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ELENA FERRANTE - L’amica geniale

“Come tanti scrittori italiani, più è locale, più è universale” (Alon Altaras, Il Fatto
Quotidiano)

“L’amica geniale” è il titolo del primo volume di una tetralogia di romanzi di straordinario
successo mondiale. È stato pubblicato in Italia nel 2011.

I volumi successivi al primo sono “Storia del nuovo cognome” (2012), “Storia di chi fugge e
chi resta” (2013) e “Storia della bambina perduta”(2014). Ma la tetralogia è oramai conosciuta
e citata proprio con il titolo del romanzo d’apertura.

Dal 2011 ad oggi la saga è stata tradotta in 36 lingue e pubblicata in circa 40 paesi.

La sua diffusione e fama mondiali sono divenute un fenomeno di enorme portata.

L’ultimo capitolo (il quarto libro, “Storia della bambina perduta”) è stato collocato dal New
York Times nella lista dei dieci migliori libri del 2015.

La storia

“L’amica geniale” ha come fulcro narrativo un’amicizia femminile, quella tra Lila Cerullo ed
Elena Greco. I quattro libri percorrono la storia delle due protagoniste, dall’infanzia a Napoli
negli anni Cinquanta del secolo scorso fino a oggi.

La storia segue le due protagoniste, bambine, prima, e poi adolescenti, tra le quinte di un rione
miserabile della periferia napoletana, tra una folla di personaggi minori accompagnati lungo il
loro percorso con attenta assiduità.

L’autrice scava nella natura complessa dell’amicizia tra due bambine, tra due ragazzine e, nei
libri successivi al primo, tra due donne. Segue passo passo la loro crescita individuale, il modo
di influenzarsi reciprocamente, i buoni e i cattivi sentimenti che nutrono nei decenni del loro
rapporto di amicizia.

Narra poi gli effetti dei cambiamenti che investono il rione, la città di Napoli e l’Italia in più di
un cinquantennio, trasformando le amiche e il loro legame.

L’intreccio tra storia e luoghi precipita nella pagina con l’andamento delle grandi narrazioni
popolari, dense e insieme veloci, profonde e lievi.

La fama

La rivista Foreign Policy stende ogni anno la lista “Top 100 Global Thinkers”. I protagonisti di
questa lista sono divisi per ambito in cui risaltano. Nell’elenco dei 100 più importanti pensatori
del mondo del 2014 troviamo due soli italiani: Matteo Renzi, inserito nella categoria decision-
makers, e Elena Ferrante, nella categoria chroniclers (“masters of storytelling forms, modern-
day raconteurs”).
Il Foreign Policy motiva la scelta affermando: «Ferrante’s intimate portraits of friendship and
family show that literature’s power comes from recesses deeper and more personal than the
gloss of fame».
Il Financial Times ha inserito Elena Ferrante nella sua lista “Women of 2015”, accanto al
governatore della Federal Reserve Janet Yellen e alla first lady Michelle Obama (e ad un’altra
italiana: Samantha Cristoforetti).

Gli Stati Uniti sono, di fatto, uno dei paesi extraeuropei in cui la tetralogia di Elena Ferrante ha
conosciuto un successo straordinario (i libri de “L’amica geniale” hanno venduto più di un
milione di copie e diventeranno una serie internazionale per la televisione con il titolo “The
Neapolitan Novels”).

Anche in Brasile il successo de “L’amica geniale” si sta rivelando rapido ed importante.

Tra il 2015 – anno in cui l’autrice è stata pubblicata per la prima volta in Brasile – e il
dicembre del 2016, i primi tre volumi della tetralogia hanno venduto circa 100.000 copie. Negli
ultimi sei mesi è stata annunciata l’uscita sul mercato brasiliano anche di tutti gli altri libri
della Ferrante.

L’autrice

Il nome di Elena Ferrante troneggia da 24 anni – ma in modo speciale duranti gli ultimi 5 anni
– sulla copertina di 8 romanzi, un libro per l’infanzia e di un’opera biografica.
Dietro i suoi straordinari successi mondiali si nasconde un’autrice, un autore o forse più penne.

Non si sa chi sia realmente Elena Ferrante. Questo nome è solo uno pseudonimo.

Da 24 anni, con la complicità della sua casa editrice, l’autrice/autore partecipa ad un gioco
mediatico e sfama la vorace curiosità di giornalisti, critici e lettori con informazioni sporadiche
e con un epistolario pubblicato su impulso dei suoi editori (col titolo “La frantumaglia”).

Ancora oggi nessuno sa chi si nasconda dietro questo nome, inventato forse per omaggiare
un’altra somma scrittrice italiana a cui l’autrice/autore de “L’amica geniale” in varie interviste,
rilasciate perlopiù via e-mail, ha dichiarato di ispirarsi: Elsa Morante. Elsa Morante – Elena
Ferrante: i due nomi sono di fatto assonanti.

La stampa italiana e mondiale ultimamente si è scatenata nella caccia alla vera identità
dell’autore misterioso. Ha addirittura dichiarato di avere scoperto l’enigma. A più riprese sono
stati fatti i nomi di alcuni scrittori “sospetti” più o meno noti al pubblico italiano. Gli autori
chiamati in causa, però, non hanno mai smentito né confermato le supposizioni.

Sull’identità dell’autore resta il mistero. Un mistero che senza dubbio alimenta il successo di
vendite e che la stessa Ferrante ha giustificato in questo modo: “Italo Calvino nel 1964
scriveva a una studiosa che chiedeva informazioni personali: ‘Mi chieda pure quel che vuol
sapere e glielo dirò. Ma non le dirò mai la verità. Di questo può star sicura’. Questo passo mi è
sempre piaciuto e almeno parzialmente l’ho fatto mio”.

Alle radici del successo

A cosa è dovuto un così grande ed universale gradimento di pubblico?


Proviamo ad individuare i possibili fattori di stile, contenuto e poetica che fanno de “L’amica
geniale” un’opera di così vasto successo:

1. L’attenzione al particolare: la storia di due donne, di una città, di un paese e di un


mondo socioculturale è costruita a partire dal particolare, dalle piccolezze, dalle
soggettività.

2. La verisimiglianza narrativa e psicologica: la capacità di analisi dell’animo femminile


e dei rapporti di amicizia è sottile e in costante evoluzione. L’autrice percorre
accuratamente vari filoni: la relazione tra le due amiche; la relazione che ognuna delle
due protagoniste intesse col mondo, con la vita, con i personaggi esterni; due amiche
bambine/due amiche adolescenti/due donne mature, etc. Le due protagoniste, con le
loro storie allacciate, affascinano e conquistano il lettore perché sembrano nascere nella
mente del lettore stesso, come ricordi lontani di persone realmente incontrate.
Condividono un'amicizia imperfetta e dolorosa che non sfiora mai l'assurdità
romanzesca o teatrale e sono talmente ben caratterizzate che vivono di vita propria.

3. Il valore dell’ambientazione: la città di Napoli, sfondo fondamentale della storia, è


presente nel modo più suggestivo e vero, descritta nei suoi linguaggi, nei suoi problemi,
nella marginalità, nelle sue tinte forti, attraverso un legame netto tra sociologia dei
costumi e narrativa. La Ferrante dichiara di ispirarsi ad un’altra celebre autrice italiana,
Anna Maria Ortese, che prima di lei ha descritto Napoli. E sul modello della Ortese
afferma di voler ritrarre Napoli nella sua “storia di piccole violenze miserabili: un
precipizio di voci e vicende, gesti minimi e terribili”.

4. La relazione tra le storie e la Storia: con il ciclo de “L’amica geniale” (quasi 2000
pagine in quattro volumi) la Ferrante traccia una storia che non è solo romanzesca (le
storie dei personaggi inventati), ma è la storia di una società che, attraversando i
decenni, si compone e decompone per arrivare all’Italia di oggi. C’è la povertà, c’è
l’ascensione sociale, ci sono le rivolte studentesche degli anni ‘70, l’emigrazione… La
storia di un paese si intreccia alle storie delle protagoniste e degli altri personaggi.
Ecco perché, come per la Morante de “La storia”, le vicende piccole e quotidiane dei
protagonisti, all’ombra dello scorrere della Storia con la S maiuscola, disegnano
comunque un quadro che è l’epopea, in questo caso, dell’Italia e, soprattutto del Sud
Italia.

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