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SOCIETÀ / L’inglese Indipendent fa dietro front:non è più a favore della


liberalizzazione delle droghe leggere
LO SPINELLO FA BENE… ANZI NO, FA MALISSIMO
La nuova cannabis è 25 volte più forte di quella tradizionale e danneggia il
cervello. Il quotidiano inglese, dieci anni fa fautore della campagna per la
liberalizzazione dello spinello, ora chiede scusa, si rimangia tutto e dice ai
ragazzi: non fumate.

LONDRA – È una ritirata su tutta la linea che fa comunque onore all’onestà intellettuale dei
giornalisti del quotidiano londinese Indipendent on Sunday. Dieci anni fa erano stati i sostenitori di
una grande battaglia per liberalizzare la cannabis. Ieri sulle stesse pagine compare una
ritrattazione senza remore. Il punto è che la droga già prediletta dagli hippies non è più quella di
una volta: oggi viene coltivata in casa sotto lampade a raggi ultravioletti che la rendono fino a 25
volte più forte, in gergo si chiama «skunk» e sta causando un'ecatombe di casi di psicosi, paranoia
anche violenta e schizofrenia.
A lanciare l’allarme è stata la rivista medica «The Lancet» che ha dimostrato che questa versione
amplificata della cannabis è più pericolosa dell'LSD e dell'ecstasy. Una quantità record di
giovanissimi è in cura per abuso di «skunk» e il numero di ricoveri è alle stelle

I danni della nuova cannabis

I danni arrecati dall'odierna «iper-cannabis» alla salute mentale di chi ne fa uso sono
potenzialmente irreparabili. Il problema più acuto rischia di manifestarsi fra gli adolescenti, il cui
cervello in fase di sviluppo è molto più vulnerabile.
Anche il professor Colin Blakemore, capo del Medical Research Council, che nel 1997 aveva
appoggiato la campagna originaria dell'«Independent on Sunday», oggi dice: «Il legame tra la
cannabis e la psicosi oggi è ben chiaro; dieci anni fa non lo era. Lo "skunk" fumato dalla
maggioranza dei giovani in questo Paese non assomiglia neppure lontanamente alla tradizionale
resina della cannabis tipicamente in uso fino ai primi anni Novanta. La sostanza di oggi contiene
fino a 25 volte più tetraidrocannabinolo (THC)», ovvero l'ingrediente psicoattivo. Dieci anni fa
soltanto 1600 persone erano in cura per abuso di cannabis; oggi sono 22 mila, la metà dei quali ha
meno di diciott'anni.

Cannabis concausa di aggressioni brutali

Negli ultimi anni l'abuso di «skunk» è stato additato come una concausa di una serie di omicidi e
aggressioni brutali. Dice Marjorie Wallace, direttore dell'organizzazione per la salute mentale
«Sane»: «Ogni giorno arrivano nuove conferme del legame tra l'uso di cannabis e le malattie
mentali. Uno studio recente dimostra che 8 persone su 10 tra quelle che hanno avuto un primo
episodio di schizofrenia facevano un forte uso di questa droga. Secondo un altro studio, corrono un
rischio quadruplo di ammalarsi di schizofrenia».
L’editoriale dell’Indipendent si conclude con queste parole di Rosie Boycott, l'allora direttore del
giornale e responsabile della campagna di liberalizzazione: «Non crediamo sul serio che allora ci
fossimo sbagliati. Ma la minaccia alla salute mentale oggi deve avere la precedenza sugli istinti
liberali di allora».
19 marzo 2007

Sorry, lo spinello fa male

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La nuova cannabis, 25 volte più forte, danneggia il cervello. E così
l'Indipendent, che aveva guidato la campagna per la liberalizzazione, fa
retromarcia
MARIA CHIARA BONAZZI
LONDRA
Una ritrattazione in piena regola, con tante scuse. L'«Independent on Sunday», il giornale che dieci
anni fa aveva condotto una campagna in grande stile in favore della decriminalizzazione della
cannabis, ieri ha fatto marcia indietro a tutto gas in prima pagina. «Se solo avessimo saputo allora
quello che possiamo rivelare oggi», recita basito il titolone. Il punto è che la droga già prediletta
dagli hippies non è più quella di una volta: oggi viene coltivata in casa sotto lampade a raggi
ultravioletti che la rendono fino a 25 volte più forte, in gergo si chiama «skunk» e sta causando
un'ecatombe di casi di psicosi, paranoia anche violenta e schizofrenia.

Il giornale, che nel 1997 riuscì a mobilitare una marcia in Hyde Park e a smuovere il governo di
Blair a declassare la cannabis a stupefacente di categoria C, il cui consumo personale non era cioé
più un reato punibile con l'arresto, ha deciso di cambiare radicalmente posizione proprio nella
settimana in cui la rivista medica «The Lancet» argomenterà che ormai questa versione amplificata
della cannabis è più pericolosa dell'LSD e dell'ecstasy. Una quantità record di giovanissimi è in cura
per abuso di «skunk» e il numero di ricoveri è alle stelle.

I danni arrecati dall'odierna «iper-cannabis» alla salute mentale di chi ne fa uso sono
potenzialmente irreparabili. Il problema più acuto rischia di manifestarsi fra gli adolescenti, il cui
cervello in fase di sviluppo è molto più vulnerabile. Anche il professor Colin Blakemore, capo del
Medical Research Council, che nel 1997 aveva appoggiato la campagna originaria
dell'«Independent on Sunday», oggi dice: «Il legame tra la cannabis e la psicosi oggi è ben chiaro;
dieci anni fa non lo era». In retrospettiva, l'«Independent on Sunday» tiene molto a precisare che
«lo "skunk" fumato dalla maggioranza dei giovani in questo Paese non assomiglia neppure
lontanamente alla tradizionale resina della cannabis tipicamente in uso fino ai primi anni Novanta.
La sostanza di oggi contiene fino a 25 volte più tetraidrocannabinolo (THC)», ovvero l'ingrediente
psicoattivo. Dieci anni fa soltanto 1600 persone erano in cura per abuso di cannabis; oggi sono 22
mila, la metà dei quali ha meno di diciott'anni: «Una bomba a orologeria per la salute mentale»,
ammette il giornale.

Altri specialisti concordano sul fatto che il dibattito scientifico è cambiato. Il professor Robin

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Murray del London Institute of Psychiatry ritiene che almeno 25 mila dei 250 mila schizofrenici
negl Regno Unito, pari a un decimo del totale, avrebbero evitato di ammalarsi se non avessero fatto
uso di cannabis: «Può darsi che i numeri di chi fa uso di cannabis non siano aumentati, ma la
sostanza è molto più potente, quindi si tratta di vedere se tra qualche anno avremo
conseguentemente più ammalati. Chi comincia oggi, lo fa con lo "skunk"». E sempre più giovane:
oggi si vedono ragazzini di dodici o tredici anni con lo spinello in mano.

Con le conseguenze che si vedono sulle strade del Regno: negli ultimi anni l'abuso di «skunk», con
la paranoia estrema a cui è associato, è stato additato come una concausa di una serie di omicidi e
aggressioni brutali. Dice Marjorie Wallace, direttore dell'organizzazione per la salute mentale
«Sane»: «Ogni giorno arrivano nuove conferme del legame tra l'uso di cannabis e le malattie
mentali. Uno studio recente dimostra che 8 persone su 10 tra quelle che hanno avuto un primo
episodio di schizofrenia facevano un forte uso di questa droga. Secondo un altro studio, corrono un
rischio quadruplo di ammalarsi di schizofrenia». Anche il professor Neil McKeganey, del Centre
for Drug Misuse dell'Università di Glasgow, è preoccupatissimo: «La società ha gravemente
sottovalutato la pericolosità della cannabis».

Visto e considerato tutto ciò, si chiede l'«Independent on Sunday», «eravamo fuori di testa quando
chiedevamo la legalizzazione della cannabis? No, ma poi è arrivato lo "skunk"». Rosie Boycott,
l'allora direttore del giornale e responsabile della campagna, nel ricordare il suo primo spinello
datato 1968 sull'erba di Hyde Park, scrive: «Nel 1997 ero convinta che la cannabis fosse pressoché
innocua. Ma io parlavo della varietà che proveniva dai campi del Libano, Marocco e Afghanistan,
che adesso è una rarità. Lo “skunk” invece rende aggressive le persone». Conclude un editoriale:
«Non crediamo sul serio che allora ci fossimo sbagliati. Ma la minaccia alla salute mentale oggi
deve avere la precedenza sugli istinti liberali di allora».

L’hashish «skunk»
dannoso come la coca

EUGENIA TOGNOTTI

Clamoroso dietrofront dell’Independent on Sunday, a dieci anni dalla campagna di stampa per la
depenalizzazione della cannabis. Una potente spinta per il governo, che assunse allora la decisione
di declassare la droga dalla categoria B alla C, in considerazione dei minori rischi di dipendenza e
dei minori problemi di salute rispetto alle altre droghe. Ma quel 1997 è lontanissimo dall’oggi. La
cannabis, di cui aveva allora chiesto la depenalizzazione era, di fatto, un'altra cosa rispetto alle
varietà chiamate «skunk», contenenti un’alta concentrazione (il 25 per cento in più) di
tetraidrocannabinolo (Thc), il principio attivo che causa lo «sballo».

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L'aumento del consumo dello «skunk» tra i giovani inglesi in questi ultimi anni era stato segnalato
da medici ed esperti di sanità pubblica. Il fatto è che se il numero dei consumatori non sembra in
aumento, quello che consumano è molto più «forte». Secondo i dati forniti dall’Indipendent, in
Inghilterra, l'anno scorso, oltre 22.000 persone sono state curate per dipendenza da cannabis.
Insomma, la «skunk» può essere dannosa quanto eroina e cocaina e provocare problemi mentali e
psicotici. Del resto dall’eccesso delle dosi di cannabis, capaci di far «vedere demoni» metteva in
guardia, addirittura nel 2737 a.C, il cinese Pen-t’Sao Ching - una summa di nozioni medico-
farmaceutiche.

La presa di posizione dell'Indipendent giunge dopo la pubblicazioni dei risultati di diversi studi che
hanno suscitato allarme e inquietudine, spingendo la richiesta, rivolta all'Advisory Council on the
Misuse of Drugs (ACMD), di rivedere la classificazione della sostanza. Il British Journal of
Psychiatry ha pubblicato un’indagine dalla quale emerge che quasi la metà dei pazienti in cura per
disordini mentali legati alla cannabis, denuncia una patologia schizofrenica. Da parte sua, uno dei
maggiori esperti in questo campo, Robin Murray, docente di psichiatria al King’s and St Thomas’
Medical School a Londra, ha affermato che l’uso della canapa è associato con l’aumento dei
problemi di salute mentali, affermando che, se non avessero usato la cannabis, 25.000 dei 250.000
schizofrenici inglesi avrebbero potuto evitare la malattia. Mentre non sono pochi gli esperti che
chiedono di abolire la distinzione fra droghe «leggere» e «pesanti». Indietro tutta, insomma. «La
società - ha commentato uno studioso Neil McKeganey, dell'università di Glasgow - ha
sottovalutato gravemente la pericolosità della cannabis».

21 Marzo 2007

Si può ancora definire la cannabis “droga leggera” ?


Un’inchiesta dell’associazione Saman ,dopo un sondaggio di qualche tempo fa, evidenziava come si
sia abbassata pericolosamente l’età in cui si cominciano a fumare spinelli: dai 17 anni di qualche
anno fa, si è passati ai 14 attuali
A preoccupare ancora di più è il fatto che i ragazzi non fumerebbero uno spinello ogni tanto,ma
ben il 50,4 % lo farebbe abitualmente

Il dato comune a genitori e figli è che entrambi pensano che fumare spinelli non sia particolarmente
dannoso.

Il motivo per cui si inizia a fumare è innanzitutto per imitazione, per sentirsi parte del gruppo, per
divertimento, per sballo, perché è di moda e perché lo fanno tutti.

E’ di oggi invece la pubblicazione dell’autocritica che si fa il giornale inglese l’Indipendent in fatto


di cannnabis.

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Nel ’96, con una massiccia campagna di stampa, il giornale aveva spinto il governo inglese a
declassare la marijuana a droga di serie C.

Ora denuncia all’opinione pubblica cha la cannabis, che è diventata 25 volte più forte di quella in
circolazione dieci anni fa, danneggia il cervello.
Dopo che circa 22 mila persone, la metà dei quali minorenni, si sono sottoposte a cure
disintossicanti, i medici hanno concluso che questa droga può essere dannosa come la cocaina e
l’eroina, con possibilità di gravi problemi mentali per gli adolescenti, come gli stati psicotici.

In Italia si sta cercando di aumentare la quantità di hashish. che si può detenere per uso personale.

“Aumentare la quantità di dose personale che si può possedere, è un cattivo messaggio politico che
si dà ai giovani.
E’ come dirgli che fumare 20 o 40 spinelli è la stessa cosa, non cambia niente.
Invece non è vero, non è così.
Dovremmo scoraggiare quest’abitudine che invece sta diventando la normalità.
Dovremmo dire alle nuove generazioni che non c’è bisogno di ricorrere alle droghe per essere
brillanti, per riuscire a reggere fino alle 6 di mattina.
La droga fa male, a cominciare dagli spinelli, perché si comincia così e poi si finisce nella cocaina e
nell’eroina.”

Il farmacolo Garattini dice ” Ha fatto bene l’Indipendent ad ammettere di aver sbagliato.


La cannabis crea dipendenza, fumarla nel periodo adolescenziale può portare a gravi psicosi e a
pericolose depressioni. Ancora più insidiose perché non si manifestano immediatamente, ma a
distanza di tempo.”
Garattini conferma che i nuovi preparati della cannabis contengono una dose massiccia del
principio attivo che aumenta il pericolo di salute mentale in caso di uso prolungato.

“Le droghe leggere non esistono, questo è un termine di cui si abusa. Bisogna stare molto attenti a
dire che lo spinello non fa male, chi lo sostiene si assume una grande responsabilità”.

P:S: Rimane aperta la domanda che abbiamo rivolto alla ministra Turco, che si è guardata bene dal
rispondere: se io posso detenere legalmente una certa quantità di fumo, voglio anche poterla
legalmente comperare . Da chi devo andare?

Claudia Costanzo

Droga, le scuse dell'Indipendent: la marijuana fa


male
Assolutamente da non perdere Roma, 19 MAR (Velino) - Dietrofront del prestigioso quotidiano
britannico Indipendent che ieri, nell'edizione domenicale, e' uscito con una copertina in cui,
accanto a una foglia di marijuana, campeggiavano a tutta pagina delle inequivocabili scuse.
"(à)Scuse - scrive il CORRIERE DELLA SERA - per aver lanciato dieci anni fa, nel 1997, una
campagna senza precedenti di depenalizzazione della cannabis. L'anno dopo la presa di
posizione del quotidiano, a Londra, 16 mila persone marciarono verso Hyde Park per
manifestare il loro sostegno e il governo (anni dopo, nel 2004) pressato dall'opinione pubblica
fini' per declassare la cannabis dalla categoria B alla C, quella delle droghe leggere. Ora
l'Independent fa dietrofront: si pente per aver chiesto a gran voce la depenalizzazione e lancia
l'allarme sugli effetti disastrosi della cannabis sull'organismo umano e sulla psiche. Il

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quotidiano non rinnega le ragioni che dieci anni fa lo spinsero a chiedere il declassamento della
cannabis (la pianta da cui si ottiene l'hashish) ma, avverte, oggi la situazione e' drasticamente
mutata. L'hashish che si fuma- si legge nell'editoriale - non e' quello del '97: in dieci anni, la
sostanza di allora e' stata sostituita dallo skunk, in inglese 'puzzola', una versione 25 volte piu'
potente, capace di provocare gravi danni mentali a chi ne fa uso. Nel 2006 in Gran Bretagna -
continua l'Independent - piu' di 22 mila persone si sono sottoposte alla terapia di
disintossicazione dallo skunk, e di questi quasi la meta' erano minorenni. La nuova droga non
ha nessuna parentela con la tradizionale resina di cannabis, rispetto alla quale contiene in una
dose 25 volte maggiore il tetrahydrocannabinolo (thc), il principio psicoattivo che distorce le
percezioni sensoriali. In pratica, l'ingrediente che provoca lo 'sballo' ma puo' causare gravi
perdite di memoria e veri fenomeni psicotici(à)". (red)

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