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LAVORI DOMESTICI: SE A FARE LE PULIZIE È SEMPRE LEI

In Italia le mansioni domestiche rimangono appannaggio delle donne. E questo anche nel caso di
famiglie che si reggono sullo stipendio di lei. Ecco tutti i dati della disparità e il parere della
sociologa Chiara Saraceno.
Le pulizie domestiche? In Italia restano sempre le donne ad occuparsene. Maschi sfaccendati nelle
faccende di casa: magari collaborano a preparare pranzo o cena, seguono i bambini nei compiti,
caricano la lavastoviglie, ma passare l'aspirapolvere o pulire il bagno, quello proprio ancora no. C'è
anche da rilevare che nel resto d'Europa questa differenza di compiti e ruoli, dentro le mura
domestiche, si assottiglia e cresce la collaborazione all'interno della coppia.
Nel nostro paese invece il gap resiste: le donne che in una famiglia si occupano delle pulizie sono il
56%. La media europea è più bassa: 49%. Gli uomini che fanno le pulizie in Italia sono il 17%.
Comunque sempre meglio di Portogallo (5%) e Grecia (4%).

I luoghi comuni resistono, eppure dovrebbe essere il contrario


A giudicare dai dati Istat sulla disoccupazione e su quanto questo abbia inciso dentro le famiglie, ci si
dovrebbe attendere un maggiore equilibrio nella gestione dei lavori domestici. Non fosse altro perché,
complice la crisi economica e la perdita di molti posti di lavoro, talvolta è proprio la donna a reggere
economicamente il nucleo. In 200mila famiglie italiane, tra i 25 e i 64 anni, a lavorare è la madre,
mentre il padre è disoccupato e resta a casa. I dati aggiornati al 2015 ci dicono che queste situazioni
sono cresciute del 4,2%, rispetto al 2014. Nel dettaglio, sono 114mila le coppie, in età da lavoro e con
figli, in cui all'uomo disoccupato corrisponde la donna occupata a tempo pieno. Insomma il paradosso
è questo: più uomini a casa, ma l'input alla collaborazione a mandare avanti la casa ancora fatica a
scattare.

La sociologa: «Ancora molto retaggio culturale»


Ci spiega la sociologa, Chiara Saraceno: «Negli anni gli uomini hanno iniziato a collaborare di più, ma
sono ancora selettivi sulle mansioni. Per esempio, si occupano maggiormente della cura dei figli, ma
non dei lavori domestici. Quindi il grosso della gestione casalinga rimane in carico alle donne: perché
i lavori di routine non piacciono all'uomo, oppure perché non danno una immediata gratificazione e
perché sono "distruttivi" fisicamente, cioè molto pesanti. Il «Che bravo cuoco, che ottimo pranzo hai
preparato», indirizzato all'uomo suona come un'immensa gratificazione. Ma nessuno si sognerebbe di
dirgli: «Wow, come hai pulito bene il salotto!». In secondo luogo, proprio perché gli uomini non si
fanno mai carico di queste mansioni, non hanno sviluppano neppure quel senso pratico che serve in
casa: non hanno l'occhio per rendersi conto che un tal lavoro deve essere pulito; è quindi sempre
ancora la donna a sopperire. Il punto è questo: se l'uomo non si carica di questa responsabilità, mai
svilupperà l'abilità di vedere quando, per esempio, il mobile va spolverato, o che gli asciugamani
vanno messi a lavare. Le faccende domestiche non sono inculcate nella testa della donna per natura:
bisogna che anche gli uomini vengano educati alle mancanze della casa, perché si sviluppi, anche nel
loro caso, un minimo di senso pratico».

Vero o falso?
In Italia più donne si occupano delle faccende domestiche rispetto alla media europea.
L'Italia è il paese europeo dove la percentuale di uomini che puliscono è più bassa.
In molte famiglie è l'uomo che si occupa delle faccende domestiche perché è
disoccupato.
Gli uomini generalmente preferiscono cucinare piuttosto che pulire.
Spesso gli uomini non puliscono semplicemente perché non si rendono conto che qualcosa sia
sporco.

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