli altri funzionari inamovibili è chiaro che
l'inamovibilità non avrebbe senso, se il potere esecutivo potesse
a suo arbitrio mutare le norme che la disciplinano.
Allo stesso modo si è dichiarato espressamente che la fa
coltà del Governo del Re di regolare l'ordinamento dei pubblici
uffici, servizi e i stituti e del personale ad essi addetto, non
importa la facoltà di variare, con decreto Reale, la legge del
bilancio. Quando i provvedimenti contemplati nel n. 3 del
l'articolo 1 importino un maggiore onere per il bilancio, la
maggiore spesa deve essere in esso iscritta e approvata con la
legge, che approva il bilancio.
Si è voluto infine, con una chiara disposizione legislativa,
consacrare ed accrescere le garanzie stabilite dai vigenti or
dinamenti per l'esercizio della facoltà regolamentare, stabi-
- 137 -
* •
* :i: t.
colo 53. per il caso di necessità, onde mantenere la. pubblica. sicurezza
o rimuovere ù.D.o strà,ordina1·io pericolo , e la Costituzione dell'Assia
del 17 dicembre 18:W, all'articolo 78, nei casi urgenti per le necessità..
della aicurez1m dello Sfato. Sul tipo cli quest'ultima, ci-auo le Costi
tuzioni del Wurtemberg del 25 selteI?bre 18[� , § 89, e deJJa Sa1,sonfa
A.lteuburg del 29 1l-Jmile 1831 §i '211. E degno di nota che, eecondo la
citata legge penale di poJizia della. Baviera del 26 dicembre 1871 1 le
orclinanze consentite dall'articolo 9 cessavano cli aver vigore re non
erano a.pprovatc prima del termine della sessione del Landtag.
Per le notizie contenute nella nota p reseu� e in quelle successiV'e,
come p1:1re nel testo della relazione chca la legislazione comparata,
cfr.; la cit::i.ta relazione del!' Ufficio centl'ale del Senato , relato:i:e Scia
bja, Al/i Parlame,tlari, Legislatm·a XXVI, Doc. u. 345-A, pagg. 20
o segg.; Crncmu,o: La qitestione dei decreti-legge in « Gjurisprudenza
ilA.lianu 1922, IV , pag. ll3 e segg.. e autori ivi citati � :pag. 120,
nota 14: PP,"11l'SER, Die. $laats-ve1·fassunrJen des Ei·dball.�1 CharloUen
burg, 1909; D,UlESTE , T.,es cons.tititfions rnodernes, Paris, 1910; P1-
LOTY o Ko:itc1n:uTT1m., lahrùuéh des of!entliche, Rechts, Tnbingeu
1920 o 1021, vot. IV e X.
- 143 -
br!LÌO 1891 \art. 80); del Paraguay, del 25 novembre 18i0 (url. J02
n. l7\; del Guatemala, dell' 11 dicembre 1879 ,art. 77, n. 118); del
l'Equatore, del g3 dicembre 190G :art. 81 e 83): del Nkaragua1 del
Sfl mi.rzo 1905 tart. 80); del Salvador, del 13 agosto 1886 (art. !10, n. 16};
ùe11a Columbia, del 4 ag9sto 1881 (art. til); di Cu1a, del 21 Jeb
braio 190l (art. 40, l/2 e 6:8, n. 11); e dsgli Stati Uniti del Vanezueln,
de] 27 aprile 190-1 (art. 9ù).
De�na di nota è 1a. CosLitmr.ione Messicana, del 6 febbraio 1857
(art. 29), la qnale conferfaM al Presidente della Repubblica, d'accordo
ool Consiglio dei Ministri e con l °ll!}provazione cù 1mn Deputnzione
permanente, cow.posta di un Deputai.o per ciascuno Stato o territorio
(nel caso che iJ Congl'esso non sia riunito), lt1 fa.colta. ù.i sospendere
temporaneameute le garanzie costitu:i;ionali nel c11so di gravi oonliu
gente. La Repubblici:� dì éJ,)starica (Costituzione del 7 dLcrmbre J97l
l'iformatn nel 1!JOS, art. ll2 e 93) attribuisce <lirettamente ad nna rom·
missione permanente, ilnrante la chiusura del Congresso legialativo,
la i'à.colta dì sospendere gli ordini costitnz:ìonali, in cai<o ùi guerra o
sommossa, nonchè di emanare, ;,,n prOj'OSta del potere esecutivo, d�
c.reti ur{;enti da sottoporsì ,il Congresso nellrt ,;1.m pro,;>1ima. riunionr..
11 Giappone (Costituzione del]' 11 f.ibbraic> 1889, articolo S) rico
nosce. all' impeutore, da:ran te gli intervii,lli delle ees,;ioni del Parla
mento, nei casi di urgenti necessità., pet manteni:re l'ordina pubblico
o per evitare u:na, pubblica calamifa, il potere di emanare ordinanzo
imperiali con forzll di l egge. Esso però debbono essere sottoposte .,1
P arlamento nella saa J)tima seduta e ilebhono dichiara:rsi decadute dal,
Governo se il Parla.mento non le approva.
14'7 -
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- lo� -
t
l'ai'fm·mazion-0 <li un controllo giudiziacio Rugli elemcmti for
ma.li della urgenza: c>vidente incsist-cnza dell'estretno <lclla I
necessità: p1·ossimità delht -ripresa di fonzionamontò dd po
tere esecutivo; non immodi.atezza dcll'esecuzioné. non poteva
non appari1·e in cont.rasw col principio, indisousro, che solo
il Parlamento sia giudice della opI)ortunità, nei sing·oli ca&i.
dell'assunzione della funzione legislativa da parte del Govemo.
E l' iud.i.I·h:..:o della giurisprndenza è succc!'lsivamente mu
taw per l'Ìeon<lursi alle massime. in µr�cedwza arcnUe: cho
ia necessibà urgente e improwgabila è fonte e gtust-i.tica.
zione della 1staoTdinada fo1·ma tli attività leg·islat.iva, Pi:!1'.>li
cantcsi con decreti-legge: che i motivi rii ne�.issità e di ur
genza non possono essere �indacati dall'autorità. gindizia.ria,
ma solo al Parlamento, essendo essi informi;1ti a c.riterj ed
app�r-zzamenti discrezionali <li ordine politico; che i decreti
lc-;gt· hanno fo1·za e carattm:e di legge fino a elle non ne
a;vvenga la revoca o la modific.a, da parto clcl Parlarnent,<> c
l'autorità giudiziaria non può rifiuta1·si di a])plioare le san
zioni penali dirette a reprimere le trasgr�ssioni a disposizioni
in essi decreti contenute; elle spetta esclusivamentu al Go
verno di scegliere la circostanza o il momento ùp.l)Ortuno per
la conversione in legge doi decreti che, ha emanati e non
può l'autorità giudiziaria giudicare enti-o qual rermino debba
avvenfre la presentazione al Parlamento per la ratifica (sen
t;enze della Cassazione di Roma a Sezioni unite 6 maggio 192-¼.
iu Riv. di dir. pu,bbl. 1924. p. 194; delh stesse. Sezio.rri
unire 19 luglio 1924, in Giwr. it., I. 1. 737: della 1� S{'-
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NORME GIURIDICHE.
,,
,trasformerà automaticamente in un::i Camera di registrazione.
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I I
T 180 -
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sta alt.a A.ssemblea - discutere un tema che toccava cooi cb. \'i
cino le 11rerogative del Parlamento.
È dunque in Senato che ò sort.a: l'iniziaf,iva, o dal Sonato
più di recente sono partiti moniti giusli.ssimi al Uovcmo,
perohè finalmente si sistemasse questa mat-0ria. In verità il
disegno di legge non aumenta nes�una dello facoltà che il Uo
verno già, oggi pos-�iede, ma anzi le limita.: si passa in:JOmma
ad un regime di più_ fecondo Llvoro e dl mnggiot·e int<ir
vent-0 negli affari dello St.ato d:1 parte <lei Parlamento. Perchè,
onorevoli senatori, u.na oosa è la teol'ia astratt�. e una cosa iJ la.
realtà concreta.. Se teoricamente è pos:,ibile negaro la costitu
zionalità dei decreti legge, in realtà non si può governare
senza i decreti legge, di cui ogui giorno si ò fatto e si fa uso,
e dai nostri predecessori anche più cho da nvi.
Lo stato cli l'atto, che dma da çarecclù anni, da un perio<lo
cioè molto anteriore alla marcia su Roma, bi ogna pur con
fessarfo, è t�e dà meritare la più attenta considerazic>ne. L'o
norevole senatore Ciccotli ai preoccupa che in segt1ito ali ap
plicazione di que$tO di:legao di legge. il Parbm"nt.o po�sa
essere ridotto ad uu puro Ufficio di registl'aziooe. La verità.
è che per pru:ecchi anni ciò è purtroppo accaduto e se il Pa r·
lamont-0 è oramai ritornato ad esercital'c le sue funzioni essen
ziali, cbe sono quelle legislative, od ha cliscUS;lo, e va discu
tendo leggi fondamenta.li per la vita e lo sviluppo delln na
zione, cio è avvenuto 1)01' merito del governo fasci:;w. J..e
condizioni in cui ai -svolieva l'opera del Parlamento, al nostl'O
avvento al potere, erano queste: non si di$eutevano i bilanci,
ma si concedevano esercizi provvisori; non si discutevano ]o ggi,
ma si emanavano de:'.reti bgge; per compenso si impiegav;illO
lunghe sedute a polemizzare circa l'indfrizzo genarn.10 della
politica dei governi; ad ogni riapertura della Camera le stesse
discussioni si ripetevano con stucchevole monotonia, e si senti
vano le meqesime pel,'eOne dire con l e medesime parole, lo me·
demne cose (app1·ovazioni).
Ora le cose vanno già assai megllo, perchè le discu ssioni
- 183 -
del contributo personale che ogni cittadino atto alle armi deve
dare allo Stato per l'organizzazione delle sue forze armate. Vi
è poi la forza bilanciata, altro elemento decisivo, che, riflet
tendosi sulla spesa, diviene materia di legge. E poichè ogni or
dinamento dell'esercito poggia necessariamente sul reclutamento
e sulla forza bilanciata, basterebbero questi due limiti per ricon
durre la materia dell'ordinamento militare nel campo leg:dativo.
Non ho pertanto difficoltà a dichiarare che tutto l'ordi
namento dell'esercito è, nel concetto del Governo, maJ.eri.:t di
legge e non di regolamento di organizzazione. A questo pro
posito anz.i sono autorizzato a dichiarare che il progetto di
nuovo ordinamento dell'esercito è ormai pres;;ochè ultimato e
sarà presto presentato al Parlamento.
Quanto alla pubblica istruzione, il senatore Schanzer ha
fatto l'obbiezione e ha dato anche la risposta. L'ordinamento
della pubblica istruzione rientra per sè nella facoltà regola
mentare, ed è giusto che così sia perchè oggi siamo arrivati
a tal punto, mi diceva il collega Fedele, che non possono
mutare i metodi di classificazione degli studenti senza fare una
legge, non si può trasformare lo scrutinio bimestrale in trime
strale, o viceversa, se non per legge. Orbene, questa è una esa
gerazione. Se invece consideriamo, non più i rapporti di or
ganizzazione interna dell'amministrazione della pubblica istru
zione, ma i rapporti coi cittadini, l'obbligo dell'istruzione ele
mentare, per esempio, siamo evidentemente fuori del cam1)0
regolamentare, perchè è in questione la libertà personale clc\i
cittadini. Con lo stesso criterio vanno risolute le altre quB
stioni che wno state sollevate in questa diacussionc.
Il senatore Gallini si preoccupa delle cooperative, ma si
tratta evidentemente di enti di diritto privato, che non hanno·
nulla da vedere con la organizzazione interna dell'amministra
zione. Delle cooperative si occupa il codice di commercio; basta
questo per escludere che possano essere disciplinate per re
golamento.
Quanto alle Casse di risparmio e agli Istituti di emissione,
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1,
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( - 195 -
I 1,
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la paralisi dell'arione ili Governo p l'oprinmento dotta, la fino
dell'writà del gabinett-0 e dcll'autorit.à direttiva clel presidente.
;n sopravvenire del regime foscist,t ba prol'omlamento
mutat<> la :iituazione clel Ministrro e <lei suo rn1,o. L'unità del
Gabinett'-0 e l'autorità preminente del 11resideub.: vennct·o rt.'
staurate, secondo le norme dei <lMreti del 181i7, d!'l 1876 e
del 1901 e secondo la. tradizione costituzionale il11Ji,11m, int,ir
rotta nel 1919. Ma con un Bignificato alquanto ilivl'rso, con
linee più decise e con maggior,, energia_ Du un <'anro infatti
l'esser.e il Governo esprossione cli un s0lo partito, predomin ,mr.e
per forze e pci· \'Olonlà. detfo al MinÙitcro unità <l'iudil'izzo, e
quindi forza nella decisione e ncll':izione. Dall 'altro r,.�5f'tt
il presidente del Consiglio anche iJ <':tpo ciel partito du111inant,,,
tliedt> a lui una autorità. indis..,1L,sa e t.n.L, <la fa.n� il Vl'ro ,,itt1<1
del Governo. E l'uso comune c-orne talo prrsa a, dt';i�turlo.
In tale con<li.tlonc <li <'O.,c l'unita dd GabiucLto è sbt.1 ri
costituita, ma non più prccfaarncnte ne.I !!l'uso, in cui J':1veYa
intesa la. prati.ca c ostituzionale anteriore al 1919, mli iu senso
1iià 01·gaui� o più prati:o. Ed in verità il flovcrM di G1tbinetto
era stato inteso piutt.ost.o nel senso di una t.otale �olidarietà.
tra i vari ministri, io modò che ciasr·uno fo.;so r1:l.':lpon,;.1 hik di
tutti gli alti degli alLri, che nel Mnso <li un a wm.1. unirà di
inili.rfaio e di azione politica. ln tal modo l'u.niformità del Ga
binetto l:'l'a d.ivenub. per e.�w piuUo;tn r,au,;a cli Jebolczza che
di forza; essa serviva a moltiplicai-o i punti vulnc•rabili e
quindi le ragioni o i pretesti di att.'lcco, e a rendere perdb più
agitata e J;iÌl. breve la vita dei Mi.n.i$teri.
Kella _pratica dell'ullimo triennio invece, l'unibc\ dr! Ga
\Jiaetto è- s1.ata intesa nel suo senso piu vero c.orne unifa di intli
rizzo e di azione. Questa uuità -fu ruanteuuf.a rigidamente tlal
pre.,idcnt e del Cont-i.glio, CaPo del Govemo. [u tal modo il
concetto della solidarietà venne superato ed assorbito. Quando
l'indirizzo politico è unico, cioè quando l1azione è omogenea,
non vi è luogo alla solidarietà, che presuppone l'eterogeneità.
dell'azione. Fuori deli'Wlità resta ciò che si attiene piutto$to al
"
,
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campo tecnico cbe a quello politico, nei confini del quale rmò
esplicar�i l'opera individuale e separata dei vari ministri. 1-\nèhe
.a questo campo la pratica antica estendeva la responsabilità
solidale del Gabinetto. La pratica recente P ha giustamente
esclusa.
La J>osiziono costituzionale del ministro presidente è uscita
dunque rinvigorita e tesa più precisa da questa evolmr.ione. Il
primo nLinistro è il voro Capo del Governo, che dà unità alla
sua composizione ed alla sua azione: unità d'indirizzo politico,
non solidarietà nei dettagli tecnici dell'azione.
Il disegno di legge, c11e sottoponiamo al vostro csl',me,
mira a defiofre con chiarezza questa posizione.
I rapporti del Governo di fronte all:i, Corona restano
quali sono definiti dallo Statuto. Il Re, che riassutne in sè
l'unità dello Stato ed è caJ.)o o partecipe tlei tre poteri, è anche
il c�ipo Supremo del -potere esecutivo (articolo 5 dello Statuto).
Ma, 1)er la irrcs:ponsabilità costi:tuzfonale, che accompagna tutti
i suoi att,i, per cui ogni suo decret.o deve essere contro
firmato da un ministro res1)011sabile (Stat11to, articolo 76),
egli m,erc:ita questo JJOtore per mozzo dei suoi ministri. I mi
nistri essendo costituiti in un Gabinetto, ohe opera ru1ih11·ia
mo-nte sotto la direzione di un capo, il primo ministro, o mi
nfatro pt·csidonte, il Gabinetto, o Governo, è effettivamente lo
strumento, per mezzo di cui il Re esercita il -potere �secutivo.
Ghlstamcnte si parla, nell'u,so corrente, di « f',,.overno cle1 Re ».
Ed' esattamente l'articolo 1 del disegno di legge diohfarà,
illustrando con assoluta fedeltà lo Statuto, ohe il 1w esercita
il yotc1·e esecutivo per mezzo del suo Governo; che il Governo
�cl R e è costituito dal :primo miiùstro e dai ministri, e che
il J)rimo ministro è Capo dol f';averno. I minisfri restano, come
il primo ministro, tninistri del Re, e sono, come il primo
ministro Tesponsabili veri;;o di lui; questo dio.hiara appunto l'ar
ticolo 2 deil disegno di legge. Ma, agendo sotte la direzione dcl
J>rimo ministro essi sono altresi resl)Onsabili verso ili questo,
come lo stesso articolo 2 staoilisce. Identificato, come si deve,
- 200 -
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- 203 -
A ':CTRIBUZIONI E PREROGATIVE
DEL CAPO DEL G OYERNO.
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(*) Presentata alla Camera dei Deputati nella seduta. del so;gen·
naio 192(;.
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CODICE PENALE.
),
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e sociali, e che vanno sotto il nome ora cli pazzi morali, ora
di idioti morali, ora di degenerati, e più spesso sotto il nome
improprio, ma che ha fatto fortuna, di criminali nati o i;tin
tivi; ai quali convengono, non provvedimenti di cura o di
custodia, ma vere e proprie pene con ,mrattere sopratutoo
elim.inativo.
Dai veri e propri alienati di mente occorro •mche di;tin
guere gli individui affetti da squilibri psichici, i qu:.ili appar
tengono alla cosidetta zona neutra fra Io stato di m.Jntc sana
e lo stnto di malattia mentale, cioè gli individui affetti da n"u
ropatie, talora gravi come gli epilettici, gli i�tcrini, gli ist�ro
epilettici, i nevrastenici, gli intossicati per alcool o prr altre
sostanze venefiche (morfinomani e cocainomani) e infine gli
individui ignavi e repugnanti al lavoro, che una naturale e in
viucibile neghittosità in nessun modo curata e com battuta,
mena gradualmente verso stati pressochè psicopatici . .Per tutti
costoro occorre studiare il trattamento più opportuno, che
potrebbe essere, ac-eanto, o anche, in sostituzione della pena,
un regime di cura, di custodia e di segregazione a fornpo
indeterminato, avente carattere insieme curativo e di sicurezza,
che valga ad ottenere, quando è possibile, la guarigione o
per lo meno a rendere il delinquente socialmcnro iru10.::uo per
l'avvenire.
Per gli alienati di mente propriamente detti converrà
promuoverne la segregazione e la cura a tempo indeterminato,
cura e segregazione, non già negli ordinari manicomi comuni,
ma nei manicomi giudiziari, di cui l' Italia g-ià po;;sio<le quattro
(Aversa, Montelupo Fiorentino, Reggio Emilia, Barcellona
Pozzo di Gotto) e che converrà accrescere, quando i nuovi
bisogni lo richiederanno.
G) Sempre ai fini di riforma sopra accennati, è neces
sario altresì sottoporre ad accurata revisione il titolo ottavo del
libro primo del Codice penale relativo ali' istituto della recidiva.
L'attuale regolamentazione della recidiva produce invero serii
inconvenienti e presenta rilevanti difetti. Principalmente è da
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nato col maggiore rigore per evitare l'al>a,s;o dei 1·icor.'li. I tasi
di ricorso, le sentcn1.e contro cui si puù ri l'Orr()rc, h distribu
zione della. compet.enza tra le dn!' i;eri ,ni penali ù. •U i Cort,� cli
Cassazione, la enumerazion" Ù<'i casi cli annull:uu._-nfiO ls<'nza
rinvio, i;ono i punU che più nhbiso;prnn.1 di es�ore l'ÌiClnti e
miiliorau. Il tlep-0,it.o di una somm.i u irnmuzia ckl r,ugmiumto
della multa nei casi di rili'.lr;,O irtfon'.!ati Ùi!ve t\.s�rl' 1m.-.,o in
oprortuna. considerazione.
lni:inl" la revisìo,ie dei giu.-lirafi 11ew li ammrc meritrvolc
di un miglior regolamento !r(:i•lativn. Couvi-·11" ""1miu 1r1'
l'opportunità di ammettere dtrcsi La revi.�io11c: elci giucJirmti 1ll
proscioglimento, spe ·ic in easo di sopmvn·nut.u I onfr.s�ionc.
dell' imputato prosciolto.
.It
del Re l'ordinamento vigente non porta che 827 posti di consi ,.,
glieri e sostituti procuratori generali di corte d'appello e
i 187 posti di consigliere di cassazione e sostituti procuratori ge
nerali di cassazione, dimodochè in via normale non occorrono
meno di 25-30 anni ad un giudice per arrivare in Corte <li
avriello. La carriera si presenta così lunga e <li una desolante
uniformità, tale quindi da scoraggiare i migliori. .Oi qui quel
desiderio, naturale del resoo, nei più intelligenti e nei più
ambiziosi <li abbreviare questo lungo ed aspro cammino, quella
ricerca dei mezzi atti a superare i colleghi posti innanzi nel
,,
1·uolo, con promozioni di merito, che da taluno si è voluto de
finire col nome di « carrierismo ».
li I rimedi proposti, volta a volta, per dare sfogo al desi
derio legittimo, nei migliori magfatrati, di un abb1·eviamento
della carriera, sono stati vari. Ne ricorderò tre sperimentati
nelle ultime riforme oppure suggeriti da gruppi di interessati:
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- 277 -
faccia eia altri organi che non sia lo Stato. Una politie:1 di
classe, di categoria, di grupJ)O, di associazione, nel campo
internazionale è ass111·da, è intollerabile. (Approvazion i).
1n ter7..0 luogo dobbiamo ricordare l'importanza as.sunta
dalla lotta pacifica, cd economica fra i popoli; una volta la
gue.na tra gli Stali si faceva a distanza di l unghi periodi di
tempo, ed era unicamente armat,a; oggi la lotta internazional e
è lotta cli ogni giorno, � lotta di concorrenza poUtioa,. di pe
netrazione economica, di influenza intellettuale. Questa batta.
glia di ogni giorno _può avere i suoi traditori, e non si J)UÒ
permettete c.he il popolo italiano, che lotta per la sua affer
mazione nel mondo, :sia insidiato, enti·o la sua stessa corn-pag-ino
e indebolir.o nella sua forza combattiva.
"Risogna consìderin·e infine che i rappoi;ti internazionali
sono <liventati sempre Più sl;retti e l' iafluenz,1 che l'op-inione
pubblica i),ternazìonalè esercita sulla vita degli Stati sempl'e
più intensa. Non è PO.'>sibilo prescindere da questa realtà, non
è possibile anunottere ohe cittadini italiani influiscano stùfopi
nionc pubblica estera a danno del pl'Oprio pa.P.Se, per rendere
pitt difficili e più dure lo condizioni della vita polibica. ed
economica del popolo italiano. Questa opera nefasta, che
pe!lSimj italiani eompiono a danno del proprio paese, è vero
o IH'oprio tradimento, e come tale deve !?'SSeTe punita.
Tutt,1 queste nuove condiYJ.oni di vita dei l)Opoli si sono
venute delineando nell'nltimo SOOQlo, ma l'Italia ne ha 1·i
sontito gli effetti, si può dire, solo negli nltimi decenni,
_perchè eolo negli ulfuui decenni essa ha inizìato la sua part,e
eipazione alla vita mondiale e si è affermata come grande
pot!'nza mondiale.
Circa i delitti contro l'onow, a mio avviso, gli inconve�
nknti <lolla legi:;;lazione vigenti sono sopratuUo due. Uno è
quello della eccessività delle pene, che finiscè, come og·nuno
sa, per risolversi in causa di impunità. L'altro inconveniente
gravissimo è costituito dagli s.conci dei dlbattiment.i, in cui
si svolge la prova dei faU;i, e che si ris.ol vono in una nuova,
- 278 -
t
_per i reati di competenza del l:rib1tnale; soltanto cècezio J
nalmentP, quamlo per la semplicità dci fatti non s:iano ne
oossarie indagini e il pubblicò ministero creda, fatte som
maci<> investigazioni. di pote:: dnviare direttamente a giudizio,
si pllÒ fare a meno del procedimento formale. )fo, se non
sbaglio. l'onorevole rcliiforo vorrebbe fare éccozione alla regola
anche u.d caso che l' imnutato oonsenta di essere rinviato a
g-inc!izio. ,illora, se non ho mal compreso, si p0fa:ebhe fare a
meno del procedimento formale e sulla richiesta dcll' imputato
si an:cbbc il rinvio a giudizio.
SARROCOill, relatore. No, no.
ROCCO . ministro della giustizi.a e degti afja1·i di cttlto.
L'onorevole Sar1"0cchi si limita dt111qUo al caso in cui, dol)O
terminata l' istruttoTia formale, si debba :pronunciare jl rinvio.
Ove l'imputato lo ricMedesse, si potrebbe fare a meno della
d«!isione del giudice. Mi riservo di studiare la questione,
che praticamente non cr{�o abpia grande rilievo. 1'eorica-
- 280 -
).
,-
- 281 -
I I
- 283 -
=
aJlo scabinato. È natu1'afo t'he la riforma implit•hel'()hhe non
wlo scelta molto più rigorosa dei gh1mti, 111u unchc la
riduzione del loro numero a non pfo ili �ci.
I vctifà gli incom ·enicntì dell'nttunlc giucl izio per giurati
sono tanti, e da ogni part..� tilovati. " il 1110 lo t.-On cui l' isti
tuto funziona. spPcie in quafohe ptu·Le d' lt,tli,1. ,:o:ii prh·o ùi
serio garanzie di un,t efficac•"' tutel,� 1;0 •i:il,, eontro b pia�a
delln delinquenza. che una seria ronsLletirzion,.. 11°1 problr,ma
s· impone. Xon si tratta di 1·cs11i11gcre l'idea delb p11rtrcipa
zione dell'elemento popolare al giufu.io pPnalc. idea che Jrn in
sò molto di giusto e di vero. perchè effottivaml'nto n1'1 0111g-i
stei·o JJenalc si riflette JJÌLt dirr.ttru:JJento In co�ei,!nzu nopolnrc.
Si tratta di ùisciplinare il p1·inrjpio, in modo chr, dia il m.1ssimo
dei vantaggi, e il minimo dai danni.
Io uon dirò che la riforma da mP. deli.ne,tta 1,ossa. ucr•,,
gliersi senza profondo studio: ma prego la. Camera ili non
precludermi la via a questi studi.
Sui giudizi contumaciali non sono d'accordo 0011 il re.latore,
per questa ragione che trovo effettivamente confradclirtorio
ammettere la difesa nei giudizi contumaciali o poi nt•garle i
mezzi JJer farsi valere. 1ra rfoouosoo, e in que;;to sono pit't ra
diciùe dell'onorevole Sarroccl1i, che tutto il sistema ddl.i nostra
legislazione in materia di giuclizi contumodali ò arretrato ed
imperfetto. �on si J)UÒ approvare sopratutto il J)rinèi1iio della
pur,ga2,ione della contumacia. Pu.rgaziont> della contumaci11,
la cui introd.uzione, r.ome e stato def.t.o dallo stesso rcfatore iu
una not.a molto arguta, fu dovuta alle declamazioni dei -filosofi.
Rii;pondc proprio ad altri tempi, ad altra mentalità. Perchè
si deve ammettere il diritto dell'imputato cli mantcw•rsi Inti
tante e di prosentarsi quando gli parc e pia.ce, J:iuo alla 11re-
I f
- 285
periodo della primo applira zionc. Solo 1iorC'iÒ. :!l' mi riuscirà (li
tl'ovarl! 11na soluzione cho contemperi tutti gli intnessi ccl i>Ji
mini lutti gli inconve.nenti. mi i ndurrò atl :il'froutarc il gr11Ye
problema.
Snl trattamento ec'ouomieo Ùc!i magi:4tra.!i :!i.imo d'aecordo.
Bisogna JJOrre i magi.strati in conùizioni tu t.l'nnqnillitit e ili
se1-enità, anche se pPr far dò O<'t-ò()rre:,sc• crear,• u1l ,.s,l una po
sizione ili favore cli .fronte ngli altri fun1.io1111ri . In realt:L nos
suna cat.egoria di funzionari Ili tn)v,L fo1·,,, rwll:t 1•ondi1.ioue ùel
magistrat.o, la cui fun,:irnw, ùi giurliNU'l' i propri simili. ho
definito nltrove " soyrumana ,, . Tal" l'uuzitme. por C'SSr•r11 Pser
cHata in modo cla non dtu· luogo :t t·rit it:he n 11. ::;,r.,i,ctti, n 1·on
tutto i1 noce,-sario pt'Csti1;io. rit-hi,dP 1IH chi 1• l'hianint,J a rom
pim·fo il piu assolut-0 ronlrollo <li tutti. am:lw i 11iù corh,teti
rapporti della. vita ;;ocialc. e<l una :!Orta di i,olauwulo spiriwuk
pieno di duri sacrifici e ili rinunzit• penosu.
E gli uomini che a quest.i siu�i-Jozio e• a. quPsb ut.issionJl
(qhè sacerdozio e mis�ioue debbono chiami,rsi) :-1i d('<li1·,Jno han
no diritto nlmeno ad una Yita sr.'f'na rlall'a.s-.illo cll.'lh• preo�ru
pazioni economiche. rApprowrzio ,, i).
Onorrvoli colleglù, 110 finit.o. QuesL'OpPra, a r•ui ci siamo
accinti, di rivedere tutta la nosh-a legislaziorrn rodificiita, il una
g rande- opera e resterà uno dei {.ìloli di glorùt del Gon•rno na
zionale. La nostra. oodi�zione risale in nHHi:linHl parte ::i1
1865. Ora, quant..o diverso ò il popolo italiano cfol 1925 dal
popolo del 1865; quanto <li.orsa è l'Italia. <li oggi dall'Italia
di SPSSant'anni fa! Il piccolo Stato, chfi movevri i primi passi.
incerti nella via della indipendonza. oggi è 11na grande po
tenza. che esercita la sua influenza politica ,,d economica in
tutto il mondo, un centro di uultura originale r. ili elaborazione
giuriclica indipendentè.
A questa nuova Italia noi dobbiamo tiare una n.uoya le
gislazione. Essa de-ve esser degna, no11 �olo delle tradizioni ùèl
suo J>assato, ma anche delle esigenze del sue, presente e del
.
, suo avvenire! CVwissimi applr111,si - ,Volte oongratulazio,rii) .
11
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•
Italia denunzie per 2021 omicidi; nel primo semestre del
l 925 il numero delle denunzie scese a 1462, cioè circa il 25 per
.cento in meno, c·iò ohe è p110va dell'assestamento graduale dellfl.
nostra vita. a cui, mi si conscntn. di dirlo, non è e.st.ranea l'o
pera del Governo .fascista. Per esf..mpio, i delitti di violenza.,
ol�1·aggio e resistenza alla autorità nd primo semestre del 1922
davano un complesso di 8 800 denunzie. mentre nel primo se
mestl·e rlcl 192 5 lo denunzio ))Cl' tali reati sono discese i 8386.
Anche i reati contro lo prnprietà, che erano ereseiuti, se non
nella i:;tessa misura <li quelli cli sangue. certo in p1'6porzioni
sempre notevoli, sono nelle forme più g1•avi in diminuzio1)e. I
fm·ti denum;iati nel primo semestre del 1922 in numero di
88,38 4 sono disçesi nel primo semestre del 1925 a 79J97. So
pratutto le rapine, le estol'Sioni e i ricatti, formo. gravi di de
linquenza contro la pl'oprietà, pl'osentano tma diminuzione più
sensibile, giacc.hè le 4,.2,23 denunzie del primo aemostrc del 1922
sono disoose nel pii.mo semestre del 1925 a 3, 485 .
C'è dunque un miglioramento :innegabile, ma le cifre sono
-ancor.a a.lte, troppo alte; e un rinvigerimen-to della reurP..S-
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i
numerazione delle aggravanti generiche sia da farsi in modo
tassativo, senza dissimularmi però che ciò equivale alla tra
sformazione radicale dell'istituto. In sostanza non si avrebbero
più vere aggravanti generiche, ma aggravanti specifiche, co
muni a tutti i reati.
Ciò che ho detto sulle aggravanti generiche è sufficiente
per far comprendere il mio pensiero circa un altro istituto,
quello della pena indeterminata. Sono contrario alla pena in
determinata, contrario perchè la indeterminatezza è un con
cetto antitetico a quello della pena, che, per adempiere alla
:funzione sua essenziale, quella della prevenzione generale, I
deve essere, anzitutto, certa. La pena indeterminata non dà
alla collettività sociale la rappresentazione chiara e imme
diata delle conseguenze del reato, e l'efficacia intimidatrice
I
della pena ne viene diminuita.
L'onorevole senatore Leonardo Bianchi, nel suo importante
discorso di ieri, a proposito del sistema delle pene, ha invo
cato una riforma completa del sistema penitenziario, ed ha
affermato, pur con espressioni molto deferenti per il personale
carcerario, delle quali molto lo ringrazio, che in sostanza il
nostro sistema penitenziario non :funziona come dovrebbe.
Se io dicessi che in questo campo tutto procede in modo per
fetto, direi cosa non esatta, soprattutto perchè i mezzi, che
occorrerebbero per un assetto completo dei nostri stabilimenti
carcerari, purtroppo difettano. Ma debbo dichiarare al Senato,
come ho già accennato altra volta, che lentamente, anno per
anno, il nostro regime penitenziario va facendo progressi ve
ramente mirabili. I vari istituti carcerari si sono andati
perfezionando e commisurando alle necessità concrete della
repressione, della prevenzione e dell'adattamento individuale.
I manicomi giudiziari sono stati creati ed aumentati in modo
che, posso dirlo con coscienza, rispondono oramai perfetta,.
mente allo scopo, sia per numero che per organizzazione.
Ne possediamo oggi cinque, bene attrezzati e benissimo
diretti. Il personale che vi è addetto, è superiore ad ogni elo-
,1 ----
- 303
l
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j,
'"
- 307 -
lo tcmi:,era
conserw.ll'e t.eoricamente il sistema attuale, ma
sia al Pub
praticamente concedendo .facoltà sia ali' imputato,
struzione da
bliro }Iinistero di chiedere la convèrsione dell'i
te? Ohe fl
sommaria in :formale. Che cosa accadrà pratiuamen
e possibilità di
Pubblico :.\'Iinistero, n()TI avendo mez7i, tempo
i casi, la trasfor
faro l'istruttoria. chicde1·à, in quasi tutti
J1ale. e tale tra
rnazione dcll' istruttoria da sommaria in fo1·1
sfonua1.iono dive11te1·à la regola.
vi è perfetto
Sulla questiono delle prcgiudizi;i,li, pure non
e relato re, circa
accordo tra il ministro e il relatore. L'onorevol
conse rvato il si
la que,;t.ioue delle p1·egimliziali civili. vµole
le qttcst ioni preg iudi
stenrn del Po<lice at.L-uale, cioè i-iti.enc cb.e
di stato civile e non
.ziuli si d(.\hbimo limitar(' alle questioni
Stato . lo ci:edo che qui
va<lauo cste,;r il tutte le questioni di
i, peroh è vi sono quos tio.ni
non YÌ sia ragione di fare distinzion
a della cittadinanza,
di stato non civifo, come per esempio quell
ohe hanno la stessa impo1·t:mz a e lo stesso ·val-ore.
l'autorità re-dproca dei giu
Un'altra questione riguarda
dirati rivili e penali. .m un punt o quest o, che ha dato luogo
jJ eodio e vigr.n t3' parte dal concetto
a numcrOS{) critiche. Oggi
sdizio ne, amm ette l'aut orità assoluta
della unicità della giuti
1.wl pena le e del pena le nol C'ivile . Q.ucsto
del iriudical:o C'ivile
l'autoi-ità d<'l giu
sistema, s1>ecialmente in. ciò che rigua1·da
venie nti. L'tnù
dical:.o civile nel penale, non è scevro di. incon e
o, ma teorJ co
cità del.la giurisdizio110 è un pl'incipio esatt
come lo Stato è
astratto: la giurisdizione è unica. si capisce,
se speci ficazioni della
uno, rua ciò non toglie ehe vi siano diver
rse spec ifica zioni. della
giurisdizio11c, cosi come vi sono dive
attivit,à de1la Stato.
rivedubo e si debba
Credo perhtuto eho questo i:,unto vada
al'e al siste ma del vecchio
stud.io.1·e la possibilità di ritol'll
luog o ad alcu n juconvenien:to
Coùfoe c:hr non aveva dato
pratico.
dell(• perizie. Tutti
Altra questione importante è quella
il sistema delle peri-
sam10 l'incon\'cniente, a coi dava luogo
- 318 -
IV. I
I
I
I
.. -·
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I.
Il.
rrr.
22
- 338
IV.
V.
VI.
VII.
, che il fascismo ha
La fase di consolidamento dello Stato
uno dei momenti più deci
iniziato e di cui questa legge è
e e nei modi, che i tempi
si vi, si manifesta a noi nelle form
consentono.
del nostro movimento;
In ciò sta, appunto, l'originalità
o fort e e far trionfare il prin
il quale vuol costruire lo Stat
ndos i sul privilegio di pochi,
cipio di organizzazione, non basa
mas se e su la loro partecipa-
ma sull'inquadramento delle
zione alla vita dello Staro.
ito oscuramente fin dai
Tale necessità il fascismo ha sent
e tale nece ssità oggi consacra
primordi della sua esistenza,
nella sua legislazione.
entrano nello Stato e nella
Per la prima volta le masse e
e malcontente, ma serene, liet
Nazione non già tumultuando se entr ano
assegnato. Le mas
del posto che ad esse viene
rug ger lo, ma per consolidarlo, per
nello Stato non per dist
come lo Stato dà ad esse la
dargli la parte migliore di sè,
riconoscimento.
piL1 alta tutela e il più grande
ha trascorso prima della
Nel triste periodo che l'Italia
no ancora tanti altri popoli
marcia su Roma e nel quale vivo
interessi materiali e morali,
del mondo, per tutelare i loro llo
ratori altro modo, che que
non avevano le masse dei lavo si fac eva no pa-
i dem ago ghi
di rivolgersi ai demagoghi. E
gare lautame nte i loro serv izi.
le
umano trattamento che
I miglioramenti ed il più ani zza
hanno pagato ai loro org
masse hanno ottenuto, esse lo ent e.
ralmente e politicam
tori socialisti, materialmente, mo ita
con questa legg·e viene garant
Per la prima volta oggi dei loro in
no diritto, la cma
alle masse la tutela a cui han loro
i, del la loro istruzione e della
teressi materiali e moral so di div eni re
ad esse in compen
educazione, senza chiedere sot tra zio ne del le
politico. La
mezzo e strumento di dominio zione ad ess e del la
ghi, la restitu
masse al governo dei demago zione
iticam ent e come vogliono, la separa
libertà di pensare pol
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369 -
I
politica. rn:i forma e necessità di vita.
Il ànd!lC':Jto pertanto collaborerà con lo Stato nell'assol
vimento dei �uoi dm·eri etici e sociali, per mantenere vivo il
sentimento patriottico e religioso, perfetta la pace sociale,
completa, la solidarietà nazionale.
Io credo che questo mie dichiarazioni soddisferanno l'ono
·revolc Cavazzoni. Sì, onorevole Cavazzoni, tutti i buoni cat-
21
i
.J'
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