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Indice
Origini e costruzioni
1.1 1.2 Una pietra preziosa: le origini del nome . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Riga e compasso: la divisione di un segmento
7
7 10
L'incommensurabilit e il pentagramma
2.1 2.2 Per l'essere razionale solo l'irrazionale intollerabile: Ippaso di
13
13 15 15 16
Metaponto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Un mistero che dura da tremila anni: il pentagramma pitagorico 2.2.1 2.2.2 Salute a te: l'irrazionalit del pentagramma . . . . . . . . La stella a cinque punte: la sezione aurea e il pentagono .
19
19 20 20 22
aurea nell'antichit . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Steli tavolette e bassorilievi: l'antica babilonia . . . . . . . . . . . Bassorilievi, geroglici e piramidi: l'antico Egitto 3.3.1 . . . . . . . . . . . . . . . . Una scala per giganti: la piramide di Cheope
25
25 26 26 27 29
. . . . . . . . .
Il luogo della Vergine: il Partenone e il rettangolo aureo. . . . . . Un ponte tra la geometria e l'algebra: il valore numerico di
. .
35
35 36 39 41
Eadem mutato resurgo: spira mirabilis . . . . . . . . . . . . . . . Scorgo un certo ordine nell'universo e la matematica un modo di renderlo visibile : la formula di Eulero- Binet- de Moivre . . . 3
De Divina Proportione
6.1 6.2 Dove non c' ordine c' caos: la vita 6.2.1 6.2.2 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Questa nostra proportione: De Divina Proportione Nostro Redemptore Christo Iesu: i 13 eetti
43
43 44 44
Reverentia alla turba duodena e del suo sanctissimo Capo Laddove non si pu applicare una delle scienze matematiche, non si pu avere la certezza: l'uomo misura di ogni
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
47 48 49
De corpi: i poliedri e Piero della Francesca tiva delle scienze: Albrecht Drer
51
51 52 55
Un canone di bellezza
8.1 L'arte non consiste nel rappresentare cose nuove, bens nel rappresentare con novit: il rapporto con l'arte . . . . . . . . . . . . . 8.1.1 8.2 Le opere umane pi belle: da Leonardo a Le Corbusier . . . . . . . . . . . . . Il rettangolo pi bello?: indagini psicologiche
57
57 57 60
63
65 66
e foglie . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
9.4 9.5 La prossima volta che fate la doccia, portatevi un metro.: il
68 70 71
73
73 73 74 74 75 76 77
il cosmo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
10.2 Platone, il losofo: Dio geometrizza sempre 4 . . . . . . . . . . . .
10.2.1 Platone la losoa e la losoa Platone. (Ralph Waldo Emerson): la vita del losofo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 77 77 80 80 81 82 82 85 85 10.2.2 Dialogo a due voci: nella caverna di Platone
10.3 Archimede di Siracusa, il maestro: la matematica per mezzo della meccanica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 10.3.1 Una vita incerta tramandata dagl'altri: cenni di vita . . . 10.3.2
o :
un uomo tra
aneddoti e realt
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . I need a rest!: . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
10.4 Galileo Galilei, l'eretico. La matematica come grammatica della scienza . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 10.4.1 ...non tutto quello che fa un grand'uomo, grande... :
. . . . . . . . . . . . . . . . . .
10.4.2 ...Ma l'universo nel giro di una notte ha perduto il suo centro, e la mattina dopo ne aveva un'innit. Da un momento all'altro guarda quanto posto c'... : L'universo 86 87 88 90 90 . .
diventa pi grande. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
10.4.3 Un Dio che geometrizza?: Il grande libro dell'universo 10.4.4 ...Ho l'incarico di ammonirvi ad abbandonare tali dottrine... : la condanna da parte della chiesa . . . . . . . . . . . . . 10.5.1 quod vitae sectabor iter? (Ausonio): la vita . . . . . . . 10.5.2 Aaa cercasi nuovo tipo di conoscenza della totalit del reale: il Metodo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 10.5.3 Il pi gran passo che sia mai stato fatto nel progresso dalle scienze esatte (John Stuart Mill): il piano cartesiano e
la matematica universale
matematiche
. . . . . . . . . . . . . . . . . .
92 93 93 93 95 96
10.6 Isaac Newton, il gigante: l'universo scritto sottoforma di formule . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 10.6.1 Sibi gratulentur mortales tale tantumque exstitisse humani generis decus (epitao funebre): nasce un gigante 10.6.3 Posso misurare il moto dei corpi, non l'umana follia: le 10.6.2 Cade una mela: nasce la forza di gravit . . . . . . . . . .
11 La scienza dell'incertezza
11.1 Alle cose certe quanto la morte e le tasse si pu credere con maggior fermezza: dai bollettini di morte alla statistica . . . . . . 11.1.1 Tra bottoni, aghi e tessuti: John Graunt . . . . . . . . . 11.1.2 L'assicurazione sulla vita: Halley e le tavole di mortalit 11.1.3 L'uomo medio: Lambert-Adolphe-Jacques Qutelet 5
97
97 98 99
. . . . 100
11.2 Che passione il gioco d'azzardo: la nascita della probabilit. . . . 100 11.2.1 Il gioco dei dadi: Cardano, Pascal e Fermat . . . . . . . . 101 11.2.2 Il pi grande tra i fratelli Bernoulli: Jakob Bernoulli . . . 102 11.2.3 Questa ipotesi, signore, in eetti spiega tutto, ma non permette di predire nulla. Come studioso, io devo fornirvi opere che permettono di fare predizioni : Pierre- Simon
Laplace
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 104
105
. . . . 105 . . . . 107
12.1.1 Crolla il solido muro di Euclide: il quinto postulato . . . . 107 12.3 Nuove geometrie: i mille volti della geometria . . . . . . . . . . . 109
113
. . . . . . . . . . . . . . . . 113 . . . . . . . . . . . . . . . . 114
di verit . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 114
13.2.2 Ma la logica solo vero e falso? l'algebra booleana 13.3 Un tedesco sensato: Gottlob Frege . . . . 115 . . . . . . . . . . . . . . . . . 115 . . . . . . 117
13.3.1 La logica predicativa: uno, nessuno e centomila . . . . . . 116 13.3.2 Chiacchierando con Russell: il quinto postulato 13.4.1 Questa frase falsa: il primo teorema 13.4 Un tedesco (in)completo: Kurt Gdel . . . . . . . . . . . . . . . . 118 . . . . . . . . . . . 119 13.4.2 Solo i pazzi possono credere di non essere matti: il secondo
teorema
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 120
121
. . . . . 122
14.1 La teoria dei nodi: un percorso storico- didattico- matematico . . 121 14.3 La chiusura delle trecce: il polinomio Alexander . . . . . . . . . . 123 . . . . . . . . . . 123 . . . . . 123 14.5 L'aritmetica dei nodi: la scomposizione in fattori primi
14.6 Piccoli interventi chirurgici: John Conway e il DNA Vaughan Jones 123 14.7 Sviluppi futuri: la teoria dei nodi e la teoria delle stringhe . . . . 124 14.8 Testi di riferimento: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 124
125
atica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 125
15.2 La mente umana e la matematica: invenzione o scoperta? . . . . 126
Capitolo 1
Origini e costruzioni
La geometria ha due grandi tesori: uno il teorema di Pitagora; l'altro la divisione di un segmento secondo il rapporto medio e estremo. Possiamo paragonare il primo a una certa quantit d'oro e denire il secondo una pietra preziosa. Keplero (1571-1630)
1.1
1
Euclide, Elementi, libro XIII
prima di Cristo - quella che possiamo prendere come la pi antica testimonianza scritta riguardante la divisione di un segmento in media e ultima ragione, ovvero in quello che noi oggi chiamiamo con il nome di rapporto aureo. Si pu dire che una linea retta sia stata divisa secondo la proporzione estrema e media quando l'intera linea sta alla parte maggiore cos come la maggiore sta alla minore.
3
In altre parole, se osserviamo l'immagine qui sopra riportata, il segmento AB diviso in media e ultima ragione dal punto
AB : AC = AC : C B .
1 Traduzione: media e ultima ragione 2 Ritorneremo a parlare della vita di
nel capitolo 12.1 questo matematico greco fondatore della geometria
3 Euclide,
Elementi
Nella letteratura matematica il simbolo che inizialmente indicava il rapporto aureo era la lettera greca tau ( ), in quanto iniziale del nome greco tom, che signica taglio o sezione. Fu il matematico americano Mark Barr che introdusse all'inizio del XX secolo l'uso della lettera
greco Fidia () vissuto tra il 490 e il 430 a.C. Si reputa infatti che Fidia avesse usato il rapporto aureo per creare le sculture del Partenone e Barr volle rendergli omaggio indicando tale rapporto con Non solo il simbolo cambi da
porzione estrema e media grazie alla denizione datagli da Euclide, l'interesse per il numero aureo ricomparve in epoca rinascimentale con il nome di divi-
ragioni per cui utilizza questo aggettivo. 1. Il valore unico del rapporto aureo paragonabile al fatto che l'unit il supremo epiteto di Dio stesso. La prima e che lei a una sola e non pi. E non e possibile di lei asegnare altre specie ne dierentie. La quale unita a el supremo epiteto de epso idio secondo tutta la scola theologica e anche phylosophica. 2. Il rapporto aureo evidenzia tre lunghezze (AB, AC', BC') che possono essere confrontate con la denizione di Dio come Uno e Trino. La
2a
una medesima substantia a fra tre persone, padre glio e spirito sancto. Cosi una medesima ppor de questa sorte sempre conven se trovi fra termini. commo se dira. 3. Le propriet di irrazionalit del numero (inesprimibile per mezzo di frazione) sono paragonate all'inconoscibilit del divino per mezzo della ragione umana. La E mai ne in piu ne in mancho se pore trovare
3a
dinire, ne per parolle a noi intendere, cosi questa nostra propor non se po mai per numero intendibile asegnare ne per chiamata irrazionale. 4. L'autosimilitudine del rapporto aureo (non dipendente dalla lunghezza del segmento da dividere) rinvierebbe all'onnipresenza e invariabilit di Dio La
q ta
alchuna ratio-
4a
convenientia e che si commo idio mai non se po mutare cosi la presente nostra
q ta
4 Ritorneremo
po mutare ne ancho per intellecto altramente a prender commo el nostro processo demonstrara. 5. Dio ha conferito l'essere all'intero cosmo tramite la quint'essenza, cos il
rapporto aureo alla base dell'esistenza del dodecaedro, gura importante nel periodo greco come vedremo nei prossimi capitoli. Pacioli inoltre aerma che impossibile confrontare tra loro altri quattro poliedri platonici senza il rapporto aureo La quinta convenientia se po non immeritatamente ale predicte a rogere cioe. Si commo idio lessere conferesci ala virtu celeste per altro nome detta
5a
essentia e mediante quella ali altri 4 corpi semplici Cosi questa nostra sancta altraEsi-
cio ali quattro elementi: Terra: Aqua: Aire e Fuoco. E per questi l'essere acadauna altra cosa in natura. cielo. propor lesser formale da secondo lanticho platone in suomco aepso atribuendoli la gura del corpo dentro Duodecedron. mente corpo de 12 pentagoni. El quale commo de sotto se mostrata senza la nostra proportione non e possibile poterse formare. milmente aciascuno deli altri elementi propria forma asegna fra loro per niun modo coicidenti cioe al fuoco. la gura pyramidale. detta Tetracedron: ala terra la gura cubica detta exacedron. A l'aire la gura detta octocedron. E la l'aqua quella detta ycocedron La denominazione di rapporto aureo invece compare in epoca pi recente e senza spiegazioni: se infatti Luca Pacioli elenca le ragioni per cui il rapporto possa essere inteso come divino, per quanto riguarda l'aggettivo aureo non possediamo notizie certe. Comparve per la prima volta nel 1835 in una nota a pi pagina del libro Die
den Section di E. Ackermann - pubblicato nella rivista American Mathematical Monthly nel 1898 - e nel manuale Introdution to Algebra del saggista G. Chrystal
(1851-1911). Fu probabilmente il largo utilizzo del nome, prima in Germania poi in Inghilterra, che facilit l'internazionalizzazione della formula facendola cos entrare a pieno titolo nell'ambito culturale accademico. 9
1.2
Attraverso l'uso della semplice riga e del compasso possibile costruire geometricamente la sezione aurea su qualsiasi segmento AB. lo stesso Euclide a fornire una possibile divisione nella proposizione 30 del libro VI della sua opera gli Elementi. Puotemo seghare qualunque proposta retta linea terminata secondo la proportione hauente il mezzo & duoi estremi. Sia proposta la linea .a.b. laqual uoglio diuidere secondo la propornione hauente il mezzo, & duoi estremi sopra quella descriuer il quadrato ,b,c, et al lato ,a,c, de quello aggiongo (secondo che insegna la passata) lo paralellogrammo .c.d. equale al quadrato ,b,c, elquale aggionga , ouero. soprauanci al compimento della linea ,a,c, lo paralellogrammo ,a,d, elqual sia simile al ,b,c, e sia lo lato del paralellogrammo ,c,d, che equidista al lato a,c, lo ,d,e, & seghi la linea ,a,b, in ponto ,f, dico la linea ,a,b, essere diuisa in ponto ,f, come era proposto perche ,a,d, quadrato per questa causa che quello simile al ,b.c. onde lo lato .a.f. equale al ,f,d, & lo lato ,f,e, equale al a,b, per questo che eglie equale al ,a,c, (per la trigesima quarta del primo) & perche ,c,d, equale al ,b,c, leuado uia a l'uno e l'altro lo ,c,f, ser lo ,a,d, equale, al ,e,b, & l'angolo ,f, de l'uno all'angolo ,f, dell'altro adonque (per la quartadecima di questo) li lati sono mutui adonque del ,e,f, al ,f,d, ser si come del .a,f, al ,f,b, & perche lo ,e,f, equale al,a,b, & lo ,f,d, al ,a,f, ser del ,a,b. al ,a,f, si come del ,a,f, al ,f,b, adonque per la dinitione diuisa come se propone, el medesimo anchora puo esser demostrato (per la undecima del secondo) perche essendo diuisa la ,a,b, in ponto ,f, (secondo che insegna la undecima del secondo) et sia la supercie ,e,b, quella che contenuta sotto a tutta la ,a,b, & alla parte ,f,b, de quella cioe che la ,e,f, sia equale al ,a,b, & ,a,d, sia il quadrato de .a.f. adonque (per la predetta undecima del secondo) la ,e,b, equale al ,a,d. Quello che resta arguisse come prima (per la quartadecima di questo) ouer in questo modo conciosia cosa che la ,a,b, sia diuisa in ponto ,f, secondo che insegna la undecima del secondo, quello che, uien fatto della ,a,b, prima in la ,f,b, terza equale al quadrato della ,a,f, seconda adonque (per la seconda parte della decima settima di questo) la proportione della ,a,b, prima alla ,a,f, seconda si come della ,a,f, seconda alla ,f,b, terza per tanto la ,a,b, (per la dinitione) diuisa come se prepone.
5
5 traduzione
Niccol Tartaglia
10
Per dividere un segmento lineare AB in media ed estrema ragione, Euclide dapprima costruiva sul segmento AB il quadrato ABCD; poi bisecava AC nel punto E, tracciava il segmento lineare EB , e prolungava il segmento CEA no a F in modo che
EF = EB .
AB : AH = AH :
HB .
Esiste tuttavia un modo pi semplice per dividere il segmento date le proporzioni media ed estrema. Dato un segmento AB, si traccia la perpendicolare in B di lunghezza CB,
AB 2 , si traccia poi l'ipotenusa AC del triangolo rettangolo cos disegnato e su di essa si segna il punto E, ove passa la circonferenza di centro C e di raggio
pari a CB. Si riporta ora il segno con raggio AE su AB denendo cos il segmento AS medio proporzionale rispetto ad AB e SB.Quindi medio proporzionale rispetto a AE e AD, cio le propriet delle proporzioni diventa Ma sappiamo che
AB : AS = AS : SB .
AE = AS
, quindi
AS : SB .
sezione aurea.
Capovolgendo il problema e cio volendo trovare quel segmento di cui la lunghezza AB sia la sezione aurea, si pu procedere nel modo seguente: si trova il punto medio M del segmento dato e si costruisce sul lato AB un quadrato che avr come vertici C e D. Si traccia poi un cerchio di centro M e di raggio MC (=MD) che interseca in S il prolungamento di AB. AS il segmento cercato, di cui AB la sezione aurea. Infatti se consideriamo i triangoli CAS e SBD essi sono simili perch rettangoli e con gli angoli
ed
in proporzione:
AS : DB = CA : BS
da cui
6 =
11
12
Capitolo 2
L'incommensurabilit e il pentagramma
Pitagora ci scosse l'equilibrio mentale gravandoci il cervello del numero irrazionale.
1
2.1
Sono ben pochi i dati riguardanti la vita di Ippaso di Metaponto (o di Crotone) che visse probabilmente tra il 470 a.C. e il 390 a.C. Ippaso fece parte della setta pitagorica dalla quale fu poi espulso. Che cosa fece di cos terriLa causa della rottura bile per essere allontanato dalla sua stessa comunit?
non nota e il motivo in gran parte lo dobbiamo alle rigide regole di segretezza osservate dalla scuola. Tuttavia le ipotesi pi probabili possono essere tre: secondo una prima versione Ippaso sarebbe stato espulso per insubordinazione politica, avendo guidato un movimento democratico alla rivolta contro il governo conservatore; un'altra tradizione attribuisce l'espulsione alla divulgazione di conoscenze pitagoriche riguardanti la geometria del pentagono o del dodecaedro; una terza spiegazione invece vorrebbe Ippolito allontanato dalla comunit in quanto divulgatore dell'esistenza delle grandezze incommensurabili. Quest'ultima rivelazione provoc eetti sconvolgenti alla losoa pitagorica, che reputava la vita umana basata sui numeri interi e i loro rapporti (tutto numero cfr. capitolo 10.1.2). Riguardo la drammatica reazione della comunit, leggiamo nella Silloge delle dottrine pitagoriche dello storico e losofo siriano Giamblico (Calcide, 245- 325):
1 Steven
13
Dicono che il primo che divulg la natura della commensurabilit e incommensurabilit a chi non era degno di conoscere tale teoria si attir un tale disprezzo che non solo lo si band dalla vita in comune a dalle associazioni [pitagoriche], ma fu costruita la sua tomba, come se l'ex aliato si fosse posto al di fuori dell'intera comunit dei viventi. La scoperta delle grandezze incommensurabili voleva che all'interno della geometria stessa i numeri interi e i loro rapporti non fossero in grado di spiegare neppure le semplici propriet fondamentali, come per esempio il rapporto tra diagonale di un quadrato e il suo lato. Per quanto piccola sia l'unit di misura che si sceglie, i segmenti restano comunque incommensurabili. Di solito si assume che il riconoscimento abbia avuto luogo in connessione con il teorema di Pitagora applicato al triangolo rettangolo isoscele. Aristotele (Stagira, 384 a.C., Calcide, 322 a.C.) fa riferimento alla prova di incommensurabilit della diagonale di un quadrato rispetto al lato, specicando che essa era basata sulla distinzione tra numeri pari e numeri dispari. La diagonale [del quadrato] incommensurabile [al lato] perch i numeri dispari risultano uguali anche partendo dall'ipotesi che sia commensurabile
2
In eetti una prova del genere pu essere costruita facilmente: siano surabili, ossia che il rapporto
la
p d s sia razionale e uguale a q , dove p e q sono numeri interi senza nessun fattore in comune. Ora, in base al teorema di Pitagora si p2 d 2 2 2 2 2 2 2 sa che d = s + s ; pertanto ( ) = 2 = 2, ossia p = 2q . Pertanto p deve s q essere pari e quindi anche p deve esserlo. Di conseguenza, q deve essere dispari. 2 2 Se poniamo p = 2r ed eettuiamo la sostituzione nell'equazione p = 2q , ot2 2 2 2 2 teniamo 4r = 2q , ossia q = 2r . Allora q deve essere pari e pertanto deve
essere pari anche
q.
dispari,
e un intero non pu essere al tempo stesso dispari e pari. Ne consegue pertanto, per via indiretta, che l'ipotesi che : si dice di Ippaso che fosse un pitagorico, e che essendo stato il primo a pubblicare e a descrivere la sfera dei dodici pentagoni, sia perito in mare per la sua empiet, ma sia stato creduto l'autore della scoperta, sebbene questa in realt discendesse da LUI [Pitagora]. Che misteri esistono dietro la gura del pentagono? Come mai la rivelazione di siatta gura suscit tanto clamore? Cosa c'entra l'incommensurabilit con il pentagono e la sezione aurea? Kurt von Fritz nell'articolo La scoperta dell'incommensurabilit da parte di
Ippaso di Metaponto del 1945 suggerisce che la scoperta del rapporto aureo e
dell'incommensurabilit siano da ascrivere ai pitagorici. Infatti l'interesse per
2 Aristotele,
Analitici primi
14
il pentagramma e il pentagono da parte della comunit pitagorica unito alle conoscenze geometriche della met del V secolo a.C. rendono plausibile che un pitagorico, nello specico Ippaso di Metaponto, abbia scoperto il rapporto aureo e con questo l'incommensurabilit. Come?
2.2
tagramma pitagorico
Mefistofele: Faust:
pedisce di andarmene via: Quel pi di strega sulla soglia.... il pentagramma a darti noia? dimmi, creatura dell'in-
ferno, Se quello ti d'ostacolo, com'hai fatto ad entrare? Come si fatto intrappolare Uno spirito come te?
Mefistofele:
2.2.1
Congiungendo tutti i vertici di un pentagono regolare tramite le diagonali, come nell'immagine qui a anco , otteniamo una gura a forma di stella a cinque punte, chiamata pentagramma. Questa gura assume una connotazione magica nella cultura pitagorica, come lo stesso numero 5 somma dei primi due numeri primi: il numero femminile
(2)
e quello maschile
(3).
Il numero 5 quindi
simbolo dell'amore e del matrimonio: non a caso oggigiorno nelle bomboniere troviamo 5 confetti. Il pentagramma era il simbolo della confraternita pitagorica ed era chiamata Salute.
In ogni caso la sua [di Pitagora] scuola nella corrispondenza seria tra i suoi membri cominciava subito con un Salute a te, reputandolo l'esordio pi appropriato per il corpo e per l'anima, e una sintesi di tutte le fortune umane. Ed eettivamente il pentagramma, il
4
triangolo della tripla intersezione che usavano per simbolo della loro setta, era da loro chiamata Salute
Ottenuto il pentagramma, le diagonali formano un ulteriore pentagono pi piccolo nel suo centro. Tale procedimento pu essere ripetuto in questo pentagono producendo un secondo pentagramma e un terzo pentagono in una progressione che pu continuare all'innito; da qui l'idea di una gura associata all'incommensurabilit.
15
Vogliamo infatti dimostrare che la diagonale e il lato del pentagono sono incommensurabili. La dimostrazione appartiene al metodo della reductio ad
absurdum .
ABCDE , e d1
le propriet dei triangoli isosceli, facile provare che Chiamiamo poi l2 il lato del piccolo pentagono Evidentemente
d1 l1 = d2 . l1 sono d1 l1 , cio a d2 . In modo simile, le uguaglianze AG = HC = HJ , AH = AB e AH = AG + GH AB = HJ + GH danno l1 = d2 + l2 ovvero l1 d2 = l2 . Poich, in base alla nostre ipotesi, la misura comune di l1 e d1 anche comune a d2 , l'ultima uguaglianza dimostra che anche comune a l2 . Abbiamo quindi provato che l'unit di misura comune a l1 e d1 anche comune a l2 e d2 .
Dire che e multipli interi di quella misura. Perci, tale misura sar comune anche a Questo ragionamento pu essere ripetuto indenitamente per pentagoni sempre pi piccoli. Di conseguenza, la stessa unit di misura che il lato e la diagonale del pentagono pi grande hanno in comune, l'avrebbero in comune anche il lato e la diagonale di tutti gli altri pentagoni. Sebbene la deduzione sia impeccabile, ci impossibile. Dobbiamo concludere che l'ipotesi di partenza, che il lato e la diagonale del pentagono abbiano un'unit di misura comune, falsa; ossia l'incommensurabilit di l1 e
d1 e l1
d1
d1
2.2.2
tagono
Il libro XIII degli Elementi di Euclide riferisce che i pitagorici conoscevano solo tre poliedri regolari: il tetraedro, il cubo e il dodecaedro. Dopo la scoperta presso Padova di un dodecaedro di pietra etrusco risalente a prima del 500 a.C. sembra plausibile che avessero familiarit con quest'ultima gura. Sebbene i pitagorici non conoscessero l'ottaedro e l'icosaedro, non improbabile che
5 La
zando il contrario di quello che si intende dimostrare, nella dimostrazione poi si arriver a dimostrare l'impossibilit dell'ipotesi iniziale arrivando quindi all'assurdo.
16
fossero a conoscenza di alcune propriet del pentagono regolare; se infatti si osserva il magnico incastro tra pentagoni e pentagrammi via via pi piccoli si nota che ogni segmento minore del precedente di un fattore esattamente uguale al rapporto aureo, e
BC
e la sua diagonale
EB , ma anche tra EB
EF
(o
EG)
e tra
EF
EG,
e a sua volta
EF e F G,
e un'innit di relazioni
simili se immaginiamo che nel pentagono centrale possiamo iscrivere una nuova stella a cinque punte. La divisione di un segmento
AB
AB
disegnandovi all'interno quello che chiamiamo un triangolo aureo, ossia un triangolo isoscele la cui base corrisponde al lato del pentagono e i lati uguali alle diagonali congiungenti quest'ultimo al vertice opposto; i triangoli adiacenti vengono invece detti gnomoni aurei.
1086 , ci signica che gli angoli alla base degli gnomoni aurei, anch'essi isosceli, misurano 36 e, per dierenza, quelli alla base del triangolo aureo 72. Se ne ricava che il triangolo aureo ha angoli di ampiezza 36, 72, 72. Tracciando la bisettrice di un angolo alla base si ricava un altro triangolo DCB con l'angolo in D di 36, cos l'angolo in C sar a sua volta di 72. DCB dunque un altro triangolo aureo. Per il primo criterio di similitudine dei triangoli, ABD e DCB sono triangoli simili; quindi AB : DB = DB : CB , d'altra parte anche il triangolo ACD isoscele, perch l'angolo in D di 36 come l'angolo in A. Risulta quindi AC = DC = DB ottenendo cos: AB : AC = AC : CB .
L'ampiezza dell'angolo interno del pentagono regolare di
6 La
n lati in gradi sessagesimali 180 (n 2), 540, che diviso per 5 fa 108.
17
18
Capitolo 3
Tra la sabbia del deserto
Quella del mistero la pi straordinaria esperienza che ci sia dato di vivere. l'emozione fondamentale situata al centro della Da questo punto di vista chi sa e vera arte e della vera scienza.
non prova meraviglia, chi non si stupisce pi di niente simile a un morto, a una candela che non fa pi luce Einstein (1879-1955)
3.1
A livello storico ci si domanda se prima dei greci la sezione aurea fosse o meno conosciuta. I casi pi importanti sono quelli legati ai babilonesi e agli egizi. L'autore Mario Livio (nato nel 1945) molto scettico sul fatto che la sezione fosse conosciuta e quindi applicata presso tali civilt. Nel suo capitolo Sotto una piramide orientata alle stelle? del libro La sezione aurea cerca di convincere il lettore che sia assurdo pensare ci e conclude proprio il capitolo con le seguenti parole: Per quanto ci riguarda, ci sentiamo di giudicare altamente improbabile che i babilonesi e gli egizi conoscessero il rapporto aureo e le sue propriet; onore di questa scoperta fu lasciato ai matematici greci. Questa considerazione deriva principalmente da due obbiezioni che lo stesso Livio fa in collegamento alle misurazioni e agli errori: in primo luogo sostiene che relativamente facile trovare in un qualsivoglia oggetto due misure di esso che stanno in rapporto aureo, questo in parte deriva dall'arbitrariet dei punti che vengono considerati nei bassorilievi o nei monumenti. Secondo, tutte le misure
19
che rileviamo contengono necessariamente errori dovuti alle imprecisioni degli strumenti e degli uomini. Non va neanche dimenticato che secondo alcuni egittologi, tra cui Kurt Mendelsson (1906-1980), i sistemi di misurazione utilizzati in antichit variassero a seconda della misurazione di una larghezza o un'altezza. Nella teoria mendelssoniana gli egizi usavano corde di bre di palma per le quote (con il cubito come unit di misura) e rulli di un cubito di diametro per le lunghezze. Ritengo che non sia cos importante sapere quale sia l'esatta origine della sezione aurea ne se tale rapporto sia stato utilizzato intenzionalmente, ma ritrovarlo in alcune delle opere pi belle ed aascinanti della storia raorza quell'alone di mistero di cui parlava Einstein che avvolge anche questo rapporto. Bisogna forse trovare all'interno dell'uomo stesso la spiegazione al valore Inconsciamente siamo portati a vedervici l'armonia e la di questo rapporto? bellezza?
3.2
nia
1 40 la costante della gura a cinque lati. Nel 1936 nella citt iraniana di Susa fu ritrovata questa inscrizione su una tavoletta cuneiforme risalente al II millennio a.C.. Con quest'ultima si pu questi in parte aermare che i babilonesi conoscessero l'area del pentagono: interpretare come
40 60 ovvero 1,6666. Eettivamente, l'area di un pentagono di lato unitario 1,720, cio poco pi del valore citato.
1+
Nella sua opera A Beginner's Guide to Constructing the Universe, Michael Schneider aerma che nella stele babilonese ragurante dei sacerdoti che accompagnano un iniziato all'incontro con il dio del Sole conterebbe molti rapporti corrispondenti a quello aureo. Come dicevamo nel capitolo 1, partendo da qualsiasi segmento possiamo costruirci la sezione aurea; infatti compiendo tale operazione, sia per quanto riguarda l'altezza che la larghezza, troveremo che il punto che divide due segmenti in rapporto aureo cade in punti particolarmente signicativi dell'opera. Per quanto riguarda l'altezza i segmenti si dividono giusto nel punto in cui termina la gura ed inizia il testo, invece in lunghezza cade davanti al piede della divinit, prima della colonna che separa il divino dall'umano.
3.3
l'antico
Egitto
Cos, nelle nostre mani abbiamo del materiale concreto, con il quale ci mostra a pieno testo l'altissimo livello d'astrazione pensato dagli antichi intellettuali egiziani. Gli artisti tagliavano i pannelli con 20
sorprendente esattezza, ranatezza da gioielliere e una magistrale ingenuit dimostrando il ruolo della sezione aurea nei pi ampi campi di variazione. Come un risultato la sinfonia aurea, rappresentata grazie l'assemblaggio delle pi grandi opere nate, che testimoniano non solo l'ingegnoso talento dei loro creatori, ma anche vericano con convinzione che gli autori erano famigliari con il segreto dell'armonia. Questo genio era un artigiano d'aari aurei con il nome di Khesi-Ra Il pannello di Khesi-Ra nasconde in s una miriade di proporzioni auree, questo porterebbe a pensare che la proporzione divina fosse conosciuta anche nell'antico Egitto assieme alle sue magiche propriet. Ma questo non l'unico esempio in cui ritroviamo
Nella stele del Re Get la proporzione aurea svolge un ruolo non di certo secondario: esso infatti si ritrova sia nell'assetto di Horus, divinit celeste che ha la sua ipostasi nel falco, sia nel rettangolo del palazzo; ma anche il rettangolo in cui ondeggia il serpente in sezione aurea col quadrato costituito dal palazzo: il re la parte aurea della terra regale. Proveniente da Abido, antica capitale dell'Egitto nel periodo predinastico, la stele pu essere divisa per una analisi mediante uno schema fatto da riga e compasso, come nel disegno sottostante. Dal rettangolo diagonali
CE
Puntato il
EF CD possiamo pensare che l'autore abbia proiettato le DF ottenendo l'intersezione G che ssa l'altezza della stele. compasso sulle mediane M ed N del quadrato ABCD con raggio
e otteniamo i punti H e I. Si noter che L intersezione degli archi AI
NA
M B,
e BH stato proiettato su IC ottenendo il punto S, che funge da base per l'arco di chiusura della stele. L'arco AI determina l'altezza di Horus, e la diagonale CA l'estremo della coda. Sull'asse LS impostato il suo vigile occhio, le zampe si stringono tra la mediana GP e la sezione aurea QR. Per determinare questa misura lo scultore, dal rettangolo aureo HICD ha puntato il compasso con raggio HA ottenendo il punto Q e quindi il quadrato aureo HQRA ( aureo perch in proporzioni auree con il quadrato maggiore ABCD) . Un ulteriore esempio di sezione aurea riscontrabile nella leggenda Osiride. Sposo di Iside e sovrano d'Egitto, fu ucciso da suo fratello Seth, che disperse i resti del suo cadavere. Ma la fedele sposa Iside li recuper riportando in vita Osiride, che rivela i tipici tratti di una divinit dell'oltretomba. L'Osireion considerato il cenotao di re Seti I, faraone dal 1312 al 1298 a.C. e si pensa che la costruzione rappresenti il mito di Osiride. Il progetto voleva che esso fosse ricoperto di terra per dare l'idea di una tomba sotterranea e una spianata centrale con dieci pilastri quadrati, circondati da un fossato, simbolo di nascita dalle acque primordiali. Nella pianta celata la sezione aurea: nella parte centrale infatti possiamo costruirvi due pentagoni. [la geometria dell'Osireion sia] conforme alle proporzioni della sezione aurea. [...] la proportione aurea l'idea-forma trascendente che deve nascere a priori ed eternamente prima di tutte le
2
2 Analisi
21
progressioni che si evolvono nello spazio e nel tempo. Il risalto dato al tema del pentagono simboleggia ecacemente la credenza che dopo la morte il re si fosse trasformato in una stella.. Robert Lawlor, Secret Geometry: Philosophy and Practice
3.3.1
La Piramide di Cheope a Giza, anche detta Grande piramide, l'unica delle sette meraviglie del mondo antico che sia giunta sino a noi, nonch la pi grande. Fu veramente costruita mediante la sezione aurea? Secondo Erodoto, la piramide fu costruita in modo che l'area di ciascuna faccia fosse uguale all'area di un quadrato il cui lato pari all'altezza della piramide. Martin Gardner (1914), Nel nome della scienza Se tale aermazione fosse vera non ci sarebbe alcun dubbio che la grande piramide di Cheope celerebbe in s
scrittore greco Erodoto ( ~ 485-425 a.C) a fornirci tale risposta. Nella sua opera
e uguale
Euterpe.
Ma come mai, sebbene i nostri strumenti pi precisi di misurazione ci abbiano indicato i veri valori possiamo continuare ad aermare che incorporato nella piramide? Partiamo dalle misure: - il lato di base: - lo spigolo:
fu realmente
b = 232
m;
m;
h = 187
m;
h = 220
- la diagonale di base:
d=
2 b = 328
m;
h= h=
h2
b 2 (2 )
incertezze sono d'obbligo in considerazione dell'indisponibilit del rivestimento esterno che solo potrebbe fornire le esatte dimensioni nali.
22
Inoltre ogni faccia laterale forma con il piano base un angolo quindi:
b ) tg (5150 ) = 147, 7; h = (2
5150 ,
o
In che modo il progettista volle costruire la Grande Piramide? Secondo secondo il ben pi famoso
? b,
abbia scelto
tale che il perimetro di base fosse uguale alla circonferenza che ha avrebbe un valore dato da:
per raggio
Una seconda ipotesi vorrebbe che la met del lato di base aurea dell'altezza della faccia laterale dato da:
b b 2 b 1 b (2 ) (2 1) = 2 = 147, 55 . Anche 2 = 2 h = questo numero molto prossimo al valore stimato con le misure e praticamente
h =
coincidente con il valore ottenuto nella prima ipotesi. Che sia questa la spiegazione pi plausibile atta a chiarire il fascino che la sezione aurea ha sempre suscitato in architettura? Una terza ipotesi aerma che gli antichi egizi conoscessero entrambe le costanti ed avessero scoperto la straordinaria coincidenza per la quale: con una dierenza minore del
0.1%.
Un'altra ipotesi la dobbiamo al poeta, novellista, matematico, storico, e diplomatico Matila Ghyka (1881-1965) che scrisse:
Sembra che le approssimazioni intere (in cubiti egiziani o multipli o semplici del cubito) sono sempre state impiegate di preferenza alla sezione aurea rigorosamente. Queste approssimazioni sono invariabilmente improntate ai termini della serie di Fibonacci .
6
Il
semi-triangolo della Grande Piramide(triangolo rettangolo dove l'ipotenusa e il piccolo lato sono a prima vista nel rapporto rigoroso della sezione aurea) sembra risultare, se lo si chiama r (m 0,524) il cubito reale egiziano di una costruzione molto ingegnosa che parte da
A+B =
144 4r,
allora
C = 89 4r
ni consecutivi della serie di Fibonacci, e 144 anche il quadrato di 12). L'altezza h di questo triangolo rettangolo e della piramide (m 146,6) approssimativamente uguale a coincidenza
eettuate sul luogo nel 1925 danno per la media dei quattro lati di base (con uno scarto di 20 cm tra il pi grande e il pi piccolo) il valore di m 230,634 (tavola media data da Borcherolt: m 230,36).
5 nel
e come si
fa a ricavarli 5
23
24
Capitolo 4
Pieno titolo ai greci
4.1 L'oro degli sciocchi: i solidi platonici
Molto tempo prima dell'apparizione dell'uomo sulla terra nella crosta terrestre crescevano i cristalli. Un bel giorno un essere umano vide per la prima volta un cos risplendente frammento regolare, o forse lo colp con la sua ascia di pietra, esso si ruppe e cadde ai suoi piedi: lo raccolse e lo esamin tenendolo nella mano aperta e si meravigli. Nei principi fondamentali dei cristalli c' qualcosa che toglie il ato. Non sono creazioni della mente umana. Semplicemente essi <sono>, esistono indipendenti da noi. In un attimo di lucidit, l'uomo pu al pi scoprire che esistono e rendersene conto. M. C. Escher, 1959 L'artista M. C. Escher (1898-1972) era aascinato dalla regolarit e dalla necessit imperiosa delle forme dei cristalli, all'uomo misteriose e impenetrabili, interesse che condivideva con il fratello geologo. La predilezione per i poliedri, prima da parte dei pitagorici poi per tutto il mondo greco no ai giorni nostri, potrebbe essere nata dall'osservazione dei cristalli di pirite, soprannominata l'oro degli sciocchi che largamente diusa nell' Italia meridionale. I matematici greci sapevano gi che si potevano costruire cinque solidi regolari. Tre di essi sono limitati da triangoli equilateri, come il tetraedro (quattro facce regolari), l'ottaedro (otto facce regolari) e l'icosaedro (venti facce regolari); il cubo, poi, ottenuto per mezzo di quadrati (sei facce regolari) e ultimo, di pentagoni regolari, il dodecaedro (dodici facce regolari). Come scritto nel capitolo 2 e riportato nel suo tredicesimo libro degli Elemen-
ti Euclide riferisce che erano solo tre i solidi regolari conosciuti dai pitagorici, e
che fu per merito di un certo Teeteto che si giunse alla conoscenza dell'ottaedro e dell'icosaedro. Teeteto nato intorno al 414 a.C. fu il primo a scrivere di essi. Probabilmente a lui che dobbiamo il teorema secondo il quale esistono cinque 25
e soltanto cinque poliedri regolari e il calcolo dei rapporti tra i lati dei solidi regolari e i raggi delle sfere circoscritte. Giovane ateniese, mor nel 369 a.C. in seguito a ferite ricevute in battaglia e per una sopraggiunta dissenteria, si impegn nel campo della geometria elementare ma purtroppo i suoi testi sono andati perduti. I cinque solidi regolari vengono chiamati platonici, in quanto fu Platone (428 a.C.- 347 a.C.)
1
strutture basi della materia. Il losofo Empedocle (c. 490- 430 a.C.) proponeva infatti la teoria che i quattro elementi fondamentali della materia fossero la terra, l'acqua, l'aria e il fuoco. Platone leg i solidi platonici con questi quattro elementi in una schema cosmologico che esercit un profondo fascino su loso e scienziati per molti secoli. L'elemento terra legato allo stabile cubo, il fuoco al puntuto e semplice tetraedro, l'aria alla forma mobile dell'ottaedro e l'acqua allo sfaccettato icosaedro. Esiste inoltre una chimica platonica fondata sulla geometria, l'acqua scaldata dal fuoco evapora in due particelle d'aria e una di fuoco, possiamo quindi scrivere :
4.1.1
Usata dalla divinit per ricamare le costellazioni sull'insieme dei cieli2 : il dodecaedro
Al dodecaedro Platone aveva assegnato un ruolo speciale, considerandolo rappresentativo dell'universo: nella sua opera Timeo dice che Dio lo ha usato per il tutto. Platone considerava il dodecaedro composto di 360 triangoli rettangoli scaleni: infatti, tracciando le cinque diagonali e le cinque mediane in ciascuna delle facce pentagonali ogni faccia conterr trenta triangoli rettangoli. Non solo l'universo basato su questi triangoli ma tutta quanta la siologia. La crescita del corpo viene ad esempio spiegata con le seguenti parole: Quando la struttura della creatura giovane e i triangoli dei suoi corpi costituenti sono ancora, per cos dire, freschi di fabbricazione, le loro giunture sono saldamente connesse... Di conseguenza, poich i triangoli che compongono il cibo e le bevande sono tutti pi vecchi e pi deboli di quelli del corpo giovane, questo li vince e li taglia; in tal modo l'animale cresce e diventa pi grande .
4.1.2
Il rapporto aureo occupa una posizione importante nelle dimensioni e nella simmetria di alcuni poliedri platonici. Come gi osservato e discusso nel capitolo 2, sappiamo che la sezione aurea fortemente legata alla gura del pentagono, ma lo altrettanto anche con i
1 Torneremo
2 Platone, descrizione della forma del dodecaedro 3 Platone, citato da Plutarco (46- 127) 4 intesa in questo paragrafo come costante matematica, approssimata a 1.61803, vedremo
26
solidi platonici. In particolare un dodecaedro con lato unitario ha una supercie complessiva la cui area pari a
15 3
e un volume pari a
53 (62) . In modo
55 6 . Ma queste non sono le uniche curiosit legate al rapporto aureo e ai solidi platonici. Il cubo
simile, un icosaedro di lato unitario ha un volume uguale a e l'ottaedro hanno la propriet che congiungendo i centri di tutte le facce di una delle due gure si ottiene l'altra. Entrambe le gure possiedono inoltre un ugual numero di spigoli ma invertiti numeri di vertici e facce. La stessa cosa si pu riscontrare tra il dodecaedro e l'icosaedro. Il rapporto delle lunghezze delle lunghezze dei due solidi dato da una formula costante, dove, ancora una volta,
tagramma, e alcuni solidi, come i poliedri platonici, porta inevitabilmente alla conclusione che con ogni probabilit, l'interesse degli antichi greci per il rapporto aureo sia scaturito dai tentativi di costruire quelle gure piane e quei solidi.
4.2
tangolo aureo.
Il rettangolo aureo un rettangolo la cui proporzioni sono basate sulla proporzione aurea. Ci signica che il rapporto fra il lato maggiore e quello minore,
a : b,
b : a b.
Per gli antichi greci Atena, una delle pi importanti divinit dell'Olimpo, era la personicazione della sapienza e delle abilit. Ad Atene il culto di Atena aveva un'importanza particolare. Gli abitanti della citt dedicarono alla loro dea il pi splendente monumento di tutte le epoche, il Partenone, che domina no ad oggi sulla terra ateniese. Questo importante tempio, progettato nel V sec. a.C. per ordine del generale Pericle dagli architetti Ictinio e Callicrate e Atena era decorato dallo scultore Fidia, era dedicato ad Athena Parthenos. adorata come Parthenos perch secondo la tradizione: evita il letto dell'imeneo e resta insensibile al desiderio dell'amore
Inno Omerico 27
La dea infatti nata dalla testa di Zeus non ha in pratica una madre e non quindi in rapporto con l'amore, il matrimonio e la maternit e conserva stabilmente la sua verginit. In greco Parthenos signica infatti vergine.
Dall'esame metrico-dimensionale si sono fatte interessanti scoperte in merito alle proporzioni: l'altezza complessiva la sezione aurea della larghezza della parte frontale; quindi la facciata ha le dimensioni di un rettangolo aureo. Tale rapporto aureo si ripete pi volte tra diversi elementi del frontale, ad esempio, tra l'altezza complessiva e l'altezza cui si trova la trabeazione. Scrive il pittore italiano Severini(1883- 1966): La facciata del Tempio era costruita su due quadrati, uno stabilito sulla larghezza totale della facciata, e l'altro sulla larghezza del colonnato. Nel Partenone, invece, un solo quadrato regola la facciata, e questo costruito sulla larghezza del colonnato. Ritroviamo qui la
base (in basso dei gradini) alla cima del frontone, non compresa la cimasa, la maggiore delle Se si divide questa maggiore secondo la
distanza fra la cima del frontone (come sopra) e la base dell'architrave, dove tocca l'abaco delle colonne; l'altezza delle colonne, da questo punto alla linea di terra, data dalla maggiore della stessa
secondo lo stesso
rapporto, ancora questa seconda minore ci dar l'altezza del fregio e dell'architrave. questa una progressione geometrica regolata da
.
Se ora si inscrive un cerchio nel quadrato e se nel cerchio si inscrive un pentagono, si vede che il lato di questo misura l'altezza totale della facciata, da terra alla cima della cimasa. Se si inscrive un triangolo equilatero nel cerchio suddetto, si vede che la sua base marca la distanza fra gli assi delle due estreme colonne della facciata. Questa stessa distanza la ritroveremo sul piano orizzontale. Anche la pianta del Partenone presenta numerosi rettangoli aurei, che sono stati usati in maniera estesa nella suddivisione degli ambienti. Partenone mostra che il tempio fu costruito su un rettangolo lunghezza
La pianta 5, ossia la
del cui
volte la larghezza. 28
4.3
re numerico di
Fino a questo momento abbiamo visto il legame del rapporto aureo col pentagono, il pentagramma e i poliedri platonici. Platone e le scoperte che fecero gli antichi greci destarono curiosit e spinsero generazioni di matematici a prodigare tempo e fatica ai teoremi riguardanti il rapporto aureo. Il prestigio e l'aurea mistica e magica che avvolge tale rapporto lo si pu scoprire grazie ad alcune propriet algebriche. Determiniamo quindi il preciso valore di
Scegliamo come unit di misura della lunghezza il segmento pi breve, La lunghezza del segmento maggiore,
AC ,
sar quindi
volte
CB ,
dove
CB . x
AC > CB
x:1=x+1:x x2 = x + 1
La due soluzioni di questa equazione di secondo grado sono:
x1 =
1+ 5 e 2
x2 =
1 5 2
La soluzione positiva ci fornisce il valore del rapporto aureo, argentea e viene indicata con relazione
Mentre la
soluzione con il meno, fornisce il valore di quella che viene chiamata sezione
1 = .
Nel 1966 M. Berg utilizzando per venti minuti un elaboratore mainframe IBM 1401 determin la sequenza dei decimali no alla 4599esima posizione. Oggigiorno con un personal computer pu essere trovato lo stesso risultato in meno di due secondi e anche con molte pi cifre. Il valore numerico di
1.6180339887498948482045868343656381177203091798057628621354486 227052604628189024497072072041893911374847540880753868917521266 338622235369317931800607667263544333890865959395829056383226613 199282902678806752087668925017116962070322210432162695486262963 136144381497587012203408058879544547492461856953648644492410443 207713449470495658467885098743394422125448770664780915884607499 887124007652170575179788341662562494075890697040002812104276217 711177780531531714101170466659914669798731761356006708748071013 179523689427521948435305678300228785699782977834784587822891109 762500302696156170025046433824377648610283831268330372429267526 311653392473167111211588186385133162038400522216579128667529465 29
490681131715993432359734949850904094762132229810172610705961164 562990981629055520852479035240602017279974717534277759277862561 943208275051312181562855122248093947123414517022373580577278616 008688382952304592647878017889921990270776903895321968198615143 780314997411069260886742962267575605231727775203536139362107673 893764556060605921658946675955190040055590895022953094231248235 521221241544400647034056573479766397239494994658457887303962309 037503399385621024236902513868041457799569812244574717803417312 645322041639723213404444948730231541767689375210306873788034417 009395440962795589867872320951242689355730970450959568440175551 988192180206405290551893494759260073485228210108819464454422231 889131929468962200230144377026992300780308526118075451928877050 210968424936271359251876077788466583615023891349333312231053392 321362431926372891067050339928226526355620902979864247275977256 550861548754357482647181414512700060238901620777322449943530889 990950168032811219432048196438767586331479857191139781539780747 615077221175082694586393204565209896985556781410696837288405874 610337810544439094368358358138113116899385557697548414914453415 091295407005019477548616307542264172939468036731980586183391832 859913039607201445595044977921207612478564591616083705949878600 697018940988640076443617093341727091914336501371576601148038143 062623805143211734815100559013456101180079050638142152709308588 092875703450507808145458819906336129827981411745339273120809289 727922213298064294687824274874017450554067787570832373109759151 177629784432847479081765180977872684161176325038612112914368343 767023503711163307258698832587103363222381098090121101989917684 149175123313401527338438372345009347860497929459915822012581045 982309255287212413704361491020547185549611808764265765110605458 814756044317847985845397312863016254487611485202170644041116607 669505977578325703951108782308271064789390211156910392768384538 633332156582965977310343603232254574363720412440640888267375843 395367959312322134373209957498894699565647360072959998391288103 197426312517971414320123112795518947781726914158911779919564812 558001845506563295285985910009086218029775637892599916499464281 930222935523466747593269516542140210913630181947227078901220872 873617073486499981562554728113734798716569527489008144384053274 837813782466917444229634914708157007352545707089772675469343822 619546861533120953357923801460927351021011919021836067509730895 752895774681422954339438549315533963038072916917584610146099505 506480367930414723657203986007355076090231731250161320484358364 817704848181099160244252327167219018933459637860878752870173935 930301335901123710239171265904702634940283076687674363865132710 628032317406931733448234356453185058135310854973335075996677871 244905836367541328908624063245639535721252426117027802865604323 494283730172557440583727826799603173936401328762770124367983114 464369476705312724924104716700138247831286565064934341803900410 30
178053395058772458665575522939158239708417729833728231152569260 929959422400005606266786743579239724540848176519734362652689448 885527202747787473359835367277614075917120513269344837529916499 809360246178442675727767900191919070380522046123248239132610432 719168451230602362789354543246176997575368904176365025478513824 631465833638337602357789926729886321618583959036399818384582764 491245980937043055559613797343261348304949496868108953569634828 178128862536460842033946538194419457142666823718394918323709085 748502665680398974406621053603064002608171126659954199368731609 457228881092077882277203636684481532561728411769097926666552238 468831137185299192163190520156863122282071559987646842355205928 537175780765605036773130975191223973887224682580571597445740484 298780735221598426676625780770620194304005425501583125030175340 941171910192989038447250332988024501436796844169479595453045910 313811621870456799786636617460595700034459701135251813460065655 352034788811741499412748264152135567763940390710387088182338068 033500380468001748082205910968442026446402187705340100318028816 644153091393948156403192822785482414510503188825189970074862287 942155895742820216657062188090578088050324676991297287210387073 697406435667458920258656573978560859566534107035997832044633634 648548949766388535104552729824229069984885369682804645974576265 143435905093832124374333387051665714900590710567024887985804371 815126100440381488040725244061642902247822715272411208506578883...
4.4
presentazioni e propriet
La media aurea non aatto banale Tutt'altra cosa che un comune irrazionale. Capovolta, pensate un po', Resta se stessa meno l'unit. Se poi di uno l'aumentate Quel che otterrete, vi assicuro, il quadrato.... (Paul S. Bruckman, Media costante, The Fibonacci Quarterly, 1977) Usando una semplice calcolatrice e digitando reciproco. Non notate nulla di particolare?
1, 6180339887...
provate ad ele-
varlo al quadrato e poi, partendo sempre dallo stesso numero provate a fare il
= 1, 6180339887 2 = 2, 6180339887
1
= 0, 6180339887
31
Le cifre dopo il punto decimale sono esattamente le stesse. Il rapporto aureo l'unico numero non naturale il cui reciproco e il cui quadrato mantengono inalterata la propria parte decimale. Il rapporto aureo, ed esso solo, ha la caratteristica di avere un quadrato uguale a se stesso pi uno, e un reciproco uguale a se stesso meno uno. Ed infatti:
2 = ( 1+2 5 )2 =
6+2 5 4
=1+
1+ 5 2
= 1 + ,
2 = 1 +
basta poi dividere per quest'ultima equazione per e quindi otteniamo anche il secondo risultato:
per ottenere
+1
= 1. 2 = 1 + , 1+
ma questo pu essere
1+=
1+
1+=
1+
1 + = ... =
1+
1+
1+
1 + ...
Poniamo:
x2 = 1 + x2 ,
1+
1+
1 + ...
si nota subito che essendo un processo innito, la parte sotto radice ancora uguale a per cui:
x2 = 1 +
quindi
x2 .
Quindi, la nostra
x2 = 1 + x
Ci occupiamo ora di un altro tipo molto diverso di espressioni senza ne, questa volta basato sulle frazioni invece che sulle radici quadrate:
1+
1 1+
1 1+ 1 1+ 1+ 1+ 1 1 1
1+
. 1 1+...
Come calcoliamo il valore della funzione? Come passo iniziale poniamo con
x
1+
x=
1 1+
1 1 1+ 1+ 1 1 1+...
Siccome la funzione continua illimitata, il denominatore del membro di destra dell'equazione uguale a
5 Si
continue
32
x=1+
Moltiplicando entrambi i membri per una volta, la formula del rapporto aureo.
1 x
otteniamo
x,
x2 = x + 1,
cio ancora
...Scritta come frazione con continuit, uno, uno, uno,..., no a saziet; Cos chiara che pi chiara alcuna non resta (non vi comincia a girare un po' la testa?) (Paul S. Bruckman, Media costante, The Fibonacci Quarterly, 1977)
33
34
Capitolo 5
Figli di una buona disposizione
Fibonacci non riusciva a dormire Conigli, non pecore, prov a contare Katherine O' Brein (1897- 1974)
5.1
Fibonacci
Leonardo Pisano (1180 circa- 1250 circa), pi noto come Fibonacci o glio di Bonaccio o della buona disposizione era glio di un mercante italiano. Durante la sua infanzia Fibonacci ebbe un maestro mussulmano e viaggi in Egitto, in Siria e in Grecia; era pertanto naturale che Leonardo si impregnasse di metodi algebrici arabi, compreso il sistema notazionale indo-arabico. Le nove cifre indiane sono: dimostrato qui di seguito. Con queste parole inizia una delle pi celebri opere di Leonardo Fibonacci: il 9 8 7 6 5 4 3 2 1. Con queste
Liber abaci pubblicato nel 1202, all'interno del quale si cela uno dei quesiti che
pi ispir i futuri matematici e che curiosamente ha a che fare con i conigli. Leggiamo nel dodicesimo capitolo: Un uomo mise una coppia di conigli in un luogo circondato da tutti i lati da un muro. Quante coppie di conigli verranno prodotte in un anno, a partire da un'unica coppia, se ogni mese ciascuna coppia d alla luce una nuova coppia che diventa produttiva a partire dal secondo mese? 35
Come possibile che la discendenza di due conigli immaginari abbia avuto tanta importanza per la storia della matematica? Perch questo famoso problema d origine a quella che oggigiorno conosciamo come la serie di Fibonacci. Proviamo a risolvere il problema iniziando da una coppia. Dopo il primo mese, la prima coppia d origine a un'altra coppia, per cui ne abbiamo due. Dopo il secondo mese, la coppia matura produce un'altra coppia giovane, mentre la precedente coppia giovane diventa matura. Le coppie sono dunque tre. Dopo tre mesi, ciascuna delle due coppie mature genera una coppia, mentre la coppia giovane diventa matura, cos che le coppie sono diventate cinque. Continuando cos all'innito se si potesse. Se volessimo contare le coppie mature, un mese dopo l'altro, potremmo comporre il numero di coppie adulte nel mese precedente, pi il numero di coppie giovani diventate adulte dal medesimo mese precedente. Ma questo numero di coppie giovani in eetti uguale al numero di coppie adulte nel mese ancora precedente. Perci in ogni mese a partire dal terzo il numero di coppie adulte semplicemente uguale alla somma del numero di coppie adulte nei due mesi precedenti. 1, 1, 2, 3, 5, 8, 13, 21, 34, 55, 89, 144, 233, ... Ciascun termine della serie, a partire dal terzo, uguale alla somma dei due termini precedenti, che possiamo riassumere nella forma:
Fn2 + Fn1 = Fn
dove
Fn
chiamata di Fibonacci, nel XIX secolo, dal matematico francese Edouard Lucas (1842- 1891).
5.2
Questa proporzione che gli odierni studiosi di geometria chiamano divina: le scoperte di
Keplero
Dei due solidi regolari, il dodecaedro e l'icosaedro...l'uno e l'altro, e in verit la stessa struttura del pentagono, non si possono formare senza questa proporzione che gli odierni studiosi di geometria chiamano divina. Questa congegnata in modo tale che i termini minori di una serie nascente presi insieme formano il terzo, e gli ultimi due addizionati il successivo, e cos via indenitamente, dato che la stessa proporzione si conserva inalterata... pi si va avanti a partire dal numero 1, pi l'esempio diventa perfetto. Siano 1 e 1 i termini pi piccoli...sommatoli il risultato 2; aggiungiamo a questo il precedente 1, e otteniamo 3; aggiungiamoli 2, e otteniamo 5; aggiungiamoli 3, e abbiamo 8; 5 e 8 danno 13; 8 e 13 danno 21. Come 5 sta a 8, cos approssimativamente, 8 sta a 13, e come 8 sta a 13, cos approssimativamente, 13 sta a 21.
1
1 lettere
36
La successione di Fibonacci divergente, tende cio all'innito al crescere di n, ma quello che Keplero (1571-1630) riusc a scoprire fu che il rapporto di qualsiasi elemento
fn
ed il precedente
fn1
tende a
limn
fn fn1
=1+
=1+
1 1 1+
=1+
1 1+
1 1+ 1
=1+
1 1+
1+ 1 1 1+ 1
= ...
Essendo
consecutivi come:
R=
fn+1 fn
=1+
1
fn fn1
=1+
1 1+
1 fn1 fn2
=1+
1 1+
1 1 1 fn2 fn3
= ...2
Al tendere quindi di n all'innito, anche il rapporto tra due elementi consecutivi di una successione di Fibonacci tende alla frazione continua cio a
.
Non avendo utilizzato ipotesi sui primi due numeri questa propriet vale per ogni successione di Fibonacci, cio qualsiasi siano i primi due numeri. Per esempio:
1a fn
1 1 2 3 5 8 13 21 34 55 89 144 233
successione
2a fn
27 33 60 93 153 246 399 654 1044 1689 2733 4422 7155
successione
fn fn1
1,00000000 2,00000000 1,50000000 1,66666667 1,60000000 1,62500000 1,61538462 1,61904762 1,61764706 1,61818182 1,61797753 1,61805556
fn fn1
1,22222222 1,81818182 1,55000000 1, 64516129 1,60784314 1,62195122 1,61654135 1,61860465 1,61781609 1,61811723 1,61800220 1,61804613
Una peculiarit di questa proporzione risiede nel fatto che essa pu essere ricavata dalla parte maggiore e dal tutto; quella che prima era la parte maggiore ora diventa la minore, quello che era
2 Per
esempio:
1 = 1; 1 +
1 1
= 2; 1 +
1 1+1
3 ; 2
1+
1 1 1+ 1+1
5 ; 3
1+
1 1+
1 1+ 1 1+1
8 ; 5
1+
1 1+
1 1+ 1+ 1 1+1 1
13 ; 8
37
il tutto diventa la parte maggiore, mentre la somma di questi due acquista nel rapporto il posto del tutto. E si pu andare avanti indenitamente, senza che la proporzione divina venga mai di meno. Credo che da questa proporzione geometrica abbia preso spunto dal Creatore quando introdusse la produzione del simile dal simile, che prosegue anch'essa indenitamente. Vedo il numero 5 in quasi tutti i ori che preannunciano la venuta dei frutti, cio la loro creazione, e che esistono non per se stessi , ma per il frutto che verr. Quasi tutti i prodotti degli alberi da frutto si possono assegnare a questa categoria; tranne forse quelli dell'arancio e del limone; anche se non ne ho visto i ori e giudico solo dal frutto o dalla bacca, il cui torso non diviso in cinque ma semmai diviso in sette, undici o nove parti. Ma in geometria il numero 5, cio il pentagono, costruito per mezzo della proporzione divina che intendo [considerare] il prototipo della creazione. Inoltre esiste tra il movimento del Sole (o come ritengo della Terra) e quello di Venere, che sta al culmine della capacit generatrice, un rapporto di 8 a 13 che, come sentiremo, assai vicino alla proporzione divina. Inne secondo Copernico la sfera celeste a met strada tra quelle di Marte e di Venere. in geometria derivano entrambi dalla proporzione divina. La proporzione tra loro si ottiene dal dodecaedro e dall'icosaedro, che sulla nostra Terra, tuttavia, che ha luogo l'atto della procreazione. Vedete ora come l'immagine dell'uomo e della donna scaturisca dalla divina proporzione. Secondo la mia opinione, la propagazione delle piante e gli atti di procreazione degli animali hanno tra loro lo stesso rapporto esistente tra le proporzioni geometriche, cio le proporzioni rappresentate da segmenti di linea, e la proporzione aritmetica, cio espressa in modo [puramente] numerico. Keplero Keplero considerava il rapporto aureo uno dei principali strumenti della creazione divina dell'universo. Nel 1597 venne pubblicata per la prima volta la sua opera Mysterium Cosmo-
graphicum. Due anni prima, nel 1595, il religioso Keplero not che inscrivendo
in un cerchio un triangolo equilatero , e tracciando nel triangolo il cerchio inscritto, il rapporto del raggio del cerchio maggiore col minore era pressapoco uguale al rapporto della dimensione dell'orbita di Saturno con quella di Giove. Gli sembr del tutto naturale riportare il tentativo con la gure a tre dimensioni, ma non delle gure a caso, proprio i solidi platonici. I 5 pianeti da lui conosciuti si spiegavano con il fatto che 5 erano i poliedri platonici, e presi come limiti tridimensionali concentrici essi danno origine a 6 spazi, l'ultimo dei quali sono collocate le stelle sse. La sfera della terra la misura di tutte le altre orbite. circoscriva un dodecaedro. Marte. Si circoscriva un tetraedro intorno a Marte. 38 Le si
La sfera che lo circonda sar quella di Saturno. Ora, si inscriva un Si inscriva un ottaedro dentro Venere.
5.3
Con queste parole Jakob Bernoulli (1654- 1705) esprime tutta la meraviglia e la bellezza che prov nel scoprire che una curva, nota come spirale logaritmica , sebbene fosse cambiata, ritorni come prima. Cio se ingrandissimo o rimpicciolissimo la gura, la spirale coinciderebbe con se stessa. Partendo dal triangolo isoscele con l'angolo al vertice di Egli dedic a tale argomento un trattato intitolato Spira mirabilis, La spirale meravigliosa.
5 , cio il triangolo aureo, possiamo tracciare la bisettrice di un angolo alla base, la quale interseca
il lato opposto in un punto che come dimostrato nel capitolo 2, lo divide nel rapporto aureo, determinando cos un secondo triangolo simile. Operando nella medesima maniera possiamo determinare un terzo triangolo dal secondo e cos via ottenendo triangoli sempre pi piccoli. In modo analogo prolungando la base e congiungendo l'estremo con il vecchio vertice, si ottiene un nuovo triangolo maggiore del primo e ad esso simile, sul quale si pu operare la stessa costruzione per ottenere un triangolo ancora pi grande, ma simile ai precedenti. I punti a, b, c, d, e, f, ... riportati nella gura qui a lato giacciono tutti sulla famosa spirale logaritmica. Analogamente per il rettangolo aureo: abbiamo visto che in un tale rettangolo in cui il lato minore la sezione aurea di quello maggiore, risecando un quadrato di lato pari al lato minore, si ottiene un rettangolo pi piccolo simile al primo, quindi aureo, dal quale risecando un quadrato dal lato minore si ottiene un terzo rettangolo ancora pi piccolo, simile ai precedenti, quindi aureo anch'esso; e cos via ottenendo rettangoli aurei sempre pi piccoli. punti a, b, c, d, e, f, ... Se la costruzione dei rettangoli avviene sempre dallo stesso lato i punti di sezione i riportati nella gura a lato, giacciono tutti su una particolare Spirale logaritmica detta spirale aurea. Deniamo spirale logaritmica una curva che in coordinate polari rappresentata da un equazione del tipo crescente o decrescente.
= f ( ),
con
curva detto raggio vettore. Quindi la spirale logaritmica una spirale nella
3 Trasformato,
39
quale per angoli in progressione aritmetica i raggi vettore sono in progressione geometrica. Partendo dalla denizione appena data, indichiamo con del raggio vettore per ponendo
q = p2 ,
cio
= 0, l'equazione 1 p = q 2 :
a il valore = a p , ovvero
= a q 2
dove q detto indice di accrescimento e rappresenta il fattore di cui cresce il raggio vettore ad ogni evoluzione della curva
che
varia di
2 .
Ponendo invece
b=
ln q 2 l'equazione diventa:
= a eb
pi diusa della prima e nella quale il parametro b indica la cotangente dell'angolo formato dalla tangente alla curva con il raggio vettore.
cot =
d d
abeb d aeb d
=b
Una delle pi sorprendenti propriet di questa curva che la lunghezza dell'arco di curva da ogni punto no all' origine nita. Questa propriet facilmente dimostrabile grazie al calcolo innitesimale, sappiamo infatti che, disponendo dell'equazione parametrica, la lunghezza di un arco di curva tra due valori
del parametro :
s=
1
2
x 2 + y 2 d
2
1
Per
s=
4
b2 +1 a b
eb =
b2 +1 b
40
ma
b = cot ,
s = cos
cio la lunghezza di un arco di spirale logaritmica dall'origine ad un suo punto proporzionale al raggio vettore in quel punto, essendo il coeciente di proporzionalit semplicemente il coseno dell'argomento scala, che spiegano l'esclamazione di Bernoulli: Eadem mutata resurgo Calcoliamo inne il valore di
in quel punto.
ae
( +
2)
=ae
b( + 2)
=a =
( + 2) ( )
aeb eb 2 aeb
= eb 2 =
b=
ln
2
5.4
Fn =
che come ricordiamo
1 [( 1+2 5 )n 5
( 12 5 )n ]
1+ 5 1 5 il valore della costante aurea e il valore 2 2 della costante argentea . Possiamo dunque riscrivere la formula di Binet nella
seguente forma:
Fn =
5 May
Sarton, (1912- 1995)
1 (n 5
n )
41
Partiamo dalla denizione del numero di Fibonacci, per essere tale dovr valere che:
per
n>1
f (n) = c + c ; Noi sappiamo che: f (0) = c + c = 0 f (1) = c + c = 1. Partendo dalla prima equazione ricaviamo che c = c , sostituendo nella seconda ricaviamo che f (1) = c ( ) = 1, sapendo 1+ 5 1 12 5 = 5 arriviamo alla conclusione che c = . E che ( ) = 2 5
Consideriamo: quindi possiamo scrivere che:
Fn =
1 qualunque valore di n
Sappiamo per che equivalenze:
1 (n 5
n )
(n n ) abbia come risultato un numero intero. = + 1 e che quindi possiamo scrivere le seguenti
5
3 = 2 = ( + 1) = 2 + = + 1 + = 2 + 1 4 = 3 = (2 + 1) = 22 + = 2( + 1) + = 3 + 1
continuando iterativamente con questo tipo di ragionamento arriveremo a scrivere in maniera generale:
n = x + y
con
xey
n = x + y
con gli stessi interi
n n = x + y (x + y ) = x( ) = x 5
Quindi:
1 (n 5
n ) = x x = f (n).
42
Capitolo 6
De Divina Proportione
No dico de la dolci e soave armonia musicale ne de la summa vaghezza e intellectual conforto prospectivo: e de la dispositione de architectura con la descriptione de luniverso marittimo et terrestre e doctrina de corsi e celestial aspetti perche di lor quel che n hor le ditto chiaro appare. Lascio per men tedio allectore scentie altre assai pratiche especulative con tutte laltre mechaniche in le cose humane necessarie de le quali senza il suragio de queste non e possibile lor acquisto: ne dubito ordine in quelle servare. Luca Pacioli, De Divina Proportione
6.1
conosca poco della sua infanzia si suppone che Pacioli abbia ricevuto i primi insegnamenti presso Piero della Francesca, che in Sansepolcro aveva studio e laboratorio. Giovanissimo si trasfer a Venezia nella casa dell'ebreo Rompiaci come tutore dei gli, cogliendo l'opportunit di apprendere lezioni dal matematico Domenico Bragadino e di scrivere il suo primo trattato di matematica. Nel 1470 si trasfer a Roma presso Leon Battista Alberti dove studi teologia diventando frate dell'ordine minore dei Francescani. Dal 1477 Fra Luca Pacioli cominci a viaggiare in numerose citt italiane: Perugia, Venezia, Zara, Firenze, Roma dove compose opere didattiche, tra cui spicca: Summa de arithmetica,
De Viribus
che per l'Arte. Seguono innumerevoli spostamenti a Venezia, Perugia, Firenze e Roma. Mor a Sansepolcro nel 1517.
6.2
portione
Stampato per la prima volta a Venezia nel 1509 il De Divina Proportione pu essere considerato il primo libro scritto ed incentrato sulla sezione aurea. L'opera composta da tre volumi. ne indica 13 eecti. Il primo dopo la dedica a Ludovico il
1
Moro elenca i cinque motivi del perch si denisca divina tale proporzione
alle proporzioni impiegate nell'architettura, ritrovabili nel corpo umano e nelle lettere alfabetiche formate dallo stesso Pacioli. Una terza parte contiene semplicemente la traduzione in lingua volgare del De Corpibus regularibus di Piero della Francesca.
6.2.1
Reverentia alla turba duodena e del suo sanctissimo Capo Nostro Redemptore Christo Iesu: i 13 eetti
Dal capitolo sette al ventitreesimo Pacioli espone le prime proposizioni del tredicesimo libro dell'opera di Euclide gli Elementi. In questi capitoli l'autore non si cura di ripetere le dimostrazioni geometriche fornite da Euclide, ma correda i 13 eecto, come chiama lui le propriet della divina proporzione ad un esempio di carattere aritmetico, in modo che risulti di pi facile comprensione. conseguenza la minore sar Indichiamo con la lettera
il segmento intero, al Di
la parte maggiore.
a x.
x : a,
per cui
da cui si
(a x) : x = x2 = a(a x). Sostituendo il valore 10 avremo che x2 = 100 10x ricava x = 6, 18034 e a x = 3, 81966. Ma applicando le regole da
lui date nella Summa nella parte denita pratica speculativa detta algebra et almucabala stabilisce partendo dal segmento di lunghezza 10, la parte minore esser 15 meno Radice [quadrata di] 125 e l'altra maggiore a Radice125 meno 5. Il primo proposto eecto: ...Questo congionto cioe R 125 in se mcato che fa 125 per lo suo
a 5 tanto del
Diviso il segmento con la divina proporzione, se alla parte maggiore si aggiunge la met dell'intero segmento, il quadrato di tale somma sar il quintuplo rispetto alla suddetta met, cio:
a 2 2 (x + a 2 ) = 5( 2 ) .
1 Questi
44
q ta chel p.q ta
a
in
q ta
agionta:
dicte doi parti divisa. E quella acui se agionse esser la sua magior part: e lei tutta in quelle esser divisa, secondo la nostra proportione. Nel secondo eetto essendo il converso del precedente si constata che: la radice quadrata del secondo appunto quella met dell'intero segmento che per formare il primo quadrato si era sommata con la parte maggiore. Il terzo singular eecto: Se una
q ta
sua parte se agionga la mita dela magiore ra poi el quadrato sempre del congionto quincuplo al quadrato dela mita de dicta magiore. Questo terzo eetto corrisponde alla terza proposizione del XIII libro di Euclide: se alla parte minore del segmento si aggiunge met della maggiore, il quadrato della somma quintuplo rispetto a quello della predetta met aggiunta, cio
x 2 2 (a x + x 2 ) = 5( 2 ) .
Il quarto ineabile eecto: Se una tutta dicta
q ta q ta
se divide secondo la nostra divina proportione se a se agionga la sua magior parte siran poi dicto con-
q ta
cos divisa.
E la
2 q
a ta
.
Il quarto ineabile eetto chiede di sommare l'intero segmento con la sua parte maggiore. Il nuovo segmento ottenuto risulta gi diviso secondo la divina proporzione, essendo il segmento primitivo la parte aurea del segmento ampliato, cio:
x : a = a : (a + x).
proposizione del XIII libro di Euclide. Il quinto mirabile eecto: Se una
q ta
q ta
Sommando il quadrato della parte minore con quello del segmento intero si ottiene un totale triplo al quadrato della parte maggiore, cio:
(a x)2 + a2 =
3x
.La dimostrazione geometrica in Euclide XIII, 5. Il sesto inoiabile eecto: Nluna residuo. 45
q ta
Il sesto innominabile eetto rivela che le due parti in cui un segmento diviso secondo la divina proporzione non possono che essere irrazionali e si chiamano residui . Cos aerma e dimostra la sesta proposizione del XIII degli Elementi. Il settimo inextimabile eecto: Sel lato delo exagono equilatero sagio gni allato del decagono equilatero quali ambe doi fe intendino in un medesimo cerchio descripti. Ellor congionto sempre ra una
q ta
nostra proporzione. E la magior sua parte ra el lato delo exagono. L'inestimabile eetto deriva dalla nona del XIII di Euclide e dice che, se si congiungono il lato dell'esagono con quello dell'esagono iscritti in uno stesso cerchio, si forma un segmento gi diviso secondo la divina proporzione, ed il lato dell'esagono ne forma ovviamente la parte maggiore. L'ottavo eecto converso del precedente: Se una linea sia divisa secondo la proporzione havente el mezzo edoi extremi sempre de quel cerchio delquale la magior parte a lato de lo exagono del medesimo la menore ne a lato del decagono parte maggiore equivale al lato del decagono iscritti in un medesimo cerchio. Il nono sopraglialtri excessivo: Se nel cerchio se formi el pentagono equilatero e ali suoi doi propinqui anguli se subtenda doi li recte mosse da li termini de li suoi latade necessita quelle fra loro se divideranno secondo la nostra proportione. Ecadauna dele lor magior parti sempre ra el lato del dicto pentagono Questo eetto corrisponde alla undicesima del tredicesimo libro degli Elementi e si riferisce alla gura del pentagono. Tracciando in essa due corde de l'angolo pentagonico (ossia le rette che sottendono due angoli consecutivi), queste si dividono tra loro secondo la divina proporzione e la parte maggiore di ciascuna uguale al lato del pentagono. cos possibile per la notitia del lato pervenire a la notitia de tutte le sue corde e de tutte le lor parti e viceversa. Il decimo supremo eecto: Se una
q ta
q ta
cosi divisa.
Qualunque sia la dimensione del segmento diviso secondo la nostra proporzione, tutti gli eetti che ne derivano sono sempre immutabilmente presenti. L'undicesimo excellentissimo eecto Sel se dividera el lato de uno exagono equilatero secondo la nostra divina proportione sempre la sua magior parte de necessita ra el lato del decagono: circumferipto dal medesimo cerchio che lo exagono 46
Il lato del decagono iscritto in un cerchio uguale alla parte maggiore del lato dell'esagono iscritto nello stesso cerchio e diviso secondo la divina proporzione. Conoscendo la misura del diametro oppure della circonferenza o dell'area di un cerchio, possibile dedurre le misure del raggio, del lato dell'esagono, del dodecagono e dei triangolo iscritti nella stessa circonferenza. Il dodicesimo quasi incomprehensibile eecto: Sel se divide una
q ta
la R del congionto del quadrato de tutta la quantita e del quadrato de la sua magior parte ra in proportione ala R del congionto del quadrato de ditta
` q ta
del cubo allato del triangolo del corpo de 20 basi La radice quadrata della somma del quadrato dell'intero segmento con il quadrato della parte maggiore, sta alla radice quadrata della somma del quadrato dell'intero segmento con il quadrato della parte minore, come lo spigolo del
cubo sta allo spigolo dell'icosaedro iscritti nella stessa sfera, cio:
a2 + x2 :
a2
+ (a
x)2
suragio non se possa mai formare el pentagono, cioe gura de 5 lati equali sopra nel
La divina proporzione risulta essere indispensabile per la costruzione del pentagono, nel modo insegnato da Euclide nella decima proposizione del libro quarto degli Elementi. Per conseguenza non si potrebbe costruire ne immaginare: el corpo nobilissimo sopra tutti gli altri regulari detto duodecaedro, cioe corpo de 12 pentagoni equilateri etequi angoli per altro nome detto corpo de 12 basi pentagonali. mo se dira El divin platone atribui ala convenintissime ragioni Secondo Pacioli la divisione in sezione aurea produce inniti eetti, ma per brevit il trattato ne considera solo tredici, numero scelto in omaggio alla reverentia alla turba duodena e del suo sanctissimo Capo Nostro Redemptore Christo Iesu il cui Cenacolo fu dipinto dal nostro prefato Lionardo con suo ligiadro pennello. La cui forma com-
5a
6.2.2
Laddove non si pu applicare una delle scienze matematiche, non si pu avere la certezza2 : l'uomo misura
2 Leonardo
Da Vinci
47
...dal corpo humano ogni mesura con sue denominationi deriva e in epso tutte le sorti de proportioni e proportionalita se ritrova con lo deto de laltissimo mediante li intrinseci secreti dela natura. Luca Pacioli, De divina proportione La Proporzione Divina viene intesa come chiave universale per penetrare i segreti della bellezza ma anche della natura ed al centro collocato l'uomo, misura di ogni cosa, sospeso tra un quadrato ed un cerchio, come descritto molti secoli prima dal celebre architetto romano Marcus Vitruvius Pollio (ca. 70- 25 a.C.): Nel corpo umano il punto centrale naturalmente l'ombelico. Infatti, se un uomo adagiato sulla schiena, con le braccia e le gambe protese, e un compasso posto con uno degli estremi in corrispondenza dell'ombelico, le punte delle dita delle mani e dei piedi toccheranno la circonferenza del cerchio cos tracciato. E come il corpo umano ha un conne circolare, cos si pu ricavare da esso una gura quadrata. Infatti, misurando la distanza dalle piante dei piedi alla sommit del capo, e poi misurando allo stesso modo la distanza tra le estremit delle braccia estese, si constater che la larghezza uguale all'altezza, come accade a una gura piana che sia perfettamente quadrata Marcus Vitruvius Pollio (ca. 70- 25 a.C.) L' uomo vitruviano acquist popolarit grazie al disegno che ne fece Leonardo Da Vinci (1452- 1519) che fu amico di Fra Luca Pacioli. Grazie a questa amicizia Pacioli pu vantare una della pi grandi collaborazioni della storia. concludono l'opera De Divina Proportione. Con il suo ligiadro pennello Leonardo disegna per l'amico una serie di tavole che Ne realizza una sessantina il cui soggetto sono i solidi ragurati sia pieni sia a guisa di intelaiatura, in modo tale da poter osservare il solido anche nella parte posteriore. Non mancarono da parte di Pacioli i convenevoli ringraziamenti e presenta nei primi capitoli il suo amico come : degnitissimo pictore prospectivo architecto musico. E de tutte virtu doctato. Leonardo davinci
6.2.3
La trascrizione parziale del tredicesimo libro degli Elementi d'Euclide per i tredici eetti e il terzo volume composto interamente dalla traduzione dell'opera di Piero della Francesca fa apparire Pacioli un plagiario. A tal proposito scrive Giorgio Vasari (1511- 1574) nella biograa di Piero della Francesca che si riferisce a Pacioli con queste parole: . E colui, che con tutte le forze sue si doveva ingegnare di
appreso tutto quello che e' sapeva, [...] annullato il nome del precettore, usurpatosi il tutto, dette in luce sotto suo proprio ci di fra Luca [Pacioli] da'l Borgo tutte le fatiche di quel buon vecchio. Il quale, oltra le scienze dette di sopra, fu eccellente nella pittura.... Giorgio Vasari, Vite de' pi eccellenti architetti pittori e scultori
6.2.4
La matematica, la pi precisa, logica e gracamente costruttiva delle scienze 3 : Albrecht Drer
Nato il 21 maggio 1471 a Norimberga, Albrecht Drer considerato il pi grande pittore ed incisore tedesco dell'inizio del XVI secolo. Gi all'et di 19 anni egli dava prova di grandi doti ed inizi una luminosa carriera pittorica, che giunse all'apice nel 1514, quando realizza Melancolia , opera forse dedicata alla madre,
3 Albrecht
Drer
49
mancata proprio in quel periodo. Essa rappresenta la traduzione artistica delle conoscenze che Drer aveva acquisito durante il suo secondo soggiorno in Italia: il giovane Albrecht, infatti, era aascinato dalla corrente pittorica veneziana sua contemporanea, di cui era esponente di spicco Giovanni Bellini. Questa vicinanza artistica aveva spinto il pittore ed incisore tedesco a recarsi pi volte in Italia, dove aveva conosciuto, tra gli altri, anche Jacopo de' Barbari, autore del celeberrimo ritratto di Luca Pacioli. Questa amicizia aveva permesso ad Albrecht di avvicinarsi agli studi matematici che si sviluppavano in quegli anni intorno a quelli del Pacioli stesso. Tra il 1505 ed il 1507 probabile che abbia conosciuto, a Bologna, anche lo stesso autore del De Divina Proportione , con cui ebbe modo di approfondire ulteriormente la matematica della sezione aurea. L'opera Melancolia contiene cenni di sezione aurea, di giochi matematici, di gure enigmatiche e di poliedri particolari. La gura centrale una donna alata che si siede apatica e infelice su una sporgenza di pietra. La gura ha nella mano destra un compasso, aperto per misurare. Si pensa che il quadrato in alto a destra, in cui ogni riga, colonna, diagonale, i quattro numeri centrali e i numeri ai quattro angoli danno tutti per somma 34, rappresenti la matematica e in se contiene l'anno di composizione dell'opera 1514. Nell'opera poi ragurato un particolare solido di invenzione di Drer stesso un romboedro: solido a sei facce con ciascuna faccia a forma di rombo.
50
Capitolo 7
In viaggio verso l'Alhambra
Vado in giro solo soletto nel giardino della tassellatura regolare del piano. Per quanto possa appagare il possedere un proprio campo- la solitudine non cos piacevole; solo in questo caso essa appare , in realt, anche impossibile. Ogni artista, o meglio ogni essere umano- per evitare possibilmente in questa circostanza la parole arte- possiede caratteristiche altamente personali e cattive maniere. Ma la regolare divisione del piano non un tick, una cattiva maniera o un hobby. Non soggettiva, ma oggettiva. Con tutta la buana volont non posso accettare che qualcosa di cos ovvio, come il rendere riconoscibili gure che si completano a vicenda, cos come il loro signicato, funzione e intenzione, non sia mai venuto in mente a nessuno. Infatti, se oltrepassiamo la soglia dello studio preliminare, il gioco assumerebbe un valore maggiore, non puramente decorativo. Escher, regelmatige vlakverdeling, Ulrecht 1958
7.1
cher
Nessun argomento, nessun soggetto era pi caro all'artista M. C. Escher (18981972) della divisione ciclica del piano. Essa la pi ricca fonte di ispirazione da cui io abbia mai derivato le mie idee ed essa non in nessun modo inaridita Tale passione venne coltivata nei viaggi che fece nella citt spagnola di Granada: le decorazioni arabeggianti dell'Alhambra lo portarono a pensare che nella ritmica scomposizione di un piano risiedessero ricchissime possibilit. I mori erano maestri proprio nel riempire completamente superci con un motivo sempre uguale. In Spagna, all'Alhambra, hanno 51
decorato pavimenti e pareti mettendo uno vicino all'altro pezzi colorati di maiolica della stessa forma senza lasciare spazi intermedi. Peccato che l'Islam vietasse di realizzare disegni con gure. Nei loro mosaici si limitarono a comporre forme geometriche astratte. Nessun artista mauro, per quanto ne sappia, ha mai osato utilizzare (o forse non gli mai venuta l'idea), come elementi dei suoi mosaici, gure concrete e riconoscibili, per esempio uccelli, pesci, rettili o esseri umani. Questa limitazione per me tanto incomprensibile, perch la riconoscibilit delle componenti dei miei stessi motivi ornamentali la ragione del mio interesse, mai interrotto in questo campo. Nascono cos le metamorfosi, una serie di opere dove l'artista si cimenta in varie scomposizioni del piano, che mutano forma man mano che si scorre con gli occhi l'opera . Escher part dall'osservazione dei pavimenti e della pareti dell' Alhambra per poi sviluppare il concetto di tassellazione in modo artistico e stupefacente. Ma facciamo un passo indietro e osserviamo con attenzione le bellissime decorazioni della citt spagnola, come quelle qui a anco riportate. Da un punto di vista matematico, le simmetrie esibite da queste decorazioni si possono infatti classicare in base alle possibili combinazioni (pi precisamente, ai possibili gruppi di simmetria) di trasformazioni che le lasciano invariate: traslazione lungo una retta, riessione rispetto a una retta, e rotazione attorno ad un punto. Nel 1891 Fedorov (1828 - 1903) dimostr che esistono soltanto 7 tipi diversi di gruppi di simmetria per fregi lineari, quali le greche e gli zoccoli, e 17 per quelle planari, quali le pavimentazioni e le tappezzerie. Inoltre, i gruppi planari possono soltanto esibire simmetrie rotazionali di tipo assiale, triangolare, quadrato ed esagonale. altre civilt, dagli Egizi ai Giapponesi. Quindi si ha una tessellazione quando le varie tessere che la compongono non si sovrappongono n lasciano spazi vuoti. Si denisce poi una tassellazione periodica una tassellatura che consente traslazione almeno in due direzioni non parallele. In caso contrario si dice aperiodica. Ma esistono singole tessere o insiemi di tessere che tassellano il piano solo in modo aperiodico? La risposta a questa domanda s.
1
180, 120, 90
60,
cio di
7.2
Kite
La storia della tassellazione aperiodica inizia nel 1966 dal matematico Robert Berger che realizz il primo insieme di tasselli formato da 20426 elementi distinti. Applicando poi un altro ragionamento ingegnoso, Berger riusc a ridurre
1 2 Amleto,
Atto 2, Scena 2
52
il numero a 104. Poi, nel 1971, Raphael Robinson riusc a ridurre ulteriormente il numero a 6 tasselli.
Berger e Robinson arontarono il problema della tassellatura usando tessere fondate sui quadrati. Io qui sto considerando poligoni di forma generale, e occorre un qualche modo adeguatamente computabile per visualizzare le singole tessere. Un modo per farlo potrebbe essere quello di dare i loro vertici come punti del piano di Argand , punti che possono assere forniti in modo perfettamente adeguato con i numeri algebrici.
3
3 Il
piano complesso a volte chiamato piano di Argand per il suo uso nei diagrammi di
Argand. La sua creazione generalmente attribuita a Jean-Robert Argand, in parallelo con Gauss, per cui viene da alcuni anche denito Piano di Gauss. Per non sminuire uno o l'altro matematico viene anche denito Piano di Argand-Gauss anche se fu descritto per la prima volta nel 1799 da un matematico norvegese-danese Caspar Wessel.
53
La tassellazione di Penrose uno schema di gure geometriche basate sulla sezione aurea, che permette di ottenere una tassellazione di superci innite in modo aperiodico. stata scoperta da Roger Penrose e Robert Amman nel 1974. Le due tessere citate nell'opera La mente nuova dell'imperatore vengono chiamate per la loro forma evocativa kite (aquiloni) e Dart (freccia). Sulle tessere disegnato un motivo colorato e solo gli assemblaggi che rispettano la corrispondenza dei colori sono permessi: nessuna coppia di tasselli dev'essere unita in modo che formi un singolo parallelogramma .
4
Non vi suggeriscono nulla gli angoli di queste due gure? Oppure l'immagine a lato riportata? Ancora una volta la risposta la sezione aurea. Infatti :
lato base uguale a noto come triangolo aureo, mentre lato 1 quello il cui rapporto base uguale a chiamato gnomone aureo. Le due forme si possono ottenere tagliando un rombo di 72 e 108 in modo tale da dividere
triangolo il cui rapporto la diagonale maggiore secondo la sezione aurea. Ma non solo in questo caso appare il numero aureo. Infatti il numero degli aquiloni ha un rapporto sso con il numero delle frecce: crescere dell'area presa in considerazione.
col
4
Due esempi di collegamento delle tessere, seguendo gli archi colorati. Si ottengono in tal modo quelli che vengono chiamati rispettivamente Sole e Stella di Penrose.
54
7.3
Se gli oggetti planari simmetrici pi comuni sono le decorazioni murali, quelli spaziali pi noti sono i cristalli. Bravais. L'esempio di Penrose interessante matematicamente perch esibisce una simmetria di rotazione pentagonale, che nessuna pavimentazione planare simmetrica pu esibire. Esso acquist un interesse sico quando, nel 1984, il cristallografo Daniel Schechtman scopr una lega di alluminio e manganese. La supercie della struttura molecolare di questa lega esibisce una simmetria dello stesso tipo, che nessuna struttura cristallina pu invece esibire. state chiamate quasicristalli. sostanze simili, per la maggior parte leghe dell'alluminio. Nello stesso periodo in cui Schechtman scopriva i quasicristalli, Paul Steinhardt, docente di matematica della Princeton University, avanzava l'ipotesi che gli atomi di una sostanza potessero costruire strutture aperiodiche simili alle tassellature di Penrose, strutture che avrebbero potuto giusticare la simmetria quinaria dei quasicristalli. Quello che all'origine non era che un semplice gioco diventato il fondamento di un'importante ricerca scientica. Questo conferma ancora una volta che la matematica non un banale gioco, ma il linguaggio stesso della natura. Il matematico, come il pittore o il poeta, un creatore di forme. E se le forme che crea sono pi durature delle loro perch la sue sono fatte di idee. Godfrey H. Hardy (1877- 1947) Tali strutture sono Fino ad oggi sono state scoperte pi di cento campi di applicazione della teoria dei gruppi, a partire dal 1849 con Gustave
55
56
Capitolo 8
Un canone di bellezza
Lo scienziato cerca la bellezza nella verit; L`artista cerca la verit nella bellezza.
8.1
L'arte non consiste nel rappresentare cose nuove, bens nel rappresentare con novit1 : il rap-
8.1.1
busier
Molto spesso capita che nelle opere di diversi artisti venga riscontrata la presenza della proporzione aurea. Il diondersi nel Rinascimento di
unito al-
1 Ugo
Foscolo
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cio scientico-matematico da parte degli artisti nei confronti delle loro opere pittoriche e non solo. Nome immancabile nella letteratura aurea il gi citato Leonardo da Vinci. Egli infatti non si limit solamente a fornire le tavole con i solidi per il De Divina
Lisa.
La gura di San Gerolamo, omettendo il braccio destro proteso verso l'esterno, inscrivibile in un rettangolo aureo. Il dipinto che riporta la data 1483 sarebbe quindi ampiamente precedente l'arrivo di Pacioli a Milano. Altra opera precedente la prima versione eseguita probabilmente tra il 1483 e il 1486 de La Vergine delle Rocce. Il rapporto dell'altezza con la larghezza di circa
1, 64,
Opera senza dubbio al centro di molti dibattiti inne la Monna Lisa, non solo per il suo enigmatico sorriso o per le ipotesi che dietro al volto della fanciulla si celerebbe quello dello stesso Leonardo, ma anche per quanto riguarda le proporzioni che alcuni vorrebbero essere quelle auree. Infatti il rapporto aureo si dovrebbe rintracciare all'interno di un rettangolo aureo i cui riferimenti non sarebbero ben deniti. In uno studio intitolato Testa di vecchio, possiamo vedere come Leonardo si accingesse a costruire una gura e con quanta meticolosit si dedicava alle proporzioni del viso. In questo schizzo infatti sono ben evidenti i rettangoli disegnati, alcuni dei quali in proporzione aurea, ma che per alcuni sarebbero tali perch proprio l'uomo nasconde in se tale proporzione. della sezione aurea da parte di Leonardo da Vinci. In epoca pi recente altro caso dubbio, cui viene ascritta una passione per la sezione aurea sarebbe il pittore francese Georges Seurat (1859- 1891), nel cui caso, forse, la diceria stata alimentata da una naturale propensione per una pittura spaziale dove il rilievo geometrico, si carica, nelle prospettive dell'artista, di una carica emozionale che egli intende trasmettere facendo un particolare uso di tratti verticali, orizzontali e angoli retti. Manca a sostegno di tale tesi l'ammissione dell'artista di aver fatto uso della proporzione aurea, anche se, a sostegno, vengono proposte diverse opere tra cui Non si pu dunque escludere, osservando le analisi di queste opere, un uso consapevole
appreso della sezione aurea da un altro pittore amico suo, l'olandese Jan Werkade, durante una visita avvenuta nel 1896, nella quale lo and a trovare presso un monastero di Benedettini a Beuron, nella Germania meridionale; nell'occasione un gruppo di monaci stava ricavando una serie di opere a sfondo religioso basandosi su una Padre 58
Didier Lenzdi riguardanti particolari misure sacre tra cui ovviamente la sezione aurea. Dopo Srusier la conoscenza della sezione aurea si diuse a molti artisti, e non pot mancare di trovare degna posizione anche all'interno del cubismo, come dimostra il nome di una mostra, la Section d'Or, tenuta a Parigi nel 1912 da alcuni dei primi esponenti del movimento pittorico, bench nessuna delle opere presentate al suo interno contenesse alcun legame con
Tuttavia non
mancarono neanche pittori cubisti che ne fecero realmente uso, come lo spagnolo Juan Gris (1887-1927) e lo scultore lituano Jacques Lipchitz (1891- 1937), i due lavorarono assieme per la costruzione della scultura Arlequin, basata su un particolare triangolo aureo ideato da Keplero. A quel tempo ero molto interessato alle teorie delle proporzioni matematiche, come altri cubisti, e tentai di applicarle alle mie sculture. Provavamo tutti una grande curiosit per quell'idea di una regola aurea, o sezione aurea, un metodo che si diceva fosse stato alla base dell'arte e architettura dell'antica Grecia Jacques Lipchitz Uno dei pi decisi fautori dell'applicazione del rapporto aureo all'arte e all'architettura fu il celebre artista svizzero-francese Le Corbusier (1887- 1965). Con Le Corbusier si ebbe la ricerca di una proporzione standardizzata che culmin nell'introduzione di un nuovo sistema proporzionale chiamato Modulor. La formazione del Modulor tra il 1942 e la pubblicazione del primo libro sul sistema del 1949, va molto oltre rispetto alle prime applicazioni di moduli proporzionali applicati per esempio nella famosa Villa de Monzie- Stain di Garches del 1927. La scala Modulor
2
all'altezza ideale dell'uomo eretto (m. 1.829) e con il braccio levato (m. 2.26); Le Corbusier fornisce come esempio una tavola di rettangoli ricavati col Modulor e una serie di combinazioni di tali rettangoli col quadrato e tra loro come esempi di distribuzioni armoniche attuabili in architettura e in urbanistica. dedotti dal Modulor. Disegna inoltre una serie di 54 quadrati ottenuti mediante la composizione di rettangoli
59
Il modulor uno strumento di misura nato dalla statura umana e dalla matematica. Un uomo con il braccio alzato fornisce nei punti determinati dell'occupazione dello spazio, il piede, il plesso solare, la testa, l'estremit delle dita, essendo il braccio alzato, tre intervalli che generano una serie di sezioni auree dette di Fibonacci. D'altra parte, la matematica ore la variazione pi semplice e nello steso tempo pi signicativa di un valore: il semplice, il doppio, le due sezioni auree. Le Corbusier, Il Modulor Inoltre, evidente la similitudine concettuale fra il Modulor e l'uomo vitruviano di Leonardo. Le Corbusier vedeva questo problema come un gioco: Si prende ad esempio un quadrato e ci si diverte a suddividerlo secondo le misure del Modulor. Questo gioco senza limite. Ci si potrebbe anche divertire a giudicare quali sono le combinazioni soddisfacenti, persino le pi belle. Commenta poi i rettangoli ricavati da questo metodo: Raggruppiamo questi elementi cos diversi: la gamma delle combinazioni possibili molto ricca. Le prime ottenute, cos come quelle che seguiranno, saranno eccellenti perch tutte sono fatte da elementi armonizzati. L'ingegnosit, il gusto ne faranno uso nel modo migliore per operare i raggruppamenti capaci di soddisfare tutte le sensibilit, tutte le fantasie o tutti i bisogni puramente razionali. La dimostrazione sommaria del Modulor fatta. Il Modulor regola le lunghezze, le superci, i volumi. Mantiene dappertutto la scala umana, prestandosi ad una innit di combinazioni, assicura l'unit nella diversit, benecio inestimabile, miracolo di numeri.
8.2
Come stanno eettivamente le cose? vero che la mente umana possiede un meccanismo che genera sensazioni piacevoli di fronte al rapporto aureo? Da un punto di vista psicologico la fama che la sezione gode ancora oggi dovuta al primo psicologo che tent di dimostrare sperimentalmente la sua ecacia estetica, Gustav Theodor Fechner (1801- 1887). secondo tre tipologie metodologiche complementari: 1. Il metodo della scelta (Wahal): richiesta diretta ai soggetti di scegliere quale fra i rettangoli mostrati fosse per loro preferibile 2. Il metodo della produzione (Herstellung): si chiede ai soggetti di disegnare il rettangolo che ritengono pi gradevole 60 L'indagine si svolse
3. Il metodo dell'uso (Verwendung): indagine oggettiva, la misurazione di numerosi oggetti di uso quotidiano per vericare la presenza del rapporto aureo. Gli esiti furono pubblicati nel 1879 in un volume intitolato Vorschule der Aes-
thetik (Manuale di estetica); delle tre solo la prima diede esito positivo, rivelando una preferenza del
sebbene soltanto uno avesse dato l'esito da lui sperato, aprirono in risposta un lone di indagini psicologiche per tutto il Novecento, nelle quali la preferenza per la sezione aurea si dimostr sempre pi una chimera. Una delle prime critiche che fu rivolta a Fechner riguardava la possibile preferenza dell'occhio umano per rettangoli disposti con il lato maggiore orizzontalmente, seguendo quindi l'ampiezza del campo visivo. Nel 1966 H.R. Schiman pubblic un esperimento in cui chiese a delle persone di disegnare un rettangolo per loro piacevole. Successivamente li preg di orientare il disegno in verticale o orizzontale a seconda di come lo preferivano. Risult una netta preferenza per la disposizione orizzontale ma il rapporto medio tra i due lati era di 1,9, considerato lontano da quello aureo ma anche da quello medio del campo visivo, circa 1,5. Un altro fattore potenzialmente importante poteva essere l'inuenza culturale. E fu D.E. Berlyne, nel 1970, che si interess di questo aspetto. Egli mostr a 33 ragazze canadesi e 44 giapponesi una serie di rettangoli. Il risultato fu eclatante: in entrambi i casi la prima scelta stata di gure simili al quadrato mentre il rettangolo aureo fu scelto solo dal 9 % delle canadesi e il 5 % delle giapponesi. Un altro possibile problema da arontare era il fattore della posizione media dei rettangoli presentati. In pratica un'ipotesi suggeriva che si tenderebbe a scegliere il rettangolo con il rapporto a met tra quelli presentati. Per ovviare a questo problema nel 1974 M. Godkewitsch, dell'Universit di Toronto, ide un altro esperimento in cui presentava tre gruppi di rettangoli. Ognuno conteneva quello aureo ma nel primo gruppo si trovava, come rapporto, vicino a quello pi allungato, nel secondo a met e nel terzo vicino a quello pi corto. Il risultato fu che i soggetti preferivano eettivamente i rettangoli a met tra quelli pi lunghi e quelli pi corti della serie presentata e il rettangolo aureo veniva indicato solo se si trovava nel mezzo. Pochi anni dopo, nel 1976, J. Benjaeld replic lo stesso esperimento tenendo conto per di due fattori: l'area dei rettangoli e l'ordine di scelta. In un primo esperimento i rettangoli mostrati nelle tre serie mantenevano la stessa area ed il rettangolo aureo fu preferito in tutte e tre le serie. Nel secondo caso i rettangoli venivano mostrati tutti assieme e veniva chiesto di dividerli in due gruppi: quelli piacevoli e quelli sgradevoli. Successivamente si chiedeva di scegliere, tra quelli piacevoli, quelli molto piacevoli e poi, tra questi, il migliore. Il risultato fu una maggior frequenza di scelta per i rettangoli larghi ma non per quello aureo. I.C. McManus nel 1980 mise in risalto un altro fattore: la scelta poteva avvenire secondo un continuo confronto tra coppie di elementi anche se tutti i 61
rettangoli erano mostrati contemporaneamente. Per questo motivo eettu un esperimento in cui i rettangoli venivano presentati a due a due. Trov infatti una netta preferenza per i rettangoli con un rapporto
altezza larghezza attorno a quello aureo anche se non gli fu possibile distinguere tra rapporti di 1,5, 1,6 e 1,75.
George Marckowski, nel 1992, critic il fatto che gli esperimenti di Fechner e molti di quelli pi recenti erano spesso eettuati con un basso numero di rettangoli, riducendo di molto il campo d'azione delle scelte. I suoi esperimenti si basarono quindi su delle tavole contenenti ben 48 rettangoli in cui le gure erano disposte casualmente o secondo uno schema che seguiva l'ordine delle proporzioni. In entrambi i casi il rettangolo preferito stato quello con il rapporto di 1,83, vicino a 1,62 ma quello aureo non ebbe un punteggio diverso da altri rettangoli. Arriviamo a questo punto al 1995 quando Cristopher D. Green, del Dipartimento di Psicologia della York University, in Canada, cerca di fare il punto della situazione e conclude che: "Appare in realt esserci un qualche eetto psicologico associato al rapporto aureo ma sembra essere relativamente sensibile agli errori metodologici sperimentali."
Fu forse anche per questa continua mancanza di dati denitivi che nel 1997 esce un fascicolo speciale de Empirical studies of arts dedicato alla proporzione aurea dove vengono illustrati i risultati di sette dierenti ricerche che riprendono molti degli aspetti studiati negli anni precedenti. Questi studi arontavano in particolare: il modo in cui il rapporto aureo inserito negli oggetti, l'inuenza del tipo di presentazione dei rettangoli, le preferenze di designer professionisti nel
altezza larghezza in dipinti considerati di arte eccelsa e di arte popolare, la produzione di disegni di rettangoli, le
suddividere una linea, la frequenza dei rapporti preferenze di sagome e il posizionamento di oggetti in contesti particolari. In nessuno di questi studi fu possibile trovare una preferenza signicativa per il rapporto aureo, anzi in alcune ricerche sono stati scelti pi frequentemente altri rapporti. per questo che Holger Hge, dopo aver ripetuto nel modo pi fedelmente possibile gli esperimenti di Fechner, intitola l'ultimo articolo di questo fascicolo The golden section hypothesis - It's last.
62
Capitolo 9
Innumerevoli sono le
[...] All'improvviso gli parve di essere ritornato ad Harvard, davanti ai suoi studenti del corso il simbolismo nell'arte, e di scrivere alla lavagna il suo numero preferito
1,618 Langdon si era voltato verso la sua aula piena di studenti ansiosi. Chi mi sa dire che numero ? Un diplomato in matematica, nelle ultime le, aveva alzato la mano. Il numero phi . Lo pronunciava . Bene, Stettner aveva commentato Langdon. sento phi. Da non confondere con il pi greco aveva commentato Stettner, sorridendo Come diciamo noi matematici, il phi di un'acca pi interessante del pi. Langdon aveva riso, ma nessun altro aveva capito la battuta. Stettner era tornato a sedere deluso. Questo numero phi aveva continuato Langdon, Uno virgola seicentodiciotto, un numero molto importante per l'arte. Chi mi sa dire il perch? Stettner aveva cercato di riabilitarsi. Perch bello?. Tutti avevano riso. A dire il vero -aveva commentato Langdon, - Stettner ha di nuovo ragione. In genere, phi considerato il pi bel numero dell'universo. Le risate erano cessate e subito Stettner aveva sorriso. Signori, vi pre-
1 Soocle
(495-405 a.C)
63
Mentre caricava il proiettore delle diapositive, Langdon aveva spiegato che il numero phi dalla sequenza di Fibonacci, una progressione famosa non solo perch la somma di due termini adiacenti era uguale al termine successivo, ma perch il quoziente di due numeri adiacenti tendeva sorprendentemente al valore 1,618, phi ! Nonostante la bizzarra origine matematica del phi, aveva spiegato Langdon, il suo pi sorprendente aspetto era il suo ruolo di mattone fondamentale della natura. Piante, animali e persino uomini avevano misure che rispettavano esattamente il rapporto tra phi e uno. L'onnipresenza del phi in natura aveva detto Langdon mentre spegneva la luce, Va chiaramente al di l delle coincidenze e perci gli antichi pensavano che fosse stato stabilito dal Creatore dell'universo. I primi scienziati la chiamarono proporzione divina. Un momento, aveva detto una giovane donna seduta in prima la. Io sono diplomata in biologia e non ho mai visto questa divina proporzione in natura. No? Langdon aveva sorriso. Non ha mai studiato il rapporto tra femmine e maschi in un alveare? Certo, le femmine sono sempre in numero superiore ai maschi. Esatto. E sa che in qualsiasi alveare si prende il numero delle femmine e lo si divide per quello dei maschi di ottiene sempre lo stesso numero? Davvero? Si, il numero del phi. La ragazza era rimasta a bocca aperta. Non possibile! Certo che lo ! aveva ribattuto Langdon, sorridendo, e aveva proiettato la diapositiva di una conchiglia. Riconosce questa? E' un Nautilus , aveva detto la diplomata in biologia Un mollusco cefalopode che pompa gas nelle camere della sua conchiglia per regolare la spinta di galleggiamento. Esatto: e mi sa dire il rapporto tra il diametro di una spira e quello della successiva? La ragazza aveva guardato con aria incerta le curve concentriche della spirale del Nautilus. Langdon aveva annuito. Phi, la proporzione divina, uno virgola seicentodiciotto a uno. La ragazza l'aveva guardato con aria stupita. Langdon era passato alla successiva diapositiva, l'ingrandimento dei semi di un girasole. I semi di girasole crescono secondo spirali opposte. Chi sa dire il rapporto tra una rotazione e la successiva? Il numero phi ? avevano chiesto tutti. Tombola! Langdon aveva continuato a proiettare altre diauna pigna e la sua suddivisione positive, ma assai pi in fretta:
secondo due serie di spirali, la disposizione delle foglie sui rami, i segmenti di alcuni insetti. Tutti rispettavano in modo stupefacente la proporzione divina. 64
Incredibile aveva esclamato qualcuno. D'accordo, - aveva commentato qualcun altro Ma cosa c'entra con l'arte? Ah,! aveva esclamato Langdon, Sono lieto che l'abbia chiesto. Proiett un'altra diapositiva: una pergamena ingiallita in cui si scorgeva il famoso nudo maschile di Leonardo da Vinci, l'uomo vitru-
viano, cos chiamato dal nome di Marco Vitruvio, il grande architetto romano che aveva tessuto le lodi della proporzione divina nel suo libro De Architectura. Nessuno capiva meglio di Leonardo da Vinci la divina struttura del corpo umano. Leonardo disseppelliva i corpi per misurare le proporzioni esatte della struttura ossea umana. Fu il primo a mostrare che il corpo umano letteralmente costituito di elementi che stanno tra di loro in rapporto di phi. Tutti l'avevano guardato con aria dubbiosa. Non mi credete? li aveva sdati Langdon, La prossima volta che fate la doccia, portatevi un metro. Un paio di giocatori di football avevano riso di lui. Non soltanto voi scimmioni insicuri aveva continuato Langdon. Tutti, maschi e femmine. Fate la prova. Misurate la vostra altezza poi dividetela per la distanza da terra del vostro ombelico. Indovinate che numero si ottiene. Non phi ! aveva detto uno degli scimmioni. Proprio phi, invece - aveva risposto Langdon. Uno virgola seicentodiciotto. Volete un altro esempio? Misurate la distanza dalla spalla alla punta delle dita e dividetela per la distanza dal gomito alla punta delle dita. Di nuovo phi. Altro esempio? Dal anco al pavimento diviso per la distanza dal ginocchio al pavimento. di nuovo phi. Le articolazioni delle dita, le sezioni della colonna vertebrale, ancora phi. Amici miei ciascuno di voi il tributo ambulante alla proporzione divina. [...] Dan Brown, Il codice da Vinci
9.1
Non ha mai studiato il rapporto tra femmine e maschi in un alveare?: la vita dei fuchi
Nello sciame, le api non sono tutte uguali: esistono le api (femmine) e i fuchi (maschi). Le uova delle api operaie danno origine a un fuco senza bisogno di fecondazione, di conseguenza un fuco ha una madre ma non un padre. Le uova della regina al contrario, sono fecondate dai fuchi e danno origine ad api femmine, operaie o regine. Quindi un'ape femmina ha sia una madre che un padre. I fuchi possono nascere unicamente dalle uova dell'ape regina. Se prendiamo ora in esame l' albero genealogico di un fuco in esso apparir una ben nota 65
congurazione: 1 fuco possiede solo 1 genitore che a sua volta ha 2 genitori che possiede 3 genitori che a loro volta hanno 5 genitori e cos via. Non vi suonano famigliari questi numeri? 1, 1, 2, 3, 5, ... L'albero genealogico di un fuco presenta chiaramente in s la sequenza della serie di Fibonacci.
9.2
una spirale
alquanto speciale
Costruisciti, anima mia, dimore pi maestose mentre scorrono veloci le stagioni! Lascia il tuo angusto passato Una volta pi ampia ti separi dal cielo Finch libero, nalmente Lascerai una conchiglia troppo stretta per L'inquieta vita del mare. Oliver Wendell Holmes, Nautilus La spirale logaritmica, come abbiamo visto, possiede tra le sua propriet quella di non mutare forma mentre cresce. Questa caratteristica molto utile in natura e la riscontriamo, per esempio, nella conchiglia del Nautilus. Il Nautilus un mollusco diuso principalmente nell'Oceano Pacico occidentale e nell'Oceano Indiano. La sua conchiglia di colore bianco con screziature rosso arancio suddivisa all'interno in una serie di camere, collegate tra loro da un canale chiamato sifone. La circolazione dei liquidi tra un vano e l'altro, gli permette di svolgere gli spostamenti verticali e il galleggiamento. Quando una camera si svuota dal liquido si riempe di gas: variando opportunamente il rapporto tra la quantit di gas e quella dei liquidi presenti nelle camere, il Nautilus in grado di scegliere a che profondit portarsi. Nella struttura della conchiglia si pu riconoscere la presenza della sezione aurea: il rapporto tra una spira e quella successiva e' uguale al rapporto tra due numeri successivi di Fibonacci, che come Keplero not all'innito tende al numero aureo. Gli archi successivi della spirale aurea riproducono la forma con cui il Nautilus, crescendo ingrandisce la propria conchiglia. In tal modo il mollusco, pur ampliando la propria struttura, trascorre in un certo senso tutta la vita nella stessa dimora, non avendo il bisogno di correggerne l'equilibrio col passare del tempo. Lo stesso principio vale per i montoni, le cui corna hanno la forma di una spirale logaritmica e per le zanna degli elefanti. Crescendo, per cos dire, per accumulazione interna, la spirale logaritmica diviene sempre pi ampia e la distanza tra un giro e i suoi successivi aumenta man mano che ci si allontana dall'origine, che chiamata polo. 66
In particolare, avanzando di angoli della medesima ampiezza, la distanza dal polo aumenta con proporzione costante. Per questa ragione nel 1638 il matematico Cartesio chiam la spirale logaritmica con il termine spirale equiangola, caratteristica che viene ben sfruttata dal falco pellegrino durante la caccia. Il falco pellegrino compie una spirale logaritmica per raggiungere il pi velocemente possibile la preda. Non segue la linea d'aria perch i suoi occhi sono posizionati lateralmente e non in avanti come quelli umani: quindi se seguisse la strada pi breve in termini di lunghezza, sarebbe costretto a ruotare continuamente la testa di una quarantina di gradi ogni volta, peggiorando di non poco l'assetto e L'Aerodinamicit del volo. L'uccello eseguendo la spirale equiangola ha la possibilit di non perdere di vista la preda e nel contempo di tenere la testa dritta massimizzando la velocit. Un altro sorprendente esempio la galassia spirale. Le galassie spirali hanno la forma di un disco, con un nucleo globulare pi o meno prominente detto bulge (bulbo) e alcune braccia a spirale che si avvolgono attorno ad esso. Il tutto e' in rotazione attorno all'asse del disco, con una velocit angolare che varia dal centro alla periferia. Come pu la congurazione a spirale mantenersi per lunghi periodi di tempo? La spiegazione sta nelle onde di densit. Onde di compressione gassosa che attraversano il disco galattico producendo nubi di gas e innescano la formazione di nuove stelle. La congurazione spirale osservabile rivela semplicemente la parti di disco galattico pi dense della media, ricche di nuove stelle. L' onda di densit si muove nel disco pi lentamente della stelle e del gas; l'agente, che deette il movimento delle stelle e delle nubi di gas e genera le onde spirali di densit, la forza di gravit, generata dal fatto che la distribuzione della materia nella galassia non perfettamente simmetrica. regnano le leggi di Newton logaritmica. Un ulteriore curiosit, la possiamo osservare nel nostro Sistema Solare: i
2
In un universo dove
pianeti interni distano dal Sole nelle proporzioni della successione di Fibonacci (Mercurio 1 Venere 2, Terra 3, Marte 5) e quelli esterni distano ugualmente da Giove (Saturno 1, Urano 2, Nettuno 3, Plutone 5); fu grazie anche a questa coincidenza che gli astronomi riuscirono a determinare l'esistenza di Nettuno. La natura ama le spirali logaritmiche: dalle conchiglie alle corna del montone, dagli uragani alle galassie, sembra che la natura abbia scelto quest'armoniosa gura come proprio ornamento favorito.
2 La
legge universale di gravitazione scoperta da Newton aerma che ogni massa attrae
un'altra massa con una forza che decresce con la distanza. In particolare, il raddoppio della distanza riduce la forza di attrazione di un fattore 4 (la forza diminuisce con il quadrato della distanza)
67
9.3
I semi di girasole crescono secondo spirali opposte. Chi sa dire il rapporto tra una rotazione e la successiva?: girasoli, pigne, rose
e foglie
La llotassi una branca della botanica preposta allo studio ed alla determinazione dell'ordine con cui le varie entit botaniche (foglie, ori, etc.) vengono distribuite nello spazio, conferendo cos una struttura geometrica alle piante. Il termine deriva dal greco: phyllon signica foglia e taxis ordine. La crescita delle foglie lungo uno stelo segue la forma di una spirale: le linee rette che congiungono il centro del fusto e l'abbozzo della foglia formano un angolo di divergenza di 13730', conosciuto come angolo aureo .
3
Secondo Harold S.M. Coxeter (1907- 2003), J. Adler (1902- 2001) e N. Rivier, i germogli posti lungo la spirale generatrice, se separati da angoli aurei, risultano pi tti e sfruttano lo spazio con pi ecienza. L'angolo di divergenza aureo assicura che i germogli non si allineano, per l'irrazionalit del numero, riducendo al minimo lo spreco di spazio. Questo dovuto in parte a due caratteristiche che assodiamo come vere nella realt naturale delle cose: l'omogeneit, ossia la struttura ovunque la stessa e l'autosomiglianza, la struttura in ogni sua parte conserva lo stesso aspetto. Un'altra ipotesi tiene conto della sica delle strutture e collega il perch di tale struttura alle condizioni di energia minima consumata dalle gemme nel posizionarsi l'una dall'altra. Tali esperimenti vennero eseguiti da L.S.Levitov (1991), Stephane Donady e Yves Couder (1992 e 1996). In uno di questi esperimenti furono calate delle gocce in un liquido speciale posto su di un campo magnetico. Le gocce che si comportavano come aghi in un campo magnetico formarono signicative congurazioni. I minuscoli magneti infatti si respingevano reciprocamente, sospinti ulteriormente in senso radiale dal gradiente del campo magnetico. I schemi, che si ottennero, oscillavano attorno a una spirale in cui gli angoli aurei separavano le gocce successive. Quanto si potuto osservare n ora in natura i sistemi sici sono soliti assestarsi nella condizione che rende minima la loro energia. Viene quindi spontaneo pensare che le disposizioni di llotassi rappresentino le condizioni di minima energia per le gemme che si respingono reciprocamente.
3 In
geometria, l'angolo aureo l'angolo avente rispetto l'angolo giro lo stesso rapporto che
si ha nella sezione aurea. Dati una circonferenza c e due archi di circonferenza a, e b, denito come l'angolo al centro sotteso dall'arco b, a condizione che:
a+b=c f =
b c
b<c
e tale che :
Data l'equivalenza
= =
c a
a = b
f =
b b+b
1 +1
1 ; 2 1 2 1 di circonferenza. 2.618033
A partire da questo, si pu .
13730
68
Grazie all'utilizzo di simulazioni computerizzate si visto che le strutture che comparivano con angoli di accrescimento uguali all'angolo aureo erano simili a quelle dell'inorescenza del girasole. Un modello matematico che si rispetti deve sempre partire da dati biologici (o chimici, sici, ecc.) il ore si forma. Studi biologici mostrano che la parte attiva del ore, quella in cui avviene la crescita vera e propria, una zona circolare (detta apice) posta al centro. Sul bordo dell'apice si formano i primordi, che poi si sviluppano no a diventare semi, stami, o foglie. Ciascun primordio nasce ruotato rispetto al precedente di un angolo, detto di divergenza. Nel caso dei ori, che hanno uno sviluppo essenzialmente bidimensionale, un primordio crescendo per farsi spazio sposta verso l'esterno i primordi pi anziani a lui vicini; di conseguenza, i primordi sono disposti lungo una stretta spirale detta spirale generatrice. Le spirali pi larghe, enumerate dalla successione di Fibonacci, dette parastichi, sono soltanto un sorprendente eetto ottico, che in un certo senso rende esplicita la struttura matematica soggiacente alla distribuzione dei primordi. L'occhio riceve l'impressione di due famiglie di spirali, che si avvitano l'una in senso orario e l'altra in senso antiorario. I numeri di spirali delle due famiglie tendono a essere numeri consecutivi di Fibonacci. del numero di spirali Nel caso pi comune ci sono trentaquattro spirali avvolte nel senso opposto, ma sono stati osservati girasoli con rapporti della situazione che vuole descrivere. Nel caso della llotassi del girasole (o di altri ori), ci serve sapere tramite quale meccanismo
89 144 55 , 89 , numeri della successione di Fibonacci. Lo sviluppo geometrico del ore dipende quindi da tre fattori: l'angolo di di-
vergenza, la forma dei primordi e come un nuovo primordio sposta i precedenti. Un modello matematico deve quindi fare delle ipotesi esplicite su questi fattori, ipotesi possibilmente compatibili con la realt biologica. Realisticamente possiamo schematizzare il girasole con tali propriet: l'angolo di divergenza
tario uguale per tutti e con il primordio j-esimo che nasce all'istante j-esimo gi maturo e con centro sul bordo dell'apice e per nire, la nascita di un nuovo primordio sposta radialmente tutti i primordi precedenti verso l'esterno di una distanza costante d. Dunque il nostro modello completamente determinato dall'angolo di divergenza
2,
Del perch compaia in natura tale congurazione lo si pu supporre partendo da un modello lievemente pi sosticato, si riesce a dimostrare che l'angolo di divergenza eettivamente quello che realizza, in un senso molto preciso, la distribuzione pi eciente dei primordi, con un'occupazione uniforme e pi densa possibile dello spazio disponibile. Un'altra spiegazione ci suggerisce che l'angolo di divergenza minimizzi l'entropia (opportunamente denita) dei primordi. In accordo con le ipotesi riportate in precedenza riguardanti la disposizione delle foglie sul stelo. Anche la mirabile corolla della rosa collegata al rapporto aureo. Togliendo uno per volta i petali si pu ricostruirne la struttura. Gli angoli che deniscono le 69
posizioni dei petali (in frazioni di angolo giro) sono la parte decimale di semplici multipli di
9.4
La prossima volta che fate la doccia, portatevi un metro.: il rapporto aureo e il corpo
l'ombelico, ma anche nel rapporto tra la distanza dalla spalla alla punta delle dita divisa per la distanza dal gomito alla punta delle dita.
il rapporto dal
anco al pavimento diviso per la distanza dal ginocchio al pavimento o nella relazioni tra le falangi delle dita, come mostrato nella gura a lato riportata. Se misuriamo infatti le dita della nostra mano, noteremo che i rapporti tra le lunghezze delle falangi del dito medio e anulare sono aurei. Queste sono solo alcune della relazioni, ma possiamo ritrovare in noi una miriade di rapporti anche all'interno del nostro volto.
All'interno dell'orecchio umano posta, come trasduttore dei suoni uditi la coclea, la sua capacit sta nel "tradurre" i suoni in impulsi elettrici al cervello. Ci che sorprende e meraviglia la sua forma espressa in proporzione aurea che totalmente similare alle strutture della spirale logaritmica. Anche la musica non sfugge al fascino del rapporto aureo. Anzitutto le note: una scala completa (compreso il do della scala successiva) si compone di 5 diesis Quindi il 2 1 , il rapporto tra il tono di 2 Do e quello di Sol con ottima approssimazione 3 (la famosa diapente greca), il 3 rapporto tra il Do ed il Fa con buona approssimazione 5 (detta sesta maggiore) 5 ed il rapporto tra il Mi ed il Do successivo (DO2 ), circa 8 (detta sesta minore, rapporto tra i toni dei Do di due scale successive complementare della terza maggiore Do-Mi), e cos via; e questi sono proprio i rapporti tra numeri di Fibonacci. Inne un ambiente d'ascolto, ma anche una 70 e 8 note, per un totale di 13 toni, numeri della serie di Fibonacci.
cassa acustica, minimizzer le risonanze se le dimensioni sono in rapporto aureo tra loro. Anche nella costruzioni degli strumenti musicali viene ricercata la sezione aurea, lo stesso Antonio Stradivari (1643- 1737) si sa per certo che cercasse di posizionare gli occhielli del violino sempre in tale posizione. Che si possa dare una giusticazione alla bellezza e all'armonia musicale? Del perch siamo aascinati e stupiti di fronte a un brano di Bach o Debussy? La serie dei numeri 1, 2, 3, 4, 8, 9, 27 contiene in s il ritmo segreto del macrocosmo e del microcosmo: poich i rapporti fra questi numeri racchiudono non soltanto tutte le armonie musicali, ma anche la musica inaudibile dei cieli e la struttura dell'anima umana. Rudolf Wittkower (1901- 1971) Non solo nella strutturadel nostro corpo ritroviamo il numero aureo ma, aprendo il giornale il 9 dicembre 2009, leggo con sorpresa un'ulteriore curiosit legata a questo numero che rischia di aascinare e stupire una volta di pi. Il rapporto giusto fra il valore della pressione massima e della pressione minima? 1,618. Lo indica una ricerca austriaca su oltre 150 mila persone. Secondo questo studio chi, dividendo la massima per la minima, ottiene 1,618 vivrebbe pi a lungo, a parit di altre condizioni.
9.5
galassie possiamo ritrovare il numero aureo, tutta la natura sembra in qualche modo contenere questo misterioso e incredibile numero. Ma come si arrivati a pensare che il mondo possa essere esprimibile tramite formule matematiche ben precise? Per quale ragione la matematica e le costanti numeriche come il rapporto aureo hanno un ruolo cos centrale in ambiti che vanno dalle teorie cosmologiche al comportamento dei fuchi nell'alveare? La matematica ha un'esistenza indipendente dagli uomini che hanno scoperto i suoi principi? 71
L'universo mostra l'evidenza di un disegno o di un potere che controlla e che ha la tendenza a svelarsi, non formulando parole ma numeri. Questo aforisma del sico britannico James Jeans (1877-1946) riecheggia a sua volta il pensiero di Platone:
Dio un matematico?
Nei prossimi capitoli proveremo a rispondere a questa domanda, iniziando dapprima a capire come sia nata l'idea di descrivere il mondo attraverso l'uso della matematica per poi cercare di scoprire in minima parte i suoi sviluppi pi importanti. Analizzeremo quindi la vita di sei grandi pensatori per poi arontare un po' la storia di alcune branche della matematica come la probabilit, la geometria e la logica. Cercheremo di capire se come aerma il sico e matematico ungherese Eugene Wigner (1902-1995) esiste: l'irragionevole ecacia della matematica
72
Capitolo 10
Sei personaggi in cerca d'autore
10.1 Pitagora, il numerologo: l'ordine del cosmo
Egli riusciva proprio a udire l'armonia dell'universo, e comprendeva la musica delle sfere, e delle stelle che si muovono in concerto con queste, che noi non possiamo ascoltare per i limiti della nostra debole natura. Porrio, losofo (c. 233-305 d. C.)
10.1.1
Pitagora nacque nell'isola di Samo nel Mar Egeo intorno al 530 a.C. e mor agli inizi del V secolo a.C. Forse su consiglio del suo presunto maestro, il matematico Talete di Mileto, probabile che Pitagora sia vissuto per un certo tempo in Egitto, dove apprese le nozioni matematiche, losoche e religiose dei sacerdoti egizi. Dopo l'invasione da parte delle armate persiane Pitagora si trasfer in Babilona, dove conobbe i migliori matematici del posto. Non ancora sazio di conoscenze, si trasfer in Italia. Oper per la maggior parte della vita a Crotone ma viaggi e abit anche in molte altre citt dell'Italia meridionale e della Sicilia, dove le sue dottrine ebbero una gran diusione. Credeva nella metempsicosi. E narrano una volta Pitagora passava mentre un cane era bastonato. Ne ebbe compassione e disse queste parole: Smetti, non bastonarlo, perch l'anima di un mio amico, l'ho riconosciuta udendola gemere.
2
1 lo
ha detto lui, espressione che illudeva alla sua dottrina, la sua parola infatti aveva fr. 7 Diesel-Kranz
2 Senofane,
73
La metempsicosi una dottrina che ammette la trasmigrazione dell'anima in pi corpi. Gli Orci furono i primi ad introdurre questa credenza, e in seguito i pitagorici la fecero propria. Ma in questa assunzione modicarono il concetto di puricazione, non pi adandola a pratiche rituali, ma alla scienza, soprattutto alla matematica, in quanto purica ed eleva l'anima. L'inusso dei pitagorici fu notevole anche a livello politico. Il loro ideale Si era una forma di aristocrazia basata sui nuovi ceti dediti al commercio.
narra che i Crotoniati, temendo che Pitagora volesse diventare tiranno della citt, abbiano incendiato l'edicio in cui lui e i suoi discepoli si erano radunati. Secondo alcune fonti, Pitagora sarebbe morto in questa circostanza; secondo altre, sarebbe riuscito a fuggire e sarebbe morto a Metaponto.
10.1.2
10.1.2.1
Tutto numero:
i numeri come principio: la musica, l'intelligenza, la scienza etc...
Per noi oggi il numero un'astrazione mentale e quindi un ente di ragione; invece no ad Aristotele l'idea che si aveva di numero era di un qualcosa di reale, addirittura la pi reale delle cose, e proprio in quanto tale viene considerato il principio costitutivo delle cose; la realt, la physis delle cose medesime. I pitagorici per primi si applicarono alle matematiche e le fecero progredire, e, nutriti dalle medesime, credettero che i principi di queste fossero i principi di tutte le cose che sono. E, poich nelle matematiche i numeri sono per loro natura i principi primi, appunto nei numeri essi ritenevano di vedere, pi che nel fuoco, nella terra e nell'acqua molte somiglianze con le cose che sono e che si generano [...]; e, inoltre, poich vedevano che le note e gli accordi musicali consistevano nei numeri; e, inne, poich tutte le altre cose, in tutta la realt, parevano loro che fossero fatte ad immagine dei numeri, e che i numeri fossero ci che primo in tutta quanta la realt, pensarono che gli elementi del numero fossero elementi di tutte le cose, e che tutto quanto l'universo fosse armonia e numero. Aristotele In tutte le cose esiste una ragione matematica, ossia numerica. Per esempio, Pitagora scopr che i suoni e la musica sono traducibili in determinazioni numeriche. Aristotele nella Metasica scriveva: vedevano che le note e gli accordi musicali consistevano nei numeri. La diversit infatti dei suoni delle corde di uno strumento musicale dipende dalla diversit di lunghezza di quest'ultime che erano determinate da un numero. I Pitagorici scoprirono i rapporti armonici di ottava, di quinta e di quarta e le leggi numeriche che li governano, cio
3 1 2 2, 3 e 4. La musica governata dai numeri come anche il cosmo che riesce a trovare
del kosmos(l'ordine delle cose) ). La cosa a mio avviso pi sorprendente che anche l'intelligenza , la scienza, la giustizia e l'opinione avevano un proprio numero. Leggiamo sempre nella Metasica di Aristotele: ritenevano che una data propriet fosse la giustizia, un'altra invece l'anima e l'intelletto, un'altra ancora il momento e il punto giusto; 4 o 9 (ovvero il quadrato del primo numero pari e dispari) era il numero della giustizia vista come una sorta di contraccambio o di uguaglianza, 1 il numero delle scienze e dell'intelligenza in quanto hanno il carattere di persistenza e immobilit mentre il 2 la mobile opinione, che oscilla in direzioni opposte.
10.1.2.2
Tutte le cose derivano dai numeri. Ma quale la loro origine? Da dove vengono? I numeri non sono la componente fondamentale della realt anche se la costituiscono, ma sono a loro volta costituiti da elementi. Il numero nasce dall' accordo di elementi limitati e illimitati. ...le cose che non possono essere costituite n solamente di elementi limitati n solamente di elementi illimitati, evidente che l'universo e le cose che sono in esso sono costituite dalla mediazione armonica di elementi limitati e di elementi illimitati.
3
Nei numeri pari predomina l'indeterminato e nei dispari il limitante, ed per questo che a detta dei Pitagorici quest'ultimi erano i pi perfetti. L'uno non era n pari n dispari l'uno deriva da entrambi questi elementi, perch insieme, e pari e dispari. Dall'uno, poi procede il numero; e i numeri, come s' detto, costituirebbero tutto quanto l'universo.
4
I pitagorici concepivano quindi una losoa basata sugli opposti, losoa che non caratterizz solo la cultura europea ma anche quella asiatica con il famoso yin e yang. Troviamo sempre nella Metasica di Aristotele che i pitagorici aermavano che c'erano 10 principi, distinti in una serie di contrari: 1. limite- illimite 2. dispari- pari 3. uno- molteplice 4. destro- sinistro 5. maschio- femmina 6. fermo- mosso 7. retto- curvo 8. luce- tenebra 9. buono- cattivo 10. quadrato- rettangolo Forse non un caso che fossero indicati esattamente 10 principi. Questo numero infatti era considerato il numero perfetto, rappresentato come sottoforma di triangolo, formato dai primi quattro numeri, ed avente il numero 4 per
75
ogni lato: la tetraktys. Per capire la motivazione del perch fosse considerata una gura di perfezione ed il perch era cos importante agli occhi dei Pitagorici elencher a seguire una serie di qualit: 10 la somma dei primi 4 numeri, cio
1 + 2 + 3 + 4 = 10
(3, 5, 7, 9), senza che predomini una delle parti. Inoltre ci sono ugual numero di numeri primi (2, 3, 5, 7 ) e non (4, 6, 8, 9). Ancora possiede uguali i multipli e sottomultipli: infatti ha tre sottomultipli no a cinque (2, 3, 5) e tre multipli di questi, da sei a dieci (6, 8, 9). Inoltre, la Tetraktys racchiudeva in s l'intera natura dell'universo : nel 10 ci sono tutti i rapporti numerici, quello dell'uguale, del meno-pi, e di tutti i tipi di numero, i numeri lineari, i quadrati, i cubici. Infatti l'1 equivale al punto, il 2 alla linea, il 3 al triangolo (piano), il 4 alla piramide (solido tridimensionale) . La teraktys era cos importante che i pitagorici recitavano:
5
Io giuro su colui che scopr la Tetraktis, che la sorgente di tutta la nostra saggezza, la radice perenne della fonte della Natura
6
10.1.3
insieme dall'ordine, dalla saggezza e dalla rettitudine: ed proprio per tale ragione[...] ordine].
7
Scoperta non meno importante fu l'associazione del numero nei fenomeni dell'universo. L'anno, le stagioni, i mesi, i giorni hanno precise leggi numeriche che regolano i tempi, come la gestazione del feto negli animali e negli uomini, i cicli dello sviluppo biologico e i vari fenomeni della vita. Non stupisce perci che Pitagora aermasse con enfasi Tutto numero. Se il numero ordine (accordo tra elementi limitati e illimitati) e se tutto determinato dal numero, tutto ordine e poich in greco ordine si dice kosmos, i Pitagorici chiamarono l'universo cosmo, ossia ordine. Con i Pitagorici il pensiero umano ha ormai compiuto un passo decisivo: il mondo ha cessato di essere dominato da oscure e indecifrabili potenze ed diventato numero, che esprime ordine, razionalit e verit. I pitagorici radicavano letteralmente l'universo nella matematica, per loro Dio non era un matematico ma la matematica stessa era Dio.
5 Aristotele 6 giuramento
250-325 d.C.)
che dovevano dire i pitagorici, riportato dal losofo neoplatonico Giambico (c.
7 Platone,
Gorgia
76
10.2
10.2.1
Platone nacque ad Atene nel 428/427 a.C. Il suo vero nome era Aristocle. Egli fu prima discepolo dell'eracliteo Cratilo e poi di Socrate, inizialmente per indirizzarsi attraverso la losoa alla vita politica, di cui la famiglia poteva vantare prestigiosi nomi, e per poi invece proseguire per altre rotte. Il contatto diretto con la vita politica e l'amara esperienza spinsero Platone a viaggiare verso nuove fonti di sapere. Part dunque alla volta dell'Italia per conoscere le comunit pitagoriche. Dal 388 a.C. al 361 a.C Platone visit l'Italia ben tre volte. Nel 360 a.C. egli ritorn ad Atene e vi rimase alla direzione dell'Accademia, no alla morte avvenuta nel 347 a.C. Platone in campo matematico non oper mai direttamente, era piuttosto uno spettatore entusiasta e nutriva per la materia una profonda stima, chi digiuno di geometria. A quel tempo si assistette a grandi progressi nella matematica, con Platone che fungeva da architetto proponendo problemi e i matematici che li studiavano con impegno. Filodemo (I secolo, storico e losofo) infatti l'iscrizione che sovrastava l'ingresso dell'accademia era : Non oltrepassi la soglia
10.2.2
nati la nostra condizione nel modo seguente. Pensa ad uomini in una caverna sotterranea, dotata di un'apertura verso la luce che occupi tutta la parete lunga. Essi vi stanno chiusi n dall'infanzia, carichi di catene al collo e alle gambe che li costringono a rimanere l e a guardare solo in avanti, poich la catena al collo impedisce loro di volgere intorno il capo. In alto, sopra di loro, brilla lontano una amma; tra questa e i prigionieri corre una strada in salita, lungo la quale stato costruito un muretto, simile ai paraventi divisori al di sopra dei quali i saltimbanchi mostrano al pubblico i loro prodigi
8
77
S, li vedo disse. Ecco dunque lungo quel muretto degli uomini che portano oggetti d'ogni sorta che sopravanzano il muretto, e immagini di uomini e di animali di pietra, in legno e in fogge d'ogni tipo Che strana visione! E che strani prigionieri! Eppure sono simili a noi risposi. Pensi, in primo luogo, che di se stessi e dei compagni abbiano visto qualcos'altro se non le ombre proiettate dalla amma sulla parete della caverna di fronte a loro? impossibile rispose se sono stati costretti a rimanere per tutta la vita senza muovere il capo! [...] se dunque potessero parlare, non credi che essi attribuirebbero reali le immagini che vedono?
9
Inevitabilmente rispose credi che anche noi tutti non siamo molto diversi da quei prigionieri? Certamente, anche noi siamo come quegli uomini nella caverna che confondono le ombre con la realt, dobbiamo infatti metterci in guardia dalle informazioni ottenute secondo i nostri sensi Dobbiamo stare attenti a quello che vediamo con i nostri occhi e sentiamo con le nostre orecchie? Esatto, le verit matematiche non si riferiscono ai cerchi, ai triangoli e ai quadrati che si possono disegnare sui papiri, ma sono enti intermedi, enti cio che stanno fra il mondo delle Idee e il mondo reale delle cose che apprendiamo grazie all'uso dei nostri sensi. Ed proprio in mezzo a questi mondi che dobbiamo ricercare la verit. Penso di avere capito, l'Iperuranio, cio il mondo delle idee, una realt eterna, astratta e immutabile che completamente indipendente dal mondo emero percepito dai nostri sensi, tra di essi si colloca il mondo oggettivo delle entit matematiche che non si possono vedere se non con il pensiero. Esse hanno esistenza reale tanto come l'universo, ed compito nostro scoprirle, dobbiamo fare come dei veri e propri esploratori! Hai capito benissimo mio giovane amico dissi vuoi che analizziamo ora come dovrebbe essere educato un perfetto governatore? Certo che voglio! Quali scienze dovrebbero apprendere per diventare buoni governanti? Per iniziare secondo te quale? Quella comunissima che distingue l'uno, dal due e il tre: intendo insomma la scienza dei numeri e del calcolo. Perch non forse vero che in ogni arte e ogni altra scienza ne fanno uso? Sono pienamente d'accordo, anche le truppe utilizzano i calcoli per migliorare le proprie tattiche! Ma come mai credi che che la scienza del calcolo e l'aritmetica siano cos tanto importanti? Se ci pensi bene alcuni oggetti sensibili, non invitano alla riessione, perch i nostri sensi li concepiscono nella loro completa realt, per altri invece non bastano i semplici sensi occorre il contributo del pensiero
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Come quando dobbiamo elaborare un immagine in prospettiva per darle giuste proporzioni? No, non questo il senso del mio parlare, io intendo invece che le cose che non provocano la riessione sono quelle che non suscitano impressioni contraddittorie; io reputo invece stimolanti quelle in cui bisogna riettere. Distinguendo nella realt ci che intellegibile da ci che visibile. Ora ho capito quello che intendi, reputi quindi che la scienza del calcolo e l'aritmetica attirino verso la verit. Lo studio non superciale dell'aritmetica serve per raggiungere con intelligenza pura alla comprensione della natura dei numeri, che aiuterebbe nella guerra a facilitare il passaggio allo spirito dal divenire alla verit dell'essere. Comunica un impulso verso l'alto e ci costringe a riettere sulla natura dei numeri stessi. Non vedi dunque mio caro, che forse questa disciplina davvero indispensabile per noi, dato che evidentemente obbliga lo spirito ad andare verso la verit unicamente grazie al puro pensiero? S, eettivamente ottiene questo risultato rispose. E hai anche gi osservato che i matematici sono rapidi per natura ad apprendere ogni cosa, e che le intelligenze tarde e addestrate nell'aritmetica, almeno diventano un po' pi acute? Sono pienamente d'accordo, ma non credi che anche la geometria sia una scienza molto utile? Praticamente aiuta a calcolare la distanza dagli accampamenti nemici, per disporre i ranghi cos utile per molte altre cose Per quello che credi essere tu utile basterebbe una piccolissima parte di geometria replicai Bisogna invece contemplarla pi in alto se si vuol cercare di avvicinarsi di pi all'idea del bene, che sta al vertice di tutto il mondo delle idee ed il nostro principio supremo. Infatti tutti coloro che studiano la geometria non potranno negare che questa scienza tutto il contrario da come la intendono quelli che se ne servono. Penso di non aver capito bene Non sono i vantaggi pratici quelli che interessano ma il fatto che chi studia la geometria lo fa per conoscere l'essere in s. Il nostro dio un dio che geometrizza sempre, conoscere la geometria signica apprendere la natura delle cose. Non ricordi cosa aermavo nel Timeo ? Certo! Che il dio creatore us la matematica per plasmare il mondo! Ma allora tutto chiaro! dell'astronomia? Bisogna ascendere dal sensibile all'intelleggibile, per scoprire la legge eterna e immutabile che regola il cosmo, non bisogna soermarci sui corpi celesti, la vera astronomia una scienza che riguarda le leggi del moto in un mondo ideale; il cielo che noi osserviamo sopra le nostre teste solo una mera rappresentazione, di molto inferiore alla magnicenza di quelli veri. Dobbiamo quindi servirci dell'universo come di un modello per apprendere i fenomeni invisibili? 79 Ho capito il motivo del perch proprio nella matematica che noi dobbiamo ricercare il divino mondo delle idee. Ma cosa mi dici
Hai capito bene, se un esperto di geometria osservasse un'opera d'arte sicuramente giudicherebbe squisita la fattura, d'altra parte non la studierebbe mai con l'ottica di coglierne all'interno qualche rapporto numerico, cos capiterebbe ad un vero astronomo. Coglierebbe infatti la bellezza del cielo e degli astri ma non penserebbe mai di considerare il rapporto per esempio della notte con il giorno. Quindi non sar assurdo cercare in essi la verit dato che essi non sono altro che modelli? Ad ascoltare le tue parole sembra cos anche a me! rispose. Studiamo dunque la geometria e l'astronomia per risolvere problemi particolari, e lasciamo perdere i fenomeni celesti, se vogliamo davvero occuparci di astronomia cos da far uso della parte naturalmente intelligente dell'anima, che prima era inutilizzata. Penso di aver capito ci che intendi. Il racconto della caverna mi ha aiutato ad aprire gli occhi che pensavo aperti, ma in realt non lo erano; ho capito che non devo vedere solo con l'uso dei sensi se voglio raggiungere la verit, ma attraverso le scienze matematiche. Si fatto tardi ed ora che vada a mettere in pratica i tuoi insegnamenti, domani mi attende una nuova giornata di studio.
10.3
10.3.1
cenni di
vita
Ben pochi sono i dati certi a nostra disposizione sulla vita di Archimede. Gran parte delle notizie giunte sino a noi le dobbiamo agli scritti di Diodoro Siculo, Plutarco, Polibio, Tito Livio e molti altri. Notizia certa, che concorda tutte le fonti, che fu ucciso durante il sacco di Siracusa del 212 a.C. In base alle aermazioni di Giovanni Tzetzes che colloca la morte di Archimede a settantacinque anni, la nascita del losofo stata posta attorno al 287 a.C. a Siracusa. Il padre Fidia era un astronomo, probabilmente fu proprio lui a tramandare al glio l'amore per le scienze. Soggiorn ad Alessandria d'Egitto, dove strinse amicizia con il matematico astronomo Conone di Samo, ma Archimede non rimase a lungo legato all'ambiente. Visse per lo pi a Siracusa dove, secondo Plutarco, era imparentato con il monarca Gerone. Mor nel 212 a.C. trucidato durante il saccheggio alla citt da parte delle truppe romane comandate da Marcello, malgrado quest'ultimo avesse ordinato di risparmiargli la vita in segno di onore per il grande avversario che con ingegnosissime macchine aveva causato la paura e il caos tra le la nemiche. Contrast i fanti nemici con frecce di ogni genere
10
Dei pi alti ingegni fu guida e maestro ; J.L. Heiberg, Archimedis opera omnia III,
Prolegomena XCV
80
e sassi di smisurata grandezza che cadevano con incredibile velocit e fracasso, e poich nulla resisteva al loro peso, abbatteva tutti quelli che stavano sotto, scompigliando le la.(Plutarco)
10.3.2
erhka
11
12
Archimede ha fatto una quantit di scoperte straordinarie ed eccezionalmente geniali. Fra esse voglio parlare soprattutto di una che porta i segni di una grande intelligenza. Quando Gerone regnava in Siracusa, per le sue fortunate imprese volle orire ad un certo santuario una corona d'oro che aveva ammirato. Decise il prezzo dell'opera con un artista e gli consegn la quantit di oro necessaria. A suo tempo la corona nita fu consegnata, con piena soddisfazione del re, ed anche il peso della corona risult coincidere con quello dell'oro. Pi tardi, per, Cerone ebbe motivo di sospettare che l'artista avesse sottratto una parte dell'oro e l'avesse sostituita con un ugual peso di argento. Indignato per l'inganno, ma non riuscendo a trovare il modo di dimostrarlo, preg Archimede di studiare la questione. Un giorno che, tutto preso da questo pensiero, Archimede era entrato in un bagno, si accorse che mano a mano che il suo corpo si immergeva, l'acqua traboccava. Questa osservazione gli diede la soluzione del problema. Si slanci fuori dal bagno e tutto emozionato si precipit nudo verso casa, gridando con tutte le forze che aveva trovato quel che cercava: "Eureka! Eureka!". Nacque cos l'opera Corpi Galleggianti, opera che contiene i famosi principi che stanno alla base dell'idrostatica. Nelle proposizioni 5 e 7 si legge: Delle grandezze solide quella che pi leggera del liquido, abbandonata nel liquido, si immerge in modo che un tale del liquido quale quello della parte immersa, abbia lo stesso peso della intera grandezza solida. Le grandezze pi pesanti del liquido , abbandonate nel liquido, sono trasportate verso il basso, no al fondo, e saranno tanto pi leggere nel liquido, quanto il peso del liquido avente tale volume quanto il volume della grandezza solida. Un altro aneddoto famoso collegato all'interesse che Archimede aveva per la costruzione di macchine capaci di spostare grandi pesi con piccole forze. Riportata dalla storia grazie a Pappo di Alessandria e Simplicio, lo scienziato
11 in 12 in
lettere latine: eureka traduzione italiana: ho trovato lettere latine: Dos moi pou sto kai kino taen gaen, traduzione italiana: datemi un punto
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entusiasta di una nuova macchina avrebbe esclamato: datemi un punto d'appoggio e vi sollever il mondo. Nell' Equilibrio dei piani Archimede gett le basi teoriche della statistica dove, in particolare, studi le leve. Egli giunse alla legge secondo la quale due grandezze stanno in equilibrio a distanze che stiano in reciproca proporzione alle stesse grandezze.
10.3.3
I'm afraid, I'm tired of inventing things! I need a rest!13 : Archimede ingegnere e inventore
Archimede fu e si ritenne un matematico, ossia uno che trattava teoricamente i problemi; e consider i suoi studi di ingegneria come qualcosa di marginale. Eppure, proprio per questo, fu ai suoi tempi e dai posteri ammiratissimo. Polibio, Tito Livio e Plutarco ci riportano la descrizione delle macchine bel-
pa per l'irrigazione, basata sul principio della cosiddetta vite perpetua e sulle
scoperte legate alla statica e all'idrostatica. Di essa Galileo scrisse: Non mi pare che in questo luogo sia da passare con silenzio l'invenzione di Archimede d'alzar l'acqua con la vite: la quale non solo meravigliosa, ma miracolosa; poich troveremo, che l'acqua ascende nella vite discendendo continuamente.
14
10.3.4
metodo
Archimede era talmente aascinato e preso dal mondo astratto della matematica che il grado con cui ne era divorato andava ben oltre l'entusiasmo. Possiamo infatti leggere grazie a Plutarco: Lusingato continuamente dalla proprio disciplina che era come una sirena, privata e domestica, si dimenticava di mangiare e di
13 Battuta del famoso inventore rmato 14 Galileo Galilei tratto da Meccaniche 15 E. J. Dijksterhuis
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curare il proprio corpo; per conseguenza, trascinato spesso a forza a fare un bagno o a farsi ungere, era solito delineare sul pavimento gure geometriche, e sul corpo unto di olio tracciava con il dito delle linee, tanto era posseduto da un gran piacere e dominato dalle Muse. Archimede comp infatti nell'ambito della matematica numerose scoperte. Nel breve lavoro La misura del cerchio venne dimostrato anzitutto che un cerchio equivalente a un triangolo con base uguale alla circonferenza e altezza uguale al raggio. Tale risultato viene ottenuto approssimando arbitrariamente il cerchio, dall'interno e dall'esterno, con poligoni regolari inscritti e circoscritti. Con lo stesso procedimento Archimede espose un metodo con il quale si pu approssimare arbitrariamente il rapporto tra circonferenza e diametro di un cerchio dato, rapporto che oggi si indica con maggiore di
3 71 e
10
minore di
37
10
Altri importanti risultati li abbiamo nell'opera Quadratura della parabola, nella quale Archimede volle calcolare l'area di un segmento di parabola, ossia la gura delimitata da una parabola e una linea secante, non necessariamente ortogonale all'asse della parabola. Egli riusc a trovare che il rapporto tra l'area di un segmento di parabola e del massimo triangolo in esso inscritto era di (Per fare ci comp il primo esempio conosciuto di somma di una serie.) Sicuramente, il risultato di cui maggiormente Archimede and ero fu la dimostrazione che la supercie della sfera quadrupla del suo cerchio massimo e
4 3.
2 3 di quello del cerchio circoscritto. Secondo una tradizione trasmessa da Plutarco, Archimede era cos ero di quest'ultimo risultato che
che il suo volume i volle fosse riprodotto come epitao sulla sua tomba. L'Arenario, invece, fu importante per l'aritmetica greca ma non solo. In quest'ultimo infatti troviamo un Archimede disposto soprattutto a contrastare le credenze popolari. Usanza comune era credere che il numero dei granelli di sabbia fosse innito. Alcuni pensano, oh re Gelone che il numero dei granelli di sabbia sia innito in quantit: non intendo soltanto la sabbia che si trova nei dintorni di Siracusa e del resto della Sicilia, ma anche quella che si trova in ogni altra regione, abitata o deserta. Altri ritengono che questo numero non sia innito, ma che non possa esistere un numero esprimibile e che superi questa quantit di sabbia. chiaro che coloro i quali pensano questo, se immaginassero un volume di sabbia uguale a quello della Terra, avendo riempito di sabbia tutti i mari e tutte le valli, no alle montagne pi alte, sarebbero ancor meno disposti ad ammettere che si possa esprimere un numero che superi quella quantit. Ma io tenter di mostrarti, attraverso dimostrazioni geometriche che tu potrai seguire, che alcuni dei numeri da noi enunciati ed esposti negli scritti inviati a Zeusippo, non soltanto superano il numero dei granelli di sabbia aventi un volume uguale a quello della Terra riempita come abbiamo detto, ma anche un volume uguale a quello dell'intero Universo. (Incipit de L'arenario) 83
L'opera si propone di quanticare il numero di granelli di sabbia che a detta di Archimede potrebbero riempire la sfera della stelle sse. Il problema principale collegato all'opera nasceva dal fatto che, il sistema greco di numerazione non permetteva di esprimere numeri cos grandi. Archimede allora invent un sistema di indici e un tipo di notazione che, combinati, gli consentirono di classicare i suoi giganteschi numeri. Archimede passava con estrema facilit dagli oggetti di uso quotidiano alle entit astratte dei numeri. Possedeva infatti una notevole essibilit mentale tale da permettergli di usare agevolmente la matematica per scoprire propriet sconosciute dell'universo e di attingere alle caratteristiche del cosmo per presentare concetti matematici. Il brano qui sopra riportato continua in questo modo: Tu sai che dal pi gran numero di astrologi vien chiamata cosmo la sfera il cui centro il centro della Terra, e il cui raggio uguale alla retta compresa tra il centro del Sole e il centro della Terra: questo lo hai appreso dalle dimostrazioni scritte dagli astrologi. Aristarco di Samo, poi, espose per iscritto alcune ipotesi, secondo le quali si ricava che il cosmo pi volte maggiore di quello suddetto. Suppone infatti che le stelle sse e il Sole rimangano immobili, e che la Terra giri seguendo la circonferenza di un cerchio, attorno al Sole, che sta nel mezzo dell'orbita. Archimede considerava con rispetto la teoria eliocentrica di Aristarco, modello proposto ben 1800 anni prima di Copernico . Lo stile stringato di Archimede rivelava pochissimi indizi sul metodo che egli utilizz per arrivare alle sue numerosissime scoperte no a quando nel 1906 fu letto per la prima volta un famoso palinsesto, perduto per tutto il Medioevo, intitolato Il metodo. Archimede introduceva cos il concetto di esperimento concettuale nella ricerca scientica. Rivolgendosi al matematico Eratostene scrisse: Di questi teoremi ti mando le dimostrazioni, avendole scritte in questo libro. Vedendoti poi, come ho detto, diligente ed egregio maestro di losoa, e tale da apprezzare anche nelle matematiche la teoria che ti accada di considerare, decisi di scriverti e di esporti nello stesso libro le caratteristiche di un certo metodo, mediante il quale ti sar data la possibilit di considerare questioni matematiche
Archimede si adava spesso, per giungere alle scoperte, ad un metodo induttivo e intuitivo (per mezzo della meccanica), ossia costruendo gure, e poi passava alla riprova, dimostrando rigorosamente ci che per quella via aveva guadagnato. Liber quindi la matematica dalle catene dal metodo deduttivo che Euclide e Platone avevano messo, per loro c'era un unico modo di fare matematica. L'opera di Archimede rappresenta certamente il culmine della scienza antica. Pi che essere un matematico, sico, ingegnere stato il massimo esponente di una scienza che ignorava le divisioni che la moderna terminologia impone. Con la sua strabiliante combinazione di interessi teorici e pratici, egli produsse le prime nuove prove empiriche, invece che mitiche, dell'esistenza di un apparente progetto matematico in natura. L'idea che la matematica sia il linguaggio dell'universo, e di conseguenza l'idea che Dio sia un matematico, nascono nell'opera di Archimede.
16
10.4
scienziati, condottieri, mercanti, pescivendole e scolaretti: tutti erano convinti di starsene immobili dentro questa calotta di cristallo. Ma ora ne stiamo uscendo fuori....
17
Galileo Galilei nacque a Pisa il 15 febbraio 1564 da Vincenzo , musicista e commerciante, e da Giulia Ammannati di Pescia. Dopo essersi inscritto a medicina sotto forte consiglio del padre, il giovane Galileo studi a Pisa come allievo di Ostilio Ricci, discepolo dell'algebrista Nicol Tartaglia. Fino a quando, nel 1592, si trasfer a Padova, l'orientamento e la metodologia di Galileo furono soprattutto matematici. Egli si adava per lo pi agli esperimenti concettuali e a una descrizione archimedea del mondo, in termini di gure geometriche che obbedivano a leggi matematiche. Ma attorno al 1608 iniziava a girare in tutta Europa una scoperta, che avrebbe cambiato il modo di vedere le cose e che avrebbe da l a poco stravolto le teorie l'universo: il cannocchiale.
10.4.1
85
Senza risparmiare n fatica n spesa alcuna, sono giunto a tanto, da costruirmi uno strumento cos eccellente, che le cose vedute per mezzo di esso appariscono quasi come mille volte pi grandi e pi di trenta volte pi vicine che se si guardino con la sola facolt naturale. Quanti e quali siano i vantaggi di questo strumento, cos per terra come per mare, sarebbe tutto superuo enumerare. Quello che davvero interessante l'uso che ne fa Galileo, egli port dentro alla scienza il cannocchiale, usando quest'ultimo come strumento scientico e concependolo come un potenziamento dei nostri sensi. Contrariamente alla credenza ricorrente nel Medioevo secondo la quale, gli occhi e a maggior ragione le lenti ingannavano la realt , mutandola; solo la fede era lo strumento di perfezione, una perfezione pur sempre relativa. ricerche. Galileo super quindi tutta una serie di ostacoli epistemologici, di idee che proibivano altre idee ed ulteriori Grazie all'uso del cannocchiale egli inizi ad accumulare tutta una serie di prove che sgombravano dal campo gli ostacoli, orendo cos al sistema copernicano una robusta catena di supporti.
10.4.2
...Ma l'universo nel giro di una notte ha perduto il suo centro, e la mattina dopo ne aveva un'innit. Da un momento all'altro guarda quanto posto c'... : L'universo diventa pi grande.
il
Dopo averlo perfezionato, Galileo ebbe un'altra idea innovativa, punt il suo telescopio al cielo dando cos vita ad una delle sue opere pi importanti:
Sidereus nuncius. In quest'ultimo possiamo leggere Con la certezza che data dall'esperienza sensibile [ possibile apprendere] non essere aatto la luna rivestita di supercie liscia e levigata, ma scabra e inuguale, e allo stesso modo della faccia della Terra, presentarsi ricoperta in ogni parte di grandi prominenze, di profonde valli e di anfratti . La Luna quindi era solcata da monti e pianure proprio come la Terra. Ma non solo, grazie all' uso della geometria, Galileo si spinse oltre, studiando le proiezioni delle luci e dell'ombra che si potevano ammirare con l'uso del telescopio riusc a fornire l'altezza di una di queste montagne. Arriv anche alla conclusione che come la Terra illuminata dalla Luna cos la supercie lunare circonfusa di luce riessa dalla Terra. Con tali osservazioni Galileo distrusse la distinzione tra corpi terrestri e corpi celesti ponendo cos la Luna e la Terra sullo stesso identico piano. Un altro argomento importante del Sidereus nuncius fu sicuramente la scoperta dei satelliti di Giove, che in onore di Cosimo II dei Medici, egli chiam stelle medicee. Questa scoperta oriva cos a Galileo la inspirata visione in cielo di un modello pi piccolo dell'universo copernicano. Altri satelliti potevano ruotare attorno a un pianeta sebbene questo girasse intorno al Sole. ...come pu Giove essere una stella ssa, se altre stelle gli ruotano attorno? Non ci sono sostegni nel cielo, non c' nulla che stia fermo nell'universo!C' un altro sole, piuttosto!.. 86
Leggiamo inoltre sul Sidereus nuncius: Quello che in terzo luogo osservammo , l'essenza o materia della Via Lattea, la quale attraverso il cannocchiale si pu vedere in modo cos palmare che tutte le discussioni, per tanti secoli cruccio dei loso, si dissipano con la certezza della sensata esperienza, e noi siamo liberati da sterili dispute. La galassia non altro che un ammasso di innumerevoli stelle disseminate a mucchi; che in qualunque parte di essa si diriga il cannocchiale, subito si ore alla vista un grandissimo numero di stelle, parecchie delle quali si vedono abbastanza grandi e molto distinte, mentre la moltitudine delle piccole aatto inesplorabile Un innumerevole serie di stelle nuove era stata scoperta. A poco a poco, uno ad uno, crollavano i pilastri della cosmologia aristotelicotolemaica e l'universo diventava sempre pi grande.
10.4.3
verso
Per capire quanto importante fosse la matematica per Galileo riporter a seguire un' esempio di come Galileo stesso utilizz la geometria per dimostrare uno degli innumerevoli problemi che oriva l'universo: il problema delle macchie solari. L'interesse al problema delle macchie solari nasce dall'esigenza di Galileo di rispondere alle idee errate che stava divulgando il gesuita Cristoforo Scheiner. Quest'ultimo infatti sosteneva che le macchie solari non fossero altro che sciami di astri rotanti innanzi al Sole, portava cio le macchie solari fuori dal Sole, in modo da ristabilire l'immutabilit e la perfezione di quest'ultimo. Galileo per prima cosa sostenne che esse non erano scure ma apparivano tali in confronto della luminosit del Sole; secondo, che si trovavano sulla supercie. Galileo infatti si accorse che esse apparivano pi sottili in concomitanza del bordo del disco rispetto al centro, poich la distanza tra esse sembrava aumentare quando si avvicinavano al centro del disco si muovessero pi rapidamente in prossimit del centro, che vicino al bordo. Con il supporto di una dimostrazione di carattere geometrico noto come fenomeno visivo dello scorcio Galileo riusc a dimostrare la validit della sua tesi. L'amore per questa disciplina lo ritroviamo espresso nell'opera Il saggia-
tore, dove leggiamo una delle aermazioni pi avveniristiche sul rapporto tra
matematica e il cosmo. La losoa scritta in questo grandissimo libro che continuamente ci sta aperto innanzi agli occhi [io dico l'universo], ma non si pu intendere se prima non s'impara a intender la lingua, e conoscer i caratteri, ne' quali scritto. Egli scritto in lingua matematica, e i caratteri son triangoli, cerchi, ed altre gure geometriche, senza i quali mezzi impossibile a intenderne umanamente parola; senza questi un aggirarsi vanamente per un oscuro labirinto. 87
La matematica il linguaggio dell'universo. Dio altro non che un matematico, un geometra e l'uomo per avvicinarsi ad esse deve fare : sensate esperienze e necessarie dimostrazioni
10.4.4
...Ho l'incarico di ammonirvi ad abbandonare tali dottrine... : la condanna da parte della chiesa
Sicuramente, l'idea che fece pi scalpore all'epoca fu l'insinuazione che la Terra ruotasse attorno al Sole. Galileo infatti sosteneva a pieno il Copernicanesimo e si apprestava, grazie alle sue nuove scoperte, a dimostrare la validit di tale ipotesi. Cercando di immaginare un'ipotetica conversazione al tempo di Galileo, al ne di spiegare ai pi scettici come potesse la Terra ruotare attorno al Sole, mi vengono in mente alcune battute, riportate qui di seguito, dell'opera teatrale
Andrea Ma io lo vedo che il sole, la sera, sta in un punto diverso che al mattino.
Dunque non sta fermo! Mai e poi mai!
Galileo Tu lo vedi! Ma che vedi tu? Un bel niente. Guardi come un allocco:
molto diverso che vedere. Questo il sole. Siedi. (Andrea si siede su una
Andrea A sinistra. Galileo E come pu venirti a destra? Andrea To' ! Se voi ce lo portiate, si capisce. Galileo Si capisce? (lo solleva con tutta la sedia e compie con lui un mezzo
giro ) Dov' il sole, adesso?
Andrea A destra. Galileo E chi si mosso? Andrea Lui, no. Galileo E chi si mosso allora? Andrea Io. Galileo No! Stupido! La sedia! Andrea Ma io ci stavo sopra! Galileo Appunto. La sedia la terra, e tu ci stai sopra.
88
Ritornando a come i fatti sono realmente accaduti, ricordiamo che per confermare la tesi che un pianeta poteva eettivamente ruotare intorno al Sole, Galileo scopr che il pianeta Venere possedeva delle fasi. Il pianeta dell'amore si comportava come la Luna, passando da un piccolo disco luminoso, quando il pianeta si trovava dal lato opposto del Sole rispetto la Terra, a un disco grande e quasi completamente oscuro quando Venere si trova dallo stesso lato della Terra. Queste osservazioni abbattevano un pilastro della teoria geocentrica, in questo caso Venere vista dalla Terra doveva apparire sempre come una falce di ampiezza variabile. Ma non era cos. Riporto a seguire come un Galileo, in vena di giochi, annunci tale scoperta a Keplero. Anagramm la scoperta per poi fornire lui stesso la soluzione all'amico. Heac immatura a me iam frustra leguntur o y (Queste cose premature da me sono lette invano o. y.) Cynthiae guras eamulatur mater amorum (la madre dell'amore (Venere) imita le gure di Cinzia (la Luna)) Tutto ormai quadrava alla perfezione e confermava la tesi copernicana di una teoria eliocentrica, esprimibile sinteticamente con il famoso motto: muove. Le nuove scoperte non suscitarono l'eetto sperato, il 19 febbraio 1616 il Sant'Uzio pass ai suoi teologi le due proposizioni che riassumevano il nocciolo della questione: 1. che il Sole sia al centro del mondo, e per conseguenza immobile di moto locale 2. che la Terra non al centro del mondo n immobile, ma si muove secondo s tutta, etiam di moto diurno Cinque giorni dopo, il 24 febbraio, tutti i teologi del Santo Uzio condannarono le due proposizioni. La sentenza venne trasmessa alla Congregazione dell'Indice, che il 3 marzo 1616 emise la condanna al Copernicanesimo. Alcuni anni dopo, con la pubblicazione del Dialogo di Galileo Galilei Linceo, Eppur si
dove ne i congressi di 4 giornate si discorre sopra i due massimi sistemi del mondo Tolemaico e copernicano inizi il secondo processo a Galileo. L'opera riporta
il discorso di tre interlocutori: Salviati Sagredo e Simplicio, dove quest'ultimo rappresenta il losofo aristotelico difensore del sapere tradizionale; Salviati, lo scienziato copernicano paziente e risoluto; Segrado rappresentante del pubblico aperto alle novit e che intende conoscere le ragioni dell'una e dell'altra parte. Se inizialmente il Dialogo si apre con una dichiarazione favorevole alla validit della condanna del Copernicanesimo alla ne si capisce perfettamente che il Dialogo altro non che una serrata difesa del sistema copernicano. Il papa Urbano VII, sebbene gran estimatore di Galileo, fu convinto che il Dialogo costituiva uno screditamento dell'autorit e forse anche del prestigio del Papa stesso, il quale sarebbe stato ridicolizzato dalla gura di Simplicio. Fu cos che 89
il 12 aprile 1633 Galileo and davanti al Santo Uzio; il 22 giugno gli inquisitori emetterono la sentenza di condanna e, lo stesso giorno, Galileo pronunci l'abiura e venne mandato al conno. Dovremmo aspettare pi di 350 anni, il 1992, per poter leggere: uciale: la Terra gira attorno al Sole, anche per il vaticano. (Los Angel Times)
10.5
non avere, nel cercar di istruirmi, fatto altro protto che d'avere scoperto di pi in pi la mia ignoranza.
10.5.1
Ren Descartes nacque a La Haye nel 1596. Inviato al Collegio gesuitico di La Flche, nell'Angi, consegu poi la licenza in diritto all'universit di Poiters. Dal 1618 al 1620 si arruol in vari eserciti partecipanti alla Guerra dei Trent'anni; nel novembre 1619 ebbe una rivelazione intellettuale . Egli fece tre sogni che lo convinsero che in essi gli fosse indicata la direzione per unicare l'intera conoscenza umana per mezzo della ragione. Particolarmente signicativo l'interpretazione che dette al terzo. Mentre scrutava la stanza, Cartesio pose il suo sguardo sul tavolo sopra il quale c'erano dei libri che comparivano e scomparivano. Tra questi c'erano un'enciclopedia, che giudic essere simbolo della conoscenza scientica, e un antologia poetica intitolata Corpus Poetarum simbolo della losoa, della rivelazione e dell'entusiasmo. seguir nella vita?) Inoltre nel sogno lo stesso Cartesio lesse dall'antologia quod vitae sectabor iter?(quale strada e ud un uomo dire: Est et non ( e non ) che pens essere i famosi opposti pitagorici del vero e falso. Dal 1627 al 1649 soggiorn in Olanda, dove pubblic una delle sue opere pi importanti: Discorso sul metodo. Nel 1649 accolse l'invito della regina Cristina di Svezia e lasci denitivamente l'Olanda, ma nel febbraio 1650 si ammal di polmonite che in una settimana lo condusse alla morte.
10.5.2
Aaa cercasi nuovo tipo di conoscenza della totalit del reale: il Metodo
Cartesio, pur ammirando Galileo, lo critica per non aver oerto un metodo in grado di andare alla radice della scienza che come scrive egli stesso nel Regulae
alcun inutile sforzo mentale, ma aumentando sempre gradatamente la scienza, lo condurranno alla conoscenza vera di tutto ci che sar capace di conoscere. Nasce sotto quest'ottica il Discorso sul metodo , basato su 4 regole. 1. La regola dell'evidenza : non accertare mai per vera nessuna cosa che non conoscessi con evidenza esser tale: evitare cio accuratamente la Precipitazione e la Prevenzione e non comprendere nei miei giudizi se non ci che si fosse presentato alla mia mente con tale chiarezza e distinzione da non aver nessun motivo da metterlo in dubbio. L'evidenza consiste cio nella chiarezza e nella distinzione che derivano dal lumen naturale (la luce della ragione) che in ogni uomo. Essa viene raggiunta mediante un atto intuitivo quindi si autofonda e autogiustica. 2. La regola dell'analisi : dividere ciascuna dicolt che stessi esaminando in tante piccole parti quanto fosse possibile e necessario per giungere alla miglior soluzione di essa. Per l'intuizione necessaria la semplicit, che si raggiunge grazie la scomposizioni in parti elementari no al limite del possibile. 3. La regola della sintesi : condurre con ordine i miei pensieri, cominciando dagli oggetti pi semplici e pi facili da conoscere, per salire a poco a poco, come per gradi, no alla conoscenza dei pi complessi, e supponendo poi un ordine anche tra quelli di cui gli uni non precedono naturalmente gli altri. Dopo aver frammentato la realt nei suoi elementi pi semplici bisogna ricomporne gli elementi. Si tratta di ristabilire l'ordine o di creare una catena di ragionamenti. 4. La regola del controllo : procedere in ogni caso ad enumerazioni cos complete e rassegne tanto generali da esser certo di non aver omesso assolutamente nulla. Per impedire gli errori occorre controllare i singoli passaggi. Signicativo il riconoscimento, che fa Cartesio successivamente all'enunciazione delle regole, al sapere matematico. Egli infatti sostiene che il paradigma da cui sono tratte le regole appena esposte il procedimento proprio delle matematiche. Poich queste ultime hanno fornito il modello del metodo, che appunto in esse sembra aver dato miglior prova di s, Cartesio si convince della necessit di partire proprio da tali discipline per esercitarsi nell'uso dei precetti appena stabiliti, prima di provare ad estenderlo ad altri ambiti di indagine. 91
tra tutti quelli che hanno cercato nora la verit nelle scienze, solo i Matematici sono riusciti a trovare alcune dimostrazioni, cio alcune ragioni certe ed evidenti, non ebbi alcun dubbio che bisognava prendere le mosse da quelle da loro esaminate, quantunque non sperassi di trarne altra utilit se non quella di abituare il mio ingegno a nutrirsi di verit e a non contentarsi in nessun caso di false ragioni.
10.5.3
Il pi gran passo che sia mai stato fatto nel progresso dalle scienze esatte (John Stuart Mill): il
(0, 0),
ni punto di uno spazio bidimensionale grazie ad una coppia di numeri precedentemente orientati e forniti di un'unit di misura.
(x, y ).
Cartesio non si ferm a questo ma intu che era possibile descrivere tramite equazioni algebriche forme geometriche come curve o superci: i punti dell'oggetto geometrico sono quelli che soddisfano l'equazione associata. La geometria e l'algebra non erano pi due branche separate della matematica, ma due rappresentazioni della stessa verit che inuenzarono lo sviluppo e spianarono la strada per nuovi rami della matematica: la geometria analitica, il calcolo innitesimale e la cartograa.
Quelle lunghe catene di ragionamenti, tutte semplici e facili, di cui i geometri hanno l'abitudine di servirsi per giungere alle loro pi dicili dimostrazioni, mi avevano dato l'occasione di immaginare che tutte le cose di cui l'uomo pu avere conoscenza si seguono nello stesso modo e che, dato solo che ci si astenga dall'accettare per vera una cosa che non lo sia e che si rispetti sempre l'ordine necessario a dedurre una cosa dall'altra, non vi sar nulla di cos lontano che 92
alla ne non si possa giungervi n di cos nascosto che non si possa scoprire.
18
10.6
10.6.1
Sibi gratulentur mortales tale tantumque exstitisse humani generis decus (epitao funebre)20 : nasce
un gigante
Galileo mor l'8 gennaio del 1642 e nel dicembre dello stesso anno nacque a Woolsthorpe Isaac Newton. Questi studi al Trinity College di Cambrige, e fu proprio qui che il suo grande ingegno venne capito e stimolato dal matematico Isaac Barrow. In un tempo abbastanza breve, Newton si impadron di tutte le parti essenziali della matematica dell'epoca. Nel 1665-1666, a causa della peste, Newton lasci Cambrige per tornare al suo paese natale, dove come egli stesso scrisse ero nel ore dell'et creativa e curavo la matematica e la losoa egli ebbe per la prima volta l'idea della gravitazione universale.
21
pi
di quanto non abbia mai fatto in seguito. Fu proprio in questo contesto che
10.6.2
[...] Dopo pranzo, poich faceva caldo, andammo in giardino a bere il t all'ombra di alcuni meli, lui ed io soli. Tra le altre cose, mi disse che si trovava proprio nello stesso posto quando, tempo addietro aveva concepito l'idea della gravitazione. Ad occasionarla era stata la caduta di una mela, mentre egli sedeva in uno stato d'animo meditativo. Perch, aveva pensato tra s e s, la mela cade sempre perpendicolarmente al suolo? Perch non si muove di lato o verso l'alto o verso il centro della terra? Senza dubbio la ragione che la terra l'attira. Deve esserci una forza d'attrazione della materia; e a risultante della forza d'attrazione presente nella materia della
in una lettera provocatoria al famoso rivale Hook (di statura non molto alta e reso ancora pi
20 Si rallegrino i mortali perch esistito un tale e cos grande onore del genere umano. 21 La losoa o losoa naturale di Newton quella che noi oggi chiamiamo sica clas-
sica . Per tanto per tutto il paragrafo ?.5, ogniqualvolta che si incontrer la parola losoa dovr essere intesa come sica. Tuttavia non bisogna confondere i due concetti: entrambe le discipline, cio la losoa naturale e la sica hanno come oggetto lo studio dei fenomeni naturali ma c' una grande dierenza tra le due: se la losoa naturale prescientica ed ha un carattere speculativo la sica moderna si avvale del controllo sperimentale delle ipotesi.
93
terra deve essere nel centro della terra e in nessun'altra sua parte. per questo che la mela cade perpendicolarmente, ovverosia verso il centro.[...] C' una forza, quella che chiamiamo gravit, che si estende per l'universo intero.
William Sturkeley (1687-1765) Questo famosissimo aneddoto fornisce solo la punta di un iceberg. Dall'osservazione di una semplice mela Newton passa ad aermare: se universalmente evidente, dagli esperimenti e dalle osservazioni astronomiche, che tutti i corpi attorno alla Terra gravitano verso di essa, e ci in proporzione alla quantit di materia che ognuno di essi singolarmente contiene: che similmente la Luna gravita verso la Terra, in proporzione alla quantit della sua materia; che d'altra parte, il nostro mare gravita verso la Luna [maree]; e che tutti i pianeti gravitano l'uno verso l'altro; e che le comete in ugual maniera gravitano verso il Sole; allora in conseguenza di questa regola, dobbiamo ammettere universalmente che tutti i corpi sono dotati di un un principio di reciproca gravitazione. In altre parole Newton pens: se il Sole attira la Terra, allora anche la Terra attira il Sole, e con ugual forza (v. Posso misurare il moto dei corpi, non l'umana follia). Ci signica che la Terra non ruota semplicemente attorno al Sole, ma sia l'una sia l'altro ruotano intorno al loro comune centro di gravit. subisce solo l'attrazione del Sole ma anche quella degli altri pianeti. Si pu dunque dedurre che esiste un unica forza di gravit, che agisce tra coppie di masse e ovunque nell'universo. Ma Newton non si limit alla mera osservazione e deduzione dei fenomeni, cerc di intrappolare tutta la sua teoria in un unico principio, capace di render conto di una quantit sconnata di fenomeni, trasformandola in ineluttabili leggi della natura. La qualit che davvero distingueva le teorie di Newton dai predecessori era proprio quella di esprimere le proprie teorie sotto forma di relazioni matematiche cristalline e coerenti. Nasce cos la legge di gravitazione universale che in breve aerma: la forza di gravitazione con cui due corpi si attraggono direttamente proporzionale al prodotto delle loro masse e inversamente proporzionale al quadrato della loro distanza.
1 m2 F = G mD 2
E non
tutto. Anche tutti gli altri pianeti attraggono il Sole, e ciascun pianeta non
m1 e m2 sono
separa le due masse, e G una costante. Con Newton la scienza non ha il compito di scoprire sostanze o essenze o cause essenziali, ma funzioni. 94
Newton fu il primo che riusc a trovare una base chiaramente formulata dalla quale poter dedurre un gran numero di fenomeni mediante il ragionamento matematico, logico, quantitativo e in armonia con l'esperienza.
Einstein ( 1879-1955)
10.6.3
Posso misurare il moto dei corpi, non l'umana follia: le leggi del moto
Quest'ultima oltre a contenere le teorie
della gravitazione universale ore al lettore le quattro regole del ragionamento losoco, che vedremo nel paragrafo successivo, e le tre leggi del moto. Per Newton le lettere dell'alfabeto con cui scritto il libro della natura sono un numero innito di particelle, i cui movimenti sono regolati da una sintassi costituita dalle leggi del moto e dalla gravitazione universale. La prima legge quella legge di inerzia, sulla quale aveva lavorato Galileo e che Cartesio aveva formulato con molta precisione. Scrive Newton: Ogni corpo preservera nel suo stato di quiete o di moto rettilineo uniforme, a meno che non sia costretto a mutare quello stato da forze impresse su di esso. Un corpo rimarrebbe nel suo stato di quiete o di moto rettilineo uniforme se non intervenissero forze esterne a modicarne stato. (es. l'attrito) La seconda legge, gi formulata da Galileo dice: Il cambiamento di moto proporzionale alla forza motrice impressa; e avviene sulla direzione della linea retta secondo la quale la forza stata impressa. Se una determinata forza genera un movimento, una forza doppia generer un moto doppio, una forza tripla un moto triplo, sia se quella forza sia stata impressa tutta insieme e di colpo, sia gradualmente e successivamente. Queste due leggi assieme alla terza costituiscono parti centrali della meccanica classica La terza legge, formulata da Newton, aerma che Ad ogni azione si oppone sempre un' ugual reazione: contrarie. Se si preme una pietra con un dito, pure il dito viene premuto dalla pietra. 95 ovvero
10.6.4
All'inizio del terzo libro dei Principia Newton ssa le quattro regole del ragionamento losoco. assunti di ordine metasico sulla natura e sulla struttura dell'universo. 1. Regola 1. Non dobbiamo ammettere pi cause delle cose naturali di quelle che sono sia vere che sucienti a spiegare le loro apparenze. porterebbe al raggiungimento di teorie semplici. Questa potrebbe essere detta la regola della parsimonia nell'uso delle ipotesi, che In quanto, la natura non fa niente invano, e con molte cose si fa invano quel che si pu fare con poche; la natura, infatti, ama la semplicit e non sovrabbonda di cause superue. 2. Regola 2. Perci agli stessi eetti noi dobbiamo, per quanto possibile,
assegnare le stesse cause. Come alla respirazione nell'uomo e nella bestia; alla caduta delle pietre in Europa e in America; alla luce del nostro fuoco da cucina al sole; alla riessione della luce sulla Terra a sui pianeti. Le leggi formulate hanno validit universale, in altre parole, questo potrebbe essere il postulato dell' uniformit della natura. 3. Regola 3. La qualit dei corpi, che non ammettono n aumento n diminuzione di grado, e che si trovano apparentemente a tutti i corpi all'interno dell'ambito dei nostri esperimenti, debbano essere ritenute qualit universali di tutti i corpi. Dice Newton le qualit dei corpi noi le conosciamo solo attraverso gli esperimenti, noi dobbiamo ritenere universali tutte quelle che universalmente si accordano con gli esperimenti.. Quindi per Newton: Hypotheses non ngo.
22
4. Regola 4. Nella losoa sperimentale le proposizioni inferte per induzione generale dai fenomeni debbano essere considerate come strettamente vere o come vicinissime alla verit, nonostante le ipotesi contrarie che possono essere immaginate, no a quando si verichino altri fenomeni dai quali o esse sono state rese pi esatte oppure vengono assoggettate ad eccezioni. Per Newton l'unica procedura valida per ottenere e fondare le proposizioni della scienza il metodo induttivo. Il sistema del mondo una grande macchina, le cui leggi di funzionamento dei vari pezzi sono rinvenibili induttivamente attraverso l'osservazione e l'esperimento. Concludendo, Newton mor il 20 marzo del 1727 per mano di una malattia. La sua opera Principia colm il divario tra il Cielo e la Terra, fuse i campi dell'astronomia e della sica e pose l'intero cosmo sotto un unico ombrello matematico. Tra sica e matematica si form un intreccio che non si sarebbe pi sciolto.
22 traduzione:non
della parola.
dai fenomeni , si tratta quindi di una denizione leggermente diversa dalla nostra concezione Per Newton non interessa la causa delle cose, al sico basta sapere che un fenomeno esista.
96
Capitolo 11
La scienza dell'incertezza
Se si osservassero di continuo tutti gli eventi da adesso e per l'eternit (di modo che la probabilit alla n si trasformi in certezza), si scoprirebbe che ogni cosa nel mondo avviene per determinate ragioni e in conformit a determinate leggi, e che pertanto siamo costretti, anche per cose che potrebbero apparire del tutto casuali, a ipotizzare una certa necessit e, per cos dire una fatalit. Per quel che so, era qusto che Platone aveva in mente quando, nella dottrina del ciclo universale, sosteneva che dopo il trascorrere di innumerevoli secoli tutto ritorna al suo stato originario.
1
11.1
Alle cose certe quanto la morte e le tasse si pu credere con maggior fermezza:
dai
1 Jakob
97
L'esigenza di quanticare i fenomeni come oggetto di studio, ossia di analizzarli e descriverli in termini matematici, fu una tendenza tipica del XVII secolo: non fu solo l' Universo ad essere concepito come un grande libro "scritto in caratteri matematici" , come aveva aermato Galileo Galilei, ma si diuse anche la convinzione che fosse possibile studiare la societ tramite strumenti di tipo quantitativo. L'osservazione di eventi che si pensava dipendessero solo dal caos (decessi, malattie...), manifestavano una regolarit solida e questo introdusse il modo di pensare scientico nelle scienze sociali.
11.1.1
John Graunt (1620-1674) era un mercante specializzato nella vendita di bottoni, aghi e tessuti. Il suo lavoro gli permetteva cos di avere parecchio tempo libero che impegnava con un hobby alquanto inusuale: lo studio dei Bills of Mortality, bollettini settimanali che riportavano il numero dei decessi parrocchia per parrocchia. Dalla sua particolare passione John Graunt trasse una serie di osservazioni interessanti da un punto di vista matematico, che pubblic in un libriccino intitolato Osservazioni naturali e politiche fatte sui bollettini di
1 3 del totale morto di quelle malattie, che supponiamo siano accadute tutte a Bambini sotto i quattro e
cati; vale a dire che circa cinque anni. E inoltre di Vaiolo suino e di Morbillo e di Vermi senza
1 2 possono essere Bambini sotto i sei anni. Ora se consideriamo che 16 dei
Convulsioni ne sono morti 12.210, di cui sappiamo che circa detti 229 mila sono morti dalla straordinaria e grave Fatalit della Peste, troveremo che circa il trentasei per cento di tutti i concepiti vivi sono morti prima dei sei anni.
2
2 Graunt
Nonostante i dati non fossero molto attendibili, questo tipo di studio diede avvio alla scienza della statistica come la conosciamo oggi. apportandone signicativi miglioramenti. Dopo Graunt il testimone venne lasciato a Edmond Halley che perfezion la tavole di mortalit,
11.1.2
talit
Al di l degli usi citati nel mio precedente, potrebbe forse non essere una cosa inaccettabile dedurre dalle stesse Tavole quanto ingiustamente ci doliamo della brevit delle nostre vite, e riteniamo di subire un torto se non raggiungiamo la Vecchiaia, mentre dalle Tavole appare che una met dei nati muoiono entro Diciasette anni, riducendosi da 1238 a 616 in quel lasso di tempo.
Edmond Halley nacque a Londra nel 1656 da un ricco fabbricante di sapone, l'agevolatezza economica del padre gli permise di studiare al The Queen's College di Oxford. Famoso astronomo, in campo matematico Halley pubblic An Estimate of
the Degrees of the Mortality of Mankind, drawn from curious Tables of the Birds and Funeral at the City of Breslaw; with an attempt to ascertain the Prince of Annuities upon Lives, orendo cos un notevole sviluppo della scienza
statistica. Il libro, come in parte scritto nel chilometrico titolo, prende spunto dai registri della citt di Breslaw in Slesia conosciuti per la loro meticolosit e precisione. Lavorando su tali dati, Halley riusc a compilare una verosimile tavola di mortalit che riportava il numero di decessi in base all'et. (vedi sotto) Consultando la tabella era possibile rispondere a domande del tipo: se una persona vissuta no a vent' anni, qual la probabilit che si viva no a ottanta?
Et 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 n 1000 855 798 760 732 710 692 680 670 661 Et 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 n 653 646 640 634 628 622 616 610 604 598 Et 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 n 592 586 579 573 567 560 553 546 539 531 Et 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 n 532 515 507 499 490 481 472 463 454 445 Et 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 n 436 427 417 407 397 387 377 367 357 346 Et 51 52 53 54 55 56 57 58 59 60 n 335 324 313 302 292 282 272 262 252 242 Et 61 62 63 64 65 66 67 68 69 70 n 232 222 212 202 192 182 172 162 152 142 Et 71 72 73 74 75 76 77 78 79 80 n 131 120 109 98 88 78 68 58 49 41
41/598 =
0, 0685.
nel 1650 di 0,0685. Cos facendo Halley gettava le basi per il fondamento matematico alle assicurazioni sulla vita. 99
11.1.3
Lambert-Adolphe-Jacques Qutelet nacque a Gand il 22 febbraio 1796 e fu uno tra i primi a riconoscere le reali capacit della statistica in campo sociale. Illuminista belga con formazione matematica, Qutelet fu indotto allo studio della statistica dai grandi matematici francesi Laplace e Fourier. Qutelet infatti si proponeva di trovare un modo per quanticare i fenomeni sociali e psicologici, sviluppando cos pionieristicamente una disciplina-ideologia che den sica sociale, con lo scopo esplicito di perseguire la matematizzazione o sicizzazione degli studi sul comportamento. Quetlet negava completamente che il caso avesse un ruolo nella vita quotidiana, ma al contrario aermava che tutti i fenomeni sociali hanno una causa che si manifestava grazie a dei risultati statistici. Per confermare le sue teorie Qutelet inizi a raccogliere migliaia di dati: misur la circonferenza toracica di 5738 soldati scozzesi e l'altezza di 100.000 coscritti francesi, riportando cos ciascun tratto umano in diagrammi. Costru poi curve contenenti caratteristiche morali: suicidi, matrimoni e propensione al crimine. Sorprendentemente, tutti i risultati da lui ottenuti sia di carattere sico che morale seguivano la distribuzione a campana, chiamata oggi distribuzione normale (o gaussiana). Nata nella met del XVIII secolo come curva d'errore, poich appariva con ogni tipo di errore di misurazione, la distribuzione normale descriveva perfettamente anche altezze, pesi, misure delle lunghezze degli arti o qualit intellettive. Qutelet interpretava il fatto che i tratti umani seguivano la curva d'errore come indizio del fatto che l' uomo medio fosse in realt un modello che la natura stava cercando di produrre, gli uomini sono cio confezionati in serie grazie ad un unico stampo che distribuisce i vari tratti caratteriali e sici seguendo la curva normale.
11.2
della probabilit.
21 vittoria grande baldoria, queste parole mi erano ronzate per la testa tutta la sera, una frase che fa parte del folklore di Las Vegas, [...]la urlava ogni qualvolta serviva un Blackjack [...] 21 vittoria grande baldoria, gi, provateci. Io l'avevo sentita tipo 14 volte quella sera, ero invincibile. Tanto per cominciare non stavo facendo niente di illegale, cio c'erano organismi e persone che non vedevano la cosa di buon occhio, ma legale e non tutti sono capaci [...] io contavo le carte ed ero in attivo di oltre 640.000 $ (incipit del lm 21) La sda, il brivido e il rischio sono alcune delle componenti fondamentali del gioco d'azzardo ma esso pu non consistere solo nella pura casualit e fortuna del giocatore. Questo lo sa bene Je Ma, reale protagonista del lm 21 che 100
viene interpretato nel lm dalla gura di Ben Campell. Grazie al suo talento per numeri e calcoli, Ben entra nel team di Blackjack del MIT, un gruppo di studenti dotati, guidato dal professore e mentore Mickey Rosa. sbancare i tavoli di Blackjack. Il team ha elaborato un complesso sistema di conteggio delle carte da gioco che gli permetter di Je Ma si serviva della probabilit per essere vincente nel gioco ma, molto prima di lui, Cardano Pascal e Fermat che si servirono del gioco d'azzardo per gettare le basi e aprire la strada verso la moderna probabilit.
11.2.1
degli scacchi e dei dadi senza sapermi imporre alcun freno. Mi sono dedicato parecchi anni a entrambi i giochi. [...] e in tanti anni ho giocato, mi vergogno a dirlo, ogni giorno. Con queste parole Gerolamo Cardano, nato nel 1501 a Pavia, scrive nella sua autobiograa De vita Propria Liber il legame che aveva con il gioco d'azzardo. Nato da un rapporto extraconiugale e riutato dalla madre, Cardano soriva di disturbi mentali e di una cagionevole salute sica. Studi medicina con eccellenti risultati, ma non gli fu permesso di esercitare la professione a Milano per via della sua illegittimit. La decapitazione del glio , le umiliazioni e il carcere in vecchiaia sono solo alcune delle tragedie che contribuisco a fornire di Cardano un quadro completo della sua persona, di un uomo infelice e profondamente segnato dalla vita. Dal vizio per il gioco d'azzardo Cardano riusc fortunatamente a trarre motivo di indagine scientica e il Liber del ludo aleae, pubblicato postumo nel 1663, ben 87 anni dopo la sua morte, fu il primo serio trattato sulla matematica delle probabilit. Di li a breve tempo le ricerche fatte da Cardano caddero nell'oblio. Nel 1654 Chevalier de Mr, un noto giocatore dell'epoca, pose all'amico Blaise Pascal (1623-1662) una serie di domande in merito al gioco dei dadi. In che misura ha diritto alla posta un giocatore che deve tirare il dado 8 volte e deve tentare di fare uno, ma dopo tre tentativi falliti il gioco si interrompe inaspettatamente? Partendo da questa domanda tra Blaise Pascal e un'altro importante matematico francese Pierre de Fermat (1601-1665) inizi una tta corrispondenza che rappresent l'eettivo inizio della teoria della moderna probabilit. N Pascal n Fermat diedero una stesura sistematica ai loro risultati ma nel 1657 Christiaan Huygens(1629-1695) pubblic De ratiociniis in ludo aleae, un trattato ispirato alla corrispondenza dei due matematici francesi. Riporto a seguire un esempio contenuto nella lettera di Pascal datata 29 luglio 1654. Due giocatori appoggiano su di un tavolo 32 pistole d'oro ciascuno. Entrambi scelgono un numero dall' uno al sei e ogni qualvolta lanciando un dado il numero esce si acquisisce un punto. Vince il gioco chi arriva per primo a tre punti. Dopo un certo numero di lanci il primo giocatore dispone di due punti e il secondo di uno, per un qualsiasi motivo il gioco si interrompe. Come vanno suddivise le 64 pistole? 101
Blaise Pascal Cardano
Ho la certezza di aggiudicarmi 32 pistole anche se dovessi perdere il prossimo lancio; quanto alle altre 32 pistole, pu darsi che me le aggiudichi io come pu darsi che ve lo aggiudicherete voi; le possibilit sono le stesse. Peri dobbiamo dividere quelle trentadue pistole in parti uguali e voi dovrete darmi le trentadue pistole di cui sono sicuro. Quindi la risposta che il primo giocatore dovrebbe ricevere 48 pistole e il suo avversario 16. La teoria della probabilit non pu predire che cosa avvenga con esattezza nel lancio successivo, quel che vero che se dovessimo lanciare il dado un milione di volte, i risultati si equilibrerebbero e la probabilit che uscisse un
Pierre de Fermat
Il trattato di Huygens si presentava per solo come introduzione alla nuova scienza che stava nascendo: dovremmo attendere il 1713, anno di pubblicazione dell' Ars conjectandi (Arte della congettura), per poter leggere il primo vero volume sulla teoria delle Probabilit.
11.2.2
li
Nessuna famiglia nella storia della matematica ha prodotto tanti matematici celebri come la famiglia dei Bernoulli. I membri di questa famiglia possono vantare una dozzina circa di nomi che si aermarono nel campo della matematica e della sica. Il primo a raggiungere una posizione preminente nel campo della matematica fu Jakob Bernoulli. Nato a Basilea nel 1654 Jakob era il primogenito di tre fratelli. Dopo aver iniziato gli studi teologici, nel 1676 incontr Robert Boyle, che lo port allo studio delle scienze e della matematica, in cui conosciuto soprattutto per la teoria della probabilit. C' tuttavia, un'altra strada che i condurr a ci che stiamo cercando e ci consentir per lo meno di appuntare a posteriori ci che non possiamo determinare a priori, ovvero di appurarlo dai risultati osservati in numerosi casi analoghi. A tal proposito si deve ipotizzare che, in simili condizioni, il vericarsi( o il non vericarsi) di un evento futuro seguir lo stesso andamento che stato osservato per eventi simili al passato. Ci si ada all'esperienza passata per stabilire la probabilit di diversi eventi futuri. Nella teoria della probabilit infatti le variabili e lo stato iniziale sono noti e l'obbiettivo predire il risultato nale pi probabile. Nella statistica si conosce l'esito, ma le cause che lo hanno determinato rimangono incerte. L'opera di Jakob l'Ars conjectandi venne pubblicata nel 1713, otto anni dopo la morte dell'autore, ed composta da quattro parti: la prima riporta in parte il trattato di Huygens ed considerata come una introduzione all'argomento. La seconda presenta una teoria generale delle permutazioni e delle combinazioni, resa pi semplice dalla forma binomiale e polinomiale. allo sviluppo di In relazione 1 n ) Bernoulli propose il problema dell'interesse composn 1 n 1 n to continuo, ossia quello di trovare limn (1 + Poich (1 + < n) . n)
(1 +
102
1+
1 1 1 1 1 1 1 + 12 + + 12...n < 1 + 1 + 2 + 22 + 2n1 < 3 era chiaro per lui che il limite dovesse esistere. Sempre nella seconda parte, compaiono i cosiddetti
numeri di Bernoulli, che servivano come coecienti per una formula ricorsiva per trovare le somme delle potenze degli interi, la cui formula era:
nc =
1)(c2) 2)(c3)(c4) 1 c c+1 c c1 +1 + c(c Bnc3 + c(c1)(c Cnc5 . . . ove c+1 n 2 n + 2 An 234 23456 c n indica la somma delle c-esime potenze dei numeri n interi positivi e le lettere
A, B, C i numeri di Bermulli, che possono essere deniti come i prodotti di n!. La terza e la quarta parte dell'Ars conjectandi sono dedicate principalmente ai problemi che illustrano al teoria delle probabilit. Nell'ultima parte in particolare contiene il famoso teorema conosciuto anche come legge dei grandi numeri. Ci su cui si deve ancora indagare che se aumentando il numero delle osservazioni noi per conseguenza continueremo anche ad aumentare la probabilit che il rapporto registrato tra i casi favorevoli e quelli sfavorevoli si avvicina al rapporto vero, cosicch alla ne tale probabilit nir per superare qualsiasi grado di certezza si desideri. Se p la probabilit di un evento, m il numero di volte in cui l'evento si verica in n prove,
che la disuguaglianza
|m n p| <
limn P = 1.
Quindi
il teorema aerma che se la probabilit che un evento si verichi p, allora p il valore pi probabile del rapporto tra il numero di volte in cui l'evento si verica e il numero totale delle prove eettuate. Inoltre, quando il numero delle prove eettuate si approssima all'innito, il valore del rapporto diventa p con certezza. Scrive Bernoulli: Abbiamo un vaso che contiene 3000 sassolini bianchi e 2000 sassolini neri e vogliamo stabilire empiricamente il rapporto tra ciottoli bianchi e neri (supposto che non lo conosciamo) estraendo un sassolino dopo l'altro e registrando quante volte ne esce uno bianco e quante uno nero. (Vi ricordo che un requisito importante per questo procedimento di riportare nell'urna ogni ciottolo dopo averne annotato il colore, prima di estrarre il successivo, cos che il numero dei ciottoli contenuti nell'urna rimanga costante.) Ora ci chiediamo, possibile, ripetendo indenitamente l'operazione, rendere 10, 100, 1000 volte pi probabile ( no a raggiungere la certezza morale) che il rapporto tra il numero di estrazioni di un sassolino bianco e il numero di estrazioni di un sassolino nero assuma lo stesso valore (3 a 2) del rapporto reale tra sassolini bianchi e neri nell'urna, rispetto all'eventualit che tale rapporto assuma un valore diverso? Se la risposta no, allora ammetto che il nostro tentativo di stabilire il numero di casi tramite l'osservazione probabilmente destinato a fallire. Ma se vero che alla ne riusciremo a raggiungere la certezza morale usando questo metodo allora potremmo determinare il numero dei casi a posteriori con una precisione quasi pari a quella che avremmo se lo conoscessimo a priori.
103
11.2.3
Questa ipotesi, signore, in eetti spiega tutto, ma non permette di predire nulla. Come studioso, io devo fornirvi opere che permettono di fare predizioni 3 : Pierre- Simon Laplace
Tutti gli avvenimenti, anche quelli che per loro piccolezza sem-
brano non ubbidire alle grandi leggi della Natura, ne sono una conseguenza necessaria, come lo sono le rivoluzioni del Sole. Pierre-Simon Laplace, marchese di Laplace nacque a Beaumont-en-Auge il 23 marzo 1749, stato un matematico, sico e astronomo francese durante il periodo napoleonico e mor a Parigi nel 1827. Mentre stava conducendo delle ricerche in sica con lo scopo di rispondere alla domanda: come si spiega la stabilit che caratterizza il sistema solare? venne attratto dallo studio della teoria della probabilit. Nel suo Essai philosophique
sur les probabilits, Laplace formalizz il procedimento matematico del ragionamento per induzione basato sulla probabilit. Laplace giunse alle stesse conclusioni del teorema di Bayes
4
tale teorema dedusse la regola di successione. Supponiamo che un evento abbia due possibili esiti: "successo" ed "insuccesso". La probabilit che il prossimo esito sia un successo :
s+1 n+2 , dove s il numero dei successi osservati precedentemente ed n il numero totale delle
Pr(il
prove osservate. Tale formula viene ancora oggi utilizzata come una stima della probabilit di un evento se si conosce lo spazio degli eventi, ma si dispone solo di un piccolo numero di campioni. Laplace calcol cos la probabilit che il
d+1 d+2 , dove d il numero di volte che il sole sorto in passato. Laplace era pienamente
sole sorga domani grazie alla espressione
Pr(il
consapevole dell'assurdit del risultato; subito dopo l'esempio, scrisse: Ma questo numero [cio, la probabilit che il sole sorger domani] molto pi grande per chi, considerando i principi che regolano i giorni e le stagioni nella totalit degli eventi, realizza che nulla all'istante attuale pu fermare il suo corso.
3 Frase
detta da Laplace al commento di Napoleone sull' Esposizione del sistema del mondo
del 1796: Lei ha scritto questo librone sulla fondazione del mondo senza menzionare una sola volta l'autore dell'universo. Quando Napoleone gli raccont l'accaduto, Lagrange comment: Ah, ma un'ottima ipotesi. Spiega tante cose!.
4 Il
fondamentali delle probabilit: il teorema della probabilit composta e il teorema della probabilit assoluta. Viene spesso usato per calcolare le probabilit a posteriori (posterior probabilities) date delle osservazioni. La probabilit di un evento A, noto un evento B risulta:
P ( A |B ) =
P (AB ) P (B )
104
Capitolo 12
Il mondo cambia forma
12.1 Euclide e la costruzione di un edicio solido:
gli Elementi
Non molto pi giovane di loro Ermotico di Colofone e Filippo di Medma Euclide; egli raccolse gli "Elementi", ne ordin in sistema molti di Eudosso, ne perfezion molti di Teeteto, e ridusse a dimostrazioni inconfutabili quelli che suoi predecessori avevano poco rigorosamente dimostrato. Visse al tempo del primo Tolomeo, perch Archimede, che visse subito dopo Tolomeo primo, cita Euclide; e anche si racconta che Tolomeo gli chiese una volta se non ci fosse una via pi breve degli Elementi per apprendere la geometria; ed egli rispose che per la geometria. i re. non esistevano vie fatte per Euclide era dunque pi giovane dei discepoli di Platone, ma
pi anziano di Eratostene e di Archimede che erano fra loro contemporanei, come aerma in qualche luogo Eratostene. Per le idee Euclide era platonico e aveva molto familiare questa losoa, tanto che si propose come scopo nale di tutta la raccolta degli Elementi la costruzione delle gure chiamate platoniche. (Proclo, Comm. Eucl., II, 68) Questo quello che ci riporta della vita di Euclide il losofo Proclo, che da quanto riporta quest'ultimo Euclide nacque circa nel 367 a.C., durante il regno di Tolomeo I e mor intorno al 283 a.C. L'opera che sicuramente lo rese celebre fu gli Elementi, infatti essa fu considerata per pi di duemila anni il libro sacro della geometria. L'opera consiste in 13 libri: i primi sei riguardanti la geometria piana, i successivi quattro i rapporti tra grandezze (in particolare il decimo libro riguarda la teoria degli incommensurabili) e gli ultimi tre la geometria solida. Euclide basa il suo lavoro su 23 denizioni, che trattavano i concetti di punto, linea e supercie e su 5 assiomi. 105
In un sistema deduttivo la dimostrazione di un teorema consiste nel far vedere che esso una conseguenza logica necessaria di alcune preposizioni precedenti, queste a loro volta devono essere dimostrate, e cos via. Tale procedimento avrebbe una regressione all'innito, a meno che non si ammette di fermarsi ad un certo punto. Si accettano quindi alcune proposizioni dette assiomi o postulati come veri senza bisogno di dimostrazioni. Tali postulati per devono essere coerenti, cio due teoremi da essi dedotti non possono essere in contraddizione tra loro, e devono essere completi cio da essi si deve poter dedurre ogni teorema del sistema. Tale questione accese un contrasto losoco tra formalisti e intuizionisti; ai primi interessava un approccio logico formale alla base dei postulati e ai secondi invece gli enti matematici erano come oggetti sostanziali in un regno di pura intuizione, obbiettivamente vere che descrivevano una realt esistente. Di quest'ultma losoa era Immanuel Kant, che concepiva la scienza a un livello fenomenico, dove i dati sensibili percepiti dai sensi devono essere ordinati dalle due forme pure dell'intuizione che sono spazio e tempo, e questo riordino avviene per opera dell'intelletto che Kant chiama Io Penso. l'io penso deve poter accompagnare tutte le mie rappresentazioni , in parole semplici Kant sosteneva che se percepissimo un oggetto, allora quest'ultimo sarebbe necessariamente spaziale ed euclideo. Euclide fu il fondatore del rigore in matematica. Gli elementi iniziano con concetti e denizioni molto semplici e gradatamente costruiscono un vasto corpo di risultati. L'opera ha un piano preciso ed una architettura che lo rende forte e vigorosa, tanto da essere stata intaccata per ben duemila anni. Tuttavia il materiale con cui Euclide costru le dimostrazioni il linguaggio umano, mezzo che spesso cela in se tranelli. sostenuta da solidi elementi strutturali? Quando qualcuno ci fornisce una denizione, pi la parola comune pi saremo spinti anche inconsciamente ad associarla a ci che la nostra memoria conserva su di essa. Euclide nei suoi Elementi, tent di dare denizioni a parole di uso comune come punto e retta. Domandando agli amici cos' un punto e cos' una retta, la risposta pi semplice e immediata che veniva da fornire era che il punto il segno della punta della matita e la retta un lo teso. Ma bisogna stare attenti a non confondere termini tecnici con le parole di uso quotidiano. Euclide non fece cos egli pens proprio i punti e le rette del mondo reale, e con tali concetti in testa formul i suoi postulati. Sui primi 4 postulati nemmeno monsignor de La Palice avrebbe avuto a che ridire, il verso nuovi orizzonti: 1. Congiungendo due punti qualsiasi, si ottiene un segmento di retta. 2. Ogni segmento pu essere prolungato all'innito in linea retta. 3. Dato un qualsiasi segmento, si pu tracciare un cerchio che ha come raggio il segmento stesso e come centro un estremo del segmento 4. Tutti gli angoli retti sono congruenti 5. Se si tracciano due rette che intersecano una terza in modo tale che la somma degli angoli interni da una stessa parte sia inferiore a due angoli retti, Quindi sicuro che l'opera sia
1
1 Kant,
106
allora le due rette, se prolungate sucientemente, debbano necessariamente intersecarsi da quella parte.
12.1.1
Un postulato equivalente al
Data una qualsiasi retta e un punto esterna ad essa, esiste una e una sola retta che passa per quel punto e non interseca mai la retta data, per quanto la si prolunghi. Euclide stesso considerava quest'ultimo postulato inferiore agli altri quattro, visto che n evit l'uso nelle prime 28 proposizioni. Nei secoli si susseguirono innumerevoli tentativi di dimostrare il lato.
postu-
Il matematico tedesco Georg Klgel (1739- 1812) critic ben ventotto egli cerc di denire retta parallela come il luogo dei In questo modo si aveva soltanto
dimostrazioni diverse, tutte sbagliate. Uno dei primi tentativi fu fatto da Proclo (IV secolo a.C.): punti aventi dalla retta una distanza ssa.
spostato la dicolt, si doveva infatti dimostrare che il luogo di questi punti eettivamente una retta. Girolamo Saccheri (1667-1733) e Johann Heinrich Lambert (1728-1777) tentarono di dimostrare il postulato delle parallele indirettamente, ammettendo il contrario e deducendone conseguenze assurde. Ma molto lontano dall'essere assurde, le loro conclusioni equivalevano ai teoremi della geometria non euclidea che doveva svilupparsi di l a quarant'anni dopo la morte di Lambert.
12.2
non-euclidee
Un russo, un ungherese e un tedesco, questo potrebbe sembrare l'inizio di una barzelletta ma non cos; si tratta in realt delle nazionalit di tre importanti matematici, che indipendentemente gli uni dagli altri, arrivarono alla costruzione di una nuova geometria. Lobaevskij (1792-1856). In una lettera al glio Jnos, il padre di Bolyai cerc di dissuadere il glio dall'impegnarsi su tali argomenti, la strada per nuove geometrie non era di certo la pi semplice da seguire ed aveva gi in passato fatto perdere tempo a molti matematici senza portare a nessun risultato. Tu non devi avvicinarti al problema delle parallele. questa via no in fondo. scienza delle parallele. Per nulla scoraggiato dalle parole del padre Jnos Bolyai pubblic i propri risultati e li fece giudicare a Carl Friedrich Gauss (1777-1855) che rispose: 107 Conosco Nel 1823 la geometria non euclidea venne scoperta da un matematico ungherese, Jnos Bolyai (1802-1860) e dal russo Nikolaj
Se cominciassi dicendo che non posso lodare questo lavoro, rimarreste certamente sorpreso per un istante. Ma non posso fare altrimenti. Lodarlo signicherebbe lodare me stesso. Il fatto che l'intero suo contenuto, il percorso seguito da vostro glio e i risultati a cui quel percorso l'ha condotto, coincidono quasi completamente con le mie meditazioni, che hanno tenuto in parte impegnata la mia mente negli ultimi trenta trentacinque anni. Gauss lo aveva preceduto, egli per non si era curato di pubblicare i suoi risultati perch temeva il giudizio dei loso kantiani. Risultati simili furono ottenuti in maniera indipendente dal tedesco Ferdinand Schweikart (1780-1859) ma siccome ne quest'ultimo ne Gauss pubblicarono i loro risultati, la priorit sull'argomento viene attribuita a Jnos Bolyai e Nikolaj Lobaevskij. Nasce cos nel XIX secolo la geometria iperbolica. Tale geometria prende per veritieri i primi 4 postulati di Euclide ma modica il
5,
ottenuta modicando quest'ultimo postulato, nel modo seguente: Data una retta r e un punto P disgiunto da r, esistono almeno due rette distinte passanti per P e parallele a r. In questa geometria la somma degli angoli interni di un triangolo iperbolico strettamente minore a
.
Per tale geometria vennero costruiti 4 modelli. della geometria iperbolica. Nel modello del disco di Poincar, lo spazio iperbolico formato dai punti interni ad un cerchio C. Le rette sono archi di circonferenza che intersecano il bordo del cerchio perpendicolarmente. Gli angoli che formano due di queste "rette" quando si intersecano in un punto sono quelli formati dalle rette tangenti nel punto. La distanza fra due punti denita in modo tale da crescere esponenzialmente quando uno dei due punti spostato verso il bordo del cerchio.
modello del disco di Poincar
Il modello del semipiano simile al modello del disco. Lo spazio iperbolico il semipiano del piano cartesiano formato dal I e dal II quadrante: l'asse delle ascisse non inclusa. Le "rette" sono archi di circonferenza ortogonali all'asse delle ascisse. Gli angoli sono quelli formati dalle rette tangenti. Nel modello di Klein lo spazio iperbolico (come nel modello del disco) l'insieme dei punti interni ad un cerchio C. Le rette sono per segmenti veri e propri: la maggiore semplicit nel descrivere le rette viene per pagata nella descrizione degli angoli, che sono distorti rispetto agli angoli euclidei: l'angolo formato da due rette non quello euclideo, ma dipende da questo tramite una formula opportuna.
modello di Klein
Nel modello dell'iperboloide lo spazio iperbolico descritto con l'ausilio dell'algebra lineare. Lo spazio iperbolico un iperboloide contenuto nello spazio tridimensionale, e le rette sono le intersezioni dell'iperboloide con un piano passante per il centro dell'iperboloide.Questo modello agevole per eettuare alcuni conti, perch si poggia sugli strumenti dell'algebra lineare. 108 Risulta per
meno intuitivo e pi dicile da visualizzare, perch contenuto nello spazio tridimensionale anzich nel piano. Ma quale sar la geometria da preferire per descrivere il mondo reale dato che nei capitoli precedenti abbiamo visto che la matematica il linguaggio del mondo? Gauss esegu un esperimento per risolvere la questione: misurare cio gli Se la somma
fosse minore di 180 allora la geometria pi adeguata sarebbe quella iperbolica se per triangoli piccoli, lo scarto da 180 nella geometria iperbolica poteva essere cos piccolo da non venir segnalato dagli strumenti di Gauss.
fosse esattamente 180 quella euclidea. Nulla era risolto dall'esperienza, perch
due "falde" di un iperboloide
Perci, nch
si preparano in esame propriet puramente locali dello spazio, la scelta tra le due geometrie deve essere fatta soltanto sulla base della semplicit e della convenienza. Un'altra importante geometria non euclidea fu ideata dal matematico Bernhard Riemann (1826-1866) ed la geometria ellittica. Dopo che la geometria iperbolica ebbe aperta la via alla libert nella costruzione delle geometrie, veniva spontaneo domandarsi se fosse possibile costruire geometriche non euclidee dierenti, in cui una retta non fosse innita ma nita e chiusa. Questa necessit non presupponeva di cambiare solo il
5postulato
costruire questo nuovo mondo basta immaginarci una supercie sferica in cui la retta denita come un cerchio massimo, in esso due rette distinte sono sempre incidenti, e quindi in un punto esterno a una retta non si pu tracciare nessuna retta a essa parallela. La distanza tra due punti la lunghezza del pi corto dei due archi di cerchio massimo che uniscono i due punti. Gli angoli si misurano come nella geometria euclidea.
12.3
tria
Ane, algebrica, analitica, aritmetica, assoluta, cartesiana, combinatoria, complementare, complessa, frattale, molecolare, neutrale, piana, proiettiva, simplettica, sintetica, solida sono solo alcuni tipi delle molte geometrie che si possono trovare oggigiorno. Esso godono di svariate propriet e di particolarit a seconda dei casi; Per esempio, la geometria cartesiana, quella cio studiata attraverso l'uso del sistema cartesiano pu essere facilmente estendibile alle dimensioni superiori: denendo spazi di dimensione 4 e oltre, come insiemi di punti aventi 4 o pi coordinate. Grazie all'algebra lineare, lo studio delle rette e dei piani nello Lo studio di questi oggetti strettamente collegato a spazio pu essere esteso allo studio dei sottospazi di uno spazio vettoriale, di dimensione arbitraria. quello dei sistemi lineari e delle loro soluzioni. In dimensione pi alta, alcuni risultati possono contrastare con l'intuizione geometrica tridimensionale a cui 109
siamo abituati. Ad esempio, in uno spazio di dimensione 4, due piani possono intersecarsi in un punto solo. Nella geometria ane il ruolo predominante dell'origine abbandonato. I sottospazi non sono vincolati, e possono quindi essere paralleli: questo crea una quantit considerevole di casistiche in pi. Lo spazio ane considerato (no alla scoperta della relativit ristretta) come lo strumento migliore per creare modelli dell'universo, con 3 dimensioni spaziali ed eventualmente 1 dimensione temporale, senza "origini" o punti privilegiati. Dal XIX secolo in poi l'algebra diventa uno strumento preponderante per lo studio della geometria. La geometria analitica viene progressivamente inglobata in un concetto pi ampio di geometria: nascono i "punti all'innito", creando cos la geometria proiettiva, e le coordinate di un punto non variano solo nei numeri reali, ma anche in quelli complessi. Formalizzata nel XIX secolo la geometria proiettiva nasce come strumento legato al disegno in prospettiva. I punti si incontrano nell' orizzonte nei cosiddetti punti all'innito eliminando cos, la presenza delle rette parallele e tutte le sue problematiche come anche due piani distinti si intersecano sempre in una retta. La geometria proiettiva anche un esempio di compatticazione: similmente a quanto accade con la proiezione stereograca, cio la proiezione dei punti sulla supercie di una sfera da un punto N della sfera stessa , aggiungendo i punti all'innito lo spazio diventa compatto, cio "limitato", "nito". La geometria algebrica verte essenzialmente sullo studio dei polinomi e delle loro radici: gli oggetti che tratta, chiamati variet algebriche, sono gli insiemi dello spazio proiettivo, ane o euclideo deniti come luoghi di zeri di polinomi. Nel XX secolo il concetto di variet algebrica assume un'importanza sempre maggiore. Rette, piani, coniche, ellissoidi, sono tutti esempi di variet algebriche. Lo studio di questi oggetti raggiunge risultati impressionanti quando le coordinate dello spazio vengono fatte variare nel campo dei numeri complessi: in questo caso, grazie al teorema fondamentale dell'algebra, un polinomio ha sempre delle radici. Lo studio della geometria nello spazio proiettivo complesso aiuta anche a capire la geometria analitica classica. Le curve nel piano cartesiano reale possono ad esempio essere viste come "sezioni" di oggetti pi grandi, contenuti nel piano proiettivo complesso, ed i teoremi generali validi in questo "mondo pi vasto e perfetto" si riettono nel piano cartesiano, pur in modo meno elegante. La geometria dierenziale lo studio di oggetti geometrici tramite l'analisi. Quest'ultimi non sono necessariamente deniti da polinomi, ma sono ad esempio curve e superci, cio oggetti che, visti localmente con una lente di ingrandimento, sembrano quasi rettilinei o piatti. Oggetti cio "senza spessore", e magari un po' curvi, come la supercie terrestre, che all'uomo sembra piatta, bench non lo sia. Tramite il calcolo innitesimale e la nozione di derivata, quindi possibile introdurre e studiare nozioni di fondamentale importanza, quali quelle di campo vettoriale, forma dierenziale, geodetica, curvatura. L'applicazione pi spettacolare della geometria dierenziale la formulazione della relativit generale, a cui fornisce gli strumenti per modellizzare lo spaziotempo. 110
I matematici hanno realizzato un gran numero di sistemi geometrici dierenti. Euclidei e non euclidei, in uno, due, tre o qualsivoglia numero di dimensioni. Tutti questi sistemi posseggono completa e uguale validit. Essi rappresentano i risultati delle osservazioni che i matematici fanno della loro realt, una realt molto pi profonda e molto pi rigida della realt dubbia ed esclusiva della sica [...]. Il compito di un matematico, dunque, semplicemente quello di osservare i fatti che riguardano il suo dicile ed intricato sistema di realt, quel complesso straordinariamente bello di rapporti logici che formano l'argomento della sua scienza, come se fosse un esploratore che osserva una lontana catena di montagne, e di registrare i risultati delle sue osservazioni su una serie di mappe, ciascuna delle quali una branca della matematica pura. G. H. Hardy(1877 1947)
111
112
Capitolo 13
Tra il vero e il falso
La logica diventata pi matematica e la matematica diventata pi logica.
1
13.1
Raccontare la storia della logica signica raccontare gli sviluppi intellettuali di una grande impresa collettiva, che ha coinvolto una moltitudine di pensatori piccoli e grandi. La storia prende piede pi di duemila anni fa, il padre fondatore della logica come disciplina autonoma pu essere considerato Aristotele (384 a.C- 322 a.C), egli stesso denisce nell'Interpretazione il campo d'azione della logica nel seguente modo: Dichiarativi sono i discorsi che possono essere veri e falsi. Il che non vale certo per tutti: la preghiera ad esempio, un discorso, ma non risulta n vera n falsa. Prescindiamo dunque dagl'altri discorsi, dal momento che l'indagine al loro riguardo pi pertinente alla retorica o alla poetica. presente considerazione. Semiotica, sintassi e semantica sono tre componenti fondamentali della logica, esse rispettivamente si occupano dei segni, sensi e signicati , determinando le condizioni di correttezza grammaticale, validit formale e verit sostanziale. I pensatori sono immagini di oggetti, le parole sono simboli di pensieri, e le lettere scritte sono simboli di suoni vocali. Lettere e suoni [cio scritture e lingue] non sono uguali per tutti, ma i pensieri e gli oggetti s.
2
1 Russell 2 Aristotele,
Interpretazione
113
La logica secondo Aristotele, che egli chiamava con il nome di analitica, fornisce gli strumenti mentali per arontare qualsivoglia tipo di indagine. Mostra come procede il pensiero, sulla base di quali elementi e secondo quale struttura. Il ragionamento vero e proprio non consiste solo nel giudizio ma in una sequela di giudizi opportunamente connessi. La connessione rigorosa e perfetta costituisce il sillogismo. Se tutti gli uomini sono mortali, e se Socrate un uomo allora Socrate mortale Il termine moderno di logica matematica stato assegnato da Giuseppe Peano. In buona sostanza ancora la logica di Aristotele, ma si pone dal punto di vista che considera la notazione con la quale viene scritta come branca dell'algebra astratta e combinatoria. L'anno di nascita della logica moderna il 1874.
13.2
Nel 1874 venne pubblicato per la prima volta L'analisi matematica della logica, manifesto che scaturisce appunto l'atto di nascita della logica matematica scritto dall'inglese George Boole. Nato a Lincoln nel 1815 da una famiglia proletaria, il giovane Boole studi da autodidatta e fu inuenzato da contatti occasionali con Duncan Gregory, un algebrista di Cambridge e Augustus De Morgan, un logico di Londra. Gli ottimi risultati conseguiti nello studio della logica gli consentirono di ricevere una cattedra al Queen's College di Cork, che tenne no alla prematura morte nel 1864. I risultati migliori furono L'analisi matematica della logica e Le leggi del
pensiero del 1854. Nelle sue opere Boole riusc a descrivere completamente la
teoria dei sillogismi in termini di equazioni algebriche e a stabilire un procedimento meccanico per la loro soluzione. Boole trasform la logica in un tipo di algebra conosciuta oggigiorno come algebra booleana.
13.2.1
tavole di verit
La logica proposizionale un linguaggio formale con una semplice struttura sintattica, basata fondamentalmente su proposizioni elementari, chiamate atomi che possono essere veri o falsi e su connettivi logici di tipo vero-funzionale. Le proposizioni atomiche vengono dunque rappresentate mediante lettere che fungono da variabile, e simboli speciali per i connettivi.
3
3 Il
Russell (1910)
Hilbert (1929)
Gentzen (1935)
a
&
&
114
Le denizioni vero-funzionali si possono descrivere in maniera compatta mediante tavole di verit, che furono utilizzate per la prima volta nel 1847 da Boole. Una tavola di verit una semplice tabella che descrive qual' il valore di verit di una formula composta. Esse non introducono nulla di nuovo rispetto alle denizioni, semplicemente si limitano a tradurle con formalismo ecace e suggestivo.
atomo V V F F
atomo V F V F
negazione F F V V
congiunzione V F F F
disgiunzione V V V F
implicazione V F V V
doppia impl. V F F V
Possiamo rappresentare le possibilit di verit medianti schemi di questa specie: V signica vero, F signica falso; le righe di V e F sotto la riga delle lettere proposizionali simboleggiano le loro possibilit in modo facilmente comprensibile.
4
13.2.2
Aristotele non interpretava la logica come valori di verit, o almeno non solo in termini di vero e falso. Riutato il principio di ambivalenza bisognava poter aggiungere appropriati valori di verit, senza per questo togliere tautologie. Boole propose di interpretare i valori di verit attraverso i numeri 1 (vero) e 0 (falso). Quindi la negazione di p si pu interpretare come 1-p e la congiunzione di p e q come il prodotto medesime. un esempio:
p q.
tavola di verit tradotte in questo linguaggio algebrico continuano ad essere le Boole fece i primi passi verso le assiomatizzazioni che furono poi sviluppate in seguito da molti altri personaggi. Le formule che seguono ne sono
xy =yx x (y z ) = (x y ) z x + (y z ) = (x + y ) (x + z ) x1=x x (1 x) = 0
13.3
4 Wittgenstein,
Tractatus
115
L'esser vero dierente dall'esser ritenuto vero, da uno, da molti o da tutti, e in nessun caso va ridotto a questo. Non c' contraddizione nell'esser certo di qualcosa che chiunque ritiene falso. Per leggi logiche io non intendo le leggi psicologiche del ritener vero, ma le leggi dell'esser vero [...]. Esse sono pietre di conne posate su fondamenta eterne, che il nostro pensiero pu sommergere, ma non smuovere. Questo pensiero centrale nella losoa di Gottlob Frege, schivo professore di Jena vissuto tra il 1848 e il 1925, la cui opera pi importante fu data alle stampe nel 1879 ed l'Ideograa. Un linguaggio in formule del pensiero puro
13.3.1
L'analisi logica riduce le pi semplici proposizioni del linguaggio alla struttura (s)oggetto- predicato , dove gli oggetti sono dati (materiali) e i predicati sono posizioni (mentali). Gli oggetti che nella logica proposizionale non venivano presi in considerazione, vengono invece ripresi nella logica predicativa attraverso i termini che ne costituiscono i nomi. Poich fra i termini ci sono le variabili, che fungono da nomi comuni, diventa possibile quanticarle parlando di tutti, qualcuno e nessuno dei loro possibili valori. Quante volte ci siamo trovati nella situazione di dire per tutti gli x (pentola) c' un y (coperchio). Pronunciando questa semplice frase abbiamo quanticato x e y, per tutti gli x c' un y. Tutte le pentole hanno un coperchio. Oltre all'aspetto dei soggetti la logica predicativa si occupa del verbo e delle sue accezioni, elencate in maniera sintetica ed ecace gi da Frege nel 1879 e dal formulario di Peano nel 1897, riporto a seguire una tabella contenente i principali verbi che vengono comunemente usati in matematica. accezione veridica esistenziale copulativa di appartenenza di inclusione di identit espressione simbolo
x x P ( x) xy xy x=y
Frenge fu il primo a dare un sistema corretto e completo di assiomi per la logica predicativa. Come dice in gran parte il titolo dell'opera Ideograa, egli sostitu il tradizionale stile soggetto/predicato della logica classica con concetti presi a prestito dalla teoria matematica delle funzioni, denendo concetti come funzioni, per cui ad un certo concetto dava un determinato valore di verit. Per esempio se come funzione vero e falso se
f ( x)
associo un colore,
x = rosso
ha valore
x = casa.
116
Nell'opera Uber sinn und bedeutung (Su senso e signicato) Frage aerma che per i termini singolari ad ogni segno corrisponde: un senso, cio il modo di darsi dell'oggetto e un signicato cio l'oggetto stesso per cui il segno st. Per gli enunciati il senso il pensiero espresso dall'enunciato e il signicato il valore di verit espresso dall'enunciato. Invece per quanto riguarda i predicati il senso il modo di darsi del concetto e il signicato il concetto stesso: una funzione il cui valore il valore di verit.
5
13.3.2
nel 1893 nei Principi dell'aritmetica. Egli formul: a ciascuna propriet P(x) corrisponde un insieme, necessariamente unico per il principio di estensionalit che si indica con
{x : P (x)}.
fra loro i tre livelli degli elementi, delle propriet e degli insiemi, esemplicati da gli uomini, l'uomo, e l'umanit. Esattamente i tre livelli esposti dagli universali. Applicando il principio di compressione si denisce l'insieme vuoto
= {x : x = x}
V = {x : x = x}.
Con i Principi dell'aritmetica Frege intraprese una corrispondenza con Bertrand Russell (1872 1970), tali discussioni portarono dentro alla storia della matematica un'altra questione spinosa da risolvere. Era il 16 giugno 1902. Caro collega, da un anno e mezzo sono a conoscenza dei suoi Principi del-
SENSO ENUNCIATI PREDICATI pensiero espresso modo di darsi del concetto universali sono un soo di voce
cazione dei suo membri ma tramite una propriet comune. Per esempio l'insieme
{2; 4; 6; 8}pu
essere descritto come l'insieme dei numeri pari contenuti strettamente tra 0 e 10.
117
dettagliato che intendevo fare del suo lavoro. in cui ho incontrato una dicolt.
Mi trovo completa-
mente d'accordo con lei su tutto l'essenziale. [...] C' solo un punto Lei dice che una funzione pu fungere da elemento indeterminato. Anch'io lo credevo, ma ora la cosa mi sembra dubbia a causa della seguente contraddizione. Sia R il predicato: essere un predicato che non pu essere predicato di se stesso. Pu R essere predicato di se stesso? Da ciascuna risposta segue il suo contrario. Dobbiamo dunque concludere che R non un predicato. Analogamente, non c' una classe di tutte le classi che non appartengono a se stesse. Ne concludo che, in certe circostanza, una collezione denibile non forma una classe. In altre parole, se
R = {x : x / x},
allora
xRx / x,
RRR / R.
La denizione di partenza di R non contraddittoria infatti, per esempio basta osservare che l'insieme di tutte le case del mondo non una casa, e dunque sta in R, mentre l'insieme delle cose che non sono case non una casa, e dunque non sta in R. solo quando ci si chiede se R stesso sta in R oppure no, che si ottiene una contraddizione. Era il 22 giugno 1902 e Frege scrive: Caro collega, molte grazie per la sua interessante lettera del 16 giugno. compiaccio che lei concordi con me su molti punti. [...] Mi La sua
scoperta della contraddizione mi ha causato la massima sorpresa e, direi quasi, costernazione, perch ha scosso le basi sulle quali intendevo costruire l'aritmetica. [...] Il secondo volume dei miei
13.4
permise a Gdel di studiare presso una scuola privata dove dimostr n da giovane una brillantezza negli studi, una preponderante introversione ma anche una cagionevole salute. Ammalatosi all'et di otto anni di febbre reumatica, tale esperienza lo condizion talmente tanto che svilupp una forte ipocondria che lo spinse all'ossessione che lo volessero avvelenare. Mor cos di denutrizione all'et di 72 anni. All'universit Gdel si dedic alla possibilit di poter estendere la logica predicativa di Frege, che a sua volta aveva esteso dalla sillogistica di Aristotele. Come tesi di laurea, nel 1929, arriv alla conclusione che il sistema 118
Un altro proble-
ma, proposto da Hilbert, stava per stimolando la sua curiosit: era possibile dimostrare che nei sistemi matematici usuali non si pu arrivare a contraddizioni come quella che Russell aveva scovato nel sistema di Frege? Nella tesi del suo dottorato del 1931 Gdel ne diede la sua risposta negativa: nessun sistema matematico pu dimostrare di non essere contraddittorio, e deve cercare all'esterno le assicurazioni della propria consistenza. Gdel infatti dimostr che la coerenza di un sistema tale proprio perch non pu essere dimostrata.
13.4.1
Leggendo qualsivoglia libro il lettore non riuscir mai ad apprendere la totalit degli eventi. menticato o qualche frase generale che non si soermi nei minimi particolari. Spesso della vita di un personaggio conosciamo solo cosa fece in un determinato periodo ma spesso della sua infanzia, per esempio, non abbiamo alcuna informazione. Opere letterarie, aspetti espliciti ed impliciti, e critica letteraria possono corrispondere metaforicamente a sistemi formali, assiomi e teoremi, e dimostrazioni. Gdel nel primo dei suoi due famosi teoremi aerma proprio Quindi ci che si pu questa idea: nessun sistema formale pu descrivere una realt matematica possibile e sucientemente complessa in modo completo. mondo platonico.
9
dimostrare in un sistema formale non altro che una parte di ci che vero nel Questo quello che accade anche quando guardiamo l'universo o un semplice paesaggio, non riusciremo mai ad osservarlo nella sua immagine completa. Il Teorema di Gdel compare come la Proposizione VI del suo scritto del 1931 Sulle proposizioni formalmente indecidibili dei Principia Mathematica e
r)
appartengono a Flg
coerente e ricorsiva corr tali che n Gen r n Neg (v (k ) (dove v la variabile libera di r )
Personalmente, l'enunciato cos esposto mi sembra scritto in sanscrito antico, infatti pi di mezzi termini hanno per me un signicato oscuro. Cercando di tradurlo in un linguaggio pi comprensibile, compiendo una sorta di parafrasi come si fa generalmente quando si traduce in lingua corrente un canto di Dante, il teorema potrebbe apparire in questa formula: tutte le assiomatizzazioni coerenti dell'aritmetica contengono proposizioni indecidibili.
8 nessuno
riuscir mai a dimostrare se tale aermazione sia vera o falsa; se infatti fosse
vera, allora la frase non sarebbe veramente falsa se invece la proposizione fosse falsa, allora il contenuto si capovolgerebbe ( come se dicesse "Questa frase vera") quando abbiamo appena aermato il contrario.
9 Gdel
un gran sostenitore del platonismo, egli vedeva nella matematica una for-
ma di conoscenza reale e non puramente astratta o concettuale, nonostante prescinda dall'esperienza dei sensi e si basi esclusivamente sull'ituizione mentale.
119
Il primo teorema di incompletezza dimostra che qualsiasi sistema che permette di denire i numeri naturali necessariamente incompleto: esso contiene aermazioni di cui non si pu dimostrare n la verit n la falsit. Con qualche semplicazione possiamo aermare che in ogni formalizzazione coerente della matematica possibile costruire una proposizione sintatticamente corretta che non pu essere ne dimostrata ne confutata all'interno dello stesso sistema.
13.4.2
secondo teorema
Se un giorno vi capitasse di incontrare per strada una persona che vi fermi e vi dica: Io non sono matto! che cosa pensereste? Le persone normali in genere non hanno bisogno di farlo sapere oppure da un matto ci si pu aspettare qualsiasi frase anche la negazione della sua stessa condizione, probabilmente questi sarebbero i pensieri pi comuni. La medesima situazione si presenta per i sistemi formali. Un sistema inconsistente (quindi matto) se esso prova qualunque formula. I soli sistemi che provino la propria consistenza, cio aermino di non essere matti, sono appunto quelli che sono inconsistenti. Tale idea era gi stata formalizzata da Kant, che rivista e adattata alla situazione pu essere espressa come: se la ragione vuole essere consistente, allora non pu essere completa, nel senso di poter decidere ogni problema che essa si ponga. Se sostituiamo ragione con sistema formale, si ottiene una formulazione del teorema di Gdel. Sia T una teoria matematica sucientemente espressiva da contenere l'aritmetica: se T coerente, non possibile provare la coerenza di T all'interno di T. Detto in altre parole e semplicando: nessun sistema coerente pu essere utilizzato per dimostrare la sua stessa coerenza. Gdel metteva cos in evidenza che la dimostrabilit una nozione pi debole della verit, indipendentemente dal sistema assiomatico considerato, ma non credeva che i suoi teoremi avrebbero distrutto la fede nella matematica. Egli voleva dire semplicemente che la completezza dell'aritmetica non poteva essere dimostrata dagli assiomi dell'aritmetica, ma occorreva qualcos'altro.
120
Capitolo 14
Una storia annodata
14.1
Ogni giorno prima di uscire di casa ci allacciamo le scarpe, questo semplice gesto pu sorprendentemente nascondere in se una teoria matematica: la Teoria dei nodi. Trattare in maniera approfondita l'argomento implicherebbe la realizzazione a s stante di un libro, cercher quindi di fornire un percorso di attitudine pi storica che geometrico- topologica riguardo l'argomento. Che cos' un nodo? In maniera elementare lo si pu pensare come una curva chiusa. Di un nodo un matematico si pu domandare: davvero annodato? Se rappresentiamo in un foglio la proiezione dell'ombra di una corda annodata istintivamente si potrebbe pensare che qualsiasi scarabocchio un po' contorto fatto da una linea che si interseca ripetutamente prima di chiudersi sia annodata. Ma l'esempio creato dal matematico Thistlethwaite confuta questa frettolosa ed istintiva risposta. Come possiamo allora vericare che una curva tracciata sia eettivamente un nodo? Altra domanda importante per un matematico: quando un nodo equivalente ad un altro? Cio un nodo pu essere deformato no ad assumere la forma dell'altro? Quando si riesce a scioglierlo? Alessandro Magno risponderebbe sempre, infatti fu proprio lui a sciogliere il leggendario nodo gordiano. A Gordio di Fregia il carro di re Mida era legato al suo giogo da un nodo tanto stretto e complicato, che si diceva che colui che fosse riuscito a scioglierlo sarebbe diventato re del mondo intero. Nel 333 a.C. Alessandro Magno giunse a Gordio e sciolse il nodo tagliandolo con la spada. Il problema rimase dunque insoluto. Riformulando in maniera pi intelligente la domanda diremo: si riesce sempre a sciogliere un nodo senza tagliarlo? La risposta no, ma per riceverla dovremmo attendere il 1910. 121
Il non-nodo di Thistlethwaite
14.2
la matassa
Nel 1771 Alexandre-Thophile Vandermonde (1736-1769) scrisse il primo saggio sulla teoria matematica dei nodi, riconoscendoli come oggetti di una geometria di posizione, ignoravano cio dimensioni e calcolo delle qualit.
William Thomson, meglio conosciuto come Lord Kelvin (1824-1907), riport l'interesse alla teoria dei nodi ipotizzandola come possibile struttura della materia, chiese allora aiuto all'amico Peter Guthrie Tait (1831-1901) che assieme al reverendo Penyngton Kirkman(1806- 1895) cerc di catalogarli. Pubblicarono una tavola contenente nodi non alternati con un Intanto le teorie di Lord Kelvin a numero inferiore e pari a 10 incroci.
L'interesse per l'argomento non si spense mai tra i matematici e nel 1910 Max Dehn diede una descrizione algebrica dei nodi, dimostrando cos che non tutti i nodi si possono sciogliere, riducendoli al nodo nullo (cerchio) mediante opportune deformazioni e senza romperli.
Nel 1928 James Waddell Alexander(1888-1971) introdusse un polinomio che prende il suo nome: il polinomio di Alexander che tiene conto del modo in cui avvengono le disposizioni degli incroci. Il polinomio assicurava che se due nodi possedevano due dierenti polinomi allora anche i nodi erano dierenti, ma purtroppo due nodi con lo stesso polinomio potevano essere diversi.
Alla ne degli anni Sessanta del Novecento John Horton Conwey (1937) introdusse due operazioni che potevano servire da base come invariante del nodo: ip e smoothing. incroci o per scioglierli. Una sorta di taglia e incolla per cambiare
Vaughan Jones (1952), dallo studio delle algebre di von Neumann, arriv indirettamente alla teoria dei nodi fornendo un ulteriore strumento di valutazione dei nodi: il polinomio di Jones. Seppur pi potente del polinomio Alexander, quello di Jones non fornisce una classicazione completa, per esempio non distingue un nodo sinistrorso da uno destrorso. Questo particolare problema venne risolto nel 1985, quando venne alla luce il polinomio HOMFLY(PT): composto dalle iniziali di 6 studiosi che indipendentemente gli uni dagl'altri arrivarono alla stessa conclusione.( Hoste, Ocneanu, Millet, Freyd, Lickorish, Yetter,( Przytycki e Traczyk)). Pi potente dei precedenti ma non ancora perfetto.
122
14.3
der
Esistono vari tipologie di strutture con corde e la principale distinzione tra nodi, links e braids (trecce). Dalla teoria delle trecce, sviluppata dal matematico Emil Artin (18981962), James Waddell Alexander svilupp il suo polinomio considerando i nodi come delle trecce chiuse.
14.4
Kurt Reide-
meister
Kurt Reidemeister forn un metodo per rappresentare semplicemente un nodo, fornendo la proiezione sul piano. L'uso sempre pi frequente del calcolatore forn un grande aiuto per l'applicazione dell'algoritmo di Wolfgang Haken (1928), che permetteva di scoprire se un nodo poteva sciogliersi.
14.5
fattori primi
Nel 1949 Horst Schubert dimostr il teorema della scomposizione di un nodo in fattori primi. La somiglianza tra l'insieme dei nodi dotato dell'operazione di composizione (consiste nel giustapporre i nodi unendo i capi) e l'insieme dei numeri interi positivi dotato dell'operazione di prodotto ha suscitato parecchie speranze: si possono pensare i nodi come rappresentazione geometrica dei numeri?
14.6
Il dna,lungo lamento di circa un metro di geni ripiegato su se stesso che risiede nel nucleo di una cellula del diametro di 5 milionesimi di metro, eettua le stesse identiche operazioni di ip e smothing nell'operazione di topo-isomerasi (enzimi specializzati nella duplicazione e nell'impacchettamento). Quando il DNA si replica, si divide in due copie identiche: 123
il problema capire come questo possa venire in maniera eciente, visto che gi l'analoga divisione dei li che compongono una corda produce complicati annodamenti.
Mentre gli invarianti di Alexander non erano in grado di arontare i ripiegamenti del DNA, risultati interessanti in questo campo vengono espressi dagli invarianti di Jones. Nol solo nella biologia ma soprattutto nella sica possiamo ritrovare i maggiori sviluppi e nuovi impulsi del polinomio di Jones. Fu proprio l'interpretazione sica del polinomio a fornire una spiegazione del tutto elementare degli invarianti, grazie ad uno strumento della sica teorica moderna, il bracket di Kauman.
14.7
delle stringhe
I nodi sono oggi di attualit grazie alla teoria delle stringhe (dall'inglese corde), che dovrebbero essere i costituenti ultimi della materia, e di cui le particelle elementari sarebbero modi di vibrazione in spazi multidimensionali. Molte delle idee matematiche della teoria delle stringhe hanno radice nei lavori di Edward Witten (1951) che trov insospettate relazioni con il mostro di Fischer-Griess in teoria dei gruppi, i polinomi di Jones in teoria dei nodi e gli spazi esotici di Donaldson in topologia.
14.8
Testi di riferimento:
Dio un matematico, La scoperta delle formule
nascoste dell'universo, Rizzoli, Milano, 2009 (cap 8) [SOS] Alexei Sossinsky: Nodi, Genesi di una teoria matematica , Bollati Boringhieri Scienze, Torino, 2000 Letture pi speciche vengono fornite dalla bibliograa di Sossinky nel libro Nodi, Genesi di una teoria matematica
124
Capitolo 15
L'irragionevole ecacia della matematica
15.1 La sfera di cristallo: accuratezza ed ecacia
1 Misura la forza con cui un elettrone interagisce con un campo magnetico 2 Un muone (dalla lettera greca m usata per rappresentarla, che, in ambito scientico)
particella fondamentale con carica elettrica negativa e uno spin semi-intero di 1/2.
una
3 In
sica, lo spostamento di Lamb, dal nome del suo scopritore Willis Lamb (1913- 2008),
una piccola dierenza di energia tra i due livelli energetici dell'atomo di idrogeno.
125
Nel 2006 un gruppo di sici di Harvard riusc a calcolare il momento con una precisione pari a otto parti per trilione. La cosa che sbalordisce di pi il fatto che i due risultati coincidono perfettamente. L'accuratezza matematica diventa quasi incredibile. Questo non che un semplice esempio del potere predittivo della matematica. Sono molte le teorie siche basate inizialmente su oggetti non ancora scoperti che poi risultano esistere realmente. Questa la storia di tre particelle chiamate bosoni
W+ , W e Z ,
ipotizzati vent'anni prima dai sici Steven Weinberg (1933), Sheldon Glashow (1932) e Abdus Salam (1926- 1996) nella loro teoria elettrodebole. Stessa sorte toccata alle onde elettromagnetiche, scoperte del sico tedesco Heinrich Hertz (1857- 1894) vent'anni dopo che la teoria elettromagnetica classica di James Clerk Maxwell (1835- 1879) prediceva come i campi elettrici o magnetici generino onde che si propagano. C' qualcosa di meraviglioso in tutto ci, la scienza stupisce e continua a stupire ogni giorno di pi. Tale meraviglia venne espressa dal sico Eugene Wigner (1902- 1995) : Il linguaggio della matematica si rivela irragionevolmente ecace nelle scienze naturali [...] un dono meraviglioso che non comprendiamo n meritiamo.
15.2
zione o scoperta?
Rispondere se la matematica una invenzione o una scoperta non una cosa semplice. Fior ore di loso, matematici, sici e molti altri hanno tentato di dare una risposta a questo dubbio amletico: invenzione o scoperta? Quello che intendo fare in questo paragrafo fornire alcune di queste opinioni sul tema, per poter in parte cercare di capire se si pu giungere a una risposta. Il neurobiologo Jean- Pierre Changeux (1936) si interroga su questo fatto: Come pu uno stato sico, interno al nostro cervello, rappresentare un altro stato sico esterno ad esso? Secondo gli scienziati cognitivi contemporanei la matematica un invenzione: se infatti quest'ultima fosse anche intesa totalmente come frutto di scoperte, sarebbero state compiute da matematici umani per mezzo dell'uso del loro cervello. Scrive Jean- Pierre Changeux in Pensiero e materia : La ragione per cui gli oggetti matematici non hanno nulla a che fare con il mondo sensibile riguarda [...] il loro carattere generativo, la loro capacit di produrre altri oggetti. Il punto che qui va evidenziato che esiste nel cervello ci che si pu chiamare un compartimento cosciente, una sorta di spazio sico per la simulazione e la 126
creazione di nuovi oggetti [...]. Per alcuni aspetti, questi nuovi oggetti matematici sono come esseri viventi: al pari degli esseri viventi, sono oggetti sici suscettibili di un'evoluzione molto rapida; diversamente dagli esseri viventi, con la particolare eccezione dei virus, si evolvono nel nostro cervello Un' ulteriore aermazione pro invenzione la troviamo nel saggio Da dove viene
[considera la matematica come scoperta] nei giorni feriali e un formalista [considera la matematica un'invenzione] la domenica. Cio quando fa matematica convinto di avere a che fare con una realt oggettiva di cui sta cercando di determinare le propriet. Ma poi, quando viene sdato a fare un resoconto losoco di questa realt, trova pi facile ngere che dopotutto non ci crede. Perci, contrariamente alla precisione e all'accuratezza che contraddistinguono le aermazioni in matematica, qui siamo di fronte a una divergenza di opinioni pi tipica dei dibattiti losoci o politici. Dovremmo sorprenderci? No davvero. Chiarire se la matematica sia stata inventata oppure scoperta una questione che non attiene alla matematica. [...] Di conseguenza, forse i matematici non sono i meglio attrezzati per rispondere a questa domanda. Mario Livio, Dio un matematico Ragionevolmente pensata dalla mente umana ma irragionevolmente applicabile alla realt la matematica un mondo meraviglioso che non smetter mai di stupire e far parlare di s.
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Bibliograa
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Dio un matematico,
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delle scientie mathematice. Diligentemente rassettato, et alla integrita ridotto, per il degno professore di tal scientie Nicolo Tartalea brisciano. Secondo le due tradottioni. Con vna ampla espositione dello istesso tradottore di nuouo aggiunta, www.e-text.it
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