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I POETI TOSCANI E LA POESIA COMICO REALISTICA 1.

Lambiente comunale e la nuova poesia La morte di Federico II (1250) e il crollo della potenza sveva (1266: Manfredi viene sconfitto a benevento dagli Angioini) fecero venir meno la Magna Curia siciliana e la poesia siciliana. Negli anni 50 e 60 si ebbe un vero e proprio trapianto della lirica siciliana nellItalia comunale, e in particolare nella Toscana, dove i Ghibellini erano in stretto contatto con la corte sveva. I toscani si ispirarono anche direttamente alla poesia provenzale. In questo nuovo ambiente la lirica cortese si adatta ad un pubblico comunale borghese. La sua tematica tende ad allargarsi al di l della tematica amorosa. I Toscani intrecciano la poesia amorosa con le esigenze politiche del Comune. Quando parliamo di poeti toscani (o siculo-toscani, o guittoniani) non alludiamo ad una scuola, ma a un movimento. Dante accuser i Toscani di plebescere nei vocaboli e nella costruzione, noi diciamo che per la prima volta la lirica si colora di macchie idiomatiche e di modi municipali. I maggiori centri di questa poesia furono Arezzo, Lucca (BONAGIUNTA ORBECCIANI), Siena, Firenze (DANTE DA MAIANO, RUSTICO FILIPPI, COMPIUTA DONZELLA), Pisa, Pistoia. 2. GUITTONE DAREZZO (1230-1294) Figlio di un tesoriere, era di famiglia benestante. Di parte guelfa, and in esilio volontario nel 1257 e viaggi nellItalia settentrionale. Verso il 1265 entr da laico, lasciando moglie e figli, nellordine dei Milites Beatae Virginis Mariae (i frati Godenti), che cercavano di realizzare una vita religiosa serena e gioiosa. Guittone rappresenta un nuovo tipo di intellettuale in cui alla pratica poetica si intreccia un impegno civile fortemente vissuto in un orizzonte comunale. Di Guittone ci sono giunti: - un Canzoniere (Rime) di circa 300 composizioni in metro vario (per lo pi sonetti e canzoni), di solito diviso in due parti: prima e dopo della conversione; - 37 lettere in prosa. Possiamo distinguere nella sua poesia un filone amoroso, uno civile e morale, un altro religioso. Come i Siciliani Guittone descrive le pene derivata dalla lontananza dellamata, ma laffinamento dellamore lontano; in alcuni testi esalta la donna come fonte di ogni valore. La sua descrizione della donna ha comunque toni pi realistici della poesia siciliana. In alcune delle poesie amorose il tono si fa spregiudicato. Lo stile di queste poesie privilegia largomentazione sullimmagine, in un linguaggio artificioso, in cui richiami colti ed eruditi si intrecciano a modo e termini quasi plebei. La poesia di Guittone spesso oscura, ispirandosi al trobar clus di una parte della poesia provenzale, indugiando in complessi giochi di parole. Le sue canzoni sono dotate di una solida struttura logica. Lorizzonte comunale di Guittone evidente nelle sue canzoni civili, come il compianto dei fiorentini dopo la sconfitta di Montaperti. Molte le canzoni dedicate alle trasformazioni di Arezzo viste da Guittone, conservatore, come degenerazione. Le poesie religiose hanno un intento edificatorio. Le 37 lettere in prosa indirizzate a personaggi noti (il conte Ugolini, Cavalcante Cavalcanti, ecc.), tutte scritte dopo lingresso nellordine, sono sermoni morali con intenti edificanti per i frati o invito alla politica filo-guelfa. Guittone cerca di trasportare i modi della poesia nella prosa. LA POESIA COMICO-REALISTICA Questa poesia non si pu ridurre ai moduli della lirica darte, col rifiuto dello stile alto, con lemergere di argomenti legati alla realt quotidiana e una lingua vicina al parlato. I temi sono vari: caricature di amici e nemici, rappresentazioni dellamore sessuale, invettive e ingiurie, descrizioni realistiche. 1. Cecco Angiolieri (Siena 1260-1312 circa)

Di ricca famiglia guelfa senese, CECCO ANGIOLIERI, ebbe un carattere scioperato (i figli rinunciarono alleredit). Di lui ci resta un Canzoniere di 108 sonetti, che presentano un capovolgimento dei valori della scuola stilnovistica. Alla Beatrice dantesca si sostituisce la Becchina, popolana passionale, donna diabolica contrapposta alla donna-angelica. Accanto alla dissacrazione dellamore cortese si aggiungono la vita consumata nelle bettole, lodio per la povert, lamore per il denaro, il tema della Fortuna. Tutto questo accompagnato da una perenne insoddisfazione, una malinconia immotivata. Angiolieri costruisce un gioco vivace e incalzante, infarcito di cadenze popolaresche, di modi colloquiali, spesso con inserzioni dialogate. Bisogna sottolineare che Cecco non un poeta istintivo e popolare ma colto.

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