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L.B.G. ELEZIONI: TEMPO DI MIGRARE * Stefano Draghi RESTO SU BERSANI Carlo Montalbetti PREFERISCO TABACCI Michele Salvati NON CAMBIO: VOTO RENZI Giuliana Nuvoli IO STO CON LAURA PUPPATO Paola, Fabrizio e Luca VENDOLA: #OPPURE COSTRUIAMO UNITALIA MIGLIORE * Jacopo Gardella MUSEO ALFA ROMEO DI ARESE. PERCH CANCELLARE UN PEZZO DI STORIA MILANESE? Walter Marossi IL PROTETTORATO E LA CONQUISTA DEL PIRELLONE Marco Ponti CASA IN PROPRIET, CONSUMO DI SUOLO, TRASPORTI Sergio DAgostini LUCI ED OMBRE NELLINTESA SULLERP A MILANO Gabriella Turnaturi I VOLONTARI DI OBAMA: COME SI VINCE Giammarco Brenelli I LIBERALI PER AMBROSOLI VIDEO 1 LELLA COSTA: LA VIOLENZA SULLE DONNE UN PROBLEMA DEGLI UOMINI VIDEO 2 BAMBINI UNICEF: FARE CORTEO, UNA LEZIONE 7 NOTE un suggerimento IN FONDO AI TUOI OCCHI canta Radiodervish
Il magazine offre come sempre le sue rubriche di attualit MUSICA a cura di Paolo Viola ARTE a cura di Virginia Colombo LIBRI a cura di Marilena Poletti Pasero TEATRO a cura di Emanuele Aldrovandi CINEMA Marco Santarpia e Paolo Schipani
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www.arcipelagomilano.org persone che costituiscono lassociazione e di limitare lassociazione a quelle sole persone. In nessunaltra area il diritto a escludere, proprio di una associazione, pi importante che nel processo di selezione del proprio candidato. Punto. Allonorevole Iva Zanicchi (PdL) Renzi piace da morire, andr a votare alle primarie del centro-sinistra perch loccasione buona per svecchiare anche il PD e chissenefrega se per votare bisogna anche registrarsi. Qualcuno avverta la signora che se si presenter ai seggi, le verr cortesemente, ma con fermezza, negato il diritto di voto. Apprezzo Bersani perch il pi laico tra tutti i candidati alle primarie e non solo. Se il prossimo Presidente della Repubblica sar, come probabile, di estrazione cattolica, mi sentirei pi tranquillo con il governo in mano a un laico. Perch questioni decisive riguardanti i diritti civili, i
italiani che il loro voto non servir a molto perch il prossimo governo gi stato deciso in altra sede. Per il bene loro e della Nazione, naturalmente. Non mi piace proprio chi cerca di vincere le primarie di centro-sinistra con i voti del centro-destra. Schizzinoso? Per carit, nessuno vuol fare lesame del sangue agli elettori. Ma semplicemente giusto che alla primarie del centro-sinistra partecipino solo gli elettori di centrosinistra, comunque definiti. Lo ha perfino stabilito una sentenza della Corte Suprema USA - ricordata di recente da R. Levi sul Sole-24Ore con cui stata ritenuta illegittima la legge californiana che riconosceva solo le primarie aperte (tutti possono votare per qualsiasi primaria senza obbligo di registrazione). La libert di associazione recita la sentenza presuppone necessariamente la libert di identificare le
temi eticamente sensibili e lo sviluppo scientifico e tecnologico in campo bio-medico passano per una sicura affermazione della laicit dello Stato. Non per caso su tutti questi temi lagenda del governo Monti vuota. Conosco Bersani da tempo. E la simpatia che ho per lui non mi fa velo. persona onesta, esperta e competente. stato un ottimo ministro dellIndustria e dellEconomia. capace di sintesi equilibrate, dote rara in politica, e sa semplificare questioni anche complesse, senza mai banalizzare. Ha pazienza e ironia, unantica saggezza e locchiata lunga. Pu guardare allEuropa e al mondo perch ha le radici ben salde nel grande capitale sociale della miglior provincia italiana. Ha simpatie juventine, ma lo voto lo stesso. Nessuno - si sa - perfetto.
n. 40 IV 21 novembre 2012
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mondo fitto di legami tra bisogni, anche diversi. Abbiamo vissuto l'esperienza concreta di costruire un programma politico, non come un atto di alta cucina politica, ma come unazione che parte dal basso e che collega i luoghi e i bisogni alle persone e alle loro emozioni. A tutto questo, aggiungiamo una speranza, tra le ragioni che ci faranno votare con convinzione per Vendola domenica prossima. La speranza che questo paese, cuore dell'Europa, viri con convinzione le sue politiche nella direzione di quella sinistra che abbiamo ammirato e sognato negli ultimi vent'anni. La sinistra moderna della scelta radica-
le dalla parte dei cittadini. Della politica che non ammette il tatticismo, ma sceglie la concreta strada da percorrere. Non chiedeteci quale singola proposta di programma di governo ci convince di pi, chiedeteci qual la direzione in cui deve andare il nostro centrosinistra. L'abbiamo chiara. Quella del Welfare, dei diritti sociali e civili, della vivibilit per i cittadini prima di quella dei profitti. Ogni passo in quella direzione sar salutare e rigenerativo. La politica fallisce perch inutile, non perch i politici rubano, o perch guadagnano tanto. La nuova politica quella utile, quella che
manda in soffitta le novecentesche idee del liberismo e sposa lo stato sociale delle opportunit per i cittadini. La Puglia un modello Europeo, di buon governo, di sviluppo e di sostenibilit. Facciamo che l'intero paese diventi un buon modello, dopo vent'anni in cui l'Italia stato simbolo prima di mafia, poi di inefficienza e ora di festini e politica tradotta in farsa. Vendola per noi, il nome che rappresenta e garantisce questa sfida alla modernit, come la vogliamo, come la viviamo quotidianamente. *comitato Milano per Vendola
MUSEO ALFA ROMEO DI ARESE. PERCH CANCELLARE UN PEZZO DI STORIA MILANESE? Jacopo Gardella
In un periodo di disorientamento edilizio come lattuale, che vede grattacieli inclinati deliberatamente, come quelli presso il casello autostradale di Rho, o grattacieli piegati da una gobba, come quello previsto a City Life dentro la vecchia Fiera Campionaria, diventa un dovere salvaguardare le architetture contemporanee di qualit, anche se attualmente sono parzialmente in disuso. Sebbene esse non sempre siano capolavori di importanza storica servono tuttavia a documentare unepoca di impegno, a testimoniare una prova di seriet, a dimostrare una professionalit competente e coscienziosa. Un dovere questo della conservazione e della salvaguardia che non sembra essere condiviso da chi dovrebbe dare esempio di responsabilit civica: come dimostra la chiusura al pubblico del Museo Storico Alfa Romeo ad Arese, attualmente di propriet Fiat, visibile uscendo da Milano sulla destra dellautostrada dei Laghi, subito dopo la barriera del pedaggio. Progettati da noti professionisti milanesi (larchitetto Antonio Cassi Ramelli, gli architetti Vito e Gustavo Latis e lingegnere Vittore Ceretti) lex Centro Direzionale Alfa Romeo composto da pi corpi di fabbrica accostati ma non allineati, la cui disposizione planimetrica suggerisce un andamento mosso e articolato, alla cui definizione collabor anche il noto architetto del paesaggio Pietro Porcinai. Collocate dietro agli edifici amministrativi, ma non visibili dallautostrada, si trovano le officine meccaniche e i relativi servizi aziendali, progettati dallarchitetto Giulio Minoletti, nonch i centri di elaborazione tecnica, progettati dallarchitetto Ignazio Gardella. Come si vede un complesso industriale, questo dellAlfa, che anche per dimensione e notoriet dei progettisti, rappresentava un vanto del-lItalia e faceva concorrenza con le note realizzazioni industriali della ditta Olivetti, invidiateci da tanti paesi stranieri. Lasciati liberi dagli uffici, smobilitati in seguito alla crisi della produzione di vetture, gli attuali fabbricati non hanno pi una destinazione chiara e definita. Importante fra di essi ledificio appositamente costruito per ospitare il Museo Storico, nel quale, oltre agli esempi di vetture che testimoniano la storia della gloriosa fabbrica, sono raccolti, in un nutrito archivio, documenti, cimeli, tavole di progetto, disegni tecnici. Il Museo Storico, inaugurato nel 1976, stato chiuso al pubblico (ufficialmente per interventi di manutenzione) nel febbraio 2011, pochi giorni dopo che il Ministero per i Beni e le Attivit Culturali lo ha posto sotto tutela. Si spera che in vista anche della prossima apertura di Expo 2015, collocata a poca distanza, il Museo possa essere riaperto e valorizzato. La minaccia, in seguito allattuale abbandono, di una probabile completa sovversione dellintero complesso industriale, e di uno snaturamento degli edifici esistenti, soggetti a nuova e diversa destinazione, suscita molte e preoccupate riflessioni, tutte poco benevole. Non solo fa meditare sui discutibili criteri di intervento edilizio di fronte a edifici di qualit; fa anche riflettere tristemente sul modo di concepire lo sviluppo urbano al di fuori dei confini metropolitani; e infine lascia sgomenti la cinica disinvoltura con cui si chiude al pubblico un patrimonio culturale di pubblico interesse, quale il ricco e fornito Museo Storico Alfa Romeo. - La prima riflessione, non benevola, riguarda la totale assenza di tutela nei confronti di edifici di notevole significato documentario anche se non di grande valore monumentale. Occorre riconoscere che la lacuna legislativa su questo argomento ancora oggi totale. Serve poco cercare consolazione nel constatare che anche in paesi stranieri lo stesso argomento tuttora ignorato. La difficolt giuridica sta nel conciliare il diritto di propriet e la libert duso che a questo diritto connessa con il dovere di rispettare le testimonianze significative del nostro passato. fatale che nel corso della sua vita un edificio subisca cambi di destinazione, trasformazioni di uso, modifiche di funzioni; non fatale che tali cambiamenti implichino necessariamente lo sconvolgimento architettonico delledificio; o peggio la sua demolizione. Quando esso riflette limmagine di un determinato momento storico, e rievoca il costume dellabitare del vivere e del lavorare, proprio di una particolare epoca, la sua sopravvivenza diventa un atto di civilt, una dimostrazione di coscienza civica. Se questo criterio non fosse stato adottato nei centri storici delle nostre citt, non sarebbe rimasta pi nessuna traccia dellantico tessuto urbano e si vedrebbero oggi, soffocati da grandi e alti grattacieli, soltanto i pochi monumenti giudicati di indiscusso valore estetico e perci sopravvissuti. la visione, rivoluzionaria e polemica,
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Poich non esiste ancora una legislazione estesa a questo ordine di argomenti una delle prime azioni da avviare, presso il Ministero per Beni Culturali e le Attivit Culturali, dovrebbe essere quella di definire i criteri secondo i quali classificare gli edifici di recente costruzione giudicati meritevoli di tutela. - La seconda osservazione, non benevola, sulla minaccia che mette in pericolo gli uffici Alfa Romeo, e soprattutto la esistenza del Museo, riguarda il modo di crescere della citt: una citt che si sviluppa senza un Piano chiaro e comprensibile; senza una idea dei criteri secondo cui ingrandirsi; senza un disegno della sua futura configurazione territoriale. Oggi la crescita urbana segue sventuratamente il processo detto a macchia dolio, il che significa un allargamento progressivo della superficie urbana, lungo lintero suo perimetro, senza lasciare intervalli di verde n tra i nuovi insediamenti e il tessuto esistente, n tra un nuovo insediamento e laltro. il peggiore modo di ingrandire la citt; la pi colpevole causa della caotica configurazione assunta dalle citt di oggi. Tempo fa il direttore di ArcipelagoMilano, Luca Beltrami Gadola, aveva manifestato un suo lucido parere su quali siano i criteri di crescita urbana da auspicare e da sostenere. E aveva spiegato che il primo atto da compiere avrebbe dovuto essere larresto della crescita a macchia dolio, oppure, il che lo stesso, la delimitazione del limite topografico oltre al quale la citt non dovrebbe ulteriormente allargarsi. n. 40 IV 21 novembre 2012 necessario fissare una dimensione massima e non superarla; anche necessario stabilire una popolazione massima, e non aumentarla. Lo sviluppo successivo potr attuarsi con nuclei autonomi distribuiti ad anello nel territorio regionale: la proposta era gi stata indicata in uno schematico disegno tracciato da Leonardo da Vinci, ospite alla corte di Lodovico il Moro; oppure lo sviluppo potr attuarsi mediante raggi di edificazione centrifuga, divergenti dal tessuto esistente e alternati a corridoi di verde spinti fino ai margini della citt storica: la proposta prende il nome di sviluppo a turbina perch la configurazione planimetrica degli insediamenti previsti assomigliava alle pale di una turbina. Qualunque sia il criterio di crescita scelto per lo sviluppo della citt, le successive operazioni edilizie sapranno come orientarsi, in che direzione procedere, che localit occupare e quali dimensioni rispettare. Anche la spinosa questione del Museo dellAutomobile, la sua permanenza dove si trova oggi, o il suo spostamento in localit pi prossima alla citt, troverebbero una loro logica soluzione, coerente con le scelte fatte a monte, se soltanto esistesse e fosse attivo un vero Piano di sviluppo urbano, anzi metropolitano. Oggi indubbio che sarebbe un errore trasferire il Museo altrove, ma altrettanto indubbio il fatto che esso richieder un comodo e spedito collegamento con la popolazione cittadina, dal momento che finita lattivit quotidiana della fabbrica alla quale il Museo era collegato e dalla quale traeva animazione e sostentamento. - La terza considerazione, non benevola, sul futuro destino del Centro Direzionale Alfa Romeo riguarda il Museo Storico, dove sono riuniti e conservati esemplari ancora funzionanti di vari tipi di vetture, prodotti nel corso della gloriosa vita della fabbrica. Per mantenere ciascuno di questi esemplari in condizione tale da essere ancora utilizzabili, e capaci di spostarsi e di correre, si voluto affiancare al Museo un reparto di manutenzione, una officina meccanica dotata delle stesse attrezzature richieste dalle normali auto in uso. Un Museo di tale complessit e di cos ammirevole lungimiranza non si crea facilmente. Il suo destino non pu essere legato alle vicende immobiliari delle costruzioni edili a cui collegato e insieme alle quali nato; la sua creazione fa parte di un programma unitario e organico che aveva presieduto alla creazione dellintero complesso industriale Alfa Romeo. Allinterno di questo programma, del quale lultimo promotore e sostenitore stato lingegner Giuseppe Luraghi, per molti anni illuminato presidente di Alfa Romeo, il Museo rappresentava una stretta integrazione di attivit produttive con interessi culturali; era la testimonianza di un modo illuminato e aperto di concepire il lavoro operaio, non pi esclusivamente circoscritto alla efficienza operativa, ma anche aperto alla curiosit e alla conoscenza dei pi vasti orizzonti entro cui si colloca lattivit manuale. In una prospettiva di futuro sviluppo turistico, un Museo Storico avrebbe grande successo; sarebbe un punto di attrazione per visitatori giovani e meno giovani, un luogo in cui vedere esposta e raccontata la storia della nostra migliore genialit tecnica. Spostarlo indifferentemente, come se fosse un frivolo trastullo, da una localit allaltra, segno di colpevole superficialit, di biasimevole incultura, di imperdonabile cecit dello stretto legame che esiste tra funzione, localizzazione, fruizione di un pubblico edificio. Le riflessioni non benevole o meglio malinconiche, sulle prospettive riservate al polo industriale Alfa Romeo e sullannesso Museo Storico, hanno indotto ad alcune constatazioni di carattere generale; estendibili dal caso milanese allintero costume della nostra nazione: a) Non esistono disposizioni legislative rivolte alla conservazione e difesa di architetture contemporanee giudicate di interesse culturale. Il limite dei cinquantanni, prima del quale non possibile porre nessun vincolo di tutela eccessivamente permissivo, e del tutto inadeguato sia alla velocit con cui nella nostra epoca si verificano le trasformazioni del territorio sia ai mutati criteri di valorizzazione riservati alle opere da conservare: questultime infatti sono da giudicare non pi secondo criteri esclusivamente storici e di anzianit, ma secondo giudizi di qualit e di valore intrinseco, applicabili anche a creazioni attuali. b) Non esistono disposizioni legislative indirizzate a controllare i diversi e possibili modi di sviluppo urbano e che aiutino a trovare le forme di crescita di una citt in considerazione dei sui rapporti con il contorno: rapporti di tipo geografico, demografico, economico. La costruzione di citt metropolitane potrebbe aiutare ad andare oltre la legislazione urbanistica esistente; e giungere a una nuova legislazione meno prescrittiva e pi creativa.
www.arcipelagomilano.org c) Non esiste una disposizione legislativa che elegga la cultura di un popolo a valore incontestabile. Recentemente sono apparsi alcuni articoli su Il Corriere della Sera (19 ottobre, 30 ottobre, 4 novembre, tutti nellanno 2012), in cui Andrea Carandini scende in campo in difesa della cultura, ossia della storia, dellarte, delle tradizioni di un popolo; e lo fa in nome di valori umanistici, ventilando un monito contro la presunta razionalit, a volte gelida e disumana, del mondo tecnico. Se la coscienza di un passato, da considerare non finito n morto ma ancora vitale e ricco di insegnamenti, fosse ancora presente e operante, il Museo Storico Alfa Romeo e tutto il grandioso e glorioso complesso industriale non correrebbe il rischio di venire snaturato e di vedere la sua storia cancellata per sempre. Guarda le foto
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degli ex qualcosa il pi ricco di nativi Pd, il pi americano. Un partito riformatore pi che riformista, che non aspira a guidare ma a favorire. Parafrasando Vigorelli si potrebbe dire: sono renziani ma non sanno di esserlo. Ecco spiegato perch gli avversari dell'unto dal sindaco sono figure mi-
nori o eccentriche, ancor pi antipartito di Ambrosoli. Le primarie se ci saranno, diventano cos una specie di gara d'allenamento: delle primariette. Senza la retorica dell'arancionismo palingenetico prima maniera, si realizza alfine il partito del sindaco. buffo che per rottamare una tradi-
zione secolare della sinistra: quella dei partiti avanguardia ci sia voluto il primo sindaco che sia stato, almeno formalmente, comunista. Per gli elettori del centro sinistra ma in generale per i cittadini lombardi, tutto sommato, un fatto positivo.
www.arcipelagomilano.org (5.000.000 per il 2012) per la riqualificazione dellesistente. Non poco, in anni di crisi: ma quanti anni ci vorranno per coprire anche solo la met del fabbisogno arretrato se non si riusciranno a mobilitare altre risorse integrative? E inoltre, siamo sicuri che gli attuali gestori dellErp (Aler e Comune) siano in grado di assicurare il pieno utilizzo dellesistente, recuperando lo sfitto, sanando labusivismo di necessit ed eliminando usi impropri e privilegi. Mi si permetta pi di un dubbio. Se le premesse e gli obiettivi sono tutti buoni, dunque, alcune soluzioni previste lo sono assai meno. Esse appaiono infatti improntate da una visione manichea e in qualche modo corporativa delledilizia pubblica, che appare un fortilizio da difendere da ogni contaminazione con altri soggetti e forme di intervento e, addirittura, da segmenti di domanda con redditi diversi da quelli previsti per il canone sociale (sic). Ora, a parte il fatto che il riferimento ai redditi dichiarati lascia nel nostro paese pi di un dubbio in termini di equit sociale, si intende forse negare la positivit, e dunque la replicabilit, ad esempio dellintervento Quattro Corti a Stadera che ha introdotto settori sociali con redditi previsti per il canone concordato ma nella realt molto vicini al sociale e che ha avuto riflessi positivi sullintero quartiere per lazione di accompagnamento sociale svolta dai nuovi soggetti gestori? Mi rendo conto che questo ostracismo verso altre tipologie di canone pu essere nato per contrastare la mistificazione di quella indistinta area grigia, con redditi fino a 40.000 e pi euro, che viene indicata, in modo altrettanto manicheo, come il target esclusivo del nuovo housing sociale, ma non si pu cadere nellestremo opposto di non voler utilizzare il contributo di risorse e di socialit che il vero privato sociale ha dimostrato di saper offrire anche per migliorare la vita nei quartieri pubblici. Separare e rinchiudere ledilizia economica e popolare, con una gestione monolitica e priva di contaminazioni mi sembra sbagliato e rischia di perpetuare i difetti di ghettizzazione e di formazione di aree di privilegio che oggi la caratterizzano. Credo, al contrario, che si debba stimolare e gestire, accompagnandoli, processi di mobilit che ristabiliscano quelle condizioni di osmosi e comunicazione fra i sottomercati dellaffitto che sono indispensabili per perseguire un pieno ed equo utilizzo del patrimonio abitativo. Con tutti i limiti che ho pi volte rilevato, il bando 8 aree di Milano ha avuto per il pregio di voler sperimentare laffidamento a soggetti privati della gestione, oltre che di moderato e convenzionato, anche di quote di canone sociale. E mi pare significativo che laccordo in questione tralasci di citare proprio questo fra gli interventi di politiche abitative in corso, accanto a Abitare a Milano 1 e 2 e ai Contratti di Quartiere II. Forse che i 55 alloggi a canone sociale attesi ad esempio dallintervento di via Voltri sono meno sociali perch in gestione a privati? Lo stesso approccio difensivo sembra emergere dai risultati attesi dalla quota obbligatoria di Erp (0,05 di canone sociale) che potr derivare dalle aree di trasformazione e ristrutturazione del PGT, dato che traspare una chiara propensione a scegliere, in alternativa, la monetizzazione, cos da poter realizzare autonomamente interventi Erp a marchio D.O.C.. chiaro che il privato non aspetta altro e ringrazia, ma in tal modo non si rinuncia una volta per tutte almeno a tentare di far diventare anche lErp edilizia normale che sta insieme allaltra senza lo stigma dellemarginazione? Ma voglio chiudere con una sottolineatura positiva, anche se per ora si tratta solo un impegno: la costituzione entro lanno, da parte degli assessorati Casa, Urbanistica e Servizi Sociali (anche questultimo qui esplicitamente coinvolto), dellAgenzia per la Casa, strumento fondamentale per una vera politica abitativa, capace di perseguire un migliore e pi completo utilizzo dellofferta in affitto e di realizzare quella mobilit virtuosa al suo interno che sola pu condurre a risultati significativi. Lauspicio non solo che si rispettino i tempi (cosa non facile, per la complessit della cosa) ma anche che non si trascuri, almeno in questo caso, il coinvolgimento di quel privato sociale gi sperimentato che pu essere decisivo per una efficace gestione di questi processi.
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www.arcipelagomilano.org Chi sta seduto in questo autobus ed pronto a camminare per tutto il giorno non un militante, ha scelto di esserci perch ha le sue ragioni per mobilitarsi. Sono qui perch sono una donna grida una voce dal fondo. Sono qui per proteggere i giovani - dice una signora avanti negli anni - e perch ho fatto la campagna per Bob Kennedy quando ero ragazza. Dobbiamo difendere la Corte Suprema. Voglio lassistenza sanitaria. Ho un figlio piccolo e malato, sono senza lavoro e ho bisogno dellassistenza sanitaria. Se vince Romney chi si ammala sar invitato a morire in fretta e a togliersi dai piedi. Nessuna risposta sa neanche lontanamente dideologico: ognuno ha i suoi buoni e pratici motivi. Altre voci si alternano in un crescendo di entusiasmo che coinvolge anche chi, come me, non voter. Ci viene poi distribuito un foglio con le domande che dovremmo fare agli abitanti del quartiere cui verremo assegnati, e che sono stati individuati come elettori di Obama. Il nostro compito sar quello di ricordarglielo, di stimolare gli indecisi, di aiutare chi non sa dove o come votare. Dobbiamo coprire ciascuno un quartiere. To canvas dicono loro con un neologismo entrato a far parte del linguaggio politico dei democratici. Canvas traduzione letterale: tela. Ma significa al tempo stesso ricoprire, tessere, fare rete appunto. nei quartieri pi poveri e degradati che andremo, ed qui che molti, per lo pi neri e ispanici, pur essendo a favore di Obama, non conoscono bene le procedure di voto. Siamo quasi arrivati, dopo due ore di viaggio e lultima raccomandazione del giovane militante di Occupy : Have Fun, divertitevi, questo che fa la differenza. Il fatto che voi vi divertiate facendo lavoro politico. Parole sante mi viene da pensare, soprattutto per chi come me ha esperienza di militanza di sinistra allinsegna dellautoflagellazione e della seriosit. Sembrano sempre ingenui nel loro entusiasmo questi americani, ma forse dovremmo imparare qualcosa da loro. Coinvolgimento contro burocratizzazione ad esempio, divertimento contro noia, responsabilizzazione contro gerarchie. Eccoci a Sud Philadelphia, a gruppi veniamo fatti scendere in diversi punti. Al mio gruppetto tocca una chiesa battista popolata quasi esclusivamente da donne nere, dal fare molto deciso. Ci mettono a disposizione caff bollente e danno a ciascuno di noi, suddivisi in coppie, gli indirizzi a cui dovremmo bussare. n. 40 IV 21 novembre 2012 Sono le 11, fa un freddo tremendo, ma ci verranno a riprendere solo alle 16,30, quando avremmo finito il nostro lavoro. Sono in coppia con Liz, settanta anni, allegra, entusiasta e instancabile, quella della campagna di Bob Kennedy. Lei, esperta di questo tipo di lavoro, si portata una banana, una busta di biscotti al burro, un pacco di uvette e uno di salatissimi cracker. Io non ho nulla, milludevo che avremmo trovato qualcosa da mangiare, un coffee shop, un deli. Ma stai scherzando? - dice Liz - in questo quartiere non c nulla, una zona poverissima, tuttal pi troveremo un supermercato. In pochi minuti mi rendo conto che ha ragione. Il quartiere desolato, degradato, spazzatura dappertutto e noi due siamo i soli esseri di pelle bianca, e siamo anche donne, ma per fortuna abbiamo anche i capelli bianchi. E poi, ce ne accorgiamo subito, a proteggerci c il distintivo di Obama che abbiamo appuntato sulle nostre giacche a vento e i colorati manifesti con il volto del presidente che ci trasciniamo fra le braccia. Chi ci sorride, chi ci chiede informazioni, chi ci prende bonariamente in giro, facendo finta di voler votare per Romney, chi ci applaude e chi ci manda al diavolo sicuro che tanto non cambier nulla. Le case sono tutte a un piano con una veranda in legno allingresso. Alcune sono sgangherate e sporche, altre sono state ridipinte, con i fiori di plastica alle finestre, le maniglie lucidate, in un tenace tentativo di decoro. Liz, che nella precedente campagna per Obama ha fatto lo stesso lavoro nel Bronx mi dice che non ha mai visto tanto degrado e tanta miseria come in queste strade di Philadelphia. Non posso sopportare che nel mio paese ci sia tanta differenza fra chi ha tutto, pi di tutto e chi non ha niente. Dopo due ore di cammino sempre pi infreddolite, anche se Liz, mi ha dotato di un suo berretto da sci, dobbiamo fermarci per andare in bagno. Si, ma dove? La partner americana eccessivamente fiduciosa nella solidariet decide di chiedere allunica banca che abbiamo visto. Ovviamente in banca ci negano laccesso ai bagni, ma una signora nera, vedendoci in difficolt, ci indica al di l della strada, un negozio di manicure, di cui lei cliente. andate la, pulitissimo, e dite che vi mando io, sono Ellen. Evviva le donne! Attraversiamo ancora incredule di trovare un negozio di manicure in questo quartiere, entriamo e subito una giovane cinese ci indica il bagno. Piedi e mani nere con unghie dipinte di rosa brillante rallegrano i nostri occhi, mentre veniamo accolte con simpatica indifferenza. Decidiamo allora di fermarci un attimo in questo paradiso delle signoree di divederci qui il cibo. Riprendiamo il cammino e ci addentriamo in strade dallaspetto ancora peggiore. Porte divelte, gatti che squarciano sacchi di spazzatura, solo giovani maschi disoccupati in giro. Le case sembrano abbandonate, unico segno di vita sono i giornali del mattino lasciati davanti alle porte. Chi ha un lavoro ritorner solo a tarda sera. Attacchiamo i nostri manifesti, su cui indicato il seggio dove gli abitanti di quella strada dovranno andare a votare, alle maniglie delle porte, quando ci sono, o li lasciamo sulle verande schivando i gatti. Comincio a essere inquieta, mentre Liz determinata a portare a compimento il lavoro. Abbiamo preso un impegno. Dobbiamo divertirci, ma stiamo facendo una cosa seria. Ma ecco che, allimprovviso, una macchina nera si accosta a noi, ho un momento di paura: il finestrino si abbassa, temo un insulto o peggio. Ma un viso sorridente di una giovane donna nera si affaccia e una voce sorpresa e divertita mi dice Accidenti, sei proprio una signora sofisticata!. Mi viene da ridere, solo ora mi rendo conto quanto la mia presenza, il mio essere donna bianca e ben vestita nonostante il ridicolo cappellino da sci arancione debba apparire incongrua. Sono le quattro, abbiamo finito, abbiamo canvas trecento indirizzi, lappuntamento a un crocevia, davanti a una pompa di benzina. Ma non c nessuno. sempre Liz che prende in mano la situazione, si mette in contatto con gli altri e mi dice che dobbiamo aspettare fiduciose. Mi accendo una sigaretta sicura di poterlo fare qui, dove tutti fumano, lontana dalla salutista New York. Questo quartiere comincia a piacermi. Finalmente arrivano anche gli altri. Uno dei volontari decide di non ritornare a New York vuole fare campagna ancora e dare una mano anche domani, giorno delle elezioni. Evidentemente si diverte molto seriamente. Nel pullman di ritorno i nostri coacher ci chiedono di raccontare le nostre esperienze. Ma anche se mi sono molto divertita sono stanca morta e sento che la mia europeit ha il sopravvento, ho bisogno di prendere le distanze da tutto questo coinvolgimento. Gli altri raccontano, entusiasti e apparentemente neanche stanchi. Con mio stupore simpegnano a rifare lo stesso lavoro lindomani. Quello che abbiamo fatto oggi, il nostro vo11
www.arcipelagomilano.org lontariato - dice qualcuno - non utile solo per Obama, ma ha creato una rete, una condivisione che saranno molto utili anche in futuro. La sera delle elezioni sono in casa di Liz e quando arrivano i risultati della vittoria di Obama in Pennsylvania urliamo di gioia, di nuovo mi sento anche io parte di. Non ho votato, ma ho visto come si costruisce una vittoria e come si fa rete.
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www.arcipelagomilano.org stata una settimana musicalmente molto intensa, quella appena trascorsa, con concerti ogni sera e programmi strepitosi, e noi ne abbiamo seguiti due: la prima puntata dellintegrale delle Sonate di Beethoven, eseguite da Andrs Schiff per la Societ del Quartetto al Conservatorio, e una edizione filologica del Messiah di Hndel, diretta da Ruben Jais allAuditorium. Cominciamo dallintegrale delle Sonate beethoveniane (il Nuovo Testamento, secondo la deliziosa definizione che ne ha dato il grande Von Blow), annunciate da alti squilli di tromba come se fossero una grandissima novit per Milano (ma Schiff le ha eseguite per le Serate Musicali, sempre al Conservatorio, solo una decina di anni fa) con luscita in contemporanea di un libro in cui Martin Meyer, giornalista della Neue Zrcher Zeitung, pone domande al nostro pianista e questi sonata per sonata e pagina dopo pagina - le chiosa e le commenta sicch pu essere letto solo mentre le si ascolta, o quanto meno avendo la partitura in mano e sapendola leggere. Schiff sicuramente un grande pianista al quale siamo enormemente affezionati, se non altro per la costante presenza nella nostra citt sempre con programmi intelligenti e stimolanti; un grande cultore di Bach (di cui ha inciso lopera omnia scritta per tastiera - e cio per organo, clavicembalo e fortepiano, poich il Kantor di Lipsia non faceva molta differenza - ed eseguita non sul pianoforte ma su diversi pianoforti, come fa sempre, anche in concerto) ma anche di Mozart e soprattutto di Schubert, delle cui Sonate compiute e incompiute ricordiamo unaltra esecuzione integrale, di ventanni fa, sempre al Conservatorio e sempre per le Serate Musicali. Il suo fascino consiste principalmente nella precisione, nella concentrazione, nella lievit e omogeneit del suono, sopratutto nella capacit di penetrazione del pensiero musicale; in una parola Schiff lopposto esatto della superficialit. Ma possiamo fare delle irriverenti comparazioni con altri grandi pianisti? Per esempio, per stare allattualit, possiamo dire che Schiff il contrario di Daniel Barenboim, cui non si pu negare di essere grande musicista nellanimo e soprattutto un grande direttore wagneriano; come pianista per spesso approssimativo e non sempre approfondisce il testo quanto si avrebbe diritto di pretendere dalla sua fama. Andando indietro nel tempo ricordiamo invece Arturo Benedetti Michelangeli, che aveva le stesse qualit che abbiamo appena attribuito a Shiff, ma non possiamo fermarci a quelle; mentre il primo faceva levitare il pubblico, lo sollevava dalla realt, lo portava in un mondo iperreale e magico seducendolo con eteree sonorit, e ogni sua esecuzione creava unatmosfera particolare e inconfondibile, il secondo un pragmatico scavatore del testo, tanto concentrato nei dettagli da trascurare la sintesi, larchitettura complessiva e il senso ultimo dellopera. Shiff crea sempre una straordinaria atmosfera intorno al suo pianoforte ma non altrettanto attento nel definire quella specifica del singolo autore. Laltra sera, ad esempio, quando dopo Beethoven ha eseguito per bis due pezzi di Bach (due Preludi e Fughe dal secondo libro del Clavicembalo ben temperato, il buon Vecchio Testamento di Von Blow), non si percepito labisso - n il lungo secolo - che divide luno dallaltro mentre entrambi, sia Beethoven che Bach, ricordavano troppo Schubert, lautore che gli pi congeniale, di cui resta un incomparabile interprete. Dal mondo mitteleuropeo di Bach, Beethoven e Schubert a quello anglosassone di Hndel che nato in Sassonia, nello stesso anno di Bach, ma ha vissuto per gran parte della vita alla corte inglese, intorno allabbazia di Westminster dove stato addirittura sepolto - cambia tutto, non solo lambiente culturale in cui sono maturati quei giganti della musica, ma anche perch la musica per tastiera, e dunque in senso stretto da camera, non ha nulla da spartire con i monumentali Oratori della musica da chiesa, anche quando ne coeva. Basta pensare di accostare, per rimanere nelle atmosfere bachiane, le laiche Variazioni Goldberg alle mistiche Passioni. Linterpretazione che del Messiah ha dato Ruben Jais allAuditorium, con la sua Verdi Barocca e il Coro sinfonico di Milano di Erina Gambarini, stata per certi versi esemplare, per altri deludente; esemplare per la sobriet e lessenzialit della lettura - scarna, intima, tesa, senza fronzoli - che mirava dritta al disegno complessivo dellopera e alla sua pura concettualit, essendosi anche giovato delle quattro belle voci di Deborah York, Sonia Prina, Cyril Auvity e Christian Senn (alcuni di loro forse avrebbero dovuto curare di pi la pronuncia del testo, ovviamente inglese e per giunta arcaico). Deludente perch, paragonata alle ormai classiche edizioni con grande orchestra sinfonica e grande coro, lesecuzione affidata a una piccola orchestra - con soli quindici archi, due oboi, due trombe, un fagotto, timpano e clavicembalo - e a un coro di poco pi di quaranta elementi, sembrava un po esoterica, esclusiva, riservata a esperti o ad adepti filologi. Della originaria monumentalit restava assai poco. Lo si capito molto bene quando, come bis, stato ripetuto il celeberrimo Hallelujah! eseguito per in modo assai diverso da come era stato ascoltato poco prima, nel contesto dellopera. Jais lo ha liberato, ha sciolto il coro e lorchestra permettendo loro di spiegare tutte le energie vitali contenute nel testo. parso che la scena cambiasse: come passare dalla cappella di un convento romanico alle volte di una grande cattedrale gotica. Meglio? Peggio? una discussione che viene da lontano e non finir mai. In realt sono due modi altrettanto importanti di leggere i capolavori dellepoca barocca, e bisognerebbe saperli godere entrambi.
www.arcipelagomilano.org vembre, che si svolgeranno in varie parti della citt, per sensibilizzare i cittadini in occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, che si celebra domenica 25 novembre. Il primo evento, Con i tuoi occhi, si svolto domenica, alle Colonne di San Lorenzo, luogo amato e frequentato soprattutto dai giovani che, un po sorpresi, hanno trovato quel posto cos familiare, trasformato in un sentiero lastricato da scarpe. Tre le artiste interpellate, molte le donne coinvolte, per dar vita ai tre interventi forti e significativi di Elina Chauvet, Marta Lodola e Chiara Mu. Liniziativa, curata da Francesca Guerisoli con la collaborazione di un gruppo di giovani donne del mondo dellarte, parte con il progetto Zapatos Rojos (2009-2012) di Elina Chauvet, artista messicana che, con centinaia di scarpe da donna rosse, ha voluto denunciare la violenza che troppo spesso viene perpetrata sulle donne. Realizzato nel 2009 a Ciudad Juarez, la citt dello stato di Chihuahua conosciuta come uno dei luoghi pi pericolosi al mondo per una donna, e in seguito realizzato anche in altri stati del Messico e degli Stati Uniti, l'installazione di scarpe raccolte tra amiche e conoscenti attraverso il passaparola rappresenta le donne vittime di violenza in tutto il mondo, e in particolare quelle che perdono la vita sul confine tra il Messico e gli USA. Un progetto interattivo, che ha permesso anche ai passanti domenicali di far parte di questo percorso simbolico verso un mondo pi civile, andando ad aggiungere scarpe portate al momento e dipinte di rosso direttamente sul luogo. La giornata proseguita poi con le azioni performative di Marta Lodola a Chiara Mu. Nella performance Senza Titolo di Marta Lodola lartista ha indossato, una dopo l'altra, decine di collane ognuna delle quali rappresentava un simbolo delle costrizioni sociali di cui la donna succube e dalle quali non riesce a liberarsi: condizionamenti che la portano non solo all'immobilit di azione ma anche di pensiero. Chiara Mu invece, attraverso una azione artistica intitolata Stigma, ha coinvolto gli uomini che passavano per la via fermandoli e sussurrando loro storie di violenza realmente accadute nel mondo, rendendoli cos partecipi e ascoltatori attivi dei racconti. Azioni di arte che sono servite anche per parlare in modo discreto ma chiaro, di un tema troppe volte trattato con indifferenza. Sul sito del Comune di Milano il calendario con tutte le altre iniziative
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www.arcipelagomilano.org opere, avviluppandosi man mano nel mondo tutto privato che fu un tempo della collezionista, e che da oggi diventa spazio pubblico. Molteplici punti di vista come molteplici e di diversi orientamenti furono le passioni di Claudia Gian Ferrari. Collezionare il Novecento. Claudia Gian Ferrari gallerista, collezionista e storica dellarte - Fino al 3 marzo 2013 Museo del 900 Orari lun 14.30 19.30 mar, merc, ven e dom 9.30 19.30 giov e sab 9.30 22.30 Ingresso intero 5 euro
Costantino 313 d.C. Palazzo Reale, fino al 17 marzo 2013 orari: lun 14.30 19.30 mar, mer, ven, dom: 9.30 19.30 giov, sab: 9.30 22.30 ingresso: intero euro 9,00 ridotto euro 7,50
www.arcipelagomilano.org Il fine della mostra assolutamente medico, come precisano gli organizzatori, allinizio questi esperimenti servivano soprattutto per gli studenti di medicina, ma col tempo si estesa la possibilit di questa particolare materia anche al grande pubblico, per mostrare, in modo ravvicinato, come funziona davvero il corpo umano, con tutti i suoi segreti e le sue risorse, per permetterne davvero una piena comprensione. La domanda sorge spontanea. Chi sono-erano queste persone che oggi, alla Fabbrica del Vapore, ritroviamo letteralmente a pezzi dentro delle vetrine o impiegate in strane pose plastiche? Le tante mostre che Body Worlds ha creato dagli anni 80 a oggi sono state possibili grazie a specifici programmi di donazione del corpo, nel quale i donatori dispongono esplicitamente che i loro corpi possano essere esposti a Body Worlds dopo il decesso. A oggi i registri dellistituzione contano pi di 13.000 donatori registrati, tra viventi e deceduti. Oltre a vedere nel dettaglio organi, in salute e affetti da patologie, ossa, sezioni di tessuto ecc, c anche spazio per lestetica. In mostra infatti sono presenti corpi posizionati in atteggiamenti e pose varie, per mostrarne a pieno il funzionamento dei muscoli, dei nervi ecc. Tra gli altri ricordiamo una toccante coppia di ballerini, un giocatore di basket, uno sciatore, tre ironici giocatori di poker e addirittura un cavaliere su cavallo. Tutti, ovviamente, fatti di scheletro e tessuti muscolari ben in vista. Ma non c niente di macabro o di cattivo gusto, come spiega lideatore, Gunther von Hagens: "L'esposizione Body Worlds un luogo destinato alla divulgazione e alla riflessione intima, un luogo dedicato all'autoconsapevolezza filosofica e religiosa. Non un cimitero illegale, n un salone di bellezza postmortem. Mostra il corpo quale miglior rappresentante dell'anima, che si porge al visitatore di mentalit aperta". Una mostra per stomaci forti. Gunther von Hagens Body Worlds Milano, Fabbrica del Vapore via Procaccini 4 fino 17 febbraio 2013 biglietti: intero 15,00 euro, ridotto over 62, studenti, 14 euro La mostra aperta tutti i giorni dalle ore 10.00 alle ore 20.00 con orario continuato. Il gioved e il sabato lorario dalle 10.00 alle 23.00 con orario continuato.
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www.arcipelagomilano.org ma anche un lucido autoritratto in cui lartista si rappresenta sempre pittore ma con un volto che sembra gi un cranio dalle orbite vuote (Il giovane pittore, 1972). Morir lanno seguente. Una mostra completa, che prende origine dallincredibile collezione del Museo Picasso di Parigi, forte di pi di 5.000 opere, donate in vari nuclei da Picasso stesso e in seguito, direttamente dagli eredi. Ieri come oggi le opere di Picasso potranno ancora insegnarci qualcosa, monito e delizia dei tempi moderni. Picasso. capolavori dal Museo Picasso di Parigi Palazzo Reale, fino al 6 gennaio 2013, orari: luned, marted e mercoled: 8.30-19.30 gioved, venerd, sabato e domenica: 9.30-23.30; biglietti: 9,00 intero, 7,50 ridotto
LIBRI questa rubrica a cura di Marilena Poletti Pasero rubriche@arcipelagomilano.org Una piramide di problemi
Storie di geometria, da Gauss a Hilbert Claudio Bartocci Collana diretta da Giulio Giorello Raffaello Cortina Editore
Mercoled 21 novembre, ore 18, il libro verr presentato da Giulio Giorello a Palazzo Sormani, sala del Grechetto, via F. Sforza 7, Milano. Per loccasione ripublichiamo la recensione uscita nel mese di giugno. La vicenda narrata nel libro di Claudio Bartocci - che insegna Fisica matematica all'Universit di Genova - va dalla scoperta delle geometrie non euclidee alla lista dei problemi che il grande Hilbert presenta nel 1900 a Parigi, mentre la Ville Lumire celebra l'esposizione universale che attir a Parigi, tra l'aprile ed il novembre di quell'anno, pi di 50 milioni di visitatori. La verit, sostiene l'autore, che la matematica e la geometria ottocentesche, soprattutto quelle dell'ultima met del secolo,continuano a vivere nell'eredit che ci hanno trasmesso: un ricco lascito di problemi da risolvere, di nodi da sciogliere, di connessioni concettuali da esplorare. Solo per fare qualche esempio, possiamo pensare alle speculazioni di Riemann sui rapporti fra geometria e fisica a scala microscopica, ai lavori di Poincarr, all'incrocio fra analisi e topologia, sui sistemi dinamici non lineari, alla teoria dei gruppi continui sviluppata nella lontana Norvegia da Sophus Lie o alle ricerche di Gauss, Dedekind e Hilbert sulla teoria dei numeri. Si assiste cos al trionfo di una concezione della matematica come attivit culturale e pratica di pensiero, in osmosi con altri campi del sapere - dalla fisica alla filosofia - soggetta a processi di trasformazione e di contaminazione che costantemente ne rimodellano la struttura, gli oggetti di studio e i metodi. Un'affascinante cavalcata nella scienza e nelle idee - non a caso il volume appare nell'omonima collana diretta da Giulio Giorello - che coinvolge giganti del pensiero, come, oltre a quelli citati, Felix Klan, Moritz Pasch, Hermann Wiener, Henrich Shumacher e gli italiani Corrado Segre, Giuseppe Veronese, Mario Pieri, Guido Castelnuovo, Federico Enriquez, Gino Fano, fino a raggiungere le vette del calcolo differenziale assoluto di Gregorio Ricci - Curbastro e Tullio LeviCivita, che diventer lo strumento fondamentale utilizzato da Einstein per la formulazione della teoria della relativit generale. Una vera esplorazione nel lussureggiante paesaggio della matematica dell'800 che porta il lettore a vagabondare, in consonanza con lo spirito dell'epoca della quale tratta Bartocci, lungo un percorso irregolare e intessuto di digressioni, cedendo alle lusinghe di una colta flanerie che Proust ha mirabilmente presentato in una celebre pagina della Recherche ...all'improvviso un tetto, un riflesso di sole su una pietra, l'odore di una strada, mi facevano sostare per lo speciale piacere che ne traevo e anche perch sembravano nascondere, dietro ci che vedevo, qualcosa che mi invitavano ad andare a prendere e che io, malgrado i miei sforzi, non riuscivo a scoprire. (Paolo Bonaccorsi)
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www.arcipelagomilano.org allocchio, colpisce e attira lattenzione dello spettatore. Anche gli attori, per la maggior parte del tempo, pi che attori, sembrano la parte-animata dellapparato scenografico. La parola solo un appoggio per le immagini, e non le viene data la minima fiducia espressiva, dato che quasi sempre i significati espressi dalla drammaturgia sono doppiati dalle azioni sceniche degli attori o dallimpianto scenografico. Il testo di Sofocle solamente un pretesto per unoperazione esteticoperformativa che probabilmente sa-
rebbe stata uguale se i Marcido avessero messo in scena un Caligola di Camus o un Re Lear di Shakespeare; gli esempi sono casuali ma non del tutto, perch si tratta sempre di un imperatore e di un re, e va riconosciuto che lenorme ziggurat con Edipo che allinizio in cima e, scena dopo scena, scende fino ad arrivare a terra richiama comunque una dinamica di caduta del potere che non sarebbe potuta essere utilizzata, ad esempio, con un Romeo e Giulietta. Ma non detto, perch il teatro davanguardia del secolo scorso ci ha insegnato che,
con una chiave interpretativa originale, si pu giustificare tutto. Uno spettacolo che ha il grande pregio di essere netto nella scelta stilistica, che accontenter e soddisfer coloro ai quali piace un certo tipo di sperimentalismo, e che far dire basta a chi non ci trova pi niente di avanguardistico. In scena Al Teatro I fino al 26 novembre Hilda, di Maria NDiaye, regia di Renzo Martinelli.
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