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Tutte queste attivit citate, compreso il diritto alla vita famigliare [valore da impartire con leducazione], sono previste e tutelate dalla Convenzione Internazionale sui Diritti dellInfanzia e dellAdolescenza sottoscritta anche dallItalia nel 1989 (art. 31).
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Va sottolineato lobiettivo di permettere lo sviluppo della personalit dei giovani con attivit varie ed extrascolastiche, in accordo con il distacco dai fini meramente scolastici citati in precedenza.
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La famiglia italiana lavora sei giorni su sette, solitamente, con lultimo giorno coincidente con il sabato e terminante nellorario di pranzo. In alcun punto della circolare si menziona che la circolare valida solo per gli studenti che vanno a scuola il sabato, come asserito da taluni individui di nulla competenza in materia legislativa. Pi avanti verr specificato che scuole di ogni grado e tipo (quindi ivi compresi convitti, semi-convitti, scuole con rientro pomeridiano, private, paritarie, pubbliche etc) devono osservare questa circolare. Va altres ricordato che la famiglia tradizionale oltre modo cambiata, con genitori separati che possono vedere i propri figli solo durante il weekend e genitori che lavorano fuori citt, richiedendo un viaggio da parte del minore o del genitore stesso per poter godere dellunit famigliare prevista e tutelata dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e dalla Convenzione Internazionale sui Diritti dellInfanzia e dellAdolescenza.
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La presente circolare non un consiglio, una norma avente effetto solo nel campo di competenza del Ministero dellIstruzione (in questo caso scuole elementari, medie e superiori) e, come ribadito pi avanti dalla circolare stessa, richiesto al personale docente di osservarla esattamente come avviene con le circolari ministeriali riguardanti liscrizione e il contributo scolastico facoltativo. considerato giorno festivo anche il giorno della Domenica e sono escluse tutte le attivit scolastiche da svolgere o preparare (ivi incluse le verifiche in classe e le interrogazioni, che richiedono una preparazione) salvo che la materia in questione non sia presente che quel giorno della settimana e comunque nel rispetto dei carichi compatibili con le circolari 20 Febbraio 1964 n. 62 e 30 Ottobre 1965 n. 431 nonch lart. 2.6 del D.P.R. 24 Giugno 1998 e gli articoli sul riposo e il tempo libero della Convenzione Internazionale sui Diritti dellInfanzia e dellAdolescenza (art. 31).
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Pertanto gli studenti possono richiedere di loro spontanea volont di sottoporsi ad uninterrogazione e di prepararsi per la stessa, ma ci non pu essere loro imposto.
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Con dare possibilit di maggiore impegno agli alunni nei giorni feriali da intendersi il miglioramento della qualit di apprendimento scaturito dal riposo settimanale, come suggerito dal pediatra Italo Farnetani (FONTE: http://www.lastampa.it/2011/02/07/cultura/scuola/il-pediatra-no-ai-compitia-casa-nel-fine-settimanaL7D8wmfCHPvUOLdS9caeiO/pagina.html ). In alcun modo pu questo essere inteso come un aumento del carico di compiti a casa durante la settimana, in quanto sempre da tutelare il diritto al riposo, al gioco e allo svago citato in precedenza.
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COMPITI A CASA, VIETATI NEL FINE SETTIMANA [ARTICOLO PUBBLICATO SU VIRGILIO NOTIZIE] UNA CIRCOLARE MINISTERIALE DEL 1969 DISPONE CHE GLI INSEGNANTI DI NON ASSEGNINO COMPITI PER IL LUNED Lallora ministro dellIstruzione, Mario Ferrari Aggradi, ebbe un occhio di riguardo per i giovani studenti costretti a trascorrere i fine settimana sui libri e appose la propria firma a una circolare che non risulta essere mai stata in seguito smentita. In considerazione del duplice ordine di esigenze finora prospettate, questo Ministero venuto nella determinazione di disporre che agli alunni delle scuole elementari e secondarie di ogni grado e tipo non vengano assegnati compiti scolastici da svolgere o preparare a casa per il giorno successivo a quello festivo Era il 1969 e in Italia la contestazione studentesca avviata lanno precedente aveva fatto emergere la necessit da parte delle istituzioni di guardare al mondo scolastico con una maggiore apertura. La circolare ministeriale del 14 maggio segna una svolta, ma il documento si rif a un precedente importante, datato 20 febbraio 1964, avente per oggetto: "Compiti scolastici da svolgere a casa e in classe". Fu allora che per la prima volta si richiam l'attenzione dei Capi d'istituto e degli insegnanti sulla necessit di non sottoporre gli alunni a un carico eccessivo di lavoro per i compiti da svolgere a casa. Le motivazioni che spingono le autorit a bacchettare gli insegnanti troppo esigenti sono attuali ancora oggi: il tempo libero pu avere una funzione estremamente educativa - spiega il ministero - rappresenta momenti in cui i giovani possono dedicarsi ad attivit ricreative, artistiche, sportive che concorrono alla crescita e alla formazione dellindividuo. Non deve accadere che i libri di testo prevalgano sulla percezione del mondo esterno che ogni studente deve aver modo di cogliere e di elaborare, libero dellambito scolastico. Vanno inoltre preservati quegli spazi, nel fine settimana, che rappresentano spesso uno dei rari momenti di incontro senza impegni tra genitori e figli. La disposizione del Ministero chiarisce anche che per rendere pi completa e integrata l'azione educativa della scuola gli insegnanti devono pertanto evitare di fissare interrogazioni o verifiche in classe nel giorno successivo a un festivo, fatte salve rare eccezioni (periodo di scrutini o materie particolari). Se lOcse rivelava che i nostri studenti, nel 2003, dedicavano quasi il doppio delle ore settimanali ai compiti a casa rispetto alla media dei quindicenni europei, pur vero che la stessa fonte ha posto i nostri alunni tra i pi somari dEuropa. Che non dipenda dai compiti a casa il rendimento scolastico dei ragazzi italiani? [FONTE: http://notizie.virgilio.it/cronaca/compiti_a_casa_vietato_studiare_nel_fine_settimana.html ] IL PEDIATRA, NO AI COMPITI A CASA NEL FINE SETTIMANA [ARTICOLO PUBBLICATO SU LA STAMPA] UN'INUTILE STRESS PER LA FAMIGLIA E LAPPRENDIMENTO DEI BIMBI CALA DA VENERD A DOMENICA No ai compiti a casa nel fine settimana. A bocciare questa pratica, tanto detestata da bambini e ragazzi, il pediatra di Milano Italo Farnetani. Convinto che evitare di caricare gli studenti di lavoro da fare nel weekend sia molto pi utile che costringerli a stare ancora, e malvolentieri, ore sui libri. importante per bambini e ragazzini godere appieno dei giorni di riposo, per ricaricare le batterie e godersi mamma e pap, finalmente a casa dopo una settimana di lavoro, dice allAdnkronos Salute Farnetani. Non si tratta di semplice allergia ai compiti. Infatti - spiega lesperto dellUniversit di Milano-Bicocca - secondo la cronobiopsicologia lapprendimento massimo dal marted al venerd mattina, per poi ridursi progressivamente al minimo sabato e domenica, risalendo il luned mattina. Quindi inutile caricare gli zaini con esercizi, problemi, letture e altri compiti casalinghi quando si meno predisposti a fissare ci che si studia. Togliendo in pi tempo prezioso alla famiglia. Nei giorni feriali la quota di bambini dai 3 ai 10 anni che giocano con la madre 51,5% e con il padre 41,7%. Nei giorni festivi si sale rispettivamente al 59,6% e al 58,2% - evidenzia il pediatra, citando dati Istat - Insomma, sabato e domenica sono giornate in cui i genitori italiani si rilassano e si dedicano ai figli, si riuniscono le famiglie, si va a trovare i nonni e si vedono gli amici. Con larrivo delle belle giornate poi, prosegue il pediatra, c loccasione per uscite in bicicletta e passeggiate. Interrompere tutto questo per far fare i compiti al bambino - dice - crea una dissociazione rispetto allo spirito del resto della famiglia, improntato al relax. Insomma, la scuola causa una frattura a livello psicologico tra grandi e piccoli di casa. Cos malvolentieri ci si butta su libri e quaderni senza voglia, mentre gli altri si rilassano e si divertono. E questo non contribuisce certo ad appassionare i ragazzi. Insomma, il pediatra decisamente daccordo con la circolare del 1969 con cui lallora ministro della Pubblica Istruzione, Mario Ferrari Aggradi, vietava di assegnare e compiti da svolgere o preparare a casa per il giorno successivo a quello festivo - ricorda Farnetani - Garantendo cos una pausa utile per divertirsi, stare in famiglia, ricaricare le pile e riprendere al meglio il luned. Una posizione condivisa dai ragazzi, che si meritata anche una pagina su Facebook: No ai compiti scolastici, apprezzata da studenti ma anche ed ex alunni, diventati genitori. Ma Farnetani va oltre, condannando anche la pessima abitudine di assegnare
compiti ai bambini malati, per far recuperare loro le lezioni perse. assurdo: se il piccolo ha una malattia grave - sostiene lesperto - c il servizio di scuola in ospedale. Ma se si tratta di un malessere o una febbre, il bambino deve stare a casa per riprendersi e certo non il caso che gli si chieda di fare i compiti. Meglio, piuttosto accorciare la convalescenza e consentirgli di tornare prima a scuola. Insomma - spiega - se il bambino ormai sta bene, dopo un giorno senza febbre giusto che torni in classe. Se invece sta male deve riprendersi e curarsi senza preoccuparsi, ad esempio, di imparare le tabelline. Sar cura degli insegnanti occuparsi, poi, di assicurare un recupero delle lezioni perdute. Importante, piuttosto, programmare compiti e lezioni sfruttando al meglio le capacit dei bambini. Secondo la cronobiopsicologia prosegue Farnetani - nellarco della giornata lapprendimento basato sulla memoria a lungo termine massimo tra le 15 e le 17. Dunque in quelle ore bene programmare i compiti pi importanti e impegnativi. Cos sar pi facile scolpire nella mente le informazioni apprese. Poi il livello decresce, quindi si possono fare i lavori pi leggeri nel tardo pomeriggio. [FONTE: http://www.lastampa.it/2011/02/07/cultura/scuola/il-pediatra-no-ai-compitia-casa-nel-fine-settimanaL7D8wmfCHPvUOLdS9caeiO/pagina.html ] ARTICOLI TRATTI DALLA CONVENZIONE INTERNAZIONALE SUI DIRITTI DELLINFANZIA E DELLADOLESCENZA ENTRATA IN VIGORE CON LEGGE DEL 27 MAGGIO 1991, N. 176, DEPOSITATA PRESSO LE NAZIONI UNITE IL 5 SETTEMBRE 1991 Articolo 1. Ai sensi della presente Convenzione si intende per fanciullo ogni essere umano avente unet inferiore a diciottanni, salvo se abbia raggiunto prima la maturit in virt della legislazione applicabile. Articolo 24. Gli Stati parti riconoscono il diritto del minore di godere del miglior stato di salute possibile e di beneficiare di servizi medici e di riabilitazione. Essi si sforzano di garantire che nessun minore sia privato del diritto di avere accesso a tali servizi. Articolo 27. 1. Gli Stati parti riconoscono il diritto di ogni fanciullo ad un livello di vita sufficiente per consentire il suo sviluppo fisico, mentale, spirituale, morale e sociale. 2. Spetta ai genitori o ad altre persone che hanno laffidamento del fanciullo la responsabilit fondamentale di assicurare, entro i limiti delle loro possibilit e dei loro mezzi finanziari, le condizioni di vita necessarie allo sviluppo del fanciullo. Articolo 28. 2. Gli Stati parti adottano ogni adeguato provvedimento per vigilare affinch la disciplina scolastica sia applicata in maniera compatibile con la dignit del fanciullo in quanto essere umano ed in conformit con la presente Convenzione. Articolo 29. 1. Gli Stati parti convengono che leducazione del fanciullo deve avere come finalit: a) di favorire lo sviluppo della personalit del fanciullo nonch lo sviluppo delle sue facolt e delle sue attitudini mentali e fisiche, in tutta la loro potenzialit; b) di inculcare al fanciullo il rispetto dei diritti delluomo e delle libert fondamentali e dei principi consacrati nella Carta delle Nazioni Unite; c) di inculcare al fanciullo il rispetto dei suoi genitori, della sua identit, della sua lingua e dei suoi valori culturali, nonch il rispetto dei valori nazionali del paese nel quale vive, del paese di cui pu essere originario e delle civilt diverse dalla sua; d) preparare il fanciullo ad assumere le responsabilit della vita in una societ libera, in uno spirito di comprensione, di pace, di tolleranza, di uguaglianza tra i sessi e di amicizia tra tutti i popoli e gruppi etnici, nazionali e religiosi, con le persone di origine autoctona; e) di inculcare al fanciullo il rispetto dellambiente naturale. 2. Nessuna disposizione del presente articolo o dellarticolo 28 sar interpretata in maniera da nuocere alla libert delle persone fisiche o morali di creare e di dirigere istituzioni didattiche a condizione che i principi enunciati al paragrafo 1 del presente articolo siano rispettati e che leducazione impartita in tali istituzioni sia conforme alle norme minime prescritte dallo Stato. Articolo 31. 1. Gli Stati parti riconoscono al fanciullo il diritto al riposo ed al tempo libero, di dedicarsi al gioco e ad attivit ricreative proprie della sua et e di partecipare liberamente alla vita culturale ed artistica. 2. Gli Stati parti rispettano e favoriscono il diritto del fanciullo di partecipare pienamente alla vita culturale ed artistica ed incoraggiano lorganizzazione, in condizioni di uguaglianza, di mezzi appropriati di divertimento e di attivit ricreative, artistiche e culturali. [FONTE: http://www.lavoro.gov.it/md/AreaSociale/Inclusione/Documents/Convenzione_ONU_20_novembre_1989.pdf ] DALLO STATUTO DELLE STUDENTESSE E DEGLI STUDENTI DPR 24 GIUGNO 1998 N. 249 Art. 1.2 La scuola una comunit di dialogo, di ricerca, di esperienza sociale, informata ai valori democratici e volta alla crescita della persona in tutte le sue dimensioni. In essa ognuno, con pari dignit e nella diversit dei ruoli, opera per garantire la formazione alla cittadinanza, la realizzazione del diritto allo studio, lo sviluppo delle potenzialit di ciascuno e il recupero delle situazioni di svantaggio, in armonia con i principi sanciti dalla Costituzione e dalla Convenzione internazionale sui diritti dell'infanzia fatta a New York il 20 novembre 1989 e con i principi generali dell'ordinamento italiano. [FONTE: http://iostudio.pubblica.istruzione.it/alfresco/d/d/workspace/SpacesStore/88261a4a-03f6-11de-a646ab725d54ee0d/Statuto%20Studenti%20con%20modifiche%20DPR%20249-98%20235-07.pdf ]