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JONATHAN RILEY-SMITH
Al seguito delle Crociate
I dialoghI
uomo e societ
2009 e-book
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Jonathan Riley-Smith
Al seguito delle
Crociate
Origine, storia, evoluzione
Di Renzo Editore
A differenza forse di altri studiosi, in giovent non ho mai avuto alcuna intenzione di diventare qualcuno. Sono nato in una famiglia che allepoca era molto ricca, cos non ho mai pensato che avrei dovuto lavorare. Da
studente, sono andato prima a Eton e poi a Cambridge ma, dato che non
mi impegnavo molto, non ho conseguito un buon voto di laurea. Fino allet di ventidue anni mi sono lasciato trasportare dagli eventi, sebbene ora sia
in grado di vedere come le esperienze da me vissute mi abbiano spinto verso il sentiero che alla fine ho percorso.
A scuola, intorno ai diciassette anni di et, frequentavo una classe diretta dal preside Robert Birley, un eccellente insegnante di storia. In quegli
anni, gli studenti di Eton non dovevano sostenere alcun esame di ammissione allUniversit, perch lunica ragione per farlo sarebbe stata la possibilit di ottenere una borsa di studio e noi non eravamo nella posizione di
poterne usufruire. In questa classe, dunque, non seguivamo alcun programma di studi e potevamo fare pi o meno ci che volevamo. Birley not
il mio interesse per le problematiche relative allarea del Mediterraneo e per
tale ragione mi assegn una ricerca riguardante la storia bizantina, cosa che
mi permise di conoscere lopera di Steven Runciman e la sua storia delle
crociate, fonte dindubbia ispirazione ma non sufficiente, allora, per farmi
iniziare un qualche lavoro!
Un altro avvenimento che ebbe una certa influenza su di me (sebbene
allora non sembrasse cos) fu una storia damore molto sfortunata che vissi
durante il mio secondo anno da studente. Alla fine dellanno ero terribilmente infelice e mi apprestavo ad affrontare delle lunghe e vuote vacanze
estive. Poich a Cambridge era stato indetto un premio riguardante la storia, decisi di parteciparvi con lunico scopo di occupare il tempo. Ottenni
una tessera per la British Library a Londra, dove trascorsi lintera estate a
studiare riuscendo a vincere il premio.
to il dottorato, mi trovai a essere un lecturer (che il livello base per gli insegnanti universitari), con la mia tesi gi commissionata, e il tutto sotto il patrocinio di Butler. Non posso dire che il modo in cui sono entrato nella vita
accademica contenga consigli utili per i giovani aspiranti accademici.
Butler, un uomo straordinario, non pubblic mai molto di suo e non
fin mai il libro su Rodi (il mio volume rimasto lunico della serie a essere
pubblicato). Egli aveva un modo molto idiosincrasico di scegliere il suo
staff accademico al dipartimento di St. Andrews, come ha dimostrato la
mia nomina. Negli anni Sessanta aveva circa quarantanni e dirigeva un dipartimento composto da dieci persone, sei delle quali sui ventanni; attualmente vi sono, qui a Cambridge, due affermati professori medievalisti
(Barrie Dobson e io), che hanno iniziato nel dipartimento di Butler a St.
Andrews; lo stesso vale per un professore a Durham, per un altro a Birmingham, e per altri professori e lecturer nel paese.
A causa del particolare modo in cui ero entrato nella vita accademica,
dovetti dedicarmi a un gran numero di letture generali per raggiungere il livello di insegnante. Come lecturer a St. Andrews, si richiedeva che insegnassi storia medievale inglese e storia europea, ma non che mi specializzassi
nelle crociate; dopotutto, proprio Butler era lesperto interno di questo
ramo. Da bambino ero stato un lettore molto vorace e, grazie a questo, avevo imparato a leggere e ad assorbire informazioni rapidamente. Quindi,
una volta arrivato a St. Andrews, mi misi a leggere - probabilmente leggevo,
se questo il termine corretto, cinquanta tra libri e articoli al giorno - e queste letture accesero in me linteresse per le opere relative alla storia costituzionale del periodo medievale inglese e mi accorsi che moltissime idee, derivanti dalle mie letture sulla storia inglese, potevano essere applicate anche
al Regno di Gerusalemme.
Di conseguenza, quando terminai il libro sui cavalieri di San Giovanni,
iniziai uno studio sulla costituzione del Regno di Gerusalemme, che si concluse con la pubblicazione del mio importante libro The Feudal Nobility and
the Kingdom of Jerusalem (1973) (La nobilt feudale e il Regno di Gerusalemme).
Fino a quel momento avevo veramente lavorato in una specie di vuoto,
poich per anni non era stata condotta nessuna ricerca seria sui cavalieri
Ospedalieri. Sul tema della costituzione del Regno, invece, vi era stata una
rivoluzione negli anni 50 e 60, associata a tre uomini, Jean Richard in
Francia, Joshua Prawer in Israele e Hans Mayer in Germania. Cos, vi era
una sorta di strada segnata da questi studiosi, anche se di sicuro essi non lavevano percorsa completamente e vi erano ancora molte aree da indagare.
Inoltre, essi si erano occupati soprattutto del XII secolo, mentre io mi stavo occupando del XIII. Quando ero ancora studente, fui invitato da Prawler, a Gerusalemme, per un semestre, perch facesse da supervisore alle
mie ricerche; ma pi tardi, quando iniziai a lavorare in un settore che egli
considerava di sua propriet, sorsero dei problemi, poich era uno di quegli
uomini orgogliosi per i quali cera solo un sentiero dorato. A quel punto,
comunque, io mi consideravo ancora uno studioso di questo filone storico
e, sebbene le mie idee fossero differenti da quelle degli altri storici, sentivo
che, approfondendo il secondo secolo di vita del Regno, avrei continuato a
lavorare dove essi si erano interrotti.
Poco dopo la pubblicazione di The Feudal Nobility, tornai a Cambridge
dove mi era stata offerta la carica di lecturer. In retrospettiva, piuttosto ironico il fatto che io tornassi a Cambridge come insegnante, lo stesso posto
dove avevo lavorato cos male da studente! Il sistema universitario britannico molto diverso dagli altri: vi sono pochissimi professori e la maggior
parte del corpo docente composta da lecturer. A Cambridge, in quegli anni,
i professori se la passavano meravigliosamente, mentre i giovani lettori faticavano fino alla morte. Cos, negli anni 70, ero di nuovo a Cambridge,
impegnato in un gran numero di ore di lezione a settimana e con responsabilit di carattere amministrativo, nel mio College e nella mia facolt, con il
risultato che la mia attivit di ricerca collass. Mosso dalla disperazione,
scrissi e pubblicai il piccolo volume What were the Crusades? (Che coserano
le crociate?), che in verit suscit alcune polemiche. Si trattava di una trascrizione delle mie lezioni, non avendo nullaltro da pubblicare, a sottolineare che stavo attraversando un periodo di sterilit e confusione, di insicurezza sulla via da percorrere. Adesso capisco che, tra le altre cose che avvenivano, il mio interesse si stava spostando dagli stanziamenti dei crociati
in Oriente allo studio delle crociate in se stesse e, in particolare, al pensiero
che ne era alla base. Da allora in poi, tutti i miei libri importanti hanno avuto come oggetto le crociate, le loro origini e le loro motivazioni, sebbene
ora pensi di tornare alla storia degli ordini militari.
A quel tempo tuttavia le mie idee non erano cos chiare e, nel bel mezzo degli eventi, accadde una di quelle strane cose che influenzano la carriera di una persona. Mentre mi trovavo nella biblioteca di Cambridge cercando un libro tra gli scaffali, allimprovviso ne vidi uno che non avevo mai
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notato prima e lo tirai fuori. Si trattava degli scritti dei teologi militanti della
liberazione cristiana in America Latina, tradotti da due gesuiti statunitensi.
Cominciai a sfogliarlo e da allora la mia intera vita cambiata. Notai che la
guerra santa o la ribellione santa erano predicate dai moderni teologi in Colombia, Brasile, Argentina e Per, con un linguaggio molto vicino a quello
della teologia medievale, anche se espresso attraverso un vocabolario differente. Come chiunque altro, ero partito dallassunto che la guerra santa
nel Medioevo rappresentasse un evento concluso, e che i crociati rappresentassero un periodo storico trascorso e, rispetto ai nostri tempi, pi primitivo. Ora, allimprovviso, capivo che la teologia della guerra santa era
rientrata nel pensiero cristiano. Riscrissi completamente la lezione che
avrei dovuto tenere la settimana seguente ad alcuni studenti e ho ancora
presente lo stupore dei loro volti quando citai quei teologi latino-americani. Se a un certo punto si comprende che non si sta trattando di qualcosa
ormai morto, e che persone intelligenti e sofisticate, quali sono i nostri contemporanei, possono condividere certi punti di vista con apologisti medievali riguardo alle crociate, si guarda a questi ultimi, cos distanti nel tempo,
in modo completamente differente, trattandoli pi seriamente.
Con questo, il mio periodo nero ebbe fine e fu allora che decisi di scrivere una storia della guerra cristiana, dalle sue origini ai giorni nostri; ma
naturalmente non lo feci mai! Ad ogni modo a Cambridge lessi e rilessi
SantAgostino, che intorno al 400 aveva fondato la teologia di base della
violenza cristiana. Alla fine, invece di scrivere una storia generale delle
guerre cristiane, mi concentrai sulla prima crociata: cos ho scritto The First
Crusade and the Idea of Crusading (La prima crociata e lidea delle crociate),
pubblicato nel 1986, e in un mio pi recente libro, The First Crusaders (I primi crociati), ho esaminato le motivazioni dei crociati. I cinque libri che ho
citato finora sono i miei lavori pi importanti.
Un giorno - ero a Cambridge dedito alla lettura di SantAgostino, lavoravo duramente e senza avere il tempo di tornare a una produttiva ricerca squill il telefono. Era di nuovo Lionel Butler, che ora presiedeva uno dei
college della London University - i college di Londra non somigliano a
quelli di Cambridge, ma sono come delle piccole universit. Immaginate il
mio stupore quando mi chiese: Ti piacerebbe essere un professore?. Poich la disponibilit dellincarico in questione era stata resa nota attraverso
un bando, dovetti presentare una formale domanda e sostenere un colloquio di lavoro, ma sapevo che Butler avrebbe assegnato a me lincarico.
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Cos, nel 1978, lasciai Cambridge e andai a Londra come professore ordinario e, come tale, tornai a Cambridge nel 1994. Posso onestamente dire
che vinsi i miei due incarichi a Cambridge, come lecturer e come professore,
in un pubblico concorso; ma i miei altri incarichi furono dovuti al patrocinio di Lionel Butler.
Qui a Cambridge insegno a trentaquattro studenti dellultimo anno, in
un corso dettagliato di studi sulla prima crociata, e ho inoltre sette studenti
che si preparano al dottorato di ricerca. Sono sempre stato molto fortunato
con gli studenti che seguono corsi post-laurea: durante gli anni ne ho avuti
alcuni veramente bravi che hanno pubblicato molto - la cosa di cui vado
forse pi orgoglioso - e alcuni hanno intrapreso la carriera accademica.
Essi stanno conducendo delle ricerche sugli insediamenti in Oriente, sulle
crociate e gli ordini militari. La storia delle crociate un argomento cos vasto e che copre un tal lasso di tempo, interessando tanti teatri di guerra, che
i miei studenti si occupano di molti argomenti differenti. Uno di essi sta lavorando sul papato, ma non lo posso seguire perch in realt non mi sento
qualificato a sovrintendere dottorati che esulano dai tre campi di mia competenza.
Fino al 1973 avevo svolto le mie ricerche sugli Ospedalieri per mio conto; poi, quando iniziai quelle sul Regno di Gerusalemme, mi sentii parte di
una scuola, ma, una volta imbarcatomi nel lavoro sulla prima crociata, mi
unii a unenorme folla di storici che certamente non affrontavano largomento alla mia stessa maniera. Il fatto che alcuni ritengono che io sia troppo indulgente nei confronti dei crociati, e penso che essi associno ci al fatto che
mi sono convertito al cattolicesimo. Devo chiarire a questo proposito che mi
sono convertito non a seguito di unesperienza religiosa, ma attraverso una
convinzione intellettuale associata a esperienze infantili. Lho fatto quando
avevo ventunanni, semplicemente perch pensavo che la Riforma fosse stata un errore. Sono sicuro che la principale influenza sulla mia conversione
labbia avuta mia nonna, la quale non fu mai una cattolica, ma era nata nel
1883 ed era una romantica medievale del tardo XIX secolo: per tutta la mia
infanzia instill in me lidea che cera una sola vera Chiesa.
Devo ammettere che vi qui una importante questione per tutti gli
storici, perch il cristianesimo si basa sullinterpretazione di eventi storici e
di conseguenza presente nella storia in un modo particolare. I cristiani
credono che vi sia stato in un determinato momento un intervento fisico di
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Dio negli avvenimenti terreni, dopodich lumanit, redenta, non pi stata nella stessa condizione di prima, anche se i risultati di ci sono pi evidenti in unaltra dimensione rispetto alla nostra. Da allora, il processo di redenzione stato portato avanti dalla Chiesa, il corpo mistico di Cristo. Il
passato non una cosa separata dal presente, ma verr compiuto nel giorno
del Giudizio, quando il cosmo finir, le intenzioni di Dio saranno rivelate e
lumanit sar giudicata. Cos come i marxisti, i cristiani vedono la storia
come un processo dialettico che abbraccia il mondo intero, una forza attiva
che noi assimiliamo prima ancora di rendercene conto. Lanalogia con il
marxismo si impone con rispetto a un cattolico, che appartiene a un organismo caratterizzato da un esclusivo senso del fine ultimo e una tradizione
autoritaria e affermata nel tempo. vero che durante la sua storia di duemila anni, la Chiesa, di fronte ai progressi della scienza, ha dovuto sviluppare
sofisticate risposte. Per esempio, quando centocinquantanni fa dovette affrontare lattacco portato dalla geologia al mito della creazione descritto
nella Genesi, essa riusc a riassorbirlo insieme alla teoria dellevoluzione e a
modificare la propria esegesi biblica, che si era comunque sviluppata in diverse direzioni, compresa quella che poneva in rilievo il ruolo dellallegoria.
Tuttavia, la Chiesa si aspetta che ciascuno dei suoi membri sia il testimone
e lo strumento vivente della sua missione. La sua storia prolifera di esempi
di censura e persecuzione nei confronti di coloro che non si sono allineati.
Oggigiorno essa pi moderata, almeno nei confronti di quanti non appartengono al clero, a ordini religiosi o che non insegnano in istituzioni religiose, e gli storici non si trovano sotto uneccessiva pressione perch si conformino alle indicazioni della Chiesa, ma questa politica pi liberale in vigore da poco tempo. La censura del passato non mai stata sconfessata e
non potrebbe esserlo, dato che la Chiesa giudica la sua missione ordinata
dal volere divino. Essa potrebbe essere facilmente resuscitata se il clima e le
circostanze nelle quali si trovasse dovessero cambiare. In teoria, quindi,
ogni storico cattolico dovrebbe sentirsi vincolato ma, in pratica, di qualsiasi peso si tratti, esso - nel mio caso - posa cos leggermente sulle mie spalle
che non lo sento affatto.
Questo in parte perch la fede e la morale hanno sullo studio della storia un peso minore di quello che si potrebbe supporre: la fede che la Chiesa
sostiene e insegna, e alla quale gli storici sono presumibilmente richiamati,
espressa in una serie di proposizioni. Alcune di queste, quali le dottrine
della fede e quelle dei decreti conciliari o papali, sono abbastanza vincolanti, altre hanno pi il carattere di precetti universali. Quelle che si riferiscono
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alla vita, alla morte e alla resurrezione di Cristo devono presentare a uno
storico delle origini della cristianit (cosa che, grazie a Dio, non sono) autentici problemi, perch richiedono una sospensione della credenza nelle
ordinarie aspettative: un padre umano, un sepolcro occupato. Le fonti
scritte, inoltre, sono considerate ispirate, sebbene paradossalmente questo
le abbia rese oggetto di molte pi ricerche di carattere critico testuale di
quante di solito siano riservate al materiale storico, che contiene sempre
delle contraddizioni. Per la maggior parte degli storici, le proposizioni dottrinali della Chiesa sono o cos generali da non potersi riferire ai casi particolari allo studio, oppure irrilevanti, poich non possono essere confermate o
confutate in termini storiografici. Mentre tutte queste proposizioni devono
essere provate storicamente essendo, almeno in embrione, nel pensiero
degli uomini di Chiesa sin dalle sue origini, nessuna di esse dipende in modo
essenziale dallinterpretazione di eventi storici specifici n da argomenti particolari (se si eccettuano le testimonianze registrate nei Vangeli). La sorte dei
recenti studi critici sulla dottrina dellinfallibilit del papa dimostra quanto sia
duro sfidare un dogma, che cos limitato nel suo campo e cos generalizzato
nella sua definizione che non pu essere vincolato.
Vi , in ogni modo, la pi ampia questione del bene della Chiesa e del
danno che ad essa possono arrecare alcune congetture, specialmente quando
si considera come sono effimere le verit storiche. Aderendo alla Chiesa e
accettando lautorit, come ho fatto io convertendomi quarantanni fa, gli
storici corrono il rischio di un conflitto interno tra le esigenze delle loro ricerche e la propria fede, tra la verit come loro la vedono e il bene della
Chiesa come percepito dai vescovi? Mi sono mai trovato a dover operare
una scelta personale tra lessere uno storico e un cattolico?
Credo di non essere il solo storico a dire di non essersi mai sentito lacerato da tali questioni. Penso di servire nel modo migliore la fede comportandomi da storico il pi onestamente possibile; naturalmente non vi pu
essere uno storico che non porti il proprio bagaglio personale - compresi i
preconcetti e le predisposizioni. Una ricerca, che comunque condotta nel
clima morale che le circonda. La soggettivit inevitabile; ed in realt benefica, se controllata, perch la storia creativa il prodotto del lavorio
dellimmaginazione, alimentata dalle emozioni, dai pregiudizi e dalle intuizioni, consapevoli o inconsapevoli, che ogni individuo ha in s, sulle prove
storiche. Ma, sebbene gli storici cattolici si mostrino comprensivi nei confronti del cristianesimo in generale e della Chiesa in particolare, talvolta
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che quelle di carattere militare. La loro istituzione si era sviluppata in un ordine militare, con una classe di confratelli armati che presidiava grandi fortezze; in realt lordine era praticamente andato in bancarotta negli anni intorno al 1160 a causa dellambizioso programma di costruzione di alcuni
castelli. Il suo ospedale aveva ancora una grandissima importanza, naturalmente, ma ora lordine associava gli atti di carit e di cura dei malati poveri,
e del loro seppellimento in caso di morte, con luso delle armi per proteggerli. Il trattato citato fornisce un gran numero di testimonianze riguardo
alle pratiche mediche, allorganizzazione e al personale dellospedale di
Gerusalemme, ma la cosa pi rilevante che lautore, dopo aver scritto che
lospedale si occupava dei poveri di ogni nazionalit, aggiungeva:
Inoltre, questa sacra casa (lospedale), sapendo che il Signore, il quale tutti chiama
alla salvezza eterna, vuole che nessuno perisca, misericordiosamente ammette uomini di
fede pagana (cio musulmani) ed ebrei [] perch il Signore preg per coloro che lo hanno
afflitto, dicendo: Padre, perdonali perch non sanno quello che fanno. In questa casa
benedetta si compie efficacemente la dottrina divina: Ama i tuoi nemici e fai del bene a
coloro che ti odiano; e ancora: Gli amici saranno amati in Dio e i nemici per conto di
Dio.
Lautore continuava poi raccontando che lospedale era pieno e che i
confratelli avevano dovuto dare i propri letti agli ammalati e dormire sul
pavimento. I musulmani e gli ebrei devono aver visitato, come pellegrini,
quei luoghi santi, importanti anche per loro, dal momento che in pochi potevano risiedere a Gerusalemme a causa del bando imposto dai governanti
cristiani. La loro ammissione pu aiutare a spiegare uno statuto degli Ospedalieri in cui si stabiliva che i malati dovessero avere carne tre giorni a settimana: maiale o montone o, se non erano in grado di digerire questi, pollo.
Nel nuovo documento vi sono riferimenti a una seconda cucina, una coquina privata nella quale veniva cotto il pollo. Potrebbe essere che gli Ospedalieri rispettassero le norme alimentari dei pazienti non cristiani.
A un certo livello ci pu essere considerato come un commovente
esempio di amore cristiano messo in pratica; ma allo stesso tempo anche
piuttosto estraneo a noi. La cosa strana non solo che i confratelli di un ordine della Chiesa potessero combattere piuttosto che impegnarsi nella preghiera contemplativa o nel lavoro pastorale, ma anche che le due funzioni
di curare e distruggere con la forza, intesa come azione di misericordia, potessero coesistere senza problemi allinterno di ununica istituzione. Il fra-
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tenga conto del potere delle idee, cade rapidamente, non ultimo, come mostreremo pi avanti, per mancanza di prove. Si dunque costretti a concludere che la crociata era unattivit dettata dalla devozione, nella quale le comuni regole del buon senso erano applicate fino a un certo livello, e bisogna riconoscere ci e considerare la materia nel contesto di quelli che erano
i valori morali della classe militare. Nel corso dei tempi questi valori sono
cambiati, ma dal momento che non sono mai stati nostri, non possiamo far
altro che trattarli nei loro termini.
Negli ultimi venticinque anni, insieme con altri studiosi, ho cercato di
persuadere i miei colleghi dellutilit di questa impostazione, ma non credo
di esservi riuscito. Un ulteriore problema rappresentato dal fatto che lo
scetticismo degli storici contribuisce ad alimentare le percezioni del pubblico, che romanticizza e demonizza i crociati nello stesso tempo; e il modo
di pensare comune rafforzato da una vecchia teoria, risalente al secolo
scorso e che ovviamente ha perduto la sua ragion dessere, secondo la quale
le crociate erano uno strumento proto-coloniale. Questa spiegazione piena di lacune che illustreremo pi avanti; ma il fatto che gli storici arabi e
israeliani continuino a sostenerla significa che coloro i quali dovrebbero essere i miei alleati naturali, i musulmani - che comprendono ancora il potere
della religione - e gli ebrei - perch il sionismo religioso simile alle crociate
nel suo associare la fede con una particolare area geo-politica - non lo sono,
poich rimangono ancora sedotti da quella teoria.
Vi sono, ad ogni modo, segnali promettenti che altrove tale modo di
pensare stia cambiando. Trenta anni fa la Francia era nella morsa dello scetticismo marxista, anticlericale e analitico, esacerbato dal trauma che aveva
accompagnato la perdita dellimpero. Ora la Chiesa stata reinserita nella
storia francese. In Spagna, dove in seguito alla morte di Franco vi stata la
polarizzazione tra la retroguardia cattolica e i progressisti liberali, i due poli
si stanno riavvicinando. Negli Stati Uniti sta acquistando importanza una
scuola di pensiero storico che studia la religione nel contesto della societ
medievale. Credo che tutti, presto o tardi, dovranno accettare questi sviluppi.
Gli storici, ovviamente, sono sempre alla merc del loro ambiente.
Noi possiamo solamente studiare e descrivere il passato nei nostri termini,
poich altrimenti esso sarebbe per noi incomprensibile; e se passato e presente sono cos intimamente legati tanto che il passato pu essere visto so-
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zione, un flusso di vita sul quale galleggiamo tra il passato e il futuro, vivendo unesperienza storica che assimiliamo ancora prima di rifletterci coscientemente. Il secondo, inteso come historia, la storia degli storici:
usato in origine in relazione al presente verificabile, una scienza, come ricerca e utilizzazione di conoscenza attendibile su un passato che si stende
indietro nel tempo in modo incredibile ed continuamente prodotto sulla
nostra scia, perch noi ci troviamo in questo passaggio nel futuro che non
niente pi che un secondo viaggio transitorio alla velocit della luce.
La pratica della historia, comunque, e linfluenza su di essa delle circostanze presenti, ci costringono a confrontarci con unampia spaccatura,
presente nella nostra cultura, tra due scuole di pensiero, i cui termini di riferimento e modi di ragionamento appaiono inconciliabili. Da un lato vi
sono gli eredi del liberalismo del XIX secolo, i quali presumono che vi sia
una struttura di pensiero stabile e coerente e affermano che lindagine deve
essere una ricerca di verit. Dallaltro lato vi sono quelli - chiamati a volte
genealogisti, dal documento dal quale prendono origine, Sulla genealogia della morale di Nietzsche - i quali sono convinti che la verit in s, o la verit oggettiva, sia unillusione e, al posto di una struttura unificata di pensiero,
questi ultimi vedono una molteplicit di prospettive in competizione, in
ognuna delle quali si pu semplicemente trovare la verit da un punto di
vista o, in parole povere, la verit relativa. Essi credono che il meglio che
noi possiamo ottenere come individui consista in transitorie percezioni
temporanee, che si trasformano sempre quando il nostro punto di vista
cambia. Mille individui che contemplano un oggetto avranno mille differenti visioni di esso, ognuna delle quali cambier marginalmente ogni momento, poich il presente, che fornisce loro le rispettive prospettive, in
moto perpetuo. In ognuno di noi vi sar inoltre un infinito numero di differenti percezioni che si scontrano luna con laltra, mentre lequilibrio tra
loro si sposta continuamente creando nuovi disegni come pezzi di vetro
colorato in un caleidoscopio; ne consegue che ogni oggetto o idea soggetto a una molteplicit schizofrenica di visioni. Non vi pu mai essere un
completo accordo tra noi, e nemmeno allinterno di ognuno di noi, sulla
verit di qualsiasi cosa, si tratti di un oggetto inanimato, di un concetto filosofico o di una legge morale. Il fatto che non possiamo riconoscere la
verit per ci che essa , ma che riusciamo solo a percepire la verit da un
punto di vista, fondamentale per la nostra condizione. Noi abitiamo un
mondo non dissimile da quello descritto dai neoplatonici con il mito della
caverna; un mondo di distorsioni e visioni fratturate nel quale nulla pu
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essere veramente reale perch non abbiamo alcun modo per riconoscere
da soli che cosa sia la realt.
I veri nietzschiani, per i quali il relativismo positivo e liberatorio, affermerebbero che non vi pu essere, quindi, alcun assoluto e il pretendere
che esista equivale a entrare in un mondo di fantasia, nel quale la presentazione di mezze verit, metafore e maschere come se fossero verit intere,
uno strumento di controllo culturale. Se essi hanno ragione anche solo a
met, vi sono serie conseguenze per lo storico. Il passato sar sempre unillusione? Mentre ci convinciamo vanamente che stiamo contribuendo alla
conoscenza, siamo di fatto impegnati in un elaborato gioco culturale, ingannando gli altri, oltre noi stessi, e forse rafforzando uno statu quo con
il proiettare i nostri fantasmi su un passato che abbiamo costruito, pi o
meno consciamente, per soddisfare noi stessi?
Almeno in un punto, ad ogni modo, la nostra esperienza ci dice che i
nietzschiani non possono essere seguiti completamente. Se essi avessero
del tutto ragione, non vi sarebbe alcun significativo accordo sul passato, n
esisterebbe il clima intellettuale adatto ad accogliere nuove idee accettandole come illuminanti. Il fatto che vi in ogni specifico momento un consenso tra gli storici di professione su ci che per loro costituisce la verit,
cosa che suggerisce che, per quanto frammentaria sia la nostra visione, vi
per le differenti opinioni abbastanza terreno in comune perch si incontrino. Peraltro, non necessario accettare tutto quello che dicono i genealogisti per concordare con loro che, essendo i processi del pensiero storico cos
dipendenti da un ambiente instabile, la chiarezza della visione illusoria:
noi pensiamo di vedere le cose chiaramente, quando in realt le stiamo
guardando solo parzialmente, o non le stiamo guadando affatto. Qualsiasi
consenso possa esserci in un dato momento tra gli storici, esso non pu essere chiamato in modo convincente la verit; si tratta piuttosto, come ho
gi sottolineato, di una percezione della realt consona allepoca che lha
generata. Detto ci, tuttavia, ci troviamo di fronte a un paradosso: in pratica non sembra molto importante se la verit che noi cerchiamo sia o non
sia oggettiva, secondo i liberali, o relativa, secondo i genealogisti. La
prova del fatto che non importante fornita da qualsiasi confronto del lavoro effettivamente prodotto dagli storici delle due scuole di pensiero: Michel Foucault, per esempio, segn la sua conversione alla genealogia con
una pirotecnica esibizione di nichilismo critico e di paradosso chestertoniano, ma stato sottolineato che la sua pi recente produzione accademi-
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ca, come il suo History of Sexuality (Storia della sessualit), non si distingueva
in modo particolare per quanto riguarda lapproccio alle fonti originarie e al
metodo. Dal momento che i nietzschiani e i liberali si comportano pressappoco nello stesso modo quando affrontano un progetto di ricerca, sebbene
nessuno di loro sia in grado di spiegarne il perch, mi sembra che ci che
conta non sia una qualsiasi percezione di oggettivit o relativit della verit,
ma in quale misura la verit, qualsiasi essa sia, sembri essere reale, il
che un altro modo per dire che essa soddisfa parimenti lo storico e il
pubblico.
Credo che il ruolo dello storico sia quello di testimone di un importante aspetto della coscienza della societ. Il mio punto di partenza questo:
ogni essere umano autocosciente uno storico e ognuno di noi trascorre
una significativa parte di tempo nel ricordare il proprio passato come individuo, reinterpretando eventi trascorsi e prendendo decisioni alla luce della
propria storia personale, che noi chiamiamo esperienza. Uno spazio relativamente piccolo separa la nostra auto-storia, nella quale siamo impegnati a
studiare il passato delle famiglie o della societ in genere, dallattivit degli
storici di professione, che sono i custodi e gli interpreti dellesperienza collettiva, e che fanno per la societ ci che ciascun individuo fa per se stesso.
Lo studio della storia cos un esame, per conto della societ, della propria
esperienza, e non offre a questultima modelli di comportamento pi di
quanto la mia esperienza mi fornisca in termini generali gli strumenti per
affrontare ci che mi accadr domani. Nondimeno, lesperienza collettiva
per noi cruciale, e ce ne accorgiamo quando manca. Essa ha unimportanza psicologica: perch altrimenti gli psicologi affermano che i bambini
sono pi vecchi dei loro genitori? Ha inoltre un significato emozionale: il
desiderio di storia rivelata in tutte le comunit umane, da quelle pi primitive a quelle pi avanzate, unespressione collettiva delle nostre inquietudini. Le nostre storie personali ci identificano e ci caratterizzano come esseri
umani e allo stesso modo la percezione del passato necessaria a una determinata societ per la comprensione di se stessa e della propria cultura. Se la
storia presentata alla societ deve essere conforme ad un flusso di eventi in
moto perpetuo, essa deve essere costantemente riscritta per accordarsi con
la realt attuale. Foucault lavrebbe chiamato parodia, ma mi sembra che vi
sia qualcosa di molto positivo nellobbligo per tutti gli storici di ripresentare alla societ unimmagine del suo passato. Questa pu essere difficile da
accettare, dal momento che pu implicare la sfida di alcuni dei miti che si
stendono come una patina sulla superficie della visione che ogni societ ha
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di se stessa, ma tale riaggiustamento, comunque difficile, pu essere stranamente confortante perch di nuovo viene dato un senso al passato. Gli storici, approvvigionatori non tanto di verit quanto di realt soggettiva, alimentano la brama di conoscenza del passato e sorvegliano il processo attraverso il quale esso adattato al presente ed reso conforme alle sue necessit. la loro funzione di appagatori che conduce anche i nietzschiani a
sentire lobbligo che avrebbero avuto se fossero stati degli scienziati, perch anche la ricerca della realt come la si vede richiede che ci si conformi
alle prove.
Poich, comunque, un metodo di ricerca veramente oggettivo non
niente di pi che un pio desiderio, impossibile da realizzare, ovvio che dovrebbe esservi una qualche forma di protezione. Noi dovremmo riconoscere il potere del presente e i suoi pericoli, poich questo secolo pieno di
esempi del presente che si sovrappone al passato, abusando di esso per
scopi di natura morale o politica, e dovremmo, quindi, cercare di capire
come ognuno di noi personalmente avanza nel proprio studio della storia.
Naturalmente non possiamo mai percepire pi di una frazione di ci che
in noi stessi, e i pi poderosi elementi del nostro temperamento ci saranno
invisibili proprio a causa della loro importanza, ma ogni storico dovrebbe
conoscere se stesso abbastanza bene da poter identificare almeno alcune
delle forze che lo guidano, presenti dentro e intorno a lui.
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Penso che la prima cosa da dire sia che le crociate sono terminate poco
tempo fa. Ho fissato questo terminus ad quem, in diversi miei libri di carattere
generale, al 1798, con la caduta di Malta ad opera di Napoleone; perch
questo fu il momento in cui lultimo Stato-ordine appartenente a un ordine
di crociata ancora attivo, ossia Malta, cess di esistere. Cos da allora, solo
200 anni fa, le crociate non furono pi in prima linea nella mente della gente, sebbene alcuni elementi rimanessero ancora vivi. Ho ascoltato un resoconto di seconda mano del ballo che si tenne a Bruxelles prima della battaglia di Waterloo nel 1815, fattomi da una donna la cui nonna vi aveva partecipato: questultima sarebbe vissuta nellultimo periodo delle crociate.
Vi stato recentemente un aumento dellinteresse nei confronti della
storia medievale e delle crociate. La crociata un particolare tipo di guerra
santa cristiana, che ha avuto una storia molto lunga e ha sviluppato una particolare e, in termini filosofici, giustificabile ideologia, purch naturalmente ne siano accettate le premesse. Nel XVIII secolo, quando gli intellettuali
e il pubblico persero interesse e la minaccia dellIslam scomparve, non si
sent pi lobbligo delle crociate. Ma ora, nella percezione della gente comune in Europa occidentale, lIslam rappresenta nuovamente una minaccia: non sto dicendo che questa minaccia sia reale, ma che il pubblico legge
della Bosnia, del Libano, dellIran o delle Repubbliche islamiche in Russia,
e allo stesso tempo sa bene che stata resuscitata lidea di jihad, di guerra
santa; e quindi suggerirei che una ragione del crescente interesse per le
crociate il comune senso di una premonizione, o per lo meno di un disagio. Se cos, allora quello in cui io e altri storici delle crociate siamo impegnati di eccezionale importanza, perch questo un argomento che dovr essere preso molto seriamente.
La guerra santa pericolosa e sgradevole: le persone sono trascinate in
essa in maniera sconsiderata; oppure si convincono, con eguale ingenuit,
che la riconciliazione risulta semplice se solo si chiede scusa. Manovrare
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un governo cristiano nella citt, e la storia degli ordini militari, che difendevano gli stessi insediamenti latini, siano parte integrante della storia delle
crociate. I pluralisti, dallaltro lato, sono convinti che una serie di campagne, esaltate come crociate e combattute da uomini (e donne) che avevano
pronunciato i voti e godevano dei privilegi destinati ai crociati, fossero autentiche come quelle combattute per la conquista di Gerusalemme o in
soccorso della citt santa, sebbene molte di questi combattimenti avessero
avuto luogo in altri teatri di guerra - Nord Africa, Spagna, la regione del
Baltico, Europa orientale, Balcani o anche Europa occidentale - e molte venissero predicate molto tempo dopo la scomparsa dalla scena di Gerusalemme. Giles Constable ha fatto notare come i tradizionalisti si chiedono
dove stava andando una crociata []. I pluralisti, dallaltro lato, si chiedono come una crociata aveva origine e come era organizzata. Questo dibattito, che spesso fu piuttosto animato, sembr concludersi con lapparente
vittoria dei pluralisti. Non intendo addentrarmi nei dettagli sullargomento, n pronunciarmi a favore degli uni o degli altri, sebbene mi sia profondamente impegnato come ideologo del pluralismo, ma vorrei sottolineare
le conseguenze del successo del pluralismo negli anni 80 e suggerire che il
suo periodo di fulgore oggi passato.
Con la generale accettazione del pluralismo, la maggior parte degli storici descriverebbe ora le crociate come un movimento che ha avuto origine
nel 1095 ed durato almeno fino alla fine del XVI secolo, forse del XVIII.
La prima crociata fu predicata per strappare il Santo Sepolcro di Gerusalemme dal controllo musulmano, ma era appena stata lanciata che il papa
offr ai nobiluomini della Catalogna pi o meno gli stessi privilegi offerti ai
crociati in Oriente, se fossero rimasti a casa per combattere i mori. Questa
crociata fu dunque organizzata in Spagna e si estese allItalia intorno al
1135, quando ne fu predicata una contro i seguaci di un anti-papa. LItalia
doveva poi diventare un importante teatro di guerra tra il 1250 e il 1350. Le
crociate si estesero allEuropa orientale e ai Balcani nella met del XII secolo, alla Francia meridionale e allInghilterra allinizio del XIII secolo e via di
seguito. In verit, non vi quasi regione dEuropa che non sia stata in un
periodo o in un altro teatro di guerra.
Questo approccio alla storia delle crociate ha conseguenze sorprendenti sulla materia, pi radicali di quanto noi, suoi studiosi, ci siamo resi
conto in un primo tempo, perch la logica della nostra posizione, che non
ci era chiara, stata gradualmente svelata. In primo luogo, lOriente diviene
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uno dei tanti teatri di guerra e il cambiamento di enfasi significa che i musulmani perdono un po della loro importanza nella storia delle crociate. La
crociata per Gerusalemme naturalmente fu, almeno per i primi due secoli e
mezzo del movimento, lunit di misura con la quale vennero valutate tutte
le altre crociate, e i musulmani furono i principali oppositori dei crociati in
Nord Africa, Spagna e, a partire dalla fine del XIV secolo in poi, nellEgeo e
nei Balcani. Ma agli occhi dei pluralisti essi dividono il ruolo con i pagani sassoni orientali, baltici e lituani, gli sciamanisti mongoli, gli ortodossi russi e
greci, gli eretici catari e hussiti e con gli oppositori politici cattolici del papato.
I musulmani si sono spostati leggermente verso il margine proprio nel momento in cui il pubblico, bombardato dagli appelli per la presentazione di
scuse da parte dei cristiani per le crociate, ha rafforzato la propria visione del
movimento come qualcosa di specificamente antislamico.
Vi sarebbe potuta essere una maggiore resistenza a questa marginalizzazione se vi fosse stata la percezione che quei temi della storia islamica che
hanno attinenza con le crociate avevano goduto di una posizione pi viva.
In effetti, i musulmani contemporanei hanno dato grande importanza
alloccupazione cattolica del Levante. Nel 1110, in quella che deve essere
stata una rilevante protesta contro il califfato abbaside, il cad sciita di Aleppo, Ibn al-Kashshab, attacc Baghdad con i suoi sostenitori, nelle due settimane seguenti organizz dimostrazioni durante le preghiere del venerd
nella moschea del califfo e infranse la cerimonia dingresso nella citt della
moglie del califfo. Nello stesso senso, le carriere di Nur ad-Din e del Saladino nel XII secolo e di Baybars nel XIII furono costruite sulla loro abilit
nel persuadere lopinione pubblica che la loro priorit era la liberazione
delle coste dal dominio cristiano. Sebbene vi siano alcune insigni eccezioni,
gli islamisti non hanno trovato le crociate e la resistenza ad esse un argomento particolarmente eccitante, e i tentativi di scrivere una storia delle
crociate dal punto di vista arabo tendono ad essere dei pastiches di storia
occidentale con lintroduzione di alcuni passaggi pro-islamici. Allindifferenza degli islamisti si affiancato il rifiuto di molti storici occidentali delle
crociate di condurre serie ricerche sulla parte islamica della materia. Pochissimi si sono presi il disturbo di imparare larabo e tra coloro che lo hanno fatto - io sono tra questi - pochi hanno effettivamente usato tale lingua
nelle loro ricerche. Il materiale originale considerato limitato, soprattutto
a causa della scomparsa dei documenti e di conseguenza si ritiene che ci si
basi eccessivamente su racconti noti. Non stata nemmeno sentita lesigenza di tradurre i testi narrativi essenziali che avrebbero allargato di molto
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Il pluralismo poggia sulla seguente definizione: la crociata era un pellegrinaggio di guerra, di tipo penitenziale, proclamato dal papa per conto di
Cristo e combattuto in difesa della cristianit, vista come una singola entit,
contro nemici esterni e interni, da uomini (e donne) che avevano pronunciato i voti per la crociata, indicati dallindossare la croce, e ai quali si garantivano indulgenze come ricompensa per lesercizio penitenziale nel quale
erano impegnati.
Siffatta definizione comprensiva di tutte le manifestazioni di crociate, autorizzate come tali dal papato, in tutti i teatri di guerra in ogni periodo, ma le definizioni, cos come affrancano, limitano anche, e il pluralismo negherebbe il termine crociata a qualsiasi spedizione che non
fosse descritta come un pellegrinaggio, sebbene fittizio, o che non fosse
autorizzata dal papa per conto di Cristo, sia quale impresa separata sia,
come nel caso delle crociate nel Baltico dopo il 1245, quali azioni continuate, o nella quale i partecipanti non avessero pronunciato voti di un
particolare tipo, non usufruissero di indulgenze o non indossassero la
croce. Ne consegue che le guerre per linvestitura non sono state crociate:
alcune di loro avevano carattere penitenziale e furono autorizzate dai
papi, ma in nessuna di esse sono stati rintracciati voti, indulgenze o la croce. Nemmeno lo fu la spedizione organizzata da papa Gregorio IX nel
1228-29 contro limperatore Federico II nellItalia meridionale: i partecipanti non godettero di alcuna indulgenza e sui loro abiti non recavano la
croce, ma il simbolo delle chiavi.
Sebbene per i criteri di tipo pluralista per la definizione di crociata
possano essere utili, creano, se applicati in maniera troppo rigida, molti
problemi, di cui indichiamo i sei pi rilevanti.
1. Alcuni problemi sono basati sulle dichiarazioni papali e sul diritto
canonico, dal 1200 circa in poi, periodo in cui si era sviluppato il movimento delle crociate, e le formulae nelle encicliche, con cui si comunicava ai fedeli che veniva predicata una crociata, erano state elaborate completamente.
Dal 1200, a ogni modo, il movimento aveva avuto uno sviluppo di un secolo: lindulgenza impieg tutto questo tempo per raggiungere la sua forma
finale. Per gran parte del XII secolo le crociate erano state allo stadio iniziale e comunque mancano le prove di ci che sarebbe accaduto in seguito.
Sappiamo, per esempio, che i voti erano pronunciati sin dallinizio, ma non
abbiamo i primi esempi della loro enunciazione. stato anche possibile
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t in generale, anche quando le sue armate avevano obiettivi limitati ed erano organizzate da un numero relativamente piccolo di paesi. Manifestazioni di interesse nazionale avevano sempre reso questa unutopia e nel 1330
apparve una nuova e pi realistica forma, la lega di crociata, che riconosceva lesistenza del concetto di nazionalit. I partecipanti, o almeno alcuni di
loro, pronunciavano i voti e godevano di indulgenze, e le campagne militari
erano autorizzate dal papato secondo i criteri tradizionali, ma le leghe erano alleanze di un numero limitato di stati, di solito quelli impegnati in prima linea, e con esse il concetto che vedeva coinvolto lintero cristianesimo
venne gradualmente abbandonato.
6. I confratelli degli ordini militari non erano dal punto di vista tecnico
crociati. Essi non godevano di indulgenze. Come religiosi che professavano la propria fede permanentemente, non pronunciavano i voti per le crociate, che per natura erano temporanei; e le promesse dei confratelli di uno
degli ordini pi grandi, quello dellOspedale di San Giovanni, non facevano alcun riferimento alla difesa del cristianesimo. Essi erano, per, profondamente coinvolti in molte manifestazioni in cui si realizzavano le crociate,
sebbene di solito rifiutassero di combattere contro i correligionari cristiani.
Sarebbe ora assurdo, e anche antistorico, separare da ogni trattato sulle
crociate i poveri, la storia interna e le guerre di frontiera degli insediamenti
nel Levante, molte delle lotte svoltesi in Spagna, le leghe di crociata e gli ordini militari. Il pluralismo pu portare a una sorta di pedanteria, sicch io e
gli altri studiosi che seguono la mia linea, siamo stati costretti a trattare
come mutazioni quegli elementi che potrebbero essere dal punto di vista
tecnico qualcosa di diverso dalle crociate, ma che allo stesso tempo sono
stati cos strettamente associati ad esse da non poter essere ignorati e abbiamo usato il termine movimento delle crociate per poterli includere nel
nostro studio. La situazione in cui ci siamo trovati non era, naturalmente,
unica. Il dibattito riguardo alla definizione aveva avuto luogo in un mondo
in cui era tenuto in grande considerazione il generalizzare in merito allideologia. La natura delle teorie sulla giusta guerra era stata discussa sulla
scia del processo di Norimberga, della crescente controversia sul deterrente nucleare, della dottrina del bilanciamento e dellascesa di unala militare
nel movimento di Liberazione Cristiana. Quello che abbiamo fatto senza
rendercene conto stato creare un modello in un periodo in cui i modelli
venivano rappresentati dalla rabbia. Gli storici ne erano innamorati: i marxisti dei loro, gli analisti francesi della mutation fodale, altri della costituzione
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morire, secondo la quale la rivoluzione non solo ammissibile, ma obbligatoria per quei cristiani che la vedono come il solo modo efficace e di lunga portata per rendere reale lamore di tutti. Limpegno alla rivoluzione
che la carit cristiana ingiungeva era un tema prominente nei suoi scritti e la
sua morte violenta colp coloro che avevano simpatia per i suoi ideali come
testimonianza del potere del suo amore. Un teologo lo colloc tra i pi
puri, nobili e autentici esponenti e martiri del nuovo cristianesimo.
Direi che vi era poco di nuovo nella teologia della forza di Torres, rappresentando nei suoi elementi essenziali, se non nel modo di espressione,
quella che era stata lopinione della maggior parte dei pensatori cristiani in
merito a tale argomento dal V secolo almeno fino al XVIII e che portava
con s leco degli insegnamenti dei teologi patristici, sopra tutti SantAgostino, il pi grande e il pi influente degli apologisti della violenza cristiana.
Il punto di partenza in ogni discussione sulla tradizione deve essere che la
Rivelazione - le Scritture - , come noto, ambivalente. Sebbene sul Monte
Sinai Mos avesse ricevuto da Dio il comandamento non uccidere, tutti
sapevano quanto spesso questa proibizione, secondo il racconto del Vecchio Testamento della storia di Israele, era stata ignorata anche con lapprovazione divina. Tale comandamento, inoltre, era stato immediatamente modificato nel resoconto degli eventi che seguirono la sua ricezione, riportato nel Libro dellEsodo. Mentre Mos era ancora sul monte, si narra che
Dio chiese la pena di morte per gli assassini, i rapitori, le fattucchiere e coloro che maledicevano i propri genitori, avevano rapporti con animali, possedevano bovini allo stato selvaggio e ferivano mortalmente i loro vicini; e
promise di sterminare quei popoli che sbarravano il passaggio degli israeliti
alla Terra Promessa. Quando Mos discese dal Sinai con le Tavole della
Legge e trov i suoi seguaci in adorazione dellagnello doro, chiese ai figli
di Levi di massacrarli. Il significato di ci per SantAgostino era che i tremila israeliti che morirono avevano incontrato la propria fine per ordine diretto di Dio, eseguito per mezzo di Mos.
Vi era, naturalmente, una distinzione da fare tra il peso dei messaggi
contenuti nel Vecchio e nel Nuovo Testamento, ma lambivalenza stata
percepita anche in questultimo. San Paolo non sembrava essere un pacifista; e mentre da un lato Cristo aveva ordinato ai suoi discepoli lamore per i
nemici cos come per gli amici, la mitezza, la gentilezza e la resistenza passiva ai malvagi, dallaltro sembrava aver accettato tacitamente la necessit
della guerra, avendo scacciato in maniera violenta i mercanti dal Tempio e,
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secondo San Luca, alla fine dellultima cena allapprossimarsi della sua passione, aveva detto agli Apostoli:
Chi non ha spada venda il mantello e ne compri una. Perch vi dico: deve compiersi
in me questa parola della Scrittura. E fu annoverato tra i malfattori. [...] Ed essi dissero: Signore, ecco qui due spade. Ma egli rispose: Basta!
Pi tardi, quella stessa sera, sempre secondo il racconto di Luca, fu una
di queste spade che San Pietro estrasse per tagliare lorecchio a un servitore
del sommo sacerdote. Lo scopo di ci era stato, naturalmente, la realizzazione delle Scritture, e Pietro fu rimproverato da Cristo, ma se Cristo fosse
stato in linea di principio contrario alluso della forza, perch vi erano delle
spade nella sala durante lultima cena e che cosa ci faceva armato con una di
esse il primo dei suoi discepoli mentre camminava al suo fianco? In un tentativo di risolvere le contraddizioni delle Scritture, in un impero romano
divenuto cristiano con un governo cristiano che aveva ora assunto la responsabilit dei suoi predecessori pagani di garantire lordine e la difesa, si
svilupp la teologia morale della violenza. Per Agostino, accentuare le differenze tra le vecchie e le nuove leggi non rappresentava una soluzione. Se
lo stato dellumanit e la relazione delluomo con Dio avevano condotto
questultimo ad autorizzare in una determinata epoca la violenza, il fatto
che egli la proibisse in unaltra - se veramente laveva proibita - non poteva
in alcun modo evitargli di cambiare di nuovo la propria politica, se lo richiedevano le condizioni sulla terra. Era lo stesso ed unico Dio, ricordava Agostino ai propri lettori, che aveva ordinato ai profeti di fare la guerra e nel primo periodo del suo ministero incarnato in terra aveva proibito ai suoi discepoli di usare la violenza. Osare credere che Dio non ordinasse la guerra,
o osare trovare in lui delle mancanze per aver fatto ci, mostrava lincapacit di comprendere la provvidenza divina. Non era compito degli uomini
giudicare che cosa fosse giusto o sbagliato per Dio; luomo virtuoso doveva volere soltanto ci che gli era ordinato. Le contraddizioni presenti nei
racconti del Vangelo vennero alla fine risolte in due modi, nessuno dei quali particolarmente soddisfacente. In primo luogo, si argoment che nel primo periodo del suo ministero Cristo doveva rivelare ai suoi discepoli, che
erano per lo pi non istruiti, una serie di precetti assoluti e solo in un secondo tempo pot presentare loro princpi etici pi sfumati. In un successivo
momento si credette che lordine di Cristo alla resistenza passiva si applicasse a ogni persona intesa come individuo isolato, il quale non aveva nemmeno il diritto allautodifesa, ma non a coloro che erano autorizzati a usare
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la forza da una autorit, come limpero, alla quale Dio aveva dato il diritto
di legittimarla.
Per Agostino era ovvio che la violenza, quando impiegata come mezzo per ottenere la giustizia e il compimento dei comandamenti ad amare
Dio e il prossimo come se stessi, si conformava al disegno divino ed era
gradita a Dio. Le ferite, che fornivano una giustificazione per le reazioni
violente, erano manifestazioni di ingiustizia, che disturbavano lordine terreno, riflesso dellordine divino. Limpero romano doveva difendersi non
solo contro le ferite inflitte dai nemici esterni, ma anche contro lempiet e
leresia interne. Agostino seguiva San Paolo nel trattare tutti i governanti,
compresi quelli pagani, come ministri divini, ma vedeva in modo particolare gli imperatori romani cristiani come rappresentanti di Dio, che li aveva
posti, insieme al potere temporale dellimpero, a disposizione della Chiesa
per la sua difesa. Limperatore cristiano salvaguardava lunit e la predicazione religiosa, preveniva il sacrilegio, puniva il vizio e correggeva gli errori,
collaborando con la Chiesa nella soppressione delleresia. Lamore richiedeva a volte luso della forza ed era un giusto segno dellamore e della misericordia a imitazione di Cristo, per una Chiesa damore in collaborazione
con uno Stato damore, per togliere gli eretici dal loro sentiero di colpa per
il loro stesso bene, cos come nella parabola di Cristo lospite alla festa aveva inviato il suo servo per costringere coloro che erano in strada a partecipare
al banchetto.
Agostino credeva che Dio potesse scavalcare i suoi ministri in terra ordinando luso della violenza direttamente e personalmente. I precedenti da
lui citati in sostegno della sua visione della violenza decretata da Dio venivano in gran parte dal Vecchio Testamento - e il suo pi completo trattato
della materia deve ritrovarsi in una difesa del Vecchio Testamento dalle
opinioni dei manichei - ma, come ho detto, egli si era espresso in favore degli ordini diretti da Dio agli uomini, in base ai comandamenti del Nuovo
Testamento, e perci in due dei suoi ultimi lavori avanz la possibilit che
tale eventualit si manifestasse nella sua epoca. Ne seguiva che luso della
forza, ordinato direttamente da Dio, non doveva essere distinto dalle altre
forme di violenza giusta, se non per il fatto che essa era giusta senza alcun
dubbio, in quanto, se la guerra era intrapresa per obbedire a Dio, che mai
chiedeva cose sbagliate, si doveva ammettere che era giusta. Abramo si era
preparato per autorit divina a sacrificare Isacco e Mos aveva fatto la guerra: Nelle guerre condotte per ordine di Dio, Mos non aveva mostrato fe-
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spiegato non come una dimostrazione del fatto che la crociata era contro i
desideri di Dio, ma perch gli strumenti per attuare questo particolare piano divino erano troppo indegni, e questo il motivo per cui i crociati, nel
tardo Medioevo, attrassero allo stesso tempo moltissime lodi e ingiurie da
parte di tutti. Per spiegarne adeguatamente le alterne vicende, dobbiamo
sottolineare il fondamentale lato ideologico della critica nei confronti del
movimento.
La tradizionale idea del servizio militare per Cristo, che era destinata a
essere attuale, fu rafforzata con luso di metafore antropomorfiche dai predicatori, che cercavano di andare incontro alle aspirazioni della societ alla
quale sindirizzavano e descrivevano spesso Cristo come padre di una nobile stirpe che aveva perso il suo patrimonio e chiedeva aiuto ai suoi figli
per recuperarlo.
Mi rivolgo a padri, figli e nipoti. Se un estraneo colpisse uno di voi non lo vendichereste forse? Quanto pi dovreste vendicare il vostro Dio, vostro padre e vostro fratello, che
vedete vituperato, cacciato dalle sue propriet, crocifisso!
In altre parole i crociati erano chiamati a raccolta in un feudo di sangue. Sin dallinizio Cristo fu anche descritto come un signore che esigeva il
servizio militare dai suoi sudditi, ma questa immagine divenne particolarmente popolare intorno al 1200, quando il papa di quel tempo ne fece grande uso e i predicatori svilupparono nei propri sermoni il linguaggio usato
nelle encicliche papali.
In verit il Signore afflitto per la perdita del suo patrimonio. Egli vuole mettere
alla prova i suoi amici e vedere se i suoi vassalli sono fedeli. Se qualcuno possiede un
feudo per concessione di un sovrano e lo abbandona quando egli attaccato e perde la
propria eredit, quel vassallo dovrebbe essere giustamente privato del proprio feudo.
Voi possedete il vostro corpo, la vostra anima, il vostro sangue e ogni altra cosa per concessione del pi alto imperatore. Oggi egli vi ha chiamato a raccolta per correre in suo
aiuto nella battaglia.
Tra i crociati la nozione di servizio armato a favore di Dio entusiasm
coloro gi portati per quelle forme di ostentazione stravagante che erano
una caratteristica della loro vita di tutti i giorni. Vi era sempre stata una tendenza verso la magnificenza, anche durante i pellegrinaggi: sessantanni
prima della prima crociata il duca Roberto di Normandia aveva viaggiato a
Gerusalemme con grande pompa, spargendo elemosine al suo passaggio, e
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XIII secolo era anche diventato usuale per molti portare la croce senza
per partire per la guerra: attraverso la pratica della sostituzione o della redenzione, essi inviavano al loro posto un altro o contribuivano alla causa finanziariamente. Non tutte le crociate erano quelle faccende elaborate e organizzate che alimentavano la fantasia popolare, ma potevano anche essere
di piccole dimensioni o formate da piccoli gruppi che partivano in periodi
diversi lungo un certo numero di anni; gli anni intorno al 1170 o la fine del
XIII secolo hanno visto molte crociate di questo tipo.
Nessun argomento storico ha subto mutamenti come la storia delle
crociate negli ultimi trenta anni, trasformazioni cos profonde che la descrizione tratteggiata da sir Steven Runciman, che mi ispir da adolescente,
oggi quasi irriconoscibile. In particolare si era soliti ritrarre i crociati come
animati da crudeli motivazioni materialiste, e cos ancora oggi in Israele e
nel mondo arabo, ma altrove essi sono descritti in termini ideologici, e cercher di spiegarne il perch.
Impero
La credenza che le crociate fossero unimpresa coloniale, il cui scopo
era quello di acquisire terra per gli stanziamenti, era molto diffusa. Allepoca dellimperialismo positivo, intorno al 1900, la prima crociata fu vista
come latto inaugurale dellespansione dellEuropa, cosa che avrebbe
portato, con una frase gradita agli storici francesi, al primo impero francese. Questa idea fu raccolta poi dai britannici, in particolare al tempo delle
vittorie di Allenby sui turchi e del suo ingresso a Gerusalemme. Per ovvie
ragioni essa stata in gran parte abbandonata in Occidente, sebbene la sua
eco si protragga negli scritti di Jean Richard, un allievo di Ren Grousset, il
pi grande tra gli storici del periodo imperiale. Limmagine di una societ
coloniale stabilitasi sulla scia delle crociate ha, per, una particolare attrazione per gli storici arabi e israeliani. Essa fu introdotta nel mondo arabo
dai primi nazionalisti, molti dei quali avevano ricevuto uneducazione di
stampo francese o britannico; ed stata recentemente rafforzata da un magnifico libro scritto da Ronnie Ellenblum, un geografo e storico israeliano,
il quale dimostra che nel XII secolo vi stata una colonizzazione europea
delle regioni rurali della Palestina molto pi intensa di quello che si era supposto e che ci stato contraddistinto da importanti miglioramenti del sistema di irrigazione e di quello stradale, cos come nellamministrazione
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della terra. I suoi argomenti non sono del tutto popolari in Israele, dove si
mantenuto vivo il mito secondo il quale gli ebrei sono stati il primo popolo
ad aver amministrato correttamente la terra, ma si sostiene limmagine di
un Occidente espansionista, spinto dalla crescita demografica a colonizzare e sfruttare la terra ben oltre i suoi limiti.
La prova comunemente portata a sostegno di questa teoria fu fornita
da un monaco tedesco, Ekkehard, che descrisse come si presentava verso
la fine del X secolo un passaggio di poveri emigranti. Egli faceva risalire la
loro situazione disastrosa a unepidemia di ergotismo che stava percorrendo lEuropa occidentale, e alle difficolt economiche, alle quali si fa riferimento anche nel resoconto, scritto dieci anni dopo i fatti, del sermone letto
al Concilio di Clermont durante il quale papa Urbano II chiam a raccolta
per la prima volta i crociati. Diversi anni di siccit avevano sicuramente
provocato in Francia raccolti poveri, scarsit di cibo e anche lergotismo,
una malattia terribile che poteva portare alla pazzia e alla morte, e che era
causata dal mangiare pane fatto con segale non raffinata. Le armate del
1096-1102, 1147-9 e del 1190 erano accompagnate da orde di poveri pellegrini, ai quali non si poteva impedire di prendere parte alla spedizione e di
attaccarsi come patelle ai componenti pi professionali.
Quando le spedizioni di vaste dimensioni si mossero per mare verso
Oriente, i poveri scomparvero dalla scena, poich ora era necessario qualcosa di pi dei piedi e della determinazione: infatti, dovevano pagarsi il
viaggio sulle navi. Intorno al 1100, in ogni modo, possibile che molti di
loro approfittassero della possibilit di farsi una nuova vita, ma in verit
sappiamo assai poco di costoro, a parte le loro idee e aspirazioni. Essi appaiono abbastanza spesso nei resoconti, ma di solito solo come una massa
amorfa, causa di problemi per i comandanti, in particolare al momento di
doverli sfamare. Devono essere stati falcidiati da un alto tasso di mortalit
ed difficile immaginare che i superstiti abbiano avuto i mezzi o le forze di
ritornare a casa alla fine della prima crociata. Certamente alcuni rimasero
nella Siria settentrionale quando le armate marciarono verso sud, altri devono essersi fermati in Palestina mentre i crociati, che potevano permetterselo, fecero ritorno a casa.
Unaltra categoria, oggetto di discussione, quella dei marinai e dei
mercanti delle citt marinare italiane, che stavano gi acquisendo importanza grazie alla rinascita del commercio nel Mediterraneo e che vennero
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coinvolte velocemente nelle crociate: Genova nel 1098, Pisa nel 1099 e Venezia nel 1100. stato spesso sottolineato che la prima crociata forn a Genova e a Pisa lopportunit di affiancarsi a Venezia sulle vantaggiose rotte
del mercato orientale. Alcune persone appartenenti alle tre citt costruirono subito delle fabbriche sulla costa di Levante garantendosi cos dei privilegi commerciali in cambio dellaiuto da loro fornito per la conquista dei
porti. Ma di sicuro n Genova n Pisa, e probabilmente nemmeno Venezia, vi parteciparono di loro iniziativa; esse avevano risposto agli appelli diretti del papa per aiutare lapprovvigionamento delle armate e i loro stessi
resoconti descrivono la loro partecipazione in termini ideologici. I porti del
Levante avrebbero dovuto diventare fonte di grande profitto per esse, ma
negli anni intorno al 1090 non erano allo stesso livello di quelli dellEgitto.
Sarebbero state le modifiche apportate alle vie commerciali asiatiche verificatesi settantanni dopo a rendere i pi grandi porti della Palestina e della
Siria i capolinea delle principali vie delle spezie provenienti dallEstremo
Oriente.
Le prove che gli uomini darme erano intenzionalmente impegnati sin
dallinizio in una avventura coloniale sono ancora pi deboli di quelle concernenti i poveri e i mercanti. Vi un ostile riferimento di quel tempo al
condottiero crociato Boemondo di Taranto nelle Gesta di Goffredo Malaterra, un monaco normanno residente in Italia meridionale nonch sostenitore di Ruggero I di Sicilia, zio e oppositore politico di Boemondo. Questi, che secondo Goffredo aveva preso la croce solo perch voleva ritagliare per s una parte di territorio dellimpero bizantino, era un uomo deluso,
cui il padre aveva lasciato le terre da lui conquistate ai greci, sulla costa
orientale dellAdriatico, poi subito perdute, mentre il suo pi giovane fratellastro aveva ereditato il ducato di Puglia. Boemondo aveva creato per s
un vasto e, nei limiti del possibile, indipendente principato nellestremit
dellItalia meridionale, che comprendeva anche le citt di Bari e Taranto,
ma non aveva il rango che deve aver desiderato con insistenza; un suo ammiratore scrisse che era sempre alla ricerca dellimpossibile. Un altro
uomo che forse era stato mosso dalla ricerca di un principato in altri luoghi
era Baldovino di Boulogne, i cui fratelli maggiori erano il conte di
Boulogne e il duca della Bassa Lorena. Anche egli era stato deluso poich,
destinato in origine alla carriera ecclesiastica, non aveva partecipato alla
spartizione delle propriet terriere della famiglia. Ma gli esempi a sostegno
di questa tesi sono pochi. Anche il clan dei Montlhry, un gruppo di nobili
di rango medio che ebbe pi successo nello sfruttare allinizio il movimen45
to, sembra sia stato spinto a partecipare alla crociata principalmente dai
suoi benefici spirituali.
Dobbiamo ricordare che sebbene la prima crociata abbia dato inizio al
processo con cui gli europei occidentali conquistarono e si insediarono in
molti territori costieri del Mediterraneo orientale, molto improbabile che
ci fosse stato pianificato sin dallinizio. Il papa e i capi militari devono aver
pensato che una volta che le armate avessero raggiunto Costantinopoli essi
avrebbero fatto parte di una forza molto pi grande, sotto il comando
dellimperatore bizantino, del cui impero Gerusalemme aveva una volta
fatto parte, e da allora in poi vi sarebbe stata una campagna militare che, in
caso di successo, avrebbe restaurato il governo greco nel Levante. Fu solo
quando gli occidentali scoprirono che limperatore non era interessato a
guidarli ed era pronto ad affiancare a loro nullaltro che un forza militare
greca relativamente piccola, che essi presero la decisione di aprirsi la strada
da soli: oltre un anno dopo, mentre erano ad Antiochia, speravano ancora
che limperatore e il suo esercito li avrebbero raggiunti. La maggior parte
dei crociati ritorn in Europa alla conclusione della guerra; secondo un resoconto, in ventimila (ovviamente unesagerazione) si riunirono nellautunno del 1099 a Latakia in Siria per far ritorno a casa. Nellestate del 1100
si rifer che vi erano solamente trecento cavalieri occidentali e lo stesso numero di armati a piedi in quelle parti della Palestina meridionale poste sotto
il controllo dei cristiani. Vi erano stati naturalmente anche degli insediamenti in Siria e nellIraq settentrionale e i coloni si stavano muovendo
allinterno della Galilea, mentre i trecento cavalieri includevano il venticinque per cento dei milleduecento che un anno prima si era detto stavano assediando Gerusalemme; ma nel frattempo, in autunno e in primavera, vi
erano stati dei rinforzi. Punto ancor pi essenziale, uno studio dei singoli
individui dei quali si conosce qualcosa conferma che la maggior parte dei
crociati se ne and appena pot.
Ho identificato 549 uomini e donne che sicuramente presero la croce
per la prima crociata e altri 242 che probabilmente fecero altrettanto. Su
queste 791 persone, si sa che al massimo 104 si sono insediati in Oriente.
Di questi 15 sono rimasti solo pochi anni per poi ritornare in Occidente; alcuni di loro possono aver contribuito alla difesa dei nuovi insediamenti
adempiendo a un incarico di carattere religioso. Degli 89 che sembrano essersi insediati stabilmente, 11 erano alle dipendenze di grandi magnati e per
una ragione o per laltra decisero di rimanere, e 21 erano uomini di chiesa.
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da una serie di fatti tra i quali la decisione di due suoi zii di andare a Gerusalemme; uno di questi aveva venduto la sua parte di propriet a Saure e laltro le aveva dato la propria in pegno. Gesti di apparente generosit tra familiari possono essere stati compiuti per evitare la degradazione dei patrimoni. In Italia meridionale Tancredi Marchisus fu sovvenzionato dal suo
tutore e cos non dovette vendere la propria eredit. Prima di partire a seguito dellesercito crociato guidato da Erberto di Thouars nel 1101, Fantino e suo figlio Goffredo raggiunsero un complicato compromesso secondo il quale il padre lasciava le propriet a sua moglie e al figlio, il quale
avrebbe poi venduto la sua parte alla madre. Gli zii materni avevano spesso
interesse a proteggere i figli delle proprie sorelle, in contrapposizione agli
zii paterni che erano potenziali rivali. Savary di Vergy compr il feudo di
suo nipote, il crociato Goffredo II di Donzy, e lo impegn poi per non
meno di 8000 solidi, rinunciando allo stesso tempo ai diritti che aveva rivendicato, al fine di raccogliere il denaro per poter pagare il nipote. Il signore di
Amboise, Hugo di Chaumont-sur-Loire, diede in pegno il suo possedimento al marito di una zia paterna e in pi ricevette una sostanziosa somma
di denaro da uno zio materno.
chiaro che i costi dellavventura rappresentavano una preoccupazione per le famiglie dei crociati che perci affrontavano la questione della
vendita delle propriet patrimoniali con cautela. Lidea della strategia familiare incentrata sulla partenza dei maschi indesiderati deve essere considerata un mito, perch avere un crociato in famiglia sarebbe costato molto
pi di ci che si sarebbe speso se lindividuo fosse rimasto a casa; e se anche
tutti fossero stati cos pazzi dal pensare, nel 1096, che la crociata sarebbe
stata unavventura vantaggiosa e relativamente indolore, una tale idea sarebbe stata considerata una follia dopo che le prime armate erano andate in
Asia. Lunica strategia familiare indicata dalle testimonianze scritte quella
che si sviluppava dopo che il crociato aveva preso la sua decisione ed era
pianificata da tutta la famiglia, compresi i parenti della madre, per ridurre il
pi possibile i costi e mantenere la propriet delle terre nelle mani della famiglia stessa.
Motivazione religiosa
Se le crociate erano unesperienza costosa e spiacevole, che cosa spingeva gli uomini (e le donne) a parteciparvi? Per dare una risposta, si deve
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zialmente dai membri di una societ pervasa dai valori marziali. Alla fine
dellXI secolo e allinizio del XII era quasi impossibile per un laico senza
ricchezze, chiuso in un mondo dove predominava il fare da s e proliferavano le faide di sangue, evitare di commettere peccati gravi. Gli uomini di
chiesa, impegnati in un programma di evangelizzazione, avevano sviluppato delle tecniche per raggiungere la mente di molti degli uomini ai quali si rivolgevano, ma non avevano ancora sviluppato le misure necessarie per alleviare le coscienze che essi stimolavano. Uno dei fatti che seguirono alla
prima crociata fu la distribuzione da parte della Chiesa di palliativi, ma
lEuropa occidentale rimase ancora segnata dallansia del peccato e una
conseguenza di ci fu lattrazione per molti (sebbene assolutamente non
per tutti) verso le crociate, che fornivano lopportunit di rifarsi una vita.
Sebbene nel corso del tempo laspetto penitenziale delle crociate venisse temperato dalla cultura cavalleresca, rimase centrale, come abbiamo
visto, dal punto di vista etico, sicch i preparativi per le crociate furono
sempre circondati da unatmosfera di penitenza. Esempi di questo atteggiamento sono il fatto che, nel 1147, re Luigi VII di Francia pass alcune
ore prima della partenza tra i malati di un lebbrosario, o che re Corrado III
di Germania fu persuaso a unirsi alla crociata dopo che un sermone di San
Bernardo gli aveva ricordato che sarebbe stato soggetto al giudizio divino.
Il linguaggio penitenziale raggiunse il massimo quando il cristianesimo occidentale era in stato di prostrazione a causa della caduta di Gerusalemme
nelle mani del Saladino, nel 1187. Il tono fu definito da unenciclica papale,
la quale proclamava che la nuova crociata era unopportunit per pentirsi
e fare del bene e, una volta iniziata, la crociata venne predicata ovunque in
termini penitenziali. Sessantanni pi tardi, il desiderio di un crociato di
non lasciare alcuno dietro s con rancore mosse re Luigi IX di Francia a
stabilire che frati enquteurs raccogliessero e giudicassero le lamentele nei
confronti degli ufficiali reali e che il suo compagno Giovanni di Joinville
chiamasse a raccolta la sua corte feudale per permettere di rendere pubblico qualsiasi motivo di lagnanza che i suoi vassalli potessero avere nei
suoi confronti. Il linguaggio penitenziale pervadeva un sermone di quel
tempo diretto ai crociati: Noi portiamo la croce quando proviamo piet
per le infermit dei nostri vicini [...]. Noi portiamo la croce attraverso la
mortificazione della carne [...]. Chiunque ascende alla croce penitenziale
non dovrebbe preoccuparsi di discenderne. Era caratteristico di questa
combinazione di piet penitenziale e melodramma il fatto che Luigi, alla
sua seconda crociata, fosse, in punto di morte, adagiato su un letto di ce52
neri davanti a Tunisi. Le sue ultime parole, con un filo di voce, furono:
O Gerusalemme, o Gerusalemme. Il toccante libretto di fra Sabba di
Castiglione dei Cavalieri di Malta contenente dei consigli diretti a un nipote
che era entrato nellordine, edito per la prima volta nel 1549, ha un tono
cos spirituale e penitente come nessun altro lavoro di quel tempo pubblicato ed emanato da un ordine della Controriforma.
La natura penitenziale delle crociate aiuta a spiegare perch, dopo la
violenza spesso rivoltante, laspetto pi caratteristico di ogni spedizione
fosse quello liturgico. I primi crociati iniziavano la nuova tappa della marcia a piedi nudi e digiunavano prima di ogni scontro importante. Nel giugno del 1099 andarono in processione attorno alla citt di Gerusalemme,
ancora nelle mani dei musulmani, visitando i luoghi santi fuori le mura, a
piedi nudi, e portando le croci. Quando nel 1219 lassedio di Damietta in
Egitto stava volgendo al peggio, il clero proclam un digiuno di tre giorni e
decret che ogni sabato larmata andasse in processione a piedi nudi, cantando salmi e litanie.
Trentanni pi tardi la nave di Giovanni di Joinville salp dalla Roche-de-Marseille mentre i preti a bordo intonavano il Veni, creator Spiritus.
La liturgia penitenziale non era confinata alle spedizioni. I crociati sapevano che mentre essi erano in guerra, una colonna di preghiere si sarebbe alzata verso il cielo dallEuropa occidentale, sia per intercedere per loro conto, sia a fini penitenziali, perch il fallimento della guerra di Dio sarebbe
stato il risultato delle colpe degli uomini e delle donne che erano rimasti a
casa, cos come di quelle dei combattenti.
Incombe su noi tutti - scrisse papa Gregorio VIII nel 1187 - riflettere e scegliere di
fare ammenda dei nostri peccati attraverso il castigo volontario e rivolgerci a Dio nostro
Signore con sentimento di penitenza e atti di piet; e dovremmo fare ammenda, dentro di
noi, dei nostri errori e poi rivolgere la nostra attenzione al tradimento e alla malizia del
nemico.
Dal quarto Concilio Laterano allinizio del XIII secolo fino al Concilio di Trento nella met del XVI, ogni Concilio generale della Chiesa fu
ufficialmente convocato sulla base del fatto che nessuna crociata avrebbe
avuto veramente successo senza una riforma della Chiesa e del cristianesimo. Nel 1213 fu introdotto da papa Innocenzo III un nuovo elemento
nel rito della Messa. Prima della Pax tutti gli uomini e le donne dovevano prostrarsi in terra mentre il Salmo 78 (79) - O Dio, i pagani sono en-
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trati nella tua eredit - era cantato o recitato e seguto da una preghiera
per la liberazione della Terra Santa. Verso la fine del Medioevo una delle
preghiere pi popolari, il Gregorio Trigesimo, univa lintercessione per i
morti, il pentimento e la liberazione della Terra Santa in un modo che dimostrava come la crociata si fosse solidamente affermata nel sistema penitenziale della Chiesa.
Predicare le crociate
Tra il 1266 e il 1268 Umberto di Romans, probabilmente dopo San
Domenico il pi grande maestro generale del XIII secolo, appartenente
allordine dei Predicatori, che aveva rassegnato le dimissioni alcuni anni
prima e viveva in ritiro nel convento di Lione, scrisse il De praedicatione sanctae Crucis contra Saracenos, un manualetto per i predicatori della Croce. I frati
mendicanti erano diventati i regolari agenti reclutatori dei crociati, e Umberto deve aver scritto pensando ai suoi confratelli; sebbene, in vista della
stretta associazione dei domenicani con lordine Teutonico in Prussia,
sorprendente che si sia concentrato solo sulla predicazione della guerra
contro i musulmani. Il suo trattato, per, suscit grande interesse: ne sopravvivono numerose versioni manoscritte e venne stampato a Norimberga intorno al 1495, in un periodo in cui si ebbe un ritorno dentusiasmo nei
confronti delle crociate sulla scia delloccupazione di Granada in Spagna
nel 1492 e della discesa dei francesi in Italia due anni pi tardi, descritta
come il preludio allinvasione della Grecia e alla sua riconquista ai danni dei
turchi. Servendomi di questo, di alcuni dei sermoni rimasti e di altro materiale, cercher di descrivere la predicazione della Croce nella parte centrale
del Medioevo.
Un crociato era, o si supponeva che fosse, un volontario, perch egli (o
ella) doveva aver pronunciato un voto che nel diritto canonico era un atto
volontario. Ne conseguiva che, per quanto seria fosse la situazione in un
qualsiasi teatro di guerra, i papi e i loro propagandisti non potevano forzare
gli uomini a prendere la Croce; ma dovevano persuaderli a farlo e ci significava che dovevano esprimere una sofisticata teologia della guerra in termini comprensibili dal loro pubblico, cercando di venire incontro nel
modo migliore alle aspirazioni della societ alla quale si rivolgevano. Si
deve ricordare, in proposito, che andavano in giro a convincere degli uomini a impegnarsi in qualcosa di spiacevole. Come abbiamo visto, sin dallinizio le crociate furono estremamente costose e i costi salirono sempre pi a
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mente formulato con suo fratello Rual. Durante la sua assenza, le sue terre
e le sue rendite, che erano descritte in modo esauriente, dovevano essere
divise tra suo fratello da un lato e sua moglie e sua figlia dallaltro. Seguivano poi le clausole che coprivano ogni eventualit inerente a un nuovo matrimonio della moglie o al matrimonio della figlia fino alla morte dello stesso Baldovino. Rual promise che avrebbe trattato sempre Baldovino e le
due donne fedelmente, che non avrebbe cercato di sottrarre le propriet
alle quali avevano diritto e di aiutarle contro chiunque avesse loro nuociuto
anche a costo di combattere egli stesso. Laccordo, che dimostra chiaramente la minaccia rappresentata da un fratello pi giovane, e probabilmente scapolo, nei confronti della moglie e della figlia di un crociato e la necessit di prendere le misure atte a contrastarlo, mentre il crociato si trovava
lontano migliaia di chilometri, fu firmato da dieci testimoni e di esso si fece
garante il diretto signore di Baldovino. Anche in seguito, quando vi furono
leggi pi efficaci a protezione dei possedimenti e delle famiglie dei crociati
assenti, le cose potevano andare malissimo. Sei settimane dopo la partenza
di William Trussel, nel 1190, sua moglie venne uccisa dal di lui fratellastro
illegittimo e il cadavere venne gettato in una cava di marna. Quando, nel
1220 Ralph Hodeng ritorn in Essex, trov la sua figlia ed erede sposata a
uno dei suoi vassalli.
Non sarebbe mai stato facile persuadere qualcuno, a parte gli psicopatici e i disperati, a impegnarsi in qualcosa di cos costoso e arduo, e il compito dei predicatori era reso pi difficile dalle convenzioni della societ alla
quale essi si rivolgevano. LEuropa occidentale restava relativamente insicura e gli uomini e le donne, uniti attraverso i legami della signoria e della
stirpe, non potevano agire efficacemente senza dipendenza reciproca, disciplina interna (per quanto indisciplinati potessero essere al momento di
affrontare gli altri) e cooperazione. La spontaneit era disapprovata. La
crociata condivideva con il matrimonio e con la professione religiosa la caratteristica rappresentata dal fatto che le persone vi aderivano liberamente,
e in teoria la Chiesa tendeva ad affermare la natura volontaria di tali voti,
ma era difficile pretendere che la societ rispettasse lindipendenza di pensiero e azione ad essa aliena. Per esempio, era insolito per un individuo resistere a una decisione collettiva presa dai parenti in materia di matrimonio.
Era pi semplice operare delle scelte relativamente libere per quanto riguardava la religione. Gli uomini di chiesa progressisti disapprovavano la
pratica di consegnare agli istituti religiosi i bambini come offerte e vi sono
molti esempi di adulti che decidevano liberamente di imbarcarsi in partico56
lari forme di vita religiosa; e in verit la fenomenale crescita di queste nellepoca centrale del Medioevo fu dovuta in parte allabilit dei maestri nellattrarre i discepoli. Anche cos, pochi bambini oblati potevano opporre resistenza nei confronti della decisione della famiglia di metterli in una comunit religiosa; sebbene Tommaso DAquino non abbia preso mai i voti
come benedettino, vi sono prove da parte del Limosino, un secolo e mezzo
prima, di un ragazzo dalla mentalit indipendente che aveva reso ai monaci
la vita cos difficile da riuscire quasi a liberarsi. I predicatori della Croce dovevano persuadere i loro ascoltatori a prendere delle decisioni spontanee,
cosa che non riusciva loro naturale, dedicandosi a imprese che avrebbero
potuto distruggere le loro vite, gettarli sul lastrico, mutilarli o anche ucciderli, creare problemi alle famiglie, del cui sostegno essi avevano comunque bisogno per realizzare le loro promesse.
In che modo i predicatori diffondevano il loro messaggio? Normalmente si intraprendeva un viaggio, seguendo lesempio del primo predicatore ufficiale delle crociate, papa Urbano II, che proveniva dalla classe militare francese. Egli, allora sessantenne, si imbarc in un viaggio di un anno
attraverso la Francia (ho calcolato che percorse circa 200 miglia) visitando
posti di campagna i cui cittadini mai avevano visto a memoria duomo un re
o unaltra personalit di tale importanza internazionale, accompagnato da
uno stuolo di cardinali, arcivescovi e vescovi, il cui personale di viaggio
deve essere stato immenso e il cui seguito deve essersi esteso per miglia attraverso le campagne. Il papa cavalcava attraverso le strade indossando la
tiara e consacrava cattedrali e basiliche di monasteri con tutta la scenografia
liturgica del caso.
Egli consacr solennemente la basilica reale (di Saint Martial a Limoges) [...] per
autorit apostolica e la benedisse con acqua santa. Gli arcivescovi (ve ne erano cinque, insieme a sei vescovi) lo accompagnarono in processione dentro e fuori la basilica, spruzzando acqua santa. Poi con le sue stesse mani il papa lav laltare del Signore Salvatore con
acqua benedetta, la unse con crisma e olio santo, vi ripose le reliquie dei santi e quindi
cant messa allo stesso altare, circondato da una grande folla.
In seguito egli predic la Croce. Cinquantanni pi tardi, San Bernardo
di Chiaravalle viaggi in Francia, nelle Fiandre e in Renania. Nel 1188 larcivescovo Baldovino di Canterbury viaggi nel Galles, accompagnato da
alcuni interpreti mentre Enrico di Marcy, cardinale vescovo di Albano, attravers la Germania. Nel 1213 papa Innocenzo III costitu un elaborato
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grandi feste patronali, trovandosi a Saint-Gilles per la festa del santo patrono, a Le Puy, il pi grande santuario mariano del tempo, per la festa dellAssunzione, a Poitiers per la festa di SantIlario. Nel 1188, in occasione del
suo pi importante sermone in Germania, Enrico di Marcy scelse la quarta
domenica di Quaresima, la domenica del Laetare, in cui lintroito della messa inizia cos: Rallegrati, Gerusalemme, e riunitevi tutti voi che la amate.
Rallegratevi con gioia voi che avete sofferto. Nel 1291 larcivescovo di
York, con limpiego di domenicani e francescani di tredici comunit, organizz dei raduni di predicazione che dovevano tenersi contemporaneamente, in trentasette luoghi diversi allinterno della sua diocesi, il 14 settembre, festa dellEsaltazione della Croce.
Anche il luogo era scelto accuratamente ed era spesso allaperto per
poter raggiungere il massimo effetto. La proclamazione di guerra di papa
Urbano II venne effettuata in un campo fuori Clermont, alla fine di novembre, ed egli predic sulla riva della Loira nel seguente mese di marzo.
San Bernardo predic la croce allaperto cinquanta anni dopo, e lo stesso
fece papa Innocenzo III cinquanta anni dopo ancora; e la pioggia contribu a ucciderlo. Era impiegata qualsiasi tecnica per creare un senso di teatralit, unatmosfera nella quale sarebbe stato pi facile assumere impegni in maniera spontanea. Nel 1096 il predicatore errante, Pietro lEremita, portava con s una lettera che asseriva essergli stata inviata dal paradiso. Un secolo e mezzo dopo il sovrano dUngheria, il demagogo che ispir la crociata dei Pastori, portava una lettera che dichiarava essergli stata
consegnata dalla Beata Vergine Maria. Nel 1146 San Bernardo persuase il
re di Francia, che aveva preso la croce in forma privata, a mostrarsi seduto sul trono portando la croce stessa e ad ascoltare il suo discorso. Negli
anni intorno al 1190 i predicatori stavano in piedi davanti a una grande
tela sulla quale erano dipinti alcuni musulmani a cavallo che profanavano
il Santo Sepolcro.
Le riunioni iniziavano con la messa cantata alla presenza del maggior
numero possibile di ecclesiasti anziani della regione. In Frisia, nel giugno
del 1214, Oliviero, lo scolastico di Colonia, riun abati e priori delle locali
comunit cistercensi, premonstratensi e cluniacensi. In seguito veniva letta
e tradotta ogni lettera papale con la quale si chiamavano a raccolta i cristiani
per una particolare crociata: era usuale per i predicatori delle crociate portare copie di esse nelle proprie bisacce. Questo spiega le parole di alto valore emotivo con le quali molte di queste lettere iniziavano.
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Tra tutti i mezzi nel corso degli affari temporali che la divina sapienza ha disposto
per lesercizio dellamore, non facile per noi pensare a qualcosa in cui questo amore possa essere espresso pi gloriosamente in termini di virt e pi vantaggiosamente in termini
di ricompense dellaiuto alla Chiesa dOriente e alla fede cristiana e lo stesso pu dirsi della loro difesa contro il massacro dei pagani, cosicch [] tutti dovrebbero lodare lo splendore della forza della fratellanza. [papa Alessandro III, 29 luglio 1169].
Nellintendere con quale severo e terribile giudizio la terra di Gerusalemme stata
colpita dalla mano divina, noi e i nostri fratelli fummo turbati da un cos grande orrore e
afflitti da un cos grande dolore che non potevamo decidere facilmente cosa fare o dire; in
simile situazione il salmista si lamenta e dice: O Dio, i pagani sono entrati nella Tua
eredit. [papa Gregorio VIII, ottobre-novembre 1187].
Poich in questo momento vi unurgenza, pi obbligatoria che mai, di aiutare la
Terra Santa nel suo grande bisogno e, poich noi speriamo che laiuto inviato ad essa sia
pi grande di quello che lha mai raggiunta prima, ascoltate quando, raccogliendo il vecchio grido, noi gridiamo a voi. Noi gridiamo per conto di colui che morente grid ad alta
voce sulla croce, essendo obbediente a Dio Padre fino alla morte sulla croce, gridando affinch potesse strapparci dalla crocifissione della morte eterna []. Egli ha garantito
(agli uomini) unopportunit per conquistare la salvezza, anzi di pi, uno strumento di
salvezza, affinch coloro che combattono con fede saranno da lui colmati di gioia, ma coloro che rifiutano di prestare a lui il servizio che gli devono in una crisi di cos grande urgenza, meriteranno giustamente la condanna alla dannazione nel Giorno del Giudizio.
[papa Innocenzo III, 19-29 aprile 1213].
Il predicatore si lanciava poi nella sua omelia, che, secondo una prassi
comune, era basata, almeno in parte, sullenciclica che era appena stata letta. Abbiamo visto che attorno al 1190, lasciandosi guidare dalla grande lettera Audita Tremendi del 1187, la crociata era predicata ovunque in tono esageratamente penitenziale e limmagine di Cristo come un re o un signore
feudale, presentata da papa Innocenzo III nella sua lettera Quia Maior del
1213, era stata sviluppata, in un sermone giunto fino a noi, da Giacomo di
Vitry, uno dei suoi predicatori. Era considerato importante raggiungere un
pubblico pi vasto possibile, ma nel periodo centrale del Medioevo ogni
desiderio di raggiungere le masse era controbilanciato dalla paura che queste avrebbero veramente insistito per unirsi alla crociata. Le prime crociate
avevano dimostrato quale problema potevano rappresentare i non combattenti; essi avevano rallentato lavanzata, si erano rivelati anche meno
controllabili dei cavalieri e avevano gravato sui comandanti incaricati di
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sfamarli. Essi dovevano essere tollerati dal momento che le crociate erano
anche dei pellegrinaggi, che tradizionalmente attiravano le donne, gli anziani e i malati, e sarebbe stato impossibile, per il papa o per chiunque altro, limitare la partecipazione ai soli uomini giovani e in salute. Le redenzioni per
le crociate, mediante le quali gli inadatti erano incoraggiati a trasformare i
loro voti in elargizioni in denaro, furono regolarizzate da papa Innocenzo
III e causarono scandalo, sebbene nel quindicesimo secolo, quando la
priorit era diventata la difesa dei Balcani contro i turchi, venissero fatte rinascere le Crociate dei Poveri, e le armate popolari venissero reclutate da
grandi predicatori come Giovanni di Capistrano. In ogni caso, era naturale
per i predicatori insistere su temi ed exempla che avrebbero interessato nobili e cavalieri. Tra le famiglie di questi, inoltre, si era sviluppata una tradizione a parteciparvi che, intorno alla met del tredicesimo secolo, pesava
grandemente su molti uomini darme e li predisponeva a questo impegno.
Giovanni di Joinville, lautore di un famoso resoconto sulla crociata alla
quale partecip, prese la croce e accompagn re Luigi IX di Francia in
Oriente nel 1248, subito dopo aver raggiunto let per il rango di cavaliere.
I valori familiari devono aver contribuito alla sua decisione. Suo nonno era
morto nella terza crociata, due suoi zii avevano partecipato alla quarta e suo
padre era stato un albigese e aveva partecipato alla quinta. Riguardo allo
stesso Luigi IX, suo padre, suo nonno e suo bisnonno erano stati crociati e,
per quanto si opponesse alla sua decisione di partire, sua madre era la figlia
del conquistatore di Las Navas de Tolosa e la zia di Ferdinando III di Castiglia, considerato il crociato di maggior successo della sua generazione.
Questo spiega perch gli exempla di Umberto fossero estratti da fonti come
le Chansons de geste, perch egli consigliasse ai suoi predicatori di invitare i
cristiani a imitare i cavalieri loro predecessori e perch una delle nove consolazioni che egli sugger di offrire a un crociato consistesse nella soddisfazione che questi avrebbe ricavato dal ripetere le azioni degli eroi passati. Secondo Umberto, il sermone doveva essere relativamente breve, e di sicuro
nessuno di quelli che sono rimasti particolarmente lungo. Essi si basano
molto sulle Sacre Scritture, con passaggi di esegesi punteggiati di semplici
aneddoti. I laici del Medioevo avevano molta pi familiarit con le Scritture
di quanto abbia supposto la propaganda protestante negli ultimi quattro
secoli: Eamon Duffy lo ha rilevato riguardo al quindicesimo secolo, e io
sono sicuro che sia stato lo stesso due o trecento anni prima. Una pi attenta lettura di questi passaggi mi ha inoltre convinto che i predicatori si esprimevano in un modo che essi sapevano avrebbe colpito nel segno. Ecco
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Bernardo di Clairvaux, il quale essendo malato non poteva visitare di persona la Boemia, scrivere nel 1147 una lettera, che volle fosse tradotta e letta
ad alta voce come un sermone a unaffollata assemblea.
La terra stata scossa e ha tremato, poich il Signore ha fatto perdere territorio alla
sua terra. La sua terra, ripeto, dove egli fu visto e nella quale visse tra gli uomini per pi
di trentanni; la sua terra, che egli onor con la sua nascita, abbell con i suoi miracoli,
consacr con il suo sangue e arricch con la sua sepoltura; la sua terra, nella quale fu udita
la voce della tortora quando il Figlio della Vergine elogi la vita di castit; la sua terra,
dove apparvero i primi fiori della sua resurrezione.
A prima vista questo passaggio sembra piuttosto convenzionale, ma
quello che colpisce la ripetizione costante (anafora) delle parole terram
suam, che aprono ciascuna frase come un rullo di tamburo. Lelemento pi
importante nella vita dei nobili ai quali Bernardo si rivolgeva era rappresentato dai loro allodi, le loro propriet fondiarie assolute, alle quali i tedeschi
si riferivano tra loro con il termine Eigen. Sono quasi certo che un predicatore che si fosse trovato dinanzi a loro e che avesse tradotto liberamente la
lettera di Bernardo, avrebbe usato le parole seine Eigen al posto di terram
suam, associando nello stesso tempo il possesso della Terra Santa da parte
di Cristo con il possesso da parte dei suoi ascoltatori delle loro propriet, e
questo era ci che Bernardo si prefiggeva.
Acuti nellusare un linguaggio che sapevano avrebbe affascinato, persuaso e forse infiammato i loro ascoltatori, i predicatori adattavano il loro
messaggio al pubblico a cui si rivolgevano. La crociata come atto di carit
fu un tema popolare dalla prima crociata in poi e Umberto di Romans,
come tutti i propagandisti prima di lui (compreso papa Alessandro III, la
cui lettera ho gi citato), accentu la nozione di amore fraterno: i cristiani in
Oriente erano i fratelli di quelli europei e i loro interessi non potevano essere traditi. Umberto, naturalmente, come tutti gli ecclesiastici che toccavano
questidea, sapeva che la carit cristiana implicava lamore per il nemico
come per lamico, ma degno di nota il fatto che lunico sermone rimasto
in cui si d la piena immagine dellamore sia per il nemico che per lamico,
quello pronunciato da Giacomo di Vitry a un pubblico di ecclesiastici. Il
fatto era che la fede laica non avrebbe compreso lamore per il nemico nel
contesto della crociata.
Se la carit rappresentava un problema, lo stesso valeva per un diffuso credo nel martirio dei crociati che morivano in battaglia; questo era
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stato sin dallinizio un solido elemento nella propaganda e nella comprensione popolare. Una cosa era, naturalmente, per il pubblico credere
allopinabile affermazione che un guerriero, le cui intenzioni interiori nella foga della battaglia non potevano essere valutate, dovesse essere collocato insieme a coloro che morivano passivamente per la fede, e unaltra
cosa per la Chiesa includere nei propri calendari coloro che morivano in
battaglia. Sebbene potessero svilupparsi dei culti locali intorno alle tombe dei crociati morti violentemente, non conosco alcun caso in cui il martirio in battaglia sia stato sanzionato ufficialmente in tal modo e sarei
molto sorpreso se uno qualsiasi ne venisse alla luce. Gli uomini di chiesa,
tuttavia, non potevano permettersi di offendere i loro ascoltatori negando tale idea, e le difficolt che anche i pi esperti tra loro si trovavano ad
affrontare sono illustrate da due sermoni che commemorano la morte di
Roberto di Artois, il fratello di re Luigi IX di Francia, e dei suoi compagni
a Mansurah in Egitto nel 1250, pronunciati da Eudes di Chteauroux, legato papale per la crociata e famoso predicatore. Lo stesso re Luigi era
convinto che suo fratello avesse avuto una morte da martire e Giovanni
di Joinville, che lo accompagn nella crociata, era un fermo credente nel
martirio dei crociati, dato che ha fatto riferimento a questo problema in
almeno tre occasioni nelle sue memorie. I sermoni di Eudes di Chteauroux furono pronunciati ad Acri in Palestina, probabilmente l8 febbraio
1251, il primo anniversario della morte di Roberto. Uno sembra essere
stato pronunciato a un pubblico di nobili laici francesi che avevano partecipato alla battaglia, compreso forse Giovanni di Joinville e il re e in esso
Eudes si riferisce effettivamente ai morti come martiri, nel contesto di
differenti tipi di martirio, ma la sua dissertazione venne in seguito ridotta ed egli trov una via di uscita chiedendo il perdono di Dio per coloro che, ostacolati dalla paura della sofferenza, non avevano forse accettato la morte nello stato di devozione nel quale avrebbero dovuto essere. Nellaltro sermone, indirizzato probabilmente al clero, non vi alcun
riferimento al martirio.
Un sorprendente esempio di propiziazione del pubblico rappresentato dal modo in cui i propagandisti acquisirono il concetto di guerra missionaria, che non trova posto nel pensiero cristiano ufficiale, per il quale la conversione forzata di innocenti nati sotto unaltra religione, diversamente da quella
degli eretici, proibita: infatti essi possono essere solamente persuasi con argomenti fondati sulla ragione. Nondimeno lidea di costringere con la forza
gli infedeli a sottomettersi alla fede era molto radicata negli strati pi bassi
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Come gi evidenziato, la crociata rimaneva comunque unattivit penitenziale, il che si rifletteva nel linguaggio devoto dei sermoni del XIII secolo, centrati sullattaccamento alla croce. Questo vero per quanto riguarda
i sermoni di Giacomo di Vitry nel primo quarto del secolo, quelli di Eudes
di Chteauroux nel secondo quarto e il De praedicatione di Umberto di Romans nel terzo. Per Umberto era la Croce, il segno della redenzione
delluomo, che distingueva i cristiani dai musulmani e segnava la consacrazione del crociato al servizio di Cristo e il suo impegno a condividerne in
certa misura la Passione, seguendo le parole di Cristo: Se qualcuno vuol
venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua (Matteo, 16,24 e Luca, 14,27).
proprio il fatto che noi indossiamo la sua croce sulle nostre spalle a causa sua, ricevendola non solo nel nostro cuore attraverso la fede o sulla nostra bocca attraverso la confessione, ma anche nel nostro corpo attraverso la sopportazione del dolore.
ovvio che la croce era sempre stata una caratteristica importante del
pensiero delle crociate. Presentandola come un simbolo identificativo del
voto di impegno, Urbano II, come riferirono coloro che lo avevano ascoltato, aveva associato con enfasi il prendere e lindossare la croce ai precetti
di Cristo, riferimento che gi stato fatto: i comandanti dei crociati in Siria,
nello scrivere al papa nel 1098, si riferirono al fatto che egli ci aveva ordinato di seguire Cristo portando le nostre croci. Per i primi otto anni del
movimento, in ogni modo, limmagine della Croce sembra essere stata
meno importante nelle parole dei predicatori e nel pensiero dei crociati
(per quanto possiamo conoscerlo approfonditamente) della realt del Santo Sepolcro. Il trionfo della croce nel pensiero delle crociate, la sua trasformazione, da potente simbolo di autosacrificio a giustificazione che dava significato a ogni cosa avvenne, soprattutto, perch il periodo centrale del
Medioevo fu caratterizzato da una crescente devozione nei confronti della
crocifissione e dallapparizione di un efficace linguaggio figurato a essa
correlato. Lenfasi posta sulla croce rifletteva una religiosit popolare in cui
questa stava diventando sempre pi centrale, e a ci potrebbero aver contribuito anche la perdita della famosa reliquia della Vera Croce nella battaglia di Hattin nel 1187, una perdita dalla quale il cristianesimo latino fu per
un periodo ossessionato, e il crescente pessimismo cristiano sul recupero
del Santo Sepolcro, una volta che Gerusalemme fu nuovamente occupata
dai musulmani.
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gnarsi a fondo.
Nel suo De Praedicatione Umberto sugger che ciascun sermone dovesse concludersi con una invitatio, segnata al margine del suo manuale, in cui il
predicatore doveva implorare i suoi ascoltatori a prendere la croce. Egli
forn ventotto esempi, ciascuno dei quali inizia con la parola Ecce o Attendite. Segue la frase dapertura di uno di essi.
Ecco (Ecce) quindi, che risulta chiaro, miei diletti che coloro che si uniscono allesercito del Signore saranno dal Signore benedetti. Essi avranno la compagnia degli angeli e
quando morranno riceveranno ricompensa eterna.
Altri sermoni del XIII secolo rimasti fino a noi contengono simili invocazioni, sebbene siano spesso piuttosto roboanti, presentandosi come
modelli accuratamente scritti. Ma le invitationes devono essere state in gran
parte improvvisate e possiamo farci unidea di quanto passionali potessero
essere dal resoconto di un sermone, pronunciato a Basilea dallAbate Martino di Parigi intorno al settembre del 1201, punteggiato da appelli di
straordinaria emotivit.
Cos, forti guerrieri, correte oggi in aiuto di Cristo, arruolatevi nella cavalleria di
Cristo, affrettatevi a riunirvi in compagnie, sicuri del successo. a voi che oggi io affido la
causa di Cristo, nelle vostre mani che io consegno, per cos dire, Cristo stesso, affinch voi
possiate combattere per restituirlo alla sua eredit, dalla quale stato crudelmente cacciato [] Ora quindi, fratelli, prendete il segno trionfale della croce con animo lieto, affinch nel perseguire fedelmente la causa del Crocifisso, possiate avere la forza di ricevere
grandi ed eterne ricompense in cambio di un piccolo e breve servizio.
Ciascuna delle invitationes di Umberto termina con la parola cantus. Egli
spieg, nella sua introduzione, come uninvitatio dovesse essere accompagnata
da un inno, facendo riferimento al Veni, Creator, al Veni, Sancte Spiritus, al Vexilla Regis e al Salve, Crux Sancta. Aggiunse, inoltre, che poteva esserne impiegato
qualsiasi altro che fosse idoneo: nel 1100 larcivescovo di Milano utilizz una
canzone popolare, Ultreia, Ultreia. Gli inni dovevano essere cantati quando gli
uomini venivano avanti per impegnarsi pubblicamente. Due degli inni di Umberto erano dedicati alla Croce e due allo Spirito Santo, sempre invocato come
fonte di ispirazione dei crociati. Quando un uomo pronunciava il proprio
voto, gli si offriva una croce di stoffa che si presupponeva egli dovesse cucire
subito sui suoi abiti. Questo aspetto delle riunioni doveva essere preparato con
attenzione, altrimenti si sarebbe creata confusione; a Vzelay nel 1146 fu cos
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grande lentusiasmo che la scorta di croci confezionate si esaur e San Bernardo dovette tagliare il suo abito a strisce per fornirne altre. Nel 1463 il Cardinale
Bessarione diede ai predicatori le seguenti istruzioni:
Il modo di attaccare il simbolo (della croce) deve essere identico per tutti [] e deve
avvenire il pi rapidamente possibile. Qualora un simbolo sia stato confezionato con seta
rossa o stoffa, si dovr attaccarlo al petto con uno spillo. Coloro che lo ricevono potranno
in seguito cucirlo saldamente.
Ci si aspettava che i crociati continuassero a indossare le loro croci fino
al momento di ritornare a casa, dopo aver adempiuto ai loro voti: nel 1123 i
vescovi del primo Concilio Laterano emisero un decreto contro coloro
che si erano tolti la croce senza aver abbandonato la crociata. Sembra
che papa Urbano le avesse considerate come un distintivo ed facile dimenticare quanto devono essere state visibili. La scultura del monastero di
Belval nella Lorena, gi menzionato, mostra un crociato che indossa sul
petto una croce formata da due strisce di stoffa larghe quasi sei centimetri,
e la croce sembra grande circa quindici centimetri per quindici. Nel XII secolo, pare che le croci diventassero ancora pi grandi con il passare degli
anni. Si ha limpressione che le riunioni per lassunzione della croce, altamente emotive, anche isteriche e turbolente, fornissero la giusta atmosfera
per il manifestarsi di miracoli. Molti, in gran parte guarigioni, furono collegati al viaggio di San Bernardo attraverso la Francia settentrionale e la Renania. Nel giugno del 1214 Oliviero, lo scolastico di Colonia, rifer di alcune apparizioni miracolose mentre stava predicando in Frisia.
La messa solenne per la Santa Croce venne cantata e il testo del mio sermone fu
Dio impedisca che io mi glori, tranne che nella croce di nostro Signore Ges Cristo
[]. Vi era a malapena un soffio di vento quando da nord apparve una nuvola abbagliante e su di essa una croce bianca [...] poi apparve a sud unaltra croce dello stesso colore e dimensione; per terza apparve tra e sopra queste una grande croce [...] che aveva su di
essa la forma di un corpo umano; cos sembrava, alta come un uomo, nudo con la testa inclinata sulle spalle e le braccia [...] sollevate in alto. Vi erano, chiaramente visibili, dei
chiodi attraverso le sue mani e i suoi piedi, che avevano lo stesso aspetto di quelli dipinti
con maestria in una chiesa.
Si deve ammettere che il modo in cui i predicatori cercavano di indurre
decisioni spontanee mediante lesibizione teatrale e il linguaggio molto colorito, deve aver contribuito alla violenza che sembra essersi manifestata,
ma la loro capacit e la loro ingenuit, insieme alla loro adattabilit, contri-
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buirono al successo e riuscirono a persuadere generazioni di europei a versare tanto sangue e a sacrificarsi in imprese nelle quali spesso erano riluttanti a impegnarsi. Il movimento delle crociate fu un atto di genuina devozione popolare, che fior per cinque secoli e ne impieg altri due per esaurirsi: questo valga come un tributo ai predicatori.
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Crociate militari
I papi, i quali proclamavano le crociate in qualit di vicari di Cristo e garantivano i privilegi derivanti dalla loro partecipazione, pensavano strategicamente in termini transcontinentali e intercontinentali. Nel 1147, le forze
che marciavano su tre separati teatri di guerra - in Asia Minore, attraverso
lElba in Germania e in Spagna - furono viste come elementi di ununica
grande armata. Ci era troppo ambizioso e in futuro i papi avrebbero cercato di non impegnare le crociate in troppe regioni nello stesso periodo.
Essi avrebbero deciso di volta in volta dove impegnare le risorse, scatenando feroci critiche in quei teatri di guerra che avevano deciso di ignorare. Mi
concentrer qui sul teatro orientale, ma se i musulmani generarono lo
scontro, non erano i soli nemici e gli strateghi cristiani li videro sempre
come una parte di un pi ampio disegno.
I propositi delle crociate in Oriente cambiarono nel corso del tempo.
La scopo originario era stato Gerusalemme e, una volta che questa fu liberata, ai crociati si predic di mantenerla in mani cristiane e, dopo che era
stata perduta nel 1187, di riconquistarla (fu tenuta, in modo precario, per
altri quindici anni tra il 1229 e il 1244) e di recuperare la costa levantina, occupata di nuovo dai musulmani. Questi scopi non significavano necessariamente che tutti i crociati fossero inviati in Palestina: lEgitto era la potenza pi forte e ricca della regione e si era sempre creduto che Gerusalemme
avrebbe potuto essere facilmente messa al sicuro una volta che lEgitto fosse stato ridimensionato. La questione era stata discussa durante la prima
crociata e lEgitto era stato invaso dal Regno di Gerusalemme negli anni intorno al 1160. Nel XIII secolo vi furono due importanti invasioni del Delta
del Nilo e molti dei piani del XIV secolo si basarono su una sua nuova invasione.
Da parte musulmana, ci volle molto tempo per lo sviluppo di una qualsiasi coerente controstrategia. I crociati avevano fatto irruzione in un vicino Oriente frammentato dalla divisione tra il califfato sunnita abbaside a
Baghdad, ora sotto linfluenza dei sultani turchi selgiuchidi, e il califfato
sciita fatimida al Cairo. I recenti disastri politici si erano aggiunti al caos,
sebbene in Occidente nessuno ne sapesse niente. Nel 1092 la pi grande figura nella storia selgiuchida, il visir Nizam al-Murk, per oltre trentanni
lautorit dietro i sultani, fu assassinato. Un mese dopo, il sultano di Seljuq,
Malikshah, mor in circostanze sospette, seguto dalla moglie, dal nipote e
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da altre autorevoli figure. Con questo annientamento il sultanato selgiuchida si disintegr in citt-stato spesso di piccole dimensioni, dalle quali i pretendenti, membri della famiglia e generalissimi, si combattevano lun laltro
per il potere. Nel 1094 il califfo fatimida al-Mustansir, che aveva governato
per cinquantotto anni e aveva resistito fieramente ai selgiuchidi, mor. Lo
stesso accadde al suo vizir, Badr al Jamali e al califfo abbaside, al-Muqtadi.
In questo vuoto di potere le vecchie ostilit continuarono: il 26 agosto
1098, mentre la prima crociata si trovava nella Siria settentrionale, i fatimidi
ripresero Gerusalemme. Nel corso del dodicesimo secolo furono alcuni
generali, Zangi, suo figlio Nur ad-Din, e il Saladino, che riuscirono a creare
precarie coalizioni, nella costruzione delle quali la propaganda della jihad
gioc un ruolo importante, affrontando cos i cristiani e iniziando la riconquista delle coste. Il rovesciamento del califfato fatimida nel 1171 signific
lannessione dellEgitto allimpero di Nur ad-Din e, dopo di questi, del
Saladino e dalla sua dinastia. Ci contribu certamente alla riconquista, da
parte musulmana, della maggior parte della Palestina nel 1187, sebbene il
Saladino, che non era un buon generale, non potesse impedire che la terza
crociata riconquistasse una parte della costa, sufficiente ad assicurare la sopravvivenza del regno di Gerusalemme per un altro secolo.
Gi prima del 1187, in ogni modo, si era verificato un importante spostamento della bilancia del potere economico, di cui parleremo pi avanti.
Per la prima met del XIII secolo la prosperit economica dellentroterra
siriano dipese dal transito delle merci verso i porti della costa del Levantino, in mano ai cristiani, cosa che aiuta a spiegare la politica relativamente
pacifica dei successori ayyubidi del Saladino. Anche quando gli ayyubidi
vennero sostituiti dai pi formidabili mamelucchi, vi fu riluttanza a muoversi rapidamente contro i cristiani e a danneggiare la prosperit della regione. Vi era anche unaltra ragione per la quale i mamelucchi, guardiani del
califfato dopo la distruzione di Baghdad da parte dei mongoli nel 1258,
non potevano concentrarsi sulla costa: il loro impero in Egitto e in Siria era
organizzato in modo pi saldo di quanto fosse mai stata la confederazione
ayyubide, nonostante il fatto che molti dei sultani potessero a malapena
parlare arabo. Essi avevano un esercito e i generali migliori, in particolare il
sultano Baybars. Ma ai confini nordorientali, in Siria e in Iraq, dovevano
ora affrontare i mongoli e per gran parte del tempo dovettero combattere
su due fronti. Essi adottarono un approccio metodico per la conquista della costa, sottomettendo le fortezze latine una per una, radendone al suolo
qualcuna, costruendone altre, cosicch i cristiani vennero confinati allin71
Non vi fu, quindi, una sola strategia delle crociate, ma diverse, ciascuna
per conformarsi alle cangianti circostanze e, anche quando si considera il
solo teatro orientale, esse furono operative in una vasta area che si estendeva dai Balcani e dallAfrica settentrionale ad occidente, fino allIraq settentrionale a oriente. In generale, ad ogni modo, le strategie adottate assunsero
tre forme, a seconda delle forze a disposizione degli strateghi: una era principalmente difensiva, le altre due offensive. Il peso principale della prima
ricadeva sulle spalle dei confratelli degli ordini militari, abbandonati in
grandi fortezze, che spesso sopravvivono come magnifici, anche se tristi,
ricordi della giusta causa e che nel XIII secolo rappresentavano il quaranta
per cento della frontiera di Levante con lIslam. In seguito alla crisi che colse il movimento delle crociate dopo il 1291, i Templari furono soppressi e i
cavalieri teutonici si ritirarono nel Baltico, ma nei loro Stati-ordine di Rodi,
dal 1309, e di Malta dal 1530, gli Ospedalieri, mantennero delle postazioni
di frontiera - Rodi, Smirne e Bodrum e in seguito Malta e Tripoli - vigilarono sul Mediterraneo (e diressero le loro operazioni di pirateria), parteciparono alle leghe marinare e agirono come disturbatori, facendo la guerra ai
turchi in Asia Minore e ai corsari berberi. Le operazioni degli ordini militari
erano, come vedremo, molto costose e rappresentavano una perdita anche
per le loro vaste risorse, ma le alte spese furono sostenute durante tutto il
periodo delle crociate; basta visitare Rodi o Malta per avere unidea delle
proporzioni delle operazioni di costruzione in cui i Cavalieri di Malta continuarono ad impegnarsi.
La seconda e pi comune strategia perseguita fu quella degli eserciti di
volontari riuniti per un obiettivo particolare e i cui soldati sapevano che il
servizio sarebbe terminato non appena essi avessero raggiunto il loro scopo o quando fosse stato chiaro che ci non sarebbe stato possibile. Dal
momento che era prassi comune per i vari contingenti essere radunati in
periodi diversi (e il loro arrivo sul campo delle operazioni era scaglionato
nel corso di diversi anni) i risultati di una campagna militare erano spesso
inconcludenti. Il fallimento era, in ogni modo, difficile da digerire e pu essere difficile datare la possibile conclusione di una particolare crociata. La
crociata tedesca del 1197 fu un epilogo della terza crociata (1189-92)? La
crociata del 1228-29 di Federico II fu decisamente latto finale della quinta
crociata, i cui pi importanti combattimenti ebbero luogo tra il 1217 e il
1221. La composizione di un corpo addestrato negli eserciti cristiani dipendeva dal potere trascinante e dalla personalit degli individui che rispondevano agli appelli papali, ma le armate del 1096-1102, 1147-49 e
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erano, come loro, non coscritti o vassalli che svolgevano un servizio feudale, ma volontari i quali, a meno che fossero uniti ai signori di pi alto grado
da legami familiari o di clientela, servivano nei contingenti di questi ultimi
solo per la loro abilit nel provvedere ai propri seguaci. I nobili e i cavalieri
di pi basso rango potevano facilmente passare a un altro signore o persino
abbandonare la crociata, se pensavano di non essere guidati correttamente.
Tutte le prime crociate furono caratterizzate da un caleidoscopico spostamento di fedelt, poich i capi inferiori si muovevano da un contingente
allaltro, e le armate e gli individui andavano e venivano. Prima che potesse
essere presa qualsiasi decisione importante per lintera armata, quindi, i
grandi dovevano convocare i comitati dei loro seguaci per discuterne in
merito. In questo contesto, ci si chiede come fosse veramente possibile
prendere delle decisioni.
Con cos tanti volontari era difficile mantenere la disciplina e lavventatezza mostrata a Nicopoli nel 1396 dai cavalieri occidentali, i quali vollero
caricare sulle alture un esercito ottomano ben trincerato e nascosto, non fu
assolutamente un episodio unico. Latmosfera emotiva che avvolgeva le
crociate, dalle assemblee di reclutamento in avanti, era intensificata dallapprensione, dalla paura e dalle pratiche religiose che punteggiavano la marcia - il digiuno, le processioni, il solenne ambiente religioso - e dallesagerata ostentazione cavalleresca. Lagitato stato danimo di molti crociati rivelato nelle loro visioni di santi e di fantasmi dei propri defunti. I crociati agivano in una specie di mondo di sogno, cosa che probabilmente era necessaria, nel senso che le esperienze paranormali li univano luno allaltro e
rendevano pi tollerabile lambiente estraneo. Il fatto che almeno nelle
crociate pi grandi essi erano esposti alla tensione e allalienazione per lunghissimi periodi di tempo. Sebbene sia difficile trarre lezioni dalla moderna
psichiatria del combattimento e applicarle a situazioni avvenute centinaia
di anni fa, ora sappiamo che i volontari sono pi inclini dei coscritti a commettere atrocit e che una lunga esposizione alla tensione nociva per lefficienza e la disciplina.
Nel XII secolo anche i comandanti musulmani avevano i loro problemi, pur se differenti. La riconquista della costa del Levante aveva bisogno
di grandi eserciti, ma essi poterono radunare solamente delle forze di dimensioni inadeguate, mettendo assieme contingenti raccolti da confederazioni slegate e forniti dai proprietari terrieri, che si sarebbero disintegrate se
tenute sul campo troppo a lungo. I cristiani conoscevano bene questa si-
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tuazione e riconobbero che era nel loro interesse evitare la battaglia, perch
presto o tardi qualsiasi forza di invasione si sarebbe volatilizzata. I musulmani erano quasi pi indisciplinati dei cristiani, perch le armate ad hoc potevano essere tenute insieme solamente per brevi periodi di tempo e i comandanti non avevano alcuna autorit costituzionale, tranne la forza delle
armi e la loro personalit: il Saladino, inoltre, aveva lulteriore svantaggio
della completa sfiducia del califfo di Baghdad. La guerra, nel periodo centrale del Medioevo, era in ogni caso pi brutale di quanto lo sia oggi - il
comportamento dei primi crociati era simile a quello dei turchi durante le
campagne in Armenia dellimpero bizantino, negli anni intorno al 1050 e
nel decennio successivo - e aveva le sue usanze selvagge. Per esempio, una
consuetudine della guerra di assedio era che, mentre la resa aveva come risultato lofferta, alla guarnigione e agli abitanti, di certe garanzie, la resistenza portava al saccheggio della citt in questione. Nel 1099 la Gerusalemme
musulmana resistette ai crociati e fu largamente saccheggiata e lo stesso accadde alla Acri cristiana quando fu conquistata dai musulmani nel 1291; ma
nel 1187 la Gerusalemme cristiana si arrese alle condizioni del Saladino e
agli abitanti fu permesso di lasciare la citt dietro pagamento di un riscatto.
Le atrocit per potevano anche essere incoraggiate dai comandanti che
volevano attuare una data politica, come la pulizia etnica adottata durante
la prima crociata - gli abitanti non cristiani di qualsiasi luogo di importanza
religiosa o strategica vennero deliberatamente terrorizzati con lintenzione
di costringerli ad abbandonare le loro case - o come gli ordini del Saladino
di giustiziare ogni confratello di un ordine militare catturato.
Una caratteristica della guerra di crociata, sia da parte cristiana che musulmana, esemplificata dal modo in cui questi problemi cominciarono a
essere risolti, nel XIII secolo. Dal 1250 in avanti, gli eserciti mamelucchi,
sotto la guida di una classe scelta di ufficiali reclutati dagli schiavi importati,
furono approvvigionati in misura maggiore e vennero meglio addestrati di
quelli precedenti, mentre la decisione del papato di sovvenzionare largamente i comandanti crociati port al miglioramento della disciplina da parte cristiana. Sebbene fosse comune per i sovrani occidentali pronunciare
false dichiarazioni sulle loro intenzioni al fine di mettere le mani sugli stanziamenti, il sistema forn un modo di incanalare i fondi per i crociati attraverso i loro comandanti e di conseguenza di farli dipendere maggiormente
da questi ultimi. I comandanti delle crociate, Riccardo di Cornovaglia nel
1240, San Luigi nel 1248 ed Edoardo di Inghilterra nel 1270, stipularono
dei contratti con i loro seguaci, garantendo ad essi denaro in cambio di uno
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specifico servizio con un determinato numero di uomini. Il sistema dindennizzo, perch di questo si trattava, permise ai volontari di essere pagati
come se fossero stati degli impiegati alle dipendenze dei comandanti.
Ancora pi importante fu lintroduzione dal 1330 in poi di un terzo
tipo di forza militare, la lega di crociata, che complet la strategia cristiana,
perch i singoli stati in questo tipo di alleanza utilizzavano le loro forze regolari (se si pu usare questo termine), unendo i vantaggi di una crociata a
ununit combattente pi professionale e salariata, sicch, quando gli elementi professionisti aumentarono, la debolezza intrinseca negli eserciti di
volontari diminu. Gli eserciti degli imperatori dAsburgo, dei sovrani polacchi, dei principi tedeschi nella Lega Santa e della flotta degli Ospedalieri
nello stesso periodo, sono indistinguibili dalle armate nazionali. Un profondo abisso separa le flotte, cristiana e turca, che combatterono la battaglia di Lepanto o gli eserciti della Lega Santa e dellimpero ottomano che si
disputarono lUngheria, dalle armate cristiane del XII secolo messe insieme in fretta, e dai disperati elementi, spesso antagonisti tra loro, raccolti dal
Saladino in un impero nel quale egli era impopolare e visto con sospetto.
per il primo pi violento periodo a essere pi spesso ricordato, e
linterpretazione delle crociate come un movimento di stampo coloniale
penetrata a fondo. Da parte musulmana si alza un amaro coro, al quale da
parte cristiana si crede, secondo cui gli obiettivi dei crociati e le loro modalit di combattimento avrebbero gettato unombra incancellabile tra il cristianesimo e lIslam. Vi sono stati anche dei tentativi di organizzare un movimento di riconciliazione attraverso il quale i cristiani si sarebbero scusati
collettivamente per le azioni dei crociati. Sebbene per il movimento delle
crociate abbia avuto di sicuro profondi effetti sulle relazioni dei cristiani
con gli ebrei e sugli atteggiamenti dei greci e russi ortodossi nei confronti
della Chiesa cattolica, cristiani e musulmani erano stati in conflitto sin dalle
conquiste musulmane del VII secolo, precedentemente, quindi, alla prima
crociata, e il movimento delle crociate fu un episodio di ostilit continua tra
le due religioni che avevano mostrato di essere estremamente violente e capaci di grande crudelt. I musulmani sembrano aver considerato solo recentemente che le crociate avevano avuto un significativo impatto su questa relazione di antagonismo; nel 1500, in verit, essi sarebbero stati giustificati nel credere che questa particolare serie di guerre si era conclusa a loro
favore: potevano aver perduto la Spagna, ma le conquiste ottomane in Europa avevano di gran lunga superato tutto ci che i crociati avevano otte-
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Con la fondazione degli ordini militari lideale delle crociate fu trasferito su un altro piano. Il modo in cui li ho trattati stato caratterizzato dalla
mia convinzione che essi debbano essere visti prima di tutto come istituzioni religiose. Questi ordini furono espressione di uno sviluppo nella vita
religiosa nel tardo XI secolo, mentre nel XII, lapparizione di comunit impegnate attivamente in opere di carit, considerato il loro ruolo particolare,
e laccettazione di questo da parte della Chiesa, fu sorprendente. Era infatti
senza precedenti nel pensiero cristiano lidea della guerra come atto di penitenza, che aveva preceduto le crociate di quaranta anni e aveva fornito le
basi al loro movimento. San Tommaso dAquino chiar lassociazione tra
violenza penitenziale e ordini militari centocinquantanni pi tardi, quando
difese il ruolo di questi ultimi sottolineando che fare la guerra al servizio di
Dio imposto ad alcuni quale forma di penitenza, come si evince da coloro
ai quali stato ingiunto di combattere in aiuto della Terra Santa. Con i
confratelli degli ordini militari, la guerra come atto temporaneo di devozione (la funzione del crociato) divenne guerra come stile di vita religioso.
Laddove i crociati erano laici che per un certo periodo decidevano di impegnarsi verso una causa santa, i confratelli cavalieri erano dei religiosi in uno
stato di guerra permanente, cos come i loro colleghi di ordini religiosi pi
convenzionali erano in uno stato permanente di preghiera; ma, non diversamente da questi ultimi, anche gli appartenenti agli ordini religiosi erano
motivati dallamore, come sottolineavano con insistenza essi stessi e i loro
apologisti.
Come i veri israeliti e i guerrieri pi versati nella battaglia santa, accesi dalla fiamma
del vero amore, voi realizzate con le vostre azioni le parole del Vangelo, nel quale detto:
Nessuno ha amore pi grande di questo, che uno dia la propria vita per i suoi amici.
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I Templari
I Templari ebbero origine a seguito di una decisione presa a Gerusalemme durante linverno 1119-20, in unatmosfera di crisi generata da una
catastrofica sconfitta subta dai cristiani in Siria nella battaglia del Campo di
Sangue. Un piccolo gruppo di cavalieri, sotto la guida di un nobile di
Champagne di nome Ugo di Payns, assunse la forma di una confraternita
con lo scopo di proteggere le strade dei pellegrinaggi per e dai luoghi santi,
ancora molto pericolose. Questi cavalieri pronunciarono voto di povert,
celibato e obbedienza e la loro fondazione fu approvata dal patriarca di Gerusalemme. Essi attirarono latipico patrocinio di re Baldovino II di Gerusalemme, che aveva reputazione di avaro, ma che diede loro parte del suo
palazzo nel complesso del Tempio, come loro quartier generale, e vennero
probabilmente riconosciuti in un Concilio ecclesiastico che si tenne a Nablus nel gennaio del 1120. La loro fondazione fu ratificata dalla Chiesa in
generale nel 1129, nel corso di un Concilio che si riun a Troyes, presieduto
da un legato papale, il quale, sfruttando la grande abbondanza di esperienza
di vita religiosa utilizzabile per loccasione, redasse per loro una regola.
Vennero subito garantite loro delle propriet in Europa: i confratelli Templari, forse in un primo momento erranti, furono attivi in Provenza probabilmente dal 1124, nelle Fiandre forse dal 1125, in Linguadoca e in Iberia
dal 1128 e in Borgogna e Champagne allincirca dal 1130.
La loro Regola, le difese della loro funzione, scritte da Bernardo di
Chiaravalle, il loro pi eloquente sostenitore, e da Ugo di San Vittore, e il
documento di papa Innocenzo II Omne datum optimum, non possono nascondere il fatto che la fondazione di un ordine religioso, i cui membri professi pronunciavano voti usuali, ascoltavano luffizio e poi montavano a
cavallo per uccidere i nemici, fosse ai pi ripugnante. Ad ogni modo la teoria e la pratica della guerra penitenziale erano state applicate fino ad allora
solo ai laici; lasserzione che il combattimento era per i religiosi unattivit
caritatevole e che poteva essere trattato negli stessi termini della cura dei
malati costituiva proprio unaltra questione. sorprendente che la parte di
opinione clericale in disaccordo non rappresentava la maggioranza; era infatti cos piccola e discreta che non conosciamo nemmeno i nomi dei critici, sappiamo soltanto della loro esistenza dalle reazioni ai loro giudizi contenute nelle apologie.
La ragione di ci pu essere stata che i Templari guadagnarono subito
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un forte sostegno, non solo da parte del re di Gerusalemme e tra coloro che
risiedevano negli stanziamenti orientali, ma anche in Occidente. Lapprovazione di una figura prestigiosa come Bernardo di Chiaravalle rappresent ovviamente un grande vantaggio e i Templari ebbero sin dallinizio il favore dei pi influenti nobili europei. Lethos di un ordine militare si mostr
immediatamente attraente per gli uomini darme occidentali. Sebbene la
maggior parte dei figli di nobili e cavalieri entrasse ancora a far parte del clero secolare o delle comunit monastiche convenzionali, alcuni di loro trovarono nella vita dei Templari un modo per esprimere il proprio desiderio
di una religione in maggior accordo con la cultura della societ dalla quale
essi provenivano, rispetto alla vita monastica tradizionale e alle sue nuove
forme. I Templari abiuravano lostentazione e il fascino mondani, ma nella
loro etica una certa convergenza con i valori terreni, e non solo la prospettiva di combattere per Cristo in Oriente, operava in modo da renderlo attraente. Nel 1138 un signore provenzale di nome Ugo di Bourbouton entr a far parte dellordine e gli don tutte le sue propriet; suo figlio si un a
lui come confratello professo e sua moglie si fece suora. Il possesso delle
propriet di Ugo venne diviso tra diversi rami della sua famiglia, ma la maggior parte fin nel 1147 nelle mani dei Templari. In quellanno al pi tardi,
Ugo era diventato maestro della commenda di Richerenches, ricavata dalla
sua tenuta, che diresse fino alla sua morte nel 1151. La documentazione
straordinariamente ricca della commenda ci fornisce sue fugaci apparizioni
a intervalli cos regolari da renderci certi che, dal momento della sua accoglienza egli difficilmente possa essere andato in Palestina; di sicuro non
pu esservi rimasto per pi di un anno. Egli era relativamente avanti negli
anni quando aveva risposto alla spiritualit dei nuovi cavalieri di Cristo e rimase nella sua vecchia propriet a condurre una vita religiosa, che deve
aver trovato soddisfacente, amministrando le terre a beneficio del convento combattente in Oriente.
I primi due secoli dellordine dellOspedale
Certamente lordine dellospedale di San Giovanni ebbe origine in un
ospedale, o ospizio che fosse, che gi aveva in cura dei pellegrini quando
Gerusalemme fu presa dai primi crociati, il 15 luglio del 1099. molto
meno facile stabilire da quanto tempo questo ospedale fosse esistente. Gli
stessi confratelli finirono con il credere a una storia che lo faceva risalire a
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Giuda Maccabeo, molto prima di Cristo, e anche il papato sembra aver accettato la storia secondo cui il loro ospedale era stato la scena di molti episodi avvenuti a Gerusalemme descritti nel Vecchio Testamento. Sebbene,
per, si fossero verificate a Gerusalemme periodiche fondazioni di ospedali o ospizi - ne fu certificata una alla fine del nono secolo e unaltra nel
1039 - sembra che nessuno di questi sia continuato a esistere fino a quando
una badia benedettina, chiamata Santa Maria dei Latini, lunica fondazione
cattolica allora a Gerusalemme, diede vita a un ospedale da essa dipendente, a sud dellarea del Santo Sepolcro, intorno al 1080.
Allinizio devono aver lavorato nellospedale i monaci della vicina badia, o almeno essi devono averlo amministrato e, dato il loro ruolo, probabile che fossero fratelli laici. Si conosce il nome del loro sovrintendente,
Gerardo, sebbene sia un mistero il luogo della sua provenienza. Egli and
avanti fino a diventare il primo maestro dellordine e in unepoca di fondatori molto originali di nuove istituzioni religiose deve essere annoverato tra
i migliori, perch il carattere particolare dei primi Ospedalieri rappresent
un punto di partenza nel pensiero religioso.
Il loro primo incarico fu il servizio a favore dei santi poveri. Linteresse per i bisognosi, naturalmente, era sempre stata una caratteristica del
pensiero cristiano, ma la sua espressione radicale intorno al 1100 probabilmente rifletteva il fatto che, in seguito ai progressi economici in Europa e
alla crescita delle citt, il proletariato urbano stava diventando pi visibile
di quanto fosse stato nei secoli precedenti. Lamore della povert come intrinseco al precetto evangelico raggiunse la sua pi piena espressione negli
ideali di San Francesco, un secolo pi tardi, sebbene questi implicassero limitazione in se stessi della santa povert, ma nella loro misera umilt e nel
loro amorevole rispetto per i poveri gli Ospedalieri anticiparono i francescani. Le donazioni allOspedale erano destinate ai poveri di Cristo, dei
quali il maestro era servo e guardiano: il moderno gran maestro
dellOrdine di Malta porta ancora il titolo di Custos pauperum. Anche i confratelli erano servi dei poveri; il loro vestiario, secondo la loro Regola risalente allincirca al 1130, doveva essere umile perch i poveri di Nostro Signore, dei quali noi ci riconosciamo servi, vanno in giro nudi e miseramente vestiti. Sarebbe errato e disdicevole per il servo essere superbo e per il
suo signore essere umile.
Per loro luomo o la donna indigente rappresentavano veramente la
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persona di Cristo e dovevano essere come tali venerati, perci sin dallinizio essi misero in pratica una cura premurosa nei confronti dei poveri e, in
particolare, dei poveri pellegrini di Gerusalemme, dal momento che non
avevano molti ospedali altrove, occupandosi di loro quando si ammalavano e seppellendoli in caso di morte. Gerusalemme, citt nella quale la resurrezione finale sarebbe cominciata, era il posto in cui i cristiani devoti volevano finire i loro giorni, e si possono ancora vedere gli ossari della cripta
della chiesa degli Ospedalieri del XII secolo nel loro cimitero di Acheldamach (che una volta venivano riempiti con le ossa dei devoti).
LOspedale a Gerusalemme
In Europa occidentale si erano sempre potute trovare delle forme organizzate di assistenza ai malati, ma per un lungo periodo vi fu un senso di
precariet al riguardo. Gli ospedali vennero fondati occasionalmente dopo
la caduta dellImpero Romano, ma non durarono a lungo, sebbene vi fosse
una lunga tradizione di ospedali privati, come quelli monastici, mentre gli
ospedali pubblici erano pi una caratteristica del mondo orientale (bizantino e islamico). In Europa occidentale lattivit continua degli ospedali pubblici inizi relativamente tardi, ma nel 1100 era gi avviato un movimento
dedito alla cura dei malati. Vennero fondati alcuni ordini, quello di San
Giovanni naturalmente, ma anche altri, come quello di SantAntonio, e
vennero fondati singoli ospedali. LInghilterra del XIV secolo aveva 600
ospedali, molti di questi erano piccoli e contenevano meno di trenta letti,
alcuni per erano molto grandi: quello di San Leonardo a York poteva
prendersi cura di 224 tra ammalati e poveri.
Gli ospedali medievali pubblici erano di due tipi. Il primo non di particolare interesse per noi, sebbene ve ne fossero degli esempi nellOriente
latino, in particolare un lebbrosario di Gerusalemme gestito dai fratelli di
San Lazzaro; significativo che la sola categoria di pazienti che lospedale
di San Giovanni non ammetteva fosse quella dei lebbrosi. Questi ospedali
si occupavano di malattie che erano ritenute incurabili e altamente infettive, e isolavano permanentemente i sofferenti dal mondo esterno, anche se
di solito in modo tollerante e caritatevole. Listituzione era diretta da un
maestro, il quale era quasi sempre un prete ed era assistito da fratelli e sorelle infermieri. Anche i pazienti erano considerati fratelli e sorelle della casa, una piccola comunit religiosa chiusa in se stessa, nella quale tutti gli
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ospiti, come membri a pieno titolo, avevano voce in capitolo nella gestione
degli affari.
Gli ospedali di secondo tipo si occupavano della cura di malattie considerate curabili. Le tecniche chirurgiche e le cure mediche di cui disponevano chirurghi, medici e infermieri erano relativamente semplici. I chirurghi
potevano effettuare interventi superficiali - per esempio per emorroidi, ernie e cateratte, o per la rimozione di polipi nasali. Si conosceva lantisettico
(aceto) che pu essere stato introdotto in Oriente dai crociati. Vi era una
certa comprensione dellutilizzo della trazione nella cura delle fratture. Si
usava un primitivo anestetico: una spugna impregnata di oppio o mandragora e immersa in acqua calda in modo che il paziente inalasse il vapore. Vi
erano vari trattamenti a base di mercurio per le infezioni croniche della pelle. Si procedeva con entusiastica fiducia a salassi in quasi ogni occasione,
anche nei casi in cui una trasfusione non era prescritta. Tutti, ad ogni
modo, sapevano che vi erano dei limiti a ci che si poteva ottenere nel campo della chirurgia o delle cure mediche e la maggior parte degli ospedali occidentali, seguendo gli insegnamenti della pi grande scuola di medicina
del periodo centrale del Medioevo, che si trovava a Salerno, facevano completo affidamento su qualcosaltro. Si comprendeva perfettamente che la
maggior parte dei pazienti sarebbe guarita presto da sola se fosse stata correttamente curata, ben nutrita e mantenuta pulita: si offriva ai malati un
buon bagno appena arrivavano e li si manteneva al caldo e tranquilli; inoltre
alcuni ospedali, come quello di Santa Maria Nuova a Firenze, avevano dei
reparti distinti per i pazienti affetti da delirio. Il metodo funzionava abbastanza bene: lospedale di Saint Jean-en-lEstrs ad Arras ammise tra i duemila e i quattromila pazienti allanno nel periodo 1307-1336. Le morti si aggiravano intorno alle centodue allanno, sebbene un visitatore di Gerusalemme nel XII secolo osservasse con meraviglia che a volte di notte venivano rimossi dallospedale pi di cinquanta cadaveri.
Conosciamo molto riguardo al funzionamento dellospedale di Gerusalemme che, essendo il pi grande di quel tempo, ebbe una notevole influenza sullo sviluppo degli altri, in parte perch vi si fa riferimento negli
statuti di questi ultimi, ma anche grazie alla scoperta, fatta a Monaco, di un
importante manoscritto, un trattato sullamore cristiano composto da un
uomo che scrisse di avervi vissuto per un certo periodo e aver visto di persona quello che poi descrisse. Lautore sembra averlo scritto intorno al
1180, o almeno prima che la notizia della caduta di Gerusalemme nel 1187
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giungesse in Occidente.
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la corsia acqua calda dicendo Acqua calda nel nome di Dio. Dopo la
compieta, andava in processione lungo tutte le corsie per un turno di ispezione, guidato da un confratello che portava una lampada, mentre gli altri
avevano delle candele. Due confratelli poi si univano ai servitori durante il
servizio notturno.
Vi erano letti separati per i malati in un periodo nel quale solo i pi
grandi signori avevano il loro letto personale, e nella corsia di ostetricia vi
erano piccole culle affinch i bambini non venissero disturbati dalle proprie madri. I letti avevano materassi di piuma e copriletto, e i pazienti erano
forniti di mantelli e sandali, cos da potersi proteggere quando andavano
alle latrine. Le lenzuola venivano cambiate ogni due settimane. Tutte le settimane, il luned e il gioved, i barbieri al servizio dellordine lavavano i piedi
dei malati con acqua calda, rimuovevano i duroni con pietra pomice e
asciugavano i piedi con soffici asciugamani.
La dieta dei pazienti era abbondante. In un periodo in cui pochissimi
avevano pane bianco a qualunque ora o una dieta a base di carne, nellospedale vi era pane bianco e carne fresca. La domenica venivano serviti maiale
o montone e, in alternativa, se i pazienti non potevano digerirli, pollame. Il
marted e il gioved, e negli altri giorni della settimana, focacce di granturco
e ceci. Vi erano due cucine, una ordinaria sia per gli uomini che per le donne, laltra differenziata. Il cibo grasso, come maiale e montone, veniva
preparato nella prima cucina, ma se un paziente aveva problemi di digestione, era fornita dalla seconda cucina carne di gallo, gallina, piccione, pernice,
agnello e, se erano disponibili, uova o pesce. I confratelli addetti alle corsie
erano incaricati di acquistare il vino e gli alimenti speciali e ogni settimana
ricevevano dalla tesoreria dellordine, denaro con il quale acquistare prodotti di lusso per integrare la dieta dei pazienti come melegrane, pere, prugne, castagne, mandorle, uva, fichi secchi, lattuga essiccata, cicoria, ravanelli, prezzemolo, cetrioli, limoni, zucche e meloni della Palestina. Seguendo la dottrina medica, ad ogni modo, alcuni cibi erano sempre esclusi dal
men; tra questi: fagioli, lenticchie, gamberetti, murene e scrofe da riproduzione, poich secondo una regola medica generale, la carne delle femmine degli animali umidi, paragonata a quella dei maschi, era pi dura, pi
grassa, pi viscosa e pi indigesta.
Nellospedale lavoravano quattro medici e quattro chirurghi, insieme a
un certo numero di salassatori, questo perch gli Ospedalieri non volevano
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diocesi, rafforz quello del papato e fu - inutile dirlo - aspramente avversata dai vescovi, con la conseguenza che di solito, a livello locale, si cercava di
raggiungere un compromesso. Tuttavia, la dispensa rendeva lorganismo
interessato libero dal potere della maggior parte dei governatori ecclesiastici provinciali e ci significava che la giustizia (in altre parole, il governo) era
una cosa che riguardava esclusivamente lorganismo in questione. Questo
privilegio era un aspetto relativamente nuovo, ma veniva concesso in maniera sempre pi frequente dai papi alle congregazioni religiose che stavano nascendo, tra cui i monaci cistercensi, ai quali esso fu accordato nel
1152 contro i desideri di San Bernardo.
Come abbiamo visto, gli ordini militari furono i primi a sviluppare una
vera struttura internazionale nella quale i confratelli potevano essere trasferiti, per il mondo, da un ufficio allaltro e da un luogo allaltro. Un esempio di questa mobilit fornito dallo straordinario caso dellospedaliere
Ferrand di Barras, se in verit consideriamo una sola persona e non uno zio
e un nipote con lo stesso nome. Nel 1180 Ferrand, un semplice confratello
del priorato di Saint-Gilles (ma nel 1194 era in servizio in Oriente), era stato senza dubbio uno di quei giovani confratelli mandati a colmare le perdite
che avevano decimato le forze in Palestina, in seguito ai disastri del 1187.
Nel 1214 era castellano del nuovo e importante castello di Selifke in Cilicia
e allincirca dal 1219 fino al 1232 fu maresciallo dellordine, cio suo ufficiale militare in capo durante la quinta crociata e dopo. Nel 1246 fece ritorno in patria come priore di Saint-Gilles e nel 1259 venne nominato Gran
Comandante dOltremare, con la sovrintendenza di gran parte dellEuropa
occidentale, e un questo ufficio al suo incarico di priore. Erano passati quasi
ottantanni dal suo ingresso nellordine e nel 1266 papa Clemente IV lo assolse dallobbligo di visitare il convento in Oriente in considerazione della
sua condizione - forse la sua tarda et? - e questo lultimo anno in cui risulta che era ancora in vita, sebbene pi tardi fosse impegnato in una fiera causa
a favore dei diritti e dei privilegi del suo ordine.
La militarizzazione dellOspedale
Il processo attraverso il quale lospedale di san Giovanni divenne un
ordine militare rimane un mistero. Nessun riferimento a un confratello cavaliere pu essere rintracciato prima del 1148 e quello risalente a questa
data per giunta dubbio. Non prima degli anni attorno al 1160 che nel
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datati intorno al 1140, una prova del fatto che si andava formando unala
militare.
Vi sono, in ogni modo, due documenti che registrano donazioni effettuate molto prima a favore dellordine, il 17 gennaio 1126, alla presenza di
sei Ospedalieri, tra i quali un confratello di nome Durand che aveva il titolo
di Hospitalis constabularius. Insieme ad altri storici ho, a suo tempo, affermato che il titolo di conestabile potesse denotare ancora un incarico civile, ma
ora non credo pi che questo sia tutto sommato convincente. Non vi sono
prove che il titolo fosse usato negli insediamenti latini in Oriente in un senso diverso da quello militare. I privilegi del gennaio 1126, inoltre, furono
concessi e firmati da uomini che dovevano essere stati accampati con
unarmata cristiana che stava avanzando, o era sul punto di avanzare, nel
territorio controllato dai musulmani di Damasco. La presenza tra questi
uomini di un conestabile ospedaliere trova maggior senso se lordine stava
dando un contributo militare alla spedizione. Qualcosa, inoltre, doveva essere accaduto nei primi anni dopo il 1120, quando il primo possibile fratello armato, con il titolo di conestabile, fu associato a unarmata di invasione
in territorio islamico. Che cosa fece questi in tale occasione? Quale processo condusse comunque lordine ad avere la possibilit di presidiare castelli
e alla costituzione di una classe di confratelli cavalieri? probabile che alla
fine del XV secolo sia sopravvissuta allinterno dellordine una memoria
collettiva, che non pu fornirci date, ma pu raccontarci qualcosa sul corso degli eventi. Si presenta sotto due forme, in entrambe le quali sono presenti molte sciocchezze, compreso il mito della fondazione biblica dellOspedale e unapparente errata datazione della prima crociata, che potrebbero essere il motivo per il quale sono state ignorate. Una versione, in latino e
in francese, si trova in unintroduzione storica alledizione degli Statuti,
preparata da Guglielmo Caoursin, il vice cancelliere dellOrdine a Rodi,
pubblicata nel 1493.
Un gran numero di devoti in pellegrinaggio si dedicarono al servizio della casa santa
(lospedale) e, indotti da zelo divino, presero le armi per la difesa della fede cattolica e per
proteggere i pellegrini e i santi luoghi dalle invasioni dei barbari. Alla lunga questi uomini, imitando il pi pio Giuda Maccabeo e il pi devoto Giovanni Battista, si impegnarono con tutta la diligenza possibile nel lavoro dellospedale e nel portare le armi in difesa
del culto divino e della fede cattolica.
La seconda versione, correlata in qualche modo alla prima, potrebbe
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di conseguenza essere un po pi recente. Deve essere stata scritta, probabilmente, da un prete ospedaliere, forse inglese, dal momento che il manoscritto, ora andato perduto, si trovava nel XVI secolo in Inghilterra.
Quando [...] le ricchezze di questo santo ordine erano enormemente cresciute, si assunsero a servizio dei cavalieri (conducti milites) [...] per proteggere le propriet dellospedale [...] e per respingere i pagani. Poich gli stessi preti, occupati con i sacri misteri e la
preghiera, non potevano fare ci che i cavalieri praticavano [...]. In seguito in un atto di
totale follia, motivato dalla cupidigia, i cavalieri furono fatti salire fino al punto in cui si
impadronirono dellamministrazione delle ricchezze dellOspedale e i preti furono ignorati. Di conseguenza venne decretato che gli stessi cavalieri dovessero divenire membri
dellospedale e difendere lordine cristiano. Da ci venne stabilito che questi uomini, combattendo in nome di Cristo, dovessero indossare la croce sui loro petti.
Questi racconti recano i contorni della medesima storia, che un secolo
dopo era stata probabilmente dimenticata, poich nella Historia di Giacomo Bosio la creazione di una classe di confratelli cavalieri era uniniziativa
del maestro Raimondo di Le Puy. Secondo una versione, i cavalieri secolari, che erano arrivati in Oriente per servire come atto di devozione per pochi anni, si unirono allOspedale; secondo laltra, da questo vennero assunti
dei mercenari. Secondo entrambe, dopo un indeterminato periodo di tempo questi uomini vennero incorporati nellordine al fine di formare la classe dei confratelli cavalieri; secondo una versione luso della croce venne
istituito per loro. Limportanza dei cavalieri secolari nel soggiorno temporaneo in Palestina per la sua difesa per noi oggi pi evidente di quanto non
lo fosse in precedenza. I primi uomini pronti a dedicare alcuni anni al servizio dellOriente furono dei crociati che nel 1099 prorogarono il loro ritorno a casa. Essi svolsero il proprio servizio come un atto di devozione e,
cos facendo, instaurarono una tradizione che resistette fino a quando dur
il movimento delle crociate. Il loro particolare carattere stato riassunto da
un biografo di Carlo il Buono di Fiandra, il quale scrisse che, dopo che Carlo aveva raggiunto let adulta, allincirca nel 1100, ed era stato eletto cavaliere, aveva fatto voto di andare a Gerusalemme e l, impugnando le armi
contro i nemici pagani della nostra fede, [] combatt vigorosamente per
Cristo il Signore per un considerevole periodo e [] a lui consacr i primi
frutti del suo lavoro e delle sue azioni. Carlo sembra aver passato in Palestina almeno dieci anni, poich ritorn nelle Fiandre poco prima della morte del Conte Roberto II nel 1111. Deve essere stato comune a molti cavalieri come lui offrire i propri servizi a qualche istituzione di Gerusalemme o
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essere molto ricchi, e in effetti sulla carta lo erano, in quanto il loro giro di
affari era enorme, e fu ci che permise loro di prestare denaro, diventare
banchieri - come molte altre istituzioni - e anche, nel caso dei Templari, di
amministrare lerario della corona francese. Gli Ospedalieri ebbero un ruolo simile in Inghilterra, anche se in modo pi discontinuo e attenuato. Le
loro ricchezze, per, erano alquanto teoriche. Questo era in parte dovuto al
problema di farle arrivare in Palestina e in Siria, dove erano necessarie; il
denaro, infatti, poteva essere spedito in contanti o sotto forma di verghe
dargento o doro, oppure cambiato in assegni bancari. Poteva essere convertito in armi, armature, cavalli e rifornimenti da inviare in Oriente con
navi mercantili, vascelli noleggiati per loccasione o anche tramite bastimenti di propriet degli ordini stessi. Si deve presumere, per, che in un
mondo dove lattraversamento del Mediterraneo comportava dei pericoli,
dove troppo contante rimaneva attaccato a troppe dita durante un lungo
viaggio e i governi nazionali potevano proibire arbitrariamente le esportazioni e chiudere i porti, una larga parte del denaro raccolto in Europa non
raggiunse mai la sua destinazione. Lorganizzazione logistica richiesta deve
essere stata piuttosto elaborata e altrettanto costosa. Dopo i disastri come
quelli del 1187, del 1244 e degli anni intorno al 1260, fu periodicamente necessario un invio su larga scala dallEuropa di forze fresche. Possono esservi state normali richieste di equipaggiamento e cavalli, in effetti sappiamo
che intorno al 1290 gli Ospedalieri allevavano cavalli da guerra nelle loro
fattorie in Spagna e riunivano gli animali giovani nel nord della Francia,
dove venivano allevati al pascolo e domati prima di essere trasportati per
mare a Cipro. La produzione dei necessari fondi in Oriente e Occidente
deve aver richiesto una politica di gestione e dinvestimento a livello internazionale.
Entrambi gli ordini svilupparono strutture aristocratiche rette dai confratelli cavalieri, i quali dovevano essere figli legittimi di cavalieri. Nel caso
dei Templari, che fin dallinizio fu un ordine militare, non sorprende che le
figure pi influenti dovessero essere selezionate dalla classe militare, ma
lordine dellOspedale si differenziava in quanto era nato come istituzione
puramente pacifica e mantenne sempre la doppia funzione di assistere e
combattere. Di conseguenza, particolarmente interessante la scalata al
potere di un qualsiasi confratello cavaliere.
Nelle prime comunit ospedaliere sembrano esservi state poche distinzioni tra i confratelli, a parte quella tra coloro che erano stati ordinati sa-
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cerdoti e avevano aderito allordine quasi dallinizio, sebbene fossero riconosciuti formalmente dal papato solo nel 1154, e gli altri. Sembra anche che
molte case, compreso il convento di Gerusalemme, ospitassero sorelle e
fratelli. Le sorelle di Gerusalemme degli anni intorno al 1180, che sembrano essere state relativamente anziane - probabilmente gli Ospedalieri preferivano ammettere vedove - si occupavano dei bambini adottati dallordine, lavoravano in cucina ed esaminavano le balie; non vi sono per prove
che allattassero - questo compito era svolto dalle domestiche - o che avessero un qualche ruolo di tipo amministrativo, compresa la sorveglianza
delle corsie femminili, sebbene pi tardi le priore dellOrdine degli Ospedalieri avrebbero avuto importanti funzioni esecutive.
Le donne partecipavano alle nuove forme di vita religiosa, che stavano
nascendo nel periodo centrale del Medioevo, e tra i conventi di monache vi
era la stessa variet osservabile nelle istituzioni maschili. Si trovano suore
tra i benedettini, i cluniacensi, i camaldolesi, i grammontini, i certosini, i cistercensi, i premonstratensi, i domenicani, i francescani e gli Ospedalieri.
Gli ecclesiastici, in ogni modo, erano convinti che non fosse appropriato
per le suore assumere quelli che oggi i maschilisti considererebbero compiti propriamente femminili, come lallevamento e leducazione dei bambini.
Lunica ragione di vita in comunit per le suore era il ritiro e la preghiera e vi
erano poche possibilit per una donna di praticare altre funzioni in una tale
vita di penitenza e contemplazione. Cos, le modifiche alla Regola nascondevano luniformit di compiti: le suore francescane, le Clarisse, per esempio, ricevettero da papa Innocenzo III nel 1216 il privilegium paupertatis, che
le autorizzava a vivere senza una rendita sicura, ma in precedenza era stato
introdotto per loro anche un rigoroso regime di clausura, perch San Francesco non permetteva alle donne di errare per il mondo. Lopinione della
Chiesa sarebbe rimasta coerente: linsegnamento e lallevamento dei bambini non erano per le ecclesiastiche, ma per le laiche, le quali, se lo desideravano, potevano unirsi alle confraternite. Solamente nel XVII secolo le Piccole Sorelle di Carit aggirarono la proibizione con il non pronunciare mai
voti solenni.
Nel XII secolo e allinizio del XIII era opinione diffusa che le comunit miste fossero insoddisfacenti, cos vi fu una reazione contro di esse e
venne compiuto il tentativo, anche da parte degli ordini che le prevedevano, di escluderle. Nel 1137, per esempio, il capitolo generale dei premonstratensi ne decret la separazione: la stessa Prmontr aveva avuto fino ad
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si. Come abbiamo visto, la classe dei confratelli cavalieri era intorno al 1160
visibile e organizzata, ma anche negli anni intorno al 1180, quando sicuramente era presente un elemento di nobilt, non sembra essersi distinta in
modo particolare dalle altre classi dellordine. Sembra che tutti i confratelli,
ad eccezione del maestro che probabilmente aveva gi ottenuto degli alloggi personali, dormissero in un unico dormitorio. Allinizio del XIII secolo
lidea di un dormitorio comune deve essere stata abbandonata, poich il regolamento di Margat (Marqab) prevedeva che i confratelli avessero le loro
celle personali e la creazione di un convento separato, lauberge, per i confratelli cavalieri, risale probabilmente al trasferimanto ad Acri; questo convento esisteva certamente gi nel 1230.
Negli anni intorno al 1180 nelle corsie dellOspedale di Gerusalemme
erano impiegati servitori salariati, ma, allincirca dieci anni dopo, questi cominciarono a essere sostituiti dai confratelli nelle loro funzioni. Di conseguenza, nello stesso periodo in cui la classe dei cavalieri cresceva e si separava dal resto dellordine, cresceva anche la classe dei conversi, probabilmente per assumere allinterno della comunit quei compiti che i confratelli cavalieri erano riluttanti ad adempiere. Il XIII secolo vide, in verit, un irrobustimento del sistema di casta allinterno dellordine. Intorno al 1230, sotto la magistratura di Bertrando di Comps, che in seguito fu detto aver fatto
per i confratelli cavalieri pi di qualsiasi altro maestro, a chi ricopriva questa carica venne data la priorit rispetto ai confratelli sacerdoti, e nella seconda met del secolo la magistratura e le altre alte cariche vennero limitate
per regolamento a coloro che discendevano legittimamente da famiglie di
cavalieri.
La caduta dei Templari
La popolarit del cammino che i Templari e gli Ospedalieri avevano
intrapreso dimostrata dal fatto che presto altri ordini li seguirono. Questi
comprendevano quelli di Calatrava, Santiago, Alcantara, Santa Maria dei
Germani (lOrdine Teutonico), San Tommaso dAcri, Montjoie, San Giorgio, i Confratelli della Spada, Santo Stefano e probabilmente San Lazzaro.
Gli ordini militari possono essere stati vere istituzioni religiose, ma erano al
contempo inusuali per il fatto che non venivano diretti da sacerdoti, ma da
confratelli cavalieri, i quali non erano, e non potevano essere, ordinati sacerdoti, ed erano spesso ignoranti. Una conseguenza di tale fatto era che,
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sebbene sotto molti aspetti le amministrazioni degli ordini fossero particolarmente complesse ed efficienti, esse erano gestite da uomini piuttosto
semplici e rozzi, privi della raffinatezza necessaria per rispondere alla crisi
che ora dovevano affrontare. Verso la fine del XIII secolo gli ordini cominciarono a trovarsi in un clima di critiche sempre pi ostili. Nel 1274 venne
proposto di integrare tutti gli ordini militari in un unico organismo che, si
pensava, sarebbe risultato pi efficiente di quanto lo fossero gli ordini singolarmente. Sebbene lidea venisse lasciata cadere, quando i reali di Spagna si
lanciarono in difesa delle proprie istituzioni nazionali - Santiago, Calatrava,
Alcantara e altre - venne in seguito resuscitata e nel 1291 si trov allordine
del giorno di ogni sinodo arcivescovile. La critica stava avanzando (i Templari e gli Ospedalieri furono accusati di arroganza, avarizia ed egoismo), ma
sebbene vi fosse una parte di verit, questa venne in molti modi esagerata.
Dietro ci si annidava la percezione che Gerusalemme era stata persa per
sempre e che la presa dei cristiani su quanto rimaneva della Palestina latina si
andava progressivamente allentando. I Templari e gli Ospedalieri erano associati dallopinione pubblica alla difesa della Terra Santa, e non sorprende
che essi venissero ora incolpati di quella che sembrava una catastrofe certa.
Non altrettanto sorprendente che nella crisi da cui fu colpito il movimento
delle crociate, in seguito alla perdita degli ultimi punti dappoggio in Palestina
nel 1291, i Templari avrebbero dovuto affrontare un rinnovato attacco, sebbene sotto una forma che nessuno si aspettava.
Una volta scacciati dalla terraferma, i Templari e gli Ospedalieri si ritirarono a Cipro, che da un secolo era in mani occidentali, e i cavalieri teutonici a Venezia. Per circa un decennio i Templari si trastullarono con lidea
di occupare una testa di sbarco sulla costa siriana, usando, come punto di
partenza dellattacco, una piccola isola chiamata Ruad, in vista della spiaggia. Non sembra per esservi alcun dubbio che, al contrario degli Ospedalieri e dei cavalieri teutonici, i quali reagirono alla crisi trasferendo il centro
delle loro operazioni rispettivamente nellisola di Rodi, lontano dalla costa
turca, sulla linea del fronte della guerra contro lIslam, e in Prussia nella regione baltica, i Templari si erano smarriti. Periodi di incertezza e mancanza
di scopi possono colpire, naturalmente, tutte le grandi corporazioni, ma fu
un caso sfortunato che questo coincidesse con uno spietato e violento attacco nei loro confronti. Nella prima mattina del venerd 13 ottobre 1307
tutti i Templari di Francia, compreso il gran maestro Giacomo di Molay,
vennero arrestati dal governo francese. Furono interrogati durante i mesi
di ottobre e di novembre e molti di loro torturati. Quasi tutti, insieme al
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Gran Maestro, ammisero un sorprendente elenco di crimini, compresi il rifiuto di Cristo, ladorazione degli idoli e lomosessualit.
Godendo della dispensa, i Templari erano soggetti solamente alla giurisdizione papale, perci il loro arresto da parte dei funzionari della corona
francese, anche se questi ultimi dichiararono di agire in nome dellInquisizione, era un affronto al papato, ma il papa si trovava dal punto di vista politico in una posizione delicata, e il resoconto delle confessioni lo turb.
Tutto ci che pot fare fu ordinare larresto dei Templari e avviare i procedimenti legali, che divennero inchieste episcopali, in tutta la comunit cristiana. Sebbene Giacomo di Molay, interrogato da due cardinali, ritrattasse
la sua confessione, i suoi confratelli in Francia, che erano ancora sottoposti
a tortura, confermarono le loro.
Quando due sacerdoti iniziarono a organizzare una difesa pi efficace,
la risposta del governo francese fu di mandare al rogo cinquantadue Templari in un campo alla periferia di Parigi, dopodich la difesa croll. Sebbene al di fuori della Francia le inchieste non raccogliessero alcunch di importante, quando nel 1311 si riun a Vienne un Concilio generale, il papa
era convinto che, colpevole o meno, lOrdine del Tempio era talmente
compromesso da non poter pi svolgere unutile funzione. Nella primavera del 1312 esso venne soppresso e le sue propriet furono cedute allOspedale di San Giovanni. Il 18 marzo 1314, Giacomo di Molay e Goffredo di
Charney, comandante di Normandia, che avevano continuato a protestare
la propria innocenza, furono bruciati sul rogo.
Sono certo che lordine non era colpevole dei crimini imputati; non si
trattava infatti di una societ segreta, ma di un grande e noto ordine ecclesiastico, e tali bizzarre pratiche non avrebbero mai potuto aver luogo senza
che trapelasse qualcosa. Le registrazioni letterali delle commissioni dinchiesta suggeriscono che in mezzo al turbine di insinuazioni e chiacchiere
seguite agli arresti, non vi era alcuna seria prova che mettesse in luce altro
che accidentali casi di omosessualit; in un organismo cos grande di maschi celibi sarebbe stato sorprendente se non se ne fossero verificati alcuni.
Il re di Francia era probabilmente un maniaco religioso, sfruttato dai suoi
ministri, che in diverse occasioni inventarono le storie pi strane per farvi
lavorare sopra il suo cervello eccitato. I Templari avevano un ricco patrimonio, mentre il governo francese era a corto di denaro, e il re potrebbe essere stato persuaso del fatto che stava effettuando una unione de facto dei
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grandi ordini militari, perch nello stesso momento in cui i Templari venivano annientati, egli mostrava un certo favore nei confronti degli Ospedalieri. Le accuse contro i Templari sembrano essere state costruite con un
occhio allopinione pubblica, poich si aprivano con articoli concernenti il
preteso rifiuto da parte dei Templari di Cristo come Dio, della crocifissione
e della Croce. Erano accusati di sputare su un crocefisso al momento di essere accolti nellordine, di calpestarlo e di orinarvi sopra. In ogni societ cristiana queste accuse sarebbero state orripilanti, ma esse suggerivano anche
che la dottrina e le tradizioni del movimento delle crociate, secondo le quali
lautorit di Cristo e limmagine della Croce erano centrali, venivano fondamentalmente rifiutate. Le accuse furono largamente pubblicizzate dal
governo francese e allopinione pubblica fu offerta la spaventosa immagine di un prestigioso ordine che rivendicava di incarnare, in una forma religiosa regolare, gli ideali della crociata, ma che in realt ne ricusava i dogmi
fondamentali.
Non vi dubbio, comunque, che quasi tutti i Templari in Francia confessarono. Provenendo da famiglie nobili provinciali di secondaria importanza, la maggior parte dei cavalieri aveva pronunciato i voti nella prima
adolescenza ed era appena capace di leggere e scrivere. Erano esentati dal
recitare il Salterio durante lufficio monastico e al suo posto potevano dire
il Padrenostro, e lo stesso gran maestro ammetteva di essere illetterato.
Sebbene fossero, senza dubbio, dei leoni in battaglia, questi ordinari e piuttosto inadeguati uomini non furono in grado di tener testa allo spietato terrorismo governativo; le medesime reazioni furono discernibili, con poche
onorevoli eccezioni, nelle reazioni degli Ospedalieri inglesi allo scioglimento del loro priorato da parte di re Enrico VIII, nel 1540.
Dopo la repressione la maggior parte dei Templari concluse i propri
giorni come pensionati in altre istituzioni religiose, e le loro propriet, presumibilmente insieme al loro archivio centrale, vennero trasferite agli
Ospedalieri. Da allora gli archivi sono andati perduti e sono sopravvissute
solamente sette documenti originali e una lettera papale anchessa originale. Sei dei documenti si trovano negli archivi centrali dellordine dellOspedale di San Giovanni di Gerusalemme, ora a La Valletta, e uno si trova a
Madrid, dove giunto da una provincia degli Ospedalieri in Navarra; la lettera papale custodita negli archivi della corona di Aragona. Cinque di questi documenti potrebbero essere giunti agli Ospedalieri con gli atti delle
propriet acquisite dai Templari prima del 1291, ma due sembrano non
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aver avuto alcuna associazione con gli Ospedalieri. Altri sei documenti furono copiati dagli Ospedalieri in Provenza nel 1741 e cos, anche se ora
sono perduti, erano in loro possesso in quel periodo, sebbene tutti potrebbero essere stati acquistati da loro prima del 1291. In ogni modo, un documento di straordinaria importanza, la conferma della donazione nel 1157
allordine del castello di Tartus (Tortosa in Siria), fu copiato in Spagna nel
1377 per ordine di Montesa, il quale era succeduto ai Templari nelle propriet in Aragona, e deve essere stato supposto che il documento si riferisse alla citt spagnola di Tortosa. Le lettere papali risalenti al 1191 e al 1219,
che solo i Templari avrebbero trovato utili, furono copiate in un bullarium
degli Ospedalieri assemblato in Francia nel XV secolo, ma non ancora
stata effettuata alcuna analisi del materiale del XIII secolo ivi contenuto,
una gran parte del quale sembra riferirsi ai soli Templari. Altre due lettere
papali, concernenti i Templari in Oriente, sono registrate in una raccolta
del XVI secolo conservata a Poitiers, raccolta che potrebbe essere stata un
inventario dellarchivio locale degli Ospedalieri di Parigi.
Che cosa dobbiamo fare di tutto questo? Prima che nel 1291 giungesse
la fine, molte istituzioni religiose in Terra Santa, con dipendenze in Europa
dove poter spedire i propri documenti per metterli al sicuro, trasferirono
gli archivi oltre il Mediterraneo. I cavalieri teutonici inviarono i loro a Venezia, gli Ospedalieri la maggior parte dei propri in Provenza, dove devono
essere rimasti, dal momento che a Masnosque, nel 1531, fu fatto un inventario; il grosso dei documenti non venne trasferito al quartier generale di
Malta fino al XVII secolo. Sembra che dopo la soppressione dei Templari,
e il trasferimento delle propriet di questi ultimi agli Ospedalieri allinizio
del XIV secolo, gli archivi Templari, o almeno parte di essi, siano finiti in
mano degli Ospedalieri: non si potrebbe infatti spiegare in altro modo la
sopravvivenza fino ai nostri giorni di alcuni documenti, o il fatto che un
considerevole numero di lettere papali venisse copiato nel XV secolo dagli
Ospedalieri in Francia. Rudolf Hiestand, lultimo a scrivere in merito a
questo problema, ha suggerito che gli archivi dei Templari vennero trasferiti a Cipro e infine persi nel 1571 insieme allisola; sembra per pi probabile che essi si trovassero nelle casse rispedite in Europa prima del 1291,
che siano stati inviati in Provenza e quindi siano rimasti in Francia almeno
per tutto il resto del Medioevo.
Sembra che il mito dei Templari - secondo cui lordine sarebbe sopravvissuto come una specie di struttura sotterranea organizzata per sfociare
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sciuto che lassenza dalla scena dei principali maggiorenti avrebbe avuto un
effetto opposto, e questo pu essere il motivo per il quale la predicazione
della crociata era accompagnata dal rinnovo dei decreti di pace nei concili
ecclesiastici. Le Fiandre soffrirono durante lassenza del Conte Roberto, e
quando Guido di Rochefort ritorn nel 1102 nella sua castellania, venne
accolto da una lista di lamentele, perch, mentre era stato impegnato nella
crociata, quasi nessuno aveva potuto essere processato. I privilegi di
protezione dei papi e i mandati di protezione dei re erano a volte senza valore, e i registri dei tribunali inglesi del XIII secolo contengono un deprimente inventario di ogni tipo di ingiurie subite dalle donne - bigamia, omicidio, furto, raggiri legali - e sebbene conosciamo solo le cause pi chiaramente negative, perch erano queste che giungevano in tribunale, non vi
alcun dubbio che le donne rimaste a casa vivevano in una situazione di ansia e precariet, senza contare le tentazioni alle quali potevano essere esposte e la possibilit che avevano di rimanere vedove con figli orfani di padre.
Poche avrebbero avuto la possibilit di prendere la triste iniziativa di Ida di
Louvain, che nel 1106 and in Oriente alla vana ricerca di suo marito, Baldovino di Mons, conte di Hainault, che si era perso in circostanze misteriose otto anni prima. Limmagine dipinta nel materiale storico della donna
come un elemento inibitore ha un senso.
Sono giunto a credere, comunque, che i documenti ci presentano solo
met della verit, e questo a seguito di una ricerca genealogica effettuata
tramite un progetto computerizzato nel quale sono stato coinvolto. Devo
prima sottolineare che, per quanto imponente fosse la campagna di reclutamento per le crociate, la risposta alle chiamate dei papi rappresentavano,
ovviamente, solo una parte della manodopera disponibile nellEuropa occidentale. Non ci troviamo di fronte a qualcosa caratterizzato da unattrazione
universale, ma a un movimento che attirava determinate categorie di persone. La cosa interessante che molti crociati possono essere identificati con
alcuni gruppi consanguinei. Dalla met del XII secolo in poi ci pu essere
spiegato dalla tradizione di assumere determinati incarichi sviluppatasi allinterno delle famiglie, ma nel periodo in cui si predicarono le prime crociate
tale tradizione, ovviamente, non esisteva. Nella vita quotidiana degli uomini
e delle donne dellXI e XII secolo rivestivano un ruolo centrale i legami di
parentela imposti dalla famiglia e i vincoli feudali, tra i due probabilmente i
primi erano quelli pi forti ed entrambi i tipi di legame venivano vicendevolmente rafforzati grazie allaiuto che i signori feudali davano ai propri vassalli
nellorganizzare matrimoni vantaggiosi per la loro stirpe.
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Broyes e Pont-Echanfray, due generazioni di questo clan produssero ventidue, forse ventotto fra crociati e coloni in Oriente.
Le prove della concentrazione di crociati in certi gruppi consanguinei
cos sorprendente da essere incline a credere che una certa predisposizione, a
favore del movimento delle crociate da parte di alcune famiglie, potrebbe essere stato un fattore importante nel periodo dei primi reclutamenti. Questa
predisposizione potrebbe essere nata in vari modi. I duchi di Britannia ereditarono la devozione nei confronti della Croce, nata dopo il 1020, verso la fine
del decennio, quando il conte Alan Caignart di Cornovaglia cadde gravemente malato. Nel delirio egli credette di avere la visione di una croce dorata
che scendeva dal cielo verso di lui, e si convinse a tal punto che pose la sua
guarigione in relazione con questa apparizione e per questo motivo invi sua
moglie e suo fratello, il vescovo locale, a Roma per chiedere consiglio al
papa. Papa Giovanni XIX sugger che Alan fondasse un monastero in onore
della Croce e cos, nel 1029, egli eresse labbazia di Saint Croix de Quimperl.
Lanno seguente la Cornovaglia fu invasa da Alan III di Britannia, ma Alan
Caignart lo sconfisse nella battaglia di Gueth-Ronan. Prima del combattimento, egli invoc la forza della gloriosa croce del Signore e implor laiuto
di Saint Ronan. Quindi combatt protetto dal segno della croce guaritrice. In questo racconto possono esservi reminiscenze dellimperatore Costantino a Ponte Milvio, ma Alan sembra anche un precursore dei crociati, e
certamente questo il primo riferimento, che ho trovato, a un uomo che vistosamente indossa la croce in battaglia. I Polignac erano tradizionalmente
devoti a San Giorgio, cosa che diede origine alla confusione tra un Giorgio
che era stato missionario a Velay, il distretto nel quale vivevano, e il santo militare. Nel caso dei Le Puiset, che sembrano aver unito piet e violenza a un
livello esagerato, un evento cruciale pu essere stato rappresentato dalla conversione di Everardo II, avvenuta nel 1073, ventidue anni prima della prima
crociata: egli consegn il titolo di visconte di Chartres nelle mani di un fratello, si sbarazz di tutte le propriet, and in pellegrinaggio nudo e povero
ed entr poi a far parte dellabbazia di Marmoutier. Ci colp i suoi fratelli e,
quando nellinverno del 1095-96 Everardo seppe che suo nipote Everardo
III stava progettando di unirsi alla crociata, ottenne il permesso dalla sua abbazia di andare a trovarlo e lo persuase a sussidiare Marmoutier.
Ho trovato un modello di predisposizione familiare nel casato di Borgogna. Il conte Guglielmo Tte-Hardi di Borgogna ebbe sei figli: Eudes
sembra essere morto in giovane et, Raimondo spos lerede di Leon-Ca-
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cora come una profonda e fiduciosa dichiarazione teologica in pietra. Prima che i crociati conquistassero Gerusalemme non vi era alcuna chiesa, per
quel che ne sappiamo. Una cinta racchiudeva diversi santuari separati, il pi
venerato dei quali era la tomba di Cristo, o ci che ne rimaneva dopo gli atti
di vandalismo perpetrati su ordine del califfo fatimida nel 1009, staccata
nel IV secolo dagli ingegneri dellimperatore Costantino dal resto della
cava, nella quale era stata scavata, e rinchiusa in una aedicula, una piccola
cappella indipendente che si trovava sotto una rotonda costruita nella met
dellXI secolo. Assai vicino vi era il luogo della crocifissione, la cappella del
Calvario in cima alla colonna di roccia alla quale era stata ridotta la collina del
Golgota e, un po in disparte, le rovine della basilica di Costantino, costruita
sopra il luogo dove sua madre aveva presumibilmente scoperto nel 320 il legno della vera Croce. Allora, con Gerusalemme sotto dominio latino, i luoghi della morte e della resurrezione di Cristo vennero per la prima volta fisicamente uniti luno allaltro sotto un unico tetto, in un edificio enorme, sontuosamente decorato, che voleva essere lapoteosi delle chiese santuario, un
reliquario in pietra che custodiva la tomba dove il corpo di Cristo era stato
trasformato e la collina del Calvario macchiata con il suo sangue.
Ho gi fatto riferimento alle spese necessarie alla costruzione dei castelli; le chiese non erano meno costose. Sebbene non siano rimaste prove
in proposito, il denaro necessario deve essere stato da principio fornito da
oltremare, poich in Occidente il papato e la popolazione versavano donazioni a favore della Terra Santa. Nella prima met del XIII secolo il commercio procurava enormi profitti, la qual cosa spiega le costruzioni di altissima qualit e gli impressionanti lavori pubblici, compreso un massiccio ed
elaborato sistema di scolatura delle acque, che ora viene riportato alla luce
ad Acri, la capitale del regno dopo la caduta di Gerusalemme, e per un certo
periodo di tempo importante porto della regione del Mediterraneo orientale: nel sottosuolo si conserva il venticinque per cento circa della citt medievale.
Sebbene il regno di Gerusalemme fosse il pi famoso tra gli insediamenti fondati sulla scia delle crociate, di sicuro non fu lunico e nemmeno
quello pi duraturo. Tra il 1098 e il 1153 gli europei occidentali crearono
anche le contee di Edessa e Tripoli e il principato di Antiochia, occupando
lintera costa levantina dal Golfo di Alessandretta a nord fino al confine
con lEgitto a sud: i territori cristiani si stendevano allinterno fino a Edessa
(Urfa), 140 miglia a nord ovest di Antiochia, attraverso il mare di Galilea
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allinterno della Transgiordania, e fino al Golfo di Aqaba, sebbene non riuscissero mai a impossessarsi delle grandi citt dellinterno, Aleppo o Damasco. Nel 1191 fu occupata Cipro e dopo il 1204 la Grecia e le isole
dellEgeo. Sebbene la costa levantina fosse persa nel 1291, parti della Grecia furono tenute fino al quindicesimo secolo, Cipro fino al 1571 e Creta
fino al 1669. La conquista di cos tanta costa del Mediterraneo orientale significava che, sebbene Gerusalemme e gran parte del territorio interno della Palestina fossero cadute nelle mani dei musulmani nel 1187, confinando
i latini sulla costa, questi ultimi insediamenti nel XIII secolo erano in qualche modo pi sicuri e meno isolati di quanto lo fossero stati nel XII. Si svilupp un certo tipo di civilt comune ed possibile parlare di capitali culturali dellOriente latino: Gerusalemme nel XII secolo, Andravidha nella
Grecia meridionale nel XIII e Nicosia a Cipro nel XIV. La marina mercantile, in particolare quella italiana, che nel XII secolo si era sviluppata rapidamente, un tra di loro i vari insediamenti, senza essere preoccupata dalla
forza navale musulmana, dal momento che erano pochissimi i punti nei
quali le galere egiziane potevano prendere il largo senza pericolo e il loro
raggio di operazioni era limitato a un tratto di mare nel quale, per ragioni
geografiche, le navi da e per lOccidente tendevano a navigare ben lontano
dal delta del Nilo.
Quella che gli occidentali occupavano era un regione prospera, unimportante fonte di prodotti molto richiesti in Occidente, come zucchero e
cotone, e dal 1170 al 1260 costitu la pi importante rotta commerciale verso lEstremo Oriente, dalla quale provenivano merci molto preziose, come
le spezie. NellXI secolo, e per molta parte del XII, la principale rotta marittima verso lIndia e lEstremo Oriente si concludeva al porto di Aydhab,
sulla costa egiziana del Mar Rosso, da dove le merci venivano portate attraverso la terraferma ai porti del delta, in particolare Alessandria. Dopo la
conquista dellEgitto da parte del Saladino, le rotte commerciali asiatiche
cambiarono e, invece di approdare ad Aydhab, le merci venivano sbarcate
sul lato arabo del Mar Rosso, o passavano il golfo persiano fino a Basra. Da
questi due punti di entrata viaggiavano sulla terraferma fino a Damasco, i
cui porti, Acri e Tiro, erano in mano ai cristiani e regolarmente visitati dai
mercanti provenienti dallItalia e da altri paesi, i quali erano in grado di fornire il necessario trasporto verso i pi importanti mercati. Acri divenne per
un certo tempo il pi importante centro commerciale del Mediterraneo,
portando nelle casse del governo del regno enormi entrate attraverso le tasse sulle merci in transito. Il cronista inglese Matthew Paris dichiar che gli
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franco si scagli di nuovo contro di lui] [...]. I Templari [...] lo espulsero. Essi si scusarono con me, dicendo: uno straniero e non ha mai visto alcuno pregare in una direzione
che non fosse oriente.
Meno conosciuto fu un incidente simile, descritto dal viaggiatore
ebreo, Jacob Nathanel, svoltosi alla tomba di Rav Kahana vicino Tiberiade,
un reliquario di guarigione che attirava pellegrini cristiani ed ebrei.
Un cavaliere proveniente dalla Provenza vide i cristiani accendere molte candele.
Egli disse loro: Chi seppellito qui? Gli riposero: Un ebreo, un santone, e lui guarisce gli ammalati e aiuta le donne sterili. Egli rispose: Siete pazzi a venerare in tal
modo un ebreo. Prese una pietra e la gett in terra, poi un le proprie mani per gettarne
unaltra e, mentre stava a cavallo, cadde e mor allistante. E subito il clero e i vescovi si
riunirono e dissero: Questo accaduto non perch egli un ebreo, ma perch egli (il cavaliere provenzale) ha oltraggiato il maestro Ges. Ci ha irritato Ges ed stato lui che lo
ha ucciso. Ed essi dissero tutto ci davanti ai contadini.
Questo , naturalmente, un tipico miraculum, ma il racconto dellansia
del clero di eludere eventuali problemi con il distorcere in senso cristiano la
storia del cavaliere apoplettico, conferma che questo santuario era il centro
di un culto sincretico.
Tali luoghi di culto e santuari erano una caratteristica della religione
popolare in Palestina e in Siria ed erano tollerati dal clero latino. Alcuni si
trovavano nel profondo delle zone rurali, altri erano nelle citt o vicino ad
esse. Oggigiorno pochissimi storici distinguerebbero la religione di massa
cos nettamente da quella di lite - noi siamo pi inclini a immaginare uno
spettro di fede che si estende senza interruzione dai contadini agli intellettuali, con molti atteggiamenti in comune - e sebbene i gusti, gli atteggiamenti e le preferenze dei principali coloni rimanessero sotto molti aspetti
di tipo fondamentalmente occidentale (i pi intelligenti tra loro frequentavano le scuole europee e la Palestina latina rimase molto provinciale) e gli
insediamenti nellentroterra venissero subito spazzati via, probabile che,
come ha argomentato Jaroslav Folda, si sia sviluppata, almeno nellarte,
una fusione di stili latini, greci e siriani, che condusse a una forma eclettica
che questo storico chiama arte crociata. Tale arte ebbe una lunga storia,
dal momento che sopravvisse alla perdita dellentroterra nel 1291 e and
avanti sviluppandosi nella Grecia latina, dove lassimilazione culturale pu
essere osservata nelle chiese gotiche greco-ortodosse di Famagosta e
Rodi.
127
vero, in ogni modo, che il materiale a nostra disposizione tace quando si tratta degli indigeni, i quali vi entrano ed escono cos fuggevolmente
che difficile giungere a solide conclusioni su di loro. Ci potrebbe essere
dovuto non al fatto che vennero ignorati, ma perch le misure prese dal governo per fronteggiarli erano relativamente efficaci. Tali misure comportarono un adattamento del dhimma musulmano, che era certamente in vigore
nel 1120. A rigor di termini, lo status di un dhimmi (una persona del contratto o dellobbligazione) era nel diritto canonico musulmano accessibile solo
per i popoli delle scritture, cio ebrei, cristiani e sabei (compresi i zoroastriani). Ogni dhimmi adulto, maschio, libero e sano doveva pagare un testatico, la jiziya. I suoi beni immobili potevano, anche se non necessariamente,
passare allintera comunit dellIslam, ma egli poteva conservarne lutilizzo
e comunque doveva pagare sopra essa e sul raccolto una tassa fondiaria (il
kharaj), mentre era soggetto ad altre imposte per il mantenimento degli
eserciti musulmani. Egli si doveva distinguere per abbigliamento dai credenti e non gli era permesso andare a cavallo o portare armi. Gli era proibito testimoniare in tribunale, essere sotto la tutela della legge criminale e
contrarre matrimonio. Egli e la sua famiglia non erano cittadini di uno stato
musulmano, bens membri di una comunit di semi-autogoverno, sotto il
proprio capo responsabile, come un rabbino e un vescovo, sebbene tutti i
casi importanti, insieme a quelli che coinvolgevano membri di diverse fedi
religiose, dovessero essere trattati dai tribunali musulmani competenti.
Dallaltro lato, ai dhimmi era garantita la sicurezza, la protezione nellesercizio della loro religione, sebbene non dovessero causare pubblica offesa, e
la difesa da terzi. Essi potevano riparare o anche ricostruire i luoghi di culto
gi esistenti, ma non potevano erigerne di nuovi.
Vediamo che nel regno di Gerusalemme gli ebrei e i musulmani, ma
non i cristiani, pagavano un testatico, che il kharaj (latinizzato in carragium)
era imposto sulle loro terre (sebbene data lubiquit di tale tassa in Islam ci
non voglia dire molto), che essi dovevano vestire in maniera diversa, che
erano soggetti ad alcune proibizioni, non potendo testimoniare contro i latini, eccetto per provare la loro et o genealogia, o per fornire prove sui
confini delle terre, e che potevano praticare la loro religione. stata menzionata dal viaggiatore Ibn Jubair una moschea a Tiro, e una nuova venne
costruita a Ramallah nel 1176-77. I contadini musulmani di Hanbali
Muslim si riunivano per le preghiere del venerd con il khutba, invocando il
nome del califfo abbaside, nel villaggio di Jammail, vicino a Nablus. A Nablus venne costruita una nuova sinagoga dagli ebrei samaritani allinizio del
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131
ciali: come lInghilterra e la Sicilia, la Palestina fu una conquista dellXI secolo, con il risultato che non vi era propriet fondiaria assoluta; tutta la propriet era in usufrutto, ed era tenuta, in ultima analisi, dalla corona; ma allo
stesso tempo i principali affittuari dei re arrivarono ad avere poteri molto
ampi. I loro possedimenti, che a volte corrispondevano ai vecchi territori
urbani romano-bizantino-musulmani, erano palatinati nei quali esercitavano pieni poteri giurisdizionali, e almeno alcuni di loro avevano il diritto di
stipulare la pace o dichiarare guerra ai propri vicini musulmani senza ricorrere al governo centrale. Questi privilegi erano tipici dei marchesati occidentali e sembra che siano stati deliberatamente garantiti per venire incontro alle esigenze della vita di frontiera. Gli insediamenti in Palestina e in Siria erano sempre esposti alla pressione militare e, nonostante la loro prosperit, i signori nel tempo si impoverirono notevolmente, sicch molto
del territorio facente parte delle loro propriet venne assegnato alla Chiesa
o agli ordini militari.
Nel XII secolo la corona era stata capace di mantenere le sue propriet
a scapito dei magnati. Nel XIII secolo essa era ancora pi ricca di questi ultimi, grazie alle entrate di Acri, e il trono fu oggetto di disputa alla fine del
dodicesimo secolo e ancora nel XIII, e vi fu un lungo periodo di assenza di
potere sovrano, durante il quale la corona pass alle famiglie degli imperatori occidentali dal 1228 al 1268 e in seguito ai sovrani di Cipro. Questo periodo fu testimone dellemergere di uno dei pi curiosi risultati delle crociate: una scuola di eruditi giuristi baronali, che usarono ogni tecnica giuridica
per resistere a quelle che ritenevano essere le improprie richieste della corona e dei suoi rappresentanti, sviluppando una straordinaria teoria costituzionale per sostenere le proprie rivendicazioni, e dichiarando che la conquista di Gerusalemme nel 1099 era stata il risultato di una emigrazione popolare, che aveva in seguito eletto il proprio sovrano con la creazione di
una sorta di contratto di governo. I pi estremisti tra loro sostennero, in
modo del tutto funzionale, che il re non aveva diritto alle regalie e a nessun
altro privilegio, tranne quelli che gli derivavano in qualit di signore supremo attraverso il contratto feudale: il pi grande di questi giuristi, Giovanni
di Ibelin, conte di Giaffa, nel suo lungo trattato non si riferisce mai al re
come roi ma solo come chef seigneur.
Dagli anni 50 agli anni 80 di questo secolo, le opere di giurisprudenza
affascinarono gli storici, descrivendo uno stato nel quale una sorta di feudalesimo puro, se mai possa essere esistita una cosa del genere, era stato
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imposto al tempo degli insediamenti avvenuti intorno al 1100 e sopravvissuto, arcaico e fossilizzato, per un secolo e mezzo. Negli anni 20, in ogni
modo, uno studioso francese di nome Maurice Grandclaude le aveva passate al setaccio, estrapolando i riferimenti a quelle leggi che riteneva potessero essere datate intorno al XII secolo e, sulla base delle prove da lui portate alla luce negli anni 50, Jean Richard e Joshua Prawer riscrissero la storia di Gerusalemme, poich divenne evidente che lo stato feudale ossificato, descritto nei testi di diritto del XIII secolo, non si accordava con la realt del secolo precedente, e nemmeno con quella del secolo successivo. I testi di diritto sembrarono sempre meno opere erudite e sempre pi trattati
politici, acuti ma faziosi, scritti da autori di parte nel corso della battaglia
costituzionale che infuriava in Palestina nei decenni precedenti al momento in cui furono composti. Perfino il regno di Gerusalemme cominci a
sembrare pi normale, sebbene naturalmente fornito di proprie peculiarit e soggetto a sviluppi politici e costituzionali non dissimili da quelli che
si verificarono altrove. Lapproccio costituzionale alla storia di Gerusalemme, introdotto da Richard e Prawer, ebbe influenza per almeno
ventanni e recentemente stato esteso da Peter Edbury alla storia di Cipro. Alla met degli anni 70, in ogni modo, Hans Mayer apr la strada a un
altro modo di vedere la politica dellOriente latino. In un certo senso ci
rappresent una reazione non dissimile a quella che si era verificata negli
anni 30 tra gli storici dellInghilterra medievale, ossia uno spostamento
dalla visione dallalto tipica dellapproccio costituzionale a quella legata
agli aspetti ordinari e allattivit pratica dellautorit. Tale nuovo approccio
sembra essere stato anche in tono con uno stato danimo che poteva essere
percepito in molte branche della storia e che si manifestava attraverso un
rinnovato interesse per le societ decentralizzate. Una caratteristica del lavoro recente rappresentata dallinteresse per il modo in cui il potere del
sovrano operava in ogni sorta di piccoli, ma sottili ed efficienti modi, e attraverso la frammentata struttura feudale del regno di Gerusalemme. Questo tipo di lavoro di sicuro in antitesi con lapproccio ad ampio raggio degli storici di frontiera, i quali, mentre sono alla caccia di un altro modello, ne
ricercano i comuni denominatori.
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Cronologia
1095
1096
1097
1098
1099
1101
1107
1108
1109
1113
1114
1118
1119
1120
1123
1124
1125
1128
1129
marzo
luglio - settembre
27 novembre
luglio - dicembre
fino al 1102
fino al 1097
1 luglio
21 ottobre - 3 giugno 1098
10 marzo
28 giugno
15 luglio
22 luglio
agosto - settembre
fino al 1108
settembre
12 luglio
19 dicembre
27 giugno
fino al 1125
marzo - aprile
7 luglio
fino al 1126
fino al 1129
gennaio
novembre
1135
maggio
1139
1144
1145
fino al 1140
24 dicembre
1 dicembre
fino al 1147
1146
1147
1147
134
fino al 1149
13 aprile
24 ottobre
Concilio di Piacenza
Viaggio di predicazione di papa Urbano II
Proclamazione della prima crociata al Concilio di Clermont
Persecuzione degli ebrei in Europa
Prima crociata
Papa Urbano II paragona la Reconquista in Spagna alla crociata
Arrivo della seconda ondata di armate crociate a Costantinopoli
Battaglia di Dorileo
Assedio di Antiochia
Baldovino di Boulogne assume il controllo di Edessa
Battaglia di Antiochia
Gerusalemme cade in mano ai crociati
Goffredo di Buglione viene eletto primo sovrano latino di Gerusalemme
Lultima ondata di armate della prima crociata viene sconfitta dai turchi in Asia Minore
Crociata di Boemondo di Taranto
Boemondo si arrende ai greci
Presa di Tripoli
Primi privilegi papali per lOspedale di San Giovanni
Crociata catalana nelle Isole Baleari
Crociata di papa Gelasio II in Spagna
Saragozza cade in mano ai crociati
Battaglia del Campo di Sangue
Crociata di papa Callisto II in Oriente e in Spagna
Fondazione dellOrdine dei cavalieri templari
Decreto per la crociata da parte del primo Concilio Laterano
Presa di Tiro da parte dei crociati
Incursione di Alfonso I dAragona in Andalusia
Crociata in Oriente di Ugo di Payns
Riconoscimento dei Templari da parte del Concilio di Troyes
I crociati attaccano Damasco
Concilio di Pisa. Indulgenze per la crociata offerte a coloro che prendono le armi contro lanti-papa e i normanni in Italia meridionale
Crociata in Oriente
Edessa cade in mano ai musulmani
Papa Eugenio III proclama la seconda crociata nella bolla Quantum praedecessores
San Bernardo di Chiaravalle predica la seconda crociata
Persecuzione degli ebrei in Renania
Seconda crociata
Papa Eugenio autorizza la crociata in Spagna e oltre la frontiera tedesca nord-orientale
Presa di Lisbona
1148
1149
1153
1154
1157
1158
1163
8-24 luglio
15 luglio
25 aprile
fino al 1184
fino al 1558
fino al 1169
1169
23 marzo
1170
1171
1172
1173
1174
1175
1176
1177
1183
1186
1187
1188
1189
1189
1190
1191
1192
1193
1197
1198
1199
1200
1202
1204
1206
1208
1209
10 settembre
(circa)
15 maggio
28 ottobre
(circa)
11 giugno
3 marzo
4 luglio
2 ottobre
29 ottobre
gennaio
fino al 1192
3 settembre
10 giugno
giugno
12 luglio
7 settembre
2 settembre
fino al 1230
fino al 1198
agosto
24 novembre
dicembre
(circa)
fino al 1204
24 novembre
12-15 aprile
9 maggio
fino al 1205
14 gennaio
fino al 1229
22 luglio
135
1211
1212
1213
17 luglio
aprile
12 settembre
1215
1216
1217
1218
1219
1221
1225
1226
1227
1228
1229
14 dicembre
28 ottobre
fino al 1229
27 maggio - 5 novembre 1219
30 agosto
fino al 1229
fino al 1233
18 febbraio
12 aprile
fino al 1253
fino al 1231
1231
1232
1236
fino al 1234
fino al 1253
29 giugno
1237
1239
fino al 1240
fino al 1241
1241
1242
1244
5 aprile
16 marzo
11 luglio - 23 agosto
17 ottobre
1245
1248
1249
1250
1251
1254
1255
1256
1258
1259
136
fino al 1254
ottobre
23 novembre
6 giugno
8 febbraio
1250-54
fino al 1258
10 febbraio
1260
1261
1265
1266
1268
3 settembre
23 ottobre
25 luglio
fino al 1266
26 febbraio
18 maggio
23 agosto
1269
1270
1271
1274
1275
fino al 1272
25 agosto
fino al 1272
18 maggio
(circa)
1277
settembre
1282
1283
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30 marzo
fino al 1302
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4 giugno
18 giugno
26 aprile
18 maggio
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31 agosto
fino al 1307
13 ottobre
fino al 1310
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15 marzo
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18 marzo
I Cavalieri Teutonici livoniensi sono sconfitti dai Lituani nella battaglia di Durbe
Seconda rivolta prussiana
Crociata castigliana a Sal in Marocco
Battaglia di Ayn Jalut
Baybars diventa sultano dEgitto
I greci occupano di nuovo Costantinopoli
Crociata di Carlo dAngi in Italia meridionale
Battaglia di Benevento
Antiochia cade in mano ai mamelucchi
Battaglia di Tagliacozzo
Crociata aragonese in Palestina
Seconda crociata di San Luigi
Morte di San Luigi in Tunisia
Edoardo dInghilterra in Palestina
Decreto di crociata Constitutiones pro zelo fidei del secondo Concilio di Lione
Fondazione dellOrdine di Santa Maria de Espaa
Il vicario di Carlo dAngi, il quale aveva comprato la corona di Gerusalemme da un pretendente al trono, arriva ad
Acri; il Regno di Gerusalemme si spacca
I vespri siciliani
Crociata contro siciliani ed aragonesi
Crociata francese contro lAragona
Il regno di Gerusalemme riunito sotto re Enrico II di Cipro
Crociata in Oriente di Alice di Blois
Crociata in Oriente di Giovanni di Grailly
Tripoli cade in mano ai mamelucchi
Crociata in Oriente di Ottone di Grandson e degli italiani settentrionali
Acri cade in mano ai mamelucchi
Cadono Sidone e Beirut
I cristiani evacuano Tartus e Athlit
I musulmani prendono lisola di Ruad dai Templari; probabilmente ha fine il governo latino a Jubail
Trattato di Caltabellotta
Gli Ospedalieri iniziano linvasione di Rodi
Crociata contro i seguaci di fra Dolcino in Piemonte
Proclamata la crociata a sostegno della richiesta di Carlo di Valois in favore di Costantinopoli
In Francia vengono arrestati tutti i Templari
Crociata popolare; lOrdine Teutonico sposta il quartier generale a Marienburg in Prussia
Crociata castigliana e aragonese in Spagna
Crociata contro Venezia
La crociata degli Ospedalieri consolida il controllo su Rodi
Viene stabilito a Rodi il quartier generale degli Ospedalieri
Battaglia di Halmyros (fiume Kephissos)
La Compagnia Catalana assume il controllo di Atene e Tebe
LOrdine dei cavalieri templari viene soppresso
Papa Clemente V concede la maggior parte delle propriet dei Templari agli Ospedalieri
Crociata in Ungheria (rinnovata nel: 1325, 1332, 1335, 1352, 1354)
Lultimo Gran Maestro dei Templari, Giacomo di Molay, viene bruciato sul rogo insieme a Goffredo di Charney
Fondazione dellOrdine di Montesa
Fondazione dellOrdine di Cristo
Seconda crociata dei pastori
Crociata contro Ferrara, Milano e i Ghibellini nella marca di Ancona e nel ducato di Spoleto (estesa nel 1324 fino a Mantova)
Crociata norvegese contro i Russi in Finlandia
Crociata in Polonia (rinnovata nel: 1340, 1343, 1351, 1354, 1355, 1363, 1369)
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fino al 1334
30 ottobre
fino al 1344
28 ottobre
fino al 1347
fino al 1350
fino al 1357
fino al 1367
10 ottobre
agosto - dicembre
25 settembre
fino al 1403
dicembre
15 luglio
fino al 1431
7 luglio
1 gennaio
19 novembre
29 maggio
30 settembre
17 febbraio
1455
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4 giugno
22 luglio
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1493
1499
1500
fino al 1460
14 gennaio
15 agosto
31 dicembre
23 maggio - fine agosto
11 agosto
8 aprile
10 settembre
fino al 1492
fino al 1492
2 gennaio
fino al 1510
1 giugno
fino al 1517
1512
1513
1516
1517
1520
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1523
1525
1529
1530
26 settembre - ottobre
2 febbraio
1530
23 marzo
1535
1537
1538
1540
1541
1550
1551
giugno - luglio
fino al 1538
27 settembre
1562
1566
fino al 1517
11 novembre
giugno
luglio - 18 dicembre
1 gennaio
ottobre - novembre
giugno - settembre
14 agosto
1570
1571
fino al 1571
9 settembre
5 agosto
7 ottobre
1572
1573
1574
1578
1588
1614
1617
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1684
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1686
1699
1707
1715
1741
1792
1798
11 ottobre
agosto - settembre
4 agosto
fino al 1669
26 settembre
14 luglio - 12 settembre
fino al 1697
fino al 1687
fino al 1773
13 giugno
Lega Santa (di crociata) (rinnovata nel 1572); Cipro cade in mano ai turchi
Nicosia cade in mano ai turchi
Famagosta cade in manto ai turchi
Battaglia di Lepanto
La flotta della Lega nel Mediterraneo orientale
Unione degli Ordini di San Lazzaro e San Maurizio
Don Giovanni dAustria conquista Tunisi
Tunisi riconquistata dai turchi
Crociata di re Sebastiano di Portogallo in Marocco
Battaglia di Alcazarquivir
LArmada
Malta attaccata dai turchi
Fondazione dellOrdine della Milice Chrtienne
Creta conquistata dai turchi. Difesa da una lega di crociata
Gli Ospedalieri attaccano Algeri
Candia si arrende ai turchi
Secondo assedio ottomano di Vienna
Lega Santa (di crociata)
I Veneziani occupano il Peloponneso
Le forze cristiane occupano Buda
Pace di Carlowitz
Gli Ospedalieri partecipano alla difesa di Orano
Peloponneso occupato di nuovo dai turchi
Manoel Pinto, Gran Maestro degli Ospedalieri, assume i poteri di piena sovranit
Confiscate in Francia le propriet degli Ospedalieri
Malta si arrende a Napoleone
Tripoli
Mar Mediterraneo
Cairo
La Mecca
Gerusalemme
Damasco
Edessa
Konya
(Urfa)
Antiochia
Cipro
Beirut
Acri
Alessandria
Atene
Rodi
Baghdad
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Fez
Malta
Taranto
Costantinopoli
Nicea
Mar Nero
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Granada
Baleari
Roma
Vienna
Cordoba
Clermont
Limoges
Parigi
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Indice
I libri di questa collana sono il risultato di approfondite discussioni con L'Autore che, stimolato dalle nostre domande,
simili a quelle che Voi avreste voluto porre, sviluppa chiaramente la materia oggetto della sua ricerca.
ISBN 888323243-7
e 5,00
9 788883 232435