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Dipendenza funzionale

Quando gli studenti imparano a usare la matematica in fisica, uno dei concetti più importanti
che sono chiamati ad apprendere è che le equazioni non sono solo strumenti di calcolo, ma
rappresentano soprattutto le relazioni tra variabili fisiche che cambiano insieme (co-
variazione). Il modo attraverso il quale il cambiamento di una variabile o parametro è
associato al cambiamento di un’altra variabile o di un altro parametro dipende da come
appaiono nell'equazione, cioè dalla loro dipendenza funzionale.

Imparare a pensare con la matematica in ambito scientifico consiste in qualcosa che


rappresenta molto più che imparare semplicemente le regole e gli algoritmi della matematica.
Proprio per questo, una delle competenze più impegnative da acquisire da parte degli
studenti è quella di imparare a fondere la loro conoscenza del mondo fisico con la simbologia
matematica.

Usare la dipendenza funzionale non è un'abilità semplice


I professori di fisica spesso mostrano un'equazione alla classe e formulano un rapido
ragionamento sulla dipendenza funzionale, ad esempio, “Poiché la legge di Coulomb è
inversamente proporzionale al quadrato della distanza, queste cariche hanno un effetto
maggiore di queste’’. Ma interpretare tali risultati derivanti dall'esame di un'equazione
richiede una serie di competenze distinte, le quali con alcune gli studenti di un corso
introduttivo di fisica possono avere un'esperienza limitata. Tra le più importanti abbiamo
l'analisi di “cosa è cosa”

Analisi di “cosa è cosa”


Il primo passo per leggere la dipendenza funzionale di una quantità da un'equazione è quello
di analizzare l'equazione stessa, riconoscendo il ruolo di ciascun simbolo. In fisica, le
equazioni hanno spesso molti simboli.

Vedere la dipendenza funzionale e sviluppare una comprensione della covarianza derivante


da alcune equazioni relazionali richiede non solo la comprensione dell’algebra, ma anche la
capacità di identificare i vari simboli come quantità fisiche dotate di significato e non come
simboli casuali. Risulta quindi necessario che gli studenti siano in grado di concentrarsi su
ciò che conta e imparare a ignorare il resto.

Facciamo un esempio. Gli studenti si trovano davanti il seguente quesito:

Una piccola sfera che si muove in un fluido ne sperimenta due tipi di forze resistive: una forza
di resistenza inerziale, F_trascinamento = 1/2 CρπR^2v^2, e una forza viscosa,
F_viscosa= 6 πμR^2v, dove C è il coefficiente di resistenza aerodinamica, ρ la densità del
fluido, μ la viscosità del fluido, v la velocità dell'oggetto rispetto al fluido e R il raggio della
sfera. Esiste una velocità per la quale queste due forze sulla sfera sarebbero uguali?
Di fronte a questo problema molti studenti si ritrovano a non avere la minima idea sul come
affrontarlo e finiscono per restare impietriti. Il motivo per il quale ciò accade può essere
individuato nella scarsa familiarità con le equazioni con molti simboli (10 in questo problema)
e nell’incapacità di riconoscere il legame tra fisica e matematica di molti studenti che
frequentano un corso introduttivo di fisica. Succede infatti che i ragazzi non sono in grado di
identificare quali quantità rappresentano delle costanti e quali delle variabili.

Chiaramente uno dei metodi migliori per risolvere un quesito del genere è quello di capire che
la variabile è v e quindi raggruppare i termini che rappresentano delle costanti per poi lavorare
con l'equazione risultante, la cui risoluzione è molto più semplice e intuitiva. In questo caso
l'equazione 1/2CρπR^2v^2=6πμR^2v diventerebbe ad esempio Av^2=Bv e gli studenti non
avrebbero problemi nel risolverla rispetto alla variabile v.

Ciò mostra che l’idea che si possa scegliere di dare temporaneamente a una combinazione di
simboli un nuovo nome e usarlo per semplificare un’equazione è qualcosa che molti studenti
non hanno mai visto. Dobbiamo dimostrarlo e insegnarlo esplicitamente. È un'abilità
importante, utile per individuare meglio le dipendenze funzionali, perciò dobbiamo aiutare gli
studenti a imparare a gestire equazioni con la presenza di più simboli.

Perché la dipendenza funzionale è utile/importante?


Abbiamo ben tre importanti concetti associati al modo in cui un simbolo appare in
un'equazione che risultano molto utili per comprendere e per riconoscere il significato fisico
di un'equazione complessa.

• La plausibilità fisica (ha senso?)

• Il ridimensionamento (cosa succede se si modifica la dimensione?)

• La valutazione qualitativa: (quale termine ha maggior peso?)

La plausibilità fisica: ha senso?


Analizzare la dipendenza funzionale degli elementi in un'equazione è un modo per aiutare gli
studenti a costruire il legame tra l'interpretazione fisica e i simboli matematici. Quando
osserviamo un'equazione con molti simboli, dobbiamo chiederci: “Quando una quantità x
aumenta e tutto il resto rimane costante tranne la quantità y, cosa succede a y? Aumenta?
Diminuisce? Rimane la stessa? Ciò ha senso?"

Il ridimensionamento: cosa succede se si modifica la dimensione?


Il modo in cui una variabile o un parametro appare in un'equazione indica come cambia il suo
contributo all'equazione man mano che varia il suo valore e quindi come deve variare anche
qualsiasi altra variabile o parametro che stiamo considerando.

La valutazione qualitativa: quale termine ha maggior peso?


Spesso, un'analisi qualitativa di un sistema ci dirà che ci sono principalmente due effetti che
si possono verificare: uno che tende ad aumentare il fenomeno che stiamo osservando, l'altro
a diminuirlo. Senza la matematica, la nostra spiegazione a tutto ciò potrebbe essere quella di
dire: “Beh, è probabile che questi due effetti si annullino”. Questa rapida intuizione può
portarci fuori strada. Osservare la dipendenza funzionale di ciò che stiamo osservando può
aiutarci a vedere quale dei due effetti ha una prevalenza maggiore.

Un esempio di come ciò funziona è fornito nel seguente problema:

Fumare tabacco fa male alla salute circolatoria. La nicotina contenuta nel tabacco provoca la
costrizione delle arterie. La resistenza al flusso di un'arteria (simbolo Z) segue dall'equazione
di Hagen-Poisseuille ed è data da Z = 8μL/πR^4, dove μ è la viscosità del sangue, L la
lunghezza dell'arteria e R il raggio dell'arteria. Se il raggio diminuisce del 10%, è possibile
superare l’effetto che tale variazione ha sulla resistenza prendendo un anticoagulante per
diminuire la viscosità del sangue del 10%?

Il fatto che la resistenza sia inversamente proporzionale alla quarta potenza del raggio ci dice
che avrà un effetto maggiore sulla resistenza rispetto a un cambiamento della stessa
percentuale sulla viscosità.

Dipendenza funzionale in classe


Gli studenti, soprattutto nelle lezioni introduttive, tendono a vedere ciò che stanno imparando
come parti di conoscenza indipendenti. Spesso non riescono a generalizzare partendo da
esempi particolari per giungere a considerazioni generali. Passare dall’avere solo frammenti
di conoscenza allo sviluppo di un quadro più ampio e coerente che possa essere valido per lo
studio di nuove situazioni è forse il cambiamento di prospettiva più prezioso che gli studenti
possono imparare da una lezione di fisica.

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