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Sommario
INTRODUZIONE ............................................................................................................................ 4
PARTE I - I RUDIMENTI DELL’ANALISI FONDAMENTALE E MACROECONOMICA 11
Cos’è la moneta? .............................................................................................................................. 11
La legge della domanda e dell’offerta.............................................................................................. 12
Le politiche monetarie delle banche centrali .................................................................................. 13
Le notizie di rilievo del calendario economico – I market movers di breve periodo ....................... 16
I tassi d’interesse .......................................................................................................................... 16
Il PIL (o GDP) – Prodotto interno Lordo ........................................................................................ 16
Il mercato del lavoro e la situazione occupazionale..................................................................... 17
Edilizia e costruzioni ..................................................................................................................... 18
Il saldo della bilancia commerciale .............................................................................................. 18
L’inflazione ................................................................................................................................... 19
Altre informazioni utili ..................................................................................................................... 21
I titoli di stato ............................................................................................................................... 21
Btp-Bund: lo spread ...................................................................................................................... 21
La salute di uno Stato: come si misura? ....................................................................................... 22
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PARTE IV – LA STRATEGIA .................................................................................................... 60
QUALCHE UTILE RICHIAMO .............................................................................................................. 60
Il Trading sul Forex ....................................................................................................................... 60
Il tasso di cambio.......................................................................................................................... 61
I time frame .................................................................................................................................. 62
I grafici e il movimento sinusoidale .............................................................................................. 62
Livelli di Supporto e Resistenza .................................................................................................... 63
La volatilità ................................................................................................................................... 66
Le coppie di valute........................................................................................................................ 66
Commodities e indici .................................................................................................................... 68
Fare ordine tra i cambi ................................................................................................................. 69
CORRELAZIONI E NATURAINTRINSECA DELLE VALUTE .................................................................... 71
Correlazione tra USD, AUD e ORO ................................................................................................ 71
Correlazione tra CAD, USD e Petrolio ........................................................................................... 72
Correlazione tra USD, JPY, CHF e il mercato azionario................................................................. 73
La leva finanziaria ........................................................................................................................ 74
L’overlay chart .............................................................................................................................. 76
I DETTAGLI DELLA STRATEGIA .......................................................................................................... 77
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INTRODUZIONE
Perché l'Euro?
Le Banche Centrali sono pubbliche?
Come lavorano?
Cos’è il Signoraggio?
Come regolano l'inflazione?
Ho pensato di fornirti soltanto ciò che applicherai e che ti renderà profittevole sui mercati
anziché inondarti di informazioni che sarai costretto ad accantonare e che ti
annebbierebbero in fase operativa.
Per far questo però devo introdurre il mercato valutario dalle fondamenta e quindi
ricorrere ad informazioni anche storiche che ti rendano tutto più chiaro fin da subito,
rendendoti consapevole.
Ovviamente sarò conciso e stringato in queste esposizioni, da cui però non può
prescindere come i vertici di potere controllino le nostre finanze tirando perlopiù l’acqua
al loro mulino.
Proprio questa sera, per l'ennesima volta, ho ascoltato le parole di un conoscente che ha
voluto raccontarmi di una volta a pranzo con suo padre.
"Grazie papà che implicitamente stai apprezzando gli sforzi con cui conduco avanti la mia
famiglia.
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È dura ma riesco ancora a cavarmela!
"Io, figlio, come ben sai, ero un semplice impiegato e portavo a casa oltre 3 milioni di lire,
che all'epoca erano bei soldi. Ogni mese risparmiavamo oltre un milione di lire e questo
mi ha permesso di costruire quello che sai e, in alcune circostanze, anche di esercitare il
potere nei confronti del sistema, decidendo arbitrariamente di restare a casa quando
volevo!"
Ora non voglio dire se questo sia un comportamento corretto o meno perché la questione
da affrontare è un'altra.
“non sarai tanto ingenuo da credere che viviamo in una democrazia, vero Buddy?
Prima del 1971, quando gli accordi di Bretton Woods siglati nell’estate del 1944 erano
ancora pienamente in vigore, il valore del dollaro americano era dato dal prezzo all'oncia
dell'oro che era stabile a 35 dollari. Gli accordi internazionali prevedevano quindi che
tutte le valute fossero agganciate al dollaro secondo cambi fissi e che questo fosse
agganciato all’oro: nel ’44 vennero così gettate le basi per la creazione del sistema che
oggi passa alla memoria con il nome di “Gold Exchange standard”.
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Il sistema aureo terminò nel ’71, quando ci si accorse che era stata stampata troppa
moneta rispetto a quella che poteva essere coperta dall’oro. Semplicemente erano stati
minati i presupposti dell’accordo e non aveva più senso continuare a mantenere la fissità
dei cambi. In altri termini qualcuno aveva fatto sì che quell’accordo internazionale venisse
svuotato della sua essenza a tal punto da costringere le autorità pubbliche a stralciarlo.
Ti sei accorto che negli ultimi 30 anni, con la lira prima e con l'euro poi, il valore della
moneta è calato drasticamente, costringendo dipendenti ed operai a lavorare di più per
un salario più basso?
Può essere equo un tale contesto? Attraverso la meccanica della creazione artificiosa di
moneta (vedi il meccanismo dell’inside money), noi della massa continueremo a perdere
potere economico... E l’Eurozona appare sempre più come un ingegnoso acceleratore di
depotenziamento agli occhi del popolo.
In Euroarea a presidio della moneta hanno istituito la Banca Centrale Europea, che, al
contrario di quanto si dica, non è un ente pubblico poiché soltanto la Banca D'Italia (le cui
quote partecipative sono detenute dai soliti noti, Unicredit, Intesa San Paolo, MpS e via
discorrendo) ne possiede il 12%. E un quadro non dissimile si presenta in USA con la FED,
Federal reserve bank, la loro banca centrale, interamente gestita da enti privati
appartenenti a nomi illustri della finanza, note famiglie dedite alla movimentazione del
denaro dalla notte dei tempi.
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Rielaborazione sintetica dell’elenco presente sul sito bancaditalia.it
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Quadro proprietario BCE - ecb.europa eu
Credi che un sistema del genere possa pensare al tuo bene? Che voglia farti arricchire?
Bada bene, non sto gridando al complotto, non è questo che mi interessa. Sto
semplicemente descrivendo ciò che normalmente succede, il dato di fatto, la sostanza
delle cose. A noi interessa solo renderti un po’ più consapevole, permettendoti di
riversare proficuamente queste informazioni sul tuo trading.
Lo abbiamo detto prima, non ci sono più le riserve auree a coprire la moneta che hai in
tasca, dandogli valore. Questo di fatto spiana la strada alla stampa smodata di denaro da
parte degli istituti che ne hanno il monopolio. Senza riserve auree, l’unica cosa che da
valore alla moneta di nuova emissione è la moneta già in circolo nel sistema,
succhiandogli valore in un circolo vizioso intrinsecamente inflazionistico.
Non è finita qui. Due parole sul meccanismo della riserva frazionaria. Con la riserva
frazionaria le banche estendono il debito originario all’intera popolazione, equiparando di
fatto la moneta in circolo al debito contratto: la moneta è debito.
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Il ruolo delle Banche centrali, tra gli altri, è quello di stampare moneta su richiesta degli
stati di sua competenza, rispondendo alla loro esigenza di denaro. Questo tecnicamente
genera già di per sé debito pubblico a carico dello stato richiedente, giustificato dalla
Banca Centrale come remunerazione dell’attività svolta. Questo nel panorama
statunitense è totalmente verificato, dato che la FED può acquistare titoli del debito
pubblico direttamente all’emissione, mentre in Eurozona è leggermente differente. Ma al
di là del cavillo, ogni debito va per sua natura saldato. Ma ancora una volta, su chi ricade
davvero questo debito? Rifletti, chi è lo stato? Lo stato sono i cittadini che lo
compongono, siamo noi. E come adempiremo a quel debito? La risposta è con le tasse. Lo
stato ci tassa in parte per erogare beni/servizi pubblici, in parte per ripagare quel debito
contratto con altri privati, quelli di cui parlavamo prima, a capo degli istituti monetari
centrali. Lo stato prende quindi in prestito questi soldi e li deposita nelle casse della Banca
D'Italia di cui sono parte altri istituti privati di credito. Questi, con il meccanismo della
riserva frazionaria, possono moltiplicare quella cifra fino a 10 volte la sua entità originaria,
creando un debito privato incommensurabile che si propaga da cittadino a cittadino che
abbia qualcosa o qualcuno a garanzia. Con il meccanismo della riserva frazionaria le
banche possono guadagnare su denaro virtuale fino a 10 volte le somme detenute
(moltiplicatore della base monetaria).
Questo continuo stampare moneta genera svalutazione e inflazione, oltre che introiti da
signoraggio a chi è dedito a questa attività. Con il controllo della moneta le banche
centrali controllano i tassi d’interesse e si creano artificialmente lo strumento per
spendere, il denaro. E questo è un quadro anche piuttosto semplificato perché in realtà a
creare moneta sono direttamente gli istituti privati attraverso il meccanismo dell’inside
money, fungendo la BC solo da finanziatore di ultima istanza del sistema. Tuttavia,
tornando a noi, finché la moneta non si inflaziona annullando l’efficacia della nuova
stampa, questa è pienamente utilizzabile per acquistare nuovi beni e servizi: ha cioè
valore reale. Tecnicamente il signoraggio è definito come differenza tra valore nominale e
costo di stampa della moneta (inchiostro e carta nel caso di banconote, o costo di
manutenzione dei computer in caso di moneta virtuale). Supponiamo che la BC stampi
una banconota da 500 € e che il costo di stampa sia di 10 centesimi di €. Il signoraggio di
questa stampa ammonta a 500 – 0,10 = 499,90€. Lo stato, o la Banca Centrale, a seconda
di chi ha il monopolio della creazione di moneta, hanno quindi generato valore spendibile
per 499,90€. In questo modo i governi hanno di frequente nella storia finanziato la spesa
pubblica, generando spesso iperinflazioni devastanti e impoverimento delle masse. Il
signoraggio genera inflazione e l’inflazione è una tassa a carico dei cittadini, esattamente
come le altre tasse esplicite, perché corrode il valore del salario riducendone la capacità
di acquisto.
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Abbiamo toccato solo pochissimi argomenti ma il quadro delineato è già piuttosto cupo.
Non continueremo ad approfondire l’oscura trama perché l’obiettivo di questo scritto è
un altro: insegnarti a fare trading.
Crediamo tuttavia che un trader consapevole sia un trader profittevole e per questo ci
siamo soffermati a dipingere, seppur brevemente, il quadro in cui operiamo ogni giorno.
Qualora si volessero approfondire questi argomenti, ed invito a farlo, in giro per la rete
non mancherà modo di farlo.
Avrai capito che in un sistema strutturato in questa maniera l’unica soluzione per noi
comuni mortali è saper guadagnare strappando qualche pip ogni giorno al mercato
finanziario, anche semiautomaticamente, anche di notte volendo. Ed il Forex, o come lo
chiamiamo noi "Sistema Matematico", è la soluzione migliore che ad un costo di
avviamento pari a zero, ti permette di ottenere flussi di redditi costanti e anzi via via
maggiori col maturare dell’esperienza.
Ormai poi, ogni broker ti consente di lavorare con denaro virtuale in conti di prova per
farti fare esperienza sul mercato senza mettere a rischio il tuo capitale. Studiare ed
imparare quindi è tutto fuorché inaccessibile!
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PARTE I - I RUDIMENTI DELL’ANALISI FONDAMENTALE E
MACROECONOMICA
Cos’è la moneta?
Sembra scontato, ma pensateci: qual è l’essenza della moneta e perché e come nasce?
Le prime forme di moneta nacquero in Asia minore nel VII secolo a.C. Semplicemente, i
lungimiranti popoli che abitavano queste terre capirono che l’artificio monetario avrebbe
contribuito a fluidificare le pratiche commerciali favorendo uno dei bisogni primari
connaturati nell’uomo, quello dello scambio. Prima dell’invenzione del conio infatti, gli
scambi avvenivano tramite baratto: gli agenti solevano scambiarsi un bene per un altro
soddisfacendo così le loro necessità di consumo. Questo sistema tuttavia presentava,
nella maggior parte di casi, quello che si può definire come problema dell’assenza della
doppia coincidenza dei bisogni: non sempre infatti colui che desiderava un paniere di
uova, portando nel mercato una cesta di frutta, trovava chi era disposto a scambiare
quella cesta col paniere. Era in altre parole difficile trovare sempre una controparte
disposta ad effettuare lo scambio. Da qui nacque la moneta. L’intuizione geniale
consisteva nell’idea della sua piena convertibilità in altri beni di consumo, una volta
ricevuta in cambio di una merce portata al mercato. E così le merci potevano circolare in
maniera più rapida e fluida, le inefficienze del baratto erano rimosse e la collettività
poteva beneficiare di un aumento dell’intensità degli scambi.
Ad oggi le funzioni assolte dalla moneta, oltre a quella di mezzo di scambio, sono
individuabili nelle seguenti 3:
Riserva di valore: la moneta che abbiamo a riserva, per così dire in portafoglio, svolge la
sua utilità nel momento in cui andiamo ad acquistare i beni nel mercato, ma al momento
è solo valore potenziale, ossia appunto riserva di valore
Regolatore delle posizioni creditorie-debitorie: è il mezzo con il quale gli agenti economici
saldano il loro debito netto.
Di per sé quindi la moneta è una delle invenzioni più rivoluzionarie che l’uomo abbia mai
prodotto, riuscendo con essa a plasmare le pratiche commerciali e, più in generale,
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l’attività dello scambio nella maniera più congeniale alle esigenze di ogni individuo,
aumentando il benessere delle collettività.
Il prezzo di un bene, che è la misura del suo valore, è assoggettato ad una dinamica
comunemente detta di domanda/offerta, ed in base a questa esso varia.
La regola generale dal lato dell’offerta è quella secondo cui di un bene più ce n’è e meno
vale, a parità di domanda. E ovviamente, sempre a parità di domanda, meno ce n’è e più
vale. In altri termini, all’aumentare dell’offerta il prezzo del bene diminuisce e al
diminuire dell’offerta aumenta.
Dal lato della domanda invece, più un bene è domandato e più il suo prezzo cresce, a
parità d’offerta. E parimenti, meno è domandato e minore sarà il suo prezzo. Quindi,
all’aumentare della domanda il prezzo del bene aumenta e al diminuire della domanda
diminuisce.
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In rosso la domanda, in blu l’offerta. Il prezzo di mercato si aggiusta sempre affinché
domanda ed offerta siano in equilibrio in ogni momento. Il prezzo di equilibrio è quello
corrispondente all’intersezione delle linee (blu e rossa). Quando la domanda di oro
aumenta, a parità di offerta, la linea rossa trasla parallelamente verso l’alto e si genera un
prezzo di equilibrio superiore a quello osservabile nel grafico. Con un semplice sforzo di
immaginazione non sarà difficile figurarsi lo scenario. Viceversa quando aumenta l’offerta
del bene, a parità di domanda, la linea blu trasla parallelamente verso il basso e il prezzo
di equilibrio sarà minore.
Questa è una legge generalissima, applicabile a qualsiasi bene, in qualsiasi economia del
globo. Perfino la moneta e il suo valore sono subordinati a questo diktat. Il prezzo di una
moneta, in particolare, è il suo tasso d’interesse. Quando in un sistema economico circola
troppa moneta il tasso d’interesse è basso e può perfino scendere in negativo. Questo è
in effetti quello che sta accadendo da qualche anno con le politiche monetarie ultra
espansive, meglio note con l’acronimo QE - quantitative easing -, intraprese dalle banche
centrali dei vari stati. Quando invece le banche centrali ritirano moneta dal sistema
l’effetto che si ingenera è quello di un aumento del tasso d’interesse.
Le politiche monetarie delle banche centrali sono sostanzialmente di due tipi, espansive e
restrittive, e vanno ad incidere sui tassi d’interesse. Una politica monetaria è una scelta
sulla quantità di moneta che deve circolare all’interno del sistema economico o sul tasso
di interesse di breve termine che deve vigere. Se una banca centrale, autorità decisoria in
materia, opta per una politica monetaria espansiva, significa che vuole iniettare moneta
nel sistema e quindi abbassare i tassi d’interesse. L’eccesso di moneta infatti, per la legge
della domanda e dell’offerta, fa abbassare il suo prezzo, che è appunto rappresentato dal
tasso d’interesse.
Perché una banca centrale dovrebbe aumentare la moneta in circolo adottando una
politica monetaria espansiva, o quantitative easing?
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Questa, nel framework macroeconomico, è una delle classiche misure di stimolo ad
un’economia in contrazione, che sta registrando cioè dati negativi sul PIL, sull’inflazione o
su altre variabili di rilievo. La moneta è infatti la leva della domanda di beni e servizi da
parte del pubblico. La domanda di beni, almeno nel breve periodo, detta il livello della
produzione (PIL): se c’è domanda quindi, c’è produzione, c’è occupazione e ci sono redditi
aggregati e pro-capite elevati. Allora quando arrivano segnali negativi dall’economia, le
banche centrali tenderanno ad assumere un profilo espansivo. L’abbassamento dei tassi
d’interesse è la chiave di lettura di tale decisione. Un tasso d’interesse basso oltre a
disincentivare il pubblico ad immobilizzare le proprie risorse in strumenti finanziari e,
contemporaneamente, come detto, ad incentivare la spesa in beni di consumo, incoraggia
anche la richiesta di credito alle banche. Il tasso d’interesse è infatti anche qualificabile
come costo del debito: se è minore, cittadini ed imprese saranno incentivati a richiedere
prestiti e con le risorse ottenute ad aumentare gli investimenti reali (creazione di nuove
imprese ed espansione di quelle già esistenti) con benefici diffusi ed espansione per
l’intero sistema economico.
D’altro lato, le politiche monetarie restrittive, che consistono nel ritiro di moneta dal
sistema causando tassi d’interesse maggiori e disincentivo ad aumentare gli investimenti
reali, sono utili a placare un’economia in eccessivo surriscaldamento e che si è incanalata
verso una dinamica esplosiva dei prezzi. Questo accade quando la domanda aggregata di
beni e servizi è eccessivamente elevata rispetto alle effettive capacità produttive del
sistema. Come descritto sopra per il singolo bene, anche qui, nell’aggregato, la legge della
domanda/offerta opera a pieno regime: l’eccesso di domanda a parità d’offerta trascina
in alto i prezzi, generando inflazione. Se non si interviene con misure restrittive si rischia
di cadere in circoli viziosi recessivi.
Riepilogando:
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Il loro obiettivo è ristabilire una crescita equilibrata e duratura di PIL e
occupazione. Anche qui serve il giusto mezzo e l’eccesso, come sempre in
economia, è deleterio.
Con una sintesi grafica si rappresenta la logica di un’espansione monetaria nel mercato
monetario.
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Le notizie di rilievo del calendario economico – I market movers di breve
periodo
I tassi d’interesse
Quando questi dati sono positivi la valuta del paese cui si riferiscono si apprezza.
Viceversa, si deprezza quando sono negativi.
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Particolare menzione meritano gli NFP (non farm payrolls), che misurano la variazione
mensile del numero di buste paga erogate nel sistema economico, con esclusione del
settore agricolo. Il dato riguarda l’economia statunitense ed esce ogni primo venerdì del
mese insieme ad altri con cui compone il rapporto complessivo sull’occupazione. Il
rapporto offre indicazioni aggiornate, in quanto riferite al mese precedente, dello stato
occupazionale del sistema. L’evento è noto per la particolare volatilità che genera sul
Forex, in particolar modo nei cambi valuta con all’interno il dollaro usa (USD).
Edilizia e costruzioni
Dati molto importanti per misurare lo stato della domanda interna di beni/servizi e lo
stato di fiducia dei consumatori circa l’andamento futuro dell’economia sono quelli
inerenti alle costruzioni e all’edilizia in generale, come il numero delle nuove case private
avviate e i permessi di costruzione. Queste rilevazioni, come le altre su occupazione e
produzione, sono connesse al PIL e ne determinano l’entità. Ragionevolmente, una
famiglia prende la gravosa decisione di acquistare una casa quando fronteggia prospettive
di una sua futura stabilità finanziaria, con redditi normalizzati e sufficienti a far fronte
all’eventuale mutuo. Se in aggregato aumenta la domanda di nuove costruzioni siamo
quindi di fronte ad miglioramento prospettico delle condizioni economiche del sistema. Il
mercato valutario reagirà facendo apprezzare la valuta di riferimento di fronte a dati
positivi e viceversa, la farà deprezzare in caso di dati negativi.
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delle spese è maggiore del totale degli introiti e quindi osserveremo un saldo della
bilancia commerciale negativo. Se invece il flusso di export supera in valore quello delle
import avremo introiti maggiori delle spese e un saldo positivo. Un paese in disavanzo
commerciale (saldo negativo) compra dall’estero più di quanto non venda al resto del
mondo. E’ quindi necessario che prenda a prestito dal resto del mondo la differenza tra il
valore delle sue importazioni e quello delle sue esportazioni, cioè si deve indebitare con
l’estero. Ad un aumento del disavanzo commerciale corrisponde quindi un
peggioramento della posizione debitoria netta nei confronti del resto del mondo, cioè il
paese si sta facendo finanziariamente più instabile: la sua valuta, per questo ed altri
motivi connessi alla dinamica commerciale, perde valore. Quando invece si registrano
miglioramenti nel saldo della bilancia commerciale (avanzi commerciali) il paese vende al
resto del mondo più di quanto non compra e questo si associa a miglioramenti della
posizione creditoria netta nei confronti dell’estero: la stabilità finanziaria del paese
migliora e la sua valuta acquista valore.
L’inflazione
In macroeconomia l'inflazione è l'aumento sostenuto del livello generale dei prezzi. Essa
per sua natura genera una diminuzione del potere d'acquisto della moneta. Con
l'innalzamento dei prezzi infatti il salario si corrode e la sua capacità di conversione in
beni di consumo e servizi si riduce. Nello studio della macroeconomia le cause del
fenomeno vengono generalmente così individuate:
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Questi fattori operano tutti simultaneamente, intrecciandosi e spiegando ognuno
dal suo punto di vista, il tendenziale aumento dei prezzi nel tempo. Tuttavia,
almeno nel breve termine, non è necessariamente un male ma anzi il suo
mantenimento a certi livelli è uno degli obiettivi standard di politica economica.
Vediamo perché.
Convenzionalmente per l’inflazione gli istituti monetari centrali fissano il valore obiettivo
al 2% , reputato “tasso inflattivo ottimale” per garantire un crescita equilibrata e
sostenibile dell’economia che presidiano. Ogniqualvolta quindi l’economia staziona a
livelli di inflazione inferiori al valore ottimale, le autorità di politica economica tenderanno
ad intervenire con politiche monetarie espansive per risollevarla; quando invece i livelli di
inflazione sono più elevati si tenderà ad introdurre misure monetarie restrittive. Perché
accade questo? Ad una bassa inflazione si fa corrispondere una fase di stagnazione
dell’economia, in quanto effettivamente se non c’è adeguata inflazione significa che non
c’è adeguata domanda di beni e servizi. Ma è questa domanda a dettare il livello della
produzione e solo un suo aumento può causare l’espansione del PIL nel breve periodo e
quindi l’aumento dell’occupazione e dei redditi aggregati e pro-capite. Al contrario
invece, quando l’inflazione è troppo elevata occorre intervenire per placare una domanda
che evidentemente è eccessiva rispetto alle effettive capacità produttive del sistema e
che sta appunto generando pressioni a rialzo sui prezzi. Ne deriva che gli indicatori
dell’inflazione come IPC (indice dei prezzi al consumo) e IPP (indice dei prezzi alla
produzione) sono importanti per dare un’idea di quello che è lo stato di salute
dell’economia evidenziando se la stessa è in rallentamento o in espansione. In situazioni
normali, il mercato tende a far apprezzare la valuta dell’economia che mostra variazioni
positive nel tasso d’inflazione, segno, come detto, che l’economia è vitale dal punto di
vista della domanda e che il PIL può aumentare.
Come già detto nel paragrafo introduttivo, la stampa di moneta, con conseguente
aumento dei flussi in circolo nel sistema, genera inflazione e riduce il potere
d’acquisto della moneta preesistente. Per qualche tempo – fino a che i salari
nominali non si adegueranno al nuovo livello dei prezzi - con il salario percepito si
potranno acquistare meno beni e servizi. Quando i salari si saranno aggiustati, si
otterrà un nuovo equilibrio generale con prezzi maggiori e con il nuovo quantitativo
di moneta. Quindi, se in una logica di lungo periodo la moneta di nuova emissione è
neutrale, in un’ottica di breve un suo aumento produce effetti reali espansivi per
l’economia (aumento della domanda di beni e aumento del PIL). Quando la banca
centrale aumenta l’offerta di moneta è effettivamente questo quello che vuole
ottenere: inflazione ed espansione della domanda. Nel fare questo deve però
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necessariamente aumentare l’offerta di moneta e quindi, come già spiegato sopra
nel paragrafo dedicato alle politiche monetarie delle banche centrali, abbassare i
tassi d’interesse. Quando si aumenta l’offerta di un bene, qualsiasi bene, esso perde
valore e così ugualmente per la moneta: quando la BCE aumenta l’offerta di euro,
l’euro perde valore con conseguente effetto sui tassi di cambio. Svalutare una
moneta significa quindi far si che le altre valute siano relativamente più costose,
ossia che i tassi di cambio registrino valori più sfavorevoli per i detentori della valuta
la cui offerta sta aumentando.
I titoli di stato
I titoli di stato come i buoni del tesoro poliennali (BTP) o i buoni ordinari del tesoro (BOT),
sono strumenti finanziari con cui il governo si finanzia indebitandosi coi cittadini residenti
o con cittadini/governi di altri paesi (in questo caso si parla di debito estero). Perché il
governo dovrebbe finanziarsi utilizzando questi strumenti di debito?
Normalmente le tasse, che sono la prima linea di finanziamento, non sono sufficienti a
coprire l’esigenza di spesa dello stato e quindi il governo deve ricorrere al prestito per
pagare gli stipendi ai funzionari, erogare i beni pubblici, sostentare la macchina
burocratica … proprio come fa un cittadino che richiede un mutuo. Nel linguaggio tecnico
corrente si usa dire che il debito pubblico finanzia il disavanzo di bilancio pubblico, perché
in effetti uno stato che deve ricorrere al prestito vuole spendere più di quanto non incassi
dalle tasse, che sono paragonabili al reddito da lavoro per un cittadino. Quindi ad un certo
disavanzo pubblico (differenza tra entrate e uscite, o equivalentemente, tra gettito fiscale
e spesa) corrisponde un certo debito pubblico. Le moderne economie occidentali, anche
le più forti, soffrono più o meno tutte importanti disavanzi di bilancio pubblico, a volte
davvero considerevoli, con Giappone e USA su tutti.
Btp-Bund: lo spread
Sono sicuro che avrete sentito parlare di spread, almeno in questi ultimi anni. Spread in
inglese è una parola che significa differenziale, ossia differenza tra due valori. Utilizzata
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nel contesto di titoli di stato sta ad indicare il differenziale tra rendimenti di due titoli
della stessa natura ma emessi da stati diversi. E’ quindi una differenza tra i tassi
d’interesse offerti dai due paesi. E perché è così rilevante?
Il tasso d’interesse oltre a rappresentare una misura del rendimento è anche misura del
rischio. Lo stato sempre il debitore più sicuro, tranne quando registra disavanzi di
bilancio eccessivi rispetto alla sua capacità di generare PIL (debito/PIL è la variabile di
rilievo per misurare la solidità finanziaria dello stato). In questi casi, per continuare a
finanziarsi contraendo debito, dovrà corrispondere tassi d’interesse maggiori a
compensazione del maggior rischio che i suoi titoli presentano rispetto ai medesimi degli
altri stati. E così lo spread si allarga e con esso il rischio paese. Uno stato insolvente è uno
stato che non riesce a restituire i debiti contratti verso l’estero e coi suoi cittadini,
bruciandone i risparmi. Per questo motivo non è auspicabile uno spread troppo ampio.
Per calcolare questo differenziale si prende convenzionalmente a riferimento il
rendimento offerto dal titolo decennale dello stato in esame e lo si confronta con quello
equivalente dell’economia che in quel periodo storico mostra la maggior stabilità e i cui
titoli sono quindi considerati a rischio nullo. Nel caso dell’Eurozona questo paese è la
Germania. Quando si misura lo spread dei titoli italiani quindi lo si fa sul BTP e
sull’analogo tedesco BUND: da qui la voce ricorrente “spread BTP-BUND”.
Lo stato, un po’ come un’azienda, genera redditi attraverso l’attività produttiva interna e
attraverso i rapporti commerciali che cittadini ed imprese intrattengono con l’estero. Il
reddito aggregato prodotto dallo stato in un certo lasso di tempo si chiama Prodotto
Interno Lordo o, più semplicemente, PIL. Il PIL, oltre a rappresentare il valore dei beni
finali prodotti dall’economia nel periodo considerato, è anche interpretabile come il
totale dei redditi aggregati generati e ripartiti tra lavoratori (salari) e titolari di imprese
(profitti) che hanno contribuito a crearlo. Abbiamo già messo un primo tassello: uno stato
in salute è uno stato che riesce a generare PIL in misura crescente. Tuttavia produrre
redditi aggregati non basta a definire la salute di uno stato perché bisogna vedere come
quel reddito è stato prodotto e se il suo aumento è sostenibile. Bisogna andare cioè a
scrutare il piano finanziario. Supponiamo che il suo aumento sia stato temporaneamente
ottenuto attraverso un aumento del disavanzo di bilancio pubblico, ossia attraverso la
classica politica fiscale espansiva che permette allo stato di spendere di più, generando
così PIL, ma che però fa aumentare il debito pubblico. Anche se nel breve il PIL può
aumentare, quel debito in più andrà comunque saldato e di fatto la situazione finanziaria
è peggiorata, con possibili ripercussioni negative sulla futura possibilità di continuare a
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generare PIL. Allora le variabili più importanti utilizzate dagli economisti per valutare lo
stato di salute di un economia, intercettando sia l’aspetto economico che quello
finanziario, sono il rapporto DEBITO/PIL e il rapporto DEFICIT (di bilancio pubblico)/PIL .
Ovviamente poi in un ottica di più lungo termine entrano in gioco anche altri fattori,
definiti strutturali, a determinare le sorti dell’economia di un paese, come il tasso di
risparmio, l’accumulazione di capitale, il progresso tecnologico e via dicendo.
Una delle discipline più diffuse nel trading è sicuramente l’analisi tecnica. Qualsiasi sia il
prodotto che vogliamo contrattare osserveremo un grafico simile.
Attraverso il grafico si può procedere allo studio e al riconoscimento dell’azione dei prezzi
tramite le candele giapponesi, cosi chiamate per la loro forma simile alla classica candela
formata da uno “stoppino” avvolto dalla cera.
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Furono inventate in Giappone da Munehisa Homma ed utilizzate per la prima volta nel
XVIII secolo per prevedere i prezzi del riso.
Le Candele Giapponesi furono introdotte in Europa intorno al 1989 da Steve Nison, che
ne spiegò il funzionamento e le regole nel suo libro “Japanese Candlestick Charting
Techniques”.
Le candele per un trader sono essenziali come le note musicali per un musicista: ognuna
esprime una frase di ciò che vuole dire il mercato e, di conseguenza, invia delle
informazioni tali da aumentare le probabilità di successo.
Iniziamo col dire che le candele rappresentano prima di tutto un periodo di tempo
chiamato “timeframe”
Se osserviamo un grafico a timeframe 10 min, ogni candela ci dice cosa è successo in quei
10 min che rappresenta; se osserviamo un grafico h1, ogni candela ci dice cosa è accaduto
in 1 ora e cosi via.
Da questo si può dedurre che ogni candela non è altro che l’insieme di candele formate in
timeframe più bassi; un po’ come avere uno zoom alla macchina fotografica che ti
permette di avvicinare e vedere i dettagli o allontanare per vedere un quadro generale.
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Il prezzo massimo raggiunto in quel periodo
Con l’immagine sopra indicata dovrebbe essere chiaro il concetto e a far comprendere
che basta veramente un’occhiata per capire cosa è accaduto in quel periodo (ricordo che
il periodo può rappresentare, un giorno, un ora e cosi via..).
iniziamo col dire che il mercato raramente forma una candela identica ad un’altra, questo
accade perché il mercato è in continua variazione, ma ciò che sicuramente non cambia è
la praticità di lettura dello strumento.
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Il mercato ha aperto ad uno specifico prezzo
Subito dopo i compratori sono aumentati, (di conseguenza quando aumenta la domanda
aumentano i prezzi), segnando cosi il prezzo massimo di giornata
Diciamo che al mattino apri il grafico e vedi una candela come quella illustrata. Cosa fai?
In tutto il mondo stanno guardando la stessa candela che vedi tu e sono sicuramente
convinti che qualcosa ha fatto allontanare i compratori e che il prezzo continuerà a
scendere;
così vendi anche tu e guadagni sul ribasso dei prezzi (infatti dall’immagine si nota che
successivamente il prezzo è sceso)
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Per farti capire meglio la connessione tra candela e periodo ti mostro la seguente
immagine:
Come puoi notare, una candela giornaliera non è altro che il risultato di tante candele di
periodo inferiore. Osservando una candela dovresti già capire cosa ha fatto il prezzo
nell’arco di una giornata.
Di seguito descriviamo le varie candele che possono formarsi e cosa vogliono indicarci, ma
è da premettere che le candele vanno sempre contestualizzate in un complesso di
valutazioni, come ad esempio se si formano su determinati livelli chiave o se qualche
indicatore suggerisce un certo movimento del prezzo:
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Long day (marubozu)
Di solito è piuttosto lunga e con delle piccole ombre, può essere rialzista o ribassista, ma
di sicuro indica un ampio movimento tra prezzo di apertura e di chiusura.
Short day
Differenza minima tra apertura e chiusura, i minimi e i massimi non hanno rilevanza, si
trova spesso in fase di trend rialzista o ribassista e indica un momento di pausa.
Spinning top
Corpo meno pronunciato delle ombre, può essere di colore differente (rossa) e indica
indecisione del mercato.
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Lower shadow (pin bar)
Il corpo è sui massimi, l’ombra inferiore di dimensioni simili o maggiori del corpo, può
formarsi su livelli statici o dinamici e indica un rafforzamento del segnale rialzista. Il colore
non è molto rilevante ma meglio se verde.
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Doji
Prezzo di apertura e chiusura sullo stesso livello con ombre piuttosto pronunciate. Indica
una forte indecisione del mercato ma se è l’ombra superiore ad essere più pronunciata
rafforza un segnale ribassista; viceversa se l’ombra più pronunciata è quella inferiore.
PATTERN DI PREZZO
In questa sezione illustreremo i pattern grafici che nell’ambiente operativo forex hanno
mostrato nel tempo, e secondo la nostra esperienza, maggiore affidabilità.
Pattern è un termine inglese che viene utilizzato in più contesti per identificare uno
schema o un’immagine ricorrente.
Nel trading esistono i pattern di prezzo, ovvero delle figure grafiche formate da una o più
candele che statisticamente forniscono evidenza a favore di una certa direzionalità futura
del prezzo.
Ne esistono un’infinità, alcuni utili altri meno. In queste pagine ti mostrerò i più diffusi,
quelli che reputiamo i più affidabili. Questi illustrati sono quelli che su uno storico hanno
dato i migliori risultati, ma anch’essi devono essere contestualizzati in un preciso setup
operativo.
SETUP: condizioni che devono verificarsi affinché la strategia si possa attuare (candele
disposte in un certo modo, su un certo livello ecc…). Nel caso ci siano dubbi (setup
sporco) è consigliabile non operare.
Stop loss: in ogni strategia che si rispetti il punto in cui uscire dal mercato quando
la previsione si rivela errata va individuato preliminarmente. In altri termini in fase
di setup bisogna già sapere qual è il punto in cui uscire dal mercato per limitare la
perdita.
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Take profit: è il punto d’uscita in profitto, anch’esso calcolato già in fase di
contestualizzazione.
Come vedi, tutto viene calcolato dal principio, non ti affiderai al caso ma avrai un metodo
da utilizzare con delle regole da rispettare. Il vantaggio dei pattern è che ti permettono un
ingresso nel punto chiave di un inizio di trend, di anticipare l’inversione e prendere molto
più profitto.
HAMMER
Uno dei più conosciuti è l’hammer, formato da una candela a forma di “martello”; tende a
formarsi alla fine di un trend ribassista, preannunciando un’ inversione spesso molto
profittevole. La sua affidabilità aumenta sui timeframe più alti, specialmente quando si
forma su un supporto o una media mobile importante, gli indicatori indicano uno stato di
estremo ipervenduto e la candela è di colore verde (rialzista); ancora più potente se
l’ombra inferiore segna un nuovo minimo.
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HANGING MAN
L’inverso dell’hammer è chiamato Hanging Man, anche se è a volte indicato con altri
nomi. E’ formato da una candela a forma di uomo impiccato; è di solito verso la fine di un
trend rialzista che si forma questa candela che mentre sale urta contro una resistenza
importante e torna indietro. Anche questo pattern è potente se si verifica alla fine di un
trend rialzista, timeframe elevato, oscillatore in ipercomprato, ombra che registra un
nuovo massimo e la candela è di colore rosso.
TOURTLE SOUP
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KEY BUY E KEY SELL
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Dopo un movimento rialzista aspettiamo la prima pausa formata da candele (2 o più
candele, max 5) con massimi decrescenti ; è ancora più efficace se:
l’ultima candela, cioè quella che ci fa entrare, ha una forma ad inversione e cioè con
lower shadow pronunciata e body di colore verde, le chiusure delle candele sono sopra
un supporto importante e magari la lower shadow sotto, c’è un ritracciamento dopo il
movimento esplosivo.
l’ultima candela ha una forma ad inversione con upper shadow pronunciata e colore
rosso; le chiusure delle candele di ritracciamento sono sotto ad una resistenza
importante, o ad una media mobile importante, con upper shadow sopra; avviene dopo
un movimento esplosivo
NB: importante per key (buy o sell) che si entri solo al primo segnale dopo movimenti
esplosivi, mai quando il prezzo è piatto o quando è ormai partito
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180S
Formato da due candele molto simili, il 180 si verifica quando la prima candela chiude nel
25% inferiore del suo range e la seconda nel 25% superiore del suo range, in pratica
l’ultima annulla la prima e fa ripartire il trend.
Per il setup si possono usare due medie mobili (una a 10 e una a 50 per esempio)
Il 180s è buono se la chiusura della candela è sopra la media mobile a 10 che deve essere
sopra la media mobile a 50, 1° candela rossa e 2° candela verde se rialzista, e viceversa se
ribassista.
Importante verificare che ci sia trend abbastanza forte; le candele devono essere quanto
più simili possibile e di colore diverso, ed è altresì importante che la prima candela sbatta
vicino ad un supporto/resistenza importante (ritest)
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BOOMER
Pattern di compressione di volatilità che genera movimenti esplosivi e non si sa se sia long
o short fino a quando non scatta il segnale. Si forma in momenti di pausa prima di una
esplosione di volatilità, ad esempio in attesa di qualche notizia importante.
È formato da tre candele con minimi e massimi uno dentro l’altro che formano un
triangolo, ed è accompagnato dall’oscillatore ADX che deve segnare un valore maggiore di
30 per tutte e tre le candele.
Inserire ordine pendente sia long che short su min e max terz’ultima candela e di
conseguenza cancellare l’ordine che non parte.
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IDNR4
Pattern che si forma per contrazione di volatilità e spesso genera movimenti esplosivi, è
formato da 4 candele di cui l’ultima ha un range inferiore rispetto alla precedente (inside)
ed è la più piccola delle ultime 4.
In questo caso posizioniamo sempre due ordini pendenti sia short che long, in seguito
cancelliamo l’ordine che non entra.
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In alcune condizioni può formarsi in 7 candele - IDNR 7 - molto potente su timeframe alti
e nasce in momenti di pausa.
BONUS 80 20
Strategia che cerca di prendere dei movimenti ad inversione dopo aver superato massimi
o minimi; può definirsi pattern giornaliero e quindi bisogna chiudere l’operazione a fine
giornata.
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Contrario è con candela rossa che prevede una candela verde quindi ordine buy.
L’analisi grafica è una parte dell’analisi tecnica che consente di prevedere i movimenti
futuri del prezzo studiando delle figure note che si ripetono costantemente nei grafici.
Qui analizzeremo le principali, che sono ancora una volta quelle con la maggiore
probabilità di successo.
TESTA E SPALLE
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Il testa e spalle è una figura molto importante, molto semplice da individuare e
soprattutto molto efficace. Si verifica quando le candele disegnano, con un pizzico di
immaginazione, due spalle ed una testa.
Il testa e spalle è una figura di inversione e si forma alla fine di un trend positivo,
generando un movimento opposto al precedente dopo che viene bucata la linea del collo.
Esiste anche la versione ribassista (il testa e spalle rovesciato) che genera un movimento
rialzista alla fine di un trend negativo.
In genere tutte le figure si creano in fasi di pausa del prezzo, aree critiche dove il mercato
si prende un po’ di tempo per capire se il prezzo continuerà nella direzione del trend e
formare figure di continuazione, oppure se inizierà un movimento in direzione opposta.
Per le figure di inversione è sempre bene, dove è possibile, guardare i volumi che,
ricordiamoci, sono il secondo fattore dopo il prezzo in ordine di importanza.
I volumi sono informazioni molto utili per compratori e venditori, informazioni utili non
solo ad effettuare previsioni, ma anche ad elaborare un piano operativo completo su un
determinato strumento indicandoci quando investire, dove posizionare lo stop loss e
dove chiudere l’operazione in guadagno con il take profit. Nel forex, mercato OTC, i
volumi sono purtroppo confinati alla sola massa informativa che transita verso il nostro
broker e non a quella totale del mercato, limitando il potere operativo di questo
importante strumento.
Si entra quando il prezzo buca la linea del collo detta neckline, stop loss sul punto più alto
della spalla destra e take profit ad una distanza che sia uguale alla misura tra linea del
collo e stop loss (vedi figura sotto)
Nella versione rialzista vale quanto detto per la ribassista ma ovviamente al contrario.
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Analizziamo ora altre figure d’inversione cominciando con la più semplice: il doppio
massimo.
La figura in oggetto si presenta come una M. Abbiamo una prima fase dove i compratori
danno vita ad un trend positivo; questo trend si interrompe fino a formare un massimo:
questa inversione, dovuta a prese di profitto, riporta il prezzo più in basso con una forza
comunque minore rispetto al movimento rialzista. Successivamente i compratori fanno un
altro tentativo riportando il prezzo di nuovo a quel massimo, che rappresenta ora una
forte area di resistenza.
Sappiamo dalla teoria dei trend che se il prezzo non riesce a fare massimi crescenti il
trend positivo è a rischio e così, se i compratori non riescono a superare questo massimo,
il mercato percepisce un forte segnale di inversione, quindi chi aveva comprato,
preoccupato, decide di vendere.
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D’altra parte chi ancora non è a mercato decide di vendere allo scoperto e di investire al
ribasso: a quel punto il prezzo crolla, generando cosi un’opportunità di guadagno short.
In molti casi la figura è simmetrica e i massimi sono sullo stesso livello, ma a volte un
massimo può essere un po’ più in alto o più in basso rispetto all’altro e non occorre che la
figura sia perfetta per applicare il concetto sopra descritto.
Va comunque sottolineato che nel caso in cui il secondo massimo sia un po’ più basso del
precedente il movimento ribassista potrebbe essere più forte, in quanto il prezzo non ha
avuto la forza di raggiungere il precedente picco segnalando una maggior presenza di
investitori short o, parimenti, una minor insistenza di quelli long.
Operare è semplice basta misurare la distanza tra il punto 1 è il punto 2 e proiettarle oltre
il punto di rottura: quello sarà il nostro take profit. Lo stop loss lo posizioniamo qualche
pip sopra i massimi e l’entry point sul livello del minimo. La figura sarà molto più chiara.
Nella versione rialzista, “il doppio minimo” , valgono esattamente tutte le cose che sono
state dette per il doppio massimo, però al contrario.
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Altro fattore da ricordare è che può verificarsi anche un triplo massimo o triplo minimo, a
quel punto si entrerà più tardi ma con stesso risultato.
Una figura simile al testa e spalle, molto affidabile, è la “tazza con manico”o in dizione
inglese “cup with handle”;
È una figura rialzista e normalmente la troviamo alla fine di un trend ribassista, è un po’
come se fosse un testa spalle rovesciato ma senza la spalla.
Andiamo spediti verso l’operatività: abbiamo un movimento ribassista che termina con
una fase di arrotondamento dei prezzi ovvero la tazza, si crea un minimo, poi il prezzo
prova a risalire, torna un po’ giù formando il manico, ha una formazione molto simile alla
tazza, stessa forma ma con una durata inferiore e registra un minimo più alto del
precedente.
Questo è un segnale di inversione, e quando avviene la rottura della “linea del collo”
spesso i compratori hanno la meglio, e danno il via all’inversione del trend.
Nella versione ribassista, benché meno frequente, la dinamica è la medesima solo che
inversa ed è possibile agirvi allo stesso modo.
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RETTANGOLO
Queste non rappresentano altro che una fase di pausa dei prezzi, fase che porta alla
ripresa del trend in atto.
Si può notare che il prezzo oscilli all’interno di un rettangolo, i cui lati evidenziati sono un
supporto e una resistenza. E’ una figura ambigua, nel senso che può essere sia di
continuazione che di inversione
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In questo caso il trend è positivo, si crea una pausa ed infine l’inversione del trend.
Bastano tre punti per formare un rettangolo, dopo un trend long iniziale si forma il
massimo indicato dal punto 1, si verifica un breve ritracciamento che forma il minimo
indicato dal punto 2, il trend riprende e si ferma al punto 3, precedente resistenza creata
dal punto 1.
Non sappiamo ancora se questo sarà un doppio massimo o un rettangolo, quello che
possiamo fare e tracciare una resistenza che unisca i punti 1 e 3, e la parallela di questa
resistenza passante per il punto 2, che ovviamente funziona da supporto.
Se il prezzo, dopo aver rimbalzato sul punto 3, bucherà verso il basso il supporto avremo
un doppio massimo; se invece il prezzo rimbalza sul supporto, bucando il lato superiore,
allora la figura sarà completa e saremo di fronte ad un’occasione. Nel caso illustrato però
rimbalza di nuovo sulla resistenza formando un punto 4 e poi buca a ribasso.
Come sempre possiamo parlare di figura solo al completamento di essa, e finché questo
non avviene possiamo parlare in questo caso solo di potenziale rettangolo. All’interno del
rettangolo, come mostrato, il prezzo può sbattere più volte su e giù tra il supporto e la
resistenza
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Non sappiamo a priori se il rettangolo sarà di continuazione o di inversione, ma quando
un trader individua un rettangolo in un grafico, per prima cosa deve tracciare le due
spezzate parallele di supporto e resistenza che corrispondono alle basi del rettangolo, e
come detto, occorrono solo 3 punti per ottenere questa semplice costruzione. Quando
poi il prezzo bucherà una delle due linee tracciate possiamo entrare long o short a
seconda della direzione del prezzo. Questa figura si forma in momenti di pausa, quando
non c’è trend, e volendo si può approfittare anche delle brevi oscillazioni interne per
piazzare operazioni sul supporto e sulla resistenza in senso contrario. Come detto si entra
quando il prezzo buca e chiude qualche pip oltre uno dei lati, stop loss fissato qualche pip
oltre al lato opposto e take profit ad una distanza pari all’altezza della figura.
A volte, come gran parte delle figure, il rettangolo si discosta leggermente dalla teoria,
per cui bisogna essere bravi a dare la corretta interpretazione anche se non è perfetto.
Con un po’ di esperienza sarà comunque facilissimo. Tracciamo sempre i nostri lati
(supporti e resistenze) così da renderlo più riconoscibile.
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FLAG
La bandiera, nel gergo nota come flag, nomignolo mutuato dall’inglese, ha la forma di un
rettangolo un po’ inclinato, infatti è costituito da due trendlines parallele che hanno
un’inclinazione opposta al trend; dunque quando si verifica una flag in un trend rialzista,
la figura sarà inclinata verso il basso e viceversa, in un trend ribassista, la flag sarà
inclinata verso l’alto.
La figura è chiamata così perché ricorda molto una bandiera, tant’è che è spesso
preceduta da una grossa candela (asta di bandiera) che la introduce completandola.
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LE FIGURE TRIANGOLARI – simmetrico, ascendente, discendente,
wedge e pennant
Ve ne sono tante, simili tra loro, vedremo come catalogarle al meglio. Possiamo dividere
le figure triangolari in tre gruppi: figure lunghe, intermedie e corte.
triangolo simmetrico
triangolo ascendente
triangolo discendente
Come detto, in queste figure il prezzo vi oscilla all’interno: nel caso del triangolo i minimi
o i massimi sono sempre decrescenti, si creano stati di pausa e di compressione di
volatilità, fino a ripresa del trend con movimenti anche esplosivi.
Dopo l’inizio di un trend si forma una prima pausa, il prezzo inizia a segnare minimi e
massimi. Tracciamo una prima trendline dove abbiamo i primi due punti; di seguito
tracciando l’altra capiremo di che figura si tratta.
Per gli amanti della geometria, quando le trendlines hanno inclinazione uguale e contraria
parliamo di triangolo isoscele, che di solito è di continuazione ma non diamo nulla per
scontato, attendiamo sempre la conferma dal prezzo in base alla linea che buca.
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In alcuni casi in un trend rialzista il prezzo raggiunge una resistenza formando più massimi
sullo stesso livello, quindi tredline orizzontale sui massimi, mentre i minimi sono
crescenti, formando così un triangolo rettangolo. Statisticamente è una figura di
continuazione. I minimi sempre più vicini ai massimi denotano in effetti una pressione
rialzista.
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Viceversa se in un trend ribassista, si formano minimi sullo stesso livello e massimi
discendenti, parliamo di triangolo rettangolo ribassista.
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Quando si parla di triangoli, il tempo di rottura è un concetto valido per tutti quelli che
abbiamo analizzato, la regola dice che il prezzo deve bucare in una zona compresa più o
meno tra i due terzi ed i tre quarti della lunghezza del triangolo.
Se il prezzo buca prima o dopo, il movimento successivo sarà debole, se invece il prezzo
buca in quella zona il movimento successivo sarà così forte da farci guadagnare molto
rischiando poco.
A volte capita che il prezzo non buca e il prezzo inizia a lateralizzare, a quel punto meglio
evitare di entrare a mercato.
Per operare in sicurezza si consiglia di aspettare sempre che la candela buchi e chiuda
oltre la resistenza tra i 2/3 e i 3/4, stop loss sul massimo o minimo, e calcolare il take
profit tracciando una parallela come da immagine. E’ sicuramente più conservativo ma le
probabilità di andare in profitto sono maggiori.
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Un’altra figura della famiglia dei triangoli è il cuneo (wedge), proprio perché ha la forma a
punta di cuneo.
In generale infatti l’inclinazione è opposta al trend, e dato che generalmente è una figura
di continuazione, se è inclinato verso il basso il prezzo bucherà in alto, se invece è
inclinato verso l’alto il prezzo bucherà verso il basso. Le regole sono le stesse del triangolo
classico, quindi attendere la rottura tra i 2/3 e i 3/4, tracciare le parallele e calcolare lo
stop loss e il take profit
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Il pennant, che in inglese significa bandierina, per certi aspetti è abbastanza simile alla
Flag. E’ chiaramente una figura di continuazione ed è molto comune; è praticamente un
mini triangolo simmetrico e si forma in poche candele.
Di solito la si trova dopo una esplosione di trend, si forma una prima pausa, e tracciando
le trendlines, notiamo subito la formazione di un mini triangolo simmetrico.
Come sempre, si entra alla rottura, stop loss sulla parte bassa o alta della figura e il take
profit si ottiene calcolando la distanza che va dall’inizio del trend all’entry point,
proiettandola poi oltre il medesimo
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PRICE ACTION
Una delle strategie più usate dai traders è la price action, ossia l’azione del prezzo. Anche
in questo caso protagoniste sono le candele.
E’ una strategia piuttosto pulita a livello grafico che non prevede l’uso di oscillatori ma
esclusivamente:
Candele
Supporti e Resistenze
I professionisti che ne fanno uso si affidano principalmente alla formazione di tre pattern
su determinati livelli.
Pin Bar
Engulfing Pattern
Inside Pattern
Pin Bar
il primo segnale è formato dalla pin bar, già commentata nella parte della descrizione
delle candele, e cioè dalla candela formata una lunga ombra superiore, se long, o
inferiore, se short, con corpo piccolo, posizionata magari su un ritracciamento del trend
principale o su altro punto strategico.
L’entry point si piazza 2 pips sopra la candela in esame e lo stop loss 2 pips sotto la
shadow inferiore. Viceversa per trend ribassista.
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Engulfing
Il secondo segnale è l’Engulfing, pattern formato da due candele inverse in cui la prima è
più piccola della seconda (outside). In pratica, come ben mostrato in figura, la prima
candela entra nella seconda; colori inversi.
L’entry point si colloca 2 pips sopra la seconda candela, lo stop loss 2 pips sotto. Viceversa
in caso di trend ribassista.
Il rischio rendimento solitamente cercato è 1:1 o anche 1:1,5 a seconda della forza del
trend che si intende seguire.
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Inside Bar
Il terzo ed ultimo segnale è l’Inside bar, l’inverso dell’engulfing: la prima candela è outside
e la seconda inside, cioè la seconda è inglobata dalla prima; colori inversi.
Ancora una volta si agisce solo sui riferimenti della candela outside: l’entry point si piazza
2 pips sopra e lo stop loss 2 pips sotto le shadows della medesima. Viceversa se il trend da
intercettare è short.
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PARTE III - LA NASCITA DEL MODERNO FOREX
Il sistema aureo
Durante la conferenza di Bretton Woods, località sita nel New Hampshire in USA, furono
presi gli accordi che diedero vita ad un sistema di regole e procedure volte a regolare la
politica monetaria internazionale con l’obiettivo di governare i futuri rapporti economici e
finanziari, impedendo di ritornare alla situazione che diede vita al secondo conflitto
mondiale. Secondo gli storici tra le cause della guerra infatti andavano annoverate anche
le diffuse pratiche protezionistiche, le svalutazioni dei tassi di cambio per ragioni
competitive e la scarsa collaborazione tra i paesi in materia di politiche monetarie.
I due principali compiti della conferenza furono perciò quelli di creare le condizioni per
una stabilizzazione dei tassi di cambio rispetto al dollaro (eletto a valuta principale) ed
eliminare le condizioni di squilibrio determinate dai pagamenti internazionali. Bretton
Woods istituì, per il raggiungimento del secondo fine, il Fondo Monetario Internazionale
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e la Banca internazionale per la ricostruzione e lo sviluppo (Banca mondiale), due
importanti istituzioni esistenti ancora oggi che divennero operative nel 1946.
Gli accordi
Secondo il sistema definito da Bretton Woods il dollaro era l’unica valuta convertibile in
oro in base al cambio di 35 dollari contro un oncia del metallo prezioso. Il dollaro venne
poi eletto valuta di riferimento per gli scambi. Alle altre valute erano consentite solo
oscillazioni limitate in un regime di cambi fissi a parità centrale. Non c’era spazio per le
libere oscillazioni che osserviamo oggi. Il sistema stabile entro cui dovevano avvenire gli
scambi era stato creato.
La guerra del Vietnam, il forte aumento della spesa pubblica e del debito americano
segnarono la fine del sistema istituito a Bretton Woods. Il 15 agosto 1971, a Camp David,
Richard Nixon sospese la convertibilità del dollaro in oro, in quanto, con le crescenti
richieste di conversione in oro le riserve americane si stavano sempre più assottigliando. Il
dicembre del 1971 segnò l’abbandono degli accordi di Bretton Woods da parte dei
membri del G10 (il gruppo dei dieci paesi formato da Germania, Belgio, Canada, Stati
Uniti, Francia, Italia, Giappone, Paesi Bassi, Regno Unito, Svezia). Con lo Smithsonian
Agreement il dollaro venne svalutato e, dopo una breve fase transitoria, si diede il via alla
fluttuazione dei cambi.
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PARTE IV – LA STRATEGIA
L’obiettivo dichiarato della nostra strategia è seguire i flussi indotti dai large traders. Gran
parte della liquidità presente sul mercato è infatti iniettata ogni settimana, ogni giorno,
ogni ora dai grandi istituti finanziari come hedge fund, investment banks, banche centrali
e banche commerciali. A tal scopo saranno utili tutte le informazioni apprese nella parte
introduttiva e in quella relativa all’analisi fondamentale. L’unico modo per noi “piccoli”
traders di operare con profitto sopravvivendo alla tempesta dei mercati è seguire i flussi
di denaro, intercettandoli al momento giusto.
Il Forex, che noi preferiamo chiamare Sistema matematico, non è altro che l’unione delle
tre più difficili parole inglesi da pronunciare insieme: Foreign Exchange Market.
Pensa che ogni giorno si scambiano cifre astronomiche su questi mercati e ciò rende
questo sistema il più liquido al mondo, al punto tale che avrai sempre una controparte
disposta a comprare o vendere la tua moneta.
I mercati sono aperti 24 ore su 24 dalla domenica sera alle 23 fino al venerdì successivo
quando chiudono alla stessa ora e non sono poche le volte in cui siamo rimasti svegli per
seguire le operazioni che restavano aperte anche durante la notte.
Esistono svariate coppie di valute, oltre 50, ma ovviamente di queste abbiamo fatto una
cernita precisa e funzionale alle nostre strategie di copertura che conoscerai più avanti.
So che ai più potrebbe sembrar strano ma nel trading in generale, ed anche in questo
sistema, si guadagna sia comprando una valuta che vendendola se le nostre previsioni o
analisi ci confermano l’una piuttosto che l’altra prospettiva.
Mettiamo caso il cambio EURUSD (Euro contro Dollaro Americano) quoti 1,10, quindi
saranno necessari 1,10 dollari per acquistare 1 euro, e un segnale specifico ci indica che il
movimento del prezzo, quindi il valore di euro contro dollaro americano aumenterà,
compreremo euro puntando al rialzo del valore di questa moneta, vendendo
contestualmente dollari americani.
Viceversa accade anche il contrario: mettiamo caso il cambio EURUSD quoti 1,10 e un
segnale specifico ne indica la discesa del valore dell’euro nei confronti del dollaro
americano, possiamo vendere euro puntando alla discesa del valore di questa moneta
comprando contestualmente dollari, nella stessa quantità, perché il loro valore salirà.
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Quindi praticamente si tende ad acquistare e mantenere, per un periodo più o meno
lungo, la moneta, la materia prima o l’indice che vale di più in relazione alla moneta con
cui è a confronto.
Il tasso di cambio
Il cambio valuta è un rapporto matematico, ossia una semplice divisione tra una certa
quantità di una valuta e una medesima quantità di un altra (per semplicità 1 unità di una
valuta e 1 unità dell’altra) che definisce il valore relativo tra di esse. Prendiamo ad
esempio il cambio EURUSD
Il rapporto definisce quante unità della valuta quotata occorrono per acquistare
un’unità della valuta base
EUR/USD = 1,1 ⇒ EUR = 1,1 USD (un euro equivale a 1,1 USD)
ovvero, allo stesso modo EUR/1,1 = USD e ancora USD/EUR = 1/1,1 = 0,909
Sono tutti modi diversi di scrivere che per acquistare un Euro occorrono 1,1 Dollari Usa:
questo è il rapporto di equivalenza tra le 2 valute definito dal mercato in un certo
istante.
Il tasso di cambio quindi non è altro che un rapporto che mette a confronto la forza di due
valute che prendono il nome di valuta base (sopra) e valuta quotata (sotto).
Come ho già scritto nel precedente paragrafo, prendendo in esame il cambio EURUSD
venderemo o compreremo sempre euro nei confronti del dollaro americano e
contestualmente, e rispettivamente, venderemo e compreremo dollari americani nella
stessa quantità, pretendendo sempre di mantenere per un periodo più o meno lungo la
valuta che nel tempo aumenta di valore rispetto a quella messa a confronto.
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I time frame
Un punto forte della strategia che adottiamo è il suo essere auto-adattiva alle condizioni
di mercato ed è risultata efficace su qualsiasi time frame, dal 15 min per uno scalping
veloce, al giornaliero. Nota importante: il time frame va scelto in base al tempo che si può
dedicare al trading. Se ad esempio hai la possibilità di controllare la piattaforma ogni ora
allora puoi scegliere un H1, se mentre hai la possibilità di controllare 1 o 2 volte al giorno
puoi optare sul daily ottimizzando i valori su H4. Importante sapere che se lavori su H1
non sempre concludi le operazioni in 1 ora ma a volte durano anche diverse ore e cosi
anche per H4 o daily che possono durare giorni. Quindi se ad esempio hai un’ora libera
non devi operare credendo di fare un profitto in quell’arco di tempo, ma al contrario la
migliore operazione che puoi fare è NON OPERARE. In più per fare profitto sui periodi
bassi bisogna avere una buona esperienza, quindi per commettere meno errori e
stressarti meno consigliamo di lavorare su H4 e daily.
Le valute, materie prime o indici, sono rappresentate tutte attraverso i grafici. Noi
consigliamo quello a candele, ma tutti assumono lo stesso movimento sinusoidale, cioè il
prezzo non si muove come una linea retta ma forma delle onde. Ma perché accade?
Se notate bene il prezzo quando oltrepassa un’area di resistenza o supporto inizia il trend
ma dopo pochissimo torna indietro ritestando il livello oltrepassato. Quindi noi
osserveremo tante candele che inizialmente vanno verso la direzione, poi ritornano
indietro ritoccando il livello per poi ripartire di nuovo in modo deciso. Questo gruppo di
candele in un timeframe più alto si riducono in una candela con un corpo pari al 45/50%
della propria onda (range) e con una chiusura oltre quella della candela precedente.
In pratica gli investitori sfondano l’area di resistenza ma iniziano ad avere paura e così
alleggeriscono le posizioni facendo tornare indietro il prezzo, ma visto che non ritorna
oltre l’area si riposizionano spingendo il prezzo verso la direzione.
Esempio di ritest a basso timeframe e visione in alto timeframe, ridotto in una candela
dove con il rosso è tracciato il percorso del prezzo durante la formazione della stessa.
62
Livelli di Supporto e Resistenza
I livelli chiave di supporto o resistenza hanno dei nomi specifici a seconda che siano sotto
o sopra il prezzo: supporto in caso siano sotto e resistenza qualora siano sopra. In
entrambi i casi si dicono statici perché non si muovono con l’evolversi del prezzo ma la
linea che li rappresenta, in corrispondenza di un certo valore di prezzo, resta sullo stesso
livello grafico.
Supporto
Quindi il supporto è un livello chiave che ostacola la discesa e funge da muro contro cui il
prezzo si infrange quando non riesce a superarlo al ribasso. Prendiamo in esame il grafico
63
Come puoi notare si tratta di quelle aree dove il prezzo più volte rimbalza prima di
oltrepassarle.
degli ultimi giorni di contrattazione ed aggiusteremo i livelli tracciati in modo che siano
vicini il
più possibile.
64
Ed eventualmente iniziare a fare un’analisi dell’andamento del prezzo in futuro
Resistenza
Anche in questo caso funge da muro contro cui il prezzo si infrange quando non riesce a
superarlo al rialzo.
65
Cosi come per il supporto anche per la resistenza passiamo sul daily per registrare i livelli
in modo più preciso. Da notare che i livelli di Fibonacci posizionati secondo i criteri sopra
descritti coincidono quasi sempre con queste aree.
La volatilità
La definizione più semplice che riesco a dare è: “quanto tempo impiega un cambio a
muovere il prezzo”.
Il forex è quel mercato che in ogni attimo stabilisce un prezzo in base al quale calcolare lo
scambio valutario, che come ogni bene varia a seconda della legge economica universale,
quella della domanda e dell’offerta
Tassi di interesse, bilancia commerciale, tasso di inflazione e tutti gli altri visti nella parte
dedicata.
L’importante è sapere che più volatilità per noi significa più opportunità. Infatti in una
situazione ipotetica di totale assenza di volatilità questa professione non avrebbe senso:
sarebbe come avere un negozio senza avere clienti.
Le coppie di valute
le valute più importanti, quelle più liquide e scambiate e quindi quelle sulle quali vale la
pena fare trading sono:
Dollaro; Euro; Yen; Sterlina; Franco Svizzero; Dollaro Australiano; Dollaro Neozelandese
Major e Cross:
Le Major sono i cambi che presentano il Dollaro Americano (USD). Ad esempio EUR/USD
(Euro Dollaro) è una Major. Non importa se nel rapporto di cambio leggiamo per primo
USD o l'altra valuta, sempre di fronte ad una Major saremo.
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GBP/USD: Sterlina Inglese contro Dollaro Americano;
Se proviamo ad unire due coppie di valute, ossia appunto due tassi di cambio, nascono gli
incroci, ovvero i cross. Questi i principali:
67
I cambi non sono altro che una divisione matematica tra una valuta e l’altra, cioè
EUR/USD significa euro diviso dollaro. Ne deriva che se dividiamo EUR/USD con GBP/USD
matematicamente otteniamo EUR/GBP. Allo stesso modo dividendo AUD/USD per
NZD/USD otterremo AUD/NZD e così via per tutti gli altri.
Commodities e indici
Con il termine commodities si indicano le materie prime come rame, petrolio, palladio,
oro e via discorrendo. Alcune di esse sono strettamente correlate con le valute e con gli
indici di borsa. Prima di piazzare ordini in piattaforma noi siamo soliti monitorare sempre
l’andamento del petrolio, in quanto correlato con il dollaro canadese, dell’oro, perché
correlato con l’austrialiano e soprattutto siamo soliti controllare costantemente gli indici
di borsa come il DAX (indice di borsa tedesco), il NIKKEI (indice di borsa giapponese)
l’S&P500 (indice americano) per capire la fase che il mercato sta vivendo.
Gli indici di borsa sono panieri di titoli azionari delle imprese di un sistema economico ed
il loro andamento è utile a valutare come in media si sta comportando una certa piazza
azionaria. Essendo le azioni tipici asset rischiosi, lo studio dell’andamento dei loro
aggregati, o panieri, permette al trader di comprendere la fase di mercato, intesa come
propensione degli operatori a proteggersi o ad attaccare.
68
L’apprezzamento degli indici, delle currency commodities come CAD, AUD, NZD e GBP e
del petrolio manifesta propensione al rischio: in questi casi sarà meglio acquistare valute
aggressive e vendere quelle rifugio (JPY, CHF, EUR)
Viceversa, nelle fasi di avversione al rischio ad apprezzarsi a scapito degli indici sono i
valori tipicamente rifugio, come ORO, ARGENTO, JPY, CHF, EUR: in questa circostanza
saranno preferibili posizioni in acquisto su questi asset.
Hai mai desiderato sapere in anteprima che direzione prenderà il cambio EUR/USD anche
alle 8 di mattina?
Un giorno, per caso, tutti i miei sforzi furono premiati. Molto spesso trascorrevo la
domenica pomeriggio esercitandomi in back-test sul cambio Eur/Usd ma quella domenica
decisi di lavorare su altre Major.
Fino a quel momento mi avevano detto che tradare soltanto sul cambio Re (EUR/USD)
sarebbe stata la scelta migliore nel lungo periodo.
E fino a qui potrei essere d’accordo. Dicono che sia il cambio più tradato ma ad oggi se
guardiamo un grafico giornaliero vediamo candele da 20 pips. Come si può pensare di
guadagnare solo nei giorni più volatili?
Dopo anni di esperienza accumulata sostengo che tradare soltanto su un cambio è come
guidare l’auto con un occhio chiuso! Non credo che la maggior parte della gente abbia
provato questa esperienza ma, posso garantirti che è simile (e molto meno pericoloso) se
continui ad aprire e consultare soltanto il cambio Euro contro Dollaro Americano nella tua
attività di Trading.
Per farla breve voglio farti notare come le valute si muovono ad una velocità diversa l’una
dall’altra.
Tutti sanno che tra le coppie di valute con lo stesso denominatore esiste una correlazione
classificabile in classica o atipica.
AUD/USD ed NZD/USD, i cui mercati asiatici aprono in notturna, corrono prima in una o
nell’altra direzione e si muovono più velocemente rispetto a tutte le altre
69
GBP/USD ed EUR/USD seguono.
L’Australiano è la moneta più veloce in assoluto, la Ferrari delle valute, seguita dal
Neozelandese che segue le orme. La Sterlina potrebbe essere paragonata ad una Porsche
fiammante che fa mangiare polvere all’Euro, che amo classificare come una meno
potente Audi StationWagon.
Ora non ti chiedo di far lo stesso ma, prima di guardare il resto, apri il grafico
dell’Australiano e comincia a lavorare su questo.
70
CORRELAZIONI E NATURAINTRINSECA DELLE VALUTE
La correlazione tra attività finanziarie è il rapporto tra il prezzo o il valore di due diversi
strumenti finanziari calcolato su un dato periodo di tempo. Che si tratti di valute, azioni,
obbligazioni, materie prime o qualsiasi altra attività finanziaria, le relazioni e le
correlazioni intercorrenti tra i due asset possono essere analizzate e quantificate.
La correlazione tra gli strumenti finanziari può essere positiva o negativa. Una
correlazione, come detto poco sopra, viene qualificata come positiva quando le due
attività finanziarie si muovono nella stessa direzione, per cui se una delle attività sale,
l'altra attività correlata tende a salire e lo stesso fenomeno si verifica nel caso scenda.
Dobbiamo ricordare che sul mercato le correlazioni sono significative solo se registrano
almeno un punteggio superiore a 70 nel loro specifico coefficiente di correlazione
reperibile sui diversi siti di finanza in giro per il web.
Il dollaro è una moneta che trae i maggiori vantaggi quando l'avversione al rischio domina
il mercato. In tempi di crisi e di incertezza finanziaria il dollaro, per la sua natura di bene
rifugio sicuro, è solito rivalutarsi e trarre guadagno rispetto di ad altre valute del mercato
forex. Ma non sempre è cosi, infatti le valute rifugio sono quelle gravate da un tasso
d’interesse basso e che appartengono ad un sistema economico stabile. Le valute rifugio
sono JPY, EUR, USD, CHF e di solito la loro classifica in ordine di importanza è JPY – CHF –
71
USD - EUR. A seconda del momento storico poi una prenderà il sopravvento sull’altra e la
classifica muterà.
Dobbiamo ricordare che l'oro è scambiato principalmente in dollari USA e, come per il
petrolio, di solito si osserva tra l'oro e il dollaro statunitense una correlazione negativa, il
che significa che quando il prezzo dell'oro sale, il dollaro tende a scendere nel mercato
forex. Al contrario, in virtù di questa correlazione negativa, quando il dollaro nel mercato
sale, il prezzo dell'oro di solito tende a scendere.
L'Australia esporta una grande varietà di materie prime, in particolare grano e lana e
metalli preziosi come appunto l'oro.
Il petrolio è un bene che tende a influenzare il prezzo delle valute, in particolare le valute
di paesi che ne sono esportatori o importatori.
Un caso tipico di correlazione con il petrolio è fornito dal CAD (dollaro canadese). Il
Canada è uno dei maggiori produttori di petrolio al mondo. L'economia del Canada è nota
per le sue riserve di petrolio e per la sua produzione e stoccaggio, qualcosa di raro nei
paesi sviluppati. Inoltre l'economia canadese rimane forte e stabile soprattutto per lo
sfruttamento delle risorse naturali e per via del commercio con gli Stati Uniti, nazione
confinante con cui ha un rapporto commerciale intenso e di vecchia data.
Dobbiamo sempre ricordare che il CAD è strettamente legato al movimento del petrolio.
Se il prezzo del petrolio aumenta altrettanto fa di norma il CAD, e se il petrolio cala il CAD
perde valore. La correlazione tra i prezzi del petrolio e la moneta canadese è quindi
positiva.
Gli Stati Uniti sono uno dei maggiori consumatori di petrolio al mondo ma anche uno dei
principali produttori e importatori di questo bene. Inoltre il petrolio è principalmente
scambiato in dollari statunitensi e in generale si osserva tra questi due beni una
correlazione negativa, il che significa che quando la quotazione del dollaro scende, il
prezzo del barile aumenta. Nel caso contrario, in virtù di tale correlazione negativa,
quando nel mercato il dollaro sale, il petrolio tende a scendere.
72
Così se il prezzo del petrolio tende al rialzo, parecchi trader sono portati ad aprire una
posizione short per la coppia USD/CAD, mentre quando il prezzo del petrolio è in calo
tendono ad aprire una posizione long per la coppia USD/CAD.
Il mercato azionario ha un ruolo importante nei mercati finanziari mondiali. Essendo tutti
i mercati interconnessi, ciò che accade nel mercato azionario mondiale si riverbera sul
mercato dei cambi.
https://www.mataf.net/it/tools/01-01-correlation
http://it.investing.com/tools/correlation-calculator
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La leva finanziaria
La leva è la capacità di moltiplicare i tuoi soldi per entrare a mercato, è cioè paragonabile
ad un vero e proprio prestito che il broker ti accorda nel momento in cui decidi di aprire
una posizione.
Se ad esempio abbiamo un conto di soli 1000€ noi potremmo entrare a mercato solo con
un microlotto, cioè un ammontare pari a 1000 unità di valuta trattata.
Grazie alla leva possiamo moltiplicare i soldi del nostro conto anche fino a 400/500 volte,
cioè possiamo vendere e acquistare valute anche per 100.000€, 200.000€ o più. Se
avessimo un conto da 10.000€ potremmo negoziare addirittura 1.000.000 €, interessante
vero?
Immagina:
Hai 10.000 euro sul tuo conto trading e grazie alla leva chiedi al tuo broker di
comprare 1.000.000 di euro;
Hai perso 10.000 euro (l'1% di quel milione di euro che avevi comprato);
La vera differenza in termini di gestione finanziaria del tuo conto trading la farà la
quantità di denaro che deciderai di rischiare ad ogni operazione, non la leva.
Ma a te cosa importa?
Da buon imprenditore adesso sai che la tua impresa di trading avrà una lunga e
prosperosa vita solo se saprai gestirne i rischi prima di ogni altra cosa.
Ogni volta che decidiamo di negoziare una quantità di valuta superiore a quella che
potremmo permetterci, il broker, grazie alla leva finanziaria, esegue il nostro ordine a
patto di ricevere in cambio una garanzia.
Il margine è una quantità di denaro che in caso di utilizzo della leva finanziaria dovrà
essere accantonata, a disposizione del broker.
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Come fai a sapere a quanto ammonta ogni volta questo margine?
Ad esempio:
esempio:
A) Decidi di vendere 80.000 sterline (otto volte il tuo capitale = leva 8).
Il margine complessivo richiesto è 800 euro + 1200 euro = 2000 euro. Puoi ancora
utilizzare 80/100 della leva.
Con questo sistema il broker può concedersi di effettuare qualsiasi operazione senza
rischiare nulla e in caso di perdita chiude automaticamente le tue operazioni.
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L’overlay chart
Come detto le valute sono correlate tra di loro, alcune addirittura con coefficiente pari al
90%, ma anche se i loro movimenti sono molto simili, in alcune circostanze e per alcuni
periodi, i prezzi relativi possono disallinearsi, tornando poi con il tempo ai loro livelli di
equilibrio naturale. Questa immagine ci farà capire meglio.
Se in quelle circostanze vedessimo il grafico EURCHF riusciremmo a capire chi dei due è
più veloce in quel momento e quindi chi segue e chi traina e potemmo pensare di agire
sul cambio che mostra il ritardo, in direzione del movimento.
76
I DETTAGLI DELLA STRATEGIA
Nonostante tu abbia studiato l’analisi tecnica e tutti gli strumenti che ne fanno parte, se
non hai una strategia di applicazione essa ti servirà a ben poco. Uno degli errori principali
è proprio quello di entrare a mercato senza regole dettagliate.
In giro si trovano in vendita tante strategie quali più o meno efficaci, ma la maggior parte
sono di tipo discrezionale. Ma cosa significa?
Esempio: la maggior parte delle strategie sono soggettive, cioè se ci sono 10 trader sullo
stesso grafico e stesso timeframe avrai 10 opinioni diverse su dove e quando entrare a
mercato.
Esempio: se ci sono i soliti 10 trader sullo stesso grafico e timeframe non avrete più 10
opinioni di entrata, ma al contrario ognuno dirà e disegnerà graficamente le stesse cose.
In più si dice sempre che l’analisi tecnica sconta tutto ed in parte è vero, ma noi abbiamo
fuso i principi macroeconomici fondamentali alla tecnica, realizzando una strategia che
porta le probabilità di insuccesso ad un valore prossimo allo 0%.
Ma come è possibile? Grazie agli studi fondamentali sappiamo già a priori che ad esempio
il petrolio detta legge, cioè la mattina guardano il grafico del petrolio e dei principali indici
già constatiamo in che fase siamo, distinguendo tra :
77
In più il forex essendo un sistema matematico è formato da coppie di valute correlate tra
loro, cioè se su un cambio il prezzo ci va contro già sappiamo dove posizionarsi per
recuperare la perdita e addirittura fare profitto. Ma ora andiamo a vedere tutti i dettagli.
Di seguito illustriamo una delle nostre strategie, quella che registra risultati medi
maggiori, ma ogni giorno cerchiamo sempre più dettagli da contestualizzare per vincere la
battaglia contro il mercato.
GLI STRUMENTI
Gli strumenti che adottiamo per la nostra analisi tecnica sono 4 applicati seguendo alcune
regole:
1) Oscillatore stocastico –
impostato con i seguenti parametri:
2) Medie mobili
Adottiamo due medie mobili impostate nel seguente modo:
78
3) Livelli di Fibonacci
Adottiamo i seguenti livelli come illustrati in foto impostati sulle cifre tonde, con
un’ampiezza di 100 pips per timeframe che variano dai M15 ad H4.
Per timeframe superiori tipo daily l’ampiezza del Fibonacci passa a 1000 pips
Dalla nostra esperienza abbiamo riscontrato che il prezzo tende ad avere difficoltà
a superare questi livelli e che spesso non riesce a romperli, rimbalzando con
precisione chirurgica su di essi.
I livelli più forti sono prima di tutto il valore 0, 100 e 50 (su questi valori il prezzo
tende proprio ad avere difficoltà a rompere il livello); successivamente per
importanza di forza ci sono i valori 23.6 e 76.4 e per ultimi 38.2 e 61.8. Di seguito
con il grafico a linea si nota subito il percorso del prezzo e gli ostacoli.
79
4) Le trendlines
Protagoniste dei nostri grafici sono le trendlines, che vengono opportunamente
tirate rispettando alcune regole:
80
Quando piazzare l’ordine
Il Trading è soprattutto pazienza. Attendi che il flusso rompa al rialzo oppure al
ribasso la trendline, che disegni una candela con il corpo inferiore al 50%
(evidenziate sotto) dell’ampiezza totale espressa in Pips e che chiuda ad un livello
più basso o più alto a seconda del trend: a quel punto inserisci l’ordine.
Una volta impostati gli strumenti dobbiamo capire quando inserire un ordine e
come inserire livelli di stop loss e take profit.
Stop loss
81
Lo Stop Loss di solito su bassi timeframe lo posizioniamo a qualche pips di distanza
del secondo minimo o massimo precedente, a seconda del tipo di ordine. In caso
di timeframe alti come h4 o daily ci ritroveremmo con un loss troppo distante e
quindi in questo caso possiamo ottimizzare il livello andandoci ad analizzare il
grafico in un timeframe più basso e trovare un punto di inversione di trend più
idoneo.
Take profit
A differenza di altre strategie che adottano il solito rischio rendimento 1:1 o 1:2,
noi adottiamo uno schema 1:0.4, cioè il nostro take profit viene impostato al 40%
della distanza tra valore d’ ingresso e stop loss
Esempio:
In questo modo in base alla nostra esperienza siamo meno tempo a mercato e
avendo un take profit più vicino dovremmo raggiungerlo rapidamente, ma se
abbiamo la possibilità e lo riteniamo necessario possiamo gradualmente spostarlo
facendo correre i profitti. La nostra impostazione è sempre trattare il trading come
una professione; ad esempio se apri un negozio investendo 10.000€ non puoi
sperare che il primo giorno che apri recuperi tutto l’investimento, oppure pensare
di costringere il cliente a spendere minimo 10.000€ subito, ma al contrario dovrai
effettuare tante operazioni o vendite per recuperare l’investimento iniziale. Cosi
82
con il trading cerchiamo di guadagnare meno ma spesso, salvaguardando il nostro
portafogli.
83
PARTE V – COME RECUPERARE UNA PERDITA
Una parte che sicuramente interesserà ad ogni trader, in ogni parte del mondo, in ogni
tempo è come recuperare una perdita nel momento in cui si sta manifestando. Nessuna
strategia purtroppo è immune da perdite: il mercato subisce continuamente shock
esogeni, cioè provenienti dall’esterno, e dovrà continuamente aggiustarsi. Inoltre non
possiamo prevedere il futuro: il buon trader è quello che riesce a fare la miglior inferenza
possibile utilizzando al meglio tutte le informazioni che ha disposizione in un certo istante
mentre il mercato le sta già scontando. Di conseguenza, nel momento in cui si genera
nuova informazione avversa, una certa posizione attivata con qualsiasi strategia può
andare in sofferenza.
Andiamo al dunque.
Un’immagine che a noi piace sempre mostrare1 per la sua capacità informativa e di sintesi
è la seguente:
1
La presente è un riadattamento di uno schema delineato dal trader professionista Saverio Berlinzani con
cui illustra ai suoi studenti la tecnica di hedging qui spiegata.
84
Cosa ci dice?
Siamo long su AUDUSD ma ad un certo punto il prezzo rompe al ribasso una certa soglia
importante punto di breakout nell’immagine in alto.
A questo punto o reagiamo, o attendiamo che l’operazione recuperi sperando che non
vada in stop loss. La speranza però difficilmente è compatibile con un trading profittevole.
Reagiamo. Sappiamo che in quel momento NZDUSD è un asset ben ancorato ad AUDUSD:
i 2 tendono a muoversi nella medesima direzione.
In questo punto specifico NZDUSD rompe al ribasso un livello importante e noi piazziamo
un ordine short su questo cambio fino al supporto più vicino. 2—3.
85
Al punto 3 abbiamo recuperato già parte della perdita. Ora, o AUDUSD risale e chiudiamo
la posizione complessiva a breakeven, o continua a scendere e noi continueremo a fare
come appena detto.
Entrambe i cambi poi si riportano sui livelli di supporto precedentemente rotti che ora
diventano resistenze. A questo punto, o AUDUSD rompe in maniera decisa a rialzo per
riportarsi ai livelli d’ingresso iniziale oppure staziona in quel punto. In questo secondo
caso possiamo piazzare un ulteriore ordine short su NZDUSD 6—7 per prendere ulteriore
profitto attendendo che AUDUSD salga. In maniera più cauta però, possiamo
semplicemente attendere che AUDUSD compia il suo movimento per decidere se agire di
nuovo su NZDUSD nelle modalità su descritte o attendere. L’operazione 6 –7 è la più
aggressiva e può essere evitata.
AUDUSD sarà infatti chiusa a BE e i profitti in corso d’opera realizzati su NZDUSD sono già
stati contabilizzati.
Questa appena descritta è la situazione ottimale. Tuttavia non sempre il cambio su cui
avevamo la posizione iniziale si riporta in tempi brevi sui livelli di apertura. A volte cioè il
movimento contrario può risultare forte e deciso. In queste circostanze sarà meglio
chiudere la posizione complessiva a breakeven dopo aver recuperato con il cambio
correlato (hedgning sopra), senza attendere che il primo (AUDUSD) si riporti sui livelli di
ingresso.
Ovviamente i cambi presi a riferimento sono solo un esempio, e la medesima tecnica può
essere attuata con tutti i cambi fra loro correlati che potete trovare sul sito mataf.net
UN ESEMPIO PRATICO
Supponiamo di essere short sul cambio AUDUSD in virtù della strategia sopra descritta, o
di altra.
Abbiamo già individuato il cambio su cui andare a correlarci in caso di movimento avverso
del mercato: questo è NZDUSD in virtù della forte e sistematica correlazione positiva che
li caratterizza.
NB: IL CAMBIO SU CUI ANDARE A COPRIRSI DEVE ESSERE CHIARO GIA’ PRIMA DI PIAZZARE
IL PRIMO ORDINE DI INGRESSO
Abbiamo già apposto sul grafico la griglia di Fibonacci ogni 100 pips se si lavora su H1, H4
o inferiori e ogni 1000 se su D1 o superiori, come indicato nella sezione strategica.
Questa la situazione
AUDUSD H1
87
Dopo essere entrati short su AUDUSD nel minimo della seconda candela successiva a
quella che rompe la trendline blu (segno rosso), l’ordine entra e poi il mercato ci si avvita
contro.
Capiamo che l’operazione ci darà filo da torcere solo nel momento in cui il prezzo rompe
a rialzo la prima resistenza importante. Una buona regola è considerare livelli importanti i
livelli di Fibonacci. Quindi, alla rottura al rialzo del livello 50 Fibo passo all’analisi del
cambio correlato NZDUSD.
NZDUSD H1
Il cambio di copertura, NZDUSD, rompe con decisione a rialzo il livello 38.2 di Fibo nella candela
evidenziata dal cerchietto rosso: è il segnale che possiamo iniziare con la manovra di copertura.
Piazzeremo un ordine long su questo cambio senza attendere ulteriori conferme. In pratica non
occorre attendere una candela con corpo inferiore al 50% del range totale.
Piazziamo il primo TP al livello 61.8 e lo sposteremo via via sempre più in alto, reiterando la logica
mostrata nel modello ad inizio capitolo, prima al 76.4 poi al 100.
AUDUSD inizia a ritracciare non a caso dopo aver lambito il livello 100, resistenza importante.
88
A) o attenuata, attraverso la serie di profitti su NZDUSD
B) o recuperata interamente, uscendo dal mercato nel momento in cui il terminale registra
uno 0 sotto la voce guadagni/perdite
Nelle fasi molto direzionali in cui il primo cambio (AUDUSD nel nostro caso) non da segnali di
ritracciamento imminente è consigliabile chiudere tutto nel momento in cui la perdita è stata
recuperata o anche solo attenuata.
In presenza di movimenti poco forti è invece possibile sfruttare la manovra al massimo, ottenendo
anche un profitto dalla sua implementazione.
Molto dipenderà dall’esperienza acquisita oltre che dalla capacità del trader di interpretare le
diverse fasi di mercato.
Tuttavia, col tempo, a forza di attuare il piano, non sarà difficile acquisire quell’esperienza che ti
permetterà di capire fino a che punto strizzare l’operazione di recupero.
LA TRIANGOLAZIONE
Per velocizzare il recupero di una posizione è possibile avvalersi della tecnica della triangolazione
su un cross dopo aver effettuato una copertura attraverso la tecnica di hedging su descritta.
Per mettere in pratica questa operazione correttamente è però necessario comprendere alcuni
concetti di base sul funzionamento del forex.
I tassi di cambio si incastrano tra di loro secondo relazioni matematiche ben precise.
Per capire cosa s’intende per relazione matematica e soprattutto cosa essa comporta, facciamo
un esempio:
prendiamo il cross AUD/NZD e studiamo la relazione intercorrente tra esso e le due major che lo
compongono, AUD/USD e NZD/USD.
89
A parole: la variazione percentuale di AUD/NZD è (circa) uguale alla variazione percentuale
intervenuta in AUD/USD meno quella in NZD/USD.
Precisazioni:
1) Su piccole variazioni e dati i livelli di partenza dei tassi di cambio, è possibile depurare la
scrittura precedente dal % pur continuando ad ottenere ancora buone approssimazioni.
Osservazioni immediate:
b) La quotazione puntuale del cross in un preciso istante è data dal rapporto tra le due
major in quell’istante
Ma perché sussiste questa relazione forte tra 3 assets diversi, e cosa comporta?
Se un operatore vuole cambiare euro con sterlina non può agire direttamente nel mercato
EUR/GBP ma dovrà prima passare dal mercato di euro/dollaro, cambiando un certo ammontare
della sua divisa con quella centrale;
Ne consegue che per compiere un’operazione di cambio abbiamo dovuto movimentare 2 mercati.
Quindi nel momento in cui il dollaro, divisa di riferimento per gli scambi internazionali, entra a
comun denominatore dei rapporti valutari determinando il valore relativo di una valuta e nel
momento in cui tutte le altre coppie derivate si determinano per differenza con il dollaro, si
genera questo ampio sottoinsieme dei cambi a connotazione matematica, nel gergo cross.
Ne deriva che se osserviamo il grafico di un cross e facciamo un fermo immagine, non stiamo
facendo altro che osservare la storia delle differenze di quotazione intercorse tra le major che lo
compongono.
90
Sulla base dell’identità AUD/NZD = (AUD/USD) / (NZD/USD) è possibile anche scrivere
Tuttavia consigliamo sempre di agire in prima battuta su una Major e quindi procediamo
considerando le coppie con il dollaro come i cambi su cui agire ed il cross relativo (AUD/NZD)
come cambio utile alla triangolazione.
Attraverso lo studio dei movimenti di una terna completa (il cross e le due majors) cerchiamo di
capire i rapporti di forza intercorrenti in ogni periodo temporale tra due majors empiricamente
correlate tra loro: se è vero che sono correlate allora in ogni istante ci sarà una che guida (traina)
e una che segue (viene trainata).
Le due major qui in esame sono positivamente correlate, cioè salgono o scendono insieme.
Casistica:
A) Se le 2 major AUDUSD e NZDUSD salgono e il cross relativo AUDNZD sale allora AUDUSD
sta salendo più velocemente di NZDUSD e, in virtù della correlazione positiva che li lega,
AUDUSD sta trainando al rialzo NZDUSD
C) Se le 2 major AUDUSD e NZDUSD scendono e il cross relativo AUDNZD sale allora NZDUSD
sta scendendo più velocemente di AUDUSD e, in virtù della correlazione positiva che li
lega, NZDUSD sta trainando al ribasso AUDUSD
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E nel momento in cui abbiamo correlazioni negative e cambi con il dollaro in posizione opposta
nel rapporto di cambio?
Vale tutto quanto detto sopra, ma nel modo seguente. Prendiamo la terna EUR/USD, USD/CHF e
EUR/CHF. Varrà la seguente relazione:
Si noti che diversamente da prima ora abbiamo il segno x nella prima e + nella seconda:
questo dipende dal fatto che il dollaro è in posizioni diverse nel rapporto di cambio.
Le due major sono correlate negativamente tra loro, cioè se una scende l’altra sale.
Precisazioni:
1) Su piccole variazioni e dati i livelli di partenza dei tassi di cambio, è possibile depurare la
scrittura precedente dal % pur continuando ad ottenere ancora buone approssimazioni.
Osservazioni immediate:
b) La quotazione puntuale del cross in un preciso istante è data dal prodotto tra le due
major in quell’istante
92
c) La variazione del cross in un certo lasso di tempo è data approssimativamente dalla
somma tra le variazioni subite da EUR/USD e USD/CHF in quello stesso arco temporale
(con la precisazione 1 fatta sopra)
Casistica:
A) Se la major EURUSD scende, la major USDCHF sale e il cross EURCHF sale, allora la major
che sale - USDCHF - sta andando più velocemente al rialzo di quanto non stia facendo
EURUSD al ribasso e, in virtù della correlazione negativa che le lega, è USDCHF che spinge
EURUSD nel suo movimento short
B) Se la major EURUSD sale, la major USDCHF scende e il cross EURCHF sale, allora la major
che sale – EURUSD – sta andando più velocemente al rialzo di quanto non stia facendo
USDCHF al ribasso e, in virtù della correlazione negativa che le lega, è EURUSD che sta
spingendo USDCHF nel suo movimento short
C) Se la major EURUSD sale, la major USDCHF scende e il cross EURCHF scende, allora la
major che scende – USDCHF – sta andando più velocemente al ribasso di quanto non stia
facendo EURUSD a rialzo e , in virtù della correlazione negativa che le lega, è USDCHF che
spinge EURUSD nel suo movimento long
D) Se la major EURUSD scende, la major USDCHF sale e il cross EURCHF scende, allora la
major che scende – EURUSD – sta andando più velocemente al ribasso di quanto non stia
facendo USDCHF al rialzo e, in virtù della correlazione negativa che le lega, è EURUSD che
spinge USDCHF nel suo movimento long
Queste schematizzazioni racchiudono tutti i possibili casi di combinazione tra movimenti del cross
e movimenti delle majors permettendoci di stabilire la forza relativa di un cambio sull’altro
con certezza matematica.
Occorre ribadire che lo schema è fortemente dipendente dalla condizione esterna di correlazione
tra le majors: questa è si una condizione esterna, presa come dato, ma non è troppo stringente o
compromettente per la sua applicabilità in quanto sappiamo con certezza che ci sono coppie,
come ad esempio AUD e NZD, che sono molto correlate tra loro per motivi geografici, politici ed
economici e quindi, essendo soggette agli stessi shock, tendono a reagire in maniera simile
rispetto al dollaro USA. Similmente per euro e sterlina, euro e franco svizzero, ecc…
Vediamo come procedere con l’analisi a livello pratico con un esempio, prendendo a rifermento la
terna AUDUSD, NZDUSD e AUDNZD fatta di major positivamente correlate. Lo stesso varrà
all’inverso per major negativamente correlate.
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Prendiamo il grafico del Cross (AUDNZD) e vediamo che direzione ha in un ben preciso
arco temporale (ad esempio ultime 20 candele): se decresce siamo nei casi B e D, mentre
se cresce siamo nei casi A e C. Supponiamo che decresca.
osserviamo i grafici delle 2 Major e vediamo che direzionalità mostrano in quello stesso
arco temporale: se è vero che sono correlate positivamente tra di loro allora dovranno
avere la stessa direzionalità. Se una va da un verso e una dall’altro significa che quello
scelto è un arco temporale troppo ristretto per poter trarre conclusioni attendibili
(l’attendibilità dello studio diminuisce al diminuire del timeframe e al diminuire dei
periodi), oppure che è una fase di divergenza ottima per un altro tipo di operatività, lo
spread trading. Comunque in questa sede consideriamo soltanto lo scenario in cui la
direzionalità sia omogenea.
Se le major sono crescenti allora necessariamente NZDUSD nelle ultime venti candele è
stato tendenzialmente più rapido di AUDUSD, anticipandone i movimenti. Solo in questo
caso infatti il cross può risultare decrescente. Se invece le major fossero decrescenti allora
sarebbe necessariamente AUDUSD a dominare NZDUSD.
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Un esempio di triangolazione
rottura a rialzo di un livello importante del cambio AUDUSD su cui eravamo posizionati short dal
segno rosso e
rottura decisa con conferma del cambio correlato positivamente NZDUSD, scelto per la copertura.
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Appurato che NZDUSD sale dai livelli indicati in maniera più repentina del correlato AUDUSD è
possibile andare a piazzare un ordine short sul cross derivato AUDNZD.
Ricorda che
e che quindi la variazione di AUDNZD è (circa, precisazione 1 sopra) uguale alla differenza di quella
intervenuta in AUDUSD meno quella intervenuta in NZDUSD.
Come visto sopra, se le major sono long e quella a denominatore (NZDUSD) sale più velocemente
allora il cross derivato (AUDNZD) deve scendere
AUDNZD H1
Come contrassegnato dal cerchietto rosso, è bene attendere conferma di continuazione del trend
anche nel movimento del cross. Questo tuttavia non è sempre possibile, in particolar modo
quando una delle major strappa in una direzione in maniera repentina.
NB: non esiste una regola precisa da seguire. Occorre provare e riprovare, cimentarsi sempre di
più nell’attuazione delle operazioni di recupero con questa tecnica e solo una volta abituato
l’occhio a riconoscere le tendenze che si generano su major e cross derivati sarà possibile essere
sempre più efficaci ed efficienti nella gestione della strategia.
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Autori
Trader professionista da 10 anni specializzato nel mercato valutario nonché CEO del team
ForEnder 24 ed analista tecnico al suo interno, porta con sé un’esperienza pluriennale di attività
nell’ambito dei mercati finanziari globali. La sua strategia operativa si incentra sullo studio dei
flussi indotti dai large traders, tutti coloro che hanno cioè “potere di mercato”, come le grandi
Investment banks, gli hedge funds, le banche commerciali e le banche centrali, attraverso
tecniche di analisi congiunta che si avvalgono simultaneamente dei fondamenti macroeconomici e
dei principi grafici, nell’idea che un trading redditizio non possa prescindere dal comprendere in
via anticipata le mosse che i Bigs della finanza si accingono a compiere. Il suo personalissimo
storico vanta uno score medio mensile del 6%.
Geometra, studente presso ForEnder24 fin dal principio. Ragazzo tenace e pragmatico, decide di
non proseguire gli studi ma di iniziare subito a lavorare per poter ottenere quanto prima la
propria indipendenza finanziaria. Si appassiona quasi per caso al trading. Studia intensamente
durante i weekend, anche di notte, e l'incontro con i ragazzi di Forender24 gli consente di capire i
principi guida del mercato fino a permettergli di sviluppare una sua personalissima strategia.
Osservando i suoi risultati quotidiani, il team di ForEnder gli delega la stesura della parte
strategica del presente lavoro. Nonostante le fatiche di un lavoro scomodo e le vicissitudini di una
vita travagliata, sostiene con leggerezza una cosa molto semplice: “Pensa in grande, pensa in
positivo, perché solo se pensi come un ricco potrai diventare ricco”.
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E ADESSO?
Adesso sei uno dei pochi italiani che conosce i principi del Forex come Dio comanda.
Adesso puoi girare per le strade della tua città e guardare dall'alto al basso tutti quelli che
incroci perché tu fai parte di una ristretta cerchia di persone che sanno illuminare il Forex
dalle giuste angolature mettendone a nudo tutti i punti critici che fanno arrendere tutti
quelli che non hanno letto questo manuale.
Tuttavia le persone che leggono questo manuale, sebbene dotate di spiccate doti
intellettive, si dividono in due grandi categorie: gli Esteti e i Dominatori.
Gli Esteti, sono coloro che leggono il manuale, lo studiano a fondo, si compiacciono per
aver imparato tante cose nuove e si godono la sensazione di superiorità che provano
verso chi non l'ha letto guardando tutti dall'alto al basso.
I Dominatori, invece, sono coloro che una volta studiato il manuale vogliono assicurarsi
che le nuove nozioni si traducano in Denaro Vero, banconote che sfogli tra le dita e che
ricevi nel tuo conto perché sai dominare il Forex.
Bene, se tu aspiri a diventare un Dominatore del Forex non hai scelta, devi passare
all'azione subito prima che la tua mente, con il tempo che passa, ti abbindoli
convincendoti che "Tu non sei all'altezza".
Dominatori del Forex non si nasce (ODDIO, qualche fortunato forse ci nasce pure...ma non
ne conosco nemmeno uno) e quindi è necessario un percorso graduale in cui ogni volta ti
avvicini sempre di più al tuo obiettivo di "Vivere di Forex".
Se non inizi subito, come ti dicevo, c'è il rischio concreto che la tua mente ti trascini nel
vorticoso loop in cui "tu non ce la fari mai", ma naturalmente tutto ciò non corrisponde
alla realtà, perché solo TU (grazie alle TUE scelte fatte al momento giusto!) determini il
tuo futuro.
Per farti compiere questa scelta nella maniera più indolore e profittevole possibile, noi del
Team di ForEnder24, abbiamo riservato una corsia preferenziale per te che hai acquistato
il manuale, perché hai dimostrato di voler fare sul serio.
Ora che conosci il Forex, hai bisogno di qualcuno che ti aiuti passo dopo passo a
Monetizzare fin da subito queste tue conoscenze e hai bisogno anche di ampliare e
approfondire le tue conoscenze per monetizzarle sempre di più...
Se hai seguito l'ultimo lancio che abbiamo effettuato, saprai già che l'accesso alla
ForEnder24 Academy costa 2000€ (che ogni iscritto riesce a recuperare in meno di un
mese) e che coloro che sono entrati durante il lancio, hanno avuto l'accesso TOTALE
99
investendo meno del costo di un caffè al giorno per un anno.
Quindi, se hai già letto la pagina in cui spieghiamo i dettagli della ForEnder24 Academy, ti
invito a rileggerla subito per capire quali sono le nuove condizioni agevolate che abbiamo
riservato per altre 20 persone.
- un Nuovo Dominatore del Forex che inizia ad incassare denaro già da domani
Il team di ForEnder24
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