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IL DEBITO

Mario e Piero entrano in un ufficio di collocamento in cerca di lavoro.

M: Ah! Finalmente eccoci, cerchiamo lavoro.


P: Si, si cerchiamolo. Io vado di la.
M: E io dall’atra parte.
Entra Antonio
A: Oh! Carissimo Piero come stai? Da quanto tempo!
P: Bene, benissimo.
A: Ti ricordi quando ti presentai quelle due fanciulle, una bruna e una
bionda?
P: E mi ricordo…
A: E andammo a cena tutti e quattro, ricordi?
P: Mi ricordo benissimo.
A: Poi andammo al cinema. Ricordi?
P: Come no!
A: Tu non avevi nemmeno una lira, pagai tutto io, 80.000 lire, ricordi?
P: Ricordo.
A: Poi facemmo alla romana 40.000 io, 40.000 tu, ricordi?
P: Mi ricordo, mi ricordo.
A: Le tue non me le hai date.
P: Questo forse, non me lo ricordo.
A: Questo te lo devi ricordare, perché a me adesso è il momento che mi
servono quelle 40.000 lire. (Arrabbiandosi)
P: Va bene calma.
A: (sempre più arrabbiato) Ti prego dammi quei soldi, tu lo sai, tu mi
conosci….
P: Calma:…tu, tu sei Antonio.
A: Sono Antonio e lo sai e quando mi arrabbio;…
Guarda facciamo una cosa vado al bar e quando torno voglio i soldi, se
no ti spacco la testa. (uscendo)
P: Esagerato, spacca la testa. Ma guarda chi mi è toccato di incontrare.
Entra Luigi
P: Oh! Guarda chi si vede. Ci siamo dati appuntamento tutti qui!
L: Mio caro
P: Ti ricordi che il mese scorso giocammo a biliardo e ti vinsi 100.000 lire.
Ecco 50.000 me le desti subito. Ricordi? Adesso mi servono quelle altre
50.000.
L: Mi ricordo.
P: Facciamo una cosa. Dammi 40.000 e non se ne parla più.
L: Non ti preoccupare adesso te li do subito.
P: Grazie.
L: Un buon consiglio. Ci vediamo tra una settimana e ti do le 40.000
P: NO. Io non sono nervoso però se mi arrabbio, il nervoso non so dove va
a finire, io voglio le 40.000 e me le dai e subito.
Vado al bar un minuto, se quando torno non trovo le 40.000 ti spacco
due teste.
L: Ma guarda, ci mancava soltanto che finissi in bocca a quello li.
Rientra Antonio
L: Caro!
A: Ciao
L: Anche tu qui!
A: Sono venuto a dare una sbirciatina, per trovare un lavoro.
L: Forse te ne sei dimenticato?
A: Cosa?
L: Ti ricordi la settimana scorsa giocammo una schedina da 80.000 lire.
A: Mi ricordo.
L: Ecco, adesso mi servono le 40.000 che non mi hai dato.
A: Non ce l’ho.
L: Ti do tempo 5 minuti, se torno e non me le dai….
A: Mi spacchi la testa.
L: Ma no, cosa dici?
A: Meno male.
L: Ti spezzo in due, a tra poco.
Entra Piero
A: Ah! eccoti qui, preciso e puntuale
P: Puntuale si, ma i soldi no.
A: Io ti rovino, ti spacco in due.
P: Adesso trovo i soldi e te li sbatto in faccia.
Entra Mario
M: Ma dove ti eri cacciato.
P: Prestami, per favore
M: Guarda che non ho una lira.
P: Ma come, sei stato sempre tu a salvarmi dalle situazioni peggiori.
M: Non salvo niente.
P: Dammi i soldi ( cercando addosso a Mario )
M: Non mi fare il solletico.
P: Guarda se c’è qualche cosa.
M: Si ho soltanto 20.000 lire.
P: Grazie, te le restituisco subito.
M: Guarda che sono le ultime, dobbiamo mangiare con quelle.
P: Stai tranquillo.
Entra Antonio
P: Vieni qua, bell’amico che sei, quanto avanzi da me?
A: 40.000 lire.
P: Ecco queste sono 20.000, tra poco ti do le altre.
A: Va bene.
Entra Luigi
A: Ah! Eccoti qui, tu quanto avanzi da me?
L: 40.000 lire
A: Ecco queste sono 20.000, tra poco ti porto le altre.
Entra Piero
L: Tu quanto avanzi da me?
P: 40.000 lire
L: Queste sono 20.000, tra poco ti do le altre.
P: Meno male!
Rientra Antonio
P: Vieni qua, quanto avanzavi da me?
A: 40.000
P: Quante te ne ho date?
A: 20.000
P: T’ho queste sono le altre 20.000 e a me non mi guardare più in faccia
Rientra Luigi
A: Di un po’, quanto avanzavi da me?
L: 40.000
A: Quante te ne ho date?
L: 20.000
A: Queste sono le altre 20.000, e a me non mi guardare più in faccia.
Rientra Piero
L: Tu, quanto avanzavi da me?
P: 40.000
L: Quante te ne ho date?
P: 20.000
L: Queste sono le altre 20.000, e a me non mi guardare più in faccia.
Rientra Mario
P: Mario! Quanto avanzavi da me?
M: 20.000
P: Ecco le 20.000, e a me non mi guardare più in faccia.

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