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IL TEST DELLA FAMIGLIA 173

CAPITOLO OTTAVO Si fa sedere il bambino a un tavolo adatto alla sua statura, si


presenta un foglio di carta e una matita di media durezza e,
// test del disegno della famìglia volendo, anche delle matite colorate. È preferibile non far usare
la gomma per conservare le tracce di tutto quello che viene di-
segnato, anche se qualcosa viene cancellato o corretto. La con-
segna classica, quella seguita dalla maggioranza degli autori ' fra
cui Maurice Porot, è la seguente: « Disegna la tua famiglia »;
Louis Corman2, invece, sull'esempio di Berge, dice al bambino:
« Disegna una famiglia, una famiglia di tua invenzione ». Questo
II primo ambiente sociale e affettivo con cui viene a contatto metodo lascia più libertà al bambino e quindi facilita la proie-
un bambino è la sua famiglia. Il modo in cui egli vive i suoi zione, ma rende probabilmente più difficile l'interpretazione del
rapporti affettivi con i familiari ha un'importanza fondamentale disegno. È da notare tuttavia che un certo numero di soggetti,
sulla formazione della sua personalità. anche se invitati con questa formula più larga a dare libero
Per esplorare come siano effettivamente percepiti da un bam- corso alla loro fantasia, si attengono alla realtà obbiettiva e di-
bino questi rapporti affettivi, quali siano i reali sentimenti che segnano la propria famiglia.
egli prova verso i familiari, non sempre il colloquio è suffi- Lo psicologo deve tenersi vicino al bambino ed osservarlo men-
ciente. Spesso infatti il bambino si difende verso la « curiosità » tre disegna poiché è importante notare l'ordine in cui i vari
dell'intervistatore con il silenzio o con frasi evasive. E anche se personaggi della famiglia vengono disegnati e registrare even-
non è così, occorre ricordare che non sempre i reali sentimenti tuali altre osservazioni (per esempio il tempo eccessivo dedicato
vissuti verso un familiare sono consci. Un conflitto edipico o a un personaggio). Quando il bambino ha finito si chiede di
un sentimento di forte rivalità fraterna può essere inconscio. indicare l'identità e il ruolo delle persone disegnate, scrivendo,
Per conoscere quali sono i veri sentimenti che un bambino o facendo scrivere al bambino, il nome sotto ciascuno.
vive verso i familiari lo psicologo dispone di un metodo sem- Corman usa fare al bambino, dopo il disegno, alcune doman-
plice, rapido e generalmente ben accetto al bambino: chiedergli de, che qui elenchiamo:
di disegnare la famiglia. Mentre disegna, il bambino, preso dal « Chi è il più buono di tutti in questa famiglia? »
piacere di rappresentare, si controlla assai meno che nel col- « Chi è il meno buono? »
loquio, e proietta senza rendersene conto sentimenti, desideri, « Chi è il più felice? »
conflitti, atteggiamenti. « Chi è il meno felice? »

1 Diversi autori hanno utilizzato questa tecnica proiettiva, indipenden-


Amministrazione temente l'uno dall'altro. Il primo ad applicarla è stato probabilmente
N. Appel attorno al 1930 (APPEL N., Drawings of Children as Aids of
II test si può applicare a partire dai sei anni circa, età in cui Personality Study, Am. J. Ortbopsychiat., 1931, 129-44).
2 CORMAN L., Le test du dessin de famille dans la pratique médico-
il bambino è capace di disegnare un personaggio con una certa pédagpgique, Presses Universitaires de France, Paris, 1967. Trad. it. Bo-
struttura e certe caratteristiche, fino ai quindici. ringhieri, Torino, 1970.
174 D. PASSI TOGNAZZO IL TEST DELLA FAMIGLIA 175

« Tu, di questa famiglia, chi preferisci? » La zona del foglio in cui è localizzato il disegno ha pure un
« Se tu facessi parte di questa famiglia, chi vorresti essere? » (Op-
significato, tenendo conto di quello che è il simbolismo spa-
pure, nel caso che il bambino abbia disegnato la propria famiglia:
« Quale altra persona desidereresti essere? »). ziale. Disegnano sulla zona superiore i sognatori, gli idealisti, i
soggetti che hanno forti aspirazioni. La parte inferiore è prefe-
E dopo ciascuna risposta si chiede « Perché? ». rita dagli astenici e dai depressi. Un disegno localizzato tutto
sulla sinistra, zona che simbolizza il passato, è considerato di
Sia che si segua il metodo di far disegnare la propria famiglia, soggetti che tendono a regredire verso la loro infanzia, a rifu-
sia che si chieda di disegnare una famiglia, è indispensabile co- giarsi nel passato. Infine il disegno localizzato sulla destra del
noscere la composizione reale della famiglia del soggetto per foglio esprimerebbe l'atteggiamento del soggetto che tende verso
poter confrontare con questa la famiglia disegnata. il futuro.

Interpretazione 2. // livello formale


L'interpretazione può venir fatta secondo tre livelli: il livello
grafico, il livello formale e il livello del contenuto. Va da sé Parlando del test di Goodenough abbiamo visto come gene-
ralmente la struttura formale del disegno della figura umana mi-
che trattandosi di un test proiettivo, il livello del contenuto è
quello che conta di più. gliori coll'aumentare dell'età mentale. Pertanto se i personaggi
del disegno della famiglia hanno un basso livello formale e ciò
non è imputabile a uno scarso livello intellettuale, il significato
1. // livello grafico più probabile è quello di una forte inibizione. Prendiamo come
Relativamente al livello grafico valgono i criteri già esposti esempio il disegno di un bambino di 8 anni, Paolo (vedi fig. 15)*.
per il disegno della figura umana. Disegni grandi che occupano Le figure sono schematiche, estremamente infantili; esse corri-
gran parte del foglio, con linee ampie indicano estroversione, sponderebbero secondo la valutazione della Goodenough, a quel-
e vitalità. Al contrario disegni piccoli con linee corte, sono se- le di un bambino di circa 6 anni. Si potrebbe sospettare una
gno di inibizione e di tendenza al ripiegamento su se stessi. scarsa intelligenza, tuttavia altri dati, come le piccole dimensioni
La pressione esercitata nel tracciato ci da pure delle indica- del disegno, l'esilità del tratto e il fatto che il disegno è localiz-
zioni. Un tratto forte e marcato significa pulsioni forti, even- zato sulla parte inferiore del foglio ci rendono perplessi e ci
tualmente aggressività, mentre un tratto debole è indice di pul- fanno pensare a fattori d'inibizione. Ciò viene confermato dalle
sioni deboli, dolcezza, timidezza. prestazioni normali ai tests di Livello: Q. I. 90 al Terman; 107
al Goodenough.
Talvolta nel disegno vi possono essere delle stereotipie, vale
a dire dei tratti simmetrici ripetuti ritmicamente. Ciò significa
che il soggetto inibisce la propria spontaneità e si sente co-
1 Questo disegno e alcuni altri riportati nel presente capitolo sono
stretto da regole. In casi estremi si può sospettare che vi sia estratti dalla tesi di specializzazione (non pubblicata) del Dott. RENATO
una nevrosi ossessiva. BOBBO, // disegno della famiglia. Relazioni familiari e atteggiamento di
auf o valutazione, Padova, 1967.
IL TEST DELLA FAMIGLIA 177

Un basso livello formale non legato a deficit dell'intelligenza


si riscontra anche, oltre che in soggetti inibiti, nei dislessici.
Questi bambini sono spesso mal lateralizzati e quindi con de-
ficiente motricità, il che porta alla conseguenza che il livello
formale dei loro disegni è al di sotto della norma. Inoltre ab-
bastanza spesso questi soggetti hanno disturbi dello schema cor-
poreo.

3. // livello del contenuto


Nell'esame del contenuto, si deve tener conto di tre aspetti:
a) la composizione della famiglia; b) il posto in cui si colloca il
bambino in rapporto ai familiari; e) le valorizzazioni o le svalo-
rizzazioni dei personaggi.
La composizione della famiglia. La composizione della fami-
glia così come la vede il bambino, ci darà delle preziose infor-
mazioni su come egli vive i rapporti tra i diversi membri della
famiglia. È importante notare se qualcuno dei familiari viene
eliminato. L'eliminazione di un personaggio rappresenta come
vedremo più avanti il caso estremo della sua svalorizzazione, e
con la sua eliminazione il bambino esprime inconsciamente il
desiderio di negarne l'esistenza. Un personaggio spesso elimi-
nato è il fratello ultimo nato, e il bambino lo elimina dal di-
segno esprimendo così la sua gelosia e la sua non acccttazione.
Vediamo ad esempio il disegno di Laura (fig. 16) una ragazzina
, "lo- 7TlQAwm£L
di 14 anni, con una sorella più grande di 16 anni e una più
piccola di 9. Al colloquio Laura confessa di aver sofferto di forte
gelosia per due anni dopo la nascita della sorellina « ma poi »
dice « ho capito e la gelosia mi è passata ». In realtà il disegno
della famiglia dimostra che Laura noti ha ancora accettato la
sorellina. Infatti la elimina, disegnando solo i genitori, se stessa
e la sorella maggiore. Laura poi razionalizza l'assenza della so-
rellina giustificandola col fatto che attualmente essa si trova in
montagna con la nonna.

7. D. PASSI TOGNAZZO.

Fig. 15
IL TEST DELLA FAMIGLIA 179

Oppure possiamo avere il caso di un membro della famiglia


eliminato in quanto non amato dal bambino. Questi esprime il
conflitto affettivo in cui viene a trovarsi, o meglio il suo desi-
derio di cacciare il familiare che non ama, eliminandolo dal
disegno. La fig. 17 ne è un chiaro esempio. Si tratta di un
bambino di 10 anni, Pietro, che ha due sorelline minori, una
di 5 anni, un'altra di pochi mesi. Pietro è in forte conflitto con
i genitori. A detta della madre è « irascibile, prepotente, impa-
ziente, aggressivo ». Il bambino a sua volta durante il colloquio
giudica i genitori come molto severi perché lo puniscono di
frequente. Nel disegno della famiglia egli disegna se stesso fra
le due sorelline eliminando completamente i genitori ed espri-
mendo così il suo rifiuto verso entrambi.
A volte può capitare che il bambino elimini se stesso. Questo
può significare che egli è male adattato alla sua famiglia, che
non percepisce se stesso come facente parte della propria fami-
glia '. In una recente ricerca2 abbiamo riscontrato che questo
atteggiamento si manifesta frequentemente (44%) in un cam-
pione di bambine sordomute. La propria minorazione le porta
a svalorizzarsi, a percepire se stesse come escluse dal contatto
con i familiari. Vediamo ad esempio il disegno di Cinzia (fig. 18),
primogenita di 11 anni con due sorelle minori di 8 e di 5 anni.
Essa disegna con molta cura i componenti della propria famiglia,
ma « dimentica » di disegnare se stessa.
Oppure possiamo avere la situazione opposta all'eliminazione,
quando cioè il soggetto introduce nel disegno della famiglia un
personaggio che in realtà non fa parte della famiglia stessa o,
per lo meno, non ne fa più parte attualmente. È il caso di Va-
leria una bambina intelligente e vivace di 7 anni figlia di genitori

1 In altri casi, come vedremo più avanti, può esprimere una reazione
depressiva.
2 PASSI TOGNAZZO D. e ZANETTIN ONGARO F., Contributo allo studio
del vissuto psicologico del bambino sordomuto, Arch. Ital. di Otologia,
fonologia e Laringologia, I, 3, 1973.

(O

O)
00
T—

O)
182 D. PASSI TOGNAZZO

divorziati da alcuni anni. Valerla ha una sorella maggiore, di


10 anni, e una sorellina minore di 18 mesi che la madre ha
avuto fuori del matrimonio. Alla bambina è stato chiesto dap-
prima di disegnare una famiglia e il soggetto ha ubbidito alla
consegna disegnando una famiglia di cani (fig. 19). Evidente-
mente la consegna, anche se di disegnare una famiglia generica,
ha disturbato la bambina in quanto evocava in lei una realtà
sgradevole quale la lontananza del padre, ed essa si è difesa da
tale disagio disegnando degli animali al posto delle persone.
Notiamo che in questa famiglia di cani i figli sono due anziché
tre come nella sua famiglia reale, e quindi possiamo considerare
11 disegno come l'espressione del desiderio di regredire al tempo
in cui nella famiglia c'erano due figli soltanto ma in compenso
anche un papa. Successivamente è stato chiesto a Valeria di
<zr
disegnare la sua famiglia. Ciò ha provocato ancora di più il di-
sagio della bambina che all'inizio rifiuta il compito con la scusa ^j> <=u
che non sa disegnare. Alla fine ubbidisce dicendo che vuole met- <o
terci anche il papa anche se non c'è « nella famiglia dove sto
^ LU

adesso » (vedi fig. 20) ' Valeria esprime così chiaramente il suo
desiderio che il padre torni a far parte della sua famiglia. Essa
nega una realtà penosa, che le procura dolore reintroducendo
nella famiglia il padre che in realtà è assente.
Posto in cui si colloca il bambino in rapporto ai familiari.,
Il posto in cui si pone il bambino rispetto ai familiari è molto
indicativo. Per esempio un bambino un po' coccolato dai geni-
tori, un po' tiranneggiato dal fratello maggiore si disegna fra
i due genitori come per farsi proteggere. È il caso di Francese»,
una bambina intelligente ma un po' timida di 8 anni, con un
fratello di 15 col quale litiga abbastanza spesso. Alla consegna
di disegnare una famiglia, Francesca disegna in realtà la propria

' Notiamo per inciso che il disegno è stato eseguito, nell'ordine, da


destra verso sinistra, ma ciò non ha alcun significato psicologico in quanto
la bambina è mancina, come dimostrano anche i profili rivolti verso destra.

a>

O)
IL TEST DELLA FAMIGLIA 185

famiglia alterando solo le età (fig. 21). In particolare, alla bam-


bina con cui si identifica attribuisce 10 anni, il che esprime il
proprio desiderio di crescere. Francesca si pone fra i due geni-
tori, che hanno entrambi lo sguardo diretto verso di lei, come
se fosse al centro della loro attenzione. Il fratello maggiore, che
Francesca nell'inchiesta definisce « il meno buono » sembra es-
sere lasciato in disparte, anche se lui pure ha lo sguardo diretto
verso la bambina.
Dal posto che occupano i personaggi del disegno si possono
fare delle ipotesi sui legami affettivi che secondo il bambino
esistono tra i familiari, su come egli percepisce i loro rapporti.
Vediamo ad esempio il disegno di Antonio (fig. 22). Antonio
ha 12 anni ed è il primogenito di tre figli. I fratelli Giampaolo
e Maurizio hanno rispettivamente 9 e 8 anni. La madre è mae-
stra ed è una donna molto severa con i figli; tuttavia si cura
più del suo lavoro che dei figli stessi. I due minori sono stati
seguiti più dal padre che dalla madre; a sua volta Antonio ha
passato alcuni anni presso la casa della nonna paterna. Nel di-
Ni-'
segno della famiglia Antonio rappresenta i due figli più piccoli
molto vicini al padre come se costui volesse proteggerli, mentre
disegna se stesso scostato sia dal padre che dalla madre, come
volesse essere indipendente da entrambi i genitori; tuttavia è
più vicino al gruppo formato dal padre coi figli minori, che non
alla madre, la quale sembra stare da sola, quasi estranea al
nucleo familiare. Antonio esprime in tal modo come egli viva
l'intimità tra il padre e i figli, soprattutto i due più piccoli, men-
tre verso la madre manifesta il desiderio di avere quella che
Corman chiama la « relazione a distanza », che è sempre un se-
gno di rapporti difficili tra i personaggi '.
Un altro esempio di relazione a distanza troviamo nel disegno

1 Che i rapporti siano difficili tra i membri di questa famiglia, almeno


per quanto li percepisce l'autore del disegno, lo si deduce anche dal fatto
che i tratti del volto sono assenti in tutti i personaggi (tranne nel più
piccolo).

CM
CM
CM CM

O)
188 D. PASSI TOGNAZZO

di Marcella (fig. 23), una bambina di 7 anni primogenita con tre


fratelli, Michela di 5 anni e due gemelli di 4 anni, Sandra e
Diego. Marcella soffre di gelosia verso i fratelli, soprattutto ver-
so Diego. Al colloquio dice « Diego è cattivo, ma la mamma se
la prende con me ... è bello essere grandi, ma anche piccoli pic-
coli ». Nel disegno un grosso albero separa la bambina dal resto
della famiglia; in tal modo essa esprime la sua impressione di
essere messa da parte, quasi abbandonata dalla famiglia. Diego
a sua volta appare quasi isolato dal resto della famiglia, in quan-
to è disegnato dentro una specie di cornice (che la bambina spie-
gherà essere l'altalena) che lo separa dagli altri ma nello stesso
tempo lo valorizza, e che esprime così l'ambivalenza che Mar-
cella prova verso di lui.
La valorizzazione e la svalorizzazione dei personaggi. La va- I
lorizzazione di un personaggio della famiglia indica che il bam-
bino investe tale personaggio di una forte carica affettiva, che
cioè lo vive come molto importante, lo ama e lo ammira, op-
pure anche lo invidia. È il personaggio a cui è più attaccato af-
fettivamente, quello con cui desidera, consciamente o inconscia-
mente, di identificarsi.
Può trattarsi di un genitore, oppure anche di un bambino.
Se si tratta del soggetto stesso se ne possono dedurre delle ten-
denze narcisistiche. La valorizzazione è espressa nel disegno co-
me segue:
a) II personaggio maggiormente valorizzato è molto spesso
quello che è disegnato per primo e, di solito, almeno nei destri-
mani, occupa il primo posto a sinistra, nella fila più alta se il
disegno è su due file.
b) Le dimensioni del personaggio più valorizzato sono, pro-
porzionalmente all'età, superiori a quelle degli altri personaggi.
e) II disegno del personaggio più valorizzato è eseguito con
una maggior accuratezza degli altri, meglio rifinito, più armonico,
più completo. (Se volessimo valutare i diversi personaggi in

Flg. 23
190 D. PASSI TOGNAZZO

base al test della Goodenough sarebbe quello che ottiene un


punteggio più alto).
d) C'è una maggior ricchezza di dettagli nell'abbigliamento
(tasche, bottoni, ornamenti) o maggior numero di accessori (cap-
pello, pipa, borsa, ombrello, bastone, ecc.).
e) Qualche volta il personaggio più valorizzato è al centro
dell'attenzione di tutti gli altri e tutti gli sguardi sono rivolti
verso di lui.
/) Può essere accostato a un personaggio importante (per
esempio un bambino che da la mano al padre).
g) È messo in valore dalle risposte dell'inchiesta.
Prendiamo come esempio qualcuno dei casi già considerati.
Antonio (fig. 22) valorizza più di tutti il fratellino Maurizio
(che del resto, durante il colloquio, dice chiaramente di amare
di più). Infatti lo disegna per primo, dandogli il primo posto
a sinistra, lo adorna con un gran cappello da cowboy, gli di-
segna — unico tra tutti i personaggi — i tratti del volto e lo
mette in posizione tale che sembra che il padre gli tenga una
mano sulla spalla. Antonio esprime così il suo affetto e la sua
ammirazione verso Maurizio, con il quale, forse, vorrebbe iden-
tificarsi.
A sua volta Francesca (fig. 21) valorizza maggiormente se
stessa. Si disegna per prima, si pone al centro dell'attenzione
dei familiari, cura di più i capelli e i dettagli delle calze e delle
scarpe, si fornisce di una cartella, e nell'inchiesta si considera
« la più felice perché ho le amiche a casa ». Francesca mostra
così di sentirsi la più importante di tutta la famiglia.
Vediamo ancora l'esempio di Èrcole, un bambino di 7 anni,
secondogenito, con un fratello maggiore di 11 anni, che nel
suo disegno della famiglia (fig. 24) valorizza il padre disegnan-
dolo per primo, al primo posto, più grande, più accurato nel
tratto del viso, negli abiti, unico col cappello in testa. Èrcole
192 D. PASSI TOGNAZZO IL TEST DELLA FAMIGLIA

si colloca tra i genitori, ma più vicino al papa che alla mamma. disegnato, mentre gli altri sono disegnati bene, si tratta quali
Il fratello è relegato all'ultimo posto. Dalla madre si apprende sempre di un membro della famiglia verso cui il bambino provi
che il marito è molto paziente e affettuoso coi figli, specie con un certo risentimento.
il più piccolo, Èrcole, il quale è stato molto malato e ora è Un dato abbastanza frequente, con cui si può manifestare la
« nervoso », poco socievole, e geloso del fratello. Nel suo di- s valorizzazione di un personaggio è l'assenza delle braccia. In
segno della famiglia Èrcole mostra tutto il suo affetto e la sua certi casi, secondo Porot ' vengono soppresse simbolicamente le
ammirazione per il padre, dal quale sembra aspettare sostegno e braccia di una madre o di un padre che hanno la mano troppo
protezione. La sua gelosia per il fratello è manifestata dise- lesta. Se l'amputazione delle braccia viene fatta alla figura del
gnandolo all'ultimo posto, fuori dalla zona di protezione dei ge- soggetto stesso ciò sarebbe in relazione, secondo Corman2 a un
nitori e con correzioni, tutti dati che, come vedremo subito, sono senso di colpa legato all'azione di prendere o di toccare.
indice di svalorizzazione. Vediamo un esempio di svalorizzazione. Michela è una bam-
La svalorizzazione di un personaggio può esprimersi in di- bina molto intelligente di 8 anni, ultimogenita con due sorelle,
versi modi. Paola di 22 anni e Mara di 16. Nel disegno della famiglia
a) II personaggio svalorizzato è disegnato per ultimo, di so- (fig. 25) la bambina divide il nucleo familiare in due zone di-
lito all'estrema destra, talvolta proprio sul bordo del foglio come stinte: sopra le figlie, sotto i genitori. Probabilmente essa avver-
se per lui non vi fosse posto. te con risentimento il legame affettivo dei genitori, perciò li
colloca in una ben localizzata « parte genitori ». Delle tre figlie
b) È disegnato più piccolo degli altri proporzionalmente al- lei è la più valorizzata in quanto si disegna per prima e con
l'età. i pattini ai piedi. Nella zona dei genitori disegna per prima la
e) Può essere situato in disparte oppure al di sotto degli altri. madre e la valorizza raffigurandola con dimensioni maggiori degli
d) È disegnato meno bene degli altri, in modo imperfetto, con altri adulti e curandone particolarmente i tratti del viso e gli
correzioni o con particolari importanti mancanti. ornamenti del vestito. Infine dopo lunga esitazione si accinge a
disegnare il padre, ma appena tracciato il contorno della testa lo
e) Può essere disegnato senza il nome quando tutti gli altri cancella, e infine lo disegna decisamente più piccolo di tutti gli
personaggi lo hanno. altri personaggi e posto al limite del foglio, quasi non facesse
/) Può essere sottolineata la sua svalorizzazione da un giu- parte della famiglia. Il padre è così decisamente svalorizzato il
dizio negativo che appare nell'eventuale inchiesta. che indica che la bambina prova per lui indifferenza, se non
addirittura ostilità.
Il personaggio così svalorizzato è il più indifferente al bam- I suoi sentimenti vengono confermati nell'inchiesta, dove la
bino, o addirittura quello verso cui egli manifesta maggior osti- bambina risponde: « Preferisco la mamma che è riuscita meglio.
lità. Le svalorizzazioni grafiche di solito non hanno niente di
volontario, ma sono un modo inconscio di manifestare la di-
sapprovazione o il rifiuto verso un membro della famiglia. Se 1 POROT M., Le dessin de la familie, Revue de Psychol. Appi., 1965,

si trova in un disegno un personaggio molto svalorizzato, mal 15, 3, pp. 179-192.


1 CORMAN L., op. cit., p. 54 della trad. it.
IL TEST DELLA FAMIGLIA 195

II meno felice è il papa, magro e un po' bruttino », e al col-


loquio, durante il quale la bambina afferma « Non mi interessa
cosa dicono il papa e le mie sorelle, ma solo la mamma ».
Il caso estremo della svalorizzazione si esprime con la elimi-
nazione totale di un personaggio. Siamo allora nella situazione
che abbiamo trattato a proposito della « composizione della fa-
miglia » (pp. 177-182). Si tratta di un meccanismo di difesa che
consiste nel negare una realtà che genera angoscia, cioè nel sop-
primere un personaggio della propria famiglia la cui presenza
disturba il bambino, un personaggio che egli desidera, più o
meno inconsciamente, che scompaia. La persona che viene eli-
minata è il più delle volte un fratello o una sorella a causa
della gelosia che il bambino prova specie per i fratelli minori
(vedi il caso di Laura, .fig. 16) ma possono essere anche uno o
entrambi i genitori, quando i rapporti tra il bambino e questi
ultimi sono difficili (vedi il caso di Pietro, fig. 17). Se poi il
bambino elimina se stesso dal disegno, siamo nel caso di una
estrema autosvalutazione. Ciò indica che il soggetto non si sente
a suo agio nella famiglia o per la posizione che occupa, o per
l'età o per il sesso, o perché una minorazione, reale o presunta,
gli abbassa notevolmente l'autostima; egli vorrebbe essere diver-
so, non si accetta o non si sente accettato e perciò si elimina
dal disegno della famiglia (vedi esempio di Cinzia, fig. 18).

A seconda del ruolo ricoperto dal personaggio valorizzato o


da quello svalorizzato, e a seconda degli altri dati relativi al
contenuto (composizione della famiglia, posto occupato dal bam-
bino in rapporto ai familiari) si può arguire quali sono i pro-
blemi che preoccupano il bambino. I problemi più tipici sono
quelli che si riferiscono alla rivalità fraterna e alla situazione
edipica.
La rivalità fraterna il più delle volte si esprime con una rea-
zione aggressiva, ma può manifestarsi anche con una reazione
regressiva o con una reazione depressiva.

Fig. 25
196 D. PASSI TOGNAZZO

La reazione aggressiva si .manifesta con la svalorizzazione del


rivale, che può arrivare, come abbiamo visto nell'esempio di
Laura (p. 178, fig. 16) fino alla sua eliminazione dal disegno.
Anche Alessandra, una bambina molto intelligente di 7 anni,
primogenita con una sorellina, Lucia, di 2 anni, ha la stessa
reazione. Infatti nel suo disegno della famiglia (fig. 26) trova
posto anche per la domestica, ma non disegna la sorellina. Alla
domanda: « Ci sono tutti? Hai finito? » risponde, razionaliz-
zando il fatto: « Faccio finta che Lucia sia a dormire, perché
mangiamo di sera tardi ». Il disegno esprime dunque l'aggres-
sività di Alessandra verso la sorella, e conferma quanto si viene
a sapere sia dalla madre, secondo la quale Alessandra ha un
contegno irrequieto ed è molto impaziente verso la sorellina,
sia dal colloquio con la bambina stessa. Infatti dice: « Lucia
rompe le mie bambole e io le dò schiaffi, allora papa e mamma
mi sgridano forte ».
La reazione regressiva si manifesta quando il bambino esprime
nel disegno il desiderio di regredire al tempo in cui il rivale
non era ancora nato e poteva avere tutto per sé l'affetto dei
genitori. È il caso di Rosalia, una bambina di salute delicata,
di 7 anni, secondogenita con due fratelli, Umberto di 8 anni e
Davide di 3 mesi. Nel disegno della famiglia (fig. 27), la bam-
bina disegna prima il padre, che valorizza ponendogli un cap-
pello in testa, poi la madre, quindi il fratello Umberto, e infine
se stessa. Quanto al fratellino Davide lo pone dentro al grembo
materno, in trasparenza, riferendosi così al tempo in cui non
era ancora nato, e lo svalorizza non soltanto perché lo disegna
per ultimo, ma anche perché gli attribuisce un nome non suo;
in più i nomi di entrambi i fratelli sono ortograficamente errati.
Al termine del disegno Rosalia fa il seguente commento: « II
primo è il mio papa, poi la mamma, poi il fratellone brutto cat-
tivo, qui sono io. Davide lo ho fatto ancora da nascere, quando
era nello stomaco della mamma .... Lì sta meglio. Adesso scrivo
i nomi... ho sbagliato il nome di Umberto, quello di mio fra-
IL TEST DELLA FAMIGLIA 199

tello più piccolo non lo ricordo più ... ne invento uno ... Mau-
rizio, come un mio amico ». Dal disegno e dal commento risulta
quindi che Rosalia non ha accettato la nascita del fratellino, in
quanto questi porta via alla bambina parte delle cure a cui la
salute cagionevole l'aveva abituata. Il rifiuto è tanto forte che,
non solo cambia il nome al neonato ma, quel che è più interes-
sante, questi viene rappresentato come non fosse ancora nato:
la famiglia quindi viene fatta regredire all'epoca in cui Rosalia
non aveva ancora un nuovo rivale nell'affetto dei genitori.
L'atteggiamento di regressione può manifestarsi ancora più
facilmente quando la consegna che viene data non è « Disegna
la tua famiglia » ma « Disegna una famiglia ». Il bambino in
questo modo ha maggiore libertà di staccarsi dalla realtà obbiet-
tiva e può così, volendo, regredire al tempo in cui non doveva
dividere le cure dei genitori con un rivale. Un primogenito può
ad esempio disegnare una famiglia con un figlio unico, di età
corrispondente a quella che egli aveva quando il fratello non
era ancora nato. Oppure può manifestare il proprio desiderio
di avere per sé le cure e l'attenzione dei genitori identificandosi
ad un lattante. Vediamo il caso di Gianni, un bambino di 8 anni
secondogenito, con una sorella di 10 anni e un fratellino di 3.
A Gianni viene chiesto di disegnare « una famiglia qualunque,
di sua invenzione ».
Nel suo disegno (fig. 28) Gianni traccia dapprima un bambino
Csi LO
piccolo in una specie di culla, poi un bambino che potrebbe rap-
presentare il fratello, e per terza una bambina che potrebbe es-
sere la sorella; seguono poi il papa e la mamma. Mentre disegna
Gianni da le seguenti spiegazioni: « C'è un bambino piccolo
nella slitta, che però è come un lettino e può scivolare. Sono
tutti in montagna con la neve, il papa con gli sci, la mamma
con la slitta ». Poi aggiunge (e da ciò si capisce che egli ha in-
!f teso disegnare in realtà la propria famiglia) : « Manco io, ma
non mi piace andare in montagna col freddo, mi piacerebbe es-
sere in un bel lettino al calduccio, come questo bambino ».
CM
IL TEST DELLA FAMIGLIA 201

Gianni quindi ha una reazione regressiva: si identifica a un lat-


tante, poiché per lui tornare piccolo significa avere tutte per sé
le cure e le attenzioni dei genitori che attualmente gli vengono
portati via dal fratello più piccolo.
Infine la rivalità fraterna può manifestarsi con una reazione
depressiva; questa si esprime con una autosvalutazione che può
arrivare, nei casi estremi, fino all'autoesclusione. Vediamo qual-
che esempio.
Luciano è un ragazzine di 11 anni, orfano di padre, terzo-
genito, con due sorelle, una di 13, l'altra di 14 anni. La madre
ci dice che ha notato che è geloso delle sorelle, ma se una di
loro sta poco bene si preoccupa e la circonda di premure. Questo
dato ci informa che Luciano vive con un sentimento di colpa
la sua gelosia. Ciò si manifesta anche nel disegno della famiglia
(fig. 29), con un disegno di autosvalutazione. Infatti si disegna
per ultimo, viene separato dalla madre dalle due sorelle, mentre
queste ultime hanno il vestito pieno di ornamenti il proprio è
privo di particolari e, infine, disegna se stesso privo dei tratti
del volto. Questi sintomi di autosvalutazione ci dicono che il
soggetto prova un senso di colpa per la sua gelosia e perciò
reagisce in forma depressiva.
Chiara è una bambina di 8 anni, primogenita con un fratel-
lino, Marco, di 20 mesi. I genitori pretendono da lei presta-
zioni scolastiche superiori alle sue reali capacità (la bambina pos-
siede un'intelligenza media) e confrontano spesso negativamente
la figlia col fratellino, giudicato « sveglio ed espansivo ». Ciò
non fa che aumentare il sentimento di rivalità vissuto da Chiara
verso il fratellino, sentimento che tuttavia determina una rea-
zione non aggressiva ma depressiva, vale a dire autoaggressiva.
Infatti al colloquio Chiara afferma: « Sono cattiva, le mie com-
pagne mi trattano male, dicono che ho il diavolo addosso ».
E ancora: « Marco è migliore di me, lo dicono i miei genitori
e ... anch'io ». Nel suo disegno della famiglia (fig. 30) Chiara
V\o disegna prima la madre, poi il fratello Marco, che stringe la

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204 D. PASSI TOGNAZZO

mano alla mamma ed ha dimensioni grandi quasi quanto quelle


di Chiara, nonostante i 6 anni di differenza. Questa valorizza-
zione del fratello ci dice l'importanza che Marco ha nella fa-
miglia agli occhi della bambina e la sua invidia per lui. Terzo
è disegnato il padre che da anch'egli la mano alla moglie, men-
tre Chiara si svalorizza disegnandosi per ultima e staccata dal
resto della famiglia, unica esclusa dalla « catena delle mani ».
Ciò ci dice quanto la bambina si senta isolata e quale sia il suo
senso di inferiorità e di abbandono. Chiara dimostra così di non
sentire soddisfatto dai genitori il suo bisogno di affetto e di
sicurezza, mentre avverte la loro preferenza per il fratellino.
Vediamo infine il caso di Teresa, di 7 anni, primogenita, con
una sorella, Angela, di 4 anni. Teresa è una bambina estrema-
mente timida e chiusa, che a scuola si scoraggia e piange per
ogni più piccola difficoltà. Perciò il suo rendimento scolastico è
molto scarso nonostante la sua intelligenza risulti nei limiti del-
la norma. Frequenta la prima elementare e durante l'inverno i
genitori l'hanno mandata ad abitare presso la nonna la cui casa
è più vicina alla scuola di quella dei genitori. Secondo la mam-
ma la bambina va d'accordo con la sorella, che i genitori giu-
dicano più affettuosa e sveglia anche se meno ubbidiente.
All'invito di disegnare la propria famiglia (fig. 31) Teresa
chiede: « Anche mia sorella Angela »? Poi senza attendere ri-
sposta, disegna al centro del foglio una tavola e sopra dei piatti.
Indi esegue per prima, a sinistra, la figura della sorella Angela,
secondo viene il padre a destra, quindi sono disegnate la mam-
ma e la nonna. Alla domanda se ha finito il disegno e se sono
presenti tutti i familiari, Teresa risponde: « Ah, manco io ...
ma non importa ». Allora le viene chiesto: « Se tu non ci sei,
chi vorresti essere? ». La risposta è: « Mia sorella Angela ».
Teresa quindi si svalorizza al massimo, eliminando dal disegno
la propria figura, quasi volesse punirsi, mentre valorizza la pro-
pria sorella non solo disegnandola per prima, ma facendola og-
getto del suo desiderio di identificazione. Questo si spiega se



o>
IL TEST DELLA FAMIGLIA 207
206 D. PASSI TOGNAZZO

teniamo presente che Teresa vede Angela oggetto di cure par- Paola è una bambina di 7 anni, terzogenita con un fratello di
ticolari, in quanto è la più piccola in famiglia, nonché di con- 14 anni e una sorella di 11. La madre dichiara che è molto
fronti sfavorevoli nei suoi riguardi. attaccata al padre e con lui i rapporti sono tali che tenderebbe
Quanto al trasferimento, sia pur temporaneo, di Teresa presso a escludere la madre. A sua volta la bambina dichiara d'amare
l'abitazione dei nonni, è stato probabilmente vissuto dalla bam- « un po' più il papa che la mamma, perché è meno severo,
bina come un rifiuto dei genitori, che le hanno invece « pre- lascia che sia la mamma a rimproverare e a volte gioca con
ferito » Angela. Ciò spiega, almeno in parte, perché Teresa si me ». Questa situazione affettiva viene confermata dal disegno
esclude dal disegno della famiglia e perché desidera essere al della famiglia (fig. 32) dove Paola disegna per prima sé stessa,
pósto della sorella. Comunque sia, l'esclusione della propria fi- valorizzandosi con dei bottoni, poi subito dopo, vicino a lei, il
gura sta ad indicare che Teresa vive un profondo sentimento padre. Quindi, quasi in secondo piano, vengono gli altri fami-
di insufficienza, di non accettazione da parte dei familiari, il che liari: il fratello, la sorella, la zia e per ultima la madre, allon-
spiegherebbe il suo comportamento timido e depresso. tanata al massimo dal padre dal quale è separata da ben tre
Consideriamo ora la situazione edipica quale si esprime nel familiari. Il disegno esprime quindi il desiderio di Paola di avere
disegno della famiglia. Il bambino ha vari modi per manife- il padre tutto per sé e di allontanare la madre dal padre. La sua
stare il conflitto edipico. Può ad esempio disegnarsi vicino al ostilità verso la madre è evidente. Possiamo quindi affermare
genitore del sesso opposto e lontano da quello dello stesso sesso. che Paola non ha risolto il complesso edipico, che vuole valo-
Oppure può manifestare la sua aggressività verso il genitore del- rizzare se stessa agli occhi del padre e nello stesso tempo sva-
lo stesso sesso con la sua svalorizzazione o anche, in casi estremi, lorizzare la madre.
con la sua esclusione dal disegno. O anche, può manifestare nel Il disegno della famiglia può mettere in luce anche i casi di
corso dell'inchiesta la sua identificazione con il genitore del pro- situazione edipica invertital, cioè la situazione affettiva che si
prio sesso. realizza quando il bambino dirige la propria affettività verso il
Vediamo degli esempi. Riprendiamo in esame il disegno di genitore dello stesso sesso e si identifica col genitore di sesso
Alessandra (fig. 26) che abbiamo considerato come esempio di opposto. In questo caso nel disegno vengono espressi sentimenti
reazione aggressiva verso la sorellina. Ma questo disegno ci dice opposti a quelli che si verificano nella situazione edipica nor-
anche qualcosa d'altro. Infatti Alessandra disegna per primo il male, e cioè amore per il genitore dello stesso sesso e ostilità
padre, al centro, poi se stessa, situata vicino al padre e valo- verso il genitore di sesso opposto. Ne abbiamo riscontrato un
rizzata per le notevoli dimensioni e il nastro sui capelli. La chiaro esempio nel disegno di una bambina di 10 anni, Tiziana,
madre viene disegnata come terza, più piccola della figlia, e la primogenita con una sorella di 9 anni. Alla richiesta di dise-
parola mamma è stata scritta con un errore, poi corretto. Quindi
questa valorizzazione di se stessa, e nel contempo, la svaloriz- 1 Sappiamo dalla psicoanalisi che possono verificarsi dei casi di situa-
zione edipica negativa quando la madre è autoritaria e possessiva. Ciò
zazione della madre e il collocarsi vicino al padre (benché tut- costituisce una difficoltà nella formazione dell'Edipo normale perché il
tavia non osi separare la madre dal padre) ci dicono che Ales- bambino maschio tenderà a continuare a identificarsi con la madre invece
che con il padre; a sua volta la bambina che abbia una madre possessiva
sandra vorrebbe essere la più importante agli occhi del padre, e un padre debole fa fatica a dirigere la corrente affettiva verso Ù padre e
vorrebbe averlo tutto per sé. a staccarsi dalla madre.
IL TEST DELLA FAMIGLIA 209

gnare la propria famiglia Tiziana esegue un disegno che non ri-


spetta la consegna (fig. 33). Disegna cioè se stessa che piange
davanti alla tomba di Bruno. Bruno, spiegherà Tiziana, è il papa
di Patrizia, una sua amica. Nella realtà il padre di Patrizia è
vivo e vegeto, il disegno esprime solo una « fantasia » di Tiziana.
Si tratta di una proiezione, tanto maggiore in quanto la conse-
gna non è stata rispettata. Tiziana in realtà prova dell'ostilità
verso il proprio padre, e inconsciamente desidera la sua morte,
tuttavia la censura dell'io non le permette di farlo morire nep-
pure simbolicamente nel disegno, perciò trasferisce l'aggressività
che sente verso il proprio padre contro il padre di un'amica con
cui probabilmente si identifica. Una conferma che questa inter-
pretazione è esatta si ha quando, insistendo perché la bambina
disegni la propria famiglia, Tiziana esegue il secondo disegno
(fig. 34): questa volta ha disegnato le persone della propria fa-
miglia, ma ha eliminato il padre (l'uomo in macchina, spiega, è
un passante). È chiara quindi l'aggressività verso il padre, men-
tre l'ammirazione per la madre si deduce dal fatto che l'ha
disegnata per prima e molto accuratamente.

La famiglia incantata
La casistica considerata dimostra che il test del disegno della
famiglia è uno strumento molto utile per capire come il bam-
bino vive il suo rapporto affettivo con i membri della sua fa-
miglia. Tuttavia a volte le difese dell'io non permettono una
proiezione sufficiente per trarre utili indicazioni. Questo avviene
soprattutto quando la consegna è: « Disegna la tua famiglia »,
per cui il bambino deve attenersi più strettamente alla realtà
obbiettiva. Allora si può ricorrere a un artificio. Quando il bam-
bino ha terminato di disegnare la propria famiglia si dice:
« Ora facciamo un gioco: immaginiamo che tu sia un mago
(o una fata, per le bambine) e che la matita sia una bacchetta
magica. Con la bacchetta tu devi trasformare ciascuna delle per-

8. D. PASSI TOGNAZZO.

Fig. 32
>-uCurcu
'-
Fig. 33

Fig. 34
212 D. PASSI TOGNAZZO

sone della tua famiglia in un'altra cosa, quella che vuoi a tuo
piacere. Disegna su questo foglio la tua famiglia così trasfor-
mata ». Alla fine del disegno si può chiedere al bambino perché
ciascuna persona è stata trasformata in quel determinato og-
getto o animale. Si possono così avere, tramite il simbolismo
del disegno e le verbalizzazioni del soggetto, delle ulteriori in-
forma2Ìoni.
Vediamo un esempio. Fabio è un bambino di 9 anni, primo-
genito con una sorella, Rossella di 5 anni. Fabio litiga spesso
con la sorella ma è costretto a cedere per ordine della madre.
Quest'ultima è molto autoritaria e castiga spesso il bambino.
Il padre si intromette raramente nell'educazione dei figli.
Nel disegno della famiglia (fig. 35) Fabio mette in fila i mem-
bri della propria famiglia, in ordine di età e di statura, vale a
dire, nell'ordine, la sorella, se stesso, la madre, il padre. Il di-
segno non ci da troppe informazioni, poiché i personaggi sono
scarsamente differenziati; l'unico indizio è fornito dall'ordine di
esecuzione: la sorella, disegnata per prima e col nome scritto
per intero, viene considerata probabilmente la più importante
della famiglia, mentre il padre, eseguito per ultimo sembra es-
sere indifferente al bambino. Tuttavia il disegno non ci dice
niente delle tensioni che probabilmente Fabio avverte, dato quel-
lo che si sa dai dati anamnestici. Allora si è chiesto a Fabio di
disegnare la famiglia « incantata ». Il disegno e le relative spie-
gazioni si vedono nella fig. 36. Fabio trasforma la sorella in
una pesca « perché si mangia ». In questo modo può farla spa-
rire e liberarsi di lei. Il padre viene trasformato in una pistola
« perché quando grida sembra che spari ». A parte la verbaliz-
zazione che ci dice come il padre venga considerato uno che fa
solo rumore, notiamo il simbolo fallico della pistola, che pos-
siamo collegare alla rivalità edipica col padre. Infatti anche per
se stesso Fabio ha scelto la trasformazione, in un simbolo fal-
lico, un aereoplano, anche se la verbalizzazione « perché mi piace
volare » ci fa pensare a un desiderio di evasione e di libertà.
IL TEST DELLA FAMIGLIA 215

Infine egli trasforma la madre in un toro, « perché da botte a


tutti ». Ciò ci fa intuire chiaramente come Fabio viva la madre
I' come poco femminile e aggressiva. Egli tuttavia scarica a sua
volta la propria aggressività su di lei, infilzando nel corpo del
toro numerose banderillas. In questo modo, mediante la fami-
glia « incantata » siamo riusciti a sapere come Fabio vive i rap-
porti affettivi con la propria famiglia.

Fig. 36
IL TEST DELL'ALBERO 217
CAPITOLO NONO Amministrazione

// test dell'albero (Der Baumtest) Col reattivo dell'albero si possono esaminare sia gli adulti
che i bambini. Dopo aver messo il soggetto a proprio agio per
adattarlo alla situazione d'esame, gli si consegna un foglio dì
carta bianca, del formato per macchina da scrivere e una matita
semimorbida. Al soggetto si da la seguente consegna: « La
prego di disegnare un albero da frutto ' come meglio può. Potrà
usare l'intero foglio ».
Ai bambini piccoli che non comprendono l'espressione « albe-
ro da frutto » si può semplicemente chiedere di « disegnare un
albero ».
Se il disegno che viene eseguito è poco significativo, o ha
Una delle più note tecniche proiettive, basata sul disegno, è una forma convenzionale, di tipo scolastico, oppure se il sog-
il test dell'albero. Il primo ad avere l'idea di utilizzare il di- getto ha disegnato un abete, si può chiedere di ripetere la pro-
segno di un albero per arrivare ad una diagnosi della perso- va: « Là prego di disegnare nuovamente un albero da frutto,
nalità è stato Emil Jucker. Il metodo è stato in seguito adottato ma del tutto differente da quello già disegnato ».
da altri studiosi in maniera però piuttosto soggettiva, finché Ad eventuali domande del soggetto si risponde che è libero
Karl Kock arrivò a dare a questa tecnica una sufficiente validità di eseguire la prova come meglio crede, purché rispetti le
obbiettiva pubblicando nel 1949 un manuale ', in seguito am- istruzioni.
pliato con successive edizioni, in cui presenta i risultati di un'in- Si può permettere al soggetto di usare una gomma da cancel-
dagine eseguita su vasta scala esaminando col reattivo dell'al- lare, ma in questo caso l'esaminatore deve seguire il disegno in
bero numerosi soggetti di età, livello mentale, scolarità, sesso e modo da notare le eventuali cancellature.
condizioni sociali diverse.
L'ipotesi che sta a fondamento di questa tecnica proiettiva è Interpretazione
molto semplice: considerato l'albero simbolo dell'uomo per l'ana-
logia della posizione eretta, l'albero disegnato viene a simboliz- Si tiene conto innanzitutto del simbolismo spaziale. Koch si
zare la persona che lo disegna. Pertanto il modo in cui un in- basa sullo schema grafico di Max Pulver che nell'interpretazione
dividuo disegna un albero ci dirà qualcosa sulla sua personalità; della scrittura distingue quattro zone aventi ciascuna un signi-
per esempio qualsiasi disarmonia nel disegno esprimerà delle ficato simbolico. La zona alta rappresenta la zona spirituale, in-
disarmonie nella personalità stessa. tellettuale e mistica; la zona bassa rappresenta la zona mate-

1 KOCK K., Der Baumtest, Hiiber, Bern, 1949, trad. it. O. S., Firenze, ' Renée Stora, in Francia, ha modificato la consegna come segue: « La
prego di disegnare un albero, non importa quale, ad eccezione di un
1959. abete ».
218 D. PASSI TOGNAZZO IL TEST DELL'ALBERO 219
riale, l'inconscio, gli istinti. La zona sinistra rappresenta l'intro- rappresentano la parte più primitiva dell'io. Nel disegno esse
versione, l'attaccamento al passato, alla madre, le regressioni, le sono per lo più celate; vengono disegnate di solito dai bambini
fissazioni infantili. La zona destra rappresenta l'estroversione, le e da alcuni malati mentali e la loro presenza in un adulto è
relazioni con gli altri, la tendenza verso l'avvenire ed il pro- un'indice di arretrazione affettiva. Il tronco rappresenta l'io sta-
gresso. Poiché l'albero si sviluppa dal basso all'alto, la parte bile, la zona delle idee. L'insieme dei rami ci dice come l'in-
inferiore dell'albero rappresenterà l'origine della vita, la parte dividuo ha saputo esplicare le sue possibilità, il suo modo di
più primitiva dell'io, l'elemento inconscio; la parte superiore affrontare o di difendersi dal mondo che lo circonda. L'insieme
significherà l'espansione dell'io verso il mondo, verso il futuro, della chioma rappresenta ciò che è vistoso, che muta, che non
l'estrinsecazione della parte più evoluta e spirituale della per- è sostanziale; può esprimere anche una maschera dietro cui l'in-
sonalità. dividuo si nasconde.
Poiché quindi la linea di sviluppo dell'albero dal basso all'alto Il manuale di Koch è corredato da utili tabelle statistiche che
simbolizza il passaggio dall'origine della vita al futuro, dall'in- riportano per ogni età, a partire dai 6 anni, la frequenza per-
conscio al conscio, si interpreta il disegno di un albero con il centuale con cui compaiono determinati elementi nel disegno.
tronco allungato e i rami decisamente protesi verso l'alto come Attraverso i dati statistici da lui raccolti Koch ha potuto met-
espressione di un individuo che aspira all'estrinsecazione della tere in evidenza quali sono le forme primarie, cioè le forme di-
propria personalità; al contrario un albero con fusto corto e segnate nell'infanzia.
chioma appiattita ci farà sospettare di essere di fronte ad un
individuo dalla personalità repressa e coartata.
Occorre osservare inoltre se le parti dell'albero soprattutto Fusto a un solo tratto
quelle superiori, si estendono maggiormente a destra o a si- Deve essere considerato una forma primaria pura poiché que-
nistra. Sempre riferendoci al simbolismo spaziale, un albero che sto modo di rappresentare il fusto si riscontra solo prima dei
si estende verso la sinistra e il basso caratterizza una personalità 6 anni in soggetti normali. I soggetti frenastenici a 8 anni di-
inibita e introversa che si attacca al passato e si rinchiude in segnano ancora il fusto a un solo tratto nel 42% dei casi.
se stessa, mentre l'albero che si estende verso la destra e l'alto Dopo i 15 anni scompare anche nei disegni di questi soggetti;
rivela una personalità estravertita, in continuo contatto con il solo nei deboli mentali gravi il fusto a un solo tratto resta nel
mondo esterno. 18% dei casi anche nell'età adulta.
Anche nell'interpretazione grafologica l'accentuazione delle par-
ti superiori dell'albero (fusto corto, chioma grande) significa vi-
vacità intellettiva, interessi spirituali e ideali. Al contrario l'ac- Rami a un solo tratto
centuazione delle parti inferiori (fusto lungo, chioma piccola) Sono frequenti ancora a 7 anni (60%) mentre a 10 anni
esprime vivacità nell'ambito materiale, istintivo e pratico. scendono al 26%. Sono invece molto frequenti nei' minorati
Nel disegno dell'albero si distingue un nucleo stabile (radici, psichici. Nei normali le femmine disegnano rami a un solo tratto
fusto e rami) che rappresenta la parte sostanziale e durevole, molto più frequentemente dei maschi. Poiché è normale per un
dagli elementi di decorazione (fogliame, fiori, frutta). Le radici adulto disegnare i rami a tratto doppio, il ramo a tratto unico
IL TEST DELL'ALBERO 221
220 D. PASSI TOGNAZZO

Fusto chiuso in alto, fusto saldato


disegnato da un adulto sarà indice di un ritardo: bisognerà di-
stinguere se si tratta di un ritardo o arresto nell'evoluzione Si considera il fusto « saldato » quando le sue linee sono
intellettuale oppure di un ritardo o regressione nella matura- unite in alto, nel punto in cui dovrebbero apparire i rami. Si
zione affettiva. Il ramo a un solo tratto non è tuttavia un trova nei bambini piccoli ed è anche questa una forma primaria
sintomo di ritardo o di regressione così grave come il fusto a caratteristica. La frequenza è del 71% a 7 anni diminuisce pro-
tratto unico. gressivamente fino ad arrivare 0,9% a 12 anni. I minorati psi-
chici hanno una frequenza più bassa, ma in compenso questa
Rami orizzontali forma dura più a lungo: a 15 anni è ancora del 36%. Il di-
segno del fusto saldato in adolescenti e adulti è sempre un segno
Vengono disegnati raramente e solo nella prima infanzia. Se di ritardo nell'evoluzione; occorre tuttavia accertare se si tratta
si trovano nel disegno di bambini più grandi sono indice di di ritardo intellettuale o invece di ritardo affettivo legato a di-
primitività. sturbi nevrotici.

Alberi a forma di croce Base del fusto che poggia sull'orlo inferiore del foglio
Si trovano nei disegni di bambini piccoli, sotto i 6 anni. I bambini sentono la necessità di appoggiare l'albero a una
A 7 anni si riscontrano ancora per il 10%. Nei minorati psi- base, caratteristica che viene messa in relazione al loro bisogno
chici adulti la frequenza è del 32%. di appoggio. Fino a una certa età tuttavia non riescono a dise-
gnare una linea di base; perciò appoggiano l'albero all'orlo del
Rami collocati nella parte inferiore del fusto foglio. Questa forma di espressione è molto frequente: a 7 anni
è del 74%, a 10 ancora del 31%, e solo dopo i 12 anni
I rami disegnati a partire dalla pa.rte inferiore del fusto si praticamente sparisce. I minorati psichici, al contrario dei bam-
possono considerare una vera e propria forma primaria, poiché bini normali, ottengono il massimo della frequenza a 10 anni
si trovano solo nei disegni di bambini piccoli. Dopo i 7 anni (52%) (evidentemente i più piccoli sentono meno dei bambini
infatti questa forma sparisce nei normali e rimane con una certa normali l'esigenza della base d'appoggio), in compenso manten-
frequenza solo nei deboli mentali. Perciò in un soggetto con gono questa forma più avanti con l'età: a 17 anni essa è an-
più di 8 anni, questa forma indica senz'altro un ritardo psichico. cora presente nel 22% dei soggetti. Secondo Koch possiamo
Un ramo singolo collocato nella parte inferiore del fusto si Considerare anche questa caratteristica una forma primaria; tut-
può trovare, anche se con bassa frequenza, a tutte le età. Esso
tavia essa nell'adulto non sarebbe un indice di ritardo intellet-
va considerato come un segno di ritardo parziale, cioè come un
tuale, ma è piuttosto l'espressione di una diversità nell'evolu-
residuo di elementi appartenenti a livelli di sviluppo precedenti.
zione affettiva, come dimostra la notevole percentuale (27%) di
Pertanto può essere indice di disarmonia affettiva, di infanti-
questa caratteristica riscontrata nei disegni di un campione di
lismo. negri (età media 15 anni).
222 D. PASSI TOGNAZZO IL TEST DELL'ALBERO

Base del fusto a tratti paralleli 16%, che poi diminuisce via via fino a scomparire •
Nei minorati psichici le stereotipie raggiungono, sempre fino V
Gli adulti normalmente disegnano i tratti della base del fusto 15 anni, una frequenza doppia dei bambini normali. PertUtO
leggermente inclinati o arrotondati. Nei bambini invece è fre- se la stereotipia appare nel disegno di un adolescente o di un
quente il disegno della base del fusto a tratti paralleli. A 7 anni adulto deve essere considerata un indice di ritardo o di regrei-
questa forma ha la frequenza del 46%. Poi diminuisce gradata- sione, a meno che non sia soltanto una manifestazione giocosa.
mente per quasi scomparire a 12 anni. Nei minorati psichici la Stereotipie accentuate si trovano nei disegni dei nevrotici os-
frequenza massima si ha a 9 anni (31%) e va diminuendo pro- sessivi.
gressivamente nelle età superiori. La presenza di questa forma
primaria in un adulto può significare un leggero ritardo nello
Frutti
sviluppo.
II disegno dei frutti è soprattutto una caratteristica infantile
(specie se vengono disegnati molto grandi). A 7 anni essi ven-
Annerimento del fusto gono disegnati dal 68% dei soggetti, ma la frequenza diminuisce
via via che si sale con l'età, nei soggetti normali fino a raggiun-
I bambini normali anneriscono il fusto a 6-7 anni molto fre-
gere il 7,9% a 16 anni. I minorati psichici raggiungono solo a
quentemente, cioè nel 60% dei casi. La frequenza diminuisce
10 anni il massimo della frequenza (73%), ma poi diminui-
rapidamente nelle età successive. L'annerimento così come viene
scono molto più lentamente dei normali (39% a 17 anni).
eseguito dai bambini non è un'ombreggiatura, come viene ese-
Poiché i frutti simbolizzano la maturazione, il risultato, il dise-
guita dagli adolescenti, e viene effettuato esercitando una no-
gno dei frutti nei bambini si interpreta come anticipazione della
tevole pressione della matita sulla carta. Soltanto in questa for-
maturazione, del successo. Per gli adulti l'interpretazione sarà
ma, e non in quella della sfumatura può venir considerata una
leggermente diversa, come vedremo più avanti.
caratteristica tipica dell'infanzia.
Per Koch sono da considerarsi come forme primarie in un
certo senso anche la mancanza di coordinazione nel disegno, il
Stereotipie
disegno del paesaggio, il disegno di radici.
Per stereotipia si intende una ripetizione continua di un par- La conoscenza di quelle che Koch chiama forme primarie è
ticolare, col risultato di una regolarità esagerata. Minimi ele- utile per poter studiare l'evoluzione psichica del soggetto. Se si
menti del disegno come le foglie, o i frutti vengono talora ri- trovano forme primarie negli adolescenti o negli adulti, si
petuti in modo stereotipo, cioè con regolarità portata all'eccesso. potrà sospettare un ritardo nello sviluppo o una regressione
Questa tendenza viene considerata normale nei bambini molto psichica; resterà da stabilire se si tratta di un arresto nello
piccoli, prima dei 6 anni d'età, perché è legata alla loro ten- sviluppo intellettivo o di regressione nello sviluppo affettivo (di-
denza a ripetere e in parte anche allo schematismo proprio del- sturbi nevrotici).
l'infanzia. Si trova ancora a 6-7 anni con una frequenza pari al Una ricerca abbastanza recente, condotta in Francia da Alice

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