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Storie di coraggio ed emancipazione: dal Novecento ad oggi

Dalla seconda metà del Ottocento, si sente parlare della cosiddetta ‘’questione femminile’’. Ci si è iniziato a
chiedere che ruolo dovesse svolgere la donna in campo politico, nel mondo del lavoro e nella società.

Quando scoppia la Prima guerra mondiale, la donna diviene protagonista della Storia. Il suo ruolo è
cambiato. Le immagini su cui concentrarsi dovrebbero essere diverse, ad esempio immagini di donne in
campo di battaglia che aiutano i loro uomini, donne che si prendono cura della casa e dei figli, donne che
lavorano in fabbrica realizzando un sogno di indipendenza ed emancipazione che non hanno mai potuto
realizzare. Nel mondo della letteratura le donne sovvengono un ruolo chiave. In un primo momento, con
personaggi di spicco come Dante Alighieri o Francesco Petrarca, la donna viene descritta come DONNA
ANGELO. Qualche secolo dopo la donna, viene indentificata come la FEMME FATAL (Elena Muti, l’amante del
protagonista Andrea Sperelli del ‘’il piacere’’ di d’Annunzio, fu l’incarnazione perfetta).

Si pensa che, solo negli ultimi anni le donne hanno iniziato a comporre e a scrivere, in realtà non è
esattamente così. Anzi, il numero di donne scrittrici è considerevole, ma il loro lavoro non suscitava
interesse e venivano considerate di minore importanza, rispetto a quello maschile. Qualora decidessero di
pubblicare le loro opere lo facevano con l’utilizzo di pseudonimi per paura di essere vittime di pregiudizi.
Tutto ciò fu reso possibile perché nel 1874 era stato finalmente permesso alle donne di accedere a licei e
università, nonostante molte iscrizioni femminili venissero respinte.

Nel contesto dei media italiani negli anni '20 il numero delle donne comincia ad aumentare: i giornali
diventano i media principali per trasmettere un'immagine chiara di una donna indipendente e della sua
condizione sociale. Le donne hanno, finalmente, l'opportunità di esprimersi e cercare di difendere i propri
diritti, uscendo dai ruoli imposti dalla famiglia e dalla società, potendosi così considerare una ‘’donna
nuova’’. Le donne poterono provare la sensazione di essere ascoltate, anche se i giornali femminili erano
scritti e letti, principalmente, da donne.

Figure come: Ada Negri, Matilde Serao, Margherita Sarfatti sono le prime a poter lavorare per le redazioni
dei principali periodici a Milano. Si ha un duplice beneficio sia per chi scrive sia per le case editrici:
accrescere la fama delle scrittrici, avendo un numero maggiore di lettori ed aumentare il numero degli
incassi per i giornali (non vi erano più solo ‘’articoli per uomini’’ ma anche ‘’articoli per donne’’).
Oltre alla presenza di tematiche sulla cura del corpo, sulla bellezza estetica, sulla moda, sullo sport, sulla
cucina e sul cucito. Furono trattati anche problemi femminili, ad esempio, si parlerà di aborto e di violenza
sulla donna.

La prima rivista che tratterà il ‘’suffragio femminile’’ fu quella di Gualberta Alaide Beccari nel 1868, ‘’ La
donna’’. Lo scopo del giornale era quello di propaganda in campo politico. Con gran sorpresa il pubblico
maschile le sosteneva fermamente, richiedendo sia di rafforzare l’istruzione femminile sia uguaglianza tra i
due sessi. Il compito di descrivere l’immagine di una donna forte e decisa fu, invece, affidato alla
‘’Rassegna femminile italiana’’ di Elisa Majer Rizzioli, 1924.

Sulla rivista ‘’L’Italia futurista’’, 1917 la scrittrice futurista Rosa Rosà scrive contro la misoginia del
movimento. Tematica centrale è ladiscussa ‘questione femminile’ focalizza l’importanza del cambiamento
avvenuto negli anni della guerra mondiale. Tale dimostrazione, secondo lei, dava un’eccezionale spinta al
riconoscimento dell’uguaglianza dei diritti delle donne non solo sul piano economico e giuridico, ma anche
nella vita privata. Nel 1926 la scrittrice sarda Grazia Deledda è la prima e unica donna italiana a vincere
il premio Nobel per la Letteratura.

Con l’avvento del Fascismo, Mussolini capì che doveva servirsi dei giornali per svolgere opera di propaganda
a favore del fascismo. Per raggiungere questo risultato, eliminò la libertà di stampa quindi questo
comporterà una scomparsa momentanea della donna scrittrice e letterata.
La donna continuerà a scrivere opere e romanzi, senza mai pubblicarli. Molte tra loro, forse per paura, forse
per pura volontà, andavano ad elogiare nei loro testi, la figura del Duce.

Donna di spicco londinese, nel post Seconda guerra mondiale è Virginia Woolf. Nel saggio “Una stanza tutta
per sé” (1929) scrive: “Una donna deve avere i soldi e una stanza tutta sua per scrivere romanzi.”
Vi. Questa riassume perfetta il suo pensiero, l’emancipazione femminile.
Le protagoniste dei suoi romanzi sono condannate a vivere una vita piena di agonie, tra ciò che la società
vuole e ciò che loro stesse desiderano.
Nel 1938 scrisse il provocatorio “Le tre ghinee” che condannava la guerra e il fascismo da una prospettiva
femminista. Temeva la figura di Hitler, tanto che aveva pianificato il suo suicidio aspirando i gas del tubo di
scarico dell'automobile in caso di invasione della Germania.

Nomi come: De Cespedes, Cialente, Garofalo continuano la durra battaglia a favore delle donne. Per la
prima volta il 3 giugno 1946, al referendum per scegliere tra monarchia e repubblica, ottennero il diritto al
voto (grazie ad un movimento di donne che prendevano il nome di SUFFRAGETTE) anche sé in un clima di
arretramento culturale.

Oggi finalmente, il ruolo della donna come scrittrice è visto in molti paesi al pari di quello maschile. Lo si
può comprendere dai dati: nel 2017 le scrittrici in Italia rappresentavano il 38,3% .
Ora le donne non trattano più esclusivamente tematiche che interessano la propaganda, anzi, sono libere di
scrivere tutti i generi letterali. Per avere un panorama letterario contemporaneo si ricorda: Elena ferrante,
Susanna Tamaro, con il suo romanzo ‘’va’ dove ti porta il cuore’’, o ancora, Concita De Gregorio con “Così è
la vita”, un saggio sul tema della morte e su come affrontarla.

Sono stati citati numerosi nomi di donne che hanno fatto la storia e a questa lista se ne aggiungeranno molti
altri. Ad oggi sono stati fatti grandi passi ma non sembra mai essere sufficiente. Assistiamo ancora al divario
salariale tra uomini e donne, le difficoltà che le donne incontrano nel fare carriera dovendo scegliere se erre
mamma o lavoratrice, devono lottare per essere tutelate contro le molestie sul lavoro. Sembra superfluo
ribadire il concetto che le donne abbiano pari diritti e pari opportunità degli uomini, in qualsiasi campo,
eppure si sentono centinaia di cronache quotidiane su femminicidi, su ingiustizie lavorative, su disparità
salariali, limitazioni etc. Sembra assurdo ma le gradi donne che nella storia si sono distinte sono state solo le
pioniere di un processo che fatica a raggiungere una parità, loro hanno realizzato dei grandi cambiamenti
ma non sono purtroppo sufficienti, la strada da percorrere è ancora lunga.

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