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nella didattica il colore blu può essere indice di forte autocontrollo o al contrario, se troppo,
indica enuresi. non è un caso che alcune divise siano state create di colore blu (le divise dei
medici); il rosa, invece, viene utilizzato nel reparto maternità proprio perchè è indice di
dolcezza. la calma, la tranquillità data dal colore blu può portare ad un eccessivo controllo.
se vediamo quindi che il bambino utilizza il blu in quasi tutti i suoi disegni , o è presente in
un’alta percentuale allora questa calma non è una cosa positiva.
verde, colore della speranza, del riposo, della natura, della vita, dà energia e stabilità. quando
siamo nel verde ci ritempriamo (ci sentiamo meglio, ci ricarichiamo). può essere però anche
il colore della rabbia, in inside out il personaggio verde era il disgusto. il verde può anche
essere segno di malattia (verde bile), o di qualcuno che non si sente bene. in generale per ogni
colore c’è un suo significato positivo, ma anche una sua estremizzazione. nella didattica il
verde può essere tanto un segno di pigrizia quanto di ribellione.
viola (leggi slide) il viola se utilizzato in forma eccessiva può quindi significare nella
didattica che il bambino sente una carica/un peso dato dal genitore che il primo non riesce a
sopportare.
nella sintesi sottrattiva la combinazione di viola + celeste= blu scuro; giallo + celeste= verde;
viola+ giallo=rosso ; giallo+ viola+ celeste= nero; quindi l’unione di questi colori ci
restituisce il colore nero.
mentre con la sintesi additiva si parte dai colori primari per arrivare ai secondari, bella sintesi
sottrattiva si parte dai secondari per arrivare ai primari.
quando guardiamo il cerchio di itten non sono solo presenti i colori primari e secondari ma
anche colori intermediari, che sono nel mezzo, quindi quelle sfumature di passaggio da un
colore all’altro.
prendiamo un foglio, lo dividiamo a metà e al centro poniamo del colore rosso e del colore
giallo e chiudiamo nella loro unione si sviluppano delle sfumature di colore che virano anche
nel colore secondario (rosso+giallo=arancione).
Se prendiamo i colori i colori giallo e blu e li poniamo sul foglio otterremo il verde
in questo caso vedremo uno studio di colori messi tra loro in contrapposizione. per poter
ottenere questa rappresentazione sono stati utilizzati i colori freddi su colori freddi e colori
caldi su colori caldi, sebbene siano molto forti nel contrasto sono sovrapposti o entrambi
freddi o entrambi caldi. giocare con colori caldi contrapposti tra loro e colori freddi
contrapposti tra loro presi da parti opposte del centro di itten formano rappresentazioni
cromatiche molto belle.
Un altro esercizio per i bambini potrebbe essere imparare a tessere il tratto, cioè imparare a
prendere un colore tra le mani e a saperlo utilizzare sulla carta. nel momento in cui andiamo a
fare le tessiture la penna/matita/pennarello non va mai tenuta perfettamente perpendicolare al
foglio, la giusta angolatura dovrebbe essere a 45° rispetto al foglio in modo che la tessitura
diventi più naturale. fare ciò aiuta il bambino a saper usare bene il colore dando il giusto
tratto/dare la giusta forza per poter rendere l’intersezione di due colori e in contrapposizione
vedere. se nel primo caso si parte da un punto per fare dei lunghi tratti dall’altro possiamo
utilizzare un tratto più piccolo, arrivando poi all’unione con altri colori.
Utilizzare il bianco e il nero per rappresentare i riflessi sull’acqua.
Semplicemente con dei tratti in un determinato modo, mentre qui c’è il colore del contorno,
abbiamo il tratteggio per poter rendere l’idea di fiume e l’ombra della luce che si riflette della
luna.
In passato si mettevano dei palloncini con i colori all’interno, si lanciavano delle frecce e si
lasciava far uscire il colore sulla tela.
Con strisce leggere di nero oppure con pennarelli con tratti obliqui ravvicinati oppure pastelli
a cera con la tecnica del graffito.
Nei paesaggi la creazione dell’effetto notte con il puntinismo; si può anche utilizzare anche
l’effetto nebbia, basta partire con puntini più radi e distanziati tra i quali inserire pallini grigi,
gialli e azzurri, sempre distanziati.
Esempi di marcatura dei confini
paesaggistici, come facciamo a
distinguere e fare differenza
cromatica?
Da notare come si ottiene l'ombra a terra, sul viso come si nota che ci sono due colori
ravvicinati a contrasto e si aggiunge un tono di rosa per definire l naso e la bocca; c'è una
parte di viso illuminata e una in ombra (noi l'avremmo fatta in nero ma lui utilizza altri
colori). Sono rappresentazioni modernissime.
L'idea del "più avanti" e del "più dietro" lo possiamo rendere anche con i colori. Ritagliando
persone o altri soggetti da giornali, li incolliamo su cartoncini e ritagliamo la sagoma. Ottenuta
la sagoma la andiamo ad incollare su uno sfondo che aiuta a far risaltare i colori, in questo caso
il nero, e così vediamo le persone che sono più indietro e quelle che sono più avanti.
Oppure, Otto Dix con l'opera "Ragazza e morte" (1919): dipinto alla fine della I Guerra
Mondiale, i colori caldi rappresentano la vita, la gioia, la giovinezza; il grigio e il nero morte e
distruzione.
Franz Marc: rappresentare sfumature e contorni solo con il colore. Le montagne sono nitide
rispetto a tutto ciò che c'è intorno, con questo bellissimo animale al centro. è un animale sano,
potente, muscoloso.
O ancora il cavallo, col quale siamo in mezzo tra sogno e realtà. Questi sono proprio i colori
tipici del sogno. Il colore viene usata anche per la tridimensionalità. Anche in questo caso è un
bel cavallo potente.
Ieri riguardo Kandinski, devo aggiungere che viene usato tantissimo in ambito architettonico.
Perché, per chi fa progettazione architettonica, intravede all'interno di queste linee forme
architettoniche.
Roman Jakobson:
Principale iniziatore
di movimenti letterari
e storici molto
importanti. Fondò la
scuola del formalismo
e dello strutturalismo.
A lui dobbiamo la
teoria della
comunicazione
linguistica basata
sulle famose 6
funzioni
comunicative che si
associano alla dimensione dei processi comunicativi. Ha proposto un'elaborazione dello
schema comunicativo che ha avuto una grande influenza nelle discipline come la linguista
strutturalista, la semiotica e la teoria della letteratura. Ma ha dato anche spunto a molti modelli
adottati negli studi sulle comunicazioni di massa; parliamo, cioè, della comunicazione per
immagini.
Per Jakobson la teoria della comunicazione ha questi elementi fondamentali:
Quando ci si esprime, di solito, si parte sempre da un mittente (parte espressiva) che deve
esprimere un determinato messaggio (oggetto vero della comunicazione). Questo messaggio
deve arrivare al destinatario. Il messaggio che il vado (o posso) racchiudere in un'immagine
diventa una comunicazione tra artista e destinatario.
Il messaggio però si muove anche all'interno di un determinato contesto. Siamo all'interno
dell'astrattismo, del rinascimento: il messaggio deve essere legato al contesto in cui ci si
trova. Il referente, invece, è ciò a cui il messaggio si riferisce.
Il codice con cui ci si esprime, è l'insieme di regole e segni che consente al mittente e al
destinatario di comprendersi tra di loro.
Il canale attraverso cui passa il messaggio è il mezzo fisico che mette in contatto il mittente e
il destinatario.
Ad ognuno di questi elementi, corrisponde una fase della linguistica:
- mittente/fase espressiva: ha come scopo quello di esprimere la soggettività del mittente
(urlo di Munch, trasmette angoscia/paura)
- messaggio/fase poetica: ha come scopo quello di dare evidenza al messaggio e al modo in
cui questo è stato costruito ("M'illumino d'immenso" Ungaretti, “Mattina” → Lo sto
specificando)
- destinatario/fase conativa: ha come scopo quello di convincere e persuadere il
destinatario
- contesto/fase referenziale: ha come scopo quello di dare informazioni sull'oggetto della
comunicazione (In merito alla gita vi informiamo che sono aperte le iscrizioni)
- canale/fase fatica: ha come scopo quello di instaurare o tenere vivo il contatto (mi senti
ancora?)
- codice/fase metalinguistica: ha come scopo quello di spiegare elementi che riguardano il
codice (un: art. det. sing. Plur).
Se nella linguistica, nel messaggio si devono attivare gli aspetti fonici delle parole, cioè come
vengono detti, non posso sentire le parole nelle immagini. Nel momento in cui leggo tutta la parte
della grammatica del vedere, cioè le tecniche di rappresentazione, il colore a cosa si collega come
sensazione ecc, io posso permettermi di riuscire a capire qual è il tono di voce rappresentato nel
messaggio all’interno di quell’opera.
Questa funzione poetica non appare solamente nei testi poetici e letterari ma anche nella lingua di tutti
i giorni o in quello della pubblicità.
Si ha funzione fatica dal latino quando ci si orienta sul canale attraverso il quale passa il messaggio e
si cerca di richiamare l’attenzione dell’ascoltatore sul funzionamento dello stesso: “Pronto! Mi
senti?”, “Attenzione, prova microfono”. Queste sono tutti gli escamotage che consentono al contatto
di attivarsi, cioè si fa attenzione sul canale attraverso il quale passa il messaggio. Nella resa delle
immagini utilizzo colori, luci, ombre, texture e questi potrebbero attivare questo passaggio.
Si ha funzione metalinguistica
quando all’interno del
messaggio sono presenti
elementi che definiscono o
ridefiniscono il codice stesso,
come chiedere e fornire
chiarimenti su termini, parole,
grammatica di un evento.
Queste funzioni non compaiono
quasi mai isolatamente e sono
in potenza sempre presenti tutte
, ma può accadere che un
messaggio sia volutamente e
contemporaneamente emotivo e conativo oppure poetico ed emotivo. Una volta che noi conosciamo
quali sono le tecniche attraverso le quali ci possiamo esprimere, cioè la grammatica linguistica , poi la
possiamo usare come vogliamo. Allo stesso modo, una volta che conosciamo le tecniche che sono alla
base di un’immagine che sono utili per la sua lettura e comprensione, abbiamo visto come possiamo
sbizzarrirci con la fantasia.
Il messaggio quindi è concentrato sull’oggetto del messaggio stesso essenziale al contesto in cui si
trova l’immagine. Quindi per Jacobson , il messaggio è fondamentale perchè deriva dall’oggetto
stesso del messaggio , è importante nella grammatica del vedere, quindi, il contesto in cui si trova il
messaggio, ovvero l’immagine.
IL CONTESTO
In questo caso invece non c’è bisogno di un testo scritto, perchè capiamo subito di che contesto si
tratta. è sicuramente un contesto familiare, in cui viene raccontata la storia di Biancaneve e i sette
nani.
Queste due immagini hanno una funzione documentaria e di testimonianza e di reportage perchè la
seconda foto sembra la classica foto che si fa a fine anno scolastico. In questo caso sto documentando
per ricordare e soprattutto perchè con questa immagine ho dato uno stop al tempo. Oppure è una
testimonianza che papà portava i capelli corti e aveva i baffi. Oppure di reportage, si può utilizzare
un’immagine come questa per testimoniare che in quella classe, in quell’anno e in quel dato giorno
quel ragazzo c’era e purtroppo questa è l’ultima immagine che abbiamo perchè poi è stato rapito.
leggi la slide
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La pubblicità attira, suscita ironia o anche disgusto o rabbia, ma è quello il suo obiettivo.
Come sappiamo il caso si usa sulla testa per
proteggersi da cadute accidentali in cantieri.
Leggi la slide
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Guardando quest’opera, nell’insieme, vediamo tante forme; il messaggio di tale opera viene dato
attraverso i personaggi. Sulla sinistra è possibile notare un’altra figura che guarda il famoso “Bacio di
Klimt”. L’elemento preponderante di quest’opera si trova al centro e parliamo dell’albero della vita.
Ovviamente, essendo una rappresentazione pressoché formale perché ciò che notiamo a primo impatto
sono: la forma dell’albero, dei rami, la forma di questa veste bellissima dell’uomo che abbraccia la
donna; se guardassimo nel dettaglio questa figura noteremmo che le mani quasi si perdono, sono
talmente strane, particolari che non si vedono. La stessa cosa vale per i triangoli che compongono l’abito
dell’altro personaggio sulla sinistra; quindi, in questo caso l’attenzione di chi osserva quest’immagine
è attirata non dall’autore che ha fatto l’opera quanto dall’immagine e poi si comprende il messaggio
sotteso. Quest’opera d’arte è così bella che le stampe vengono utilizzate come decorazioni.
Si tratta di quella funzione che stabilisce e consolida il contatto tra l’autore (emittente) ed il destinatario
del messaggio.
Nel primo caso “the new street chic” c’è qualcosa di nuovo e si dà anche l’idea di un qualcosa di nuovo
attraverso gli abiti che sono indossati in questa prima di copertina. Nel secondo caso, invece, la notizia
più importante che viene data è che c’è un nuovo pastore che guida il gregge poi, ovviamente, parliamo
di contesto religioso e del “Papa tedesco” → parliamo di un nuovo Papa tedesco e viene fatto riferimento
al “pastore tedesco” (cane) per attirare l’attenzione.
Sempre in contesti di questo tipo, è qui entriamo prettamente nell’ambito della comunicazione dei
giornalisti e redattori che cercano in tutti i modi, sempre, di scattare delle immagini particolari che
magari tengono poi in archivio per utilizzarli al momento opportuno. In questo caso “Sottomesso
storico” è un momento che, probabilmente, non ha niente a che fare con il titolo però, in questo caso,
viene utilizzato proprio per avvallare un momento storico/politico che si stava vivendo.
FUNZIONE META-LINGUISTICA
Sono due opere differenti, non è l’una l’ingrandimento dell’altro, entrambe si chiamano
“Composizione”, una del 1921 e l’altra del 1922 e, si trovano, una a “L’Aia, Geementemuseum Den
Haag” e l’altra a “New York, Guggenheim Museum”.
In questo caso, dobbiamo focalizzarci sul codice attraverso
cui si esprime l’artista per comprendere il messaggio.
Viene utilizzato il codice stradale, cioè delle forme che si
usano per i cartelli stradali, il triangolo, di solito, si utilizza
per segnalare un “pericolo”. Ovviamente, non è questo il
cartello originale ma è stata ricreata, manipolata
l’immagine. Si utilizzano queste due strisce, si affianca
l’aereo e si rimanda ad un triste ricordo (caduta Torri
Gemelle) ma è un qualcosa riconoscibile da tutti. La
funzione di quest’immagine è quella di suscitare/
esprimere una reazione, parliamo della funzione emotiva.
Adesso passiamo a René Magritte. Questa è un’opera del 1952. Qui, in una stanza, sono stati realizzati
degli elementi che, di solito, non hanno questa grandezza. Giochiamo, ispirandoci a questo quadro, con
una bambina, un paesaggio (muro, cielo e palma) e creiamo la bimba gigante. L’ingigantimento degli
oggetti. Ci siamo ispirati ad un messaggio di un artista.
Oppure se vogliamo dare un altro messaggio più forte, qual è il messaggio di questa immagine? Non
bisogna abbandonare i cani. Quindi, prendo la foto di un cane, l’abbino ad un’immagine di una strada
qualunque e, in questo caso, do un messaggio forte.
Dal punto di vista didattico, se vogliamo utilizzare la tematica della “pubblicità” come meccanismo di
comunicazione attraverso le immagini, dobbiamo sapere che per leggere e comprendere un testo
pubblicitario:
le pubblicità sono organizzate secondo schemi di base, ideati per indurre l’osservatore a guardare
l’immagine, accettare il prodotto e a convertirlo da osservatore a consumatore del prodotto.
LA GRAFICA PUBBLICITARIA (la pubblicità fa parte della comunicazione delle immagini e può
essere, assolutamente, uno strumento didattico)
UN’IMMAGINE MENTALE → immagine creata dalla mente nel suo atto di figurare, immaginare,
configurare un concetto, prefigurare un futuro (vedo un cappotto e mi immagino con il cappotto
addosso).
L’immagine mentale possiede notevoli effetti sul comportamento dei consumatori grazie a fenomeni di
attaccamento, di fedeltà (carta fedeltà che è gratis) che spesso giocano un ruolo fondamentale nelle
scelte di consumo.
La costruzione dell’immagine del prodotto prescinde dalle caratteristiche oggettive e dei vantaggi
funzionali del prodotto. Al prodotto vengono attribuite connotazioni e valenze simboliche, gli viene
fornita una vera e propria personalità, una fisionomia inconfondibile.
Seconda immagine, “Signor Bialetti” ricordato per le macchine da caffè, la moka; oggi, si è
specializzato in tanti altri prodotti. Questo è ormai un marchio riconoscibile ovunque.
Il signor linea inventato da Cavandoli per la pubblicità delle pentole Lagostina del 1976, è un segno
bianco che diventa un divertente personaggio dal carattere irascibile. La presentazione del personaggio,
inizialmente chiamato: Agostino Lagostina (il nome fu poi eliminato dopo la prima serie di Caroselli)
fu: <<Chi è Agostino? Un piccolo uomo vivace, dal naso realmente espressivo, con tutte le istanze e le
preoccupazioni della vita moderna. Figlio di una matita e di una mano>>.
L’idea che questa linea prendesse vita rappresenta l’emblema perfetto del disegno (punto – linea –
superficie). Questo omino prendeva vita, aveva una vocina stridula (soprattutto quando si arrabbiava) e
faceva un sacco di battute carine.
CAMPAGNA PUBBLICITARIA = più pubblicità su diversi media (tv, radio, affissioni, internet etc.)
che sviluppano lo stesso discorso fanno una campagna.
(leggi slide)
(leggi slide)
(leggi slide)
(leggi slide)
Buona parte delle parole tecniche utilizzate per gli addetti al settore sono inglesi perché nel secondo
dopoguerra furono aperte in Italia alcune agenzie pubblicitarie inglesi e americane importando
procedure più evolute con la relativa terminologia
I codici della pubblicità sono:
- Headline-titolo di apertura: ha la funzione di attirare l’attenzione del consumatore, la sua
forma interrogativa o esclamativa ha funzione provocatoria; la sua collocazione spaziale
spesso è gerarchia per posizione forma dimensione e colore
- Visual: immagine che ha il compito di attirare l’attenzione creando il fascino
- In basso c’è il bodycopy: la parte descrittiva dell’annuncio, scritta solitamente dal copyrighter
che spiega i vantaggi del prodotto o benefit ed è rafforzato dall’immagine stessa
COLORI: sono una tecnica molto utilizzata dai pubblicitari e consiste nell’impiegare i colori del
marchio all’interno della pagina pubblicitaria, talvolta marcati o anche semplicemente accennati
MARCHIO/LOGO: il marchio della ditta è uno degli elementi fondamentali della pubblicità a stampa,
in genere nei giornali è situato in fondo alla pagina a destra, essendo l’ultimo posto dove cade
l’occhio quando si posa il pollice e si gira pagina.
PAYOFF: titolo di chiusura è la frase riassuntiva del messaggio
pubblicitario. Spesso è simile alla headline ma il suo scopo è
diverso, in quanto tende ad esaltare un beneficio del prodotto e
a invitare all’acquisto. È quasi un ritornello, un gioco di parole
musicalmente gradevole per essere facilmente memorizzato.
PACK SHOT: l’immagine della confezione del prodotto o
packaging ha una funzione simile a quella del marchio. La sua
collocazione all’interno della composizione è discreta, a meno
che il prodotto non sia nella cosiddetta fase di lancio
MARCHIO/LOGOTIPO: è il segno-simbolo che
contraddistingue il prodotto o il servizio che offre un’azienda.
Se consiste in una parola articolata prende il nome di logotipo.
Metafora:
sostituzione di
un termine con
un altro per
somiglianza
Iperbole: un
termine è
sostituito da
una altro che
ne amplifica il
significato
Climax: accostamento di
termini via via più pregnanti
Similitudine: sostituzione di un
termine con un altro per somiglianza:
la tua pancia è in uno stato di
benessere come se sorridesse
Metafora: un termine è sostituito da
un altro che ne amplifica il
significato: la tua pancia sorride per
il benessere
qui c’è nella struttura della
pubblicità:
il titolo, il motto,
l’immagine, il produttore e
la spiegazione di ciò che
c’è dentro