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Corso Maestro Nazionale

Tesi

“Sperimentazione didattica
relativa al perfezionamento
tecnico del diritto”

Maestro Nazionale
Alessandro Finelli

Tutor
Gennaro Volturo

Anno Accademico 2017-18


Sperimentazione didattica relativa al perfezionamento tecnico del diritto

Abstract

Il project work in oggetto prende in esame la sperimentazione didattica del


colpo del diritto. La metodologia a cui si fa riferimento naturalmente prende in
analisi tutti i colpi a rimbalzo (diritto e rovescio), quelli al volo (schiaffo, volée e
smash) e il servizio.

Il progetto prende spunto dal lavoro svolto dal Tecnico Nazionale della
Federazione Italiana Tennis, Giampaolo Coppo, in collaborazione con lo staff di
maestri e istruttori del Tennis Club Châtillon – Saint Vincent, con un gruppo di
giovani tennisti appartenenti al settore del pre-perfezionamento e
perfezionamento iscritti alla scuola tennis del circolo. Nel corso degli otto mesi
in cui si è operato, grazie alla tipologia di allenamento adottata da Coppo, i
ragazzi sono riusciti ad assimilare un metodo di lavoro basato sulla percezione
del proprio corpo e sulle sensazioni percepite nell’esecuzione del gesto tecnico.
La sperimentazione, per cause di forza maggiore, è stata discriminante,
poiché rivolta ad un limitato gruppo di allievi e allieve che aderendo, hanno
seguito un programma differenziato rispetto a quello adottato dalla Scuola
Tennis.
La sinergia tra la metodologia di Coppo e gli allenamenti tecnico-tattici
ispirati dalla FIT e svolti dai maestri del club, ha prodotto un risultato proficuo,
rivelando quanto, a tutti gli effetti, le due tipologie di allenamento siano
complementari l’una all’altra. Per tale motivo, la sperimentazione sarà inserita
all’interno del programma di lavoro, rendendola fruibile a tutti gli allievi della
Scuola Tennis.

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Sperimentazione didattica relativa al perfezionamento tecnico del diritto

Ringraziamenti
Il titolo della tesi nasce da un’idea del tutor Prof. Gennaro Volturo che si
è dimostrato un mentore aperto al confronto e al dialogo, e che ha saputo
seguirmi nella redazione del progetto, lasciando spazio all’iniziativa personale.
Il percorso formativo svoltosi nel periodo 2017/2018 si è rivelato di alto
livello e di estremo interesse tanto da accrescere il mio bagaglio tecnico
professionale. Pertanto ringrazio tutti i docenti che si sono avvicendati durante i
moduli del biennio che, con professionalità e disponibilità, hanno reso fluido ed
avvincente il Corso di Maestro Nazionale FIT. Il corso è risultato ancora più
proficuo ed appassionante grazie al ruolo svolto dai colleghi con i quali ci si è
confrontati costantemente.
Un ringraziamento particolare va al Tecnico Nazionale Giampaolo
Coppo, un professionista preparato e di alto livello, ma soprattutto uomo di
grande valore, a cui devo molto per l’elaborazione del presente project work,
per la cui stesura si è reso disponibile ed è stato di ispirazione.

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Sperimentazione didattica relativa al perfezionamento tecnico del diritto

Indice
Abstract...............................................................................................................2
Ringraziamenti ....................................................................................................3
Indice ..................................................................................................................4
Introduzione ........................................................................................................5
Il modello di prestazione .....................................................................................7
Il modello di prestazione – La tecnica e la biomeccanica................................8
Il modello di prestazione – La tattica .............................................................11
Il modello di prestazione – L’area mentale ....................................................14
Il modello di prestazione – L’area fisica.........................................................15
Sperimentazione didattica relativa al perfezionamento tecnico del diritto .........16
Introduzione alla base del metodo: la semplificazione ......................................16
Saper fare, saper far fare e saper far “sentire”. .............................................18
Semplificazione della comprensione della catena cinetica............................20
Bilateralità e simmetria degli arti....................................................................22
Didattica del diritto.........................................................................................27
Didattica del diritto come colpo di attacco: “camminare con la palla” ............31
Interazione tra didattica sperimentale e didattica dell’Istituto Superiore di
Formazione ...................................................................................................33
Risultati della sperimentazione didattica .......................................................39

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Sperimentazione didattica relativa al perfezionamento tecnico del diritto

Introduzione
Il tennis moderno è caratterizzato dalla predominanza di due colpi: il
servizio ed il diritto. In entrambi i casi si può parlare di colpi di “fine gioco”,
soprattutto per il servizio e la risposta con il colpo del diritto, con cui i giocatori
di alto livello intendono risolvere immediatamente lo scambio a proprio favore.
Prendendo in esame i risultati delle statistiche dei match disputati dai
professionisti, colpisce il dato secondo cui circa il 62% dei colpi a rimbalzo sono
eseguiti con il diritto e che circa il 70% dei colpi di diritto sono eseguiti
attraverso angolazioni anomale (75% diritto inside out, 25% inside in). Un dato
molto interessante, che riguarda la velocità media di palla prodotta attraverso
l’esecuzione del diritto (130 km/h) è che risulta circa il 17% superiore rispetto a
quella prodotta attraverso l’abilità tecnica del rovescio.
Infine, se si pensa che la percentuale di colpi di diritto giocati nei
game di servizio è superiore di circa il 30% rispetto ai colpi di diritto giocati nei
game di risposta, è palese l’importanza assunta da questo colpo, nella
costruzione e nella finalizzazione del gioco.
L’analisi dei dati ricavati dal modello di prestazione è dunque
indispensabile per l’allenamento dei giovani allievi nelle varie fasi del percorso
tennistico formativo ed è per tale motivo che è fondamentale che essi possano
apprendere, fin dal pre-perfezionamento e dal perfezionamento, la tecnica del
colpo del diritto per poter assolvere qualsiasi compito tattico.
La finalità principale della proposta didattica in esame è quella di
trasmettere agli allievi una maggior conoscenza e coscienza di come il proprio
corpo reagisce mentre gioca a tennis. Si tratta insomma di stimolare
l’attenzione sulla propriocettività, in modo tale che essi possano percepire le
informazioni di retroazione sui movimenti propri dell’organismo, compiendo un
determinato gesto tecnico. Per questo motivo i ragazzi verranno corretti il meno
possibile, lasciando a loro porre l’attenzione alle sensazioni che provengono dal
proprio corpo. I ragazzi che hanno preso parte alla sperimentazione didattica, di
età compresa tra gli 8 e i 13 anni, suddivisi per gruppi omogenei di livello di
gioco, si sono allenati intensivamente con il coach Coppo per un week-end al
mese (dal venerdì mattina alla domenica pomeriggio), per otto mesi. Durante i

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regolari allenamenti svolti in settimana con i maestri del circolo, gli allievi hanno
effettuato attività di preparazione atletica e tennis, mirati a curare gli aspetti fisici
e tecnico-tattici, oltre a sedute di yoga e stretching per favorire elasticità e
capacità di concentrazione e di interiorizzazione.

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Sperimentazione didattica relativa al perfezionamento tecnico del diritto

Il modello di prestazione
Il project work è incentrato sul miglioramento dell’abilità tecnica del diritto
attraverso l’utilizzo della sperimentazione didattica. Per poter raggiungere tale
obiettivo è fondamentale definire un modello di prestazione a cui fare
riferimento. Se si pensa ai migliori professionisti del circuito, è evidente come
essi ripongano nel diritto uno dei colpi fondamentali su cui basano i propri
schemi di gioco. Per molti di loro è proprio il colpo con cui chiudono lo scambio
a proprio favore. Le tipologie di giocatori più presenti tra i primi 100 al mondo,
vale a dire l’attaccante ed il contrattaccante da fondo campo, nonché il
giocatore a tutto campo, tendono ad imperniare il proprio gioco su due colpi
fondamentali: il servizio ed il diritto.
La necessità di dare profondità al proprio gioco, di creare aperture di
campo laterali e di restituire una palla con molta complessità e potenza, ha fatto
prevalere la scelta del colpo del diritto nei giocatori del tennis moderno. Infatti
l’allenamento del tennista moderno consiste in una ricerca continua di soluzioni
tattiche che prevedono l’utilizzo del diritto al fine di scardinare il gioco
dell’avversario, tendendo a colpire la palla anche in zone di campo
tradizionalmente destinate al rovescio.
Per tale motivo, fin dalla fase del perfezionamento, dove il campo è quello
del livello “Coccodrillo”, di dimensioni ragguardevoli e di poco ridotte rispetto al
campo regolamentare - lunghezza 19,77 metri, larghezza 8,23 metri - si dovrà
cercare di allenare i giocatori under ispirandosi il più possibile al modello di
prestazione.
Per poter analizzare il modello di prestazione è doveroso prendere in
esame gli aspetti fondamentali che lo rappresentano:
• L’area tecnica e la biomeccanica
• L’area tattica
• L’area mentale
• L’area fisica

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Il modello di prestazione – La tecnica e la biomeccanica

Nel presente capitolo, vista la vastità dell’argomento, verranno presi in


considerazione gli elementi principali della tecnica e della biomeccanica del
diritto che verranno trattati nei capitoli della sperimentazione didattica.
La tendenza della tecnica di base mira ad orientare l’impugnatura verso
la presa “eastern” di diritto. Nella fase di perfezionamento, principalmente in
funzione dei dati antropometrici e dello stile di gioco, si cerca di adattare il grip
in relazione alla determinazione del modello biomeccanico dell’atleta. Grazie
alle tipologie di impugnature adottate (nella maggioranza dei casi “eastern” e
“western” e “semi-western” di diritto), che causano un punto di impatto elevato,
il tennista moderno tende ad essere maggiormente aggressivo. Infatti poter
colpire la palla ad un’altezza compresa tra l’anca e la spalla, permette di
giocare dall’alto con più facilità e con minor margine di errore.
La posizione di partenza (piuttosto raccolta nella parte inferiore del
corpo, con le gambe leggermente piegate, pronte a produrre una spinta verso il
terreno per riceverne una uguale e contraria) e la tecnica dello split step sono
elementi determinanti nella prima fase della preparazione, da tenere
assolutamente in conto in termini di equilibrio e reattività.

Nella prima fase di preparazione gli arti inferiori si muovono verso la palla
e contemporaneamente inizia la torsione del tronco. Se ci si riferisce ad un
modello di prestazione in cui viene eseguito il diritto con il movimento di
dissociazione degli arti superiori, il tronco ruota grazie all’azione dell’arto non
dominante che arretra, insieme alla racchetta, fino a raggiungere la spalla

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posteriore. In corrispondenza del rimbalzo della palla gli arti superiori eseguono
un movimento di dissociazione, per cui l’arto non dominante si posiziona
parallelamente alla rete, mentre quello dominante si estende per determinare
spazio di accelerazione dell’attrezzo.

Analizzando la parte inferiore del corpo, le gambe, oltre a definire il tipo


di “stance”, si piegano per accumulare energia elastica. Il tempo di contatto sul
terreno deve essere tale da garantire un adeguato impiego della catena cinetica
durante la fase di accelerazione.
Il movimento di accelerazione è composto dalla spinta lineare prodotta
dal piede posteriore e dalla torsione del tronco che produce velocità angolare.
Per ciò che riguarda gli arti superiori, si può notare come l’arto dominante sia in
completa estensione. Successivamente il braccio si flette orizzontalmente
contemporaneamente alla flessione del gomito. L’arto non dominante si flette
riducendo il momento di inerzia e favorisce così una maggiore velocità angolare
del tronco nel suo movimento di torsione.
Al momento dell’impatto le mani sono posizionate pressoché alla stessa
altezza e hanno lo stesso livello di profondità, come risulta evidente nelle
immagini sottostanti.

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Sperimentazione didattica relativa al perfezionamento tecnico del diritto

Nel finale, si evidenzia un primo movimento in cui la racchetta prosegue


la sua corsa in avanti, posizionandosi davanti al capo, con la mano che devia in
direzione del radio.

Nella seconda fase del finale avviene il completamento della rotazione


interna del braccio attorno alla spalla che comporta la deviazione dell’attrezzo
verso la parte sinistra del corpo e la flessione palmare della mano. La mano
sinistra nel finale di movimento è libera con il gomito sinistro che ruota attorno
al corpo favorendo il completamento della torsione del tronco.

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Il modello di prestazione – La tattica

Nel corso degli ultimi anni, analizzando i dati anticipati nell’introduzione,


è possibile notare quanto sia diventato importante il colpo del diritto a livello
tattico. La tendenza comune tra i primi giocatori al mondo è quella di utilizzare
principalmente questo fondamentale nelle varie fasi di gioco (difesa,
costruzione e attacco) perché attraverso il suo impiego, riescono a generare
maggior velocità e complessità di palla. Per tale motivo, fin dall’inizio dello
scambio, essi ricercano il più possibile l’utilizzo del colpo del diritto per risultare
più aggressivi; ciò ha comportato un aumento dell’impiego delle angolazioni
anomale (diritto inside in ed inside out) con cui riescono a trovare maggior
profondità di campo e più frequenti aperture laterali di campo, nonché soluzioni
di fine scambio.

Nelle due immagini Nadal e Federer colpiscono con i piedi fuori


dal campo eseguendo un diritto con angolazioni anomale.

In uno sport di situazione come quello del tennis, la personalità di ogni


giocatore è l’elemento basilare su cui viene impostata la strategia personale
ricorrente e adottata in partita. Sulla base di questo elemento si possono
distinguere principalmente cinque tipologie di giocatore:
• Attaccante da fondo campo
• Contrattaccante da fondo campo
• Giocatore completo a tutto campo
• Giocatore Serve & volley
• Attacking player.

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Sperimentazione didattica relativa al perfezionamento tecnico del diritto

Nella tabella che segue vengono riportate le principali caratteristiche


mentali, fisiche, tattiche e tecniche di ogni tipologia di giocatore.

Tipologia di Caratteristiche Caratteristiche Caratteristiche Caratteristiche


giocatore mentali fisiche tattiche tecniche
• Energico • Statura e • Preferisce costruire • Grande potenza da
• Solido corporatura e attaccare fondo
• Combattivo importante e piuttosto che • Specialista colpi a
• Motivato potente difendere rimbalzo
Attaccante da • Può avere difficoltà • Gioca molti winner
fondo campo negli spostamenti (soprattutto di
diritto)
• Schema: servizio e
diritto come colpo
successivo
• Tenace • Preparazione fisica • Pochi schemi ma • Alta
• Paziente al top specializzati specializzazione
• Resiliente • Alta • Preferisce colpi a rimbalzo
Contrattaccante • Giustamente specializzazione e contrattaccare • Ottima risposta al
da fondo emozionato qualità della tecnica piuttosto che servizio

campo degli spostamenti prendere iniziativa • Buon servizio


• Utilizza al meglio • Ottima gestione
variazioni di ritmo e fase difensiva
rotazioni (passante e lob)
• Strategico • Ottime qualità • Esegue tutti gli stili • Completezza
• Equilibrato atletiche in termini di gioco tecnica

Giocatore • Eclettico di rapidità e • Facilità di variare • Molte variabilità


• Intelligente resistenza alla tattica e strategia tecnico-tattiche
completo a
velocità durante il match • Utilizzo di tutte le
tutto campo • Ottime capacità di rotazioni
spostamento e di
recupero
• Coraggioso • Buona statura • Ricerca della rete • Preciso e costante
• Reattivo • Ottima agilità e costante dopo il al servizio
• Temerario specializzazione servizio • Alta
• Concentrato negli spostamenti in • Da fondo campo specializzazione
Giocatore serve avanti esegue scambi colpi al volo
and volley • Ottimi riflessi ed brevi attendendo la
elevata capacità di possibilità di
anticipazione scendere a rete
motoria • Aggressivo nella
risposta al servizio
• Audace • Statura e livelli di • Poco duttile • Servizio devastante
• Determinato forza elevate tatticamente • Buoni fondamentali
Attacking • Flessibile • Sufficiente mobilità • Ricerca del punto in da fondo campo,
player • Autoconvinto da fondo campo pochi scambi esegue colpo molto
• Solitamente ha nel potenti
diritto i colpo miglior • Buon gioco al volo

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Sperimentazione didattica relativa al perfezionamento tecnico del diritto

Con il tempo alcune tipologie di giocatore sono diventate prevalenti,


mentre altre, a causa delle elevate velocità di gioco e della difficoltà di
esecuzione, non sono del tutto sparite ma sono diventate molto più rare. E’
sintomatico come, tra i primi venti giocatori della classifica ATP, siano presenti
quasi esclusivamente tre tipologie di giocatore: l’attaccante da fondo campo, il
contrattaccante da fondo campo, il giocatore completo a tutto campo.
Diverso è invece il discorso che riguarda il tennis femminile in cui, a causa
delle caratteristiche fisiche che condizionano soprattutto i colpi di inizio gioco
(servizio meno potente rispetto al circuito maschile, e risposta più incisiva
rispetto al tennis degli uomini), nel circuito femminile possiamo individuare solo
3 tipologie di giocatrice:
• Attaccante da fondo campo
• Contrattaccante da fondo campo
• Giocatrice completa a tutto campo

Analizzando le caratteristiche che accomunano queste tre tipologie di


giocatori e giocatrici, si può notare come tutte possiedano, nel colpo del diritto,
un’arma molto potente, in grado di variare il ritmo e le rotazioni e con cui
generano grande complessità e velocità di palla; per alcune, addirittura, risulta
essere un colpo devastante con cui chiudono il punto in pochi scambi.

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Sperimentazione didattica relativa al perfezionamento tecnico del diritto

Il modello di prestazione – L’area mentale

I giocatori che hanno nel colpo del diritto un’arma con cui poter incidere in
maniera efficace e determinante, possono sicuramente far leva su questo
fondamentale per poter mettere maggiormente in difficoltà il proprio avversario,
soprattutto da un punto di vista mentale. Infatti chi affronta tennisti di questo
genere, tende a subire la superiorità dell’avversario, più che sul campo tecnico-
tattico, sul lato emotivo. Scontrarsi con giocatori che possiedono un diritto
devastante, seppur con caratteristiche differenti in merito al tipo di complessità
e di velocità di palla (es. Del Potro, Federer, Nadal, Serena Williams),
determina uno stato di ansia e di soggezione, tali da far propendere il match in
favore dell’avversario, fin dalle prime battute. Solo i giocatori dotati di un diritto
altrettanto performante e con una forte determinazione ed autostima riescono a
superare questo stato emotivo negativo.
D’altro canto i giocatori che in determinati momenti del match o del
periodo di allenamento, non riescono ad esprimere la migliore performance con
il proprio colpo migliore, subiscono anch’essi una sorta di frustrazione che può
portare a momenti di crisi.
Risulta quindi che, da un punto di vista mentale, il diritto è un’arma a
doppio taglio e che solo i tennisti che riescono ad automatizzare abilmente il
gesto tecnico, giocandolo senza dover pensare alla corretta esecuzione del
movimento, riescono ad usare efficacemente questo colpo a proprio vantaggio.

Juan Martin Del Potro imposta i propri schemi di gioco sfruttando


l’elevata velocità di palla che può raggiungere il suo diritto

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Il modello di prestazione – L’area fisica

Il tennis di alto livello, nel corso degli ultimi decenni, ha subito grandi ed
importanti cambiamenti che hanno portato alla situazione attuale che presenta,
tra le sue caratteristiche principali, l’elevata velocità di gioco e il numero di
scambi ridotti. L’innovazione tecnologica degli anni ’80, che ha visto il
passaggio dalle racchette di legno a quelle in alluminio e in kevlar, è stata
determinante per l’incremento della velocità della palla. Negli anni ’90, per
contrastare tale fenomeno, è avvenuto un cambiamento negli studi della
preparazione atletica (vedi Ivan Lendl), mirata a migliorare la velocità e la
resistenza dei giocatori. Alla fine degli anni ’90, gli studi di biomeccanica al
servizio del tennis, hanno analizzato il gioco di alcuni atleti di spicco (Agassi e
Sampras su tutti). I dati forniti sono stati presi come riferimento per fornire
indicazioni alle Federazioni Nazionali, che hanno modificato i programmi di
allenamento dei tennisti delle nuove generazioni. I risultati di queste analisi
hanno determinato la classificazione odierna delle cinque tipologie di giocatori
attuali, come riportato nel capitolo precedente.
Se si osservano le caratteristiche elencate nella tabella riportante le
tipologie di giocatore, è palese che si stia trattando atleti che devono essere
solidi, molto rapidi e resistenti alla velocità. Devono automatizzare la qualità
della tecnica degli spostamenti, che permette loro di alternare passi rapidi sia
lunghi che corti, per sopperire alle proprie doti fisiche, ovvero corporatura e
statura piuttosto importanti e potenti. E’ infine importante che essi conservino
sempre una buona elasticità muscolare e mobilità articolare a tutela della come
forma di prevenzione per gli infortuni. Per cui la cura dei minimi particolari,
anche dal punto di vista atletico, può fare la differenza per la programmazione e
la carriera di un giocatore di tennis professionista.

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Sperimentazione didattica relativa al perfezionamento


tecnico del diritto
Introduzione alla base del metodo: la semplificazione

Un aspetto fondamentale su cui si fonda la didattica in esame è quello


della semplificazione. L'intenzione principale è quella di riuscire a rendere
facilmente comprensibili i concetti che si vogliono trasmettere agli allievi e, al
tempo stesso, renderli consapevoli dei propri gesti.
Il principio base quindi non sarà quello di intervenire principalmente sugli
errori commessi dai ragazzi ma piuttosto far "sentire" loro che il gesto compiuto
in un determinato modo, risulta semplice ed efficace. Se si vuole stimolare
l’apprendimento attraverso il canale visivo è indispensabile esprimersi dosando
il linguaggio verbale e privilegiando quello del corpo. In questo modo gli allievi
tendono ad imparare imitando l’azione del maestro: il metodo è più veloce
perché viene impiegato l’emisfero destro del cervello, ovvero quello
prevalentemente non verbale.
La base della metodologia è incentrata sul lavoro con le mani: è
indispensabile che, inizialmente, gli allievi provino a compiere i movimenti
(diritto, rovescio, volée, servizio) solo con le mani, senza l’utilizzo della
racchetta. In questa prima parte del lavoro non si richiede di far ripetere il gesto
tecnico (anche qualora per alcuni allievi dovesse risultare pressochè corretto),
ma si cerca di portare l’attenzione sull’azione compiuta dalle dita della mano
dominante. E’ una fase delicata in cui i ragazzi devono “dimenticare” che stanno
giocando a tennis e devono piuttosto provare a “portare” la palla verso il
maestro.
Nelle prime prove effettuate si riscontra una grande percentuale di allievi
che anziché indirizzare la palla verso il maestro, tendono a colpirla con forza,
ottenendo come risultato la perdita di precisione. E’ importante far sentire loro la
differenza tra “portare la palla” al maestro piuttosto che colpirla con forza,
incentrando l’attenzione sull’enfasi del movimento. Un espediente che da buoni
esiti ai fini della comprensione consiste nel ricordare agli allievi la differenza tra
uno schiaffo e una carezza. Se per dare uno schiaffo si usa la forza colpendo
con il palmo della mano, quando si da una carezza si usano le dita che hanno

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maggior percettibilità. Attraverso tale intervento si ottengono risultati in termini


di controllo e di generazione di complessità di palla. I ragazzi compiono i
movimenti facendo minor uso della forza e acquistano subito una maggior
sensibilità, iniziando a “sentire” la palla e, al tempo stesso, comprendono
l’importanza dell’impiego delle dita per poter produrre rotazione in top spin,
accarezzando la palla nella parte superiore.
Un altro accorgimento che da un pronto riscontro a livello comunicativo,
consiste nel dire agli allievi di provare a giocare lasciando che le braccia siano
completamente rilassate, “molli”, cercando di colpire la palla con la mano
mandandola oltre la rete. Il maestro esegue alcune dimostrazioni mettendo in
risalto (senza mai dirlo!) l’importanza dell’uso degli arti inferiori. Lo scopo
dell’esercizio è far capire ai ragazzi che se le gambe non partecipano all’azione,
la palla non oltrepassa la rete e che quindi non si può giocare a tennis
solamente utilizzando il braccio.

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Saper fare, saper far fare e saper far “sentire”.

La didattica naturalmente ha una buona efficacia se il maestro è a


conoscenza del metodo e ne condivide i principi. Il coach Coppo ha subito fatto
presente la necessità che i maestri che prestano collaborazione negli
allenamenti, siano coinvolti e abbiano recepito correttamente il suo messaggio,
al fine di poterlo trasmettere agli allievi nel modo corretto e con maggior facilità.
E’ perciò indispensabile che essi siano in grado di “saper fare” ovvero saper
proporre gli esercizi in maniera corretta e saperli dimostrare nelle fasi di gioco.
Per cui, oltre ad aver assistito alle dimostrazioni degli esercizi eseguite da
Coppo, i maestri si sono cimentati nella prova dei movimenti, per cui anche a
loro sono state chieste le sensazioni percepite. In questo modo i ragazzi,
durante gli allenamenti, hanno sempre avuto la possibilità di poter osservare i
movimenti compiuti nel modo corretto.

La piena condivisione del metodo e la capacità di saper fare, rendono più


semplice il passaggio successivo, quello di “saper far fare” i gesti. Il maestro in
grado di compiere i movimenti corretti ha più facilità di riuscire a trasmetterli ai
propri allievi. In seguito all’osservazione delle prove eseguite dagli allievi, il
compito del maestro sarà quello più delicato: saper valutare quanto
l’insegnamento sia stato recepito e assimilato. Un buon maestro deve essere in
grado di capire innanzitutto se la comunicazione ha avuto l’effetto desiderato e
quindi se gli allievi abbiano realmente recepito il messaggio trasmesso. Il modo
migliore per verificarlo è farli provare a ripetere il gesto: se essi hanno
compreso il significato del gesto compiuto lo ripeteranno correttamente; se non
dovessero riuscire ad eseguire il gesto nel modo giusto il maestro dovrà
verificare se si tratta di un errore di comunicazione o, piuttosto, se essi non
riescano a ripetere una determinata azione. Sarà quindi questo il momento di
“saper far sentire” agli allievi il movimento corretto. L’esperienza di Coppo
insegna che prendere per mano i ragazzi e giocare a tennis è un grande
strumento di trasmissione di sensazioni: con questo sistema i ragazzi possono
capire la semplicità di colpire una palla con le mani, o con la racchetta, piuttosto
che percepire i passi che vengono fatti in relazione alla traiettoria della palla. Il

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tutto avviene con molta semplicità, senza così focalizzare l’attenzione sugli
errori.
“Prendere per mano” è un gesto che si può compiere se tra il maestro e
l’allievo si instaura una buona intesa. Il maestro dovrà dimostrare molta empatia
e creare un ambiente sereno in cui i ragazzi devono potersi sentire a proprio
agio e non sotto esame. Se il maestro riesce a centrare questo obiettivo,
riuscirà anche ad ottenere l’attenzione e la fiducia dell’allievo. Prendere per
mano un bambino sotto i dodici anni risulta molto più semplice che non
invadere lo spazio di un adolescente. Questi aspetti vanno considerati se si vuol
procedere con questo metodo di lavoro, senza causare piccoli incidenti di
percorso.

In questa sequenza di immagini il coach Giampaolo Coppo, prende per


mano un allievo, per far sentire come lavorano le spinte degli arti inferiori,
mentre colpisce la palla con la mano. Nella prima foto a sinistra, si può notare
come l’attenzione del bimbo sia rivolta al movimento delle gambe del maestro.

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Semplificazione della comprensione della catena cinetica

La catena cinetica aperta prevede l'intervento di tutti i segmenti corporei in


maniera progressiva durante l'esecuzione del diritto: ogni segmento muscolare
coinvolto cede energia a quello adiacente e così via per cui la spinta che si
attiva dagli arti inferiori viene trasferita al tronco e successivamente agli arti
superiori che sono gli elementi terminali del movimento. Il processo di
trasferimento di energia è perfetto solo se ogni anello della catena interviene
esattamente nel momento in cui quello precedente ha raggiunto la massima
velocità.
Per rendere facilmente comprensibile il concetto si dice agli allievi che il
colpo deve poter essere fatto come se si dovesse prendere in braccio qualcuno
o qualcosa di molto pesante: sarà fondamentale quindi che anche le gambe
partecipino attivamente al gesto e che la schiena sia in posizione verticale per
far si che la spinta degli arti inferiori sia massima e che venga trasferita in modo
corretto al tronco.
Come è stato detto precedentemente, oltre a dimostrare il gesto di
prendere in braccio qualcuno, è bene che gli allievi provino la sensazione che si
ha adoperando la spinta delle gambe per sollevare qualcosa di molto pesante.
Per cui ogni allievo ha provato, durante la sessione di allenamento, a sollevare
un compagno di corso, accorgendosi che l’unico modo per riuscire a farlo senza
sentire fatica e dolore nella zona lombare è mantenendo la schiena in posizione
verticale. Solo in questo modo è possibile che il tronco riesca a salire, infatti per
il principio di azione e reazione secondo cui all’azione di piegamento degli arti
inferiori corrisponde una reazione uguale e contraria del terreno che restituisce
la stessa spinta in direzione opposta attraverso la distensione delle gambe.
Far sentire questa sensazione ai ragazzi è molto più immediato che non
dover correggere la postura ripetendo loro di tenere la schiena diritta o di non
far scendere le spalle per far si che abbiano il tronco verticale.
Ma se dir loro di “prendere in braccio la palla” ha molta rilevanza, è
estremamente importante dir loro di farlo fin dal primo passo, per far si che
attivino la spinta degli arti inferiori in ogni fase di gioco. Tale suggerimento infatti

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viene poi richiamato anche nell’esecuzione di altri colpi in cui è indispensabile la


spinta delle gambe, come ad esempio per il servizio.

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Bilateralità e simmetria degli arti.

Fino a questo momento non si è ancora preso in considerazione l’arto non


dominante, tuttavia il ruolo che esso ricopre durante il colpo del diritto è di
fondamentale importanza. Esso deve partecipare al movimento con funzioni di
equilibrio e di come componente di spinta. La mano sinistra, per un destrorso,
deve essere ben aperta fin dall’inizio del movimento di preparazione, nel
momento successivo dell’impatto, e in quello del finale (come è evidente nei
modelli di riferimento).

Posizione dell’arto non dominante durante le varie fasi della preparazione colpo del diritto.

La mano è in posizione aperta, esprimendo tonicità, fin dall’inizio del


movimento di preparazione, e più precisamente, dal momento in cui l’arto non
dominante si separa dalla racchetta ed il braccio si estende lateralmente per
andare a disporsi parallelamente alla rete. Nel tennis femminile invece l’arto
non dominante si orienta lateralmente nella prima fase della preparazione come
conseguenza del movimento di associazione degli arti superiori. Non appena la
racchetta devia in direzione obliqua l’arte non dominante si dispone
perpendicolarmente alla rete, garantendo equilibrio durante il movimento a
colpire.

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Sperimentazione didattica relativa al perfezionamento tecnico del diritto

Tale meccanica è apprezzabile anche negli scatti in cui è suddiviso il


diritto di Maria Sharapova: da notare la posizione delle dita e della mano fin
dall’inizio della preparazione, passando all’accelerazione, all’impatto e in ultimo
al finale.

Durante le fasi del colpo del diritto è significativa la posizione dell’arto non
dominante che anticipa il movimento del braccio che impugna l’attrezzo,
favorendo la torsione del tronco. In relazione a ciò, si potrebbe quindi parlare,
piuttosto che di arto non dominante, di arto complementare: la mano sinistra ha
una sorta di ruolo di “apri-strada” nell’esecuzione del colpo. Ciò implica che per
eseguire il diritto, il giocatore necessita di una programmazione anticipata del
gesto.

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Sperimentazione didattica relativa al perfezionamento tecnico del diritto

Nelle immagini che seguono, l’allievo “porta la palla” al maestro con la


mano sinistra. Grazie a questo esercizio, egli scopre inconsapevolmente
l’importanza dell’arto non dominante durante il colpo del diritto. Come anticipato
nei capitoli precedenti, si noti come la posizione delle mani sia simmetrica ed
alla stessa altezza, garantendo così un buon equilibrio al momento dell’impatto,
mantenuto altresì dall’ampiezza della stance.

Nel capitolo che tratta la didattica viene approfondito il ruolo dell’arto non
dominante ed il modo in cui si allena il suo utilizzo per l’esecuzione del diritto.

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Sperimentazione didattica relativa al perfezionamento tecnico del diritto

Mani e piedi intelligenti. Giocare a piedi scalzi.

Durante questi mesi di collaborazione con il Coach Coppo, i ragazzi


hanno avuto la possibilità di sperimentare anche un tipo di allenamento insolito
e apparentemente poco ortodosso: giocare a tennis a piedi scalzi.
E’ stato chiesto agli allievi di togliersi scarpe e calze per provare a
svolgere alcune sessioni di allenamento che prevedevano l’uso delle mani, per
poi passare al gioco con la racchetta.
In primo luogo è stata fornita una palla che comportasse spostamenti a
breve raggio, in maniera da evitare movimenti bruschi o recuperi, scongiurando
così possibili infortuni, ed è stata data come indicazione solamente quella di
muoversi in modo tale da sentirsi sempre “comodi”.
Superato il primo momento di perplessità durante il quale i ragazzi
chiedono il motivo di questo tipo di lavoro (non viene fornita alcuna risposta,
anzi si chiede loro di esprimere delle sensazioni dopo aver provato), essi
cominciano a muoversi con un po’ di timore. Pian piano si sciolgono e trovano
centralità ed equilibrio. Questo è l’unico modo per giocare scalzi senza provare
fastidio. Si riscontra immediatamente una maggiore attenzione da parte degli
allievi, rispetto ad una lezione tradizionale, essi sono infatti obbligati a “vedere”
subito la palla e a piazzarsi perfettamente. In caso contrario non riescono a
giocare. Una delle espressioni più ricorrenti dei ragazzi è stata: “Sento meglio il
terreno e i piedi. E’ come se partecipassero al colpo. Sopratutto vedo molto
prima la palla”.
Il passaggio successivo è quello che richiede più attenzione da parte degli
allievi: viene loro chiesto di indossare le calzature e di giocare, come se fossero
a piedi scalzi. La difficoltà della sessione di allenamento in questione sta proprio
nel percepire i piedi ed il terreno nonostante le scarpe indossate attutiscano
decisamente le sensazioni.
Il lavoro svolto può sembrare puramente astratto ma i risultati ottenuti
sono davvero importanti: ogni volta che si è lavorato a piedi scalzi, i ragazzi che
sono riusciti a calarsi nella situazione, hanno riscontrato una sensazione
comune, come se il corpo sapesse di non poter compensare eventuali errori e
dunque si programmasse prima.

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Sperimentazione didattica relativa al perfezionamento tecnico del diritto

Riportando il pensiero di Coppo, egli sostiene che “L’intelligenza fisica” è


ampiamente correlata alla capacità di “sentire mentre agiamo”, e che “Questo
automatismo fa si che la nostra azione sia precisa e coordinata.”
Un esempio può essere d’aiuto per comprendere meglio queste parole: se
stiamo guidando e affrontiamo una curva, sterziamo e in maniera del tutto
inconsapevole in ogni istante della curva apportiamo con le mani dei piccoli
aggiustamenti. Se, per curiosità, tenessimo le mani ferme vedremmo che
probabilmente andremmo a sbattere o perlomeno rischieremmo di farlo.
Durante ogni azione, il flusso di sensazioni di ritorno regola il nostro modo di
agire. Per questo sarebbe difficilissimo compiere azioni precise con guanti che
ci togliessero sensibilità. Se dovessimo provare a firmare un documento
indossando guanti da sci impugneremmo la penna in maniera delicatissima,
sforzandoci di sentirla nella mano, per non rischiare di produrre segni
incomprensibili. Le nostre mani sono comunque “intelligenti”, perché sono
abituate a compiere azioni “senza guanti”, liberamente. Immaginiamo se fin da
neonati ci avessero costretto a portare guanti (l’equivalente delle scarpe per i
piedi) molto spessi, che limitassero fortemente la capacità di “sentire” delle
mani in ogni situazione. Sicuramente le nostre mani sarebbero diventate
“inette”. Questo è quello che accade ai nostri piedi, che pure hanno un
potenziale di “intelligenza” notevole. Non è un caso che persone che hanno
perso l’uso della mani, hanno imparato a scrivere, persino a dipingere, anche
molto bene, usando i piedi.
Se dovessimo correre scalzi le possibili conseguenze sarebbero due: o la
corsa è compiuta perfettamente, fluida ed elastica in ogni istante, o ci faremmo
male. Le scarpe insomma “proteggono” dagli errori.
In conclusione, il giocatore che fin dalla giovane età ha la possibilità di
allenarsi a piedi scalzi, beneficia di diversi vantaggi:
• è agevolato nel “sentire” il proprio corpo, migliorando le proprie
capacità di propriocezione;
• assume una posizione del tronco corretta, eretta, che favorisce
condizioni di spinta degli arti inferiori in tutte le fasi di gioco;
• accresce il valore del feedback interno.

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Sperimentazione didattica relativa al perfezionamento tecnico del diritto

Didattica del diritto

La didattica sperimentale, in linea con i principi didattici dell’Istituto di


Formazione R. Lombardi, prevede che tutti gli esercizi seguano il principio di
gradualità crescente. A tale scopo, tutti gli esercizi proposti hanno inizio senza
che gli allievi utilizzino la racchetta e attraverso il progredire di una serie di step.

Portare la palla con la mano:


- il maestro si posiziona ad un paio di metri dagli allievi che
proveranno a portare (e non colpire) la palla al maestro, prima con
la mano dominante, dalla parte del diritto e poi con la mano non
dominante dalla parte del rovescio;

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Sperimentazione didattica relativa al perfezionamento tecnico del diritto

- l'esercizio prosegue focalizzando l'attenzione sull'arto non


dominante, l’allievo dovrà portare la palla al maestro, prima dalla
parte del diritto, poi dalla parte del rovescio (è importante che in
questa fase anche l'arto dominante compia il movimento a vuoto,
seguendo l’arto non dominante, come se dovesse anch’esso
colpire la palla);

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Sperimentazione didattica relativa al perfezionamento tecnico del diritto

- l'ultimo step consiste nel far portare la palla agli allievi con l'arto
dominante, con la mano sinistra che anticipa il movimento, compiendo il gesto
senza colpire la palla (gli arti superiori cooperano nell'esecuzione del
movimento, favorendo così il movimento di torsione del tronco);

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Sperimentazione didattica relativa al perfezionamento tecnico del diritto

Prendere in braccio la palla:


- con l'avanzare degli step si introduce il concetto di partecipazione da
parte di tutti gli arti, superiori e inferiori, al movimento (enfatizzando nella
dimostrazione il fatto che le gambe contribuiscono sensibilmente al movimento
a colpire);
- a questo punto viene introdotta la racchetta e si richiede agli allievi di
provare ad eseguire gli stessi movimenti anche utilizzando l’attrezzo;
- l'evoluzione dell'esercizio prevede che il maestro, posizionato oltre la
rete, fornisca la palla dal cesto. Gli allievi provano a portare la palla compiendo
il gesto del diritto;
- lo step finale consiste nel far provare gli allievi a giocare in palleggio, con
il maestro e successivamente tra di loro.

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Sperimentazione didattica relativa al perfezionamento tecnico del diritto

Didattica del diritto come colpo di attacco: “camminare con la


palla”

All’interno del capitolo in cui sono stati presi in considerazione gli aspetti
tattici del colpo del diritto, è stato dato risalto al fatto che nel tennis moderno di
alto livello, questo colpo sta assumendo un ruolo di importanza primaria. I
giocatori di alto livello a cui si fa riferimento tendono ad utilizzarlo come un
colpo di attacco per riuscire a scardinare la difesa dell’avversario e per
concludere lo scambio a proprio favore. Ciò avviene attraverso l’impiego di un
fattore di fondamentale importanza: la velocità di palla. Un giocatore che
intende giocare un colpo a rimbalzo producendo velocità dovrà tenere conto di
due fattori imprescindibili: lo spazio e il tempo.
Il tennis è uno sport territoriale, per cui chi gioca un match dovrà cercare
di guadagnare campo avanzando la posizione all’interno della propria metà
campo, cercando di muovere l’avversario durante lo scambio. Ciò avviene con
maggiore facilità se si riesce a rubare il tempo all’avversario, stando vicini al
punto in cui rimbalza la palla e cercando di colpirla in fase ascendente.
Tutto questo è ancora più proficuo se il giocatore riesce a colpire in
dinamica e con un punto d’impatto di altezza compresa tra i fianchi e le spalle.
Nella didattica in oggetto viene detto semplicemente agli allievi di
“camminare con la palla”, ovvero di colpire la palla camminando. Il primo step
infatti prevede che essi, partendo dalla linea di fondo campo, avanzino in
direzione della rete e che senza mai fermarsi colpiscano le palle che gli
vengono fornite con la mano dal maestro. L’esercizio ha successo se essi non
si fermeranno mai al momento dell’impatto, ma anzi continueranno sempre a
camminare senza sosta. Successivamente essi proveranno ad eseguire una
serie di diritti partendo dal centro del campo, muovendosi in direzione obliqua
per poi rientrare verso il centro con la corretta tecnica degli spostamenti. Ogni
singolo colpo dovrà essere eseguito in maniera tale da fare un paio di passi
dopo aver colpito seguendo la direzione di destinazione della palla. Man mano
che essi acquisiscono i movimenti in modo più sciolto e naturale si dirà loro di
muoversi con una maggiore velocità, ma sempre cercando di far si che arti
inferiori e arti superiori si muovano alla stessa velocità. Con questa metodologia

Corso di Formazione per Maestro Nazionale 2017-2018 31


Sperimentazione didattica relativa al perfezionamento tecnico del diritto

di lavoro non si fa assolutamente riferimento al piede di arrivo al momento del


colpo: ciò rende possibile insegnare il diritto eseguito dinamicamente anche ad
allievi di giovane età. Se infatti fornire troppe informazioni tende a paralizzare i
movimenti degli allievi, l’uso ridotto li fa pensare meno e permette loro maggior
libertà di movimento.
Per migliorare l’altezza del punto d’impatto il maestro dispone l’allievo di
fronte a se a distanza ravvicinata e gli lancia una palla con la mano. Nella prima
fase di lavoro egli dovrà cercare di afferrarla, senza farla rimbalzare, appena
sopra l’altezza della spalla con la mano con cui esegue il diritto. L’imput che il
maestro fornisce è di riuscire ad afferrare la palla dove è possibile vederla
facilmente, vale a dire senza dover girare la testa od orientare lo sguardo
lateralmente o verso il basso. Nelle fasi successive egli dovrà prima portare (e
non colpire!) la palla al maestro adoperando le dita, accarezzando la palla nella
parte superiore, per poi tentare di compiere lo stesso gesto impiegando la
racchetta. L’ultima fase di questa progressione di allenamento che si può
chiamare colpire la palla dove si può vederla consiste nel far colpire la palla al
volo con la richiesta di porre l’attenzione al punto in cui essa verrà colpita.
A questo punto camminare con la palla e colpirla dove si può vederla
permetterà agli allievi di effettuare un colpo aggressivo e di attacco. Verrà così
sfruttata la velocità della palla in arrivo (colpita in fase ascendente) e quella
della propria massa corporea che parteciperà attivamente e dinamicamente al
colpo, producendo l’effetto desiderato, ossia rubare tempo e spazio
all’avversario.

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Sperimentazione didattica relativa al perfezionamento tecnico del diritto

Interazione tra didattica sperimentale e didattica dell’Istituto


Superiore di Formazione

La metodologia del lavoro di Coppo, come detto in precedenza, è basata


sul principio dell’ascolto delle sensazioni che gli allievi percepiscono, sulla
propriocezione, sul “sentire” le informazioni che giungono dal corpo.
E’ però impensabile programmare un sistema di allenamento per i
ragazzi, rientranti nelle categorie del pre-perfezionamento e del
perfezionamento, basato esclusivamente su questa didattica.
E’ quindi fondamentale che vengano prese in considerazione le aree
fondamentali che devono integrare il metodo proposto nel project work e che
sono state trattate nel corso di formazione per maestro nazionale:
• l’area tattica
• l’area tecnica
• l’area mentale
• l’area fisica ed auxologica.
L’Istituto Superiore di Formazione Roberto Lombardi all’interno del corsi di
formazione per istruttori, maestri e tecnici nazionali, tratta ampiamente le aree
elencate. In particolare, all’interno dei moduli per il conseguimento della
qualifica di maestro nazionale, i docenti hanno dato vasto approfondimento alle
tematiche di cui sopra.
Nel corso delle lezioni in cui è stata trattata la tattica, è stato dato risalto a
come gli under debbano confrontarsi con alcuni importanti cambiamenti durante
la crescita tennistica. Partiamo dai più piccoli del minitennis che, in questo
delicato momento di passaggio dalla categoria Cerbiatto a quella Coccodrillo,
sono soggetti a cambiamenti importanti che comportano delle variazioni
tattiche: il campo diventa più largo e più lungo, passando da 5,48 x 15,77 m a
8,23 x 19,77; la rete ha una maggiore altezza (da 60 a 80 cm); le palline sono
più pesanti e hanno un rimbalzo più alto. Ci sono inoltre i giovani under che
passano dal minitennis al tennis e che, oltre ad assistere ad un ulteriore
incremento della lunghezza del campo che raggiunge i 23,77 m del campo
normale e dell’altezza della rete che arriva a 91,4 cm, devono adattarsi al
passaggio alla palla da adulto che rimbalza ancora più e che è molto più veloce

Corso di Formazione per Maestro Nazionale 2017-2018 33


Sperimentazione didattica relativa al perfezionamento tecnico del diritto

della palla green. In conseguenza di tali cambiamenti i giovani tennisti hanno


dovuto confrontarsi con differenti parametri in termini di controllo, regolarità e
profondità, e hanno potuto scoprire il gioco basato sulle angolazioni diagonali e
anomale, nonché la diversa scelta di traiettoria in funzione della situazione
tattica. Ed è proprio in relazione a questi aspetti che la didattica oggetto di
sperimentazione porta risultati eccellenti soprattutto in termini di controllo e
regolarità. La maggior parte degli under che affrontano il passaggio a campi di
dimensioni maggiori e che devono adeguare i propri colpi ad un tipo di palla
diversa, più pesante e con un rimbalzo più alto, nei primi periodi, tendono ad
iniziare a colpire la palla con maggior forza, a scapito del controllo e della
regolarità. “Sentire la palla” ed imparare a “portarla”, cioè ad indirizzarla in una
specifica area del campo, permette loro di giocare in modo fluido e non
muscolare e di impostare i propri colpi sulla sensibilità.
Strettamente connessa all’area tattica, l’area tecnica fornisce i mezzi
necessari per poter fronteggiare varie situazioni tattiche. In considerazione di
ciò risulta evidente come sia indispensabile che i tennisti che affrontano il
passaggio dalla palla orange a quella green, ed ancor più alla palla
pressurizzata, debbano apprendere le rotazioni nei colpi a rimbalzo (top spin e
back spin) e nel servizio (slice e kick).
Ma nel perfezionamento tecnico del diritto vanno considerati cinque
aspetti fondamentali:
1. il tempo di contatto degli arti inferiori;
2. la torsione del tronco, separando l’azione delle spalle dall’azione
delle anche;
3. l’altezza della racchetta al termine della preparazione;
4. la coordinazione segmentaria nella fase di accelerazione;
5. l’ampiezza nel finale del movimento.

Il tempo di contatto degli arti inferiori con il terreno, nel momento in cui
l’allievo deve determinare il tipo di stance, risulta inferiore per circa il 30%
rispetto a quello impiegato dai tennisti professionisti. Le condizioni principali che
comportano l’arrivo ed il piazzamento in ritardo rispetto alla palla, sono
essenzialmente la velocità con cui vengono processate le condizioni ambientali
da parte dell’atleta e la velocità di spostamento (accelerazione, decelerazione

Corso di Formazione per Maestro Nazionale 2017-2018 34


Sperimentazione didattica relativa al perfezionamento tecnico del diritto

ampiezza dell’ultimo passo). Il ritardo della determinazione della stance, seppur


di qualche frazione di secondo, è la causa della qualità degli appoggi e del
tempo di contatto degli arti inferiori con il terreno. Inoltre l’ampiezza della base
di appoggio al momento dell’arresto è dettata dall’azione del piede: questa
risulta essere minima se risulta prevalente l’azione dell’avampiede, mentre è
ampia se interviene in maniera corretta il tallone. Nel primo caso si verifica una
carenza di equilibrio e di conseguenza la difficoltà di produrre una buona spinta
dagli arti inferiori. Analizzando il metodo del project work, è possibile ovviare al
problema di tempo di contatto con il terreno e di qualità degli appoggi al
momento dell’impatto, con il sistema che viene suggerito agli allievi di “prendere
in braccio” la palla nel momento in cui essi devono colpirla.
Il movimento di preparazione viene compiuto contemporaneamente dagli
arti superiori, che arretrano la racchetta favorendo la torsione del tronco, e dagli
arti inferiori, che dopo lo split step si muovono in direzione della palla. La
torsione del tronco non deve avvenire attraverso un’azione congiunta tra spalle
ed anche, ma bensì le spalle devono ruotare con un angolo maggiore rispetto
alle anche, permettendo così un accumulo di energia elastica. Durante il corso
per maestro nazionale è stato dato risalto come questo debba avvenire in modo
tale che il movimento della parte superiore del corpo si svolga ad un’altezza
differente rispetto al movimento della parte inferiore del corpo. All’interno della
sperimentazione didattica, ciò avviene in maniera piuttosto naturale quando si
insegna agli allievi a camminare sulla palla. Con tale esercitazione infatti, gli arti
inferiori si piegano per accumulare energia che viene poi utilizzata come spinta
nel momento in cui viene colpita la palla, mentre il tronco è ad un’altezza
differente, in posizione eretta. Le anche sono ruotate parzialmente durante lo
spostamento del corpo verso la palla, mentre le spalle raggiungono un grado di
rotazione maggiore, grazie all’azione dell’arto non dominante che guida
l’arretramento della racchetta.

Si prende ora in considerazione l’”highest racket point”, ovvero la


posizione elevata dell’attrezzo al momento del rimbalzo della palla. E’ molto
importante che la racchetta non cada verticalmente quando la palla rimbalza,
ciò comporterebbe un ridotto spazio di accelerazione della racchetta che
influirebbe negativamente sulla velocità prodotta. Tale obiettivo può essere

Corso di Formazione per Maestro Nazionale 2017-2018 35


Sperimentazione didattica relativa al perfezionamento tecnico del diritto

raggiunto solo se viene focalizzata l’attenzione sul timing esecutivo:


l’arretramento dell’attrezzo dovrebbe essere completato solo in corrispondenza
del rimbalzo della palla e, al tempo stesso, deve essere determinata la stance.
Se la didattica proposta da Coppo non fa riferimento a questo aspetto tecnico, è
possibile asserire che comunque non sia assolutamente in contrasto con
quanto affermato dai docenti del corso maestri.

La coordinazione segmentaria nella fase di accelerazione consiste nel


sistema in cui i segmenti corporei intervengono nella sequenza del colpo, per
cui il tronco, gli arti inferiori, il braccio, l’avambraccio e la mano vengono
reclutati con sequenza prossimo-distale. La velocità della mano, che è
l’elemento distale finale del movimento, dipende dalla velocità di tutti i segmenti
coinvolti nella sequenza del movimento: il tronco e gli arti inferiori (in particolare
la coscia) sono composti da muscoli più lenti che entrano in azione subito,
mentre i segmenti più distanti dal tronco si muovono qualche millisecondo più
tardi e più velocemente. Gli under, considerata anche la scarsa massa
muscolare, devono fare attenzione a far si che questa sequenza sia sempre
rispettata e che la mano non intervenga con predominanza rispetto agli altri
segmenti. Didatticamente è possibile intervenire, stimolando gli allievi
sull’importanza dell’uso degli arti inferiori per portare la palla: mentre le gambe
esercitano pressione sul terreno, ricevendo la spinta necessaria per trasmettere
energia al resto del corpo e dare forza al colpo, la mano è l’elemento che,
grazie all’intervento delle dita, permette di terminare il movimento con una
buona sensibilità. Tutto ciò viene trasmesso agli under in modo molto semplice,
dicendo loro di prendere in braccio la palla e di accarezzarla con la mano, come
già descritto nei capitoli precedenti.

Sull’ampiezza nel finale del movimento la didattica in oggetto non prende


in considerazione alcuna esercitazione per far si che, come dispensa l’Istituto di
Formazione, l’arto dominante si muova verso avanti subito dopo l’impatto per
poi dirigersi verso la spalla non dominante per poter decelerare. E’ però da
valutare come esercizio di supporto e di rinforzo, quello in cui si fa portare la
palla prima con la mano dominante, poi con quella non dominante. Se tale
esercizio non fosse compiuto dirigendo la mano verso avanti (verso il maestro,

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Sperimentazione didattica relativa al perfezionamento tecnico del diritto

quindi verso l’altra metà campo), non ci sarebbe un buon controllo e profondità
di palla.

Un altro argomento affrontato durante il corso è stato quello


sull’auxologia. Il Prof. Giovanni Catizone, nel corso delle lezioni svolte, ha dato
risalto al fatto che da un punto di vista fisico, i ragazzini di età compresa tra i 9 e
i 14 anni sono soggetti a significativi mutamenti: tra i 9 e gli 11 anni, nel periodo
della seconda fanciullezza, si riequilibra il rapporto tra peso e statura che,
nell’età precedente, quella della prima fanciullezza, vede i soggetti più lunghi e
dimagriti. In questa fase l’apparato muscolare recupera lo svantaggio
precedente, è presente una buona efficienza respiratoria per cui si ha una
maggior capacità di recupero ma la capacità anaerobica è ancora scarsa, è
presente un buon grado di coordinazione e di controllo del corpo e una buona
facilità di apprendimento motorio.
Dagli 11 ai 14 anni, nella pubertà o pre-adolescenza, è sempre più
marcata la differenziazione tra i sessi per lo sviluppo dei caratteri sessuali
secondari, e si verifica un vero e proprio bombardamento ormonale. Per ciò che
concerne l’aspetto motorio e funzionale si ha una massima accelerazione della
statura (il cosiddetto scatto di crescita), che comporta un nuovo squilibrio e
disorientamento motorio. L’apparato muscolare e cardio-circolatorio sono in
situazione di insufficienza e di ritardo, nei maschi aumenta la larghezza delle
spalle, nelle femmine del bacino.
L’insegnante deve cercare di gestire questo momento delicato,
consapevole del fatto che il pre-adolescente cerca un punto di riferimento al di
fuori dell’ambito della famiglia. Notoriamente il ragazzo tende a perdere le
abilità acquisite che vanno recuperate muovendosi e ragionando in un ambito di
semplificazione della tecnica.

A tale proposito risulta quindi evidente come sia conciliabile e


complementare il metodo in oggetto rispetto a quello dell’Istituto di Formazione.
Infatti, nel momento del passaggio alla pubertà, caratterizzato da una situazione
emotiva molto difficile da gestire, può assolutamente essere di grande aiuto la
figura del maestro che tende a semplificare il metodo di allenamento servendosi
della didattica in oggetto. Da un punto di vista mentale, stimolare l’attenzione

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Sperimentazione didattica relativa al perfezionamento tecnico del diritto

dei ragazzi facendo si che essi si concentrino sulle percezioni e sulle sensazioni
di ritorno del proprio corpo, può essere un espediente efficace in termini di
autoefficacia percepita e può portare ad una buona intesa tra maestro e allievo.
In tal senso è stato di grande aiuto l’inserimento di sedute di yoga a quelle
tecniche e atletiche. Lo yoga è uno strumento indispensabile che aiuta i ragazzi
ad ascoltare le sensazioni che provengono dal proprio corpo, a capire come
funziona il nostro organismo, ad imparare a respirare nel modo corretto e ad
interiorizzarsi attraverso la meditazione.

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Sperimentazione didattica relativa al perfezionamento tecnico del diritto

Risultati della sperimentazione didattica

Prendendo in considerazione il lavoro svolto da parte dei maestri del T.C.


Châtillon-Saint Vincent con un gruppo di ragazzi della scuola tennis che
nell’arco di circa un anno si sono allenati con questa metodologia di lavoro,
sono stati riscontrati dei risultati positivi in termini di qualità. La maggior parte
dei giovani allievi che hanno aderito a tutti gli stage previsti, hanno infatti
dimostrato ottimi miglioramenti da un punto di vista tecnico, riuscendo a
innalzare il proprio livello di gioco e, in qualche caso, ottenendo buoni
piazzamenti nei tornei a cui hanno preso parte.
Facendo un paragone con il livello di gioco espresso dai ragazzi prima e
dopo gli stage, sono stati riscontarti alcuni progressi comuni alla maggior parte
di essi:
• incremento del controllo di palla che ha comportato di conseguenza
una maggior regolarità;
• migliore utilizzo dell’arto non dominante e degli arti inferiori che ha
implicato il completo coinvolgimento della catena cinetica
nell’esecuzione del colpo;
• maggior capacità di produrre un gioco offensivo attraverso l’utilizzo
del proprio corpo nei colpi di attacco (“camminando sulla palla”);
• maggior consapevolezza degli errori commessi che ha consentito
ai ragazzi di incrementare la propria autoefficacia percepita;
• i ragazzi hanno arricchito il sistema personale di feedback interno
che ha dato loro maggior sicurezza e più autonomia in gara.

Considerando alcuni casi in particolare, si sono anche verificati


cambiamenti di tipologia di gioco: un allievo di 13 anni che basava i propri
schemi sul contrattacco (con colpi caratterizzati da eccessivo spin), grazie alla
didattica proposta e agli allenamenti tattici svolti, nel corso di un anno ha
modificato il proprio gioco, variandolo con maggior frequenza. In conseguenza
di tale modifica, è ora possibile identificarlo piuttosto come un attaccante da
fondo campo. Ci sono stati anche i casi di due allieve, di 9 e di 12 anni, che

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Sperimentazione didattica relativa al perfezionamento tecnico del diritto

basavano i propri colpi sulla forza muscolare, che grazie al metodo di Coppo,
sono riuscite a modificare il proprio modo di giocare, impiegando molta meno
forza ed esprimendosi con maggiore fluidità nei movimenti. In termine di
prestazione, ci sono stati apprezzabili miglioramenti negli schemi: hanno
giocato con più profondità e impostato schemi di gioco con maggior utilizzo
delle diagonali e hanno sfruttato maggiormente le aperture di campo.

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Sperimentazione didattica relativa al perfezionamento tecnico del diritto

Conclusioni

La sperimentazione didattica proposta ha condotto ad un ottimo successo


immediato. Gli allievi coinvolti hanno dimostrato, fin dalle prime sedute di
allenamento, di aver recepito le indicazioni fornite ed hanno provato subito a
metterle in pratica. La particolarità di questa metodologia prevede che non
vengano forniti feedback troppo ravvicinati, anzi contrariamente, una volta dato
il compito, si tende a lasciare che gli allievi provino in autonomia. Solamente nei
casi in cui si debba notare qualche particolare difficoltà, si interviene con
qualche suggerimento tecnico di rinforzo. In definitiva, tendendo
intenzionalmente a distribuire con parsimonia le istruzioni, per evitare che si
verifichino situazioni di “paralisi”, si otterrà l’effetto desiderato vale a dire quello
della non dipendenza degli allievi dal feedback esterno, ma piuttosto stimolare
l’autonomia ed all’incremento della consapevolezza del feedback interno.
Si è potuto comunque constatare che gli allievi hanno interiorizzato il
lavoro che è stato loro proposto di volta in volta e che, in alcuni casi di difficoltà,
grazie a qualche piccolo suggerimento, hanno recuperato mnemonicamente
con buona facilità.
Naturalmente, per raggiungere il modello di prestazione preso in
considerazione, è indispensabile un lavoro sinergico tra i maestri dello staff, che
dovranno insistere sulla parte tecnico-tattica, il preparatore fisico ed il mental
coach, che dovranno, rispettivamente, curare la parte atletica e quella mentale.
Non si può pensare infatti di avvicinarsi al tennis di alto livello senza prendere in
considerazione tutte e quattro le aree che sono alla base della preparazione di
un professionista.
In conclusione è possibile affermare che la didattica trattata nel presente
project work conduce a risultati positivi immediati, elevando il livello di gioco
grazie all’acquisizione della consapevolezza del gesto: i ragazzi acquistano
subito un miglior controllo dei colpi e quindi maggior sicurezza, sia nel servizio
che nei colpi a rimbalzo (di costruzione e di attacco) e al volo. Il lavoro svolto
dai maestri è risultato proficuo grazie alla conoscenza e all’applicazione del
metodo di Coppo che si interfaccia facilmente con gli argomenti trattati nei corsi
di formazione dall’Istituto Superiore di Formazione. Concludendo, la didattica

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Sperimentazione didattica relativa al perfezionamento tecnico del diritto

sperimentata si integra in maniera complementare al modello fornito dall’Istituto


di Formazione.

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