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Blowin’ in

the Wind
Dalla controcultura
degli anni ‘60 a oggi
BLOWIN’ IN THE WIND: STORIA DI UNA
CANZONE
• Il brano Blowin’ in the Wind è stato scritto nel 1963 dal
cantautore Bob Dylan ed è inserito all’interno del suo primo
album The Freewheelin’ Bob Dylan.
• L’arrangiamento è volutamente semplice: chitarra acustica,
armonica a bocca e voce.
• All’epoca Bob Dylan ha 21 anni: nel giro di poco tempo la
canzone diventa un manifesto per la generazione di giovani
americani disillusi dalla politica americana dell’epoca,
generazione alla quale lo stesso Dylan appartiene.
• Negli anni ‘50 e ‘60 gli Stati Uniti
portano avanti dapprima la Guerra
Fredda, e poi la guerra nel Vietnam.

• Con tre semplici strofe il


compositore si interroga su
tematiche sociali ed esistenziali: in
particolare, al centro del testo
troviamo degli interrogativi
sull’incapacità dell’uomo di
ripudiare in maniera definitiva e
totale la guerra.
Ascolto del brano e analisi del
testo (LIBRO A PAG. 345)

• Il testo si costruisce su una serie di interrogative dirette che Bob Dylan


rivolge ad un ipotetico interlocutore (my friend).

• Le strofe costruite dal cantautore giocano su figure retoriche come


frequenti anafore (how many… how many…), metafore (la vita come una
strada da percorrere, una colomba bianca come simbolo di pace, una
montagna lavata dal ritmo incessante del mare assimilata alla battaglia
per la libertà di tutti gli esseri umani…) e antitesi (contrapposizione di
immagini pacifiche come la colomba bianca che si riposa sulla sabbia alle
palle di cannone).
• Nei ritornelli ci viene rivelato che non c’è ancora
risposta ai quesiti delle strofe: essa verrà portata
dal vento per l’umanità che sarà pronta ad
accoglierla. Il vento è inafferrabile e libero, ma
comunque caparbio: simboleggia la speranza
dell’autore di poter vedere, un giorno,
un’umanità diversa.
Quante
volte può un
uomo
fingere di
non vedere?
La colpa • Nella seconda strofa del brano, Bob Dylan fa un chiaro riferimento all’indifferenza umana come male
universale, vera e propria complice di crimini e ingiustizie: how many times can a man turn his head

dell’indiffer and pretend that he just doesn’t see? Chi finge di non vedere e «volge il capo» dall’altra parte è
responsabile delle ingiustizie tanto quanto chi le perpetra.

enza • Questa strofa cosa ti fa venire in mente? Quali situazioni storiche ti ricorda? Quali vicende nella tua
vita di tutti i giorni? In quali casi è evidente che l’essere indifferenti aiuta i malfattori a compiere i
propri scopi?
La risposta di cui
abbiamo ancora bisogno

• Blowin’ in the wind ha un forte significato morale ancora oggi, a più di


cinquant’anni dalla sua pubblicazione. La storia si ripete, i giovani di
oggi sono nuovamente in balìa di politiche che cancellano il loro futuro
ed esiste ancora chi rimane indifferente ai soprusi che vede. C’è
ancora un grande bisogno di smuovere le coscienze e bisogna ancora
lavorare tanto per garantire uguaglianza ed equità a tutti. Si tratta di
problemi universali che affliggono in forme diverse ogni società di ogni
decennio, con soluzioni complicate nella pratica e lotte da mettere in
atto per raggiungerle.
COMPITO
DI REALTà
• Prova a scrivere tu una strofa di
Blowin’ in the Wind in italiano,
parlando di una tematica o di
una situazione che ti sta a
cuore: comincia con «Quante
volte» e prosegui seguendo la
struttura del testo.
L’ispirazione di
un vecchio
spiritual
• Lo stesso Dylan ha ammesso di essersi ispirato, per la
musica di Blowin’ in the Wind, alla melodia di uno spiritual
afroamericano, «No More Auction Block».

• L’auction block era il luogo del mercato dove gli schiavi neri
venivano battuti all’asta. Ogni persona di colore veniva fatta
salire su di un masso, o un palco in pietra o legno, perché
potesse essere visionata meglio dai possibili acquirenti.

• E’ un brano che inneggia alla libertà e alla fine di soprusi e


sfruttamenti.
• La prima versione del brano risale al
1873. Bob Dylan ne ascoltò una
reinterpretazione da parte della
musicista Odetta e dichiarò di esserne
rimasto colpito, tanto che la melodia gli
rimase in testa e lo portò a scrivere
Blowin’ in the Wind. (Ascolto del brano
nella versione di Odetta)
MA… COS’è UN CANTAUTORE?
• La definizione più semplice ci dice che un cantautore è «un cantante di
musica leggera che compone personalmente i brani che esegue».
• In realtà, per un cantautore non è importante solo interpretare quello che
scrive, ma sono soprattutto importanti le tematiche riguardo alle quali scrive.
• Sin dalla nascita della figura del cantautore, essa si contraddistingue per
testi, musiche e arrangiamenti diversi da quelli delle canzoni di «consumo»,
le cosiddette «canzonette».
• Il cantautore è attento a temi trascurati dalle altre canzoni: racconta della
vita quotidiana, delle sue problematiche, degli ultimi, degli emarginati.
Richiama la realtà della vita.
• Il cantautore «canta del suo tempo», per questo la sua musica è specchio
del luogo e dei tempi in cui vive.
BOB DYLAN E IL RUOLO DEL
CANTAUTORE NELLA SOCIETA’
• Bob Dylan è sempre stato definito come una personalità
eclettica e controversa nel panorama musicale: quando, nel
1965, pubblica il brano Like A Rolling Stone, utilzzando
strumenti elettrici, viene accusato di aver tradito la purezza
della musica folk e di essersi «venduto» alla musica
commerciale. In realtà, attraverso sonorità sempre diverse e
stili in mutamento, Dylan non ha mai smesso di riverstire il
ruolo del cantautore, che mette la sua musica al servizio del
racconto, tanto da ottenere, nel 2016, il premio Nobel per la
letteratura, riconoscimento massimo ai suoi testi, vere e
proprie poesie urbane in musica.
SPUNTI DI
RIFLESSIONE
Secondo te, un
cantautore di oggi,
riguardo a cosa
dovrebbe scrivere?
Cosa dovrebbe
raccontare?

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