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Introduzione

alla Scienza
dei Materiali
Prof. Alessio Bosio (alessio.bosio@unipr.it)

LEZIONE UNO

PAGINA 1
I materiali: cosa sono e perché studiarli.

Alchimia Greco-Alessandrina 323 ac – 529 dc

I materiali: cosa sono e I primi alchimisti alessandrini sono artigiani a tutti gli
effetti di notevole livello tecnico, ma ciò che più ci
perché studiarli. interessa è che si dedicano a quattro antichissime
tecniche: la lavorazione dei metalli (oro e argento), la
Differenza tra Scienza e preparazione di pietre preziose sintetiche e perle, la
Tecnologia dei materiali. Hermes intermediario tra tintura delle stoffe in porpora.
mondo divino e mondo umano

Alcuni esempi fuori dal comune:


Bussola dei vichinghi, E’ noto l’alto livello raggiunto dagli arabi
Katana, nelle estrazioni delle essenze profumate e
Vaso di Licurgo, naturali, nella fabbricazione di acciai, nella
Polvere pirica. preparazione di smalti bianchi e colorati,
nella fabbricazione di vetri e di gemme
sintetiche, che a poco prezzo consentivano
di abbellire in modo sontuoso uomini e cose
senza venire meno alla semplicità di fondo
prescritta dal Corano.
Alchimia arabo-islamica PAGINA 2
I materiali: cosa sono e perché studiarli.

L’alchimia nel medioevo, altamente ostacolata dalla chiesa, si riduce


meramente al ruolo di medicina naturale. Mantiene un suo ruolo nella
ricerca della pietra filosofale, necessaria per trasformare i metalli in oro.

Nel rinascimento nasce la chimica come studio sistematico della natura e si


cominciano a studiare i materiali per le loro proprietà intrinseche e non
solo perché si usano. Con l’avvento della scrittura a caratteri mobili si
scrivono i primi trattati.
Come scienza, la Chimica nasce nel XVIII secolo, quando si inizia a seguire
con misure quantitative il decorso dei fenomeni, in questo caso le reazioni
chimiche, mediante misure di peso e volume. Non a caso la legge del
principio di conservazione suona così: "la massa totale di tutti i prodotti di
una reazione è uguale alla massa dei prodotti di partenza" (legge di
Lavoisier), e non è che la versione chimica del più famoso "nulla si crea,
nulla si distrugge". È questa la morte definitiva delle illusioni alchemiche.
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I materiali: cosa sono e perché studiarli.

È solo all’inizio del XX secolo che la Fisica pone le basi della Meccanica
quantistica, teoria che spiega, a livello microscopico, come è fatta la
materia. L’idea di Democrito è più che mai attuale, ovvero la materia è
costituita da particelle (atomi) che si legano mediante la condivisione di
elettroni (legami).

Si cominciano a comprendere nel dettaglio molti dei comportamenti delle


varie sostanze: in base al tipo di legame tra gli atomi si osservano
comportamenti diversi e si possono fare le prime classificazioni: materiali
inorganici come i metalli e loro leghe, gli isolanti (elettrici) e i
semiconduttori che si distinguono dai materiali organici a base di carbonio
e idrogeno come ad esempio i polimeri naturali o derivati dal petrolio.

Grande impulso alla scoperta di nuovi elementi/materiali con proprietà


innovative viene dato dalla Tavola periodica degli elementi.

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I materiali: cosa sono e perché studiarli.

Nasce una nuova scienza: la SCIENZA DEI MATERIALI che si occupa principalmente
di studiare le proprietà fisico-chimiche delle sostanze per poterle utilizzare nella
1. SCOPERTA maniera più appropriata. Si scoprono nuove proprietà come la superconduttività e la
superfluidità o l’emissione di luce coerente (laser), ecc…
2. UTILIZZAZIONE
3. MIGLIORAMENTO Nuove scoperte: ruolo fondamentale della RICERCA
4. INGEGNERIZZAZIONE

Applicazioni

MEDICINA, SPORT,
AMBIENTE, ELETTRONICA,
INFORMATICA, TRASPORTI,
COMUNICAZIONI (cioè la vita
di tutti i giorni).
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• SCIENZA DEI MATERIALI: studio delle relazioni struttura-proprietà-
a
si c
Ch

applicazioni.
Fi
im

Progettazione di nuovi materiali con definite caratteristiche strutturali


ica

e/o funzionali
Scienza
dei
Materiali • TECNOLOGIA DEI MATERIALI: ingegnerizzazione in sistemi più o meno
complessi (dispositivi).
Suggerimenti/richieste per ottenere/caratterizzare materiali con le
volute proprietà
Ingegneria

Dal Silicio al computer

Tecnologia dei
Materiali

A volte grandi scoperte avvengono per caso

Bell Tel. Lab. Vigilia di Natale 1947 PAGINA 6


Metalli, polimeri e gomme naturali, compositi, ceramiche e vetri

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La bussola dei Vichinghi
Dalla locandina del film «Eric il Vichingo»

Nave «Osberg» museo di Oslo

Come facevano i vichinghi a orientarsi in mare?

La bussola è stata scoperta in Oriente, ma


utilizzata in Europa solo dopo il XII secolo…

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La bussola dei Vichinghi

Cordierite, da P.L.A. Cordier, geologo francese


(1777-1861)
• formula: (Mg, Fe2+)2Al3(AlSi5O18)
• pietra del sole, bussola dei Vichinghi
• è pleocroica (= molti colori )
osservazione
• cambia colore con la direzione di 
polarizzazione

passando  da blu-indaco
 a giallo-paglierino

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La bussola dei Vichinghi
Il pleocroismo di undel
Dalla locandina cristallo si manifesta
film «Eric il Vichingo»con il cambiamento di
colore al cambiare dell’angolo fra direzione di polarizzazione della
luce incidente e una direzione definita del cristallo…
Pleocroismo…
direzione di polarizzazione
della luce incidente

Colore…

Polarizzazione
della luce…
il cristallo viene ruotato rispetto alla direzione di polarizzazione della luce incidente

… la luce del cielo è in parte polarizzata: un cristallo pleocroico


potrebbe essere (o essere stato) utilizzato per mettere in evidenza la
diversa polarizzazione del cielo …
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Cos’è il Colore
Il colore degli oggetti dipende dall’illuminazione a cui sono sottoposti.
Uno dei grandi risultati di Newton fu dimostrare che i colori sono contenuti
nella luce e che il loro manifestarsi è dovuto all’interazione fra luce ed
oggetti.

Il colore dipende anche dalla fisiologia dell’occhio umano e del cervello


(ad esempio la percezione cromatica varia con l’intensità
dell’illuminazione). L’analisi del colore coinvolge perciò lo studio della
luce e della sua interazione con la materia e lo studio della neuro-fisiologia
della visione.

Scomponendo la luce bianca con un prisma (od un reticolo di diffrazione)


si ottiene come risultato uno spettro di colori, detti colori spettrali puri, dal
rosso al violetto, passando per il giallo, il verde, il blu e varie tonalità
intermedie. Dal punto di vista fisico della teoria ondulatoria, la luce
appartenente ad una zona ristretta dello spettro è descrivibile da un’onda
tramite un unico parametro, la lunghezza d’onda λ. La luce visibile spazia
da λ ≈ 400nm (violetto) a λ ≈ 700nm (rosso).

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Polarizzazione della luce
Il piano di polarizzazione di un’onda elettromagnetica è il piano formato
dalla direzione di propagazione e dal vettore E. Le polarizzazioni possibili
sono lineare, circolare o ellittica; se la luce che stiamo considerando è il
risultato di molti fasci (sovrapposizione di molte onde) luminosi non
correlati, cioè con una relazione di fase non definita, allora la luce viene
detta non polarizzata.

Domande:
• come si ottiene la luce polarizzata ?
• esiste in natura?

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Polarizzazione della luce
la luce può essere polarizzata

• per riflessione
• usando lamine polarizzanti (Polaroid)
• per diffusione da parte di molecole
•…
•… particelle: piccole medie grandi

luce incidente

molecola dell’aria prevale il rosso

Sole prevale il blu

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Polarizzazione della luce
la luce può essere polarizzata luce non polarizzata
proveniente dal Sole
molecola
• per riflessione d’acqua

• usando lamine polarizzanti (Polaroid)


• per diffusione da parte di molecole
•…
luce polarizzata
•… particelle: piccole medie grandi verticalmente luce trasmessa
non polarizzata
luce polarizzata
luce incidente
orizzontalmente

molecola dell’aria prevale il rosso

Sole prevale il blu

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Pleocroismo
struttura microscopica della cordierite:
La luce del Sole diffusa dalle molecole dell’atmosfera è polarizzata: costituta da mattoni (parallelepipedi) a loro
es. molecola di H2O volta contenenti unità più semplici

La maggior parte (~50%) della luce del cielo che ci arriva è


polarizzata orizzontalmente

Come interagisce con la materia?

Il campo elettrico E, penetrando nella materia (cristallo) fa oscillare le


cariche (elettroni) nella direzione di propagazione dell’onda e.m. nel
piano in cui è polarizzata. la struttura è diversa se osservata lungo le tre
direzioni corrispondenti ai lati del parallelepipedo
Se il cristallo è anisotropo, cioè se presenta proprietà diverse nelle tre
direzioni dello spazio, può mostrare colorazioni diverse in funzione
della sua orientazione rispetto al piano di polarizzazione della luce
incidente.

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Pleocroismo
• se si guarda nella direzione del lato lungo (a) del parallelepipedo,
il colore è:
luce
incidente
 blu-indaco se la direzione di polarizzazione della luce è parallela a

b=0.97nm
uno dei lati corti (b)

 paglierino se è parallela all’altro lato corto (c) c=0.94nm


a=1.7nm

Intorno al 1950 il National Bureau of Standards degli USA ha


sviluppato un modello di bussola, basato sul medesimo principio; la
Marina e l’aeronautica degli USA la sperimentarono e le linee aeree
Scandinave (SAS) la adottarono per parecchi anni sui voli polari
dove la bussola magnetica può imprecisa.
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Riassumendo
• La luce del sole che arriva sulla superficie della terra è
essenzialmente luce diffusa.
luce
• La diffusione da parte delle particelle (pulviscolo, molecole) incidente

b=0.97nm
atmosferiche non è uguale per tutte le lunghezze d’onda (colori); le
componenti vicine al blu vengono diffuse molto di più delle
componenti attorno al rosso. c=0.94nm
a=1.7nm
• Circa il 50% della luce che vediamo è polarizzata orizzontalmente.

• In un cristallo di cordierite, come in figura, la polarizzazione della


luce su un piano orizzontale mostrerebbe un colore paglierino.

• La polarizzazione su un piano orizzontale proviene soprattutto


dall’orizzonte e sarà tanto più intensa tanto più il sole è vicino
all’orizzonte e tanto più la direzione incidente coincide con la
direzione in cui si trova il sole.

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Esiste qualche utilizzo pratico
della polarizzazione della luce?

Occhiali da sole: film sottile depositato


sulle lenti (direzione di polarizzazione fissa
– verticale)

Filtri per obiettivi fotografici: possono


essere ruotati di 360 ° per poter scegliere
la direzione di polarizzazione.

Pellicole «Polaroid»: usate per togliere le


riflessioni da vetri, monitor, schermi di
cellulari, tablet, ecc…

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IL FERRO, L’ACCIAIO E LA GHISA
Il primo ferro conosciuto fu il ferro meteorico che venne LA KATANA
considerato un prezioso dono del cielo; ancora oggi è arma o forma d’arte?
riconoscibile negli oggetti perché particolarmente ricco di Nichel.
Nell’uso comune si dice «ferro» anche se si tratta di leghe che
questo elemento forma molto facilmente con altri elementi,
principalmente con il carbonio e che, a seconda del contenuto
percentuale di quest’ultimo, prendono il nome di acciai (da circa
lo 0,05% al 2% C) e di ghise (dal 2% al 5-6% circa).

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IL FERRO L’ACCIAIO E LA GHISA

La spada giapponese ha come caratteristiche di LA KATANA: arma o forma d’arte?


eccellenza, anche se contrastanti tra loro,
l’efficace resistenza alla rottura e alla flessione
e l’efficiente taglio durissimo.

Come hanno fatto gli artigiani cinesi e coreani


prima e giapponesi poi, a lavorare il ferro per
ottenere una tale perfezione? (dal IV sec a.c.)

Conoscenze empiriche
valide ancora oggi!
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Il procedimento costruttivo tradizionale viene ancor
oggi tramandato di generazione in generazione, dal LA KATANA: arma o forma d’arte?
mastro forgiatore all'allievo. La tecnica di forgiatura
prevede generalmente le seguenti fasi:

preparazione dei materiali per la fusione: grande quantità di carbone,


pezzi di ferro sminuzzato e minerale di ferro fusi in una fornace (tatara),
all'aperto; il pezzo d'acciaio di fusione viene quindi raccolto in una
ciotola apposita e trasformato in un blocco approssimativamente cubico
d'acciaio.

pulizia delle crepe e delle irregolarità: il blocco cubico grezzo viene


sottoposto a pulizia, poi forgiato e trasformato in un parallelepipedo
grezzo e irregolare, quindi ulteriormente forgiato e sezionato a metà.

forgiatura: il parallelepipedo d'acciaio viene sottoposto a forgiatura,


portandolo al calor rosso e battendolo, piegandolo e ribattendolo fino a
quindici volte, fino ad ottenere una stratificazione dell'acciaio.
Forgiatura PAGINA
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forgiatura finale: per ottenere la forma finale della spada, si
uniscono due tipi d'acciaio, uno dolce e uno duro, formando
un'anima interna (acciaio dolce), un filo e un dorso esterni LA KATANA: arma o forma d’arte?
(acciaio duro).

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tempratura: la lama viene portata al calor rosso, poi viene
immersa in acqua tiepida circa a 37° C. Ma non tutta la lama
LA KATANA: arma o forma d’arte?
deve essere temprata, anche perché la parte interna poco ricca in
carbonio non si tempra affatto. Solamente la parte del filo deve
essere molto dura, è qui che la tempra svolge la sua funzione
principale. Questa parte può diventare così dura da non
presentare alcun graffio, anche dopo aver ricevuto numerosi
colpi.

Per fare questo la lama viene ricoperta di argilla in maniera


differente nelle varie parti (l'argilla è un isolante, per cui, dove
c'è più argilla la zona risulterà meno temprata, viceversa dove
ce n'è di meno).

rifinitura della lama: fase finale di competenza di un artigiano


specializzato. Questa pratica conferisce grande bellezza ed
eleganza alla lama e ne conferisce l'affilatura.

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ACCIAIO (Fe-C)
L'acciaio è una lega ferrosa composta principalmente da ferro e
carbonio, quest'ultimo in percentuale non superiore al 2,06%;
oltre tale limite, le proprietà del materiale cambiano e la lega
assume la denominazione di ghisa. TECNOLOGIA
il processo produttivo

1. Non semplice ferro, ma ACCIAIO

2. FORGIATURA, costruzione del


sistema lamellare.
La sua struttura intima è soprattutto cristallina. Un pezzo di
acciaio, quindi, è costituito da un insieme di grani più o meno
grandi e regolari, ciascuno a sua volta costituito da cristalli uniti
3. TEMPRATURA differenziale
senza un’orientazione preferenziale. Ogni cristallo poi è
strutturato secondo un reticolo cristallino regolare, nei cui nodi 4. Levigatura-affilatura
si fissano gli atomi. Questa struttura si forma per
raffreddamento dal metallo liquido attorno a un centro di
germinazione secondo un processo di nucleazione- PAGINA
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RETICOLO (CCC & CFC )
Le celle fondamentali del reticolo cristallino del ferro Soluzioni solide del Fe-C
sono due:
Il ferro può formare delle vere soluzioni
Cubica a corpo centrato (CCC) e cubica a faccia solide con molti elementi:
centrata (CFC), con dimensione dello spigolo del cubo
(costante reticolare del cristallo) rispettivamente di 1. Per sostituzione di un atomo nel reticolo
cristallino, come con Ni, Si, Mn…
2,86 Å (a 20 °C) e 3,64 Å (a 911 °C)
2. Per inclusione nel reticolo, a volte anche
distorcendolo, come con il C.

Ma cosa sono gFe e aFe?


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DIAGRAMMA DI FASE

Il diagramma di fase

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FE-C
a-Fe ha tra gli atomi del suo reticolo cristallino, ognuno con una g-Fe
sfera di influenza di 2,5 Å, un vuoto disponibile di dimensione da =
0,725 Å.

g-Fe, analogamente, ha un vuoto disponibile di dg = 1,02 Å.

La sfera di influenza dell’atomo di C è valutata


essere dc = 1,5 Å.

L’atomo di C entra quindi in soluzione per inclusione distorcente, a-Fe


molto meglio in g-Fe che in a-Fe.

La soluzione di C in g-Fe è detta AUSTENITE, quella di C (con


pochissimo C) in a-Fe è detta FERRITE. Le altre varietà identificate
di soluzioni di Fe-C sono derivazioni o varietà di queste due forme
fondamentali, tranne Fe3C (cementite) che è un intermetallico,
cioè un composto vero e proprio. PAGINA
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RAFFREDDAMENTO
Durante la forgiatura, portando ad alta temperatura il blocchetto di Velocità raffreddamento
acciaio si stabilisce un equilibrio tra le diverse fasi poiché il
carbonio presente, reagisce con l’ossigeno (brucia) e quindi riduce
la sua percentuale. L’artigiano fa quindi in modo che la maggior LENTA: vale il diagramma di fase Fe-C per
parte del materiale sia nella fase austenitica (C < 2,1%). descrivere il fenomeno; si hanno entrambe le
fasi (Ferrite + Cementite e Perlite +
Raffreddando l’Austenite si trasforma in due fasi: Cementite).

1. Trasformazione di g-Fe in a-Fe;


2. Separazione della cementite ai bordi di grano; INTERMEDIA: il C riesce ancora a
diffondere ma la trasformazione da g-Fe in a-
Diventano cruciali le velocità di diffusione degli atomi di Fe e C, Fe avviene senza la diffusione atomica di Fe
considerando che quella di Fe diminuisce molto più rapidamente (quasi perlite) .
di quella di C con il diminuire della temperatura.

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DISTORSIONE-tetragonale
Velocità raffreddamento
MOLTO ALTA: Fe e C non diffondono
(non ne hanno il tempo); la cementite non
riesce a formarsi e la trasformazione g-Fe in
a-Fe avviene con un brusco riassestamento
atomico con il C che rimane imprigionato
nel reticolo cristallino del Fe
(AUSTENITE-CFC).
La costrizione del C dentro un reticolo che
non li accetta come soluto provoca una
distorsione del reticolo (aumento di
volume). Il reticolo non è più cubico, ma
tetragonali, cioè parallelepipedi a base
quadrata.
La nuova struttura di TEMPRA si chiama
Distorsione del reticolo di Fe per inclusione di atomi di C MARTENSITE.
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TEMPRA del tagliente
CURVATURA della LAMA

Durante l’indurimento del tagliente


il dorso si raffredda più lentamente
del tagliente stesso.

Sono presenti due tipi di


dilatazione: termica e di
trasformazione strutturale. Alle fine
permane solo questa e la lama
emerge dal bagno di tempra con la
sua forma definitiva.
La TEMPRA è il trattamento termico che conferisce ad un
acciaio la struttura martensitica che, con la sua caratteristica di Curvatura verso l’alto, circa 2-3 cm
massima durezza, è la struttura con cui è costruito il bordo
tagliente delle lame delle katane.
per ogni immersione nel bagno di
tempra. PAGINA
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LEVIGATURA-AFFILATURA

Questa pratica conferisce una grande bellezza ed eleganza alla


lama e ne conferisce l'affilatura.
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A Giovedì
prossimo
Prof. Alessio Bosio (alessio.bosio@unipr.it)

LEZIONE UNO

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