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IL MAHABHARATA

ADI PARVA (Il libro delle origini) SEZIONE 3 PAUSHYA PARVA Invocazione. Om! Inchinandomi davanti a Narayana e Nara, i pi esaltati fra i maschi, inchinandomi al cospetto della Devi Saraswati, non posso fare a meno di gridare vittoria.

SEZIONE 3 (Paushya Parva)


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Sauti continu: Nella piana di Kurukshetra, insieme ai fratelli, Janamejaya il figlio di Parikshit, si occupava di un lungo e dispendioso sacrificio. 2Srutasena, Ugrasena e Bhimasena erano i nomi dei tre fratelli. Mentre celebravano il sacrificio, un ragazzino si avvicin, era il figlio della cortigiana Sarama. 3Battuto dai tre fratelli, il bimbo in lacrime, corse dalla madre. 4Vedendolo singhiozzare, disse: Perch piangi figlio mio? Chi ti ha fatto del male? 5Il ragazzo rispose: Sono stato picchiato dai fratelli del re. 6La madre replic: Hai commesso qualche mascalzonata, qual il motivo per cui ti hanno percosso?. 7Il figlio rispose: Sono innocente, non ho creato disturbo, non ho rubato il burro del sacrificio, giuro non lho nemmeno guardato. 8Addolorata per lafflizione del figlio, Sarama si rec presso larena del sacrificio. 9Guardando in faccia il re, piena di collera, la madre disse: 9Il ragazzo privo di colpa, non ha contaminato il burro del sacrificio, nulla stato mangiato, per quale motivo lavete menato? 10Nessuno rispose. Sarama disse: Avendo picchiato il bambino senza una ragione, quando meno ve lo aspettate una disgrazia cadr su di voi. 11 Udite le parole di malaugurio dellApsara Sarama, il re si preoccup. 12Conclusa la cerimonia, tornato in citt, preoccupato, si mise alla ricerca di un Puroita (prete domestico) che potesse di liberarlo dal peccato e neutralizzare gli effetti della maledizione. 13 Sauti continu: Un giorno mentre Janamejaya andava a caccia, in un luogo solitario, vide leremo del famoso Srutasraia. 14Questi possedeva un figlio di nome Somasrava, il quale era sempre assorto nelle pratiche religiose. 15Il monarca pens di eleggere il ragazzo al ruolo di prete domestico. 16Avvicinatosi, salut il padre e disse: Voi che detenete i sei attributi, lasciate che il ragazzo divenga il mio consigliere. 17 Il saggio rispose: Mio figlio costantemente impegnato nelle pratiche devo zionali, egli esperto nello studio delle Sacre Scritture e possiede la forza del mio ascetismo, nato dal ventre di una femmina di Naga (donna serpente), la quale lo concep dopo aver bevuto il mio sperma. 18 Egli in grado di assolvervi da ogni offesa, tranne da quella commessa contro Mahadeva (Siva -

il grande Dio). 19Il padre continu: Il ragazzo possiede una particolare idea, sebbene non lo sia, crede di essere il pi sapiente fra i preti e da loro desidera preghiere e oblazioni. Se siete in grado di garantirgli questo stato, prendetelo e portalo con voi. 20 Il re acconsent, dicendo: Cosi sia. E fece del giovane il suo Puroita. 21 Tornato alla capitale, convoc i fratelli e disse loro: Questo luomo che ho scelto come mio consigliere, qualsiasi cosa desideri o dica sia da voi prontamente eseguita. Ed essi fecero comera stato ordinato. 22 Dopo questo fatto, il re si mosse verso Takshashila, per sottomettere la regione al suo dominio. 23 Sauti continu: A quei tempi viveva un saggio chiamato Ayoda Daumia. Il prete possedeva tre discepoli, i cui nomi erano: Aruni, Upamanyu e Vedha. 24Un giorno disse ad Aruni: Andate, chiudete la falla che si aperta nel canale dirrigazione. 25 Obbediente, Aruni raggiunse il luogo dove era lo squarcio. Sul posto si rese conto dellimpossibilit di arginare la fenditura con mezzi ordinari. 26Non sapendo come fare si rattrist. Poi ebbe unidea e pens: Ho trovato un modo per eseguire il mio compito. 27Scese nello squarcio e lo ostru con il proprio corpo. 28Cos lacqua cess di fluire. Giunto il tramonto, preoccupato, il maestro chiese ai discepoli: Non vedo Aruni, dove sar?. 29Questi risposero: Lavete mandato lontano, il suo compito era di chiudere la falla di un canale. Ricordatosi, Daumia disse: Presto raggiungiamo quel luogo. 30Giunti sul posto, il maestro grid: Aruni di Panchala dove siete? Figlio mio venite presto. 31Udendo la voce del precettore, il giovane emerse dallacqua. 32 Aruni disse: Eccomi, non potendo chiudere il buco con altri mezzi, sono entrato in acqua e lho arginato con il mio corpo. Solo dopo aver udito il vostro richiamo, mi sono alzato abbandonando il mio compito. Vi saluto maestro, ditemi cosaltro devo fare. 33 Il precettore rispose: Non temete, non per negligenza che lacqua scorre ancora fuori dal canale, ma al contrario, ubbidiente vi siete alzato per rispondere alla mia chiamata, quindi come segno di riconoscenza, voi sarete chiamato Uddalaca. 34Poich avete obbedito alle mie parole, avrete molta fortuna. 35Tutta la conoscenza delle Sacre Scritture risplender in voi. Cos anche il Dharma Shastra. 36 Da queste parole, Aruni comprese di aver superato la prova, quindi, ricevuta la benedizione, si conged e torn al proprio paese. Sauti continu: Upamanyu il nome del secondo discepolo di Aioda Daumia. 37Un giorno chiamato lallievo, il maestro disse: Figlio mio, andate ad accudire le vacche. 38Ubbidendo agli ordini del maestro, lo studente raggiunse il luogo dove la mandria solitamente pascolava. Dopo aver accudito alle vacche, stanco la sera torn a casa. Con dovuto rispetto salut il maestro. 39 Questultimo, vedendo il discepolo ingrassato, disse: Figlio mio, con cosa nutrite il vostro corpo?. 40Egli rispose: Sostengo me stesso mendicando. 41Il maestro replic: Non potete consumare il cibo elemosinato senza avermelo prima offerto. Udito il precettore, Upamanyu si allontan. Recuper le vivande, le consegn al maestro e digiun. 42 Il mattino usciva per accudire al bestiame e la sera tornava a casa. Passarono i giorni, compreso che il discepolo non dimagriva, il maestro disse: 43Figlio mio, ho requisito ogni vivanda elemosinata, siete digiuno ma non dimagrite, con cosa sostenete il vostro corpo?. 44Il discepolo rispose: Dopo che vi ho dato le pietanze, sono uscito di nuovo a mendicare. Cos ho nutrito me stesso. 45Il maestro replic: Non giusto, non obbedienza la tua. Cos agendo avete privato di nutrimento altri esseri che vivono delemosina. Vi comportate da avido. 46 Il discepolo cap e dopo un cenno dassenso si ritir. Il mattino, torn ad accudire le vacche. Passarono i giorni. Una sera, tornato dal lavoro, salut il precettore. 47Questultimo vedendo che lallievo non perdeva peso, disse: Figlio mio, vi trovo in buona salute, possiedo le vivande elemosinate, non siete uscito una seconda volta, non capisco, con cosa vi nutrite?. 48Il discepolo

rispose: Bevo il latte che scorre dalle mammelle delle vacche. Il maestro replic: Non corretto, non potete appropriarvi del latte delle mucche, non senza il mio consenso. 49 Upamanyu cap e dopo un cenno dassenso si conged. Al sorgere del Sole, and di nuovo ad accudire alla mandria. Ogni sera tornava a casa e come di rito salutava il maestro. 50Questultimo, vedendolo ancora in sovrappeso, disse: Figlio mio, non avete mangiato le pietanze elemosinate, non avete elemosinato una seconda volta e non avete bevuto il latte delle vacche e ancora non dimagrite. Con quale cibo sostenete il vostro corpo?. 51Il discepolo rispose: Mi nutro con gli spruzzi del latte, che i vitelli spandono, dopo aver succhiato le mammelle delle loro madri. 52Il maestro replic: I vitelli, colmi di compassione, fanno colare dalle bocche una notevole quantit di latte, spruzzandolo verso di voi. Non giusto privare i vitelli del loro pasto. Upamanyu comprese. Allalba di nuovo and a occuparsi delle vacche. 53Per proibizione non mangiava le vivande elemosinate, non beveva latte e nemmeno succhiava le gocce di latte che colavano dalla bocca dei vitelli. 54 Sauti continu: Un giorno, mentre attraversava un bosco, oppresso dalla fame, Upamanyu mangi alcune foglie dellalbero Arca (Asclepias Gigantea). Di li a poco, i suoi occhi si arrossarono e cominciarono a lacrimare a causa di un pungente dolore. La forte salinit contenuta in quelle foglie, lo rese completamente cieco. Non potendo pi vedere dove camminava, inciamp e cadde in un profondo pozzo. Quella sera non torn a casa. 55 Daumia, vedendo il Sole ormai tramontato dietro le cime dei monti, preoccupato chiese ai suoi studenti, dove fosse finito Upamanyu. Essi risposero: Ubbidendo ai vostri ordini, come tutte le mattine uscito per accudire alla mandria. 56Il maestro disse: Upamanyu da molto tempo a digiuno. Sicuramente a causa di ci che egli non fa ritorno, usciamo, andiamo a cercarlo. Dopo aver espresso queste parole, con i suoi discepoli raggiunse il luogo del pascolo e ad alta voce cominci a gridare: Upamanyu dove siete?. 57Udendo la voce del precettore, il discepolo rispose: Sono qui, sul fondo di un pozzo. Raggiuntolo, il maestro lo interrog sullaccaduto. 58Upamanyu rispose: Trasgredendo ai vostri ordini, ho mangiato delle foglie dellalbero Arca e dopo qualche istante sono divenuto cieco, non potendo vedere dove posavo i piedi, sono caduto in questo pozzo. 59Il maestro disse: Rivolgetevi agli Aswini, solo loro hanno il potere di guarire la vista. Sauti continu: Proferite queste parole il vecchio maestro si allontan. Rimasto solo, con uno degli inni del Rig Veda, Upamanyu cominci a glorificare gli Aswini: 60 Voi esistevate prima della creazione. Voi siete i primi nati, visibili in questo meraviglioso universo formato di cinque elementi. Voi, o infiniti, desidero evocarvi per mezzo della co noscenza che proviene dallascolto e dalla meditazione. 61 Voi siete il corso della natura. Voi siete lanima stessa della natura. Voi siete gli uccelli dalle bellissime piume che dimorano nei corpi, i quali sono simili a tronchi dalbero. Voi siete privi dei tre attributi che caratterizzano tutti gli esseri. 62 Voi siete incomparabili. Voi con il vostro spirito pervadete ogni cosa in questuniverso. Voi siete aquile dalle piume dorate. Voi siete lessenza in cui ogni cosa scompare. 63 Voi siete liberi da ogni errore e non conoscete deterioramento. Voi dai bei becchi. Voi che non colpite mai ingiustamente. Voi che siete vittoriosi in ogni incontro.

Voi sicuramente prevalete sopra il tempo. 64 Voi che siete i creatori del Sole. Voi che avete tessuto la meravigliosa veste dellanno, per mezzo del bianco filo del giorno e del nero filo della notte. Con la tessitura di questa veste, avete stabilito le due vie di azione che appartengono agli Esseri Celesti e agli antenati. 65Quando luccello della vita afferrato dal tempo, il quale rappresenta la forza dellAnima Suprema, voi lo liberate. Coloro che sono immersi nella pi profonda ignoranza e che sono dominati dallillusione dei sensi, credono che voi, i quali trascendete ogni attributo della materia, siate dotati di forma. Trecentosessanta mucche, rappresentano i trecentosessanta giorni e il loro vitello rappresenta lanno. Questo vitello il creatore e il distruttore dogni cosa. Coloro che ricercano la verit, seguono vie diverse, succhiando il latte della conoscenza. 66 Voi Medici Celesti siete i creatori di questo vitello. Lanno simile al mozzo di una ruota alla quale sono attaccati settecentoventi raggi, questi rappresentano i giorni e le notti. La circonferenza di questa ruota rappresenta i dodici mesi, i quali si succedono uno dopo laltro senza sosta. Questa ruota piena dillusioni e non conosce deterioramento. Essa influenza tutti gli esseri di questo e daltri mondi. Voi muovete la ruota del tempo. 67 Questa ruota rappresenta lanno e il suo mozzo rappresenta le sei stagioni. I dodici raggi che spuntano dal mozzo, rappresentano i dodici segni dello Zodiaco. I frutti degli atti di tutti gli esseri, sono manifestati da questa ruota. Le divinit che presiedono il tempo, dimorano in questa ruota. Anchio sono soggetto a questinfluenza, liberatemi dalla prigionia di questa ruota temporale. Voi siete luniverso formato dai cinque elementi. Voi siete gli oggetti che gioiscono in questo e nellaltro mondo, rendetemi indipend ente dai cinque elementi. 68 Voi siete la Conoscenza Suprema. In principio, avete creato le dieci direzioni di questuniverso. Poi avete piazzato nel cielo il Sole. I saggi, in accordo al corso del Sole, compiono i loro sacrifici. Gli Esseri Celesti e gli uomini, compiono i loro sacrifici godendo del frutto delle proprie azioni. Mischiando i tre colori, avete prodotto gli oggetti della vista. E da questi oggetti che lintero universo deriva e nel quale i gli Esseri Celesti, gli uomini e tutte le creature, sono immersi nelle loro rispettive occupazioni. Vi adoro. Adoro anche il cielo che da Voi stato creato. 69 Voi siete gli elargitori dei frutti di tutte le azioni, di cui anche gli Esseri Celesti non sono immuni. Voi siete liberi dai frutti delle azioni. Voi siete i parenti di tutti. 70 Siete Voi che come maschi e femmine inghiottite il cibo, dal quale si sviluppa la vita, creando il fluido e il sangue. Il neonato succhia le mammelle della propria madre, ma in verit siete Voi che avete preso la forma di un infante. Vi prego restituitemi la vista, la quale pu proteggermi la vita. 71 Sauti continu: Cos evocati, gli Aswini, apparvero e dissero: Noi siamo soddisfatti. Per questa ragione, vi abbiamo portato in dono una torta. Prendetela e mangiatela. 72 Upamanyu rispose: Le vostre parole sono sicuramente vere, ma io non posso mangiare questa torta, senza averla prima offerta al mio precettore. 73 Gli Aswini replicarono: Un tempo, il tuo maestro ci evoc. E noi gli regalammo una torta del tutto simile a questa, ed egli la mangi senza offrirla al suo maestro. Fate la stessa cosa. 74 Dopo aver udito quelle parole Upamanyu disse: Vi chiedo perdono, ma proprio non posso, devo prima ottenere il consenso del mio maestro.

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Gli Aswini risposero: Siamo soddisfatti del comportamento e della devozione che provate per il vostro istitutore. I denti di questultimo sono di ferro, mentre i vostri sono doro, riacquistate la vista e abbiate buona fortuna. 76 Mentre quelli parlavano, Upamanyu recuper la vista. Tornato a casa, salut il maestro e gli raccont ogni cosa successa. Dhaumya fu molto contento, quindi disse: Senza dubbio, otterrete tutta la fortuna che gli Aswini vi hanno promesso. 77Che tutti i Veda attraverso voi brillino di luce. E questa fu la prova sostenuta da Upamanyu. 78 Sauti continu: Il terzo discepolo di Ayoda Daumia si chiamava Vedha. Un giorno il maestro disse: Vedha figlio mio, restate per qualche tempo nella mia casa e con devozione servite il vostro precettore. Sicuramente ne trarrete profitto. 79 Vedha dimor per qualche tempo con la famiglia del vecchio saggio, servendolo con cura e senza pregiudizi. Del tutto simile a un bue, egli aggiogato dal suo educatore, senza lamentarsi, sopportava, il caldo, il freddo, la fame e la sete. 80Non pass molto tempo, che il saggio fu soddisfatto. In premio, Vedha ottenne buona fortuna e ampia conoscenza. E questa fu la prova sostenuta da Vedha. 81 Sauti continu: Dopo che Vedha ebbe completato gli studi, congedato dal maestro, si spos ed entr a far parte del domestico modo di vita. 82Nella propria casa, accolse tre discepoli. 83 Ricordandosi delle dolorose esperienze subite nella dimora del proprio maestro, non li appesant mai con lavori gravosi. Non furono mai trattati con severit. 84 Dopo qualche tempo, Janamejaya e Paushya, entrambi re e appartenenti alla casta dei guerrieri, giunsero allalloggio del saggio e stabilirono Vedha come loro guida spirituale (Upadiaya). 85 Un giorno, Vedha, dovette assentarsi per svolgere certi affari riguardanti una cerimonia sacrificale. 86Quindi incaric Utanka, il pi ligio tra i suoi discepoli, di occuparsi delle faccende di famiglia. Veda disse: Utanka, qualsiasi cosa necessiti alla mia casa, sia da voi svolta senza alcuna negligenza. 87 Dopo aver dato questi comandi, si mise in viaggio. Il discepolo, per meglio obbedire agli ordini del maestro, prese dimora nelle stanze del suo signore. Vedendolo, le serve del precettore si riunirono, discussero tra loro, poi dissero: 88Utanka, la moglie del tuo signore in un momento fertile, ununione porter i frutti. Il marito assente, tocca a voi fare ci che opportuno. 89 Utanka rispose: Non bene per un uomo obbedire al comando delle donne. Non sono autorizzato a eseguire i vostri ordini. 90 Dopo qualche tempo, il maestro torn, venuto a conoscenza del fatto, fu pago del comportamento dello studente, chiamatolo disse: 91Figlio mio, quale favore non potr mai concedervi? Sono soddisfatto, sono stato adeguatamente servito, la nostra amicizia sar rafforzata. I vostri studi sono terminati, da questistante siete libero. Andate, lasciate la mia casa. Fate in modo che ogni vostro desiderio si realizzi. 92 Il discepolo rispose: Prima di andare, lasciate che faccia qualcosa che possa gratificarvi. 93Colui che da istruzioni contrarie alle regole e colui che le riceve, corrono un serio pericolo a causa dellinimicizia che pu nascere tra i due. 94Avendo terminato i miei studi, ho ottenuto il permesso di congedarmi, quindi lasciate che vi porti qualcosa, come onorario a favore del tempo che avete speso per me. 95 Il maestro rispose: Figlio mio, attendete un momento. Vedha si allontan. Dopo qualche istante il precettore torn e di nuovo disse: Caro amico, avete espresso il desiderio di portarmi qualcosa come riconoscimento per listruzione avuta. Andate, chiedete a mia moglie e portatele ci che desidera. 96 Rivolgendosi alla moglie del precettore, Utanka disse: Signora, vostro marito mi ha reso libero di tornare a casa, non voglio andarmene senza aver pagato il prezzo per listruzione ricevuta, non corretto partire senza aver saldato i propri debiti, ordinate qualcosa di vostro gradimento.

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La signora rispose: Recatevi dal re Paushya e chiedete in dono, gli orecchini della regina. 98Il quarto giorno contato da oggi festa, ci saranno molti invitati ed io desidero mostrarmi con quei gioielli. Esaudite il mio desiderio, se avrete successo, buona fortuna vi attender, altrimenti, quale prosperit potrete mai avere?. 99 Sauti continu: Annuendo, Utanka part. Sulla strada vide un enorme toro cavalcato da un uomo dinconsueta statura. 100Guardando Utanka, luomo disse: Mangiate lo sterco di questo animale. 101 Utanka non approv lordine. Allora luomo replic: Non pensate e mangiate, u n tempo anche il vostro maestro ne mangi. 102Assentendo, Utanka mangi lo sterco e bevve lurina del toro. Sauti continu: Dopo il pasto, velocemente, si lav le mani e la bocca e riprese il cammino verso la reggia di Paushya. 103Arrivato a palazzo, vide Paushya seduto sopra il trono. Si avvicin, pronunciando benedizioni salut il monarca, 104poi disse: Sono qui per una commissione. Dopo aver risposto ai saluti, il re disse: Signore in cosa posso esservi utile?. 105Utanka rispose: Sono qui per chiedere in dono un paio dorecchini, questi sono stati richiesti dalla moglie del mio maestro. E stato deciso, che dovete donarmi gli orecchini della regina. 106 Il monarca rispose: Recatevi nelle stanze delle donne e chiedete questi alla mia signora. Raggiunto il gineceo, Utanka non fu in grado di trovare la regina. 107Tornato dal re, disse: Non giusto che voi mi ingannate. In quelle stanze non vi traccia della regina. 108 Il re, rimase per un istante pensieroso, poi replic: Signore, fate mente l ocale. Mia moglie non pu essere vista da nessuno, il quale si trovi in stato dimpurit, dovuto allingestione di cibo gi inghiottito da altri. 109 Dopo aver riflettuto un momento, Utanka rispose: Si! E vero. Per la fretta, dopo il pasto, ho compiuto le abluzioni stando in piedi Paushya replic: Questa una trasgressione. La purificazione, non pu essere ottenuta da un uomo che sta in piedi e nemmeno da un uomo che cammina. 110 Convenuto che ci era vero, Utanka si sedette rivolgendo la faccia verso Est, attentamente si lav la faccia, le mani e i piedi. Poi senza emettere rumori, dal palmo della mano, bevve tre sorsi dacqua fresca e priva di schiuma, quindi si strofin la faccia due volte e tocc con lacqua le aperture dei suoi organi, quali gli occhi, gli orecchi, il naso ecc.. Dopo essersi purificato, entr di nuovo nel gineceo. 111La, vide la regina. Si salutarono, poi lei disse: Benvenuto, cosa posso fare per voi?. 112 Utanka rispose: E stato deciso, che devo avere in regalo i vostri orecchini. Ho avuto ordine di portarli come onorario alla moglie del mio precettore. La regina soddisfatta, considerandolo un atto di carit, si tolse gli orecchini e glieli diede. Poi disse: Questi orecchini sono molto ambiti da Takshaka, il re dei Naga, abb iate cura di non farveli rubare. 113Utanka rispose: Signora, non siate in apprensione. Il capo dei Naga, non sar in grado di sopraffarmi. 114 Sauti continu: Lasciata la regina, Utanka torn dal re, al suo cospetto disse: Sono soddisfatto, ho avuto ci che volevo. 115 Il monarca rispose: Un oggetto in carit, pu essere ottenuto anche dopo molto tempo. Tu sei mio ospite ed io desidero adempire al rito dellospitalit, rimanete ancora per qualche istante. 116 Utanka rispose: Rimarr, ma vi prego, fate che le provvigioni, siano portate in fretta. Il re assent e fece portare le pietanze allospite. 117Questultimo, vedendo che le vivande, oltre che essere fredde, contenevano anche dei peli, in collera disse: Mi avete portato del cibo freddo e sporco, per questa ragione perderete la vista. 118 Anchesso adirato, il monarca rispose: Questo cibo fresco e puro, avete detto una falsit, per questa ragione, rimarrete privo di prole.

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Utanka replic: Mi avete offerto del cibo contaminato, stabilito che non potete restituirmi una maledizione. Il re volle accertarsi se ci che Utanka diceva fosse vero. 120Quando vide che il cibo era veramente freddo e mischiato a peli, come se fosse stato cucinato da una donna con i capelli sciolti, cerc di calmare il saggio, dicendo: 121Signore, le vivande che vi stanno davanti, sono veramente fredde e sporche, Questo cibo stato preparato senza sufficiente cura. Quindi chiedo il vostro perdono. Fate che io non divenga cieco. 122 Utanka rispose: Ci che ho detto deve succedere, inevitabile, dovrete divenire cieco. Tuttavia, potrete conservare la vista, solo se io sar preservato dalla vostra maledizione. 123 Il re disse: Non sono in grado di revocare la maledizione, la mia collera non ancora placata. Sembra che voi non sappiate, 124che il cuore di un prete deve essere calmo e dolce, mentre le sue parole possono essere acute e affilate. Viceversa, le parole di un guerriero, sono calme e dolci, ma il suo cuore simile ad un acuto e tagliente strumento. 125La durezza del mio cuore non mi permette di neutralizzare la maledizione. Quindi uscite e andate per la vostra strada. 126Utanka rispose: Avete detto che rimarr senza figli, ma vi ho mostr ato che il cibo era contaminato, quindi vado tranquillo. La vostra maledizione non avr effetto. 127 Sauti continu: Sicuro di s, Utanka si allontan, portandosi appresso gli orecchini. Per strada, incontr un mendicante che privo di vestiti gli veniva incontro. Questo, come fosse fatto di vapore, appariva e spariva in continuazione. 128Giunta lora dellabluzione, si ferm nei pressi di un corso dacqua e pos per terra, insieme ai vestiti, gli orecchini. In quel preciso istante, il mendicante fece la sua apparizione, rub gli orecchini e velocemente fugg. 129Terminato il bagno, fatta adorazione agli Esseri Celesti e al precettore, insegu il ladro. 130Lo raggiunse, lo afferr, ma improvvisamente, questo lasci la forma umana per assumere la sua vera forma, egli era il Naga Takshaka. 131Senza perdere tempo quellessere sinfil in unapertura del terreno. Entrato in quel buco, si diresse verso la propria dimora, nel regno dei suoi simili. 132 In quellistante, Utanka si ricord delle parole della regina, quindi, deciso a inseguire il ladro, cerc di allargare il buco aiutandosi con un bastone, ma senza riuscirvi. Indra, vedendolo in difficolt, mand in aiuto la sua saetta. 133Il fulmine penetr nel bastone e con la sua forza allarg il buco. 134Entrato nello squarcio, scorse lestesa regione dei Naga, vide centinaia di palazzi, torri, case con il tetto a cupola, portali, archi, strade e luoghi di ritrovo e divertimento. 135 Sauti continu: Di fronte a questa meraviglia, Utanka glorific i Naga, recitando i seguenti versi: Voi uomini-serpente. Voi sudditi del re Airavata. Voi che come leggere nuvole spinte dal vento, con le armi in mostra, vi muovete sul campo di battaglia. 136 Voi figli di Airavata. Voi di bellaspetto. Voi ornati dorecchini multicolori. Voi che splendete come il sole nel firmamento. 137 Sulla riva Nord del fiume Gange, dimorano numerosi Naga. In quel luogo, vi ho adorati. Chi eccetto Airavata, pu decidere di muoversi allo scoperto, sotto i raggi del sole? 138Quando Dhritarashtra, il fratello dAiravata esce, per servirlo ventimila e otto Naga lo seguono. 139 Voi che avete Airavata come fratello maggiore, io vi adoro. Voi che gli siete vicini, io vi adoro. Voi che gli state lontani, io vi adoro. 140 Voi tutti, vi adoro. Takshaka, voi avete compiuto sacrifici per ottenere gli orecchini, io vi adoro. Voi Takshaka e Aswasena, io vi adoro.

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Voi che siete i compagni di coloro che dimorano sulle rive del fiume Ikshumati, io vi adoro. Srutasena, giovane fratello di Takshaka, voi che risiedete nel luogo sacro chiamato Mahadyumna, con il proposito di ottenere il governo dei Naga, io vi adoro. 143 Sauti continu: Pur avendo debitamente salutato e glorificato il capo dei Naga, Utanka non riusc a ottenere gli orecchini. Quindi si fece pensieroso. 144Poi guardandosi intorno, not due donne che con mani esperte, lavoravano al telaio, tessendo una stoffa composta di fili bianchi e fili neri. Egli not che la ruota del telaio, possedeva dodici raggi e che era azionata da sei ragazzi. Poi vide anche un uomo piuttosto alto, che stava in sella a un bellissimo cavallo. Stimolato da questa visione, pronunci la seguente preghiera: 145A questa ruota, i cui trecentosessanta raggi, rappresentano altrettanti giorni, io minchino. A questa ruota, le cui ventinove divisioni della sua circonferenza, rappresentano altrettante quindicine lunari, io minchino. A questa ruota, i cui sei ragazzi che costantemente la muovono, rappresentano altrettante stagioni, io minchino. 146 A queste fanciulle, che rappresentano la natura universale e che ininterrottamente, tessono una tela, composta di fili bianchi e fili neri, dalla quale sorgono allesistenza i molteplici universi e tutti gli esseri che vi abitano, io minchino. 147 A voi che brandite il fulmine. A voi protettore delluniverso. A voi uccisore dei demoni Vritra e Namuci. A voi illustre. A voi che indossate vesti nere. A voi che mostrate la verit e la falsit in tutto luniverso. 148 A voi che cavalcate il cavallo che nato dalle profondit delloceano, il quale non altro che una forma del fuoco. A voi re dei tre mondi. A voi io minchino o personificazione della pioggia. 149 Luomo che montava il cavallo, guardando Utanka, disse: Le vostre parole, mi hanno soddisfatto. Cosa posso fare per voi?. 150 Utanka rispose: Lasciate che i Naga si sottomettano a me. Luomo disse: Soffiate su questo cavallo. 151 Utanka esegu lordine. Subito dopo aver soffiato, da tutti gli orifizi del corpo, si sprigion un divampante fuoco, 152il quale con i suoi fumi e le sue fiamme, si apprestava a bruciare lintero regno dei Naga. 153La sorpresa e il terrore fu tale, che Takshaka, portando con s gli orecchini, usc dalla sua dimora e al cospetto di Utanka disse: Vi prego, riprendete gli orecchini. 154 Sauti continu: Recuperati i gioielli, Utanka pens: Oggi il giorno stabilito, la moglie del precettore mi sta aspettando ed io sono lontano, come far ad arrivare a tempo?. Mentre era immerso in questi pensieri, luomo disse: 155Montate sul cavallo e in un attimo sarete alla dimora del saggio. 156Utanka annu, sal sul cavallo e allistante, come per magia, si trov nei pressi della casa del maestro. 157 Quel mattino, dopo essersi lavata, pettinata e vestita, la signora pensava al modo di emettere una maledizione, nel caso in cui Utanka non fosse giunto in tempo. In quel mentre, il discepolo entr in casa, con rispetto, salut la moglie del precettore e consegn gli orecchini. 158 Utanka lei disse: Siete arrivato nel luogo giusto al momento giusto. Benv enuto figliolo, siete innocente, non vi maledir. Che la fortuna sia con voi. Ogni vostro desiderio sia coronato da successo. 159 Quando il maestro arriv, rivolgendosi al discepolo, disse: Benvenuto, qual il motivo della vostra lunga assenza? Dove siete stato?.

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Il discepolo rispose: Nelleseguire i miei affari, sono stato ostacolato dal re dei Naga. Ho soggiornato nelle profondit del loro regno. 161La, ho incontrato due giovani fanciulle, che sedute a un telaio tessevano un manufatto, utilizzando dei fili bianchi e dei fili neri. 162La ruota di quel telaio, possedeva dodici raggi ed era mossa da sei ragazzi. Qual il significato di questa visione? E chi era luomo che ho visto? E chi era quello straordinario cavallo? 163E ancora, chi era quel toro e chi era quel possente uomo che lo cavalcava, che vidi sulla strada, mentre viaggiavo verso la dimora di re Paushya? Chi era quelluomo che mi disse: Mangiate lo sterco del toro, il quale un tempo, fu mangiato dal vostro precettore?. 164Obbedendo al comando, io ne mangiai. Che cosera veramente? Illuminami, il mio cuore desidera sapere ogni cosa. 165 Vedha, rispose: Le giovani, si chiamano Data e Vidata, i fili bianchi e i fili neri, sono i giorni e le notti, la ruota lanno, i dodici raggi i mesi, i sei ragazzi sono le stagioni, 166luomo Indra la personificazione della pioggia, il cavallo Agni la personificazione del fuoco, il toro Airavata il re degli elefanti, luomo che lo montava Indra il re degli Esseri Celesti 167e lo sterco il Soma (nettare dellimmortalit). E sicuramente grazie a questultimo, che siete sopravvis suto, entrando nellimpero Naga. 168Il re degli Esseri Celesti mi amico e ha voluto essere misericordioso con voi. Per questo, voi avete potuto fare ritorno sano e salvo. 169Ora siete veramente libero, andate e che possiate ottenere ogni buona fortuna. Sauti continu: Congedatosi dal maestro, Utanka furioso con Takshaka e desideroso di vendetta, si diresse verso la citt di Astinapura (citt degli Elefanti). 170Giunto in quella capitale, fu ricevuto da re Janamejaya, che nel frattempo era tornato vittorioso da Tacshashila. 171Al cospetto dellinvincibile monarca, prima pronunci appropriate parole di benedizione, 172poi disse: O re, voi state spendendo il vostro tempo, nei modi di un bambino, quando invece vi sono cose molto pi importanti da fare. 174Il monarca subito salut quel migliore tra i Brahmana, poi disse: 175Ho avuto cura dei miei sudditi, ho alleviato il popolo dai pesanti fardelli che lo affliggeva. Piuttosto, ditemi, cos che vi opprime, cosavi ha spinto al mio cospetto?. 176 Utanka disse: Come un bambino che desidera risposte, io chiedo la vostra attenzione. Il motivo che mi amareggia, riguarda anche la vostra persona, ascoltatemi, 177vostro padre stato ucciso da Takshaka, dovete uccidere quel vile e vendicare vostro padre. 178Il tempo venuto, latto di vendetta gi stato stabilito dal destino. 179Su dunque, vendicate la morte di vostro padre, il quale fu ucciso e senza ragione ridotto nei cinque elementi. 180Il malvagio Takshaka, il pi spregevole tra la razza dei Naga, intossicato dallorgoglio, commise un atto non necessario, uccidendo il re vostro padre, il quale era una persona giusta, protettore degli uomini pii e santi. 181 Maligno in ogni sua azione, Takshaka rimand indietro il migliore tra i medici, mentre questi veniva a curare vostro padre. 182E stabilito che dovete bruciare quellinfame, nel grande rogo di un sacrificio. Ordinate allistante che la cerimonia si compia. 183Potrete cos ottenere la giusta vendetta. Provo anchio rabbia e desiderio di vendetta, 184per colpa di quel miserabile, gli affari che stavo svolgendo per conto del mio precettore, un giorno sono stati ostacolati, facciamo in modo che il suo destino si compia. 185 Dopo aver ascoltato quelle parole, il re sinfuri. Come le fiamme bruciano il burro sacrificale, quelle parole infiammarono lanimo di Janamejaya. 186Alla presenza dei ministri, il monarca chiese a Utanka di raccontare i particolari, che portarono suo padre, nella regione dei beati. 187Dopo aver udito la storia il sovrano fu sopraffatto dal dolore.

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