Sei sulla pagina 1di 24

Industria & Ambiente Italia

Iscritto nel Registro della Stampa presso il Tribunale di Bari al n. 35/07 - N9 Aprile 2010 EDITORE
Consorzio Creta Via Cappuccini 21, 70017 Putignano (Ba) www.consorziocreta.com - info@consorziocreta.com

Periodico di Ri uti, Recupero, Ambiente, Energia

DIRETTORE RESPONSABILE
Tommaso Forte info@consorziocreta.com

REDAZIONE
Tel. 080.4913845 Fax 080.4051761 E-mail: ieapuglia@libero.it

SEGRETERIA DI REDAZIONE
Andrea Miccolis info@consorziocreta.com

GRAFICA EDITORIALE
ALL TIME S.r.l www.alltime.it grafica@alltime.it

STAMPA
Tipografia Mariani via Firenze, 1 70019 Triggiano (Ba)

Vigilare sulla filiera dei rifiuti per monitorarne la tracciabilit


EDITORIALE

Le attivit di contrasto sono affidate al Nucleo Ecologico Carabinieri Il sistema sar interconnesso con lAlbo Nazionale Gestori Ambientali

La cultura del disfarsi


di GiUSEPPE dALENA

a cultura ambientale dovrebbe formarsi con la consapevolezza che necessario uno sviluppo eco-sostenibile sostenuto da logiche ambientali che non siano pura demagogia ma attivit degne del rispetto dellambiente e del mondo produttivo. Oggi la cultura del disfarsi rischia di diventare prioritaria rispetto al confronto di idee e progetti che le imprese mettono in atto per risolvere il problema ambientale per una corretta gestione dello stesso. Diventa sempre pi frequente il disfarsi di un bene o prodotto o scarto di produzione, senza pensare al ciclo di vita delloggetto di cui ci stiamo disfacendo. Per una corretta gestione dei rifiuti, si dovrebbe analizzare e conoscere a fondo il processo di gestione di quel rifiuto dal momento che si prodotto il bene che lo ha originato. Solo conoscendo il preciso processo di produzione, possiamo gestire meglio il rifiuto generato. Ma questo succede ancora poche volte. Il cittadino conosce ben poco del ciclo di vita di un rifiuto sino al suo completamento, sia che si tratti del recupero, che dello smaltimento. Ecco che la cultura del disfarsi dovrebbe essere affiancata sempre dalla cultura ambientale a tutti i livelli. La sindrome di NIMBY, Not In My Back Yard, diventa cos puro egoismo. Proponiamoci, dunque, tutti di combattere la cecit culturale ed adottiamo una nuova cultura ambientale diversa da quella del disfarsi. Ed questo lo spirito che anima Industria&Ambiente Italia, attore principale per il secondo anno consecutivo a EcoBiz Expo che si terr a Tirana dal 29 aprile 2010 al 02 maggio 2010. Presidente Consorzio Creta

LA SCALA A PAGINA 13

Industria

Ambiente Italia

ECOBIZ-EXPO
Promuovere le imprese nel settore delle acque, dei rifiuti e dellenergia
La rassegna, promossa da Fiera del Levante Servizi, nella storica sede del Palazzo dei Congressi, questanno si presenta ancora potenziata grazie alla collaborazione con Alb-Konfindustria, lorganizzazione delle maggiori imprese albanesi. Molte le aziende presenti in fiera
di ANNA MARiA MACCHiA

uesto lanno dieci di Fiera del Levante in Albania: listituzione italiana che ha segnato la storia fieristica di un Paese giovane e dinamico, che non si affatto stancato di crescere e di individuare nellItalia e negli Italiani i partner ideali per lo sviluppo delleconomia. Eco Biz Expo: oltre il mediterraneo. Tirana ormai la capitale del business ecologico, declinato in comparti di grande attualit: il ciclo dellacqua, la gestione dei rifiuti, le energie rinnovabili e ledilizia sostenibile. La scelta dei temi non causale, bens legata alle reali possibilit presenti in questi settori per le imprese italiane che vogliono esplorare il mercato albanese in termini di commercializzazione e dinvestimenti. Agli operatori dei comparti delle tecnologie delle energie rinnovabili e dellambiente, Fiera del Levante in Albania propone la nuova edizione di Eco Biz Expo. La rassegna, nella storica sede del Palazzo dei Congressi, questanno si presenta ancora potenziata grazie alla collaborazione con Alb-Konfindustria, la maggiore associazione delle imprese albanesi. Questa alleanza consente agli espositori italiani di incontrare in fiera i maggiori operatori economici locali, e di sviluppare piani di cooperazione e di integrazione economica anche nel corso dei seminari tecnici e degli incontri daffari programmati nel corso dei quattro giorni di Fiera. Eco Biz Expo - spiega Antonio Ciuffreda, Presidente di Fiera del Levante Servizi - non un appuntamento come tanti, ma il vero appuntamento di riferimento del settore am-

bientale dellarea del Mediterraneo e dei Balcani. Un incontro tradizionale, rafforzato dalla qualit di ci che le aziende mettono in campo. Una qualit internazionale, che dimostra come tutto ci che riguarda lambiente non solo ideologico, ma anche fortemente concreto, tanto da aver dato vita a quella green economy sulla quale oggi si concentrano tante aspettative per il rilancio delleconomia globale. La manifestazione dedicata al sistema ambiente ha confermato la forte presenza di espositori pugliesi e italiani in un periodo complicato per tutto il sistema industriale ed economico mondiale. Eco-Biz Expo una grande kermesse con lobiettivo di contribui-

re a diffondere una nuova cultura del vivere etico e del rispetto dellambiente, ricercare nuove strade per uno sviluppo economico, sociale e ambientale sostenibile, scoprire nuovi modelli produttivi e di consumo, attraverso la condivisione delle conoscenze, delle energie, delle esperienze e delle buone pratiche di esperti, cittadini, associazioni, istituzioni e imprese locali e nazionali. Eco-Biz Expo, dunque conclude Ciuffreda - rappresenta una vera e propria sfida. La novit consiste nellaver coinvolto direttamente non solo le istituzioni ma anche le imprese medio e grandi, capaci di proporre tecnologie e prodotti sostenibili a portata di mano.

Industria

Ambiente Italia

Progetto Amico per investire nellarea dei balcani


Partenariato di progetto per rappresentare le imprese italiane in Albania, Macedonia e sviluppare business
stato presentato nel Centro Direzionale della Fiera del Levante, il programma AMICO, il nuovo progetto finanziato dal Ministero per lo Sviluppo Economico. Il nome del progetto un acronimo per Albania, Macedonia, Italia: Collaborazioni Operative, ed mirato a rafforzare il processo di penetrazione e di radicamento delle piccole e medie imprese italiane nei Paesi dei Balcani occidentali. Il partenariato internazionale del progetto AMICO vede la collaborazione di cinque partner italiani, rappresentanti istituzionali del sistema dellassociazionismo imprenditoriale - Confindustria, Confapi, CNA, Confartigianato, Lega Nazionale delle Cooperative e Mutue, dellEnte Fiera del Levante, e di due partner esteri, Alb-Konfindustria (Associazione delle Imprese albanesi) e dellUnione delle Camere di Commercio di Macedonia. Abbiamo creato un partenariato di progetto spiega Antonio Ciuffreda, presidente di Fdl Servizi - in grado di rappresentare con autorevolezza il sistema imprenditoriale dei nostri tre Paesi. Di conseguenza, un punto di forza di AMICO sta nellessere stato ideato dalla parte delle aziende: in questottica sono state pianificate tut-

te le azioni di sostegno alle imprese, mirando alla concretezza ed allefficacia degli interventi. In sintonia con gli orientamenti del nostro Ministero dello Sviluppo Economico aggiunge Massimo Lupis, amministratore delegato di Fdl Servizi - attraverso la creazione di rapporti di cooperazione tra piccole e medie imprese italiane, albanesi e macedoni che intendiamo sostenere un processo di penetrazione e di reale radicamento in quei mercati, che mostrano tassi di sviluppo di grande interesse e che devono essere considerati con grande attenzione da tutti i nostri imprenditori interessati al processo di internazionalizzazione.

I mercati delle energie rinnovabili e delle tecnologie per lambiente hanno un ruolo strategico per lo sviluppo di Albania e Macedonia: a sostegno delle imprese italiane attive in questi settori saranno presto attivati servizi di informazione specializzata, che consentiranno ai nostri imprenditori di cogliere, analizzare e valutare le opportunit offerte del mercato. Di conseguenza, AMICO attiver inoltre, presso gli uffici di Bari, Tirana e Skopje, un servizio di assistenza per la ricerca di partner esteri, insieme ai quali costruire alleanze commerciali ed industriali. Attraverso la cooperazione costante con le imprese locali i nostri imprenditori potranno davvero radicarsi in questi mercati conclude Ciuffreda e a questo scopo, Alb-Konfindustria e lUnione delle Camere di Commercio di Macedonia offrono garanzie di competenza e funzionalit. Il progetto AMICO svolge, inoltre, unattivit di supporto alla collaborazione istituzionale transnazionale, riconfermando Fiera del Levante Servizi nel ruolo di Segretariato tecnico del Corridoio VIII e sostenendo la realizzazione di eventi di confronto e di collaborazione tra il Governo italiano, il Governo della Repubblica di Albania ed il Governo della ex Repubblica Jugoslava di Macedonia. (g.l.)

Industria

Ambiente Italia

LIMPIANTO E COMPOSTO DA 24 BIOCELLE E TRATTERA 400 TONNELLATE DI RIFIUTI

Un nuovo impianto di biostabilizzazione per larea metropolitana


AMIU BARI
di ANNA MARiA MACCHiA

Realizzato in tempo da record, in meno di un anno con finanziamento regionale Por 2000-2006. I rifiuti urbani saranno igenizzati e trattati

a citt di Bari ha un nuovo impianto di biostabilizzazione dei rifiuti. Limpianto, gestito dallAmiu, in grado di trattare circa 400 tonnellate al giorno di materiale, pari al 90% dei rifiuti indifferenziati prodotti in citt. Realizzato in tempo da record, in meno di un anno con finanziamento regionale Por 2000-2006, limpianto di biostabilizzazione di cui si dotato il Comune di Bari, sorge allinterno del complesso aziendale di Amiu Spa nella zona industriale dellarea metropolitana di Bari. Limpianto sar in grado di trattare 400 tonnellate di rifiuti, i quali, triturati ed igienizzati, saranno ridotti in peso con un calo complessivo, a valle dellimpianto, pari al 30%. Di pari passo, si abbatteranno i costi di trasporto e di smaltimento in discarica e, elemento essenziale, si allontaner il pericolo dellemergenza rifiuti conseguente al rapido esaurirsi delle discariche e si riduranno gli impatti ambientali. Limpianto composto da 24 biocelle, simili a grandi stanze di circa 100 metri cubi di volume, sul pavimento della quali sono presenti una grande quantit di fori; da questi, infatti, che viene insufflata laria che, spinta

Giuseppe Savino da potenti ventilatori, investe le componenti organiche e le ossida. Queste componenti, di origine vegetale, saranno, dopo una permanenza a 65 per tre giorni, in questo modo igienizzate e senza odore. Una trasformazione, dunque, che si risolve in due settimane; lidentica trasformazione che la natura processa e completa in moltissimi anni in una discarica. Alla fine di questo processo il materiale cos trattato giunger, attraverso un nastro trasportatore, allattuale impianto di trito-vagliatura; dopo un ulteriore ripasso nei trituratori ed un successivo passaggio sotto un separatore magnetico, si divider attraverso un vaglio rotante, in una frazione di sottovaglio, ottima per produrre materiale di copertura per le discariche, ed un sopravaglio da destinare alla produzione di Cdr (combustibile da rifiuto). Limpianto di biostabilizzazione spiega Giuseppe Savino, presidente

dellAmiu - rappresenta un punto di svolta per la chiusura del ciclo dei rifiuti nella citt di Bari. Tutto il tal quale che rimane a valle della raccolta differenziata potr infatti essere trattato qui, senza pi girovagare per lintera provincia alla ricerca di impianti in grado di accoglierlo. Questi spazi, dotati di particolari sistemi di monitoraggio delle temperature oltre che di speciali filtri di aerazione, sono in grado di accelerare il naturale decadi-

mento della parte organica della spazzatura, che invece di venti anni impiegher solo sedici giorni a deperire. Dopo questo trattamento la frazione secca e la frazione umida verranno separate, recuperando i rifiuti ferrosi. I sistemi di trattamento biologico delle biomasse si basano sul processo della degradazione della componente organica che fermenta producendo gas metano e hanno come obiettivo la riduzione fisica dei rifiuti, del per-

colato e dellimpatto ambientale sulle discariche. Lindice respirometrico un parametro fondamentale per la valutazione della stabilit di una biomassa. Dai dati rilevati dallArpa per il collaudo dellimpianto dellAmiu, i campioni prelevati dopo il trattamento indicano che lindice respirometrico intorno a 300 microgrammi, di molto inferiore al limite di legge per la salvaguardia della salute (pari a 800 microgrammi).

Industria
I DATI

Ambiente Italia

7
EUROPA

In discarica ancora il 44% dei rifiuti

Vigilare sulla normativa comunitaria

ellUnione Europea il 40% dei rifiuti urbani nel 2008 sono stati riciclati (23%). Lo rileva Eurostat, lufficio europeo di statistica, secondo il quale la media dei rifiuti urbani prodotti stata pari a 524 chili a persona. In Italia, i rifiuti riciclati sono stati pari all11% mentre quelli compostati sono saliti al 34%, raggiungendo cos complessivamente una media del 45%. Nel nostro Paese finiscono in discarica ancora il 44% dei rifiuti, contro una media Ue del 40%, quelli inceneriti sono invece il 20% nellUe e l11% in Italia.

llUnione europea serve unagenzia incaricata di sorvegliare lapplicazione della normativa comunitaria sui rifiuti. Il rispetto della normativa Ue - spiega il commissario allAmbiente, Stavros Dimas - fondamentale se vogliamo conseguire lobiettivo principale della legislazione sui rifiuti, ossia proteggere la salute dei cittadini europei e preservare lambiente. Secondo le ultime stime, nellUe si producono ogni anno 2,6 miliardi di tonnellate di rifiuti, circa 90 milioni dei quali classificati come pericolosi. combustione tenderebbe a bloccare il cloro sottoforma di acido cloridrico limitando fortemente la formazione di Diossine, si evita cos la necessit di aumentare notevolmente le temperature, come succede nei tradizionali inceneritori, riducendo quindi la formazione di particolato ultrafine ed anche il dispendio energetico (sono disponibili in letteratura gli esiti di numerosi test effettuati su impianti di gassificazione di rifiuti attivi allestero dal 1998 al 2006 fonti EPA Enviromental Protection Agency); separazione e recupero dei metalli, vetro e inerti dalle ceneri con possibili semplificazioni del sistema della raccolta differenziata; i gassificatori sono impianti modulari di piccole dimensioni ed offrono la possibilit di realizzare sistemi di capacit da 1 ton/giorno fino a 300 ton/ giorno in spazi notevolmente ridotti rispetto agli impianti tradizionali (pi del 50% in meno); i gassificatori bruciando solamente del gas combustibile (syngas) non necessitano di impianti di abbattimento fumi o ciminiere, i camini, da cui fuoriesce principalmente vapor acqueo, sono di dimensioni molto ridotte. Questo consente di avere costi molto contenuti di costruzione, gestione e materiali di consumo. La gassificazione per definizione ha una maggiore efficienza energetica (basse temperature, conservazione dellenergia) rispetto alla combustione, inoltre la gestione e conservazione del syngas estremamente pi flessibile rispetto al calore prodotto dai consueti processi di incenerimento. I dati di letteratura riportano un 20-40% di rendimento elettrico e 50-90% di rendimento termico contro rispettivamente il 10-15% e 4050% ottenibile dalle attuali tecnologie di Termovalorizzazione dei rifiuti. *Chimico

di NiCLA RENdiNA

La tecnologia avanzata sembra essere la migliore soluzione

irolizzatori, impianti di dissociazione molecolare, convertitori, o pi comunemente detti gassificatori, termini diversi per descrivere lo stesso medesimo processo termo-chimico, ovvero trasformazione della sostanza organica in gas combustibile, chiamato nel caso specifico SYN-GAS (gas di sintesi). Nulla di nuovo, direbbe qualcuno, la tecnologia arcinota, meglio definita come pirolisi ed utilizzata in passato per produrre gas partendo dal carbone o altri prodotti di sintesi. Eppure la terminologia elencata ritornata attuale pi che mai, da quando qualcuno ha avuto la brillante idea di applicare la gassificazione ai rifiuti. In effetti le recenti applicazioni, in campo internazionale, dimostrano che non solo la tecnologia sembra essere la migliore soluzione, in termini di tutela ambientale, per la termodistruzione dei rifiuti, ma anche quella che consente le massime rese energetiche a costi contenuti, soprattutto quando la percentuale di sostanza organica, nel senso chimico del termine, significativa, basti pensare alle biomasse, ai rifiuti solidi urbani, alle plastiche ed al CDR. Del resto piuttosto logico pensare ad una tecnologia superiore rispetto allattuale incenerimento dei rifiuti o biomassa, se consideriamo che il combustibile utilizzato per produrre energia un gas omogeneo principalmente composto da metano, idrogeno, monossido di carbonio e anidride carbonica, e non un rifiuto solido eterogeneo difficile da controllare. Quindi lidea di fondo di pensare al rifiuto/ biomassa non come qualcosa da bruciare e quindi fonte di calore, difficile da preservare, ma come fonte energeti-

Energia pulita dalla gassificazione


Maggiore efficenza energetica rispetto alla combustione

ca da trasformare, al momento opportuno, in gas combustibile, sfruttando al massimo la sua riserva energetica: la sostanza organica. Questa differenza sostanziale si esplicita in una notevole tutela ambientale che sintetizzo nei seguenti punti: le basse temperature di esercizio (400-500C) non permettono

levaporazione e addirittura la fusione della maggior parte dei metalli, del vetro ed altri inerti, limitando quindi la produzione di particolato contenente metalli pesanti; vi la possibilit di gestire una combustione completa del syngas (tecnicamente pi controllabile rispetto alla combustione dei rifiuti so-

lidi) e quindi produzione praticamente trascurabile di NOx e CO; la gassificazione dei rifiuti non produce Diossine e Furani per le particolari condizioni termochimiche presenti: la temperatura di reazione sarebbe compatibile con la formazione di diossine ma la presenza di idrogeno nella camera di

Industria

Ambiente Italia

MINISTERO DELLAMBIENTE
Rifiuti: Approvato lo schema di decreto che recepisce la direttiva Europea
Prestigiacomo: Un primato rafforzato dallinserimento del Sistri
l Consiglio dei Ministri ha approvato lo schema di decreto legislativo che recepisce la direttiva europea 98 del 2009 sui rifiuti. Il decreto era molto atteso dagli operatori ambientali perch finalmente riordina e semplifica tutto il sistema della gestione dellintera filiera dei rifiuti introducendo vantaggi ed elementi di modernizzazione per le imprese, per i cittadini e, in generale, per il sistema paese. Con questo provvedimento spiega il Ministro dellAmbiente, Stefania Prestigiacomo - si inverte una prassi che voleva il recepimento delle direttive europee da parte del nostro paese con ampio ritardo, anche di anni. Prassi che ci valsa non poche condanne da parte della Corte di Giustizia Europea. In questo caso il recepimento avvenuto con sei mesi di anticipo rispetto ai termini fissati dallUE ed inoltre lItalia il primo paese europeo a recepirla. Un primato rafforzato dallinserimento organico nel decreto del SISTRI, in sistema elettronico di tracciabilit dei rifiuti speciali, varato nei mesi scorsi, gi apprezzato in sede europea e che allo studio da parte di altri paesi per eventuali implementazioni. I punti salienti del decreto sono: la definizione di materia seconda. Ad esempio: rottami ferrosi o la carta usata fino ad oggi erano considerati rifiuti, ora

potranno essere riutilizzati secondo le regole non pi dei rifiuti ma, appunto, delle materie seconde. La definizione di sottoprodotto (i trucioli della lavorazione del mobile, gli sfridi della lavorazione del metallo, etc). Anche in questo caso il nuovo decreto stabilisce regole pi semplici e pi concrete per il riuso evitando tutta la trafila di adempimenti e costi legati al rifiuto. Il riutilizzo di terre e rocce da scavo. Sino ad ora tutte le imprese che realizzavano infrastrutture (strade, autostrade, im-

mobili, metropolitane) erano costrette a smaltire il materiale scavato come rifiuto (con adempimenti e ancora oneri annessi, come portarlo in discarica) e acquisire nuovo materiale per le attivit di costruzione delle opere. Oggi invece se il materiale di risulta non contaminato verr considerato un sottoprodotto e potr essere riutilizzato in loco. La Definizione di CDR. Viene reintrodotta la nozione corretta di Combustibile da Rifiuti. Ci consentir allItalia, analogamente a quanto gi fatto a Fusina e a

quanto accade normalmente nei distretti industriali del nord Europa, di produrre energia dai rifiuti, considerando quindi il rifiuto non pi uno scarto ma una risorsa economica, con vantaggi sia in termini ambientali che di bolletta energetica. Tracciabilit dei rifiuti - SISTRI. Inquadra nellambito normativo europeo il recente provvedimento istitutivo del sistema di tracciabilit elettronica dei rifiuti speciali, pericolosi e non, superando in termini di affidabilit e controlli gli stessi paletti fissati dallUE. Il decreto definisce inoltre le sanzioni per linosservanza delle previsioni relative al Sistri che non potevano essere contenute nel decreto ministeriale istitutivo

del sistema. Fissa target di recupero di alcuni materiali. Per vetro, carta, plastica e metalli viene fissata al 2020 una soglia tassativa minima di recupero, il 50%, nellambito di una pratica che deve diventare sempre pi diffusa e stringente di raccolta differenziata, orientando stili di vita e meccanismi di produzione sempre pi verso la cosiddetta societ del recupero. Consente risparmi individuali e collettivi. Il decreto definendo un sistema basato sul recupero e riutilizzo dei prodotti permetter di realizzare sostanziali economie in materia di: bolletta energetica nazionale; costi per le famiglie sia in termini energetici che di beni di consumo; costi per le imprese.

COUPON DI ABBONAMENTO GRATUITO


AZIENDA NOME QUALIFICA VIA TELEFONO E-MAIL CAP FAX SITO INTERNET CITTA PROV. SETTORE DI ATTIVITA COGNOME

Il sottoscritto chiede di ricevere gratuitamente il periodo Industria&Ambiente.Italia PER E-MAIL Firma


Ai sensi della legge 196/03 Le comunichiamo che i dati personali sono trattati ai fini organizzativi e che non saranno oggetto di comunicazione e diffusione a terzi. Lei potr in qualsiasi momento richiedere la modifica o la cancellazione.

A MEZZO POSTA

TRASMETTERE A MEZZO FAX AL 080.4051761

Presto il consenso

Firma

Industria
V.I.A.

Ambiente Italia

9
A.I.A.

La Valutazione dImpatto Ambientale una procedura tecnico-amministrativa

LAutorizzazione Integrata Ambientale stata recepita per la riduzione dellinquinamento

a Valutazione dImpatto Ambientale una procedura tecnico-amministrativa di verifica della compatibilit ambientale di un progetto, introdotta a livello europeo con la Direttiva CEE 337/85 e integrata recentemente con la Direttiva 11/97CE. Essa finalizzata allindividuazione, descrizione e quantificazione degli effetti che un determinato progetto, opera o azione, potrebbe avere sullambiente, inteso come insieme delle risorse naturali di un territorio e delle attivit antropiche in esso presenti. La V.I.A. uno strumento di supporto decisionale tecnico-politico finalizzato a migliorare la trasparenza delle decisioni pubbliche consentendo di definire un bilancio beneficio-danno, inteso non solo sotto il profilo ecologico-ambientale, ma anche sotto quello economico-sociale; realizzare la sostenibilit sullambiente e prevenire il danno ambientale.

ra gli aspetti innovativi della politica ambientale europea, particolare rilevanza assumono le iniziative legislative finalizzate al conseguimento di un elevato livello di protezione ambientale coadiuvato da un approccio integrato alle tematiche ambientali sommato ad una semplificazione delle procedure di autorizzazione. Tra queste normative merita particolare attenzione la direttiva n. 96/61/CE sulla prevenzione e riduzione integrate dellinquinamento, meglio conosciuta come direttiva IPPC (Integrated Pollution Prevention and Control).Tale direttiva stata recepita nellordinamento italiano con il D.Lgs. 372/1999 e successivamente abrogato dal D.Lgs. 59/2005, disciplina la prevenzione e riduzione integrate dellinquinamento di fonte industriale prevedendo una nuova procedura finalizzata al rilascio di una Autorizzazione Integrata Ambientale.

La normativa coinvolge gli impianti di smaltimento, recupero rifiuti e lesercizio di centrali elettriche da fonti energetiche

Integrazione tra i procedimenti Via, Vas e Aia per la salvaguardia dellambiente e del territorio
Ruolo di primaria importanza per coordinare e snellire i procedimenti amministrativi

NORMATIVA
di MAGdA MiCCOLiS*

ra gli istituti previsti dal nostro ordinamento giuridico per la tutela dellambiente il legislatore ha assegnato alla Valutazione di Impatto Ambientale un ruolo di primaria importanza, avente particolare valenza strategica e destinato a coordinare o sostituire gli altri procedimenti tesi alla salvaguardia dellambiente. Lart. 26, comma 4 del codice dellambiente dispone, invero, che il provvedimento di VIA sostituisce o coordina tutte le autorizzazioni, intese, concessioni, licenze, pareri, nulla osta o assensi comunque denominati in materia ambientale, inclusa lautorizzazione integrata ambientale. Oltre allAIA, espressamente richiamata dalle disposizioni del codice, a titolo esemplificativo si indicano, fra i provvedimenti destinati ad essere inglobati nella VIA, la VAS, la valutazione dincidenza ambientale, lautorizzazione per gli impianti di smaltimento e recupero di rifiuti, lautorizzazione unica per la costruzione e lesercizio di centrali elettriche alimentate da fonti rinnovabili ed impianti eolici, lautorizzazione per gli insediamenti di attivit produttive alle quali si aggiunta unautorizzazione unica di recente previsione (legge 23.07.09 n.99) concernente la costruzione e lesercizio di impianti per la produzione di energia nucleare. La previsione di forme di coordinamento procedurale risponde allevidenza allintento del legislatore di perseguire semplificazione e certezza dei tempi dei procedimenti, evitando duplicazioni o sovrapposizioni istruttorie con inutili aggravi procedimentali. Tuttavia, nella prassi applicativa sono emersi molteplici elementi di criticit e non sempre la gestione di detti procedimenti risultata conforme alle soluzioni prospettate dal legislatore.

Va in proposito rimarcato che la natura composita e complessa dei procedimenti da coordinare e larticolazione degli stessi in sequenze procedimentali caratterizzate da tempi spesso incompatibili con i termini di conclusione del procedimento di VIA ha reso, di fatto, inoperante il proposito della semplificazione e obliterato lesigenza di celerit auspicata dalla novella. A ci si aggiunge la considerazione che anche nelle ipotesi in cui il coordinamento sia stato previsto in via obbliga-

toria dal legislatore, non sono state fornite utili indicazioni circa le modalit e i tempi di acquisizione dei diversi pareri e nulla osta, sebbene la giurisprudenza abbia chiarito che i termini previsti ex lege per la conclusione dei procedimenti debbano ritenersi perentori e che la previsione degli stessi risponda ad esigenze di tutela di alcune attivit economiche oltre che posta a presidio del principio di semplificazione da garantire in maniera uniforme a livello nazionale. Considerato altres che per i procedi-

menti di competenza regionale lintegrazione stata demandata alla iniziativa del legislatore regionale, ne consegue che, in assenza di disposizioni di riferimento, il coordinamento fra procedure in materia ambientale risulta spesso inattuabile, vanificando in tal modo i meritori intenti di semplificazione, efficacia ed efficienza dellazione amministrativa, frustrando le esigenze di certezza dei tempi istruttori auspicati dallutenza, anche a detrimento delle esigenze di sviluppo economico con-

nesse agli interventi da valutare. Per il superamento di detti profili critici sarebbe auspicabile, pertanto, un nuovo intervento del legislatore per rendere omogenee disposizioni stratificatesi in maniera disorganica ed evitare che il perseguimento dellintento di semplificazione risulti unopzione rimessa alla sagace e spesso ancor pi disorganica iniziativa del legislatore regionale. *Avvocato Funzionario Provincia di Bari

10

Industria

Ambiente Italia

UNIVERSIT
Imposizione fiscale per favorire le imprese alla tutela ambientale
Lobiettivo dellUnione Europea di promuovere agevolazioni al fine di sensibilizzare la ricerca di nuovi modelli ambientali

INCENTIVI

Fiscalit ambientale sui carburanti

l mercoled come giorno nazionale di blocco del traffico nelle aree urbane di tutta Italia con problemi di inquinamento, con leccezione dei veicoli puliti. E poi una politica di fiscalit ambientale sui carburanti per incentivare il metano e il gpl. Queste le proposte lanciate, nel corso della conferenza interistituzionale Anci-Ministero dellAmbiente che si aperta a Roma per affrontare in una logica non emergenziale, ma strutturale e preventiva, il problema dellinquinamento da traffico. Un contributo importante da parte del Governo per indirizzare la conversione del parco veicolare verso luso di carburanti meno inquinanti, quali il metano e il gpl, pu essere rappresentato dalladozione di una politica di fiscalit ambientale che consenta anche di reperire le risorse mancanti per gli interventi a favore di una mobilit sostenibile. Ed questa la richiesta rivolta al governo: una manovra di fiscalit ambientale che aumenti la pressione fiscale sui carburanti inquinanti, e diminuisca quella sui carburanti da incentivare, come il metano e il gpl. ambientali), appare ispirato da valori che ne orientano la disciplina (tutela dellambiente, della salute, del paesaggio), perseguendo anche fini extrafiscali di promozione di comportamenti o processi produttivi ecocompatibili o di disincentivazione di produzioni inquinanti o di consumo di risorse scarse ovvero addossando su chi inquina i costi delle azioni di eliminazione dei danni allambiente, di bonifica e ripristino dei siti inquinati. Affiora, quindi, la distinzione tra tributi ambientali in senso stretto e tributi ambientali in senso lato. Nei primi, la fattispecie imponibile costituita da ununit fisica (o un suo sostituto o derivato) di qualcosa di cui si abbia prova scientifica di effetti negativi sullambiente quando usato o rilasciato. Nei secondi, lambiente, inteso come valore, bene, diritto e fine, si colloca allesterno della fattispecie, rilevando quindi su un piano extrafiscale. Resta fermo che, nel caso di imposte ambientali in senso stretto, la produzione, il consumo, lattivit inquinante o la risorsa naturale scarsa assunte come fattispecie imponibili dovranno denotare capacit contributiva. A maggior ragione poi le imposte con finalit ambientali assumeranno come fattispecie imponibili tradizionali indici di capacit contributiva pur se sorrette da una destinazione ambientale. A sua volta, poi, leffetto inquinante del prodotto o dellattivit sottoposta a tassazione potr assurgere a propria volta al ruolo di parametro di commisurazione dellimposta. La base imponibile potrebbe essere cos determinata non solo sulla base del valore economico del bene prodotto o consumato (come per le comuni accise) ma delleffetto inquinante generato. *Preside Facolt di Giurisprudenza Universit di Taranto

di ANtONiO URiCCHiO*

l legislatore fiscale, nella ricerca e sperimentazione di nuovi modelli di prelievo, deve necessariamente tenere conto delle profonde trasformazioni intervenute nelle modalit di produzione della ricchezza, non potendo restare indifferente rispetto alle emergenze ambientali. Cambiamenti climatici, inquinamento dei mari, dellaria, del suolo e del sottosuolo, progressiva riduzione delle risorse naturali, incremento dei tumori provocati da alimentazione non sicura e dalla diffusione di sostanze cancerogene appaiono, infatti, disastri ambientali rispetto ai quali occorre intervenire con tutti gli strumenti possibili, compresi quelli di carattere tributario. Lesportazione delle emergenze ambientali induce a ritenere indifferibile ladozione di scelte condivise da parte di tutti gli Stati del mondo, sia ricchi, che poveri, non potendo dare risposte locali a problemi globali. Se fondamentale appare la definizione di programmi integrati di intervento allinterno dei quali adottare, accanto a limiti, divieti, controlli (c.d. politica del

command and control), incentivi, anche misure di fiscalit verde su scala mondiale o quanto meno dallUnione europea, non possono nemmeno escludersi interventi da parte degli Stati nazionali nella materia tributaria. Gli orizzonti della materia ambientale appaiono, infatti, cos compositi e complessi che anche procedendo con piccoli passi possono essere raggiunti traguardi importanti, nel breve, medio e lungo termine.

Tributi ambientali, anche minori, possono comunque concorrere a contrastare guasti ambientali o il consumo di risorse naturali scarse (petrolio, gas, altri prodotti energetici non rinnovabili, acqua, ecc.), e, assicurando comunque un gettito che pu comunque essere impiegato a fini ambientali proprio per rimuovere o attenuare i danni prodotti o per prevenirne di altri. Come evidenziato dalla Commissione europea, per

sollecitare la modifica dei comportamenti dei produttori e dei consumatori in senso favorevole allambiente, gioca un ruolo cruciale e si potrebbe dire dirimente, la fiscalit ecologica, la quale rappresenta, a ben vedere, lo strumento pi efficace rimasto in capo agli stati nazionali, Il tributo ambientale, pur non dismettendo il proprio fine fiscale di procurare entrate (utilizzabili anche per fini

Industria
PROGRAMMAZIONE 2007-2013

Ambiente Italia

11

EMERGENZA CAMPANIA

Congelati i fondi europei dopo la procedura dinflazione

Verificare la progettualit per scongiurare la perdita dei fondi

ongelati i fondi. Restano, dunque, congelati i fondi comunitari destinati alla Campania e bloccati dalla Commissione Europea dopo lavvio della procedura dinfrazione. In ballo ci sono circa 500 milioni di euro, secondo i dati della Regione, di cui 300 della programmazione 2007-2013. Largomento stato affrontato giorni fa a Bruxelles nella riunione della commissione petizioni del Parlamento Europeo, presieduta da Erminia Mazzoni (Pdl), a cui hanno partecipato rappresentanti delle autorit regionali e nazionali e dei cittadini firmatari di sedici petizioni relative ai problemi ambientali e dei rifiuti a Napoli e in Campania. Siamo pronti - ha spiegato Pia Bucella, direttrice alla dg Ambiente della Commissione - a riconsiderare la decisione quando la situazione sar cambiata definitivamente.

itorno alla normalit. In commissione toccato a Raimondo Santacroce per la Campania e ad Ettore Figliolia per il governo illustrare i provvedimenti presi dallItalia. La Regione ha assicurato che in dirittura darrivo un piano capace di consentire il ritorno alla normalit e ha citato un aumento significativo della raccolta differenziata che si attesta al 22%. Di obiettivi raggiunti ha parlato anche il rappresentante del governo secondo cui il termovalorizzatore di Acerra sar in grado di assorbire il 40% della produzione di rifiuti della Regione. Siamo pronti a documentare quello che diciamo hanno precisato i rappresentanti italiani. La presidente di commissione Erminia Mazzoni si detta convinta della necessit di cercare e verificare le soluzioni per scongiurare il pericolo di perdere fondi comunitari.

SANZIONE PER LINADEGUATO AVVIAMENTO DEL CICLO AMBIENTALE

Cattiva gestione dei rifiuti: La Corte di Giustizia Europea boccia loperato dellItalia
di ROSSANA BALiCE*

UNIONE EUROPEA

A nulla sono valse le argomentazioni dello Stato italiano per aver intrapreso iniziative straordinarie di raccolta differenziata e della bonifica dei siti inquinati

DIRETTIVA

Ridurre i rifiuti incentivando leco-design


l Parlamento ha adottato definitivamente una direttiva che, per proteggere lambiente e la salute umana, fissa misure per ridurre la produzione di rifiuti, anche incentivando leco-design, e impone il ricorso a regimi di raccolta differenziata entro il 2015 per aumentare di almeno il 50% il riutilizzo e il riciclaggio nel 2020. Prevede poi la definizione di programmi di gestione e prevenzione dei rifiuti e norme in materia di autorizzazioni, responsabilit, sanzioni e ispezione degli impianti. Gerarchia dei rifiuti: prima di tutto la prevenzione e la riduzione. In testa alla gerarchia figura la prevenzione, ossia misure - prese prima che una sostanza, un materiale o un prodotto sia diventato un rifiuto - che riducono la quantit di rifiuti, anche attraverso il riutilizzo dei prodotti o lestensione del loro ciclo di vita, gli impatti negativi dei rifiuti prodotti sullambiente e la salute umana oppure il contenuto di sostanze pericolose in materiali e prodotti. Segue poi la preparazione per il riutilizzo, ovvero le operazioni di controllo, pulizia e riparazione attraverso cui prodotti o componenti di prodotti diventati rifiuti sono preparati in modo da poter essere reimpiegati senza altro pretrattamento.Viene poi il riciclaggio, ossia qualsiasi operazione di recupero attraverso cui i materiali di rifiuto sono ritrattati per ottenere prodotti, materiali o sostanze da utilizzare per la loro funzione originaria o per altri fini. Esso include il ritrattamento di materiale organico ma non il recupero di energia n il ritrattamento per ottenere materiali da utilizzare quali combustibili o in operazioni di riempimento. Segue poi il recupero diverso dal riciclaggio, come il recupero di energia o altre operazioni il cui principale risultato sia di permettere ai rifiuti di svolgere un ruolo utile sostituendo altri materiali. (a.m.m.)

a Repubblica italiana, non avendo adottato, per la regione Campania, tutte le misure necessarie per assicurare che i rifiuti siano recuperati o smaltiti senza pericolo per la salute delluomo e senza recare pregiudizio allambiente e, in particolare, non avendo creato una rete adeguata ed integrata di impianti di smaltimento, venuta meno agli obblighi ad essa incombenti in forza degli artt. 4 e 5 della direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio del 5/4/06, 2006/12/CE, relativa ai rifiuti e trasposta nellordinamento giuridico italiano per mezzo del d.lgs. 152/06. Cos ha statuito la Corte di Giustizia Europea con sentenza pubblicata il 4/3/10, esprimendosi su ricorso della Commissione delle Comunit europee. Deve ad onor del vero ammettersi che tale condanna, come conferma la stessa sentenza, deriva direttamente dallinadempimento al parere inviato il 1/2/08 dalla Commissione allItalia che nel termine di un mese avrebbe dovuto conformarvisi, e non tiene conto di tutte le iniziative successivamente intraprese alla scadenza del parere, tra cui il lavoro di eliminazione dalle strade di ingenti quantitativi di rifiuti, e che, tra il 14 gennaio ed il 1 marzo 2008 sarebbero state raccolte e messe in sicurezza ben 348.000 tonnellate di rifiuti. La Corte, chiarisce, quindi che per poter ritenere che uno Stato membro abbia creato una rete integrata ed adeguata di impianti di smaltimento, occorre che esso disponga di un apparato di strutture tecniche volte a consentire, da un lato, che i rifiuti impossibili da recuperare e/o riutilizzare siano smaltiti senza pericolo per lambiente e la sanit pubblica e, dallaltro, che, ai fini del rispetto dei principi di autosufficienza e di prossimit, le capacit di assorbimento degli stabilimenti destinati allo smaltimento dei rifiuti, come inceneritori e discariche, corrispondano ai quantitativi di rifiuti suscettibili di smaltimento nella regione interessata. Orbene, a tale riguardo, il sistema istituito nella regione Campania avrebbe presentato indubbie carenze, sia in ter-

mini di raccolta differenziata (pari solo al 10,6% dei rifiuti prodotti, contro una media comunitaria del 33% e una media nazionale che oscilla dal 19,4% per le regioni del centro Italia al 38,1% per le regioni settentrionali), sia in termini di sovrautilizzo delle discariche, pur rappresentando la soluzione peggiore per lambiente, sia in termini di inadeguatezza degli impianti di produzione di CDR che si limiterebbero, in realt, a trattare i rifiuti da dover necessariamente inviare ad altre strutture per lo smaltimento definitivo. A nulla sono

valse le argomentazioni dellItalia, la quale ha osservato di aver intrapreso iniziative straordinarie di raccolta con un aumento del livello di raccolta differenziata nella regione Campania, di aver aperto due discariche e costruito altri inceneritori, adducendo inoltre che, inadempimenti contrattuali delle imprese aggiudicatarie dei loro impegni contrattuali di realizzare gli impianti di trattamento dei rifiuti, i comportamenti criminali nella zona de qua, lopposizione della popolazione allinstallazione di discariche sul territorio

dei loro comuni costituiscono cause di forza maggiore indipendenti dalla sua volont e che in realt non ci sarebbero state conseguenze pregiudizievoli per la salute dei cittadini, non tenendo per conto che gli obblighi derivanti dallart. 4 della citata direttiva hanno natura precauzionale per cui gli Stati membri dovrebbero adottare le misure adeguate ad evitare situazioni di pericolo per lambiente, quali anche odori molesti e danni al paesaggio. *Avvocato

12

Industria

Ambiente Italia

RIFIUTI
Prorogati i termini discrizione al Sistri
di PASQUALE FiORE*

Per le attivit di trasporto rifiuti le imprese possono dotarsi del dispositivo Usb relativo alla sola sede legale o, in alternativa per ogni unit locale
opo le voci che si rincorrevano nelle ultime ore, la proroga arrivata: con DM 15 febbraio 2010, pubblicato sulla G.U. n. 48 del 27 febbraio 2010. Nel caso del SISTRI, si sarebbe potuto aspettare di avviare il sistema, magari effettuando dei test preliminari, confrontandosi con le imprese, gli organi di controllo, i settori della PA coinvolti, per definire meglio una serie di aspetti che hanno fatto perdere il sonno a tanti; si poteva creare una struttura in grado di dare risposte celeri e certe: ancora oggi il call center arranca nel dare risposte agli utenti e le richieste di modifica o integrazioni alle iscrizioni gi effettuate tardano ad essere evase. Il Dm 15 febbraio 2010 ha chiarito alcuni aspetti relativi alle modalit di iscrizione, ma tanti altri ne ha trascurato. Innanzitutto sono stati prorogati di trenta giorni i termini per liscrizione previsti dal Dm 17 dicembre 2009: pertanto, i soggetti che erano obbligati ad iscriversi entro il 28 febbraio, potranno farlo entro il 30 marzo 2010; i soggetti che erano tenuti ad iscriversi entro il 30 marzo, dovranno farlo entro il 29 aprile 2010. E stato esteso anche agli inceneritori il sistema della videosorveglianza (art 2) inizialmente previsto solo per le discariche, mentre viene chiarito (art. 3) che le imprese e gli enti che effettuano operazioni di recupero e di smaltimento di rifiuti e che risultino produttori di rifiuti di cui allart. 184, comma 3, lettera g) del decreto legislativo 152/2006, sono tenuti ad iscriversi al SISTRI anche come produttori indipendentemente dal numero dei dipendenti, entro i termini del 1 marzo ex DM 17 dicembre 2009 e, quindi, ora entro il 30 marzo. Per le attivit di raccolta e trasporto rifiuti (art. 4), si precisa che le impre-

se di cui allarticolo 212, comma 5 del Dlgs 152/2006, che raccolgono e trasportano rifiuti speciali (prodotti da terzi, quindi), possono dotarsi del dispositivo Usb relativo alla sola sede legale o, in alternativa, di un ulteriore dispositivo Usb per ciascuna unit locale (versando il contributo per ognuna di esse); rimane fermo lobbligo di dotarsi di un dispositivo per ciascun veicolo a motore adibito al trasporto dei rifiuti. Le imprese che alla data del 1 marzo 2010 (giorno di entrata in vigore del Dm 15 febbraio 2010) risultano gi

iscritte al Sistri, ma intendono usufruire dalla nuova facolt concessa dello stesso, devono richiedere i dispositivi per unit locale rivolgendosi al numero verde 800 00 38 36 Allart. 5 sono state definite le modalit di pagamento dei contributi, attraverso linserimento di un nuovo paragrafo dedicato alla fine dellallegato II del Dm 17 dicembre 2009. Invero si tratta, salvo qualche aggiunta, di quanto gi riportato nella nota presente sul sito del SISTRI. Allart 9 comma 2 viene chiarito che

gli impianti comunali o intercomunali ai quali vengono conferiti rifiuti urbani e che effettuano, in regime di autorizzazione, unicamente operazioni di messa in riserva R13 e deposito preliminare D15, si iscrivono al SISTRI nella categoria centro raccolta/piattaforma e versano il contributo annuo di 500 euro indipendentemente dalla quantit di rifiuti urbani gestiti. Lart. 10 introduce la modifica dei moduli di iscrizione 1 e 2 allegati al DM 17 dicembre 2009, chiarendo aspetti legati: al numero di unit locali (sottosezione 1.5), alle modalit di richiesta delle chiavi USB (sottosezione 2.4) e del loro numero per unit locale (sottosezione 2.5). Importante la modifica introdotta alla sottosezione 2A.3 inerente le categorie di recupero/smaltimento (R5, R10, R11, R12, R13) e (D2, D3, D4, D6, D7, D13, D14, D15). Lo stesso articolo 10, al comma 2, specifica, inoltre che sono fatte salve le iscrizioni effettuate, fino allentrata in vigore del presente decreto, sulla base dei moduli allegati al decreto ministeriale 17 dicembre 2009. Tralasciando le modifiche che riguardano alcuni aspetti operativi, sembra utile segnalare quella relativa alla definizione della figura del delegato che, continua a tenere in fibrillazione molti operatori. Lart. 12 del DM 15 febbraio 2010, infatti sostituisce la precedente definizione con la seguente Delegato: il soggetto che, nellambito dellorganizzazione aziendale, e delegato dallimpresa allutilizzo e alla custodia del dispositivo USB, al quale sono associate le credenziali di accesso al Sistema ed e attribuito il certificato per la firma elettronica. Resta fermo che qualora limpresa non abbia indicato, nella procedura di iscrizione, alcun Delegato, le credenziali di accesso al SISTRI e il certificato per la firma elettronica verranno attribuiti al rappresentante legale dellimpresa. *Apulia System www.apuliasystem.it

SISTRI/ LITALIA E LA PRIMA NAZIONE A DOTARSI DI UN APPARATO TECNOLOGICO

Coniugare ambiente, efficenza e legalit


Dora in poi ogni rifiuto speciale potr essere seguito in qualsiasi fase

l tema della gestione dei rifiuti ha assunto una rilevanza sempre maggiore, che riguarda non solo la tutela dellambiente ma anche la difesa della legalit. Questo vale in special modo per i rifiuti pericolosi che sono spesso oggetto di lucrosi traffici da parte delle organizzazioni criminali che causano gravi danni al territorio e possono mettere in pericolo la salute pubblica. Per tali motivi il Governo ha deciso di varare il SISTRI, un sistema elettronico che consente la tracciabilit dellintera filiera dei rifiuti speciali, nonch, dei rifiuti urbani in Campania, sfruttando le pi

avanzate tecnologie. Dora in poi ogni rifiuto speciale potr essere seguito in qualsiasi fase della filiera produttiva, senza possibilit di occultamento. Grazie al SISTRI, finalmente potremo contare su un apparato di controllo adeguato, affidato al Comando Carabinieri per la Tutela dellAmbiente. Saranno, inoltre, sostituite procedure obsolete, inefficienti e onerose e sar possibile rispondere in maniera pi efficace alle istanze sociali e ambientali. E soprattutto, con questo nuovo strumento, lo Stato pu dare un ulteriore forte segnale nella lotta contro lillegalit, confermando la scelta

della tolleranza zero nei confronti dei crimini ambientali. Il SISTRI inoltre potr agevolare lattivit degli operatori del settore riducendo costi e passaggi burocratici a tutto vantaggio della sicurezza e della legalit, e senza gravare sulla spesa della Pubblica Amministrazione, n su quella dei contribuenti. Le stesse modalit di accesso alla fase operativa, nonostante la sua complessit, sono state concepite per semplificare la vita agli utenti: nel periodo di avviamento in particolare, sar messa a disposizione una vasta rete di supporti per informare, assistere e agevolare tutti

coloro che ne sono interessati. E in questottica ringrazio lUnioncamere e le organizzazioni imprenditoriali per quanto hanno fatto e faranno per il positivo avvio del SISTRI. LItalia la prima nazione a dotarsi di un apparato simile e ci costituisce anche lopportunit di offrire un modello a livello europeo. Un modello capace di coniugare, grazie alla tecnologia, efficienza, controlli e rigorosa tutela della salute e dellambiente. Stefania Prestigiacomo Ministro dellAmbiente e della Tutela del Territorio

Industria

Ambiente Italia

13

IN AUMENTO I CONTROLLI AL CONTRASTO DELLO SMALTIMENTO ILLECITO DEI RIFIUTI

Obbligo delle imprese a monitorare la gestione dei rifiuti con i sistemi on-line
Le attivit di contrasto sono affidate al Nucleo Ecologico Carabinieri Il sistema sar interconnesso con lAlbo Nazionale Gestori Ambinetali
di ANtONiO LA SCALA

e attivit di contrasto sono affidate al Comando dei Carabinieri per la tutela dellambiente, che prester particolare attenzione al trasporto e alla fase finale di smaltimento, con lutilizzo di sistemi elettronici in grado di dare visibilit al flusso in entrata e in uscita degli autoveicoli nelle discariche. Il sistema sar interconnesso telematicamente con lAlbo nazionale dei gestori ambientali, tramite il Ministero dellAmbiente, per fornire i dati relativi al trasporto dei rifiuti e con lIspra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) e altres per fornire, attraverso il catasto telematico, i dati sulla produzione e la gestione dei rifiuti anche alle agenzie regionali protezione ambiente e alle competenti autonomie locali. Per garantire la tracciabilit dei rifiuti speciali pure nei trasporti marittimi e ferroviari sar interconnesso con i sistemi informativi della Guardia Costiera e delle imprese ferroviarie. Inoltre, il funzionamento del Sistri sar monitorato da un comitato di vigilanza e controllo, che sar istituito senza oneri per il bilancio dello Stato. Avendo riguardo alle fonti, del Sistri, richiamando le disposizioni normative alle quali si data attuazione col d.m. 17 dicembre 2009, abbiamo: lart.189, comma 3-bis del d.lgs. 152/2006 ss.mm. e int.; lart.1, comma 1116, della legge n. 296/2006 (legge finanziaria 2007); lart.14-bis del decreto-legge n. 78/2009. Non si comprende perch dai compiti di controllo siano esclusi (si veda anche la questione dellaccessibilit dei dati da parte di soggetti pubblici) altre forze di polizia che non appartengono ai Carabinieri Tutela Ambientale ma che rivestono pari dignit e specialit nella lotta alla criminalit ambientale (Guardia di Finanza, Corpo Forestale dello Stato, Polizia di Stato, Agenzia dogane, eccetera); Lesclusione del ruolo delle altre forze di polizia, dal sistema di gestione del SISTRI oltre ad essere un fatto estremamente negativo, proprio per il raggiungimento degli obbiettivi che si prefigge il presente intervento normativo, introduce un elemento di confusione in ordine a quelli che sono i compiti e le funzioni di polizia giudiziaria degli appartenenti alle altre forze dellordine. Il d.m. del 17 dicembre 2009 nellaffidare ai Carabinieri per la tutela dellambiente i compiti di gestione dellintero sistema del SISTRI non ha escluso quelli che sono i compiti di polizia giudiziaria affidati ai vari corpi di polizia. Infatti, rimangono fermi gli obblighi degli agenti e ufficiali di polizia giudiziaria imposti oltre che da leggi speciali anche dal codice di procedura penale. Questi ultimi, infatti, come operatori di P.G. sono obbligati, in presenza di una notizia di reato a riferire allaautorit giudiziaria (ovvero al Pubblico Ministero) delineando gli elementi essenziali del fatto e individuando le fonti di prova (art. 347 c.p.p.).

Antonio La Scala Come appare quindi evidente, il presente decreto ministeriale di fatto non ha raggiunto quella unit di coordinamento, nellambito delle attivit di contrasto ai fenomeni di gestione illecita dei rifiuti, delle forze di polizia, obbiettivo che lo stesso intervento normativo si prefiggeva. A questo punto bisogna interrogarsi sui possibili rischi derivanti dalla mancata realizzazione di sinergie di intervento tra le forze dellordine nella repressione dei fenomeni criminali: due appaiono i principali pericoli. La prima attiene alladeguatezza del livello di conoscenza del fenomeno negli operatori. Va considerato, infatti, che a causa dellassenza di poteri di coordinamento investigativo, i fattireato rimangono spesso nellesclusivo patrimonio conoscitivo di un singolo organo di polizia, rimanendo pertanto disancorati - nella percezione degli investigatori - dal contesto criminale complessivo del quale, viceversa, espressione significativa. Ne consegue una visione assolutamente parziale di un fenomeno criminoso caratterizzato, viceversa, da una dimensione operativa spesso nazionale se non transnazionale e unattivit repressiva sovente non adeguatamente incisiva. La seconda attiene al livello di coinvolgimento di tutti gli organi investigativi, alla capacit di innescare utili sinergie fra gli stessi, nel rispetto delle peculiarit professionali di ciascuno. Lassenza di soggetti muniti di poteri di coordinamento ed impulso, capaci di raccogliere, analizzare e mettere in circolo le informazioni relative alle singole attivit di indagine, priva gli organi investigativi di quel necessario quadro organico valutativo che premessa indispensabile per indirizzare al meglio le attivit di investigazione. Ci, a voler tacere del fatto che la mancata previsione di una funzione di raccordo informativo ed operativo fa si che organi aventi competenze solo indirettamente incidenti nel settore dei rifiuti (si consideri, ad esempio, il caso delle Capitanerie di Porto o delle Autorit Doganali) rimangano di fatto esclusi dalla possibilit di fornire importanti contributi conoscitivi in ambiti nevralgici (qual , rimanendo nell esempio sopra indicato, quello del traffico marittimo e transnazionale). Il quadro complessivo che ne viene fuori descrive una condizione di strutturale inferiorit degli organi deputati al contrasto delle condotte illecite. La scena vede contrapposti, da un lato, soggetti criminali che sfruttano al meglio la propria struttura organizzativa, diversamente modulandola a seconda delle esigenze tecniche e normative e, dallaltro, una compagine repressiva con le strategie criminali pi avanzate. *Avvocato

14

Industria

Ambiente Italia

RETI DI LABORATORI PUBBLICI

Progetto di ricerca con le applicazioni spaziali e meteo


Rinnovata la convezione tra Regione Puglia e lAgenzia Spaziale Italiana
di VitO FELiCE URiCCHiO*

e applicazioni spaziali pervadono ormai la vita dei cittadini, dalla meteorologia, alle telecomunicazioni, alla navigazione terrestre e marittima, ai sistemi di tracciabilit, agli antifurti, in modo cos naturale da dimenticare gli sforzi di ricerca compiuti a livello nazionale ed internazionale. Le potenzialit dinnovazione nel settore fanno si che i risultati sinora raggiunti rappresentino solo la punta delliceberg delle applicazioni ancora ipotizzabili ed, in tale direzione, la Regione Puglia ha deciso di accettare la sfida approvando lo schema di Convenzione con lAgenzia Spaziale Italiana (ASI) con propria deliberazione di Giunta Regionale n.4 dell11 gennaio 2010, pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Puglia n. 26 del 09-02-2010 e finalizzata ad avviare un rapporto strutturato di collaborazione che contempla attivit di ricerca, studi e sviluppi per attivit pre-operative, in relazione allintegrazione fra navigazione satellitare ed Osservazione della Terra (sia da rilevatori in situ che da satellite). Tra le ipotesi di collaborazione in via di definizione incluso anche limpiego delle immagini acquisite dalla costellazione di satelliti COSMO-SkyMed: prima costellazione europea di satelliti di osservazione della Terra ad alta risoluzione con applicazioni duali, che include un segmento spaziale ed un segmento di terra. In particolare il segmento spaziale costituito da una

costellazione di 4 satelliti equipaggiati con sensori SAR (Radar ad Apertura Sintetica) ad alta risoluzione operanti in banda X e dotati di un sistema di acquisizione e trasmissione dati altamente flessibile ed innovativo, poich operante in qualsiasi condizione meteorologica (con qualsiasi copertura nuvolosa) e di illuminazione (giorno/ notte). Tale Sistema per le sue caratteristiche di flessibilit e di integrabilit in grado di operare sinergicamente sia con altri sistemi spaziali che con sistemi da piattaforma aerea quali quelli implementati dalla Rete di Laboratori Pubblici di ricerca RIVONA - Riduzione dei rischi di volo e nowcasting aeroportuale - che oltre agli obiettivi direttamente collegati con il miglioramento della navigazione aerea in zona di avvicinamento al sedime aeroportuale, attraverso la riduzione di alcuni rischi di volo e la gestione della previsione meteorologica aeroportuale (nowcasting aeroportuale), si pone im-

portanti finalit di osservazione della terra da piattaforma aerea con sensori iperspettrali e termici. Infatti in tale progetto sar allestita una piattaforma aerea idonea ad ospitare strumentazione per la ricerca nel settore del telerilevamento attraverso la collaborazione diretta di tre Istituti del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) aventi sedi operative in Puglia: lIstituto di Scienze dellAtmosfera e del Clima (ISAC-Lecce), lIstituto di Ricerca sulle Acque (IRSA-Bari) e

lIstituto di Studi sui Sistemi Intelligenti per lAutomazione (ISSIA-Bari). Le sinergie rese possibili dalla disponibilit delle immagini satellitari acquisite dallAgenzia Spaziale Italiana e dai sensori iperspettrali e termici della Rete dei Lavoratori Pubblici Rivona consentono numerose applicazioni tra cui: rilevazione delle discariche e degli smaltimenti abusivi di rifiuti attivit che potr fornire ulteriore valore aggiunto alle azioni realizzate nellambito dellAccordo di Program-

ma Quadro per la Tutela Ambientale che coinvolge la Regione Puglia, la Guardia di Finanza, il Comando Tutela Ambiente dei Carabinieri, il Corpo Forestale dello Stato, lARPA Puglia ed il CNR-IRSA; rilevazione delle attivit estrattive abusive in coerenza con le azioni in corso che coinvolgono la Regione Puglia, il Comando Tutela Ambiente dei Carabinieri, lARPA Puglia ed il CNR-IRSA; individuazione di abusi edilizi da realizzarsi attraverso unazione sinergica che coinvolger la Regione Puglia, Innovapuglia, il Politecnico di Bari, il CNR-IRSA e le Forze dellOrdine; il controllo delle coste e dei fenomeni di erosione costiera in prosecuzione rispetto alle attivit realizzate dal il Politecnico di Bari-Laboratorio di Ingegneria delle coste, il Dipartimento di Geologia e Geofisica dellUniversit di Bari ed il CNR-IRSA; il controllo delle risorse agricole e forestali per la classificazione dei terreni ed il monitoraggio delle colture durante il ciclo di crescita, anche al fine di ottimizzare le produzioni agricole e contrastare attacchi parassitari; attivit di protezione civile da realizzarsi con la Protezione Civile della Regione Puglia e finalizzate al monitoraggio di eventuali disastri naturali anche in condizioni estreme (legate alla potenzialit dellosservazione continua di giorno e di notte ed in qualsiasi condizione di copertura nuvolosa), nonch ad effettuare azioni di prevenzione sulla base dello studio delle cause e dei fenomeni precursori, con particolare riferimento ai dissesti idrogeologici, alle alluvioni ed agli incendi. *Consiglio Nazionale delle Ricerche

Industria
SICUREZZA IMPIANTI

Ambiente Italia

15

SICUREZZA DAI GAS

Autorit per lEnergia pi garanzie per i consumatori

Prevenzione indispensabile dei tumori causati dal gas Radon

consumatori domestici potranno godere di maggiori garanzie e di ulteriori coperture assicurative in caso di incidenti provocati da fughe di gas. Le nuove proposte dellAutorit riguardano il rinnovo, per il periodo 1 ottobre 2010-31 dicembre 2013, dellassicurazione gi in vigore. In effetti, con la delibera 152 del 2003, lAutorit per lenergia ha da tempo stabilito che chiunque utilizzi gas metano o altro tipo di gas fornito tramite reti di distribuzione urbana o reti di trasporto, possa automaticamente godere di unassicurazione automatica contro incidenti da gas. Lassicurazione copre la responsabilit civile nei confronti di terzi, gli incendi e gli infortuni, che abbiano origine a valle del contatore negli impianti e negli apparecchi a valle del punto di consegna del gas. Beneficiano circa 20 milioni di famiglie. (a.m.m.)

ono tanti i tumori causati dallinalazione del gas Radon. Anche in questo caso la prevenzione diventa indispensabile. Con semplici accorgimenti, applicabili in alcune situazioni, si pu ridurre notevolmente il rischio. Il Radon spiega Mario Mariani, direttore del dipartimento dellIspesl, Installazioni di Produzione e Insediamenti Antropici - lisotopo pi significativo per il rischio cancerogeno da inalazione delluomo. Essendo un gas, ha la capacit di attraversare la porosit del terreno, le fessure e le crepe dei pavimenti, le giunture delle mura oltre a fluire dai pori dei materiali da costruzione. E un gas radioattivo e la sua inalazione pu procurare effetti cancerogeni sui polmoni. Di qui la necessit assoluta di bonificare gli ambienti chiusi di vita e di lavoro quando in essi la concentrazione di radon supera il valore di guardia. (a.m.m.)

L80% DEGLI INCIDENTI SUL LAVORO E CAUSATO DA COMPORTAMENTI INADEGUATI

Infortuni sul lavoro: Arriva la Behavior Analysis


La BBS analizza lonere della prova e il modus operandi dei lavoratori
di MARCO PELLEGRiNi E GiOVANNi CANdURA

e evidenze statistiche testimoniano che una quota preponderante (80%) degli incidenti sul lavoro dipende da comportamenti inadeguati piuttosto che da inefficienze strutturali ed infrastrutturali. Un approccio organico ed efficace alla sicurezza, quindi, non pu trascurare i comportamenti, rassegnandosi a considerarli una variabile incontrollabile. La Behavior Analysis una disciplina che studia i comportamenti umani come fenomeni naturali, relazionandoli alle contingenze ambientali che li determinano, agli stimoli fisici che li evocano ed alle conseguenze cui vengono associati. Le ricerche sperimentali condotte in USA negli anni 70 hanno identificato la possibilit di prevedere e controllare i comportamenti, definendo precisi metodi per farlo. E possibile, perci, estendere al campo della prevenzione e protezione gli approcci dettati dallanalisi comportamentale, che gi trovano impiego in altri settori organizzativi. La BBS rappresenta unapplicazione dei principi della Behavior Analysis, utilizzando in particolare nellambito

della sicurezza sul lavoro il paradigma di Skinner del condizionamento operante, cio la possibilit di influire sui comportamenti osservabili dei lavoratori con stimoli e contingenze che li rinforzano e consolidano. Perci si sposta lattenzione dal comportamento pericoloso a quello sicuro, individuando e gli elementi ambientali che lo sostengono, aumentandone la frequenza di manifestazio-

ne. Questo approccio di valutazione in positivo, naturalmente, determina riflessi rasserenanti, migliorando quel clima aziendale nel quale il comportamento corretto del lavoratore assume la dovuta ed adeguata importanza per loperativit sicura; tale comportamento, con le opportune azioni strategiche, sistematicamente incentivato ed intensificato ottenendo, oltre ai successi

nella prevenzione, motivazioni produttive. La BBS porta, cos, ad effettiva maturazione una cultura della sicurezza dove i valori aziendali, enunciati e condivisi, plasmano e modellano i comportamenti, educano oltre ad informare, traducendosi in azioni concrete, buone prassi e, quindi, in risultati oggettivi e quantificabili. La natura scientifica del metodo con-

sente, infatti, di assumere lonere della prova; la riproducibilit del protocollo permette di prevederne gli esiti con grande attendibilit e di produrre incontrovertibili dati numerici, elaborazione delle corpose rilevazioni, che ne misurano i risultati. La gi consistente base storica delle applicazioni realizzate ormai in tutto il mondo ed in svariati settori merceologici, infatti, evidenzia la capacit della BBS di intervenire in modo drastico ed efficace su quei comportamenti prima considerati ingestibili e di conseguire, in tempi contenuti, riduzioni del 60% degli infortuni, adottando metodi e strumenti propri del performance management. Lintervento di BBS ha, quindi, un significativo connotato gestionale, essendo caratterizzato da quei cruciali elementi di coinvolgimento aziendale, di analisi e valutazione, di monitoraggio ed azione, che la stessa evoluzione legislativa ha portato alla ribalta. *Ingegneri associati

16

Industria

Ambiente Italia

ENERGIA

Regolamento regionale per i certificatori energetici degli edifici


Lufficio energia dellassessorato allo sviluppo economico dar vita al catasto energetico degli edifici che classificher gli immobili

Nuovo regolamento
di dANiLO LAttANzi

a Regione Puglia ha finalmente emanato il Regolamento Regionale n. 10/2010 di disciplina dei criteri e delle procedure in materia di certificazione energetica degli edifici, secondo le disposizioni fissate dal Decreto Legislativo n.192/2005 e s.m.i. Il provvedimento finalizzato al miglioramento delle prestazioni energetiche degli edifici, esistenti o di nuova costruzione, in relazione al contesto ambientale e climatico locale, in modo da valorizzare le fonti di energia rinnovabile e la diversificazione energetica, privilegiando le tecniche con minore impatto ecologico. Il testo normativo cita anche le modalit di rilascio, da parte dei soggetti accreditati, dellattestato di certificazione con validit temporale di dieci anni, suscettibile di aggiornamento in relazione ad eventuali modifiche. Anche la Puglia, pertanto, si allinea ad altre Regioni che avevano iniziato il percorso istituzionale energetico. A fare da apripista, con una esperienza consolidata gi da diversi anni, stata la Provincia di Bolzano con lo standard CasaClima - obbligatorio dal gennaio 2005 - che assegna agli edifici una classe in base al consumo di energia: classe A, quando lindice termico inferiore ai 30 kwh/mq lanno; classe B, quando lindice termico inferiore ai 50 kwh/mq lanno; classe C, quando lindice termico inferiore ai 70 kwh/

mq lanno. Il Regolamento, pertanto, di rilevante importanza, in quanto gli edifici pugliesi dellimmediato futuro dovranno essere pi efficienti sotto il profilo energetico, cio contenere le emissioni ed utilizzare fonti energetiche alternative alle attuali. Avremo pertanto lattestato di certificazione energetica, un documento obbligatorio che la Regione rilascer su avvallamento di un soggetto certificatore, in maniera tale gli edifici siano classificati secondo una scala dalla quale dipender, come logica conseguenza, anche il valore dellimmobile.

Saranno applicate agli edifici di nuova costruzione e a quelli da ristrutturare, ad eccezione degli immobili considerati beni culturali e di quelli che secondo le norme urbanistiche possono essere sottoposti al solo restauro conservativo. Tra le eccezioni si annoverano anche i fabbricati industriali, artigianali e agricoli non residenziali nei quali gli ambienti sono mantenuti a temperatura controllata per esigenze del processo produttivo. Allo stesso modo sono esclusi box, cantine, autorimesse, parcheggi multipiano, depositi. Il nuovo iter procedurale sar il seguen-

te: un tecnico accreditato dalla Regione valuta le prestazioni energetiche di un edificio e compila il certificato. Il documento sar trasmesso alla Regione (Assessorato allo Sviluppo economico) che lo valuter e gli assegner un numero, redigendo un attestato che sintetizza i dati della certificazione energetica. Da quel momento, cio dalla data di emissione, lattestato ha validit di dieci anni a meno che non vengano realizzate altre modifiche sullimmobile, che ne variano la prestazione energetica. In questo caso lattestato dovr essere aggiornato.

LUfficio Energia dellAssessorato allo Sviluppo Economico dar vita al catasto energetico degli edifici che classificher gli immobili in relazione alle prestazioni in materia di energia. Inoltre, istituir lelenco dei certificatori energetici del quale potranno far parte professionisti che oltre al possesso dei titoli tecnico-scientifici e alle relative abilitazioni, devono documentare di aver svolto per almeno tre anni attivit in alcuni settori legati allenergia. In alternativa dovranno seguire un corso di formazione della durata di 80 ore col superamento di un esame finale.

LEGAMBIENTE/ SONO OLTRE 7000 I COMUNI ITALIANI DOVE E INSTALLATO UN IMPIANTO DI ENERGIA

Crese la cultura delle fonti rinnovabili


S
ono ben 6.993 i comuni italiani dove installato almeno un impianto di produzione energetica da fonti rinnovabili (5.580 nel 2009 e 3.190 nel 2008). Le fonti pulite oggi sono presenti nell86% dei comuni: 6.801 sono i comuni del solare (83,9% del totale), 297 quelli delleolico, 799 quelli del mini idroelettrico e 181 quelli della geotermia, 788 quelli delle biomasse. E questa, in sintesi, la mappatura delle fonti rinnovabili nel territorio italiano che emerge dal rapporto Comuni rinnovabili 2010 di Legambiente, realizzato in collaborazione con il GSE (Gestore dei servizi elettrici) e Sorgenia, presentato nei giorni scorsi a Roma. Per il solare fotovoltaico, il comune di Craco (Mt) in testa alla classifica - che premia la diffusione per numero di residenti - di diffusione con una media di oltre 542 kW (chilowatt) ogni 1.000 abitanti. Nel solare termico a vincere il piccolo comune di Fi allo Sciliar (Bz) con una media di 1.152 metri quadrati ogni 1.000 abitanti. Con il solare sono 51 i comuni che hanno gi raggiunto lobiettivo fissato dallUnione Europea di 264 mq/1.000 abitanti (15 in pi rispetto al 2009). I comuni delleolico sono 297 per una potenza installata pari a 5.148 MW (megawatt) - 1.287 MW in pi rispetto al 2009 - che soddisfa il fabbisogno elettrico di oltre 4.100.000 famiglie (192 municipi sono autonomi dal punto di vista elettrico). I comuni del miniidroelettrico sono 799 (impianti fino a 3 MW) in grado di produrre ogni anno oltre 2.860 GWh (gigawattora) pari al fabbisogno elettrico di oltre 1.100.000 famiglie. I comuni della geotermia sono 181 con una produzione di circa 6.600 GWh allanno di energia elettrica per un fabbisogno di pi di 2 milioni 640 mila famiglie. I comuni della biomassa sono 788 con cui

Sono in crescita gli impianti di teleriscaldamento e gli impianti che utilizzano biomasse
si producono 7.161 GWh lanno pari al fabbisogno elettrico di oltre 2 milioni 860 mila famiglie. Sono in crescita gli impianti di teleriscaldamento (355), mentre sono 286 i comuni in cui gli impianti utilizzano biomasse vere, e 825 i comuni che grazie a una sola nuova fonte rinnovabile producono pi energia elettrica di quanta ne consumano le famiglie. Nel 2009 - dichiara Vittorio Cogliati Dezza - la crescita delle fonti rinnovabili stata fortissima, con un pi 13% di produzione, e dimostra quanto oggi queste tecnologie siano affidabili e competitive. (a.m.m.)

Industria

Ambiente Italia

17

GIUSTIZIA AMMINISTRATIVA/ LE LEGGI REGIONALI PUGLIESI AL VAGLIO DELLA CONSULTA

Energia alternativa nuova frontiera giuridica allo studio della Suprema Corte
La Corte Costituzionale dovr esprimersi sulla legittimit della normativa regionale
di GiORGiA BARBiERi

asta scorrere la documentazione nel sito della Corte Costituzionale per rendersi conto come il tema dellenergia sia la nuova frontiera della giurisprudenza amministrativa italiana. La pubblicazione di due recenti ordinanze (relative a due rispettivi atti di promovimento del Tribunale Pugliese) attraggono lattenzione del lettore: riguardano entrambi la normativa adottata dalla Regione Puglia in materia di impianti alimentati da fonti rinnovabili e hanno determinato la rimessione degli atti alla Suprema Corte ai fini della definizione dei giudizi promossi. La prima ordinanza, la n. 148/2009, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, I Serie Speciale, n. 5 del 3 febbraio 2010, ha ritenuto rilevanti e non manifestamente infondate le questioni relative alla legittimit costituzionale dellart. 3, co. 16 della l.r. 40/2007 e degli artt. 4, 5, 6, 7, 8, 10, 13 e 14 del regolamento regionale pugliese sulleolico, denunziando sostanzialmente due profili di incostituzionalit delle norme applicate dalla Regione nella materia de quo. La prima attiene alla presunta violazione dellart. 117 co. 2 lett. s) che sancisce la competenza legislativa statale esclusiva in materia di tutela dellambiente della quale, a tenore dellordinanza di rimessione del TAR Puglia, sarebbe espressione lart. 12 del d.lgs. 387/2003 che prevede lo svolgimento di una conferenza unificata ai fini del rilascio dellautorizzazione unica alla costruzione e allesercizio degli impianti da fonti rinnovabili, sulla base delle linee guida statali in materia che per, ad oggi, non sono state ancora emanate. Pertanto secondo i giudici rimettenti la prevalenza della tutela paesaggistica perseguita da tale disposizione legislativa non esclude che essa incida anche su altre materie attribuite alla competenza concorrente (quali produzione, trasporto e distribuzione nazionale di energia). Tanto giustifica il rinvio alla conferenza unificata, ma non consente alle Regioni di provvedere autonomamente alla individuazione di criteri per il corretto inserimento nel paesaggio degli impianti alimentati da fonti di energia alternativa. A tanto ha invece provveduto la Regione Puglia, introducendo le ampie e tassative fattispecie di divieto di installazione degli impianti eolici. Ma, rifacendosi a granitica giurisprudenza formatasi in materia (Corte Cost., 26.07.2002, n. 407; Corte Cost., 14.11.2007, n. 378) che delinea lambiente come un valore costituzionalmente protetto che eleva tale ambito del diritto a materia trasversale, in ordine al quale si manifestano competenze diverse che ben possono essere regionali, facile replicare che il limite invalicabile a cui soggetta la legislazione regionale (di tipo sia concorrente che residuale) costituito dagli standard di protezione uniformi validi su tutto il territorio nazionale, dettati dalla legislazione statale, che vanno considerati non derogabili in senso peggiorativo

da parte delle Regioni. La ratio dunque della riserva statale ex art. 117 co. 2 lett. s) risiede nellesigenza di assicurare luniformit, sullintero territorio nazionale, degli standard minimi di tutela ambientale e paesaggistica, non escludendo a priori che le Regioni possano esercitare le proprie prerogative anche, eventualmente, dettando prescrizioni

di tutela ambientale pi restrittive rispetto alla disciplina statale. Il secondo profilo di sospetta incostituzionalit evocato dal giudice rimettente attiene alla presunta violazione dellart. 117 co. 3 Cost. per contrasto con i principi dettati dalla legislazione nazionale nelle materia produzione, trasporto e distribuzione nazionale dellenergia e

governo del territorio. In particolare, vi sarebbe illegittimit della normativa (relativamente allart. 14 co. 1 ultimo periodo del regolamento regionale) in riferimento al decorso di 180 giorni di transitorio individuati dal regolamento regionale, decorsi i quali si potranno realizzare impianti eolici solo se le amministrazioni comunali saranno

dotate dei PRIE, anche in riferimento a quanto stabilito gi dalla Corte Costituzionale nella sentenza n. 364 del 9 novembre 2006 quale termine massimo per la conclusione del procedimento di autorizzazione unica. Infine il giudice a quo sospetta della legittimit costituzionale, sempre per violazione dellart. 117, denunziandone un presunto contrasto con un principio fondamentale della materia governo del territorio, ovvero quello della indifferenza urbanistica della costruzione di impianti eolici. Tale principio sarebbe ricavabile dal disposto dellart. 12 sopra evocato nella parte in cui stabilisce con chiarezza che lautorizzazione unica regionale, che scaturisce dalla conferenza di servizi, ha effetto di variante urbanistica, ove occorra (co. 3) e nella parte in cui dispone che gli impianti eolici possano essere in ogni caso ubicati nelle zone classificate agricole dai vigenti piani urbanistici (co. 7). Tale principio risulterebbe violato dalla normativa regionale che ha congegnato un livello di pianificazione di settore, con effetti vincolanti, che presenta i tratti tipici degli strumenti urbanistici generali e che, come tale, confligge con il principio generale ricavabile dallart. 12 del d. lgs. 387 del 2003. Tale questione agevolmente superabile laddove si consideri che recente giurisprudenza sul punto (TAR Umbria, Sez. I, 15.06.2007, n. 518) ha affermato lastratta compatibilit dei parchi eolici con tutto il territorio comunale in relazione al profilo urbanistico, nonch il concetto di compatibilit preferenziale degli impianti de quibus con le zone agricole. La seconda ordinanza cui si faceva cenno nel prologo (la n. 155/2008, I Sezione in data 24.09.2009, non ancora pubblicata in G.U.), sempre del TAR Puglia, ha rimesso alla Corte gli atti relativi alla L.R. 1/2008 (in particolare dellart. 27) che ha ridisegnato (restringendolo) lambito di applicazione della D.I.A. agli impianti a fonti rinnovabili di potenza inferiore ad 1 MW, ampliando in questo modo la competenza dei Comuni in senso opposto alla scelta operata dal legislatore statale che assegna a Regioni e Province il compito di autorizzare la costruzione degli impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili. La medesima ordinanza specifica che la disposizione in contestazione risulta abrogata ad opera dellart. 6 della L. R. 31/2008 8anchessa al vaglio della Corte), la cui impugnativa non incide per sulla questione rimessa alla Consulta posto che la prima norma (l.r. 1/2008) applicabile alla fattispecie in esame per effetto della disposizione transitoria di cui allart. 7 della legge regionale n. 31 del 2008, sicch proprio la previsione di cui allart. 27 della legge regionale n. 1 del 2008 (pur se ormai abrogata) a fungere, ratione temporis, da parametro del sindacato di legittimit cui chiamato il giudice rimettente. Insomma, lenergia come nuova frontiera della giurisprudenza (nel Far West delle regole!). *Avvocato

18

Industria

Ambiente Italia

Costruzioni di impianti tecnologici e innovativi per la depurazione civile


Lazienda opera nel campo del trattamento degli scarichi civili

DEPURECO SPA

con impianti completi di grigliatura automatica e di ossidazione


di ANNA MARiA MACCHiA

a depurazione delle acque viene condotta con tecniche diverse a seconda del tipo di acqua trattata e delle finalit che si vogliono raggiungere: lacqua pu essere infatti destinata a usi potabili e igienici, a usi industriali o allirrigazione. Inoltre, mentre in passato il problema degli scarichi industriali e urbani non preoccupava, oggi il trattamento delle acque riveste unimportanza basilare. Le esigenze della societ attuale, infatti, hanno determinato una crescente richiesta di acqua per di pi con particolari requisiti di purezza, tanto che le fonti che precedentemente assicuravano il rifornimento idrico non solo risultano insufficienti, ma in parte sono rese inutilizzabili dallinquinamento. Questultimo imputabile prevalentemente allo scarico, senza alcun trattamento depurativo, nei bacini idrici, nel sottosuolo e in mare delle acque di rifiuto, sia smaltite dalle industrie, che utilizzate dalla popolazione per usi potabili e igienici, in quanto ormai, a causa delle sostanze chimiche impiegate per usi domestici, le acque luride municipali hanno una composizione simile a quella degli effluenti industriali. La quantit di acqua altamente inquinata scaricata nei corsi dacqua tale ormai da non consentire in molti casi lauto-depurazione degli

stessi, con conseguente riduzione delle possibilit di prelievo dai medesimi di acque direttamente utilizzabili. La Depureco Spa unazienda che opera per la difesa dellambiente e la conservazione delle sue risorse con la realizzazione di impianti di depurazione scarichi civili ed industriali. Dal 1975, anno di sua costituzione, in coerenza con i suoi programmi e con gli obiettivi prefissati, ha sviluppato tecnologie sempre pi avanzate e sempre rispondenti alle richieste e ci grazie ad unintensa attivit di ricerca finalizzata allaffinamento delle proprie capacit di progettazione e costruzione di macchinari. Trattamento delle acque meteoriche. In questo ambito la Depureco Spa

fornisce diverse soluzioni tecniche standard, flessibili e su misura per le diverse tipologie di attivit per cui le norme regionali e nazionali disciplinano il trattamento delle acque meteoriche che dilavano le superfici impermeabili. In particolare, la societ offre supporto tecnico ai progettisti degli impianti di trattamento a servizio dei centri urbani o zone industriali, dove la componente ingegneristica risulta fondamentale per superare il problema dellestensione dei bacini tributari e di superfici sulle quali sono movimentate

sostanze pericolose, che rivestono un serio problema di carattere ambientale, proponendo soluzioni tecniche efficaci dal punto di vista depurativo, in conformit ai limiti restrittivi imposti dalla legislazione vigente in funzione del corpo ricettore dello scarico (per esempio, nel caso di attivit quali autodemolizione, centri raccolta rifiuti, stazioni di carburante, officine, centrali di betonaggio, sansifici). Inoltre, particolari soluzioni innovative ed economiche vengono proposte anche per superfici sulle quali non si movi-

mentano sostanze pericolose, superfici per le quali prevista un ampia gamma economica di manufatti in CAV e in polietilene monoblocco, opportunamente progettati in funzione dellestensione delle superfici di raccolta. Depurazione acque reflue industriali. Per gli scarichi industriali, con un continuo lavoro di ricerca svolto su impianti pilota presso il proprio laboratorio e direttamente nelle industrie, la Depureco Spa si avvale delle tecnologie pi avanzate. Principali settori di intervento sono: industrie ortofrutticole, caseifici, centrali del latte, conservifici, cantine, distillerie, oleifici, salumifici, birrerie, allevamenti, mattatoi, concerie, industrie galvaniche, industrie chimiche, petrolchimiche e meccaniche, stazioni di servizio, autofficine, lavanderie, vetrerie, segherie marmo e cementerie. Medie e grandi comunit. La Depureco Spa presente nel campo del trattamento degli scarichi civili con impianti completi di grigliatura automatica, ripresa, disabbiatura e disoleazione, sedimentazione primaria, ossidazione a fanghi attivi, sedimentazione secondaria, disinfezione, trattamento terziario per la rimozione dellazoto e del fosforo, stabilizzazione e disidratazione fanghi. Piccole comunit. Per questi scarichi la Depureco Spa fornisce impianti compatti monoblocco in ferro, prefabbricati in officina od in cemento armato.

Industria
MINICOMBINATE

Ambiente Italia

19

COMPATTATORI

Manovrabilit e prestazioni per i centri urbani, adatte anche ad operazioni antincendio


e attrezzature Combinate Longo sono progettate e realizzate per garantire al meglio i lavori di aspirazione e trasporto di fanghi e polveri, di stasamento canali e travaso di liquami ed acque reflue. La tecnologia Longo, applicata alle piccole dimensioni, ha dato vita alla gamma delle Minicombinate, Le attrezzature sono caratterizzate da una estrema manovrabilit nei piccoli centri urbani e nei centri storici, funzionali alle diverse esigenze di disintasamento, aspirazione di materiali fangosi e operazioni antincendio. Le cisterne e tutti gli elementi dellattrezzatura delle Combinate e delle Minicombinate possono essere fornite in diverse varianti a seconda dellesigenze del cliente.

Tecnologia, innovazione e ricerca per ridurre lusura periodica dei veicoli


er il 40 anniversario dalla fondazione, la Longo Veicoli Industriali S.r.l. entra nel campo dei compattatori. E sulla base delle richieste pervenute dai tradizionali clienti che operano nella raccolta di RSU (Rifiuti Solidi Urbani), la Longo Veicoli Industriali S.r.l. ha progettato e realizzato una serie di compattatori con tecnologie innovative. Lo staff tecnico, nel progettare il compattatore, ha privilegiato il rendimento globale, adottando accorgimenti specifici nella geometria del gruppo di compattazione, al fine di eliminare lusura periodica grazie allutilizzo di materiali autolubrificanti. Inoltre, stato studiato un sistema di presa cassonetti di tipo universale, per permettere un agevole lavoro agli operatori.

Il Gruppo Longo conquista i mercati degli Emirati Arabi


Il gruppo produce compattatori, spazzatrici, canal jet, lavastrade, lavacassonetti e combinate per i rifiuti liquidi
stire su qualsiasi tipo di autoveicolo. Ad oggi un altro risultato importante stato raggiunto dal Gruppo Longo ed lavvio del progetto di messa in sicurezza delle strade dopo sinistri stradali grazie ad un veicolo progettato e costruito esclusivamente per questo utilizzo. In diverse province dItalia ed anche in Spagna le amministrazioni Comunali e Provinciali hanno firmato accordi bilaterali con nostri clienti per la messa in sicurezza delle strade creando un servizio di assoluta utilit ai cittadini cercando di abbassare la soglia del 8% di sinistri dovuti alla mancata pulizia del manto stradale post-sinistro. Inoltre, questo progetto assolutamente gratuito per il cittadino in quanto le spese del servizio vengono rimborsate dalle assicurazioni e nulla tocca alle amministrazioni comunali o provinciali. Il Gruppo Longo oggi suddiviso in due societ: Longo Veicoli Industriali srl e la Longo Euroservice srl. Insieme, in sinergia tra di essi, producono oltre 100 allestimenti per veicoli industriali per anno nei vari comparti in una moderna struttura di mq.15000 coperti e mq. 30000 scoperti con un team di circa 50 dipendenti a Conversano (Bari) garantendo sempre ai propri clienti la massima qualit che inoltre attestata dalle Certificazioni ISO 9001 e ISO 14001 in possesso dalle societ del Gruppo Longo. Grazie ad una grande professionalit e a mezzi adeguati, le aziende del Gruppo Longo oggi affrontano i mercati nazionali e internazionali attraverso anche Fiere Internazionali come quella di Monaco di Baviera, Bucarest e Barcellona, offrendo ai propri clienti allestimenti di altissima qualit e rivolgendo la massima attenzione al servizio post-vendita attraverso una rete di Dealer e Punti di assistenza in grado di garantire interventi rapidi in caso di manutenzione ed due magazzini ricambi di oltre 1500 mq. di pronta disponibilit. Oggi il Gruppo Longo ha clienti in diversi Paesi del mondo come la Spagna, Portogallo, Romania, Grecia, Russia, Francia, Germania, Dubai, Qatar, USA ma, lattenzione rivolta da clienti internazionali allultimo prodotto (Spazzatrici) nato in casa Longo, vedr espandersi in maniera esponenziale i mercati che sino ad oggi rientrano nella rete di vendita del Gruppo Longo.

l Gruppo Longo azienda leader nel settore della metal meccanica evoluta, con una presenza decennale sul mercato degli allestitori per autoveicoli nel settore ambiente-ecologia, nei suoi anni di attivit nella costruzione di veicoli ha curato in modo particolare la ricerca, la progettazione e la produzione di nuove soluzioni tecnologiche che hanno consentito al Gruppo Longo di porsi nei primissimi posti come allestitori sul

mercato italiano ed estero. Grazie allesperienza nel settore ha completato la propria gamma di attrezzature per i veicoli nel settore ambiente con la produzione di ulteriori allestimenti come ad esempio Lavacassonetti, Lavastrade, Compattatori per rifiuti urbani idraulici e rotanti e altre piccole attrezzature dedicate al settore dellecologia come i veicoli per i Bagni Chimici e Multibenna. Lultima novit riguardante gli alle-

stimenti del Gruppo Longo la Spazzatrice Stradale, un mezzo con grande flessibilit duso che consente un agevole impiego sia in citt, su strade extra-urbane ed in grosse aree quali autostrade, piazzali ed aeroporti. Un efficiente sistema di umidificazione ed un accurata canalizzazione dellaria garantiscono una bassissima emissione di polveri in atmosfera. La gamma degli allestimenti parte da un mezzo con capacit di 4 mc. sino a al 7 mc. da alle-

SERVIZI ECOLOGICI RACCOLTA E TRASPORTO DI RIFIUTI URBANI


VIA OGNISSANTI N.C. - 70010 CAPURSO (BA) - TEL/FAX 080.4672460 - E-mail: ecologicapugliese@libero.it

20

Industria

Ambiente Italia
MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO

Disponibili 300 milioni di euro per la concessione di incentivi per lacquisto di ciclomotori, case ecosostenibili ed elettrodomestici

l Ministro dello Sviluppo Economico Claudio Scajola, di concerto con il Ministro dellEconomia e delle Finanze Giulio Tremonti, e il Ministro dellAmbiente Stefania Prestigiacomo, ha firmato il decreto attuativo che definisce le modalit per la concessione degli incentivi per complessivi 300 milioni su ciclomotori, cucine ed elettrodomestici, case ecosostenibili, abbonamenti a internet veloce per i giovani fino a 30 anni e i prodotti industriali come inverter e motori elettrici, gru, rimorchi, macchine agricole che aumenteranno la sicurezza sul lavoro. Grazie agli incentivi spiega il Ministro

Scajola favoriremo lacquisto di prodotti innovativi e a basso consumo energetico per pi di un milione di famiglie, oltre a migliorare la sicurezza del lavoro per agricoltori e imprese. Accedere allo sconto sar semplicissimo: baster una telefonata o un click del computer del rivenditore. Gli incentivi al consumo sono un ulteriore passo della politica industriale del governo Berlusconi, che ha puntato sullinnovazione, sullo sviluppo di energie rinnovabili e infrastrutture energetiche, sullinternazionalizzazione e laggregazione delle imprese. Complessivamente, nei 20

mesi di governo, abbiamo stanziato 9,5 miliardi per leconomia reale: oltre agli incentivi al consumo, 1,9 miliardi di incentivi agli investimenti e alla produzione, 2,6 miliardi di incentivi allinnovazione, 2,2 miliardi di incentivi energetici e alle fonti rinnovabili e 1,6 miliardi al Fondo di Garanzia, che ha assicurato il credito a oltre 25 mila piccole e medie imprese. Buona parte di questi incentivi sono stati gi erogati o sono in corso di erogazione e stanno contribuendo a far uscire lItalia dalla crisi, sostenendo loccupazione, la crescita delle imprese e la lotta allinquinamento.

LA REGIONE PUGLIA HA RICONOSCIUTO IL DISTRETTO DEL RIUTILIZZO E DELLAMBIENTE

In cantiere la fase organizzativa, che vedr la costituzione di commissioni tecniche per lavvio degli indirizzi strategici del Programma di Sviluppo
di LORENzO FERRARA

Dipar: 15 progetti per sviluppare leco-business

Lobiettivo quello di mirare alla creazione di una cultura diffusa e condivisa della salvaguardia ambientale, libera da pregiudizi ideologici
del DIPAR alla 10 edizione della Fiera del Levante in Albania, propiziata dalla iniziativa della Regione Puglia e dallEnte Fiera. A meno di un anno dalla prima partecipazione, il Distretto dellAmbiente e del Riutilizzo insieme con alcune delle pi importanti imprese associate, sar presente nuovamente a Tirana. Mi preme sottolineare in questoccasione la vitalit manifestata dal nostro comparto produttivo, che vuole guardare al futuro oltre la crisi ed oltre lAdriatico, investendo, oggi, con presenze e testimonianze, che non mirano certo a cogliere risultati immediati, ma evidentemente si pongono in una prospettiva di medio e lungo periodo, per traguardare obiettivi imprenditoriali pi consoni ed ambiziosi. Si coglie cos, ancora una volta, lo spirito distrettuale, che pone alla base e come precondizione irrinunciabile delle nostre attivit imprenditoriali e del nostro business, unazione mirante a creare una cultura diffusa e condivisa della salvaguardia ambientale, libera da pregiudizi e dogmatismi ideologici, quale giusto presupposto per una virtuosa crescita imprenditoriale in Puglia, come nei territori oltre Adriatico. *Presidente Dipar Puglia

l secondo e definitivo riconoscimento, intervenuto con la delibera di Giunta Regionale Nr.837 -2010, un attimo prima della conclusione della legislatura, ha posto felicemente fine al lungo e faticoso iter procedurale previsto dalla Legge Regionale nr. 23 / 2007. Si passa ora ad una fase organizzativa, gi prefigurata nel Regolamento di Distretto, che vedr la costituzione delle Commissioni tematiche a presidio dei principali indirizzi strategici del Programma di Sviluppo e la nomina del Comitato Tecnico Scientifico del Distretto. Ancor pi significativa la programmata costituzione dellAssociazione, che definisce la forma aggregativa prescelta dal Comitato di Distretto, che dar finalmente a questultimo anche una indispensabile identit amministrativa. Ovviamente quelli appena elencati sono solo adempimenti propedeutici alle attivit del Distretto pi proprie e caratterizzanti, che dovranno espletarsi soprattutto nella concretizzazione del Programma di Sviluppo, gi approvato dalla Regione. In particolare si dovr sovrintendere e

coordinare lavvio dei 15 progetti, inseriti in prima fascia dal Programma, curando che il loro sviluppo sia esemplificativo della messa in atto di quei principi di sinergia tra imprese, e tra le imprese ed il mondo della ricerca pugliese, posti con diffusa condivisione alla base delle strategie distrettuali. Parallelamente verr avviata la fase (per certi versi,la pi attesa) di incontro e confronto tra imprese e sistema della

ricerca regionale per la individuazione di nuovi temi e, di conseguenza, la definizione di nuovi progetti, da candidare allinserimento nella prima revisione del Programma di Sviluppo. Non un percorso ipotetico, bens basato su precise ed innovative istanze, gi pervenute allattenzione del Distretto, ma, allo stato non ancora compiutamente definite a livello progettuale. Assolutamente essenziale sar poi,

nei prossimi mesi, sviluppare azioni di marketing distrettuale a livello regionale ed extra-regionale, finalizzate alla crescita del Distretto, sia in termini di numero di aziende associate, sia di peso politico istituzionale da conquistare attraverso la presenza nei territori, lazione propositiva e la collaborazione con tutti gli stakeholders coinvolti, sia pubblici che privati. In questottica, la prossima presenza

Industria

Ambiente Italia

21

PROVINCIA DI BARI

LINIZIATIVA MIRA A COINVOLGERE I RAGAZZI


Laugurio che liniziativa abbia successo anche nella provincia di Bari e contribuisca a sensibilizzare i cittadini sulla necessit e opportunit che provvedano a differenziare sin dallorigine i lo i loro rifiuti, concorrendo, quindi, a raggiungere gli obiettivi di legge.

Al via i centri Ecopunti per promuovere la raccolta differenziata


A Bari e provincia nasceranno i negozi che acquistano i rifiuti e cointribuiranno a sensibilizzare le nuove leve

CITTA DI LOCOROTONDO

Differenziando si guadagnano i punti per i buoni pasto e la spesa

di ANNA MARiA MACCHiA

a provincia di Bari ha realizzato un progetto che pone il territorio barese allavanguardia nazionale sul tema della tutela ambientale, della raccolta differenziata e del trattamento dei rifiuti. A Bari e provincia nasceranno i negozi che compreranno i rifiuti dai cittadini: lassessore Barchetti ha spiegato che questo progetto il punto darrivo del lavoro che abbiamo intrapreso dallinizio della legislatura. Abbiamo fatto tantissimo sul campo della sensibilizzazione e delleducazione ambientale, e abbiamo stimolato comportamenti civili e consoni a una societ rispettosa dellambiente. Ci siamo soffermati soprattutto sulla problematica dei rifiuti, che la pi seria e importante a livello internazionale, e abbiamo trasmesso lidea di considerare i rifiuti come risorse. Il progetto Ecopunto si riferisce proprio alla raccolta dei rifiuti: tutti i cittadini che faranno la raccolta differenziata di vari materiali (carta, plastica, ferro, acciaio, alluminio, legno, piccoli

elettrodomestici e vari materiali) invece di buttare i rifiuti nei classici cassonetti potranno recarsi presso gli Ecopunto e, alla consegna del materiale da smaltire riceveranno un pagamento in denaro. Lobiettivo del progetto quello di sgravare i cittadini dalla tarsu, la tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani. Secondo gli studi e i calcoli effettuati sulle simulazioni, infatti, in un anno si potrebbe recuperare oltre la spesa della tassa sui rifiuti. Il guadagno economico medio per una famiglia di quattro persone potrebbe raggiungere i 250 euro lanno. Si tratta di unoperazione geniale

spiega ancora Giovanni Barchetti, assessore provinciale allambiente perch concretizza due vantaggi sullo stesso tema, e cio la valorizzazione ambientale e il vantaggio economico dalla raccolta dei rifiuti, sempre considerata un problema ma adesso vissuta come una risorsa. Da sempre il mio assessorato prova a conciliare gli aspetti ambientali con quelli economici perch solo un riscontro anche economico pu sensibilizzare la cultura del rispetto nei confronti dellambiente. Questo progetto favorir la raccolta differenziata ed un passo importante anche perch avremo modo di fare un monitoraggio della sensibilit del ter-

Locorotondo, comune della Valle dItria, nellentroterra pugliese, non lontano dai famosi trulli di Alberobello, il comune ha deciso di istallare unisola ecologica un po particolare. Carta, vetro, alluminio e plastica vengono portati, gi differenziati, dagli stessi cittadini e raccolti in appositi container dopo essere stati pesati. Diversamente da quanto accade nelle isole ecologiche tradizionali, a Locorotondo differenziando si guadagnano dei punti, che potranno essere trasformati in buoni-spesa. La carta e la plastica hanno un valore di 2 punti al chilo, il vetro 0,5, mentre lalluminio ben 3 punti. Lidea, nata in Danimarca, era gi stata messa in pratica, in via sperimentale, da alcuni comuni italiani del centro-nord. Quello di Locorotondo , per, probabilmente il primo caso al sud. Il cittadino residente si presenta

allisola ecologica avendo gi differenziato con attenzione la propria spazzatura, e consegna la scheda elettronica del proprio nucleo familiare. Un addetto del comune la inserisce in un computer. Lincaricato pesa ogni singolo sacchetto, informando il computer, attraverso un monitor touch screen, se si tratta di vetro, plastica o altro. Al termine della pesa, il cittadino ritira la propria carta elettronica sulla quale sono stati caricati i punti ottenuti. Nulla di pi semplice. Quando il nucleo familiare avr accumulato 1200 punti, potr ottenere dal comune un buono-spesa pari a 75 euro per lacquisto in negozi e supermercati convenzionati. Cos risparmiano tutti: il cittadino pu fare unabbondante spesa gratis, il comune riduce i costi di raccolta per le strade o porta a porta, e la spazzatura finalmente differenziata. (p.r.) muoveranno il principio della raccolta differenziata; dallaltro lato, attesa la loro giovane et, assimileranno pi agevolmente tale basilare principio, che faranno proprio e conformeranno la propria condotta anche in et adulta. Laugurio che liniziativa abbia successo anche nella provincia di Bari e contribuisca a sensibilizzare i cittadini sulla necessit e opportunit che provvedano a differenziare sin dallorigine i lo i loro rifiuti, concorrendo, quindi, a raggiungere gli obiettivi di legge.

ritorio. Non ci si potr certo arricchire con la vendita dei materiali ma si pu ottenere un forte impatto persuasivo nei confronti della cittadinanza perch in ogni casa si attui la raccolta differenziata. Considerato che il prezzo non potr che essere modesto, la gestione della consegna agli Ecopunto dei vari materiali sar sopratutto dei ragazzi e dei giovani. Questi, da un lato, avranno interesse e cura acch in famiglia i rifiuti siano raccolti e riposti in maniera differenziata e cos operando pro-

22

Industria

Ambiente Italia

Industria

via Cappuccini, 21 - 70017 Putignano (Ba) Tel.: 080/4931341 - Fax: 080/4051761

Potrebbero piacerti anche