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Alessandro Demontis
Figurina femminile
in osso,
Gumelniţa, 4600 -
3900 a.C.
LE PIETRE-VULVA
Le pietre vulva, lungamente e dettagliatamente trattate dalla
studiosa Max Dashu, sono un fenomeno antropologico e archeologico
senz’ altro degno di nota. E’ innegabile che molti dei reperti
catalogati in questa maniera abbiano una forte somiglianza con il
triangolo pubico, e l’ associazione con la figura femminile ci
viene amplificata nei casi di incisioni ‘a vulva’ tinte o coperte
di pittura ocra o rossa, rappresentante il flusso mestruale. E’
innegabile dunque che le pietre o le incisioni di questo tipo
siano un reale riferimento al femineo. Mostriamo qui di seguito
alcune di queste pietre-vulva.
Le pietre vulva sono viste dai sostenitori della tesi del culto
femineo come rapresentazione della Dea in qualità di origine della
vita, evidentemente legata al ‘parto’ ma anche all’ aspetto
sessuale, tanto che nel sito stesso della Dashu son presenti molti
links di carattere femminista più legato al sesso e alla
sessualità che alla figura della dea generatrice. Un altro legame
attribuito alla vulva come rappresentazione della Dea é quello
relativo ala ‘terra’. La ‘madre terra’ incarna il potere
generatore / rigeneratore della Dea.
Di questo legame, effettivamente, potrebbe esserci giunta traccia
anche in forma scritta, tramite i sumeri. Il termine che indica
‘terra’ infatti era KI, e veniva rappresentato, sia nella forma
pittografica che in quella cuneiforme, con segni molto simili a
una vulva.
LE PITTURE RUPESTRI
Veniamo ora al tema delle rappresentazioni pittoriche, di solito
su pietra o su pareti di roccia, ritrovate nei più diversi angoli
del mondo. Senza troppo dilungarci, riportiamo qui di seguito
alcuni di questi reperti, tra i più riconoscibili.
Niente può far sorgere il dubbio sul fatto che si tratti di figure
femminili, ma il modo in cui queste figure vengono interpretate é
soggettivo. La prima immagine, per esempio, ci é presentata come
‘figura femminile che dà origine alla Via Lattea’, evidente
riferimento al latte che fuoriesce dal seno della donna ritratta.
Ma da dove viene l’ associazione con la Via Lattea? Perchè proprio
la Via Lattea? Una simile descrizione é fatta della seconda foto,
la quale mostra un reperto australiano identificato come ‘la dea
della grande e bianca via lattea’. La terza figura, provveniente
dall’ India come la prima, mostrerebbe ancora un’ altra ‘dea della
via lattea’, molto simile a una ben nota rappresentazione
egiziana.
Ma questi riguardanti la presunta via lattea solo alcuni esempi,
ve ne sono altri per cui vengono trovate diverse associazioni, si
trovano per esempio pitture o incisioni rupestri collegate alla
caccia o alla nascita. Altri addirittura legati a riferimenti
stellari, come nel caso della Orejona raffigurata mentre scende
dalle stelle. E’ bene comunque ricordare come in genere in questo
tipo di reperti (salvo sporadici casi come appunto l’ Orejona)
manchi qualsiasi dettaglio che permetta di stabilire chi sia
rappresentato e con quale intenzione. Insomma, anche in questo
caso parlare di ‘culto’ e di ‘divinità’ é una scelta arbitraria.