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Fondamenti

di fisica
Un approccio strategico

R A N D A LL D. KNIG H T
C a lifo rnia P o ly technic State University, Sa n L u is O bispo

BRIAN J O N E S
C o lo ra d o State University

STUART FIELD
C o lo ra d o State University

Edizione italiana sulla terz.a in lingua inglese


a cura di

ROBERTO MAOLI
D ipartim ento di F isica
Università di Rom a ''La Sapienza''

PICCIN
Authorized translation from thè English language edition, entitled
COLLEGE PHYSICS: A STRATEGIC APPROACH, 3rd Edition
by RANDALL KNIGHT; BRIAN JONES; STUART FIELD
piiblished by Pearson Education, Ine, publishing as Addison-Wesley, Copyright © 2015

All rights reserved


No part o f this hook may be reproduced or transm itted in any forni or by any means, electronic or m echanical,
including photocopying, rccording or by any inform ation Storage retrieval System, w ithout perm ission from Pearson
Education, Ine.

Traduzione delPEdizione in lingua inglese, intitolata


COLLEGE PHYSICS: A STRATEGIC APPROACH, 3rd Edition
by RANDALL KNIGHT; BRIAN JONES; STUART FIELD
published by Pearson Education, Ine, publishing as Addison-Wesley, Copyright © 2015

Immagine di copertina: Borut Trdina/Getty Images

Traduzione di Anna Teresa Bini

Opera coperta dal diritto d’autore - tutti i diritti sono riservati.


Questo testo contiene materiale, testi ed immagini, coperto da copyright e non può essere copiato, riprodotto,
distribuito, trasferito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, venduto, prestato a terzi, in tutto o in parte,
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costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo
quanto previsto dalla L. 633/1941 e ss.mm.

ISBN 978-88-299-2790-6

Stampato in Italia

© 2018, by Piccin Nuova Libraria S.p.A., Padova


www.piccin.it
Gli Autori

Randy Knight ha insegnato fondamenti di fìsica per 32 anni aH’Ohio State Uni­
versity e alla California Polytechnic University, dove è Professore Emerito di
Fisica. Ha conseguito il dottorato in fìsica a Berkeley, presso la University of
California, e ha svolto attività di post doc presso rHarvard-Smithsonian Center
for Astrophysics prima di entrare a far parte deH’Ohio State University. In Ohio
ha iniziato a dedicarsi alla ricerca sulla didattica della fìsica che lo ha portato,
diversi anni dopo, a pubblicare il testo Pive Easy Lessons: Strategies for Successful
Physics Teaching, Physics for Scientists and Engineers: A Strategie ApproacK e re­
centemente il presente libro. Gli ambiti di ricerca di Randy Knight sono la spet­
troscopia laser e la scienza ambientale. Durante il tempo libero Randy Knight
coltiva numerosi interessi tra cui il trekking, la canoa marina e il pianoforte. È
sposato con Sally e ha sei gatti.

Brian Jones ha conseguito diversi premi per la didattica presso la Colorado State
University nel corso dei suoi 25 anni d’insegnamento presso il Dipartimento di
Fisica. In questi ultimi anni si è dedicato in particolare alPinsegnamento della fì­
sica fondamentale (College Physics), elaborando i problemi per i test d’ingresso
alla facoltà di medicina americana e aiutando gli studenti a ottenere la prepara­
zione necevssaria per questo tipo di prova. Nel 2011, Brian Jones è stato insignito
della medaglia Robert A. Millikan dell’American Association of Physics Teacher
per il suo lavoro di direttore del Little Shop of Physics, un programma di divul­
gazione scientifica attraverso un approccio pratico. Brian Jones è attivamente
impegnato nella ricerca di metodi per una didattica scientifica informale e nella
loro applicazione anche nell’ambito deH’insegnamento universitario. È stato in­
vitato neH’ambito di diversi workshop sulle tecniche dell’istruzione scientifica
negli Stati Uniti, nel Belize, in Cile, in Etiopia, in Azerbaigian, in Messico e in
Slovenia. Una curiosità: Brian Jones e sua moglie Carol possiedono un grande
frutteto, nel quale è presente un melo che deriva da un albero che era presente
nel giardino di Isaac Newton.

Stuart Field ha da sempre una grande passione per la scienza e per la tecno­
logia. Quando era ancora uno studente costruiva telescopi, circuiti elettronici
e computer. Dopo avere frequentato la Stanford University, ha conseguito un
dottorato alla University of Chicago, dove ha studiato le proprietà dei materiali
a bassissime temperature. Dopo un’esperienza come post doc presso il Massa­
chusetts Institute of Technology, ha avuto un incarico presso la University of
Michigan. Attualmente alla Colorado State University, Stuart Field è titolare di
una varietà di corsi di fìsica ed è stato uno dei primi professori ad adottare con
entusiasmo il testo Physics for Scientists and Engineers di Randy Knight. L’autore

V7- mantiene un programma di ricerca attivo nel campo della superconduttività.


Ama i grandi spazi aperti del Colorado ed è un appassionato di mountain bike;
gioca inoltre nel campionato locale di hockey su ghiaccio.
XIV Prefazione per il Docente

Todd Leif, Cloiul County Community College Michael Schaab, Maine Maritime Academy
John Levin, University o f Tennessee— Knoxville Brace Schumm, University o f California, Santa Cruz
John Lindberg, Seattle Pacific University Mizuho Schwalm, University o f Minnesota Crookston
Jeff Loats, Metropolitan State University of Denver Cindy Schwarz, Vassar College
Rafael López-Mobilia, The University o f Texas at San Natalia Semushkhina, Shippensbiirg University
Antonio Khazhgery (Jerry) Shakov, Tulane University
Robert W. Lutz, Drake University Kathy Shan, University o f Toledo
Lloyd Makorowitz, SUNY Farmingdale Anwar Sheikh, Colorado Mesa University
Colleen Marlow, Rliode Island College Bart Sheinberg, Houston Community College
Eric Martell, Millikin University Mari 1in Simon, Auburn University
Mark Masters, Indiana University—Piirdue Kenneth Smith, Pennsylvania State University
John McClain, Tempie College Michael Smutko, Northwestern University
Denise Mecks, Pima Community College Jon Son, Boston University
Henry Merrill, Fox Volley Teclmical College Noci Stanton, Kansas State University
Mike Meyer, Michigan Technological University Donna Stokes, University o f Houston
Karie Meyers, Pima Community College Chuck Stone, North Carolina A&T
Tobias Moleski, Nashville State Tech Chun Fu Su, Mississippi State University
Aprii Moore, North Harris College Jeffrey Sudol, West Chester University
Gary Morris, Rice University Scott Thompson, Georgia Gwinnett College
Krishna Mukherjee, Slippety Rock University William Tireman, Northern Michigan University
Charley Myles, Texas Tech University Negussie Tirfessa, Manchester Community College
Mcrcdith Newby, Clemson University Rajive Tiwari, Belmont Abbey College
David Nice, Bryn Mawr Herman Trivilino, College o f thè Mainland
Fred Olness, Southern Methodist University Dmitri Tsybychev, Stony Brook University
Charles Oliver Overstreet, San Antonio College Douglas Tussey, Pennsylvania State University
Paige Oiizts, Lander University Stephen Van HcK)k, Pennsylvania State University
Russell Palma, Minnesota State University—Mankato Manuel Vaierà, SUppery Rocky University
Richard Panek, Florida Giilf Coast University Christos Valiotis, Antelope Valley College
Joshua Phiri, Florence-Darling Teclmical College James Vesenka, University o f New England
lulia Podariu, University o f Nebraska at Omaha Stamatis Vokos, Seattle Pacific University
David Potter, i4i/.s7//2 Community College James Wanliss, Embry—Riddle Aeronautical University
Promod Pratap, University o f North Carolina—Gre- Henry Weigel, Arapahoe Community College
enshoro Lue T. Wille, Florida Atlantic University
Michael Pravica, University ofNevada, Las Vegas Courtney Willis, University o f Northern Colorado
Earl Prohofsky, Piirdue University Katherine Wu, University o f Tampa
Marilyn Rands, luiwrence Technological University Ali Yazdi, Jefferson State Community College
Andrew Rex, University o f Puget Sound David Young, Louisiana State University
Andrew Richter, Valparaiso University Hsiao-Ling Zhou, Georgia State University
William Robinson, North Carolina State University Todd Zimmerman, University o f Wisconsin—Stoiit
Phyliss Salmons, Embry—Riddle Aeronaiitical University Ulrich Zurcher, Cleveland State University

Comitato studentesco consultivo per la terza edizione USA


Nathalia Alzate, Aubiirn University Rebecca Ri)gers, Auburn University
Hannah Chapman, Colorado State University Rashawn D. Simmons, Georgia State University
Rachel Eckert, California Polytechnic State University— Mary-Catherin Skoulos, Stony Brook University
San Luis Obispo Brittany Swiderski, Stony Brook University
Emily Garbali, Colorado State University Jenna Tastin. Colorado State University
Tyrel Heckendorf, Georgia State University Aaron Vermeersch, Michigan State University
Alex Keifer, California Polytechnic State University— Philip E. Weinberg, Michigan State University
San Luis Obispo Keith Wood, Auburn University
Isaac Moore, The Pennsylvania State University Timothy Yuan, Stony Brook University
John Peter Polites, Georgia State University Andrew Zilavy, Colorado State University
Blair Porterfield, The Pennsylvania State University
Prefazione per lo Studente

La cosa più incomprensihile dell'Universo è che esso sia comprensibile.


—Albert Einstein

Se stai seguendo un eorso per il quale ti è stato consiglia­ rispondere alle domande alla fine del capitolo. Quando
to questo libro, probabilmente non sei iscritto a un corso ti vengono assegnati dei compiti a casa, puoi essere ten­
di laurea in fìsica, ma certamente stai seguendo un corso tato di risolvere semplicemente i problemi sfogliando le
di studi che richiede lo studio della fìsica. Probabilmente pagine del libro alla ricerca di una formula che potrebbe
qualcuno ha deciso che per il corso di studi che hai scelto funzionare. Questo non è “fare fìsica”. Chi ha pensato di
la fìsica fosse importante. E aveva ragione. inserire questa disciplina nel tuo corso di .studi voleva che
Dallo studio della fìsica si può apprendere molto anche tu imparassi a ragionare. Nello studio e nel lavoro, questa
se non si è scelto di diventare un fìsico. Ci capita spes.so di abilità ti servirà sempre.
sentir dire da medici, fisioterapisti, biologi e altri laureati Come imparerai a ragionare in questo ambito? Non
in materie scientifiche che il corso di fìsica è stato uno dei esiste un’unica strategia per studiare la fìsica che possa
corsi più interessanti e validi che abbiano seguito airuni- funzionare per tutti gli studenti, ma possiamo darti dei
versità. suggerimenti che .saranno sicuramente utili:
Quindi, che cosa ti aspetti di imparare da questo cor­ ■ lA‘ggi ogni capìtolo prima che venga discusso a le­
so? Iniziamo con il descrivere che cos’è la fìsica. La fìsi­ zione La lezione in classe sarà molto più proficua se ti
ca è un modo di riflettere sugli aspetti fìsici della natura. sarai preparato.
La fìsica non riguarda dei “fatti”. E più focalizzata sulla ■ Partecipa attivam ente durante la lezione Prendi
scoperta delle relazioni tra i fatti e i modelli che esistono appunti, poni domande, rispondi, partecipa a gruppi
in natura che suirapprendimento dei fatti in sé. La nostra di di.scussione. È .scientificamente dimostrato che la
enfasi sarà sul pensiero e sul ragionamento. Cercheremo i partecipazione attiva neH’apprendimento delle materie
Fiiodelli e le relazioni in natura, svilupperemo la logica che scientifiche è molto più efficace dell’ascolto passivo.
mette in relazione idee diverse e ricercheremo le ragioni ■ Dopo la lezione, leggi nuovaniente il capitolo con a t­
per cui le cose accadono nel modo in cui accadono. tenzione. Nella seconda lettura, soffermati sui dettagli
1 concetti e le tec­ e sugli esempi. Cerca la logica che sta dietro a ciascun
niche che impareremo e.sempio, non limitarti a conoscere .solo la formula uti­
hanno un ampio cam­ lizzata.
po di applicazione. ■ Applica ciò che hai ap|)reso nelle esercitazioni per
Nel presente testo ab­ casa proposte alla line di ciascun capìtolo. Seguendo
biamo posto raccento le tecniche degli esempi, applicando i suggerimenti per
su ir uso della fìsica la risoluzione dei problemi, imparerai come applicare
applicato alla com­ la conoscenza che acquisirai.
prensione del mondo ■ Forma un gruppo di studio con due o tre compagni
vivente. Useremo la di corso. E comprovato che gli studenti che lavorano
nostra cono.scenza regolarmente con un gruppo ottengono risultati miglio­
delle cariche elettri­ ri di chi lavora da solo.
che e del potenziale
elettrico per analizza­
re il segnale elettrico Ancora un ultimo suggerimento: man mano che legge­
prodotto dal cuore che batte. rai il libro, parteciperai alle lezioni ed eseguirai le eser­
Impareremo come gli squali possono rilevare questo se­ citazioni, torna indietro ogni tanto per avere una visione
gnale per localizzare la preda e, successivamente, come e d’insieme. Studierai argomenti che vanno dal moto nel
perché questa sensibilità elettrica sembra permettere allo sistema solare ai segnali elettrici nel sistema nervoso che
squalo martello di rilevare i campi magnetici che lo guida­ imparti.scono alla tua mano il comando di girare le pagine
no nella navigazione nelToceano aperto. di questo libro. Potrai affrontare una grande varietà di ar­
Come per molte altre materie, la fìsica si apprende gomenti e di tecniche basandoti su un insieme ristretto di
meglio “facendo”. “Fare fìsica” in questo corso significa principi logici.
risolvere problemi, applicare ciò che è stato appreso per Ora non resta che metterci al lavoro!

XV
Esercitazioni per test
di tipo M CAT
Il Medicai College Admission Test (MCAT) è un esame di Suggerim enti m etodologici per lo
ammissione alle Medicai Schools statunitensi e canadesi, studio e per le esercitazioni
sviluppato e gestito dall’Association of American Medicai
Inizia con le Anteprime dei capitoli, che forniscono una
Colleges (AAMC). Si tratta di un esame standardizzalo,
panoramica dei contenuti. Quali sono i temi principali di
basato su quesiti a scelta multipla, creato per aiutare le
ogni capitolo?
commissioni delle Medicai Schools a valutare il possesso
dei prerequisiti per lo studio della medicina, Tra cui le ca­ ■ Cerca i riquadri delle Sintesi che riuniscono concetti
pacità di problem solving e di pensiero critico. chiave ed equazioni. Questi riquadri mostrano i colle­
A prescindere dal tipo di percorso specifico per TAme­ gamenti ed evidenziano le differenze che dovresti capi­
rica del Nord, Tapproccio degli esercizi finalizzati all’esa- re ed essere pronto ad applicare.
me MCAT consente di valutare la propria comprensione ■ Percorri ogni capitolo ed esegui gli esercizi di revisione
dei concetti del presente corso testando la capacità dello delle Pause di riflessione. Sono un buon modo per veri­
studente di applicare questi concetti ai sistemi viventi. ficare la tua comprensione di concetti e tecniche chiave.
Gli esercizi sono interessanti in quanto richiedono allo ■ Ciascun capitolo si chiude con esercitazioni sotto for­
studente di utilizzare ciò che ha appreso per analizzare ma di problema i cui contenuti sono attinenti ad argo­
situazioni mai incontrate prima, creando modelli semplifi­ menti di medicina o di biologia e sono strutturati nel
cati ma realistici della realtà. Le capacità di ragionamento formato “leggi il testo e rispondi alle domande”, tipico
dello studente sono importanti quanto le capacità di com­ della prova d'esame MCAT.
prendere le leggi universali della fìsica.
Queste esercitazioni non integrano argomenti trattati
nelfiirco di più capitoli. Le esercitazioni di tipo integrato si
Caratteristiche delle prove per l’esam e troveranno in fondo ai Riepiloghi di ciascuna piirte del libro.-
MCAT
■ Per ciascun Riepilogo, leggi il paragrafo Un passo ol­
Principalmente le prove per questo tipo di esame consi­
tre e rispondi alle domande associate.
stono in un serie di testi contenenti informazioni tecniche,
■ Successivamente, leggi il testo e rispondi alle domande
seguiti da una serie di domande associate al testo in que­
che si trovano alla fine di ciascun Riepilogo.
stione. Le esercitazioni proposte alla fine di ogni capitolo
ne costituiscono un esempio e presentano le seguenti ca­
ratteristiche: Lettura del testo della prova d’esam e
■ I testi e le domande sono sempre integrati. Nella lettura del testo della prova d'esame, dovrai inter­
■ La comprensione del testo e le risposte alle domande pretare le informazioni fornite e collegarle ai concetti che
richiedono la conoscenza di diverse aree della fisica. ti sono familiari, traducendoli in una forma che abbia un
■ I testi riguardano generalmente argomenti dei quali senso in base al tuo background.
lo studente non ha una conoscenza dettagliata. Tut­ La pagina successiva fornisce un esempio metodolo­
tavia, se si effettua una lettura attenta, si vedrà che la gico pratico di come affrontare questo tipo di esercitazio­
comprensione del testo si basa su nozioni che lo stu­ ni. Le annotazioni in azzurro evidenziano i collegamenti
dente dovrebbe conoscere molto bene. che dovresti effettuare mentre leggi. Il testo descrive una
■ La prova di esame presuppone un livello base di co­ situazione (la meccanica e il funzionamento di una slitta
noscenza della fìsica. Occorre possedere una cono­ trainata da cani) che probabilmente non avrai mai incon­
scenza generale degli argomenti principali. Laddove trato prima. Tuttavia la fìsica di base (attrito, conversione
sono necessarie, nel testo sono presenti informazioni dell'energia) sono principi che conosci e che hai applicato
più dettagliate. 0 visto applicare ad altre situazioni. Quando leggi il testo,
■ Non è consentito utilizzare la calcolatrice durante pensa ai concetti fìsici soggiacenti e a come applicarli in
la prova d ’esame, quindi ogni calcolo matematico questo caso.
nece.ssario deve essere ragionevolmente semplice.
La capacità di effettuare una stima nella risposta, uti­ Come si risponde alle domande
lizzando il ragionamento o la conoscenza degli ordini 1 testi degli esami MCAT possono sembrare complicati ad
di grandezza delle quantità fisiche, sarà molto utile. una lettura iniziale ma, come abbiamo visto riguardano
■ Le risposte alle domande sono tutte concepite per concetti fondamentali e temi principali. Lo stesso vale per
essere plausibili. Non è possibile eliminare le risposte le domande: non sono così diffìcili come possono sembra­
“errate” solo con una rapida occhiata. re a prima vista. Come per il testo, inizia con la “traduzio-
XVI
Esercitazioni per test di tipo MCAT XVII

“Traduzione" del testo


Quando leggi il lesto, etìettuane la “iraduzione’*.
Collega lo scenario agli esempi che hai incontrato
in preceden/a. “traduci" le int'ormazioni tornite in
forme che li sono familiari, pensa ai principi tìsici
di base inerenti.

>Quando leggi questa parte del testo, pensa alle forze coinvolte:
Pesto X per ima slitta che si muove a velocità costante, non e*è una forza
risultante. La forza peso verso il basso è uguale alla forza
In zone molto innevate, una slitta dotata di pattini normale verso Falto; la forza di trazione in avanti deve
che scivolano sulla neve è il modo migliore per spostarsi. essere uguale alla forza di attrito, che agisce in opposizione
La neve è scivolosa, ma si ha comunque un attrito al moto della slitta. Molti problemi di questo tipo si trovano
tra i pattini e il terreno; la forza necessaria per nel Capitolo 5.
trainare una slitta a velocità costante potrebbe
essere 1/6 del peso della slitta.
■Parte della “traduzione" consiste nella conversione delle
informazioni fornite in una forma più usuale o più utile.
La forza di trazione potrebbe anche provenire da Questa affermazione si riferisce al coefficiente di attrito
un cane. In una slitta tipica, la corda che il cane utilizza dinamico.
per trainare la slitta è leggermente inclinata ad un
• La forza applicata alla slitta è la forza di tensione della corda,
angolo 6, come nella Figura 1.
che ò indicala con un angolo. La componente orizzontale ò
La forza di trazione è la componente orizzontale
la forza di trazione e questo ti viene detto, ma c ’è anche
della tensione della corda. *
una componente verticale della forza.

Nei dati qui riportati e nella descrizione di cui sopra,


la slitta si muove a velocità costante — non vi è alcuna
menzione di accelerazione in questo testo. In tal caso,
la forza risultante è pari a zero e l'energia cinetica della
slitta non cambia.
Figura 1 ...••**
Si noli che l'equazione chiave che mette in relazione potenza,
forza e velocità è fornita. Questo è normale in questo tipo
I cani da slitta hanno una grande capacità aerobica; di esame, 'fune le informazioni specifiche, tra cui equazioni,
un cane di 40 kg può produrre una potenza per costanti e altri dettagli, vengoiìo generalmente fornite nel
trainare con una forza di 60 N a 2.2 m/s per ore. lesto. Questo tipo di esercitazioni non ha finalità di richiamare
La potenza prodotta dipende dalla forza e dalla • alla memoria delle nozioni, bensì di sollecitare il ragionamento.
velocità tramite la formula P = F v, quindi possono
tirare carichi più leggeri a velocità .......................... ■1 concetti di energia metabolica e di produzione di energia
più elevate. ' sono trattati nel Capitolo IL I dettagli in questo esempio
sono coerenti con quelli nel capitolo (come dovrebbero!);
Per compiere 100 J di lavoro un cane deve utilizzare ciò corrisponde a un'efficienza del 257r. 400 J di energia
400 J di energia metabolica. La differenza deve essere sono utilizzali dal corpo; il 25% di questa, 100 J, corrisponde
dissipata sotto forma di calore; dato ............................... all'energia in uscita. Ciò significa che 300 J vengono dissipati
eccellente fornito dalla pelliccia di un cane, l’energia sotto forma di calore.
viene dissipata per evaporazione quando il cane ansima.
• Il Capitolo 12 de.scrive i modi di trasferimento del calore:
A una temperatura corporea tipica, l’evaporazione di 1.0 1
conduzione, convezione, irraggiamento, evaporazione.
di acqua porta via 240 000 J, quindi questo è un mezzo
11 presente paragrafo fornisce informazioni biologiche sui
efficace di raffreddamento. \
cani che si possono interpretare come .segue: la pelliccia di
un cane limita il trasferimento per conduzione, convezione
e irraggiamento; l'evaporazione di acqua da un cane
ansimante compensa t|uesto problema.

• I dati specifici richiesti per far evaporare l'acqua sono


forniti. Se ti servono altre informazioni per rispondere alle
domande, saranno quasi certamente anch'esse fornite nel
testo. Come abbiamo già sottolinealo, lo scopo della prova
d'esame è quello di sollecitare un ragionamento e non di
richiamare delle nozioni.
FIGURA TEST MCAT 1 Interpretare il testo del problema.

ne” della domanda, identificando i concetti fisici pertinenti cetti fondamentali. 1 suggerimenti pratici seguenti sono
per ogni caso. Poi procedi con il ragionamento, ricercando corredati da una panoramica dettagliata delle soluzioni
la soluzione sulla base della comprensione di questi con­ basate sul testo riportato in questa pagina.
xviii Esercitazioni per test di tipo MCAT

In quale ordine rispondere alle domande quindi ci aspettiamo che la palla atterri circa a 1 m dal
bordo. II nostro rapido calcolo ci indica che la risposta
Le domande sondano una gamma di abilità e presentano
corretta è C — nessun’altra risposta si avvicina al valo­
una gamma di difficoltà. Molte domande comportano una
re ottenuto.
semplice comprensione della lettura; sono solitamente
■ Per i calcoli che esprim ono i valori con la n otazio­
piuttosto dirette. Alcune richiedono un ragionamento sofi­
ne scien tilìca, calcola o le prim e cifre significative
sticato e manipolazioni matematiche (leggermente) com­
o gli esponenti, non entram bi. In alcuni casi, un cal­
plesse. Inizia con le più facili, quelle che riesci a risolvere
colo rapido può dirti il valore corretto della prima ci­
più facilmente. Affronta le domande più complesse per
fra significativa e questo è tutto quello che ti serve per
ultime.
identificare la risposta corretta. In altri casi, troverai tra
le possibili risposte alcune con gli stessi valori delle
Metodi di sem plificazione o prime cifre significative, ma con esponenti molto dif­
elim inazione dei calcoli ferenti. In questo caso, tutto quello che ti serve è una
Poiché durante Pesame MCAT non è possibile utilizzare semplice stima dell’ordine di grandezza per decidere
la calcolatrice, ogni calcolo matematico che dovrai effet­ quale sia il risultato corretto.
tuare deve essere ragionevolmente semplice. Per arrivare ■ Dove po.ssihile, utilizza la tua conoscenza dei valori
rapidamente a scegliere la risposta esatta ci sono alcune aspettati delle (|uantità fisiche per determ inare la
importanti scorciatoie che puoi utilizzare. risposta corretta. Per esempio, supponi che ti venga
chiesto di trovare l’energia di un fotone di luce ver­
■ R agionare per proporzioni. Qual è la relazione tra le
de alla lunghezza d’onda di 550 nm. La luce visibile è
variabili coinvolte in una domanda? Puoi utilizzare le
composta da fotoni di energia pari a circa 2 eV, o circa
relazioni per dedurre la risposta con dei calcoli mate­
3 • 10 J, e questa informazione potrebbe essere suffi­
matici molto semplici, come vedrai molto spesso nel
ciente per permetterti di individuare la risposta corretta
libro. Per esempio, supponi di dover rispondere alla
senza eseguire alcun calcolo.
seguente domanda:
■ Fai attenzione alle “ trappole” , risposte che sceg lie­
// m odellino di un razzo è alim entato da un carburante rai se segui una falsa convinzione. Per esempio, la
chimico. Uno studente lancia un razzo con un p ic co ­ Domanda 4 della pagina seguente riguarda la conver­
lo m otore che contiene LO g di carburante. Il razzo sione di energia. Il cane sta mantenendo la slitta in mo­
raggiunge una velocità di IO m/s. Lo .studente lancia vimento, quindi molti studenti diranno che il cane sta
nuovam ente il razzo, utilizzando questa volta un m o to ­ convertendo la sua energia chimica in energia cinetica.
re con 4.0 g di carburante. Se tutti gli altri param etri Tuttavia, l’energia cinetica non sta cambiando. Le due
relativi al lancio rim angono identici, quale velocità f i ­ risposte che coinvolgono l’energia cinetica sono scelte
nale ti aspetti p e r que.sto secondo tentativo? comuni, ma errate. Tieni presente che le domande sono
Questo è un problema di conversione di energia: Pe- concepite per fare emergere queste convinzioni errate e
nergia chimica del carburante è convertita nelPenergia che le risposte contenenti questi errori comuni saranno
cinetica del razzo. L'energia cinetica è associata alla probabilmente tra le possibili scelte.
velocità dalla formula K = ^ mv^. L’energia chimica—
e quindi l’energia cinetica—nel secondo tentativo è Un suggerim ento finale: tieni presente
stata aumentata di un fattore 4. Poiché K ^ la velo­ la visione d ’insiem e
cità deve aumentare di un fattore 2, arrivando a 20 m/s. Gli esami MCAT testano la tua abilità di leggere un testo
■ S em p lìilca /ìo n e dei calcoli grazie alParrotoiida- tecnico sul quale possiedi una certa conoscenza di base e
m ento dei num eri. Puoi arrotondare i numeri per ren­ di capire rapidamente di che cosa si parla in modo tale da
dere i calcoli più semplici. 11 tuo risultato finale sarà riuscire a rispondere ad alcune domande. Tieni a mente
probabilmente abbastanza vicino al valore esatto da questa visione d’insieme:
permetterti di scegliere la risposta corretta tra quelle
■ Non tì perdere in dettagli tecnici relativi alla partico­
proposte. Per esempio, supponi di dover rispondere alla
lare situazione. Concentrati sulla tìsica fondamentale.
seguente domanda:
■ Non farti confondere da una notazione o una ter­
Una palla che si sta m uovendo a 2.0 m /s rotola fu o ri m inologia particolare. Per esempio, alcuni libri usano
dal bordo di un tavolo alto 1.2 m. A quale di.stanza dal simboli diversi per le stesse variabili fisiche; in questo
bordo del tavolo atterrerà la palla? testo usiamo il simbolo K per l’energia cinetica; altri
A. 2 m B. 1.5 m C. I m I). 0.5 m testi usano il simbolo
Sappiamo che il moto verticale della palla è di caduta Infine, non dimenticare l'aspetto più importante per supe­
libera, quindi la distanza verticale percorsa dalla palla rare con successo ogni tipo di esame di fisica: il miglior
in un tempo A/ è Ay = ~ ^ g r . Il tempo per scendere modo per prepararsi è semplicemente quello di capire
di 1.2 m è A/ = V 2 ( 1.2 m)/g. Piuttosto che eseguire il fargomento! Quando ti prepari per un test concentra le
calcolo esatto, possiamo stimare il risultato nel modo tue energie nel consolidare e rifinire la tua conoscenza
seguente: A/ = V 2 .4 /9 .8 « V ÌM = 1/2 = 0.5 s. degli argomenti e delle tecniche fondamentali ed eserci­
Durante questo tempo di caduta libera, la palla si muo­ tati ad applicare questa conoscenza nella risoluzione dei
ve orizzontalmente alla velocità costante di 2.0 m/s. problemi.
Esercitazioni per test di tipo MCAT XIX

“Traduzione” Suggerimenti Ragionamento


Analizza le domande e pensa • Le scelte numeriche sono presentate in ordine. Rifletti sulla domanda e sulle
ai principi fisici pertinenli, a Stima l’ordine di grandezza della risposta e possibili risposte proposte e arriva
come questi siano connessi a guarda quale delle po.ssibili scelte si alla .soluzione nel minor numero
concetti che tu conosci e capisci. avvicina di più. di passaggi logici possibile.
• Per domande con frasi come possibili risposte,
decidi la soluzione prima di guardare le
possibili scelte.

Questa è una domanda suirordine ... 1. Qual è approssimativamente il coeflìciente Per un corpo su un piano
di grandezza della forza di attrito. *—>di attrito dinamico per una slitta sulla neve? orizzontale, la forza normale ò
Ti è stato detto che serve una forza uguale in modulo alla forza peso.
A. 0.35
pari a circa 1/6 della forza peso Se la slitta si muove a velocità
B. 0.25 ....................
esercitata sulla slitta per trainarla costante, la forza trainante è
....................
in avanti sulla neve. Puoi .stimare uguale in modulo alla forza
D. 0.05
il coefficiente d'attrito da questa di attrito. Questo implica che
informazione. fi = /^, /n = = 1/6. Due delle
2. Se una corda tira con un certo angolo di
risposte possibili sono facilmente
.Se la velocità è costante, la forza - .... " inclinazione, come nella Figura 1, in che modo
questo influenzerà il modulo della forza di convertibili in frazioni: 0.25 = 1/4;
risultante e nulla. Ti è stato detto
traino necessaria per mantenere la slitta in 0.05 = 1/20. 1/6 è tra questi due
che la forza di traino ò la componente
movimento a velocità costante? valori, quindi C deve essere la nostra
orizzontale della forza di tensione,
.scelta (in effetti, 1/6 = 0.167, quindi
non l’intera forza di tensione. A. Questo ridurrà la forza di traino. «.......... un valore molto vicino a 0.15).
Poiché la forza risultante è nulla, B. Questo non cambierà la forza di traino.
questa componente orizzontale è C. Questo aumenterà la forza di traino. Una componente verticale della forza
uguale in modulo alla forza di attrito, D. Questo aumenterà o diminuirà la forza di tensione diminuirà la forza normale,
che è diretta all'indietro. Quindi di traino in funzione del valore deH'angolo. riducendo la forza di attrito— e
questa è una domanda che riguarda quindi la forza di traino necessaria.
la forza di attrito. 3. Un cane traina una slitta di 40 kg a una
, velocità massima di 2 m/s. Quale sarà la
11 raddoppio del peso raddoppia
velocità massima per una slitta di 80 kg?
la forza normale, che a sua volta
Assumiamo che la potenza........ A. 2.0 m/s raddoppia la forza di attrito. Questo
prodotta sia la stessa nei due B. 1.5 m/s raddoppierà la forza di traino
casi — questo è implicito nel brano. C. 1.0 m/s ......... nece.ssaria. Utilizzando l'espressione
D. 0.5 m/s per la potenza fornita nel testo,
arriviamo alla conclusione che la
Questa è una domanda sulla 4. Quando un cane traina la slitta a una velocità velocità massima sarà dimezzata.
trasformazione dcH'cnergia. ....... .....> costante, l'energia chimica del cane
Per queste domande pensa alle è convertita in ....................... ■La scelta B è corretta, ma la A e la
variazioni. Quali forme di energia C sono delle trappole potenziali.
A. energia cinetica
stanno cambianddì Sappiamo wSi può essere tentati di scegliere
B. energia termica*-*’ una risposta che includa l'energia
che l'energia termica deve essere C. energia cinetica ed energia termica
considerata perché una parte cinetica. Dopo tutto la slitta si
D. energia cinetica ed energia potenziale sta muovendo!
dell'energia chimica ò convertita
in energia termica nel corpo del cane. Ma non farti sviare. L’energia
cinetica non sta cambiando e l’attrito
5. Un cane traina una slitta per una distanza di
della slitta converte qualsiasi energia
L'aumento della velocità aumenta ...•i 1.0 kni alla velocità di 1 m/s, con un consumo
fornita dal cane in energia termica.
la potenza, come indicato nel testo. di energa pari a 60 000 J. Se il cane traina la slitta
a una velocità di 2 m/s, l'energia necessaria è Il raddoppio della velocità raddoppia
Tuttavia l'energia per trainare
la potenza, ma non cambia la forza
la slitta non è una potenzci, bensì A. 240 000 J che è fissata dall'attrito. La distanza
un lavoro, e noi sappiamo che B. 120 000.1
è la stessa e quindi anche il lavoro
il lavoro c VP= FX\. Questa è una C. 60 000 J <••
compiuto e l’energia richiesta non
domanda sul lavoro e l'energia D. 30 000 J
cambiano. Poiché la velocità
e non sulla potenza.
6. Un cane utilizza 100 000 J di energia metabolica raddoppia, potresti avere la tentazione
Il brano ci dice che il cane ....> mentre sta trainando una slitta. Quanta energia di pensare che anche l'energia
utilizza 4(K) J di energia metabolica deve disperdere ansimando? raddoppi. Questa soluzione
per compiere 1(K) J di lavoro. 3(K) J, apparentemente ovvia, ma errata,
A. 100 000 J
coirispondenti al 75%, devono è una delle scelte possibili.
B. 75 000 J
essere dispersi neirambiente.
C. 50 000 J Il 75% del l’energia deve essere
Possiamo assumere la stessa
D. 25 000 J dispersa neH’ambiente, cioè 75 (K)() J.
efficienza in questa domanda.
FIGURA TEST MCAT 2 Rispondere alle domande relative al testo della FIGURA TEST MCAT 1.
Applicazioni pratiche
A pplicazioni di interesse biologico o m edico sono contrassegnate BIO nella lista qui di seguito, così
com e le esercitazioni per gli esam i di tipo M CAT. Altri problem i di line capitolo di interesse bio­
logico o m edico sono contrassegnati BIO nel capitolo.

Capitolo 1 Capitolo 5 Angolo critico di ribaltamento


Misuratore di profondità 6 BIO Atterraggio delle rane 130, 148 nelle auto 240
Precisione nel salto in lungo 11 Saltare in ascensore 138 Bilanciamento di una lattina 240
Mars Climate Orbiter; errore Astronauti privi di peso 140 BIO Stabilità del corpo umano 241
nellunità di misura 14 Frenata antibloccaggio (ABS) 144 Elasticità di una palla da golf 241
Migrazione delle oche 21 Velocità limite di un BIO Carico di rottura delle ossa 246-
paracadutista 148 247
Capitolo 2 BIO Trazione 153 Allungamento del cavo di un
BIO Cilindri antiurto 40
Distanze di arresto 155-156 ascensore 248
BIO Accelerazione del leone 41
BIO Stare sulle punte dei piedi 255
BIO Lancio del razzo 43-44,48-49 Capitolo 6
BIO II volo del cigno 45 Lancio del martello scozzese 169 Parte I Riepilogo
BIO La lingua del camaleonte 47 Velocità in curva di una vettura Materia oscura 258
Progettazione di una pista di 173-174 BIO Animali atleti 259
decollo 49-50 Alettoni in auto da corsa 173 BIO Forza di resistenza di un
Distanza di frenata 50 Circuito con curve inclinate 173 paramecio 259
BIO II ‘‘pronking” dello springbok BK) Massima velocità di camminata BIO Falco in picchiata 260
53-54 174 Piegare delle travi 260
BIO Ghepardi vs gazzelle 55-56 BIO Q u and o il “sotto” si trova in alto
176 Capitolo 9
Capitolo 3 Pianeti in rapida rotazione 177 BIO Ammortizzazione nei crani
BIO Anatomia del pesce per laffondo degli arieti 264, 270
BIO Centrifughe 178
vs la virata 71 BIO Ottimizzazione del salto delle
BK) Centrifuga umana 178
Progettare pendi! per lo sci di rane 267
BIO Stazioni spaziali rotanti 181
velocità 79 BIO Aculei di un riccio 270
Gravità variabile 183
Ottimizzare il lancio del BIO Propulsione dei calamari 278
BIO Camminando sulla Luna 184
giavellotto 80 Rotazione nel pattinaggio su
A caccia con la fionda 187-188
Dock jumping 84 ghiaccio 283-284
Acrobazie di Hollywood 85-86 Capitolo 7 Uragani 284
BIO I salti delle rane oltre ogni Rotazione di un CD 202 Antincendio aereo 284-285
record 89-90 Movimento in senso orario delle
lancette 202 Capitolo 10
Capitolo 4 Pedalare in bicicletta 208 Energia attorno a noi 296-297
BIO Attacco della tartaruga a collo di
Progettazione del corrimano in Volani per rimmagazzinamento
serpente 100,120
una sedia a rotelle 208 di energia nei voli spaziali 306
Voyager e prima legge di
Far girare un argano 210 Perché le ruote delle bici da
Newton 101
Momento di inerzia di una corsa sono leggere 307
Cinture di sicurezza e prima
mazza da golf 217 BIO Energia immagazzinata nel
legge di Newton 102
Rotolamento vs scivolamento: tendine dAchille 309
BIO Forza propulsiva delle capesante
antichi trasportatori 222 BIO Salto delle locuste 313
108
Rotazione di un giroscopio 223- Caschi protettivi 318-319
Sentire la differenza (inerzia)
224 Corsie di fuga per i camion 321
112 BIO Rilascio del polline nel Cornus
Massa dei piloti di auto da
Canadensis 232
Capitolo 11
corsa 113 BIO Moto dei canguri 330, 361
Proiettili e terza legge di Capitolo 8 Rendimento di una lampadina
Newton 119 BK) Forza muscolare 235 333
Propulsione di un razzo 120 BIO D eterm inazione del centro di BIO Energia del corpo umano in
Ferrovia di montagna 121 gravità di un corpo umano 238 ingresso 334
XX
Applicazioni pratiche XXI

BIO Contenuto calorico dei cibi 335 BIO Misurazione della pressione Punti caldi e freddi in un
BIO Energia del corpo umano in arteriosa 435 microonde 530
uscita 335 BIO Malattie cardiovascolari 438 BIO Risonanza nel canale uditivo 534
BIO Consumo giornaliero di energia BIO Infusione endovenosa 439 Strumenti musicali a fiato 534
dei mammiferi e dei rettili 337 BIO Eloquio e udibilità 535
BIO Energia e locomozione 338
Parte III Riepilogo BIO Vocali e formanti 536
Melassa ottica 340 BIO Leggi di scala delle creature BIO D ica‘ah” 537
Frigoriferi 347 viventi 450 Riduzione attiva del rumore 537
Pompe di calore reversibili 348 BIO Traspirazione 451 Controllare il rumore di scarico
BIO Entropia in un sistema biologico Palloni meteorologici 451 542
353 Palloni con passeggeri 452 BIO Rilevatore di pipistrelli 543
Rendimento di unautomobile Ringhio del cane 544
354
Capitolo 14 Armoniche e armonia 551
BIO Brachiazione del gibbone 456,
Parte II Riepilogo 473 Parte IV Riepilogo
BIO Ritmo cardiaco 457 Isunami 554
Ordine dal caos 364
Metronomo 462 Onde in acque profonde 555
BIO Propulsione dei calamari 365-366
Grattacieli oscillanti 465 BIO Attenuazione degli ultrasuoni 555
Collisioni sul campo da golf 366
Misurare la massa nello spazio 468 Misura della velocità del suono
Capitolo 12 BIO Peso delle molecole di DNA
556
BIO Immagini infrarosse 370,401 - 469-470
403
Capitolo 17
Tempo di collisione di
BIO Piume iridescenti 560, 574
Temperatura nello spazio 374 unautomobile 471 Colori di un DVD 571
Brina su Marte 375 BIO Locomozione animale 473
Rivestimento antiriflettente 575
BIO Danno alla vescica natatoria Assorbitore di urti 474
Colori delle bolle di sapone e
nella pesca 377 Risonanza di marea 476
delle chiazze di petrolio 576
Manometri per pneumatici 378 Bicchieri sonanti 476
Determinare una misura di
BIO Diffusione nei polmoni 379 BIO Udito (risonanza) 477 distanza con il laser 582
Vento di Cbinook 386 Tuffo dal trampolino 478-479
BIO Farfalla Morpho 589
Giunti di dilatazione termica 387 BIO Tendine d’Achille come molla 487
BIO Sopravvivenza della vita BIO Ragnatele e oscillazioni 487 Capitolo 18
acquatica in inverno 389 Binocoli 601
Laghi temperati 390 Capitolo 15 Finestra di Snell 602
BK) Rane che sopravvivono al BIO Ecolocalizzazione 489, 501,519 Fibre ottiche 602
congelamento 391 BIO Sensori per le onde nelle rane 492 BIO Chirurgia artroscopica 603
BK) Mantenersi freschi 393 BIO Sensibilità alle vibrazioni dei BIO Occhi riflettenti (gigantocypris)
610 Piume dei pinguini 400 ragni 493 613
Trasferimento globale di calore 401 Distanza di un fulmine 495 Specchi del supermercato 614-615
BK) Respirare nell’aria fredda 403 BIO Lunghezze d’onda udibili 500 BIO Immagini a fibre ottiche 619-620
Temperatura dell’oceano 412 BIO Immagine a ultrasuoni 501 Miraggi 627
BIO Orecchie della civetta 504
Capitolo 13 BIO Richiamo della balenottera Capitolo 19
Oblò dei sottomarini 418 azzurra 505 BIO Pesce “quattrocchi” 629,633
Zone di alta e bassa pressione su BIO Udito (cellule cigliate) della BK) Occhio del nautilus 630
una carta meteorologica 420 coclea 507 Macchine fotografiche 630-631
Barometri 421 Onde sulla superficie solare 507 BIO Occhio umano 632
BIO Misurazione della pressione Spostamenti verso il rosso in BIO Vedere sott’acqua 633
sanguigna 423 astronomia 510 BIO Miopia e ipermctropia 633
BIO Pressione sanguigna nelle giraffe BIO Rintracciare gli animali selvatici Tecnica della prospettiva forzata
423 con il radar 510 nei film 636
BIO Misurazione del grasso corporeo BIO Misuratore di flusso sanguigno BIO Microscopi 637-639, 647
426 per effetto Doppler 511 Telescopi sopra l’atmosfera 640
Iceberg galleggianti e barche 427 Onde sismiche 512 Arcobaleni 642
Mongolfiere 428 BIO Assorbimento della clorofilla 643
BIO Pressione e flusso sanguigno Capitolo 16 Riparazione del Telescopio
430, 447 Onda stazionaria del ponte di Spaziale Hubble 645
Portanza di un aereo 433 Tacoma 529 BIO Fotografìe ottiche ed
BIO Tane dei cani delle praterie 434 Strumenti musicali a corda 529 elettroniche 647
xxii Applicazioni pratiche

BK) Acuità visiva del gheppio 648 Cucinare hot dog con lelettricità Lettori di carte di credito 848
BK) Punto cieco 650 747 Freno magnetico 851
BIO Correzione chirurgica della vista Monitorare le condizioni delle BIO Stimolazione magnetica
654 linee di potenza 747 transcranica 851
Rottura della lampadina 757 Trasmissioni radio 852
Parte V Riepilogo Fornace solare 854
BK) Microscopio confocale a Capitolo 23 Polarizzatori 855
scansione 657 BK) Anguilla elettrica 759,795 BIO Misura del glucosio nel sangue
BK) Vista del cavallo 658 Luci natalizie 765 tramite polarizzazione 857
BIO Luminosità degli occhi 658-659 Cablaggio dei fari 767 BIO Spostamenti delle api 857
Termistori nei dispositivi di Colori degli oggetti caldi 861
Capitolo 20 misurazione 769 BIO Sensori infrarossi nei serpenti
BK) Elettroforesi in gel 662,684 Luci lampeggianti in una 862
BK) Api raccoglitrici di polline 668 bicicletta 774 Immagini astronomiche 864
BIO Legami idrogeno nel DNA 671 Tergicristalli intermittenti 777 Circuito del satellite incatenato
BIO Separare gli spermatozoi 672 BIO Elettricità nel sistema nervoso 864
Precipitatore elettrostatico 679 777-784 BK) Penetrazione delle onde
BK) Campo elettrico del cuore 681 BIO Natura elettrica delle cellule elettromagnetiche 874
Schermatura elettrostatica 683 nervose 777 Metal detector 874
Parafulmini 683 BK) Interpretare i potenziali elettrici
BK) Elettrolocazione 683 nel cervello 781 Capitolo 26
Tubo a raggi catodici 685-686 Misurazionedellumidità del Trasformatori 879-881
BK) Citometria a flusso 693 suolo 785 Ricaricare gli spazzolini elettrici
BIO Defibrillatori 794 881
Capitolo 21 Linee di trasmissione per
BIO Potenziale elettrico sulla Capitolo 24 lenergia elettrica 882
superficie del cervello 695 BK) Risonanza magnetica 797, 810 Cablaggio domestico 883
Origine dei fulmini 699, 730 BIO Batterio magnetotattico 802 BIO Sicurezza elettrica 885
BK) Potenziale di membrana 700 BIO Magnetocardiogramma 808 Accovacciarsi in caso di fulmini
BK) Acceleratori lineari in medicina Aurora polare 814 887
703 BIO Ciclotroni 815 Circuiti GFCI 887,896
BIO Elettrorecettori degli squali 712 Flussometro elettromagnetico 816 Tappetino dei computer portatili
BIO Elettrocardiogramma 714 Motori elettrici 824 889
Memoria RAM 717 Immagazzinamento di dati nel Rilevatori di auto sotto il manto
Flash fotografico 720 disco rigido 826 stradale 890
BIO Defibrillatori 720 Funzionamento del cono in un Trasmissioni pulite nel computer
Fusione di protoni nel Sole 722 altoparlante 827 891
Selettore di velocità 835 BIO Risonanza magnetica nucleare
Capitolo 22 Potenziali oceanici 836 895
BK) Misurazione della percentuale di Spettrometro di massa 836 BK) Resistenza di una membrana
grasso corporeo 732, 749-750 cellulare 903
BK) Elettricità della torpedine 738 Capitolo 25 Lampadine alogene 904
Filamento di una lampadina 741 BIO Visione dei colori negli animali
Test di potabilità dellacqua 742 838, 863 Parte VI Riepilogo
BIO Tomografia ad impedenza BIO Navigazione dello squalo Effetto serra 906
elettrica 742 martello 841 BIO Prendendo un raggio X 907
Fotoresistori nei sensori Generatori 842 Trasmissione di potenza wireless
crepuscolari 744 Torce elettriche a dinamo 843 908
Indice generale
3.8 Moto in due dimensioni:
PARTEI Forza e moto moto circolare 87
PANORAMICA DEI CONTENUTI PcTché Ic cosc C am b ian o 1 RIEPILOGO 91
DOM ANDE E PROBLEMI 92

C A P IT O L O 4 1 Forze e leggi di Newton


sul moto 100
4.1 Moto e forze 101
4.2 Breve catalogo di forze 104
4.3 Identificazione delle forze 108
4.4 Che cosa fanno le forze? 110
4.5 Seconda legge di Newton 113
4.6 Diagrammi di corpo libero 115
fSSStwKMm Rappresentazione del moto 2 4.7 Terza legge di Newton 117
1.1 Moto: un primo sguardo 3 RIEPILOGO 122
1.2 Posizione e tempo: descrivere DO M AN DE E PROBLEMI 123
la natura con i numeri 5
1.3 Velocità 9 C A P IT O L O 5 1 Applicando le leggi
1.4 Cifre significative, notazione 130
di Newton
scientifica, unità di misura 11
5.1 L’equilibrio 131
1.5 Vettori e moto: un primo sguardo 16
5.2 La seconda legge di Newton
1.6 Dove andremo partendo da qui? 20 132
applicata alla dinamica
RIEPILOGO 22 137
5.3 Massa e peso
D O M AN DE E PROBLEMI 23 140
5.4 Le forze normali
5.5 L ’attrito 142
II moto in una dimensione 29 5.6 Forza di resistenza di un mezzo 147
2.1 Descrizione del moto 30 5.7 Corpi in interazione 149
2.2 Moto uniforme 34 5.8 Corde e carrucole 151
2.3 Velocità istantanea 37 RIEPILOGO 157
2.4 Accelerazione 39 DOM AN DE E PROBLEMI 158
2.5 Moto ad accelerazione costante 43
2.6 Risoluzione dei problemi
sul moto unidimensionale 46
2.7 Caduta libera 51
RIEPILOGO 57
DOM AN DE E PROBLEMI 58

E B h Sm I Vettori e moto in due


dimensioni 66 1 C A P IT O L O 6 Moto circolare,
3.1 Uso dei vettori 67 orbite e gravità 166
3.2 Uso dei vettori nei diagrammi 6.1 Moto circolare uniforme 167
del moto 70 6.2 Dinamiea del moto circolare
3.3 Sistemi di riferimento uniforme 169
e componenti dei vettori 73 6.3 Forze apparenti nel moto circolare 175
3.4 M oto su un piano inclinato 77 6.4 Orbite circolari e assenza di peso 179
3.5 Moti relativi 80 6.5 Legge di gravitazione universale
3.6 M oto in due dimensioni: di Newton 181
moto del proiettile 81 6.6 Gravità e orbite 185
3.7 M oto del proiettile: RIEPILOGO 189
risoluzione dei problemi 84 DOM ANDE E PROBLEMI 190
XXIV Indice generale

Moto rotatorio 9.4 Conservazione della quantità


C A P IT O L O 7 197
7.1 Descrizione del moto circolare di moto 273
e del moto rotatorio 9.5 Urti anelastici 278
198
7.2 La rotazione di un corpo rigido 9.6 La quantità di moto e gli urli
203
7.3 Momento in due dimensioni 279
206
7.4 Momento gravitazionale e 9.7 Il momento angolare 280
centro di gravità RIEPILOGO 286
211
7.5 Dinamica rotazionale e DOM AN DE E PROBLEMI 287
momenti di inerzia 214
7.6 Uso della seconda legge C A P IT O L O 1 0 1 Energia e lavoro 295
di Newton per le rotazioni 218 10.111 modello energetico di base 296
7.7 Moto di rotolamento 221 10.211 lavoro 300
RIEPILOGO 225 10.3Energia cinetica 304
DO M AN DE E PROBLEMI 226 10.4Energia potenziale 307
10.5Energia termica 310
C A P IT O L O 8 Equilibrio ed elasticità 234 10.6Applicazione della legge di
8.1 Momento ed equilibrio statico conservazione dell’energia 312
235
8.2 Stabilità ed equilibrio 10.7 L ’energia negli urti 316
239
8.3 Molle e legge di Hooke 10.8 Potenza 319
241
8.4 Allungamento e compressione RIEPILOGO 322
dei materiali DOM AN DE E PROBLEMI 323
244
RIEPILOGO 249 ,
DO M AN DE E PROBLEMI 250 1C A P IT O L O 1 1 1 L*uso dell’energia 330
PARTE I RIEPILOGO Forza e moto 257 11.1 La trasformazione dell’energia 331
UN PASSO OLTRE La materia oscura e 11.2 L’energia nel corpo umano 334
la struttura dell’universo 258 11.3 Temperatura, energia termica
PARTE I PROBLEMI 259 e calore 339
11.4 11 primo principio della
termodinamica 342
PARTEn Le leggi di conservazione
ae 11.5 Macchine termiche 344
PANORAMICA DEI CONTENUTI Perché alcune cose 11.6 Pompe di calore, frigoriferi e
rimangono immutate condizionatori d’aria 347
nel tempo 263 11.7 L’entropia e il secondo principio
della termodinamica 349
11.8 Sistemi, energia ed entropia 352
RIEPILOGO 355
DOM ANDE E PROBLEMI 356
PARTE II RIEPILOGO Le leggi di conservazione 363
UN PASSO OLTRE L ’ordine dal caos 364
PARTE II PROBLEMI 365

PARTE m Le proprietà della materia


PANORAMICA DEI CONTENUTI Oltre il modello
del punto materiale 369

C A P IT O L O 9 La q uantità di moto 264


9 .1 L’impulso 265
9 .2 La quantità di moto e il teorema
deH’impulso 266
9 .3 Risoluzione dei problemi
su impulso e quantità di moto 270
Indice generale XXV

Le proprietà term iche 1CAPITOLO 1 5 1 Onde viaggianti e suono 489


della m ateria 370 1 5 .1 Il modello delle onde 490
12.1 Il modello atomico della materia 371 1 5 .2 Onde viaggianti 491
1 2 .2 Il modello atomico di 1 5 .3 Descrizione grafica
un gas ideale 373 e matematica delle onde 495
1 2 .3 Le trasformazioni di un gas ideale 380 1 5 .4 Onde sonore e onde luminose 500
1 2 .4 Dilatazione termica 387 1 5 .5 Energia e intensità 502
1 2 .5 Calore specifico e calore latente 389 1 5 .6 L ’intensità sonora percepita 505
1 2 .6 Calorimetria 394 1 5 .7 Effetto Doppler e onde d ’urto 508
1 2 .7 Calore specifico dei gas 396 RIEPILOGO 513
1 2 .8 Trasferimento di calore 398 DOM AN DE E PROBLEMI 514
RIEPILOGO 404
DOM ANDE E PROBLEMI 405 1CAPITOLO 1 6 1 Sovrapposizione
e onde stazionarie 521
'CAPITOLO 1 3 1 Fluidi 414 1 6 .1 Il principio di sovrapposizione 522
13.1 Fluidi e densità 415 1 6 .2 Onde stazionarie 523
1 3 .2 La pressione 416 1 6 .3 Onde stazionarie su una corda 525
1 3 .3 Misura e utilizzo della pressione 420 1 6 .4 Onde sonore stazionarie 530
1 3 .4 Galleggiamento 424 1 6 .5 Eloquio e udibilità 535
1 3 .5 Fluidi in movimento 428 1 6 .6 Interferenza delle onde prodotte
1 3 .6 Dinamica dei fluidi 432 da due sorgenti 537
1 3 .7 La viscosità e l’equazione di 1 6 .7 Battimenti 542
Poiseuille 436 RIEPILOGO 545
RIEPILOGO 441 DO M AN DE E PROBLEMI 546
DOM AN DE E PROBLEMI 442 PARTE IV RIEPILOGO Oscillazioiii e oiide 553
PARTE III RIEPILOGO Proprietà della materia 449 UN PASSO OLTRE Onde nella Terra e
UN PASSO OLTRE Dimensioni e vita 450 nell’oceano 554
PARTE III PROBLEMI 451 PARTE IV PROBLEMI 555

PARTE IV Oscillazioni e onde PARTE V Ottica


PANORAMICA DEI CONTENUTI M otO cllC SÌ rip e te
PANORAMICA DEI CONTENUTI Lil lu C C è Ull’onda 559
p e rio d ic a m e n te 455

CAPITOLO 1 4 Oscillazioni 456


14 .1 Equilibrio e oscillazione 457
1 4 .2 Forze di richiamo lineari e moto
armonico semplice 459 ■ capitolo 1 7 Ottica ondulatoria 560
1 4 .3 Descrizione del moto armonico 1 7 .1 Che cos’è la luce? 561
semplice 461 1 7 .2 L ’interferenza della luce 564
1 4 .4 Energia nel moto armonico 1 7 .3 Il reticolo di diffrazione 568
semplice 466 1 7 .4 Interferenza da film sottile 572
1 4 .5 Il moto del pendolo 471 1 7 .5 Diffrazione da singola fenditura 577
1 4 .6 Oscillazioni smorzate 473 1 7 .6 Diffrazione da un’apertura
1 4 .7 Oscillazioni forzate e risonanza 175 circolare 580
RIEPILOGO 480 RIEPILOGO 583
DO M AN DE E PROBLEMI 481 DO M AN DE E PROBLEMI 584
XXvi Indice generale

CAPITOLO 1 8 Ottica geometrica 591 21.3 11 potenziale elettrico e la


18.1 Il modello del raggio conservazione dell’energia 701
21.4 Calcolo del potenziale elettrico 704
luminoso 592
18.2 21.5 Connessione tra potenziale
La rillessione 595
18.3 La rifrazione 598 e campo elettrico 711
18.4 Formazione deH’immagine 21.6 L ’elettrocardiogramma 714
21.7 Capacità e condensatori 715
per rifrazione 603
18.5 Lenti sottili: il ray tracing 604 21.8 Energia e condensatori 719
18.6 Formazione delFimmagine RIEPILOGO 723
con specchi sferici 611 DO M AN DE E PROBLEMI 724
18.7 L’equazione delle lenti sottili 615
RIEPILOGO 621
D O M AN DE E PROBLEMI 622

CAPITOLO 1 9 Strum enti ottici 629


19.1 La macchina fotografica 630
19.2 L ’occhio umano 632
19.3 La lente d’ingrandimento 635
19.4 Il microscopio 637
19.5 11 telescopio 639
19.6 Colori e dispersione 641
19.7 Risoluzione degli strumenti
ottici 643
RIEPILOGO 649
D O M AN DE E PROBLEMI 650
PARTE V RIEPILOGO Ottica 656
UN PASSO OLTRE Microscopio confocale
a scansione 657
PARTE V PROBLEMI 658 1 1
1CAPITOLO 22 1 Correnti e resistenze 732
22.1 Un modello della corrente 733
22.2 Definizione e descrizione
della corrente 735
Elettricità e magnetismo 22.3 Batterie e fem 737
22.4 Collegamento tra potenziale
PANORAMICA DEI CONTENUTI Cariche, correnti e corrente 739
e campi 661 22.5 La legge di Ohm e i circuiti
con resistori 743
Campi elettrici e forze 662 22.6 Energia e potenza 746
20.1 Cariche e forze 663 RIEPILOGO 751
20.2 Cariche, atomi e molecole 669 DO M AN DE E PROBLEMI 752
20.3 La legge di Coulomb 671
20.4 II concetto di campo elettrico 675 1CAPITOLO 23 1Circuiti 759
20.5 Le applicazioni del campo 23.1 Elementi e schema di
elettrico 678 un circuito 760
20.6 Conduttori e campi elettrici 682 23.2 Le leggi di Kirchhoff 761
20.7 Forze e momenti nei campi 23.3 Circuiti in serie e in parallelo 764
elettrici 684 23.4 Misure di tensione e di corrente 768
RIEPILOGO 687 23.5 Circuiti più complessi 769
D O M AN DE E PROBLEMI 688 23.6 Condensatori in parallelo
e in serie 772
II potenziale elettrico 695 23.7 Circuiti R C 774
21.1 L’energia potenziale elettrica 23.8 Elettricità nel sistema nervoso 777
e il potenziale elettrico 696 RIEPILOGO 786
21.2 Sorgenti di potenziale elettrico 698 DO M AN DE E PROBLEMI 787
Indice generale xxvii

Campi m agnetici 25.7 Lo spettro elettromagnetico 859


e forze m agnetiche 797 RIEPILOGO 866
24.1 Magnetismo 798
DO M AN DE E PROBLEMI 867
24.2 II campo magnetico 799 CAPITOLO 26 Elettricità con
24.3 Anche le correnti elettriche
producono campi magnetici 803
corrente alternata 876
26.1 Corrente alternata 877
24.4 Calcolo del campo magnetico
26.2 Elettricità in A C e trasformatori 879
prodotto da una corrente 806
26.3 Elettricità domestica 883
24.5 1campi magnetici esercitano
26.4 Effetti biologici e sicurezza
forze sulle cariche in movimento 811
elettrica 885
24.6 I campi magnetici esercitano
26.5 Circuiti con condensatori 888
forze sulle correnti 817
26.6 Induttori e circuiti a induzione 890
24.7 I campi magnetici esercitano
26.7 Circuiti oscillanti 893
dei momenti sui dipoli 821
RIEPILOGO 898
24.8 I magneti e i materiali magnetici 824
DOM ANDE E PROBLEMI 899
RIEPILOGO 828
PARTE VI RIEPILOGO Elettricità e magnetismo 905
DOM ANDE E PROBLEMI 829
UN PASSO OLTRE L ’effetto serra e
il riscaldamento globale 906
Induzione m agnetica PARTE VI PROBLEMI 907
e onde elettrom agnetiche 838
25.1 Correnti indotte 839
Appendice A Riassunto di matematica A-1
25.2 Fem di movimento 840
Appendice B Tavola periodica degli elementi A-3
25.3 II flusso magnetico 843
25.4 I .a legge di Faraday 848 Appendice C Dati nucleari e atomici A-4

25.5 Le onde elettromagnetiche 851 Risposte A-7


25.6 II modello a fotoni delle onde Fonti delle figure C-1
elettromagnetiche 858 Indice analitico I-l
Forza
e moto

•v
t ^ - '
^
*
*■
A
> ** - % -•
h ;,
<
p

Il ghepardo è ranimale terrestre più veloce, In grado di raggiungere velocità superiori a 90 km/h. Eppure
il coniglio inseguito può cambiare il suo moto più rapidamente e riuscire a fuggire. Da cosa si può capire,
guardando l'immagine, che il ghepardo sta cambiando il suo moto?
PANORAMICA DEI CONTENUTI

Perché le cose cambiano


Ciascuna delle sei parti di questo testo si apre con una panoramica che fornisce
un’anteprima, un’idea di dove ci porterà il nostro viaggio nei prossimi capitoli.
NeH’affrontare i singoli capitoli, potremmo infatti rischiare di perdere di vista il qua­
dro d’insieme. Nel primo capitolo possiamo riassumere il quadro d’insieme con una
parola: cambiamento.
Dalla semplice osservazione del mondo che ci circonda possiamo constatare che
la maggior parte delle cose cambia. Alcuni cambiamenti, come l’invecchiamento,
sono biologici; altri, come lo scioglimento dello zucchero nel caffè, sono chimici.
Esamineremo cambiamenti che comprendono il moto in diverse sue forme: correre,
saltare, lanciare una palla, sollevare dei pesi.
Ci .sono due domande importanti a cui dobbiamo rispondere per studiare come
cambiano le cose muovendosi.
■ Come descriviamo il moto? Come dobbiamo misurare o caratterizzare il moto se
vogliamo analizzarlo matematicamente?
■ Come spieghiamo il moto? Perché i corpi hanno un particolare moto? Perché,
quando si lancia una palla verso l’alto, questa sale e poi riscende anziché conti­
nuare a salire? Quali .sono le “leggi della natura’’ che ci consentono di prevedere
il moto di un corpo?
Due concetti chiave che ci aiuteranno a rispondere a queste domande sono h\ forza
(la “causa”) e Vaccelerazione (l’“effetto”). 1 nostri strumenti fondamentali saranno
tre leggi del moto elaborate da Isaac Newton. Le leggi di Newton mettono in relazio­
ne la forza con l’accelerazione. Utilizzeremo queste leggi per spiegare e analizzare
un’ampia gamma di problemi. Imparando a risolvere i problemi sul moto, apprende­
remo delle tecniche di ba.se che potremo applicare nelle diverse parti di questo testo.

Modelli di sem plificazione


La realtà è estremamente complicata. Non saremmo mai in grado di sviluppare una
scienza se dovessimo tenere conto di tutti i dettagli di ogni singola situazione. Sup­
poniamo di analizzare il lancio di una palla. È necessario considerare il modo in cui
gli atomi della palla sono connessi? Dobbiamo analizzare ciò che abbiamo mangiato
a colazione e la biochimica di come gli alimenti vengono trasformati in energia per i
mu.scoli usati per il lancio? Queste domande sono certamente interessanti, ma il no­
stro compito è quello di capire il moto della palla, pertanto dobbiamo semplificare!
Possiamo effettuare un’analisi sufficientemente dettagliata se trattiamo la palla
come un corpo solido sferico e la mano come un altro corpo solido che esercita una
forza sulla palla. Questo è un modello della situazione. Così come un modellino di
aeroplano è una versione semplificata di un aeroplano reale, un modello è una de­
scrizione semplificata della realtà e viene utilizzato per ridurre la complessità di un
problema fino al punto in cui questo può essere analizzato e compreso.
La costruzione di modelli è una parte fondamentale della strategia che sviluppe­
remo per la risoluzione dei problemi in tutte le parti del testo. Avremo modo di in­
contrare diversi tipi di modelli nelle varie parti del libro. Dedicheremo un’attenzione
particolare a quando e perché si debbano introdurre delle semplificazioni. Imparare
come semplificare una situazione è essenziale per costruire modelli che funzionino e
per arrivare ad una corretta risoluzione dei problemi.
Rappresentazione
del moto

, >

M an m ano che
questo falco volteggia
armoniosamente
neH'aria, la direzione del
suo m oto e la distanza
fra ciascuna delle sue
posizioni e la posizione
successiva cambiano
costantemente. Quale
linguaggio dovrem m o
usare per descrivere
questo m oto?
ANTEPRIMA *►
Obiettivo: introdurre i concetti fondamentali del moto e passare in rassegna i relativi principi matematici di base.
Anteprima capitolo Descrizione del moto Numeri e unità
Ogni capitolo inizia con un’anteprima Questa serie di immagini di uno sciatore Le descrizioni quantitative comportano
che delinea i temi principali trattati e ciò mostrano chiaramente il suo moto. Tali dei numeri e i numeri richiedono delle
che impareremo su ciascun tema. illustrazioni visive sono una buona base unità di misura. Questo tachimetro indica
di partenza per la descrizione del moto. la velocità in miglia/h e in km/h.

fz :
Ciascuna anteprima fornisce anche un In questo capitolo impareremo a Impareremo a conoscere le unità utilizzate
flashback di un argomento importante disegnare i diagrammi del moto che nelle discipline scientifiche e impareremo
studiato in precedenza, con una domanda forniscono una visione semplificata del ad effettuare le conversioni fra le diverse
per aiutare a rinfrescare la memoria. moto di un corpo. unità di misura.

FLASHBACK
Trigonometria PAU SA DI R IF L E SSIO N E
Nei corsi di matematica, abbiamo appreso
le relazioni fra i lati e gli angoli dei Qual è la lunghezza
triangoli. deir ipotenusa di questo
triangolo?
6cm
A. 6 cm B. 8cm
In questo corso utilizzeremo queste C. 10 cm D. 12cm
relazioni per analizzare il moto e altri E. 14 cm
problemi. 8 cm
1.1 Moto: un primo sguardo

1.1 Moto: un primo sguardo


Il concetto di moto è un tema che ricorrerà in una forma o in un’altra nell’arco
dell’intero testo. Abbiamo un’intuizione ben sviluppata del moto, basata sulle
nostre esperienze, ma vedremo che alcuni degli aspetti più importanti del moto
possono essere piuttosto sottili. Dobbiamo sviluppare alcuni strumenti che ci
aiutino a spiegiire e a capire il moto, piuttosto che affrontare subito un gran
numero di calcoli matematici. Questo primo capitolo si sofferma sulla visualiz­
zazione del moto e sui concetti necessari per descrivere un corpo in movimento.
Una differenza fondamentale fra la fisica e le altre scienze è il modo in cui i
problemi vengono definiti e risolti. Utilizzeremo spesso un processo in due fasi
per risolvere i problemi del moto. La prima fase è quella di sviluppare una rap­
presentazione semplificata del moto, in modo tale che si evidenzino gli elementi
fondamentali. Ad esempio, la foto del falco all’inizio del capitolo ci permette di
osservare la sua posizione in diversi istanti successivi. E proprio osservando
questo genere di immagini del moto che inizieremo a studiare questo argomento.
La seconda fase consiste nell’analizzare il moto con il linguaggio della matema­
tica. Il processo di assegnazione dei numeri alla natura è spesso l’aspetto più
impegnativo dei problemi da risolvere. In questo capitolo, esploreremo le fasi di
questo processo quando introdurremo i concetti fondamentali del moto.

Tipi di moto
Come punto di partenza, definiamo il moto come il cambiamento della posi­
zione o dell’orientamento di un corpo nel corso del tempo. Gli esempi di moto
sono numerosi. Biciclette, palle da baseball, automobili, aerei e razzi sono
corpi che si muovono. II percorso lungo il quale un corpo si muove, che può
essere una linea retta o curva, viene chiamato traiettoria.

FIGURA 1.1 Quattro tipi fondamentali di moto.

Moto in linea retta Moto circolare

Moto (li un grave Moto rotazionale

La FIGURA 1.1 illustra quattro tipi fondamentali di moto che studieremo in


questo testo. In questo capitolo, inizieremo con il primo tipo di moto nella
figura, il moto lungo una linea retta. Nei capitoli successivi, conosceremo il
moto circolare, cioè il moto di un corpo lungo un percorso circolare; il moto di
un grave, cioè il moto di un corpo causato dalla sola forza di gravità; il moto
rotazionale, ossia la rotazione di un corpo intorno ad un asse.

Creare un diagramma del moto


Un modo facile per studiare il moto è quello di registrare un video di un corpo
in movimento con una telecamera fissa. Una telecamera registra le immagini a
CAPITOLO 1 Rappresentazione del moto

FIGURA 1.2 Diversi fotogrammi del una velocità costante, tipicamente 30 immagini al secondo. Ogni singola
video di un'automobile. immagine presa separatamente si chìuma fotogramma. Ad esempio la f i g u r a
1.2 illustra diversi fotogrammi del video di un’automobile che passa davanti ad

T una telecamera fissa. Non è sorprendente che fautomobile sia in una posizione
diversa in ogni fotogramma.
Supponiamo di elaborare il video sovrapponendo i fotogrammi e guardiamo
il risultato finale. Otteniamo fimmagine nella f ig u r a i .3. Questa immagine
composita, che mostra le posizioni di un corpo in diversi istanti di tempo equi­
distanti, si chiama diagram m a del moto. Per quanto possano sembrare sem­
plici, i diagrammi del moto si rivelano strumenti potenti per fanalisi del moto.
Ora usciamo nel mondo con la nostra telecamera e realizziamo alcuni dia­
grammi del moto. La seguente tabella illustra come un diagramma del moto
mostri importanti caratteristiche di diversi tipi di moto.

Esempi di diagrammi del moto


Immagini equidistanti indicano un
corpo che si muove a velocità costante.
FIGURA 1.3 Un diagramma del
moto dell'automobile mostra tutti i
fotogrammi simultaneamente. Uno skateboarder che si muove sul
marciapiede.

Una distanza crescente fra le immagini


mostra che il corpo sta accelerando.
Fra ogni immagine c la successiva
trascorre lo stesso intervallo di tempo. Una velocista alla partenza dei 100
metri piani.
Una distanza decrescente fra le
immagini mostra che il corpo sta
triofirSoi*
decelerando.
Un’automobile che si ferma al semaforo.
Un diagramma del moto più complesso
4 mostra i cambiamenti di velocità e di
direzione.

Un tiro libero a canestro.

Abbiamo definito diversi concetti (velocità costante, accelerazione e dece­


lerazione) riguardanti i corpi in movimento che appaiono in un diagramma del
moto. Queste sono le definizioni operative, nelle quali i concetti sono definiti
in base a una particolare operazione o procedura. Ad esempio, potremmo
rispondere alla domanda “L’aereo sta accelerando?’’ controllando se la distanza
fra le immagini nel diagramma del moto dell’aereo sta aumentando. Molti con­
cetti in fisica saranno presentati sotto forma di definizioni operative. Questo ci
ricorda che la fisica è una scienza sperimentale.

PAU SA DI r i f l e s s i o n e 1.1 Quale automobile sta andando più veloce, A o B? Supponiamo che ci siano
intervalli di tempo uguali fra i fotogrammi di entrambi i video.

Automobile A Automobile B

►Ciascun capitolo in questo testo ha alcune .sezioni intitolate Pausa


di rifle.ssione contenenti delle domande. Queste domande hanno la finalità
di verificare se abbiamo compreso le idee basilari che sono appena state
presentate. Le risposte vengono fornite alla fine del capitolo, ma dobbiamo
sforzarci seriamente di rispondere alle domande prima di andare a leggere
le soluzioni. <
1.1 Moto: un primo sguardo

Il m odello del punto materiale FIGURA 1.4 Semplificazione del


diagramma del moto utifizzando il
Per molti corpi, il moto del corpo nel suo insieme non è influenzato dai det­ modello del punto materiale.
tagli delle loro dimensioni e della loro forma. Per descrivere il moto del
(a) Diagramma del moto di un'automobile
corpo, ciò di cui dobbiamo realmente tenere traccia è il moto di un singolo in frenata.
punto: possiamo avere un’idea guardando il moto di un punto disegnato sul
lato del corpo.
Infatti, per le finalità di analisi del moto, po.ssiamo spesso considerare il
corpo come se fosse un singolo punto. Possiamo inoltre trattare il corpo come (b) Stesso diagramma del moto utilizzando il
se tutta la sua massa fos.se concentrata in questo singolo punto. Un corpo che modello del punto materiale
può essere rappresentato come una massa in un singolo punto dello spazio è It ;» ogni immagine e la successiva
IrascoiTc lo stesso intervallo di tempo.
chiamato punto materiale.
Se trattiamo un corpo come un punto materiale, possiamo rappresentare il
corpo in ciascun fotogramma del moto come un semplice punto. La f ig u r a i .4 0. L
mostra quanto appaiano più .semplici i diagrammi del moto quando il corpo
I numeri indicano Un singolo punto è
viene rappresentato come una punto materiale. 1 punti sono stati numera­ roriliiie ilei iitili//alo per
ti 0, 1, 2, ... per indicare l’ordine nella .sequenza dei fotogrammi. Questi dia­ fotogrammi. rappresentare il corpo.
grammi continuano a trasmettere una comprensione completa del moto del corpo.
Trattare un corpo come un punto materiale è ovviamente una semplifica­
zione. Questa semplificazione viene chiamata modello. I modelli ci permet­
tono di focalizzarci sugli aspetti importanti di un fenomeno escludendo quelli
che rivestono un ruolo .secondario. Il modello del punto materiale è una
semplificazione con cui trattiamo un oggetto che si muove come se tutta la sua
massa fosse concentrata in un singolo punto. Utilizzando il modello del punto
materiale possiamo vedere connessioni importanti che potrebbero sfuggirci .se
esaminassimo un corpo reale esteso prendendo in considerazione tutte le sue
parti. Consideriamo il moto dei due corpi illustrati nella f i g u r a i .5 . Que.sti due
corpi molto diversi fra loro hanno esattamente lo stesso diagramma del moto. FIGURA 1.5 II m odello del punto
Come vedremo, i corpi che cadono per effetto della forza di gravità si muo­ materiale per due corpi in caduta.

vono esattamente nello stesso modo, .se su di loro non agisce nessun’altra
forza. La semplificazione del modello del punto materiale ha rivelato qualcosa
sulla fisica alla ba.se di entrambe queste situazioni. •<)

PAUSA DI R IF L E SSIO N E 1.2 Qui accan­ A. ( ) • B. 0# C. 0•


to sono illustrati tre diagrammi del moto. 1• • I
1• lltili/zando il
Quale si riferi.sce ad una particella di polve­ 2#
modello del punto .........
re che si deposita a velocità costante sul pa­ 1•
2# materiale, vediamo
3•
vimento, quale ad una palla lasciata cadere che un sasso che cade
e un tullat(>re hanno
dal tetto di un edificio e quale ad un razzo 3# 2•
4# esattamente lo stesso • 2
che sta rallentando per atterrare dolcemente diagramma del moto.
3•
su Marte? 4«
4•
5« 5# 5•

1.2 Posizione e tempo: descrivere la *3


natura con i numeri
Per sviluppare ulteriormente la nostra comprensione del moto, dobbiamo
essere in grado di effettuare misure quantitative: dobbiamo usare i numeri.
Quando analizziamo un diagramma del moto, è utile sapere dove si trova il
corpo (la sua posizione) e quando il corpo si trova in quella posizione (il
tempo). Inizieremo a considerare il moto di un corpo che può spostarsi solo
lungo una linea retta. Esempi di questo moto unidimensionale sono un cicli­
sta che si muove lungo una strada, un treno che si muove lungo binari diritti e
un ascensore che sale o scende. f ig u r a 1.6 Descrizione della posizione.
Origine (ufficio postale)
Posizione e sistem a di riferimento Direzione \ La nostra posizione
Supponiamo di guidare lungo un rettilineo, come illustrato nella f ig u r a 1.6 , e che o-
un nostro amico ci chiami e ci chieda dove ci troviamo. Potremmo rispondere che ----H
siamo a 4 km dall’ufficio postale e il nostro amico saprebbe dove ci troviamo. 4 km
CAPITOLO 1 Rappresentazione del moto

Definiamo la nostra ubicazione in un particolare istante di tempo (quando il


nostro amico ha chiamato) come la nostra posizione. Notiamo che per cono.scere
la nostra posizione lungo la strada, il nostro amico aveva bisogno di ue informa­
zioni. In primo luogo è stato neces.Sttrio indicargli un punto di riferimento (Fufficio
postale) a partire dal quale vengono misurate le Vcirie distanze. Definiamo questo
punto di riferimento fisso come Torigine. In secondo luogo il nostro amico doveva
sapere a quale distanza ci trovavamo rispetto al punto di riferimento d'origine, in
questo caso 4 km. Infine, il nostro amico aveva bisogno di sapere su quale lato
rispetto al l’origine ci trovavamo: potevamo troviirci a 4 km verso ovest o a 4 km
Quest'asta verticale graduata misura verso est.
l'altezza della neve che si deposita sul Ci serviranno queste stesse tre informazioni per specificare la posizione di
terreno. Ha la sua origine naturale al un qualsiasi corpo lungo una retta. Dobbiamo innanzitutto scegliere Torigine a
livello della strada.
partire dalla quale misureremo la posizione del corpo. La posizione deH'ori-
gine è arbitraria e siamo liberi di collocarla dove vogliamo. Solitamente, tutta­
via, vi sono alcuni punti (come appunto Tufficio postale) che risultano essere
scelte più opportune di altre.
Per specificare quanto dista il corpo dalPorigine, tracciamo un asse imma­
ginario lungo la linea del moto del corpo. Come un righello, questo asse è
diviso in porzioni di spazio uguali in base ad una scala di misura (pollici, metri,
miglia, in base al problema da trattare). Collochiamo il segno zero di questo
righello nelPorigine, ossia il punto che ci permette di localizzare la posizione
del corpo leggendo il numero corrispondente sulla scala di misura.
Infine, dobbiamo essere in grado di specificare su quale lato rispetto aH’ori-
gine si trova il corpo. Per fare questo, immaginiamo Passe che si estende da un
lato delPorigine con una scala di misurazione positiva, mentre si estende sul
lato oppo.sto con una scala di numeri negativi. Indicando la posizione come un
numero positivo o come un numero negativo, sappiamo su quale lato si trova
il corpo rispetto alPorigine.
Questi elementi, un’origine e un asse assediato a una scala positiva e una scala
negativa in direzioni opposte, possono essere utilizzati per legalizzare senza ambi­
guità la posizione di un corpo. Questo è un sistema di riferimento o sistema di
coordinate. Utilizzeremo i sistemi di riferimento nell’arco di tutto il testo e svilup­
peremo presto sistemi di riferimento che possono essere usati per descrivere le
FIGURA 1.7 Sistema di riferimento posizioni di corpi che si muovono in modi più complessi rispetto al moto lungo una
utilizzato per descrivere i corpi lungo retta. La figura 1.7 mostra un sistema di riferimento che può essere utilizzato per
una strada. localizztire diversi corpi lungo la strada di cui abbiamo parlato precedentemente.
L’utficio poslalc rappresenta lo Sebbene il nostro sistema di riferimento funzioni bene per descrivere le
/ero, o l ori^ine. del sistema di
coordinate.
posizioni di oggetti localizzati lungo Passe, la nostra notazione è in qualche
modo poco elegante. Siamo in qualche modo costretti a dire frasi come “l’au­
tomobile è nella posizione 4-4 km”. Una migliore notazione, che diventerà par­
-6 /5 -4 -3 -2 -1 0 I 2 3 /4 5 km ticolarmente importante quando studieremo il moto in due dimensioni, è quella
di utilizzare un simbolo jc o y per rappresentare la posizione lungo Passe.
La mucca si trova La tua auto si trova
nella posizione 5 km. nella posizione i4 km.
Quindi possiamo dire “la mucca è a .x = -5 km.” Il simbolo che rappresenta una
posizione lungo un asse è chiamato coordinata. L’introduzione di simboli per
rappresentare posizioni (e, più tardi, velocità e accelerazioni) ci permette inol­
tre di lavorare con queste quantità da un punto di vista matematico.
FIGURA 1.9 Esempi di moto La FIGURA 1.8 mostra come potremmo impostare un sistema di riferimento
unidimensionale. per un velocista che corre i 50 metri piani (utilizziamo il simbolo standard “m”
Per il moto verticale, per metri). Per un moto orizzontale come questo utilizziamo solitamente la
useremo la coordinata v. coordinata A' per rappresentare la posizione.
I valori pcìsitivi di y si FIGURA 1.8 Un sistema di riferimento per una corsa di 50 metri piani.
y (m ) estendono verso l'alto.
8- Questo è il simbolo, o coordinata, utilizzato
I\ t il moto lun»io jx.*r rappresentare le posizioni lungo l'asse.
7- un pendio diritto,
6- useremo la L'inizio della Partenza Arrivo v
/ Le unità in
5- coortlinata .v. corsa è una scelta t - T.v(m) cui X è misurata
4- naturale per Lorigine. 0 10 20 30 40 50 vanno indicate qui.
3-
2- V(m)
I-
Il moto lungo un rettilineo non è nece.ssariamente orizzontale. Come
0 T -- I valori positivi di si mostrato nella f ig u r a 1 .9 , un sasso che cade verticalmente e uno sciatore che
estendono verso destra.
scende lungo un pendio sono e.sempi di moto rettilineo o unidimensionale.
1.2 Posizione e tempo: descrivere la natura con i numeri

Tempo
Le immagini nella Figura 1.9 mostrano la posizione di un corpo in un istante
preciso di tempo. Un diagramma completo del moto rappresenta come un corpo
si muove man mano che il tempo scorre. Finora, abbiamo etichettato i punti in un
diagramma del moto con i numeri 0, 1,2,... per indicare la successione temporale
dei fotogrammi. Per descrivere bene il moto, dobbiamo indicare il tempo, misu­
rato tramite un orologio o un cronometro, in cui ciascun fotogramma di un video
è stato registrato. Questo è impoilante, come possiamo vedere dal diagramma del
moto di un’automobile nella f ig u r a i .io . Se i fotogrammi sono stati catturati ad FIGURA 1.10 Si tratta di un arresto
intervalli di I secondo, questo diagramma del moto mostra un arresto graduale; graduale o di una brusca frenata?
se l’intervallo è di I/IO di secondo allora rappresenta una brusca frenata. • • • • ••
0 1 2 3 4 5
Per un diagramma del moto completo, abbiamo quindi bisogno di attribuire
a ciascun fotogramma il tempo corrispondente (simbolo t). Ma quando dob­
biamo avviare il cronometro? Quale fotogramma dovrebbe essere etichettato
con / = 0? Questa scelta è analoga alla scelta deH’origine a*= 0 di un sistema di
FIGURA 1.11 II diagramma del moto di
un'automobile che viaggia a velocità
riferimento: possiamo scegliere arbitrariamente un qualsiasi punto del moto ed costante e che frena per fermarsi ad uno
etichettarlo “/ = 0 secondi.” Questo è semplicemente ristante in cui decidiamo stop.
di avviare il nostro cronometro ed è Torigine della nostra coordinata temporale. Se siamo inicrcssali alTinicro molo
Un fotogramma etichettato con ‘7 = 4 secondi” è stato registrato 4 secondi dopo dell’auioinobile. assegniamo a qiicslo
piinio il tempo r = 0 s.
l’avvio del cronometro. Tipicamente scegliamo r= 0 per rappresentare l’“inizio”
/ = 0s Is 2s 3s 4s 5s 6s7 s8 s
di un problema, ma il corpo può essersi mosso prima di questo istante. • • • • • • • • •
A titolo di esempio, la f i g u r a i .i i mostra il diagramma del moto di un’au­ /
La macchina inizia a frenare a questo istante
tomobile che viaggia a velocità costante e che successivamente frena per fer­
\
marsi ad uno stop. Sono illustrate due scelte possibili per il fotogramma / = ()s 1 s 2 s 3 s 4 s
• • • • • • • • •
definito come t = 0 secondi; la nostra scelta dipende da quale parte del moto ci «
interessa. Ciascuna posizione successiva dell’automobile viene poi contrasse­ Se siamo interessali solo alla parte della frenala
gnata con la lettura del cronometro in secondi (abbreviati con il simbolo “s”). del molo, assegniamo a questo punto / = 0 s.

Cambiamenti di posizione e spostam ento


Ora clic abbiamo visto come misurare posizione e tempo, torniamo al pro­ FIGURA 1.12 Sam effettua uno
spostamento A.v dalla posizione .v. alla
blema del moto. Per descrivere il moto dovremo misurare i cam biam enti di posizione .v^.
posizione che si verificano nel tempo. Consideriamo quanto segue:
Sani si trova fermo a 50 m a est daH’angolo fra la 12a Strada e Vine Street.
Ad un certo istante inizia a camminare verso un secondo punto a 150 ni a est
di Vine Street. Qual è il cambio di posizione di Sani?
La FIGURA 1.12 mostra il moto di Sani su una mappa. Abbiamo posizionato un
sistema di coordinate sulla mappa, utilizzando la coordinata .v. Siamo liberi di
scegliere Torigine del nostro sistema di coordinate dove vogliamo, pertanto l’ab-
bianio posizionata all’intersezione tra le due vie. La posizione iniziale di Sani è
a .V. = 50 ni. Il valore positivo per .v. ci dice che Sani si trova a est dell’origine.
CEIZ3 ►Indicheremo valori speciali di x o v con degli indici. Il valore all’i­
nizio di un problema è solitamente indicato con un indice “i,” per iniziale, e il
valore alla fine è indicato con “f,” per finale. Per i casi in cui dobbiamo indica­
re parecchi valori speciali, useremo solitamente gli indici “ 1,” “2,” e così via. <
Possiamo vedere che Sani ha cambiato posizione e un cam biam ento di posi­
zione si chiama spostamento. Il suo spostamento è la distanza indicata con A.v
nella Figura 1.12. La lettera greca delta (A) è utilizzata in matematica e nelle
materie scientifiche per indicare la differenza tra due valori di una stessa gran­
dezza. Quindi zAv misura di quanto è cambiata la posizione .v, cioè lo spostamento.
EEIH ►A.\ è un simbolo non scom ponibile che rappresenta un’unica quan­ L'ampiezza e la direzione dello
tità. Non possiamo cancellare o rimuovere A nelle operazioni algebriche. < spostamento sono entrambi importanti.
Per andare da 50 m a 150 m, Sani ha dovuto camminare per 100 m, pertanto
Roy Riegels (inseguito dal compagno
di squadra Benny Lom) lo sperimentò
il cambiamento della sua posizione - il suo spostamento - è stato di 100 ni. in modo drammatico nel Rose Bowl
Possiamo pensare a questo spostamento anche in modo più generale. Lo spo­ del 1928 quando dopo aver recuperato
stamento è la differenza fra una posizione finale .v^e una posizione iniziale x. una palla corse 63 metri verso la meta
Quindi possiamo scrivere della propria squadra. Una distanza
impressionante, ma nella direzione
A.V = —X. = 150 ni —50 ni = 100 ni sbagliata!
CAPITOLO 1 Rappresentazione del moto

FIGURA 1.13 Lo spostamento può essere EESB ►Un principio generale, utilizzato in questo testo, è che il cambia­
positivo o negativo. Qui A.v è un numero mento in qualsiasi quantità è il valore finale della quantità meno il suo va­
negativo.
lore iniziale. <
l^na posizione finale a sinistra della posizione
iniziale produce uno spostamento negativo. Lo spostamento può essere positivo o negativo. Se, come indicato nella
FIGURA 1.13, la posizione finale di Sam fosse stata alforigine anziché a
150 m, il suo spostamento sarebbe stato
A.V= Xf —XI = 0 m —50 rn = -5 0 m
Aa
l2aSirada Il segno negativo ci dice che si è spostato verso sinistra lungo Tasse x, oppure
■x( m) 50 m verso ovest.
50 lOO 150

Cambiamento di tem po
Uno spostamento è un cambiamento di posizione. Per quantificare il moto,
dobbiamo considerare anche i cambiamenti di tempo, che chiameremo inter­
valli di tem po. Abbiamo visto che possiamo associare a ciascun fotogramma
del diagramma del moto un tempo specifico misurato dal nostro cronometro.
La FIGURA 1.14 mostra il diagramma del moto di una bicicletta che si muove a
FIGURA 1.14 II diagramma del moto di
una bicicletta che si muove verso destra velocità costante, con indicati i tempi dei punti misurati.
a velocità costante. Lo spostamento tra la posizione iniziale x. e la posizione finale x^. è
Os 1s 2s .3s 4s 5s 6s A.V = X f — X I= 60 m —0 m = 60 m

— T— x(m) Analogamente definiamo Tintervallo di tempo tra questi due punti come
0 10 20 30 40 50 60
\ / A/ = /f —r.=
I
6 s —0 s = 6 s
Posizione iniziale Aj Posizione finale JCf
Un intervallo di tempo At misura il tempo trascorso mentre un corpo si
muove da una posizione iniziale x. al tempo f a una posizione finale x^ al
tempo Notiamo che, a differenza di Ax, A/ è sempre positivo perché t^ è
sempre maggiore di t..

M isu ria m o la distanza percorsa


Carol percorre in bicicletta una strada che passa davanti ad una naturale del sistema di riferimento. Una volta definito il sistema
torre d ’acqua. Defini.sci un sistema di riferimento in modo che di coordinate, possiamo mostrare le posizioni iniziale e finale
le X crescenti indichino lo spostamento verso est. A mezzo­ di Carol e il suo spostamento fra i due punti.
giorno, Carol si trova a 3 km a est della torre d’acqua. Quindici S O L U Z IO N E Abbiamo specificato i valori delle posizioni ini­
minuti più tardi, si trova a 2 km a ovest della torre d’acqua. ziale e finale di Carol nel nostro disegno. Possiamo quindi cal­
Qual è il suo spostamento durante questo intervallo di tempo? colare il suo spostamento:
P R E P A R A Z IO N E Sebbene si tratti di un problema molto sem­
Aa‘ = x^ —Xj = (-2 km) —(3 km) = —5 km
plice, dobbiamo iniziare facendo un disegno come quello nella
FIGURA 1.15, con Tasse x lungo la strada. Le distanze sono V E R IF IC A Una volta che abbiamo completato la soluzione al
misurate rispetto alla torre d ’acqua, quindi abbiamo un’origine problema, dobbiamo verificare se la risposta ottenuta è sensata.
FIGURA 1.15 Un disegno del moto di Carol. Carol si sta muovendo verso ovest, quindi ci aspettiamo che il suo
spostamento sia negativo, e infatti lo è. Possiamo vedere dal nostro
disegno nella Figura 1.15 che si è spostata di 5 km dalla sua posi­
Arrivo Partenza
zione di partenz.a, pertanto la nostra risposta sembra ragionevole.
Xi
Nella fase di Verifica, controlliamo inoltre le nostre risposte per
•A (km) vedere se hanno un senso dal punto di vista fisico. Carol percorre
-2 -I 5 km in 15 minuti, una distanza ragionevole per un ciclista.

EEIH ►Tutti gli esempi numerici del testo vengono elaborati attraverso lo
stes.so processo a tre fasi: Preparazione, Soluzione, Verifica. Si può essere
tentati di saltare delle fasi, in particolare per i problemi semplici di questi
primi capitoli, ma è bene percorrere tutte queste fasi adesso per acquisire
pratica con la tecnica di risoluzione dei problemi. Ci dilungheremo mag­
giormente sugli aspetti generali della strategia della risoluzione dei proble­
mi nel Capitolo 2. <

PAU SA DI R IF L E SSIO N E 1.3 Sara parte da una posizione positiva lungo Tasse
X. Successivamente effettua uno spostamento negativo. La sua posizione finale

A. È positiva. B. È negativa. C. Potrebbe essere positiva o negativa.


1.3 Velocità
Noi tutti abbiamo la capacità d’intuire se qualcosa si muove molto veloce­
mente oppure lentamente. Per rendere questa idea intuitiva più precisa, ini­
ziamo con Tesaminare i diagrammi del moto di alcuni corpi che si muovono
lungo un rettilineo a velocità costante.
Questi corpi non stanno né accelerando né decelerando. Questo moto a
velocità costante è chiamato moto uniforme. Analogamente allo skateboar-
der della Sezione 1.1, per un corpo in un moto uniforme, i fotogrammi in suc­
cessione del diagramma del moto sono equidistanti, quindi lo spostamento Av
è lo stesso da un fotogramma all'altro.
Per vedere come uno spostamento fra i fotogrammi successivi sia correlato
alla sua velocità, consideriamo i diagrammi del moto di una bicicletta e di un'au­
tomobile che viaggiano lungo la stessa strada come illustrato nella f ig u r a i .16. FIGURA 1.16 Diagrammi del moto per
Ovviamente rautomobile si muove più velocemente della bicicletta. In qualsiasi un'automobile e una bicicletta.
intervallo di tempo di I secondo, Pautomobile ha uno spostamento Av = 20 m,
mentre lo spostamento della bicicletta è di soli IO m. All Dgiìi s c c o i k I o . rniiiomobilo si
Maggiore è la distanza percorsa da un corpo durante un dato intervallo di tempo, muove due volle più veloeemeiiie della
bicieleila. L'auiomobile si muove ad
maggiore sarà la sua vekK'ità. Questa idea ci porta a definire una nuova grandezza una velocità maggiore.
tìsica assediata al moto di un corpo che chiameremo velocità scalare media:
Os 1s w
2s 3 .S

, .. , distanza percorsa in un dato intervallo di tempo n Autoiiìobilc
velocita scalare media = -------------------------------------------------------- ^ 11 . 1 ) Os 1 2s .3s
intervallo di tempo • • Bicicletta
-.v(m)
Velocità di un corpo nel molo uniforme (') IO 20 30 40 50 60

Per la bicicletta, questa equazione dà


10 m
velocità 10 m/s
1s
mentre per Pautomobile abbiamo
velocità = = 20 m/s
1s
La velocità delPaiitomobile è due volte più grande di quella della bicicletta, il
che sembra ragionevole.
EEUS ►La divisione dà unità che sono una frazione: m/s. Questo viene letto
come “metri al secondo”, proprio come il più familiare “chilometri alPora”. <
Per caratterizzcire il moto di un corpo, dobbiamo specificare non solo la velcK'ità
del corpo, ma anche la direzione con cui si sta muovendo. La f ig u r a i .17 illustra il
diagramma del moto di due biciclette che si muovono a 10 m/s. Le due biciclette
hanno la stessa velocità, ma qualcosa nel loro moto è diverso, la loro direzione. FIGURA 1.17 Due biciclette viaggiano

La “distanza percorsa” nelPEquazione 1.1 non cattura informazioni sulla dire­ alla stessa velocità, ma in direzioni
opposte.
zione del moto. Ma abbiamo visto che lo spostamento di un coipo contiene questa
La bicicletta I si La bicicletta 2 si
informazione nel senso associato al valore numerico. Possiamo introduire una muove verso tleslra. muove verso sinistra. ^
nuova definizione per la velocità che tenga conto anche della direzione del moto
5s
, .. spostamento
( 1.2)
Os 1s 2s

3s

4s
• v/" »
v elo cita= ---- ------------------ = —
intervallo di tempo A/ 6s 5s 4s 3s 2s 1s
• • • •
Velocità di un corpo in movimento -.v(m)
IO 20 .30 40 50 60
[Questa nuova definizione per la velocità è quella che viene quasi sempre
usata in fisica e considera solo lo spazio che separa due posizioni senza tenere
conto della distanza percorsa per passare dalfuna alPaltra. Per il moto rettili­
neo uniforme, queste due definizioni, velocità scalare media e velocità, danno
lo stesso risultato, ma in altri casi le due quantità possono essere molto diverse.
Ad esempio, consideriamo un ciclista che percorre 20 km verso est in un’ora,
per poi tornare indietro al punto di partenza ripercorrendo 20 km, questa volta
verso ovest. La distanza percorsa dal ciclista sarà di 40 km e la sua velocità
scalare media sarà: 40 km = 20 km/h. Viceversa, lo spostamento totale del
2h
ciclista sarà pari a zero e anche la sua velocità sarà nulla. NdT|
10 CAPITOLO 1 Rappresentazione del moto

La velocità della bicicletta 1 nella Figura 1.17, calcolata utilizzando l’inter­


vallo di 1 secondo fra le posizioni / = 2 s e r = 3 s, è
Ax x^-xi B orn­ io m ,,, m
Ar 3 s —2 s 3 s — 2 s s
mentre la velocità della bicicletta 2, durante lo stesso intervallo di tempo, è
A a: x^ - X 2 30 m - 40 m _ m
Ar 3s- 2s 3 s “ 2s “ s"
LMLI ►Abbiamo utilizzato x^ per la posizione al tempo t = 2 secondi e x^
per la posizione al tempo t = 3 secondi. Gli indici hanno lo stesso ruolo visto
in precedenza - identificare posizioni particolari - ma in questo caso le po­
sizioni sono identificate dal tempo in cui ogni posizione viene raggiunta. <
Le due velocità hanno segni opposti perché le biciclette viaggiano in dire­
zioni opposte. La velocità misura quanto rapidam ente si muove un corpo e
la sua direzione. Il segno della velocità dipende dalla nostra scelta del sistema
di riferimento, cioè dalla direzione dell’asse. In questo testo, utilizzeremo
quasi sempre una velocità positiva per indicare il moto verso destra oppure, per
il moto verticale, verso l’alto. Utilizzeremo la velocità negativa per un corpo
che si muove verso sinistra o verso il basso.
La velocità definita dall’Equazione 1.2 è in realtà una velocità media. In
media, per ogni intervallo di 1 s, la bicicletta 1 si muove di 10 m, ma non sap­
piamo se si muove esattamente alla stessa velocità in ogni momento durante
questo intervallo di tempo. Nel Capitolo 2, svilupperemo l’idea della velocità
istantanea, la velocità di un corpo in un particolare istante di tempo. Poiché il
nostro obiettivo in questo capitolo è di visualizzare il moto con diagrammi del
moto, lasceremo da parte la distinzione fra quantità medie ed istantanee,
riprendendo queste definizioni nel Capitolo 2.

E SE M P IO 1.2 Trovare la velocità di un albatro


Gli albatri sono uccelli marini che trascorrono la maggior parte Il moto avviene fra le 15:00 e le 15:15, in un intervallo di tempo
della loro vita a sorvolare l’oceano alla ricerca di cibo. Con un di 15 minuti, ossia 0.25 ore (abbreviato con il simbolo h).
forte vento a favore, un albatro può volare a velocità elevate. I S O L U Z IO N E Conosciamo le posizioni iniziale e finale e cono­
dati da satellite riguardanti un albatro particolarmente veloce lo sciamo l’intervallo di tempo, pertanto possiamo calcolare la
rilevano a 50 km a est dal punto di partenza alle ore 15:00 e a 85 velocità:
km a est dal punto di partenza alle 15:15. Qual era la sua velocità?
_ ^ _ 25 km
P R E P A R A Z IO N E L’enunciazione del problema ci fornisce un ■=100 km/h
~ a 7 ” 0.25 h ” 0.25 h
sistema di riferimento naturale. Possiamo misurare le distanze
rispetto al punto di partenza, con distanze verso est positive. V E R IF IC ALa velocità è positiva, come era logico aspettarsi
Con questo sistema di riferimento, il moto dell’albatro appare poiché la Figura 1.18 mostra che il moto è verso destra. Una
come nella f i g u r a i .18. velocità di 100 km/h è certamente alta, ma il problema indicava
che si trattava di un albatro "particolarmente veloce", pertanto
FIGURA 1.18 II moto di un albatro sul mare. la nostra risposta sembra ragionevole. (È stato effettivamente
Punto Fine osservato che gli albatri possono volare a simili velocità in pre­
di partenza ^x .Xf senza del forte vento dell’Oceano Pacifico. Questo problema è
jc (km) basato su osservazioni reali, analogamente alle altre esercita­
25 50 75 100 zioni pratiche di questo testo).

dSD3 ►Le unità di misura della velocità sono un’unità di distanza (metri,
miglia) divisa per un’unità di tempo (secondi, ore). Quindi possiamo misu­
rare la velocità in unità di metri al secondo (in/s) o chilometri all’ora (km/h).
Si tratta del rapporto fra due quantità. Cosa intendiamo infatti dicendo “al
secondo” o “all’ora”?
Se un’automobile si muove ad una velocità di 23 m/s, intendiamo dire che
si sposta di 23 metri per ciascun secondo di tempo trascorso. 11 concetto di
“al secondo” associa quindi una unità del numeratore (23 m) con una unità
del denominatore (1 s). Vedremo numerosi altri esempi di questo tipo man
mano che andremo avanti con il testo. <
1.4 Cifre significative, notazione scientifica, unità di misura 11

PAUSA DI R IF L E SSIO N E 1.4 Jane parte da casa per andare a fare una passeg­
giata nelle vicinanze. Dopo aver camminato per 2 ore a passo costante, ha
percorso 6 km e si trova a 3 km da casa. In questo intervallo di tempo, qual è
stata la sua velocità scalare media?
A. 6 km/h B. 4.5 km/h C. 3 km/h D. 1.5 km/h

1.4 Cifre significative, notazione


scientifica, unità di misura
La fisica cerca di spiegare il mondo che ci circonda, dall’infinitamente piccolo
all’infinitamente grande. Per capire il nostro mondo pertanto, dobbiamo essere
in grado di misurare quantità sia molto piccole sia molto grandi. Un misura
correttamente riportata comporta tre elementi. Prima di tutto, possiamo misu­
rare la nostra quantità solo con una certa precisione. Per rendere questa preci­
sione chiara, dobbiamo essere certi di riportare la nostra misura con il numero
corretto di cifre significative.
In secondo luogo, riportare numeri molto grandi o molto piccoli, come
spesso si rilevano in fisica, può risultare complicato. Per evitare di scrivere un
grande numero di zeri, gli scienziati utilizzano la notazione scientifica.
Infine, abbiamo bisogno di scegliere un sistema concordato di unità di
misura per le grandezze fisiche. Per la velocità, le unità comuni comprendono
i metri al secondo e i chilometri all’ora. Per la massa, il chilogrammo è l’unità
di misura più comunemente utilizzata. Ogni grandezza fisica che possiamo
misurare ha un’unità di misura associata.

Misure e cifre significative


Quando misuriamo una quantità qualsiasi, come la lunghezza di un osso o il peso
di un oggetto, possiamo farlo solo con una certa precisione. Il calibro digitale
nella f ig u r a i .19 può effettuare misure entro ± 0.01 mm, pertanto ha una preci­ FIGURA 1.19 La precisione di una misura
sione di 0.01 mm. Se effettuiamo la misura con un righello, probabilmente non dipende dallo strumento utilizzato.
potremmo fare meglio di ± 1 mm, quindi la precisione del righello è di circa 1 1calibri di questo tipo hanno una precisione
mm. La precisione di una misura può anche essere influenzata dall’abilità o dalla di 0.01 min.
capacità di giudizio della persona che effettua la misura. Un orologio potrebbe
avere una precisione di 0.001 s, ma, a causa del nostro tempo di reazione, la
misura del tempo di un velocista potrebbe essere molto meno precisa.
E importante che la misura sia riportata in un modo che rifletta la precisione
con cui è stata effettuata. Supponiamo di utilizzare un righello per misurare la
lunghezza di una rana. Stimiamo di poter effettuare questa misura con la preci­
sione di circa 1 mm, o 0.1 cm. In questo caso, la lunghezza della rana deve essere
riportata come 6.2 cm. Questo dato significa che la misura reale della rana è
compresa tra 6.15 cm e 6.25 cm, quindi è circa 6.2 cm. Riportare il dato della
lunghezza della rana come 6 cm significa dare un’informazione più povera di
quella in nostro possesso. Viceversa, riportare un numero come 6.213 cm è sba­
gliato. Qualsiasi persona interpreterebbe questo dato come se la lunghezza reale
fosse compresa tra 6.2125 cm e 6.2135 cm, quindi circa 6.213 cm. In questo
caso, stiamo affermando di possedere una precisione che in realtà non abbiamo.
Il modo corretto per affermare con precisione la nostra conoscenza è attra­
verso l’uso di cifre significative. Le cifre significative sono le cifre di un
numero che conosciamo in modo affidabile. Una misura come 6.2 cm ha due
cifre significative, il 6 e il 2.11 decimale successivo, i centesimi, non è conosciuto
in maniera affidabile, pertanto non è una cifra significativa. Analogamente, una
misura del tempo pari a 34.62 s ha quattro cifre significative e implica che la
nostra misura del tempo sia in grado di rilevare i centesimi di secondo.
Quando effettuiamo un calcolo come l’addizione o la moltiplicazione tra Il miglior risultato del saltatore in lungo
due o più misure, il risultato non può avere una precisione maggiore delle Walter Davis è stato misurato a 8.24 m.
misure iniziali. Determinare il numero corretto di cifre significative è sem­ Questo implica che la lunghezza reale
del suo salto è compresa tra 8.235 m
plice, ma si devono seguire alcune regole. Affronteremo tali dettagli tecnici nel e 8.245 m, un intervallo di soli 0.01 m,
riquadro “Strategia e tattica”. 1 riquadri di Strategia e tattica hanno lo scopo di ossia 1 cm. Questa precisione sembra
insegnare particolari abilità e tecniche. ragionevole?
12 CAPITOLO 1 Rappresentazione del moto

S T R A T E G IA
E TATTICA 1.1
L'uso delle cifre significative

O Quando moltiplichiamo o dividiamo diversi numeri, o quando estraiamo


le radici, il numero di cifre significative del risultato è pari al numero di
cifre significative del numero conosciuto con la minore precisione usato
nel calcolo:
Tre cifre significative
\
3.73 - 5 .7 = 21
/ La risposta deve avere il numero
Due cifre significative ....minore di cifre significative tra i
due, cioè due cifre significative.
0 Quando aggiungiamo o sottraiamo diversi numeri, il numero di decimali
della risposta è pari al numero minimo di decimali tra i numeri usati nel
calcolo:
18.54 — Due decimali
+ 106.6 — Un decimale
125.1
.....La risposta deve avere il numero
minore di decimali tra i due.
cioè un numero decimale

0 1 numeri esatti non presentano incertezze e, quando sono utilizzati nei


calcoli, non cambiano il numero delle cifre significative dei numeri misu­
rati. Esempi di numeri esatti sono tt e il numero 2 nella formula per il
diametro del raggio di un cerchio: d = 2r.
Esiste un’eccezione degna di nota a queste regole:
■ Si possono mantenere una o due cifre decimali in più nei passaggi intermedi
di un calcolo per minimizzare gli errori di arrotondamento. Tuttavia la rispo­
sta ///?^//e deve essere riportata con il numero corretto di cifre significative.

E SE M P IO 1.3 M isu ra della velocità di un'autom obile


Per misurare la velocità di un’automobile, gli orologi A e B S O L U Z IO N E L’intervallo di tempo è:
sono stati posizionati lungo la strada, come mostrato nella
11 numero ha Il numero ha
FIGURA 1.20. L’orologio A ha la precisione di 0.01 s, mentre
un decimale. due decimali.
l’orologio B ha la precisione soltanto di 0.1 s. La distanza tra
questi due orologi è stata misurata con precisione e risulta essere
\ t = t^ —tfi, = (4.5 s) —( 1.22 s) = 3.3 s
pari a 124.5 m. I due orologi vengono automaticamente attivati «
quando l’automobile passa davanti a una fotocellula; ciascun
Per la regola 2 del riquadro Strategia e tattica
orologio si ferma automaticamente quando l’automobile gli L l.il risultato finale deve avere un decimale.
passa davanti. Dopo che l’automobile ha superato entrambi gli
orologi, l’orologio A segna = 1.22 s, e l’orologio B segna = Cono.scendo lo spostamento e l’intervallo di tempo possiamo
4.5 s. 11tempo segnato dall’orologio B, meno preciso, è corretta- ora calcolare la velocità:
mente riportato con un numero di cifre significative minore di
Lo spostamento ha quattro
quello dell’orologio A. Qual è la velocità dell’automobile, e con cifre significative.
quante cifre significative deve essere riportata?
124.5 m = 38 ni/s
FIGURA 1.20 Misura della velocità di un'automobile. 3.3 s
L’intervallo di tempo ha Per la regola I del riquadro Strategia
due cifre significative. e tattica 1.1, il risultato finale deve
avere due cifre significative.
© 2
II nostro valore finale ha due cifre significative.
V E R IF IC A
f-
Entrambi gli orologi si avviano A.V= 124.5 m Supponiamo di essere stati incaricati di misurare la velocità
quando rautomobile passa davanti deH’automobile e di avere riportato 37.72 m/s. In questo caso
alla foUK'cllula.
qualcuno potrebbe ragionevolmente pensare che le misure
P R E P A R A Z IO N E Per calcolare la velocità, dobbiamo misurare usate per arrivare a questo valore finale avessero quattro cifre
lo spostamento A.v e l’intervallo di tempo A/ quando l’auto­ significative e quindi che il tempo fosse stato misurato con la
mobile si muove fra i due orologi. Lo spostamento è dato da precisione di 0.001 secondi. Il modo di esprimere il risultato di
A.v= 124.5 m; possiamo calcolare l’intervallo di tempo come la 38 m/s è quello corretto in quanto ha esattamente la precisione
differenza fra i due tempi misurati. delle nostre misure, ma non di più!
1.4 Cifre significative, notazione scientifica, unità di misura 13
Notazione scientifica
È facile riportare misure di corpi di dimensioni ordinarie: l’altezza di una per­
sona potrebbe essere 1.72 m, il peso di una mela 0.15 kg. Invece il raggio di un
atomo di idrogeno è 0.000 000 000 053 m, e la distanza fra la Terra e la Luna
è 384 000 000 m. Utilizzare tutti questi zeri è alquanto problematico.
Oltre a dover gestire tutti questi zeri, scrivere tali quantità in questo modo
rende difficile capire quante siano le cifre significative. Per esempio nella
distanza Terra-Luna riportata sopra, quante sono le cifre significative? Tre?
Quattro? Tutte e nove?
Scrivere i numeri utilizzando la notazione scientifica evita entrambi questi
problemi. Un valore espresso con la notazione scientifica è un numero con una
cifra a sinistra del punto decimale e zero o più cifre a destra di esso, moltipli­
cato per una potenza di dieci. In questo modo si risolve il problema del grande
numero di zeri e si rende immediatamente chiaro il numero di cifre significa­
tive. Nella notazione scientifica, scrivere la distanza del Sole come 1.50 • 10"
m implica che le cifre significative siano tre; .scriverla come 1.5 • 10" m
implica che le cifre significative siano .soltanto due.
Anche per valori più piccoli, la notazione scientifica può chiarire il numero
di cifre significative. Supponiamo che una distanza sia riportata come 1200 m.
Quante cifre significative abbiamo? L’uso della notazione scientifica può
rimuovere ogni ambiguità. Se que.sta distanza è conosciuta con la precisione di
1 m, possiamo .scriverla come 1.200 • 10^ m, indicando che tutte e quattro le
cifre sono significative; .se la precisione è di 100 m circa, possiamo riportarla
come 1.2 • 10^ m, indicando due cifre significative.

2 U so della notazione scientifica

Per convertire un numero nella notazione scientifica:


O Per un numero maggiore di 10, spostare il punto decimale verso sinistra
fino a quando resta una sola cifra a sinistra del punto decimale. 11 numero
restante viene poi moltiplicato per 10 elevato ad una potenza; que.sta
potenza è data dal numero di posti di cui è stato spostato il punto decimale.
Convertiamo il diametro della Terra nella notazione scientifica:
Spostiamo il punto decimale tino a quando resta Poiché abbiamo spostato il punto
una sola cifra alla sua sinistra, contando il decimale di 6 posti, la poten/a di
numero di posti. dieci è 6.
6 370 000 m = 6.37 • 10^ m
....Il numero di cifre è pari al numero
di cifre significative.

© Per un numero minore di 1, spostare il punto decimale verso destra fino a


quando supera la prima cifra diversa da zero. Il numero restante viene poi
moltiplicato per 10 elevato ad una potenza negativa; la potenza è data dal
numero di posti di cui è stato spostato il punto decimale. Per il diametro
di una cellula di sangue abbiamo:
Spostiamo il punto decimale fino a quando Poiché abbiamo spostato
supera la prima cifra diversa da /.ero. il punto decimale di 6 posti,
contando il numero di posti. la potenza di dicci è - 6.

0.000 007 5 m = 7.5 ' 10


‘ 11 numero di cifre è pari al
numero di cifre significative.

L’utilizzo corretto delle cifre significative è parte della “cultura” .scientifica.


Enfatizzeremo spesso il concetto di “cultura” perché dobbiamo imparare a par­
lare la .stessa lingua se vogliamo comunicare in modo efficace!
14 CAPITOLO 1 Rappresentazione del moto

< L'importanza delle unità di misura Nel 1999, la sonda Mars Climate Orbiter,
costata 125 milioni di dollari, bruciò nclTatmosfera di Marte anziché entrare in
un'orbita sicura dalla quale effettuare le osservazioni. Il problema fu causato dalle
unità di misura. Il team di ingegneri aveva fornito dati critici sulla performance
della sonda in unità britanniche, ma il team di navigazione aveva dato per scontato
che questi dati fossero forniti nel sistema metrico decimale. Come conseguenza il
team di navigazione fece avvicinare troppo la sonda al pianeta, facendola entrare
nella sua atmosfera e provocandone così la distruzione.

Unità di misura
Come abbiamo visto, al fine di misurare una quantità dobbiamo indicare un
valore numerico. Ma una misura è più di un semplice numero, richiede un uni­
tà (li misura da associare a quest’ultimo. Normalmente non si va in un negozio
per acquistare tre quarti di formaggio. Solitamente si utilizza un’unità di
misura per il peso, per esempio gli etti o i grammi, in aggiunta al numero.
Poiché la scienza è una disciplina internazionale, è importante avere un
sistema di unità che sia riconosciuto in tutto il mondo. Per queste ragioni, gli
scienziati usano un sistema di unità chiamato Sistema Internazionale di unità
di misura, comunemente abbreviato in SI. Spesso si parla di unità metriche
poiché il metro è l’unità di misura della lunghezza nel SI.
Tre grandezze fondamentali del SI, indicate nella Tabella 1.1, sono il tempo,
la lunghezza (o distanza) e la massa. Altre quantità necessarie per comprendere
il moto possono essere espresse come combinazioni di queste unità fondamen­
T A B E L L A 1.1 Unità di misura del SI tali. Ad esempio, la velocità è espressa in metri al secondo oppure m/s. Questa
(iraiidczzn Unità Abbreviazione combinazione è il rapporto dell’unità di lunghezza (il metro) e runità di tempo
tempo secondo s (il secondo).
lunghezza metro m
massa chilogrammo kg
Uso dei prefissi
Avremo molte occasioni di usare lunghezze, tempi e masse che sono molto
minori o molto maggiori degli standard di 1 metro, 1 secondo e 1 chilogrammo.
Lo faremo utilizzando multipli e sottomultipli delle unità fondamentali che
indicheremo con differenti prefìssi associati con le potenze di dieci utilizzate.
Ad esempio, il prefìsso “chilo” (abbreviazione k) indica la moltiplicazione per
10\ ossia un fattore di I 0(K). Quindi 1 km è pari a 1000 m, 1 MW è pari a 10^
watt e 1 mV è pari a 10 ^’ V. La Tabella 1.2 elenca i prefìssi comuni che saranno
T A B E L L A 1.2 Prefissi utilizzati frequentemente in questo testo. Una lista di prefìssi più completa si
Prefisso Abbreviazione Potenza (li IO trova nella seconda pagina del libro.
Sebbene i prefìssi rendano più facile descrivere una quantità, le unità corrette
mega- M 10"
nel SI sono il metro, il secondo e il chilogrammo. Le quantità indicate utiliz­
kilo- o chilo- k 10’
zando i prefìssi sono solitamente convertite nelle unità SI prima di effettuare i
ccnti- c 10-2
calcoli. Quindi 23.0 cm dovrebbero essere convertiti in 0.230 m prima di ini­
milli- ni 10'
ziare i calcoli. L’eccezione è il chilogrammo, che è già l’unità SI per la massa.
mic ro­ 10"
llano- II IO" Conversioni delle unità di misura
Le unità di misura del Sistema Internazionale sono lo standard più diffuso. Va
però ricordato che i paesi anglosassoni utilizzano invece le unità britanniche. Ad
esempio, le distanze sono misurate in pollici, piedi e miglia. Nonostante un’espo­
sizione frequente di questi paesi alle unità di misura del sistema metrico decimale,
le popolazioni anglosassoni continuano a “pensare” in termini di unità britanni­
che. Pertanto è importante saper convertire le unità di misura del sistema intema­
T A B E L L A 1.3 Conversione di unità zionale in unità di misura del sistema britannico e viceversa. La Tabella 1.3
1 pollice (in) = 2.54 cm mostra alcune conversioni frequentemente utilizzate da tenere a portata di mano.
1 piede (ft) = 0.305 m Un metodo efficace per eseguire le conversioni di unità di misura utilizza
1 miglio (mi) = 1.609 km l’osservazione che, essendo 1 mi = 1.609 km, il rapporto fra queste due distanze
I miglio/ora (mph) = 0.447 m/s - comprese le loro unità - è pari a 1, quindi
1 m = 39.37 in Lmi _ 1.609 km _
1 km = 0.621 mi 1.609 km Im i
1 m/s = 2.24 mph Un rapporto di valori pari a 1 è chiamato fattore di conversione. Il seguente
1 m/s = 3.6 km/h riquadro Strategia e tattica mostra come effettuare la conversione tra unità di
misura.
1.4 Cifre significative, notazione scientifica, unità di misura 15

o C on versione tra unità di m isura


E TATTICA 1.3
O Iniziamo con la © Moltiplichiamo per il lailore di conversione appropriato. Poiché © RicordiamcK'i di convertire la
quantità che desideriamo questo fattore di conversione è pari a I. la moltiplicazione risposta nel numero corretto di cifre
convertire. \ non cambia il valore della quantità, ma solo le sue unità di misura. significative!

60 mi = 60 mi = 96.54 kin = 97 km
^ Im K
^ ........*’ . . , G Calcoliamo la risposta nelle unità di misura
0 Possiamo semphhcare I unità d. misura originale NB: 60 mi e 96.54 km sono la stessa
(in que.sto caso fe miglia) poiché appare sia al distanza; si tratta solo di unità di misura diverse.
numeratore che al denominatore.

Conversioni più complicate possono essere effettuate con moltiplicazioni suc­


cessive di fattori di conversione, come possiamo vedere nel prossimo esempio.

Una bicicletta può essere così veloce?


Un ciclista percorre un tratto Poi moltiplichiamo il nostro valore originale per fattori succes­
di strada in leggera salita con sivi tutti uguali ad 1 per convertire le unità di misura:
una velocità di 20 ft/s. È una Vogliamo cancellare I ... quindi moltiplichiamo per 1 =
0.MÌ5 m
velocità ragionevole per una piedi nel numeratore...
per ottenere i piedi al denominatore.
bicicletta?
1 km 60 tpfh _ 21 15 = 22 kiìi/h
P R E P A R A Z IO N E Per deter­ 1rjtih ‘ 1h
minare se tale velocità sia L.C unità indesiderate si cancellano
ragionevole o meno effettueremo una conversione nelle unità in coppia, come indicato dai colori.

di misura più familiari. Per la velocità, le unità di misura più V E R IF IC AII nostro risultato finale di 22 chilometri all’ora
familiari sono i chilometri all’ora (km/h). (km/h) è una velocità molto ragionevole per una bicicletta, il
S O L U Z IO N E Innanzitutto raccogliamo le conversioni più fre­ che ci rassicura nella nostra risposta. Se avessimo calcolato una
quentemente utilizzate: velocità di 220 chilometri all’ora, avremmo sospettato di avere
commesso un errore poiché si tratterebbe di una velocità deci­
1 ft = 0.305 m 1 ora (1 h) = 60 min 1 min = 60 s
samente troppo elevata per una bicicletta!

► L'uomo ha una massa di 70 kg. Qual è la massa dell'elefante che


gli sta accanto? Pensando alle dimensioni relative dei due, possiamo
effettuare una stima ragionevole con una cifra significativa.
Stima d ell’ordine di grandezza
Quando gli .scienziati e gli ingegneri affrontano per la prima volta un pro­
blema, effettuano una misura o un calcolo veloce per stabilire approssimativa­
mente la .scala fisica coinvolta. Questo approccio aiuta a stabilire le procedure
che dovrebbero essere utilizzate per effettuare una misura più accurata, lad­
dove la stima non sia sufficiente.
Supponiamo di veder cadere un .sasso da una .scogliera e di voler sapere a
quale velocità stia andando il sasso quando tocca il suolo. Effettuando un para­
gone mentale con le velocità di oggetti familiari, come le automobili e le bici­
clette, potremmo stimare che il sasso stia andando a circa 30 km/h. Que.sta è
una stima ad una cifra significativa. Con un po’ di fortuna, possiamo distin­
guere 30 km/h da 20 km/h o 40 km/h, ma certamente non saremo in grado di
distinguere 30 km/h da 31 km/h solo dall’osservazione visiva. Una stima o un
calcolo ad una cifra significativa, come questa stima della velocità del .sasso, si
chiama stima delfordìne di grandezza. Una stima dell’ordine di grandezza
è indicata dal simbolo ~ , che indica una precisione minore del simbolo « che
significa “approssimativamente uguale a”. Potremmo riportare la stima della Alcuni fattori di conver­
T A B E L L A 1.4

velocità del sasso che cade come v ~ 30 km/h. sione approssimativi


È utile saper effettuare stime dell’ordine di grandezza affidabili sulla ba.se Conversione
delle informazioni conosciute (o informazioni trovate su Internet), oppure (irandezze Unità SI approssimativa
sulla base di un semplice ragionamento o del buon senso. Per effettuare tali Massa kg 1 kg « 2 Ih
stime può es.sere d ’aiuto utilizzare le unità di misura più familiari, eventual­ Lunghezza m 1 m « 3 ft
mente effettuando le necessarie conversioni. Possiamo inoltre utilizzare questo cm 3 cm 1 in
procedimento per verificare il risultato ottenuto come soluzione di un pro­ km 5 km ^ 3 mi
blema. Tale risultato non dovrebbe essere molto differente dalla nostra stima Velocità ni/s 1 m/s « 2 mph
approssimativa. La Tabella 1.4 elenca alcuni fattori di conversione approssi­ km/h 10 km/h 6 mph
mata che possono aiutarci in alcuni casi.
16 CAPITOLO 1 Rappresentazione del moto

ESEMPIO 1.5 A quale velocità ca m m in iam o?


Stimiamo a quale velocità camminiamo, in metri al secondo.
P R E P A R A Z IO N E Per calcolare la velocità, abbiamo bisogno di h s
conoscere una distanza e un tempo. Se camminiamo per due Questa conversione porta a una velocità approssimativa di
km verso l’università, quanto tempo impieghiamo? Probabil­ camminata di 1 m/s.
mente diremmo 30 minuti circa, ossia mezz’ora. Utilizziamo Si tratta di un valore ragionevole? Effettuiamo
V E R IF IC A
questo dato approssimativo per la nostra stima. un’altra stima. L’ampiezza del nostro passo è di circa 1 metro.
S O L U Z IO N E Data questa stima, calcoliamo la nostra velocità Per compiere un passo impieghiamo circa un secondo. Potremo
come facilmente verificare questo dato la prossima volta che cam­
distanza _^km _ 1^ miniamo. Quindi una velocità di deambulazione di 1 metro al
velocità = secondo sembra decisamente ragionevole.
tempo 1/2 ora h
Noi vogliamo però la distanza in metri al secondo. Poiché il
nostro calcolo è solo una stima, utilizziamo il fattore di conver­
sione approssimativo dalla Tabella 1.4:

PAU SA DI R IF L E SSIO N E 1.5 Mettiamo in ordine, dal maggiore al minore, il


numero di cifre significative nei numeri seguenti. Ad esempio, se B ha più cifre
significative di C, C ha lo stesso numero di cifre significative di A, e A ha più
cifre significative di D, indica la tua risposta come B > C = A > D.
A. 0.43 B. 0.0052 C. 0.430 D. 4.321 • 10 '

Vettori e scalari 1.5 Vettori e moto: un primo sguardo


Scalari Molte grandezze fisiche, come il tempo, la temperatura e la mas.sa, possono
essere descritte in modo completo da un numero affiancato da unTinità di
misura. Ad esempio, la massa di un oggetto potrebbe essere di 6 kg e la sua
w" temperatura di 30°C. Quando una grandezza fisica è descritta da un numero
singolo (affiancato da un’unità di misura), la chiamiamo grandezza scalare.
Una grandezza scalare può essere positiva, negativa o pari a zero.
Molte altre grandezze, tuttavia, hanno associata anche una direzione e un verso
e non pos.sono essere descritte da un numero singolo. Per descrivere il moto di
un’automobile, ad esempio, dobbiamo specificare non solo a quale velocità si sta
muovendo, ma anche la direzione lungo la quale si muove e il verso di percor­
Tempo, temperatura e massa sono tutte
renza. Una grandezza vettoriale è una grandezza caratterizzata da un modulo,
grandezze scalari. Per specificare la nostra corrispondente <i\Vintensità o ampiezza, una direzione e un verso. Il modulo di un
massa, la temperatura esterna o l’ora attuale, vettore può essere positivo o pari a zero, ma non può mai essere negativo.
ci occorre un singolo numero. Graficamente rappresentiam o un vettore con una freccia, come illu­
Vettori strato per i vettori della velocità e della forza. La lunghezza della freccia è
proporzionale al modulo, ossia all’intensità della grandezza vettoriale; la dire­
zione è rappresentata dalla retta su cui giace la freccia. La punta della freccia
identifica il verso, cioè uno dei due sensi in cui può essere percorsa la retta.
Quando vogliamo rappresentare una grandezza vettoriale con un simbolo,
dobbiamo in qualche modo indicare che il simbolo è associato ad un vettore e
La velocità dcirautomobile da corsa è un
vettore. Per specificare in modo completo non ad uno scalare. Operiamo questa distinzione disegnando una freccia sopra la
una velocità, dobbiamo indicarne l’intensità lettera che rappresenta la grandezza. Pertanto r ed A corrispondono a dei vettori,
(es. 180 km/h), la direzione e il verso (es. mentre r e A, senza le frecce, sono simboli per degli scalari. Nella scrittura a
verso ovest). mano dobbiamo disegnare le frecce su tutti i simboli associati a vettori. L’uso di
questa convenzione è molto importante poiché useremo spesso sia rsia r , oppure
A e A nello stesso problema, ma il loro significato è diverso!
CEDO ►La freccia sul simbolo punta sempre verso destra, indipendente­
mente dalla direzione e verso del vettore reale. Pertanto scriviamo r o A,
e mai r o A.<
La forza con cui un ragazzo spinge il suo
amico è un altro esempio di grandezza vet­
toriale. Per specificare in modo completo
V ettore sp o sta m en to
questa forza, dobbiamo sapere non solo Per il moto lungo una retta, abbiamo trovato nella Sezione 1.2 che lo sposta­
con quanta intensità spinge (il modulo), ma mento è una quantità che specifica non solo la distanza percorsa dal corpo, ma
anche in quale direzione c verso.
anche la sua direzione (lungo la retta) e il suo verso. Poiché lo spostamento è
1.5 Vettori e moto: un primo sguardo 17

una quantità che ha sia un’ampiezza che una direzione e un verso, può essere
rappresentato da un vettore, il v e t t o r e s p o s t a m e n t o . La f i g u r a 1.21 mostra il
vettore spostamento del viaggio di Sam di cui abbiamo parlato precedente-
mente. Abbiamo semplicemente disegnato una freccia, il vettore, dalla sua
posizione iniziale alla sua posizione finale e le abbiamo assegnato il simbolo
Js- Poiché Js ha sia un modulo che una direzione, è opportuno indicare lo spo­
stamento di Sam come = (30 m, est). Il primo valore nelle parentesi è il
modulo del vettore (cioè l’ampiezza dello spostamento), e il secondo valore ne
specifica direzione e verso.
Nella Figura 1.21 è illustrato il vettore di spostamento di Jane, che è partita
lungo la 12a Strada ed ha concluso il percorso su Vine Street. Come con Sam,
abbiamo disegnato il suo vettore spostamento come una freccia dalla sua posi­ Lo spostamento della barca è la
zione iniziale alla sua posizione finale. In questo caso, dj = ( 1(K) m, 30° a nord est). connessione in linea retta dalla sua
Il percorso di Jane illustra un punto importante riguardante i vettori sposta­ posizione iniziale alla sua posizione
finale.
mento. Jane è partita dalla 12a Strada ed è arrivata su Vine Street, seguendo il
vettore di spostamento indicato. Ma per arrivare dalla posizione iniziale a
quella finale non è necessario che abbia seguito il percorso rettilineo indicato
F IG U R A 1.21 Due vettori spostamento.
da dj. Se avesse camminato verso est lungo la 12a Strada fino all’incrocio e poi
si fosse diretta verso nord su Vine Street, il suo spostamento sarebbe stato Arrivo Jane
comunque il vettore indicato. Il vettore spostamento di un corpo è disegnato
dalla posizione iniziale del corpo alla sua posizione finale, indipendente­
mente dal percorso reale seguito fra questi due punti.

Somma di vettori
Fsaminiamo ora un’altra passeggiata di Sam. Nella f i g u r a 1.22, il percorso di
Sam inizia all’incrocio e prosegue ad est per 50 m; poi prosegue per 100 m
verso nord-est attraverso un campo. I vettori del suo spostamento per i due F IG U R A 1.22 Sam effettua due
tratti del percorso sono denominati d\Q CI2 nella figura. spostamenti.
Il percorso di Sam consiste in due tratti rappresentati dai due vettori d\Q d 2 , Arrivo Sam
ma possiamo rappre.sentarlo come un lutt’uno, dalla posizione iniziale di par­
tenza fino alla posizione finale, con il vettore di spostamento tonde denomi­
nato Lo spostamento totale di Sam è in un certo senso la somma dei due
spostamenti che lo compongono, pertanto possiamo scrivere

^tot ” d\ + d2
Lo spostamento totale di Sam richiede quindi la somma di due vettori, ma la
somma di vettori segue regole diverse da quelle della somma di due grandezze
scalari. Dobbiamo considerare le direzioni dei due vettori, oltre al loro modulo.
Il percorso di Sam suggerisce che possiamo sommare i vettori facendo coinci­
dere la coda di un vettore con la punta dell’altro. Questo procedimento in realtà
può essere generalizzato per la somma di qualsiasi grandezza vettoriale. 11
riquadro Strategia e tattica 1.4 mostra come sommare due vettori A e B.

S T R A T E G IA S o m m a di vettori
E TATTICA 1.4

Per sommare B dò À : O Disegniamo À.

0 Facciamo coincidere
la coda di B con
la punta di A.

©Disegniamo una freccia


dalla coda di A alla
punta di B^ Questo è
il vettore A + B.
A+B
18 CAPITOLO 1 Rappresentazione del moto

Vettori e trigonom etria


Quando dobbiamo sommare spostamenti o altri vettori in più di una dimen­
sione, dovremo calcolare lunghezze e angoli di triangoli. Questo è il compito
della trigonometria. La f i g u r a 1.23 riassume i concetti fondamentali della tri­
gonometria.

FIGURE 1.23 Relazioni trigonometriche tra i lati e gli angoli dei triangoli.

SpcciHchiamo i luti di un Il seno, coseno e tangente Dati la lunghezza dell'ipotenusa Le funzioni Se conosciamo la lunghezza
triangolo rettangolo in dell’angolo 0 sono definiti e un angolo, possiamo trovare trigonometriche dei lati del triangolo, possiamo
relazione a uno dei suoi come i rapporti tra le la lunghezza dei due cateti. inverse ci permettono trovare gli angoli.
angoli. lunghezze di due lati. di trovare gli angoli
a partire dalle 0 ò adiacente al lato di 10 cm;
Il lato più y c opposto all'angolo; lunghezze dei lati. usiam o la form ula del eos '.
lungo, opposto sin« = " usiam o la form ula del seno.
H
alT angolo Tetto, UFigolo W 0 = sin
è l'ìp o te n u sa ^ cateto. if) 20 cm
cos 6 = —
H
0 = cos‘
O ■ fé)
tan 0 = —
(/> è opposto al lato di 10 cm ;
6 = tan" usiam o la form ula del sin
Possiamo riscrivere .Vò adiacente all'angolo; '(7)
queste equazioni in usiam o la form ula del coseno.
funzione dei cateti. « = c o s - 'f l^ ^ ì = 6()<
\20 cm /
Il lato adiacente .V= (20 cm) cos (30°) = 17 cm
all'angolo 0 è un V’ = // sin ^ = s i n - t e ) = 30-
cateto. = H cos 0 y = (20 cm) sin (30°) = 10 cm \2 0 cm /

PA U SA DI R IF L E S SIO N E 1.6 Usando rinformazione nella Figu­


ra 1.23, qual è la distanza x, approssimata al cm, nel triangolo
a destra? 30cm/30°

A. 26 cm B. 20 cm C. 17 cm D. 15cm

E S E M P IO 1.6 Qual è la distanza percorsa verso nord e verso est?


Supponiamo che Lisa si stia spostando utilizzando una bussola. Entrambe le distanze calcolate sono inferiori a lOOm,
V E R IF IC A
Inizia a camminare con un angolo di 60° in direzione nord com’è giusto che sia, e la distanza verso est è inferiore alla
rispetto a est e percorre un totale di 100 m. Quanto si è spostata distanza verso nord, come indica il diagramma nella Figura
verso nord dal punto di partenza? Quanto verso est? 1.24b. Le nostre risposte sembrano ragionevoli. Nella ricerca
P R E P A R A Z IO N E Un grafico del moto di Lisa è illustrato nella della soluzione a questo problema, abbiamo "spezzato” lo spo­
FIGURA i.24a. Abbiamo mostrato il nord e Test come se fos­ stamento in due distanze diverse, una verso nord e una verso
sero su una mappa e abbiamo rappresentato lo spostamento di est. Questo suggerisce l’idea delle componenti di un vettore, un
Lisa come un vettore, indicandone modulo, direzione e verso. aspetto che esploreremo nel prossimo capitolo.
La FIGURA l.24b mostra un triangolo con questo spostamento
come ripotenusa. La distanza di Lisa a nord del suo punto di FIGURA 1.24 Analisi del moto di Lisa.
partenza e la distanza a est del suo punto di partenza sono i (a) (b)
cateti di questo triangolo.
S O L U Z IO N E Le funzioni seno e coseno sono i rapporti dei lati
dei triangoli rettangoli, come abbiamo visto sopra. Con l’an­
golo di 60° come indicato, la distanza a nord dal punto di par­
tenza è il cateto opposto rispetto all’angolo, mentre la distanza
a est è il cateto adiacente. Quindi:
spostamento verso nord dal punto di partenza =
= (100 m) sin (60°) = 87m

spostamento verso est dal punto di partenza =


= (100 m) cos (60°) = 50m
ESEMPIO 1.7 Q uanto è lontana A n n a ?
Anna cammina per 90 m verso est, poi 50 m verso nord. Qual m (poiché Anna ha camminato per 50 m verso nord) e 90 m
è il suo spostamento dal punto di partenza? (poiché ha camminato 90 m verso est). Possiamo calcolare il
P R E P A R A Z IO N E Iniziamo con il grafico nella f i g u r a i.25a. modulo di questo vettore, lo spostamento totale, utilizzando il
Definiamo un sistema di coordinate con la posizione iniziale di teorema di Pitagora:
Anna come origine, poi disegniamo i suoi spostamenti succes­ = (50 m)2 + (90 m)^
sivi come i vettori d\ e ^2-
d^o^ = V(50 m)2 + (90 m)^ = 103 m « 100 m
FIGURA 1.25 Analisi del moto di Anna.
Abbiamo arrotondato al numero appropriato di cifre significa­
(b) tive, con il risultato di 100 m per il modulo del vettore sposta­
mento. E la direzione? La Figura 1.25b identifica l’angolo
dello spostamento di Anna a nord di est. Nel triangolo rettan­
golo, 50 m è il cateto opposto e 90 m è il cateto adiacente,
50 ni quindi l’angolo 6 è dato da
_ y^50jn^
50m \ J5\
90 m 0 = tan M ;----- = tan *r r I = 29°
\^90
90mm,/ V 9/
S O L U Z IO N E Disegniamo due vettori spostamento con la coda Il vettore spostamento totale sarà
del secondo vettore coincidente con la punta del primo vettore, ^lot = (100 m, 29° a nord di est)
esattamente ciò che serve per ricavare la somma dei vettori. Il
vettore ^tot Figura 1.25a è la somma dei vettori degli spo­ Possiamo usare il nostro disegno per verificare il
v e r if ic a

stamenti successivi e quindi rappresenta lo spostamento totale risultato. Se i due cateti del triangolo sono 50 m e 90 m, una
di Anna dalforigine. lunghezza di 100 m per l’ipotenusa sembra corretta. L’angolo è
La distanza di Anna dall’origine è la lunghezza del vettore certamente minore di 45°, ma non di molto, quindi 29° sembra
dxQX cioè il suo modulo. La f i g u r a i.25b mostra che questo un valore ragionevole.
vettore è f ipotenusa di un triangolo rettangolo con i cateti di 50

Vettore velocità
Abbiamo visto che una quantità fondamentale che descrive il moto di un
corpo è la sua velocità. La velocità è una grandezza vettoriale poiché esprime
con quale velocità si muove un corpo e la direzione verso cui sta andando.
Rappresentiamo quindi la velocità di un corpo con un vettore velocità vche
punta nella direzione del moto del corpo, il cui modulo è la sua velocità.
FIGURA 1.26 Diagramma del moto di
La f ig u r a i.26 a mostra il diagramma del moto di un’automobile che accelera
un'automobile che parte da ferma.
partendo da ferma. Abbiamo disegnato i vettori che mostrano lo spostamento
1 \cuori spostamento si allungano. Questo
delfautomobile fra posizioni successive nel diagramma del moto. Per disegnare significa che l'automohile sta accelerando.
i vettori velocità, dobbiamo prima notare che la direzione del vettore sposta­
mento è la direzione del moto tra punti successivi nel diagramma del moto. La
velocità di un corpo punta anch’essa nella direzione del moto, quindi il vettore
velocità punta nella stessa direzione del vettore spostamento. Inoltre, notiamo Partenza
che il modulo del vettore velocità è la velocità del corpo. Velocità più alte impli­
(b) r# •
cano spostamenti maggiori, quindi la lunghezza del vettore velocità dovrebbe
essere proporzionale alla lunghezza del vettore spostamento tra punti successivi I vettori velocità più lunghi indicano
su un diagramma del moto. Tutto questo significa che i vettori che collegano anclì’essi che l'automobile sta accelerando.
ciascun punto di un diagramma del moto al successivo, che abbiamo identificato
come i vettori spostamento, potrebbero essere identificati anche come vettori
velocità, come illustrato nella f ig u r a i.26b. Da adesso in poi, parleremo di vet­
tori velocità nei diagrammi del moto anziché di vettori spostamento.
► I vettori velocità mostrati nella Figura 1.26b sono in realtà i vet­
tori della velocità media. Poiché la velocità aumenta costantemente, questa
è leggermente inferiore alla velocità media all’inizio di ogni intervallo di
tempo e leggermente supcriore alla fine. Nel capitolo 2 approfondiremo
questa idea in quanto svilupperemo il concetto di velocità istantanea.'^

IE33Z3 ►La velocità scalare media, definita neH’Equazione 1.1, è una


grandezza scalare così come la distanza percorsa. Entrambe queste gran­
dezze non possono es.sere negative.'^NdT)
20 CAPITOLO 1 Rappresentazione del moto

ESEMPIO 1.8 li d ia gra m m a del m oto del lancio di una palla


Jake colpisce una palla con un angolo di 60° rispetto aH’oriz- in movimento quando inizia il diagramma del moto. Come
zontale. La palla viene afferrata da Jim. Disegna il diagramma prima, i vettori velocità sono disegnati collegando i punti con
del moto della palla che utilizza i vettori velocità anziché i vet­ le frecce. Possiamo vedere che i vettori velocità diventano più
tori spostamento. corti (palla che decelera), e poi diventano più lunghi (palla che
P R E P A R A Z IO N E Questo esempio è tipico di come vengono accelera), e cambiano direzione. Ogni v è differente, quindi
affrontati molti problemi di tipo scientifico o ingegneristico. questo non è un moto a velocità co.stante.
11 problema non fornisce una chiara indicazione del punto di
FIGURA 1.27 Diagramma del moto della palla lanciata da
inizio e di fine del moto. Siamo interessati al moto della palla Jake a Jim.
solo durante il tempo in cui è in aria fra Jake e Jim? Che cosa
possiamo dire del moto della palla quando Jake la colpisce
(accelerazione rapida della palla) oppure quando Jim la afferra
(rapida decelerazione della palla)? Dovremmo considerare
anche quando Jim la.scia cadere la palla dopo averla afferrata?
■\
11 punto è che spesso siamo chiamati a dare un'interpretazione
ragionevole delPenunciazione di un problema. In questo pro­
blema, i dettagli del lancio e della presa della palla sono com­
plessi. 11 moto in aria della palla è più facile da descrivere ed è • Jim
un moto che possiamo aspettarci di studiare in una lezione di
fisica. Quindi la nostra interpretazione è che il diagramma del
moto dovrebbe iniziare subito dopo la battuta di Jake (palla Non abbiamo ancora abbastanza nozioni per effet­
V E R IF IC A
già in movimento) e dovrebbe finire nell’istante in cui tocca la tuare un’analisi dettagliata del moto della palla, ma è comun­
mano di Jim (palla ancora in movimento). Tratteremo la palla que utile effettuare una rapida verifica. Il nostro diagramma ha
come un punto materiale. senso? Pensiamo alla velocità della palla che abbiamo mostrato
Con questa interpretazione in mente, la f i g u r a
S O L U Z IO N E in un moto inizialmente verso l’alto e alla fine verso il basso.
1.27 mostra il diagramma del moto della palla. Notiamo come, Questo corrisponde a ciò che accade quando si lancia la palla
al contrario dell’automobile della Figura 1.26, la palla è già fra due giocatori, quindi la nostra risposta sembra ragionevole.

PAU SA DI R IF L E S SIO N E 1.7


P e Q sono due vettori di pari lunghezza ma con direzione diversa.
Quale vettore corrisponde alla somma P + Q?

A. D.

1.6 Dove andremo partendo da qui?


Il primo capitolo è stato un’introduzione ad alcune delle idee fondamentali sul
moto e alcune delle tecniche base che utilizzeremo nel resto del corso. Abbiamo
visto alcuni e.sempi di come effettuare i modelli di una situazione fisica, foca­
lizzandoci sugli elementi es.senziali della situazione. Abbiamo appreso alcune
idee pratiche, come la conversione da un’unità di misura a un’altra. Il resto di
questo testo (e il resto del corso) amplieranno lo studio di questi temi.
In ogni capitolo di questo testo, impareremo nuovi principi e ulteriori stru­
menti e tecniche. Man mano che procederemo nello studio, vedremo come
ogni nuovo capitolo dipenda dai precedenti. I principi e le strategie della riso­
luzione dei problemi che abbiamo appre.so in questo capitolo .serviranno anche
nei capitoli successivi.
Impareremo ad integrare nuove idee con il materiale dei capitoli precedenti.
Quando iniziamo un capitolo, l’a n t e p r i m a d e l c a p i t o l o informerà su quali
sono gli argomenti particolarmente importanti da rivedere. L’ultimo elemento
in cia.scLin capitolo .sarà un e s e m p i o i n t e g r a t o che riunisce i principi e le tec­
niche che abbiamo appena imparato con ciò che è stato imparato precedente-
mente. La natura integrata di questi esempi costituirà un utile pro-memoria sul
fatto che i problemi del mondo reale hanno una complessità simile e che la
risoluzione di tali problemi richiede esattamente questo tipo di integrazione.
Il nostro primo esempio integrato è ragionevolmente semplice poiché non c’è
molto da integrare. Gli esempi nei futuri capitoli saranno molto più articolati.
1.6 Dove andremo partendo da qui? 21

E S E M P IO IN T E G R A T O 1.9 M igrazione delle oche e ricerca deH'orientam ento


Le oche migratrici determinano la direzione usando diversi Un tipico disegno realizzato da uno studente
F IG U R A 1.29
strumenti, notando le pietre miliari locali, seguendo fiumi e mostra il moto e lo spostamento dell'oca.
strade e utilizzando la posizione del sole nel cielo. Quando è • Lo spostainenlo è
brutto tempo e non possono utilizzare la posizione del sole per l'ipolenusa di un
orientarsi, le oche rischiano di iniziare il loro viaggio giorna­ triangolo rettangolo,
liero verso la direzione sbagliata. La f i g u r a 1.28 illustra il per­ con i due tratti del
viaggio come cateti.
corso di un’oca canadese che ha volato in linea retta per un
certo tempo prima di effettuare una virata ad angolo retto per
correggere la sua traiettoria. Un’ora dopo l’inizio del suo viag­
gio, l’oca si è concessa una pausa di riposo su un lago ad est
della sua posizione iniziale.
F IG U R A 1.28 Traiettoria di un'oca con iniziale direzione S O L U Z IO N E

sbagliata. a. La distanza minima che l’oca avrebbe potuto percorrere in


volo, se si fosse diretta in linea retta verso il lago, è l’ipotenusa
N
di un triangolo con i lati rispettivamente di 21 mi e 28 mi. Que­
sta distanza in linea retta è
Inizio del viaggio Fine del viaggio
d = V(21 mi)^ + (28 mi)^ = 35 mi
La distanza realmente percorsa in volo dall’oca è la somma
delle distanze percorse per i due tratti del viaggio:
21 miglia
distanza percorsa = 21 mi 4- 28 mi = 49 mi
La distanza in più percorsa è la differenza fra la distanza real­
a. Che distanza ha percorso l’oca in più rispetto a quella mente percorsa e la distanza in linea retta, ossia 14 miglia.
che avrebbe percorso se si fosse diretta subito verso la b. Per calcolare la velocità scalare media in volo, dobbiamo
sua posizione finale sul lago? considerare la distanza che l’oca ha realmente percorso. La
b. Qual è stata la velocità scalare media dell’oca durante il velocità in volo è la distanza totale percorsa divisa per il tempo
volo? totale di volo:
c. Una tipica velocità per un’oca migratrice è di 80 km/h.
49 mi ^ ^
Partendo da questo dato, il nostro risultato sembra ragio­ V= — = 49 mi/h
nevole? 1.0 h
P R E P A R A Z IO N E La Figura 1.28 mostra la traiettoria dell’oca, [La velocità scalare media è la quantità fisica giusta da con­
ma è utile ridisegnare la Figura 1.28 e riportare anche lo spo­ frontare con il valore di 80 km/h. Se avessimo utilizzato la
stamento dall’inizio alla fine del viaggio, corrispondente alla velocità, calcolata con l’Equazione 1.2, avremmo ottenuto un
distanza più breve che l’oca avrebbe potuto percorrere. (Gli valore minore che non era indicativo della velocità in volo
esempi nel capitolo finora hanno utilizzato una grafica profes­ dell’oca. NdT|
sionale, ovviamente molto più accurata e dettagliata dei dise­ c. Per paragonare la velocità calcolata con una tipica velocità
gni che potremmo eseguire noi a mano libera. La F IG U R A 1.29 in volo, dobbiamo convertire la nostra soluzione in km/h e
mostra un disegno che è più simile a quello che potremmo dise­ arrotondare con il numero corretto di cifre significative:
gnare noi in fase di risoluzione di un problema). Disegnando Un calcolatore può riportare
e contrassegnando lo spostamento fra il punto di partenza e .......numerose cifre, ma il dato
il punto di arrivo in Figura 1.29 vediamo che si tratta dell’i- 49 M x 1.61 km = 79 km originale aveva solo due cifre
potenusa di un triangolo rettangolo, quindi nella ricerca della h 1.00 mi significative, pertanto ripiirteremo
soluzione possiamo utilizzare le formule trigonometriche. il risultato finale con la
stessa precisione.
In questo caso, la verifica era contenuta nella solu­
V E R IF IC A
zione del problema. La velocità in volo calcolata corrisponde
al valore della velocità standard di un’oca, pertanto il nostro
risultato sembra corretto. Come ulteriore controllo, lo sposta­
mento totale calcolato di 35 mi sembra corretto per l’ipotenusa
del triangolo in Figura 1.29.
22 CAPITOLO 1 Rappresentazione del moto

R I E P I L O G O

Obiettivo: introdurre i concetti fondamentali del moto e passare in rassegna i relativi principi matematici di base.

COIMCETTI IMPORTANTI
Diagrammi dei moto Descrizione del moto
Il modello del punto materiale rappresenta un corpo che La posizione localizza un corpo rispetto a un sistema scelto
si muove come se tutta la sua massa fosse concentrata in un di riferimento ed è descritta da una coordinata.
singolo punto. Utilizzando questo modello, possiamo rappre­ La coordinata è la variabile utilizzata per descrivere la posizione.
sentare il moto con un diagramma del moto, in cui i punti «a
indicano le posizioni del corpo a istanti successivi. In un — r .jfr—I— I— I— I— I— r -t—I ■F I— rx(km)
diagramma del moto, l’intervallo di tempo tra punti successi­ -6 r -5 “ 4 - 3 -2 -1 0 1 2 3:45
vi è sempre lo stesso. Questa mucca è a jc = —5 km. Questa automobile è a .v = +4 km.

Ciaiicun punto rappresenta la posizione del corpo.


Ciascuna posizione del punto corrisponde ad un prcci.so Un cambio di posizione è chiamato spostamento. Per il moto
istante di tempo. / lungo una retta, uno spostamento è una quantità registrata. Lo
1! 2s^* 3s 4s 5s 6s
spostamento da x a è Aa= —x.
/= 0s
t • • • • Il tempo è misurato a partire da un determinato istante in cui
definiamo r = 0. Un intervallo di tempo è il tempo trascorso
L'intervallo di tempo fra tra due istanti specifici Le e corrisponde a A/ = /^- r.
posizioni succe.ssivc è lo stesso.
La velocità è il rapporto tra lo spostamento di un corpo e
l’intervallo di tempo durante il quale avviene questo sposta­
Grandezze scalari e vettoriali mento:
Le grandezze scalari hanno solo una intensità e possono A.r
essere rappresentate da un singolo numero. A/
Temperatura, tempo e massa sono grandezze scalari.
Un vettore è una gran- Unità di misura
dezza descritta da una
intensità (modulo), da una Direzione c verso Ogni misura di una grandezza fisica deve includere un’unità
direzione e un verso. La La lunghezza di un veturre di misura.
***è proporzionale alla sua
velocità e lo spostamento intcn.sità o modulo. Il sistema standard di unità di misura utilizzato in ambito
sono grandezze vettoriali. scientifico è il Sistema Internazionale (SI). Le unità Si
1vettori velocità possono l vettori velocità colicgano fondamentali comprendono:
essere disegnati su un dragn.n,nv. <i«i molo, • Lunghezza: metri (m)
diagramma
, ® , .
del moto col-
. .
Partenza ........... I vciton vclwitù
.
legando 1punti successivi diventano più lunghi, • Tempo: secondi (s)
con un vettore. quindi il corpo sta accelerando.
• Mas.sa: chilogrammi (kg)

APPLICAZIONI
Lavorare con i numeri
Nella notazione scientifica, un numero è espresso come Le cifre significative sono le cifre conosciute in modo affi­
numero decimale tra 1 e 10 moltiplicato per una potenza di dieci. dabile. Il numero di cifre significative per:
Nella notazione scientifica, il diametro della Terra è 1.27 • 10^ m.
• moltiplicazione, divisione ed elevamento a potenza è de­
Si può utilizzare un prefisso prima di un’unità di misura per finito dal valore con il minor numero di cifre significative
indicare un multiplo o un sottomultiplo di 10. Quindi possia­
mo scrivere il diametro della Terra come 12700 km laddove k • addizione e sottrazione è definito dal numero minore di
in km denota il fattore 1000. decimali.
Possiamo eseguire una conversione di unità di misura per Una stima dell'ordine di grandezza è una stima che ha una
convertire il diametro della Terra in un’unità di misura diversa, precisione di circa una cifra significativa. Tali stime si effet­
come le miglia. Eseguiamo questa operazione moltiplicando tuano solitamente basandosi su numeri approssimati ricavati
per un fattore di conversione pari a l, come 1= 1 mi/1.61 km. dall’esperienza quotidiana.
Domande 23

La difficoltà del problema è indicata con I (facile) fino a Hil (molto difficile). I problemi contrassegnati come IN! integrano in maniera
significativa concetti esposti nei capitoli precedenti; i problemi contrassegnati con BK) sono di interesse medico o biologico.

DOMANDE
D o m a n d e concettuali 12. Un bambino sta andando in slitta su una superficie innevata
e liscia. Ad un certo punto incontra una sporgenza rocciosa
1. a. Scrivi un paragrafo che descriva il modello del punto e rallenta fino a fermarsi. Disegna un diagramma del moto
materiale. Che cos’è e perché è importante? utilizzando il modello del punto materiale, mostrando i vet­
b. Fornisci due esempi di situazioni, diversi da quelli tori velocità del bambino sulla slitta.
descritti nel testo, per i quali il modello del punto mate­ 13. Un paracadutista si lancia da un aeroplano. La sua velocità
riale è appropriato. aumenta fino a quando apre il paracadute e a quel punto
c. Fornisci un esempio di situazione, diverso da quelli la velocità decresce rapidamente. Successivamente cade
descritti nel testo, per il quale il modello del punto mate­ verso terra a velocità costante, fermandosi quando atterra
riale sarebbe inappropriato. ai suolo. Disegna un diagramma del molo utilizzando il
2. Un giocatore di baseball scivola in seconda base. Usa il modello del punto materiale, che mostri la posizione del
modello del punto materiale per disegnare il diagramma paracadutista in tempi successivi e i vettori velocità.
del moto del giocatore da quando inizia a scivolare fino a 14. Il tuo compagno di stanza lascia cadere una palla da tennis
quando raggiunge la base. Numera i punti in ordine, ini­ dal balcone del terzo piano. La palla colpisce il marcia­
ziando da zero. piede e rimbalza fino aH'altezza del secondo piano. Dise­
3. Un'automobile viaggia verso sinistra a velocità costante gna un diagramma del moto, utilizzando il modello del
per alcuni secondi, poi frena ad uno stop. Utilizza il punto materiale, mostrando i vettori velocità della palla dal
modello del punto materiale per disegnare un diagramma momento in cui viene lasciata cadere fino a quando rag­
del moto dell'automobile per l’intero moto sopra descritto. giunge la massima altezza di rimbalzo.
Numera i punti in ordine, iniziando da zero. 15. Un'automobile sta viaggiando verso nord a velocità
4. Una palla viene lasciata cadere dal tetto di un alto , ^ ^ costante. Effettua una sterzata graduale a sinistra di 90°
edificio. Gli studenti di un corso di fisica devono senza perdere velocità, poi continua a viaggiare verso
disegnare il diagramma del moto per questa situa­ • I ovest. Disegna un diagramma del moto, utilizzando il
zione. Uno studente consegna il diagramma illu­ modello del punto materiale, mostrando i vettori velocità
• 2
strato nella Figura DI .4. 11 diagramma è corretto? • 3 dell'automobile come osservati da un elicottero che sor­
Spiega il perché. FIGURA D i.4 • 4 vola l'autostrada.
16. Un’automobile giocattolo percorre un piano inclinato in
5. Scrivi una frase o due per descrivere la differenza fra posi­
discesa, poi una superficie orizzontale e liscia. Disegna
zione e spostamento. Fornisci un esempio per ciascun con­
un diagramma del moto utilizzando il modello del punto
cetto.
materiale, mostrando i vettori velocità dell'automobile.
6. Fornisci un esempio di un viaggio che potresti intrapren­
17. La densità è il rapporto fra la massa di un corpo e il suo
dere con la tua automobile per cui la distanza percorsa indi­
volume. Pensi che la densità sia un quantità vettoriale o
cata dal contachilometri non è uguale allo spostamento tra
scalare? Spiega il perché.
la posizione iniziale e la posizione finale.
7. Scrivi una frase o due per descrivere la differenza fra velo­
cità scalare media (Equazione 1.1 ) e velocità (Equazione D o m a n d e a scelta m u ltipla
1.2). Fornisci un esempio per ciascun concetto.
8. 11 moto di uno skateboard lungo un asse orizzontale è 18. I Uno studente cammina LO mi verso ovest e poi LO mi
osservato per 5 s. La posizione iniziale dello skateboard è verso nord. A questo punto quanto dista dal punto di par­
negativa rispetto all’origine scelta e anche la vekx'ità nei 5 tenza?
s è negativa. Alla fine del tempo di osservazione, lo skate­ A. 1.0 mi B. 1.4 mi C. 1.6 mi D. 2.0 mi
board è più vicino all’origine o più lontano da essa rispetto 19. I Lanci un sasso verso l'alto. Il sasso si muove verso l’alto,
al momento iniziale? Spiega il perché. ma sta rallentando. Se definiamo il suolo come l’origine, la
9. Sci in piedi su un rettilineo e stai guardando il moto di una posizione del sasso è _____ e la vekxità del sasso è _____ .
bicicletta; scegli la tua posizione come Foriginc. Ad un A. positiva, positiva B. positiva, negativa
dato istante la posizione della bicicletta è negativa e la sua C. negativa, positiva D. negativa, negativa
vekxità è positiva. La bicicletta si sta avvicinando o allon­ 20. I Quale dei seguenti moti potrebbe essere descritto dal
tanando rispetto a te? Spiega il perché. diagramma del moto della Figura Dl.20?
10. Due amici osservano un podista che completa un giro A. Un disco da hockey che scivola sulla superficie ghiac­
di 400 111 intorno ad una pista in 100 s. Uno degli amici ciala.
afferma; “In questo giro la velocità del podista è stata di B. Un ciclista che frena ad uno stop.
4 m/s”. Il secondo amico obietta dicendo: “No, la velocità C. Un velocista che inizia una corsa.
scalare media del podista è stata di 4 ni/s.” Chi dice la cosa D. Una palla che rimbalza su un muro.
giusta? Giustifica la tua risposta. 54 3 2 I 0
11. Una gicxatrice di softball colpisce la palla e inizia a correre FIGURA D1.20 •• • • • •

verso la sua prima base. Disegna un diagramma del moto, uti­ 21. I Quale dei seguenti moti è descritto dal diagramma del
lizzando il nuxlello del punto materiale, mostrando i vettori moto della Figura D 1.21 ?
vekxità della gicxatrice durante i primi secondi della corsa. A. Un pattinatore che pattina sul ghiaccio.
24 CAPITOLO 1 Rappresentazione del moto

B. Un aereo che frena dopo Tatterraggio. 25. I Una donna cammina a passo veloce a 2.00 m/s. Quanto
C. Un’automobile che parte dopo uno stop. tempo impiegherà a percorrere un miglio?
D . Una palla da biliardo che sbatte contro una sponda e A. 8.30 min B. 13.4 min
inverte la direzione. C. 2 1.7 min D. 30.0 min
26. I Calcola 3.24 m + 0.532 m con il corretto numero di cifre
FIGURA 01.21 mi significative.
22. I Un uccello vola 3.0 km verso ovest e 2.0 km verso nord. A. 3.7 m B. 3.77 m C. 3.772 m D. 3.7720 m
Qual è il modulo dello spostamento deH’uccello? 27. I Un rettangolo ha una base di 3.24 m e un’altezza di
A. 2.0 km B. 3.0 km C. 3.6 km D. 5.0 km 0.532 m. Qual è la sua area, espressa con il corretto numero
23. Il Le foche di Weddell praticano dei fori nel ghiaccio per di cifre significative?
BK) nuotare nelle acque del l'oceano sottostanti e procurarsi il A. I.72m2 B. .723 m2
cibo. Le osservazioni di una di queste foche hanno mostrato C. I.7236m2 D. l.72368 rn^
che si immergeva verticalmente a partire dalle aperture pra­ 28. I La Terra si è formata 4.57 - IO" anni fa. A quanti secondi
ticate raggiungendo una profondità di 0.30 km in un tempo equivale questo tempo?
di 5.0 min. Qual era la vekx:ità di immersione della foca? A. 1.67 • lO'^s B. 4 .0 1 I0"s
A. 0.60 m B. l.Om C. l.6m D. 6.0 m C. 2.40- IO'-'s D. 1.44 lO'^s
E. lOrn/s 29. IH La densità media di un corpo è definita come il rapporto
24. Il Un uccello vola 3.0 km verso ovest e 2.0 km verso nord. fra la sua massa e il suo volume: p = M/V. La massa della
Un altro uccello vola 2.0 km verso ovest e 3.0 km verso Terra è 5.94 • 10‘^ kg e il suo volume è 1.08 • lO'^ knr^.
nord. Qual è l’angolo fra i vettori spostamento totale dei Qual è la densità media della Terra?
due uccelli? A. 5.50 • IO' kg/m' B. 5.50 • lO^ kg/m'
A. 23° B. 34° C. 56° D. 90° C. 5.50 • IO" kg/m' D. 5.50 • lO'^ kg/m'

PROBLEMI
Sezione 1.1 Moto: un primo sguardo il viaggio 14 mi ad ovest dell’origine, definita all’incrocio
con Mulberry Road. Se lo spostamento dell’automobile e
1. I Un’automobile slitta nel fermarsi per evitare un oggetto
stato di —23 mi, su quale lato di Mulberry Road si è mossa
sulla strada. Disegna un diagramma del moto delfautomo-
l’automobile? A quale distanza dall’incrocio si trovava
bile dal tempo di inizio dello slittamento fino aH’arresto.
l’automobile alla sua partenza?
2. I Un uomo si muove in bicicletta lungo un rettilineo per
7. I Le api bottinatrici si muovono spesso in linea retta in
5 min, poi si accorge di avere una gomma a terra. Si ferma
BK) un andirivieni con l’alveare. Supponiamo che un’ape parta
per 5 min per cercare di ripararla, ma non riesce a farlo.
dal suo alveare e voli per 500 m verso est, poi 400 m verso
Continua il suo viaggio a piedi per il resto del percorso,
ovest e successivamente 700 m verso est. A quale distanza
camminando per altri 10 min. Usa il modello del punto
si trova l’ape dall’alveare?
materiale per disegnare un diagramma del moto rela­
tivo all’intero percorso dell’uomo come sopra descritto.
Numera i punti in ordine, iniziando da zero. Sezione 1.3 Velocità
3. I Un podista corre verso est a passo sostenuto e improv­
8. I Una guardia giurata cammina a passo costante, percor­
visamente è colto da un crampo. Fortunatamente un auto­
rendo 110 m nel suo giro intorno al perimetro di un edi­
bus diretto verso ovest è fermo alla fermata poco distante.
ficio. Impiega 240 s per effettuare il giro. Qual è la sua
L’uomo sale sull’autobus e arriva rapidamente a casa.
velocità scalare media?
Utilizza il modello del punto materiale per disegnare un
9. Il Elenca gli elementi seguenti in ordine di velocità decre­
diagramma del moto del podista per l’intero moto sopra
scente, dal più rapido al più lento: (i) Un’automobilina gio­
descritto. Numera i punti in ordine, iniziando da zero.
cattolo che si sposta di 0.15 m in 2.5 s. (ii) Una palla da
calcetto che rotola per 2.3 m in 0.55 s. (iii) Una bicicletta
Sezione 1.2 Posizione e tempo: descrivere la natura con i che viaggia per 0.60 m in 0.075 s. (iv) Un gatto che corre
numeri per 8.0 m in 2.0 s.
10. Il La Figura PI. 10 mostra il diagramma del moto di un
4. I La Figura PI.4 mostra Susan che percorre un rettilineo
cavallo che galoppa in una direzione lungo un rettilineo. 1
fra la sua casa e il cinema. Qual è la posizione x di Susan se
punti sono relativi a istanti di tempo presi ad intervalli di 10
a. La sua casa è l’origine?
secondi. Qual è la velocità del cavallo?
b. 11 cinema è l’origine?
a. Durante i primi dieci secondi di galoppo?
Casa Susan Cinema b. Durante l’intervallo da 30 s a 40 s?
..t .. & c. Durante l’intervallo da 50 s a 70 s?
K-
FIGURA P I.4 2 mi 3 mi 70 s 50 s 30 s 10 s
• • • • •
5. I Keira piirte dalla posizione x = 23 m lungo l’asse delle .v. -Jf (m)
FIGURA P I.10 -SO 150 2-50 -350
Effettua poi uno spostamento di —45 m. Qual è la sua posi­
zione finale? 11. Il Harry impiega 35 s per camminare da a' = -1 2 m a .v =
I Un’automobile viaggia lungo un rettilineo est-ovest. -4 7 m. Qual è la sua velocità?
Stabiliamo un sistema di riferimento relativo alla strada, 12.1 Un cane si sposta da a =-r —12 m a a = 3 m in 10 s. Qual
con i valori di x crescenti verso est. L’automobile termina è la sua velocità?
Problemi 25
13. I Una palla che rotola lungo una linea retta alla velocità di 27. Il Una città ha le strade disposte in base ad una griglia qua­
0.35 m/s si sposta da .v = 2 .1 m a x = 7.3 m. In quanto tempo drata, con ciascun blocco lungo 135 m. Se guidi verso nord
effettua questo spostamento? per tre blocchi, poi verso ovest per due blocchi, a quale
distanza ti trovi dal punto di partenza?
Sezione 1.4 Cifre significative, notazione scientifica, unità 28. Il Una farfalla vola dalla cima di un albero situato al centro
di misura di un giardino fino alla punta di un fiore che si trova ai
14. Il Converti le unità di misura seguenti in unità SI: bordi del giardino. L’albero è alto 8 m più del fiore e il
a. 9.12/is b. 3.42 km giardino è largo 12 m. Determina il modulo dello sposta­
c. 44 cm/ms d. 80 km/h mento della farfalla.
15. I Converti le unità di misura seguenti in unità SI: 29. Ili Un giardino ha un sentiero circolare del raggio di 50 m.
a. 8.0 in b. 66 ft/s c. 60 mph John parte dal punto più ad est del sentiero e cammina in
16. I Converti le unità di misura seguenti in unità SI: senso antiorario fino a raggiungere il punto più a sud del
a. 1.0 ora b. 1.0 giorno c. 1.0 anno sentiero. Di quanto si ò spostato John? Utilizza la nota­
17. Il Quante cifre significative ha ognuno dei seguenti zione (modulo-direzione e verso) per la tua risposta.
numeri? 30. Il Un circuito di collaudo per automobili in Inghilterra ha
a. 6.21 b. 62.1 una circonferenza di 3.2 km. Un’automobile viaggia lungo
c. 0.620 d. 0.062 il circuito dal punto più a sud fino al punto più a nord.
18. I Quante cifre significative ha ognuno dei seguenti a. Quale distanza percorre f automobile?
numeri? b. Qual è lo spostamento delfautomobile dalla posizione
a. 0.621 b. 0.006200 originale?
c. 1.0621 d. 6.21 • HY 31. I Le (K‘he migratrici tendono a viaggiare a una velcKità
19. I Esegui i seguenti calcoli relativi a numeri con tre cifre BIO costante, volando lungo segmenti che sono linee rette. Un’cx:a
significative. viaggia [-Hir 32 km verso sud, poi vira e viaggia per 20 km
a. 33.3 - 25.4 b. 3 3 .3 -2 5 .4 verso ovest. Quanto dista l’cKa dalla sua posizione originale?
c. d. 333.3 - 25.4 32. Il Gli avvoltoi eccellono nel volo planato; possono percorrere
20. Il Se misuri diverse volte la BIO grandi distanze in aria senza battere le ali subendo appena un
BIO tua altezza, è probabile che piccola perdita di quota. Un avvoltoio in una planata tipica si
i risultati possano variare di muove lungo un percorso che ha una pendenza di 3.5° rispetto
circa mezzo pollice in più o aH’orizzontale. Se l’avvoltoio si muove per una distanza oriz­
in meno a causa di errori di zontale di 1(X) m, qual è la sua perdita di quota?
misurazione o di reali varia­ 33. I Un escursionista cammina in direzione 25° a nord est per
zioni delfaltezza. Infatti si è 200 m. Quale distanza ha percorso verso nord e quale verso
lievemente più bassi la sera, est dalla sua posizione iniziale?
poiché nel corso della gior­ 34. I Un escursionista si arrampica lungo un sentiero con una
nata la gravità esercita una pendenza di 10°. Il suo contapassi indica che ha percorso
compressione sulla spina dorsale. Un uomo misura 6 piedi 1500 m lungo il pendio. Qual è il suo spostamento in altezza?
e 1 pollice di altezza. Esprimi la sua altezza in metri, utiliz­ 35. Hill Una palla sotto un portico rotola per 60 cm fino al bordo
zando il numero appropriato di cifre significative. del portico, poi cade per 40 cm e continua a rotohu'c sul prato
21.1 L’Empire State Building ha un’altezza di 1250 ft. per poi fermarsi a 80 cm dal bordo del portico. Qual è il
Esprimi la sua altezza in metri, indicando il risultato con la modulo dello spostamento totale della palla, in centimetri?
notazione scientifica e con tre cifre significative. 36. Il Un giocatore di football americano calcia il pallone dal
22. Ili I fili d’erba crescono, allungandosi verso l’altro a partire dal centro del campo verso la linea laterale ad una distanza
BIO suolo. Durante l’estate l’erba del prato cresce in fretta. Stima di 17 yard dal fondocampo avversario. Qual è lo sposta­
questa vekK'ità in m/s. Effettua questa stima a piulirc dalla tua mento totale della palla? (Un campo da football americano
esperienza, notando, ad esempio, con quale frequenza il prato è lungo 120 yard e largo 53 yard)
deve essere tagliato e quale lunghezza raggiunge l’erba ogni
1 Problemi 37 e 38 sono relativi al
volta. Esprimi il risultato con la notazione scientifica.
23. Il Stima la velocità media, in m/s, con cui crescono i tuoi volo planato degli scoiattoli volanti.
BIO capelli. Effettua questa stima a partire dalla tua esperienza, Questi scoiattoli planano di albero
notando, ad esempio, con quale frequenza ti tagli i capelli e in albero a velocità costante, muo­
la lunghezza dei capelli tagliati. Esprimi il risultato con la vendosi lungo una linea retta che
notazione scientifica. punta verso il basso e perdono
quota man mano che avanzano. Le planate corte e le planate lun­
ghe hanno profili diversi.
Sezione 1.5 Vettori e moto: un primo sguardo
24. I Carol e Robin dividono una casa. Per andare al lavoro, 37. Il Uno scoiattolo che compie una breve planata viaggia
Carol cammina verso nord per 2.0 km mentre Robin guida BIO lungo una linea retta che ha un’inclinazione di 40° al di
verso ovest per 7.5 km. Quanto distano i loro rispettivi luo­ sotto dell’orizzontale. Lo scoiattolo parte da un albero a
ghi di lavoro? un'altezza di 9.0 m dal suolo e plana verso un secondo
25. I Loveland, Colorado, si trova 18 km a sud di Fort Collins albero che si trova a una distanza orizzontale di 3.5 m.
e 31 km a ovest di Greeley. Qual è la distanza tra Fort Col­ a. Qual è la lunghezza del percorso planato dello scoiattolo?
lins e Greeley? b. Qual è l’altezza a cui si trova lo .scoiattolo rispetto al
26. I Joe e Max si stringono la mano e si salutano. Joe cam­ suolo quando giunge a destinazione?
mina verso est per 0.55 km verso un bar e Max prende un 38. Il Uno scoiattolo in una tipica planata lunga copre una
taxi e viaggia verso nord per 3.25 km fino ad una libreria. BIO distanza orizzontale di 16 m perdendo 8.0 m di quota.
Quanto distano tra loro le due destinazioni? Durante questa planata.
26 CAPITOLO 1 Rappresentazione del moto

a. Qual è Tangolo della traiettoria dello scoiattolo al di 49.


Parten/.a <
sotto deirorizzontale?
b. Qual è la distanza totale coperta dallo scoiattolo?
V

t
• Arresto

P ro blem i generali 1^ due parti del diagramma del

I Problemi dal 39 al 45 sono problemi sul moto simili a quelli che


moto sono rappresentate
separatamente per chiarezza,
i
impareremo a risolvere nel Capitolo 2. Per ora, interpreta sem­
ma il moto avviene lungo
un'unica linea retta.
ì
plicemente il problema disegnando un diagramma del moto che
mostri la posizione del corpo e i suoi vettori velocità. Non devi Stesso
punto
risolvere questi problemi né eseguire operazioni matematiche.
FIGURA P I.49
39. Il In una tipica corsa fra levrieri, i cani accelerano ad una
50.
BIO velocità di 20 m/s su una distanza di 30 m e successiva­
mente mantengono questa velocità. Quale sarebbe il tempo
di un levriero in una corsa di 100 m piani? \
40. Il Billy lascia cadere un cocomero dalla cima di un edifi­ FIGURA P1.50 \
cio a tre piani, 10 m al di sopra del marciapiede. Qual è la 51. Hill Quanti pollici percorre la luce in un nanosecondo? La
velocità del cocomero quando tocca il suolo? velocità della luce è 3.0 • lO*^ m/s.
41. Il Sani guida temerariamente a 60 mph in una zona in cui 52. I Joseph guarda le pietre miliari lungo la strada durante
il limite è di 30 mph quando improvvisamente scorge la un lungo viaggio in automobile su un’autostrada. Nota che
polizia. Aziona il freno e rallenta di 30 mph in tre secondi, alle 10:45 la sua automobile ha superato una pietra miliare
facendo finta di nulla quando passa davanti agli agenti di indicante 101 e alle 11:00 l’automobile raggiunge una pie­
polizia. Quale distanza percorre durante la frenata? tra miliare indicante 119. Qual è la velocità dell’automo-
42. Il Un pattinatore di velocità che si muove su una superficie bilc, in mph?
ghiacciata liscia a 8.0 m/s passa su un’arca di ghiaccio grezzo 53. II Alberta sta andando a cena a casa della nonna, ma è leg­
lunga 5.0 m. Rallenta a velocità costante, poi continua a 6.0 germente in ritardo. Quando arriva sull’autostrada, sa che
m/s. Qual è la sua accelerazione sul ghiaccio grezzo? deve uscire entro 45 minuti se non vuole arrivare in ritardo.
43. Il L’orice gazzella, un’antilope africana, è una saltatrice La sua uscita dista 32 mi. Qual è la minima velocità a cui
BK) eccezionale, in grado di saltare 1.5 m rispetto al suolo. Per può viaggiare per arrivare in orario? Esprimi la tua risposta
saltare a questa altezza, a quale velocità la gazzella deve in miglia all’ora.
staccarsi dal suolo? 54. Il II ghiacciaio Hubbard in Alaska avanza in media di 105
44. Il Una palla rotola lungo un pavimento orizzontale liscio a piedi all’anno. A quale velocità avanza il ghiacciaio in m/s?
10 m/s, poi affronta in salita un piano inclinato di 20°. A 55. I La Terra completa un’orbita intorno al Sole in un anno.
quale altezza arriva prima di rotolare all'indietro? L’orbita ha un raggio di 93 000 000 miglia. Qual è la velo­
45. Il Un automobilista viaggia a 20 m/s. Si trova a 60 m da un cità della Terra intorno al Sole in m/s? Scrivi il risultato
semaforo quando quest’ultimo diventa giallo. Il suo tempo usando la notazione scientifica.
di reazione, prima di azionare il freno, è di 0.50 s. Quale 56. Ili Shannon decide di controllare la precisione del suo
decelerazione costante durante la frenata lo porterà a fer­ tachimetro. Regola la sua velocità in modo che il tachime­
marsi esattamente al semaforo? tro segni 70 mph e mantiene costantemente questa velocità,
1 Problemi dal 46 al 50 mostrano un diagramma del moto. Per misurando il tempo fra le successive pietre miliari distan­
ciascuno di questi problemi, scrivi una “storia” di una o due frasi ziate esattamente di 1.00 miglio. Se il tempo misurato è
su un corpo reale che abbia questo diagramma del moto. Le tue di 54 s, il suo tachimetro è preciso? In caso contrario, la
storie dovrebbero parlare di persone con un nome o di oggetti velocità è troppo alta o troppo bassa?
precisi e dovrebbero raccontare la loro azione. I Problemi dal 39 57. II II circuito di Nardò è una pista di prova ad alta velo­
al 45 sono esempi di brevi storie sul moto. cità per auto e moto. Ha una circonferenza di 12.5 km. Le
46. I automobili percorrono il circuito ad una velocità costante
Arrcslo di 100 km/li. Un’automobile parte dal punto più a est del
FIGURA P1.46 circuito e viaggia per 15 minuti a questa velocità.
47. I a. Quale distanza in km percorre l’automobile?
b. Qual è il modulo dello spostamento dell’automobile, in
FIGURA P1.47 Arresto
km, dalla posizione iniziale?
48. c. Qual è la velocità scalare media del l’automobile in m/s?
58, Il I motoneuroni nei mammiferi trasmettono segnali dal
BK) cervello ai muscoli scheletrici a circa 25 m/s. Stima quanto
tempo in ms ( 10 ' s) occorre ad un segnale per arrivare dal
Vista dall’alto del moto tuo cervello alla tua mano.
su un piano orizzontale

; 59, Ili I dati registrati da un satellite presi diverse volte ogni ora
sulla posizione di un albatro mostrano un viaggio di 1200
km in un tempo di 1.4 giorni.
FIGURA P I.48 Arco circolare a. A partire da questi dati, qual è la velocità scalare media
dell’albatro in mph?
b. I dati sulla posizione deH’albatro sono stati registrati in
modo intermittente. Spiega come questo implichi che la
velocità scalare media dell’albatro sia stata più alta di
quanto tu abbia calcolato nella parte a.
Problemi 27
60. Il II batterio Escheri- 65. Ili Gli squali balena nuotano con un movimento ascendente
m chia coli (o E. coli) è un BK) e discendente. Nuotano lungo una linea retta ad un angolo
organismo unicellulare ridotto quando si spostano dalla superfìcie verso le acque
che vive nell’intestino di profonde o viceversa. In un’immersione registrata, uno
umani e animali sani. La squalo è partito da una profondità di 50 m e ha nuotato ad
forma del suo corpo può una velocità di 0.85 m/s lungo un percorso avente un’ango­
essere model lizzata come lazione di 13° sull’orizzontale fino al raggiungimento della
un cilindro lungo 2 /xm superfìcie.
con un diametro di 1 fiiw e la sua massa è di a. Qual è la distanza orizzontale fra la posizione di partenza
Il suo cromosoma consi.ste in una catena a doppia elica di e quella di arrivo dello squalo?
DNA 700 volte più lunga della lunghezza del suo corpo. b. Qual è stata la distanza totale nuotata dallo squalo?
Il batterio si muove ad una velocità costante di 20 )um/s, c. Quanto tempo ha impiegato lo squalo a compiere questo
sebbene non sempre nella stessa direzione. Rispondi alle percorso?
domande seguenti suH’E. coli utilizzando unità SI (salvo 66. Ili Partendo dal suo nido un’aquila vola a velocità costante
se diversamente specificato) con le cifre significative cor­ per 3.0 min verso est, poi per 4.0 min verso nord. Successi­
rette. vamente l’aquila torna direttamente al suo nido alla stessa
a. Qual è la sua lunghezza? velocità. Quanto tempo dura il volo dell’aquila?
b. Il suo diametro? 67. Ili John cammina 1.00 km verso nord, poi gira a destra e
c. La sua massa? cammina 1.00 km verso est. La sua velocità è di 1.50 m/s
d. Qual è la lunghezza del suo DNA in millimetri? per tutta la passeggiata.
e. Se l’organismo dovesse muoversi lungo una linea retta, a. Qual è il modulo del suo spostamento, dall’inizio alla fine?
quanti metri percorrerebbe in un giorno? b. Se Jane parte contemporaneamente a John, ma cammina
61. II II batterio Esclierichia lungo una linea retta fino al punto d’arrivo del percorso
BIO coli (o E. coli) è un organi­ di John, a quale velocità dovrebbe camminare per arri­
smo unicellulare che vive vare alla meta insieme a John?
nell’intestino di umani e
animali sani. Quando cre­
sce in un ambiente ricco di Esercitazioni per te st di tip o M C A T
sali e amminoacidi, nuota
Velocità di crescita
muovendosi a zig zag
ad una velocità costante, Le immagini degli alberi nella Figura PI.68 sono tratte da un
cambiando direzione a f i g u r a P1.61 catalogo commerciale di alberi a crescita rapida. Se contrasse­
intervalli di tempo variabili. La Figura P I.61 mostra le gniamo la posizione della cima dcH’albcro da un anno all’altro,
posizioni di un E. coli mentre si muove dal punto A al come mostra il grafico nella figura, otteniamo un diagramma del
punto J. Ciascun segmento del moto può essere identifi­ moto come quelli che abbiamo visto per altri tipi di moto. II moto
cato da due lettere come il segmento BC. In quali eventuali naturalmente non è costante. In alcuni mesi l’albero cresce rapida­
segmenti il batterio ha mente; in altri mesi piuttosto lentamente. Possiamo tuttavia vedere
a. lo stesso spostamento? che la velocità media di crescita è quasi costante per i primi anni.
b. la stessa velocità scalare media?
c. la stessa velocità? y (ft)
62. HI II Sole si trova a 30° sopra l’orizzonte. In questa situa-
BIO /.ione un grande albero proietta un’ombra di 52 m di lun­
ghezza. Quanto è alto l’albero?
63. Il Le Foche di Weddell alla ricerca di cibo in mare aperto
BIO si immergono verso il fondo dell’oceano nuotando in
avanti lungo una linea retta che punta sotto Porizzontale.
In base ai dati rilevati su una foca, si è osservato che questa FIGURA P1.68 unno anno anno
impiega 4.0 min per scendere di 360 m al di sotto della
superficie percorrendo 920 m in orizzontale. 68. I Qual è la velocità di crescita dell’albero, in piedi
a. Qual è l’angolo rispetto all’orizzontale della traiettoria all’anno, da r = I yr a / = 3 yr?
della foca ? A. I2ft/yr B. 9 ft/yr C. 6 fl/yr D. 3 ft/yr
b. Quale distanza copre la foca in questa immersione? 69. I Quanto vale questa velocità in m/s?
c. Qual è il modulo della velocità della foca in m/s? A. 9 - IO «m/s B. 3 - IO ‘'m/s
64. Il Un grande aereo passeggeri accelera lungo la pista di C. 5 • IO W s D. 2 - lO^’m/s
decollo per una distanza di 3000 m prima di staccarsi dal 70. I Alla fine dell’anno 3, viene legata una corda alla cima
suolo. Successivamente prende quota ad un angolo costante dell’albero per stabilizzarlo. La corda viene fissata al suolo
di 3.0°. Dopo che l’aereo ha percorso 3000 m lungo questa a 15 piedi di distanza dall’albero. Quale angolo forma la
nuova traiettoria, (a) a quale altezza si trova, e (b) a quale corda con il terreno?
distanza orizzontale si trova dalla sua posizione iniziale? A. 63° B. 60° C. 30° D. 27°
28 CAPITOLO t Rappresentazione del moto

R IS P O S T E ALLE P A U S E DI R IF L E S S IO N E

I^uisa di riH essione- A nteprim a capìtolo C. I lati di un triango­ Pausa di ritle-ssione 1.3: C. In base alla sua posizione iniziale
lo rettangolo sono messi in rela/ionc dal teorema di Pitagora. La positiva e alla distanza percorsa nella direzione negativa, potreb­
lunghezza deir ipotenusa è quindi \ / ( 6 cm)‘ + (8 cm)‘ = 10 cm be terminare su un qualsiasi lato rispetto alPorigine.
. Notiamo che questo triangolo è una versione del triangolo ret­ Pausa di rifle.ssione 1.4: C. La sua velocità scalare media è data
tangolo con lati 3-4-5; le lunghezze dei lati sono in questo rap­ dalPEquazione 1.1, quindi è la distanza percorsa (6 km) divisa
porto. per rintervallo di tempo (2 ore), o 3 km/h.
Pausa di riflessione L I: B. Le immagini di B sono più distanti, Pausa di riflessione 1.5: D > C > B = A.
quindi B percorre una distanza maggiore rispetto ad A nello stes­
Pausa di riflessione 1.6: D. a*è la lunghezza del lato opposto
so intervallo di tempo. all’angolo di 30°, quindi a = (30 cm) sin 30° = 15 cm.
Pausa di riflessione 1.2: A. Palla laseiata cadere. B. Particella di Pausa di rifle.ssione 1.7: B. La somma del vettore si trova facen­
polvere. C. Razzo in discesa. do coincidere la coda di un vettore con la punta del precedente.
Il moto in una
dimensione

ANTEPRIMA **■
Obiettivo: descrivere e analizzare il moto lineare.

Moto uniforme Accelerazione Caduta libera


Immagini scattate ad intervalli regolari Un ghepardo può raggiungere velocità Quando lanciamo in aria una moneta, il
mostrano il guidatore spostarsi in avanti elevatissime, ma soprattutto è in grado di suo moto verso Paltò e verso il basso
sempre della stessa distanza. La sua cambiare rapidamente velocità, ossia di sono determinati esclusivamente dalla
velocità è quindi costante. Questo è il avere una grande accelerazione. gravità. Questo moto è un moto di
moto uniforme. caduta libera.

Impareremo a descrivere il moto in termini Utilizzeremo il concetto di accelerazione Quanto tempo impiega la moneta per
di quantità come la distanza e la velocità, per risolvere i problemi di cambio salire e per ridiscendere? Questo è il
prima fase importante nell'analisi del moto. di velocità, come nelle corse o tipo di problema sulla caduta libera che
nell'inseguimento della preda da parte di impareremo a risolvere.
un predatore.
FLASHBACK ^ ;
Diagrammi del moto P A U S A DI R IF L E S S IO N E
Come abbiamo visto nel paragrafo 1.5, un buon approccio iniziale
nell’analisi del moto è quello di disegnare un diagramma del moto, Una bicicletta si muove verso sinistra a velocità
rappresentando la posizione di un corpo in tempi successivi. crescente. Quale dei seguenti diagrammi illustra questo
moto?
A. .... - — •

»— > » = ------ • B
Nel presente capitolo impareremo a creare diagrammi del moto per c. •
diversi tipi di moto lungo una linea retta. Rappresentazioni grafiche
di questo tipo sono un buon punto di partenza per la risoluzione dei D. •
problemi.
30 CAPITOLO 2 n moto in una dimensione

Convenzione del segno per


F IG U R A 2.1
2.1 Descrizione del moto
la posizione.
A >0 A<0 La parte della fisica che si occupa della descrizione matematica del moto si
chiama c i n e m a t i c a , dal greco kinema, che significa “movimenkV’. Cono­
sciamo questa parola nella sua variante italiana cinema.
Posizione a destra Posizione a sinistra
deH'origine deH'origine
Rappresentazione della posizione
Come abbiamo visto nel Capitolo 1, le variabili cinematiche come la posizione
e la velocità sono misurate rispetto ad un sistema di riferimento, un asse che
>•>0
0- 0- noi scegliamo come sistema. Utilizzeremo un asse a* per analizzare sia il moto
v<() orizzontale che il moto su un piano inclinato e un asse y per il moto verticale.
Adotteremo la convenzione che Tasse a abbia valori positivi crescenti verso
Posizione Posizione destra e Tasse y abbia valori positivi crescenti verso Talto. Questa conven­
sopra l'origine sotto l'origine
zione è illustrata nella f i g u r a 2.1.
CEIZ3 ►Le convenzioni illustrate nella Figura 2.1 non sono assolute. Sia­
mo infatti liberi di definire il sistema di riferimento e la convenzione de­
scritta è una scelta standard effettuata nella maggior parte dei casi. A volte,
tuttavia, sarà più conveniente effettuare una scelta diversa. <
Posizioni misurate di una
T A B E L L A 2.1 2.2 II diagramma del moto di una studentessa che va a scuola a piedi e
F IG U R A
studentessa che va a scuola a piedi l'asse del sistema di riferimento usato per la misura delle sue posizioni.
Fenipo Posizione Tempo Posizione / = 0 min 1 fotogramma al minuto
/
t (min) X (m) t (min) X (111) .......... .. » »■
-A(m)
0 220 100 200 300 400 500
60 240
Esaminiamo un problema pratico. La f ig u r a 2.2 è un diagramma del moto di una
120 340
situazione semplice: una studentessa che va a scuola a piedi. Si muove orizzontal­
180 440
mente, pertanto utilizziamo la variabile a per descrivere il suo moto. Abbiamo
200 540
stabilito Torigine per Tasse a , a = 0, nella sua posizione di partenza e misuriamo la
sua posizione in metri. Abbiamo disegnato i vettori velocità che collegano le posi­
zioni successive sul diagramma del moto, come spiegato nel Capitolo 1.11 dia­
gramma del moto mostra che la ragazza esce di casa in un momento che scegliamo
di chiamare /= 0 min e da quel momento ha una progressione costante per un certo
tempo. A partire da r = 3 min c’è un periodo in cui la distanza percorsa durante
ciascun intervallo di tempo diventa più breve, forse perché la ragazza ha rallentato
per parhire con iiiTamica. Poi, a / = 6 min, le distanze percorse alTintemo di cia­
Un grafico del moto della
F IG U R A 2.3 scun intervallo sono più lunghe, forse perché la ragazza si è accorta di essere in
studentessa. ritardo ed ha iniziato a camminare più velocemente.
I punti indicano le posizioni Cia.scun punto nel diagramma del moto nella Figura 2.2 rappresenta la posi­
A(m) della studentessa per ogni zione della studentessa in un dato momento. Ad esempio, la studentessa si
6(X) H tempo della tabella. trova nella posizione a = 120 m a / = 2 min. La Tabella 2.1 registra la sua
400- posizione per ogni punto del diagramma del moto.
Il diagramma del moto nella Figura 2.2 è un modo per rappresentare il moto
200- ; • • •
della studentessa. Presentare i dati come nella Tabella 2.1 è un secondo modo
0 i * 1------ 1------ 1------ 1------ 1-1 (min) per rappresentare questo moto. Una terza possibilità di rappresentare questo
0 10
moto è quella di utilizzare i dati per realizzare un grafico. La f i g u r a 2.3 è un
grafico delle posizioni della studentessa in tempi diversi; diciamo che è un
grafico di a in funzione di t per il moto della studentessa.
Estensione del grafico nella
F IG U R A 2.4
►Un grafico di ‘V/ in funzione di / / ’ significa che a è riportato
Figura 2.3 ad un grafico posizione-
tempo. sull’asse verticale e h sulTasse orizzontale. Spesso indicheremo questo tipo
La curva continua mostra le
di grafico con vs / / ’ dal latino versus. ◄
•V(m) posizioni della studentessa ad
600 H ogni istante di tempo.
Approfondiamo il grafico della Figura 2.3. Possiamo assumere che la stu­
400- dentessa si muova in modo continuo attraverso tutti i punti dello spazio per­
corso, pertanto possiamo rappresentare il suo moto come una curva continua
200- che passa attraverso i punti misurati, come mostrato nella f i g u r a 2.4. Tale
/ (min) curva continua, che mostra la posizione di un corpo in funzione del tempo, è
un g r a f i c o p o s i z i o n e - t e m p o , chiamato anche diagramma orario.
Lu posizione ò Il tempo
rappresentala rappresentalo ►Un grafico non è T“immagine” del moto. La studentessa cammina
su11'as.se verticale. sull’asse orizzontale. lungo una linea retta, ma il grafico di per sé non è una linea retta. Inoltre
2.1 Descrizione del moto 31
abbiamo rappresentato la sua posizione suH’asse verticale anche se il moto
è orizzontale. Un grafico è una rappresentazione astratta del moto. <

E SE M P IO CO NCETTU ALE 2.1 Interpretazione del grafico posizione-tem po di un'autom obile


Il gra fico nella f i g u r a 2.5 rappresenta il m oto di u n ’au tom o- f ig u r a 2.6 Analisi dettagliata del grafico posizione-tempo.
bile lungo un rettilineo. Descriviamo (a parole) il suo moto. 1. A / = 0 min, l'automobile 2. Il valore di x diminuisce
è 10 km a destra per 30 min, indicando che
f ig u r a 2.5 Grafico posizione-tempo deH'automobile. delToriginc. l'automobile si sta muovendo
jc (km) x{km)\ verso sini-stra.
20 H • 5. L'automobile raggiunge
Torigine a / = 80 min.

t (min) / (min)

-20-1

L’asse verticale nella Figura 2.5 è denominato “jc


s p ie g a z io n e 3. L'automobile si femia 4. L'automobile inizia a
per 10 min nella posizione muoversi verso destra
(km)”; la posizione è misurata in chilometri. La nostra conven­
20 km a sinistra delTorigine. a r = 40 min.
zione per il moto lungo Tasse jc data nella Figura 2.1 ci dice che x
aumenta quando Tautomobile si muove verso destra e x diminui­ L'automobile viaggia verso sinistra per 30 minuti e
V E R IF IC A
sce quando Tautomobile si muove verso sinistra. Il grafico quindi verso destra per 40 minuti. Tuttavia, la sua posizione finale è a
mostra che Tautomobile viaggia verso sinistra per 30 minuti, si sinistra del punto iniziale. Questo significa che Tautomobile si
ferma per 10 minuti, poi viaggia verso destra per 40 minuti. Il è mossa più velocemente andando verso sinistra rispetto al moto
moto temiina 10 km a sinistra del punto iniziale. La f i g u r a 2.6 verso destra. Possiamo giungere a questa conclusione anche a
fornisce una spiegazione completa di questo ragionamento. partire dal grafico, come vedremo nella prossima sezione.

Rappresentare la velocità
La velocità è un vettore; ha un modulo, una direzione e un verso. Quando dise­
gniamo un vettore velocità su un diagramma, utilizziamo una freccia contras-
segnata dal simbolo v per rappresentarlo. Per il moto in una dimensione, i
vettori possono puntare solo “in avanti” o “indietro” per il moto orizzontale
(oppure “verso l’alto” o “verso il basso” per il moto verticale). Questa restri­
zione ci permette di semplificare la notazione dei vettori in una dimensione.
Nella ri.soluzione dei problemi sul moto lungo un asse a\ rappresenteremo la
velocità con il simbolo v^. Come per la posizione, sebbene si possano fare altre
scelte, utilizzeremo la convenzione usuale per il segno della velocità: v^sarà
positiva o negativa, rispettivamente per il moto verso destra o verso sinistra,
come indicato nella f i g u r a 2.7. Per un moto lungo Tasse v, utilizzeremo il sim­ F IG U R A 2.7 Convenzione dei segni per
bolo i\,per rappresentare la velocità. La convenzione del segno è anch'essa la velocità.
illustrata nella Figura 2.7. Utilizzeremo il simbolo v, senza indice, per rappre­ ,X ) V, <0
sentare il modulo della velocità di un corpo. Nel linguaggio comune, la velo­
cità corrisponde al modulo del vettore ed è una grandezza sempre positiva.
Direzione del moto Direzione del moto
Per il moto orizzontale, la definizione di velocità, a partire dalla definizione verso destra. verso sinistra.
data nella B IS E Z IO N E 1.3 può essere scritta come

v\ > 0 <0
in accordo con la convenzione dei segni di Figura 2.7. Se A.v è positiva, a
aumenta, il corpo si muove verso destra e nell’Equazione 2.1 la velocità
assume un valore positivo. Se A.v è negativa, x diminuisce, il corpo si muove Direzione del Direzione del moto
moto verso l'alto. verso il basso.
verso sinistra e nell’Equazione 2.1 la velocità assume un valore negativo.
L’Equazione 2.1 è la prima delle numerose equazioni di cinematica che
vedremo in questo capitolo. Specificheremo spesso le equazioni in termini
della coordinata a , ma se il moto è verticale, e in questo caso utilizzeremo la
coordinata y, le equazioni possono essere facilmente adattate. Ad esempio,
TEquazione 2.1 per il moto lungo un asse verticale diventa

( 2 .2)
At
32 CAPITOLO 2 II moto in una dimensione

Dalla posizione alla velocità


Diamo un ulteriore sguardo al diagramma del moto della studentessa che si
reca a scuola. Come possiamo vedere nella f ig u r a 2 .8 , dove abbiamo replicato
il diagramma del moto della Figura 2.2, il moto della ragazza è caratterizzato
da tre fasi chiaramente definite. In ogni fase il modulo della velocità è costante
(poiché i vettori velocità hanno la stessa lunghezza), ma il modulo della velo­
cità varia da una fase aH’altra.
FIGURA 2.8 Rielaborazione del diagramma del moto della studentessa.
Nella prima taso del moto, Nella fase successiva Nella fase lìnalc.
la studentessa cammina la sua velocità diminuisce, si muove ad una veUK'ilà
a velocità costante. costante maggiore.
/ ^
/ = 0 min 1 fotogramma al minuto
/
vv(m)
100 200 3(X) 400 5(X)

Durante il moto, la studentessa si s|X)sta verso destra, nella


direzione delle .v crescenti. La sua velocità ò sempre positiva.

Il moto della studentessa è caratterizzato da tre fasi differenti. Analoga­


FIGURA 2.9 Rielaborazione del grafico mente, il grafico posizione-tempo ridisegnato in f ig u r a 2.9a ha tre segmenti
del moto della studentessa. chiaramente definiti con tre diverse pendenze. Possiamo vedere che esiste una
(a) Quando la Quando relazione fra il modulo della velocità e la pendenza dei segmenti: una velocità
studentessa rallenta, accelera, maggiore corrisponde ad una pendenza maggiore.
la pendenza del la pendenza In realtà la corrispondenza è più profonda. Consideriamo la pendenza del terzo
segmento del grafico posizione-tempo, come mostrato nella f ig u r a 2.9b. La pen­
denza di un segmento è definita come il rapporto tra il suo incremento verticale e
il suo incremento orizzontale. Per il segmento illustrato nel grafico, la pendenza è
incremento verticale _
pendenza =
incremento orizzontale At
Questo rapporto ha un significato fisico: è la velocità e.sattamente come Tab­
biamo definita nelTEquazione 2.1. Abbiamo dimostrato questa corrispondenza
(b) La pendenza è determinata per un segmento particolare, ma si tratta di un principio generale: la pendenza
dairincremento in verticale
X (m) c in orizzontale del segmento.
di un segmento in un grafico posizione-tempo di un corpo è la velocità del
corpo in quel punto del moto. Questo principio vale anche per le pendenze
negative, che corrispondono a velocità negative. Possiamo a.s.sociare la pen­
denza di un grafico posizione-tempo, una grdndczzn geometrica, alla velocità,
una grandezza fisica.

Interpretazione di un grafico posizione-tem po

Le informazioni sul moto possono essere ottenute dai grafici posizione-


tempo in questo modo:
o s i determina la posizione di un corpo al tempo t leggendo il valore
suH’asse verticale corrispondente a quell’istante di tempo.
© Si determina la velocità di un corpo al tempo t trovando la pendenza del
segmento in quel punto. Pendenze maggiori corrispondono a velocità
maggiori.
© Si determina la direzione del moto attraverso il segno della pendenza. Le
pendenze positive corrispondono a velocità positive e, quindi, a moti
verso destra (o verso l’alto). Le pendenze negative corrispondono a velo­
cità negative e, quindi, a moti verso sinistra (o verso il basso).

►La pendenza è un rapporto di intervalli, A.v/Ar, non un rapporto di


coordinate, cioè la pendenza non è semplicemente xh, <

CQIQ ►Bisogna distinguere tra la pendenza reale e la pendenza fisicamente


significativa. Se dovessimo utilizzare un righello per misurare l’incremento
orizzontale e verticale del segmento, potremmo calcolare la pendenza reale
2.1 Descrizione del moto 33
della linea così come disegnata sulla pagina. Questa non è la pendcn/.a a cui F IG U R A 2.10 Deduzione di un grafico

facciamo riferimento quando uguagliamo la velocità alla pendenza del seg­ velocità-tempo a partire da un grafico
mento. Viceversa, ricaviamo la pendenza fisicamente significativa misuran­
posizione-tempo.
do rincremento orizzontale e verticale utilizzando la scala di misura lungo •V(m)
gli assi. L’incremento verticale A.v corrisponde a un certo numero di metri;
rincremento orizzontale A/ a un certo numero di secondi. L’incremento
verticale e rincremento orizzontale fisicamente significativi includono le
unità di misura e il rapporto tra queste unità dà l’unità di misura della pen­
denza. <
Possiamo ora utilizzare l’approccio del riquadro Strategia e tattica 2.1 per
analizzare il grafico posizione-tempo che abbiamo visto nella Figura 2.4. Pos­ del molo, la pendcn/a parte del molo
siamo determinare la velocità della ragazza durante la prima fase del suo moto è positiva e vale la pendenza
60 m/min - 1 . 0 m /s... diminuisce ma
misurando la pendenza del segmento:
è ancora positiva ...
A.v 180 m m 1 min
= pendenza = — = - = 60 — X = 1.0 m/s
Ar 3 min min 60 s ... pertanto la velocità ... pertanto la
In questo calcolo, abbiamo convertito la velocità nelle unità di misura più e positiva e ha un veloeilà è positiva,
valore costante ma con un
consuete: m/s. Durante questa fase del moto, la velocità della ragazza è di 1.0 m/s. salorc miimrc.
costante, pertanto il grafico velocità-tempo è una linea orizzontale a 1.0 m/s,
e»(m/s) /
come mostrato nella f i g u r a 2.10. Utilizzando una procedura analoga, si trova 2.0 d /
che la velocità durante la seconda fase del moto è 0.33 m/s e aumenta fino a,
1.7 m/s durante la fase finale. Utilizziamo queste informazioni per creare il 1.5-
grafico v e lo cità-te m p o mostrato nella Figura 2.10. 1.0
Un esame del grafico velocità-tempo mostra che esso corrisponde alla 0.5
nostra comprensione del moto della studentessa. Si hanno tre fasi del moto,
0 - / (min)
ciascuna con velocità costante. In ogni fa.se, la velocità è positiva perché la 0 8 10
ragazza si muove sempre verso destra. La seconda fase è lenta (bassa velocità)
e la terza fase veloce (alta velocità). Tutto questo si può dedurre chiaramente
dal grafico velocità-tempo, che è un altro modo di rappresentare il moto.

E SE M P IO 2.2 Analisi del grafico della posizione di un'autom obile


La F IG U R A 2.11 mostra il grafico posizione-tempo di un’auto­ / = 4 s e / = 6 s (A/ = 2 s) è A.V= 10 m. Quindi la velocità
mobile. durante questo intervallo è
a. Disegniamo un grafico velocità-tempo dell’automobile. lOm
V. = —— = 5 m/s
b. Descriviamo a parole il moto dell’automobile. 2s
F IG U R A 2.11 Grafico posizione-tempo di un'automobile. Queste velocità sono rappresentate graficamente nella FIGURA 2.12.
x(m)
F IG U R A 2.12 Grafico velocità-tempo delTautomobile.
(m/s)
6- Valore = 5 m/s
\
4-
r(s) 2-
Valore = 0 m/s
\
0 -^ /(s)
2I 3 4 5
-2
^ Valore = -2 m/s
La Figura 2.11 è un grafico del moto. 11 gra­
IM P O S T A Z IO N E
fico posizione-tempo dell’automobile è una sequenza di tre b. Il grafico velocità-tempo per l’automobile nella Figura 2.12
linee rette. Ciascuna di queste linee rette rappresenta un moto mostra il moto in un modo che possiamo de.scrivere in
uniforme a velocità costante. Possiamo determinare la velo­ maniera semplice: l’automobile fa retromarcia per 2 s a 2
cità dell’automobile per ciascuno di questi intervalli di tempo m/s, si ferma per 2 s, quindi si muove in avanti a 5 m/s per
misurando la pendenza del segmento. altri 2 s.
S O L U Z IO N E V E R IF IC A Notiamo che il grafico della velocità e quello della
a. Da / = 0 s a / = 2 s (At = 2 s) lo spostamento dcH’automobile posizione appaiono completamente diversi. E così dev’essere!
è Aa = —4 m —0 m = —4 m. La velocità in questo intervallo Il valore del grafico della velocità ad ogni istante di tempo è
di tempo è uguale alla pendenza del grafico della posizione. F^^iché il gra­
Ax —4 m fico posizione è formato da segmenti con pendenza costante,
■= - 2 m/s
il grafico velocità deve essere formato da segmenti di valore
La posizione della macchina non cambia dar = 2 s a r = 4s costante, come in effetti è. Questa osservazione ci conferma
(Av = 0 m), quindi v, = 0 m/s. Infine, lo spostamento tra che il grafico che abbiamo disegnato è corretto.
34 CAPITOLO 2 II moto in una dimensione

Deduzione di un grafico
F IG U R A 2.13 EEn3 ►Il grafico velocità-tempo nella Figura 2.10 comprende segmenti
posizione-tempo a partire da un grafico verticali in cui la velocità cambia istantaneamente. Questi cambiamenti ra­
velocità-tempo. pidi sono un’idealizzazione; nella realtà per cambiare velocità occorre un
Vx (m/s) piccolo intervallo di tempo. <
I.O-
0 -/(s ) Dalla velocità alla posizione
5 i IO 15 20 25
-l.O -
Abbiamo visto come passare tra differenti rappresentazioni del moto uniforme.
Ci resta un ultimo punto da approfondire: se abbiamo un grafico velocità-
- 2.0 tempo, come possiamo ricavare il grafico posizione-tempo?
-3.0 H Supponiamo di lasciare un’aula e di dirigerci verso un’altra per la lezione
successiva in un altro edificio. Ci accorgiamo di aver dimenticato sul nostro
Quando ci Quando torniamo
allontaniamo, la .sedile il libro di testo (che portiamo sempre con noi a lezione!). Ci giriamo e
imlietro, la nostra
noslravclocilà ò velocitile 3.0 m/s . torniamo correndo verso l’aula precedente per recuperarlo. Un grafico velocità-
+ l .0 m/s... tempo per questo moto è raffigurato in alto in f i g u r a 2.13. Questo moto è carat­
... quindi la pendei!/.a ... quindi la pendenza
del gralico della del gralìco della
terizzato da due fasi distinte: l’allontanamento dalla prima aula (velocità = 1.0
posizione è -fl.Om/s. posizione c 3.0 m/s. m/s) ed il precipitoso ritorno (velocità —3.0 m/s.) Come possiamo dedurre il
nostro grafico posizione-tempo?
Come in precedenza, possiamo analizzare il grafico segmento per segmento.
Questo processo è mostrato nella Figura 2.13, dove il grafico vekx'ità-tempo in
alto è utilizzato per dedurre il grafico posizione-tempo in basso. Per cia.scuno dei
due segmenti del moto, il segno della velcx:ità ci dice .se la pendenza del segmento
è positiva o negativa. 11 valore della velocità ci dice quanto è forte la pendenza. Il
risultato finale ha un senso: la posizione aumenta lentamente per 15 .secondi (allon­
tanamento) e nei successivi 5 secondi decresce rapidamente (ritorno precipitoso).
Alla fine siamo tornati al punto di péirtenza.
C’è un dettaglio importante di cui non abbiamo parlato nel paragrafo prece­
dente: come sapevamo che il grafico posizione-tempo iniziava a x = 0 m? Il
grafico della velocità ci indica la pendenza del grafico della posizione, ma non
dice nulla sulla posizione iniziale. Sebbene sia possibile selezionare un punto
qualsiasi come origine del sistema di coordinate, in questo caso .sembra ragio­
nevole scegliere x = 0 m come punto di partenza nella prima aula; quando ci
allontaniamo la nostra posizione aumenta.
P A U S A DI R IF L E S S IO N E 2.1 Quale grafico posizione-tempo descrive correttamente il diagramma del moto a sinistra?

A.

2.2 Moto uniforme


Se guidiamo un’automobile su un rettilineo ad una velocità perfettamente
costante di 90 km all’ora (km/h), percorreremo 90 km nella prima ora, altri 90
km nella seconda ora, ancora 90 km nella terza e così via. Questo è un esempio
F IG U R A 2.14 Diagramma del moto e
grafico posizione-tempo per il moto di ciò che chiamiamo moto uniforme. Il moto rettilineo nel quale si hanno
uniforme. spostamenti uguali per qualsiasi intervallo di tempo successivo uguale è
chiam ato moto uniforme o moto a velocità costante.
M o to uniforinc
V#—tr tr ^ # • EESm ►L’aggettivo “qualsiasi” è importante. Se in ogni ora di viaggio gui­
’ ....... . (Ili sposlamciiti tra diamo alla velocità di 180 km/h per 30 min e ci fermiamo per gli altri 30
fotogrammi successivi sono min, percorreremo 90 km in ogni intervallo successivo di un’ora. Tuttavia
uguali. I pumi sono non avremo spostamenti uguali in intervalli successivi di tempo di 30 min,
equitlistanti. v, è costante.
pertanto questo moto non è uniforme. <
Il grafico posi/.ione-tempo è
una linea retta. La penden/a La FIGURA 2.14 mostra un diagramma del moto e un grafico posizione-tempo
della retta è v,. per un corpo in moto uniforme. Si noti che il grafico posizione-tempo per il moto
uniforme è una linea retta. Questa è la ccm.seguenza del requisito che tutti i valori
Spostamenti
di A.V corrispondenti allo ste.sso valore di A/ devono essere uguali. Infatti, una
uguali definizione alternativa del moto uniforme è la .seguente: il moto di un corpo è
t uniforme se e solo se il suo grafico posizione-tempo è una linea retta.
2.2 Moto uniforme 35
Equazioni del moto uniforme FIGURA 2.15 Grafico posizione-tempo
per un oggetto in moto uniforme.
Un corpo si muove di moto uniforme lungo l’asse x con il grafico lineare posi­
zione-tempo mostrato nella f i g u r a 2 .15 . Come introdotto nel Capitolo I descri­
viamo la posizione iniziale del corpo con x al tempo r. Il termine “iniziale” si
riferisce al punto di partenza della nostra analisi o al punto di partenza in un
problema. Il corpo può essere stato in moto o meno prima del tempo r. Usiamo
il termine “finale” per il punto finale della nostra analisi o del problema e indi­
chiamo con Xj. la posizione finale del corpo al tempo Come abbiamo visto, la
velocità del corpo lungo l’asse x può essere determinata calcolando la pen­
denza della curva:
_ incremento verticale _ Ax _ Xf —Xj
(2.3)
incremento orizzontale Ar /f —
L'Equazione 2.3 può essere riscritta nel seguente modo

Xj. = x+v^Af (2.4)


Equazione per la po.sizione di un corpo in moto unifomic (i’ = costante)

dove = — l’intervallo di tempo nel quale il corpo si muove dalla posi­


zione X alla posizione a*,.. L’Equazione 2.4 si applica per qualsiasi intervallo di
tempo A/ per il quale la velocità è costante. Possiamo inoltre scrivere l’equa­
zione per lo spostamento del corpo A.v = Xj. —x:
A.v = v^Ar (2.5)
La velocità di un corpo in moto uniforme ci indica di quanto la posizione del
coipo cambia ogni secondo. Un corpo con una velocità di 20 m/s cambia la sua
posizione di 20 m ogni secondo del moto: di 20 m nel primo secondo del moto,
di altri 20 m nel secondo successivo e così via. Diciamo che la posizione cambia
alla velocità di 20 m/s. Se il corpo parte a x = 10 m, sarà a x = 30 m dopo 1 s di
moto e a A = 50 m dopo 2 s di moto. Pensare alla velocità in questo modo ci
aiuterà a sviluppcire una comprensione intuitiva della connessione fra velocità e

Relazioni proporzionali V(m/s)

Diciamo che v è p r o p o r z i o n a l e a
X se queste due variabili sono col­
legate da un’equazione della Se .V rad d o p p ia,
anch e y n id d o p p ia .
forma:
y = Cx
Vè proporzionale a .v
0 1 2 3 4 A.v (m)
C è la c o s t a n t e d i p r o p o r z i o n a l i t à . 11 grafico di y in funzione di x è una
linea retta che passa per l’origine. Forme matematiche Queste tre figure
mo.sirano i grafici di un’equazione
FATTORE DI SCALA Se X ha il Valore iniziale x,, y avrà il valore iniziale y^ = matematica, l’energia cinetica di un corpo
CXj. Cambiando x da x, a cambia y day y^ Il rapporto tra >^2 e è in movimento rispetto alla sua velocità e
yi ^ CX2 ^ X2 l’energia potenziale di una molla rispetto
allo spostamento di una sua estremità
y\ Cx, xi dalla posizione di equilibrio. 1tre grafici
Il rapporto tra y ^ e y ^ è esattamente uguale al rapporto tra x ^ c x ^ . S e y è pro­ hanno lo stesso aspetto generale. Le tre
porzionale aX, spesso scritto yocx, allora x e y cambiano dello stesso fattore: espressioni hanno variabili differenti, ma
le tre equazioni hanno la stessa forma
■ Se X raddoppia, raddoppia anche y. matematica. In questo testo utilizzeremo
■ Se X diminuisce di un fattore 3, anche y diminuisce di un fattore 3. un numero limitato di forme matematiche.
Se due variabili hanno una relazione di proporzionalità, si possono trarre Ogni volta che incontreremo una nuova
forma matematica, ne daremo una
importanti conclusioni dai rapporti senza conoscere il valore della costante descrizione introduttiva. Quando la forma
di proporzionalità C. Spesso possiamo risolvere problemi in modo molto matematica si ripresenterà, inseriremo
semplice utilizzando questi rapporti. Questa è un’importante abilità chia­ un’icona che rimanda alla descrizione
mata ragionamento proporzionale. introduttiva così da poterne ricordare le
caratteristiche principali.
36 CAPITOLO 2 II moto in una dimensione

posizione. La tìsica può sembrare densamente popolata di equazioni, ma la mag­


gior parte delle equazioni che incontreremo ripropone alcune tipologie di base.
La forma matematica dell’Equazione 2.5 è di una tipologia che vedremo spes.so:
lo spostamento A.vè proporzionale all’intervallo temporale A/.

E S E M P IO 2.3 S e un treno parte da M ilan o alle 2; 00 ...


Un treno si muove verso ovest a velocità costante. Un passeg­ Questo è uguale al rapporto tra gli intervalli di tempo:
gero nota che impiega 10 minuti per percorrere 12 km. Quanto A/2
tempo impiegherà il treno per percorrere 60 km? = 5
Ar,
IM P O S T A Z IO N E Per un corpo in moto uniforme, TEquazione A/^ = tempo per percorrere 60 km = 5Ar, = 5 • ( 10 min) = 50 min
2.5 evidenzia che la distanza percorsa Av è proporzionale
aH’intervallo di tempo A/, quindi questo problema può essere Occorrono 10 minuti per percorrere 12 km, quindi occorre­
risolto con il ragionamento proporzionale. ranno 50 minuti, 5 volte tanto, per percorrere 60 km.
S O L U Z IO N E Confrontiamo due casi: il tempo per percorrere V E R IF IC A Per un corpo in moto uniforme, è corretto dire che

12 km e il tempo per percorrere 60 km. Poiché Av è proporzio­ percorrere una distanza 5 volte superiore richiede il quintuplo
nale a A/, il rapporto tra i tempi sarà uguale al rapporto tra le del tempo. Possiamo constatare che l’uso del ragionamento
distanze. Il rapporto tra le distanze è proporzionale è un modo semplice per risolvere questo genere
A.^2 _ 60 km di problemi. Non c’è bisogno di conoscere la costante di pro­
-= 5 porzionalità (in questo caso, la velocità), ma è necessario usare
12 km
soltanto i rapporti tra le distanze e tra i tempi.

Dalla velocità alla posizione, ancora una volta


Abbiamo visto che possiamo dedurre la velocità di un corpo misurando la pen­
denza nel grafico posizione-tempo. Viceversa, se abbiamo un grafico della
velocità, possiamo dire qualcosa sulla posizione, non guardando la pendenza
del grafico, ma calcolando quella che chiamiamo Varea sotto la entra. Fac­
ciamo un esempio.
Supponiamo che un’automobile viaggi con un moto uniforme a 12 m/s.
Quale distanza percorrerà, cioè quale sarà il suo spostamento, neH’intervallo di
tempo tra / = 1.0 s e / = 3.0 s?
L’Equazione 2.5, Av = A/, descrive lo spostamento da un punto di vista
matematico; per un’interpretazione grafica, consideriamo il grafico velocità-
FIGURA 2.16 Lo sp ostam en to è l'area tempo nella f i g u r a 2 . I 6 . Nella figura, abbiamo ombreggiato un rettangolo la
sotto la curva in un grafico velocità- cui altezza è la velocità e la cui base è l’intervallo di tempo A/. L’area di
tempo.
questo rettangolo è \\At. Esaminando l’Equazione 2.5, vediamo che la quantità
La vchKMtà \\ è è uguale anche allo spostamento dell’automobile. L’area di questo rettangolo è
costante a 12 ni/s.
L'arca del rettangolo chiamata “area sotto la curva’’ e corrisponde all’area tra l’as.se orizzontale e la
Vj (m/s)
ombreggiato è: linea che rappresenta la velocità. Vediamo che lo spostamento Ajc è uguale
16 - A rc a = \\ Ar all’area sotto la curva della velocità neH’intervallo Al
12 Sia che utilizziamo l’Equazione 2.5 o l’area sotto la curva per calcolare lo
8 spostamento, otteniamo lo stesso risultato:
\\
4 A/ _____ Av = v^At = (\2 m/s) (2.0 s) = 24 m
0 ■ 1 -r(s) Anche se abbiamo dimostrato che lo spostamento è l’area sotto la curva solo
per un moto uniforme, dove la velocità è costante, vedremo che questo risul­
tato resta valido per ogni tipo di moto unidimensionale.
►Fermiamoci un attimo! Lo spostamento Av = ;Cj. - x. è una lunghez­
za. Come può una lunghezza essere uguale ad un’area? Ricordiamoci che
in precedenza, quando abbiamo trovato che la velocità è la pendenza del
grafico della posizione, abbiamo fatto una distinzione fra la pendenza reale
e la pendenza fisicamente significativa. Qui si applica la stessa distinzione.
11 grafico della velocità delimita effettivamente una certa area sulla pagina.
Questa è l’area reale, ma non è l’area a cui facciamo riferimento. Ancora
una volta, dobbiamo misurare le quantità che stiamo utilizzando, e A/,
facendo riferimento alle unità sugli assi. A; corrisponde ad un certo numero
di secondi, mentre corrisponde ad un certo numero di metri al secondo.
Quando questi vengono moltiplicati fra loro, V f i s i c a m e n t e significativa
ha unità di misura in metri, appropriata per uno spostamento. <
2.3 Velocità istantanea 37

( PA U SA 01 R IF L E S SIO N E 2.2 Quattro corpi si muovono con i grafici velocità-


tempo illustrati. Quale corpo compie lo spostamento maggiore tra / = 0 s e
/= 2s
\\ (m/s) v:, (m/s) (ni/s) (m/s)
2- 2- 2- 2-
1H 1-

0 0 -/(s) -/ (s)

A. B. C. D.

2.3 Velocità istantanea


I corpi che abbiamo studiato fino ad ora si muovevano con una velocità
costante, immutata, oppure, come fautomobile nelfesempio 2.1, passavano
bruscamente da una velocità alfaltra. Questo non è molto realistico. 1 corpi
reali che si muovono accelerano e decelerano, cambiando la loro velocità. In
una corsa, un dragster inizia da fermo ma dopo 1 secondo si muove ad oltre 40
km orari!
Per il moto unidimensionale, un corpo che cambia la sua velocità sta acce­
lerando oppure sta decelerando. Quando guidiamo fautomobile, quando acce­ I dragster si muovono con una velocità
leriamo o deceleriamo, cambiando la nostra velocità, un'occhiata al tachimetro che cambia rapidamente.
ci dice a quale velocità stiamo andando in queir istante. La velocità di un corpo
- il modulo, la direzione e il verso - ad un istante specifico di tempo t è chia­
mata velocità istantanea.
Ma che cosa significa avere una velocità “ad un dato istante”? Una velocità
istantanea pari a 90 km/h significa che la velocità con la quale fautomobile sta
cambiando posizione in quel preciso istante è tale da farle percorrere 90 km in
un’ora se continuasse a viaggiare a quella velocità senza cambiamenti. Se solo
per un istante la velocità di un’automobile corrispondesse a quella di un’altra
automobile che viaggia ad una velocità costante di 90 km/h, allora la velocità
della prima automobile, in quell’istante, corrisponderà a 90 km/h. D’ora in
avanti, laddove non sia specificato diversamente, per “velocità” intende­
remo sempre “velocità istantanea” .

Grafico
FIG U R A 2.17
f (ni) Lo sposlamenlo negli inlervalli
posizione-tempo del di tempo successivi è maggiore;
dragster. la velocità sta aumentando.
Nei primi intervalli
di teni|>o. lo
spostamento ò
piccolo; anche la
velocità è bassa.

/(s)

Per un moto uniforme, il grafico posizione-tempo di un corpo è una linea


retta e la velocità del corpo è la pendenza della retta. La f i g u r a 2.17 mostra che
il grafico posizione-tempo per un dragster è invece una linea curva. Lo sposta­
mento A.V in intervalli di tempo uguali aumenta man mano che la velocità
aumenta. Anche in questo caso possiamo utilizzare la pendenza della curva nel
erufico della posizione per misurare la velocità dell’automobile. Possiamo dire
che
velocità istantanea al tempo t =
= pendenza della curva nel grafico della posizione al tempo t (2.6)
Mu come possiamo determinare la pendenza di una linea curva in un punto
particolare?
38 CAPITOLO 2 II moto in una dimensione

Ricerca della velocità istantanea

,v(m) A(m)

àx = 1.6 m

A/ = 0.20 s

Se la velocità cambia, il grafico posizio­ In questo dettaglio ingrandito del grafico Graficamente, la pendenza della curva
ne-tempo è una linea curva. Possiamo di posizione, la curvatura non si perce­ in un punto è uguale alla pendenza di
calcolare la pendenza in un punto consi­ pisce visivamente. 11 segmento appare una linea retta tangente alla curva in quel
derando un piccolo segmento del grafico. come una linea retta. Possiamo ricavare punto. Calcolando f incremento verticale
Osserviamo il moto in un piccolissimo la pendenza calcolando f incremento ver­ sull’incremento orizzontale, otteniamo
intervallo di tempo centrato a r = 0.75 s. ticale sull’incremento orizzontale, come
Questo intervallo è evidenziato con un abbiamo fatto in precedenza: r^ = (S.() rnVd.O s) = 8.0 m/s
cerchio ed è in primo piano nel grafico Questo è lo stesso valore che abbiamo
successivo a destra. v^ = (1.6 m)/(().2() s) = 8.() m/s
ottenuto precedentemente dalla curva
Questa è la pendenza a t = 0.75 s e quindi ingrandita. La pendenza della tangente
la velocità in quelfistante di tempo. è la velocità istantanea in qiiciristante
di tempo.

E S E M P IO C O N C E T T U A L E 2.4 Analisi del grafico di posizione di un giocatore di hockey


Un giocatore di hockey si muove lungo una linea retta durante FIGURA 2.19 Ricaviamo un grafico di velocità a partire da
una partita sul ghiaccio. Misuriamo la posizione dal centro un grafico di posizione.
della pista. La f i g u r a 2.18 mostra il grafico posizione-tempo
del suo moto.
a. Disegna un grafico velocità-tempo approssimativo.
b. In quale punto o in quali punti il giocatore si muove più
velocemente?
c. Il giocatore non si ferma mai? Se si ferma, in quale punto o
in quali punti lo fa?
FIGURA 2.18 li grafico posizione-tem po di un giocatore di
hockey.

S P IE G A Z IO N E a. La velocità ad un particolare istante di tempo


è la pendenza della tangente nel grafico posizione-tempo in c. Se il giocatore è fermo, = 0. Graficamente, questo suc­
quel momento. Possiamo muoverci punto per punto lungo il cede nei punti in cui la tangente nel grafico posizione-tempo
grafico posizione-tempo, rilevando la pendenza della tangente è orizzontale e quindi ha una pendenza pari a zero. La
in ciascun punto per trovare la velocità in quel punto. Figura 2.19 mostra che la pendenza è pari a zero nei punti A
Inizialmente, a sinistra del punto A, la pendenza è negativa e C. Nel punto A, la velocità è pari a zero solo istantanea-
e quindi la velocità è negativa (cioè il giocatore si muove verso mente, poiché il giocatore sta invertendo la sua direzione,
sinistra). La pendenza diminuisce quando la curva si appiatti­ non andando più verso sinistra, ma andando verso destra.
sce e quando la curva arriva al punto A, la pendenza è zero. La Nel punto C, ha smesso di muoversi ed è fermo.
pendenza aumenta poi fino al valore massimo nel punto B, VERIFICA II modo migliore di controllare il nostro lavoro è di
diminuisce di nuovo fino a zero poco prima del punto C, osservare diversi segmenti del moto e vedere .se i grafici velo­
restando poi pari a zero. Il ragionamento è illustrato nella cità-tempo e posizione-tempo corrispondono. Fino al punto
FIGURA 2.i9a. La FIGURA 2.i9b mostra il risultante grafico A, X diminuisce. Il giocatore si muove verso sinistra, quindi la
velocità-tempo approssimativo. velocità dovrebbe essere negativa, come mostra il grafico. Fra i
Alle altre domande abbiamo risposto durante la costruzione punti A e C, jc aumenta, quindi la velocità dovrebbe essere posi­
del grafico: tiva, come mostra il grafico anche in questo caso. La pendenza
b. Il giocatore si muove alla massima velocità nel punto B maggiore è nel punto B, quindi questo dovrebbe essere il punto
dove la pendenza della curva è maggiore. più alto del nostro grafico della velocità, come in effetti è.
2.3 Velocità istantanea 39
La F IG U R A 2.20 mostra un tipico grafico velocità-tempo di un leone che acce­ Grafico velocità-tempo di
F IG U R A 2.20
lera per inseguire la preda. Anche se la velocità non è costante, possiamo sem­ un leone che insegue la preda.
pre utilizzare il grafico per determinare quale distanza percorre il leone Il leone aceelera per un
\\ po’, poi raggiunge
neirintervallo di tempo tra /. a Per il moto uniforme abbiamo mo.strato che una velociti c(ìsiante.
lo spostamento A.v è l’area sotto il grafico velocità-tempo neirintervallo di
tempo. Ma questa possibilità non dipende dal tipo di moto: possiamo genera­
lizzare l’idea al caso di un corpo la cui velocità varia. Se disegniamo un grafico
della velocità per il moto, lo spostamento del corpo è dato da
—X = area sotto il grafico velocità tra t. e (2.7)
L’area sotto il grafico nella Figura 2.20 ci dice quale distanza ha percorso il
leone in questa parte della caccia.
In molti casi, come neH’Esempio 2.5, l’area sotto al grafico sarà una forma
semplice la cui area può essere facilmente calcolata. Se la forma è complessa,
tuttavia, possiamo approssimare l’area utilizzando un numero di forme più
semplici la cui somma corrisponda il più possibile all’area cercata.

ESEMPIO 2.5 Lo sp ostam en to durante un avvio rapido


La F IG U R A 2.21 mostra un grafico velocità-tempo di un’auto­ La curva in questo caso è una retta inclinata, per­
S O L U Z IO N E
mobile che riparte dopo un arresto. Quale distanza percorre tanto l’area è quella di un triangolo:
fautomobile durante i primi 3.0 s?
Ajc = area del triangolo tra / = 0 s e r = 3 s
IM P O S T A Z IO N E La Figura 2.21 è un grafico della velocità. La
domanda “Quale distanza?” indica che dobbiamo trovare uno = 5 X base X altezza = j X 3 s X 12 m/s = 18 m
spostamento A.v anziché una posizione jr. In base airEquazione
2.7, lo spostamento Av = tra f = 0 s e f = 3 s è l’area sotto L’automobile si sposta di 18 m nei primi 3 secondi mentre la
la curva da / = 0 s a / = 3 s. sua velocità cambia da 0 a 12 m/s.
V E R IF IC A L’area fisicamente significativa ò il prodotto di s e
F IG U R A 2.21 Grafico velocità-tempo delfautomobile.
m/s, pertanto A.v ha come unità m. Controlliamo i numeri per
verificare che tutto questo abbia un senso fisico. La velocità
Vjf (nVs) ^ velocità aumenta finale, 12 m/s, è di circa 40 km/h. Ripartendo dopo uno stop,
1h H costantemente. possiamo aspettarci di raggiungere questa velocità in circa 3 s,
perlomeno se disponiamo di un veicolo ragionevolmente spor­
Lo spostamento tivo! Se l’automobile si fosse mossa ad una velocità costante
àx è l’area del
l*’’ triangolo di 12 m/s (la velocità finale) in questi 3 s, la distanza percorsa
ombreggiato. sarebbe stata di 36 m. La distanza reale percorsa nei 3 s è di 18
r(s) m, la metà di 36 m. Questo ha un senso, poiché la velocità era
di 0 m/s all’inizio ed è aumentata costantemente fino a 12 m/s.

PAUSA DI RIFLESSIONE 2.3 Quale grafico velocità-tempo corrisponde al gra­


fico posizione-tempo a sinistra?
' lX ‘1 X

1
K '
A. B. C. D.

2.4 Accelerazione
L’obiettivo di questo capitolo è la descrizione del moto. Abbiamo visto che la
velocità è la descrizione della rapidità con cui un corpo cambia posizione. Ci
occorre ancora un altro concetto del moto per completare la descrizione, ossia
la grandezza che descrive la variazione di velocità di un corpo.
A titolo di esempio, consideriamo la misura spesso citata delle prestazioni T A B E L L A 2.2
Dati di prestazione dei
di un’automobile, il tempo che impiega per passare da 0 a 60 mph. La tabella veicoli
2.2 mostra que.sto tempo per due automobili diverse, la sportiva Corvette e la
reiiipo per passare da
compatta Sonic dotata di un motore molto più modesto. Veicolo 0 a 60 mph
Osserviamo i diagrammi di moto della Corvette e della Sonic nella f i g u r a
Corvette 2011 3.6 s
2.22. Possiamo notare due caratteristiche importanti del moto. In primo luogo
Sonic 2012 9.0 s
la lunghezza dei vettori velocità cresce, mostrando che le velocità aumentano.
In secondo luogo, i vettori velocità della Corvette crescono di lunghezza molto
più rapidamente di quelli della Sonic. La grandezza che ricerchiamo è quella
che misura con quale rapidità cambia la lunghezza dei vettori velocità di un
corpo.

FIGURA 2.22 Diagrammi del moto per Corvette e Sonic.

Sonic i» • P% ►#

Corvette » — # ......... .. > » ..............-.....

Quando volevamo misurare i cambiamenti di posizione, il rapporto A.v/A/ è


stato utile. Questo rapporto, che abbiamo definito come la velocità, è la rapidità
di cambiamento di posizione. Analogamente, possiamo misurare con ciuale
rapidità la velocità di un corpo cambi con il rapporto Av^A/. Data la nostra espe­
rienza con la velocità, possiamo dire un paio di cose su questo nuovo rapporto:
■ 11 rapporto AvJAt è la rapidità di variazione della velocità.
■ Il rapporto AvJAt è la pendenza della curva in un grafico velocità-tempo.
Definiamo questo rapporto come T a c c e le r a z io n e , per la quale utilizziamo il
simbolo a :

a = ( 2.8)
Al
Definizione di accelerazione come rapidità di variazione della velocità

Analogamente, possiamo definire a^ = Av^/At per il moto verticale.


Come esempio, calcoliamo Taccelerazione della Corvette e della Sonic. In
entrambi i casi, la velocità inziale (v^). è zero e la velocità finale (v^)^ è 60 mph.
Pertanto la variazione di velocità è Av^ = 60 mph. In m/s, runità di misura della
Cinematica deirassorbimento velocità nel SI, AvX = 27 m/s.
dell'urto Quando un’automobile colpisce Ora possiamo utilizzare TEquazione 2.8 per calcolare Paccelerazione. Ini­
un ostacolo frontalmente, il danno al veicolo ziamo con la Corvette, che accelera fino a 27 m/s in A/ = 3.6 s:
e ai suoi occupanti può essere ridotto Av. 27 m/s m/s
riducendo al massimo l’accelerazione. ^Corvette Jt = 7.5
Come possiamo vedere dall'Equazione At 3.6 s
2.8, l’accelerazione può essere ridotta Il significato di questo risultato è che ogni secondo la velocità della Corvette
prolungando al massimo il tempo di cambio cambia di 7.5 m/s. Nel primo .secondo del moto, la velocità della Corvette
di velocità. Questo è lo scopo dei cilindri
aumenta di 7.5 m/s; nel secondo successivo, aumenta di altri 7.5 m/s, e così
antiurto che ci capita di vedere sulle
autostrade nelle aree di lavori in corso, che via. Dopo 1 secondo, la velocità è di 7.5 m/s; dopo 2 .secondi, è di 15 m/s.
hanno lo scopo di allungare il tempo di Pertanto interpretiamo le unità come 7.5 metri al secondo, per .secondo, cioè
collisione con una barriera. 7.5 (m/s)/s.
L’accelerazione della Sonic è
_ Av^ __ 27 m/s _ m/s
« S o n i c . 3 . 0 - ^

In ogni .secondo, la Sonic cambia la propria velocità di 3.0 m/s. Un’accelera­


zione che è solo 2/5 rispetto a quella della Corvette! La ragione per cui la
Corvette è in grado di compiere un’accelerazione maggiore ha a che fare con
le cause del moto. Analizzeremo le ragioni dell’accelerazione nel Capitolo 4.
Per il momento notiamo semplicemente che la Corvette è in grado di compiere
un’accelerazione maggiore, cosa che già sospettavamo.
►È consuetudine abbreviare le unità di accelerazione (m/s)/s in m/
s^, che si legge “metri al secondo quadrato’’. Ad esempio la Sonic ha un’ac­
celerazione di 3.0 m/s^ Quando utilizziamo questa notazione, ricordiamo il
suo significato come “(metri al secondo) per secondo.’’ <

Rappresentazione dell'accelerazione
Usiamo i valori che abbiamo calcolato per l’accelerazione per creare una
tabella di velocità per i due modelli di automobile, la Corvette e la Sonic, che
abbiamo considerato prima. La tabella 2.3 utilizza l’idea che la velocità della
ESEMPIO 2.6 Accelerazione del leone BK)
I leoni, come la maggior parte dei predatori, sono in grado di di un secondo per raggiungere 5.6 m/s, pertanto possiamo uti­
effettuare partenze rapidissime. Partendo da fermo, un leone lizzare = 9.5 m/s^ nella nostra soluzione.
può produrre un’accelerazione di 9.5 m/s^ lino ad un secondo. S O L U Z IO N E Conoscendo l’accelerazione e la variazione di
Quanto tempo impiega il leone a passare da fermo ad una velo­ velocità, possiamo rielaborare l’Equazione 2.8 per trovare il
cità di 20 km/h? tempo necessario:
IM P O S T A Z IO N E Iniziamo effettuando la conversione in unità
SI. La velocità che il leone deve raggiungere è Av. 5.6 m/s
^ t = — = -------- r = 0.59 s
a, 9.5 m/s^
Vf = 20 km/h X■:^ * . n' = 5.6 m/s
3.6 km/h II leone cambia la sua velocità di 9.5 metri al
V E R IF IC A
Il leone può accelerare di 9.5 m/s% cambiando la propria velo­ secondo in un secondo. Pertanto è ragionevole (anche se
cità di 9.5 m/s ogni secondo per il primo secondo, il tempo impressionante) che il leone raggiunga 5.6 m/s in poco più di
sufficiente per raggiungere 9.5 m/s. Il leone impiegherà meno mezzo secondo.

Sonic aumenta di 3.0 m/s ogni secondo mentre quella della Corvette aumenta di
7.5 m/s ogni secondo. I dati nella tabella 2.3 .sono utilizzati per il grafico velcK'ità-
tempo nella f i g u r a 2.23. Come possiamo vedere, un corpo che ha un’accelera­
zione costante ha una curva della velocità rappresentata da una retta.

Dati della velocità in


T A B E L L A 2.3 F IG U R A 2.23 Grafico velocità-tempo per le
funzione del tempo per la Sonic e per due automobili,
la Corvette Il grafico velocità-tempo ò una
Velocità Velocità linea retta. La pendenza può
ì'eiiipo (s) Sonic (m/s) (à)rvette (m/s) Vj (m/s) essere calcolata utilizzando

La pendenza di ognuna di queste rette, cioè il rapporto tra l’incremento verti­


cale e l’incremento orizzontale, è Av\/A/. Paragonando questi dati con l’Equa­
zione 2.8, vediamoche l’equazione per la pendenza è la stes.sa del l’accelerazione.
In altre parole, l’accelerazione del corpo è la pendenza della curva nel gra­
fico velocità-tempo:
accelerazione al tempo t = pendenza della curva nel grafico della velocità
al tempo t (2.9)
La Sonic ha un'accelerazione minore, pertanto il grafico della sua velocità ha
una pendenza minore.

E SE M P IO CON CETTU ALE 2.7 Analisi di un grafico di velocità di un'autom obile


La F IG U R A 2.24a è un grafico velocità-tempo di un’automobile. mento centrale corrisponde un’accelerazione nulla e al segmento
Disegniamo il grafico accelerazione-tempo deH’automobile. finale corrisponde un’accelerazione negativa costante. Il gra­
S P IE G A Z IO N E II grafico può essere diviso in tre parti: fico dell’accelerazione è rappresentato nella f i g u r a 2.24b.
■ Un segmento iniziale, in cui la velocità aumenta in modo V E R IF IC A Questo procedimento è analogo a quello usato per
costante ricavare il grafico della velocità dalla pendenza di un grafico
di posizione. L’accelerazione nulla nel segmento centrale non
■ Un segmento centrale, in cui la velocità è costante significa che la velocità sia zero. La velocità è costante, il che
■ Un segmento finale, in cui la velocità diminuisce in modo significa che non cambia e quindi che l’automobile non sta
costante accelerando. L’automobile accelera durante i segmenti iniziale
In ciascuna parte, l’accelerazione del corpo è la pendenza e finale. Il valore dell’accelerazione è una misura della rapidità
della curva nel grafico velocità-tempo. Quindi al segmento ini­ con cui cambia la velocità. Che cosa possiamo dire sul segno?
ziale corrisponde un’accelerazione positiva costante, al seg­ Affronteremo questa tematica nella prossima sezione.
Continua
42 CAPITOLO 2 II moto in una dimensione

FIGURA 2.24 Estrapolazione del grafico dell'accelerazione da un grafico della velocità,


(a) V,

Durante la parte iniziale Velocità costante significa La pendenza negativa


(b) del moto, la pendenza è pendenza pari a zero nel nel grafico della
costante, quindi anche grafico della velocità e velocità equivale a
r accelerazione è ”*] quindi accelerazione nulla. un'accelerazione
costante. negativa.

Il segno deiraccelerazione
È una tendenza naturale pensare che un valore positivo di o descriva un
corpo che accelera, mentre un valore negativo descriva un corpo che decelera.
Sfortunatamente questa semplice interpretazione non è esatta.
Poiché un corpo può muoversi verso destra o verso sinistra (o, in modo
equivalente, verso l’alto o verso il basso) accelerando o decelerando, ci sono
quattro situazioni da considerare. La f ig u r a 2.25 illustra un diagramma del
moto e un grafico della velocità per ciascuna di queste situazioni. L’accelera­
zione, come la velocità, è un grandezza vettoriale. Il vettore accelerazione
punta verso la stessa direzione del vettore velocità per un corpo che accelera e
nel verso opposto al vettore velocità per un corpo che decelera.
Come abbiamo visto, l’accelerazione di un corpo è la pendenza della curva nel
suo grafico della velocità, quindi una pendenza positiva implica un’accelerazione
positiva e una pendenza negativa implica un’accelerazione negativa. Abbiamo
adottato la convenzione per il moto orizzontale che il moto verso destra corri­
sponde a a' crescenti e a velocità positive Con questa convenzione, un corpo che
accelera muovendosi verso destra ha un’accelerazione positiva, ma un corpo che
accelera ma si muove verso sinistra negativa) ha un’accelerazione negativa.
FIGURA 2.25 Discussione del segno dell'accelerazione.
Il corpo si muove li corpo si muove Il corpo si muove Il corpo si muove
verso destra > 0) verso sinistra (v^ < 0) verso destra > 0) verso sinistra {\\ < 0)
e accelera. e rallenta. e rallenta. c accelera.

n■ ^
a, positiva, positiva. negativa. a^ negativa,
p c n d e n /a fK>sitiva penden/a positiva pciìden/a negativa penden/a negativa

P A U S A DI R IF L E S S IO N E 2.4 Un ascensore che si sta muovendo verso il basso


rallenta quando si avvicina al piano terra. Utilizza l’informazione nella Figura
2.25 per determinare quale dei seguenti grafici della velocità potrebbe rappre­
sentare il moto dell’ascensore.

D.
2.5 Moto ad accelerazione costante 43

In ultima analisi, un corpo che rallenta ha o meno un’accelerazione negativa


a seconda che si muova verso destra o verso sinistra, o che si muova verso
l’alto o verso il basso. Questo ragionamento è indubbiamente più complesso
rispetto al pensare che l’accelerazione negativa corrisponda alla decelerazione,
ma la nostra definizione di accelerazione come la pendenza del grafico della
velocità ci obbliga a fare molta attenzione al segno dell’accelerazione. FIGURA 2.26 I punti TOSSÌ mostrano le
posizioni della punta del razzo Saturn V
ad intervalli uguali di tempo durante la
P A U S A DI R IF L E S S IO N E 2.5 Un corpo si fase di lancio.
muove con il grafico velocità-tempo illustrato
qui a fianco. In quale dei punti contrassegnati
il modulo dell’accelerazione è massimo?

2.5 Moto ad accelerazione costante


Per il moto uniforme (moto a velocità costante) abbiamo trovato nell’Equa­
zione 2.3 una semplice relazione tra posizione e tempo. Non sorprende che vi
siano relazioni semplici che collegano le diverse grandezze cinematiche anche
per il moto ad accelerazione costante (detto anche moto uniformemente acce­
lerato). Inizieremo con un esempio concreto, il lancio del razzo Saturn V, iden­
tico a quello che ha portato gli astronauti dell’Apollo sulla Luna negli anni
sessanta e settanta. La f ig u r a 2.26 mostra un fotogramma di un video di un
razzo in fase di lancio. I punti rossi mostrano le posizioni della punta del razzo
ad intervalli di tempo uguali nei primi fotogrammi del video. Si tratta del dia­ FIGURA 2.27 Grafico velocità-tempo del
gramma del moto del razzo e possiamo vedere che la velocità sta aumentando. razzo.
II grafico velocità-tempo nella figura 2.27 mostra che la velocità sta aumen­
tando ad una rapidità quasi costante. Possiamo approssimare il moto del razzo
a un moto ad accelerazione costante.
Possiamo utilizzare la pendenza del grafico nella Figura 2.27 per determi­
nare l’accelerazione del razzo:
Avy 27 m/s ,
Oy = — = r — = 18 m/s^
A/ 1.5 s
Questa accelerazione è più del doppio rispetto a quella della Corvette e si pro­
trae per un tempo piuttosto lungo poiché la prima fase del lancio dura più di 2
minuti! Con quale velocità si muove il razzo alla fine dell’accelerazione e
quale distanza ha percorso? Per rispondere a domande come queste, abbiamo
innanzitutto bisogno di elaborare formule per il moto ad accelerazione costante. FIGURA 2.28 Grafici dell'accelerazione
e della velocità per il moto ad
accelerazione costante.
Equazioni del moto ad accelerazione costante
(a) Accelerazione
Consideriamo un corpo la cui accelerazione rimane costante durante l’inter­
vallo di tempo A/ = All’inizio di questo intervallo, il corpo ha una velo­
cità iniziale (v^^)^ e una posizione iniziale x. Notiamo che t. è spesso zero, ma
non è necessario che lo sia. La f ig u r a 2 .2 Sa illustra il grafico accelerazione-
tempo. E una linea orizzontale tra /. e indicante un’accelerazione costante.
La velocità del corpo cambia perché sta accelerando. Possiamo utilizzare A/
l’accelerazione per trovare (v^)^. in un tempo successivo t^. Abbiamo definito
Lo s|K).siamcnto A.v è l'area
raccelerazione come ombreggiata sotto la curva:
la somma delle aree di un
(V,)f - (Vji ( 2. 10) triangolo ... ....
Clr =
A/ A i (b) Velocità
.. e di un rettangolo. \
che possiamo rielaborare come
(n)i-

Equazione della velocità per un corpo con accelerazione costante

EEIH ►Abbiamo espresso questa equazione per il moto lungo l’asse x, ma


è un risultato generale che si può applicare a qualsiasi asse. <
44 CAPITOLO 2 II moto in una dimensione

Il grafico velocità-tempo per questo moto ad accelerazione costante illu­


strato nella f ig u r a 2.2Sb, è una linea retta con valore (v^). al tempo / e con
pendenza a^.
Vorremmo anche conoscere la posizione av del corpo al tempo Come
abbiamo visto in precedenza, lo spostamento iiv durante rintei*vallo A/ è l’area
sotto il grafico vekx:ità-tempo. L'area ombreggiata nella Figura 2.28h può essere
suddivisa in un rettangolo di area ('\)A / e un triangolo di area
A/)(A/) = Sommando le due aree si ottiene

jTf = ;ri + (v^)i + (2.12)


Equazione della posizione per un corpo con accelerazione costante

dove A/ = /j.—/ è il tempo trascorso. Il fatto che l 'intervallo di tempo A/ appaia


neirequazione come (A/)\letermina la forma parabolica del grafico posizione-
tempo per il moto ad accelerazione costante. Per il lancio del razzo della Figura
FIGURA 2.29 Grafico posizione-tempo 2.26, il grafico posizione-tempo della punta del razzo è riportato in f ig u r a 2.29.
del lancio del razzo Saturno V. Le Equazioni 2 .1I e 2.12 sono due equazioni cinematiche fondamentali per
y (ni) il moto ad accelerazione costante. Esse ci permettono di prevedere la posizione
1so­ Il gralìco posi/ionc-lcm|)o del e la velocità di un corpo in un istante futuro. Abbiamo bisogno di un’ultima
no- moto verticale del ra/./.o ò ima equazione per completare la descrizione del moto, la relazione diretta tra spo­
parabola, una forma che
160- implica un moto ad
stamento e velocità. Per derivare questa relazione, utilizziamo prima PEqua-
150 accelera/.ione costante. zione 2.11 per ricavare A/ = ~ (\\)^)/a^. Possiamo sostituire A/
neH’Equazionc 2.12 ed ottenere
140
130
(v^)f^=(vJi^+2a^A x (2.13)
120 r/(s)
0.0 0.5 1.0 1.5 2.0 2.5 Relazione tra velcK'ità e spostamento per il moto ad accelerazione costante

Nell’Equazione 2.13 A.\ = .Vj. —.v. è lo spostamento (non la distanza!). Notare


che l’Equazione 2.13 non richiede la conoscenza dell’intervallo di tempo A/.
Questa è un’equazione importante in problemi in cui non si dispone di infor­
mazioni temporali.

SINTESI 2.1 Descrizione del m oto in una d im en sio ne


Descriviamo il moto in termini di posizione, velocità e accelerazione.

Per tutti i tipi di moto Per il moto unifórme: La vckK'ità ò costante, quindi Posizione tinaie
La veliK'ità ò la rapitlilà di • l’accelerazione è zero ' della piìsizione è costante.
_
variazione della posizione, ..y-' ^t • la velocità è costante Vf- .Vf = JTi + A/
in m/s.
Laccelerazione ò la rapidità _ Av. • la posizione cambia VeliK-ità* Intervallo di
La pendenza è \v
di variazione della veliKilà costantemente ^'1 -
• (in/s) tempo (s)
in in/s“.

Per il moto ad accelerazione costante:


• l’accelerazione è costante. - la posizione cambia proporzionalmente ' possiamo anche esprimere
l.’accelerazione ò coslanie. quindi la al quadrato deH'intervallo di tempo la variazione di velocità in
pendenza nel grafico della velcK'iià ò costante. funzione della distanza,
La vcIiK'ità aumenta costantemente, quindi il
V'x I gratico della posizione aumenta quadraticamente. non dei tempo.
(Vt)iH \ X \
Otteniamo una
■'V-| terza equazione, che
La pendenza è a». è utile per molti problemi
di cinematica.
>la velocità cambia costantemente
Velleità tinaie e iniziale (m/s) Posizione tinaie e iniziale (m) Intervallo di tempo (s) VeliKità tinaie e iniziale (m/s)

%= (v,)i A/ + \ax{^t)^ ( 2) ( ‘' A = (Vf)! + 2« j A. v (3)

Accelerazione ■ Intervallo di tempo VeliK'ità iniziale Accelerazione Accelerazione....... Spostamento


(m/s‘) (s) (m/s) (m/s^) (m/s‘) (m)
2.5 Moto ad accelerazione costante 45

Nella Sintesi 2.1 abbiamo riassunto le relazioni fra le grandezze cinemati­


che che abbiamo visto. Questo aiuterà a risolvere i problemi mettendo insieme
le informazioni più importanti che utilizzeremo nelle nostre soluzioni. Ciò che
più conta è che riunendo queste informazioni possiamo confrontare grafici,
equazioni e dettagli di diverse parti del capitolo in un unico luogo. Questo ci
aiuterà ad effettuare collegamenti importanti. L’enfasi è sulla sintesi, da cui il
titolo del riquadro a pagina precedente. Troveremo altri riquadri di sintesi
similari nella maggior parte dei capitoli.

ESEMPIO 2.8 Tem po di frenata


Mentre guidi rautomobile a 15 ni/s (cioè a 54 km/h), vedi la 11 grafico è basato sull’automobile che rallenta da 15 m/s a 0
palla di un bambino che rotola in strada proprio di fronte a te. m/s in 1.5 s.
Premi il freno e ti fermi nel più breve tempo possibile. In que­ S O L U Z IO N E Abbiamo a.ssunto che Pautomobile stesse viag­
sto caso, riesci a fermarti in 1.5 s. Quale distanza percorre la giando verso destra con una velocità iniziale (v^. = 15 m/s.
tua auto da quando hai frenato prima di fermarsi? Quando si ferma, la velocità finale è (v^)^ = 0 m/s. Possiamo
IM P O S T A Z IO N E L’cnunciazione del problema ci fornisce una utilizzare la definizione delPaccelerazione della Sintesi 2.1:
descrizione del moto in parole. Per aiutarci a visualizzare la Om/s “ 15 m/s
= -1 0 m/s.2
situazione, la F IG U R A 2.30 illustra le caratteristiche chiave del A/ ^t 1.5 s
moto con un diagramma del moto e un grafico della velocità. Un’accelerazione di -IO m/s^ significa che Pautomobile ral­
Diagramma del moto e grafico della velocità
F IG U R A 2.30
lenta di 10 m/s ogni secondo.
per il tempo di frenata di un'automobile. Ora che cono.sciamo l’accelerazione, possiamo calcolare la
distanza che Pautomobile percorre prima di fermarsi utiliz­
Assumiamo che Pautomobile I vettori velocità diventano più corti,
si muova verso destra,
zando la .seconda equazione del moto ad accelerazione costante
a ^.quindi il vettore accelerazione
punta verso sinistra. della Sintesi 2.1:

= (15 m/s)(l.5 s) + ^(-l()m/s^)(1.5 s)^= Il ni


Quando l'auto frena, V E R IF IC A11 m rappresentano una distanza ragionevole per
la velocità dccrc.sce costantemente. fermarsi velocemente quando si viaggia a 54 km/h. Lo scopo
della fa.se di verifica non è quello di dimostrare che la nostra
A f = 1.5 s.
l'auto si ferma. .soluzione sia corretta, ma di utilizzare il buon senso per indivi­
duare risposte che sono chiaramente errate. Se avessimo fatto
un errore di calcolo e fossimo giunti ad una risposta di 1.1 m,
un momento di riflessione avrebbe indicato che probabilmente
non era questa la rispo.sta corretta.

Come abbiamo notato, per il moto ad accelerazione costante, la posizione


cambia come il quadrato delPintervallo di tempo. Se (vQ. = 0 e x = 0, la .seconda
equazione del moto ad accelerazione costante nella Sintesi 2.1 si riduce a
Xf = ja,(A /)“
Questa è una nuova forma matematica, che vedremo spesso e che utilizzeremo
come base di ragionamento per risolvere i problemi. Questo è un e.sempio di
relazione quadratica.

Relazioni quadratiche Raggiungere la velocità necessaria BK)


Un volatile deve avere una velocità
Due quantità hanno una relazione quadra­ minima per poter volare. Generalmente,
più è grande il volatile, maggiore deve
tica se y è proporzionale al quadrato di x. essere la sua velocità per librarsi in volo.
Matematicamente la relazione si scrive come Ai piccoli volatili basta un salto vigoroso
per raggiungere la velocità sufficiente per
y = /\x‘ volare, ma i volatili più grandi necessitano
y è proporzionale a .v‘ di una corsa di partenza. Que.sti cigni
devono accelerare per una lunga distanza
Il grafico della relazione quadratica è una per raggiungere la velocità necessaria per
parabola. volare, quindi compiono una corsa frenetica
sulla .superfìcie ghiacciata dello stagno. I
FATTO RE DI S C A L ASe X h a il V a lo r e in iz ia le cigni richiedono una lunga striscia d'acqua o
y h a il v a lo r e in iz ia le y, = A(x,)^.
X,, a llo r a di terra per poter spiccare il volo.
Se X cambia da x, a X2, y cambia da y, a y^. Il rapporto tra y^c y^è
MX2Y
y\ ' A (x0‘ Continua
46 CAPITOLO 2 II moto in una dimensione

Il rapporto tra ^2 ^ .Vi ^ quadrato del rapporto tra e jc,. Se y è una fun­
zione quadratica di x, un cambiamento in x di un dato fattore cambia y del
quadrato di quel fattore:
■ Se jc aumenta di un fattore 2, y aumenta di un fattore 2^ = 4.
■ Se jc diminuisce di un fattore 3, y diminuisce di un fattore 3^ = 9.
Possiamo dire che:
Se JCcambia di un fattore c, y cambia di un fattore c".

ESEMPIO 2.9 Sp o sta m e n to di un dragster


Un dragster, partendo da fermo, si sposta di 6.0 m in 1.0 s. Supponiamo che Tauto-
mobile continui questa accelerazione per altri 4.0 s. A quale distanza della linea di
partenza si troverà il dragster?
IMPOSTAZIONE Assumiamo che l’accelerazione sia costante e che la velocità ini­
ziale sia zero, lo spostamento sarà proporzionale al quadrato del tempo.
SOLUZIONE Dopo 1.0 s, Pautomobile ha percorso 6.0 m; dopo altri 4.0 s, saranno
trascorsi 5.0 s in totale. Il tempo iniziale trascorso era di 1.0 s, quindi il tempo tra­
scorso è aumentato di un fattore 5. Lo spostamento aumenta pertanto di un fattore
5^ ossia 25. Lo spostamento totale è
A.v = 25(6.0 m)= 150 m

VERIFICA Si tratta di una grande distanza percorsa in un tempo breve, ma la nostra


risposta è sensata poiché il drag racing è uno sport di velocità.

PAUSA DI RIFLESSIONE 2.6 Un ciclista è fermo al semaforo. Quando il se­


maforo diventa verde, inizia ad accelerare di 1.2 m/s‘. Dopo quanti secondi
raggiunge la velocità di crociera di 6.0 m/s?
A. 1.0 s B. 2.0 s C. 3.0 s D. 4.0 s E. 5.0 s

2.6 Risoluzione dei problemi sul moto


unidimensionale
La grande sfida nella risoluzione di un problema di fìsica è di trasporre le
parole in simboli che possano essere elaborati, calcolati e graficati. Questa
trasposizione dalle parole ai simboli è il cuore della risoluzione di un problema
di fisica. Parole e frasi ambigue devono essere chiarite, le imprecisioni devono
essere eliminate e dobbiamo capire che cosa chiede esattamente la domanda a
cui dobbiamo rispondere.

Strate gia di risoluzione dei problem i

Il primo approccio nella risoluzione di un problema che Fare un disegno. Questa è spesso la parte più impor­
appare come complicato è di procedere attraverso una tante del problema. L'immagine consente di sche­
serie di piccole fasi successive. Negli e.sempi trattati matizzare il problema e identificare gli elementi più
nel testo, utilizziamo una strategia di risoluzione dei importanti. Man mano che aggiungiamo informa­
problemi che consiste in tre fasi: impostazione, solu­ zioni al nostro disegno, la soluzione inizierà a deli­
zione e verifica. Ciascuna di queste fasi ha importanti nearsi. Per i problemi di questo capitolo, il disegno
elementi che dovremmo seguire nel risolvere autono­ potrebbe essere un diagramma del moto, oppure un
mamente i problemi. grafico, oppure entrambi.
Raccolta delle informazioni necessarie. L’enuncia­
IM PO STAZIO NE La fase di Impostazione consiste nell’i- zione del problema può diirci alcuni valori di variabili.
dentificazione degli elementi più importanti del proble­ Altre informazioni possono essere implicite, oppure
ma e nella raccolta delle informazioni. Si è tentati di ricavate da una tabella, oppure stimate o misurate.
saltare direttamente alla fase di Soluzione, ma un abile Calcoli preliminari. È bene effettuare in anticipo
risolutore di problemi dedicherà la maggior parte del alcuni calcoli, come la conversione in unità di misura
tempo all’impostazione, che comprende: differenti.
SOLUZIONE La fase di Soluzione è quella in cui si appli­ La nostra risposta ha le unità di misura corrette e
ca concretamente la matematica o il ragionamento ne­ un giusto numero di cifre significative?
cessario per arrivare alle risposta. Questa è la parte del­ Il valore che abbiamo calcolato ha senso da un
la strategia di risoluzione del problema a cui si pensa punto di vista fìsico? In questo libro tutti i calcoli
come la "soluzione del problema". Ma non dobbiamo utilizzano numeri fisicamente ragionevoli. Se la
fare Terrore di iniziare da qui! La fase di Impostazione nostra risposta non ci sembra ragionevole, torniamo
ci aiuterà ad essere certi di avere capito il problema pri­ indietro e controlliamo il lavoro svolto.
ma di iniziare a mettere i numeri nelle equazioni. Possiamo stimare quale dovrebbe essere la rispo­
sta per verificare la nostra soluzione?
La fase di Verifica della soluzione è molto
V E R IF IC A
La nostra soluzione finale ha senso nel contesto
importante. Una volta trovata la risposta, occorre veri­
del materiale che stiamo studiando?
ficare se questa ha un senso. Chiediamoci:
■ La mia soluzione risponde alla dom anda posta?
Verifichiamo di avere risolto tutte le parti della
domanda e di avere scritto chiaramente le soluzioni.

La rappresentazione figurata
Molti problemi fisici, compresi i problemi del moto in una dimensione, com­
portano diverse variabili e altri tipi di informazioni di cui tenere conto. 11 modo
migliore di affrontare questi problemi è di fare un disegno, come abbiamo
anticipato nella strategia generale della risoluzione dei problemi. Ma quale
tipo di immagine dovremmo disegnare?
In questa sezione, inizieremo a disegnare r a p p r e s e n t a z i o n i f i g u r a t e come
aiuto alla risoluzione dei problemi. Una rappresentazione figurata mostra tutti
i dettagli significativi che dobbiamo tenere presenti e che saranno molto impor­
tanti nella risoluzione dei problemi del moto. La cena a distanza B IOLa lingua di un
camaleonte è un potente strumento per
catturare una preda. Alcune specie possono
STRATEGIA estendere la lingua ad una distanza di
E TATTICA 2.2
Costruzione dì una rappresentazione figurata oltre 30 cm in meno di 0.1 s! Uno studio
della cinematica del moto della lingua
O F.scguire uno schizzo della situazione. Non uno schizzo qualsiasi: mo­ del camaleonte rivela che la lingua ha un
striamo il corpo iìW inizio del moto, alla fine, e in qualsiasi punto in cui il periodo di accelerazione rapida seguito
carattere del moto cambia. Disegni semplicissimi andranno benissimo. da un periodo di velocità costante. Questa
conoscenza è utile nelTanalisi della
0 Stabilire un sistema di riferimento. Scegliamo gli assi e l’origine in
relazione evolutiva fra i camaleonti e gli
funzione della direzione del moto. altri animali.
© Definire i simboli. Usiamo lo schizzo per definire i simboli che rappre­
sentano quantità come la posizione, la velocità, l’accelerazione e il tempo.
O^ni variabile utilizzata più tardi nella soluzione matematica dovrebbe
essere definita nel disegno.
Combineremo generalmente la rappre.sentazione figurata con una lista di
valori, che comprenderanno:
■ Dati. Fare una tabella delle quantità i cui valori possono essere determi­
nati a partire dalTenunciazione del problema o che possono essere trovati
rapidamente con semplici ragionamenti geometrici o di conversione di
unità di misura.
■ Incognite. Quale/i quantità ci permetteranno di rispondere alla domanda?

ESEMPIO 2.10 Costruzione di una rappresentazione figurata


Completiamo una rappresentazione figurata e una lista di valori meno formale, ma che contiene tutte le informazioni impor­
per il seguente problema: una slitta a razzo accelera a 50 m/s’ per tanti che servono per risolvere il problema.
5 s. Qual è la distanza totale percorsa e la sua velocità finale?
►In questo libro saranno mostrati esempi con
IMPOSTAZIONE La FIGURA 2.3la mostra una rappresenta­ cifre scritte a mano a cui riferirsi per i disegni che si ese­
zione figurata professionale nello stile delle figure di questo
guiranno nelTambito dello studio a casa. <
libro. Si tratta di un disegno più nitido e più artistico dello
schizzo che potremmo fare noi per la risoluzione dei problemi! Guardiamo come sono state costruite queste immagini. Il moto
La FIGURA 2.31 b mostra uno schizzo di quest’ultimo tipo. ha un chiaro punto di inizio e di fine: questi sono i punti dise-
Contimia
48 CAPITOLO 2 II moto in una dimensione

FIGURA 2.31 Costruzione di una rappresentazione figurata gnati. È stato scelto un sistema di riferimento con l’origine
e di una lista di valori nel punto di partenza. Le quantità x, y,, e t sono richieste in
(a) Versione professionale Usta dei valori entrambi i punti, quindi sono state definite sul disegno e distinte
Rappresentazione figurata Dati________ con degli indici. L’accelerazione è associata ad un intervallo tra
jTi = 0 m questi punti. 1 valori di due di queste quantità sono dati nell’e­
(Vj)i = 0 m/s nunciazione del problema. Altri, come = 0 m e = 0 s, sono
/j = 0 s desunti dalla nostra scelta del sistema di riferimento. Il valore
Ox = 50 m/s^ (v^). = 0 m/s fa parte della nostra interpretazione del problema.
5s Infine, identifichiamo jc^e (v^)^ come le quantità che risponde­
(Vc)i»fi Xf. ff
ranno alla domanda. Ora abbiamo un’idea abbastanza chiara
Incognite
del problema e siamo pronti ad iniziare un’analisi quantitativa.
Xf. (v^)f
(b) Disegno dello studente V E R IF IC A Non abbiamo risolto il problema; non era questo il
Pati__________ Incognite
Xi m Xp nostro scopo. La costruzione di una rappresentazione figurata
Schizzo e di una lista di valori fa parte dell’approccio sistematico per
Sistema di -fi • ^ j t interpretare un problema e prepararsi ad una soluzione mate­
riferimento a.g^5ony!s* j matica.
j
Identificare
le incognite.
... \ Elencare
i dati.
Definire i simboli.

La descrizione visiva
La rappre.sentazione figurata e la lista dei valori sono un ottimo complemento
al diagramma del moto e ad altri modi di affrontare la risoluzione dei problemi
che non abbiamo ancora visto. Quando trasponiamo il problema in una forma
che ci con.senta di risolverlo, combiniamo questi elementi in una descrizione
visiva. La descrizione visiva consiste nei seguenti elementi o in alcuni di essi:
■ Un diagramma del moto. Una buona strategia per risolvere un problema sul
moto è di iniziare con il disegnare un diagramma del moto.
■ Una rappresentazione figurata, come definita precedentemente.
■ Un grafico. Per i problemi sul moto, è spesso abbastanza utile includere il
grafico della posizione e/o della velocità.
■ Una lista dei valori. Questa lista dovrebbe riassumere tutti i valori impor­
tanti del problema.
1 prossimi capitoli aggiungeranno altri elementi a questa descrizione visiva
della fisica.

E S E M P IO 2.11 Cinem atica del lancio di un razzo


Un razzo Saturn V viene lanciato in verticale con un’accelera­ S O L U Z IO N E 11 nostro primo compito è di trovare la velocità
zione costante di 18 m/s‘. Dopo 150 s, che velocità ha rag­ finale. La nostra lista di valori include la velocità iniziale, l’ac­
giunto il razzo e quale distanza ha percorso? celerazione e l’intervallo di tempo, quindi possiamo utilizzare
IM P O S T A Z IO N E La FIGURA 2.32 mostra una descrizione visiva la prima equazione di cinematica della Sintesi 2.1 per trovare
del lancio del razzo che comprende un diagramma del moto, la velocità finale:
una descrizione visiva e una lista di valori. La descrizione (v^\ = = 0 m/s -I- (18 m/s‘) ( 150 s) = 2700 m/s
visiva mostra l’intero problema in sintesi. Il diagramma del
moto illustra il moto del razzo. La rappresentazione figurata La distanza percorsa si trova usando la seconda equazione
(eseguita conformemente al riquadro Strategia e tattica 2.2) della Sintesi 2.1:
mostra gli assi, identifica punti importanti del moto e defini­ yf = yj + (v^)j A f +
sce le variabili. Infine abbiamo inclu.so una lista di valori che
= 0 m + (0 m/s)(150 s) + |(18 m/s^KISO s)^
fornisce le quantità note e ignote. Con la descrizione visiva
abbiamo preso l’enunciazione a parole del problema e l’ab­ = 2.0 X 10^ m = 200 km
biamo resa molto più precisa. La descrizione contiene tutti gli L’accelerazione è molto grande e perdura per molto
V E R IF IC A
elementi che ci serve conoscere sul problema. tempo, pertanto la velocità finale elevata e la grande distanza
percorsa sembrano ragionevoli.
2.6 Risoluzione dei problemi sul moto unidimensionale 49

FIGURA 2.32 Descrizione visiva del lancio del razzo.


Diii^ rum lini del moto Kappresenta/ioiie Usurata Lista dei valori

Dati________
^ >’f. (v,)f. /f yi = ()m La lista di valori rende ogni cosa

I
U (v^.)i = 0 m/s concreta. Dehniumo il punto di
/i = 0 s partenza nel problema a 0 s,
= 18 m/s^
f ly quando il razzo ha una posizione

i
/f=150s 4-* *di 0 m e una velocità di 0 m/s. Il
punto d’arrivo nel problema è a
I! diagramma del moto Incognite un tempo di 150 s. Dobbiamo
per il razzo mostra trovare la posizione e la velocità
(vv)feyr
l'intero intervallo del in quell'istante di tempo.
moto.
^i» (''y)|t fi

La rappresentazione figurata identilìcu i due punti


importanti del moto, il punto di inizio e il punto
di line, e mostra che il razzo accelera fra di essi.

strategia di risoluzione di problemi sul moto ad


accelerazione costante
Precedentemente in questa sezione abbiamo introdotto una strategia generale
di risoluzione dei problemi. In questo capitolo e nei prossimi adatteremo que­
sta strategia generale a tipi specifici di problemi.

STRATEGIA DI R ISO LUZIO NE


D E I P R O B L E M I 2.1 M o to ad accelerazione costante

I problemi che compoilano un’accelerazione costante (accelerazione, dece­


lerazione, moto verticale, moto orizzontale) possono tutti essere trattati con
la stessa strategia.
IMPOSTAZIONE Disegnare una descrizione visiva del problema comprenden­
te un diagramma del moto, una rappresentazione figurata e una lista dei
valori. 1 grafici possono essere utili per alcuni problemi.
SOLUZIONE La soluzione matematica è basata sulle tre equazioni della Sin­
tesi 2 .1.
■ Sebbene le equazioni siano formulate in termini della variabile jc, è con­
suetudine usare la variabile >’ per il moto nella direzione verticale.
■ Usiamo fequazione che meglio corrisponde a ciò che conosciamo e a ciò
che dobbiamo trovare. Ad esempio, se conosciamo f accelerazione e il
tempo e stiamo cercando una variazione di velocità, la prima equazione è
quella più idonea.
■ Il moto uniforme a velocità costante ha a = 0.
VERIFICA 11 nostro risultato è credibile? Ha delle unità appropriate? Ha .senso?

ESEMPIO 2.12 Calcolo della lunghezza m inim a della pista di decollo


Un Boeing 747 a pieno carico con i motori a pieni giri accelera positiva di 70 m/s e la posizione dell’aereo in quel momento.
di 2.6 m/sl La sua velocità minima di decollo è di 70 m/s. In In questo modo sapremo qual è la lunghezza minima che la
quanto tempo l’aereo raggiungerà la sua velocità di decollo? pista deve avere.
Qual è la lunghezza minima che la pista di decollo deve avere? SOLUZIONE Dapprima troviamo il tempo necessario all’aereo
IMPOSTAZIONE La descrizione visiva della FIGURA 2.33 rias­ per raggiungere la velocità di decollo. Possiamo usare la prima
sume i dettagli importanti del problema. Stabiliamo che x e /. equazione nella Sintesi 2.1 per calcolare questo tempo:
siano pari a zero al punto di inizio del moto, quando l’aero­
plano è fermo e inizia ad accelerare. Il punto finale del moto è
quando l’aeroplano raggiunge la velocità di decollo necessaria 70 m/s = 0 m/s + (2.6 m/s‘) A/
di 70 m/s. L’aereo accelera verso destra, pertanto calcoleremo ^ 70 m/s
Af = ------ -T = 26.9 s
il tempo che l’aereo impiegherà a raggiungere una velocità 2.6 m/s^
50 CAPITOLO 2 II m oto in una d im en sion e

FIGURA 2.33 Descrizione visiva dell'aereo in fase di quando raggiunge questa velocità usando la seconda equazione
accelerazione. della Sintesi 2.1 :
Xf = Xi + (V;,)j Al + ja^(A0^
Dati
X/- 0 m il-Os = 0 m + (0 m/s)(26.9 s) + ^(2.6 m/s2)(26.9 s)^
• 0 m/s
Xb m/ó* = 940 m
'ìó m/6 Le nostre risposte finali sono quindi che l’aereo impiegherà 27
Incoqnite s per raggiungere la velocità di decollo, con una lunghezza
Xj. i r-t,(v,)f,Ì4
minima della pista di 940 m.
VERIFICA Pensiamo aH’ultima volta che abbiamo volato; 27
s .sembrano un tempo ragionevole di accelerazione prima del
decollo di un aereo. La lunghezza reale di una pista di decollo
Manteniamo in questo caso una cifra significativa in più in nei principali aeroporti è di almeno 3000 m, una lunghezza
quanto utilizzeremo questo risultato nella prossima fase del maggiore di quella minima richiesta per far fronte a fermate di
calcolo. emergenza in caso di decollo non riuscito. (Se avessimo calco­
Dato il tempo che occorre all’aereo per raggiungere la velo­ lato una distanza molto maggiore di 30(X) m, avremmo dovuto
cità di decollo, possiamo calcolare la posizione dell’aereo avere il sospetto che qualcosa nei calcoli fosse andato storto!)

ESEMPIO 2.13 Calcolo della distanza di frenata


Un’automobile viaggia alla velocità di 30 m/s, tipica velocità A la velocità inizia a diminuire costantemente di -6.0 m/s^
in autostrada, su un fondo bagnato. 11 conducente vede un osta­ fino a quando l’automobile si ferma a ty Questo intervallo di
colo davanti a sé e decide di fermarsi. Da questo istante, impie­ tempo può essere calcolato utilizzando la prima equazione nella
gherà 0.75 s per iniziare a frenare. Una volta premuto il freno, Sintesi 2.1, (v^)^ = (v^)2 + A/:
l’automobile ha un’accelerazione di -6.0 m/s^ Quale distanza
4 “ M i 0 m/s - 30 m/s ^
percorre l’automobile prima di fermarsi a partire dall’avvista­ ^ t = h - t 2 = ------------- = ------------- ;— = 5.0 s
mento dell’ostacolo? a, -6.0 m/s^
La posizione al tempo è calcolata utilizzando la .seconda
IMPOSTAZIONE Questo problema è più complesso rispetto
equazione nella Sintesi 2.1. Prendiamo il punto 2 come punto
ai precedenti, pertanto dedicheremo una cura maggiore alla
iniziale e il punto 3 come punto finale di questa fase del moto
descrizione visiva nella FIGURA 2.34. Oltre al diagramma del
e usiamo = ty
moto e alla rappresentazione figurata, aggiungiamo un grafico
della velocità. Si noti che ci sono due diverse fasi del moto: una
fase a velocità costante prima dell’inizio della frenata e una •*3 = -*2 + (‘';t)2 Af + A/)^
a decelerazione costante a partire dall’azionamento dei freni. = 22.5 m + (30 m/s)(5.0 s) + 5 (-6.0 m/s^)(5.0 s)^
Avremo bisogno di effettuare due calcoli diversi, uno per cia­
= 98m
scuna fase. Di conseguenza abbiamo utilizzato gli indici nume­
rici anziché semplicemente i e f.
jCj è la posizione dell’automobile alla fine del moto, pertanto
SOLUZIONE Da /, a la velocità resta costante a 30 m/s. Que­
l’automobile percorre 98 m prima di fermarsi.
sto è un moto uniforme, pertanto la posizione al tempo viene
VERIFICA 1 numeri per il tempo di reazione e l’accelerazione
calcolata utilizzando l’Equazione 2.4:
sul fondo bagnato sono ragionevoli per un conducente attento
^2 = T, + (v^), (^2 - ^^) = 0 m + (30 m/s) (0.75 s) con buoni pneumatici. La distanza finale è piutto.sto grande, più
= 22.5m o meno la lunghezza di un campo da calcio.

FIGURA 2.34 Descrizione visiva deM'automobile che frena per fermarsi.


Dati
/, = 0s
ATi = 0 m
(v,)i = 30 m/s
/2 = 0.75 s
(v^ 2 = 30 m/s
(v^)3 = 0 m/s
Tra /2 e h, = -6.0 m/s^
-/(s) Incognita____________
^3
2.7 Caduta libera 51

2.7 Caduta libera


Lasciamo cadere un martello e una piuma c vediamo che cosa succede, il mar­
tello arriva rapidamente a terra, mentre la piuma volteggia neH’aria c atterra un
po’ di tempo dopo. Se facciamo questo esperimento sulla Luna, il risultato sarà
nettamente diverso: sia il martello che la piuma avranno la stessa accelera­
zione, esattamente lo stesso moto e toccheranno il suolo contemporaneamente.
La Luna è priva di atmosfera, pertanto i coipi in moto sulla sua superficie non
incontrano alcuna resistenza neiraria. C ’è un’unica forza che conta: la gravità.
Se un corpo si muove solo sotto l’infiuenza della gravità, e di nessun’altra forza,
il moto risultante sarà la caduta libera. I primi scienziati avevano concluso,
conettamente, che due corpi in caduta libera, indipendentemente dalla loro La piuma in caduta libera David Scott,
massa, hanno la stessa accelerazione. Pertanto, due corpi lasciati cadere astronauta della missione lunare Apollo
entrambi in caduta libera toccheranno il suolo nello stesso istante. 15, e.scguì un esperimento cla.ssieo sulla
Luna, lasciando cadere simultaneamente un
Sulla Terra, la resistenza dcH’aria è un fattore di cui tenere conto. Quando
martello e una piuma dalla stessa altezza.
lasciamo cadere un martello, la resistenza dell’aria è trascurabile, quindi fac­ Entrambi i corpi toccarono il suolo nello
ciamo solo un piccolo errore trattando il martello come se fos.se in caduta stesso momento, diversamente da quanto
libera. 11 moto con la resistenza dell’aria è un problema che studieremo nel sarebbe succe.s.so in presenza delfatmosfera
Capitolo 5. Fino ad allora limiteremo la nostra attenzione a situazioni in cui la terrestre!
resistenza dell’aria può essere ignorata, pertanto a.ssumeremo ragionevolmente
che i corpi siano in caduta libera.
La FIGURA 2.35a mostra il diagramma del moto per un corpo la.sciato cadere da
fermo e in caduta libera. Poiché l’accelerazione è la ste.ssa per tutti i corpi, il dia­
gramma e il grafico sarebbero gli stessi per una palla da ba.seball o una roccia! La
FIGURA 2.35b mostra il grafico della vekx:ità del corpo. La velcx;ità cambia in mcxlo
costante. La pendenza del grafico velocità-tempo è l’accelerazione del moto in
caduta libera e per questa accelerazione useremo d’ora in poi il simbolo speciale g.
FIGURA 2.35 Moto di un corpo in caduta libera.
(a) Per un corpo (b) Il grafico ha una pendenza costante: (c) Se il coqx> si muove
lascialo cadere Vy(m/s) pertanto raecclera/ione del moto in inizialmente verso l'alto,
^ .. da fermo, i vettori caduta lilvra è costante. j vettori della veltK-ità
della velocità *’ puntano verso l’alto ma
puntano verso il diventano più corti.
basso c diventano L’accelerazione punta
più lunghi, -9.8 ancora verso il basso.

i
l.’accelerazione
^ punta verso il basso.
-19.6 l

-29.4 -

Anziché la.sciar cadere il corpo, supponiamo di lanciarlo verso l’alto. Che


cosa succede? Sappiamo che il corpo si innoverà verso l’alto e che la sua velo­
cità diminuirà man mano che salirà. Questo è illustrato nel diagramma del
moto nella f ig u r a 2 . 3 5 c , che mostra un risultato sorprendente: anche se il corpo
si muove verso l’alto, la sua accelerazione continua a puntare verso il basso.
Infatti, l’accelerazione della caduta libera punta sempre verso il basso, indi­
pendentemente dalla direzione in cui si muove il corpo.
EEIH ►Malgrado il nome, la caduta libera non si limita ai corpi che cado­
no. Qualsiasi corpo che si muova solo .sotto l’infiuenza della gravità, e di
nessun’altra forza, .sarà in caduta libera. Questo principio riguarda i corpi Alcuni bambini si muovono verso l'alto
in caduta verticale, quelli lanciati verso l’alto, quelli in moto parabolico e altri verso il basso, ma tutti sono
(come nel passaggio di un pallone da calcio), e, come vedremo, i satelliti in caduta libera, pertanto accelerano
in orbita. < verso il basso a 9.8 m/s^.
11 valore dell’accelerazione del moto in caduta libera varia leggermente nei
diversi luoghi della Terra, ma per i calcoli in questo libro useremo il valore
medio .seguente:

g = (9.80 ni/s^, verticalmente verso il basso) (2.14)


Valore medio de 11’accelerazione di un corpo in caduta libera.
Lavoreremo generalmente con due cifre significative e pertanto useremo
= 9.8 m/s^
Ci sono diversi punti sul moto in caduta libera degni di nota:
per definizione, è sempre positivo. In nessun problema si utilizzerà un
valore negativo per g.
Il grafico della velocità nella Figura 2.35b ha una pendenza negativa. Anche
se un corpo che cade accelera, ha comunque un'accelerazione negativa.
Notiamo anche che il vettore accelerazione g punta verso il basso. Quindi g
non è faccelerazione del corpo, ma soltanto il suo modulo. L'accelerazione
del moto in una dimensione è

Poiché il moto in caduta libera è un moto ad accelerazione costante, pos­


siamo usare le equazioni di cinematica per l’accelerazione costante con

g non è la “gravità." La gravità è una forza, non un’accelerazione. ^ è


l'accelerazione del moto in caduta libera ed è chiamata accelerazione di
gravità.
^ = 9.80 m/s‘ solo sulla Terra. Gli altri pianeti hanno diversi valori di Nel
Capitolo 6 impareremo a determinare g per gli altri pianeti.
Calcoleremo a volte faccelerazione in unità di g. Un’accelerazione di 9.8 m/s'è
un’accelenizione di Iji,^ un’acceleriizione di 19.6 m/s‘ è pari a 2g. In genere,
possiamo calcolare
accelerazione (in unità di m/s‘)
accelerazione (in unità di g) = (2.15)
9.8 m/s^
Questo ci permette di esprimere le accelerazioni in unità che hanno un riferi­
mento fisico definito.

E S E M P IO 2.14 Analisi della caduta di un m a sso


Un grosso masso si stacca dalla cima di una rupe e cade per 100 Risolvendo in funzione di r si ha:
m prima di toccare il suolo. Quanto tempo impiega il masso per
raggiungere il suolo e qual è la sua velocità al momento 2(yi-yf) /2(l(K )m -0m )
deir impatto? = 4.52 s
8 9.80 m/s^
IMPOSTAZIONE La FIGURA 2.36 ci mostra una descrizione
visiva di tutti i dati necessari. Abbiamo posizionato forigine al Ora che conosciamo il tempo di caduta, possiamo usare la
suolo, quindi la posizione iniziale sarà y. = 100 m. prima equazione della cinematica per trovare (v^)^:

FIGURA 2.36 Descrizione visiva della caduta del masso. (V ) = ( v^,). - g ^ ( = -gt, = -(9.80 m/s') (4.52 s) = -44.3 m/s

V E R IF IC ALe risposte sono ragionevoli? 100 m corrispondono


più o meno ad un edificio di 30 piani. Quanto tempo occorre
- dZ) y/v j /i’ a un corpo per cadere da un’altezza pari a quella di 30 piani?
Dati Quattro o cinque secondi sembrano essere un tempo ragione­
- /ca/n vole. Quale velocità si raggiunge alla fine? Usando il fattore
0/n
Mi* Omà di conversione 1 m/s = 3.6 km/h, troviamo 44.3 m/s * 160
km/h. Anche questa sembra una velocità ragionevole per qual­
cosa che cade da un'altezza di 30 piani. Supponiamo di avere
Incognite commesso un errore. Se avessimo sbagliato di un punto deci­
if 6 male potremmo aver calcolato una velocità di 443 m/s. Questo
risultato non è chiaramente ragionevole. Se avessimo sbagliato
di un punto decimale nel l’altra direzione, avremmo calcolato
una velocità di 4.3 m/s « 16 km/h. Anche questo è un risultato
SOLUZIONE La caduta libera è un moto con un'accelera­ non ragionevole perché equivale ad una velocità più lenta della
zione costante specifica = -g. La prima domanda riguarda vekx'ità tipica di una bicicletta.
la relazione fra tempo e distanza, una relazione espressa dalla
seconda equazione nella Sintesi 2.1. Utilizzando (v^). = 0 m/s
e r = 0 s, troviamo
>’f = yi + (v,.)! A/ + ^ay ( A/)2 = >>i - (A/)^ = y^-
ESEMPIO CONCETTUALE 2.15 A nalisi del m oto di una palla lanciata verso l'alto
Disegniamo un diagramma del moto e un grafico velocità- moto. Quando inizia la discesa, i vettori velocità puntano verso il
tempo relativo ad una palla lanciata verticalmente in aria dal basso e diventano più lunghi. Ci dev’essere un momento, solo un
punto in cui lascia la mano fino a quando viene riafferrata. istante in cui v passa da un moto verso l’alto ad un molo verso il
basso e in cui la vekK'ità è piui a zero. La velocità della palla è zero
SPIEGAZIONE Sappiamo che il moto della palla si svolge nel
nell’istante preciso in cui si trova alTaltez/xi massima del moto!
modo seguente: la palla sale e poi riscende. Questo complica
Possiamo vedere anche sul grafico della velocità che c’è un istante
un po’ il disegno di un diagramma del moto poiché la palla
di tempo in cui v^ = 0. Questo corrisponde al punto di inversione.
ripercorre la stessa traiettoria quando ricade. Un diagramma
Ma che cosa succede all’accelerazione nel punto più alto del
del molo rigoroso mo.strerebbe il moto verso Tallo e verso il
moto? Si potrebbe pensare che l’accelerazione sia zero, ma
basso l'uno sull’altro, creando confusione. Possiamo evitare
ricordiamo che la velocità in questo punto in verte la sua dire­
questa difficoltà separando orizzontalmente i diagrammi del
zione. Se la velocità varia ci dev’essere un’accelerazione. La
moto verso l’alto e del moto verso il basso. Questo non inllu-
pendenza del grafico della velocità nell’istante in cui = 0
irà sulle nostre conclusioni perché nessuno dei vettori viene
(ossia al vertice del moto) non è diversa rispetto a qualsiasi
cambialo. 11 diagramma del moto e il grafico velocità-tempo
altro punto del moto. La palla è sempre in caduta libera con
appaiono come in FIGURA 2.37.
accelerazione a^ = —g\
VERIFICA 11 punto più allo del molo della palla, dove inverle la Possiamo anche osservare che un’accelerazione pari a zero
direzione, è chiamato punto di inversione. Quali som) la vekx:ilà e significherebbe nessuna variazione di velocità. La palla, la cui
Tacccleriizione in questo punto? Possiamo vedere dal diagramma velocità è zero al vertice del moto, rimarrebbe sospesa in quel
del molo che i vettori vcUx:ità puntano verso l’alto ma diventano punto e non invertirebbe la direzione se anche l’accelerazione
più corti man mano che la palla si avvicina alTaltez/ii rrnssima del fosse zero!

FIGURA 2.37 Diagramma del moto e grafico della velocità di una palla lanciata verso Tallo.
Questo è lo stesso punto
mostrato due volte. La palla inizia con una
velocità positiva (verso
Ultima Prima velocità l’alto) che decresce
velocità verso l'alto verso il basso costantemente.
Quando la palla raggiunge la massima
I vettori velocità altezza, la velocità è zero. Questo
verso l'alto e verso il è il punto d'inversione del moto.
In questo diagramma
il moto verso l'alto e basso hanno lo Ora la palla si sta
il moto verso il basso ste.sso modulo e la / muovendo verso il basso.
sono separati per stessa direzione / La velocità è negativa.
chiarezza. In realtà
percorrono la stessa
traiettoria.
I (verticale) ma verso
opposto. La palla
viene afferrata
! quando raggiunge
.....una velocità uguale ^ Oy = -9.8 m/s^
in modulo a quella
iniziale.
Durante l'intero moto, l'accelerazione è
quella di caduta libera. La pendenza del
Inizio Fine grafico della velocità è costante e negativa.
del moto - ^ d c l moto

ESEMPIO 2.16 Trovare l'altezza di un salto


Lo springbok (letteralmente IMPOSTAZIONE Iniziamo con la descrizione visiva mostrata
antilope saltante) è un’antilope nella f ig u r a 2.38, dove abbiamo identificato due diverse fasi
del Sudafrica che deve il suo del moto: lo springbok che si stacca dal suolo e Io springbok
nome alla straordinaria abilità che si eleva in aria. Tratteremo questi due momenti come due
nel salto. Quando lo springbok è problemi separati da risolvere in successione. “Riuseremo” le
nervoso, compie un salto in ver­ variabili (v^). e (v^)^ per le due fasi del moto.
ticale chiamato “pronking”. Per Per la prima parte della nostra soluzione, nella Figura 2.38a
eseguire questo salto lo sprin­ abbiamo scelto l’origine dell’asse y nel momento in cui lo
gbok in un primo tempo si accovaccia. Poi estende le gambe springbok è accovacciato. La posizione finale è la massima
con forza, accelerando a 35 m/s^ per 0.70 ni durante la fase di estensione delle zampe, nell’istante in cui lo springbok si
estensione. Una volta distese le gambe, si stacca dal suolo e si stacca dal suolo. Vogliamo trovare la velocità in questa posi­
eleva in aria. zione perché è quella a cui si muove all’inizio del moto di
a. A quale velocità lo springbok si stacca dal suolo? caduta libera. La Figura 2.38b è un nuovo inizio: abbiamo defi­
b. A quale altezza arriva? nito un nuovo asse verticale con la sua origine al .suolo, quindi
Continua
54 CAPITOLO 2 II moto in una dimensione

FIGURA 2.38 Descrizione visiva del salto dello springbok


(a) Spinta per staccarsi dal suolo (b) Elevazione in aria
A'

Dati Dati
Vi = 0 m 4 >>( = 0 m
= 0.70 m (Vy)i è uguale a (v^.)f dalla parte a
(Vv)i = 0 m/s iL = 0 m/s
fly = 35 m/s^ «v = -9.8 m/s^
Incognita Incognita
(Vv)f

il punto più alto del moto dello springbok è una distanza al di Lo springbok si stacca dal suolo con una velocità di 7.0 m/s.
sopra del suolo. La tabella di valori mostra l’informazione b. Ora siamo pronti per la seconda fase del moto: il moto
chiave per questa seconda parte del problema: la velocità ini­ verticale dopo il distacco dal suolo. Ancora una volta la
ziale per la parte b è la velocità finale della parte a. terza equazione della Sintesi 2.1 è appropriata perché non
Dal momento in cui lo springbok si stacca dal suolo, il pro­ conosciamo il tempo. Poiché = 0, lo spostamento dello
blema è relativo ad un moto di caduta libera poiché lo springbok springbok è = yf-- yj, = >y, l’altezza del salto verticale.
si muove solo sotto l’influenza della gravità. Vogliamo cono­ Dalla parte a, la velocità iniziale di questo secondo moto è
scere l’altezza del salto, pertanto cerchiamo l’altezza del punto (VyX = 7.0 m/s, e la velocità finale è (v^)^= 0. Questo è il
più alto del moto. Questo è il punto d’inversione del moto, con moto di caduta libera, con —g\ quindi
una velocità istantanea pari a zero. L’altezza del salto, è la
posizione dello springbok all’istante associato a (v^.)j = 0. ( V,)/ = = (‘'P / “ = ( vp 2- 2gy,
S O L U Z IO N E a. Per la prima fase, il distacco dal suolo, abbiamo che dà
le informazioni sullo spostamento, la velocità iniziale e l’acce­
lerazione, ma non sappiamo nulla deH’intervallo di tempo. La
terza equazione nella Sintesi 2.1 è perfetta per questo tipo di Risolvendo per_y^, otteniamo un’altezza del .salto di
situazione. Possiamo rielaborarla per trovare la velocità con cui ^(Vy)i (7.0 m/s)
- = 2.5m
lo springbok si stacca dal suolo: 2g 2(9.8 m/s^)
V E R IF IC A 2.5 m è un’altezza notevole, ma que.sti animali
+ 2a^y = (0 m/s)‘ + 2(35 m/s^) (0.70 m) = 49 mVs^
sono noli per la loro abilità nel salto, pertanto la misura sembra
(v^)f = V 49 m^/s^ = 7.0 m/s ragionevole.

La figura che accompagna la foto all’inizio del capitolo suggeriva una


domanda sugli animali e sulle loro capacità atletiche: chi vince in una corsa fra
un cavallo e un uomo? I.a sorprendente risposta è “Dipende”. Più precisa-
mente, il vincitore dipende dalla lunghezza della corsa.
Alcuni animali sono capaci di raggiungere velcK'ità elevate, altri sono capaci di
grande accelerazione. I cavalli possono correre molto più velocemente degli
uomini, ma, partendo da fermi, gli uomini .sono in grado di sviluppare una mag­
giore accelerazione iniziale, l a f i g u r a 2.39 mostra i grafici della velocità e della
posizione per un velocista uomo di alto livello e un cavallo da corsa. La velocità

FIGURA 2.39 BIOGrafici velocità-


tempo e posizione-tempo per una
gara fra un uomo e un cavallo.
massima del cavallo è circa il doppio di quella deiruomo, ma l’accelerazione
iniziale deiruomo, cioè la pendenza del grafico della velocità negli istanti ini­
ziali, è maggiore di quella del cavallo. Come mostra il secondo grafico, ruomo
sarebbe in grado di vincere una corsa molto breve. Per una corsa più lunga, la
velocità massima più elevata del cavallo lo porterebbe in testa. Il record mon­
diale maschile dei 1500 m piani di atletica è di poco inferiore ai 3.5 min, ma un
cavallo percorre agevolmente questa distanza in meno di 2 min.
Per una corsa di diversi chilometri subentra un altro fattore: l’energia. In
una corsa molto lunga la velocità e l’accelerazione contano meno della resi­
stenza, ossia l’abilità di continuare a spendere energia per un lungo periodo di
tempo. In simili prove di resistenza, spesso vince l’uomo. Affronteremo l’ar­
gomento dell’energia nel Capitolo 11.

PAUSA DI RIFLESSIONE 2.7 Un vulcano erutta un pezzo di roccia proiettando­


lo verticalmente alla velocità v^= 30 m/s. Trascurando la resistenza dell’aria,
quale sarà la velocità della roccia quando ricade nel cratere del vulcano?

A. > 3 0 m/s B. 30 m/s C. 0 m/s D. -3 0 m/s E. < - 3 0 m/s

ESEMPIO INTEGRATO 2.17 Velocità vs resistenza BIO


l ghepardi sono gli animali terrestri più veloci in termini di velo­ fuggire. Se il ghepardo vince la corsa e si assicura il
cità massima, ma solitamente falliscono nel catturare la preda pasto.
perché hanno una resistenza limitata. Possono mantenere la SOLUZIONE II ghepardo ha un moto uniforme per tutta la
velocità massima di 30 m/s solo per 15 s e poi devono fcmiarsi. durata del problema, pertanto possiamo u.sare TEquazione 2.4
Le gazzelle, la loro preda preferita, hanno una velocità mas­ per trovare la sua posizione a /j = 15 s:
sima inferiore a quella dei ghepardi, ma possono mantenerla
per alcuni minuti. Quando un ghepardo insegne una gazzella, il = x^^ 4- = 0 m + (30 m/s) ( 15 s) = 450 in
successo o il fallimento sono una pura questione di cinematica: Il moto della gazzella ha due fasi: una fase ad accelerazione
è sufficiente l’alta velocità del ghepardo per raggiungere la costante e una a velocità costante. Possiamo risolvere la posi­
preda prima che esaurisca la sua energia? Il problema seguente zione e la velocità a la fine della prima fase, usando le prime
utilizza dati realistici per questo tipo di caccia. due equazioni nella Sintesi 2.I. Troviamo prima la velocità:
Un ghepardo ha individuato una gazzella. Il ghepardo passa
all’azione, raggiungendo la sua vekx;ità massima di 30 m/s in + {(ìXA^ = 0 m/s 4- (4.5 m/s’) (6.0 s) = 27 m/s
p(x:hi secondi. In questo istante, la gazzella, a 160 m di distanza La posizione della gazzella a è
dal ghepardo in corsa, nota il pericolo e fugge. La gazzella acce­
lera di 4.5 m/s‘ per 6.0 s, poi continua a correre ad una velocità -^2G ~ -^iG ■!“ (Kt)lG^^ "h
costante. Dopo aver raggiunto la sua vel(KÌtà massima, il ghe­
= 160 m 4-0 4- i(4.5 m/s“)(6.0 s)^ = 240 m
pardo può continuare a correre solo per 15 s. Il ghepardo cattu­
rerà la gazzella, oppure la gazzella riuscirà a sfuggirgli? La gazzella ha in A/ è il tempo per
IMPOSTAZIONE L’e.sempio chiede “Il ghepardo catturerà la partenza un vantaggio questa fase del moto,
gazzella?" La sfida più complessa è di tradurre queste parole .tjG = I60 ni. /2 - /| = 6.0 s.

in un problema matematico e grafico che possiamo risolvere Da a t^ la gazzella si muove ad una velocità costante, quindi
utilizzando le tecniche illustrate in questo capitolo. possiamo usare l’equazione del moto uniforme. Equazione 2.4,
Vi sono due problemi correlati: il moto del ghepardo e il per trovare la posizione finale:
moto della gazzella, per i quali utilizzeremo rispettivamente le
La gazzella inizia A/ per questa fase
lettere “C“ e “G." Prendiamo il nostro punto di partenza, =0 questa fase del moto a del moto è /3 - Z2 = 9.0 s.
s, come ristante in cui la gazzella nota il ghepardo e inizia a AT2G = 240 m.
correre. Prenderemo la posizione del ghepardo in questo istante
•^3G“ -^2G (Kt)2G ” 240 m 4- (27 m/s)(9.0 s) = 480 m
come Torigine del nostro sistema di coordinate, pertanto jc^^=
0 me = 160 m: la gazzella si trova a 160 m di distanza dal
ghepardo quando lo vede. Abbiamo utilizzato questa informa­ x ^ è 450 m; x^^ è 480 m. La gazzella ha un vantaggio di 30 m
zione per ricavare la descrizione visiva nella f ig u r a 2.40, che rispetto al ghepardo quando il ghepardo deve interrompere la
include i diagrammi e i grafici della velocità per il ghepardo e corsa, quindi la gazzella riesce a fuggire.
per la gazzella. La descrizione visiva riassume tutti gli elementi V E R IF IC A La no.stra soluzione ha senso? Guardiamo il risul­
che conosciamo del problema. tato finale. I numeri dell’enunciazione del problema sono rea­
Con un’immagine chiara della situazione, possiamo ora listici, pertanto ci aspettiamo che il risultato rispecchi la realtà.
riformulare il problema in questo modo: calcoliamo la posi­ La velocità della gazzella è vicina a quella del ghepardo, il che
zione del ghepardo e la posizione della gazzella a = 15 s, il sembra ragionevole per due animali noti per la loro velocità. Il
momento in cui il ghepardo deve interrompere l’inseguimento. risultato rispecchia l’esito più comune, rinseguimento è finito,
S e a l l o r a la gazzella mantiene il vantaggio e riesce a ma la gazzella è riuscita a fuggire.
Continua
56 CAPITOLO 2 II moto in una dimensione

FIGURA 2.40 Descrizione visiva del moto del ghepardo e della gazzella.
II ghepardo corre ad una
óihepardo: V ..-velocità costante per l'intero Pati
X
^ inseguimento. -é/*0 5
#— 30
X/^*0 m, Xy^*/^0 m

•é'fó') Tra t -àa,, V.r m /s^


0
La gazzella -. poi Tratf-^o ■é3,(oj^-0
i j - /5-5
Incognite
Obiettivo: descrivere e analizzare il moto lineare.

STRATEGIE GENERALI ^
Strategia di risoluzione Descrizione visiva
dei problemi Una descrizione visiva consiste in diversi clementi che specificano il problema in
La nostra strategia generale di risoluzione dei modo completo. Può comprendere tutti gli elementi seguenti o alcuni di essi:
problemi comporta tre fasi:
l)ia(>rummu del moto Kuppresenta/.ioiie figurata (ìratìco U sta dei valori
IMPOSTAZIONE Definire il problema:
i. Dati
• Fare un disegno. ,Vf.(vv)f. ff
>, = 0m
• Raccogliere le informazioni necessarie. (iy)i = 0 m/s
fi = 0 s
• Eseguire i calcoli preliminari.
fly= 18m/s^
SOLUZIONE Eseguire i necessari passaggi matema­ I h ff = 150 s

tici o di ragionamento. Incognite


(Vy)fC.Vf
VERIFICA Verificare se la risposta è completa in
tutti i dettagli e ha senso da un punto di vista fisico.
,ÌL

CONCETTI IMPORTANTI ^
La velocità è la rapidità del cambio di Un grafico posizione-tempo traccia la Un grafico velocità-tempo traccia la
posizione: posizione sull’asse verticale rispetto al velocità suH’asse verticale rispetto al
Ajc tempo sull’asse orizzontale. tempo sull’asse orizzontale.
.t (m) La velleità è la pendenza Vi (m/s) L'accclera/ionc è In pendenza
L*accelerazione è la rapidità di varia­ ^^ del gralico della posizione 30 *|s.^ del grafico della velocità.
zione della velocità: 4- ■lo
sposiainenlo
4 2 ' i? l’arca sotU) la
curva della vcl«)cilir ^
Le unità di misura dell'accelerazione 0 -i-f(s ) -tis)
10
sono m/s^
Un corpo accelera se e hanno lo
stesso segno e rallenta se hanno segno
opposto.

APPLICAZIONI 1
Moto uniforme Moto ad accelerazione Caduta libera
Un corpo in moto uniforme ha una velo­ costante La caduta libera è un caso speciale di
cità costante. Il suo grafico della velocità Un corpo con accelerazione costante ha moto ad accelerazione costante. L’ac­
è una linea orizzontale; il suo grafico una velocità che varia costantemente. celerazione ha un modulo g = 9.80 m/s’
della posizione è una retta. Il suo grafico della velocità è una retta; ed è sempre diretta verticalmente verso
il suo grafico della posizione è una il ba.sso sia che il corpo si muova verso
parabola. l’alto sia che si muova verso il basso.

Il grafico della veliKilà è


una retta con una
pendenza di -9.80 m/s^.
Equazione cinematica per il moto
uniforme:
jCj= .V.-f- A/ Equazioni cinematiche per il moto ad
accelerazione costante:
11moto uniforme è un ca.so speciale di (Vy)f = (v^)i + ci^ A/
moto ad accelerazione costante, con a = 0.
■ *f = -Ci + Al + A/)^
(v.)ì = (V,)? + 2a, Ax
58 CAPITOLO 2 II moto in una dimensione

La difficoltà del problema è indicata con I (facile) fino a Hil (molto difficile). I problemi contrassegnati come INI integrano in maniera
significativa concetti esposti nei capitoli precedenti; i problemi contrassegnati con BIO sono di interesse medico o biologico.

DOMANDE
D o m a n d e concettuali d. La velocità del corpo durante il segmento C è maggiore,
uguale o minore rispetto alla sua velocità durante il seg­
1. Una persona entra in un ascensore al piano terra e sale fino mento E? Spiega il perché.
airultimo piano di un edificio. Disegna un grafico velo­
cità-tempo per questo moto.
2. a. Fornisci un esempio di moto verticale con una velocità
positiva e un’accelerazione negativa,
b. Fornisci un esempio di moto verticale con una velocità
negativa e un'accelerazione negativa.
3. La Figura D2.3 illustra gli anelli di crescita del tronco di
BIO un pino. Possiamo chia­
ramente vedere gli anelli La Figura D2.11 illustra il grafico di posizione di un corpo
ampi o stretti che cor­ che si muove lungo l'asse orizzontale.
rispondono agli anni di a. Scrivi una breve storia realistica sul moto di un corpo
crescita veloce o lenta. i che abbia questo grafico della posizione.
_ . . -I--------------- .V
Possiamo pensare a questi o b. Disegna il grafico della velocità corrispondente.
anelli come il diagramma f ig u r a D2.3 X

del moto della crescita


deH'albero. Considera un asse come mostrato nella figura,
con la misura di .v ricavata dal centro dell’albero e usa l’a­
spetto degli anelli per disegnare un grafico velocità-tempo
per la crescita radiale dell’albero. FIGURA D2.11
4. Disegna un grafico velocità-tempo per un sasso lanciato in
12. La Figura D2.12 mostra i grafici posizione-tempo di due
verticale verso l’alto, dall’istante in cui lascia la mano fino
corpi, A e B, che si muovono lungo lo stesso asse.
all’istante in cui colpisce il suolo.
a. Nell’istante t = 1 s, la velocità di A è maggiore, minore
5. Stai guidando lungo la strada ad una velocità costante.
o uguale rispetto alla velocità di B? Spiega il perché.
Sopraggiunge un’auto leggermente più veloce che ti rag­
b. I corpi A e B hanno mai la stessa velocità? Se sì, in
giunge e ti sorpassa. Traccia un grafico della posizione per
quale/i istante/i? Spiega il perché.
entrambi i veicoli usando gli stessi assi di riferimento e
indica il punto sul grafico in cui l'altro veicolo ti sorpassa.
6. Un’automobile viaggia verso nord. 11 suo vettore accelera­
zione può mai puntare verso sud? Spiega il perché.
7. Alcuni animali sono capaci di raggiungere velocità elevate;
BIO altri sono capaci di avere una grandissima accelerazione.
Ragiona su che cosa serve di più ad un predatore fra una
grande velocità massima e un’accelerazione elevata.
FIGURA D2.12 FIGURA D2.13
S. Una palla viene lanciata verso l’alto verticalmente. In cia­
13. La Figura D2.13 mostra il grafico posizione-tempo di un
scuno dei seguenti istanti, l’accelerazione a^ della palla è
corpo. In quali punti contrassegnati da una lettera il corpo
uguale a 0, < g, oppure >g?
a. Si muove più velocemente?, b. Si muove verso sinistra?
a. Appena dopo aver lasciato la mano?
c. Accelera?, d. Decelera?, e. Inverte la direzione?
b. Al vertice del moto (alla massima altezza)?
14 Nella Figura D2.I4 è riportato il grafico velocità-tempo di
c. Appena prima di toccare il suolo?
un corpo in moto lungo l’asse .v.
9. Un sasso viene lanciato (non lasciato cadere) verticalmente
a. Durante quale/i segmento/i la velocità è costante?
da un ponte verso il basso nel fiume sottostante.
b. Durante quale/i segmento/i il corpo accelera?
a. Immediatamente dopo essere stato lanciato, il modulo
c. Durante quale/i segmento/i il corpo decelera?
dell’accelerazione del sasso ò maggiore di g, minore di
d. Durante quale/i segmento/i il corpo è fermo?
g, o uguale a g ì Spiega il perché.
e. Durante quale/i segmento/i il corpo si muove verso destra?
b. Appena prima di toccare l’acqua, il modulo dell’accele­
Vj(ni/s)
razione del sasso è maggiore di g, minore di o uguale
a g‘ì Spiega il perché.
10. La Figura D2.10 mostra il grafico posizione-tempo di un
corpo. Le lettere da A a E corrispondono a vari segmenti
del moto in cui il grafico ha una pendenza costante. /(s)
a. Scrivi una breve storia realistica sul moto per un corpo
che abbia questo grafico della posizione.
b. In quale/i segmento/i il corpo è fermo?
c. In quale/i segmento/i il corpo si muove verso destra?
Domande 59

D o m a n d e a scelta m ultipla temporaneamente, lascia cadere la palla 2 giù dal balcone.


Quale grafico della velocità nella Figura D2.22 rappresenta
15. I La Figura D2.15 ri­ meglio il moto delle due palle?
porta il grafico della
posizione di un'auto­ A. V, B. 'V
mobile che viaggia su
un rettilineo. In quale
istante contrassegnato FIGURA D2.15
dalle lettere A-E la
velocità deH’automobile è maggiore?
16. 1 La Figura D2.16 ri­
porta il grafico della
posizione di un’au­
tomobile che viaggia
su un rettilineo. La
velocità all’istante 1 è f i g u r a D2.16
___ , e la velocità all’i­ 23. Il Supponiamo che un aereo acceleri, partendo da fermo,
stante 2 è _____ . per 30 s, raggiungendo una velocità di decollo di 80 m/s
A. positiva, negativa B. positiva, positiva dopo aver percorso una distanza di 1200 m sulla pista. Un
C. negativa, negativa D. negativa, zero aereo più piccolo con la stessa accelerazione ha una velo­
E. positiva, zero cità di decollo di 40 m/s. Partendo da fermo, dopo quale
17. I La Figura D2.17 riporta distanza l’aereo più piccolo raggiungerà la velocità di
il grafico posizione-tem­ decollo?
po di un corpo. Qual è la A. 300 m B. 600 m C. 900 m D. 1200 m
velocità del corpo a / = 6 s? 24. II La Figura D2.24 illustra un diagramma del moto con la
A. 0.67 m/s lettura dell’orologio (in secondi) per ogni posizione. Da t
B. 0.83 m/s = 9 s a / = 15sil corpo è nella stessa posizione. Dopo,
C. 3.3 m/s inverte la direzione ripercorrendo all’indietro lo stesso per­
D. 4.2 m/s 0 5 corso. Le posizioni dei punti per r ^ 16 s vengono fomite
E. 25 m/s FIGURA D2.17 per chiarezza. Quale grafico rappresenta meglio la velocità
18. 1 Le opzioni seguenti descrivono il moto di quattro auto­ del corpo?
mobili A-D. Quale automobile ha la maggiore accelera­
zione? I 2 3 4 5 7 8 /9lo 15
• • • • • •
A. Passa da 0 m/s a 10 m/s in 5.0 s • • • • • •
23 22 21 20 19 18 17 16
B. Passa da 0 m/s a 5.0 m/s in 2.0 s
A. Vx B. V,
C. Passa da 0 m/s a 20 m/s in 7.0 s
D. Passa da 0 m/s a 3.0 m/s in 1.0 s
19. I Un’automobile viaggia a = 20 m/s. 11 conducente
aziona il freno e l’automobile rallenta con = -4.0 m/s^.
Quale distanza percorre prima di fermarsi?
A.5.0m B. 25 m C. 40 m D. 50 m C. V,
20. Il I grafici velocità-tempo di tre dragster sono illustrati
nella Figura D2.20. A t = 5.0 s, quale automobile ha per­
corso la distanza maggiore?
A. Andy B. Betty C. Cari FIGURA D2.24
D. Hanno tutte percorso la stessa distanza
(m/s) (m/s) 25, Il Un’automobile può passare da 0 a 90 km/h in 7.0 s.
40- 40- Supponendo che possa mantenere la stessa accelerazione
a velocità più elevate, quanto tempo impiegherebbe l’auto­
-4-/(s) ^-/(s) ^-/(s) mobile per passare da 0 a 180 km/li?
0 Andy 5.0 Belty
A. 10 s B. 14 s C. 21 s D. 28s
FIGURA D2.20
26. Il Un’automobile passa da 0 a 90 km/h in 12 s. Una seconda
21.1 Quale dei tre dragster nella Domanda 20 ha la maggiore automobile è in grado di avere il doppio dell’accelerazione
accelerazione a r = 0 s? della prima automobile. Supponendo che pos.sa mantenere
A. Andy B. Betty C. Cari la stessa accelerazione a velocità più elevate, quanto tempo
D. Tutti hanno la stessa accelerazione impiegherebbe la seconda automobile a passare da 0 a
22. Il Un ragazzo su un balcone ha due palle da tennis in 180 km/h?
mano. Lancia la palla 1 verticalmente verso l’alto e, con­ A. 12s B. 9.0s C. 6.0s D. 3.0 s
60 CAPITOLO 2 II moto in una dimensione

PROBLEMI
Sezione 2.1 Descrizione del moto 6. Il 11 moto di un ciclista è illustrato dal grafico posizione-
tempo nella Figura P2.6. Qual è la velocità del ciclista a f =
1. Ili La Figura P2.1 mostra il diagramma del moto di un’au­
10 s, a / = 25 s e a / = 35 s?
tomobile che percorre una strada. E stato scattato un foto­
v(m)
gramma al secondo. Nella figura è riportata anche una
scala delle distanze.
a. Misura il valore .v delTautomohile in ciascun punto. Inse­
risci i dati in una tabella simile alla Tabella 2.1, ripor­
tando ogni posizione e Listante di tempo corrispondente.
b. Disegna un grafico di x vs /, utilizzando i dati della lis)
FIGURA P2.6
tabella. Poiché disponi dei dati solo per alcuni istanti di
tempo, il grafico dovrebbe essere formato da punti che Sezione 2.2 Moto uniforme
non sono collegati fra di loro.
7. I Nella Major League di baseball, il monte di lancio del
1 fotogramma al secondo lanciatore si trova a 60 ft dal battitore (1 fi = 30.48 cm).
-- 1---- r~ --r---- r — ^— — T---------- r— -V ( m ) Se un lanciatore lancia la palla ad una velocità di 95 mph,
2(X) 400 6(K) 800 KXX) 1200 quanto tempo impiega la palla a raggiungere il battitore da
FIGURA P2.1 quando lascia la mano del lanciatore?
2. I Per ciascun diagramma del moto nella Figura P2.2, 8. I Nel softball universitario, la distanza fra il monte di lan­
determina il segno (positivo o negativo) della posizione e cio del lanciatore e il battitore è di 43 ft. Se la palla lascia
della velocità. il battitore a 160 km/h, quanto tempo impiega la palla a
(a) (h) ,v (c) V
raggiungere il lanciatore dopo la battuta?
9. Il Alan lascia Los Angeles alle 8:00 di mattina e si reca
? in macchina a San Francisco, a circa 645 km di distanza.
Viaggia ad una velocità costante di 80 km/h. Beth lascia
Los Angeles alle 9:00 di mattina e guida ad una velocità
FIGURA P2.2 costante di 96 km/h.
3. Il 11 grafico della posizione nella Figura P2.3 mostra un a. Chi arriva per primo a San Francisco?
cane che si avvicina di soppiatto ad uno scoiattolo, poi ha b. Quanto tempo il primo che arriva deve aspettare il
uno scatto di velocità. secondo?
a. Per quanti secondi il cane si muove lentamente? 10. Il Richard sta andando in auto a trovare i genitori. 205 km
b. Disegna il grafico velocità-tempo per il moto del cane. vengono percorsi in autostrada dove il limite di velocità
Includi una scala numerica su entrambi gli assi. è di 105 km/h. Normalmente Richard rispetta il limite di
velocità, ma oggi è in ritardo e decide di correre il rischio
A (m)
di guidare a 112 km/h. Quanti minuti risparmia?
6
11. Ili In una corsa di 5.00 km, un podista corre alla velocità
costante di 12.0 km/h e un altro corre alla velocità di 14.5
km/h. Quanto tempo deve aspettare l’atleta più veloce per
MS) veder tagliare il traguardo dall'atleta più lento?
FIGURA P2.3 12. Ili In una corsa di 8.00 km, un podista corre alla velocità
4. Il Un postino di campagna guida lentamente, distribuendo costante di 11.0 km/h e un altro corre alla velocità di 14.0
la posta nelle apposite cassette lungo la strada. Salta errone­ km/h. Quanto dista il traguardo dell'atleta più lento quando
amente una cassetta della posta, si ferma, cambia direzione, l’atleta veloce termina la corsa?
poi fa marcia indietro fino alla cassetta in questione. Il gra­ 13. Il Un’automobile viaggia a velocità costante lungo un ret­
fico della velocità nella Figura P2.4 rappresenta il suo moto. tilineo. La sua posizione è ,v, = 0 m a f, =0 s ed è .v, = 30 m
a. Disegna il grafico posizione-tempo del portalettere. Sup­ a L = 3.0 s. Rispondi alle seguenti domande considerando i
poni che .V= 0 m a / = 0 s. rapporti, senza calcolare la velocità deirautomobile.
b. Qual è la posizione della cas.setta della posta? a. Qual è la posizione dell’automobile a / = 1.5 s?
V, (m /s ) V, (m /s) b. Quale sarà la sua posizione a t = 9.0 s?
3- 14. Il Durante una maratona, un atleta utilizza un cronome­
tro per prendere il tempo su una distanza di 100 m e trova
che percorre la distanza in 18 s. Rispondi alle .seguenti
T-tis) 0 -M s) domande considerando i rapporti, senza calcolare la velo­
8 IO 12
cità dell'atleta.
a. Se mantiene la sua velocità, quanto tempo impiegherà
-3
per correre i prossimi 400 m?
FIGURA P2.5
b. Quanto tempo impiegherà per percorrere un km a questa
5. Il Per il grafico velocità-tempo nella Figura P2.5: velocità?
a. Disegna il grafico posizione-tempo corrispondente. Sup­
poni che X = 0 m a / = 0 s.
Sezione 2.3 Velocità istantanea
b. Qual è la posizione del corpo a / = 12 s?
c. Descrivi un corpo in movimento che potrebbe avere que­ 15. I La Figura P2.15 mostra il grafico della posizione di una
sti grafici. particella.
a. Disegna il grafico della 21.1 Per ciascun diagramma del moto nella Figura P2.2,
velocità della particella determina il segno (positivo o negativo) delfaccelerazione.
per rintervallo 0 s ^ r 22. Il La Figura P2.16 mostra i dati della velocità del sangue
^4 s. BIO ncITaorta. Determinare il modulo delfaccelerazione per
b. Questa particella ha entrambe le fasi: f accelerazione e la decelerazione.
uno o più punti di 0
^
I
' ^ /(s ) 23. Il La Figura P2.23 ò una sorta di grafico semplificato della
inversione? Se sì, in velocità delfatleta olimpico Cari Lewis nella corsa dei 100
FIGURA P2.15
quale/i istante/i? m piani. Stima la sua accelerazione durante ciascuno degli
16. Il Un grafico idealizzato della velocità del sangue nelfa- intervalli A, B, e C.
BIO orta ascendente durante un battito cardiaco è illustrato nella \\ (m /s)
Figura P2.16.
a. Approssimativamente quale distanza, in cm, percorre il
sangue durante un battito?
b. Supponi dati simili per il moto del sangue nella tua aorta
ed effettua una stima approssimativa della distanza dal
tuo cuore al tuo cervello. Stima quanti battiti cardiaci
occorrono al sangue per percorrere questa distanza.
24.
V(m/.s) BK) accelerazioni notevoli. Una specie raggiunge una velocità
di stacco di 3.7 m/s in 60 ms. Qual è l’accelerazione della
rana durante il salto?
25. I Una gazzella può raggiungere la velocità di 13 m/s in 3.0
BK) s. Un leone può raggiungere la velocità di 9.5 m/s in 1.0 s.
Una trota può raggiungere la velocità di 2.8 m/s in 0.12 s.
Quale animale ha l’accelerazione maggiore?
26. HI Quando colpisce, il luc-
BK) ciò, un pesce predatore,
17. Ili Un’automobile parte da x = 10 ni a /^ = 0 s e si muove può accelerare da fermo
secondo il grafico della velocità nella Figura P2.17. fino ad una velocità di 4.0
a. Qual è la posizione dell’automobile a / = 2s, 3 s e 4 s ? m/s in 0.11 s.
b. Questa automobile cambia mai direzione? Se sì, in quale a. Qual è l’accelerazione
momento? del luccio durante il suo
18. Il La Figura P2.18 mostra un grafico dei dati posizione- attacco?
tempo di un particolare tipo di dragster chiamato “funny car.” b. Quale distanza percorre durante l’attacco?
a. Stima la velocità del veicolo a 2.0 s.
b. Stima la velocità del veicolo a 4.0 s. Sezione 2.5 Moto ad accelerazione costante
AT(m)
27. Il a. Quale accelerazione costante, in unità SI, deve avere
un’automobile per passare da 0 a 60 mph in 10 s?
b. Quale frazione di g è questa?
c. Quale distanza ha percorso rautomt)bile quando raggiunge
60 mph? Indica la tua risposta in unità SI e in piedi.
28. Il Quando salta, una pulce estende rapidamente le sue
BK) zampe, raggiungendo una velocità di stacco di 1.0 m/s in
FIGURA P2.18 una distanza di 0.50 mm.
a. Qual è l’accelerazione della pulce quando estende le z.ampe?
Sezione 2.4 Accelerazione
b. Quanto tempo impiega la pulce a staccarsi dal suolo da
19. Il La Figura P2.19 mostra il grafico della posizione di una quando incomincia la spinta con le zampe?
bicicletta. Disegna il grafico dell’accelerazione della bici­ 29. Il Un’automobile che viaggia alla velocità v percorre la
cletta per l’intervallo 0 s ^ ^ 4 s. Attribuisci ad entrambi distanza cJ prima di fermarsi dopo l’azionamento del freno.
gli assi una scala numerica appropriata. Qual è la distanza percorsa per fermarsi se l’automobile
viaggia inizialmente alla velocità 2v? Supponi che la dece­
lerazione dovuta alla frenata sia la stessa in entrambi i casi.
30. Il I tram che viaggiano all’interno delle città o fra città
vicine accelerano e decelerano con un’accelerazione quasi
-M S )
costante (e piuttosto modesta). Un tram attraversa una
parte congestionata della città a 5.0 m/s. Una volta uscito
da quest’area, accelera fino a 12 m/s in 8.0 s. Ai confini
della città, il guidatore accelera di nuovo, con la stessa
FIGURA P2.19 FIGURA P2.20 accelerazione, per altri 16 s fino a raggiungere una velocità
20. Ili Fissiamo l’origine di un sistema di coordinate in modo di crociera più alta. Qual è la velocità finale del tram?
tale che la posizione di un treno sia x = 0 m a / = 0 s. La 31. Ili Uno sciatore di fondo sta sciando a ritmo .sostenuto ad
Figura P2.20 mostra il grafico della velocità del treno. una velocità di 8.0 m/s. Ad un certo punto smette di spin­
a. Disegna i grafici della posizione e dell’accelerazione del gere, limitandosi a scivolare ad una velocità ridotta di 6.0
treno. m/s dopo aver scivolato per 5.0 m. Qual è il modulo della
b. Trova la velocità del treno a / = 3.0 s. sua accelerazione quando rallenta?
62 CAPITOLO 2 II moto in una dimensione

32. Il Un'aeroplano ad elica può comodamente raggiungere 40. Il Quando un jet atterra su una portaerei, un gancio sulla
una velocità abbastanza elevata per decollare da una pista coda dell’aereo afferra un cavo che fa rapidamente fermare
lunga 400 m. Un jet di grandi dimensioni, a pieno carico, l’aereo prima che oltrepassi il ponte. In un atterraggio
ha circa la stessa accelerazione da fermo ma deve raggiun­ tipico, un jet che atterra a 240 km/h si ferma dopo aver
gere il doppio della velocità per decollare. Quale dev’es­ percorso una distanza di 95 m.
sere la lunghezza minima della pista in questo caso? a. Qual è il modulo dell’accelerazione del jet prima di fer­
Suggerimento: Potete risolvere questo problema utilizzando marsi?
le proporzioni .senza necessità di informazioni aggiuntive. b. Quanto tempo occorre per l’atterraggio?
33 II Le macchine di Formula Uno raggiungono velocità 4L III Un modello semplice per un atleta che corre i 100 m
molto maggiori di quelle dei veicoli normali e possono piani è di supporre che il velocista corra con un’accelera­
fermarsi in una distanza molto più breve. Una macchina zione costante fino a raggiungere la massima velocità, poi
da Formula Uno che viaggia a 90 m/s può fermarsi in una che mantenga questa velocità fino a quando supera il tra­
distanza di 110 m. Qual è il modulo dell'accelerazione del guardo. Se un velocista raggiunge la sua massima velocità
veicolo quando rallenta durante la frenata? di 11.2 m/s in 2.14 s, quale sarà il suo tempo totale?
34 II La Figura P2.34 riporta il grafico vekK'ità-tempo per un
corpo che si muove lungo l'asse .v. Assumi x = 0 m a / = 0 s.
a. Quali sono la posizione, la velocità c faccelerazione del Sezione 2.7 Caduta libera
corpo a r = l .0 s?
42. Ili I cuscinetti a sfera possono essere realizzati lasciando
b. Quali sono la posizione, la velocità e l'accelerazione del
cadere gocce sferiche di metallo fuso all’interno di una
corpo a t = 3.0 s?
torre, chiamata shof tower. Le gocce si solidificano durante
r, (tn/s)
la caduta.
4-
a. Se il cuscinetto necessita di 4.0 s per solidificarsi prima
dell'impatto, quanto deve essere alta la torre?
b. Qual è la velocità d’impatto del cuscinetto?
/(s) 43. Il Ecco una sfida iute-
FIGURA P2.34 BIO ressante da lanciare ad
un amico. Tieni una ban­
Sezione 2.6 Risoluzione dei problemi sul moto
conota da 10€ (o più
unidimensionale
grande!) da uno degli
35. Il Una guidatrice ha un tempo di reazione di 0.50 s, e la angoli superiori. Chiedi ad
massima decelerazione della sua automobile è di 6.0 m/s“. un’amica di tenersi pronta
wSta viaggiando a 20 m/s quando improvvisamente vede un ad afferrare uno degli
ostacolo sulla strada 50 m di fronte a lei. Riesce a fermare angoli inferiori, con le dita
la macchina in tempo per evitare la collisione? vicine ma senza toccare la
36. Il 1camaleonti catturano gli insetti con la lingua, che pos- banconota. Dille di cercare
BIO sono rapidamente estendere ad una grande lunghezza. In di afferrare la banconota ^
un tipico attacco, la lingua del camaleonte accelera ad un quando la lasci cadere ^
valore considerevole di 250 m/s- per 20 ms, poi continua ad sempiicemente ehiudendo
una velocità costante per altri 30 ms. Durante questo tempo le dita. Sembra un’operazione facile, ma non lo è. Dopo
totale di 50 ms, 1/20 di secondo, a quale distanza arriva la che avrai lasciato cadere la banconota, alila tua amica
lingua? occorreranno circa 0.25 s per reagire e chiudere le dita, una
37. Ili Stai guidando in autostrada di notte a 20 m/s quando un velocità insufficiente per afferrare la banconota. Quanto
cervo si ferma sulla strada 35 m di fronte a te. Il tuo tempo tempo occorre alla banconota per superare la mano del tuo
di reazione prima di azionare i freni ò di 0.50 s, e la mas­ amico? (La lunghezza di una banconota è di 16 cm).
sima decelerazione della tua automobile è 10 m/s^ 44. Ili Nel problema precedente abbiamo visto che il tempo di
a. Qual è la distanza fra te e il cervo quando la tua automobile BIO reazione di una persona ò in genere insufficiente per poter
si ferma? afferrare fra le dita una banconota lasciata cadere. I 16 cm
b. Qual è la massima velocità che puoi avere senza investire il di lunghezza della banconota passano attraverso le dita
cervo? di una persona prima che questa possa afferrarla se ha un
38. Ili Un tram che va da una stazione a quella successiva su tempo di reazione tipico di 0.25 s. Quanto dovrebbe essere
una sezione rettilinea di binari accelera da fermo a 1.1 m/s* lunga la banconota affinché il tuo amico abbia buone pos­
per 20 s. Poi procede ad una velocità costante per I 100 m sibilità di afferrarla?
prima di rallentare a 2.2 m/s^ fino a quando si ferma in 45. I La siila è un uccello marino che pesca tuffandosi a par-
stazione. BIO tire da una grande altezza. Se una sula colpisce l'acqua
a. Qual è la distanza fra le stazioni? a 32 m/s (come succede realmente), da quale altezza si
b. Quanto tempo occorre al treno per percorrere questa tuffa? Supponi che la sula fosse ferma prima di iniziare a
distanza? tuffarsi.
39. Il Un’automobile viaggia ad una velocità costante di 80 46. I Uno .studente in cima ad un edificio di altezza lì lancia la
km/h in una zona con limite a 50 km/h. Una moto della sfera A verticalmente verso l'alto con velocità v^^e lancia la
polizia parte all’inseguimento nel momento in cui l’auto- sfera B verticalmente verso il basso con la stessa velocità
mobile la supera, accelerando costantemente di 8.0 m/sL iniziale.
a. Quanto tempo trascorre prima che la moto raggiunga la a.Confronta le accelerazioni delle sfere, in direzione e
stessa velocità del l’automobile? modulo, immediatamente dopo che hanno lasciato la
b. A quale distanza daH’auto si trova la moto quando rag­ mano. Un'accelerazione è più grande dell’altra? Oppure
giunge questa velocità? i moduli sono uguali?
b. Confronta le velcK'ità finali delle sfere quando raggiungono 2 fotogrammi Parte vischiosa
al secondo della pista
il suolo. Una è più grande deH’altra? Oppure sono uguali?
47. Il Alcuni uomini, eccellenti saltatori, possono saltiire vertical- / = 0s
O O Q Q O
BIO mente fino a 110 cm dal suolo. Per raggiungere questa alte//.a,
con quale velocitù una persona deve staccarsi dal suolo? -3
Metri
48. Il Un pallone viene calciato in aria verticalmente e colpisce
FIGURA P2.55
il suolo 5.2 s più tardi.
b. Disegna un grafico di x vs t per la palla. Poiché disponi dei
a. Qual è Talte/za massima raggiunta dalla palla? Supponi
dati solo per alcuni istanti di tempo, il grafico dovrebbe
che sia calciata dal livello del suolo.
essere formato da punti che non sono collegati fra loro.
b. Con quale velocitù lascia il piede del calciatore?
c. Qual è la variazione nella posizione della palla da r = 0 s a
49. Hill In un film d’azione, il cattivo viene tratto in salvo dall’oce­
/=!.() s?
ano facendogli afferrare una scaletta che pende da un elicot­
d. Qual ò la variazione nella posizione della palla da t = 2.0
tero. L’uomo è così intento ad afferrare la scaletta che lascia
s a r = 4.0 s?
andare la sua valigetta di denaro falso quando si trova a 130
e. Qual è la velocità della palla prima di raggiungere la
m al di sopra dell’acqua. Se la valigetta colpisce l’acqua 6.0
parte vischiosa?
s più tardi, qual era la vekK'ità con cui stava salendo l’elicot­
f. Qual è la velocità della palla dopo aver superato la parte
tero?
vischiosa?
50. Ili Con un’altezza di 1.76 m. Spud Webb era uno dei gioca-
g. Determina l’accelerazione della palla nella parte
BK) tori di basket più bassi del campionato NBA. Aveva però
vischiosa della pista.
un’incredibile salto verticale; poteva saltare ad un’altezza
56. Il Giulia si reca a trovare la nonna in macchina e percorre
di 1.1 m dal suolo, pertanto poteva facilmente schiacciare
160 km. Giulia percorre la metà della distanza a 65 km/h
la palla nel canestro. Per compiere un tale salto, qual era
e l’altra metà a 95 km/h. Nel viaggio di ritorno, guida per
il suo “bang time”, il tempo trascorso in aria dopo aver
metà tempo a 65 km/h e l’altra metà a 90 km/h.
lasciato il suolo e prima di atterrare di nuovo?
a. Quanto tempo impiega Giulia per completare il viaggio
51. mi Uno scalatore, che si trova su una scogliera a 50 m di
verso casa della nonna?
altezza, a strapiombo su uno specchio d’acqua, lancia due
b. Quanto tempo le occorre per il viaggio di ritorno?
pietre verticalmente verso il basso ad 1.0 s di distanza l’una
57. Il La velocità di decollo di un Airbus
dall’altra e nota che toccano l’acqua contemporaneamente. /(S) v^(ni/s)
A320 è di 80 m/s. I dati della velocità
La velocità iniziale della prima pietra era di 2.0 m/s. 0 0
misurati durante il decollo sono mostrati
a. Quanto tempo trascorre prima che la seconda pietra toc­
nella tabella. 10 23
chi l’acqua a partire dal rilascio della prima?
a. Qual è l’accelerazione dell’aereo 20 46
b. Qual era la velocità iniziale della seconda pietra?
durante il decollo, in m/s^ e in g?
c. Qual è la velocità di ciascuna pietra quando colpisce
b. A che istante il carrello si stacca dal 30 69
l’acqua?
suolo?
c. Per ragioni di sicurezza, in ca.so di fallimento del decollo,
P roblem i generali
la lunghezza della pista deve essere tre volte più grande
52. Ili 1dati reali della velocità v^(m/s) della distanza di decollo. Quale dev’essere la lunghezza
BK) di un leone che insegue la minima della pista che occorre per questo aereo?
preda sono mostrati nella 58. mi Un’automobile reale ha un’accelera­
Figura P2.52. Calcola: t(s) v^(mpli)
zione costante? Nella tabella sono ripor­
a. l’accelerazione iniziale tati i dati misurati per una Porsche 944 0 0
del leone; Turbo alla massima accelerazione. 2 28
b. l’accelerazione del a. Converti le velocità in m/s, poi dise­ 4 46
leone a 2 s e a 4 s; gna un grafico velocità-tempo. Sulla
c . la distanza percorsa dal FIGURA P2.52 base del grafico, l’accelerazione è 6 60
leone fra 0 s e 8 s. costante? Spiega il perché. 8 70
53. Il Un camionista ha un carico di mele da consegnare a b. Disegna una curva passante per i 10 78
440 miglia di distanza. Il viaggio solitamente richiede 8 punti del grafico, poi utilizza il gra-
ore. Oggi però si accorge che dopo 120 miglia ha già un fico per stimare l’accelerazione dell’automobile a 2.0
ritardo di 15 minuti rispetto alla sua andatura usuale a que­ s e 8.0 s. Fornisci la tua risposta in unità SI. Suggeri­
sto punto del viaggio. A quale velocità deve viaggiare per mento: Ricorda che l’accelerazione è la pendenza del
la parte restante del viaggio per arrivare a destinazione nel grafico della velocità.
tempo impiegato abitualmente? 59. Il Le persone che sperano di viaggiare in altri mondi
54. Il Quando emettiamo uno starnuto, l’aria nei nostri pol­ devono confrontarsi con grandi sfide. Una delle più grandi
moni accelera da ferma ad una velocità di 150 km/h in circa è il tempo richiesto per il viaggio. La stella più vicina è
0.50 secondi. a 4.1 • 10'^ 111. Supponi di avere un’astronave in grado di
a. Qual è l’accelerazione del l’aria in m/s*? accelerare di l.Og per 6 mesi, poi di continuare a velocità
b. Quanto è questa accelerazione, in unità di g? costante. (Questo va mollo al di là di quanto si possa rag­
55. Il La Figura P2.55 mostra il diagramma del moto, costituito giungere con la tecnologia odierna.) Quanto tempo ci vor­
da due fotogrammi al secondo, di una palla che rotola lungo rebbe per raggiungere la stella più vicina alla Terra?
una pista. La pista ha una parte vischiosa lunga 3.0 m. 60. Ili Ti stai recando in macchina a fare la spesa ad una velo­
a. Usa la scala numerata per determinare le posizioni del cità di 20 m/s. Ti trovi a 110 m da un incrocio quando il
centro della palla. Inserisci i dati in una tabella simile semaforo diventa rosso. Supponi che il tuo tempo di rea­
alla Tabella 2.1, riportando ogni posizione e l’istante di zione sia 0.70 s e che la tua macchina freni con un'accele­
tempo corrispondente. razione costante.
a. A quale distanza ti trovi dall’incrocio quando inizi a fre­ 67. mi Un razzo di 200 kg viene caricato con 100 kg di carbu­
nare? rante e viene lanciato verticalmente. Accelera verso l’alto a
b. Quale accelerazione ti porterà a fermarti all'incrocio? 30.0 m/s‘ per 30.0 s, poi esaurisce il carburante. Ignora gli
c. Quanto tempo occorre per fermarti? effetti della resistenza dell’aria.
61. I Quando sbattiamo le palpebre, la palpebra superiore a. Qual è l’altitudine massima raggiunta dal razzo?
BIO passa da ferma con l’occhio completamente aperto alla b. Quanto tempo resta in aria il razzo?
copertura deH’occhio in un tempo di 0.024 s. c. Disegna un grafico velocità-tempo del razzo dal lancio a
a. Stima la distanza che la palpebra percorre durante un quando tocca terra.
battito. 68. mi L’ascensore di un albergo sale per 2(K) m alla velocità
b. Quanto è Taccelerazione della palpebra? Supponi che massima di 5.0 m/s. L’accelerazione e la decelerazione
sia costante. hanno entrambe un’ampiezza di 1.0 m/s^
c . Qual è la velocità finale della tua palpebra superiore a. A quale distanza arriva l’ascensore mentre accelera par­
quando batte sulla palpebra inferiore? tendo da fermo lino alla velocità massima?
62. Ili Un galago, un primate b. Quanto tempo impiega per completare il viaggio dal
BIO africano, è in grado di piano terra all’ultimo piano?
compiere salti notevoli. 11 69. mi Un’automobile parte da ferma da uno stop. Accelera a
galago si accovaccia e poi 2.0 m/s* per 6.0 secondi, cammina per inerzia per 2.0 s, poi
distende le zampe, spin­ rallenta con una accelerazione di modulo pari a 1.5 m/s^
gendo verso l’alto per una fino al successivo stop. Qual è la distanza che separa i due
distanza di 0.16 m. Dopo segnali di stop?
questa accelerazione verso 70. mi Un trenino giocattolo viene spinto in avanti e rilasciato a
l’alto, il galago si stacca .VI= 2.0 m con una velocità di 2.0 m/s. Cammina a velocità
del suolo e sale verso l'alto costante per 2.0 s, poi una ruota inizia a bloccarsi. II trenino
per 2.3 m. Qual è l’accele- si ferma a 6.0 m dal punto in cui era stato rilasciato. Qual è
razione durante la fase di l’accelerazione del trenino dopo che la ruota inizia a bloc­
spinta? Fornisci la risposta in fii/ s“ e in carsi?
63. Il Quando salta, una pulce estende rapidamente le sue 71. IH Marco e Giulia stanno in piedi su un ponte a 50 m sopra
BIO zampe, raggiungendo una velocità di stacco di 1.0 m/s su un fiume. Giulia lancia un sasso verticalmente verso il
una distanza di 0.50 mm. basso con una velocità di 20 m/s. Marco, esattamente nello
a . Qual è l’accelerazione della pulce durante la fase del stesso istante, lancia un sasso verticalmente verso l’alto
salto? alla stessa velocità. Ignora la resistenza deH’aria.
b. Quanto dura Taccelerazione? a. Quanto tempo trascorre fra il primo tonfo e il secondo
c . Se la pulce salta verticalmente, quale altezza raggiunge? tonfo?
(Ignora la resistenza delParia per questo problema; in b. Quale sasso ha la velocità maggiore quando tocca l’ac­
realtà la resistenza dell’aria gioca un ruolo importante e qua?
la pulce non raggiunge questa altezza). 72. Il Una gazzella può correre a velocità molto elevate, ma
64. Ili Alcuni insetti possono BIO la sua accelerazione è relativamente modesta. Un modello
BIO raggiungere accelerazioni ragionevole per la corsa della gazzella presuppone un’ac­
apparentemente impos­ celerazione di 4.2 m/s* per 6.5 s, dopo la quale la gazzella
sibili quando saltano. Lo continua a velocità costante.
scarabeo “click beetle” è a. Qual è la velocità massima raggiunta dalla gazzella?
in grado di arrivare ad una b. In una corsa molto breve, un uomo vincerebbe contro
sorprendente accelerazione la gazzella. Il miglior tempo in uno sprint di 30 m per
di 400^» su una distanza di un corridore umano è di 3.6 s. Quanto tempo impieghe­
0.60 cm poiché piega rapidamente il suo torace, facendo il rebbe la gazzella in una corsa di 30 m?
“click” che gli dà il nome. c. In una corsa più lunga vincerebbe la gazzella. Il miglior
a. Supponendo che i salti dello scarabeo siano verticali, a tempo in uno sprint di 200 m per un corridore umano è
quale velocità si stacca dal suolo? di 19.3 s. Quanto tempo impiegherebbe la gazzella in
b. Quanto tempo impiega lo scarabeo a raggiungere questa una corsa di 200 m?
velocità? 73. Ili Abbiamo visto che l’accelerazione iniziale più alta
c. Ignorando la resistenza dell’aria, a quale altezza arrive­ BIO dell’uomo significa che un uomo può battere un cavallo in
rebbe? una corsa molto breve. Un modello semplice, ma plausi­
65. mi Uno studente, in posizione eretta, lancia una palla ver­ bile, per una gara fra un uomo e un cavallo usa le seguenti
ticalmente. La palla lascia la mano dello studente ad una supposizioni: l’uomo accelera a 6.0 m/s* per 1.8 s poi con­
velocità di 15 m/s quando la mano è a 2.0 m al di sopra del tinua a correre ad una velocità costante, il cavallo accelera
suolo. Quanto tempo resta la palla in aria prima di colpire a 5.0 m/s* ma continua ad accelerare per 4.8 s e continua
il suolo? (Lo studente toglie la mano dalla traiettoria della ad una velocità costante. Un uomo e un cavallo stanno
palla.) gareggiando in una corsa di 200 m. L’uomo beneficia di un
66. mi Un sasso viene lanciato verticalmente ad una velocità vantaggio di 100 m, pertanto inizia a 100 m dalla linea del
di 20 m/s. Quando torna a terra, cade in una buca pro­ traguardo. Quanto tempo impiega l’uomo per completare
fonda 10 m. la corsa? Quanto tempo impiega il cavallo? Chi vince la
a . Qual è la velocità del sasso quando tocca il fondo della corsa?
buca? 74. Il Un saltatore con l’asta è quasi immobile quando lascia
b . Quanto tempo resta in aria il sasso, dall’istante in cui l'asta, a 4.2 m dal suolo. Poi cade sul materasso. La super­
viene rilasciato fino a quando tocca il fondo della buca? ficie del materasso si trova a 80 cm dal suolo, poi si coni­
prime di 50 cm quando atterra. Qual è raccelera/.ione del è pari a 1/6 dell’accelerazione sulla Terra. Questo cambia la
saltatore quando si ferma sul materasso? .scala dei problemi riguardanti la caduta libera. Ad esempio,
75. Il Una Porsche sfida una Honda in una corsa di 400 m. supponi di saltare verticalmente, staccandoti dal suolo alla
Poiché Taccelerazione della Porsche, pari a 3.5 m/s% è più velocità V., poi di rallentare uniformemente fino a raggiungere
grande di quella della Honda, pari a 3.2 m/s^ quest'ultima una velocità nulla nel punto più alto. Poiché la tua velocità ini­
beneficia di un vantaggio di 100 m alla partenza e si trova ziale è determinata principalmente dalla forza dei muscoli delle
quindi a 300 m dal traguardo. Supponiamo, sia pure non tue gambe, possiamo supporre che la velocità iniziale .sarebbe
realisticamente, che entrambe le automobili mantengano la stessa sulla Luna. Ma considerando Tequazione finale della
queste accelerazioni per l’intera distanza. Chi vince, e in Sintesi 2.1, possiamo vedere che, con un’accelerazione di
quanto tempo? caduta libera minore, la tua altezza massima sarebbe maggiore.
76. Hill La distanza minima di arresto per un’automobile che Le domande seguenti ti chiedono di rificttere su come alcune
viaggia alla velocità di 30 m/s è di 60 m, comprendente la imprese atletiche potrebbero essere realizzate in un ambiente a
distanza percorsa durante il tempo di reazione di 0.50 s del gravità ridotta.
conducente.
a. Disegna un grafico posizione-tempo per il moto dell’au­ 78. I Se un astronauta può saltare verticalmente fino a un'al­
tomobile. Supponi che l’automobile sia a x = 0 m tezza di 0.50 m sulla Terra, a quale altezza potrebbe saltare
quando il conducente vede una situazione d’emergenza sulla Luna?
davanti a sé che richiede di fermarsi rapidamente. A. 7.3 s B. 18 s C. 44 s D. 108 s
b. Qual è la distanza minima di arresto per la stessa auto­ 79. I Sulla Terra, un astronauta può tranquillamente saltare a
mobile che viaggia ad una velocità di 40 m/s? terra da un’altezza di 1.0 m; la sua velocità nel raggiungere
77. Hill Un razzo viene lanciato verticalmente con un’accelera­ il suolo è abbastanza bassa da non provocare danni. Da
zione costante. Quattro secondi dopo il lancio, un bullone quale altezza potrebbe saltare senza danno se si trovasse
si stacca dal lato del razzo. Il bullone colpisce il suolo 6.0 s sulla Luna?
più tardi. Qual era l’accelerazione del razzo? A. 2.4m B. 6.0m C. 7.2 m D. 36 m
80. 1 Sulla Terra, un astronauta lancia una palla verticalmente
verso l’alto; la palla resta in aria per un tempo totale di 3.0 s
Esercitazioni per te st di tip o M C A T prima di toccare nuovamente il suolo. Se una palla dovesse
essere lanciata in alto con la stessa velocità iniziale stando
La caduta libera su mondi diversi
sulla Luna, quanto tempo impiegherebbe per toccare il
1 corpi in caduta libera sulla Terra hanno un’accelerazione suolo?
rty = —9.8 m/s^ Sulla Luna, l’accelerazione della caduta libera A. 7.3 s B. 18 s C. 44 s D. 108 s

RISPOSTE ALLE PAUSE DI RIFLESSIONE

Pausa di rifle.ssione - Anteprima capitolo: B. La bicicletta si zero. Quindi il grafico della velocità deve iniziare con un valore
muove verso sinistra, pertanto i vettori velocità devono puntare positivo costante, poi diminuire fino a zero.
verso sinistra. La velocità aumenta, pertanto i vettori di velocità Pausa di riflessione 2.4: B. L’ascensore sta scendendo, pertanto
successivi devono allungarsi. < 0. Sta rallentando, pertanto il modulo della velocità dimi­
Pausa di riflessione 2.1: D. Il moto consiste in due fasi a ve­ nuisce. Man mano che il tempo passa, il grafico della velocità
locità co.stante, di cui la seconda ha una velocità superiore. 11 dovrebbe avvicinarsi aH’originc. Questo significa che l’accele­
grafico corretto ha due segmenti di retta, di cui il secondo ha una razione è positiva e la pendenza del grafico è positiva.
pendenza più forte. Pausa di riflessione 2.5: C. L’accelerazione è la pendenza del
Pausa di riflessione 2.2: B. Lo spostamento è l’area sotto la curva grafico velocità-tempo. La pendenza più forte è nel punto C (il
velocità-tempo. In tutti e quattro i casi, il grafico è una linea retta, valore è negativo ma dobbiamo considerare il modulo).
pertanto l’area sotto la curva è un rettangolo. L’area è il prodotto Pausa di riflessione 2.6: E. Un’accelerazione di 1.2 m/s^ cor­
della lunghezza per l’altezza, pertanto lo spostamento più ampio risponde ad un aumento di 1.2 m/s ogni secondo. Con questo
appartiene al grafico con il prodotto più grande della lunghezza ritmo, la velocità di crocierà di 6.0 m/s sarà raggiunta dopo 5.0 s.
(l’intervallo di tempo, in s) per l’altezza (la velocità, in m/s).
Pausa di riflessione 2.7: D. La velocità finale avrà lo stesso mo­
Pausa di riflessione 2.3: C. Considera la pendenza del grafico dulo della velocità iniziale, ma sarà negativa perché il sasso si
velocità-tempo. Inizia positiva e costante, poi diminuisce fino a starà muovendo verso il basso.
Vettori e moto ^
in due dimensioni
' -- . ' . i S. :

Quando il leopardo
salta, la sua traiettoria
ò fissata dalla velocità
iniziale e dell'angolo del
salto. Com e possiam o
calcolare dove atterrerà II
leopardo?
ANTEPRIMA ►

Obiettivo: imparare di più sui vettori e utilizzarli come uno strumento per analizzare il moto in due dimensioni.
Vettori e componenti Moto del proiettile Moto circolare
Il vettore verde scuro è la velocità iniziale La traiettoria parabolica del moto del Le persone sulla giostra si muovono con
della palla. Le componenti del vettore, salmone è un esempio di moto del un moto circolare a velocità costante, ma
in verde chiaro, indicano la velocità proiettile. Le caratteristiche di questo hanno un’accelerazione poiché la
orizzontale e verticale. tipo di moto sono le stesse per un direzione del loro moto cambia
salmone o per una palla da basket. continuamente.

/\
Impareremo come trovare le componenti Vedremo come risolvere i problemi sul Impareremo come determinare il modulo
dei vettori e come usarle per la risoluzione moto del proiettile, determinando quanto e la direzione dell'accelerazione di un
dei problemi. un corpo resta in aria e dove atterrerà. corpo in moto circolare.

FLASHBACK ^
Caduta libera PAUSA DI RIFLESSIONE
Abbiamo appreso nella Sezione 2.7 che
un corpo lanciato verticalmente è in Un giocatore di football americano
caduta libera. L’accelerazione è la stessa calcia la palla verticalmente verso l’alto.
sia che il corpo si muova verso l’alto che La palla impiega 2.0 s per raggiungere il
verso il basso. punto più alto. Approssimativamente,
con quale velocità si muove la palla
Per un corpo che si muove con il moto quando lascia il piede del giocatore?
del proiettile, la componente verticale
del moto corrisponde alla caduta libera. A. 5 m/s
Utilizzeremo la conoscenza della caduta B. 10 m/s
libera per risolvere i problemi sul moto del C. 15 m/s
proiettile. D. 20 m/s
3.1 Uso dei vettori FIGURA 3.1 II vettore velocità v ha sia
un m o du lo che una direzione e un
Nel Capitolo 2, abbiamo risolto i problemi in cui un corpo si muoveva lungo verso.

una linea retta. In questo capitolo, i corpi si muovono lungo una traiettoria Modulo
curva con un moto in due dimensioni. Poiché la direzione del moto sarà impor­ del vettore

tante, dobbiamo sviluppare un linguaggio matematico appropriato per descri­


verla, o.ssia il linguaggio dei vettori.
Abbiamo introdotto il concetto di vettore nella ◄^sezio n e 1.5. Nelle pro.ssime Nome del vettore
.sezioni svilupperemo le tecniche per lavorare con i vettori come uno strumento
Il \ c u o re rappresenta la
per studiare il moto in due dimensioni. Un vettore è una grandezza geometrica *'*• velocità del co rp o in (.|uesIo
definita dal suo modulo (chiamato anche intensità o ampiezza) e dalla sua dire­ ' . . jn in io siK*cilico.
Direziotre
zione e verso. La figura 3.1 mostra come rappresentare la velocità di un corpo del vettore
come un vettore v. La velocità del corpo in questo punto è di 5 m/s e la dire­
zione e il verso del moto sono indicati dalla freccia. Il modulo di un vettore è
rappresentato da una lettera senza la freccia. In questo caso, il modulo del
vettore v, è, v = 5 m/s. Il modulo di un vettore è una grandezza scalare e non
può es.sere un numero negativo.
ElQOQ ►Sebbene la freccia del vettore sia disegnata dalla c(xla alla punta, que­
sta freccia non indica che il vettore “si estende” lungo questa distanza. La frec­
cia ci indica invece il valore della grandezza vettoriale solo nel singolo punto in FIGURA 3.2 Vettori spostamento,
cui è posizionata la coda del vettore detto punto di applicazione del vettore. <
(a) N
Abbiamo visto nel Capitolo 1 che lo spostamento di un corpo è un vettore
Percorso reale > è
tracciato dalla sua posizione iniziale alla sua posizione in un momento .succes­ di Sam
sivo. Poiché lo spostamento è un concetto facile da immaginare, lo utilizzeremo Casa Spostamento
per introdurre alcune delle proprietà dei vettori. Tuttavia, tutte le proprietà che di Sam di Sam
di.sciiterenio in questo capitolo (somma, sottrazione, moltiplicazione, com­
ponenti) si applicano a tutti i tipi di vettori, non .solo al vettore spostamento.
Lo spostamento è la
Supponiamo che Sam, il no.stro vecchio amico del Capitolo 1, parta dalla connessione in linea retta
porta di casa, cammini lungo la strada e giunga a destinazione a 200 m a nord- dalla (ìosi/ione iniziale alla
est del suo punto di partenza. Lo spostamento di Sam, che indichiamo come posizione finale.

r/s, è illu.strato nella f ig u r a 3.2a. Il vettore spostamento è un segmento di linea


retta dal punto iniziale alla posizione finale, e non rappre.senta neces.sariamente
il percorso reale fatto da Sam. La linea tratteggiata indica una possibile traiet­
toria che Sam potrebbe aver percorso, ma il suo spostamento è il vettore
Per de.scrivere un vettore dobbiamo specificare sia il suo modulo che i suoi
direzione e verso. Possiamo scrivere lo spostamento di Sam come
ds = (200 m, nord-est)
dove il primo numero specifica il modulo e il secondo elemento indica dire­
zione e verso. Il modulo dello spostamento di Sam è d^ = 200 m, la distanza fra
il punto di partenza e quello di arrivo.
Anche Becky, la vicina di ca.sa di Sam, percorre 2(X) m verso nord-est par­
tendo dalla porta della propria casa. Lo spostamento di Becky J b = (2(X) m, nord-
est) ha lo stes.so modulo, direzione e verso di quello di Sam d^. Poiché i vettori
sono definiti dal loro modulo, dalla loro direzione e dal loro verso, due vettori
sono uguali se hanno lo stes.so modulo, la stessa direzione e lo stesso verso.
Questo è vero indipendentemente dai punti di applicazione dei vettori. Quindi i
due spostamenti in f ig u r a 3.2b sono uguali e possiamo scrivere dn = d^ .

Somma dei vettori


Come abbiamo visto nel Capitolo 1, possiamo combinare gli spostamenti suc­ FIGURA 3.3 Lo spostamento totale C
cessivi utilizzando la somma dei vettori. Esaminiamo ed estendiamo que.sto risultante dai due spostamenti À e B.
concetto. La f i g u r a 3.3 mostra lo spostamento di un escursionista che parte da
un punto P e arriva ad un punto S. Prima percorre 4 km verso est, poi 3 km
verso nord. La prima frazione del percorso è descritta dal vettore spostamento
A = (4 km, est). La seconda frazione è associata allo spostamento ^ = (3 km,
nord). Per definizione, un vettore dalla posizione iniziale P alla posizione
finale S è anch’esso uno spostamento. Questo è rappresentato dal vettore C
nella figura. C è lo spostamento totale perché descrive il risultato finale dei
due .spostamenti.
68 CAPITOLO 3 Vettori e moto in due dimensioni

La parola “totale” implica una somma. Lo spostamento totale C è la somma


dello spostamento iniziale A e del secondo spostamento cioè
C = A -hB (3.1)
La somma di due vettori è chiamata vettore risultante. La somma di vettori
gode della proprietà commutativa: A -h B = B -h A . Possiamo sommare i vet­
tori in un ordine qualsiasi.
Torniamo al riquadro ◄ ^s t r a t e g i a e t a t t ic a i .4 per rivedere la procedura in
tre fasi utilizzata per sommare due vettori. Questo metodo punta-coda per la
somma di vettori, utilizzato per trovare C = A B nella Figura 3.3, è chiamato
somma grafica.
Quando due vettori devono essere sommati, è spesso opportuno disegnarli
facendoli partire dallo stesso punto, come mostrato nella f ig u r a 3.4a. Per calco­
lare D E , potremmo spostare parallelamente il vettore E in modo che la sua
coda coincida con la punta di D, per poi utilizzare la regola punta-coda della
somma grafica. In questo modo otteniamo il vettore F = D E della f ig u r a 3.4b.
In alternativa, la f ig u r a 3.4 c mostra che la somma dei vettori D E può essere
trovata come la diagonale del parallelogramma definito da D ed E. Questo
metodo per la somma di due vettori è chiamato regola del parallelogramma.

FIGURA 3.4 Due vettori possono essere sommati usando la regola punta-coda o
la regola del parallelogramma.
(a) (»>) (C)
r li

D
3 ^ 1- ^
Che cos'ò /) f f i Redola punta-coda: , Redola del j
facciamo coincidere parallelogramma:
la ctKia di E troviamo la diagonale
con la puma di /). del parallelogramma
formato da D ed E.

M oltiplicazione per uno scalare


L’escursionista nella Figura 3.3 è partito con uno .spostamento A\ = (4 km, e.st).
Supponiamo che un .secondo escursionista percorra il doppio della distanza
verso est. Lo spostamento del secondo escursionista sarà A 2 = (8 km, est).
Possiamo scrivere
^ = Z4,

Moltiplicare un vettore per una quantità scalare positiva dà un altro vettore


di modulo diverso ma con la stessa direzione e lo stesso verso.
Consideriamo un vettore A specificato da un modulo /\ e da direzione e
verso 0^; cioè, A= (A, 0^). Sia B = cA, dove c è una costante scalare positiva.
Quindi
B = cÀ significa che (/L fi») = {cA, f>^) (3.2)
Il vettore è allungato o compresso di un fattore c* (cioè il vettore B ha un modulo
B = cA), ma B punta nella .stessa direzione e nello stesso verso di A. Questo è illu­
FIGURA 3.5 M oltiplicazione di un
vettore per uno scalare positivo. strato nella f i g u r a 3 .5 .
Supponiamo di moltiplicare A per zero. Utilizzando f Equazione 3.2, otteniamo
La lunglìc/va di H ò aumentala
di un fattore r. H —r/\. 0 • 4 = () = (0 m, direzione indefinita) (3 3 )

11 prodotto è un vettore avente lunghezza o modulo pari a zero. Questo vettore è


conosciuto come il vettore nullo, indicato con 0. La direzione del vettore nullo è
irrilevante; non po.ssiamo descrivere la direzione di una freccia di lunghezza nulla!
Che cosa succede se moltiplichiamo un vettore per un numero negativo?
L’Equazione 3.2 non si può utilizzare se c < 0 perchè il vettore B non può avere
un modulo negativo. Consideriamo il vettore —A, che è equivalente a moltipli­
E punta nella stessa direy.ione care A per —1. Poiché
e nello stesso verso di A. À-\-{-À ) = 6 ( 3.4 )
3.1 Uso dei vettori 69

il vettore —A dev’essere tale che, quando sommato ad A, la risultante è il vet­ FIGURA 3.6 V e tto re -A .

tore nullo 0. In altre parole, la punta di —A deve tornare alla coda di A, come La coda di -A
illustrato nella f i g u r a 3.6. Ciò sarà vero solo se -A è uguale in modulo e dire­ è coinciderne
con la punta H vctiorc -A ò uguale in modulo
zione ad A ma opposto in verso. Quindi possiamo concludere che di A e dia*/.ione ma opposio in verso
ad A. Quindi A + (-A) = 0.
- A = (A, stessa direzione ma verso opposto ad A) (3.5)
Moltiplicare un vettore per —1 ne inverte il verso senza cambiarne la lunghezza La puma di -A Ionia al punio di
parten/a. Il veiloa* risultarne ò 0.
e la direzione.
Come esempio, la f i g u r a 3.7 mostra i vettori A, 2A e -3A. La moltiplica­
zione per 2 raddoppia la lunghezza del vettore ma non ne cambia la direzione
e il verso. La moltiplicazione p er—3 aumenta la lunghezza di un fattore 3, non
cambia la direzione ma in verte il verso.
FIGURA 3.7 Vettori A, 2A, e -3 A .
Sottrazione di vettori
Come possiamo sottrarre il vettore B dal vettore A per formare il vettore
A — B'ì Con i numeri, la sottrazione equivale all’addizione di un numero
negativo. Così come 5 —3 equivale a 5 -f (—3), analogamente, A —B = A A {—B).
Possiamo utilizzare le regole per la somma dei vettori e il fatto che - B sia “ 3A
un vettore opposto in verso a B per formare le regole della sottrazione di
vettori.

STRATEGIA Sottrazione di vettori


E TATTICA 3.1

Per sottrarre B da A:

O Disegniamo A.

0 Facciamo coincidere la coda


di - B con la punta di A.

0 Disegniamo una freccia


dalla coda di A alla
punta di —^^Questo
è il vettore A — B.

PAU SA DI R IF L E SSIO N E 3.1 Quale figura corrisponde ix2P —( 5 ?

K \
A. B. C. D.
70 CAPITOLO 3 Vettori e moto in due dimensioni

3.2 Uso dei vettori nei diagrammi


del moto
Nel Capitolo 2, abbiamo definito la velocità per il moto unidimensionale come
lo spostamento del corpo cioè il cambiamento di posizione, diviso per Tinter-
vallo di tempo in cui si verifica lo spostamento:
_ A jC_ “ ATj
A/ At
In due dimensioni, lo spostamento di un corpo è un vettore. vSupponiamo che
un corpo effettui uno spostamento d durante Tintervallo di tempo At. Defi­
niamo il vettore velocità di un corpo come

V= - ^ = f s t e s s a direzione e verso di ^ ) (3.6)


At \ A t J
Definizione della velocità in due o più dimensioni

Si noti che abbiamo moltiplicato un vettore per uno scalare. 11 vettore velo­
cità è semplicemente il vettore spostamento moltiplicato per lo scalare \/At. Di
conseguenza il vettore velocità punta nella stessa direzione e verso del vet­
tore spostamento. Come risultato, possiamo utilizzare i vettori da punto a
punto di un diagramma del moto per visualizzare la velocità.
[ZEQ3 ►Propriamente parlando, la velocità definita nell’Equazione 3.6 è la
velocità media per l’intervallo di tempo At. Questa grandezza è esattamente
quella riportata nei diagrammi del moto. Come abbiamo fatto nel Capitolo 2,
quando prendiamo At molto piccolo, otteniamo una velocità istantanea che
possiamo utilizzare nell’esecuzione di alcuni calcoli. <

ESEMPIO 3.1 Trovare la velocità dì un aereo


Un piccolo aereo si trova a 100 kni a est di Denver. Dopo I ora SOLUZIONE La lunghezza del vettore spostamento è l’ipote­
di volo a velocità costante nella stessa direzione, si trova a 200 nusa di un triangolo rettangolo:
km a nord di Denver. Qual è la velocità dell’aereo?
IMPOSTAZIONE Le posizioni iniziale e finale dell’aereo sono
d= V(l0{)kni)^+ (2()0km)^= 224 km
mostrate nella f ig u r a 3.8; lo spostamento ^ è il vettore che va La direzione del vettore spostamento è descritta dall’angolo
dalla posizione iniziale a quella finale. nella Figura 3.8. In base alla trigonometria, questo angolo è

FIGURA 3.8 Vettore spostamento di un aereo.


Quindi il vettore spostamento dcH’aereo è
3, = (224 km, 63.4° a nord di ovest)
Poiché l’aereo effettua questo spostamento in I ora, la sua
velocità è

stessa direzione e verso di 3^ = ù3.4® a nord di ove.st^

VERIFICA 11 modulo della velocità dell’aereo è v = 224 km/h.


Partenza Questa è una velocità ragionevole per un piccolo aereo.

Abbiamo definito l’accelerazione di un corpo in una dimensione come


= A vJA t. In due dimensioni dobbiamo utilizzare un vettore per descrivere
l’accelerazione. La definizione vettoriale dell’accelerazione è una semplice
estensione della versione unidimensionale:

V f - Vi
( 3. 7)
h -h At

Definizione dell'accelerazione in due o più dimensioni


Abbiamo un’accelerazione ogniqualvolta c’è una variazione di velocità.
Poiché la velocità è un vettore, può cambiare in due modi possibili:
1. Modulo della velocità.
2. Direzione e verso della velocità, che equivale anche a direzione e verso
del moto.
Nel Capitolo 2 abbiamo visto come calcolare un vettore accelerazione per il
primo caso, in cui un corpo accelera o decelera muovendosi lungo una linea
retta. In questo capitolo esamineremo il secondo caso, in cui un corpo cambia
la sua direzione del moto.
Supponiamo che un corpo abbia una vekx;ità iniziale Vj ad un tempo e più
tardi, ad un tempo abbia una vekx:ità Vf. Il fatto che la velocità cambi ci dice
che il corpo ha un’accelerazione durante l’intervallo di tempo A/ = — r. Pos­
siamo vedere dall’Equazione 3.7 che l’accelerazione punta nella stessa direzione
del vettore Av. Questo vettore è la variazione di velocità Av = Vf Vj, quindi
per sapere in quale direzione punta il vettore accelerazione, dobbiamo eseguire
Capacità di affondo e di virata BK)
la sottrazione fra i vettori Vf —Vj. Il riquadro Strategia e tattica 3.1 mostra come La foto in alto mostra un barracuda, un
effettuare la sottrazione tra vettori. Il riquadro Strategia e tattica 3.2 mostra come tipo di pesce che cattura la preda grazie ad
utilizzare la sottrazione tra vettori per trovare il vettore accelerazione. una rapida accelerazione lineare, un rapido
cambio del modulo della velocità. La fonila
del corpo del barracuda è ottimizzata per
STRATEGIA Trovare il vettore accelerazione colpire lungo una traiettoria rettilinea. Il
E TATTICA 3.2 pesce farfalla nella foto in basso ha un
Per trovare l’accelerazione tra aspetto molto diverso. Non può cambiare
rapidamente il modulo della sua velocità,
la velocità Vj e la velocità ma la forma del suo corpo gli pemiette di
cambiare rapidamente direzione.

O Disegniamo il vettore velocità .

O Disegniamo —Vj a partire dalla punta di

0 Disegniamo Av = —Vj
= ?f+ (-V i)
Questa è la direzione di a.

O Torna al diagramma del moto


originale. Disegna un vettore a
partire dal punto medio nella
direzione di Av. Questa è a,
l’accelerazione media nel
punto medio tra Vj e Vj..

Ora che sappiamo come determinare i vettori accelerazione, possiamo dise­


gnare un diagramma del moto completo con i punti che mostrano la posizione
del corpo, i vettori della vekx'ità media ottenuti collegando i punti con le frecce
e i vettori dell’accelerazione trovati come indicato nel riquadro Strategia e tattica
3.2. Si noti che c’è un vettore accelerazione che collega ogni coppia di vettori
velocità, c a è trace* ‘ ^ medio fra i due vettori vekK'ità che collega.

Vettori e moto circolare


Le 32 capsule della ruota panoramica London Eye si muovono a circa 0.5 m/s
su una circonferenza di raggio 65 m. Le capsule hanno una velocità costante in
modulo, ma non in direzione. La velocità è un vettore che dipende sia dal
modulo che dalla direzione del moto e la direzione del moto circolare cambia
continuamente. Le capsule si muovono con un moto circolare uniforme per­ la ruota panoramica London Eye
ESEMPIO 3.2 Disegnare l'accelerazione per un atterraggio su Marte
Una navicella spaziale rallenta mentre scende sulla superfìcie FIGURA 3.9 Diagramma del moto di una navicella spaziale
di Marte. Disegna un diagramma del moto corrispondente agli in fase di discesa.
ultimi secondi della discesa. (a) Disegno professionale (b) Disegno dello studente
IMPOSTAZIONE La FIGURA 3.9 mostra due versioni di un dia­ Disegnianu) i punti che rapprcscnlano
le posizioni successive connessi
gramma del moto: un disegno di tipo professionale che pos­ dai vettori velocità...
siamo trovare nei testi e una versione più semplice simile a .. poi utilizziamo i vettori
quella che potremmo disegnare a mano per un’esercitazione, velocità successivi come indicato
Man mano che la navicella rallenta nella sua discesa» la distanza nel riquadro Strategia c tattica 3.2
fra i punti si riduce e i vettori velocità diventano più corti. per tnware raccclcrazione.

SOLUZIONE L’inserto nella Figura 3.9 mostra come il metodo


esposto nel riquadro Strategia e tattica 3.2 sia utilizzato per
determinare l’accelerazione in un punto. Tutti gli altri vettori
accelerazione saranno simili, poiché per ciascuna coppia di vet­
tori velocità quello che precede è più lungo di quello che segue.
VERIFICA Man mano che la navicella rallenta, i vettori acce­
lerazione e i vettori velocità puntano in direzioni opposte,
Il vettore
coerentemente con quanto abbiamo appreso sul segno dell’ac­ accelerazione
celerazione nel Capitolo 2. ha la stessa
direzione di Av.

ché il modulo della velocità è costante. Introdurremo alcune idee basilari sul
moto circolare in questa .sezione e torneremo a trattarle più nel dettaglio nel
Capitolo 6.
La FIGURA 3.10 è il diagramma di un moto circolare uniforme (in que.sto ca.so
il moto di un passeggero su una ruota panoramica) che mostra IO punti del
moto durante una rivoluzione completa. I passeggeri si muovono a velocità
costante, quindi abbiamo tracciato di.stanze uguali fra punti successivi. I vettori
velocità si trovano collegando ciascun punto al successivo; sono linee rette,
non curve. Tutti i vettori velocità hanno la stessa lunghezza, ma cia.scuno ha
una direzione diversa. Questo ci dice che c’è un’accelerazione perché la velo­
cità sta cambiando. Questa non è un’accelerazione che aumenta o diminuisce
la velocità, ma è un’accelerazione che ne cambia la direzione. Po.ssiamo
dedurre la direzione dell’accelerazione seguendo i passaggi delineati nella
Figura 3 .IO. Fra i punti I e 2, la variazione di velocità, e quindi l’accelera­
zione,, è diretta verso il centro della circonferenza. Qualsiasi punto .selezio­
niamo nel diagramma del moto, le velocità cambiano in modo tale che il
vettore accelerazione punti sempre verso il centro della circonferenza.

FIGURA 3 .10 Diagramma del moto per il moto circolare uniforme.


Vettori Vettori accelerazione
PAUSA DI R IF L E S SIO N E 3.2 La figura mostra
un’automobile che svolta a destra. Utilizzando
quanto appreso nella Figura 3.10, qual è la dire­
zione dell’accelerazione dell’automobile nell’i­
stante indicato nella figura?
A. Nord-Est
B. Sud-Est
C. Sud-Ovest
D. Nord-Ovest

3.3 Sistemi di riferimento e componenti


dei vettori
Nelle ultime due sezioni, abbiamo visto come sommare e sottrarre i vettori
graficamente, utilizzando queste operazioni per dedurre particolari importanti
sul moto. Tuttavia la combinazione grafica dei vettori non è un modo ottimale
per trovare risultati quantitativi. In questa sezione introdurremo una descri­
zione dei vettori tramite un sistema di riferimento, che sarà la base per effet­
tuare calcoli vettoriali.

Sistem i di riferimento Un sistema di coordinate per uno scavo


Come abbiamo visto nel Capitolo 1, il mondo non nasce con un sistema di rife­ archeologico.
rimento che lo definisce. Un sistema di riferimento (o sistema di coordinate) è
una griglia artificiale che si applica ad un problema per effettuare misure quanti­
tative. La scelta giusta di un sistema di riferimento renderà più facile la risolu­ FIGURA 3.11 Un sistema di coordinate
zione del problema. Generalmente si utilizzano le coordinate cartesiane, la cartesiano.
griglia comunemente usata formata da due assi perpendicolari come illustrato
nella f i g u r a 3 .11 .
Gli assi del sistema di coordinate hanno una parte positiva e una parte nega­
9(f
tiva, separate dallo zero nel punto di incrocio dei due assi, detto origine.
Quando si traccia un sistema di coordinate, è importante etichettare gli assi.
Questo si effettua assegnando ai due assi le etichette jc e y nella loro parte posi­
tiva, come illustrato in Figura 3.11.

FIGURA 3.12 I vettori delle com p on en ti


Vettori delle componenti eÀy so n o tracciati parallelam ente
La FIGURA 3.12 mostra un vettore A e un sistema di riferimento x}^ che abbiamo agli assi delle coordinate in m o d o che
scelto. Una volta che le direzioni degli assi sono note, possiamo definire due A = Aj + Ày
nuovi vettori paralleli agli assi che chiamiamo i vettori delle componenti di
A. 11 vettore A^, ossia il vettore della componente jc è la proiezione di A sull’asse
jc. Il vettore Ay , il vettore della componente y, è la proiezione di A sull’asse y.
Possiamo vedere, utilizzando la regola del parallelogramma, che A è la
.somma vettoriale dei due vettori delle componenti:
A = A^ + Ay (3.8)
In sostanza, abbiamo “spezzato” il vettore A in due vettori perpendicolari che
componente y ò componente v
sono paralleli agli assi delle coordinate. Si dice che il vettore A è stato scom ­ parallelo all'asse y. è parallelo all'asse v.
posto nei suoi vettori delle componenti.

UiùH ►Non è neces.sario che la coda di A sia nell’origine. E .sufficiente


conoscere Vorientamento del sistema di coordinate in modo da tracciare A^.
e Ay paralleli agli a.ssi. <

Componenti
La nostra convenzione è di attribuire alla variabile cinematica unidimensionale
un .segno positivo .se il vettore velocità v punta verso la parte positiva
dell’asse jc e un segno negativo .se v punta nella direzione negativa dell’as.se x
La base di questa regola è che v^ è la componente x di v. Dobbiamo estendere
questa idea ai vettori in generale.
74 CAPITOLO 3 Vettori e moto in due dimensioni

FIGURA 3.13 Determinazione delle


Supponiamo di avere un vettore A che è stato scomposto nei vettori delle
componenti di un vettore. componenti e paralleli agli assi delle coordinate. Possiamo descrivere
ciascun vettore delle componenti con un singolo numero (uno scalare) chia­
mato la componente. La componente jc e la componente y del vettore A, indi­
cate con A^ e sono determinate come segue:
STRATEGIA Determ inare le com ponenti di un vettore
E TATTICA 3.3

OH valore assoluto \AJ della componente t di è il modulo del vettore


della componente
0 II segno di A^ è positivo se A^ punta nella direzione delle jc positive, nega­
tivo se Ax punta nella direzione delle jc negative.
0 La componente >>di A^ è determinata in modo analogo.

In altre parole, la componente A^ ci dice due co.se: quanto è grande A^ e


verso quale parte dell’asse A^ punta. La f ig u r a 3 .1 3 mostra tre esempi di deter­
minazione delle componenti di un vettore.
►A^e Ay sono vettori delle componenti — hanno un modulo e una
direzione. A^e As sono semplicemente componenti. Le componenti A^e A^
sono grandezze scalari — semplicemente numeri (con unità di misura) che
possono essere positivi o negativi. <
Molta fisica è espressa con il linguaggio dei vettori. Avremo spesso la
necessità di scomporre un vettore nelle sue componenti o di “ricostruire” un
vettore a partire dalle componenti, passando dalla sua rappresentazione grafica
a quella delle sue componenti e viceversa.
Iniziamo con il problema della scomposizione di un vettore nelle sue com­
ponenti JCe y.
La FIGURA 3.i4a mostra un vettore A inclinato di un angolo rispetto aH’oriz-
zontale. E essenziale utilizzare un’immagine o un diagramma come questo per
definire l’angolo che stiamo utilizzando per descrivere la direzione di un vet­
tore. A punta verso destra c in alto, quindi il riquadro Strategia e tattica 3.3 ci
dice che le componenti A^e Assono entrambe positive.
FIGURA 3.14 Scomposizione di un vettore nelle sue componenti.
(a) Il vcitore è indicato con il suo (b ) Le componenti sono i cateti di un triangolo
nuxlulo e i suoi diavionc c verso. rettangolo con ipotenusa A ed angolo 0.
\ l-a componente y è il cateto
opposto all'angolo, quindi
si usa sin 0.

' Ay = Asino

j = A cos 0

I^ componente v è il cateto adiacente


all'angolo, quindi si usa co s 0.

Possiamo trovare le componenti usando la trigonometria, come illustrato in


FIGURA 3.i4b.Per questo caso, troviamo che
A = A cos 0
' (3.9)
Ay= A s i n ( ^ ^ ^
FIGURA 3.15 Ricostruzione di un vettore
a partire dalle sue componenti. dove A è il modulo, o la lunghezza, di A. Queste equazioni convertono la descri­
Se conosciamo le componenti
zione del vettore A con la lunghezza e l’angolo nella descrizione di A tramite le
sue componenti. Le Equazioni 3.9 sono corrette solo se l’angolo 0 è misurato
rispetto all’orizzontale.
Se, viceversa, conosciamo le componenti di un vettore, possiamo determi­
nare la lunghezza e l’angolo del vettore dalle componenti x e y, come mostrato
nella f ig u r a 3.15 . Poiché A nella Figura 3.15 è l’ipotenusa di un triangolo ret­
tangolo, la sua lunghezza è data dal teorema di Pitagora:
A= V aI + Aj (3.10)
3.3 Sistemi di riferimento e componenti dei vettori 75

Inoltre la tangente dell’angolo è il rapporto fra il lato opposto e il lato adia­ FIGURA 3.16Equazioni per un vettore
cente all’angok), quindi con una componente negativa.
0 = tan"' (3.11)
Le Equazioni 3.10 e 3.11 possono essere considerate come r “inverso” delle
Equazioni 3.9.
Come cambiano le cose se il vettore non punta verso destra e verso l’alto,
ossia se una delle componenti è negativa? La f i g u r a 3. I 6 mostra il vettore C
che punta verso destra e verso il basso. In questo caso, il vettore della compo­
nente Cy punta verso il basso, nella direzione delle y negative, quindi la com­
ponente Cy è un numero negativo. L’angolo è misurato rispetto all’asse y,
quindi le componenti di C sono
C C sin cf) ^ ^
c ;,= .- C c o s *
I ruoli di .seno e coseno sono invertiti rispetto alle Equazioni 3.9 poiché l’an­
golo (f) è misurato rispetto alla verticale anziché all’orizzontale.
EBIH ► L’uso del .seno o del coseno per le componenti jc e y dipende da
come si defmi.sce l’angolo del vettore. Come indicato sopra, dobbiamo trac­
ciare un diagramma per definire l’angolo che si utilizza e accertarci di fare
riferimento al diagramma quando si calcolano le componenti. Non si de­
vono utilizzare le Equazioni 3.9 o 3.12 come regole generali poiché non Io
.sono! Appaiono come sono in ba.se a come abbiamo definito gli angoli. <
Esaminiamo adesso il problema inverso per questo caso: determinare la lun­
ghezza e la direzione di un vettore date le sue componenti. I .segni delle com­
ponenti non .servono per determinare la lunghezza; il teorema di Pitagora
funziona sempre per trovare la lunghezza o il modulo di un vettore poiché i
quadrati eliminano la preoccupazione del segno. La lunghezza del vettore nella
Figura 3.16 è .semplicemente
C = V e? + c] (3.13)
Quando determiniamo la direzione del vettore a partire dalle sue componenti,
dobbiamo considerare i segni delle componenti. Trovare l’angolo del vettore C
nella Figura 3.16 richiede la lunghezza di C senza il segno meno, quindi il
vettore C ha la direzione
(f) = tan"*^ (3.14)
'(ì%)
"->1
Si noti che i ruoli di jc e y differiscono da quelli neH’Equazione 3.11

ESEMPIO 3.3 Calcolo delle com ponenti di un vettore accelerazione


Troviamo le componenti jc e y del vettore accelerazione ^ illu- f ig u r a 3.18 Le componenti del vettore accelerazione,
strato nella f i g u r a 3.17.

FIGURA 3.17 II vettore accelerazione a dell'Esempio 3.3.


y

Ojf = -acos30° = -(6.0 m/s^)cos30° = -5.2 m/s^


IMPOSTAZIONE È importante tracciare i vettori. Fare un dise­
gno è fondamentale per impo.stare il problema. La f ig u r a 3 . 1 8 ay = —a sin 30° = —(6.0 m/s^)sin30° = —3.0 m/s^
mostra il vettore originale a scomposto nei vettori delle com­ VERIFICA L’ampiezza della componente y è minore di quella
ponenti paralleli agli assi. della componente x, come si evince dalla Figura 3.18, una
SOLUZIONE II vettore accelerazione a = (6.0 m/s^ 30° sotto buona verifica dell’esattezza del nostro lavoro. Le unità di aX
l’asse X negativo) punta verso sinistra (direzione jc negative) e e sono le stesse del vettore a. Si noti che abbiamo dovuto
verso il basso (direzione y negative), quindi le componenti e inserire i segni meno manualmente osservando che il vettore
a sono entrambe negative: punta verso il basso e verso sinistra.
PAUSA DI RIFLESSIONE 3.3 Quali sono le componenti e C del vettore C?
V(ctn)

FIGURA 3.19 U so delle com pon en ti per Lavorare con le componenti


la s o m m a dei vettori
Abbiamo visto il metodo grafico per sommare i vettori, ma esiste un modo più
facile per farlo: usare le componenti. Per illustrare il metodo osserviamo la
somma vettoriale C = A 4- ^ per i vettori mostrati nella f ig u r a 3 . 1 9 . Possiamo
vedere che i vettori delle componenti di C sono le somme dei vettori delle
componenti di A e B. La stessa regola vale per le componenti: = A A B^ e C.
= A y ^ B y.
In generale se /) = A 4- /i 4- C 4-..., le componenti x e v del vettore risultante
D sono
D =A 4-/^ 4-C 4-..,
(3.15)
D =a\ b
Questo metodo di somma di vettori è chiamato somma algebrica.
Le operazioni di sottrazione e moltiplicazione di un vettore per uno scalare
si eseguono facilmente usando le componenti. Per trovare D = P — Q calco­
liamo
DX = PX - ^Qx
(3.16)
I) V = Py - ^Qy

ESEMPIO 3.4 U so della so m m a algebrica per m isurare lo sp ostam en to di un merlo


Un merlo vola lOO m verso est da un albero, poi 200 m verso SOLUZIONE Per sommare i vettori algebricamente dobbiamo
nord-ovest (ossia 45® a nord di ovest). Qual è lo spostamento conoscerne le componenti. Queste si evincono dalla Figura
totale del merlo? 3.20 come:
i m p o s t a z i o n e La f ig u r a 3.20a mostra i vettori sposta­ AX = lOO m
mento A = ( lOO m, est) e B = (200 m, nord-ovest) e lo sposta­
mento totale C. Tracciamo i vettori punta-coda se intendiamo Ay = 0 m
sommarli graficamente; se, viceversa, intendiamo usare la
somma algebrica è solitamente più facile tracciare tutti i vet­ B^ = —(200 m) cos45® = —141 m
tori a partire dalPorigine. La FIGURA 3.20b ritraccia i vettori B^ = (200m)sin45®= 141 m
seguendo questa impostazione.
Abbiamo visto dalla figura che B ha una componente x nega­
FIGURA 3.20 Calcolo dello spostamento totale tiva.
(a) N Sommando A e B otteniamo
Lo spostamenio Arrivo i
totale del merlo ÉL C =A + B = 100 m - 141 m = -4l m
èC = À+B. \ \
\ b Cy =A y 4-By =0m4-141 m=l 41 m
L’angolo 6 descrive \
la direzione^ il verso \ \^ 0 0 m Il modulo dello spostamento totale C è
del vettore C......... 45y\
C= V e} + = V (-41 m)^ + (141 m)^ = 147 m
Partenza1 l(K)m
L’angolo, come definito nella Figura 3.20, è
(b)

Quindi lo spostamento totale del merlo è C = ( 147 m, 74® a nord


di ovest).
VERIFICA I valori finali di e corrispondono a ciò che ci
aspettavamo a partire dal disegno nella Figura 3.20. La somma
geometrica è un controllo affidabile della risposta che abbiamo
trovato attraverso la somma algebrica.
Analogamente, f = c S ha componenti
T = cS
(3.17)
Ty = c S y
I prossimi capitoli faranno un uso frequente di equazioni vettoriali. Ad esem­
pio, impareremo che Tequazione per calcolare la forza totale su un’automobile
che slitta frenando fino a fermarsi è
F= n+p ^ f (3.18)
L’Equazione 3.18 è solo un modo sintetico di scrivere due equazioni scalari:
F = A? -f /; -f /
(3.19)
FyV= nyV+ pt' yV+ J•'/yV
In altre parole, un’equazione vettoriale si interpreta come segue: uguagliare le
componenti x a destra e a sinistra del segno di uguale, poi, separatamente,
uguagliare le componenti y. La notazione vettoriale ci permette di scrivere
queste due equazioni in una forma più compatta.

Assi inclinati
FIGURA 3.21 Un sistema di coordinate
Sebbene siamo soliti pensare all’asse x orizzontale, non è detto che debba con gli assi inclinati.
essere sempre così. Nel Capitolo 1, abbiamo visto che per il moto su un piano
inclinato è spesso conveniente collocare l’asse x lungo il piano inclinato.
Quando aggiungiamo l’asse y, abbiamo un sistema di coordinate inclinato
come mostrato nella f ig u r a 3 .2 1 .
Trovare le componenti con gli assi inclinati non è più difficile di quanto
abbiamo fatto fino ad ora.
Il vettore C nella Figura 3.21 può essere scompo.sto nei vettori delle compo­
nenti Cx^ e Cv,
j'
con CX —C cos d t C y = C sin
PAUSA DI RIFLESSIONE 3.4 di C sono calcolati rispetto
agli assi inclinati.
C è calcolato come
A. tan"'(C,/C,,) B. tan"‘(Q /lCy|)
C. tan -'(|Q |/|C ^ |) D. tan"‘(C ,./Q
E. tan’ '(C v/|Q l) E. ta n -'(|C ,|/|Q |)

3.4 Moto su un piano inclinato


In questa sezione, esamineremo il problema del moto su un piano inclinato. Ci
sono tre ragioni per esaminare questo problema. In primo luogo, rappresenta
una buona pratica di utilizzo dei vettori per l’analisi del moto. In secondo
luogo, è un problema semplice per il quale possiamo trovare una soluzione
esatta. In terzo luogo, questo problema apparentemente astratto ha applica­
zioni reali e importanti.
Iniziamo con un esempio di moto a velocità costante per fare pratica con i
vettori e le componenti prima di passare a un caso più generale di moto acce­
lerato.

ESEMPIO 3.5 Trovare l'altezza raggiunta percorrendo un piano inclinato


Un’automobile viaggia su un piano inclinato con una pendenza FIGURA 3.22Descrizione visiva di un'automobile che si
di 10° a una velocità costante di 15 m/s. Dopo IO s, a quale muove su un piano inclinato.
altezza è arrivata Tautomobile? Dati
IMPOSTAZIONE La FIGURA 3.22 è Una descrizione visiva, con X{, yu U = yi = 0 m
gli assi x t y definiti. Il vettore velocità v punta nella direzione fi = 0 s, ff = IO s
del piano inclinato in salita. Siamo interessati al moto verticale V= 15 m/s
dell’automobile, quindi scomponiamo v nelle componenti vet­ 0= I0°
toriali v_^e VyCome mostrato in figura. Incognita_______
Ay
78 CAPITOLO 3 Vettori e moto in due dimensioni

La componente della velocità di cui abbiamo Poiché la velocità è costante J o spostamento verticale delPau-
S O L U Z IO N E
bisogno è che descrive il moto verticale dell’automobile, tomobile (cioè l’altezza raggiunta) in 10 s è
Usando le regole definite in precedenza per calcolare le com­
ponenti sopra definite, troviamo \ y = A/ = (2.6 m/s)( 10 s) = 26 m

v^= Vsin 6^ =(15 m/s) sin 10° = 2.6 m/s L’automobile viaggia ad una buona velocità — 15
V E R IF IC A
m/s — su una strada ripida, quindi salire ad una rispettabile
altezza di 26 m in 10 s sembra ragionevole.

Moto accelerato su u n piano inclinato


La FIGURA 3.23a mostra una cassa che scivola su un piano .sen/a attrito (liscio),
inclinato di un angolo 6. La cas.sa accelera per Fazione della gravità, ma è costretta
ad accelerare parallelamente alla superficie. Qual è la sua accelenizione?
FIGURA 3.23 Accelerazione su un piano Il diagramma del moto della cassa è traccialo nella f ig u r a 3.23b. C ’è un’ac­
inclinato. celerazione perché la velocità cambia, con i vettori velocità e accelerazione
(a) paralleli al piano inclinalo. Possiamo utilizzare le proprietà dei vettori per tro­
vare Faccelerazione della cassa. Per fare questo, la f ig u r a 3 .2 3 c illustra un
sistema di coordinate con l’asse a*parallelo alla rampa e l’asse y perpendicolare
ad essa. Tutto il moto si svolge lungo l’asse x.
Se l’inclinazione del piano fosse di 90°, il corpo seguirebbe un moto di
caduta libera con una accelerazione di gravità diretta verso il basso. Come
illustra la Figura 3.23c, questo vettore accelerazione può essere scomposto in
due vettori delle componenti: un vettore a^, parallelo al piano inclinalo e un
vettore «y, perpendicolare al piano inclinato. L.a regola della somma di vettori
enunciata in precedenza in questo capitolo ci dice che jij = H- Uy.
Il diagramma del moto mostra che la reale accelerazione del corpo a^ è
parallela al piano inclinato. La superficie della rampa in qualche modo “blocca”
Faltra componente deH’accelerazione, 5y, attraverso un processo che esamine­
remo nel Capitolo 5, ma a^ non è soggetto ad alcun impedimento. E questa
componente del l’accelerazione di gravità, parallela al piano inclinato, che
Questa componente di J accelera il moto della cassa.
V accelera la cassa lungo
il piano inclinato Possiamo usare la trigonometria per trovare il modulo di questa accelera­
Questo triangolo zione. La Figura 3.23c mostra che i tre vettori g, 5y, e ci^ formano un triangolo
rettangolo mette in rettangolo con angolo come illustrato. L’angolo è equivalente a quello che
\ relazione
\ raccelerazione di gravità caratterizza il piano indicato. Il vettore ^ è Fipotenusa del triangolo rettangolo.
^con le sue componenti. Il vettore a cui siamo interessati, a^, è opposto all’angolo 6. Quindi il valore
dell’accelerazione lungo un piano inclinato privo di attrito è
a^ = ± g sin 0 (3.20)

LT*JiLl ►II segno corretto dipende dalla direzione in cui è inclinato il piano.
Stesso angolo L’accelerazione nella Figura 3.23 è -f g sin 0, ma i prossimi esempi mostre­
ranno situazioni in cui Faccelerazione è —g sin 0. <
Esaminiamo l’Equazione 3.20 per verificare che abbia .senso. Un buon
modo per farlo è considerare alcuni casi limite in cui l’angolo è ad un’e.stre-
mità del suo intervallo. In questi casi, la fisica è chiara e possiamo verificare il
nostro risultato. Guardiamo due di queste possibilità:
1. Supponiamo che il piano sia perfettamente orizzontale, con (/ = 0°. Se
posizioniamo un corpo su una superficie orizzontale, ci aspettiamo che
resti fermo con accelerazione nulla. L’Equazione 3.20 dà a^ = 0 quando
6 = 0°, in conformità con le nostre aspettative.
2. Ora supponiamo di inclinare il piano fino a quando diventa verticale, con
0 = 90°. Sappiamo cosa accadrà: il corpo sarà in caduta libera, parallela-
mente alla superficie verticale. L’Equazione 3.20 dà a^ = quando 0 = 90°,
di nuovo in conformità con le nostre aspettative.
LlMfJ ^ Controllare il risultato ottenuto analizzando questi casi limite è un
ottimo metodo per vedere se la risposta è sensata. Adotteremo spesso questo
approccio nella fase di Verifica di una .soluzione. <
3.4 Moto su un piano inclinato /y

►Fisica estrema Un atleta che pratica lo sci di velocità, su sci larghi a


basso attrito, che indossa un casco acrodinamico e assume una posizione
accovacciata per minimizzare la resistenza dclTaria, si muove in linea retta
lungo un ripido pendio, in modo simile alla cassa che scivola lungo un
piano inclinato privo di attrito. C’è una velocità massima che lo sciatore può
potenzialmente raggiungere alla line del pendio.

ESEMPIO 3.6 La m a ssim a velocità possibile di uno sciatore


Il comprensorio sciistico Willamettc Pass nelPOregon ha La massima velocità possibile in una corsa è
S O L U Z IO N E
ospitato nel 1993 i campionati nazionali statunitensi di sci di quella ottenuta in assenza di attrito e di resistenza del l’aria,
velocità. Gli sciatori partivano da fermi e acceleravano lungo ossia l’accelerazione massima lungo il pendio è data dall’E­
una pista con una pendenza ragionevolmente costante, pun­ quazione 3.20. L’accelerazione è nella direzione delle x posi­
tando ad ottenere la massima velocità possibile al termine di tive, quindi usiamo un segno positivo. Qual è l’angolo da usare
questa corsa. Durante la fase di accelerazione, gli sciatori per­ nell’Equazione 3.20? La Figura 3.24 mostra che il pendio
correvano 360 m con un dislivello di 170 m. Qual è la velocità lungo 360 m è l’ipotcnusa di un triangolo rettangolo con un
massima che uno sciatore poteva raggiungere al termine di cateto di 170 m, quindi usiamo la trigonometria per trovare
questa corsa? 170 m
IM P O S T A Z IO N E Iniziamo con la descrizione visiva della
FIGURA 3.24. Il diagramma del moto mostra Taccelerazione che dà 0 = sin"'( 170/360) = 28®. L’Equazione 3.20 dà quindi
dello sciatore e la rappresentazione figurata dà una panoramica a = -f-g sin // = (9.8 m/s^)(sin 28°) = 4.6 m/s^
del problema, comprese le dimensioni della pista. Come in pre­
cedenza, mettiamo l’asse jc lungo la discesa. Per il moto lineare uniformemente accelerato possiamo usare
la terza delle equazioni cinematiche della Sintesi 2.1:
= (v^)j^ + I o^ÒlX. La velocità iniziale (v^)jè zero; quindi
FIGURA 3.24 Descrizione visiva di uno sciatore che
accelera lungo un pendio.
Questa è la distan/.u lungo il pendio,
cioè la lunghezza della corsa.

(v,)f = V2«^A*t = V2(4.6 m/s^)(3?i0 m) = 58 m/s

Questa è la velocità massima che lo sciatore può sperare di


raggiungere al termine della corsa. Qualsiasi attrito o resistenza
dcH’aria ridurrà questa velocità.
VERIFICA La velocità finale che abbiamo calcolato è di 58 m/s
pari a circa 210 km/h, ragionevole perché ci aspettiamo una velo­
cità elevata per questo sport. Nelle competizioni di alto livello,
la velocità del vincitore è pari a circa 170 km/h, non molto infe­
riore al risultato che abbiamo calcolato. Ovviamente, gli sforzi
per minimizzare l’attrito e la resistenza deH’aria funzionano!

Gli sci sulla neve hanno un bassissimo attrito, ma ci sono altri modi per
ridurre l’attrito fra due superfici. Ad esempio, una vettura di un ottovolante
viaggia lungo un binario su ruote a basso attrito. Nessuna forza propulsiva è
applicata alle vetture dopo che vengono rilasciate dalla cima della prima col­
lina: la velocità cambia solo a causa della gravità. Le vetture accelerano man
mano che scendono dalla collina e rallentano quando risalgono.
ESEMPIO 3.7 Velocità di un ottovoiante
Un classico ottovolante di legno FlGURA 3.25 La velocità della vettura dell'ottovolante
ha le vetture che scendono da diminuisce quando risaie la collina.
una prima collina molto alta,
guadagnando velocità. Le vet­
ture salgono su una seconda Pati
collina con una pendenza di X/ - O m

30°. Se le vetture hanno una


velocità di 25 m/s in fondo e
necessitano di 2.0 s per salire questa collina, a quale velocità
viaggiano quando sono in cima?
Incoqnita
IM P O S T A Z IO N E Iniziamo con la descrizione visiva della
FIGURA 3.25, che comprende un diagramma del moto, una rap-
Continua
80 CAPITOLO 3 Vettori e moto in due dimensioni

presentazione figurata e una lista di dati. Abbiamo rappresen­ né resistenza deH’aria, il modulo dell’accelerazione dell’ot-
tato tutto questo con un disegno simile a quello che avremmo tovolante è dato dall’Equazione 3.20 usando il segno meno,
potuto realizzcire a mano. Si noti che il diagramma del moto della come anticipato:
Figura 3.25 differisce da quello dell’Esempio 3.6: la velocità
= -g sin 6 = ~(9.8 m/s^) sin 30° = —4.9 m/s^
diminuisce man mano che la vettura risale la collina, quindi il
vettore accelerazione ha verso opposto a quello del vettore velo­ La velocità alla sommità della collina può quindi essere calco­
cità. Il moto avviene lungo l’asse x, come prima, ma il vettore lata usando la nostra equazione cinematica per la velocità:
accelerazione punta nella direzione delle x negative, quindi la
(v^)j = (v_^). + = 25 m/s -f (-4.9 m/s^)(2.0 s) = 15 m/s
componente è negativa. Nel diagramma del moto, si noti che
abbiamo tracciato solo un singolo vettore accelerazione, scelta VERIFICA La velocità è inferiore alla sommità della collina,
ragionevole poiché sappiamo che l’accelerazione è costante. Un come dev’essere, ma la vettura si sta muovendo ancora ad una
vettore può rappresentare l’accelerazione per l’intero moto. buona velocità, di circa 54 km/h. Questo dato sembra ragione­
SOLUZIONE Per determinare la velocità finale, dobbiamo vole poiché la velocità fa parte del divertimento.
conoscere l’accelerazione. Supponendo che non ci siano attrito

PAUSA DI RIFLESSIONE 3.5 Un blocco di ghiaccio


scivola lungo un piano inclinato. Per quale altezza e Altezza
lunghezza della base Taccelerazione è maggiore?
Base

A. Altezza 4 m, base 12 m B. Altezza 3 m, base 6 m


C. Altezza 2 m, base 5 m D. Altezza 1 m, base 3 m

FIGURA 3.26 Amy, Bill e George 3.5 Moti relativi


misurano ciascuno la velocità del
corridore. Le velocità in figura sono Abbiamo ormai trattato diverse volte problemi che contengono frasi come
rappresentate relativamente ad Amy. “Un’automobile viaggia a 30 m/s” oppure “Un aereo viaggia a 300 m/s”. Ma,
come vedremo, potremmo dover essere un po’ più specifici.
Nella FIGURA 3.26, Amy, Bill e George stanno guardando un corridore.
Secondo Amy, la velocità del corridore è = 5 m/s. Ma per Bill, che gli passa
15 m/s accanto in bicicletta, il corridore muove le gambe su e giù, ma non va né avanti
né indietro rispetto a lui. Per Bill, la velocità del corridore è = 0 m/s. George
George
vede il corridore recedere nello specchietto retrovisore, nella direzione delle
X negative, allontanandosi da lui di 10 m ogni secondo. Secondo George, la
velocità del corridore è = —10 m/s. Qual è la vera velocità del corridore?
La velocità non è un concetto che possa essere vero o falso. La velocità del
corridore relativa ad Amy è di 5 m/s; ossia la sua velocità è di 5 m/s in un
sistema di coordinate collegato ad Amy e in cui Amy è ferma. La velocità del
corridore relativa a Bill è di 0 m/s, e la velocità relativa rispetto a George è di
—10 in/s. Queste sono tutte descrizioni valide del moto del corridore.

Velocità relativa
Supponiamo di sapere che la velocità relativa del corridore rispetto ad Amy sia
di 5 m/s; chiamiamo questa velocità II secondo indice “CA” significa
“Corridore rispetto ad Amy”. Sappiamo inoltre che la velocità relativa di
George rispetto ad Amy è di 15 m/s, che scriviamo come = 15 m/s. Pos­
siamo calcolare anche la velocità di Amy relativa a George. Dal punto di vista
di George, Amy si muove a sinistra a 15 m/s. Scriviamo la velocità relativa di
Amy rispetto a George come = —15 m/s. Si noti che
Data la velocità relativa del corridore rispetto ad Amy e quella di Amy
rispetto a George, possiamo calcolare la velocità relativa del corridore rispetto
a George combinando le due velocità che conosciamo. Gli indici che abbiamo
Lancio del giavellotto Nel lancio del
giavellotto, il lancio viene effettuato definito rispetto a loro sono la nostra guida per questa combinazione:
correndo. È più difficile lanciare il (Vv)cG = (Vv)cA + ('^^)ag (3.21 )
giavellotto correndo, ma c’è una buona * ♦
ragione per farlo. La distanza del lancio
La "A” appare sulla desira nella prima espressione
sarà determinata dalla velocità del e sulla sinistra nella seconda: quando combiniamo
giavellotto rispetto al suolo, che è la somma queste velocità, “cancelliamo” la A per ottenere (v»)cc}-
della velocità del lancio e della velocità
dell’atleta. Una corsa più veloce implica un Generalmente, possiamo sommare due velocità relative in questo modo,
lancio più lungo. “cancellando” gli indici come nell’Equazione 3.21.
E SE M P IO 3.8 Velocità di un albatro
I ricercatori che seguono gli albatri deH’Oceano Glaciale positive. Sono riportate la velocità dell’albatro (b) ri.spet-
Antartico tramite satellite hanno osservato che uno di questi to all’acqua (\v), che è la velocità di volo misurata, e la velocità
uccelli manteneva la notevole velocità di volo di 35 m/s! Una rispetto all’acqua (w), che è la velocità del vento
simile velocità può sembrare sorprendente, ma in realtà questo conosciuta. Vogliamo trovare la velocità dell’albatro rispetto
particolare uccello volava sostenuto dal vento, che soffiava a all’aria.
23 m/s. Qual era la velocità delfalbatro rispetto all’aria? Que­ S O L U Z IO N E Abbiamo considerato tre diverse velocità impor­
sta è una misura più veritiera della sua velocità. tanti nel problema: (v ) e (v y . Possiamo combinarle
' jr'aw ' jr'ba
IM P O S T A Z IO N E La FIGURA 3.27 mostra il vento e l’albatro nel modo usuale:
muoversi verso destra, quindi entrambe le velocità saranno
K)bw= (‘',)b. + (‘’Aw
FIGURA 3.27 Velocità relative degli albatri e del vento per Quindi per calcolare possiamo rielaborare i termini:
l'Esempio 3.8.
V^w Dati - 23 m/s = 12 m/s
(Vjc)bw= 35 m/s
(vi)aw = 23 m/s VERIFICA 12 m/s è una velocità ragionevole per un albatro. È
Incognita inoltre minore rispetto alla velocità del volo osservato, il che è
ragionevole perché l’albatro sta volando trasportato anche dal
(Vx)b.
vento.

Questa tecnica per trovare le velocità relative funziona anche per i moti in
due dimensioni, un altro buon esercizio di lavoro con i vettori.

ESEMPIO 3.9 Trovare la velocità al su olo dì un aeroplano


Cleveland si trova a circa 300 migla a est di Chicago. Un aero­ la somma vettoriale delle due velocità:
plano parte da Chicago volando verso est a 500 mph. Il pilota
Vp. = Vp, + Vu
ha dimenticato di controllare le previsioni meteo e non sa che
il vento sta soffiando verso sud a 100 mph. Qual è la velocità Questa somma vettoriale è mostrata nella Rgiira 3.28.
relativa dell’aeroplano rispetto al suolo? S O L U Z IO N E La velocità relativa dell’aeroplano rispetto al
IM P O S T A Z IO N E La FIGURA 3.28 è lina descrizione visiva suolo è ripotenusa del triangolo rettangolo della Figura 3.28;
della situazione. Conosciamo la velocità relativa dcH’aeroplano quindi:
(p) rispetto aH’aria (Vpa) e la velocità relativa deH’aria rispetto al
.suolo (Vas); la velocità relativa deH’aeroplaiu) rispetto al suolo siu'à Vp.= VvpJ + v j = V(5(X) niph)^ + (l(X) mph)^ = 510 mph

FIGURA 3.28 A causa del vento un aeroplano che vola


La direzione deH’aeroplano può essere specificata dall’angolo
verso est rispetto all'aria, in realtà si dirige verso sud-est misurato rispetto a est.
rispetto al suolo. /100 mph\
0 = tan’ ’ =tan*‘(0.20) = 11®
\ 500 mph/
La velocità dell’aeroplano relativa al suolo è quindi
Vpa= (510 mph, I l a sud di est)

VERIFICA La buona notizia è che il vento sta facendo muovere


faeroplano ad una velocità relativa maggiore rispetto al suolo.
La cattiva notizia è che il vento sta facendo muovere l’aero­
plano nella direzione sbagliata!

PAUSA DI RIFLESSIONE 3.6 L’acqua di un fiume scorre a 3.0 m/s. Una barca a
motore risale il fiume andando contro corrente ad una velocità rispetto all’ac­
qua di 5.0 m/s. Qual è la velocità relativa della barca rispetto alla sponda del
fiume?
A. 8.0 m/s B. 5.0 m/s C. 3.0 m/s D. 2.0 m/s

3.6 Moto in due dimensioni: moto del


proiettile
Il moto delle palle lanciate in aria, dei saltatori in lungo, delle auto acrobatiche sono
tutti esempi di moto a due dimensioni che noi chiamiamo moto del proiettile
(spesso indicato anche come moto di un grave). Il moto del proiettile è un’esten­
sione a due dimensioni del moto di caduta libera che abbiamo studiato nella
82 CAPITOLO 3 Vettori e moto in due dimensioni

SEZIONE 2.7. Un proiettile è un corpo che si muove con un moto in due


dimensioni sotto l’esclusiva influenza della gravità. Sebbene i corpi reali
siano inlluenzati anche dalla resistenza dell’aria, Teffetlo di quest’ultima è di
lieve entità per corpi ragionevolmente densi che si muovono a velocità mode­
ste, quindi possiamo ignorarlo per i casi esaminati in questo capitolo. Fintanto
che tra.scuriamo la resistenza dell’aria, qualsiasi proiettile seguirà lo stesso tipo
di traiettoria. Poiché la forma del moto sarà sempre la stessa, le strategie che
svilupperemo per risolvere un problema sul moto del proiettile possono es.sere
applicate a qualsiasi altro problema di questo tipo.
La FIGURA 3.29 è lina foto stroboscopica di due palline, una lanciata orizzon­
FIGURE 3.29 Moto di due palline lanciate talmente e l’altra lasciata cadere, con velocità iniziale nulla, allo stesso istante.
allo stesso istante. 1 moti verticali dei due corpi sono identici e le palline toccano il suolo contem­
poraneamente. Nessun corpo aveva un moto iniziale nella direzione verticale
ed entrambi percorrono la distanza verticale li nello stesso intervallo di tempo.
Le due palline toccano il suolo nello stesso istante. Questo significa che il
moto verticale della pallina gialla, quella lanciata orizzontalmente non è
influenzato dal fatto che questa si stia muovendo anche orizzontalmente. 11
moto verticale di ciascuna pallina è di caduta libera, così come avviene per tutti
i corpi, come abbiamo imparato nel Capitolo 2. Uno sguardo attento al moto
orizzontale della pallina gialla mostra che è un moto uniforme; il moto oriz­
zontale continua come se la sfera non stes.se cadendo.
Quindi, per un corpo che si muove con il moto del proiettile, la vekx'ità orizzon­
tale iniziale non ha alcuna influenza sul moto verticale e viceversa. Troveremmo
qualcosa di simile se guardassimo nel dettaglio ogni moto del proiettile, quindi
possiamo affermare come regola generale: i moti orizzontale e verticale di un
corpo che si muove con il moto del proiettile sono indipendenti l’uno dall’altro.

ESEMPIO CONCETTUALE 3.10 Tem po e distanza per due sfere che cadono da un tavolo
Due sfere rotolano verso il bordo di un tavolo, con la sfera 1 alla velocità con cui hanno lasciato il tavolo. La sfera 2 ha una
che rotola ad una velocità doppia rispetto alla sfera 2. velocità orizzontale doppia rispetto alla sfera 1, quindi percor­
Entrambe le sfere lasciano il bordo del tavolo nello stesso rerà il doppio della distanza.
istante. Quale sfera tocca terra per prima? Quale sfera va più VERIFICA Questo risultato è ragionevole. I moti verticale e
lontano? orizzontale sono indipendenti l’uno dall’altro, quindi possiamo
SPIEGAZIONE II moto verticale delle due sfere è lo stesso analizzarli separatamente. Se lasciamo cadere due corpi dalla
- moto di caduta libera - ed entrambe cadono dalla stessa stessa altezza, toccano terra allo stesso istante, quindi le due
altezza. Le due sfere restano in aria per lo stesso tempo e toc­ sfere dovrebbero atterrare contemporaneamente. Durante la
cano il suolo contemporaneamente. Durante questo intervallo caduta, la sfera che si muoveva più velocemente in orizzontale
di tempo, le due sfere continuano a muoversi orizzontalmente continuerà a farlo e quindi atterrerà più lontano.

FIGURA 3.30 Moto di una sfera lanciata Abbiamo mostrato l’indipendenza del moto verticale e del moto orizzontale
in aria. nel caso di un corpo lanciato orizzontalmente, ma questo risultato si applica
anche se un corpo viene lanciato con una certa inclinazione iniziale. La figura
3.30 mostra il diagramma del moto per una sfera lanciata in aria con un certo
angolo iniziale rispetto all’orizzontale. 11 vettore accelerazione punta nella stessa
direzione della variazione di velocità, che possiamo calcolare usando le tecniche
del riquadro Strategia e tattica 3.2. 11 vettore accelerazione punta sempre verso il
basso. Un’attenta analisi mostrerebbe che ha un modulo di 9.80 m/sL Questo è
proprio quanto ci aspettavamo: l’accelerazione di un proiettile è la stessa di un
corpo che cade verticalmente, ossia Taccelerazione del moto di caduta libera.
Quando i proiettili si muovono, l’accelerazione di gravità cambierà la com­
ponente verticale della velocità, ma non ci sarà alcun cambiamento della com­
ponente orizzontale della velocità. La componente verticale deH’accelcrazione
per tutti i moti del proiettile di caduta libera è l’accelerazione di gravità
-g, mentre la componente orizzontale è pari a zero.

Analisi del moto del proiettile


Supponiamo di lanciare una palla da basket nel campo da gioco, come mostrato
nella f ig u r a 3 .3 1 . Per studiare il moto del proiettile risultante, abbiamo .scelto
un sistema di coordinate con l’asse x orizzontale e l’asse v verticale. Poiché
definiamo il punto di lancio come partenza del moto del proiettile, l’angolo
3.6 Moto in due dimensioni: moto del proiettile 83

della velocità iniziale rispetto Torizzontale (cioè Tasse a ) è Tangolo di lancio. FIGURA 3.31 Lancio e moto di un
Come abbiamo appreso nella Sezione 3.3, il vettore velocità iniziale può essere proiettile.
scomposto nelle componenti x e y, che sono mostrate nella figura.
CE1Z3 ►Le componenti (v^). e non sono sempre positive. Un proiettile
lanciato ad un angolo sotto Torizzontale (come una palla lanciata verso il
basso dal tetto di un edificio) ha valori negativi per tì e (v^,).. <
Quando la palla da basket lascia la mano del giocatore, il suo moto succes­
sivo è determinato dalle componenti iniziali della velocità e dalTaccelerazione.
""C'alcoliamo le eoin|>onenii della
Per vedere come questo si traduca nella pratica, esaminiamo un caso specifico vel(K Ìlà iniziale eome itidiealo.
con numeri definiti. La f ig u r a 3.32 mostra un proiettile lanciato alla velocità di
22.0 m/s ad un angolo di 63° dalTorizzontale. Nella Figura 3.32a, il vettore FIGURA 3.32 Vettori velocità e
velocità iniziale è scomposto nelle sue componenti orizzontale e verticale. Nella accelerazione di un proiettile.
Figura 3.32b, il vettore velocità e i suoi vettori componenti sono mostrati a (a) >'
intervalli di LO s. Poiché non c’è accelerazione orizzontale (^/^ = 0) il valore di Vj = (22.0 m/s, 63° dairori/.zontale)
non cambia durante il moto. Viceversa, diminuisce di 9.8 m/s ogni secondo.
I.a veltK-ilà iniziale si
(Questo è ciò che significa accelerare con a^ = -9.8 m/s^). Non c’è niente che scompone nelle
spinga il proiettile lungo la curva. Quando il corpo si muove, l’accelerazione com|K)nenti orizzontale e
verso il basso cambia il vettore velocità come mostrato in figura, con la punta verticale.
che si inclina sempre più verso il basso man mano che il moto procede. Alla fine
della traiettoria, quando la sfera è alla stessa altezza del punto di partenza, è = lO.O m/s
pari a -19.6 m/s, uguale al valore iniziale cambiato di segno. La palla finisce il
(I»
suo movimento con una velocità verso il basso che ha lo stesso valore in
Ui componente verticale
modulo della velocità di partenza verso l’alto, proprio come abbiamo visto della velocità diminui.sce
nel caso del moto unidimensionale di caduta libera nel Capitolo 2. di 9.8 ni/s ogni secondo.
Possiamo vedere dalla Figura 3.32 che il moto del proiettile è costituito da
due moti indipendenti: un moto uniforme a velocità costante nella direzione
orizzontale e un moto di caduta libera, uniformemente accelerato, nella dire­
zione verticale. 1 due moti .sono indipendenti, ma poiché si verificano contem­
poraneamente devono es.sere analizzati insieme, come vedremo più avanti.
Nel Capitolo 2, abbiamo visto le equazioni cinematiche per il moto a velocità
costante e ad accelerazione costante. Possiamo adattare queste equazioni al ca.so
corrente. Il moto orizzontale è un moto a velocità costante pari a (v^)., e il moto
verticale è un moto ad accelerazione costante con velocità iniziale (v ). e accele-
razione a = —g.
Riassumiamo e sintetizziamo tutto ciò che abbiamo imparato fino a questo
punto sul moto del proiettile, comprese le equazioni del Capitolo 2 per il moto I valori sono in m/s. Quando il corpo ritorna alla
sua altezza iniziale, \\ ha un
orizzontale e il moto verticale. Useremo questa informazione per risolvere valore opposto a quello
alcuni problemi nella prossima sezione. iniziale.

SIN TESI 3.1 Moto del proiettile


Le componenti orizzontale e verticale del moto del proiettile sono indipendenti, ma devono essere analizzate insieme.

Un corpo viene Dopo il lancio, il moto orizzontale è un moto imiforme.


lanciato in aria con
un angolo 0 rispetto La componente orizzontale della velocità iniziale
airori/./ontale. è la vel(x:ilà iniziale per il molo orizzontale.
............. accelerazione
(Vy)i =Vi.sin0 . . ^ y ò nulla.
* 0= 0

Dopo il lancio, :
il moto verticule :
è (li caduta libera. : Le equazioni cinematiche per il moto del proiettile sono quelle di un moto ad
accelerazione costante per la componente verticale e di un moto a velocità costante
La componente \ per la componente orizzontale:
verticale della velocità ’■ Il moto verticale è L’accelerazione II molo oriz/oniale è
iniziale è la velocità di caduta libera. di caduta libera, un moto uniforme.
iniziale per il molo ......... . ..
verticale.
(Vy)f= (Vy)i-gAf ■ (Vj)f = (v,)i = costante
Nel moto verso l’alto yf = yi + (v>)i JTf = Xi + (V^)i Af
o verso il basso
r accelerazione............
è la stes.sa, r/, = - fi- Moto Moto Le due equazioni sono collegale dall’intervallo di tempo A/,
verso l’alto verso il basso che ò lo stesso per i moli verticale e oriz/oniale.
PAUSA DI RIFLESSIONE 3.7 Una palla di 1(X) g rotola giù da un tavolo e atterra
a 2 m dalla base del tavolo. Una sfera di 200 g rotola giù dallo stesso tavolo alla
stessa velocità. A quale distanza atterra dalla base del tavolo?
A. < 1m B. 1 m
C. Tra 1 m e 2 m D. 2 m
E. Tra 2 m e 4 m F. 4 m

3.7 Moto del proiettile:


risoluzione dei problemi
Ora che abbiamo una buona idea di come funziona il moto del proiettile, pos­
siamo usare questa conoscenza per risolvere alcuni problemi sul moto a due
dimensioni.

ESEMPIO 3.11 Dock jum ping


Nello sport del dock jumping (gara canina di tuffi), i cani cor­ tocca l’acqua, cioè dopo un moto di caduta di 0.61 m. Siamo
rono a tutta velocità verso una piscina o altro specchio d’acqua essenzialmente interessati a sapere qual è la distanza percorsa
saltando dal bordo di un molo alto qualche decina di centime­ dal cane in orizzontale, ma per saperlo dobbiamo trovare l’in­
tri. Il vincitore è il cane che riesce a tuffarsi più lontano rispetto tervallo di tempo A/ in cui il cane resta in aria.
al bordo. Se un cane corre a 8.5 m/s (una velocità tipica per SOLUZIONE Inizieremo calcolando l’intervallo di tempo A/,
questo tipo di sport) saltando in orizzontale da un bordo dell’al­ cioè il tempo in cui il cane resta in aria. Questo tempo è determi­
tezza di 0.61 m (altezza standard) sull’acqua, quale distanza nato dal moto verticale, che è di caduta libera con una velocità
percorrerà il cane prima di toccare l’acqua? iniziale (v^j=0 m/s. Usiamo l’equazione della posizione verticale
IMPOSTAZIONE Iniziamo con una descrizione visiva della situa­ della Sintesi 3.1 per trovare l’intervallo di tempo:
zione nella f ig u r a 3.33. Abbiamo scelto di collocare l’origine del
yf = y,+ (v^)i A f-^ g(A /)^
sistema di coordinate alla base del molo. Il cane salta orizzontal­
mente, quindi le componenti iniziali della velocità sono (v^. = I
0 m = 0.61 m + (0 m/s)A/ - ^(9.8 m/s^)(A0^
8.5 m/s e (v^^ = 0 m/s. Possiamo trattare questa situazione come un
problema del moto del proiettile, quindi possiamo usare i dettagli e Rielaborando i termini per calcolare Ar, troviamo
le equazioni presentate nella Sintesi 3.1 di cui sopra.
Ar = 0.35s
Sappiamo che i moti orizzontale e verticale sono indipen­
denti. Il fatto che il cane stia cadendo verso l’acqua non influi­ Questo è il tempo, associato al moto verticale, impiegato dal
sce sul suo moto orizzontale. Quando il cane lascia la fine del cane per raggiungere l’acqua. Durante questo intervallo di
bordo, continuerà a muoversi orizzontalmente a 8.5 m/s. II tempo, il moto orizzontale del cane è un moto uniforme alla
moto verticale è di caduta libera. II salto finisce quando il cane velocità iniziale. Possiamo usare l’equazione della posizione
orizzontale con la velocità iniziale e Ar = 0.35 s per trovare la
FIGURA 3.33 Descrizione visiva dell'Esempio 3.11. distanza percorsa dal cane. Questa è la distanza che stiamo
y Dati cercando:
JC|= 0 m
(v^i = 0 m/s j;, = Xi + (v),Ar
/j = 0 s = 0 m + (8.5 m/s) (0.35 s) = 3.0 m
yj = 0.61 m, yf = 0 m
M i = Vi = 8.5 m/s
Il cane tocca l’acqua a 3.0 m dal bordo del molo.
Ox = 0 m/s^ VERIFICA La distanza di 3.0 m sembra ragionevole per un
ay = -g cane che effettua un salto da un’altezza di 61 cm dopo aver
Incognita preso la rincorsa. In effetti si tratta di una distanza tipica in
Xf questo tipo di competizioni canine.

NeirEsempio 3.11, il cane, dopo aver preso una bella rincorsa, si lancia in
acqua saltando orizzontalmente. Sarebbe possibile raggiungere distanze molto
maggiori se il cane effettuasse il salto con un angolo iniziale sopra l’orizzontale,
che darebbe una maggiore permanenza in aria. Un salto con un angolo iniziale
implica una velocità iniziale verticale. Anche in questo caso avremmo un moto
del proiettile e la strategia di risoluzione del problema sarebbe la stessa.
STRATEGIA DI RISOLUZIONE Problem i sui m oto del proiettile
D E I P R 0 B L E M I 3 . 1 ^

Possiamo risolvere i problemi sul moto del proiettile considerando i moti


orizzontale e verticale separatamente ma come problemi correlati.
IMPOSTAZIONE C’è un certo numero di passaggi che vanno affrontati per
impostare correttamente un problema sul moto del proiettile:
■ Effettuare ipotesi di semplificazione. Se il proiettile è un’automobile o
una palla da basket, il moto sarà lo stesso.
■ Tracciare una descrizione visiva comprendente una rappresentazione
figurata con i punti di inizio e di fine del moto.
■ Stabilire un sistema di riferimento con l’asse x orizzontale e l’asse y
verticale. In questo caso sappiamo che l’accelerazione orizzontale sa­
rà nulla e l’accelerazione verticale sarà l’accelerazione di gravità:
a^= 0 e a^ =
■ Definire i simboli e scrivere un elenco dei dati conosciuti. Identificare
che cosa il problema si prefigge di trovare.
SOLUZIONE Ci sono due sistemi di equazioni cinematiche per il moto del
proiettile, uno per la componente orizzontale e uno per la componente ver­
ticale:
()ri//oiitale Verticale

= -"fi + (vJi A/ yr=>'i + (v’>)i A/-^g(Af)^


= i^x)ì “ costante (Vy)f= (.Vy),-g At

At è lo stesso per le componenti orizzontale e verticale del moto. Tro­


viamo Af calcolando la componente verticale o la componente orizzon­
tale del moto; poi usiamo questo valore per completare la soluzione
dell’altra componente.
VERIFICA Verifichiamo che il nostro risultato abbia le unità giuste, che sia
ragionevole e che risponda alla domanda.

G ittata di un proiettile
Quanto lontano andrà un pallone lanciato da un quarterback in un campo da
football americano? Quale sarà la gittata, cioè la distanza orizzontale per­
corsa, di questo particolare moto del proiettile?

ESEMPIO 3.12 Verifica della fattibilità di un'acrobazia di H ollyw ood


1personaggi principali del film Speed si trovano su un autobus FIGURA 3.34 Descrizione visiva delTautobus che supera
sul quale è stata messa una bomba che esploderebbe se la velo­ con un salto Tinterruzione stradale.
cità scendesse sotto 80 km/h. L’autobus percorre un’autostrada
in costruzione, e ben presto l’autista deve affrontare un dram­
matico problema: in corrispondenza di un cavalcavia la strada
è interrotta mancando un tratto lungo 50 piedi (50 ft). Si decide
allora di far compiere un salto all’autobus. La strada che con­
duce all’interruzione ha una inclinazione di circa 5®. Uno
sguardo al tachimetro appena prima del salto mostra che l’au­
tobus sta viaggiando a 107 km/h. L’autobus effettua il salto e
atterra indenne dall’altra parte. Questa scena è realistica o può
accadere solo in un film?
IMPOSTAZIONE Iniziamo con il convertire la velocità e la
distanza in unità SI. La velocità iniziale è v^= 30 m/s e la lun­ Nello scegliere i nostri assi, abbiamo stabilito l’origine nel
ghezza dell’interruzione è L = 15 m. Seguendo quanto indicato punto in cui l’autobus inizia il salto. Il vettore velocità iniziale
nella Strategia di risoluzione dei problemi 3.1, eseguiamo un ha un’inclinazione di 5® sopra l’orizzontale, quindi le compo­
disegno, la descrizione visiva riportata della FIGURA 3.34, e nenti della velocità iniziale sono
scriviamo una lista di dati conosciuti. Continua
(vJi = VjCos^ = (30 m/s)(cos5°) = 30 m/s Nell’arco di tempo di 0.53 s in cui l’autobus si muove vertical­
mente, il veicolo si muove anche orizzontalmente. La posi­
(Vy)i = Visin 0 = (30 m/s)(sin5°) = 2.6 m/s
zione orizzontale finale dell’autobus è a: =jc. -f (v ).A/, ossia
Come individuiamo la "fine" del problema? Definendo y^=0 jCf = 0 m + (30 m/s)(().53 s) = 16 m
m, troveremo la distanza orizzontale alla quale l’autobus
ritorna alla sua altezza iniziale. Se x^è maggiore di 15 m, l’au­ Questa è la distanza percorsa dall’autobus orizzontalmente
tobus supera con successo l’interruzione. Abbiamo ottimistica­ quando toma alla sua altezza originale. 16 m è una distanza di
mente disegnato il nostro diagramma come se l’autobus poco superiore all’ampiezza dell’interruzione della strada,
effettuas.se il salto, ma... quindi un autobus che effettua un salto a partire da un piano
inclinato di 5®alla velocità indicata può farcela anche se di p(x:o!
SOLUZIONE La Strategia di risoluzione dei problemi 3.1 sug­
gerisce di usare una componente del moto per calcolare A/. VERIFICA Possiamo effettuare un controllo rapido delle no.stre
Inizieremo con il moto verticale. L’equazione cinematica per cifre notando che l’autobus effettua il salto e atterra alla stessa
la posizione verticale è altezza. Questo significa, come abbiamo visto nella Figura
3.32b, che la velocità all’atterraggio sarà pari al valore iniziale
yf = y, + (Vy)i Af - ^g(A/)^ cambiato di segno. Possiamo usare l’equazione della vekK'ità per
Sappiamo che = _y. = 0 m. Fattorizzando l’equazione della la componente verticale del moto per calcolare il valore finale e
posizione, abbiamo verificare che il valore della velocità finale sia quello prcvi.sto:
0 = A /((v ,)i-^ ^ A /) (V f =
Una soluzione di questa equaz.ione è A/ = 0 s. È una soluzione = (2.6 m/s) - (9.8 m/s^)(0.53 s) = -2.6 m/s
legittima, ma corrisponde all’i.stante in cui>' = 0 all’inizio della Durante le ripre.se del film, il regista ha fatto realmente effet­
traiettoria. Scegliamo la seconda soluzione, per v = 0 alla fine tuare il salto all’autobus! Il salto reale era un po’ più compli­
della traiettoria, cioè quando cato del nostro esempio perché un autobus reale, essendo un
corpo esteso anziché un punto materiale, inizia a ruotare non
0= (Vy)i - y ^ l = (2.6 m/s) - ^(9.8 m/s^) A/
appena la parte anteriore la.scia la rampa. Il salto acrobatico
che dà reale utilizzava una rampa aggiuntiva per dare maggiore spinta
2 X (2.6 m/s) alla parte anteriore dell’autobus. Tuttavia, il nostro esempio
Ar = ---- ------ r-^ = 0.53s mostra che i realizzatori del film avevano effettuato uno studio
9.8 m/s^
e ideato una situazione in cui la fisica era corretta.

FIGURA 3.35 Traiettorie di un L’E.scmpio 3.12 era un problema di gittata: per una data velocità e un dato
proiettile per diversi an goli di lancio, angolo, volevamo sapere a quale cli.stanza sarebbe atterrato l’autobus. La velocità
su p p o n e n d o che la resistenza dell'aria
e Fangolo sono le due variabili che determinano la gittata. Una velocità superiore
p o ssa essere trascurata.
significa ovviamente una gittata maggiore. Ma qual è la dipendenza dall’angolo?
y (m) Angoli di lancio ff c 90 0 La FIGURA 3.35 mostra la traiettoria che un proiettile lanciato con velocità
danno la stessa gittata. iniziale di 100 m/s seguirà per diversi angoli di lancio. Ad angoli molto piccoli
La gittata massima
si raggiunge o molto grandi, la gittata è abbastanza piccola. Se lanciamo una palla con un
per 0 - 45". angolo di 75°, questa raggiungerà una grande altezza, ma non percorrerà una
grande distanza in orizzontale. Se lanciamo una palla con un angolo di 15°, la
palla non resterà abba.stanza a lungo in aria per poter andare lontano. Entrambi
■V(m) questi casi hanno la stessa gittata, come mostra la Figura 3.35.
2(K) 4(K) 6(K) 8(K) KKK)
Se l’angolo è troppo piccolo o troppo grande, la gittata è più corta di quanto
'^1^0 = 100 m/s
potrebbe essere. II caso “perfetto” che dà la gittata massima con un atterraggio
In ogni caso rappresentalo la alla stessa altezza del punto di lancio è un lancio con un angolo iniziale di 45°,
vekK'ilà iniziale è la stessa. come mostra la Figura 3.35.
Nella realtà l’angolo ottimale può essere inferiore a 45° a causa della resi­
stenza dell’aria. Fino ad ora abbiamo ignorato questo effetto, ma per corpi
piccoli che viaggiano a velocità elevate, come ad esempio le palle da golf o da
baseball, la resistenza dell’aria è essenziale. Entrano in gioco in que.sto ca.so le
forze aerodinamiche, che possono provocare una deviazione della traiettoria di
un corpo da una parabola. La gittata massima per una palla da golf si ha con un
angolo di lancio molto inferiore a 45°, come sa bene chi gioca a golf”.

► Un salto molto lungo Un angolo di 45® fornisce la gittata massima per un


proiettile, quindi perché i saltatori in lungo effettuano il salto con un angolo
di stacco molto più piccolo? Due ipotesi che hanno portato a definire come
ottimale l’angolo di 45® non si applicano a questo caso. L’atleta cambia la
posizione delle gambe in aria e quindi l’altezza alla quale atterra non è la
stessa dello stacco. Inoltre, gli atleti non possono mantenere la stessa velocità
di stacco per diversi angoli e possono saltare con velocità maggiori ad angoli
più piccoli. Il guadagno associato alla velocità maggiore è più importante
dell’effetto legato all’angolo di stacco più piccolo.
PAUSA DI RIFLESSIONE 3.8 Un giocatore
di baseball si sta allenando alla battuta. Col­
pisce due lanci successivi a diversi angoli,
ma esattamente alla stessa velocità. La palla
1 e la palla 2 seguono il percorso indica­
to. Quale palla resta in aria per più tempo?
Supponiamo di poter trascurare la resisten­
za dell’aria.

A. Palla 1 B. Palla 2
C. Entrambe le palle restano in aria per lo stesso intervallo di tempo.

3.8 Moto in due dimensioni:


moto circolare
Può sembrare strano pensare che un corpo che si muove ad una velocità FIGURA 3.36 Vettori velocità e
costante possa accelerare, ma questo è esattamente ciò che un corpo con un accelerazione nel moto circolare.
moto circolare uniforme sta facendo. Sta accelerando perché la sua velocità La vekK'ilà r è sempre tangente alla
cambia in quanto la direzione del moto cambia. Qual è Paccelerazione in que­ circonl'eren/a e perpendicolare ad a in
tutti i punti.
sto caso? Abbiamo visto nella Sezione 3.2 che per il moto circolare a velocità
costante, il vettore accelerazione a punta verso il centro della circonferenza.
Questa è un’idea che vale la pena di approfondire. Come possiamo vedere
nella f ig u r a 3.36, la velocità è sempre tangente alla circonferenza, quindi v e 3
sono perpendicolari Puno rispetto all’altro in tutti i punti della circonferenza.
Un’accelerazione che punti .sempre direttamente verso il centro della cir­
conferenza è chiamata accelerazione centrìpeta. Il .significato etimologico
della parola “centripeta” è “dirigersi verso il centro”.
IZEUS ►L’accelerazione centripeta non è un nuovo tipo di accelerazione.
Stiamo semplicemente attribuendo un nome ad un’accelerazione che cor­
risponde ad un particolare tipo di moto. Il modulo dell’accelerazione cen­
tripeta è costante poiché ogni Av successivo nel diagramma del moto ha la
stes.sa lunghezza. <
Per completare la nostra descrizione del moto circolare, dobbiamo trovare
una relazione quantitativa tra il modulo dell’accelerazione a e la velocità v.
Torniamo al caso della ruota panoramica. Durante un intervallo di tempo A/ in
cui una navicella della ruota panoramica si muove sulla circonferenza dal
(lunto I al punto 2, la cabina si muove di un angolo e subisce uno spostamento
d, come mostrato nella f ig u r a 3.37a. Abbiamo .scelto un angolo relativamente
grande per il nostro di.segno in modo che le relazioni angolari possano essere
viste chiaramente, ma per un angolo piccolo lo spostamento è essenzialmente
identico alla reale distanza percorsa e nel seguito della dimostrazione adotte­
remo questa approssimazione.
La f ig u r a 3.37b mostra come cambia la velocità con il movimento delle
navicelle e la f ig u r a 3 . 3 7 c mo.stra il calcolo vettoriale del cambio di velocità. Il
triangolo che usiamo per effettuare questi calcoli è geometricamente simile a
quello relativo allo spostamento, come mostra la Figura 3.37c. Que.sta è un’in-

FIGURA 3.37 Variazione di posizione e di velocità di un corpo in moto circolare.


(c) La variazione di vekKMtà e Questo triangolo ò lo stesso
un vettore che punta verso il della lìgura a, ma ruotato.

muove dal punto I al punto 11 modulo della velocità ò costante,


2, lo spostamento è J. ma la direzione cambia.
88 CAPITOLO 3 Vettori e moto in due dimensioni

formazione chiave: ricorderemo dalla geometria che triangoli simili hanno i


lati corrispondenti in proporzione, pertanto possiamo scrivere
— = - (3.22)
V r
dove è il modulo del vettore differenza di velocità Av. Abbiamo usato la
velocità V senza indice per la lunghezza di un lato del primo triangolo poiché il
modulo delle velocità Vi e ?2 ^ uguale.
Ora siamo pronti per calcolare Paccelerazione. Lo spostamento è pari alla
velocità Vper Tintervallo di tempo A/, quindi possiamo scrivere
d = vA/
Possiamo sostituire d nell’Equazione 3.22 e ottenere
Av vAr

che possiamo anche rielaborare come


Av _ v^
A/ r
Riconosciamo la parte sinistra dell’equazione come la definizione dell’accele­
razione, quindi possiamo scrivere

a=—
r
Combinando questa ampiezza con la direzione che abbiamo indicato sopra,
possiamo scrivere l’accelerazione centripeta come

renza^ (3.23)
= ( —, verso il centro della circonferenza /

Accelerazione centripeta di un corpo che si muove su una circonferenz^j rei^bone


di raggio r alla velocità v quadratka

ESEMPIO CONCETTUALE 3.13 Accelerazione su un'altalena


Una bambina dondola su un’altalena. L’altalena si muove in un Che cosa può fare la bambina per aumentare la sua accelera­
arco di circonferenza intorno ad un punto centrale al quale è zione?
legata la corda che regge l’altalena. La velocità non cambia nel SPIEGAZIONE L’accelerazione sperimentata dalla bambina
punto più basso del moto, ma la direzione .sì. Questo è un moto è l’accelerazione associata al “cambio di direzione’’ del moto
circolare, con un’accelerazione diretta verso l’alto, come circolare, data dall’Equazione 3.23. L’accelerazione dipende
mostrato nella FIGURA 3.38. Una maggiore accelerazione signi­ dalla velocità e dal raggio della circonferenza. Il raggio della
fica un maggior divertimento. circonferenza è determinato dalla lunghezza della corda, quindi
FIGURA 3.38 Una bambina nel punto più basso del suo l’unico modo facile di cambiare l’accelerazione consiste nel
moto su un'altalena. cambiare la velocità, risultato che si può ottenere dondolando
più in alto. Poiché l’accelerazione è proporzionale al quadrato
della velocità, raddoppiare la velocità significa quadruplicare
l’accelerazione.
VERIFICA Chi è stato su un’altalena .sa che l’accelerazione che
si sperimenta è maggiore se si va più veloci, quindi la nostra
risposta ha un senso.

ESEMPIO 3.14 Accelerazione in curva


Le atlete che praticano lo effettuare una buona stima della velocità usando la distanza
short track a livello mon­ totale e il tempo, supponendo cioè una velocità costante in
diale possono percorrere modulo:
500 m in 45 s. Le maggiori 500 m
= 11 m/s
difficoltà della gara sono 45 s
le curve, che sono molto SOLUZIONE Possiamo usare questi valori per calcolare il
strette, con un raggio di modulo dell’accelerazione:
circa 11 m. Calcola il (llm/s)^ 2
modulo dell’accelerazione a = — =* —^— — = 11 m/s^
r 11 m
centripeta di una pattinatrice in curva.
VERIFICA Questa è un’accelerazione molto forte, di poco
IMPOSTAZIONE L’accelerazioiie centripeta dipende da due superiore a g, ma la foto mostra che le pattinatrici affrontano
quantità: il raggio della curva (in questo caso di circa 11 m) la curva molto inclinate, quindi un’accelerazione così grande
e la velocità. La velocità varia durante la corsa, ma possiamo .sembra ragionevole.
3.8 Moto in due dimensioni: moto circolare 89

L'argomento successivo: le forze


La cinematica, la descrizione matematica del moto, è un ambito appropriato
per iniziare il nostro studio della fisica poiché il moto è un fenomeno molto
visibile e familiare. Ma che cosa causa realmente il moto? Abbiamo notato che
le pattinatrici nell’esempio sopra indicato “affrontano la curva molto incli­
nate”; questa è un’affermazione sulle forze che agiscono su di loro, le forze che
causano l’accelerazione in curva. Nel prossimo capitolo, esploreremo la natura
delle forze e la loro connessione con il moto, acquisendo gli strumenti per
trattare una gamma maggiore di problemi.
PAUSA DI RIFLESSIONE 3.9 Quale fra i seguenti corpi ha la maggiore accele-
razione centripeta?

^2v

A. B.

ESEMPIO INTEGRATO 3.15 Prìm atiste m ondiali di salto B»


Le rane, con le loro zampe IMPOSTAZIONE 11 problema consiste di due parti: il salto in
lunghe e forti, sono ottime aria e Taccelerazione richiesta per effettuarlo. Dovremo prima
saltatrici. Grazie alla gara analizzare il salto, cioè il moto del proiettile, che ci darà la
annuale di salto delle rane velocità di stacco della rana e la distanza del salto. Una volta
della Contea di Cavelas, Cali­ conosciuta la velocità con cui la rana si stacca dal suolo,
fornia, in onore del racconto possiamo calcolare la sua accelerazione nella fa.se di spinta.
di Mark Twain, abbiamo Iniziamo con una descrizione visiva delle due parti, come illu­
ottimi dati che ci permettono strato nella f ig u r a 3 .3 9 . Notiamo che la seconda parte del pro­
di sapere quanto può essere lungo il salto di una rana. L’at­ blema usa un asse x diverso, inclinato come in precedenza per
tuale detentrice del record è Rosie, una rana toro che ha com­ il moto su un piano inclinato.
piuto un salto di 6.5 m dal punto di partenza. Per confronto il SOLUZIONE La parte di “volo in aria” mostrata nella Figura
record mondiale umano di salto in lungo da fermo è di soli 3.39a è un moto del proiettile. La rana effettua lo stacco ad un
3.73 m! angolo di 30° con una velocità v.. Le componenti x c y della
1 dati tipici per un buon salto effettuato da una rana toro velocità iniziale sono
sono i seguenti: la rana si accovaccia, poi estende rapidamente (v^)j = cos 30°
le zampe per 15 cm per effettuare il salto, lasciando il terreno (v^, = V, sin 30°
ad un angolo di 30° dalTorizzontale. Resta in aria per 0.68 s 11 moto verticale può essere analizzato come abbiamo fatto
prima di atterrare alla stessa altezza da cui è decollata. Dato nell’Esempio 3.12. L’equazione cinematica da usare è
questo salto, qual è l’accelerazione mentre la rana effettua lo
stacco? Quanto è lungo il salto della rana? yf = y, + (v^)jA/ + |a/A0^

FIGURA 3.39 Descrizione visiva del salto di una rana.


(a) Fase del salto in aria (b) Fase della spinta

Pati Incognite-
X.1^0 ryi^L - <7 -éi ■ OS (viy-
= <7m. A i =* 0.63 6
6=^30^ La vckK'ità iniziale per
da ** -9.3 fYì/S^ la fase in aria del salto « O./Sm
è la velocità finale di
stacco dal suolo. Continua
Sappiamo che yf = = 0, quindi la formula precedente si Figura 3.39b. Abbiamo disegnato l’asse x lungo la direzione
riduce a del moto, come abbiamo fatto per i problemi del moto su un
(v>.)i = = -^ (“ 9.8 m/s2)(0.68 s) = 3.3 m/s
piano inclinato. Conosciamo lo spostamento Ax durante l’ap­
proccio al salto, ma non il tempo, quindi possiamo utilizzare la
Conosciamo la componente y della velocità e l’angolo iniziale, terza equazione della Sintesi 2.1 :
quindi possiamo trovare il modulo della velocità e la sua com­
ponente x: (v.,)f^ = + 2a,Ax
(V i 3.3 m/s , La velocità iniziale è zero, la velocità finale è (v^)^ = 6.6 m/s, e
lo spostamento è la distensione di 15 cm (oppure 0.15 m) delle
(v^)i = VjCos30° = (6.6 m/s)cos30° = 5.7 m/s zampe durante la preparazione al salto. Quindi l’accelerazione
della rana durante la spinta per il salto è
11 moto orizzontale è un moto uniforme, quindi la posizione
(vjf^ (6.6 mJsf 2
orizzontale della rana quando atterra è Ux = T-— = ^---- = 150 m/s^
^ 2^x 2(0.15 m)
jCf = jCi + (v^)i A/ = 0 -f (5.7 m/s)(0.68 s) = 3.9 m
VERIFICA Un salto di 3.9 m è più di quanto un umano possa
Questa è la lunghezza del salto. raggiungere, ma è meno del record per una rana, quindi il
Ora che sappiamo la velocità della rana quando spicca il risultato finale della distanza sembra ragionevole. Un salto
salto, possiamo calcolare l’accelerazione necessaria per pro­ così lungo richiede una grande accelerazione durante la fase di
durre questo salto, la parte di "stacco dal suolo" mostrata nella spinta, ed è ciò che abbiamo trovato.
Obiettivo: imparare di più sui vettori e utilizzarli come uno strumento per analizzare il moto in due dimensioni.

PRINCIPI GENERALI ^
Moto del proiettile Moto circolare
Un proiettile è un corpo che si II moto può essere scomposto in due Un corpo che si muove su
muove nelTaria sotto Tesclusi- direzioni: una circonferenza a veloci- ^
va influenza della gravità. tà costante ha una velocità
1. Moto verticale con accelerazione di che cambia costantemente
La traiettoria del moto è una gravità, direzione e quindi subi.sce
parabola. un’accelerazione:
2. Moto orizzontale con velocità
costante • La velocità è tangente
alla traiettoria circolare.
• L’accelerazione punta
verso il centro della
circonferenza e ha un
modulo
v2
a=—
r
CONCETTI IMPORTANTI ^
Vettori e componenti Il vettore accelerazione
Un vettore può essere scomposto 11 segno delle componenti di­ Definiamo il vettore accelerazione come
nelle componenti jc e y. pende dalla direzione e verso del
vettore: r1 = -
tf-fi ^ ~Kt
Troviamo il vettore accelerazione su un diagramma
Ar>0 del moto nel modo seguente:
I pumi mt)strano le posizioni a
intervalli di tempo uguali.^

A ,> 0 I vettori velocità


Direzione c verso di A vanno da un
0 = lm-\Ay/A,) /t, < 0, A ,> 0 punto a un altro.

Il modulo, la direzione e il verso Il vettore accelerazione


punta nella direzJone
di un vettore possono essere c verso di Ar.
espressi tramite le sue compo­ Ay<o A ,< 0
nenti. dilTerenz.a rK*i vettori vekKjità
si trova sommando (-v,) a Vf.
APPLICAZIONI k
Moto relativo Moto su un piano inclinato
Le velocità possono a = automobile, Un corpo che si muove verso il basso su un piano inclinato
essere espresse relativa­ c = corridore, accelera parallelamente al piano inclinato:
mente a un osservatore. s = suolo
a^=±g sin0
Possiamo sommare velo­ 15 m/s
Automobile
cità relative per conver­ 11 segno dipende dalla direzione di inclinazione del piano.
tirle nel punto di vista di , 5 m/s
un altro osservatore. Corridore

La velocità deH’automobilc
rispetto al corridore è
(v ) =(v)
' x 'tc ' i ' bs
+(v)
' x' k
La difficoltà del problema è indicata con I (facile) fino a Hil (molto difficile). I problemi contrassegnati come INT integrano in maniera
significativa concetti esposti nei capitoli precedenti; i problemi contrassegnati con BK) sono di interesse medico o biologico.

D O M A N D E

D o m a n d e concettuali rampa, invertono la direzione e scendono di nuovo tornando


indietro. In ciascuno dei .segmenti seguenti del moto, in
1. a. Può un vettore avere un modulo non nullo se una compo­ quale direzione e verso punta il vettore accelerazione?
nente è zero? Se no, perché no? Se sì, fornisci un esempio, a. Quando le vetture risalgono la rampa.
b. Può un vettore avere un modulo pari a zero e una com­ b. Alla .sommità della rampa.
ponente non nulla? Se no, perché no? Se sì, fornisci un c. Quando le vetture ridiscendono la rampa tornando indie­
esempio. tro.
2. È possibile sommare uno scalare a un vettore? Se sì, dimo­ 13. Esistono competizioni in cui i piloti guidano piccoli aero­
stralo. Se no, spiega il perché. plani a bassa quota su un terreno di gara e lasciano cadere
3. Supponi che due vettori abbiamo moduli diversi. Può la dei pesi cercando di colpire un bersaglio. Un pilota che vola
loro somma essere 0 ? Spiega il perché. a bassa quota e a bassa velocità lascia cadere un peso; nei
4. Supponi C = À + B 2.0 s che occorrono al peso per toccare il suolo, questo per­
a. In quali circostanze C = A + B‘ì corre una distanza orizzontale di 1(K) m. Successivamente
b. Può essere C = A —B1 Se sì, come? Se no, perché no? il pilota effettua una corsa alla stessa altezza, ma al doppio
5. F^er un proiettile, quali delle seguenti grandezze sono della velocità. Quanto tempo occorre al peso per toccare il
costanti durante il volo: x, y, v^, v, a^, a^? Quali di queste suolo? Quale distanza percorre prima di atterrare?
grandezze sono zero durante il volo? 14. Un ciclista percorre una pista circolare a velocità co.stante.
6. Un giocatore di baseball lancia una palla ad un angolo di Considera la seguente affermazione: “Poiché la velocità
40'' rispetto al terreno di gioco. La palla atterra sul terreno del ciclista in modulo è costante, la sua accelerazione è pari
ad una certa distanza. a zero.” È giusta o sbagliata? Spiega il perché.
a. C’è un punto sulla traiettoria in cui e a sono paralleli 15. Stai percorrendo in bicicletta una pista circolare a velocità
fra loro? Se sì, dove? costante. 11 modulo della tua accelerazione cambia? La
b. C’è un punto in cui v t u sono perpendicolari fra loro? Se direzione e il verso cambiano?
sì, dove? 16. Un aeroplano ha ricevuto istruzioni di seguire una rotta
7. Un’atleta che esegue un salto circolare d’attesa in senso orario, rispetto ad una visione
in lungo cerca di raggiungere dall’alto, ad una velocità costante in attesa di poter atter­
la massima distanza dal punto rare. Quando l’aereo va verso nord, sta accelerando? Se sì,
di stacco dal suolo al primo in quale direzione e verso punta il vettore accelerazione?
punto di atterraggio. Dopo Se no, perché no?
il salto, anziché atterrare in 17. Quando giri l’angolo con la tua macchina, la macchina segue
verticale, l’atleta estende le una traiettoria che è un arco di circonferenza. Per svoltare
gambe in avanti, come nella in mexio sicuro, dovresti mantenere l’accelerazione della tua
foto. Come incide questo macchina al di sotto di un limite di sicurezza. Se vuoi effet­
movimento sulla sua pernia- ^ tuare una curva più “stretta”, cioè girare seguendo un arco
nenza in aria? Come questo movimento determina un salto di circonferenza con un raggio più piccolo, come dovresti
più lungo? regolare la tua velcx:ità? Spiega il perché.
8. Una persona che cerca di lanciare una palla il più lontano
possibile correrà in avanti durante il lancio. Spiega perché
questo incrementa la distanza del lancio. D o m a n d e a scelta m u ltipla
9. Nel calciare un pallone, a quale angolo dovresti colpirlo per
ottenere la massima gittata, ossia per raggiungere la massima 18. Il Quale combinazione dei vettori mostrati nella Ingura
distanza nel campo? A quale angolo rispetto al terreno dovre­ D3.18 ha il modulo maggiore?
sti calciarlo per ottenere la massima p>ermanenza in aria? A. À ^ B v e
10. Un passeggero su un jet afferma di essere in grado di cam­ IL ^ + A - C /A
minare a una velocità di oltre 8(X) km/li. Questa afferma­ C. A - B + C
zione può essere vera? Spiega il perché. D. B - A - C FIGURA D3.18
11. In un comprensorio sciistico, la pista per principianti è 19. Il Considera i due vettori mostrati nella Figura D3.19.
quella con la minore pendenza. Usa il concetto di accelera­ Quale combinazione punta direttamente verso sinistra?
zione su un piano inclinato per spiegare perché è così. A. P + 0
12. In un’attrazione del luna park, delle vetture che viaggiano Pj
ad alta velocità improvvisamente si arrampicano su una C. Q - P ^
lunga e ripida rampa. Una volta arrivate alla .sommità della D. - Q - P FIGURA D3.19
20. I II pedale delTacceleratore in un’automobile consente di 24. 1 Un cannone spara con un’elevazione di 40® contro
produrre un’accelerazione. Quali altri comandi del veicolo un muro a 300 m di distanza in linea orizzontale, come
possono essere utilizzati per produrre un’accelerazione? mostrato nella Figura D3.24. La velocità iniziale della
A. I freni. B. II volante. palla di cannone è di 89 m/s.
C. Il cambio. D. Tutti i comandi sopra indicati. a. Quanto tempo impiega la palla per colpire il muro?
21. I Un’automobile viaggia a velocità costante lungo il per­ A. 1.3s B. 3.3s C. 4.4s
corso curvilineo mostrato nella Figura D3.21. Nella figura D. 6.8s E. 7.2s
sono mostrati anche cinque possibili vettori. La lettera b. A quale altezza h la palla colpisce il muro?
E rappresenta il vettore nullo. Quale vettore rappresenta A. 39 m B. 47 m C. 74 m
meglio D. 160m E. 210 m
a. La velocità del veicolo nella posizione 1?
b. L’accelerazione del veicolo nella posizione 1?
c. La velocità del veicolo nella posizione 2?
d. L’accelerazione del veicolo nella posizione 2?
e. La velocità del veicolo nella posizione 3?
f. L’accelerazione del veicolo nella posizione 3?

300 m
FIGURA D3.24

25. 1 Un’automobile salta orizzontalmente da una scogliera


alta 73 m ad una velocità di 27 m/s. Trascura la resistenza
dell’aria.
a. Quanto tempo impiega l’automobile per toccare il suolo?
A. 2.0s B. 3.2s C. 3.9s
D. 4.9 s E. 5.0 s
22. 1 Una palla viene lanciata da un cannone nel punto 1 e b. Approssimativamente a quale distanza dalla base della sco­
segue la traiettoria mostrata nella Figura D3.22. La resi­ gliera atterrerà l’automobile?
stenza deH’aria può essere trascurata. Nella figura sono A. 75m B. 90m C. I(K)m
mostrati anche cinque possibili vettori. La lettera E rappre­ D. 170m E. 280m
senta il vettore nullo. Quale vettore rappresenta meglio 26. 1 Un pallone da calcio viene calciato con un angolo di 30°
a. La velocità della palla nella posizione 2? e una velocità di 20 m/s. Con l’approssimazione di 1 s,
b. L’accelerazione della palla nella posizione 2? quanti secondi resterà in aria la palla?
c. La velocità della palla nella posizione 3? A.l s B. 2s
d. L’accelerazione della palla nella posizione 3? C.3s D. 4s
27.1 Un pallone da calcio viene calciato con un angolo di 30°
e una velocità di 20 m/s. Con l’approssimazione di 5 m,
quale distanza percorrerà la palla?
A. 15m B. 25 m
C. 35 m D. 45 m
28. 1 I passeggeri di una ruota panoramica si muovono su una
traiettoria circolare con una velocità di 4.0 m/s. Mentre
girano sperimentano un’accelerazione centripeta di 2.0 m/
FIGURA D3.22
s^. Qual è il diametro di questa particolare ruota panora­
23. 1 Una palla lanciata con un angolo iniziale di 37.0° e alla mica?
velocità iniziale di 23.0 m/s raggiunge un’altezza massima A. 4.0 m B. 6.0 m C. 8.0 m
/i, come mostrato nella Figura D3.23. Con quale velocità D. 16 m E. 24 m
iniziale dev’essere lanciata una palla verticalmente per rag­ 29. 1 Le automobili di Formula Uno sono in grado di produrre
giungere la stessa altezza massima fil accelerazioni notevoli, in fase di aumento o di diminuzione
A. 13.8 m/s B. 17.3 m/s di velocità o durante le curve. In un tratto di una pista le
C. 18.4 m/s D. 23.0 m/s automobili affrontano una curva che è un arco di circonfe­
renza di raggio 95 m alla velocità di 68 m/s. Qual è appros­
simativamente il modulo dell’accelerazione centripeta, in
23.0 h unità di g?
A.lg B. 2g C. 3g
D.4g E. 5g
FIGURA D3.23
P R O B L E M I
Sezione 3.1 Uso dei vettori 12. Il Traccia ciascuno dei seguenti vettori, poi trova le loro
1. Il Traccia i vettori della Figura componenti x e y.
a. d = (2.0 km, 30° a sinistra dell’asse delle y positive)
P3.I su un foglio. Poi usa i metodi
b. V = (5.0 cm/s, direzione delle x negative)
grafici per tracciare i vettori (a)
c. J = ( IO m/s^ 40" a sinistra dell’asse delle y negative)
À B c (b) À —B.
13. I Ciascuno dei seguenti vettori ò dato in funzione delle sue
F IG U R A P3.1 componenti .ve y. Traccia il vettore, indica con una lettera
2. Ili Traccia i vettori della Figura
l’angolo che specifica la direzione del vettore, poi trova il
P3.2 su un foglio. Poi usa ^
modulo e la direzione del vettore.
metodi grafici per tracciare
a. VX = 20 m/s, y = 40 m/s
vettori (a) A -b B c (b) À - B. f ig u r a P3.2
b. aX = 2.0 m/s^ ay = -6.0 m/s’
14. I Ciascuno dei seguenti vettori ò dato in funzione delle sue
Sezione 3.2 Uso dei vettori nei diagrammi del moto componenti x e y. Traccia il vettore, indica con una lettera
l'angolo che specifica la direzione del vettore, poi trova il
3. I Un’automobile affronta una curva percorrendo un arco
modulo e la direzione del vettore.
di circonferenza a velocità costante. Traccia un diagramma
a. v^= IO m/s, v. = 30 m/s
del moto comprendente le posizioni, i vettori velocità e i
b. aX = 20 m/s% aV = 10 m/s’
vettori accelerazione.
15. Il Uno studioso di fauna selvatica sta seguendo
4. mi La Figura 3.10 mostrava il diagramma del moto per un uno stormo di oche. Le oche volano per 4.0 km verso
passeggero di una ruota panoramica che girava a velocità
ovest, poi deviano verso nord di 40" e volano per altri
costante. L’inserto nella figura mostrava come trovare il
4 km. A quale distanza ad ovest si trovano rispetto alla
vettore accelerazione nel punto più a destra. Usa un'analisi
loro posizione iniziale? Qual ò il modulo del loro spo­
simile per trovare il vettore accelerazione del passeggero
stamento?
nella posizione più a sinistra del diagramma del moto, poi
in una delle posizioni più in alto e in una delle posizioni più
in basso. Usa un righello in modo che l’analisi sia precisa. Sezione 3.4 Moto su un piano inclinato
16. IH Inizi una discesa con gli sci su una pista con una pen­
Sezione 3.3 Sistemi di riferimento e componenti dei vettori denza di 15°. Trascurando l’attrito e la resistenza dell’aria,
con quale velocità ti muoverai dopo IO s?
5. Il Un vettore posizione di modulo 10 m punta verso destra
17. m i Un’automobile che viaggia a 30 m/s resta senza benzina
e verso l’alto. La sua componente x è 6.0 m. Qual ò il
mentre sta salendo su una strada con una pendenza di 5.0°.
valore della sua componente y?
Quale distanza percorrerà per inerzia prima di iniziare a
6. Ili Un vettore velocità con un’inclinazione positiva di 40"
muoversi all'indietro?
rispetto all’asse x ha una componente y di 10 m/s. Qual è il
18. Il Nel Soapbox Derby,
valore della sua componente a?
i giovani partecipanti
7. Il Jack e Jill risalgono correndo una collina a 3.0 m/s. La
costruiscono automobili
componente orizzontale del vettore velocità di Jill è di 2.5
senza motore con ruote
m/s.
a bassissimo attrito. Le
a. Qual è l’inclinazione del pendio della collina?
automobili gareggiano P
b. Qual è la componente verticale della velocità di Jill?
percorrendo una strada in ■
8. I Josh sta scalando un
discesa. La pista Derby Downs ad Akron (Ohio), che ospita
pendio inclinato di 34°,
i campionati nazionali, inizia con un tratto di I6.8 metri
muovendosi costantemente
con una pendenza di 13° sotto Torizzontale.
a 0.75 m/s sul terreno.
a. Qual è la massima accelerazione possibile per un’auto­
Quanti metri guadagna in
mobile che si muove lungo questo tratto di pista?
elevazione in un minuto di
b. Se un’automobile parte da ferma e subisce questa acce­
scalata?
lerazione per tutto il tratto di 16.8 m, quale sarà la sua
9. Il Un cannone inclinato di 30" spara una palla di cannone
velocità finale in m/s?
alla velocità di 100 m/s. All’istante iniziale, qual è la com­
19. Ili Un pianoforte è stato spinto alla sommità di una rampa
ponente della velocità della palla di cannone parallela al
posta sul retro di un furgone. I trasportatori pensano che
suolo?
il pianoforte sia al sicuro, ma non appena si allontanano
10.11 a. Quali sono le componenti .Ve y del
lo strumento inizia a ridiscendere la rampa. Se il retro del
vettore E della Figura P3.10 in fun­
furgone si trova ad un’altezza di 1.0 m dal suolo e la rampa
zione dell’angolo 0 e del modulo E!
ha una pendenza di 20", ijuanto tempo hanno i trasportatori
b. Per lo stesso vettore, quali sono per raggiungere il piano prima che raggiunga il fondo della
le componenti a e y in funzione
rampa?
dell'angolo cf) e del modulo E?
20. Il Un’automobile svolta nel vialetto d’acces.so di un’abi­
11.1 Traccia cia.scuno dei seguenti vettori, F IG U R A P 3 .1 0
tazione e affronta una salita con una inclinazione di 9.0°.
poi trova le loro componenti x e y.
L’automobile si muove a 6.5 m/s. Se il guidatore lascia
a. d = ( 1(K) m, 45° sotto l’asse delle .v positive) andare l’automobile per inerzia, quanta distanza percor­
b. V= (300 m/s, 20" sopra l’asse delle x positive) rerà l’automobile prima di fermarsi e iniziare a tornare
c. (1= (5.0 m/s^ direzione delle y negative) indietro?
Sezione 3.5 Moti relativi a. Quanto tempo impiega la palla per toccare il suolo?
b. A quale distanza del punto situato direttamente al di
21.1 Anita sta correndo verso destra a 5 m/s, come mostrato
sotto del bordo della panca atterrerà la palla?
nella Figura P3.21. Gli amici presenti sul campo tirano
29. Il Una conduttura scarica le acque piovane in un ruscello.
verso di lei le palle 1 e 2 ad una velocità di 10 m/s. Dal
L’acqua scorre orizzontalmente e fuoriesce dalla condut­
punto di vista di Anita qual è la velocità di ciascuna palla?
tura a 1.5 m/s e restremità della conduttura si trova a 2.5
m al di sopra del ruscello. A quale distanza dall’estremità
IO m/s della conduttura si trova il punto in cui l'acqua che pro­
<2) viene dalla conduttura incontra il ruscello?
30. Il In un giorno in cui le acque scorrono relativamente tran­
' 5 m/s quille, il fiume Niagara si muove orizzontalmente a 4.5 m/s
prima di effettuare il salto delle Cascate del Niagara. Dopo
aver valicato il bordo roccioso, l’acqua effettua un salto
di 53 m nelle acque sottostanti. Se ignoriamo la resistenza
22. 11 Un aereo viaggia alla velocità relativa di 880 kni/li
dell’aria, quanto tempo impiega l’acqua per andare dalla
rispetto alFaria. Sta volando verso ovest da Denver, Colo­
cima alla base della cascata? Quale distanza percorre l’ac­
rado, a Reno, Nevada, per una distanza di 1200 km, e per­
qua orizzontalmente in questo arco di tempo?
correrà la rotta inversa al ritorno. Un vento a 90 km/h soffia
31.1 Due sfere vengono lanciate orizzontalmente da un tavolo
costantemente verso est. Qual è la differenza di tempo di
alto LO m. La sfera A viene lanciata con una velocità ini­
volo tra le due tratte del viaggio?
ziale di 5.0 m/s. La sfera B viene lanciata con una velocità
23 1 Anita sta correndo verso destra a 5 m/s, come mostrato
iniziale di 2.5 m/s.
nella Figura P3.23. Le palle 1e 2 vengono tirate verso di lei
a. Quali sono i tempi impiegati da ciascuna sfera per arri­
da alcuni amici che si trovano sul terreno. Secondo Anita,
vare al suolo?
entrambe le palle si avvicinano a lei a 10 m/s. Secondo i
b. Quali sono le distanze che ciascuna sfera percorre dal
suoi amici, con quale velocità sono state lanciate le palle?
bordo del tavolo?
32. Ili Un fucile viene puntato orizzontalmente verso un bersa­
glio posto a 50 m di distanza. Il proiettile colpisce il bersa­
-0 glio 2.0 CITI al di sotto del punto di mira.
a. Qual è il tempo di volo del proiettile?
• 5 m/s b. Qual è la velocità del proiettile quando lascia la canna
del fucile?
33. Ili Un canguro grigio può saltare lungo una striscia pianeg-
BK) giantc di terreno con salti di 10 m di lunghezza dal punto
24. Il La pioggia sta cadendo verticalmente a 12 m/s quando
di stacco dal terreno. Se il canguro lascia il terreno con un
improvvisamente il vento inizia a soffiare orizzontalmente
angolo di 20°, quali sono (a) la sua velocità di stacco e (b)
ad una velocità di 4.0 m/s. Dal tuo punto di vista, la piog­
la sua velocità orizzontale?
gia ora scende con un angolo rispetto alla verticale. Qual è
34. Ili Nella missione lunare Apollo 14, l’astronauta Alan She-
l’angolo?
pard colpì una palla da golf con una mazza improvvisata.
25. mi Una barca impiega 3.0 h per percorrere 30 km lungo il
L’accelerazione di gravità sulla Luna è 1/6 del suo valore
fiume verso valle, poi 5.0 lì per tornare. A quale velocità
sulla Terra. Supponiamo che abbia colpito la palla con una
scorre il fiume?
velcK'ità di 25 m/s e un angolo di 30° sopra l’orizzontale.
26. Il Per passare il tempo di attesa all’aeroporto, due bambini
a. Calcola il tempo di volo della palla.
decidono di correre da un’estremità del tapis roulant lungo
b. Calcola la distanza percorsa.
20 m all’altra e di tornare indietro. Philip corre sul tapis
c. Trascurando la resistenza deU’aria, quanto è andata più
roulant a 2.0 m/s (relativamente al moto del tapis roulant).
lontano la palla sulla Luna rispetto alla distanza che
Renee corre sul suolo del corridoio parallelo a 2.0 m/s. Il
avrebbe percorso sulla Terra?
tapis roulant si muove a 1.5 m/s relativamente al suolo,
35. Il Un irrigatore montato sul terreno produce un getto d’ac­
f^itrambi invertono il moto senza perdita di tempo né di
qua con un angolo di 30° sopra l’orizzontale. L’acqua
velocità.
fuoriesce dall’ugello con una velocità di 12 m/s. Quale
a. Chi vince la corsa?
distanza percorre l’acqua prima di colpire il terreno?
b. Quale vantaggio di tempo ha il vincitore?
36. Il Un buon quarterback può lanciare una palla a 27 m/s. Se
supponiamo che la palla sia afferrata ad un’altezza uguale
Sezione 3.6 Moto in due dimensioni: moto del proiettile a quella a cui è stata lanciata, e se trascuriamo la resistenza
dell’aria, qual è la distanza massima in metri di un passag­
Sezione 3.7 Moto del proiettile: risoluzione dei problemi
gio effettuato a questa velocità? Quanto tempo resta in volo
27. Ili Una palla viene lanciata orizzontalmente da un edificio la palla?
alto 20 m con una velocità di 5.0 m/s.
a. Esegui uno schizzo della traiettoria della palla.
Sezione 3.8 Moto in due dimensioni: moto circolare
b. Traccia un grafico di la velocità orizzontale, in fun­
zione del tempo. Includi le unità per entrambi gli assi. 37. I I levrieri da corsa sono in grado di curvare ad altissime
c. Traccia un grafico di v^, la velocità verticale, in funzione HO velocità. Una tipica pista da levrieri comporta curve
del tempo. Includi le unità per entrambi gli assi. che sono dei semicerchi di 45 m di diametro. Un levriero
d. A quale distanza dalla base dciredificio la palla tcK'ca terra? può affrontare queste curve ad una velocità costante
28. Il Una palla con una velocità orizzontale di 1.25 m/s rotola di 15 m/s. Qual è la sua accelerazione in m/s^ e in
giù da una panca a 1.00 m dal suolo. unità di gì
36 CAPITOLO 3 Vettori e moto in due dimensioni

38. Il Per resistere ad accelerazioni fino a 10 g causate da improv- 48. Il Siano 4 = (3.0 m, 20° a sud di est), B = (2.0 m, nord) e
BK) vise picchiate, i piloti di jet da combattimento si allenano in C = (5.0 m, 70° a sud di ovest)
una macchina chiamata “centrifuga umana”. 10 g equival­ a. Usando un sistema di riferimento con l’asse a diretto
gono ad un'accelerazione di 98 m/s’. Se la lunghezza del verso est, traccia i vettori 4, 5 e C a partire dall’origine.
braccio della centrifuga è di 12 m, a quale velocità si muove b. Calcola le componenti a e y dei vettori A, B cC
un passeggero sottoposto ad un'accelerazione di 10 g? c. Calcola modulo, direzione e verso del vettore
39. I La Scion iQ è un’automobile compatta in grado di effet­ D = 4 + /I + C.
tuare curve molto strette e di girare intorno ad un circuito 49. Il Una tipica rampa di scale è inclinata di 38°. Saliamo la
circolare di 8.0 m di diametro. Se un conducente affronta rampa di scale alla velocità di 3.5 m/s.
tale circuito a una velocità costante di 5 m/s, qual è il a. Quale quota raggiungiamo in 2.0 s?
modulo della sua accelerazione? b. Quale distanza orizzontale percorriamo in 2.0 s?
40. Il In una rotatoria, le automobili percorrono una cir­ 50. Ili Un pilota di un piccolo aereo incontra correnti d’aria
conferenza di 25 m di diametro. Se gli pneumatici di variabili. Vola 26.0 km verso nord-est, poi 45.0 km verso
un'automobile sbandano quando l’automobile subisce nord. Da que.sto punto, vola per un tratto aggiuntivo verso
un’accelerazione centripeta maggiore di 0.60 g, qual è la una direzione ignota, per ritrovarsi su una piccola pista
massima velocità dell’automobile nella rotatoria? d’atterraggio che la mappa mostra a 70.0 km direttamente a
41. Il Un corpo percorre una circonferenza con un’accelera­ nord rispetto al punto di partenza. Quali erano la lunghezza
zione centripeta a = 8.0 m/s^. Qual è il valore di a se c la direzione del terzo tratto di volo?
a. 11 raggio della circonferenza è raddoppiato senza cam­ 51. Il Un piccolo aereo, a 1(X) km a sud dell’equatore, vola a 150
biare la velocità del corpo? km/li rispetto al suolo lungo una linea retta 30° a ovest rispetto
b. La velocità è raddoppiata senza cambiare il raggio della al nord. In quanti minuti l’aereo attraversa l’equatore?
circonferenza? 52. Il 11 batterio Eschehchia coli (o E. coli) è un organismo
42. Il Le rampe d’acce.sso e BIO unicellulare che vive nell’intestino di esseri umani e ani­
d’uscita delle autostrade mali sani. Quando crescono in un ambiente ricco di sali
sono spesso tratti di strada e di amminoacidi, questi batteri nuotano a zig zag ad una
circolari. Se percorriamo velocità costante di 20 pm/s. La Figura P3.52 illustra la
uno di questi tratti a velo­ traiettoria di un E. coli che si muove dal punto A al punto
cità costante, avremo E. Ciascun segmento del moto può essere identificato da
un’accelerazione costante. due lettere, come il segmento BC.
Supponi di guidare su una rampa d’accesso a vekxjità mode­ a. Per ciascuno dei quattro segmenti della traiettoria del
rata e che la tua accelerazione sia di 3.0 m/s‘. Quanto varrà batterio, calcola le componenti a e y del suo spostamento
l’accelerazione se raddoppi la tua vekx;ità? e della sua velocità.
43. Il Un falco pellegrino che si muove in piccole circonfe- b. Calcola la distanza totale percorsa e il modulo dello spo­
BIO renze può raggiungere un’accelerazione centripeta pari a stamento totale per l’intero molo.
1.5 volte l’accelerazione di caduta libera. Se il falco vola a c. Calcola modulo, direzione e verso della velocità media
20 m/s, qual è il raggio della circonferenza? del batterio per l’intero tragitto.
>’(Atm)
P roblem i generali
44. I Consideriamo l’operazione C = A B dove il vettore A
ha componenti 4^ = 5, 4 = 2 e il vettore B ha componenti
/i = - 3 , // =-5."
a. Quanto valgono le componenti a*e v del vettore Dì X (mm)
b. Disegna un sistema di c(X)rdinate e traccia i vettori A,BtC .
c. Calcola modulo, direzione e verso del vettore C.
45. I Consideriamo l’operazione D = A —B dove il vettore 4
ha componenti 4^ = 5, 4^. = 2 e il vettore B ha componenti
X= -3 , y?y=-5." ^
a. Quanto valgono le componenti a e y del vettore D‘!
b. Disegna un sistema di c(X)rdinate c traccia i vettori 4 , B e D.
c. Calcola modulo, direzione e verso del vettore D. 53. mi Uno sciatore che scia a una vekx:ità di 3.0 m/s affronta
46. Il Consideriamo l’operazione E = 24 + 3B dove il vettore improvvisamente una disce.sa con pendenza di 10°, raggiun­
4 ha componenti 4^ = 5,4^ = 2 e il vettore B ha componenti gendo una vekx:ità di 15 m/s alla fine del percorso. L’attrito
B = -3. By= -5 . -, tra la neve e gli sci freschi di sciolina è trascurabile.
a. Quanto valgono le componenti a e y del vettore £? a. Qual è la lunghezza del pendio?
b. Disegna un sistema di c(X)rdinate e traccia i vettori 4 , 5 ed E. b. Quanto tempo gli occorre per raggiungere il fondo della
c. Calcola modulo, direzione e verso del vettore E. pista?
47. Il Per i tre vettori mostrati nella V 54. Ili Un blocco scivola lungo la pista priva di attrito illu­
Figura P3.47, la somma vettoriale strata nella Figura P3.54
D = A B C ha componenti fi con una velocità iniziale ^
D^= 2 e DV= 0. di 5.0 m/s. Supponendo
a. Quanto valgono le componenti 2 che effettui le curve senza 1.0 m
A e y del vettore B'ì C '
nessuna perdita di velo­ FIGURA P3.54
b. Calcola modulo, direzione e cità, qual è la velocità del
verso del vettore». FIGURA P3.47 blocco quando oltrepassa la cima?
55. mi Quando il tapis roulant dclPaeroporto è guasto, come effettuando un salto dal bordo
spesso accade, occorrono 50 s di camminata per andare dal delle cascate oggi note come
gate al ritiro bagagli. Quando il tapis roulant funziona e “Brady’s Leap” in onore
si effettua l’intero percorso su di esso senza camminare, della sua prodezza. Il capi­
occorrono 75 s per percorrere la stessa distanza. Quanto tano atterrò sano e salvo sulla
tempo occorre per recarsi dal gate al ritiro bagagli se si sponda opposta del fiume. Si
cammina sul tapis roulant? narra che il salto fu di 670 cm
56. imiLe navi A e B lasciano il porto contemporaneamente. in orizzontale con una caduta
Nelle due ore successive, la nave A viaggia a 20 km/h in di 610 cm in verticale. Leg­
una direzione 30° a ovest rispetto al nord mentre la nave B genda o realtà possibile?
viaggia 20° a est rispetto al nord a 25 km/h. a. Qual è la velocità minima
a. Qual è la distanza tra le due navi dopo due ore dalla par­ di cui ha avuto bisogno il
tenza? capitano per saltare da una
b. Qual è la velocità della nave A vista dalla nave B? sponda all’altra della gola?
57 Ili Uno stormo di anatre sta cercando di migrare a sud per b. Il record mondiale sui 100 m piani è di circa 10 s. Pre­
l’inverno, ma viene ostacolato dal vento che soffia da ovest messo questo, è ragionevole pensare che Brady fosse in
a 12 m/s. Un’anatra più esperta si accorge che la soluzione grado di correre con una velocità sufficiente per com­
è quella di volare con un angolo rispetto al vento. Se le piere il salto della gola?
anatre possono volare a 16 m/s relativamente aH’aria, in 64 Ili II passaggio più lungo mai registrato in una partita di
quale direzione dovrebbero volare per dirigersi esatte- football americano è stato di 75.9 m in aria dal quarterback
mente verso sud? al ricevitore. Supponendo che il lancio sia stato effettuato
5K. Ili Un canoista deve pagaiare verso nord attraverso una baia con l’angolo ottimale di 45°, con che velocità la palla ha
larga 1(K) m. La marea sta calando, creando una corrente lasciato la mano del quarterback?
verso est che si muove a 2.0 m/s. Il canoista può pagaiare 65 Ili Una pistola caricata a molla spara una biglia ad una
con una velocità di 3.0 m/s. distanza di 6.0 m verticalmente in aria. Qual è la gittata
a. In quale direzione dovrebbe pagaiare per muoversi in della biglia .se viene sparata orizzontalmente da 1.5 m di
linea retta attraverso la baia? altezza dal suolo?
b. Quanto tempo gli occorrerebbe per la traversata? 66. Il I piloti di piccoli aerei competono regolarmente in gare
59. m i Un aeroplano ha una velocità in aria di 200 mph. Il pilota di “message drop”, lasciando cadere dei pesi (per i quali la
desidera raggiungere una destinazione a 6(K) miglia verso resistenza dell’aria può essere ignorata) volando a bassa
est, ma il vento soffia a 50 mph nella direzione 30° a nord quota e conquistando dei punti quando i pesi atterrano
rispetto all’est. vicino all’obiettivo. Un aereo vola a 60 m dal suolo diretta-
a. In quale direzione il pilota deve dirigere l’aeroplano per mente verso un obiettivo a 45 m/s.
raggiungere la destinazione? a. A quale distanza dall’obiettivo il pilota dovrebbe lasciar
b. Quanto tempo gli occorre per compiere il tragitto? cadere il peso?
60. Ili La Corrente del Golfo al largo della costa orientale degli b. 11 pilota guarda in basso il peso dopo averlo lasciato
Stati Uniti può avere una velocità di 3.6 m/s verso nord. cadere. Dove si trova l’aereo nell’istante in cui il peso
Una nave che si trova all’interno di questa corrente ha una colpisce il suolo: prima dell’obiettivo, direttamente
velocità di crociera di 10 m/s. Il capitano vorrebbe raggiun­ sopra l’obiettivo, o dopo l’obiettivo?
gere la terraferma in un punto a ovest dalla sua posizione 67. Il In una gara di lancio del peso, un atleta lancia il peso
attuale. con una velocità iniziale di 12.0 m/s con un angolo di 40.0°
a. In quale direzione rispetto all’acqua deve navigare la dall’orizzontale. Il peso lascia la mano dell’atleta ad un’al­
nave? tezza di 1.80 m al di sopra del suolo.
b. Con questa rotta, qual è la velocità della nave rispetto a. Quale distanza raggiunge il peso?
alla terraferma? b. Ripeti il calcolo del punto a per gli angoli 42.5°, 45.0° e
61. Il Uno studente di fisica y 47.5°. Inserisci tutti i risultati, compre.so quello relativo
sul Pianeta Exidor lan­ all’angolo di 40.0°, in una tabella. Con quale angolo di
cia una palla che segue la lancio il peso arriva più lontano?
traiettoria parabolica illu­ 68 . Ili I delfini addestrati sono in grado di effettuare salti in ver­
strata nella Figura P3.61. BK) ticale di 7.0 m dalla superficie dell’acqua. Davvero impres­
La posizione della palla è INT sionante. Supponiamo di poter allenare un delfino a saltare
mostrata a intervalli di 1.0 s fuori dall’acqua con la stessa velocità ma con un angolo
fino a t = 3.0 s. A t = 1.0 s, FIGURA P3.61 rispetto alla verticale. Quale massima distanza orizzontale
la velocità della palla ha le potrebbe raggiungere il delfino?
componenti = 2.0 m/s, = 2.0 m/s. 69. Ili Un tennista colpisce la palla ad un’altezza di 2 m dal suolo.
a. Determina le componenti ,x e v della velocità della palla La palla lascia la racchetta con una vekx:ità di 20 m/s e con un
at = 0.0 s, 2.0 se 3.0 s. angolo di 30° sopra rorizzontale. L<i distanza orizzontale per
b. Qual è il valore di g sul Pianeta Exidor? arrivare alla rete è di 7.0 m e la rete è alta 1 m. La palla supera
c. Qual era l’angolo iniziale del lancio della palla? la rete? Se sì, di quanto? Se no, di quanto fallisce?
62. Ili Una palla lanciata orizzontalmente a 25 m/s percorre una 70. Ili 11 getto (o lancio) del
distanza orizzontale di 50 m prima di toccare il terreno. Da INT peso è una specialità del­
quale altezza è stata lanciata la palla? l’atletica leggera in cui
63 Ili Nel 1780, il Capitano Sani Brady deH'csercito ameri­ gli atleti lanciano una
BK) cano evitò una morte certa per mano nemica, raggiungendo palla pesante, il peso, il
la parete opposta della gola in cui scorre il fiume Cuyahoga più lontano possibile.
migliori atleti possono lanciare il peso ad una distanza di 23 a. Se ti attieni alla segnaletica e rallenti fino a 40 mph,
m. Gli atleti che usano la tecnica lineare con traslocazione quale sarà la tua accelerazione in curva a questa velocità
spingono il peso lungo una linea ragionevolmente retta, costante? Fornisci la tua risposta in m/s^ e in unità di g.
accelerando su una distanza di circa 2.0 m. Quale accele­ b. A quale velocità la tua accelerazione sarebbe il doppio
razione imprimono al peso durante la spinta? Supponiamo rispetto a quella con la velocità raccomandata?
che il peso sia lanciato con un angolo di 37°, un valore
ragionevole per un eccellente lancio. Possiamo assumere
che il peso atterri alla stessa altezza da cui è stato lanciato; P roblem i di p a s s a g g io di tip o M C A T
questo semplifica notevolmente il calcolo e comporta solo
una piccola differenza nel risultato finale. Il moto su uno scivolo d’acqua
71. mi L’acqua in cima alle Cascate Horseshoe (parte delle
Cascate del Niagara) si muove orizzontalmente a 9.0 m/s Un bagnante che scivola su uno scivolo d’acqua sperimenta tre
quando supera il dislivello e si tuffa per 53 m nelle acque diversi tipi di moto, come illustrato nella Figura P3.78. Usa i dati
sottostanti. Se ignoriamo la resistenza dell’aria, a quale e i dettagli della figura per rispondere alle domande seguenti.
angolo si sta muovendo l’acqua in cascata quando entra 78. I Al termine della prima sezione del moto, a quale velocità
nello specchio d’acqua sottostante? approssimativa si muovono i bagnanti?
72. Il Un aereo da rifornimento deve far cadere un pacco di A. 3 m/s B. 6 m/s
viveri per gli scienziati che lavorano su un ghiacciaio in C.9m/s 1). 12 m/s
Groenlandia. L’aereo vola ad un’altezza di 100 m sopra il 79. I Supponiamo che l’accelerazione durante la seconda
ghiacciaio con una velocità di 150 m/s. A quale distanza sezione del moto sia troppo grande per i bagnanti. Quale
dall’obiettivo dovrebbe lasciar cadere il pacco? modifica si dovrebbe apportare per diminuire l’accelera­
73. Ili Un bambino scende lungo uno scivolo privo di attrito, zione in questa sezione?
lungo 3.0 m e con un'inclinazione di 40°. Alla fine dello A. Ridurre il raggio dell’arco di circonferenza.
scivolo, è presente una parte aggiuntiva che effettua una B. Aumentare il raggio dell’arco di circonferenza.
curva in modo tale che il bambino esca dallo scivolo oriz­ C. Aumentare fangolo del piano inclinato.
zontalmente. D. Aumentare la lunghezza del piano inclinato.
a. Con quale velocità si muove il bambino in fondo allo 80. I Qual è la componente verticale della velocità del
scivolo? bagnante quando entra in acqua?
b. Se la parte finale dello scivolo si trova a 0.40 m di altezza A. 2.4 m/s B. 3.4 m/s
rispetto al suolo, a quale di.stanza dallo scivolo atterra il C. 5.2 m/s D. 9.1 m/s
bambino? 81. I Supponiamo che i progettisti dello scivolo d’acqua
74. Ili Un’auto sportiva viene pubblicizzata come in grado di vogliano modificare l’altezza h sopra l’acqua in modo tale
“raggiungere 96 km/h in 5 .secondi netti, curvare a 0.85g e che i bagnanti giungano in acqua ad una distanza due volte
fermarsi da 112 km/h in soli 51.2 m.’’ In quale di queste tre maggiore dal fondo dello scivolo. Quale dovrebbe essere
situazioni l’accelerazione dell’automobile è maggiore? In l’altezza necessaria sopra l’acqua?
quale è minore? A. 1.2 m B. 1.8 m
75. Il Una Ford Mustang può accelerare da 0 a 96 km/h in 5.6 C. 2.4 m D. 3.0 m
s. Una Mini Cooper non è in grado di effettuare una par­ 82. I In quale sezione del moto i bagnanti sperimentano l’ac­
tenza così veloce, ma può effettuare curve molto strette di celerazione maggiore?
10 m di diametro. Con quale velocità dovremmo guidare A. La prima. B. La seconda.
la Mini Cooper in questa curva stretta per uguagliare il C. La terza. D. E la .stessa in tutte le fasi.
modulo dell’accelerazione della Mustang?
76. Il Lo “Screaming Swing’’ è un’attrazione da luna park
simile ad un’altalena gigante. Si tratta di due altalene che
si muovono in direzioni opposte. Nel punto più basso
dell’arco di circonferenza, il passeggero di una delle alta­
I. I .,1 prima so/ion e del molo un
lene si muove a 30 m/s rispetto al suolo in una circonfe­ , L = 6.0 m
piano melinato senza attrito; il
renza del diametro di 50 m. Il passeggero dell’altra altalena bajinante parte da lerm o e aeeolera
si muove in una circonferenza simile alla stessa velcK'ità Intimo il piano inelinato.

ma in direzione opposta.
a. Qual è l'accelerazione in m/s^ e in unità di g sperimen­
2. I.;i seconda sezione del
tata dai passeggeri? moto è un seem enlo circolare
b. Nel punto più basso della circonferenza, nel quale le due che cambia la direzione del
altalene si incrociano, con quale velocità si muovono i moto; i bagnanti ixrrcorrono
questo seginenU» circolare a
passeggeri delle due altalene relativamente gli uni agli vel(K Ìlà costante e terminano
altri? e«Mi una veUx'ità tirizzontale.
77. Il Dopo un lungo rettilineo, una strada curva bruscamente.
.V Nella terza sezione il moto segue una traiettoria paralxilica
Questa curva è un arco di circonferenza di raggio 110 m. m aria, al tentiine della quale i bagnanti tinìseono in accpia. ***
La segnaletica invita i conducenti a rallentare e ad affron­ FIGURA P 3 .7 8
tare la curva ad una velocità di 40 mph.
RISPO STE ALLE PA U SE DI R IFLESSIO NE

Pausa di riflessione - Anteprima Capitolo: D. La palla ha giuste perché il rapporto di due numeri negativi è positivo così
impiegato 2.0 s per raggiungere il punto più alto, istante in cui come il rapporto dei loro moduli. N.d.T.]
è (momentaneamente) ferma. Durante la fase di ascesa, la sua Pausa di riflessione 3.5: B. L’angolo del piano inclinato è mag­
velocità verticale cambia con = ~g = “ 9.8 m/s^ » -10 m/sl II giore in questo caso e determina l’accelerazione più grande.
cambio di velocità è Av^«(—10 m/s^)(2.0 s) = —20 m/s, quindi la
Pausa di riflessione 3.6: D. Definiamo la risalita del fiume
velocità iniziale è di circa 20 m/s.
come positiva e la discesa come negativa. Quindi, la velocità
Pausa di riflessione 3.1: A. La costru­ della barca rispetto all’acqua (w) è = +5 m/s, e la velocità
zione grafica di 2P —0 è mostrata a de­ dell’acqua (w) rispetto alla riva del fiume è v^^ = —3 m/s. Quindi
stra. la velocità della barca rispetto alla riva del fiume è
Pausa di riflessione 3.2: B. L’accelera­ = 5 m/s —3 m/s = 2 m/s
zione è diretta verso il centro della cir­ Pausa di riflessione 3.7: D. La massa non appare nelle equazio­
conferenza. Neiristante mostrato, l’ac­ ni cinematiche, quindi la massa non influenza il moto. Le palle
celerazione è diretta in basso a destra, a percorrono la stessa traiettoria.
sud-est.
Pausa di riflessione 3.8: A. Il tempo in aria è determinato dalla
Pausa di riflessione 3.3: Dagli assi sul grafico, possiamo vedere componente verticale della velocità. La palla I ha una velocità
che le componenti x c y sono rispettivamente-4 cm e +2 cm. verticale maggiore, quindi resterà in aria più a lungo.
Pausa di riflessione 3.4: A e C. Il vettore C punta a sinistra e PaiLsa di rifle.ssione 3.9: B. Il modulo dell’accelerazione è v^/r.
in basso, quindi sia che sono negativi. è il numeratore L’accelerazione è più grande per la combinazione di velocità più
poiché è il lato opposto a </>. [Le risposte A e C sono entrambe alta e di raggio più piccolo.
ANTEPRIMA *►
Obiettivo; stabilire una connessione tra forza e moto.
Forze Forze e moto Forze di reazione
Una forza può essere esercitata con una L’accelerazione è causata dalle forze. Il martello esercita una forza verso il
spinta o con una trazione. E l’interazione Un’accelerazione in avanti della slitta basso sul chiodo. Sorprendentemente, il
tra due corpi, l’agente (la donna) e richiede una forza in avanti. chiodo esercita una forza uguale sul
l’oggetto (l’automobile). martello, diretta verso l’alto.

In questo capitolo, impareremo come Un'accelerazione più grande richiede Impareremo come identificare e
identificare le diverse forze e quali sono le una forza maggiore. Impareremo questa comprendere le coppie azione/reazione
loro proprietà. connessione tra forza e moto, trattata nella di forze.
seconda legge di Newton.

FLASHBACK .
Accelerazione ..PAUSA DI RIFLESSIONE^
Nei Capitoli 2 e 3 abbiamo
imparato che Un cigno atterra su un lago ghiacciato,
l’accelerazione è un vettore scivolando sulla sua superficie fino
che punta nella direzione a fermarsi gradualmente. Mentre il
della variazione di velocità. cigno scivola, la direzione
dell’accelerazione è
Se la velocità cambia,
esiste un'accelerazione. A. Verso sinistra.
Pertanto, in questo capitolo B. Verso destra.
impareremo che deve C. Verso l’alto.
esserci una forza risultante. D. Verso il basso.
4.1 Moto e forze 101

4.1 Moto e forze


La tartaruga a collo di serpente nella foto all’inizio del capitolo può imprimere
alla propria testa un’accelerazione in avanti di 40 m/s^ per catturare la preda. Nei
primi tre capitoli, abbiamo imparato come descrivere questo e altri tipi di moto
con immagini, grafici ed equazioni e ne sappiamo abbastanza per capire che
questa accelerazione - che è di circa 4g - è davvero notevole. Ma fino ad ora non
abbiamo detto nulla per spiegare il moto, per dire in che modo la tartaniga possa
compiere una simile prodezza. In questo capitolo, rivolgiamo la nostra atten­
zione alla causa del moto: le forze. Questo argomento è chiamato dinamica, ed
insieme alla cinematica costituisce la meccanica, la scienza generale del moto. Moto inerziale interstellare Un
In questo capitolo inizieremo lo studio della dinamica qualitativamente, mentre esempio quasi perfetto di applicazione
nei quattro capitoli successivi affronteremo aspetti quantitativi. della prima legge di Newton è la coppia di
sonde spaziali Voyager, lanciate nel 1977.
Entrambe le astronavi sono rimaste senza
Che cosa causa il moto? carburante molto tempo fa e stanno adesso
Iniziamo con una domanda basilare: è necessario continuare a spingere un viaggiando per inerzia attraverso il vuoto
corpo, ossia mantenere l’applicazione di una forza, affinché questo corpo con­ privo di attrito dello spazio. Sebbene non
siano completamente libere daH’influenza
tinui a muoversi? La nostra esperienza quotidiana potrebbe suggerire una della forza di gravità esercitata dal Sole,
risposta affermativa. Se facciamo scivolare il nostro libro sul banco e smet­ sono sufficientemente lontane dal Sole e
tiamo di spingerlo il libro si fermerà rapidamente. Altri corpi continueranno a dalle altre stelle da poter considerare le
muoversi per un tempo più lungo: quando un disco da hockey scivola sul influenze gravitazionali praticamente nulle.
ghiaccio continua a muoversi a lungo, ma anch’esso, ad un certo punto, si Queste sonde continueranno a muoversi
nello spazio a velocità costante per miliardi
ferma. Ora vedremo da vicino se questa idea regge ad un esame più minuzioso. di anni.
La FIGURA 4.1 mostra una serie di esperimenti sul moto. Tom effettua una
discesa con la sua slitta e ad un certo punto arriva su un tratto orizzontale
coperto di neve fresca, come mostrato nella Figura 4. la. L’attrito tra la neve
e la slitta provocherà in breve tempo l’arresto di quest’ultima. Che cosa acca­
drebbe se Tom scivolasse lungo un pendio ghiacciato, come illustrato nella
Figura 4.1b? L’attrito sarebbe molto minore, quindi la slitta potrebbe scivo­
lare per una distanza maggiore prima di fermarsi. Ora immaginiamo la situa­
zione della Figura 4 .le, in cui la slitta scivola su una superficie ghiacciata
idealmente priva di attrito. In questo caso la slitta, dopo aver iniziato il moto,
continuerebbe in un moto infinito, muovendosi in linea retta senza perdita di
velocità.

FIGURA 4.1 Slitta che scivola su superfici sempre più lisce.


(a) Neve fresca .Sulla neve fresca, la slitta
si fenna rapidamente.

In assenza di attrito, se la slitta è in movimento, continuerà a restare in


movimento. È anche vero che se la slitta fosse ferma, non inizierebbe a muo­
versi autonomamente; se la slitta è ferma resterà ferma. Attenti esperimenti
eseguiti nei secoli scorsi, in particolare da Galileo e da Newton, hanno eviden­
ziato che questo è il modo in cui funziona il mondo. Ciò che abbiamo concluso
per la slitta è in realtà una regola generale che si applica ad altre situazioni
simili. Questa regola generale viene chiamata prima legge del moto di Newton:
Prima legge di N e w ton Un corpo non soggetto a forze che agiscono su di
esso, se è fermo resterà fermo, se è in movimento continuerà a muoversi in
linea retta a velocità costante.

FIGURA 4.2 La prima legge di Newton ci dice: allacciate le cinture!


Neirislante deirimpalto, rauioiiiobile e il L’automobile rallenta con Turto, ma il conducente ... tino al suo impatto con il
conducente si muovono alla stessa velocità. continua a muoversi alla stessa velocità ... cniscotto. Ahi!

Come applicazione importante della prima legge di Newton, consideriamo


il crash test illustrato nella f ig u r a 4 .2 . Quando Tautomobile entra in contatto
con il muro, il muro esercita una forza suirautomobile e rautomobile inizia a
rallentare. Ma il muro e.sercita una forza suWautomobile, non sul manichino.
Conformemente alla prima legge di Newton, il manichino privo di cintura con­
tinua a muoversi in linea retta alla velocità originale. Presto o tardi, una forza
agirà per fermare il manichino. Resta da sapere quando questa forza si eserci­
terà e quanto sarà intensa. Nel caso illustrato, il manichino si ferma in una
collisione breve e violenta con il cruscotto deirautomobile ormai ferma. Le
cinture di sicurezza e gli airbag rallentano il moto del manichino o del condu­
cente consentendo loro di fermarsi in modo decisamente meno violento.

Forze
La prima legge di Newton ci dice che un corpo in moto non soggetto ad alcuna
forza continuerà a muoversi in linea retta airinfmito. Ma questa legge non
spiega nel dettaglio cos’è una forza. 11 concetto di forza è spiegato meglio osser­
vando gli esempi di alcune forze comuni e considerando le proprietà fondamen­
tali condivise da tutte le forze. Iniziamo esaminando le proprietà che tutte le
forze hanno in comune, come presentato nella tabella seguente.
Cos'è una forza?
Una tbr/a può essere esercitala con una spinta o con una trazione
Secondo l'idea comunemente diffusa una forza si esercita con una spinta o una
trazione. Approfondiremo meglio questo concetto, ma è già un punto di partenza
adeguato. Notiamo l'attenta scelta delle parole: Ci riferiamo a ''una forza” piuttosto che
semplicemente alla “forza.” Vogliamo pensare ad una forza come a un'azione molto
specifica così da poter identificare una singola forza o forse due o tre forze individuali
chiaramente distinguibili, che agiscono su uno stesso corpo.
Una for/ii agisce su un oggetto.
Nel nostro concetto di forza è implicito che una forza agisce su un oggetto. In
altre parole, la spinta o la trazione si applicano a qualcosa, ossia ad un corpo. Dalla
prospettiva dell’oggetto, questo ha una forza esercitata su di esso. Le forze non esistono
.senza un oggetto che ne subisca l'azione.
Una lor/a richiede un agente.
Ogni forza ha un agente, qualcosa che agisce o esercita una spinta o una trazione;
cioè una forza ha una causa specifica e identificabile. Quando lanciamo una palla, è la
'Agente mano, mentre è in contatto con la palla, a svolgere il ruolo di agente o di causa della
forza esercitata sulla palla. Se una forza viene esercitata su un corpo, dobbiamo essere
in grado di identificare la causa specifica (cioè l’agente) di quella forza. Viceversa, una
forza non è esercitata su un corpo a meno che non si possa identificare in modo specifico
una causa o un agente. Notiamo che un agente può essere un corpo inerte come il piano
di un tavolo o un muro. Tali agenti sono la causa di molte forze comuni.
Una forza c un vettore.
Se spingiamo un corpo, possiamo spingerlo delicatamente o energicamente.
Analogamente, possiamo spingere verso destra o verso sinistra, verso l'alto o verso il
basso. Per quantificare una spinta, dobbiamo specificare sia un'ampiezza (un modulo)
che una direzione e un verso. Non è quindi sorprendente che una forza sia una quantità
vettoriale. Il simbolo generale di una forza è il simbolo vettoriale F. L'intensità di tale
forza è il suo modulo F. continua
4.1 Moto e forze 103

Una tbr/a può essere o una tbr/a di contano...


Ci sono due classi di for/.e, in base ai fatto che un agente tocchi o meno roggclto.
Le forze di contatto sono for/e che agiscono su un oggetto toccandolo in un punto di
contatto. La mazza del battitore deve toccare la palla per colpirla. Una corda deve essere
legata alPoggetto per tirarlo. La maggior parte delle forze che esamineremo sono forze di
contatto.
... o una forza a distanza.
Le forze a distanza sono forze che agiscono su un oggetto senza toccarlo. 11 magnetismo ò
un esempio di forza a distanza. A tutti noi sarà capitato di sperimentare come un magnete
attragga a sé una graffetta metallica. Una tazzina che ci cade dalle mani viene attratta dalla
Terra per la forza (a distanza) di gravità.

Esiste ancora un altro importante aspetto delle forze. Se spingiamo una


porta (Poggetto) per chiuderla, la porta effettua una spinta verso di noi (La-
gente). Se luLautomobile (Loggetlo) viene rimorchiata con una corda, Lauto-
mobile effettua una trazione sulla corda (Lagenle). In generale, se un agente
esercita una forza su un oggetto, l’oggetto esercita una forza sull’agente.
Quando pensiamo ad una forza, dobbiamo pensare ad uiVinterazione tra due
corpi. Sebbene sia il modo più e.satto di vedere le forze, la prospettiva dell’in­
terazione aggiunge complicazioni che per ora eviteremo. 11 nostro approccio
inizierà con la focalizzazione su come un singolo corpo risponda alle forze
esercitate su di esso. Più tardi in questo capitolo, torneremo alla tematica più
ampia di come due o più corpi interagiscano fra loro.

Vettori della forza


Possiamo usare un semplice diagramma per visualizzare come le forze ven­
gano esercitate sui corpi. Poiché stiamo utilizzando il modello del punto mate­
riale, in cui i corpi sono trattati come punti, il processo di tracciare il vettore di
una forza è semplice:

STRATEGIA Tracciare i vettori di una forza


E TATTICA 4.1

O Rappresentiamo il corpo come


un punto materiale.
0 Posizioniamo la coda del vettore •
della forza sul punto materiale.
0 Tracciamo il vettore della forza come una
freccia verso la direzione e il verso in cui
la forza agisce e con una lunghezza
proporzionale all’intensità della forza. ......... ..
G Attribuiamo al vettore un simbolo appropriato.

Il passaggio 2 può sembrare contrario a ciò che una “spinta” dovrebbe fare
(potrebbe sembrare come se la freccia stesse tirando il corpo anziché spin­
gerlo), ma ricordiamo che spostare parallelamente un vettore non lo cambia
poiché la sua lunghezza e l’angolo non cambiano. Il vettore Fh lo stesso indi­
pendentemente dal fatto che la coda o la punta siano poste sul punto materiale.
Il motivo per cui facciamo coincidere la coda con il punto diventerà chiaro
quando considereremo come combinare diverse forze.
La FIGURA 4.3 mostra tre esempi di vettori di una forza. Il primo è una tra­
zione, il secondo è una spinta e l’ultimo è una forza a distanza, ma in tutti e tre
i casi la coda del vettore della forza è posta sul punto materiale che rappresenta
il corpo.
F IG U R A 4.3 Tre vettori di una forza.
Rappresentazione
La molla è lagcnte.
Scatola

Forza
(a distanza)
di gravità P

Rappresentazione SctUola Scatola


La terra è l'agente.
della scatola "
come punto materiale Por'» corda T Forza di spinta della molla ^

Combinazione delle forze


FIGURA 4.4 Due forze applicate a una La forza è una quantità vettoriale. Abbiamo visto nella - ^ s e z io n e 3.i come
scatola. combinare i vettori spostamento e abbiamo sottolineato che le tecniche della
somma dei vettori che abbiamo introdotto funzionano ugualmente bene per
altri vettori. La f ig u r a 4.4a mostra la vista dalFalto di una scatola tirata da due
corde, ciascuna esercitante una forza sulla scatola. Come ridonderà la scatola?
Esperimenti mostrano che quando diverse forze Fj, F2, F3, ... vengono eser­
citate su un corpo, queste si combinano per formare una f o r z a r i s u l t a n t e che
è la somma vettoriale di tutte le forze.

F,oi —Fi + F2 + F3 H- (4.1)


Ossia, la singola forza Fiot produce esattamente lo stesso moto del corpo della
combinazione delle forze originali Fj, F 2, F3,... Matematicamente, questa
somma viene chiamata sovrapposizione di forze. La f i g u r a 4 .4b mostra la
forza risultante sulla scatola.
Forze di trazione
delle corde CI3EI ►È importante capire che la forza risultante Fio, non è una nuova for­
Scatola
za che agisce in aggiunta alle forze originali F|, F2, F3, ... Dobbiamo invece
considerare le forze originali sostituite da Ftoi.^
^tot —Fi + ^2

/"^I.a forza risultante è la p a u s a d i r i f l e s s i o n e 4.1 Vengono mostrate due delle tre forze e.sercitate
somma vettoriale di tutte su un corpo. La forza risultante punta completamente verso sinistra. Qual è la
le forze che agiscono
sulla scatola.
terza forza mancante?

Due delle tre


forze esercitate
su un corpo

A. B. C. D.

4.2 Breve catalogo di forze


Vi sono molti tipi di forze che incontreremo ripetutamente. In questa .sezione
studieremo alcune di esse e i simboli generalmente usati per rappresentarle.

Forza peso
Un masso che cade viene attratto verso la Terra da una forza a distanza, la
forza di gravità. La gravità è la forza che ci tiene seduti su una sedia, che man­
tiene i pianeti nella loro orbita intorno al Sole e che dà forma alla struttura su
larga scala dell’universo. Studieremo la forza di gravità più nel dettaglio nel
Capitolo 6 . Per ora ci concentreremo su corpi posti sulla superficie della Terra
(o di un altro pianeta) o vicino ad es.sa.
L’attrazione gravitazionale della Terra su un corpo posto sulla superficie F IG U R A 4.5 La forza peso punta sempre
terrestre e nei pressi di essa si chiama f o r z a p e s o . Il simbolo della forza peso verticalmente verso il basso.
è P . La forza peso è runica forza a distanza che incontreremo nei capitoli Caduta Caduta libera,
immediatamente successivi. L’agente per la forza peso è \ lntera Terra che libera, moto moto verso
Moto del proiettile
verso l’alto i| basso
effettua una trazione sul corpo. La forza peso è per certi versi la forza più sem­ /
plice che studieremo. Come mostra la f i g u r a 4 .5 , il vettore delLì forza peso di
un corpo punta sempre verticalmente verso il basso, indipendentemente t® I® I
dalla direzione in cui il corpo si muove.
>T PI P▼
CQQ3 ►Ci riferiamo spesso al “peso” di un corpo. Si tratta di un’espressio­
ne informale per /^ l’intensità della forza peso e.sercitata sul corpo. Si noti
che il peso non è la massa di un corpo. Esamineremo brevemente la massa I 9 ,
più tardi nel capitolo ed esploreremo la connessione tra il peso e la massa Palla che rotola
nel Capitolo 5. < P

Forza elastica
Una molla e.sercita una forza ela,stica, una delle forze di contatto basilari. Una
molla può effettuare una spinta (.se compres.sa) oppure una trazione (se allun­
gata). La F IG U R A 4.6 illustra la f o r z a d e l l a m o l l a . In entrambi i casi, trazione o
spinta, la coda del vettore della forza è posta sul punto materiale nel diagramma
della forza. Non e.sistc un simbolo speciale ger la forza elastica, quindi utiliz­
ziamo .semplicemente una lettera in indice: F^.

F IG U R A 4.6 La forza elastica è parallela alla molla


(a) Una molla compressa esercita (b) Una molla allungata esercita
una spinta sul corpo. una trazione sul corpo.
Le molle possono avere varie forme. Se
deformate, esercitano una spinta o una
trazione tramite una forza elastica.

Scatola

Sebbene si possa pensare ad una molla come ad una spirale metallica che f ig u r a 4.7 La tensione è parallela alla
può essere allungata o compressa, questo è .solo un tipo di molla. Prendiamo ad corda.
esempio un righello, o un pezzo di legno o di metallo, teniamolo per le estre­ La corda esercita una forza
di tensione sulla slitta.
mità e pieghiamolo leggermente. Il corpo si fiette. Quando lo lasciamo, il
corpo torna alla sua forma originale tramite una forza elastica. Si tratta di una
molla esattamente come la spirale metallica.
\
Forza di tensione
Quando una corda o un cavo esercitano una trazione su un corpo, esercitano
una forza di contatto che chiamiamo f o r z a di t e n s i o n e , rappresentata dal sim­
bolo T. La direzione della forza di tensione è sempre parallela alla corda,
come possiamo vedere nella f i g u r a 4 .7 . Quando parliamo di “tensione” di una
corda, si tratta di un’espressione informale per 7, l’intensità o il modulo della f ig u r a 4.8 Un modello atomico della
tensione.
forza di tensione. Si noti che la forza di tensione può solo esercitare una tra­
zione nella direzione della corda; se cerchiamo di effettuare una spinta con una
corda, questa si allenterà e non sarà in grado di esercitare tale forza.
Possiamo pensare alla forza di tensione usando un’immagine al microsco­
pio. Se usassimo un potente microscopio per osservare l’interno di una corda,
vedremmo che questa è fatta di atomi tenuti insieme da legami molecolari. I
legami molecolari non sono connessioni rigide tra gli atomi, ma possono essere
.schematizzati come minuscole molle che tengono insieme gli atomi, come illu­
strato nella f i g u r a 4.8. Tirando le e.stremità di una corda si allungano i legami
molecolari, sia pure impercettibilmente. La tensione aH’interno di una corda e
la forza di tensione sperimentata da un corpo alla fine della corda costitui.scono
la forza elastica totale esercitata da miliardi di microscopiche molle.
106 CAPITOLO 4 Forze e leggi di Newton sul moto

Questa spiegazione a livello atomico della tensione introduce una nuova


idea: un modello atomico microscopico per la comprensione del comporta­
mento e delle proprietà di corpi macroscopici (ossia che contengono molti
atomi). Useremo spesso modelli atomici per avere una comprensione più pro­
fonda delle nostre osservazioni.
11 modello atomico della tensione aiuta inoltre a spiegare una delle proprietà
basilari delle corde. Quando tiriamo una corda legata ad una scatola pesante, la
corda esercita a sua volta un forza di tensione sulla scatola. Se tiriamo mag­
giormente, la forza di tensione sulla scatola diventa maggiore. Come fa la .sca­
tola a “sapere” che noi stiamo tirando più forte l’estremità della corda? In ba.se
al no.stro modello atomico, quando tiriamo più forte la corda, le sue microsco­
piche molle si allungano un po’ di più, aumentando la forza ela.stica che e.ser-
citano l’una .sull’altra e .sulla scatola a cui la corda è legata.

Forza normale
Se siamo .seduti su un letto, le molle del materasso si comprimono e, come
conseguenza della compressione, esercitano su di noi una forza verso l’alto.
F IG U R A 4.9 Un modello atomico della
forza esercitata da un tavolo. Delle molle più rigide avrebbero una compressione minore, ma esercitereb­
bero comunque una forza verso l’alto. La compressione di molle estremamente
rigide potrebbe essere misurabile solo da strumenti molto sensibili. In ogni
ca.so le molle si comprimerebbero, sia pure impercettibilmente, ed e.sercitereb-
bero su di noi una forza verso l’alto.
La F IG U R A 4.9 mostra un libro sulla superficie di un robusto tavolo. 11 tavolo
non si flette, né si incurva, ma - proprio come è avvenuto per il letto - il libro
Le molle molecolari
comprime le molle molecolari nel tavolo. La compressione è molto piccola,
compresse spingono
. il corpo verso l'alto. ma non è pari a zero. Di con.seguenza, le molle molecolari compres.se sp in g o n o
il libro ve rso V allo. Diciamo che “il tavolo” esercita una forza verso l’alto, ma
Atomi è importante capire che la spinta viene d a v v e ro effettuata dalle molle moleco­
Legami molecolari lari. Analogamente, un corpo fermo sul suolo comprime i legami molecolari
che tengono insieme il suolo e, di conseguenza, il suolo spinge il corpo verso
l’alto.
Possiamo estendere questa idea. Supponiamo di poggiare la mano contro
una parete e di inclinarci verso di es.sa come illu.strato nella f i g u r a 4.i o . La
parete esercita una forza sulla mano? Quando ci incliniamo, comprimiamo i
F IG U R A 4.10 La parete spinge verso
l’esterno contro la mano. legami molecolari della parete che, di con.seguenza, esercitano una spinta sulla
nostra mano verso l’esterno. Quindi la risposta è Sì, la parete e.sercita una forza
I.e molle molecolari
compresse della su di noi. Non è difficile riscontrarlo se esaminiamo la no.stra mano quando ci
parete premono incliniamo: possiamo vedere che la mano è leggermente deformata e lo diventa
verso l'esterno di più se ci incliniamo maggiormente. Questa deformazione è l’evidenza
contro la mano
della donna. diretta della forza che la parete esercita sulla nostra mano. Consideriamo inol­
tre che cosa accadrebbe se la parete improvvisamente svanisse. Senza la parete
che .spinge verso di noi, cadremmo a terra.
La forza esercitata dalla superficie del tavolo è verticale, mentre la forza eser­
citata dalla parete è orizzontale. In ogni ca.so, la forza e.sercitata su un corpo che
preme contro una superficie è in una direzione p erp en d ico la re alla superficie. 1
matematici si riferiscono ad una linea che è perpendicolare alla superficie come
la n orm ale alla superficie. Mantenendo questa terminologia, definiamo forza
F IG U R A 4.11 La forza normale è normale la forza esercitata da una superficie (l’agente) su un corpo che preme
perpendicolare alla superficie. contro di essa. 11 simbolo che utilizzeremo per la forza normale è n.
Non stiamo usando la parola “normale” per indicare che la forza è una forza
“ordinaria” o per distinguerla da una “forza anormale”. Una superficie e.sercita
una forza p e rp e n d ic o la re (ossia, normale) alla superficie .stessa, quando le
molle molecolari premono verso Vesterno. La f i g u r a 4. i i mo.stra un corpo su
una superficie inclinata, una situazione comune. Si noti come la forza normale
n sia sempre perpendicolare alla superficie.
La forza normale è una forza molto reale che deriva dalla compressione
molto reale dei legami molecolari. E es.senzialmente una forza ela.stica, ma
esercitata da un vasto numero di molle microscopiche che agi.scono contempo­
sci. La Ibr/a è {X'rpendicolarc raneamente. La forza normale è responsabile della “solidità” dei solidi. E ciò
alla superficie. che ci impedisce di passare attraverso la sedia su cui stiamo seduti e ciò che
4.2 Breve catalogo di forze 107

causa dolore e bernoccolo quando battiamo la testa contro una porta. La nostra
testa ci dice che la forza esercitata su di essa dalla porta era molto reale!

Attrito
Abbiamo certamente osservato che un corpo che rotola o scivola, se non viene
spinto o tirato, rallenta e poi si ferma. Avremo probabilmente scoperto che
possiamo scivolare meglio su una superfìcie ghiacciata che sulTasfalto.
Sapremo anche che la maggior parte dei corpi stanno fermi su un tavolo senza
scivolare via anche se il tavolo è leggermente inclinato. La forza responsabile
di questi tipi di comportamento è l’attrito. Il simbolo del rattrito usato di
solito in questo libro è / .
L’attrito, come la forza normale, è esercitato da una superficie. A differenza
della forza normale, tuttavia, la forza di attrito è sempre parallela alla super­
ficie, non perpendicolare ad essa. (In molti casi, una superficie eserciterà sia
una forza normale che una forza d’attrito.) A livello microscopico, l’attrito è
dovuto ai legami temporanei che si stabiliscono tra gli atomi del corpo e gli
atomi della superficie sulla quale il corpo si muove. Più la superficie è ruvida,
più questi atomi sono forzati ad una maggiore vicinanza e, come risultato,
maggiore sarà la forza d’attrito. Svilupperemo un modello semplice di attrito
nel prossimo capitolo che sarà sufficiente per le nostre esigenze. Perora, è utile
distinguere tra due tipi di attrito:
■ [.'attrito dinamico, indicato con /j, agisce quando un corpo scivola su una
superficie. L’attrito dinamico è una forza che “si oppone sempre alla dire­
zione del moto’’, ossia la forza di attrito / j su un corpo che scivola punta
sempre nella stessa direzione del moto del corpo ma in verso opposto.
■ [.'attrito statico, indicato con è la for/.a che mantiene un corpo “fermo” su
una superficie e ne impedisce il moto relativamente alla superficie. Trovare
la direzione di è un po’ più complicato che trovare la direzione di f^. L’at­
trito statico punta nella stessa direzione, ma in verso opposto, in cui il corpo
si muoverehhe se non ci fosse attrito; ossia, punta nella direzione necessaria
per impedire il moto.
La F IG U R A 4.12 mostra alcuni esempi di attrito statico e attrito dinamico,

F IG U R A 4.12 L'attrito statico e l'attrito dinamico sono paralleli alla superfìcie.


La slilia si muove verso destra La ragazza sta tirando verso sinistra
ma sta rallentando... ma la cassa non si muove ...

... perché la forza di ... perché la forza di attrito •


Slitta . attrito dinamico diretta statico, diretta verso destra. Ca.ssa y,
^........... ’’ verso sinistra si oppone si oppone al moto....... .....
a questo moto.

PA U SA DI R IF L E S SIO N E 4.2 Una rana è ferma su un pendio.


Considerando ciò che abbiamo appre.so nella Figura 4.12, che
cosa possiamo dire sulla forza d'attrito che agi.sce sulla rana?
A. Non c'è forza d'attrito.
B. C'è una forza di attrito dinamico diretta verso la parte
superiore del pendio.
C. C'è una forza di attrito statico diretta verso la parte supcriore del pendio.
D. C'è una forza di attrito dinamico diretta verso la parte inferiore del
pendio.
E. C'è una forza di attrito statico diretta verso la parte inferiore del pendio.
108 CAPITOLO 4 Forze e leggi di Newton sul moto

Forza di resistenza del mezzo


L’attrito su una superficie è un esempio di forza resistiva, una forza che si
oppone o resiste al moto. Le forze resistive sono inoltre sperimentate da corpi
che si muovono attraverso /7///V// - gas (come Paria) e liquidi (come Tacqua).
Questo tipo di forza resistiva - la forza di un fluido su un corpo in movimento
è rappresentato con il simbolo F,. Come l’attrito dinamico, la forza di resi­
stenza punta nella stessa direzione ma in verso opposto al moto. La
F IG U R A 4.13 La resistenza dell'aria è un F IG U R A 4.13 mostra un esempio di Ibrza di resistenza.
esempio di forza resistiva. La forza di resistenza del mezzo può essere una forza intensa per corpi che
La rcsislcii/a clcll’ana è una tor/.a si muovono a velocità elevate o in fluidi densi. Se proviamo a tenere il braccio
significativa sulle foglie che cadono fuori dal finestrino di un’automobile in movimento, ci renderemo conto con
e punta nella stessa direzione ma in quale forza l’aria spinge il no.stro braccio. Notiamo inoltre come la resistenza
verso oppiasti) rispetto alla direzione
del moto. dell’aria contro il braccio aumenti rapidamente man mano che la velocità
dell’automobile aumenta. Lasciamo cadere una perlina in un bicchiere d’acqua
e osserviamo come si depositi lentamente sul fondo del bicchiere. La forza di
resistenza dell’acqua sulla perlina è significativa.
Viceversa, per corpi pesanti e compatti che si muovono nell’aria con una
velocità non troppo elevata, la forza di resistenza esercitata dall’aria è piuttosto
piccola. Per mantenere le cose su un piano di semplicità, possiamo trascurare
la resistenza dell’aria in tutti i problemi a meno che il problema non
richieda esplicitamente di considerarla. L’errore introdotto nei calcoli da
questa approssimazione è generalmente piccolo.

Forza propulsiva
Un jet ha ovviamente una forza che lo fa muovere in avanti; lo stesso avviene
La forza di propulsione su
F IG U R A 4.14
per il razzo nella f i g u r a 4.14. Questa forza, chiamata f o r z a p r o p u l s i v a , si
un razzo è opposta alla direzione dei produce quando il motore di un Jet o di un razzo espelle molecole di gas ad alta
gas espulsi
velocità. La forza propulsiva è una forza di contatto, con il gas combusto che è
l’agente che esercita la spinta sul motore. 11 processo con il quale la forza pro­
I.a forza di propulsione
è esercitala su un razzo pulsiva è generata è piuttosto delicato e richiede la conoscenza della terza
da parte dei gas legge di Newton, che sarà trattata più avanti in questo capitolo. Per ora, dob­
eombusti. biamo solo considerare che la forza propulsiva è una forza nella stessa dire­
zione in cui il gas combusto viene espulso ma in verso opposto. Non vi sono
simboli speciali per rappresentare la forza propulsiva, quindi la indicheremo
con

Forze elettriche e forze m agnetiche


L’elettricità e il magnetismo, come la gravità, sono forze a distanza. Le forze
elettriche e magnetiche agiscono su particelle cariche. Studieremo le forze
elettriche e le forze magnetiche in dettaglio nella parte VI di questo libro. Que-
.ste forze non .sono importanti per i problemi di dinamica che tratteremo nei
capitoli immediatamente successivi.

pa u sa di r if l e s s io n e 4.3
Un ragazzo usa una corda per tirare una slitta ver­
so destra. Quali .sono le direzioni rispettivamente della forza di tensione e della
Non è solo questione di scienza forza d'attrito sulla slitta?
missilistica BIO 1razzi sono spinti dalla
forza propulsiva, ma lo stesso avviene per A. Destra, destra B. De.stra, sini.stra
molti animali. Le capesanle sono molluschi C. Sinistra, destra D. Sinistra, sinistra
bivalve privi di arti e pinne, ma possono
sfuggire ai predatori o muoversi verso
nuovi territori usando una forma di forza
propulsiva. Una capasanta espelle con forza
l'acqua dalla parte posteriore della sua
conchiglia, producendo una forza propulsiva 4.3 Identificazione delle forze
che la fa muovere in avanti.
Un tipico problema di fisica de.scrive un corpo che viene spinto e tirato in
varie direzioni. Alcune forze sono indicate esplicitamente, mentre altre sono
implicite. Al fine di procedere, è necessario determinare tutte le forze che
agiscono sul corpo. È inoltre necessario evitare di includere forze che non
4.3 Identificazione delle forze 109

esistono realmente. Ora che abbiamo imparato le proprietà delle forze e


abbiamo visto un catalogo di forze tipiche, possiamo sviluppare un metodo
per identificare ciascuna forza in un problema. Una lista delle forze più
comuni che iiKontreremo nei capitoli immediatamente successivi sono for­
nite nella Tabella 4.1.

d sIlS ►Occasionalmente, ci capiterà di vedere notazioni per le forze non


comprese nella Tabella 4.1. Ad esempio, se spingiamo un libro sulla super­
ficie di un tavolo, potremmo semplicemente chiamare questa forza che ap­
plichiamo come Quando due corpi sono in contatto, la forza tra di essi
è un misto di forze d’attrito e forze normali - forze elencate nella Tabella
4.1. Tuttavia, se ci interessano solo l’intensità e la direzione della forza e
non la sua esatta natura possiamo usare una notazione più generica. <

STRATEGIA Identificazione delle forze


E TATTICA 4.2

O Identifichiamo il corpo d'interesse. Questo è il corpo di cui desideria­ T A B E L L A 4.1 Forze comuni e
mo studiare il moto. loro notazione
0 Rseguiamo un disegno della situazione. Mostriamo il corpo d'interesse P'orza Notu/ionc
e tutti gli altri corpi — ad esempio corde, molle e superfici — che entra­ Forza generica F
no in contatto con esso. Forza peso P
0 C ircoscriviam o il corpo con una linea cliiii.sa. Solo il corpo d’inte­
Forza ela.stica 4
resse è circoscritto dalla linea chiusa; ogni altra cosa è al di fuori di
essa. Tensione f
O Localizziamo ogni punto su questa linea chiu.sa in cui altri corpi toc­ Forza normale n
cano il corpo d ’interesse. Questi sono i punti in cui le forze di contatto Attrito statico /,
sono esercitate sul corpo. Attrito dinamico l
© As.segniamo un nome e un simbolo cid ogni forza di contatto sul cor­
Forza di resistenza F.
po. In ciascun punto di contatto c'è almeno una forza e potrebbero es-
Forza propulsiva Fpcop
.sercene diverse. Se necessario, usiamo degli indici per distinguere forze
dello stesso tipo.
© Associamo un nome e un simbolo ad ogni forza a distanza che agi­
sce sul corpo. Per ora, la .sola forza a distanza che cono.seiamo è la
forza peso.

E SE M P IO CO NCETTU ALE 4.1 Identificazione delle forze su un praticante di bungee jum ping
Un praticante di bungee jumping è saltato giù da un ponte e si trova vicino alla quota minima di caduta. Quali forze sono esercitate
su di lui?
S P IE G A Z IO N E F IG U R A 4.15 Forze esercitate su un praticante di bungee jumping.
Kappresuitii/.ìoiie li^iirata profcssioiiali* dello studente

Tensione T

O LtK'alizziamo i punti in cui altri


o Ideatitichiaino il corpo d'interesse. corpi Ux'cano il corpo
Qui il corpo è la persona d’interesse. Qui il solo punto
che effettua il salto. di contatto è il punto in cui
la fune è legata alle caviglie.
0 Eseguiamo un disegno © Associamo un nome e un
della situazione. simbolo a cia.scuna forza
di contatto. La forza esercitala
0 Circoscriviamo il corpo dalla fune è una forza
con una linea chiusa. di tensione.
0 Associamo un nome e un simbolo
alle forze a distanza. La forza
Peso P peso è l'unica forza a distanza
in questo caso.
110 CAPITOLO 4 Forze e leggi di Newton sul moto

ESEMPIO CONCETTUALE 4.2 Identificazione delle forze su uno sciatore


Uno sciatore risale il pendio innevato trainato da uno skilift. Ot*i‘li forze vengono esercitate sullo sciatore?
SPIEGAZIONE FIGURA 4.17 Forze esercitate su uno sciatore.

Tensione f
o Localizziamo i punti in cui
O Identilìchiamo il corpo altri corpi toccano il corpo
d'interesse. In questo d'interesse. Qui la fune e il
ca.so il corpo è lo terreno toccano lo sciatore.
sciatore. 0 Associamo un nome e un
simbolo a ciascuna forza di
0 Eseguiamo un disegno
contatto. La fune esercita una
della situazione.
forza di tensione e il terreno
esercita sia una for/.a normale
0 Circoscriviamo *'* . F orza kv che una for/.a d’attrito
'Forza normale n il corpo con Attriti) dinamico.
Forza peso P Attrito dinamico^ una linea chiusa.
0 As.s^Kiamo un nome e un
simbolo alle forze a distanza.
La forza peso è l'unica forza a
distanza in questo caso.

►Ci saremmo potuti aspettare due forze di attrito e due forze normali
neirEsempio 4.2, una per ciascuno .sci. Dobbiamo tuttavia tenere a mente
che stiamo lavorando con il modello del punto materiale che rappresenta
10 sciatore come un singolo punto. Un punto materiale ha solo un punto di
contatto con il suolo, quindi dobbiamo considerare una sola forza normale e
una sola forza d'attrito. Il modello del punto materiale è valido se vogliamo
analizzare il molo dello sciatore nel suo insieme, ma dovremmo andare oltre
11 modello del punto materiale per vedere che cosa accade a ciascuno sci. <

ESEMPIO CONCETTUALE 4.3 Identificazione delle forze su un razzo


SPIEGAZIONE
Un razzo sta volando verso l'alto attraverso l’aria, ad
una certa altezza dal suolo. La resistenza del l'aria F o r z a d i r e s is tc y ^ z a F

non è trascurabile. Quali forze vengono esercitate


sul razzo?
FIGURA 4.17 Forze esercitate su un razzo.
F orza “peso P

PAUSA DI RIFLESSIONE 4.4 Abbiamo appena dato un calcio a un .sas.so,


FIGURA 4.18 Una forza riproducibile. quale ora scivola sul terreno circa 2 metri davanti a noi. Quali delle seguenti
^ ----Lunghezza standard--------- >| forze agiscono sul sasso? Elenca tutte le forze pertinenti.
A. Forza di gravità, che agi.sce verso il bas.so.
B. Forza normale, che agisce verso l'alto.
C. Forza del calcio, che agisce nella direzione del moto.
D. Forza di attrito, che punta nella stessa direzione ma in verso opposto
Un clastico allungato
^* alla lunghezza standard rispetto alla direzione del moto.
esercita la forza E. Resistenza delfaria, che punta nella stessa direzione ma in verso opposto
standard /•’. rispetto alla direzione del moto.
Lunghezza standard —
2F 4.4 Che cosa fanno le forze?
La domanda fondamentale è: come si muove un corpo quando una forza viene
e.sercitata su di esso? 11 solo modo per rispondere a questa domanda è fare degli
esperimenti. Per fare degli esperimenti, tuttavia, ci serve un modo per ripro­
Due ela.stici allungati durre la stessa forza più e più volte, e ci serve un corpo standard che ci con­
alla lunghezza standard ^
esercitano una forza che senta di effettuare un esperimento ripetibile.
ò il doppio della forza La FIGURA 4.18 mo.stra come sia possibile allungare un elastico con le dita fino
standard F. ad una certa lunghezza, ad es. 10 cm, che possiamo misurare con un righello.
Chiameremo questa lunghezza lunghezza standard. Sappiamo che un elastico
allungato esercita una forza in quanto possiamo percepirla con le dita quando
tiriamo. Inoltre, questa è una forza riprcxlucibile. L’elastico esercita la stessa forza
ogni volta che lo allunghiamo alla lunghezza standard. Chiameremo l’intensità di
questa forza forza standard F. Non è sorprendente che due elastici identici, cia­
scuno allungato fino alla lunghezza standard, esercitino il doppio della forza di un
solo elastico, che tre elastici esercitino il triplo della forza e così via.
Ci .servirà inoltre un certo numero di corpi standard identici ai quali sarà
applicata la forza. Come abbiamo appreso nel Capitolo 1, runità della massa
nel SI è il chilogrammo (kg). Per quanto riguarda i corpi standard, costruiremo
noi stessi più corpi identici, ciascuno con una massa di 1 kg.
Ora siamo pronti per iniziare un e.sperimento virtuale. In primo luogo, posizio­
niamo uno dei blcK'chi da 1 kg su una superficie priva di attrito. (In un esperimento
reale possiamo approssimativamente eliminare fattrito facendo muovere il
blocco su un cuscino d’aria compressa). In secondo luogo, leghiamo un elastico
al blocco e allunghiamo l’elastico alla lunghezza standard. Il blocco sperimenta
quindi la stessa forza F sperimentata dal nostro dito nel tirare l’elastico. Quando
il bkK'co inizia a muoversi, al fine di mantenere la forza di trazione costante dob­
biamo muovere la nostra mano esattamente nella direzione giusta per mantenere
la lunghezza delfelastico, e quindi la forza, costante. La figura 4.19 mostra respe­
rimento effettuato. Una volta completato il moto, possiamo usare i diagrammi del
moto e la cinematica per analizzare il moto del bkx:co.

FIGURA 4.19 Misurazione del moto di un blocco da 1 kg tirato con una forza costante.

Allungamento co.siante


Trazione

Superficie
senza atlrilo
Diagramma del molo

Il diagramma del moto nella Figura 4.19 mostra che i vettori vekx:ità diventano FIGURA 4.20 Grafico accelerazione vs
.sempre più lunghi, quindi la vekx'ità aumenta: il bkKCO sta accelerando. Inoltre, forza.
un esame più approf ondito del diagramma del moto evidenzia che i vettori accele­
razione .sono tutti della .stessa lunghezza. Questa è la prima importante conclusione
di questo e.sperimento: un corpo tirato con una forza costante si muove con
accelerazione costante. Questa conclusione non poteva essere prevista in anticipo.
E concepibile che il corpo acceleri per un lasso di tempo e poi si muova a velocità
costante. Oppure che continui ad accelerare, ma che l’accelerazione diminuisca
costantemente. Tuttavia queste descrizioni non corrispondono a ciò che accade
realmente. In realtà il corpo continua a muoversi con un*accelerazione costante
per tutto il tempo in cui e.sercitiamo su di esso una trazione con forza co.stante.
Indichiamo con a^ questa accelerazione costante di un bkx:co tirato da un elastico.
Che cosa accade se aumentiamo la forza usando più ela.stici? Per scoprirlo, Forza (numero di elastici)
usiamo due elastici. Allunghiamo entrambi alla lunghezza standard per rad­
FIGURA 4.21 Grafico accelerazione vs
doppiare la forza a 2F, poi misuriamo l’accelerazione. Misuriamo l’accelera­
numero di blocchi.
zione prodotta da tre elastici, poi da quattro, e co.sì via. La f i g u r a 4.20 è un
I.'accelerazione (\>n due blocchi,
grafico dei risultati. La forza è la variabile indipendente, la sola che possiamo di un blocco ò r/|. Taccelerazione è 1/2 rispeilo
controllare, quindi abbiamo posto la forza suH’asse orizzontale per tracciare il a quella con un solo blocco.
grafico accelerazione vs forza. Il grafico rivela la nostra seconda importante ('on tre blocchi.
conclusione: l’accelerazione è direttam ente proporzionale alla forza. l'accclcraz.it>ne
La domanda finale per il nostro esperimento virtuale è: in che modo l’accele­ ò l/.L
«,/2 '
razione di un corpo dipende dalla sua massa? Per scoprirlo, incolliamo insieme
«1/3
due blocchi da 1 kg, in modo da avere un blocco con una massa doppia rispetto «i/4
ad un singolo blocco da 1 kg, ossia un blocco da 2 kg. Ora applichiamo la stessa 0
forza, un singolo elastico, che abbiamo applicato ad un singolo blocco da 1 kg. 1
La FIGURA 4.21 mo.stra che l’accelerazione è la metà rispetto a quella del singolo Numero di blocchi
112 CAPITOLO 4 Forze e leggi di Newton sul moto

L Relazioni inversam ente proporzionali

Diciamo che due quantità sono inver­


samente proporzionali l’una rispetto
all'altra se una quantità è proporzio­
nale all'inverso dell'altra. Matematica-
mente, questo significa che
A
^= 7
V è inversamente proporzionale a x

In questa formula, A è la costante di


proporzionalità. Questa relazione vie­
ne talvolta scritta come yoc. \/x.
FATTORE DI SCALA Se X raddoppia, y si dimezza.
■ Se triplichiamo jc, y si riduce di un fattore 3.
■ Se dimezziamo jc, y raddoppia.
■ Se riduciamo x di un fattore 3, y diventa 3 volte più
grande.
RAPPORTI Per ogni due valori di x, per es. x^ e jc^, abbiamo
A A
> ^1=X\7 yi =
^2
Dividendo l’equazione di y^ per l'equazione di y^^ troviamo
yi _ A /xi _ A X2 _X2
y2 A 1x2 xx A Xi
Ossia, il rapporto dei valori di y è l'inverso del rapporto dei valori corrispon­
denti di JC.
LIMITI ■ Quando jc diventa molto grande, y si avvicina allo zero.
■ Quando jc si avvicina allo zero, y diventa molto grande.

blocco. Se incolliamo insieme tre blocchi, ottenendo un corpo di massa pari a


3 kg, troviamo che Taccelerazione è solo un terzo rispetto a quella del blocco
da 1 kg. In generale, troviamo che Faccelerazione è inversamente proporzio­
nale alla massa del corpo. Quindi la nostra terza conclusione importante è:
raccelerazionc è inversamente proporzionale alla massa di un corpo.
Abbiamo familiarità con il seguente concetto: è molto più faticoso spingere
un’automobile che una bicicletta ed è più difficile far fermare un furgone
carico di merci che fermare uno skateboard. Questa tendenza a resistere ad un

ESEMPIO 4.4 Trovare la m a ssa di un blocco


Quando un elastico viene allungato per tirare un blocco da 1.0 kg con una forza
costante, si misura un’accelerazione del blocco pari a 3.0 m/s^. Quando un blocco di
massa sconosciuta viene tirato con lo stesso elastico, impiegando la stessa forza, la
sua accelerazione è di 5.0 m/s^ Qual è la massa di questo blocco?
IMPOSTAZIONE Ogni accelerazione del blocco è inversamente proporzionale alla
Sentire la differenza Per il suo alto
contenuto di zuccheri, una lattina di una sua massa.
bibita gassata normale ha una massa SOLUZIONE Possiamo usare quello che abbiamo imparato sulle relazioni inversa­
più grande del 4% rispetto ad una bibita mente proporzionali per scrivere
dietetica. Se cerchiamo di giudicare 3.0 m/s^ m
quale lattina ha una massa maggiore
semplicemente tenendo le due lattine in
5.0 m/s^ 1.0 kg
oppure
mano, la differenza sarà impercettibile.
Se invece muoviamo le lattine su e giù la
3.0 m/s2
X(1.0 kg) = 0.60 kg
differenza è sempre minima ma diventa 5.0 m/s^
percettibile: le persone sono evidentemente VERIFICA Con la stessa forza applicata, il blocco dalla massa sconosciuta aveva
più sensibili alla resistenza di ogni lattina un'accelerazione più grande del blocco da 1.0 kg. Ha quindi senso dire che la sua
all'accelerazione che al semplice peso di massa, ossia la sua resistenza all'accelerazione, è inferiore a 1.0 kg.
ognuna di esse.
4.5 Seconda legge di Newton 113

cambio di velocità (cioè resistere ad un’accelerazione o ad una decelerazione)


è chiamata inerzia. Possiamo quindi affermare che corpi dotati di una massa
più grande hanno un’inerzia maggiore.

PAUSA DI RIFLESSIONE 4.5 Due elastici allungati alla lunghezza standard ac­
celerano un corpo a 2 m/s^. Supponiamo che un altro corpo con una massa
doppia rispetto al primo corpo venga tirato da quattro elastici allungati alla
lunghezza standard. Qual è Taccelerazionc di questo secondo corpo?
A. 1 m/s2 B. 2m/s2 C. 4 m/.s^ D. 8 m/s^ E. lòm/s^

4.5 Seconda legge di Newton


Possiamo ora riassumere i risultati dei nostri esperimenti. Abbiamo visto che
una forza causa l’accelerazione del corpo. L’accelerazione a è direttamente
proporzionale alla forza F e inversamente proporzionale alla massa m. Pos­
siamo esprime entrambe queste relazioni sotto torma di un’equazione come
a= - (4.2)
ni
Si noti che se raddoppiano le dimensioni della forza F, l’accelerazione a raddop­
pierà, come abbiamo potuto constatare sperimentalmente. Se triplichiamo la massa
m, l’accelerazione sarà ridotta ad un terzo, come evidenziato dalPcsperimento.
L’Equazione 4.2 ci dice qual è il modulo dell'accelerazione di un corpo in
termini di massa e di forza applicata. Ma i nostri esperimenti hanno eviden­
ziato un altro aspetto importante: l’accelerazione e la forza avevano la stessa
direzione e verso. Possiamo esprimere questo fatto scrivendo l’Equazione 4.2
in forma vettoriale come
^ F (4.3)
a=
Il nostro esperimento si era limitato ad osservare la risposta di un corpo ad una
singola forza applicata che agiva in una singola direzione. Realisticamente, un
corpo è più probabilmente soggetto a diverse forze distinte F\, F3, ... che pos­
sono puntare verso direzioni diverse. Che cosa succede in questo caso? Gli esperi­
menti mo.strano che l’accelerazione del corpo è determinata dalla forza totale (o
risultante) che agisce su di esso. Ricordiamo dalla Figura 4.4 e dall’Equa/ione 4.1
che la forza totale è la somma vettoriale di tutte le forze che agiscono sul corpo.
Quindi se agiscono più forze, usiamo la forza totale neH’Equazione 4.4.

Seconda legge di Newton Un corpo di massa m soggetto alle forze


F i, F2, F3, ... subirà un’accelerazione a data da „
I
a= (4.4)
m
INVERSAM(NTE
PflOfORZIONAlE

dove la forza totale F,oi = Fi -I- F2 4- F3 4* • • •è la somma vettoriale di tutte


le forze che agiscono sul corpo. Il vettore accelerazione a punta nella stes­
sa direzione e verso del vettore forza totale Ftot*

Newton fu il primo a riconoscere correttamente questa relazione tra forza e ItLEVEi


moto. Per questo questa legge porta oggi il suo nome. Qual è il ruolo della massa? Dunica
Patrick, donna pilota di auto da corsa, è stata
Mentre alcune relazioni si applicano solo in circostanze particolari, altre sem­
oggetto di commenti controversi da parte
brano avere un’applicabilità universale. Le equazioni che sembrano applicabili di piloti uomini che ritenevano che la sua
tutte le volte e in tutte le condizioni sono chiamate “leggi di natura’’. La seconda massa relativamente piccola, pari a 45 kg,
legge di Newton è una legge di natura e ne incontreremo altre in questo libro. le desse un vantaggio non regolare. Poiché
Possiamo riscrivere la .seconda legge di Newton nella forma le auto senza pilota devono avere la stessa
massa, l'auto di Danica Patrick aveva, con
= ma (4.5) il pilota, una massa complessiva inferiore
a quella di tutte le altre. Ci si poteva
Quest’ultima forma è forse quella più comunemente usata in molti libri di testo aspettare che avesse quindi un'accelerazione
ed è anche la forma che useremo di più negli esercizi. leggermente maggiore.
114 CAPITOLO 4 Forze e leggi di Newton sul moto

Le Equazioni 4.4 e 4.5 sono matematicamente equivalenti, ma l’Equazione


4.4 descrive meglio l’idea centrale della meccanica di Newton: una forza
applicata ad un corpo causa l’accelerazione del corpo stesso e l’accelerazione
ha la stessa direzione e verso della forza totale.
►Quando più forze agiscono su un corpo, occorre fare attenzione a
non pensare che la forza più intensa “prevalga” sulle altre per determinare
il moto. E F la somma di tutte le forze, che determina l’accelerazione a. <

ESEMPIO CONCETTUALE 4.5 Accelerazione di una palla da basket spinta dal vento
Una palla da basket viene lasciata cadere da ferma con un forte FIGURA 4.22 Una palla da basket che cade in presenza di
vento che soffia verso destra. In quale direzione accelera la vento.
palla?
(a) La forza di resistenza (b ) L’accelerazione
SPIEGAZIONE II vento è semplicemente aria in movimento. punta nella direzione
punta verso destra.
Se l'aria si muove verso destra rispetto alla palla, allora la palla e verso didi f' .
si muove verso sinistra rispetto all'aria. Ci sarà una forza di
resistenza opposta alla velocità relativa della palla rispetto
aH'aria, verso destra. Quindi, come mostra la FIGURA 4.22a, La forza peso
...... punta verso
due forze agiscono sulla palla: la sua forza peso P, diretta PV il basso.
verso il basso e la forza di resistenza diretta verso destra. La
seconda legge di Newton ci dice che la direzione e il verso Fy
dell’accelerazione sono gli stessi della forza totale Nella VERIFICA II risultato è coerente con l’esperienza. La forza
FIGURA 4.22bJroviamo tramite il metodo grafico di somma peso tira la palla verso il basso e il vento spinge la palla verso
vettoriale di P e Fy. Vediamo che ^tol» e quindi a, punta verso destra. Il risultato finale è un'accelerazione verso il basso e
il basso e verso destra. verso destra.

TABELLA 4.2 Intensità approssimativa Unità di misura della forza


di alcune forze tipiche
Poiché ^ot = funità di misura della forza equivale all’unità di massa molti-
Intensità
plieata per l’unità di accelerazione. Come abbiamo imparato nel Capitolo 1, l’u­
approssimativa
Forza (newton) nità nel SI della massa è il chilogrammo (kg). Possiamo ora definire l’unità
fondamentale della forza come “la forza che causa un’accelerazione di 1 m/s^
Peso di una moneta 0.05
da 20 centesimi per una massa di 1 kg”. Dalla .seconda legge di Newton, questa forza è
Peso di 1/4 di tazza kg 111
0.5 unità fondamentale di forza = (1 kg) X (1 m/s^) = 1
di zucchero
Peso di una bottiglia 5 Questa unità di forza è chiamata newton: un newton è la forza che fa accelerare
d’acqua di 0.5 1 una massa di I kg a 1 ni/s^. L’abbreviazione per il newton è N. Matematica­
Peso di un tipico gatto 50 mente, 1 N = 1 Kg • m/s^. La Tabella 4.2 elenca i valori tipici di alcune forze.
domestico 11 newton è un'unità di misura secondaria, cioè è definita tramite le unità
Peso di una persona 500 fondamentali di chilogrammo, metro e secondo.
di 50 kg di massa L’unità di forza nel sistema ingle.se è la libbra o pounci (abbreviato Ib). Seb­
Forza propulsiva 5000 bene la definizione del pound sia variata nel corso degli anni, è ora definita in
di un'automobile termini di newton:
Forza propulsiva del 50.000 1 libbra o pound = 1 Ib = 4.45 N
motore di un piccolo jet
Solitamente associamo i pound con i chilogrammi anziché con i newton. 11
Forza di trazione 500.000
di una locomotiva linguaggio comune spesso confonde i concetti di massa e peso, per cui sarà
necessario operare una chiara distinzione fra que.sti concetti. Su questo punto
effettueremo un approfondimento nel prossimo capitolo.

ESEMPIO 4.6 Accelerazione prima del decollo


Un Boeing 737 - jet a corto raggio, di piccole dimensioni, con figura 4.23 Descrizione visiva di un aeroplano in fase di
una massa di 51 (KK) kg - è fermo sulla pista. 11pilota fa girare la accelerazione.
coppia di motori al massimo e la forza di propulsione determina
l'accelerazione dell'aereo lungo la pista. Dopo aver percorso 940 v ip » .......................
m, l'aereo raggiunge la velocità di decollo di 70 m/s e si stacca
dal suolo. Qual è la forza di propulsione di ciascun motore?
IMPOSTAZIONE Se supponiamo che l'aereo abbia un'accele­ 0
razione costante (ipotesi ragionevole), possiamo usare le cine­ (Vr)i
matica per trovare il modulo di questa accelerazione. Possiamo
Dati Incognite
quindi usare la seconda legge di Newton per trovare la forza di
jCi = 0 m, (v^)i = 0 m/s dx e F,o«
propulsione che ha prodotto questa accelerazione. La f i g u r a
X( = 940 m, (vi)f = 70 m/s
4.23 è una descrizione visiva del moto dell’aeroplano.
continua
4.6 Diagrammi di corpo libero 115

SOLUZIONE Non sappiamo quanto tempo ha impiegato l’ae­ pulsione. Completiamo la soluzione usando la seconda legge di
reo a raggiungere la velocità di decollo, ma sappiamo che ha Newton:
percorso una distanza di 940 m. Possiamo trovare l'accelera­
F = ma^ = (51 OOOkg)(2.61 m/s^) = 133 000 N
zione usando la terza equazione relativa al molo uniforme­
mente accelerato della Sintesi 2.1 : La forza di propulsione di ciascun motore è la metà di questa
forza totale:
Propulsione di un motore = 67OOO N = 67 kN
Lo spostamento è A.v = —x = 940 m e la velocità iniziale è 0.
Possiamo rielaborare l'equazione per trovare l'accelerazione: VERIFICA Un'accelerazione di circa Va g sembra ragionevole
per un aereo: è un’accelerazione notevole ma non eccessiva.
^ (70 m/sr
= 2.61 m/s^ 11 valore finale che troviamo per la propulsione di ciascun
2A.V 2(940 m) motore è vicino al valore indicato nella Tabella 4.2. Questo
Abbiamo tenuto una cifra significativa in più perché questo dato ci consente di dire che il nostro risultato finale ha un
non è il nostro risultalo finale. Dobbiamo ancora trovare la pro­ corretto senso fisico.

PAUSA DI RIFLESSIONE 4.6 Tre forze agiscono su un


corpo. In quale direzione il corpo accelera?
1

■t ‘I D.

4.6 Diagrammi di corpo libero


Quando risolviamo un problema di dinamica, è utile riunire tutte le informa­
zioni sulle forze che agiscono su un corpo in un singolo diagramma chiamato
diagram m a di corpo libero. Un diagramma di corpo libero rappresenta il
corpo come un punto materiale e mostra tutte le forze che agiscono su di lui.
Imparare come tracciare un corretto diagramma di corpo libero è molto impor­
tante ed è una competenza che diventerà fondamentale nel prossimo capitolo
per la risoluzione di problemi sul molo.

STRATEGIA _ . .. ...
E TATTICA 4.3 Tracciare un d ia gra m m a di corpo libero

O Identifichiamo tutte le forze che agiscono sul corpo. Questa fase è


stata descritta nel riquadro Strategia e tattica 4.2.
© Tracciam o un sistema di riferimento. Usiamo gli assi definiti nella
rappresentazione figurata (riquadro Strategia e lattica 2.2). Se questi
assi sono inclinati, per il moto lungo un piano inclinato, allora gli assi
del diagramma di corpo libero devono essere analogamente inclinati.
© Rappresentiamo il corpo come un punto aH'originc degli assi delle
coordinate. Questo è il modello del punto materiale.
O Tracciamo i vettori che rappresentano ciascuna delle forze identifi­
cate. Questa operazione è stata descritta nel riquadro Strategia e tattica
4.1. Ricordiamoci di assegnare un nome a ciascun vettore di forza.
© Traccia e assegna un nome al vettore di forza totale F,ot. Tracciamo
questo vettore accanto al diagramma, non sul punto materiale. Poi con­
trolliamo che Ftot punti nella stessa direzione e verso del vettore acce­
lerazione a sul nostro diagramma del moto, oppure, se è il caso,
scriviamo Ftot= 0.
116 CAPITOLO 4 Forze e leggi di Newton sul moto

ESEMPIO 4.7 Forze su un ascensore


Un ascensore, sospeso ad un cavo, accelera man mano che si muove dal piano terra
verso Talto. Tracciamo un diagramma di corpo libero deH'ascensore.
IMPOSTAZIONE L'ascensore si muove verso l’alto e la sua velocità aumenta. Questo
significa che l'accelerazione è diretta verso l'alto e questa affermazione sull'accelera­
zione è sufficiente per gli scopi del nostro problema. Successivamente, prendiamo in
esame le forze. La f i g u r a 4.24 illustra le fasi elencate nel riquadro Strategia e tattica
4.3. Sappiamo che Taccelcrazionc è diretta verso l'alto, quindi anche ^tot dev’essere
diretta verso l'alto.

FIGURA 4.24 Diagramma di corpo libero di un ascensore che accelera verso l'alto.
Identifica/ìone delle forze Diagramma di corpo libero
...©Tracciamo un sistema
di riferimento.

• © Rappresentiamo il corpo
come un punto
neH’origine.

t.
0 Disegniamo e assegniamo
o 1. Identifichiamo tutte le O Tracciamo i vettori per un nome a F
forze che agiscono sul corpo. le forze identificate. accanto al diagramma.

VERIFICA Osserviamo il nostro disegno e vediamo se ha senso. Gli assi delle coor­
dinate, con un asse y verticale, sono quelli che useremmo in una rappresentazione
figurata del moto e quindi la scelta è corretta. Fiot è diretta verso l’alto. Perché questo
sia vero, il modulo di T dev’essere maggiore del modulo di P, che è appunto ciò che
è stato disegnato.

ESEMPIO 4.8 Forze su un m odellino di auto da corsa a CO ,


Una classe di liceo ha costruito dei modellini di automobili ci dice che l'attrito dinamico e la forza di resistenza sono tra­
azionati da bombolette di CO^. Gli studenti faranno gareggiare scurabili. Possiamo eseguire questi tre disegni utilizzando il
le automobili, quindi hanno cercato di ridurre il più possibile riquadro Strategia di risoluzione dei problemi 1.1 per il dia­
l'attrito dinamico e la forza di resistenza. Se paragonale alla gramma del moto, le indicazioni del riquadro Strategia e tattica
forza di propulsione, queste forze sono trascurabili e possiamo 4.2 per identificare le forze e le indicazioni del riquadro Stra­
pertanto ignorarle. Un'automobile parte da ferma, il cilindro di tega e tattica 4.3 per disegnare il diagramma di corpo libero.
propulsione è forato e l'automobile accelera lungo la pista. Questi disegni sono illustrati nella FIGURA 4.25.
Disegna una descrizione visiva, diagramma del moto, dia­ VERIFICA II diagramma del molo ci dice che l'accelerazione è
gramma di identificazione delle forze e diagramma di corpo nella direzione delle jc positive. In base alle regole della somma
libero, del moto dell’automobile. vettoriale, questo può essere vero solo se n, che punta verso
IMPOSTAZIONE Possiamo trattare Tautomobile come un l’alto, e P, che punta verso il basso, sono uguali in modulo e
punto materiale. La descrizione visiva consiste nel diagramma quindi si cancellano a vicenda. I vettori sono stali disegnati di
del moto per determinare a, un disegno che identifica le forze e conseguenza, pertanto il vettore della forza totale punta verso
un diagramma di corpo libero. La descrizione della situazione destra, in accordo con a dal diagramma del moto.

FIGURA 4.25 Descrizione visiva di un modellino di auto da corsa a COj.


Dìagrainina dd moto Identifica/ioiie delle for/.e Diaframma di corpo libero
Forza d i F^ il
\

Forza p eso P

Forza kv
. Controlliamo che punii nella stessa direzione e verso di o ..
4.7 Terza legge di Newton 117

E SE M P IO 4.9 Forze su uno sciatore trainato da uno skilift


Uno sciatore risale un pendio trainato dalla fune di uno skilift a VERIFICA Abbiamo mostrato la tensione T che esercita una
velocità costante. Disegna una descrizione visiva dello sciatore. trazione parallela al pendio e la forza d’attrito /j, che si oppone
IMPOSTAZIONE Riprendiamo l’Esempio 4.2 con l'informa­ alla direzione del moto, che punta verso la parte inferiore del
zione aggiuntiva che lo sciatore si muove a velocità costante. pendio. La forza normale fi è perpendicolare alla superficie e
Se stessimo risolvendo un problema di cinematica, la rappre­ agisce lungo l'asse y. Infine, dato importante, la forza peso P
sentazione figurata utilizzerebbe un sistema di riferimento punta verticalmente verso il basso, non lungo l'asse y nega­
ad assi inclinati, con l'asse x parallelo al pendio, quindi uti­ tivo. Lo sciatore si muove in linea retta a velocità costante
lizziamo questi stessi assi inclinati per il diagramma di corpo quindi « = 0 . La seconda legge di Newton ci dice quindi che
libero. Il diagramma del moto, il diagramma di identificazione = ma = 0. Pertanto abbiamo disegnato i vettori in modo
delle forze e il diagramma di corpo libero sono mostrati nella tale che la somma delle forze sia zero. Approfondiremo questo
FIGURA 4.26. aspetto nel Capitolo 5.

FIGURA 4.26 Descrizione visiva di uno sciatore trainato da uno skilift a velocità costante.

I diagrammi di corpo libero saranno il no.stro strumento principale nei pros­


simi capitoli. Un’accurata esercitazione sugli argomenti del presente capitolo
risulterà di grande aiuto nel capitolo successivo. Certamente non esageriamo
nell’affermare che un problema è risolto almeno a metà se si completa corret­
tamente il diagramma di corpo libero.

PAUSA DI RIFLESSIONE 4.7 Un ascensore sospeso ad un cavo si muove verso


l'alto e rallenta prima di fermarsi. Quale diagramma di corpo libero è corretto?

it

f fjMasc
— .V —U —A-

B. C. D. E.
FIGURA 4.27 II martello e il chiodo
esercitano una forza reciproca.
11 martello esercita
4.7 Terza legge di Newton una forza sul chiodo ... ’**

Finora ci siamo focalizzati sul moto di un singolo corpo rispondente a forze


ben definite esercitate da altri corpi o da forze a distanza. Uno .sciatore che
scende lungo la pista da sci, ad esempio, è soggetto alle forze normali e di
attrito del piano inclinato e all’attrazione della forza di gravità. Una volta iden­
tificate queste forze, possiamo usare la seconda legge di Newton per calcolare
l’accelerazione e, di conseguenza, il moto generale dello sciatore. "V.. ma anche il chiodo
esercita una forza
Tuttavia il moto nel mondo reale spesso implica che due o più corpi intera­ sul martello.
giscano fra di loro. Consideriamo il martello e il chiodo nella f i g u r a 4.27.
118 CAPITOLO 4 Forze e leggi di Newton sul moto

Quando il martello colpisce il chiodo, il chiodo esercita una spinta contraria sul
martello. Un battitore e una palla, il piede e un pallone da calcio e il sistema
Terra-Luna sono altri esempi di corpi che interagiscono. Dobbiamo conside­
rare come le forze su questi corpi interagenti siano correlate tra loro.

Corpi in te ra g e n ti
Consideriamo nuovamente il martello e il chiodo nella Figura 4.27. Il martello
e.sercita certamente una forza sul chiodo mentre spinge il chiodo in avanti. Allo
stes.so tempo, il chiodo esercita una forza sul martello. In caso di dubbio persi­
stente, proviamo ad immaginare di colpire il chiodo con un martello di vetro.
La forza del chiodo sul martello cau.serebbe la frantumazione del vetro.
Ogniqualvolta il corpo A esercita una spinta o una trazione sul corpo B, il
corpo B e.sercita una forza contraria sul corpo A. Se spingiamo un mobile per
spostarlo, il mobile e.sercita una forza opposta su di noi. (Se spingessimo in avanti
senza il mobile che esercitasse una forza su di noi, cadremmo in avanti co.sì come
accadrebbe .se qualcuno aprisse improvvisamente una porta su cui fossimo appog­
giati). La sedia esercita una spinta verso l’alto su di noi (la forza normale che ci
impedisce di cadere) e, allo stesso tempo, noi e.sercitiamo una forza verso il basso
sulla sedia, comprimendo la .seduta. Questi .sono esempi di ciò che chiamiamo
in te ra z io n e . Un'interazione è l’influenza reciproca tra due coipi.
Questi esempi illustrano un aspetto fondamentale delle interazioni: le forze
coinvolte in un’interazione tra due corpi agiscono sempre in coppia. Per essere
più specifici, se il corpo A esercita una forza F ^ suB corpo B, il corpo B
esercita una forza F^ suA corpo A. Questa coppia di forze, illustrata nella
F IG U R A 4.28 Una coppia di forze azione/ F IG U R A 4.28, è chiamata una c o p p i a a z i o n e / r e a z i o n e . I3ue corpi interagiscono
reazione. e.sercitando reciprocamente una coppia azione/reazione di forze. Si notino gli
indici molto espliciti sui vettori della forza. La prima lettera è V a g e n t e , cioè la
fonte della forza e la seconda lettera è V o g g e t t o sul quale la forza agisce. fXsu b
è quindi la forza esercitata d a A s u B.
►Il nome “coppia azione/reazione” è in un certo senso fuorviante.
Le forze si verificano contemporaneamente e non si può dire quale sia l’a­
Coppia azione/rea/.ione
'\ zione e quale sia la reazione. Né vi è alcuna implicazione di causa ed effetto:
l’azione non provoca la reazione. Una coppia azione/reazione di forze
\ A su B

- ►
esiste come una coppia oppure non esiste affatto. Per le coppie azione/
reazione, gli indici sono esplicativi: la forza F^^nuB ^ accoppiata alla forza
^ B su A- ^
______

R agionam ento con la terz a legge di N ew ton.


Due corpi interagiscono sempre attraverso una coppia azione/reazione di forze.
Newton è stato il primo a riconoscere come i membri di una coppia azione/
reazione di forze fossero connessi tra loro. Oggi que.sta relazione è conosciuta
sotto il nome di terza legge di Newton:

Terza legge di N e w ton Ogni forza esiste come componente di una coppia
F IG U R A 4.29 Terza legge di Newton. azione/reazione di forze.
I due membri di una coppia a/ioiie/rea/.ionc
■ Le due forze in una coppia azione/reazione agiscono su due corpi d iv e r s i.
di Ibr/e agiscono su corpi diversi.
■ I due membri di una coppia azione/reazione puntano nella stessa dire­
Questa ò la l'or/a Questa ò la forza
zioni ma in verso o p p o s t o e sono u g u a l i in m o d u l o .
sul martello. sul chiodo.

La terza legge di Newton viene spesso enunciata come .segue: “Ad ogni
azione corrisponde una reazione uguale ma opposta”. Pur es.sendo efficace nel
rendere l’idea, questa frase manca di precisione rispetto alla nostra versione
preferita. In particolare essa non riesce a cogliere una caratteristica essenziale
dei due membri della coppia azione/reazione, ossia il fatto che cia.scimo agisce
su un corpo d i v e r s o . Questo è mo.strato nella f i g u r a 4.29, in cui un martello che
colpi.sce un chiodo esercita una forza l a n c i l o su c h i o d o base alla terza legge
I membri della coppia puntano nella .v/c.v.vu
direzione ma in verso opposto, c hanno di Newton, il chiodo deve esercitare una forza F ^ -h i^ c io s u m a r t e llo completare
modulo uguale. la coppia azione/reazione.
4.7 Terza legge di Newton 119

La Figura 4.29 illustra anche che queste due forze puntano in versi opposti.
Questa caratteristica della terza legge è anche in accordo con la nostra e.spe-
rienza. Se il martello colpisce il chiodo con una forza diretta verso destra, la
forza del chiodo sul martello è diretta verso sinistra. Se la forza della mia sedia
mi spinge verso Talto, la mia forza spinge la sedia verso il basso.
Infine, la Figura 4.29 mostra che, secondo la terza legge di Newton, i
due elementi di una coppia azione/reazione hanno modulo u^^iude, quindi
Finanello
,, su chiodo
w . = chiodo. su iimncllo
n • Que.sto
^
nuovo concetto non ò affatto ovvio.

ESEMPIO CONCETTUALE 4.10 Forze in una collisione


Un camion di massa pari a 10000 kg ha una collisione frontale con una vettura com­
patta di massa 1000 kg. Durante la collisione, la forza del camion suirautomobile è
maggiore, minore o uguale alla forza e.sercitata dalfautomobile sul camion?
SPIEGAZIONE La terza legge di Newton ci dice che il modulo della forza eserci­
tata dalfautomobile sul camion dev’essere uguale a quello della forza esercitata dal
camion sull'automobile! Come può accadere questo se la macchina è così piccola
rispetto al camion? La fonte di perplessità in problemi come questo è che la terza
legge di Newton considera uguali \cforze agenti sui due corpi, non le loro accelera­
zioni. L'accelerazione di ogni corpo dipende non solo dalla forza applicata ad esso,
ma anche, secondo la seconda legge di Newton, dalla sua massa, l.'automobile e il
camion in effetti percepiscono reciprocamente forze di uguale intensità, ma l'auto­
mobile, con la sua massa più piccola, subisce un'accelerazione molto maggiore del La rivalsa del bersaglio Normalmente
pensiamo al danno che la forza di un
veicolo più grande. proiettile arreca al suo bersaglio. Ma in
VERIFICA Questo è un tipo di domanda per la quale l'intui/ionc necessita di un base alla terza legge di Newton, il bersaglio
approfondimento. Quando si pensa a problemi di questo tipo, occorre assicurarsi di esercita una forza uguale sul proiettile.
separare gli effetti (le accelerazioni) dalle cau.se (le forze stesse). Poiché due corpi Il proiettile a sinistra non è stalo sparalo.
interagenti possono avere masse molto diverse, le loro accelerazioni possono es.sere I proiettili a destra sono stati sparati
molto diverse. Questa constatazione non deve però distoglierci dalla convinzione clic verso un bersaglio di prova a velocità
le forze d'interazione sono di pari intensità. sempre maggiori e sono stati chiaramente
danneggiati da questa interazione.

Corridori e razzi
Un corridore parte da fermo e comincia a muoversi lungo la pista. Poiché sta
accelerando, ci deve essere una forza che agisce su di lui spingendolo in avanti.
L’energia per mettere il suo corpo in movimento proviene dairinterno del suo
corpo (e.samineremo questo tipo di problema in dettaglio nel Capitolo 11). Ma
da dove viene la forzai
Se tentassimo di camminare su un pavimento privo di attrito, il nostro piede
scivolerebbe e si niuoverebbe i\Windietro. Per poter camminare, il pavimento
deve esercitare un attrito in modo che il piede aderisca ad esso quando si
distende la gamba, spostando il corpo in avanti. L’attrito che impedisce lo
slittamento è l’attrito statico. L’attrito statico, ricorderemo, agisce nella dire­ f i g u r a 4.30 Esempi di propulsione.
zione che impedisce lo slittamento, quindi la forza d’attrito statico /ssuP La persona esercita una
Superfìcie su Persona) deve puntare in avanti per evitare che il piede scivoli (a) spinta all'indietro contro
airindietro. Come mostrato nella f i g u r a 4.30a, è que.sta forza d’attrito statica la superficie. La superfìcie
esercita una spinta in
diretta in avanti che ci fa avanzare! La forza del piede sul pavimento, /psus» è avanti sulla persona.
l’altra metà della coppia azione/reazione e punta nel verso opposto, infatti per
^p erfK 'k MI pcrMtna
muoverci spingiamo il piede all’indietro contro il pavimento. Così, quando il
corridore inizia a correre lungo la pista - o quando si inizia a camminare lungo
un pavimento - è la forza d’attrito statico fra il terreno e il corridore che forni­ pervma \u tupcrficK '-•Coppia a/ione/reazione
sce l’accelerazione. Questo può sembrare sorprendente, ma immaginiamo che di forze
la gara si svolga su un laghetto ghiaccialo. 1 corridori avrebbero molti più (b) Lo pneumatico esercita una
problemi a partire. spìnta all indietro contro la
strada. La strada esercita una
►Una nozione controintuitiva per molti studenti è che la spinta in spinta in avanti sullo pneumatico.
avanti è dovuta all’attrito statico. Se ci stiamo spostando, come può l’attrito
NU p n eu m atico
essere statico? È vero che il nostro corpo è in movimento, ma i piedi non
scivolano, quindi questo non è un attrito dinamico bensì un attrito statico. <
./jin cu m a lic o su strad a \ ;
Allo stesso modo, rautomobile nella f i g u r a 4.30b utilizza Lattrito statico *-• Coppia azione/reazione
per avanzare. L’automobile utilizza il proprio motore per far girare gli pneuma- di forze
IZK) CAPITOLO 4 Forze e leggi di Newton sul moto

tici, i quali esercitano una pressione alPindietro sulla strada (/p n e u m a tic o su strad a)-
La superfìcie della strada risponde spingendo rautomobile in avanti
(‘^strad a su pneum atico)* uiia volta, le for/.e Coinvolte sono forze di attrito
statico. La ruota gira, ma la parte inferiore dello pneumatico, nel punto di con­
tatto con la strada, è istantaneamente ferma. Se così non fosse, si lasccrebbe una
gigantesca traccia di pneumatico lungo il percorso e si brucerebbe il battistrada
nel giro di pochi chilometri.
Per un sistema che ha una fonte interna di energia, una forza che spinge il
sistema è una forza di propulsione. Anche i motori di un razzo forniscono la
propulsione, ma c’è una differenza rispetto ai casi precedenti: un razzo non
deve spingere contro il terreno e neanche contro Patmosfera. E per questo che
la propulsione del razzo lavora nel vuoto dello spazio. Il motore del razzo
espelle gas caldi in espansione dalla parte posteriore del razzo come illustrato
^•GUra 4.31 La propulsione di un razzo. nella f i g u r a 4 .3 1 . In risposta, i gas combusti spingono il razzo in avanti con la
forza che abbiamo chiamato propulsione.
Il ra//() spinge i gas caldi
all'indieiro. I ga.s spingono Il razzo spinge gas caldi espellendoli sul retro e questo si traduce in una
il razzo in avanti. forza in avanti sul razzo. Ma consideriamo il ca.so contrario: una spinta verso
Vinterno anziché una spinta verso Vesterno. Questo capitolo si apre con la foto
di una tartaruga a collo di serpente. 1 muscoli del collo della tartaruga non sono
*■; Coppia azione/rcazione abbastanza forti per far scattare la testa in avanti con Taccelerazione osservata.
di forze
La tartaruga utilizza invece un approccio diverso. La tartaruga apre la bocca e
ra/./o su gas
spinge con forza Tacqua nella propria gola. La testa della tartaruga e Tacqua
formano una coppia azione/reazione: Tacqua è tirata all’indietro e questo si
traduce in una forza in avanti che si esercita sulla testa della tartaruga. Questo
è esattamente il contrario di ciò che avviene con il razzo ed è una tecnica sor­
prendentemente efficace che consente alla tartaruga di colpire più rapidamente
rispetto a molti pesci predatori.
Ora abbiamo messo insieme tutti i pezzi di cui abbiamo bisogno per ini­
ziare a ri.solvere i problemi di dinamica. Abbiamo visto cosa sono le forze e
come identificarle e abbiamo imparato come le forze producano l’accelera­
zione dei corpi in base alla seconda legge di Newton. Abbiamo inoltre tro­
vato come la terza legge di Newton governi le forze di interazione tra due
corpi. Il nostro obiettivo nei prossimi capitoli sarà quello di applicare le leggi
di Newton a una varietà di problemi che coinvolgono il moto rettilineo e il
moto circolare.

PAUSA DI RIFLESSIONE 4.8 Una picco­


la automobile spinge un camion la cui
batteria è scarica. La massa del camion
è maggiore della massa dell’automobile.
L’automobile e il camion si muovono
verso destra e stanno accelerando.
Quale delle .seguenti affermazioni è vera?
A. L’automobile esercita una forza sul camion, ma il camion non e.sercita
una forza suirautomobile.
B. La forza esercitata daH’automobile sul camion è maggiore di quella eser­
citata dal camion suU’automobile.
C. La forza e.sercitata dall’automobile sul camion è pari a quella esercitata
dal camion suH’automobile.
D. La forza e.sercitata dal camion suH’automobile è maggiore di quella e.ser­
citata daH’automobile sul camion.
E. Il camion esercita una forza suH’automobile, ma rautomobile non eserci­
ta una forza sul camion.
4.7 Terza legge di Newton 121

ESEMPIO INTEGRATO 4.11 Trazione di un treno turistico


Una motrice rallenta quando traina in della vettura 1. Sul retro la vettura 1 è in contatto con la vettura
salita due vetture di un treno turistico 2, quindi anche la vettura 2 deve esercitare una forza sulla vet­
di montagna. Disegna una descri­ tura 1. La direzione di questa forza può essere compresa con
zione visiva (diagramma del moto, la terza legge di Newton. La vettura 1 esercita una forza sulla
diagramma di identificazione delle vettura 2 per trainarla in salita. Pertanto, in base alla terza legge
forze e diagramma di corpo libero) di Newton, la vettura 2 deve esercitare una forza opposta in
della vettura subito dietro la motrice, discesa sulla vettura 1. Definiamo questa forza come Fi i. I
trascurando la forza d'attrito. tre diagrammi che compongono la descrizione visiva completa
IMPOSTAZIONE Poiché il treno sta rallentando, il diagramma sono illustrati nella f i g u r a 4.32.
del moto consiste in una serie di posizioni del punto materiale VERIFICA Preparare conettamente i tre diagrammi illustrati in
che diventano sempre più ravvicinate in momenti successivi; i cjueslo esempio è fondamentale per risolvere i problemi usando
vettori velocità corrispondenti diventano .sempre più corti. Per le leggi di Newton. Il diagramma del moto ci permette di determi­
identificare le forze che agi.scono sulla vettura possiamo utiliz­ nare la direzione delTaccelerazione e quindi di Utilizzando il
zare le fasi del riquadro Strategia e tattica 4.2. Infine, possiamo diagramma di identificazione delle forze, possiamo identificare
disegnare un diagramma di corpo libero sulla base delle indica­ correttamente tutte le forze che agiscono sul corpo e, cosa altret­
zioni del riquadro Strategia e tattica 4.3. tanto importante, non aggiungiamo forze estranee. Disegnando
SOLUZIONE Trovare le forze che agiscono sulla vettura 1 correttamente questi vettori di forza in un diagramma di corpo
può essere complicato. La motrice esercita un forza in avanti libero, saremo pronti per Tapplicazionc quantitativa delle leggi
p . , laddove la motrice è in contatto con la■parte anteriore
' m otnee su I
di Newton che sarà trattala nel Capitolo 5.

FIGURA 4.32 Descrizione visiva della vettura di un treno che rallenta quando affronta una salita.
Dia^raiiiiiiii del moto IdeiliHìea/.iotie delle fdr/e Diaframma di corpo libero
(Fasi enumerate nel riquadro Strategia e tattica 4.2) (Fasi enumerate nel riquadro Strategia e tattica 4.3)

O II corpo d'interesse è la vettura 1. O Identifichiamo tutte le forze (già effeiiuato).


0 Facciamo un disegno. 0 Tracciamo un sistema di riferimento. Poiché il moto
0 Circoscriviamo il corpo con una linea chiusa. avviene su un piano inclinato, incliniamo il
G Localizziamo i punti in cui altri corpi nostro asse a di conseguenza.
toccano il corpo d’interesse. 0 Rappresentiamo il corpo come un punto nelforigine.
Poiché il treno sta rallentando, 0 Assegniamo un nome e un simbolo a O Tracciamo i vettori che rappresentano cia.scuna
il suo vettore accelerazione cia.scuna for/.a di contatto. forza identificata.
punta nella direzione opposta 0 La forza peso è la sola forz.a a distanza. 0 Traccia il vettore della forza totale. Controlliamo che
al moto. questo punti nella stessa direzione e verso di a.
122 CAPITOLO 4 Forze e leggi di Newton sul moto

RIEPILOGO
O b ie ttiv o : sta b ilire u n a c o n n e s s io n e tra fo rza e m o to .

PRINCIPI GENERALI ^
Prima legge di Newton Seconda legge di Newton Terza legge di Newton
Consideriamo un corpo senza alcuna Un corpo di massa ni subirà Ogni forza è parte di una coppia azione/
forza che agisca su di esso. Se il corpo un’accelerazione. reazione di forze. I due elementi di una
è fermo, resterà fermo. Se il corpo è in ' tot coppia azione/reazione:
movimento, continuerà a muoversi in m
linea retta a velocità costante. • agiscono su due corpi diversi
dove la forza totale ^tot — F2~^ • puntano nella stessa direzione ma in
F =o è la somma vettoriale di tutte le verso opposto e hanno lo stesso modu­
forze individuali che agiscono sul corpo. lo:
V V V V V
---------- ►
a =6

La prima legge di Newton ci dice che


un corpo non soggetto a forze non avrà
alcuna accelerazione. La seconda legge di Newton ci dice che
una forza totale fa accelerare un corpo. Coppia a/ionc/rcazionc di forze
Questa è la connessione tra forza e moto.
L’accelerazione punta nella stessa f'AwB
direzione di Flof

CONCETTI IMPORTANTI ^
La forza si esercita su un corpo sotto La forza totale è la somma vettoriale di La massa è la proprietà di un corpo
forma di trazione o spinta. tutte le forze che agiscono su un corpo. che determina la sua resistenza
aH’accelerazione.
• La forza è un vettore con un modulo
(intensità), una direzione e un verso. Se la stessa forza viene applicata ai
corpi A e B, il rapporto delle loro
• Una forza richiede un agente. accelerazioni è correlato al rapporto
• Ci sono due tipi di forze: forze di delle loro masse nel seguente modo
F = Fi +F2 +F^
contatto oppure forze a distanza. fA
L’unità di misura SI della forza è
il newton (N). Una forza di 1 N fa La massa dei corpi può essere
accelerare una massa di 1 kg con una determinata in funzione delle loro
accelerazione di 1 m/s^ accelerazioni.

APPLICAZIONI i
Identificazione delle forze Diagrammi di corpo libero
Le forze sono identificate localizzando i Un diagramma di corpo y
punti in cui altri corpi sono in contatto con libero rappresenta il corpo
il corpo d’interesse. Questi sono i punti in come un punto materiale
cui le forze di contatto sono esercitate sul neH’origine di un sistema Ìì ^prop
corpo. Inoltre, il corpo può subire l’azione di riferimento. I vettori
di forze a distanza, come ad esempio la delle forze vengono
forza peso. tracciati con le code sul ^ux
punto materiale. II vettore
forza totale è tracciato
accanto al diagramma.
Domande 123

La difficoltà del problema è indicata con I (facile) fino a Hil (molto difficile). I problemi contrassegnati come INI integrano in maniera
significativa concetti esposti nei capitoli precedenti; i problemi contrassegnati con BK) sono di interesse medico o biologico.

DOMANDE
D o m a n d e concettuali tiglia effettui un rapido movimento verso l’alto. Pensa a
che cosa accade di conseguenza al ketchup, che è inizial­
1. Se un corpo non è in movimento, significa che non vi è mente fermo, e utilizza la prima legge di Newton per spie­
alcuna forza che agisce su di esso? Spiega il perché. gare perché questa tecnica è efficace.
2. Un corpo si muove in linea retta a velocità costante. È vero 8. a. Fornisci un esempio di movimento di un corpo, in cui la
che non devono esserci forze di alcun tipo che agiscono su forza d’attrito su di esso ha una direzione opposta al moto,
questo corpo? Spiega il perché. b. Fornisci un esempio di movimento di un corpo, in cui la
3. Se conosci tutte le forze che agiscono su un corpo in movi­ forza d’attrito su di esso ha la stessa direzione al moto.
mento, puoi dire in quale direzione il corpo si sta muo­ 9. Supponi di essere un astronauta nello spazio, lontano da
vendo? Se la risposta è sì, spiega come. Se la risposta è no, qualsiasi fonte di gravità. Hai due corpi che sembrano
fornisci un esempio. identici, ma uno ha una massa grande e l’altro una massa
4. Tre frecce vengono tirate orizzontalmente. Tutte hanno la.sciato piccola. Come puoi determinare la differenza fra i due?
Parco e stanno viaggiando parallele al suolo come illusmato 10. John accelera dopo essersi fermato ad uno stop. Sua figlia,
nella Figura D4.4. La resistenz.a dell’aria è Uuscurabile. Clas­ di otto anni, siede sul sedile del passeggero. Su chi dei due
sifica nelPordine, dalla più grande alla più piccola, l’intensità lo schienale del sedile esercita la forza maggiore?
delle for/^ ori/j^ontali, Fj, F^ e F^, che agiscono sulle frecce. IL Normalmente, i motori a reazione spingono l’aria dalla
Alcune possono essere uguali. Spiega il tuo ragionamento. parte posteriore del motore, con una conseguente spinta
10 m/s 9 m/s 9 m/s
in avanti, ma gli aerei commerciali spesso hanno inverti­
tori di spinta che possono modificare la direzione dell’aria
80g 80g 90g
espulsa, inviandola in avanti. In che modo questo influisce
F IG U R A D 4 .4
sulla direzione della propulsione? Quando possono rive­
larsi utili questi invertitori di spinta?
5. Un carpentiere desidera fissare 12. Se stai immobile in piedi, la forza normale verso l’alto
la pesante testa del suo martello esercitata su di te dal pavimento è uguale in modulo alla
su un manico leggero. Quale forza peso che agisce su di te. È tuttavia possibile muoversi
metodo, fra quelli illustrati nella in modo tale che la forza normale sia maggiore della forza
Figura D4.5, sarà il migliore per peso. Spiega come possa avvenire questo.
fissare efficacemente la testa del 13. Luca e Mario stanno in piedi l’uno di fronte all’altro su
martello al manico? Spiega il una pista di ghiaccio priva di attrito. Ad un certo istante
perché. si spingono a vicenda ed entrambi scivolano all’indietro.
6. Le lesioni interne causate da un F IG U R A D 4 .5
Luca ha una corporatura più grande rispetto a Mario. Dopo
BK) incidente d ’auto possono essere la spinta, chi dei due si muove più velocemente?
dovute a ciò che viene chiamata la “terza collisione’’. La 14 Una persona è seduta sul pendio di una collina. È possibile
prima collisione è il veicolo che colpisce il corpo esterno. che la forza di attrito statico su questa persona punti verso
La seconda collisione è la persona che colpisce qualcosa valle? Spiega il perché.
all’interno della macchina, come il cruscotto o il para­ 15. Camminare senza scivolare richiede una forza di attrito sta­
brezza. Questo impatto può causare lesioni esterne. La BK) tico tra i piedi (o tra le scarpe) e il pavimento. Come descritto
terza collisione, probabilmente la più lesiva per il corpo, è in questo capitolo, la forza che agisce sul piede mentre spinge
quando gli organi, come il cuore o il cervello, colpiscono sul pavimento è diretta in avanti, mentre la forza esercitata
la gabbia toracica, il cranio o altri confini del corpo, provo­ dal piede sul pavimento è diretta all’indietro. Ma che cosa
cando contusioni ai tessuti e provocando un distacco degli succede all’alu-o piede, quello che si muove durante la fal­
organi dalle loro strutture di supporto. cata? Qual è la direzione della forz.a esercitata su quel piede
a. Perché si verifica questa terza collisione? In altre quando viene a contatto con il pavimento? Spiega il perché.
parole, perché gli organi continuano a muoversi dopo la 16. La Figura 4.30b illustra una situazione in cui la forza della
seconda collisione? strada sullo pneumatico dell’automobile è diretta in avanti.
b. Se il veicolo viaggiava a 90 km/h prima della prima In altre situazioni, la forza punta all’indietro. Fornisci un
collisione, gli organi si muovevano più velocemente, esempio di tale situazione.
alla stessa velocità o più lentamente di 90 km/h subito 17. Alice spinge un archivio verso destra; la forza d’attrito del
prima della terza collisione? pavimento esercita una spinta verso sinistra. Poiché l’ar­
7. Ecco un esempio dell’uso della chivio non si sposta, queste forze hanno lo stesso modulo.
fisica nella vita di tutti i giorni. Formano una coppia azione/reazione? Spiega il perché.
Se si cerca di far uscire del 18. Un bambino di 3 anni molto intelligente riceve un trenino
ketchup dalla bottiglia, il modo come regalo di compleanno. Il bambino rifiuta di usarlo.
migliore per farlo è quello di “In fondo’’ afferma “la terza legge di Newton dice che per
posizionare la bottiglia a testa in quanto io tiri, il trenino eserciterà una forza uguale ma
giù, e di darle un brusco colpo opposta su di me. Quindi non sarò mai in grado di spo­
verso l’alto, in modo che la bot­ starlo.’’ Che cosa risponderesti?
124 CAPITOLO 4 Forze e leggi di Newton sul moto

19. Lo pneumatico di questo dragster è fortemente distorto: la 25. I Una persona dà una spinta ad una scatola cosicché que­
forza della strada sullo pneumatico è abbastanza grande sta effettua un movimento in salita su un piano inclinato
(probabilmente diverse volte il peso delTautomobile) ed è e successivamente torna indietro con un movimento in
diretta in avanti come illustrato. L’automobile sta accele­ discesa. La direzione della forza d'attrito è
rando o sta rallentando? Spiega il perché. A. sempre in salita
B. prima in salita, poi in discesa
C. sempre in discesa
D. prima in discesa, poi in salita.
26. I Una persona spinge orizzontalmente una .scatola con una
forza costante, facendola scivolare sul pavimento a velo­
cità costante. Se la persona smette improvvisamente di
spingere la scatola, la scatola
A. si ferma immediatamente
B. continua a muoversi a velocità costante per un arco di
tempo, poi rallenta gradualmente fino a fermarsi
20. Supponi che, da una posizione accovacciata, tu afferri con C. passa immediatamente ad una velocità inferiore ma
le mani i tuoi piedi e cerchi di sollevarti da terra eserci­ costante
tando una forza verso Paltò. Per quanto grande sia la forza D. inizia immediatamente a rallentare, poi si ferma.
che applichi alle piante dei tuoi piedi, non ti sarà possibile 27. I Come illustrato in questo capitolo, le capesante utiliz-
sollevarti da terra. Utilizza la tua conoscenza della forza e BIO zano la propulsione a getto per muoversi da un posto all’al-
del moto per spiegare perché ciò non è possibile. M tro. Le loro conchiglie le rendono più dense dell’acqua,
quindi normalmente stanno ferme sul fondale marino. Se
una capasanta desidera rimanere ferma, stazionando ad una
D o m a n d e a scelta m ultipla distanza fissa al di sopra del fondale marino, deve espel­
lere acqua______., pertanto la forza di propulsione su una
21. I Un blocco ha un'accelerazione a quando è tirato da una capasanta è ______ .
corda. Se due blocchi identici vengono incollati insieme e A. verso l’alto, verso l’alto
tirati con una forza doppia rispetto alla forza originale, la B. verso l’alto, verso il basso
loro accelerazione sarà C. verso il basso, verso l’alto
A. (l/4)« B. {\ì2)a C. a D. 2a E. 4a D. verso il basso, verso il basso
22. I Un blocco di massa 5.0 kg ha un’accelerazione di 0.20 m/ 28. Il Davide spinge sulla neve la slitta su cui si trova suo
s^ quando una forza viene esercitata su di esso. Un secondo figlio Tommaso di quattro anni. Man mano che Davide
blocco ha un'accelerazione di 0. IO m/s‘ quando è sottoposto spinge, Tommaso accelera. Quale affermazione è vera?
alla stessa forza. Qual è la massa del secondo blocco? A. La forza esercitata da Davide su Tommaso è maggiore
A. IO kg B. 5.0 kg C. 2.5 kg D. 7.5 kg della forza esercitata da Tommaso su Davide.
23. I Le palle da tennis subiscono un’intensa forza di resi­ B. La forza esercitata da Tommaso su Davide è maggiore
stenza. Una palla da tennis viene colpita in modo tale da della forza esercitata da Davide su Tommaso.
andare diritta verso l’alto per poi ricadere. La direzione C. Le due forze sono di pari grandezza.
della forza di resistenza è D. Dipende dalla forza con cui Davide spinge Tomma.so.
A. Sempre verso l’alto. 29. I La Figura D4.29 mostra il blocco A poggiato sopra al
B. Verso l’alto e poi verso il basso. blocco B. Una forza costante F viene e.sercitata sul blocco
C. Sempre verso il basso. B, provocando un’accelerazione del blocco B verso destra.
D. Verso il basso e poi verso l’alto. Il blocco A resta poggiato sul blocco B senza scivolare.
24. Il Un gruppo di studenti sta realizzando dei modellini di auto­ Quale affermazione è vera?
mobili che saranno spinte da motori per razzi. Questi motori A. Il blocco B esercita una forza d’attrito sul blocco A,
forniscono una forza di propulsione quasi costante. Le auto­ diretta verso sinistra.
mobili sono leggere - la maggior parte del peso è dovuta al B. Il blocco B esercita una forza d'attrito sul blocco A,
motore - e l’attrito dinamico e la forza di resistenza sono diretta verso destra.
molto piccoli. Poiché il motore utilizza del carburante, diventa C. Il blocco B non esercita una
A
più leggero alla fine della corsa rispetto all’inizio. Uno stu­ forza d’attrito sul blocco A. J
dente accende il motore di un'automobilina e l’automobilina r
li
accelera. Man mano che il carburante brucia e f automobile
continua ad accelerare, il modulo dell'accelerazione
A. aumenta B. resta uguale C. diminuisce FIGURA Q4.29

P R O B L E M I

Sezione 4.1 Moto e forze


1.1 I colpi di frusta che si verificano in occasione di incidenti La Figura P4.1 illustra due sequenze del moto della
BIO automobilistici sono causati dall’inerzia della testa. Se si testa e del collo di un passeggero durante un incidente
indossa la cintura di sicurezza, il corpo tenderà a muoversi automobilistico. Una corrisponde alla collisione frontale,
con il sedile dell’auto. Tuttavia, la testa è libera di muoversi l’altra alla collisione posteriore. Identifica i due tipi di
fino a che il collo non la trattiene, con conseguente danno del collisione. Spiega il perché.
collo. Possono anche verificarsi danni al cervello.
Problemi 125

14. I Una forza costante applicata al corpo A lo fa accele­


rare a 5 m/s’. La stessa forza applicata al corpo B provoca
un’accelerazione di 3 m/s* e, applicata al corpo C, provoca
un’accelerazione di 8 ni/s^
a. Quale corpo ha la massa più grande?
b. Quale corpo ha la massa più piccola?
c. Qual è il rapporto fra la massa A e la massa B
15. Il Un’utilitaria ha un’accelerazione massima di 4.0 m/s’
quando trasporta solo il conducente e ha una massa totale
FIGURA P4.1 di 12(K) kg. Quanto vale la sua accelerazione massima
2. I Un’automobile ha una collisione dopo avere preso a bordo 4 passeggeri e i loro bagagli,
BIO frontale. Un passeggero nell’auto aggiungendo altri 400 kg di massa?
subisce una lesione da compres­ 16. I Una forza costante applicata ad un corpo lo fa accelerare
sione al cervello. Questa lesione si di IO m/s‘. Quanto varrà l’accelerazione se
verifica con maggiori probabilità a. La forza è dimezzata?
sulla porzione anteriore o poste­ b. La massa del corpo è dimezzata?
riore del cervello? Spiega il perché. c. La forza e la massa del corpo sono entrambe dimezzate?
3. I In una collisione frontale, un ___ _____ d. La forza è dimezzata e la massa del corpo è raddoppiata?
neonato è molto più sicuro nel seggiolino quando quest’ul­ 17. I Una forza costante applicata ad un corpo lo fa accelerare
timo è installato nel senso contrario di marcia. Spiega il di 8.0 m/s^. Quanto varrà l’accelerazione se
perché. a. La forza è raddoppiata?
I Problemi dal 4 al 6 illustrano due forze che agiscono su un cor­ b. La massa del corpo è raddoppiata?
po fermo. Ritraccia il diagramma, poi aggiungi una terza forza c. La forza e la massa del corpo sono entrambe raddoppiate?
che permetterà al corpo di restare fermo. Indica la nuova forza d. La forza è raddoppiata e la massa del corpo è dimezzata?
con F3. 18. IH Un uomo che traina un carrello vuoto lo fa accelerare di
4. Il 5. Il 6 . Il 1.4 m/s^ Quanto varrà l’accelerazione se l’uomo tira con la
^^1 stessa forza quando il carrello contiene un bambino la cui
massa è tre volte quella del carrello?
19 I Un’automobile ha un’accelerazione massima di 5.0 m/sL
Quanto varrà l’accelerazione massima se l’automobile sta
trainando un’altra automobile della stessa massa?
Fi
h
FIGURA P4.4 FIGURA P4.5 FIGURA P4.6 Sezione 4.5 Seconda legge di Newton
Sezione 4.2 Breve catalogo di forze
20. Il Le capesante espellono acqua dalle loro conchiglie
Sezione 4.3 Identificazione delle forze BK) per generare una forza di propulsione. Il grafico illustra
INI in modo semplificato i dati reali del moto iniziale di una
7. Il Un alpinista è appeso ad una corda verticale, lontano
capasanta di massa 25 g che accelera per sfuggire a un pre­
dal suolo e dalla superficie della roccia. Identifica le forze
datore. Quanto vale il modulo della forza totale necessa­
sull’alpinista.
ria per avere questo moto? Quanto è intensa questa forza
8. Il Alzi lo sguardo dal tuo libro e osservi un ragno immo-
rispetto alla forza peso della capasanta pari a 0.25 N?
BK) bile al di sopra di te, sospeso ad un filo di ragnatela che
pende dal soffitto. Concediti una distrazione identificando V(m/s)
le forze che agiscono sul ragno. Quali forze sono?
9. mi Un giocatore di baseball scivola in seconda base. Identi­
fica le forze sul giocatore di baseball.
10. UHIUn jet sta accelerando sulla pista durante il decollo. La resi­
stenza dcH’aria non è trascurabile. Identifica le forze sul jet.
11.1 Uno sciatore scia lungo una pista con una pendenza di 15°.
L’attrito non è trascurabile. Identifica le forze sullo sciatore.
12. Il Un falco volteggia al di sopra del suolo, poi improvvisa-
BIO mente ritrae le ali e inizia a scendere verso il suolo. Lii resi-
stenz.a deH’iiria non è trascurabile. Identifica le forze sul falco.
21. I La Figura P4.21 illustra il grafico dell’accelerazione vs
forza di un corpo. Quanto vale la massa del corpo?
Sezione 4.4 Che cosa fanno le forze?
13. mi La Figura P4.13 mostra " a (m/s^)
un grafico dell’accelera­
zione in funzione della
forza per tre corpi tirati
da un elastico. La massa
del corpo 2 è di 0.20 kg.
Quanto valgono le masse
dei corpi 1 e 3? Spiega il
tuo ragionamento.
F(N)
FIGURA P4.13 Forza (numero di clastici)
22. Il Nello sport del t-ball (versione semplificata del base- 29. I
INI ball). i giovani giocatori utilizzano una mazza per colpire
una palla ferma sopra un palo. La palla, di massa 140 g, ha
circa la stessa massa di una palla utilizzata nel baseball, ma
è più grande e più morbida. Dopo il colpo sferrato dal bat­
titore, la palla viaggia a 12 m/s dopo essere stata in contatto
con la mazza per 2.0 ms. Assumi un’accelerazione costante
durante il colpo.
a. Qual è faccelerazione della palla?
FIGURA P4.29
b. Qual è la forza totale sulla palla durante il colpo?
23. Il Due bambini si disputano un orsacchiotto di pezza di I Problemi dal 30 al 38 descrivono una situazione. Per ogni pro­
massa 200 g. Il bambino di massa 25 kg tira verso destra blema, identifica tutte le forze che agiscono sul corpo e disegna
con una forza di 15 N e la bambina di massa 20 kg tira un diagramma di corpo libero del corpo.
verso sinistra con una forza di 17 N. Ignora tutte le altre 30. Il La tua automobile è parcheggiata in un parcheggio.
forze che agiscono sulforsacchiotto (come ad esempio la 31. Il La tua automobile accelera partendo da uno stop.
forza peso). 32. Il L<i tua automobile frena bruscamente slittando fino a fer­
a. In questo istante, puoi dire qual è la velocità del l'orsac­ marsi.
chiotto? In tal caso, quali sono il modulo e la direzione 33. Il II tuo libro di fisica scivola lungo il tavolo.
della velocità? 34. Il Un ascensore, appeso ad una fune, sale
b. In questo istante, puoi dire qual è l’accelerazione e rallenta fino a fermarsi.
dell’orsacchiotto? In tal caso, quali sono il modulo e la 35. I Stai viaggiando sul l’autostrada e
direzione dell’accelerazione? giungi ad un tratto ripido in discesa. Man
24. Il Un’automobile di massa 1500 kg sta viaggiando lungo mano che percorri la discesa, alzi il piede
INT un rettilineo a 20 m/s. Due secondi più tardi la sua velocità dall’acceleratore. Puoi trascurare l’at­
è di 21 m/s. Qual è il modulo della forza totale che agisce trito, ma non puoi trascurare la resistenza
suirautomobile durante questo arco di tempo? dell’aria.
25. Il II moto di un corpo massiccio può e.ssere influenzato in 36. 11 Stai tenendo un quadro premuto con­
INI modo minimo da ciò che sembra essere una forza consi­ tro il muro, come illustrato nella Figura FIGURA P4.36
derevole. Considera una petroliera con una massa di 3.0 • P4.36.
10” kg. Supponi di avere due motori (con una forza di pro­ 37. 1 Una scatola viene trascinata orizzontalmente lungo il
pulsione indicata nella Tabella 4.2) sui due lati della petro­ pavimento ad una velocità costante utilizzando una corda.
liera. Ignorando la forza di attrito esercitata dall’acqua (che L’attrito non è trascurabile.
in realtà non è una buona approssimazione), quanto tempo 38. I Un paracadutista ha il paracadute aperto e sta scendendo
servirà alla petroliera, partendo da ferma, per raggiungere in caduta libera stabilizzata attraversando l’aria a velocità
la tipica velocità di crociera di 6.0 m/s? costante.
26. Il Forze molto piccole possono avere effetti enormi sul
INT moto di corpi molto piccoli. Questo è particolarmente evi­
Sezione 4.7 Terza legge di Newton
dente su .scala atomica. Un elettrone, di massa 9.1 • 10 ''
kg, sperimenta una forza di 1.6 • 10 N in un tipico campo 39. Il Tre pattinatori sul ghiaccio, identificati con il numero
elettrico sulla superfìcie terrestre. Da fermo, quanto tempo 1, 2 e 3, sono disposti in fila, ciascuno con le mani sulle
occorre all’elettrone per raggiungere una velocità di 3.0 • spalle del pattinatore davanti a sé. Il pattinatore 3, ultimo
10'’ m/s, pari all’ 1% della velocità della luce? della fila, spinge il pattinatore 2. Identifica tutte le cop­
pie azione/reazione di forze fra i tre pattinatori. Traccia un
diagramma di corpo libero per il pattinatore 2 al centro.
Sezione 4.6 Diagrammi di corpo libero
Assumi che il ghiaccio sia privo di attrito.
I Problemi dal 27 al 29 mostrano un diagramma di corpo libero. 40. I Una ragazza sta in piedi su un divano. Identifica le cop­
Per ogni problema, (a) ridisegna il diagramma di corpo pie azione/reazione di forze tra la ragazza e il divano.
libero e (b) scrivi una breve descrizione di un corpo reale 41. Il Un’automobile frena bruscamente slittando fino a fer­
al quale corrisponde questo diagramma di corpo libero. marsi su un tratto di strada pianeggiante. Identifica le cop­
Utilizza le situazioni descritte negli esempi concettuali pie azione/reazione di forze tra f automobile e la superficie
4.1,4.2 e 4.3 come modelli di come dovrebbe essere una della strada. Traccia un diagramma di corpo libero del l’au­
descrizione. tomobile.
27. I „ 28. I V 42. Ili Un calamaro utilizza la propulsione per fuggire rapida-
BK) mente. Un calamaro aspira l’acqua nel proprio corpo, poi la
espelle rapidamente per ottenere un effetto di propulsione.
Un calamaro di massa 1.5 kg (al netto della massa d’acqua)
-----X
può accelerare a 20 m/s^ espellendo 0.15 kg d’acqua.
a. Qual è il modulo della forza di propulsione sul calamaro?
b. Qual è il modulo della forza esercitata sull'acqua espulsa?
c. Quale accelerazione viene subita dall’acqua?
FIGURA P4.27 FIGURA P4.28
P ro blem i generali
43. I Ridisegna il diagramma del moto illustrato nella Figura
INT P4.43, poi traccia un vettore accanto ad esso per indi-
care la direzione della 53. Il Un velocista ha appena iniziato una corsa e sta accele­
forza totale che agisce rando sulla pista.
sul corpo. Spiega il tuo 54. Il Un giocatore di basket si sta preparando per saltare, eser­
ragionamento. citando una pressione sul suolo e accelerando verso l'alto.
44. I Ridisegna il diagram­ 55. Il Una balla di fieno è adagiata sul piano di un rimorchio.
INI ma del moto illustrato Il rimorchio inizia ad accelerare in avanti e la balla scivola
nella Figura P4.44, poi verso il fondo del rimorchio.
traccia un vettore accan­ 56. Il Una palla di gommapiuma è stata sparata verso l’alto
to ad esso per indicare verticalmente. La resistenza dell'aria non è trascurabile.
la direzione della forza 57. Ili Una pistola a molla spara una pallina di plastica. 11 gril­
totale che agisce sul cor­ letto è stato appena premuto e la pallina inizia a muoversi
po. Spiega il tuo ragio- f i g u r a P4.43 f i g u r a P4.44 lungo la canna della pistola. La canna della pistola è oriz­
namento. zontale.
45. I Ridisegna il diagramma del moto illustrato nella Figura 58. Il Una persona su un ponte lancia un sasso verticalmente
INI P4.45, poi traccia un vettore accanto ad esso per indicare la verso l'acqua sottostante. Il sasso è appena stato lanciato.
direzione della forza totale che agisce sul corpo. Spiega il 59. Ili Una ginnasta è appena atterrata su un tappeto elastico.
tuo ragionamento. La ginnasta si sta ancora muovendo verso il basso mentre
il tappeto elastico si tende.
60. Ili Una pesante scatola si trova sul retro di un camion. 11
/ camion sta accelerando verso destra. Applica la tua analisi

/ alla scatola.
61. Il Una borsa della spesa si trova sul sedile posteriore della
tua automobile quando ti fermi ad un semaforo. La borsa
non scivola. Applica la tua analisi alla borsa.
62. Il Un’automobile ha una ma.ssa di 15(K) kg. Se il guidatore
FIGURA P4.46
INI preme il freno mentre viaggia su una strada ghiaiosa, la
FIGURA P4.45
forza massima di attrito che gli pneumatici possono fornire
46. I Ridisegna il diagramma del moto illustrato nella Figura senza slittare è di circa 7(XK) N. Se l’automobile si muove a
INI P4.46, poi traccia un vettore accanto ad esso per indicare la 20 m/s, qual è la distanza più breve in cui l’automobile può
direzione della forza totale che agisce sul corpo. Spiega il fermarsi in modo sicuro?
tuo ragionamento. 63. Il Una palla di gomma rimbalza. Ci piacerebbe capire
47. Hill Uno studente disegna il diagramma sbagliato illu.strato come rimbalza la palla.
nella Figura P4.47 per rappresentare le forze che agi.scono su a. Una palla di gomma è stata lasciata cadere e rimbalza
un’automobile che viaggia a velocità costante su una strada sul pavimento. Traccia un diagramma del moto della
pianeggiante. Identifica gli errori nel diagramma, poi dise­ palla durante il breve intervallo di tempo in cui è a
gna un diagramma di corpo libero corretto per la situazione. contatto col pavimento. Illustra 4 o 5 fotogrammi in cui
la palla si comprime, poi altri 4 o 5 in cui si espande.
Diugrammu Qual è la direzione di a. durante ciascuna di queste fasi
sbaglialo
del moto?
Coppia Auto Diagntmma b. Fai un disegno della palla che entra in contatto con il pavi­
sbaglialo
azione/ > mento e identifica tutte le forze che agiscono sulla palla.
reazione Palla
c. Traccia un diagramma di corpo libero della palla
durante il suo contatto con il suolo. Esiste una forza
totale che agisce sulla palla? Se sì, in quale direzione?
d. Durante il contatto, la forza del suolo sulla palla è più
FIGURA P4.47 FIGURA P4.48
grande, più piccola o uguale alla forza peso della palla?
48. Ili Uno studente disegna il diagramma sbagliato illustrato nella Usa le tue risposte alle domande a-c per spiegare il tuo
Figura P4.48 per rappresentare le forze che agiscono su una ragionamento.
palla da golf che viaggia verso l’alto e verso de.stra subito dopo 64. Il Se l’automobile in cui viaggi frena bruscamente, ti senti
essere stata colpita dalla maz/it. Si consideri anche la resi­ “proiettato in avanti.’’ Vorremmo capire che cosa accade
stenza dell’aria. Identifica gli errori nel diagramma, poi dise­ ai passeggeri quando un’automobile frena. Immagina
gna un diagramma di corpx) libero corretto per la situazione. di essere seduto su un sedile molto scivoloso aH’interno
1 Problemi dal 49 al 61 de.scrivono una situazione. Per ciascun deH’automobile. Il sedile è privo di attrito, non ha schie­
problema, traccia un diagramma del moto, un diagramma di nale e non c’è nulla a cui reggersi.
identificazione delle forze e un diagramma di corpo libero. a. Traccia un disegno e identifica tutte le forze che agiscono
49. Il Un ascensore, sospeso ad un unico cavo, ha appena su di te quando rautomobile viaggia su un rettilineo
la.sciato il decimo piano e sta accelerando mentre scende pianeggiante ad una velocità perfettamente costante.
verso il piano terra. b. Traccia il tuo diagramma di corpo libero. Esiste una
50. Ili Un razzo viene lanciato verticalmente. La resistenza forza totale che agisce su di te? Se sì, in quale direzione?
dell’aria non è trascurabile. c. Ripeti le parti a e b con l'automobile che rallenta.
51. Ili Un jet sta accelerando sulla pista durante il decollo. La d. Descrivi che cosa ti succede quando l’automobile rallenta.
resistenza dell’aria non è trascurabile. e. Utilizza le leggi di Newton per spiegare perché hai
52. Il Percorrendo in macchina una discesa con una pendenza l'impressione di essere “proiettato in avanti” quando
di 20°, hai premuto bruscamente il freno e la tua auto slitta rautomobile si ferma. Esiste davvero una forza che ti
fino a fermarsi. spinge in avanti?
128 CAPITOLO 4 Forze e leggi di Newton sul moto

65. mi La massima velocità di una palla da baseball lanciata da una forza così grande, guarda le forze che agiscono sul punto cen­
BIO un lanciatore è stata cronometrata a 46 m/s. Se il lanciatore trale della corda, come illustrato nella Figura P4.68b. La somma
esercita la propria forza (che si assume costante e orizzon­ delle forze è zero, quindi la tensione è molto maggiore della forza
tale) su una distanza di 1.0 m e una palla da baseball ha una che applichi. È questa forza di tensione che agisce sull'automobile
massa di 145g, che, con un po’ di fortuna, riuscirà ad essere sbloccata.
a. Traccia un diagramma di corpo libero della palla 68. I Si assume che la somma della tre forze che agiscono sul
durante il lancio. punto centrale di una corda sia pari a zero perché
b. Quale forza ha esercitato il lanciatore sulla palla A. Questo punto ha una massa molto piccola.
durante questo lancio record? B. Le forze di tensione di una corda si azzerano sempre.
c. Stima la forza del punto b come una frazione del peso C. Questo punto non sta accelerando.
del lanciatore. D. L'angolo di deviazione è molto piccolo.
66. I 1 cercopidi, insetti noti nel mondo anglosassone con il
BIO nome di froghopper, sono campioni di salto e possono sal­ (a)
tare verso Paltò con una velocità di 4.0 m/s. Il salto stesso
w Tira la corda in questa direzione
dura appena 1.0 ms prima che l'insetto lasci il suolo.
a. Traccia un diagramma di corpo libero di questo potente
saltatore nel momento in cui effettua il salto.
b. Durante il salto, la forza che il suolo esercita suH'in-
setto è maggiore, minore o uguale rispetto al peso
deirinsetto? Spiega il perché.
67. Il Un palla da spiaggia viene lanciata verticalmente verso
l’alto e un po' di tempo dopo atterra sulla sabbia. L’in­
tensità della forza totale sulla palla è maggiore quando la
palla si muove verso l’alto o quando ricade verso il basso? somma vettoriale
--------delle forze è zero.
Oppure è la stessa nei due casi? Spiega il perché. La resi­ FIGURA P 4 .6C8O ^
stenza dell'aria non deve essere trascurata per un corpo
grande e leggero. 69. I Quando stai tirando la corda come illustrato, qual è la
direzione approssimativa della forza di tensione sull’al­
bero?
Esercitazioni per te st di tipo M C A T A. Nord B. Sud C. Est D. Ovest
70. I Assumi che tu stia tirando la corda ma che l’automo­
Una soluzione semplice per una macchina bloccata nel fango bile non si muova. Qual è la direzione approssimativa della
forza del fango su 11’automobile?
Se la tua macchina è impantanata nel fango e non disponi di un A. Nord B. Sud C. Est D. Ovest
argano per tirarla fuori, puoi usare un pezzo di corda e un albero 71.1 Supponi che il tuo sforzo funzioni e che l’automobile
per effettuare l'operazione. In primo luogo, devi fissare un'estre­ inizi a muoversi in avanti, uscendo dal fango. Mentre si
mità della corda aH'automobile e l’altra estremità ad un albero, muove, la forza deH'automobile sulla corda è
poi devi tirare con tutta la forza possibile a metà della corda, A. Zero.
come illustrato nella Figura P4.68a. Questa tecnica applica una B. Minore della forza della corda suH’automobile.
forza aH’automobile molto maggiore della forza che avresti potuto C. Pari alla forza della corda sull’automobile.
applicare direttamente. Per vedere perché l’automobile sperimenta D. Maggiore della forza della corda sull’automobile.

RISPOSTE ALLE PAUSE Di RIFLESSIONE

Pausa di riflessione - Anteprima Capitolo: B. La velocità Pausa di riflessione 4.3: B. La forza di tensione è la forza che
del cigno è verso sinistra. La velocità è decrescente, quindi tira la slitta verso destra. La forza d’attrito è opposta al moto,
l'accelerazione è in direzione opposta alla velocità, cioè verso quindi è diretta verso sinistra.
destra. Pausa di riflessione 4.4: A, B e D. L’attrito e la forza normale
sono le sole forze di contatto. Niente tocca il sasso per fornire la
Pausa di riflessione 4.1: C.
“forza di un calcio”. Decidiamo di trascurare la resistenza dell’a­
ria a meno che il problema non la richiami in modo esplicito.
Pausa di riflessione 4.5: B. L’accelerazione è proporzionale alla
forza, quindi raddoppiando il numero di elastici raddoppia l’acce­
lui componente y di l y lerazione del corpo originale da 2 m/s‘ a 4 m/s^ Tuttavia l’acce­
cancella la componente y di i'i lerazione è anche inversamente proporzionale alla massa. Il rad­
doppio della massa dimezza l’accelerazione, riportandola a 2 ni/s^.
lui componente v di Fy ò
verso sinistra ed è più grande Pausa di riflessione 4.6: D
della componente x di F 2.

Pausa di riflessione 4.2: C. La rana non si muove, quindi una


forza d’attrito statico la mantiene ferma. Se non ci fosse alcun
attrito, la forza peso farebbe scivolare la rana giù dal pendio. La Fy Fi
forza d’attrito statico si oppone a questo moto potenziale, quindi
Prima sommiamo Poi sommiamoF'3. Questa è F,o, aè nella stessa
deve essere diretta in salita. F^ c A. direzione e verso di fto
Risposte alle pause di riflessione 129

l^ausa di riflessione 4.7: C. Il vettore accelerazione punta ver­ Pausa di riflessione 4.8: C. La terza legge di Newton dice che la
so il basso man mano che Pascensore rallenta. F,o, punta nella forza di A su B è uguale e opposta alla forza di B su A. Questo
stessa direzione di a, quindi ^iol punta aneli'essa verso il basso. è sempre vero. La massa dei corpi non è rilevante, così come il
Questo sarà vero se la tensione è minore della forza peso: T < P. fatto che Tautomobile e il camion stiano accelerando.
Questa rana ò saltata
da un albero m oKo
alto, ma sta scendendo
dolcemente e atterrerà
in tutta sicurezza. Perché
questa strana posizione
delie zampe rallenta la
caduta della rana?
ANTEPRIMA
Obiettivo: usare le leggi di Newton per risolvere problemi di equilibrio e di dinamica
Lavorare con le forze Problemi di equilibrio Problemi di dinamica
In questo capitolo impareremo le Il bambino sta spingendo con tutte le sue Le leggi di Newton ci permettono di
espressioni per le differenti forze, e forze ma il divano non si muove. È in collegare l’azione delle forze su un corpo
vedremo come usarle per risolvere i equilibrio, cioè la somma delle forze sul al suo moto e quindi di risolvere un’ampia
problemi. divano è pari a zero. gamma di problemi di dinamica.

Impareremo come il bilanciamento tra Impareremo come risolvere i problemi La sciatrice sta guadagnando velocità.
forza peso e attrito viscoso porti ad di equilibrio usando la condizione che la Vedremo come la sua accelerazione è
una velocità massima di caduta per un somma totale delle forze sia nulla. determinata dalle forze che agiscono su
paracadutista. di lei.
FLASHBACK ^ .
Diagrammi di PAUSA DI RIFLESSIONE
corpo libero
Un ascensore è sospeso
Nella Sezione 4.6 abbiamo a un cavo e si sta
imparato a disegnare i muovendo verso l’alto f
diagrammi di corpo libero a velocità costante.
che mostrano il modulo, la f
Qual è il corretto
direzione e il verso delle forze diagramma di corpo f
che agiscono su un corpo. libero per questa ^y -X -< =0
In questo capitolo, situazione?
useremo i diagrammi di P^ P^ p^ p^
corpo libero come uno
strumento essenziale
per risolvere i problemi C.
riguardanti singoli corpi o
corpi in interazione tra loro.
5.1 L'equilibrio 1^1

5.1 L’equilibrio
In questo capitolo, useremo le leggi di Newton per risolvere problemi di forze
e di moto. Tratteremo la fisica riguardante i corpi che sono a riposo o che si
muovono in linea retta. Inizieremo con corpi che si trovano a riposo e che sono
a.ssociati ad una tipologia di problemi molto interessante.
Diremo che un corpo è a riposo quando è in equilìbrio statico. Se un corpo
è a riposo, ^ = 0 . Ma ci = 0 anche per corpi che si stanno muovendo in linea
retta e a velocità costante. Tali corpi sono in equilibrio dinamico.
In entrambi i tipi di equilibrio, la seconda legge di Newton, F = ma, ci dice
che la forza totale che agisce sul corpo è nulla: = 0. Ricordiamo che
il vettore somma
^tot = F, + F2 + Fa + • • •

dove Fi , Fi, e così via sono le forze individuali, come la tensione o Tattrito,
che agiscono sul corpo. Abbiamo visto nella ^ s e z i o n e 3.3 che la somma vet­
toriale può essere espressa in termini delle componenti rispetto agli assi x e y;
ad esempio la componentex della forza totale è (F^^)^^ ^\x~^ ^
Se ci limitiamo a considerare solo problemi in cui tutte le forze sono sul piano Questa torre umana è in equilibrio
vv, allora la condizione di equilibrio ^tot “ ^ è una forma abbreviata per scri­ perché la forza totale su ciascuna
persona è pari a zero.
vere due equazioni che sono simultaneamente valide:

^ UM'jc lj( + F 2(
, T F, -f •• • = 0

' tol'y
= F,\y + F,2y + F,
3y
4- ••• = 0
Ricordiamo che la lettera greca 2 (sigma) è il simbolo usato per indicare “la
somma di”. Possiamo quindi indicare la somma delle componenti x- di tutte le
forze con la forma abbreviata
F,U 4- F,2v 4- F, + ■ = S F
Con questa notazione, la seconda legge di Newton per un corpo in equilibrio,
con 3 = 0 , può essere scritta con le due equazioni seguenti

^ l \ = ma^={) e ^ l\= n u i^ = Q (5.1)


In equilibrio, la somma delle componenti x e y delle forze è pari a zero

Queste equazioni sono alla ba.se della strategia per risolvere problemi di
equilibrio.

STRATEGIA DI RISO LUZIO NE problem i di equilibrio


D E I P R O B L E M I 5.1 • *

Se un corpo è in equilibrio, possiamo uscire la seconda legge di Newton per


trovare le forze che Io mantengono in equilibrio.
IMPOSTAZIONE Come prima cosa acceniamoci che il corpo sia in equilibrio:
verifichiamo che 3 = 0.
■ Un corpo a riposo è in equilibrio statico.
■ Un corpo in moto a velocità costante è in equilibrio dinamico.
Quindi identifichiamo tutte le forze che agiscono sul corpo e rappre.sentia-
mole nel diagramma di corpo libero. Determiniamo quali forze conosciamo
e quali siano incognite.
SOLUZIONE Un corpo in equilibrio deve soddisfare la .seconda legge di New­
ton con 3 = 0 . Riscrivendola sotto forma delle sue componenti, la condi­
zione diventa
2^^ = 0 e ^ F = m a = 0
Continua
Possiamo trovare le componenti delle singole forze direttamente dal dia­
gramma di corpo libero. Da queste due equazioni, possiamo ricavare le
forze incognite del problema.
VERIFICA Controlliamo che il risultato ottenuto sia espresso nella corretta
unità di misura, sia ragionevole e rappresenti la risposta al problema.

Equilibrio statico
ESEMPIO 5.1 Forze che a gisco n o su un oran go
Un orango del peso di 50() N è appeso ad una liana verticale. SOLUZIONE Nessuna forza ha una componente lungo Passe
Quale è la tensione della liana? X per cui dobbiamo esaminare solamente le componenti lungo
IMPOSTAZIONE L’orango è fermo quindi si trova in equili­ Passe y. In questo caso, la componente y della seconda legge
brio statico. La somma totale delle forze deve quindi essere di Newton è
pari a zero. La f i g u r a 5.1 dapprima identifica le forze agenti Y f = Ty +Py =muy = 0
^ y
sulforango: la forza verso Paltò dovuta alla tensione della
liana e quella verso il basso dovuta alla forza di gravità. Queste Potremmo essere tentati di scrivere T —P^ perché la forza peso
forze sono raffigurate nel diagramma di corpo libero, dove è punta verso il basso. Ma ricordiamo che 7^ e P^ sono componenti
riportata la condizione di equilibrio ^lol ~ di vettori e quindi possono essere positive (per un vettore come
T che punta verso l’alto) o negative (per un vettore come P che
FIGURA 5.1 Le forze su un orango. punta verso il basso). Il fatto che P punti verso il basso è preso in
Identitìca/ioiie delle forze Diaframma dì corpo libero considerazione quando valutiamo le componenti cioè quando le
scriviamo in termini di moduli 7e P dei vettori T cP.
Poiché il vettore tensione T punta verso l’alto nella dire­
zione delle y positive, anche la sua componente lungo tale asse
è = T. Poiché il vettore forza peso P punta verso il basso,
cioè nella direzione delle _ynegative, allora la sua componente
y è P^ = —P. Questo è il modo corretto di considerare i segni.
Dati Con queste componenti, la seconda legge di Newton diventa
P = 5(X) N
7 -P = 0
Incognita
Questa equazione è di facile soluzione per la tensione della liana;
F.o. = 0
r= /^ = 5()0N

VERIFICA Non ci dobbiamo sorprendere che la tensione della


liana sia uguale alla forza peso dell’orango. Ciò ci rassicura
sulla correttezza della soluzione trovata.

ESEMPIO 5.2 Caricam ento di una palla da dem olizione


Una palla da demolizione pesa 2500 N ed è appesa ad un cavo. FIGURA 5.2 Descrizione visiva della palla da demolizione
Prima di iniziare a oscillare, la palla viene tirata da un secondo appena prima che il cavo orizzontale sia sganciato.
cavo orizzontale ad un angolo di 20° rispetto alla verticale.
Qual è la tensione del cavo orizzontale?
T>atù
IMPOSTAZIONE Poiché la palla non si muove, è appesa in ^ f
equilibrio statico, con a = 0, fino a quando il cavo orizzon­ P*?SOChJ
tale non viene sganciato. Nella FIGURA 5 .2 , iniziamo identifi­
cando tutte le forze che agiscono sulla palla: la tensione di ogni Ikico0yùta j '
cavo e la forza peso della palla. Abbiamo usato due simboli
differenti, T\
M e ^2, per le due differenti tensioni. Costruiamo / Forza
^oi il dii^ranjma di corpo libero per le tre forze, notando che re^islom 77
^toi ~ Dobbiamo trovare il modulo 7, della forza di
tensione del cavo orizzontale.
SOLUZIONE La condizione di equilibrio è = ma = 0
Riscritta in termini di componenti si hanno le due equazioni Come sempre, sommiamo le componenti delle forze. Ora siamo
seguenti: pronti a scrivere le componenti di ogni forza in termini di
modulo e direzione di ogni vettore. Abbiamo imparato come
X
=7,Ix -f 7-2x + PX = maX = 0 fare la somma vettoriale nella Sezione 3.3. Con l’esercizio,
y.F =T,ly +T,2v +Py ==may = 0 impareremo a trovare le componenti delle forze direttamente
^ y
Continua
dal diagramma di corpo libero ma per cominciare vale la pena l’asse y è stato scelto punUu-e verso l’alto. Questo è un aspetto
organizzare le varie componenti in una tabella. critico della risoluzione dei problemi del moto con le forze. Con
queste componenti, la seconda legge di Newton diventa
Nome (lellii Valore della Nome della Valore della
componente componente componente componente - 7 ,+ 72 sin ^ + 0 = 0 e 0 + 72C os^-P = 0
Forza x x y y Possiamo riscrivere queste equazioni come
Ti ty 0 7j sin 0 = T^ e 7^ cos ^ = P
' 2x
sin 0 cos 0 Queste sono due equazioni con due incognite: 7, e T^. Per
p p 0 -P eliminare dalle due equazioni, risolviamo la seconda equa­
zione per 7j, ottenendo = P/cos 0, quindi inseriamo questa
Vediamo dal diagramma di corpo libero che f\ punta nella espressione per 7^ nella prima equazione e otteniamo
direzione negativa dell’asse jc, quindi 7,^ = -7, e = 0. Utiliz­
P
zando la trigonometria troviamo le componenti di Ti. Ricordando 7, = - - sin = P tan 6^= (2500 N) tan 20° = 9 10 N
che il lato adiacente all’angolo è associato al coseno, troviamo che cos 0
la componente verticale (y) di Ti è Tfos 0. Analogamente la com­ dove abbiamo utilizzato tan P = sin P /cos P.
ponente orizzontale ( a:) è sin 0. Il vettore fora peso punta verso VERIFICA Sembra ragionevole che per riportare indietro la
il basso, quindi la sua componente y è —P. Notiamo cbe ha il segno palla di questo piccolo angolo sia necessaria una forza sostan­
negativo perché stiamo valutando le componenti dei vettori e zialmente inferiore alla forza peso della palla.

r ESEMPIO CONCETTUALE 5.3 Forze in equilibrio statico


Un bastone è libero di scivolare senza attrito su una lastra di FIGURA 5.4 Diagrammi di corpo libero per le tre inclinazioni
ghiaccio. Un’estremità del bastone è tenuta sollevata da una della corda.
corda. Se il bastone è a riposo, quale diagramma nella FIGURA 5.3
rappresenta Pinci inazione corretta della corda?
FIGURA 5.3 Qual è l'inclinazione corretta della corda?

l’alto perpendicolarmente alla superficie ma, essendo senza


SPIEGAZIONE Iniziamo con l’identificazione delle forze che attrito, non esercita alcuna forza orizzontale. Se la corda forma
agiscono sul bastone. Oltre alla forza peso, la corda esercita una un angolo, vediamo che la sua componente orizzontale produce
tensione e il ghiaccio esercita una forza normale verso l’alto. una forza totale diversa da zero sul bastone. Solo nel caso b,
Cosa possiamo dire su queste forze? Se la canna è appesa e non si dove la tensione e la corda sono verticali, la forza totale è zero.
muove allora il corpo è in equilibrio statico con 2 P —uhi =0 e VERIFICA Se ci fosse attrito, il bastone potrebbe restare fermo
= ma^ = 0. La FIGURA 5.4 mostra i diagrammi di corpo anche nei casi a e c. Ma senza attrito, il bastone continuerà a
libero per le tre inclinazioni della corda. Ricordiamo che la scivolare fino a fermarsi come nel caso b (in realtà il bastone si
tensione agisce sempre lungo la direzione della corda e che la muoverà avanti e indietro, o.scillando attorno alla posizione di
forza peso punta sempre verso il basso. Il ghiaccio spinge verso equilibrio associata alla corda in posizione verticale).

Equilibrio dinamico
ESEMPIO 5.4 Tensione in un'auto trainata
Un’automobile con massa di 1500 kg è trainata a una velocità ^toi “ FIGURA 5.5 mostra le tre forze di contatto
costante da una corda inclinata di un angolo di 20° rispetto che agiscono sull’automobile, la forza di tensione 7, l’attrito
all’orizzontale. Una forza di attrito di 320 N si oppone al movi­ / e la forza normale n, e la forza peso P. Queste quattro forze
mento dell’automobile. Qual è la tensione della corda? sono rappresentate nel diagramma di corpo libero.
IMPOSTAZIONE L’auto SÌ muove in linea retta a velocità
costante (a = ()) quindi in equilibrio dinamico. In questo caso
FIGURA 5.5 Descrizione visiva delTautomobile trainata.
Dati
Peso P 0 = 20°
ni = 1500 kg
/ = 320 N

Incognita
Attrito / Forza normale n
Continua
134 CAPITOLO 5 Applicando le leggi di Newton

SOLUZIONE Questo è ancora un problema di equilibrio, anche Con queste componenti, la seconda legge di Newton diventa
se l’auto si muove, quindi la nostra procedura per risolvere
T cos 0 —f = 0
questo problema non cambia. Con le quattro forze, la condi­
zione di equilibrio è n + 7sin 0 —P = 0
y F = /2 + 7 + / + P = ma = 0 La prima equazione può essere usata per trovare la tensione
della corda:
X /- y =ny + r y + •'y
/ + Py =muy = 0 / 320 N
7=- ■= 340 N
Possiamo determinare le componenti orizzontali e verticali cos d cos 20°
delle forze a partire dal diagramma di corpo libero. 1 risultati con due cifre significative. Per rispondere alla domanda ini­
sono mostrati nella tabella. ziale in questo esempio non abbiamo bisogno deirequazionc
nella componente y. Ne avremmo avuto bisogno se avessimo
Nome della Valore della Nome della Valore della voluto trovare la forza normale n.
componente componente componente componente VERIFICA Se avessimo trainato l’automobile con una corda
Forza x x y y
orizzontale, la tensione di cui avremmo avuto bisogno avrebbe
n nX 0 ny n dovuto bilanciare esattamente la forza di attrito pari a 320 N.
Poiché stiamo tirando con una corda inclinata, parte della ten­
f TX T cos 6 Ty T sin 6
sione della corda spinge l’automobile verso l’alto anziché in
f l - f yf
0 avanti. Nel nostro caso avremo bisogno di una tensione della
corda leggermente maggiore, quindi il risultato ottenuto appare
P pX 0 Py -P ragionevole.

PAUSA DI RIFLESSIONE 5.1 Una palla di peso 200 N è


sospesa da 2 cavi, uno orizzontale e un altro con un ango­
lo di 60° gradi, come mostrato in figura. Quale di queste
tensioni è quella del cavo inclinato?
A. 7 > 2 0 0 N B. 7 = 2 0 0 N C. 7 < 2 0 0 N P = 200N

5.2 La seconda legge di Newton


applicata alla dinamica
La seconda legge di Newton rappresenta il collegamento essenziale tra forza e
moto. L’essenza della meccanica Newtoniana può es.sere espressa in due passi:
■ Le forze che agiscono su un corpo ne determinano l’accelerazione a =
■ Il moto di un corpo può essere determinato usando a nelle equazioni della
cinematica.
Svilupperemo una strategia per risolvere una varietà di problemi di meccanica,
ma prima avremo bisogno di riscrivere la seconda legge nelle sue componenti.
Per farlo, iniziamo a scrivere la seconda legge di Newton nella forma

^.01 = F| + F2 + Fj + • • • = ma

dove Fi, F2, c o s ì via sono le forze che agiscono su un corpo. Scrivere la

seconda legge in funzione delle componenti richiede l’uso delle compo­


nenti X e V dell’accelerazione. Quindi la seconda legge di Newton, F,„, = ma
diventa:

y F X =ma X e ^ F y = ma (5.2)
Seconda legge di Newton riscritta in funzione delle componenti

La prima equazione indica che la componente deH’accelerazione nella dire­


zione X è determ inata dalla somma delle componenti x delle forze agenti
sul corpo. Un enunciato simile si applica alla direzione y.
5.2 La seco n d a le g g e di N ew ton applicata alla dinam ica 1ó

STRATEGIA DI RISOLUZIONE
DEI P R O B L E M I 5 . 2
Problem i dì dinam ica

Ci sono essenzialmente due modi di risolvere i problemi in meccanica: si


inizia conoscendo le forze per trovare Taccelerazione (e si trovano posizioni
e velocità usando le leggi della cinematica) oppure si comincia con la cinema­
tica per trovare Taccelerazione (e a partire da questa, determinare le forze
incognite). In entrambi i casi, la strategia per la risoluzione dei problemi è la
stessa.
IMPOSTAZIONE Facciamo una descrizione visiva che consiste in:
■ Una lista di valori che identificano le quantità note e quello che il pro­
blema sta cercando di individuare.
■ Un diagramma di identificazione delle forze per aiutarci a identificare
tutte le forze che agiscono su un corpo.
■ Un diagramma di corpo libero che riporta tutte le forze agenti su un
corpo.
Se abbiamo bisogno di usare la cinematica per trovare le velocità o le posi­
zioni, allora dovremo mettere nella descrizione visiva anche:
■ Un diagramma del moto per determinare la direzione dell’accelerazione.
■ Una rappre.scntazione figurata che stabilisca un sistema di riferimento,
mostri i punti importanti nel moto e definisca i simboli usati.
Si può procedere avanti e indietro rispetto ai punti di cui sopra mentre visua­
lizziamo la situazione.
SOLUZIONE Scriviamo la seconda legge di Newton in funzione delle com­
ponenti cioè:

Possiamo trovare le componenti delle forze direttamente dal diagramma


di corpo libero. A .seconda del tipo di problema si possono verificare due
situazioni:
■ Risolviamo per trovare l’accelerazione, quindi usiamo la cinematica per
determinare posizioni e velocità.
■ Usiamo la cinematica per determinare l’accelerazione, quindi risolviamo
per determinare le forze incognite.
VERIFICA Controlla che il risultato ottenuto abbia le unità di misura corrette,
sia ragionevole e risponda a quanto richiesto nel problema.

ESEMPIO 5.5 Colpire una palla da golf


Un golfista colpisce una palla da golf di massa 46 g con una granima di moto indica che la palla sta rallentando mentre
velocità di 3.0 m/s. L’attrito esercita una forza ritardante sulla rotola verso destra per cui il suo vettore accelerazione punta
palla di 0.020 N, rallentandola. Il colpo riuscirà a raggiungere verso sinistra. Successivamente identifichiamo le forze che
la buca a 10 m di distanza? agiscono sulla palla e riportiamole nel diagramma di corpo
IMPOSTAZIONE La FIGURA 5.6 è uiui descrizione visiva del libero. Notiamo che la forza totale punta verso sinistra come
problema. Abbiamo raccolto i dati conosciuti, disegnato uno dev’essere perché l’accelerazione è diretta in tale direzione.
schizzo e identificato ciò che è richiesto dal problema. Il dia-

FIGURA 5.6 Descrizione visiva della palla da golf colpita.

La palla lascia la mazza da golf Punto di arresto


/ \ ì

•^i. (v,)i. u Xf, (v ,)f. t,


/
La forz.a di acuito
Dati Incognita Peso P %ì oppone ^lempre

Xi = 0 m / = 0.020 N xt
•I II M I. r «r
alla direzione del moto
(Kt)i ~ 3.0 m/s m = 0.046 kg Attrito / Forza normale n
(V«)f = 0 m/s Continua
136 CAPITOLO 5 Applicando le leggi di Newton

SOLUZIONE La seconda legge di Newton scritta per compo­ Per evitare errori di arrotondamento manterremo una ulteriore
nenti è cifra decimale nei calcoli di questi passaggi intermedi. Il segno
V/r ^- f + P = 0 - / + 0 = Wfl negativo indica una decelerazione verso sinistra come ci aspet­
X X X X X tavamo.
’^ F y =ny + f + Py = n + 0 - P = may = 0 Adesso che conosciamo Taccelerazione, possiamo usare
Abbiamo scritto le equazioni come somme allo stesso modo di le formule della cinematica per individuare fino a quale
quanto già fatto coi problemi di equilibrio, successivamente distanza rotolerà la palla prima di fermarsi. Non abbiamo
“leggiamo” i valori delle componenti delle forze dal dia­ alcuna informazione circa il tempo necessario alla palla per
gramma di corpo libero. Le componenti sono così semplici in fermarsi, per cui useremo Inequazione della cinematica
= (v^)^ ^ + 2 a ^ (x ^ — X .) . Esplicitando questa formula per x^
questo problema che non abbiamo bisogno di mostrarle in una
tabella. È importante notare che abbiamo posto a^ = 0 nella abbiamo:
seconda equazione. Ciò perché la palla non si muove nella , (v.)?-(v.)? „ , (0m/s)^-(3.0m/s)2
direzione y, pertanto non avrà alcuna accelerazione in questa Xf = Xi-\------ -------- = 0 m H--------------------- z—
= 10.3 m
2a, 2(-0.435 m/s^)
direzione. Identificare le direzioni in cui in corpo non si muove
e quindi la componente dell*accelerazione è 0, sarà un passo La palla finisce la sua corsa proprio nella buca.
importante in molti problemi. VERIFICA È ragionevole che la palla da golf colpita con una
La prima equazione è - / = ma^ da cui troviamo velocità iniziale di 3 m/s, approssimativamente la velocità di
/ -(0.020 N) , una corsa nel parco, rotoli per circa 10 m sull’erba.
a ,= - - = . - ■= -0.435 m/s^
m 0.046 kg

ESEMPIO 5.6 Traino di un'autom obile con accelerazione


Un’automobile di massa 15(X) kg viene trainata con una corda mazioni, siamo in grado di riscrivere la seconda equazione di
tenuta ad una inclinazione di 20° rispetto aH’orizzontale. Una Newton come
forza d’attrito di 320 N si oppone al movimento dell’auto. Qual
T cos 0 —/ = ma
è la tensione della corda se l’automobile, partendo da ferma,
arriva ad una velocità di 12 m/s in 10 s? n-\-TsìnO —P = 0
IMPOSTAZIONE Dobbiamo innanzitutto riconoscere che que­ Poiché la velocità dell’auto pa.ssa da 0 a 12 m/s in 10 s, pos­
sto problema è quasi identico a quello incontrato nell’Esem­ siamo usare la cinematica per trovare l’accelerazione:
pio 5.4. La differenza è che ora l’automobile accelera, quindi
A*'.x (^)f - (v*)i (12 m/s) - (0 m/s) ,^ ^
non è più in equilibrio dinamico. Ciò significa, come mostra
la FIGURA 5.7, che la somma totale delle forze non è nulla. A/ tf-ti (lO s)-(O s)
Abbiamo già identificato tutte le forze nell’Esempio 5.4. Possiamo ora usare l’equazione relativa alla componente x per
SOLUZIONE La seconda legge di Newton .scritta per compo­ ottenere la tensione della corda. Abbiamo
nenti è ma,Ff (1500 kg)( 1.2 m/s^) + 320 N
7= = 2300N
y FX = /2X + rX+ /4X - F =X m « X cosO cos 20°

^ y
/+
= «y +7y + -*y Py = may = 0 VERIFICA La tensione trovata è maggiore di quella di 340 N
Abbiamo ancora utilizzato il fatto che 0 perché il moto è calcolata nell’Esempio 5.4. Ci vuole una forza maggiore per
unicamente lungo l’asse jc. Le componenti delle forze erano accelerare un’automobile di quanta ne serva per farla sempli­
state individuate nell’Esempio 5.4. Sulla base di quelle infor­ cemente muovere a velocità co.stante.

FIGURA 5.7 Descrizione visiva di un'auto trainata


Dati

(v,)f, t{

Incognita

Questi primi esempi mostrano tutti i dettagli della no.stra .strategia di ri.solu-
zione dei problemi. Il nostro proposito è .stato quello di dimo.strare come la
.strategia venga messa in pratica. Gli esempi futuri .saranno più brevi, ma la
procedura base per la ri.soluzione dei problemi sarà la .stessa.
5.3 Massa e peso 137

PAUSA DI RIFLESSIONE 5.2 Un veicolo .spaziale sta per


atterrare sulla superficie di Marte. Il veicolo rallenta la sua
di.scesa azionando il motore del razzo. Qual è il diagram­
ma di corpo libero corretto per questo veicolo?

B. C. D. K.

5.3 Massa e peso


Quando il medico ci chiede qual è il nostro peso, che co.sa intende realmente?
Nel nostro linguaggio quotidiano non facciamo alcuna distinzione tra i termini
'‘peso” e “massa”, ma in fìsica questa distinzione è di fondamentale importanza.
La massa, come abbiamo visto nel Capitolo 4, è la quantità che descrive Ti-
nerzia di un corpo cioè la sua tendenza a resistere al cambiamento di velocità.
Parlando approssimativamente, indica la quantità di materia in un corpo. La
massa, misurata in chilogrammi, è una proprietà intrinseca di un corpo; pertanto
ha lo stesso valore ovunque il corpo si trovi e qualsiasi forza agisca su di esso.
Il peso, invece, è una forza. In particolare è la forza gravitazionale e.sercitata
su un corpo da un pianeta. Il peso è un vettore, non uno scalare, e la direzione di
questo vettore è verso il basso. Essendo una forza, il peso si misura in Newton.
La massa e il peso non sono la stessa cosa, ma sono correlati. La f i g u r a 5.8 FIGURA 5.8 II diagramma di corpo libero
mostra il diagramma di corpo libero di un corpo in caduta libera. L’unica forza per un corpo in caduta libera.
che agisce su questo corpo è il suo peso P, la .spinta verso il basso è dovuta alla
forza di gravità. 11 corpo è in caduta libera, come abbiamo visto nella
◄ I S E Z IO N E 2.7, pertanto l’accelerazione è verticale con dove g rappre­
senta l’accelerazione di gravità e vale circa 9.80 m/s^. La .seconda legge di
Newton per tale corpo è quindi
_ Il peso è runica forza
^ che agisce su questo
corpo quindi
che ci dice che
P = nifi
II modulo della forza peso, che chiameremo per .semplicità “il peso”, è diretta-
mente proporzionale alla massa e ha ^ come costante di proporzionalità.
CEDQ ►Sebbene abbiamo derivato la relazione tra massa e peso per un
corpo in caduta libera, il peso di un corpo è indipendente dal suo stato di
moto. L’Equazione 5.3 resta valida anche per un corpo fermo su un tavolo,
che scivola orizzontalmente o che si muove in qualsiasi modo. <
Poiché il peso di un corpo dipende da g e il valore di varia a seconda del
pianeta e anche a seconda di dove ci troviamo sulla superficie del pianeta, il
peso di un corpo non è una costante e quindi non è una proprietà del corpo
stesso. Ad e.sempio, il valore di ^ sulla superficie della Luna è circa un sesto
rispetto al valore sulla Terra e quindi un corpo sulla Luna ha solo un sesto del
peso che avrebbe sulla Terra. Il peso di un corpo su Giove sarebbe maggiore di
quello dello stesso corpo sulla Terra, tuttavia la sua massa sarebbe la stes.sa. La
quantità di materia nel corpo non è cambiata, ma lo è la forza che l’attrazione
gravitazionale esercita su quella materia.
La prossima volta che il medico ci chiederà qual è il nostro peso sappiamo
che intende conoscere la nostra massa, ossia la quantità di materia che è nel
nostro corpo. Andando sulla Luna la nostra massa non cambierebbe ma sarebbe L'astronauta John Young compie
un modo molto semplice di “perdere pe.so” perché \\ peseremmo molto meno! saltelli di circa 70 cm sulla superficie
A questo punto è necessario un chiarimento. Quando diamo il nostro peso,
della Luna malgrado la sua tuta pesi
sulla Terra 168 kg. Sulla Luna, dove
molto probabilmente lo indichiamo in chilogrammi, cioè neM’unità di misura g = 1.6 m/s^ l'astronauta e la sua tuta
della mas.sa e non in quella della forza. Nel Regno Unito vige un sistema di pesano solo 41 kg.
138 CAPITOLO 5 Applicando le leggi di Newton

TABELLA 5.1 Massa, peso, forza misura differente dove il peso è una forza misurata in pound (libbre). Abbiamo
Conversione tra unità di forza: visto nel Capitolo 4 che il pound è definito come 1 Ib = 4.45 N. Possiamo
1 libbra = 4.45 N quindi “convertire” il nostro peso in pound. Un corpo che pesa 1 pound,
1 N = 0.225 libbre essendo F = mg = 4.45 N, ha una massa di m = P/g = 4.45/9.80 = 0.454 kg
Corrispondenza tra massa e peso ni (in Ib) = ni (in kg) X 0.454
assumendo/? = 9.80 m/s^:
I kg ^ > 2.20 Ib Questo calcolo è differente per esempio dalla conversione di metri in piedi e
1 Ib ^ ►0.454 kg = 454 g pollici. Entrambi, metri e piedi, sono unità di misura della lunghezza ed è sem­
pre vero che 1 ni = 3.28 piedi. Quando “convertiamo” da libbre a chilogrammi,
stiamo calcolando la massa che ha un certo peso; due quantità fondamental­
mente differenti dal momento che questo calcolo dipende dal valore di g. Poi­
ché siamo abituati a vivere sulla Terra, dove sappiamo che g = 9.80 m /s\ una
data massa corrisponde sempre allo stesso peso per cui possiamo usare le rela­
zioni riportate nella Tabella 5.1

ESEMPIO 5.7 M a s s e tipiche e pesi


Qual è il peso, in N, e la massa, in kg, di un ginnasta che pesa 90 libbre, di un pro­
fessore di 150 libbre e di un giocatore di football americano di 240 libbre?
IMPOSTAZIONE Possiamo usare la Tabella 5.1 per le conversioni e le corri.spon-
denze.
SOLUZIONE Useremo la corrispondenza tra massa e peso proprio come usiamo il
fattore di conversione tra differenti forze:
4 45 N 0.454 kg
Pginnasta
. = 90 Ib X ------=
j
400 N " ’ g innas.a= 90lhX -p j^ = 41kg
4 45 N 0.454 kg
Pp,of=150 l b X ^ ^ = 670N '"prof = >50 Ib X — 1 Ib = 68 kg
4 45 N 0.454 kg
giocatore'.= 240 Ib X = 1070 N ‘ giocatore = 2401b X - , 110kg
1 Ib 1 Ib
VERIFICA Possiamo utilizzare le informazioni contenute in questo problema per
verificare i risultati di problemi futuri. Se otteniamo una risposta di 10(X) N, sappiamo
che questo è approssimativamente il peso di un giocatore di football americano.

Peso apparente
11 peso di un corpo è dato dall’azione della forza di gravità su quel corpo. Forse
non ci abbiamo mai pensato, ma la forza di gravità non è una forza che perce­
piamo direttamente. La nostra sensazione di peso — quanto ci sentiamo pesanti
— è dovuta alle forze di contatto che ci sostengono. Mentre leggiamo queste
righe, la nostra sensazione di peso è dovuta alla forza normale che esercita su
di noi la sedia su cui siamo seduti. La superficie della sedia ci tocca e attiva le
estremità nervose della nostra pelle. Noi sentiamo Tintensità di questa forza e
questa è la nostra sensazione di peso. Quando siamo in piedi i nostri piedi per­
cepiscono la forza di contatto del pavimento che spinge su di essi. Se siamo
appesi ad una corda, sentiamo la forza di attrito tra la corda e le nostre mani.
Definiamo il peso apparente /^^ppin termini di forza che percepiamo:

P^pp = modulo delle forze di contatto di sostegno (5.4)


Definizione di peso apparente
Gli studenti di fisica non possono
saltare Se siamo in ascensore e cerchiamo
di fare un salto in aria mentre l’ascensore Se siamo in equilibrio, il nostro peso apparente e il peso sono generalmente
inizia a salire, ci sentiremo come se non la stessa cosa. Ma se siamo sottoposti ad un’accelerazione, questo non è più
riuscissimo a muoverci dal pavimento vero. Per esempio ci sentiamo più “pesanti” quando stiamo viaggiando in un
perché il nostro peso apparente è superiore
ascensore che improvvisamente accelera verso l’alto e ci sentiamo più leggeri
al nostro peso reale. Su un ascensore veloce
dotato di una grande accelerazione, è come del normale quando l’ascensore durante la salita frena prima di fermarsi. 11
se cercassimo di saltare avendo una massa nostro vero peso P = mg non è cambiato durante questi eventi, ma è invece
supplementare di 15-20 kg! cambiata la nostra sensazione di peso.
5.3 Massa e peso 139

Analizziamo questo caso in dettaglio. Immaginiamo un uomo in piedi den­ Un uomo in un ascensore in
F IG U R A 5.9
tro un ascensore che sta accelerando verso Falto. Come mostra la f i g u r a 5 .9 , le accelerazione.
uniche forze che agiscono suiruomo sono la spinta normale del pavimento che
lo sorregge e la forza peso. Poiché Puomo subisce un’accelerazione a, appli­
cando la seconda legge di Newton, deve esserci una forza totale che agisce
suiruomo nella direzione di a.
Guardando il diagramma di corpo libero nella Figura 5.9, vediamo che la
componente v della seconda legge di Newton è
- fi + = n — P = ma = ma (5.5)
dove m è la massa deiruomo. Risolvendo l’Equazione 5.5 per n otteniamo
// = /^ + ma (5.6)
La forza normale è la forza di contatto che sostiene l’uomo, quindi, data la
definizione dell’Equazione 5.4, possiamo riscrivere l’Equazione 5.6 come
Papp = /^ + ma
Quindi Pupp > P e l’uomo si sentirà più pesante del normale. Se, invece,
’ascensore stesse scendendo, cioè accelerando verso il basso, il vettore acce­
lerazione a punterebbe verso il basso e avremmo a^ = —a. Se ripetiamo i pas­
saggi precedenti, troviamo che P^^ = P — ma < P. In questo caso l’uomo si
sentirà più leggero.
Il peso apparente non è solo una sensazione. Possiamo misurarlo con una
bilancia. Quando saliamo sul piatto di una bilancia pesapersone nel bagno.
Lago sale e segnala una nuova lettura della bilancia. Se non stiamo accelerando
(questa è di solito un’ottima assunzione!), la salita dell’ago della bilancia è
uguale al nostro peso per cui sulla bilancia leggiamo il nostro vero peso. Se
stessimo accelerando, questa corrispondenza non sarebbe più valida. NelPe-
sempio di cui sopra, se l’uomo fosse in piedi su una bilancia pesapersone dentro
l’ascensore, la forza di contatto che lo sorregge farebbe ulteriormente salire
Pago della bilancia; quindi durante la salita dell’ascensore la bilancia misure­
rebbe un peso maggiore. La lettura della bilancia quindi è uguale a P^^^.
Se il peso apparente può e.ssere misurato da una bilancia, non c’è da sorprendersi
che il peso appiirente abbia impliciizioni tìsiche reali. Gli a.stronauti sono quas
schiacciati dal loro peso appiirente durante le fasi di decollo quando i razzi dei
motori prcxlucono un’accelerazione a molto maggiore di g. Molti dei brividi che
proviamo in un parco di divertimenti, come ad esempio durante un giro sulle mon­
tagne russe, sono provocati da un rapido cambiamento del nostro peso app^irente.

E S E M P IO 5.8 Peso apparente in un ascensore


Aldo ha una massa di 70 kg cd è in piedi su una bilancia pesa- nare la sua accelerazione. Una volta conosciuta l’accelera­
persone dentro un ascensore che si sta muovendo a 5.0 m/s. zione, possiamo utilizzare la cinematica per determinare il
Quando Tascensore rallenta per fermarsi ai piani, l’ago della tempo impiegato dall’ascensore per fermarsi.
bilancia indica 750 N. Prima di fermarsi, l’ascensore si stava SOLUZIONE Possiamo calcolare le componenti dei vettori
muovendo verso l’alto o verso il basso? Quanto tempo impiega dalla figura. La componente verticale della seconda legge di
l’ascensore per fermarsi? Newton per il moto di Aldo è
IMPOSTAZIONE Quando l’ascensore frena, l’ago della bilan­
cia indica 750 N. Questo è il pe.so apparente di Aldo mentre il ^X /'”y =n —P = may
suo vero peso è dove n è la forza normale cioè la forza misurata dalla bilancia
corrispondente al peso apparente di Aldo (750 N), mentre P è
P = mg = (70 kg)(9.80 m/s^) = 686 N
il suo peso reale (686 N). Possiamo quindi risolvere l’equa­
Poiché questo è un passaggio intermedio nei calcoli, mante­ zione precedente determinando a
niamo una cifra significativa in più. Il peso apparente di Aldo,
n- P 750 N - 686 N
che corrisponde alla forza normale della bilancia su Aldo, è = +0.91 m/s^
maggiore del suo peso reale, pertanto la forza totale su Aldo è m 70 kg
diretta verso l’alto, così come l’accelerazione. Questa è esatta­ L’accelerazione è positiva quindi è diretta verso l’alto, esatta­
mente la situazione riportata nella Figura 5.9, per cui possiamo mente come ci aspettavamo. L’ascensore sta rallentando ma
utilizzare per questo problema questa stessa figura come dia­ l’accelerazione è diretta verso l’alto. Questo significa che l’a­
gramma di corpo libero. Possiamo trovare la forza totale che scensore si stava muovendo verso il basso, quindi con velocità
agisce su Aldo e successivamente usare tale forza per determi­ negativa, prima di arrestarsi completamente. Continua
140 CAPITOLO 5 Applicando le leggi di Newton

Per trovare il tempo necessario affinché l’ascensore si VERIFICA Ripensiamo alla nostra esperienza mentre stiamo
fermi, usiamo l’equazione della cinematica viaggiando in ascensore. Se l’ascensore sta scendendo e |X)i
si arresta, ci sentiremo più “pesanti.” Questo ci fa pensare con
(v) = (v) + « A/
fiducia che la nostra analisi del moto sia corretta. Una velo­
L’ascensore si muove inizialmente verso il basso per cui cità di 5.0 m/s rappresenta la velocità di un ascensore piuttosto
= —5.0 m/s, e si arresta, quindi (v^)^ = 0. Conoscendo veloce: a questa velocità l’ascensore oltrepassa più di un piano
l’accelerazione possiamo determinare l’intervallo di tempo al secondo. Se siete mai stati su un ascensore veloce, di solito
(Vf-(Vy)i _ 0 - ( - 5 . 0 m/s) in edifici molto alti, sapete che 5.5 s è un tempo ragionevole
A/ = = 5.5s affinché l’ascensore rallenti e si fermi.
fly ~ 0.91 m/s^

A ssenza di peso
Ritorniamo ancora alTesempio dell'ascensore che abbiamo visto sopra. Suppo­
niamo che il peso apparente di Aldo sia di 0 N, ciò significa che l'ago della
bilancia pesapersone indica zero. Come può succedere? Ricordiamo che il peso
apparente di Aldo è la forza di contatto che lo sorregge, quindi stiamo dicendo
che la forza verso l'alto e.sercitata dalla bilancia è nulla. Se usiamo n = 0 neH'e-
quazione dell'accelerazione nell’Esempio 5.8, troviamo r/ = —9.8 m/s*. Questo
è un ca.so che abbiamo già visto in precedenza, quello di un corpo in caduta
libera! Questo significa che una persona in caduta libera ha peso apparente
pari a zero. Rillettiamo. Supponiamo che in un ascensore in caduta libera ci sia
un uomo che lasci cadere una biglia che aveva in mano. In assenza di resistenza
da parte del l'aria, sia l'uomo che la biglia cadrebbero alla stessa velocità.
Vedendo la situazione dalla prospettiva dell'uomo, la biglia sembrerà “fiut-
tuare” accanto a lui. Analogamente la bilancia pesapersone lluttuerà sotto di lui
e non eserciterà alcuna pressione sui suoi piedi. L’uomo sarà nella condizione
che chiamiamo a.ssenzci di peso.
“Assenza di peso” non significa “mancanza di peso’’. Un corpo che si trova
in assenza di peso non ha peso apparente. La distinzione è significativa. Il
peso deir uomo è sempre dato da mg perché la gravità lo spinge verso il basso
Un'esperienza di assenza di peso Come ma non ha alcuna sen.sazione di peso come se fosse in caduta libera. Il termine
abbiamo appreso nel Capitolo 3, i corpi “assenza di peso” è molto impreciso perché implica che gli oggetti non abbiano
soggetti alla sola forza gravitazionale sono più il loro peso e, come abbiamo vi.sto, questo non avviene.
in caduta libera. Questo aereo speciale è Abbiamo visto film in cui astronauti e vari oggetti fiuttuavano aH'interno della
adattato per voli con la stessa traiettoria
Stazione Spaziale Internazionale mentre è in orbita attorno alla Terra. Se un astro­
parabolica del moto del proiettile in assenza
della resistenza delTaria. Gli oggetti contenuti nauta provas.se a stare in piedi sopra una bilancia non sentirebbe alcuna forza
airinterno deH'aereo, come questi passeggeri, esercitata dalla bilancia sui suoi piedi. Sarebbe in assenza di peso. Ma se il criterio
si muovono quindi lungo una traiettoria di di assenza di peso è legato a quello di es.sere in caduta libera, e se gli astronauti in
caduta libera. Essi quindi saranno in assenza orbita sono in as.senza di peso, significa che .sono anche in caduta libera? Questa
di peso e fiuttueranno aH’intemo delPaereo
è una domanda molto interessante su cui ritorneremo nel Capitolo 6.
finché questo non riprende il volo normale,
circa 30 secondi dopo.
PAUSA DI RIFLESSIONE 5.3 Stiamo rimbalzando su e giù su un trampolino.
Dopo aver la.sciato il trampolino mentre saliamo verso l’alto, il peso apparente è
A. Maggiore del peso reale. C. Uguale al peso reale.
B. Minore del peso reale. D. Zero

5.4 Le forze normali


Nel Capitolo 4 abbiamo visto che un corpo fermo su un tavolo, è soggetto ad
una forza verso l’alto dovuta al tavolo. Questa forza è chiamata forza normale
perché è sempre perpendicolare o normale rispetto alla superficie di contatto.
Abbiamo imparato che la forza normale ha la sua origine nelle “molle” atomi­
che di cui è composta la superficie. Maggiore è la pressione esercitata dal corpo
sulla superficie, maggiore sarà la compressione di queste molle e la forza con
cui respingeranno il corpo. Quindi la forza normale si adatta in modo tale che il
corpo resti sulla superficie e non penetri in essa. Questo meccanismo rappre­
senta la chiave per ri.solvere i problemi legati alle forze normali.
5.4 Le forze normali 141

E S E M P IO 5.9 Forze norm ali su un libro com pre sso


Un libro di massa 1.2 kg giace su un tavolo. Il libro è com­ SOLUZIONE La forza totale dev’essere nulla poiché il libro
presso dalFalto da una forza F, = 15 N. Qual è la forza normale è in equilibrio statico. Le sole forze che agiscono sono quelle
esercitata sul libro dal tavolo sottostante? nella direzione pertanto la seconda legge di Newton diventa
IMPOSTAZIONE 11 libro non si muove quindi è in equilibrio ^ F y = «y + F y +F,\ y —n —P —F —may = 0
statico. Dobbiamo identificare le forze che agiscono sul libro
e disegnare un diagramma di corpo libero che indichi queste Abbiamo appreso nella sezione precedente che la forza peso è
forze. Questi passi sono illustrati nella f i g u r a 5. i o . P = mg. Il peso del libro è quindi
F = mg = ( 1.2 kg)(9.8 m/s^) = 12 N
Con questa informazione possiamo calcolare la forza normale
FIGURA 5.10 Forze agenti su un libro compresso dall'alto. esercitata sul libro
= F = 15N+ 12N = 27 N

Mano F i VERIFICA 11 valore della forza normale è superiore al peso


del libro. Dal punto di vista del tavolo, la forza supplementare
esercitata sul libro dalla mano lo spinge ulterionnente verso le
molle atomiche del tavolo. Tali molle a loro volta reagiscono
Forza peso P in maniera più intensa esercitando una forza normale maggiore
Nomialc n del peso del libro.

Una situazione comune è quella di un corpo che si trova su una rampa o un


piano inclinato. Se ignoriamo le forze di attrito, restano solo due forze che
agiscono sul corpo: la gravità e la forza normale. Dobbiamo valutare attenta­
mente le componenti di queste forze per risolvere i problemi di dinamica. La
FIGURA 5.1 l a illustra come fare. Facciamo inoltre attenzione a non cadere nei
due errori più comuni mostrati nella f i g u r a s . i i b .

FIGURA 5.11 Le forze agenti su un corpo su un piano inclinato,


(a) Analisi delle forze sul piano inclinato (h) 1 due errori più comuni da evitare
La forza normale punta P può essere scomposta
sempre perpcndicolanncnle nelle componenti lungo
alla superfìcie. gli assi X e >*.
Errato! La forza
......... '^^0 normale è sempre
\ = P sin 0 perpendicolare alla
Quando ruotiamo Py = -^P cos 0 superfìcie
l’asse X per allinearci di contatto!
alla^uperfìcic, l'angolo
tra F e la direzione •••* P^ è negativa perché P punta nella Errato! Il peso punta
negativa dcirasse>’è La forza peso direzione delle >’negative. sempre verso il basso!
lo stes.so della penden/.a punta sempre
del piano rispetto verso il basso.
airorizzontale.

_______________________
P A U S A D I R IF L E S S IO N E 5.4 Un ciclista sta af­ P = 8(K) N
frontando una salita con una pendenza di 20° a
velocità costante. Il peso combinato del ciclista e
della bicicletta è di 800 N. Facendo riferimento alla
Figura 5.11, che cosa siamo in grado di dire circa il
valore della forza normale del suolo sulla bicicletta?
A. /i> 8 0 ()N B. n = 800N C. n < m ) N

E S E M P IO 5.10 Accelerazione di uno sciatore in discesa


Uno sciatore scivola verso il basso in una discesa con pendenza modo tale che l’asse x punti verso il basso della discesa. Ciò ci
di 27°. Su pendii così ripidi, l’attrito è trascurabile rispetto alle permette di semplificare notevolmente l’analisi in quanto con
altre forze in gioco. Qual è l’accelerazione dello sciatore? questa scelta «^=0 (lo sciatore non si muove nella direzione y).
IMPOSTAZIONE La FIGURA 5.12 è una descrizione visiva della Il diagramma di corpo libero si basa sulle informazioni conte­
situazione. Abbiamo scelto un sistema di coordinate ruotato in nute nella Figura 5.11.

Continua
FIGURA 5.12 Descrizione visiva della discesa di uno sciatore.
2 ^ ', “ sin = ma^
y = Py -{■ny = -mg cos 0-^ n = may = 0
L*accelerazione dello «ciatore p^so P
Nella seconda equazione abbiamo usato a^= 0. La massa m si
semplifica nella prima di queste equazioni, per cui abbiamo
a^=g sin 6
Questa è Pespressione per l’accelerazione su una superficie
senza attrito che abbiamo enunciato senza dimostrarlo, nel
Capitolo 3. Ora abbiamo giustificato le nostre precedenti affer­
mazioni. Possiamo usare questa formula per calcolare l’accele­
SOLUZIONE Possiamo riscrivere la seconda legge di Newton razione dello sciatore:
per componenti per trovare l’accelerazione dello sciatore:
a^= g sin 0 = (9.8 m/s") sin 27° = 4.4 m/s^
2 / ' =P = ma
VERIFICA 1 nostri risultati mostrano che quando 0 = 0, cioè la
V/.-y = py ^ fiy = ffiay pendenza è nulla e il moto è orizzontale, l’accelerazione dello
Poiché n punta nella direzione delle y positive, n e n^= 0. sciatore è pari a zero, come dovrebbe essere. Quando la pen­
La Figura 5.1 la evidenzia che Pangolo tra Pc Passe delle y denza è(iiO = 90° (una parete verticale), la sua accelerazione è
negative è lo stesso della pendenza 0 della discesa. Con questa g, il che ha senso perché lo sciatore è in caduta libera. Notiamo
informazione, le componenti di P sono P sin 0 = mg sin 6 che la massa si semplifica quindi non abbiamo bisogno di
e —P cos 0 = —mg cos 0, dove abbiamo fatto uso del fatto conoscere la massa dello sciatore. Abbiamo visto per la prima
che P = mg. Con queste componenti note, la seconda legge di volta la formula per l’accelerazione nella ^ SEZIONE 3.4, ma
Newton diventa ora vediamo la ragione fisica che ne è alla base.

FIGURA 5,13 L'attrito Statico impedisce a


un corpo di scivolare.
5.5 L’attrito
(a) Ideiitifìca/.ioiie delle forze
Nella vita di tutti i giorni, Tattrito è dappertutto. L’attrito è essenziale per qual­
Forza di spinta F
siasi cosa facciamo. Senza l’attrito non potremmo camminare, guidare o per­
Peso P fino sederci (perché scivoleremmo dalla sedia!). Talvolta è utile pensare a
situazioni ideali senza attrito, ma è egualmente necessario capire il mondo
reale dove l’attrito è presente. Sebbene l’attrito sia una forza complessa, molti
. suoi aspetti possono essere de.scritti con un modello semplice.
Forza normale iì Attrito /s
(b) Diaframma di corpo libero A ttrito statico
V
Nel Capitolo 4 abbiamo definito l’attrito statico/^ come la forza che una superfi­
^il cie esercita su un corpo per prevenire che questo scivoli sulla superficie. Consi­
l F Npinla deriamo una donna che spinge una cassa come mostrato nella figura 5.i3a. Poiché
la cassa non si muove rispetto al pavimento, la spinta della donna verso destra
-,
deve essere bilanciata dalla forza di attrito statico/^che punta verso sinistra.
p ’ Questa è la regola generale per trovare la direzione di f ‘. decidiamo in quale
direzione il corpo si tnnoverehbe se non ci fosse l’attrito. La forza di attrito
FIGURA 5.14 L'attrito Statico agisce in
alla forza applicata.
r is p o s ta
statico punta quindi nella direzione opposta, per prevenire il moto relativa­
(a) Spingendo debolmente, l’attrito esercita mente alla superficie.
a sua volta una debole spinta alPindietro. Detenninare il modulo di richiede un piccolo trucco. Poiché la cassa è a
fs F^pinla riposo, è in equilibrio statico. Dal diagramma di corpo libero della figura 5.i3b,
^ • P questo significa che la forza di attrito statico deve bilanciare esattamente la
controbilancia Fvp,„u c forza di spinta, per cui/^= Come mostrato nelle f i g u r e 5.i4a e 5.i4b mag­
la cassa non si sposta.
giore è la spinta della donna, maggiore è la forza di attrito che esercita il pavi­
(b) Spingendo più energicamente, l’attrito esercita
una .spinta all’indietro con altrettanta forza. mento. Se la donna riduce la sua spinta, la forza di attrito automaticamente
Js spinla
diminuirà per arrivare ad una risultante nulla. L’attrito statico agisce in rispo­
^ -----^ sta alla forza applicata.
/, cresce con raumcnto di F , ma le due Ma c’è un chiaro limite a quanto può crescere / \ Se la donna spinge con
for/.e si cancellano e la cassa non si sposta. sufficiente forza, la cassa scivolerà, iniziando a muoversi sul pavimento. In
(c) Spingendo con ancor maggior forza,/j altre parole la forza di attrito statico ha un valore massimo possibile/* come
risponde con la massima forza di cui è illustrato nella f i g u r a 5 . 1 4 c . Sperimentalmente si trova ^he/^^^^è proporzio­
capace.
nale al modulo della forza normale tra la superficie e il corpo, cioè:
/s Fjipinta
◄— ----- • ■' P / = /X /I (5.7)
I* 7s max H
Adesso il modulo di ha ^aggiunto il suo dove pih chiamato il coefficiente di attrito statico. Il coefficiente è un numero
massimo valore/ . Se F aumenta
ancora, le forze n o n si cancelleranno c che dipende dal tipo di materiale con cui sono fatti il corpo e la superfìcie. Mag-
la cassa inizierà ad accelerare.
giore è il valore del coefficiente di attrito statico, maggiore è “Faderenza” tra il
corpo e la superficie e più difficile sarà mettere in movimento il corpo. La Tabella
5.2 elenca i valori approssimati di alcuni coefficienti di attrito statico.
CEIEI ►Inequazione 5.7 non dice che f^= fjLji. 11 valore di / ‘dipende dalla
forza o dalle forze che Tattrito statico deve bilanciare per impedire che il
corpo si metta in movimento relativamente alla superficie. Esso può avere
valori differenti da zero fino ad un massimo pari a ijljì. <
Quindi per Tattrito statico possiamo elencare le seguenti regole:
■ La direzione delTattrito statico è quella che si oppone al moto che avrebbe
il corpo .senza Fazione dell'attrito.
■ 11 valore dell'attrito s t a t i c o è tale che la forza totale risultante è nulla e il
corpo non si muove.
■ 11 valore dell'attrito statico non può eccedere un valore massimo dato da
nell'Equazione 5.7. Se la forza d'attrito .statico necessaria per mante­
nere fermo un corpo è superiore a allora il corpo inizierà a spostarsi
.scivolando sulla superficie.

A ttrito dinamico
Quando la cassa inizia a scivolare, come nella f i g u r a 5 . 1 5 , la forza di attrito
statico è .sostituita da una forza di attrito dinamico (o di scivolamento) f^. L’at­
trito dinamico è in qualche modo più semplice dell’attrito statico. La direzione
di ^ è sempre oppo.sta alla direzione in cui scivola il corpo lungo la superficie.
Gli esperimenti mostrano che l’attrito dinamico, a differenza di quello statico,
ha un valore quasi costante dato da
= (5.8)
dove è chiamato il coefficiente di attrito dinamico. L’Equazione 5.8
mostra, inoltre, che l’attrito dinamico così come il valore massimo consentito
per l’attrito statico, è proporzionale al valore della forza normale n. Notiamo,
infine, che Fintensità della forza di attrito dinamico non dipende da quanto
scivoli velocemente un corpo.
TABELLA 5.2 Coefficienti d'attrito

FIGURA 5.15 La forza di attrito dinamico si o p p o n e alla direzione del moto. Statico Dinamico Kotola-
Matcriali , incuto
Cassa spinta p
lentamente I Gomma su 1.00 0.80 0.02
cemento
Acciaio su 0.80 0.60 0.002
acciaio (secco)
Acciaio 0.10 0.05
su acciaio
(lubrificato)
Legno su legno 0.50 0.20
Legno su neve 0.12 0.06
indipendentemente da quanto velocemente Ghiaccio su 0.10 0.03
il corpo stia scivolando. ghiaccio______

La Tabella 5.2 riporta valori approssimati di Possiamo vedere che < /x^
ciò spiega come mai risulti più facile mantenere una cassa in movimento
rispetto allo sforzo necessario per farla iniziare a muovere.
FIGURA 5.16 II punto di contatto della
A ttrito di rotolamento ruota con l'asfalto è fermo.
Se spingiamo con forza sui freni, gli pneumatici della nostra automobile scivo­
leranno sul manto stradale la.sciando un segno dello .scivolamento. Questo è un
attrito dinamico in quanto gli pneumatici e la strada stanno scivolando l’uno
sull’altro. Quando una ruota gira su una superficie, anch'essa sperimenterà un
attrito ma questo non è un attrito dinamico. La parte della ruota che è a contatto
con la superficie è stazionaria rispetto alla superficie quindi non scivola. La
fotografia nella f i g u r a 5 . I 6 è stata .scattata con una macchina fotografica ferma.
Notiamo che la parte della ruota che tocca il terreno è nitida, il che sta ad indi­
care che questa parte della ruota non si muove rispetto al terreno.
144 CAPITOLO 5 A pplicando le le g g i di N ew to n

L’interazione tra la ruota in rotazione e la strada implica che ci siano aderenza


e deformazione tra le due superficie la mota e la strada. Questa interazione può
essere anche piuttosto complessa, tuttavia, in molti casi, possiamo trattarla come
un altro tipo di forza d’attrito che si oppone al moto, un attrito di rotolamento
schematizzato tramite il coefficiente di attrito di rotolamento ix\

/, = M« (5.9)
L’attrito di rotolamento agisce come l’attrito dinamico ma i valori di (vedere
la Tabella 5.2) sono molto più piccoli dei corrispondenti valori di Infatti è
più facile far rotolare qualcosa su ruote piuttosto che farlo scivolare!

PAUSA DI RIFLESSIONE 5.5 Elenca in ordine, dalla maggiore alla minore, le intensità delle forze di attrito da ^ a ^ in
cinque diverse situazioni (una o più forze d’attrito possono essere uguali a zero). Per semplicità, la cassa e il pavimento
sono fatti degli stessi materiali in tutte le situazioni considerate.
A riposo Sul punto di scivolare Accelerando A velocità costante Rallentando
a
a=d
Senza Spinta
spinta

A. B. C.

L avorare con le forze di a ttrito


Queste idee possono essere riassunte in un modello di attrito:

Statico: = (modulo —
direzione e verso tali da impedire il movimento)(5. IO) P.35

Dinamico: ^ = (/x^ /z, stessa direzione ma verso opposto al moto)

Rotolamento: fr = i/x^ n, stessa direzione ma verso opposto al moto)

Qui “moto” significa “moto relativamente alla superficie.” Il valore mas­


Scivolare o n o n scivolare? Se freniamo simo della forza di attrito s t a t i c o , / ^ = /xn si ha quando il corpo inizia a muo­
senza scivolare, la forza che frena la versi scivolando.
nostra automobile è Tattrito statico tra
gli pneumatici e la strada. Questa forza è CEEQ ►Le Equazioni 5. IO sono un “modello” di attrito, non una “legge”
maggiore della forza di attrito dinamico, di attrito. Queste equazioni forniscono una descrizione ragionevolmente ac­
quindi se slittiamo, non solo perdiamo il
curata, ma non perfetta, di come agiscono le forze d’attrito. Rappresentano
controllo della vettura ma finiamo anche
col percorrere una distanza maggiore prima quindi una semplificazione della realtà e funzionano piuttosto bene; questo
che il veicolo si fermi. I sistemi di frenata è quello che intendiamo per un “modello”. Esse non sono una “legge di
antibloccaggio (ABS) consentono di frenare natura” allo .stesso livello delle leggi di Newton. ^
rautom obile senza slittare e di fermare
fautomobile nella minor distanza possibile
mantenendone sempre il controllo.
EtattI c^a^s .^ Lavorare con le forze d'attrito

Se il corpo non si muove rispetto alla superfìcie con cui è a contatto,


allora la forza d'attrito è di tipo statico. Disegniamo il diagramma di
corpo libero del corpo. La direzione della forza d’attrito è tale da opporsi
allo slittamento del corpo rispetto alla superficie. Quindi usiamo la Stra­
tegia di ri.soluzione dei Problemi 5.1 per determinare / \ S e è maggiore
d i = fxn, allora l’attrito statico non è in grado di mantenere fermo il
corpo. L’assunzione che il corpo sia a riposo non è quindi valida e dob­
biamo riconsiderare il problema usando l’attrito dinamico.
0 Se il corpo .sta scivolando rispetto alla superficie, allora sta agendo l’at­
trito dinamico. Applicando la .seconda legge di Newton, troviamo la
forza normale n. L’Equazione 5. IO ci permette di determinare il valore,
la direzione e il verso della forza di attrito.
5.5 L’attrito 145

0 Se il corpo sta rotolando lungo la superficie, allora sta agendo la forza di


attrito di rotolamento. Dalla seconda legge di Newton, troviamo la
forza normale n. L’Equazione 5.10 permette di calcolare il modulo, la
direzione e il verso della forza di attrito.

ESEMPIO 5.11 Forza necessaria per spostare un divano


Carolina vuole spostare il suo divano di massa 32 kg in una Nella prima equazione, la componente jc di è uguale a -/^
stanza diversa della sua casa. Per farlo, utilizza un set di pattini p erch éè diretta verso sinistra. Analogamente, P^=-P perché
slittanti cioè dei dischi in teflon con = 0.080, sotto i piedi del il peso è una forza che punta verso il basso.
suo divano. Successivamente spinge il divano ad una velocità Dalla prima equazione, vediamo che la forza di spinta di Caro­
costante di 0.40 m/s sul pavimento. Quanta forza deve appli­ lina è E=/j. Dobbiamo trovare quindi il valore d i e per farlo
care sul divano? usiamo il nostro modello di attrito dinamico:
IMPOSTAZIONE Supponiamo che il divano scivoli verso
/d = A‘d«
destra. In questo caso, la forza di attrito dinamico/^ si oppone
al moto puntando verso sinistra. Nella FIGURA 5.17 identifi­ La .seconda equazione, relativa al moto verticale, si riduce a
chiamo le forze che agiscono sul divano e costruiamo il dia­ n -P =0
gramma di corpo libero.
Essendo la forza peso P = mg, possiamo scrivere
FIGURA 5.17 Forze che agiscono sul divano spinto sul
pavimento. n = mg
F o r za di s p i n ta F _____ vi/
Quanto ottenuto è un risultato comune, come vedremo in
n A seguito. La forza con cui Carolina spinge è uguale alla forza
d'attrito che dipende dalla forza normale e dal coefficiente di
PcsoP 6 F
-► attrito dinamico, = 0.080:
At±ntA F o r ^ n om caU n F =/^ = /x/i = ixjng = (0.080)02 kg)(9.80 m/s’) = 25 N
p ***
VERIFICA La velocità con cui Carolina spinge il sofà non
rientra nella risposta. Ciò ha senso in quanto la forza di attrito
dinamico non dipende dalla vekx:ità. Il risultato finale di 25 N
SOLUZIONE II divano si sta muovendo a velocità costante,
quindi è in equilibrio dinamico con Questo significa rappresenta una forza piuttosto esigua, ma tale risultato è ragio­
nevole perché Carolina per muovere il divano ha fatto uso dei
che le componentix e y della forza totale devono essere zero:
pattini slittanti che assicurano un cc^fficiente d’attrito molto
+ + f + W , = 0 + 0 + f - / , = {) basso.
y / - y =ny +Py +Fy + (fj
^ a 'y
= i i - P +0 +0 =0

ESEMPIO CONCETTUALE 5.12 Spingere o tirare un rullo per il prato?


Un rullo per il prato è un cilindro pesante impiegato per spia­ FIGURA 5.19 Diagrammi di corpo libero per il rullo del prato.
nare un prato diseguale, come mostrato nella f i g u r a 5.18. È Spinta Trazione
più facile spingere o tirare questo rullo? Cosa è più efficiente
per spianare il prato: spingere o tirare? Assumiamo che la forza
sia in ogni caso diretta lungo il manico del rullo.
F.o. = 0
f i g u r a 5.18 Spingere o tirare un rullo per il prato.

SPIEGAZIONE La FIGURA 5.19 illustra il diagramma di corpo


libero nei due casi. Assumiamo che il rullo sia spinto a velo­ forza F verso l’alto condurrà ad un valore ridotto di n e quindi di
cità costante così da essere in equilibrio dinamico con ^lot “ 5. /^. Quindi è più facile tirare il rullo piuttosto che spingerlo.
Poiché il rullo non si muove in direzione y, la componente y Tuttavia, lo scopo del rullo è di spianare il terreno. Se la
della forza totale dev’essere zero. Secondo il nostro modello, il forza normale Ti esercitata dal suolo sul rullo è maggiore,
modulodeH’attrito di rotolamento è proporzionale al modulo allora, per la terza legge di Newton, la forza del rullo sul .suolo
il della forza normale. Se spingiamo il rullo, la nostra forza di sarà anch’essa maggiore. Quindi per spianare il nostro prato, è
spinta F avrà una componente y verso il basso. Per compensare meglio spingere il rullo.
ciò, la forza nomiale deve aumentare e, poiché/^ = n, l’attrito VERIFICA Probabilmente avrai sperimentato questo effetto
di rotolamento aumenterà di conseguenza. Questo rende il rullo u.sando un’aspirapolvere. È più difficile spingere in avanti l’a­
più difficile da muovere. Se tiriamo il rullo, la componente della spirapolvere piutto.sto che tirarlo indietro.
14b CAPITOLO 5 Applicando le leggi di Newton

ESEMPIO 5.13 C om e scaricare un arm adietto porta -docum enti


Un armadietto porta-documenti in acciaio di massa 50.0 kg si = mg sin 6 = (50.0 kg)(9.80 m/s^) sin 20° = 168 N
trova nella parte posteriore di un camion con il pianale ribalta­
Questo valore non richiede di conoscere /x^. Il coefficiente di
bile. 11 pianale del camion, anch’esso in acciaio, è leggermente
attrito statico entra in gioco solo quando vogliamo trovare l’an­
inclinato. Qual è il modulo della forza di attrito statico suH’arma-
golo per il quale l’armadietto inizierà a scivolare. Lo scivola­
dietto quando il fondo del camion è inclinato di 20°? A quale
mento avviene quando la forza di attrito statico raggiunge il
angolo Tarmadietto porta-documenti inizierà a scivolare?
valore massimo:
IMPOSTAZIONE Useremo il nostro modello per l’attrito sta­
tico. L’armadietto porta-documenti inizierà a scivolare quando / =/ =a n
la forza di attrito statico raggiungerà il massimo valore pos­ Dalla componente y della seconda legge di Newton vediamo
sibile /j La FIGURA 5.20 riporta una descrizione visiva rela­ che n = mg cos 6. Conseguentemente,
tiva a quando il fondo del camion è inclinato di un angolo 6.
Possiamo rendere l’analisi più semplice se incliniamo anche il
sistema di coordinate allo stesso modo del fondo del camion. La componente x della seconda legge dà
Per evitare che l’armadietto porta-documenti scivoli, la forza di
attrito statico deve puntare verso Volto rispetto alla pendenza. = mg sin e
SOLUZIONE Prima di scivolare, l’armadietto porta-documenti Ponendo/^ =/^ ^ quindi si ottiene
è in equilibrio statico. Usando la scomposizione per compo­
nenti della seconda legge di Newton abbiamo mg sin 0 = fJL^ mg cos 0

'^ r = n X +PX +(/■) =0 Il termine mg si cancella e troviamo


X ^ i 'x

y / ' yy=nVy +Pyy +(/•) sin0


Vs'y = 0
vs-'y ■= tan 0 =
C O S0
Dal diagramma di corpo libero vediamo che ha solo una com­
0 = tan'' Ms = tan’ '(0.80) = 39°
ponente negativa lungo x e che n ha solo una componente posi­
tiva lungo y. Abbiamo inoltre P^ = P sin 0 c = —P cos 0. VERIFICA L’acciaio non scivola molto bene sull’acciaio non
Quindi la seconda legge diventa lubrificato, quindi avere ottenuto un angolo abbastanza grande
= P sin 6 = mg sin 0 -f^ = 0 non deve sorprendere. La risposta quindi è ragionevole. Vale la
pena di notare che n = mg cos 0 in questo esempio. Un errore
^ f y —n —P cos 0 = /i —mg cos 0 = 0 comune è quello di usare semplicemente n = mg. Assicuria­
Dalla prima equazione possiamo determinare il valore della moci di valutare correttamente la forza normale nel contesto di
forza di attrito statico con 6 = 20°: ogni singolo problema.

FIGURA 5.20 Descrizione visiva delTarmadietto porta-documenti in un camion con il pianale ribaltabile.

Dati
= 0.80 m = 50.0 kg
/Xd = 0.60
Incognite
/.per 0 = 20°

Le cause dell'attrito
FIGURA 5.21 Una veduta microscopica Vale la pena a questo punto di fare una breve pausa per considerare le cause
dell'attrito.
delfattrito. Tutte le superfici, anche quelle che sembrano molto lisce al tatto,
viste su scala microscopica presentano superfici irregolari. Quando due corpi
sono posti a contatto, non aderiranno in maniera perfetta. Al contrario, come
mostrato nella f i g u r a 5 .2 1 , i punti più alti di una superficie saranno schiacciati
contro i punti più alti delfaltra superficie, mentre i punii più bassi non sono in
contatto. Solo una piccola frazione delfarea della superficie (tipicamente 10"“^)
è effettivamente in contatto ed è tra queste parti in contatto che si creano dei
Due superfici momentanei legami molecolari che si oppongono al moto relativo tra i due
a contatto corpi. L’estensione delle parti in contatto dipende dall’intensità della forza che
schiaccia le superfici tra loro, questo spiega perché le forze d’attrito sono pro­
porzionali alla forza normale n.
Affinché un corpo scivoli, occorre spingere con una forza sufficiente da
rompere i legami tra le due superfici. Quando le due superfici slittano una
Solo p(KÌii pumi
sono rcalniente sull’altra, il meccanismo responsabile della forza d’attrito dinamico è simile a
in contatto. quello dell’attrito statico ma i punti di contatto delle due superfici, essendo in
movimento, hanno meno tempo per stabilire i legami intermolecolari e quindi
la forza che contrasta il movimento è minore della forza massima associata
all'attrito statico. Questo spiega perché il coefficiente di attrito dinamico è
sempre minore del coefficiente di attrito statico

5.6 Forza di resistenza di un mezzo


L'aria esercita una forza di resistenza sui corpi che si muovono attraverso di
essa. Sperimentiamo quotidianamente tale resistenza quando corriamo,
andiamo in bicicletta, sciamo o guidiamo l’automobile. La forza di resistenza
i\ ha le seguenti caratteristiche:
■ Si oppone alla direzione della velocità v.
■ Aumenta di valore airaiimentare della velocità del corpo.
A velocità relativamente basse, la forza di resistenza dell’aria è bassa e di
solito può essere ignorata, mentre gioca un ruolo importante quando la velocità
aumenta. Fortunatamente, possiamo usare un modello relativamente semplice
per la forza di resistenza delLaria nel caso valgano le tre condizioni seguenti:
■ La dimensione del corpo (diametro) è compresa tra pochi millimetri e alcuni
metri.
■ La velocità del corpo è inferiore ad alcune centinaia di metri al secondo.
■ 11 corpo si muove attraverso Paria vicino alla superficie terrestre.
Queste condizioni sono normalmente soddisfatte per le persone e nel caso
della maggior parte degli oggetti di uso quotidiano. In queste condizioni, la
forza di resistenza dell’aria può essere scritta come:
jC v p A s te s s a direzione ma verso opposto al moto) (5.11)
In questa formula, p è la densità del l’aria (p = 1.2 kg/m^ al livello del mare), A
è l'area della sezione trasversale del corpo (in nF), e il coefficiente aerodina­
mico dipende dai dettagli della forma del corpo. Comunque, il valore di
per corpi in movimento di uso quotidiano è approssimativamente pari a 1/2,
pertanto una buona approssimazione per la forza di resistenza dell’aria è

F = (5.12)
Forza di resistenza deH’aria per un corpo di ^p.45
sezione trasversale A che si muove a velocità \> QUADRATICA

Questa è l’espressione per il modulo della forza di resistenza dell’aria che use­
remo in questo capitolo.
Il modulo della forza di resistenza dell’aria è proporzionale al quadrato
della velocità del corpo. Se la velocità raddoppia, la resistenza aumenterà di
un fattore 4. Questo modello non può essere applicato a corpi molto piccoli
(come ad esempio le particelle di polvere) oppure molto veloci (ad esempio gli
aerei a reazione) oppure, infine, a corpi che si muovano in altri mezzi come ad
esempio l’acqua.
La FIGURA 5.22 mostra chc l’area A nell’Equazione 5.12 è la sezione trasver­
sale del corpo cioè la parte che “fronteggia il vento”. E interessante notare che

FIGURA 5.22 Come si calcola l'area della sezione trasversale A .

A è l’arca della
se/ione trasversale di
un ciclista visto di
fr(>nte. Quest’area è
approssimata dal
rettangolo mostralo
con area A ~ h X h.

L’area della sezione


trasversale di una slera è
un cerchii). Per questo
pallone da calcio, A ~ w r
148 CAPITOLO 5 Applicando le leggi di Newton

il modulo della forza di resistenza dipende dalle dimensioni e &à\ViXforma del


corpo ma non dalla sua massa. Vedremo che ciò ha importanti conseguenze
quando tratteremo il moto dei corpi in caduta.

FIGURA 5.23 Velocità limite di un corpo


in caduta. Velocità lim ite
(a) A basse velocità, Appena un corpo viene rilasciato da fermo, la sua velocità è bassa e la forza di
fv
h\ ò piccola e la resistenza deH’aria è piccola (come mostrato nella f i g u r a 5.23a). Poiché la
palla cadrà con ^ I forza totale è quasi uguale alla forza peso, il corpo cadrà con un’accelerazione
a^ ▼
solo lievemente inferiore a g. Mentre il corpo sta procedendo nella caduta, la
P sua velocità e la resistenza dell’aria aumentano. Man mano la forza totale si
riduce, così come la sua accelerazione. Se il tempo di caduta è sufficiente-
(b) Se la caduta dura i Fy mente lungo, la velocità aumenta fino al punto in cui la forza di resistenza
sufficientemente, la
velocità V raggiunge dell’aria eguaglia la forza peso (come mostra la f i g u r a 5.23b). La forza totale e
un valore per il quale l’accelerazione a questo punto sono uguali a zero e il corpo cade a velocità
f \ = P. In questo caso
la forza totale è zero e
costante. La velocità alla quale avviene il bilanciamento esatto tra forza di
la palla cade con ^ a= 0 resistenza che spinge verso l’alto e forza peso diretta verso il basso si chiama
velocità costante. velocità limite. Quando un corpo ha raggiunto la sua velocità limite, con­
tinuerà a cadere a quella velocità fino al raggiungimento del suolo.

esem pio 5.14 Velocità limite di un paracadutista e di un topo


Un paracadutista e un topo saltano da un aereo. Stimare la loro SOLUZIONE Possiamo riscrivere l’equazione come
velocità limite, assumendo che entrambi cadano nella posi­
zione prona con gli arti aperti come nella figura. 4wg
pA
IMPOSTAZIONE La forza totale suH’uomo o sul topo quando
hanno raggiunto la velocità limite è nulla. Questa è la situa­ Usando i valori stimati per le aree A e la densità approssimata
zione illustrata nella Figura 5.23b, dove la forza di resistenza deH’aria al livello del mare, troviamo i seguenti valori per le
dell’aria e la forza pe.so P sono uguali in modulo. Egua­ velocità limite:
gliando le espressioni per queste due forze, troviamo 4(75 kg)(9.80 m/s^)
1 2 = 60 m/s
- p A v ^ = mg
(1.2 kg/m^)(0.72 m^)

Per determinare la velocità limite sia per l’uomo che per 4(0.020 kg)(9.80 m/s^)
lim. topo ' = 20 m/s
l’animale, dobbiamo stimare la massa m e l’area della sezione (1.2 kg/m^)(0.0021 m^)
trasversale A per ciascuno dei due. La f i g u r a 5.24 mostra
come fare. Il paracadutista è lungo 1.8 m e largo 0.4 m (A = VERIFICA La velocità limite del paracadutista che abbiamo
0.72 m^) con una massa di 75 kg, mentre il topo ha una massa calcolato è vicina a quella che troviamo indicata sui siti
di circa 20 g (0.020 kg) è lungo 7 cm e largo 3 cm {A = 0.07 m specializzati come velocità tipica per questo genere di atti­
X0.03 m = 0.0021 iiF). vità. Ma cosa possiamo dire per il topo? La velocità limite
FIGURA 5.24 L'area della sezione trasversale di un dipende dal rapporto tra la massa e la sezione trasversale,
paracadutista e di un topo. m/A. Piccoli valori per tale rapporto conducono a velocità
limite inferiori. Piccoli animali hanno un basso valore per
questo rapporto e sperimentano effettivamente velocità
limite più basse. Il topo, che ha un rapporto m/A molto basso
(e quindi una modesta velocità limite), può tipicamente
sopravvivere a cadute da qualsiasi altezza senza subire con­
seguenze! I piccoli animali sono in grado di ridurre la loro
velocità limite incrementando ulteriormente la loro sezione
trasversale. La rana nella fotografia all’inizio del capitolo
lo fa allargando il più possibile le sue zampe ed in tal modo
plana dolcemente al suolo.

Sebbene abbiamo focalizzato la nostra analisi su corpi in caduta, gli stessi


concetti si applicano a corpi che si muovono orizzontalmente. Se un corpo
viene lanciato o sparato orizzontalmente, causerà il rallentamento del corpo.
Un aeroplano raggiunge la sua massima velocità, che è l’analogo della velocità
limite, quando la resistenza dell’aria eguaglia un modulo ed è opposta alla
spinta dei motori: F = F .L a forza totale è quindi zero e l'aereo non può
andare più veloce.
Continueremo a ignorare questa forza, a meno che il problema non richieda
esplicitamente di considerare la resistenza del mezzo.
5.6 Corpi in interazione 149

Catalogo delle forze rivisitato


Prima di continuare facciamo un riepilogo dettagliato delle differenti forze che
abbiamo incontrato fino ad ora estendendo il catalogo delle forze illustrate
nella ^SEZIONE 4 .2 .

SINTESI 5.1 Un ca ta lo go delle forze


Quando risolviamo problemi di meccanica, spesso utilizzeremo le informazioni e i dettagli sulle forze più comuni
elencate qui sotto:
Forza peso Forza normale Forza elastiche e di tensione
La forza peso La forza normale è sempre Le forze di
è sempre diretta perpendicolare alla y tensione e quelle
verso il basso. superficie di contatto. eia.stiche sono
hi dirette nella
direzione della
F.e, = 0 corda o della
molla.
Forza Massa (kg) Accelerazione
pe.so (N) *: di gravità
..... = ..............
Non c’è alcuna formula per
La forza peso è una forza a distanza. la forza normale; usiamo le leggi di La forza di una molla varia con
Questa formula si applica vicino alla Newton come guida per determinare l’allungamento della molla,
superlìcie terrestre. come dev’essere tale forza. come vedremo più avanti.

Attrito statico Attrito dinamico La forza di attrito Resistenza del mezzo


La forza di attrito statico dinamico è diretta La forza di
si oppone al moto (ino in direzione oppo.sta resistenza è
ad un valore massimo. V alla velocità. ' ..«diretta in
**** direzione

-I® opposta alla


velocità.

Coefficiente Coefficiente Area della


Valore massimo di attrito statico di attrito dinamico
delia forza Densità deiraria sezione Velocità
(adimensionale) (adimensionale)
di attrito
statico (N )..... ••
Forza Forza (l.2kg/mb .. trasversale (m^) (m/s)
normale (N) normale (N)

/d =

PAUSA DI RIFLESSIONE 5.6 La velocità limite di una palla di polistirene è di 15 m/s. Supponiamo che la palla sia
sparata verticalmente verso il basso con una velocità iniziale di 30 m/s. Quale grafico rappresenta correttamente l’an­
damento della velocità?
v^.(iWs)
0-
-15 H
-3 0

5.7 Corpi in interazione


Finora abbiamo studiato la dinamica di un singolo corpo soggetto a forze eser­
citate su di esso da altri corpi. Nell’Esempio 5.11, il divano era soggetto alla
forza d’attrito, alla forza normale, alla forza peso e alla forza di spinta eserci­
tata dalla persona. Come abbiamo visto, questo tipo di problemi può essere
risolto applicando la seconda legge di Newton dopo che tutte le forze agenti
sono state identificate.
Tuttavia, nel Capitolo 4 abbiamo trovato che nel mondo reale il moto spesso
coinvolge due o più corpi che interagiscono tra loro. Inoltre abbiamo visto come
150 CAPITOLO 5 Applicando le leggi di Newton

le forze vengano esercitate sempre a coppie di azione/reazione secondo la terza


legge di Newton. Ricordiamo che la terza legge di Newton afferma che:
■ Ogni forza interviene come membro di una coppia di forze azione/reazione.
I due membri della coppia di forze agiscono sempre su corpi clivet'sì.
■ I due membri di una coppia di azione/reazione puntano nella stessa dire­
zione ma in versi opposti e sono sempre uguali in modulo.
Il nostro obiettivo in questa sezione è quello di imparare ad applicare la .seconda
e la terza legge di Newton a corpi in interazione.

Corpi a contatto
Il modo più semplice per due corpi di interagire è attraverso l’azione di forze
di contatto direttamente tra loro. Consideriamo per esempio, due blocchi che
F IG U R A 5.25 Due blocchi che si vengono spinti su un tavolo privo di attrito come quelli mostrati nella f i g u r a
muovono insieme hanno la stessa 5.25. Per analizzare il moto del blocco A dobbiamo identificare tutte le forze
accelerazione. che agiscono su di esso e quindi disegnare il suo diagramma di corpo libero.
Ripetiamo gli stessi passi per analizzare il moto del blocco B. Tuttavia le forze
su A e B non sono indipendenti: la forza ^'he agisce sul blocco A e la
forza F^ sub vigente sul blocco B sono una coppia azione/reazione e quindi
hanno lo stesso modulo. Inoltre, poiché i due blocchi sono a contatto, le loro
accelerazioni devono essere uguali cioè a^^ = a^^ = a^. Poiché le accelerazioni
di entrambi i blocchi sono uguali, possiamo dimenticarci degli indici per A e B
e chiamare Punica accelerazione aX .
Queste considerazioni suggeriscono che non possiamo risolvere il moto per
un blocco senza considerare il moto anche dell’altro blocco. Risolvere un pro­
blema di moto significa quindi risolvere due problemi in parallelo.

etatt I c a ^5 2 A nalisi del m oto di due corpi a contatto

Quando due corpi .sono a contatto il loro moto è collegato e dobbiamo dupli­
care alcuni passi nella nostra analisi:
O Disegniamo ogni corpo separatamente e prepariamo un diagramma
separato d’identificazione delle forze agenti per ogni corpo.
0 Di.segniamo un diagramma di corpo libero separato per ogni corpo.
0 Scriviamo la .seconda legge di Newton, nella forma a componenti, per
ogni corpo.
1 due corpi a contatto e.sercitano forze l’uno sull’altro:
O Identifichiamo le coppie di forze azione/reazione. Se l’oggetto A agisce
sull’oggetto B con una forza F ^ sub> ^iHora identifichiamo una forza
Frsua che agisce da B .su A.
© La terza legge di Newton dice che possiamo eguagliare i moduli delle
due forze per ogni coppia di azione/reazione.
Il fatto che i corpi sono a contatto tra loro .semplifica la cinematica:
© Corpi a contatto hanno la stessa accelerazione.

►Due passi sono particolarmente importanti quando si disegnano i


diagrammi di corpo libero. Per prima cosa, occorre disegnare i diagrammi
separatamente per ogni corpo. Essi possono non avere necessariamente lo
stesso sistema di coordinate. Inoltre, indicate solo le forze che agiscono
su quel corpo. La forza dev'essere riportata nel diagramma di corpo
libero del corpo B, mentre la forza F^ sua riportata nel diagramma del
corpo A. Le due parti di una coppia di forze azione/reazione appaiono
sempre in due differenti diagrammi di corpo libero - mai nello stesso
diagramma. <
5.7 Corpi in interazione 151

Sp in ge n d o due blocchi
La FIGURA 5.26 mostra un blocco A FIGURA 5.26 Due Le componenti delle forze possono essere ricavate dal dia­
di massa 5.0 kg che viene spinto da blocchi sono spinti in gramma di corpo libero, dove vediamo che F,„j,no paata verso
una forza di 3.0 N. Davanti a questo avanti da una mano. destra e Fbsua punta verso sinistra. Quindi
blocco è posto un blocco B di massa
10 kg. I due blocchi si muovono
assieme. Qual è la forza che il Per B, abbiamo
blocco A esercita sul blocco B?
IM P O S T A Z IO N E La descrizione
^A«lB ^^B^^Bt
visiva della FIGURA 5.27 elenca 5.0 kg IO kg Abbiamo due ulteriori informazioni: la terza legge di Newton
le informazioni note e identifica ci dice che F^^^ = F^^^; inoltre, i blocchi sono a contatto e
suB grandezza che stiamo cercando. A questo punto quindi devono avere la stessa accelerazione a^ = a ^ = a^^. Con
seguiamo i passi indicati nel riquadro Strategia e tattica 5.2, dise­ queste informazioni, le due equazioni nella componente x
gniamo i diagrammi dMdentificazione delle forze e diagrammi di diventano
corpo libero separati per i due blocchi. Entrambi i blocchi hanno
^'m »»“ ^ A « ,B = " ' A " ,
una for/.a peso e una forza normale quindi usiamo gli indici A e
B per distinguere queste forze per ogni blocco. ^A »B = " V ',

La forza è la forza di contatto che il blocco A eser­ Il nostro scopo è di determinare F^^^, perciò dobbiamo elimi­
cita sul blocco B e forma una coppia di azionc/reazione con la nare rincognita accelerazione Dalla seconda equazione a =
forza blocco B esercita sul blocco A. Notiamo che F^ ^ Sostituendo questo valore nella prima equazione
la forza è disegnala nel diagramma relativo a B, infatti è otteniamo
la forza di A su B. I vettori delle forze sono sempre disegnati
^mano” ^ A su B ^^AsuB
nel dìagramnia dì corpo libero dei corpo che subisce la ///b
forza, non in quello del corpo che esercita la forza. Poiché le Risolvendo per la forza del blocco A sul blocco B abbiamo
forze sono una coppia di azione/reazione, esse agiscono in 3.0 N ^ 3.0 N
versi opposti cioè Fu^ua ^»pinge indietro il blocco A e quindi ^ A SU B
.ano

I + m^/mn “ 1 -f (5.0 kg)/( 10 kg) ~ 1.5


- = 2.0N
appare nel diagramma di corpo libero di A.
V E R IF IC A La forza Fnono fa accelerare entrambi i blocchi,
S O L U Z IO N E Iniziamo con lo scrivere la seconda legge di
Newton per ogni blocco scomposta per componenti. Poiché il della massa totale di 15 kg,^ ma la forza ì \A M
I H fa accelerare
moto è esclusivamente nella direzione .r, avremo bisogno solo solo il blocco B, con una massa di 10 kg. Quiiuli ha senso che
della componente .v della seconda legge. Per il blocco A: F,A su B„ < Fmano .

^1*X = (F ' B »u A.)'x —ni.


) +(F„
'■ mano'x a.
A \x

FIGURA 5.27 Una descrizione visiva dei due blocchi.


Dati
Fòrza di B su Forza dì A su ///a = 5.0 kg
i
A all'indietro «B in avanti mn = IO kg
Mano Fonano Fa suB^ "A pmano
W
Peso Pa /
FbsuA
----◄-
F a u iB

f
Incognita
^ A su B
Forza peso /'b
Forza normale ^ tot
Normale /7b
1f
(Queste due forze formano .**'*
una coppia di azione/reazione

PA U SA DI R IF L E S SIO N E 5.7 1 blocchi P e Q stanno scivolando verso destra su


un tavolo senza attrito. La mano H li sta rallentando. La massa di P è maggiore
di quella di Q. Ordina dalla più grande alla più piccola le forze orizzontali su
R Q, e H.
A. F„0 su n,, = F„H su 0, = F„F su 0„ = F„Q ,,F B F Q s u H = F M suQ > F F s u Q = F Q s u l
Moto rallentato
C. F„Q su Hh = F.,U su Q,^< F u
F su Q
F,.Q su F,, D• F H s u Q = F H s u F > F F s u Q _____________

5.8 Corde e carrucole


Molti corpi sono collegati da corde, funi, cavi, e così via. Possiamo imparare
alcuni aspetti importanti circa la tensione delle corde considerando una scatola
\h2 CAPITOLO 5 Applicando le leggi di Newton

FIGURA 5.28 Una scatola tirata da una tirata da una corda come nella f i g u r a 5 .2 8 . La corda a sua volta è tirata da una
corda. mano che esercita una forza F sulla corda.
La scatola è tirata dalla corda quindi il diagramma di corpo libero della
scatola mostra una forza di tensione T. La corda è soggetta a due forze orizzon
tali: la forza F della mano e quella della scatola che tira indietro la corda.
Nei problemi che affronteremo la massa della corda è significativamente infe
riore a quella dei corpi tirati da essa, per cui possiamo fare un'approssima
Scatola Corda
zione, chiamata approssim azione di corda ideale, per cui
questa approssimazione non c'è la forza peso della corda e quindi non occorre
alcuna forza per controbilanciarla. In questo caso quindi, non ci sono forze che
agiscono lungo l'asse verticale. T e F^ suc formano una coppia di azione/rea-
zione e quindi il loro modulo è uguale: = T. La seconda legge di Newton
per la corda è quindi
La tensione f è la forza che la corda
esercita sulla scatola. Quindi T e X s su e
= f - t = mcorda,a x = 0 (5.13)
sono una coppia di azione/reazionc
cd hanno lo stesso nuxlulo. dove abbiamo usato 'approssimazione t^l^esto caso, possiamo
dire che T = F. Generalmente la tensione in una corda ideale eguaglia il
valore della forza di trazione alla fine della corda. Come risultato si ha:
■ Una corda ideale senza massa “trasmette" una forza da un capo all’altro
senza cambiarne il modulo. Se tiriamo a un capo della corda con forza / ’,
l’altra estremità tirerà ciò che ad essa è attaccato con una forza dello stesso
modulo di F.
■ La tensione in una corda ideale è la stessa ai suoi due capi.

esem pio co ncettu a le 5.16 Tiro alla corda


La FIGURA 5 .2 9 a mostra uno .studente che tira orizzontal­ analizziamo attentamente la situazione. Abbiamo trovato prece­
mente con una forza di 100 N una corda attaccata ad una parete. dentemente che la forza che tira la corda da un lato, in questo ca.so
Nella FIGURA 5 .2 9 b , due studenti in una gara di tiro alla fune quella pari a 1(K) N esercitata dallo studente, e la tensione tlella
tirano le estremità opposte di una corda, ciascuno con una forza corda hanno la stessa intensità. Quindi la tensione della corda I è
di 100 N. La tensione della seconda corda è maggiore, minore di 1(K) N, pari alla forza con cui lo studente tira la corda.
o uguale a quella della prima corda? Per trovare la tensione nella seconda corda, consideriamo la
forza che esercita il muro sulla prima corda. La prima corda è
FIGURA 5.29 Tiro di una corda. In quale caso si ha la in equilibrio quindi la forza di 100 N esercitata dallo studente
tensione maggiore? dev’essere bilanciata da una forza di 100 N esercitata dal muro
(a) (l> )
sulla corda. La prima corda quindi è tirata da entrambi i lati da
una forza di 100 N, ma questa è anche l’esatta situazione della
T= ? seconda corda tirata dai due studenti. Ad una corda non importa
Corda 1
se è tirata da un muro o da una persona, quindi la tensione nella
lOON 100 N
seconda corda è la stessa di quella nella prima corda ovvero
100 N.
v e r i f i c a Questo e.sempio rinforza quanto abbiamo già
appreso sulle corde. Una corda tira i corpi alle sue estremità
spie g a z io n eCertamente tirare una corda da ambo le estre­ con una forza di modulo uguale alla tensione e la forza esterna
mità produce una tensione superiore a quella che si ottiene applicata a qualsiasi estremità e la tensione della corda hanno
tirando da un lato solo. Giusto? Prima di saltare alle conclusioni. lo stesso modulo.

FIGURA 5.30 Una carrucola ideale Carrucole


cambia la direzione in cui agisce la Funi e corde spesso passano attraverso delle carrucole. La f i g u r a 5.30 mostra
forza di tensione ma non il suo modulo. una .semplice situazione in cui un blocco B, mentre cade, trascina un blocco A
I.a tensione di una corda lungo la superficie di un tavolo. Quando la corda si muove, l'attrito .statico tra
.. è uguale ad cnu-ambi i corda e carrucola fa ruotare la carrucola. Se assumiamo che
lati della carrucola
■ la corda e la carrucola sono entrambe prive di massa e
■ non c’è attrito tra la carrucola e il suo asse,
non serve alcuna forza per accelerare la corda o far ruotare la carrucola. In
questo caso, la tensione in una corda priva di massa resta invariata nel
passare in una carrucola priva di massa e di attrito. Adotteremo questo
modello di carrucola ideale per i problemi in questo capitolo.
STRATEGIA U t iliz z a z io n e d i c o r d e e c a r r u c o le
E TATTICA 5.3

Per funi o corde prive di massa e per carrucole senza massa e senza attrito:
■ Se una forza tira un’estremità di una corda, la tensione della corda è
uguale in modulo alla forza applicata.
■ Se due corpi sono collegati da una corda, la tensione è uguale a entrambe
le sue estremità.
■ Se una corda passa in una carrucola, la tensione della corda resta invariata.

ESEMPIO 5.17 M e tte re u n a g a m b a in t r a z io n e BK)


Per fratture serie della gamba, può essere necessario applicare FIGURA 5.32 Diagramma di corpo libero per la carrucola.
una forza volta a contrastare la contrazione muscolare, che
potrebbe provocare uno spostamento delle parti fratturate. Questo
si ottiene applicando una trazione^ un dispositivo di corde, pesi e
carrucole come mostrato nella f i g u r a 5.31 . La corda deve avere
7
lo stesso angolo 0 su entrambi i lati della carrucola cosicché la
Sgamba su cimicola
forza risultante della corda sulla camicola sia diretta orizzontal­
mente verso destra. L’angolo 0 può essere regolato per control­
lare rintensità della trazione. Per questo paziente Lortopedico ha Que.sta forza della gamba
4
prescritto una trazione di 50 N, utilizzando una massa appesa di sulla carrucola è la reazione T2
4.2 kg. Qual è Tangolo 0 appropriato? alla forza di trazione
. che tira
FIGURA 5.31 Una gamba in trazione. la gamba.

SOLUZIONE Due importanti proprietà delle corde, riportate


nel riquadro Strategia e tattica 5.3, sono che (1) la tensione
eguaglia il valore delle forze che tirano la corda ai suoi estremi,
(2) la tensione è la stessa ovunque nella corda. Quindi, se una
massa m è appesa ad una corda e la tira con la sua forza peso
rarruaib su gambi
mg, la tensione lungo tutta la corda è T= mg. Per una massa
appesa di 4.2 kg, la tensione è quindi T = mg = 41.2 N.
La carrucola, in equilibrio, deve soddisfare la seconda
legge di Newton per il caso con 3 = 0. Quindi
^ w cimicoli^jr
S / , = 7'.,+ 7-^ + (F^gambi , ) = max = 0
Le forze di tensione hanno entrambe lo stesso modulo, ed
entrambe hanno lo stesso angolo 0 rispetto l’orizzontale. La
componente x della gamba è negativa perché è diretta verso
sinistra. La legge di Newton diventa
IMPOSTAZIONE La carrucola attaccata alla gamba del IT c o sO -F gamba
^ su carrucola = 0
paziente è in equilibrio statico, per cui la sua forza totale
dev’essere pari a zero. La figura 5.32 mostra il diagramma in modo tale che
di corpo libero per la carrucola, che abbiamo assunto essere /^amba sucarrucola 50 N
priva di attrito. Le forze f| e sono le forze di tensione della cos 0 = ------ —------ = —: = 0.607
2T 82.4 N
corda mentre tirano la carrucola. Per una carrucola priva di
attrito queste forze sono uguali in modulo e la loro azione 6 = cos”*(0.607) = 53®
combinata risulta in una forza verso destra. Questa forza è VERIFICA La forza di trazione si avvicina a 2 mg = 82 N se
bilanciata dalla forza camicoia ^ella gamba del paziente l’angolo 0 tende a zero perché le due tensioni spingerebbero
che tira verso sinistra. La forza di trazione i^camicoiasugamba entrambe in direzione orizzontale. Allo stesso modo, la forza
forma una coppia azione-reazione con Fg„^basucarrucola» di tensione varrebbe 0 N per 0 = 90°. Poiché la trazione desid­
una trazione di 50 N significa che anche ^ a m b a su carrucola erata è a metà strada tra 0 N e 82 N, un angolo prossimo a 45®
modulo di 50 N. è ragionevole.

ESEMPIO 5.18 S o lle v a m e n t o d i u n f o n d a le d a p a lc o s c e n ic o


Un fondale di massa 200 kg, utilizzato in una rappresenta- macchinista di massa 100 kg di abbassare il fondale. Quando
zione teatrale, è conservato in un soppalco sopra il palcosce- quest’ultimo slega la corda, il fondale cade e lo sfortunato
nico. La corda che solleva il fondale passa in una carrucola e operaio viene sollevato verso il soppalco. Qual è la sua acce-
viene legata nel retro del palcoscenico. Il regista incarica un lerazione? Continua
154 CAPITOLO 5 Applicando le leggi di Newton

IMPOSTAZIONE La FIGURA 5.33 mostra una descrizione Per entrambi i corpi possiamo considerare solo la componente
visiva. 1 corpi d’interesse per il problema sono il macchinista y deH’equazione. Poiché il macchinista e il fondale sono colle­
M e il fondale S, per ciascuno dei quali abbiamo disegnato un gati dalla corda, la distanza percorsa verso l’alto dal macchini­
diagramma di corpo libero. Assumiamo che la corda sia priva sta è la stessa percorsa dal fondale verso il basso. Di
di massa e che la carrucola sia priva di massa e di attrito. Le conseguenza il modulo delle loro accelerazioni dev’essere lo
forze di tensione % e sono associate ad una corda senza stesso, ma, come mostra la Figura 5.33, le loro direzioni sono
massa che scorre in una carrucola ideale, quindi il loro modulo opposte. Possiamo esprimere questa condizione matematica-
è uguale. mente: = —a^^,. Sappiamo inoltre che le due forze di ten­
sione hanno lo stesso modulo, che chiameremo T. In.serendo
FIGURA 5.33 Descrizione visiva del macchinista e del questa informazione nelle equazioni scritte sopra avremo
fondale.
Poiché la corda è priva 7’-"«MS = "'M"My
di massa e la carrucola
ideale, il itkxI u Io di
queste due tensioni è lo Questo è un sistema di due equazioni in due incognite, T e
stesso. Possiamo trovare T dalla prima equazione:

^ = " ' mV + " ' m«


Sostituendo T nella seeonda equazione otteniamo

"' mV + "' m« - " ' s « = -'» s V


che possiamo riscrivere come

Finalmente possiamo determinare l’accelerazione dello sfortu-


Ps nato macchinista:
100 kg"
nis “ awm ^ / 100kg\
M ^ ... 8 X 9.80 m/s^ = 3.3 m/s^
'«s + V300kg/
V300 kg/
SOLUZIONE Dai due diagrammi di corpo libero, possiamo
Questa è anche l’accelerazione con cui cade il fondale. Se
scrivere la seconda legge di Newton per componenti. Per il avessimo avuto bisogno della tensione nella corda l’avremmo
macchinista abbiamo: potuta trovare sostituendo il valore trovato per neH’equa-
zione7'=m „tì„,+m„5.
2 / 'Mmy M M= M M® M My VERIFICA Se il macchinista non avesse tenuto la corda, il fon­
Per il fondale abbiamo: dale sarebbe caduto con l’accelerazione di gravità g. Il macchi­
nista agisce come un contrappeso che riduce l’accelerazione di
S /-S v = - " 's « = " 's «Sy caduta del fondale.

ESEMPIO 5.19 Una rapina in banca non troppo intelligente


l rapinatori di una banca hanno spinto una cassaforte di massa
1000 kg vicino ad una vetrata al secondo piano. Il loro piano è fd ^ fd ^Mx
di rompere il vetro della finestra, quindi calare la cassaforte di
3.0 m in modo da farla arrivare sul loro camion. Non essendo Invece per la cassaforte possiamo scrivere:
troppo intelligenti, i rapinatori legano la cassaforte ad un’estre­
mità della fune, fanno passare la corda in una carrucola e assi­ = T ^ -P c = T - g=
curano l’altro capo della fune ad un mobile di 500 kg. Poi La cassaforte e il mobile sono collegati dalla corda quindi le
spingono la cassaforte giù dalla finestra. Qual è la velocità loro accelerazioni devono avere lo stesso modulo. Ma quando il
della cassaforte quando colpisce il camion? 11 coefficiente di mobile scivola sul pavimento verso destra con un’accelerazione
attrito dinamico tra il mobile ed il pavimento è 0.50. positiva la cassaforte scende nella direzione delle y nega­
IMPOSTAZIONE La descrizione visiva di f i g u r a 5.34 nella tive, per cui la sua accelerazione a^^ è negativa; matematica-
pagina successiva stabilisce il sistema di coordinate e definisce i mente possiamo esprimere questa condizione con
simboli di cui abbiamo bisogno per calcolare il moto della cas­ Abbiamo, inoltre, fatto uso del fatto che = T. Per l’at­
saforte. I corpi di interesse sono la cassaforte C ed il mobile M, trito dinamico possiamo ricorrere alla solita formula:
che tratteremo come punti materiali. Assumeremo che la corda
sia priva di massa e la carrucola sia senza massa e .senza attrito.
La tensione è la stessa ovunque nella corda. in cui abbiamo utilizzato l’equazione lungo y per il mobile per
calcolare n = m^ g. Sostituendo questo risultato p e r n e l l ’e­
Possiamo scrivere la .seconda legge di New­
so l u z io n e
quazione lungo X per il mobile, possiamo riscrivere l’equa­
ton direttamente dai diagrammi di corpo libero. Per il mobile zione lungo X del mobile e l’equazione lungo y della cassaforte
abbiamo: come:
5.8 Corde e carrucole 155

T'-t^,'»MS = -»hf^Cy Ora dobbiamo usare la cinematica per studiare la caduta della
cassaforte. Poiché il tempo di caduta non è noto e non serve,
T-m cg^rnc^cy
possiamo usare
Abbiamo un sistema di due equazioni in due incognite e T.
Sottraiamo la seconda equazione dalla prima per eliminare T: (Vy)( = + 2rJcv A ) - = 0 + 2<io.(>’f - >-j) = -2aq.y,

Olle - fi, m jg = -(m^ + m ^)a^ (Vj,)f = V - 2<iQ.3’j = V - 2 ( - 4 .9 m/s^)(3.0 m) = 5.4 m/s

Infine, possiamo risolvere per Taccelerazione della cassaforte: Il valore di negativo, ma noi abbiamo solo bisogno di
determinare il modulo della velocità per cui prendiamo il
/ /«c -
valore assoluto. Sembra improbabile che il camion soprav­
V »'C + "'M / viva airimpatto con una cassaforte da 1000 kg avrà velocità
l() (X ) k g - O . S C i O O k g ) di 20 Km/h!
•X 9.80 iti/s^ = -4.9 m/s
l(M)0 kg+ 500 kg

FIGURA 5.34 Descrizione visiva del mobile e della caduta della cassaforte.
__________
,..••11 modulo di queste forze
Om JL^»0.S0 ^ ^^ / di tensione è lo stesso.

ti\co^¥uJta_______
r.

M
MobiU

C
cas&aforte

PAUSA DI RIFLESSIONE 5.8 Questi tre blocchi


di massa 50 kg sono a riposo. La tensione nella
corda 2 è maggiore, minore o uguale a quella
nella corda 1?

ESEMPIO INTEGRATO 5.20 Distanze di arresto


Un’automobile di massa 1500 kg sta viaggiando ad una velo­ SOLUZIONE Scriviamo la seconda legge di Newton per com­
cità di 30 m/s quando il guidatore schiaccia il freno e slitta fino ponenti utilizzando il modello dell’attrito dinamico e ricavando
a fermarsi. Determinare la distanza di arresto se rautomobile i valori delle forze dal diagramma di corpo libero
sta viaggiando su un pendio inclinato di 10° verso l’alto, verso = «,+ P+ (f) = 0 - mg sin P - f j = nm^
il ba.sso e al livello della strada.
IMPOSTAZIONE Rappresenteremo l’automobile come un 2 / ', = n,+ P,+ (/j),= ” “ ">S cosP+0=ma= 0
punto materiale e useremo il modello dell’attrito dinamico. Notiamo che per ^ > 0 (cioè una frenata in salita) entrambe le
Lasceremo l’angolo di pendenza del piano <9non specificato componenti del vettore peso Psono negative. a^= 0 perché il
fino alla fine; in questo modo otterremo delle formule valide moto è interamente lungo l’asse x.
per tutti e tre i casi elencati nel testo. La seconda equazione dà n = mg cos 0. Usando questa fonnula
La FIGURA 5.35 mostra una descrizione visiva del pro­ nel modello di attrito, troviam o= fi/n g cos Inserendo que­
blema. Rappresenteremo l’automobile che scivola mentre sta sto risultato di nuovo nella prima equazione otteniamo
salendo, ma questa rappresentazione funzionerà altrettanto ma^= —mg sin cos ^
bene per una frenata in orizzontale o in discesa se consideriamo
l’angolo 0 rispettivamente uguale a zero o negativo. Useremo = —mg (sin fXj cos
un sistema di coordinate inclinato per avere il moto solo lungo a^= —g (sin cos
l’asse jc. L’auto slitta fino a fermarsi quindi abbiamo preso il Abbiamo trovato un’accelerazione costante quindi usiamo le
coefficiente di attrito dinamico dalla Tabella 5.2 per l’attrito tra formule cinematiche relative al moto uniformemente accelerato:
gomma e cemento. Continua
156 CAPITOLO 5 Applicando le leggi di Newton

(vjf^ = 0 = (v^)i^ + 2 a JX f - Xi) = (v^)i^ + 2a^Xf Le implicazioni circa la pericolosità di guidare in discesa
troppo velocemente sono evidenti!
Risolviamo requazione precedente, trovando la distanza di
VERIFICA 57 m di distanza d’arresto su una strada pianeggiante
per una velocità di 30 m/s « 1(X) km/h. Questo dato è simile alle
(V;t)i
^f= ■ 2ajf distanze di fennata che abbiamo visto quando stavamo prendendo
2g(sin 0 + /j^cos 0) la patente di guida, per cui i risultati ottenuti sembrano ragione­
Notiamo come il segno meno nell’espressione per «^cancella il voli. Un’ulteriore conferma deriva dalla constatazione che l’e-
segno meno nell’espressione per jc^ Valutiamo la distanza di .spressione per diventa -g sin Ose = 0. Questo è quello che
arresto per i tre angoli: abbiamo appreso nel Capitolo 3 per l’accelerazione su un piano

!
48m 6^=10° in salita inclinato privo di attrito.
57 m 0 = 0° in piano

75 m 0 = —10° in discesa
FIGURA 5.35 Descrizione visiva di un'automobile che frena slittando.
v>atù

m « iS’OOJU « 0 mJs
/kjfi = O.ZO

(MOQnita

per un’auto in discesa se prendiamo 6 negativo.


Arresto
R I E P I L O G O
Obiettivo: usare le leggi di Newton per risolvere i problemi di equilibrio e di dinamica.

STRATEGIA GENERALE |
Tutti gli esempi in questo capitolo seguono una strategia in tre parti. Miglioreremo la nostra capacità di risolvere i problemi se
seguiremo questa strategia.
Problemi suH'equilibrio Problemi di dinamica
Per corpi a riposo o in movimento a velocità costante. Per corpi in moto accelerato.
IMPOSTAZIONE Facciamo assunzioni semplificatrici IMPOSTAZIONE Facciamo assunzioni semplificatrici
Facciamo una descrizione visiva:
• Controlliamo che il corpo sia fermo o si stia muovendo
a velocità costante (a = 0). • Tracciamo una rappresentazione figurata della situazione
• Identifichiamo le forze e rappresentiamole nel diagramma • Identifichiamo i dati noti e quello che il problema chiede di
di corpo libero. determinare.
• Identifichiamo tutte le forze e riportiamole nel diagramma
SOLUZIONE Usiamo la seconda legge di Newton scritta per
di corpo libero.
componenti:
SOLUZIONE Usiamo la seconda legge di Newton scritta per
componenti:
2^/'
^ y y
=0
Ricaviamo le componenti dal diagramma di corpo libero.
Ricaviamo le componenti dei vettori dal diagramma di
VERIFICA 11 risultato ottenuto è ragionevole? corpo libero. Se necessario, usiamo la cinematica per trovare
posizioni e velocità.
VERIFICA II risultato ottenuto è ragionevole?

CONCETTI IMPORTANTI ^
Informazioni specifiche su tre forze Le leggi di Newton Corpi a contatto
importanti: sono equazioni
Forza peso P = (m^^ verso il basso) vettoriali. Dobbiamo Quando due corpi interagiscono,
Attrito = (da 0 a /xn, direzione scriverle scomposte per abbiamo bisogno di disegnare
e verso in modo da componenti: due diagrammi di corpo libero
prevenire il moto) separati.
/d “ stessa direzione =maX
Le coppie di forze 3t
ma verso opposto al - ma
moto) hanno modulo c \
/r “ stessa direzione Nei problemi di equilibrio, dirczióne uguali \
ma verso opposto al ajf = i)ca y =0. ma verso opposto. ?^.«A
moto) Fb *uA ^ i Fa
Forza di (|pAv^stessa
resistenza direzione ma verso Ph
del mezzo opposto al moto) P
^A.lol
per il moto nel Paria
2a"«b
Se mA wb si ha /-'a. ••Fg.

APPLICAZIONI i
Il peso apparente è il Un corpo in caduta Corde e carrucole Fnw liM iii
modulo della forza di contatto raggiunge la sua • Una corda tira il corpo a cui è ’x
che sostiene un corpo. È il velocità limite quando collegata con una forza uguale alla
valore che indicherebbe una la forza di resistenza del sua tensione. marno tensione
bilancia ed è associato alla mezzo in cui viaggia 0) • La tensione di una corda priva di r
nostra sensazione di peso. bilancia esattamente la massa è uguale alla forza che tira 1
11 peso apparente è uguale al forza peso: 5 = 0. la corda.
peso reale P = mg solo quando • La tensione di una corda priva di massa è la stessa in
raccelerazione verticale è pari tutti i punti della corda.
a zero. • La tensione non cambia quando la corda passa in una
carrucola ideale cioè senza massa e priva di attrito.
Ib » CAPITOLO 5 Applicando le leggi di Newton

La difficoltà del problema è indicata con I (facile) fino a Hil (molto difficile). I problemi contrassegnati come INI integrano in maniera
significativa concetti esposti nei capitoli precedenti; i problemi contrassegnati con BK) sono di interesse medico o biologico.

DOMANDE
D o m a n d e concettuali che agi.scono sulla scatola. Qual è la forza che impedisce all.i
.scatola di cadere, quella che si oppone alla forza peso?
1. Un corpo è soggetto a due forze che non puntano in dire­
11. Stai camminando in salita su un piano inclinato ghiacciati»
zioni opposte. È possibile scegliere i loro moduli in modo
Improvvi.samente il tuo piede slitta e tu inizi a .scivolare all’in
tale che il corpo sia in equilibrio? Spiega il perché.
dietro. Scivolerai ad una vekKÙtà costante o accelerando?
2. 1corpi qui descritti sono in equilibrio statico, dinamico o in
12. Tre corpi si muovono attraverso l’aria come mostra la
una situazione di mancanza di equilibrio?
Figura D5.12. Ordina, dalla maggiore alla minore, le tre
a. Una trave è sollevata a velcx:ità costante da una gru.
forze di resistenza F , e F^. Alcune possono essere
b. Una trave è abbassata da una gru e sta rallentando.
uguali. Fornisci la tua risposta nella forma A < B = C c
c. Ti stai sforzando di mantenere un bilanciere da 1(X) kg
spiega il tuo ragionamento.
sopra la testa.
d. Un aereo a reazione ha raggiunto la sua altitudine e .X ---------3 6 m/s 4 m/s
velocità di crociera.
e. Una roccia sta cadendo nel Grand Canyon. 20 cm X 30 cm 20 cui X 20 cm 30 cm X 30 cm
d. Una scatola nel retro di un camion non scivola mentre il
FIGURA DB.12
camion si ferma.
13 Una paracadutista sta cadendo alla sua vekK'ità limite.
3. Quali forze stanno agendo su di te in questo momento?
Subito dopc) aver aperto il suo paracadute, che ha un’area
Qual è la forza totale che sta agendo su di te adesso?
molto grande, qual è la direzione della forza totale su di lei?
4. Decidi se cia.scuna delle seguenti affermazioni è vera o
14. Le gcKce di pioggia possono cadere a diverse velocità,
falsa e indicane il motivo.
alcune molto velocemente e altre più lentamente. Perché
a. La massa di un corpo dipende dalla sua posizione.
questa affermazione può essere vera?
b. 11 peso di un corpo dipende dalla sua posizione.
15. Un aereo si muove attraverso l’aria a velocità costante. La
c. La massa ed il peso .sono la stessa grandezza fisica ma
spinta dei motori applica una forza nella direzione del moto
in unità di misura diverse.
e questa forza è uguale in valore e direzione ma opposta in
5. Un astronauta porta la sua bilancia pesapersone sulla Luna
verso alla forza di resistenza dell’aria. La riduzione della
e ci sale sopra. Il valore riportato dalla sua bilancia è il suo
spinta provocherà che l’aeroplano voli più lentamente, ma
peso reale? Spiega il perché.
ancora a vekK'ità costante. Spiega perché ciò avviene.
6. Un blocco leggero di massa m ed uno pesante
16. E possibile che un corpo viaggi neH’aria ad una velocità
di massa M sono attaccati alle estremità di
maggiore della sua velocità limite? Se no, spiega il perché,
una corda. Una studentessa tiene il blocco più
se sì, spiega come ciò può accadere.
pesante e lascia appeso il blocco più leggero,
come mostra la Figura D5.6. Ad un certo Per le domande dalla 17 alla 20, determina la tensione della
istante lascia cadere il bkx:co che ha in mano. corda nella posizione indicata da un punto.
La resistenza de ITaria può essere tra.scurata. • Tutti i corpi sono fermi
a. Qual è la tensione nella corda mentre
i due blocchi cadono ma prima che • Le corde e le carrucole sono senza massa, inoltre le
D carrucole sono prive d’attrito.
entrambi colpi.scano il suolo?
FIGURA DB.6 19.
b. La tua risposta sarebbe differente .se la
ragazza tenes.se inizialmente il blocco più leggero?
7. a. La forni nomiale di un corpo può essere diretta orizzontal­
mente? Se no, spiega il perché, se sì, fornisci un esempio,
b. La forza normale di un corpo può es.sere diretta verso il
ba.sso? Se no, spiega il perché, se sì, fornisci un esempio.
8. Una palla è tirata in verticale verso l’alto. Tenendo conto
della forza di resistenza dell’aria, la palla impiega un
tempo maggiore per raggiungere la sua altezza massima
oppure per ritornare alla sua altezza iniziale?
9. Stai andando in slittino con un amico, scivolando lungo un
pendio innevato. L’attrito non può essere trascurato. Se scendi
da solo con lo slittino avrai una certa accelerazione. Cambie­
FIGURA DB.19
rebbe l’accelenizione se scende.ssi insieme al tuo amico, incre­
mentando quindi la massa totale? Spiega / J 20.
il perché.
10. Supponi di tenere una scatola di fronte a
te e lontano dal tuo corpo facendo pres­
sione sui suoi Iati come mostrato nella
Figura D5.10. Disegna un diagramma
di corpo libero mostrando tutte le forze figura db.io FIGURA DB.20
21. Nella Figura D5.21, Carrucola una velocità costante di 4.5 m/s. Ad un certo istante una
il blocco 2 si muove forza di modulo 6.0 N, diretta verso nord, è applicata per
verso destra. Non 1.5 s. Successivamente,
c'è attrito tra il a. Qual è la componente verso nord della velocità del
pavimento ed il disco?
blocco 2, ma è pre- f^lGURA D5.21 A. 0.50 m/s B. 2.0 m/s C. 3.0 nVs
sente una forza di attrito tra i blocchi 1 e 2. In quale dire­ D. 4.0 m/s E. 4.5 m/s
zione punta la forza di attrito dinamico sul blocco 1? Sul b. Qual è il modulo della velocità del disco?
blocco 2? Spiega il perche. A. 4.9 m/s B. 5.4 m/s C. 6.2 m/s
D. 7.5 m/s E. 11 nVs
27. I Enrico ha una massa di 60 kg e sta in piedi su una bilan­
D o m a n d e a scelta m ultipla cia dentro un ascensore che sta accelerando verso il basso a
1.7 m/sl Qual è la lettura approssimata della bilancia?
22. Il II blocco di legno nella A. ON B. 400 N C. 5(K) N D. 6(X) N
Figura D5.22 è a ripo.so su un 28. Il I due blocchi nella figura D5.28 sono a riposo su una
piano inclinato di legno. In superficie senza attrito. Quale dev’essere la massa del
quale direzione punta la forza blocco a destra in modo che i due blocchi rimangano in
d’attrito statico sul blocco 1? FIGURA D5.22 equilibrio statico?
A. Verso l'alto del piano inclinato. A. 4.9 kg B. 6.1 kg C. 7.9 kg
B. Verso il basso del piano inclinato. D. 9.8 kg E. 12 kg
C. La forza di attrito è zero.
D. Non ci sono sufficienti informazioni per dirlo.
23. Il Una palla di massa 2.0
kg è tenuta sospesa da
FIGURA D5.28
due corde leggere come
mostra la Figura D5.23. 29. I Un giocatore di football americano in allenamento
Qual è la tensione T della m - 2.0 kg spinge una slitta di 60 kg attraverso il campo a velocità
corda inclinata? FIGURA D5.23 costante. Il coefficiente di attrito dinamico tra l’erba e la
A. 9.5 N B. 15 N slitta è di 0.30. Qual è la forza che dev’essere applicata alla
C. 20 N D. 26 N E. 30 N slitta?
24. I Mentre sei in piedi in un tunnel basso, alzi un braccio A. 18 N B. 60 N C. 180 N D. 600 N
e spingi contro il soffitto con una forza di 1(X) N. La tua 30. I Due giocatori di football americano in allenamento spin­
massa è di 70 kg. gono una slitta di 60 kg attraverso il campo a velocità di 2.0
a. Qual è la forza che il soffitto esercita su di te? m/s. Il coefficiente di attrito dinamico tra l’erba e la slitta
A. 10 N B. 100 N C. 690 N è di 0.30. Una volta che i calciatori smettono di spingere,
D. 790 N E. 980 N quale distanza percorrerà la slitta prima di fermarsi?
b. Qual è la forza che il pavimento esercita su di te? A. 0.20 m B. 0.68 m C. 1.0 m D. 6.6 m
A. 10 N B. 100 N C. 690 N 31. Il La pubblicità della Land Rover era solita dichiarare che
D. 790 N E. 980 N i suoi veicoli sono in grado di fare salite con pendenza di
25. I Un cane di massa 5.0 kg è seduto sul pavimento di un 45®. Affinché ciò sia possibile, quale dev’essere il minimo
ascensore che sta accelerando verso il basso a 1.20 m/s^. coefficiente di attrito statico tra gli pneumatici del veicolo
a. Qual è il modulo della forza normale esercitata dal e la strada?
pavimento dell’ascensore sul cane? A. 0.5 B. 0.7 C. 0.9 D. 1.0
A. 34 N B. 43 N C. 49 N D. 55 N E. 74 N 32. Il Un camion sta viaggiando a 30 m/s su una strada sci­
b. Qual è il modulo della forza del cane sul pavimento volosa. II guidatore preme sul freno ed il camion inizia a
dell'ascensore? slittare. Se il coefficiente di attrito dinamico tra gli pneu­
A. 4.2 N B. 49 N C. 55 N D. 43 N E. 74 N matici e la strada è di 0.20, quanto sarà lunga la scivolata
26. I Un disco da hockey su ghiaccio di massa 3.0 kg scivola del camion prima che questo si fermi?
orizzontalmente verso est sulla superficie senza attrito a A. 230 m B. 300 m C. 450 m D. 680 m

PROBLEMI
Sezione 5.1 L’equilibrio
1.1 Le tre corde nella Figura P5.1 sono legate ad un piccolo
anello di massa trascurabile. Due corde sono ancorate a
due muri ad angolo retto, mentre la terza corda tira nella
direzione mostrata nella figura. Quanto valgono 7, e i
moduli delle forze di tensione delle prime due corde?
2. Ili Le tre corde nella Figura P5.2 sono legate ad un piccolo
anello di massa trascurabile. Due corde sono ancorate a due
muri ad angolo retto con le tensioni mostrate nella figura.
Qual è il modulo, la direzione e il verso della tensione FIGURA P5.1 FIGURA P5.2
della terza corda?
160 CAPITOLO 5 Applicando le leggi di Newton

3. m i Un altoparlante di massa 20 kg è sospeso ad una distanza Il grafico del l’accelera­ (m/.s9


di 2.0 m dal soffitto con due cavi ciascuno a 30° rispetto zione del corpo (a^ vs /)
alla verticale. Qual è la tensione dei cavi? è mostrato nella Figura
4. m i Un gruppo di operai vor­ P5.9. Disegna il grafico
rebbe sostenere una trave di F in funzione di t.
d’acciaio di massa lOOO
kg con due corde inclinate /(s)
di 30° rispetto alla verti­
cale come mostrato nella
Figura P5.4. Le corde pos­
sono reggere una tensione 10. Il Le forze nella Figura
massima di 5600 N. Queste corde sono sufficientemente P5.10 stanno agendo su
robuste per compiere tale lavoro? un corpo di massa 2.0
5. UHQuando pieghiamo il kg. Quanto vale la
BK) ginocchio, il muscolo del componente lungo l’asse
quadricipite si allunga in­ dell’accelerazione del
crementando la tensione corpo?
del tendine del quadrici­
pite inserito nella rotula (o
patella) che, a sua volta,
aumenta la tensione del 11. I Le forze nella Figura
tendine della rotula che P5.11 stanno agendo su
collega la rotula alla tibia. un corpo di massa 2.0 kg.
Simultaneamente, il femore Trova i valori di a * e r/, > 3.0 N
2.0 N
spinge la rotula verso l’e- le componenti dell’acce­
FIGURA P5.5
stemo. La Figura P5.5 mo­ lerazione del corpo. I.ON^ 4.0 N
2.0 N
stra come queste tre parti del ginocchio siano collegate fra
loro. Qual è l’intensità della forza esercitata dal femore
12. 1 Una corda orizzontale
è legata ad una scatola
r
sulla rotula se i tendini sono orientati come mostrato nella di massa 50 kg che giace
FIGURA P5.11
figura e la tensione di ciascun tendine è di 60 N? sul ghiaccio senza attrito.
6. Il Uno dei primi sommergibili per l’esplorazione delle Qual è la tensione della corda se
profondità marine veniva alzato e abbassato dalla nave a. La scatola è a riposo?
appoggio tramite un cavo. Quando il sommergibile b. La scatola si muove ad una velocità costante di 5.0 m/s?
era fermo, la tensione del cavo era di 6000 N. Quando c. La .scatola ha vX = 5.0 m/s ea X = 5.0 m/s‘?
veniva abbassato o alzato a velocità costante, il moto 13. Ili Una ca.ssa viene spinta lungo un pavimento con una
attraverso l’acqua aggiungeva una forza di resistenza di velocità Vj e scivola per una distanza d dopo che la forza di
1800N. spinta viene rimossa.
a. Qual era la tensione del cavo durante la fase di inabissa­ a. Se la massa della cassa viene raddoppiata ma la sua
mento? velocità iniziale resta invariata, quale distanza percor­
b. Qual era la tensione del cavo durante la fase di emer­ rerà la cassa prima di fermarsi? Spiega il perché.
sione? b. Se la velocità iniziale della cassa è raddoppiata a 2vj
7. Il Due corde inclinate sono ma la massa resta invariata, quale distanza percorrerà la
usate per sollevare la cassa cassa prima di fermarsi? Spiega il perché.
nella Figura P5.7. La ten­ 14. Il In una collisione frontale, un’automobile che viaggia ad
sione delle corde può avere una velocità di 14 m/s si ferma in 0.10 s. La massa del
qualsiasi valore fino a 1500 conducente è di 70 kg, e fortunatamente, sta u.sando la cin­
N. Quando la tensione tura di sicurezza. Qual è la forza applicata sul guidatore
supera tale valore, le corde dalla sua cintura di sicurezza durante questa frazione di
si spezzano. Qual è la massa FIGURA P5.7 secondo?
più grande che queste corde riescono a sorreggere?
8. Il Uno studente di massa
Sezione 5.3 Massa e peso
65 kg sta camminando
su una corda tesa tra due 15. 1 Un astronauta pesa sulla Terra 800 N. Quale sarà il suo
alberi. La corda si allunga peso su Marte, dove g = 3.76 m/s^?
e si abbassa notevolmente _ 16. I Una donna ha una massa di 55 kg.
come mostrato nella Figura FIGURA P5.8 a. Qual è il suo pe.so sulla Terra?
P5.8. Nel punto in cui il piede tocca la corda è applicata b. Quali sono il suo peso e la sua massa sulla Luna, dove
una forza di tensione in ciascuna direzione, come mostrato g= 1.62 m/s2?
nella figura. Qual è la tensione nella corda? 17. Ili Un uomo di massa 75 kg è seduto all’interno di una gab­
bia di un’attrazione di un Luna Park, appesa a gigantesche
funi elastiche, simili a quelle usate per il bungee jumping.
Sezione 5.2 La seconda legge di Newton applicata alla
Quando la gabbia viene abbassata, le funi si distendono,
dinamica
quando la gabbia viene rila.sciata le funi ritornano alla loro
9. Il Una forza con componente x agisce su un corpo di lunghezza a ripo.so lanciando la gabbia verso l’alto. Dopo
massa 500 g mentre questo si muove lungo l’asse delle x. il lancio, le funi non sono più in tensione e la gabbia si
Problemi 161

muove sotto rintluenza della sola forza di gravità. Qual è Sezione 5.5 L’attrito
il peso apparente delTuomo dopo che le funi non sono più 26. Il Due lavoratori stanno facendo scivolare una cassa
in tensione e la gabbia si sta muovendo verso l'alto? di massa 300 kg sul pavimento. Un lavoratore spinge in
18. Il a. Qual è il modulo della forza esercitata da un astro­ avanti la cassa con una forza di 380 N mentre l’altro tira
nauta di massa 80 kg sul sedile mentre è seduto a nella stessa direzione con una forza di 350 N usando una
riposo nel razzo sulla pista di lancio? corda col legata alla cassa. lùitrambe le forze sono orizzon­
b. Qual è il modulo della forza esercitata dallo stesso
tali e la cassa scivola con una vekx:ità costante. Qual e il
astronauta sul .sedile mentre sta accelerando verso coefficiente di attrito dinamico della cassa sul pavimento?
l'alto a IO m/s^?
27. Ili Un autocarro di massa 400() kg è parcheggiato lungo
19. I Ad un ascensore in un grattacielo occorrono 4.0 s per
un pendio con pendenza 7.0°. Quanto vale il modulo della
raggiungere la velocità di crociera di IO ni/s. Un passeg­ forza di attrito su 11'autocarro?
gero di massa 60 kg sale sull'a.scensore al piano terra. Qual
28. Ili Un’automobile di massa lOOO kg sta viaggiando a una
è il peso apparente del passeggero:
velocità di 40 m/s e slitta fino a fermarsi su una strada di
a. Prima che l'ascensore inizi a muoversi?
asfalto bagnato dove = 0.60. Quanto saranno lunghi i
b. Mentre l'ascensore sta accelerando?
segni della frenata?
c. Dopo che l’ascensore ha raggiunto la sua velocità di
29. Un maiale di massa 120 kg sta seduto e rifiuta di muo­
crociera?
versi. Per indurre il maiale ad entrare all’interno della
20. Il Una persona al l’interno
stalla, l’allevatore lega una corda attorno al maiale e tira
di un’attrazione di un luna
con la sua massima forza pari a 8(K) N. I coefficienti di
park è lanciata verso l’alto
attrito tra il maiale ed il suolo sono rispettivamente =
con un’accelerazione di 4
0.80 e /x^ = 0.50. L’allevatore sarà capace di spostare il
dopo di che sperimenta
maiale?
un periodo di caduta
30. L’attrito fornisce ad un’automobile la forza per acce­
libera. Se la persona ha
lerare, quindi per automobili molto veloci il fattore che
una massa di 60 kg quale
limita l’accelerazione non è il motore, bensì gli pneuma­
sarà il suo peso apparente:
tici. Per un attrito tipico tra gomma e asfalto, qual è il
a. Durante il lancio?
tempo minimo impiegato da un’automobile per accelerare
b. Durante^I periodo di caduta libera?
da 0 a 90 km/h?
21. Il Giovanni, la cui massa è di 80 kg, è a bordo di un ascen­
31. Ili Una cassa di massa 10 kg è posizionata orizzontalmente
sore che scende ad una velocità di IO m/s. L’ascen.sore
su un nastro trasportatore. I materiali sono tali che =
impiega 3.0 s a frenare e fermarsi al primo piano.
0.50e/Lx^ = 0.30.
a. Qual è il pe.so apparente di Giovanni prima che l’a.scen-
a. Disegna un diagramma di corpo libero che mostri tutte
sore inizi a frenare?
le forze esercitate sulla cassa se il nastro trasportatore si
b. Qual è il peso apparente di Giovanni mentre l’ascen.sorc
muove a veUx:ità costante.
sta frenando?
b. Disegna un diagramma di corpo libero che mostri tutte
22. Il Un canguro porta il suo cucciolo di massa 0.51 kg nel
le forze esercitate sulla cassa se il nastro trasportatore
BIO marsupio mentre si sposta saltando sul terreno. Mentre accelera.
rimbalza verso l’alto il canguro accelera a 30 m/s^. Qual
c. Qual è la massima accelerazione che il nastro può avere
è il peso apparente del cucciolo in questo istante? Qual
senza che la cassa scivoli?
è il rapporto tra il peso apparente e il vero peso del cuc­
d. Se l’accelerazione del nastro supera il valore deter­
ciolo?
minato nella domanda c, qual è l’accelerazione della
23. Ili Lti Figura P5.23 mostra
cassa?
INI il grafico della velocità di 32. Il L’attrito di rotolamento tra acciaio e acciaio è piuttosto
un passeggero di massa
basso, il coefficiente di attrito di rotolamento è tipicamente
75 kg in un ascensore.
/x^ = 0.002. Supponi che una locomotiva di massa 180 (K)0
Qual è il peso apparente /(s) kg stia viaggiando a 10 m/s su un binario pianeggiante. Se
del passeggero a / = 1.0 s? 0 2 4
l’ingegnere scollega il motore, quanto tempo occorrerà alla
Ar=5.0 s? Ar = 9.0 s? FIGURA P5.23
locomotiva per fermarsi? Qual è la distanza che la locomo­
tiva avrà percorso prima di arrestarsi?
Sezione 5.4 Le forze normali 33. Il Qual è la minima forza
24. Il a. Una rana toro di massa 0.60 kg è ferma su un tronco verso il basso che si deve e.ser- I^
orizzontale. Quanto vale il modulo della forza nor­ citare sulla scatola nella Figura I
male del tronco sulla rana? P5.33 per evitare che inizi a 125 N
scivolare? 11 ccxjfficiente di M) kj*
b. Una seconda rana toro di massa 0.60 kg è ferma su
un tronco inclinato di 30° rispetto all’orizzontale. attrito statico tra la scatola ed il
Quanto vale il modulo della forza normale del pavimento è pari a 0.35. 33
tronco su questa seconda rana?
25. Ili Un bambino di massa 23 kg scende da uno scivolo incli­
Sezione 5.6 Forza di resistenza di un mezzo
nato di 38° rispetto all’orizzontale. Il bambino è soggetto
alla sua forza pe.so, alla forza normale dello scivolo e all'at­ 34. Il Qual è la forza di resistenza per un’automobile larga 1.6
trito dinamico. m e alta 1.4 m che sta viaggiando ad una velocità di
a. Disegna il diagramma di corpo libero del bambino. a. 10 m/s? b. 30 m/s?
b. Quanto vale il modulo della forza normale dello scivolo 35. mi Una palla da bowling di diametro 22 cm ha una velocità
sul bambino? limite di 77 m/s. Qual è la massa della palla?
36. Il Correre su un tapis roulant è più facile che correre alPa- c. Calcola il valore della tensione all’estremità inferiore
BIO perto perché non c'è la resistenza del l’aria che si oppone della corda 1.
al corridore. Supponiamo che un corridore di massa 60 kg d. Calcola il valore della tensione nella all'estremità supe­
completi un tracciato di 5.0 km in 18 minuti. Usa l’area riore della corda 2.
della sezione trasversale stimata nell'Esempio 5.14 per 45. Il 100 blocchi identici sono posizionati in fila su una super­
determinare la resistenza dell'aria sul corridore durante la ficie priva di attrito e ciascun blocco è collegato al blocco
gara. Calcola la forza d’attrito come frazione del peso del successivo da una corda priva di massa. Il primo blocco è
corridore. tirato da una forza di 100 N.
37. imiUn paracadutista di massa 75 kg può essere rappresen­ a. Calcola la tensione della corda che collega il blocco
tato come una “scatola” rettangolare di dimensioni 20 cm 100 al blocco 99.
X 40 cm X 1.8 m. Qual è la sua velocità limite se cade con b. Calcola la tensione della corda che collega il blocco 50
i piedi in avanti? al blocco 51.
38. I La densità dcH’aria è inferiore ad alta quota, quindi un 46. Il Due blocchi, A e B, giacciono su un tavolo privo di
paracadutista raggiunge un’alta velocità limite. La più alta attrito e sono collegati tra loro da una corda di massa tra­
velocità registrata per un paracadutista è stata raggiunta scurabile. Quando il blocco A è tirato con una certa forza,
con un salto da 39000 m di altezza. A questa quota, la trascinando il blocco B, la tensione della corda è di 24 N.
densità dell’aria è pari .solo al 4.3% della densità al livello Quando il blocco B è tirato dalla stessa forza, trascinando
del mare. Usando i dati deH’Esempio 5.14 stima la velocità il blocco A, la tensione è di 18 N. Qual è il rapporto tra le
limite di un paracadutista a questa quota. masse dei due blocchi m/m^ì
47. Ili Un pianoforte di massa 5(X) kg è abbassato da una gru
mentre due persone lo stabilizzano usando due corde attac­
Sezione 5.7 Corpi in interazione
cate ognuna ad un lato del pianoforte. La corda di Giovanni
39. Ili Un’automobile di massa 1(XK) kg spinge un camion di tira verso sinistra con una tensione di 5(X) N ed è incli­
massa 2(XX) kg che ha la batteria scarica. Quando il guida­ nata di 15®sotto l’orizzontale. La corda di Mario tira verso
tore preme sull'acceleratore, le ruote motrici dcH’auto pre­ destra con un’inclinazione di 25® sotto l’orizzontale.
mono all'indietro contro il terreno con una forza di 45(X) N. a. Qual è la tensione che deve avere la corda di Mario per
a. Qual è il modulo della forza esercitata daU'auto sul mantenere il pianoforte in discesa verticale a velocità
camion? costante?
b. Qual è il modulo della forza esercitata dal camion b. Qual è la tensione del cavo verticale che sorregge il
sul l’auto? pianoforte?
40. Il Un camion di massa 2200 kg sta spingendo un SUV di
massa 2400 kg. Con il motore al massimo della potenza,
P roblem i generali
ottimi pneumatici e un suolo molto aderente, la massima
forza in avanti prodotta dal camion è di 18000 N. 48. Il Daniela ha una medaglia sportiva appesa al suo spec­
a. Qual è l’accelerazione massima che il camion può chietto retrovisore con un lungo nastro. Daniela nota che
fornire al SUV? quando accelera sul l'autostrada, la medaglia si inclina con
b. A questa accelerazione, qual è la forza esercitata dal un angolo di 10° rispetto alla verticale.
paraurti posteriore del SUV sul paraurti del camion? a. La medaglia si inclinerà avvicinandosi o allontanandosi
4L Hill Tre blocchi con masse rispettivamente di LO kg, 2.0 kg rispetto al parabrezza? Spiega il perché.
e 3.0 kg sono allineati su un tavolo privo di attrito. Tutte b. Calcola il modulo della sua accelerazione.
e tre i blocchi sono spinti in avanti da una forza di 12 N 49. Il La Figura P5.49 mostra
applicata sul blocco da 1.0 kg. Quanto vale il modulo della INI il grafico della velocità
forza che il blocco di 2.0 kg esercita su (a) il blocco di 3.0 di un corpo di massa 2.0
kg e (b) il blocco di 1.0 kg? kg mentre si sposta lungo
l’a.sse .V. Quanto vale la o 2 4

Sezione 5.8 Corde e carrucole forza totale che agisce su f i g u r a P5.49


questo corpo a / = 1 s? A / = 4 s? A / =7 s?
42. Ili Qual è la tensione della corda nella 50. I La tua fronte può sopportare una forza di circa 6.0 kN
Figura P5.42? m prima di fratturarsi, mente l'osso della guancia può soppor­
43. Il Una corda lunga 2.0 m e di massa 5(X) g tare solamente una forza di circa 1.3 kN.
tira un blocco di massa 10 kg su una super­ a. Se una palla da baseball di 140 g ti colpisce alla testa ad
ficie orizzontale ghiacciata, quindi priva 60 kg una velocità di 30 m/s e si ferma in 0.0015 s, qual è il
di attrito. Il blocco accelera di 2.0 m/s^. modulo dell’accelerazione della palla?
Quanto vale il modulo della forza che tira b. Calcola il modulo della forza che ferma la palla.
in avanti (a) il blocco di ghiaccio, (b) la c. Quale forza esercita la palla sulla tua testa? Spiega il
corda? FIGURA P5.42
perché.
44. Ili La Figura P5.44 mostra due blocchi, cia­ d. Puoi subire una frattura se la palla ti colpisce in fronte?
scuno di massa l.(X) kg, collegati da una O sulla guancia?
corda. Una seconda corda pende dal blocco 51, II Una scatola di massa 50 kg è appesa a una corda. Qual è
più in bas.so. Entrambe le corde hanno una la tensione sulla corda se
Corda 1
massa di 250 g. L’intero sistema è accele­ a. La scatola è a riposo?
rato verso l’alto a 3.(X) m/s“ da una forza F. b. La scatola ha una velocità = 5.0 m/s e sta accelerando
a. Calcola il valore di F. Corda 2 1 di 5.0 m/s‘?
b. Calcola il valore della tensione all’estre­ 52. Il Un pescatore ha catturato un grosso pesce di massa 5.0
mità superiore della corda 1. FIGURA P5.44 INT kg stando su un molo posto a 2.0 m sopra la superficie
dclTacqua. II pescatore sta usando una lenza da pesca leg­ e una corda orizzontale che
gera che si romperà ad una tensione maggiore o uguale a 54 esercita una forza pari a 30 N
N. È ansioso di tirare il pesce sul molo nel più breve tempo come mostrato nella Figura
possibile. Se il pesce si trova fermo a pelo d’acqua, qual è il P5.59. Calcola il modulo
tempo minimo necessario al pescatore per tirare su il pesce della forza normale dello sci­
senza perderlo? volo sul bambino.
53. II Una scatola di mas.sa 50 kg è appesa a una corda. Qual è 60. Ili L’impala è una specie di FIGURA P5.59
la tensione sulla corda se BIO antilope africana in grado di
a. La scatola si muove a una velocità costante di 5.0 m/s? INI compiere formidabili salti verticali. In un salto registrato,
b. La scatola ha una velocità = 5.0 m/s e sta rallentando si vede un impala di massa 45 kg che dopo essersi ran­
di 5.0 m/s2? nicchiato, esercita una spinta in verticale verso l’alto per
54. Ili II pubblico che sale sulla Torre del Destino in un parco 0.21 se raggiunge l’altezza di 2.5 m rispetto al suolo. Per
di divertimenti sperimenta una caduta libera di 2.0 s, poi ottenere un tale salto verticale, qual è stata la forza con cui
rallenta fino a fermarsi in 0.50 s. Qual è il peso apparente l’impala ha esercitato la spinta sul terreno? Qual è il rap­
di una persona di massa 65 kg quando il giro sta per finire? porto tra questa forza e il peso dell’impala?
Di quale fattore il peso apparente eccede il peso reale? 61. Il Giuseppe inizia a .scendere con la slitta dalla cima di una
55. Ili Le cinture di sicurezza e gli airbag salvano vite umane collina di 3.0 m di altezza con una pendenza costante di
BIO riducendo le forze esercitate durante un urto in automobile 25°. Dopo aver raggiunto il fondo, scivola orizzontalmente
sui guidatori e sui passeggeri. Le auto sono progettate con lungo una lastra di neve ghiacciata. Trascurando l’attrito
una “zona di accartocciamento” nella loro parte anteriore. durante la discesa della collina ma assumendo che il coef­
Nel caso di un impatto, l’abitacolo decelera su una distanza ficiente d’attrito dinamico tra slitta e lastra di neve ghiac­
di circa 1 m mentre la parte anteriore dell’auto si accartoccia. ciata sia di 0.050, calcola a quale di.stanza dalla fine della
Un occupante, trattenuto dalla cintura di sicurezza e dall’ai­ collina si ferma Giuseppe.
rbag, decelera con l’auto. Al contrario» un occupante senza 62. Il La forza di resistenza è Vj, (m/s)
protezione continua a muoversi in avanti senza perdere velo­ BK) importante nella vita di un
cità (a causa della prima legge di Newton!) finché non urta INT piccolo crostaceo marino
il parabrezza o il cruscotto, come mostrato nella Figura 4.2. chiamato copepode. La
Queste sonb superfici rigide e lo sfortunato occupante dece­ forza di resistenza per
lera su una distanza approssimativa di soli 5 mm. piccoli corpi nell’acqua
a. Una persona di mas.sa 60 kg subisce una collisione è molto diversa da quella
frontale. La velocità dell’auto aH’impatto è di 15 m/s. nell’aria, per cui non
Stima la forza totale esercitata sulla persona nel caso si possono applicare le f i g u r a P5.62
indossi la cintura di sicurezza e si apra l’airbag. equazioni che abbiamo visto in questo capitolo. Tuttavia
b. Stima la forza totale che ferma la persona se non è possiamo stimare la forza di resistenza dai dati. 11 grafico
protetta dalla cintura di sicurezza o dall’airbag. della velocità nella Figura P5.62 mostra due fasi del moto
c. Come si rapportano queste due forze rispetto al peso natatorio di un copepode di massa 1.8 mg. Dapprima nuota
della persona? vigorosamente, accelerando, poi rallenta sotto l’influenza
56. Ili I migliori quarterback nel football americano possono della forza di resistenza. Qual è il modulo della forza di
INT lanciare il pallone a 70 m. Per ottenere un tale tiro» un quar­ resistenza? Qual è il rapporto tra la forza di resistenza e il
terback fa accelerare il pallone, di massa 0.42 kg, su una peso dell’animale?
distanza approssimativamente di 1.0 m. 63 11 Un blocco di legno, dopo aver ricevuto una spinta ini­
a. Assumendo che il quarterback tiri il pallone con l’an­ ziale, scivola lungo un piano inclinato anch’esso di legno
golo ottimale, a quale velocità lo lancerà? a velocità co.stante. Qual è l’angolo della rampa rispetto
b. Quale forza dovrà applicare al pallone per ottenere all’orizzontale?
questa velocità? 64. Il I ricercatori spesso usano speciali tavole per misurare
57. Ili Un razzo di massa 20000 kg ha un motore che genera BK) le forze che le persone esercitano contro il pavimento
una spinta di 3.0 • 10' N. INT durante il loro movimento. Questo strumento funziona
a. Qual è l’accelerazione iniziale del razzo verso l’alto? come una bilancia pesa persone, ma è in grado di regi­
b. Ad una altezza di 5.0 km l’accelerazione del razzo è strare anche come la lettura della bilancia vari in funzione
aumentata a 6.0 m/sL Qual è la massa del carburante del tempo. La Figura P5.64 mostra i dati di una tale tavola
bruciato? per una donna che salta verticalmente verso l’alto e riat­
58. Ili Ti sarai sicuramente chiesto che accelerazione abbiano terra nel punto iniziale.
gli ascen.sori in un edificio di oltre 100 piani come ad esem­
pio l’Empire State Building. Un giorno mentre .sei in visita
a New York, prendi la bilancia pesa-persone del tuo bagno,
la metti nell’ascensore e ti metti in piedi su di es.sa. La
bilancia indica 68 kg mentre la porta si chiude. La lettura
varia tra 54 kg e 77 kg mentre l’ascensore sale i 101 piani.
a. Qual è il valore dell’accelerazione mentre l’ascensore
inizia a salire?
b. Qual è il valore dell’accelerazione mentre l’ascensore
sta frenando per fermarsi?
59. miUn bambino di massa 23 kg scende da uno .scivolo incli­
nato di 38°rispetto all’orizzontale. Su di lui agiscono la sua -/(s)
forza peso, la forza normale allo scivolo, l’attrito dinamico FIGURA P5.64 0.25 .s
164 CAPITOLO 5 Applicando le leggi di Newton

a. Qual è la componente verticale della sua accelerazione 71. Il Due blocchi identici di massa
durante la spinta verso l’alto? 2.0 kg sono fermi ed impilati come
b. Qual è la componente verticale della sua accelerazione mo.strato nella Figura P5.71. Il
mentre è in aria? blocco inferiore è libero di scivolare
c. Qual è la componente verticale della sua accelerazione su una superficie priva di attrito. II
durante l’atterraggio? coefficiente di attrito statico tra i FIGURA P5.71
d. Qual è la sua velocità quando i suoi piedi lasciano la due blocchi è 0.35. Qual è la mas­
tavola? sima forza orizzontale che può essere applicata al blocco
e. Qual è la massima altezza che è riuscita a raggiungere? inferiore senza che il blocco supcriore scivoli?
65. mi Una persona che ha compromessa la 72. Ili Un blocco di legno sta scivolando verso l’alto su una
forza di presa nelle sue dita può solo rampa di legno. Se l’inclinazione della rampa è mollo
esercitare una forza normale di 6.0 N grande, il blocco ad un certo punto cambierà direzione e
da ciascun lato di un corpo, come per il inizierà a scivolare verso il basso. Se l’inclinazione della
libro mostrato nella Figura P5.65. Qual rampa è piccola, il blocco si fermerà quando raggiunge il
è la massa massima del libro che la per­ punto più alto del suo moto. Qual è l’angolo minimo di
sona può reggere verticalmente prima inclinazione della rampa, mi.surato rispetto all’orizzontale,
che questo gli scivoli dalle dita? Il coef­ per cui il blocco scivolerà indietro dopo aver raggiunto il
ficiente di attrito statico tra dita e libro è punto più alto?
di 0.80. FIGURA P5.65 73. mi Una pallina da ping-pong di massa 2.7 g ha un diametro
66 . Il E possibile per un deter­ di 4.0 cm.
INT minato gruppo di persone a. La pallina è sparata verticalmente verso l’alto al doppio
tirare un aereo. La forza della sua velocità limite. Qual è la sua accelerazione
di resistenza deil’aria è immediatamente dopo il lancio?
trascurabile a basse velo­ b. La pallina è sparata verticalmente verso il basso al dop­
cità e l’unica forza che ne pio della sua velocità limite. Qual è la sua accelerazione
impedisce il moto è l’at­ immediatamente dopo il lancio?
trito di rotolamento delle ruote di gomma sulla superficie 74. mi Due blocchi .sono collegati da una corda, come mostrato
in cemento della pista. Nel 2000, un team di 60 poliziotti nella Figura P5.74. Qual è l’accelerazione del blocco supe­
inglesi stabilì un record mondiale tirando un Boeing 747, riore se il coefficiente di attrito dinamico tra il blocco e il
avente una massa di 200000 kg, per una distanza di lOO tavolo è pari a 0.20?
m in 53 s. L’aeroplano era inizialmente a riposo. Stimate
la forza con cui ciascun poliziotto ha tirato l’aereo, assu­
mendo una forza costante e un’accelerazione costante.
67. Ili Un blocco di legno di massa 1.0 kg è
compresso contro un muro di legno da l.Okg
una forza di 12 N, come mostrato nella
Figura P5.67. Se il blocco è inizial­ V 12N
30‘
mente a riposo, si innoverà verso l’alto,
verso il basso o resterà fermo? FIGURA P5.67 75. mi II piano inclinato mostrato nella
68. Hill Un blocco di legno di massa 2.0 kg è
Figura P5.75 è privo di attrito. Se i
lanciato verso l’alto su una rampa di legno inclinata di 35°
blocchi sono la.sciati liberi di muo­
La velocità iniziale del blocco è di IO m/s.
versi da una posizione di riposo,
a. Qual è l’altezza verticale che il blocco raggiunge
in quale direzione si muoverà il
rispetto al punto di partenza?
blocco di massa 10 kg, e quale sarà
b. Qual è la velocità del blocco quando scivola giù dal
il modulo della sua accelerazione?
piano e ripassa per la sua posizione iniziale?
76. IH II blocco di mas.sa 100 kg nella
69. HI Due blocchi sono
INT Figura P5.76 impiega 6.0 s per rag­
fermi su un piano in­ 3.0 kg giungere il pavimento partendo da
clinato privo di at­ 5.0 kg fermo. Qual è la massa del blocco a
trito, come mostrato
sinistra?
in Figura P5.69.
Quali sono le tensioni
delle due corde? \20^ Esercitazioni per te st di tip o M C A T
70. Il Correre al chiuso f i g u r a P5.69
BIO su un tapis roulant è leggermente più facile che non cor­ Scivolando sul ghiaccio
rere all’aperto perché non c’è la resistenza dell’aria che Nello sport invernale del curling, i giocatori spingono delle pie­
si oppone al corridore. Un corridore di massa 60 kg sta tre di granito levigate, dette stane, di massa 20 kg su una pista
correndo su un tapis roulant ad una velocità di 4.5 m/s. ghiacciata. La pietra percorre approssimativamente 40 m prima
Per effettuare un allenamento della stessa intensità di un di fermarsi. La posizione finale della pietra, in principio, dipende
allenamento all’aperto, inclina leggermente il lapis roulant unicamente dalla velocità iniziale con cui è lanciata e dalla forza
di un angolo scelto in modo che la componente della sua di attrito tra il ghiaccio e la pietra ma i membri del team possono
forza peso verso la parte inferiore della rampa sia uguale usare una scopa per abradere il ghiaccio davanti alla pietra per
alla forza di resistenza mancante. Qual è l’angolo necessa­ modificarne leggermente la velocità e la traiettoria ma devono
rio? Usa l’area di sezione trasversale stimata nell’Esempio farlo senza toccare la stane. I migliori .sweeper possono aumen­
5.14 per calcolare la forza di resistenza. tare la distanza percorsa dalla loro pietra di 3 m.
Problemi 165

77. I Un giocatore di curling spinge la stane fino ad una velo­ 79. I Supponiamo che una stane sia lanciata ad una velocità di
cità di 3.0 m/s in un tempo di 2.0 s. Ignorando la forza di 3 m/s e percorra 40 m prima di fermarsi. Qual è il valore
attrito, quanta forza deve applicare il giocatore alla stane approssimato del modulo della forza d’attrito sulla stanel
per farle raggiungere questa velocità? A. ON B. 2N C. 20 N D. 200 N
A. 3.0 N B. 15 N C. 30N D. 150N 80. I Supponiamo che la massa della stane sia aumentata a 40
78. I Lo sweeper in una competizione di curling modifica la kg, e che sia lanciata alla stessa velocità di 3 m/s. Quale
traiettoria della stane delle seguenti affermazioni è vera?
A. Riducendo il coefficiente di attrito tra pietra e ghiaccio. A. La stane percorrerà una distanza maggiore prima di
B. Aumentando il coefficiente di attrito tra pietra fermarsi.
e ghiaccio. B. La stane percorrerà una distanza minore prima di fermarsi.
C. Cambiando fattrito da dinamico a statico. C. Il coefficiente di attrito sarà maggiore.
D. Cambiando l’attrito da statico a dinamico. D. La forza di attrito sarà maggiore.

RISPOSTE ALLE PAUSE DI RIFLESSIONE

Pausa di riflessione - Anteprima Capitolo: B. L’ascensore si 2 f ^ — n — P cos 20° = 0. Affinché questa sia soddisfatta è
muove a velocità costante, quindi « = 0 e = 0. Ci sono due forze chiaro che dev’essere n < P.
in azione: la forza peso verso il basso e la forza di tensione verso
l'alto. Poiché F^^ = 0, il modulo delle due forze dev’essere uguale. Pausa di riflessione 5 . 5 : “ / f ^ ^
E si hanno tutte forze di attrito dinamico, che non dipendono né
Pausa di riflessione 5.1: A. La palla è in equilibrio .stazionario, dalla velocità né dall’accelerazione. L’attrito dinamico è minore
quindi la forza totale dev’essere zero. La seconda legge di New­ del massimo attrito statico che è e.sercitato in B .^ = 0 perché non
ton per le componenti verticali delle forze è = 7^ - F = 0. serve l’attrito per mantenere fermo il corpo.
La componente verticale della tensione è uguale a F, quindi la
tensione dev’esserejnaggiore di P. Pausa di riflessione 5.6: I). La palla è sparata verso il basso a
30 m/s, quindi = —30 m/s. Tale valore supera quello della
Pausa di riflessione 5.2: A. Il veicolo spaziale sta scendendo e velocità limite, per cui la spinta verso l’alto della forza di resi­
rallentando. II vettore accelerazione punta verso l’alto e quindi stenza è superiore a quella verso il basso della forza peso. Quin­
F è diretta verso l’alto. Questo può es.sere vero solo se la spinta di la palla rallenterà anche se sta “cadendo.” Rallenterà fino a
ha un modulo maggiore della forza peso. v^ = -15 m/s, pari alla velocità limite, e successivamente man­
Pausa di riflessione 5.3: D. Quando siamo in aria, non c’è con­ terrà tale velocità.
tatto con nessuna forza in grado di sostenerci, quindi il no.stro Pausa di riflessione 5.7: B. F_Q»uH„ = F„H m i Q^ e F_P m i ^Q = F„Q iu P^»perché
peso apparente è zero: siamo privi di peso. queste rappresentano coppie di forze azione/reazione. La scatola
Pausa di riflessione 5.4: C. Il ciclista si muove a velocità co­ Q sta rallentando e quindi ha una forza totale verso sinistra. Per­
stante, quindi la forza totale è zero. Poniamo gli assi paralleli tanto dalla seconda legge di Newton dev’essere ^ ^ p »u q -
e perpendicolari al piano inclinato e calcoliamo le componen­ Pausa di riflessione 5.8: Uguale. Ogni blocco è appeso in equi­
ti della forza peso come mostrato in Figura 5.11. La secon­ librio per cui la forza totale è nulla. Quindi la tensione verso
da legge di Newton per le componenti verticali delle forze è l’alto è sempre pari a mg.
ANTEPRIMA
Obiettivo; imparare come funziona il moto circolare, incluso il caso dei moti orbitali causati dall'azione di una forza gravitazionale.

Moto circolare Forze apparenti Gravità e orbite


Un corpo che si muove su una I partecipanti si sentono spinti verso La Stazione spaziale sembra fluttuare
circonferenza ha una accelerazione verso l’esterno. Ma questa non è una forza nello spazio, ma la gravità la sta
il centro, quindi deve esserci una forza reale, sebbene sia spesso chiamata forza spingendo verso il basso con una certa
totale diretta anch’essa verso il centro. centrifuga; in realtà, è una forza forza.
apparente.

Quanta forza occorre per far girare Questa forza apparente fa sentire i Impareremo la legge di gravitazione
la ragazza lungo la circonferenza? partecipanti "pesanti". Impareremo a universale di Newton, e vedremo come
Impareremo a risolvere questo tipo di calcolare il loro peso apparente. la forza di gravità mantiene la stazione in
problemi. orbita.

FLASHBACK
Accelerazione centripeta PAUSA Di RIFLESSIONE
Nella Sezione 3.8, abbiamo imparato
che un corpo in moto circolare ad una Una lanciatrice di softball sta facendo un
lancio. Nell’istante mostrato, la palla si
velocità costante sperimenta una
accelerazione diretta verso il centro muove descrivendo un arco circolare ad
della circonferenza. una velocità costante. In questo istante
l’accelerazione è
In questo capitolo,
impareremo come estendere A. Diretta verso l’alto.
la seconda legge di Newton, B. Diretta verso il basso.
che mette in relazione le C. Diretta a sinistra.
accelerazioni con le forze che D. Diretta verso destra.
le producono, a questo tipo di E. Zero.
accelerazione.
6.1 Moto circolare uniforme
I partecipanti a questa giostra stanno muovendosi su una traiettoria circolare a
velocità costante, un tipo di moto che abbiamo chiamato moto circolare uni­
forme. Abbiamo visto nella s e z i o n e 3.8 che il moto circolare uniforme

richiede un’accelerazione diretta verso il centro della circonferenza. Questo


significa che ci dev’essere una forza risultante (o totale) diretta verso il centro
della circonferenza. Questo è il ruolo svolto dai cavi che forniscono una forza
di tensione diretta verso il tronco della giostra. Questa forza mantiene il movi­
mento circolare dei partecipanti. Moto circolare uniforme di una giostra
In questo capitolo, esamineremo corpi che si muovono lungo una circonfe­ a seggiolini volanti.
renza o lungo archi circolari. Considereremo in dettaglio le accelerazioni e le
forze che generano queste accelerazioni, utilizzando sia la descrizione e l’ana­
lisi del moto fatte nei Capitoli 1-3 sia la trattazione delle leggi di Newton e
della dinamica affrontate nei Capitoli 4 e 5. Per ora, considereremo corpi che
si muovono a velocità c o s t a n t e ; mentre il moto circolare con velocità v a r i a b i l e
verrà trattato nel Capitolo 7.

Velocità e accelerazione in un moto circolare uniforme


Sebbene la v e l o c i t à di una particella in moto circolare uniforme sia costante in
mcxlulo, la sua velocità, intesa come grandezza vettoriale, non è costante per­ FIGURA 6.1 Velocità e accelerazione per
ché la d i r e z i o n e del moto cambia in continuazione. La f i g u r a e.i ci ricorda i un moto circolare uniforme.
dettagli: c’è un’accelerazione in ogni punto del moto con il vettore accelera­ La velocità istantanea v è tangente
zione a che punt^ verso il centro della circonferenza. Abbiamo chiamato que­ alla circonferenz.a in tutti i punti.
sta grandezza a c c e l e r a z i o n e c e n t r ip e t a ^ e abbiamo mostrato che per il moto
circolare uniforme il modulo dell’accelerazione è dato da a = v^lr:

— V' ( 6 . 1)
r ^pi45
Accelerazione centripeta per un moto circolare uniforme RElAZKMf
QUAOdATKA

L’accelerazione dipende dal modulo della velocità ma anche dalla distanza


dal centro della circonferenza.

ESEMPIO CONCETTUALE 6.1 U n 'au tom obile in curva punto.


Un’automobile sta affrontando una curva stretta a vel(K*ità costante. Una veduta
daH’alto del moto è mo.strata nella FIGURA 6.2. Il vettore vel(KÌtà delTauto punta,
nell’istante mostrato, verso est. Qual è la direzione tleiraccelera/.ione?
FIGURA 6.2 Veduta dairalto delTautomobile che affronta la curva.

Centro di curvatura «

S P IE G A Z IO N ELa curva che rautomohile sta affrontando è un arco di circonferenza,


quindi questo è un esempio di moto circolare uniforme. Per un moto circolare uni­
forme, l’accelerazione è diretta verso il centro della circonferenza, che nel nostro
caso è verso sud.
V E R IF IC A Questa accelerazione è dovuta al cambiamento di direzione, non al cambia­
mento del iik h Iu Io della velocità. Questo spiega la nostra esperienz.ii in un’automobile:
se giriamo a destra le ruote, come sta facendo il guidatore del nostro esempio, l’auto­
mobile cambia il suo moto verso destra, nella direzione del centro della circonfcrenzu.

►Nell’esempio precedente, l’auto sta percorrendo una curva che rap­


presenta solo un a r c o di circonferenza, non una circonferenza in te ra . Nell’i­
stante mostrato, tuttavia, il moto segue un arco circolare. Possiamo quindi
avere un moto circolare uniforme senza percorrere un’intera circonferenza. <
1bS CAPITOLO 6 Moto circolare, orbite e gravità

Periodo, frequenza e velocità


Non è necessario percorrere un’intera circonferenza per avere un moto circo­
lare uniforme, ma in molli casi considereremo corpi che completeranno molle
plici giri di moto circolare, uno dopo Paltro. Poiché il moto è uniforme, ogni
giro percorso dal corpo sarà una ripetizione del giro precedente. Un tale molo
è detto periodico.
L’intervallo di tempo che il corpo impiega per percorrere tutta la circonfe­
renza, cioè per completare un giro, è chiamato il periodo del moto. II periodo
è rappresentato dal simbolo T.
Anziché specificare il tempo impiegato per compiere un giro, possiamo spe­
cificare la frequenza del moto circolare, ovvero il numero di giri (o rivolu­
zioni) per secondo. Per rappresentare la frequenza useremo il simbolo /. Un
corpo con un periodo di mezzo secondo completerà 2 giri ogni secondo. Ana­
logamente, un corpo può compiere IO giri in I s se il suo periodo è di un
decimo di secondo. Da questi esempi possiamo dedurre che la frequenza è
l’inverso del periodo:

f= Y (6.2)
Sebbene la frequenza sia spesso espressa in “giri al secondo,’’ i giri non sono
vere unità di misura ma piuttosto eventi che possono essere contati. Quindi nel
SI l’unità di misura della frequenza è l’inverso del secondo, o s ‘. Per la fre­
quenza questa unità di misura prende il nome di Hertz (abbreviato in Hz). La
frequenza può essere inoltre misurata in rivoluzioni per minuto (rpm) o utiliz­
zando un altro intervallo di tempo. In questo caso spesso è necessario conver­
tire la frequenza in s ' prima di poter effettuare i calcoli.
FIGURA 6.3 Collegando la frequenza con La FIGURA 6.3 mostra un corpo che si muove a velocità costante su una tra­
la velocità iettoria circolare di raggio r. Conosciamo il tempo impiegato per compiere una
rivoluzione, il periodo 7, e conosciamo la distanza percorsa, quindi possiamo
In un periodo 7'. scrivere l’equazione che lega il periodo, il raggio, e la velocità (intesa come
il corpo pcMcorre modulo):
una circonferen/a
cioè una distanza
(6^3)
pari a lir r .
Data l’Equazione 6.2 che collega la frequenza e il periodo, possiamo riscrivere
questa equazione come
V= iTrfr (6.4)
Possiamo combinare questa equazione con l’Equazione 6 .1 per raccelerazione
e ottenere un’espressione per l’accelerazione centripeta in termini della fre­
quenza o del periodo per il moto circolare:

« = y = (27t/ ) V = r (6.5)

ESEMPIO 6.2 Un disco che gira


Un CD audio ha un diametro di 120 mni e la sua frequenza di Il granello di polvere si muove su una circonferenza di raggio
rotazione può raggiungere 540 rpm. Quando il CD ruota al 0.060 m ad una frequenza di 9.0 s~‘. Possiamo usare l’Equa­
massimo della sua frequenza, quanto tempo impiega per com­ zione 6.4 per trovare la velocità:
piere un giro? Se un granello di polvere viaggia sul bordo V= 2nfr = 2;r(9.0 s~')(0.060 m) = 3.4 m/s
esterno del disco, quale sarà la sua velocità? Quale sarà la sua
accelerazione? Possiamo quindi usare l’Equazione 6.5 per trovare l’accelera­
zione:
IMPOSTAZIONE Prima di iniziare ad affrontare il problema,
abbiamo bisogno di fare alcune conversioni di unità di misura. Il a = {2nfyr=i2rr (9.0 s"'))^(0.060 m) = 190 m/s’
diametro del CD è pari a 120 mm, cioè 0.12 m. Il raggio è di 0.060 VERIFICA Se hai visto un CD girare, sai che impiega molto meno
m. La frequenza è data in rpm e dobbiamo convertirla in s"': di un secondo per fare un giro completo, quindi il valore trovato
rev min ^ rev per il periodo sembra ragionevole. La velocità che abbiamo cal­
/= 5 4 0 — X ---- = 9.0 — = 9.0s ‘
min 60 s s colato per il granello di polvere è di circa 12 km/h, ma un punto
SOLUZIONE II tempo impiegato per compiere un giro è il sul bordo esterno del CD che compie molti giri in un secondo,
periodo. Utilizzando l’Equazione 6.2 si ha: deve muoversi piuttosto rapidamente. Ci aspettiamo inoltre che
I 1 questa alta velocità associata a una piccola circonferenza conduca
= 0.11 s a un altrettanto grande valore per l’accelerazione.
/ 9.0 s"^
ESEMPIO 6.3 Trovare il periodo di una giostra
In una giostra a seggiolini volanti i passeggeri si muovono in SOLUZIONE L’Equazione 6.5 mostra che l’accelerazione
un piano orizzontale su una traiettoria circolare di 5.0 m di rag­ aumenta al diminuire del periodo: se i viaggiatori effettuano
gio. Per operare in sicurezza, la massima accelerazione che i un giro completo in un periodo di tempo breve, l’accelerazione
passeggeri possono sperimentare è di 20 m/s^ circa il doppio aumenta. Porre un valore massimo per l’accelerazione signi­
deir accelerazione di gravità. Qual è il periodo della giostra fica porre un valore minimo per il periodo, valore legato alla
quando questa si muove con la massima accelerazione consen­ massima velocità di sicurezza a cui si può viaggiare. Possiamo
tita? A che velocità viaggerebbero i passeggeri su una giostra riscrivere l’Equazione 6.5 per determinare il periodo in termini
che ruoti con questo periodo? dell’accelerazione. Ponendo l’accelerazione eguale al valore
IMPOSTAZIONE Assumeremo che la giostra si muova di moto massimo possibile, troviamo il periodo minimo:
circolare uniforme. La descrizione visiva della f i g u r a 6.4 5.0 m
= 3.1 s
mostra una veduta dalPalto della giostra. ' 20 m/s^
Possiamo quindi usare l’Equazione 6.4 per trovare la velocità a
FIGURA 6.4 Descrizione visiva del moto della giostra. cui i passeggeri si muovono:
Iwr 277(5.0 m)
= lOm/s
Dati T 3.1 s
r = 5.0 m VERIFICA Un giro in poco più di 3 secondi sembra ragione­
a = 20 m/s^ vole per un viaggio su c|uesta giostra. Tuttavia in (luesto caso
Incognite possiamo fare un controllo quantitativo del nostro lavoro. Se
TV usiamo la velocità calcolata per determinare l’accelerazione
usando l’Equazione 6.1, troviamo
(lOm/sr
= lOmJfT
r 5.0 m
Questa è l’accelerazione riportata nel testo del problema,
cjuindi possiamo essere sicuri della bontà del nostro lavoro.

PAUSA DI RIFLESSIONE 6.1 Ordina, dal maggiore al minore, i periodi del


moto delle particelle da A a D.

Lanciare un pesante martello Questo


gioco scozzese richiede molta forza.
Nella figura vediamo un uomo mentre sta
B. per lanciare il più lontano possibile un
martello di massa 14 kg. L’atleta inizia
facendo ruotare rapidamente il martello in
un movimento circolare. Possiamo vedere
da come è piegato che sta cercando di
imprimere una grande forza diretta verso il
centro di rotazione per ottenere la necessaria
6.2 Dinamica del moto circolare uniforme accelerazione centripeta. Quando il martello
punta nella giusta direzione, l’uomo lo lascia
Come abbiamo visto, i passeggeri che si muovono lungo una circonferenza su andare. Senza nessuna forza diretta verso il
una giostra stanno accelerando. Di conseguenza, in accordo con la seconda centro, il martello smetterà di percorrere una
legge di Newton, devono subire una forza risultante che agisce su di loro. traiettoria circolare e volerà nella direzione
Abbiamo già determinato l’accelerazione di una particella in moto circolare tangente alla circonferenza.
uniforme, l’accelerazione centripeta dell’Equazione 6.1. La seconda legge di
Newton ci dice che la forza totale dev’essere la responsabile di questa accele­
razione:

= frja = verso il centro della circonferenza^


I P-m
( 6 .6 )
M5
— V L _ .
La forza totale produce l’accelerazione QUADRATICA INVtftSAMENTE
PROPORZIONALE
centripeta del moto circolare uniforme
170 CAPITOLO 6 Moto circolare, orbite e gravità

FIGURA 6.5 Forza risultante per i moto In altre parole, una particella di massa m che si muove a velocità costante \
circolare. attorno ad una circonferenza di raggio rdeve sempre avere una forza risul­
La forza risultante tante pari a //tvVr che punta verso il centro della circonferenza, come
necessaria per mantenere
un corpo in moto circolare mostrato nella f i g u r a 6.5. È questa forza totale che causa Taccelerazione cen­
è sempre diretta verso il tripeta del moto circolare e per que.sto viene chiamata forza centripeta. Senza
centro della circonferenza. questa forza totale, la particella si muoverebbe allontanandosi lungo una linea
retta tangente alla circonferenza.
La forza centripeta descritta dall’Equazione 6.6 non è un nuovo tipo di forza.
La forza totale è dovuta ad una o più forze a noi familiari, come la tensione,
rattrito o la forza normale. L’Equazione 6.6 semplicemente ci dice come la
forza totale deve agire, con quanta intensità e in quale direzione e verso, per far
muovere la particella con velocità v lungo una traiettoria circolare di raggio /*.
In ciascun esempio di moto circolare che considereremo in questo capitolo,
La forza risultante produce una forza fisica, o la combinazione di più forze, diretta verso il centro produce
un’accelerazione centripeta. r accelerazione necessaria.

ESEMPIO CONCETTUALE 6.4 Forze agenti su un'autom obile, parte I


Gli ingegneri disegnano le curve stradali come archi di circon­ verso l’alto. Ne consegue, osservando il diagramma di corpo
ferenza. Essi inoltre disegnano avvallamenti e dossi stradali libero, che l’intensità della forza normale dev’essere maggiore
come archi di circonferenza con un raggio di curvatura che della forza peso.
dipende dalla velocità prevista e da altri fattori. Un’auto si
muove a velocità costante e percorre un avvallamento della FIGURA 6.6 Descrizione visiva di un'auto in un
strada. Al fondo deiravvallamento, la forza normale esercitata avvallamento.
dalla strada sull’automobile è maggiore, minore o uguale alla Traiettoria circolare
forza peso dell’automobile? neiravvallamento
SPIEGAZIONE La FIGURA 6.6 mostra una descrizione visiva na
della situazione. L’auto sta accelerando, anche se si muove a
velocità costante in modulo, poiché la sua direzione sta cam­ A
biando. Quando l’auto è sul fondo deH’avvallamento, il centro
di curvatura della sua traiettoria circolare è situato in alto, sulla
verticale e verso questo centro punta il vettore accelerazione. 11
diagramma di corpo libero della Figura 6.6 identifica solo due
forze che agiscono sull’auto cioè la forza normale, che punta VERIFICA Abbiamo probabilmente sperimentato questa situa­
verso l’alto, e la forza peso, che punta verso il basso. Quale zione. Mentre guidiamo verso un avvallamento della strada, ci
delle due forze sarà maggiore: n o PI sentiamo “più pesanti” del solito. Come discusso nella Sezione
Poiché a punta verso l’alto, per la seconda legge di Newton 5.3, cioè avviene perché il nostro peso apparente, cioè la forza
la forza risultante sull’automobile deve puntare anch’essa normale che ci sostiene, è maggiore del nostro peso reale.

ESEMPIO CONCETTUALE 6.5 Forze agenti su un'autom obile, parte II


Un’automobile sta affrontando una curva a velocità costante, FIGURA 6.6 Veduta dall'alto di un'automobile in curva.
seguendo un arco di circonferenza. Quale forza fornisce la Veduta dall’alto dell’auto Veduta dall’alto di uno
necessaria accelerazione centripeta? pneumatico
SPIEGAZIONE L’automobile si muove di moto circolare uni­
forme per il quarto di circonferenza necessario a completare la
curva. Sappiamo che l’accelerazione è diretta verso il centro
della circonferenza. Quale forza o forze possiamo identificare
in grado di fornire questa accelerazione?
Immaginiamo di stare guidando un’auto su una strada
priva di attrito, come ad esempio una strada ghiacciata. Non La forza di attrito
saremmo in grado di far curvare l’auto. Girare lo sterzo statico punta verso il
sarebbe inutile: l’automobile continuerebbe a scivolare diritta centro di curvatura.
in avanti, in accordo con la prima legge di Newton e con l’e­
sperienza di chiunque abbia guidato sul ghiaccio! Quindi non si muovono rispetto alla superficie, quindi la forza in
deve essere ('attrito che consente alla vettura di cambiare gioco è quella dell’attrito statico.
direzione. Una veduta dall’alto di uno pneumatico, nella VERIFICA Questo risultato è in accordo con la nostra espe­
FIGURA 6.7 a destra, mostra la forza che agisce su di esso rienza. Sappiamo che se l’attrito diventa minore è più difficile
mentre questo esegue la curva. Se gli pneumatici slittassero, curvare, e sappiamo anche che lo slittamento in curva rischia di
l’automobile non potrebbe curvare e continuerebbe a muo­ farci uscire di strada. Quindi è ragionevole che l’attrito statico
versi in linea retta. I punti dove i pneumatici toccano la strada sia la forza responsabile dell’accelerazione centripeta.
6.2 Dinamica del moto circolare uniforme 171

STRATEGIA DI RISOLUZIONE
DEI P R O B L E M I 6 . 1 Problem i di dinam ica circolare

Il moto circolare implica un’accelerazione e quindi una forza risultante.


Possiamo quindi usare tecniche molto simili a quelle che abbiamo già usato
per i problemi relativi alla seconda legge di Newton.
IMPOSTAZIONE Iniziamo la nostra descrizione visiva con una rappresenta­
zione figurata in cui schematizziamo il moto, definiamo i simboli, sceglia­
mo gli assi e identifichiamo le incognite da trovare. Ci sono due situazioni
comuni:
■ Se il moto si svolge su un piano orizzontale, come su una tavola, dise­
gniamo il diagramma di corpo libero con la circonferenza vista di taglio,
con l’asse x che punta verso il centro della circonferenza, e l’asse y per­
pendicolare al piano della circonferenza.
■ Se il moto è su un piano verticale, come nel caso di una ruota panoramica,
disegniamo il diagramma di corpo libero con la circonferenza vista fron­
talmente, con l’asse x che punta verso il centro della circonferenza, e
l’asse y tangente alla circonferenza.
SOLUZIONE La seconda legge di Newton del moto circolare uniforme,
F,ot= (wvVr, verso il centro della circonferenza), è un’equazione vettoriale.
Alcune forze agiscono nel piano della circonferenza, altre agiscono perpen­
dicolarmente ad essa, e alcune possono avere componenti in entrambe le
direzioni. Nel sistema di riferimento descritto sopra, con l’as.se x che punta
verso il centro della circonferenza, la seconda legge di Newton può essere
scomposta nelle seguenti due equazioni:

Cioè, la componente della forza risultante diretta verso il centro della cir­
conferenza ha un valore di mvVr mentre la componente della forza risul­
tante perpendicolare alla circonferenza è nulla. Le componenti delle forze
sono trovate direttamente dal diagramma di corpo libero. A seconda del
problema si potranno adottare due strategie differenti:
■ Uso della forza risultante per determinare la velocità v, quindi uso delle
formule cinematiche del moto circolare per trovare la frequenza o altri
dettagli del moto.
■ Uso delle tbrmule cinematiche del moto circolare per determinare la
velocità V, quindi da questa trovare le forze incognite.
VERIFICA Assicuriamoci che la nostra forza risultante punti verso il centro
della circonferenza. Controlliamo che il nostro risultato abbia le corrette
unità di misura, sia ragionevole e risponda alle domande poste dal problema.

ESEMPIO 6.6 Analisi del m oto di un carrello


Un papà pieno di energie pone suo tìglio, la cui massa è di 20 kg, colare di .solito non ha punti di inizio o di fine del moto come
su un canello di massa 5.0 kg a cui è legata una corda lunga 2.0 per esempio nei problemi del moto del proiettile, quindi indici
m. Poi, lenendo l’altro estremo della corda, inizia a far girare come .V. o non sono normalmente necessari. Qui abbiamo
lungo una circonferenza il carrello col bimbo, mantenendo la bisogno di definire la velocità v del carrello e il raggio r della
corda parallela al suolo. Se la tensione della corda è di l(K) N, circonferenza.
quanto tempo occorrerà al carrello per compiere un giro? Il corpo che si muove lungo la circonferenza è Pinsieme del
IMPOSTAZIONE Procediamo seguendo i passi indicati nel carrello e del bambino, perciò ha una massa totale di 25 kg; il
riquadro Strategia di risoluzione dei problemi 6.1. La figura diagramma di corpo libero mostra le forze. Poiché il moto è su
6.8 nella pagina successiva, mostra una descrizione visiva del un piano orizzontale, la Strategia di risoluzione dei problemi
problema. Lo scopo principale per la rappresentazione figurala 6.1 ci suggerisce di disegnare il diagramma di corpo libero
di sinistra è quello di illu.strare la geometria del problema e guardando alla circonferenza di taglio, con l’asse x che punta
definire i simboli che useremo. Un problema di dinamica cir­ verso il centro della circonferenza e l’asse y perpendicolare al
Continua
172 CAPITOLO 6 Moto circolare, orbite e gravità

piano del moto. Tre forze agiscono sul carrello: la forza peso P, SOLUZIONE La componente della forza risultante nella dire­
la forza normale al suolo /z, e la tensione della corda 7. zione y è nulla, quindi P eri devono essere uguali e opposte. I.a
Notiamo che ci sono due quantità per cui di solito si usa il componente della forza risultante nella direzione x dev’essere
simbolo 7: la tensione ed il periodo. Includeremo ulteriori diretta verso il centro della circonferenza, come necessario affm-
informazioni quando sarà necessario distinguere tra le due. ché la forza generi raccelerazione centripeta del moto circolare.

FIGURA 6.8 Descrizione visiva del moto circolare del carrello.

j>atù
m = Z5'lz0
r = 2.0 tM ^
Tgi^sU>kVgT= lOON
T

ì>triocio T secoyuU p
Questo è il piano
del moto.

Solo la tbrza di tensione ha una componente a%quindi, appli­ Possiamo quindi calcolare il periodo a partire dairEquazione
cando la seconda legge di Newton, si ha 6.3:
27rr (27t)(2.0 m)
= 4.4 s
V 2.83 m/s
Conosciamo la massa, il raggio della circonferenza e la ten­ VERIFICA La velocità è di circa 3 m/s. Poiché 1 m/s = 3.6
sione, quindi possiamo risolvere in funzione di v: km/li, il bambino sta andando a circa 7 km/h. Un giro altonn)
(100 N)(2.0 m) alla circonferenza in appena 4 s ad una velocità di 7 km/h
= 2.83 m/s sembra ragionevole. Si tratta di una corsa veloce ma non così
25 kg
veloce da spaventare il bambino!

ESEMPIO 6.7 Determ inare la m a ssim a velocità in curva


Qual è la massima velocità con cui una vettura di massa 1500 SOLUZIONE L’unica forza nella direzione a , diretta verso il
kg può affrontare una curva di raggio 20 m su una strada, piana centro della circonferenza, è l’attrito statico. La seconda legge
e non inclinata, senza scivolare? (Questo raggio di curvatura è di Newton lungo l’asse x è
quello che ci aspetteremmo in un grande incrocio cittadino.)
IMPOSTAZIONE Iniziamo dalla descrizione visiva della
FIGURA 6.9. L’automobile si muove lungo un arco di circon­ La sola differenza tra questo e.sempio e quello precedente è che
ferenza a velocità costante, quindi di moto circolare uniforme, la tensione della corda verso il centro è stata rimpiazzata dalla
mentre curva. Abbiamo visto nell’Esempio concettuale 6.5 che forza d’attrito statico sempre verso il centro.
la forza che fornisce la necessaria accelerazione centripeta è La seconda legge di Newton proiettata nella direzione y è
l’attrito statico tra i pneumatici e la strada. La direzione della ^ P y = n —P = niciy = 0
forza risultante, e quindi della forza di attrito statico, deve Quindi n = P = mg.
puntare nella direzione dell’accelerazione centripeta. Tenendo La forza risultante verso il centro della circonferenza è la
a mente questa considerazione, il diagramma di corpo libero, forza di attrito statico. Ricordiamo dall’Equazione 5.7 nel
disegnato con vista posteriore rispetto aH’aulomobile, mostra Capitolo 5 che l’attrito statico ha un valore massimo possibile:
che la forza di attrito statico punta verso il centro della cir-
/ = u // = /Amg
conterenza. Poiché il moto avviene su un piano orizzontale,
abbiamo ancora scelto l’asse a* verso il centro della circonfe­ Poiché la forza di attrito statico ha un valore massimo, ci sarà
renza e r as.se y perpendicolare al piano del moto. una velocità massima a cui PautoiiKibile può affrontare la
curva senza scivolare. Questa velocità è raggiunta quando la
FIGURA 6.9 Descrizione visiva di un'auto in curva. forza di attrito statico raggiunge il suo valore m a s s i m o =
jjLji. Se l’automobile entra in curva ad una velocità supcriore a
quella massima, l’attrito statico non potrà fornire la necessaria
accelerazione centripeta e l’auto scivolerà.
/, Quindi la velocità massima si ha in corrispondenza del
valore massimo della forza di attrito statico, ossia quando
- _
/sm a x
r
^toi ~~fs Usando Tequazione nota p e r t r o v i a m o
rnVmJ _ , _
Vista posteriore deH'auio A max
6.2 Dinamica del moto circolare uniforme 173

Con semplici passaggi» otteniamo La massa delPautomobile si cancella. La velocità massima


non dipende dalla massa del veicolo, anche se ciò può sem­
brare un risultato sorprendente.
Per pneumatici di gomma su strada asciutta, troviamo dalla
I L’espressione finale per dipende dal coefficiente d’at­
Tabella 5.2 che = 1.0. Quindi abbiamo
trito e dal raggio di curvatura. Ciò ha senso per entrambi
= V(1.0)(9.8 m/s2)(20 m) = I4m/s questi fattori. Sappiamo, per esperienza, che la velocità a cui
possiamo affrontare una curva diminuisce se è minore
VERIFICA 14 m/s « 50 km/h, sembra un limile ragionevole (per esempio se la strada è bagnata o ghiacciala) o se r è
per la velocità massima a cui un’automobile può affrontare la piccolo (cioè se la curva è stretta)
curva senza scivolare. Ci sono altre due osservazioni da fare
sulla soluzione trovata:

Poiché dipende da /x^ e poiché /x^ dipende dalle condizioni della strada, FIGURA 6.10 Alettoni in un’auto da
la velocità massima a cui affrontare in sicurezza una curva può variare drasti­ corsa.
camente. Un’automobile che affronta facilmente una curva in condizioni nor­
mali può rapidamente scivolare fuori controllo quando il manto stradale è
bagnato. Le condizioni in cui la strada è ghiacciata sono ancora peggiori. Se
diminuiamo il valore del coefficiente di attrito nell’Esempio 6.7 da LO (strada
asciutta) a 0 .1 (strada ghiacciata), la velocità massima per curvare scende a 4.4
m/s, circa 16 km/h!
Le automobili da corsa curvano ad una velocità molto maggiore dei veicoli
normali. Una modifica del disegno delle auto che permette questo comporta­
mento è rappresentata daH’aggiunta di alettoni, come nell’auto della f i g u r a
6.10 . Gli alettoni producono una forza aggiuntiva che spinge l’auto verso il
suolo deviando l’aria verso l’alto. Questa ulteriore forza verso il basso aumenta
la forza normale esercitata dalla strada, quindi aumenta il valore massimo della
forza di attrito statico e rende possibile curvare a velocità più elevate.
Ci sono inoltre modifiche al disegno dei tracciati che consentono alle auto
da corsa di curvare ad alte velocità. Se il tracciato è inclinato in modo da alzare
la parte esterna della sezione curva, la forza normale può contribuire alla forza Un circuito con curve inclinate.
necessaria per produrre l’accelerazione centripeta, come vedremo nel pros­
simo esempio. Le curve in un tracciato da corsa possono essere piuttosto incli­
nate (curve paraboliche). Le curve nelle nostre autostrade sono anch’esse
spesso inclinate, sebbene con angoli più modesti e adatti a velocità inferiori.

ESEMPIO 6.8 Trovare la velocità per una curva inclinata


Una curva in un tracciato di gara di raggio 70 m è inclinata /.ione delle forze per trovare che, dato che non c’è forza d’at­
rispetto aH’orizzontale di una angolo di I5®. A quale velocità trito, le sole due forze esistenti sono la forza normale e la forza
un’automobile può percorrere questa curva senza sbandare peso dell’auto. Possiamo ora costruire il diagramma di corpo
senza l’aiuto della forza d’attrito? libero, assicurandoci di disegnare la forza normale perpendico­
IMPOSTAZIONE Dopo aver disegnato la rappresentazione
lare alla superficie della strada.
figurata nella FIGURA 6.11, usiamo il diagramma di identifica- Anche se l’auto è inclinata, si sta ancora muovendo su una
circonferenza orizzontale. Quindi, seguendo la Strategia di
FIGURA 6.11 Descrizione visiva di un'automobile su una risoluzione dei problemi 6.1, scegliamo l’as.se a: orizzontale che
curva inclinata. punta verso il centro della circonferenza.
Vista daH’allo Peso P La forza normale è
SOLUZIONE Senza l’attrito, = n sin 0 è la sola componente
perpendicolare alla
superficie, y \ della forza verso il centro della circonferenza. È questa compo­
nente verso rinterno della forza normale che permette all’auto
Superficie
stradale
di curvare. Applichiamo la seconda legge di Newton
Forza normale ti
'ST' r = n sm
\Fj^ ‘ lìtì = ----
Dati r
r = 70m
e = 15° ^ F y = ncosO — P = 0
Incognita dove 0 è l’angolo di inclinazione della strada, e abbiamo
Lasse .v punta verso assunto che rauto viaggi ad una velocità v. Dall’equazione
Il diagramma di corpo il centro della lungo l’asse y,
libero è disegnato come circonferenza. P mg
visto dal retro delFaulo.
cos 0 cos 6 Continua
174 CAPITOLO 6 Moto circolare, orbite e gravità

Sostituendo il valore di n neH’equa/ione lungo Tasse x e risol- verifica 14 m/s « 50 km/h, è una velocità ragionevole. Solo
vendo per v si ottiene ^ a questa e.satta vel(KÌtà possiamo curvare senza affidarci alle

(
wg \ mv^ forze di attrito.
I sin 0 = me tan 0 = ----
cos 0 J r
V = V rgtan0= \4 m/s

F IG U R A 6.12 Forze esercitate dalla La forza di attrito fornisce la necessaria accelerazione centripeta affinché
strada su un ciclista piegato mentre un’auto possa curvare, ma questo principio vale anche per le biciclette, i cavalli
affronta una curva.
e gli esseri umani. I ciclisti nella f i g u r a 6.12 .stanno affrontando una curva
stretta; lo possiamo dedurre da quanto essi sono inclinati. La .strada e.sercita sia
una forza normale verticale che una forza di attrito orizzontale sulle loro ruote.
La .somma vettoriale di que.ste forze punta in una direzione con un certo angolo
rispetto alTorizzontale. I ciclisti sono inclinati in modo tale che la .somma delle
forze esercitate dalla strada punti lungo la linea delle loro bici e dei loro corpi;
ciò li mantiene in equilibrio. I cavalli nella foto che apre questo capitolo .sono
inclinati allo stesso modo per affrontare la curva.

M assima velocità di camm inata BK)


F IG U R A 6.13 Analisi di un passo. Gli es.seri umani e gli altri animali che si reggono su due zampe hanno due
(a) Falcata durante ogni passo, il fianco della andature ba.se: la camminata e la corsa. A bassa velocità, camminiamo. Quando
donna compie un moto circolare. abbiamo bisogno di andare più vekx:i, corriamo. Perché, in tale circostanza,
invece di correre non camminiamo semplicemente più velocemente? C ’è un
limite superiore alla velocità con cui possiamo camminare e questo limite è
definito dalla fisica del moto circolare.
Pensiamo al movimento del nostro corpo mentre camminiamo. Avanziamo
con un piede, quindi lo appoggiamo a terra e spingiamo con il piede rimasto
indietro. Il nostro corpo fa perno sul piede davanti e fa avanzare quello rimasto
indietro per poi proseguire a parti invertite con il passo successivo. Come pos­
siamo vedere dalla f i g u r a 6.i3a, la traiettoria che il nostro corpo fa durante un
pa.s.so è un arco di circonferenza. Nell’andatura della cam m inata, il no.stro
corpo è in moto circolare mentre facciamo cardine sul piede davanti.
Per questo moto circolare è richiesta una forza verso il centro della circon­
ferenza, come mostrato nella Figura 6.13. La f i g u r a 6.i3b mo.stra le forze che
agi.scono sul corpo di una donna durante il punto intermedio del passo: la sua
forza peso, diretta verso il basso, e la forza normale del terreno, diretta verso
Il raggio del moto Il moto circolare l’alto. Applicando la .seconda legge di Newton per Tas.se x si ha:
circolare ò la richiede una for/.;i mv
lunghezza della gamba diretta verso il
dal piede al fianco. centro della
circonferenza. A causa del suo moto circolare, la forza risultante deve puntare verso il centro
(b) Forze durante Tandatura. Veduta laterale
della circonferenza, o, in questo caso, verso il basso. Affinché la forza risul­
(la .stes.sa tante punti verso il bas.so, la forza normale dev’essere inferiore alla forza peso.
della foto) Il nostro corpo cerca di “decollare” mentre fa perno sul nostro piede, riducendo
la forza normale che e.sercitiamo sul terreno. La forza normale diventa più
L'asse x punta piccola quando camminiamo più velocemente, ma n non può essere negativa
verso il basso. p
(il terreno può .sostenerci ma non attrarci). Quindi la velocità massima possi­
verso il centro della
circonferenza. **.. bile quando camminiamo, v , si ha quando n = 0. Ponendo az = 0 la seconda
legge di Newton diventa
F = mg = -—
Quindi
= (6.7)
La velocità ma.ssima della nostra camminata è limitata da /*, la lunghezza delle
gambe, e )?, l’accelerazione di gravità. Questa formula è una buona approssima­
zione della ma.ssima velocità di camminata per un essere umano o per altri ani­
mali. Le giraffe, con le loro zampe lunghissime, possono camminare a velocità
sostenuta. Animali con le zampe molto corte, come il topo, hanno una velocità
massima di camminata co.sì bassa che raramente usano questo tipo di andatura.
6.3 Forze apparenti nel moto circolare 175

Fargli esseri umani, la lunghezza delle gambe è approssimativamente di 0.7


m, e quindi per tale valore si ottiene una v ^ 2.6 m/s 9 km/h. Anche se è
possibile camminare a questa velocità, in realtà diventa energeticamente sfa­
vorevole camminare ad una velocità superiore a 6 km/h. La maggior parte
delle persone a questa velocità compie una transizione di andatura e incomin­
cia a correre.

Un blocco legato ad una corda gira su una traiet­


P A U S A DI R IF L E S S IO N E 6.2

toria circolare orizzontale su una tavola priva di attrito. Mettere in ordine decre­
scente, dal maggiore al minore, le tensioni da a che agiscono sui blocchi da
A ad E.
A. B. C.

.3 00
r= IO cm r = 20 cm r = 20 cm r = 40 cm r = 40 cm
/ = 50 rpm / = 50 rpni / = I(K) rpm / = KXlrprn / = 200 rpm

6.3 Forze apparenti nel moto circolare


La F IG U R A 6.14 mo.stra un Rotori una giostra in cui i partecipanti girano alFin- f i g u r a 6.14 Alfinterno di un Rotor, una
terno di un largo cilindro. Le persone sono “bloccate” contro la parete interna giostra costituita da un grande cilindro
del cilindro! Come forse sai per esperienza, i partecipanti sentono una spinta in rapida rotazione.
verso Festerno, cioè verso la parete del cilindro. Ma la nostra analisi ha trovato
che un corpo in moto circolare deve avere una forza verso Linterno responsa­
bile dell’accelerazione centripeta. Come spieghiamo questa apparente contrad­
dizione?

Forza centrifuga?
Se fossimo i passeggeri di un’auto che sta curvando velocemente, ci senti­
remmo “spinti” verso l’esterno della curva da una forza misterio.sa. Ma c’è
davvero una tale forza? La f i g u r a 6.15 mostra una veduta dall’alto del nostro
viaggio in auto mentre stiamo curvando verso sinistra. Obbedendo alla prima F IG U R A 6.15 Veduta dall'alto di un
legge di Newton, siamo portati a continuare a muoverci in linea retta, quando, passeggero in un'automobile che curva.
senza essere stata provocata, la portiera sembra iniziare a curvare e a muoversi Senza la portiera,
continueremmo u
verso di noi! Sentiamo quindi la forza della portiera che ci spinge verso l’in- muoverci in avanti,
terno cioè verso il centro di curvatura. E questa la forza responsabile del nostro in linea retta.
cambio di direzione per cui anche noi .seguiamo la traiettoria curva dell’auto­
mobile. Noi non siamo “spinti” verso la portiera, è la portiera che, curvando, l-a portiera fornisce
la for/.a diretta verso
viene verso di noi e ci spinge verso l’interno. il centro che ci fa
Una “forza” che sembra spingere un corpo in moto circolare verso l’esterno muovere lungo una ^
della circonferenza è chiamata/r;/7r/ centrifuga. Ma anche se ha un nome, que­ circonferenza.

sta forza non esiste realmente. Quello che percepiamo è in realtà il nostro
corpo che cerca di muoversi avanti in linea retta (cosa che ci allontanerebbe dal \
Centro di curvatura
centro di curvatura) mentre una forza esterna agisce per farci curvare e .seguire
la traiettoria circolare. Le uniche forze reali, quelle che appaiono nei dia­
grammi di corpo libero, sono quelle che spingono verso Finterno della circon­
ferenza. Una forza centrifuga non apparirà mai in un diagram m a di corpo
libero e non sarà mai inclusa nelle leggi di Newton.
Tenendo a mente ciò, rivediamo il moto nella gio.stra della Figura 6.14. Un
osservatore esterno che guarda dall’alto vedrebbe i passeggeri muoversi in una
circonferenza con la parete del cilindro che fornisce la forza verso Finterno che
causa la loro accelerazione centripeta. I passeggeri viceversa si sentono spinti
verso l’esterno perché la loro naturale tendenza a muoversi in linea retta è
176 CAPITOLO 6 Moto circolare, orbite e gravità

FIGURA 6.16 II trenino di una montagna contrastata dalla parete del cilindro, che li continua a mantenere in moto circo
russa mentre affronta un giro della lare. Ma le sensazioni non sono forze. L’unica vera forza è quella di contatto
morte. della parete del cilindro che spinge verso Vinterno.

Peso apparente nel moto circolare


Immaginiamo di far oscillare un secchio pieno d’acqua sopra la nostra testa. So
roteiamo il secchio velocemente, l’acqua rimarrà al suo interno. Ma otter­
remmo una bella doccia se invece facessimo roteare il secchio troppo lenta­
mente. Perche l’acqua resta nel secchio? In alternativa pensiamo a un giro
della morte sulle montagne russe. Come fa il trenino a restare sui binari anche
quando è a testa in giù? Potremmo dire che c’è una forza centrifuga che trat­
tiene l’acqua nel secchio o il trenino sui binari, ma abbiamo visto che in realtà
non esiste una forza centrifuga. Cercando di rispondere a queste domande
impareremo molto sulle forze in generale e sul moto circolare in particolare.
(b) La FIGURA 6.i6a mostra il trenino su una montagna russa che sta percorrendo
In alto: Verso il un giro della morte di raggio r. Se abbiamo mai fatto un giro sulle montagne
centro della
circonferenza russe, conosciamo quella sensazione di variazione del peso mentre passiamo
" i r dalla quota massima alla quota minima. Per comprenderne il motivo, analiz­
ziamo le forze che agiscono sui passeggeri mentre percorrono la traiettoria
.... L'asse .v punta
sempre verso il circolare. Per semplificare la nostra analisi, assumeremo che la velocità del
. centro della trenino resti costante mentre si muove nella circonferenza.
circonferen/a. La FIGURA 6.i6b mostra il diagramma di corpo libero di una passeggera mentre
In basso:
è in cima e in fondo alla traiettoria circolare. Iniziamo con l’esaminare le forze
esercitate sulla passeggera mentre questa si trova alla quota più bassa della cir­
conferenza. Le sole forze che agiscono sono la sua forza peso Pc la forza nor­
Verso il centro male tì del sedile che la spinge verso l’alto. Ricordiamo dalla mhsezione 5.3 che
della
circonferenza non sentiamo la forza peso. La forza che sentiamo, cioè il nostro peso apparente,
è il valore della forza di contatto che ci .sostiene. Qui il sedile .sta sostenendo la
passeggera con la forza normale /ì, quindi il suo peso apparente è = n. Sulla
base delle nostre conoscenze del moto circolare, possiamo dire che:
■ La pas.seggera si sta muovendo lungo una circonferenza, quindi deve e.s.serci
una forza risultante diretta verso il centro della circonferenza, in questo caso
diretta sopra la sua testa, responsabile dell’accelerazione centripeta.
■ La forza risultante punta verso l’alto, quindi siamo nel ca.so in cui n > P.
■ 11 suo peso apparente è P^^^ = n, quindi il suo peso apparente è maggiore del
suo peso reale (P^^^ > vv). Perciò la passeggera si “.sentirà pesante” quando
si trova nella parte più bassa della circonferenza.
La situazione è la stessa di quella dell'auto che viaggia attraverso un avval­
lamento vista nel l’Esempio concettuale 6.4. Per analizzare la situazione quan­
titativamente, applicheremo i passi indicati nella Strategia di ri.soluzione dei
problemi 6.1. Come sempre, scegliamo l’as.se .v in modo che punti verso il
centro della circonferenza cioè, nel nostro caso, verticalmente verso l’alto.
Applicando la .seconda legge di Newton si ha
niv^
S - ».x + Px - II - P - ——
Quando il "sotto" si trova in alto bK)
Possiamo dire, anche ad occhi chiusi, qual Da questa equazione, il peso apparente della pas.seggera è
è la direzione verso il basso. Ci sono degli mv^
P.pp = n = P + (6.8)
organi nell’interno del nostro orecchio che
contengono piccoli cristalli di carbonato 11 suo peso apparente alla quota minima della traiettoria circolare è maggiore
di calcio, chiamati otoliii. Questi cristalli del suo peso reale P, che concorda con la nostra esperienza quando affron­
sono sorretti da una membrana sensibile. Il
nostro cervello interpreta il “sotto” come tiamo un avvallamento.
l’opposto della direzione della forza normale Ora consideriamo il trenino sulla montagna russa quando si trova all’apice
della membrana sugli otoliti. Nel punto più della traiettoria. L’analisi è un po’ più difficile in que.sto caso. Come mostra la
alto di un giro circolare su una montagna Figura 6 .16b, mentre la forza normale del sedile spinge verso l’alto la pas.seg-
russa, quando siamo capovolti, questa forza gera quando questa si trova in fondo alla circonferenza, ora spinge verso il
normale è diretta verso il basso, quindi
l’interno del nostro orecchio ci dice che il basso quando lei si trova in alto e il sedile è sopra di lei. Vale la pena osservare
“sotto”’ è in alto. Siamo a testa in giù, ma con attenzione questo diagramma per es.sere sicuri di comprendere ciò che ci
non lo percepiamo. sta mostrando.
La passeggera sta ancora muovendosi lungo una circonferenza, quindi deve
esistere una forza risultante diretta verso il basso, cioè verso il centro della
circonferenza, che le fornisce Taccelerazione centripeta necessaria. Come
sempre, definiamo Tasse x rivolto verso il centro della circonferenza, quindi in
tal caso Tasse x punta verticalmente verso il basso. Applicando la .seconda
legge di Newton si ha
niv

Notiamo che
Un mondo in rapida rotazione BK)
è ora jwsitivo perché Tasse .v è diretto verso il basso. Dall’e­ Saturno è un pianeta gigante gassoso
quazione precedente possiamo determinare il pe.so apparente della passeggera: composto principalmente da materia fluida,
mv _ /> ed ha dimensioni molto maggiori della
(f)-9) Terra. Inoltre ruota molto più velocemente,
^ app
r
Se V è sufficientemente grande, il suo pe.so apparente può superare il pe.so completando una rotazione in piK'o meno
reale, proprio come succedeva quando era al fondo del tracciato. Notiamo tut­ di 11 ore. La rapida rotazione diminuisce
il peso apparente alTequatore abbastanza
tavia che il peso apparente al culmine della traiettoria è .sempre minore di da distorceme la superfìcie fluida. Notiamo
quello alla quota minima. che il pianeta non è rotondo, come mostra
Ma vediamo cosa accadrebbe se la carrozza andasse più lentamente. il cerchio rosso .sovrapposto. Il diametro del
Notiamo dall’Equazione 6.9 che, poiché v diminui.sce, dev’es.serci un valore pianeta alTequatore è maggiore del diametro
ai poli di circa TI 1%.
per il quale m\^/r = P e la forza normale n diventa nulla. A questa velocità, il
sedile non sta affatto spingendo contro la pas.seggera! Tuttavia, la passeggera
riesce a completare il giro della circonferenza perché la sua forza pe.so, da sola,
è in grado di fornire la sufficiente accelerazione centripeta.
La velocità per cui si ha n = Oè chiamata velocità critica Affinché n sia
zero dobbiamo avere m vV r = P, quindi la velocità critica è

(6,10,
yj m V
Cosa accade quando la velocità è minore della velocità critica? In questo ca.so
(v^ < v )’ ì’E9 *^*‘tzione 6.9 dà un valore negativo per n. Per la natura del vincolo
costituito dal sedile, un valore negativo di n è fisicamente impossibile. Il sedile
può spingere la pas.seggera {n > 0), ma non può tirarla quando è sopra di lei,
pertanto la minore velocità possibile si ha quando n = 0 al culmine della traiet­
toria. Quindi, la velocità critica è la più bassa velocità a cui il trenino è in
grado di completare il giro della morte. Se v < v., la passeggera non può fare
il giro completo ma, invece, cadrà dalla carrozza iniziando un moto di caduta
libera! (Questo è il motivo per cui si deve e.s.sere sempre legati quando si fa un
giro sulle montagne rus.se.)
Per lo stes.so motivo l’acqua resta nel .secchio in rotazione sopra alla nostra
testa. 11 fondo del .secchio spinge contro l’acqua e fornisce la spinta verso Tin­
terno che causa il moto circolare. Se ruotiamo il secchio troppo lentamente, la
forza del fondo del .secchio sulTacqua diventa nulla. A quel punto, l’acqua
la.scia il secchio e diventa un grave che segue una traiettoria parabolica sopra
la nostra testa!

ESEMPIO 6.9 Qual è la velocità minima a cui possiamo andare?


Un motociclista nel­ IMPOSTAZIONE La descrizione visiva per questo problema è
la Gabbia della Mor­ riportata nella FIGURA 6.17. In cima alla circonferenza, la forza
te, qui raffigurata. normale della gabbia sulle ruote è una forza diretta ver.so il
gira all’interno di FIGURA 6.17 Un giro della morte in una gabbia sferica
una sfera metallica detta Gabbia della Morte.
con raggio di 2.2 m
compiendo traietto­ T>atù
r ^
rie circolari verti­
cali. Per mantenere
il controllo della IklCCCjlÙta
motocicletta, il gui­ VL.-
datore vuole che la forza normale esercitata dalla gabbia sulle
sue ruote, mentre è al culmine della circonferenza, eguagli o
superi il peso combinato suo e della moto. Qual è la velocità
minima a cui il motociclista può percorrere il giro?
Continua
1/» CAPITOLO 6 Moto circolare, orbite e gravità

basso. In accordo con la Strategia di risoluzione dei problemi Risolvendo per la velocità, troviamo
6.1, abbiamo scelto l’asse x che punta verso il centro della cir­
conferenza. '^min ~ = \/2(9.8 m/s^)(2.2 m) = 6.6 m/s
SOLUZIONE Consideriamo le forze al culmine della traietto­ VERIFICA La velocità minima è « 24 km/h, una velocità non
ria. Applicando la .seconda legge di Newton, con l’asse x che troppo elevata, facilmente raggiungibile dalla motocicletta.
punta verso il basso, si ha Spesso diverse motociclette sono dentro la gabbia allo stesso
mv>.2 tempo. La sfida maggiore è quella di mantenere i motociclisti
^ F ,= F + n = nella gabbia in sincronia mentre mantengono questa velocità.
Il periodo per il moto circolare a questa velocità è T = 2;rr/v
La minima velocità accettabile si ha quando n = P\ quindi 2 s, un intervallo di tempo che lascia poco spazio per gli errori!

-,n =
2P _ o2mg = -------

C entrifughe BK)
La centrifuga è un'importante applicazione biologica del moto circolare, ed è
usata per separare le componenti di un liquido che hanno diverse densità. Tipi­
camente, ci sono diversi tipi di cellule, o diverse componenti di cellule sospe.se
in acqua. Una piccola particella .sospesa in acqua si depositerà sul fondo. Tut­
tavia, il moto verso il basso dovuto alla forza di gravità per corpi estremamente
piccoli come le cellule è lento e può essere necessario aspettare giorni o per­
FIGURA 6.18 Funzionamento di una fino mesi prima che le cellule si depositino. Non è pratico attendere che un
centrifuga campione biologico si .separi solo a causa della gravità.
L'alta accclcra/ionc coiitritiiga richiede La separazione potrebbe essere ottenuta più velocemente se la forza di gra­
una forza normale mollo intensa, vità potes.se essere aumentata. Sebbene noi non possiamo cambiare la gravità,
che porta ad un grande peso apparente. possiamo aumentare il peso apparente dei corpi nel campione semplicemente
facendoli ruotare molto velocemente, e questa è la funzione della centrifuga
schematizzata nella f i g u r a e.is. La centrifuga produce uiTaccelerazione cen­
tripeta che è migliaia di volte maggiore delPaccelerazione di gravità. Siccome
la centrifuga aumenta effettivamente la gravità di migliaia di volte il suo valore
normale, le cellule o le componenti di cellule si separano nel giro di alcuni
minuti o di alcune ore.

ESEMPIO 6.10 Funzionam ento dì un'ultracentrifuga


Un’ultracentrifuga del diametro di 18 cm produce un’accelerazione centripeta stra­
ordinariamente grande che raggiunge il valore di 250 000 g, dove g è l’accelerazione
di gravità. Qual è la sua frequenza di rotazione in rpm? Qual è il peso apparente di
un campione di massa pari a 0.0030 kg?
IMPOSTAZIONE L’accelerazione in unità SI è
a = 250 000(9.80 m/s^) = 2.45-10^’ m/s^
11 raggio è la metà del diametro, cioè r = 9.0 cm = ().090 m.
SOLUZIONE Possiamo riscrivere l’Equazione 6.5 per calcolare la frequenza nota
l’accelerazione centripeta:
. 830gi,i/s
27tV r 277 V 0.090 m
Convertendo in rpm, troviamo
giri 60 s
830 — X ---- -- = 50 000 rpm
s 1 min
L’accelerazione è così alta che qualsiasi forza è tra.scurabile rispetto alla forza che
genera Taccelerazione centripeta. La forza risultante è quindi semplicemente uguale
Centrìfuga umana B IOSe ruotiamo alla forza esercitata verso Linterno, che è inoltre il peso apparente del campione:
velocemente le braccia in cerchi verticali,
il moto produrrà lo stesso effetto di una ^.pp = ^.oc = kg)(2.45 • 10" nVs^) = 7.4 • 10' N
centrifuga. Il fiusso del sangue nelle arterie
verso Lestcrno verrà favorito, mentre il Il campione di 3 grammi ha un peso effettivo equivalente ad una massa di 750 kg!
flusso del sangue nelle vene verso l'interno VERIFICA Poiché l’accelerazione è 250 000 g, il peso apparente è 250 000 volte
sarà ostacolato. Ci sarà quindi un accumulo il peso reale. Ciò ha senso, come lo ha il fatto che abbiamo ottenuto una frequenza
di sangue nelle mani che vedremo (e molto alta, che è necessaria per dare una così grande accelerazione.
sentiremo) piuttosto facilmente.
PAUSA DI RIFLESSIONE 6.3 U n’a uto­
mobile sta passando per la sommità di
una collina a velocità costante v. In que­
sto instante.
A. n > P.
B. n< P.
C. n = P.
D. Non possiamo dire nulla di
n senza conoscere v.

6.4 Orbite circolari e assenza di peso


La Stazione Spaziale Internazionale orbita attorno alla Terra in una traiettoria
circolare ad una velocità di oltre 27 000 km/h. Quali forze agiscono su di essa?
Perché si muove su una traiettoria circolare? Prima di iniziare ad analizzare la
fisica del moto orbitale, ritorniamo, per un momento, al moto del proiettile. II
moto del proiettile si ha quando la sola forza che agisce su un corpo è la gra­
vità. La nostra analisi del moto si basa suH’implicita assunzione che la Terra
sia piatta e che l’accelerazione di gravità, dovuta alla forza di gravità, sia
diretta ovunque verticalmente verso il basso. Questa è un’approssimazione
accettabile per un proiettile che ha un raggio d’azione limitato, come una palla
da baseball o una palla di cannone, ma se ci allontaniamo troppo dalla super-
fice terrestre non possiamo più ignorare la curvatura della Terra.

Moto orbitale
La FIGURA 6.19 mostra un pianeta perfettamente liscio, sferico, privo di atmo­ FIGURA 6.19 Proiettili lanciati a velocità
sfera, con una torre verticale di altezza li. Un proiettile è lanciato da questa crescenti da un'altezza h su un pianeta
torre con una velocità iniziale parallela al suolo. Se v. è molto piccola, come liscio e privo di atmosfera.
nella traiettoria A, l’approssimazione della “Terra piatta” è valida ed il pro­ A Moto del proiettile
blema è identico aH’Esempio 3.11 in cui un cane salta un dislivello. Il proiettile B II suolo si sta
semplicemente cade al suolo seguendo una traiettoria parabolica. curvando sotto
Se la velocità iniziale aumenta, per il proiettile è come se il suolo si incur­ al proiettile.
vasse sotto di esso. Sta ancora cadendo per l’intera durata del tempo di volo,
avvicinandosi sempre più al suolo, ma la distanza percorsa dal proiettile prima
di raggiungere finalmente il suolo, cioè la sua gittata, aumenta perché il proiet­
tile deve “compensare” l’effetto associato al suolo che si sta curvando allonta­
D Questo proiettile “cade”
nandosi da esso. Le traiettorie B e C sono di questo tipo. per tutto il percorso
Se la velocità di lancio v. è sufficientemente grande, ci sarà un valore per il perché la curvatura della
quale la curva della traiettoria e la curva della Terra sono parallele. In questo sua traiettoria combacia
con quella del pianeta.
caso, il proiettile “cadrà” ma non si avvicinerà mai al suolo! Questa è la situa­
zione della traiettoria D. 11 proiettile ritorna al punto da cui era stato lanciato,
alla stessa velocità a cui era stato lanciato, percorrendo una traiettoria chiusa.
Questa traiettoria chiusa attorno a un pianeta o a una stella è chiamata orbita.
Il punto più importante di questa analisi qualitativa è che, in assenza della
resistenza dell’aria, un proiettile orbitante è in caduta libera. Può sembrare
un’idea strana, ma il fenomeno merita una ritlessione. Un proiettile orbitante
non è realmente differente da una palla da baseball lanciata da un giocatore o
da un cane che salta un dislivello. La sola forza in azione è quella di gravità,
ma la sua velocità tangenziale è così elevata che la curvatura della sua traietto­
ria combacia con quella della Terra. Quando ciò avviene, il proiettile “cade”
sotto rinlluenza della gravità ma non si avvicina mai alla superficie che curva
sotto di es.so.
Quando abbiamo studiato per la prima volta la caduta libera nel Capitolo 2,
abbiamo detto che l’accelerazione in caduta libera è .sempre diretta vertical­
mente verso il basso. Come si vede nella f i g u r a 6 .2 0 , “verso il basso” significa
realmente “verso il centro della Terra.” Per un proiettile in orbita, la direzione
della forza di gravità cambia, ma punta sempre verso il centro della Terra.
180 CAPITOLO 6 Moto circolare, orbite e gravità

FIGURA 6.20 La forza di gravità è sempre diretta verso il centro della Terra.

(c )

Proiettile

Per un proiettile in orbita, poiché il proiettile


si muove attorno alla Terra, la direzione della
forza di graviti! cambia continuamente,
diretta verticalmente verso il basso. verso il centro della lerra. puntando sempre verso il centro della Terra.

Come abbiamo imparato, ima forza di modulo costante che punta sempre
verso il centro di una circonferenza, produce Taccelerazione centripeta del
moto circolare uniforme. Poiché la .sola forza che agisce su un proiettile orbi­
tante, come mostrato nella Figura 6.20, è la gravità, e poiché stiamo assu­
mendo che il proiettile sia molto vicino alla superficie della Terra, possiamo
scrivere
Fris P mg
./ = — = - = = (6.11)
m m m
Un corpo che si muove lungo una circonferenza di raggio r ad una velocità
avrà questa accelerazione centripeta .se
(Vorb)^ ( 6 . 12)
a= =g
Cioè, se un corpo si imiove parallelamente alla superficie con velocità

(6.13)
Vb =
allora Paccelerazione di caduta libera forni.sce esattamente Paccelerazione
centripeta necessaria per urPorbita circolare di raggio r. Un corpo con qualsiasi
altra velocità non seguirà un’orbita circolare.
Il raggio della Terra è /*= R.^ = 6.37 • 10^’ m. La velocità orbitale di un proi­
ettile che sta sfiorando la superficie tenestre, supposta liscia e senza atmosfera, è
»'„rb = = V (9.8() m/s2)(6.37 X lO'’ m) = 7900 m/s « 28 400 km/h

Possiamo usare per calcolare il periodo del satellite in orbita:

T = ^ ^ ' - = 2tt (6.14)


8
» '„ rb V

Per questa orbita che sfiora la Terra, T = 5065 s = 84.4 min.


Naturalmente, un vero satellite deve orbitare ad una certa altezza sopra la
superficie terrestre per es.sere al di sopra delle montagne e degli alberi, e
soprattutto sopra la maggior parte dell’atmosfera, in modo da ridurre la resi­
stenza dell’aria. La maggior parte delle persone si immagina che la Stazione
Spaziale Internazionale orbiti molto distante dalla superficie terrestre, ma in
realtà la sua altezza media è poco più di 330 km, cioè un valore per r che è solo
del 5% maggiore del raggio della Terra, quindi non troppo lontano dallo sfio­
rare la superficie. Per questo valore di /*, l’Equazione 6.14 dà T = 87 min.
Infatti la Stazione Spaziale Internazionale orbita con un periodo di circa 90
min, girando attorno alla Terra più di 15 volte al giorno.

A ssenza di peso in orbita


Quando abbiamo discusso l’assenza di peso nella s e z i o n e 5.3, abbiamo visto
che avviene durante la caduta libera. Ci siamo chiesti se gli astronauti e la loro
Peso apparente pari a zero nello spazio. astronave fossero in caduta libera. Ora siamo in grado di dare una risposta
6.4 Orbite circolari e assenza di peso 181

affermativa: essi sono davvero in caduta libera. Stanno cadendo continuamente


verso la Terra, sotto l’influenza della sola forza gravitazionale, ma non si avvi­
cinano mai al suolo perché la superficie della Terra curva sotto di loro. L’as­
senza di peso nello spazio non è differente dalPassenza di pe.so in un a.scensore
in caduta libera. L’assenza di peso non è un’assenza di peso in sé e non si
verifica per assenza di gravità. L’astronauta, l’astronave, e ogni cosa in essa
sono “in assenza di peso” (cioè il loro peso apparente è zero) perché sono lutti
in caduta libera assieme. Sappiamo che l’accelerazione di gravità non dipende
dalla mas.sa, quindi l’astronauta e l’astronave seguiranno la stessa orbita.
Stazioni spaziali rotanti BIO L'assenza
L’orbita della Luna di peso che gli astronauti sperimentano in
La Luna si muove in un’orbita attorno alla Terra che è approssimativamente orbita ha serie conseguenze psicologiche.
Gli astronauti che trascorrono mollo tempo
circolare. La forza che mantiene la Luna nella sua orbita, cioè che fornisce la in ambienti in assenza di peso perdono
necessaria accelerazione centripeta, è l’attrazione gravitazionale della Terra. massa mu.scolare e ossea e subiscono altri
La Luna, come tutti i satelliti, sta semplicemente “cadendo” attorno alla Terra. effetti negativi. Una soluzione per eliminare
Ma se usiamo la distanza della Luna, r = 3.84-10^ m, nell’Equazione 6.14 per questi effetti negativi è quella di introdurre
predire il periodo orbitale della Luna, otteniamo un periodo di circa 11 ore. una “gravità artificiale”. Su una stazione
spaziale, il modo più semplice per farlo è
Questo risultato è chiaramente sbagliato, sappiamo infatti che il periodo orbi­
quello di far ruotare la stazione, prcxlucendo
tale della Luna è di circa un mese. Che cosa abbiamo sbagliato? un pe.so apparente. 1di.segnatori di questo
Nel l’usare l’Equazione 6.14, abbiamo assunto che l’accelerazione di gravità modello di stazione spaziale, usato per il
^ sia la .stessa alla distanza della Luna come vicino o sulla superficie terrestre. film 2001: Odissea nello spazio, l’hanno
Ma .se la gravità è la forza con cui la Terra attrae un corpo, .sembra plausibile fatta ruotare proprio per questo motivo.
che l’intensità di questa forza, e quindi il valore di diminuisca con Taumen-
tare della distanza dalla Terra. In effetti, la forza di gravità diminui.sce con la
distanza, in un modo che esploreremo nella prossima .sezione.

PAUSA DI RIFLESSIONE 6.4 Un satellite è in un’orbita terrestre bassa. Quale


dei seguenti cambiamenti aumenterebbe il periodo orbitale?
A. Aumento della massa del satellite.
B. Aumento dell’altezza del satellite rispetto alla superficie.
C. Aumento del valore di

6.5 Legge dì gravitazione universale


di Newton
Le nostre attuali cono.scenze sulla forza di gravità cominciano con Isaac New­
ton. L’immagine popolare di Newton che ha l’intuizione decisiva sulla gravità
dopo che una mela gli cadde sulla testa è prossima alla verità: Newton stesso
dis.se che la “nozione della gravitazione” gli venne in mente mentre “.sedeva in
contemplazione” e “fu determinata dalla caduta di una mela”.
L’importante intuizione che venne a Newton è questa: la gravità è una forza
universale a cui sono soggetti tutti i corpi nelTuniverso. La forza che causa la
caduta di una mela è la stessa forza che mantiene in orbita la Luna. Questa è
un’idea ampiamente accettata oggi, ma a quel tempo era un’idea rivoluziona­
ria, e c’erano dettagli importanti che Newton ha dovuto capire, in particolare,
il modo in cui la forza varia con la distanza.

La gravità obbedisce ad una legge di proporzionalità


quadratica inversa
Newton propose che ogni corpo nell’universo attrae ogni altro corpo con una
forza che ha le .seguenti proprietà:
1. La forza è inversamente proporzionale al quadrato della distanza tra i
corpi.
2. La forza è direttamente proporzionale al prodotto delle mas.se dei due
corpi.
FIGURA 6.21 Le forze gravitazionali sulle La f ig u r a 6.21 mostra due corpi sferici con masse ni^ e ad una di.stanza /
masse e m^. Ogni corpo esercita una forza di attrazione suiraltro, una forza che chiameremo
forza gravitazionale. Queste due forze fonnano una coppia di azionc/reazionc.
quindi F) *^^,20 uguale in modulo e direzione e opposta in verso a ^ 2 ^111- il modulo
delle forze è dato dalla legge di gravitazione universale di Newton.

Le gge di gravitazione universale di N e w ton Se due corpi di massa ///,


e sono a distanza r tra loro, ogni corpo esercita una forza attrattiva verso
l’altro di modulo f
Gm\nh
F| su 2 “ F2 su I “ ^ ~2 ~
Le forze sono dirette lungo la linea che congiunge i due corpi.
(h-15)
li:,
QU/IORATICA
INVERSA
La costante G è chiamata costante gravitazionale. Nel Si­
stema Internazionale (SI) il suo valore è
G = 6.67 • 10 “ N • ni“/kg2

EESI3 ►Parlando in senso stretto, la legge di gravitazione di Newton si ap­


plica a corpi puntiformi di massa e Si può dimostrare che la legge si
applica anche alla forza tra due corpi sferici se re la distanza tra i loro centri. <
Airaumentare della distanza r tra i due corpi, la forza gravitazionale tra loro
diminui.sce. Poiché la distanza appare al quadrato al denominatore, la legge di
gravità di Newton è quella che chiamiamo una legge di proporzionalità qua­
dratica inversa. Raddoppiando la distanza tra le due masse, la forza tra loro
diminuisce di un fattore 4. Incontreremo ancora questa relazione matematica nel
.seguito del libro, quindi merita di essere approfondita in maggiore dettaglio.

IL Relazioni di proporzionalità quadratica inversa

Due quantità hanno una relazione di proporzionalità ^...... Quando .v è dimc/zato, y


quadratica inversa se>^è inversamente proporzionale al aumenta di un l'attore 4.
quadrato di x. Possiamo scrivere la relazione matema­
.Quando.rè I, y è / t .
tica come
A
Quando x e raddoppiato,
y è ridotto di un fattore 4
y è inversamente proporzionale a -V“ (2 al quadrato).
X

Nella formula A è una costante. Questa relazione è a


volte scritta come y oc \/x^. RAPPORTI Per qualsiasi coppia di valori di a*, a , e a ^, ab­
FATTORE DI SCALA Come mostrato nel grafico, la varia­
biamo
A A
zione con l’inverso del quadrato significa, per esempio: .Vi = — e y2 = —
xf xf
■ Se raddoppiamo A', diminuiamo y di un fattore 4. Dividendo 'equazione in y, per l'equazione in y,, tro-
viamo
■ Se dimezziamo a , aumentiamo y di un fattore 4. A/x{ A X2 __ X2
■ Se aumentiamo x di un fattore 3, diminuiamo y di un fattore 9.
>^2 ' A /xi
\2 X\ A X\
■ Se diminuiamo x di un fattore 3, aumentiamo y di un fattore 9.
Cioè, il rapporto dei valori di y è l’inverso del rapporto
Generalmente, se jc aum enta di un fattore C ,y dim inu­ dei quadrati dei corrispondenti valori di a .
isce di un fattore Se x diminuisce di un fattore C, y LIMITI Al crescere di a , y diventa molto piccolo; al tende­
aumenta di un fattore C‘. re di a a zero, y diventa molto grande.

ESEMPIO CONCETTUALE 6.11 Forza gravitazionale tra due sfere


La forza gravitazionale tra due sfere giganti di piombo è 0.010 N all’inverso del quadrato della distanza. La forza alimenta di
quando i centri delle sfere sono distanti 20 m. Qual è la distanza un fattore (0.160 N)/(0.010 N)=16, quindi la distanza deve
tra i loro centri quando la forza gravitazionale tra loro è 0.160 N? diminuire di un fattore VTó = 4. La distanza è quindi (20
SPIEGAZIONE Possiamo risolvere questo problema senza m)/4 = 5.0 m.
conoscere le masse delle due sfere. La chiave è di considerare VERIFICA Questo tipo di approccio chiamato ragionamento
il rapporto tra forze e distanze. La gravità è una relazione di proporzionale è un ottimo modo di arrivare velocemente alla
proporzionalità quadratica inversa; la forza è proporzionale soluzione del problema.
6.5 Legge di gravitazione universale di Newton 183

ESE M P IO 6.12 Forza gravitazionale tra due persone


Sei seduto nella tua classe durante la lezione di fisica vicino ad
G z/I juA/I studente
un altro studente che dista da te 0.60 m. Calcola il valore della (tu) su (studente)
forza gravitazionale tra voi due. Assumi che entrambi abbiate
(6.67 X 10"“ N • m2/kg2)(65 kg)(65 kg)
una massa di 65 kg.
IMPOSTAZIONE Rappresenteremo ciascuno di voi come se
(0.60 m f
= 7.8X 10"^ N
fosse una sfera. Questo non è un modello particolarmente buono,
ma sarà sufiìciente per poter fare la nostra stima. Considereremo VERIFICA La forza è piuttosto piccola, approssimativamente
il valore di 0.60 m come la distanza tra i centri delle sfere. il peso di un capello. Ciò sembra ragionevole perché normal­
SOLUZIONE Lii forza gravitazionale è data dalLEquazione 6.15: mente non sentiamo questa forza attrattiva!

C’c una forza gravitazionale tra tutti i corpi nelTuniverso, ma la forza gra­
vitazionale tra due oggetti di dimensioni ordinarie è estremamente piccola.
Solo quando una massa è eccezionalmente grande (o lo .sono entrambe le
masse) la forza gravitazionale diventa importante. La forza verso il basso eser­
citata dalla Terra su di noi, il nostro peso, è grande perché la Terra ha una
massa enorme. E Tattrazione è reciproca: dalla terza legge di Newton ci aspet­
tiamo una forza verso Paltò uguale al nostro peso. La grande massa della Terra
rende reffetto di questa forza sulla Terra trascurabile.

Forza gravitazionale della Terra su una persona


Quanto vale la forza gravitazionale della Terra su una persona GMym
di 60 kg? La Terra ha una massa di 5.98 • 10’“*kg e un raggio di ^ terra su persona "
~Kf
6.37- 10" m. (6.67 X 10^" N • X I0‘’*kg)(60 kg)
IMPOSTAZIONE Useremo ancora come modello di una per­ (6.37X l()'’m)2
sona una sfera. La distanza r nella legge di gravitazione uni­ = 590N
versale di Newton è la distanza tra i centri delle due sfere. Le VERIFICA Questa forza è esattamente la stessa che avremmo
dimensioni della persona sono trascurabili rispetto a quelle calcolato usando la formula per la forza peso, P = ni}^. Questo
della Terra, quindi possiamo usare il raggio della Terra come r. risultato non è sorprendente in quanto nel Capitolo 5 abbiamo
SOLUZIONE La forza di gravità su una persona dovuta alla introdotto il peso di un corpo semplicemente come la “forza
Terra può essere calcolata usando TEquazione 6.15: di gravità” che agisce su di esso. La legge di gravitazione uni­
versale di Newton è una legge più generale per il calcolo della
forza di gravità, ma è ancora la stessa forza che in precedenza
abbiamo chiamato “forza peso”.

EEIH ►U.seremo le lettere maiu.scole R q M per indicare rispettivamente il


raggio e la massa di una stella o di un pianeta, come abbiamo fatto nelLE-
sempio 6.13. ^

La gravità su altri mondi


La forza di attrazione gravitazionale tra noi e la Terra è la responsabile del
nostro pe.so. Se viaggiassimo su un altro pianeta, la nostra massa resterebbe la
stessa ma il nostro peso cambierebbe, come discusso nel Capitolo 5. Infatti,
quando gli astronauti si sono avventurati sulla Luna, le immagini televisive li
mostravano camminare, e perfino saltellare, con facilità anche .se indossavano Gravità variabile Quando calcoliamo la
pesanti tute con massa superiore agli 80 kg che gli fornivano il supporto vitale.
forza di gravità sulla Terra, assumiamo che
la fonila della Terra sia regolare e la sua
Quelle immagini ci ricordano che il peso dei corpi è inferiore sulla Luna. Con­
sideriamo perché ciò avviene. composizione sia uniforme. In realtà non
uniformità di densità e altri fattori creano
La FIGURA 6.22 mostra un astronauta sulla Luna che pesa una roccia di massa
piccole variazioni della forza di gravità sulla
m. Quando calcoliamo il peso di un corpo sulla superficie della Terra, usiamosuperficie terrestre, come mostrato in questa
la formula P = Possiamo fare lo stesso calcolo per un corpo sulla Luna, a
immagine. Le zone rosse rappresentano aree
patto di usare il valore corretto di ^ per la Luna: della superficie dove la gravità è maggiore,
mentre, nelle aree blu la gravità è lievemente
P = mg. (6.16) più debole. Queste variazioni .sono molto
importanti per gli scienziati che studiano la
Quest’analisi usa un approccio con la prospettiva della “j? minuscola”, cioè Terra, ma sono sufficientemente piccole da
usando il valore dell’accelerazione di gravità. Esperimenti sulla caduta dei essere trascurabili nei calcoli che facciamo
corpi sulla Luna darebbero un valore di pari a 1.62 m/s^. in questo testo.
FIGURA 6.22Un astronauta che pesa Possiamo anche considerare il problema dalla prospettiva della “G maiii
una massa sulla Luna. scola”, cioè usando la legge di gravitazione universale. 11 peso delle roccia c
Prospettiva della minuscola": dovuto alPattrazione gravitazionale della Luna, e possiamo calcolare questo
= '«.tv'l.una peso usando l’Equazione 6.15. La distanza r è il raggio della Luna, che ora
chiameremo R,Lu n a . Quindi
^

^^Luna
Luna .su m (6.17)
/f|.una
Poiché le Equazioni 6.16 e 6.17 rappresentano due nomi e due espressioni per
la stessa forza, possiamo eguagliarle per trovare che

^ Luna
R^ Luna
Prospettiva della “(/ maiuscola" Abbiamo fatto questo calcolo per un corpo sulla Luna, ma il risultato otte­
nuto è completamente generalizzabile. Sulla superficie di un pianeta (o di una
^ I *.
stella), l’accelerazione di gravità g può essere calcolata come

^^Pianeta l FlW
^Pianeta
(6.18)
R^ Pianeta pt35 _
" R
Accelerazione di gravità sulla superficie di un pianeta PROPORZIONALE QUADRATICA
INVERSA

Se usiamo i valori relativi alla massa e al raggio della Luna, possiamo calcolare
gj^una ~ ^ m/s^. Questo significa che un corpo pesa meno sulla Luna di quanto
non pesi sulla Terra, dove g è mediamente 9.80 m/s^. Un astronauta di 70 kg
che indossa una tuta spaziale di 80 kg peserebbe circa 1470 N sulla Terra ma
solamente 243 N sulla Luna.
L’Equazione 6.18 permette di calcolare g sulla superficie di un pianeta. Più
in generale, immaginiamo un corpo posto a distanza /* > R dal centro di un
pianeta. La sua accelerazione in caduta libera a questa distanza è

g=— (619)
r
Questo risultato più generale è in accordo con l’Equazione 6.18 se r = R, ma ci
Camminando sulla Luna Abbiamo
visto che la velocità massima a cui possiamo permette di determinare l’accelerazione di gravità “locale” a distanze r > R.
camminare dipende dalla lunghezza delle L’Equazione 6.19 esprime l’idea di Newton che il valore di g deve decre.scere
gambe e dal valore di g. La bassa gravità man mano che ci allontaniamo dalla Terra.
lunare rende il camminare molto facile ma Se voliamo su un aereo a reazione ad un’altezza di circa 10 km, l’accelera­
lo rende anche molto lento. La velocità
zione di gravità è circa 0.3% inferiore a quella al suolo. All’altezza della Sta­
massima di camminata sulla Luna è circa 1
m/s. Camminare ad una velocità ragionevole zione Spaziale Intemazionale, circa 330 km, l’Equazione 6.19 indica un valore
era molto difficile per gli astronauti di g = 8.9 m/s^, circa il 10% inferiore all’accelerazione di gravità sulla superfi­
deir Apollo, ma il peso ridotto rendeva cie della Terra. Se usassimo questo valore di g lievemente inferiore nell’Equa­
molto più facili i .salti. 1video ripre.si sulla zione 6.14 per determinare il periodo orbitale del satellite, otterremmo il corretto
superficie della Luna spesso mostravano periodo di circa 90 minuti. Questo valore di g, solo lievemente inferiore a quello
gli astronauti spostarsi da una zona a
un’altra facendo piccoli .saltelli, non per al livello del suolo, enfatizza il fatto che un corpo in orbita non è “privo di peso”
divertimento, ma per velocità ed efficienza. a causa dell’assenza di gravità, ma piuttosto perché è in caduta libera.

ESEMPIO 6.14 In orbita attorno a D e im os


Marte ha due lune, entrambe più piccole della Luna terrestre. Il Partendo da que.sto risultato, possiamo usare l’Equazione 6.13
più piccolo di questi due corpi, Deimos, non è molto sferico, per calcolare la velocità orbitale:
ma per i nostri scopi può essere rappresentato come una sfera
di raggio 6.3 km. La sua massa è 1.8* 10'^ kg. A quale velocità Vorb = V g r = V(0.0030 m/s*)(6.3 X lO’ m)
si muoverebbe un proiettile in un’orbita bassa attorno a Dei­ = 4.3 m/s » 15.5 km/h
mos? VERIFICA Questa è una velocità piuttosto bassa. Con un buon
salto, un astronauta potrebbe facilmente lanciarsi in orbita
SOLUZIONE L’accelerazione di gravità sulla superficie di Dei­
attorno a Deimos!
mos è piccola:
_ G^Peimos
^fDcimo.s
^Deimos
(6.67 X 10‘ ” N •m^/kg^)(1.8 X lO” kg)
(6.3 X 10-’ m)^
= 0.0030 m/s^
PAUSA DI RIFLESSIONE 6.5 Ordina, dalla maggiore alla minore, le accelera­
zioni di caduta libera sulla superficie dei seguenti pianeti.

A. B.

6.6 Gravità e orbite


I pianeti del sistema solare orbitano attorno al Sole perché la forza gravitazio­
nale del Sole, una forza che punta verso il centro, è la causa delPaccelerazione
centripeta del moto circolare. Mercurio, il pianeta più vicino al Sole, è soggetto
alla maggiore accelerazione, mentre Nettuno, il pianeta più distante, a quella
più piccola.
La FIGURA 6.23 lìiostra un grosso corpo di massa M, come la Terra o il Sole,
con un corpo di massa ni molto più piccola che orbita attorno ad esso. Il corpo FIGURA 6.23 li m oto Orbitale di un
più piccolo è chiamato un satellite, anche .se può es.sere un pianeta che orbita satellite è dovu to alla forza di gravità.
attorno ad una stella. La seconda legge di Newton ci dice che f' =/;/r/, dove
^ vsum^ la forza gravitazionale del corpo maggiore sul satellite c a è Laccelera- il satellite deve avere la
zione del satellite. F,Msum^ data dalLEquazione 6.15, e, poiché si muove su velocità “s/cMIr per restare
in un’orbita circolare di raggio r.
un'orbita circolare 'accelerazione del satellite è la sua accelerazione centri-
pcta, mvVr. Quindi dalla seconda legge di Newton si ottiene
GMm niv
su ni = ma = ( 6.20)
r r
Ri.solvendola per v, troviamo che la veUx:ità del satellite in un’orbita circolare è

GM
V= ( 6.21)

Velocità di un satellite in un’orbita circolare di raggio r attorno


a una stella o a un pianeta di massa M

Un satellite deve avere questa specifica velocità per mantenersi in un’orbita


circolare di raggio /* attorno ad un corpo più grande di massa M. Se la velocità
differisce da que.sto valore, l’orbita diventerà ellittica anziché circolare. Notiamo
che la velocità orbitale non dipende dalla massa ni del satellite. Questo è coerente
con quanto avevamo scoperto in precedenza: il moto di caduta libera e il moto di
un proiettile dovuti alla forza di gravità sono indipendenti dalla massa.
Per un pianeta orbitante attorno al Sole, il periodo T è il tempo necessario
per completare un’intera orbita. La relazione tra velocità, raggio e periodo è la
stessa per qualsiasi moto circolare uniforme, v = lirrlT. Combinando questa
equazione con il valore di v per un’orbita circolare (Equazione 6.21 ) otteniamo
IGM _ 27rr

Se facciamo il quadrato di ambo i lati dell’equazione e riorganizziamo i ter­


mini, troviamo per il periodo di un .satellite la seguente equazione:

\G M JV ( 6 . 22)

Relazione tra il periodo orbitale 7 e il raggio r per un satellite in orbita circolare


attorno ad un corpo di massa M

In altri termini, il quadrato del periodo orbitale è proporzionale al cubo del


raggio delPorbita.
186 CAPITOLO 6 Moto circolare, orbite e gravità

EEn3 ►La massa M neirEquazione 6.22 è la massa del corpo al centro


dell’orbita. <
Questa relazione tra raggio e periodo è stata dedotta da osservazioni a occhio
nudo del moto dei pianeti nel XVII secolo dairastronomo Johannes Keplero.
Uno dei maggiori risultati scientifici di Newton è stato quello di usare la sua
legge di gravità e le sue leggi del moto per dimostrare ciò che Keplero aveva
dedotto dalle osservazioni. Ancora oggi, la legge di gravitazione universale e le
equazioni come f Equazione 6.22 rappre.sentano strumenti es.senziali per gli
ingegneri della NASA che lanciano sonde verso altri pianeti del sistema solare.
CEIH ►La tabella che si trova nella seconda di copertina di questo testo con­
tiene le informazioni astronomiche sul Sole e sui pianeti che .saranno utili per
molti problemi di riepilogo alla fine di questo capitolo. Notiamo che i pianeti
lontani dal Sole hanno periodi più lunghi, in accordo con f Equazione 6.22. <

ESEMPIO 6.15 Localizzazione di un satellite geostazionario


I satelliti di telecomunicazione appaiono fermi in cielo, sospesi /GM-rT^\ì
sempre sopra il medesimo punto dell’equatore terrestre. Un
satelliti che sembra rimanere stazionario mentre la Terra ruota
è detto in orbita geostazionaria. Qual è il raggio dell’orbita di ^ (6.67 X 10~" N m^/kg^)(5.98 X 10"
i24|kg)(8.64 X 10‘
un tale satellite? 47T^
IMPOSTAZIONE Affinché un satellite resti .stazionario rispetto = 4.22X lO'^iTi
alla Terra, il periodo orbitale del satellite dev’es.sere di 24 ore;
cioè T = 8.64 • 10^ s. VERIFICA Questa è un’orbita alta, il cui raggio è circa 7 volte
SOLUZIONE Risolviamo in funzione del raggio dell’orbita il raggio della Terra. Ricordiamo che il raggio dell’orbita della
riorganizzando l’Equazione 6.22. La massa al centro dell’or­ Stazione Spaziale Internazionale è maggiore solamente di circa
bita è quella della Terra: il 5% del raggio della Terra.

Gravità su grande scala


Sebbene relativamente debole, la gravità è una forza a lungo raggio. Per quanto due
corpi possano essere distanti tra loro, esisterà sempre una recipixx'a attrazione gra­
vitazionale. Di conseguenza, la gravità è la forza che governa la dinamica del funi-
verso. Non solo tiene i nostri piedi saldi per teira, ma lavora anche su .scale molto
più grandi. La nostra galassia, la Via Lattea, è un insieme di stelle di cui fa parte
anche il Sole, ed è tenuta insieme dalla gravità. Ma perche fattrazione della forza
di gravità semplicemente non spinge le stelle le ime contro le altre?
La ragione è che tutte le stelle nella galassia sono in orbita attorno al centro
della galassia. L’attrazione gravitazionale mantiene le stelle in movimento
Una galassia a spirale, simile alla nostra attorno al centro della galassia anziché farle cadere verso di es.so, proprio come
galassia, la Via Lattea un pianeta orbita attorno al Sole piuttosto che cadere verso di esso. Nei circa 5
miliardi d’anni di esistenza, il nostro sistema solare ha orbitato attorno al cen­
tro della galassia approssimativamente 20 volte.
La galassia nella sua totalità non ruota come un corpo rigido. Tutte le .stelle
nella galassia si trovano a distanze differenti dal centro della galassia, quindi
orbitano con periodi diversi. Le stelle più vicine al centro completeranno la
loro orbita in un tempo inferiore, come ci aspettiamo dall’Equazione 6.22. A
causa di questo movimento differenziale delle stelle, le loro posizioni relative
cambiano. Stelle che ora sono relativamente vicine a noi potrebbero essere
dalla parte opposta della galassia ad un tempo successivo.
La rotazione di un corpo rigido come una ruota è molto semplice. Mentre la
ruota gira, tutti i punti sulla ruota mantengono la stessa posizione gli uni
rispetto agli altri. La dinamica rotazionale di questi corpi rigidi sarà argomento
del prossimo capitolo.

PAUSA DI RIFLESSIONE 6.6 Ogni anno, la Luna si allontana un po’ di più dal­
la Terra, aumentando il raggio della sua orbita. Che effetto ha questo cambia­
mento sulla lunghezza di un mese?
A. 11 me.se diventerà più lungo.
B. Il mese diventerà più corto.
C. La lunghezza del mese resterà invariata.
6.5 Legge di gravitazione universale di Newton 187

E SE M P IO INTEGRATO 6.16 Un cacciatore e la sua fionda


Un cacciatore delPetà della pietra è in piedi su una rupe che si muove come un proiettile con velocità iniziale orizzontale.
sovrasta una vasta pianura. Egli posiziona un sasso di massa Il diagramma di identificazione delle forze della FIGURA
1.0 kg in una fionda, lega la fionda ad una liana lunga 1.0 m, 6.24a mostra che la sola forza di contatto agente sul sasso è la
quindi fa ruotare il sasso su una traiettoria circolare orizzontale tensione della liana. Poiché il sasso si muove su una circonfe­
sopra la sua testa. 11 moto si svolge ad una quota di 25 m renza orizzontale, potremmo essere tentati di disegnare un dia­
rispetto alla piana sottostante. La tensione della liana aumenta gramma di corpo libero come quello nella f i g u r a 6.24b, dove
alfaumentare della velocità del sasso. Improvvisamente, T è diretta lungo l’asse x. Ma ci troveremmo presto nei guai, in
quando la tensione raggiunge 200 N, la liana si spezza. Se, in quanto nel diagramma la forza risultante avrebbe una compo­
questo istante, il sasso si stava muovendo in avanti rispetto la nente verso il basso diretta lungo l’asse y che produrrebbe una
rupe, a quale distanza lungo la pianura (partendo dalla base rapida accelerazione verso il basso del sasso. Poiché sappiamo
della rupe) atterrerà il sasso? che invece si muove su una circonferenza orizzontale, la forza
IM P O S T A Z IO N E Schematizziamo il sasso come un corpo pun­ risultante deve puntare verso il centro della circonferenza e la
tiforme in moto circolare uniforme. Abbiamo visto nel riqua­ componente y dev’essere nulla. In questo diagramma di corpo
dro Strategia di risoluzione dei problemi 6.1 come analizzare libero, la forza peso P punta verso il basso ed è certamente
questa parte del moto. Una volta che la liana si spezza, il sasso corretta, quindi l’errore dev’essere per la direzione di T.

FIGURA 6.24 Descrizione visiva di un cacciatore che fa roteare un sasso.

(a) (b) (c) (d)

Dati
Diagramma
m = 1.0 kg
sbagliato L = 1.0 ni
r ^ = 200N
Tensione T
Incognita
Forza peso P

Come esperimento, leghiamo un piccolo peso ad una corda Attenzione! 11 raggio r della circonferenza non è pari a L, la
e facciamolo roteare sopra la nostra testa. Osservando la corda, lunghezza della liana. Possiamo vedere nella Figura 6.24c che
scopriremo che questa non è esattamente orizzontale ma ha, r = Lcos 0. Quindi
invece, un piccolo angolo verso il basso. Lo schizzo nella m)(20() N)(cos2 .8 r)o\2
FIGURA 6 . 2 4 C indica quest’angolo come 0. Notiamo che il sasso = 14.1 m/s
LO kg
si muove lungo una circonferenza orizzontale, quindi il centro
di rotazione non coincide con la mano. L’asse x punta orizzon­ Poiché questa è la velocità orizzontale del sasso mentre si
talmente, verso il centro della circonferenza, ma la tensione è rompeva la liana, la velocità iniziale (v^)j nella descrizione
diretta lungo la liana. Quindi il diagramma di corpo libero cor­ visiva del moto del proiettile della Figura 6.25, dev’essere
retto è quello della FIGURA 6 . 2 4 d . (v^j= 14.1 m/s. Ricordando che un proiettile non ha accelera­
Dopo che la liana si è spezzata, la descrizione visiva della zione orizzontale, la posizione finale del sasso è
situazione è mostrata nella FIGURA 6.25. È importante notare Xf = x.-\- {v )A t = 0 m -F( 14.1 m/s)Af
che la velocità iniziale del moto parabolico coincide con la
velocità del sasso un istante prima che la liana si spezzasse, dove A/ è il tempo in cui il proiettile è in aria. Possiamo trovare
quindi la sua direzione è orizzontale. Ar dal moto verticale. Per un proiettile, il moto verticale è il
moto in caduta libera, quindi abbiamo
S O L U Z IO N E Dal diagramma di corpo libero della Figura
1 0
6.24d, applicando la seconda legge di Newton per il moto cir­ yf = y,+ (v P iA f--g (A /r
colare, si ha
L’altezza iniziale è >>,= 25 m, quella finale è = 0 m e la velo­
X F .= 7’cos0 = ^ ^ cità verticale iniziale è (v )j = 0 m/s. Con questi valori, abbiamo
0 m = 25 m -f (0 m/s)A/ —2 m/s^)(A/)^
2 Fy = Fsin^ —mg = 0
Risolvendo questa equazione per A/ otteniamo
dove 0 è l’angolo della liana rispetto aH’orizzontale. Possiamo
usare la seconda equazione per trovare l’angolo della liana: 2(25 m)
A/ = = 2.26 s
9.8 m/s^
sin^ = —
Ora possiamo usare questo intervallo di tempo per trovare
(1.0 kg)(9.8m/s^)
0= = sin"'^ j = 2.81' .Xf = 0 m + ( 14.1 m/s)(2.26 s) = 32 m
200 N
dove abbiamo calcolato l’angolo corrispondente alla tensione Il sasso atterrerà a 32 m dalla base della rupe.
massima di 200 N. L’angolo di inclinazione della liana è piccolo V E R IF IC ALa circonferenza percorsa dal sasso è 27ir, cioè circa
ma non zero. Ritornando ora all’equazione nella direzione jc, tro­ 6 m. Alla velocità di 14.1 m/s, il sasso impiega circa mezzo
viamo che la corrispondente velocità di rotazione del sasso è secondo per fare un giro. Questo è ragionevole. La distanza di
rTcosO 32 m sembra facilmente ottenibile da una rupe la cui altezza è
- 4 m di 25 m.
C o n tin u a
188 CAPITOLO 6 Moto circolare, orbite e gravità

FIGURA 6.25 Descrizione visiva del moto in caduta libera del sasso.

(VyH = Onn/5
■éri^Os
Xi “ Om
( y ^ i «=veLoàtd del v ^ o
Uroolare o[uavuÌD La Lia^va
si smezza
ikvco0i^a
Riepilogo 189

R I E P I L O G O
Obiettivo: im parare c o m e fu n ziona il m o to circolare, in clu so il c a so dei m oti orbitali causati dall'azione di una forza gravitazionale.

PRINCIPI GENERALI ^
Moto circolare uniforme Gravitazione universale
Un corpo in moto su un percorso circolare è in moto circolare Due corpi con masse m, e a una distanza r esercitano tra
uniforme se v è costante in modulo. loro una forza attrattiva gravitazionale di modulo
<j-
• Il modulo della velocità è co­ ^ I s u 2 — f'2 s u l “ • 1
stante, ma la direzione del moto r
cambia continuamente. dove la costante gravitazionale è '
• L’accelerazione centripeta è G = 6.67- 10 "Nm'/kg“
sempre diretta verso il centro della
circonferenza e ha un mcxlulo di Questa è la legge di gravitazione universale di Newton. La
forza di gravità in funzione della distanza segue una relazione
di proporzionalità quadratica inversa.
r
• Questa accelerazione richiede una forza risultante diretta
verso il centro della circonferenza. La seconda legge di
Newton per il moto circolare è
w, mi
^ ( mv^ ..2
verso il centro della circonferenza

CONCETTI IMPORTANTI ^
Descrizione del moto circolare La gravità dei pianeti
Per un corpo in movimento su una circonferenza di raggio r L’attrazione gravitazionale tra
alla velocità costante v: un pianeta e una massa sulla sua
superfìcie dipende dalle due masse e
• li periodo 7 è il tempo impiega­ dalla distanza dal centro del pianeta.
to per completare un giro della
circonferenza. GM,piando'^
‘Fpianeta
. su m =
T = durata di una rivoluzione Possiamo usare l’equazione
• La frequenza/è definita come precedente per definire il valore
il numero di giri/rivoluzioni per dell’accelerazione di gravità sulla
secondo. È definita come l’inverso superficie di un pianeta:
del periodo; CMpianeta
^pianeta
R^
^pianeta
/ - i
• La frequenza e il periodo 2Tir
dipendono dalla velocità e dal raggio: v = lirfr = - y -

APPLICAZIONI i
Peso apparente e assenza di peso Moto orbitale
Il moto circolare richiede una forza Un satellite in La velocità
risultante che punta verso il centro. 11 un’orbita circolare di di un satellite
peso apparente = n di solito non è raggio r attorno ad in un’orbita
- Jiil
uguale al peso reale P, n dev’essere > 0 un corpo di massa bassa è
p'
affinché il corpo resti in contatto con una M si muove alla
superficie. velocità Vdata da v= Vgr
Nel moto orbitale, la forza risultante coincide con la forza di [GM Il periodo
gravità. Un astronauta e la sua astronave sono entrambi in orbitale è
caduta libera, quindi l’astronauta avvertirà l’assenza di peso. II periodo e il raggio
sono collegati
dall’equazione:
!_ (
~ \G M
190 CAPITOLO 6 Moto circolare, orbite e gravità

La difficoltà del problema è indicata con I (facile) fino a UHI (molto difficile). I problemi contrassegnati come INT integrano in maniera
significativa concetti esposti nei capitoli precedenti; i problemi contrassegnati con BIO sono di interesse medico o biologico.

D O M A N D E

D o m a n d e concettuali

1. Un ciclista percorre un tracciato circolare orizzontale ad una


velocità costante. Ritieni la seguente affermazione giusta o
sbagliata? “Poiché il ciclista viaggia a velocità costante in
modulo, la sua accelerazione è zero.” Spiega il perché.
2. Nel moto circolare uniforme, quale delle seguenti quantità FIGURA D6.11 A. B. C.
sono costanti: modulo della velocità, velocità istantanea, 12. Nella Figura D6.11, nell’istante mostrato, il peso apparente
accelerazione centripeta, intensità della forza risultante? del conducente deH’auto è maggiore, minore o uguale al
3. Una particella che si muove in linea retta può avere un’ac­ suo peso reale? Spiega il perché.
celerazione non nulla anche se la sua velocità è nulla (per 13. Viaggiare nella parte posteriore di un camion aperto può
esempio, una palla in caduta libera all’apice della sua tra­ essere molto pericoloso. Se il camion fa una curva troppo
iettoria). Una particella che si muove di moto circolare può brusca, i viaggiatori nel retro potrebbero essere gettati fuori
avere accelerazione centripeta non nulla quando il modulo dal camion. Perché questo potrebbe accadere?
della sua velocità è zero? In caso di risposta positiva, fornisci 14. Le altalene in un parco giochi percorrono archi di cir­
un esempio. In caso di risposta negativa, spiega il perché. conferenza. Quando siamo su un’altalena, nel punto più
4. Un’automobile a quattro ruote motrici può affrontare più basso della traiettoria, il nostro peso apparente è maggiore,
velocemente una curva con superficie stradale ghiacciata, minore o uguale al peso reale? Spiega il perché.
senza .scivolare, rispetto alla stessa automobile ma .solo con 15 Le variazioni nel nostro peso apparente .sono gradite
due ruote motrici? Spiega il perché. quando facciamo un giro sulle montagne rus.se in quanto
5. I grandi uccelli, come i fagiani, spesso camminano per ciò aumenta il divertimento. Tuttavia, variazioni ecces­
BIO brevi distanze. Gli uccelli piccoli, come ad esempio il petti­ sive in un periodo di tempo troppo breve possono essere
rosso, non camminano mai, ma saltellano o volano. Spiega dolorose. Per questa ragione, i giri in una vera montagna
perché questo accade. russa non sono semplici circonferenze come nella Figura
6. Quando guidiamo velocemente su ITautostrada con gli 6.16a. La tipica forma di un percorso è visibile nella Figura
pneumatici infangati, possiamo sentire il fango volar via D6.15.11 raggio della circonferenza che corrisponde al per­
dagli pneumatici nei passaruota. Perché il fango vola via? corso in cima al giro è molto più piccolo di quello della
7. Una palla attaccata ad una corda si circonferenza relativa ad altri punti del tracciato. Spiega
muove descrivendo circonferenze perché questa forma produce un viaggio più confortevole
verticali come mostra la Figura di un percorso puramente circolare.
D6.7. Quando la palla è al suo
punto più basso, la tensione della
corda è maggiore, minore o uguale
alla forza peso della palla? Spiega
il perché. (Includi un diagramma
di corpo libero come parte della
spiegazione).
8. Dai un esempio tratto dall’esperienza quotidiana di un
moto circolare per cui l’accelerazione centripeta è princi­
palmente o interamente dovuta ad una forza del tipo speci­
ficato: (a) Attrito statico, (b) Tensione.
9. Dai un esempio tratto dall’esperienza quotidiana di un
moto circolare per cui l’accelerazione centripeta è princi­ FIGURA D6.15
palmente o interamente dovuta ad una forza del tipo speci­ 16. Un piccolo proiettile è lanciato parallelamente al suolo ad
ficato: (a) Gravità, (b) Forza normale. una altezza h = I m con velocità sufficiente per orbitare
10. È stato proposto che le future stazioni spaziali creino una attorno ad un pianeta liscio e privo di atmosfera. Un insetto
“gravità artificiale” ruotando attorno al proprio asse. (La viaggia in un piccolo foro all’interno del proiettile. L’in­
stazione spaziale dovrebbe essere molto più grande di setto è in assenza di peso? Spiega il perché.
quella attualmente esistente affinché ciò sia fattibile.) 17. Perché è impossibile per un astronauta sulla Stazione Spa­
a. Spiega come funzionerebbe. ziale muoversi da un punto all’altro della stazione cammi­
b. La gravità artificiale sarebbe ugualmente effettiva in nando normalmente?
tutta la stazione spaziale? In caso contrario, indica dove 18. Se ogni corpo ncH’universo avverte la forza attrattiva gra­
gli astronauti preferirebbero vivere e lavorare all’in­ vitazionale da parte di ogni altro corpo, come mai non ci
terno della stazione spaziale. sentiamo attirati verso qualcuno che ci siede accanto?
11. Un’automobile percorre a velocità costante una collina di 19. Uno scalatore pesa leggermente meno sulla cima di un’alta
profilo circolare. Quale dei diagrammi di corpo libero nella montagna rispetto a quando si trova alla sua ba.se, sebbene
Figura D6.11 è corretto? Spiega il perché. la sua massa resti invariata. Spiega il perché.
20. La forza gravitazionale della Terra sul Sole è maggiore, 26. Il Due stazioni spaziali cilindriche, in cui la seconda ha
minore o uguale alla forza gravitazionale che il Sole eser­ quattro volte il diametro della prima, ruotano in modo da
cita sulla Terra? Spiega il perché. fornire la stessa gravità artificiale. Se la prima stazione
compie una rotazione in un tempo T, in quanto tempo com­
pirà una rotazione la seconda stazione?
D o m a n d e a risp o sta m ultipla A. T/4 B. 2T C. 4T D. 16T
27. Il II raggio di Giove è 11 volte quello della Terra e la sua
21.1 Una palla attaccata ad una corda si muove su una traiet­ accelerazione in caduta libera vicino alla superficie è 2.5
toria circolare, su una tavola orizzontale priva di attrito e volte quella della Terra. Se un giorno dovessimo riuscire a
completa un giro ogni secondo. La tensione della corda è porre un'astronave in orbita bassa su Giove, la sua velocità
pari a 6.0 N. Quanto sarebbe la tensione se la palla girasse orbitale sarebbe
in mezzo secondo? A. Maggiore di quella di un'astronave in orbita bassa sulla
A. 1.5 N B. 3.0 N C. 12 N D. 24 N Terra.
22. I Vista dalTalto, uiTau- B. La stessa di quella di un’astronave in orbita bassa sulla
tomobile affronta il per­ Terra.
corso curvilineo mostrato C. Minore di quella di un’astronave in orbita bassa sulla
nella Figura D6.22, ad Terra.
una velocità costante. 28. 1 Un pianeta appena scoperto ha una massa doppia e un
Quale vettore rappresenta raggio triplo rispetto alla Terra. Qual è la sua accelerazione
meglio la forza risultante di gravità sulla superficie, in termini di accelerazione di
che agisce sulFautomo- gravità g sulla superficie della Terra?
bile? FIGURA D6.22
A- Ig B. C. tg
23. I Come abbiamo visto in questo capitolo, gli alettoni delle
29. Il Supponiamo che una notte il raggio della Terra raddoppi
auto da corsa le schiacciano sul tracciato. L’aumentata
mentre la massa resti la stessa. Quale sarebbe un valore
forza normale rende possibile una maggiore forza d’attrito.
approssimato della nuova accelerazione di gravità sulla
In un circuito di Formula Uno, le auto devono curvare per­
superficie della Terra?
correndo una mezza circonferenza di diametro 190 m a 68
A. 2.5 m/s^ B. 5.0 m/s^ C. lOm/s^ D. 20 m/s^
m/s. Per un'auto di massa 610 kg, la forza di attrito statico
30. I Attualmente, la Luna gira attorno alla Terra una volta
minima per completare la curva è approssimativamente di
ogni 27.3 giorni. Se la Luna potesse essere immessa in una
A. 60(X)N B. 15 000N C. 18 0(X)N
nuova orbita circolare più vicina alla Terra, il suo periodo
D. 24 000 N E. 30 000 N
orbitale sarebbe
24. I Supponiamo che un tuo amico, di massa 60 kg, vada al
A. Più lungo di 27.3 giorni.
parco e salga su una giostra del diametro di 4.0 m. Il tuo
B. 27.3 giorni.
amico sta sul bordo esterno della giostra, che fa un giro
C. Più corto di 27.3 giorni.
ogni 6.0 s. Qual è il valore della forza apparente verso l'e­
31. Il Due pianeti orbitano attorno a una stella. Possiamo igno­
sterno che prova?
rare l’interazione gravitazionale tra i pianeti. II pianeta 1 ha
A. 7N B. 63N C. 130 N D. 260 N
un raggio orbitale r, ed il pianeta 2 ha un raggio = 4rj. Se
25. I La stazione spaziale
il pianeta 1 orbita con un periodo 7,, il pianeta 2 orbiterà
cilindrica della Figura
con un periodo di
D6.25, con un diametro
A. T^= 1/2 7, B. 7j = 27,
di 2(X) m, ruota in modo
7, = 47, D. 7^ = 87,
tale da fornire una gra­
vità artificiale di g per i
suoi occupanti. Quanto
impiega la stazione a
compiere un'intera rota­
zione?
A. 3s B. 20s C. 28 s D. 32 s

P R O B L E M I
Sezione 6.1 Moto circolare uniforme 5. Il Un lettore di CD-ROM in un computer fa ruotare i dischi
del diametro di 12 cm a 10 (XX) rpm.
1. Il Una giostra del diametro di 5.0 m ruota con un periodo
a. Qual è il periodo dei dischi (in s) e la frequenza (in
di 4.0 s. Qual è la velocità di un bambino sul bordo della
giri/s)?
giostra?
b. Quale sarebbe la velocità di un granello di polvere sul
2. I La lama dentata di una sega circolare gira a 3450 rpm.
bordo esterno di questo disco?
Il suo diametro è di 25.0 cm. Qual è la velocità dei denti
c. Qual è l’accelerazione, in unità di g, che sperimenta
all’estremità della lama, sia in m/s che in mph?
questo granello di polvere?
3. I Un vecchio disco LP ruota a 33 5 rpm.
6. il Un cavallo in una giostra si trova a 4.0 m dall’asse cen­
a. Qual è la sua frequenza, in giri/s?
trale.
b. Qual è il suo periodo, in .secondi?
a. Se la giostra ruota a 0.10 giri/s, quanto impiegherà il
4. I Un CD-ROM in un computer gira a 5400 rpm.
cavallo per compiere due giri?
a. Qual è la frequenza, in giri/s?
b. Qual è la velocità di un bambino sul cavallo (in m/s)?
b. Qual è il periodo, in secondi?
7. Ili La Terra orbita attorno al Sole in un’orbita approssima­ a. Qual è la forza orizzontale esercitata sul pattinatore?
tivamente circolare con un raggio di circa 1.50 • 10" m. b. Qual è il rapporto di questa forza rispetto al peso del
Determinare il valore (a) della velocità e (b) dell’accele­ pattinatore?
razione centripeta della Terra mentre si muove attorno al 15. Ili Un blocco di massa 200 g è legato ad una corda lunga 5n
Sole, assumendo un anno di 365 giorni. cm c rotea circolarmente su una tavola orizzontale priva ili
8. I Le moderne turbine attrito a 75 rpm.
eoliche sono più larghe di a. Qual è la velocità del blocco?
quanto non appaiono e, a b. Qual è la tensione sulla corda?
differenza di quella che 16. Il Un ciclista sta affrontando una curva di raggio 20 m a I?
sembra una lenta rota- ___i INI m/s. Qual è il minimo coefficiente d’attrito statico possi
zione, la velocità delle bile tra le ruote della bicicletta e il suolo?
pale può essere piuttosto 17. Il Un’automobile di massa 1500 kg viaggia a 25 m/s
alta, di molte volte mag­ lungo un tracciato circolare piano con diametro di 200 m
giore della velocità del vento. Una tipica turbina moderna Quali sono il modulo e la direzione della forza risultanti-
ha pale lunghe 56 m che girano a 13 rpm. All'estremità di sul l’auto? Cosa genera questa forza?
una pala, quali sono (a) la velocità in modulo e (b) l’acce­ Il Una giocatrice di softball esegue un lancio a mulinello,
lerazione centripeta? illustrato nella Figura P6.18, movendo la sua mano in un
9. Il II tuo compagno di stanza sta lavorando sulla sua bici­ arco circolare per lanciare la palla a I IO km/h. La palla,
cletta che ora è capovolta. Sta facendo girare la ruota, di di massa 0.I9 kg, è a 50 cm dall’asse di rotazione rapprc
diametro 60 cm, e tu noti che un sassolino attaccato alla sentato dalla spalla della giocatrice. Nel punto più basso
gomma della ruota compie tre giri ogni secondo. Quali della circonferenza, la palla ha raggiunto la sua velociiii
sono la velocità in modulo e l’accelerazione del sassolino? massima.
10. I Le turbine eoliche disegnate per installazioni offshore a. Nel punto più basso della circonferenza, appena prima
sono molto più grandi di quelle installate sulla terraferma. che la palla lasci la mano, qual è la sua accelerazione
Una società produce una turbina per uso terrestre con centripeta?
pale lunghe 40 m che ruotano a 17 rpm, e una turbina per b. Quali sono il modulo e la direzione della forza che la
uso marino con pale lunghe il doppio. A quale frequenza mano esercita sulla palla in questo punto?
dovrebbero ruotare le pale della turbina marina se la velo­
cità in cima alle pale fosse la stessa di quella in cima alle
pale della turbina sulla terraferma?
11. Il Per resistere ad accelerazioni tino a lOg, causate da una
repentina uscita da una veloce picchiata, i piloti di aerei da
caccia si allenano in una “centrifuga umana.’’ lOg è un’ac­
celerazione di 98 m/s\ Se la lunghezza dei bracci della cen­
trifuga è di 12 m, a quale velocità un pilota si sta muovendo
quando sperimenta un’accelerazione di lOg?
12. Il Un tipico tracciato di una pista d'atletica è un ovale FIGURA P6.18
con due semicerchi alle due estremità di diametro 74 m.
19. Il Una macchina lanciapalle da baseball funziona facendo
Un corridore che effettua un giro del tracciato copre una
ruotare una canna rigida e leggera su un asse orizzontale
distanza di 400 m. Supponendo che un corridore, che si
finché la palla non è lanciata ed inizia a muoversi verso il
muove a velocità costante, compia un giro del tracciato in
bersaglio. Supponiamo che una palla da baseball di massa
1 min 40 s, qual è la sua accelerazione centripeta mentre
144 g sia tenuta ad una distanza di 85 cm dall’as.se di rota­
percorre uno dei due semicerchi del tracciato?
zione e sia rilasciata ad una velocità di 135 km/li tipica di
incontri della massima serie.
Sezione 6.2 Dinamica del moto circolare uniforme
a. Qual è l’accelerazione centripeta della palla, appena
13. Hill La Figura P6.13 è una veduta aerea di particelle in moto prima di essere rilasciata?
in un circonferenza orizzontale su un tavolo. Tutte si stanno b. Qual è il valore della forza risultante che agisce sulla
muovendo alla stessa velocità. Ordina, dalla maggiore alla palla, appena prima di essere rilasciata?
minore, le tensioni da T, a T^. 20. I Una turbina eolica ha pale di massa 12 (K)() kg, lunghe
38 m. Le pale ruotano ad una velocità di 22 rpm. Se model-
lizziamo una pala come una massa puntiforme localizzata
nel punto centrale della pala, qual è la forza, diretta verso
l’interno, necessaria per fornire ad ogni pala la necessaria
accelerazione centripeta?
21. Il Stai guidando un camion con parte posteriore scoperta
lungo una curva di raggio 20 m. Una cassa nel retro del
FIGURA P6.13
camion è spinta contro le pareti del camion. A quale velo­
14 Il In una pista di pattinag­ cità dovrai guidare affinché la forza delle pareti sulla sca­
gio di velocità (short-track), tola eguagli il peso della scatola?
il tracciato ha sezioni retti­ 22. I Hai sicuramente visto cani scuotersi per far uscire l’ac-
linee e semicircolari di dia­ BIO qua dal loro pelo bagnato. Il moto è complesso, ma il pelo
metro 16 m. Assumiamo del cane sul suo tronco ruota avanti e indietro lungo un arco
che il pattinatore sia di approssimativamente circolare. Le gocce d’acqua restano
massa 65 kg e che si muova “ attaccate al pelo del cane per le forze di contatto, e queste
lungo il tracciato ad una vekxdtà costante di 12 m/s. forze originano l’accelerazione centripeta che mantiene le
gocce in movimento circolare, sempre attaccate al tronco, tabella nella seconda di copertina, calcola l’accelerazione
se il cane si scuote lievemente. Ma queste forze eli contatto, di gravità sulla superficie della Luna.
come per l’attrito statico, hanno un valore massimo possi­ 31.1 Delle sonde spaziali sono .state inviate su Marte negli
bile. Così quando il cane si scuote vigorosamente, le forze ultimi anni. Marte è più piccolo della Terra e di conse­
di contatto non sono più in grado di fornire una sufficiente guenza ha una gravità inferiore alla sua superficie. Su
accelerazione centripeta e le gocce volano via. Un grosso Marte, l'accelerazione di gravità è solo 3.8 m/s^. Qual è
cane ha un tronco che è approssimativamente circolare, il periodo orbitale di una sonda spaziale in orbita bassa
con un raggio di 16 cm. Nel punto medio di una di queste vicino alla superficie di Marte?
scrollate, il pelo del cane si muove alla notevole velocità di
2.5 m/s.
Sezione 6.5 Legge di gravitazione universale di Newton
a. Quanta forza è necessaria per mantenere una goccia
d’acqua di 10 mg in movimento lungo questo arco di 32. UHI centri di due sfere di piombo, una di massa 10 kg e
circonferenza? l’altra di massa 100 g sono separati di 10 cm.
b. Qual è il rapporto tra questa forza ed il peso della goccia? a. Quale forza gravitazionale esercita l’una sull’altra?
23. Il I gibboni, una piccola specie di scimmie asiatiche, si b. Qual è il rapporto di questa forza gravitazionale con la
BIO muovono grazie alle zampe anteriori, altalenandosi e pas­ forza peso per la palla di massa 1(X) g?
sando in tal modo da un appiglio all’altro. Un gibbone di 33. Il La forza gravitazionale di una stella sul pianeta 1 è F^.
massa 9.0 kg ha un braccio (dalla mano alla spalla) lungo 11 pianeta 2, che ha il doppio della massa del pianeta I e
0.60 m. Possiamo rappresentare il suo moto come se fosse orbita ad una distanza doppia dalla stella rispetto al pianeta
una massa puntiforme che oscilla a una estremità, distante 1, sperimenta una forza gravitazionale F^. Qual è il rap­
0.60 m, di una corda priva di massa. Nel punto inferiore porto FyF,? Puoi ignorare la forza gravitazionale tra i due
dell’o.scillazione, il gibbone si muove a 3.5 m/s. Qual è la pianeti.
forza verso l’alto che un ramo deve esercitare per sostenere 34. Il L’accelerazione di gravità sulla superficie del pianeta 1
l’oscillazione del gibbone? è 20 m/s^ Il raggio e la massa del pianeta 2 sono doppi
rispetto al raggio e alla massa del pianeta 1. Qual è l’acce­
lerazione di gravità sul pianeta 2?
Sezione 6.3 Forze apparenti nel moto circolare
35. mi Qual è il rapporto tra la forza gravitazionale del Sole su
24. Ili I passeggeri su una montagna russa si possono sentire di te e la forza gravitazionale della Terra su di te?
il 50% più pesanti rispetto al loro peso reale mentre la 36. Ili Supponiamo che l’accelerazione di gravità in un punto
carrozza viaggia verso un avvallamento che ha un raggio della superficie terrestre sia esattamente 9.80(K) m/s^
di curvatura di 30 m. Qual è la velocità della carrozza al Quanto sarebbe sulla cima di una torre alta KXK) m nello
fondo deU’avvallamento? stesso punto? (Indica la tua risposta con cinque cifre signi­
25. Il Stai tenendo in mano un secchio. Nel secchio c’è un ficative).
sasso di massa 500 g. Inizi a far ruotare il secchio cosicché 37. Il Negli ultimi anni, gli astronomi hanno individuato pianeti
il sasso si muove lungo circonferenze verticali del diame­ in orbita attorno a stelle vicine piuttosto diversi dai pianeti
tro di 2.2 m. Qual è la velocità minima che il sasso deve del sistema solare. Uno di questi, chiamato, Keplero-I2b,
avere all’apice della circonferenza per mantenere sempre il ha un diametro che è 1.7 volte quello di Giove, ma con
contatto con il fondo del secchio? una massa che è solo 0.43 volte quella di Giove. Qual è il
26. Il 11 vagone di una montagna russa sta andando verso il valore di g su questo grande pianeta con una densità così
punto più alto di una circonferenza di raggio 15 m. In cima bassa?
alla circonferenza, i passeggeri si “sentiranno leggeri,” con 38. Il Negli ultimi anni, gli astronomi hanno individuato pianeti
un peso apparente solo del 50% rispetto al loro peso reale. in orbita attorno a stelle vicine piuttosto diversi dai pianeti
A quale velocità si muove il vagone? del sistema solare. Uno di questi, chiamato, Keplero-39b,
27. Ili Appena un vagone .su una montagna russa raggiunge l’a­ ha un diametro che è 1.2 volte quello di Giove, ma con una
pice di un giro della morte di 40 m di diametro, il suo peso mas.sa che è 18 volte quella di Giove. Qual è il periodo
apparente è uguale al suo peso reale. Qual è la velocità del di un satellite in un’orbita ba.ssa attorno a questo grande e
vagone in questo punto? denso pianeta?
28. Il Una ruota panoramica del diametro di 24 metri fa un giro 39. Il a. Qual è la forza gravitazionale del Sole sulla Terra?
ogni 24 s. Qual è il peso apparente di un passeggero di b. Qual è la forza gravitazionale della Luna sulla Terra?
massa 70 kg (a) nel punto più basso della circonferenza e c. Qual è il rapporto in percentuale tra la forza esercitata
(b) nel punto più alto? dalla Luna sulla Terra e la forza esercitata dal Sole?
29. Ili Una tipica centrifuga di laboratorio ruota a 4000 rpm. Le 40. Il Qual è il valore di g sulla superficie di Saturno? Spiega
BK) provette per i test devono essere inserite con molta cautela come è possibile ottenere un valore così basso per una
INI nella centrifuga perché questa produce accelerazioni molto massa di Saturno che è 100 volte quella della Terra.
grandi. 41. Il Qual è l’accelerazione di gravità sulla superficie di (a)
a. Qual è l’accelerazione aH’estremità di una provetta di Marte e (b) Giove?
test che si trova a 10 cm dall’asse di rotazione?
b. Per confronto, qual è l’accelerazione che una provetta
Sezione 6.6. Gravità e orbite
sentirà se viene fermata in 1.0 ms da un urto contro un
pavimento duro, dopt^ esser caduta da un’altezza di 1.0 m? 42. Ili II pianeta X orbita attorno alla stella Omega con un
“anno” che è lungo 200 giorni terrestri. Il pianeta Y orbita
attorno a Omega a quattro volte la distanza del pianeta X.
Sezione 6.4 Orbite circolari e assenza di peso
Quanto durerà un anno sul pianeta Y?
30. Ili Un satellite orbita attorno alla Luna molto vicino alla 43. mi II satellite A orbita attorno ad un pianeta con una velocità
superficie con un periodo di 110 min. Usando questa infor­ di 10 000 m/s. Il satellite B ha una massa doppia rispetto
mazione, unitamente al raggio della Luna che trovi nella al satellite A e orbita ad una distanza doppia dal centro
194 CAPITOLO 6 Moto circolare, orbite e gravità

del pianeta. Qual è la velocità del satellite B? Assumi che 54. I Un’auto di massa 1500 kg affronta una curva senza indi
entrambe le orbite siano circolari. nazione con raggio di 50 m ad una velocità di 15 m/s. Qu.il
44. Ili La Stazione Spaziale Internazionale percorre un’orbita è il modulo della forza di attrito sull’auto?
a un’altezza di 400 km dalla superficie terrestre. Qual è il 55. mi Una palla di massa 500 g, attaccata alla fine di una coril.i
periodo orbitale della stazione» in minuti, e qual è la sua lunga 1.5 m, si muove su una circonferenza verticale
velocità? Quando la palla è nel punto più basso della circonferenza
45. Il La Fa.scia principale degli asteroidi ruota attorno al Sole la tensione nella corda è di 15 N. Qual è la velocità della
tra l’orbita di Marte e quella di Giove. Un asteroide ha un palla in quel punto?
periodo di 5.0 anni terrestri. Quali sono il raggio orbitale e 56. Il Una moneta di massa 5.0 g giace a 15 cm dal cento»
la velocità dell’asteroide? INI di un tavolo girevole. La moneta ha coefficienti di attriti»
46. 1111Un satellite in orbita attorno alla Terra si muove in una statico e dinamico con la superficie del tavolo girevole
orbita circolare ad una velocità di 5500 m/s. Qual è il suo rispettivamente di = 0.80 e = 0.50. Il tavolo inizia a
periodo orbitale? girare molto lentamente fino ad una velocità di 60 rpm. La
Negli ultimi anni, gli astronomi hanno scoperto centinaia di pia­ moneta scivolerà via?
neti in orbita attorno ad altre stelle. Alcuni di questi pianeti sono 57. Ili Un pendolo conico è formato
in orbite molto simili a quella della Terra, che orbita attorno al da una sfera di massa 500 g
Sole = 1.99 • 10''' kg) ad una distanza di 1.50 -10" m, attaccata ad una corda di lun­
chiamata 1 unità astronomica (1 au). Altri hanno orbite così ghezza pari a 1.0 m. La massa
estreme da essere molto diverse da qualsiasi orbita nel nostro può muoversi in una circonfe­
sistema solare. I Problemi 47-49 vertono su questi pianeti che renza orizzontale di raggio 20
seguono orbite circolari attorno ad altre stelle. cm. La Figura P6.57 mostra che
la corda traccia la superficie di
47. Ili WASP-32b orbita con un periodo di soli 2.7 giorni
un cono, da cui prende il nome
attorno ad una stella di massa 1.1 volte quella del Sole. A
questo tipo di pendolo.
quante unità astronomiche si trova questo pianeta dalla sua
a. Qual è la tensione della corda?
stella?
b. Qual è la velocità della sfera?
48. Ili HD 10180g orbita con un periodo di 600 giorni ad una
c. Qual è il periodo dell’orbita della sfera?
distanza di 1.4 au dalla sua stella. Qual è il rapporto tra la
Suggerimento: determina le componenti orizzontale e ver­
massa della stella e quella del nostro Sole?
ticale delle forze che agiscono sulla sfera, e usa il fatto che
49. HI Kepler-42c orbita molto vicino, solo 0.0058 au, alla sua
la componente verticale dell’accelerazione è zero poiché
piccola stella che ha una massa 0.13 volte quella del Sole.
non c’è movimento verticale.
Quanto sarà lungo un “anno” su questo mondo?
58. Ili In un vecchio parco di divertimenti, i passeggeri sono in
piedi dentro un cilindro d’acciaio (Rotor) alto 3.0 m e con
Problem i generali un diametro di 5.0 m e hanno le loro schiene appoggiate al
muro. Il cilindro inizia a ruotare lungo un asse verticale.
50. Il A che velocità deve volare un aeroplano lungo l’equa­ Improvvisamente il pavimento su cui i passeggeri stanno in
tore terrestre affinché il Sole resti stazionario relativamente piedi viene tolto. Se tutto funziona come dovrebbe, i pas­
ai passeggeri sull’aereo? In quale direzione deve volare l’a­ seggeri resteranno “attaccati” alle pareti del Rotor e non
ereo, da est verso ovest o da ovest verso est? Dai la risposta cadranno. Gli abiti hanno un coefficiente d’attrito statico
sia in km/h che in mph, sapendo che il raggio della Terra è con l’acciaio compreso tra 0.40 e 0.70. Qual è la frequenza
6400 km. rotazionale minima, in rpm, per la quale i passeggeri sono
51. Ili Un’automobile viaggia a velocità costante lungo la sicuri di non cadere?
strada mostrata nella Figura P6.51. Disegna i vettori che 59. Il disco dell’hockey su
indicano la sua accelerazione nei tre punti indicati come INI ghiaccio mostrato nella
A, B e C, o scrivi ^ = 0. La lunghezza dei vettori dovrebbe Figura P6.59 ha una massa
corrispondere al modulo delle accelerazioni. di 0.20 kg. Il disco si trova
su una superficie priva
d’attrito legato con una
corda, attraverso un buco
nel tavolo, ad un blocco
sospeso di massa 1.20 kg.
A quale velocità deve ruo­
tare il disco in una traiettoria circolare di raggio 0.50 m se
FIGURA P6.51 vogliamo che il blocco resti fermo?
52. Ili Nel modello di Bohr dell’atomo di idrogeno, un elet­ 60. Il Mentre sei ad una fiera campestre, decidi di fare un giro
trone (massa m = 9.1 • 10 " kg) orbita attorno ad un protone sulla ruota panoramica. Avendo mangiato troppe caramelle,
ad una distanza di 5.3 • 10 m. Il protone attrae l’elettrone dolei e gelati, trovi il viaggio estremamente poco piacevole.
con una forza elettrica di 8.2 • 10'' N. Quante rivoluzioni Per distrarre la tua mente dallo stomaco, inizi a concentrarti
per secondo compie l’elettrone? sul moto del tuo viaggio. Stimi che il raggio della grande
53. Il Un uomo di massa 75 kg si pesa al polo nord e all’e­ ruota sia di 15 m e usi il tuo orologio da polso per misurare
quatore. In quale posto la lettura della bilancia risulterà quanto dura ogni giro, ottenendo un valore di eirca 25 s.
maggiore? Di quanto? Assumi che la Terra sia una sfera a. Quanto valgono i moduli della tua velocità e della tua
perfetta. Spiega come mai le letture della bilancia differi­ accelerazione?
scono. b. Qual è il rapporto tra il tuo peso apparente ed il tuo peso
reale quando sei nel punto più alto della traiettoria della
ruota?
c. Qual è il rapporto tra il tuo peso apparente ed il tuo peso 70. IH Quanto tempo impiega un sasso che cade da un’altezza
reale quando sei nel punto più basso della traiettoria della INI di 2.0 m sulla superficie di Marte a raggiungere il suolo?
ruota? 71. Ili In un riferimento cartesiano, una .sfera di ma.ssa 20 kg è
61. Il Un’automobile viaggia verso la cima di una collina che INI posta neH’origine e una sfera di massa 10 kg si trova a (jc, y)
ha un raggio di curvatura di 50 m. Qual è la velocità mas­ = (20 cm, 0 cm). In quale punto o punti possiamo aggiun­
sima che può avere l’automobile senza che questa perda gere una piccola massa in modo tale che la forza gravita­
contatto con l’asfalto quando si trova in cima alla collina? zionale risultante su di essa, esercitata dalle altre due sfere,
62. Ili Una palla di massa 100 g è attaccata ad una corda lunga sia uguale a zero?
INI 60 cm ed è fatta ruotare in un moto circolare verticale il 72 IH a. A quale altezza dalla Terra l’accelerazione di gravità
cui centro si trova 200 cm sopra il pavimento. La corda è il 10% del suo valore sulla superfìcie?
improvvisamente si spezza quando è parallela al pavi­ b. Qual è la vekx:ità di un satellite orbitante a tale altezza?
mento e la palla inizia a muoversi verso l’alto. La palla 73. I Marte ha una piccola luna, Phobos, che orbita con il
raggiunge un’altezza di 600 cm rispetto al suolo. Qual è la periodo di 7 h 39 min. Il raggio dell’orbita di Phobos è
tensione nella corda un istante prima 9.4 • 10* m. Usa queste informazioni (e il valore di G) per
che la corda si spezzi? calcolare la ma.ssa di Marte.
63. Ili Due dischi da hockey identici, rap­ 74. II Sei l’ufficiale scientifico in visita ad un sistema planeta­
presentati nella Figura P6.63, ruotano rio distante. Prima di atterrare su un pianeta misuri il suo
assieme su un tavolo orizzontale privo diametro che è di 1.80 • lO’m ed il suo periodo di rotazione
di attrito. Essi sono legati tra loro da pari a 22.3 h. In precedenza avevi determinato che il pia­
due corde 1 e 2, ciascuna di lunghezza neta orbita a 2.20 • 10" m dalla sua .stella con il periodo di
/. Se essi ruotano assieme ad una fre­ 402 giorni terrestri. Una volta giunto sulla superficie del
quenza /, quali sono le tensioni delle due corde? pianeta, trovi che l’accelerazione di gravità è di 12.2 m/s^
64. Ili L’ultracentrifuga è un importante strumento per separare Quali sono le masse (a) del pianeta e (b) della stella?
BIO e analizzare le proteine nel campo della ricerca in biologia. 75. musi crede che Europa, un
INI A causa delle enormi accelerazioni centripete che possono BK) satellite di Giove, abbia un
essere raggiunte, l’ap­ cKeano di acqua allo stato
parato, mostrato nella liquido (e quindi con possi­
Figura 6.18, dev’essere bili forme di vita) sotto la sua
bilanciato con cura così superficie ghiacciata. Nel pia­
che ogni campione è nificare una futura missione
controbilanciato da un verso Europa, qual è la più
altro nel lato opposto alta vel(x:ità a cui un astronauta può camminare sulla sua
dell’albero del rotore. superficie se ha gambe lunghe 0.70 m? Europa ha un dia­
Un errore nel posizio­ metro di 3KK) km ed una ma.ssa di 4.8 • 10^^ kg.
namento dei campioni
può rivelarsi un errore E sercitazioni per te st di tipo M C A T
molto costoso, come FIGURA P6.64
In orbita attorno alla Luna
si vede nella Figura
P6.64. Ogni differenza di massa tra campioni opposti cau­ Supponiamo che un’astronave orbiti attorno alla Luna, in un’or­
serà una forza risultante nel piano orizzontale sull’albero bita circolare molto bassa, appena poche centinaia di metri dalla
del rotore. Supponiamo che uno scienziato commetta un superfìcie lunare. La Luna ha un diametro di 35(X) km, e un’ac­
piccolo errore nella preparazione dei campioni, ed un cam­ celerazione di gravità alla .superficie di 1.6 m/s^.
pione abbia una massa 10 mg maggiore del campione suo 76. I La direzione della forza risultante sull’astronave è
opposto. Se i campioni distano 10 cm dall’asse del rotore e A. In direzione opposta rispetto al centro della Luna.
l’ultracentrifuga ruota a 70 (KK) rpm, qual è il valore della B. Nella direzione del moto.
forza totale sul rotore dovuta ai campioni non bilanciati? C. Verso il centro della Luna.
65. mi Un gravimetro molto sensibile in un osservatorio di mon­ D. Non esiste perché la forza risultante è zero.
tagna misura un’accelerazione di gravità di 0.(X)75 m/s^ 77. I A che velocità si muove questa astronave?
inferiore a quella sul livello del mare. Qual è l’altitudine A. 53m/s B. 75 m/s C. 1700m/s D. 2400 m/s
deH’osservatorio? 78. I Quanto tempo impiega l’astronave per completare
66 . Il Supponiamo di poter rimpicciolire la Terra senza cam­ un’orbita?
biarne la sua massa. A quale frazione del suo raggio, l’ac­ A. 38 min B. 76 min C. 110 min D. 220 min
celerazione di gravità sulla superficie sarebbe tre volte il 79. I La materia che compone il lato della Luna che guarda
suo valore attuale? verso la Terra è lievemente più densa della materia che
67. Ili II pianeta Z ha un diametro di 10 000 km. L’accelera­ compone la faccia opposta. Quando l’astronave è sopra
zione di gravità sul pianeta Z è 8.0 m/s^ un’area a maggior densità, la forza gravitazionale della
a. Qual è la massa del pianeta Z? Luna sul veicolo sarà un po’ maggiore. Per potersi man­
b. Qual è l’accelerazione di gravità 10 000 km sopra al tenere in un’orbita circolare ad altezza e velocità costante,
polo nord del pianeta Z? l’astronave può accendere i suoi razzi mentre passa su
68. Ili Sapendo che Marte ruota sul suo asse una volta ogni 24.8 un’area a maggior densità. I razzi dovrebbero es.sere accesi
ore, quali .sono la velocità e l’altezza di un satellite geosta­ co.sì da generare una forza sul veicolo che è
zionario (vedi Esempio 6.15) che orbita attorno al pianeta?, A. In direzione opposta rispetto al centro della Luna.
69. mi a. Qual è l’accelerazione di gravità su Marte? B. Nella direzione del moto.
b. Calcola la massima velocità a cui un astronauta è in C. Diretta verso il centro della Luna.
grado di camminare sulla superficie marziana. D. Opposta alla direzione del moto.
196 CAPITOLO 6 Moto circolare, orbite e gravità

RISPOSTE ALLE PAUSE DI RIFLESSIONE

Pausa di riflessione - Anteprima Capitolo: D. La palla è in centro della circonferenza. Questo centro è sotto l’auto, quindi la
moto circolare uniforme. L’accelerazione è diretta verso il cen­ forza risultante deve puntare verso il basso. Questa condizione
tro della circonferenza, che è a destra nell’istante mostrato. può essere soddisfatta solo se P>\\. Questo sembra ragionevole;
n < P, quindi il peso apparente è inferiore al peso reale. 1 viag
Pausa di riflessione 6.1: C > I) = A > li. Riorganizzando l’E­
giatori suH’auto si “sentiranno leggeri’’; se hai mai guidato su
quazione 6.3 si ottiene T = Per il caso mostrato, la vekx:ità è
una salita come questa, riconoscerai questa sensazione.
Vo 2v; il raggio del percorso circolare è r o 2r. Viaggiando su una
circonferenza di raggio ralla velocità v si impiega lo stesso tempo Pausa di riflessione 6.4: B. Il periodo di un satellite non di
che se si percorresse una circonferenza di raggio 2r alla velocità pende dalla massa del satellite. Se aumentiamo l’altezza dalla
2v. È il doppio della distanza al doppio della velocità. superficie, incrementi il raggio dell’orbita. Ciò risulterà in un
incremento del periodo. L’aumento del valore di g produrrà vi­
Pausa di riflessione 6.2: T < 1\.< i\y< T^., La forza di
ceversa una diminuzione del periodo.
tensione fornisce l’accelerazione centripeta, e accelerazioni mag
giori implicano forze maggiori. Quindi la domanda equivale a ri­ Pausa di rifle.ssioiie 6.5: li > A > /) > C. L’accelerazione di
ordinare le accelerazioni centripete per questi casi. L’equazione gravità è proporzionale alla massa, ma inversamente proporzio­
6.5 mostra che Taccelerazione è proporzionale al raggio della cir­ nale al quadrato del raggio.
conferenza e al quadrato della frequenza, e quindi l'accelerazione
Pausa di rifle.ssioiie 6.6: A. La lunghezza di un mese è deter­
aumenta rapidamente mentre ci muoviamo da A verso E.
minata dal periodo orbitale della Luna. L’equazione 6.22 mostra
Pausa di riflessione 6.3: B. L’automobile si muove su un arco che, se la Luna si allontana dalla Terra, il periodo orbitale, e
di circonferenza, quindi dev’esserci una forza risultante verso il quindi la lunghezza del mese, aumenta.
Questa ciclista è
chiaramanta interessata
alla alta velocità e alla
grandi accelerazioni.
Par aumentare
l'accalaraziona, la ciclista
ha bisogno di alleggerirà
la sua bicicletta. Le
parti più importanti
da alleggerire sono le
gom m e e le ruote. Come
sì spiega questo fatto?
ANTEPRIMA »•
Obiettivo: comprendere la fisica dei corpi in rotazione.
Cinematica rotazionale Momento Dinamica rotazionale
La ruota della roulette sta girando senza Per iniziare a far muovere un corpo, si La ragazza esercita una spinta sul bordo
spostarsi, ma si sta muovendo. Questo è i applica una forza. Per far ruotare un corpo, esterno di una giostra e la sua velocità di
moto rotazionale. si applica un momento, come questo rotazione aumenta gradualmente.
marinaio sta facendo con il timone.

Impareremo cosa sono la velocità Vedremo che il momento dipende da Apprenderemo una versione della seconda
angolare e le altre grandezze che usiamo quanto si spinge e anche da d o v e si legge di Newton per il moto rotazionale e
per descrivere il moto rotazionale. spinge. Una spinta lontano dall'asse di la useremo per risolvere i problemi.
rotazione produce un momento maggiore.

FLASHBACK \
Moto circolare PAUSA Di RIFLESSIONE
Nel capitolo 6, abbiamo appre.so
come descrivere il moto circolare in Quando un CD audio suona, la frequenza a cui
termini di periodo, frequenza, il disco ruota cambia. A 210 rpm, la velocità
velocità e accelerazione centripeta. di un punto sul bordo esterno del disco è di 1.3
m/s. A 420 rpm, la velocità di un punto sul
bordo esterno è
In questo capitolo, impareremo a usare A. 1.3 m/s B. 2.6 m/s
la velocità angolare, l'accelerazione C. 3.9 m/s D. 5.2 m/s
angolare e altre quantità che
descrivono il m o t o ro ta z io n a le .
7.1 Descrizione del moto circolare
e del moto rotatorio
La foto mostra una turbina eolica in rotazione. Le pale sono chiaramente in
movimento. Mentre le pale girano, ogni punto di ciascuna pala si muove su un.i
circonferenza a velocità costante. Possiamo vedere che le parti esterne delle pale
risultano più mosse nella foto di quelle vicino al fulcro. Questo ci dice che le
parti esterne delle pale si muovono più rapidamente. Parti diverse delle pale si
muovono con velocità diverse. Come teniamo conto di ciò nella nostra analisi
In questo capitolo, considereremo il moto rotazionale, ossia il moto di corpi
che ruotano attorno ad un asse, come le pale della turbina eolica. In seguito intm
durremo alcuni nuovi concetti, ma iniziamo col ritornare a un argomento che
Moto delle pale in una turbina eolica. abbiamo visto per la prima volta nella ◄^sezione 6.1 : il moto di una particella in
moto circolare uniforme, come ad esempio il moto della punta della pala di una
turbina eolica. Espanderemo questa trattazione per descrivere il moto deirintero
sistema. Per fare ciò abbiamo bisogno di definire alcune nuove quantità.

Posizione angolare
Quando descriviamo il moto di una particella mentre si muove su una circonfc
FIGURA 7.1 La posizione angolare di unarenza, è conveniente usare Langolo 0 che il vettore posizione forma con il verso
particella è descritta da un angolo 0. positivo dell’asse x per descrivere la posizione della particella. Questo è mostrato
nella figura 7 .1 . Poiché la particella si muove su una circonferenza con un raggio
fisso r, specificare 0 significa localizzare completamente la posizione della par­
ticella. Quindi chiameremo l’angolo 0 la posizione angolare dalla particella.
Lunghezza Definiamo 0 come positivo quando è misurato in senso antiorario dall’as.sc
d’arco delle X positive. Un angolo misurato in senso orario dall’asse delle x positive
ha, quindi, un valore negativo. Le espressioni “senso orario” e “senso antiora­
Posizione
angolare rio” in un moto circolare sono analoghe rispettivamente a “a sinistra dell’ori­
gine” e “a destra deH’origine” nel moto lineare dove sono espressioni associate
Centro del a valori negativi e positivi della x.
moto circolare Anziché misurare gli angoli in gradi, i matematici e gli scienziati di solito
misurano gli angoli nell’unità di misura dei radianti. Nella Figura 7.1, vediamo
un arco di lunghezza .y, la distanza che la particella ha percorso lungo il suo
percorso circolare. Definiamo l’angolo 0 che indica la posizione della parti-
cella in radianti in termini di questo arco e del raggio del cerchio:
0 (radianti) = - (7.1)
r
Questa è una definizione sensata di un angolo: maggiore è la distanza per­
corsa dalla particella sulla circonferenza (cioè maggiore è 5 ), maggiore sarà
l’angolo 0 in radianti. Il radiante, abbreviato in rad, è l’unità di misura degli
angoli nel SI. Un angolo pari a 1 rad ha una lunghezza d’arco .v esattamente
uguale al raggio r. Un’importante conseguenza dell’Equazione 7.1 è che la
lunghezza dell’arco spazzato dall’angolo 0 è
s = rO (7.2)
►L’Equazione 7.2 è valida solo se 61 è misurato in radianti, non in
gradi. Questa relazione molto semplice tra lunghezza dell’arco e angolo è
una delle principali motivazioni per cui si usano i radianti. ◄
Quando una particella percorre un’intera circonferenza, completando una
rivoluzione, abbreviata con rev, la lunghezza dell’arco percorso dalla particella è
la circonferenza del cerchio lirr. Quindi Pangolo corrispondente a un’intera cir­
conferenza è lirr
= 27t rad

Possiamo usare queste premesse per ricavare i fattori di conversione tra giri,
radianti, e gradi:
rev = 360° = Irr rad
360°
1 rad = 1 rad X = 57.3°
27t rad
Spesso specificheremo gli angoli in gradi, ma teniamo a mente che Tiinità
degli angoli nel SI è il radiante. Possiamo visualizzare gli angoli in radianti
ricordando che 1 rad è pari a circa 60°.

Spostam ento angolare e velocità angolare


Per il moto lineare che abbiamo studiato nei Capitoli 1 e 2, una particella
dotata di grande velocità compie nello stesso intervallo di tempo uno sposta­
mento maggiore rispetto a una particella che viaggia a velocità inferiore, come
mostrato nella f i g u r a 7.2a. Pa f i g u r a 7.2b mostra due particelle sottoposte a
moto cireolare uniforme. La particella di sinistra si muove lentamente sulla
circonferenza e ha percorso solo un quarto di giro dopo 5 secondi. La particella
di destra si muove più velocemente attorno alla circonferenza, coprendo mezzo
giro negli stessi 5 secondi. Possiamo vedere che la particella di destra effettua
uno spostam ento angolare M doppio durante ogni intervallo rispetto alla
particella di sinistra. La sua velocità angolare, lo spostamento angolare fatto
dalla particella in un secondo, è doppia rispetto alla prima particella.

FIGURA 7.2 Moto lineare uniforme e moto circolare uniforme,


(a) Moto lineare uniforme

Una particella con bassa 2s 3s 4s 5s Os 1s 2s 3s 4s 5s Una particella con alta


velocità V effettuerà un ^ •- velocità V effettuerà un
piccolo spostamento*’**.., i a 1 grande spostamento
ojjiii secondo. *............. ogni secondo.

(b) Moto circolare imiforme

Una particella con alta


• v e lo c ità a n g o la r e (o effettuerà
un grande s f w s ta m e n to
a n g o la r e ogni secondo.

In analogia con il moto lineare, dove v^ = A.v/Ar, possiamo definire una velocità
angolare come

_
spostamento angolare _
(7.3)
intervallo di tempo A/
Velocità angolare di una particella in moto circolare uniforme

Il simbolo co è la lettera greca minuscola omega. Nel SI Punità di misura


della velocità angolare è il rad/s.
La Figura 7.2a mostra che lo spostamento AlVdi una particella in moto line­
are uniforme cambia dello .stesso ammontare in un .secondo. Similmente, come
mostra la Figura 7.2b, lo spostamento angolare AO di una particella in moto
circolare uniforme cambia dello stesso ammontare in un secondo. Ciò signi­
fica che la velocità angolare m = AOl^t è costante per una particella che si
sposta in moto circolare uniforme.

ESEMPIO 7.1 Confronto tra velocità angolari


Troviamo le velocità angoliiri delle due particelle nella Figura circonferenza durante Pintervallo di tempo di 5 s. Abbiamo
7.2b. appreso in precedenza che un’intera circonferenza corrisponde
IMPOSTAZIONE Per il moto circolare unifonne, possiamo usare a un angolo di 2tt rad, quindi lo spostamento angolare per que­
qualsiasi spostamento angolare Afy, utilizzando il corrispondente sta particella è AO = (27t rad)/4 = ttH rad. Quindi la sua velo­
intervallo di tempo A/. Per ogni particella, sceglieremo lo spc^sta- cità angolare è
mcnto angolare corrispondente al molo da r = 0 s a f = 5 s. AO 7t/2 rad
ù) = — = ---------= 0.314 rad/s
A/ 5s
SOLUZIONE La particella di sinistra percorre un quarto di Continua
La particella di destra percorre mezza circonferenza, o tt lare della particella di destra è 0.628 rad/s, il che significa clu*
rad, nell’intervallo di 5 s. La sua velocità angolare è la particella percorre un angolo di 0.628 rad ogni secondo
AO _^7T rad Poiché 1 rad » 60°, 0.628 rad sono approssimativamente 35
co = — = —— = 0.628 rad/s Nella Figura 7.2b, la particella di destra sembra muoversi di un
~ K t~ ~ 5 7
VERIFICA La velocità della seconda particella è doppia angolo di circa questa ampiezza durante l’intervallo di tempi»
rispetto alla prima, come dev’essere. Dobbiamo inoltre con­ di 1 s, quindi la nostra risposta è ragionevole.
trollare l’ordine di grandezza delle risposte. La velocità ango­

FIGURA 7.3 Velocità angolari positive e La velocità angolare, come la velocità nel moto unidimensionale, può
negative. essere positiva o negativa. 1 segni per co indicati nella f i g u r a 7.3 sono basali
(I) è positiva per un sulla convenzione che gli angoli sono positivi quando sono misurati in senso
senso ili rotazione antiorario. antiorario dalLasse delle x positive.
Abbiamo già notato come il moto circolare sia analogo al moto lineare, con
variabili angolari che sostituiscono le variabili lineari. Quindi molto di quello
che abbiamo appreso sulla cinematica e sulla dinamica lineari può essere tra
sferito ai moti circolari. Per esempio, TEquazione 2.4 ci dà una formula pci
calcolare lo spostamento lineare durante un intervallo di tempo:
x f —x J= /\x = VX A/
Possiamo evincere dalLEquazione 7.3 che è possibile un’equazione simile per
calcolare lo spostamento angolare:

0^-tì. = A0 = ù)Ai (7.4)


(0è negativa per un
senso di rotazione orario. Spostamento angolare per un moto circolare uniforme

ESEMPIO 7.2 Cinem atica della ruota della roulette


Una piccola sfera d’acciaio ruota in senso antiorario in tondo tazione avviene in senso antiorario, la velocità angolare c
sul bordo interno di una roulette avente un diametro di 30.0 cm, positiva.
come quella mostrata neH’anteprima del Capitolo. La pallina b. La pallina si muove con una velocità angolare costante,
completa esattamente 2 giri in 1.20 s. quindi la sua posizione angolare è data dall’equazione 7.4.
a. Qual è la velocità angolare della pallina? La posizione angolare della pallina a t = 2.00 s è
b. Qual è la posizione angolare della pallina a t = 2.00 s? As­
e = 61. -f cu Ar = 0 rad -f ( 10.47 rad/s)(2.00 s) = 20.94 rad
sumiamo 0. = 0.
Se siamo interessati alla posizione della pallina nella
IMPOSTAZIONE Trattiamo la pallina come un corpo punti­
ruota a / = 2.00 s, possiamo scrivere la sua posizione an­
forme in moto circolare uniforme.
golare come un multiplo intero di I tt (che rappresenta il
SOLUZIONE numero di giri completi che ha fatto la pallina):
a. La velocità angolare della pallina h co = Af//At. Sappia­
0^ = 20.94 rad = 3.333 • 2tt rad
mo che la pallina completa 2 giri in 1.20 s e che a ogni
= 3 • 2tt rad + 0.333 • 27t rad
giro corrisponde uno spostamento angolare Af/ = 2tt rad.
= 3 • 27t rad + 2.09 rad
Quindi
2(27t rad) In altre parole, a t = 2.00 s, la pallina ha completato 3 giri
cu = -------- = 10.47 rad/s e si trova a 2.09 rad = 120° nel quarto giro. Un osservatore
1.20 s
direbbe che la posizione angolare della pallina è 6>= 120°.
Useremo questo valore nei calcoli successivi, ma il nostro
risultato finale per la velocità angolare dev’essere riporta­ VERIFICA Dal momento che la pallina completa 2 giri in 1.20
to con tre cifre significative, co = 10.5 rad/s. Poiché la ro­ s, sembra ragionevole che completi 3.33 giri in 2.00 s.

La velocità angolare co è legata strettamente al periodo T e alla frequenza/


del moto. Se una particella in moto circolare uniforme si muove attorno a una
circonferenza percorrendo un giro completo, per definizione impiega un tempo
T. Essendo il suo spostamento angolare A6^ = I tt rad, la velocità angolare sarà
^ = 2 2 ^ (7,5)
T
Possiamo inoltre scrivere la velocità angolare in termini della frequenza/ = 1/7:
cu = (27rrad)/ (7.6)
ù o v tfh espressa in rev/s.
7.1 Descrizione del moto circolare e del moto rotatorio 201

ESEMPIO 7.3 Rotazioni nel m otore di un'autom obile


L’albero motore deH’automobile sta girando a 3000 rpm. Qual è la velocità angolare
deir albero?
IMPOSTAZIONE Dobbiamo convertire rpm in giri/s e poi usare l’equazione 7.6.
SOLUZIONE Convertiamo rpm in giri/s con

( 3 0 0 0 5 0 . 0 re./.
V min/V 60 s /
Quindi la velocità angolare dell’albero è
co= (I tt rad)/’= (I tt rad)(50.0 rev/s) = 314 rad/s

Grafici della posizione angolare


e della velocità angolare
Per il moto in una dimcn.sione studiato nel Capitolo 3, abbiamo visto che i
grafici della posizione e della velocità rispetto al tempo erano importanti e utili
FIGURA 7.4 Posizione angolare della
rappresentazioni del moto. Possiamo usare lo stesso tipo di grafici per rappre­
pallina nella ruota dì una roulette.
sentare il moto angolare. Cominciamo considerando il moto della pallina nella
A 1.20 s, A 2.00 s,
roulette dell’Esempio 7.2. Abbiamo trovato che la velocità angolare è o>= 10.5 la pallina la pallina
rad/s, il che significa che la sua posizione angolare cambia di + 10.5 rad ogni ha completato ha completato
secondo. Questo moto è analogo al moto unidimensionale di un’auto guidata due giri. I più di tre giri.
su un rettilineo con una velocità di 10.5 m/s, in cui la posizione aumenta di
10.5 m ogni secondo. Usando questa analogia, possiamo costruire il grafico
della posizione angolare rispetto al tempo per la pallina nella roulette
riportato nella f ig u r a 7 .4 .
La velocità angolare è data da co = A///A;. Graficamente questa è la pendenza
"1----1—^ f(s) .
della posizione angolare rispetto al tempo, proprio come una velocità ordinaria 0 0.3 0.6 0.9! 1.2 1.5 1.8 2.1
è la pendenza del grafico della posizione rispetto al tempo. Quindi possiamo
Poiché la pallina si niuove a velocità
creare il grafico della velocità angolare rispetto ai tem po calcolando la angolare costante, il grafico della posizione
pendenza nel corrispondente grafico della posizione angolare rispetto al tempo. angolare rispetto al tempo è una linea retta.

ESEMPIO 7.4 Il grafico dì una p a sse ggia ta in bicicletta


Giacomo va in bicicletta da casa a scuola. La f ig u r a 7.5 è il Convertiamo il risultato in rpm:
grafico della posizione angolare rispetto al tempo per un pic­ _ /20.8 ra d \/ l rev \ / 60 s \ _
colo sasso che si è incastrato su una ruota. Prima di tutto, dise­ 2(K) rpm
V 1 s A 2 7 rrad A l min/
gniamo il grafico della velocità angolare rispetto al tempo del
Questi valori possono essere usati per disegnare il grafico della
sasso, usando rpm sull’asse verticale. Successivamente inter­
velocità angolare rispetto al tempo nella FIGURA 7.6. Sembra
pretiamo il grafico con la storia del percorso di Giacomo.
che Giacomo abbia aspettato 30 s al semaforo, poi ha pedalato
IMPOSTAZIONE La velocità angolare co è la pendenza nel gra­ in modo che le ruote della sua bicicletta girassero a una velo­
fico della posizione angolare. cità angolare costante di 200 rpm. 2.0 min dopo, ha frenato
s o l u z i o n e Possiamo vedere che co= 0 rad/s durante i primi e rapidamente fino a fermarsi per altri 30 s a causa di un altro
gli ultimi 30 s del percorso di Giacomo, poiché i segmenti oriz­ semaforo rosso.
zontali del grafico hanno una pendenza pari a zero. Tra / = 30 s VERIFICA 200 rpm .sono circa 3 giri al secondo. Ciò sembra
e / = 150 s, un intervallo di tempo dì 120 s, la velocità angolare ragionevole per qualcuno che viaggia in bicicletta a una buona
del sas.so (la pendenza nel grafico della posizione angolare) è andatura.
2500 rad - 0 rad
co = pendenza = • ■= 20.8 rad/s
120 s
FIGURA 7.5 Grafico della posizione angolare rispetto al FIGURA 7.6 Grafico della velocità angolare rispetto al
tempo per la passeggiata in bicicletta di Giacomo. tempo per la passeggiata in bicicletta di Giacomo.
S (rad)
co (rpm)
200-
150-
100-
50-
/(s) 0 I I ■! I I • I I « r I ~l » -r-/(s)
0 50 1(K) 150
202 CAPITOLO 7 Moto rotatorio

Collegam ento tra velocità e velocità angolare


Riprendiamo Tesempio della turbina eolica che ha aperto questo capitolo. I
differenti punti sulle pale si muovono a velocità differenti. Sappiamo che i
punti più lontani dall’asse, ovvero a valori maggiori di r, si muovono a velocità
maggiore. Nel Capitolo 6 abbiamo trovato che la velocità di una particella che
si muove con frequenza / lungo una traiettoria circolare di raggio r è
V= 2n/r. Se combiniamo questo risultato con l’Equazione 7.6 per la velocità
angolare, troviamo che la velocità v e la velocità angolare cj sono col legate
dalla formula

v = ojr (7.7)
Relazione tra velocità e velocità angolare

E E U l ►Nell’Equazione 7.7, (o dev’essere in unità di rad/s. Se una fre­


quenza è data in giri/s o in rpm, dobbiamo convertirla in una velocità ango­
lare in rad/s. ^

ESEMPIO 7.5 Trovare la velocità in due punti di un CD


Il diametro di un CD è 12.0 cm. Quando il disco ruota alla FIGURA 7.7 La rotazione di un CD audio.
massima frequenza di 540 rpm, qual è la velocità di un punto
(a) a una distanza di 3.0 cm dal centro e (b) all’estremità
esterna del disco, a 6.0 cm dal centro?
IMPOSTAZIONE Consideriamo due punti A e B su un CD
in rotazione come mostrato nella figura 7.7. Durante un periodo
T, il disco fa un giro ed entrambi i punti ruotano dello stesso
angolo, pari a lir rad. Quindi la velocità angolare, w =27t/T, è
la stessa per questi due punti, infatti è la stessa per lutti i punti
sul disco. Ma mentre compiono un giro, i punti percorrono
distanze diverse. Il punto esterno B si muove su una circonfe­ ù) = (27t rad)(9.00 giri/s) = 56.5 rad/s
renza più grande. I due punti avranno quindi una differente
Possiamo ora usare TEquazione 7.7 per calcolare la velocità
velocità. Possiamo risolvere questo problema trovando per
dei punti sul disco. Nel punto A, r= 3.0 cm = 0.030 m, quindi
prima la velocità angolare del disco e calcolando quindi la velo­
la velocità è
cità dei due punti.
= cur = (56.5 rad/s)(0.()30 m) = 1.7 m/s
SOLUZIONE Per prima cosa convertiamo la frequenza del
disco in giri/s: Nel punto B, r = 6.0 cm = 0.060 m, quindi la velocità è
Vjj = wr = (56.5 rad/s)(0.060 m) = 3.4 m/s
/ V min/ V 60s / VERIFICA Le velocità sono di alcuni metri al secondo, come
Usando Tequazione 7.6, possiamo ora calcolare la velocità sembra ragionevole. Il punto più lontano dal centro si muove a
angolare: una velocità maggiore, come ci aspettavamo.

< Perché le lancette degli orologi si muovono in senso


orario? NelTemisfero nord, a causa della rotazione terrestre il Sole descrive un
arco circolare attraverso il cielo, sorgendo a est e tramontando a ovest. L'ombra
prodotta dal Sole percorre quindi un arco da ovest verso est, pertanto l’ombra di
un orologio solare, il primo strumento utilizzato per misurare il tempo, percorre
un arco sul quadrante da sinistra a destra. I primi orologiai usavano la stessa
convenzione. Ecco l’origine del senso orario.

PAUSA DI RIFLESSIONE 7.1 Quale particella ha una posizione angolare di


5 7 T /2 ?
7.2 La rotazione di un corpo rigido 203

7.2 La rotazione di un corpo rigido


Pensiamo alla rotazione del CD delTEsempio 7.5. Fino ad ora, i nostri studi di FIGURA 7.8 II m odello di corpo rigido
tisica si sono concentrati quasi esclusivamente sul modello del punto mate­ per un oggetto esteso.
riale, in cui l’intero corpo è rappresentato come un unico punto nello spazio. Il I legami molecolari
modello del punto materiale è adatto a descrivere il moto in una grande varietà sono rappresentati—-..^
come bastoncini
di situazioni, ma nel caso dell’Esempio 7.5 dobbiamo trattare il CD come un rigidi privi di massa
corpo esteso, cioè un sistema di particelle per il quale la dimensione e la forma
fanno la differenza e non possono essere ignorate.
Un corpo rigido è un oggetto esteso la cui forma e la cui dimensione non
cambiano mentre si muove. Per esempio, la ruota di una bicicletta può essere
pensata come un corpo rigido. La f ig u r a 7.8 mostra un corpo rigido come un Gli atomi
sono
insieme di atomi collegati tra loro da rigidi “bastoncini privi di massa” che rappresentati
schematizzano i legami molecolari. come punti
Nella realtà i legami molecolari non sono perfettamente rigidi. Ciò spiega materiali.
come un corpo che sembra rigido, come la ruota di una bicicletta, si possa flet­
tere e piegare. Quindi la Figura 7.8 è in realtà una semplificazione del modello
di un corpo esteso, il modello di corpo rìgido. Questo modello è un’ottima
approssimazione per molti corpi che incontriamo nella nostra vita quotidiana.
La FIGURA 7.9 illustra i tre tipi di moto che possono avere i corpi rigidi:
moto traslazionale, m oto rotazionale e moto combinato. Abbiamo già
studiato il moto traslazionale di un corpo rigido usando il modello del punto
materiale. Se un corpo rigido non ruota, questo modello è spesso adeguato a ,, . ., Dimensione
Un corpo rigido -c forma
^
descrivere il suo moto. Il moto rotazionale di un corpo rigido sarà l’obiettivo ^ non
principale di questo capitolo. Discuteremo, inoltre, un caso importante di moto cambiano
quando il
combinato, quello di un corpo che rotola, verso la fine di questo capitolo. corpo si muove.

FIGURA 7.9 I tre principali tipi di moto di un corpo rigido.


Traiettoria

Moto trasla/.ionale: Moto rotazionale: Moto combinato:


Tutto il corpo si muove Il corpo ruota attorno ad un punto Un corpo ruota mentre si
rigidamente lungo una fisso. Ogni punto del corpo si muove lungo una traiettoria.
traiettoria senza ruotare. muove lungo una circonferenza.

Moto rotatorio di un corpo rigido


La FIGURA 7.10 mostra una ruota che gira attorno ad un asse. Notiamo che, mentre FIGURA 7.10 Tutti i punti sulla ruota
la ruota gira in un intervallo di tempo A/, due punti 1 e 2 sulla ruota, indicati nella girano alla stessa velocità angolare
figura, percorrono lo stesso angolo^ anche .se le loro di.stanze dall’asse di rota­ punti 1 e 2 hanno
zione sono differenti, cioè, A6^, = durante l’intervallo temporale Al Di con­ stessa (o.
seguenza, i due punti hanno la stessa velocità angolare: In generale, ogni
punto in un corpo rigido in rotazione ha la stessa velocità angolare. A causa
di ciò, possiamo parlare di velocità angolare co della ruota. Tutti i punti si muo­
vono con la ste.ssa velocità angolare, ma due punti di un corpo in rotazione hanno
velocità differenti se hanno distanze diverse dall’asse di rotazione.

Accelerazione angolare
Se spingiamo l’e.stremità di una ruota di bicicletta, questa comincerà a ruotare.
Se continuiamo a spingere, ruoterà più velocemente. La sua velocità angolare
sta cambiando. Per comprendere la dinamica dei corpi in rotazione, dobbiamo
essere capaci di descrivere questo caso di variazione della velocità angolare,
cioè il caso di un moto circolare non uniforme.
204 CAPITOLO 7 Moto rotatorio

FIGURA 7.11 Una ruota in rotazione con La FIGURA 7.11 mostra una ruota di bicicletta la cui velocità angolare sta
una variazione di velocità angolare. cambiando. Vengono riportate le posizioni di un punto particolare della ruota
La velocità angolare sta cambiando, quindi in istanti successivi. Al tempo r la velocità angolare è ro.; a un tempo succes­
sivo, /j. = r + A/, la velocità angolare è cambiata in co^. La variazione di velocità
angolare durante questo intervallo di tempo è
A(o = ( of —ùjI
Ricordiamo che nel Capitolo 2 avevamo definito raccelerazione lineare come
_ _ (v,)f - (v,)i
Ar Af
Per analogia, definiamo Laccelerazione angolare come

_ variazione della velocità angolare _ Aco


(7.8)
intervallo di tempo At
Accelerazione angolare per una particella in moto circolare non uniforme

Usiamo il simbolo a (la lettera greca alfa) per indicare Laccelerazione


angolare. Poiché Lunità di misura di cu è rad/s, Lunità di misura delPaccelera-
zione angolare è (rad/s)/s, o rad/s^. DalLEquazione 7.8, il segno di a è lo stesso
FIGURA 7.12 Determinazione del segno
delTaccelerazione angolare. di Aco. La f ig u r a 7.12 indica come determinare questo segno. Proprio come
raccelerazione lineare, i valori positivi e negativi di a non possono essere inter­
a è positivo quando il corjK) rigido ...
pretati semplicemente come “accelerazione” e “rallentamento.” Come cu, racce­
lerazione angolare a è la stessa per ogni punto di un corpo rigido in rotazione.
E E IH ►Attenzione a non confondere raccelerazione angolare con racce­
lerazione centripeta introdotta nel Capitolo 6. L’accelerazione angolare in­
dica quanto rapidamente varia la velocità angolare. L’accelerazione centri­
peta è una grandezza vettoriale che punta verso il centro della traiettoria
circolare della particella; il suo valore è diverso da zero anche se la velocità
... sta ruotando in ... sta molando in angolare è costante. ^
senso antiorario e senso orario e sta
sta accelerando. rallentando Ora è giunto il momento di mettere assieme le definizioni e le equazioni sia
del moto lineare sia di quello circolare in modo da fornire un utile confronto e
a è neffaiivo quando il corpo rigido ...
riferimento. Mettendo assieme le variabili e le equazioni in questo modo ren­
diamo evidenti le similarità tra i due gruppi di variabili e di equazioni.

SIN TESI 7.1 Moto lineare e circolare


... sta ruotando in ... sta ruotando in senso
senso antiorario e orario e sta accelerando. Alle variabili e alle equazioni del moto lineare corrispondono variabili ed
sta rallentando.
equazioni simili nel moto circolare.

M oto lineare M oto circolare

Posizione (m).... ...irT

_ AO Velocità
s Velocità (m/s). co = ——
-2 At
Accelerazione _ Aco Accelerazione
(m/sO ^ — ~r~
At

*c Velocità Velocità angolare


.2 co.stante
A x= vA t A6 = ù)At costante
N
cr Accelerazione
Av = aAt A(o = a A t Accelerazione
U I . 'y angolare
costante A.X = Vi A/ -h j a ( A t y A6 = ù)\At costante
7.2 La rotazione di un corpo rigido 205

ESEMPIO 7.6 La rotazione di un disco rigido in un com puter


II disco rigido in un computer raggiunge, partendo da fermo, Usiamo quindi l’equazione per lo spostamento angolare,
una velocità angolare finale di 5400 rpm in 2.00 s. Qual è Tac- analoga all’equazione per lo spostamento lineare, durante il
celerazione angolare del disco? Alla fine dei 2.00 s, quanti giri periodo ad accelerazione angolare costante per determinare la
ha fatto il disco? distanza angolare percorsa dal disco:
IM P O S T A Z IO N E La velocità angolare iniziale è Wj = 0 rad/s.
A 0= cuj A / + (A/)^
La velocità angolare finale è = 5400 rpm. Convertendo in
rad/s si ha = (0 rad/s)(2.00 s) + ^(282.5 rad/s^)(2.00 s)^
5400 rev n 2tt rad
cuf=-----^---- X ■= 565 rad/s = 565 rad
min 60 s 1 rev
Ciascun giro corrisponde a uno spostamento angolare di 27t,
S O L U Z IO N E Questo problema è analogo ai problemi sul moto
quindi abbiamo
lineare che abbiamo visto nel Capitolo 2. Un corpo inizia a
muoversi partendo da fermo con un’accelerazione angolare
Numero di gin = ------ ^
costante per un intervallo di tempo fissato. Possiamo risolvere 277 rad/gin
questo problema riferendoci alla Sintesi 7.1 e usando le equa­ = 90 giri
zioni che sono analoghe alle equazioni che abbiamo usato per
risolvere problemi lineari simili. II disco completa 90 giri durante i primi 2 secondi.
Calcoliamo l’accelerazione angolare del disco: V E R IF IC A II disco raggiunge una velocità angolare di 5400
Ao> 565 rad/s - 0 rad/s rpm, che corrisponde a 90 giri/s. Se il disco ruotasse a piena
= 282.5 rad/s^
A/ 2.00 s velocità per 2.0 s, completerebbe 180 giri. Ma raggiungendo
Abbiamo mantenuto un’ulteriore cifra significativa per i calcoli questa velocità angolare da una posizione di riposo in un tempo
successivi, ma riporteremo come risultato finale a. —283 rad/s^ di 2.0 s, completerà solo la metà di questo numero di giri.

Grafico per un moto rotatorio


con accelerazione angolare costante
Nella -^SEZIONE 2 .5 , abbiamo studiato i grafici della posizione, velocità e acce­
lerazione per il moto uniformemente accelerato. Possiamo estendere quella
trattazione al caso corrente. A causa delTanalogia tra quantità lineari e angolari
che abbiamo visto nella Sintesi 7.1, le regole per fare i grafici delle variabili
angolari sono identiche a quelle delle variabili lineari. In particolare, la velo­
cità angolare è la pendenza nel grafico della posizione angolare rispetto al
tempo e l’accelerazione angolare è la pendenza nel grafico della velocità
angolare rispetto al tempo.

ESEMPIO 7.7 Grafici delle variabili angolari


La FIGURA 7.13 mostra il grafico della velocità angolare di rotazione. Successivamente accelera nella direzione
rispetto al tempo per l’elica di una nave. opposta fino a r = 8 s per poi girare in senso antiorario a
a. Descrivi il moto dell’elica. una velocità angolare costante.
b. Disegna il grafico dell’accelerazione angolare dell’elica. b. Il grafico dell’accelerazione angolare è la pendenza del grafi­
co della velocità angolare. Da r = 0 s a / = 8 s, la pendenza è
FIGURA 7.13 Velocità angolare delTelica. A(o _ cuf - cuj (8.0 rad/s) —( - 8.0 rad/s)
■= 2.0 rad/s^
ù) (rad/s) Af 8.0 s
Dopo r = 8 s, la pendenza è zero, quindi l’accelerazione an­
golare è nulla. Questo grafico è mostrato nella f i g u r a 7 .14.
FIGURA 7.14 Grafico delTaccelerazione angolare delTelica.
T-t{s)
a (rad/s^)

II grafico dell’accelerazione angolare è la


IM P O S T A Z IO N E
pendenza del grafico della velocità angolare.
S O L U Z IO N E

a. Inizialmente l’elica ha un valore negativo per la veloci­


tà angolare, quindi sta girando in senso orario. Rallenta Un confronto tra questi grafici e i loro analoghi lineari
V E R IF IC A
fino a / = 4 s, istante in cui si ferma ed inverte il senso in Figura 2.24 suggerisce che abbiamo preso la giusta direzione.
206 CAPITOLO 7 Moto rotatorio

FIGURA 7.15 Moto circolare uniforme e Accelerazione tangenziale


non uniforme.
Come abbiamo appreso nel Capitolo 6 , e come la f ig u r a 7.i5a ci ricorda, una
(a) Moto circolare uniforme
particella in moto circolare uniforme ha un’accelera/.ione diretta verso il cen­
tro della circonferenza. Questa accelerazione centripeta è dovuta al cambia­
mento di direzione della velocità della particella. Ricordiamo che il modulo
deiraccelerazione centripeta è = v^!r= wrr.
EEIQ ►L'accelerazione centripeta sarà indicata con r/. per distinguerla
dairaccelerazione tangenziale discussa di seguito. <
Se una particella è sottoposta a un’accelerazione angolare, cambia la sua
velocità angolare e quindi cambia anche il modulo della sua velocità. Questo
significa che la particella avrà un’altra componente della sua accelerazione. La
FIGURA 7.i5b mostra una particella la cui velocità aumenta mentre si muove
lungo un percorso circolare, troierie il modulo della velocità aumenta, questa
seconda componente deH’accelerazione è diretta tangenzialmente alla circon­
(h) Moto circolare non uniforme ferenza, nella stessa direzione della velocità. Questa componente dcH’accele-
L‘accelera/ione tangenziale 5, fa variare il razione è chiamata accelerazione tangenziale.
modulo della v e lm ità della particella. Si ha
un'aceelera/ione tangenziale s o lo quando il L’accelerazione tangenziale misura la variazione del modulo della velocità di
modulo della velocità aumenta o diminuisce. una particella attorno alla circonferenza. Quindi il suo valore è
Av
^t
Possiamo quindi collegare questa accelerazione tangenziale all’accelera­
zione angolare usando la relazione v = (orini la velcK'itàdella particella in moto
su una circonferenza di raggio r e la sua velocità angolare co. Abbiamo
Av A(a>r) Aco
a7 “ A/ Ar
oppure, poiché a = AcoIAt dall’equazione 7.8,

L’accelerazione centripeta a, fa variare la (7.9)


(U rezitm e della particella. Se v aumenta
anche a sarà più grande. Il moto circolare Relazione tra accelerazione angolare e accelerazione tangenziale
ha s e m p r e un’accelerazione centripeta.
Abbiamo visto che tutti i punti di un corpo rigido in rotazione hanno la
stessa accelerazione angolare. Dall’Equazione 7.9, quindi, l’accelerazione tan­
genziale e centripeta di un punto in un corpo in rotazione dipendono dalla
distanza del punto r dall’asse di rotazione, quindi queste accelerazioni non
sono le stesse in tutti i punti.

P A U S A DI R IF L E S S IO N E 7.2
Una palla legata all’estremità di una corda viene
fatta roteare in un moto circolare orizzontale e compie un giro ogni secondo.
Indica se il valore di ciascuna delle seguenti grandezze è nullo, costante (ma
non nullo), oppure variabile.

a. Modulo della velocità b. Velocità angolare


c. Accelerazione centripeta in modulo d. Accelerazione angolare
e. Accelerazione tangenziale

7.3 Momento
FIGURA 7.16 Le quattro forze hanno la Abbiamo visto che le forze sono la causa delle accelerazioni. Ma cosa pos­
stessa intensità, ma producono effetti siamo dire dell’accelerazione angolare? Che cosa ci dicono le leggi del moto
diversi sulla porta.
di Newton circa il moto rotazionale? Per iniziare il nostro studio del moto
rotazionale, avremo bisogno di trovare Lequivalente rotazionale delle forze.
Consideriamo la comune esperienza di spingere per aprire una porta pesante.
La FIGURA 7.16 è una veduta dall’alto di una porta che è fissata sui cardini alla
sua sinistra. Sono mostrate quattro forze, tutte di eguale ampiezza. Quale di
Cardine esse sarà la più efficace per aprire la porta?
7.3 Momento 207

La forza F\ aprirà la porta, ma la forza F2, che spinge nella direzione del
cardine, non l’aprirà. La forza F3 aprirà la porta, ma non così facilmente come
la forza F\ . Cosa possiamo dire della F{! Essa è perpendicolare alla porta e ha
la stessa ampiezza di F\, ma sappiamo per esperienza che spingere vicino al
cardine non è efficiente come spingere all’estremità opposta della porta.
L’abilità di una forza di provocare una rotazione quindi dipende da tre
fattori:
FIGURA 7.17 La forza F esercita un
1. L’intensità F della forza momento rispetto al fulcro.
2. La distanza r del punto in cui è applicata la forza dal fulcro (cioè l’as.se
attorno al quale il corpo può ruotare)
3. L’angolo tra la direzione di r e la direzione di F
Possiamo incorporare queste tre osservazioni in una singola quantità chia­
mata m omento della forza r (la lettera greca tau). Parlando grossolanamente,
T misura la “efficacia” di una forza nel mettere in rotazione un corpo attorno
ad un asse. Il momento di una forza è Tequivalente rotazionale della forza.
Nella Figura 7.16, per esempio, il momento Tj dovuto alla forza F\ è maggiore
del momento dovuto alla forza F 4 .
Per illustrare questi concetti, la f ig u r a 7.17 mostra una forza F applicata in
un punto di una chiave inglese che sta cercando di allentare un dado. La
Figura 7.17 definisce la distanza r dal fulcro al punto in cui la forza è applicata,
la linea radiale, che passa per il fulcro e per il punto d’applicazione della forza
e l’angolo </>(il simbolo greco phi), misurato tra la linea radiale e la direzione
della forza. FIGURA 7.18 II m o m en to è dovuto alla
Abbiamo visto nella Figura 7.16 che la forza F], che era diretta perpendico­ com ponente della forza perpendicolare
larmente alla porta, era la più efficiente nell’aprire la porta, mentre la forza alla linea radiale.

F i, diretta verso i cardini, non aveva effetto sulla sua rotazione. Come mostrato
nella f ig u r a 7 .I 8 , questo suggerisce di scomporre la forza F applicata alla chiave La componenie di F
che ò p e r p e n d ic o la r e
inglese in due vettori componenti: Fj^ diretta perpendicolarmente alla linea alla linea radiale ... ^
radiale, e F| diretta parallelamente a essa. Poiché Fu punta direttamente nella produce un momenióV”’^ 2 \
FA
direzione del fulcro o nella direzione opposta, non ha effetto sulla rotazione
della chiave inglese e quindi non contribui.sce al momento. Solamente F^ tende
a mettere in rotazione la chiave inglese, quindi è questa componente della
forza che determina il momento. La componente
Abbiamo visto che una forza applicata a una maggiore distanza r dal ful­ parallela non
contribuisce al
cro produce un effetto maggiore sul moto rotatorio, quindi ci aspettiamo che momento.
un grande valore di r implichi un momento maggiore. Inoltre, abbiamo visto
che solo F^ contribuisce al momento. Entrambe queste osservazioni sono
contenute nella nostra prima espressione per il momento di una forza:

T = rF^ (7.10)
FIGURA 7.19 Possiam o calcolare il
Momento dovuto a una forza con componente perpendicolare F^ momento anche in termini di braccio
che agi.sce a una distanza r dal fulcro del momento tra fulcro e linea d'azione.
La linea d'azione si estende
Da questa equazione, vediamo che l’unità di misura del momento di una nella direzione della forza ....¥/
c passa nel punto
forza nel SI è newton-per metro, abbreviato in N • m.
d’applicazione della forza
La FIGURA 7.19 mostra un modo alternativo di calcolare il momento. La
linea che è nella direzione della forza, e passa attraverso il punto in cui agi­
sce la forza, è chiamata lìnea cFazione. La distanza tra questa linea e il ful­
cro è chiamata braccio del m om ento (o braccio della leva) Possia­
mo vedere dalla figura che /*j =/*sin<^. Inoltre, la Figura 7.18 ha mo­
strato che F|^=Fsin</>. Possiamo scrivere l’Equazione 7.10 come
>— Linea
T = rFsin</> = F(rsin 0) = Frji. Quindi un’espressione equivalente per il d’azione
momento di una forza è

T= r F (7.11) 11 braccio del momento r ,


si estende dal fulcro alla
Momento dovuto a una forza F con braccio del momento linea d’azione ...
... ed è perpendicolare
alla linea d'azione
208 CAPITOLO 7 M oto rotatorio

E S E M P IO C O N C E T T U A L E 7.8
I Pedalare in bicicletta
È diffìcile avviare la bicicletta quando il pedale è
nel suo punto più alto. Perché?
SPIEGAZIONE Utilizzando il peso del proprio
corpo, la forza più intensa può essere applicata al
pedale verso il basso. Ma col pedale in alto, questa
forza è esercitata quasi direttamente verso il fulcro
e genera solo un piccolo momento. Possiamo dire
sia che la componente perpendicolare della forza è
piccola sia che il braccio del momento è piccolo.
VERIFICA Se hai mai affrontato una salita molto ripida in bicicletta, saprai che si ottiene
la maggiore spinta in avanti quando un pedale è completamente orizzontale e la pedivella
parallela al terreno. Ciò fornisce il massimo momento perché la forza è totalmente per­
pendicolare alla linea radiale e il braccio del momento è il più lungo possibile.

Abbiamo visto che TEquazione 7.10 può essere scritta come


j = rF^ = r(Fsinr/)), e l’Equaziorie 7.11 come r = F = (rsin0)F . Questo
mostra che entrambi i metodi per calcolare il momento di una forza conducono
alla stessa espressione:
r = rFsin(/) (7.12)
dove c/) è Tangolo tra la linea radiale e la direzione della forza come illustralo
nella Figura 7.17.
EEn3 ►Il momento differi.sce dalla forza per un aspetto molto importante.
11 momento è calcolato o misurato rispetto a un punto specifico. Dire che un
momento è pari a 20 N • m è privo di significato .se non viene indicato anche
il punto rispetto al quale è calcolato. Il momento può essere calcolato rispet­
to a qualsiasi punto e il suo valore dipende dal punto scelto perché questo
determina /* e </). In pratica, di solito calcoliamo il momento rispetto a un
asse, un fulcro o un cardine. ^
Le Equazioni 7.10-7.12 sono tre diversi modi di pensare e calcolare il
momento di una forza. L’Equazione 7.12 è l’equazione più generale per il
momento della forza, ma le Equazioni 7.10 e 7.11 sono di solito più utili per
risolvere i problemi pratici. Tutte e tre le equazioni permettono di calcolare il
momento della forza e tutte danno lo stesso valore.

< M o m e n t o o v e lo c ità ? Per muoversi e fermarsi rapidamente, queste giocatrici di


pallacanestro devono applicare un momento molto grande alle loro mole. Per rendere il
momento il maggiore possibile, il corrimano-cioò il cerchio esterno alla mota che gli atleti
su sedia a rotelle afferrano per spostarsi-é grande quasi quanto la ruota stessa. I corridori
su strada non hanno necessità di cambiamenti di velocità repentini ma devono muoversi
continuamente a un’alta velocità, quindi le loro ruote girano molto velocemente. Per
consentire alle loro mani di mantenere il ritmo, il corrimano con cui fanno girare le ruote
ha un raggio molto minore delle ruote della loro sedia, rendendo la sua velocità lineare
in corrispondenza più piccola. Tuttavia un raggio minore significa che il momento che
potranno applicare alla ruota sarà aneli’esso minore.

E S E M P IO 7.9 Mom ento nell'apertura di una porta


Marco sta cercando di aprire una porta bloccata spingendo su FIGURA 7.20 II m om en to della forza esercitata da M arco
un punto a 0.75 m dal cardine con una forza di 240 N inclinata sulla porta.
di 20° rispetto alla perpendicolare della porta. Il sistema ha un
240 N
asse di rotazione naturale: i cardini della porta. Quanto vale il
momento esercitato da Marco? Come potrebbe esercitare un
momento maggiore?
IMPOSTAZIONE Nella FIGURA 7.20 è tracciata la linea radiale
oF
r = 0.75 m
i
Vista dall’alto della porta 20^
\
Linea radiale
Cardine
che parte dal cardine e passa per il punto in cui è applicata la
forza F.
Continua
7.3 Momento 209

Vediamo che la componente di F che è perpendicolare alla Il momento dipende dall’intensità della forza con cui spinge
linea radiale è = Fcos20° = 226 N. La distanza dal cardine Marco, dal punto di applicazione e dall’inclinazione della
del punto di applicazione della forza è r = 0.75 m. forza. Per esercitare un momento maggiore, potrebbe spingere
in un punto più distante dal cardine, o potrebbe spingere in
S O L U Z I O N E Possiamo trovare il momento della forza sulla
direzione esattamente perpendicolare alla porta. Oppure
porta dall’equazione 7.10:
potrebbe semplicemente spingere con più forza!
r = tF l = (0.75 m)(226 N) = 170 N • m VERIFICA Come vedrai risolvendo un maggior numero di pro­
blemi, 170 N • m è un momento significativo, ma ciò ha senso
se si sta cercando di aprire una porta bloccata.

Le Equazioni 7.10-7.12 danno soltanto il modulo del momento della forza.


Ma il momento, come le componenti delle forze, ha un segno. Un momento
che tende a far ruotare un corpo in senso antiorario è positivo, mentre un
momento che tende a far ruotare un corpo in senso orario ha segno nega­
tivo. La F IG U R A 7.21 riassume le regole sui segni. Notiamo che una forza che
spinge verso il fulcro o tira in direzione opposta non esercita alcun momento.
CEEZI ►Quando calcoliamo un momento, dobbiamo mettere il segno cor­
retto osservando la direzione nella quale il momento agisce. ^

F IG U R A 7.21 Segni e valori del momento di una forza.


Un momento positivo porta il
Massimo momento positivo corpo a niotare in senso
per una forza pcrpemlicolarc antiorario rispetto al fulcro.
alla linea radiale. Una forza che tira in direzione
Una forza che spinge nella.... opposta rispetto al fulcro
direzione del fulcro esercita esercita un momento nullo.
un momento nullo.
....Un momento negativo porta il
Linea radiale corpo a ruotare in senso orario
Punto di rispetto al fulcro.
applicazione Massimo momento negativo per una
della forza forza perpendicolare alla linea
radiale.
Punto di rotazione

PAUSA DI RIFLESSIONE 7.3 Una ruota gira libe­


ramente attorno ad un asse centrale. Utilizzando le
informazioni della Figura 7.21, quale delle forze
mostrate nella figura eserciterà il maggiore mo­
mento positivo sulla ruota?

ESEMPIO 7.10 Calcolare il m om e nto su un dado


Luigi usa una chiave inglese lunga 20 cm per stringere un dado, F IG U R A 7.2 2 Una chiave inglese usata per serrare un dado,
ruotandolo il senso orario. Il manico della chiave inglese è (a) (b)
inclinato di 30° rispetto all’orizzontale e Luigi esercita una
forza verso il basso pari a 100 N. Quanto vale il momento eser­
citato da Luigi sul dado?
I M P O S T A Z I O N E La F IG U R A 7.22 illustra la situazione. Le
due illustrazioni corrispondono ai due metodi di calcolo del
momento, corrispondenti alle Equazioni 7.10 e 7.11.
S O L U Z I O N E Secondo l’Equazione 7.10, il momento della forza
può essere calcolato come r = rF^. Dalla Figura 7.22a, pos­
siamo vedere che la componente perpendicolare della forza è
Abbiamo messo il segno meno perché il momento è negativo,
f i = F cos 30° = ( 100 N)( cos 30°) = 86.6 N infatti porta il dado a ruotare in senso orario.
Questo genera un momento Alternativamente, possiamo usare l’Equazione 7.11 per tro­
T = -rFj. = -(0.20 m)(86.6 N) = -17 N • m vare il momento. La Figura 7.22b mostra il braccio del momento
Continua
210 CAPITOLO? Moto rotatorio

la distanza perpendicolare che va dall’asse di rotazione alla Anche in questo caso, abbiamo inserito il segno meno perché il
linea di azione della forza. Dalla figura possiamo vedere che momento che agisce genera una rotazione in senso orario.
VERIFICA Entrambi i metodi che abbiamo usato ci permet­
rjL = rcos30° = (0.20 m)(cos30°) = 0.173 m
tono di giungere alla stessa risposta per il momento, come
Quindi il momento è dev’essere, e questo ci dà fiducia sulla correttezza del risultato
r = - r j F = -(0.173 m)(100 N) = -1 7 N -m ottenuto.

M om ento to ta le
Le forze esercitano un
F IG U R A 7.23 La F IG U R A 7.23 mostra le forze che agiscono sulla guarnitura di una bicicletta.
momento totale rispetto al punto di Le forze e F2 sono dovute alla persona che sta spingendo i pedali e le forze
rotazione. F3 e F4 sono le forze di tensione della catena.
L’asse esercita una forza sulla pedivella La guarnitura è libera di girare attorno ad un asse fisso, ma l’asse impedisce
per mantenere /',„i = 0. Questa che la guarnitura subisca un moto traslazionale rispetto al telaio della bici­
forza non produce alcun momento.’
cletta. Lo fa esercitando una forza Fassc sul corpo per controbilanciare le altre
forze e mantenere = 0.
Le forze Fj, F2, F3 e F4 esercitano i momenti r^, e sulla guarnitura
(misurati rispetto alfasse), mentre ^isse non esercita alcun momento perché è
applicata direttamente sul punto di rotazione e quindi ha il braccio del momento
pari a zero. Il momento totale rispetto all’asse è dato dalla somma dei momenti
delle forze applicate:
, = T| + T 2 + T3 + T4 + - - - = (7.13)

ESEMPIO 7.11 Forza applicata a un argano


L’argano è uno stRimento usato ^ S O L U Z IO N E II momento dovuto alla tensione della corda è
sulle vecchie navi per alzare
r^= F rsin90° = F7
l’ancora. Un marinaio spinge la
lunga leva, facendo girare l’ar­ Non conosciamo il raggio dell’argano, quindi lo lasceremo per
gano e avvolge la corda a cui è ora indicato come R, Questo momento è positivo perché cerca
legata l’ancora. Se l’aigano gira di ruotare l’argano in senso antiorario. 11 momento dovuto al
a vekx'ità costante, il momento marinaio è
totale su di esso, come appren­
= - {1R)F sin 90° = -IR F
deremo più tardi in questo capitolo, è pari a zero.
Supponiamo che la tensione della corda dovuta al peso Abbiamo messo il segno meno perché questo momento agisce
dell’ancora sia di 1500 N. Se la distanza dall’asse del punto in senso orario (negativo). 11 momento totale dev’essere pari a
della leva dove il marinaio spinge è esattamente sette volte il zero, quindi abbiamo t.^,-f = 0, o
raggio dell’argano attorno a cui la corda si avvolge, con quale
R T-1R F = 0
forza deve spingere il marinaio se il momento totale sull’ar­
gano dev’essere pari a zero? Notiamo che il raggio R si cancella, lasciando
I M P O S T A Z I O N E La F IG U R A 7.2 4 mostra una veduta dall’alto
F = - = ^^^^^=210N
dell’argano. La corda tira con una forza di tensione T a distanza 7 7
R dall’asse di rotazione. Il marinaio spinge con una forza F a VERIFICA 210 N è equivalente alla forza necessaria per sol­
distanza IR dall’asse. Entrambe le forze sono perpendicolari levare direttamente un corpo di massa pari a circa 21 Kg. La
alla loro linea radiale, quindi 0 nell’Equazione 7.12 è 90°. forza che il marinaio esercita è pari a un settimo della forza
F IG U R A 7.24 Veduta dalTalto di un marinaio che gira un esercitata dalla corda. La lunga leva lo aiuta a sollevare un’an­
argano. cora pesante. Nella nave HMS Warrior, costruita nel 1860,
occorrevano 200 uomini per far girare l’argano che sollevava
l’enorme ancora del peso di 55000 N!
Notiamo che le forze F e 7 puntano in direzioni differenti. I
loro momenti dipendono solo dalla loro direzione rispetto alle
rispettive linee radiali, non dalla direzione delle forze Luna
rispetto all’altra.
La forza che il marinaio deve applicare resta invariata
quando lui gira attorno all’argano.
7.4 Momento gravitazionale e centro di gravità 211

PAUSA DI RIFLESSIONE 7.4 Due forze agiscono sulla ruota come mostrato
nella figura. Qual è la terza forza, che agendo nel punto P, renderà il momento
totale sulla ruota uguale a zero?

D. E.

7.4 Momento gravitazionale 7.25 II centro di gravità è un


f ig u r a
punto dove sem bra che agisca tutta la
e centro di gravità forza peso.

(a) La gravità esercita una for/a


Mentre la ginnasta nella f ig u r a 7.25 ruota attorno alla sbarra, un momento e un momento su ogni Asse di
dovuto alla forza di gravità la fa ruotare verso una posizione verticale. Un piirticella della ginnasta.--..^
albero che cade e un cofano di automobile che si chiude sono altri esempi dove
la gravità esercita un momento su un corpo. Anche i corpi che non sono in
movimento possono sperimentare un momento dovuto alla forza di gravità. Un mw r ■i
trampolino sperimenta un momento gravitazionale rispetto alla sua estremità ^ T
fissa. Non ruota a causa delle forze che fissano questa estremità e che eserci­
*
tano un momento che controbilancia quello gravitazionale.
Abbiamo appreso come calcolare il momento dovuto a singole forze che
agiscono su un corpo. Ma la gravità non agisce su un singolo punto di un % i
corpo. Spinge verso il basso ogni particella che lo compone, come mostrato
tb) La for/.a peso esercita un momento
per la ginnasta nella f ig u r a 7.25a, quindi ogni particella sperimenta un pic­ rispetto all’asse di rotazione.
colo momento dovuto alla forza di gravità che agisce su di essa. Il momento
gravitazionale su un corpo nel suo insieme è quindi il momento totale eserci­
tato su tutte le particelle. Non lo proveremo, ma il momento gravitazionale
può essere calcolato assumendo che la forza totale di gravità, cioè il peso del
corpo P , agisca in un unico punto particolare del corpo chiamato centro di
gravità (simbolo ®). A questo punto possiamo calcolare il momento dovuto
alla gravità con i metodi che abbiamo appreso in precedenza per una singola
forza (P) che agisce su un unico punto (il centro di gravità). La f ig u r a 7.25b
mostra come possiamo considerare il peso della ginnasta come agente sul La ginnasta risponde come se tutto il suo peso
suo centro di gravità. fosse concentrato nel centro di gravità.
Se teniamo in mano un righello a un’estremità in modo che sia libero di ruotare
attorno ad essa, sappiamo che moterà rapidamente finché non penderà in linea

ESEMPIO 7.11 Il m om e nto di un pennone


Un pennone di massa 3.2 kg sporge da un muro con un angolo braccio del momento rj^ è facilmente calcolabile, useremo l’E­
di 25° rispetto all’orizzontale. 11 suo centro di gravità è a una quazione 7.11 per il momento.
distanza di 1.6 m dal punto in cui il pennone è fissato al muro. SOLUZIONE Dalla Figura 7.26, vediamo che il braccio del
Qual è il momento gravitazionale sul pennone rispetto al punto momento è r = ( 1.6 m)cos 25° = 1.45 m. Quindi il momento
in cui è fissato al muro? gravitazionale del pennone, rispetto al punto in cui è fissato al
IMPOSTAZIONE La FIGURA 7.26 illustra la situazione. Per cal­ muro, è
colare il momento, possiamo considerare come se l’intero peso
del palo fosse concentrato nel suo centro di gravità. Poiché il T= P= = - d .45 m)(3.2 kg)(9.8 m/s^) = -45 N • m
FIGURA 7.26 Descrizione visiva di un pennone. Abbiamo inserito il segno meno perché il momento cerca di
ruotare il pennone in senso orario.
Dati
nt = 3.2 kg VERIFICA Se il palo fosse fissato al muro con un cardine, il
r = 1.6 m momento gravitazionale causerebbe la caduta del pennone.
0 = 25° Invece, la connessione rigida con cui il pennone è effettiva­
Incognita mente fissato al muro fornisce un momento controbilanciante
(positivo) al palo evitandone caduta. Il momento totale è pari
a zero.
212 CAPITOLO 7 Moto rotatorio

FIGURA 7.27 Righello sospeso. verticale. La f i g u r a 7.27 spiega questo risultato in lemiini di centro di gravità c
momento gravitazionale. Il centro di gravità del righello si trova al suo centro. Se
Fulcro Quando il centro
di gravità non si il centro di gravità è direttamente sotto il fulcro, non c’è momento graviuizionale e
trova sotto il fulcro. il righello re.sterà femio. Se ruotiamo il righello da un lato, il momento gravitazio­
Quando il centro P , esercita un nale farà ruotare rapidamente il righelk) tino a far tomtue il centro di gravità sotto
di gravità si trova momento e il
righello ruoterà. il fulcro. Abbiamo mostrato cosa succede per un righello, tuttavia si tratta di un
sotto il fulcro,
P è pari a principio generale: un corpo che è libero di ruotare attorno ad un punto sarà a
/ero e il riposo quando il suo centro di gravità si trova sotto il punto di rotazione.
momento ò nullo. Se il centro di gravità si trova direttamente sopra al punto di rotazione, come
illustrato nella f ig u r a 7.28 , non c’è momento associato alla forza peso del corpo
e questo può rimanere in equilibrio. Tuttavia, se il corpo è leggermente disalli­
neato da una qualsiasi parte, il momento gravitazionale non sarà più nullo e il
FIGURA 7.28 Righello in equilibrio. corpo inizierà a ruotare. Questo tipo di problemi di equilibrio instabile, cioè il
comportamento di un corpo quando il suo centro di gravità si trova sopra al
P . è pari a zero
quando il centro Se il righello è fulcro, verrà investigato più in dettaglio nel Capitolo 8.
di gravità si trova leggermente
sopra al fulcro. In inclinato. Pj^
questo caso il non è pari a zero Posizione del centro di gravità
e il momento
momento è nullo.
risultante
Poiché non c’è momento gravitazionale quando il centro di gravità si trova sia
•■’provcKherà direttamente sopra o direttamente sotto il fulcro, questo momento è nullo
la caduta quando il fulcro coincide con il centro di gravità. Possiamo usare questa pro­
del righello.
prietà per trovare l’espressione generale per la posizione del centro di gravità.
Fulcro Consideriamo il manubrio (attrezzo ginnico) mostrato nella f ig u r a 7 .29 . Fac­
ciamo scivolare il fulcro triangolare avanti e indietro lungo il manubrio finché
questo non è in equilibrio. La posizione in cui ciò avviene corrisponde al cen­
FIGURA 7.29 II centro di gravità di un tro di gravità (a*,^) e il momento dovuto alla gravità rispetto a deve essere
m anubrio. uguale a zero. Tuttavia possiamo trovare il momento gravitazionale diretta-
mente calcolando e sommando i momenti rispetto a questo punto associati ai
due pesi individuali. La gravità agisce sul peso 1 con un braccio quindi il
'«I momento rispetto al fulcro nella posizione è
^2 T^ = r,P, = (x^,^-x,)m ,g
Allo stesso modo, il momento dovuto al peso 2 è:
~5 X, Jt,.g •^2
***.... Origine arbitraria
dell’asse .v. Questo momento è negativo perché tende a ruotare il manubrio in senso orario.
Abbiamo appena argomentato che il momento totale dev’essere nullo perché il
fulcro è direttamente sotto il centro di gravità, quindi
T,tot =() = T,-f
I
T2= ( ai'K “ a/. ) - (a2- a<j¥) m 2.g^
Possiamo risolvere questa equazione per la posizione del centro di gravità a ;

(7,14)
//q -F ni2
11 riquadro di Strategia e tattica 7.1 mostra come l’Equazione 7.14 possa
essere generalizzata per determinare il centro di gravità per qualsiasi numero
di particelle. Se le particelle non si trovano tutte lungo l’asse a, allora avremo
bisogno di trovare anche la coordinata del centro di gravità.
STRATEGIA Trovare il centro di gravità
E TATTICA 7.1

O Scegliamo un’origine per il nostro sistema di coordinate. Possiamo sce­


gliere qualsiasi punto conveniente come origine.
0 Determiniamo le coordinate ( a ,, y^), ( a ^, y,), (A 3, y^), ... per tutte le parti-
celle di massa rispettivamente ni^, ...
© La coordinata a del centro di gravità è
AiA/q + A 2 ^ 2 + A3/?l3 + • • *
A ” ■ (7.15)
nix + mi + W3 H— •
O In modo analogo, la coordinata v del centro di gravità è
_ y\mx-^ y2tn2 + yìini + ■■■ (7.16)
ni] + W2 + MI3 + • • •
7.4 Momento gravitazionale e centro di gravità 213

Poiché il centro di gravità dipende da prodotti quali \ corpi di grande


massa contribuiscono di più di quelli aventi una piccola massa. Di conse­
guenza, il centro di gravità tende a essere vicino ai corpi più massivi o a parti-
celle che costituiscono la maggior parte di un corpo.

ESEMPIO 7.13 Punto di equilibrio del m anubrio


Un manubrio lungo 1.0 m ha una massa di 10 kg fissata all’e- situata all’estremità sinistra del manubrio, in tal modo otte­
.stremità sinistra e una massa di 5.0 kg fissata alPestremità niamo x^ = 0 me = 1.0 m.
destra. Trova la posizione del centro di gravità, il punto in cui Poiché le masse sul manubrio giacciono sull’asse la coordi­
il manubrio dovrebbe essere sollevato in modo da restare in nata y del centro di gravità deve essere anch’essa sull’asse x.
equilibrio. Quindi dobbiamo trovare solo la coordinata x del centro di gravità.
IMPOSTAZIONE Per prima cosa, eseguiamo uno schizzo della SOLUZIONE La coordinata x del centro di gravità si trova
situazione come quello rappresentato nella FIGURA 7.30. dall’equazione 7.15:
__ Xini\ + X2 ni2 __ (0 m)(10 kg) + (1.0 m)(5.0 kg)
FIGURA 7.30 Calcolo del centro di gravità di un manubrio nii+m2 10 kg+ 5.0 kg
m |= IO kg m2 = 5.0kg = 0.33 m
O o Il centro di gravità è a 0.33 m dalla massa di 10 kg o, equiva­
lentemente, a 0.17 m a sinistra rispetto al centro della barra.
JCi = 0 m jCcc JC2= 1.0 m VERIFICA La posizione del centro di gravità è più vicina alla
Successivamente eseguiamo i passi indicati nel riquadro massa maggiore. Questo enunciato è in accordo con quanto
Strategia e tattica 7.1 per trovare il centro di gravità. Scegliamo affermato in precedenza, ossia che il centro di gravità tende a
Torigine coincidente con la posizione della massa di 10 kg essere più vicino a particelle con masse maggiori.

Il centro di gravità di un corpo e.steso può spesso essere trovato conside­ FIGURA 7.31 Masse e centri di gravità per
rando il corpo come composto di pezzi, ciascuno con una sua massa e un cen­ i segmenti relativi a un uomo di 80 kg.
tro di gravità che sono noti o possono essere trovati. Le coordinate del centro
di gravità dell’intero corpo sono date dalle Equazioni 7.15 e 7.16, dove (jc^, >'^),
>'?)»••• '*ono le coordinate dei centri di gravità di ogni pezzo e m^y
nijy... le loro masse.
Questo metodo è largamente usato in biomeccanica e in chinesiologia per
calcolare il centro di gravità di un corpo umano. La f ig u r a 7.31 mostra come
un corpo umano può essere considerato come la somma di diversi segmenti,
ciascuno con la sua massa e centro di gravità. I numeri indicati sono un’appros­
simazione per un uomo con una massa totale di 80 kg. Per ogni postura è pos­
sibile trovare le posizioni dei .segmenti e i loro centri di massa, e quindi il
centro di gravità deH’inlero corpo, mediante le Equazioni 7.15 e 7.16 (e una
terza equazione analoga per la coordinata z). Nel prossimo esempio vedremo
una versione semplificata di questo metodo.

ESEMPIO 7.14 Trovare il centro di m a ssa di un ginnasta


Un ginnasta è agli anelli e si man- f ig u r a 7.32 Centri di gravità dei due segmenti del ginnasta,
tiene fermo in una posizione a
y (cm)
squadra. La figura 7.32 ci mostra
come possiamo suddividere il
80-
suo corpo in due segmenti, di cui Centro di gravità di
sono riportati masse e centri di , testa, tronco e braccia
gravità. 11 segmento superiore in­ 60-
Centro di gravità dell’intero
clude la testa, il tronco e le brac­ - corpo (da calcolare)
cia, mentre il segmento inferiore 40
consiste nelle sue gambe. Loca­
lizziamo il centro di gravità tota­
le del ginnasta. 20

“T---1— I I 1---- 1---- 1--- 1— X (cm)


20 40 60 80 100 Continua
214 CAPITOLO 7 Moto rotatorio

IMPOSTAZIONE Dalla Figura 7.32 possiamo trovare le coordi­ 3^tronco tronco 3^gambc ^ gambe
nate jc e dei centri di gravità dei segmenti:
tronco"^ ^gambe
jctronco = 15 cm = 50 cm (50 cm)(45 kg) 4- (20 cm)(30 kg)
= 38 cm
gambe
= 30 cm V .
•'gambe
= 20 cm 45 kg + 30 kg
VERIFICA 11centro di gravità per l’intero corpo, mostrato nella
SOLUZIONE Le coordinate jc e >>del centro di gravità del ginna­
Figura 7.32, si trova più vicino a quello del tronco, più pesante,
sta sono date dalle Equazioni 7.15 e 7.16: piuttosto che a quello delle gambe, più leggere. Si trova, inol­
•^tronco tronco -Tgambe gambe tre, lungo la retta che collega i centri di gravità dei due seg­
*tronco"^ Sgambo menti, proprio come sarebbe stato per il centro di gravità di
due particelle. Notiamo inoltre che le mani del ginnasta, che
(15 cm)(45 kg) 4- (30 cm)(30 kg)
= 21 cm rappresentano il punto di fulcro, devono essere direttamente
45 kg + 30 kg sotto il suo centro di gravità, altrimenti egli ruoterebbe in avanti
o all’indietro.

PAUSA DI RIFLESSIONE 7.5 Le sfere sono col legate da barrette molto legge­
re con il fulcro nella posizione indicata con un punto nero. Le barrette hanno
tutte la stessa lunghezza ad eccezione della barretta A, che ha una lunghezza
doppia. Ordina, dal maggiore al minore, i moduli dei momenti totali gravita­
zionali attorno ai fulcri per le situazioni rappresentate da A a D.
2m 2m
A .O = o ^ ■o
2m
-■ & O
D. -o— o
7.5 Dinamica rotazionale
e momenti di inerzia
Nella Sezione 7.3 ci siamo chiesti: Che cosa ci dicono sul moto rotazionale le
leggi del moto di Newton? Ora siamo in grado di rispondere a questa domanda:
un momento produce un’accelerazione angolare. Questo è Tequivalente
rotazionale delle nostre precedenti scoperte, dove avevamo visto che, per un
moto lungo una retta, una forza produce un’accelerazione.
FIGURA 7.33 Una forza tangenziale F
Per vedere da dove viene questo collegamento tra momento e accelerazione
esercita un momento su una particella e angolare, iniziamo a esaminare una singola particella .soggetta a un momento.
produce un'accelerazione angolare. La FIGURA 7.33 mostra una particella di massa m fissata a una barretta di massa
tra.scurabile e di lunghezza r che costringe la particella a muoversi su una cir­
1^ forza tangenziale F produce
un'accelerazione tangenziale conferenza. La particella è .soggetta a due forze. Poiché si sta muovendo lungo
a,. F produce un cambiamento una circonferenza, ci sarà una forza, in questo caso la tensione T della barretta,
nel modulo della velocità. diretta verso il centro della circonferenza. Come abbiamo appre.so nel Capitolo
6, questo è la forza responsabile del cambio di direzione della velocità della
La tensione T produce
un’accelerazione particella. L’accelerazione a.ssociata a questa variazione della velocità della
centripeta . T produce particella è l’accelerazione centripeta a^.
un cambiamento nella..... Ma la particella nella Figura 7.33 è anche soggetta a una forza F che cambia
direzione della particella.
il modulo della velocità della particella. Questa forza causa un’accelerazione
tangenziale df. Applicando la seconda legge di Newton nella direzione tangen­
Punto di
rotazione ziale al cerchio si ha
\ F (7.17)
= “rn
L’accelerazione tangenziale e l’accelerazione angolare .sono collegate da a^ =
Traiettoria ar, quindi possiamo riscrivere l’Equazione 7.17 come ar = Firn, o
della particella
(7.18)
mr
Possiamo col legare questa accelerazione angolare al momento poiché la forza
F, che è perpendicolare alla linea radiale, esercita un momento
T = rF
7.5 Dinamica rotazionale e momenti di inerzia 215

Con questa relazione tra F e r, possiamo scrivere TEquazione 7.18 come


a = -^ (7.19)
mr
L’Equazione 7.19 indica una relazione tra il momento di una singola parti-
cella e la sua accelerazione angolare. Adesso tutto quello che resta da fare è
espandere questa idea da una singola particella a un corpo esteso.

La seconda legge di N ew ton per il moto rotatorio


La FIGURA 7.34 mostra un corpo rigido sottoposto a rotazione rispetto a un asse
FIGURA 7.34 Le forze su un corpo rigido
fisso e inamovibile. Secondo il modello di corpo rigido, possiamo pensare al esercitano un momento rispetto all'asse
corpo come composto da particelle con masse ... a distanze fisse di rotazione.
... dall’asse.
Supponiamo che le forze F2, ^ 3 ,... agiscano su queste particelle. Que­ 1^ particella 1 è a una distanza r,
cd ha una massa m\.
ste forze eserciteranno un momento rispetto all’asse di rotazione, quindi il
corpo sarà .sottoposto a un’accelerazione angolare a. Poiché tutte le particelle
che compongono il corpo ruotano insieme, ogni particella ha la .stessa accele­
razione angolare a. Trasformando leggermente l’Equazione 7.19, possiamo
.scrivere i momenti delle particelle come
Tj= nij a t^ = a a
e così via per ogni particella del corpo. Se .sommiamo tutti questi momenti, il
momento totale sul corpo sarà
pnxlucc un’accelerazione
Ttot = T j + T2 -f- T3 + • • • = n ti r ^ a + m i r ^ a + m ^ r ^ a + • • • angolare del corpo.
(7.20)
= a { m x r ^ + fn 2 f‘i +•••)= oL^ triiri^
Raccogliendo e portando a fuori dalla sommatoria, rendiamo esplicito l’uso
della proprietà che ogni particella in un corpo rigido in rotazione ha la stessa
accelerazione angolare a.
La grandezza ^ t n r nell’Equazione 7.20, che è la costante di proporziona­
lità tra l’accelerazione angolare e il momento totale, è chiamata il m om ento
di inerzia /del corpo:

/ = niyr^ + rìi2^2 -} -•• •= (7.21)


Momento di inerzia di un insieme di particelle

L’unità di misura del momento di inerzia è la massa per la distanza al qua­


drato, ossia kg • m^. 11 momento di inerzia di un corpo, come il momento di una
forza, dipende dall*asse di rotazione. Una volta che l’as.se è specificato, deter­
minando quindi i valori di z*^, il momento di inerzia rispetto a quell 'asse
può essere calcolato dall’Equazione 7.21.
G E in ►La parola “momento” nel “momento di inerzia” c “braccio del mo­
mento” non hanno nulla a che vedere con il tempo. La radice deriva dal la­
tino momentiim, che significa “movimento.” ^
Sostituendo il momento di inerzia nell’Equazione 7.20 mettiamo al suo
posto il pezzo finale del puzzle, ottenendo l’equazione fondamentale per la
dinamica di un corpo rigido:

S e co n d a le gge di N e w to n per le rotazioni Un corpo soggetto a un mo­


mento totale ri.spetto all’asse di rotazione subirà un’accelerazione angolare
Mot
a = (7.22)
/
dove / è il momento di inerzia del corpo rispetto all*asse di rotazione. Questa grande palla di granito, con una
massa di 8200 Kg, galleggia con un
Nella pratica spesso .scriviamo = /«, ma l’Equazione 7.22 rende meglio attrito trascurabile su un sottile strato
l’idea che il momento totale è la causa deiraccelerazionc angolare. In
di acqua ad alta pressione. Anche se
la ragazza esercita un momento molto
assenza di un momento totale = 0 ), il corpo ha un’accelerazione angolare grande sulla palla, la sua accelerazione
a pari a zero, quindi o non ruota {a> = 0 ) oppure ruota con velocità angolare angolare è piccola a causa del grande
costante (o) = costante). momento di inerzia.
216 CAPITOLO 7 Moto rotatorio

Interpretazione del momento di inerzia


Prima di affrettarci a calcolare i momenti di inerzia, cerchiamo di ottenere
una comprensione migliore di quale sia il suo significato. Come prima cosa,
notiamo che il momento di inerzia è l’equivalente rotazionale della massa.
Gioca lo stesso ruolo nelTEquazione 7.22 della massa nella più familiare
a= Ricordiamo che corpi con massa più grande hanno anche un''iner­
zia maggiore, il che significa che sono più difficili da far accelerare. Allo
stesso modo, un corpo con un momento di inerzia più grande è più difficile
da far ruotare: occorre un momento maggiore per far ruotare un corpo con
un grande momento d’inerzia rispetto a un corpo con un piccolo momento
d ’inerzia.
Ma perché il momento di inerzia dipende dalla distanza r dall’asse di rota­
zione? Pensiamo alla situazione in cui cerchiamo di avviare una giostra da
ferma, come mostra la f ig u r a 7 .35 . Spingendo il bordo della giostra, eserci­
FIGURA 7.35 II m om en to di inerzia tiamo un momento su di essa e la sua velocità angolare incomincia ad aumen­
dipende sia dalla m a ssa sia da com e tare. Se i nostri amici si siedono sul bordo della giostra, come nella Figura
questa è distribuita.
7.35a, le loro distanze r dall’asse sono grandi. Una volta che abbiamo messo
(a) Massa distribuita (b) Massa concentrata in rotazione la giostra a una velocità angolare ragionevole co, le loro velocità,
date da V= cor, saranno anch’esse grandi. Se i nostri amici si siedono vicino
all’asse, come in Figura 7.35b, allora r è piccola e la loro velocità v = cor sarà
anch’CvSsa piccola. Nel primo caso abbiamo ottenuto di far girare i nostri
amici a una velocità maggiore, quindi non c’è da sorprendersi che per fare
ciò abbiamo dovuto spingere la giostra con una forza maggiore.
Possiamo esprimere questo risultato usando il concetto del momento di
inerzia. Nel primo caso, con grandi valori di r, l’Equazione 7.21 implica che il
momento di inerzia sia grande. Nel secondo caso, con piccoli valori di r, FE-
Momento di inerzia Momento di inerzia quazione 7.21 comporta piccoli valori del momento di inerzia. Un momento di
maggiore, maggior minore, maggior
diftìcoltà a mettere facilità a mettere in inerzia maggiore implica che dovremo applicare un momento maggiore per
in rotazione la giostra rotazione la giostra produrre una data accelerazione angolare. Dovremo quindi spingere con una
forza maggiore.
Quindi il momento di inerzia di un corpo dipende non solo dalla massa del
corpo ma anche da come questa massa è distribuita rispetto all’asse di rota­
zione. Questo è ben noto ai ciclisti. Ogni volta che un ciclista accelera, deve
“far girare” più velocemente le ruote e gli pneumatici. Maggiore è il momento
di inerzia, maggiore è lo sforzo richiesto e minore è l’accelerazione ottenuta.
Per questo motivo, i ciclisti usano ruote che sono disegnate per mantenere la
massa il più vicino possibile all’asse di rotazione senza però sacrificare la
necessaria robustezza e rigidità.
La Sintesi 7 .1 collegava varietà ed equazioni per il moto lineare e circo­
lare. Ora possiamo fare la stessa cosa per la dinamica lineare e rotazionale.

SINTESI 7.2 Dinam ica lineare e din am ica rotazionale


Le variabili per la dinamica lineare hanno un analogo per la dinamica rota­
zionale. La seconda legge di Newton per la dinamica rotazionale è espressa
in funzione di queste variabili.
D inam ica lineare D inam ica rotazionale

For/a totale (N)* Tjoi .............For/.a totale (N *m)


.2
*u Massa (kg) •............. ................... Momento di inerzia (kg • ni")
Accelerazione (m/s^)............... . a a ............... Accelerazione angolare (rad/s")

L'accelerazione è L'accelerazione angolare


C prodotta dalle forze. uT*'* è prodotta dai momenti.
•a T3 O : = ^tot
to t-* a =
Maggiore è la I Maggiore è il momento
^ D I) O ) • s
o ^ assa. minore
massa, è • *......di inerzia, minore è
l'accelerazione. l'accelerazione angolare.
7.5 Dinamica rotazionale e momenti di inerzia 217

E S E M P IO 7.15 Calcolo del momento di inerzia


Un nostro amico sta creando una scultura astratta che consiste da entrambi gli assi. La particella 3 è a IO cm dall’asse A ma è
in tre sfere, piccole ma pesanti, fissate a delle barre molto leg­ più distante rispetto all’asse B. Possiamo determinare per
gere lunghe lOcm, come illustrato nella FIGURA 7.36. Le sfere l’asse B usando il teorema di Pitagora, che ci dà come risultato
hanno rispettivamente masse: = 1.0 kg, = 1.5 kg, e ìh^ = r^= I4.1 cm. Queste distanze sono indicate nella figura.
1.0 kg. Qual è il momento di inerzia della scultura se è ruotata SOLUZIONE Per ogni asse possiamo preparare una tabella con
intorno alfasse A? Oppure intorno all’asse B? i valori di r, m, e m r per ciascuna particella, e poi sommare i
FIGURA 7.36 Tre particelle collegate con barre leggere. valori di mi^. Per l’asse A abbiamo

Piirticdla r m n ir

1 0m 1.0 kg 0 kg •
2 0.10 m 1.5 kg 0.015 kg
3 O.lOrn 1.0 kg 0.010 kg m-
7^=0.025 kg m‘
Per l’asse B abbiamo
Particflla r ili n ir

1 0m 1.0 kg 0 kg • m"
2 0.10 m 1.5 kg 0.015 kg • m’
IMPOSTAZIONE Useremo l’equazione 7.21 per il momento di 3 0.141 m 1.0 kg 0.020 kg • m“
inerzia: Ig = 0.035 kg • m“
/= + m2r2 +
VERIFICA Abbiamo già notato che il momento di inerzia di
In questa espressione, e sono le distanze di ciascuna un corpo è maggiore quando la sua massa è distribuita distante
particella dall’asse di rotazione, quindi dipendono dall’asse dall’as.se di rotazione. Qui, è più lontana rispetto all’asse
scelto. La particella 1 giace su entrambi gli assi, quindi = 0 B di quanto non sia rispetto all’asse A, e ciò comporta un
cm in entrambi i casi. La particella 2 si trova a 10 cm (0.10 m) momento di inerzia maggiore rispetto a quell’asse.

► Novità nelle mazze da golf Negli anni recenti, i fabbricanti hanno La testa tende a motare
introdotto mazze da golf con una testa caratterizzata da un alto momento di rispetto alfasta.
inerzia. Quando la mazza colpisce la pallina, questa, in base alla terza legge
di Newton, esercita una forza sulla mazza e quindi esercita un momento che
causa la rotazione della testa della mazza attorno all’asta. Un grande momento
di inerzia della testa manterrà piccola l’accelerazione angolare risultante,
riduccndo quindi le rotazioni indesiderate e permettendo una precisione
migliore.
D
’**Una ma.ssa lontana dall’asse ha
un grande momento d’inerzia.

M om enti di inerzia di form e com uni


La seconda legge di Newton per il moto rotazionale è facile da scrivere, ma
non possiamo usarla senza conoscere il momento di inerzia del corpo. A diffe­
renza della massa, non possiamo misurare il momento di inerzia ponendo il
corpo su una bilancia. Inoltre, anche se siamo in grado di prevedere che il
centro di gravità di un corpo simmetrico si trovi nel suo centro, non possiamo
indovinare il momento di inerzia nemmeno del corpo più semplice.
Per un corpo composto .solo da poche particelle puntiformi col legate da
barre prive di massa, possiamo usare l’Equazione 7.21 per calcolare diretta-
mente /. Ma un tale corpo è abbastanza irrealistico. Tutti i corpi reali sono
composti da materia solida che è a sua volta composta da un numero molto
grande di atomi. Calcolare il momento di inerzia di un corpo anche molto sem­
plice richiede l’uso del calcolo integrale che è oltre lo scopo di questo testo. La
Tabella 7.1 riporla un elenco dei momenti di inerzia per alcuni oggetti comuni.
Abbiamo usato la lettera M per indicare la massa totale di un corpo esteso.
Possiamo fare alcune osservazioni generali sui momenti di inerzia riportati
nella Tabella 7.1. Per esempio, il cilindro cavo è compo.sto da particelle che
sono tutte alla stessa distanza R dalPas.se. Quindi ogni particella di massa m
218 CAPITOLO 7 Moto rotatorio

T A B E L L A 7,1 I m o m e n ti di inerzia di corpi c o n d e n sità u n ifo rm e e m a s s a totale M


Corpo e asse Disegno I Corpo e asse Disegno
kMR^
Barra sottile
(di qualsiasi sezione), Cilindro o disco,
rispetto al centro rispetto al centro

Barra sottile (di qualsiasi


sezione), rispetto a Cilindro cavo,
un’estremità \MI} rispetto al centro

contribuisce per lo stesso valore mRr al momento di inerzia del cilindro cavo.
Sommando tutti questi contributi si ottiene
/ z= -f + m^Rr + ... = (m^ + + rn^ + ...)Rr = M/?'
come riportato nella tabella. Un cilindro pieno con gli stessi massa e raggio ha un
momento di inerzia minore del cilindro cavo perché la maggior parte della massa
del cilindro si trova più vicino alleasse centrale. Allo stesso modo possiamo
vedere perché una lastra ruotata attorno ad un asse centrale ha un momento di
inerzia più basso rispetto alla stessa lastra ruotata attorno ad un suo bordo: in
quest’ultimo caso, parte della massa è doppiamente distante dall’asse di rota­
zione rispetto al primo caso. Queste particelle danno un contributo quattro volte
maggiore al momento di inerzia, conducendo ad un momento di inerzia com­
plessivo maggiore per la lastra che ruota attorno ad una sua estremità.

PAUSA DI RIFLESSIONE 7.6 Quattro dischi molto leggeri di eguale raggio


hanno ciascuno tre pesanti pezzi di marmo identici incollati sulla loro superfi­
cie, come mostrato nella figura. Ordina, dal maggiore al minore, i momenti di
inerzia dei dischi rispetto all’asse di rotazione indicato da un punto.

© ] ( ^
c. D.

7.6 Uso della seconda legge di Newton


per le rotazioni
In questa sezione vedremo diversi esempi di dinamica rotazionale per corpi
rigidi che ruotano attorno ad un asse fìsso. La restrizione ad un asse fisso evita
complicazioni che possono sorgere in un corpo sottoposto ad una combina­
zione di moto rotatorio e moto traslazionale.
7.6 Uso della seconda legge di Newton per le rotazioni 219

STRATEGIA DI RISOLUZIONE
DEI P R O B L E M I 7. 1
Problem i di dinam ica rotazionale

Possiamo usare una strategia di risoluzione dei problemi per la dinamica


rotazionale che è molto simile alla strategia per la dinamica lineare incon­
trata nel Capitolo 5.
IMPOSTAZIONE Schcmatizziamo il corpo con una forma semplice. Disegnia­
mo una rappresentazione figurata per chiarire la situazione, definire le coor­
dinate e i simboli ed elencare le informazioni note.
■ Identifichiamo Tasse attorno al quale il corpo ruota.
■ Identifichiamo le forze e determiniamo le loro distanze dall’asse.
■ Calcoliamo i momenti prodotti dalle forze determinandone anche il segno.
SOLUZIONE La rappresentazione matematica è basata sulla seconda legge di
Newton per il moto rotatorio:
*^tot
= la a = •
/
■ Troviamo il momento di inerzia dal calcolo diretto usando l’equazione
7.21 oppure dalla Tabella 7.1 per forme comuni di oggetti.
■ Usiamo la cinematica rotazionale per trovare le posizioni e le velocità
angolari.
VERIFICA Controlliamo che i nostri risultati siano espressi nelle corrette
unità di misura, siano ragionevoli e rispondano alla domanda posta dal
problema.

ESEMPIO 7.16 Accelerazione angolare di un tronco in caduta


L.o sport scozzese del lancio del FIGURA 7.37 Un tronco in caduta subisce un'accelerazione
tronco (caber toss) richiede forza angolare prodotta dal suo momento gravitazionale.
e maestria. In questa gara i con­
correnti devono lanciare un
tronco. Non serve che il tronco
vada lontano, basta che cada in
verticale di fronte al lanciatore.
Il punteggio si valuta in base
alrinclinazione con cui cade. II
lancio perfetto è a ore 12, ossia - Non c’è alcun
di fronte al lanciatore e con il tronco perfettamente verticale Il momento sul momento a.ssociato
tronco è dovuto alla reazione
rispetto alla postazione di lancio. Nella foto vediamo un tronco solo alla forza vincolare del terreno,
alto 5.9 m e con una massa di 79 kg che è appena atterrato con peso. perché questa forza
un’estremità conficcata nel terreno. Il palo è inclinato di 25® A^e di rotdzioyie *agisce sull’asse.
rispetto alla verticale e sta iniziando a ruotare rispetto alTestre-
mità conficcata nel terreno. Stimiamo la sua accelerazione
angolare.
Dalla Tabella 7.1, il momento di inerzia per una baira che ruota
IMPOSTAZIONE La situazione è illustrata nella f ig u r a 7.37,
attorno ad una sua estremità è / = \ Quindi dalla seconda
dove abbiamo definito i nostri simboli e Telenco dei dati noti.
legge di Newton per il moto rotatorio, l’accelerazione angolare è
Due forze stanno agendo sul tronco, la forza peso del palo P,
che agisce nel centro di gravità, e la forza del terreno sul tronco sin ^ 3gsìn0
(non mostrata). Questa seconda forza non esercita un momento / \ml} 2L
perché agisce sull’asse di rotazione. II momento del tronco è
quindi dato solo dalla forza di gravità. Dalla figura possiamo 3(9.8 m/s^) sin 25®
= 1.1 rad/s^
vedere che questo momento tende a ruotare il tronco in senso 2(5.9 m)
antiorario, quindi il momento è positivo.
VERIFICA II risultato finale per Taccelerazione angolare non
SOLUZIONE Abbiamo rappresentato il tronco con un modello dipende dalla mas.sa, come potevamo aspettarci data l’analogia
di barra uniforme e sottile che ruota attorno ad un’estremità. con un corpo in caduta libera. Notiamo che il valore dell’ac­
Il suo centro di gravità è a metà del tronco, a una distanza di celerazione angolare è piuttosto modesto. Ciò è ragionevole:
L/2 dall’asse. Possiamo vedere dalla figura che la componente possiamo vedere che l’accelerazione angolare è inversamente
perpendicolare di P è I\ = Psin6/. Quindi il momento dovuto proporzionale alla lunghezza del palo, e questo è alquanto lungo.
alla gravità è Il valore modesto dell’accelerazione angolare è una fortuna per­
ché il U*onco è piuttosto pesante e il concorrente impiega un po’
di tempo per allontanarsi dalla traiettoria di caduta del tronco!
220 CAPITOLO 7 Moto rotatorio

ESEMPIO CONCETTUALE 7.17 Bilanciam ento di una bacchetta di un m etro


Possiamo facilmente tenere in equilibrio in verticale una bac­ ad esempio una matita. Il nostro tempo di reazione è sufficien­
chetta di un metro o una mazza da baseball sul palmo della temente veloce per compensare Io spostamento dalla verticale
mano (fai tu stesso la prova!), ma è praticamente impossibile della lunga bacchetta ma non altrettanto rapido per impedire la
tenere in equilibrio una matita nello stesso modo. Perché? veloce caduta della matita.
SPIEGAZIONE Supponiamo di essere riusciti a tenere in equili­ VERIFICA Se raddoppiamo la lunghezza della barra, la sua massa
brio una bacchetta sul nostro palmo in posizione verticale, ma a raddoppia e il suo centro di gravità raddoppierà la sua altezza,
un certo punto la bacchetta inizia a cadere. Abbiamo bisogno di quindi il suo momento gravitazionale sarà quattro volte mag­
spostare rapidamente la nostra mano per mantenere in equilibrio giore. Ma poiché per la barra il momento di inerzia è / = \ MI}, la
la bacchetta. Come mostrato nell’Esempio 7.16, Paccelerazione bana più lunga avrà un momento di inerzia otto volte maggiore,
angolare di una barra sottile è inversamente proporzionale alla quindi l’accelerazione angolare sarà solo la metà rispetto a prima.
sua lunghezza L. Quindi un oggetto lungo come la bacchetta di Questo ci lascia più tempo per muoverci compensando lo sposta­
un metro cade molto più lentamente di un oggetto corto come mento della barra riportando la mano sotto il suo centro di gravità.

ESEMPIO 7.18 A vviam e nto del m otore di un aeroplano


Il motore di un piccolo FIGURA 7.38 La rotazione di l = ^ M l} = i^(40 kg)(2.0 111)2 = 13 3 ,^g. ^2
aeroplano ha un momento un'elica di aeroplano,
di 500 N • m. 11 motore 11 momento di 500 N • m del motore produce un’accelerazione
muove un’elica a pala sin­ angolare di
gola lunga 2.0 m e di Il momento
prodotto dal = 40 kg T 500 N •m
massa 40 kg. AU’avvio, a=7 : = 37.5 rad/s^
motore fa ruotare 13.3 kg-m^
quanto tempo occorre r elica. .
Il tempo necessario per raggiungere 2(K)0 rpm = 33.3 giri/s
affinché l’elica raggiunga
= 209 rad/s è
2000 rpm?
L = 2.0 m Ao> (Of —o>i 209 rad/s - 0 rad/s
IM POSTAZION E L’elica = 5.6s
può essere rappresentata a 37.5 rad/s^
come una barra che ruota Asse VERIFICA Abbiamo assunto un’accelerazione angolare
attorno al proprio cen­ costante, che è ragionevole per i primi secondi mentre l’elica
tro. Il motore esercita un sta iniziando lentamente a girare. A un certo punto la resistenza
momento sull’elica. La del l’aria e l’attrito produrranno momenti in direzione opposta e
FIGURA 7.38 mostra l’elica l’accelerazione angolare tenderà a diminuire. A piena velocità,
e il suo asse di rotazione. il momento negativo dell’aria e deH’attrito controbilanciano il
SOLUZIONE 11 momento di inerzia della barra che ruota momento del motore. Quindi = 0 e l’elica girerà a velocità
attorno al suo centro è indicato nella Tabella 7.1 : angolare costante senza accelerazione angolare.

Vincoli dovuti a corde e carrucole


FIGURA 7.39 II moto della corda deve Molte importanti applicazioni di dinamica rotazionale coinvolgono corpi che
accordarsi con il moto del bordo della sono fissati a corde che passano in carrucole. La f ig u r a 7.39 mostra una corda
carrucola. che passa in una carrucola ed è col legata ad un corpo in moto lineare. Se la
Vcl(K'ità del bordo = loR carrucola gira senza che la corda scivoli in essa, allora la velocità della corda
Accelerazione del bordo = aR eguagliare esattamente la velocità del bordo della carrucola,
(i)R. Se la carrucola ha un’accelerazione angolare, l’accelerazione della corda
Corda che ^KorJa eguagliare Laccelerazione tangenziale del bordo della carrucola, a^
non scivola = aR.
Il corpo fissato al l’altra estremità della corda ha la stessa velocità e accelera­
zione della corda. Di conseguenza, il corpo deve soddisfare la condizione.

Vcorpo = (jjR
Il moto del corpo ^^corpo acorpi}= aR a.23)
deve accordarsi ....>
con il moto del bordo. Condizione sul moto di un corpo collegato ad una carrucola
di raggio R attraverso una corda che non scivola

Questi vincoli sono simili a quelli sull’accelerazione che abbiamo introdotto


nel Capitolo 5 per due corpi collegati da una corda.
►1 limiti sono dati in termini di modulo. 1 problemi specifici richie­
deranno di specificare anche i segni che dipendono dalla direzione del moto
e dal sistema di coordinate scelto. ◄
7.6 Uso della seconda legge di Newton per le rotazioni 221

E SE M P IO 7.19 Tempo di caduta di un secchio


Giovanni ha appena alzato un secchio d’acqua di massa 2.5 kg FIGURA 7.40 Descrizione visiva del secchio in caduta.
usando il verricello di un pozzo quando accidentalmente lascia la
maniglia. Il verricello consiste in una corda che si avvolge lungo
un cilindro di 3.0 kg, e dal diametro di 4.0 cm, che ruota attorno
al proprio asse centrale. Il secchio è rilasciato da una posizione
di riposo a un’altezza di 4.0 m sopra il livello dell’acqua del
pozzo. Quanto tempo impiegherà per raggiungere l’acqua?
IMPOSTAZIONE Assumiamo che la corda sia priva di massa e
non scivoli. La FIGURA 7.40a fornisce una descrizione visiva
del secchio in caduta mentre la f ig u r a 7.40b mostra il dia­
gramma di corpo libero per il verricello e il secchio. La ten­
sione della corda esercita una forza verso l’alto sul secchio
e una forza verso il basso sulla parte esterna del cilindro. La
corda è priva di massa, quindi le due forze di tensione sono
uguali, e le possiamo entrambe indicare con la lettera T.
SOLUZIONE La seconda legge di Newton applicata al moto
lineare del secchio è
m a = T -m g
dove, come al .solito, l’asse> punta verso l’alto. Cosa possiamo
dire del cilindro? Esiste una forza normale al cilindro n dovuta Quindi la tensione è 7 = —^May. Se usiamo questo valore per
all’asse e la forza peso del cilindro Nessuna di queste forze la tensione nell’equazione del secchio, possiamo trovare l’ac­
esercita un momento perché entrambe agiscono sull’asse di celerazione:
rotazione. L’unico momento esistente proviene dalla tensione
della corda. II braccio del momento per la tensione è ''i ” e ay = -^ M a y -m g
il momento è positivo perché la corda fa ruotare il cilindro in
senso antiorario. Quindi T/?, e la seconda legge di New­ = -6.13 m/s^
(1 +MHm)
ton per il moto rotazionale dà
TR 2T Il tempo di caduta, essendo A>^= >y— = -4.0 m, si trova appli­
MR cando le formule della cinematica:
“ /
II momento di inerzia di un cilindro che ruota attorno al suo
asse centrale è stato ricavato dalla Tabella 7.1.
L’ultima informazione di cui abbiamo bisogno è la condi­ A/ = = I .l s
zione dovuta al fatto che la corda non scivola. L’Equazione 7.23 -6.13 m/s^
collega solo i moduli delle accelerazioni lineari e angolari, ma VERIFICA L’espressione dell’accelerazione dà a^= - g se M =
in questo problema a è positiva (accelerazione angolare antiora­ 0. Questo ha senso perché il secchio è in caduta libera se non ci
ria) mentre è negativa (accelerazione verso il basso) Quindi fosse il cilindro. Quando il cilindro ha massa, la forza verso il
basso dovuta all’attrazione gravitazionale sul secchio accelera
ay = -a R
il secchio e fa ruotare il cilindro. Di conseguenza, l’accelera­
Mettendo a dall’equazione del cilindro nella condizione prece­ zione si riduce e il secchio impiega un tempo maggiore per
dente, troviamo cadere.

7.7 Moto di rotolamento


Il rotolamento è un moto combinato nel quale un corpo ruota attorno ad un’asse
che contemporaneamente si sta spostando lungo una traiettoria rettilinea. Per
esempio, la f ig u r a 7.41 è una foto a lunga esposizione di una ruota che rotola
con una lampadina sull’asse di rotazione e una seconda lampadina sul bordo
della ruota. La luce sull’asse si muove in avanti in linea retta, mentre la luce
sul bordo segue una curva chiamata cicloide. Vediamo se riusciamo a capire
questo interessante tipo di moto. Considereremo solo i corpi che rotolano l'raiettorìa cid h(»rdo della ruota
senza scivolare.

►FIGURA 7.41 La traiettoria del centro della ruota e di un punto sul 'fraiettoria del centro della ruota
bordo viste in una foto a lunga esposizione.
222 CAPITOLO 7 Moto rotatorio

FIGURA 7.42 Un corpo che rotola e com pie un giro.


Traiettoria di un Il corpo compie un giro

Per comprendere il moto di rotolamento, consideriamo la f i g u r a 7 .4 2 , che


mostra un corpo circolare - una ruota o una sfera - mentre rotola in avanti,
senza scivolare, compiendo esattamente una rivoluzione. Il punto, inizialmente
in basso, segue la curva blu fino alla posizione più in alto e poi ritorna in basso.
La posizione del corpo è misurata facendo riferimento alla posizione x del suo
centro. Poiché il corpo non slitta, in una rivoluzione il suo centro si sposta in
avanti esattamente di una circonferenza, in modo tale che Aa*= 2nR. Il tempo
impiegato dal corpo per compiere una rivoluzione è il suo periodo 7, quindi
possiamo calcolare la velocità del centro del corpo come
Aa I ttR
(7.24)
~T
Essendo InIT la velocità angolare cu, come abbiamo appreso nel Capitolo 6,
possiamo scrivere:
Antichi trasportatori Le grandi statue v = (x}R (725)
modi dell’Isola di Pa.squa furono trasportate
per 16 km dalla eava alla loro posizione L’Equazione 7.25 è la condizione di rotolamento, il collegamento fonda-
finale. Gli archeologi credono che un mentale tra la traslazione e la rotazione di un corpo che rotola senza slittare.
possibile metodo per muovere queste Possiamo determinare la velocità per qualsiasi punto di un corpo che rotola
statue di 14 tonnellate fosse quello di
sommando la velocità di quel punto quando il corpo sta puramente traslando,
posizionarle sopra dei rulli. Questo metodo
ha lo svantaggio che le statue, poste in cima cioè senza rotolare, alla velocità del punto quando il corpo sta solo in rotazione,
ai rulli, si muovono a una velocità doppia senza traslare. La f i g u r a 7.43 mostra come i vettori velocità, si possano trovare
ri.spctto ai rulli ste.ssi. I rulli quindi sono nel punto più alto, al centro e nel punto più basso di una ruota che gira.
continuamente lasciati indietro e devono
essere trasportati davanti alla statua e FIGURA 7.43 II rotolamento è la combinazione di una rotazione e di una traslazione.
rcinseriti sotto di essa. Purtroppo, il taglio
indiscriminato degli alberi necessari per Tra.slazionc Rolazione = Rotolamento
trasportare i moai potrebbe aver accelerato
la scomparsa di questa antica civiltà.

Quindi il punto in cima alla mota ha una vel(x:ità diretta in avanti pari a v dovuta
al suo moto di trashizione e una velcK'ità sempre in avanti pari acoR = v dovuta al
suo moto rotazionale. La velcx:ità di questo punto in cima alla mota è piiri a 2v =
2o)R, ossia è il doppio della velcKità del punto centrale. D’altra parte, il punto più
basso della mota, dove questa tcx:ca la superficie, ha una vckx:ità in avanti sempre
pari a v, dovuta al suo moto di traslazione. Ma la sua vekx:ità associata alla rota­
zione punta all’indietro con un valore coR = v. Sommando queste due vekx:ità,
scopriamo che la vekx:ità di questo punto più bas.so è piiri a zero. In altre parole, il
punto di contatto di un corpo che sta rotolando è istantaneamente a riposo.
Sebbene questo sembri sorprendente, è realmente quello che intendiamo quando
diciamo che il corpo “rotola senza slittiire”. Se il punto sul fondo avesse una velo­
cità, si muovcrebbe orizzontalmente rispetto alla superficie. In altri termini, slitte­
rebbe o scivolerebbe rispetto alla superficie. Per rotohu'e senza slittare, il punto sul
fondo cioè il punto in contatto con la superficie, deve avere vekx:ità nulla.
7.7 Moto di rotolamento 223

E SE M P IO 7.20 Rotazione degli pneum atici


Il diametro dei nostri pneumatici è di 0.60 m. Se facciamo un b. Il tempo del viaggio è
percorso di 60 miglia a una velocità di 45 mph: —A £ — 3600 s
= 1.33 hX = 4800 s
a. Durante questo percorso, qual è la velocità angolare de­ V 45 mi/h 1h
gli pneumatici? Quindi l’angolo totale percorso dalle ruote è
b. Quante rivoluzioni compiranno? A0==wAt = (67 rad/s)(4800s) = 3.2 • la' rad
IMPOSTAZIONE La velocità angolare è legata alla velocità del Poiché a ogni giro la ruota percorre I n rad, il numero di rota­
centro della ruota dalPequazione 7.25: v = o)R. Poiché il centro zioni è
della ruota gira attorno ad un asse solidale all’auto, la velocità 3.2 • IO’ rad , , ..
V'del centro della ruota è la stessa deH’automobile. Iniziamo — r-----;---- = 51 000 gin
2tt rad
convertendo la velocità dell’auto nell’unità del SI:
VERIFICA Probabilmente saprai, avendo osservato le ruote
V= (45 mph) X: If 0.447
o . 4 4 7 ^ )| = 20
: m/s delle auto che passano, che uno pneumatico percorre diversi
V mph /
Una volta che conosciamo la velocità angolare, possiamo giri in un secondo alla velocità di 45 mph (circa 70 km/h). Poi­
determinare il numero di giri che fanno le ruote attraverso l’e­ ché ci sono 3600 s in un’ora, e un percorso di 60 miglia a 45
quazione cinematica del moto rotatorio ^0 = (o At. Abbiamo mph impiega oltre un’ora - diciamo circa 5(KK) s - ci aspette­
remmo che gli pneumatici compiano migliaia di giri.
bisogno di ricavare l’intervallo di tempo At dall’equazione v =
A.x/At. Quindi il valore di 5 1(K)0 giri sembra una risposta
ragionevole. Vediamo che gli pneumatici ruotano
SOLUZIONE a. Dall’equazione 7.25 abbiamo grossolanamente un migliaio di volte ogni miglio. Durante la
V 20 m/s vita media di uno pneumatico, circa 250(K) miglia, esso avrà
= 67 rad/s
^ R 0.30 m ruotato circa 25 milioni di volte!

PAUSA DI RIFLESSIONE 7.7 Una ruota rotola senza slittare. Quii\ è il suo vet­
tore velocità corretto per il punto P sulla ruota?

1- X \ 1
A. B. C. D.

ESEMPIO INTEGRATO 7.21 La rotazione di un giroscopio


Un giroscopio è un dispositivo tensione di una corda ha la stessa intensità della forza che tira
simile a una trottola ed è formato la corda, quindi la tensione è 7 = 5.0 N. In secondo luogo, è
da un anello pesante collegato buona norma convertire tutti i dati noti del problema nelle unità
attraverso raggi sottili a un asse del SI, e raccoglierle tutte in un unico posto come abbiamo
centrale. L’asse e l’anello sono fatto nella de.scrizione visiva della Figura 7.44. 11 raggio R è la
liberi di ruotare su dei cuscinetti. metà del diametro di 5.0 cm dcH’anello, e il raggio rè metà del
Per far ruotare il giroscopio, si diametro di 2.0 mm deH’as.se.
avvolge una corda lunga 30 cm Dobbiamo calcolare la velocità di rotazione dell’anello
attorno all’asse del diametro di quando la corda è completamente srotolata; questo equivale a
2.0 mm, e si tira con una forza determinare la velocità angolare finale dcH’anello, che indi­
costante di 5.0 N. Se il diametro cheremo con io^ Abbiamo supposto che la velocità angolare
dcH’anello è 5.0 cm e la .sua iniziale sia = 0 rad/s. Poiché la velocità angolare cambia,
ma.s.sa è 30 g, qual è la velocità di l’anello dev’essere sottoposto a un’accelerazione angolare che,
rotazione del giroscopio, in rpm, una volta che la corda è com­ come sappiamo, è causata da un momento. Quindi la strategia
pletamente srotolata? da adottare è quella di trovare il momento sull’anello, per poi
IMPOSTAZIONE Poiché l’anello è pesante rispetto ai raggi e trovare la sua accelerazione angolare e, usando la cinematica,
all’asse, rappresenteremo il giroscopio come un cilindro cavo, la velocità angolare finale.
prendendo il suo momento di inerzia dalla Tabella 7.1 : ! = MR}. SOLUZIONE II momento che agisce .sull’anello è dovuto alla
La FIGURA 7.44 nella pagina successiva mo.stra una descrizione tensione nella corda. Poiché la corda, e la linea di azione della
visiva del problema. Vale la pena di notare due punti. In primo tensione, sono tangenziali all’asse di rotazione, il braccio del
luogo, come è stato detto nel riquadro Strategia e tattica 5.3, la momento della forza di tensione è il raggio r dell’asse. Quindi
Continua
224 CAPITOLO 7 Moto rotatorio

FIGURA 7.44 Descrizione visiva di un giroscop io m e sso in rotazione.

0>L^O j>atù
T ^ s .0 H
L * 0.30 m
r =0.00J0 rr)
^ - O.OJLS'm
0.030
o^i^O r o A k
tk^co^rùta
Corda awolta

T = r^T = rT. Ora possiamo applicare la seconda legge di FIGURA 7.45 Relazione tra l'a n go lo di rotazione e la
Newton per il moto rotatorio, l’Equazione 7.22, per trovare lunghezza della corda svolta.
l’accelerazione angolare: Dopo che si è srotolato
T,,. Prima un segmento s di corda
Uot . j 2 ^ _ (0.0010 m)(5.0N)
: = 267 rad/s^
I (0.030 kg)(0.025 m f L’angolo 0
Successivamente usiamo la cinematica per il moto con accele­ è correlato
razione angolare costante per trovare la velocità angolare . alla lunghezza
finale. Dobbiamo usare contemporaneamente l’equazione rela­ s della corda
srotolata da
tiva alla posizione angolare, A0 = cuj Ar-h A/^, e l’equa­ d = s/r.
zione relativa alla velocità angolare, Aco = — (o. = a A/,
riportate nella Sintesi 7.1. Conosciamo a e o>., e siamo in grado quando l’intera corda di lunghezza L sarà srotolata, l’asse e
di trovare AO dalla lunghezza della corda srotolata, ma non sap­ l’anello avranno ruotato di un angolo
piamo At e Wj. Abbiamo quindi due equazioni in due incognite. , L 0.30 m ,
Dalla seconda equazione troviamo A0 = —= ~ — = 300 rad
r 0.0010 m
* Oif - (Oi
At = -------- Ora possiamo usare la nostra equazione cinematica per trovare
a
Inserendo questo valore per At nella prima equazione otte­ = ojj^ + 2 a M = (0 rad/s)^ + 2(267 rad/s^)(3(K) rad)
niamo:
ù)f “ (Oi I /W f-W jV v2 = l60()(K)(rad/s)^
A0 = (Oi
a da cui possiamo trovare che = 400 rad/s. Convertendo da
che può essere semplificata in rad/s a rpm, otteniamo che il giroscopio ruota a
(o^ = 0)^ -F 2a A6 ^4(K)ra^V 6 0 j_ V 1 rev_
400 rad/s = 3800 rpm
Questa equazione, che è l’analoga per le rotazioni dell’Equa­ /V 1 min/\27r rad>
0 =^
zione 2.13 per il moto lineare, ci permette di trovare (o^ una II risultato finale equivale a una velocità di rotazione
V E R IF IC A
volta che conosciamo AO. molto alta, circa equivalente a quella del motore di un’automo­
La FIGURA 7.45 mostra come trovare AO. Quando un seg­ bile quando percorre un’autostrada, tuttavia se hai mai giocato
mento della corda di lunghezza .ysi srotola, l’asse ruoterà di un con un giroscopio o una trottola azionata da una corda, sai che
angolo (in base alla definizione del radiante) 0 = s/r. Quindi queste possono realmente ruotare molto rapidamente.
Riepilogo 225

R I E P I L O G O
Obiettivo: capire la fisica dei corpi in rotazione.

PRINCIPI G EN ERA LI
La seconda legge di Newton per il moto rotatorio
Se un momento totale agisce su un corpo, il corpo subirà Questa legge è analoga alla seconda legge di Newton per il
un’accelerazione angolare data da a = //, dove / è il moto lineare, a =
momento d’inerzia del corpo rispetto all’asse di rotazione.

CONCETTI IM PORTANTI |
Descrizione del moto circolare Momento
Definiamo nuove variabili per il moto circolare. Per convenzione Una forza produce su un corpo un’accelerazione lineare, un
il moto in senso antiorario è positivo. y momento produce su un corpo un’accelerazione angolare. Il
momento si può interpretare in due modi diversi:
Spostamento angolare:
Interpretazione 1 ; r = rF Interpretazione 2 : r = r F
Velocità angolare: La componente di F
che è perpendicolare
alla linea radiale Il braccio del momento
produce un momcijjo.^ r i si estende dal fulcro ^
alla linea di azione.

La velocità angolare dipende dalla


frequenza e dal periodo: (0 = — = 277/
Fulcro
r^ = r sin d>
Relazioni tra grandezze del moto lineare e circolare Entrambe le interpretazioni danno t —rF sin (/>
Velocità angolare e VckK'ità
angolare la stessa espressione per il valore del momento:
lineare sono legate da: v = a>r
Se la velocità della particella Centro di gravità La gravità agi.sce su II corpo risponde come
aumenta, avrà anche ogni particella che se tutto il suo peso
Il centro di gravità di un fosse concentrato nel
un’accelerazione tangenziale corpo è il punto in cui si centro di gravità.
a, diretta tangenzialmente può schematizzare che sia
alla circonferenza ed VcltKilà' concentrata tutta l’azione *I
un’accelerazione angolare a. della forza di gravità. C I ^5
Accelerazione angolare e
tangenziale sono legate da: a= ar La posizione del centro di gravità dipende dalle distanze
jc,, JC2,... di ogni particella di massa /;q, dall’origine:
II momento di inerzia è l’equivalente rotazionale della Xittli + X2ni2 + ^^3^3 + • • •
massa. Per un corpo fatto di particelle di masse a
distanza dall'asse, il momento di inerzia è nl^ -F m2 + m3 + • • •
/ = nij -f • • *= m r

APPLIC A ZIO N I i
Momenti di inerzia di forme comuni Rotazione attorno a un asse fisso Moto di rotolamento
Quando un momento totale è applicato Per un corpo che rotola senza slittare,
ad un corpo che ruota attorno a un asse
fisso, il corpo subirà un’accelerazione V= (oR
angolare di La vcIcKità di un punto
in cima al corpo è
doppia rispetto a quella
/ dei suo centro.
Se una corda si srotola da una carrucola
di raggio /?, la velocità lineare di un
corpo legato alla corda è correlata al
moto angolare della carrucola tramite la
0 ^
relazione
acorpo = aR V
corpo = coR
226 CAPITOLO 7 Moto rotatorio

La difficoltà del problema è indicata con I (facile) fino a UHI (molto difficile). I problemi contrassegnati come INT integrano in maniera
significativa concetti esposti nei capitoli precedenti; i problemi contrassegnati con BIO sono di interesse medico o biologico.

D O M A N D E

D o m a n d e concettuali nella Figura D7.9. Il punto di


rotazione della barra è privo
1. Un atleta sta correndo i 400 metri piani su una pista di atle­ di attrito. Traccia uno grafico
tica leggera. La sua velocità angolare è positiva o negativa? della velocità angolare della
2. Immaginiamo di guardare la Terra da una certa distanza palla in funzione del tempo
sopra il Polo Nord. Un punto sulTequatore avrà una velo­ per i primi 3 s del moto della
cità angolare positiva o negativa a causa della rotazione palla. Non sarai in grado di
terrestre? riportare numeri sul l’asse
3. La Figura D7.3 mostra quattro carrucole, ciascuna con un verticale, ma il tuo grafico
peso leggero ed uno pesante fissati ai due estremi della dovrebbe avere il .segno cor­
corda. Le velocità dei blocchi sono indicate nella figura. retto e la giusta forma.
Quali sono i .segni (+ o -) delle velocità angolari e delle 10. Possiamo usare una tecnica semplice per trovare il centro
accelerazioni angolari in cia.scun caso? di gravità di una forma irregolare. La Figura D7.10 mostra
(a) (b) (c) (d) un cartone ritagliato a cui è .stata data la forma della mappa
degli Stati Uniti d’America. La mappa è sospesa nel punto 1
e lasciata pendere liberamente, a questo punto tracciamo una
linea blu per la verticale. Ora sospendiamo la stessa mappa
nel punto 2. Anche in questo ca.so la la.sciamo pendere libe­
ramente e tracciamo una linea rossa per la verticale. II centro
di gravità della mappa si trova nel punto di intersezione tra
le due line. Spiega come funziona questa tecnica.
FIGURA D7.3 Punto di rotazione I Punto di rotazione 2
4. Se stiamo usando una chiave
per allentare un dado resistente,
possiamo renderci il lavoro
più agevole usando una ”pro-
lunga’’. Questa è un pezzo di
tubo che si innesta nel manico
della chiave, come mostrato
nella Figura D7.4, rendendola FIGURA D7.10
molto più lunga. Spiega perché
questo allungamento ci aiuta ad 11. Le due masse agli estremi del manubrio illustrato in Figura
allentare il dado. D7.11 sono composti

5. Cinque forze sono appli­


FIGURA D7.4 dallo stesso materiale.
Il centro di gravità del
manubrio si trova nel O o
cate ad una porta, come punto 1, 2 o 3? Spiega FIGURA D7.11
mostra, con vista dal­ il perché.
l’alto, la Figura D7.5. 12. Prendiamo un martello
Per ciascuna forza, il mo­ dalla parte del manico,
mento rispetto al cardine che è leggero, e agitiamolo
è positivo, negativo, o f^lGURA D7.5 avanti e indietro. Successi­
nullo? vamente prendiamo il mar­
6. Un cacciavite con un manico molto spesso richiede meno tello dalla parte della testa,
forza per operare di un altro che ha un manico molto più che è più pesante, e scuo­
sottile. Spiega il perché. tiamolo avanti e indietro,
7. Se hai mai guidato un camion, forse hai notato che ha un come ci mostra la figura.
volante con un diametro maggiore di quello di un’automo­ Scopriremo che possiamo far ondeggiare il martello più
bile. Come mai? rapidamente nel secondo ca.so, cioè quando esso è tenuto
8. Un tipo comune di ferma-porte è costituito da uno .spes­ dalla parte della testa. Spiega perché succede questo.
sore di gomma. Questo ferma-porte è più efficace quando 13. Supponiamo di avere due sfere di metallo che sembrano
è posto vicino o lontano dai cardini? Spiega il perché. identiche per dimensioni e massa. Una di essa è piena men­
9. Uno studente dà una spinta continua, per 1 s, ad una palla tre l’altra è cava. Descrivi un semplice test per determinare
che si trova all’estremità di una barra rigida e priva di quale è piena e quale è vuota.
massa. La spinta produce una rotazione in .senso orario 14. Il momento di inerzia di una barra uniforme che ruota
della palla in una circonferenza orizzontale, come mostrato attorno ad un asse passante per il suo centro è ML}I\2. Il
Domande 227

momento di inerzia, quando invece viene ruotala attorno 21. Ili Supponiamo che i produttori aumentino le dimensioni
ad una sua estremità, è ML^B. Spiega perché il momento di dei CD in modo tale che siano fatti dello stesso materiale
inerzia è maggiore quando la barra ruota attorno ad un’e­ con lo stesso spes.sore di un disco attuale ma con un diame­
stremità rispetto a quando ruota attorno al centro. tro doppio. Di che fattore aumenterebbe il loro momento di
15. La ruota nella Figura D7.15 sta roto­ inerzia?
lando verso destra senza scivolare. A. 2 B. 4 C. 8 D. 16
Ordina in funzione del modulo della 22. I Due barre orizzontali sono sorrette ciascuna da due
velocità, dal più veloce al più lento, corde verticali fissate alle loro estremità. La barra 1 ha una
i punti indicati da I a 5 e spiega il lunghezza L e una massa M\ la barra 2 ha una lunghezza
tuo ragionamento. 2 Le una massa 2 M. Se per ogni barra tagliamo una delle
16. Con cautela, è possibile camminare corde che la sostengono, le barre inizieranno a fare perno
sulla parte alta di un barile mentre attorno alfestremità ancora legata alla corda. Quale barra
FIGURA D7.15
questo rotola. È molto più facile avrà la maggiore accelerazione angolare iniziale?
farlo quando il barile è pieno piuttosto che quando è vuoto. A. La barra 1 B. La barra 2
Spiega il perché. C. 1/accelerazione angohire iniziale è la stessa per entrambe.
23. I Una mazza da baseball ha una testa spessa e pesante
e un’impugnatura leggera e sottile. Se vogliamo tenere
D o m a n d e a scelta m u ltipla una mazza da ba.seball in bilico sul palmo della mano,
dovremmo:
17. I Un dado ha bisogno di essere avvitalo da una chiave
A. Mettere il manico sul palmo con la testa della mazza
inglese. Quale forza mostrata nella Figura D7.17 eserciterà verso fallo.
il momento maggiore sul dado?
B. Mettere la testa sul palmo ed il manico della mazza
verso falto.
3 $ C. La mazza sarà egualmente facile da tenere in equili­
brio in entrambe le posizioni.
24. I Una particella .soggetta ad un moto circolare nel piano
jcy con centro nell’origine, si ferma nella posizione coinci­
dente con l’asse delle v positive. Quale delle affermazioni
I). 7 seguenti non de.scrive la sua posizione angolare?
"
FIGURA D7.17 A. 7t/2 rad B. tt rad C. 5tt/2 rad
D. -37t/2 rad
18. I Supponiamo che un bullone nel motore della nostra auto Le domande dalla 25 alla 27 riguar- ^
abbia bisogno di essere stretto da un momento di 20 N • m. dano una figura classica dei salti nel
Stiamo u.sando una chiave ingle.se lunga 15 cm, e .stiamo pattinaggio artistico chiamata axel.
applicando una forza alla sua estremità, nella direzione che Un pattinatore inizia il salto muo­
produce il momento massimo. Quanto dovrà essere intensa vendosi in avanti come mostra la
questa forza? Figura D7.25, ruota in aria per un
A. 1300N B. 260 N 130N D. 26 N giro e mezzo e poi atterra. Tipica­
19. I Un pezzo di una mente un pattinatore resta in aria per
macchina è composto circa 0.5 s, e le sue mani sono a circa
da due parti, con i cen­ 0.8 m dall’asse di rotazione.
tri di gravità mostrati
nella Figura D7.19. 25. Il Qual è la velocità angolare FIGURA D7.25
Quale punto potrebbe approssimata del pattinatore
essere il centro di gra­ durante il salto?
vità deir intero pezzo? A. 2 rad/s B. 6 rad/s C. 9 rad/s D. 20 rad/s
26. I Le braccia del pattinatore sono totalmente distese
FIGURA D7.19
durante il salto. Qual è l’accelerazione centripeta appros­
20. Il Un tipico CD ha una massa di 15 g e un diametro di 120 simativa della mano del pattinatore?
mni. Quanto vale il suo momento di inerzia rispetto all’asse A. 10m/s‘ B. 30mAs2 C. 300 m/s^ D. 450 m/s'
che passa per il suo centro, perpendicolare al disco? 27. I Qual è la velocità approssimativa della mano del pattina­
A. 2.7 . IO -*'kg • m^ B. 5.4 . IO"' kg • m^ tore?
C. LI • lO-’ kg.m ’ D. 2.2. l o n g . A. 1 m/s B. 3m/s C. 9 m/s D. 15 m/s

PROBLEMI
Sezione 7.1 Descrizione del moto circolare e del moto 4. Il Un vecchio disco in vinile gira su un piatto girevole a 45
rotatorio rpm. Quali sono (a) la sua velocità angolare in rad/s e (b) il
1. Il Qual è la posizione angolare in radianti della lancetta dei periodo del moto?
minuti in un orologio alle (a) 5:00, (b) 7:15 e (c) 3:35? 5. Ili 11 raggio della Terra è circa 6400 km. Rampala, la capi­
2. I Un bambino su una giostra impiega 3.0 s per compiere tale deirUganda e Singapore sono entrambe vicino all’e­
un giro. Qual è il suo spostamento angolare durante un quatore. La distanza tra loro è di 8 000 km.
intervallo di LO s? a. Quale angolo percorri, rispetto alla Terra, se voli da
3. Ili Qual è la velocità angolare della punta estrema della lan­ Rampala a Singapore? Fornisci la tua risposta sia in
cetta dei minuti di un orologio, in rad/s? radianti sia in gradi.
228 CAPITOLO 7 Moto rotatorio

b. Il volo da Kampala a Singapore impiega 9 ore. Qual è finché non raggiunge la sua velocità angolare finale di
la velocità angolare delTaeroplano rispetto alla Terra? 72(X) rpm. Quanti giri ha fatto il disco in lO.O s da quando
6. Ili Una ruota panoramica gira ad una velcK'ità angolare di ha iniziato a muoversi?
0.036 rad/s. All’istante r = 0 min, il tuo amico Sergio si trova 15. Ili L’albero motore in un’auto da corsa passa da fermo a
in cima alla ruota. Qual è la posizione angolare di Sergio a / = 3000 rpm in 2.0 s.
3.0 min, misurata in senso antiorario dalla cima della mota? a. Qual è l’accelerazione angolare dell’albero motore?
Fornisci la tua risposta con un angolo in gradi tra 0° e 360°. b. Quanti giri compie mentre raggiunge 3000 rpm?
7. Hill Un piano girevole ruota in senso antiorario a 78 rpm. Un
granello di polvere è sul piano d0 = 0.45 rad al tempo t = Sezione 7.3 Momento
0 s. Qual è l’angolo del granello a t —8.0 s? Fornisci la tua 16. I Riconsidera la situazione deH’Escmpio 7.IO. Se Luigi
risposta nell’intervallo tra 0 e 27t rad. spinge verso il basso aH’estremilà della chiave che è nella
8. Il In un libro di fumetti un supereroe che si sposta mollo stessa direzione ma è lunga 35 cm, anziché 20 cm, quale
velocemente corre lungo una pista circolare di diametro 70 forza deve applicare per esercitare lo stesso momento?
m percorrendo il traccialo cinque volte e mezzo in 3.0 s 17. Ili Delle sfere sono fissate a barre leggere e si possono muo­
e fermandosi esattamente dalla parte opposta del tracciato vere in orizzontale lungo una circonferenza, come mostrato
rispetto alla sua posizione di partenza. Qual è la sua velo­ nella Figura P7.17. Ordina, dal più piccolo al più grande, i
cità angolare, in rad/s? momenti da , a rispetto al centro. Spiega i l perché.
t

9. Il La Figura P7.9 mostra la posizione angolare di un tornio


da vasaio.
a. Qual è lo spostamento angolare della ruota tra / = 5 s e
/= 15 s?
b. Qual è la velocità angolare della ruota a / = 15 s?

FIGURA P7.17

18. m
i Sei forze, ciascuna di modulo Fo 2F, sono applicate ad una
porta come si vede nella Figura P7.18. Ordina, dal più piccolo
al più grande, i sei momenti da r, a rispetto al cardine.
0 10 0 5 20
FIGURA P7.9 FIGURA P7.10

10. Il La velocità angolare (in rjìin) della lama di un frullatore


è riportata nella Figura P7.10.
a. Se = 0 rad al tempo / = 0 s, qual è la posizione ango­
lare della lama a r = 20 s?
b. In quanto tempo la lama ha completato 10 rivoluzioni
complete?

Sezione 7.2 La rotazione di un corpo rigido


11.1 La lancetta delle ore, lunga 1.(K) cm, di un orologio ruota 19. I Qual è il momento totale rispetto all’asse della carrucola
lentamente. della Figura P7.19?
a. Qual è la sua velocità angolare? 20. Ili Le specifiche per mettere a punto le candele di un’auto­
b. Qual è la velocità, in modulo, della punta estrema della mobile indicano che devono essere strette con un momento
lancetta? di 38 N • m. Decidi di stringere le candele applicando una
12. Il La Terra ha un raggio di 6.37 • Kf m e ruota una volta forza ad un’estremità di una chiave lunga 25 cm. A causa
ogni 24 ore. del limitato spazio sotto il cofano, puoi applicare la forza
a. Qual è la velocità angolare della Terra? con un angolo di 120° rispetto al manico della chiave. Con
b. Vista da un punto sopra il Polo Nord, la velocità ango­ quale forza devi tirare la chiave?
lare è positiva o negativa? 21. Ili La porla dell’ufficio di un professore è larga 0.91 m, alla
c. Qual è la velocità, in modulo, di un punto suH’equatore? 2.0 m e spessa 4.0 cm. Essa ha una massa di 25 kg; e può
d. Qual è la velocità, in modulo, di un punto sulla superfi­ ruotare attorno a cardini privi di attrito. Un ferma-porta è
cie terrestre che si trova a metà strada tra Tequalore ed fissato alla porta in cima allo stipite della porta. Quando la
il polo? (Suggerimento: qual è il raggio della circonfe­ porta è ferma e aperta, il ferma-porta esercita un momento
renza lungo la quale il punto si muove?) di 5.2 N • m. Qual è la forza minima che dobbiamo appli­
13. Ili Per lanciare il disco, il lanciatore lo tiene con il brac­ care alla porta per mantenerla aperta?
cio completamente teso. Iniziando da una posizione di 22. Il Nella Figura P7.22, una forza F2 agisce ad una distanza
riposo, egli inizia a ruotare con un’accelerazione angolare dal fulcro che è la metà della distanza della forza F| che
costante, rilasciando il disco dopo aver completato un’in­ agisce dalla parte opposta. Qual è il modulo della forza Fi
tera rivoluzione. Il diametro della circonferenza in cui si che produce un momento totale sulla barra uguale a zero?
muove il disco è di circa 1.8 m. Se il lanciatore impiega 1.0
s a completare una rivoluzione, iniziando da fermo, quale
sarà la velocità del disco al momento del lancio?
14. Ili 11 disco rigido di un computer inizia da una posizione di
riposo e accelera con un’accelerazione angolare di 190 rad/.v’ FIGURA P7.22
Problemi 229

23. Ili Tommaso e Giovanni 32. mi Una trave d’acciaio lunga 4.00 m e di massa 500 kg si
spingono entrambi una estende orizzontalmente dal punto in cui è imbullonata
giostra con diametro di alla .struttura di un edificio in costruzione. Un operaio di
3.00 m, come mostrato massa 70.0 kg si trova in piedi alFestremità più lontana
nella Figura P7.23. della trave. Quanto vale il momento gravitazionale rispetto
a. Se Tommaso spinge con Tommaso Giovanni al punto in cui la trave è imbullonata?
una for/a di 50.0 N e 33. Ili Un atleta in una palestra tiene una palla di acciaio di
Giovanni con una forza di FIGURA P7.23 BIO massa 3.0 kg nella sua mano. Il suo braccio è lungo 70 cm
35.0 N, qual è il momento totale e.sercitato sulla giostra? ed ha una massa di 4.0 kg. Qual è il momento gravitazio­
b. Qual è il momento totale se Giovanni ribalta la nale rispetto alla sua spalla .se tiene il braccio
direzione in cui spinge di 180° ma senza cambiare il a. Diritto, rivolto verso il suo lato esterno e parallelo al
modulo della forza applicata? pavimento?
24. Il Qual è il momento totale esercitato sulla barra mostrata b. Diritto ma inclinato di 45° sotto la linea orizzontale?
nella Figura P7.24, rispetto alFasse indicato con un punto? 34. Ili La trave lunga 2.0 m e di
massa 15 kg, illustrata nella
lON 8.0 N lON Figura P7.34, ha un perno
8.0 N alla sua estremità sinistra.
La trave sta “cadendo” cioè
25 cm 75 cm 25 cni 75 cm sta ruotando in .senso orario,
FIGURA P7.24 FIGURA P7.25 sotto l’effetto della forza di
25. Il Qual è il momento totale esercitato sulla barra mostrata gravità. La Figura mostra
nella Figura P7.25, rispetto all’asse indicato con un punto? la sua posizione a tre diffe­
26. Il Qual è il momento totale esercitato sulla barra mostrata renti istanti di tempo. Qual
nella Figura P7.26, rispetto alFasse indicato con un punto? è il momento gravitazionale
w8.0N della trave che ruota attorno FIGURA P7.34
‘iP Sj . ------- al suo cardine quando la trave si trova
a. Inclinata verso l’alto?
FIGURA P7.26 25 cm 75 cm b. In posizione orizzontale?
c. Inclinata verso il basso?
Sezione 7.4 Momento gravitazionale e centro di gravità
35. mi Due travi sottili sono unite assieme come mostrato nella
27. 11 Un bilanciere è lungo 1.7 me ha un peso di massa 20 kg Figura P7.35 componendo un unico corpo. La trave di sini­
alla sua estremità destra ed uno di massa 35 kg alla sua stra ha una massa di 10.0 kg ed è lunga 1.00 m mentre
estremità sinistra. quella di destra ha una massa di 40.0 kg ed è lunga 2.00 m.
a. Se ignoriamo il peso della barra, a che distanza dall’e­ a. A che distanza dalFestremità sinistra si trova il centro
stremità sinistra si trova il suo centro di gravità? di gravità del corpo?
b. Dove si sposta il centro di gravità .se si tiene conto anche b. Qual è il momento gravitazionale sul corpo rispetto un
della barra del bilanciere che ha una massa di 8.0 kg? as.se passante per l’e.stremità sinistra? Il corpo è visto di
28. Tre monete identiche >’(cm) lato.
sono posizionate su tre
ó
l.(X)ni _________ 2.00 m_________ ^
vertici di un quadrato IO FIGURA P7.35 l> ' ~ ' ^
avente lato di 10.0 cm,
come mostrato nella 36. IH La Figura P7.36
Figura P7.28. Determi­ mostra due travi sot­
nare le coordinate jc e v tili unite ad angolo 1.(X) m
del centro di gravità del .t (cm)
retto. La trave verti­
gruppo di tre monete. ”0 ■ o cale ha una massa di J
IO 15.0 kg ed è lunga 2.00 m
FIGURA P7.28
29. I Stendi le braccia orizzontalmente. Stima la massa del 1.00 I T I . La trave oriz- FIGURA P7.36
BK) tuo braccio e la posizione del suo centro di gravità. Qual è zontale ha una massa di 25.0 kg ed è lunga 2.00 m.
il momento gravitazionale del tuo braccio in questa posi­ a. Trova il centro di gravità delle due travi unite. Esprimi
zione, calcolato rispetto all’articolazione della spalla? la tua risposta in termini di coordinate U, >’), prendendo
30. Ili Un cilindro pieno è posto al di sopra di un cubo pieno come origine il vertice in cui le due travi sono unite.
come illustrato nella Figura P7.30. A quale altezza rispetto b. Calcola il momento gravitazionale delle due travi unite
alla superficie del tavolo si trova il centro di gravità del rispetto all’as.se passante per il vertice. Le travi sono
sistema costituito da questi due corpi? viste di lato.

5.0 cm 0 Sezione 7.5 Dinamica rotazionale e momenti di inerzia


37. Ili Una pallina da ping-pong regolamentare è formata da un
5.0 cm .sottile guscio sferico di diametro 40 min e di massa 2.7
FIGURA P7.30 g. Qual è il suo momento di inerzia rispetto a un asse che
31. 11 Considera la barra orizzontale I ,------- passa per il suo centro?
• .
e uniforme di massa pari a 2.0 k g , ___ _ 38. Il Tre coppie di sfere sono col legate da barrette leggere,
mostrata di lato nella Figura P7.31. ^5 cm 75 cm come mostrato nella Figura P7.38. Ordina, dal più piccolo
Qual è il momento gravitazionale P7.31 al più grande, i momenti di inerzia /^, e rispetto all’asse
rispetto al punto indicato? passante per i centri delle barrette.
230 CAPITOLO 7 Moto rotatorio

G )~f—© (^ ^ } ^ r~ (z)

IR
48. Ili In una carrucola priva di attrito, che può essere rappre­
sentata come un cilindro pieno di massa 0.80 kg e raggio
0.30 m, scorre una corda, come mostrato nella Figura
P7.48. La tensione nella corda è 10 N da un lato e 12 N
3
O dall’altro lato. Qual è l’accelerazione angolare della carru­
FIGURA P7.38 m/2 mH
cola?
39. Il Un gicK'o in un’arca 49. Ili Se sollevi dal suolo la parte frontale di una bicicletta che
giochi è composto da non c stata manutenuta bene, e fai girare la ruota anteriore
quattro sedili, ciascuno a 0.72 giri/s, dopo appena 12 s la ruota si fermerà a causa
di massa 5.0 kg, fissati dell’attrito. Se il momento d’inerzia della ruota attorno
da barre molto leggere al suo asse è 0.30 kg • nr, qual è il valore del momento
lunghe 1.5 m, come dovuto all’attrito?
mostra la Figura 1^7.39 50. Il A pagina 215 viene mostrata la fotografia di una ragazza
che ne presenta una che spinge una grande sfera di pietra. La sfera ha una
veduta dall’alto. Se due massa di 8200 kg e un raggio di 90 cm. Supponiamo che
bambini, con masse lei spinga sulla sfera tangenzialmente alla sua superficie
rispettive di 15 kg e 20 con una forza costante di 50 N e che l’acqua .sotto pres­
kg, si siedono nei sedili sione costituisca un supporto privo di attrito. Quanto tempo
uno all’opposto dell’altro, quanto vale momento di incr- impiegherà la ragazza per far compiere alla sfera un giro,
zia rispetto all’asse di rotazione? iniziando dalla posizione di riposo?
40. mi Un cilindro pieno di raggio 4.0 cm ha la stessa massa di 51. UHIUna trottola giocattolo ha un diametro di 5.0 cm e un
una sfera piena di raggio R. Se il cilindro e la sfera hanno momento di inerzia di 3.0 * 10' kg • m’ rispetto al suo asse
10 stesso momento di inerzia rispetto ai loro centri, qual è il di rotazione. Per mantenere la trottola in rotazione, la sua
raggio della sfera? corda è tirata con una tensione di 0.30 N. Quanto tempo
41. Il 11 cerchione di una bicicletta ha un diametro di 0.65 m e impiega la trottola a completare cinque giri? Considera la
un momento di inerzia, misurato rispetto al suo centro, di corda abbastanza lunga da essere avvolta attorno alla trot­
0.19 kg • m\ Qual è la massa del cerchione? tola più di cinque giri.
52. Hill Un blocco di massa 1.5 kg ed uno di massa 2.5 kg sono
fissati alle opposte estremità di una fune leggera. La fune
Sezione 7.6 Uso della seconda legge di Newton per le
passa attraverso una carrucola cilindrica piena e priva di
rotazioni
attrito. La carrucola ha un diametro di 30 cm e una massa di
42. mi a.Qual è il momento di inerzia della porta nel Pro­ 0.75 kg. Quando i due blocchi sono lasciati liberi di muo­
blema 21 ? versi, qual è l’accelerazione del blocco più leggero?
b. Se lasciamo andare la porta quando è aperta, qual è
la sua accelerazione angolare appena inizia a muo­
Sezione 7.7 Moto di rotolamento
versi?
43. I Una piccola mola ha un momento di inerzia di 4.0 • lO-^kg 53. IH Una bicicletta ha le ruote di diametro 0.80 m e sta per­
• m^ Qual è il momento totale che deve essere applicato alla correndo una .strada pianeggiante con una velocità di 5.6
mola perché la sua accelerazione angolare sia di 150 rad/s^? m/s. Un piccolo punto blu è stato dipinto sul copertone
44. Il Mentre sei seduto su una seggiola girevole, spingi sul della sua ruota posteriore.
pavimento con il piede per far ruotare la sedia. Una forza a. Qual è la velocità angolare delle ruote?
di attrito di 7.0 N è applicata ad un punto distante 40 cm b. Qual è la velocità (in modulo) del punto blu quando è
dall’asse di rotazione della sedia, nella direzione che genera 0.80 m sopra il livello stradale?
l’accelerazione angolare maggiore. Se questa accelerazione c. Qual è la velocità (in modulo) del punto blu quando è
angolare è pari a 1.8 rad/s\ qual è il momento di inerzia 0.40 m sopra il livello
2.0 m
totale dovuto a te e alla sedia calcolato rispetto all’asse? stradale?
45. I II momento di inerzia di un corpo è 2.0 kg m^ La sua 54. Il Una lastra di cemento
velocità angolare sta aumentando di 4.0 rad/s ogni secondo. lunga 2.0 m è sostenuta da ^ O O O 0
Qual è il momento totale esercitato sul corpo? cuscinetti, come mostrato
46. mi Un disco di plastica di massa 200 g e diametro 20 cm nella Figura P7.54. Se la FIGURA P7.54
è fatto ruotare attorno al suo centro da un motorino elet­ lastra è spinta verso destra,
trico. Quale momento deve fornire il motorino per portare si sposterà uscendo fuori dai cuscinetti di sostegno sul lato
11disco da 0 a 1800 rpm in 4.0 s? sinistro. Di quanto può essere spostata la lastra prima che
47. mi II corpo di massa 2.5 kg mostrato nella Figura P7.47 ha il suo centro di gravità sia a destra del punto di contatto
un momento di inerzia rispetto al suo asse di rotazione di con il cuscinetto più a destra, punto in cui la lastra inizia ad
0.085 kg ni‘. L’asse di rotazione è orizzontale. Quando inclinarsi?
il corpo è lasciato libero, quale sarà la sua accelerazione
angolare iniziale? P roblem i generali

55. I La Figura P7.55 mostra il grafico della posizione ango­


l i lare rispetto al tempo per una particella che si spo.sta lungo
una traiettoria circolare.
12N lON
a. Descrivi il moto della particella.
b. Disegna il grafico della velocità angolare rispetto al
FIGURA P7.48 tempo.
Problemi 231

0 (rad) una massa di 64 kg. Un ottavo della sua massa è nelle


braccia, che sono approssimativamente lunghe 60 cm e
si trovano a 20 cm dall’asse verticale attorno al quale sta
ruotando. Il resto della massa è schematizzabile come un
cilindro di 20 cm di raggio.
a. Stima il momento di inerzia della pattinatrice indicando
0 12 3 4 5 due cifre significative.
FIGURA P7.56 b. Se la pattinatrice spo.sta le braccia verso l’esterno, anzi­
ché tenerle lungo i fianchi, il suo momento di inerzia
56. I II grafico nella Figura P7.56 mostra la velocità angolare aumenterà, diminuirà, o resterà invariato? Spiega il
INT delfalbero motore di un’automobile. Disegna il grafico perché.
dciraccelerazionc angolare rispetto al tempo, includendo 64. Il Partendo da fermo, un CD del diametro di 12 cm impiega
una scala numerica per entrambi gli assi. 3.0 s a raggiungere la sua velcK'ità angolare operativa di
57. II Un’automobile ha le ruote con un diametro di 58 cm e 2(XX) rpm. Assumiamo che la sua accelerazione angolare sia
INT accelera uniformemente da una posizione di riposo a 20 costante. Il momento di inerzia del disco ò 2.5 • 10 kg • m“.
m/s in 10 s. Quanti giri farà ogni ruota? a. Quanto vale il momento applicato al disco?
58. Ili 11 cavo che solleva un ascensore è avvolto attorno ad un b. Quante rivoluzioni occorreranno prima che il disco
cilindro di diametro 1.0 m che è fatto ruotare dal motore raggiunga la velocità operativa?
dell’ascensore. L’ascensore si sta muovendo verso l’alto 65. mi Le corde nella Figura P7.65 sono entrambe avvolte
ad una velocità di 1.6 m/s. Quindi rallenta fino a fermarsi attorno ad un cilindro e i due cilin­
mentre il cilindro compie un giro completo con accelera­ dri sono legati assieme. Il cilindro
zione angolare costante. Quanto tempo impiegherà l’a- più piccolo ha un diametro di 10
.scensore per fermarsi? cm e una massa di 5.0 kg; il cilin­
59. mi 11 disco con diametro dro più grande ha un diametro di
di 20 cm mostrato nella 20 cm e una massa di 20 kg. Qual è 2.5 k g[J
4.0 kg
Figura P7.59 può ruotare l’accelerazione angolare dei cilin­
attorno a un as.se perpendi­ dri? Assumi che i due cilindri ruo­ FIGURA P7.65
colare che passa per il suo tino attorno all’asse senza attrito.
centro. Qual è il momento 66. mi I volani sono grandi ruote massicce usate per imma­
totale attorno a quest’asse? gazzinare energia. Essi posso essere messi in rotazione
60. mi Un lucchetto a combi­ lentamente, poi l’energia della ruota può essere rilasciata
INT nazione ha una manopola rapidamente per compiere un’attività che richiede una
del diametro di 1.0 cm che maggiore potenza. Un volano industriale ha un diame­
dev’essere girata per aprire tro di 1.5 m e una massa di 250 kg. Un motore fa ruotare
FIGURA P7.59
il lucchetto. Per girare la il volano con un momento costante di 50 N • m. Quanto
manopola, la si deve afferrare tra pollice e indice e si deve tempo occorrerà al volano per raggiungere la massima
esercitare una forza di 0.60 N mentre si ruota il polso. Sup­ velocità angolare di 1200 rpm?
poniamo che il coefficiente di attrito statico tra la mano­ 67. m i Due sfere, una di massa 1.0 kg e l’altra di massa 2.0 kg
pola e le nostre dita sia solamente di 0.12 perché un po’ sono col legate tra loro da una barra rigida priva di massa
d’olio ò finito accidentalmente sulla manopola. Qual è il e lunga LO m. La barra e le sfere stanno ruotando in senso
momento massimo che possiamo esercitare sulla manopola orario attorno al loro centro di gravità a 20 rpm. Quale
senza che ci slitti tra le dita? momento porterà le sfere a fermarsi in 5.0 s?
61. mini braccio di un uomo di massa 70 kg può essere .sche- 68. UHUn blocco di massa 1.5 kg è fissato ad una corda che
BIO matizzato, includendo la mano, come un cilindro uniforme INT passa in una carrucola priva di attrito
lungo 75 cm e di massa pari a 3.5 kg. NeH’alzare entrambe del diametro di 50 cm e di massa 2.0 kg,
le braccia verso l’alto, partendo da una posizione in cui come mostrato nella Figura P7.68. Una
10 N
erano distese lungo il corpo, di quanto si alza il centro di tensione costante di 10 N è applicata
gravità dell’uomo? all’altra estremità della corda. Partendo
62. m i Le tre masse illustrate y da fermo, quanto tempo impiegherà il
nella Figura P7.62 sono blocco a muoversi di 30 cm? FIGURA P7.68
col legate da barre rigide 69. Hill 1 due blocchi nella Figura P7.69 sono collegati da una
di massa trascurabile. INT corda senza massa che passa in
a. Trova le coordinate del una carrucola. La carrucola ha
centro di gravità. un diametro di 12 cm ed una
b. Trova il momento di massa di 2.0 kg. Mentre la carru­
inerzia rispetto a un cola gira, l’attrito sull'asse eser­
asse che passa per la cita un momento di valore pari a
massa A ed è perpendi­ 0.50 N • m. Se i blocchi partono
colare al foglio. da fermi, quanto tempo ci vorrà
c. Trova il momento di inerzia rispetto all’asse che passa perché il blocco di massa 4.0 kg
per le masse B e C. raggiunga il suolo?
63. Il Una stima ragionevole del momento di inerzia di una
BIO pattinatrice sul ghiaccio che ruota con le braccia lungo i
fianchi può essere fatta rappresentando il suo corpo come
un cilindro uniforme. Supponiamo che la pattinatrice abbia
232 CAPITOLO 7 Moto rotatorio

70. mi 11 disco della Figura P7.70, di L’illusione del volo


massa 2.0 kg e diametro 30 cm,
Il grand jeté è una figura della danza classica in cui una balle
sta ruotando a 300 rpm. Quanta
Freno rina esegue un salto orizzontale mentre le braccia e le gambe
forza di attrito deve applicare
sono mosse prima su e poi giù. In mezzo al salto, le braccia e
il freno al bordo per fermare il
le gambe sono estese con grazia, come vediamo nella Figura
disco in 3.0 s? FIGURA P7.70 P7.75a. L’obiettivo di questo salto è quello di creare fillusione
71. 1111Un artigiano affila un coltello spingendolo con forza del volo. Mentre la ballerina si muove in aria, è in caduta libera.
INT costante contro il bordo di una mola. La mola ha un diame­ Nel Capitolo 3, abbiamo visto che questo porla ad una traiettoria
tro di 30 cm, una massa di 28 kg e sta ruotando a 2(K) rpm. parabolica. Ma qual è la parte della ballerina che segue questa
Il coefficiente di attrito dinamico tra coltello e mola è 0.20. traiettoria? Non sarà una sorpresa, a questo punto, sapere che ò
Se la mola rallenta costantemente a 180 rpm in 10 s, qual è il centro di gravità.
la forza con cui f uomo preme il coltello sulla mola?

Esercitazioni per te st di tipo M C A T


Il Cornus Canadensis BiO
Il fiore del Cornus Canadensis è composto da parti in rapido
movimento, con una velocitù mai vista in altre piante. Inizial­ FIGURA P7.75
mente gli stami sono tenuti in posizione piegata dai petali, racco­
gliendo energia come una molla. Quando i petali li rilasciano, le Ma quando seguiamo con lo sguardo una ballerina che com­
pie evoluzioni in aria, non guardiamo il suo centro di gravità,
guardiamo la sua testa. Se il moto di traslazione della sua testa
è orizzontale-non parabolico-questo genera fillusione che stia
volando nell’aria, tenuta da forze invisibili.
La Figura P7.75b illustra come la ballerina crei questa illusione.
Mentre si trova in aria, la ballerina cambia la posizione del suo
centro di gravità relativamente al suo corpo muovendo le brac­
cime degli stami “volano” rapidamente verso fallo rilasciando cia e le gambe verso l’alto e poi verso il basso. Il suo centro di
un’esplosione di polline. La Figura P7.72 mostra i dettagli del gravità si muove su una traiettoria parabolica, ma la sua testa si
moto. Le cime degli stami agiscono come una catapulta, spo­ muove in linea retta. Non è un volo, ma almeno per un momento,
standosi di un angolo di 60°; i tempi riportati nelle foto mostrano lo sembra.
che ciò avviene in appena 0.30 ms. Possiamo rappresentare la 75. I Per effettuare questa manovra, la ballerina si basa sul
punta dello stame come una barra rigida lunga 1.0 mm, di massa fatto che la posizione del suo centro di gravità
10 pg con un sacco pollinico di massa 10 pg ad una e.stremità ed A. È vicina al centro del torso.
un punto di rotazione all’estremità opposta. Sebbene ciò sia una B. E detenni nata dalla posizione delle sue braccia e delle
semplificazione eccessiva, rappresenteremo il moto assumendo sue gambe.
che raccelerazione angolare sia costante durante il moto. C. Si muove su una traiettoria orizzontale.
D. È esterna al suo corpo.
76. I Supponi di voler fare un salto verticale con l’obicttivo
di far arrivare la tua testa il più in alto possibile rispetto
al suolo. Nel punto più alto del tuo salto, le tue braccia
dovrebbero essere
A. Tenute lungo i fianchi.
B. Sollevate sopra la testa.
C. Allargate e lontane dal corpo.
77. I Quando la danzatrice è in aria, c’è un momento gravi­
Confìgura/ionc iniziale Configurazione finale tazionale su di lei? Considera che l’asse di rotazione della
FIGURA P7.72
danzatrice passi per il suo centro di gravità.
A. Sì, c’è un momento gravitazionale.
72. I Qual è l’accelerazione angolare del sacco pollinico B. No, non c’è un momento gravitazionale.
durante il moto? C. Dipende dalla posizione delle braccia e delle gambe.
A. 3.5 • 10' rad/s2 B. 7.0 • 10' rad/s^ 78. I Oltre a cambiare il suo centro di gravità, una ballerina
C. 1.2- Hf rad/s2 D. 2.3- lO^rad/s^ può cambiare il suo momento di inerzia. Considera il suo
73. I Qual è la velocità del sacco pollinico quando rilascia il momento di inerzia rispetto all’asse verticale che passa per
suo polline? il centro del suo corpo. Quando alza braccia e gambe, que­
A. 3.5 m/s B. 7.0 m/s C. lOm/s sto
D. 14 m/s A. Aumenta il suo momento di inerzia.
74. Il Quanto è grande il “momento di raddrizzamento”? (Puoi B. Diminuisce il suo momento di inerzia.
omettere le forze gravitazionali nel tuo calcolo, il momento C. Non cambia il suo momento di inerzia.
gravitazionale è trascurabile in questo caso).
A. 2.3 • 10*’ N • m B. 3. 1 • 10'^ N • m
C. 2.3* 10-5 N -m . iQ-SN-m
Risposte alle pause di riflessione 233

RISPOSTE ALLE PAUSE DI RIFLESSIONE

Pausa (li riflessione - Anteprima Capitolo: B. La velocità è orario, quindi è l’unica scelta che dia un momento positivo e
proporzionale alla frequenza. Raddoppiare la frequenza significa non nullo.
raddoppiare la velocità.
Pausa di riflessione 7.4: A. La forza che agisce sull’asse non
Pausa di riflessione 7.1 : A. Poiché 5ttH rad = I ti rad -f tt/2 rad, esercita alcun momento. Quindi la terza forza deve esercitare
la posizione della particella è pari a un giro completo ( 2 i t rad) un momento uguale ma opposto a quello esercitato dalla forza
più un angolo supplementare di ttH rad. Quest’angolo supple­ agente sul bordo. La forza A, che ha valore doppio ma agisce a
mentare di 7t/2 rad mette la particella nella posizione A. metà distanza dall’asse, fa esattamente questo.
Pausa di riflessione 7.2: a. costante (ina non zero), h. costante Pausa dì riflessione 7.5: r„n > 1/ > t A = L 1 momenti sono r„ti
(ma non zero), c. costante (ma non zero), d. zero, c. zero. La = 2nigL, Td = ImgL e = T^ = mgU dove L è la lunghezza della
velocità angolare io è costante. Quindi il modulo della velocità v barra in C e D.
= (ur e l’accelerazione centripeta sono costanti. Questo
inoltre significa che l’accelerazione angolare a della palla e l’ac­ Pausa (li riflessione 7.6: > l^> I^> /^. I momenti di inerzia
celerazione tangenziale = ar sono entrambe nulle. sono « 0, /^ = 2mr, 1^ = 3mr, e = m r + m(2r)’ = 5mr.
Pausa (li riflcssioiie 7.3: E. Le forze C e D agiscono sul punto Pausa dì riflessione 7.7: C. La velocità di P è il vettore somma
di rotazione o nella sua direzione e quindi non generano alcun di Vdiretto verso destra e una velocità verso l’alto dello stesso
momento. D’altra parte, solo E tende a ruotare la ruota in senso valore dovuta alla rotazione della ruota.
Equilibrio ^
8 ed elasticità h :
m .
■■

■ 4 J
V
' -

Com e fa una ballerina


a restare in equilibrio
con tanta grazia sulie '
punte? E come fa ii suo
piede a sopportare ia
grande soiiecitazione
che ò concentrata suite
dita? in questo capìtoio
troveremo ie risposte
a entrambe queste
domande.
A N T EP R IM A
Obiettivo: studiare requilibrìo statico di un corpo esteso e ie proprietà fondamentali di molle e materiali elastici.

Equilibrio statico Molle Proprietà dei materiali


Mentre questo ciclista si tiene in Quando un bambino è seduto su un gioco Tutti i materiali hanno qualche
equilibrio sulla ruota posteriore, la forza come questo, la molla è compressa ed “proprietà”: se li tiriamo verso di noi, essi
totale e il momento totale su di lui devono esercita una forza di richiamo che spinge si allungano fino ad un certo punto e poi
essere pari a zero. verso l'alto. si rompono.

Impareremo ad analizzare corpi che sono Impareremo a risolvere problemi Questa ragnatela è forte quanto l'acciaio?
in equilìbrio statico. che coinvolgono l'allungamento e la Impareremo a pensare a che cosa significa
compressione delle molle. questa domanda e come rispondere a
essa.
FLASHBACK
Momento PAUSA DI RIFLESSIONE
Nel Capitolo 7,
abbiamo imparato a Un vecchio pneumatico è appeso a un ramo con
calcolare il momento una fune e funge da altalena. Esso oscilla ed
esercitato su un corpo esercita una forza sul ramo e un momento attorno
da una forza che vi è al punto in cui il ramo incontra il tronco. Se
applicata. Fulcro appendiamo Paltalena più vicina al tronco:
A. sia la forza sia il momento aumenteranno
In questo capitolo, B. la forza non subirà alcun cambiamento, il
estenderemo la momento aumenterà
nostra analisi a corpi C. né la forza, né il momento subiranno variazioni
con molte forze e
molti momenti che D. la forza non subirà alcun cambiamento, il momento diminuirà
agiscono su di essi. E. la forza diminuirà, il momento non subirà variazioni
F. sia la forza sia il momento diminuiranno
8.1 Momento ed equilibrio statico 235

8.1 Momento ed equilìbrio statico


Fino ad ora, abbiamo dedicalo diversi capitoli allo studio del movimento e Un blocco sul quale agisce
f i g u r a 8.1
delle sue cause. In molte discipline, però, è altrettanto importante comprendere una forza totale pari a zero potrebbe
le condizioni per cui i corpi non si muovono. Gli edifici e le dighe devono non essere in equilibrio.
essere disegnati in modo tale che essi restino fermi anche quando su di essi (a) Quando la forza totale su un punto materiale
è pari a zero, il punto è in equilibrio statico
agisce una forza enorme. Anche le articolazioni del nostro corpo devono sop­
portare grandi forze quando il corpo sostiene carichi importanti, come tenere o
trasportare oggetti pesanti. (h) Sia la forza totale sia il momento totale
Ricordiamo dalla ^ s e z i o n e 5 .1 che un corpo fermo è in equilibrio statico. sono pari a zero, pertanto il blocco ò in
equilibrio statico.
Finché un corpo può essere rappresentato come un punto materiale, la condi­
zione necessaria affinché sia in equilibrio statico è che la forza totale sulla
particella sia nulla, come nella f i g u r a s . i a , in cui le due forze applicate alla
particella si bilanciano e il punto resta a riposo.
Ma nel Capitolo 7 siamo andati oltre il modello del punto materiale per (c) I.a forza totale è ancora pari a zero, ma il
momento totale non è nullo. Il blocco
studiare i corpi estesi che possono ruotare. Consideriamo, per esempio, il
non è in equilibrio.
blocco della f i g u r a s .i b . In questo caso le due forze agiscono lungo la stessa
linea, la forza totale è pari a zero, e il blocco è in equilibrio. Ma cosa diciamo
del blocco della f i g u r a s i c ? La forza totale è ancora pari a zero, ma questa
volta il blocco inizia a ruotare perché le due forze esercitano un momento
totale. Per un corpo esteso, = 0 non basta da sola ad assicurare Tequilibrio
statico. C ’è una seconda condizione per Tequilibrio statico di un corpo esteso:
il momento totale esercitato su un corpo deve essere anch’esso nullo.
Se scriviamo la forza totale nella forma a componenti, le condizioni per
Tequilibrio statico di un corpo esteso bidimensionale sono

= o 1 nessuna forza totale


= 0 J ( 8. 1)
= 0 ) nessun momento totale
Condizioni per Tequilibrio statico di un corpo esteso

ESEMPIO 8.1 Trovare la forza del tendine del bicipite BIO


Nelle articolazioni del corpo umano, i muscoli di solito si inseri­ a. Quanto vale la tensione nel tendine che collega il muscolo
scono in prossimità delle articolazioni. Questo significa che le bicipite alle ossa mentre un bilanciere di 900 N è tenuto
forze esercitate dai muscoli e dai tendini sono molto maggiori fermo in questa posizione?
delle forze applicate dalPestemo. Nel sollevamento pesi, in cui le b. Qual è l’intensità della forza esercitata dal gomito sulle ossa
forze applicate sono grandi, tenere il corpo in equilibrio statico dell’avambraccio?
richiede una forza muscolare considerevole. Nello .strict curi, spe­ IMPOSTAZIONE La FIGURA 8.3 mostra un modello semplifi­
cialità di sollevamento pesi, un atleta solleva da fernio un bilan­
cato del braccio e delle forze che agiscono sull’avambraccio.
ciere muovendo solo gli avambracci, facendo perno sui gomiti. II
Ff è la forza di tensione dovuta al tendine, ^ è la forza verso il
record di sollevamento pesi per questa particolare disciplina è di
oltre 90 kg (circa 9(X) N). La figura 8.2 mosU*a le ossa del braccio basso del bilanciere e ^ è la forza deH’articoIazione del gomito
e il muscolo principale usato per il sollevamento, quando Tavam- sulPavambraccio. Poiché è una semplificazione, abbiamo
braccio è orizzontale. La distanza dal tendine all’articolazione del ignorato il peso del braccio in quanto esso è molto inferiore al
gomito è di 4.0 cm, e quella dal bilanciere al gomito è di 35 cm. peso del bilanciere.

figura 8.2 Un braccio che regge un bilanciere. FIGURA 8.3 Descrizione grafica del sollevannento di un bilanciere.

Continua
236 CAPITOLO 8 Equilibrio ed elasticità

Poiché Ff e F/, non hanno la componente jc, lo stesso sarà per


Fg. Se ce l’avesse, la forza totale nella direzione x non sarebbe La tensione nel tendine cerca di ruotare l’avambraccio in
uguale a zero e l’avambraccio non potrebbe essere in equili­ senso antiorario, quindi produce un momento positivo. Il
brio. Poiché ciascun braccio sorregge metà del peso del bilan­ momento dovuto al bilanciere, che cerca di ruotare l’avam­
ciere, il modulo della forza del bilanciere è = 450 N. braccio in senso orario, è negativo. 11 valore dei due momenti
SOLUZIONE a. Affinché Pavambraccio sia in equilibrio sta­ deve essere uguale: il valore del momento che cerca di ruotare
tico, la forza totale e il momento totale su di esso devono essere il braccio in senso antiorario eguaglia il valore del momento
entrambi pari a zero. Imponendo che la forza totale sia nulla che cerca di far ruotare il braccio in senso orario:
si ottiene

Possiamo risolvere questa equazione per la forza nel tendine:


Non conosciamo i valori di entrambe le forze Ft e FKe l’e- du 35 cm
Fi = F^-} = (450 N )— -----= 3 940 N
quazione precedente non ci dà sufficienti informazioni per tro­ dy 4.0 cm
varli. Tuttavia, il fatto che per avere equilibrio statico il Abbiamo mantenuto un’ulteriore cifra significativa per evitare
momento debba essere anch’esso pari a zero, ci dà l’informa­ errori di arrotondamento nel prossimo passo, ma indicheremo
zione ulteriore di cui avevamo bisogno. il risultato della parte a come F^ = 3 900 N.
Ricordiamo che il momento deve essere calcolato rispetto a
uno specifico punto. In questo caso, è naturale scegliere come b. Usiamo la condizione d’equilibrio per le forze per trovare la
punto l’articolazione del gomito, attorno al quale l’avambrac­ forza dell’articolazione del gomito:
cio può ruotare. Dato questo punto di rotazione, possiamo cal­
r g =F t - F = 3 940 N -4 5 0 N = 3 500 N
colare il momento associato a ciascuna delle tre forze in termini
dei loro moduli F e dei bracci del momento utilizzando VERIFICA Questo grande valore di F^ è ragionevole: la corta
T = ì \ F . 11 braccio del momento è la distanza perpendicolare
distanza d^ dal tendine all’articolazione del gomito significa
tra il fulcro e la “linea di azione” lungo cui la forza è applicata.
La Figura 8.3 mostra che i bracci del momento per F,e ^ sono, che la forza fornita dal bicipite deve essere molto grande per
rispettivamente, le distanze e misurate lungo la linea che controbilanciare il momento generato dalla forza applicata al
rappresenta l’avambraccio. Il braccio del momento associato a lato opposto deH’avambraccio. Inoltre ha senso che bilanciare
Fg è pari a zero, perché questa forza agisce direttamente sul una forza così grande verso l’alto richieda una grande forza
fulcro. Quindi abbiamo verso il basso nel l’articolazione del gomito.

P A U S A D I R IF L E S S IO N E 8.1 Quale di questi corpi è in equilibrio statico?

Scelta del punto di rotazione


NelTEsempio 8.1, abbiamo calcolato il momento totale usando Particolazione
del gomito come asse di rotazione o fulcro. Abbiamo appreso nel Capitolo 7
che il momento dipende da quale punto si sceglie come punto di rotazione.
C ’era qualcosa di speciale nella nostra scelta delTarticolazione del gomito?
FIGURA 8.4 Un martello a riposo su due Consideriamo il martello mostrato nella f i g u r a 8.4, .sostenuto su un pannello
pioti. forato da due pioli A e B. Poiché il martello è in equilibrio statico, il momento
Il momento totale di un corpo in totale rispetto al punto di rotazione coincidente col piolo A dev’essere pari a
zero: il senso orario del momento dovuto al peso F è esattamente bilanciato dal
momento in senso antiorario dovuto alla forza /ì|3 del piolo B. (Ricordiamo che
il momento dovuto pari a zero perché agisce sul fulcro A.) Se invece
consideriamo B come punto di rotazione, il momento totale rispetto ad esso c
ancora nullo. Il senso antiorario del momento dovuto a P (con una grande forza
ma un piccolo braccio del momento) bilancia il senso orario del momento dovuto
a (che ha una piccola forza ma un grande braccio). Quindi, per un corpo in
equilibrio statico, il momento totale attorno a ogni punto dev’essere pari a
zero. Questo significa che possiamo scegliere un punto qualsiasi come punto
rispetto al quale calcolare i momenti.
Sebbene qualsiasi scelta del punto di rotazione (o fulcro) sia corretta, alcune
scelte .sono migliori di altre perché esse .semplificano i calcoli. Spesso esiste un
asse di rotazione “naturale” nel problema, un asse attorno al quale le rotazioni
avverrebbero se il corpo non fos.se in equilibrio statico. L’Esempio 8.1 è di
questo tipo con l’articolazione del gomito come asse di rotazione naturale.
8.1 M om ento ed equilibrio statico 237

In molli problemi, ci sono forze che sono incognite oppure poco specificate. FIGURA 8.5 Scelta del fulcro per una
Scegliere di mettere il fulcro nel punto di applicazione di queste forze sempli­ donna che effettua una discesa su una
parete rocciosa.
fica notevolmente la risoluzione del problema.
Per Esempio la donna nella f i g u r a 8.5 è in equilibrio mentre è ferma su una
parete rocciosa. La forza esercitata dalla parete sui suoi piedi è un misto di
forze normali e forze d’attrito, le cui direzioni non sono ben specificate. Le
direzioni delle altre due forze sono ben note: la forza di tensione che punta
nella direzione della corda, e la forza peso che punta verso il basso. Quindi una
buona scelta per il fulcro è il punto dove i piedi della donna sono a contatto con
la parete perché questa scelta elimina il momento dovuto alla forza che la
parete esercita sui suoi piedi, che non è altrettanto nota come le altre forze.

STRATEGIA DI RISOLUZIONE Problemi di equilibrio statico


DEI PROBLEMI 8. 1

Se un corpo è in equilibrio statico, possiamo usare la condizione che la forza


totale e il momento totale devono essere entrambi nulli come una base di
partenza per risolvere i problemi.
IM PO STAZIO NE Rappicsentiamo il corpo con una forma semplice. Disegnia­
mo una descrizione visiva che riporta tutte le forze e le distanze. Facciamo
una lista delle informazioni note.
Il iiiomcnlo tUn Ilio a / ' rispcllo a questo punto è
■ Scegliamo un asse o un fulcro (punto di rotazione) rispetto al quale i pari a /ero. Questo rende questo punto
momenti saranno calcolati. un'oiiiina scelta per il fulcro.
■ Determiniamo il momento rispetto a questo punto di rotazione associato
a ciascuna forza che agisce sul corpo. I momenti dovuti alle forze che
agiscono in direzione del fulcro sono nulli.
■ Determiniamo il segno di ogni momento rispetto al fulcro.
SOLUZIONE I passaggi matematici sono basati sulle condizioni:
= 0

■ Scriviamo le equazioni per 2 / ^ ~ ^ ^ = 0.


■ Ri.solviamo le equazioni risultanti.
VERIFICA Controlliamo che i nostri risultati siano ragionevoli e rispondano
alle domande del problema.

ESEMPIO 8.2 Le forze su una tavola poggiata su dei cavalletti


Una tavola del peso di lOO N è posata su due cavalletti, come tavola in senso orario, il suo momento è negativo. Il braccio del
mostra la FIGURA 8.6. Quanto valgono i moduli delle forze nor­ momento associato a «2 è la distanza del secondo cavalletto dal
mali esercitate dai cavalletti sulla tavola? fulcro, cioè = 2.0 m. Questa forza tende a ruotare la tavola in
FIGURA 8.6. Una tavola poggiata su due cavalletti. senso antiorario, quindi esercita un momento positivo.
__ 3.0 m_______ ________ ^ FIGURA 8.7 Descrizione visiva di una tavola su due
I.Om cavalletti.

Z=ZZl

' La forza peso agisce


Questo è d, nel centro di graviti.
IM P O S T A Z IO N ELa tavola e le forze che agiscono su di essa il fulcro.
sono mostrate nella f i g u r a 8.7. H\ e «2 sono le forze normali D«tl
esercitate sulla tavola dai cavalletti, e F è la forza peso della d,^ th
dj, » :l .o m
tavola che agisce nel suo centro di gravità. 100 N
Come discusso sopra, una buona scelta per il fulcro è un
punto rispetto al quale le forze incognite che agiscono hanno S O L U Z IO N ELa tavola è in equilibrio statico, quindi la forza
momento nullo. Sia il punto nel quale agisce che il punto nel totale momento totale devono essere entrambi nulli.
quale agisce tt2 sono una buona scelta; scegliamo l’estremità Le forze hanno solo le componenti y, quindi l’equazione rela­
sinistra della tavola, per questo esempio. Con questa scelta del tiva alle forze è
fulcro, il braccio del momento per P è = 1.5 m, corrispondente
a metà della lunghezza della tavola. Poiché P tende a ruotare la ^ F , = «,-A>+/J2 = 0 Continua
238 CAPITOLO 8 Equilibrio ed elasticità

Come abbiamo già visto, il momento gravitazionale è nega­ (1.5m)(100N)


tivo e il momento associato alla forza verso l’alto del secondo = 75N
di 2.0 m
cavalletto è positivo, quindi l’equazione per il momento è
L’equazione della forza diventa /i, — 100 N + 75 N = 0, che
possiamo risolvere in funzione di n^:
Abbiamo due equazioni in due incognite: e Nell’equa­ n, = w - ~ 75N = 25N
zione del momento possiamo risolvere per e poi sostituire il
risultato neH’equazione della forza. Dall’equazione del V E R IF IC A Sembra ragionevole che > n, perché la maggior
momento. parte della tavola è sostenuta dal cavalletto di destra.

Il centro di gravità di una tavola uniforme è facile da calcolare - è esatta­


mente alla sua metà - ma cosa possiamo dire del centro di gravità del nostro
corpo? La posizione del nostro centro di gravità dipende da come siamo posi­
zionali, ma anche nella posizione più semplice, in piedi con le braccia lungo i
fianchi, non possiamo semplicemente assumere che il centro di gravità sia al
centro del nostro corpo; dobbiamo quindi misurare la sua posizione. Il pros­
simo esempio illustra Piiso di una tavola e di una bilancia per fare questa
misura. Questo è un tipo di misurazione standard in biomeccanica.

ESEMPIO 8.3 Determinazione del centro di gravità di un corpo umano BK)


Una donna che pesa 6(K) N è distesa su una tavola, lunga 2.5 m medio. Per eliminare il valore ignoto di ri dall’equazione del
e del peso di 60 N, con i suoi piedi sopra il fulcro. La bilancia momento, scegliamo come fulcro l’estremità sinistra della
sulla destra indica 250 N. Qual è la distanza d tra i piedi della tavola. Il momento dovuto a Fè positivo e quelli dovuti a F e
donna e il suo centro di gravità? F, sono negativi.
IM P O S T A Z IO N E Le forze e le distanze del problema .sono S O L U Z IO N E Poiché la tavola e la donna sono in equilibrio sta­
mostrale nella FIGURA 8.8. Considereremo la tavola e la donna tico, la forza totale e il momento totale devono essere entrambi
come un singolo oggetto. Assumeremo inoltre che la tavola nulli. L’equazione della forza diventa dà
sia uniforme, quindi il suo centro di gravità è nel suo punto
= n - l\- P +F=Q
FIGURA 8.8 Descrizione visiva della tavola di reazione e
della donna.
mentre l’equazione del momento dà
^ T = - ^ P , - d P + LF = Ù
La for/ii peso della persona Bilancia In questo ca.so, l’equazione della forza non è necessaria per­
agisce nel suo centro di gravità. ^
1 F Dati ché possiamo risolvere l’equazione del momento per d:
r = 6 (X) N LF - \ L l \ (2.5 m)(250 N) - ^(2.5 m)(60 N)
P, = 60 N d=
L = 2.5 m F 600 N
Fulcro -7 ^
F=250N = 0.92 m
V E R IF IC A Se la donna è alta 1.68 m, il suo centro di gravità
Incognita
è (0.92 m)/(L68 m) = 55% della sua altezza, cioè appena un
La forza peso della tavola po’ più in alto rispetto alla metà del suo corpo. Ciò sembra
agisce nel suo centro di gravità. ragionevole e il risultato ottenuto, infatti, è un valore tipico per
le donne.

ESEMPIO 8.4 La scala scivolerà?


Una scala lunga 3.0 m è appoggiata a un muro con un angolo di forza normale. Successivamente, potremo usare questi valori
60° rispetto al suolo. Qual è il valore minimo di il coeffi­ per determinare il valore minimo del coefficiente d’attrito.
ciente d’attrito .statico col terreno, che impedirà alla .scala di Queste forze agiscono entrambe sull’estremità inferiore della
scivolare? Assumiamo che rattrito tra la scala e il muro sia scala, quindi anche se siamo interessati a queste forze, questa
trascurabile. è una buona scelta per il punto di rotazione perché in questo
IM P O S T A Z IO N E La scala è una barra rigida di lunghezza L. modo due delle forze agenti avranno momento nullo, per cui
Affinché la scala non scivoli, sia la forza totale sia il momento la soluzione viene semplificata. Con questa scelta del fulcro,
totale sulla scala devono essere pari a zero. La FIGURA 8.9 nella il peso della scala che agisce sul suo centro di gravità, eser­
pagina successiva mostra la scala e le forze che agiscono su cita un momento r/^F e la forza del muro esercita un momento
di essa. Ci viene chiesto di determinare il coefficiente d’at­ -d^n^. I segni sono basati sull’osservazione che F produrrebbe
trito statico necessario affinché la .scala non scivoli. Per prima alla scala una rotazione in senso antiorario, mentre H2 produr­
cosa, troveremo il modulo della forza d’attrito statico e della rebbe una rotazione in senso orario.
8.1 Momento ed equilibrio statico 239

FIGURA 8.9 Descrizione visiva di una scala in equilibrio statico. Riassumendo, abbiamo tre equazioni in tre incognite, /z, , ^2 , e
/ . Se risolviamo la terza equazione per /z^»
\ (L cos 60°)Mg Mg
«2 = -
L sin 60° 2tan60°
possiamo poi sostituire nella prima equazione e trovare
Mg
/s = :
2ian60°
Il nostro modello per l’attrito statico è / £ / = u n,. Pos-
siamo trovare /z, dalla seconda equazione: zz, = Mg. Da questa,
il modello delPattrito statico ci dice che

Confrontando queste due espressioni per vediamo che


deve soddisfare la condizione
1
: = 0.29
2tan60°
SOLUZIONE Le componenti jc e di Fioi = 0 sono Quindi il valore minimo per il coefficiente d’attrito statico è di
0.29.
2/='. = ”2 - / , = ()
VERIFICA L’esperienza ci insegna che possiamo appoggiare
~^Fy = ri, - l> = n , ~ M g = 0
una scala o un altro corpo contro un muro se il terreno è
Il momento attorno airestremità inferiore della scala è “ruvido”, ma se la superficie è troppo liscia la scala o il corpo
scivoleranno. 0.29 è un valore “medio” per il coefficiente d’at­
^1^ ~ ^2^*2 ~ :^(Lcos60°)M^ —(Lsin60°)n2 = 0 trito statico, ed è quindi ragionevole.

PAUSA DI RIFLESSIONE 8.2 Una trave con un perno alla sua estremità sinistra
è sospesa ad una corda. Qual è la direzione della forza esercitata dal perno
sulla trave?

t/ i\
B.

8.2 Stabilità ed equilibrio


Se incliniamo leggermente una scatola su un lato e la lasciamo andare, la sca­
tola ricadrà all’indietro tornando alla posizione precedente. Se la incliniamo
troppo, cadrà in un’altra posizione. Se, infine, la incliniamo “quanto basta”,
otterremo che la scatola stia in equilibrio su uno spigolo. Cosa determina que­
sti tre risultati possibili?
La FIGURA 8 .10 illustra l’idea con un’automobile, ma i risultati sono generali
e possono essere applicati a molte situazioni. Un corpo esteso, che sia un’auto,
una scatola o una persona, ha una base eli sostegno su cui poggia quando si
trova in equilibrio statico. Se incliniamo il corpo, una delle estremità della base
di sostegno diventa un punto di rotazione. Finché il centro di gravità del corpo
resta sopra la base di sostegno, il momento dovuto alla gravità farà ruotare il
corpo in modo da riportarlo alla posizione di equilibrio stabile; in questo caso
diciamo che il corpo è stabile. Questa è la situazione nella Figura 8. lOb.
Un angolo critico 0^ viene raggiunto quando il centro di gravità è esattamente
sopra il punto di rotazione, come nella Figura 8.1 Oc. Questo è un punto di equi­
librio, con momento totale pari a zero. Se l’auto si inclina ancora di più, il centro
di gravità si sposta al di fuori della base di sostegno, come nella Figura 8. lOd. In
questo caso, il momento gravitazionale produce una rotazione nella direzione
opposta e l’auto si ribalterà; in questo caso diciamo che il corpo è instabile. Se
un incidente (oppure una curva affrontata a velocità troppo elevata) porta un
veicolo a inclinarsi su due ruote, questo ruoterà all’indietro tornando alla posi­
zione originaria se 0 < 0^, mentre ruoterà in avanti ribaltandosi se 0 > 6^.
240 CAPITOLO 8 Equilibrio ed elasticità

FIGURA 8.10 Un'auto, o qualsiasi altro corpo, si ribalterà quando è troppo inclinato.

il momento dovuto alla gravità Il veicolo è a un angolo Adesso il centro di gravità ò fuori
Base di sostegno riporterà l'auto indietro lifitanto critico 0^. quando il centro dalla ba.sc di sostegno. Il momentt)
(carreggiala c) che il centro di gravità è sopra di gravità è esattamente gravita/.ionale causerà il ribaltamento
la base di sostegno. sopra il fulcro. del veicolo.

FIGURA 8.11 Rispetto a un'utilitaria, un Per i veicoli, la distanza tra le ruote, cic^ la base di .sostegno, è chiamata car­
SUV ha un centro di gravità alto rispetto reggiata c. Indicando con lì Taltezza del centro di gravità, possiamo vedere dalla
alla sua larghezza. Figura 8. lOc che il rapporto fra altezza e carreggiata determina il valore delTan-
golo critico. È questo rapporto che è importante e non il valore delTaltezza del
centro di gravità. La f i g u r a 8. i i illustra il confronto fra un’utilitaria e un SUV.
Per Tiitilitaria, il rapporto h/c « 0.33, quindi l’angolo critico è » 57°. Invece
per il SUV, che ha un rapporto ///c «0.47, l’angolo critico è «47°. Se il SUV
Carreggiata c è carico, il suo centro di gravità si alza ulteriormente, in particolare se si aggiun­
Per rutilitaria, ralte/z'a h gono bagagli sul portapacchi sopra il SUV, e si riduce di conseguenza il valore
del centro di gravità ò pari di 0^. Diversi esperti della sicurezza delle auto hanno determinato che un veicolo
al ?>y/c della carreggiata r.
con 0^ > 5(y^ difficilmente si ribalterà a seguito di un incidente. Un ribaltamento
diventa invece più probabile se 0^ è inferiore a questa soglia.
Le stesse argomentazioni che abbiamo fornito per l’inclinazione di un vei­
colo possono es.sere valide per qualsiasi corpo, fornendoci una regola di carat­
tere generale in base alla quale maggiore è la base di sostegno e/o più basso
il centro di gravità e migliore è la stabilità.

Per il SUV. ralle//.a h del 8.5


centro di gravità ò pari
esem pio concettuale M a ss e tipiche e pesi
al 47^ della carreggiala c. Un gatto cammina lungo un’a.sse che .sporge oltre la supertìcie di un piano su cui è
poggiata. Se il gatto camminerà sull’asse oltre una certa distanza, questa inizierà a incli­
narsi. Quali fattori determinano per quale posizione del gatto l’asse inizia ad inclinarsi?
s p i e g a z i o n e Abbiamo visto che un corpo è stabile quando il suo centro di gravità
si trova sopra la sua base di sostegno, mentre è instabile se non è più così. Conside­
riamo il gatto e l’asse come un unico corpo il cui centro di gravità si trova lungo la
linea tra il centro di gravità del gatto e quello dell’asse.
Nella FIGURA 8.i2a, quando il gatto è vicino aH’estremità sinistra dell’asse, il
centro di gravità combinato si trova sopra la ba.se di sostegno, quindi l’asse è stabile.
Muovendosi verso destra, il gatto raggiunge un punto in cui il centro di gravità com­
binato si trova esattamente sopra l’estremità del piano che sostiene l’asse, come
mostra la FIGURA 8.i2b. Se il gatto fa ancora qualche altro passo, il gatto e la barra
diventano instabili e l’asse inizierà a inclinarsi.
FIGURA 8.12 (a)
Stabilità del sistema Il centro di gravità combinato
è sopra la base di sostegno.
mentre un gatto Centro di L’asse è .stabile,
cammina su un'asse gravità del gatto \
Bilanciamento di una lattina Cerchiamo sporgente. jCentro di gravità combinato
di bilanciare una lattina, piena o vuota, sul del gatto e dell’asse
sottile bordo inferiore smussato della lattina
stessa. Non riusciremo in questa impresa
Base di sostegno Centro di gravità
poiché il centro di gravità è vicino al centro de ir asse
della lattina. Se la lattina viene inclinata a
(b) Il centro di gravità combinato
sufficienza da poggiare sul bordo, il centro
è all’estremità del piano
di gravità si troverà fuori dalla piccola base che sostiene 1’as.se.
di sostegno. Ma se riempiamo la lattina L’asse sta per inclinarsi.
vuota con la giusta quantità, il centro di
gravità sarà proprio .sopra il bordo e la
lattina resterà in equilibrio. Continua
8.2 Stabilità ed equilibrio 241

VERIFICA Poiché il centro di gravità dell’asse dev’essere a sinistra del bordo del
piano d’appoggio affinché l’asse sia stabile di per sé, il gatto può percorrere una
breve distanza sull’asse oltre la parte che poggia sul piano prima che l’asse inizi a
inclinarsi. Maggiore è il peso dell’asse, maggiore sarà la distanza che il gatto potrà
percorrere oltre il bordo del piano su cui l’asse è poggiata.

s ta b ilità ed equilibrio del corpo umano BK)


Il corpo umano è notevole per la sua capacità di adattare costantemente la pro­ FIGURA 8.13 Alzarsi in punta di piedi.
pria postura per mantenersi in equilibrio stabile solo su due punti di .sostegno.
Mentre camminiamo, corriamo o anche durante un semplice atto come ad
esempio quello di sollevare una sedia, il centro di gravità del corpo umano
cambia costantemente. Per mantenere la stabilità, inconsciamente aggiustiamo
la posizione delle nostre braccia e gambe affinché il nostro centro di gravità si
mantenga sopra la nostra base di sostegno.
Un e.sempio semplice di come il corpo riallinei naturalmente il proprio cen­
tro di gravità possiamo trovarlo nelPatto di mettersi sulle punte dei piedi. La
FIGURA 8.i3a mostra il corpo nella normale posizione eretta. Notiamo che il
centro di gravità è ben centrato sopra la ba.se di sostegno (i piedi), assicurando
la stabilità. Cambiando posizione, alzandosi sulla punta dei piedi senza riag­
giustare la posizione del corpo, il centro di gravità si troverebbe oltre la base di
sostegno, che coincide ora con gli avampiedi, e quindi il corpo cadrebbe alPin­
dietro. Per evitare ciò, come mostra la f i g u r a 8.i3b, il corpo si sporge natural­
mente in avanti, riguadagnando stabilità attraverso lo spostamento del centro
di gravità sopra gli avampiedi. Proviamo a fare questo esperimento: mettia­
moci in piedi di fronte a un muro con gli alluci che toccano la ba.se del muro.
Ora proviamo a metterci sulle punte dei piedi. Il nostro corpo non può spostarsi
in avanti per mantenere il centro di gravità sopra gli avampiedi, quindi non
potremo metterci in punta di piedi!
11 capitolo è iniziato con la foto di una ballerina che ha assunto una forma
complessa di equilibrio aggiustando le posizioni di tronco, braccia, testa e
gambe in modo tale che il centro di gravità fosse .sopra un punto molto piccolo
di sostegno. Ora che comprendiamo le basi delLequilibrio, possiamo apprez­
zare quale notevole prodezza ciò rappresenti!

PAUSA DI RIFLESSIONE 8.3 Ordina dal


meno stabile al più stabile, i tre corpi il­
lustrati nella figura. La posizione del loro
rispettivo centro di gravità è indicata. (Af­
finché i centri di gravità siano nelle posi­
zioni indicate, i corpi non devono avere
una densità costante). A.

8.3 Molle e legge di Hooke


Abbiamo assunto che i corpi in equilibrio mantengano la loro forma quando su
di loro sono applicate forze e momenti. In realtà questa è una semplificazione.
Qualsiasi corpo solido subisce compressioni, allungamenti o deformazioni
quando le forze agi.scono su di esso. Questo cambiamento è facile da osservare,
per esempio quando esercitiamo una pressione su un rametto verde di un
albero, ma anche un grosso ramo si piegherà leggermente sotto il nostro peso.
Se tiriamo un elastico, c’è una forza che cerca di riportare l'elastico alla lun­ Elasticità in azione Una palla da golf
ghezza di equilibrio (detta anche lunghezza a riposo). Una forza che tende a si comprime leggermente quando viene
riportare un sistema alla sua posizione di equilibrio è chiamata forza di colpita, la forza di richiamo che riporta
la palla alla sua forma originale aiuta il
richiamo. I sistemi che mo.strano que.sto compoilamento sono detti elastici. I
distacco della palla dalla superficie della
più classici esempi di elasticità sono rappresentati da molle ed elastici. Abbiamo mazza da golf, consentendo alla palla di
introdotto la forza delle molle nella ^ s e z io n e 4.2. Come abbiamo visto, se allun- compiere un tragitto più lungo.
242 CAPITOLO 8 Equilibrio ed elasticità

ghiaino una molla, una forza simile alla tensione spinge indietro la molla affin­
ché ritorni alla lunghezza di equilibrio. Allo stesso modo una molla compressa
cercherà di ritornare alla sua lunghezza iniziale. L’elasticità e la forzaci! richiamo
sono proprietà anche di sistemi più rigidi. Le travi d’acciaio di un ponte si pie­
gano leggermente mentre un’automobile percorre il ponte, ma dopo che l’auto­
mobile è passata, le travi tornano alla posizione iniziale. Anche le ossa delle
nostre gambe si piegano un po’ ad ogni passo che facciamo.
Quando non ci sono forze che agiscono su una molla comprimendola o
allungandola, essa resterà alla sua lunghezza d’equilibrio. Se allunghiamo la
molla, essa tornerà indietro. Se la comprimiamo, essa tornerà ad allungarsi,
come illustrato nella f i g u r a 8.i4a. In generale, la forza della molla punta sem­
pre nella direzione opposta allo spostamento daH’equilibrio. Il valore della
forza di richiamo dipende da quanto allunghiamo la molla, come mostrato
nella f i g u r a s . i 4 b . La f i g u r a 8 . i 4 c è un grafico che illustra il valore della fcuza
della molla al variare della sua lunghezza. Possiamo vedere che la forza della
molla è proporzionale allo spostamento della sua estremità. Questa è una
relazione lineare e la pendenza della retta k è la costante di proporzionalità:
F = k zLv ( 8 .2)

Raddoppiando la compressione o l’allungamento di una molla si ottiene una


forza di richiamo due volte più intensa.

FIGURA 8.14 La forza di richiamo di una molla.


(a) Lunghezza (b) Lunghezza (c) Il modulo della forza di richiamo
' di equilibrio , di equilibrio ^ è proporzionale allo spi)stamento
della molla dalla posizione di equilibrio.
Molla a riposo
c A /w w v i
Molla compressa
Lo spostamento A.v e
la forza della molla
(F,,,), sono sempre in
direzioni opposte.

Molla
allungata

PAUSA DI RIFLESSIONE 8.4 L’estremità di una


molla è tirata verso destra di 4 cm; la forza di ri­ IWVVWO
chiamo è di 8 N verso sinistra. Data la relazione
mostrata nella Figura 8 .14c, se la molla è ritornata . 4 cm
all’equilibrio e successivamente spinta verso sini­
stra di 2 cm, la forza di richiamo è { W W W ©
8N
A. 4 N verso sinistra. B. 4 N verso destra.
C. 8 N verso sinistra. D. 8 N verso destra.
E. 16 N verso sini.stra. F. 16 N verso destra.

11 valore della costante elastica k neH’Equazione 8.2 dipende dalla molla.


Chiamiamo k la costante elastica della molla. La sua unità di misura è N/m.
La costante elastica della molla k è una proprietà che caratterizza una molla,
proprio come la massa caratterizza un punto materiale. Se k è grande, occorrerà
una grande forza per causare un allungamento o una compressione della molla
e in tal caso definiremo questa molla come “rigida”. Se la costante elastica k è
piccola, siamo in grado di allungare o accorciare la molla applicando una
debole forza e in tal caso definiremo questa molla come “morbida”. Ogni
molla possiede un proprio e unico valore di k. La costante elastica della molla
per i dati rappresentati nella Figura 8.l4c può essere determinata dalla pen­
denza della retta cd è k = 3.5 N/m.
8.3 Molle e legge di Hooke 243

Nella Figura 8.14a, se la molla è compressa, A.v è positivo e, poiché


punta verso sinistra, la sua componente (F^)^ è negativa. Se la molla è allun­
gata, invece, A.v è negativo e, poiché punta verso destra, la sua componente
(F^)^ è positiva. Se scriviamo TEquazione 8.2 in termini di componenti della
(orza della molla, otteniamo la forma più generale della relazione tra la forza
di richiamo e lo spostamento deirestremità di una molla, che è nota come
legge di Hooke:

Componente .vdella Spostamento


forza di richiamo della •deirestremità
molla (N) ........ - k A x della molla (m)
• Costante elastica (8.3) p.35 ,
Il segno negativo indica che la forza di della molla (N/m)
richiamo e lo spostamento sono sono nella PROPORZIONALE

stessa direzione ma in versi opposti.

Per il moto nella direzione verticale (v), la legge di Hooke è (F^^)^ = —k A y.


La legge di Hooke non è una vera “legge naturale” nel senso delle leggi di
Newton. È solo un modello per la forza di richiamo. Essa funziona estrema-
mente bene per alcune molle, come quella mostrata nella Figura 8.14c, ma
meno bene per altre. La legge di Hooke fallirà per qualsiasi molla se essa è
compressa o allungata troppo, come vedremo nella prossima sezione.
unsn ^ Propi io come abbiamo usato corde prive di massa, adotteremo l’i-
dealizzazione di molle prive di massa. Anche se questa non è una descri­
zione perfetta, tuttavia rappresenta una buona approssimazione se la massa
attaccata alla molla è molto maggiore della massa della molla stessa. <

ESEMPIO 8.6 Pesare un pesce


Una bilancia usata per pesare i pesci consiste in una molla SOLUZIONE a. Poiché il pesce è in equilibrio statico, abbiamo
appesa a un sostegno. La lunghezza a riposo della molla è di
10.0 cm. Quando un pesce di 4.0 kg viene agganciato a un’e­ ~ mj? = 0
stremità della molla, qucst’ullima si allunga fino a raggiungere quindi k = -mglùsy. (Il momento totale è pari a zero perché il
una lunghezza di 12.4 cm. centro di gravità del pesce si trova a riposo direttamente sotto
a. Qual è la costante elastica k per questa molla? il punto di fulcro della molla.) Dalla Figura 8.15, lo sposta­
b. Se un pesce di 8.0 kg è sospeso alla molla, quale sarà la mento della molla dalfequilibrio è Ay = —y. = (-0.124 m) —
lunghezza della molla? (-0.100 ni) = -0.024 ni. Questo spostamento è negativo perché
IMPOSTAZIONE La descrizione visiva nella f i g u r a 8.15 il pesce si sposta nella direzione delle y negative. Possiamo ora
mostra i dettagli per la prima parte del problema. Il pesce determinare la costante elastica della molla:
appeso è in equilibrio statico, quindi la forza totale nella dire­ mg (4.0 kg)(9.8 m/s^)
zione y e il momento totale devono essere pari a zero. k = - — = --------------------- = I 600 N/m
Ay “ 0.024 m
FIGURA 8.15 Descrizione visiva di una massa sospesa a una b. La forza di richiamo è proporzionale allo spostamento della
molla. molla dalla sua lunghezza di equilibrio. Se raddoppiamo la
massa (e quindi il peso) del pesce, lo spostamento all’estre-
mità della molla raddoppierà anch’esso, a Ay = -0.048 m.
éji ^ -0.100 m
Quindi la molla sarà di 0.048 m più lunga e la sua nuova
(Y) = lunghezza sarà 0.100 m + 0.048 m = 0.148 m = 14.8 cm.
itxcoQYÙta VERIFICA La molla non si allunga molto quando una massa
di 4.0 kg è appesa ad essa. Una costante elastica della molla di
1600 N/m (ossia una costante elastica alta) sembra ragionevole
per questa molla rigida.

ESEMPIO 8.7 Q u a n d o scivola il blocco?


La FIGURA 8.16 mostra una molla agganciata a un blocco di 2.0 FIGURA 8.16 Un trenino giocattolo tira la m olla fino a
kg. All’altra estremità della molla c’è un trenino giocattolo q uan do il blocco non inizia a scivolare.
motorizzato che si muove in avanti a 5.0 cm/s. La costante ela­ 5.0 cm/s
stica della molla è 50 N/m e il coefficiente d’attrito statico tra
il blocco e la superficie è 0.60. La molla è alla sua lunghezza di 2.0 kg
equilibrio a / = 0 s quando il trenino inizia a muoversi. Quando
inizia a scivolare il blocco? Continua
244 CAPITOLO 8 Equilibrio ed elasticità

IMPOSTAZIONE Rappresentiamo il blocco come un punto destra, e quindi la forza della molla tira il trenino verso sinistra,
materiale e la molla come una molla priva di massa. La FIGURA come ci aspetteremmo. Tuttavia, all’altra estremità della molla
8.17 è un diagramma di corpo libero per il blocco. Convertiamo abbiamo il blocco e la forza della molla tira il blocco verso
la velocità del trenino in m/s: v = 0.050 m/s. destra, come mostra la Figura 8.17. Mentre la molla si allunga, la
FIGURA 8.17 Diagramma di corpo libero per il blocco. forza d’attrito statico sul bkxco aumenta in valore per mantenere
il blocco fermo. Il blocco è in equilibrio statico, quindi
Quando la forza esercitata dalla molla supera la massima
forza d'attrito statico, il blocco inizierà a .scivolare. 2 ^ . = (^n.). + (/,).= /=’n ,- / , = 0
dove F è il valore della forza della molla. Questo valore è F
n = A'A .V, dove A jc= vr è la distanza di cui si è spostato il trenino.
Quindi
f = F = k^J(

SOLUZIONE Ricordiamo che la tensione in una corda priva Il blocco scivola quando la forza d’attrito statico raggiunge il
di massa tira ad entrambe le estremità della corda allo stesso suo massimo v a l o r e = /xji = fxjng. Questo avviene quando
modo. Lo stesso è vero per la forza di una molla di massa tra­ il trenino si muove di una distanza
scurabile: tira (o spinge) egualmente ad entrambe le estremità. /sr fJL^mg (0.60)(2.0 kg)(9.8 m/s^)
At = = 0.235 m
Immaginiamo di tenere un elastico con la nostra mano sinistra e k k 50 N/m
di allungarlo con la nostra mano destra. La nostra mano sinistra Il momento in cui il blocco inizia a scivolare è
sentirà la forza che tira, anche se è restremità destra dell’ela­
Ajc 0.235 m
stico che si è allungata. - = 4.7 s
Questa è la chiave per risolvere il problema. Mentre l’estre­ V ‘ 0 .0 ^ )^ s
mità destra della molla si sposta, allungando la molla, la molla VERIFICA II risultato di circa 5 s sembra un tempo ragionevole
e.serciterà una trazione posteriomiente sul trenino e anterior­ perché un trenino giocattolo che si muove lentamente allunghi
mente sul bkx'cocon pari forza. Il trenino è in movimento verso la molla abbastanza da far scivolare il blocco.

PAUSA DI RIFLESSIONE 8.5


_______________________ Un peso di massa 1.0 kg è sospeso a una molla,
che si allunga di 5.0 cm. Di quanto si allungherà la molla se il pe.so da 1.0 kg
viene sostituito da un altro di massa 3.0 kg?
A. 5.0 cm B. 10.0 cm C. 15.0cm D. 20.0 cm

8.4 Allungamento e compressione


dei materiali
Nel Capitolo 4 abbiamo notato che possiamo rappresentare molti materiali solidi
FIGURA 8.18 Allungamento di una barra come costituiti da atomi schematizzabili come punti materiali collegati fra loro
d'acciaio.
da legami simili a piccole molle. Possiamo rappresentare una barra di acciaio in
(a) AL
questo modo, come illustrato nella f i g u r a 8.i8a. I legami tra gli atomi nelFac-
ciaio sono come molle rigide, ma esse possono essere allungate o compresse, il
Morsetto che significa che perfino una barra d'acciaio è elastica. Se tiriamo un'estremità
1. La mano lira la di una barra d'acciaio, come nella Figura 8.18a, allungheremo i legami tra le
barra ... - 3 . ..che
esercitano particelle che compongono la barra e questa risulterà allungata. I legami allun­
2 . ... allungando le
una Ibr/a gati tireranno a loro volta la nostra mano con una forza di richiamo che fa tornare
molle atomiche ... di richiamo. la barra alla sua lunghezza originale quando viene rilasciata. In questo senso,
Atomi come
punti materiali l'intera btu*ra agisce come una molla rigida. Come nel caso di una molla, una
Legami come forza di richiamo è prodotta anche dalla compressione della barra.
piccole molle Nella f i g u r a 8.i8b, sono rappre.sentati i dati reali relativi a una barra d'ac­
ciaio lunga 1.0 m e con diametro di 1.0 cm. Notiamo in questo caso che, pro­
(b) Dati per ima barra d’acciaio lunga
1. 0 m e del diametro di 1. 0 cm prio come in una molla, la forza di richiamo è proporzionale alla variazione di
F(kN)«......I kN = l(KK)N lunghezza. Tuttavia, la scala deirallungamento di una barra e quella della
forza di richiamo sono molto differenti da quelle associate a una molla. Occor­
rerà una forza di 16 000 N per allungare la barra di solo I mm, e ciò corri­
sponde a una molla con costante elastica di 1.6 • 10^N/m! L’acciaio è elastico,
ma sottoposto a forze ragionevoli, subirà solo cambiamenti di dimensioni
molto piccoli. I materiali di questo tipo sono chiamati rigidi.
Il comportamento di altri materiali, come la gomma in un elastico, può
essere molto differente. Un elastico può essere allungato di molto — alcune
Cambiamento nella lunghezza della barra volte la sua lunghezza di equilibrio — applicando una piccola forza, e torna
8.4 A llungam ento e com p ression e d ei m ateriali 245

alla sua posizione originale quando viene rilasciato. 1 materiali che subiscono
grandi deformazioni quando su di loro è applicata una piccola forza sono chia­
mati flessibili.
La costante clastica in una barra dipende da diversi fattori» come illustrato
nella f i g u r a s .19. Innanzitutto ci aspettiamo che una barra spessa, con una FIGURA 8.19 U na barra allungata di una
grande sezione trasversale A, sia più difficile da allungare rispetto a una barra lunghezza AL.
più sottile. In secondo luogo, una barra di lunghezza L sarà più facile da allun­ Forza di richiamo
gare di una certa quantità rispetto a una barra più corta (immaginiamo di voler 1r
allungare di 1 cm una corda: questo sarà facile da fare in una corda lunga 10 m,
ma piuttosto difficile per un pezzetto di corda lunga solamente 10 cm). Infine,
Arca A 3
L
la rigidità della barra dipende dal materiale di cui è composta. Tali osserva­
zioni si basano su esperimenti che hanno mostrato che la costante elastica della TABELLA 8.1 II modulo di Young per
molla per una barra può essere scritta come materiali rigidi.
k= Y (8.4) Il modulo di Youii)>
IVlateriale (I0'“ N/ni -)
dove la costante Y è chiamata m odulo di Young. II modulo di Young è una Ghisa 20
proprietà del materiale di cui è composta la barra e non dipende né dalla forma
Acciaio 20
né dalle dimensioni.
DairEquazione 8.2, il modulo della forza di richiamo per una molla è col­ Silicone 13
legato al suo cambiamento di lunghezza dalla formula = k A.v. Scrivendo la Rame 11
variazione di lunghezza di una barra come AL, come mostrato nella Figura Alluminio 7
8.19, possiamo usare Tequazione 8.4 per scrivere la forza di richiamo F della Vetro 7
barra come
Calcestruzzo 3
(8.5) Legno (Abete) 1
L’Equazione 8.5 è valida sia per rallungamento sia per la compressione.
È utile riscrivere LEquazione 8.5 in termini di due rapporti, lo sforzo e la
deformazione:
Il rapporto tra la t’or/.a Il rapporto tra variazione
e l'area della se/.ione.........« •di lunghezza e lunghezza ( 8 .6 )
trasversale ò chiamato originale è detto defornia/ione.
sforzo.

L’unità di misura dello sforzo è N/m^. Se lo sforzo è legato a un allunga­


mento, lo chiameremo sforzo di tensione. La deformazione è la variazione
relativa della lunghezza della barra. Se la lunghezza della barra varia dell’ 1%,
la deformazione è ().() 1. Poiché la deformazione è adimensionale, il modulo di
Young Y ha le stes.sa unità di misura dello sforzo. La Tabella 8.1 indica i
valori del modulo di Young per diversi materiali rigidi. Valori grandi di Y
caratterizzano materiali che sono duri mentre materiali più “morbidi” hanno
valori di Y più bassi.

ESEMPIO 8.8 Determinare l'allungamento di un cavo


In un dipartimento di fisica un . l-F
AL = —
pendolo di Foucault (usato per AY
provare la rotazione della Terra) L’area della sezione trasversale del cavo è
consiste in una palla d’acciaio /\ = 7rr2 = 7r(0.(K)125 m)2 = 4.91 • 10"^ m^
di massa 120 kg che oscilla
airestremità di un cavo d’ac­ La forza di richiamo del cavo è uguale alla forza peso della
ciaio lungo 6.0 m. Il cavo ha un palla:
diametro di 2.5 mm. Quando la F=F= = (120 kg)(9.8 m/s^) =1 180 N
palla è stata appesa al cavo per La variazione in lunghezza è quindi
la prima volta, di quanto si è (6.0 m)(1180
— ----------------- N) — -----
--------
allungato il cavo? (4.91 • 1 0 '’ni^)(20 • 10'“ N/m^)
IMPOSTAZIONE L’allungamento del cavo dipende dalla sua = 0.0072 m = 7.2 mm
elasticità. Il modulo di Young per l’acciaio è dato nella Tabella VERIFICA Se hai mai suonato una chitarra con corde d’ac­
8.1 come K=20- 10‘°N/nT. ciaio, sai che le corde si allungano di diversi millimetri con la
SOLUZIONE L’Equazione 8.6 correla la variazione di lun­ forza che applichi girando le chiavi per l’accordatura. Quindi
ghezza del cavo AL alla forza di richiamo F e alle proprietà del un allungamento di 7 mm per un cavo sottoposto a un carico di
cavo. Riorganizzando i teniiini, troviamo che il cavo si allunga di 120 kg sembra ragionevole.
246 CAPITOLO 8 Equilibrio ed elasticità

O ltre il lim ite di e la stic ità


Nella sezione precedente abbiamo scoperto che se allunghiamo una barra di una
piccola quantità AL, questa reagirà con una forza di richiamo I \ secondo TEqua-
zione 8.5. Tuttavia se continuiamo ad allungare la barra, questa semplice rela­
FIGURA 8.20 Grafico deirallungamento zione lineare tra AL e F non sarà più valida. La f i g u r a 8.20 è il grafico della forza
di una barra d'acciaio. di richiamo di una barra dalPinizio deirallungamento fino alla sua rottura finale.
Limite Punto Come possiamo vedere, il grafico ha una regione lineare, la regione dove
di elasticitù di rottura AL e F sono proporzionali ITina all’altra e obbediscono alla legge di Hooke:
/ ........ ; F = k AL. Finche rallungam cnto resta in questa regione lineare, una barra
\0 1 tr e questo rigida agisce come una molla e segue la legge di Hooke.
I punto, la baiTa
I resta deformata Di quanto possiamo allungare una barra prima che si danneggi? Finché Fal-
permanentemente. lungamento è inferiore al limite di elasticità, la barra ritornerà alla sua lun­
ghezza iniziale L quando la forza non viene più applicata. Il limite di elasticità
-M
è la fine della regione elastica. Allungare la barra oltre questo limite significa
F ò direttamente j F non è lineare in questa
proporzionale a ‘ regione, ma la barra deformarla in modo permanente e la barra non ritornerà alla sua lunghezza
AL in questa regione, ritornerà alla sua originale. Infine, a un certo punto, la barra raggiungerà il punto di rottura, dove
lunghezza originale.
si spezzerà in due parti. La forza che causa la rottura della barra dipende dalla
TABELLA 8.2 Carico di rottura di alcuni
sezione: una barra spessa è in grado di sostenere forze maggiori. Per barre o
materiali. cavi di un dato materiale, possiamo determinare il carico di rottura, noto
anche come la resistenza a trazione, lo sforzo massimo che un materiale è in
Carico (li rottura
Materiale (N/m*) grado di sostenere prima di rompersi:
Polipropilene 20- 1(P ••• Forza massi ma che può
essere sostenuta (N)
Vetro 60- KP Sforzo massimo che......»Carico di rottura = Ln (8.7)
Ghisa 150- n r può essere sostenuto (N/nr) .......Area della sezione
trasversale (m^)
Alluminio 400 • n r
Acciaio 1000 • HP La Tabella 8.2 elenca i valori del carico di rottura per alcuni materiali. Pos­
siamo parlare di resistenza di un materiale, riferendoci al suo carico di rottura.

ESEMPIO 8.9 Rottura del cavo di un pendolo


Dopo una lunga notte a studiare fisica, alcuni studenti di massa ^max= (ir(0.(X)125m)^)(1.0 • 10*'N/m^) = 4.9 • 10^ N
80 kg decidono che sarebbe divertente fare l’altalena sul pen­
dolo di Foucault deH’Esempio 8.8. Qual è il numero massimo Questa forza è il peso della massa più pesante che il cavo riesce
di studenti che il cavo del pendolo può sostenere? a sostenere: P = m • c. L.a massa massima che può essere
sostenuta dal cavo è
i m p o s t a z i o n e II carico di rottura per l’acciaio, indicato f* max 1
nella Tabella 8.2 come 1000 • W N /m \ o 1.0 • 10"N/m% è lo ^^max ^ 5(X) kg
sforzo massimo che il cavo può sostenere. Poiché lo sforzo del La palla ha una massa di 120 kg, la.sciando quindi 380 kg per
cavo è LM, possiamo trovare la forza massima F che il cavo gli studenti. Quattro studenti hanno una massa di 320 kg, che è
può fornire prima di rompersi. inferiore a questo valore, ma cinque studenti avrebbero una
SOLUZIONE Abbiamo massa totale di 400 kg, che causerebbe la rottura del cavo.
F ^ = A(1.0- 10"N/m2) VERIFICA L’acciaio ha un carico di rottura molto grande,
Nell’Esempio 8.8, il diametro del cavo è 2.5 mm, quindi il suo quindi è ragionevole che questo cavo molto sottile possa .soste­
raggio è 0.00125 m. Da cui nere 4900 N (cioè il peso di una massa di 500 kg).

FIGURA 8.21 Grafico dello sforzo


in funzione della deformazione per
l'acciaio e il filo di ragnatela. M ateriali biologici BH)
Fjilrambi i materiali si rompono Supponiamo di prendere un filo di ragnatela e un filo d’acciaio di pari lun­
approssimalivamcnle in corrispondenza ghezza, di allungarli tirandoli e di misurare la forza di richiamo di ciascuno
dello stesso sforzo, quindi hanno più o
meno lo stesso carico di rottura. finché non si spezzano. Il grafico dello sforzo rispetto alla deformazione
Sforzo
dovrebbe essere simile a quello riportato nella f i g u r a 8 .2 1 .
Il filo di ragnatela è certamente meno rigido: per un dato sforzo il filo di
ragnatela si allunga circa 100 volte di più di quello d’acciaio. Curiosamente,
sia il filo di ragnatela che il filo d’acciaio si spezzano approssimativamente con
lo stesso sforzo. In questo sen.so, il filo di ragnatela è “forte come l’acciaio.”
Molti materiali biologici possiedono una combinazione di bassa rigidità e
grande carico di rottura. Questi materiali possono essere sottoposti a deforma­
zioni significative senza rompersi. I tendini, le pareti delle arterie e le ragnatele
Una deformazione pari a sono tutti materiali piuttosto robusti ma hanno anche una considerevole capa­
1, 0 equivale a raddoppiare cità di allungamento.
la lunghezza del filo.
8.4 Allungamento e compressione dei materiali 247

Molte ossa nel nostro corpo sono costituite da due diversi tipi di materiale
biologico: tessuto osseo denso e rigido (osso corticale o compatto) per Te-
sterno e tessuto osseo poroso e Hessibile (osso spugnoso) per l’interno. La
FIGURA 8.22 mostra la sezione tipica di un osso. Ossa corticali e spugnose hanno FIGURA 8.22 Sezione trasversale di un
differenti valori del modulo di Young. Il modulo di Young di un osso corticale femore.
si avvicina a quello del calcestruzzo, quindi è molto rigido con poca capacità Osso corticale
di allungarsi o comprimersi. Al contrario. Tosso spugnoso ha un valore del
modulo di Young molto più piccolo. Di conseguenza, le proprietà elastiche
delle ossa possono essere ben rappresentate da un cilindro cavo.
La struttura delle ossa negli uccelli è effettivamente assimilabile a un cilin­
dro cavo. La f i g u r a 8.23 mostra che un tipico osso è un tubo dalle .sottili pareti
di osso corticale con un’esile struttura di osso spugnoso all’interno. La mag­
gior parte della rigidità del cilindro proviene dal materiale vicino alla sua
superfìcie cioè le ossa solide. Un cilindro cavo conserva molta della rigidità di
un cilindro pieno, ma è più leggero. Le ossa degli uccelli sono un e.sempio di
questo concetto portato al suo estremo.
FIGURA 8.23 Sezione di un osso di un uccello.

La Tabella 8.3 riporta i valori del modulo di Young per alcuni materiali biolo­ TABELLA 8.3 II modulo di Young per
gici. Notiamo la grande differenza tra materiali rigidi e flessibili. La Tabella 8.4 alcuni materiali biologici
mostra il carico di rottura per alcuni materiali biologici. I valori nella Tabella 8.4 Modulo di Yoiin}>
sono relativi a forze statiche — forze applicate per un tempo lungo in una apposita Materiale (10"’N/in-)
macchina per questo tipo di te.st. Le ossa possono sopportare sforzi significativa­ Smalto dei denti 6
mente maggiori .se le forze sono applicate solo per un breve periodo di tempo. Osso corticale 1.6
Osso spugnoso 0.02-0.3
ESEMPIO 8.10 I Trovare la com pressione di un o sso dW
Filo di ragnatela 0.2
II femore. Tosso più lungo dello .scheletro, può essere rappresentato come un tubo di
Tendine 0.15
osso corticale per la maggior parte della sua lunghezza. Una persona di 70 kg ha un
femore con un’area di sezione trasversale (dell’osso corticale) di 4.8 • 10 '*m% un Cartilagine 0.0001
valore tipico. Arteria (aorta) 0.00005
a. Se questa persona sostiene il suo intero peso su una sola gamba, quale frazione
del carico di rottura del Tosso rappresenta questo sforzo? TABELLA 8.4 II carico di rottura per
b. Di quale frazione della sua lunghezza il femore si accorcia? alcuni materiali biologici
IMPOSTAZIONE Lo sforzo sul femore è FIA. Qui F, la forza che comprime il Carico di rottura
femore, è il peso della persona, quindi F = mg. Il rapporto A/7L nel femore è la Materiale (N/m')
deformazione, che possiamo trovare usando l’Equazione 8.6, prendendo il valore del
Osso spugno.so 5- 10^
modulo di Young per Tosso corticale dalla Tabella 8.3.
Osso corticale 100- \iT
SOLUZIONE
a. Il peso della persona è mg = (70 kg)(9.8 m/s^) = 690 N. Lo sforzo risultante sul Tendine lOO- IO"'
femore è Filo di ragnatela 1000 • 10'’
F_ 690 N
= 1.4 • lO^’ N/m-
A 4.8XK)-’
Uno sforzo di 1.4* 10^ N/nTè pari all’ 1.4% del carico di rottura dell’osso corti-
cale riportato nella Tabella 8.4.
b. Possiamo calcolare la deformazione come
— = ( - ) - = ( --------- ---------T )(l-4 • lO*^ N/m^) = 8.8 • 10“’ « O.OOOl
L \ y J a Vi .6 • I0"'N/niV
La compressione del femore è AL « 0.0001L, ossia « 0.01 % della sua lunghezza.
(Il femore è lontano dall’essere una struttura uniforme, quindi abbiamo riportato
la risposta con una sola cifra significativa.)
VERIFICA Ha sen.so che, in circostanze ordinarie, la sollecitazione sul femore sia
solo una percentuale molto piccola del valore massimo che è in grado di sostenere.

La ballerina nella foto alTinizio di questo capitolo sta in equilibrio sulle punte,
bilanciando con abilità il suo intero peso sulla punta della scarpa, in un’area di
sostegno molto piccola. La .sollecitazione delle ossa nelle sue dita del piede è
molto grande, ma ancora molto inferiore al loro carico di rottura.
248 CAPITOLO 8 Equilibrio ed elasticità

PAUSA DI RIFLESSIONE 8.6 Una massa di IO kg è sospesa a un cavo lungo 1


m, provocando un allungamento del cavo di 2 mm. Supponiamo che la stessa
massa di 10 kg sia appesa a un cavo dello stesso materiale e stessa sezione ma
lungo 2 m. Di quanto sarà rallunganiento di questo secondo cavo?
A. 0.5 mm B. mm C. 2 mm D. 3 mm E. 4 mm

ESEMPIO INTEGRATO 8.11 Allungamento del cavo di un ascensore


I cavi di acciaio che trattengono gli a.scensori si allungano solo FIGURA 8.24 Illustrazione dell'allungamento del cavo e
di una piccola frazione della loro lunghezza, ma in edifìci delle forze che agiscono sull'ascensore.
molto alti questa piccola variazione percentuale può diventare
un allungamento notevole. Questo esempio usa numeri reali­
stici per dimostrare tale affermazione. La cabina di un ascen­
sore molto veloce in un edificio di grande altezza ha una massa
di 2300 kg ed è sostenuta da sei cavi ciascuno di diametro 1.27
cm. Il modulo di Young per i cavi è IO • 10*° N/m^ un valore
comune per i cavi in acciaio rnultitrefolo. Quando l’ascensore
è al piano più basso, i cavi salgono di 90 m lungo il vano dell’a­
scensore verso i motori posizionati in alto.
Una mattina, in un momento di grande affìuenza, la cabina
è al piano terra e si riempie con 20 persone che hanno una
massa totale di 1500 kg. L’ascensore sale poi con un’accelera­
zione verso l’alto di 2.3 m/s^ finché non raggiunge la sua velo­
cità di crociera. Di quanto si allungano i cavi a causa solo del
peso della cabina? Di quanto si allungano i cavi quando i pas­
seggeri sono nella cabina? E quanto vale fallungamento totale
dei cavi quando l’ascensore sta accelerando? In tutti i casi con­
sidereremo i cavi come privi di massa.
IMPOSTAZIONE Possiamo calcolare l’allungamento dei cavi
riscrivendo l’Equazione 8.6, che collega lo sforzo e la defor­
mazione, ottenendo L’allungamento ulteriore quando i passeggeri salgono nella
cabina è
^ YA
Nella formula L è la lunghezza dei cavi. Fé la forza di richiamo 4.4 cm —2.7 cm = 1.7 cm
esercitata dai cavi, e L è il modulo di Young, che ci viene dato Quando l’ascensore sta accelerando verso l’alto, la tensione
nel testo. Sebbene ci siano sei cavi, possiamo immaginarli nel cavo deve aumentare. La .seconda legge di Newton per il
combinati in un unico cavo con una sezione trasversale A pari moto verticale è
a sei volte quella di un singolo cavo. Ogni cavo ha un raggio di
0.(X)635 m e una sezione trasversale pari a = I.27 • IO"* m^. lFy = F - P = mciy
Moltiplicando l’area per 6 otteniamo l’area della sezione tra­ La forza di richiamo, o tensione, è quindi
sversale totale i4 = 7.62 • IO"* mL
La FIGURA 8.24 illustra la situazione. La forza di richiamo F = F + nia^ = mg 4- ma^ = (3800 kg)(9.8 m/s^ 4- 2.3 m/s^) =
esercitata sul cavo è la tensione sul cavo. Nelle prime due = 46000 n "^
domande, il cavo sostiene l’ascensore mentre è in equilibrio Quindi proprio all’inizio del moto, quando il cavo è .steso per
statico; nella terza domanda, c’è una forza totale perché l’a­ la sua intera lunghezza di 90 m, troviamo che i cavi sono
scensore sta accelerando verso l’alto. allungati di
SOLUZIONE Quando l’ascensore è fermo, la forza totale è pari
(90 m)(46 000 N)
a zero e quindi la forza di richiamo del cavo, la tensione, è AL = * = 0.054 m = 5.4 cm
uguale alla forza peso del corpo sospeso a esso. Nelle prime (10 • 10'^N/mO(7.62 • 10"Sn0
due domande, le forze sono
F, = m = (2300 kg)(9.8 m/s^) = 22 500 N VERIFICA Quando i passeggeri entrano nella cabina, i cavi si
allungano di 1.7 cm. Questo allungamento è abbastanza grande
^ ^. <j = (2300 kg + 1500 kg)(9.8 m/s^) = 37 200
F^2 = tncatH-puseggen da essere notato (come ci aspetteremmo dato l’enunciato ini­
Queste forze allungano il cavo di ziale del problema) ma non è grande abbastanza da causare
(90 m)(22 500 N) preoccupazione per i passeggeri. L’allungamento totale per un
AL, =■ = 0.027 m = 2.7 cm ascensore a pieno carico che accelera verso l’alto è 5.4 cm.
(IO 10‘° N/m^)(7.62 • IO m^) Questo non è irragionevole per cavi che sono lunghi quasi
(90 m)(37 200 N) quanto un campo da calcio e la frazione della variazione di
AL, = = 0.044 m = 4.4 cm lunghezza è molto piccola.
(10 • IO'‘’N/m2)(7.62 • IQ-* in^)
R iepilogo 249

R I E P I L O G O

Obiettivo: studiare l'equilibrio statico di un corpo esteso e le proprietà fondamentali di molle e materiali elastici.

PRINCIPI GENERALI ^
Equilibrio statico Molle e legge di Hooke
Un corpo in equilibrio statico deve avere Quando una molla è allungata o compressa,
forza totale e momento totale pari a zero. essa esercita una forza proporzionale alla
Matematicamente, esprimiamo questo come variazione A,v della sua lunghezza, in
direzione opposta allo spostamento rispetto
alla posizione di riposo. Questa legge è
E ^ y = <> nota come legge di Hooke:
^T = 0 iFJ^ = - k ^ x A.t I
Poiché il momento totale è pari a zero La costante di proporzionalità k è detta
rispetto a qualsiasi punto, il punto di costante elastica della molla. Il suo valore
rotazione rispetto al quale calcolare il è grande per una molla “rigida”.
momento può essere scelto nella posizione
più conveniente per semplificare i calcoli.

CONCETTI IMPORTANTI
Stabilità Stabile
Materiali elastici e modulo di Young
Instabile
Un corpo è stabile se il suo centro For/.a di richiamo
di gravità è sopra la sua base di i r / ___________
sostegno; altrimenti, è instabile.
A rca/\ a
■V 7^ Una barra solida illustra come i materiali
Ba.sc di sostegno
Se un corpo è inclinato, rispondono quando sono allungati o compressi.
raggiungerà il suo limite di
Lo sforzo 6 il rapjwrto f/rN f Laì del
deformazione è
stabilità quando il .suo L'inclina/.ionc Questo corpt) ha Questo corpo ha un I I
tra la forza di richiamo •••♦I "7 “ ^ "T” H*"Ia1 vari:
variazione relativa
centro di gravità è sopra di questo una base di centro di gravitù più la barra e l'arca della
della ^ \ J della1 lilunghcz/.ji
corpo ò pari al sostegno più larga basso e quindi anche suaI sezione ttrasversale.
r ; a c l idella barra.
uif estremità della sua suo angolo e quindi un angolo il suo angolo critico Modulo di Young
base di .sostegno. Questa critico.; crìtico maggiore. sarà maggiore.
condizione definisce Questa equazione può essere inoltre scritta come
Pangolo critico 0
Questa è la "costante
elastica della molla'
k per la barra, '..d r ) -
Una maggiore stabilità è
possibile abbassando il mostrando che la barra obbedisce alla legge di
centro di gravità o allargando Hooke e si comporta come una molla molto rigida.
la base di sostegno.

APPLICAZIONI
Forze nel corpo umano Il limite di elasticità .Se non è allungato oltre questo punto, il
corpo ritornerà alla sua lunghez/.a originale.
Muscoli e lendini applicano forze e momenti che Se una barra o un altro
sono necessari per mantenere Tequilibrio statico. corpo non subisce una
Punto
Tali forze possono essere anche piuttosto grandi. deformazione eccessiva, di rottura
una volta terminata la
Il momento
In equilibrio, il momento sollecitazione ritornerà alla
totale rispetto al gomito Se allungato in questa regione, il
del tendine è sua forma originale. corpo resterà deformato in modo
associato a queste forze
dovuto a una dev’essere nullo. permanente.
forza g ra nde Se, invece, la deformazione
che agisce con -A L
un braccio del
è eccessiva, il corpo resterà
momento permanentemente deformalo
p ic c o lo . ^ e in ultimo si romperà. Lo sforzo a cui un corpo si rompe è il suo
Fulcro
carico di rottura.
Braccio del ^
momento piccolo Il momento del pc.so è dato da
Braccio del momento^grande una forza p ic c o la che agi.sce con
un braccio del momento R randc.
250 CAPITOLO 8 Equilibrio ed elasticità

La difficoltà del problema è indicata con I (facile) fino a Hil (molto difficile). I problemi contrassegnati come INI integrano in maniera
significativa concetti esposti nel capitoli precedenti; i problemi contrassegnati con HO sono di interesse medico o biologico.

DOMANDE
D o m a n d e concettuali 8. Una molla esercita una forza di 10 N dopo essere stata
allungata di l cm rispetto alla sua posizione di equilibrio.
1. Su un corpo agiscono due (e solo due) for/e che sono uguali Di quanto aumenterà la forza della molla se questa viene
in modulo e direzione ma in verso opposto. allungata da 4 cm dalla sua posizione di equilibrio a 5 cni
Il corpo sarà necessariamente in equilibrio
statico?
2. Disegna una forza che agisca nel punto F
K dalla sua posizione di equilibrio?
9. L’estremità sinistra di una molla è fissata a una parete.
Quando Roberto tira l’estremità destra con una forza di 200
della Figura D8.2 e che porla la barra in N, egli allunga la molla di 20 cm. La stessa molla è suc­
condizioni di equilibrio statico. Esiste un’u­ cessivamente usata per il tiro alla fune tra Roberto e Carlo.
nica forza possibile? Ciascuno tira verso di sé un’estremità della molla con una
3. Una scala posta su una superficie piana può forza di 200 N.
essere in equilibrio statico quando è appog­ Fulcro a. Di quanto si sposterà la molla dal lato di Roberto?
giata contro un muro in assenza di forze FIGURA D8.2 Spiega il perché.
d’attrito? Spiega il perché. b. Di quanto si sposterà la molla dal lato di Carlo? Spiega
4. Se stiamo alzando un albero maestro di grande altezza con il perché.
una corda legata a metà altezza dell'albero, come mostrato 10. Una molla è fissata al pavimento e tirata verso l'alto da una
nella Figura D8.4a, otteniamo un momento molto piccolo corda. La tensione della corda viene misurata. 11 grafico
rispetto alla base dell’albero quando quest'ultimo ha una nella Figura D8.10 mostra la tensione della molla in fun­
piccola inclinazione rispetto al l’orizzontale. Possiamo zione della sua lunghezza L.
invece ottenere un momento più grande aggiungendo un a. Questa molla obbedisce alla legge di llooke? Spiega il
palo con una carrucola in cima, come mostrato nella Figura perché.
D8.4b. Disegna un diagramma che mostri tutte le forze che b. In caso affemiativo, qual è la costante elastica della molla?
agiscono sull'albero maestro e spiega perché, a parità di
Tensione T
tensione della corda, l’aggiunta di questo palo aumenta il
momento esercitato sull’albero maestro.
(a) (b)
L (cm)
0 IO
FIGURA D8.10
11. Un tipico materasso è costituito da una rete di molle che
FIGURA D8.4
forniscono il sostegno. Se siedi sul materasso, le molle si
comprimono. Una persona più pesante comprime maggior­
5. Mentre i tuffatori stanno in mente le molle rispetto a una persona più leggera. Usa le
punta di piedi all’estremità proprietà delle molle e le forze esercitate dalle molle per
di un trampolino, in prepara­ spiegare perché avviene ciò.
zione del salto, come mostrato 12. Prendi una molla e tagliala in due per ricavarne due molle.
nella Figura D8.5, di solito La costante elastica di queste due molle più piccole è
essi stendono le braccia in maggiore, minore o uguale a quella della molla originale?
avanti. Spiega il perché. Spiega il perché.
6. Dove sono i centri di gravità 13. Un filo è tirato esattamente fino al suo punto di rottura
delle due persone, mostrate da una forza di 5000 N. Un filo più lungo, sempre dello
nella Figura D8.6, che stanno stesso materiale, ha lo stesso diametro. La forza necessaria
e.seguendo classiche posizioni FIGURA D8.5 per allungarlo fino al suo punto di rottura sarà maggiore,
yoga? minore o uguale a 5000 N? Spiega il perché.
14. 1 chiodi in acciaio .sono rigidi e non si piegano. La lana
d’acciaio, invece, è soffice e comprimibile. Come spieghe­
resti questa differenza?

D o m a n d e a scelta m ultipla

15. I La barra nella Figura D8.15


può ruotare attorno ad un’asse
posto perpendicolarmente alla
FIGURA D8.6 sua estremità sinistra. Le forze
7. Per alzarti da una sedia devi sporgerli molto in avanti applicate nella figura faranno
(prova!). Spiega il perché. sì che il corpo
D om ande 251

A. Ruoti in senso antiorario. è fornita da un tendine collegato alla parte inferiore della gamba,
B. Sia in equilibrio statico. come mostrato. Supponiamo che la parte inferiore della gamba e il
C. Ruoti in senso orario. piede abbiano una massa combinata di 4.0 kg e che il loro centro
16. Il Due bambini tengono orizzontalmente ai due lati opposti di gravità combinato sia al centro della parte inferiore della gamba.
un palo di massa trascurabile lungo 1.8 m con un secchio 20. I Quanta forza deve esercitare il tendine per mantenere la
d’acqua appeso a esso. Il bambino più grande sostiene un BK) gamba in questa posizione?
peso doppio rispetto al bambino più piccolo. Quanto dista A. 40 N B. 200 N C. 400 N D. lOOON
il secchio dal bambino più grande? 21.1 Mentre trattieni la gamba in questa posizione, la parte
A. 0.3 m B. 0.6 m BIO superiore della gamba esercita una forza su quella inferiore
C. 0.9 m D. l.2m in corrispondenza dell’articolazione del ginocchio. Qual è
17. Il La barra uniforme della Figura la direzione di questa forza?
DS. 17 ha un peso di 14.0 N. Qual è A. Verso l’alto B. Verso il basso
il modulo della forza normale eser­ C. Verso destra D. Verso sinistra
citata sulla barra dalla superficie? Superficie priva d ’attrito 22. I Qual è il modulo della forza che la parte superiore
A. 7N B. 14N FIGURA D8.17 BIO della gamba esercita su quella inferiore in corrispondenza
C. 20 N D. 28 N dell’articolazione del ginocchio?
18. I Una studentessa 30 kg 45 kg
A. 40 N B. 160 N C. 200 N D. 240 N
giace su una tavola 23. Ili Hai un mazzo di chiavi molto pesante che è appe.so a un
rigida e molto leggera filo con diametro di 1.0 mm. Vuoi raddoppiare la lunghezza
che ha due bilance del filo senza cambiarne rallungamento totale dovuto alle
posizionate ai suoi chiavi. Quale deve essere il diametro del nuovo filo?
estremi. I suoi piedi A. 1.0 mm B. 1.4 mm C. 2.0 mm D. 4.0 mm
sono direttamente so- ' 2.0 m 24. Ili Un’asse lunga 30.0 cm è poggiata su un tavolo in modo
pra una bilancia e il FIGURA D8.18 tale che la sua estremità sinistra sporga di 8.0 cm. Una
suo corpo è disposto come mostra la Figura D8.18. Le due seconda asse identica è collocata sopra la prima, come
bilance indicano i valori mostrati nella figura. Qual è la mostra la Figura D8.24. Qual è la massima distanza x a cui
massa della studentessa? può essere collocata prima che entrambe le assi si inclinino
A. 30 kg B. 34 kg C. 45 kg D. 75 kg e cadano dal tavolo?
19. I Per la studentessa nella Figura D8.18, approssimativa­ A. 4.0 cm B. 8.0 cm
mente a quale distanza si trova il suo centro di gravità dai C. 14 cm D. 15cm
suoi piedi? 30.0 cm
A. 0.6 m B. 0.8 m C. 1.0 m D. 1.2 m
Le Domande dalla 20 alla 22 usano le informazioni contenute 8.0 cm
nel paragrafo e nella figura seguenti.
Supponi di essere in posi­ FIGURA D8.24
zione eretta poggiando su un Il tendine lom isce il 25. Il Un blocco di massa 20 kg poggiato sul pavimento viene
momento per alzare
piede solo mentre tieni l’altra la parte inferiore sollevato da una corda del diametro di 5.0 mm avente
gamba alzata dietro di te. I tuoi della gamba. modulo di Young di 1.5 • 10‘^N/m^ La corda scorre in una
muscoli dovranno applicare una carrucola che si trova ad un’altezza di 2.5 m dal pavimento.
forza per sorreggere la tua gamba Tieni l’altra estremità della corda ad un'altezza di 1.5 m
in questa posizione. Possiamo sopra il pavimento e tira con una forza appena sufficiente
schematizzare questa situazione da iniziare a sollevare il blocco dal pavimento. Di quanto si
come nella Figura D8.20. La 50 cm allungherà la corda?
gamba ruota attorno aH’artico- FIGURA D8.20 A. 3.0 mm B. 6.3 mm
lazione del gin(x:chio e la forza che mantiene la gamba sollevata C. 9.3 mm D. 13 mm

PROBLEMI
Sezione 8.1 Momento ed equilibrio statico 3. Il Un uomo di massa
70 kg sta in piedi vicino
1. Il Uno studente di massa 64 kg è in piedi su una tavola
aH’estremità di un tavolo
rigida e molto leggera che poggia, alle estremità, su due
da picnic di massa 56
bilance, come mostrato nella Figura P8.1. Qual è il peso
kg, come mostrato nella
indicato su ogni bilancia?
Figura P8.3. Di quanto
si può avvicinare al bor­
do destro, prima che il
tavolo si rovesci? Sug­
gerimento: Quando la
1.5 m
tavola sta per inclinarsi, FIGURA P8.3
FIGURA P8.1 2.0 m
qual è la forza del terreno
2. Ili Supponiamo che lo studente nella Figura P8.1 abbia una sulla gamba sinistra del tavolo?
massa di 54 kg e che la massa della tavola su cui si trova
sia di 10 kg. Qual è il peso indicato su ogni bilancia?
252 CAPITOLO 8 Equilibrio ed elasticità

4. Il Nella Figura PS.4, un uomo di massa 70 kg cammina su 12. Il Se tieni le braccia tese verso l’esterno con i palmi verso
una trave di massa 10 kg che poggia, senza essere fissata, BIO l’alto, come nella Figura P8.12, la forza che impedisce alle
su due supporti. Quando la trave sta per iniziare a inclinarsi, braccia di cadere proviene dal muscolo deltoide. Il brac­
qual è la forza esercitata sulla trave dal supporto destro? cio di una persona comune ha una massa di 4.0 kg con le
distanze e gli angoli mostrati nella figura.
a. Quale forza deve fornire il muscolo deltoide per mante­
nere il braccio in questa posizione?
b. Di che fattore questa forza supera la forza pe.so del
FIGURA P8.4 71 braccio?
15° Dclioidc
5. Ili Stai trasportando un palo lungo 3.6 m e con massa di
25 kg in un cantiere edile quando decidi di fermarti per
riposare. Sistemi un’estremità del palo sul paletto di una
recinzione e tieni l’altro lato del palo a 35 cm dalla sua
estremità. Quanta forza devi esercitare per mantenere il
palo immobile in posizione orizzontale?
FIGURA P8.12
.^8cm
6. I Un cavallo pesa 5 (XX) N. La 13. Ili Un tuffatore di massa
JK) distanza tra le zampe anteriori e 60 kg è in piedi all’e­
quelle posteriori e la distanza tra stremità di un trampo­
le zampe posteriori e il suo cen­ lino di massa 30 kg, 1.5 m
tro di massa sono mostrate nella come mostra la Figura
Figura PS.6. Quale frazione del
peso del cavallo è sostenuta
P8.13. 11 trampolino
è fissato a un cardine
A— A"
* 3.0 m
dalle zampe anteriori? all’estremità sinistra e FIGURA P8.13
7. IHQuale momento deve eser­ si appoggia al sostegno
citare il perno per evitare che FIGURA P8.6 di destra. Qual è il modulo della forza verticale esercitata
la barra, nella Figura P8.7, dal cardine sul trampolino?
80 cm
inizi a ruotare? Calcola 14. Il Tieni il tuo braccio in Tricipite
m e
questo momento rispetto 7^ posizione verticale e l’a­
a un asse che passa per il Piti vambraccio in posizione
punto dove il perno entra 5(X)g orizzontale con il palmo
nella baira ed è perpendico- f i g u r a P8.7 della mano rivolto verso
lare al piano della figura. il basso su un tavolo,
8. I Un commerciante appende un’insegna di massa 8.0 kg come mostrato nella
davanti al suo negozio con un cavo che è tenuto a distanza Figura P8.14. Se eserciti
daH’edificio grazie ad un palo di massa trascurabile. Il palo una spinta verso il basso FIGURA P8.14
è libero di ruotare attorno aH’estrcmità dove tocca il muro, sul tavolo, sentirai che il tuo muscolo tricipite si è contratto
come mostra la Figura P8.8. Qual ò la tensione del cavo? e sta cercando di ruotare l’avambraccio rispetto all’artico­
lazione del gomito. Se una persona con un braccio le cui
dimensioni sono mostrate nella figura spinge verso il basso
con una forza di 90 N, quale forza deve fornire il muscolo
tricipite? Puoi ignorare la massa del braccio e della mano
nei tuoi calcoli.
15. Il Una trave uniforme lunga LO m e di massa 10 kg è fis­
sata a un muro con un cavo, come mostrato nella Figura
P8.15. La trave è libera di ruotare nel punto in cui è fissata
al muro. Qual è la tensione del cavo?
FIGURA P8.8 FIGURA P8.9
9. Il La Figura P8.9 mostra un palo verticale di altezza h che
può ruotare attorno ad un cardine situato alla sua base. Il
palo è mantenuto in posizione da due cavi in tensione. Qual
è il rapporto tra la tensione del cavo di sinistra c la tensione
del cavo di destra?
10. Il Considera la procedura per misurare il centro di gra­
vità di una donna che abbiamo visto nell'Esempio 8.3. La FIGURA P8.15
donna del peso di 600 N ò fatta sdraiare sulla tavola con la
16. III Le torri che sorreggono delle piccole turbine eoliche
bilancia che indica un valore di 250 N. La donna alza le
vengono spesso alzate e abbassate per facilitare la manu­
braccia verso l’alto, davanti al suo corpo. Questo sposta il
tenzione delle turbine. La Figura P8.16 mostra una turbina
suo centro di gravità rispetto ai suoi piedi di 4.0 cm. Qual è
eolica di massa lOOO kg montata sulla cima di una torre alta
il nuovo valore indicato della bilancia?
2.0 m 24 m e di massa 700 kg col legata a una colonna di supporto
11. Ili 1due corpi nella Figura P8.11
1.0 m mediante un perno. Un pistone collegato a 3.0 m dal perno
sono in equilibrio su un fulcro.
4.0 kg. applica la forza necessaria per alzare o abbassare la torre.
Qual è la distanza dì
Nell’istante mostrato, la turbina eolica sta per essere alzata
a una velocità molto lenta e uniforme. Qual è il modulo
FIGURA P8.11 1.0 kg della forza applicata dal pistone?
Problemi 253

26. Il Una molla ha una lunghezza a riposo di 10 cm. Essa


esercita una forza di richiamo F quando è allungata a una
lunghezza di 11 cm.
a. Qual è l’allungamento totale della molla se la sua forza
FIGURA P8.16
di richiamo è di 3FÌ
b. A quale lunghezza dev’essere compressa la molla per
Sezione 8.2 Stabilità ed equilibrio
esercitare una forza di richiamo pari a 2F1
17. I Un comodino con quattro cassetti è alto 104 cm e largo 27. Il L’estremità di una molla lunga 10 cm è fissata al soffitto.
30 cm. Se è riempito completamente, il centro di gravità Quando appendiamo una massa di 2.0 kg dall’altro lato della
è situato al centro del comodino. Incliniamo da un lato il molla, questa si allunga ad una lunghezza di 15 cm.
comodino pieno per pulire sotto di esso. Fino a quale angolo a. Qual è la costante elastica della molla?
possiamo inclinare il comodino senza che si rovesci? b. Quanto è lunga la molla quando vi è appesa una massa
18. 1 La stabilità di un veicolo è spesso indicata dal fattore di 3.0 kg?
(li stabilite) statica, che è pari alla metà della carreggiata 28. Il Una molla si allunga di 5.0 cm quando un blocco di
divisa per Faltezza del centro di gravità rispetto alla strada. massa 0.20 kg viene appeso ad essa. Se un blocco di massa
Un tipico SUV ha un fattore di stabilità statica di 1.2. Qual 0.70 kg sostituisce quello di 0.20 kg, di quanto si allun­
è il suo angolo critico? gherà la molla?
19. Il Due tavoli della stessa altezza sono posti a una distanza 29. Il Un blocco di massa 1.2 kg è appeso a una molla verticale
di 20 cm Timo dalPaltro. Facendo scivolare un’asse da producendo un allungamento di 2.4 cm. Di quanto si allun­
un tavolo all’altro come fosse un ponte spingendola len­ gherebbe ulteriormente la molla se un blocco di massa 0.60
tamente con una forza orizzontale, qual è la lunghezza kg venis.se aggiunto al blocco di 1.2 kg?
minima deH’asse affinché raggiunga l’altro tavolo senza 30. I Vuoi costruire una bilancia utilizzando una molla per
inclinarsi verso il basso nello spazio vuoto fra i due tavoli? misurare la massa dei corpi appesi a essa. Vuoi che ad ogni
20. I Un porta-riviste ha un centro di gravità a 16 cm dal pavi­ cm di allungamento nella scala delle misurazioni corri­
mento, come mostra la Figura P8.20. Qual è l’angolo mas­ sponda una differenza di massa di 0.10 kg. Quale dovrebbe
simo, in gradi, a cui può essere inclinato il porta-riviste essere la co.stante elastica della molla?
senza rovesciarsi?
Sezione 8.4 Allungamento e compressione dei materiali
3 1. Il Una forza allunga un filo di 1.0 mm.
a. Un secondo filo dello stesso materiale ha la stessa
sezione trasversale ma una lunghezza doppia. Di quanto
sarà allungato questo secondo filo dalla stessa forza?
b. Un terzo filo dello stesso materiale ha la stessa lun­
FIGURA P8.20 ghezza ma diametro doppio rispetto al primo filo. Di
quanto sarà allungato questo filo dalla stessa forza?
21. Il Un produttore di auto dichiara che è possibile guidare 32. mi Quale massa appesa provocherà un allungamento di LO
il suo nuovo veicolo su una strada inclinata di 47° prima mm in un filo d'acciaio lungo 2.0 m e con un diametro di
che il veicolo inizi a ribaltarsi. Se il veicolo è largo 2.0 m, 0.50 mm?
quanto è alto il suo centro di gravità? 33. Ili Quale forza serve per allungare di 5.0 mm un cavo d’ac­
22. Il Una scatola di massa I—j ciaio lungo 10 m e con un diametro di 1.0 cm?
2.00 kg è ferma su un’asse 4- ■..........-J 34. Ili La corda d’acciaio di una chitarra, lunga SO cm e con
di massa 6.00 kg che diametro di 1.0 mm, deve essere tesa a una tensione di 2.0
sporge dal l’estremità di kN girando l’apposita chiave. Di quanto dev’essere allun­
un tavolo, come mostra f ig u r a P8 22 gata la corda?
la Figura PS.22. Quanto 35. Il Una .studentessa sta te.stando un filo d’acciaio lungo LO
può essere distante il centro della scatola daH’estremità del m e con un diametro di 2.5 mm.
tavolo prima che l’asse inizi a inclinarsi? a. Quanta forza serve per allungare questo filo di 1.0 mm?
b. Quanto dovrebbe essere lungo un cavo del diametro di
5.0 mm per essere allungato di 1.0 mm da questa forza?
Sezione 8.3 Molle e legge di Hooke 36. Ili Una barra d’acciaio lunga 1.2 m e con un diametro di
23. I L’estremità di una molla è fissata a un muro. Una forza 0.50 cm pende verticalmente dal soffitto. Il motore di
di 25 N applicata all’altra estremità causa un allungamento un’automobile che pesa 4.7 kN è appeso a questa barra. Di
della molla di 3.0 cm. Qual è la costante elastica della molla? quanto si allungherà la barra?
24. I Una molla ortodontica, che collega la mascella alla man- 37. Ili Una miniera ha un a.scensore per minerali che è appeso a un
m diboia, è adattata in modo tale da non fornire alcuna forza cavo monotrefolo del diametro di 2.5 cm. II mcxlulo di Young
quando la bocca è aperta. Quando il paziente chiude la per il cavo è 10 • 10'® N/m’. Quando il cavo è interamente
bocca, la molla è compressa di 6.0 mm. Quale forza eser­ srotolato, l’estremità del cavo è 8(X) m .sotto il suo .sostegno.
cita la molla se la sua costante elastica è 160 N/m? Di quanto si allungherà in totale il cavo srotolato quando l’a­
25. I Esperimenti che utilizzano “pinzette ottiche” misurano l’e- scensore avrà un carico di minerali di KKK) kg?
BK) la.sticità di singole molecole di DNA. Per piccole variazioni 38. Il La forza normale esercitata dal suolo sul piede può
di lunghezza, l’elasticità ha la stessa forma di quella di una BIO raggiungere tre volte il peso del corpo di un corridore
molla. Una molecola di DNA è ancorata ad un’estremità, poi quando il piede colpisce il suolo. Di quanto si comprime
una forza di 1.5 nN (1.5 • 10 N) tira l’altra estremità, provo­ il femore lungo 52 cm di un corridore di massa 80 kg in
cando un allungamento della molecola di 5.0 nm (5.0 • 10^ questo istante? L’area della sezione trasversale dell’osso
m). Qual è la costante elastica della molecola di DNA? del femore può essere considerata pari a 5.2 • 10 *' m\
254 CAPITOLO 8 Equilibrio ed elasticità

39. llllUno sgabello in solido legno di abete poggia su tre 47. mi Quando ti pieghi, il muscolo sacrospinale tira sulla tua
gambe e ogni gamba ha un diametro di 2.0 em. Quando BIO colonna vertebrale per tenerti bloccato. La Figura P8.47
un uomo di massa 75 kg si siede sullo sgabello, qual è in mostra un modello semplificato della colonna vertebrale
percentuale la riduzione della lunghezza delle gambe dello come una barra lunga L che ruota attorno alla sua estre­
sgabello? Assumiamo, per semplicità, che le gambe dello mità inferiore. In questo modello, il centro di gravità della
sgabello siano verticali e che ciascuna di esse regga lo parte superiore del torso, del peso di 320 N, è al centro
stesso carico. della colonna vertebrale. Il peso pari a 160 N della testa c
40. Ili Una colonna di calcestruzzo alta 3.0 m e con un diametro delle braccia agisce sulla sommità della colonna vertebrale.
di 50 cm sostiene un carico di 200000 kg. Di quanto viene Il muscolo sacrospinale è rappresentato come un unico
compressa la colonna? muscolo che agisce con un’inclinazione di 12° rispetto
41. Il Una libra ottica di vetro in un sistema di comunicazione alla colonna vertebrale. Supponiamo che la persona nella
ha un diametro di 9.0 mm. Figura P8.47 si pieghi di un angolo di 30° rispetto all’oriz-
a. Qual è la forza massima che questa libra può sostenere zontale.
senza rompersi? a. Qual c la tensione nel muscolo sacrospinale?
b. Assumiamo che la libra si allunghi in modo lineare lino Suggerimento: allinea il tuo asse x con l’asse della colonna
airistante in cui si spezza. Di quanto si sarà allungata vertebrale.
una libra lunga 10 m quando raggiunge il suo punto di b. Una forza dalla cintura pelvica agisce sulla base della
rottura? colonna vertebrale. Qual è la componente di questa
42. Il 11 tendine di Achille collega i muscoli del polpaccio al forza nella direzione della colonna vertebrale? (Questa
BIO tallone. Quando stai facendo uno sprint, il tuo tendine di grande forza è la causa di molte lesioni alla schiena).
Achille alternativamente si allunga mentre porti il tuo peso
giù verso il tuo piede e si contrae quando stacchi il piede
dal suolo. Un corridore di massa 70 kg ha un tendine di
Achille che è lungo 15 cm e ha una sezione trasversale di
110 111111%che sono tipici valori per una persona di queste
dimensioni.
a. Di quanto si allungherà il tendine di Achille del corri­
dore se la forza massima su di esso è pari a 8.0 volte il
suo peso, un tipico valore mentre sta correndo?
b. A che frazione della lunghezza a riposo del tendine
corrisponde questo allungamento?
FIGURA P8.47

48 III Un uomo sta cer­


P roblem i generali
cando di alzare un palo
43. 1111Una trave rigida e porta-bandiera, lungo
lunga 3.0 m con una 7.5 m, e con massa di FIGURA P8.48
massa di 100 kg è soste­ 28 kg. Il palo ha un cardine alla base e l’uomo sta tirando
nuta a ciascuna estre­ 2.0 m con una corda fissata alla cima del palo, come mostrato
mità, come mostrato nella Figura P8.48. Con quanta forza l’uomo dovrà tirare la
nella Figura P8.43. Uno
zT 3.0 m Ti corda per mantenere il palo fermo in questa posizione?
Supfxmo I Supporto 2
studente di 80 kg sta in 49. 1111Una trave di massa 40 kg, lunga 5.0 m è sorretta ma non
piedi a 2.0 m dal sup­ FIGURA P8.43 fissata da due supporti mostrati nella Figura P8.49. Un
porto 1. Qual ò il modulo della forza esercitata verso l’alto bambino di massa 20 kg inizia a camminare sopra la trave.
sulla trave da ciascun supporto? Di quanto si può avvicinare all’estremità destra senza che
44. HI Un operaio edile di la trave si inclini?
massa 80 kg è seduto
a 2.0 ni dalPestremità
di una trave d’acciaio
di massa 1450 kg
per consumare il suo
pranzo, come mostrato 3.0 m
FIGURA P8.49 FIGURA P8.50
nella Figura P8.44. 11
cavo che sostiene la 50. Ili La ruota di massa m mostrata nella Figura P8.50 è tirata
trave è om ologato per FIGURA P8.44 da una forza orizzontale applicata al suo centro. La ruota
una forza di 15 000 N. L’operaio dovrebbe preoccuparsi? urta un cordolo la cui altezza è pari a metà del raggio della
45. 1111Usando le informazioni contenute nella Figura 8.2, cal- ruota. Qual è la forza minima che serve per far sollevare la
BIO cola la tensione nel tendine del bicipite se la mano regge ruota dal terreno?
una palla di massa 10 kg mentre Favambraccio è tenuto 51. Il Una massa di 5.0 kg, appesa ad una
45° sotto Forizzontale. bilancia a molla, è lentamente abbassata Bilancia [
46. 1111Una donna che pesa 580 N fa delle su una molla verticale, come mostrato
BIO flessioni sulle ginocchia, come mostrato nella Figura P8.51. La bilancia usa come [ ]
nella Figura P8.46. Quali sono le forze unità di misura i newton. ^
normali esercitate dal pavimento su (a) a. Qual è il valore riportato dalla bilan­
54 cm cia appena prima che la massa tocchi
ciascuna delle sue mani e (b) ciascuna
delle sue ginocchia? f i g u r a P8.46 76 cm la molla sottostante?
FIGURA P8.51
Problemi 255

b. l.a bilancia indica 20 N quando la molla inferiore 59. HI C’è un di.sco di cartilagine tra ogni coppia di vertebre
è .stata compressa di 2.0 cm. Qual è il valore della BIO nella tua spina dorsale. Supponiamo che ogni disco misuri
costante elastica per la molla inferiore? 0.50 cm di spessore e 4.0 cm di diametro. Se il di.sco
c. Quanto sarà la compressione della molla quando la sostiene metà del peso di una persona di massa 65 kg, di
bilancia indicherà zero? che frazione si comprimerà lo spessore del disco?
52. Ili Due molle identiche, poste fianco a fianco, con una 60. Il Nell’E.sempio 8.1, la tensione del tendine del bicipite,
costante elastica di 240 N/m, sostengono una scatola BIO per una persona che solleva un bilanciere di 900 N con i
appesa di massa 2.00 kg. Ogni molla sostiene lo stesso soli avambracci, è di 3900 N. Quale frazione questo valore
peso. Di quanto è allungata eia- jt, = 12.0 N/cm rappresenta rispetto alla massima tensione possibile che un
scuna molla? bicipite può sostenere? Per il bicipite puoi assumere una
53. I Due molle hanno la stessa tipica area della sezione trasversale di 130 mm’.
lunghezza di equilibrio ma 61. Ili Gli animali più grandi hanno ossa più robuste di quelli
diverse costanti elastiche. Esse BIO più piccoli. Un topo ha uno scheletro che rappresenta una
fi, = 5.4 N/cm
sono disposte come mostra la piccola percentuale rispetto al suo peso corporeo mentre
FIGURA P8.53
Figura P8.53, quando un blocco per un elefante questa percentuale è del 16%. Per capirne
viene spinto contro le molle, comprimendole entrambe di il motivo ricordiamo dall’E.sempio 8.10 che Io sforzo sul
1.00 cm. Con quale forza totale le molle respingono indie­ femore per un uomo che sta in piedi su una gamba .sola è
tro il blocco? = 20 N/m
deir 1.4% del carico di rottura delfosso. Supponiamo di
:ki = 10 N/m
54. Il La F^'igura PS.54 mo­ ingrandire quest’uomo di un fattore 10 in tutte le dimen­
stra due molle fissate a vwwv[ n im m sioni, mantenendo le stesse proporzioni corporee. Usa i
un blocco che può sci­ dati dell’Esempio 8.10 per calcolare quanto segue:
volare su una superficie FIGURA P8.54 a. Se il diametro interno ed esterno del femore, la regione
priva d’attrito. Nella posizione di equilibrio del blocco, la dell’osso corticale, aumentano di un fattore 10, quale
molla di sinistra è compressa di 2.0 cm. sarà la nuova aerea della sezione trasversale?
a. Di quanto è compressa la molla di destra? b. Il corpo deH’uomo aumenta di un fattore 10 in tutte le
b. Qual è la forza totale esercitata sul blocco .se questo è dimensioni. Quale sarà la sua nuova massa?
.spostato di 15 cm verso destra dalla sua posizione di c. Se quest’uomo ora sta in piedi su un piede .solo, a quale
equilibrio? frazione del carico di rottura corrisponderà lo sforzo sul
55. Il Uno .studente di massa 60 kg è in piedi su una molla suo femore?
INI dentro un ascensore che sta accelerando verso l’alto di 3.0 62. Il I ragni tessitori tessono una tela con un diametro tipico
m/s^ La costante elastica della molla è 2.5 • 10' N/m. Di BIO del filo di 0.15 mm.
quanto sarà compressa la molla? a. Un tipico ragno tessitore ha una massa di 0.50 g. Se
56. Ili Un bambino di massa 25 kg sta saltando con un trampolo questo ragno si appende a un unico filo della sua tela
INI a molla. Il giocattolo ha una molla con costante elastica di lungo 12 cm, di quanto si allungherà il filo del ragno?
2.0 • 1(P N/m. Quando il bimbo fa un bel salto, sente che b. Qual è il peso massimo che un singolo filo di ragnatela
all’inizio del .salto .sta subendo un’accelerazione verso l'alto può sostenere?
di 9.8 m/s^ Di quanto è compressa la molla del gi(x:attoIo?
57. Ili La Figura P8.57 mo­ Esercitazioni per te st di tip o M C A T
stra un’impalcatura leg­
sta re sulle p u n te de i p ie d i BIO
gera sorretta all’estre­
mità destra da una corda Quando stiamo sulle punte dei piedi, Tendine di Achille ^
del diametro di 7.0 mm i nostri piedi fanno perno attorno
con un carico di rottura alle nostre caviglie. Come mostra Fulcro
della caviglia
di 6.0 • Hf N/ml la Figura P8.63, le forze esercitate
a. Qual è la forza .1.5 m sul piede .sono una forza verso l’alto
massima che può FIGURA P8.57 esercitata dal pavimento sulle dita,
.sostenere la corda? una forza verso il basso esercitata
b. Qual è la distanza massima, misurata dal fulcro, in cui sulla caviglia dall’o.sso della gamba
può es.sere posto il centro di gravità di un macchinario e una forza verso l’alto e.sercitata 15 cm
di massa 800 kg, senza che la corda si rompa? sul tallone dal tendine di Achille. 20 cm
58. Il Nel lancio del martello, Supponi che una donna di massa FIGURA P8.63
INI un atleta ruota in cerchio 60 kg stia in piedi sulle punte dei piedi con la pianta del .suo
una massa pesante fissata piede che forma un angolo di 25° con il suolo. Supponiamo,
alrestremità di un cavo inoltre, che cia.scun piede sorregga metà del suo peso.
prima di rila.sciarla affin­ 63. Ili Qual è la forza verso l’alto esercitata dal pavimento sulle
ché raggiunga la massima dita di un singolo piede?
distanza. Per gli uomini, il A. 140 N B. 290 N C. 420 N D. 590 N
“martello” ha una massa di 7.3 kg ed è attaccato alla fine 64. Il Quale forza verso l’alto esercita il tendine di Achille sul
di una catena in acciaio lunga 1.2 m, che ha tipicamente un tallone?
diametro di 3.0 mm. Un lanciatore di livello mondiale può A. 290 N B. 420 N C. 590 N D. 880 N
lanciare il martello ad una velocità di 29 m/s. Se un atleta 65. Ili La tensione nel tendine di Achille gli provocherà un
fa roteare la massa su una traiettoria circolare orizzontale allungamento. Se il tendine di Achille è lungo 15 cm e ha
centrata sulla maniglia che usa per tenere il cavo un’area della .sezione trasversale di 110 mm% di quanto si
a. Qual è la tensione nel cavo? allungherà quando è soggetto a que.sta forza?
b. Di quanto si allungherà il cavo? A. 0.2 mm B. 0.8 mm C. 2.3 mm D. 5.2 mm
256 CAPITOLO 8 Equilibrio ed elasticità

RISPOSTE ALLE PAUSE DI RIFLESSIONE

Pausa (li rinessionc - Anteprima Capitolo: I). La tensione Pausa (li riflessione 8.3:
nella corda è uguale al peso del corpo attaccato alla corda. B, A, C. L’angolo critico 0^,
La forza non cambia con la posizione del punto nel quale la mostrato nella figura, misura
corda è fissata. Ma il momento rispetto al punto in cui il ramo di quanto un corpo può essere
incontra il tronco dipende sia dalla forza sia dalla distanza dal inclinato senza ribaltarsi. B ha
punto di fulcro. Poiché la distanza decresce, altrettanto farà il più piccolo angolo critico, A.
il momento. seguito da A, poi da C.
Pausa di riflessione 8.1: I). Solo il corpo D ha valori nulli sia Pausa (li riflessione 8.4: B. La molla è ora compressa, quindi
della forza totale sia del momento totale. la forza di richiamo sarà verso destra. L'estremità della molla ò
spostata della metà rispetto al caso precedente, quindi la forza
Pausa di riflessione 8.2: B. La tensione della corda e la for­ di richiamo sarà anch’essa la metà rispetto al caso precedente.
za peso non hanno componenti orizzontali. Per rendere uguale
a zero la forza totale, anche la forza dovuta al perno non deve Pausa (li riflessione 8.5: C. La forza di richiamo della molla ò
avere una componente orizzontale, pertanto sappiamo che punta proporzionale airallungamento. Aumentare la forza di richiamo di
o verso l’alto o verso il basso. Ora consideriamo il momento ri­ un fattore 3 implica l’aumento dell’allungamento di un fattore 3.
spetto al punto in cui la corda è fissata. La tensione non provoca Pausa (li riflessione 8.6: E. 1cavi hanno lo stesso diametro e la
alcun momento. 11peso esercita un momento in senso antiorario. forza è la stessa, quindi lo sforzo è lo stesso in entrambi i casi.
Per rendere il momento totale nullo, la forza del perno deve pro­ Questo significa che la deformazione, AL /L, c la stessa. 11 cavo
durre un momento in senso orario, il che avviene solo se questa di 2 m sperimenterà una variazione della sua lunghezza doppia
punta verso l’alto. rispetto al cavo di 1 m.
Forza e moto
L'obiettivo della Parte I è stato quello di scoprire il col- le vedere i collegamenti tra i differenti argomenti trattati.
legamento tra forza e moto. Abbiamo iniziato con la ci­ Quindi, prima di continuare con un argomento nuovo,
nematica, la descrizione matematica del moto, poi abbia­ finiremo ciascuna parte del testo con una struttura di co­
mo continuato con la dinamica, la spiegazione del moto noscenza che rende chiare queste connessioni.
in termini delle forze. Abbiamo poi usato queste nozioni Esamina la struttura di conoscenza da cima a fon­
per analizzare e spiegare i tipi di moto che vanno dal mo­ do. Iniziando con gli obiettivi e i principi generali. Non
vimento della Luna attorno alla Terra alle forze esercitate ci sono molti principi generali, ma puoi usarli assieme
sul nostro gomito quando solleviamo un peso. Abbiamo alle strategie di risoluzione dei problemi per risolvere
visto come le tre leggi del moto di Newton formino la un ampio numero di problemi. Una volta che hai rico­
base di tutte le nostre spiegazioni. nosciuto che quello che stai tentando di risolvere è un
La tabella riportata di seguito è la struttura di cono­ problema di dinamica, sai immediatamente che devi ini­
scenza per la forza e il moto. La struttura di conoscenza ziare dalle leggi di Newton. Puoi quindi determinare il
non rappresenta tutto quello che abbiamo appreso negli tipo di moto e applicare la seconda legge di Newton nel­
otto capitoli trascorsi. Si tratta di un riepilogo, cioè di la forma più appropriata. Le equazioni della cinematica
una “visione d'insieme'’, che sottolinea gli obiettivi base, per il tipo di moto ti consentono di trovare la soluzione
i principi generali e le principali applicazioni di questa che stai cercando. Queste equazioni e altre informazio­
parte del libro di testo che abbiamo appena concluso. ni dettagliate dei capitoli sono riassunte nella sezione
Quando siamo immersi in un capitolo, può essere diffici­ seguente.

STRUTTURA DI CONOSCENZA I F o r Z a 6 ITIOtO

OBIETTIVI BASE Come possiamo descrivere il moto? Come risponde un corpo a una forza?
Come interagiscono i sistemi? Qual è la natura della forza di gravità?
Come possiamo analizzare il moto e la deformazione di un corpo esteso?
PRINCIPI GENERALI Prima legge di Newton Se su un corpo non agiscono forze allora il corpo rimarrà fermo o
continuerà a muoversi di moto rettilineo a velocità costante
Seconda legge di Newton
Terza legge di Newton 'A su B = -FvBsuA
Gm\m2
Legge di gravitazione universale di Newton su2 ~ ^2su i “

STRATEGIE DI BASE PER LA RISOLUZIONE DEI PROBLEMI


P = (mg, diretta verso il basso)
Usiamo la seconda legge di Newton per ogni punto materiale o sistema Tipi di forze: opposta al moto)
di punti. Usiamo la terza legge di Newton per eguagliare i moduli dei due
membri di una coppia azione/rcazione di forze. (F J ,= - k ^ x

Moto lineare o del proiettile: Moto circolare: Moto del corpo rigido: Equilibrio:
La forza è diretta verso il centro: Quando un momento vie­ Per un corpo a
ne esercitato su un corpo riposo,
( mv^ verso il centro del cerchio con momento di inerzia /,
V ' 2/= i = o 2 ^ = 0
= /a

Cinematica lineare e del grave Moto del proiettile: Cinematica circolare


Moto uniforme: jcf = jcI + VX A/ Il moto di un pro­ Moto circolare uniforme:
(a^ = 0, = costante) iettile (o un grave) è
Accelerazione costante: (Vx)f “ i^x)i At un moto uniforme in
orizzontale e un moto
= costante) Xf = x^-^- (v^t)i A/ 4- ^a^(At)^ lirr
ad accelerazione V = —— = (or a, _= — =
___
(o2^r
costante in verticale T r
(V x )? = ( ‘'x ) i^ + 2 a ^ A X
a = —2 .
La velocità è la pendenza del grafico della posizione rispetto al tempo. Corpi rigidi
L’accelerazione è la pendenza del grafico della velocità rispetto al tempo. Momento t = rF = r F
X\fn] + X2nt2 + • •
Centro di gravità Xco =
ni\ + m2 + • • •
Momento di inerzia / = ^ m r ^

257
La m ateria oscura e la Questa struttura ricorda anche la forma del Sistema
Solare: una densa massa centrale (il Sole), circondata da
struttura d e iru n ive rso un disco di altra materia (i pianeti, gli asteroidi, le co­
mete, ecc.). Il Sole mantiene i pianeti nella loro orbita,
L’idea che la Terra eserciti una forza gravitazionale su
ma i pianeti precipiterebbero sul Sole se non fossero in
di noi è qualcosa che accettiamo senza porci domande.
moto costante attorno ad esso. Lo stesso avviene in una
Ma quando Isaac Newton sviluppò questa idea per di­
galassia a spirale, tutto nella galassia orbita attorno al suo
mostrare che la forza di gravità tiene la Luna nella sua
centro. Il nostro Sistema Solare orbita attorno al centro
orbita, l’ipotesi era stupefacente e pionieristica e cambiò
della nostra galassia con un periodo di circa 200 milioni
il modo con cui guardiamo l’universo in cui viviamo.
di anni.
Le leggi del moto di Newton e la legge di gravitazione
La velocità orbitale di un corpo dipende dalla mas­
universale sono strumenti che ancora oggi ci permettono
sa che lo attira. Se analizziamo il moto del nostro Sole
di continuare la ricerca di una migliore comprensione del
attorno al centro della Via Lattea, o quello delle stelle
nostro posto nel cosmo. Ma qualche volta sembra che più
in Andromeda, scopriamo che le orbite sono molto più
impariamo più ci rendiamo conto di quanto poco sappia­
veloci di quello che dovrebbero essere, basandoci solo su
mo e comprendiamo.
quante stelle vediamo. Quindi ne deduciamo che ci deve
Ecco un e.sempio. 1progressi dell’Astronomia, negli ulti­
essere dell’altra massa presente.
mi 1(X) anni, ci hanno fornito una grande visione della strut­
C ’è un altro problema con il moto orbitale delle stel­
tura deiruniverso. Ma tutto quello che i nostri telescopi ve­
le attorno al centro delle loro galassie. Sappiamo che la
dono sembra essere solo una piccola frazione di quello che
velocità orbitale decresce con la distanza dal Sole, per
esiste realmente. Approssimativamente l’80% della massa
cui Nettuno orbita a una velocità molto inferiore rispetto
nell’universo è materia oscura, cioè materiale che non pro­
a quella della Terra. Ci potremmo aspettare qualcosa di
duce luce o qualsiasi altra radiazione che siamo in grado di
simile per le galassie: le stelle più lontane dal centro do­
rilevare. Tutto quello che abbiamo visto attraverso un tele­
vrebbero orbitare a una velocità ridotta. Ma in realtà non
scopio rappresenta soltanto la punta di un iceberg cosmico.
osserviamo ciò. Se misuriamo la velocità orbitale delle
Di cosa è fatta questa materia oscura? Di buchi neri?
stelle dal centro verso l’esterno in una galassia, troviamo
Neutrini? Oi>‘iiche tipo di particella esotica? Semplice-
che la velocità orbitale resta circa la stessa anche se sia­
mente ancora non lo sappiamo. Potrebbe essere vera una
mo aH’estremità del disco visibile della galassia. Ci deve
qualsiasi di queste risposte, oppure la materia oscura po­
essere qualche altra massa - l’invisibile materia oscura -
trebbe essere costituita da qualcosa di completamente di­
che esercita una forza gravitazionale sulle stelle. Questa
verso che nessuno ha ancora mai immaginato. Ti potresti
materia oscura che sovrasta di molto la massa della mate­
chiedere come facciamo a sapere che questa materia esiste
ria che vediamo, sembra formare un alone attorno al cen­
se nessuno l’ha mai vista.
tro galattico, fornendo la forza gravitazionale necessaria
Anche se non possiamo osservare direttamente la ma­
per produrre le rotazioni osservate. Altre osservazioni sul
teria oscura, tuttavia possiamo vedere gli effetti che pro­
moto delle galassie le une rispetto alla altre, sono consi­
voca la sua presenza. Ora conosci abbastanza la fisica per
stenti con questa idea di base.
comprenderne il perchè.
Su scala cosmologica, il quadro è ancora più strano.
Qualsiasi cosa sia la materia oscura, essa ha una massa
L’universo si sta attualmente espandendo. L’attrazione
e quindi una sua gravità. Questa foto, che rappresenta la
gravitazionale reciproca tra tutta la materia, sia normale
galassia di Andromeda, mostra la tipica struttura di una
sia oscura, nell’universo dovrebbe lentamente rallenta­
galassia a spirale: un denso agglomerato centrale di stelle
re questa espansione. Tuttavia recenti osservazioni sulla
circondato da un disco di stelle e di altra materia. Questa
velocità delle galassie distanti implicano che l’espansio­
è anche la forma della nostra galassia la Via Lattea.
ne deiruniverso stia accelerando, quindi ci dev’essere
un’altra componente nell’universo, la cui presenza inve­
ce di attrarre la materia ha come effetto quello di respin­
gerla. Attualmente la miglior spiegazione è che questa
accelerazione sia causata da una energia oscura. La natu­
ra della massa oscura non è nota, ma quella dell’energia
oscura è ancora più misteriosa. Se le attuali teorie sono
valide, dovrebbe essere la componente più abbondante
nell’universo. E non sappiamo che cosa sia!
Questo tipo di misteri è quello che spinge la ricerca
scientifica a continuare a investigare. È quello che ha
guidato Newton a interrogarsi sul collegamento tra la
caduta di una mela e il moto della Luna, e quello che
spinge gli scienziati a sviluppare nuove tecniche e teorie
La galassia a spirale di Andromeda. che studieremo nei prossimi capitoli.

258
Le domande seguenti sono collegate al testo "La materia 3. Saturno è circa 10 volte più distante dal Sole rispetto alla
oscura e la struttura delVuniverso" della pagina prece­ Terra. Se la massa oscura cambiasse le proprietà orbitali
dente, dei pianeti in modo tale che Saturno avesse la stessa velo­
cità orbitale della Terra, l’accelerazione orbitale di Saturno
1. Come notato nel testo, il nostro Sistema Solare orbita at­ sarebbe di_______ rispetto a quella della Terra.
torno al centro della nostra galassia, la Via Lattea con un A. 1/10
periodo di circa 200 milioni d’anni. Se non ci fosse la ma­ B. 1/100
teria oscura questo periodo sarebbe C. 1/1000
A. Più lungo. D. 1/10 000
B. Lo stesso. 4. Quale di queste conseguenze aggiuntive ti aspetteresti dal
C. Più corto. fatto che le galassie contengono più massa di quanto ci si
2. Saturno è circa 10 volte più distante dal Sole rispetto aspettasse?
alla Terra. Questo significa che la sua accelerazione è A. La forza gravitazionale tra le galassie è maggiore di
rispetto a quella della Terra. quanto ci si aspettasse.
A. 1/10 B. Le galassie appaiono più brillanti di quanto ci si aspet­
B. 1/100 tasse.
C. 1/1000 C. Le galassie sono più lontane di quanto ci si aspettasse.
D. 1/10 000 D. Ci sono più galassie di quanto ci si aspettasse.

/ seguenti passaggi e le domande associate si basano sul mate­ Liquidi appiccicosi BIO
riale contenuto nella Parte /.
La forza di resistenza su un corpo che si muove in un liquido
è piuttosto diversa da quella nell’aria. Le forze di resistenza
Animali atleti BIO nell’aria sono principalmente il risultato di un corpo che deve
Differenti animali hanno capacità molto diverse nella corsa. Un spingere via l’aria davanti a sé mentre si sposta. Per un corpo
cavallo può mantenere la sua velocità massima di 20 m/s per che si muove lentamente in un liquido, invece, la forza di
una distanza lunga ma ha un’accelerazione massima di solo 6.0 resistenza è dovuta per lo più alla viscosità del liquido, una
m/s^, pari alla metà di quanto un buon velocista umano può misura di quanta resistenza al flusso ha il liquido. Il miele che
raggiungere grazie all’uso dei esce lentamente dal suo contenitore, ha una viscosità molto
blocchi di partenza. 1 levrieri, maggiore dell’acqua, che scorre liberamente.
una particolare razza di cani La forza di resistenza viscosa in un liquido dipende dalla
selezionata per la corsa, hanno forma del corpo, ma c’è un risultato semplice chiamato legge
una velocità massima di 17 m/s, di Stokes per la resistenza su una sfera. La forza di resistenza su
ma la loro accelerazione è molto una sfera di raggio r che si muove a una velocità v attraverso un
maggiore di quella di un cavallo. fluido con viscosità t/ è
1 levrieri sono particolarmente FIGURA 1.1 = (bTrryrv, nella direzione opposta al moto)
adatti a correre in curva.
5. Se un cavallo parte da fermo e inizia ad accelerare al mas­ Su piccola scala, l’attrito viscoso
diventa molto importante. Per
simo delle sue possibilità finché non raggiunge la massima un paramecio (Figura 1.2), un
velocità, in quanto tempo la raggiungerà, approssimato al animale unicellulare che si
secondo? sposta nell’acqua attraverso la
A. I s B. 2 s vibrazione dei sottili peli che
C. 3 s D. 4 s ricoprono il suo corpo, nuotare
6. Se un cavallo parte da fermo e inizia ad accelerare al mas­ nell’acqua è come per noi
simo delle sue possibilità finché non raggiunge la massima nuotare nel miele. Possiamo FIGURA 1.2
velocità, quanto spazio ha percorso? Fornire il risultato rappresentare il paramecio come una sfera di diametro 50 /xm,
con la precisione di IO m. con una massa di 6.5 • 10 " kg. L’acqua ha una viscosità di
A. 40 m B. 30 m 0.0010 N • s/m^.
C. 20 m D. lOm 10. Un paramecio che nuota a una velocità costante di 0.25
7. Un levriero su una pista da corsa affronta una curva alla ve­ mm/s smette di spingersi, rallenta e si ferma. Nell’istante
locità costante di 15 m/s con un’accelerazione di 7.1 m/s^. in cui smette di nuotare, qual è il modulo della sua accele­
Qual è il raggio della curva? razione?
A. 40 m B. 30 m A. 0.2g B. 0.5g
C. 20m D. lOm C. 2g D. 5g
8. Un velocista umano di massa 70 kg inizia a correre alla
11. Se l’accelerazione del paramecio nel problema 10 rima­
massima accelerazione possibile, spingendo all’indietro
nesse costante mentre si ferma, approssimativamente di
contro un blocco di partenza sulla pista. Qual è la forza
quanto si sarà spostato prima di fermarsi?
esercitata dal suo piede sul blocco?
A. 0.02 pm B. 0.2 ^tm
A. 1500N B. 840N
C. 2 pm D. 20 pm
C. 690 N D. 420 N
9. Nella fotografia del levriero nella Figura 1.1, qual è la dire­ 12. Se il paramecio raddoppia la velocità con cui nuota, come
zione della forza totale su ciascun cane? cambia la forza di resistenza?
A. Verso l’alto A. La forza di resistenza decresce di un fattore 2.
B. Verso il basso B. La forza di resistenza non cambia.
C. A sinistra, verso l’e.sterno della curva. C. La forza di resistenza aumenta di un fattore 2.
D. A destra, verso l’interno della curva. D. La forza di resistenza aumenta di un fattore 4.
259
13. Puoi testare la viscosità di un liquido lasciando cadere una forza di richiamo F alla fine della trave. 11 modulo della forza di
sfera di acciaio in esso e misurando la velocità con cui af­ richiamo F dipende dalle dimensioni della trave, dal suo modulo
fonda. Per un fluido viscoso, la sfera rapidamente raggiun­ di Young Y per il materiale di cui è costituita e dalla deflessione
ge la sua velocità limite. A questa velocità limile, la forza d. Per piccoli valori della deflessione, la forza di richiamo è
totale sulla sfera è Ywt,31
F=
A. Diretta verso il basso. 4L^
B. Nulla. Questa formula è simile a quella per la forza di richiamo di una
C. Diretta verso l’alto. molla, con le quantità tra parentesi quadre che giocano il ruolo
della costante elastica della molla k. Quando un uomo di massa
Uscita da un moto in picchiata BIO 70 kg sta in piedi a un’estremità di un trampolino (come quello
per fare i tuffi), la tavola si flette di 4.0 cm.
1 falchi sono dotati di ottime 17. Se un bambino di 35 kg sta alla fine del trampolino, quanto
capacità di volo e possono sarà la flessione?
raggiungere alle velocità in A. 1.0 cm. B. 2.0 cm.
picchiala. Per uscire da questo
“tuffo”, un falco dispiega le C. 3.0 cm. D. 4.0 cm.
sue ali e vola compiendo un 18. Un uomo di 70 kg salta e atterra all’estremità del trampoli­
arco circolare che imprime no, che si piega di 12 cm. In questo istante, qual è il valore
una nuova direzione al approssimato della forza verso l’alto che l’asse esercita sui
molo. Le forze sul falco che suoi piedi?
controllano il suo moto sono A. 700 N B. 1400N
la sua forza peso e la forza di C. 2100N D. 2800N
sollevamento verso l’alto— 19. Se l’asse è sostituita da un’altra lunga la metà ma identica
come in un aeroplano—causata dal flusso dell’aria sulle sue ali. per tutto il resto, di quanto si piegherà quest’asse quando
Nel punto più basso dell’arco, come nella Figura 1.3, un falco
un uomo di 70 kg si posizionerà alla sua estremità?
può facilmente arrivare ad un’accelerazione di 15 m/s^
A. 0.50cm B. l.Ocm
14. Nel punto più basso dell’arco, come nella Figura 1.3, qual
C. 2.0 cm D. 4.0 cm
è la direzione della forza totale sul falco?
A. Verso sinistra, opposta al moto
Problemi integrati aggiuntivi
B. Verso destra, nella direzione del moto
C. Verso Paltò 20. Sei in un’area giochi e vuoi scendere da uno scivolo, un
D. Verso il basso piano inclinato di 3.0 m con un angolo di 40° rispetto alTo-
E. La forza totale è pari a zero. rizzontale. I pantaloni che indossi non sono molto scivolo­
15. Supponiamo che il falco pesi 8.0 N e stia curvando con si, il coefficiente d’attrito dinamico tra pantaloni e scivolo
un’accelerazione di 15 m/s^ nel punto più basso dell’arco. è /x^ = 0.45. Un amico ti dà una leggera spinta iniziale.
Qual è il modulo in questo istante della forza di solleva­ Quanto impieghi per raggiungere il fondo dello scivolo?
mento verso l’alto? 21. Se sei in piedi su una bilancia all’equatore, la bilancia in­
A. 8.0 N B. 12 N dicherà un peso leggermente inferiore al tuo vero peso a
C. 16 N D. 20 N causa del moto circolare di rotazione della Terra.
16. Un falco parte da fermo, effettua una picchiata da un’al­ a. Disegna un diagramma di corpo libero per mostrare
tezza di 30 m e ne esce volando in un arco di cerchio del perché ciò avviene.
raggio di 50 m. Quale segmento del moto ha la maggiore b. Di quanto si riduce il peso indicato dalla bilancia per
accelerazione? una persona il cui peso reale è di 800 N?
A. La caduta libera 22. I delfini e altre creature marine possono compiere alti salti
B. L’arco circolare nuotando verticalmente verso l’alto e uscendo dall’acqua
C. Le due accelerazioni sono uguali. ad alta velocità. Un delfino di massa 210 kg riesce a sal­
tare fino a un’altezza di 7.0 m. Quando il delfino rientra
Piegare delle travi nell’acqua, la resistenza dell’acqua lo frena fino a fermarlo
Se pieghiamo una barra verso il basso, si comprimerà la parte in 1.5 m. Assumendo che la forza dcH’acqua sul delfino sia
inferiore della barra e si allungherà quella superiore, producendo costante mentre esso rallenta,
una forza di richiamo. La Figura 1.4 mostra una trave lunga L, a. Quanto tempo impiega il delfino a fermarsi?
larga w e spessa t fissata ad un’estremità e libera di muoversi b. Qual è la forza dell’acqua sul delfino mentre si sta fer­
all’altra estremità. Piegare un’estremità della trave provoca una mando?
Se la trave è spinta verso
il basso, c ’ò una forza
' di richiamo verso l'alto.

FIGURA 1.4

260
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Le leggi
di conservazione

Il gheppio ripiega le ali per prepararsi a una rapida picchiata, durante la quale può raggiungere una velocità di
oltre 90 Knn/h. Come può questo uccello raggiungere una tale velocità e perché questa velocità aiuta il gheppio a
catturare la sua preda? A tali domande si risponde in modo appropriato tenendo in considerazione la conservazione
dell'energia e della quantità di moto.
PANORAMICA DEI CONTENUTI

Perché alcune cose rimangono immutate


nel tempo
La Parte I di questo libro ha riguardato il cambiamento. Semplici osservazioni mo­
strano che la gran parte delle cose nel mondo che ci circonda è in continuo cambia­
mento. Malgrado ciò, esistono alcune cose che non cambiano anche quando tutto il
resto intorno a loro subisce variazioni. La F^arte II verterà principalmente sulle cose
che sono invarianti.
Consideriamo, ad esempio, una robusta scatola sigillata in cui tutta Paria è stata
sostituita con una miscela d’idrogeno e ossigeno. La massa della scatola, incluso il
gas contenuto all’interno, è di 600.0 g. Ora, supponiamo di utilizzare una scintilla per
dare fuoco all’idrogeno e all’ossigeno. E noto che si tratta di una reazione esplosiva,
l’idrogeno e l’ossigeno si combinano per creare acqua e una bella esplosione. La
scatola è sufficientemente robusta per resistere all’esplosione e mantenere tutti i suoi
prodotti all’interno.
Qual è la massa della scatola dopo la reazione? Il gas all’interno della scatola è
diverso dopo la reazione, ma una misura accurata rivela che la massa non è cambiata
- è ancora 600.0 g! Possiamo affermare che la massa si conserva. Naturalmente, ciò
è vero solo se la scatola rimane sigillata. Perché possa sussistere la conservazione
della massa, il sistema deve essere chiuso.

Le leggi di conservazione
Un sistema chiuso di particelle interagenti ha un’altra notevole proprietà. Ciascun
sistema è caratterizzato da una certa quantità e, indipendentemente da quanto siano
complesse le interazioni, il valore di questa quantità non cambia mai. Questa quantità
è chiamata energia del sistema ed il fatto che non cambi mai è chiamato legge di con­
servazione d e ir energia. È una delle più importanti leggi della fisica mai scoperte.
La legge di con.servazione dell’energia è molto più generale delle leggi di New­
ton. L’energia può essere convertita in molte forme differenti, e, in ogni caso, l’ener­
gia totale rimane costante:
■ Motori a benzina e diesel convertono l’energia di un combustibile nell’energia
meccanica di pistoni, ruote e ingranaggi in movimento.
■ Una cella solare converte l’energia elettromagnetica della luce in energia elettrica.
■ Un organismo converte l’energia chimica del cibo in una varietà di altre forme di
energia, compresa l’energia cinetica, l’energia sonora e l’energia termica.
Il concetto di energia sarà il più importante nel resto di questo libro e la Parte li
verterà principalmente sulla comprensione di cos’è l’energia e di com’è usata.
L’energia non è l’unica quantità che si conserva. Inizieremo la Parte II con Io stu­
dio di altre due grandezze che si conservano in un sistema chiuso: la quantità di moto
e il momento angolare. La loro conservazione ci aiuterà a comprendere una vasta
gamma di processi fisici, dalle forze che si creano quando due arieti si scontrano alle
rotazioni aggraziate dei pattinatori sul ghiaccio.
Le leggi di conservazione ci daranno una nuova e diversa percezione del movi­
mento. Alcune situazioni sono più facilmente analizzabili dal punto di vista delle
leggi di Newton, ma altre sono più comprensibili se vengono analizzate usando le
leggi di conservazione. Un obiettivo importante della Parte II è quello di imparare
quali leggi sia meglio utilizzare per descrivere un dato problema.

263
La quantità
di moto

Gli arieti maschi si


scontrano con potenti
colpi di corna ad alta
velocità secondo un
rituale che serve a
selezionare il dominator
Com e può essere
minimizzata la forza
scatenata da questa
collisione per evitare che
i loro cervelli subiscano
dei danni?

Obiettivo; imparare quanto concerne l'impulso, la quantità di moto ed una nuova strategia di risoluzione dei problemi basata
sulle leggi di conservazione.
L'impulso La quantità di moto e La conservazione della
Una mazza da golf imprime un impulso l'impulso quantità di moto
alla palla nello stesso istante in cui la L’impulso impresso dalla testa del gi(x:atore La quantità di moto di queste palle da
colpisce. varia la quantità di moto della palla. biliardo è la stessa prima e dopo ristante in
cui collidono. Questa grande/y.a si coaserva.

Impareremo che una forza, più intensa e Impareremo come calcolare questa Impareremo una nuova potente tecnica
impressa più a lungo, trasferisce al corpo variazione della quantità di moto usando il di soluzione dei problemi basata sulla
colpito un impulso maggiore. teorema dell'impulso. d e s c r iz io n e prima-e-dopo, utilizzando
la legge di conservazione della quantità
di moto.
FLASHBACK ^ ,
La terza legge di Newton PAUSA DI RIFLESSIONE
Nella Sezione 4.7 abbiamo imparato la terza legge di
Newton. Un martello colpisce un chiodo. La forza
In questo capitolo, applicheremo questa legge per che il chiodo esercita sul martello è:
comprendere la conservazione della quantità di moto. A. Più grande di quella che il martello
La terza legge di Newton esercita sul chiodo.
afferma che la forza B. Più piccola di quella che il martello
esercitata dal corpo B esercita sul chiodo.
sul corpo A ha uguale C. Uguale a quella che il martello
modulo e direzione ma ^AwB esercita sul chiodo.
verso opposto della forza D. Nulla.
che A esercita su B.
9.1 L’im pulso 265

9.1 L’im pulso


Un urto (o collisione) è un’interazione di breve durata tra due corpi. La colli­
sione tra una palla da tennis e la racchetta, oppure tra il piede e la palla, può
sembrare visivamente istantanea, ma è solo un limite della nostra capacità di
percezione visiva. La sequenza di foto, scattate a intervalli di tempo brevis­
simi, del calcio impresso a un pallone, mostrata nella f i g u r a 9. i , evidenzia che
la palla viene compressa non appena inizia il contatto con il piede. Per compri­
mersi la palla impiega del tempo, e altro tempo è necessario perche si espanda
di nuovo quando termina il contatto con il piede.
FIGURA 9.1 Sequenza di foto, scattate a intervalli di tempo brevissimi, di un
pallone nel momento in cui viene calciato.
Ma.ssi mprevsionc

Il tempo di durata di un urto dipende dal materiale di cui sono fatti i corpi,
comunque una durata tra I e IO ms (tra ().(K)I e 0.01 s) è tipica. Questo è l’in­
tervallo di tempo durante il quale i due corpi rimangono in contatto tra di loro.
FIGURA 9.2 II modulo della forza
Quanto più i corpi sono composti di materiali duri, tanto più breve è il tempo impressa a un pallone da calcio varia
di durata del contatto. Un urto tra due palle di acciaio dura meno di 1 ms, men­ rapidamente.
tre quello tra il piede e un pallone da calcio potrebbe durare IO ms.
Cominciamo la nostra discussione considerando di nuovo il calcio al pal­ Punto di ma.ssimu
compressione
lone mostrato nella Figura 9.1. Nel momento in cui piede e pallone entrano in
contatto, come mostrato nel riquadro di sinistra, il pallone ha appena iniziato a
comprimersi. Nel riquadro centrale della Figura 9.1, il pallone ha iniziato ad
acquistare velocità e la sua compressione è massima. Infine, come mostrato nel
riquadro di destra, il pallone ha acquistato molta velocità e ritorna a essere solo
leggermente compresso.
La quantità di compressione subita dal pallone è una misura dell’intensità / (ms)
della forza che il piede esercita sulla sfera; una compressione maggiore indica
Inarata A/
una forza maggiore. Se dovessimo rappresentare graficamente questa forza in
funzione del tempo, otterremmo qualcosa di simile alla f i g u r a 9 .2 . La forza c
pari a zero fino al primo contatto del piede con il pallone, aumenta rapidamente
fino a un valore massimo, poi torna a zero non appena il pallone lascia il piede.
Vi è quindi una durata ben definita A/ della forza. Una grande forza, come
questa, esercitata per un breve intervallo di tempo, si definisce una forza
FIGURA 9.3 Interpretazione grafica
impulsiva. La forza esercitata da un martello su un chiodo e da una mazza su dell'impulso.
una palla da baseball sono altri esempi di forze impulsive.
Un calcio più potente (cioè, un picco della curva della forza più alto), o un (a) F
calcio di più lunga durata (una curva della forzai che dura di più nel tempo) fa sì L’impulso J è l'area sotto
la curva della forza.
che la palla lasci il piede del calciatore con una vekx:ità più elevata; cioè, l’ef­
fetto del calcio è maggiore. Ora, un picco della curva più alto o una durata mag­
giore nel tempo presentano una superficie maggiore tra la curva della forza e
l’asse temporale (cioè, l’area “sotto” la curva della forza è più grande), quindi si
può dire che in un grafico della forza rispetto al tempo l’effetto di una forza
impulsiva è proporzionale all’arca che sottende la curva della for/^. Quest’a­ L’area sotto entrambe le curve delle forze è
equivalente; quindi, entrambe le forze
rea, come mostrato nella figura 9.3a, è chiamata impulso J della forza. pnxiucono lo stesso impulso. Ciò significa
Le forze impulsive possono essere complesse e, spesso, la forma del grafico che hanno lo stesso effetto sul corpo.
forza vs tempo può variare in modo complicato. Conseguentemente, è utile L’arca sotto il rettangolo è
pensare agli urti in termini di forza media Come si evince dalla f i g u r a (b) F Ar, cioè la sua
9.3b, F , è definita come una forza di valore costante sulla durata A/ e con larghezza \ t moltiplicata
per la sua altezza F^ncò-
un’area sotto la curva equivalente a quella sotto la curva originale. S\ evince
dalla figura che l’area sotto la curva della forza può essere semplicemente
scritta come F Ar. Quindi ^med
Impulso J = area sotto la curva della forza = F ^ A/ (9.1) 0
Impulso dovuto a una forza applicata per un tempo Ar Stessa durata A/
266 CAPITOLO 9 La quantità di moto

DairEquazione 9.1 si evince che l’impulso ha come unità di misura N s


oppure, equivalentemente, kg • m/s. Vedremo un po’ più avanti che come unità
di misura dell’impulso si preferisce usare kg • m/s.
Finora abbiamo sempre assunto che la forza fosse applicata lungo un asse
del sistema di riferimento, precisamente lungo l’asse x. In tal caso l’impulso è
una quantità associata a un segno, ovvero può essere positiva o negativa. Un
impulso è positivo quando è provocato da una forza applicata lungo la dire­
zione positiva dell’asse x (cioè, è positiva), mentre un impulso è negativo
quando è provocato da una forza applicata lungo la direzione negativa dell’asse
X (F^^ è negativa). Più in generale, l’impulso è una quantità vettoriale che
punta nella stessa direzione del vettore forza media:

J = F „ ^A t (9.2)

ESEMPIO 9.1 Trovare rim p u lso applicato a una palla che rimbalza
Una palla di gomma subisce f ig u r a 9.4 La forza impressa SOLUZIONE a. L’impulso è pari a
la forza mostrata nella figura dal pavimento su una palla
9.4 quando rimbalza sul pavi- rimbalza,
J = 1(300 N)(0.0080 s) = 1.2 N • s = 1.2 kg • m/s
mento. F b. Dall’Equazione 9.1,7 = F^^Ar, è possibile trovare la forza
a. Qual è l’impulso applicato media che produrrebbe lo stesso impulso:
sulla palla? 1 .2 N -S
b. Qual è la forza media ap­ ^ed = 150 N
Ar 0.0080 s
plicata sulla palla?
VERIFICA In questo particolare esempio, il valore medio
IMPOSTAZIONE L’impulso è della forza è la metà del valore massimo. Ciò non è sorpren­
uguale all’area sotto la curva dente per una forza triangolare perché l’area di un triangolo è
della forza. In questo caso la la metà del prodotto della base per l’altezza.
forma della curva è un triangolo, per cui dovremo usare la for­
mula per il calcolo della sua area : = Vi • base • altezza.

PAUSA DI RIFLESSIONE 9.1 11 grafico A rappresenta la curva della forza in


funzione del tempo impressa da una mazza da hockey nel colpire un disco da
160 g. Il grafico B rappresenta la curva della forza in funzione del tempo im­
pressa da una mazza da golf nel colpire una palla da golf di 46 g. Quale delle
due forze imprime l’impulso maggiore?
F F
A. Forza A Force A
300 N
B. Forza B
C. Entrambe le Force B
150 N
forze imprimono
lo stesso impulso.
5 ms 10 ms

9.2 La quantità di moto e il teorema


FIGURA 9.5 La mazza Imprime un dell’impulso
impulso sul disco, variandone la velocità.
Abbiamo osservato che l’effetto prodotto da una forza impulsiva dipende
dall’impulso impresso al corpo. Questo effetto dipende anche dalla massa del
corpo. L ’esperienza ci dice che dare un calcio a un corpo pesante ne farà
Quando la mazza è in contano variare la sua velocità in misura inferiore, a parità d’intensità del calcio,
con il disco, esercita su di esso rispetto a un corpo più leggero. Vogliamo cercare di trovare una relazione
una forza facendolo quantitativa che leghi tra loro impulso, massa e variazione di velocità.
così accelerare. /
Consideriamo il disco di massa m rappresentato nella f ig u r a 9 .5 , che sta
scivolando con una velocità iniziale Vj . Il disco viene colpito da una mazza da
hockey che gli imprime un impulso J = Fj^e^ A/. Ricevuto l’impulso, il disco si
stacca dalla mazza con una velocità finale Vf. Qual è la relazione tra velocità
finale ed iniziale?
Dalla seconda legge di Newton, l’accelerazione media del disco nell’intervallo
di tempo in cui la mazza è in contatto con esso è
9.2 La quantità di moto e il teorema dell’impulso 267

^ __ ^med (9.3)
«m cd- —

La relazione tra Taccelerazione media e la variazione di velocità è:


_ Av Vf - Vj
flmed (9.4)
At
Combinando le Equazioni 9.3 e 9.4, otteniamo
^med _ _ _ Vf —Vi
— -« m cd -

Possiamo riscrivere l’equazione precedente nel seguente modo:


F^ed A/ = mvf - wvj (9.5)
Riconosciamo la definizione dell’impulso 7 nella parte sinistra di questa equa­
zione. La parte destra rappresenta la variazione della quantità mv. Questa
FIGURA 9.6 II vettore quantità di m oto p
di una particella può essere sc o m p o sto
quantità, ovvero il prodotto tra la massa del corpo e la sua velocità, viene chia­ nelle com ponenti xe y.
mata quantità di m oto del corpo. 11 simbolo della quantità di moto è p:
Lu quantità di moto è un
vettore con la stessa direzione
p = mv (9.6) e Io stesso verso della veU>cità

Quantità di moto di un corpo di massa m e velocità v

Dall’Equazione 9.6 si deduce che le unità di misura della quantità di moto sono
quelle di una massa per una velocità, ovvero kg • m/s. In precedenza abbiamo
già osservato che kg • m/s sono anche le unità di misura con cui si preferisce
rappresentare l’impulso. Ora possiamo capire che il motivo di questa prefe­
renza è l’abbinamento alle unità di misura della quantità di moto.
La FIGURA 9.6 mostra che la quantità di moto p è una grandezza vettoriale
con la stessa direzione e lo stesso verso del vettore velocità v. Come qualsiasi TABELLA 9.1 Alcuni valori tipici della
quantità di moto (valori approssimati)
vettore, p può essere scomposto nelle sue componenti lungo l’asse x e l’asse
L ’equazione 9.6, che è un’equazione vettoriale, può essere semplicemente Quantità
Massa Velocità di moto
scritta come due equazioni: Oggetto (kg) (m/s) (kg* m/s)
p = mvX
‘ X
(9.7) Goccia di
pI y = mvy pioggia
che cade 2 • 10-5 5 IO-'
CE[Q ► Uno degli errori più comuni nel risolvere problemi con la quantità di Pallottola 0.004 500 2
moto è l’uso sbagliato dei segni dei vettori. La componente della quantità di Palla da
moto p^ ha lo stesso segno di v^. Proprio come la velocità, la quantità di moto è baseball
positiva per un movimento verso destra (sull’asse x) oppure verso l’alto lanciata 0.15 40 6
(sull’asse y), ma è negativa per un movimento verso sinistra o verso il basso.^ Persona che
corre 70 3 200
Il modulo della quantità di moto di un corpo è semplicemente il prodotto della
Auto in
sua massa per la sua velocità, ovvero p = mv. Un corpo pesante che si sta muo­
autostrada 1000 30 3 • 10*'
vendo velocemente avrà una quantità di moto il cui modulo sarà molto elevato,
un corpo leggero che si sta muovendo lentamente avrà una quantità di moto di
modulo molto piccola. Due corpi con masse molto differenti possono avere
quantità di moto di ampiezza comparabile se hanno velocità molto diverse. La
Tabella 9.1 riporta alcuni valori tipici della quantità di moto di vari corpi in
movimento. Si nota che le quantità di moto di una pallottola e di una palla che si
muove velocemente sono simili. La quantità di moto di un’auto in movimento è
circa un miliardo di volte più grande di quella di una goccia di pioggia che cade.

Teorema d ell’im pulso


Adesso possiamo scrivere l’Equazione 9.5 in termini di impulso e quantità di
moto: Spiccare un salto Una rana, nell’istante
in cui spicca il salto, vuole acquisire la massima

J
= Pf- Pi = (9.8) quantità di moto possibile prima di staccarsi
dal terreno. Ciò vuol dire che vuole ricevere
Teorema dell'impulso dal terreno il massimo impulso J = Ar. La
massima forza che può essere esercitata dai
dove Pi = mvj è la quantità di moto iniziale del corpo, p^ = mVf la sua quantità di suoi mu.scoli limita F ^ . Tuttavia l’intervallo
di tempo Ar durante il quale viene esercitata la
moto finale dopo l’impulso, e Ap = p f — pi rappresenta la variazione della sua forza può essere più grande se si hanno delle
quantità di moto. Questa espressione è nota come teorema delUmpulso. Tale gambe lunghe. Molti animali che sono ottimi
teorema stabilisce che l’impulso impresso a un corpo provoca una variazione saltatori, hanno gambe molto lunghe.
268 CAPITOLO 9 La quantità di moto

della sua quantità di moto. In altre parole, TelTetto di una for/a impulsiva
applicata a un corpo è la variazione della sua quantità di moto da Pi a

P( = P , + J (9 9 )

L’Equazione 9.8 può essere anche scritta in funzione delle sue componenti
lungo l’asse jc e y
y = = (p X - (lOi = '"(‘'x)f - "'(*',)i (9.10)
j , = A p = ( j f X ~ (/\)i == *'y)r “ ^ )i
11 teorema dell’impulso è illustrato dai due esempi riportati nella figura 9.7. Nel
primo, la mazza colpisce la palla, esercitando su di essa una for/ii ed imprimendo
un impulso J = A/. Osserviamo che la direzione e il verso dell’impulso sono
gli stessi di quelle della for/u. Dato che, in questo caso, pj = 0, possiamo usare il
teorema dell’impulso per calcolare che la palla si stacca dalla mazza con quantità
di moto Pf = Pi + 7 = 7 . Ciò è mostrato graficamente nella Figura 9.7a.
EEB3 ►Possiamo pensare che la mazza vari la quantità di moto della palla
trasferendogli una quantità di moto sotto forma di impulso. Possiamo quin­
di affermare che la mazza imprima un impulso alla palla e la palla riceva un
impulso dalla mazza. <
11 calciatore nella Figura 9.7b rappresenta un caso più complicato. Qui, la
quantità di moto iniziale della palla ha direzione verso il basso e verso sinistra.
L’impulso impresso dalla testa del calciatore ha direzione verso l’alto e verso
destra ed è sufficientemente forte da far invertire il verso del moto della palla,
respingendola in un’altra direzione. La somma grafica dei vettori nella Figura
9.7b mostra ancora che Pf = Pi + 7.

FIGURA 9.7 L'impulso produce una variazione della quantità di moto.

(a) Una mazza imprime un impulso a una palla da golf, variandone la sua quantità di molo.
La mazza imprime un impulso 7 alla palla,
incrementandone la quantità di moto.

(h) Il calciatore imprime un impulso alla palla, variandone la quantità di moto.


La testa del calciatore imprime un impulso J v^eilormle
alla palla, variandone la sua quantità di moto. ^ ^ Pf Pi'^ ■

PAUSA DI RIFLESSIONE 9.2 Un disco da hockey, come quello visto in pre­


cedenza, sta muovendosi con una quantità di moto iniziale quando riceve un
impulso 7 da una mazza da hockey che lo porta ad avere una quantità di moto
tinaie. Osservando il disegno della Figura 9.7, quale freccia rappresenta meglio
la quantità di moto iniziale del disco?
A Pi
A.
f
B.
Il disco si muove Il disco riceve Il disco ha
verso una direzione un impulso J quantità di C.
sconosciuta. molo finale pf
9.2 La quantità di moto e il teorema dell’impulso 269

ESEMPIO 9.2 Calcolo della variazione della quantità di m oto


Una palla di massa m = 0.25 kg, rotolando verso destra a una zione 9.7. La variazione della quantità di moto è quindi la diffe­
velocità di 1.3 m/s, urta contro un muro e rimbalza verso sini­ renza tra la quantità di moto finale e quella iniziale. Secondo il
stra a una velocità di 1.1 m/s. Quant’è la variazione della quan­ teorema dell’impulso, l’impulso è uguale alla variazione della
tità di moto della palla? Quant’è l’impulso che il muro quantità di moto.
trasferisce alla palla? SOLUZIONE La componente lungo l’asse x della quantità di
IMPOSTAZIONE La descrizione visiva di una palla che rim­ moto iniziale è
balza è illustrata nella f ig u r a 9.8. Questo è un nuovo tipo di
(p^). = Aw(v^)j = (0.25 kg)( 1.3 m/s) = 0.325 kg • m/s
descrizione visiva, in cui possiamo osservare la situazione pre­
cedente e quella successiva al momento dell’interazione. Nella La componente lungo l’asse y della quantità di moto è pari a
prossima sezione approfondiremo questo concetto. La palla zero, sia prima del rimbalzo che dopo. Dopo il rimbalzo della
si sta muovendo lungo l’asse x, quindi scriveremo la formula palla, la componente lungo l’asse x è
della quantità di moto secondo le componenti, come nell’Equa-
(p^)^=m(v^)^= (0.25 kg)(-Ll m/s) = -0.275 kg-m/s
FlGURA 6.9 Descrizione visiva di una palla che rimbalza su È particolarmente importante notare che la componente lungo
un muro. l’asse X della quantità di moto, così come quella della velocità,
Prima: l è negativa. Ciò indica che la palla si sta muovendo verso sini­
m = 0.25 kg Q — ► I stra. La variazione della quantità di moto è
(Ki)ì ~ l m/s I V , = (P,)f - (P,\ = (-0.275 kg • m/s) - (0.325 kg • m/s)
= -0.60 kg • m/s
Durante: Trovare: Dal teorema dell’impulso si deduce che l’impulso impresso
alla palla dal muro è uguale a tale variazione, quindi

Dopo: = -0.60 kg • m/s

VERIFICA Un impulso negativo indica che la forza che genera


(v^)f = -1.1 m/s l’impulso è diretta verso sinistra, e ciò è ragionevole.

SIN TESI 9.1 Q uantità di m oto e im p u lso


Un corpo in movimento ha una sua quantità di moto. Una forza imprime un impulso che fa variare la quantità di moto
del corpo.

La quantità di moto forza che si ... imporne un


di un corpo è il prodotto esercita su un corpo ... impulso J che è
____ 1 uguale alfarea
tra la sua massa e la sua
velocità. esercitata delia forza. ■iiiiA iiiTiij^ Il
..•Ma.ssa (kg) su un corpo / A ..... La quantità di ... più fimpulso ... è uguale alla
y,^p = mv♦ _____ ___ _ moto iniziale impresso su sua quantità di
Quantità di molo ‘•••Velocità r vH Stessa area di un corpo... di esso... moto finale.
(kg • m/s) (m/s) 1
K- ... *Pi + -f=P( ♦•••
Durata A/
Questa relazione può essere scritta anche come
variazione della quantità di moto del corpo:
La direzione e il verso della Impulso-* V = F„,edAr •Durata (s) L-impulso .. - _ A - “«““le«Ila
quantità di molo di un corpo (kg • m/s) impresso .........— P f ~ Pi — ^P*"‘ variazione della
sono gli stessi della sua velocità. Forza media (N) quantità di moto.

Un’interes.sante applicazione del teorema delfimpulso riguarda il rallenta­


mento più graduale possibile di un corpo che si sta spostando molto veloce­
mente. Per esempio, consideriamo un’automobile che urta il sostegno dell’arcata
di un ponte. Cosa si può fare per non rendere quest’urto mortale? Come possono
gli arieti visti nella foto inziale del capitolo evitare di ferirsi nell’urto?
In questi esempi, il corpo ha una quantità di moto p^ appena prima dell’im­
patto e zero subito dopo (pf = 0). Il teorema dell’impulso ci dice che
J= = à p = P f - P i = -Pi F
oppure
El (9.11)
^ed
At INVERSAMENTE
PROPORZIONALE
270 CAPITOLO 9 La quantità di moto

Quindi, la forza media necessaria a fermare un corpo è inversamente propor­


zionale alla durata della collisione. Se possiamo prolungare il tempo di colli­
sione, la forza dell’impatto sarà ridotta. Questo è il principio utilizzato nelle
tecniche di smorzamento dell’impatto.
Per esempio, ostacoli come i sostegni dell’arcata di un ponte sono resi più
sicuri ponendo una fila di barili riempiti d’acqua davanti ad essi. In caso di
collisione, il tempo necessario all’auto per sfondare la linea di barili è più
lungo di quello che ci vorrebbe nel caso di un urto diretto. La forza impressa
sull’automobile (e quindi su chi guida tramite le sue cinture di sicurezza) è
Un cuscino di spine BK) Le spine di un enormemente ridotta grazie airallungamento del tempo di collisione con i
riccio, ovviamente, lo aiutano a proteggersi dai barili.
predatori. Ma hanno anche un’altra funzione. Se Le testate che si danno gli arieti ripresi nella foto all’inizio di questo capi­
un riccio cade da un albero, un caso non tanto
raro, esso, prima di twcare terra, semplicemente
tolo vengono anch’esse ammortizzate grazie a un sistema del genere che gli
si avvolge su se stesso come una palla. 1 suoi permette di urtarsi ad alta velocità senza provocare danni ai loro cervelli. 11
spessi aculei, quindi, attutiscono il colpo, loro cranio è formato da un doppio .strato per evitare danni, e comprende una
aumentando il tempo necessario all'animale per .spes.sa massa spugnosa che prolunga il tempo di impatto, riducendo così l’am­
fennarsi. In effetti, è stato osservato che i ricci piezza della forza e.sercitata sul cervello.
si la.sciano volontariamente cadere dagli alberi
per arrivare a terra!
Q uantità di moto totale
Se abbiamo più di un corpo in movimento - un sistema di particelle - allora il
sistema nella sua interezza ha una quantità di moto complessiva. La quantità
di moto totale P (da notare la lettera P maiu.scola) di un sistema di particelle
è il vettore .somma delle quantità di moto delle singole particelle:

p= p\+ pi+ h-^---


FIGURA 9.9 La quantità di moto totale di La FIGURA 9.9 mostra come i vettori quantità di moto di tre palle da biliardo in
tre palle da biliardo. movimento sono sommati graficamente per trovare la quantità di moto totale.
11 concetto di quantità di moto totale sarà fondamentale quando tratteremo la
legge di conservazione della quantità di moto nella Sezione 9.4.

PAUSA DI RIFLESSIONE 9.3 La variazione della quantità di moto del carrello è


A. -30 kg • m/s
Prima:
B. -20 kg • m/s 10 kg
C. -10 kg • m/s 2 m/s
D. 10 kg* m/s
E. 20 kg • m/s
F. 30 kg • m/s
^2 + py

La'quantità di moto
totale è il vettore 9.3 Risoluzione dei problemi su
somma delle singole
quantità di moto. impulso e quantità di moto
Le descrizioni visive sono diventate un importante strumento di risoluzione dei
problemi. Le descrizioni visive e i diagrammi di corpo libero che abbiamo
imparato a disegnare nei Capitoli 1-8 erano orientati all’uso delle leggi di
Newton e ad una successiva analisi cinematica. Ora siamo interessati a fare un
collegamento tra “prima” e “dopo”.

STRATEGIA D e s c r iz io n e v is iv a p r im a - e - d o p o
E TATTICA 9.1

O Rappresentare la situazione. Usiamo due di.segni, etichettati "Prima" e


"Dopo", per mostrare i corpi immediatamente prima di interagire e subito
dopo l’interazione.
0 Stabilire un sistema di riferimento. Tracciamo gli assi nel modo più
adatto per de.scrivere il moto.
© Definire i simboli. Definiamo i simboli per le mas.se e le velocità, prima
e dopo l’interazione. Posizione e tempo non sono necessari.
9.3 Risoluzione dei problemi su impulso e quantità di moto 271

O Elencare le informazioni note. Elenchiamo i valori delle quantità note


dalla descrizione del problema o quelle che possono essere ricavate velo­
cemente con semplici conversioni di unità di misura oppure da semplici
considerazioni geometriche. 1 disegni del prima-e-dopo sono di solito
più semplici di quelli usati per i problemi dinamici, quindi elencare le
informazioni note direttamente sul disegno è spesso adeguato.
© Identificare le incognite da trovare. Qual è la quantità o le quantità
che permettono di rispondere alla domanda? Queste quantità dovrebbero
essere state definite come simboli al passo 3.

ESEMPIO 9.3 La forza su una palla da baseball


Una palla da baseball è lan- f ig u r a 9.io La forza FIGURA 9.11 Descrizione visiva prim a-e-dopo della
data a una velocità di 20 m/s. d'interazione tra la palla da situazione.
Il battitore la rilancia indietro baseball e la mazza. O Rappresentare la situazione prima-e-dopo.
verso il lanciatore a una velo­
cità di 40 m/s. La forza impul­ Pnma
siva della mazza sulla palla ha
l’andamento rappresentato
graficamente nella f ig u r a
9.10. Qual è la massima forza
Fmax che la mazza esercita
sulla palla? Qual è la forza
media che la mazza esercita
sulla palla?
IM P O S T A Z IO N E Possiamo modellizzare l’interazione come
una collisione. La FIGURA 9 .ii è la descrizione visiva prima-
e-dopo della situazione, dove sono evidenti i passi definiti
nel riquadro Strategia e tattica 9.1. Dato che F^ è positiva (la
forza è applicata verso destra), sappiamo che la palla si muove
inizialmente verso sinistra e poi viene ribattuta indietro verso
destra. La velocità iniziale (v^). è quindi negativa. 0 Identificare le
incognite da
S O L U Z IO N E Nei capitoli precedenti abbiamo impostato la trovare.
soluzione matematica applicando la seconda legge di Newton.
Adesso vogliamo usare il teorema deH’impulso: Secondo il teorema dell’impulso, = per cui abbiamo
= area sotto la curva della forza
9.0kg-m/s = (/'^)(3.0- 10-^ s)
Conosciamo le velocità della palla prima e dopo la collisione,
per cui possiamo calcolare la variazione della sua quantità di Invertendo la formula, la massima forza è
moto: 9.0 kg • m/s
^max = ------^— I - = 30 000 N
A/;^ = m{vf)^ — = (0.15 kg)(40 m/s —(—20 m/s)) 3.0 • 10-*s
= 9.0 kg • m/s Usando l’Equazione 9.1, troviamo che la forza media, che
dipende dalla durata della collisione Ar = 6.0 • 10“^s, ha come
La curva della forza è un triangolo con altezza uguale a e
valore:
base uguale a 0.60 ms. Come nell’Esempio 9.1, l’area sotto la
Jx Ap^ 9.0 kg m/s
curva è = 15 000 N
^ t ~ ~ 6.0 • 10“"* s
y^ = area = ^(F„„)(6.0 • lO-S)
V E R IF IC A F^^è una forza di grande intensità, ma questo com ­
= (^ma*)(3.0 • 10-^) portamento è tipico delle forze impulsive durante le collisioni.

L’approssim azione im pulsiva


Quando due corpi interagiscono durante una collisione o altre forme di breve
interazione, come quella tra la mazza da baseball e la palla dell’Esempio 9.3, le
forze responsabili delFinterazione sono generalmente piuttosto grandi. Anche
altre forze possono agire sui corpi interagenti, ma di solito queste forze sono
molto più piccole rispetto alle forze di interazione. NeH’Esempio 9.3, la forza
pe.so della palla di 1.5 N è notevolmente inferiore alla forza d’interazione pari a
3()0()() N che la mazza esercita sulla palla. Possiamo ragionevolmente ignorare
272 CAPITOLO 9 La quantità di moto

queste deboli forze durante il breve tempo di azione della forza impulsiva.
Questo tipo di approssimazione viene chiamata approssim azione impulsiva.
Quando usiamo l’approssimazione impulsiva, e e sono
la quantità di moto (e la velocità) immediatamente prima ed immediatamente
dopo la collisione. Ad esempio, le velocità neH’Esempio 9.3 sono quelle della
palla appena prima e appena dopo l’urto con la mazza. Potremmo a questo
punto affrontare un problema relativo ad un tempo successivo, includendo la
forza peso e l’attrito, per trovare la velocità della palla un secondo più tardi
rispetto a quando il battitore la colpisce.

ESEMPIO 9.4 Altezza di rim balzo di una palla


Una palla di gom m a FIGURA 9.12 Forza esercitata di caduta libera verso l’alto. La descrizione visiva mostra la palla
di massa pari a 100 g dal pavimento su una palla che appena prima della collisione, dove etichettiamo la sua velocità
è lanciata verso il rimbalza su di esso. come Vj^, subito dopo la collisione, in cui la sua velocità è e
basso su un pavi­ nel punto più alto della sua risalita, dove la sua velocità è = 0.
mento, in modo che S O L U Z IO N E II teorema dell’impulso ci dice che
lo colpisca con una ~~P\y^ COSÌ che -FJy La quantità di moto
velocità di 11 m/s. La iniziale, appena prima della collisione, è = (0.10 kg)
FIGURA 9.12 mostra la (-11 m/s) = -1.1 kg* m/s.
forza che il pavi­ Successivamente, è necessario trovare l’impulso J , che cor­
mento esercita sulla risponde all’area sotto la curva nella Figura 9.12. Poiché la forza
palla. Stimare l’al­ è data come una curva regolare, dovremo stimare quest’area.
tezza del rimbalzo Ricordiamo che l’area può essere scritta come Dalla
della palla. curva, possiamo stimare in circa 400 N, cioè metà del valore
IM P O S T A Z IO N E Sulla palla è esercitata una forza impulsiva massimo della forza. Con questa approssimazione abbiamo
quando tocca il pavimento. Utilizzando l’approssimazione J = area sotto la curva della forza « (400 N)*(0.0050*s)
impulsiva, ignoreremo la forza peso della palla in questi 5.0 = 2.0 N*s = 2.0 kg • m/s
ms. Durante la risalita della palla dopo il rimbalzo è attiva solo
la forza di gravità. Useremo quindi la cinematica della caduta Quindi
libera per descrivere il moto dopo il rimbalzo. = m/s)-F 2.0 kg m/s
La FIGURA 9.13 è una descrizione visiva. Qui dividiamo il pro­ = 0.9 kg m/s
blema in due parti, una collisione impulsiva seguita da un moto e la velocità dopo la collisione è
P2y 0.9 kg • m/s
FIGURA 9.13 Descrizione visiva prima-e-dopo di una palla V2v = — = ,---- = 9 m/s
che rimbalza. ^ m 0.10 kg
La velocità di rimbalzo è inferiore a quella di impatto, come
prevedibile. Infine, possiamo usare la cinematica della caduta
libera per trovare
o £=<5 = 0= v^y - 2 g A y = v i - 2gy}

caduta Ubera vi (9 tn/s)^


y. = — = ---------- = 4 m
m=^O.iokj 2g 2(9.8 m/s^)
PruMXi I
------------ t>CfO
■ k - ‘CcLUsioyie Stimiamo quindi che la palla rimbalzi a un’altezza di 4m.
I% “ V E R IF IC A Questa altezza è del tutto ragionevole per una palla
di gomma lanciata sul pavimento con forza.

PAUSA DI RIFLESSIONE 9.4 Una palla di gomma da 10 g e una palla di argilla


da 10 g vengono entrambe lanciate contro un muro con velocità uguali. La
palla di gomma rimbalza con velocità finale uguale, in modulo, alla velocità
iniziale; la palla di argilla si ferma. Quale palla riceve il maggior impulso dal
muro?
A. La palla di argilla riceve l’impulso più grande perché si ferma.
B. La palla di gomma riceve l’impulso più grande perché rimbalza.
C. Ricevono lo stesso impulso in quanto hanno la stessa quantità di moto.
D. Nessuna delle due riceve un impulso in quanto il muro non si muove.
9.4 La conservazione della quantità di moto 273

9.4 Conservazione della quantità


di moto
Il teorema delTimpulso è stato ricavato dalla seconda legge di Newton ed è, in
realtà, solo un modo alternativo di enunciare questa legge. Nello studio della
dinamica di una singola particella, questo teorema è utilizzato più o meno nello
stesso modo di come abbiamo utilizzato la legge di Newton nei Capitoli 4-7.
Tuttavia, consideriamo due corpi come gli arieti rappresentati nella foto
iniziale di questo capitolo, che interagiscono per il breve istante di una colli­
sione. Durante Furto, i due corpi esercitano delle forze l’uno sull’altro che
variano in modo complesso. Di solito non cono.sciamo nemmeno l’intensità di
queste forze. Prevedere l’esito di una tale collisione tramite l’uso della sola
seconda legge di Newton, sarebbe un’impresa scoraggiante. Tuttavia, utiliz­
zando la terza legge di Newton nei termini di impulso e quantità di moto, tro­
veremo che è possibile descrivere il risultato finale di una collisione - le
velocità finali e le direzioni dei corpi in collisione - in un modo semplice. La
terza legge di Newton ci aiuterà a derivare una delle leggi di conservazione più
importanti nel campo della fisica.
La FIGURA 9.14 mostra due sfere inizialmente dirette l’una verso l’altra. Le FIGURA 9.14 Un urto tra due sfere.
sfere si urtano, poi rimbalzano in direzione opposta. Le forze durante l’urto,
nel momento in cui le sfere interagi.scono, formano una coppia azione/reazione
^isu 2 ^ ^ 2 sul- continueremo a considerare il moto unidimensionale
Prima
lungo l’asse x.
Durante la collisione, l’impulso impresso alla sfera 2 dalla sfera 1 è il Le for/e duranle
valore medio di Fisu2 moltiplicato per la durata deH’urto A/. Analogamente, l’urlo ..........
formano
l’impulso impresso alla sfera 1 dalla sfera 2 è il valore medio di Fi sui mol­ una coppia ;
tiplicata per Ar. Dato che sui formano una coppia azione/reazione di a/ionc/rea/ione i
forze, hanno uguale intensità e direzione, ma verso opposto. Di conseguenza, i
F \ su 2
due impulsi 7,^ e s o n o uguali in modulo ma di segno opposto, cioè 7,^=—
Durante
Secondo il teorema dell'impulso, la variazione della quantità di moto della
sfera 1 è A/;,^=7,^ e la variazione della quantità di moto della sfera 2 è A/;^^=7^^.
Poiché •/j^ = “ 72^, la variazione della quantità di moto della sfera 1 è uguale in
modulo ma di segno opposto alla variazione della quantità di moto della sfera
2. Se la quantità di moto della sfera 1 aumenta di una certa quantità durante
l’urto, la quantità di moto della sfera 2 diminuirà esattamente della stessa Dopo
quantità. Ciò implica che la quantità di moto totale ^ue sfere
rimane invariata a seguito della collisione; cioè.

Dato che non cambia durante l’urto, si può affermare che la componente lungo
l’asse X della quantità di moto totale si conserva. L’Equazione 9.12 è il nostro
primo esempio di una legge di conservazione.

Legge di conservazione della quantità di moto


Le stes.se considerazioni appena fatte per le due palle in collisione pos.sono
essere estese a sistemi contenenti un numero qualsiasi di corpi. La f ig u r a 9 .1 5 FIGURA 9.15 Un sistema composto da 3
illustra questo concetto. Ogni coppia di particelle, pre.senti nel sistema (il con­ particelle.
fine del quale è indicato con la linea rossa), interagisce tramite forze che sono
coppie azione/reazione. Proprio come per la collisione di due particelle, la
variazione della quantità di moto della particella 2 dovuta alla forza della par­
ticella 3 è uguale in modulo e direzione, ma opposta in verso, alla variazione
della quantità di moto della particella 3 a causa della particella 2. La variazione
totale della quantità di moto di queste due particelle a causa delle loro forze di
interazione è pertanto pari a zero. Lo stesso discorso vale per ogni coppia, con
la con.seguenza che, indipendentemente da quanto siano complicate le forze
d’interazione tra le particelle, non vi è alcuna variazione nella quantità di
moto totale P del sistema: essa si conserva.
La Figura 9.15 mostra particelle interagenti solo con altre particelle all’in­
terno del sistema. Le forze che agiscono soltanto tra le particelle all’interno del
274 CAPITOLO 9 La quantità di moto

sistema sono chiamate forze interne. Come abbiamo appena visto la quantità
di moto totale di un sistema soggetto a sole forze interne si conserva.
La maggior parte dei sistemi sono inoltre soggetti a forze di agenti esterni
al sistema. Queste forze sono dette forze esterne. Ad esempio, il sistema
costituito da uno studente su uno skateboard è soggetto a tre forze esterne: la
forza normale che il terreno esercita sullo skateboard, la forza di gravità sullo
studente e la forza di gravità sullo skateboard. Com’è influenzata la quantità
di moto di un sistema di particelle dalle forze esterne che agiscono su di
esso?
FIGURA 9.16 Un sistem a c om p osto da 3 Nella FIGURA 9.16 rappresentiamo lo stesso sistema a tre particelle della
particelle so gge tto da forze esterne. Figura 9.15, ma ora con raggiunta di forze esterne agenti sulle tre particelle.
Forza esterna Queste forze esterne possono variare la quantità di moto del sistema. Durante
un intervallo di tempo Ar, per esempio, la forza esterna F :xt su 1J agente sulla
particella 1, cambia la sua quantità di moto, secondo il teorema deirimpulso,
di Api = (Fgxt su Le quantità di moto delle altre due particelle cambiano
in modo simile. Quindi la variazione della quantità di moto totale è

A P = Api 4- Ap 2

= (^ext su I -^ 0 + (^ext su 2 + {F c u su 3 (9- • 3)

(^cxt su 1 3" ^ext su 2 ^ext su s) ^ ^

= ^tol A/

dove la forza totale dovuta alle sole forze esterne.


L’Equazione 9.13 ha una conseguenza molto importante nel caso in cui la
forza totale sul sistema sia nulla: se = 0, la quantità di moto totale P del
sistema non cambia.
La quantità di moto totale rimane costante, indipendentemente dal tipo di
interazioni in corso aH’interno del sistema.
In precedenza, abbiamo scoperto che la quantità di moto totale del sistema
si conserva quando il sistema non ha forze esterne che agiscono su di esso. Ora
abbiamo trovato che la quantità di moto totale del sistema si conserva anche
quando la forza esterna totale che agisce su di esso è pari a zero. Un sistema
senza una forza esterna totale che possa cambiare la sua quantità di moto
(^loi = 0) è chiamato sistem a isolato.
L’importanza di questi risultati è sufficiente per elevarli a legge di natura,
alla stessa stregua delle leggi di Newton.

L e g g e d ì c o n s e r v a z io n e d e lla q u a n t it à d i m o t o La quantità di moto


totale P di un sistema isolato è costante. Le interazioni interne al sistema non
cambiano la sua quantità di moto totale.

liM /J ►Vale la pena sottolineare il ruolo critico della terza legge di New­
ton nella derivazione dell’Equazione 9.13. La legge di conservazione della
quantità di moto è una conseguenza diretta del fatto che le interazioni all’in­
terno di un sistema isolato sono coppie azione/reazione di forze. <
Matematicamente, la legge di conservazione della quantità di moto per un
sistema isolato si scrive:

P f= P i (9.14)
Legge di conservazione della quantità di moto per un sistema isolato

La quantità di moto totale dopo un urto è uguale alla quantità di moto


totale prima dell’urto. Poiché l’Equazione 9.14 è un’equazione vettoriale,
l’uguaglianza è vera per ciascuna delle componenti del vettore quantità di
moto; cioè.
9.4 La conservazione della quantità di moto 275

Quantità di moto finale Quantità di moto iniziale

comiJonenie,t..... ♦(p\x)[ + (P2x)( + (PXx)f "l----- (/^li)i + i P l x ) i + i P ì x ) \ + • • •


♦ ♦ ♦
Particella 1 Particella 2 Particella 3 (9.15)
♦ ♦ ♦
componente >........*(Piy)( + ( p 2y ) ( + iP3y)f + • • • = (Piy)i + ( p 2y), + (Pìy)i + ‘ ’

ESEMPIO 9.5 Velocità di due pattinatori sul ghiaccio che si respingono


I due pattinatori, Sandra e Davide, stanno uno di fronte alPaltro prima della spinta è P, = 0, in quanto entrambi i pattinatori
su una pista di pattinaggio senza attrito. Sandra ha una massa di sono fermi. Di conseguenza, la quantità di moto totale sarà
45 kg, Davide di 80 kg. Ad un certo istante i due pattinatori si ancora uguale a zero dopo la spinta reciproca.
respingono reciprocamente. Dopo la spinta, Sandra si allontana
SOLUZIONE Dal momento che il movimento è solo nella dire­
ad una velocità di 2.2 m/s. Qual è la velocità di Davide?
zione jc, considereremo solo la componente della quantità di
IMPOSTAZIONE I due pattinatori interagiscono tra di loro, moto lungo Passe x. Scriviamo la quantità di moto iniziale di
ma formano un sistema isolato perché, per ogni pattinatore, la Sandra come (p^)j = dove è la sua massa e (Vj^)jla
forza normale verso Paltò esercitata dal ghiaccio si bilancia sua velocità iniziale. Allo stesso modo, scriviamo la quantità
con la loro forza peso verso il basso di modo che Fjoi = 0. Così di moto iniziale di Davide come Entrambe
la quantità di moto totale del sistema formato dai due pattina­ queste quantità di moto sono pari a zero in quanto entrambi i
tori si conserva. pattinatori sono inizialmente fermi.
La F IG U R A 9 .1 7 mostra una descrizione visiva prima-e-dopo Ora possiamo applicare il principio della conservazione
dei due pattinatori che si respingono. La quantità di moto totale della quantità di moto, cioè l’Equazione 9.15. Scrivendo la
quantità di moto finale di Sandra come ^ quella di
F IG U R A 9.1 7 Descrizione visiva prim a-e-dopo dei due
Davide come abbiamo
pattinatori che si respingono.

"»s( VS;c)f + "Id( ‘'D.r)f = ">s( >'S*)i + ">d( Vdj,)ì = 0


La quantità di moto ... è uguale alla loro ... che
finale dei pattinatori... quantità iniziale ... era nulla.

Risolvendo l’equazione per troviamo


me 45 kg
(vD^)f = - — (*'S;.)f = - T^r;- X 2.2 m/s = -1 .2 m/s
mi) ou Kg
Davide si muove verso sinistra con una velocità di 1.2 m/s.
Si noti che non abbiamo avuto bisogno di conoscere tutti i
particolari circa la forza d’interazione tra Davide e Sandra per
trovare la velocità finale di Davide. È il principio della conser­
vazione della quantità di moto che ci porta a questo risultato.
VERIFICA Sembra ragionevole che Sandra, la cui massa è
inferiore a quella di Davide, abbia una velocità finale più alta.

STRATEGIA DI RISOLUZIONE Problem i sulla conservazione


D E I P R O B L E M I 9 1 della quantità di m oto

Possiamo usare la legge di conservazione della quantità di moto per mettere


in relazione le quantità di moto e le velocità dei corpi dopo un’interazione
con i loro valori prima dell’interazione.
IM P O S T A Z IO N E Definiamo chiaramente il sistema.
■ Se possibile, scegliamo un sistema isolato = 0) o uno nel quale le
interazioni sono sufficientemente brevi e intense che si possono ignorare
le forze esterne per tutta la durata dell’interazione (approssimazione
impulsiva). In tale situazione la quantità di moto si conserva.
■ Se non è possibile scegliere un sistema isolato, proviamo a dividere il
problema in diverse parti in modo tale che la quantità di moto si conservi
almeno durante una di queste parti. Le altre parti del moto possono essere
analizzate utilizzando le leggi di Newton o, come si vedrà nel Capitolo
10, il principio di conservazione dell’energia.
Seguendo il riquadro Strategia e tattica 9.1, disegniamo una descrizione visiva
prima-e-dopo. Definiamo i simboli che saranno usati nel problema, elenchiamo
le grandezze conosciute e identifichiamo le incognite da trovare.
Continua
276 CAPITOLO 9 La quantità di moto

SOLUZIONE Le equazioni matematiche si basano sulla legge di conserva­


zione della quantità di moto, TEquazione 9.15. Dato che generalmente cer­
chiamo i valori delle velocità dei corpi, usualmente si usa l’Equazione 9.15
nella forma equivalente
+ ••• = + ■■■
m,(v,Pr + + .. . = + •••

VERIFICA Verifichiamo che il risultato abbia le corrette unità di misura, sia


ragionevole e risponda alla domanda.

ESEMPIO 9.6 Conviene fuggire su un carrello?


Bob sta scappando dalla polizia e pensa di poter fuggire più FIGURA 9.18 Descrizione visiva prima-e-dopo di Bob e del
velocemente saltando su un carrello fermo davanti a lui. Corre carrello.
verso il carrello, ci salta sopra e continua ad avanzare insieme
ad esso lungo la strada piana. Bob ha una massa di 75 kg e la Prima: Dopo:
massa del carrello è di 25 kg. Se la velocità di Bob è 4.0 m/s
quando salta sul carrello, qual è la velocità del carrello subito
dopo che Bob vi è salito sopra?
IMPOSTAZIONE Quando Bob atterra e si ferma sul carrello,
ha luogo una “collisione’’ tra Bob e il carrello. Se consideriamo
il sistema costituito da Bob e il carrello, le forze in gioco in
questa collisione, le forze di attrito tra i piedi di Bob ed il car­
rello, sono forze interne. Poiché la forza normale è bilanciata
dalla forza peso di Bob e del carrello, la forza totale esterna sul
sistema è pari a zero, quindi la quantità di moto totale di Bob Nella seconda equazione abbiamo considerato che Bob e il car­
-F carrello si conserva: è la stessa prima e dopo la collisione. rello si muovono alla stessa velocità (v^)^ Eguagliando la quan­
La descrizione visiva nella f ig u r a 9.18 mostra un impor­ tità di moto totale finale ed iniziale abbiamo
tante punto: Bob e il carrello si muovono insieme dopo che
Bob è atterrato su di esso. Dopo la collisione quindi entrambi
proseguono con la stessa velocità finale Risolvendo per (v^)^ troviamo
ma 75 kg
SOLUZIONE Per trovare la velocità finale di Bob e del car­ (^ )f= (''bjt)ì ~ X 4.0 m/s = 3.0 m/s
rello, useremo il principio di conservazione della quantità di + ''k: ' 100 kg
La velocità del carrello è di 3.0 m/s subito dopo che Bob vi è
moto: = ). In termini delle quantità di moto individuali,
salito sopra.
abbiamo
= m„(vJ , + (^ ), = VERIFICA Ha senso che Bob abbia perso velocità perché ha
dovuto condividere la sua quantità di moto iniziale con il car­
Oni/s
rello. Saltare sul carrello non è quindi una buona strategia di
+ m ^ivX = (Wb + fuga!

Da notare la facilità di quest’approccio! Nessuna forza, nessuna equazione


cinematica, nessun sistema di equazioni. Perché non ci abbiamo pensato
prima? Anche se le leggi di conservazione sono davvero potenti, possono
rispondere solo ad alcune domande. Se avessimo voluto sapere di quanto Bob
scivolasse sul carrello prima di fermarsi su di esso, quanto fosse durata la sci­
volata, o quale fosse l’accelerazione del carrello durante la collisione, non
saremmo stati in grado di trovare una risposta usando questa legge di conser­
vazione. C’è un prezzo da pagare quando si trova una semplice correlazione tra
prima e dopo e il prezzo è la perdita di informazioni sui dettagli dell’intera­
zione. Se siamo soddisfatti di sapere solo il prima e dopo, allora le leggi di
conservazione sono un modo semplice e diretto per procedere. Ma molti pro­
blemi ci impongono di comprendere l’interazione, e per questi non si possono
evitare le leggi di Newton e tutto ciò che esse comportano.

Scelta del sistem a


Come primo passo, nel riquadro Strategia di risoluzione dei problemi 9.1, si
richiede la definizione chiara del sistema. Questo è bene sottolinearlo, perché
molti errori nella risoluzione dei problemi nascono proprio dal tentativo di appli-
9.4 La conservazione della quantità di moto 277

care il principio della conservazione della quantità di moto a un sistema inade­


guato. L’obiettivo è quello di scegliere un sistema la cui quantità di moto si
conserva. Anche in tal caso, è la quantità di moto totale del sistema che si con­
serva, non le quantità di moto delle singole particelle che compongono il sistema.
NeH’Esempio 9.6, abbiamo scelto come sistema Bob e il carrello. Perché
questa scelta? Vediamo cosa sarebbe successo se avessimo scelto come sistema
solo Bob, come mostrato nella f ig u r a 9 . 1 9 . Come il diagramma di corpo libero FIGURA 9.19 Un'analisi del sistema
mostra, non appena Bob atterra sul carrello, ci sono tre forze che agiscono su costituito dal solo Bob.
di lui: la forza normale n del carrello su Bob, la sua forza peso P, e una forza Il ciirrello esercita
di attrito / csub carrello su Bob. Quest’ultima forza è da trattare in modo Sistema una for/.a di attrito y
approfondito. Sappiamo, nel momento in cui atterra, che i piedi di Bob eserci­ su Bob i)rieiitata
verso sinistra.
tano una forza di attrito verso destra A su c sul carrello; è questa forza di attrito \ i c su B
che fa sì che il carrello acceleri. Per la terza legge di Newton, poi, il carrello
esercita una forza verso sinistra / csub su Bob.
11 diagramma del corpo libero della Figura 9.19 mostra che vi è una forza
totale su Bob orientata verso sinistra. In questa situazione, il sistema costituito
dal solo Bob non è isolato, e la quantità di moto di Bob non si conserva. Sap­
piamo, infatti, che Bob rallenta dopo l’atterraggio sul carrello, quindi la sua
quantità di moto evidentemente diminuisce.
Se avessimo scelto il carrello come sistema, la forza orientata verso destra /g q
di Bob sul carrello non sarebbe stata bilanciata e avrebbe prodotto una forza totale
diversa da zero. In questa situazione la quantità di moto del carrello non si sarebbe
conservata; infatti, sappiamo che questa aumenta dato che il carrello accelera.
Solo scegliendo come sistema Bob e il carrello insieme, risulta che la forza
totale sul sistema è zero e la quantità di moto totale si conserva. La quantità di
moto persa da Bob è acquistata dal carrello, quindi la quantità di moto totale
dei due resta invariata.

Esplosioni
U n’esplosione, dove le particelle del sistema si allontanano l’una dall’altra
dopo una breve, intensa interazione, è l’opposto di una collisione. Le forze
esplosive, che potrebbero scaturire dall’espansione di una molla o dalla dilata­
zione di gas caldi, sono forze interne. Se il si.stema è isolato, la sua quantità di
moto totale durante l’esplosione sarà conservata.

ESEMPIO 9.7 La velocità di rinculo di un fucile


Una palla di massa di 30 g viene sparata da un fucile giocattolo, FIGURA 9.20 Descrizione visiva prima-e-dopo dello sparo di
caricato a molla, di massa di 1.2 Kg, con una velocità di 15 m/s. un fucile giocattolo.
Qual è la velocità di rinculo del fucile? Prima: mp = 0.030 kg
IMPOSTAZIONE Durante il tempo in cui la palla si muove
lungo la canna, si instaura un complicato sistema di forze
esercitate sulla palla e sul fucile. Tuttavia, se prendiamo come
sistema la palla + il fucile, tutte queste forze sono interne e non
cambiano la quantità di moto totale del sistema.
Le forze esterne dovute al peso della palla e del fucile sono
compensate dalla forza esterna esercitata dalla persona che Dopo:
imbraccia il fucile, così = 0. Questo sistema è isolato,
quindi vale la legge di conservazione della quantità di moto. = 15 m/s
La FIGURA 9.20 mostra una descrizione visiva prima-e-dopo (VF.)f
dello sparo della palla. Assumeremo che la palla sia sparata Incognita: (vp^)f
lungo l’asse x con direzione positiva. Risolvendo per la velocità del fucile, si trova
SOLUZIONE La componente lungo l’asse x della quantità di mp 0.030 kg
moto totale è Tutto il sistema si trova nella con­ (»'F^)f = ----- (*'p^)f = - -j-TT— X 15 m/s = -0.38 m/s
Wp 1.Z kg
dizione di riposo prima che venga premuto il grilletto, per cui
la quantità di moto iniziale è zero. Dopo che il grilletto viene 11 segno meno indica che il rinculo del fucile avviene verso
premuto, la forza interna sprigionata dalla molla spinge la palla sinistra. Il modulo della velocità di rinculo è 0.38 m/s.
lungo la canna e spinge il fucile all’indietro. La legge di con­ VERIFICA I fucili veri sparano le pallottole a una velocità
servazione della quantità di moto ci dice che molto più alta e, corrispondentemente, il rinculo sarà più alto.
1 tiratori devono proteggersi dal colpo che ricevono dal fucile
contro la loro spalla.
278 CAPITOLO 9 La quantità di moto

FIGURA 9.21 La propulsione di un Non sapremmo da dove cominciare per risolvere un problema di questo tipo
razzo è un esempio del principio di con le leggi di Newton. L’Esempio 9.7 è un problema di facile soluzione, se è
conservazione della quantità di moto.
affrontato dal punto di vista del prima-e-dopo di una legge di conservazione.
La quantità di moto totale
La selezione di palla -I- fucile come “sistema” è stato il passaggio cruciale. Per
del sistema è pari a zero e
quindi il razzo priKcdc in usare il principio di conservazione della quantità di moto in modo utile,
avanti quando i gas sono abbiamo dovuto selezionare un sistema in cui tutte le forze complicate relative
Prima: espulsi in direzione
alla molla e alFattrito fossero forze interne. Il fucile di per sé non è un sistema
isolato, quindi la sua quantità di moto non si conserva.
Dopo: Più o meno lo stesso ragionamento spiega come un razzo o un aereo a rea­
zione accelera. La f ig u r a 9.21 mostra un razzo con un serbatoio di carburante
Ì"{ = Pr +Pa = 0 a bordo. La combustione converte il carburante in gas molto caldo che è
Gas espulso dal motore del razzo. Se scegliamo come sistema il razzo + il gas,
)UStilH
combusti allora la combustione e l’espulsione sono associate a forze interne. Nello spa­
Il sistema è il razzo isi
espulsi h<
ip o
■Hil carburante zio profondo non ci sono altre forze per cui la quantità di moto totale del
sistema razzo + gas si conserva. 11 razzo incrementa sia la sua velocità in avanti
che la sua quantità di moto, grazie al fatto che i gas di .scarico sono espulsi in
direzione opposta, ma la quantità di moto totale del sistema rimane nulla.
Molte persone trovano difficile capire come un razzo possa es.sere in grado
di accelerare nel vuoto dello spazio, poiché non c’è niente contro cui e.sercitarc
una spinta. Pensando in termini di quantità di moto, si può vedere che il razzo
non spinge contro qualco.sa di esterno, ma solo contro i gas espulsi dalla parte
posteriore. In cambio, in conformità con la terza legge di Newton, i gas spin­
gono in avanti il razzo.

La propulsione dei calamari BK)


I calamari usano una forma di “propulsione
a razzo” che gli permette di fare rapidi
PAUSA DI RIFLESSIONE 9.5 In un tubo rigido, a seguito di un’esplosione, tre
movimenti per sfuggire ai nemici o per
catturare le prede. Il calamaro aspira sfere sono sparate fuori dalle sue e.stremità. Una sfera di 6 g fuoriesce dall’e­
l’acqua, attraverso una coppia di valvole stremità destra. Una sfera di 4 g fuoriesce dall’e.stremità sinistra con il doppio
poste nella sua guaina esterna, o mantello, della velocità di quella da 6 g. Da quale estremità, sinistra o destra, fuoriesce
quindi la espelle rapidamente attraverso un
la terza sfera?
imbuto, ottenendo una spinta all’indietro.

9.5 Urti anelastici


Gli urti possono avere diversi risultati possibili. Una palla di gomma che cade
sul pavimento rimbalza (l’urto è elastico), ma una palla di argilla rimane ferma
a terra senza rimbalzare; chiamiamo una tale collisione anelastica. Una mazza
da golf nel colpire la pallina fa sì che questa rimbalzi via (urto elastico), ma un
proiettile che colpisce un blocco di legno vi rimane conficcato (urto anela­
stico).
Una collisione in cui i due corpi rimangono attaccati insieme e poi si muo­
vono con una velocità finale uguale è chiamata urto perfettamente anela­
FIGURA 9.22 Un urto perfettamente
anelastico. stico. La palla di argilla che cade sul pavimento e il proiettile che si conficca
I due corpi si avvicinano e si urtano.
nel legno sono esempi di urti perfettamente anelastici. Altri esempi possono
es.sere dei vagoni ferroviari che si compenetrano al momento dell’impatto e le
Prima:
O m, nì2
freccette che si conficcano nel bersaglio. La f ig u r a 9.22 pone in risalto il fatto
che i due corpi, dopo l’urto, hanno la stessa velocità finale. (Abbiamo dise­
gnato i corpi in movimento finale verso destra, ma dopo l’urto avrebbero
potuto muoversi anche ver.so sinistra, in funzione delle masse e delle velocità
1 corpi rimangono attaccali c si muovono insieme.
iniziali degli stessi).
Dopo: In altri tipi di urti, i due corpi rimbalzano l’uno contro l’altro. Abbiamo
esaminato alcuni esempi di questo tipo di collisioni, ma un’analisi completa
Le masse hanno la stessa richiede alcune conoscenze sull’energia. Impareremo di più su urti ed energia
combinate nt\ + m2 velocità finale nel Capitolo 10.
9.5 Urti anelastici 279

ESEMPIO 9.8 Un urto perfettamente anelastico tra vagoni ferroviari


Nella preparazione di un treno composto da diversi vagoni, due verso destra, quindi (v,^). è positiva e vale 1.5 m/s. I vagoni si
di questi, con masse di 2.0 • 10^ kg e 4.0 • 10’ kg, vengono muovono verso sinistra dopo l’urto, quindi la loro velocità
convogliati Tuno verso Taltro. Quando si toccano, si aggan­ finale è la stessa ed è (v^)^ = -0.25 m/s. Si può notare che la
ciano e rimangono collegati insieme. 11 vagone più leggero ha velocità (v^)j deve essere negativa per poter “far tornare indie­
una velocità iniziale di 1.5 m/s; Turto fa sì che questo torni tro” il primo vagone (attaccato al secondo).
indietro con una velocità di 0.25 m/s. Qual era la velocità ini­ SOLUZIONE La legge di conservazione della quantità di moto,
ziale del vagone più pesante? (P^)^ = (/^^)j, si può scrivere come
IMPOSTAZIONE Consideriamo i due vagoni come particelle
e definiamo, come sistema, l’insieme dei due. Questo è un
sistema isolato, quindi la sua quantità di moto totale si conserva Dove abbiamo sfruttato il fatto che le due masse com­
nella collisione. I due vagoni rimangono collegati l’uno all’al- binate tra di loro, si muovono insieme dopo l’urto. A questo
iro, quindi questo è un urto perfettamente anelastico. punto possiamo facilmente risolvere l’equazione per la velo­
La FIGURA 9.23 mostra una descrizione visiva. Abbiamo cità iniziale del secondo vagone di massa 4.0 • 10^ kg.
scelto di far muovere il vagone di massa 2.0 • 10^ kg (vagone 1)
FIGURA 9.23 Descrizione visiva prim a-e-dopo di due vagon i (m, +wi2)(vA~'»l(>'u)i
(V2x)i =
ferroviari che collidono fra di loro lu n go un binario. ÌÌÌ2
Prima: (6.0- l0‘'kg)(-0.25m /s)-(2.0 • 10“' kg)( 1.5 m/s)
m, = 2.0 • 10*’ kg ;„2 = 4.0 • 10** kg 4.0 • 10“ kg
(vu)i= 1.5 m/s (V2x)i
◄— = —1.1 m/s
Ipwl
Il segno negativo indica che il vagone più pesante aveva una
velocità iniziale verso sinistra.
Dopo:
mi + m2 VERIFICA II passo più importante per risolvere i problemi
(Vj^)f = -0.25 m/s sugli urti anelastici è notare che entrambi i corpi, dopo l’urto,
p o n ^ n si muovono alla stessa velocità. Si dovrebbe, quindi, scegliere
un unico simbolo (in questo caso, (v_^)^) per la velocità finale
Incognita: (v2 ,)j in comune.

PAUSA DI RIFLESSIONE 9.6 Le due particelle nella figura si urtano e rimango­


no attaccate Luna alLaltra. Dopo la collisione, le particelle unite
A. Si muovono verso destra come
^ 2.5 m/s 1.5 m / s ^ /-> ^ ? ? ?
mostrato.
B. Si muovono verso sinistra. «■40 >^8 Prima «•««'^8 Dopo
C. Rimangono ferme.

9.6 La quantità di moto e gli urti


in due dimensioni
I nostri esempi finora si sono limitati a moti lungo una singola direzione. Molti
esempi pratici di conservazione della quantità di moto si svolgono viceversa su
un piano. La quantità di moto totale P è la somma vettoriale delle quantità di
moto p = mv delle singole particelle. Di conseguenza, come mostrato
neirÈquazione 9.15, la quantità di moto si conserva solo se ogni componente
di P si conserva:

+ + + + ' ■■
I passi indicati nella Strategia di risoluzione dei problemi 9.1 si applicano Gli urti e le e sp lo sio n i sp e sso
anche alla conservazione della quantità di moto in due dimensioni. rigu ardan o moti in due dim ensioni.
280 CAPITOLO 9 La quantità di moto

ESEMPIO 9.9 Analisi deirattacco di un falco pellegrino


Il falco pellegrino spesso afferra la sua preda dall’alto mentre = (0.80 kg)(-18 m/s)(cos 45°) 4- (0.36 kg)(-9.0 m/s)
enU-ambi, falco e preda, sono in volo. Un falco, volando a 18 m/s, = -13.4 kg m/s
piomba da dietro e con un angolo di 45° su un piccione che vola
In modo analogo, per la componente lungo l’asse y della quan­
in orizzontale a 9.0 m/s. Il falco ha una massa di 0.80 kg e il pic­
tità di moto iniziale abbiamo
cione una massa di 0.36 kg. Quali sono la velocità e la direzione
del falco (con il piccione tra gli artigli) subito dopo l’impatto? = "*p(V i Vi^ ^
IMPOSTAZIONE Si tratta di un urto perfettamente anelastico, = (0.80 kg) (-18.0 m/s) (sin 45°) = -10.2 kg • m/s
perché dopo la collisione il falco ed il piccione si muovono
uniti con la stessa velocità. La quantità di moto totale del Dopo la collisione, i due uccelli volano alla stessa velocità v
sistema falco + piccione si conserva. Per un urto bidimensio­ che ha un angolo a rispetto all’orizzontale. La componente x
nale, ciò significa che le componenti lungo l’asse x della quan­ della quantità di moto finale è quindi
tità di moto totale, prima e dopo l’urto, devono essere uguali, e
similmente le componenti lungo l’asse >^. La f ig u r a 9.24 è una (/>,), = (m,, + mp)(v^),
descrizione visiva prima-e-dopo. Il principio di conservazione della quantità di moto richiede
FIGURA 9.24 Descrizione visiva prìm a-e-dopo di un falco che = quindi
che cattura un piccione.
(P^)i -13.4 kg-m/s
(v.)f = = —11.6 m/s
mp 4- nip (0.80 kg) 4- (0.36 kg)
Allo stesso modo, (P^^=(P^., quindi
_ -10.2 kg-m/s
= -8.79 m/s
“ mp + mp ~ (0.80 kg) + (0.36 kg)
Dalla figura si deduce che tan a = (vp/(v_^)p quindi
-8.79 m/s\

11 modulo della velocità finale può essere calcolato ap


il teorema di Pitagora ovvero
V= V(v,)f2 + (v„)f2
= V ( - 11.6 m/sf + (-8.79 m/sf = 15 m/s
(v^f

SOLUZIONE Inizieremo col trovare le componenti x t y della Quindi subito dopo l’impatto il falco, insieme con il suo pasto,
quantità di moto prima dell’urto. Per la componente lungo vola a una velocità di 15 m/s con un angolo di 37° sotto l’asse
l’asse jc abbiamo orizzontale.
(Le componenti di entrambe le velocità
La componente .r della sono negative, dato che queste sono VERIFICA È ragionevole che il falco rallenti dopo aver cattu­
quantità di moto iniziale ... dirette verso sinistra) rato il più lento piccione. È corretto anche che l’angolo finale
sia più vicino all’asse orizzontale rispetto all’angolo iniziale
(P jj)i = m p(vp^)i + m p(vp^)i = m p (-V p C O S 6 ) + m p(—Vp) di volo del falco. Tutto ciò è ragionevole dato che il piccione
stava volando in direzione orizzontale, rendendo così il vettore
... è uguale alla componente x della...... più la componente x della quantità
quantità di moto totale più orizzontale rispetto alla direzione
quantità di moto iniziale dei falco ... di moto iniziale del piccione. della quantità di moto iniziale del falco.

FIGURA 9.25 1vettori quantità di m oto È istruttivo esaminare questa collisione osservando un disegno dei vettori delle
durante Tattacco del falco. diverse quantità di moto. I vettori Pf e Pp prima dell’urto e la loro somma
P = P f 4- pp, sono mostrati nella f i g u r a 9 .25 . Possiamo vedere che il vettore quan­
La quantità di moto tità di moto totale forma un angolo di 37° con l’asse negativo delle x Le singole
totale è la .stessa prima quantità di moto variano durante la collisione, ma la quantità di moto totale no.
cdo[x> furto. ......

P = Pf +pp
9.7 II momento angolare
Per una singola particella, possiamo pensare alla legge di conservazione della
quantità di moto come un modo alternativo di enunciare la prima legge di
Newton. Invece di dire che una particella continuerà a muoversi lungo una
linea retta a velocità costante, salvo che una forza totale non agisca su di essa,
possiamo dire che la quantità di moto di una particella isolata si conserva.
Entrambe le leggi esprimono Tidea che una particella che si muove in linea
retta tende a “continuare ad andare avanti” salvo che qualcosa non agisca su di
essa per cambiarne lo stato di moto.
9.7 II momento angolare 281

Un altro tipo di moto importante che abbiamo studiato è il moto circolare. La


quantità di moto p non si conserva per una particella che si muove di moto cir­
colare. La quantità di moto è un vettore, e la quantità di moto di una particella
che si muove circolarmente varia come varia la direzione del moto.
Tuttavia, la ruota di una bicicletta da “spinning” continuerebbe a girare se
non fosse per l’attrito e una palla in movimento circolare alla fine di una corda
tende ad “andare avanti” su un percorso circolare. La quantità che esprime
questo concetto per il moto circolare è chiamata momento angolare.
Cominciamo osservando un esempio dalla vita quotidiana: l’azione di spin­ FIGURA 9.26 Applicando una coppia alla
gere una giostra, come nella figura 9.26. Se spingiamo tangenzialmente al bordo, giostra, la ragazza sta aumentando il
suo momento angolare.
stiamo applicando un momento alla giostra. Come abbiamo imparato nella
SEZIONE 7.5, la vekx:ità angolare della giostra continuerà ad aumentare per tutto
il tempo in cui questo momento verrà applicato. Se spingiamo con più forza (mag­
giore momento) oppure per un tempo più lungo, avremo un maggiore aumento
della sua vekx:ità angolare. Come possiamo quantificare quanto osservato?
Applichiamo un momento costante alla giostra per un tempo A/. Di
quanto aumenterà la vekx:ità angolare della giostra? Nella Sezione 7.5 abbiamo
scoperto che l’accelerazione angolare a è data dall’equivalente rotazionale
della seconda legge di Newton, o
a = -y (9.16)
dove / è il momento di inerzia della giostra.
Ora l’accelerazione angolare è la variazione della velocità angolare al
variare del tempo, cioè
Aco
a= (9.17)
Uguagliando le Equazioni 9.16 e 9.17, si ha
Aft> _ T|(„
A/ /
o equivalentemente
Ttot Ai = / Aw (9.18)
Se richiamiamo il teorema dell’impulso per il moto lineare:
Al = m Av = A/J (9.19)
possiamo osservare che l’Equazione 9.18 è un principio analogo riguardante il
moto rotazionale. F^)iché la quantità loj è evidentemente l’equivalente rotazio­
nale di mv, la quantità di moto p, sembra ragionevole definire il m om ento
angolare L come

L = Io) (9.20)
Momento angolare di un corpo avente momento
d’inerzia / che ruota con una velocità angolare (o
Le unità di misura del momento angolare nel Sistema Internazionale sono
quelle del momento d’inerzia moltiplicate per quelle della velocità angolare,
ovvero kg • mVs.
Come un corpo in movimento lineare può avere una grande quantità di TABELLA 9 .2 Dinamica lineare e rota­
moto, avendo o una grande massa oppure un’alta velocità, così un corpo in zionale
rotazione può avere un grande momento angolare avendo o un elevato Dinamica rotazionale Dinamica lineare
momento d’inerzia o una grande velocità angolare. La giostra nella Figura 9.26 Momento t tot Forza 4 ,
ha un momento angolare più grande se ruota velocemente anziché lentamente. Momento di inerzia / Massa m
Inoltre, la giostra (grande /) ha un momento angolare molto più grande di
Velocità angolare co Velocità V
quello di una trottola (piccolo /) che ruota con la stessa velocità angolare.
Momento angolare Quantità di moto
La Tabella 9.2 riassume le analogie tra grandezze lineari e rotazionali che
abbiamo imparato nel Capitolo 7 e aggiunge l’analogia tra quantità di moto e L = l(o p = mv
momento angolare.

Conservazione del mom ento angolare


Avendo ora definito il momento angolare, possiamo riscrivere l’Equazione
9 .18 come segue
r A t = AL (9.21)
282 CAPITOLO 9 La quantità di moto

in perfetta analogia con l’equivalente dinamico lineare (Equazione 9.19). Questa


equazione indica che la variazione del momento angolare di un corpo è propor­
zionale al momento totale applicato al corpo. Se il momento totale esterno appli­
cato a un corpo è nullo, allora la variazione del momento angolare è anch’essa
nulla. Vale a dire, un coipo in rotazione continua a ruotare con momento ango­
lare costante fino a quando un momento esterno non agisce su di esso. Questa
conclusione è nota come legge di conservazione del momento angolare:

L e gge di conservazione del m om e n to angolare 11 momento angolare


di un corpo non soggetto a un momento totale esterno = 0) si conserva. 11
momento angolare finale è uguale al momento angolare iniziale L.

Spesso considereremo un sistema che è composto da più di un corpo rotante.


In questo caso si definisce il m om ento angolare totale come la somma dei
momenti angolari di tutti i corpi del sistema. Se nessun momento totale esterno
agisce sul sistema, il principio matematico della legge di conservazione del
momento angolare è quindi

Momenti di inerzia e velcK'itù angolari iniziali (i) e tìnali (0 del corpo 1

+ ( / 2 ) f ( ‘0 2 ) f + • • • = (/l)i(tt» ,)i + (/2 )i(0 )2 )i + (9.22)

Momenti di inerzia e velocità angolari iniziali (i) e finali (0 del corpo 2

Ricordiamo che il momento d’inerzia di un corpo dipende non solo dalla


sua massa, ma anche da come la massa è distribuita nel corpo. Se, per esem­
pio, un bambino su una gio.stra si sposta più vicino al suo centro, il suo
momento d’inerzia diminuirà. Nell’Equazione 9.22 abbiamo considerato la
possibilità che i momenti d’inerzia iniziali e finali di un corpo possano non
essere gli stessi.

ESEMPIO 9.10 Il periodo di una giostra


Joey, la cui massa è di 36 kg, è al centro di una giostra di massa SOLUZIONE Utilizziamo la legge di conservazione del
200 kg che compie una rotazione ogni 2.5 s. Mentre la giostra momento espressa dall’Equazione 9.22. Il momento angolare
è in rotazione, Joey si sposta fino al bordo della giostra, a 2.0 m iniziale è
dal suo centro. Qual è il periodo di rotazione della giostra 1 2 1 2
quando Joey si è spostato sul bordo? f'I = (7jocy)i(«*>Jocy)i + (/giostra )i(<^giostra)i = 0 * -f -MR^ù}^ = ~ M R 0),

IMPOSTAZIONE Prendiamo come sistema Joey + giostra In questo caso abbiamo utilizzato il fatto che sia Joey che la
ed assumiamo che la giostra si muova senza attrito. Non c’è giostra hanno la stessa velocità angolare iniziale, che abbiamo
momento esterno su questo sistema, quindi il momento ango­ indicato con o).. Analogamente, il momento angolare finale è
lare del sistema si conserva. Come mostrato nella descrizione
visiva della f ig u r a 9.27, immaginiamo la giostra come un disco Lf = (/joey)l*'f+ (4ioslra)|*'f= +\ m R^<0 i = ( m R ^ + ^ M R ^ j<Uf
uniforme di raggio R = 2.0 m. Dalla Tabella 7.1, il momento di
inerzia di un disco è 7^= . Se pensiamo a Joey come una dove (Oj è la velocità angolare finale di Joey e della giostra.
particella di massa w, il suo momento di inerzia è zero quando La legge di conservazione del momento angolare afferma che
si trova al centro, ma diventa mR^ quando raggiunge il bordo. Lj = di modo che
FIGURA 9.27 Descrizione visiva della giostra. (^mR^ +
Prima: Dopo: ù)( Semplificando /?’ e risolvendo per si ha

La velocità angolare ed il periodo di rotazione sono legati


dalla seguente relazione
277 277
0). = — = — —= 2.51 rad/s
' t; 2.5 s
Quindi la velocità angolare finale è
200 kg
;)(2.5
“ I 200 k g + 2(36 k g ) ," ' *' ■ ' **
Continua
9.7 II momento angolare 283

Quando Joey raggiunge il bordo, il periodo della giostra VERIFICA La giostra gira più lentamente dopo che Joey si è
aumenta a spostato verso il bordo. Ciò ha senso perché, se il momento
d’inerzia del sistema aumenta, come avviene quando Joey si
I tt
T —— — = 3.4s muove verso l’estemo, la velocità angolare deve diminuire per
o>f 1.85rad/s mantenere costante il momento angolare.

La quantità di moto di una particella isolata è costante. Dato che la sua f ig u r a 9.28 Una pattinatrice che ruota
massa non cambia, anche la sua velocità è costante. Al contrario, il momento stessa.
d’inerzia di un singolo corpo in rotazione può cambiare, se le mutue posizioni M^^niento di inerzia aito; bassa velocità di rotazione
delle sue parti vengono variate. Così, la velocità angolare di un corpo in rota­
zione può cambiare, anche se il suo momento angolare si conserva, se il suo
momento d’inerzia cambia. Ad esempio, non essendoci momenti esterni attivi,
il momento angolare di un tuffatore, lanciatosi da una piattaforma, si conserva
mentre è in aria. Proprio come per Joey e la giostra dell’Esempio 9.10, il tuffa­
tore gira lentamente quando il suo momento di inerzia è grande; diminuendo il
suo momento di inerzia, aumenta la velocità di rotazione. I tuffatori possono
così aumentare notevolmente la loro velocità di rotazione, modificando la
posizione del loro corpo da tesa a carpiata, a raggruppata. Anche i pattinatori
aumentano la loro velocità di rotazione diminuendo il loro momento di inerzia, Momento d'inerzia basso; alta velocità di rotazione
come mostrato nella f ig u r a 9.28. Il seguente esempio tratta in maniera sempli­
ficata questo processo.

ESEMPIO 9.11 Analisi della rotazione di una pattinatrice


Una pattinatrice su ghiaccio gira sulla punta delle sue lame, tenendo un peso di 5.0
kg in ogni mano. Inizia stendendo le braccia all’infuori e le sue mani si trovano a una
distanza di 140 centimetri l’una dall’altra. Mentre gira a 2.0 giri/s, tira i pesi a sé
portando le mani vicino alle spalle; la distanza tra i pesi si riduce a 50 cm. Se trascu­
riamo la massa della pattinatrice, quanto velocemente gira dopo aver tirato i pesi
verso di sé?
IMPOSTAZIONE Non c’è alcun momento esterno che agisce sul sistema definito
come la pattinatrice e i pesi, così il loro momento angolare si conserva. La f ig u r a
9.29 mostra una descrizione visiva dall’alto.

FIGURA 9.29 Descrizione visiva dall'alto della rotazione di una pattinatrice su


ghiaccio.

SOLUZIONE I due pesi hanno la stessa massa, si muovono circolarmente con lo


stesso raggio e hanno la stessa velocità angolare. Così il momento angolare totale
è il doppio di quello di un singolo peso. La legge di conservazione del momento
angolare, = 1. è
Ci sono due pesi.

(2 mrf^)co( = (2 mr^)ù)\

Dato che la velocità angolare è legata alla frequenza di rotazione /dalla relazione co
= Ijrf, questa equazione si semplifica a

Quando la pattinatrice tira a sé i pesi,, la sua frequenza


freque di rotazione aumenta a
v2
/ QiTP fjl j ^ 2 q rev/s = 16 rev/s
\0.25 m / Continua
284 CAPITOLO 9 La quantità di moto

VERIFICA Tirando a sé i pesi la patti natrice aumenta la propria velocità di rotazione da


2 giri/s a 16 giri/s. Questo valore è realisticamente troppo elevato perché abbiamo
trascurato la massa della pattinatrice, ma dà un’idea di come i pattinatori “accelerano
la loro rotazione” spostando la loro massa verso l’asse di rotazione.

In questo esempio, nonostante la massa della pattinatrice sia maggiore della


massa dei pesi, trascurare la massa della pattinatrice non è una cattiva appros
simazione. Il momento d’inerzia dipende dal quadrato della distanza tra la
massa e l’asse di rotazione. La massa della pattinatrice è concentrata intorno al
suo tronco, che ha un raggio effettivo (cioè, dove la maggior parte della massa
è concentrata) di soli 9 o IO cm. I pesi si muovono su cerchi molto più grandi
e hanno un’influenza molto maggiore sul suo moto.
Risolvere uno qualsiasi dei due esempi precedenti con le leggi di Newton
.sarebbe molto diffìcile. Avremmo a che fare con le forze interne, come i piedi
di Joey contro la gio.stra, c altre complicazioni. Per problemi come questi, dove
ci interessano .soltanto gli aspetti del movimento prima-e-dopo, usare una
legge di con.scrvazione rende la risoluzione molto più semplice.

► L'occhio di un ciclone Quando le masse d’aria dalle zone esterne, che


ruotano lentamente, sono attratte verso il centro a bassa pressione, il loro
momento di inerzia diminuisce. Poiché il momento angolare di queste masse
d’aria si conserva, la loro vekKità deve aumentare avvicinandosi al centro, ciò
comporta alte velocità del vento vicino al centro della tempesta.

PAUSA Di RIFLESSIONE 9.7 La figura ù)f--


di sinistra mostra due ragazzi di massa
uguale in piedi a metà strada dal bordo
di una piattaforma girevole che ruota li­
beramente a una velocità angolare co.. I
due ragazzi si spostano fino a collocarsi
come indicato nella figura a destra. La velocità angolare finale oj^ c
A. Più grande di co.. B. Più piccola di co.. C. Uguale a co..

ESEMPIO INTEGRATO 9.12 Antincendio aereo


Un incendio in una foresta è più facile da spegnere quando è b. Qual è fimpulso impres.so aH’aeroplano dall’acqua?
appena iniziato. In località remote, questo spesso significa c. Qual è la forza media e.sercitata dall’acqua sul l’aeroplano?
dover usare gli aerei per trasportare rapidamente grandi quan­ d. L’aereo vola quindi sulla zona di fuoco a 40 m/s. Scarica
tità di acqua e di soppressori del fuoco. l’acqua aprendo i portelloni nella sua parte inferiore, per­
mettendo all’acqua di cadere verso il basso rispetto all’ae­
roplano. Qual è la vekx:ità dell’aereo dopo avere scaricato
l’acqua se .servono 5.0 s per farlo?
IMPOSTAZIONE Po.ssiamo ri.solvere la parte a. e più tardi la
parte d, utilizzando il principio della conservazione della quan­
tità di moto, come descritto nel riquadro Strategia di risolu­
zione dei problemi 9.1. Dovremo scegliere il sistema con cura,
in modo che ^tol = (). 11 solo aeroplano non è un sistema ade­
gualo per l’applicazione del principio di conservazione della
Il “Superscooper” è un aereo anfibio che può caricare fino a
quantità di moto; quando l’aereo carica l’acqua, questa esercita
6000 kg di acqua sfiorando la superfìcie di un fiume o di un
una grande forza di resistenza esterna sull’aeroplano, quindi
lago, raccogliendo l’acqua direttamente nei suoi serbatoi.
^lot non è sicuramente zero. Invece, dovremmo scegliere come
Quando si avvicina alla superficie dell’acqua ad una velcKità di
sistema l’aeroplano e l’acqua che .sta per caricare. In questo
35 m/s, un Superscooper vuoto ha una massa di 13(KM) kg.
modo non vi .sono forze esterne lungo la direzione x e la forza
a. Ci vogliono 12 s per fare il pieno di acqua. Se si ignora totale lungo la direzione y è zero, dato che né l’aeroplano né
la forza e.sercitata sull’aereo dalla .spinta delle sue eliche, l’acqua accelerano in modo apprezzabile in questa direzione
qual è la velocità dell’aereo subito dopo aver caricato durante il processo di caricamento dell’acqua. Le forze che
l’acqua? ' interagiscono tra l’aeroplano e l’acqua sono piuttosto compii-
9.7 II momento angolare 285

cale, ma ora sono interne e non cambiano la quantità di moto Qui abbiamo considerato che la velocità iniziale dell’acqua è
totale del sistema aereo + acqua. zero e che alla fine, come in una collisione anelastica, l’aero­
Avendo scelto questo sistema, seguiamo i passi suggeriti plano e l’acqua sono un unico corpo in movimento con velocità
nel riquadro Strategia e tattica 9.1 per impostare la descrizione (v^)^ Risolvendo per (v^)^ troviamo
visiva prima-e-dopo mostrata nella f ig u r a 9.30.
ftip(ypx)i ( ^3 000 kg)(35 m/s)
(v.)f = nip + mw = 24 m/s
FIGURA 9.30 Descrizione visiva dell'aeroplano (p) e ( 13 000 kg) 4- (6(X)0 kg)
dell'acqua (w). b. Il teorema dell’impulso è = Ap^, dove Ap^ = Wp Av^ è la
Prinun:
variazione della quantità di moto dell’aeroplano. Si ha
y^ = m,Av^ = m,[(v),-(Vp,),]
= (13 000 kg)(24 m/s —35 m/s) = -1.4* 10*^ kg • m/s
c. Dalla definizione dell’impulso dell’Equazione 9.1, abbiamo
Acqua da caricare Jj, -1 .4 - 10^ kg • m/s
'6000 (f'mcéh = ^ = --------- ^ ------= - 1 2 000 N

d. Poiché l’acqua cade verso il basso rispetto alVaeroplano,


dopo : Inccgiuta : la sua componente lungo l’asse x della velocità non cambia
prima e dopo essere rilasciata. In altre parole, la semplice
apertura del serbatoio non fa sì che l’acqua acceleri o ral­
lenti orizzontalmente, così la quantità di moto orizzontale
dell’acqua non cambia dopo essere stata rilasciata. Poiché la
Le parti b e c sono problemi riguardanti l’impulso, quindi quantità di moto totale del sistema aereo + acqua si conser­
per risolverli applicheremo il teorema dell’impulso (Equazione va, anche la quantità di moto dell’aeroplano deve rimanere
9.8). 11 teorema governa la dinamica di un singolo corpo, in invariata. La velocità dell’aeroplano dopo il rilascio dell’ac­
questo caso l’aeroplano, sotto l’azione di forze esterne, in que­ qua è ancora di 40 m/s.
sto caso applicate dall’acqua.
VERIFICA La massa dell’aeroplano è circa il doppio di quella
SOLUZIONE a. La legge di conservazione della quantità di
dell’acqua, quindi la significativa riduzione della sua velo­
moto lungo l’asse jcè
cità, quando carica l’acqua, è ragionevole. La forza esercitata
dall’acqua sull’aeroplano è grande, ma è ancora soltanto circa
ossia il 10% della forza peso dell’aeroplano {mg = 130000 N) così la
(wi,, + +0 risposta sembra ragionevole.
286 CAPITOLO 9 La quantità di moto

RIEPILOGO
Obiettivo: imparare quanto concerne l'impulso, la quantità di moto ed una nuova strategia di risoluzione dei problemi
basata sulle leggi di conservazione.

PRIIMCIPi GENERALI ^
Leggi di conservazione Risoluzione di problemi sulla conserva­
Quando una quantità rimane la stessa prima e dopo zione della quantità di moto
un’interazione, diciamo che tale quantità si conserva. IMPOSTAZIONE Scegliamo un sistema isolato oppure un
Conservazione della quantità di moto sistema che sia isolato almeno per una parte del problema.
Disegniamo una descrizione visiva del sistema prima-e-dopo
La quantità di moto totale P = P\ P2 di una sistema l’interazione.
isolato - su cui la forza totale è nulla ■ è costante.
SOLUZIONE Scriviamo la legge di conservazione della quantità
Pf=Pr di moto in termini delle componenti vettoriali:
Conservazione del momento angolare
Il momento angolare L di un corpo oppure di un sistema di 0»,x),+ (/^ + • •■= (Pu\ + (/Vi + • • •
corpi in rotazione, su cui è esercitato un momento esterno (/'l,)| + (/’jA + • ••= + (Piji + •■■
totale pari a zero, è costante. Quindi In termini di masse e velocità, abbiamo
L = L
" ' l ( ‘'u ) f + V f + • ••= " ' l ( ‘'l.)l + '« Z V , + •••
L’equazione precedente può essere scritta anche come relazione Wi(Vi^, + • •• = + /«,( V - + •• •
tra i momenti di inerzia e le vekx;ità angolari io iniziali e finali
VERIFICA II risultato è ragionevole?
• • • = f/, +• (ì ^). + +...

CONCETTI IMPORTANTI ^
Quantità di moto p = mv v■ » Sistema Un gruppo di particelle che
interagiscono tra loro
Impulso = area sotto la curva della forza
Sistema isolato Un sistema su cui si esercita
L’impulso e il momento una forza esterna totale pari a zero.
sono legati dal teorema Descrizione visiva prima-e-dopo della situazione
deirìmpulso
Definiamo il sistema.
Usiamo due disegni per mostrare il (Vu)i (V2Ji
sistema prima-e-dopo l’interazione. Priniu: m\ Q ) »
h
Que.sto è un modo
alternativo per enunciare la seconda legge di Newton. Elenchiamo le informazioni note e (V | ,)f (V 2 ,)f

identifichiamo quello che stiamo Do|)u: a>—


Momento angolare L = Ico è l’analogo rotazionale cercando di trovare.
della quantità di moto p = mv.

APPLICAZIONI A
Urti Due o più particelle interagiscono. In un Due dimensioni Entranibe le componenti della
urto perfettamente anelastico, dopo l’urto le (D— (V|x)i (V 2 i)i
quantità di moto totale P, lungo l’asse jc e si
particelle rimangono unite e si muovono con la con.servano, dando luogo a due equazioni simultanee.
stessa velocità finale.

G hViir - - - V
Esplosioni Due o più particelle si allontanano o (D -
l’una daH’altra. (V u )f (V2i)r
t
Domande 287

La difficoltà del problema è indicata con I (facile) fino a Hill (molto difficile). I problemi contrassegnati come INT integrano in maniera
significativa concetti esposti nei capitoli precedenti; i problemi contrassegnati con BK) sono di interesse medico o biologico.

D O M A N D E

D o m a n d e concettuali 9. Probabilmente sai che è più confortevole prendere una


palla da baseball se si indossa un guanto imbottito. Spie­
1. Classifica in ordine, dal più grande al più piccolo, le quan­ gane il motivo, utilizzando i concetti di quantità di moto e
tità di moto da a dei corpi illustrati nella Figura d’impuLso.
D9.1. Spiega il perché. 10. Agli albori della missilistica,
qualcuno affermò che i razzi
20 g 20 g
non potevano volare nello spa­
zio esterno, poiché non c’era
Q - 2m/s l’aria contro cui i razzi potes­
lOg lOg 0.1 m/s sero spingere. Supponi di essere
stalo uno dei primi investigatori
2m/s E ^hI m/s- nel campo della missilistica e
di aver incontrato qualcuno che
FIGURA D9.1
faceva questo ragionamento.
2. Partendo da una posizione di riposo, il corpo 1 è soggetto Come avresti convinto la persona che i razzi potevano
a una forza di 12 N per 2.0 s. 11 corpo 2, con il doppio viaggiare nello spazio?
della massa, è sottoposto ad una forza di 15 N per 3.0 11. Due pattinatori, Megan e Ja.son, si respingono reciproca­
s. Quale corpo ha la velocità finale maggiore? Spiega il mente sulla pista di ghiaccio che supponiamo priva d’at­
perché. trito. La ma.ssa di Jason è il doppio di quella di Megan.
3. Un carrello di plastica del peso di 0.2 kg e uno di piombo a. Quale pattinatore, fra i due, sperimenta il maggior
del peso di 20 kg rotolano senza attrito su una superficie impulso durante la spinta? Spiega il perché.
orizzontale. Entrambi i carrelli sono spinti in avanti con la b. Quale pattinatore, fra i due, ha la maggiore velocità
stessa forza per un tempo di 1 s, partendo da fermi. Dopo dopo la spinta? Spiega il perché.
che la forza è rimossa a t = 1 s, la quantità di moto del car­ 12. Supponiamo che una palla di gomma e una di acciaio colli­
rello di plastica è maggiore, minore o uguale alla quantità dano. Quale fra le due riceve l’impulso più grande? Spiega
di molo del carrello di piombo? Spiega il perché. il perché.
4. Due dischi, di massa m e 4w, si trovano su un tavolo senza 13. Stando fermo su un campo da basket, lanci la palla a un
attrito. Applicando la stessa forza, entrambi i dischi sono compagno di squadra. Perché, come conseguenza del lan­
spinti in avanti per una distanza di 1 m. cio, non ti sposti all’indietro? La legge di conservazione
a. Quale disco impiega più tempo per percorrere la della quantità di moto è violata?
di.stanza di 1 m? Spiega il perché. 14. Per vincere un premio alla festa del paese, stai cercando di
b. Quale disco ha la maggiore quantità di moto dopo aver abbattere un pesante birillo da bowling lanciandogli con­
percorso la distanza di 1m? Spiega il perché. tro un corpo. Se dovessi scegliere se utilizzare una palla
5. Un razzo esplode dividendosi in tre pezzi. Un pezzo si di gomma o un .sacchetto di fagioli di uguali dimensioni e
dirige verso est; un secondo verso nord. Quale dei vettori massa, cosa sceglieresti? Spiega il perché.
della Figura D9.5 potrebbe essere la velocità del terzo 15. Classifica nell’ordine, dal più grande al più piccolo,
pezzo? Spiega il perché. i momenti angolari da L, a delle palle mostrate nella
Figura D9.15. Spiega il perché.

FIGURA D9.5

6. Due studenti sono fermi e si trovano l’uno di fronte all’al­


FIGURA D9.15
tro .su pattini che supponiamo essere privi di attrito. Ad un
certo istante cominciano a scambiarsi una pesante palla 16. Monica si trova sul bordo di una piattaforma circolare che
lanciandola Funo verso l’altro. Descrivi il loro moto. ruota lentamente attorno a un asse senza attrito. Cammina
7. Un carrello di massa 2 kg, muovendosi verso destra a 3 poi verso il bordo opposto, passando per il centro della
m/s, urta un altro carrello di massa 3 kg che si sta muo­ piattaforma. Descrivi il movimento della piattaforma men­
vendo verso sinistra. Dopo la collisione, entrambi i carrelli tre Monica si spo.sta.
sono fermi. Qual era la velocità iniziale del carrello di 17. Se la Terra si riscalderà in modo significativo, le calotte
massa 3 kg? polari si scioglieranno. L’acqua si sposterà dai poli,
8. Le automobili sono progettate prevedendo delle “zone di vicina all’asse di rotazione della Terra, e si diffonderà
deformazione’’ destinate a collassare in caso di urto. Per­ per tutto il globo. In linea di principio, questo cam­
ché un produttore dovrebbe progettare una parte della mac­ bierà la durata del giorno. Perché? La durata del giorno
china in modo da col lassare in caso di urto? aumenterà o diminuirà?
288 CAPITOLO 9 La quantità di moto

18. I dischi mostrati nel­ 23. Il Due blocchi, con masse am, = 2.5 kg e /AI2= 14 kg, si avvi­
la Figura D9.18 hanno cinano l’uno all’altro lungo un percorso orizzontale privo di
massa uguale. 11momen­ attrito. Le velocità iniziali dei blocchi sono v, = 12.0 m/s
to angolare del disco 2, diretta verso destra e = 3.4 m/s verso sinistra. 1due blocchi
a destra, è più grande, poi si scontrano e rimangono attaccati insieme. Quale dei
più piccolo o uguale a grafici riportati nella Figura D9.23 potrebbe rappresentare la
quello del disco 1, a si­ forza esercitata dal blocco 1 sul blocco 2 durante l’urto?
nistra? Spiega il per­ FIGURA D9.18
ché. ^'(N) F(N)
30 000- 30-
20 000- 20-
10000- 10 -
D o m a n d e a risp o sta m u ltipla 0- - /( m s ) 0 - / (ms)
0 10 20 30 40 50 0 10 20 30 40 50
19. Ili curling è uno sport che si gioca con pietre da 20 kg che
scivolano su una superficie ghiacciata. Supponiamo che F(N) C. F(N) D.
300- 3000-
una pietra da curling, scivolando sul ghiaccio a 1 m/s, ne
200- 2000-
colpisca un’altra, in precedenza ferma, e si arresti in 2 ms. 100 - 1000 -
Approssimativamente, quanta forza si esercita sulla pietra 0- - /( m s ) 0- - /( m s )
durante l’impatto? 0 10 20 30 40 50 0 10 20 30 40 50
A. 200 N B. 1000 N C. 2000N D. 10000 N FIGURA D9.23
20. I Due palle sono
24. I Un piccolo disco scivola verso destra
appese a delle corde. - Q t * ---
con quantità di moto su una superfi­ Pi
La prima palla di
cie orizzontale, supposta senza attrito,
massa 1.0 kg è tirata
come mostrato nella Figura D9.24. Una A.
verso sinistra e rila­
forza è applicata al disco per un breve
sciata, raggiungendo
tempo, dopodiché la sua quantità di
una velocità di 2.0
moto diventa P f. Quale delle frecce eti­ FIGURA D9.24
m/s nella posizione
chettate con le lettere A-D, indica la direzione dell’impulso
più bassa dell’arco FIGURA D9.20
che è stato impresso al disco?
percorso. Poi, come mostrato nella Figura D9.20, colpisce
25. I Una palla rossa, inizialmente ferma, è colpita simultane­
e rimane attaccata all’altra palla. La velocità della cop­
amente da una palla blu proveniente da ovest verso est a 3
pia subito dopo l’urto è di 1.2 m/s. Qual è la massa della
m/s e da una palla verde proveniente da est verso ovest a 3
seconda palla?
m/s. Tutte e tre le palle hanno massa uguale. Dopo l’inte­
A. 0.67 kg B. 2.0 kg C. 1.7 kg D. 1.0 kg
razione, la palla rossa si muove verso sud e la palla verde
21. I La Figura D9.21 mo.stra due blocchi che scivolano su una
verso est. In quale direzione si muove la palla blu?
superficie priva di attrito. Ad un certo istante il blocco più pic­
A. Ovest
colo raggiunge quello più grande, lo urta e vi rimane attaccato.
B. Nord
Qual è la velocità dei due blocchi dopo la collisione?
C. Tra nord e ovest
A. v/2 B. 4v/5 C. V. D. 5W4 E. 2v.
D. Tra nord e est
2vi E. Tra sud e ovest
3//J
26. Il Una giostra di 4.0 m di diametro, con un momento d’i­
FIGURA D9.21 nerzia di 400 kg • m^, ruota liberamente con una velocità
angolare di 2.0 rad/s. Ryan, la cui massa è di 80 kg, corre
22. I Due amici stanno seduti in una canoa ferma. A t = 3.0 s
sul terreno intorno al bordo esterno della giostra nella dire­
la persona seduta nella parte anteriore lancia un sacco alla
zione opposta alla sua rotazione. Continuando a muoversi,
persona seduta nella parte posteriore, che prende il sacco
Ryan salta direttamente sul bordo della giostra, portandola
0.2 s più tardi. Quale tracciato nella Figura D9.22 mostra la
(insieme a se stesso) ad arrestarsi. Qual era la velocità di
velocità dell’imbarcazione in funzione del tempo? La velo­
Ryan nel momento in cui è saltato sulla giostra?
cità in avanti ha segno positivo, quella all’indietro negativo.
A. 2.0 m/s
Trascura qualsiasi forza esercitata dall’acqua sulla canoa.
B. 4.0 m/s
C. 5.0 m/s
D. 7.5 m/s
E. 10 m/s
27. Il Un disco ruota liberamente intorno a un asse verticale con
una velocità angolare di 30 rpm. Un disco identico ruota
sopra di esso nello stesso senso attorno allo stesso asse, ma
senza toccare il disco inferiore, a 20 rpm. Ad un certo istante
il disco superiore cade sul disco inferiore. Dopo un breve
periodo di tempo, a causa dell’attrito, i due dischi ruotano
insieme. Qual è la velocità angolare finale dei dischi?
A. 50 rpm
B. 40 rpm
C. 25 rpm
3.0 3.2 3.0 3.2 D. 20 rpm
FIGURA D9.22 E. IO rpm
Problemi 289

P R O B L E M I
Sezione 9.1 L'impulso La Figura P9.8 mostra la forza esercitata dalla parete sulla
palla durante la collisione. Qual è il valore di il valore
Sezione 9.2 La quantità di moto e il teorema dell’impulso
massimo della forza di contatto durante furto?
1. I A quale velocità una bicicletta e il suo ciclista, con una 9. Il Un bambino viaggia su una slitta alla velocità di 1.5
massa totale di 100 kg, hanno la stessa quantità di moto di m/s verso destra. Riesci a fermare la slitta esercitando una
una macchina di massa 1500 kg che viaggia a 1.0 m/s? spinta per 0.50 s in direzione opposta al suo moto. Se la
2. I Una palla da tennis di massa 57 g è servita a una velo­ massa di bambino e slitta è di 35 kg, quale forza media
cità di 45 m/s. Se la palla parte da ferma, che impulso è devi applicare per fermare la slitta? Utilizza i concetti di
impresso dalla racchetta alla palla? impulso e quantità di moto.
3. li Uno studente lancia una palla di neve da 120 g a una 10. Ili Un disco da hockey scivola sul ghiaccio a 12 m/s. Una
velocità di 7.5 m/s contro un muro laterale della scuola, mazza gli imprime un impulso di 4.0 kg • m/s, portando il
sulla quale la palla rimane attaccata dopo averla colpita. di.sco a invertire la sua direzione nel sen.so opposto e con la
Qual è Tampie/za della forza media sul muro se la durata stessa velocità in modulo. Qual è la massa del disco?
della collisione è di 0.15 s? 11.1 Nelfambito di una verifica di sicurez/.a, due automobili di
4. mi Nella Figura P9.4, per quale valore di viene impresso massa di 14(X) kg vengono fatte schiantare contro due diverse
un impulso di 6.0 N • s? barriere alla vekx:ità di 20 m/s. Trovare le forze medie eserci­
tate (a) sulrautomobile che colpisce una fila di barili di acqua
e impiega 1.5 s per fermarsi e (b) sulfautomobile che colpi.scc
una bturiera di cemento e impiega 0.10 s per fermarsi.
12. Il Durante una partita di baseball della Lega Giovanile, la
palla di massa 145 g raggiunge il battitore con una velocità
di 15.0 m/s. 11 battitore colpisce la palla, e questa lascia la
mazza con una velocità di 20.0 m/s esattamente nella dire­
/(ms) zione opposta.
a. Qual è l’ampiezza delfimpulso impresso dalla mazza
FIGURA P9.4 alla palla?
5. I Una slitta e il suo conducente hanno una massa totale di b. Se la mazza rimane in contatto con la palla per 1.5
80 kg e scivolano su una superficie ghiacciata, orizzontale ms, qual è l’intensità della forza media esercitata dalla
e priva di attrito, a una velocità di 4.0 m/s. Ad un certo mazza sulla palla?
istante la slitta passa su una zona di ghiaccio ruvida, ral­
lentando fino a 3.0 m/s. Quale impulso viene impresso alla
Sezione 9.4 Conservazione della quantità di moto
slitta dalla forza di attrito nella zona ruvida?
13. mi Un piccolo carrello di massa 100 g si muove con una
velocità di 1.20 m/s su una pista priva di attrito quando si
Sezione 9.3 Risoluzione dei problemi su impulso e quantità
scontra con un carrello fermo più grande, di massa 1.00 kg.
di moto
Dopo l’urto, il carrello piccolo rincula a 0.850 m/s. Qual è
6. Il Utilizza il teorema deirimpulso per trovare quanto la velocità del carrello più grande dopo la collisione?
tempo serve perché una pietra che cade verso il basso 14. Il Un uomo in piedi .su una superficie ghiacciata priva
aumenti la sua velocità da 5.5 m/s a 10.4 m/s. di attrito .spara con un fucile in orizzontale. La massa
7. Il a. Un corpo di massa 2.0 kg si muove verso destra con dell’uomo con il fucile è di 70 kg e la mas.sa del proiettile
una velcK'ità di 1.0 m/s quando gli viene applicata la è di 10 g. Se il proiettile lascia la canna ad una velocità di
forza mostrata nella Figura P9.7a. Quali sono la velo­ 5(K) m/s, qual è la velocità finale dell’uomo dopo lo sparo?
cità del corpo e la .sua direzione alla fine delfapplica- 15. Ili Un blocco di legno di massa 2.7 kg è posato su un tavolo
zione della forza? privo di attrito. Un proiettile di massa 3.0 g, sparato oriz­
b Rispondi a questa domanda per la forza mostrata zontalmente a una velocità di 500 m/s, attraversa comple­
nella Figura P9.7b. tamente il blocco, e fuoriesce con una velocità di 220 m/s.
Qual è la velocità del blocco subito dopo l’uscita proiettile?
(a) (b )
/\(N ) t\ (N) 16. I Un uomo sta comprimendo una molla tra due pesi. Un
2-
pe.so ha una massa di 2.3 kg, l’altro una massa di 5.3 kg.
2 -
L’uomo mantiene fermi i due pesi, ma poi perde la presa
e i pesi volano via in direzioni opposte. 11 più leggero dei
-/(.s) -/(s)
due è lanciato alla velocità di 6.0 m/s. Qual è la velocità del
peso più pesante?
-2- -2
17. Il Un vagone ferroviario di massa 10(KK) kg sta viaggiando
a 2.(K) m/s quando un carico di massa 4000 kg di ghiaia
FIGURA P9.7 improvvisamente vi cade dentro. Qual è la velocità del
8. mi Una palla da tennis vagone subito dopo aver caricato la ghiaia?
di mas.sa 60 g colpi­ 18. I Un vagone ferroviario scoperto di massa 50(K) kg sta
sce un muro con una viaggiando sulle rotaie, supposte senza attrito, a 22.0 m/s
velocità iniziale di 32 /(ms) quando inizia una pioggia battente. Pochi minuti dopo, la
m/s e rimbalza indietro velocità del vagone è di 20.0 m/s. Che massa d’acqua si è
con la stessa velocità. FIGURA P9.8 accumulata nel vagone?
290 CAPITOLO 9 La quantità di moto

19. I Un cacciatore di massa 55 kg, in piedi su una superficie 29. Il Due particelle si scontrano e rimbalzano via. La Figura
ghiacciata priva di attrito, spara un proiettile di massa 42 g P9.29 mostra le quantità di moto iniziali di entrambe le par­
a una velocità di 620 m/s. Qual è la velocità di rinculo del ticelle e la quantità di moto finale della particella 2. Qual è
cacciatore? la quantità di moto finale della particella 1? Mostra la tua
20. Il Un cane di massa 9.5 kg si addormenta in una canoa e risposta copiando la figura e disegnando il vettore quantità
si sveglia scoprendo che la canoa è andata alla deriva sul di moto finale sulla figura.
lago, ma adesso è ferma. 11cane cammina lungo la canoa a py (kg • m/s)
0.50 m/s, rispetto all’acqua, e la canoa si muove simultane­
amente nella direzione opposta a 0.15 m/s. Qual è la massa
della canoa?
(kg • m/s)
Sezione 9.5 Urti anelastici
21. Il Un uccello di massa 300 g in volo a una velocità di 6.0
m/s vede un insetto del peso di 10 g che si dirige dritto verso
di lui con una velocità di 30 m/s. L’uccello apre la bocca e
approfitta di un buon pasto. Qual è la velocità dell’uccello 30. Il Una palla di argilla di massa 20 g lanciata verso est a 2.0
immediatamente dopo aver mangiato l’insetto? m/s si scontra con una palla di argilla di massa 30 g lanciata
22. Il Un giocatore di baseball di massa 71 kg salta verso l’alto a 30° a sud di ovest a una velocità di 1.0 m/s. Qual è la
per prendere una palla lanciata con forza. Se la palla di velocità in modulo, direzione e verso della risultante massa
massa 140 g si muove orizzontalmente a 28 m/s e la presa di argilla del peso di 50 g?
viene effettuata quando il giocatore di baseball si trova nel Il Un petardo in una noce di cocco esplode e la rompe in
punto più alto del suo salto, qual è la velocità del giocatore tre pezzi. Due parti di uguale massa volano via in direzioni
subito dopo la presa? perpendicolari tra loro, la prima verso sud, la seconda
23. Ili Un bambino alla mensa vuole spingere un cartone del verso ovest, entrambe con una velocità di 20 m/s. Il terzo
latte vuoto lungo un tavolo da pranzo colpendolo con una pezzo ha due volte la massa degli altri due. Qual è la sua
pallina di carta accartocciata di massa 3.0 g. Se vuole che la velocità in modulo, direzione e verso?
velocità del cartone di massa 20 g, subito dopo essere stato
colpito dalla pallina di carta, sia di 0.30 m/s, qual è la velo­
cità che deve avere la sua pallina nell’urto con la scatola? Sezione 9.7 II momento angolare
(supponi l’urto perfettamente anelastico)
32. Ili Qual è il momento angolare della Luna che ruota intorno
24. I 11 freno di stazionamento di una Cadillac di massa 2000
INT alla Terra? La massa della Luna è di 7.4 • 10"‘ kg e orbita a
kg è in avaria e, lentamente, a una velocità di 1.6 km/h, si
3.8 • lO’^m dalla Terra.
sta avvicinando a un gruppo di bambini piccoli. Vista la
33. Ili Una bambina va sulla giostra per la prima volta e vuole
situazione, ti rendi conto di avere solo il tempo sufficiente
che sua madre di massa 47 kg stia accanto a lei durante il
per portare la tua Volkswagen di massa 1000 kg a collidere
giro, a 2.6 m dal centro della giostra. Se la velocità di sua
frontalmente con la Cadillac e salvare i bambini. A quale
madre è di 4.2 m/s mentre la giostra è in movimento, qual
velocità dovresti investire la Cadillac per fermarla?
è il suo momento angolare rispetto al centro della giostra?
25. I Un blocco di massa 2.0 kg scivola lungo una superficie
34. Il Qual è il momento angolare rispetto all’asse della barra
priva di attrito a una velocità di 1.0 m/s. Un secondo blocco,
rotante di massa 500 g nella Figura P9.34?
scivolando a una velocità di 4.0 m/s, collide con il primo da
dietro e vi rimane attaccato. La velocità finale dei due bloc­ 120rpm
chi uniti è di 2.0 m/s. Qual era la massa del secondo blocco?
26. Il Erica (36 kg) e Danny (47 kg) stanno rimbalzando su
un tappeto elastico. Quando Erica raggiunge il punto più
alto del suo rimbalzo, Danny le passa accanto muovendosi Asse
verso l’alto a una velocità di 4.1 m/s. Proprio in questo
istante, lui afferra lei e la trattiene. Qual è la loro velocità,
subito dopo che lui l’ha afferrata?
FIGURA P9.34 FIGURA P9.35
Sezione 9.6 La quantità di moto e gli urti in due dimensioni
35. Qual è il momento angolare rispetto all’asse del disco
27. Ili A uno spettacolo sul selvaggio west, un tiratore spara un rotante di massa 500 g e di diametro uguale a 4.0 cm nella
proiettile verso una moneta di massa 12 g che è stata get­ Figura P9.35?
tata in aria. Il tiratore punta il fucile con un angolo di 45° 36. I I tuffatori variano la posizione del proprio corpo in aria
rispetto all’orizzontale, poi spara un proiettile di massa 15 BIO mentre effettuano delle rotazioni rispetto al loro centro di
g con una velocità di 550 m/s. Appena la moneta raggiunge massa. In un tuffo, il tuffatore si stacca dal trampolino con
il suo punto più alto, il proiettile la colpisce e rimbalza via, il suo corpo in posizione quasi eretta, poi assume una posi­
imprimendo alla moneta una velocità di 120 m/s in dire­ zione raggruppata. Se il momento di inerzia del tuffatore in
zione perfettamente verticale. Con quale angolo, misurato posizione eretta è 14 kg • m^ e in posizione raggruppata è
rispetto al piano orizzontale, il proiettile rimbalza via dal 4.0 kg • m^ di quanto la sua velocità angolare è maggiore
punto di collisione? in posizione raggruppata rispetto alla posizione eretta?
28. mi Una palla di argilla di massa 20 g lanciata verso est a 3.0 37. Il Le pattinatrici su ghiaccio spesso finiscono i loro spet­
m/s urta contro una palla di argilla di massa 30 g lanciata BIO tacoli roteando su se stesse, con rotazioni molto veloci
verso nord a 2.0 m/s. Qual è la velocità in modulo, direzione rispetto al loro centro di massa, tenendo sia le braccia che
e verso della risultante massa di argilla di massa 50 g? le gambe intrecciate insieme. Alla fine della piroetta, le
Problemi 291

braccia si estendono verso l’estemo contemporaneamente 43. Ili La Figura P9.43 è un gra­
ad una gamba. Supponiamo che il momento di inerzia di tin fico della forza esercitata
una pattinatrice con le braccia in fuori e una gamba estesa dal pavimento su una donna
sia di 3.2 kg • m* e con braccia e gambe intrecciate sia di che fa un salto in verticale.
0.80 kg • ni“. Se lei inizia a girare a 5.0 giri/s, qual è la sua A quale velocità si stacca
velocità angolare (in giri/s) quando le braccia e una gamba da terra?
.sono distese verso Pesterno? Suggerimento: La forza
del pavimento non è l’unica forza che agisce sulla donna.
44. Il Una slitta .scivola lungo un piano orizzontale che ha un
P roblem i generali coefficiente di attrito dinamico pari a 0.25. La sua velocità
nel punto A è 8.0 m/s e nel punto B è 5.0 m/s. Applicare il
38. Ili Qual è Pimpulso impresso su una particella di massa
teorema dell’impulso per trovare quanto tempo impiega la
3.0 kg su cui si e.sercita la forza descritta dal grafico della
slitta per spostarsi da A a B.
Figura P.9.38?
45. Ili Una palla da baseball di massa 140 g si sta muovendo
^x(N) orizzontalmente verso destra a 35 m/s quando è colpita
1500 dalla mazza. La palla è rilanciata verso sinistra a 55 m/s,
KXX) con un angolo di 25® rispetto all’orizzontale. Quali sono
500- l’ampiezza, la direzione e il verso dell’impulso che la
0 ------— I
y A
— 1
o
^
i10
n
r- / (m.s) mazza imprime alla palla?
8
-5(X) 46. Il I calamari usano la propulsione a getto, una tecnica ver-
-KXX) BIO satile per muoversi in acqua. Un calamaro di massa 1.5 kg
da fermo espelle improvvisamente 0.10 kg di acqua all’in-
FIGURA P9.38 dielro per spostarsi rapidamente in avanti a una velocità
39. Ili Un aliante a molla di massa 600 g urta una molla che si di 3.0 m/s. Ignorando altre forze (come la forza di attrito
trova a una estremità della pista. La Figura P9.39 mostra dell’acqua) che agiscono sul calamaro, qual è la velocità
la velocità delPaliante e la forza esercitata su di esso dalla con cui il calamaro espelle l’acqua?
molla. Quanto dura il contatto tra l'aliante e la molla? 47. Ili 1fiori della pianta bunchberry si aprono con una forza e
BIO una velocità sorprendente, facendo sì che i granuli pollinici
(m/s) /\(N) vengano espulsi dal fiore in soli 0.30 ms con un’accelera­
36- zione di 2.5 • 10^ m/s^ Se l’accelerazione è costante, quale
impulso viene impresso ad un granulo pollinico con una
/(s)
massa di 1.0- 10'g?
' / (s)
A/
48. il a. Con quale velocità i granuli pollinici vengono espulsi
BIO da un fiore bunchberry? Per informazioni, vedere il
problema 47.
40. Il Lontano nello spazio, dove la gravità è trascurabile, un b. Supponi che 1000 granuli pollinici vengano espulsi
razzo di massa 425 kg, che viaggia a 75.0 m/s, accende i e vadano a sbattere su 11’addome di un’ape di massa
suoi motori. La Figura P9.40 mostra la forza di spinta in 5.0 g che volteggia proprio sopra il fiore. Se la col­
funzione del tempo. La massa persa dal razzo durante que­ lisione è perfettamente anelastica, qual è la velocità
sti 30.0 s è trascurabile. dell’ape subito dopo l'urto? È probabile che l’ape se
a. Quale impulso viene impresso al razzo dal motore? ne accorga?
b. In quale momento il razzo raggiunge la sua velocità 49. Ili Un giocatore di tennis muove la sua racchetta di massa
massima? Qual è la velocità massima? 1000 g con una velocità di 10 m/s. Que.sta colpisce una
Fy
palla da tennis di massa 60 g che si stava avvicinando ad
una velocità di 20 m/s. La palla rimbalza con una velocità
di 40 m/s.
a. Qual è la velocità della racchetta in movimento
subito dopo l’impaito? Trascura l’interazione della
racchetta con la mano per la breve durata della colli­
/(s) /(ms) sione.
10 b. Se la palla da tennis e la racchetta re.stano in contatto
FIGURA P9.40 FIGURA P9.41
per 10 ms, qual è la forza media che la racchetta eser­
41. Hill Una palla di massa 2(X) g, fatta cadere da un’altezza di cita sulla palla?
INI 2.0 m, rimbalza su un pavimento duro raggiungendo dopo
50. Il Una palla di argilla di massa 20 g è lanciata orizzontal­
il rimbalzo un’altezza di 1.5 m. La Figura P9.41 mostra mente a 30 m/s verso un blocco di massa 1.0 kg fermo su
l’impulso ricevuto dal pavimento. Qual è la massima forza una superficie priva di attrito. La palla di argilla colpisce il
blocco e vi rimane attaccata.
che il pavimento esercita sulla palla?
42. Hill Una palla di massa 200 g è fatta cadere da un’altezza a. Qual è la velocità del blocco e della palla di argilla
INT di 2.0 m e rimbalza su subito dopo l’urto?
un pavimento duro. b. Utilizza le velocità iniziali e finali del blocco per calco­
La forza esercitata dal lare l’impulso7psub che la palla di argilla imprime sul
pavimento sulla palla blocco.
è mostrata nella Figura c. Utilizza le velocità iniziali e finali della palla di argilla
P9.42. A che altezza per calcolare l’impulso 7psub che il blocco imprime
sulla palla di argilla.
rimbalza la palla? FIGURA P9.42
292 CAPITOLO 9 La quantità di moto

d. Idue impulsi soddisfano la relazione Jp^ub^ “ •^sup"? 59. Il Due pattinatori, con masse di 50 kg e 75 kg, si trovano
51. Il Dan sta andando sul suo skateboard a una velocità di INI al centro di una pista circolare di diametro uguale a 60 m. I
4.0 m/s. Improvvisamente salta alTindietro abbando­ pattinatori si respingono reciprocamente e scivolano fino ai
nando lo skateboard» dandogli una spinta in avanti che bordi opposti della pista di pattinaggio. Se il pattinatore più
imprime allo skateboard una velocità di 8.0 m/s. Sapendo pesante raggiunge il bordo in 20 s, quanto tempo impiega il
che la massa di Dan è di 50 kg e la massa dello skateboard pattinatore più leggero per fare la stessa cosa?
è di 5.0 kg, calcola la velocità di Dan quando i suoi piedi 60. Ili Una palla da biliardo è lanciata verso est a 2.00 m/s.
toccano il suolo. Una seconda identica palla da biliardo viene lanciata verso
52. I James e Sarah stanno fermi su un carrello aneli’esso ovest a 1.00 m/s. Le palle hanno un urto laterale, non fron­
fermo. La massa totale del carrello e dei passeggeri è di tale, in seguito al quale la seconda palla viene deviata di
130 kg e le ruote del carrello non subiscono nessun attrito. 90° e si dirige verso nord a 1.41 m/s. Qual è la velocità in
Ad un certo istante, contemporaneamente, James lancia modulo, direzione e verso della prima palla dopo furto?
una palla di massa 1.0 kg a Sarah a 4.5 m/s e Sarah lancia 61. mi Un proiettile di massa 10 g viene sparato in un blocco di
una palla di massa 0.50 kg a James a 1.0 m/s. (Entrambe le INT legno di massa 10 kg fermo su un tavolo di legno. Il blocco,
velocità sono misurate rispetto al suolo). 11 lancio di James con il proiettile incorporato, scivola per 5.0 centimetri
è verso destra e quello di Sarah verso sinistra. lungo il tavolo. Qual era la velocità iniziale del proiettile?
a. Mentre le due palle sono in aria, qual è la velocità in 62. IHUna tipica goccia di pioggia ha una massa molto più
modulo, direzione e verso del carrello e dei suoi passeg­ grande di una zanzara e cade molto più velocemente
geri? rispetto alla velocità di una zanzara in volo. Come fa una
b. Dopo che le palle vengono pre.se, qual è la velocità in zanzara a sopravvivere all’impatto? Recenti ricerche hanno
modulo, direzione e verso del carrello e dei suoi passeg­ trovato che furto tra una goccia di pioggia e una zanzara
geri? è perfettamente anelastico. Vale a dire, la zanzara è com­
53. Ili Ethan, la cui massa è di 80 kg, si trova in piedi a un’e­ pletamente inglobata nella gcx:cia di pioggia e fmi.sce per
stremità di un lungo carrello di massa 500 kg, fermo sulle viaggiare con la goccia di pioggia. Una volta che la velo­
sue ruote. Ad un certo istante, Ethan inizia a correre verso cità relativa tra la zanzara e la goccia è zero, la zanzara è in
l’altra estremità del carrello. Raggiunge presto la sua velo­ grado di distaccarsi e volare via.
cità massima di 8.0 m/s, misurata rispetto al carrello. Qual a. Una zanzara in volo è colpita da una goccia di pioggia
è la velocità del carrello quando Ethan ha raggiunto la sua che ha una massa 40 volte più grande di lei e cade a 8.2
velocità massima? m/s, velocità tipica di una goccia di pioggia in caduta.
54. UHUn piccolo carrello si muove lungo il pavimento senzoi Qual è la velocità della goccia di pioggia, con la zan­
attrito. Durante il suo moto, delle palle di argilla, ognuna delle zara inglobata, subito dopo furto, se questo è perfetta­
quali avente una massa uguale a un quarto di quella del car­ mente anelastico?
rello, sono la.sciate cadere sul carrello e rimangono fenrie su di b. Poiché una goccia di pioggia è morbida e deformabile,
esso. Quante palle devono essere la.sciate cadere perché il car­ la durata dell'urto è relativamente lunga ovvero 8.0 ms.
rello si muova a meno di un terzo della sua velocità iniziale? Qual è l’accelerazione media della zanzara, espressa
55. Il Tre vagoni ferroviari identici, collegati tra loro, si muo­ in g, durante furto? L’accelerazione di picco è circa il
vono verso est a 2.0 m/s. Un quarto vagone muovendosi doppio del valore trovato, ma f esoscheletro rigido delle
verso est a 4.0 m/s raggiunge i tre e si aggancia ad essi for­ zanzare le permette di .sopravvivere ad accelerazioni di
mando un treno di quattro vagoni. Un attimo dopo, il treno questa portata. Al contrario, gli esseri umani non possono
urta un quinto vagone che si trovava fermo sui binari e vi si sopravvivere a un’accelerazione superiore a circa 10 g.
aggancia per formare un treno di cinque vagoni. Qual è la 63. mi Un proiettile di massa 15 g è sparato a 610 m/s in un
velocità finale del treno di cinque vagoni? blocco di massa 4.0 kg che si trova fermo sul bordo di
56. I Un linehacker di massa 110 kg che corre a 2.0 m/s e un un tavolo di 75 cm di altezza. Il proiettile si conficca nel
quarterhack di 82 kg che corre a 3.0 m/s hanno uno scon­ blocco e lo spinge fuori dal tavolo. A che distanza dal punto
tro frontale a mezz’aria. Il linehacker afferra e trattiene il in verticale rispetto al bordo del tavolo atterra il blocco?
quarterhack. Dopo lo scontro chi finisce per andare avanti? 64. mi Un razzo di massa 1500 kg, utilizzato per le previsioni
57. II La maggior parte dei geologi ritiene che i dinosauri si INI meteorologiche, accelera verso l’alto a 10.0 m/s^ Il razzo
INT siano estinti 65 milioni anni fa, quando una grande cometa esplode 2.00 s dopo il decollo e si rompe in due frammenti,
o un asteroide colpì la Terra, sollevando tanta polvere che uno di massa due volte più grande dell’altro. Foto rivelano
il Sole rimase oscurato per un periodo di molti mesi. Sup­ che il frammento più leggero ha viaggiato verso l’alto ed
poniamo che un asteroide con un diametro di 2.0 Km e una ha raggiunto un’altezza massima di 530 m. Qual era la
massa di 1.0 • 10'^ kg colpisca la Terra con una velocità di velocità in modulo, direzione e verso, del frammento più
impatto di 4.0 • 10^ m/s. pesante .subito dopo l’esplosione?
a. Qual è la velocità di rinculo della Terra dopo tale colli­ 65. Il Due blcKchi di legno di massa 5(X) g si trovano su un tavolo,
sione? (Utilizza un sistema di riferimento in cui la Terra privo di attrito, a 2.0 m di distanza l'uno dall'altro. Un pro­
sia inizialmente ferma). iettile di massa 10 g è .sparato a 4(X) m/s verso i blocchi. II
b. Tale velocità che percentuale è rispetto a quella della proiettile attraversa tutto il primo blocco, c poi si conficca
Terra intorno al Sole? (Utilizza i dati astronomici ripor­ nel secondo. La velocità del primo bkx:co subito dopo l’in­
tati nella copertina posteriore). terazione col proiettile è pari a 6.0 m/s. Qual è la velocità del
58 mi Due pattinatori, con masse di 75 kg e 55 kg, stanno in secondo bkK'co dopcì che il proiettile si ferma al suo interno?
INI piedi l’uno di fronte alfaltro su un fiume ghiacciato largo 66 . I Un cannone di massa 495 kg spara una palla di massa
15 m. 1pattinatori si respingono reciprocamente, scivolano 10.0 kg a una velocità di 211 m/s rispetto alla bocca di
all’indietro verso i bordi del fiume, e raggiungono i bordi uscita. Il cannone è su ruote che rotolano senza attrito.
esattamente nello stesso momento. Che distanza ha per­ Quando il cannone spara, qual è la velocità della palla
corso il pattinatore di 75 kg? rispetto al suolo?
Problemi 293

67. Ili Laura, la cui massa è di 35 kg, salta orizzontalmente tirata giù fino a quando il disco si trova in rotazione su una
fuori da una canoa del peso di 55 kg con una velocità di circonferenza di 10 cm di raggio. Quanti giri al minuto com­
1.5 m/s rispetto alla canoa. Qual è la velocità della canoa pie il disco con questa nuova traiettoria?
subito dopo il suo .salto? 75. Il Una piattaforma girevole di massa 2.0 kg e diametro di 20
68. Il Una nave spaziale di massa 2.0 • W kg viaggia ad una cm ruota a 1(X) rpm poggiata su cuscinetti con attrito trascu­
velocità di 5.0 • 10^ m/s quando il reattore ad antimateria si rabile. Due blocchi, ognuno di massa 500 g, cadono dall’alto,
guasta, facendo esplodere la nave in tre pezzi. Una sezione, colpiscono il piatto contemporaneamente alle estremità oppo-
avente una massa di 5.0 • 10^ kg, è spinta all’indietro con una .ste di una sua diagonale, e rimangono attaccati. Qual è la velo­
velocità di 2.0 • 10^’ m/s. Un secondo pezzo, di massa 8.0 • cità angolare del piatto, in rpm, subito dopo questo evento?
IQ' kg, continua la sua corsa in avanti a 1.0 • 10^’ m/s. Qual è 76. Il Joey, dell’Esempio 9.10, si trova fermo sul bordo esterno
la velocità in modulo, direzione e verso del terzo pezzo? della giostra, supposta priva di attrito, della Figura 9.27. La
69. Ili Alla fiera del paese, Chris lancia una palla da baseball giostra è anch’essa ferma. Ad un certo istante, Joey comin­
di massa 0.15 kg contro una bottiglia di legno di massa cia a correre lungo il perimetro della giostra raggiungendo
2.0 kg, nella speranza di farla cadere e vincere un premio. alla fine una velocità costante, misurata rispetto al suolo, di
La palla rimbalza all’indietro con il 20% della sua velo­ 5.0 m/s. Qual è la velocità angolare finale della giostra?
cità di arrivo, colpendo la bottiglia frontalmente. Qual è 77. Ili Una giostra di 3.0 m di diametro e una massa di 250 kg
la velocità della bottiglia, espressa come percentuale della è in rotazione a 20 rpm. John corre intorno alla giostra a
velocità di arrivo della palla? 5.0 m/s, nella stessa direzione in cui sta girando la giostra,
70. Ili La Figura P9.70 mostra un urto tra tre palle di argilla. Le e salta sul suo bordo esterno. La massa di John è di 30 kg.
tre palle si urtano simultaneamente e rimangono attaccate. Qual è la velocità angolare della giostra, in rpm, dopo che
Qual è la velocità in modulo, direzione e verso della risul­ John vi è salito sopra?
tante massa di argilla? 78. HI Un disco A, con una massa di 2.0 kg e un raggio di 40
40 g cm, ruota in senso orario attorno a un asse verticale suppo­
sto senza attrito a 30 giri/s. Un disco B, anch’esso di massa
4.0 m / s ^ 20 kg ma con un raggio di 20 cm, ruota in senso antiorario
rispetto allo stesso asse, ma a un’altezza maggiore rispetto
3.0 m/s
30 g
a quella del disco A, a 30 giri/s. Ad un certo istante il disco
B scivola lungo l’asse fino ad atterrare sulla parte supe­
2.0 ni/s riore del disco A, dopo di che i due dischi ruotano insieme.
F IG U R A P9 .7 0
20 g Qual è la velocità angolare (in giri/s) finale comune dei due
111 L’i.sotopo del carbonio '*^C è utilizzato per la datazione dischi e in quale direzione ruotano?
al carbonio di reperti archeologici. Il (massa uguale a
2.34 • 10^^ kg) decade tramite il processo noto come
Esercitazioni per te st dì tip o M C A T
decadimento beta in cui il nucleo emette un elettrone (la
particella beta) e una particella subatomica chiamata neu­ Colpendo una palla da golf
trino. In un tale decadimento, Telettrone e il neutrino sono
emessi ad angolo retto tra loro. L’elettrone (massa uguale Consideriamo una mazza da golf che colpisce una pallina. Con
a 9.11 • 10 ^' kg) ha una velocità di 5.00 • 10^ m/s e il neu­ buona approssimazione, possiamo .schematizzare quest’azione
trino ha una quantità di moto di 8.00 • lO'^"^ kg • m/s. Qual come un urto tra la testa della mazza da golf in movimento veloce
è la velocità di rinculo del nucleo? e la pallina ferma, trascurando la presenza dell’asta della mazza e
72. Ili Un’asta di massa trascurabile lunga 1.0 m è incernierata del giocatore.
a un perno ad una estremità e fatta ruotare in un moto cir­ Una pallina da golf ha una massa di 46 g. Supponiamo che
colare su un tavolo senza attrito. Un blocco con un foro al la testa della mazza abbia una massa di 200 g e che si muova a
centro può scorrere lungo l’asta da una estremità all’altra. una velocità di 40 m/s appena prima di colpire la pallina. Dopo
Inizialmente, un piccolo pezzo di cera mantiene fermo il l’urto, la velocità della pallina è di 60 m/s.
blocco a 30 cm dal perno. 11 blocco è fatto ruotare a 50 79. I Qual è la quantità di moto del sistema pallina+testa della
rpm, per cui la temperatura dell’a.sta aumenta lentamente. mazza, subito prima dell’urto?
Quando la cera si scioglie, il blocco scivola fino all’estre­ A. 1.8 kg-m/s B. 8.0 kg • m/s
mità dell’asta più lontana dall’asse di rotazione. Qual è la C. 3220 kg-m/s D. 8000 kg • m/s
velocità angolare finale? Esprimi la tua risposta in rpm. 80. 1 Subito dopo l’urto, la quantità di moto del sistema pal­
73. Il Un disco da hockey di massa 2(X) g ruota con una traiet­ lina + testa della mazza è
toria circolare su un tavolo senza attrito all’estremità di una A. Minore rispetto alla quantità di moto prima dell’urto.
siringa della lunghezza di 50.0 cm. Il momento angolare del B. Uguale alla quantità di moto prima dell’urto.
disco rispetto al centro della circonferenza è 3.00 kg • m7s. C. Maggiore rispetto alla quantità di moto prima deH'urto.
Qual è la tensione della stringa? 81.1 Un’azienda produttrice realizza una palla da golf che si
74. IHLa Figura P9.74 mostra comprime meno rispetto a una palla tradizionale, quando è
lOOg
un disco da hockey di colpita dalla mazza. In che modo questa caratteristica inci­
massa 100 g che ruota a derà sulla forza media durante l’urto?
100 rpm con una traietto­ A. La forza diminuirà.
ria circolare di 20 cm di B. La forza non ne sarà infiuenzata.
raggio su un tavolo senza C. La forza aumenterà.
attrito. Una stringa legata 82. I Approssimativamente, di quanto rallenterà la testa della
al disco passa attraverso un mazza a seguito del colpo inferto alla palla?
foro nel centro del tavolo. P9 .7 4 A. 4 m/s B. 6 m/s
L’estremità della stringa sotto il tavolo viene poi lentamente C. 14 m/s D. 26 m/s
294 CAPITOLO 9 La quantità di moto

RISPOSTE ALLE PAUSE DI RIFLESSIONE

Pausa (li riflessione - Anteprima Capitolo: C. La forza del variazione maggiore della quantità di moto, e ciò richiede un
martello sul chiodo e la forza del chiodo sul martello formano impulso maggiore.
una coppia di azione/reazione e quindi, secondo la terza legge di
Pausa di riflessione 9.5: Fstreniità destra. Le palle partono
Newton, devono avere lo stesso modulo.
da ferme, quindi la quantità di moto totale del sistema è zero.
Pausa (li riflessione 9.1: C. L’impulso è uguale all’area sotto È un sistema isolato, quindi la quantità di moto totale dopo
la curva della forza rispetto al tempo o, per questi grafici rettan­ Pcsplosionc è ancora zero. La palla di massa 6 g ha quantità
golari, al prodotto tra il modulo della forza massima e la durata di moto pari a 6v. La palla di massa 4 g, con velocità —2v, ha
Ar. La forza massima della mazza da golf nel grafico B è la metà quantità di moto uguale a -8v. La quantità di moto totale di
della forza massima della mazza da hockey nel grafico A, ma la queste due palle è —2v. Affinché P sia pari a zero, la terza palla
sua durata nel tempo è pari al doppio. Pertanto entrambe le curve deve avere una quantità di moto positiva (-f2v) e quindi una
hanno la stessa area e lo stesso impulso. Le masse del disco da velocità positiva.
hockey e della palla da golf non sono rilevanti.
Pausa (li riflessione 9.6: B. La quantità di moto della particella
Pausa (li rifle.ssione 9.2: I). Sappiamo che 1 è (0.40 kg)(2.5 m/s) = 1.0 kg • m/s, mentre quella della par­
+ Come mostrato nella figura a destra. ticella 2 è (0.80 kg)(-l .5 m/s) = -1.2 kg • m/s. La quantità di
Punico vettore quantità di moto iniziale che soddisfi A)
A /p i moto totale è quindi 1.0 kg • m/s — 1.2 kg • m/s = -0.2 kg •
questa relazione è il vettore D. m/s. Dato che è negativa, la quantità di moto totale, e quindi la
Pausa (li rifle.ssione 9.3: F, Il carrello si muove inizialmente in velocità finale delle particelle, è diretta verso sinistra.
verso negativo lungo Passe ,v, quindi = -2 0 kg • m/s. Dopo Pausa (li rifle.ssione 9.7: B. Il momento angolare L = Itosi con­
il rimbalzo, (p^)^ = 10 kg • nVs. Quindi A/? = ( 10 kg • m s) - (—20 serva. Entrambi i ragazzi hanno massa m ed inizialmente si tro­
kg • m/s) = 30 kg • m/s. vano a una distanza R/2 dall’asse. Quindi il momento d’inerzia
Pausa (li rifle.ssione 9.4: B. La palla di argilla passa da (v^). = v iniziale è /j = /disco'^ 2 X m{RI2)^ = /disco+ fi momento
a (v^)^ = 0, quindi = A/;^ = -mv. La palla di gomma rimbal­ di inerzia finale è /^= + 0 + mR^\ dato che il ragazzo in
za, passando da (v^). = v a (v^)^ = —v (stessa velocità, direzione piedi in corrispondenza dell’asse non contribuisce al momento
opposta). Così = A/7^ = 2mv. La palla di gomma ha una d’inerzia. Poiché I^> /., dev’essere co^< co^.
ANTEPRIMA
Obiettivo: introdurre il concetto d'energia e imparare una nuova strategia di soluzione dei problemi basata sulla
conservazione dell'energia.

Forme d'energia Lavoro ed energia Conservazione dell'energia


Questo dell’ino ha molla energia Quando l'elastico è teso, l’energia gli Quando scivolano, la loro energia
cinetica nel momento in cui fuoriesce viene trasferita sotto forma di lavoro. potenziale decresce e la loro energia
dalPacqua. Nel punto di massima Questa energia è poi trasformata cinetica aumenta, ma la loro energia
elevazione la sua energia sarà nell’energia cinetica del sasso. totale rimane invariata: l’energia si
prevalentemente energia potenziale. conserva.

Impareremo a conoscere molte tra le Impareremo come calcolare il lavoro Quanto velocemente si staranno
più importanti forme d'energia: cinetica, compiuto da una forza e come questo muovendo quando raggiungeranno il
potenziale e termica. lavoro è collegato al cambiamento fondo? Utilizzeremo una nuova analisi del
nell'energia del sistema. prima-e-dopo per scoprilo.

FLASHBACK ^
Moto ad accelerazione costante
Nel Capitolo 2 abbiamo imparato 3.
come descrivere il moto di una __ ^^ Un’auto riparte da un segnale di stop con accelerazione
particella che ha un’accelerazione costante. Dopo aver percorso 10 m, la sua velocità è di
costante. In questo capitolo, La velocità finale di una 5 m/s. Quale sarà la sua velocità dopo aver percorso 40 m?
particella è collegata alla sua
useremo le equazioni per il moto velocità Iniziale, all'accelerazione
A. 10 m/s B. 20 m/s
ad accelerazione costante per e al suo spostamento da C. 30 m/s D. 40 m/s
collegare il lavoro all’energia. (vj^ = {vJ,2-F2a^Ax
296 CAPITOLO 10 EnerQ(ia e lavoro

10.1 II modello energetico di base


Energia. E una parola che sentiamo spesso. Usiamo l’energia chimica per
riscaldare le nostre case e i nostri corpi, l’energia elettrica per far funzionare i
sistemi d’illuminazione e i computer e l’energia solare per far crescere le
nostre coltivazioni e le foreste. Ci viene detto di usare l’energia in modo ocu­
lato e di non sprecarla. Atleti e studenti consumano spesso “barrette energeti­
che” e “bevande energetiche” per superare la stanchezza.
Ma che cos’è esattamente l’energia? 11 concetto di energia è cresciuto e
cambiato nel tempo e non è facile definire esattamente cosa sia l’energia.
Invece di partire da una definizione formale, lasceremo che il concetto di ener­
gia si sviluppi lentamente nel corso dei diversi capitoli. In questo capitolo si
introdurranno varie forme fondamentali di energia, compresa l’energia cine­
tica, l’energia potenziale e l’energia termica. Il nostro obiettivo è comprendere
le caratteristiche dell’energia, come essa venga utilizzata e, di particolare
importanza, come l’energia si trasformi da una forma all’altra. Gran parte della
tecnologia moderna è interessata alla trasformazione dell’energia, ad esempio
trasformando l’energia chimica delle molecole di petrolio in energia elettrica o
nell’energia cinetica della tua autovettura.
Impareremo anche come l'energia possa essere trasferita da o verso un
sistema con l’applicazione di forze meccaniche. Spingendo una slitta si
aumenta la sua velocità, e quindi la sua energia di movimento. Sollevando un
oggetto pesante, si aumenta la sua energia potenziale gravitazionale.
Queste osservazioni ci porteranno alla scoperta di una legge di conserva­
zione molto potente per l’energia. L’energia non si crea né si distrugge: se una
forma di energia in un sistema diminuisce, essa deve apparire in quantità
uguale in un’altra forma. Molti scienziati considerano la legge di conserva­
zione dell’energia come la più importante di tutte le leggi della natura. Questa
legge avrà ripercussioni in tutto il resto di questo testo.

Sistem i ed energia
Nel Capitolo 9 abbiamo introdotto l’idea di un sistema di corpi in interazione.
Un sistema può essere semplice come una ghianda che cade o complesso come
una città. Ma .semplice o complesso che sia, ogni sistema in natura ha associata
una quantità che noi chiamiamo la sua energia totale £. L’energia totale è la
.somma dei diversi tipi di energia pre.senti nel sistema. Nella tabella sottostante,
diamo una breve panoramica di alcune delle forme più importanti di energia;
nel resto del capitolo, analizzeremo alcune di queste forme d’energia molto più
dettagliatamente.
Un sistema può avere molti di questi tipi di energia contemporaneamente.
Ad esempio, un’auto in movimento possiede l’energia cinetica del moto, l’e-

Alcune importanti forme d'energia


Energia cinetica A' Energia potenziale gravitazionale Energia potenziale elastica o dì una
molla 61

L’energia cinetica è l’energia associata L’energia potenziale gravitazionale è L’energia potenziale elastica è l’energia
al nwto. Tutti i corpi in movimento energia accumulata dipendente dall’«/- immagazzinata quando una molla o un
hanno energia cinetica. Quanto più tezza di un corpo dal suolo. Quando il altro corpo elastico, come ad esempio
grande è la massa di un corpo e quanto trenino dell’ottovolante sale, l’energia l’arco di questo arciere, viene defor­
più questo si muove velocemente, tanta viene immagazzinata come energia mato. Questa energia potrà in seguito
più energia cinetica possiede. La palla potenziale gravitazionale. Quando il essere trasformata in energia cinetica
demolitrice in questa immagine è effi­ trenino .scende, l’energia immagazzina­ della freccia.
cace grazie alla sua energia cinetica. ta è convertita in energia cinetica. Continua
10.1 II modello energetico di base 297

Energia termica E Energia chimica E Energìa


^
nucleare Enucl,

Corpi caldi hanno più cnerf^ia termica Le forze elettriche fanno sì che gli ato­ Una quantità enorme di energia è
di corpi freddi perché le molecole in un mi si leghino tra loro per formare delle immagazzinata nel nucleo, il piccolo
corpo caldo si muovono molto di più molecole. L’energia può essere imma­ cuore di un atomo. Alcuni nuclei posso­
che in uno freddo. L'energia termica è gazzinata in questi legami e può essere no essere separati, rilasciando parte di
la somma delle microscopiche energie rilasciata a seguito della riorganizza­ questa energia nucleare, che si trasfor­
cinetiche e potenziali associate a tutte zione dei legami durante le reazioni ma in energia cinetica dei frammenti e
le molecole di un corpo. Nell’acqua che chimiche. Quando bruciamo carburante poi in energia termica. Il bagliore blu
bolle, alcune molecole hanno sufficien­ per far funzionare la nostra autovettura spettrale di un reattore nucleare è il
te energia per separarsi dall’acqua sotto o mangiamo cibo per alimentare i nostri risultato di frammenti ad alta energia
forma di vapore. corpi, stiamo usando energia chimica. che viaggiano attraverso l'acqua.

nergia chimica immagazzinata nella benzina, fenergia termica nel suo motore figura io .i Un sistem a e le sue energie.
caldo, e molte altre forme d’energia. La fig ura lo.i illustra fidea che fenergia Un sistema può avere c„nfini del sistema
totale del sistema. E, è la somma delle differenti energie presenti nel sistema: ditterenti tipi di energia
Sì.stema
E = K - \ - Ug - \ - Uc + E ^(h- \ - E ,chim
. +• (lo .l)
a:, u ,, u,. + ■•
Le energie che compaiono in questa somma sono le forme d’energia cui saremo
più interessati in questo e nel prossimo capitolo. I punti di sospensione (• • • ) /^=Ar+(/,+t/, + £,h+
indicano che anche altre forme d ’energia, come quella nucleare o elettrica,
potrebbero essere pre.senti. Tratteremo queste e altre forme d’energia nei pros­ L’energia totale f ò l a somma
simi capitoli. delle energie presenti nel sistema.

Le trasformazioni d ell’energia
Abbiamo visto che tutti i sistemi contengono energia in molte forme diverse,
ma se la quantità di ogni forma di energia non cambiasse mai, il mondo sarebbe
un posto noioso. Ciò che rende il mondo interessante è che fenergia di un tipo
può essere trasformata in energia di un altro tipo. L’energia potenziale gra­
vitazionale del trenino dell’ottovolante nella parte superiore del tracciato è
rapidamente trasformata in energia cinetica mentre il trenino .scende; fenergia
chimica della benzina si trasforma in energia cinetica della vettura in movi­
mento. La seguente tabella illustra alcune delle trasformazioni più comuni di
energia. In questa tabella, si usa una freccia come segno per rappresentare
una trasformazione di energia.

Alcune trasformazioni d'energia


Una sollevatrice dì pesi porta un bilanciere sopra la testa
Il bilanciere ha molta più energia potenziale gravitazionale quando si trova in allo sopra la testa
rispetto a quando si trova sul pavimento. Per sollevare il bilanciere, l'atleta trasforma fenergia
chimica del suo corpo in energia potenziale gravitazionale del bilanciere.

Un giocatore di baseball scivola verso la base


Durante la corsa, il giocatore possiede molta energia cinetica. Alla fine della scivolata, non ne ha
più. La sua energia cinetica è principalmente trasformata in energia termica: il terreno e le sue
gambe sono leggermente più caldi.
K

Continua
298 CAPITOLO 10 Energia e lavoro

Un falò che brucia


Il legno contiene molta energia chimica. Quando il carbonio nel legno si combina chimicamente
con l’ossigeno dell’aria, questa energia chimica viene trasformata in gran parte in energia termica
dei gas caldi e della brace.

Un tuffatore dal trampolino


Questa è una trasformazione di energia che avviene in due fasi. All’istante illustrato, la tavola
è flessa alla sua massima estensione in modo che l’energia potenziale elastica sia immagazzi­
nata nella tavola. Presto questa energia inizierà a essere trasformata in energia cinetica; poi, nel
momento in cui il tuffatore si alza in aria e rallenta, questa energia cinetica si trasforma in energia
potenziale gravitazionale.
U -^K ^U

F IG U R A 10.2 Le trasformazioni di energia La FIGURA 10.2 rafforza T idea che le tra s fo rm a z io n i e n e rg e tic h e so n o
avvengono all'interno del sistema. c a m b ia m e n ti d i e n e rg ia aH’in te rn o d el sis te m a d a u n a fo rm a a ll’a ltra .
(La U in qu esta figura è u n ’energia potenziale generica, potrebbe essere
energia potenziale gravitazionale en erg ia potenziale elastica o altre
form e d ’energ ia potenziale). Si noti che è facile co n v ertire energie cinetiche,
potenziali, chim iche in energia term ica, ma riconvertire l’energia term ica in
queste altre form e non è così sem plice. Sul com e può essere fatto, e su quali
possibili lim itazioni ci potreb b ero essere nel farlo, ne parlerem o am piam ente
nel prossim o capitolo.

T rasferim enti d ’e n erg ia e lavoro


A bbiam o ap p en a visto che le trasformazioni di en erg ia av v en g o n o tra
form e di en erg ia a ll’in tern o di un sistem a. M a ogni sistem a fisico in te rag i­
sce anche con il m ondo circ o sta n te, cio è con il suo ambiente. N el co rso di
queste interazio n i, il sistem a può scam b iare en erg ia con l ’am biente. U n o
sc a m b io di e n e rg ia tr a il s is te m a e P a m b ie n te è c h ia m a to u n tr a s fe r i­
m e n to d i e n e rg ia . Ci sono due processi prim ari di trasfe rim en to d e ll’e n e r­
gia: il l a v o r o , il trasfe rim en to d ’en e rg ia meccanica v erso o da un sistem a
sp in g en d o lo o tiran d o lo , e il c a l o r e , il trasfe rim en to di en erg ia non mecca­
nica d a ll’am b ien te al sistem a (o vicev ersa) a cau sa di una d iffe ren za di
te m p eratu ra tra i due.
F IG U R A 10.3 Lavoro e calore sono La FIGURA 10.3, che rap p rese n ta q u ello che noi ch iam iam o m o d e l l o
trasferimenti di energia da e verso un e n e r g e t i c o d i b a s e , ci m o stra com e il no stro m odello en e rg etic o viene
sistema. m o d ificato per in clu d ere trasferim en ti d ’en erg ia in en trata o in uscita dal
\S tim h icn w è tutto ciò che sistem a com e anch e le trasfo rm azio n i en e rg etic h e aH’in tern o del sistem a.
non la parte del sistema.
In q u esto ca p ito lo p ren d erem o in co n sid eraz io n e so lo gli scam bi d ’en erg ia

Ambiente per m ezzo del lavoro; il co n c etto di calo re sarà sv ilu p p ato più avanti nei
L'energia è trasferita C apitoli 11 e 12.
dairambientc al “ L avoro ” è una parola m olto ricorrente nel linguaggio com une, con m olti
sistema
significati. Q uando pensiam o al lavoro, istintivam ente viene da pensare allo
sforzo fisico oppure a ll’attività lavorativa che dobbiam o fare per g u ad a­
gnarci da vivere. D opotutto, è di uso com une dire “sono appena tornato a
casa dal lavoro” , m a non è questo il significato che ha la paro la “ lav o ro ” in
L’energia ò trasferita fisica.
dal sistema In fisica, il “ lavoro” è il processo di trasferimento di energia d all’am biente
alTambientc
a un sistem a o da un sistem a aH’am biente, tram ite l’applicazione di forze m ec­
caniche, che spingono o tirano, sul sistem a. U na volta che l’energia è stata
trasferita al sistem a, può apparire in form e diverse. La form a che prende esat­
tam ente dipende dai dettagli del sistem a e da com e le forze sono applicate. La
seguente tabella riporta tre esem pi di trasferim enti di energia dovuti al lavoro.
U serem o W com e sim bolo per il lavoro.
10.1 n modello energetico di base 299

Trasferimenti d'energia: lavoro

Lancio del peso .Accensione dì un fiaininifero I iro con una fionda


Il sistema: il peso Il sistema: il fiammifero e una scatola II sistema: la fionda
L’ambiente: Tatleta di fiammiferi L’ambiente: il ragazzo
Quando l’atleta imprime forza al peso L’ambiente: la mano Quando il ragazzo tende all’indietro
per metterlo in moto, sta compiendo Quando la mano strofina vekx:ementc il l’elastico, compie lavoro sul sistema,
lavoro sul sistema; cioè, egli trasferisce fiammifero .sulla scatola, compie un la­ incrementandone l’energia potenziale
energia da se stesso al peso. L’energia voro sul sistema, aumentandone l’energia elastica.
trasferita al sistema appare come ener­ teniìica. La testa del fiammifero diventa Il trasferimento: W U
gia cinetica. sufficientemente calda da accendersi.
Il trasferimento: W K Il trasferimento: W

Si noti che in ogni esem pio, fam b ien te applica una forza m entre il sistem a
subisce uno spostam ento. L ’energia è trasferita com e lavoro solo quando il
sistem a si m uove, m entre la forza agisce. U na forza applicata a un corpo fisso,
ad esem pio quando si prem e contro un m uro, non trasferisce energia e quindi
non fa lavoro.
[M E I > N ella tabella precedente, l’energia è trasferita r/r^/Z’atleta al peso
con la forza esercitata dalla sua mano. D iciam o che l’atleta “fa del lavoro’’
sul peso, oppure che “è stato fatto del lavoro” dalla forza della sua mano. <

La leg g e di conservazione d e ll’energia


Il lavoro svolto su un sistema rappresenta l’energia che è trasferita verso l’interno
o restcrno del sistema. Questa energia trasferita cambia quella del sistema della
stessa quantità assediata al lavoro W che è stato fatto. Scrivendo la variiizione di
energia come AL', possiamo rappresentare matematicamente questo concetto come
A L=W (10.2)
Poiché l’energia totale E di un si.stema è, secondo l’E quazione 10.1, la som m a
delle diverse energie presenti nel sistem a, la variazione di energia AL è la
som m a delle variazioni delle energie presenti. L ’E quazione 10.2 e.sprime
quella che chiam iam o req u a z io n e lavoro-energia:

L'equazione lavoro-energia La variazione di energia totale di un sistem a


è uguale alla quantità di lavoro fatto su di esso:
-f a l ;, f a /w + ... = m/ (10.3)

[ M Q ►L ’Equazione lavoro-energia 10.3 è la rappresentazione m atem ati­ F IG U R A 10.4 Un sistema isolato.


ca del m odello energetico di base della Figura 10.3. Insiem e, rappresentano Il sistema è
Ambiente
il cuore di tutto ciò che riguarda l’argom ento energia. < isolato
dall’ambiente
Supponiamo di avere un s i s t e m a i s o l a t o , cioè un sistema che è separato dal
.suo am biente circostante in modo tale che non ci sia energia trasferita verso l’in­
terno o l’esterno del sistema. Ciò significa che nessun lavoro è fa tto .sul sistema.
L ’energia interna al sistema può es.sere trasformata da una forma all’altra, ma è un
fatto naturale che, durante queste trasformazioni, l’energia totale di un sistema
isolato - la somm a di tutti i tipi individuali d ’energia -■ rimanga costante, com e
mostrato nella figura i o .4. Diciamo che l’energia totale di un sistema isolato si
conserva. Per un sistema isolato, dobbiam o imporre W = 0 nell’equazione 10.3;
ciò porta alla seguente legge eli conservazione delVenergia:
L’energia può
L e gge della conservazione dell'energia L ’energia totale di un sistem a L’energia totale E del essere irastòrmatu
sistema si conserva. all’interno del
isolato rim ane costante:
sistema.
Ù ,E = \K ^ AC^-f A(7, + AL,,-f AL,,,„.-f ... = 0 (10.4)
300 CAPITOLO 10 Energia e lavoro

La legge di conservazione delL energia è sim ile alla legge di conservazione


della quantità di moto. La quantità di m oto di un sistem a cam bia quando una
forza esterna agisce su di esso, ma la quantità di m oto totale di un sistem a is o ­
la to non cam bia. A llo stesso modo, l’energia di un sistem a cam bia quando una
forza esterna com pie del lavoro su di esso, ma Tencrgia totale di un sistem a
iso la to rim ane invariata.
Nel risolvere problem i sulla quantità di moto, abbiam o adottato una nuova
prospettiva del “prim a-e-dopo” : la quantità di m oto d o p o u n ’interazione ò
uguale alla quantità di m oto p rim a d ell’interazione. Introdurrem o una prospet­
tiva sim ile del “ prim a-e-dopo” per l’energia che ci porterà a una strategia di
soluzione dei problem i molto potente.
Prim a di utilizzare i concetti di energia per risolvere i problem i, dobbiam o
sviluppare espressioni quantitative per il lavoro, l’energia cinetica, l’energia
potenziale e l’energia term ica. Q uesto sarà il nostro com pito nei prossimi para­
grafi.

PAUSA DI RIFLESSIONE 10.1 Un bam bino scende da uno scivolo in un parco


giochi a velocità costante. La trasform azione d e ll’energia è

A. U - ^ K \l. K - ^ U C. W - > K D. U E. K - ^ E ,
a

10.2 II lavoro
Il nostro prim o com pito è im parare a calcolare il lavoro. A bbiam o appena visto
che il lavoro è il trasferim ento d ’energia da o a un sistem a tram ite Lapplica-
zione di forze esercitate sul sistem a d all’am biente. Così il lavoro è fatto sul
sistem a da forze a l d i fu o r i di esso; chiam iam o tali kw/.c f o r z e estern e. Solo
forze esterne possono m odificare l’energia di un sistem a. Le f o r z e in terne cioè
le forze che agiscono tra i corpi <ì \V in terno del sistem a, causano le trasform a­
zioni energetiche aH’interno del sistem a, ma non m odificano Tenergia totale
del sistem a.
A bbiam o anche im parato che per trasform are l’energia in lavoro, il sistem a
deve subire uno spostam ento - deve m u o ve rsi - durante il tem po in cui è appli­
cata la forza. A nalizzerem o ulteriorm ente il rapporto tra lavoro, forza e sposta­
mento.
Si consideri un sistem a costituito da un surfista ferm o, com e m ostrato a
F IG U R A 10.5 La forza del vento compie sinistra nella f i g u r a 10 .5 . A ssum iam o che non ci sia attrito tra la tavola e l’ac­
lavoro sul sistema, aumentandone la qua. Inizialm ente il sistem a non possiede energia cinetica, ma se una forza
sua energia cinetica K.
esterna al sistem a, com e il vento, inizia ad agire sul sistem a, il surfista inizierà
ad accelerare, e la sua energia cinetica aum enterà. In term ini di trasferim ento
L'energia cinetica d'energia, direm m o che l’energia del sistem a è aum entata a causa del lavoro
del sistema svolto sul sistem a dalla forza del vento.
aumenta insieme
Che cosa determ ina quanto lavoro è fatto dalla forza del vento? In primo
alla velociti del
surtista. luogo, notiam o che m aggiore è la distanza lungo la quale il vento spinge il
surfista, tanto m aggiori sono la sua velocità e la sua energia cinetica. Ciò
im plica un m aggiore trasferim ento d ’energia. Q uindi, m ag g io re è lo s p o sta ­
m e n to , m ag g io re è il lav o ro svolto. In secondo luogo, se il vento spinge con
e= 0 :
una forza m aggiore, il surfista accelera più rapidam ente, e l’aum ento della sua
l.a forza del vento F compie
energia cinetica è m aggiore in confronto a quello che succederebbe con una
lavoro sul sistema.
forza più debole. P iù in te n sa è la fo rza, m ag g io re è il lavoro svolto.
Q uesto esperim ento suggerisce che la quantità d ’energia trasferita al sistema
da una forza F, cioè la quantità di lavoro fatto da F, dipende sia dal modulo
della forza F che dallo spostam ento d del sistem a. Molti esperim enti di questo
genere hanno stabilito che la quantità di lavoro svolto da F è p ro p o rzio n a le sia
a F che a d. Nel caso più sem plice descritto qua sopra, in cui la forza F è
costante e diretta nella direzione dello spostam ento del corpo, l’espressione
per il lavoro svolto risulta essere
10.2 II lavoro 301

W ^F d (10.5)

Lavoro compiuto da una forza costante F


nella direzione dello spostamento d

L ’unità di m isura del lavoro, essendo il prodotto di una forza per la distanza,
è N-m. Q uesta unità di m isura è così im portante che le è stato assegnato un
nome proprio, il jo u le . D efiniam o:

I jo u le = I J = I N • m

Poiché il lavoro è sem plicem ente l’energia trasferita, il jo u le è P u n ita di


m is u ra di tu tte le form e di energia. N otiam o che il lavoro, a differenza della
quantità di moto, è una grandezza scalare, ha un valore ma nt)n una direzione.

ESEMPIO 10.1 Lavoro com piuto sp in ge n d o una cassa


Sara spinge una pesante cassa per 3 m sul pavimento a velocità constante. Spinge con una
forza, costante e orizzontale, di modulo 70 N. Quanto lavoro compie Sara sulla cassa?
IMPOSTAZIONE Iniziamo con una descrizione visiva prima-c-dopo nella
FIGURA10.6. Sara spinge con una forza costante nella direzione del moto della cassa,
quindi, possiamo usare l’equazione 10.5 per calcolare il lavoro compiuto.
FIGURA 10.6 Sara spinge una cassa.
Dati
F = 70N
d = 3.0 m
V= costante
Incognita
Prima d Dopo W
SOLUZIONE 11 lavoro svolto da Sara è
W = F d = (70 N)(3.0 m) = 210 J
VERIFICA 11 lavoro rappresenta un trasferimento d’energia in un sistema, quindi
l’energia del sistema - la cassa e il pavimento - deve aumentare. Diversamente dal
surfista, la cassa non aumenta di velocità, quindi anche la sua energia cinetica non
incrementa. Al contrario, il lavoro aumenta l’energia termica della cassa e del pavi­
mento su cui sta scivolando, elevando la temperatura d’entrambi. Usando l’equa­
zione 10.3, possiamo scrivere questo trasferimento d’energia come W.

Trovare il lavoro compiuto


F IG U R A 10.7
Forza in c lin ata risp e tto allo sp o sta m en to quando la forza forma un angolo
rispetto allo spostamento.
U na forza fa il m assim o lavoro su un corpo quando agisce nella stessa d ire­
zione dello spostam ento del corpo stesso. 11 lavoro è m inore quando la forza (a)

agisce con un angolo rispetto allo spostam ento. Per capire questo, conside­
riam o il Rite buggy (specie di go kart trainato da una vela) della f i g u r a io . 7 a ,
tirato lungo un percorso orizzontale dalla forza inclinata F associata alla corda
della vela. C om e m ostrato nella F iG U R A i o . z b , possiam o dividere F in una co m ­
ponente F , perpendicolare al moto, e una com ponente Fjj, parallela al moto.
Solo la com ponente parallela agisce per far accelerare il guidatore e increm en­
tare la sua energia cinetica, quindi com e solo la com ponente parallela com pie
lavoro sul guidatore. Dalla Figura 10.7b, vediam o che, se 0 è l’angolo tra F e (b) li guidatore si sposta
di una lunghezza d.
lo spostam ento, allora la com ponente parallela è F^^= FeosO . Q uindi, quando la
forza agisce con un angolo 0 rispetto alla direzione dello spostam ento, abbiam o

F
W = F|| d = FdcosO ( 10.6)

Lavoro compiuto da una forza costante F


F, = Feos 0 ' .... ......................'
inclinata di un angolo 6 rispetto alla direzione dello spostamento d La componente di F p a r a lle la allo
spostamento fa accelerare il guidatore.
N otiam o che questa definizione più generale di lavoro coincide con l’Equa-
zione 10.5 se 6 = 0°. La componente di F perpendicolare allo
spostamento tende solo a sollevare il
Nel riquadro Strategia e tattica 10.1 è m ostrato com e calcolare il lavoro guidatore, senza farlo accelerare nella
svolto da una forza con un angolo qualsiasi rispetto alla direzione del moto. Il direzione dello spostamento.
302 CAPITOLO 10 Energia e lavoro

sistem a illustrato è un blocco che si m uove su una superficie orizzontale senza


attrito, in m odo che solo l’energia cinetica cam bi. Tuttavia, le stesse relazioni
valgono per qualsiasi corpo che subisce uno spostam ento.
Le quantità F t d sono sempre positive, quindi il segno di W è d eterm in a to
in te ra m e n te d a ll’angolo 6 tra la forza e lo sp o stam en to . Notiamo che l’E qua­
zione 10.6, W = Fdcostì, è valida per ogni angolo 0. In tre casi speciali, 6 = O"", 6
= 90° e 0 = 180°, tuttavia, ci sono versioni più semplici d ell’equazione 10.6 che
possiam o utilizzare. Queste sono indicate nel riquadro Strategia e tattica 10.1.

C alcolo del lavoro com piuto da una forza costante

D irezione della forza Angoli c


relativa allo sp ostam ento lavoro fatto Segno (li W rrasferim ento dì energìa
Prima: Dopo:
0 =0° La forza è nella direzione del moto. Il bloc­
Vi
cosO = 1 co ha la massima accelerazione positiva. Si
W =Fd ha il massimo incremento di K:
d
Massimo trasferim ento di energia al
[0 = 0° sistema.

0 < 90° La componente della forza parallela allo


W = Fdcos0 spostamento è minore di F. Il blocco ha
una accelerazione positiva minore. Si ha un
minore incremento di K:
Ridotto trasferim ento di energia al
sistema.

0 = 90° La componente della forza nella direzione


COS0 = 0 del moto è pari a zero. Il blocco si muove
0 = 90°
W= 0 a velocità costante. Nessun cambiamento
di K:
Non c’è trasferim ento d ’energia.

0> 9O ° La componente della forza parallela allo


W = Fdcose spostamento è opposta al moto. Il blocco
rallenta e K diminuisce:
Energia trasferita dal sistema in maniera
ridotta.

0 = 180° La forza agisce in direzione opposta al


0 = 180° COS0 = — I moto. Il blocco ha la sua massima decelera­
'^ W = -F d zione. Si ha la massima diminuzione di K:
1 ^ J ià Massima energia trasferita dal sistema.

E S E M P IO 10.2 Lavoro com piuto tirando una valigia


Una cinghia inclinala verso l’alto con un angolo di 45° trascina F IG U R A 10.8 Una valigia trascinata da una cinghia.
una valigia per l’aeroporto. La tensione della cinghia è di 20 N.
Quanto lavoro fa la tensione della cinghia se la valigia viene
trascinata per 1 0 0 m a una velocità costante? T-20N
I M P O S T A Z I O N E La FIGU RA 10.8 mostra una descrizione d
visiva. Poiché la valigia si muove a velocità costante, deve ikvco0iAÌtn
esserci la forza d’attrito voi venie (non mostrata) che agisce w
verso sinistra.
S O L U Z IO N EPo.ssiamo usare l’Equazione 10.6, con forza F =
T, per trovare il lavoro della tensione: Questo lavoro rappresenta l’energia trasferita sul sistema vali­
W = T d c o s0 = (20 N)( 100 m)cos 45° = 1400 J gia + pavimento. Finché la valigia si muove a velocità costante,
l’energia cinetica del sistema non cambia. Quindi, così come
V E R IF IC A Poiché una persona sta trascinando l’altra estremità per Sara che spingeva la cassa neH’Esempio 1 0 . 1 , il lavoro
della cinghia, causandone la tensione, diremo informalmente compiuto va a incrementare interamente l’energia termica Fin
che la persona sta svolgendo un lavoro di 1400 J sulla valigia. della valigia e del pavimento.
10.2 II lavoro 303

E S E M P IO C O N C E T T U A L E 10.3 Lavoro com piuto da un paracadute


Un dragster è rallentato spostamento, quindi Tangolo 0 nell’equazione 1 0 . 6 è di 180°.
da un paracadute. Qual Quindi, c o s 0 = cos (180°) = —l. Dato che F é nell’Equazione
è il segno del lavoro 10.6 sono moduli, e perciò quantità positive, il lavoro W = Fd
svolto? cos 0 = —Fd compiuto dalla forza è negativo.
S P I E G A Z I O N E La resi­ V E R IF IC A Applicando l’Equazione 10.3 a questa situazione,
stenza delParia sul drag­ abbiamo:
ster è mostrata nella FIG U RA 10.9. insieme al suo spostamento
^ K = VL
mentre decelera. La forza punta nella direzione opposta allo
F IG U R A 10.9 Una valigia trascinata da una cinghia.
in quanto l’unica energia del sistema che cambia è quella cine­
tica del dragster. Poiché l’energia cinetica diminuisce, la varia­
F
zione AF è negativa. Questo concorda con il segno di W. Questo
t :7 - esempio illustra il principio generale che il lavoro negativo non
6 = 180° è altro che un trasferimento di energia fuori dal sistema.

Se più forze agiscono su un coipo che subisce uno spostamento, ognuna di


queste compie un lavoro sul coipo. Il lavoro totale è la somma dei lavori
fatti da ogni forza. Il lavoro totale rappresenta Tenergia totale trasferita al sistema
dalLambiente (se > 0 ) oppure dal sistema alPambiente (.se < 0 ).

Forze che non com piono lavoro


Il fatto che una forza agisca su un corpo non significa che farà del lavoro su di
esso. La tabella .seguente mostra tre casi comuni in cui una forza non compie
lavoro.

Forze che non compiono lavoro

Prima: Dopo:

Se il corpo non suhi.sce uno spo­ Una forza perpendicolare Se la parte del corpo su cui agisce la
stamento nientre la forza agisce, il allo spostamento non compie forza non subisce alcuno spostamen­
lavoro è nullo. lavoro. to, il lavoro è pari a zero.
Questo a volte può sembrare conlroin- l.a donna e.sercita solo una forza ver­ Anche se la parete spinge .sulla patti-
tui-tivo. Il sollevatore di pesi si sforza ticale sulla valigetta che sta portando. natrice con una forza norinale Jì e lei
non poco per tenere il bilanciere sopra Questa forza non ha una componente subisce uno spostamento r/, il muro non
la sua testa, ma durante tutto il tempo nella direzione dello spostamento, compie lavoro su di lei, perché il punto
che il bilaneiere rimane feniio non quindi la valigetta si muove a una ve­ del suo corpo su cui n agisce - le sue
compie lavoro su di esso perché non locità costante e la sua energia cinetica mani - non subisce alcuno spostamento.
c’è spostamento. Perché allora è così rimane costante. Poiché l’energia della Questo ha sen.so: come potrebbe essere
difficile per l’atleta tenerlo sollevato? valigetta non cambia, non ci deve es.sere trasferita energia sotto forma di lavoro
Vedremo nel Capitolo 1 1 che ci vuole trasferimento di energia sotto forma di da un corpo stazionario e inerte? Quindi
una rapida conversione della sua energia lavoro. (Questo è il caso in cui d= 90° da dove viene la sua energia cinetica?
chimica interna per mantenere le braccia nel riquadro Strategia e tattica 1 0 . 1 .) Questo sarà l’argomento di gran parte
tese sotto questo grande carico. del Capitolo 11. Puoi indovinarlo?

P A U S A DI R IF L E S S IO N E 10.2 Quale forza compie il lavoro maggiore?


A. La forza di 10 N
B. La forza di 8 N
C. La forza di 6 N 6 N
D. Compiono tutte la stessa
quantità di lavoro.
304 C A P I T O L O 10 Energia e lavoro

10.3 Energia cinetica


FIGURA 10.10 II lavoro compiuto dalla A bbiam o già introdotto qualitativam ente l’energia cinetica, l’energia associata
corda da traino aumenta l'energia al m oto di un corpo. U siam o ora quello che abbiam o im parato sul lavoro, e
cinetica dell'auto. alcuni sem plici esem pi di cinem atica, per trovare u n ’espressione quantitativa
Prima: Dopo: per l’energia cinetica. C onsideriam o u n ’auto che viene trainata tram ite una
fune, com e nella f ig u r a io .i o . La fune tira con una forza costante F e l’auto
subisce uno spostam ento d , quindi la forza com pie un lavoro W = F d su irau to .
Se ignoriam o l’attrito e la resistenza, il lavoro svolto da F è trasferito intera­
m ente a ll’energia del m oto d ell’auto: la sua energia cinetica. In questo caso, la
variazione di energia cinetica deH’auto è data d a ll’equazione lavoro-energia,
l’Equazione 10.3
W = \K = K - K (10.7)

U sando la cinem atica, possiam o trovare un’altra espressione per il lavoro


svolto, in term ini di velocità iniziale e finale. R icordiam o dalla s e z io n e 2.5
l’equazione cinem atica
= v f -f 2 aÙL\

A pplicata al m oto della nostra auto, A.v = J è lo spostam ento d e ll’auto e, dalla
seconda legge di N ew ton, l’accelerazione è a = F/m. Perciò possiam o scrivere
IF d 2W
V/ = V-^ -F — = V;^ +
m ni

dove abbiam o sostituito Fd con il lavoro W. Se adesso risolviam o per il lavoro,


troviam o

) = y n v f^ - ^

Se paragoniam o questo risultato con req u a zio n e 10,7, vediam o che


I 7
K( = -m V (^ K, = -r > W

In generale, dunque, un corpo di m assa m che si m uove a velocità v possiede


un’energia cinetica

I
K = -m v ^ ( 10. 8)
2
^p.45
TABELLA 10.1 Alcune energie cinetiche Energia cinetica di un corpo di massa m che si muove a veIcKità v QUAOftATtCA

approssimate
D all’E quazione 10.8, le unità di m isura d ell’energia cinetica .sono quelle di
Energia
( ’orpo una m assa m oltiplicata per una velocità al quadrato, ossia kg • (m /s)^ Ma
cinetica
Formica che cammina 1 • IO «J
Moneta da 1€ in caduta 1 k g -(m /s )^ = l k g -(m /s^ )-m = I N - 1 1 1 = 1 J
dopo 1 m 7 - IO ’ J
IN
Persona che cammina 70 J
Palla da ba.seball a 160 km/h 150J V ediam o che le unità di m isura d e ire n e rg ia cinetica sono uguali a quelle del
Pallottola 5000 J lavoro, com e d ev ’essere. La T abella 10.1 fornisce alcune energie cinetiche
Macchina a 100 km/h 5 • lOM approssim ative. Le energie cinetiche di tutti i giorni vanno da una piccola fra­
vSuperpetroliera a 30 km/h 2 • H PJ zione di jou le a milioni di Joule per un’auto in corsa.

E S E M P IO C O N C E T T U A L E 10.4 Variazione delTenergia cinetica di un'auto


Confronta Tincremento d’energia cinetica di un’auto di massa Questo dà
1000 kg quando aumenta la sua velocità di 5.0 ni/s, partendo da 1 , 1 ,
5.0 m/s, con il suo incremento d’energia cinetica quando A/C5 _ io = -(10(K) kg)(10 in/s)2 - -(1 0 0 0 kg)(5.0 in/s)^
aumenta la sua velocità di 5.0 m/s, partendo da 10 m/s.
= 3 .8 X IO'* J
SPIEGAZIONE La variazione di energia cinetica deH’auto Analogamente, aumentare la velocità da 10 m/s a 15 m/s com­
passando da 5.0 m/s a 10.0 m/s è porta
1 , 1 ,
A/^5^,0 = -WVf - -/«Vi 1 0 1 0
A a:,0 ^ , 5 = - ( 1 0 0 0 kg)(l5 in/s)2 - - ( I 0 (K) kg) ( 1 0 in/s)^

= 6.3 X IO-* J
Continua
10.3 Energia cinetica 305

FIGURA 10.11 L'energia cinetica aumenta con il quadrato Anche .se Faumento di velocità dell’auto è lo stesso in
della velocità. entrambi i casi, Tincremento di energia cinetica è notevol­
K{kJ) mente più grande nel secondo caso.
La variazione ói Kè
150- maggiore ad alte velocità VERIFICA I.’energia cinetica dipende dal quadrato della
che a basse vekx'ità. velocità V , Nella FIGURA i o . l i , che traccia l’energia cine­
tica rispetto alla velocità, vediamo che l’energia dell’auto
aumenta rapidamente con la velocità. Possiamo anche vedere
^^10-15 graficamente perché la variazione di Ky per un aumento di
5 m/s di V, sia maggiore a velocità alte piuttosto che basse.
Ciò è in parte dovuto al fatto che accelerare un’auto che viag­
gia ad alta velocità è energeticamente più dispendioso rispetto
a un’auto che viaggia a bassa velocità.
V(m/s)

In entrambi i casi la velocità


dell’auto aumenta di 5 m/s.

ESEMPIO 10.5 Velocità di un bob dopo la fase di spinta


Un bob a due ha una massa di 390 kg. Partendo da fermi, i due SO LU ZIO N E Dall’Equazione lavoro-energia 10.3, la varia­
membri dell’equipaggio .spingono il bob con una forza totale di zione dell’energia cinetica del bob è \ K = K^— /C.= VL L’ener­
270 N per i primi 50 m. Trascurando Tatlrito, qual è la velocità gia cinetica finale della slitta è
del bob alla fine dei 50 m?
Kf= K I- ^ W
IMPOSTAZIONE Poiché l’attrito è tra.scurabile, non c ’è varia­
zione dell’energia termica del bob. Inoltre, essendo l’altezza del Usando le nostre e.spressioni per l’energia cinetica e il lavoro,
bob costante, la sua energia potenziale gravitazionale è anch’essa abbiamo
invariata. L’equazione lavoro-energia è semplicemente AA' = W. > 2 > 2 r.,
—mvf = —mvi -I- Fd
Possiamo dunque trovare l’energia cinetica finale del bob, e da 2 2

qui la sua velocità finale, calcolando il lavoro compiuto dai due Poiché v. = 0, l’equazione lavoro-energia si semplifica in que­
atleti nello spingere il bob. La fig u r a 10.12 elenca i dati a dispo­ sto modo
sizione e l’incognita v^che stiamo cercando.
= Fd
FIGURA 10.12 II lavoro compiuto dalTequipaggio nella fase
di spinta aumenta l'energia cinetica del bob.
Risolviamo per la velocità finale, ottenendo
Prima: Dopo:
[ 2(270 N)(50 m)
Vf = 8.3 m /s
m “ V' 390 kg

Vi = () VERIFICA 8.3 m/s, circa 30 km/h, .sembra una velocità ragio­


nevole raggiungibile da due atleti potenti e veloci.
Dati Incognita: Vf
m = 390\g F = 270 N
d = 50 m Vj = 0 m/s

PAUSA DI RIFLESSIONE 10.3 O rdina, dalla più grande alla più piccola, le
energie cinetiche dei dischi da hockey.

2 m/s

D.

E nergia cin etica rotazionale


A bbiam o appena trovato l’espressione per l’energia cinetica di un corpo in
m ovim ento lungo una retta o un’altra traiettoria. Q uesta energia è chiam ata
e n e r g i a c i n e t i c a t r a s l a z i o n a l e . C onsideriam o ora un corpo in rotazione
attorno a un asse fis.so, com e la pala di un m ulino a vento. A nche se la pala non
ha moti traslazionali nel com plesso, ogni particella della pala è in m ovim ento
e quindi ha energia cinetica. Som m ando l’energia cinetica di tutte le particelle
che com pongono la pala, troviam o che la pala ha u n ’ e n e r g i a c i n e t i c a r o t a ­
z i o n a l e , l’energia cinetica dovuta alla rotazione.
306 CAPITOLO 10 Energia e lavoro

FIGURA 10.13 L'energia cinetica La FIGURA10.13 m ostra due delle particelle appartenenti alla pala del m ulino
rotazionale è dovuta al moto circolare a vento che ruota con una velocità angolare cu. Ricordiam o dalla ^ s e z io n e 7 .i
delle particelle.
che una particella che si m uove con velocità angolare w su una circonferenza
di raggio r ha una velocità v — cor. La particella 1, che ruota su una circonfe­
renza di raggio si m uove con una velocità co e quindi ha u n ’energia
V2 = UìTi
cinetica A nalogam ente, la particella 2, che ruota su una cir­
conferenza con raggio possiede u n ’energia cinetica \m 2 r 2 cor. L ’energia
cinetica rotazionale del corpo è la som m a delle energie cinetiche di tutte le sue
particelle:

Ogni particella del cor|x>


2 . .
1
2 4(2 mr co

possiede un'energia R iconoscerai il term ine tra parentesi com e un nostro vecchio am ico, il m om ento
cinetica quando questo ò d ’inerzia /. Così l’energia cinetica rotazionale sarà
in rotazione.

Kot = (10.9)

Energia rotazionale di un corpo con momento ^p.45


QUADRATICA
d’inerzia / e veUK'ità angolare tu

[ZEQ3 ►L ’energia cinetica rotazionale non è una nuova forma d ’energia. È


l’ordinaria energia cinetica del m oto, soltanto espressa in una form a che è
particolarm ente conveniente nel caso del m oto rotatorio, il confronto con
{niv^ ci m ostra ancora una volta che il m om ento d ’inerzia / è Tequivalente
rotazionale della massa. <

Un corpo che rotola, com e ad esem pio una ruota, è sottoposto sia al moto
rotazionale sia a quello traslazionale. Di conseguenza, la sua energia cinetica
totale è la som m a delle sue energie cinetiche di rotazione e di traslazione:

K = tirasi + ^ro. = ( 10.10 )

Q uesta form ula illustra una proprietà im portante: l’e n e rg ia cin etica di un
c o rp o che ru o ta è se m p re m ag g io re di q u ella di un co rp o ch e n o n ru o ta m a
si m uove alla stessa velocità.

< Ricarica rotazionale Una nuova tecnologia molto promettente dovrebbe rimpiazzare
le batterie poste nelle a.stronavi, che hanno bisogno di una periodica e costosa sostituzione.
Questa tecnologia si ba.sa su una sorta di volano, un cilindro che ruota con una velleità
angolare molto elevata. L’energia proveniente dai pannelli solari è usata per aumentare
la rotazione del volano; questo immagazzina energia sotto forma di energia cinetica
rotazionale che può essere convertita aircKCorrcnza nuovamente in energia elettrica.

ESEMPIO 10.6 Energia cinetica dì una bicicletta


La bicicletta 1 è composta da un telaio di massa 10.0 kg e da Quindi l’energia cinetica totale della bici è
ruote di massa 1 . 0 kg; la bicicletta 2 invece è composta da un
telaio di massa 9.0 kg e da ruote di massa 1.50 kg. Entrambe le K= telaio ruota o + 2 Mv^
biciclette hanno perciò una massa totale di 12.0 kg. Qual è l’e­ Il fattore 2 del secondo termine è dovuto al numero di ruote di
nergia cinetica d’ognuna delle biciclette quando viaggiano a ogni bicicletta. Perciò le energie cinetiche delle due biciclette
12.0 m/s? Consideriamo ogni ruota come un anello di raggio sono
35.0 cni.
11 telaio d’entrambe le biciclette possiede
IM P O S T A Z IO N E
Ki = -(1 0 .0 kg)(12.0 m/s)2 + 2(1.00 kg)(12.0 m / s f
solo energia cinetica traslazionale ^^,eiaio ~ dove ni è la = lOlOJ
massa del telaio. L’energia cinetica di ogni ruota che rotola è
data dall’Equazione 10.10. Dalla Tabella 7.1, ricaviamo che il Kz = ^(9.00 kg)(l2.0 m / s f + 2(1.50 kg)(l2.0 m / s f
momento d’inerzia di un anello è M R \d o \e M è la massa di
una ruota. = 1080J
Dall’Eequazione 10.10 l’energia cinetica di ogni
S O L U Z IO N E L’energia cinetica della bicicletta 2 è circa il 1% maggiore di
ruota che rotola equivale a quella della bicicletta I . Notare che in questo caso non è stato
necessario conoscere il raggio delle ruote delle biciclette.
^n.o.a= + = A/V^
Quando i ciclisti su queste biciclette accelerano,
V E R IF IC A
passando da una posizione di riposo a una velocità di 1 2 m/s.
10.4 Energia potenziale 307

devono convertire un po’ della loro energia chimica interna


nell’energia cinetica della bicicletta. I ciclisti professionisti
cercano di usare la minore quantità d’energia possibile. Seb­
bene entrambe le biciclette abbiano la stessa massa totale,
quella con le ruote più leggere userà meno energia per met­ È importante che le ruote delle
tersi in moto. Alleggerire un po’ le ruote dunque è più utile che biciclette da corsa siano più
alleggerire il telaio. leggere possibile.

10.4 Energia potenziale


Q uando due o più corpi in un sistem a interagiscono, a volte è possibile im m a­
gazzinare energia nel sistem a in m odo che possa essere recuperata facilm ente.
Per esem pio, la T erra e una palla interagiscono tra loro tram ite la forza gravi­
tazionale. Se la palla è sollevata in aria, Penergia è im m agazzinata nel sistem a
palla -f- Terra, energia che dopo potrà essere recuperata sotto form a di energia
cinetica nel m om ento in cui la palla viene rilasciata e cade a terra. A llo stesso
m odo, una m olla è un sistem a com posto da innum erevoli atomi che interagi­
scono tram ite le loro “ m olle” atom iche. Se spingiam o una scatola contro una
m olla, l’energia che viene im m agazzinata può essere recuperata quando la
m olla spingerà la scatola d all’altra parte del tavolo. Q uesta sorta d ’energia
im m agazzinata è chiam ata e n e r g i a p o t e n z i a l e , dato che ha il potenziale per
essere convertita in altre form e d ’energia, com e quella cinetica o term ica.
Le forze associate alla gravità e alle molle sono speciali in quanto queste con­
sentono rim m agazzinam ento dell’energia. Altre forze d ’interazione non lo con­
sentono. Q uando una cassa è spinta sul pavimento, la cassa e il pavim ento
interagiscono tramite la forza d ’attrito, e il lavoro fatto sul sistem a è convertito
in energia termica. Ma questa energia non è im m agazzinata per essere recuperata
in seguito: si diffonde lentam ente nell’am biente e non può essere recuperata.
Le forze d 'interazione che pos.sono im m agazzinare energia utile sono chia­ FIGURA 10.14 Sollevare un libro
m ate f o r z e c o n s e r v a t i v e . Il loro nom e deriva dalla im portante proprietà che, aumenta l'energia potenziale
com e vedrem o, l’energia m eccanica di un sistem a si conserva quando agi­ gravitazionale del sistema
scono soltanto forze conservative. La gravità e le forze elastiche, e in seguito La forza esterna / ‘
scoprirem o anche la forza elettrica, sono forze conservative. L ’attrito, invece,
è una f o r z a n o n c o n s e r v a t i v a . Q uando due corpi interagi.scono tram ite una
forza d ’attrito, l’energia non è im m agazzinata ma norm alm ente viene trasfor­
mata in energia term ica.
D iam o u n ’occhiata più da vicino alle energie potenziali associate alle due
forze conservative, la gravità e la forza clastica, che studierem o in que.sto capi­
tolo. •

E nergia p o ten ziale grav itazio n ale


Per trovare u n ’espressione per l’energia potenziale gravitazionale, conside­
riam o il sistem a libro-Terra com e m ostrato nella figura io .i 4 a. Il libro viene
sollevato a una velocità costante dalla sua posizione iniziale y. alla sua altezza
finale y^. La forza di .sollevamento esercitata dalla m ano è esterna al sistem a e
quindi svolge un lavoro W sul sistem a, increm entando la sua energia. 11 libro è
sollevato a una velocità costante, cosicché la sua energia cinetica non cam bia.
Non cs.sendoci attrito, anche l’energia term ica del libro non cam bia. Così il
lavoro svolto va interam ente ad aum entare l’energia potenziale gravitazionale
del sistem a. L ’Equazione 10.3, l’equazione lavoro-energia può, essere scritta
com e A f/ = W.
g (b) Poiché il libro ò sollevalo a velocità
Poiché A(7^ = l’Equazione 10.3 può es.sere .scritta
costante, si trova in equilibrio
{U ^)= (u ^ y ^^ w (10 .1 1 ) dinamico con = 0. Quindi
h =P =
11 lavoro fatto è quindi W = Fd, dove ^/= Ay = y^—y. è la differenza di altezza
associata al .sollevamento del libro. Dal diagram m a di corpo libero della
FIGURA io .i 4 b, vcdiaiuo chc F = mg. Perciò W = mg Ay, e quindi

( U ) = i U ) . + mf>Ay ( 10. 12)


308 CAPITOLO 10 Energia e lavoro

Dato che l’altezza finale è m aggiore di quella iniziale, Ay è positivo e


Q u a n to più il co rp o è so llev ato in alto , ta n to p iù g ra n d e è l’e ­
n erg ia p o te n zia le del sistem a co rp o -h T e rra .
L ’E quazione 10.12 rappresenta l’energia potenziale gravitazionale finale
in funzione del suo valore iniziale Ma qual è il valore l Pos­
siam o com prendere meglio se riscriviam o l’E quazione 10.12 com e variazione
di energia:

Per esem pio, se solleviam o un libro di m assa 1.5 kg di Ay = 2.0 ni, aum en­
tiam o Tenergia potenziale gravitazionale del sistem a della quantità AU^ = (1.5
kg)(9.8 m /s‘)(2.0 m) = 29.4 J. Q uesto increm ento è indipendente daH’altezza
iniziale del libro. L ’energia potenziale gravitazionale aum enta di 29.4 J sia che
il libro venga sollevato a 2 . 0 m dal livello del mare sia che venga sollevato di
2.0 m a partire dalla cim a della Torre di Pisa. Q uesto ci illustra alcuni im por­
tanti concetti generali di ogni form a di energia potenziale: solo le variazioni
d e ll’en e rg ia p o te n zia le sono sig n ificativ e. G razie a questa proprietà, siam o
liberi di scegliere un livello di riferim ento nel quale si definisce pari a 0. In
questo m odo possiam o scrivere

u , = m gy (10.13)
Energia potenziale gravitazionale di un corpo di massa m a un'altezza y
(assumendo = 0 quando il corpo si trova a y = 0 )

ESEMPIO 10.7 Gareggiare per le scale di un grattacielo


Nella “Empire State Buil­ S O L U Z I O N E In cima al grattacielo l’energia potenziale gravi­
ding Run-Up”, i parteci­ tazionale del concorrente è
panti gareggiano su per i
i/g = mgy = (70 kg)(9.8 m/s‘)(320 m) = 2.2 • 1(f J
1 576 scalini deH'Empire
State Building, salendo di Poiché l’energia potenziale gravitazionale del concorrente era
320 m. Quanta energia 0 J al piano terra, la variazione della sua energia potenziale è
potenziale acquisisce un 2 .2 -KPJ.
concorrente di 70 Kg V E R I F I C A È una grande quantità d’energia. Secondo la
durante questa corsa? Tabella 10.1, è un’energia paragonabile a quella di un’auto
I M P O S T A Z I O N E Consideriamo y = 0 ni e t/g = 0 J al piano molto veloce. Ma se pensiamo a quanto sia difficile scalare
terra del grattacielo. l’Empire State Building, questo risultato sembra plausibile.

U n’im portante considerazione che deriva daH’E quazione 10.13 è che f e -


nergia potenziale gravitazionale dipende solo d all’altezza del corpo sopra il
livello di riferim ento y = 0, e non dalla sua posizione orizzontale. Per capirne
il m otivo, consideriam o il m oto di una valigetta m entre cam m iniam o in o riz­
F IG U R A 1 0 .15 L'energia potenziale zontale a velocità costante, portandola in mano. Com e m ostrato nello schem a
gravitazionale dell'escursionista a pagina 303, la forza verticale della m ano sulla valigetta è perpendicolare allo
dipende solo dalla sua altezza rispetto al spostam ento. Nessun lavoro è fatto sulla valigetta, quindi la sua energia poten­
livello di riferimento y = 0.
ziale gravitazionale rim ane costante fintanto che la sua altezza dal terreno non
I.’energia potenziale cam bia.
deirescursionisla è di 160 kJ
Q u est’idea può essere applicata a casi più com plessi, com e ad esem pio l'e-
in cima, indipendentemente
dal percorso ha scelto. scursionista di m assa 82 Kg della fig u ra io .15. La sua energia potenziale gra­
vitazionale dipende solo dalla sua altezza y rispetto al livello di riferim ento.
U^=\60k} ]
Lungo il percorso A, fesc u rsio n ista avrà lo stesso valore = /ngy = 80 kJ in
La sua energia ixMenziale ò
ogni punto in cui la sua altezza è = 100 ni sopra il livello di riferim ento. Se
la stessa in ogni punto dove
la sua quota è di 1(K) m. avesse preso il percorso B, la sua energia potenziale gravitazionale a y = 100
m sarebbe stata ugualm ente 80 kJ. Non im porta com e rescu rsio n ista sia arri­
vato a u n ’altezza di 1 0 0 m; la sua energia potenziale a queU’altezza sarà sem ­
pre la stessa. L ’en e rg ia p o te n zia le g ra v ita z io n a le d ip e n d e solo d a ll’altezza
di un co rp o e n o n d al p erco rso del c o rp o stesso p er a rriv a re a q u esta po si­
zione. Q uesta proprietà ci perm ette di usare la legge di conservazione d ell’e ­
... Il livello di riferimento v = 0 m nergia per risolvere facilm ente una serie di problem i che sarebbe m olto difficile
è dove = 0 J. risolvere solo avvalendosi delle leggi di N ewton.
10.4 Energia potenziale 309

P A U S A Di R IF L E S S IO N E 10.4
O rdina, dalla più 3 Q v= 0
grande alla più piccola, le energie potenziali gra­
vitazionali delle 4 palle di uguale massa.
I

E nergia p o ten ziale e la stic a


L ’energia può anche essere im m agazzinata in una m olla com pressa o allungata FIGURA 10.16 La forza necessaria per
com e e n e r g i a p o t e n z i a l e e l a s t i c a Siam o in grado di calcolare quanta comprimere una molla non è costante.
energia è im m agazzinata in una m olla utilizzando una forza esterna che com ­ .V= 0
prim e lentam ente la molla. Q uesta forza esterna com pie un lavoro sulla molla,
trasferendole energia. Poiché solo Tenergia potenziale elastica della molla si Molla in equilibrio
trasform a, TEquazione 10.3 diventa

AU = W (10.14)

Possiam o trovare quanta energia potenziale elastica è stata im m agazzinata


nella m olla calcolando la quantità di lavoro necessaria per com prim erla.
La FIGURA 10.16 m ostra una m olla m entre viene com pressa da una mano.
Nella -^SEZIONE 8 . 3 abbiam o scoperto che la forza che la m olla esercita sulla
anche / .
m ano è = —k A.v (legge di Hooke), dove A.v è lo spostam ento deH’estrem ità
della m olla dalla sua pcìsizione d ’equilibrio e k rappresenta la costante elastica.
Nella Figura 10.16 abbiam o scelto l’origine del nostro sistema di riferimento nella
posizione di equilibrio. Lo spo.stamento daH’equilibrio A.v è quindi uguale a x\ e
la forza della m olla è quindi —^v. Per la terza legge di N ew ton, la forza che la
m ano esercita sulla m olla è quindi F = -\-kx.
Q uando la m ano spinge l’estrem ità della m olla dalla sua posizione di equi­
librio alla posizione jr finale, la forza applicata aum enta da 0 a kx\ Non si tratta
di una forza costante, quindi non possiam o usare l’Equazione 10.5, \V = Fcly
per calcolare il lavoro fatto. Com unque, sem bra ragionevole calcolare il lavoro
Muscolo
utilizzando la forza m edia neH’Equazione 10.5. del polpaccio
Poiché la forza varia linearm ente da F. = ()uF^ = kx, la forza m edia usata per
com prim ere la m olla è F^^^^ = ^kx. Perciò il lavoro fatto dalla m ano è Tendine di Achille

w =

Q uesto lavoro vie^^ne im m agazzinato com e energia potenziale nella molla,


quindi possiam o utilizzare l’Equazione 10.14 per trovare che, quando la m olla
è com pressa, l’energia potenziale elastica aum enta di
Ad ogni passo, il tendine si
AU^ = ^kx ~ allunga, iiiimaga//inando
2 un'energia pari a circa 35 J.
Così com e nel caso d ell’energia potenziale gravitazionale, abbiam o trovato
La molla nei tuoi passi BK) Quando
u n ’espressione per la variazione di non per in sé. A ncora una volta, corriamo, perdiamo una parte della nostra
siam o liberi di associare = 0 alla posizione della m olla che più ci conviene energia meccanica ogni volta che il piede
per la soluzione del problem a. Una scelta ovvia è quella di associare = 0 al tocca il terreno; questa energia è trasformata
punto d ’equilibrio della molla, quando questa non è né com pressa né allungata, in energia termica che ò irrecuperabile. Per
fortuna, circa il 35% del decremento della
cioè quando .v = 0. Con questa scelta possiam o .scrivere
no.stra energia meccanica, quando il piede
tocca il terreno, rimane immagazzinata nel
tendine di Achille, un tendine allungabile
U, = - k x ^ (10.15)
della parte inferiore della gamba. Ad ogni
passo del piede, il tendine viene allungato,
Energia potenziale elastica di una molla spostata a una distanza x immagazzinando delPenergia. Il tendine
QUADRATICA
dalla posizione d'equilibrio (assumendo (7. = 0 quando restremità poi ritorna alla sua posizione di riposo
della molla è in .ì: = 0 ) restituendo la spinta elastica quando il
piede si stacca nuovamente dal terreno,
aiutando così il nostro movimento in
UESEi ►Poiché dipende dal quadrato dello spostam ento a*, ha lo stes- avanti. Questa energia recuperata riduce la
.so valore sia quando x è positivo (la m olla è com pressa com e nella Figura quantità di energia chimica interna usata,
10.16) sia quando è negativo (la m olla è allungata). ^ incrementando la nostra efficienza.
310 CAPITOLO 10 Energia e lavoro

E S E M P IO 10.8 Tendere un arco


Un arciere tende la corda del suo arco di 70 cm dalla sua posizione di equilibrio. Per
tenere tesa la corda a quella distanza serve una forza di 140 N. Quanta energia poten­
ziale elastica è immagazzinata nell’arco?
I M P O S T A Z I O N E Un arco è costituito di materiale elastico, perciò possiamo ado­
perare la legge di Hooke, F^= —kK, dovex è la distanza della corda tesa all’indietro.
Possiamo usare la forza necessaria per mantenere tesa la corda e la distanza della
corda tesa all’indietro per calcolare la costante elastica k dell’arco. Quindi possiamo
usare l’Equazione 10.15 per trovare l’energia potenziale elastica.
Secondo la legge di Hooke, la costante elastica è
S O L U Z IO N E
F 140 N
= - = — ^— = 200 N/m
.X 0.70 m
Quindi, l’energia potenziale elastica di un arco teso è

t4 = = ^(200 N/ni)(0.70 iii)^ = 49 J

Quando la freccia viene scoccata, l’energia potenziale elastica si tra­


V E R IF IC A
sforma in energia cinetica della freccia. Secondo la Tabella IO. l, l’energia cinetica
di una palla da baseball a 160 km/h è intorno ai 150 J, così i 49 J di energia cinetica
per una freccia che si muove velocemente sembrano ragionevoli.

P A U S A DI R IF L E S S IO N E 10.5 Q uando una m olla viene allungata di 5 cm , la


sua energia potenziale è di J. Q uanto sarà la sua energia potenziale se viene
com pressa di 1 0 cm ?

A -4 J B. “ 2 J C. 2 J D. 4 J
FIGURA 10.17 Una rappresentazione
molecolare dell'energia termica.
Corpi caldi: le molecole si muovono
vekKemcme e hanno molta energia cinetica ed 10.5 Energia termica
energia potenziale elastica.
A bbiam o già notato che Tenergia term ica è legata al m oto m icroscopico delle
m olecole di un corpo. C om e m ostra la f ig u r a io .i 7, le m olecole in un corpo
caldo oscillano molto più velocem ente intorno alla loro posizione d ’equilibrio
che in un corpo freddo. Q uesto ha due conseguenze. In prim o luogo, ogni
atom o si m uove in m edia più velocem ente in un corpo caldo. Ciò significa che
ogni atom o ha una m aggiore energia cinetica. In secondo luogo, ogni atom o
nel corpo caldo tende ad allontanarsi di più dalla sua posizione di equilibrio,
facendo sì che le molle con le quali abbiam o schem atizzato i legami molecolari
Corpi freddi: le molecole si muovono
lentamente e hanno poca energia cinetica ed abbiano in m edia un m aggiore allungam ento e com pressione. Q uesto significa
energia potenziale elastica. che ogni atom o ha m ediam ente una m aggiore energia potenziale. L ’energia
potenziale im m agazzinata in ogni singolo legam e e l’energia cinetica di un
qualsiasi atom o sono entram be estrem am ente piccole, ma in un corpo ci sono
un num ero m olto elevato di legami e di atomi. La som m a di tutte queste m icro­
scopiche energie potenziali e cinetiche è quella che chiam iam o energia ter­
mica. Increm entare l’energia term ica di un corpo corrisponde a increm entare
la sua tem peratura.

Produzione di en erg ia term ica


FIGURA 10.18 Termografia di una La FIGURA 10.18 mostra la tcrm ografia di una pesante scatola e del pavimento
scatola che viene trascinata lungo il
lungo il quale è stata appena trascinata. In questa imm agine, le aree più calde
pavimento.
appaiono di colore violetto o verde/azzurro. Possiamo vedere che la parte infe­
riore della scatola e la regione del piano sulla quale la scatola è stata trascinata
TVaccia lungo la quale sono notevolm ente più calde delle zone circostanti. Nel processo di trascina­
la scatola è stata trascinata. mento della scatola, l’energia term ica si m anifesta sulla scatola e sul pavimento.
Possiam o trovare u n ’espressione quantitativa per la variazione d ’energia
‘ term ica considerando una scatola tirata da una corda a una velocità costante.
>2 ^
Q uando la scatola viene trascinata sul pavim ento, la corda esercita una forza
costante F in avanti sulla scatola, m entre la forza d ’attrito / j esercita una forza
Contorno della ^ to la . costante sulla scatola diretta in direzione opposta. Poiché la scatola si m uove a
velocità costante, queste due forze hanno lo stes.so modulo: F = f^ .
10.5 Energia termica 311

Q uando la scatola si sposta di d = zlv, la corda com pie un lavoro W = FA.v FIGURA 10.19 Come I'attrito aumenta
su di essa. Q uesto lavoro rappresenta Tenergia trasferita al sistem a, quindi l'energia termica.
Tenergia del sistem a deve aum entare. In quale form a si m anifesta questo
aum ento di energia? La velocità della scatola rim ane costante, quindi non c ’è
variazione di energia cinetica { \ K = 0). La sua altezza non cam bia, quindi la
sua energia potenziale gravitazionale rim ane anch’essa invariata (Af/^ = 0 ).
Invece, rin crem en to di energia si m anifesta com e energia term ica C om e
m ostra la Figura 10.18, questa energia appare com e un aum ento della tem pe­ Gli atomi all'iiilcrfaccia
ratura sia della scatola che del pavim ento lungo il quale è stata trascinata. Pos­ .si spingono c si tirano
siam o scrivere l’Equazione lavoro-energia l’Equazione 10.3 per il caso in cui reciprocamente tra loro
quando il corpo
ci siano solo variazioni di energia term ica: superiore scivola su
quello inferiore.
A £„= W

oppure, essendo il lavoro W = FA.\ = A.v,

A E ^ = /,A v ( 10. 16)


Variazione delTcnergia termica per un sistema costituito da un corpo e
dalla superficie sulla quale scorre, quando il corpo subisce uno I legami molecolari, con proprietà
simili a quelle di una molla, si
spostamento Ax in presenza della forza d ’attrito allungano e immagaz/inano energia
potenziale elastica.
Q uesto aum ento di energia term ica è una caratteristica generale per un sistem a Quando i legami si rompono,
in cui è presente un attrito tra corpi in m ovim ento reciproco. Una spiegazione l’energia potenziale clastica si
a livello atom ico è m ostrata nella f i g u r a i o .i 9. Sebbene siam o arrivati alLE- converte in energia cinetica e
potenziale degli atomi, cioè in
quazione 10.16 considerando l’energia trasferita al sistem a attraverso il lavoro energia termica.
svolto da una forza esterna, l’equazione è ugualm ente valida per la trasform a­
zione d e ll’energia m eccanica in energia term ica quando, per esem pio, un corpo
scivola fino a fermarsi su una superficie ruvida. L ’E quazione 10.16 si può
applicare anche all’attrito da rotolam ento; dobbiam o solo s o s t i t u i r e c o n / ’.

PAUSA DI RIFLESSIONE 10.6 Un blocco con energia cinetica iniziale di 4.0


J si ferm a dopo aver scivolato per LO m. Q uale distanza avrebbe percorso se
avesse avuto u n ’energia cinetica iniziale di 8.0 J?

.4 m B. 2.0 m C. 3.0 m D. 4.0 m

ESEMPIO 10.9 Produrre energia termica con lo sfregamento


Un blocco di legno di massa 0.30 kg viene sfregato avanti e mostra solo le forze verticali che agiscono sul blocco.
indietro sopra un tavolo di legno per 30 volte in ogni direzione.
SOLUZIONE Secondo l’Equazione 10.16 abbiamo che
Il blocco è spostato di 8.0 cm per ogni sfregamento e pressato
/jA-v, dove/j = n. Il blocco non sta accelerando nella
sul tavolo con una forza di 22 N. Quanta energia termica viene
direzione y, quindi dal diagramma di corpo libero applicando
creata in questo processo?
la seconda legge di Newton abbiamo che
IMPOSTAZIONE La mano che tiene il legno compie del
lavoro per spingere il blocco avanti e indietro. Il lavoro tra­ ^ F y = n - P - F = mUy = 0
sferisce energia al sistema blocco + tavolo, che si manifesta esplicitando per n:
sotto forma d ’energia termica secondo l’Equazione 10.16. La
forza d'attrito può essere trovata usando il modello dell’attrito ,j = p ^ F = mg + F = (0.30 kg)(9.8 m/s^) + 22 N = 24.9 N
dinamico introdotto nel Capitolo 5,/^ = n\ dalla Tabella 5.2
La forza d’attrito è /j = = (0.20)(24.9 N) = 4.98 N. Lo spo­
il coefficiente d’attrito dinamico del legno ^
stamento totale del blocco è pari a 2 • 30 • 8.0 cm = 4.8 m.
che sfrega sul legno è 0.20. Per trovare
Perciò l’energia termica creata è
la forza perpendicolare n che agisce sul
blocco, abbiamo disegnato un diagramma AE,^=/^Av = (4.98 N)(4.8 rn) = 24 J
di corpo libero nella figura 1 0 .20 , che
VERIFICA Questa modesta quantità d’energia termica sembra
FIGURA 10 .20 Diagramma di corpo libero
(solo per le forze verticali) per un blocco
ragionevole per Io sfregamento prodotto da una persona.
che viene strofinato contro un tavolo.
4
312 CAPITOLO 10 Energia e lavoro

10.6 Applicazione della legge


di conservazione dell’energia
L ’equazione lavoro-energia stabilisce che la variazione delFenergia totale di
un sistem a equivale aH’energia trasferita da o a un sistem a sotto form a di
lavoro. Se si considerano solo quelle form e di energia che sono tipicam ente
trasform ate durante il m ovim ento di corpi ordinari - Tenergia cinetica K, le
energie potenziali gravitazionale ed elastica e e Tencrgia term ica
allora T equazione lavoro-energia può essere scritta nel modo seguente
-hA£- = VF (10.17)
Esattam ente com e per la conservazione della quantità di moto, vogliam o
sviluppare una prospettiva del prim a-e-dopo per la conservazione delFenergia.
Possiam o far ciò notando che HaK = K — K , ALI = {U ) — (U ). c così via.
Quindi Fequazione 10.17 può essere scritta com e
4- A E ^ = K^ + 4- + W ( 10.18)
L ’Equazione 10.18 è la versione del “prim a-e-dopo” d e ll’equazione lavoro-
energia. Stabilisce che l’energia finale di un sistem a, com presa qualsiasi varia­
zione di energia term ica nello stesso, è pari alla sua energia iniziale più
qualsiasi altra energia aggiunta al sistem a sotto form a di lavoro. Q uesta eq u a­
zione sarà la base per una potente strategia di soluzione dei problem i, presen­
tata nel riquadro Strategia di risoluzione dei problem i 10.1.

CEDO ►Non scriviam o AE^^ com e ~ nell’Equazione 10.18 per­


ché i valori iniziali e finali d ell’energia term ica sono tipicam ente sconosciu­
ti; solo la loro differenza AE^^ può essere misurata. <

C onservazione d e ire n e rg ia
Nella Sezione 10.1, abbiam o introdotto l’idea di un sistem a isolato - un
sistem a in cui nessun lavoro viene svolto sul sistem a o dal sistem a e quindi non
avviene trasferim ento di energia verso il sistem a o a partire dal sistem a. In
questo caso, W = 0 n ell’Equazione 10.18, in m odo che
\ + ( U \ + A E . = K -^(U ) - ^ ( U) (10.18a)
L ’Equazione 1 0 .18a stabilisce che per u n sistem a iso lato l’en e rg ia si c o n ­
serva, cioè l’energia finale, includendo ogni variazione di energia term ica,
rim ane uguale a ll’energia iniziale. Q uesta è la legge di conservazione d ell’e­
nergia, Equazione 10.4, ma lim itata a quelle form e di energia tipiche del m ovi­
m ento m eccanico. La T abella 10.2 m ostra com e scegliere un sistem a isolato
per quattro situazioni com uni.

TABELLA 10.2 Scelta di un sistema isolato


Un corpo in caduta lìbera Un corpo che scivida su un Un corpo clic comprime I n corpo che scivola su una
piano inclinato senza attrito una molla superficie con attrito

Scegliamo la palla e la Terra La forza esterna che il piano Scegliamo il corpo e la molla 11 blocco e la su[)erfìcie intera­
come sistema, affinché le for­ inclinato esercita sul corpo come sistema. Le forze tra giscono tramite forze d’attrito
ze d’interazione siano forze è perpendicolare al moto, e loro sono forze interne, quindi dinamico, ma sono forze inter­
interne. Non ci sono forze quindi non compie lavoro. nessun lavoro è fatto sul ne al sistema. Non ci sono forze
esterne a compiere lavoro, per Il corpo e la Terra insieme sistema. esterne che compiono lavoro,
questo il sistema è isolato. formano un sistema isolato. quindi il sistema è isolato.
10.6 Applicazione della legge di conservazione dell’energia 313

Se inoltre ci lim itiam o ai casi in cui Tattrito può essere trascurato, in modo
che = 0, la legge della conservazione delT energia, E quazione 10.18a,
diventa
K,f + (^ X4- {U
^ g 'f
) = K . + (U ).' -f (Uc ).'\
^ c 'f I ' k i '
(10.19)
La som m a delle energie cinetiche e potenziali, K-\- si chiam a energia
m eccanica del sistem a, così TEquazione 10.19 stabilisce che l’en e rg ia m e cc a­
n ica per un sistem a iso lato senza a ttr ito viene co n se rv a ta .

STRATEGIA DI RISOLUZIONE
DEI P R O B L E M I 1 0 . 1 P r o b le m i d i c o n s e r v a z io n e d e H 'e n e r g ia
L ’equazione lavoro-energia e la legge di conservazione d e ll’energia colle­
gano l’energia fin a le del sistem a a quella iniziale. Nei problem i possiam o
usare questo collegam ento per ricavare i valori di alcune incognite quali
altezze, velocità e spostam enti riferiti alla situazione iniziale o alla situa­
zione finale. U n a m o lla in a z io n e BIG Una locusta

D isegniam o una descrizione visiva “prim a-e-dopo” , com e


IM P O S T A Z IO N E
può saltare fino a una lunghezza di 1 metro,
una distanza impressionante per un animale
m ostrato nel riquadro Strategia e tattica 9.1. A nnotiam o le quantità note e così piccolo. Per fare un tale salto, le
identifichiam o cosa si sta cercando di trovare. sue gambe devono estendersi molto più
rapidamente di quanto i muscoli possano
A pplichiam o la versione del
S O L U Z IO N E ‘prim a-e-dopo” d ell’equazione
contrarsi normalmente. Così, invece di
lavoro-energia, equazione 10.18: usare i muscoli per fare direttamente il
salto, la IcKusta li utilizza per allungare
K, + (U ^\+ {U^),+ iU^\ + H'
più lentamente una “molla” interna vicina
Ci sono tre situazioni possibili: airarticolazione del suo ginocchio. In questo
modo immagazzina energia potenziale
■ se il lavoro è com piuto sul o dal sistem a, allora usiam o la versione com ­ elastica nella molla. Quando i muscoli si
pleta d ell’E quazione 10.18. rilassano, la molla è rapidamente rilasciata
■ .se il sistem a è isolato, non viene com piuto ne.ssun lavoro. U siam o l’E qua­ e la sua energia è rapidamente convertita in
zione 10.18 con W = 0 (la legge di con.servazione d e ll’energia, Equazione energia cinetica deH’in.setto.
10.18a).
■ se il sistem a è isolato e non c ’è attrito, l’energia m eccanica è conservata.
U siam o l’E quazione 10.18 con W = 0 e 0, ossia l’E quazione 10.19.

A seconda del problem a, avrem o bisogno di calcolare i valori iniziali e/o


finali di queste energie. Poi possiam o calcolare le energie non note e da que­
ste le velocità (dipendenti da K), le altezze e le distanze (dipendenti da
oppure gli spostam enti o le forze d ’attrito (dipendenti da A£jj^= /^, Aa ).

C ontrolliam o i segni delle energie. L ’energia cinetica è .sempre


V E R IF IC A
positiva, com e lo è la variazione di energia term ica. C ontrolliam o che il
risultato abbia le corrette unità di m isura, sia ragionevole e risponda alle
dom ande.

E S E M P IO 10.10 Colpire la campana


Alla festa del paese, Caterina si vuole cimentare in un’attra­ F IG U R A 10.21 Descrizione visiva delTattrazione "la prova
zione che consiste in una prova di forza, come mostrato nella di forza".
F IG U R A 10.21. Caterina colpi.sce con il martello usando una Calcoleremo l’altezza
forza sufficiente a imprimere alla sfera una velocità iniziale di ma,ssima a cui arriverebbe r \r \
la palla .se il campanello non Q ~ >'f
8.0 m/s verso l’alto. La sfera riuscirà a colpire la campana che fosse presente. Poi vedremo f Vf = 0 m/s
è posta a un’altezza di 3.0 m dalla ba.se? se tale altezza è sufficiente
a raggiungerlo.
IM PO STAZIO NE Seguiremo il processo del riquadro Strategia
di risoluzione dei problemi 10.1. Dalla Tabella 10.2, notiamo Incognita: yf
che una volta che la sfera si trova in aria, il sistema che com­
prende la sfera e la terra è isolato. Se supponiamo che il tratto
in cui la sfera si muove è senza attrito, allora l’energia mec­
canica del sistema si conserva. La Figura 10.21 mostra una Prima:
descrizione visiva “prima-e-dopo” nella quale abbiamo scelto Vj = 8.0 m/s
che = 0 m sia il punto di partenza della sfera. Possiamo usare >^i = 0 m
la conservazione dell’energia meccanica. Equazione 10.19.
Continua
314 CAPITOLO 10 Energia e lavoro

SOLUZIONE L’Equazione 10.19 afferma che K^-\- +


Possiamo esplicitare le espressioni per l’energia cinetica
e potenziale scrivendo Questa equazione si risolve facilmente per l’altezza
I 2 1 2 ( 8 . 0 in/s)^
-m v f +mgy( = -m vi‘ -\-mgyi Vf = — = -------------— = 3.3 m
2 g 2 (9 . 8 m/s^)
Ignoriamo la campana per il momento e cerchiamo di capire di Un valore più elevato del punto in cui si trova la campana; la
quanto si alzerebbe la sfera se non ci fossero ostacoli sulla sua sfera quindi la colpirà nella sua salita.
traiettoria. Sappiamo che la sfera inizia con 0 m e che la sua VERIFICA Sembra ragionevole che Caterina possa colpire con
velocità nel punto più alto della sua traiettoria è v^= 0 m/s. Perciò il martello usando una forza sufficiente a far arrivare la sfera a
requazione dell’energia si semplifica nell’espressione seguente 3 m di altezza.

ESEMPIO 10.11 Velocità alla fine di uno scivolo d'acqua


Durante la festa del paese, Caterina prova lo scivolo d’acqua, SOLUZIONE La conservazione dell’energia meccanica ci dice
la cui forma è mostrata nella f i g u r a 10 .2 2 .11 punto di partenza che
è a un’altezza di circa 9.0 m dal suolo. Caterina si lancia con
f ^ g'f I ' g'i
una velocità iniziale di 2.0 m/s. Se lo scivolo è senza attrito,
oppure
quale sarà la velocità di Caterina alla fine dello scivolo?
i m p o s t a z i o n e La Tabella 10.2 mostra che il sistema com­ -Jm v /2 + mgyf = -1m v , 2 + ingy,
prendente Caterina e la Terra è isolato, perché la forza normale Considerando 0 m, abbiamo che
dello scivolo è perpendicolare al moto di Caterina e non com­
1 2 1 2
pie lavoro. Se consideriamo lo scivolo privo d’attrito, possiamo = - m v ; + mgyi
usare l’equazione della conservazione dell’energia meccanica. che possiamo risolvere in funzione di
La Figura 10.22 è una descrizione visiva del problema.
Vf = V v7 + 2 ^
F IG U R A 10.22 Descrizione visiva prima-e-dopo di Katie
sullo scivolo d'acqua.
= \ / ( 2 . 0 m/s)^ + 2(9.8 m/s^)(9.0 m) = 13 m/s
y Prima:
= 9.0 m VERIFICA Questa velocità è di circa 48 km/h. Probabilmente
Vi = 2.0 m/s più veloce di quanto in realtà si possa andare su uno scivolo
k ;' d’acqua ma, avendo ignorato l’attrito, la nostra risposta è ragio­
Incognita: Vf nevole. È essenziale capire che la forma dello scivolo non è
Dopo: importante perché l’energia potenziale gravitazionale dipende
= 0m solo (\i\Waltezza rispetto a un livello di riferimento. Se scivo­
Vf liamo giù da un qualsiasi scivolo (senza attrito) della stessa
altezza, la no.stra velocità alla fine sarà sempre la stessa a pre­
scindere dalla forma dello scivolo.

ESEMPIO 10.12 Velocità di una palla scagliata con una molla


Una pistola giocattolo caricata a molla è usata per sparare una F IG U R A 10.23 Descrizione visiva prima-e-dopo di una palla
palla di pla.stica di massa 10 g. La molla, che ha una costante ela­ sparata da una pistola giocattolo a molla.
stica di 10 N/m, viene compressa di 10 cm quando la palla viene Prima: Vj = 0 m/s
inserita nella canna. Quando si tira il grilletto, la molla viene rila­
sciata e spara la palla. Considerando TaUrito trascurabile, qual è la
velcK'ità della palla nel momento in cui esce dalla canna?
Xi = - 1 0 cm • x^O
IM PO STAZIO NE Assumiamo che la molla obbedisca alla
legge di Hooke, = -kx , e che sia senza massa in modo da Dopo:
non avere una propria energia cinetica. Usando la Tabella
1 0 .2 , definiamo il nostro sistema isolato composto dalla molla jCf = 0 cm
Incognita: Vf ( =
e dalla palla. Non c’è attrito; quindi l’energia meccanica del
sistema K + U^sì conserva.
La F IG U R A 10.23 mostra una descrizione visiva prima-e-
dopo. La molla compressa spingerà sulla palla finché la molla SOLUZIONE L’equazione di conservazione dell’energia è
non sarà tornata alla sua lunghezza d’equilibrio. Abbiamo + (U J f— F. + (U^).. Usando l’energia potenziale elastica della
scelto come origine del sistema di coordinate la posizione d’e­ molla, descritta dall’Equazione 10.15, possiamo scrivere
quilibrio dell’estremità libera della molla, considerando x. =
-f ^kx^ = jmvj ■+
- 1 0 cm e.Vj.= () cm.
Continua
10.6 Applicazione della legge di conservazione dell’energia 315

Sapendo che = 0 m e v. = 0 m/s, possiamo semplificare la V E R IF IC A Questo non è un problema che avremmo potuto
formula precedente risolvere facilmente con le leggi di Newton. L’accelerazione
non è costante, e non abbiamo imparato come trattare la
cinematica dei moti con accelerazione non costante. Con la
È ora facile risolvere per la velocità della palla conservazione dell’energia, il problema diventa facilmente
risolvibile!
( l 0 N /m ) ( - 0 . 1 Q m r
Vf = = 3.2 m /s
0 . 0 1 0 kg

ESEMPIO 10.13 Traino di un rimorchio da bicicletta


Monica traina sua figlia Jessica in un rimorchio da bicicletta. Il Se consideriamo che non c ’è attrito, allora
S O L U Z IO N E
rimorchio e Jessica hanno una massa complessiva di 25 kg. AE^ = 0, quindi l’Equazione 10.18 diventa
Monica inizia a pedalare su un tratto di strada, in salita, di 100
K,+ (U ^)= K . + {U^).+ W
m di lunghezza e con un dislivello di 4.0 m. Sul percorso, la
bici di Monica traina il rimorchio con una forza costante di 8.0 Oppure
N. Iniziano partendo dalla base della salita con una velocità 5.3 1 1
- m v f + m gyf = - m v f -f mgy, + W
m/s. Qual è la loro velocità alla fine della salita considerando
trascurabile la forza d’attrito? Sostituendo = 0 e W = Fd, possiamo risolvere in funzione
IM P O S T A Z IO N ESeguiremo di nuovo i passaggi del riquadro della velocità finale:
Strategia di risoluzione dei problemi 10.1. Considerando come 2Fd
sistema Jessica e il rimorchio, la bici di Monica sta applicando una Vf2 =
forza sul sistema mentre si muove lungo la salita. Perciò avremo
bisogno di usare la versione completa dell’Equazione 10.18, inclu­ 2(8.0 N)(10Q m)
= (5.3 m/s)2 - 2(9.8 m/s2)(4.0 m) +
dendo il termine relativo al lavoro W. La f i g u r a i o .24 mostra una 25 kg
descrizione visiva prima-e-dopo nella quale abbiamo considerato = 13.7 m W
_y= 0 m come quota iniziale del rimorchio.
dalla quale troviamo v^= 3.7 m/s. Da notare che abbiamo con­
F IG U R A 10.24 Descrizione visiva del prima-e-dopo del
siderato il lavoro come una quantità positiva perché la forza
traino di un rimorchio lungo una salita.
agisce nella stessa direzione dello spostamento.

Un valore di 3 m/s, circa 13 km/h, sembra ragio­


V E R IF IC A
nevole per la velocità di una bicicletta. La velocità finale di
Jessica è minore della sua velocità iniziale, indicando che la
forza esercitata dalla bici di Monica sul rimorchio è minore
della componente della forza gravitazionale che agisce in dire­
zione opposta.

A ttrito ed en erg ia term ica


Quando è presente un attrito dinamico si ha sempre anche una variazione di
energia termica, quindi in questo caso dobbiamo usare fequazione più gene­
rale della conservazione delfenergia, l’equazione 10.18a, che comprende la
variazione dell’energia termica Inoltre, sappiamo dalla sezione 10.5 che
la variazione dell’energia termica quando un corpo scivola per una distanza
A.V, mentre è soggetto a una forza di attrito/j, è A.v.

ESEMPIO 10.14 Dove si fermerà la slitta?


Una persona con una slitta, partendo da ferma, scivola giù da FIGURA 10.25 Descrizione visiva di una persona che scivola
una collina alta 10 m. Ai piedi della collina c ’è una lunga stri­ giù per la collina con una slitta.
scia orizzontale di neve fresca. La collina è quasi senza attrito, y Prima:
ma il coefficiente d’attrito presente nel piano orizzontale tra la = 10 m
Vj = 0 m/s Incognita: Ajc Dopo:
slitta e la neve fresca è ^t^=0.30. Che distanza percorre la slitta
nel piano orizzontale prima di fermarsi?
Per far sì che sia isolato, il sistema deve
IM P O S T A Z IO N E
H „ yf = 0 m
Senza attrito Vf = 0 m/s
/ Md = 0 .3 0 ^
includere la slitta, la terra e la neve fresca. Come mostra la
Tabella 10.2, questo rende la forza d’attrito una forza interna A.V
cosicché nessun lavoro è compiuto sul sistema. Possiamo usare
la conservazione dell’energia, ma abbiamo bisogno di inclu­
dere l’energia termica. Una descrizione visiva è mostrata nella
F IG U R A 10.25.
Continua
316 CAPITOLO 10 Energia e lavoro

SOLUZIONE In cima alla collina la slitta ha solo energia poten­ = f^a " = 'W i
ziale gravitazionale (U^). = mgy.. Una volta fermata sul piano
orizzontale alle pendici della collina non possiederà né energia dalla quale ricaviamo
cinetica né potenziale, così avremo = 0. Tuttavia, 10 m
Aa = — = = 33 m
l’attrito nella parte ruvida pianeggiante causa un incremento Ma 0.30
d’energia termica. Perciò la nostra equazione di conservazione
VERIFICA Sembra ragionevole che la persona con la slitta
dell’energia -f (U^)^ + venta
possa scivolare per una distanza più grande dell’altezza della
collina da cui ha iniziato la discesa.
La variazione d’energia termica è AE^^ = n Ax. La
forza normale n controbilancia la forza peso della slitta P
quando attraversa la zona ruvida, quindi n = P = mg. Perciò

SIN TESI 10.1 L'energia e la sua conservazione

In questo capitolo abbiam o considerato quattro tipi fondam entali d ’energia. Le energie a ll’interno di un sistem a
isolato possono essere trasform ate da un tipo a un altro, ma l’energia totale si conserva. L ’unità di m isura di tutti i
tipi d ’energia è il jo u le (J).

L’en e rg ia cin etica è L’e n e rg ia p o te n zia le g ra v ita z io n a le è L’e n e rg ia p o te n zia le elastica è l’energia
l’energia del moto. l’energia im m agazzinata da un corpo im m agazzinata da una m olla quando
situato ad una certa altezza dal terreno. è com pressa o allungata rispetto alla
sua lunghezza a riposo.
...•••Massa (kg) ,••••Accelerazione di ........Costante elastica (N/m)
gravità
K = { m v '^ t/e = \kx'^
» Spostamento dell’estremità
‘“•Velocità (m/s) Massa (kg)* *•••Altez/oi (m) rispetto alla ......della molla dalla posizione
quota di riferimento y = 0 d’equilibrio (m)

Il sistem a com posto da un corpo e la superficie Per un sistem a isolato, la legge d ella co n serv azio n e
su cui scivola aum enta la sua energia term ica, d e ll’e n e rg ia si scrive
in presenza di attrito.
K( + (t/ g )f + (f/c)r + A £ ,h = K, + (U A + (U A
^ ......Distanza percorsa
^ ^th ~ dal corpo che scivola (m) Energia totale finale Energia totale iniziale
Variazione di • Forza L’energia totale di un sistem a, includendo ogni aum ento
energia termica d’attrito (N) della sua energia term ica, è uguale alla sua energia iniziale.

P A U S A D I R IF L E S S IO N E 10.7 AI parco acquatico, C aterina scivola, senza at­


trito, lungo ognuno degli scivoli rappresentati in figura. In cim a, viene spinta
in modo tale da avere la stessa velocità iniziale ogni volta. A lla fine di quale
scivolo la sua velocità sarà m aggiore?

A. B. C.

A. Scivolo A B. Scivolo B
C. Scivolo C D. La sua velocità è identica alla fine di tutti
e tre gli scivoli.

10.7 L’energia negli urti


Nel C apitolo 9 abbiam o studiato gli urti tra due corpi. A bbiam o scoperto che
se non ci sono forze esterne che agiscono sui corpi, la quantità di moto totale
sarà conservata. O ra vogliam o studiare cosa succede a ll’energia in caso di urti.
Le proprietà degli urti sono im portanti in molte applicazioni di biocinetica,
com e la progettazione di autom obili e caschi da bicicletta più sicuri.
C onsideriam o per primi gli urti perfettam ente anelastici. A bbiam o studiato
proprio questo tipo di urti neH’Esem pio 9.8. R icordiam o che in una tale co lli­
sione i due corpi restano uniti per poi muoversi con una velocità finale com une.
Che cosa succede per quel che riguarda l’energia?
10.7 L’energia negli urti 317

ESEMPIO 10.15 Le trasformazioni delLenergia in un urto perfettamente anelastico


Nella FIGURA 10.26 sono mostrati due carri che muovendosi S O L U Z IO N E L’energia cinetica iniziale è
Tuno verso Taltro, si scontrano e si agganciano tra loro. 1 , 1 2
NelTEsempio 9.8, abbiamo usato la conservazione della quan­
tità di moto per trovare la velocità finale illustrata nella Figura
10.26 dalle velocità iniziali date. Quanta energia termica è pro­ = ^(2.0- IO‘‘ kg)(1.5ni/s)^ + ^(4.0 • 10'* k g ) ( - l.l m/s)^
dotta in questa collisione?
= 4.7 • 10'*J
FIGURA 10.26 Descrizione visiva prinna-e-dopo di un urto
completamente anelastico.
Prima: Poiché i carri si agganciano tra loro e si muovono come un
(''u)ì = I -5 ni/s (v2 ^)i = - 1. 1 in/s singolo corpo di massa m, 4- l’energia cinetica finale è
/w, = 2 .0 X 10-* k g ni2 = 4 . 0 X 10-* k g

0^
= ^(6.0 • 1 0'*kg)(-0.25ni/s)^= 1900 J

Dopo: Dall’equazione di conservazione dell’energia scritta qui sopra,


/;/i -I- ni2
(v,)f = - ■0.25 m/s troviamo che l’energia termica viene aumentata di
AE,Ih = ACI - a:f = 4.7 • lO-’ J - 1900.1 = 4.5 • IO**]

Questa quantità d’energia cinetica iniziale si è trasformata in


Abbiamo scelto i due carri come no.stro
IM P O S T A Z IO N E energia termica durante l’urto.
sistema. Poiché il movimento è orizzontale, non c’è variazione
d’energia potenziale. Perciò possiamo scrivere la legge di con­ V E R IF IC A Circa il 96% dell’energia cinetica iniziale è tra­
servazione dell’energia, Equazione 10.18, come: sformata in energia termica. Questa percentuale di trasforma­
L’energia totale prima e dopo la collisione deve essere uguale, zione molto alta è tipica di molti urti che si verificano nella
ma le energie non sono uguali. vita quotidiana.

Urti elastici
La FIGURA 10.27 m ostra un urto tra una palla da tennis e una racchetta. La palla FIGURA 10.27 Una palla da tennis urta
è com pressa e le corde della racchetta si tendono allungandosi nel m om ento in una racchetta. Da notare che la palla
è compressa e le corde si tendono
cui avviene fu rto , poi la palla ritorna alla sua form a iniziale e le corde della
allungandosi.
racchetta riprendono la lunghezza a riposo nel m om ento in cui i due corpi si
separano. Da un punto di vista energetico, l’energia cinetica dei corpi si tra­
sform a n elfe n erg ia potenziale elastica della palla e delle corde, poi nuova­
m ente in energia cinetica m entre i due corpi si separano. Se tutta l’energia
cinetica rim ane im m agazzinata com e energia potenziale elastica, e tutta l’ener­
gia potenziale elastica viene ritrasform ata n ell’energia cinetica post-collisione
dei corpi, allora l’energia m eccanica si con.serva. Un urto in cui l’energia m ec­
canica è conservata si chiam a urto perfettamente elastico.
Inutile dire che quasi sem pre un urto reale non è né perfettam ente elastico
né perfettam ente anelastico. U na palla di gom m a che rim balza sul pavim ento
potrebbe “perdere” il 2 0 % della sua energia cinetica a ogni rim balzo e ritornare
soltanto all’80% d ell’altezza m assim a del rim balzo precedente. Ma le colli­
sioni tra due corpi m olto duri, com e due palle da biliardo o due sfere d ’acciaio,
sono quasi perfettam ente elastiche. A nche gli urti tra particelle m icroscopiche,
com e elettroni e atom i, possono essere perfettam ente elastici.
La FIGURA 10.28 lìio.stra un urto frontale perfettam ente elastico tra una palla FIGURA 10.28 Un urto perfettamente
di m assa con velocità iniziale e una palla di m assa inizialm ente elastico.
ferma. Le velocità delle palle dopo l’urto sono e Essendo un moto
unidim ensionale, possiam o considerare le velocità non com e grandezze vetto­ Prima: Q = = 0 (D Ej
riali ma solo com e grandezze caratterizzate dal loro segno. La palla 1, in parti­ Lcnergia è
immagazzinata nei
colare, potrebbe rim balzare indietro e avere un valore negativo per
legami molecolari.
L ’urto deve obbedire a due leggi di conservazione: la conservazione della Durante: \jA y poi è rilasciata
quantità di m oto (in ogni collisione) e la conservazione d ell’energia m eccanica quando i legami si
riespaiidono.
(perché la collisione è perfettam ente elastica). Sebbene l’energia sia trasfor­
m ata in energia potenziale durante l’urto, l’energia m eccanica prim a e dopo la Dopo: © - ► © — ► Kf=K,
collisione è puram ente energia cinetica. Quindi vtf hf
318 CAPITOLO 10 Energia e lavoro

conservazione della quantità di moto:

1 . 1 2 1 2
conservazione d ell’energia: 2 "'l(*'u)i + 2 ' ”2(V2x){

La conservazione della quantità di m oto da sola non è sufficiente per analiz­


zare l’urto perché ci sono due incognite: le due velocità finali. E per questo che
non abbiam o considerato urti perfettam ente elastici nel C apitolo 9.
La conservazione d ell’energia ci dà u n ’altra condizione. La soluzione co m ­
pleta di queste due equazioni richiede l ’uso di una sem plice ma piuttosto lunga
elaborazione algebrica. Ci lim iterem o a dare la soluzione qui di seguito:

mi — ni2 2 m\
(v „)i ( 1 0 .2 0 )
m\ +I !H
ni\ m2 fyi\ “b ^ 2
Urto perfettamente elastico con il corpo 2 inizialmente fermo

Le equazioni 10.20 ci perm ettono di calcolare la velocità finale di ogni corpo.


C onsideriam o un esem pio com une e im portante: un urto perfettam ente elastico
tra due corpi di massa uguale.

ESEMPIO 10.16 Velocità in un urto tra dischi di air hockey


Su un tavolo da air hockey, un disco si muove verso destra a per trovare le velocità finali dei dischi. I dischi sono identici,
una velocità di 2.3 m/s, urta frontalmente un altro disco in posi­ abbiamo quindi m, =
zione di riposo. Qual è la velocità finale di ogni disco? S O L U Z IO N E Usiamo le Equazioni 10.20 con = m^ — m per
IM P O S T A Z IO N E Una descrizione visiva prima-e-dopo è
mostrata nella f i g u r a 10 .2 9 . Abbiamo mostrato le velocità
(‘'u)f = = 0 m /s
finali neH’immagine, ma non sappiamo ancora in quale dire­ m+m
zione si muoveranno i dischi. Poiché un disco era inizialmente 2 m
in posizione di riposo, possiamo usare le Equazioni 10.20 (»'2t)f = ■ni + m (vix)i = (vix)i = 2 .3 m /s
F IG U R A 10.29 Un disco in movimento urta un disco fermo. 11disco in movimento si ferma completamente, e il disco che
Prima: (V|Ji = 2.3 m/s (v2r)i = 0 m/s inizialmente era fermo schizza via con la stessa velocità che
aveva quello che si stava avvicinando.
Vii ^
Possiamo vedere come la quantità di moto e l’e­
V E R IF IC A
nergia si conservino. La quantità di moto del disco in movi­
mento e l’energia sono trasferite completamente al disco che
Dopo: Incognite: (vu)re(v2,)f stava fermo. Se hai mai giocato a biliardo, probabilmente hai
vif p2f già visto urti di questo genere quando una delle palle è col­
pita frontalmente dal pallino. Il pallino si ferma e faltra palla
prende la sua velocità.

Altri casi in cui i corpi in collisione non hanno masse uguali saranno trattati
nei problem i di fine capitolo.

Forze negli urti


L ’urto tra due palle da biliardo avviene molto rapidam ente, le forze sono in
genere molto grandi e difficili da calcolare. Fortunatam ente, utilizzando i co n ­
cetti di quantità di moto e di conservazione d ell’energia, possiam o calcolare
spesso la velocità finale delle palle senza dover conoscere le forze d ’intera­
zione. Ci sono urti, tuttavia, in cui conoscere le forze in gioco è fondam entale.
11 prossim o esem pio mostra com e un casco protegge la testa dalle grandi forze

coinvolte in un incidente in bicicletta.

ESEMPIO 10.17 Proteggersi la testa BK)


Un casco per bicicletta, composto < La schiuma posta alf interno di un casco da bici è
fondamentalmente da un rivesti­ progettata per schiacciarsi nell'impatto.
mento di schiuma deformabile che
la forza che è esercitata sulla sagoma se l’impatto schiaccia la
attutisce l’impatto, viene allacciato
schiuma di 3.0 cm?
alla sagoma di una testa di massa
5.0 kg per essere testato, in seguito Una descrizione visiva prima-e-dopo del test
IM P O S T A Z IO N E

viene lasciato cadere da un’altezza è mostrata nella F IG U R A 10.30. Abbiamo scelto come punto
di 2.0 m sopra un’incudine. Qual è finale del problema quando la sagoma si ferma con la schiuma
10.7 L’energia negli urti 319

F IG U R A 10.30 Descrizione visiva prima-e-dopo del test sul sagoma parte da una posizione di riposo, accelera mentre cade
casco da bici. e torna alla posizione di riposo durante l’impatto. Abbiamo
quindi K = K.. In più, 0 perché non c’è attrito che incre­
La sagoma della lesta è lasciata
cadere da un’altezza d 2 . 0 m. menti l’energia termica. Solo l’energia potenziale gravitazio­
nale varia, quindi possiamo scrivere l’equazione lavoro-energia
Il casco ha appena urtato
l'incudine. La schiuma .sta nel modo seguente
spingendo verso la sagoma. ( u ^ ) r W ,\= w
La sagoma è sottoposta a La forza della .schiuma, diretta verso l’alto, sulla sagoma è
? -yp Vi / una grande forza di
; compressione da parte della nella stessa direzione ma in verso opposto a quello dello sposta­
: schiuma. Que.sta forza mento della sagoma. Facendo riferimento al riquadro Strategia e
\ compie lavoro negativo tattica 10.1, notiamo che il lavoro compiuto è negativo: W = — F d
.sulla sagoma, rallentandola. considerando la forza costante. Utilizzando questo risultato
nell’equazione lavoro-energia e risolvendo per F, otteniamo

F= —
d d
>^= 0 Prendendo come quota di riferimento y = () m quella dell’in­
yf. Vf cudine, abbiamo che 0. Di conseguenza {U^). = mgy.y e
d = 0.030 m ^^**^^* mgyi (5.0 kg)(9.8 m/s^)(2.0 m)
Prima: Dopo; F= TTT------------- ^ = 3300 N
^i = 2.0 m, Vj = 0 m/s Incognita: F = 0 m, Vf = 0 m/s d 0.030 m
Questa è la forza che agisce sulla testa per riuscire a fermarla in
deformata. Possiamo usare Tequazione lavoro-energia equa­ 3.0 cm. Molto importante al fine d’evitare gravi danni cerebrali
zione 10.18 per calcolare la forza esercitata sulla sagoma. è l’accelerazione della testa:
Abbiamo adottato come nostro sistema la sagoma e la Terra;
3300 N ,
la schiuma alPinterno del casco fa parte dell’ambiente circo­ ■= 660 m/s^ = 67g
m 5.0 kg
stante. Questa scelta comporta che la forza della schiuma sulla
sagoma della testa possa essere considerata come una forza La soglia al disopra della quale si hanno gravi danni
V E R IF IC A
esterna che svolge un lavoro W sulla sagoma. cerebrali è intorno ai 300 g. Questo casco quindi può proteg­
L’Equazione lavoro-energia 10.18 ci dice che il
S O L U Z IO N E gere il ciclista in quasi tutti gli incidenti gravi. Senza casco,
lavoro svolto dalle forze esterne, in questo caso la forza della la testa del ciclista si sarebbe fermata in una distanza molto
schiuma .sulla sagoma, modifica l’energia del sistema. La minore e dunque avrebbe subito un’accelerazione maggiore.

Una piccola palla di massa M che si trova in po­


P A U S A D I R IF L E S S IO N E 10.8

sizione di riposo viene colpita da un’altra palla, con velocità e con massa pari
a 2M. La situazione dopo l’uito è mostrata nella figura. E possibile tutto ciò?
A. Sì
r = ()
B. No, perché la quantità di moto
Prima , 0 V (g )
non si con.serva
C. No, perché l’energia non si con­
2 vo
serva Dopo:
D. No, perché né la quantità di moto v= 0
né l’energia si conservano

10.8 Potenza
Abbiamo appena studiato come l’energia può essere trasformata da un tipo a
un altro e come può essere trasferita tra l’ambiente e il sistema sotto forma di
lavoro. In molte situazioni ci piacerebbe sapere quanto velocemente l’energia
viene trasformata o trasferita. Il trasferimento d’energia avviene molto veloce­
mente oppure è lento? Nel superare un camion, la nostra auto deve trasformare
una certa quantità d’energia chimica del suo carburante in energia cinetica. Fa
una grande differenza se il nostro motore riesce a farlo in 20 s o in 60 s!
La domanda “Quanto velocemente?” implica che stiamo parlando di una
variazione in un intervallo di tempo. Per e.sempio, la velocità di un corpo -
quanto velocemente sta andando - è la variazione della posizione in un intervallo
di tempo. Così, quando solleviamo la questione di quanto velocemente l’energia
si trasfomia, stiamo parlando della variazione delVenergia in un intervallo di
tempo. Consideriamo quindi l’intervallo di tempo A/ durante il quale una quan­
tità di energia A E viene trasformata da una forma ad un’altra. La velocità di tra­
sformazione di questa energia è chiamata potenza E ed è definita come
320 CAPITOLO 10 Energia e lavoro

P = ( 10.21)
Ar
La potenza è la quantità di energia AE che viene trasformata
in un intervallo di tempo Ar

L'unità di misura della potenza è il watt, che è definito come 1 watt = I W = 1J/s.
La potenza misura anche la velocità con cui l’energia viene trasferita verso
l’interno o verso l’esterno di un sistema come lavoro W. Se il lavoro W viene
compiuto nell’intervallo di tempo A/, la velocità di trasferimento dell’energia è

W
P = — (10.22)
At
La potenza è la quantità di lavoro W che viene compiuto
nell'intervallo di tempo à t

Una forza che sta compiendo del lavoro (ad esempio, trasferendo energia) a
una velocità di 3 J/s ha una “potenza di uscita’’ di 3 W. Un sistema che sta
Entrambe queste auto consum ano guadagnando energia al ritmo di 3 J/s si dice che “consuma” 3 W di potenza.
la stessa energia per raggiungere la Prefissi comuni utilizzati nelle misure di potenza sono mW (milliwatt), kW
velocità di 100 Km/h, ma Tauto da corsa (kilowatt) e M W (megawatt).
ci arriva in un tempo molto inferiore,
Possiamo esprimere l’Equazione 10.22 in una forma diversa. Se neH’intervallo
per cui la sua potenza è molto più
grande. di tempo A/ un corpo subisce uno spostamento Av, il lavoro fatto da una forza che
agisce sul corpo è W = FAv. Allora l’Equazione 10.22 può es.sere scritta come
W FAx Ax
P = — = ^ = f — = F^
At At At
L’unità di potenza inglese è il cavallo La velocità con cui l’energia è trasferita a un corpo sotto forma di lavoro, la
vapore (horsepower). Il fattore di conver­ potenza, è il prodotto tra la forza che compie il lavoro e la velocità del corpo:
sione verso i watt è
1 cavallo vapore = 1 hp = 746 W P=Fv (10.23)
Molti apparecchi comuni, come i motori, Velocità di trasferimento dell'energia dovuta ad una forza F
riportano la potenza in hp. che agisce su un corpo che si muove a velocità v

E S E M P IO 10.18 Potenza necessaria per superare un camion


La nostra auto di massa 1500 kg è dietro a un camion che viag­ quindi
gia a una velocità di 97 km/h (27 m/s). Per superare il camion, A K = K j - K = (S.61 • 1 0 'J )- ( 5 .4 7 - 10M) = 3.20- lO'J
dovremo accelerare fino a 122 km/h (34 m/s) in 6.0 s. Quanta
Per trasformare questa quantità d’energia in 6 s, la potenza
potenza è richiesta al motore per permetterci di superare il
richiesta è
camion?
AK 3.20 • lO’ j
IMPO STAZIO NE 11 nostro motore tra.sforma l’energia chimica = 53 000 W = 53 kW
del carburante nell’energia cinetica della macchina. Possiamo Af 6.0 s
calcolare la velocità di trasformazione trovando la variazione Un risultato che si aggira intorno ai 71 hp. Questa potenza è da
AK dell’energia cinetica e usando l’intervallo di tempo dato. aggiungere alla potenza necessaria a superare l’attrito e la resi­
stenza dell’aria nonché a mantenere la velocità di crociera,
SOLUZIONE Abbiamo
quindi la potenza totale richiesta sarà maggiore.
= ^mvi^ = i ( l 500 kg)(27m/s)^ = 5.47 • lO’ j VERIFICA Usiamo una grande quantità d’energia per eseguire
una semplice manovra di guida come questa. 3.20 • 10^ J è un’e­
Kf = imvf^ = i ( l 500kg)(34m/s)^ = 8.67 • lO’ j nergia sufficiente a .sollevare una persona di 80 kg a 410 m in aria,
l’altezza di un grattacielo. E 53 kW lo solleverebbero in soli 6.0 s!

P A U S A DI R IF L E S S IO N E 10.9 Quattro studenti salgono le scale nei tempi mo­


strati in figura. Ordina, dalla più grande alla più piccola, le potenze prodotte

A. B.

10 m
A/ = 8 .s
10.8 Potenza 321

E S E M P IO C O N C E T T U A L E 10.19 Fermare un camion fuori controllo


1 freni di un camion possono surriscaldarsi e guastarsi mentre a. La legge di conservazione dell’energia per il
S O L U Z IO N E
si percorre una autostrada di montagna in discesa, portando a moto del camion, dal momento in cui i freni smettono di fun­
una situazione pericolosa in cui si perde il controllo del camion. zionare fino al suo completo arresto, si può scrivere come
Alcune autostrade possiedono corsie di fuga per camion fuori
K,+ W^),+ A E ^= K ,+ (U^\
controllo che permettono all’automezzo di fermarsi in sicu­
rezza. Queste corsie sono in salita e sono coperte da un pro­ Poiché l’attrito è presente solo lungo la corsia di fuga, l’energia
fondo strato di ghiaia. La pendenza della salita e il grande termica sarà prodotta solo quando il camion si muoverà su per
coefficiente d’attrito volvente, dovuto alle ruote affondate la corsia. Questa energia termica è pari a =/^ essendo
nella ghiaia, portano il camion a decelerare in modo sicuro. Ajx^ la di.stanza percorsa nella corsia di fuga. Quindi la legge di
conservazione dell’energia è
1 2
+ mgyf .AAa*2 = -/«
> 2
v > + mgy,

Dalla Figura 10.31 abbiamo che y. = A.v,sin 0 ^, y,= A.v^sin 0 ^, e


0 , quindi l’equazione diventa

mg A^2 sin 6 2 + /r Ajif2 = + fftg Aa' i sin 0 ]

Per trovare/^= fin dobbiamo trovare la forza normale n. Il dia­


gramma a corpo libero mostra che
Una corsia di fuga lungo la Interstate 70 in Colorado
2 Fy> = n — mg cos $ 2 = ay> = 0

Un camion di massa 22 ()()() kg che scende da una discesa da cui/^= IX n = ixmgcosO^. Con questo risultato per/^, la nostra
con una pendenza di 3.5° a una velocità di 20 m/s (72 km/h) equazione di conservazione dell’energia diventa
improvvisamente subisce un guasto ai freni. Fortunatamente,
c’è una corsia di fuga per camion fuori controllo 600 m più mg Aa*2 sin & 2 + /Jrmgcos 6 2 à x 2 =
avanti. La corsia di fuga in salita ha una pendenza di 10° e il
coefficiente d’attrito volvente tra le ruote del camion e la ghiaia la quale, dopo aver diviso entrambi i membri per mg, si sempli­
è )U,= 0.40. Ignoriamo la resi.stenza dell’aria e l’attrito volvente fica in
del camion che scende lungo l’autostrada. V'
A A ')S Ìn ^2 4- fXr con 82^X2 = -b à X \ nìììOi
a. Usiamo la conservazione dell’energia per trovare che distan­
za percorre il camion sulla corsia di fuga prima di fermarsi. Risolvendo in funzione di A.Vj si ha
b. Di quanto sarà aumentata l’energia termica del camion e „2
della corsia d’arresto quando il camion si sarà fermato? ----- 1- AAisin^i
2 g
IM P O S T A Z IO N E Possiamo risolvere i punti a e b usando la A x2 =
sin O2 + iXjCon 6 2
conservazione dell’energia come nel riquadro Strategia di
risoluzione dei problemi 10.1. Nella F IG U R A io .3 i abbiamo (20 m/s)2
una descrizione visiva prima-e-dopo. Poiché dobbiamo deter­ + (600 m)(sin3.5°)
2(9.8 m/s^)
minare le forze d’attrito per calcolare l’incremento d’energia - = lOOm
sin 10° + 0.40(cosl0°)
termica, abbiamo anche disegnato un diagramma di corpo
libero per il camion nel momento in cui percorre le corsia di
b. Sappiamo che AE^^ =/^ Ax^ = {ixmgconO^)Ax2 , quindi
fuga verso l’alto. Una piccola complicazione è che l’asse y del
diagramma a corpo libero è disegnato perpendicolare alla pen­ AE^^=(0.40)(22000 kg)(9.8 m/s^Kcos 1 0 °)( 1 0 0 m)
denza, mentre il calcolo dell’energia potenziale gravitazionale = 8.5 • 10"J
necessita di un asse delle y verticale per misurarne l’altezza.
Abbiamo risolto il problema contrassegnando l’asse del dia­ VERIFICA Sembra ragionevole che un camion, accelerando
gramma a corpo libero con l’asse y: per 600 m in discesa, impieghi 1 0 0 m per fermarsi su una
F IG U R A 10.31 Descrizione visiva della corsia di fuga per rampa ripida e con grande attrito. Ci aspettiamo anche che l’e­
camion. nergia termica sia grosso modo comparabile all’energia cine­
tica del camion, dal momento che è per lo più l’energia cinetica
che viene trasformata in energia termica. In cima alla collina
l’energia cinetica del camion è

A£,h = (0.40K22 (XX) kg)(9 . 8 m/s^Kcos 10°)( 100 m)

= 8.5 • I0*J
che è dello stesso ordine di grandezza di AE^. La nostra rispo­
sta è quindi ragionevole.
322 CAPITOLO 10 Energia e lavoro

R I E P I L O G O
Obiettivo: introdurre il concetto di energia e imparare una nuova strategia di soluzione dei problemi basata sulla conser­
vazione delKenergia.

P R IN C IP I G E N E R A L I ^
Modello energetico di base Risoluzione di problemi sul
In un sistema, Tenergia può essere trasferimento e sulla conservazione
L-cncrgia è Ambiente
trasformata in varie forme. Irasfomiatu di energia
ali'inlcm o / S is t e m a
L’energia può essere trasferita del sistema./ ^ ' I M P O S T A Z IO N E Disegniamo una descrizione visiva
dentro o fuori il sistema in due modi prima-e-dopo.
principali:
S O L U Z IO N E
• Lavoro: Il trasferimento d’energia
tramite forze meccaniche • Se un lavoro è fatto su un sistema, allora usiamo la
versione del “prima-e-dopo” dell’equazione lavoro-
• Calore: Il trasferimento non mec­ energia:
L ’energia è trasferita al
canico d’energia da un corpo più sistema dall’ambiente o
caldo a uno più freddo K, + (t/,),+ (t;.), + A£^ = + IV

Conservazione dell'energia • Se il sistema è isolato ma c’è attrito, allora l’energia


totale è conservata:
Quando un lavoro W è compiuto su un sistema, la variazione di
energia totale del sistema è uguale alla quantità di lavoro fatto. In + (^e).
forma matematica, questo corrisponde all’equazione lavoro-energia
• Se il sistema è isolato e non c’è attrito, allora l’energia
AE = AA: +Af/ g e tn
+ Cium
+• = w meccanica è conservata:
Un sistema è isolato quando l’energia non è trasferita dal o al
sistema. Questo significa che il lavoro è pari a zero, dando luogo
alla legge di conservazione dell’energia: L’energia cinetica è sempre positiva, come lo è
V E R IF IC A
la variazione dell’energia termica.
AA: + A(/ +AU + A £ , + A £ \. +•
g e Ih c h im
= 0

C O N C ET T I IM P O R T A N T I ^
L ’energia cinetica è l’energia del moto: L ’energia termica è la somma delle microscopiche energie
cinetiche e potenziali di tutte le molecole in un corpo. Più un
K— corpo è caldo, più energia termica possiede. Quando è presente
l’attrito dinamico, l’aumento d’energia termica è AE^^^ = A.v.
...................... *....Rotazionale

L ’energia potenziale è l’energia immagazzinata in un


sistema di corpi che interagiscono tra loro. Il lavoro è il processo attraverso il
quale ogni energia è trasferita da o a
• Energia potenziale gravitazionale: = m gy un sistema dall’applicazione di forze
meccaniche. Se una particella compie
Energia potenziale elastica:
uno spostamento d mentre è sottoposta F\ — F cos 0^**..
L ’energia meccanica è la somma delle energie cinetiche e a una forza costante E, la forza compie
un lavoro Solo la componente della
potenziali di un sistema:
forza parallela allo
• Energia meccanica = K + l J = K -\- V ^ - ^ lJ ^ spostamento compie lavoro.
W = F ^^= F d co s 6

A P P L IC A Z IO N I k
Urti perfettamente elastici La potenza è la velocità con cui si trasforma l’energia ...
Sia l’energia meccanica sia mi —m2
la quantità di moto si conservano. p
( » ' u ) f = — ;----------- ( ‘ ' l ; t ) i
mi + ni2 __ A E ♦ ........ Quantità d ’energia trasfomiata
2 nii A f ♦ ......... Tempo necessario a trasformarla
Corpo 2 ini/.iaimcnte fenno (V2.»)f =
(vu)i / nii -I- ni2
Prima: Q ■ »
... oppure con cui si compie lavoro.

p __ W * .......... Quantità di lavoro compiuto


Dopo: Kf = K\ A f ^ .......... Tempo necessario per compiere il lavoro
( V |J f ( V i,)f
Domande 323

La difficoltà del problema è indicata con I (facile) fino a Hill (molto difficile). I problemi contrassegnati come INI integrano in maniera
significativa concetti esposti nei capitoli precedenti; i problemi contrassegnati con BK) sono di interesse medico o biologico.

D O M A N D E

D o m a n d e concettuali 17.11 vagone di un ottovolante percorre verso il basso una pista


.senza attrito, raggiungendo in fondo la velocità v.
1. Le ganasce dei freni delle nostre automobili sono fatte di a. Se si desidera che il vagone arrivi, nella parte finale, al
un materiale che può sopportare temperature molto elevate doppio della velocità v, di quanto è necessario aumen­
senza subire danni. Per quale motivo? tare l’altezza della pista?
2. Quando batti un chiodo con un martello, questo si riscalda. b. La tua risposta dipende dal fatto che la pista sia dritta o
Descrivi le trasformazioni d ’energia che portano all’au­ no? Spiega il perché.
mento di energia termica nel chiodo. 18. Una pistola a molla spara una palla di plastica a velocità
V. La molla poi viene compressa di una quantità doppia
Per le domande dalla 3 alla 10, dai un e.sempio specifico di un sistema
rispetto al primo colpo.
con la trasfomiazione d’energia mostrata. In queste domande, Wè il
a. Di quale fattore aumenterà l’energia potenziale della
lavoro fatto sul sistema, e K, sono rispettivamente le energie
molla?
cinetiche, potenziali e tenniche del sistema. Qualsia.si energia non
b. Di quale fattore è aumentata la velocità della palla?
menzionata nella trasformazione dovrebbe rimanere costante; se il
Spiega il perché.
lavoro non è menzionato, si assume che sia zero.
19. Sandy e Chris .siedono sul bordo di una scogliera e lanciano
3. W ->
.sassi di massa identica alla stessa velocità. Sandy lancia il
4. W U
suo sasso orizzontalmente mentre Chris lancia il suo verso
5. K ^ U
l’alto con un angolo di 45° rispetto al piano orizzontale. 1
6. K
due sassi si muovono alla stessa velocità quando toccano
I. V -> K
il terreno, o uno si muove più velocemente dell’altro? Se
8 . W ->
non hanno la stessa velocità, quale dei due è il più veloce?
9. U ^
Spiega il perché.
10, K ->
20. Un cilindro pieno e un cilindro
II. Una palla di stucco viene fatta cadere da un’altezza di 2 m
cavo hanno la stessa massa, lo
su un pavimento duro, sul quale rimane attaccata. Quale/i
stesso raggio, e ruotano su un
corpo/i è necessario includere nel sistema se il sistema
asse orizzontale e senza attrito. (11
deve rimanere isolato in questo processo?
cilindro cavo possiede dei raggi f i g u r a d i o .20
12. Una massa da 0.5 kg posta all’estremità di una corda lunga
di massa trascurabile che lo col legano all’a.s.se.) Una corda
1 m si muove lungo una traiettoria circolare, sopra un
viene avvolta intorno ad ogni cilindro e legata ad un blocco.
tavolo orizzontale e senza attrito ad una velocità costante di
1 bkx:chi hanno stessa massa e sono sostenuti alla .stessa
2 m/s. Quanto lavoro fa la tensione nella corda sulla massa
altezza dal pavimento come mostrato nella Figura DI0.20.
durante una rivoluzione? Spiega il perché.
Entrambi i blocchi vengono rilasciati simultaneamente. Le
13. La particella A ha una massa inferiore a quella della parti-
corde non scivolano. Quale blocco colpirà il pavimento per
cella B. Entrambe vengono spinte in avanti su una superfì­
primo? Possono arrivare insieme? Spiega il perché.
cie priva di attrito da forze uguali per 1 s. Entrambe partono
21. E sicuramente più probabile che tu ti faccia male se,
da una posizione di riposo.
BIO cadendo, la tua testa colpisce il terreno piuttosto che un
a. Confronta la quantità di lavoro compiuto su ogni parti-
materassino da ginnastica. Usa i concetti di lavoro ed ener­
cella. Ovvero, il lavoro fatto su A è maggiore, minore o
gia per spiegare il perché.
uguale al lavoro fatto su B? Spiega il perché.
22. Giovanni fa scivolare una grande cas.sa lungo un piano
b. Confronta gli impulsi che sono trasmessi alle particelle
inclinato dal bordo di un camion fino al .suolo. Per con­
A e B. Spiega il perché.
trollare la cassa e farla scivolare a una velocità costante,
c. Confronta la velocità finale delle particelle A e B.
Giovanni si pone sulla rampa davanti alla cassa eserci­
Spiega il perché.
tando una .spinta verso l’alto per frenarne il moto. Durante
14. 11 disco da hockey B ha due volte la massa del disco A.
il suo percorso verso il basso, l’energia termica dissipata
Partendo da fermi, entrambi i dischi sono tirati per la stessa
sulla rampa e sulla cassa è superiore, inferiore o uguale alla
distanza su una superficie priva di attrito tramite corde che
perdita di energia potenziale gravitazionale della cas.sa?
e.sercitano la stessa tensione.
Spiega il perché.
a. Confronta le energie cinetiche finali dei dischi A e B.
b. Confronta le velocità finali dei dischi A e B.
15. Per cambiare una gomma, è necessario utilizzare un cric R isp o ste a scelta m ultipla
applicato a un’estremità dell’automobile. Nel farlo, vi
capita di notare che.spingere il manico del cric di 2 0 cm fa 23. Il 11 vagone di un ottovolante parte da fermo nel punto di
sollevare l’auto solo di 0.2 cm. Utilizza i concetti dell’ener­ sua massima altezza e poi .scende lungo il binario (senza
gia per spiegare perché il manico deve essere spostato così attrito). La sua velocità è di 30 m/s quando raggiunge il
tanto per sollevare l'auto di co.sì poco. livello del .suolo. Qual era la sua velocità quando la sua
16. Lai cadere due sfere da una torre, una di massa m e l'altra altezza era la metà della sua posizione di partenza?
di massa 2m. Poco prima di toccare il terreno, quale delle A. 11 m/s B. 15 m/s
due sfere ha più energia cinetica? Spiega il perché. C. 21 m/s D. 25 m/s
324 CAPITOLO 10 Energia e lavoro

24. I Tu e un tuo amico trasportate ciascuno una valigia di 26. I Un disco da hockey, scivolando verso destra sulla pista
massa 15 kg su due rampe di scale, camminando a velocità ghiacciata e senza attrito alla velocità v, urta una molla oriz­
costante. Prendi come sistema ogni valigia. Supponi che zontale e la comprime di 2 . 0 cm prima di fermarsi momen­
per portare la valigia su per le scale il tuo tempo sia di 30 taneamente. Quale sarebbe la massima compressione della
s mentre quello del tuo amico è 60 s. Quale delle seguenti molla se il disco la colpisse a una velocità pari a 2 v?
risposte è vera? A. 2.0 cm B. 2.8 cm C. 4.0 cm
A. Tu hai fatto più lavoro, ma avete usato entrambi la D. 5.6 cm E. 8.0 cm
stessa potenza. 27. Il Un blocco scivola lungo un piano inclinato privo d’at­
B. Tu hai fatto più lavoro e usato più potenza. trito, partendo da fermo a un’altezza li. Quando raggiunge
C. Entrambi avete fatto lo stesso lavoro, ma tu hai usato il fondo, il blocco ha una velocità v. A questo punto risale
più potenza. scivolando su un secondo piano inclinato anch’esso privo
D. Entrambi avete fatto lo stesso lavoro, ma tu hai usato d’attrito. A che altezza la sua velocità è pari a v/2?
meno potenza. A. hIA B. h/2 C. 3/1/4 D. Ih
25. I Una donna usa una carrucola e una corda per sollevare 28. I Una palla da demolizione è sospesa all’estremità di un
. un corpo di massa 20 kg a un’altezza di 2 m. Se ci vogliono cavo lungo 5.0 m che forma un angolo di 30° con la ver­
4 s per fare ciò, quanta potenza sta fornendo? ticale. La palla è lasciata libera e si muove verso il basso.
A. 100 W B. 200 W C. 300 W D. 400 W Qual è la velocità della palla nel punto più basso?
A. 7.7 m/s IL 4.4 m/s C. 3.6 m/s D. 3.1 m/s

PROBLEMI
Sezione 10.2 II lavoro Sezione 10.3 Energia cinetica
1. Il Un libro di massa 2.0 kg è poggiato su un tavolo di 0.75 7. I Chi possiede più energia cinetica, un proiettile di massa
cm d’altezza. Tu lo prendi e lo collochi su una libreria a 2.3 10 g sparato a 500 m/s o una palla da bowling di 10 kg che
m dal pavimento. Durante questo processo, scivola a una velocità di 1 0 m/s?
a. Quanto lavoro compie la forza di gravità su questo libro? 8 . Il A quale velocità deve andare un’automobile di massa
b. Quanto lavoro compie la tua mano sul libro? 1 0 0 0 kg per avere la stessa energia cinetica di un camion
2. Il Le due funi che vediamo nella Figura P I0.2 sono usate di massa 25 ()()() kg che viaggia a una velocità di 25 km/h?
per calare di 5 m un pianoforte di massa 255 kg da una 9. I Un’autovettura viaggia a 10 m/s.
finestra al secondo piano fino a terra. Quanto lavoro è fatto a. Quanto veloce deve andare l’autovettura per raddop­
da ciascuna delle tre forze? piare la sua energia cinetica?
h. Di quale fattore aumenta l'energia cinetica dcH’autovet-
tura se raddoppia la sua velocità a 2 0 m/s?
10. I 11 ghepardo ò l’animale terrestre più veloce, e raggiunge
una velocità di 33 m/s, pari a circa 120 km/h. Qual è l’ener­
gia cinetica di un ghepardo di massa 60 kg che corre alla
sua velocità massima?
I L I A quale velocità dovrebbe andare un uomo di massa 80
kg per avere la stessa energia cinetica di una pallottola di
3. 1 Le due corde che sono mostrate in una vista dall’alto massa 8 g sparata a 400 m/s?
nella Fùgura PI 0.3 sono usate per trascinare una cassa esat­ 12. Ili L’occupazione di Samuele presso il parco di divertimenti
tamente per 3 m lungo il pavimento. Quanto lavoro è svolto è di rallentare e far fermare le barche lungo il percorso
da ciascuna delle corde sulla cassa? acquatico sui tronchi. Se una barca con i suoi passeggeri ha
4. Il a. Una scala mobile ti porta da un livello al successivo una massa di 1 2 0 0 kg e la barca scivola a 1 . 2 m/s, quanto
in un terminal acroportuale. Il livello superiore è 4.5 lavoro deve fare Samuele per fermarla?
m al di sopra del livello più basso e la lunghezza della 13. Ili Una palla di plastica di massa 20 g si muove verso sini­
scala mobile ò di 7.0 m. Quanto lavoro fa la scala stra a una velocità di 30 m/s. Quanto lavoro deve essere
mobile su di te mentre ti porta dal livello più basso a compiuto sulla palla per farla muovere con una velocità di
quello più alto? 30 m/s verso destra?
b. Quanto lavoro fa la scala mobile su di te quando 14. Ili 11 piatto rotante all’interno di un forno a microonde ha un
scendi dal livello più alto a quello più basso? momento d’inerzia di 0.040 kg • m’ e ruota continuamente,
5. I Un ragazzo fa volare un aquilone legato a una corda facendo un giro completo ogni 4.0 s. Qual ò la sua energia
avente un angolo di 30° rispetto al piano orizzontale. La cinetica?
tensione della corda è di 4.5 N. Quanto lavoro fa la corda 15. mi Un sistema d’accumulo d’energia basato su un volano
sul ragazzo se (disco rotante) può immagazzinare un massimo di 4.0 MJ
a. Rimane immobile? quando il volano ruota a 20()00 giri al minuto. Qual è il
b. Percorre una distanza orizzontale di 1 1 m in direzione momento d’inerzia del volano?
opposta all’aquilone?
c. Percorre una distan/.a orizzontale di 11 m verso l’aquilone? Sezione 10.4 Energia potenziale
6 . Il Una cassa scivola lungo un piano inclinato che forma un 16. Il 11 punto più ba.sso della Dcath Valley è a 85.0 m sotto il
angolo di 20° con il suolo. Per far sì che la cassa non scivoli livello del miirc. Ui vetta del monte Whitney ha un'altezza di
troppo velocemente. Sandra e.sercita una forza orizzontale 4420 m. Qual è la variiizionc di energia potenziale gravitazio­
di 6 8 N. Quanto lavoro compie Sandra sulla cassa mentre nale di un escursioni.sta di massa 65.0 kg che parte dal punto più
questa scivola di 3.5 m giù lungo la rampa? basso della Death Valley e aniva in cima al monte Whitney?
Problemi 325

17. I a. Qual è Tenergia cinetica di un’auto di massa 1500 kg b. La velocità della palla quando passa di nuovo all’al­
che viaggia ad una velocità di 30 m/s (108 Km/h)? tezza della finestra cadendo verso il basso.
b. Da quale altezza dovrebbe essere lasciata cadere c. La velocità d ’impatto al suolo.
l’auto per avere questo stesso valore di energia cine­ 29. Il a. Con quale velocità minima è necessario lanciare una
tica appena prima dell'impatto? palla di massa 1 0 0 g in verticale verso l’alto fino a
c. La risposta alla domanda b dipende dalla massa colpire leggermente il soffitto di 1 0 m della palestra
dell’auto? se si rilascia la palla a 1.5 m dal pavimento? Risolvi
18. I L’uomo più veloce del mondo è in grado di raggiungere questo problema usando l’energia,
una velocità di circa 11 m/s. Per aumentare la sua ener­ b. Con quale velocità la palla colpisce il suolo?
gia potenziale gravitazionale di una quantità pari alla sua 30. Ili Quale velocità minima deve avere un disco di massa 100
energia cinetica alla sua velocità massima, quanto in alto g per arrivare in cima a una rampa priva di attrito lunga 3.0
dovrebbe arrampicarsi questo velocista? m e inclinata di 2 0 ° rispetto all’orizzontale?
19. I Un ciclista di massa 72 kg sale per un tratto di strada 3 1. Il Un’auto è parcheggiata in cima a una collina alta 50 m. 1
lungo 1200 m con una pendenza di 4.3°. Di quanto varia la suoi freni si rompono e l’auto comincia a scendere. Quale
sua energia potenziale gravitazionale durante questa salita? sarà la sua velocità ai piedi della collina? (Ignora l’attrito.)
20. Il Una palla da demolizione di massa 1(X)0 kg è appesa a 32. Ili Un’auto di massa 1500 kg si avvicina a una collina come
un cavo di 15 m di lunghezza. La palla viene tirata all'in­ mostrato nella Figura P I0.32 ad una velocità di 10 m/s
dietro finché il cavo non forma un angolo di 25° con la quando finisce improvvisamente la benzina.
verticale. Di quanto è cambiata l'energia potenziale gravi­ a. Può l’auto arrivare in cima alla collina per inerzia?
tazionale della palla? b. Se la risposta alla domanda a è sì, allora qual è la velo­
21. Il Di quanto devi allungare una molla con k = 1000 N/m cità della vettura dopo essere scesa per inerzia dall’altra
per immagazzinare 200 J di energia? parte della collina?
22. Il Quanta energia può essere immagazzinata in una molla
con una costante elastica di 500 N/m se il suo massimo
allungamento possibile è di 2 0 cm?
23. UHI L’energia elastica immagazzinata nei tendini può con-
BK) tribuire fino al 35% dei fabbisogni energetici durante una FIGURA PIO.32
corsa. Scienziati dello sport hanno studiato la variazione di
33. 11 Un carrello della spesa di massa 10 kg urta una molla,
lunghezza del tendine rotuleo (parte integrante dell’apparato
attaccata al muro, di costante elastica 250 N/m e la com­
estensore del ginocchio) nei velocisti e nei non-atleti, sco­
prime di 60 cm. Qual era la velocità del carrello prima di
prendo che (in media) i tendini dei velocisti si allungano di
colpire la molla?
41 mm, mentre quelli dei non-atleti si allungano solo di 33
34. Il Quando un jet di massa 15(KX) kg atterra su una portaerei,
mm. La costante elastica dei tendini è la stessa per entrambi,
il suo gancio di coda aggancia un cavo d’arresto p(ìsto sul
33 N/mm. Qual è la differenza nella massima energia imma­
ponte per rallentare. Il cavo è attaccato a una molla con una
gazzinata tra i velocisti e i non-atleti?
costante elastica di 60(XX) N/m. Se la molla si allunga di 30 m
per fermare il Jet, qual era la velocità d’atterraggio dell’aereo?
Sezione 10.5 Energia termica 35. Il II frisbee del tuo amico si impiglia a 16 m dal suolo in un
albero. Vuoi liberarlo tirandogli un sasso. Il frisbee è inca­
24. I Marisa trascina un borsone di massa 23 kg per 14 m sul strato piuttosto bene, avrai bisogno che il sasso lo urti almeno
pavimento della palestra. Se il coefficiente di attrito dina­ con una velocità di 5.0 m/s. Se lanci il sasso da un’altezza di
mico tra il pavimento e la borsa è 0.15, quanta energia ter­ 2 . 0 m dal suolo, a che vehK'ità minima dovrai lanciarlo?
mica produce Marisa? 36. Il Un vigile del fuoco di massa 80 kg scivola giù da un
25. Il Mark spinge la sua auto in panne per 150 m lungo la palo. Quando raggiunge il fondo, 4.2 m più in basso del suo
strada fino alla casa di un suo amico. Egli deve eserci­ punto di partenza, la sua velocità è di 2.2 m/s. Di quanto è
tare una forza orizzontale di 110 N per spingere l'auto a aumentata l’energia termica durante la sua di.scesa?
una velocità costante. Quanta energia termica è creata dai 37. Il Una bambina di massa 20 kg scivola già da uno scivolo
pneumatici e dalla strada durante questo breve viaggio? alto 3.0 m. Parte da una posizione di ripo.so e la sua velocità
26. Ili Una cassa del peso di 900 N scivola per 12 m giù da un in fondo sarà di 2 . 0 m/s.
piano inclinato che ha un angolo di 35° rispetto alforizzon- a. Quali trasferimenti e trasformazioni di energia avven­
tale. Se la cassa scivola a velocità costante, quanta energia gono durante la discesa?
termica è prodotta? b. Qual c la variazione totale dell’energia termica dello
27. Ili Un bambino di massa 25 kg scivola giù lungo uno sci­ scivolo e della parte posteriore dei suoi pantaloni?
volo a velocità costante. Lo scivolo ha un’altezza di 3.0 m 38. Il Un disco da hockey viaggia a una velocità iniziale di
ed è lungo 7.0 m. Utilizzando la legge di conservazione 5.0 m/s. Se il coefficiente di attrito dinamico tra il disco e
dell’energia, trova il modulo della forza di attrito dinamico il ghiaccio è 0.05, quanto andrà lontano il disco prima di
che agisce sul bambino. fermarsi? Ri.solvi questo problema utilizzando la conserva­
zione dell’energia.
39. 11 Nello sport invernale dello “snow tubing”, i partecipanti
Sezione 10.6 Applicazione della legge di conservazione
scivolano giù per pendii innevati, mentre siedono dentro
dell’energia *
dei gommoni. Per raggiungere la sommità del pendio, il
28. Il Un ragazzo tende le braccia fuori dalla finestra e getta partecipante e il suo gommone, con massa totale di 80 kg,
una palla verticalmente verso l’alto con una velocità di 1 0 sono tirati con velocità costante da un cavo da traino che
m/s. La palla è a 20 m dal terreno quando viene lanciata. ha una tensione costante di 340 N. Quanta energia termica
Usa la legge di conservazione dell’energia per trovare viene creata nella pendenza e nel gommone durante una
a. L’altezza massima della palla dal suolo. salita di 30 m di altezza e 120 m di lunghezza?
326 CAPITOLO 10 Energia e lavoro

40. Il Una ciclista sta andando a 12 in/s quando inizia una P ro blem i generali
discesa lunga 450 m con un disli vello di 30 m. La ciclista e
la sua bicicletta hanno una massa complessiva di 70 kg. Una 52. I Quanto lavoro fa Scott per spingere un divano di massa 80
forza costante di resistenza pari a 12 N dovuta alla resistenza kg per 2.0 m sul pavimento a una velocità costante? Il coef­
delParia agisce sulla ciclista mentre scende per inerzia fino ficiente di attrito dinamico tra divano e pavimento è 0.23.
in fondo. Qual è la sua velocità alla fine della discesa? 53. Il Un ascensore di massa 550 kg accelera verso l’alto a 1.2
m/s‘ per i primi 15 m del suo movimento. Quanto lavoro
Sezione 10.7 L’energia negli urti è compiuto, durante questa parte del suo movimento, dal
cavo che solleva l’ascensore?
41. Il Una biglia di massa 50 g si muove ad una velocità di 2.0
54. Il Una scatola di massa 2.3 kg, partendo da ferma, viene
m/s e colpisce un’altra biglia di massa 2 0 g in posizione di
spinta su un piano inclinato da una forza di 10 N paral­
riposo. Qual è la velocità di ogni biglia immediatamente
lela al piano. Il piano è lungo 2 . 0 m ed è inclinato di 17°
dopo la collisione? Supponi che Furto sia perfettamente
rispetto all’orizzontale. La velocità della scatola in cima al
elastico e le biglie si scontrino frontalmente.
piano inclinato è di 0.80 m/s. Con.sidcra che il sistema sia
42. Il La palla 1, con una massa di 100 g» sta viaggiando a 10
composto dalla scatola + rampa + Terra.
m/s e si scontra frontalmente con la palla 2 , che ha una
a. Quanto lavoro W viene fatto dalla forza sul sistema?
massa di 300 g, inizialmente a riposo. Quali sono le velo­
b. Qual è la variazione AK dell’energia cinetica del
cità finali di ogni palla se Furto è (a) perfettamente ela­
sistema?
stico? (b) perfettamente anelastico?
c. Qual è la variazione AU^ dell’energia potenziale gravi­
43. I Un vagoncino su un binario privo d ’attrito subisce un
tazionale del sistema?
urto perfettamente anelastico con un vagoncino identico
d. Qual è la variazione dell’energia termica del
che si trova inizialmente a riposo. Quale frazione di ener­
sistema?
gia cinetica iniziale del primo vagoncino si trasforma in
55. I Uno “skater” di massa
energia termica in questa collisione?
55 kg vuole raggiungere
44. I Due palle subiscono un urto frontale perfettamente ela­
il bordo superiore di un \\ | J 1 v'j XO m
stico con la prima palla inizialmente a riposo. Se la palla
“half-pipe” di raggio pari
che sta arrivando possiede una velocità di 2 0 0 m/s, quali
a 3.0 m, come mostrato
sono le velocità e le direzioni finali di ogni palla se
nella Figura P10.55. f ig u r a p io .55
a. La palla che sta arrivando è molto più pesante della
Quale velocità v. deve avere lo skater in fondo per arrivare
palla ferma?
in cima grazie all’inerzia?
b. La palla ferma è molto più pesante della palla che sta
a. In primo luogo esegui il calcolo trattando lo skater e
arrivando?
la tavola come un unico punto materiale, con tutta la
massa praticamente a contatto con F“half-pipe”.
Sezione 10.8 Potenza
b. Più realisticamente, la massa dello .skater piegato verso
45. Il a. Quanto lavoro devi fare per spingere un blocco di il terreno potrebbe essere schematizzata come se fosse
acciaio di massa 1 0 kg lungo un tavolo anch’esso concentrata in un punto a 0.75 m dalF“half-pipe”.
d ’acciaio ad una velocità costante di LO m/s per 3.0 Assumendo che rimanga in questa posizione per tutto
s? Il coefficiente di attrito dinamico per l’acciaio su il tempo, che velocità v^è necessaria per raggiungere
acciaio è 0.60. l'estremità più alta?
b. Qual è la tua potenza mentre fai quest’operazione? 56. Ili Le pulci hanno una notevole capacità di salto. Una pulce
46. I a. Quanto lavoro fa un motore per sollevare un ascen­ BIO di massa 0.50 mg, saltando verso l’alto, raggiungerebbe
sore di massa 1 0 0 0 kg a un’altezza di 1 0 0 m a velo­ un’altezza di 40 cm .se non ci fos.se Faria. In realtà, la resi­
cità costante? stenza dell'aria limita l’altezza a 2 0 cm.
b. Quanta potenza deve usare il motore per farlo in 50 s a. Qual è l’energia cinetica della pulce quando si stacca da
a velocità costante? terra?
47. Ili Una vettura sportiva di massa 1000 kg accelera da 0 a 30 b. Nel suo punto più alto, quanta parte di energia cinetica
m/s in 10 s. Qual è la potenza media del motore? iniziale è convertita in energia potenziale?
48. Ili In soli 0.30 s, comprimi di 4.0 cm una molla (con costante 57. Ili Stai guidando la tua auto di massa 1500 kg a 20 m/s giù
elastica di 5000 N/m), che si trova inizialmente alla sua per una collina con una pendenza di 5.0° quando un cervo
lunghezza d’equilibrio. Qual è la tua potenza media? salta improvvisamente sulla strada. Schiacci i freni con
49. Il Un ciclista di primo piano del Tour de Trance può ero­ vigore slittando fino a fermarti. Dall’inizio della frenata,
gare una potenza di 450 W durante una salita sostenuta. che distanza percorrerai prima di fermarti se la forza di
Con questa potenza erogata, quando tempo impiega un attrito dinamico tra le tue ruote c la strada è di 1.2* 10^ N?
ciclista di massa 85 kg (includendo la massa della bici­ Risolvi questo problema usando la conservazione dell’e­
cletta) a scalare la famosa montagna di 1 1 0 0 m di altezza nergia.
dell’Alpe d'Huez? 58. Il Un bambino di massa 20 kg
50. Il Un’auto di massa 710 kg viaggia a una velocità costante si trova su un’altalena appesa
di 23 m/s ed è soggetta a una forza di resistenza di 500 N. tramite una corda di 3.0 m
Quale potenza c richiesta al motore dell’auto per mante­ di lunghezza, come mostrato
nerla in moto nella Figura PI0.58. Qual ò
a. In piano? la sua velocità v, nella parte
b. Su per una collina con pendenza di 2.0°? più bassa della sua traiettoria
51. Ili Un ascensore del peso di 2500 N sale alla velocità se arriva a un angolo di 45°,
costante di 8.0 m/s. Quanta potenza deve erogare il motore prima di invertire la sua oscil­
per riuscirci? lazione?
Problemi 327

59. Il Supponi di sollevare una dall’altra parte del bur­


scatola di massa 2 0 kg a 1.0 m
rone. Corre più veloce
un’altezza di 1 . 0 m. .-•^30° che può, afferra la corda,
a. Quanto lavoro devi fare e salta oltre il burrone.
per sollevare la scatola? F IG U R A P i 0.59 a. Quando sta oscillando
Invece di sollevare la scatola verso l’alto, supponi di sulla corda, che con­
spingerla su per un piano inclinato privo d ’attrito che ha versione d’energia ha
un angolo di 30° rispetto al l’orizzontale, come mostrato luogo?
nella Figura P 10.59. b. Quando si trova al di F IG U R A P io .66
b. Quanta forza F è richiesta per spingere la cassa su per il sopra del bordo lontano del burrone, quanto sarà più in
piano una velocità costante? alto rispetto alla partenza?
c. Quanto è lunga la rampa? c. Date le risposte a e b, quanto veloce deve andare la
d. Usa i valori della distanza e della forza per calcolare il donna quando afferrerà la corda per oltrepassare il
lavoro fatto per spingere la cassa su per il piano inclinato. burrone?
Confronta questa risposta con quella alla domanda a. 67. IH Ti è stato richiesto di progettare un “si.stema balistico a
60. Il Un cannone inclinato di 30° spara una palla a 80 m/s INT molla” per misurare la velocità delle pallottole. Una pal­
dalla cima del muro alto 10 m di una fortezza. Qual è la lottola di massa m è sparata contro un blocco di massa M.
velocità d’impatto della palla sul terreno sottostante? Quindi il blocco, con il proiettile incorporato, si muove
Ignora la resistenza dell’aria. senza attrito lungo un tavolo e si scontra con una molla
61. I La slitta mostrata nella Figura PIO.61 parte dalla cima orizzontale che ha una costante elastica k. L’estremità
di una collina e scivola giù senza attrito verso valle. Quale opposta della molla è ancorata a una parete. Si misura la
velocità iniziale \\ dovrà avere la slitta per risalire comple­ compressione mcìssima della molla d.
tamente la collina successiva? a. Trova un’e.spressionc per la velocità iniziale della pal­
lottola in termini di m, M, k e d.
Suggerimento: Questo è un problema da risolvere in due
parti. L’urto della pallottola con il blocco è un urto anela­
5.9 m
4.2 m stico. Quale grandezza è conservata in questo tipo di colli­
sione? In seguito, il blocco urta una molla su una superficie
.senza attrito. Quale grandezza è conservata in questo tipo
F IG U R A P IO . 61
di collisione?
62. Hill Durante un esperimento in un laboratorio di fisica, una b. Qual sarebbe la velocità di una pallottola di massa 5.0 g
molla fissata ad un tavolo spara orizzontalmente una palla se la massa del blocco fosse di 2 . 0 kg e se la molla, con
di massa 20 g. Quando la molla è compressa di 20 cm, k=5 N/m, venisse compressa di 10 cm?
la palla percorre orizzontalmente una distanza di 5.0 m e c. Quale frazione di energia cinetica iniziale della pallot­
atterra al suolo a 1.5 m sotto il livello della molla. Qual è la tola viene “persa”? Dove va a finire?
costante elastica della molla? 6 8 . IH Una nuova di.sciplina, ^
63. mi Un cubo di ghiaccio di massa 50 g può scivolare su e INT mostrata nella Figura
giù lungo un pendio inclinato di 30° senza attrito. Il cubo F I 0 .6 8 , è stata proposta
di ghiaccio comprime una molla sul fondo del pendio di per i Giochi Olimpici
10 cm. La costante elastica della molla è pari a 25 N/m. invernali. Un atleta cor­ 20 Y ,
Quando il cubo viene rilasciato, quanta distanza percorrerà rerà 1 0 0 m, partendo da
prima di cambiare direzione? fermo, per poi saltare in F IG U R A P i 0.68
64. Hill La massima energia che un o.sso può assorbire senza un bob di massa 20 kg. La persona e il bob scivoleranno
BIO rompersi è sorprendentemente piccola. Per un uomo di giù per 50 m lungo una discesa coperta di ghiaccio, con
massa 60 kg in salute, dati sperimentali mostrano che le pendenza di 2 0 °, e dopo urteranno contro una molla con
ossa delle gambe possono assorbire circa 200 J. una costante elastica attentamente calibrata di 2000 N/m.
a. Da quale altezza massima può saltare un uomo e atter­ L’atleta che comprime di più la molla vince la medaglia
rare rigidamente su entrambi i piedi senza rompersi le d’oro. Lisa, che ha una massa di 40 kg, si è allenata per
gambe? Supponi che tutta l’energia sia assorbita dalle questo evento. Lei può raggiungere una velocità massima
ossa delle gambe durante l’atterraggio rigido. di 1 2 m/s nei 1 0 0 m di corsa.
b. Generalmente si salta da un’altezza molto maggiore; a. Quale sarà la compressione della molla provocata da Lisa?
spiega come questo sia possibile. b. Il comitato olimpico ha deciso delle specifiche molto
Suggerimento: Pensa a come le persone atterrano quando rigide per la forma e l’angolo della rampa. E neces­
saltano da altezze maggiori. sario? Se il comitato chiede.s.se la tua opinione, quali
65. Il Nello .scivolo di un parco divertimenti acquatici, le pcr- fattori riguardanti la rampa considereresti importanti?
INT sone scivolano giù da un tubo senza attrito. La cima del 69. Il Le scatole A e B nella
tubo si trova a 3.0 m di altezza rispetto all’uscita inferiore, Figura P I0.69 hanno rispet­
dalla quale le persone escono, muovendosi orizzontal­ tivamente masse di 1 2 . 0 kg
mente. L’uscita, a sua volta, si trova a un’altezza di 1.2 m e 4.0 kg. Le due scatole sono
sopra una piscina. A quale distanza orizzontale dal punto rila.sciate da una posizione
di uscita si trovano prima-di impattare l’acqua? Il risultato di riposo. Utilizza la con.ser-
dipende dalla massa delle persone? vazione dell’energia per tro­
6 6 . Il La corda di 5.0 m di lunghezza nella Figura P I0.66 vare la velocità delle scatole p*GURA p io .69
pende verticalmente da un albero proprio ai margini di quando la scatola B si abbassa di 0.50 m. Considera la
un burrone. Una donna vuole usare la corda per arrivare superficie supcriore come se fosse priva d’attrito.
328 CAPITOLO 10 Energia e lavoro

70. UHQuale sarebbe la velocità delle scatole nel Problema 69 79. Il La massa di un ascensore e dei suoi occupanti è di 12(K)
se il coefficiente di attrito dinamico tra la scatola A e la kg. 11 motore elettrico che solleva l’ascensore può fornire
superficie su cui scorre fosse di 0.20? Utilizza la conserva­ una potenza massima di 15 kW. Qual è la massima velocità
zione dell’energia. costante alla quale il motore può sollevare l’ascensore?
71. lini Una palla di massa 20 g è sparata orizzontalmente 80. Il In una persona adulta, il cuore deve pompare media-
con velocità iniziale Vj verso una palla di massa 1 0 0 g che è BK) mente 6 . 0 L di sangue ogni minuto attraverso il corpo.
appesa immobile ad 1.0 m di corda. Le palle subiscono un Il cuore deve compiere del lavoro per vincere le forze di
urto frontale perfettamente elastico, dopo il quale la palla attrito che si oppongono al flusso del sangue. La pressione
di 100 g oscilla con un angolo massimo = 50°. Qual è media del sangue ò pari a 1.3*10** N/m^
il valore di a. Calcola il lavoro compiuto per pompare completamente
72. Il Due vagoni merci attaccati fra loro si muovono a 2.5 ni/s i 60 L di sangue attraverso il corpo, assumendo che
11^ quando urtano e si agganciano a un terzo vagone fermo. la pressione del sangue rimanga sempre al suo valore
a. Qual è la velocità finale dei tre vagoni agganciati? medio.
b. Che frazione dell’energia cinetica iniziale dei vagoni è b. Quale potenza di uscita deve avere il cuore per com­
trasformata in energia termica? piere questa attività una volta al minuto?
73. Il Una bilancia per pesci, costituita da una molla con Suggerimento: Quando il cuore si contrae, esercita una
costante elastica k = 200 N/m, è appesa verticalmente al forza sul sangue. La pressione è definita come il rap­
soffitto. Un pesce di massa 5.0 kg è fissato all’estremità porto forza/area, per cui possiamo scrivere che lavoro =
della molla, quando questa è alla lunghezza di riposo, e poi pressione • area • distanza. Ma area • distanza è proprio il
rilasciato. Il pesce si sposta verso il basso facendo allun­ volume di sangue che passa per il cuore.
gare la molla, quindi inizia a tornare verso l’alto quando
la molla inizia a contrarsi. Qual è la massima distanza alla
quale il pesce cade? Esercitazioni per te st di tip o M C A T
74. I Un velocista di massa 70 kg può accelerare da fermo a
m 10 m/s in 3.0 s. Durante lo stesso intervallo di tempo, un
Il test delia palla da tennis
levriero di massa 30 kg può accelerare da fermo a 20 m/s. Una palla da tennis che rimbalza su una superficie dura prima si
Calcola (a) la variazione di energia cinetica e (b) la potenza comprime e poi rimbalza. I dettagli del rimbalzo sono specifi­
media per ognuno. cati nella normativa del gioco del tennis. Le palle da tennis, per
75. IH Una palla di argilla di massa 50 g che si muove su una essere a norma per le competizioni, devono avere una massa di
superficie priva di attrito a 6.5 m/s colpisce, e vi rimane 57.5 g. Se lasciata cadere da un'altezza di 2.5 m su una super­
attaccata, un blocco di massa 1 0 kg in posizione di riposo. ficie di cemento, la palla deve rimbalzare a un'altezza di 1.4 m.
a. Qual è la velocità del blocco dopo l’urto? Durante l'impatto, la palla si comprime di circa 6 mm.
b. Dimostra che l’energia meccanica non si conserva in 81.1 A che velocità si muove la palla nel momento in cui
questa collisione. Quale frazione di energia cinetica ini­ colpisce la superficie di cemento? (Trascura la resistenza
ziale della palla si “perde”? Dove finisce questa energia dell’aria)
cinetica? A. 5 m/s B. 7 m/s C. 25 m/s D. 50 m/s
76. Il Un pacco di massa m è rilasciato da fermo su una ban- 82. I Se la palla accelerasse in modo uniforme quando è a
china di carico di un magazzino e scivola giù senza attrito contatto con il pavimento, qual è approssimativamente la
per 3.0 m di altezza verso un camion in attesa. Purtroppo, sua accelerazione quando si ferma prima di rimbalzare?
l’autista non aveva rimosso il pacco precedente, di massa A. 1000 m/s^ B. 2000 m/s2
pari a 2 m, dal fondo dello scivolo come mostrato nella C. 3(KK)m/s- D. 40(K) m/s^
Figura P I0.76. 83. I L’energia cinetica della palla, appena dopo il rimbalzo, è
a. Supponi che i due pacchi procedano insieme dopo la minore di quella appena prima il rimbalzo. L’energia pensa
collisione. Qual è la loro velocità comune dopo l’urto? in quale altra forma si trasforma?
b. Supponi che l’urto tra i pacchi sia perfettamente ela­ A. Energia potenziale elastica
stico. A quale altezza il pacco di massa m rimbalza? B. Energia potenziale gravitazionale
C. Energia termica
D. Energia cinetica rotazionale
\
3.0 m 84. I Di che percentuale diminuisce approssimativamente l'e­
Qj2 m nergia cinetica?
FIGURA P IO .7 6
A. 35% B. 45% C. 55% D. 65%
77. 1111 Un velocista di massa 50 kg, partendo da fermo, corre 85. I Quando una palla da tennis rimbalza su una racchetta,
50 m in 7.0 s con un’accelerazione costante. perde, approssimativamente, il 30% della sua energia cine­
a. Qual è il modulo della forza orizzontale che agisce sul tica trasformandola in energia termica. Una palla che col­
velocista? pisce una racchetta ferma a una velocità di 1 0 m/s, a che
b. Qual è la potenza media generata dal velocista durante i velocità approssimativamente rimbalzerà?
primi 2 . 0 s della sua corsa? A. 8.5 m/s B. 7.0 m/s C. 4.5 m/s D. 3.0 m/s
c. Qual è la potenza media generata dal velocista durante i
2 . 0 s finali della sua corsa?
Lavoro e potenza nel ciclismo.
78. Il Marco può lanciare un sasso di massa 500 g con una
INI velocità di 30 m/s. Mentre il sasso è nella sua mano, questa Quando si va in bicicletta a vekKità costante, quasi tutta l'ener­
si muove in avanti di 1 . 0 m. gia che si consuma va nel lavoro compiuto contro la forza di
a. Quanta forza, che assumiamo essere costante. Marco resistenza deH’aria. In questo problema, supponiamo che tutta
applica al sasso? l’energia consumata sia usata per vincere la resistenza dell'a-
b. Quanto lavoro compie Marco sul sasso? ria. Come abbiamo visto nella Sezione 5.6, la forza di resistenza
Problemi 329

dclTaria su un corpo è approssimativamente proporzionale al 88. I Se raddoppia la sua velocità a 10 m/s, quanta energia usa
quadrato della sua velocità, misurata rispetto a quella deH’aria per pedalare per 1 km?
stessa. Per questo problema, supponiamo che F oc v^ esattamente A. 20 kJ B. 40 kJ C. 200 kJ D. 400 kJ
e che l’aria sia ferma rispetto al suolo, salvo diversa indicazione. 89. I Quanta potenza produce pedalando a questa velocità?
Supponiamo che una ciclista e la sua bicicletta abbiano una A. lOOW B. 200 W
ma.ssa totale di 60 kg e che vadano a una velocità di 5 m/s. C. 400 W D. 10(X)W
86. I Se la forza di resistenza dell’aria su una ciclista è di 10 90. I Riducendo la sua velocità a 5 m/s e avendo un vento
N, di quanta energia ha bisogno per pedalare per 1 km? frontale contrario con velocità di 5 m/s, quanta potenza
A. 6 kJ B. 10 kJ C. 50 kJ D. 100 kJ produce?
87. I In queste condizioni, quanta potenza produce pedalando? A. lOOW B. 200 W
A. 10 W B. 50 W C. 100 W D. 200 W C. 500 W D. lOOOW

R IS P O S T E ALLE P A U S E Di R IF L E S S IO N E

Pausa (li riflessione - Anteprim a Capitolo: A. Dato che l’auto volte lo spostamento a cui era stata allungata, l’energia aumenta
parte da ferma, v. = 0 , possiamo usare l’equazione cinematica di un fattore 2^ = 4. Quindi l’energia sarà 4 • 1 J = 4 J.
(v^)j^ = 2«^A.v, dimodoché (V;^)f = Vla^^Ax . Quindi la velocità è
Pausa (li riflessione 10.6: B. Possiamo applicare la legge di
proporzionale alla radice quadrata dello spostamento. Se, come
conservazione dell’energia AK -f- = 0. Se l’energia cinetica
in questa domanda, lo spostamento aumenta di un fattore 4, la
iniziale raddoppia, raddoppia anche AK, e così deve raddoppiare
velocità raddoppia. In conclusione, la velocità aumenterà da 5
anche A/:^^. Essendo AE^^ = A,v, se AE^^ raddoppia, anche Ax
m/s a 1 0 m/s.
raddoppia perciò la distanza finale sarà 2 . 0 m.
Pausa di riflessione 10.1:1). Siccome il bambino scivola a velo­
cità costante, la sua energia cinetica non cambia, ma la sua ener­ Pausa (li riflessione 10.7: 1). In tutti e tre i casi, Caterina ha la
gia potenziale gravitazionale decresce man mano che scende. .stessa energia cinetica e potenziale iniziale. Per cui la sua ener­
Abbiamo una trasformazione in energia termica dissipata sullo gia deve essere la stessa in fondo a tutti e tre gli scivoli; quando
scivolo e i pantaloni del bambino. si trova in fondo ha solo energia cinetica e quindi la sua velocità
deve essere la stessa in tutti e tre i casi.
Pausa (li riflessione 10.2: C. W = Fd cos 0. La forza da 10 N,
avendo un angolo di 90'" con Io spostamento, non compie lavoro. Pau.sa (li rifle.ssione lO.S: C. La quantità di moto iniziale è
La forza da 8 N, avendo un angolo di ed essendo cos 60"^ = {2M)v^^ + 0 e quella finale è 0 + Sono uguali, per cui
0.5, compie un lavoro pari a 4d. la quantità di moto si conserva. L’energia cinetica iniziale è
Infine la forza da 6 N (con angoUì 0") è quella che compie il \( 2 M) v q =^ M vq e l’energia cinetica finale è \M ( 2 v^^^ = 2 M vq
lavoro maggiore W = 6 d. . L’energia cinetica finale è più grande di quella iniziale, quindi
l’urto non è possibile. (Qualora Tenergia cinetica finale fos.se
Pausa (li riflessione 10.3: B > I) > A = C. /T = ( l/2)mv^. Usan­
stata inferiore di quella iniziale, l’urto .sarebbe stato possibile
do le masse e le velocità date, troviamo = 2.0 .1, = 4.5 J, perche la differenza d ’energia avrebbe potuto essere trasformata
in energia termica.)
Pausa (li riflessione 10.4: L’e­
Pausa (li riflessione 10.9: = P^, > P^^, La potenza, in
nergia potenziale gravitazionale dipende solo dall’altezza, non
questo ca.so, è la velocità di conversione dell’energia chimica
dalla velocità.
interna di ogni studente in energia potenziale gravitazionale.
Pausa di riflessione 10.5: I). L’energia potenziale di una molla La variazione dell'energia potenziale gravitazionale è /ngAy,
dipende dal quadrato dello spostamento jc, così l’energia è posi­ quindi la potenza è mgAylAt. Per A, il rapporto niAylAt vale
tiva sia nel caso in cui la molla venga compres.sa sia nel caso in (80 kg)( 10 m)/( 10 s) = 80 kg • m/s. Per C, il rapporto è ancora
cui venga allungata. Perci(\ se la molla viene compressa di due 80 kg • m/s. Per B, è 100 kg • m/s, mentre per D è 64 kg • m/s.
ANTEPRIMA
Obiettivo: studiare le trasform azioni e il trasferim ento delTenergia e le lim itazioni riguardanti il rendim ento con cui l'energia
può essere utilizzata.

L'uso dell'energia nel corpo Temperatura e calore Motori termici


Un importante esempio di utilizzo Questo bollitore diventa più caldo Un motore termico è un dispositivo, come
delPenergia è rappresentato dalle a causa del trasferimento di energia questo impianto geotermico, che trasforma
trasformazioni energetiche che che avviene dal fornello sotto forma l’energia termica in lavoro utile.
avvengono nel corpo umano. di calore.

Impareremo a calcolare l'energia che usa Impareremo che il calore è energia Impareremo a calcolare il massimo
questa donna per salire le scale e quanto trasferita a causa di una differenza di rendimento per la conversione di energia
efficientemente lo fa. temperatura tra i corpi. termica in lavoro.

FLASHBACK
Il modello energetico di base P A U S A Di R IF L E S S IO N E ^
Il modello energetico di base, conosciuto nel Capitolo 10,
ha enfatizzato il lavoro e l’energia meccanica. In questo Cristina lancia un giavellotto. Mentre lo
capitolo, ci focalizzeremo sull'energia termica e chimica proietta in avanti, partendo da una posizione di
e sui trasferimenti d’energia sotto forma di calore. riposo, compie un lavoro di 270 J su di esso.
Nel suo punto più alto, il giavellotto ha
un’energia potenziale gravitazionale che ò
aumentata di 70 J. Qual è l’energia cinetica
II lavoro e il calore sono trasferimenti del giavellotto in quel punto?
d'energia che cambiano l'energia totale L’energia si trasferisce
A. 270 J B. 340 J C. 200 J
del sistema. Se il sistema è isolato, verso o dal sistema sotto
forma di lavoro e di calore.
l'energia totale si conserva. D. -200 J E. -340 J
11.1 La trasformazione dell’energia 331

11.1 La trasformazione dell’energia


Come abbiamo visto nel Capitolo 10, Tenergia non può essere creata o distrutta;
può essere solo convertita da una forma alPaltra. Quando diciamo che stiamo
usando dell'energia, vogliamo dire che la stiamo trasformando, così come tra­
sformiamo l’energia chimica contenuta nel cibo in energia cinetica del corpo.
Rivediamo l’idea delle trasformazioni energetiche, alla luce di alcune situazioni
realistiche che hanno interessanti limitazioni teoriche e pratiche.
Le trasformazioni di energia
L’energia luminosa L’energia luminosa Una turbina a vento
* che colpisce una cella è assorbita dai pig­ converte l’energia
solare di questa lam- menti fotosintetici cinetica di traslazio­
^ T giardino viene delle piante di soia ne dell’aria in mo­
convertita in energia che la usano per cre­ vimento in energia
elettrica e successiva- elettrica.
are energia chimica
niente immagazzinata
:3I come energia chimica concentrata.
in una batteria.
Durante la notte, l’e­ fagioli di soia sono A chilometri di
nergia chimica della raccolti e il loro olio distanza, questa
batteria è convertita usato per fare cande­ energia potrà essere
in energia elettrica per le. Quando la candela utilizzata da un
essere poi riconvertita bmeia, l’energia ventilatore, che
in energia luminosa chimica immagazzi­ ritrasforma l’energia
da un LED. nata è trasfomiata in elettrica in energia
energia luminosa ed cinetica associata al
energia termica. movimento deH’aria.

In ciascuno dei processi riportati in tabella, l’energia viene trasformata da


una forma all’altra, per poi finire nella stessa forma iniziale. Tuttavia sembra
che qualcosa si sia perso" per strada. Le luci del giardino certamente brillano
di una luce che è molto meno brillante del Sole che splendeva su di esse. In
realtà nessuna energia si è davvero persa perché l’energia si conserva; l’ener­
gia si è semplicemente convertita in altre forme che sono meno utili per noi.
La tabella illustra anche un altro punto chiave: stiamo ampliando il nostro
ambito di osservazione per includere forme di energia diverse rispetto a quelle
che abbiamo considerato nel Capitolo 10, compresa l’energia radiante (la luce
che colpisce le celle solari e le piante) e l’energia elettrica (l’energia che viene
trasferita da un generatore eolico a un ventilatore).
Ricordiamo l’equazione lavoro-energia del Capitolo 10:
A/T= + A f/-f + = w (11.1)
th chim ' ' FIGURA 11.1 La trasformazione di
Questa equazione comprende il lavoro, un trasferimento di energia. Il lavoro può energia mediante il pompaggio
essere positivo o negativo; è positivo quando l’energia viene trasferita verso un dell'acqua in un serbatoio sopraelevato.
sistema, è negativo quando l’energia viene trasferita fuori da un sistema. Nel .1. Sono imniaga/zinati meno di 1(K) J.
Capitolo 10 abbiamo definito il lavoro come un trasferimento di energia mecca­
4. L'acqua
nica; nel presente capitolo allargheremo la nostra definizione di lavoro per inclu­ scorre verso il
dere l’energia elettrica, consumata o generata, da motori e generatori. basso e aziona
X un generatore.
Le aziende di energia elettrica a volte utilizzano l’energia elettrica in eccesso Bnergla
In questo
per pompare acqua verso l’alto in un serbatoio. Quando la domanda aumenta, jioten/iale
prtKTsso “si
de ir acqua nel
recuperano parte di questa energia lasciando che l’acqua generi elettricità scor­ serbatoio
perde" una parte
di energia che
rendo verso il basso. La f ig u r a i i . i mostra le trasformazioni energetiche coin­ 75,
viene dissipata
volte in questo processo, considerando lOO J di energia elettrica di partenza. come calore.
Definiamo il sistema come l’insieme dell’acqua e della rete di tubi, pompe e
generatori che formano rimpianto. L’energia elettrica necessaria per il funzio­ Energia Energia
termica termica
namento della pompa è un lavoro in ingresso al sistema, quindi è positivo;
2 5 .,^ ! 25.1
l’energia elettrica che è prodotta è un lavoro in uscita e quindi è negativo.
Pompare l’acqua in salita richiede lOO J di lavoro; questo aumenta l’energia 1. L'energia 5. Alla fine, si
elettrica recupera metà
potenziale dell’acqua solo di 75 J. L’energia “persa” è semplicemente quella aziona una dell’energia
trasformata in energia termica per attrito nella pompa e per altre cause, come pompa che * “*iniziale.
possiamo vedere*applicando l’equazione ILI a questa situazione: spinge
l'acqua verso
A£^^= V L -A f/= lO O J-7 5 J = 25 J l'alto.
332 CAPITOLO 11 L’uso dell’energia

Quando Tacqua torna a scorrere in discesa, la sua energia potenziale dimi­


nuisce, nel senso che avremo un valore negativo di A(/. L’energia viene trasfe­
rita fuori dal sistema come lavoro, nel senso che avremo un valore negativo di
W neireqiiazione di conservazione deH’energia. La variazione in energia ter­
mica in questo caso è
A E ^ = W - ^ U = (-50 J ) - ( - 7 5 J) = 25 J
Per lo schema di pompaggio e d’immagazzinamento della Figura 11.1, così
come per i casi riportati nella tabella della pagina precedente, l’energia in uscita c
nella stessa forma di quella in ingresso, ma un po’ di energia sembra essere stata
''persa'*, una volta che i trasferimenti e le trasformazioni sono stati completati. La
scK'ietà elettrica ha impiegato 1(X) J di energia elettrica all’inizio, ma solo 50 J sono
stati recuperati alla fine. Naturalmente nessuna energia è stata effettivamente persa,
ma, come vedremo, quando altre forme di energia si trasformano in energia ter­
mica, questo cambiamento è irreversibile: non è possibile recuperare facilmente
questa energia termica e riconvertirla in energia elettrica. In altre parole, l’energia
non è persa, ma è persa per i nostri usi. Per analizzare le perdite nelle trasfomia-
zioni energetiche in modo più dettagliato, definiremo il concetto di rendimento.

Rendimento
Per ottenere 50 J di energia dall’impianto di pompaggio e immagazzinamento,
dobbiamo consumare 100 J, come abbiamo visto nella Figura 11.1. Poiché solo
il 50% dell’energia viene restituito alla fine del ciclo come energia utilizzabile,
possiamo dire che questo impianto ha un rendimento del 50%. Generalmente,
il rendimento si definisce come

lavoro ottenuto
( 11.2)
energia spesa
Definizione generale di rendimento

Maggiore è l’energia dissipata in un sistema, minore è il rendimento.


La riduzione del rendimento può derivare da due differenti cause:
■ Limiti del processo. In alcuni casi, le perdite di energia possono essere
dovute ai dettagli pratici di un processo di trasformazione dell’energia. Si
potrebbe, in linea di principio, progettare un processo che comporti perdite
più piccole.
■ Limiti fondamentali. In altri casi, le perdite di energia sono dovute a leggi
fisiche che non possono es.sere violate. Il miglior processo che potrebbe
teoricamente essere progettato avrà comunque un rendimento inferiore al
100%. Come vedremo, queste limitazioni derivano dalla difficoltà di tra­
sformare l’energia termica in altre forme di energia.
Se siamo di peso medio, salendo su per una tipica rampa di scale aumentiamo
l’energia potenziale del nostro corpo di circa 18(X) J. Tuttavia, una misura dell’e­
nergia utilizzata dal corpo per salire le .scale evidenzierebbe che il corpo utilizzi;
circa 7200 J di energia chimica per completare questa operazione. I 18(K) J d
aumento di energia potenziale possono essere definiti come “lavoro ottenuto”;
7200 J che il corpo utilizza possono essere definiti come “energia spesa”. Pos
siamo usare l'Equazione 11.2 per calcolare il rendimento di questa azione:
1800 J
r? = = 0.25 = 25%
7200 J
Questo rendimento relativamente basso è dovuto a una limitazione del processo.
Il rendimento è inferiore al 1(X)% a cau.sa dei processi biochimici associati alla
digestione del cibo e alla sua trasformazione in energia e dei processi bio-mec­
canici associati al movimento. Il processo potrebbe essere re.so più efficiente, ad
esempio, modificando la pendenza delle scale o l’altezza dei gradini.
Queste torri di raffreddamento L’energia elettrica che usiamo tutti i giorni dev’essere generata da altre
rilasciano l'energia termica di scarto fonti, nella maggior parte dei casi dall’energia chimica del carbone o di altri
prodotta da una centrale a carbone. combustibili fossili. In una centrale elettrica a carbone, l’energia chimica è
11.1 La trasformazione dell’energia 333

convertita in energia termica tramite la combustione e l’energia termica risul­ FIGURA 11.2 Le trasformazioni di energia
tante è a sua volta convertita in energia elettrica. in una centrale elettrica a carbone.
Un tipico ciclo di un impianto è mostrato nella f ig u r a 1 1 .2 . Il “lavoro otte­
nuto” è l’energia prodotta, cioè 35 J di energia elettrica. L’“energia spesa” è
l’energia immessa, cioè 100 J di energia chimica. 11 rendimento finale sarà 2. Il vap^ire, con
100 J di energia
termica, entra nella
turbina.

A differenza del nostro rendimento nel salire le scale, il rendimento piuttosto


modesto della centrale elettrica è in gran parte causato da un limite fondamen­
tale: l’energia termica non può essere trasformata in altre forme di energia con
un rendimento del 100%. Un rendimento del 35% è vicino al massimo teorico
e nessuna centrale potrebbe essere progettata per fare meglio di questo mas­
3. La turbina muove
simo. Nelle sezioni successive, si esploreranno le proprietà fondamentali un generatore,
dell’energia termica che portano a questo risultato. producendo 35 J di
energia elettrica.
STRATEGIA DI RISOLUZIONE
DEI P R O B L E M I 11. 1
Problem i di rendim ento energetico 1. La combustione
4. 65 J di energia
del carbH)nc
termica sono dissipati
Si può calcolare il rendimento di un processo conoscendo l’energia utile produce 1(K) J di
neirambiente.
(lavoro ottenuto) e l’energia immessa (energia spesa). energia termica.

IMPOSTAZIONE Per trovare questi due elementi chiave del rendimento:


O Scegliamo quale energia considerare come “lavoro ottenuto”. Questa potrà
essere l’energia utile d’uscita di un motore o di un processo o il lavoro
prodotto completando un processo. Per e.sempio, quando saliamo una
rampa di scale, il “lavoro ottenuto” è l’aumento di energia potenziale.
0 Decidiamo quale energia considerare come “energia spesa”. Questa sarà
generalmente l’energia totale in entrata di un motore, di un lavoro o di un
processo. Per esempio, quando usiamo il nostro climatizzatore, “l’ener­
gia spesa” è l’energia elettrica consumata.
SOLUZIONE Potremmo avere bisogno di calcoli aggiuntivi:
■ Calcoliamo i valori per il “lavoro ottenuto” e l’“energia spesa”.
■ Assicuriamoci che tutti i valori energetici siano espressi con le stesse
unità di misura.
i r . j 1 r , lavoro ottenuto
Dopo, calcoliamo il rendimento usando la formula r? = --------- ^-----------
* ' energia spesa
VERIFICA Controlliamo la nostra risposta per vedere se è ragionevole, consi­
derando quello che sappiamo riguardo i rendimenti tipici dei processi presi in
considerazione.

E S E M P IO 11.1 R endim ento di una lam padina


Una lampadina fluorescente compatta da 15 W ed una lampa­ considereremo il valore della potenza come l’energia in un
dina ad incandescenza da 75 W producono entrambe 3.0 W di secondo. Per ogni lampadina, “lavoro ottenuto’’ è la luce visi­
energia luminosa visibile. Qual è il rendimento di questi due bile in uscita: 3.0 J di luce ogni secondo per ogni lampadina.
tipi di lampadine nel convertire l’energia elettrica in luce? L’“energia spesa” è l’energia elettrica necessaria a far funzio­
IM P O S T A Z IO N E 1 dati del problema non ci forniscono infor­ nare la lampadina. La lampadina contrassegnata “15 W’’ con­
mazioni riguardanti i valori delPenergia; ci è stato fornito solo suma 15 J di energia elettrica ogni secondo. La lampadina da
il valore della potenza. I 15 W equivalgono a 15 J/s, per cui 75 W consuma 75 J ogni secondo.
S O L U Z IO N E II rendimento delle due lampadine è calcolato
FIGURA 11.3 Lampadina a incandescenza e lampadina utilizzando l’energia in 1 secondo:
fluorescente compatta. 3.0 J
17 ( lampadina fluorescente compatta) = = 0.20 = 20%

3.0 J
17 (lampadina ad incandescenza) = “ 0.040 = 4%
VERIFICA Entrambe le lampadine producono la stessa luce
visibile ma quella fluorescente compatta richiede una quantità
di energia significativamente più bassa, quindi è più efficiente.
Le lampadine fluorescenti compatte sono più efficienti di
quelle a incandescenza, ma il loro rendimento è ancora relati­
vamente basso: solo il 20%.
334 CAPITOLO 11 L’uso dell’energia

P A U S A DI R IF L E S S IO N E 11.1 La gru I utilizza IO kJ di energia per sollevare una


cassa di massa 50 kg tino al tetto di un edificio. La gru 2 utilizza 20 kJ per solle­
vare una cassa di massa lOO kg alla stessa altezza. Quale gru è la più efficiente?
A. I
B. 2
C. Entrambe le gru hanno lo stesso rendimento

11.2 L’energia nel corpo umano bio

In questa sezione, analizzeremo fenergia nel corpo umano, il che ci darà fop-
portunità di analizzare una serie di diverse trasformazioni e trasferimenti ener­
FIGURA 11.4 L'energia del corpo umano, getici in situazioni pratiche. La f ig u r a i i .4 mostra il corpo umano considerato
considerato come il sistema. come il sistema per f analisi energetica. L’energia chimica del cibo fornisce
Quando l'energia l’energia in ingresso al sistema necessaria per il funzionamento del nostro
Quando il cibo chimica è usata dal corpo. È questa l’energia utilizzata per i trasferimenti con fambiente.
viene mangiato, corpo, questa ò
diventa parte del trasferita
sistema c fornisce airambiente sotto Ottenere energia dal cibo: energia in ingresso
energia chimica ali forma di lavoro e
corpo. I Calore calore. Quando saliamo una rampa di scale, da dove proviene l’energia necessaria ad
aumentare l’energia potenziale del nostro corpo? A un certo punto, l’energia
proviene dal cibo che abbiamo mangiato, ma quali sono i passaggi intermedi?
L’energia chimica nel cibo è resa disponibile per le cellule del nostro corpo
mediante un processo composto da due fasi. Prima di tutto, il sistema digestivo
rompe il cibo in molecole più semplici come il glucosio, uno zucchero sem­
plice, o in lunghe catene di molecole di glucosio, il glicogeno. Queste mole­
cole sono distribuite, attraverso il flusso sanguigno, alle cellule del corpo, dove
si metabolizzano combinandosi con l’ossigeno, come nell’Equazione 11.3:

Il gluco.sio che proviene dalla digestione dei ... biossido di carbonio, che viene espiralo,
cibi si combina con Tossigeno apportato dalla acqua, che può essere usata dal corpo, ed
respirazione per produrre ... energia.
Q H 12O6 -L 6O 2 -----^ 6CO 2 + 6 H2O + energia (11 3)
Glucosio Ossigeno Biossido Acqua
di carbonio

Questo metabolismo produce energia, molta della quale è immagazzinata in


una molecola chiamata adenosina trifosfato, o ATP. Le cellule nel corpo usano
l’ATP per svolgere tutte le funzioni necessarie: le cellule muscolari lo usano
per contrarsi, le cellule nervose lo utilizzano per produrre segnali elettrici e
co.sì via.
TABELLA 11.1 Energia nei combustibili Le reazioni di ossidazione come quelle nell’Equazione 11.3 “bruciano” il
Energìa in 1 g carburante che si ottiene mangiando. L’ossidazione di 1 g di glucosio (o qual­
di combustibile siasi altro carboidrato) produce circa 17 kJ di energia. La Tabella 11.1 con­
C'oiiìtnistìhile (in k.I) fronta il contenuto energetico dei carboidrati e di altri alimenti con altre fonti
Idrogeno 121 comuni di energia chimica.
Benzina 44 E possibile misurare il contenuto di energia chimica degli alimenti brucian­
Grassi (nel cibo) 38 doli. Bruciare il cibo può sembrare molto diverso dal metabolizzarlo, ma se il
Carbone 27 glucosio viene bruciato, la formula chimica per questa reazione è di nuovo
Carboidrati (nel cibo) 17 TEquazione 11.3; le due reazioni sono uguali. Bruciare il cibo trasforma tutta
Trucioli di legno 15 la sua energia chimica in energia termica che può essere facilmente misurata.
L’energia termica è spesso misurata in calorie (cal) o in joule; una caloria è
equivalente a 4.19 joule.
EEIBI ►Il contenuto energetico degli alimenti è dato di solito in Calorie
(Cal) (con la “C” maiuscola); una Caloria (anche detta “grande caloria”)
è pari a 1000 calorie o 1 kcal o 4190 J. Se una caramella contiene 230
Cal, questo significa che, se bruciata, produrrebbe 230000 cal (o 964 kJ) di
energia termica. <
11.2 L’energia nel corpo umano 335

ESEMPIO 11.2 L'energìa nel cibo


Una lattina da 33 cl di una bibita gassata contiene circa 40 g di zucchero, un carboi­
drato semplice. Qual è Tenergia chimica in joule? Qual è il valore corrispondente in
calorie?
SOLUZIONE Dalla Tabella ll.l, I g di zucchero contiene 17 kJ di energia, quindi
40 g contengono
40 g X = 68 • IO"* J = 680 kJ
Convertendo in Calorie, otteniamo
1.00 cal
680 kJ = 6.8 • lO^J = (6.8 10' J)
4.19 J
= 1.6 • lO^cal = 160 Cal
VERIFICA 160 Calorie è un valore tipico per il contenuto energetico di una lattina
di bibita gassata (puoi controllare sull’etichetta nutrizionale), quindi questo risultato
sembra ragionevole.
Contare le calorie BIG La maggior parte
La prima voce presente nell’etichetta nutrizionale stampata sulle confezioni dei cibi secchi brucia abbastanza bene,
degli alimenti è Calorie, una misura dell’energia chimica nel cibo. (In Europa, come ben illustra questa foto di torti Ila
chips. Dando fuoco al cibo si potrebbe
dove le unità SI sono standard, si trovano i contenuti energetici espressi in kJ.) 11 misurare il suo contenuto energetico,
contenuto energetico di alcuni alimenti comuni è riportato nella Tabella 11.2. ma non è necessario. L’energia chimica
contenuta negli elementi di ba.se degli
TABELLA 11.2 Contenuto energetico degli alimenti alimenti (carboidrati, proteine, grassi)
Contenuto Contenuto Contenuto Contenuto è stata accuratamente misurata, tramite
enerj»etico energetico energetico energetico combustione, in un dispositivo chiamato
Alimento in Cal in kJ Alimento in Cal in kJ calorimetro. Gli alimenti .sono analizzati per
detemiinarne la composizione, dopodiché si
Carota (grande) 30 125 Trancio di pizza 300 1260 può calcolare la loro energia chimica.
Uovo fritto 100 420 Borrito congelato 350 1470
Mela (grande) 125 525 Fetta di torta di mele 400 1680
Birra (lattina) 150 630 Pasto da fast-food:
Ali di pollo con salsa 180 750 hamburger, patate fritte
Latte (intero) 260 1090 bibita (grande) 1350 5660

Uso deirenergia nel corpo umano: energia in uscita


Il nostro corpo utilizza l’energia in molti modi. Anche a riposo il corpo utilizza TABELLA 11.3 Consum o di energia
energia per attività come la costruzione e la riparazione dei tessuti, la dige­ a riposo
stione del cibo e il mantenimento della temperatura corporea. La quantità di Potenza
joule usati al secondo (cioè la potenza in watt) da diversi organi del corpo a consumata (W)
riposo è elencata nella Tabella 11.3. a riposo per un
Organo individuo dì
Il corpo, quando è a riposo, utilizza energia al ritmo di circa 100 W. Questa
energia, da energia chimica immagazzinata nel corpo, è alla fine convertita Fegato 26
interamente in energia termica, la quale viene poi trasferita come calore all’am­ Cervello 19
Cuore 7
biente. Un centinaio di persone in una sala conferenze aggiungono energia
Reni 11
termica nella stanza a un ritmo di 10000 W e rimpianto per l’aria condizionata
Muscoli dello scheletro 18
deve essere progettato per tener conto di ciò.
Resto del corpo 19
Quando ci si impegna in un’attività fisica, come ad esempio salire le scale o Totale 100
andare in bicicletta, le cellule devono metabolizzare continuamente carboidrati,
il che richiede ossigeno come abbiamo visto nell’Equazione 11.3. Utilizzando un
dispositivo di rilevazione della respirazione, come si vede nella figura 11.5 nella
pagina successiva, i fisiologi sono in grado di misurare con precisione il con­
sumo di energia del corpo, misurando la quantità di ossigeno che sta assumendo.
Il dispositivo determina l'uso dell'energia metabolica totale del corpo, ovvero
tutta l’energia utilizzata durante l’esecuzione di un’attività fisica. Questa energia
totale include tutti i processi di base del corpo, come la respirazione, più qualsia­
si altra energia necessaria per svolgere l’attività. Questo corrisponde a misurare
l’“energia spesa”.
L’energia metabolica utilizzata in un’attività fisica dipende dalle dimen­
sioni di un individuo, dal livello di allenamento e da altre variabili. Ma pos­
siamo fare stime ragionevoli della potenza utilizzata in varie attività fisiche per
un individuo standard. Alcuni valori sono riportati nella Tabella 11.4.
336 CAPITOLO 11 L’uso deir energia

FIGURA 11.5 La maschera misura Il rendimento del corpo umano


l'ossigeno consumato dall'atleta.
Supponiamo di salire una rampa di scale a velocità costante, come nella f ig u r a
1 1 .6. Qual è il rendimento del nostro corpo per questa attività? Per scoprirlo,
applichiamo Tequazione lavoro-energia. Notiamo innanzitutto che nessun
lavoro è fatto su di noi: non c’è energia esterna in entrata come invece ci
sarebbe stata se avessimo preso Tascensore. Inoltre, salendo a velocità costante,
non c’è alcun cambiamento di energia cinetica. Tuttavia, l’energia potenziale
gravitazionale chiaramente aumenta quando si sale, così come l’energia ter­
mica complessiva; contemporaneamente l’aria circostante probabilmente si
riscalda. Questo fenomeno è qualcosa che conosciamo bene: se si salgono
diverse rampe di scale, certamente il nostro corpo si riscalda! Infine, il corpo
deve utilizzare l’energia chimica per alimentare i muscoli durante la salita.
Quindi, applicando l’equazione lavoro-energia all’attività di salire le scale,
questa diventa

chini g
4-Af:th = 0 (I
^
1.4)^
L’energia termica e quella potenziale gravitazionale aumentano, cioè e
sono positive; poiché si utilizza energia chimica, A£.^.^ è una quantità
negativa. Possiamo ottenere un’idea migliore su ciò che sta accadendo riscri­
vendo l’Equazione 11.4 come
TABELLA 11.4 Potenza metabolica |AA\. \= à .U + A £ ,
consumata durante varie attività.
IV)tciiza Uampiezza della variazione di energia chimica è uguale alla somma delle
consumata (VV) variazioni dell’energia potenziale gravitazionale e dell’energia termica. L’e­
per un individuo nergia chimica dal corpo è convertita in energia potenziale e termica. Alla fine
Attività di 6S kj»
della salita, si è a una maggiore altezza e il nostro corpo è leggermente più
Lavoro al computer 125 caldo.
Danza 250 In precedenza nel capitolo, abbiamo notato che il rendimento per salire le
Camminare a 5 km/h 380 scale è di circa il 25%. Vediamo da dove viene questo valore.
Andare in bici a 15 km/h 480
Nuotare a stile libero 1. Lavoro ottenuto. Quello che si ottiene è la variazione di energia potenziale:
Correre a 15 km/h 1150 abbiamo portato il nostro corpo ad una quota più elevata salendo le scale. Se
saliamo una rampa di scale di altezza Ay, raumento di energia potenziale è
Af/^ = mg Ay. Assumendo una massa di 68 kg e un cambiamento di altezza
FIGURA 11.6 Salita di una rampa di scale. di 2.7 m (un valore ragionevole per una rampa di scale), troviamo
AL/g = (68 kg)(9.8 m/s2)(2.7 m) = 1800 J
2. Energia spesa. Il costo è l’energia metabolica che il corpo ha utilizzato per
completare l’attività. Come abbiamo visto, i fisiologi possono misurare
direttamente la quantità di energia |A£^.J che il corpo utilizza per eseguire
l’attività fisica. Un valore tipico per salire una rampa di scale è
.. ]= 7 2 0 0 J
Data la definizione deH’Equazione 11.2, possiamo calcolare il rendimento per
l’azione di salire le scale:
1800 J
V = = 0.25 = 25%
I ‘^ ^ c h i m I 7200 J

Per i tipi di attività che considereremo in questo capitolo, come la corsa, il


camminare e l’andare in bicicletta, il rendimento del corpo è tipicamente tra il
20% e il 30%. Generalmente utilizzeremo un valore del 25% per il rendi­
mento del corpo umano nei nostri calcoli. 11 rendimento varia da individuo a
individuo e da un’attività all’altra, ma quest’approssimazione sarà sufficiente
per i nostri scopi in questo capitolo. 1 valori di potenza metabolica indicati nella
Tabella 11.4 rappresentano Eenergia utilizzata dal corpo mentre sono eseguite
le attività indicate. Dato che assumiamo un rendimento del 25%, la potenza
utile del corpo sarà quindi molto meno di questo. Il valore riportato in tabella
per l’attività di andare in bicicletta a 15 km/h è di 480 W. Se assumiamo che il
rendimento in questo caso è del 25%, la potenza effettiva usata per pedalare sarà
solo di 120 W. Un ciclista professionista che sfreccia a 35 km/h utilizza circa
300 W per pedalare, così la sua potenza metabolica è di circa 1200 W.
11.2 L’energia nel corpo umano 337

L’energia che si utilizza ogni secondo durante la corsa è proporzionale


alla velocità; correndo due volte più veloci si usa circa il doppio di potenza.
Ma correndo due volte più veloci si va due volte più lontano nello stesso
tempo, così Tcnergia che si utilizza per correre su una certa distanza non
dipende da quanto velocemente si corre! Correre una maratona richiede circa
la stessa quantità di energia se si completa in 2 ore, 3 ore o 4 ore; è solo la
potenza che varia.
►E importante ricordare la distinzione tra l’energia metabolica uti­
lizzata per eseguire un’attività e il lavoro svolto da un punto di vista fisi­
co; questi valori possono essere molto diversi. 1 muscoli usano la potenza
quando si applica una forza, anche quando non c’è movimento. Mantenere
un peso sollevato sopra la testa non comporta lavoro esterno, ma ci vuole
chiaramente potenza metabolica per mantenere il peso sollevato! <
Questa distinzione tra il lavoro compiuto (lavoro ottenuto) e l’energia utiliz­
zata dal corpo (energia spesa) è importante da tenere a mente quando si fanno Riscaldare costa molto? BIO II consumo
i calcoli suH’energia utilizzata dal nostro corpo. Noi prenderemo in considera­ giornaliero di energia dei mammiferi è molto
zione due casi diversi: supcriore a quello dei rettili, soprattutto
perché i rpammiferi utilizzano energia per
■ Per alcune attività, come ad esempio salire le .scale, si può facilmente calco­ mantenere costante la temperatura corporea.
lare la variazione di energia che è il risultato dell’attività; cioè, possiamo Un lupo delle foreste di ma.ssa 40 kg utilizza
calcolare il lavoro ottenuto. Se assumiamo un rendimento del 25%, l’ener­ circa 19 000 kJ nel corso di una giornata.
Un drago di Komodo, un predatore della
gia utilizzata dal corpo umano (energia spesa) è 4 volte tale importo. famiglia dei rettili della ste.s.sa dimensione,
■ Per le altre attività, come il ciclismo, non è così facile calcolare l’energia ne utilizza solo 2100.
utilizzata. In questi casi, si usano dati provenienti da studi metabolici
(come i dati della Tabella 11.4). Questa è l’effettiva potenza utilizzata dal
corpo per completare l’attività, in altre parole, l’energia spesa. Se assu­
miamo un rendimento del 25%, la potenza utile in uscita (il lavoro otte­
nuto) è 1/4 di questo valore.

ESEMPIO CONCETTUALE 11.3 L'energia nel sollevam ento pesi


Un sollevatore di pesi porta un bilanciere di massa 50 kg dal Questa equazione ci dice che dev’essere negativa. Que­
pavimento tino a sopra la sua testa e poi di nuovo a terra per 10 sto ha sen.so perché i muscoli usano l’energia chimica, ridu­
volte di seguito. Alla fine di questo esercizio, quali trasforma­ cendo le riserve del nostro corpo, ogni volta che il bilanciere è
zioni di energia hanno avuto luogo? sollevato o abbassato. Alla fine, tutta questa energia viene tra­
SPIEGAZIONE Definiamo il sistema come il .sollevatore di sformata in energia termica.
pesi più il bilanciere. L’ambiente non fa lavoro sul sistema, VERIFICA La maggior parte degli e.sercizi in palestra (solleva­
e supponiamo che il tempo sia abbastanza breve che nessun mento pesi, corsa su tapis roulant) coinvolgono solo la trasfor­
calore venga trasferito dal sistema all’ambiente. 11 bilanciere mazione di energia chimica in energia termica.
è ritornato nella sua posizione iniziale e non è in movimento,
quindi non vi è stata alcuna variazione di energia potenziale o
cinetica. L’equazione per il risparmio energetico è

ESEMPIO 11.4 U so dell'eriergia per un ciclista


Un cicli.sta pedala per 20 minuti a una velocità di 15 km/h. Se assumiamo un rendimento del 25%, solo il 25%, o 145 kJ,
Quanta energia metabolica è necessaria? Quanta energia è di questa energia viene utilizzata per il movimento in avanti. 11
usata per il movimento in avanti? resto si perde in energia termica.
IMPOSTAZIONE La Tabella 11.4 riporta un valore di 480 W VERIFICA A quanta energia corrispondono 580 kJ? Uno
per la potenza metabolica utilizzata dal ciclista a 15 km/h. 480 sguardo alla Tabella 11.2 mo.stra che questa quantità di ener­
W è la potenza utilizzata daH’organismo; la potenza che .serve gia è leggermente superiore a quella disponibile in una grande
per il movimento in qvanti è molto inferiore a questo valore. 11 mela e rappresenta solo il 10% dell’energia disponibile in un
cicli.sta utilizza l’energia a questo ritmo per 20 minuti o 1200 s. pasto al fast-food. Se si mangia un pasto simile e si prevede di
SOLUZIONE Conosciamo la potenza e il tempo, quindi pos­ “consumarlo” pedalando, si dovrebbe pianificare di andare in
siamo calcolare l’energia necessaria al corpo: bicicletta, a una buona andatura, per un po’ più di 3 ore.

^E = = (480 J/s) ( 1200 s) = 580 kJ


338 CAPITOLO 11 L’uso dell’energia

ESEMPIO 11.5 Q uante ram pe di scale?


Quante rampe di scale possiamo salire usando l’energia conte­ SOLUZIONE Con un rendimento del 25%, la quantità di ener­
nuta in un lattina di bibita gassata da 33 cl? Supponiamo che la gia chimica trasformata in aumento di energia potenziale è
nostra massa corporea sia di 68 kg e che una rampa di scale At/^= (0.25) (680- 10M)= 1.7- lOM
abbia un’altezza di 2.7 m.
Poiché = nigày, l’altezza che si deve raggiungere sarà
IMPOSTAZIONE Nell’Esempio 11.2 abbiamo trovato che
AC/„
A _ ____ O 1.7 • W ì
la lattina contiene 680 kJ di energia chimica. Assumiamo = 255 m
che tutta questa energia sia disponibile per la trasformazione ^ mg (68kg)(9.8 m/s^)
nell’energia meccanica necessaria a salire le scale, con un ren­ Se ogni rampa ha un’altezza di 2.7 m, il numero di rampe sarà
dimento tipico del 25%. Supponiamo anche di salire le scale a m
——— « 94 rampe
velocità costante, in modo che l’energia cinetica non cambi. Il 2.7 m
lavoro ottenuto, in questo caso, è l’aumento di energia poten­ VERIFICA Questo risultato equivale a raggiungere la cima
ziale gravitazionale e l’energia spesa sono i 680 kJ, ottenuti dell’Empire State Building - con la sola energia contenuta in
“bruciando” l’energia chimica della bibita. una lattina di bibita! Risultato davvero sorprendente.

Im m agazzinam ento d ell’energia


Il corpo umano ottiene energia dal cibo. L’energia non utilizzata, viene imma­
gazzinata. Una piccola quantità, neces.saria per l’uso immediato, è immagazzi­
nata come ATP. Una quantità più grande è immagazzinata come energia
chimica di glicogeno e glucosio nel tessuto muscolare e nel fegato. Un adulto
sano può immagazzinare fino a 400 g di questi carboidrati, quantità che è leg­
germente superiore a quanto tipicamente consumiamo in un giorno.
Se l’energia in ingresso assorbita dal cibo supera costantemente l’energia in
uscita consumata dal corpo, l’eccesso è immagazzinato sotto forma di grasso
sotto la pelle e intorno agli organi. Da un punto di vista energetico, l’aumento
di peso è facilmente spiegabile!

ESEMPIO 11.6 A corto di carburante


Il corpo immagazzina circa 400 g di carboidrati. Approssimati­ La distanza che può essere coperta, a 15 chilometri all’ora, in
vamente che distanza potrebbe percorrere un corridore di questo intervallo di tempo è
massa 68 kg con questa energia accumulata?
Ax = VAr = (15 km/h) (1.64 h) = 25 km
IMPOSTAZIONE La Tabella 11.1 riporta un valore di 17 kJ per
1 g di carboidrati. 1400 g di carboidrati nel corpo contengono con due cifre significative.
un’energia di VERIFICA Una maratona è più lunga della distanza ottenuta
- poco più di 42 km. Anche con l’effetto di una buona scorta
10M/g) = 6.8- lOM
di carboidrati (consumando pasti ad alto contenuto di carboi­
SOLUZIONE La Tabella 11.4 fornisce la potenza utilizzata cor­ drati) prima dell’evento, molti maratoneti esauriscono la loro
rendo a 15 km/h, ovvero 1150 W. Con questo valore, l’energia scorta di carboidrati nell’organismo prima della fine della gara.
chimica immagazzinata durerà Il corpo ha altre riserve di energia (in grassi, per esempio), ma
A£.chini 6.8 > lOM la velocità con cui si può attingere a queste riserve è molto
Ar = = 5.91 • 10^s = 1.64h inferiore.
1150W

Energia e locom ozione


Camminando a velocità costante in piano, la nostra energia cinetica è costante.
FIGURA 11.7 Analisi della locomozione
Anche l’energia potenziale è costante. Allora, perché il corpo ha bisogno di
umana. energia per camminare? Dove finisce questa energia?
Noi usiamo l’energia per camminare a causa di inefficienze meccaniche
A metà della falcata, la
velocità del piede è nia.ssima della nostra andatura. La f ig u r a 11.7 mostra come la velocità del piede cambia
Velocità di (e massima ò anche fenergia tipicamente durante ogni falcata. L’energia cinetica della gamba e del piede
camminata cinetica). :
V(m/s) : Alla fine della aumenta per poi ritornare a zero alla fine del passo. L’energia cinetica è in gran
/ falcata, il piede parte trasformata in energia termica nei muscoli e nelle scarpe. Questa energia
A ir inizio si ferma
della falcala.^ momentaneamen­ termica è persa; non può essere utilizzata per i passi successivi.
la velocità te e si “perde” Le calzature possono essere progettate per minimizzare la perdita di energia
del piede l’energia cinetica in energia termica. Una molla nella suola della scarpa può immagaz­
aumenta. | _ cinetica.
zinare energia potenziale, che può essere restituita come energia cinetica
durante la falcata successiva. Tale molla renderà il contatto con il terreno più
elastico. Abbiamo visto nel Capitolo 10 che i tendini della caviglia immagaz-
11.3 Temperatura, energia term ica e calore 339

zinano una certa quantità di energia nel corso di una falcata; dei tendini molto
robusti, come quelli dei canguri, immagazzinano energia in modo più effi­
ciente. La loro peculiare andatura a salti è efficiente alle alte velocità.

► Dove conviene portare I pesi? BIO Se portiamo uno zaino con una
massa pari all’ I% della nostra massa corporea, il consumo energetico
necessario a camminare aumenterà dell’ I %. Tuttavia se si portano dei pesi alle
caviglie, il cui peso totale è T 1% del nostro peso, rincremento di consumo
energetico è del 6%, perché è necessario accelerare ripetutamente questo peso
supplementare. Se vogliamo “bruciare più grasso”, bisogna portare i pesi alle
caviglie, non sulla schiena! Se siamo un corridore e vogliamo limare secondi
dal nostro tempo sul km, è consigliabile provare con scarpe più leggere.

; PAUSA DI RIFLESSIONE 11.2 Un corridore si muove a velocità costante su un


percorso pianeggiante. L’energia chimica, presente nel corpo del corridore,
viene trasformata in altre forme di energia. Per la maggior parte si trasforma in
A. Energia cinetica. B. Energia potenziale. C. Energia termica.

11.3 Temperatura, energia termica


e calore
Cosa intendiamo quando diciamo che qualcosa è “caldo”? Vuol dire che ha
una temperatura elevata? Oppure vuol dire che ha molta energia termica? O
forse che il corpo in qualche modo contiene “calore”? Tutte queste definizioni
sono equivalenti? Ragioniamo sui significati di temperatura, di energia termica F IG U R A 11.8 I moto degli atomi in un
e di calore e sulle loro relazioni reciproche. gas ideale.
Il gas è
“ formalo da un
Una rappresentazione atom ica delFenergia termica e numero N
della temperatura mollo grande
di alomi il cui
Consideriamo il sistema atomico più semplice possibile, il g a s i d e a l e di atomi movimcnio è
mostralo nella f i g u r a n . s . Nella b i s e z i o n e 10.5, abbiamo definito l’energia casuale.
—Ix uniche
termica come l’energia associata al movimento degli atomi e delle molecole inierazioni Ira
che costituiscono un corpo. Poiché non ci sono legami molecolari, gli atomi in gli alomi
un gas ideale hanno solo l’energia cinetica associata al loro moto. Così, l’ener­ sono gli urti
elasiici che
gia termica di un gas ideale è uguale all’energia cinetica totale degli atomi avvengono ira
in movimento nel gas. loro.
Se prendiamo un contenitore con dentro un gas ideale e lo poniamo su una
fiamma, come nella f i g u r a 11.9, l’energia sarà trasferita dalla fiamma calda al
gas più freddo. Si tratta di un nuovo tipo di trasferimento di energia che chiame­
remo calore. Definiremo più avanti nel capitolo la natura del calore; per ora, ci F IG U R A 11.9 Riscaldamento di un gas
concentreremo sui cambiamenti che si verificano nel gas quando è riscaldato. ideale.
Come mostra la Figura 11.9, il riscaldamento del gas fa sì che gli atomi si
muovano più velocemente aumentando così l’energia termica del gas. Il riscal­
damento del gas aumenta anche la sua temperatura. L’osservazione che queste
due grandezze aumentino entrambe suggerisce che la temperatura debba es.sere
correlata all’energia cinetica degli atomi del gas, ma come? Un suggerimento
importante può essere dedotto dalla seguente osservazione: la temperatura di
un sistema non dipende dalla dimensione dello stesso. Se mescoliamo due bic­
chieri d’acqua, ciascuno a una temperatura di 20°C, avremo un maggiore
volume di acqua alla stessa temperatura di 2()°C. Il volume finale ha un mag­
gior numero di atomi, quindi un’energia termica totale più grande, ma ogni
atomo si muove, più om eno, come prima, co.sì l’energia cinetica media per
atomo resta invariata. E l’energia cinetica media degli atomi che è legata alla
temperatura. La tem peratura di un gas ideale è una misura dell’energia
cinetica media degli atomi che lo costituiscono.
Formalizzeremo ed estenderemo queste idee nel Capitolo 12, ma, per ora,
siamo in grado di dire abbastanza sulla temperatura e sull’energia termica I. Si aggiunge del l’energia cinetica degli
facendo riferimento alle proprietà di questo semplice modello. calore al gas ideale, atomi del gas.
340 CAPITOLO 11 L’u so d ell’en ergia

Scale di temperatura
La temperatura, in un gas ideale, è correlata alLenergia cinetica media degli
atomi. Possiamo estendere questa affermazione anche ad altri materiali, siano
essi solidi, liquidi o gas. Maggiore è la temperatura, più velocemente gli atomi
si muovono; ma come si fa a misurare la temperatura? Il comune termometro,
costituito da un tubo di vetro, funziona consentendo a un piccolo volume di
mercurio o di alcol di espandersi o contrarsi se posto a contatto con un corpo
“caldo” o “freddo”. Altri termometri funzionano in maniera differente, ma
tutti, a livello microscopico, dipendono dalla velocità degli atomi del corpo
quando urtano gli atomi nel termometro. Cioè, tutti i termometri misurano Fe-
nergia cinetica media degli atomi nel corpo.
Un termometro richiede una scala di temperatura per eseguire una misura
utile. La scala utilizzata nel mondo scientifico (e in quasi tutti i paesi del
mondo) è la scala Celsius. Questa è definita in modo che il suo punto di con­
gelamento delPacqua sia a 0°C e il suo punto di ebollizione a lOOX. Le unità
L'espansione termica del liquido nel della .scala di temperatura Celsius sono i “gradi Celsius” o “gradi centigradi”,
termometro lo fa salire a un'altezza
maggiore quando è immerso in acqua che abbrevieremo con °C. La scala Fahrenheit, ancora ampiamente usata negli
calda piuttosto che in acqua ghiacciata. Stati Uniti, è correlata alla .scala Celsius dalla formula:

TCC) = -(TCF) - 32°) TCF) = -TC C) -1^ 32° (11.5)

Entrambe le scale, Celsius e Fahrenheit, hanno un punto zero arbitrario -


definito per convenzione - ed entrambe permettono temperature negative. Se,
invece, usiamo Tenergia cinetica media degli atomi in un gas ideale come
riferimento per la definizione della temperatura, la .scala avrà uno zero naturale
nel punto in cui l’energia cinetica è nulla. L’energia cinetica ha sempre valori
positivi, quindi nella scala di temperatura ci .sarà uno z e r o a s s o l u t o ; nessun
valore di temperatura può es.sere più basso dello zero assoluto.
Questa è la definizione dello zero nella .scala Kelvin: zero gradi è il punto
in cui l’energia cinetica degli atomi è nulla. Tutte le temperature nella .scala
Kelvin sono positive, per cui è chiamata spesso .scala di temperatura assoluta.
F IG U R A 11.10 Le scale di temperatura Le unità della .scala Kelvin sono espresse in “kelvin” (non in gradi Kelvin!),
Celsius e Kelvin. abbreviati in K.
C K La spaziatura tra i punti della scala Kelvin è la ste.ssa di quella della .scala
Punto di cbolli/ionc
I(K) del l’acqua 373 Celsius; l’unica differenza è la posizione del punto zero. Lo zero assoluto - la
temperatura alla quale gli atomi cesserebbero il loro movimento - è pari a
Punto di congelamento —273°C. La conversione tra le temperature Celsius e Kelvin è quindi imme­
0 dell’acqua 273
diata:
I». 7(K) = 7(°C) -f 273 7(°C) = 7(K) - 273 ( 11.6)
Un grado Celsius e un kelvin corrispondono a intervalli uguali di temperatura.
Zero Ciò vuol dire che le differenze di temperatura sono le stesse nelle due scale:
■273 assoluto
A7'(K) = A7(°C)
Nella scala Kelvin, il punto di congelamento deH’acqua a ()°C è 7 = 0 + 273
Gli in te r v a lli d \ temperatura, nelle scale
Celsius e Kelvin sono uguali. La differen/a = 273 K. In una calda giornata estiva una temperatura di 30°C nella scala Cel­
di temperatura tra il punto di ebolli/.ione e sius, corrisponda e 7 = 303 K nella scala Kelvin. Nella f i g u r a n . i o si riporta
quello di congelamento dell’acqua ò pari a un confronto dei valori di queste scale.
100'’C oppure 1(X) K.
EESO ►D’ora in poi, u.seremo il simbolo 7 per la temperatura in kelvin.
Indicheremo le altre scale, mostrando le unità tra parentesi. Nelle equazioni
di questo capitolo e nel resto del testo, 7 dev’e.s.sere interpretata come una
tem peratura in kelvin. <

V Melassa ottica Non è possibile raggiungere lo zero assoluto perché gli


atomi dovrebbero stare fermi, ma è possibile andarci abbastanza vicino
rallentando gli atomi direttamente. Questi raggi la.ser incrociati producono
ciò che è noto come “melas.sa ottica”. La luce è fatta di fotoni che trasportano
energia e posseggono quantità di moto. Le interazioni degli atomi di un gas
diffuso con i fotoni dei raggi la.ser portano gli atomi a rallentare. In questo
modo gli atomi possono essere rallentati tino a velocità che corrispondono a
una temperatura di 5 • 10 K!
11.3 Temperatura, en ergia term ica e calore 341

ESEMPIO 11.7 Scale di tem peratura


La minima temperatura mai misurata sulla Terra è stata di —129°F, in Antartide.
Esprimiamo questa temperatura in e K.
SOLUZIONE Usiamo, inizialmente, TEquazione 11.5 per convertire la temperatura
nella scala Celsius:
TCC) = ^(-129° - 32°) = -89°C
Usiamo quindi TEquazione 11.6 per convertire questo valore in Kelvin:
7(X) = -89 + 273= 184 K

VERIFICA Questa è una bassa temperatura, ma ancora molto più alta di quanto otte­
nuto in laboratorio, dove si sono raggiunte temperature molto vicine a 0 K.

Due campioni di gas ideale, i campioni 1 e 2,


P A U S A D I R IF L E S S IO N E 11.3

hanno la stessa energia termica. Il campione 1 ha il doppio degli atomi del


campione 2. Cosa possiamo dire sulle temperature dei due campioni?
A. T^>T^ B. T = T ^ C. T^<T^

Che cos’è il calore?


F IG U R A 11.11 Aumento della
Nel Capitolo 10, abbiamo visto che un sistema può scambiare energia con Tam- temperatura di una pentola d'acqua per
biente attraverso due mezzi diversi: il lavoro e il calore. 11 lavoro è stato trattato riscaldamento.
in dettaglio nel Capitolo 10; ora è il momento di approfondire il trasferimento di L'energia è trasferita dalla liamma
energia tramite calore. Ciò ci porta allo studio di una parte della fisica chiamata
termodinamica^ che studia l’energia termica, il calore e le loro relazioni con le
altre forme di energia e con i vari modi di trasferimento d’energia.
11 calore è un concetto più sfuggente del lavoro, ma possiamo cercare di
descriverlo con un linguaggio preciso.
Supponiamo di mettere una pentola di acqua fredda sul fuoco. Se accen­
diamo il fornello in modo che ci sia una fiamma calda sotto la pentola, come
nella f i g u r a i i .i i , la temperatura dell’acqua aumenta. Sappiamo che quest’au­
mento di temperatura implica che l’acqua ha aumentato la sua energia termica,
per cui questo processo deve aver trasferito energia al sistema. Questa energia L’energia termica e la
temperatura dell’acqua
trasferita dalla fiamma più calda all’acqua più fredda è ciò che chiamiamo aumentano.
calore. In generale, il calore è un flusso di energia trasferita tra due corpi a
causa della differenza di tem peratura tra loro. Il calore tluisce sempre dal
corpo più caldo a quello più freddo, mai nel senso opposto. Se non vi è diffe­ Gli urti un corrispondenza
F IG U R A 11.12
renza di temperatura, nessuna energia è trasferita .sotto forma di calore. Usiamo della barriera trasferiscono energia dalle
la lettera Q come simbolo per il calore. molecole più veloci a quelle più lente.
Una sottile barriera
L’isolamento termico impedisce agli atomi di
Un m odello atomico per il calore evita che il calore spostarsi da un sistema
Prendiamo in considerazione un modello atomico per spiegare perché l’ener­ entri o esca dal all’altro, permettendo
contenitore. tuttavia gli urti tra atomi
gia termica viene tra.sferita da temperature più alte a temperature più bas.se. La di sistemi diversi.
f i g u r a 11.12 mostra un contenitore rigido e termicamente isolato, diviso in due

parti da una membrana molto sottile. Ogni parte è riempita con un gas compo­
.Sistema 1 Sistema 2
sto dallo stesso tipo di atomi. La parte a sinistra, che chiameremo sistema 1, è
hi
ad una temperatura iniziale 7^.. Il sistema 2 a destra è a una temperatura iniziale Veloce Lento
T^., Immaginiamo che la membrana sia così sottile che gli atomi possano colli­ O Q
dere tra loro, lungo il confine tra le due parti, come se la membrana non ci
fosse; la sua presenza comunque costituisce una barriera che impedisce agli
r c Urto elastico

atomi di spostarsi da una parte all’altra. o 9


: Perde energia r Guatlagna energia
Supponiamo che il sistema 1 sia inizialmente ad una temperatura più alta:
Tji > T^.. Ciò significa che gli atomi nel sistema 1 hanno un’energia cinetica
media maggiore. La Figura 11.12 mostra un atomo veloce ed uno lento che si Il sistema 1 si trova Gli urli trasferiscono
avvicinano alla barriera da direzioni opposte. Essi subiscono un urto perfetta­ inizialmente a una energia agli atomi
temperatura più elevata del sistema 2.
mente elastico in corrispondenza della barriera. Anche se in totale nessuna e, quindi, ha atomi con
energia si è persa, in un urto perfettamente elastico, l’atomo più veloce perde una velocità media più alta.
342 CAPITOLO 11 L’uso dell'energia

FIGURA 11.13 Due sistemi in contatto energia mentre quello più lento Tacquista. In altre parole, vi è un trasferimento
termico tra loro si scambiano energia di energia dalla parte delTatomo più veloce verso la parte di quello più lento.
termica.
Poiché gli atomi del sistema 1 sono in media più energetici degli atomi del
Il sistema più caldo trasferisce energia a quello più
freddo tramite le collisioni. Questo trasferimento
sistema 2, in media gli urti trasferiscono energia dal sistema 1 al sistema 2.
d’energia è il calore. j Questa affermazione non è vera per ogni urto. A volte un atomo veloce del
sistema 2 urta un atomo lento del sistema 1, trasferendo energia dal 2 all’ 1. Ma
il trasferimento di energia totale, prodotto da tutte le collisioni, avviene dal
sistema 1 più caldo al sistema 2 più freddo. Questo trasferimento d’energia è il
calore; l’energia termica è trasferita dagli atomi più veloci della parte più
calda agli atomi più lenti della parte più fredda.
Questo trasferimento continuerà fino a raggiungere una condizione di stabi­
lità. Chiameremo tale condizione equilibrio termico. Come possono “sapere”
i sistemi quando hanno raggiunto l’equilibrio termico? Il trasferimento di ener­
Si raggiunge l’equilibrio termico quando i
gia continua fino a quando gli atomi su entrambi i lati della barriera hanno la
sistemi hanno la stessa energia cinetica media e
quindi la stessa temperatura. stessa energia cinetica media. Una volta che le energie cinetiche medie sono
uguali, i singoli urti potranno ancora trasferire energia da un lato all’altro. Ma
poiché entrambe le parti hanno atomi con la stessa energia cinetica media, la
quantità di energia trasferita da 1 a 2 sarà pari alla quantità trasferita da 2 a 1.
Una volta che le energie medie cinetiche sono uguali, complessivamente non
ci sarà più trasferimento di energia.
Come abbiamo visto, l’energia cinetica media degli atomi in un sistema è
una misura della temperatura del sistema. Se due sistemi scambiano energia
fino a quando i loro atomi non hanno la stessa energia cinetica media, pos­
FIGURA 11.14 II se g n o di Q . siamo dire che
Q è positiva quando 7=7=7"
l’energia è trasferita Calore positivo
verso il sistema. In sintesi, il calore è trasferito finché i due sistemi non raggiungono la stes.sa
temperatura finale; questo è lo stato di equilibrio termico. In questo ca.so abbiamo
considerato un sistema molto particolare, ma il risultato è del tutto generale: due
(?>()
sistemi posti in contatto termico trasferiscono energia termica dal sistema
più caldo a quello più freddo fin quando le loro temperature finali non diven­
Q è negativa quando tano uguali. Que.sto processo è illustrato nella f i g u r a 11 .13 .
l’energia è trasferita Calore negativo Il calore è un trasferimento di energia. 11 .segno che utilizziamo per i trasfe­
fuori dal sistema. rimenti è definito nella f i g u r a 11 .14 . Nel processo della Figura 11.13, è
negativo perché il sistema 1 perde energia, è positivo perché il sistema 2
Q<1) l’acquisi.sce. Essendo il contenitore termicamente i.solato, non c’è trasferi­
mento d’energia verso l’esterno, quindi l’energia pensa dal si.stema 1 è acqui­
sita dal sistema 2. Possiamo scrivere che
Q r-Q ,
L’energia persa da un si.stema è acquistata dall’altro.

11.4 II primo principio


della termodinamica
Abbiamo bisogno di ampliare l’applicazione della nostra equazione lavoro-
energia, l’Equazione 11.1, per includere trasferimenti di energia sotto forma di
calore. 1 .segni convenzionali per il calore, come mostrato nella Figura 11.14,
hanno la stessa forma di quelli per il lavoro: un valore positivo indica un tra­
sferimento venso il sistema, un valore negativo indica un trasferimento dal
si.stema. Così, quando includiamo il calore Q nell’equazione lavoro-energia,
questo appare sul lato destro dell’equazione insieme con il lavoro W\
+ +...=W -f(9 (11.7)
Questa equazione è attualmente l’equazione più generale sull’energia e sulla
sua conservazione; e.s.sa include tutti i trasferimenti e le trasformazioni di cui
abbiamo parlato.
Nel Capitolo 10, ci siamo concentrati sui sistemi in cui l’energia potenziale
e cinetica possono subire variazioni, come una slitta in movimento lungo una
collina. All’inizio di questo capitolo, abbiamo esaminato il corpo umano, in
11.4 II primo principio della termodinamica 343

cui avvengono variazioni di energia chimica. Ora consideriamo sistemi in cui


avvengono solo variazioni di energia termica. Cioè, prenderemo in considera­
zione sistemi che non si muovono, non stanno cambiando da un punto di vista
chimico, ma le cui temperature possono cambiare. Tali sistemi sono l’oggetto
di studio di quella parte di fisica chiamata termodinamica. Il problema di
come mantenere la casa fresca d’estate è un problema di termodinamica. Se
abbiamo un trasferimento di energia verso la nostra casa, la sua energia ter­
mica aumenta così come la temperatura della casa. Per ridurre la temperatura,
è necessario trasferire energia dalla casa verso l’e.sterno. Questo è lo scopo di
un condizionatore d’aria, come vedremo in una sezione successiva.
Se consideriamo casi in cui abbiamo solo variazioni di energia termica, l’E­
quazione 11.7 può essere semplificata. Questa versione più semplice afferma
il principio di conservazione dell’energia per i sistemi in cui ci sono solo varia­
zioni di energia termica; chiameremo questa equazione il primo principio
della termodinamica:

Prim o principio della term odinam ica; per i sistemi in cui ci sono solo
FIGURA 11.15 Trasferimenti di energia in
variazioni di energia termica, tale variazione è uguale all’energia trasferita un sistema termodinamico.
verso il sistema o dal sistema sotto forma di lavoro W, di calore Q, o di en­
trambi: Ambiente
Lavoro sul Lavoro
( 11. 8) sistema jP' dal sistema
VVX) Sistema W<()
Lavoro e calore sono i due modi con cui l’energia può essere trasferita tra un
L’energia L’energia
sistema e l’ambiente, cambiando così l’energia del sistema. Nei sistemi termodi­ entra
A£.h= VV+C^ esce
namici, Tunica energia che varia è quella termica. Questa energia aumenta o dimi­ Q > 0 Q<()
nuisce in funzione dei segni di We (7, come abbiamo visto. 1possibili trasferimenti Calore ^ ^B^Calore dal
di energia tra un sistema e l’ambiente sono illustrati nella f i g u r a i i .15. al sistema sistema

ESEMPIO CONCETTUALE 11.8 Compressione di un gas


Supponiamo che un gas sia in un contenitore termicamente iso­ gia viene trasferita verso il sistema, l’energia termica del gas
lato, in modo che Tenergia termica non possa disperdersi. Se deve aumentare. Ciò significa che anche la temperatura deve
un pistone viene utilizzato per comprimere il gas, cosa succede aumentare.
alla temperatura del gas? VERIFICA Questo risultato è ragionevole in virtù di quanto pos­
SPIEG AZIO NE II pistone applica una forza al gas che provoca siamo osservare tutti i giorni. Quando utilizziamo una pompa
uno spostamento. Ciò significa che un lavoro viene fatto per bicicletta per gonfiare una ruota, la pompa e la ruota si scal­
sul gas dal pistone (VT > 0). Nessuna energia termica può dano. Questo aumento di temperatura è, in gran parte, dovuto
essere scambiata con l’ambiente, cioè Q = 0. Poiché l’ener­ al riscaldamento delTaria associato alla compressione.

ESEMPIO 11.9 Trasferimenti di energia in un frullatore


Se mescolate del cibo in un namica, Equazione 11.8. Possiamo trovare il lavoro svolto dal
frullatore, il motore elettrico motore a partire dalla potenza che genera e dal tempo di uti­
compie del lavoro sul lizzo.
sistema ovvero sul cibo SOLUZIONE Dall’Equazione 10.22, il lavoro svolto è W = P
alTinterno del contenitore., | Ar = (250 W) (40 s) = 10000 J. Poiché il calore viene ceduto
Questo lavoro può riscal­ dal sistema, il suo segno è negativo, quindi Q = ^ 2000 J.
dare notevolmente il cibo. Infine, applicando il primo principio della termodinamica
Supponiamo che il motore abbiamo
del frullatore funzioni a una
potenza di 25Q.W per 40 s. A£^^ = VT+ (2 = 10 000 J - 2 000 J = 8 000.1
Durante questo intervallo di
VERIFICA Sembra ragionevole che il lavoro svolto da un
tempo, un calore pari a 2000
motore potente aumenti rapidamente Tenergia termica, men­
J viene trasferito dal cibo,
tre Tenergia termica fuoriesce solo lentamente sotto forma
adesso più caldo, all’ambiente circostante, adesso più fresco.
di calore. L’aumento di energia termica del cibo implica un
Di quanto aumenta Tenergia termica del cibo?
aumento della temperatura. Se si utilizza un frullatore abba­
IMPOSTAZIONE Solo Tenergia termica del sistema cambia, stanza a lungo, il cibo può effettivamente iniziare a emettere
per cui possiamo utilizzare il primo principio della termodi­ vapore, come si può vedere nella foto.
344 CAPITOLO 11 L’uso dell’energia

F IG U R A 11.16 Diagrammi di flusso Diagrammi di flusso dell'energia


deM'energia.
Supponiamo di lasciar cadere un sasso caldo nelToceano. 11 calore viene tra­
(a) L'energia termica fluisce
dal caldo al freddo. sferito dal sasso all’acqua fino a quando non saranno alla stessa temperatura.
Barra di rame Anche se l’oceano si riscalda leggermente, è così piccola da essere del
tutto insignificante.
Una sorgente di energia è un corpo o una parte delTambiente così grande
che, come l’oceano, la sua temperatura non cambia significativamente, quando
Fuoco\^ ^Ghiaccio
il calore viene trasferito tra il sistema e la sorgente. Una sorgente a una tempe­
ratura superiore al sistema è chiamata sorgente calda. Una fiamma che brucia
Sorgente calda a T q Sorgente fredda a 7V
vigorosamente è una .sorgente calda per piccoli cotpi posti nella fiamma. Una
(b) L'energia termica si trasferisce da
una sorgente calda a una fredda.
.sorgente a una temperatura inferiore rispetto al sistema è chiamata sorgente
Ber la legge di conscrva/ionc fredda. L’oceano è una sorgente fredda per il sasso caldo. Useremo e
dell'energia G|. = Qi^ . per indicare le temperature delle sorgenti calde e fredde.
Sorgente calda L’energia termica .sotto forma di calore viene trasferita tra un si.stema e una
sorgente se hanno temperature diverse. Definiremo
Qc La barra
di rame è = quantità di calore trasferita verso o da una sorgente calda
il sistema
Sistema (2p = quantità di calore trasferita verso o da una sorgente fredda
Per definizione, Q^. e (2^ sono quantità positive.
Qv La FIGURA i i . i 6 a mostra una pesante barra di rame po.sta tra una sorgente
calda (a temperatura T^) e una fredda (a temperatura ). 11 calore Q^. viene
Sorgente fredda 7'p trasferito dalla sorgente calda al rame e il calore viene trasferito dal rame
alla sorgente fredda. La f ig u r a i i . i e b rappresenta un diagramma di flusso
dell’energia per questo processo. La sorgente calda, generalmente, è disegnata in
alto, la sorgente fredda in bas.so, mentre il si.stema - in questo caso la barra di
rame - è inserito tra le due sorgenti. Le sorgenti e il sistema sono collegati da
“tubi” che mo.strano i trasferimenti di energia. La Figura 11.16b mostra il calore
Q^. che viene trasferito nel sistema e il calore (2pChe viene trasferito dal sistema.
La F IG U R A 11.17 illustra una peculiarità importante dei trasferimenti di calore
Un trasferimento di
F IG U R A 11.17 che abbiamo discusso: i trasferimenti spontanei vanno in una sola direzione,
energia impossibile. dal caldo al freddo. Si tratta di un risultato importante che ha notevoli implica­
Il calore non passa mai zioni pratiche.
spontaneamente da un corpo
freddo a uno caldo.
ESEMPIO CONCETTUALE 11.10 Il trasferimenti di energia e il corpo um ano BK)
Perché, in termini fisici, è molto più impegnativo per il corpo umano fare dell’eser­
cizio fìsico in un clima molto caldo?
SPIEGAZIONE Come abbiamo vi.sto, il nostro corpo trasforma continuamente ener­
gia chimica in energia termica. Al fine di mantenere costante la sua temperatura,
il corpo deve trasferire continuamente calore all’ambiente. Questa è un’operazione
semplice quando fa freddo in quanto il calore viene spontaneamente trasferito
all’ambiente, ma, quando la temperatura deH’aria è superiore alla nostra temperatura
corporea, il corpo non può più raffreddarsi in questo modo e deve utilizzare altri
meccanismi per trasferire questa energia, ad esempio la sudorazione. Questi mecca­
nismi richiedono un dispendio energetico supplementare.
VERIFICA Un intenso esercizio fisico nella stagione calda può facilmente portare
a un aumento della temperatura corporea, se il corpo non può dissipare il calore
abbastanza velocemente.

PAUSA DI RIFLESSIONE 11.4 Dopo aver guidato la nostra automobile per pa­
recchie ore, ci fermiamo e spegniamo il motore. 11 radiatore è a una temperatu­
ra più alta rispetto all’aria circostante. Considerando come sistema il radiatore,
dato che questo si raffredda, possiamo affermare che
A. Q > 0 B. (2 = 0 C. Q < 0

11.5 Macchine termiche


Nelle prime fasi della rivoluzione industriale, la maggior parte dell’energia
necessaria per far funzionare i mulini e le fabbriche proveniva dalla forza
11.5 Macchine termiche 345

delPacqua. L’acqua immagazzinata in un serbatoio posto in alto scorre natu­


ralmente verso valle. Una ruota idraulica può essere utilizzata per sfruttare
questo flusso naturale di acqua per produrre una certa quantità di energia utile,
perché parte dell’energia potenziale, persa dall’acqua scorrendo in discesa,
può essere convertita in altre forme di energia.
È possibile fare qualcosa di simile con il calore. L’energia termica è natural­
mente trasferita da una sorgente calda a una fredda; durante le fasi di trasferimento,
è possibile convertire parte di questa energia in altre fomie. Questo è il principio di
funzionamento alla base di dispositivi, noti come macchine termiche.
11 diagramma di flusso delPenergia della f i g u r a n . i s a illustra la tìsica di
base di una macchina termica. Si estrae energia sotto forma di calore dalla
sorgente calda, una parte di essa viene trasformata in lavoro utile e il calore
residuo viene ceduto alla sorgente fredda. Ogni macchina termica ha esatta­
mente questo schema.

FIGURA 11.18 II funzionam ento di una m acchina termica.

(a) I. L’energia lerniica è irasferila (b) Il lavoro utile fa


dalla sorgente calda al sistema. funzionare il generatore.
Sorgente calda ! 7’c
A / '
2. Una parte
Qc
delTenergia
ò usata per
Match na produrre
tcrmic lavoro utile

Qi

Sorgente fredda \
3. L'energia rimanente = Q c - VVJ^, Sorgente calda Sorgente fredda (fiume)
ceduta alla sorgente fredda come a temperatura Tc a temperatura 7V
calore di scarto.

La FIGURA ii. i8 b mo.stra le direzioni dei flussi di energia e le posizioni delle


sorgenti per una macchina termica reale: la centrale elettrica a carbone analizzata
in precedenza nel presente capitolo. La sorgente fredda per una centrale elettrica
può essere un fiume o un lago, come illustrato, o semplicemente l’atmosfera,
verso cui il calore Qj, viene ceduto tramite delle torri di raffreddamento.
La maggior parte dell’energia che utilizziamo quotidianamente proviene dalla
conversione di energia chimica in termica e la successiva conversione in altre
forme. Diamo un’occhiata ad alcuni e.sempi comuni di macchine termiche.

Macchine termiche

La maggior parte delPenergia elettri­ La nostra auto ottiene l’energia di cui Esistono molte piccole e .semplici mac­
ca che utilizziamo è stata generata da ha bisogno per funzionare dall'energia chine termiche che fanno parte degli
macchine termiche. Carbone o altri com­ chimica presente nella benzina. La oggetti di uso quotidiano. Questo ven­
bustibili fossili vengono bruciati per pro­ benzina viene bruciata; i gas caldi pro­ tilatore, che può essere messo in cima
durre vapore ad alta temperatura e alta dotti sono la sorgente calda. Una parte ad una stufa a legna, utilizza l’energia
pressione. 11 vapore fa girare una turbina delPenergia termica viene convertita in termica della stufa per far circolare Pa­
che è col legata ad un generatore che pro­ energia cinetica del veicolo in movi­ ria nella camera. Dove sono le sorgenti
duce elettricità. Una parte delPenergia mento, ma più del 90% viene dispersa calde e fredde di questo dispositivo?
proveniente dal vapore viene estratta in sotto forma di calore nell'aria circostan­
questo modo, ma più della metà si perde te tramite il radiatore e i gas di scarico,
e si trasferisce in una sorgente fredda, come mostrato in questo tcrmogramma.
spesso un lago o un fiume.
346 CAPITOLO 11 L’uso deir energia

Assumiamo, per una macchina termica, che l’energia termica della mac­
china non cambi. Questo significa che complessivamente non vi è alcun trasfe­
rimento di energia verso la macchina o dalla macchina. Poiché l’energia si
conserva, possiamo affermare che il lavoro utile estratto è pari alla differenza
tra il calore estratto dalla sorgente calda e quello ceduto alla sorgente fredda:
M^.n..=ec-er
L’energia in ingresso alla macchina è <2^ e quella in uscita è IV
EEXZ3 ►Abbiamo definito in precedenza e come quantità positive.
Definiamo anche l’energia in uscita di una macchina termica VV^^^come una
quantità positiva. Per le macchine termiche, la direzione dei trasferimenti di
energia è sempre chiaramente definita e considereremo tutte queste gran­
dezze fondamentali positive. <
Possiamo usare il concetto di rendimento, già definito precedentemente nel
capitolo, per valutare una macchina termica:
lavoro ottenuto Qc Q\
V = energia spesa (11.9)
Qc Qc
è r “energia spesa’’, perché questa è l’energia derivante dalla combustione
del carburante e, letteralmente, quanto abbiamo speso per fornire l’alta tempe­
ratura della sorgente calda. L’energia termica non convertita in lavoro finisce
nella sorgente fredda, come calore di scarto.
Perché dovremmo sprecare energia in questo modo? Perché non proget­
tiamo una macchina termica come quella mostrata nella f i g u r a i i .i 9 che con­
Una macchina termica
F IG U R A 11.19
ideale, ma impossibile. verte il 100% del calore in lavoro utile? La risposta sorprendente è che non
possiamo. Nessuna macchina termica può operare senza cedere una certa
quantità di calore verso la sorgente fredda. Questa non è una limitazione
ingegneristica. Come vedremo, si tratta di una legge fondamentale della natura.
11 massimo rendimento possibile per una macchina termica è fissato dal
secondo principio della termodinamica, che esploreremo in dettaglio nella
Sezione 11.7. Senza dare una derivazione dettagliata, evidenziamo semplice-
mente che il secondo principio dà il massimo rendimento teorico di una mac­
china termica; questo è espresso come

•Temperatura della .sorgente fredda


Massimo rendimento
Quc.slo non è pi)ssibilc! Nessuna macchina di una macchina t e r m i c a “ --------...—Temperatura della sorgente calda ( 11. 10)
termica può convenire il 1(K)9^ del calore
T
*C
^ Sia Tp che devono essere
in lavoro utile. espresse in kelvin.

11 massimo rendimento di qualsiasi macchina termica è quindi fissato dal rapporto


delle temperature delle sorgenti calde e fredde. È possibile aumentare il rendi­
mento di una macchina termica aumentando la temperatura della .sorgente calda o
diminuendo la temperatura della sorgente fredda. 11 rendimento effettivo delle
macchine termiche reali è di solito molto inferiore al valore massimo teorico.
Poiché e^^^ < 1, il lavoro prodotto è sempre inferiore al calore in ingresso
< Q^). Di conseguenza, ci deve essere del calore ceduto alla sorgente
fredda. Ecco perché la macchina termica illustrata nella f i g u r a 11.19 è impos­
sibile. Pensiamo a una macchina termica come analogo di un mulino ad acqua:
la macchina “cede” parte dell’energia che spontaneamente fluisce dal caldo al
freddo, ma non può mai interrompere completamente il flusso.

E S E M P IO 11.11 Il rendim ento di una centrale nucleare


L’energia derivante da reazioni nucleari nel nocciolo di un IMPOSTAZIONE Una centrale nucleare è una macchina termica
reattore produce vapore ad alta pressione ad una temperatura di con i trasferimenti di energia illustrati nella Figura 11.18a. (2^. è
290°C. Dopo aver usato il vapore per far girare una turbina, l’energia termica trasferita al vapore nel nocciolo del reattore.
questo viene condensato di nuovo in acqua a 20X (utilizzando è la temperatura del vapore, 290°C. 11vapore viene raffreddato e
l’acqua per il raffreddamento da un fiume vicino). Il calore in condensato e viene dissipata nel fiume. 11 fiume è la sorgente
eccesso viene smaltito nel fiume. L’acqua viene poi nuova­ fredda, e così è 20°C. In kelvin, queste temperature sono
mente riscaldata e il ciclo ricomincia. Qual è il massimo rendi­
r^, = 290X = 563 K r F =20°C = 293 K
mento possibile raggiungibile da questa centrale?
11.6 Pompe di calore, frigoriferi e condizionatori d’aria 347

SOLUZIONE Usiamo Tequazione 11.IO per calcolare il mas­ a carbone o a gas, che fanno sì che il rendimento sia al massimo
simo rendimento possibile: ^max ^ significa che il 65% dell’energia prodotta dal
293 K combustibile finisce sotto forma di calore di scarto in un fiume
= 0.479 « 48% o un lago, dove può causare un riscaldamento problematico
* Tc ^ 563 K
VERIFICA Questo è il massimo rendimento possibile. Ci sono deH’ambiente locale.
limiti pratici per le centrali elettriche reali, siano esse nucleari,

P A U S A DI R IF L E S S IO N E 11.5 Quale dei seguenti cambiamenti (potrebbe es­


sercene più di uno) incrementerebbe il massimo rendimento teorico di una
macchina termica?
A. Aumento di B. Aumento di
C. Diminuzione di D. Diminuzione di 7.

11.6 Pompe di calore, frigoriferi e


condizionatori d’aria
L’aria all’interno del frigorifero è più fredda di quella presente nella nostra f i g u r a 11.20 Una pompa di calore

cucina, di conseguenza il calore fìui.sce sempre dalla cucina verso l’interno del fornisce acqua calda e fredda.
frigorifero, aumentandone la temperatura. Questo accade ogni volta che si apre
la porta del frigo e in maniera continua tramite le “perdite termiche’’ delle sue
pareti. Per mantenere il frigorifero fresco è neces.sario che in qualche modo il
L’energia elelirica
calore interno sia trasferito verso la stanza più calda. Il trasferimento di energia compie del lavoro
termica da una sorgente fredda a una calda - nella direzione opposta al flusso sulla pompa di
naturale - è ciò che fa una pom pa di calore. calore .. .
Un’applicazione pratica di una pompa di calore è il distributore di acqua
fredda/calda illustrato nella f i g u r a 11.20. L’energia che è estratta dall’acqua
fredda viene utilizzata per aumentare l’energia termica dell’acqua calda. Un
/ \
singolo processo raffredda l’acqua fredda e riscalda l’acqua calda. f ^

La pompa di calore in un frigorifero trasferisce calore dall’aria fredda pre­


sente all’interno del frigorifero all’aria più calda della stanza. Un condiziona­ T

tore d’aria funziona in modo simile, trasferendo calore dall’aria fresca di una LJ
Qi Qi
casa (o di una macchina) verso l’aria più calda all’esterno. Avrai probabil­
mente visto condizionatori d’aria che sono singole unità da adattare a una fine­
stra. Il lato del condizionatore che si affaccia verso la stanza è il lato freddo; V ______ \____ j .* y

l’altro lato è quello caldo. Il calore è pompato dal lato freddo a quello caldo, V \ / ^
raffreddando la camera. .. . facendo sì che il calore venga
È inoltre possibile utilizzare una pompa di calore per ri.scaldare la casa in trasferito dall’acqua fredda a quella calda.
inverno, recuperando energia termica dall’esterno verso l’interno. Un’unità
posta aireslerno della casa recupera energia termica che poi viene pompata II funzionamento di una
F IG U R A 11.21
verso un’unità posta all’interno che riscalda l’ambiente. pompa di calore.
In tutti questi casi, trasferiamo energia contro la direzione naturale del
La quantità di calore ceduta alla sorgente
flusso di calore. Questo processo richiede energia in ingresso - cioè dev’essere calda ò più grande della quantità di calore
compiuto del lavoro - come mostrato nel diagramma di flusso dell’energia di estratta dalla sorgente fredda.
una pompa di calore nella f i g u r a 11.21. L’energia si conserva, quindi il calore
trasferito al lato caldo dev’essere uguale alla somma del calore recuperato dal
lato freddo e del lavoro compiuto in ingresso:

tn

Per le pompe di calore, invece di calcolare il rendimento, si calcola una


quantità analoga chiamata coefficiente di prestazione COP (dall’inglese
“coefficient of performance’’ N.d.T). Ci sono due modi diversi di utilizzo di
una pompa di calore, come notato sopra. Un frigorifero utilizza una pompa di
calore per il raffreddamento, togliendo calore da una sorgente fredda per man­
Del lavoro esterno è utilizzato per
tenerla fredda. Come mostra la Figura 11.21, dobbiamo compiere del lavoro rimuovere il calore dalla sorgente
per far sì che questo accada. fredda e trasferirlo a quella calda.
348 CAPITOLO 11 L’uso dell’energia

Se si usa una pompa di calore per il raffreddamento, definiamo il coeffi­


ciente di prestazione come
__ calore ottenuto _ Energia recuperata dalla sorgente fredda _ Qv
COP lavoro speso Lavoro necessario per il trasferimento w.
““m

Il secondo principio della termodinamica limita il rendimento di una pompa


di calore così come limita il rendimento di una macchina termica. 11 valore
ma.ssimo del coefficiente di prestazione è legato alle temperature delle sorgenti
calde e fredde:

COP^ax = ^ ( 1 1 .1 1 )
Massimo teorico del coefficiente di prestazione di una
pompa di calore usata per raffreddare
C ib o caldo o fredd o? F^iccoli frigorircri
portatili come questo utilizzano delle celle Possiamo usare una pompa di calore anche per riscaldare, recuperando
di Peltier, dispositivi che sfruttano i 12V calore da una sorgente fredda e trasferendolo a una sorgente calda per mante­
deirimpianto elettrico delTauto. Esse nere quest’ultima calda. In questo caso definiamo il COP come
possono trasferire calore dall'interno del
frigo verso l’esterno e mantenere il cibo _ calore ottenuto _ Energia immessa nella sorgente calda _ 0 ^
o le bevande fresche. Tuttavia le celle di lavoro speso Lavoro necessario per il trasferimento yp
Peltier, come alcune altre pompe di calore, In questo caso, il valore massimo possibile per il coefficiente di prestazione è
sono reversibili. Scambiando la polarità
deiralimentazione s’inverte la direzione
di trasferimento del calore, facendo sì Tc
COP^ax = ( 11 . 12 )
che questo sia trasferito verso l’interno, Tc - Tf
mantenendo così il cibo caldo! Massimo teorico del coefficiente di prestazione di una
pompa di calore usata per riscaldare

In entrambi i casi, un coefficiente di prestazione più grande significa una


pompa di calore più efficiente. Diversamente dal rendimento di una mac­
china termica che dev’essere inferiore a 1, il COP di una pompa di calore può
essere - e di solito è - maggiore di 1. Il seguente esempio mostra che il COP
può essere molto elevato per temperature tipiche.
E SE M P IO 11.12 Coefficiente di prestazione di un frigorìfero
L’interno di un frigorifero è a una temperatura di circa (PC. Il SOLUZIONE Usiamo l’Equazione 11.11 per calcolare il mas-
calore proveniente daH’interno viene dissipato nelParia della simo coefficiente di prestazione:
cucina che ha una temperatura di circa 20°C. Con queste tem­ 7j; 273 K
COPmax = — = 13.6
perature d’esercizio, qual è il massimo coefficiente di presta­ Tc “ 7’f 293 K - 273 K
zione possibile del frigorifero? VERIFICA Un coefficiente di prestazione di 13.6 significa che
IMPOSTAZIONE Le temperature della parte calda e di quella si dissipano 13.6 J di calore a un costo energetico di 1 J. A
fredda devono essere espresse in kelvin: causa di limitazioni pratiche, il coefficiente di prestazione di
un frigorifero reale è tipicamente «5. Altri fattori influenzano
7^ = 20°C = 293 K 7’^. = 0°C = 273 K
il rendimento complessivo deH’elettrodomestico, compresa la
qualità dell’isolamento.

E SE M P IO CONCETTUALE 11.13 C o m e p o ssia m o stare freschi?


E una giornata molto calda e nel nostro appartamento la tempe­ F IG U R A 11.22 Diagrannma di flusso dell'energia per un
ratura è piuttosto alta. Il nostro compagno di stanza suggerisce frigorifero aperto.
di rinfrescare l’appartamento tenendo la porta del frigorifero
Appartamento caldo Tq
aperta. Questo aiuterà la situazione? / \ /
SPIEGAZIONE II diagramma di flusso dell’energia è mostrato
f Qc
k_
nella Figura 11.22. La pompa di calore posta nel frigorifero Il calore entra
trasferisce calore dal suo interno verso l’aria esterna, come al .. nel frigo
solito; ma, con la porta aperta, il calore fluisce spontaneamente insieme
nuovamente dentro il frigorifero. Si noti, tuttavia, che è più il
calore che entra nell’appartamento rispetto a quello che esce - Tit Qf
i'
all’aria della
stanzia.

il frigorifero aperto, in realtà, riscalda l’appartamento! / \ \


VERIFICA Anche un frigorifero chiuso scalda lentamente la Interno del frigorifero 7p
stanza dove si trova. Il lavoro svolto dal motore è sempre tra­
sformato in calore supplementare dissipato nella sorgente calda.
11.7 L’entropia e il secondo principio deUa termodinamica 349

P A U S A DI R IF L E S S IO N E 11.6 Quale dei seguenti cambiamenti (potrebbe es­


sercene più di uno) permetterebbe al tuo frigorifero di utilizzare meno energia
per funzionare?
A. Aumentare la temperatura dentro al frigorifero
B. Aumentare la temperatura nella cucina
C. Diminuire la temperatura dentro al frigorifero
D. Diminuire la temperatura nella cucina

11.7 L’entropia e il secondo principio


della termodinamica
In tutto il capitolo, abbiamo notato certe tendenze e certe limitazioni alle tra­ f ig u r a 11.23 Gli urti molecolari sono
sformazioni di energia e ai trasferimenti. Il calore è trasferito spontaneamente reversibili.
dal caldo al freddo, mai viceversa. II trasferimento spontaneo di calore da (a) Riproduzione della ripresa deiriirlo in avanti
caldo a freddo è un e.sempio di processo i r r e v e r s i b i le , ovvero che può acca­ Prima: X. Dopo:
dere in una sola direzione. Perché alcuni processi sono irreversibili? Il trasfe­
rimento spontaneo di calore dal freddo al caldo non violerebbe alcuna legge
della fisica vista finora, ma non è mai stato os.servato. Ci deve essere un’altra
legge della fisica che lo impedisce. In questa sezione esploreremo i presupposti s
s
s
di questa legge che chiameremo il s e c o n d o p r i n c i p i o d e l l a t e r m o d i n a m i c a .

Processi reversibili e irreversibili (b) La riproduzione della ripresa delPurto


\
A livello microscopico, gli urti tra le molecole sono completamente reversibili. airindietro è ugualmente plausibile.
Nella F IG U R A 11.23 vediamo due possibili filmati di una collisione tra due mole­ Prima: Dopo:
cole di gas, uno in avanti e l’altro all’indietro. Guardando non si riesce a distin­
guere quelle versione dell’urto stiamo osservando: quella in avanti o quella
all’indietro. Nulla in entrambe le collisioni sembra sbagliato e nessuna misura
\
potrebbe rilevare eventuali violazioni delle leggi di Newton su entrambe. Le
interazioni a livello molecolare sono processi reversibili.
A livello macroscopico, le cose cambiano. La f i g u r a i i .24 mostra due pos­
sibili film della collisione di un’auto con una barriera. Un filmato viene ese­
guito in avanti, l’altro all’indietro. 11 film all’indietro della f i g u r a ii.2 4 b è
ovviamente sbagliato. Ma cosa è stato violato nel film a ritroso? II ritorno Gli urti macroscopici non
F IG U R A 11.24
dell’auto alla sua forma originale e la spinta all’indietro dal muro, non sareb­ sono reversibili.
bero in contra.sto con le leggi della fisica che abbiamo finora discusso. (a) Riproduzione della ripresa dell'urto in avanti
Se i movimenti microscopici sono tutti reversibili, come possono fenomeni
Prima:
macro.scopici come l’incidente d’auto essere irreversibili? Se collisioni rever­
sibili pos.sono far trasferire il calore dal caldo al freddo, perché non fanno mai
trasferire il calore dal freddo al caldo? Ci dev’essere qualcosa in grado di
distinguere il passato dal futuro.
1 L J
(b) La riproduzione della ripresa delPurlo
airindietroè fisicamente impossibile.
Come si arriva all’equilibrio?
Prima: Dopo: ]
Come possono due sistemi che si trovano inizialmente a temperature diverse l
sapere come raggiungere Tequilibrio? Forse un’analogia ci può aiutare. r
i
La f i g u r a 11.25 mostra due .scatole, numerate 1 e 2, contenenti palline identi­
che. La .scatola 1 contiene inizialmente più palline della scatola 2. Una volta ogni
secondo, una pallina in una delle due .scatole, scelta a caso, viene spostata nell’al­
tra .scatola. Questo è un pr(x:es.so reversibile, in quanto una pallina può passare
dalla scatola 2 alla 1 altrettanto facilmente che dalla scatola 1 alla 2. Che cosa ci FIG U R A 11.25 Spostamento delle palline

aspettiamo di vedere .se torniamo a guardare le scatole diverse ore più tardi? da una scatola all'altra.
Poiché le palline .sono scelte a ca.so, e poiché ci .sono inizialmente più pal­ l.e palline sono scelte a caso e
spostate da una scatola all'altra.
line nella scatola 1, è più probabile che una pallina si muoverà dalla scatola 1
alla .scatola 2 che viceversa. A volte una pallina potrà muoversi “a ritroso”
dalla .scatola 2 alla 1, ma nel complesso c’è un movimento di palline dalla
scatola 1 alla 2. 11 sistema evolverà fino a che « N^. Abbiamo raggiunto una
situazione stabile - di equilibrio! - con un numero uguale di palline che si
muovono in entrambe le direzioni. Scatola 1: A^i palline .Scatola 2: N 2 palline
350 CAPITOLO 11 L’uso deU’energia

Ma la situazione poteva evolvere nella direzione opposta, con che diventa


ancora più grande e ancora più piccolo? In linea di principio, qualsiasi disposi­
zione delle palline è possibile. Ma alcune distribuzioni sono più probabili. Con
quattro palline, ci sono due palline in ogni scatola per il 38% del tempo e l’avere
una scatola completamente vuota si verifica solo per il 12% del tempo. Ma con
100 palline, per il 90% del tempo ci sono tra 44 e 56 palline in una scatola. Questa
situazione è vicina al valore di ^equilibrio” di 50 palline in ogni scatola. Aumen­
tando il numero a lO(KK) palline, la probabilità di essere lontani dal valore di
equilibrio di 5(X)0 palline per scatola diventa molto piccola: per il 90% del tempo
troveremmo che il numero di palline in ogni scatola è pari a 5(X)0 entro T 1%.
Sebbene ogni trasferimento sia reversibile, la statistica dei grandi numeri
rende estremamente probabile che il sistema evolva verso uno stato in cui
N| particelle, più o meno, di un sistema realistico di atomi o
molecole, non vedremo mai uno stato che si discosti sensibilmente dal caso di
equilibrio.
Un sistema raggiunge Tequilibrio termico non per un progetto o per un inter­
vento esterno, ma semplicemente perche l’equilibrio è lo stato più probabile in
cui essere. La conseguenza di avere un vasto numero di eventi casuali è che il
sistema evolve solo in una direzione, verso Tequilibrio, e non altrimenti. Eventi
microscopici reversibili portano a un componamento macroscopico irreversibile
perché alcuni stati macro.scopici sono di gran lunga più probabili di altri.

Ordine, disordine ed entropia


FIGURA 11.26 Disposizione ordinata e La FIGURA 1 1 . 2 6 mostra una rappresentazione microscopica di tre contenitori di
disordinata degli atomi in un gas. gas. Il diagramma superiore mostra un gruppo di atomi disposti in modo rego­
Questa disposizione è improbabile; tutte le lare. Si tratta di un sistema molto ordinato e non casuale, con la posizione di
particelle devono essere posizionate con ogni atomo definita con precisione. Al contrario nel diagramma in basso, non
precisione. Lo spostamento di una particella è esiste alcun ordine. È molto improbabile che gli atomi in un contenitore si
facile da notare.
dispongano spontaneamente nella configurazione ordinata dell’immagine
Una progressione di stati superiore; anche un piccolo cambiamento della configurazione sarebbe abba­
per un sistema di particelle.
stanza evidente. AI contrario, c’è un gran numero di disposizioni, come quella
Lo stato in alto è ordinato;
quello in basso no. in basso, che riempiono casualmente il contenitore. Un piccolo cambiamento
nella disposizione è difficile da individuare.
Scienziati e ingegneri usano il termine e n t r o p i a per quantificare la proba­
bilità che un sistema si presenti in un certo stato. La disposizione ordinata del
sistema in alto, che ha una piccola probabilità di avvenire in maniera sponta­
nea, ha una bassissima entropia. L’entropia del contenitore riempito casual­
mente è alta; abbiamo quindi una grande probabilità che il gas si distribuisca
casualmente nel contenitore. Nella f ig u r a 1 1 . 2 6 l’entropia aumenta quando ci
si sposta dal sistema ordinato in alto a quello disordinato in basso.
Supponiamo di ordinare gli atomi nella Figura 11.26 come sono nel dia­
gramma in alto e poi di lasciarli liberi di muoversi. Dopo qualche tempo, ci
aspettiamo che la loro disposizione diventi come quella nel diagramma in
basso. Infatti, i diagrammi, dall’alto verso il basso, possono essere pensati
come le scene di un film che mostra l’evoluzione delle posizioni degli atomi
dopo che sono lasciati liberi di muoversi, passando da uno stato di bassa entro­
Aumento del disordine pia verso uno stato di maggiore entropia. Si potrebbe correttamente pensare
Aumento deirentropia che questo processo sia irreversibile: le particelle non ricreano mai spontanea­
Aumento della probabilità mente il loro stato ordinato iniziale.
Lo spostamento di una particella è difficile da Due sistemi a temperature differenti interagenti termicamente tra loro hanno
identificare. Molte disposizioni appaiono simili
una bassa entropia. Questi sistemi sono ordinati: gli atomi veloci sono da un
e quindi questa distribuzione è molto probabile.
lato della barriera, quelli lenti dall’altro. La distribuzione più casuale possibile
di energia, e quindi il sistema meno ordinato, corrisponde alla situazione in cui
i due sistemi sono in equilibrio termico con temperature uguali. L’entropia
aum enta poiché i due sistemi, con tem perature inizialmente diverse, ten­
dono all’equilibrio termico.
Il fatto che i sistemi macroscopici evolvano in modo irreversibile verso l’e­
quilibrio è una nuova legge della fisica, il s e c o n d o p r i n c i p i o d e l l a t e r m o d i ­
n a m ic a :
11.7 L’entropia e il secondo principio della termodinamica 351

S e co n d o principio della term odinam ica L’entropia di un sistema iso­


lato non diminuisce mai. L’entropia o aumenta, finché il sistema non rag­
giunge l’equilibrio, o, se il sistema è inizialmente in equilibrio, rimane la
stessa.

►I.’aggettivo “isolato” è di fondamentale importanza. Possiamo


ordinare il sistema intervenendo daH’esterno, magari utilizzando piccole
pinzette per disporre gli atomi in un reticolo. Analogamente, possiamo tra­
sferire calore da un corpo freddo a uno caldo utilizzando un frigorifero. Il
secondo principio riguarda ciò che un sistema può o non può fare spontanea
amente, da solo, senza un intervento esterno. <
Il secondo principio della termodinamica ci dice che un sistema isolato
evolve in modo tale che:
■ L’ordine si trasforma in disordine e casualità.
■ Le informazioni sono perse piuttosto che acquisite.
■ Il sistema “si degrada”, quando altre forme di energia si trasformano in
energia termica.
Un sistema isolato non genera mai spontaneamente ordine dalla casualità. Non
è che il sistema “conosca” i concetti di ordine o di casualità, ma piuttosto ci
sono molti più stati corrispondenti alla casualità di quanti corrispondenti
all’ordine. Quando avvengono delle collisioni a livello microscopico, le leggi
della probabilità impongono che il sistema, in media, si sposti inesorabilmente
verso lo stato macroscopico più casuale.

► Digitando Shakespeare. Proviamo a scrivere un nuovo documento in


un programma di video scrittura. Per un po’ chiudiamo gli occhi e digitiamo
in modo casuale. Ora apriamo gli occhi. Abbiamo digitato qualche parola
“riconoscibile”? C’è una piccola probabilità che questo sia avvenuto, ma molto
probabilmente non sarà così. Mille scimpanzé in una stanza, digitando a caso,
p o t r e b b e r o scrivere opere di Shakespeare. Le collisioni molecolari p o t r e b b e r o
trasferire l’energia da un corpo freddo a uno caldo, ma la probabilità che ciò
avvenga è così bassa che, di fatto, non avviene nel mondo reale.

Entropia ed energia termica


Supponiamo di avere una palla da baseball molto fredda e in movimento, FIGURA 11.27 Energia cinetica ed
essenzialmente senza energia termica, e un pallone a elio stazionario, a tempe­ energia termica a confronto.
ratura ambiente, come mostrato nella f ig u r a 1 1 .2 7 . Gli atomi nella palla da
baseball e gli atomi nel pallone a elio sono tutti in movimento, ma c ’è una
grande differenza nei loro movimenti. Gli atomi nella palla da baseball si muo­
vono tutti nella stessa direzione e alla stessa velocità, ma gli atomi nel pallone
a elio si muovonx) in direzioni casuali. Il movimento organizzato e ordinato
nella palla da baseball ha una bassa entropia, mentre il movimento casuale e
disorganizzato degli atomi del gas - che abbiamo associato aH’energia termica
Palla
- ha un'alta entropia. Possiamo vedere che la conversione di energia cinetica a fredda
Le molecole contenute nella palla
livello macroscopico in energia termica comporta un aumento di entropia. da baseball si muovono tutte nella
Abbiamo visto, nella Sezione I 1.4, che la conversione di altre forme di energia stessa direzione e alla stessa
in energia termica è irreversibile. Ora, possiamo spiegare il perché: quando velocità. Questo moto ordinato è
l'energia cinetica della palla.
un’altra forma di energia è convertita in energia termica, vi è un aumento
di entropia.
Per questo motivo la conversione dell’energia termica in altre forme d’ener­
gia non può essere fatta con un rendimento del 100%. Nella macchina termica
della FIGURA 11.28 nella pagina successiva quando il calore entra nel sistema
ne aumenta l’entropia. 11 lavoro verso Pesterno non cambia l’entropia, perché
il calore non è coinvolto lungo questo percorso. Così, .se solo il calore fosse
entrato nel sistema, la sua entropia - e la sua energia termica e temperatura -
aumenterebbe all’infinito. Quindi, il calore Q^, deve fluire verso la sorgente
fredda per diminuire l’entropia, mantenendo l’entropia totale del sistema Pallone diverse. Questo moto casuale è
costante. a elio l'energia termica del gas.
352 CAPITOLO 11 L’uso deU'energia

FIGURA 1 1 .2 8Diagramma di una Di tutte le forme di energia che abbiamo visto, solo quella termica è asso­
macchina termica, con indicate le ciata alFentropia; le altre sono tutte ordinate. Fino a quando l’energia termica
variazioni di entropia. non è coinvolta, la conversione tra le diverse forme di energia può avvenire
I. Il calore nel sistema dalla sorgente liberamente e in modo reversibile, come abbiamo visto. Quando lanciamo un
calda, aumentandone l'entropia.
pallone in aria, l’energia cinetica è convertita in energia potenziale quando il
pallone sale verso l’alto e l’energia potenziale è convertita in energia cinetica
quando il pallone scende. Ma quando qualche forma di energia viene trasfor­
mata in energia termica, aumenta l’entropia e il secondo principio della termo-
dinamica ci dice che questa trasformazione è irreversibile. Quando si lascia
cadere una palla a terra, questa rimbalza diverse volte e poi si ferma. L’energia
cinetica della palla in movimento è diventata energia termica della palla che, a
riposo, diventa leggermente più calda. Questo processo non è reversibile: la
palla non diventerà improvvisamente un po’ più fredda rimbalzando nuova­
mente in aria! Questo processo conserverebbe l’energia, ma diminuirebbe
l’entropia e quindi violerebbe questo nuovo principio della fisica.
3.. Il calore (>| esce dalla macchina termica e Questa proprietà dell’energia termica ha conseguenze sul rendimento delle
linisce nella sorgente fredda, diminuendo macchine termiche, come abbiamo visto, ma anche sul rendimento di altri
l'entropia del sistema.
dispositivi.

ESEMPIO CONCETTUALE 11.14 Il rendimento di un veicolo ibrido


1veicoli ibridi sono alimentati da un motore a benzina accoppiato a un motore elet­
trico e a batterie. Questi veicoli possono percorrere più chilometri nel traffico citta­
dino caratterizzato da fermate e ripartenze, rispetto alle prestazioni dei veicoli
convenzionali. Quando, in un’auto convenzionale, si frena fino a fermarsi, l’attrito
converte l’energia cinetica del moto della vettura in energia termica nei freni. In una
tipica automobile ibrida, parte di questa energia è convertita in energia chimica in
una batteria. Spiega come questo rende un veicolo ibrido più efficiente.
SPIEGAZIONE Quando l’energia è trasformata in energia termica, l’aumento di
entropia rende questa trasformazione irreversibile. All’atto di frenare in un’autovet­
tura convenzionale l’energia cinetica, trasformata in termica tramite il riscaldamento
dei freni, è persa. In un veicolo ibrido, l’energia cinetica è in parte convertita in
energia chimica immagazzinata in una batteria. Questa trasformazione è reversibile;
quando l’autovettura riparte, l’energia può essere ritrasformata in energia cinetica.
VERIFICA Ogniqualvolta l’energia è convertita in energia termica, in qualche modo
si perde, nel senso che non può più essere utilizzata; questo riduce il rendimento. Il
veicolo ibrido evita questa trasformazione e quindi è più efficiente.

PAUSA DI RIFLESSIONE 11.7 Quale dei .seguenti proce.ssi non prevede una va-
riazione di entropia"
A. Un riscaldatore elettrico aumenta la temperatura di una tazza di
acqua di 20°C.
B. Una palla rotola .senza attrito su per una rampa e diminuisce di velocità
mentre si muove verso l’alto.
C. Una palla da basket cade da 2 metri e rimbalza fino a quando non si ferma.
I). Il sole batte su una superficie nera e la riscalda.

11.8 Sistemi, energia ed entropia


Negli ultimi due capitoli, abbiamo imparato molti concetti riguardanti l’ener­
gia e il suo utilizzo. Con l’introduzione del concetto di entropia, abbiamo
potuto capire le ragioni dei limiti della nostra capacità di utilizzare l’energia.
Chiuderemo questo capitolo, e questa parte del testo, considerando alcune
domande finali che consentiranno di mettere insieme tutte queste nozioni.

La conservazione dell’energia e il risparmio energetico


Da molti anni a questa parte abbiamo sentito che è importante “risparmiare
energia”. Ci viene chiesto di spegnere le luci quando usciamo da una camera.
11.8 Sistemi, energia ed entropia 353

di usare meno le nostre auto, di ridurre la temperatura della nostra casa. Tutto
ciò ci porta a una domanda interes.sante: se la legge di conservazione delFener-
gia afferma che questa non può essere né creata né distrutta, cosa significa
veramente “risparmiare energia”? Se Tenergia non può essere creata o distrutta,
come può esserci una “crisi energetica”?
Abbiamo iniziato questo capitolo analizzando le trasformazioni di energia.
Abbiamo visto che ogni volta che Tenergia si trasforma, si “perde” qualcosa.
E ora sappiamo cosa significa: l’energia non è realmente persa, ma si è conver­
tita in energia termica. Questa trasformazione è irreversibile; l’energia termica
non può essere efficientemente riconvertita in altre forme di energia.
E questo è il vero problema. Non stiamo, come società o come pianeta,
esaurendo l’energia. Non possiamo! In realtà quelle che si esauri.scono sono le
fonti di energia di alta qualità. 11 petrolio è un buon esempio. Un litro di ben­
zina contiene una grande quantità di energia chimica. Si tratta di un liquido
quindi è facilmente trasportabile, inoltre è facile da utilizzare come combusti­ Sigillato, ma non isolato Questo
bile in una serie di dispositivi che possono generare calore, elettricità o movi­ contenitore di vetro è un sistema
mento. Quando si brucia benzina come combustibile per l’auto, non si consuma completamente sigillato contenente
la sua energia, ma la si converte semplicemente da energia chimica in energia organismi viventi: gamberi e alghe. Gli
organismi vivranno e cresceranno per molti
termica. Nel fare questo, si riduce la quantità di energia chimica di alta qualità anni. Questo è po.ssibile perché la sfera di
nel mondo e si aumenta la provvista di energia termica. La quantità di energia vetro, sebbene sigillata, non è un sistema
nel mondo è sempre la stessa; è solo in una forma meno utile. isolato. L’energia può essere trasferita, verso
Forse il modo migliore per “risparmiare energia” è quello di concentrarsi l’interno e verso l’esterno, sotto forma di
sul rendimento, e ridurre l’“energia spesa”. Lampadine più efficienti, auto più luce e di calore. Se il contenitore fosse stato
collocato in una stanza buia, gli organismi
efficienti, tutto ciò consuma meno energia producendo lo stesso risultato sarebbero rapidamente morti.
finale.

L’entropia e la vita BIG


Il secondo principio della termodinamica afferma che i sistemi “si degrade­
ranno”, che gli stati ordinati evolveranno verso il disordine e la casualità. Ma
gli organismi viventi sembrano violare questa regola:
■ Le piante crescono da semplici .semi diventando entità complesse.
■ Uova unicellulari fecondate diventano organismi adulti complessi.
■ Nell’ultimo miliardo di anni, la vita si è evoluta da semplici organismi uni­
cellulari verso forme molto comples.se.
Come è possibile tutto questo?
11 secondo principio della termodinamica ha una proprietà importante: si
applica solo ai sistemi isolati che non scambiano energia con il loro ambiente.
La situazione diventa completamente diversa se l’energia viene trasferita
all’interno o airesterno del sistema. FIGURA 11.29 La termodinamica del
11 nostro corpo non è un sistema isolato. Ogni giorno, prendiamo energia nostro corpo.
chimica dal cibo che mangiamo. Quando utilizziamo que.sta energia, la mag­ L’energia I.’energia lascia il nostro
gior parte di essa si trasforma in energia termica che viene trasferita come chimica entra nel corpo principalmente sotto
nostro corjx) forma di calore, il che
calore neH’ambiente, aumentandone così l’entropia. Un diagramma di energia tramite il cibo produce un aumento
di questa situazione è riportato nella f ig u r a n .2 9 . Ogni secondo, mentre noi che mangiamo. deH’entropia deirambiente.
stiamo tranquillamente seduti a leggere questo testo, il nostro corpo consuma
circa 100 J di energia chimica e trasferisce 100 J di energia termica all’am-
biente. L’entropia del corpo rimane approssimativamente costante, ma l’entro­
pia deH’ambiente aumenta a causa dell’energia termica ricevuta dal corpo. Per
cre.scere e svilupparsi, gli organismi devono ricevere forme di energia di alta
qualità e cedere energia termica. Questo continuo scambio di energia con l’am­
biente rende possibile la vita, in generale, senza violare alcuna legge della
fisica.
354 CAPITOLO 11 L’uso dell'energia

ESEMPIO INTEGRATO 11.15 Il rendim ento di un'autom obile


La prima legge di Newton dice che un’automobile, una volta Il motore dell’auto utilizza energia chimica bruciando il com­
messa in moto e in assenza di forze esterne, dovrebbe conti­ bustibile. Parte di questa energia è trasformata per compiere
nuare la sua corsa a velocità costante. del lavoro - ovvero la forza di propulsione che spinge l’auto­
Allora perché non è possibile accelerare Tautomobile fino mobile in avanti contro la forza di resistenza dell’aria; ma il
alla velocità voluta e poi togliere il piede dall’acceleratore e motore trasforma anche gran parte dell’energia chimica in
continuare la corsa a velocità costante? Il motivo è la presenza “calore dissipato” trasferito all’ambiente attraverso il radiatore
di forze esterne. e il tubo di scapppamento. AE^^.^ è negativa, perché la quantità
A velocità autostradale quasi tutta la forza che si oppone al di energia immagazzinata nel serbatoio diminuisce man mano
movimento della nostra auto è prodotta dalla resistenza dell’a­ che la benzina è bruciata. W e Q sono anch’esse negative,
ria (l’attrito da rotolamento è molto più piccolo ad alta velocità, secondo la convenzione sul segno della Figura 11.15, perché
quindi lo trascureremo). La f ig u r a i i .30 mostra che quando la queste energie sono trasferite dal sistema all’ambiente.
nostra auto si muove spinge l’aria di lato. Questa azione con­ Nel Capitolo 5 abbiamo visto che la forza di resistenza su
suma energia e quindi il motore deve continuare nella sua un corpo in movimento a una velocità v è data da
azione di spinta per sostituire l’energia persa. Fy = [^C\/pAv^, ste.s.sa direzione ma verso opposto al moto)
FIGURA 11.30 Un test nella galleria del vento mostra i flussi dove Cy è il coefficiente di resistenza aerodinamica, p è la den­
d'aria intorno a un'automobile. sità del l’aria (circa 1.2 kg/m^), e A è l’area della parte anteriore
dell’automobile.
La forza di resistenza dell’aria su un’automobile in movi­
mento a 30 m/s è
Fv= 5 (0.30)( 1.2 kg/m’)( 1.8 m^)(30 in/s)^ = 292 N
Questa forza di resistenza si oppone al moto. Per spostare
l’automobile in avanti a velocità costante, e quindi con una forza
risultante pari a zero, si richiede una forza di propulsione F =
292 N in avanti. Nel Capitolo 10 abbiamo imparato che la
potenza necessaria per spostare un corpo alla velocità v con forza
F è P = Fv. Così la potenza che l’automobile deve fornire alle
Le automobili sportive, con la loro forma aerodinamica, ruote per mantenersi in movimento lungo l’autostrada è
sono spesso quelle che perdono meno energia a causa della
P = Fv = (292 N) (30 m/s) = 8760 W
resistenza deH’aria. Una tipica vettura sportiva ha un motore da
350 hp, un coefficiente di resistenza aerodinamica di 0.30, e un È interessante confrontare questo risultato con la potenza del
assetto basso, con un’area dell’avantreno di 1.8 m^. Questa motore convertendola in hp:
autovettura percorre circa 10 km con 1 litro di benzina a una hp
velocità di 30 m/s (pari a 108 km/h). P = 8760 Wl 12 hp
J4 6 W0; -
Supponiamo che questa macchina percorra 40 km a 30 m/s.
Si consumeranno circa 4 litri di benzina, contenenti 1.4 • lOM Per mantenere l’automobile in movimento, a velocità autostra­
di energia chimica. Qual è il rendimento della vettura durante dale, è necessaria solo una piccola frazione della potenza del
questo viaggio? motore da 350 hp.
La distanza percorsa è A.v = 40000 m, e il tempo di percor­
IMPOSTAZIONE Possiamo usare quello che abbiamo impa­
renza necessario è At = (40000 m)/(30 m/s) = 1333 s. Quindi
rato sulla forza di resistenza nel Capitolo 5 per calcolare la l'energia minima necessaria per percorrere 40 km - ovvero l'e­
quantità di energia necessaria a spostare in avanti l’autovettura nergia necessaria semplicemente a spingere l’aria da parte - è
attraverso l’aria. Possiamo usare questo valore nell’Equazione
11.2, per calcolare il “lavoro ottenuto’’; questa è la quantità F^^ = P At = (8760 W) (1333 s)= 1.17 • lO’ J
minima di energia che serve per spostare in avanti l’automobile Per percorrere questa distanza la vettura utilizza 4 litri di ben­
alla velocità voluta. Possiamo quindi utilizzare i dati sul con­ zina, con 1.4 • 10^ J di energia chimica. Questo valore è, lette­
sumo per calcolare l’“energia spesa”; questa è l’energia effetti­ ralmente, r “energia spesa” per percorrere questa distanza.
vamente utilizzata dal motore dell’auto. Una volta che abbiamo Così il rendimento della vettura è
queste due informazioni, possiamo calcolare il rendimento.
lavoro ottenuto 1.17 io’ J
SOLUZIONE Calore e lavoro .svolgono entrambi un ruolo in T] = - - =0.083 = 8.3%
energia spesa 1.4 - I0*J
questo processo, quindi abbiamo bisogno di usare la nostra
equazione più generale sulla conservazione dell’energia, l’E­ VERIFICA 11 rendimento dell’automobile è piuttosto basso,
quazione 11.7: anche in confronto ad altre macchine che abbiamo visto. Tutta­
via, i nostri calcoli concordano ragionevolmente con le misure
AAT+ A/7 4- AEth4- AE..
diim4- • = vy+c
reali. Le auto a benzina sono semplicemente inefficienti e que­
L’autovettura si muove a velocità costante, quindi la sua energia sto è un punto a favore di veicoli con altri sistemi di alimenta­
cinetica non cambia. La strada si presume sia pianeggiante, quindi zione che risultano essere più efficienti. Una massa minore e
non c’è nessun cambiamento di energia potenziale. Una volta che una migliore aerodinamica migliorerebbero il rendimento delle
l’autovettura si è riscaldata, la temperatura sarà costante, quindi la autovetture, ma la maggior parte dell’inefficienza di un veicolo
sua energia temiica non cambia. L’Equazione 11.7 si riduce a a benzina è associata alla termodinamica del motore stesso e al
complesso sistema di trasmissione necessario per trasferire la
potenza dal motore alle ruote.
Riepilogo 355

RIEPILOGO
Obiettivo: studiare le trasformazioni e il trasferimento delLenergia e le limitazioni riguardanti il rendimento con cui
l'energia può essere utilizzata.

PRINCIPI GENERALI |
Energia e rendimento I principi della termodinamica
Quando Penergia viene trasformata da una forma a un’altra, una II primo principio della termodinamica riguarda la
parte può andare “persa”, solitamente in energia termica, a causa conservazione dell’energia per sistemi in cui si ha solo
di vincoli pratici e teorici. Questo limita il rendimento dei processi. una variazione di energia termica:
Definiamo il rendimento come

Rendimento: u tili//ato __ lavoro ottenuto


Il secondo principio della termodinamica specifica il
per le macchine lennichc ^ ~ energia spesa = COP modo in cui sistemi isolati possono evolvere:
COP: utilizzato ......♦ r ' n — calore ottenuto L’entropia di un sistema isolato aumenta sempre.
per le pompe di calore L -U r
lavoro speso
Questo principio ha delle conseguenze pratiche:
• Il calore fluisce spontaneamente solo da corpi caldi a
corpi freddi.
Entropia e irreversibilità • Le trasformazioni di qualsiasi forma di energia in ener­
gia termica sono irreversibili.
I sistemi si muovono verso gli • Nessuna macchina termica può avere un rendimento
stati più probabili. Questi stati pari al 100%.
hanno un’entropia più alta e
sono più disordinati. Questa Il calore è un flusso di energia
trasformazione è irreversibile. trasferito tra due corpi quando
La trasformazione di altre sono a temperature diverse.
forme di energia in energia Aumento della probabilità Il trasferimento di energia
termica è irreversibile. Aumento dell’entropia continuerà fino al raggiungimento
dell’equilibrio termico.
CONCETTI IMPORTANTI ^
Energia termica Una macchina termica Una pompa di calore
• Per un gas, l’energia termica è l’energia converte l’energia termica usa un’energia in ingresso
cinetica totale del moto degli atomi. estratta da una sorgente calda per trasferire calore da
• L’energia termica è energia cinetica in lavoro utile. Una parte una sorgente fredda a una
casuale ed è pertanto associata all’en­ del calore è riversata in una sorgente calda. Il coefficiente
tropia. sorgente fredda, limitando il di prestazione è analogo al
rendimento della macchina. rendimento.
Temperatura Per il raffreddamento
il suo valore massimo è
• Per un gas, la temperatura è associata all’energia cinetica
media del moto degli atomi. POP = ----TpL
max — T'p
• Due sistemi sono in equilibrio
termico se sono alla stessa tem­ Sorgente calda Tc
peratura. In questo caso non si ha
trasferimento di energia termica.

APPLICAZIONI L
Rendimento Centrali elettriche Scale di temperatura
L’energia nel corpo umano Una tipica centrale elettrica converte Lo zero della scala di temperatura Kelvin
Le cellule del corpo metabolizzano circa 1/3 dell’energia in ingresso in è la temperatura alla quale l’energia cinetica
l’energia chimica del cibo. Il lavoro utile. Il resto viene dissipato degli atomi è nulla. Questo è lo zero
rendimento per la maggior parte delle sotto forma di calore. assoluto. La conversione da °C a K è
nostre azioni è di circa il 25%.
7(K) = TCO + 273
Energia utilizzata dal Energia chimica in ingresso
corpo a un ritmo di 480W ►Tutte le temperature nelle equazioni
A devono essere espresse in kelvin. <
Calore
dissipato
Energia per il
movimento in avanti
a un ritmo di 120 W
356 CAPITOLO 11 L'uso dell’energia

La difficoltà del problema è indicata con I (facile) fino a Hil (molto difficile). I problemi contrassegnati come INI integrano in maniera
significativa concetti esposti nei capitoli precedenti; i problemi contrassegnati con BK) sono di interesse medico o biologico.

DOMANDE
D o m a n d e concettuali Per le domande dal 2 a 17, trova un esempio specifico di un pro­
cesso che abbia le variazioni di energia e i trasferimenti riportati
1. Strofina con vigore le mani tra loro. Che cosa succede? nel testo. (Ad esempio, se nella domanda si riporta > 0,
Discuti i trasferimenti di energia e le trasformazioni che W = 0” devi descrivere un processo che abbia un aumento di
avvengono. energia termica e nessun trasferimento di energia tramite lavoro.
2. Descrivi i trasferimenti di energia e le trasformazioni che Potresti scrivere “Riscaldare una pentola d’acqua sulla stufa.”)
BIO avvengono dal momento in cui ci sediamo a fare colazione
fino a quando abbiamo terminato una rapida passeggiata in 12. AE^<0, W = 0
bicicletta. 13. AE,^ > 0 , 0 = 0
3. Secondo la Tabella 11.4, pedalare alla velocità di 15 km/h 14. AE,^<0, 0 = 0
BIO richiede meno energia metabolica che correre a 15 km/h. 15. AE^>0, 0 ,0 ^ 0
Spiega il perché. 16. AE^<0, W#0, 07^=0
4. Sei bloccato su un’isola sperduta con solo un pollo, un sac­ 17. AE^ = 0, 0,07^0
chetto di grano e l’ombra di un albero. Per sopravvivere il 18. Un accendino ad aria com­
più a lungo possibile, nella speranza che qualcuno venga pressa, una dimostrazione
a salvarti, devi mangiare subito il pollo e poi il grano? O di fisica di effetto, accende
mangiare il grano, dandone sufficientemente al pollo per un fuoco senza bisogno
mantenerlo in vita, e poi mangiare il pollo quando il grano di fiammiferi. Il funzio­
è finito? Oppure le probabilità di sopravvivenza sono le namento è mostrato nella
stesse in entrambi i casi? Spiega il perché. Figura DI 1.18.
5. Per la maggior parte delle automobili, il numero di km Un batuffolo di cotone è
percorsi con 1 litro di benzina diminuisce al l’aumentare collocato nella parte infe­
della velocità in autostrada. 11 risparmio di combustibile riore di una siringa sigil­
decresce quando la velocità aumenta da 90 a 105 km/h, poi lata all’interno della quale
diminuisce ulteriormente quando la velocità aumenta fino abbiamo uno stantuffo FIGURA D ii.18
a 120 km/h. Spiega il perché. molto aderente alle pareti. Quando il pistone viene com­
6. Un soffiatore riscalda una massa di vetro in un forno, presso velocemente, la temperatura dell’aria nella siringa
aumentandone la temperatura di 1000°C. Di quanti kelvin sale sufficientemente da infiammare il cotone. Spiega per­
aumenta la temperatura? ché la temperatura deH’aria aumenta e perché il pistone
7. Quando la navetta spaziale ritorna sulla Terra, le sue super- deve essere spinto molto rapidamente.
fici diventano molto calde mentre attraversa l’atmosfera ad 19. In un motore a benzina, i vapori di benzina si accendono
alta velocità. tramite una scintilla. In un motore diesel, una miscela aria­
a. La navetta spaziale è stata scaldata? In caso di risposta carburante è prima aspirata, poi rapidamente compressa
affermativa, qual è stata la fonte di calore? In caso di fino a meno di 1/20 del volume originale; tale processo
risposta negativa, perché è calda? aumenta sufficientemente la temperatura della miscela
b. L’energia si deve conservare. Che cosa succede all’e­ aria-carburante da accenderla. Spiega perché la tempera­
nergia cinetica iniziale della navetta spaziale? tura aumenta durante la compressione.
8. Un’estremità di un’asta 20. Una goccia d’inchiostro verde cade in un bicchiere di
di alluminio è nel fuoco acqua limpida. Prima descrivi ciò che accade. Poi spiega il
e l’altra in un blocco di risultato in termini di entropia.
ghiaccio, come mostrato 21. Se si tiene un elastico tra due dita, dapprima allentato, poi
nella Figura DI 1.8. Se FIGURA D11.8 lo si allunga, si sente, toccandolo con la pelle .sensibile
100 J di energia sono tra­ della fronte che l’elastico ha aumentato la sua temperatura.
sferiti dal fuoco all’asta e se la temperatura in ogni punto Se poi lo si lascia a contatto con la fronte, ben presto l’e­
dell’asta ha raggiunto un valore stabile, quanta energia lastico torna alla sua temperatura originale. Quali sono i
viene trasferita dall’asta al ghiaccio? segni di We 0 per l’intero processo?
9. Due blocchi di rame, uno di massa 1 kg e il secondo di 22. Nelle zone in cui la temperatura dell’aria scende molto in
massa 3 kg, sono alla stessa temperatura. Quale blocco ha inverno, l’unità esterna di una pompa di calore progettata
più energia termica? Se i due blocchi sono posti a contatto per il ri.scaldamento talvolta è interrata, al fine di utilizzare
termico, la loro energia termica cambierà? Se sì, come? la terra come sorgente termica. Perché è utile collocare lo
10. Un blocco di acciaio di massa 20 kg a 23°C e un pezzo di scambiatore di calore sottoterra, anche se l’unità posta sot­
ottone di massa 150 g a 520°C vengono posti a contatto toterra costa di più sia come prezzo sia come installazione?
all’interno di un contenitore isolante lasciando che rag­ 23. In ba.se al secondo principio della termodinamica, è impos­
giungano l’equilibrio termico. Quale metallo, se presente, sibile per una macchina termica convertire energia termica
ha la maggiore variazione di energia termica? Spiega il esclusivamente in lavoro senza cedere una parte di questa
perché. verso una sorgente fredda. È possibile fare il contrario ovvero
11. Se un processo rimuove calore da un sistema, la tempera­ convertire lavoro in energia termica con un rendimento del
tura del sistema deve diminuire? Spiega il perché. 100%? Se no, perché no? Se .sì, fornisci un esempio.
Domande 357

24. Supponendo di avere materiali e processi migliori, è pos­ C. L’energia cinetica totale dell’aria diminuisce e l’energia
sibile per gli ingegneri progettare una macchina termica cinetica media delle molecole diminuisce.
che superi il rendimento massimo indicato dall’equazione D. L’energia cinetica totale deH'aria diminuisce e l’energia
11.10? Se no, perché no? cinetica media delle molecole aumenta.
25. I veicoli elettrici aumentano la loro velocità utilizzando un 32. Il Una quantità di calore pari a 200 J è aggiunta a due gas,
motore elettrico che trae energia da una batteria. Quando il ciascuno contenuto in un contenitore sigillato. Il gas 1 è in
veicolo rallenta, il motore funziona come generatore, rica­ un contenitore rigido che non cambia volume. Il gas 2 si
ricando la batteria. Spiega perché questo significa che un espande quando viene riscaldato, spingendo verso l’alto un
veicolo elettrico può essere più efficiente di un veicolo a pistone che solleva un piccolo peso. Quale gas ha il mag­
benzina. giore aumento di energia termica?
26. Quando la luce del Sole illumina la Terra, la temperatura A. Gas 1 B. Gas 2
sale. C’è un cambiamento di entropia associato a questa C. Entrambi i gas hanno lo stesso aumento di energia
trasformazione? Spiega il perché. termica.
27. Quando s’inserisce una vaschetta per il ghiaccio riempita 33. I Un inventore ti propone un dispositivo che, so.stiene,
di acqua liquida nel congelatore, l’acqua alla fine diventa usando 100 J di energia termica ne produrrebbe 200 di
ghiaccio solido. Il solido è più ordinato rispetto al liquido, energia elettrica. Decidi di non investire i tuoi soldi, perché
ha meno entropia. Spiega in che modo questa trasforma­ questo dispositivo violerebbe
zione è possibile senza violare il secondo principio della A. Il primo principio della termodinamica.
termodinamica. B. 11 secondo principio della termodinamica.
28. Una società commercializza un riscaldatore elettrico che C. Sia il primo che il secondo principio della termodina­
è descritto come efficiente al 100% nella conversione di mica.
energia elettrica in termica. Questo viola il secondo princi­ 34. I Pur mantenendo il cibo freddo, il tuo frigorifero trasfe­
pio della termodinamica? risce energia dall’interno verso l’ambiente esterno. Così
dell’energia termica passa da un corpo più freddo a uno più
D o m a n d e a risp o sta m u ltipla caldo. Cosa si può dire a riguardo?
A. Si tratta di una violazione del secondo principio della
29. Ili Una persona sta camminando a livello del suolo a velo­ termodinamica.
cità costante. Quali trasformazioni di energia si verificano? B. Non è una violazione del secondo principio della
A. L’energia chimica si sta trasformando in termica. termodinamica, perché i frigoriferi possono avere un
B. L’energia chimica si sta trasformando in cinetica. rendimento del 100%.
C. L’energia chimica si sta trasformando in cinetica e C. Non è una violazione del secondo principio della termo-
termica. dinamica perché questo non si applica ai frigoriferi.
D. L’energia chimica e termica si stanno trasformando in D. Il secondo principio della termodinamica si applica in
cinetica. questa situazione, ma non è violato perché l’energia
30. I Una persona cammina per 1 km, si gira e ritorna, cor­ non è passata spontaneamente dal corpo freddo a quello
rendo, al punto di partenza. Confronta l’energia utilizzata e caldo.
la potenza nei due tratti. 35. Il Una centrale elettrica sfrutta l’energia dalla combustione
A. L’energia utilizzata e la potenza sono uguali per del carbone per generare vapore a 450°C. L’impianto è raf­
entrambi. freddato dall’acqua a 20°C di un fiume vicino. Se la com­
B. L’energia utilizzata mentre si cammina è maggiore, la bustione del carbone fornisce 100 MJ di calore, qual è il
potenza durante la corsa è maggiore. minimo teorico di calore che deve essere trasferito al fiume
C. L’energia utilizzata mentre si corre è maggiore, la durante la conversione del calore in energia elettrica?
potenza durante la camminata è maggiore. A. 100 MJ B. 90 MJ
D. L’energia utilizzata è la stessa per entrambi i tratti, la C. 60 MJ D. 40 MJ
potenza durante la corsa è maggiore. 36. Il II congelatore di un frigorifero è impostato a una tem­
31.1 La temperatura dell’aria in un pallone da basket aumenta peratura di -10°C; la temperatura ambiente della cucina è
durante il gonfiaggio. Questo significa che 24° C. Qual è la quantità minima teorica di energia elettrica
A. L’energia cinetica totale dell’aria aumenta e l’energia necessaria per togliere 1.0 J di energia termica dal vano
cinetica media delle molecole diminuisce. congelatore?
B. L’energia cinetica totale dell’aria aumenta e l’energia A. 0.89 J B. 0.87 J
cinetica media delle molecole aumenta. C. 0.13J D. O.llJ

PROBLEMI
Sezione 11.1 La trasformazione dell’energia 3. I Una tipica cella fotovoltaica genera 4.0 • 10*^W di ener­
1. Il Un motore con un rendimento del 10% accelera un’auto gia elettrica quando è illuminata con 1.2 • 10 *W di energia
di massa 1500 kg da ferma a 15 m/s. Quanta energia è tra­ luminosa. Qual è il rendimento della cella?
sferita al motore dalla combustione della benzina? 4. Il Un LED (Light-Emitting Diode) a luce bianca ha un
2. Il Un dispositivo, con un rendimento del 60%, utilizza rendimento del 20% e utilizza 1.0 W di potenza elettrica.
energia chimica per generare 600 joule di energia elettrica. Quanti LED devono essere raggruppati in un’unica sorgente
a. Quanta energia chimica è utilizzata? luminosa per fornire un totale di 1.6 W di luce visibile in
b. Un secondo dispositivo utilizza il doppio di energia uscita (paragonabile alla potenza luminosa di una lampadina
chimica per generare la metà dell’energia elettrica. a incandescenza da 40 W)? Che potenza totale è necessaria
Qual è il suo rendimento? . per alimentare questa sorgente luminosa a LED?
358 CAPITOLO 11 L’uso dell'energia

Sezione 11.2 L’energia nel corpo umano 21.1 300 J di energia sotto forma di calore sono trasferiti a un
sistema, la cui energia termica aumenta di 150 J. Quanto
5. Il Un hamburger di fast-food (con formaggio e pancetta) con-
lavoro è fatto sul o dal sistema?
BK) tiene 1(X)0 Calorie. Qual è Tenergia delPhamburger in joule?
22. I Un calore pari a 10 J è rimosso da un campione di gas
6. Ili In un essere umano medio, i processi vitali di base richie-
mentre questo è compresso da un pistone che compie un
BK) dono un apporto costante di energia a un ritmo di 100 W.
lavoro di 20 J. Calcola la variazione di energia termica del
Che apporto energetico quotidiano, in Calorie, è necessario
gas. La temperatura del gas aumenta o diminuisce?
per mantenere questi processi di base?
7. I Una “barretta energetica” contiene 6.0 g di grassi.
BIO Quanta energia è presente in Joule? In calorie? In Calorie? Sezione 11.5 Macchine termiche
8. I Una “barretta energetica” contiene 22 g di carboidrati.
BK) Quanta energia è presente in joule? In calorie? In Calorie? 23. I Una macchina termica estrae 55 kJ dalla sorgente calda e
9. I Un uomo di massa 68 kg, quando dorme, ha bisogno di cede 40 kJ alla sorgente fredda. Calcola (a) il lavoro svolto
BIO una potenza metabolica di 71 W. Quante Calorie brucia e (b) il rendimento.
durante un sonno di 8 ore? 24. Il Una macchina termica compie 20 J di lavoro e cede 30
10. Ili Una “barretta energetica” contiene 22 g di carboidrati. J sotto forma di calore residuo. Qual è il rendimento della
BIO Se la barretta è stata il suo unico cibo, quanta distanza può macchina?
percorrere a piedi una persona di massa 68 kg a 5.0 km/h? 25. Il Una macchina termica compie 200 J di lavoro e cede
11. HI Supponi che il tuo corpo sia in grado di utilizzare l’energia 600 J sotto forma di calore alla sorgente fredda. Qual è il
BK) chimica della benzina. Quale distanza potresti percorrere in rendimento della macchina?
bicicletta a 15 km/h usando l’energia contenuta in 3.8 1 di 26. I Una macchina termica con un rendimento del 40% com­
benzina? (3.8 1di benzina hanno una massa di 3.2 kg). pie 100 J di lavoro. Quanto calore (a) è estratto dalla sor­
12. Hill L’etichetta su una caramella dichiara un contenuto calo- gente calda e (b) quanto è ceduto alla sorgente fredda?
BIO rico di 400 Calorie. Assumendo un rendimento tipico per 27. 1 Una centrale elettrica che lavora al 35% di rendimento
Tutilizzo di energia da parte del corpo umano, quanto in genera 300 MW di potenza elettrica. A quale ritmo (in
alto può andare, salendo le scale, una persona di massa 60 MW) l’energia termica è ceduta al fiume che raffredda
kg utilizzando l’energia di questa caramella? rimpianto?
13. IH Un sollevatore di pesi alza una barra di massa 30 kg, solle- 28. IH Una macchina termica operante tra due sorgenti, una a
BK) vandola ogni volta di 0.60 m. Quante volte deve ripetere l’e­ 20°C e l’altra a 600°C, ha il 30% di massimo rendimento
sercizio per bruciare l’energia contenuta in una fetta di pizza? possibile. Quanta energia il motore estrae dalla sorgente
14. IH Un sollevatore di pesi si allena in palestra ogni giorno. calda per compiere 1000 J di lavoro?
BK) Una parte del suo allenamento consiste nello sdraiarsi sulla 29. I Un nuovo dispositivo, proposto per generare elettricità dalla
schiena e sollevare un bilanciere di massa 40 kg verso luce solare, è una macchina termica in cui la sorgente calda è
l’alto, dal petto fino alla massima estensione del braccio creata concentrando i raggi solari in una piccola area su un
per una distanza di 0.50 m. lato del motore. La sorgente fredda è l’aria alla temperatura
a. Quanto lavoro fa il sollevatore di pesi per alzare una ambiente di 20°C. 11 progettista sostiene che il rendimento
volta il bilanciere? sarà del 60%. Qual è la temperatura minima della sorgente
b. Se il sollevatore ripete l’esercizio 20 volte in un giorno, calda, in °C, necessaria per ottenere questo rendimento?
quanta energia totale deve spendere per il sollevamento, 30. I La conversione della luce
assumendo un rendimento tipico per l’organismo? solare in elettricità tramite
c. Quante ciambelle dal contenuto calorico di 400 Calorie celle solari ha un rendimento
l’una, deve mangiare in un giorno per disporre dell’e­ di ss15%. È possibile ottenere
un maggiore rendimento
nergia necessaria per l’attività descritta nella domanda
precedente? (anche se ancora a più alto
costo) utilizzando la luce
solare concentrata come sor­ FIGURA P I I .30
Sezione 11.3 Temperatura, energia termica e calore gente calda di una macchina
15. I L’elio ha il punto di ebollizione più basso di qualsiasi termica. Ogni parabola nella Figura PI 1.30 concentra la luce
sostanza, a 4.2 K. Trasforma questa temperatura in °C e °F? solare su un lato di una macchina termica, portando la tempe­
16. I La temperatura superficiale del pianeta Mercurio varia ratura della sorgente calda a 650°C. La sorgente fredda, l’aria
da 700 K durante il giorno a 90 K di notte. Calcola questi dell’ambiente, è a circa 30°C. L’attuale rendimento di questo
valori in °C e °F. dispositivo è »30%. Qual è il massimo rendimento teorico?
17. I Un pezzo di metallo a 100°C ha raddoppiato la sua tem­
peratura in gradi Celsius. Di quale fattore aumenta la sua
Sezione 11.6 Pompe di calore, frigoriferi e condizionatori
temperatura in kelvin?
d’aria
18. Il A che valore numerico la temperatura in kelvin è uguale
alla temperatura in °F? 31. Il Un frigorifero riceve 20 J di lavoro e cede 50 J di calore.
Qual è il coefficiente di prestazione del frigorifero?
32. Il I condizionatori d’aria sono valutati dal loro coefficiente
Sezione 11.4 II primo principio della termodinamica
di prestazione a 80 °F di temperatura interna e 95 °F di
19. Il Su un si.stema viene fatto un lavoro di 500 J all’interno di temperatura esterna. Un condizionatore efficiente ma rea­
un processo che riduce l’energia termica di 200 J. Quanta listico ha un coefficiente di prestazione di 3.2. Qual è il
energia viene trasferita al o dal sistema sotto forma di calore? coefficiente di prestazione massimo possibile?
20. I Un’energia termica pari a 600 J è trasferita a un sistema 33. Il Su un frigorifero è compiuto un lavoro di 50 J con un coef­
che produce 400 J di lavoro. Di quanto cambia l’energia ficiente di prestazione di 4.0. Quanto calore (a) viene estratto
termica del sistema? dalla sorgente fredda e (b) ceduto alla .sorgente calda?
Problemi 359

34. Il Trova il massimo coefficiente di prestazione possibile 40. Hill Per quanto tempo un atleta di massa 68 kg dovrebbe
per una pompa di calore utilizzata per riscaldare una casa BK) nuotare, in uno stile libero veloce, per consumare tutta l’e­
in un tipico inverno scandinavo. L’ambiente interno è man­ nergia disponibile in un tipico pasto da fast-food composto
tenuto a 20°C, mentre l’esterno è a -20°C. da hamburger, patatine fritte e una bevanda?
41. II a. Quanta energia metabolica è necessaria a un corridore
BK) di massa 68 kg per correre a una velocità di 15 km/h
Sezione 11.7 L'entropia e il secondo principio della termo-
per 20 min?
dinamica
b. Quanta energia metabolica è necessaria a questo
35. I Quale, ammesso che ce ne sia qualcuna, delle macchine corridore per correre a una velocità di 5.0 km/h per 60
termiche rappresentate nella Figura PI 1.35 viola (a) il min? Confronta il risultato con quello della risposta a.
primo principio della termodinamica o (b) il secondo prin­ c. Confronta i risultati a e b con il risultato del­
cipio della termodinamica? Spiega il perché. l’Esempio 11.4. Di queste tre modalità di movimento
umano, qual è la più efficiente?
(a) Sorgente calda Tq = 600 K (b) Sorgente calda Tq —600 K
42. I Con buona approssimazione, l’unica forza esterna che
lOJ compie un lavoro su un ciclista che percorre un tratto pia­
neggiante è la forza della resistenza dell’aria. Supponiamo
Macchina Macchina •4J che il ciclista viaggi a 15 km/h e che stia usando 480 W di
termica termica
potenza metabolica.
7J a. Stima il valore della potenza che usa per procedere in
Sorgente fredda Tp = 300 K Sorgente fredda 7p = 300 K avanti.
b. Calcola la forza che deve esercitare per vincere la resi­
(c) Sorgente calda Tc = 600 K
stenza dell’aria.
30 J 43. I 11tempo impiegato dal vincitore della gara annuale 2005
BK) per salire gli 86 piani dell’Empire State Building è stato di
Macchina D . ' lOJ
10 min e 49 s. La massa del vincitore era di 60 kg.
tennica
a. Se ogni piano era alto 3.7 m, qual è stata la variazione
20 J in energia potenziale gravitazionale?
FIGURA P11.35 Sorgente fredda Tp = 300 K b. Se il rendimento nel salire le scale è del 25%, quanta
energia totale ha dovuto consumare durante la gara?
36. I Quale, ammesso che ce ne sia qualcuno, dei seguenti c. Quante Calorie provenienti dal cibo ha “bruciato”
frigoriferi descritti nella Figura PI 1.36 viola (a) il primo durante la gara?
principio della termodinamica o (b) il secondo principio d. Di queste Calorie, quante sono state convertite in ener­
della termodinamica? Spiega il perché. gia termica?
e. Qual è stata la potenza metabolica in watt del vincitore
(a) Sorgente calda Tq = 400 K (b) Sorgente calda Tq = 400 K
durante la corsa su per le scale?
44. Il 11 tempo record per un ciclista del Tour de France per
scalare i famosi 1100 m di dislivello dell’Alpe d’Huez è
Frigorifero stato di 37.5 minuti, ottenuto da Marco Pantani nel 1997.
Pantani e la sua bici avevano una massa di 65 kg.
a. Quante Calorie ha consumato durante questa salita?
Sorgente fredda 7p = 300 K Sorgente fredda 7p = 300 K b. Qual è stata la sua potenza metabolica media durante la
salita?
(c) Sorgente calda 7c = 400 K 45. IH I nuotatori agonistici impiegano circa 22 s e 30 bracciate
BK) in acqua per concludere una gara di 50 m stile libero.
INI a. Dalla Tabella 11.4, la potenza metabolica di un nuota­
tore è 800 W. Se il rendimento per il nuoto è del 25%,
quanta energia si consuma nuotando in acqua in una
gara di 50 m stile libero?
FIGURA P11.36
b. Se metà dell’energia è utilizzata per il movimento delle
braccia e l’altra metà per il movimento delle gambe,
37. Il Disegna tutti i possibili raggruppamenti distinti, in cui quanta energia si spende per una bracciata?
tre palle (etichettate A, B, C) sono poste in due scatole c. Schematizza la mano del nuotatore come una pagaia.
diverse (1 e 2), come mostrato nella Figura 11.25. Se tutti i Durante una bracciata, la mano si muove lungo un semi­
possibili raggruppamenti sono ugualmente probabili, qual cerchio di 90 cm di raggio. Se, durante una bracciata,
è la probabilità che tutte e tre le palle siano nella scatola 1? tutta la spinta in avanti del nuotatore viene dalla mano e
nessuna spinta dal braccio (semplificando al massimo),
qual è la forza media esercitata dalla mano in acqua?
P ro blem i generali
46. mi Un escursionista di massa 68 kg cammina a una velo­
38. Hill Quante fette di pizza devi mangiare per camminare per
BK) cità di 5.0 km/h su una strada in salita con una pendenza
BK) 1.0 h a una velocità di 5.0 km/h? (supponi di avere una del 7%. Qual è la potenza metabolica necessaria? Sugge­
massa di 68 kg.) rimento: puoi schematizzare la potenza necessaria come
39. Il Un corridore di massa 68 kg corre una maratona (42.2 la somma di quella utilizzata per camminare in piano, e
km) a una velocità media di 15 km/h. Per consumare le quella necessaria a sollevare il corpo alla quota finale.
stesse Calorie della maratona, quante rampe di scale, alte 47. III Uno studente di massa 70 kg consuma 2500 Cai ogni
2.7 m l’una, dovrebbe salire? INTbK) giorno e rimane dello stesso peso. Un giorno, mangia 3500
360 CAPITOLO 11 L’uso dell’energia

Cai e, volendo evitare di aumentare di peso, decide di eli­ 53. Il Una macchina termica con una sorgente ad alta tempera­
minare le calorie in eccesso saltando su e giù. A ogni salto, tura a 400 K ha un rendimento di 0.20. Qual è la massima
accelera tino ad una velocità di 3.3 m/s prima di staccarsi temperatura possibile della sorgente fredda?
da terra. Quanti salti deve fare? Supponi che il rendimento 54. Ili Una macchina produce 10 J di lavoro e cede 15 J di
del corpo nelTutilizzo di energia sia del 25%. calore di scarto.
48. Il Per rendere gli esercizi ginnici più produttivi, puoi uti- a. Qual è il rendimento della macchina?
BK) lizzare un generatore elettrico collegato con la mota poste­ b. Se la temperatura della sorgente fredda è di 20°C, qual
riore della tua bicicletta montata su un supporto. è la minima temperatura possibile in °C della sorgente
a. Il caricabatteria del tuo computer portatile consuma 75 W. calda?
Quanta energia metabolica del tuo corptì è necessaria per 55. I II calore ceduto alla sorgente fredda da una macchina
far sì che il generatore prcxluca una potenz.ii sufficiente ad funzionante al massimo rendimento teorico è i due terzi del
alimentare il caricatore del computer portatile, conside­ calore estratto dalla sorgente calda. Qual è il rapporto tra le
rando un rendimento tipico per questo genere di esercizio? temperature T^^/T^?
Supponi che il generatore abbia un rendimento del 1(X)%. 56. Ili Una macchina, funzionante al massimo rendimento teo­
b. Il tuo computer portatile si ricarica in un’ora. Se il rico e con la temperatura della sorgente fredda a 7°C, ha un
generatore funziona per un’ora, di qiianta^nergia fa uso rendimento del 40%. Di quanto dovrebbe essere aumentata
il tuo corpo? Esprimi il risultato in joule e Calorie. la temperatura della sorgente calda per portare il rendi­
49. Il La resistenza di una cyclette è spesso rappresentata da un mento al 60%?
BIOgeneratore; cioè, Tenergia che il corpo consuma, è utiliz­ 57. Il Alcune macchine termiche possono funzionare con
zata per generare energia elettrica, che viene poi dissipata. differenze di temperatura molto piccole. Un produttore
Invece di essere dissipata, l’energia potrebbe essere utiliz­ sostiene di avere una piccola macchina termica che può
zata per scopi pratici. funzionare con la differenza di temperatura presente tra
a. Una persona media può mantenere un dispendio ener­ una mano e l’aria nella stanza. Stima il rendimento mas­
getico costante di 400 W su una cyclette. Supponendo simo teorico di questa macchina termica.
un rendimento tipico per il corpo e un generatore con 58. Ili II coefficiente di prestazione di un frigorifero è 5.0.
un rendimento dell’80%, quanta potenza elettrica si può a. Se il compressore utilizza 10 J di energia, quanto calore
produrre pedalando? viene ceduto alla .sorgente calda?
b. Quante persone dovrebbero pedalare contemporanea­ b. Se la temperatura della sorgente calda è di 27 ° C, qual
mente per alimentare un televisore da 400 W, tramite i è la temperatura più bassa possibile in °C della sorgente
generatori collegati alle cyclette? fredda?
50. Il I mammiferi più piccoli consumano, in proporzione, più 59. HI Un ingegnere sostiene di aver misurato le caratteristi­
BK) energia di quelli più grandi; cioè, ci vuole più energia per che di una macchina termica che utilizza 1(K) J di energia
grammo per alimentare un topo che un essere umano. Il termica e produce 50 J di lavoro utile. Que.sta macchina è
topo ha una massa di circa 20 g, e, a riposo, consuma 3.0 fattibile? Se sì, qual è il più piccolo rapporto possibile delle
Cai ogni giorno per i processi di base del corpo. temperature (in kelvin) delle .sorgenti calde e fredde?
a. Se un essere umano di massa 68 kg utilizzasse la stessa 60. Ili Una centrale elettrica efficiente al 32% produce 9(X)
energia per kg di massa corporea di un topo, quanta MJ al secondo di energia elettrica e scarica calore residuo
energia sarebbe necessaria ogni giorno? nell’acqua dell’oceano a 20X. Supponiamo che il calore
b. A quale potenza a riposo corrisponderebbe? Di quanto .scaricato possa essere utilizzato per riscaldare le case
sarebbe maggiore questa potenza rispetto a quella a durante l’inverno invece di es.sere disperso in mare. Una
riposo riportata nel capitolo? tipica casa americana richiede una media di 20 kW per il
51. Il Gli animali più grandi usano riscaldamento. Quante case possono essere riscaldate con
BK) in proporzione meno energia il calore di scarto di questo impianto?
rispetto a quelli più piccoli; cioè, 61. mi Un tipico impianto a carbone brucia 300 tonnellate di
ci vuole meno energia per kg per combustibile ogni ora per generare 2.7 • 10^’ MJ di energia
alimentare un elefante che un elettrica. 1 tonnellata di carbone = 1000 kg e ha un volume
essere umano. Un elefante afri­ di 1.5 m\ Il calore di combustione del carbone è di 28 MJ/
cano di massa 5 (K)() kg necessita kg. Supponi che tutto il calore sia trasferito dal combusti-
di circa 70000 Cai per il fabbi­ bile alla caldaia e che tutto il lavoro fatto nel far funzionare
sogno di base per un giorno. la turbina sia trasformato in energia elettrica.
a. Se un uomo del peso di a. Supponi che il carbone sia accumulato in una stanza
68 kg utilizzasse la stessa lOm X lOm. Quanto deve essere alto il mucchio per far
energia per kg di massa corporea di un elefante, quanta funzionare rimpianto per un giorno?
energia sarebbe necessaria ogni giorno? b. Qual è il rendimento della centrale?
b. A quale potenza a riposo corrisponde? Di quanto 62. Ili Ogni secondo, una centrale nucleare genera 2000 MJ
sarebbe minore questa potenza rispetto a quella a riposo di energia termica da reazioni nucleari nel nocciolo del
riportata nel capitolo? reattore. Questa energia è utilizzata per far bollire acqua e
52. Il Un cavallo di grandi dimensioni è in grado di compiere produrre vapore ad alta pressione a 300X. Il vapore mette
BK) lavoro con una potenzxi costante di circa 1hp, come prevedibile. in rotazione una turbina che produce 700 MJ di energia
a. Ipotizzando un rendimento del 25%, quante Calorie elettrica, quindi il vapore viene condensato e l’acqua viene
sarebbero necessarie al cavallo per fare un lavoro con raffreddata a 30°C, prima di iniziare un nuovo ciclo.
una potenza di Ihp per 1.0 h? a. Qual è il massimo rendimento possibile deH’impianto?
b. 11 fieno secco contiene circa 10 MJ per kg. Quanti chili b. Qual è il rendimento effettivo della centrale?
di fieno dovrebbe mangiare il cavallo per compiere il 63. HI 250 studenti sono seduti in un'aula ad a.scoltare una
lavoro di cui sopra? lezione di fisica. Poiché sono molto concentrati, ognuno
Problemi 361

sta usando 125 W di potenza metabolica, un po’ di più di riparte con un altro salto. L’andatura saltellante peculiare del
quello che avrebbero usato a riposo. Un condizionatore canguro non è molto efficiente a bassa velocità, ma lo è a velo­
d’aria con un COP di 5.0 è utilizzato per tenere l’aula a cità elevate.
temperatura costante. Quant’è la minima potenza elettrica La Figura PI 1.68 mostra il costo energetico della locomo­
necessaria a far funzionare il condizionatore? zione umana e del canguro. Il grafico mostra Fassorbimcnto di
64. Il Guidare su strade asfaltate comporta una bassa resistenza ossigeno (in niL/s) per kg di massa corporea, permettendo un
IMT al rotolamento, quindi la maggior parte dell’energia del confronto diretto tra le due specie.
motore serve per vincere la resistenza dell’aria. Guidare
lentamente sulla sabbia asciutta è completamente differente. Assorbinienlo di ossigeno (m L /kg • s)
Un'auto di massa 1500 kg che si muove nella sabbia a 5.0
m/s ha un coefficiente di attrito volvente di 0.06. In questo
caso quasi lutta l’energia che utilizza l’auto per spostarsi
serve a vincere l’attrito di rotolamento; ciò permette di igno­
rare la resistenza dell’aria in questo problema.
a. Quale forza di propulsione è necessaria per mantenere
l’auto in movimento in avanti a velocità costante?
b. Che potenza è necessaria per una velocità di 5.0 m/s?
c. Se un’auto fa 6.38 km/l sulla sabbia, qual è il rendi­
mento della vettura? Un litro di benzina contiene 0.37 •
lO*^ J di energia chimica.
65. Ili Ai condizionatori venduti negli Stati Uniti è assegnato
FIGURA P 1 1 .6 8 Assorbimento di ossigeno (una misura
un valore stagionale del rapporto di rendimento energetico
(SEER) che i consumatori possono utilizzare per confron­
delFenergia usata al secondo) per un uomo durante la corsa
tare modelli diversi. II SEER è il rapporto tra il calore pom­
e un canguro in movimento con andatura saltellante.
pato e l’energia in ingresso; è simile a un COP ma utilizza Per gli esseri umani, l’energia utilizzata per secondo (cioè,
unità inglesi, quindi un SEER alto significa un modello la potenza) è proporzionale alla velocità. Cioè, la curva umana
più efficiente. È possibile determinare il COP di un con­ passa quasi per l’origine, quindi procedere al doppio della velo­
dizionatore d’aria dividendo il SEER per 3.4. Per tempe­ cità richiede circa il doppio di potenza. Per un canguro saltel­
rature tipiche, interne ed esterne, quando serve utilizzare lante, il grafico del consumo di energia presenta solo una piccola
l’aria condizionata, calcola il valore massimo teorico per il pendenza. In altre parole, l’energia utilizzata per secondo pre­
SEER di un condizionatore d’aria. (I nuovi condizionatori senta variazioni molto piccole con la velocità; quindi andare più
devono avere un SEER superiore a 13, molto meno rispetto veloce richiede pochissima energia supplementare. Test su tapis
al massimo teorico, ma ci sono problemi pratici che ridu­ roulant dei canguri e osservazioni in natura hanno dimostrato
cono il rendimento.) che a tutte le velocità a cui sono in grado di saltare, essi non
66. Il Le acque superficiali degli oceani tropicali sono a una restano mai senza fiato. Non importa quanto velocemente sal­
temperatura di 27°C, mentre l’acqua a una profondità di tino, la potenza nece.ssaria è circa la stessa.
1200 m è a 3°C. È stato suggerito di usare queste acque, 68. I Una persona corre per I km. In che modo la sua velo­
come sorgenti calde e fredde di una macchina termica, che cità infiuisce sulla quantità totale di energia neces.saria a
ci permetterebbe di produrre lavoro o generare elettricità coprire questa distanza?
dall’energia termica dell’oceano. Qual è il massimo rendi­ A. Una maggiore velocità richiede meno energia totale.
mento possibile di una tale macchina termica? B. Una maggiore velocità richiede più energia totale.
67. Il L’energia luminosa che incide su un metro quadrato di C. L’energia totale è circa la stessa.
terreno nel corso di una tipica giornata di .sole è di circa 20 69. I Un canguro saltella per I km. In che modo la sua velo­
MJ. Il tasso medio di consumo di energia elettrica in una cità infiuisce sulla quantità totale di energia necessaria a
ca.saèdi l.OkW. coprire questa distanza?
a. In media, quanta energia consuma una casa in 24h? A. Una maggiore velocità richiede meno energia totale.
b. Se la conversione dell’energia luminosa in energia elet­ B. Una maggiore velocità richiede più energia totale.
trica mediante celle solari è efficiente al 15%, quanti C. L’energia totale è circa la stessa.
km quadrati di terra devono essere provvisti di celle 70. I A una velocità di 4 m/s,
solari per fornire l’energia elettrica a 250000 case? A. Un essere umano che corre è più efficiente di un can­
Assumere che non ci sia copertura nuvolosa. guro che salta, a parità di mass^a.
B. Un essere umano che corre è meno efficiente di un
canguro che salta, a parità di massa.
Esercitazioni per te st di tipo M C A T C. Un essere umano che corre e un canguro che salta
hanno circa la stessa efficienza, a parità di massa.
Il moto dei canguri BIO 71. I Approssimativamente a quale velocità un essere umano
I canguri hanno nelle gambe ten­ utilizza metà della potenza necessaria a un canguro, di
dini molto robusti che possono uguale massa, per muoversi alla stessa velocità?
essere utilizzati per immagazzi­ A. 3rn /s B. 4 m /s
nare energia. Quando un canguro C. 5m./s D. 6 m /s
atterra sui suoi piedi, i tendini si 72. I A quale velocità il movimento saltellante del canguro
allungano, trasformando l’ener­ diventa più efficiente rispetto alla corsa di un essere
gia cinetica del moto in energia umano?
potenziale elastica. Gran parte di questa energia può essere A. 3m /s B. 5 m /s
trasformata nuovamente in energia cinetica, quando il canguro C. 7m /s D. 9 m/s
362 CAPITOLO 11 L'uso dell’energia

R IS P O S T E A L L E P A U S E DI R IF L E S S IO N E

Pausa dì rinessioiie - Anteprima Capitolo: C. II lavoro che Pausa di riflessione 11.3: C. I campioni 1 e 2 hanno la stessa
Cristina compie sul giavellotto si trasforma in energia cinetica, energia termica che è l’energia cinetica totale di tutti gli atomi.
così il giavellotto ha 270 J di energia cinetica quando si stacca Il campione 1 ha un numero doppio di atomi quindi l’energia
dalla sua mano. Quando il giavellotto viene lanciato, parte della media per atomo, e quindi la temperatura, deve essere inferiore.
sua energia cinetica si trasforma in energia potenziale gravita­
Pausa di rifle.ssione 11.4: C. Il radiatore è ad una temperatura
zionale, ma l’energia totale rimane costante, pari a 270 J. Così
superiore a quella deH’aria circostante. L’energia termica è tra­
nel punto più alto della traiettoria, l'energia cinetica del giavel­
sferita dal sistema aH’ambiente, quindi Q < 0.
lotto è 270 J - 70 J = 200 J.
Pausa dì rifle.ssione 11.5: A, I). II rendimento è definito dal
Pausa di riflessione 11.1: C. In entrambi i casi, il lavoro utile è
rapporto tra Tp e T^. Diminuendo questo rapporto aumenta il ren­
utilizzato per il cambiamento di energia potenziale della .scatola.
dimento; la macchina termica avrà un rendimento maggiore con
La gru 2 solleva una scatola, avente il doppio della massa, alla
una sorgente calda più calda o una sorgente fredda più fredda.
stessa altezza della gru 1 , quindi anche il lavoro utile è il doppio
rispetto a quello della gru 1. Per quel che riguarda l’“energia Pausa di rifle.ssione 11.6: A, I). Più le temperature delle sorgenti
spesa”, la gru 2 utilizza 20 kJ, la gru 1 solo 10 kJ. Confrontando i calde e fredde sono vicine, più efficiente può essere la pompa di
due casi, troviamo che la gru 2 ha speso due volte l’energia della calore. (È anche vero che essendo le due temperature vicine avremo
gru 1 e ha ottenuto il doppio di energia, quindi il rendimento è meno energia tennica che si perde per dispersione). Ogni modifica
lo stesso. che rende le due temperature più vicine tra loro avrà come conse­
guenza che il frigorifero utilizzi meno energia per funzionare.
Pausa di rifle.ssione 11.2: C. Il corpo utilizza l’energia chimica
derivante dal cibo e circa il 75% si trasforma in energia termica. Pausa di riflessione 11.7: B. In questo caso, l’energia cinetica
Inoltre, Tenergia cinetica dovuta al movimento di gambe e piedi è trasformata in energia potenziale: non vi è variazione di entro­
si trasforma in energia termica a ogni passo. La maggior parte pia. Negli altri casi, l’energia è trasformata in energia termica c
delPenergia chimica viene trasformata in energia termica. quindi l’entropia aumenta.
PARTE II RIEPILOGO

Le leggi di conservazione
Nella parte II abbiamo scoperto che non abbiamo bi­ ■ 11 lavoro è il trasferimento di energia da o verso il
sogno di conoscere tutti i dettagli di un’interazione per sistema in un’interazione meccanica: A E= Vf.
mettere in relazione le proprietà di un sistema “prima” e ■ 11 calore è l’energia trasferita da o verso il sistema
“dopo” l’interazione. Abbiamo anche definito due gran­ in un’interazione termica: AE = Q.
dezze molto importanti: la quantità di moto e l’energia
Le leggi di conservazione della quantità di moto e
che spesso si conservano. La quantità di moto e l’energia
dell’energia, quando associate con le leggi della mec­
sono caratteristiche di un sistema.
canica newtoniana della parte I, costituiscono un poten­
La quantità di moto e l’energia, in certe condizioni, si
te set di strumenti per l’analisi del moto. 11 concetto di
conservano. La quantità di moto totale P e l’energia tota­
energia può essere utilizzato in molti altri ambiti oltre
le E si conservano per un sistema isolato. Naturalmente,
allo studio del moto; può essere utilizzato per analizzare
non tutti i sistemi sono isolati. Sia per la quantità di moto
come il nostro corpo usa il cibo, come il Sole splende
che per l’energia, è stato utile sviluppare un modello che
e molti altri fenomeni. Lo studio della trasformazione
descriva finterazione di un sistema con l’ambiente. Le in­
di energia da una forma all’altra ci rivela alcuni limiti.
terazioni all’interno del sistema non cambiano P o E. Le
L’energia termica è diversa dalle altre forme di energia.
energie cinetica, potenziale e termica all’interno del siste­
La trasformazione da altre forme di energia in energia
ma possono essere trasformate senza cambiare l’energia
termica è un processo irreversibile. Lo studio del calore
totale E. Le interazioni tra il sistema e l’ambiente cambia­
e dell’energia termica ci ha condotto verso la termodi­
no quantità di moto ed energia del sistema. In particolare:
namica, una materia che tratteremo ulteriormente nel­
■ L’impulso è il trasferimento di quantità di moto da la parte 111 quando ci occuperemo delle proprietà della
o verso il sistema: Ap = J. materia.

S T R U T T U R A D I C O N O S C E N Z A II Leggi di conservazione
O B IE T T IV I B A S E Coiii’è il sistema “dopo” un’interazione rispetto a com’era il sistema “prima’’?
Quali quantità si conservano, e sotto quali condizioni?
Perché alcune trasformazioni di energia sono più efficienti di altre?
P R IN C IP I Legge di conservazione della quantità di moto Per u n sistema isolato P f = P\.
G ENERALI Legge di conservazione deH’energia Per u n sistema isolato, l’energia del sistema non cambia:
AETAE.-f » AE-f
e AE,tn + AE, cium
+ --= 0
Si può avere scambio di energia tra sistema e ambiente sotto forma di lavoro o di calore;
^K + ^U g + ^ Uc +^E,^Ih+ ^E^. chim+ - - = W + ^Q
Principi della Primo principio: Se si hanno solo variazioni di energia termica, AE^^ + . •. = w -i- 0
termodinamica Secondo principio: L’entropia di un sistema isolato aumenta sempre.

S T R A T E G IE D I B A S E P E R L A Disegniamo una descrizione visiva “prima-e-dopo’’ del sistema, quindi usiamo le equazioni di
R IS O L U Z I O N E D E I P R O B L E M I conservazione della quantità di moto o dell’energia che mettono in relazione questi due momen­
ti. Se necessario, calcoliamo l’impulso e/o il lavoro.

Quantità di moto e impulso Modello energetico di base Limitazioni sul trasferimento


In un urto, la quantità di moto totale di energia e trasformazioni
L’energia tenuica è
P =P\ P2~ "*■ ffhVz L'energìa ò trasfornialu
nel sistema energia cinetica casuale.
è la stessa prima e dopo l’urto. La trasformazione da
(Vu)i altre fomie di energia in
Lavoro
Prìnia; ^
Calore energia termica è irreversibile. Quando
si trasforma l’energia da una fomia
L'energia è trasferita dal' all’altra, una parte può andare “persa’’
Dopo: — © CD—^ sistema aH'ambicnte o sotto fomia di energia termica. Questo
Una forza può cambiare la quantità limita il rendimento:
di moto di un corpo. La variazione è Lavoro W=F^^-d lavoro ottenuto
l’impulso: Ap^ = J^. è fatto dalla rendimento: 17 =
componente energia spesa
J^.= area sotto la della forza nella Una macchina termica
curva della forza direzione dello può convertire energia
spostamento. temiica in lavoro utile.' 1 . - j t .
rendimento sarà sempre
minore di 1 (odel 100%)

363
UN PASSO OLTRE
con dell’olio, mantenendo la temperatura costante sulla
L’ordine dal caos parte superiore. Quando la differenza di temperatura tra
11 secondo principio della termodinamica specifica che la parte superiore e quella inferiore del piatto è piccola, il
“il futuro” va naturalmente verso un aumento delTentro- calore è trasferito dal basso verso l’alto per conduzione;
pia; ma, come abbiamo visto, questo non significa che ma quando la differenza di temperatura diventa abbastan­
i sistemi debbano invariabilmente diventare più casuali. za grande inizia la convezione. La convezione dell’olio
Non c’è bisogno di guardare troppo lontano per trovare non deve avvenire necessariamente in modo casuale, può
esempi di sistemi che evolvono spontaneamente verso avvenire in modo stabile e altamente ordinato, come si
uno stato di ordine maggiore. vede nella figura. La convezione è un mezzo molto più
Un fiocco di neve ne è un esempio perfetto. Quando efficiente di trasferimento dell’energia rispetto alla con­
l’acqua gela, il movimento casuale delle sue molecole duzione, per cui la velocità di trasferimento è aumentata
si trasforma nella disposizione ordinata di un cristallo. grazie allo sviluppo di queste celle di convezione.
L’entropia del fiocco di neve è inferiore a quella del va­ La modalità di espansione delle celle di convezione è
pore acqueo da cui si è formato. 11 secondo principio del­ un esempio di auto-organizzazione. Le circa 10“' mole­
la termodinamica è ancora valido in questo caso? cole nel liquido hanno iniziato a muoversi un modo ca­
L’entropia delle molecole d’acqua nel fiocco certa­ suale ma adesso si iniziano a muovere in modo molto
mente diminuisce, ma l’acqua che congela non è un si­ ordinato. Ma la storia non finisce qui. Le celle di con­
stema isolato. Per congelare, deve essere trasferito del vezione trasferiscono energia dal lato caldo inferiore del
calore dall’acqua all’aria circostante. L’entropia dcM’aria piatto a quello freddo superiore. Questo trasferimento di
aumenta più di quanto non diminuisca quella dell’acqua. energia da caldo a freddo aumenta l’entropia dell’am-
Così l’entropia totale del sistema acqua+aria aumenta biente circostante, come abbiamo visto. Diventando più
quando si forma un fiocco di neve, così come prevede il organizzato, il sistema è diventato anche più efficace nel
secondo principio. Se il sistema non è isolato, l’eiitropia trasferire calore, con un conseguente maggiore tasso di
può dÌFìiinuire senza violare il secondo principio, purché aumento dell’entropia! L’ordine è nato dal disordine nel
possa aumentare altrove. sistema, ma il risultato finale complessivo è un aumento
1 sistemi che diventano più ordinati col passare del più rapido del disordine nell’universo.
tempo, nei quali l’entropia diminuisce, sono chiamati si­ Le celle di convezione sono quindi una forma termodi­
stemi auto-organizzati. Questi sistemi non possono esse­ namicamente favorevole di ordine. Dovremmo aspettarci
re isolati. È comune nei sistemi auto-organizzanti trovare questo, perché le celle di convezione non sono confinate
un fiusso importante di energia attraverso il sistema. 11 in un laboratorio. Le vediamo nel Sole, dove trasferi­
nostro corpo prende energia chimica dagli alimenti, ne scono energia dai livelli più interni verso la superficie, e
fa uso e quindi restituisce calore residuo all’ambiente. È nell’atmosfera terrestre, dove danno luogo ad alcuni dei
questo fiusso di energia che consente ai sistemi di svilup­ fenomeni meteorologici più intensi.
pare un alto grado di ordine a bassissima entropia. L’en­ 1 sistemi auto-organizzati sono un campo di ricerca
tropia dell’ambiente registra un aumento significativo in molto attivo nell’ambito delle scienze tìsiche e biologiche.
modo da lasciare che sottosistemi selezionati diminuisca­ 11 Premio Nobel per la chimica del 1977 è stato assegna­
no la loro entropia diventando più ordinati. to allo scienziato belga llya Prigogine per i suoi studi di
1 sistemi auto-organizzati non violano il secondo princi­ termodinamica del non ecfuilihrio, la scienza alla base dei
pio della temiodinamica, ma questo fatto in realtà non è suf­ sistemi auto-organizzanti. Prigogine e i suoi collaborato­
ficiente a spiegare la loro esistenza. Se si lancia una moneta, ri hanno mostrato come il fiusso di energia attraverso un
nessuna legge della fisica dice che non è possibile ottenere sistema può, quando le condizioni sono giuste, “creare or­
testa per 1(X) volte di fila, ma non dobbiamo aspettiuci che dine dal caos”. E quest’ordinamento spontaneo non è solo
questo accada. Possiamo dimostrare che l’auto-organizza­ possibile, può essere anche probabile. L’esistenza e l’evo­
zione non solo è possibile ma anche probabile? luzione dei sistemi auto-organizzati, dai temporali alla vita
Diamo un’occhiata a un semplice esempio. Suppo­ sulla Teira, potrebbe essere proprio il modo preferito dalla
niamo di riscaldare dal basso un piatto poco profondo natura per l’aumento di entropia nell’universo.

Celle di convezione in un piatto poco profondo con dell'olio riscaldato dal basso (a
sinistra) e nel Sole (a destra). In entrambi i casi, il fluido caldo va verso la superficie
(colore più chiaro) e quello freddo verso il basso (colore più scuro).
3 64
PARTE II PROBLEMI
Le domande seguenti sono collegate al testo “L'ordine dal 3. Le celle di convezione rappresentano un precesso reversibile?
caos " della jyagina precedente. A. Sì, perché sono ordinate.
B No, perché trasferiscono energia termica dal caldo al
1. Quando l’acqua congela e forma un fiocco di neve, l’entro­
freddo.
pia dell’acqua
C. Dipende dal tipo di cella di convezione.
A. Diminuisce.
4. In un sistema isolato lontano dalTequilibrio termico, col
B. Aumenta.
passare del tempo,
C. Non cambia.
A. L’energia totale rimane costante; l’entropia totale
2. Quando l’energia termica è trasferita da un corpo caldo a
rimane costante.
uno freddo, l’entropia complessiva
B. L’energia totale diminuisce; l’entropia totale aumenta.
A. Diminuisce.
C. L’energia totale rimane costante; l’entropia totale
B. Aumenta.
aumenta.
C. Non cambia.
D. L’energia totale diminuisce; l’entropia totale rimane
costante.

/ seguenti passaggi e le domande associate si basano sul mate­ A. Si riduce la forza sul pilota e si avrà un salto di altezza
riale contenuto nella Parte IL inferiore.
B. Non cambia la forza sul pilota ma si avrà un salto di
Evoluzioni nell’aria altezza inferiore.
Una nuova generazione di pogo stick C. Si riduce la forza sul pilota, ma si avrà un salto della
(una sorta di trampolo a molla) consen­ stessa altezza.
te all’utilizzatore di rimbalzare a più di D. Non ci sarà alcuna differenza per la forza sul pilota o
2 metri da terra utilizzando elastici ad l’altezza del salto.
alta resistenza per immagazzinare ener­
gia. Quando lo stantuffo del pogo colpi­
sce il suolo, gli elastici si allungano e il Test per palle da tennis
pogo, con il suo pilota, si ferma. Giunti
al punto più basso del rimbalzo, gli ela­ Le palle da tennis sono testate facendole cadere da un’altezza
stici tesi iniziano a contrarsi, spingendo di 2.5 m su un pavimento di cemento. La palla, di massa 57 g,
fuori il pistone e lanciando f utilizzatore colpisce il terreno, si comprime e poi rimbalza. Una palla sarà
in aria. Per una massa totale di 80 kg considerata adatta per il gioco se rimbalza a un’altezza di circa
(utilizzatore + pogo), un allungamento I. 4 m; sarà respinta se l’altezza del rimbalzo è mollo di più o
di 0.40 m lancia il pilota 2.0 m al di sopra molto di meno di questo valore.
del punto di partenza.
10. Considera la sequenza di trasformazioni energetiche nel
5. Saltando al suolo da un’altezza di 2 metri, molto probabil­ rimbalzo. Quando la palla da tennis è ferma sul pavimento,
mente ci si ferisce; ma un pilota di pogo può fare questo compressa e pronta al rimbalzo, la maggior parte deH’cner-
più volte, rimbalzo dopo rimbalzo. In che modo il bastone gia è sotto forma di
pogo rende questo possibile? A. Energia cinetica.
A. Gli elastici assorbono l’energia del rimbalzo, evitando B. Energia potenziale gravitazionale.
danni al pilota. C. Energia termica.
B. Gli elastici si riscaldano a ogni rimbalzo, assorbendo D. Energia potenziale elastica.
la pericolosa energia termica. II. Se una palla è “morbida”, resterà più tempo a contatto
C. Gli elastici convertono semplicemente l’energia cine­ con il suolo e non rimbalzerà così in alto come dovrebbe.
tica del pilota in energia potenziale. La forza sul pavimento esercitata dalla palla “morbida” è
D. Gli elastici permettono al pilota di fermarsi in un forza esercitata da una palla “normale”.
tempo più lungo, il che significa meno forza. A. Maggiore della
6. Partendo dal presupposto che gli elastici si allungano, im­ B. Uguale alla
magazzinando energia come una molla, a che altezza arri­ C. Minore della
verebbero, pilota e pogo di massa totale pari a 80 kg, con 12. Supponiamo che una palla da tennis cada da 2.5 m c rim­
un allungamento di 0.20 m? balzi a 1.4 m.
A. 2.0m B. 1.5m C. 1.0 D. 0.50 m a. Quanto è veloce la palla in movimento appena prima
7. Supponiamo che un pilota molto più piccolo (con massa che colpisca il pavimento?
totale di 40 kg) allunghi meccanicamente gli elastici del b. Qual è la velocità della palla appena dopo aver lasciato
pogo di 0.40 m, salga sul pogo e rilasci gli elastici. Quanto il pavimento?
in alto sarebbe lanciato questo imprudente pilota? c. Cosa succede all’energia “persa”?
A. 8.0 m B. 6.0 m C. 4.0 m D. 3.0 m d. Se il tempo di collisione con il pavimento è 6.0 ms,
8. Pogo e pilota, di massa totale pari a 80 kg, rispetto al punto più qual è la forza media sulla palla durante l’impatto?
alto di un salto di 2.0 m, scendono di 1.6 m prima che il pistone
tcK'chi terra, rallentando fino a femiarsi su ulteriori 0.40 m men­
tre gli elastici si allungano. Quale forzii media approssimativa La propulsione dei calamari BK)
esercita il bastone pogo sul terreno durante f atterraggio? 1 calamari di solito si spostano utilizzando le pinne, ma possono
A. 4000 N B. 3200 N C. 1600 N D. 800 N utilizzare anche una forma di “propulsione a getto”, espellendo
9. I piloti possono usare meno bande elastiche, riducendo la acqua ad alta velocità che li spinge come un razzo alfindietro,
costante elastica effettiva del pogo. II massimo allungamen­ come mostrato nella Figura 11.1. Un calamaro di mas.sa 4.0 kg
to resta 0.40 m. Riduccndo il numero di elastici avverrà che può lentamente aspirare e quindi espellere rapidamente 0.30 kg
365
di acqua. L’acqua è espulsa in 0.10 s a una velocità di 10 m/s. 19. Si tratta di un urto perfettamente elastico?
Questo permette al calamaro di avere un rapido scatto di velo­ A. Sì
cità per eludere i predatori o catturare le prede. B. No
C. Non ci sono informazioni sufficienti per affermare ciò.
20. Se definiamo l’energia cinetica della testa della mazza
prima della collisione come l’“energia spesa” e l’energia
cinetica della palla subito dopo come il “lavoro ottenuto”,
qual è il rendimento di questo trasferimento di energia?
A. 0.54 B. 0.46 C. 0.3 D. 0.27

Problemi integrati aggiuntivi


21. I giocatori di football americano misurano la loro ac­
celerazione osservando quanto velocemente percorrono
40 yard (37 metri). Un giocatore, partendo da fermo,
può correre le 40 yard in 4.1 s, raggiungendo una velo­
cità massima di circa 11 m/s. Per un giocatore di massa
80 kg, qual è la potenza media erogata per questa acce­
lerazione?
F IG U R A 11.1
A. 300 W B. 600 W C. 900 W D. 1200 W
13. Qual è la velocità del calamaro subito dopo che Tacqua è 22. L’unità di potenza hp (borse power) è stata definita con­
stata espulsa? siderando la potenza di un cavallo tipico. Le istruzioni
A. IO m/s B. 7.5 m/s operative del lavoro di un cavallo nel 1900 suggerivano di
C. 1.3 m/s D. 0.75 m/s tirare con una forza pari al 10% del loro peso corporeo a
14. Qual è raccelerazione approssimativa del calamaro in gì una velocità di 3.0 mph. Per un tipico cavallo da lavoro di
A. lOg B. 7.5g C. l.Og D.0.75g massa 1200 Ib, che potenza rappresenta in W e in CV?
15. Qual è la forza media sulTacqua durante la propulsione? 23. Un giocatore di football di massa 100 kg si muove a 6.0
A. l(X)N B. 30 N C. lON D. 3.0 N m/s verso est; un altro di massa 130 kg si muove a 5.0 m/s
16. Questa forma di locomozione è veloce, ma è anche effi­ verso ovest. I due giocatori si scontrano, saltando in aria
ciente? L’energia utilizzata dal calamaro si divide in due e afferrandosi tra loro. Mentre sono ancora in aria, in che
parti: l’energia cinetica del calamaro e l’energia cinetica direzione si muove la coppia e con che velocità?
dell’acqua. Pensa a come definire il “lavoro ottenuto” e 24. Un colpo veloce con la mano può rompere una tavola di
l’“energia spesa”; quindi calcola un rendimento per questa pino. Quando la mano colpisce la tavola, la sua energia
particolare forma di locomozione. (Puoi ignorare il rendi­ cinetica si trasforma in energia potenziale elastica della ta­
mento biomeccanico per questo problema.) vola che si sta piegando; se la tavola si piega abbastanza,
si rompe. L’applicazione di una forza al centro di una par­
ticolare tavola di pino sposta il centro con una deviazione
Sul campo da golf che aumenta in proporzione alla forza. In conclusione la
tavola si spezza quando si applica una forza di 800 N e si
Una mazza da golf ò fatta da un’asta flessibile e leggera con un
ha una deviazione di 1.2 cm.
pesante blocco di legno o metallo (chiamato testa della mazza)
ad una estremità. Un giocatore di golf per fare un lungo tiro a. Per rompere la tavola con un colpo di mano, quale
dalla piazzola di partenza utilizza una mazza speciale, un dri­ dev'essere la velocità della mano? Utilizza 0.50 kg per
ver, dove la testa, di massa pari a 3(K) g, è molto più massiccia la massa della mano.
rispetto alla palla di massa 46 g, che colpirà. Il giocatore esegue b. Se la mano si muove a questa velocità e si ferma dopo
il colpo in modo tale che la mazza si muova a 40 m/s un istante 1.2 cm, qual è la forza media sulla mano?
prima dell’urto con la palla. La collisione è così rapida che può 25. La slitta di un bambino ha pattini che .scorrono con poco
essere trattata come Turto di un corpo in movimento di massa attrito sulla neve. Lorenzo ha una vecchia slitta di legno,
300 g (la testa della mazza) con un corpo fermo (la palla) di con pesanti pattini in ferro, che ha una massa di 10 kg -
massa 46 g; l’asta della mazza e il giocatore possono essere un bel po’ per un bambino di 30 kg! Lorenzo corre a 4.0
ignorati. L'urto dura circa 5.0 ms, e la palla viene lanciata con
m/s, salta sulla slitta ferma e si tiene ben stretto mentre
una velocità di 63 m/s.
scivola in avanti. 11 tempo d’impatto con la slitta è di
17. Qual è la variazione della quantità di moto della palla du­ 0.25 s.
rante Turto? a. Subito dopo che Lorenzo è saltato sulla slitta, qual è la
A. 1.4 kg • m/s B. 1.8 kg • ni/s velocità a cui questa si sta muovendo?
C. 2.9 kg • m/s D. 5.1 kg • m s b. Qual è stata la forza sulla slitta durante l’impatto?
18. Qual è la vekK'ità della testa della mazza subito dopo l’tirto? c. Quanta energia è stata “persa” nell’impatto? Dove è
A. 30 m/s B. 25 m/s C. 19 m/s D. 11 m/s andata a finire questa energia?

3 66
, ■' a5-'^ :
Le proprietà
della materia

Le api singolarmente non hanno la capacità di regolare la temperatura dei propri corpi, ma una colonia di api che
lavorano assieme è in grado di regolare in modo molto preciso la temperatura del proprio alveare. Come fanno le
api a sfruttare il calore generato dai propri muscoli, la forma strutturale dell'alveare e l'evaporazione dell'acqua per
ottenere questo controllo? Nella Parte MI, apprenderemo ulteriori informazioni sui flussi di materia ed energia che
guidano questi processi.
PANORAMICA DEI CONTENUTI

Oltre il modello del punto materiale


I primi 11 capitoli di questo testo hanno fatto un ampio uso del modello del punto
materiale, in cui abbiamo rappresentato i corpi come masse puntiformi. Il modello del
punto materiale è particolarmente utile per descrivere come singoli coipi si spostino
attraverso lo spazio e come interagiscano gli uni con gli altri. Abbiamo visto che, al
fine di calcolarne la traiettoria, è irrilevante se una palla sia di metallo o di legno.
Tuttavia ci sono molte situazioni in cui la distinzione tra metallo o legno è crucia­
le. Se lanciamo una palla di metallo e una di legno in uno stagno, la prima affonderà
mentre la seconda galleggerà. Se mescoliamo il cibo in una padella sul fuoco con
un cucchiaio di metallo, questo ben presto si riscalderà e diventerà troppo caldo per
essere tenuto in mano a meno che non abbia un manico di legno.
Legno e metallo hanno diverse proprietà fisiche, come Tacqua e l’aria. 11 nostro
obiettivo nella Parte III è quello di descrivere e comprendere le similarità e le dif­
ferenze tra i diversi materiali. Per farlo, dobbiamo andare oltre il modello del punto
materiale e scavare più in profondità nella natura della materia.

Fisica macroscopica
Nella Parte III, ci concentreremo su sistemi che sono solidi, liquidi o gassosi. Pro­
prietà quali la pressione, la temperatura, il calore specifico e la viscosità sono carat­
teristiche deH’intero sistema e non di singole particelle. Solidi, liquidi e gas sono
spesso chiamati sistemi macroscopici - il prefisso “macro-” (l’opposto di “micro”)
significa “grande”.
Comprenderemo il comportamento di queste proprietà macroscopiche utilizzando
un punto di vista microscopico in cui penseremo a tali sistemi come un insieme di
atomi puntiformi. Questo sviluppo “dal micro al macro” sarà un punto chiave del
presente capitolo e dei capitoli che seguiranno.
Nei prossimi capitoli, considereremo un’ampia gamma di domande pratiche,
come ad esempio:
■ Come cambiano la temperatura e la pressione di un sistema quando Io scaldiamo?
Perché alcuni materiali rispondono più rapidamente rispetto ad altri?
■ Quali sono i meccanismi con cui un sistema scambia energia termica con il suo
ambiente circostante? Perché soffiare su una tazza di caffè bollente ne causa il
raffreddamento?
■ Perché esistono tre stati della materia - solido, liquido e gassoso? Che cosa avvie­
ne durante un cambiamento di stato?
■ Perché alcuni corpi galleggiano mentre altri, con la stessa identica massa, affon­
dano? Che cosa mantiene a galla una grossa nave in acciaio?
■ Quali sono le leggi del moto di un liquido che scorre? Come differiscono tali leggi
da quelle che governano il moto di un punto materiale?
Sia le leggi di Newton sia la legge di conservazione dell’energia resteranno strumenti
importanti - esse sono, dopotutto, le leggi fondamentali della fisica - ma dovremo
imparare come si applicano ai sistemi macroscopici.
Non dovrebbe sorprenderci che una comprensione dei sistemi macroscopici e del­
le loro proprietà sia essenziale per la comprensione del mondo che ci circonda. I
sistemi biologici, dalle cellule agli ecosistemi, sono sistemi macroscopici che scam­
biano energia con il loro ambiente. Su una scala maggiore, il trasporto dell’energia
sulla Temi determina la meteorologia e lo scambio di energia tra la Terra e lo spazio
determina il nostro clima.

369
termiche della materia

.v,V>' .'^ ■?:■■■ . - i ^ m

'tv,; . . f Quest'immagine termica


mostra le mani tiepide
f y±^y / di una persona che
sorreggono una tarantola
molto più fredda. Perché
le mani irradiano energia?
E come mai la tarantola
ne irradia meno?

Obiettivo: usare il modello atomico della materia per spiegare le proprietà della materia associate al calore e alla temperatura.

Il gas ideale Calore e temperatura Espansione termica


L'alla pressione negli pneunialici Aggiungendo ghiaccio raffreddiamo le I materiali si espandono quando vengono
deiranloniobile è dovala ad un altissimo nostre bevande perché il calore viene scaldati. Il liquido in questo termometro
numero di urli ira le molecole d’aria trasferito dalla bevanda calda al ghiaccio; si espande, alzandosi lungo il tubo di
presenti all'interno e le pareti dello una ciuantità di calore ancora più grande è vetro, mentre la temperatura aumenta.
pneumatico. usata per sciogliere il ghiaccio.

Apprenderemo come le proprietà di un Apprenderemo come calcolare le Apprenderemo come la lunghezza di un


gas siano correlate al moto microscopico variazioni di temperatura che avvengono corpo solido, o il volume di un liquido,
delle sue molecole. quando il calore è trasferito o come cambiano con la temperatura.
avviene un cambiamento di fase come ad
esempio la fusione del ghiaccio.

FLASHBACK
Calore P A U S A DI R IF L E S S IO N E
Nella Sezione 11.4 abbiamo
studiato il calore e la prima Un frullatore compie un lavoro di 5000 J sul cibo nella
legge della termodinamica. In ciotola. Durante il tempo in cui il frullatore funziona, 2000 J
questo capitolo, esploreremo
alcune delle conseguenze del
‘ I di calore vengono trasferiti dal cibo tiepido airambiente più
freddo. Qual è la variazione di energia termica del cibo?
trasferimento del calore verso A. +2000J B. +3000J
un sistema, e dell'e.secuzione di Apprenderemo che l'energia di C. +7000J D. -2000J
un lavoro sul sistema. un sistema può essere variata E. -3000J
compiendo lavoro su di esso o
trasferendo calore a esso.
12.1 D modello atomico della materia 371

12.1 II modello atomico della materia


Abbiamo iniziato esplorando i concetti di energia termica, temperatura e calore FIGURA 12.1 I modelli atomici dei tre
nel Capitolo 11, ma molte domande sono rimaste senza risposta. Come dipen­ stati della materia: solido, liquido e
dono le proprietà della materia dalla temperatura? Quando aggiungiamo calore gassoso.
a un sistema, di quanto cambia la sua temperatura? E come viene trasferito il In un gas, le particelle si
calore da o verso un sistema? muovono casualmente
ed interagiscono solo
Queste sono domande riguardanti lo stato macroscopico dei sistemi, ma ini­ attraverso uni clastici.
zieremo la nostra esplorazione guardando, dal punto di vista microscopico, il
modello atomico che abbiamo già utilizzato per spiegare l’attrito, le forze elasti­
che e la natura dell’energia termica. In questo capitolo, utilizzeremo il modello
atomico per comprendere e spiegare le proprietà termiche della materia.
Come sappiamo, ogni elemento chimico e molti composti possono esistere
allo stato solido, liquido o gassoso. Questi tre stati della materia ci sono fami­
liari poiché li incontriamo nella nostra esperienza quotidiana. La figura 12.1 In un liquido, le particelle
mostra una veduta microscopica dei tre stati della materia. hanno legami deboli che
le mantengono vicine le
■ Un g a s è un sistema in cui ogni particella è in grado di muoversi libera­ une alle altre. Le
particelle possono
mente attraverso lo spazio finché, occasionalmente, non urta un’altra parti- scivolare le une sulle altre
cella o la parete del suo contenitore. c quindi il liquido può
■ In un l ì q u i d o , i legami deboli permettono il movimento, ma le particelle scorrere.
.sono mantenute le une vicino alle altre.
■ Un s o l i d o rigido ha una forma definita e può es.sere compresso o deformato
solo leggermente, come abbiamo visto nel Capitolo 8. Esso è formato da
atomi collegati da legami molecolari simili a molle.
11 nostro modello atomico compie una semplificazione che vale la pena di
sottolineare. Le particelle fondamentali nella Figura 12.1 sono disegnate come
semplici sfere, senza far menzione alcuna sulla loro natura. In un gas reale, le In un solido rigido, le
particelle sono
particelle possono es.sere atomi di elio o molecole di azoto. In un solido, le collcgate da legami
particelle fondamentali possono essere gli atomi d’oro che compongono un rigidi simili a molle.
lingotto o le molecole d’acqua che compongono un cubetto di ghiaccio. Tutta­
via, poiché molte proprietà dei gas, liquidi e .solidi non dipendono dall’esatta
natura delle particelle che li compongono, è spesso una ragionevole assun­
zione ignorare questi dettagli e semplicemente considerare il gas, il solido o il
liquido come composti da semplici particelle sferiche.

Massa atomica e numero di massa atomica


Prima di vedere come il modello atomico spiega le proprietà termiche della
materia, abbiamo bisogno di richiamare un po’ di “contabilità atomica”. Ricor­
diamo che atomi di elementi chimici differenti hanno mas.se differenti. La
massa di un atomo è determinata principalmente dai suoi costituenti più mas­
sivi: i protoni e i neutroni nel suo nucleo. La somma del numero di protoni e di
neutroni è il n u m e r o d i m a s s a a t o m i c a A:
A = numero di protoni -I- numero di neutroni
A, che per definizione è un numero intero, viene .scritto come suffisso
davanti al simbolo atomico. Per esempio, il principale isotopo del carbonio,
che contiene .sei protoni (che determinano il carbonio) e sei neutroni, ha A = 12
e si scrive '“C. L’i.sotopo radioattivo '“’C, che viene usato per la datazione di
reperti archeologici, contiene .sei protoni e otto neutroni.
La scala di m a s s a a t o m i c a è stabilita definendo la massa del ’^C pari esat­
tamente a 12 u, dove u è il simbolo doWunità eli massa atomica. Pertanto,
mC^C) = 12 u. In kg, runità di mas.sa atomica è
1 u = 1.66- 10-27 kg
Le masse atomiche sono tutte molto vicine al valore intero del numero di
massa atomica A. Per esempio, la massa di 'H, con A = 1, è /?/ = 1.0078 u. Per
i nostri scopi attillili, sarà sufficiente usare i numeri di massa atomica interi
come valori della massa atomica. Pertanto, u.seremo = 1 u, /n(^He) = 4
u, e = 16 u. Per le molecole, la m a s s a m o l e c o l a r e è la somma delle
372 CAPITOLO 12 Le proprietà termiche della materia

T A B E L L A 12.1 Alcuni numeri di massa masse atomiche degli atomi che formano la molecola. Quindi la massa mole­
atomica colare della molecola biatomica costituente del gas di ossigeno, è ni(0^) =
Elemento Sìmbolo 2m('^’0 ) = 32 u.
Idrogeno •H E E IH ► Il numero di massa atomica di un elemento non è la stessa cosa del
Elio •*He 4 suo numero atomico. Il numero atomico, che indica la posizione dcH’ele-
Carbonio "C 12 niento nella tavola periodica, è pari al numero di protoni. <
Azoto hn 14
Ossigeno Q
16 16 La Tabella 12.1 elenca i numeri di massa atomica di alcuni elementi chimici
Neon '"Ne 20 che useremo negli esempi e nei problemi. Una tavola periodica completa, che
Alluminio 2’AI 27 include le masse atomiche, si trova nell’Appendice B.
Argon ^Ar 40
Piombo 207pb 207 La definizione di mole
Un modo di specificare la quantità di una sostanza in un sistema è di darne la
sua massa. Un altro modo, collegato al numero di atomi, è quello di misurare
la quantità di sostanza in moli. 1 mole di sostanza, abbreviata in 1 mol, è pari
a 6.02 • 10^^ particelle fondamentali.
Le particelle fondamentali dipendono dalla sostanza. L’elio è un ga s
m onoatom ico, che significa che la particella fondamentale è l’atomo di elio.
Quindi 6.02 • 10‘^ atomi di elio costituiscono 1 mol di elio. L’ossigeno è un
gas bìatomico perché la particella fondamentale è la molecola costituita
da due atomi di ossigeno. 1 mol di gas di ossigeno contiene 6.02 • 10^^ mole­
cole di O^e quindi 2 • 6.02 • 10^^ atomi di ossigeno. La Tabella 12.2 elenca i
gas monoatomici e biatomici che useremo negli esempi e nei problemi.
11 numero di particelle fondamentali per mole di una sostanza è chiamato
numero di A vogadro N Il valore del numero di Avogadro è quindi

yVA =6.02- lO-^noL'


Il numero n di moli in una sostanza che contiene N particelle fondamentali è

n= • ( 12. 1)
/Va
Moli di una sostanza in termini di numero di particelle fondamentali

T A B E L L A 12.2 Gas monoatomici e La m assa molare di una sostanza, è la massa in grammi di 1 mole di
biatomici sostanza. Con una buona approssimazione, il valore numerico della massa
Monoatomici diatomici molare è uguale al valore numerico della massa atomica o della massa moleco­
lare. Ad esempio, la massa molare di He, con m = 4 u, è (He) = 4 g/mol,
Elio (He) Idrogeno (H,)
e la massa molare dell’O^ biatomico è = 32 g/mol.
Neon (Ne) Azoto (N^)
Possiamo usare la massa molare per determinare il numero di moli. In uno
Argon (Ar) Ossigeno (O2)
dei pochi casi in cui le unità di misura più appropriate sono i grammi piuttosto
che i chilogrammi, il numero di moli contenute in un sistema di massa M con­
sistente di atomi o molecole con una massa molare M mol, è

M (in grammi)
n = ---------------- ( 12. 2 )
A^moI
Moli di una sostanza in termini della sua massa

E S E M P IO 12.1 D e t e r m in a r e le q u a n t it à d i o s s ig e n o
Un sistema contiene 100 g di ossigeno. Quante moli contiene? Quante molecole?
S O L U Z IO N E L’ossigeno molecolare è un gas biatomico (02>e ha una massa molare
M = 32 g/mol. Dall’Equazione 12.2, abbiamo
100 g
= /— - = 3.1 mol
32 g/mol
Ciascuna mole contiene molecole, quindi il numero totale di molecole è
Una mole di elio, zolfo, rame e N = nN ^= 1.9* lO 'f
mercurio.
12.1 II modello atomico della materia 373

Volume F IG U R A 12.2 Ci sono 10® c m ^ in 1 m^.


Suddividiamo il cubo di dimensioni
Un’importante proprietà che caratterizza i sistemi macroscopici è il suo volume 1 m X I m X 1 m in cubetti di Iato I cm.
V, la quantità di spazio che il sistema occupa. Nel Sistema Internazionale l’u­
nità di misura del volume è m^. Tuttavia, sia i cm^ sia, in un certo senso, i litri
(L) sono unità di misura largamente utilizzate per il volume. In molti casi, noi
dobbiamo convertire queste unità in nv^ prima di fare i calcoli.
Mentre è vero che 1 m = 100 cm, non è altrettanto vero che 1 m^ = 100 cm \
La F IG U R A 12.2 mostra che il fattore di conversione del volume è 1 m^= 10^’ cm^.
Un litro è 1000 cm \ quindi 1 m^ = 10^ L. Un millilitro (1 niL) è l’equivalente
di 1 cm \

P A U S A D i R I F L E S S I O N E 12.1 Quale sistema contiene più atomi: 5 moli di elio


(/\ = 4) o 1 mole di neon {A = 20)? Ci sono UK) X |(K) X l(X) = 10^ cubetti
di volume pari a 1 cm ' in un cubo di
A. Elio B. Neon C. 1 due sistemi hanno lo stesso numero di atomi. volume pari a 1 m'.

12.2 II modello atomico di un gas ideale


1 liquidi e i solidi sono quasi incomprimibili perché le particelle atomiche sono f ig u r a 12.3 II modello di un gas ideale.
in contatto ravvicinato le ime con le altre. I gas, al contrario, .sono altamente I. Il gas è composto da un grande numero N
comprimibili perché le particelle atomiche sono distanti tra loro. Nel Capitolo di particelle di massa //;, ognuna in
11, abbiamo introdotto un modello di gas ideale a livello atomico, che viene movimento casuale.
riassunto nella f i g u r a 12 .3 . In questo modello, abbiamo trovato che riscaldare 1 2. Le particelle sono lontane tra
il gas rende il movimento dei suoi atomi più veloce e che la temperatura di un • loro ed interagiscono solo
gas ideale è una misura dell’energia cinetica media degli atomi che compon­
gono il gas. In effetti, può essere dimostrato che la temperatura di un gas ideale
è direttamente proporzionale all’energia cinetica media per atomo

T = ~ — (12.3)
3
dove è una costante conosciuta col nome di costante di Boitzmann. Il suo
valore è
A',^= 1.38- 1()-2-'J/K
Possiamo riscrivere l’equazione 12.3 per ottenere l’energia cinetica media in
termini della temperatura:

A^mcd— 2 k^T (12.4)


L pareti del contenitore) sono elastici; nessuna
L’energia termica di un gas ideale composto da Natomi è la somma delle ener­ energia viene dissipata in questi urti.
gie cinetiche dei singoli atomi:

£,h = N K ^ ,= -N k n T (12.5)
P-55 P-35
Hnergia termica di un gas ideale di Alatomi PROPORZIONAIE PROPORZIONALE

Per un gas ideale, l’energia termica è direttam ente proporzionale alla


tem peratura. Di conseguenza, una variazione dell’energia termica di un gas
ideale è proporzionale a una variazione della temperatura:

A £,h = - M b A7 ( 12. 6 )

ESEMPIO 12.2 E n e r g ia n e c e s s a r ia p e r s c a ld a r e u n a s t a n z a
Una grande stanza da letto contiene circa 1 • 10“^molecole d’aria. Stimiamo l’ener­
gia necessaria per innalzare la temperatura dell’aria nella stanza di 5°C.
I M P O S T A Z I O N E Rappresenteremo l’aria come un gas ideale. L’Equazione 12.6 col­
lega la variazione di energia termica di un gas ideale alla variazione della sua tempe­
ratura. La temperatu^i^attuale del gas non ha importanza, dobbiamo considerare solo
Continua
374 CAPITOLO 12 Le proprietà termiche della materia

la sua variazione. L’aumento di temperatura è di 5°C, implicando una variazione


della temperatura assoluta della stessa quantità: àT = 5 K.
SOLUZIONE Possiamo usare l’Equazione 12.6 per calcolare di quanto l’energia ter­
mica della stanza dev’essere aumentata:
A£,h = | M B A 7 - = | ( l 10^^)(L38 • J/K)(5 K )= I • l0‘^ J= l0 0 k J
Questa è l’energia che dovremmo fornire, probabilmente sotto forma di calore di una
stufa, per alzare la temperatura.
VERIFICA 100 kJ non è una quantità elevata di energia. La Tabella 11.2 mostra che
essa è inferiore all’energia contenuta in una carota! Questo sembra ragionevole per­
ché sappiamo che le stufe possono riscaldare rapidamente l’aria di una stanza. Scal­
dare le pareti ed i mobili è invece tutt’altra cosa.

Velocità molecolare e tem peratura


Il modello atomico di un gas ideale è basato sul moto casuale, quindi non c’è
Lo Spacc Shuttle
È fr e d d o n e llo s p a z io ? da sorprendersi che gli atomi individualmente presenti in un gas si muovano a
orbita nella parte alta della termosfera, ad
velocità differenti. Nella f i g u r a 12.4 sono mostrati i dati relativi a un esperi­
un’altezza di circa 300 km dalla superficie
terrestre. A quest’altezza c ’è ancora un mento per misurare le velocità molecolari in un gas di azoto alla temperatura
residuo di atmosfera che ha una temperatura di 20°C. 1 risultati sono presentati mediante un istogramma, uiiTmmagine in
molto elevata, oltre 1000°C. Sebbene la cui l’altezza di ciascuna delle barre indica la percentuale di molecole che ha
velocità media delle molecole dell’aria una velocità neirintervallo indicato sotto la barra. Per esempio, il 16% delle
sia in questo caso molto alta, il numero
molecole ha una velocità compresa tra 600 m/s e 700 m/s. La velocità più pro­
estremamente ridotto di molecole presenti
fa sì che l’energia termica sia estremamente babile, come indicato dalla barra più alta, è di «500 m/s. Questo valore è
bassa. alquanto elevato essendo pari a «1800 km/h!
Poiché la temperatura è proporzionale all’energia cinetica media degli atomi,
è interessante calcolare l’energia cinetica media per questa distribuzione. Un
F IG U R A 12.4 La distribuzione delle
velocità molecolari in un gas di azoto singolo atomo di massa m e velocità v ha un’energia cinetica K = \ f2
alla temperatura di 20®C. Ricordiamo che la media di una serie di misure si trova sommando tutti i
L’altezza di una barra rappresenta la
valori e quindi dividendo il totale per il numero di dati. Quindi possiamo tro­
percentuale di molecole con velcK'ità compresa vare l’energia cinetica media sommando le energie cinetiche di tutti gli atomi
nell’intervallo riportato sull’asse orizzontale. e successivamente dividendo il totale per il numero di atomi:
Percentuale
di molecole \ ..--La vel(KÌtà rms
ò d i5 l ( ) m / s .
^mcd = )„,cd (12.7)
20- N 2 N
Molecole
15- La quantità S v W è la somma dei valori di per tutti gli atomi divisa per il
di N, a 2 0 X
lO- numero di atomi. Per definizione, questa è la media dei quadrati delle velocità
dei singoli atomi, che abbiamo scritto come
5- La radice quadrata di questa media indica quanto velocemente si sta muo­
D IZL vendo tipicamente un atomo del gas. Poiché prenderemo la radice quadrata
8
—<8N rn
8 ^8 8 080 ^§
r- della media dei quadrati delle velocità, definiamo la velocità quadratica
I I I I I I I
media come
° 8 8N 8
^ < cn §vo 8r- 800
ns ~ V ^ ‘),„eci= velocità tipica di un atomo ( 12.8 )
Intervallo di veliK'ità (m/s)
La velocità quadratica media (o velocità rms dall’inglese “root-mean square”,
NdT) non è la velocità media degli atomi nel gas, bensì la velocità di un atomo
avente energia cinetica media. Tuttavia la velocità media e la velocità quadra­
tica media sono molto simili, quindi interpreteremo la velocità rms come la
grandezza che misura la velocità tipica di un atomo nel gas.
Ri.scrivendo LEquazione 12.7 in termini di troviamo l’energia cinetica
media per atomo:
J_ 2
f<nxcd= -mv] mis (12.9)
2'
Siamo ora in grado di collegare la temperatura alla velocità degli atomi sosti­
tuendo l’Equazione 12.9 neH’Equazione 12.4:

( 12. 10)
3
Risolvendo l’Equazione 12.10 per la velocità rms degli atomi, troviamo
12.2 II modello atomico di un gas ideale 375

3knT
Vmis = ( 12.11)
Iti
velocità riiis di un atomo di massa m in un gas ideale alla temperatura T

►Per calcolare la velocità quadratica media si deve usare la tempe- ^


ratura assoluta, in kelvin. ◄
Abbiamo considerato gas ideali composti da atomi, ma i risultati ottenuti
sono ugualmente validi per i gas reali composti da atomi (come l’elio, He) o da
molecole (come l’ossigeno, O,). A una data temperatura, l’Equazione 12.11
mostra che la velocità degli atomi o delle molecole in un gas varia con la massa
atomica o la massa molecolare. Un gas composto da atomi leggeri avrà atomi
più veloci, in media, rispetto al caso di un gas composto da atomi più pesanti.
L’equazione inoltre mostra che ad alte temperature corrispondono alte velocità
atomiche o molecolari. La velocità rms è proporzionale alla radice quadrata Atm osfera m arziana L’atmosfera di
della temperatura. Questa è una nuova forma matematica che incontreremo Marte è composta principalmente di biossido
di carbonio (anidride carbonica). Di notte,
ancora, quindi diamo uno sguardo alle sue proprietà.
la temperatura può scendere così tanto
che le molecole ne 11’atmosfera rallentano
abbastanza da legarsi assieme, l’atmosfera
Relazioni di proporzionalità alla radice quadrata ghiaccia. La brina sulla superficie del
pianeta ripre.sa dalla sonda Viking 2 e
Si dice che due grandezze hanno una ^Aumentando .v di un fattore 4 mostrata in questa immagine è composta
re la z io n e d i p ro p o rz io n a lità a lla si aumenta v di un fattore 2. parzialmente di biossido di carbonio
ra d ic e q u a d ra ta se v è proporzionale ghiacciato.
alla radice quadrata di x. Scriveremo
la relazione matematica come

y= -A \T x
V è proporzionale alla radice quadrata di a*

Il grafico di una relazióne con radice


quadrata è una parabola che è stata
ruotata di 90°.
FATTORE DI SCALA Se X ha UH Valore iniziale jc,, al quale corrisponde un y con
valore iniziale y,, variando a da a , a a ^cambia anche il valore y da y, a y,. Il
rapporto di y^ su y, è
>>2 ^
y\ a V 7 ì y x^
che corrisponde alla radice quadrata del rapporto di a ^su a ,.’

■ Se si aumenta a di un fattore 4, si aumenta y di un fattore V 4 = 2.


■ Se si riduce a di un fattore 9, si riduce y di un fattore V 9 = 3.
Questi esempi illustrano la regola generale:
Variando a di un fattore c, cambia y di un fattore V e .

E SE M P IO 12.3 Velocità delle m olecole d'aria


La maggior parte delFatmosfera terrestre è composta da azoto 1.66 X 10"^’ kg
molecolare, N^. Alla temperatura più fredda mai registrata sulla m = 28 u X = 4.6 X I0‘“ kg
1u
Terra, —129°C, qual è la velocità quadratica media delle mole­
Il testo del problema ci fornisce due temperature che chiame­
cole di azoto? La temperatura alla superficie della Terra diventa
remo 7, e 7,; e che dobbiamo esprimere in kelvin. La tempera­
mai abbastanza alta affinché una tipica molecola si muova a
tura più bassa mai registrata sulla Terra è 7, = -129 + 273 =
una velocità doppia rispetto a questa velocità? (La temperatura
144 K; la temperatura più alta è 7^= 57 + 273 = 330 K.
più alta mai osservata sulla Terra è stata di 57'^C.)
S O L U Z I O N E Usiamo l’Equazione 12.11 per trovare v^^per le
I M P O S T A Z I O N E Dalla tavola periodica degli elementi pos­
molecole di azoto alla temperatura 7,:
siamo determinare che la massa degli atomi di azoto è pari a 14
u. Una molecola è formata da due atomi, quindi la sua massa 3/:b7i /3(1.38 • 10"^^J/K)(144 K)
è pari a 28 u. Quindi'da massa molecolare in unità del Sistema = 360 m/s
4.6 • 10'“ kg
Internazionale è *
Continua
376 CAPITOLO 12 Le proprietà termiche della materia

Poiché la velocità rms è proporzionale alla radice quadrata VERIFICA Possiamo usare la relazione con la radice quadrata
della temperatura, per raddoppiare la velocità rms dobbiamo per verificare i risultati ottenuti per la velocità delle mole­
avere un aumento della temperatura di un fattore 4. Il rapporto cole. La Figura 12.4 mostra una velocità rms di 510 m/s per le
tra la temperatura più alta mai registrata e quella più fredda è molecole di azoto a 20°C, ovvero 293 K. La temperatura 7, è
minore di questo: approssimativamente la metà di questa temperatura, quindi ci
^ 330 K aspettiamo una velocità che è inferiore di circa 1/V2, che è il
■= 2.3
Tx' 144 K risultato che abbiamo, in effetti, ottenuto.
La temperatura sulla superficie della Terra non è mai alta abba­
stanza da provocare un raddoppio della velocità rms per le
molecole di azoto.

Pressione
Ognuno di noi ha una percezione del concetto di pressione. Se abbiamo un
buco nella gomma della nostra bicicletta, la pressione dell’aria aH’interno della
ruota è superiore rispetto aH’esterno e quindi essa uscirà fuori. Analogamente
è difficile togliere il coperchio di un vasetto sigillato sotto vuoto a causa della
bassa pressione all’interno del vasetto. Ma che cos’è esattamente la pressione?
Consideriamo un approccio su scala atomica della pressione, definendola in
termini di moto delle particelle del gas. Supponiamo di avere un campione di
gas in un contenitore chiuso da pareti rigide. Mentre le particelle del gas si
muovono liberamente, talvolta urtano e rimbalzano contro le pareti, e.serci-
tando una forza sulle pareti, come illustrato nella f ig u r a 1 2 .5a.

FIGURA 12 .5 La pressione in un gas è dovuta alla forza totale delle particelle che
urtano contro le pareti del contenitore.
(b)
Su scala macroscopica, questi urti
microscopici esercitano una forza
su una porzione della parete
di area A.
proporzionale
al l'area A.

Si verifica un numero Area A


mollo grande di urti per parete. La forza totale esercitata
secondo delle particelle da tutti gli urli ò airorigine
contro le pareti. della pressione del gas.

Queste innumerevoli collisioni microscopiche sono aH’origine, a livello macro­


scopico, della pressione in un gas. Su una piccola porzione della parete del conte­
nitore, con area superficiale A, queste collisioni prcxiucono in una forza continua
macroscopica di modulo F diretta peipendicolarmente alla parete, come mostrato
per la ruota della bicicletta nella FiGURAi2.5b. Se la dimensione della porzione d’a­
rea viene raddoppiata, allora il doppio delle particelle la colpirà in ogni secondo,
conducendo a un raddoppiamento della forza totale. Questo implica che la forza
esercitata dalle particelle sia proporzionale all’area della porzione, e quindi il rap­
porto F/A sia costante. Definiamo tale rapporto come la pressione del gas:

( 12. 12)

Definizione di pressione in un gas

Possiamo vedere dall’Equazione 12.12 che un gas esercita una forza di modulo
F = pA (12.13)
sulla superficie di area A.
CEXEI ►La pressione in sé non è una forza, anche se talvolta ci esprimia­
mo informalmente quando parliamo di “forza esercitata dalla pressione."
L’affermazione corretta è che il gas esercita una forza su una superficie. <
12.2 II m odello atom ico di un g a s id eale 377

Dalla sua definizione, possiamo vedere che riinità di misura della pressione
è N/m^. Nel SI Punità di pressione è il pascal, definito come
N
1 pascal = 1 Pa = 1 —^
m
Un pascal è davvero una pressione molto piccola, quindi spesso si misurano le
pressioni in kilopascal, dove 1 kP a= 1000 Pa.
La pressione con maggiore importanza nella nostra vita quotidiana è la pres­
sione delPatmosfera, causata dalle microscopiche collisioni delle molecole
d’aria che ci circondano. Apprenderemo di più suirorigine della pressione
atmosferica nel Capitolo 13. La pressione delPatmosfera varia con l’altitudine
e le condizioni meteorologiche, ma la pressione globale media al livello del
mare, chiamata pressione atmosferica standard, è
1 atm = 101 300 Pa = 101.3 kPa
Proprio come possiamo misurare l’accelerazione in unità di spesso misure­
remo la pressione in unità di atm.
Negli Stati Uniti, la pressione è spesso espressa in libbre per pollici qua­
drati, o psi. Quando misuriamo la pressione degli pneumatici delle nostre auto­
mobili o nella ruota della nostra bicicletta, probabilmente facciamo uso di uno
strumento che indica la pressione in psi. Il fattore di conversione è FIGURA 12.6 La forza risultante dipende
dalla differenza di pressione.
1 atm = 14.7 psi
(a) (h)
La forza totale sulla superficie del nostro corpo dovuta alla pressione atmo­ Area A
sferica è di oltre 18()()()() N. Perché questa enorme forza che preme su di noi
non ci schiaccia? La chiave della risposta è che esiste anche una forza nel
nostro corpo che spinge verso l’esterno. La f ig u r a 1 2 .6a mostra una bottiglia di
plastica vuota. La bottiglia di plastica non è una struttura molto rigida, ma la
forza verso l’interno dovuta alla pressione atmosferica aH’esterno della botti­
glia non la schiaccia perché c’è una pressione uguale dell’aria nella bottiglia
che spinge le pareti verso resterno. Le forze che spingono da entrambi i lati
sono piuttosto grandi, ma esse si bilanciano esattamente e quindi non c’è
alcuna forza risultante.
Una forza risultante viene esercitata solamente quando esiste una differenza La pressione dentro
la bottiglia è uguale di pressione tra
di pressione tra i due lati di una superficie. La f ig u r a i 2 . 6 b mostra una superfi­ alla pressione esterna, i due lati.
cie di area A con una differenza di pressione A/; = /^ —/?, tra i due lati. La forza quindi la forza totale
totale associata alla pressione è è pari a /.ero.

= F^~ h\ = p ^ A - />, = A(]ì^ -p ^ ) = A Ap


Questa è la forza che trattiene il coperchio di un vasetto sottovuoto, dove la
pressione interna è inferiore alla pressione esterna. Per rimuovere il coperchio,
dobbiamo esercitare una forza maggiore di quella dovuta alla differenza di
pressione.
Riducendo il numero di molecole nel contenitore diminuisce la pressione per­
ché avvengono un minor numero di urti sulle pareti. La pressione in un conteni­
tore completamente vuoto sarebbe p = 0 Pa. Questa pressione è chiamata vuoto
assoluto, li vuoto assoluto non può essere ottenuto in quanto è impossibile
rimuovere ogni molecola da una regione di spazio. In pratica, quando si parla di
una regione in cui si è creato il vuoto s’intende una regione di spazio in cui p « Una risalita troppo veloce BK) Lo
I atm, per la quale usare p = 0 Pa è una buona approssimazione. scorfano è un pesce che può essere
Il principio di base dietro le misurazioni di pressione è espresso dall’Equa­ catturato nel l’oceano fino a profondità
di 300 m. La grande pressione tipica di
zione I2.12. Uno strumento per la misura della pressione misura la forza eser­ queste profondità è controbilanciata da
citata dal gas su un’area nota. La pressione effettiva o pressione assoluta p è un’uguale grande pressione all’interno
direttamente proporzionale a questa forza. Poiché gli effetti della pressione del pesce nella sua vescica natatoria
dipendono dalla differenza di pressione, la maggior parte degli strumenti di riempita di gas. Se il pesce viene catturato
misura della pressione non indicano la pressione assoluta ma quella che è chia­ e portato rapidamente in superficie, la
pressione all’interno della sua vescica
mata la pressione relativa la differenza tra la pressione reale e la pressione natatoria non è più controbilanciata
atmosferica. La figura 12 .7 , nella pagina seguente, mostra come funziona un dalla pressione esterna, diventata molto
manometro, che misura per uno pneumatico la differenza di pressione inferiore. Si ha quindi una tremenda
p^ = In generale, la pressione relativa è la pressione in eccesso espansione della sua vescica natatoria.
rispetto alla pressione atmosferica; cioè, Quando vengono portati velocemente a
basse profondità, questi pesci raramente
, ' r ' 1 atm sopravvivono.
378 CAPITOLO 12 Le proprietà termiche della materia

FIGURA 12.7 Un manometro per In questo caso dobbiamo aggiungere 1 atm alla lettura dello strumento per
pneumatici misura la pressione relativa determinare la pressione assoluta p di cui avremo bisogno in molti calcoli in
cioè la differenza tra la pressione dello questo capitolo.
pneumatico e la pressione atmosferica.
ESEMPIO 12.4 Forza associata alla differenza di pressione
Pistone I pazienti che soffrono di malattia da decompressione possono essere trattati in
Questo disco fìsso
bliK-ca l’estremità camere iperbariche riempite di ossigeno ad una pressione maggiore di quella atmo­
della molla. L’asta sferica. Una camera cilindrica con portelli ermetici piatti del diametro di 0.75 m è
graduata può scivolare
attraverso il disco. riempita di ossigeno ad una pressione relativa di 27 kPa. Qual è la forza risultante su
Asta ogni portello?
graduata
IMPOSTAZIONE C’è una forza sul portello a causa della differenza di pressione tra
interno ed esterno. 27 kPa è la pressione in eccesso rispetto a 1 atm. Se assumiamo
la pressione esterna pari a 1 atm, allora 27 kPa è A/^ la differenza di pressione ai due
Valvola lati del portello.
dello pneumatico SOLUZIONE 11 portello ha un'area A = 7t(0.75 m/2)^ = 0.442 m^ La differenza di
pressione provoca una forza risultante
La dilTcren/a di
pressione tra p^^^ c F = A lp = (0.442 m2)(27 000 Pa) = 12 kN
pMm il pistone in
avanti contro la molla facendo
muovere l’a.sta graduala verso
VERIFICA L’area del portello è grande, quindi ci aspettiamo una forza grande. La
l’eslemo. nostra risposta ha senso, sebbene sia notevole pensare che questa forza derivi da
collisioni di singole molecole sul portello. La grande forza di pressione deve essere
bilanciata da un’uguale forza per mantenere il portello in posizione, quindi esso è
attaccato con bulloni molto robusti.

Dagli urti alla pressione: l ’equazione di stato


per un gas ideale
Possiamo basarci sul fatto che la pressione in un gas sia dovuta agli urti delle
particelle contro le pareti per fare alcune previsioni qualitative. La figura 12.8
illustra alcune di queste previsioni.
figura 12.8 Dipendenza della pressione di un gas da altre grandezze fisiche.

Aumentando la temperatura del gas, le Diminuendo il volume del contenitore gli Aumentando il numero di particelle nel
particelle si muovono più velocemente. Di urti con le pareli sono più frequenti e contenitore gli urti con le pareti sono più
conseguenza gli urti con le pareti avvengono quindi la pressione aumenta. frequenti e quindi la pressione aumenta.
con maggiore frequenza e maggior forza e
quindi la pressione sarà maggiore.

Basandoci sul ragionamento nella Figura 12.8, ci aspettiamo le seguenti


proporzionalità:
■ La pressione dovrebbe essere proporzionale alla temperatura del gas: p oc T.
■ La pressione dovrebbe essere inversamente proporzionale al volume del
contenitore: p oc \JV.
■ La pressione dovrebbe essere proporzionale al numero di particelle del gas:
p oc N.
Infatti, accurati esperimenti confermano ciascuna di queste previsioni, condu­
cendo a un’unica equazione che esprime queste proporzionalità:
NT

La costante di proporzionalità C risulta essere nient’altro che la costante di


Boltzmann che ci permette di scrivere
Pompando aria nella ruota di una
bicicletta aggiungiamo particelle pV = N k^T (12.14)
nel volume costante della ruota, Equazione di stato per un gas ideale, versione 1
aumentando la pressione.
12.2 II modello atomico di un gas ideale 379

L’Equazione 12.14 è nota come equazione dì stato per un ga s ideale.


L’Equazione 12.14 è scritta in termini del numero di particelle del gas, ma
spesso è più utile esprimere l’equazione di stato per un gas ideale in termini del
numero n di moli. Essendo il numero di particelle N = nN^ , possiamo riscri­
vere l’Equazione 12.14 come

pV = fìN ^k^ T = nR T (2.15)


Equazione di stato per un gas ideale, versione 2

In questa versione dell’equazione, la costante di proporzionalità, nota come


costante universale dei gas, è
R = N J ^ = 8.3ì J/mol • K
Le unità di misura possono apparire insolite, ma il prodotto di Pa e di m^ le
unità di pV, è equivalente a J.
Rivediamo il significato e le unità di misura delle varie grandezze neH’e-
quazione di stato per un gas ideale:

Numero di moli di gas nel


campione o nel contenitore
Pressione assoluta (Pa)- •Costante universale
" p V = r iR T dei gas, 8.31 J/mol K
Volume del campione o ..... ' ‘..... Temperatura in kelvin (K)
del contenitore di gas (m^)

ESEMPIO 12.5 V o lu m e occupato da una m ole di g a s ideale


Quale volume occupa 1 mole di un gas ideale ad una pressione riRT ( 1.00 mol)(8.31 J/mol • K)(273 K)
di 1.00 atm e ad una temperatura di 0°C? V= = 0.0224 m^
p 101.3* 10'Pa
IMPOSTAZIONE II primo passo nel calcolo dell’equazione di Ricordiamo da quanto visto in precedenza in questo capitolo
stato per un gas ideale è quello di convertire tutte le quantità che 1.00 m '= 1000 L, quindi troviamo
nelle unità del SI: V=22.4L
p= 1.00 atm= 101.3* 10'Pa VERIFICA A questa temperatura e pressione, troviamo che il
volume di 1 mole di un gas è pari a 22.4 L, un risultato che
r = 0 + 273 = 273 K forse abbiamo già visto in chimica. Quando risolveremo eser­
cizi riguardanti i gas, sarà utile tenere questo volume a mente
SOLUZIONE Usiamo l’equazione di stato per un gas ideale per vedere se la nostra risposta ha senso dal punto di vista
esplicitata rispetto a V fisico.

UESEi ►Le condizioni di questo esempio, 1 atm di pressione e 0°C, sono


chiamate temperatura e pressione standard, abbreviate in STP. Esse sono
un punto di riferimento comune per molti processi relativi ai gas. <

► Scambio dì gas nei polmoni BIO Quando respiriamo, come fa l’ossigeno


ad arrivare ai nostri vasi sanguigni? Il modello atomico ci fornisce alcune
indicazioni. Questa foto mostra una veduta molto ingrandita degli alveoli. Gli
alveoli sono sacche d’aria nei polmoni, circondate da capillari, piccolissimi
vasi sanguigni. Le sottili membrane degli alveoli e i capillari sono permeabili,
cioè piccole molecole le possono attraversare. Se una membrana permeabile
separa due regioni di spazio che hanno diverse concentrazioni di una molecola,
il rapido movimento delle molecole genera un trasporto di molecole nella
direzione avente minor concentrazione, come ci potevamo aspettare dalla
nostra discussione sul perché il calore fluisce dai corpi caldi verso quelli freddi
affrontata nel Capitolo 11. Questo trasporto, interamente dovuto al moto delle
molecole, è noto come diffusione. Nei polmoni, la maggior concentrazione di
ossigeno negli alveoli guida la diffusione dell’ossigeno nel sangue contenuto
nei capillari. Allo stesso tempo, il biossido di carbonio si diffonde dal sangue
verso gli alveoli. La diffusione è in questo caso un mezzo di trasporto rapido
ed efficace perché le membrane sono sottili. La diffusione non funziona per
portare ossigeno dai polmoni alle altre parti del corpo in quanto la diffusione
avviene lentamente su grandi distanze, quindi il sangue ossigenato dev’essere
pompato attrav^t:go tutto il corpo.
380 C A P I I OLO 12 Le proprietà termiche della materia

PAUSA DI RIFLESSIONE 12.2 Un campione di un gas ideale è posto in un con­


tenitore sigillato. La temperatura del gas e il volume del contenitore vengono
entrambi aumentati. Quali altre proprietà del gas cambiano necessariamente?
(Può esistere più di una risposta corretta.)
A. La velocità rms degli atomi del gas B. L’energia termica del gas
C. La pressione del gas D. Il numero di molecole del gas

12.3 Le trasformazioni di un gas ideale


Questo capitolo tratta delle proprietà termiche della materia. Quali cambia­
menti avvengono nella materia quando se ne cambia la temperatura? Possiamo
utilizzare l’equazione di stato per un gas ideale per fare queste deduzioni per i
gas in quanto essa fornisce una connessione tra la pressione, il volume e la
temperatura di un gas. Per e.sempio, supponiamo di misurare la pressione degli
pneumatici della nostra auto in un mattino freddo. Di quanto aumenterà la
pressione dopo che lo pneumatico sarà stato ri.scaldato dal Sole e la tempera­
tura dell’aria negli pneumatici sarà aumentata? Saremo in grado di risolvere
questo problema più avanti in questo capitolo, ma, per ora, notiamo alcune
proprietà tipiche di questo processo:
■ La quantità di gas è fìssa cioè non viene aggiunta o rimossa aria dagli pneu­
matici. Tutti i processi che considereremo coinvolgeranno una quantità fissa
di gas.
■ Esiste uno .stato iniziale ben definito. I valori iniziali di pressione, volume e
temperatura saranno designati come /?., V. e T..
■ Esi.ste uno stato finale ben definito in cui la pressione, il volume, e la tem­
peratura hanno i valori e T^.
I processi con queste proprietà sono chiamati trasformazioni di un gas ideale.
Per gas in contenitori sigillati, il numero di moli (e il numero di molecole)
non cambia. In que.sti casi, l’equazione di stato per un gas ideale può essere
scritta come
pV
— = fiR = costante
T
1 valori delle variabili negli stati iniziale e finale sono quindi collegati da

P iV f^ P iV ,
Tf T,
( 12. 16)
Stati iniziale e finale per un gas ideale in un contenitore sigillato

Questa relazione del tipo prima-e-dopo tra i due stati, ci ricorda una legge di
conservazione e sarà di notevole valore per la risoluzione di molti problemi.

►Poiché pressione e volume appaiono da entrambi i lati dell’e-


quazione, questo è un raro caso di un’equazione per cui noi possiamo
usare qualsiasi unità di misura desideriamo, non solo le unità del Sistema
Internazionale. Tuttavia, la temperatura deve essere in K. I fattori di con­
versione per la pressione e il volume sono fattori moltiplicativi e gli stessi
fattori da entrambi i lati dell’equazione si cancellano. Ma la conversione
da K a °C è un fattore additivo e i fattori additivi al denominatore non si
cancellano. <

Diagram m i p V
E utile rappresentare le trasformazioni di un gas ideale su un grafico chiamato
diagram m a p V (o piano di Clapeyron). L’importante idea che sta alla base
di un diagramma pV è che ciascun punto del grafico rappresenta un singolo e
unico stato del gas. Ciò può sembrare sorprendente perché un punto su tale
grafico specifica solo il valore di pressione e volume. Tuttavia, conoscendo p
12.3 Le trasformazioni di un gas ideale 381

e V, e assumendo che n sia noto in un gas contenuto in un contenitore sigillato,


possiamo trovare la sua temperatura dall’equazione di stato per un gas ideale.
Quindi ciascun punto su un diagramma pV rappresenta una tripletta di valori
(/?, V, D e specifica lo stato del gas.
Per esempio, la f i g u r a i2.9a è un diagramma pV che mostra i tre stati di un FIGURA 12.9 Lo
Stato del gas e le
sistema formato da 1 mole di gas. I valori di /? e V possono essere letti dagli trasformazioni dei gas ideali possono
essere rappresentate in un diagramma pi/.
assi, mentre la temperatura dello stato associato al punto può essere calcolata
mediante l’equazione di stato. Una trasformazione di un gas ideale è un pro­ (a) Ogni stalo di un gas ideale ò rappresentalo
da un punto nel diagramma pV.
cesso che cambia lo stato del gas, per esempio riscaldandolo o comprimen­
P (kPa)
dolo, e può essere rappresentata come una “curva continua’’ nel diagramma n = 1 mol 2
pV. La FIGURA i2.9b iiiostra una trasformazione possibile in cui il gas della 10
T2 = 3600 K
Figura 12.9a passa dallo stato 1 allo stato 3. 1
T, = 900 K
Trasformazioni a volume costante
Supponiamo di avere un gas racchiuso in un contenitore rigido, come mostrato
nella f i g u r a i 2 .ioa. Riscaldando il gas, questo aumenterà la sua pressione 7’3 = 600 K
senza cambiare il suo volume. Questo è un esempio di una trasform azione a - V(mb
volum e costante o trasformazione isocora, per la quale si ha: V.. 0 1
Poiché il valore di V non cambia, a questa trasformazione è associata una (b) Una trasforma/ione che pi)rta il gas
linea verticale da i a f nel diagramma pV della f i g u r a i 2 .iob. Una trasforma­ da uno stato a un altro è rappresentala
zione a volume costante è rappresentata nel diagramma pV da una linea verti­ P (kPa) curva nel diagramma pV.
2
cale. 10
1
FIGURA 12.10 Trasformazione a volume costante (isocora).
(a) Airaumentarc della temperatura (b) 5-
aumenta anche la pressione.

Pf-
•V(m^)
Una trasCorma/ione
’*a volume costante è
rappresentata nel
diagramma pV da
Pi- una linea verticale.

ESEMPIO 12.6 Calcolo della pressione degli pneum atici in una giornata calda
La pressione in uno pneumatico d’automobile è 30.0 psi in un trovare la pressione finale. In questa equazione, dividiamo da
mattino freddo quando la temperatura del l’aria è 0°C. Succes­ entrambi i lati per e poi eliminiamo il rapporto tra i due
sivamente la giornata si scalda e il Sole splende sugli pneuma­ volumi, che è uguale ad 1 per questa trasformazione isocora:
tici scuri, facendo aumentare la temperatura deH’aria aH’interno V^Tf _ Tj_
degli pneumatici a 30°C. Qual è la pressione relativa degli Pf P\ \r
Vf 'T
/j Pi rrII
pneumatici a questa temperatura? Le unità di misura per p^ saranno le stesse di p., per cui pos­
IMPOSTAZIONE Uno pneumatico è (con buona approssi­ siamo mantenere la pressione iniziale in psi. La pressione alla
mazione) un contenitore sigillato a volume costante, quindi temperatura più alta è
questa è una trasformazione a volume costante. La pressione 303 K
Pf = 44.7 psi X = 49.6 psi
degli pneumatici misurata è una pressione relativa, ma l’equa­ 273 K
zione di stato per un gas ideale riguarda la pressione assoluta. Questa è una pressione assoluta, ma il problema richiede la
Dobbiamo quindi correggere i valori misurati. La pressione pressione misurata nello pneumatico, cioè una pressione rela­
iniziale è tiva. Convertendo a una pressione relativa otteniamo
p. = + 1.00 atm = 30.0 psi -f 14.7 psi = 44.7 psi (p)j = Pf - 1.00 atm = 49.6 psi - 14.7 psi = 34.9 psi
Le temperature devono essere espresse in kelvin, quindi con­ VERIFICA La temperatura è cambiata di 30 K, che rappresenta
vertendo abbiamo: un po’ più del 10% della temperatura iniziale, quindi ci aspet­
tiamo una grande variazione della pressione. Il nostro risultato
r. = 0°C-f-273 = 273 K
sembra ragionevole, e ha delle implicazioni pratiche: se con­
T^= 30X + 273 = 303 K
trolliamo la pressione dei nostri pneumatici quando sono a una
SOLUZIONE II gas è in un contenitore sigillato, quindi pos­ particolare temperatura, non ci aspettiamo che la loro pressione
siamo usare l’equazione di .stato di un gas ideale 12.16 per resti la stessa quando le condizioni cambiano!
382 CAPITOLO 12 Le proprietà termiche della materia

Trasformazioni a pressione costante


Molte trasformazioni nei gas avvengono a pressione costante. In una trasfor­
mazione a pressione costante, detta anche trasformazione isobara, abbiamo

Un esempio di trasformazione isobara è mostrato nella f ig u r a 1 2 .i l a . Un


gas è sigillato in un cilindro da un pistone ideale, cioè un coperchio di massa
trascurabile che chiude perfettamente il cilindro ma che è in grado di scorrere
liberamente senza attrito verso l’alto o verso il basso. 11 pistone scorrerà verso
l’alto o il basso, comprimendo o espandendo il gas alTinterno del cilindro,
finché non raggiunge la posizione in cui Questa è la posizione di
equilibrio per il pistone, ossia la posizione in cui la forza verso l’alto =
P%J^^ dove A è l’area del pistone, bilancia esattamente la spinta verso il basso
della forza F^^^=p^^A dovuta alla pressione esternap^^^. La pressione del gas in
questa situazione è quindi uguale alla pressione esterna. Finché la pressione
esterna non varia, non varierà neanche la pressione interna del gas all’interno
del cilindro.
FIGURA 12.11 Trasformazione a pressione costante (isobara).
(u) In equilibrio lu (b) p Una trasforinazione isobara
pressione dev’essere ò rappresentata in un diagramma
la stessa su entrambi pV con una linea orizzontale.
i lati del pistone.
» ^
P-

Pistone
Pgas
scorrevole

Stato •• Poiché la pressione esterna non cambia,


iniziale la pressione del gas rimane costante
mentre il gas si espande.

Supponiamo di scaldare il gas nel cilindro. La pressione del gas non cambia
perché la pressione non è controllata dalla temperatura, ma dalla pressione
esterna, che non varia. Ma all’aumentare della temperatura, gli atomi si muo-
veranno sempre più velocemente causando un’espansione del gas che provo­
cherà una spinta del pistone verso l’alto. Poiché la pressione resta sempre la
stessa, questa è una trasformazione isobara, la cui curva è mostrata nella f ig u r a
i 2.iib. Una trasformazione a pressione costante è rappresentata in un dia­
gramm a p V da una linea orizzontale.

ESEMPIO 1 2 .7 Una com pressione a pressione constante


Un gas in un cilindro con un pistone scorrevole, occupa 50.0 SOLUZIONE Possiamo usare l’equazione di stato di un gas
cm^a 50X. Il gas viene raffreddato a pressione costante fino a ideale per un contenitore sigillato e risolvere per V^:
una temperatura di 10°C. Qual è il volume finale occupato dal P\ Tf ^ 283 K ,
gas? V i = V i ~ — - = 5 0 . 0 cm^ X 1 X — — = 4 3 . 8 cm^
' Pf Ti 323 K
IMPOSTAZIONE 11 gas è contenuto in un contenitore sigillato,
VERIFICA In questo esempio e nell’Esempio 12.6, non
quindi possiamo usare l’Equazione 12.16. La pressione del gas
abbiamo convertito le unità della pressione e del volume per­
non cambia, quindi la trasformazione è isobara con p^ /p^= 1.
ché la conversione comporta solo fattori moltiplicativi che si
Le temperature devono essere espresse in kelvin:
cancellano. Viceversa abbiamo convertito la temperatura in
r, = 50X + 273 = 323 K kelvin perché questo comporta un fattore additivo che non si
r^=10°C + 273 = 283 K cancella.

Trasformazioni a tem peratura costante


Una trasformazione a temperatura costante è anche detta trasformazione iso­
terma. In una trasformazione isoterma T^ = 7,. Un esempio di trasformazione
isoterma è illustrato nella f ig u r a 1 2 . 1 2 . Un pistone è spinto verso il basso per
comprimere un gas, ma il cilindro che contiene il gas è immerso in un conteni­
tore più grande che contiene un liquido mantenuto a una temperatura costante.
12.3 Le trasformazioni di un gas ideale 383

Se il pistone è spinto lentamente, allora il trasferimento di energia sotto forma di FIGURA 12.12 Trasformazione a
calore attraverso le pareti del cilindro manterrà il gas alla stessa temperatura del temperatura costante (isoterma)
liquido circostante. Questa è una compressione isoterma. 11 processo inverso, in (a) Compressione
cui il pistone è lentamente sollevato verso l’alto, è un'espansione isoterma.
La rappresentazione di una trasformazione isoterma nel diagramma p V è un
po’ più complicata di quella dei due processi che abbiamo visto in precedenza
Vf Stato
perché sia p che V variano. Poiché T resta costante, abbiamo la relazione , finale
nRT costante
p = ----- = ----------- (12.17) T cosianic T cosiaiiic
^ V V
Vi è una relazione inversa tra p e V, quindi la curva associata a una trasfor­ Una irasforma/.ione
.. isoterma è rappresentata
mazione isoterma è un'iperbole. in un diagramma/>V
11 processo mostrato come i —> f nella Figura 12.12b rappresenta la com­ da un’iperbole.
pressione isoterma mostrata nella Figura 12.12a. In un'e.spansione isoterma
l’iperbole sarebbe percorsa nella direzione opposta. La curva associata a una
trasformazione isoterma è chiamata essa stessa isoterma.
La posizione dell’iperbole dipende dal valore di T. Se abbiamo una tempe­
ratura costante più alta per la trasformazione nella Figura 12.12a, l’isoterma si
allontanerà dall’origine del diagramma pV spostandosi verso l’alto e verso (c) p Temperature diverse
destra. La Figura 12.12c mostra tre isoterme per questa trasformazione relative
a tre differenti temperature. Un gas sottoposto a una trasformazione isoterma
si muoverà lungo l’isoterma con la temperatura appropriata.

ESEMPIO 12.8 Com pre ssione deH'aria nei polm oni BK)
Un subacqueo fa un respiro profondo in superficie, riempiendo i suoi polmoni con
4.0 L d’aria. Successivamente scende a una profondità di 5.0 m, dove la pressione è
0.50 atm maggiore di quella in superficie. A questa profondità, qual è il volume
d’aria nei polmoni del subacqueo?
IMPOSTAZIONE I I I superficie, la pressione deH’aria aH’interno dei polmoni del
subacqueo è pari a 1.0 atm, la pressione atmosferica al livello del mare. Mentre
scende, la pressione all’interno dei suoi polmoni deve salire per compensare la pres­
sione dell'acqua circostante, poiché il corpo non può sostenere grandi differenze
di pressione tra l’interno e l’esterno. Inoltre, l’aria resta alla temperatura corporea,
facendo di questo processo una trasformazione isoterma con T^ = T.
SOLUZIONE L’equazione di stato di un gas ideale per un contenitore sigillato (i
polmoni) dà
A ^ . LO atm
V f = F i — : ~ = 4 .0 L X - - = 2.7 L
Pf T’x 1.5 atm
Notiamo che non abbiamo avuto bisogno di convertire la pressione alle unità del SI.
Dal momento che le unità sono le stesse, al numeratore ed al denominatore, esse si
cancellano.
VERIFICA L’aria ha un volume minore a pressioni più elevate, come ci aspettavamo.
L’aria contenuta all’interno dei polmoni si comprime in modo significativo quando
scendiamo sotto la superficie del mare.

Termodinamica delle trasformazioni per un gas ideale


Nel Capitolo 11 abbiamo introdotto il primo principio della termodinamica e
abbiamo visto che il calore e il lavoro sono solo due modi diversi di aggiungere
energia a un sistema. In quel caso abbiamo considerato i cambiamenti associati
al trasferimento di calore, adesso vogliamo considerare l’altra forma di trasfe­
rimento di energia: il lavoro.
Quando i gas si espandono, essi possono produrre lavoro spingendo contro
un pistone. Questo è esattamente il modo in cui funziona il motore di un’auto­
mobile: quando la candela produce la scintilla nel cilindro del motore, essa
incendia la miscela gassosa di aria e benzina all’interno del cilindro. I gas caldi
si espandono, spingendo il pistone verso l’esterno, e attraverso varie compo­
nenti meccaniche, questo lavoro viene trasferito alle ruote dell’automobile.
L’energia è trasferita dal gas sotto forma di lavoro; quindi diciamo che il gas
compie un lavoro sul pistone. Analogamente, il gas nella Figura 12.1 la compie
lavoro mentre spinge il pistone e lo muove verso l’alto.
384 CAPITOLO 12 Le proprietà termiche della materia

FIGURA 12.13 II gas in espansione Abbiamo appreso nella ^4 s e z io n e 10 .2 che il lavoro svolto da una forza
compie lavoro sul pistone. costante F che spinge un corpo a distanza c lè W = Fd. Ora applichiamo questo
Il gas spinge siM pistone concetto a un gas. La f ig u r a i2 .i3 a mostra un gas in un cilindro sigillato a
Per riiantenere il pistone in
un’estremità da un pistone scorrevole. La forza è dovuta alla pressione del
posizione ei deve essere gas e ha un modulo pari a F^^^ = pA. La forza ^ext» forse una forza applicata
(a)
una l'or/.a esterna uguale dalla sbarra del pistone, è uguale in modulo e direzione ma opposta in verso a
ed opposta a
Pressione p Fgas- La pressione del gas farebbe saltare via il pistone se non ci fosse la forza
esterna.
Supponiamo che il gas si espanda a pressione costante, spingendo il pistone
verso resterno dalla posizione x alla p o s i z i o n e , per una distanza d = x ^ - x,
come mostrato nella figura i2.i3b. Mentre ciò accade, la forza dovuta alla
pressione del gas compie un lavoro
Wgas = F g{ ^d = (pA){Xf - X) = p(x^ A -x ^ A)
(b) Quando il pistone si s|>osta di una distanza
il gas compie un lavoro Ff,.^^^I. Ma X A è il volume iniziale del cilindro V. (ricordiamo che il volume di un
Area del pistone A / cilindro è dato dall’area della base per la sua altezza) e A è il volume finale
J TrI Quindi il lavoro fatto dal gas è dato da
I:I
I1 1 (12.18)
ÉfF=F-C>
I I
... Lavoro compiuto da un gas in una trasformazione isobara
dove AV è la variazione del volume.
' / Xf L ’Equazione 12.18 ha un’interpretazione particolarmente semplice sul dia­
Il volume del gas varia di AV^ = JA. gramma pV. Come la f ig u r a i2 .i4 a mostra, p W è l’“area sotto la curva nel
piano /?V” tra V. e V',. Sebbene abbiamo mostrato questo risultato solo per una
trasformazione isobara, esso risulta vero per tutte le trasformazioni dei gas
FIGURA 12.14 Calcolo del lavoro svolto
in una trasformazione di un gas ideale. ideali. Cioè, come la f ig u r a i2 .i4 b mostra,

(a) Per una trasform azione = area sotto la curva nel piano pV tra V. e
..•** isobara, l'area sotto la
P curva p W ò il lavoro Ci sono alcune cose da chiarire:
svolto dal gas quando si
espande da a Vf. ■ Affinché un gas produca lavoro, il suo volume deve cambiare. Non si ha
f lavoro in una trasformazione a volume costante.
T ■ La semplice relazione dell’Equazione 12.18 si applica solo a trasformazioni a
Ar pressione costante. Per qualsiasi altra trasformazione di un gas ideale, dob­
biamo usare la geometria del diagramma pV per calcolare l’area sotto la curva.
■ Per calcolare il lavoro svolto, la pressione dev’essere in Pa ed il volume in
m^. 11 prodotto di Pa (cioè N/m^) e m^ è N • m. Ma 1 N • m è 1 J, l’unità di
(b)
misura del lavoro e dell’energia.
In generale, il lavoro svolto ■ è positivo se il gas si espande (A V > 0). Il gas compie lavoro spingendo
da un gas ò l'area sotto la
curva tra Vj e Vf.
sul pistone. In questo caso, il lavoro compiuto è energia trasferita fuori dal
sistema e l’energia del gas decresce. è negativo se il pistone comprime
il gas (AV < 0) poiché in questo caso la forza è opposta allo sposta­
mento del pistone. L ’energia viene trasferita al sistema sotto forma di lavoro
e l’energia del gas aumenta. Spesso diciamo che “il lavoro è compiuto sul
gas’’, ma ciò significa solo che VV è negativo.
Nel primo principio della termodinamica, AF^ = Q + W, dove W è il lavoro
fatto dall’ambiente, cioè dalla forza ^exl che agisce sul sistema. Ma e F^as
sono forze uguali e opposte, come abbiamo già notato in precedenza, quindi il
lavoro svolto dall’ambiente è di segno opposto rispetto a quello svolto dal gas:
W= — Di conseguenza, il primo principio della termodinamica può essere
riscritto come segue
A Eih= Q
^ - W gas (12.19)
Nel Capitolo 11 abbiamo appreso che l’energia termica di un gas ideale
dipende solo dalla sua temperatura come = 3/2 Nk^ T. Confrontando le
Equazioni 12.14 e 12.15 otteniamo che Nk^ è uguale a nR, quindi possiamo
scrivere la variazione di energia termica per un gas ideale come
3 3
^Ef^ = - N k B ^ T = - n R A T ( 12.20)
12.3 Le trasformazioni di un gas ideale 385

ESEMPIO 12.9 Term odinam ica di un g a s in espansione


Un cilindro con un pistone scorrevole contiene 0.016 moli di PfV( (2.0 • 10^Pa)(3.0 • 10~‘^m^)
elio. Una ricercatrice espande il gas attraverso il processo illu­ Tf = = 450K
ììR (0.016 mol)(8.31 J/mol • K)
strato nella FIGURA 12.15. Per ottenere ciò, la ricercatrice deve
La temperatura aumenta, e quindi deve aumentare anche l’e­
scaldare il gas? Se la risposta è positiva, quanto calore dev’es­
nergia termica. Possiamo usare l’Equazione 12.20 per calco­
sere aggiunto o sottratto al gas?
lare questa variazione:
FIGURA 12.15 Diagramma pVóeì processo.
mol)(8.31 J/mol • K)(450 K - 300 K) = 30 J
p (kPa)

FIGURA 12.16 II lavoro svolto da un gas in espansione


è pari alTarea totale sotto la curva rappresentante la
trasformazione.

m')
IMPOSTAZIONE Mentre un gas si espande, compie lavoro
sul pistone. La sua temperatura può variare anch’essa, il che
implica una variazione in energia termica. Possiamo usare la
versione del primo principio della termodinamica dell’Equa­
zione 12.19 per descrivere le variazioni di energia nel gas. Tro­
veremo per prima la variazione di energia termica calcolando
la variazione di temperatura, poi calcoleremo quanto lavoro La seconda quantità che dobbiamo calcolare è il lavoro
viene fatto considerando l’area sotto la curva. Una volta che compiuto. Lo facciamo trovando l’area sotto la curva relativa
conosciamo VV^ e possiamo usare il primo principio per alla trasformazione. La f ig u r a 1 2 . I 6 mostra che possiamo fare
determinare il segno e il valore del calore. questo calcolo considerando l’area come un triangolo sopra ad
11 grafico ci dice la pressione e il volume, quindi possiamo un rettangolo. Notiamo che le due aree sono in joule perché
usare l’equazione di stato di un gas ideale per calcolare la tem­ sono il prodotto di Pa e m\ Il lavoro totale è
peratura nei punti iniziale e finale. A tale scopo avremo biso­ W^ = area del triangolo 4- area del rettangolo
gno dei volumi in unità del SI. Leggendo i volumi iniziale e *“= 20 J -f 40 J = 60 J
finale sul grafico e convertendo, troviamo Ora possiamo usare il primo principio scritto secondo l’E­
1 m-" quazione 12.19 per trovare il calore:
Vi = 100 cm^ X ■= 1.0 • 10"
10^ 0^ = Ih gu
=30J + 60J = 90J
Im^
V f = 3 0 0 cm^X = 3.0 • 10"^ Questo è un numero positivo, quindi, usando la convenzione
10^ cm^ introdotta nel Capitolo 11, vediamo che 90 J di energia sotto
SOLUZIONE Le temperature iniziale e finale sono trovate forma di calore devono essere aggiunti al gas.
usando l’equazione di stato di un gas ideale:
VERIFICA II gas compie lavoro, una perdita di energia per il
A Vi (4.0 • lO^^PaXl.O • 10 Sii^) sistema, ma la sua temperatura aumenta, quindi è logico che il
T i = ^ = ■: - — r-rr-^ = 300 K
nR (0.016 mol)(8.31 J/mol *K) calore debba essere trasferito al sistema.

Trasformazioni adiabatiche
Quando gonfiamo la ruota di una bicicletta con una pompa a mano, questa si
riscalda. Abbiamo visto perché ciò avviene nel Capitolo 11 : quando spingiamo
verso il basso la pompa, un pistone nella camera della pompa comprime il gas,
compiendo lavoro su di esso. Secondo il primo principio della termodinamica,
compiere lavoro su un gas aumenta la sua energia termica. Quindi la tempera­
tura del gas aumenta e il calore viene successivamente trasferito attraverso le
pareti della pompa alle nostre mani.
Ora supponiamo di comprimere il gas in un contenitore isolato termica­
mente, per cui il calore non viene scambiato con Tambiente, oppure di compri­
merlo così rapidamente che il calore non ha il tempo di essere trasferito. In
entrambi i casi, Q = 0. Se una trasformazione in un gas ha Q = 0, sia per una
compressione o un’espansione, chiamiamo questo processo una trasform a­
zione adiabatica.
Un gas in espansione compie lavoro, quindi > 0. Se l’espansione è
adiabatica, significa che Q = 0, allora il primo principio della termodinamica
come scritft^nell’Equazione 12.19 ci dice che < 0. La temperatura è pro­
porzionale all’energia termica, quindi la temperatura diminuirà anch’essa.
386 CAPITOLO 12 Le proprietà termiche della materia

U n’espansione adiabatica abbassa la tem peratura di un gas. Se il gas è


compresso, il lavoro è fatto sul gas < 0). Se una compressione è adiaba­
tica, il primo principio della termodinamica implica che > 0 e quindi la
temperatura aumenta. Una compressione adiabatica aum enta la tem pera­
tura di un gas. Le trasformazioni adiabatiche ci consentono di usare il lavoro,
al posto del calore, per variare la temperatura di un gas.
Le trasformazioni adiabatiche hanno molte importanti applicazioni. Nell’at-
mosfera, grandi masse d’aria si spostano attraverso il pianeta scambiando
molto lentamente calore con Tambiente circostante, quindi espansioni adiaba­
tiche e compressioni possono condurre a grandi e brusche variazioni della tem­
peratura, come nel caso del vento di Chinook (un vento caldo e secco che
soffia nel versante orientale delle Montagne Rocciose negli Stati Uniti).

<Venti tiepidi di montagna Questa immagine mostra le temperature (in °F)


di un giorno d’inverno nel Nord America. Notiamo l’area in verde brillante
di temperature tiepide fuori stagione che si estende dal centro del continente
verso nord-ovest. Quel giorno, un forte vento da ovest, chiamato vento di
Chinook, proveniente dalle Montagne Rocciose, si muoveva rapidamente da
alte quote (e basse pressioni) a basse quote (e alte pressioni). L’aria è stata
rapidamente compressa nella discesa. La compressione è stata così rapida
che non è stato scambiato alcun calore con l’ambiente, dando luogo a una
trasformazione adiabatica che ha aumentato significativamente la temperatura
dell’aria.

ESEMPIO CONCETTUALE 12.10 Curve adiabatiche in un diagram m a p V


La FIGURA 12.17 mostra il diagramma pV di un gas sottoposto a una temperatura più alta dove la pressione del gas raggiunge
a una compressione isoterma dal punto 1 al punto 2. Disegna il valore p^.
come sarebbe il diagramma pV se il gas fosse compresso dal
punto 1 alla stessa pressione finale mediante una rapida com­
FIGURA 1 2 .18 Diagramma pVper una compressione
pressione adiabatica.
adiabatica.
La curva di una compressione
FIGURA 12.17 Diagramma pV per una compressione adiabatica si .sposta da
isoterma. P2 ~\ 2^ un’isoterma a temp>eratura
minore a un'isoterma a
temperatura maggiore.

T maggiore

Pi" T minore
V2 \/3 V,
VERIFICA In una compressione isoterma, il calore è trasferito
fuori dal gas in modo che la temperatura del gas resti la stessa.
Questo calore trasferito non esiste in una compressione adia­
SPIEGAZIONE Una compressione adiabatica aumenta la batica, quindi ci aspettiamo che il gas abbia una temperatura
temperatura del gas poiché il lavoro fatto sul gas viene tra­ finale più alta. In generale, la temperatura dello stato finale
sformato in energia termica. Di conseguenza, come mostrato di una compressione adiabatica è più alta di quella dello stato
nella f ig u r a 1 2 .18, la curva di una compressione adiabatica iniziale. Analogamente, un’espansione adiabatica termina su
interseca differenti isoterme e finisce su un’isoterma associata un’isoterma a temperatura inferiore.

PAUSA DI RIFLESSIONE 12.3 Qual è il rapporto 7,/7 per questa trasformazione?


A. 1/4 p (atm)
B. 1/2
4-
C. 1 (T non varia)
D. 2 3-
E. 4
2-
F. Non ci sono abbastanza
informazioni per decidere. 1-
0-
12.4 Dilatazione termica 387

12.4 Dilatazione termica


I legami tra gli atomi nei solidi e nei liquidi implicano che i solidi e i liquidi F IG U R A 1 2 .1 9 L'aumento della

siano molto meno comprimibili dei gas, come abbiamo già notato. L’innalza­ temperatura in un solido causa la sua
mento della temperatura di un solido o di un liquido produce una piccola ma
dilatazione.
(a) Temperatura
misurabile variazione di volume. Abbiamo visto questo principio in azione nel
termometro a mercurio o ad alcol che usiamo per misurare la temperatura.
Quando immergiamo l’asta del termometro in qualcosa di tiepido, il liquido
nella colonnina si muove verso l’alto per una ragione molto semplice: esso si
dilata. Questa dilatazione termica è alla base di molti fenomeni di tipo pra­ Voluiiie V^
tico.
La FIGURA I2 .i9 a mostra un cubo di materia, inizialmente a una temperatura (b) Temperatura Tf

T. Il lato del cubo ha lunghezza L e il volume del cubo è K. Iniziamo a scal­


dare il cubo, aumentando la sua temperatura fino a , come mostrato nella
FIGURA I2 .i9 b . La lunghezza del lato del cubo aumenta a e il suo volume
aumenta fino a
Per molte sostanze, la variazione di volume AV = — K è proporzionale
alla variazione di temperatura A r =T^ — T:

^ V = P V .^ T ( 12. 21)
p.35 ,
Dilatazione termica volumetrica - Ar

La costante p è nota come coefficiente di dilatazione volumetrica. Il suo


valore dipende dal materiale di cui è fatto il corpo. Poiché A 7è misurcUo in K,
l’unità di misura di è K"'.
Come il volume di un solido aumenta, analogamente ciascuna delle sue
dimensioni lineari aumenterà a sua volta. Possiamo scrivere un’espressione
simile per questa dilatazione termica lineare. Se un corpo di lunghezza iniziale
Espansione delle campate di un
L viene sottoposto a una variazione di temperatura Ar, la sua lunghezza diven­
ponte La lunghezza di un lungo ponte
terà Lj. La variazione di lunghezza, AL = Lj. —L ., è data da d’acciaio aumenterà leggermente in una
giornata calda e diminuirà in una giornata
fredda. I giunti di dilatazione termica
M = a L ì A7 ( 12. 22) consentono delle variazioni di lunghezza
Dilatazione termica lineare del ponte senza provocare ondulazioni della
carreggiata.

La costante a è il coefficiente di dilatazione lineare. Notiamo che le Equa­


zioni 12.21 e 12.22 si applicano altrettanto bene alla contrazione termica, ossia
nei casi in cui sia A T che AV^ (o AL) sono negativi.
I valori d\ a e p per alcuni dei materiali più comuni sono elencati nella
Tabella 12.3. La dilatazione volumetrica di un liquido può essere misurata, ma
poiché un liquido può cambiare forma, non possiamo assegnare a un liquido
alcun coefficiente di espansione lineare. Sebbene a e P varino leggermente
con la temperatura, i valori a temperatura ambiente nella Tabella 12.3 sono T A B E L L A 12.3 Coefficienti di dilatazione
adeguati per tutti i problemi che incontreremo in questo testo. I valori dì a c p termica lineare e volumetrica a 20°C
sono molto piccoli, quindi le variazioni in lunghezza e in volume, AL e AV, Lineare Volumetrica
sono sempre piccole frazioni dei loro valori originari. Sosta n/a « ( K ') /i(K ')
CEXD ►Le espressioni per la dilatazione termica sono solo delle espressio­ Allum inio 23- 10^ 69- 10"’
ni approssimate che si applicano entro un certo intervallo di temperatura. Vetro 9- IO '- 27 • 10 ^’
E.sse sono quello che chiamiamo formule empiriche in quanto danno risul­ Ferro o acciaio 12- IO*' 36 • 10
Calcestruzzo 12 • IO '■ 36- 10^
tati in buon accordo con le osservazioni sperimentali ma non rappresentano
Alcool etilico 1100- 10
nessuna legge fondamentale .sottostante. Esistono materiali che non seguo­
Acqua 210- 10
no le Equazioni 12.21 e 12.22; come vedremo l’acqua alle basse tempera­ Aria (e altri gas) 3400- 10^’
ture ne è un esempio. <
388 CAPITOLO 12 Le proprietà termiche della materia

ESEMPIO 12.11 Edifici che diventano più alti


L’altezza dello Space Needle, una tone di osservazione in VERIFICA Non notiamo che gli edifici diventano più alti nelle
acciaio che si trova a Seattle, è 180 metri in un giorno d’in­ giornate calde, quindi ci aspettiamo che il risultato finale sia
verno a 0°C. Quanto sarà alta in una giornata calda d’estate piccolo. La variazione ottenuta rappresenta solo una piccola
quando la temperatura è di 30°C? frazione dell’altezza della torre, come ci aspettavamo. La nostra
risposta ha senso fisico. Rispetto a 180 m, un’espansione di 6.5
IMPOSTAZIONE L’acciaio si espande a causa dell’aumento
cm non è qualcosa che siamo in grado di notare facilmente, tut­
della temperatura, che è tavia non è trascurabile. L’espansione tennica degli elementi
Ar = - r, = 30°C - 0°C = 30°C = 30 K strutturali delle torri e dei ponti deve essere considerata nella
fase di progettazione per evitare danni alle strutture. Quando i
SOLUZIONE 11 coefficiente di espansione lineare è dato nella progettisti non tengono nel giusto conto tali stress termici si può
Tabella 12.3; possiamo usare questo valore nell’Equazione incorrere in grossi aggravi dei costi, come nel caso deH’edificio
12.22 per calcolare l’aumento di altezza: della Amoco a Chicago. Qui i progettisti non tennero conto dello
stress termico dei pannelli di marmo che rivestivano l’edificio e
AL = aL Ar=(12 • 10“^’ K ')(180 m)(30 K) = 0.065 m tutti i 43(XX) pannelli dovettero essere sostituiti.

ESEMPIO CONCETTUALE 12.12 C o sa accade al foro?


Una placca di metallo ha un foro. Quando la placca è scaldata FIGURA 12.20 La dilatazione termica di un foro.
il loro diverrà più grande o più piccolo?
SPIEGAZIONE Mentre la placca si espande, potremmo pen­
sare che il foro si restringa (col metallo che si espande nel
foro). Ma supponiamo di guardare la placca di metallo e dise­
gnarci semplicemente un cerchio dove il foro dovrebbe essere
L’area contrassegnata Un foro può
praticato. Scaldandosi, la placca e l’area delineata si espan­ aumenta in dimensione Aumento n essere taglialo
dono entrambe, come vediamo nella Figura 12.20. Potremmo quando la temperatura \ di temperatura J y prima o dopo
tagliare un foro seguendo la linea delineata prima o dopo il cresce. ^ il riscaldamento.
riscaldamento della placca; le dimensioni del foro sarebbero
più grandi neH’ultimo caso. Quindi, le dimensioni del foro
devono espandersi mentre la placca si espande.
VERIFICA Quando un corpo viene sottoposto a un’espansione
termica (o a una contrazione), tutte le dimensioni aumentano (o
diminuiscono) della stessa percentuale.

Proprietà speciali d ell’acqua e del ghiaccio


L’acqua è la molecola più importante per la vita e differisce dagli altri liquidi per
molti aspetti importanti. Se raffreddassimo un campione d’acqua verso il suo
punto di congelamento a 0°C, ci aspetteremmo che il suo volume diminuisca. La
FIGURA 12.21 a mostra un grafico del volume di una mole d’acqua in funzione della
temperatura. Quando l’acqua si raffredda, possiamo vedere che il suo volume in
effetti diminuisce, ma fino a una certa temperatura. Una volta che l’acqua rag­
giunge i 4°C, un ulteriore raffreddamento comporta un aumento di volume.
Questo comportamento anomalo deH’acqua è il risultato della distribuzione di
carica delle molecole d’acqua, che determina come le molecole interagiscano
con le loro vicine. Quando l’acqua si avvicina al punto di congelamento, le mole­
cole iniziano a formare gruppi che sono fortemente legati. Le molecole d’acqua
devono in effetti allontanarsi un po’ di più tra di loro per formare i gruppi e
questo spiega l’aumento del volume. 11 congelamento dell’acqua risulta in un
aumento di volume ancora maggiore, come illustrato nella f ig u r a 1 2 .2 1 b.
►FIGURA 12.21 Variazione del volume (a) (h)
di una mole di acqua in funzione della
temperatura. 18.020- Quandi) la temperatura . "e 19.5
si avvicina a 0°C, Tacqua / •
1 18.019- comincia ad espandersi j 3 I ..... L’acqua si espande in
3*
leggermente. / 0
3 19.0- maniera significativa
18.018- I durante la transizione
"o I da liquido a solido.
18.5-
f 18.017- Solidiìi Liquido

18.0
I 18.016-

^ 18.015- -----1------ 1------ r~ 17.5-


4 6 8 10 -2 0 2 4 6
Temperatura (°C) Temperatura (°C)
12.4 Dilatazione termica 389

Questa espansione al congelamento ha importanti conseguenze. In molti


materiali, la fase solida è più densa della fase liquida, quindi i materiali solidi
affondano. Poiché l’acqua si espande mentre congela, il ghiaccio è meno denso
dell’acqua liquida e quindi galleggia. Non solo i cubetti di ghiaccio galleg­
giano nelle nostre bevande fredde, ma un lago gela formando uno strato di
ghiaccio sulla propria superficie anziché sul fondo. Questo strato di ghiaccio
isola l’acqua sottostante dall’aria più fredda soprastante, quindi molti laghi
non si ghiacciano interamente consentendo alla vita acquatica di sopravvivere
anche negli inverni più rigidi.

PAUSA DI RIFLESSIONE 12.4 Un anello di alluminio è stretto attorno ad una


sbarra di ferro. Se desideriamo allentare l’anello per rimuoverlo dalla sbarra,
dovremmo
A. Aumentare la temperatura dell’anello e della sbarra.
B. Diminuire la temperatura dell’anello e della sbarra.

12.5 Calore specifico e calore latente


Se teniamo un bicchiere d’acqua fredda in mano, il calore della nostra mano
alzerà la temperatura dell’acqua. 11 calore della mano scioglie anche un cubetto
di ghiaccio; lo scioglimento è un esempio di quello che viene chiamato cam­
biamento di stato. Aumentare la temperatura e cambiare di stato sono due pos­
sibili conseguenze del riscaldamento di un sistema ed esse costituiscono una
parte importante della nostra comprensione delle proprietà termiche della
materia.

Calore specifico
Aggiungendo 4190 J di energia sotto forma di calore a 1 kg d’acqua, si produce TABELLA 12.4 Calori specifici di solidi e
un aumento di temperatura di 1 K. Se avessimo la fortuna di possedere 1 kg di liquidi
oro, potremmo constatare che bastano solo 129 J per alzarne la temperatura di Sostanza c (.I/kn-K)
1 K. La quantità di calore che aumenta la temperatura di 1 kg di sostanza di 1
K è chiamata calore specifico di quella sostanza. 11 simbolo del calore speci­ Solidi
fico è c. L’acqua ha un calore specifico 4 190 J/kg • K, mentre il calore Piombo 128
specifico dell’oro è 129 J/kg • K. Il calore specifico dipende solo dal Oro 129
Rame 385
materiale di cui è composto un corpo. La Tabella 12.4 elenca il calore specifico
Ferro 449
di alcune sostanze comuni allo stato liquido o solido.
Alluminio 00
Se occorre un calore c per innalzare la temperatura di 1 kg di sostanza di 1 2090
Acqua (ghiaccio)
K, allora il calore Me sarà quello necessario a innalzare la temperatura di una Corpo di mammifero 3400
massa M di 1 K e Me ATsarà il calore necessario affinché una massa M subisca
Lìquidi
una variazione di temperatura di A7'. In generale, il calore necessario per otte­ 140
Mercurio
nere una variazione di temperatura di ATè Alcool Etilico 2400
Acqua 4 190
Q = Me AT (12.23)
Calore necessario per produrre una variazione di temperatura A7
per un corpo di massa M con un calore specifico c

Q può essere sia positivo (cioè la temperatura sale) o negativo (la temperatura
scende).
Poiché A7 = QIMe, occorre molto più calore per variare la temperatura di
una sostanza con un alto calore specifico rispetto a una sostanza con un basso
calore specifico. L’acqua, avendo un calore specifico molto alto, si scalda e si
raffredda molto lealm ente. Ciò ha ripercussioni molto positive per la vita
sulla Terra. La grande “inerzia termica” dell’acqua è essenziale per i processi
biologici della vita.
390 CAPITOLO 12 Le proprietà termiche della materia

ESEMPIO 12.13 Energia necessaria per avere la febbre


Uno studente di massa 70 kg prende l’influenza e la sua temperatura corporea
aumenta da 37.0°C a 39.0°C. Quanta energia è richiesta per aumentare la tempera­
tura del suo corpo?
IMPOSTAZIONE L’aumento di temperatura corporea richiede energia aggiuntiva.
La variazione di temperatura è A r= 2.0°C, o 2.0 K.
SOLUZIONE Per aumentare la temperatura del corpo si usa l’energia fornita inter­
namente dalle reazioni chimiche del metabolismo corporeo, che trasferisce calore
al corpo. Il calore specifico del corpo è dato nella Tabella 12.4 come 3400 J/kg • K.
Possiamo usare l’Equazione 12.23 per trovare l’energia necessaria:
L a g h i t e m p e r a ti Di notte, il grande e = Me A7= (70 kg)(3400 J/kg K)(2.0 K) = 4.8 • IO*' J
calore specifico dell’acqua impedisce che
la temperatura del lago scenda quanto la VERIFICA II corpo umano è costituito prevalentemente di acqua, che ha un grande
temperatura dell’aria circostante. Di prima calore specifico, e la massa del corpo è grande, quindi ci aspettiamo che sia necessa­
mattina, il vapore acqueo evapora dalla ria una grande quantità di energia. Utilizzando quanto abbiamo appre.so nel Capitolo
superficie tiepida del lago e rapidamente 11, vediamo che questa è approssimativamente l’energia contenuta in una grossa
condensa a contatto con l’aria fredda mela, o l’equivalente dell’energia richiesta per camminare un paio di km.
sovrastante, formando la nebbia. Durante il
giorno accade Topposto: l’aria diventa più
calda dell’acqua.

Cam biam enti di stato


La temperatura alP interno del vano congelatore di un frigorifero è tipicamente
di circa —20°C. Supponiamo di rimuovere alcuni cubetti di ghiaccio dal conge­
latore e di porli in un contenitore sigillato dotato di un termometro. Poi, come
mostrato nella f ig u r a i 2 .2 2 a, poniamo una fiamma costante sotto al conteni­
tore. Assumeremo che il riscaldamento avvenga lentamente in modo tale che a
ogni istante alPinterno del contenitore ci sia sempre un’unica temperatura uni­
forme.
La f ig u r a i 2 .2 2 b mostra la temperatura in funzione del tempo. Nella prima
figura a sinistra, la fase 1, il ghiaccio si scalda costantemente senza sciogliersi
finché non raggiunge 0°C. Durante la fase 2, la temperatura resta costante a
()°C per un certo intervallo di tempo durante il quale il ghiaccio si scioglie.
Mentre il ghiaccio si sta sciogliendo, sia la temperatura del ghiaccio sia quella
dell’acqua restano a 0°C. Anche se il sistema continua a essere scaldato, la
temperatura non inizierà a risalire finché tutto il ghiaccio non si sarà sciolto.
Alla fine della seconda fase, il ghiaccio è completamente sciolto e si è tra­
sformato in acqua alla temperatura di 0°C. Durante la fase 3, la fiamma scalda
lentamente l’acqua e ne innalza la temperatura fino a raggiungere i 10(rC.
Durante la fase 4, l’acqua rimane a KXFC mentre si trasforma in vapore
acqueo, che resta anch’esso a 1()0°C. Anche se il sistema continua a essere
.scaldato, la temperatura non inizierà a risalire finché tutta l’acqua non si sarà
trasformata in vapore. Infine, inizia la fase 5, nella quale il sistema è formato
unicamente da vapore, la cui temperatura continuerà lentamente a salire a par­
tire da lOOX.

FIGURA 12.22 La temperatura in funzione del tempo durante la trasformazione dell'acqua da solido a liquido e infine a gas.
(a) (h)
La temperatura è costante II vapore
quando il sistema si si riscalda,
trasforma da l(X)^.^ solido \ *
a HK)% liquido. o y o

La temperatura è costante
quando il sistema si trasforma
da 100% liquido a 100% gas.
Tempo
O II ghiaccio © Il ghiaccio © L'acqua O L’acqua si © I l vapore
si riscalda. si scioglie si riscalda. trasforma in vapore, si riscalda. Il ghiaccio L’acqua
trasformandosi si riscalda, si riscalda.
in acqua.
12.5 Calore specifico e calore latente 391

PAUSA DI RIFLESSIONE 12.5 Nella Figura 12.22, confrontando la pendenza


del grafico durante la fase in cui Tacqua si scalda con la pendenza relativa alla
fase in cui il vapore si scalda, possiamo dire che
A. Il calore specifico dell’acqua è maggiore di quello del vapore.
B. Il calore specifico dell’acqua è minore di quello del vapore.
C. Il calore specifico dell’acqua è uguale a quello del vapore.
D. La pendenza del grafico non è collegata al calore specifico.

11 modello atomico può fornirci indicazioni di che cosa avvenga all’interno Rane congelate BIO Sembra impossibile,
del sistema. L’energia termica di un solido è l’energia cinetica di vibrazione ma la rana lignea (rana sylvatica) sopravvive
degli atomi più l’energia potenziale dei legami molecolari che vengono com­ alrinverno con la maggior parte del
corpo congelata. Quando sciogliamo delle
pressi o allungati. Se scaldiamo un solido, a un certo punto l’energia termica
sostanze nell'acqua, si abbassa il punto
diventa così grande che i legami molecolari iniziano a spezzarsi, consentendo di congelamento. Sebbene l’acqua tra le
agli atomi di muoversi. A questo punto il solido inizia a sciogliersi. Conti­ cellule del corpo della rana congeli, l’acqua
nuando a fornire calore si produce un ulteriore scioglimento, poiché l’energia all’interno delle sue cellule resta liquida
è usata per spezzare sempre più legami. La temperatura non si alza finché tutti perché contiene un’alta concentrazione
i legami non vengono spezzati. Se desideriamo riportare un liquido allo stato di glucosio dissolto. Que.sto previene i
danni cellulari che si accompagnano al
solido, questa energia deve essere sottratta.
congelamento e al successivo scongelamento
CEIÌ3 ►Nel linguaggio quotidiano, i tre stati dell’acqua sono chiamati ghiac­ dei tessuti. Quando arriva la primavera, le
rane .scongelano senza subire nessun danno
cio, acqua e vapore. Il termine “acqua” implica la fase liquida. Dal punto di
dal loro congelamento invernale.
vista scientifico, questi sono lo stato “solido, liquido e gassoso” del composto
chiamato acqua. Quando lavoriamo con diversi stati dell’acqua, useremo il
termine “acqua” nel senso scientifico cioè come un insieme di molecole di
H O. Indicheremo come liquido o acqua liquida lo stato liquido. ^

ESEMPIO CONCETTUALE 12.14 Strategia per raffreddare una bibita


Se abbiamo una bibita che desideriamo raffreddare, è più efficace aggiungervi 25 g
di acqua a 0°C o 25 g di ghiaccio a 0°C?
SPIEGAZIONE Se aggiungiamo acqua a 0°C, il calore si trasferirà dalla bibita
all’acqua, innalzando la temperatura dell’acqua e abbassando quella della bibita. Se
aggiungiamo ghiaccio a 0°C, il calore prima sarà trasferito dalla bibita al ghiaccio
per scioglierlo, trasformando il ghiaccio a 0°C in acqua a 0°C, poi sarà trasferito
all’acqua che aumenterà la sua temperatura. Quindi una maggiore energia termica
sarà rimossa dalla bibita, portandola a una temperatura finale più bassa, se usiamo il
ghiaccio al posto dell’acqua.
VERIFICA Questa conclusione sembra logica perché sappiamo che è quello che fac­
ciamo in pratica. Per raffreddare una bibita mettiamo nel bicchiere dei cubetti di
ghiaccio.

La temperatura a cui un solido diventa un liquido oppure, se l’energia ter­


mica diminuisce, un liquido diventa un solido è chiamata temperatura di
fusione nel primo caso e temperatura di congelam ento nel secondo caso.
La fusione e il congelamento (o solidificazione) sono cambiamenti di stato. Il
processo in cui una sostanza passa da uno stato fisico ad un altro è noto come
transizione di fase o cambiamento di stato.
Un sistema alla temperatura di fusione è in equilibrio di stato, il che signi­
fica che una qualsiasi quantità di .solido può coesi.stere con una qualsiasi quan­
tità di liquido. Innalzando la temperatura anche solo leggermente, l’intero
sistema diventerà ben presto liquido. Abbassando la temperatura anche .solo
leggermente, il sistema diventerà ben presto .solido.
Possiamo vedere un’altra regione di equilibrio di stato dell’acqua nella
Figura 12.22b a 1()0°C. In que.sto caso abbiamo un equilibrio di stato tra lo
stato liquido e lo stato gas.soso, in cui una qualsiasi quantità di liquido coesiste
con una qualsiasi quantità di vapore a questa temperatura. Quando si aggiunge
calore al sistema, la temperatura re.sta la stessa e l’energia aggiunta viene usata
per spezzare i legami l|a le molecole del liquido, con.sentendo loro di transire
verso lo stato gassoso. La temperatura alla quale un gas diventa un liquido o un
392 CAPITOLO 12 Le proprietà termiche della materia

liquido diventa un gas è chiamata rispettivamente temperatura di condensa­


zione (o di liquefazione) e temperatura di ebollizione.

EEIEi ►L’acqua liquida diventa ghiaccio solido a 0°C, ma ciò non signifi­
ca che la temperatura del ghiaccio sia sempre di 0°C. Il ghiaccio raggiunge
la temperatura dell’ambiente circostante. Se la temperatura dell’aria in un
congelatore è di —20°C, allora la temperatura del ghiaccio è -20°C. Allo
stesso modo, il vapore può essere scaldato a temperature superiori ai 100°C.
Ciò non avviene quando bolliamo dell’acqua sui fornelli di casa in quanto
il vapore si disperde, ma il vapore può essere scaldato molto al di sopra di
10()°C in un contenitore sigillato. <

ESEMPIO CONCETTUALE 12.15 Cottura a fuoco b asso o a fuoco vivo?


Stiamo cuocendo la pasta sui fornelli; l’acqua bolle debol­ o meno rapido non altererà il tempo di cottura. L’unica con­
mente. La pasta si cuocerà più rapidamente se aumentiamo la seguenza sarà quella di far evaporare una maggiore o minore
fiamma del fornello in modo che l’acqua bolla vigorosamente? quantità d’acqua durante la cottura, senza cambiare la sua
SPIEGAZIONE L’acqua bolle a 100°C; non importa quanto temperatura.
vigorosamente l’acqua bolla, la temperatura è la stessa. Poi­ VERIFICA Questo risultato .sembra controintuitivo, ma pos­
ché è la temperatura dell’acqua che determina quanto velo­ siamo verificarlo sperimentalmente la prossima volta che cuo­
cemente cuoce la pasta, raggiunta di calore ad un tasso più ceremo la pasta!

Calore latente
Nella Figura 12.22b, il cambiamento di stato appare come un segmento oriz­
zontale sul grafico. Durante tali segmenti, il calore viene trasferito al sistema
ma la temperatura non varia. L’energia termica continua ad aumentare durante
un cambiamento di stato, ma come abbiamo notato, l’energia addizionale
viene impiegata nello spezzare i legami molecolari anziché aumentare la velo­
cità delle molecole. Un cambiamento di stato è caratterizzato da una varia­
zione dell’energia termica senza una conseguente variazione della
tem peratura.
La quantità di calore che causa un cambiamento di stato in 1 kg di .sostanza
La lava, roccia fusa, è sottoposta ad è chiamata calore latente di quella .sostanza. Per esempio, esperimenti di
un cambiamento di stato da liquido laboratorio mostrano che 333000 J sotto forma di calore sono necessari per
a solido quando entra in contatto
con l'acqua, il trasferimento di sciogliere 1 kg di ghiaccio a 0®C. Il simbolo per il calore latente è L. Il calore
calore all'acqua produce in essa un richiesto affinché l’intera massa M di un sistema subisca una variazione di
cambiamento di stato da liquido a gas. fase è
Q = ML (12.24)
“Calore latente” è un termine generico che si riferi.sce a qualsiasi cambia­
mento di stato. Due particolari calori latenti sono il calore latente di fusione
o.ssia il calore a.ssociato al pas.saggio tra un solido e un liquido, e il calore
latente di vaporizzazione (o di ebollizione) o.ssia il calore associato al
passaggio tra un liquido e un gas. 11 calore necessario per questi cambiamenti
di stato è

__ I ±ML f Calore necessario per fondcre/solidificare una massa M


Q (12.25)
~ I ±MLvVCalore necessario per biìllire/condensare una massa M

dove il .segno ± indica che il calore deve essere aggiunto al sistema durante la
fusione o l’ebollizione e sottratto dal sistema nel caso di .solidificazione o
liquefazione. Attenzione, si deve e.splicitare il segno meno quando es.so è
necessario.
La Tabella 12.5 elenca alcuni calori latenti. Notiamo che il calore di vapo­
rizzazione è .sempre molto maggiore del calore di fusione.
12.5 Calore specifico e calore latente 393

TABELLA 12.5 Temperature di fusione ed ebollizione e calori latenti alla pressione


standard di un'atmosfera.
Sostanza cc) L,(J/kg) (°C)
Azoto (N2) -210 0.26 • HT -196 1.99- IO’
Alcool etilico -114 1.09- 10' 78 8.79- 10’
Mercurio -39 0.11 • 10' 357 2.96' IO’
Acqua 0 3.33 • 10' 100 22.6- 10’
Piombo 328 0.25 • 10' 1750 8.58- 10'

E SE M P IO 12.16 Sciogliere un ghiacciolo


Una ragazza mangia un ghiacciolo di 45 g che è stato prelevato Notiamo che dobbiamo usare il calore specifico del ghiaccio,
da un congelatore a -10°C. Quanta energia deve usare il suo non dell’acqua, in questa equazione. Sciogliere 45 g di ghiac­
corpo per portare il ghiacciolo alla temperatura corporea? cio richiede un calore
IMPOSTAZIONE Possiamo assumere che il ghiacciolo sia = ML^ = (0.045 kg)(3.33 • 10' J/kg) = 15000 J
costituito di sola acqua. La temperatura corporea normale è di
37°C. 1calori specifici del ghiaccio e dell’acqua sono dati nella L’acqua deve quindi essere scaldata alla temperatura corporea;
Tabella 12.4; il calore latente di fusione dell’acqua è dato nella questo richiede un calore
Tabella 12.5. K)= 7000 J
SOLUZIONE Ci sono tre parti nel problema, corrispondenti alle L’energia totale è la somma di questi tre valori: = 23000 J.
fasi 1~3 nella Figura 12.22: il ghiacciolo deve scaldarsi a 0°C,
VERIFICA È necessaria una maggiore quantità di energia per
quindi sciogliersi ed infine l’acqua risultante deve scaldarsi alla
sciogliere il ghiaccio che per scaldare l’acqua, come ci aspetta­
temperatura corporea. 11 calore necessario per scaldare il ghiac­
vamo. Un ghiacciolo commerciale ha 40 calorie, cioè circa 170
cio di A7 = 10°C = 10 K fino alla temperatura di fusione è
kJ. Circa il 15% dell’energia chimica in questa delizia ghiac­
Q, = AT = (0.045 kg)(2090 J/kg • K)( 10 K) = 940 J ciata viene usata per portarlo alla temperatura corporea!

Evaporazione
L’acqua bolle a 10()°C. Ma le molecole individuali del l’acqua possono effet­
tuare la transizione dallo stato liquido a quello gassoso anche a temperature più
basse. Questo processo è noto come evaporazione. L’acqua evapora per
esempio sotto forma di sudore dalla nostra pelle a temperature molto al di sotto
dei 1()()°C. Possiamo far riferimento al nostro modello atomico per compren­
dere perché questo avviene. M antenerci freschi dIU Gli esseri
Nei gas, abbiamo visto che le particelle non hanno tutte la stessa velocità. umani (ma anche bovini e cavalli) hanno
Lo stesso principio si applica nel caso dell’acqua e di altri liquidi. A qualsiasi ghiandole sudorifere, quindi possono
traspirare per inumidire la loro pelle,
temperatura, alcune molecole possono avere un’energia cinetica maggiore e
consentendo al l’evaporazione di rinfrescare
muoversi abbastanza velocemente da operare una transizione di fase e diven­ i loro corpi. Gli animali che non traspirano
tare gas. Tale transizione di fase comporterà un consumo di energia termica. possono anch’essi usare l’evaporazione
Le molecole che lasciano lo stato liquido sono quelle che hanno l’energia cine­ per mantenersi freschi. 1 cani, le capre, i
tica più alta, quindi l’evaporazione riduce l’energia cinetica media (e di conse­ conigli c anche qualche uccello, evaporano
acqua dalle loro vie respiratorie. Gli elefanti
guenza la temperatura) del liquido restante.
si spruzzano acqua .sulla pelle con la
L’evaporazione dell’acqua, sia sotto forma di sudore che di vapore, è uno proboscide; altri animali possono leccare la
dei metodi che il corpo umano usa per smaltire il calore in eccesso dovuto al loro pelliccia.
metabolismo e che viene ceduto aH’ambiente, permettendoci di mantenere una
temperatura corporea costante. Il calore necessario per far evaporare una massa
M di acqua è Q = ML^ , e questa quantità di calore è sottratta al nostro corpo.
Tuttavia, il calore di vaporizzazione è leggermente maggiore del valore del
calore latente di ebollizione. Alla temperatura della pelle di 30°C, il valore del
calore latente di vaporizzazione deH’acqua è = 24 • 10^ J/kg, ossia il 6% in
più del valore a 100”C riportato nella Tabella 12.5.

E SE M P IO 12.17 Calcolo del calore perso per traspirazione BK)


11 corpo umano può produrre approssimativamente 30 g di traspirazione al minuto.
A quale tasso è possibile consumare calore per evaporazione della traspirazione?
SOLUZIONE L’evaporazione di 30 g di traspirazione alla temperatura corporea nor­
male richiede calore
(|C
Q = A7L = (0.030 kg)(24 • 10’^J/kg) = 7.2-10^ J
Continua
394 CAPITOLO 12 Le proprietà termiche della materia

Questo è il calore perso dal nostro corpo in un minuto; il tasso di calore perso è
Q 7.2 • 10** J
-^ = — =1200W
A/ 60 s
VERIFICA Data la potenza metabolica richiesta per le diverse attività, come elencato
nel Capitolo 11, questo tasso di calore rimosso è sufficiente per mantenere il corpo
freddo quando si fanno esercizi in climi caldi, almeno finché la persona si idrata con
una sufficiente quantità di acqua per mantenere questo tasso di traspirazione.

PAU SA DI R IF L E SSIO N E 12.6 kg di piombo appena sciolto, a 328°C, viene


versato in un grande becher che contiene acqua alla temperatura di ebollizione,
lOO'^C. Qual è la massa di acqua che evaporerà mentre il piombo solidifica?
A. Okg B. < l kg C. I kg D. > l kg

12.6 Calorimetrìa
FIGURA 12.23 Raffreddare il caffè Ci sarà sicuramente capitato di mettere dei cubetti di ghiaccio in una bevanda
bollente con il ghiaccio. calda per raffreddarla rapidamente. Con questa operazione sfruttiamo più o
meno consapevolmente gli aspetti pratici del trasferimento di calore, processo
noto come calorim etria, la misura quantitativa del calore trasferito tra sistemi
o coinvolto in reazioni. Sappiamo che il calore sarà trasferito dalla bevanda
calda ai cubetti di ghiaccio, riducendo la temperatura della bevanda, come
mostrato nella f i g u r a 12 .2 3 .
Analizziamo questo processo descritto qualitativamente in maniera più pre­
cisa. La f i g u r a 12.24 mostra due sistemi che possono scambiarsi calore Puno
con raltro ma che sono isolati da qualsiasi altra cosa. Supponiamo che essi
inizialmente si trovino a due temperature diverse e T^. Come sappiamo, il
calore sarà trasferito dal sistema più caldo al sistema più freddo finché entrambi
non raggiungeranno una comune temperatura finale T,. NeH’esempio del caffè
La quantità di calore che lascia il
in raffreddamento nella Figura 12.23, il caffè è il sistema 1, il ghiaccio è il
sistema 1 è uguale alla quantità di sistema 2 e la barriera isolante è la tazza.
calore |^>lche entra nel sistema 2. L’isolamento impedisce al calore di essere trasferito da o verso l’ambiente
circostante, quindi la conservazione dell’energia ci dice che qualsiasi energia
che lascia il sistema più caldo deve entrare nel sistema più freddo. Questo
concetto è semplice, ma per esprimerlo da un punto di vista matematico dob­
biamo prestare attenzione ai segni.
Supponiamo che sia l’energia trasferita al sistema 1 come calore. Q, è
I segni opposti implicano che positivo se l’energia entra nel sistema 1, negativo se l’energia lascia il sistema
Qua = <?2 = 0 1. Allo stesso modo, è l’energia trasferita al sistema 2. 11 fatto che i sistemi
si stiano solo .scambiando energia sotto forma di calore può essere scritto come
FIGURA 12.24 Due sistemi interagiscono
\Q^ I= IQ2 1- 2, eQ 2 h‘ìnno segni opposti, quindi = -Q ^ . Non c’è alcuna
termicamente. In questo particolare
esemplo, dove il calore è trasferito dal energia scambiata con l’ambiente, quindi ha più senso scrivere questa rela­
sistema 1 al sistema 2, > 0 e Q, < 0. zione come

<2 . = e , + G , = o (12.26)
Questa idea è facilmente estendibile. Non ha importanza quanti sistemi intera­
giscano termicamente, deve essere sempre uguale a zero.
EEBO ►I segni sono molto importanti nei problemi di calorimetria. A7 è
sempre T^—T., quindi A7e Q sono negativi per qualsiasi sistema la cui tem­
peratura diminuisce. Per qualsiasi cambiamento di stato dobbiamo mettere
il segno corretto di Q, a seconda della direzione del cambiamento di stato. <

STRATEGIA DI RISOLUZIONE
DEI PROBLEMI 12. 1 Problem i di calorim etria

Quando due sistemi vengono messi in contatto termico, usiamo la calorime­


tria per trovare il calore trasferito tra di essi e la loro temperatura di equili­
brio finale.
12.6 Calorimetria 395

IMPO STAZIO NE Identifichiamo i sistemi individuali in interazione. Assumia­


mo che essi siano isolati dairambiente. Elenchiamo le informazioni note e
identifichiamo quello che dobbiamo trovare. Convertiamo tutte le quantità
nelle unità del SI.
SOLUZIONE La conservazione di energia in questo caso comporta
G,„re. + fi,+.- =o
■ Per i sistemi sottoposti ad una variazione di temperatura, 7.).
Assicuriamoci di scrivere le temperature 7 e 7^. nell’ordine corretto.
■ Per i sistemi sottoposti ad una trasformazione di stato, = ±ML. Asse­
gniamo il segno corretto osservando se l’energia entra o esce dal sistema
durante la transizione.
■ Alcuni sistemi possono essere sottoposti a una variazione di temperatura
e a una trasformazione di stato. Trattiamo le variazioni separatamente. Il
calore complessivo è Q = + Cstaio*

VERIFICA La temperatura finale dev’essere compresa tra le temperature ini­


ziali. Una 7^ più alta o più bassa di tutte le temperature iniziali è un’indica­
zione che c’è qualcosa di sbagliato, di solito un errore di segno.

E S E M P IO 12.18 Identificazione di un metallo


200 g di un metallo sconosciuto vengono scaldati a 90.0°C, poi Esplicitiamo l’equazione per il calore specifico sconosciuto:
sono immersi in un contenitore isolato contenente 50.0 g di
_ - TJ
acqua a 20.0°C. La temperatura delPacqua si alza in pochi
secondi a 27.7°C, per poi rimanere costante senza altre varia­ - TJ
zioni. Identifichiamo il tipo di metallo. -(0.0500 kg)(4190 J/kg • K)(27.7°C - 20.0°C)
IM PO STAZIO NE II metallo e l’acqua interagiscono termica­ (0.200 kg)(27.7°C - 90.0T)
mente, non ci sono trasformazioni di stato. Conosciamo tutte le = 129 J/kg-K
temperature iniziali e finali. Indicheremo le temperature come Utilizzando i dati della Tabella 12.4, troviamo che abbiamo
segue: la temperatura iniziale del metallo è 7^; la temperatura 200 g di oro oppure, se abbiamo commesso un piccolo errore
iniziale dell’acqua è 7^. La temperatura finale comune è 7^. Per sperimentale, 200 g di piombo!
l’acqua, dalla Tabella 12.4 abbiamo = 4190 J/kg • K. Solo il
calore specifico del metallo è sconosciuto. VERIFICA La temperatura del metallo sconosciuto subisce
SOLUZIONE La conservazione dell’energia richiede che + una variazione molto maggiore della temperatura dell’acqua.
= 0. Usando Q = Mc(Tj—T) per ciascuna sostanza, abbiamo Questo significa che il calore specifico del metallo deve essere
molto minore di quello dell’acqua, il che è esattamente quello
e . + G,„= M c. { T - T ) + c„ a - T J = 0 che abbiamo trovato.

E S E M P IO 12.19 Calorim etria con un cam biam ento di stato


La nostra bevanda dietetica da 500 mL, con una massa di 500 Que.sta è l’energia necessaria Questa è Penergia
g, si trova alla temperatura ambiente di 20°C. Per raffreddarla per aumentare la temperatura necessaria per sciogliere
ci aggiungiamo 100 g di ghiaccio preso da un congelatore a del ghiaccio da tutto il ghiaccio una volta
-2 0 T a 0 * ’C. A 7 = 2 0 K. che questo ha raggiunto 0°C.
“ 20°C. Si scioglierà tutto il ghiaccio? In questo caso, qual è la
temperatura finale? In caso contrario, qual è la frazione di Gfusionc = AfoCc (20 K) + McLf = 37 500 J
ghiaccio che si scioglie? Assumiamo di avere un contenitore
dove Lf è il calore latente di fusione del ghiaccio.
ben isolato.
^fusione ^ quantità positiva perché deve essere aggiunto
IM PO STAZIO NE Dobbiamo distinguere tra due possibili risul­ calore per sciogliere il ghiaccio. Poi, calcoliamo quanto calore
tati. Se tutto il ghiaccio si scioglie, allora T^>0°C. È possibile dev’essere sottratto dai 500 g di bevanda se si raffredda tutta
anche che tutta la bevanda si raffreddi a 0°C prima che tutto fino a 0°C:
il ghiaccio venga sciolto, lasciando il ghiaccio ed il liquido
Q ff c (-20 K)' = -41 900 J
in equilibrio termico a 0°C. Dobbiamo analizzare queste due ^raffr bevanda acqua '

opzioni prima di sapere come procedere. Tutte le temperature dove A7 = —20 K perché la temperatura diminuisce. Poiché
iniziali, masse, e i calori specifici sono noti. La temperatura ICr^r 1^ Gfusionc» bcvauda ha sufficiente energia per sciogliere
finale del sistema bevanda + ghiaccio è incognita. tutto il ghiaccio. Quindi lo stato finale sarà tutto liquido a 7^> 0.
SOLUZIONE Cominciamo col calcolare il calore necessario (Se avessimo trovato I < Gfusionc» finale
per sciogliere tutto il ghiaccio e la.sciarlo sotto forma di acqua sarebbe un misto di ghiaccio e liquido a 0°C.)
a 0°C. Per far ciò, dobbiamo scaldare il ghiaccio di 20 K fino a La conservazione dell’energia richiede Gghiaedo
0°C, quindi trasformarlo in acqua. Il calore fornito per questo 11 calore Q .. . è composto
'S g h ia c c io »
da tre termini: il calore necessario
processo a due stadi è per scaldare il ghiaccio a 0°C, quello necessario per trasfor-
C o n tin u a
396 CAPITOLO 12 Le proprietà termiche della materia

marlo in acqua a 0°C» infine quello necessario per scaldare Abbiamo già fatto parte del calcolo, che ci permette di scrivere
l’acqua da 0°C a La massa sarà ancora nell’iiltimo di
37 5(X) J + c, (7, - 0“C) + c J T - 20“C) = 0
questi termini perché stiamo ancora considerando il “sistema
ghiaccio’’, ma dobbiamo usare il calore specifico écAVacqua. Risolvendo per otteniamo
Quindi = 20A^bovanda^A-37 50()J ^ ^

Qw ^1„v
Sghiaccio + G ^ = IA^o ^c (20K) + M„L, ^ ^bevanda
VERIFICA Una buona quantità di ghiaccio è stata versata nella
+ W^v.nd.^A(7-,-20'’C )=0 bevanda, quindi essa finisce con l’essere raffreddala quasi al
suo punto di congelamento, come ci potevamo aspettare.

PAU SA DI R IF L E SSIO N E 12.7kg di piombo a lOO^'C è immerso in un conte­


nitore che contiene 1 kg di acqua a 0°C. Dopo che l’acqua ed il piombo hanno
raggiunto Tcquilibrio termico, la temperatura finale è
A. < 5 irc B. 50°C C. >5()°C

12.7 Calore specifico dei gas


Ritorniamo ora ai gas. Che cosa succede quando essi vengono scaldati? Pos­
siamo assegnare un calore specifico ai gas come abbiamo fatto per i solidi e i
liquidi? Come vedremo, i gas sono più difficili da caratterizzare rispetto ai
solidi e ai liquidi perché il calore richiesto per provocare una variazione di
temperatura dipende dal processo attraverso il quale il gas cambia stato.
Proprio come per i solidi e i liquidi, scaldare il gas ne varia la temperatura.
FIGURA 12.25 1 processi A e B hanno Ma di quanto? La f i g u r a 12.25 mostra due isoterme sul diagramma pV per un
la stessa A f e la stessa AE,^, ma essi gas. 1 processi A e B, che iniziano sulla isoterma T e finiscono sulfisoterma
richiedono diverse quantità di calore.
hanno la stessa variazione di temperatura \ T = T^—T., quindi ci potremmo
PrcK'esso a volume
p costante
aspettare che entrambe richiedano la stessa quantità di calore. Invece, risulta
^Isoterma Tf
che il processo A, che avviene a volume costante, richiede un calore minore
del processo B, che avviene a pressione costante. 11 motivo è che nel processo
B viene compiuto del lavoro, mentre ciò non avviene nel processo A.
E utile definire due diverse versioni del calore specifico nei gas, una per i
processi a volume costante e una per i processi a pressione costante. Defini­
remo questi come calori specifici molari in quanto spesso facciamo calcoli per
i gas usando quantità espresse in moli anziché in massa. La quantità di calore
Processo a pressione / necessaria per variare la temperatura di n moli di gas di I T è, per un processo
costante Isoterma a volume costante,
Q = nc\AT (12.27)
e per un processo a pressione costante,
(2 = /ic ,A r (12.28)
c è il e c è il c a l o r e s p e c i f i c o
c a lo r e s p e c if ic o m o la r e a v o lu m e c o s t a n t e ,
m o l a r e a p r e s s i o n e c o s t a n t e . La Tabella 12.6 riporla i valori di c . e c^per
alcuni gas comuni. Le unità di misura sono J/mole • K. 1 valori per l’aria sono
essenzialmente uguali a quelli per l'N^.
E interessante notare che lutti i gas monoatomici nella Tabella 12.6 hanno
gli stessi valori per e per c .. Perché succede questo? I gas monoatomici sono
davvero simili a un gas ideale, quindi torniamo al nostro modello atomico per
un gas ideale. Sappiamo che fenergia termica di un gas ideale di N atomi è
^th = Se la temperatura di un gas ideale varia di AT, allora la
sua energia termica cambia di
^E,u = - n R ^ T (12.29)
Se manteniamo il volume del gas costante, in modo tale che non venga svolto
alcun lavoro, questa variazione di energia può derivare solamente dal calore,
quindi
Q = \tìR M (12.30)
12.7 Calore specifico dei gas 397

Confrontando TEquazione 12.30 con la definizione di calore specifico molare


nelTEquazione 12.27, vediamo che il calore specifico molare a volume
costante deve essere
3
Cy (gas monoatomico) = —/? = 12.5 J/mol • K ( 12.31 )
Questo valore previsto dal modello per un gas ideale è esattamente il valore
misurato eli c. per i gas monoatomici nella Tabella 12.6, un buona verifica che
il modello che abbiamo usato fino ad ora è corretto.
Il calore specifico molare a pressione costante è diverso. Se scaldiamo un
gas in un contenitore sigillato in modo tale che non ci sia variazione di volume,
allora non c’è lavoro svolto. Ma se scaldiamo un campione di gas in un cilindro
con un pistone che lo mantiene a pressione costante, il gas quando si scalda
deve espandersi e quindi produrrà lavoro mentre si espande. L’espressione per
nell’Equazione 12.29 continua a essere valida, ma ora, secondo il primo
principio della termodinamica, Q = -f- . Il lavoro svolto dal gas in una
trasformazione isobara è AV, quindi il calore richiesto è

+ = - n R A T -^ p AV (12.32)
TABELLA 12.6 Calori specifici molari per
i gas (J/mol • K) a 20°C
L’equazione di stato per un gas ideale, pV = nRT, implica che se p è costante e Gas V
-p
solo V Q T variano, allora p W = nR AT. Usando questo risultato nell’Equa­
Gas monatomici
zione 12.32, troviamo che il calore necessario per variare la temperatura di A7
He 20.8 12.5
in un processo a pressione costante è
Ne 20.8 12.5
3 5
Q = - n R A T + nR AT = -n R AT Ar 20.8 12.5
^ 2 2 Gas biatomici
Un confronto con la definizione di calore specifico molare mostra che H2 28.7 20.4
5 N2 29.1 20.8
Cp= - R = 20.8 J/mole K (12.33)
O2 29.2 20.9
Questo calore è maggiore di c ., come ci aspettavamo, e in perfetto accordo con Gas poliatomici
i valori riportati per i gas monoatomici nella Tabella 12.6. Vapore acqueo 33.3 25.0

E S E M P IO 12.20 Lavoro svolto da un g a s in espansione


Un tipico pallone metereologico è costituito da un sottile invo­ a pressione constante e noi possiamo calcolare di quanto
lucro di lattice che richiede una forza relativamente piccola per aumenta l’energia termica del gas perché conosciamo AT.
espandersi, quindi la pressione all’interno del pallone è appros­ S O L U Z IO N E 11 calore richiesto per aumentare la temperatura
simativamente uguale alla pressione atmosferica. 11 pallone del gas è dato dall’Equazione 12.28:
viene riempito con un gas che è meno denso dell’aria, tipica­
mente idrogeno o elio. Supponiamo che un pallone metereolo­ Q= A7 = (180 mol)(20.8 J/mol • K)(30 K) = 112 kJ
gico riempito con 180 moli di elio stia aspettando il lancio in La variazione di energia termica dipende dalla variazione di
un freddo mattino in una stazione ad alta quota. Il pallone si temperatura secondo l’Equazione 12.20:
scalda al sole, che innalza la temperatura del gas da 0°C a
30°C. Mentre il pallone si espande, quanto lavoro viene fatto 3 3
AEih = -/2/?A7= -(180 mol)(8.31 J/mol • K)(30 K)
dal gas in espansione?
IM P O S T A Z IO N E II lavoro svolto è pari a p AV, ma noi non = 67.3 kJ
conosciamo la pressione (non siamo al livello del mare e non Il lavoro svolto dal pallone in espansione è dato dalla diffe­
conosciamo l’altitudine della stazione) e non conosciamo il renza tra questi due valori:
volume del pallone. Invece, useremo la prima legge della ter­
gas =
modinamica. Possiamo riscrivere l’Equazione 12.19 come 0 - A E* = 112kJ-67.3kJ = 45kJ
W = e-A E , I numeri sono grandi, la quantità di calore e la varia­
V E R IF IC A
La variazione della temperatura del gas è di 30°C, quindi AT= zione di energia termica sono grandi, ma si tratta di un pallone
30 K. Possiamo calcolare quanto calore è trasferito al pallone di grandi dimensioni che contiene molto gas, quindi il risultato
mentre si .scalda perché questa è una variazione di temperatura ottenuto è ragionevole.

Ora affrontiamo i gas biatomici della Tabella 12.6. I calori specifici molari
sono più alti di quelli dei gas monoatomici, e il nostro modello atomico ne
spiega il motivo. L’energia termica di un gas monoatomico consiste esclusiva-
mente nell’energia cinetica traslazionale degli atomi; scaldare un gas monoa­
tomico significa semplicemente che i suoi atomi si muovono più velocemente.
L’energia termica di un gas biatomico non è soltanto data dall’energia trasla­
zionale, come mostrato nella f i g u r a 12 .2 6 . Scaldare un gas biatomico rende il
398 CAPITOLO 12 Le proprietà termiche della materia

FIGURA 12.26 Energia termica di un gas moto delle molecole più veloce, ma rende anche la loro rotazione più veloce.
biatomico. L’energia si trasforma in energia cinetica traslazionale delle molecole (aumen­
L’energia termica di un tando quindi la temperatura), ma una parte di energia si trasforma in energia
gas biatomico è la somma
. . . e della loro
cinetica rotazionale delle molecole. Poiché parte del calore aggiunto si tra­
dell’energia cinetica
traslazionale delle energia cinetica sforma in energia rotazionale e non in energia traslazionale, il calore specifico
molecole , . . rotazionale. di un gas biatomico è maggiore di quello di un gas monoatomico, come vediamo
nella Tabella 12.6. La tabella mostra che il vapore acqueo, un gas triatomico, ha
un calore specifico ancora maggiore, come ci potevamo aspettare.

12.8 Trasferimento di calore


Ci sentiamo più caldi quando il Sole splende su di noi, e più freddi quando
siamo seduti su una panchina di calcestruzzo o quando soffia un forte vento.
Questo è dovuto al trasferimento di calore. Sebbene abbiamo discusso molto di
calore e di trasferimenti di calore in questi ultimi due capitoli, non abbiamo
detto molto su come il calore viene trasferito da un corpo caldo a uno più
freddo. Esistono quattro meccanismi fondamentali, descritti nella tabella suc­
cessiva, attraverso i quali i corpi scambiano calore con altri corpi o con l’am­
biente circostante. L’evaporazione è stata trattata in una sezione precedente; in
questa sezione considereremo gli altri meccanismi.

M e c c a n is m i di trasfe rim e n to del calo re

Quando due corpi sono a di­ Questa fotografia speciale La lampada a raggi infrarossi Come abbiamo visto in una
retto contatto fisico, come nel mostra le correnti d’aria illumina gli agnelli sottostan­ sezione precedente,
caso della saldatrice e della vicino ad un bicchiere di ti, riscaldandoli. L’energia Vevaporazione di un liquido
scheda per circuiti, il calore acqua calda. L’aria vicino al viene trasferita mediante può portar via significative
è trasferito per conduzione. bicchiere è scaldata e sale, radiazione infrarossa, una quantità di energia termica.
L’energiii è trasferita per portando energia termica con forma di onde elettromagne­ Quando soffiamo su una
contatto diretto. sé in un processo noto come tiche. L’energia è trasferita tazza di cioccolato, questo
convezione. L’energia è mediante irraggiamento di aumenta il tasso di evapora­
trasferita attraverso il moto onde elettromagnetiche. zione, raffreddando rapida­
d’insieme delle molecole mente il cioccolato. L’ener­
con alta energia termica. gìa è trasferita a causa della
sottrazione di molecole con
alta energia termica.

FIGURA 12.27 La conduzione di calore in Conduzione


una barra solida.
Se teniamo in mano un cucchiaino di metallo in una tazza di caffè bollente, il
è il calore trasferito
attraverso la barra manico del cucchiaino presto diventerà caldo. L’energia termica viene trasfe­
rita lungo il cucchiaino dal caffè alla nostra mano. La differenza di temperatura
tra le due estremità guida questo trasferimento di calore attraverso un processo
noto come c o n d u z io n e . La conduzione è il trasferimento di energia termica
direttamente attraverso un materiale fisico.
La FIGURA 12.27 mostra una barra di rame collocata tra una sorgente calda
(un fuoco) e una sorgente fredda (un blocco di ghiaccio). Possiamo usare il
nostro modello atomico per vedere come l’energia termica sia trasferita lungo
la barra dalle interazioni degli atomi nella barra; gli atomi che si muovono
rapidamente neH’estremità più calda trasferiscono energia agli atomi che si
Le particelle nell’estremità sinistra della muovono più lentamente nell’estremità fredda.
barra si agitano più vigorosamente delle
particelle ncirestremità destra. Le particelle Supponiamo di poter effettuare una serie di esperimenti per misurare il
sulla sinistra trasferi .scotio energia alle calore Q trasferito attraverso barre diverse per lunghezza, sezione e materiale,
particelle sulla destra attraverso i legami che
connettono le particelle tra loro. l dati raccolti evidenzierebbero quanto segue:
12.8 Trasferimento di calore 399

■ Q aumenta se la differenza di temperatura A r tra Pestremo caldo e quello


freddo è aumentata.
■ Q aumenta se l’area della sezione trasversale della barra è aumentata.
■ Q diminuisce se la lunghezza L della barra è aumentata.
■ Alcuni materiali (come i metalli) trasferiscono il calore piuttosto veloce­
mente. Altri materiali (come il legno) trasferiscono il calore con molta dif­
ficoltà.
L’ultima constatazione può essere facilmente ricondotta alla nostra esperienza
quotidiana: se intendiamo mescolare una zuppa calda sui fornelli, useremo un
cucchiaio di plastica o di legno piuttosto che uno di metallo.
Queste osservazioni sperimentali sulla conduzione del calore possono
essere riassunte in un’unica formula. Se il calore Q è trasferito in un intervallo
di tempo Ar, il tasso di trasferimento del calore (misurato in joule per secondo,
o watt) è 2/Ar. Per un materiale con area di sezione trasversale A e lunghezza
L, che sperimenta una differenza di temperatura A7, il tasso di trasferimento
del calore è

£ = ( r >lA r (12.34)
Tasso di conduzione del calore attraverso una differenza di temperatura

La quantità A', che indica se un materiale è un buon conduttore di calore o un


cattivo conduttore, è chiamata conducibilità termica del materiale. Poiché il
tasso di trasferimento del calore misurato in J/s è una potenza, misurata in watt,
le unità di misura di k sono W/m • K. 1 valori di k per alcuni materiali comuni
sono riportati nella Tabella 12.7; un grande valore di k significa che un mate­
riale è un miglior conduttore di calore.

TABELLA 12.7 Valori di conducibilità termica (misurati a 20®C)


Materiale k (W/ni • K) Materiale A (W/m • K)
Diamante 1000 Pelle 0.50
Argento 420 Muscoli 0.46
Rame 400 Grasso 0.21
Ferro 72 Legno 0.2
Acciaio inox 14 Moquette 0.04
Ghiaccio 1.7 Pelliccia, piume 0.02-0.06
Calcestruzzo 0.8 Aria(27°C, 100 kPa) 0.026
Vetro laminato 0.75

1 buoni conduttori di elettricità, come l’argento e il rame, sono di solito


anche buoni conduttori di calore. L’aria, come tutti i gas, è un cattivo condut­
tore di calore perché non ci sono legami tra atomi adiacenti.
I deboli legami tra le molecole rendono molti materiali biologici cattivi con­
duttori di calore. 11 grasso è un conduttore peggiore dei muscoli, quindi i mam­
miferi marini hanno spessi strati di grasso per il loro isolamento. I mammiferi
terrestri isolano i loro corpi con una pelliccia e gli uccelli con le piume. Sia la
pelliccia che le piume intrappolano una gran quantità d’aria, quindi la loro
conduttività è simile a quella deH’aria, come mostra la Tabella 12.7.

E SE M P IO 12.21 C a lo r e p e r s o p e r c o n d u z io n e
All’inizio di questa sezione abbiamo notato che “sentiamo parte del l’isolamento che protegge la parte interna del nostro
freddo’’ quando sediamo su una panchina di calcestruzzo fredda. corpo (ad una temperatura di 37°C) dal freddo della panchina
“Sentire freddo” significa in realtà che il nostro corpo sta per­ deriva da uno strato di grasso spesso 1.0 cm sulla parte del nostro
dendo una significativa quantità di calore. Ma quanto significa­ corpo a contatto con la panchina. (Questo spessore varia da per­
tiva? Supponiamo di essere seduti su una panchina di calcestmzzo sona a persona, ma questo è un valore medio ragionevole.) Una
a 10°C. Stiamo indossando abiti leggeri che forniscono un isola­ buona stima dell’area di contatto con la panchina è 0.10 m^. Dati
mento trascurabile al nostro corpo. In questo caso, la maggior questi dettagli, quanto è il calore perso per conduzione?
C o n tin u a
400 CAPITOLO 12 Le proprietà termiche della materia

IM P O S T A Z IO N E II calore è trasferito verso la panchina per zione 12.34 per calcolare il tasso di calore perso:
conduzione attraverso lo strato di grasso, quindi possiamo cal­ ^(0.21 W/m-K)(0.10in^)
colare il tasso di calore perso usando l’Equazione 12.34. Lo
spessore dello strato conduttivo è 0.010 m, l’area è 0.10 m^ e
V
-A/= f - 0.010 m
(27 K) = 57 W
V E R IF IC A 57 W è più della metà della potenza a riposo del
la conducibilità termica del grasso è data dalla Tabella 12.7. La nostro corpo, che come abbiamo appreso nel Capitolo 11 è
differenza di temperatura è quella esistente tra la temperatura approssimativamente 100 W. Questa è una perdita significativa,
del corpo (37°C) e la temperatura della panchina (10°C), una quindi il nostro corpo sentirà freddo, un risultato che sembra
differenza di 27°C, o 27 K. ragionevole se ci siamo mai seduti su una panchina fredda per
S O L U Z IO N E Abbiamo tutti i dati e possiamo usare l’equa­ un certo lasso di tempo.

Convezione
Abbiamo notato che Paria è un cattivo conduttore di calore. Infatti, i dati nella
J Tabella 12.7 mostrano che Paria ha una conducibilità termica comparabile a
quella delle piume. Quindi come mai, in un giorno freddo, ci sentiamo più
riparati e al caldo se indossiamo un piumino?
Nella conduzione, gli atomi che si muovono velocemente trasferiscono
energia termica agli atomi adiacenti. Ma nei fluidi come l’acqua o Paria, ci
sono modi più efficienti per spostare energia: trasferendo proprio gli atomi che
si muovono velocemente. Quando poniamo una pentola d’acqua fredda sul
fornello della cucina, l’acqua sarà scaldata sul fondo. Quest’acqua calda si
espande e diviene meno densa dell’acqua soprastante, quindi sale verso la
superficie mentre l’acqua fredda, più densa, scende prendendone il posto sul
fondo. Questo trasferimento di energia termica attraverso il moto del fluido è
L'acqua calda (colorata) si nnuove per noto come convezione.
convezione. La convezione è di solito il meccanismo principale di trasferimento di
calore nei fluidi. Su piccola .scala, la convezione mescola l’acqua riscaldata
nella pentola sul fornello; su grande scala, la convezione è alla base della
presenza del vento nell’atmosfera e delle correnti che circolano negli oceani.
L’aria è un cattivo conduttore termico, ma è molto efficiente nel trasferire
energia per convezione. Per usare Paria come isolante termico, è necessario
intrappolare Paria in piccole sacche per limitare la convezione. E ciò è esat­
tamente quello che viene fatto dalle piume, dalle pellicce, dalle finestre coi
doppi vetri e dall’isolamento in lana di vetro. La convezione è molto più
rapida nell’acqua che nell’aria. Per cui le persone possono morire di ipoter­
mia .se cadono nell’acqua a 18°C mentre pos.sono vivere felicemente nell’a­
ria a 18°C.

< Un ca p p o tto di p iu m e BIO Le piume corte e dense di un pinguino hanno


una funzione diversa rispetto alle piume degli altri uccelli usate per volare:
esse intrappolano l’aria e forniscono al pinguino un isolamento termico. Le
piume sono equipaggiate con muscoli alla base degli steli per appiattirle ed
eliminare queste sacche d’aria; altrimenti i pinguini avrebbero un eccessivo
potere galleggiante e non potrebbero nuotare sott’acqua.

Irraggiam ento
A casa .sentiamo il tepore emanato dal carbone rosso che brilla nel camino. In
FIGURA 12.28 Un'immagine un giorno freddo, preferiamo sederci al sole anziché aH’onibra in modo tale
termografica di una teiera. che il sole ci ri.scaldi. In entrambi i casi il calore viene trasferito al nostro corpo
.sotto forma di radiazione elettromagnetica.
La radiazione è costituita da onde elettromagnetiche, un argomento che
approfondiremo nei prossimi capitoli, che trasferiscono energia dai corpi che
le emettono ai corpi che le assorbono. Tutti i corpi caldi irraggiano energia
sotto forma di radiazione. I corpi con una temperatura prossima a quella
ambiente emettono radiazione nella parte invisibile dello spettro elettromagne­
tico corrispondente alla regione infrarossa. Le immagini termografiche, come
quella di una teiera nella f i g u r a 12 .2 8 , sono realizzate con macchine fotografi­
che che hanno rivelatori sensibili all’infrarosso e che ci consentono di “vedere”
la radiazione alla quale i nostri occhi non sono sensibili. I corpi più caldi, come
12.8 Trasferimento di calore 401

un tizzone ardente, emettono ancora la maggior parte dell’energia nell’infra­


rosso, ma una parte è emessa nel visibile come luce di colore rosso.
I corpi ancora più caldi iniziano a emettere una sostanziale parte della loro
radiazione nella regione visibile dello spettro. La luce bianca di una lampadina
a incandescenza è prodotta dalla radiazione emessa da un sottile filamento che
viene scaldato a una temperatura molto alta da una corrente elettrica.
La radiazione è una parte significativa del bilancio energetico che mantiene i
nostri corpi alla temperatura appropriata. La radiazione emessa dal Sole o da corpi
caldi vicini a noi, viene assorbita dalla nostra epidermide, aumentando la nostra
energia termica. Allo stesso tempo, il nostro corpo emette radiazioni che ci sot­
traggono energia. Possiamo cambiare la temperatura del nostro corpo assorbendo
una quantità maggiore di radiazione (ad esempio sedendo vicino al fuoco) o emet­
tendo più radiazione (levandoci il cappello e la sciarpa per esporre di più la pelle).
L'energia irradiata da un corpo mostra una forte dipendenza dalla tempera­
tura. Nella Figura 12.28, l’energia irradiata dalla teiera calda risulta essere più
brillante di quella emessa dalle mani più fredde. Nella fotografia che ha aperto
questo capitolo, le mani calde della persona emettono un po’ più energia del
ragno freddo. Possiamo quantificare la dipendenza deH’energia irradiata dalla
temperatura. Se il calore Q è irradiato in un intervallo di tempo Ar da un corpo
con area superficiale A e una temperatura assoluta T, il tasso di trasferimento
del calore Q/At (joule per secondo) è dato dall’equazione

_Q (12.35)
= ecrAT^
At
Tasso di calore emesso sotto forma di radiazione da un
corpo alla temperatura T (legge di Stefan)

Le quantità in questa equazione sono definite come segue:


■ e rappresenta rem issività di una superficie, una misura della capacità di un
materiale di irradiare radiazione. Il valore di é» è compreso tra 0 (superficie
completamente rillettente) e 1 (superficie completamente assorbente). La
pelle umana è un radiatore molto efficace alla temperatura del corpo, con un
valore e = 0.97.
■ r è la temperatura assoluta in kelvin.
■ A è l’area superficiale in m i
■ cr è una costante conosciuta come la costante di Stefan-Boltzmann, il cui
valore è pari a rr = 5.67 • 10 ^ W/m^ • K**.
Notiamo la dipendenza molto forte, alla quarta potenza, dalla temperatura.
Raddoppiando la temperatura assoluta di un corpo, l’energia trasferita per
irraggiamento aumenta di un fattore 16!
L’ammontare dell’energia irradiata da un animale può essere sorprendente­
mente grande. Un uomo adulto con la pelle nuda in una stanza a temperatura
confortevole ha una temperatura della pelle approssimativamente di 33°C, o
306 K. Un tipico valore per l’area della superficie della pelle è 1.8 iiF. Con
questi valori e remissività della pelle riportata sopra, possiamo calcolare il
tasso di trasferimento di calore per irraggiamento da parte della pelle:
W
^ = e ( r A T ^ = (().91)[ 5.67 KF’* T (1.8nF)(306 K)"* = 870 W Trasferimento globale di calore
A/ m- • K" Quest’immagine termografica da satellite
Come abbiamo appreso nel Capitolo 11, il corpo a riposo genera approssima­ mostra la radiazione emessa dalle acque
tivamente 100 W di energia termica. Se il corpo irradiasse energia a 870 W, si dell’oceano al largo della costa ad est degli
Stati Uniti. Possiamo vedere chiaramente
raffredderebbe molto rapidamente. A questo tasso di emissione, la temperatura le acque calde della Corrente del Golfo.
corporea scenderebbe di 1®C ogni 7 minuti! Chiaramente, deve esserci un mec­ Il satellite è in grado di vedere questa
canismo che bilancia questa radiazione emessa e questo meccanismo è la radiazione dalla Terra perché essa attraversa
radiazione assorbita dal corpo. l’atmosfera e viaggia nello spazio. Questa
Quando ci sediamo al Sole, la pelle si riscalda attraverso la radiazione assor­ radiazione è inoltre il solo meccanismo che
ha la Terra per raffreddarsi. Ciò ha delle
bita. Anche quando non siamo al Sole, stiamo assorbendo la radiazione emessa conseguenze sul bilancio energetico della
dai corpi che ci circondano. Supponiamo che un corpo a temperatura T sia Terra, come discuteremo in Un passo oltre,
circondato da un ambiente a una temperatura T^. Il tasso totale a cui il corpo alla fine della Parte VI.
402 CAPITOLO 12 Le proprietà termiche della materia

irradia energia sotto forma di calore, cioè la radiazione emessa meno la radia­
zione assorbita, è
= eaA{T* - T^) ( 12.36)
Questo ha un senso logico. Un corpo non dovrebbe avere nessun trasferimento
totale di energia per irraggiamento se esso si trova in equilibrio termico (J = T^)
con il suo ambiente. Notiamo che remissività e appare sia per remissione che
per rassorbimento; corpi che sono buoni emettitori sono anche buoni assorbitori.

E SE M P IO 12.22 Energia persa per irraggiam ento da un corpo um ano BK)


Una persona con una temperatura della pelle di 33°C è in una Questo è un valore ragionevole, che approssima­
V E R IF IC A
stanza a 24°C. Qual è il tasso totale di calore trasferito per tivamente eguaglia quello della potenza metabolica a riposo.
irraggiamento? Quando siamo vestiti (con poca convezione) e sediamo su una
IM P O S T A Z IO N E La temperatura corporea è 7 = 33 + 273 = sedia di legno o di plastica (con poca conduzione), l’irraggia­
306 K; la temperatura della stanza è 7^ = 24 + 273 = 297 K. mento è il meccanismo principale usato dal corpo per dissipare
Teccesso di energia termica del metabolismo.
S O L U Z IO N E II tasso totale di irraggiamento, dato dalPEqua-
zione 12.36, è

^ ' = ecTA(T* - T^)

= (0.97)^5.67 • m^)[(306 K)'‘ - (297 K)'*] = 98 W

PAU SA DI R IF L E SSIO N E 12.8 Supponi di essere un astronauta nello spazio


vuoto, che sta lavorando nella propria tuta sigillata. 11 solo modo in cui puoi
trasferire calore alLambiente circostante è
A. Conduzione. B. Convezione. C. Irraggiamento. D. Evaporazione.

BK) La radiazione infrarossa emessa


da un cane è stata catturata in questa
immagine termografica. Il suo naso
freddo e le zampe Irradiano meno
energia rispetto al resto del suo corpo.
12.8 Trasferimento di calore 403

E S E M P IO IN T E G R A T O 12.23 Respirare nell'aria fredda BIO


In una giornata fredda, respirare costa energia al nostro corpo; volume aumenterà. Gli stati iniziale e finale rappresentati nella
quando l’aria fredda viene a contatto con i tessuti caldi dei pol­ Figura 12.30 sono alla pressione atmosferica, quindi possiamo
moni, l’aria si riscalda a causa del calore trasferito dal nostro trattare questa trasformazione come un processo isobaro (a
corpo. L’immagine termografica di una persona che soffia in pressione constante). Avremo bisogno delle temperature asso­
un pallone nella FIGURA 12.29 mostra che l’aria espirata è lute degli stati iniziale e finale:
molto più calda dell’ambiente circostante. r. = -10°C-f 273 = 263 K
FIGURA 12.29 UnMmmagine termografica di una persona 7^ = 30X4-273 = 303 K
che soffia in un pallone in una giornata fredda. Poi, dovremo determinare quanto calore è richiesto per
alzare la temperatura dell’aria. Poiché le pressioni iniziale e
finale sono le stesse, calcoleremo il calore necessario per alzare
la temperatura di un gas a pressione costante. La variazione di
temperatura è -l-40°C, quindi possiamo usare A7 = 40 K. L’aria
è una miscela di azoto e ossigeno con una piccola quantità di
altri gas. c^per l’azoto e l’ossigeno è lo stesso fino alle prime
due cifre significative, quindi assumeremo che il gas abbia
cp = 29 J/mol • K.
S O L U Z IO N E La variazione di volume deH’aria nei polmoni è
un processo a pressione constante. 0.50 L d’aria vengono inspi­
rati; questo è V.. Quando la temperatura aumenta, altrettanto fa
La FIGURA 12.30 mostra questo processo per un giorno il volume. Il gas non è in un contenitore sigillato, ma stiamo
gelido con temperatura esterna di —10°C. L’aria inspirata viene considerando la stessa “porzione” di gas prima e dopo, quindi
scaldata a temperature prossime a quella interna del nostro possiamo usare l’equazione di stato di un gas ideale per trovare
corpo, 37°C. Quando espiriamo, un po’ di calore viene tratte­ il volume dopo che la temperatura è aumentata:
nuto nel corpo, ma la maggior parte è persa; l’aria espirata è
pj f 303 K
ancora a circa 30°C. V,= . , - = ( 0 . 5 0 L ) X . X — = 0.58L
FIGURA 12.30 Respirare riscalda l'aria. Il volume aumenta di circa il 15%, da 0.50 L a 0.58 L. Ora
possiamo andare avanti e affrontare la seconda parte: determi­
nando l’energia richiesta. Avremo bisogno del numero di moli
del gas, che possiamo calcolare dall’equazione di stato per un
gas ideale:
pV (101.3 • 10^Pa)(0.50 • 10'^ m ')
= 0.023 mol
RT (8.31 J/mol-K)(263 K)
Nell’eseguire questo calcolo, abbiamo usato 1 m^ = 1000 L per
convertire il volume di 0.50 L in m^. Ora possiamo calcolare il
calore necessario per scaldare un respiro, usando l’Equazione
12.28:
2(un respiro) = nc^ A7 = (0.023 mol)(29 J/mol • K)(40 K) = 27 J
Se respiriamo 12 volte al minuto, un singolo respiro dura 1/12
1nostri polmoni contengono diversi litri d’aria, ma solo una di minuto, ossia 5.0 s. Quindi la potenza associata al calore che
piccola parte dell’aria è scambiata durante un singolo respiro. fornisce il corpo per scaldare l’aria in ingresso è
Una persona tipicamente compie 12 respiri al minuto, con una
quantità di aria esterna inspirata pari a 0.50 L per ogni atto 27 J
= 5.4W
respiratorio. Se l’aria è scaldata da -lO X a 30°C, qual è il A/ 5.0 s
volume deH’aria espirata per ciascun respiro? Quale frazione A riposo, il nostro corpo tipicamente usa 100 W, quindi questo
della potenza a riposo del corpo viene impiegata nel riscalda­ rappresenta appena il 5% della nostra potenza corporea a riposo.
mento del l’aria? (Notiamo che i gas sono scambiati mentre Respiriamo una buona quantità d’aria ogni minuto e la scal­
respiriamo, da ossigeno ad anidride carbonica, ma con una diamo parecchio, ma il calore specifico del l’aria è abbastanza
buona approssimazione il numero di atomi, e quindi il numero piccolo per cui l’energia richiesta è ragionevolmente modesta.
di moli, resta lo stesso.) Consideriamo solo l’energia richiesta V E R IF IC A L’aria si espande leggermente ed una piccola quan­
per scaldare l’aria, non l’energia persa per evaporazione dai tità di energia va nel suo riscaldamento. Se siamo stati all’a­
tessuti dei polmoni. perto in una giornata fredda sappiamo che nessuna variazione
IM P O S T A Z IO N E Ci sono due parti nel problema, che risol­ è considerevole, quindi questo risultato finale sembra ragione­
veremo in due modi differenti. Innanzitutto, abbiamo bisogno vole. L’energia persa non è trascurabile ma ragionevolmente
di trovare il volume dell’aria espirata. Quando il nostro corpo modesta; altre forme di energia persa sono molto più impor­
scalda l’aria, la sua temperatura aumenta, quindi anche il suo tanti quando ci troviamo all’aperto in una giornata fredda.
404 C A P I T O L O 12 Le proprietà termiche della materia

R I E P I L O G O
O b ie ttiv o ; u sa re il m o d e llo a t o m ic o de lla m ate ria p er sp ie g a re le p ro p rie tà d e lla m ate ria a s s o c ia t e al c alo re
e alla te m p e ratu ra.

PRINCIPI GENERALI ^
Modello atomico Il modello atomico Equazione di stato per un
Abbiamo rappresentato la materia come di un gas gas ideale
fatta di semplici particelle fondamentali. Le proprietà L’equazione di stato per un gas
L’interazione di queste particelle le une macroscopiche dei gas ideale lega la pressione, il volume
con le altre definisce lo stato. possono essere spiegate e la temperatura in un campione di
in termini del modello gas. Possiamo esprimere l’equazione
Gas Liquido Solido
atomico dei gas. La in termini del numero di atomi o del
velocità delle particelle è numero di moli del campione:
legata alla temperatura:
pV ^N kJ
pV = nRT
m
Il modello atomico spiega l’espansione Gli urti delle particelle tra Per la trasformazione di un gas in un
termica, il calore specifico, ed il di loro e con le pareti del contenitore sigillato,
trasferimento di calore. contenitore determinano la PiV, _P(Vf
pressione. T, 7-f

CONCETTI IM PORTANTI^
Effetti dei trasferimento di calore Meccanismi di trasferimento del calore
Un sistema al quale viene ceduto o sottratto del calore può Un corpo può trasferire calore ad altri corpi oppure
variare la sua temperatura oppure fare una transizione di fase all’ambiente:
(cambiamento di stato).
11 calore specifico c di un materiale è il calore necessario per
aumentare di 1 K la temperatura di 1 kg di sostanza.
La conduzione è il
trasferimento di calore
mediante contatto fìsico
r £=(“)-
C?= McAr diretto.
Il calore latente è l’energia necessaria per il cambiamento di La convezione è il
stato di 1 kg di una sostanza. Il calore è aggiunto per trasformare trasferimento di calore
un solido in un liquido oppure un liquido in un gas; il calore è mediante il moto di un fluido.
sottratto per invertire queste trasformazioni. L’irraggiamento è il
{ ±ML( (fusione/congelamento) trasferimento di calore
± MLv (ebollizione/condensazione ) mediante remissione di onde
Il calore specifico molare di un gas dipende dal processo. elettromagnetiche.
Per una trasformazione
a volume costante: Q = nt\ A7
Per una trasformazione
. a pressione costante: Q = nCpò^T
Un diagramma pV (pressione-volume) è un modo utile di rappresentare una trasformazione che coinvolge un gas.
Una trasformazione Una trasformazione Una trasformazione Una trasformazione Il lavoro svolto da un
a volume costante isobara avviene a isoterma avviene a adiabatica non gas è l’area sotto la
(isocora) non ha pressione constante. temperatura constante, coinvolge trasferimenti curva.
variazione di volume. di calore; la temperatura
vana.
p

p-
Px-

APPLICAZIONI
Espansione termica I corpi Calorimetria Quando due o più Il numero di moli è
sperimentano un aumento di volume e sistemi interagiscono termicamente,
un aumento di lunghezza quando la loro essi giungono ad una temperatura finale M ( in grammi )
temperatura aumenta: comune determinata da M,mol
^V = P V .^T AL = aL A T G„„ = Q, + e , + G,+ ... = o
Domande 405

La difficoltà del problema è indicata con I (facile) fino a Hil (molto difficile). I problemi contrassegnati come IN! integrano in maniera
significativa concetti esposti nei capitoli precedenti; i problemi contrassegnati con BIO sono di interesse medico o biologico.

D O M A N D E

D o m a n d e concettuali 12. Un gas è in un contenitore sigillato. Di quale fattore cam­


1. Fra una mole di gas di Ne e una mole di gas di N,, quale ha bierà la temperatura del gas se
massa maggiore? a. Il volume è raddoppiato e la pressione è triplicata?
2. Se lanci un corpo verso Paltò con una velocità sufficien­ b. II volume è dimezzato e la pressione è triplicata?
temente elevata, la sua energia cinetica sarà sufficiente a 13. Qual è la quantità massima di lavoro che un gas può com­
farlo uscire dalla gravità della Terra; il corpo continuerà piere durante un processo a volume costante?
a muoversi verso l’alto e non ricadrà sulla Terra. Se si 14. Hai bisogno di misurare con precisione le dimensioni di
aspetta un tempo sufficiente, gli atomi di idrogeno ed elio un pannello di legno per un progetto di costmzioni. Il tuo
presenti nell’atmosfera terrestre sfuggiranno alPattrazione metro di metallo è stato lasciato al Sole per ore in un giorno
terreste, quindi questi elementi non sono presenti nella caldo d’estate e ora è così caldo che è impossibile tenerlo
nostra atmosfera. Spiega il perché gli atomi di idrogeno ed in mano. Come differirà la tua misura da quelle prese dai
elio raggiungono la necessaria velocità di fuga mentre altri tuoi colleghi, i cui metri sono rimasti all’ombra? Spiega il
elementi no, come ad esempio l’ossigeno e Pazoto. perché.
3. Avrai notato come i palloncini gonfiati ad elio tendano 15. Un trucco comunemente utilizzato
a sgonfiarsi piuttosto rapidamente, mentre un palloncino per aprire il coperchio di un vaso che
riempito di aria resterà gonfio più a lungo. I palloncini si oppone resistenza è di far .scorrere
sgonfiano perché il gas si diffonde al di fuori di essi. 11 sul coperchio dcH’acqua bollente per
tasso di diffusione è più rapido per particelle piccole e per un breve periodo di tempo. Spiega il
particelle dotate di alta velocità. La diffusione è inoltre più perché ciò favorisce Tapertura del
veloce quando ci sono grandi differenze di concentrazione coperchio.
tra i due lati di una membrana. Tenendo conto di questi 16. Il radiatore della tua automobile
fatti, spiega perché un palloncino riempito d’aria dura più è fatto d’acciaio e riempito con
a lungo di un palloncino gonfiato ad elio. dell’acqua. Immagina di avere riem­
4. Se compri una busta sigillata di patatine a Miami e la porti pito il radiatore fino all’orlo con acqua fredda e di guidare
guidando fino a Denver, dove la pressione atmosferica è senza esserti ricordato di mettere il coperchio. Quando il
inferiore, troverai che la busta diventa più “gonfia”. Spiega radiatore d’acciaio e l’acqua si scaldano, il livello dell’ac­
il perché. qua scenderà oppure salirà fino a traboccare dal radiatore?
5. Se raddoppi la velocità tipica delle molecole di un gas, di Spiega il perché.
quale fattore cambia la pressione? Fornisci una spiega­ 17. I materiali A e B hanno uguale densità, ma A ha un calore
zione semplice del perché la pressione cambia di questo specifico maggiore di B. Hai un cubetto da 100 g di ciascun
fattore. materiale. II cubetto A, inizialmente a 0°C, è posto in buon
6. Due gas hanno lo stesso numero di molecole per metro contatto termico con il cubetto B, inizialmente a 2(X)°C.
cubo (N/V) e la stessa velocità rms. Le molecole del gas 2 Entrambi i cubetti sono all’interno di un contenitore ben
sono più massicce delle molecole del gas 1. isolato dove essi non interagiscono con nient’altro. La
a. I due gas hanno la stessa pressione? Se no, qual è la loro temperatura finale sarà maggiore, minore o uguale a
maggiore? lOOX? Spiega il perché.
b. 1due gas hanno la stessa temperatura? Se no, qual è la 18. Due contenitori contengono uguali masse di azoto gassoso
maggiore? alla stessa temperatura. Tu fornisci 10 J di calore al conte­
7. a. Fra una mole di elio gassoso e una mole di ossigeno gas­ nitore A impedendo che il volume cambi e fornisci 10 J di
soso, quale contiene più particelle? Spiega il perché. calore al contenitore B impedendo che la pressione subi.sca
b. Fra un grammo di elio gassoso e un grammo di ossigeno variazioni. Dopo l’aggiunta di calore, la temperatura è
gassoso, quale contiene più particelle? Spiega il perché. maggiore, minore o uguale alla temperatura T^l Spiega il
8. Se la temperatura T di un gas ideale raddoppia, di quale perché.
fattore cambia l’energia cinetica media degli atomi? 19. Hai bisogno di aumentare la temperatura di un gas di 10°C.
9. Una bottiglia di elio gassoso e una bottiglia di argon gas- Per usare la minore quantità di calore possibile, dovresti
so.so contengono un uguale numero di atomi alla stessa scaldare il gas a pressione costante o a volume costante?
temperatura. Quale bottiglia, eventualmente, ha un’energia Spiega il perché.
termica totale maggiore? 20. Un campione di gas ideale è in un cilindro con un pistone
10. Un contenitore cilindrico contiene 1.0 mole di elio a una mobile. 600 J di calore vengono aggiunti al gas con una
temperatura di 20°C. Un secondo contenitore identico con­ trasformazione isoterma. Quanto lavoro fa il gas mentre si
tiene 1.0 mole di neon a 20°C. Gli atomi di elio si muovono espande, spingendo contro il pistone?
con un’alta velocità media, ma la pressione del gas nei due 21. Uno studente sta scaldando del cioccolato in un pentolino
contenitori è la stessa. Spiega perché questo è possibile. sul fuoco. Egli utilizza un termometro da cucina per misu­
11. Un gas è in un contenitore sigillato. Di quale fattore cam­ rare la temperatura del cioccolato e sembra che vari come
bierà la pressione del gas se mostrato nella Figura DI2.21 nella pagina successiva.
a. Il volume è raddoppiato e la temperatura è triplicata? De.scrivi quello che .sta accadendo al cioccolato in ciascuna
b. 11 volume è dimezzato e la temperatura è triplicata? delle tre porzioni del grafico.
406 CAPITOLO 12 Le proprietà termiche deUa materia

All’inizio la . . . quindi rimane . . . infine 29. Ili Un gas viene compresso da una trasformazione isoterma
lemperatura costante per ricomincia che diminuisce il suo volume di un fattore 2. In questo pro­
aumenta . . . un certo tempti. ad aumentare.
cesso, la pressione
t\ /
A. Non varia.
B. Aumenta di un fattore minore di 2.
C. Aumenta di un fattore 2.
D. Aumenta di un fattore maggiore di 2.
30. I L’energia termica dell’elio gassoso contenuto in un
FIGURA D12.21 contenitore è dimezzata. Che succede alla temperatura,
espressa in kelvin?
22. Se cuoci una torta ad alta quota, dove la pressione atmo­ A. Diminuisce a un quarto del suo valore iniziale.
sferica è minore rispetto a quella al livello del mare, hai B. Diminui.sce alla metà del suo valore iniziale.
bisogno di modificare la ricetta. Avrai bisogno di cuocere C. Resta la stessa.
per un tempo più lungo, e avrai bisogno di mettere meno D. Aumenta fino al doppio del suo valore iniziale.
lievito. Il lievito è l’agente lievitante; mentre si scalda, rila­ 31. Ili Un gas viene compresso da un proce.sso adiabatico che
scia bolle di gas che provocano f innalzamento della torta. diminuisce il suo volume di un fattore 2. In questo pro­
Spiega perché questi aggiustamenti sono necessari. cesso, la pressione
23. Il calore specifico delfalluminio è maggiore di quello del A. Non varia.
ferro. Due bkKchi da 1 kg di ferro e di alluminio sono riscal­ B. Aumenta di un fattore minore di 2.
dati a 1(X)°C, e cia.scuno viene successivamente immerso in C. Aumenta di un fattore 2.
un bccher contenente 1 L d’acqua a 2iTC. In quale becher alla D. Aumenta di un fattore maggiore di 2.
fine la temperatura dell’acqua sarà più alta? Spiega il perché. 32. I Supponiamo che tu stia effettuando un esperimento di
24, Ad uno studente viene „ calorimetria per misurare il calore specifico di una moneta
chiesto di fare uno schizzo da un centesimo. Prendi alcune monete da un centesimo,
di un diagramma pV per misuri la loro massa, le scaldi a una temperatura nota e le
un gas che compie un fai cadere in un contenitore contenente dell’acqua a una
ciclo che consiste in (a) temperatura conosciuta. Deduci allora il calore specifico
una espansione isoba-ra, della moneta da un centesimo misurando la variazione di
(b) una riduzione di tem­ temperatura dell’acqua. Sfortunatamente, non ti sei accorto
peratura a volume costan­ che un centesimo è caduto sul pavimento mentre trasferivi
te, e (c) una trasformazio­ le monete nell’acqua. Questo
ne isoterma che riporta il A. Causerà una sottostima del calore specifico.
gas nel suo stato iniziale. FIGURA D12.24 B. Causerà una sovrastima del calore specifico.
Lo studente disegna il diagramma mostrato nella Figura C. Non avrà effetti sui tuoi calcoli per il calore specifico.
DI2.24. Che cosa c’è eventualmente di sbagliato nel dia­ 33. 1 Una tazza d’acqua viene scaldata con una serpentina
gramma tracciato dallo studente? che produce 100 W di calore. In un minuto, la temperatura
25. In alcune batterie di pentole costose, le padelle sono fatte di dell’acqua aumenta di 20°C. Qual è la massa dell’acqua?
rame ma il manico è di acciaio inossidabile. Spiega il perché. A. 72 g B. 140 g C. 720 g D. 1.4 kg
26. Se vivi in qualche luogo 34. I Tre becher identici contengono ciascuno 1000 g d’ac­
con notti fredde e lim­ qua a 20°C. 100 g d’acqua a 0°C vengono aggiunti al
pide, potresti aver notato primo becher, 100 g di ghiaccio a 0°C vengono aggiunti
che certe mattine c’è della al secondo becher e 100 g di alluminio a 0°C vengono
brina sul terreno all’a­ aggiunti al terzo becher. Il contenuto di quale contenitore
perto ma non in quello avrà la temperatura finale più bassa?
sotto gli alberi. Questo è A. 11 primo becher.
dovuto al fatto che il ter­ B. Il secondo becher.
reno sotto gli alberi non diventa co.sì freddo come nei luoghi C. 11 terzo becher.
aperti. Spiega come la copertura degli alberi mantenga il D. Tutti avranno la stessa temperatura.
suolo più tiepido. 35. mi 100 g di ghiaccio a 0°C e 100 g di vapore a 100°C inte­
ragiscono termicamente in un contenitore ben isolato. Lo
D o m a n d e a scelta m ultipla stato finale del sistema è
A. Una miscela di ghiaccio e acqua a 0°C.
27. I Uno pneumatico è gonfiato a una pressione di 35 psi. La B. Acqua a una temperatura tra 0°C e 50°C.
pressione assoluta dello pneumatico è C. Acqua a 50°C.
A. Minore di 35 psi. D. Acqua a una temperatura tra 50°C e 100°C.
B. Uguale a 35 psi. E. Una miscela di acqua e vapore a 100°C.
C. Maggiore di 35 psi. 36. I Supponiamo che una radiazione con una potenza di 600
28. I 11 numero di atomi in un contenitore è aumentato di un W, emessa da un forno a microonde, sia assorbita da 250
fattore 2 mentre la temperatura è mantenuta costante. La g di acqua contenuta in una tazza molto leggera. Approssi­
pressione mativamente quanto tempo ci vorrà per scaldare l’acqua da
A. Decresce di un fattore 4. 20°C a 80°C?
B. Decresce di un fattore 2. A. 50 s B. 100 s C. 150 s D. 200 s
C. Resta la stessa. 37. Il 40000 J di calore vengono aggiunti a 1.0 kg di ghiaccio
D. Aumenta di un fattore 2. a -10°C. Quanto ghiaccio si scioglie?
E. Aumenta di un fattore 4. A. 0.012 kg B. 0.057 kg C. 0.12 kg D. 1.0 kg
Problemi 407

38. Il II vapore a I00°C causa bruciature peggiori dell'acqua a B. Il calore è trasferito alla pelle mentre il vapore condensa.
BIO l(X)°C. Questo avviene perché C. Il vapore ha un maggiore calore specifico dell'acqua.
A. Il vapore è più caldo dell'acqua. D. L’evaporazione dell'acqua sulla pelle causa raffreddamento.

P R O B L E M I
Sezione 12.1 II modello atomico della materia 16. Il Marte ha un’atmosfera composta quasi interamente di bios­
sido di carbonio, con una temperatura media di —63X. Qual è
1. I Cosa contiene il maggior numero di moli: 10 g di idro­
la vekKità nns di una molecola neH’atmosfera di Marte?
geno gassoso, 100 g di carbone o 50 g di piombo?
17. Il 3.0 moli di gas a una temperatura di -120°C riempiono
2. mi Quanti grammi di acqua (H^O) hanno lo stesso numero
un contenitore di volume pari a 2.0 L. Qual è la pressione
di atomi di ossigeno di 1.0 mole di ossigeno gassoso?
del gas?
3. mi Quanti atomi di idrogeno sono contenuti in 100 g di
18. I La pressione più bassa mai ottenuta in laboratorio è di
perossido di idrogeno (H^O,)?
4.0 • 10 " Pa. A questa pressione, quante molecole di aria
4. Il Quanti millimetri cubi (mm^) ci sono in 1 L?
ci dovrebbero essere in una camera sperimentale a 20°C e
5. Il Una scatola è larga 200 cm, profonda 40 cm e alta 3.0
cm. Qual è il suo volume in m'? con un volume di 0.090 nv^?
19. Il L’elio ha il punto di conden.sazione più ba.sso di qualsiasi
altra sostanza; il gas si liquefò a 4.2 K. 1.0 L di elio liquido
Sezione 12.2 II modello atomico di un gas ideale
ha una massa di 125 g. Qual è il volume occupato da questa
6. I Un gas ideale ha una temperatura di 20°C. Se raddop­ quantità di elio gassoso in condizioni standiird ( 1atm e 0°C)?
piamo l'energia cinetica media degli atomi nel gas, qual è
la nuova temperatura in ”C?
7. Il Un gas ideale ha una temperatura di 20°C. Il gas viene Sezione 12.3 Le trasformazioni di un gas ideale
raffreddato, riducendo fenergia termica del 10%. Qual è la 20. Il Un cilindro contiene 3.0 L di ossigeno a 300 K e 2.4
nuova temperatura in °C? atm. Il gas viene scaldato, causando il sollevamento di un
8. Il Un gas ideale a 0°C è costituito da 1.0 • 10*^ atomi. 10 J pistone nel cilindro. Il calore cau.sa un innalzamento della
di energia termica vengono aggiunti al gas. Qual è la nuova temperatura fino a 600 K e il volume del cilindro aumenta
temperatura in °C? a 9.0 L. Qual è la pressione finale del gas?
9. Il Un gas ideale a 20X è co.stituito da 2.2 • 10- atomi. 21. Ili Un gas ideale con condizioni iniziali V. e T. si espande
4.3 J di energia termica vengono rimossi dal gas. Qual è la isotermicamente finché = 2K. Calcola (a) (b)
nuova temperatura in ®C? 22. Ili 0.10 moli di argon vengono immesse in un contenitore
10. IH 11ghiaccio .secco è biossido di carbonio congelato. Se hai vuoto di volume 50 cm^ a 20°C. Il gas quindi viene scal­
1.0 kg di ghiaccio secco, quale volume esso occuperà .se lo dato a volume costante fino a una temperatura di 300°C.
scaldi abbastanza da trasformarlo in un gas a una tempera­ a. Qual è la pressione finale del gas?
tura di 20°C? b. Mostra la trasformazione su un diagramma pV, indi­
11.1 Qual è la pressione assoluta dell'aria negli pneumatici cando la scala appropriata per entrambi gli assi.
della tua auto, in psi, quando il manometro indica che essi 23. I 0.10 moli di argon vengono immesse in un contenitore
sono gonfiati a 35.0 psi? Assumi di essere al livello del vuoto di volume 50 crn^ a 20°C. Il gas quindi subi.sce un
mare. riscaldamento isobaro fino a una temperatura di 300°C.
12. mi La capacità totale dei polmoni di un uomo adulto è a. Qual è il volume finale del gas?
BK) approssimativamente 5.0 L. Circa il 20% dell'aria è ossi­ b. Mostra il processo su un diagramma pV, indicando la
geno. AI livello del mare e a una temperatura corporea scala appropriata per entrambi gli assi.
media di 37°C, quante moli di ossigeno contengono i pol­ 24. Ili 0.10 moli di argon vengono immes.se in un contenitore
moni alla fine di un’inspirazione? vuoto di volume 50 cm^a 20°C. Il gas quindi viene sottopo­
13.1111 In molte aree del mondo si utilizza ancora un’arma sem- sto a un’espansione isoterma fino a un volume di 200 cm\
BIO plice chiamata cerbottana, un tubo con un dardo all’in­ a. Qual è la pressione finale del gas?
terno esattamente dello stesso diametro del tubo. Un soffio b. Mostra il processo su un diagramma pV, indicando la
deci.so a un’estremità della cerbottana lancia il dardo che scala appropriata per entrambi gli assi.
esce dall’estremità opposta per andare a colpire la preda. 25. Il 0.0040 moli di gas ideale subiscono la trasformazione
Quando espira con forza, una persona sana può fornire aria mostrata nella Figura P12.25.
a una pressione relativa di 6.0 kPa. Quale forza esercita a. Quale tipo di trasformazione è questa?
questa pressione su un dardo in una cerbottana con diame­ b. Quali sono le temperature iniziali e finali del gas?
tro di 1.5 cm?
p (atm)
14.111 Quando .starnutisci, potresti danneggiare dei tessuti deli-
BK) cati perché la pressione del l’aria che non riesce a sfuggire 3-
può arrivare fino a 45 kPa. Se questa sovra-pressione agi­
sce all’interno del timpano dell’orecchio il cui diametro è 2-
di 8.4 mm, qual è la forza esercitata verso l’esterno?
15. mi 7.5 moli di elio riempiono un cilindro di 15 L. La pres­ 1
sione relativa nel cilindro risulta di 65 psi. Quali sono (a)
la temperatura del gas in °C e (b) l’energia cinetica media -T-------1— V (cmb
degli atomi di elio? FIGURA P12.25 ® lOO 200 300
408 CAPITOLO 12 Le proprietà termiche della materia

26. Ili 0.0040 moli di un gas ideale subiscono una trasforma­ mente. Se un tracciato viene montato con una temperatura
zione rappresentata dalla traiettoria iperbolica mostrata di 16°C, quanto dovrebbe essere lo spazio tra le sezioni
nella Figura PI2.26. p (aim) per evitare che la rotaia si deformi quando la temperatura
a. Quale tipo di trasfor­ arriva fino a 50°C?
mazione è questa? 35. I Un foro circolare in una lastra di acciaio ha un diametro di
b. Quali sono le tempe­ 2.000 cm. Di quanto dovrebbe essere aumentata la tempera­
rature iniziali e finali? tura della lastra per espandere il diametro del foro a 2.003 cm?
c. Qual è il volume 36. Ili A 20°C, il foro in un anello di alluminio ha un diametro
finale V^? di 2.500 cm. Devi far scivolare questo anello dentro un’a­
sta d’acciaio che a temperatura ambiente ha un diametro di
2.506 cm. A quale temperatura comune dovrebbero essere
FIGURA P12.26
scaldati l’anello e l’asta in modo tale che l’anello si inseri­
27. Il Un gas ideale con una temperatura iniziale di 900X è sca perfettamente nell’asta?
sottoposto al processo mostrato nella Figura PI2.27. 37. Hill La temperatura di un disco di alluminio è aumentata
a. Quale tipo di processo è questo? di 120°C. Di quale percentuale aumenta il suo volume?
b. Qual è la temperatura finale?
c. Quante sono le moli del gas? Sezione 12.5 Calore specifico e calore latente
P (alm)
38. Ili Quanta energia deve essere sottratta a un blocco di
ghiaccio di massa 200 g per raffreddarlo da 0°C a —30°C?
3 39. mi Quanto calore è necessario per trasformare 20 g di mer­
p(kPù) curio a 20°C in vapori di mercurio alla temperatura di ebol­
2- lizione?
400-
40. Il a. 100 J di energia sotto forma di calore vengono trasfe­
l- 200 riti a 20 g di mercurio inizialmente a 20°C. Di quanto
aumenta la sua temperatura?
■V (cm^) - V(cmh b. Quanto calore serve per aumentare la temperatura di
0 lOO 200 300 0 100 200 300
FIGURA P12.27 FIGURA P12.28
20 g d’acqua della stessa quantità?
41. Carlo preleva un sacco di 10 kg di ghiaccio dal conge­
28. Ili Quanto lavoro è fatto sul gas nel processo mostrato nella latore a -10°C e lo mette nel retro del suo camion. Sfortu­
Figura PI2.28? natamente, .se lo dimentica e il ghiaccio si scioglie. Quanta
29. Il È possibile fare un termometro sigillando un gas in un con­ energia sotto forma di calore occorre per sciogliere com­
tenitore rigido e misurandone la pressione assoluta. Questo pletamente il ghiaccio?
termometro a gas a volume costante è immerso in un bagno 42. La quantità massima di acqua che un adulto a climi tem­
di acqua e ghiaccio a 0.00°C. Dopo aver raggiunto Pequi- BK) perati può perdere per traspirazione in un’ora è tipicamente
librio termico, la pressione del gas registrata è di 55.9 kPa. di 1.8 L. Tuttavia, dopo alcune settimane trascorse in un
Successivamente il termometro è posto in contatto termico clima tropicale il corpo si adatta, aumentando la sua mas­
con un campione a temperatura sconosciuta. Dopo che il ter­ sima traspirazione a 3.5 L/h. Con quale potenza, in watt,
mometro raggiunge un nuovo equilibrio, la pressione del gas viene rimossa l’energia quando si traspira così rapida­
è 65.1 kPa. Qual è la temperatura di questo campione? mente? Assumi che tutta l’acqua traspirata evapori. Alla
30. 11 Una bolla d'aria di volume pari a 1.0 cm^ viene rilasciata temperatura corporea, il calore di vaporizzazione dell’ac­
dal fondo sabbioso di un mare tiepido e poco profondo, dove qua è = 24 • 10^ J/kg.
la pressione relativa è 1.5 atm. La bolla sale verso Paltò 43. Il Gli alligatori e altri rettili
abbastanza lentamente in modo tale che Paria contenuta BIO non usano abbastanza ener­
alPintemo resti alla stessa temperatura co.stante dell’acqua. gia metabolica per mante­
a. Qual è il volume della bolla quando raggiunge la superfì­ nere costanti le temperature
cie? dei loro corpi. Essi si raf­
b. Mentre la bolla sale, il calore viene trasferito dall’acqua freddano durante la notte e
alla bolla o dalla bolla all’acqua? Spiega il perché. si riscaldano al sole durante
31. Il Un pallone meteorologico sale nell’atmosfera e il suo il giorno. Supponiamo che
volume aumenta da 4.0 nP a 12 m’ mentre la temperatura un alligatore di massa 300 kg, con una temperatura corpo­
scende da 20°C a —10°C. Se la pressione iniziale del gas rea di primo mattino di 25°C, stia assorbendo radiazione dal
all’interno del pallone è 1.0 atm, qual è la pressione finale? Sole con una potenza di 1200 W. Quanto tempo impiegherà
l’alligatore a raggiungere una più confortevole temperatura
Sezione 12.4 Dilatazione termica di 30°C? (Assumi che il calore specifico del corpo del rettile
32. Ili Una sbarra dritta è composta da un pezzo di alluminio sia lo stesso di quello del corpo di un mammifero.)
lungo 1.2 cm fissato a un pezzo d’acciaio lungo 2.0 cm. Di 44. Il Quando l’aria viene inspirata, essa diventa rapidamente
quanto cambierà la lunghezza della sbarra se la sua tempe­ BIO satura di vapore acqueo mentre passa attraverso le vie aeree
ratura aumenta da 20°C a 40°C? superiori. Quando una persona respira aria secca, circa 25
33. Il La lunghezza di una trave d’acciaio aumenta di 0.73 min mg d’acqua sono inspirati ad ogni respiro. Al ritmo di 12
quando la sua temperatura è aumentata da 22X a 35°C. respiri al minuto, qual è il tasso di energia persa per evapo­
Qual è la lunghezza della trave a 22°C? razione? Esprimi la tua risposta sia in watt che in calorie al
34. Il 1 vecchi binari ferroviari negli Stati Uniti sono fatti da giorno. Alla temperatura corporea, il calore di vaporizza­
pezzi di acciaio lunghi 12 m. Quando le rotaie vengono zione dell’acqua è = 24 • 10*^ J/kg.
posate, vengono lasciati degli spazi tra le sezioni per pre­ 45. Ili E importante per un corpo avere dei meccanismi che gli
venire incurvamenti quando l’acciaio si espande termica­ BIO consentano di raffreddarsi efficacemente; se così non fosse.
Problemi 409

un esercizio fisico moderalo potrebbe facilmente aumen­ 56. Il Un contenitore contiene 1.0 g di ossigeno a una pres­
tare la temperatura corporea a livelli pericolosi. Supponi sione di 8.0 atm.
che un uomo di massa 70 kg corra lungo un tracciato per 30 a. Quanto calore è necessario per aumentare la tempera­
minuti, usando una potenza metabolica di 1000 W. Assumi tura di 1(X)“C a pressione costante?
che tutta questa potenza venga convertita in energia ter­ b. Di quanto aumenterà la temperatura se questa quantità
mica del corpo. Se egli non fosse in grado di traspirare o di di energia è trasferita al gas con una trasformazione a
raffreddare in altro modo il suo corpo, di quanto salirebbe volume costante?
la sua temperatura corporea durante questo esercizio? 57. I Qual è la variazione di temperatura di 1.0 mole di un gas
46. Ili Qual è il calore minimo necessario per portare 100 g monoatomico .se la sua energia termica è aumentata di 1.0 J?
d’acqua da 20°C al punto di ebollizione e farla evaporare 58. Il La temperatura di 2.0 g di elio c aumentata di A7'con una
completamente? trasformazione a volume costante. Quale massa di ossi­
geno può avere la sua temperatura aumentata della stessa
Sezione 12.6 Calorimetrìa quantità con una trasformazione a volume costante usando
47. Ili 30 g di palline di rame vengono tolti da un forno a 300''C la stessa quantità di calore?
e fatti immediatamente cadere dentro 100 mL di acqua a 59. I Aggiungendo 150 J di calore a 0.50 moli di un gas mono­
20°C in una tazza termicamente isolata. Quale sarà la tem­ atomico si ha un’espansione del gas a pressione costante.
peratura finale deH'acqua? Quanto lavoro compie il gas espandendosi?
48. Ili Un blocco di rame viene tolto da un forno a 300°C e 60. I Scaldando 2.5 moli di neon in un contenitore rigido si
immerso in 1.00 kg di acqua a 20.0°C. L’acqua raggiunge produce un aumento della temperatura di 15X. Di quanto
rapidamente 25.5°C e poi resta a quella temperatura. Qual aumenterebbe la temperatura se la stessa quantità di calore
è la massa del blocco di rame? fosse fornita a pressione costante?
49. UHUna padella di alluminio di massa 750 g viene tolta dal
fuoco e immersa in un lavandino riempito con 10.0 kg d’ac­ Sezione 12.8 Trasferimento di calore
qua a 20.0°C. La tCFiipcratura deH’acqua rapidamente sale 61. Ili Un parquet di legno spesso 1.8 cm è il pavimento di una
a 24.0''C. Qual era la temperatura iniziale della padella? stanza di 4.0 m • 5.5 m. 11 massetto su cui è posato il par­
50. Il Una sfera di metallo di massa 500 g è scaldata a 3(X)°C, quet si trova a una temperatura di 16.2°C, mentre l’aria
e poi immersa in un bicchiere contenente 4.08 kg di mercu­ nella stanza è a 19.6°C. Qual è il tasso di conduzione ter­
rio a 20.0°C. Dopo poco tempo, la temperatura del mercu­ mica attraverso il pavimento?
rio si stabilizza a 99.0°C. Identifica il tipo di metallo. 62. Hill Un bollitore, con il fondo in acciaio inossidabile di
51. Il II caffè appena preparato è spesso troppo caldo per essere diametro 24 cm e spessore 1.6 mm, è poggiato su un for­
bevuto subito. Puoi raffreddarlo con un cubetto di ghiaccio, nello. Il bollitore contiene acqua bollente, e l’energia flu­
ma questo diluisce il caffè. In alternativa puoi acquistare isce dal fondo del bollitore all’acqua a 800 W. Qual è la
un semplice dispositivo che lo raffredda .senza diluirlo: un temperatura della superficie inferiore del bollitore?
cilindro di alluminio di massa 2(X) g che puoi prelevare dal 63. Hill Qual è il maggiore tasso possibile di trasferimento di
congelatore e sistemare nella tazza col caffè bollente. Se il energia per irraggiamento da un cubo di metallo con lato di
cilindro è raffreddato a —2()°C, la tipica temperatura di un 2.0 cm ed emissività pari a 0.20 che si trova a 700°C?
congelatore, e immediatamente immerso in una tazza grande 64. IHQual è il maggiore tasso possibile di trasferimento di
di caffè (essenzialmente acqua, con una massa di 5(X) g) a energia per irraggiamento per una sfera di diametro 5.0 cm
85°C, quale sarà la temperatura finale del caffè? che si trova a 1(X)°C?
52. Il Gli indiani d'America bollivano l’acqua aggiungendo 65. IH Le foche possono raffred-
sassi molto caldi in un recipiente di piombo contenente BIO darsi da sole usando delle
l’acqua. Qual è il numero minimo di sassi da 1.0 kg a 550°C finestre termiche, zone del
che devono essere aggiunti a un recipiente che contiene 5.0 loro corpo con temperature
kg di acqua a 20“C per portare l’acqua a ebollizione? Usa superiori alla temperatura
8(X) J/kg* K per il calore specifico dei sassi. superficiale media. Supponi
53. Hill Marianna ama molto il caffè, ma nei giorni estivi non che una foca abbia una fine­
ha voglia di bere bevande calde. Se le vengono serviti 2(X) stra termica di 0.030 m- a una
mL di caffè a 8()°C in un contenitore ben isolato, quanto temperatura di 30°C. Se l’ambiente circostante è a -10°C,
ghiaccio a ()°C dovrebbe aggiungere per ottenere una tem­ qual è il tasso netto di perdita di energia per irraggiamento?
peratura finale di 30''C? Assumi un’emissività uguale a quella di un es.sere umano.
54. Il Se una persona ha la febbre pericolosamente alla, 66. Il L’elettronica e gli abitanti a bordo della Stazione Spa­
BIO immergerla in acqua ghiacciata è una cattiva idea, ma un ziale Internazionale generano una quantità significativa
impacco di ghiaccio può aiutarla a far scendere rapida­ di energia termica di cui la stazione si deve sbarazzare.
mente la temperatura corporea. Quanti grammi di ghiaccio L’unico modo in cui la Stazione perde energia termica è
a 0°C saranno sciolti per portare un paziente di massa 60 mediante irraggiamento, e questo viene effettuato usando
kg con la febbre da una temperatura di 40°C a 39°C? sottili pannelli, 1.8 m per 3.6 m che hanno una temperatura
di lavoro di circa 6°C. Quanta potenza è irradiata da ogni
Sezione 12.7 Calore specifico dei gas pannello? Assumi che i pannelli siano in ombra per cui la
55. I Un contenitore contiene 1.0 g di argon a una pressione di radiazione assorbita è trascurabile. Assumi un’emissività
8.0 atm. dei pannelli pari a 1.0. Suggerimento: non dimenticare che
a. Quanto calore è necessario per aumentare la tempera­ i pannelli hanno due lati!
tura di lOO'^C a volume costante? 67. Il II filamento incandescente in una lampadina sta irra­
b. Di quanto aumenterà la temperatura se questa quantità diando energia con una potenza di 60 W. Alla temperatura
di energia è trasferita al gas con una trasformazione a del filamento di 1500°C, l’emissività è 0.23. Qual è l’area
pressione costante? superficiale del filamento?
410 CAPITOLO 12 Le proprietà termiche della materia

68. Ili Se fossi sdraiato sul terreno di notte senza coperte, ti raf- strada, la temperatura dei tuoi pneumatici è 45°C. Qual è la
BIO fredderesti molto rapidamente. Il motivo principale è la per­ pressione relativa degli pneumatici a questa temperatura?
dita di energia per irraggiamento. Di notte nei climi secchi, 78. IHSupponiamo che tu stia gonfiando gli pneumatici della
la temperatura del cielo può scendere a -40°C. Se tu fossi tua auto a 35 psi in un giorno con temperatura di 20°C. Più
sdraiato con abiti leggeri che forniscono poco isolamento, tardi, la temperatura si abbassa a 0°C. Qual è la pressione
la temperatura superficiale della tua pelle insieme agli abiti dei tuoi pneumatici a questo punto?
sarebbe di circa 30°C. Stima il tasso totale a cui il tuo corpo 79. Il Un cilindro contenente aria compressa inizia ad avere
perde energia per irraggiamento nella notte sotto queste con­ problemi se la sua pressione eccede 110 atm. Un cilindro
dizioni. Suggerimento: quale area dovresti usare? che era stato riempito a 25 atm a 20X viene immagazzi­
nato in un deposito. Sfortunatamente, il deposito prende
fuoco e la temperatura raggiunge i 950°C. Esploderà il
P ro blem i generali cilindro?
80. 1 Un fiasco vuoto viene immerso in acqua bollente per un
69. 11 Una studentessa sta lavorando sui suoi compiti di fisica lungo periodo di tempo con il collo del fiasco aperto all’a­
a casa nella sua stanza da letto. La sua stanza contiene un ria. Il collo viene poi sigillato con un tappo e immerso in
totale di 6.0 • 10’^ molecole di gas. Mentre la studentessa una mistura di ghiaccio e acqua. Qual è la pressione finale
lavora, il suo corpo converte energia chimica in energia all’interno del fiasco?
termica a un tasso di 125 W. Se la sua stanza da letto fosse 81. Ili Un lavoro pari a 80 J viene fatto sul gas nel processo
un sistema isolato (le stanze da letto possono certamente mostrato nella Figura PI2.81. Quanto vale in cm'?
dare questa sensazione) e se tutta questa energia termica A>(kPa) ^(kPa)
fosse trasferita all’aria nella stanza, di quanto aumente­
rebbe la temperatura della stanza in 10 minuti? 400-
70. Il Un contenitore contiene atomi di argon e cambia la tem­ 200
200
peratura di 20°C quando vengono sottratti 30 J di calore.
Quanti atomi sono nel contenitore? 0 V(cm')
71. II Un contenitore rigido contiene 2.0 moli di gas ideale a 0 Vf 2Vf 3Vf 0 100 200 300
FIGURA P12.81 FIGURA P12.82
una pressione di 1.0 atm e una temperatura di 30°C.
a. Qual è il volume del contenitore? 82. IHQuanto lavoro viene svolto da un gas nel processo
b. Qual è la pressione .se la temperatura viene aumentata a mostrato nella Figura PI2.82?
130X? 83. I 0.10 moli di gas .subiscono la trasformazione 1 —> 2
72. Il Un serbatoio cilindrico d’aria compressa con diametro di mostrata nella Figura PI2.83.
15 cm e altezza 50 cm ha una pressione a 20°C di 150 atm. a. Quali sono le temperature e
a. Quante moli di aria sono contenute nel serbatoio? b. Quale tipo di trasformazione è questa?
b. Quale volume occuperebbe l’aria in condizioni STP? c. II gas subisce un riscaldamento a volume costante dal
73. 1111Un cilindro del diametro di 10 cm e altezza 30 cm con­ punto 2 finché la pressione ritorna al valore che aveva
tiene elio gassoso a 20°C. La pressione relativa è di 120 psi. al punto 1. Qual è la temperatura finale del gas?
a. Quanti atomi di elio contiene il cilindro? p (alm)
b. Qual è la massa dell’elio?
74. Il I negozi che vendono materiale per fare le feste hanno
anche piccoli contenitori con 30 g di elio gassoso. Se
usassi uno di questi contenitori per riempire dei palloncini
in mylar di volume 0.010 m' (che non si allargano e quindi
hanno una pressione interna che è molto vicina alla pres­
sione atmosferica), quanti palloncini riusciresti a riempire?
75. UHI Supponi di fare un respiro profondo e di trattenere l’aria FIGURA P12.83
BIO in un giorno freddo, inspirando 3.0 L di aria a 0°C. Assumi 84. II IO g di ghiaccio secco (CO^ solido) vengono posti in un
che la pressione nei tuoi polmoni sia costante a 1.0 atm. contenitore di 100(X) cm\ Quindi tutta l’aria viene rapida­
a. Quanto calore deve fornire il tuo corpo per riscaldare mente pompata fuori dal contenitore e questo viene sigil­
l’aria alla tua temperatura corporea interna di 37°C? lato. Il contenitore è poi scaldato a 0°C, una temperatura
b. Di quanto aumenterà il volume dell’aria quando viene alla quale il CO^ diventa gassoso.
scaldata? a. Qual è la pressione del gas? Fornisci la tua risposta in
76. 11 In media, ogni persona nel mondo industrializzato è atmosfere.
responsabile per remissione di 10000 kg di biossido di Il gas poi viene .sottoposto a una compressione isoterma
carbonio (CO^) all’anno. Questo include il CO^ che gene­ finché la sua pressione diventa pari a 3.0 atm, seguita,
riamo direttamente, bruciando combustibili fossili per far immediatamente dopo, da una compressione isobara finché
funzionare le nostre auto e i nostri impianti di riscalda­ il volume arriva a I 000 cm'.
mento, oltre al CO^ generato per conto nostro dagli impianti b. Qual è la temperatura finale del gas?
di produzione di elettricità e dalle industrie. Il CO^ è un gas c. Mostra il processo su un diagramma pV.
che produce l'effetto serra che contribui.sce cioè al riscal­ 85. HHUn grosso pe.sce d’acqua dolce ha una vescica natatoria
damento globale del pianeta. Se tu dovessi immagazzinare BIO con un volume di 5.0 • IO m'. Il pe.sce scende da una
la tua emissione annuale di CO^ in un cubo in condizioni profondità dove la pressione assoluta è 3.0 atm a una più
STP, quanto sarebbe lungo ciascun Iato del cubo? grande dove la vescica natatoria viene compressa del 60%
77. IH In un freddo mattino, quando la temperatura è 15°C, rispetto al suo volume iniziale. Mentre il pesce scende, la
tu misuri la pressione degli pneumatici della tua auto che pressione del gas nella vescica natatoria è sempre uguale
risulta pari a 30 psi. Dopo aver guidato per 30 km sulla alla pressione dell'acqua, e la temperatura del gas rimane
Problemi 411

alla temperatura interna corporea del pesce. Per adattarsi stessa temperatura dell’e­
alla sua nuova posizione, il pesce deve aggiungere gas per lefante stesso, quindi il
gonfiare la sua vescica natatoria al suo volume originario. raffreddamento per irrag-
Ciò comporta un dispendio d’energia. Qual è la quantità giamento non è efficace.
minima di lavoro che il pesce deve fare per e.spandere la Il solo modo possibile per
sua vescica natatoria e riportarla al suo volume iniziale? raffreddarsi è attraverso - tT'-»
86. Ili Una vasca da giardino del diametro di 5.0 m contiene l’evaporazione. Infatti gli
5.9 • 10^ kg d’acqua. L’energia solare incide sulla vasca elefanti spruzzano acqua sui loro corpi per ottenere questo
a un tasso medio di 400 W/m^ Se l’acqua assorbisse raffreddamento. Se questo fosse l’unico modo possibile di
tutta l’energia solare e non scambiasse energia con il suo raffreddarsi, quanti chilogrammi di acqua ogni ora dovreb­
ambiente circostante, quante ore impiegherebbe per pas­ bero essere evaporati dalla pelle di un elefante per mante­
sare da 15X a25‘^C? nerlo a una temperatura costante?
87. UHI 0.030 moli di un gas ideale monoatomico sono sotto­ 94. IHQual è la massa massima di piombo che puoi sciogliere
poste a una compressione adiabatica che innalza la tem­ con 1000 J di calore, iniziando da una temperatura di 20°C?
peratura da 10°C a 50°C. Quanto lavoro è fatto sul gas da 95. Il Un esperimento misura la temperatura di 200 g di una
questa compressione? sostanza mentre le viene fornito un calore costante per
88 Il James Joule (da cui prende il nome l’unità di misura scaldarla. La Figura PI2.95 mostra i risultati deH’esperi-
dell’energia) sosteneva che l’acqua al fondo delle cascate mento. Quali sono (a) il calore specifico della fase liquida
del Niagara dovesse essere più calda di quella in cima alle e (b) il calore di vaporizzazione?
cascate, 51 m sopra. Egli pensava che l’acqua cadendo
reo
trasformasse l’energia potenziale gravitazionale prima
del salto, in energia termica dopo il salto, in fondo alle
cascate, dove la turbolenza porta l’acqua quasi a fermarsi.
Se questa trasformazione fosse il solo processo in azione,
di quanto dovrebbe essere più calda l’acqua al fondo delle
cascate?
89. UHSusanna, la cui massa è di 68 kg, scala un faro alto 59 m.
BIO a. Durante questa salita, di quanto aumenta la sua energia
INI potenziale? 96. Hill 10 g di alluminio a 200°C e 20 g di rame sono immersi
b. Con una efficienza tipica del 25%, di quanta energia meta­ in 50 cmMi alcool etilico a 15°C. La temperatura sale rapi­
bolica Susanna ha bisogno per completare la scalata? damente a 25°C. Qual era la temperatura iniziale del rame?
c. Quando facciamo esercizio, il corpo deve traspirare 97. Un cubo di ghiaccio di massa 100 g a -10°C è collocato
e usare altri meccanismi per raffreddarsi per evitare in una tazza di alluminio la cui temperatura iniziale è di
aumenti pericolosi della temperatura corporea. Se assu­ 70°C. Il sistema raggiunge una temperatura di equilibrio di
miamo che Susanna non traspiri e non si raffreddi in altro 20°C. Qual è la massa della tazza?
modo e che tutta l’energia “persa” vada nell’aumento 98. HI 1Per fare alcuni cubetti di ghiaccio, riempi una vaschetta
della sua temperatura corporea, di quanto aumenterebbe per il ghiaccio con 150 g di acqua a 20°C. Quanto calore
la sua temperatura corporea durante questa scalata? deve essere sottratto dall’acqua per creare i cubetti di
90. IHUn tipico reattore nucleare genera 1000 MW di energia ghiaccio a una temperatura finale di -10°C?
elettrica. Durante la produzione, esso produce “calore di 99. UHLa tua tazza da 300 inL di caffè è troppo calda da bere
scarto” a un tasso di 2000 MW, e questo calore deve venir quando è servita a 90°C. Qual è la massa dei cubetti di
rimos.so dal reattore. Per tale motivo molti reattori nucle­ ghiaccio, presi dal congelatore a -20°C, che raffredde­
ari si trovano in prossimità di grandi quantità d’acqua che ranno il tuo caffè a una piacevole temperatura di 60°C?
viene usata per poterli raffreddare. Considera un reattore 100. Il Un gas viene compresso da 6(K) cm^ a 200 env^’a una
che preleva acqua a 18°C. Regolamenti statali limitano la pressione costante di 400 kPa. Allo stesso tempo, 100 J
temperatura dell’acqua uscente dai reattori a 30°C al fine di di calore vengono estratti dal gas. Qual c la variazione di
non provocare danni agli organismi acquatici. Quanti chi­ energia termica del gas durante questa trasformazione?
logrammi di acqua di raffreddamento deve es.sere pompata 101 UHUn cubo espandibile, inizialmente con lato di 20 cm,
attraverso il reattore ogni minuto? contiene 3.0 g di elio a 20°C. 1000 J di energia sotto forma
91. UHUna donna di massa 68 kg procede in bicicletta a una di calore sono ceduti al gas. Quali sono (a) la pressione
BIO velocità costante di 15 km/h. Tutta la sua energia meta- finale se il processo è a volume costante e (b) il volume
INT bolica che non va nella propulsione viene convertita in finale se il processo è a pressione costante?
energia termica del suo corpo. Se l’evaporazione fosse il 102. 0.10 moli di un gas monoatomico subiscono la trasfor­
solo modo che ha il suo corpo per raffreddarsi, quanti chi­ mazione mostrata nella Figura PI2.102.
logrammi di acqua dovrebbe perdere in traspirazione ogni a. Quanto calore è trasferito dal o al gas durante il pro­
ora affinché la temperatura del corpo resti costante? cesso 1 21 p (alni)
92. IHUn’auto di massa 1200 kg viaggia a 90 km/h e frena b. Quanto calore è
INT rapidamente fino a fermarsi. L’energia cinetica dell’auto trasferito dal o al gas
viene convertita in energia termica dei dischi dei freni. I durante il processo
dischi dei freni (uno per ruota) sono dischi di ferro con 2 3?
una massa di 4.0 kg. Calcola l’aumento di temperatura di c. Qual è la variazione
ciascun disco mentre l’auto si ferma. totale di energia
93. IHUn elefante africano di massa 5000 kg ha un tasso termica del gas?
BIO metabolico a riposo di 2500 W. In una giornata calda, 0 800 1600
INI l’ainbiente attorno all’animale è probabile che abbia la FIGURA P12.102
412 CAPITOLO 12 Le proprietà termiche della materia

103. Il Un gas monoatomico p (alili) c. Contribuirà maggiormente la conduzione o l’irraggia-


subisce la trasformazione 3- IV mento al tasso totale dell'energia persa?
I —►2 —> 3 mostrata nella d. Se la persona sta metabolizzando il cibo a un tasso di 155
2-
Figura PI2.103. Quanto W, la persona si sentirà bene, avrà freddo o avrà caldo?
calore è necessario per (a) Isolcniiaa 1(X)°C
il processo 1 — 2 e (b) il 3
processo 2 —►3? 0 v(cmb Esercitazioni per te st di tip o M C A T
0 l(X) 200 3(X)
FIGURA P12.103 Proprietà termiche degli oceani
104. Ili Calcola (a) il calore Q^. estratto dalla sorgente calda e Le variazioni stagionali delle temi^erature degli oceani riguar­
INT (b) l’efficienza per la macchina termica descritta nel dia­ dano solo gli strati più alti dell’acqua, fino a una profondità di
gramma pV della Figura P12.104? circa 500 m. Questo strato “misto” è termicamente isolato dalle
/)(kPa) fredde acque profonde sottostanti. La temperatura media di
questo strato superficiale degli oceani, che ha un'estensione di
3.6 • IO” km’, è approssimativamente di 17°C.
In aggiunta alle variazione stagionale della temperatura, gli
oceani hanno subito un trend di riscaldamento termico nel corso
deH’ultimo secolo che dovrebbe continuare col variare del clima
della Terra. Un (Keano più caldo significa maggiori volumi d’ac­
qua; quindi gli oceani si alzeranno. Supponiamo che Io strato più
superficiale degli (K'eani mondiali aumenti la sua temperatura da
105. I Le case .sono spesso isolate con lana di vetro nelle pareti T. a L’area degli (Kcani non cambierà, poiché questa è fissata
e nei soffitti. La conducibilità termica della lana di vetro dalle dimensioni dei bacini oceanici; quindi qualsiasi espansione
è 0.040 W/m K. Supponi che l’area totale superficiale dei termica dell’acqua provocherà
muri e dei soffitti di una casa priva di finestre sia di 370 m* un innalzamento delle acque, Variazione
e che lo spessore dell’isolamento sia di IO cm. Con quale come mostrato nella Figura della profondilà
potenza la casa perde calore in un giorno in cui la tempera­ F^I2.I09. Il volume originale è Profondi là </,
tura esterna è di 30°C più fredda di quella interna? il prodotto della profondità ori­
106. Ili Lo strato supcriore del tuo sacco a pelo in piumino d’oca ginale e dell’area superficiale,
ha uno spessore di 5.0 cm e un’area superficiale di 1.0 m^ VI = Ad.I La variazione nel Arca A

Quando la temperatura esterna è —20X, perdi 25 Cal/h di volume è data da A U = A ^d. FIGURA P12.109
energia per conduzione attraverso il sacco a pelo (che resta 109. I Se lo strato superficiale dell’acqua di spessore pari a
a una confortevole temperatura interna di 35°C). Assumi 5(K) m aumentasse la temperatura da I7°C a 18°C, quale
che stai dormendo su un materassino isolante che elimina sarebbe il risultante innalzamento delle acque nell’oceano?
il calore di conduzione verso il terreno sottostante. Qual ò A. 0.11 m B. 0.22 m
la conducibilità termica del piumino d’oca? C. 0.44 m D. 0.88 m
107. mi Supponiamo che esci con la tua giacca imbottita in un 110. I Approssimativamente quanta energia sarà richiesta per
giorno molto freddo ma privo di vento. Lo spessore della alzare la temperatura dello strato superiore degli oceani di
giacca è 2.5 cm, ed essa copre LI iiF del tuo corpo. l.a 1°C? ( 1 m' di acqua ha una massa di lO(K) kg.)
ragione delle fibre o dell’imbottitura delle giacche ò di A. 1 • 10’" J B. 1 • 10’' J
intrappolare uno strato d’aria, ed è davvero lo strato d’aria C. 1 • lO'M D. 1 • 10'^ J
che fornisce l’isolamento. Se la temperatura della tua pelle è 111.1 11axjfficicnte di espansione dcH'acqua varia con la tempe­
34°C mentre quella dell’aria è -2(LC, a quale tasso il calore ratura. Per l’acqua a 2°C, un aumento di temperatura di 1°C
viene condotto attraverso la giacca ed esce dal tuo corpo? A. Farebbe aumentare il volume.
108. Il L’area superficiale di un uomo adulto ò di circa 1.8 mL B. Lascerebbe il volume invariato.
BIO Supponiamo che una persona con una temperatura corpo­ C. Farebbe diminuire il volume.
rea di 34°C sia ferma e a pelle nuda in una stanza dove I 12. I L’oceano viene per lo più scaldato dall’alto dalla luce
l’aria è a 25X ma i muri si trovano a 17X. del Sole. L’acqua superficiale più calda non si mischia
a. C’è uno strato di “aria morta” vicino alla tua pelle che con quella più profonda e più fredda. Questa mancanza di
agisce come isolante. Se lo strato di aria morta è spesso miscelazione può essere attribuita alla mancanza di
5.0 mm. qual è il tasso di calore perso per conduzione A. Conduzione.
dalla persona? B. Convezione.
b. Qual è la perdita totale per irraggiamento della persona C. Irraggiamento.
verso i muri? L’emissività della pelle è 0.97. D. Evaporazione.
Risposte alle pause di riflessione 413

RISPOSTE ALLE PAUSE DI RIFLESSIONE

Pausa di riflessione - Anteprima Capitolo: B. Abbiamo in­ Pausa di riflc.ssione 12.4: A. Il coefficiente di espansione termica
vocato il primo principio della termodinamica, = W + Q. deiralluminio è maggiore di quello del ferro. Scaldando la sbarra e
Il lavoro compiuto dal frullatore è positivo in quanto viene ag­ l’anello, si espanderà il diametro esterno della sbarra e il diametro
giunta energia al cibo. Ma il calore trasferito è negativo perché interno dcH’anello ma l’espansione deH’anelIo sarà maggiore.
l’energia è sottratta al cibo sotto forma di calore. Quindi = Pausa di riflessione 12.5 A. Poiché il calore viene aggiunto a un
5000 J - 2000 J = 3000 J. tasso costante, la pendenza ci dice il rapporto della variazione di
Pausa di riflessione 12.1: A. Sia l’elio che il neon sono gas mo­ temperatura A7 rispetto al calore aggiunto Q\ cioè, la pendenza
noatomici, le cui particelle fondamentali sono atomi. 5 moli di è proporzionale a ^TIQ. Ma per la definizione di calore speci­
elio contengono un numero di atomi 5 volte superiore a quello di fico, questo rapporto è uguale a MMc. Quindi il segmento con
1 mole di neon, sebbene entrambi i campioni abbiano la stessa pendenza minore (l’acqua) ha un maggiore calore specifico c.
massa. Pausa di riflc.ssione 12.6: B. Per solidificare il piombo, il calore
deve essere sottratto; questo calore fa bollire l’acqua. Il calore
Pausa di rifle.ssione 12.2: A, B. Un aumento di temperatura si­ di vaporizzazione dell’acqua è 10 volte il calore di fusione del
gnifica che gli atomi hanno un’energia cinetica media maggiore piombo, quindi molto meno di 1 kg di acqua vaporizza mentre 1
e quindi hanno una maggiore velocità rms. Poiché l’energia ter­ kg di piombo solidifica.
mica del gas è semplicemente l’energia cinetica totale, anch’essa
Pausa di riflessione 12.7: A. 11 piombo si raffredda e l’acqua
deve aumentare. La pressione potrebbe cambiare, ma non è ob­
si scalda mentre il calore viene trasferito dal piombo all’acqua.
bligatorio; T Q V potrebbero aumentare dello stesso fattore, nel
Il calore specifico dell’acqua è molto maggiore di quello del
qual caso p resterebbe costante. II contenitore è sigillato, quindi
piombo, quindi la variazione di temperatura dell’acqua è molto
il numero di molecole non cambia.
inferiore a quella del piombo.
Pausa di riflessione 12.3: B. 11 prodotto/^Wrè costante. Duran­ Pausa di riflessione 12.8: C. Con una tuta sigillata e senza ma­
te la trasformazione,diminuisce di un fattore 2, quindi T deve teria attorno a noi, l’unico meccanismo possibile di trasferimen­
diminuire anch’esso di un fattore 2. to di calore con l’ambiente è l’irraggiamento.
A N T E P R IM A
Obiettivo: comprendere le proprietà statiche e dinamiche dei fluidi.
Pressione nei liquidi Galleggiam ento Dinamica dei fluidi
La pressione in un liquido aumenta con la Questi Studenti stanno gareggiando in una 1 Hindi in movimento possono esercitare
profondità. L’alta pressione alla base di regata di canoe di calcestruzzo, una grandi forze. L’aria che passa sotto le ali
questa torre d’acqua esercita una spinta competizione rivolta agli studenti di di questo aereo molto pesante, può
sulLacqua permettendone la distribuzione scuole e università presso le quali la sollevarlo da terra.
attraverso la città. tecnica dei calcestruzzi è una materia di
studio. Come possono galleggiare questi
corpi densi e pesanti?
-f ■

il
Studieremo l'idrostatica, ossia come Apprenderemo come trovare la forza di Apprenderemo a usare l'equazione di
si comportano i liquidi quando sono in galleggiamento su un corpo in un fluido BernouHi per predire le pressioni e le forze
equilibrio. usando il principio di Archimede. dovute ai fluidi in movimento.

FLASHBACK

Equilibrio PAUSA DI RIFLESSIONE


Nella Sezione 5.1, abbiamo
appreso che per un corpo a Tre libri identici .sono impilati uno
riposo, in equilibrio statico, sull’altro. La forza normale del libro
la forza risultante (o totale) I sul libro 2 è
su di esso è pari a zero. A. Uguale al peso di un libro.
Useremo il principio di B. Minore del peso di un libro.
equilibrio in questo capitolo C. Maggiore del peso di un libro.
per comprendere come un
corpo galleggia. Questa capra di montagna è in
equilibrio: il suo peso è bilanciato
dalla forza normale della roccia.
13.1 Fluidi e densità 415

13.1 Fluidi e densità


Un fluido è semplicemente una sostanza che scorre e prende la forma del suo FIGURA 13.1 Un semplice modello
contenitore anziché avere una forma propria. Si può pensare che i gas e i liquidi atomico per i gas e per i liquidi.
siano piuttosto diversi, ma entrambi sono fluidi e le loro somiglianze sono (a) Gas Molecola del gas che si
spesso molto più importanti delle loro differenze. Coniemtore ..•••'muove liberamente
Come abbiamo appreso nella s e z i o n e 12 .2 , un gas, come mostrato nella \ ..••* nello spazio.
FIGURA 13.la, è un sistema in cui ogni molecola si muove liberamente nello
spazio finché, occasionalmente, urta un’altra molecola o le pareti del conteni­ <5” ^ ..•Le molecole sono
tore. Il gas che ci è più familiare è l’aria, una miscela composta principalmente o lontane Luna
It* dalraltra. Questo
da molecole di azoto e ossigeno. I gas sono comprimibili; cioè, il volume di un a rende un gas
gas viene facilmente aumentato o diminuito, una conseguenza degli “spazi o comprimibile.
vuoti’’ esistenti tra le molecole di un gas. 0
^ 0 i
I liquidi sono più complicati sia dei gas sia dei solidi. 1 liquidi, come i solidi,
sono essenzialmente incomprimibili. Questa proprietà ci dice che le molecole
Le molecole del gas ogni
in un liquido, come in un solido, .sono il più possibile vicine tra loro senza tanto urtano tra di loro............. o le pareti
entrare in contatto le ime con le altre. Allo stes.so tempo, un liquido scorre e si del contenitore.
deforma per adattarsi alla forma del suo contenitore. La natura fluida di un (b) Liquido
liquido ci dice che le molecole sono libere di muoversi. Insieme, queste osser­
vazioni suggeriscono il modello per un liquido mostrato nella figura 1 3 .ib.
Un liquido ha una
superficie ben definita.
.. La distanza tra
Densità le molecole è
Una importante grandezza che caratterizza un sistema macro.scopico è la sua praticamente la
minima possibile.
densità. Supponiamo di avere diversi blocchi di rame, ciascuno con differenti Questo rende un
dimensioni. Ogni blocco ha una massa m differente e un diverso volume V. liquido
Ciononostante, tutti i blocchi sono di rame, quindi deve esserci qualche quan­ incomprimibile.

tità che ha lo .stesso valore in tutti i blocchi e che ci dice che quel materiale è I legami intermolecolari che mantengono
rame e non un altro materiale. La più importante di queste quantità è il rapporto le molecole vicine tra loro sono deboli. Per
questo motivo le molecole possono .scivolare
della massa col volume, che chiamiamo la densità di massa p (la lettera le line sulle altre, permettendo che il liquido
greca minuscola rho): fluisca c si adatti alla forma del contenitore.

m
P= - (13.1)

Densità di massa di un corpo di massa m e volume V

Di conseguenza, un corpo di densità di mas.sa p e volume V'ha una massa


m = pV (13.2)
Nelle unità del SI la densità di massa è mi.surata in kg/m\ Tuttavia, anche
l’unità di misura g/cm'* è largamente utilizzata. E consigliabile convertire
qiiest’ultima in unità SI prima di eseguire la maggior parte dei calcoli. In que-
.sto caso dobbiamo convertire sia i grammi in kilogrammi sia i centimetri cubi
in metri cubi. Il risultato finale è il fattore di conversione
1 g/cm^= 1000 kg/m"'
TABELLA 13.1 Densità dei fluidi alla
La densità è indipendente dalle dimensioni del corpo. Cioè, la massa e il pressione di 1 atni
volume sono grandezze che caratterizzano un particolare corpo compo.sto da
Sostanza p (kg/iii')
una certa sostanza, per e.sempio il rame, mentre la densità caratterizza la
sostanza stessa. Tutti gli oggetti di rame hanno la stessa densità, che è diversa Elio gasso.so (20°C) 0.166
dalla densità praticamente di tutte le altre sostanze. Quindi la densità ci con- Aria (20"C) 1.20
.sente di parlare delle proprietà del rame in generale .senza dover far riferimento Aria arC) 1.28
a uno specifico pezzo di rame. Benzina 680
Solitamente, la densità di massa è chiamata semplicemente “densità’’ se non Alcool etilico 790
c’è ri.schio di fare confusione. Tuttavia, in questo testo incontreremo altri tipi di Petrolio (tipico) 900
densità e talvolta è importante definire in modo esplicito quale densità stiamo Acqua 1000
usando. La Tabella 13.1 forni.sce una breve lista delle densità di massa di alcuni Acqua di mare 1030
fluidi. Si noti l’enorme differenza tra le densità dei gas e dei liquidi. I gas hanno Sangue (intero) 1060
densità inferiori perché le molecole nei gas sono più lontane tra loro rispetto ai Glicerina 1260
Mercurio 13600
liquidi. Inoltre, la densità in un liquido varia solo lievemente con la temperatura
416 CAPITOLO 13 Fluidi

perché le sue molecole sono sempre prossime al contatto. La densità di un gas,


come ad esempio l’aria, ha una variazione maggiore con la temperatura in
quanto è più facile variare la già grande distanza tra le molecole.
Che cosa significa dire che la densità della benzina è pari a 680 kg/m^?
Significa che ci sono 680 kg di benzina per ciascun metro cubo di liquido. Se
abbiamo 2 m^ di benzina, ciascuno avrà una massa di 680 kg, quindi la massa
totale sarà 2 • 680 kg = 1360 kg. 11 prodotto p V è il numero di metri cubi per la
massa di ciascun metro cubo, cioè la massa totale del corpo.

ESEMPIO 13.1 Pesare l'aria in una stanza


Qual è la massa deH’aria contenuta in una stanza di dimensioni 4.0 m X 6.0 m X 2.5

IMPOSTAZIONE La Tabella 13.1 indica la densità deH’aria a una temperatura di


20°C, che è vicina alla probabile temperatura della stanza.
SOLUZIONE II volume della stanza è

V= (4.0 m) X (6.0 m) X (2.5 m) = 60 m^


La massa dell’aria è
m = p V= ( \ .20 kg/m')(60 m') = 72 kg

VERIFICA Questa massa, approssimativamente pari a quella di una persona adulta, è


forse più grande di quanto ci potessimo aspettare per una sostanza così impalpabile.
Dobbiamo però considerare che questo valore è molto piccolo rispetto a quello che
avremmo trovato per altre sostanze: una piscina delle dimensioni di questa stanza
conterrebbe 60000 kg di acqua.

PAUSA DI RIFLESSIONE 13.1 Un pezzo di vetro


(1) si rompe in due parti di dimensioni diverse
(2 e 3). Elenca in ordine dalla maggiore alla mino­
re densità, i pezzi 1, 2 e 3.

FIGURA 13.2 II fluido preme contro


un'area A con una forza F .
13.2 La pressione
fC Nella SEZIONE 12 .2 , abbiamo appreso come un gas eserciti una forza sulle
pareti del suo contenitore. Anche i liquidi esercitano forze sulle pareti dei loro
contenitori, come mostrato nella f ig u r a 13 . 2 , dove una forza F dovuta al liquido
spinge contro una piccola area A della parete. Proprio come per un gas, pos­
siamo definire la pressione del Huido in questo punto come il rapporto tra la
Il lìuido spinge con una
forza e l’area su cui si esercita la forza:
fòr/a F su un’area A .
/7 = 7 (13.3)
A
Questa equazione è uguale all'Equazione 12.12 del Capitolo 12. Sempre dal
FIGURA 13.3 La pressione spinge l'acqua
lateralmente, fuori dai fori. Capitolo 12, ricordiamo che l’unità di misura della pressione nel SI è il pa.scal,
definito come
N
1 pascal = 1 Pa = 1 — r
m^
È importante rendersi conto che la forza dovuta alla pressione del fluido
spinge non solo sulle pareti del suo contenitore, ma su tutte le parti del fluido
stesso. Se pratichiamo dei fori in un contenitore pieno d’acqua, l’acqua uscirà
dai fori, come illustrato nella f ig u r a 13 .3 . È la forza dovuta alla pressione
dell’acqua dietro a ciascun foro che spinge l’acqua a uscire dai buchi.
13.2 La pressione 417

Per misurare la pressione in un punto qualsiasi di un fluido possiamo usare


il semplice strumento mostrato nella f i g u r a i3.4a. Poiché la costante della
molla k e l’area A sono note, possiamo determinare la pressione misurando la
compressione della molla. Possiamo posizionare questo misuratore di pres­
sione in vari liquidi e gas per analizzare la loro pressione. La f i g u r a i 3 .4 b
mostra cosa possiamo apprendere da alcuni semplici esperimenti.

FIGURA 13.4 Proprietà della pressione.


(a) Pi.stonc attaccalo a una molla Misuratore di pressione in un fluido
Vuoto: ne.ssuna 1. n fluido esercita una forza .. I. l.a pressione è d a p p e r iu tto nel fluido, non
forza associata F su un pistone di area A. .soltanto sul fondo o sulle pareli del contenitore.
al fluido è
esercitala 2. La forza comprime la molla.
sul pistone 2. l.a pressione a una certa profondità nel fluido
Poiché la costante clastica
da questo è la stessa in qualsiasi direzione si orienti
k ò nota, possiamo usare la
Iato. il misuratore di pressione. Il fluido .spinge
compressione della molla
verso Palio, verso il basso c lateralmente
per trovare h \
con la stessa intensità.
3. Poiché A è nota, possiamo ..•3. In un liq u u io , la pressione aumenta rapidamente
ricavare la pressione da con la profondità. In un la pressione ò circa
p = F /A . la stessa in qualsiasi punto (almeno in
contenitori di dimensioni ragionevoli per
un laboratorio).
La prima affermazione nella Figura 13.4b enfatizza ancora che la pressione
esiste in tutti i punti dentro un fluido, non solo sulle pareti del suo contenitore.
Possiamo ricordare che la tensione esiste in tutti i punti di una corda, non solo
alle sue estremità dove è legata a un corpo. Abbiamo interpretato la tensione
come se le diverse parti della corda esercitassero una trazione reciproca. La
pressione può essere descritta in modo analogo salvo che, in questo caso, le
differenti parti del fluido spingono Puna contro l’altra.

La pressione nei liquidi


Se si introduce un liquido in un contenitore, la forza di gravità spinge il liquido
verso il basso, causando il riempimento a partire dal fondo del contenitore. È
la forza di gravità, cioè il pe,so del liquido, la responsabile della pressione in un
liquido. La pressione aumenta con la profondità in un liquido perché il liquido
13.5 Misura della pressione in
f ig u r a
in profondità viene spinto da tutto il liquido soprastante, incluso qualsiasi altro un liquido alla profondità cl.
liquido che galleggia sul primo liquido, unitamente alla pressione dell’aria
Qualsiasi sostanza presente al di sopra
sopra il liquido. del liquido spinge verso il basso
Vogliamo determinare la pressione a una profondità cl sotto la superficie di la base superiore del cilindro.
un liquido. Si supporrà che il liquido sia a riposo; i liquidi non in condizioni Pressione /^o
Questo cilindro
statiche saranno trattati più avanti in questo capitolo. La parte di liquido nel di liquido
alla superficie
(profondità d .
cilindro indicata con un colore più scuro nella f i g u r a 13.5 si estende dalla area della sezione
superficie fino alla profondità cl. Questo cilindro di liquido, come il resto del trasversale /\) è
liquido, si trova in equilibrio statico ^tot~ Diverse forze agi.scono sul cilin­ in equilibrio
.statico.
dro: la forza peso una forza verso il basso A dovuta alla pre.ssione p^^ alla
Il liquido
superficie del liquido, una forza verso l’alto pA dovuta al liquido sotto il cilin­ circostante spinge
dro che spinge verso l’alto dal fondo del cilindro e forze dirette verso l’interno verso l'interno
dovute al liquido che spinge lateralmente sul cilindro. Le forze dovute al 7 sulla superfìcie
Liquido laterale del
liquido che spingono sul cilindro sono una conseguenza della nostra osserva­ di densità p cilindro.
zione precedente che diverse parti di un fluido spingono l’una contro l’altra. La II liquido sottostante spinge verso l'alto la
pressione /;, sul fondo del cilindro, è ciò che stiamo cercando di determinare. base del cilindro. La pressione
Le forze orizzontali si cancellano a vicenda. La forza verso l’alto bilancia le alla profondità d ò p .
due forze verso il bas.so, quindi V

p A = p^^A ^m g (13.4) pA

11 liquido è un cilindro di base A e altezza d. 11 suo volume è V = Ad c la sua =0


massa è ni = pV = pAd. Sostituendo questa espressione per la massa di un
liquido nelTEquazione 13.4, troviamo che l’area A si cancella da tutti i termini.
La pressione a una profondità d in un liquido è

(13.5) Diagramma di corpo libero della colonna


di liquido. Le forze orizzontali
Pressione di un liquido con densità p a una profondità d si cancellano e non sono mostrate.
418 CAPITOLO 13 Fluidi

Poiché abbiamo supposto che il fluido fosse a riposo, la pressione riportata


neirEquazione 13.5 è chiamata p r e s s i o n e i d r o s t a t i c a . La presenza di g
nell’Equazione 13.5 ci ricorda che l’origine di que.sta pressione è la forza gra­
vitazionale sul fluido.
Come ci si aspettava, p = alla superficie, dove ^/ = 0. La pressione p^^ è di
solito dovuta aH’aria o ad altri gas sopra al liquido. Per un liquido che è all’aperto
al livello del mare, p^ — 1 atm = 101.3 kPa, come abbiamo appreso nella
◄ ^SEZIONE 12.2. In altre situazioni, p^ potrebbe essere la pressione dovuta a un pistone
o a una superficie chiusa che spinge verso il basso dalla sommità del liquido.
[L’Equazione 13.5 è anche nota come legge di Stevino, dal nome del fisico
belga che per primo enunciò tale legge nel 1586. NdT]
►L’Equazione 13.5 assume che il fluido sia incomprimibile', cioè, la
sua densità p non aumenta con la profondità. Questa è un’eccellente assun­
zione per i liquidi, ma non è altrettanto valida per un gas. L’Equazione 13.5
non dovrebbe essere usata per calcolare la pressione di un gas. La pressione
di un gas si trova con l’equazione di stato per un gas ideale <

E SE M P IO 13.2 La pressione su un sottom arino


Un sottomarino viaggia a una profondità di 300 m. Qual è la dali marini e mostrato nella figura di sinistra, può immergersi
pressione a questa profondità? Forniamo la risposta sia in in sicurezza fino a una profondità di 4500 m, dove la pres­
pascal sia in atmosfere. sione supera le 450 atm! I suoi oblò sono spessi oltre 9 cm
S O L U Z IO N E La densità delFacqua di mare, dalla Tabella 13.1, per sopportare questa pressione. Come mostrato nella foto a
è p = 1030 kg/m\ Alla superficie, p^ = 1 atm = 101.3 kPa. La destra, ciascun oblò ha una forma a tronco di cono, con la base
pressione a una profondità d = 300 m si trova dalfequazione maggiore rivolta verso il mare. La pressione dell’acqua quindi
13.5: spinge l’oblò saldamente nel suo alloggiamento conico, contri­
buendo a sigillarlo ancor più saldamente.
P = Po'^PRd
= (1.013 • 10^ Pa) + (1030 kg/m’)(9.80 ni/s^)(300 m)
= 3.13 • KTRa
Convertendo la risposta in atmosfere si ottiene
1 atm
p = (3.13 • lOM^a) = 30.9 atm
1.013 • lO’ Pa
V E R IF IC A La pressione nelle profondità oceaniche è molto
grande. Il sottomarino A/W/i, usato per l’e.splorazione dei fon­

La proprietà secondo la quale la pressione idrostatica in un liquido dipende


solo dalla profondità e dalla pressione alla superficie ha alcune importanti
Alcune proprietà di un
F IG U R A 13.6 implicazioni. La f i g u r a i3.6a mo.stra due vasi comunicanti. È certamente vero
liquido in equilibrio idrostatico non che il maggior volume di liquido nel vaso più largo pesa di più del liquido nel
sono quelle che ci aspetteremmo. vaso più stretto. Possiamo pensare che questo maggiore peso spinga il liquido
nel vaso stretto ad un’altezza maggiore rispetto a quella nel vaso più largo. Ma
non è così. Se fos.se maggiore di cl^, allora, secondo l’equazione della pres­
sione idrostatica, la pressione al fondo del vaso stretto sarebbe superiore alla
pressione sul fondo del vaso più largo. Questa differenza di pressione cause­
rebbe un movimento del liquido con un flusso da destra verso sinistra fino a
raggiungere una parità di altezza. Quindi arriviamo a una prima conclusione:
un liquido in equilibrio idrostatico in vasi comunicanti arriva alla stessa
altezza in tutte le regioni aperte del contenitore. Questa conclusione è nota
come “principio dei vasi com unicanti”.
La F IG U R A 13.6b mo.stra due vasi comunicanti di forma differente. Il vaso
conico contiene più liquido sopra la linea tratteggiata, quindi saremmo portati
a considerare che p^ > p ^ Ma non è così. Entrambi i punti si trovano alla stessa
profondità; quindi /?, = p^. Se p^ fo.s.se maggiore di p^, la pressione al fondo del
vaso sinistro sarebbe maggiore della pressione al fondo del va.so destro. Ciò
provocherebbe uno scorrimento del liquido fino a raggiungere una parità di
pressione. Quindi arriviamo a una seconda conclusione: in equilibrio idrosta­
tico, la pressione è la stessa in tutti i punti lungo una linea orizzontale che
connette lo stesso liquido (quando il liquido non è dello stesso tipo, a punti
diversi sulla linea orizzontale, corrispondono pressioni diverse).
13.2 La pressione 419

UiÙLJ ►Entrambe queste conclusioni si applicano solo ai liquidi in equili­


brio idrostatico. La situazione è completamente diversa per i fluidi in movi­
mento, come vedremo più avanti. <

E S E M P IO 13.3 Pressione in un tu bo chiuso


11 tubo mostrato nella FIGURA 13.7 è riempito di acqua. Qual è Tacqua non può arrivare alla stessa altezza della parte di tubo
la pressione alla sommità chiusa del tubo? aperta. Tuttavia, la pressione è sempre la stessa in tutti i punti
FIGURA 13.7 Un tubo piegato e chiuso a un'estremità. lungo una linea orizzontale. In particolare, la pressione alla
sommità del tubo chiuso eguaglia la pressione in un tubo aperto
all’altezza della linea tratteggiata. Assumiamo = 1 atm.
S O L U Z IO N E Un punto a 40 cm dal fondo del tubo aperto è a
una profondità di 60 cm. La pressione a questa profondità è
lOOcm Chiu.so
P=Po + PSd
/
= (1.0I • l0’ Pa) + (l000kg/m’)(9.80m/s2)(0.60m)
40 cm = 1.07 • 10*^ Pa = 1.06 atm

La colonna d’acqua che crea questa pressione non è


V E R IF IC A
Questo è un liquido in equilibrio idrostatico.
IM P O S T A Z IO N E molto alta, quindi ha senso che la pressione sia solo lievemente
Il tubo chiuso non è una parte aperta del contenitore, quindi superiore alla pressione atmosferica.

Possiamo arrivare a un’altra conclusione partendo dall’equazione della


pressione idrostatica p = p^ 4- pgd. Se cambiamo la pressione alla superficie in
P i ” Po ^P ’ ^P ^ variazione di pressione, la pressione in un punto a
una profondità d diventa
/ / = />, + = (/;„ + àp) + pgd = (p^ + pgd) + Lp = /; + A/j
Quindi, la pressione alla profondità d cambia della stessa quantità. Questa con­
clusione è nota come principio di Pcisccd:

Principio di Pascal Se la pressione in un punto di un fluido incompri­


mibile varia, la pressione in ogni altro punto del fluido subisce la stessa
variazione.

Per esempio, se si comprime l’aria sul tubo aperto dell’Esempio 13.3 a una
pressione di 1.50 atm, con un aumento di 0.50 atm, la pressione alla sommità
del tubo chiuso aumenterà a 1.56 atm.

PAUSA DI R IF L E SSIO N E 13.2 Dell’acqua viene versata lentamente in un con­


tenitore facendo aumentare il suo livello nei vasi 1, 2 e 3. L’acqua non tracima
da nessun vaso. Quale delle seguenti risposte riguardanti la profondità dell’ac-
qua nei tre vasi è esatta? Acqua FIGURA 13.8 La pressione e la densità

A. d^ > > ^^3 atmosferiche.


B. d, < < Spazio

C. = • 3. l.a dcnsiià
=
e la pressione si
=
D. J, ‘^2 > avvicinano allo zero
E. d^ = ‘^2 < ^‘ 2 nello spazio esterno.

•2. A causa della gravità,


la densità e la
pressit>ne
La pressione atmosferica Aria diminuiscono
Noi viviamo al fondo di un “mare” d’aria che si estende per molti chilometri all* aumentare
deirallitudine.
sopra le nostre teste. Come mostra la f i g u r a 13.8, non esiste un confine ben
definito della sommità dell’atmosfera; la densità semplicemente diventa sem­ 1. La densità c la
pre più bassa con l’aumentare dell’altezza finché non raggiunge lo zero nello pressione dell’aria
raggiungono il loro
spazio vuoto. Ciononostante, il 99% dell’aria nell’atmosfera si trova sotto i 30 valore massimo in
km di altezza. prossimità della
Se ricordiamo che un gas come l’aria è piuttosto comprimibile, possiamo superfìcie terrestre.
capire perché l’atmosfera diventi meno densa con l’aumentare dell’altitudine. Terra
420 CAPITOLO 13 Fluidi

In un liquido, la pressione aumenta con la profondità a causa del peso del


liquido soprastante. Lo stesso principio vale per l’aria nell’atmosfera, ma poi­
ché l’aria è comprimibile, il peso dell’aria negli strati superiori comprime l’a­
ria negli strati inferiori, aumentandone la densità. Ad altezze elevate diminuisce
l’aria .soprastante che spinge verso il basso, quindi la densità è minore.
Abbiamo appreso nella Sezione 12.2 che la pressione media globale al
livello del mare, l’atmosfera standard, è I atm = lOl 300 Pa. L’atmosfera stan­
dard, che di solito viene indicata semplicemente come “atmosfera”, è un’unità
di misura della pressione usata comunemente. Ma non è un’unità di misura del
SI, quindi bisogna convertire le atmosfere in pascal prima di fare i calcoli che
contengono la pressione.
IZEIQ ►A meno di non vivere al livello del mare, la pressione atmosfe­
rica attorno a noi non è esattamente pari a I atm. Occorre utilizzare una
pressione relativa per determinare la pressione atmosferica reale. Per sem­
plicità, questo libro di testo assumerà sempre che la pressione dell’aria sia
FIGURA 13.9 Zone di alta e bassa salvo casi in cui venga indicato diversamente. <
pressione su una carta meteorologica.
La pressione atmosferica varia non solo con l’altezza, ma anche con le con­
dizioni meteorologiche. All’equatore vengono create regioni su larga scala con
aria a bassa pressione, dove l’aria calda sale e si muove verso le zone tempe­
rate negli emisferi sud e nord. Successivamente l’aria scende, creando zone di
alta pressione. I venti e le condizioni meteo localmente sono largamente dovute
alla pre.senza di masse d’aria in movimento con diversi valori di pressione.
Probabilmente abbiamo visto in televisione mappe meteorologiche come
quella mostrata nella f i g u r a 13.9. Le lettere H e L denotano rispettivamente
regioni di alta (Hight) e bassa (Low) pressione atmosferica.

13.3 M isura e utilizzo della pressione


Il misuratore di pressione mostrato in precedenza nella Figura 13.4 misura la
pressione assoluta p, un concetto introdotto nel Capitolo 12. Ma abbiamo
anche appreso nella ◄ ^s e z i o n e 12.2 che molti misuratori di pressione, come nel
caso del manometro per la pressione degli pneumatici, eseguono una misura di
pressione relativa rispetto alla pressione atmosferica, cioè, la pressione
relativa è p^ = p —
Adesso abbiamo informazioni sufficienti per formulare un insieme di regole
da utilizzare nei problemi di idrostatica.

STRATEGIA Idrostatica
E TATTICA 13.1

O Facciamo un di.scgno. Mostriamo le superfici aperte, i pistoni, i contor­


ni e le altre caratteristiche che possono avere un effetto sulla pressione.
Includiamo le misure di altezza e di area e le densità dei fluidi. Identifi­
chiamo i punti in cui è necessario trovare la pressione.
0 Determiniamo la pressione p^^ sulle superfìci.
■ Supertìci aperte alFarìa: solito pari a 1 atm.
■ Superlìci in contatto con un gas: Pq="P^^^>
■ Superlìci chiuse: p^ = F/A, dove F è la forza che la superficie, come
un pistone, esercita sul fluido.
0 Usiamo linee ori/zontalì. La pressione in un fluido (di un solo tipo, an­
che in contenitori comunicanti) è la stessa in ogni punto lungo una linea
orizzontale.
O Determiniamo la pre.ssione relativa. La pressione relativa indica
Pj—p — 1 atm.
© Usiamo l’ecjuazione idrostatica per la pressione: p = p^ -f pgcL
13.3 Misura e utilizzo della pressione 421

M anom etri e barometri


La pressione nei gas è talvolta misurata con uno strumento chiamato mano­
metro. II manometro, illustrato nella f ig u r a 13 .10, è un tubo a forma di U FIGURA 13.10 II manometro è usato per
connesso con il gas a un’estremità e aperto all’aria all’altra estremità. 11 tubo misurare la pressione di un gas.
è riempito con un liquido, di solito mercurio, di densità p. II liquido è in O fnicciamo 0 Questa è una superfìcie
equilibrio statico. Una scala graduata consente all’utilizzatore di misurare un disegno. aperta, a contatto con l’aria,
quindi /^o = I atm.
l’altezza h deH’estremità destra del liquido posta più in alto dell’estremità
sinistra. Liquido,
Seguendo i punti 1-3 del riquadro Strategia e tattica 13.1 arriviamo alla densità p
conclusione che le pressioni e p^ debbano essere uguali. La pressione p,, a
Questa è una /.
superfìcie a
sinistra, è semplicemente la pressione del gas, in quanto la caduta di pressione contatto ct)iì il gas,
con l’altezza per un gas e per valori ragionevoli di h è trascurabile: Pj = p^^^. La quindi /q =
Gas alla
pressione p^ è la pressione idrostatica alla profondità d = li nel liquido sulla pressione
destra: p^ = 1 atm -f pgh. Eguagliando queste due pressioni si ottiene Pg»s
^ + P filì (13-6)

EQQ ►L’altezza h ha un valore positivo quando il liquido è più alto a de- 01 punti 1 e 2 sono alla
stra rispetto a sinistra (p^^^ > 1 atm) e un valore negativo quando il liquido è stessa quota, quindi p \ ~ p i.

più bas.so a destra che a sinistra (p^^^ < 1 atm). <


Un altro importante strumento per la misurazione della pressione è il baro­
metro, che viene usato per misurare la pressione atmosferica p^^^. La f i g u r a FIGURA 13.11 Un barometro,
13 .I la mostra un tubo di vetro, sigillato sul fondo, che viene completamente
(a) Tubo sigillato e capovolto.
riempito con un liquido. Se temporaneamente si sigilla l’estremità superiore, si
può capovolgere il tubo e porlo in un contenitore con lo stesso liquido. Quando
il sigillo temporaneo viene rimosso, una parte del liquido, ma non tutto, esce
dal tubo, lasciando una colonna di liquido nel tubo che ha un’altezza h rispetto
alla superficie del liquido nel contenitore. Questo strumento, mostrato nella
FIGURA 13.1 ib, è un barometro. Che cosa misura? E come mai non tutto il
liquido esce dal tubo?
Possiamo analizzare il barometro in modo analogo a come abbiamo fatto
per il manometro. 11 punto I nella Figura 13.1 Ib è aperto a contatto con l’at­
mosfera, quindi Pj = p^^^. La pressione nel punto 2 è la pressione dovuta al peso
del liquido nel tubo più la pressione del gas sopra al liquido. Ma in questo caso
non c’è gas sopra il liquido! Poiché il tubo era riempito completamente dal
liquido quando è stato capovolto, lo spazio lasciato libero quando il liquido è
uscito è essenzialmente vuoto, con = 0. Quindi la pressione p^ è semplice-
mente pglì.
Poiché i punti 1 e 2 sono su una linea orizzontale alla stessa quota e il
liquido è in equilibrio idrostatico, la pressione in questi due punti dev’essere
uguale. Eguagliando queste due pressioni si ha:

P.n, = PSl> (13.7)


Quindi possiamo misurare la pressione atmosferica misurando l’altezza della
colonna di liquido nel barometro.
L’Equazione 13.7 mostra che l’altezza del liquido è /? = p^^^ Ipg. Se il baro­
metro fosse costruito usando come liquido l’acqua, con p = 1000 kg/m \ l’al­
tezza della colonna del liquido sarebbe
101 300 Pa
h= lOm
(l()00kg/m^)(9.8m/s^)
e quindi sarebbe praticamente molto difficile da costruire e da utilizzare. AI
suo posto viene usato il mercurio, la cui densità è di 13 600 kg/m\ La pressione
media dell’aria al livello del mare produce una colonna di mercurio, in un
barometro a mercurio, alta 760 mm sopra la superficie.
Per l’importanza, da un punto di vista storico, dei barometri riempiti di mer­
curio nelle misure di pressione, l’altezza della colonna di mercurio in millime­
tri è una comune unità di misura per la pressione. Da quanto abbiamo appreso
precedentemente sui barometri, 760 millimetri di mercurio (abbreviato in
“mm Hg”) corrispondono a una pressione di 1 atm.
422 CAPITOLO 13 Fluidi

E SE M P IO 13.4 Pressione in un tubo con due liquidi


Un tubo a forma di U è chiuso a un’estremità mentre l’altra è Possiamo applicare l’equazione della pressione idrostatica
aperta all’aria. L’acqua riempie il lato del tubo che include l’e­ per due volte: la prima per trovare la pressione sapendo la
stremità chiusa» mentre dell’olio» che galleggia suH’acqua, profondità sotto l’estremità aperta a pressione la seconda
riempie il lato del tubo aperto. I due liquidi non si mescolano. per trovare all’estremità chiusa una volta che conosciamo
L’altezza dell’olio rispetto alla superficie dove i due liquidi alla distanza d sottostante. Avremo bisogno delle den­
sono in contatto è 75 cm, mentre l’altezza dell’estremità chiusa sità dell’acqua e dell’olio» che possono essere trovate nella
del tubo rispetto alla quota di questa superficie è 25 cm. Qual è Tabella 13.1 e sono p^ = 1000 kg/m^ c = 900 kg/m\
la pressione relativa nell’estremità chiusa?
Un tubo a forma di U è chiuso a un’estremità mentre l’altra è S O L U Z IO N E La pressione nel punto l» 75 cm sotto l’estremità
aperta all’aria. L’acqua riempie il lato del tubo che include aperta, è
l’estremità chiusa, mentre deH’olio, che galleggia sull’acqua, P \ = P o + P o g l’
riempie il lato del tubo aperto. I due liquidi non si mescolano. = I atm + (900 kg/m^)(9.8 m/s^)(0.75 m)
L’altezza dell’olio rispetto alla superficie dove i due liquidi
= 1 atm + 6620 Pa
sono in contatto è 75 cm» mentre l’altezza dell’estremità
chiusa del tubo rispetto alla quota di questa superficie è 25 (Terremo p^ = 1 atm separato in questo risultato perché avremo
cm. Qual è la pressione relativa nell’estremità chiusa? bisogno di sottrarre esattamente 1 atm nei calcoli per la pres­
IM PO ST A ZIO N E Seguendo i passi indicati nel riquadro Stra­
sione relativa). Usando di nuovo l’equazione della pressione
tegia e Tattica 13.1» iniziamo disegnando la situazione» come idrostatica» troviamo
mostrato nella f ig u r a 13.12. Sappiamo che la pressione sulla P2=P3 + P:>gd
superficie dell’olio a contatto con l’aria è p^ = \ atm. Le pres­ = p3 + (1()(K) kg/m’)(9.8 m/s^)(0.25 m)
sioni p, e sono le stesse perché sono relative a punti dello = + 2450 Pa
stesso fluido alla stessa quota (la pressione nel punto A non è
uguale a p^ anche se il punto A e l’estremità chiusa sono alla Imponendo p^ = p^» abbiamo
stessa quota, perché i due punti sono relativi a fluidi differenti). P3 = P i - 2450 Pa = p, - 2450 Pa
FIGURA 13.12 Un tubo contenente due liquidi diversi. = 1 atm + 6620 Pa - 2450 Pa
= 1 atm + 4200 Pa
La pressione relativa nel punto 3» all’estremità chiusa del tubo,
sarà Pj —1 atm ovvero 42(K) Pa.
h = 75 cm
VERIFICA L’estremità aperta del tubo con l’olio è 50 cm più
</ = 25 cm alta dell’estremità chiusa del tubo con l’acqua. Le loro den­
sità non sono troppo diverse» quindi ci aspettiamo una diffe­
renza di pressione di circa pg (0.50 m) = 5000 Pa. Ciò non è
troppo lontano dal nostro risultato» dandoci fiducia che questo
sia corretto.

Unità di misura della pressione


Nella vita quotidiana» nella misura della pressione vengono utilizzate diverse
unità di misura. Questa pluralità di unità di misura e le relative abbreviazioni
sono legate storicamente al lavoro di .scienziati e ingegneri in diversi campi
(liquidi» gas ad alta pressione» gas a bassa pressione» meteorologia, ecc.) che
utilizzavano l’unità di misura che sembrava loro più conveniente. Queste unità
sono in uso per tradizione» quindi è necessario apprendere le varie conversioni
tra differenti unità. La Tabella 13.2 fornisce le conversioni principali.

TABELLA 13.2 Unità di pressione


Unità Abbreviazione Conversione a 1 atm U.so
Unità SI: 1 Pa= 1 N/m*
pascal Pa 101.3 kPa usata nella maggior parte
dei calcoli
atmosfera atm 1 atm generale
millimetri di mm Hg 760 mm Hg gas e pressione
mercurio barometrica
negli Stati Uniti,
libbre per
nell’indu.stria e
pollice quadrato psi 14.7 psi
nell’ingegneria
13.3 Misura e utilizzo della p ressio n e 423

La pressione sanguigna BIO FIGURA 13.13 La pressione sanguigna


durante un ciclo di battito cardiaco.
In occasione di un controllo medico ci sarà sicuramente capito di sentirci dire:
Pressione
“La sua pressione sanguigna è 120 su 80.” Che cosa significa? sanguigna II massimo di pressione è
11 nostro cuore “batte” circa ogni 0.8 s, assumendo un ritmo di pulsazioni car­ (mm Hg)
• chiamato p r e s s io n e s is to lic a
diache di 75 battiti al minuto. Il cuore è un muscolo che funziona come una pompa ed è il primo valore riportalo
e, contraendosi, spinge il sangue nelTaorta, uif arteria che porta il sangue in tutto nelle misure di pressione.
il colpo suddividendosi in VcU*i rami. Questa contrazione, come quando schiac­ 120-
ciamo un palloncino, alza la pressione nel nostro cuore. L’aumento di pressione,
in accordo col principio di Pascal, viene trasmesso a tutte le nostre arterie.
La FIGURA 13.13 è un grafico che mostra come varia la pressione sanguigna Contrazione H minimo di pressione è
40 -\ cardiaca. chiamato p r e s s io n e d ia s to lic a
durante un ciclo di battito cardiaco. La condizione medica di alta pressione san­ ed è il secondo valore riportalo
guigna significa di solito che la pressione sanguigna massima (sistolica) è più nelle misure di pressione.
alta di quanto sia necesstU*io per la circolazione del sangue. La pressione alta /(s)
0 0.2 0.4 0.6 0.8
provoca un eccessivo sforzo e danni al nostro sistema circolatorio, conducendo
spesso a seri problemi medici. La bassa pressione sanguigna, invece, può causare
FIGURA 13.14 Misura della pressione
svenimenti se ci si mette in piedi troppo velocemente in quanto la pressione non sanguigna con un manometro e uno
è adeguata a pompare il sangue in alto fino al cervello. Come illustrato nella stetoscopio.
FIGURA 13.14, la pressione sanguigna viene misurata con un manicotto avvolto
attorno al braccio. Tra il braccio ed il manicotto va posto lo stetoscopio. Andando
a pompare iiria all’interno del manicotto si va a creare una pressione sul braccio
che è nettamente supcriore a quella massima, che è di circa 120 mm Hg. Succes­
sivamente si riduce progressivamente la pressione nel manicotto. Inizialmente, il
manicotto stringe e chiude f arteria bloccando lo scorrimento del sangue. Quando
la pressione del manicotto scende sotto la pressione sistolica, l’impulso di pres­
sione durante ciascun battito del cuore forza farteria ad aprirsi brevemente
lasciando passare un fiotto di sangue. Il medico registra la pressione quando
sente che il sangue inizia a scorrere. Questa è la nostra pressione sistolica.
La pulsazione del sangue attraverso l’arteria dura finché la pressione del
manicotto non raggiunge la pressione diastolica. Quando la pressione nel
manicotto diventa minore di quella diastolica l’arteria resta aperta e il sangue
smette di pulsare. Questa transizione è facilmente udibile con uno stetoscopio
e consente al medico di registrare la pressione diastolica.
La pressione sanguigna viene misurata in millimetri di mercurio ed è una
pressione relativa, la pressione in eccesso rispetto a 1 atm. Una pressione san­
guigna adeguata per un giovane adulto in salute è 120/80, il che significa che
la pressione sistolica è = 120 mm Hg (la pressione assoluta è /; = 880 mm
1Ig) e la pressione diastolica è 80 mm Hg.

E SE M P IO CON CETTU ALE 13.5 Pressione del sangue e altezza del braccio
Nella Figura 13.14, il braccio della paziente è tenuto a circa la stessa altezza del suo
cuore. Perché?
S P IE G A Z IO N E La pressione idrostatica di un fluido varia con l’altezza. Sebbene il
sangue che scorre non sia in equilibrio idrostatico, è ancora vero che la pressione del
sangue aumenta a una quota inferiore a quella del cuore e diminuisce a una quota La pressione delle giraffe BIO La testa
superiore. Poiché la parte alta del braccio quando è tenuta vicino al corpo è alla di una giraffa si trova a circa 2.5 m sopra al
stessa altezza del cuore, la pressione in questa parte dell’ailo superiore è la stessa suo cuore, rispetto a una distanza di soli 30
della pressione nel cuore. Se la paziente tenesse il braccio teso verso l’alto, il mani­ cm circa per un essere umano. Per pompare
cotto per la pressione si troverebbe ad una quota d » 25 cm sopra al suo cuore e la il sangue a quest’altezza è richiesta al
pressione sarebbe minore rispetto a quella del cuore di Ap = p ^ ^ gd « 20 mm Hg. cuore della giraffa una pressione sanguigna
maggiore di circa 170 mm Hg rispetto a
V E R IF IC A 20 mm Hg è una frazione non trascurabile della pressione sanguigna
quella di un essere umano. Questo comporta
media. Misurare la pressione sopra o sotto il livello del cuore può condurre a una
una pressione sanguigna massima pari a più
diagnosi errata sulle condizioni della paziente. del doppio di quella umana.

PAU SA DI R IF L E SSIO N E 13.3


Un tubo a forma di U è aperto ad en­
trambe le estremità. Nel tubo viene ver­
sata dell’acqua seguita da olio, il quale Olio 1 1 1 1
galleggia sull’acqua essendo meno den­
so. Quale delle figure mostra la corretta
configurazione di equilibrio? Aqua
424 CAPITOLO 13 Fluidi

13.4 Galleggiamento
FIGURA 13.15 La forza di A rchim ede o Come ben sappiamo, un sasso gettato sulla superficie di un lago affonda, men­
di ga lle ggia m e n to deriva dal fatto che tre un pezzo di legno galleggia. Una moneta da un centesimo con una massa di
la pressione del fluido sul fon do del pochi grammi affonda, ma un pesante aereo cargo fatto di acciaio galleggia.
cilindro è m a ggio re di quella sulla sua
Come si possono spiegare questi diversi fenomeni?
base superiore.
I.a forza risultanlc del fluido
Un materassino gonfiabile galleggia senza sforzo sulla superficie di una
sul cilindro è la forza di piscina. Ma se abbiamo mai cercato di spingere il materassino sott’acqua,
abbiamo constatato che ciò è quasi impossibile. Mentre spingiamo verso il
basso, l’acqua spinge verso l’alto. Questa forza verso l’alto di un fluido è chia­
mata forza di Archim ede o forza di g alleggiam ento.
11 principio della forza di Archimede è facile da comprendere. La f i g u r a
13.15 mostra un cilindro immerso in un liquido. La pressione nel liquido
aumenta con la profondità, quindi la pressione sulla base inferiore del cilindro
è maggiore di quella sulla base superiore. Le due basi del cilindro hanno un’a­
rea uguale, quindi la forza è maggiore della forza Fgjù (ricordiamo che le
forze di pressione spingono in tutte le direzioni). Di conseguenza, la pressione
nel liquido esercita sul cilindro una forza risultante verso l'alto di modulo
F = F - F Questa è la forza di Archimede.
^ perché la pressione
è maggiore sul fondo. Quindi
Il cilindro immerso illustra l’idea in modo semplice, ma il risultato non è
il fluido esercita una forza limitato ai cilindri o ai liquidi. Supponiamo di isolare una porzione di lluido di
risultante verso Talto. forma e volume arbitrari disegnando un confine immaginario attorno ad essa,
come illustrato nella f ig u r a I3.i6a. Que.sta porzione è in equilibrio statico. Di
conseguenza, la forza peso della porzione di fluido la spinge verso il bas.so e
deve essere controbilanciata da una forza verso l’alto. La forza verso l’alto, che
è esercitata su questa porzione di fluido dal fluido circostante, è la forza di
Archimede F^. Que.sta forza bilancia la forza peso del fluido: F^ = P.
Ora immaginiamo di poter rimuovere in qualche modo questa porzione di
fluido e di sostituirla con un corpo avente esattamente la stessa forma e volume,
come mostrato nella f i g u r a i3.i6b. Poiché la forza di Archimede viene eserci­
tata dal fluido circostante, e il fluido circostante non è cambiato, la forza di
Archimede su questo nuovo corpo è esattamente la stessa esercitata sulla por­
zione di fluido che è stata rimossa.

f i g u r a 13.16 La forza di A rchim ede su un corpo è la stessa forza esercitata dal


fluido circostante sulla porzione di fluido spostato.

(a) Coniomo immaginario attorno (b) Corpo reale con la stessa dimensione
a una porzione di fluido l -, e forma della porzione di fluido

La forza di
Archimede sul
corpo ò la stessa
esercitata prima
sulla porzione di
fluido jìcrché il
fluido c i n o sta n te
non ò cambiato.

PAU SA DI R IF L E S SIO N E 13.4


I cinque blocchi hanno le masse e i volumi mo­
strati. Usando quello che abbiamo appreso nella Figura 13.16, ordina, dalla più
grande alla più piccola, le forze di Archimede sui blocchi.
13.4 Galleggiamento 425

Quando un corpo (o una porzione di un corpo) viene immerso in un fluido,


esso sposta il fluido che altrimenti riempirebbe quella regione di spazio. Que­
sta parte del tluido è il fluido spostato. Il volume del Huido spostato è esatta­
mente il volume della porzione di corpo che è immersa nel fluido. La Figura
13.16 ci porta a concludere che il modulo della forza di Archimede verso Paltò
è pari al peso del fluido spostato.
Questa idea fu intuita e riconosciuta per la prima volta da un antico matema­
tico e scienziato greco di nome Archimede, forse il maggior scienziato delPan-
tichità, e oggi è conosciuta come il principio di Archimede:

Principio di A rch im e de Un corpo immerso in un fluido o in galleggia­


mento su un fluido subisce una forza di galleggiamento diretta verso
Paltò. Il modulo della forza di galleggiamento eguaglia il peso del fluido
spostato dal corpo.

Supponiamo che la densità del fluido sia p^. e che il corpo sposti un volume
di fluido. La massa del fluido spostato è allora m^ = p^V^ e quindi la sua forza
pe.so è P^= p, Quindi il principio di Archimede in forma di equazione è
= (13.8)

ikHOfj ►È importante distinguere la densità e il volume del fluido spostato


dalla densità e volume del corpo. Per farlo, useremo gli indici “ f ” per il
fluido e “ c ” per il corpo. <

ESEMPIO 13.6 É tutto oro quel che luccica?


Una leggenda narra che ad Archimede fu chiesto dal re Cerone Poiché la corona è in equilibrio statico, la sua
S O L U Z IO N E
di Siracusa di determinare se la corona preparatagli da un ore­ accelerazione e la forza totale esercitata su di essa sono uguali
fice fosse in oro puro oppure in oro mescolato ad altri metalli a zero. La seconda legge di Newton quindi diventa
meno preziosi. Fu questo problema che condusse lo scienziato
IF y =0
a formulare il principio che oggi porta il suo nome. In una ver­ A C

sione moderna del suo metodo, una corona del peso di 8.30 N Da questa equazione possiamo ricavare la forza di Archimede
è sospesa sott’acqua con una corda. La tensione nella corda
risulta essere di 7.81 N. La corona è in oro puro? FA= P c - r = 8.30 N - 7.81 N = 0.49N
IM P O S T A Z IO N E Per scoprire se la corona è in oro puro, Secondo il principio di Archimede, F^ = p^Vjgy dove Vfè il
abbiamo bisogno di determinare la sua densità e confron­ volume del fluido spostato. Qui, essendo la corona compieta-
tarla con la densità nota dcH’oro. La f i g u r a 13.17 mostra le mente immersa, il volume del fluido spo.stato è uguale al
forze che agiscono sulla corona. In aggiunta alla tensione e alla volume F della corona. Essendo il peso della corona P^ = ni^
forza peso, l’acqua esercita sulla corona una forza di galleggia­ = pV^^, il suo volume sarà
mento diretta verso l’alto. Il modulo della forza di galleggia­ Pc
mento è dato dal principio di Archimede. Fc= —
Pc8
FIGURA 13.17 Le forze che agiscono su una corona Inserendo questo volume nel principio di Archimede si ha
sommersa. Pf ^
F\ = Pf^c8 = P({— \ =
\Pc8 / Pc
Oppure risolvendo per p^,
Corda
T= I.B/hJ PiP, (10()0kg/m'^)(8.30N)
Pc = - 17 000 kg/m^
-e '^ ,- 8 .0 0 N Fa 0.49 N
Pf - loco La densità della corona è considerevolmente inferiore a quella
h y a A dell’oro puro, che è 19300 kg/m\ Quindi la corona non è in oro
Cororia puro.
V E R IF IC A Per un corpo fatto di un materiale den.so come l’oro,
la forza di Archimede è molto piccola rispetto alla sua forza peso.

Galleggia o affonda?
Se si trattiene un corpo sott’acqua e quindi lo si rilascia, esso può risalire in
superficie, affondare o restare “sospeso” nell’acqua. Come possiamo preve­
dere che cosa farà? Se il corpo si muoverà verso la superficie o verso il fondo
dipende da quale delle due forze è maggiore: la forza di Archimede diretta
verso l’alto o la forza peso P^ diretta verso il basso.
426 CAPITOLO 13 Fluidi

11 modulo della forza di Archimede è La forza peso di un corpo uni­


forme, come un blocco di acciaio, è semplicemente pV^g> Ma un corpo com­
posito, come nel caso di un subacqueo, può avere parti di diversa densità. Se
definiamo la densità media come p^^^ = il peso di un corpo composito
può essere scritto come = p^^^V^g-
Confrontando pfV^g con e notando che V^ = V, per un corpo che è
completamente immerso, vediamo che il corpo galleggia o affonda a seconda
se la densità del Ouido p^ è maggiore o minore della densità media del corpo
Se le densità sono uguali, il corpo è in equilibrio statico e resta sospeso
senza muoversi. Questa condizione è chiamata galleggiam ento neutro. Que­
ste condizioni sono riassunte nel riquadro Strategia e tattica 13.2.

^ Bilance sommerse BIO NcirEsempio 13.6, abbiamo visto come la densità


di un corpo possa essere determinata pesandolo sia sott’acqua che in aria.
Questa idea è alla base di un metodo accurato per determinare la percentuale
di grasso di una persona. Il grasso ha una densità minore di quella dei muscoli
e delle ossa, quindi una densità corporea complessiva più bassa implica una
maggiore percentuale di grasso corporeo. Per determinare la densità di una
persona, questa viene prima pesata in aria e poi immersa completamente in
acqua e pesata di nuovo. Tabelle standard collegano la densità corporea e la
percentuale di grasso in maniera accurata.

STRATEGIA
ETATTICA 13.2 Determinare se un corpo galleggia o affonda
O II corpo affonda @ Il corpo galleggia © Il corpo ha un
galleggiamento neutro
A^ a \P a

Un corpo affonda se il suo peso è Un corpo risale verso la superfìcie Un corpo rimane sospeso senza muo­
maggiore di quello del liquido che se il suo peso è inferiore a quello del versi, se il suo peso è esattamente
esso sposta, cioè se la sua densità liquido che esso sposta, cioè se la uguale a quello del liquido che esso
media è maggiore della densità del sua densità media è minore della spc^sta, cioè se la sua densità media è
fluido: densità del fluido: uguale alla densità del fluido:

^Pi Pmed = Pf

Per esempio, Tacciaio è più denso dell’acqua, quindi un pezzo di acciaio


affonda. L’olio è meno denso deH’acqua, quindi l’olio galleggia sull’acqua. 1
FIGURA 13.18 Un corpo che galleggia in pesci usano la vescica natatoria riempita d’aria e i subacquei usano cinture di
equilibrio statico. pesi per aggiustare la loro densità media a quella dell’acqua. Entrambi questi
Un corpo di densità / \ c volume V{. casi sono esempi di galleggiamento neutro.
sta galleggiando su un lluido Se si rilascia un blocco di legno sott’acqua, la forza totale verso l’alto pro­
di densità p|.
voca la risalita del blocco in superficie. Per comprendere il galleggiamento,
i iniziamo con un corpo uniforme come il blocco mostrato nella f i g u r a 13 .1 8 .
Questo corpo non contiene niente di speciale, come ad esempio vuoti o cavità.
'jt Poiché esso galleggia, deve soddisfare la condizione p^ < p^.
Una volta che il corpo è arrivato in superficie e galleggia, esso è in equili­
brio statico. Quindi, la forza di galleggiamento verso l’alto, data dal principio
'h' di Archimede, bilancia esattamente la forza peso del corpo verso il basso; cioè.
Fluido,
densità pf (13.9)

Il volume immerso del corpo


Per un corpo che galleggia, il volume del fluido spostato non è uguale al
ò uguale al volume del volume del corpo. Infatti, vediamo dall’Equazione 13.9 che il volume del flui­
lluido spostato. do spostato da un corpo in galleggiamento di densità uniforme è
13.4 Galleggiamento 427

V ,= — V (13.10)
' p r
inferiore a V poiché < p^.
BEIEI ►L’Equazione 13.10 si applica solo a corpi uniformi. Essa non si
applica a barche» sfere cave o altri corpi che hanno una composizione non
uniforme. <
►Profondità nascoste Molti iceberg sono pezzi di ghiacciaio composti di
acqua dolce gelata che si sono separati da esso. Gli iceberg hanno una densità
di 917 kg/m\ La densità delTacqua di mare è 1030 kg/m’. Quindi
917 kg/m^
Vf=- = 0.89K.
1030 kg/m^
il volume dell’acqua spostata, è anche il volume dell’iceberg che si trova
sommerso. Il detto “è solo la punta dell’iceberg” è corretto perché significa
che quello che si vede è solo una piccola parte in quanto quasi il 90%
dell’iceberg rimane sott’acqua.

ESEMPIO CONCETTUALE 13.7 Quale corpo subisce la m a ggio r forza di ga lle ggia m e n to ?
Un blocco di ferro affonda in un recipiente d’acqua mentre un riore al volume totale del blocco. La forza di galleggiamento
blocco di legno delle stesse dimensioni galleggia. Su quale sul blocco di terrò è quindi maggiore di quella sul blocco di
blocco viene esercitata la forza di galleggiamento maggiore? legno.
S P IE G A Z IO N E La forza di galleggiamento è uguale al volume V E R IF IC A Questo risultato può sembrare contro-intuitivo, ma
d’acqua spostata. Il blocco di ferro è completamente immerso, ricordiamo che il blocco di ferro affonda a causa della sua den­
quindi il volume dell’acqua spostata eguaglia il volume del sità più alta, mentre il blocco di legno galleggia perché la sua
blocco. Il blocco di legno galleggia, quindi sposta solo una fra­ densità è più bassa. In quest’ultimo caso una piccola forza di
zione del suo volume, quella che si trova sott’acqua, che è infe- Archimede è sufficiente per mantenerlo in galleggiamento.

ESEMPIO 13.8 M isu ra della densità di un liquido sconosciuto


Abbiamo bisogno di determinare la densità di un liquido sco­ S O L U Z IO N E II blocco Sta galleggiando, quindi si applica l’E­
nosciuto. Notiamo che un blocco galleggia in questo liquido quazione 13.10. Il blocco sposta un volume — nel liquido
con 4.6 cm del lato del blocco sommerso. Quando il blocco sconosciuto. Quindi
viene collocato in acqua, esso continua a galleggiare ma con un
V( = Altf = ^ V c
lato sommerso di 5.8 cm. Qual è la densità del liquido scono­ P{
sciuto? Allo stesso modo, il blocco sposta un volume V^ = Ah^ nell’ac-
IM P O S T A Z IO N E Assumiamo che il blocco sia un corpo di qua, conduccndo alla formula
composizione uniforme. La f i g u r a 13.19 mostra il blocco, l’a­ V ,= A h ,= f^
rea di sezione trasversale A, le altezze della parte sommersa P‘d
nel liquido sconosciuto e nell’acqua. Poiché questi sono due fluidi, abbiamo usato gli indici a per
l’acqua e f per il liquido ignoto. 11 prodotto p^V^ appare in
FIGURA 13.19 Un blocco che galleggia in due liquidi. entrambe le equazioni. Nella prima p^ V^ = p^Ah^ nella seconda
= p Ah^. Eguagliando i membri di destra delle equazioni
si ottiene
P,'^h, = P ,A li,
L’area A si cancella, e la densità del liquido ignoto è
h„ 5.8 cm , ,
P,= -TP = T7-----1000 kg/m^ = 1300 kg/m^
/if a 4.6 cm *
V E R IF IC A Confrontando con la Tabella 13.1 otteniamo che il
liquido ignoto è probabilmente glicerina.

Barche e palloni
Se un pezzo di acciaio affonda, come fa una barca con lo scafo in acciaio a
galleggiare? Come abbiamo visto, un corpo galleggia se la forza di Archimede
verso l’alto, pari al peso deH’acqua spostata, bilancia il peso del coi*po. Una
barca è in realtà un grande guscio vuoto il cui peso è determinato dal volume
428 CAPITOLO 13 Fluidi

FIGURA 13.20 Galleggiamento di una di acciaio dello .scafo. Come illustrato nella f ig u r a 1 3 .20 , il volume dell’acqua
barca. spostata da un guscio è molto maggiore del volume dello scafo medesimo.
Quando la barca viene calala in acqua, Quando la barca viene posta nell’acqua, essa affonda finché il peso dell’acqua
l'acqua spostata, e quindi la fur/a di
galleggiamento. aumentano. spostata non coincide esattamente con il pe.so della barca. La barca raggiunge
un equilibrio statico e galleggia a que.sto livello.
Il principio di Archimede si applica a tutti i fluidi, non solo ai liquidi. Un
corpo immerso in un gas come l’aria sente anch’esso una forza di galleggia­
mento. Poiché la densità deU’aria è molto bassa, questa forza di galleggia­
mento è generalmente trascurabile. Tuttavia, anche se la forzadi galleggiamento
dovuta all’aria è piccola, un corpo “galleggerà” nelParia se il suo peso è infe­
riore a quello dell’aria che esso sposta. Questo è il motivo per cui un pallone
che si vuole far “galleggiare” in aria non può essere riempito con aria normale.
Se Io fosse, allora il peso dell’aria contenuta alTinterno sarebbe uguale al peso
dell’aria spostata, quindi e.sso non avrebbe alcuna forza risultante verso l’alto.
Aggiungendo il peso del pallone stesso si avrebbe una forza risultante verso il
Il peso costante della La barca galleggia in
barca è quello relativo equilibrio quando il
basso. Un pallone che si vuole far galleggiare in aria deve essere riempito con
al sottile scafo in acciaio. suo peso e la for/.a di un gas che abbia una densità minore di quella del l’aria. L’esempio .seguente
galleggiamento si illustra questo principio.
bilanciano.

ESEMPIO 13.9 Q uanto cJeve essere grande un pallone?


Che diametro deve avere un pallone riempito di elio per avere un galleggiamento
neutro? La massa del pallone vuoto è pari a 2.0 g.
IM P O S T A Z IO N E Rappre.sentcreiiio il pallone come una sfera. II pallone galleggerà
quando il suo peso, il peso del pallone vuoto e dell’elio, eguaglia il pe.so dell’aria che
esso sposta. Le densità dell’aria e dell’elio sono date nella Tabella 13.1.
S O L U Z IO N E II volume del pallone è H suo peso è

^^p»\\one “ ^ ^pai\one ^

dove pallone
è la massa del pallone vuoto. II peso dcH’aria spostata è
Aria calda in ascensione Un pallone ò
riempilo con un gas a bassa densità: l’aria Pana. = 'f)ana. Vana. ^g = ^f)una. Vpallone g”
calda! Abbiamo appreso nel Capitolo 12 che
dove abbiamo utilizzato che il volume dcH’aria spostata è il volume del pallone. 11
i gas si espandono dopo essere stati scaldati,
quindi riducono la loro densità. L’aria nella pallone galleggerà quando le due forze sono uguali, ovvero quando
parte alta del pallone è sorprendentemente
f^aria Spallone ^ ” ^^^pallonc ^ ^pallooc ^
calda, circa KXLC. A questa temperatura,
la densità deH’aria è solo il 19% deH'aria g si cancella, e possiamo risolvere per il volume del pallone:
a temperatura ambiente. II pallone si alza '^^oallonc 2.0 . Hr^ kg . -
quando il suo peso diventa inferiore aH’aria V'nallone = ------ ^ ----------------------------------------- 7 ^ L8 • 1 0 " ^ 111^
più fredda che esso sposta. Pariu - P hc 1.28 kg/m^ - 0.17 kg/nr’
Una sfera ha un volume V = (47r/3)r\ Quindi il raggio del pallone è
3 x ( l.8 .
y - 0 . 075 m
47T
Il diametro del pallone è il doppio del raggio, ossia 15 cm.
V E R IF IC A 15 cm è un diametro ragionevole per un pallone che galleggia a malapena.

PAUSA DI RIFLESSIONE 13.5 Un cubo di ghiaccio sta galleggiando in un bic­


chiere di acqua riempito fino all’orlo. Quando il ghiaccio si scioglie, il livello
dell’acqua
A. Scende. B. Resta lo stes.so. C. Si alza, causando la fuoriuscita dell’acqua.

13.5 Fluidi in movimento


Il vento che ci soffia tra i capelli, l’acqua chiara di un fiume che .scorre verso
la sua foce, il petrolio che .sgorga da un pozzo di trivellazione sono tutti esempi
di fluidi in movimento. Finora ci siamo concentrati su fluidi fermi, ma ora c
tempo di rivolgere la nostra attenzione alla dinamica dei fluidi.
Il movimento dei fluidi è un tema complicato. Molti aspetti dello scorrere di
un fluido, in particolare le turbolenze e la formazione di vortici, non sono
13.5 Fluidi in movimento 429

ancora ben capiti e costituiscono un’attiva area di ricerca. Eviteremo queste


complessità, ricorrendo al modello semplificato di un tluido ideale. Il nostro
modello sarà basato su tre ipotesi riguardanti il Huido:

1. Il fluido è incomprimibile. Questa è un’ottima approssimazione per i


liquidi, ma è anche ragionevolmente valida per un gas in movimento,
come l’aria. Per esempio, anche quando un vento che viaggia a oltre 100
km/h urta una parete, la sua densità cambia solamente dell’ 1%.
2. Il moto è stazionario. Cioè, la velocità del lluido in ciascun punto del
fluido è costante, non fluttua e non cambia con il tempo. Il moto in que­
ste condizioni è chiamato m oto laminare, ed esso è distinto dal moto
turbolento.
3. Il fluido non è viscoso. L ’acqua scorre molto più facilmente del miele su
un pezzo di pane perché il miele è un liquido molto più viscoso. La
viscosità è la resistenza allo scorrimento; assumere che un fluido non sia
viscoso è analogo ad assumere che il moto di una particella avvenga
senza attrito. I gas hanno una viscosità molto bassa, e anche molti liquidi FIGURA 13.21 II fumo che sale verso
possono essere schematizzati molto bene come non viscosi. l'alto cambia il suo moto da laminare a
turbolento.
Più avanti, nella Sezione 13.7, abbandoneremo la terza ipotesi e considere­
remo gli effetti della viscosità.
Il fumo che sale verso l’alto nella f ig u r a 1 3 .2 1 inizia come un moto lami­
nare, riconoscibile dai contorni lisci, ma a un certo punto avviene una transi­
zione e diventa un moto turbolento. Una transizione da laminare a turbolento è
comune nel movimento dei fluidi. Si deve fare attenzione perché il nostro
modello dei fluidi può essere applicato al moto laminare, ma non a quello tur­
bolento.

L’equazione di continuità
Consideriamo un fluido che scorre lungo un tubo: il petrolio in un oleodotto
oppure il sangue in una arteria. Se il diametro del tubo cambia, come avviene
nella f ig u r a 1 3 .2 2 , che cosa succede alla velocità del fluido?
Quando si schiaccia un tubetto di dentifricio, il volume di dentifricio che
fuoriesce è uguale alla quantità di cui si riduce il volume nel tubetto. Un liquido
incomprimibile che scorre attraverso un tubo rigido o un condotto agisce nello
stesso modo. Il fluido non è né creato né distrutto all’interno del tubo e non c’è FIGURA 13.22 La velocità del flusso
spazio per immagazzinare altro fluido nel tubo. Se un volume V entra nel tubo cambia in un tubo rastremato.
Questi due cilindri di lluido
durante un intervallo di tempo A/, allora un uguale volume di fluido deve
hanno lo stesso volume AV] = AV2-
uscire dai tubo.
Per vedere le implicazioni di questa idea, supponiamo che tutte le molecole
del fluido nella Figura 13.22 si stiano muovendo in avanti con una velocità v,
in un punto dove farea della sezione trasversale èA^. Più avanti, lungo il tubo,
dove l’area della sezione trasversale è A,, la loro velocità è v^ Durante un inter­
vallo di tempo A/, le molecole nella sezione più larga si muoveranno in avanti
di una distanza AA j = v^ A/ e quelle nella sezione più stretta si muoveranno di Volume AV2 = A 2 A jc2
A.V2 = v’2 A/. Poiché il fluido è incomprimibile, volumi AFj e AV^ devono Volume AVi = A
essere uguali, cioè,
AF, = A, A.V, = A, V, A/ = AV, = A, A.V2 = A, (13.11)
Dividendo entrambi i membri deH’equazione per A/ si ottiene l’equazione di
continuità:

v,/l, = VjAj (13.12)


L’equazione di continuità lega la velocità v di un fluido incomprimibile all’area
della sezione trasversale A del tubo in cui scorre.

Le Equazioni 13.11 e 13.12 ci dicono che il volume di un fluido incompri­


mibile che entra in una parte di un tubo o di un condotto deve essere bilan­
ciato da un uguale volume che Io lascia.
430 CAPITOLO 13 Fluidi

FIGURA 13.23 La velocità dell'acqua è Un’importante conseguenza delTequazione di continuità è che lo scorri­
inversamente proporzionale all'area del mento è più veloce nelle parti strette del tubo e più lento nelle parti larghe.
flusso. Questa conclusione ci è familiare da molte osservazioni che possiamo fare
(a) Ridurre il diametro con (b) quotidianamente. Il tubo per annaffiare il giardino mostrato nella f ig u r a
un ugello produce un
aumento della veUK'ilà i3.23a spruzza più lontano quando si restringe Tugello. Questo avviene perche
di uscita. ’apertura più stretta dell’ugello fornisce all’acqua una maggiore velocità d’u­
scita. L’acqua che scorre dal rubinetto illustrato nella f ig u r a i3.23b acquista
j ■ velocità mentre cade. Come risultato, il tubo di flusso in cui scorre “si restringe’’
a un diametro inferiore.
Il volume di fluido che scorre attraverso una sezione del tubo di area A in un
intervallo di tempo A/ cioè AV/A/, è una nuova grandezza fìsica chiamata
portata Q. Possiamo vedere dall’Equazione 13.11 che
AK
C> = - = v A (13.13)

Le unità di misura, nel SI, di Q sono mVs, sebbene nella pratica Q possa essere
Un aumento
della velocità
misurato anche in cmVs o litri al minuto. Un altro modo di esprimere il signi­
produce una ficato deH’equazione di continuità è quello di dire che la portata è costante in
diminu/ione tutti i punti di un tubo.
del diametro.

ESEMPIO 13.10 Velocità dell'acqua attraverso un tubo per innaffiare


Un tubo per innaffiare il giardino ha un diametro interno di 16 min. Il tubo può riem­
pire un secchio da 10 L in 20 s.
a. Qual è la velocità delfacqua all’uscita dal tubo?
b. Che diametro dovrebbe avere l’ugello per far uscire l’acqua con una velocità 4
volte supcriore a quella che possiede all’interno del tubo?
i m p o s t a z i o n e L’acqua è essenzialmente incomprimibile, quindi possiamo appli­
care l’equazione di continuità.
s o l u z io n e
a. La portata è Q = AV/Ar = (10 L)/(20 s) =0.50 L/s. Per convertire questo valo­
re in unità del SI, ricordiamo che 1 L =I(K)0 niL = 10^ cm^ = 10^^ m\ Quindi
0 = 5.0 • 10 **mVs. Possiamo trovare la velocità dell’acqua dall’Equazione 13.13:

v= ^ = .
Q 5.0 • 10“ ’ m-Vs
■= 2.5 m/s
A ttH 7r(0.0080 m)^ _
La quantità Q = vA resta costante mentre l’acqua fluisce attraverso il tubo e l’ii-
gello. Per aumentare v di un fattore 4, A deve essere ridotta di un fattore 4. L’area
della sezione trasversale dipende dal quadrato del diametro, quindi l’area è ridotta
di un fattore 4 se il diametro è ridotto di un fattore 2. Quindi il diametro dell’ugel­
lo dovrebbe essere di 8 mm.

e s e m p io 13.11 Flusso del san gu e nei capillari BK)


La portata del sangue che fluisce dal cuore all’aorta per poi FIGURA 13.24 Un capillare (figura non in scala).
circolare nel corpo è pari a circa 5 L/min per una persona a onc trasversale
riposo. Tutto questo sangue alla fine passa anche attraverso i
più piccoli vasi sanguigni, i capillari. Misure effettuate al Area della superfìcie
microscopio mostrano che i capillari tipicamente hanno un dia­
metro di 6 )Ltm e una lunghezza di 1 mm e il sangue scorre
attraverso di essi con una velocità media di 1 mm/s.
a. Stimiamo il numero totale dei capillari nel nostro corpo. 2r *» 6 /iiii'
I mm
b. Stimiamo l’area della superfìcie totale di tutti i capillari.
Le dimensioni di un capillare sono mo.strate nella FIGURA 13.24. L’area complessiva della sezione trasversale di tutti i capillari è
IMPOSTAZIONE Possiamo usare l’equazione di continuità: Q 8.3 . I0~’ mV.s „ ,
i 5 L di sangue che vengono pompati dal cuore ogni minuto = — = ------------------= 0.083
““ V 0.001 m/s
devono essere uguali al flusso totale attraverso tutti i capillari.
L’area della sezione trasversale di ogni capillare è = vr^,
SOLUZIONE quindi il numero totale dei capillari è approssimativamente
a. Inizieremo col convertire Q nelle unità del SI:
A,.„ 0.083 m^
L 1 m^ 1 min N=- : = 3 • 10''
= 8.3 . I0"^mVs ^cap 7t(3 . lO'^m)^
min lOOOL 60 s
13.5 Fluidi in movimento 431

b. L’area della superficie di un capillare è VERIFICA 11 numero dei capillari è molto grande e l’area della
loro superficie totale è circa l’area di un garage contenente due
A = circonferenza del capillare X lunghezza automobili. Come abbiamo visto nel Capitolo 12, l’ossigeno
e le sostanze nutritive si trasferiscono dal sangue alle cellule
= IrrrL = 27t(3 • 10"^ m)(().001 m) =1.9* 10“**m^ attraverso un lento processo di diffusione. Solo avendo quest’a­
Quindi l’area della superficie totale di tutti i capillare è circa rea superficiale molto grande disponibile per la diffusione
possiamo raggiungere il necessario tasso di scambio di gas e
^^upcmcic = NA = ( 3 0‘0( 1.9-10 «m) = 60 sostanze nutritive.

Rappresentazione del moto dei fluidi: linee di flusso


ed elementi di fluido
Rappresentare il moto di un fiiiido è molto più complicato che rappresentare il FIGURA 13.25 II fumo rivela il
moto di una particella puntiforme perché lo scorrimento del fluido è il moto flusso d'aria laminare attorno ad
collettivo di un vasto numero di particelle. La figura 13.25 ci fornisce un’idea un'automobile in una galleria del vento.
di una possibile rappresentazione dello scorrimento di un fluido. In questo caso Linea di flu.sso
il fumo ò utilizzato per aiutare gli ingegneri a visualizzare il moto dell’aria
attorno a un’automobile in una galleria del vento. La regolarità del moto ci
indica che si tratta di un moto laminare. Ma notiamo anche come le scie indi­
viduali di fumo restino ben separate tra loro. Esse non si incrociano e non si
mischiano assieme. Ciascuna scia di fumo rappresenta una linea di jìusso del
fluido.
Immaginiamo di poter iniettare una piccola goccia colorata nell’acqua di un
ruscello che si muove di moto laminare. Poiché il moto è stazionario e l’acqua
è incomprimibile, questa goccia colorata manterrà la sua identità mentre si
sposta. La traiettoria o percorso .seguito da questa “particella di fluido” è chia­
mata una linea di flusso. Le particelle di fumo mischiate con l’aria ci permet­
tono di vedere le linee di flusso nella galleria del vento fotografate nella Figura
1 3.25. La FIGURA 13.26 illustra tre importanti proprietà delle linee di flusso.

FIGURA 13.26 Le particelle di un fluido si muovono lungo linee di flusso.


I. Le linee di flusso non s*iner(K*i

La velocità delle
3. La veloeilù è maggiore particelle del fluido
dove le linee di flusso è tangente alla linea
sono più ravvicinale. di flusso.

Quando studiamo il moto di un fluido, è spesso molto utile considerare un FIGURA 13.27 Moto di un elemento
piccolo volume di fluido, un volume contenente molte particelle del fluido. fluido.
Questo volume è chiamato elemento di fluido. La figura 13.27 mostra due Ogni particella di fluide)
importanti proprietà di un elemento di fluido. A differenza delle particelle, un che forma relemenlo si ’
muove lungo la proprii^
elemento di fluido ha una propria forma e volume. Sebbene la forma di un linea di flusso.
elemento di fluido possa cambiare mentre si sposta, l’equazione di continuità
richiede che il suo volume resti costante. L'evoluzione di un elemento di fluido
mentre si sposta lungo le linee di flusso e cambia forma è un’altra rappresenta­
zione molto utile del moto del fluido.

p a u s a di r i f l e s s io n e 13.6 La figura mostra la por­


I tata (in cmVs) per tutti i
•Mentre relemento di fluido
si muove, la sua forma può
cambiare ma il suo volume
tubi tranne uno. Qual è
resta costante.
T = la portata del tubo indi­
10 . cato con il punto interro­
gativo? La direzione del

1
j n
flusso è verso l’interno o
Portate in cmVs
r esterno?
432 CAPITOLO 13 Fluidi

13.6 Dinamica dei fluidi


FIGURA 13.28 Una rappresentazione del L’equazione di continuità descrive il movimento di un fluido ma non ci dice
moto di un elemento di fluido attraverso nulla sul perché il fluido è in movimento. Per comprendere la dinamica, consi­
un tubo che si restringe. deriamo il fluido ideale che si sposta da sinistra verso destra attraverso il tubo
Un elemento di tìuido si muove a velocità mostrato nella figura i 3.2s . 11 fluido si muove a una velocità costante nella
costante nelle sezioni di tubo con un diametro
sezione più ampia del tubo. In accordo con l’equazione di continuità, la sua
costante. /
-------- i ------------- ii velocità nella sezione più stretta del tubo è sempre stazionaria, ma più alta.
1^ • » Se si segue un elemento di fluido attraverso il tubo, si vede che esso è sottopo­
Vi sto ad un’accelerazione da a nella sezione in cui il tubo si restringe.
In assenza di attriti, la prima legge di Newton ci dice che una particella
Quando si muove attraverso un restringimento,
un elemento di lìiiido accelera. Poiché sta continuerà a muoversi sempre con velocità costante. Un fluido ideale è non
accelerando, dev'esserci una forza che agisce vi.scoso, quindi analogo a una particella che si muove senza attrito. Questo
su di esso. significa che relemento di fluido che si muove attraverso la sezione di un tubo
con diametro costante, nella Figura 13.28, non richiede nessuna forza per con­
tinuare il suo moto a velocità costante. D’altra parte, un elemento di fluido che
si sposta attraverso la sezione del tubo che si restringe accelera e la sua velocità
passerà da a In base alla seconda legge di Newton, deve esserci una forza
risultante che agisce su questo elemento di fluido per accelerarlo.
Qual è Forigine di questa forza? Non ci sono forze esterne e il moto oriz­
zontale esclude la forza di gravità. Invece, l’elemento di lliiido è spinto da
ambo i lati dal fluido circostante, cioè da forze di pressione. L’elemento di
FIGURA 13.29 La forza totale su un fluido con una sezione trasversale di area/^ nella figura 13.29 ha una pressione
elemento di fluido dovuta alla pressione maggiore alla sua sinistra ri.spetto alla sua de.stra. Quindi la forza A del
è diretta dal punto a pressione fluido che spinge dal suo lato sinistro verso destra è maggiore della forza
maggiore verso quello a pressione ^ I) ~ f l u i d o che spinge dal suo lato destro verso sini.stra. La forza totale
minore.
risultante, che punta dal lato del l’elemento con pressione maggiore verso il
lato a pressione minore, è
Lato a pressione minore

L . = “ ^l> = </',s “ /'i,) ^ ^

In altri termini, c’è una forza risultante sull’elemento di fluido, che produce la
variazione di velocità, ma solo se c’è una differenza di pressione \ p tra i due lati.
Quindi, per accelerare relemento di fluido nella Figura 13.28 attraverso il
restringimento, la pressione p^ nella sezione più larga del tubo deve essere
maggiore rispetto alla pressione p^ nella sezione più stretta. Quando la pres­
sione cambia da un punto di un fluido a un altro, diciamo che c’è un gradiente
di pressione in quella regione. Possiamo anche affermare che le forze di pres­
Pt>iché / ' = pA, la forza sul Iato
sione .sono prodotte dai gradienti di pressione, quindi un fluido ideale acce­
a pressione maggiore è più grande
di quella sul lato a pressione minore. lera dove esiste un gradiente di pressione.
Come risultato, la pressione è maggiore nei punti lungo una linea di
flusso dove il fluido si muove più lentam ente, e minore dove il fluido si
muove più velocemente. Questa proprietà dei fluidi è nota come effetto
Venturi dal nome del fisico italiano Giovanni Battista Venturi che per primo
la descri.s.se.
Ik^taf:l ►È importante realizzare che è la variazione di pressione da valori
alti verso valori bassi che produce l’accelerazione del fluido. Un fluido ad
alta velocità non produce una bassa pressione più di quanto una particella
in rapido movimento non sia responsabile delle forze che la accelerano. <
Questa relazione tra pressione e velocità in un fluido può essere usata per
FIGURA 13.30 Un tubo di Venturi misura misurare la velocità di un fluido con uno strumento chiamato tubo di Venturi.
la velocità del flusso di un fluido. La FIGURA 13.30 mostra un semplice tubo di Venturi adatto per il moto in un
liquido. L’alta pressione nel punto 1, dove il fluido si sta spostando lenta­
mente, causa la risalita verticale del fluido lungo il condotto fino a un’altezza
totale Jj. Poiché non c’è moto verticale del fluido, possiamo usare l’equa­
zione della pressione idrostatica per trovare la pressione nel punto V. p^= p^-\-
pgd^. Nel punto 3, lungo la stessa linea di flusso, il fluido si muove più velo­
cemente e la pressione è minore; quindi il fluido nel condotto verticale arriva
Fluido in moto più a un’altezza minore dy La differenza di pressione è Ap = pg(<r/, —d^), quindi
Fluido in moto più lento, veloce, pressione la differenza di pressione attraverso il restringimento del tubo può essere
pressione maggiore minore
13.6 Dinamica dei fluidi 433

determinata misurando la differenza di altezze del Huido. Vedremo più tardi


in questa sezione come col legare questa differenza di pressione con Taumento
di velocità.
Si può notare che l’altezza del fluido è la stessa di e d^ è la stessa di d^.
Per un fluido ideale, senza viscosità, non è necessaria una differenza di pres­
sione per mantenere il fluido in movimento a velocità costante, come avviene
nelle sezioni con diametro grande e piccolo del tubo. Nella prossima sezione
vedremo come questo risultato cambi per i fluidi viscosi.

Applicazioni dell’effetto Venturi


Molte importanti applicazioni dell’effetto Venturi possono essere comprese
considerando lo scorrimento dell’aria sopra una collina, come mostra la f i g u r a
13.31. AH’estrcma sinistra, lontano dalla collina, il vento soffia a una velocità
costante, quindi le sue linee di flusso sono equamente spaziate. Ma quando
l'aria si muove sopra la collina, questa costringe le linee di flusso ad avvici­
narsi tra di loro cosicché l’aria accelera. Secondo l’effetto Venturi, deve esi­
stere una zona di hassci pressione in cima alla collina, dove l’aria si muove più
velocemente.

FIGURA 13.31 II vento accelera vicino FIGURA 13.32 II flu sso dell'aria sull'ala
alle cima di una collina. produce una portanza cioè una forza
ascen sion ale creando una differenza di
pressione tra sopra e sotto l'ala.
La pressione ò
dove le linee di llusso .Siccome si comprime sopra l’ala. Laria
accelera. C 'è una regione di bassa pressione
associata a quest'aria che si muove
più velocemente.

l.e linee di Musso si La ma^iiiiore velocità


avviciiiimo tra loro deH’aria in questo La pressione è minore sotto l'ala dove l'aria
quando il vento si punto è associata a si muove più lentamente. L'alta pressione
muove sopra la una regione di sotto e la bassa pressione sopra prcHiucono
collina. minore pressione. una forza totale verso l’alto: la portanza.

Usando queste idee, possiamo comprendere la portanza, la forza diretta


verso l’alto che agisce sull’ala di un aeroplano e che rende il volo possibile. La
FIGURA 13.32 mostra l’ala di un aeroplano, vista in .sezione trasversale, per un
aereo che vola verso sinistra. La figura è disegnata nel sistema di riferimento
dell’aereo, quindi l’ala appare stazionaria e l’aria scorre e la oltrepassa muo­ FIGURA 13.33 Come fanno forti venti a
vendosi verso de.stra. La forma dell’ala è tale che proprio come per la collina sollevare i tetti.
nella Figura 13.31, le linee di flusso dell’aria si devono avvicinare tra loro
Il vento accelera quando viene compresso
mentre passano sopra l'ala. Questo aumento di velocità, per l’effetto Venturi, sopra al tetto. Questo comporta una zona
è accompagnato da una regione di bassa pressione sopra l’ala. La velocità di bassa pressione sopra al tetto.
dell’aria .sotto l’ala viene rallentata, quindi c’è una regione di alta pressione
sotto l’ala. Questa alta pressione spinge verso l'alto l’ala, mentre la bassa pres­
sione dell’aria .sopra di essa spinge verso il basso, ma con minor forza. Il risul­
tato è una forza totale diretta ver.so l'alto: la portanza.
L’effetto Venturi inoltre spiega come un uragano distrugga i tetti delle ca.se.
I tetti non vengono “soffiati via”, bensì vengono sollevati dalla differenza di
pressione causata dall’effetto Venturi. La f i g u r a 13.33 mostra che la situazione
è simile a quella della collina e dell’ala dell’aereo. La differenza di pressione
aH’origine della forza di portanza è relativamente piccola, ma la forza è pro­
porzionale ixWarea del tetto, che è solitamente grande, quindi si produce una I.a pressione all’interno della casa è la pressione
forza di portanza sufficientemente grande da separare il tetto dalle mura circo­ atmosferica, che è più alta. Il risultato è una
stanti. forza risultante sul tetto diretta verso l'alto.
434 CAPITOLO 13 Fluidi

Il cumulo più allo, mollo


appunlilo, produce una
Il cumulo più basso, pressione ancora più bassa,
con una piccola curvatura, /
produce una bassa pressione. ^

La dift'eren/.a di pressione ira i due


ingressi spinge l'aria atiraverso la lana.

Aria condizionata naturale I cani delle praterie ventilano le loro tane sotterranee con
le stesse forze e pressioni aercxlinamiche che sollevano gli aerei. I due ingressi alle loro
tane sono sormontati da cumuli, uno più alto dell’altro. Quando il vento soffia sopra questi
cumuli, la pressione alla loro sommitù viene ridotta, proprio come per l’ala di un aeroplano.
II cumulo più alto, con la sua curvatura maggiore, ha la pressione minore tra i due ingressi.
L ’aria quindi viene spinta attraverso la tana verso la zona a pressione inferiore.

L’equazione di Bernoulli
FIGURA 13.34 Un fluido ideale Che Abbiamo visto che un gradiente di pressione provoca un’accelerazione oriz­
scorre in un tubo. zontale di un fìuido. Anche la gravità può causare l’accelerazione o il rallenta­
mento di un fluido se il fluido cambia di quota. Queste .sono le idee chiave alla
Il volume di base della dinamica dei fluidi. Ora renderemo queste idee quantitative tro­
colore più scuro vando una relazione numerica tra la pressione, l’altezza e la velocità di un
ò il sistema.
fluido. Possiamo ottenerla applicando la con.servazione dell’energia mecca­
nica che abbiamo appre.so nella sezione io .6

dove U è l’energia potenziale gravitazionale e W è il lavoro svolto da altre


forze, in questo caso, le forze di pressione. Ricordiamo che stiamo ancora con­
siderando fluidi ideali, senza attriti o vi.scosità, quindi non vi è dissipazione di
Il si.stema energia sotto forma di energia termica.
guadagna La FIGURA i3.34a lìio.stra un fluido che scon*e attraverso un tubo. 11 tubo si
Ki. Vi in
K e U in questo volume. stringe passando da una sezione trasversale di area a una di area mentre
Il sistema perde questo volume V piega verso l’alto. Concentriamoci sul grande volume di fluido che è rappre­
A', e fy, che rimangono sentato con una tonalità più scura nella Figura 13.34a. Questa porzione di
erano in questo invariati.
fluido in movimento costituirà il nostro sistema per l’applicazione della
volume.
(c) Dopo: legge di conservazione dell’energia.
Per usare la conservazione dell’energia, abbiamo bisogno di disegnare una
--vi descrizione prima-e-dopo. La situazione “prima” è mo.strata nella figura
i3.34b. Dopo un breve intervallo di tempo A/, il sistema si è spostato legger­
mente lungo il tubo, come mostrato nel disegno del “dopo” nella figura i 3.34c.
Poiché il tubo non ha un diametro uniforme, le due estremità del sistema del
fluido non si sposteranno della stessa distanza durante l’intervallo di tempo A/:
l’estremità più in bas.so si muove di una distanza A.V|, mentre l’estremità più in
alto si muove di una distanza A-V^. Quindi il sistema si \w\\o\ q fuori dal volume
cilindrico AV, = Aj A.v, nella parte bassa e dentro un volume AF^ = A.V2 nella
parte alta. L’equazione di continuità ci dice che questi due volumi devono
essere uguali, quindi Aj A.Vj = A^ A^v^ = A V.
Dalla situazione di “prima” a quella di “dopo”, il sistema perde l’energia
cinetica e potenziale che aveva originariamente nel volume AV^, ma guadagna
l 'energia cinetica e potenziale nel volume AV^ che è andato ad occupare (l’e­
nergia che aveva nella regione tra questi due piccoli volumi resta invariata).
Troviamo l’energia cinetica in ciascuno di questi piccoli volumi. La massa di
fluido in ciascun cilindro è m = p A V, dove p è la densità del fluido. Le energie
cinetiche dei due piccoli volumi 1 e 2 sono quindi

Ky
III m
13.6 Dinamica dei fluidi 435

Quindi la variazione totale dell’energia cinetica è


àK=K2-K,= AVvi - AVv^
Allo stesso modo, la variazione totale dell’energia potenziale gravitazionale
del nostro sistema di fluido è
A U = U 2 ~ U t = pAVgy2 - p AV<gy,
La parte finale della nostra trattazione della conservazione dell’energia è il
lavoro svolto sul sistema dal resto del fluido. Quando il sistema fluido si spo­
sta, su di esso viene compiuto un lavoro positivo dalla forza F\ dovuta alla
pressione del fluido sulla sinistra del sistema, mentre un lavoro negativo sul
sistema viene svolto dalla forza F2 dovuta alla pressione p^ del fluido sulla
destra del sistema. Nella ◄«sezione 10.2 abbiamo appreso che il lavoro svolto Vivere sotto p ressione BIO Quando la
da una forza F che agisce su un sistema mentre esso si muove con uno sposta­ placca cresce nelle arterie m aggiori, si
possono verificare pericolose cadute nella
mento zLv è F A-v. Quindi il lavoro positivo è pressione sanguigna. Gli ultrasuoni Doppler
W, = F| A.V, = (/>, /\,) A.V, =/>, (/4| A.V,) =/>, A\/ usano onde sonore per determinare la
velocità del flusso sanguigno. L ’immagine
Allo stesso modo, il lavoro negativo è mostra il flusso sanguigno neirarteria
carotide in presenza di significative
IVj = - F j A.Vj = -(/7j A,) A-Vj = -/)j (A j A v ,) = -p^ A V formazioni di placche; il giallo indica una
velocità del sangue maggiore delle zone
Quindi il lavoro totale svolto sul sistema è colorate in rosso. Una volta che le velocità
sono note in due punti lungo il flusso,
W = VV, -f VV,=/;, A V -/;,A V = AL
l’equazione di Bernoulli può essere usata
Possiamo ora usare queste espressioni per AA', Af/ e W per scrivere l’equa­ per dedurre la corrispondente caduta di
pressione.
zione dell’energia come
1 . 1
- p ^V v^ - - p ^ V v f + p A L g j2 - P ^ y g y \ = { P \ - P 2 ) ^ y
AK AU W
1 AL si eliminano e possiamo riorganizzare i rimanenti termini per ottenere
Tequazìone di Bernoulli, che collega le grandezze di un fluido ideale in due
punti lungo una linea di flusso:

1 9 1 ?
P i + :;pV 2 + Pgy2 = F i + + pgyt
(13.14)
Pressione, velocità e altezza nel punto . .. pressione, velocità e
Densità del 2 sono messe in relazione con . . . altezza nel punto 1.
fluido p

L’Equazione 13.14 rappresenta la versione quantitativa delle idee che


abbiamo sviluppato all’inizio di questa sezione, non è altro che la riformula­
zione della conservazione dell’energia meccanica nel caso della fluidodina­
mica. L’utilizzazione dell’equazione di Bernoulli è molto simile alTuso della
legge di conservazione dell’energia. Anziché identificare un “prima” e un
“dopo,” vogliamo identificare due punti su una linea di flusso. Come mostra il
prossimo esempio, l’equazione di Bernoulli è spesso usata insieme all’equa­
zione di continuità.

ESEMPIO 13.12 Pressione in un sistem a di irrigazione


L’acqua scorre attraverso una tubatura come mostrato nella SOLUZIONE L’Equazione di Bernoulli, 13.14, collega le pres­
FIGURA 13.35. La velocità dell’acqua attraverso il tubo più in sioni, le velocità e le altezze dei fluidi nei punti 1 e 2. Essa è
basso è 5.0 m/s, e il manometro misura 75 kPa. Qual è la lettura facilmente risolvibile per la pressione p^ nel punto 2:
del manometro nel tubo più in alto?
1 5 1 2
IMPOSTAZIONE Trattiamo l’acqua come un fluido ideale che F2 = Fi + - -pv2 + pgyi - pgy2
obbedisce all’equazione di Bernoulli. Consideriamo una tuba­
zione che collega il punto 1 nella parte bassa del tubo con il = Fi + - vi) + pgiyt - >>2)
punto 2 nella parte alta del tubo.
Continua
436 CAPITOLO 13 Fluidi

FIGURA 13.35 li tubo delTacqua in un sistema d'irrigazione. Tutte le quantità della parte destra deH’equazione sono note
eccetto Vj, e questo è dove Tequazione di continuità sarà utile.
Le aree delle sezioni trasversali e le velocità dell'acqua nei
punti 1 e 2 sono col legate da
v,A, = v^A,
da cui troviamo
A, rf (0.030 m f
V i = — Vi = - r V i = ------------------------------ r (5.0 m/s) = 11.25 m/s
Ai ri (0.020 m)2
La pressione nel punto 1 è Pj = 75 kPa + 1 atm = 176300 Pa.
Possiamo usare l’espressione ricavata precedentemente per
per calcolare p^ = 105 900 Pa. Questa è la pressione assoluta; la
pressione misurata nella parte alta del tubo sarà
p^ = 105900 Pa - I atm = 4.6 kPa
VERIFICA Se si riducono le dimensioni del tubo, diminuisce la
pressione perché Vj> v,. Muoversi verso una maggiore altezza
contribuisce anch’esso a ridurre la pressione.

PAUSA DI RIFLESSIONE 13.7 Ordina, dalla maggiore alla minore, le altezze


dei liquidi da //, a li^ nei tubi da 1 a 4. Il Husso d'aria si muove da sinistra verso
destra.

13.7 La viscosità e l’equazione


di Poiseuille
Fino ad ora, la sola cosa che avevamo bisogno di conoscere di un fluido era la
sua densità. E la densità che determina raumento della pressione con la pro­
FIGURA 13.36 Un fluido viscoso ha fondità in un fluido in equilibrio statico e la densità compare neH’equazione di
bisogno di una differenza di pressione Bernoiilli per il moto di un fluido. Ma sappiamo per esperienza quotidiana che
per mantenersi in movimento.
Confrontiamo questa figura con la esiste un’altra proprietà fondamentale per determinare come scorrono i fluidi.
Figura 13.30, che riguardava un fluido Le densità del miele e delLacqua non sono troppo diverse, ma c’è un'enorme
ideale. differenza nel modo in cui il miele e l'acqua scorrono. Il miele è molto più
In questa resistente allo scorrimento. Questa proprietà di un fluido, che misura la sua
La pressione La pressione
diminuisce
re^iione. il
diminuisce
resistenza allo .scorrimento, è chiamala viscosità. Un fluido molto viscoso
gradiente di
tra i punti
pressione tra i punti scoire lentamente quando viene versato ed è difficile forzarlo attraverso un
1 e 2. 3 e 4. tubo o un condotto. La natura viscosa dei fluidi riveste un'importanza fonda-
produce
un‘accelera/ione mentale per comprendere numero.se applicazioni reali, dallo scorrimento del
I nel Iluido.
sangue al volo degli uccelli e al lancio di una palla ad effetto nel baseball.
Un fluido ideale, privo di viscosità, “viaggia” ’ a una velocità costante lungo
un tubo di diametro costante senza variazioni di pressione. Questo è il motivo
per cui le altezze del fluido sono le stesse nella prima e seconda misura di
pre.ssione nelle colonne del tubo di Venturi della Figura 13.30. Tuttavia, come
mostra la figura 13.36, un fluido reale richiede una differenzci di pressione tra
le estremità di un tubo per mantenere il fluido in movimento a una velocità
In queste regioni, un gradiente di costante. Il valore della differenza di pressione dipende dalla viscosità del flui­
pressione ò necessario semplicemente
per mantenere il fluido in movimento do. Pensiamo a quanta forza dobbiamo impiegare per aspirare con una cannuc­
a velocità costante. cia un denso milk-shake rispetto aH'acqua o all'aria.
13.7 La viscosità e l'equazione di Poiseuille 437

FIGURA 13.37La differenza di pressione necessaria per mantenere il fluido in


movimento è proporzionale alla viscosità del fluido.
Pressione più bassa, p
Pressione
P ^P
Vmcd

Arca della sezione


trasversale A
Una dilTerenza di pressione Sp tra le due
csireniitù è necessaria |X‘r spingere il fluido
lungo il tubo con una velociiù media \

La FIGURA 13.37 mostra un fluido viscoso che scorre con una velocità media
costante attraverso un tubo di lunghezza L e di sezione trasversale di area/\.
Esperimenti mo.strano che la differenza di pressione necessaria per mantenere
il 11 nido in movimento è proporzionale a e a L e inversamente proporzio­
nale iiiìA. Possiamo scrivere
^'^mcd (13.15)
Ap = Sttt; ------
dove Sttt] è la costante di proporzionalità e r] (la lettera minuscola greca età) è
il coefficiente di viscosità (o semplicemente la viscosità). (Il fattore Stt entra
nell’equazione dalla definizione tecnica di viscosità, di cui non ci dobbiamo
preoccupare.)
L’Equazione 13.15 ha senso. Un fluido più viscoso ha bisogno di una diffe­ TABELLA 13.3 Viscosità dei fluidi
renza di pressione maggiore per essere spinto attraverso il tubo; un fluido ide­ Fluido ?/(Pa • s)
ale, con 7] = 0 , continuerà a scorrere senza alcuna differenza di pressione.
Aria (20°C) 1.8- IO ’
Possiamo inoltre vedere dall’Equazione 13.15 che le unità di misura della
Acqua (2(rC) 1.0 • 10-’
viscosità sono N • s/nP o, in modo equivalente, Pa • s. La Tabella 13.3 riporta 0.7 • IO '
Acqua (4(fC)
i valori di 17 per alcuni fluidi comuni. Notiamo che la viscosità di molti liquidi Acqua (60°C) 0.5 • IO ’
decresce molto rapidamente con la temperatura. L’olio freddo scorre con molta Sangue (37°C) 2.5 • IO ’
difficoltà, ma l'olio caldo si versa quasi come l’acqua. Olio del motore (-3()°C) 3 • IO’
Olio del motore (4(PC) 0.07
Equazione di Poiseuille Olio del motore (100°C) 0.01
La viscosità incide profondamente su come un fluido si sposta attraverso un Miele (15°C) 600
tubo. La FIGURA i3.38a mostra che in un Illùdo ideale, tutte le particelle del Miele (40°C) 20
fluido si spostano con la stessa velocità v^ la velocità che compare nel l’equa­
zione di continuità. Per un fluido viscoso, la f ig u r a i3.38b mostra che il fluido
si muove più velocemente al centro del tubo. La velocità decresce mentre ci si
allontana dal centro del tubo raggiungendo un valore nullo sulle pareti del
tubo. Cioè, lo strato di fluido a contatto con le pareti del tubo non si muove
affatto. Sia che si tratti di acqua che scorre lungo una conduttura o di sangue
che scorre lungo un’arteria, il fatto che il fluido stazioni sulle pareti o si muova
appena permette la formazione di depositi che si accumulano sulle pareti
interne di un tubo.

FIGURA 13.38 La viscosità altera le velocità delle particelle del fluido.


(a) Fluido ideale (b) Fluido visco.so
La vekxità è la sle.ssa La vekK-iià è niassinia al centro
in tutti i punti del tubo. del tubo e diniinuisce man mano
che ci si allontana dal centro.

La vekK'ità ò nulla
sulle pareti del tubo.
438 CAPITOLO 13 Fluidi

Sebbene non si riesca a caratterizzare il movimento di un fluido viscoso con


un’unica velocità v, siamo però in grado di definire una velocità di scorrimento
media. Supponiamo che un fluido con una viscosità 17 stia muovendosi in un
condotto di sezione circolare con raggio R e sezione trasversale di area A =
7tR \ DaH’Equazione 13.15, una differenza di pressione A/; tra le estremità del
condotto produce uno scorrimento del fluido a una velocità media di

(13.16)
Q 7]L

La velocità media del fluido è direttamente proporzionale alla differenza di


pressione; affinché il fluido scorra a una velocità doppia, si dovrebbe raddop­
piare la differenza di pressione tra le estremità del condotto.
L’Equazione 13.13 dcfìnisce la portata Q = A WA/ e stabilisce che Q = vA per
un fluido ideale. In un moto viscoso, dove v non è costante su tutta la sezione
trasversale del fluido, abbiamo semplicemente bisogno di sostituire v con la
velocità media trovata nell’Equazione 13.16. Usando A = irR^ per un tubo
circolare, vediamo che una differenza di pressione A/; produce una portata

Q (13.17)
^J]L
Equazione di Poiseuille per uno moto viscoso attraverso un
tubo di raggio R e lunghezza L

Questo risultato è chiamato equazione di Poiseuille dallo scienziato francese


del XIX secolo Jean Poiseuille che per primo eseguì questi calcoli.
Un risultato sorprendente dell’equazione di Poiseuille è la fortissima dipen­
denza del flusso dal raggio del tubo; la portata è proporzionale alla quarta
potenza del raggio R. Se si raddoppia il raggio del tubo, la portata aumenterà
di un fattore 2^ = 16. Questa forte dipendenza dal raggio deriva da due fattori.
Il primo è che la portata dipende dall’area del tubo, che è proporzionale a R^\
tubi più grandi portano più fluido. 11 secondo è che la velocità media è mag­
giore in un tubo più largo perché il centro del tubo, dove la velocità di scorri­
mento è più alta, è più lontano dalla “resistenza” esercitata dalle pareti. Come
abbiamo visto, la velocità media è proporzionale a R~. Questi due termini si
combinano portando alla dipendenza come R \

ESEMPIO CONCETTUALE 13.13 Pressione sa n gu ign a e m alattie cardiovascolari


Le malattie cardiovascolari StìLQ
sono dovute a un restringi­ R‘'òip =
mento delle arterie causato vediamo che il prodotto deve restare invariato se l’arteria
daH’accumulo di placca ossia deve mantenere la stessa portata. Indichiamo il raggio iniziale
di depositi sulle pareti interne. e la differenza di pressione dell’arteria rispettivamente con R. e
Le immagini in risonanza A/;.. La malattia riduce il raggio dell’8%; questo significa che
magnetica, come vedremo nel R^ = ().92R,. La condizione
Capitolo 24, sono in grado di
fornire immagini tridimensio­
nali delle strutture alPinterno può essere risolta in modo da determinare la nuova differenza
del corpo con dovizia di detta­ di pressione:
gli. Nella figura viene Ri*
àP(= -j^,^Pi=
A -/' i T Api = 1.4 Api
mostrata f arteria carotide che '* (0.92R,)*
porta il sangue alla testa, con un pericoloso restringimento, una Per mantenere il flusso invariato la differenza di pressione
stenosi, indicata dalla freccia. deve aumentare del 40%.
Se la sezione di uif arteria ha un restringimento dell’8%, VERIFICA Poiché la velocità del flusso dipende da R\ anche
non così grande come la stenosi mostrata, di quale percentuale piccole variazioni del raggio richiedono una grande varia­
deve aumentare la differenza di pressione aH’estremità della zione di Ap per compensare. O la pressione sanguigna della
sezione ristretta per mantenere invariata la portata del sangue? persona aumenta, il che è pericoloso, oppure lui o lei soffrirà
SPIEGAZIONE Secondo l’equazione di Poi.seuille, la diffe­ una significativa riduzione del flusso sanguigno. Per la stenosi
renza di pressione Ap deve aumentare per compensare la dimi­ mostrata nell’immagine, la riduzione del raggio è molto mag­
nuzione del raggio R deH’arteria se la portata Q del sangue deve giore deU’8%, quindi la differenza di pressione sarà maggiore
restare invariata. Se scriviamo l’equazione di Poiseuille come e molto più pericolosa per il paziente.
13.7 La viscosità e l’equazione di Poiseuille 439

ESEMPIO 13.14 Caduta di pressione lu ngo un capillare BK)


NeH’Esempio 13.11 abbiamo esaminato il flusso del sangue attraverso un capillare.
Usando i numeri riportati in quell’esempio, calcoliamo la “caduta” di pressione tra
le estremità di un capillare.
IMPOSTAZIONE L’Esempio 13.11 ci dà abbastanza informazioni per detenninare la
velocità del flusso attraverso il capillare. Possiamo poi usare l’equazione di Poiseu­
ille per calcolare la differenza di pressione tra le estremità.
SOLUZIONE La portata misurata in uscita dal cuore è 5 L/min = 8.3 • 10"^ mVs.
Questo flusso è diviso tra tutti i capillari, che abbiamo trovato essere in numero di N
= 3 • 10‘\ Quindi la portata per ciascun capillare è
a-uorc 8.3 •
- = 2.8
^cap N 3 • IO

Risolvendo l’equazione di Poiseuille per Ap, otteniamo


8^^Ccap 8(2.5 . IO'^Pa-s)(0.(K)l m)(2.8 • 10“‘''mVs)
= 2200 Pa
ttR ^ 77(3 • IO * m)‘*
Se convertiamo il valore della pressione in mm Hg, le unità di pressione del sangue,
la caduta di pressione attraverso il capillare è A/; = 16 mm Hg.
VERIFICA La pressione media del sangue fornita dal cuore (la media delle pressioni
sistolica e diastolica) è circa 100 mm Hg. Un libro di testo di fisiologia ci dirà che la
pressione è diminuita a 35 mm Hg quando il sangue entra nei capillari, e quando esce
dai capillari per entrare nelle vene la pressione è di 17 mm Hg. Quindi la caduta di
pressione attraverso i capillari è pari a 18 mm Hg. I nostri calcoli, basati sulle leggi
del flusso dei fluidi e alcune semplici stime delle dimensioni di un capillare, sono
perfettamente in accordo con i valori misurati.

PAUSA DI RIFLESSIONE 13.8


Un fluido viscoso scorre attraverso il x =
condotto mostrato in figura. I tre seg­
menti tracciati sono di uguale lun­
ghezza. Attraverso quale segmento la
differenza di pressione è maggiore?

ESEMPIO INTEGRATO 13.15 Una infusione endovenosa BK)


All’ospedale un paziente FIGURA 13.39 Descrizione visiva di una infusione
spesso riceve fluidi per endovenosa.
infusione endovenosa.
Un sacchetto del fluido è viscosità
dckisitàyO Z = O./S'mm = ìs < IO "' m
tenuto ad un’altezza fissa L = 3 0 mm = 0.030 rn
sopra il corpo del = X.0 mm
paziente. Il fluido quindi ù = IOilOk^/tn^
scende verso il basso
lungo un tubo flessibile di Q = (W C \/(S.O h)
grande diametro, fino ad
un catetere, un breve tubo ìMOQnUta : d.
con un diametro piccolo,
inserito nella vena del paziente.
1.0 L di soluzione salina, con una densità di 1020 kg/m^ e .-JL-
una viscosità di 1.1 • I0~^ Pa • s, sta per essere somministrato a L
un paziente in un tempo di 8.0 h. Il catetere è lungo 30 mm e ha che il tubo dal sacchetto fino al catetere ha un diametro grande,
un diametro interno di 0.30 mm. La pressione nella vena del mentre il diametro del catetere è piccolo. Quindi, ci aspettiamo
paziente è 20 mm Hg. A quale altezza rispetto al paziente deve che la portata sia determinata esclusivamente dal flusso attra­
essere posizionato il sacchetto per ottenere la portata deside­ verso il catetere, di diametro più piccolo; il tubo più largo ha un
rata? effetto trascurabile sulla portata.
IMPOSTAZIONE La FIGURA 13.39 riporta una descrizione Per poter usare l’equazione di Poiseuille per il catetere,
visiva della situazione, definisce le variabili ed elenca le infor­ abbiamo bisogno della differenza di pressione A/; tra le estre­
mazioni note. Ci occuperemo del flusso di un fluido viscoso. mità del catetere. Conosciamo la pressione alla fine del catetere
Secondo l’equazione di Poiseuille, la portata dipende inversa­ nella vena del paziente che è = 20 mm Hg o, convertendo
mente dalla quarta potenza del raggio del tubo. Ci è stato detto nelle unità di misura SI, usando la Tabella 13.2,
Continua
440 CAPITOLO 13 Fluidi

101 • 10^ Pa Ora A/; è la differenza tra la pressione del fluido p^ a una estre­
Pv = 20 mm Hg • ---------- = 2660 Pa mità del catetere e la pressione della vena p^ all’altra estremità:
760 mm Hg
Questa è la pressione relativa, la pressione in eccesso a 1 atm. A/; = Pf Conosciamo p^,, quindi
La pressione dalla parte del fluido del catetere è dovuta alla Pj = p^ + Ap = 2660 Pa 5760 Pa = 8420 Pa
pressione idrostatica della soluzione salina che riempie il sac­
chetto e il tubo flessibile che porta verso il catetere. Questa Questa pressione, come la pressione nella vena, è una pres­
pressione è data dalTequazione della pressione idrostatica p = sione relativa. La vera pressione idrostatica al catetere è p = 1
Pq+ dove d è la “quota” del catetere rispetto al sacchetto. atm + 8420 Pa. Ma la pressione idrostatica nel fluido è
Quindi useremo Ap per trovare d. P=l\-^PSd= I atm + p;;</
SOLUZIONE La portata desiderata è
Vediamo che pgd= 8420 Pa. Risolvendo perr/, troviamo l’al­
AV 1.0 L tezza richiesta, cioè l’altezza del sacchetto rispetto al braccio
e = T7 = ;8.0 ■h= 0.125L/h del paziente:
Convertendo in unità del SI usando 1.0 L = LO • 10'^ m\ Pf 8420 Pa
abbiamo - = 0.84 m
pg (I020kg/nv'')(9.8m/s^)
Q = O. I25-^ x ' Q - = • 10-«m^/s VERIFICA Questo valore di circa un metro sembra ragionevole
h L 3600 s per l’altezza di una sacchetto per flebo. In pratica, il sacchetto
L’equazione di Poiseuille per la portata di un fluido viscoso è può essere alzato o abbassato per aggiustare la portata del
ttR^ i^p fluido.
Q=-
^ 8t;L
Quindi la differenza di pressione necessaria tra le estremità del
tubo per produrre la portata desiderata Q è
StìLQ
—— r
ttR^

_ 8( 1.1 . 1^’^ Pa • 5)(0.030 ni)(3.47 • 10~* mVs)


77(1.5.
= 5760 Pa
PRINCIPI GENERALI ^
Statica dei fluidi Dinamica dei fluidi
Gas Modello di fluido ideale
• Particelle che si muovono • Incomprimibile Densità p
liberamente • Moto laminare e
• Comprimibile non turbolento
• La pressione è principalmente • Non viscoso
dovuta alle collisioni con le A>i..Vi
pareti.
Liquidi
• Particelle debolmente legate Equazione di continuità
• Incomprimibile AP
• La pressione è dovuta al peso Portata C = - ^ = VjAj = V2A2
del liquido
• La pressione idrostatica a una L'equazione di Bernoulli riguarda la conservazione delPenergia:
profondità d h p — + p^d 1 2 I 2
• La pressione è la stessa in tutti i punti su P\ ^ + Pgy\ = P2 + + pgyi
una linea orizzontale (alla stessa quota)
L'equazione di Poiseuilie governa il flusso
per un liquido (di un solo tipo) in equili­ Vmcó
brio idrostatico. viscoso in un tubo:
irR'^Ap >+ A/> -p
0 = Vnicd >^ = ■ 8 / L t

CONCETTI IMPORTANTI |
Densità p = ni/V, dove m è la massa e Vè il volume. Rappresentazione del moto di un fluido
Pressione p = F/A, dove F è il modulo della forza e A Le linee di flusso sono le Gli elementi di fluido
è Tarea su cui agisce la forza. traiettorie delle particelle contengono un volume fìsso
• La pressione esiste in tutti i punti di un fluido. individuali del fluido. di fluido. La loro forma può
cambiare mentre si muovono.
• La pressione spinge egualmente in tutte le direzioni.
Lu velocità di una Ogni particella di fluido
• La pressione relativa p, = p —1 atm. particella di che compone l’elem ento
fluido è langcnic****., si muove lungo
Viscosità 7] è la proprietà di un fluido di opporre alle sua linea la propria linea ^
resistenza al suo scorrimento. di flusso.
di flusso.

La velocità è maggiore
**••... dove le linee di flusso
sono ravvicinate tra loro.

APPLICAZIONI l
Forza di galleggiamento o di Archimede è la forza I barometri misurano la I manometri misurano
verso l’alto esercitata da un fluido su un corpo immerso pressione atmosferica. La la pressione. La pressione
nel fluido stesso. pressione atmosferica è all’estremità chiusa del tubo è
correlata all’altezza della p = 1 atm -f pgh.
Principio di Archimede: Il modulo della forza di
colonna del liquido da
galleggiamento eguaglia il peso del fluido spostato dal
corpo. P ^ = PSl>-
Affonda: F^<P
A c pf
(ìalleggia: F>P
(ìalleggiamento
neutro: •P«,i
.nca = •P,. . c Palm

la stessa pressione p.
442 CAPITOLO 13 Fluidi

La difficoltà del problema è indicata con I (facile) fino a Hil (molto difficile). I problemi contrassegnati come INI integrano in maniera
significativa concetti esposti nei capitoli precedenti; i problemi contrassegnati con BIO sono di interesse medico o biologico.

D O M A N DE
D o m a n d e concettuali a. Confronta le forze che l’acqua esercita sul fondo dei
serbatoi. La forza è maggiore, minore o uguale alla
1. Fra 1 g di mercurio o lOOO g d’acqua, quale Huido ha la forza Fp? Spiega il perché.
densità maggiore? b. Confronta le forze che l’acqua esercita sulle pareti dei
2. Un campione di un dato materiale con volume 1 • 10'^ m' serbatoi. La forza è maggiore, minore o uguale alla
ha una massa di 3 kg. forza Fg? Spiega il perché.
a. Qual è la densità del materiale? 11. Immagina una colonna quadrata di atmosfera, di 1 m di
b. Un campione dello stesso materiale con volume 2 • 10 ^^ lato, che si estende fino alla sommità dell’atmosfera.
m^ avrebbe la stessa massa? Spiega il perché. Quanto peserà questa colonna d’aria in Newton?
c. Un campione dello stesso materiale con volume 2 • 10"^ 12. L’acqua si espande quando viene scaldata. Supponiamo
m^ avrebbe la stessa densità? Spiega il perché. che un bicchiere d’acqua venga scaldato da 10°C a 90°C.
3. Ti viene fornito un campione di un dato materiale con una La pressione sul fondo del bicchiere aumenta, diminuisce
forma irregolare e ti viene chiesto di trovarne la densità. o resta la stessa? Spiega il perché.
Elenca i passi specifici che seguiresti per determinarla. 13. Nella Figura DI 3.13,/;^è mag­
4. Il corpo 1 ha una fonila irregolare. La sua densità è 4()00 giore, minore o uguale rispetto
kg/m\ a Py? Spiega il perché.
a. 11 corpo 2 ha la stessa forma e le stesse dimensioni del 14. Un recipiente con dell’acqua è
corpo 1, ma ha una massa doppia rispetto al corpo 1. posto su una bilancia. Una palla
Qual è la densità del corpo 2? di metallo legata ad una corda
b. Il corpo 3 ha la stessa massa e la stessa forma del corpo viene poi calata nel recipiente. a b
1, ma le sue misure in tutte le tre dimensioni sono doppie La palla non tocca né le pareti FIGURA D13.13
rispetto a quelle del corpo 1. Qual è la densità del corpo 3? né il fondo del recipiente e non provoca alcun versamento
5. Quando si riceve una trasfusione di sangue, la sacca del d’acqua dal recipiente. Lii bilancia indicherà un peso mag­
BK) sangue viene tenuta sopra al corpo, ma quando si dona il giore, minore o uguale? Spiega il perché.
sangue la sacca in cui viene raccolto è tenuta più bassa del 15. Ordina, dalla maggiore alla minore, le densità dei corpi
corpo. Spiega il perché. A, B eC nella Figura DI3.15. Spiega il perché.
6. Per esplorare il fondo di un lago profondo 10 m, il tuo amico
BIO Tommaso propone di prendere un lungo tubo da giardino,
di tenere un’estremità del tubo sulla riva e l’altra estremità
nella sua btKca per poter respirare sott’acqua e di scendere
nelle profondità del lago. Susanna, che ha sentito la conver­
sazione, reagisce con orrore e ammonisce Tommaso che non
sarà in grado di respirare in questo modo quando sarà sul
fondo del lago. Perché Susanna è così preoccupata?
7. Ordina, dalla maggiore alla
minore, le pressioni in A, 16. 1 corpi A, B e C nella Figura DI3.16 hanno lo stesso
B e C nella Figura DI3.7. volume. Ordina, dal maggiore al minore, i moduli delle
Spiega il perché. forze di Archimede F^, e F^ su A, B e C. Spiega il per­
8. Con riferimento alla Figura ché.
DI3.7, ordina, dalla mag­ 17. Con riferimento alla Figura DI3.16, A, B e C hanno la
giore alla minore, le pres­ stessa densità, ma hanno le masse indicate nella figura.
sioni in D, E c F. Spiega il A B C Ordina, dal maggiore al minore, i moduli delle forze di
perché. FIGURA D13.7 Archimede su A, B e C. Spiega il perché.
9. Un cilindro d’acciaio al livello del mare contiene aria ad 18. Un pesante blocco di piombo e un blocco leggero di allu­
alta pressione. Collegati al serbatoio ci sono due disposi­ minio di uguali dimensioni si trovano sul fondo di una
tivi, uno che misura la pressione assoluta e uno che misura piscina piena d’acqua. La forza di Archimede sul blocco
quella relativa. 11 serbatoio viene poi portato in cima a una di piombo è maggiore, minore o uguale alla forza di Archi-
montagna. Per ciascuno dei due dispositivi, la pressione mede sul blocco di alluminio? Spiega il perché.
diminuirà, aumenterà o resterà la stessa? La differenza tra 19. Quando sali su una bilancia pesapersone, essa indica 700
le due misure aumenta, diminuisce o resta la stessa? Spiega N. Supponiamo che un gigantesco aspirapolvere aspiri
il perché. metà deH’aria della stanza, riducendo la pressione a 0.5
10. Nella Figura DI3.10, A e B sono due serbatoi rettango­ atm. La lettura della bilancia aumenterebbe, diminuirebbe
lari pieni d’acqua. Essi hanno o resterebbe la stessa? Spiega il perché.
altezze uguali e uguale pro­ 20. Supponi di essere su una bilancia pesapersone sul fondo di
fondità (come indicato nella una piscina. L’acqua ti arriva fino alla cintura. La bilancia
figura), ma hanno diverse lar- indicherà un peso maggiore, minore o uguale rispetto al tuo
leardi
FIG U R A D13.10
peso reale? Spiega il perché.
Domande 443

21. Quando metti un uovo nelTacqua, esso affonda. Se inizi 29. Un liquido con viscosità tra­
; • 1 • 2
ad aggiungere sale all’acqua, dopo un po' di tempo l’uovo scurabile scorre attraverso il
galleggia. Spiega il perché. condotto mostrato nella Figura
Vista dall’alto
22. L’acqua del Mar Morto DI3.29. Questa è una veduta
è estremamente salata, dall’alto.
• 4 • .t
cosa che la porta ad avere a. Ordina, dalla maggiore alla
un’alta densità, pari a minore, le velocità di scor­ FIGURA D13.29
1240 kg/m\ Spiega il per­ rimento da V, a v^ nei punti
ché una persona galleggia da 1 a 4. Spiega il perché.
molto più in superfìcie nel b. Ordina, dalla maggiore alla minore, le pressioni da a
Mar Morto rispetto all’acqua normale. nei punti da 1 a 4. Spiega il perché.
23. I pesci sono in grado di regolare il loro galleggiamento gra- 30. E possibile per un fluido in un tubo scorrere nella direzione
BIO zie ad un organo chiamato vescica natatoria. La vescica che va da una bassa pressione verso un’alta pressione? Se
natatoria è una sacca flessibile riempita di gas; i pesci pos­ sì, fornisci un esempio. Se no, spiega perché.
sono aumentare o ridurre la quantità di gas nella vescica 31. 11 vento soffia sopra la c a s a ---------------------- -
natatoria in modo da avere un galleggiamento neutro, mo.strata nella Figura DI3.31. Vento
senza affondare, né risalire in superfìcie. Supponiamo che Una finestra al piano terra è
un pesce sia in galleggiamento neutro a una data profondità aperta. C’è un flusso d’aria che
e successivamente si immerga più in profondità. Che cosa attraversa la casa? Se è così, l’a­
deve succedere al volume dell’aria nella vescica natatoria? ria scorre entrando dalla finestra
11 pesce avrà bisogno di aggiungere o rimuovere gas dalla e uscendo dal camino, oppure
vescica natatoria per mantenersi in galleggiamento neutro entra dal camino ed esce dalla
alla nuova profondità? finestra? Spiega il perché. FIGURA D13 .3 1
24. La Figura DI3.24 mostra 32. Due condutture hanno la stessa area di sezione trasversale.
due bicchieri riempiti alla Una ha una sezione circolare e l’altra una sezione rettango­
stessa altezza di acqua. Nel lare con un’altezza pari ad un decimo della sua larghezza.
bicchiere B c’è una sfera di In quale delle due condutture sarebbe più facile pompare
plastica che galleggia. Quale un liquido viscoso? Spiega il perché.
FIGURA D13.24
bicchiere, con tutto il suo
contenuto, pesa di più? Oppure il peso dei due bicchieri è
uguale? Spiega il perché. D o m a n d e a scelta m ultipla
25. Una vaschetta d’acqua, riempita fino all'orlo, è posta
su una bilancia. Successivamente viene aggiunto alla 33. I La Figura D13.33 mostra
vaschetta un blocco di legno che galleggia e spinge un po’ un blocco di rame di massa
d’acqua oltre il bordo. L’acqua che trabocca si allontana 100 g ip = 8900 kg/m')
immediatamente dalla bilancia. Che cosa puoi dire sul e un blocco di alluminio
valore misurato dalla bilancia? di massa 100 g (p= 2700
26. Le barche A e B hanno la kg/m^) collegati da una
stessa altezza e la stessa corda di massa trascura­
massa. 1 loro profili di bile che scorre in due car­ Rame Alluminio
sezione trasversale sono rucole anch’esse di massa FIGURA D13.33
illustrati nella Figura trascurabile e prive d’attrito. I due blocchi si bilanciano
DI3.26. Una barca gal­ esattamente, dal momento che hanno la stessa massa. Sup­
leggia più in alto sull’ac­ FIGURA D13.26 poniamo ora che l’intero sistema venga immerso nell’ac­
qua rispetto all’altra (cioè più in alto rispetto alla linea di qua. Che cosa succederà?
galleggiamento)? In tal caso, quale delle due galleggia più A. Il blocco di rame scenderà, il blocco di alluminio si
in alto? Spiega il perché. alzerà.
27. Un gas scorre attra­ Gas all’interno del condouo B. Il blocco di alluminio scenderà, il blocco di rame si
verso un condotto, come alzerà.
mostrato nella Figura Liquido----- C. Non ci saranno cambiamenti.
D13.27. Il diametro ester­ D. Entrambi i blocchi si alzeranno.
no costante del condotto f ig u r a d 13.27 34. I Le masse A e B pog­
Massa A Massa B
è mostrato nella figura, ma non abbiamo informazioni su giano su pistoni molto
come cambi il diametro interno del condotto. Ordina, dalla leggeri che racchiudono
maggiore alla minore, le velocità del gas da Vj a V3 nei punti
l, 2 e 3. Spiega il perché.
28. Un liquido scorre attra­
un fluido, come mostrato
nella Figura DI3.34. Non
c’è attrito tra i pistoni e i
ii-n
Arca 1.0 m^ Area = 2.0 n r

verso un condotto, come Liquido


cilindri a cui essi aderì- f ig u r a d i 3.34
mostrato nella Figura 1 scono. Quale delle seguenti affermazioni è vera?
yquido all’intero del condotto^
DI 3.28. Il diametro esterno A. La massa A è maggiore.
costante del condotto è FIGURA D13.28 B. La massa B è maggiore.
mostrato nella figura; ma C. La massa A e la massa B sono uguali.
non abbiamo infomiazioni su come cambi il diametro interno 35. 1 Se ti è capitato di immergerti sott’acqua, avrai notato
del condotto. Ordina, dalla maggiore alla minore, le velocità BIO una spiacevole pressione nel timpano dell’orecchio dovuta
di scorrimento da Vj a nei punti 1, 2 e 3. Spiega il perché. all’aumento di pressione. Il timpano umano ha un’area di
444 CAPITOLO 13 Fluidi

circa 70 mnr (7 • 10 ^' m’), ed esso è in grado di sostenere 39. I Una siringa viene usata Raggio = I cm Raggio = 1 nim
una for/a di circa 7 N senza rompersi. Se il nostro corpo non per spruzziire dell'ac­ \ lO ni/s
avesse modi di bilanciare la pressione aggiuntiva (capacità qua come mostrato nella
che invece ha), quale sarebbe la profondità massima a cui un Figura DI3.39. L’acqua
subacqueo potrebbe immergersi senza rompersi il timpano? viene proiettata dall’u-
A. 0.3 m B. 1 m C. 3m D. lOm gello a IO m/s. A quale FIGURA D13.39
36. Il Una palla da bowling di massa 3.5 kg ha un diametro di velcx:ità viene premuto lo stantuffo della siringa?
22 cm. Quando viene posta sul l'acqua, questa palla A. 0.01 m/s B. 0.1 m/s C. 1 m/s D. 10 m/s
A. Gal leggerà. B. Affonderà. 40. Il L’acqua scorre attraverso un condotto orizzontale del
C. Avrà un galleggiamento neutro. diametro di 4.0 cm ad una velocità di 1.3 m/s. Il condotto
37. I Un grande recipiente viene riempito d'acqua fino poi si restringe fino ad un diametro di 2.0 cm. Ignorando
alPorlo. Un blocco di legno viene delicatamente posto nel la viscosità, qual è la differenza di pressione tra la sezione
recipiente finché il blocco non galleggia. In questo pro­ larga e quella stretta del condotto?
cesso, parte dell’acqua viene spinta oltre l’orlo ed è rac­ A. 850 Pa B. 3400 Pa C. 9300 Pa
colta in un vassoio. Il peso deH’acqua nel vassoio è D. 12700Pa E. 13500 Pa
A. Maggiore del peso del blocco. 41. Il Un tubo per annaffiare il giardino lungo 15 m ha un dia­
B. Minore del peso del blocco. metro interno di 2.5 cm. Un’estremità è collegata a un rubi­
C. Uguale al peso del blocco. netto; l’acqua a 20°C scorre dall’altra estremità con una
38. I Un corpo galleggia nell'acqua, con il 75% del suo volume portata di 1.2 L/s. Qual ò la pressione relativa all'estremità
sommerso. Qual è approssimativamente la sua densità? del tubo dalla parte del rubinetto?
A. 250kg/m' B. 750 kg/m' A. 1900Pa B. 2700 Pa C. 4200 Pa
C. 1()()() kg/m^ D. 1250kg/m' D. 5800 Pa E. 7300 Pa

PROBLEM
Sezione 13.1 Fluidi e densità 9. Il Un alto cilindro contiene 25 cm di acqua. Dell’olio
1. Il Un recipiente da 100 niL contiene 120 g di liquido. Qual viene lentamente versato nel cilindro, in cui galleggia sulla
è la densità del liquido nelle unità di misura del SI? superficie dell’acqua, finché l’altezza totale del liquido è
2. I Un lingotto d’oro standard conservato a Fort Knox, nel 40 cm. Qual è la pressione relativa sul fondo del cilindro?
10 . Ili Una vasca di liquido del diametro di 1.0 m è profonda
Kentucky, è lungo 7.(X) pollici, largo 3.63 pollici, e alto
1.75 pollici. L’oro ha una densità di 19300 kg/m\ Qual è 2.0 m. La pressione sul fondo della vasca è 1.3 atm. Qual è
la massa del liquido nella vasca?
la massa di questo lingotto d’oro?
1 1 . Ili Un contenitore alto 35 cm e di diametro 5.0 cm è riem­
3. Il L’aria contenuta in una sfera ha densità p= 1.4 kg/m\
pito d’acqua fino all'orlo. Qual è la forza verso il basso
Quale sarà la densità se il raggio della sfera viene dimez­
zato, comprimendo l’aria al suo interno? dell’acqua sul fondo del contenitore?
12. Il La pressione relativa sul fondo di un cilindro di liquido
4. Il L’aria contenuta in un cilindro ha densità p= 1.4 kg/m\
è = 0.40 atm. Il liquido viene versato in un altro cilindro
a. Quale sarà la densità dell'aria se la lunghezza del
con raggio doppio rispetto al primo cilindro. Qual è pres­
cilindro viene raddoppiata mentre il suo raggio resta
sione relativa sul fondo del secondo cilindro?
invariato?
13. Hill Un sottomarino per ricerche scientifiche ha un
b. Quale sarà la densità deU'aria se il raggio del cilindro
oblò di diametro 20 cm c spessore 8.0 cm. Il fabbricante
viene dimezzato mentre la sua altezza resta invariata?
dichiara che l’oblò è in grado di sostenere forze fino a
5. Il a. 50 g di petrolio vengono mischiati con 50 g di acqua.
1.0 • \iT N. Qual è la profondità massima di sicurezza in
Qual è la densità media della mi.scela?
mare a cui può arrivare il sottomarino? La pressione all’in­
b. 50 cm^ di petrolio vengono mischiati con 50 cnP di
terno del sottomarino è pari a 1.0 atm.
acqua. Qual è la densità media della miscela?
14. Hill La lunghezza massima della cannuccia con la quale
6. Ili DeH'alccx)! etilico viene aggiunto a 2(X) mL di acqua in un
Giorgio può succhiare l’acqua è pari a 2.0 m. (Questo rap­
contenitore che ha una massa di 150 g quando è vuoto. La
presenta un valore tipico). Qual è la pressione minima che
risultante massa del contenitore e della miscela liquida è di 512
può mantenere nella sua bocca?
g. Qual è il volume di alc(X)l che ò stato aggiunto aH'acqua?
15. IH I due cilindri del diametro di 60 cm nella
7. Il La densità media del corpo di un pesce è 1080 kg/m\ Per
Figura PI3.15, chiusi a un’estremità, e
BIO evitare di affondare, il pesce aumenta il suo volume sof­
aperti dall’altra, vengono uniti per formare
fiando dell’aria all’interno di una sacca d’aria, la vescica
un singolo cilindro, quindi l’aria all’in­
natatoria. Di quale percentuale il pesce deve aumentare il
terno viene rimossa.
suo volume per avere un galleggiamento neutro nell’ac-
a. Quanta forza esercita l’atmosfera
qua dolce? Si usi nella Tabella 13.1 il valore della densità
suH’estremità piatta di ciascun cilindro?
deU’aria a 20°C.
b. Supponiamo che il cilindro più alto
sia fissato con dei bulloni a un .soffitto
Sezione 13.2 La pressione
robusto. Quanti uomini di massa 100
8. Il II punto più profondo nell’oceano è a 11 km sotto il livello kg ciascuno dovrebbero essere appesi
F IG U R A P13.15
del mare, più profondo di quanto non sia alto il monte Eve­ al cilindro inferiore per separare i due
rest. Qual è la pressione in atmosfere a questa profondità? cilindri?
Problemi 445

Sezione 13.3 Misura e utilizzo della pressione


16. mi Qual è la pres.sione del gas airinterno della scatola
mostrata nella Figura PI3.16? 100cm' 75 cm' di
di alluminio, densità plastica, densità
\Z T = 2700 kg/m' P p = 840 kg/m'
Alcool etìlico
>’ (cm)

100- FIGURA P13.25 FIGURA P13.26


27. I Un blocco di acciaio di 10 cm X 10 cm X 10 cm (p .. =
75
7900 kg/m^) è sospeso su una bilancia a molla. La bilancia
50 misura il peso in Newton.
a. Qual è la misura indicata dalla bilancia se il blocco è in
25
6.0 cm aria?
0 b. Qual è la misura indicata dalla bilancia dopo che il
FIGURA P13.17 blocco è stato immerso in un recipiente d’olio?
28. Ili Per determinare la massa grassa nel corpo di un’atleta,
17. Il II contenitore mostrato nella Figura PI3.17 è riempito di BIO quest’ultirna viene prima pesata in iiria, poi immersa comple­
olio. Esso è aperto alPatmosfera sulla sinistra. tamente nell’acqua, come abbiamo visto a pagina 426. Tro­
a. Qual è la pressione nel punto A? viamo che l’atleta pesa 690 N quando viene pesata in aria e 42
b. Qual è la differenza di pressione tra i punti A e B? Tra i N quando viene pesata in acqua. Qual è la sua densità media?
punti A e C? 29. Ili II polistirene ha una densità di 32 kg/m\ Qual è la mas.sa
18. IH Della glicerina viene versata in un tubo a U aperto tino massima che può essere appesa a una sfera di polistirene
a raggiungere un’altezza, da entrambe le parti, di 20 cm. del diametro di 50 cm senza che essa affondi nell’acqua?
Dell’alcool etilico viene versato in un braccio del tubo fino a Assumi che il volume della massa sia trascurabile rispetto
che l'altezza della colonna di alcool è di 20 cm. I due liquidi a quello della sfera.
non si mischiano. Quant’è la differenza in altezza tra la 30. mi Calcola la forza di Archimede dovuta aH’aria circostante
superficie della glicerina e la superficie superiore dell’alcol? su un uomo che pe.sa 800 N. Assumi che la sua densità
19. Ili Un tubo a U, aperto all’aria a entrambe le estremità, media sia la stessa di quella dell’acqua.
contiene mercurio. Dell’acqua viene versata nel braccio
sinistro finché la colonna d’acqua arriva ad un’altezza di
Sezione 13.5 Fluidi in movimento
10.0 cm. Di quanto si alza il mercurio dalla sua posizione
iniziale nel braccio destro? 31. Ili II fiume Pascal, con una portata di 5.0 • 10^ L/s si unisce
20. I Qual è l’altezza di un barometro ad acqua alla pressione al fiume Archimede, che ha una portata di 10.0 • 10*^ L/s,
atmosferica? per formare il fiume Bernoulli. Il fiume Bernoulli è largo
21 Ili L’ipotensione posturale è provocata da una bassa pres­ 150 m e profondo 10 m. Qual è la velocità dell’acqua nel
sione sanguigna (sistolica) quando ci si alza in piedi fiume Bernoulli?
troppo velocemente da una posizione sdraiata e causa 32. Il L’acqua che scorre attraverso un condotto del diametro
mancamenti o giramenti di testa. Per molte persone, una di 2.0 cm può riempire una vasca da bagno da 3(X) L in 5.0
pressione sistolica minore di 90 mm Hg è considerata min. Qual è la velocità dell’acqua nel condotto?
bassa. Se la pressione sanguigna nel cervello è di 120 mm 33. mi Una pompa viene usata per svuotare una piscina per
quando si è sdraiati, quanto sarà quando ci mettiamo in bambini da 6000 L. L’acqua esce da un tubo del diametro
piedi? Assumiamo che il nostro cervello si trovi 40 cm di 2.5 cm a una velocità di 2.1 m/s. Quanto tempo ci vorrà
sopra al cuore e che la densità sanguigna sia p = 1060 kg/ per svuotare la vasca?
m\ Nota: normalmente i nostri vasi sanguigni si espan- 34. Il Un condotto del diametro di 1.0 cm si allarga fino a 2.0 cm
dono e si contraggono per mantenere la pressione sangui­ per poi restringersi a 0.50 cm. Un liquido scorre attraverso
gna del nostro cervello stabile quando cambiamo la nostra il primo segmento a una velocità di 4.0 m/s.
postura. a. Quali sono le velocità nel secondo e terzo segmento?
b. Qual è la portata attraverso il condotto?

Sezione 13.4 Galleggiamento


Sezione 13.6 Dinamica dei fluidi
22 Il Una sfera con un diametro di 6.00 cm e una massa di
35. Il Che pre.ssione misura il manometro in alto nella Figura
89.3 g è in galleggiamento neutro in un liquido. Identifica
P13.35?
il liquido.
36. Hill II condotto dell’acqua del diametro di 3.0 cm, nella
23. IHUna chiatta cargo viene caricata in un porto sul mare per
Figura PI3.36, si separa in due condotti del diametro di
un viaggio lungo un fiume d’acqua dolce. Se la chiatta ret­
1.0 cm. Tutte le condutture hanno sezione circolare e si
tangolare misura 3.0 m per 20.0 m e la sua linea di galleg­
trovano alla stessa altezza. Nel punto A, la velocità dell’ac­
giamento si trova a una altezza di 0.80 m nel porto, quanto
qua è 2.0 m/s e la pressione relativa è 50 kPa. Qual è la
sarà alta la linea di galleggiamento nel fiume?
24. Il Un blocco di legno di 10 cm X 10 cm X 10 cm con una
densità di 700 kg/m^ galleggia sull’acqua.
a. Calcola la distanza tra la parte superiore del blocco e
l’acqua, se l’acqua è acqua dolce.
b. Calcola la distanza se è acqua di mare.
25. Il Qual è la tensione dellai^orda nella Figura PI3.25?
26. Il Qual è la tensione della corda nella Figura PI3.26?
446 CAPITOLO 13 Fluidi

37. Ili Una tinozza rettangolare, lunga 2.0 m, larga 0.60 ni e 48. Il Un amico ti chiede qual è la pressione negli pneumatici
profonda 0.45 m, è completamente riempita d’acqua. Un’e­ della tua auto. Tu sai che il fabbricante degli pneumatici rac­
stremità della tinozza ha un piccolo tappo di scarico a un’e­ comanda 30 psi, ma è da un po’ di tempo che non ef fettui
stremità del suo fondo. Quando è aperto il tappo, a quale un controllo. Non riesci a trovare un misuratore di pressione
velocità uscirà l’acqua dal foro? nell’auto, ma trovi invece il manuale del proprietario ed un
righello. Fortunatamente, hai appena finito di studiare fisica,
quindi dici al tuo amico: “Non lo so, ma lo posso trovare.”
Sezione 13.7 La viscosità e l’equazione di Poiseuille
Nel manuale del proprietario trovi che la mas.sa del l’automo­
38. lini Quale differenza di pressione è necessaria tra le due bile è 15(X) kg. Sembra ragionevole supporre che ciascuno
estremità di un tubo orizzontale lungo 2.0 m, e con un dia­ pneumatico sostenga un quarto del peso dell’auto. Con
metro di 1.0 min perché l’acqua a 40°C scorra attraverso di il righello trovi che gli pneumatici sono larghi 15 cm e il
esso a una velocità media di 4.0 m/s? segmento di pneumatico appiattito a contatto con la strada ò
39. Hill L’acqua scorre a 0.25 L/s attraverso un tubo da giardino lungo 13 cm. Quale risposta daresti al tuo amico?
lungo 10 m e del diametro di 2.5 cm, che è steso orizzontal­ 49. Ili Un subacqueo si trova a 50 m di profondità in acqua
mente al suolo. La temperatura dell’acqua è 20°C. Qual è la INI dolce a 10°C ed emette una bolla d’aria del diametro di
pressione relativa deH’acqua nel punto dove entra nel tubo? 1.0 cm. Qual è il diametro della bolla appena prima che
40.11 La Figura
^ PI 3.40 mo- Raggio
„ =- 1.0
m cni Raggio = 1.0 mm essa raggiunga la superficie del lago, dove la temperatura
stra una siringa riem- \ — dell’acqua è 20°C? Suggerimento: assumi che la bolla d’a­
pita dp acqua con un ago ■ I \ 10 m/s
ria sia sempre in equilibrio termico con l’acqua circostante.
lungo 4.0 cm. Qual è la 50. Il Un cilindro alto 6.0 cm galleggia sull’acqua con il suo
pressione relativa del­ 4.0 cm asse perpendicolare alla superficie. L’altezza del cilindro
l’acqua nel punto P, do- figura p i 3.40 sopra l’acqua è di 2.0 cm. Qual è la densità del cilindro?
ve l’ago incontra la camera più ampia della siringa? 51. Il Una sfera completamente immersa nell’acqua è legata
sul fondo con una corda. La tensione nella corda è pari a un
terzo del peso della sfera. Qual è la densità della sfera?
P ro blem i generali 52. Il Devi determinare la densità di una .statua di ceramica. Se
la sospendi su una bilancia a molla trovi un peso di 28.4
4L IHLa densità dell’oro è 19300 kg/m\ Considera un cubo N. Se poi immergi completamente la statua in una vasca
d’oro di massa 197 g. Qual è la lunghezza di ciascun lato? d’acqua, la bilancia segna 17.0 N. Qual è la densità?
42. Illl Come abbiamo visto nella Sezione 13.4, la percentuale 53. Il Una roccia di 5.0 kg, la cui densità è 48(X) kg/m' è
BK) di grasso corporeo di una persona può essere stimata pesan­ sospesa a una corda in modo tale che metà del volume della
dola sia in aria sia in acqua, il che ci permette di calcolare la roccia si trovi sott’acqua. Qual è la tensione della corda?
sua densità media p ^ . Un’equazione largamente usata per 54. Il Una lastra piatta di polistirene, con una densità di 32 kg/
correlare la densità media corporea alla percentuale di grasso m\ galleggia su un lago. Qual è il volume minimo che la
è Vequazione di Siri, % di massa grassa = (495/p^) - 450, lastra deve avere affinché una ragazzina di 40 kg possa
dove p ^ è misurata in g/cm’. Una persona pesa in aria 947 stare .seduta sulla lastra .senza affondare?
N mentre il suo peso in acqua è 44 N. Qual è la sua percen­ 55. mi Una siringa di 2.0 mL ha un diametro interno di 6.0
tuale di grasso corporeo? mm, un ago con un diametro interno di 0.25 mm e l’estre­
43. Ili La densità deiralluminio è 27(X) kg/m\ Quanti atomi ci mità dello stantuffo del diametro di 1.2 cm. Un infermiere
sono in un cubo di alluminio di 2.0 cm X 2.0 cm X 2.0 cm? usa la siringa per iniettare un farmaco in un paziente la cui
44. II Uno strato di olio di spessore pari a 50 cm galleggia su pressione sanguigna è 140/KX). Assumi che il liquido sia
120 cm d’acqua. Qual è la pressione sul fondo dello strato un fluido ideale.
d’acqua? a. Qual è la forza minima che l’infermiere deve applicare
45. Hill Uno strato di olio galleggia su 85 cm d’acqua in un alla siringa esercitando una pressione col dito sull’estre­
serbatoio. La pressione assoluta sul fondo del serbatoio ò mità dello stantuffo?
112.0 kPa. Quanto è spesso lo strato di olio? b. L’infermiere svuota la siringa in 2.0 s. Qual è la portata
46. Il Un ragazzino olandese salvò l’Olanda mettendo il .suo del farmaco attraverso l’ago?
dito nel foro di una diga che perdeva acqua. Se il livello 56. Ili Una pistola ad acqua per bambini spara acqua attraverso
dell’acqua era 2.5 m sopra al suo dito, stima la forza INI un foro del diametro di 1.0 mm. Se la pistola viene fatta
dell’acqua sul suo dito. sparare orizzontalmente a 70 cm sopra il livello del suolo,
47. Il a. Nella Figura PI3.47, quanta forza esercita il fluido 10 spruzzo colpisce il terreno a 1.2 m di distanza. Qual è la
sull’estremità del cilindro in A? portata durante lo spruzzo? Si ignori la resistenza deH’aria.
b. Quanta forza esercita il fluido suH’estremità del 57. 11 Le foglie di un albero perdono acqua, che viene immessa
cilindro in B? BIO nell’atmosfera, attraverso il processo di traspirazione.
-Pistone scorrevole Un particolare tipo di albero perde acqua a un ritmo di
4.0 cm - •-j di massa 10 kg 3 • 10~^ mVs; quest’acqua viene sostituita da un flusso verso
l’alto di linfa che sale lungo i vasi nel tronco. Il tronco di
quest’albero contiene circa 2000 vasi, ciascuno con un dia­
100 cm metro di 100 /xm. Qual è la velocità della linfa che scorre
20 cm
nei vasi dell’albero?
A 58. Il 11 vento di un ciclone soffia attraverso un tetto piatto di
dimensioni 6.(X) m X 15.0 ni a una velocità di 130 km/h.
Olio 60 cm
a. La pressione del l'aria sopra il tetto è maggiore o minore
della pressione all’interno della ca.sa? Spiega il perché.
F IG U R A P13.47 b. Quanto vale la differenza di pressione?
Problemi 447

c. Quanta forza viene esercitata sul tetto? Se il tetto non viscosità sanguigna aumenterebbe a 2.7 • lO^’ Pa*s, e il dia­
è in grado di sostenere tale forza, esso “volerà via” o metro deir arteria si restringerebbe al 90% del suo valore
“imploderà”? nominale. Quale differenza di pressione sarebbe necessaria
59. Ili L’acqua scorre in un condotto cilindrico orizzontale a per mantenere lo stesso flusso sanguigno?
1.4 m/s. Il condotto poi si restringe fino a che il suo diame­ 67. IHUn tubo rigido lungo IO cm con diametro interno di 3.0
tro si dimezza. Qual è la differenza di pressione tra l’estre­ mm è collegato mediante un piccolo foro al lato di un alto
mità larga e quella stretta del condotto? recipiente. Il tubo è collegato orizzontalmente. Il recipiente è
60. Hill L’acqua scorre AITaria riempito con acqua a 20°C fino a un livello di 45 cm sopra al
nel condotto illu­ foro e viene continuamente riempito per mantenere il livello
strato nella Figura 5.0 cm^ dell’acqua. Qual è la portata attraverso il tubo?
PI 3.60 con una velo­
4.0 m/s
cità di 4.0 m/s.
a. Qual è la pres­ Esercitazioni per te st di tipo M C A T
sione dell’acqua
quando esce dal La p ression e e il flu sso s a n g u ig n o BIO
condotto? lOcnP
b . Qual è l’altezza h f i g u r a p i 3 .6 0 La pressione sanguigna nel nostro cuore è approssimativamente
della colonna d’acqua? di lOO mm Hg. Quando il sangue viene pompato dal ventricolo
61. mi L’aria a 20°C scorre attraverso il tubo mostrato nella sinistro del cuore, esso scorre attraverso l’aorta, un unico largo
Figura PI 3.61. Assumi che l’aria sia un fluido ideale. vaso sanguigno del diametro di circa 2.5 cm. La velocità del
a. Quali sono le velocità dcH’aria Vj e nei punti 1 e 2? flusso di .sangue nel l’aorta è di circa 60 cm/s. Qualsiasi varia­
b. Qual è la portata? zione di pressione mentre il sangue scorre nell’aorta è dovuta
alla variazione di altezza: il vaso sanguigno è abbastanza largo
per cui le forze viscose non sono un fattore preponderante.
Quando il sangue si muove attraverso il sistema circolatorio,
esso scorre poi in vasi sanguigni sempre più piccoli finché non
raggiunge i capillari. Il sangue .scorre nei capillari a una velo­
cità inferiore, approssimativamente di 0.7 mm/s. Il diametro dei
capillari e degli altri piccoli vasi sanguigni è così piccolo che la
resistenza viscosa è un fattore significativo.
68. I C’è un limite a quanto può essere lungo un collo umano.
Se il nostro collo fo.sse troppo lungo, il sangue non riusci­
62. Ili L’aria a 20°C scorre attraverso il tubo mostrato nella rebbe a raggiungere il cervello! Qual è l’altezza massima a
INI Figura PI3.62 con una portata di 1200 cmVs. Assumi che cui può es.sere il cervello di una persona partendo dal suo
l’aria sia un fluido ideale. Qual è l’altezza h del mercurio cuore, data la pressione conosciuta e assumendo che non ci
nel lato destro del tubo a li? siano valvole o altri meccanismi supplementari di pompag­
63. Ili L’acqua scorre a 5.0 L/s attraverso un condotto orizzon­ gio nel collo? La densità del sangue è 1060 kg/m\
tale che si restringe gradualmente da un diametro di 10 cm a A. 0.97 m B. 1.3 m C. 9.7 m D. I3m
uno di 5.0 cm. Un manometro nella sezione stretta indica 50 69. I Poiché la velocità di scorrimento nei capillari è molto
kPa. Quanto misura un manometro nella sezione più Uu*ga? minore di quella nell’aorta, l’area complessiva della
64. mi Ci sono due arterie carotidi che conducono il sangue al sezione trasversale dei capillari, considerati assieme, deve
BIO cervello, una a ogni lato del collo. Le arterie carotidi di un essere molto maggiore di quella dell’aorta. Considerando
paziente hanno cia.scuna una lunghezza di I L2 cm e un dia­ le velocità di scorrimento riportate sopra, l’area totale
metro interno di 5.2 mm. Circa a metà dell’arteria di destra, dei capillari nel suo insieme è equivalente all’area della
c’è una stenosi lunga 2.0 cm, cioè una sezione in cui l’arteria sezione trasversale di un singolo vaso sanguigno di quale
ha un diametro più piccolo pari a 3.4 mm. Per avere la stessa diametro?
portata di sangue, qual è il rapporto tra la caduta di pressione A. 25 cm B. 50 cm C. 75 cm D. lOOcm
lungo l’arteria carotide sinistra e quella neH’arteria destra? 70. I Supponi che in rispo.sta a un certo stimolo un piccolo
65. UHI La Figura PI3.65 i.O m i.O m vaso sanguigno si restringa al 90% del suo diametro origi­
mostra la sezione di nale. Se non vi è nessun cambiamento di pressione nel vaso
un tubo lungo che si sanguigno, qual è il rapporto della nuova portata rispetto a
restringe in prossimità quella originale?
FIGURA P 1 3 .6 5
della sua apertura a un A. 0.66 B. 0.73 C. 0.81 D. 0.90
diametro di LO mm. L’acqua a 20°C fuoriesce dall’estre- 71. I Un esercizio sostenuto può aumentare la portata del san­
mità aperta a 0.020 L/s. Qual è la pressione relativa nel gue del cuore di un fattore pari a 5 con solo un modesto
punto P, dove il diametro è 4.0 mm? aumento della pressione sanguigna. Questo è un cambia­
66. Il Fumare tabacco è dannoso per la nostra salute circolatoria. mento di flusso piuttosto grande. Sebbene entrino in gioco
Nell’intento di mantenere la capacità del sangue di traspor­ diversi fattori, quale dei seguenti cambiamenti fisiologici
tare ossigeno, il corpo aumenta la sua produzione di globuli è più plausibile per spiegare questo grande aumento del
rossi e questo aumenta la viscosità del sangue. Inoltre, la flusso a fronte di una piccola variazione della pressione?
nicotina del tabacco causa un restringimento delle arterie. A. Una riduzione della viscosità del .sangue
Per un non-fumatore, con viscosità sanguigna di 2.5 • B. La dilatazione dei piccoli vasi sanguigni verso un dia­
10"^ Pavs, il normale scorrimento del sangue richiede una metro maggiore
differenza di pressione di 8.0 mm Hg tra le due estremità di C. La dilatazione dell’aorta verso un diametro maggiore
un’arteria. Se que.sta persona fumasse regolarmente, la sua D. Un aumento dell’ossigeno trasportato dal sangue
448 CAPITOLO 13 Fluidi

RISPOSTE ALLE PAUSE DI RIFLESSIONE

Pausa di riflessione - Anteprima Capitolo: C. Considera i li­ provocherà lo spostamento della maggiore quantità di fluido. 1
bri 2 e 3 come un unico corpo in equilibrio. La forza peso diretta blocchi A, B e C hanno volumi uguali, quindi essi sposteranno
verso il basso dev’essere bilanciata da una forza normale verso la stessa quantità di fluido, ma inferiore a quella spostata dal
l’alto del libro 1 sul libro 2, in modo tale che la forza normale sia blocco D. Il blocco E ha il volume minore e sposterà la minor
uguale al peso dei due libri. quantità di fluido. La forza di galleggiamento su un corpo non
dipende dalla massa del corpo, o dalla sua posizione nel fluido.
Pausa di rifle.ssione 13.1: La densità dipende solo
dalla materia di cui è composto il corpo e non da quanto sono Paii.sa di riflessione 13.5: IL li peso deH’acqua spostata è pari al
grandi i pezzi. peso del cubo di ghiaccio. Quando il cubo di ghiaccio si scioglie
e diventa acqua riempie esattamente il volume che il cubo di
Pausa di rifle.ssione 13.2: C. Questi sono tutti tubi aperti, quindi
ghiaccio stava spostando prima di sciogliersi.
il liquido si alza alla stessa altezza in tutti e tre malgrado le loro
forme differenti. Pausa di riflessione 13.6: 1 cm Vs verso Pesterno. Il fluido è in­
comprimibile, quindi la somma di quello che scorre verso l’inter­
Pausa di riflessione 13.3: C. Poiché i punti
no deve bilanciare la somma di quello che scorre verso l'estemo.
1e 2 sono alla stessa altezza e .sono collega­
ti dallo stesso fluido (l’acqua), essi devono
essere alla stessa pressione. Questo signifi­
I -2
Dai numeri riportati in figura lo .scorrimento verso l’interno è pari
a 13 cmVs mentre quello verso restemo è pari a 12 cmVs. Di con­
seguenza, una portata pari a 1 cm Vs deve scorrere verso l'esterno
ca che questi due punti possono sostenere
per ottenere il bilanciamento.
lo stesso peso di fluido sopra di e.ssi. L’olio
è meno denso dell’acqua, quindi questo si­ Paii.sa di riflessione 13.7: /i^ > h^>h^> //,. Il livello del liqui­
gnifica che la parte sinistra può sostenere do è più alto dove la pressione è minore. La pressione è minore
una colonna più alta di olio rispetto a quella dell’acqua sostenuta dove la velocità del flusso è maggiore. La velocità del flusso è
dalla parte destra. più alta nei tubi più stretti e zero all’aria aperta.
Pausa di riflessione 13.4: = (/\)g = (/\)^. > (/\)^.. Pausa di riflessione 13.8: A. Tutti e tre i segmenti hanno la stes­
La forza di galleggiamento su un corpo è uguale al peso del flu­ sa portata Q. Secondo l’equazione di Poiseuille, il segmento con
ido che esso sposta. 11 blocco D ha il volume maggiore e quindi il raggio R più piccolo ha la maggiore differenza di pressione A/?.
Proprietà della materia
L'obiettivo nella Parte MI è slato quello di comprendere scosità, e alcune proprietà termiche, come i coefficienti di
i sistemi macroscopici e le loro proprietà. Non abbiamo espansione termica e i calori specifici. Dovremmo ora esse­
introdotto nessuna nuova legge fondamentale in questi re in grado di usare queste proprietà per trovare quello che
capitoli. Invece, abbiamo allargato ed esteso Fuso delle accade quando si scalda un sistema, se un corpo è in grado
leggi di Newton e della legge di conservazione delTener- di galleggiare e quanto velocemente scorre un fluido. Que­
gia. In vari modi, la Parte 111 si è concentrata sulle appli­ ste sono tutte informazioni pratiche e utili da conoscere,
cazioni dei principi generali introdotti nelle Parti I e 11. che hanno molte applicazioni nel mondo che ci circonda.
Che la materia esista in tre stati, solido, liquido e gas­ Infine abbiamo scoperto che molte proprietà macro­
soso, è forse la principale proprietà dei sistemi macrosco­ scopiche sono determinate dal moto di atomi e molecole
pici. Abbiamo guardato a livello atomico ciò che avveni­ cioè dallo stato microscopico della materia. Per esempio,
va nei tre stati della materia e abbiamo inoltre trovato un abbiamo trovato che l'equazione di stato dei gas ideali è
legame tra calore e cambiamento di stato. Sia i liquidi sia basata sull’idea che la pressione di un gas sia dovuta alle
i gas fi nidi e abbiamo trascorso molto tempo a inve­ collisioni degli atomi contro le pareti del suo contenito­
stigare le proprietà dei fluidi, dalla pressione e Pequazio- re. Allo stesso modo, i valori dei calori specifici dei gas
ne di stato dei gas ideali, al galleggiamento, al moto dei sono spiegati in base a come gli atomi e le molecole si
fluidi fino aH’equazione di Bernoulli. dividono l’energia termica del sistema. Gli atomi sono
Lungo la strada percorsa, abbiamo introdotto alcune importanti, anche se non riusciamo a vederli o a seguire
proprietà meccaniche della materia, quali la densità e la vi­ il loro moto individuale.
STRUTTURA DI CONOSCENZA III Le proprietà della materia
OBIETTIVO BASE Come possiamo descrivere gli spostamenti macroscopici di energia e materia nel trasferimento di calore e nel
Musso dei fluidi?
PRINCIPI GENERALI Fasi della materia
Gas: le particelle si Liquidi: le particelle sono Solidi: le particelle sono
muovono liberamente. debolmente legate, ma unite da legami simili
L’energia termica è l’ener­ possono scorrere le une a molle. L’aumento di
gia cinetica del moto delle sulle altre. Il calore viene temperatura ne provoca
particelle. La pressione è trasferito per convezione e l’espansione. Il calore
dovuta alle collisioni delle conduzione. La pressione viene trasferito solo per
particelle con le pareti del è dovuta alla gravità. conduzione.
contenitore.
Il calore deve essere aggiunto per trasformare un solido in un liquido e un liquido in un gas. 11 calore deve essere sottratto per
effettuare le trasformazioni inverse.

Trasformazioni in un gas ideale Calore e trasferimento di calore


Possiamo rappresentare i processi in un diagramma Il calore specifico c di un materiale è il calore ne­
pV. Il lavoro compiuto da un gas è pari all’area sotto cessario per alziire la temperatura di 1 kg di 1 K:
la curva.
Q = Mc M
Per le trasformazioni di un gas in un a M __
contenitore sigillato, l’equazione di Tj Quando due o più sistemi interagiscono termica­
stato per un gas ideale lega i valori mente, essi raggiungono una temperatura finale
della pressione, del volume, e della temperatura: comune determinata da
Q^ = Q,^-Q, + Qy+...=0
Trasformazione isocora V = costante
Trasformazione isoterma T = costante La conduzione trasferisce calore attraverso il
Trasformazione isobara p = costante diretto contatto fìsico.
Trasformazione adiabatica 0 =0 La convezione trasferisce calore attraverso il
movimento di un fluido.
L’irraggiamento trasferisce calore attraverso
l’emissione di onde elettromagnetiche.

Fluidostatica La pressione Dinamica dei fluidi


Principio di Archimede: il modulo aumenta con la Il moto di un fluido ideale è laminare, incom
della forza di galleggiamento eguaglia il profondità in primibile e non vi­
peso del flùido spostato dal corpo. un liquido. La scoso. L’equazione Densità p Pi
pressione ad una ^ ^2
Un corpo affonda se esso è più denso di continuità è
del fluido in cui è immerso, galleggia, profondità d è
k,/4, = Vj /ì , >t2
invece, se è meno denso. p=Po+pad
L’equazione di
Bernoulli è
Pi + ìpv? + pgyi =
Pi + ipvi + pgyi
D im e n sio n i e vita 100 tonnellate della balenottera azzurra? È interessante
notare che in realtà nessuno lo sa con certezza. Le attuali
1 fisici cercano modelli semplici e principi generali in ricerche cercano di scoprire che cosa ci dicono le leggi di
grado di interpretare e spiegare diversi fenomeni fisici. scala sulla natura della vita.
Nei primi 13 capitoli di questo libro di testo, abbiamo Forse la legge di scala della potenza metabolica è il
visto come una manciata di principi generali e leggi pos­ risultato di un tra.sferimento di calore. Nel Capitolo 12,
sano servire per risolvere una vasta gamma di problemi. abbiamo notato che tutta l’energia metabolica usata da­
Può questo tipo di approccio essere pertinente anche per gli animali si trasforma in calore, che viene poi trasferito
una materia come la biologia? Può sembrare sorprenden­ aH’ambiente circostante. Un elefante di 4()0() kg è 160000
te, ma esistono “leggi della biologia” di carattere genera­ volte più massiccio di un topo di 25 g, ma la sua area su­
le che si applicano, con accuratezza quantitativa, a orga­ perficiale è solo 3000 volte più grande rispetto al topo. Il
nismi molto diversi tra loro come un elefante e un topo. calore trasferito all’ambiente dipende dall’area supeificia-
Vediamo un esempio. Un elefante usa una potenza me­ le, quindi una maggiore area implica un maggior tasso di
tabolica maggiore di un topo. Ciò non è sorprendente, per­ trasferimento del calore. Un elefante con un metabolismo
ché Telefante è molto più grosso. Ma elaborando i dati si come quello dimensionato per il topo semplicemente non
ottiene una tendenza interessante. Quando abbiamo guar­ sarebbe in grado di dissipare calore abbastanza velocemen­
dato al l’energia richiesta per aumentare la temperatura di te e quindi rapidamente si surriscalderebbe e morirebbe.
sostanze differenti, abbiamo considerato il calore speci­ Se il calore dissipato fosse runico fattore che limita il
fico. Il termine “specifico” significa che abbiamo consi­ metabolismo, si può dimostrare che il tasso metabolico
derato il calore neces.sario per scaldare 1 chilogrammo di specifico dovrebbe scalare come un andamento
sostanza. Per gli animali, anziché il tasso metabolico, pos­ piuttosto diverso dal valore di osservato. Chia­
siamo guardare al tasso metabolico specifico, la potenza ramente, quindi, c’è un altro fattore che entra in gioco.
metabolica usata per chilogrammo di tessuto. Se scaliamo Co.sa sia all’origine della dipendenza della legge di scala
i risultati per la differenza di massa tra un topo e un elefan­ esattamente come è tuttora oggetto di dibattito, ma
te, le loro potenze metaboliche specifiche sono le stesse? alcune analisi recenti suggeriscono che il fattore di .scala
In effetti, il tasso metabolico specifico varia abbastanza sia dovuto a limitazioni non del trasferimento di calore
tra i mammiferi, come mostra il grafico del tasso metabo­ ma del flus.so dei fluidi. Le cellule nei topi, negli elefan­
lico specifico rispetto alla massa. Ma c’è un andamento in­ ti e in tutti i mammiferi ricevono nutrimento e ossigeno
teressante: tutti i punti sperimentali giacciono su un’unica per il loro metabolismo dal fius.so sanguigno. Poiché le
curva. In altre parole, c’è davvero una legge biologica che dimensioni minime dei capillari sono circa le stesse in
possiamo usare per predire il tas.so metabolico di un mam­ tutti i mammiferi, la .struttura del sistema circolatorio
mifero conoscendo solo la sua massa M. In particolare, il deve variare da un animale all’altro. L ’aorta umana ha
tasso metabolico specifico è proporzionale a Poiché un diametro di circa 2.5 cm; in un topo il diametro è circa
un elefante di 4000 kg è 160000 volte più massiccio di un 1/20 di quello umano. Quindi un topo ha meno livelli di
topo di 25 g, la potenza metabolica specifica del topo è diramazione ver.so i vasi sanguigni più piccoli nel per­
( 160000)®-^= 20 volte quella dell’elefante. Una legge che corso dalla sua aorta ver.so i capillari. Il minor numero di
mostra come una proprietà scali con le dimensioni di un vasi sanguigni nei topi significa che la viscosità è un fat­
sistema è chiamata legge di scala. tore molto importante per il funzionamento del sistema
Una legge di .scala simile vale per gli uccelli, i retti­ circolatorio. Il sistema circolatorio di un topo è piuttosto
li e perfino per i batteri. Perché un’unica relazione così diverso da quello di un elefante.
semplice resta valida per organismi che hanno dimensio­ Un modello di tasso metabolico specifico ba.sato sulle
ni così diverse, da quelle di una singola cellula fino alle limitazioni del flusso sanguigno predice un andamento
A^-0.25^ esattamente uguale a quello osservato. Il modello,
inoltre, permette di fare altre previsioni che possono es­
sere verificate sperimentalmente. Per esempio, il modello
predice che il più piccolo mammifero possibile dovrebbe
avere una massa corporea di circa 1 grammo, esattamente
il valore del più piccolo toporagno. Animali più piccoli
hanno differenti tipi di si.stemi circolatori; negli animali
più piccoli, il trasporto dei nutrienti avviene solo per dif­
fusione. Ma il modello può essere esteso per predire che
il tasso specifico metabolico per questi animali seguirà
una legge di scala simile a quella dei mammiferi, esat­
tamente come osservato. È troppo presto per affermare
che questo modello sia quello definitivo e corretto, ma è
fuori discussione che in biologia si evidenzino regolarità
il tasso metabolico specifico in funzione della massa corpo­ su larga scala che seguono relazioni matematiche basate
rea segue una semplice legge di scala. .sulle leggi della fisica.

450
Le domande seguenti sono collegate al testo '^Dimensioni e B. Gli animali più grandi hanno bisogno di meno cibo per
vita ” della pagina precedente. BIO sopravvivere rispetto agli animali più piccoli.
1. Un tipico lupo della foresta ha una massa di 40 kg, una C. Gli animali più grandi hanno maggiori volumi di san­
tipica lepre ha una massa di 2.5 kg. Data la legge di scala gue rispetto agli animali più piccoli.
presentata nel testo, ci aspetteremmo che il tasso metaboli­ D. Gli animali più grandi perdono calore più lentamente
co specifico della lepre sia più alto di un fattore rispetto agli animali più piccoli.
A. 2 B. 4 C. 8 D. 16 5. Il testo indica che ci sono “leggi” in biologia che hanno le
2. Un tipico lupo della foresta ha una massa di 40 kg, una loro basi nei principi della fisica, usando come esempio
tipica lepre una massa di 2.5 kg. Data la legge di scala pre­ la legge di scala del tasso metabolico specifico rispetto
sentata nel testo, ci aspetteremmo che il lupo usi______ alla massa corporea. Quale delle seguenti regolarità tra
volte più energia della lepre nel corso di un giorno. gli animali potrebbe essere un altro esempio di queste
A. 2 B. 4 C. 8 D. 16 “leggi”?
3. Sulla base dei dati del grafico, approssimativamente quan­
A. Come gruppo, gli uccelli possiedono una migliore
ta energia, in calorie, userebbe un ratto di 200 g nel corso
visione dei colori rispetto ai mammiferi.
di un giorno?
A. 10 B. 20 C. 100 D. 200 B. 1 rettili hanno un tasso metabolico specifico molto
4. Le specie che abitano in climi freddi tendono a essere più inferiore a quello dei mammiferi.
grandi di quelle che vivono in climi caldi. Per esempio, il C. 1predatori tendono ad avere una migliore visione bino­
leprotto deir Alaska è più grosso del leprotto nordamerica­ culare, gli animali predati tendono a vedere ad ampie
no, con una massa tipica di 5.0 kg, doppia di quella della angolazioni.
lepre. Una possibile spiegazione è che D. L’altezza dei salti degli animali varia da un animale
A. Gli animali più grandi hanno un maggior flusso san­ all’altro. Quasi tutti gli animali, che vanno dalla pulce al
guigno, che consente loro di avere una migliore rego­ cavallo, hanno un salto massimo verticale che è piutto­
lazione termica. sto simile.

/ seguenti passaggi e le domande associate si basano sul mate­ Palloni meteorologici


riale contenuto nella Parte Ili.
I dati utilizzati per generare
previsioni meteorologiche sono
Mantenersi freschi BIO raccolti da centinaia di palloni
Un ciclista di massa 68 kg sta pedalando su una strada in lanciati da tutti i luoghi nel
discesa a 15 km/h, usando una potenza metabolica totale di mondo. Un pallone tipico è fatto
480 W. Una certa frazione della sua energia viene usata per di lattice e riempito di idrogeno.
muovere la bicicletta in avanti, ma la maggior parte finisce Un insieme di strumenti
sotto forma di energia termica nel suo corpo, di cui si deve sensibili (chiamato radiosonda)
sbarazzare per mantenersi fresco. In una giornata tiepida, trasmette informazioni
il trasferimento di energia per conduzione, convezione e verso la Terra mentre il
irraggiamento è molto basso, quindi il ciclista si rinfresca pallone sale ncH’atmosfera.
attraverso la traspirazione, con Tevaporazione delTacqua che All’inizio del volo, la densità
porta via Teccesso di energia termica. media dell’intero pallone
meteorologico (la massa totale
6. Se il ciclista raggiunge la sua velocità di crociera di 15 del pallone più il carico diviso per il loro volume) è minore
km/h scendendo da una collina, qual è l’altezza approssi­ della densità dell’aria circostante, quindi il pallone sale.
mativa della collina? Mentre sale, la densità deH’aria circostante diminuisce, come
A. 22 m B. 11 m C. 2 m D. 1 m illustrato nella Figura 111. 1. 11 pallone salirà fino al punto in
7. Mentre pedala a una velocità costante su un terreno pia­ cui la forza di galleggiamento dell’aria bilancia esattamente
neggiante, con quale potenza l’energia chimica viene il suo peso. Quest’altezza non sarebbe molto grande se il
convertita in energia termica dal suo corpo, assumendo pallone non potesse espandersi. Invece, l’involucro in lattice
un’efficienza tipica del 25% per la conversione tra energia del pallone è molto sottile e molto elastico, per cui il pallone
chimica ed energia meccanica di movimento? può effettivamente espandersi, consentendo al volume di
A. 480 W B. 360 W C. 240 W D. 120W aumentare di un Littore 100 o più. Il pallone espanso sposta un
8. Per evitare il surriscaldamento, il ciclista deve sbarazzarsi volume di aria a bassa densità ancora maggiore, mantenendo
dell'energia termica in eccesso generata dal suo corpo. Se grande la forza di galleggiamento rispetto alla forza peso
pedala a questo ritmo per 2 ore, quanti litri di acqua, appros­ affinché il pallone salga fino a un’altitudine di 40 km o più.
simati alla prima cifra decimale, perde con la traspirazione? Densità (kg/mh
A 0.4 L B. 0.9 L C. 1.1 L D. 1.4 L
9. Essere capaci di disperdere questa energia termica è molto
importante. Se egli non fosse capace di sbarazzarsi del l’ec­
cesso di calore, di quanto salirebbe la temperatura del suo
corpo in 10 minuti di pedalata? Fornisci il risultato in gradi
°C approssimato alla prima cifra decimale.
A. 0.3°C B. 0.6°C C. 0.9°C D. 1.2X
Altezza (km)
F IG U R A III.1

451
10. Un pallone lanciato al livello del mare ha un volume di 16. Un pallone viene lanciato al livello del mare, dove la
circa 4 m\ Qual è approssimativamente la forza di galleg­ pressione atmosferica è 100 kPa. La densità nella came­
giamento sul pallone? ra dell’aria calda è 1.0 kg/m’. Qual è la densità dell'aria
A. 50 N B. 40 N quando il pallone si è alzato a un'altezza dove la pressione
C. 20N D. lON atmosferica è 33 kPa?
11. Un pallone lanciato al livello del mare ha un volume di 4 A. 3.0 kg/m’
ni’e avrà un volume di circa 12 m’ al raggiungimento di B. 1.0 kg/m’
un’altezza di 10 km. Qual è approssimativamente la forza C. 0.66 kg/m’
di galleggiamento a questa quota? D. 0.33 kg/m’
A. 50N B. 40N 17. Un pallone si trova ad una altezza di 5.0 km e sta scen­
C. 20 N D. 10 N dendo a una velocità costante. La forza di galleggiamento
12. 11pallone si espande mentre si alza, mantenendo le pressioni è diretta verso____ e quella di resistenza deH’aria verso
interna ed esterna del pallone approssimativamente uguali.
Se il pallone sale lentamente, il calore trasferito manterrà la A. l’alto, l’alto
temperatura interna più o meno uguale a quella esterna. Un B. l’alto, il basso
pallone con un volume di 4.0 m'viene lanciato al livello del C. il basso, l’alto
mare, dove la pressione atmosferica è 1(K) kPa e la tempe­ D. il bas.so, il basso
ratura è 15°C. Esso si alza lentamente a un’altezza di 55(X)
m, dove la pressione atmosferica è 50 kPa e la temperatura è
-20X . Qual è il volume del pallone a quest’altezza? Problemi integrati aggiuntivi
A. 5.0 m^ B. 6.0 m’ 18. Quando si e.spira, tutta l’aria nei polmoni deve uscire at-
C. 7.0 m’ D. 8.0 m’ BIO traverso la trachea. Se si espira dal naso, quest’aria viene
13. Se il pallone si alzasse velocemente, in modo tale da ren­ rilasciata dalle narici. L’area delle narici è minore di quella
dere impossibile il trasferimento di calore, la temperatura della trachea. Paragona la velocità dell’aria nella trachea
airinterno del pallone scenderebbe mentre il gas si espan­ con quella nelle narici.
de. Se un pallone di 4.0 m’ fosse lanciato a una pre.ssione 19. Starnutire richiede un aumento della pressione dell’aria
di 100 kPa e salisse rapidamente al punto dove la pressione BIO nei polmoni; un tipico starnuto può produrre una pressione
è 50 kPa, il volume del pallone sarebbe supplementare di 7.0 kPa. Stima quanta forza lo starnuto
A. Maggiore di 8.0 m’. esercita sul diaframma, il grande muscolo che si trova sul
B. 8.0 m\ fondo della gabbia toracica.
C. Minore di 8.0 nP. 20. Un blocco di alluminio di massa 20 kg si trova sul fondo
14. Alla fine del volo, la radiosonda viene sganciata e fatta di una tanica d’acqua. Quanta forza esercita il blocco sul
cadere sulla Terra con un paracadute. Supponiamo che il fondo della tanica?
paracadute raggiunga la sua velocità terminale a un’altezza 21. Abbiamo visto che un pesce è in grado di controllare il suo
di 30 km. Mentre esso scende nell’atmosfera, come cam­ BIO galleggiamento attraverso l'uso della vescica natatoria, un
bia la velocità finale? organo riempito di gas all’interno del suo corpo. Possia­
A. La velocità aumenta. mo assumere che la pressione interna del gas nella vescica
B. La velocità resta la stessa. natatoria sia approssimativamente uguale alla pressione
C. La velocità diminuisce. esterna dell'acqua. Un pesce che nuota a una data profon­
dità, aggiusta il volume della sua vescica natatoria per ot­
tenere un galleggiamento neutro. Se il pesce nuota verso
Palloni con passeggeri
l’alto o verso il basso, la variazione di pressione dell’acqua
Voli a grande distanza con palloni si effettuano solitamente provoca un’espansione o una contrazione della vescica.
con palloni riempiti di aria calda o con una miscela di aria ed Di conseguenza, il pesce deve variare la quantità di gas
elio. Il pallone ha una camera fiessibile e sigillata di elio che per ripristinare il volume originario e quindi ristabilire il
si espande o si contrae per mantenere la pressione dell’elio galleggiamento neutro. Consideriamo un grosso branzino
approssimativamente uguale a quella dell’aria esterna. La striato di massa 7.0 kg con un volume di 7.0 L. Quando è
camera di elio poggia sopra una camera aperta (cioè, dove in galleggiamento neutro, il 7.0% del volume del pesce c
l'aria può entrare e uscire) a volume costante di aria riscaldata nella sua vescica natatoria. Assumi una temperatura corpo­
dal propano. Assumi che l’aria calda e l’elio siano mantenuti a rea del branzino di 15°C.
una temperatura costante bruciando propano. a. Quante moli di aria sono contenute nella vesci­
15. Un pallone viene lanciato al livello del mare, dove la pres­ ca natatoria quando il pesce è a una profondità di
sione atmosferica è 100 kPa. L’elio ha un volume di 1000 24 metri?
m’ a questa altezza. Qual è il volume dcH’elio quando il b. Quale sarà il volume della vescica natatoria se il pesce
pallone si è alzato a un’altezza in cui la pressione atmosfe­ sale a una profondità di 15 metri senza variare la quan­
rica è di 33 kPa? tità di gas?
A. 330 m’ B. 500 m’ c. Per far tornare la vescica natatoria alle sue dimensioni
C. lOOOm’ D. 3000 ni’ originali, quante moli di gas devono essere rimosse?

452
Oscillazioni
e onde

I lupi sono animali sociali e ululano per comunicare a grandi distanze, anche di diversi chilometri, con gli altri
membri del branco. Come sono prodotti tali suoni? Come viaggiano attraverso l'aria? E come fanno i lupi a sentirli
a così grandi distanze?
PANORAMICA DEI CONTENUTI

Moto che si ripete periodicamente


Fino a questo punto del libro, abbiamo generalmente considerato processi che hanno
un inizio e una fine ben definiti, come nel caso di un’automobile che accelera da una
posizione di riposo a una velocità finale oppure un solido che viene riscaldato da una
temperatura iniziale a una finale. Nella Parte IV, inizieremo a considerare processi
che sono periodici, ossia che si ripetono. Un bambino su un’altalena, una barca che
ondeggia sull’acqua o anche i bassi ripetitivi di una canzone rock sono moti oscil-
latori che si ripetono periodicamente senza poter specificare un istante iniziale e un
istante finale. Il periodo, cioè il tempo di un ciclo del moto, sarà un parametro chiave
che noi dovremo considerare quando analizzeremo il moto oscillatorio.
11 nostro primo obicttivo sarà quello di sviluppare il linguaggio e gli strumenti
necessari per descrivere le oscillazioni, che vanno daU’oscillazione della massa di un
orologio a pendolo al rimbalzo di un’automobile sulle proprie sospensioni. Una volta
che avremo compreso le oscillazioni, estenderemo la nostra analisi alle oscillazioni
che viaggiano cioè alle onde.

Il modello delle onde


Abbiamo modellizzato con successo il movimento di oggetti complessi come il moto
di una o più particelle. Siamo stati perfino in grado di spiegare le proprietà macro­
scopiche della materia, come la pressione e la temperatura, in termini di movimenti
delle particelle atomiche che compongono la materia.
Ora è giunto il momento di esplorare un altro modo di guardare la natura: il mo­
dello delle onde. Ecco alcuni esempi di onde che ci sono già familiari:
■ Le increspature dell’acqua di un laghetto.
■ 11 rumore di un tuono.
■ La scossa nel terreno prodotta da un terremoto.
■ La corda di una chitarra che vibra.
■ I colori dell’arcobaleno.
Nonostante la grande diversità di tipi e sorgenti delle onde, questi fenomeni possono
essere descritti da un’unica, elegante teoria fisica. La nostra esplorazione del feno­
meno delle onde si baserà su esempi di onde neH’acqua, onde sonore e onde lumi­
nose, ma il nostro obiettivo sarà quello di evidenziare l’unità e la coerenza delle idee
che sono comuni a tutti i tipi di onde. Come nel caso del modello del punto materiale,
useremo il modello delle onde per spiegare una vasta gamma di fenomeni.

Quando le onde collidono


La collisione di due particelle è un evento quasi istantaneo. L’energia e la quantità
di moto vengono trasferite mentre le particelle prendono direzioni diverse. Invece
quando due onde s’incontrano avviene qualcosa di diverso: le due onde passano
l’una attraverso l’altra senza subire modifiche. Nella regione in cui le due onde coe­
sistono, abbiamo una sovrapposizione tra le due onde.
Termineremo la nostra discussione sulle onde analizzando le onde stazionarie risul­
tanti dalla sovrapposizione di due onde che viaggiano in direzioni opposte. La fisica
delle onde stazionarie ci aiuterà a comprendere come le corde vocali possano produne
una vasta gamma di suoni e come il nostro orecchio sia in grado di analizzarli.
Un gibbone penzola da
un ramo, spostandosi
in avanti facendo perno
prima con una presa poi
con l'altra. Vedremo come
la comprensione dei moti
oscillatori ci permetterà
di analizzare il moto
oscillatorio di un gibbone
e il modo di camminare di
altri animali.
ANTEPRIMA *►
Obiettivo: comprendere i sistemi che oscillano di moto armonico semplice.
Moti che si ripetono Moto armonico semplice Risonanza
Q iiam io la bam bina si m u ove verso il La sabbia registra il m oto di o sc illa z io n e Q uando fa ccia m o oscillare un sistem a alla
b asso, le corde ela stich e la tirano verso del p en d olo. La form a sin u so id a le ci d ice sua freq u en za n a tu r a le , si può ottenere
Talto. Q uesta forza di richiam o produce ch e q u esto è un m o to a r m o n ic o una grande am p iezza, ch e ch iam erem o
u n ’o sc illa zio n e: un rim b alzo d op o l ’altro. s e m p lic e . r iso n a n z a .

Vedremo molti esempi di sistemi con Tutte le oscillazioni hanno una forma Impareremo come la risonanza di una
forze di richiamo che conducono a moti simile. Impareremo a descrivere e ad membrana nella parte interna del nostro
oscillatori. analizzare i sistemi oscillanti. orecchio ci permette di determinare il tono
di una nota musicale.

FLASHBACK
Molle e forze àx , PAUSA DI RIFLESSIONE
dì richiamo
Una m olla della lu n ghezza di IO cm è
N el C a p ito lo 8, ab b iam o
appesa in verticale, co m e m ostrato
appreso ch e una m olla
nella figura. U na m assa di 1(K) g è
allungata esercita una forza ^x fissata alla m olla, allungandola fino a 10 cm < 12 cm *
di richiam o prop orzion ale 12 cm . Q uale sarebbe la lunghezza
a ira llu n g a m en to .secondo
la formula:

F = -k A .x
^m JI - f -
d ella m olla se a questa m assa venis.se
sostituita una m assa di 2 0 0 g?

A. 1 4 cm B. 1 6 c m
s
lOOg
In questo capitolo, vedremo come questa forza di richiamo lineare C. 2 0 cm D. 2 4 cm
conduce a un'oscillazione, con una frequenza che dipende dalla
costante elastica della molla k.
14.1 Equilibrio e oscillazione 457

14.1 Equilìbrio e oscillazione


Consideriamo una biglia di vetro che sia libera di rotolare dentro una ciotola FIGURA 14.1 Equilibrio e forze di
sferica, come illustrato nella figura 14.i . La biglia ha una posizione di equili­ richiamo per una biglia in una ciotola
brio sul fondo della ciotola dove resterà ferma senza che alcuna forza risultante sferica.
agisca su di essa. Se spostiamo la biglia lontano dalla posizione di equilibrio, il Quando lu biglia ò .spostata
/I0II0 r A\ 1ì 11Kt-«
peso della biglia produrrà una forza risultante diretta a farle recuperare la posi­
zione di equilibrio. Definiamo questa forza come una forza di richiamo perché
agisce per ripristinare Tequilibno. Il modulo di questa forza di richiamo aumenta
in funzione di quanto allontaniamo la biglia dalla sua posizione di equilibrio.
Se spingiamo la biglia di lato e la rilasciamo, questa non rotolerà solamente
per tornare alla sua posizione di equilibrio e poi fermarsi, ma continuerà a
rotolare su e giù dentro la ciotola con un movimento ripetitivo che passa per la
sua posizione di equilibrio, come vediamo nella figura 14.2 . corpo libero mostra daH'equilibrio e
Definiamo questo moto ripetitivo un'oscillazione. Quest’oscillazione è il una forza di richiamo maggiore è la forza
risultato di una reciproca azione tra la forza di richiamo e Tincrzia della biglia, risultante. risultante.

qualcosa che vedremo in tutti i moti oscillatori che analizzeremo. FIGURA 14.2 II moto oscillatorio di una
Iniziamo la nostra de.scrizione notando la caratteristica più importante dei biglia che rotola in una ciotola.
moti oscillatori: sono moti che si ripetono nel tempo. Qualsiasi oscillazione è Quando la biglia viene rilasciata, una forza di
caratterizzata da un periodo, l’intervallo di tempo dopo il quale il moto si richiamo la riporta verso la posizione di equilibrio.
ripete sempre uguale. Abbiamo incontrato già i concetti di periodo e frequenza
quando abbiamo studiato il moto circolare nel Capitolo 6. Come punto di par­
tenza quindi, inizieremo a ripassare questi concetti e a vedere come si appli­
cano al moto oscillatorio.
L’inerzia fa sì ... dove la forza di
che la biglia continui richiamo la spinge
Frequenza e periodo a muoversi verso il indietro verso la
lato opposto ... posizione di equilibrio.
Un elettrocardiogramma (ECG), come quello mostrato nella figura 14.3 , è la
riproduzione dell’attività elettrica del cuore durante il suo funzionamento.
Analizzeremo con maggiori dettagli relettrocardiogramma nel Capitolo 21.
FIGURA 14.3 Un elettrocardiogramma ha
Sebbene la forma di un tipico segnale registrato dall’ECG sia piuttosto com­
un periodo ben definito.
plessa, notiamo che ha uno schema che si ripete. Per questa, come per ogni
Battiti cardiaci successivi producono
altra oscillazione, il tempo per completare un intero ciclo è detto il perìodo di approssimativamente Io stesso segnale.
oscillazione. Al periodo è solitamente assegnato il simbolo T. Periodo T :
Un modo equivalente di dare la stessa informazione è quello di indicare il
numero di cicli, o oscillazioni, completate per secondo. Se il periodo è |L s, 2o -
allora l’oscillatore completa 10 cicli in I secondo. Allo stesso modo, un’oscil­
o
lazione che ha un periodo di 10 s avrà solo del suo ciclo completato in un e
>-
secondo. In generale, un periodo di T secondi per ciclo implica che \/T cicli ^3
saranno completati ogni secondo. Il numero dei cicli per secondo è chiamato
frequenza / dell’oscillazione. La relazione tra frequenza e periodo è quindi
1
/ j (14.1) 0 1 2 3
Tempo (s)
Le unità di misura della frequenza .sono gli Hertz, abbreviato in Hz. Per
definizione,
1 Hz = 1 ciclo al secondo = 1 s“‘
Avremo spesso a che fare con oscillazioni molto rapide e faremo uso delle
unità mostrate nella Tabella 14.1.
E nn3 ►In questo ca.so è importante distinguere tra lettere maiuscole e minu­
scole. I MHz è 1 megiihertz = Ky’Hz, mentre I mHzè 1 milliheilz= 10^^ Hz! <

ESEMPIO 14.1 Frequenza e periodo di una stazione radio


Una stazione radio in F^Mtrasmette un’onda oscillante a una frequenza di 100 MHz. TABELLA 14.1 Unità comuni per la
frequenza
Qual è il periodo di o.scillazionc?
SOLUZIONE I-a frequenza/di .oscillazione nel trasmettitore radio è 100 MHz = 1.0 Frequenza Periodo
• 10” Hz. 11 periodo è Pinversò della frequenza, quindi IO'Hz = kiIohertz= 1 kHz 1 ms
ì 1 10^’ Hz = megahertz = I MHz IMS
-= LO • U r* s= 10 ns
r LO • lO^Hz KPHz = gigahertz= 1 GHz 1 ns
458 CAPITOLO 14 Oscillazioni

Moto oscillatorio
Tracciamo il grafico del moto di una biglia in una ciotola, con le posizioni a
destra del punto di equilibrio come positive e quelle a sinistra come negative.
La FIGURA 14.4 mostra una serie di “istantanee” del moto e i corrispondenti
punti sul grafico. Questo grafico ha la forma della funzione coseno. Un gra­
fico o una funzione che ha la forma di una funzione seno o coseno è chiamato
sinusoidale. Un’oscillazione sinusoidale è chiamata m oto arm onico se m ­
plice.
FIGURA 14.4 Costruzione di un grafico delle posizioni rispetto al tempo per una biglia che rotola in una ciotola.

Biglia rìla.sciata nella Passaggio per la posizione Nella parte sinistra, inverte Rotola dalla parte opposta, Un’oscillazione è stata
parte destra della ciotola di equilibrio la direzione del moto passando per il punto completata e inizia la
di equilibrio successiva

La biglia rotola lungo la parete interna della ciotola e compie un moto armo­
nico semplice, come un’automobile che rimbalza sulle sospensioni. Il moto
armonico semplice è molto comune e, in molti casi, può essere schematizzato
come uno di questi due semplici sistemi: una massa che oscilla a cau.sa di una
molla oppure un pendolo che oscilla avanti e indietro.

Esempi di moto armonico semplice

Sistema oscillante Esempi relativi al mondo reale


Massa col legata a una molla La massa oscilla avanti Vibrazioni neH'orecchio Le onde sonore che entrano
k ^ ^
e indietro a causa della nelTorecchio causano delle
forza di richiamo della oscillazioni nella membrana
molla. Il periodo dipen­ della coclea. La vibrazione può
de dalla massa e dalla essere rappresentata come una
rigidità della molla. massa collegata a una molla. Il
periodo di oscillazione di un seg­
mento della membrana dipende
dalla massa (lo spessore della
membrana) e dalla rigidità (la
rigidità della membrana).
Pendolo La mas.sa oscilla avanti Moto delle gambe durante li moto delle zampe di un anima­
e indietro a causa della la deambulazione le quando cammina può essere
forza di richiamo gra­ schematizzato come il moto del
vitazionale. Il periodo pendolo. Il ritmo a cui le zampe
dipende dalla lunghezza oscillano dipende dalla loro
del pendolo e dall’acce­ lunghezza e daH’accelerazione di
lerazione di gravità g. gravità g.

PAUSA DI RIFLESSIONE 14.1 Due sistemi oscillanti hanno periodi e con


r, < T^. Come sono collegate tra loro le frequenze dei dueLsistemi?
A ./,< f , C ./,> /,
14.2 Forze di richiamo lineari e moto armonico semplice 459

FIGURA 14.5 La forza di richiamo di un


14.2 Forze di richiamo lineari e moto carrello collegato a una molla.
armonico semplice Nella |X)si/.ionc di equilibrio
non c'è alcuna for/.a risultanie.
La FIGURA 14.5 mostra un carrello che viaggia lungo una rotaia a cuscino d’aria
con bassissimo attrito. Una molla collega il carrello a un’estremità della rotaia.
Quando la molla non è né compressa né allungata, la forza totale esercitata sul
carrello è pari a zero. 11 carrello è semplicemente fermo nella sua posizione di WWW
Rotaia a cuscino d’aria im
equilibrio. 11
Se il carrello viene spostato da questa posizione di equilibrio di una quantità Uno spostamento fa si che la
A.V, la molla e.serciterà una forza verso la posizione d’equilibrio, ossia eserci­ molla eserciti una lor/.a diretta
verso la posizione di equilibrio.
terà una forza di richiamo. Nella -^ s e z i o n e 8.3, abbiamo visto che questa forza Ax
della molla è descritta dalla legge di Hooke: = A a%dove /: è la costante
elastica della molla (ricordiamo che una molla “rigida” ha un valore elevato di
ìv a a a a M
k.). Se poniamo l’origine del nostro sistema di coordinate nella posizione di
equilibrio, lo spostamento dall’equilibrio A.v è uguale a x; quindi la forza della
molla può essere scritta come = ~kx.
La forza totale sul carrello è semplicemente la forza della molla, quindi
possiamo scrivere
(14.2)
(^iot)x =
Il segno negativo ci dice che questa è una forza di richiamo jxjrchc' la forza P.3S
ò nella direzione opposta allo spostamento. Se spingiamo il carrello verso
destra (.v positivo), la forza è esercitala verso sinistra (negativa), ossia
indietro verso la posizione d’equilibrio.
FIGURA 14.6 Un esperimento che
Questa è una forza di richiamo lineare, cioè la forza totale è diretta verso la mostra Toscillazione di un carrello su
posizione di equilibrio ed è proporzionale alla distanza daH’equilibrio. una rotaia a cuscino d'aria
O.SC illa z io n e
Il punto sul corpo
Moto di una m assa collegata a una molla • la cui posizione
Se tiriamo il carrello della Figura 14.5 per una breve distanza verso destra e viene misurala

poi lo rilasciamo, esso o,sciIlerà avanti e indietro. La f ig u r a i4.e mostra i dati Ro laia a cuscino d'aria
reali di un e.sperimento in cui la posizione del carrello è misurata 20 volte al X
.secondo. Questo è un grafico della posizione rispetto al tempo che è stato -A
ruotato di 90® rispetto al suo solito orientamento in modo tale che l’asse x
coincida con il moto del carrello. 11 massimo spostamento del corpo dall’e-
quilibrio è chiamato ampiezza A del moto. La posizione del corpo oscilla • •• Q u esta è la p o siz io n e
*...... I di eq u ilib r io , v è Io
tra x==—A e jc = -\-A. s p o sta m en to da
q u e sta iX )sizion e.
E H n ►L’ampiezza è la distanza dal punto d’equilibrio al punto massimo,
non la distanza tra il punto minimo e quello massimo. < Punto di
inversione
11 grafico della posizione è sinusoidale, quindi questo è un moto armonico del moto •• gratico del molo
' è sinusoidale.
semplice. L’oscillazione attorno alla posizione di equilibrio con una forza di I
I
richiamo lineare è sempre un moto armonico semplice. .... La distanza massima
verso destra c verso
sinistra ò A.
Massa collegata a una molla in verticale
La FIGURA 14.7 mostra un blocco di ma.ssa ni che è appeso a una molla con
costante elastica k. Questo sistema avrà lo stesso moto armonico .semplice del FIGURA 14.7 La posizione di equilibrio di
sistema orizzontale che abbiamo appena visto, oppure la gravità aggiungerà una massa fissata a una molla verticale.
un’ulteriore complicazione? Un importante punto da rilevare è che la posi­
zione di equilibrio del blocco non coincide con la posizione di equilibrio della
molla. Alla posizione di equilibrio del blocco, dove questo resta appeso senza
muoversi, la molla è allungata di AL.
Trovare AL è un problema di equilibrio statico in cui la forza di richiamo /
Molla a riposo
della molla diretta verso l’alto bilancia la forza peso verso il basso del blocco.
La componente y della forza della molla è data dalla legge di Hooke:
Il blocco appeso a riposo
(F ) = k M (14.3) ha allungato la molla di
AL. Questa è la posizione
La prima legge di Newton per il blocco in equilibrio è
di equilibrio del bliKco, •"
(F,,) = (^ F m )' y + P y = k A L - m g” = 0 (14.4) il punto in cui la forza
^ totale è piu-i a zero.
460 CAPITOLO 14 Oscillazioni

Da cui possiamo trovare mg


AL = (14.5)
Questa è l’allungamento della molla quando il blocco è fissato a essa.
Supponiamo di spostare il blocco dalla sua posizione di equilibrio, come
mostrato nella f i g u r a 14.8. Abbiamo posto Torigine delPasse y nella posizione
FIGURA 14.8 Spostando il blocco dalla
di equilibrio del blocco in modo da essere coerenti con la nostra analisi dei
sua posizione di equilibrio si produce
una forza di richiamo. moti oscillatori effettuata nelTarco del presente capitolo. Se il blocco si muove
verso l’alto, come nella figura, la molla diventa più corta rispetto alla sua lun­
ghezza di equilibrio, ma la molla è ancora allungata rispetto alla sua lunghezza
Molla Molla
a riposo della Figura 14.7. Quando il blocco è nella posizione y, la molla è
allungata allungata
di M di I L - V allungata di una quantità AL — y e quindi esercita una forza verso ralto
= A'(AL —y). La forza totale sul blocco in questo punto è
- V) - ‘4.6)
Ma k AL —mg = 0, dall’Equazione 14.4, quindi la forza totale sul blocco è
(/•;„,), = -^y (I4.7)
Spostando il
bliKco verso L’Equazione 14.7 per una massa appesa a una molla ha la stes.sa forma
Posizione di
l’alto. .. dell’Equazione 14.2 per una molla orizzontale, dove troviamo = —kx.
equilibrio . . . si ha una forza
del blocco totale verso il basso. Cioè, la forza di richiamo per oscillazioni verticali è identica alla forza di
richiamo per le oscillazioni orizzontali. Il ruolo della gravità è di determ i­
nare dov’è la posizione di equilibrio, ma non ha conseguenze sulla forza di
richiamo per spostamenti dalla posizione di equilibrio. Poiché si tratta di
una forza di richiamo lineare, una massa appesa a una molla verticale oscilla
con moto armonico semplice.

Il pendolo
11 capitolo si è aperto con la foto di un gibbone, il cui corpo oscilla avanti e
indietro .sotto il ramo di un albero. 11 movimento del gibbone è essenzialmente
quello di un pendolo, una mas.sa .sospe.sa a un punto di perno tramite una
corda o sbarra di massa trascurabile. Un pendolo o.scilla attorno alla sua posi­
zione di equilibrio, ma è davvero un moto armonico semplice? Per rispondere
a questa domanda, dobbiamo esaminare la forza di richiamo del pendolo. Se la
FIGURA 14.9 Descrizione del moto di un
pendolo. forza di richiamo è lineare, il moto sarà armonico .semplice.
(a)
La FIGURA 14.9a mostra una massa m fissata a una corda di lunghezza L e
libera di oscillare avanti e indietro. La posizione del pendolo può essere
descritta sia dalla lunghezza dell’arco di cerchio .v che dall’angolo 0\ entrambe
queste grandezze sono uguali a zero quando il pendolo è appeso in posizione
verticale. Poiché gli angoli .sono misurati in .senso antiorario, s q 6 sono positivi
quando il pendolo è spostato a destra del centro e negativi quando è spostato a
sinistra.
Due forze agiscono sulla mas.sa: la tensione della corda 7 e il peso P . 11
moto avviene lungo un arco di circonferenza. Abbiamo scelto un sistema di
coordinate solidale con la massa con un asse lungo il raggio della circonfe­
renza e l’altro tangenziale a essa. Dividiamo le forze nelle componenti tangen­
del Parco
ziali, parallele al moto (e indicate con l’indice /), e radiali, dirette verso il
(b)
La tensione è diretta centro della circonferenza. Esse sono mostrate nel diagramma di corpo libero
verso il centro della della FIGURA 14.9b.
Centro della circonferenza. Non
circonferenza
La massa deve muoversi lungo un arco di circonferenza, come già notato.
c'ò componente
tangenziale. Come mostra la Figura 14.9b, la forza totale in questa direzione è la compo­
nente tangenziale della forza peso:
{F,,,),= ^ F , = P ,= -m g sm tì (14.8)
Asse Questa è la forza di richiamo che spinge la massa indietro verso la posizione
tangenziale di equilibrio.
Questa equazione diviene molto più .semplice .se consideriamo le oscilla­
Il peso ha ...... zioni del pendolo ad angoli piccoli, inferiori a circa 10° (0.17 rad). Per que.sti
una componente angoli, se 6/ è espre.sso in radianti, risulta che
tangenziale
P. = - P s \ n t ì . sin 6 ^ 0
14.3 Descrizione del moto armonico semplice 461

Questo risultato, che si applica solo quando l’angolo è in radianti, viene


chiamato rapprossim azione per piccoli angoli.
LL*lfJ ►Possiamo controllare questa approssimazione. Selezioniamo nella
nostra calcolatrice la modalità radianti, inseriamo un valore che sia inferiore
a O.l 7 rad, prendiamo il seno di quest’angolo e vediamo ciò che otteniamo. <
Ricordando dalla -^^sezione ?.i che l’angolo è legato alla lunghezza dell’arco
dall’equazione 0 = s/L e usando l’approssimazione per piccoli angoli, pos­
siamo scrivere la forza di richiamo come

(^ to t ); = -m g sin e « -m g d = -m g ^ ^

La forza totale è diretta verso la posizione d'equilibrio ed è linearmente pro­


porzionale allo spostamento s dall’equilibrio. La forza su un pendolo è una
forza di richiamo lineare se si considerano angoli piccoli, quindi il pendolo
segue un moto armonico semplice.

PAUSA DI R IF L E SSIO N E 14.2 Una sfera è appesa a una corda, dando origine
a un pendolo. Quando viene spostato di un angolo di 5° da un lato, la forza di
richiamo è di LO N. Quale sarà il valore della forza di richiamo se la sfera è
spinta di lato di un angolo di 10°?
A. 0.5 N B. LON C. 1.5 N D. 2.0 N

14.3 Descrizione del moto armonico


semplice
Ora che conosciamo che cosa provoca il moto armonico semplice, possiamo
sviluppare le descrizioni grafiche e matematiche. Se lo facciamo per un
sistema, possiamo poi adattare la descrizione a qualsiasi altro sistema. 1 detta­
gli varieranno, ma la forma del moto resterà la stessa. Iniziamo con l’analisi di
un periodo di oscillazione di una massa appesa a una molla in verticale.

Dettagli del moto oscillatorio


Una massa è appesa a una molla in verticale con una posizione O 0 0 O 0 0 O O 0 Questa figura rappresenta un
di equilibrio a y = 0. La massa è sollevata di una distanza A e periodo del m oto. Q uesto cielo
o si ripete airin fin ito.
rilasciata. II

O La massa inizia a muoversi a partire dal suo spostamento / La m assa percorre


una distanza A
massimo positivo, y = A. La velocità è zero, ma l’accelera­
sopra il punto
zione è negativa perché c’è una forza totale verso il basso. /d 'e q u ilib r io ...
0 La massa si sta muovendo verso il basso, quindi la sua velo­ - y = A*"''
cità è negativa. All’approssimarsi della massa aH’equilibrio, ... e una stessa
y =0 <Jistaii/.a A sotto.
la forza di richiamo, e quindi il modulo dell’accelerazione, y = -A
diminuisce.
Il grafico della p osizion e
0 In questo istante la massa si sta muovendo verso il basso alla è una funzione sinusoidale.
massima velocità. Essa è alla posizione di equilibrio, quindi la I grafici della velocità e
forza totale, e l’accelerazione, sono pari a zero. d eira ccclcra zio n e hanno
la stessa forma generale.
O La velocità è ancora negativa ma il suo modulo sta dimi­
nuendo, quindi l’accelerazione è positiva. '.!!! La p osizion e c la velocità
0 La massa ha raggiunto il suo punto più basso, un punto di non sono in fase. Quando
inversione. La molla è alla sua massima estensione, quindi c’è lo spostam ento ò m assim o,
la velocità è pari a zero;
una for/.a totale diretta verso l’alto e l’accelerazione è positiva. quando la velocità è m assim a,
0 La massa ha iniziato a muoversi verso l’alto; la velocità e lo spostam ento è pari a zero.
l’accelerazione sono positive.
O La massa è passata per la posizione di equilibrio ancora una vol­ j!!! La velcK'ità e T accelerazione
non sono in fase. Quando
ta, ma nella,direzione opposta, quindi ha una velocità positiva.
la vel(KÌtà è m assim a,
La forza totale è nulla, quindi l’accelerazione è pari a zero. L accelerazione è nulla;
0 La massa continua a muoversi verso l’alto. La velocità è quando T accelerazione
positiva ma il suo modulo sta diminuendo, quindi l’accelera­ ò m assim a, la vekK'ità
è nulla.
zione è negativa.
0 La massa è ora di nuovo nella sua posizione iniziale. Questo
è un altro punto di inversione. La massa è a riposo ma presto
inizierà di nuovo a muoversi verso il basso e il ciclo si ripeterà.
462 CAPITOLO 14 Oscillazioni

PAUSA DI RIFLESSIONE 14.3 grafico nella tabella precedente si applica al


moto del pendolo come a quello di una massa fissata a una molla. Un pendolo
in un orologio ha un periodo di 2.0 secondi. vSpostiamo il pendolo a destra,
uno spostamento positivo, e lasciamolo andare, chiameremo questo istante di
tempo / = 0 s. A quale istante il pendolo sarà (a) per la prima volta al suo mas­
simo spostamento negativo, (b) per la prima volta alla sua velocità massima in
modulo, (c) per la prima volta alla sua massima velocità positiva, e (d) per la
prima volta alla sua massima accelerazione positiva?
A. 0.5 s B. 1.0 s C. 1.5 s D. 2.0 s

I grafici nella pagina precedente sono per un moto oscillatorio in cui il corpo
si trova iiy = A alfi.stante t = 0. Possiamo certamente immaginare un insieme
di condizioni iniziali differenti, con il corpo d y = —A o in qualche posizione
intermedia delfoscillazione a / = 0. Ciò cambierebbe il punto di partenza del
grafico ma non il suo aspetto complessivo. L’oscillazione si ripete airinfinito,
quindi l’esatta scelta del punto iniziale non è cruciale, i risultati che abbiamo
sottolineato sono generali. Teniamo a mente che tutte le caratteristiche che
abbiamo visto per il moto di una massa fissata a una molla valgono anche per
altri esempi di moto armonico semplice.
II grafico della posizione rispetto al tempo nella tabella della pagina prece­
dente è una funzione coseno. Possiamo scrivere la posizione del corpo come

jc(0 = A c o s ( ) (14.10)

dove la notazione .v(/) indica che la posizione x è una funzione del tempo /.
Poiché c o s (27t rad) = cos(() rad), vediamo che la posizione al tempo t = T è
uguale alla posizione al tempo / = 0. In altre parole, questa è una funzione
Mantenere il ritmo L’asta metallica di coseno di periodo T. Possiamo allora .scrivere l’Equazione 14.10 in una forma
un metronomo oscilla avanti c indietro, alternativa. Poiché la frequenza dell’oscillazione è / = 1/T, possiamo scrivere
emettendo un “tic” sonoro ogni volta che
passa dalla posizione centrale. Questo è x(t) = A cosilnfi) (14.11)
un moto armonico semplice, quindi un EESEl ►L’argomento lirft della funzione coseno è in radianti. Questa sarà
moto che si ripete uguale, ciclo dopo ciclo,
la convenzione adottata per tutto questo capitolo. Non dimenticare di porre
sempre con lo stesso periodo. 1 musicisti
usano questo suono per mantenere un ritmo la tua calcolatrice in modalità radianti prima di affrontare problemi sulle
costante. oscillazioni. <
Il grafico della posizione è una funzione coseno; il grafico delle velocità è
una funzione seno capovolta con lo stesso periodo T. La velocità che è una
funzione del tempo, può essere scritta come
277/\ _
Vx(0 = -V„ , smi rjp J ^niu? sin (2 7 7 //) (14.12)

LT*Ì/J ► è la velocità massima in modulo e, di con.seguenza, è un nu­


mero positivo. 11 segno meno nell’Equazione 14.12 è necessario per capo­
volgere la funzione seno. <
Co.sa possiamo dire circa l’accelerazione? Come abbiamo visto in prece­
denza nell’Equazione 14.2, la forza di richiamo che causa l’oscillazione della
massa in un moto armonico semplice è —
Usando la seconda legge di Newton, vediamo che questa forza produce
un’accelerazione
a = ------- = ------.r (14.13)
L’accelerazione è proporzionale alla posizione jc, ma con un segno meno. Di
con.seguenza ci aspettiamo che il grafico dell’accelerazione in funzione del
tempo abbia una forma uguale ma cambiata di segno rispetto al grafico della
posizione in funzione del tempo. Questo è in effetti quello che troviamo; il
grafico dell’accelerazione rispetto al tempo, pre.sentato nella tabella prece­
dente, è chiaramente una funzione coseno capovolta con lo stesso periodo T.
Possiamo scrivere l’accelerazione come
^iTTt^
«^(0 = -« n .cosi - I= - a , C 0S(27T//) (14.14)
14.3 Descrizione del moto armonico semplice 463

In questo e nel prossimo capitolo, faremo largo uso delle funzioni seno e
coseno, quindi ora passeremo in rassegna alcuni aspetti chiave delle relazioni
matematiche di queste funzioni.

Funzioni sinusoidali
FV
Una variabile che oscilla nel tempo
e può essere scritta come

x = A sin
T
oppure

x = A COSI
è chiamata una funzione sinusoi­
dale con periodo T. L’argomento
delle funzioni, lirtlT, è in radianti.
Entrambe le funzioni hanno la stes­
sa forma, ma diversi valori iniziali
a / = 0 s.
LIMITI Se jc è una funzione sinusoi­
dale, allora la funzione è:
■ Limitata, prende solo valori
compresi tra —A e A.
■ Periodica, ripete la stessa se­
quenza di valori alTinfinito. Il valore di x all’istante t è uguale al valore
all’istante t + T.
VALORI SPECIALI La funzione x ha i seguenti valori per tempi uguali a fra­
zioni di periodo:

t=0 t = \T / = Ì7 - /= |r t=T
x = A sin(27r//Tj 0 A 0 -A 0
x = A cosilirt/T) y4 0 -A 0 A

ESEMPIO 14.2 Moto di un carrello fissato a una molla


Un carrello oscilla orizzontalmente fissato a una molla con una FIGURA 14.10 Grafico della posizione del carrello rispetto al
frequenza di 0.50 Hz. Supponiamo che il carrello venga spo­ tempo.
stato a destra della sua posizione di equilibrio di 12 cm e quindi
venga rilasciato. Quale posizione avrà il carrello 1.0 s dopo
essere stato rilasciato? Qual è la sua velocità in questo punto?
IM P O S T A Z IO N E II carrello si muove di moto armonico sem­
plice con ampiezza di 12 cm. La frequenza è 0.50 Hz, quindi
il periodo è 7 = l//= 2.0 s. Il carrello viene rilasciato alla mas­
sima distanza dalla sua posizione di equilibrio, il che significa
che possiamo associare a questa posizione il tempo t = 0.
S O L U Z IO N E 1.0 s corrisponde esattamente a metà periodo.
Come mostra il grafico del moto nella FIGURA i4.io, mezza
oscillazione porta il carrello al suo punto di inversione, 12 cm
a sinistra della posizione di equilibrio. La velocità in questo V E R IF IC A Disegnare il grafico è stato un importante passo che
punto è pari a zero. ci ha aiutato a comprendere meglio il moto.

Connessioni col moto circolare uniforme


Sia il moto circolare sia il moto armonico semplice sono moti che si ripetono
periodicamente. Molti dei concetti che abbiamo usato per descrivere il moto
armonico semplice erano stati introdotti nel nostro studio del moto circolare.
Faremo uso di questa conpessione per estendere le nostre conoscenze della
cinematica del moto circolare al moto armonico semplice.
464 CAPITOLO 14 O scillazioni

FIGURA 14.11 Proiezione del moto Possiamo dimostrare la relazione tra moto circolare e moto armonico sem­
circolare di una palla che ruota. plice con un semplice esperimento. Supponiamo che un tavolo girevole abbia
(a) Luce dal proiettore una palla incollata a un’estremità. Come mostra la f i g u r a 14.i ia, possiamo fare
un “teatro delle ombre” della palla proiettando una luce sopra la palla verso
uno schermo. L’ombra della palla sullo schermo oscilla avanti e indietro men­
tre il tavolo girevole ruota.
Moto Se poniamo un corpo reale collegato a una molla direttamente sotto lo
circolare schermo, come mostrato nella f i g u r a i4 .iib , e se regoliamo il tavolo girevole
della palla
in modo tale da avere lo stesso periodo della molla, scopriamo che il moto
deH’ombra combacia esattamente con il moto armonico semplice del corpo
fissato alla molla. 11 moto circolare uniforme proiettato in una dimensione
Ombra è un moto armonico semplice.
^ \ Schermo
Possiamo vedere il perché la proiezione di un moto circolare è un moto
Moto oscillatorio deH’ombra della palla armonico semplice considerando la particella nella f i g u r a i4.i2a. Come nel
Capitolo 7, siamo in grado di localizzare la particella dall’angolo </> misurato
(h) Moto armonico semplice del blocco
in senso antiorario rispetto all’asse jc. La proiezione dell’ombra della palla
sullo schermo della Figura 14.1 la è equivalente a osservare solo la compo­
W wwwwva nente X del moto della particella. La Figura 14.12a mostra che la componente
JC, quando la particella è a un angolo (/>, è

X —A cos 0
Se la particella inizia da 0^ = 0 a r = 0, il suo angolo a un tempo successivo t è
(f) = cot
dove of èl d velocità angolare della particella, come è stata definita nel Capi­
tolo 7. Ricordiamo che la velocità angolare è col legata alla frequenza/ da
ù) = I tt/
La componente jc della particella può essere quindi espressa come
x{t) = A cos(27r/r) (14.15)
Questa espressione è identica all’Equazione 14.11 per la posizione di una
massa fissata a una molla! La componente jc di una particella in moto circo­
lare uniforme è un moto armonico semplice.

FIGURA 14.12 Proiezione della posizione, della velocità e dell'accelerazione.

Possiamo usare questa corrispondenza per dedurre altri dettagli. La f i g u r a


i4.i2b mostra il vettore velocità tangente alla circonferenza. Ricordiamo dal
Capitolo 6 che il modulo della velocità di una particella in moto circolare uni­
forme con raggio A e frequenza/^ v = lirfA. Quindi la componente a' del vet­
tore velocità, che punta nella direzione negativa dell’asse a , è
v^ = —Vsin 0 = —( I tt/)A sin(27r/0
14.3 Descrizione del moto armonico semplice 465

Secondo la corrispondenza tra il moto circolare e il moto armonico sem­


plice, questa è la velocità di un corpo in moto armonico semplice. In effetti,
ritroviamo esattamente l’Equazione 14.12, che abbiamo dedotto dal grafico
del moto, se definiamo come velocità massima
= iTrfA (14.16)
La FIGURA 14.12C mostra l’accelerazione centripeta del moto circolare. 11
modulo dell’accelerazione centripeta è r/ = \r!A = {I ttJYA. La componente x del
vettore accelerazione, che è faccelerazione per il moto armonico semplice, è
= —a cos = — {lir /y ^ A co s ( 27t//)
Moto armonico semplice nel forno
L’accelerazione massima è quindi a microonde La prossima volta che
(14.17) scaldiamo una tazza d'acqua nel nostro
forno a microonde, possiamo fare questo
Una volta che abbiamo stabilito che il moto è armonico semplice, siamo in esperimento: mentre il piatto girevole mota,
grado di descriverlo con le equazioni sviluppate sopra, che riepilogheremo muovendo in cerchio la tazza, restiamo di
fronte al forno con gli cK'chi al livello della
nella Sintesi 14.1. Se conosciamo l’ampiezza e la frequenza, il moto è com­
tazza e guardiamola, facendo attenzione al
pletamente specificato. suo movimento laterale. Vedremo qualcosa
di simile all’esempio del tavolo girevole
illustrato precedentemente. Il moto apparente
della tazza è la proiezione in una direzione
del moto circolare del piatto girevole ed è un
moto amionico semplice, mentre in realtà, la
tazz.a si sposta in moto circolare!

S IN T E S I 14.1 Descrizione del m oto arm on ico sem plice


X, v^. e f \

La posizione, la velocità e l’accelerazione di corpi in moto armonico semplice P«3 1^


sono descritti da funzioni sinusoidali correlate tra loro. SINUSOIDALE

P osi/ion e Velocità A ccelerazione

-A-

All’istante t, lo .spostamento, la velocità e raccelerazione sono date da:

4 0 = A COS(27 t/ / ) Vx(?) = -V m ax S Ìn(277-/0 a j j ) = -am ax c o s (2 7 t/ / )

I valori massimi per lo spostamento, la velocità e l'accelerazione sono determinati dall’anipiezza A c dalla frequenza/ :

•^max ^ ^max ^77/A r/^iax ( 2 t7 / ) A

ESEMPIO 14.3 M isu ra dell'oscillazione di un grattacielo


11 John Hancock Center a Chicago è un grattacielo alto 100 ''max= 27T/A = 27t(0. 13 Hz)(0.40 m) = 0.33 m/s
piani. Un forte vento può causare un’oscillazione deH’edificio,
come accade per tutti gli edifici molto alti. In giorni particolar­ "m ax = (27t/)2A = [27t(0. 13 Hz)]2(0.40 m) = 0.27 m/s^
mente ventosi, la cima dell’edificio oscilla con un’ampiezza di In termini di accelerazione di gravità, l’accelerazione massima
40 cm e un periodo di 7.7 s. Quali sono la massima velocità e ha = 0.027g.
accelerazione della cima dell’edificio?
V E R IF IC A L’accelerazione è piuttosto piccola, come ci pote­
IM P O S T A Z IO N E Faremo l’ipotesi che le oscillazioni dell’edi­
vamo aspettare; se fosse grande gli occupanti dei piani alti di
ficio siano un moto armonico semplice con ampiezza A = 0.40 un grattacielo se ne lamenterebbero sicuramente!
m. La frequenza può essere calcolata dal periodo: Anche se non notassero direttamente il molo, se le oscillazioni
/= :! ; = : r L = 0.13 Hz fossero grandi, gli impiegati degli uffici posti ai piani alti po­
^ T 7.7 s trebbero risentirne con fenomeni di nausea perché l’accelera­
S O L U Z IO N E Possiamo usare le equazioni per la velocità e zione ha effetti sull’organo deH’equilibrio aH’interno del­
l’accelerazione massima dulia Sintesi 14.1: l’orecchio.
466 CAPITOLO 14 Oscillazioni

ESEMPIO 14.4 Analisi del m oto di un giocattolo appeso


Un classico giocattolo per bambini consiste in un animaletto di b. La Figura 14.13 mostra che il primo passaggio del giocattolo
legno sospeso a una molla. Se alziamo il giocattolo di 10 cm e alla posizione di equilibrio avviene a t = T/4 = (2.5 s)/4 =
lo lasciamo andare, esso oscillerà dolcemente su e giù, comple­ 0.62 s. Questo è il punto con la massima velocità in modulo,
tando 4 oscillazioni in 10 secondi. che calcoliamo usando l’equazione relativa nella Sintesi 14.1 :
a. Qual è la frequenza di oscillazione?
Vn^= 27T/A = 27t(0.40 Hz)(0. io rn) = 0.25 nVs
b. Quando raggiunge il giocattolo per la prima volta la sua ve­
locità massima in modulo, e quanto vale questa velocità? c. 4.0 s dopo che il giocattolo è stato lasciato corrispondono a
c. Quali sono la posizione e la velocità del giocattolo 4.0 s t = 4.0 s. La Figura 14.13 mostra che il giocattolo è sotto la
dopo che lo abbiamo lasciato andare? posizione di equilibrio e sta salendo, quindi ci aspettiamo
che la posizione sia negativa e la velocità sia positiva. Pos­
II giocattolo è un corpo fissato a una molla
IM P O S T A Z IO N E
siamo usare le espressioni nella Sintesi 14.1 per determinare
verticale, quindi si muove di moto armonico semplice. Il gio­
la posizione e la velocità a questo tempo:
cattolo inizia il suo moto al suo massimo spostamento positivo
di 10 cm, ossia 0.10 m; questa è l’ampiezza del moto. Poi­ y(t = 4.0 s) = A cos(27t//)
ché il giocattolo viene rilasciato al suo massimo spostamento
positivo, possiamo considerare il momento in cui viene rila­ = (0.10 m)cos[27T(0.40 Hz)(4.0 s)]
sciato come / = 0 s. II giocattolo completa 4 oscillazioni in 10
secondi, quindi il periodo è 1/4 di 10 secondi, o 7 = 2.5 s. La = -0.081 m
FIGURA 14.13 mostra i primi due cicli dell’oscillazione.
v^(r = 4.0 s) = sin(27T//)
FIGURA 14.13 Grafico della posizione del giocattolo a molla.
A / = r/4, il = -(0.25 m/s)sin[27r(0.40 Hz)(4.0 s)]
giocattolo passa
per la prima volta A / = 4.0 s, il giocattolo
y (m) i^cl punto è sotto la sua posizione = 0.15 m/s
Ricordiamo che questi calcoli devono essere effettuati con
la calcolatrice in modo da operare con angoli espressi in
radianti. Il giocattolo è sotto la sua posizione di equilibrio
(y < 0) e si sta muovendo verso l’alto (v^> 0), come ci as­
pettavamo dal grafico nella Figura 14.13.
V E R IF IC A 5.0 s corrispondono a due oscillazioni complete,
quindi il giocattolo sarebbe di ritorno al punto più alto del suo
moto a questo istante. A / = 4.0 s, è quindi ragionevole aspet­
S O L U Z IO N E a. Il periodo è 2.5 s, quindi la frequenza è tarsi che il giocattolo sia sotto il suo punto di equilibrio e si stia
, 1 1 muovendo verso l’alto. La massima velocità di 0.25 m/s, è un
/ = :;: = = 0.40 oscillazioni/s = 0.40 Hz valore modesto, come ci si aspetta da un giocattolo per bambini.
T 2.5 s

PAU SA DI R IF L E SSIO N E 14.4


Le figure mostrano quattro oscilla­ A.
tori identici in un differente istante
del loro moto. Quale di essi si sta
spostando più rapidamente nelfi- B.
stante mostrato?
C.

D.
(v w v A a a a a A a a q

-A

14.4 Energia nel moto armonico semplice


Un bungee jumper in caduta aumenta la sua velocità finché la corda elastica
fissata alle sue caviglie allungandosi non fornisce una forza di richiamo suffi­
ciente per contrapporsi alla forza peso.
L’energia cinetica del suo moto (e l’energia potenziale gravitazionale) viene
Le corde elastiche provocano il moto trasformata in energia potenziale elastica della corda. Una volta che la corda rag­
oscillatorio verticale in un salto di bun- giunge il suo allungamento massimo, la sua velocità si inveite. 11 saltatore viene
gee jumping. sollevato e l’energia potenziale elastica della corda viene trasformata di nuovo in
14.4 Energia nel moto armonico semplice 467

energia cinetica (ed energia potenziale gravitazionale). Se egli continua a rimbal­ FIGURA 14.14 Trasformazioni
zare (moto armonico semplice), questa trasformazione avviene alTinfinito. dell'energia per una massa fissata a una
Questa interazione tra energia cinetica ed energia potenziale è molto impor­ molla.
(a) L'energia è purainentc l.'energia è
tante per comprendere il moto armonico semplice. I cinque diagrammi nella potenziale............. puramente
FIGURA i4.i4a mostrano la posizione e la velocità di una massa fissata a una .cinetica.
molla in momenti successivi di tempo.
Il corpo è inizialmente a riposo, con la molla alla massima estensione; l’e­
nergia cinetica è pari a zero e l’energia potenziale è massima. Mentre la molla (\A A A A A A A A A A A Q
si contrae, la velocità del corpo aumenta fino a raggiungere il punto centrale
della sua oscillazione, il punto di equilibrio. In questo punto, l’energia poten­
ziale è nulla e l’energia cinetica è massima. Il corpo continua a muoversi, ma
rallenta mentre la molla viene compressa. Infine esso raggiunge il suo punto di
inversione del moto, dove la sua velocità istantanea è zero. In questo punto,
l’energia cinetica è pari a zero e l’energia potenziale è di nuovo massima.
Consideriamo che la massa del corpo sia m, la molla abbia una costante
elastica e il moto avvenga su una superficie priva di attrito.
Abbiamo appreso nella b is e z io n e io.4che l’energia potenziale elastica di una
molla allungata o compressa a una distanza jc dalla sua posizione di equilibrio è
1 ? (14.18)
U = -k x^
2
L’energia potenziale è nulla nella posizione di equilibrio ed è massima quando
la molla è alla sua massima estensione o compressione. Non ci sono perdite di
energia sotto forma di energia termica, quindi la conservazione dell’energia
per questo sistema può essere scritta come
1 9 I 9 (14.19)
E = K-^ U = -m v ^ + -b c ^ = costante
2 2
La FIGURA i4.i4b mostra un grafico dell’energia potenziale, dell’energia cinetica
L- Energia
e dell’energia totale per il corpo mentre si sposta. Possiamo vedere che, mentre
I potenziale t/
il corpo e.segue i suoi spostamenti, l’energia si trasforma da potenziale a cinetica
Energia
e poi ritorna a potenziale. Al massimo spostamento, con jc = ±A e v^= 0, l’energia ' cinetica K
è puramente potenziale, quindi l’energia potenziale ha il suo valore massimo:
E ( a x = ±A) = = (14.20)

E SE M P IO CO N CETTU ALE 14.5 Cam biam enti delPenergia in un'altalena


Siamo al parco giochi e stiamo sperimentando un moto armo­ FlGURA 14.15 Energia nei diversi punti del moto di
nico semplice mentre siamo sull’altalena. Descriviamo le un'altalena.
variazioni dell’energia che avvengono durante un ciclo del
moto, iniziando da quando siamo all’estremità dell’oscilla­
zione in avanti, fermi, mentre l’altalena sta per iniziare a muo­
versi all’indietro.
S P IE G A Z IO N E II moto dell’altalena è analogo a quello di un
pendolo, con noi che stiamo rivestendo il ruolo della massa
in fondo al pendolo. L’energia in differenti punti del moto è
illustrata nella f i g u r a 14.15. Quando siamo su un’altalena
in movimento e raggiungiamo l’estremità dell’oscillazione in
avanti fermandoci per un istante, ci troviamo a una quota più
elevata e quindi abbiamo solo energia potenziale. Quando tor­
niamo indietro, la nostra energia potenziale diminuisce men­
tre aumenta la nostra energia cinetica che raggiunge il suo
valore massimo quando l’altalena si trova nel punto più basso
dell’oscillazione. L’altalena continua a muoversi all’indietro,
sollevandoci fino all’altra estremità deH’oscillazione e trasfor­
mando nuovamente tutta l’energia cinetica in energia poten­
ziale. 11 processo quindi si inverte mentre iniziamo a muoverci
nuovamente in avanti.
v e r i f i c a Questa descrizione è in accordo con l’esperienza di
chiunque sia stato su un’altalena. Sappiamo che siamo momen­ lazione e siamo più veloci quando ci troviamo nel punto più
taneamente fermi quando raggiungiamo le estremità dell’oscil- basso dell’oscillazione.
468 CAPITOLO 14 Oscillazioni

A jc = 0, dove Tenergia è puramente cinetica, quindi Tenergia cine­


tica ha il suo massimo valore:
Eia x = 0) = (14.21)

Trovare la frequenza per un moto armonico sem plice


Ora che abbiamo una descrizione delTenergia di un moto armonico semplice,
possiamo fare uso di ciò che conosciamo sulTenergia per dedurre altri dettagli
del moto. Ritorniamo alla massa fissata alla molla della Figura 14.14. Il grafico
nella Figura 14.14b mostra la continua trasformazione tra energia cinetica e
potenziale. Nei punti di inversione, l’energia è unicamente potenziale; al punto
di equilibrio, l’energia è unicamente cinematica. Poiché l’energia totale non
varia, l’energia cinetica massima data dall’Equazione 14.21 deve essere uguale
aH'energia potenziale massima data dall’Equazione 14.20:
I n i
(14.22)
Risolvendo l’Equazione 14.22 per la velocità massima, possiamo vedere che è
collegata all’ampiezza da
FIGURA 14.16 Dipendenza della l'n,ax = A/ —-4 (14.23)
frequenza dalla massa e dalla rigidità
della molla. In precedenza avevamo trovato che
Aumentando la rigidità v^^^ = 27rfA (14.24)
della molla aumenta la Confrontando le Equazioni 14.23 e 14.24, vediamo che la frequenza, e quindi
forza di richiamo.
Alta frequenza Questo (lumenfa la il periodo, di una massa che oscilla fissata a una molla è determinata dalla
Molla dura, frequenza. costante ela.stica della molla k e dalla massa del corpo m:
massa piccola

V
Ik (14.25)
, T - l n M
f = 2^tt ^V -tn f».. 27T V w V A:
Frequenza e periodo di un moto armonico semplice per una
Bassa frequenza Aumcntaiì(J() la ma.ssa
Molla morbida, massa m fissata a una molla con costante elastica k
aumenta l'inerzia del
massa grande sistema. Questo Possiamo fare due osservazioni riguardo queste equazioni:
diminuisce la frequenza.
La frequenza e il periodo di un moto armonico semplice sono determinati
dalle proprietà fisiche delPoscillatore. La frequenza e il periodo di una
massa fissata a una molla sono determinati ( 1) dalla massa e (2) dalla rigidità
della molla, come illustrato nella f ig u r a 14.16. Questa dipendenza della fre­
quenza e del periodo da un termine associato alla forza e da un termine d’iner­
zia si ri.scontra anche per altri oscillatori.
La frequenza e il periodo di un moto armonico semplice non dipendono
dall’ampiezza A. Un’oscillazione piccola e un’oscillazione grande hanno
la stessa frequenza e lo stesso periodo.

E S E M P IO CON CETTU ALE 14.6 C am biando la m assa, cam bia il periodo


Un’astronauta misura la propria massa ogni giorno usando lo strumento per la misu­
razione della massa descritto nella figura a sinistra. Durante una missione di 8 giorni,
la sua massa diminuisce co.stantemente. Come fa questo cambiamento a influenzare
la frequenza del suo moto oscillatorio in questo stmmento?
SPIEG A ZIO N E II periodo e la frequenza di un sistema massa-molla dipendono dalla
Misurare la massa nello spazio Gli massa del corpo e dalla costante della molla. La costante della molla dello strumento
astronauti che effettuano lunghi soggiorni non cambia, quindi Punico cambiamento è quello della massa dell’astronauta. L’E­
nello spazio devono misurare la loro massa quazione 14.25 mostra che la frequenza è proporzionale a VETm, quindi una diminu­
per controllare gli effetti deH'assenza di
zione della sua massa causa un aumento della frequenza. L’oscillazione sarà quindi
peso sui loro corpi. Essendo in assenza di
peso, non pos.sono semplicemente salire
un po’ più rapida.
su una bilancia! Utilizzano invece un V E R IF IC A Questo sembra ragionevole. La forza della molla, che è responsa­
ingegnoso congegno in cui l’astronauta si bile dell’oscillazione, è la stessa, ma la massa da accelerare è inferiore per cui ci
siede, dotato di una piattaforma che oscilla aspettiamo una frequenza più alta.
avanti e indietro per la forza di richiamo
di una molla. L'astronauta è la massa in
Ora che abbiamo una descrizione completa del moto armonico semplice di
movimento in un sistema massa-molla,
quindi la misurazione del periodo del un sistema, riassumeremo i dettagli nell’inserto Strategia e Tattica nella pros­
moto permette di determinare la massa sima pagina, mostrando come utilizzare queste informazioni per risolvere i
dell'astronauta. problemi relativi alle oscillazioni.
14.4 Energia nel moto armonico semplice 469

STRATEGIA Identificazione e analisi di un moto armonico semplice


ETATTICA 14.1

O Se la forza totale che agisce su una particella è una forza di richiamo line­
are, si ha un moto armonico semplice attorno alla posizione di equilibrio.
© La posizione, la velocità e Taccelerazione in funzione del tempo sono
date nella Sintesi 14.1. Le equazioni sono espresse in termini di jc, ma
possono essere scritte anche in termini di y o di qualsiasi altra variabile,
se la situazione lo richiede.
© L’ampiezza A è il valore massimo dello spostamento dalTequilibrio. La
velocità massima e il valore massimo delTaccelerazione sono dati nella
Sintesi 14.1.
O La frequenza / (e quindi il periodo T = \/f) dipendono dalle proprietà
fìsiche del particolare oscillatore, e non dipendono da A. Per una massa
1 /T
fissata a una molla, la frequenza è data da . / —.
^ iTT^rn
© La somma delfenergia potenziale e delfenergia cinetica è costante. Du­
rante l’oscillazione, l’energia è trasformata continuamente da cinetica a
potenziale e viceversa.

E SE M P IO 14.7 Trovare la frequenza di un oscillatore


Una molla ha una lunghezza di 10.0 cm a riposo. Una massa di 25 La frequenza di oscillazione dipende dalla costante elastica,
g viene appesa alla molla, allungandola fino a una lunghezza di che possiamo determinare daH’allungamento della molla. La
15.0 cm. Se la massa viene tirata verso il basso e rilasciata, essa FIGURA 14.17 fornisce una descrizione visiva di questa situa­
inizia a oscillare. Quale sarà la sua frequenza di oscillazione? zione.
IM P O S T A Z IO N E La molla esercita una forza di richiamo S O L U Z IO N E Quando la massa appesa è a riposo, dopo che la
lineare, quindi il moto sarà un moto armonico semplice, come molla si è allungata a 15 cm, la forza totale deve essere nulla.
osservato nel riquadro Strategia e tattica 14.1. Il valore della forza della molla verso l’alto eguaglia quello
FIGURA 14.17 Descrizione visiva di una massa appesa a una verso il basso della forza peso, quindi k AL = mg. La costante
molla. della molla è
mg (0.025 kg)(9.8 m/s^)
k = — = ------- —— --------------= 4.9 N/m
AL 0.050 m
10.0 cm 15.0 cm Ora che conosciamo la costante della molla, possiamo calco­
lare la frequenza di oscillazione:
/ L = J - / 4-9 N/m ^
AL = 5.0 cm
^ 277V m 277V 0.025 kg
2.2 Hz sono 2.2 oscillazioni al secondo. Questa
V E R IF IC A
Appendendo la
massa alla molla, sembra una frequenza ragionevole per una massa appesa a una
questa si allunga di 5.0 cm. molla. Una frequenza dell’ordine dei kHz (migliaia di oscilla­
zioni al secondo) sarebbe stata sospetta perché eccessiva!

E SE M P IO 14.8 Peso delle m olecole di D N A BK)


Recentemente è diventato pos­ FIGURA 14.18 U na Struttura gono avvicinate delle molecole di DNA la cui estremità è stata
sibile “pesare” singole mole­ su scala nanometrica. modificata per legarsi a una superficie, una o più molecole si
cole di DNA misurando l’in­ possono attaccare all’estremità della struttura. L’aggiunta della
fluenza della loro massa su un loro massa, molto piccola ma comunque misurabile, causa una
oscillatore molto piccolo. La diminuzione della frequenza di oscillazione.
FIGURA 14.18 mo.stra una sottile Una mensola in vibrazione di massa M può essere modelliz-
struttura rettangolare di dimen­ zata come un semplice blocco di massa |/V/ fissato a una molla.
sioni nanometriche incisa nel (Il fattore ^ deriva dal momento di inerzia di una sbarra che fa
silicio. La struttura ha una mas­ Spcssnrc = HK) niii perno su una sua estremità: ! = \M0.)
sa di 3.7 • 10”'^ kg. Né la massa né la costante della molla possono essere deter­
Se tirata verso il basso e minate molto accuratamente, ma la frequenza di oscillazione
rilasciata, l’estremità della struttura vibrerà di moto armonico può essere misurata con un’altissima precisione semplicemente
semplice, muovendosi su e giù come la piattaforma di un tram­ contando il numero di o.scillazioni. In un esperimento, la strut­
polino dopo un salto. Quando all’estremità della struttura ven­ tura vibra inizialmente esattamente a una frequenza di 12 MHz.
C ontinua
470 CAPITOLO 14 Oscillazioni

Facendo aderire alla struttura una molecola di DNA la fre­ m + moNA '^DNA ^ Y ^ / 12 000 000 Hzy
quenza diminuisce di 50 Hz. Qual è la massa della molecola di = 1+
m m ~ \ f ì ) ~ VII 99 99 5 0 H /J
DNA? = 1.0000083
IMPOSTAZIONE Rappresenteremo la struttura come un Sottraendo 1 da entrambi i membri otteniamo
blocco di massa m = 5 M = 1.2 • 10*‘^kg che oscilla fissato '^DNA
a una molla di costante elastica k . Quando la massa aumenta • = 0.0000083
m
am+ frequenza di oscillazione diminuisce da /) = e quindi
12000000 Hz afi = 11 999950 Hz. "iDNA = 0.0000083m = (0.0000083)(1.2 • 10’ ’* kg)
SOLUZIONE La frequenza di oscillazione di una massa fis­
= 1.0 • 10~^'kg= 1.0 • 10“'®g
sata a una molla è data dall’Equazione 14.25. L’aggiunta di
VERIFICA Questa è una massa ragionevole per una molecola
una massa non altera la costante della molla, quindi, risolvendo
di DNA. È davvero un traguardo tecnico notevole quello di
questa equazione per k, possiamo scrivere
aver raggiunto la capacità di misurare una massa così piccola.
k = m(27T/o)^ = (m + mDNA)(2'n/i)^ Con un ulteriore miglioramento della sensibilità di questa tec­
nica, gli scienziati possono essere in grado di determinare il
Il termine Iw si cancella, e possiamo riorganizzare questa
numero di coppie di ba.si in un frammento di DNA semplice-
equazione ottenendo
mente pesandolo!

ESEMPIO 14.9 Rallentare una m a ssa m ediante un urto con una m olla
Una massa di 1.5 kg scivola orizzontalmente lungo una superfi­ uguale all’energia cinetica della massa, quindi possiamo scri­
cie priva di attrito a una velocità di 2.0 m/s finché urta e aderisce vere
al l’estremità libera di una molla che ha una costante elastica di I 2 1. 2
50 N/m. L’altra estremità della molla è ancorata a un muro. Di -m (v X =
quanto sarà compressa al massimo la molla quando la massa La posizione finale della massa è
sarà, almeno per un istante, fenna? Quanto tempo impiega la
molla per raggiungere questo punto di compressione? 5 kg
= 0.35 m
IMPOSTAZIONE Questo è un problema di urti, ma possiamo N/m
ri.solverlo usando gli stmmenti del moto armonico semplice. La Questa è la compressione della molla.
FIGURA 14.19 forni.sce una descrizione visiva del problema. 11 Poiché la compressione dura 1/4 del ciclo di un moto armo­
moto avviene lungo l’asse x. Abbiamo posto = 0 all’estremità nico semplice, il tempo necessario per fermare la massa è =
della molla quando non è compressa; questo è anche il punto 1/4 T. Il periodo è calcolato usando l’Equazione 14.25, quindi
di collisione. Una volta che la massa ha urtato la molla e vi è scriviamo
rimasta attaccata, essa inizierà a oscillare di un moto armonico
semplice. Il grafico della posizione rispetto al tempo mostra
che il moto della massa finché non si ferma del tutto dura 4i
di ciclo, sebbene il punto di partenza del moto sia differente Questo è il tempo necessario alla molla per comprimersi.
da quello che solitamente scegliamo. Durante questo quarto di VERIFICA È interessante notare che il tempo impiegato dalla
ciclo, l’energia cinetica della massa è trasformata in energia molla per fermare la massa non dipende dalla sua velocità ini­
potenziale della molla compressa. ziale o dalla distanza a cui la molla è compressa. Il moto è
SOLUZIONE La conservazione dell’energia ci dice che l’ener­ armonico semplice; quindi il periodo dipende solo dalla rigi­
gia potenziale della molla quando è interamente compressa è dità della molla e dalla massa, ma non dai dettagli del moto.

FIGURA 14.19 Descrizione visiva di una massa che urta una molla.
m k I Dflti

A.» SD N/rr\

PO pO :
0m
i ir
Wi m/s
K- AitV- 0 m/s
______________ J _______________________________

La massa si ferma per un istante Il grafico è r inizio di una La massa, dopo essersi fermata,
La molla si è compressa di ferma quando la molla raggiunge funzione seno, e il moto è ^ di inverte la direzione del moto e
Xi quando la massa si ferma. la compressione massima. un ciclo di un moto armonico continua nel ciclo di un moto
semplice. armonico.

Molte collisioni nel mondo reale (come un saltatore con l’asta che atterra su
un materasso di gommapiuma) coinvolgono un corpo in movimento che viene
fermato da un corpo elastico. In altri casi (come una palla di gomma che rim­
balza) è il corpo stesso che è elastico. La durata dell’urto è ragionevolmente
costante, indipendente dalla velocità di collisione, per le ragioni viste nell’E­
sempio 14.9.
14.5 II moto del pendolo 471

PAU SA Di R IF L E S SIO N E 14.5 Quattro sistemi


massa-molla hanno masse e costanti elastiche A.
delle molle come indicato in figura. Ordina, dal­
la maggiore alla minore, le frequenze di oscil­ B. liV V W W A A W O '”
lazione.
c. 2m
2k Tempo di collisione di un'automobile
D.
Quando un’auto colpisce un ostacolo,
impiega approssimativamente 0.1 s prima
di fermarsi, indipendentemente dalla sua
velocità iniziale. L’accartocciamento della
parte frontale dell’auto ò complesso, ma per
molte auto la forza è approssimativamente
proporzionale allo spostamento durante
la compressione, quindi possiamo
rappresentare il corpo dell’auto come una
14.5 II moto del pendolo massa e la parte frontale dell’automobile
come una molla. In questo modello, il
Come abbiamo già visto, un pendolo semplice, composto da una massa tempo impiegato dall’auto per fermarsi non
dipende dalla sua velocità iniziale.
alfestrem ità di una barra o di una corda che è libera di ruotare, è un altro
sistema che si muove di moto armonico semplice. Tutto quello che abbiamo
appreso sulla massa fissata a una molla può essere applicato anche al caso
del pendolo.
Nella prima parte di questo capitolo, abbiamo analizzato la forza di
richiamo del pendolo. Per un pendolo di lunghezza L spostato di un arco di
circonferenza di lunghezza come nella f ig u r a 14.20, la forza tangenziale di
richiamo è FIGURA 14.20 Un pendolo semplice.

/ir ^ (14.26)
(^lot )r ^ ^
EBEI ►Ricordiamo che questa equazione vale solo per piccoli angoli. < l.a forza di richiamo
è proporzionale a .v.
Questa forza di richiamo lineare ha esattamente la stessa forma della forza lo sposlamenio
totale di un sistema massa-molla, ma con le costanti mg/L al posto della dalTcquilibrio.
costante k. A seguito di ciò, possiamo dedurre velocemente le caratteristiche
essenziali del moto del pendolo sostituendo k, nelle equazioni relative alle
oscillazioni con le molle, con nig/L.
■ L’oscillazione di un pendolo è un moto armonico semplice; le equazioni
del moto possono essere scritte per la lunghezza delfarco o l’angolo Lunghezza dell’arco
come:
.v(/) = A cos(27t//) ^ cosilnfO
La frequenza può essere ottenuta dall’equazione per la frequenza della
massa attaccata a una molla sostituendo mg/L al posto di k:

(14.27)

Frequenza e periodo di un pendolo di


lunghezza L con accelerazione di gravità g 14.21 La frequenza di un
f ig u r a
pendolo dipende dalla lunghezza e
dall'accelerazione di gravità.
■ Come per una massa attaccata alla molla, la frequenza non dipende dall’am­
piezza. Notiamo anche che la frequenza, e quindi il periodo, sono indi- Una gravità forte
aumenterà la forza
pendenti dalla massa. Queste grandezze dipendono solo dalla lunghezza .\lta frequenza di richiamo. Questo
del pendolo. Pendolo corto, aumenta la frequenza.
gravità forte
La dipendenza della frequenza del pendolo dalla lunghezza e dall’accele­
razione di gravità è riassunta nella f i g u r a 14.2i . Variare il periodo di un pen­
/=
dolo implica modificare la sua lunghezza, che è un’operazione meccanica 27T
che deve essere effettuata con grande precisione. Gli orologi che si basavano Ba.ssa frequenza Un aumento della
sul periodo di un pendolo erano gli strumenti più accurati disponibili fino al Pendolo lungo, lunghezza del pendolo
XX secolo. ^ gravità debole diminuisce la frequenza.
472 C A P IT O L O 14 OsciUazioni

E SE M P IO 14.10 Progettare un orologio a pendolo


L'orologio del nonno è progettato in modo tale che un’oscillazione del pendolo in
ognuna delle due direzioni impiega 1.00 s. Qual è la lunghezza del pendolo?
IMPOSTAZIONE Un periodo del pendolo equivale a due oscillazioni, prima da una
parte e poi dall’altra, quindi il periodo è 7 = 2.00 s.
SOLUZIONE 11 periodo è indipendente dalla massa e dipende solo dalla lunghezza.
Perciò dall’Equazione 14.27, possiamo scrivere:

Risolvendo per L, troviamo

= (9.80 m/s^)l 993 m

VERIFICA Un orologio a pendolo che fa un “tic” o “tac” ogni secondo richiede un


pendolo lungo circa 1 m; questa è la ragione per cui questi orologi erano noti come
“orologi a cassa lunga”.

Pendolo fìsico e locom ozione


Nel Capitolo 6, abbiamo calcolato la massima velocità di camminata usando i
concetti del moto circolare. Possiamo anche rappresentare il movimento delle
gambe durante la camminata come il moto di un pendolo. Quando cammi­
niamo spingiamo verso Paltò la gamba in appoggio posteriore e la facciamo
oscillare in avanti per compiere il passo successivo. La nostra gamba oscilla in
avanti sotto Pintluenza della gravità, come un pendolo.
Proviamo a fare il seguente esercizio: restiamo in piedi su una gamba sola e
facciamo oscillare lievemente la gamba libera avanti e indietro. C ’è una certa
frequenza a cui questa oscillazione avviene naturalmente. Questa è la fre­
quenza del pendolo della gamba. Ora proviamo a far oscillare la gamba al
doppio di questa frequenza. Lo possiamo fare, ma è molto difficile. I muscoli
che muovono la gamba facendola o.sciIlare avanti e indietro non sono molto
forti perché in condizioni normali essi non hanno bisogno di applicare una
grande forza.
Un pendolo, come la nostra gamba, la cui massa è distribuita lungo la sua
FIGURA 14.22 Un pendolo semplice e un lunghezza è noto come pendolo fisico. La figura 14.22 mostra un pendolo
pendolo fisico di uguale lunghezza. semplice e un pendolo fisico della stessa lunghezza. La posizione del centro di
gravità del pendolo fisico è a una distanza d dal perno di rotazione.
Centro
Trovare la frequenza è un problema di moto rotatorio simile a quelli consi­
di gravità derati nel Capitolo 7. Ci aspettiamo che la frequenza dipenda dal momento
d’inerzia e dalla distanza dal centro di gravità come segue:
■ Il momento di inerzia I è una misura della resistenza di un corpo alle rota­
zioni. Se si aumenta il momento di inerzia, mentre si tengono le altre varia­
bili invariate, dovrebbe diminuire la frequenza. Nell’e.spressione della
frequenza di un pendolo fisico, ci aspettiamo che / appaia al denominatore.
■ Quando il pendolo è spinto da una parte, un momento gravitazionale lo
spinge indietro. Maggiore è la distanza d dal centro di gravità rispetto al
punto di rotazione, e maggiore sarà il momento. Se si incrementa questa
11 pendolo semplice li pendolo tisico è
è costituito da una costituito da un corpo
distanza, mentre si tengono costanti le altre variabili, dovrebbe aumentare
piccola massa ni esteso ili massa la frequenza. Nell’espressione della frequenza di un pendolo fisico, ci aspet­
airestremità di una lunghezza L e momento tiamo che d appaia al numeratore.
barra leggera di di inerzia /.
lunghe/v.a L. Un’attenta analisi del moto di un pendolo fi.sico produce una formula per la
frequenza che corrisponde alle aspettative:

mgd
(14.28)
I
Frequenza di un pendolo fisico di massa
momento di inerzia / e centro di gravità distante d dal punto di rotazione
14.5 II moto del pendolo 473

E SE M P IO 14.11 Frequenza di oscillazione della ga m b a


Uno studente in un laboratorio di biomeccanica misura la lun­
9.8 m/s^
ghezza della sua gamba, dal fianco al tallone, che risulta essere /= ) = „ 64 Hz
di 0.90 m. Qual è la frequenza del moto oscillatorio della 27T 0.90 m
Il periodo è
gamba dello studente? Qual è il periodo?
IMPOSTAZIONE Possiamo rappresentare una gamba umana 1.6 s
ragionevolmente bene come una sbarra di sezione uniforme,
VERIFICA Notiamo che non abbiamo avuto bisogno di cono­
che fa perno a un’estremità (il fianco). Ricordiamo dal Capi­
scere la massa della gamba per trovare il periodo. 11 periodo
tolo 7 che il momento di inerzia di una sbarra che ruota attorno
di un pendolo fisico non dipende dalla massa, proprio come
a una sua estremità è 1/3 mi}. Il centro di gravità di una gamba
non dipende dalla massa il periodo di un pendolo semplice. Il
uniforme è nel suo punto medio, quindi (l = U2.
periodo dipende solo dalla distribuzione della mas.sa. Quando
SOLUZIONE La frequenza di un pendolo fisico è data dall’e­ camminiamo, l’oscillazione della nostra gamba libera in
quazione 14.28. Ma prima di mettere i numeri, useremo le rela­ avanti per effettuare il passo successivo corrisponde a mezzo
zioni coi simboli e semplificheremo: periodo del moto del pendolo. Per un periodo di 1.6 s, que­
J_ rmg(L/2) 1 sto movimento viene effettuato in 0.80 s. Per una normale
‘' “ 277V / “ 27rV \nj[} andatura di camminata, un passo circa ogni secondo sembra
L’espressione per la frequenza è simile a quella del pendolo ragionevole.
semplice, ma con l’aggiunta di un fattore numerico 3/2 .sotto la
radice. 11 valore numerico della frequenza è

Mentre camminiamo, le nostre gambe o.scillano come un pendolo tìsico


mentre ci portano avanti. La frequenza è fissata dalla lunghezza delle nostre
gambe e dalla loro distribuzione di massa; non dipende dall’ampiezza. Di con­
seguenza, per aumentare la nostra andatura non conviene fare passi più rapidi:
cambiare la frequenza di oscillazione delle gambe è piuttosto difficile. Sempli­
cemente possiamo fare passi più lunghi, cambiando l’ampiezza ma non la fre­
quenza. A un certo punto viene raggiunto un limite, e usiamo un’altra andatura:
iniziamo a correre.
Come abbiamo visto nella foto di apertura del capitolo, i gibboni si muo­
vono attraverso la foresta compiendo un moto oscillatorio delle braccia, presa Il ruolo delle braccia nella locom ozione
dopo presa. Questo modalità di locomozione animale è chiamata hrachiazione. Manteniamo Tequilibrio quando
camminiamo o corriamo muovendo le
11 corpo o.scilla .sotto un punto di rotazione dove una mano afferra il ramo
nostre braccia in avanti e indietro in .senso
dclPalbero, un chiaro esempio di moto del pendolo. Il gibbone, durante la bra- opposto a quello delle nostre gambe.
chiazione, aumenterà la sua velocità compiendo oscillazioni più grandi. Ma, Teniamo le nostre braccia in modo tale che
proprio come per la deambulazione, a un certo punto raggiungerà un limite il loro periodo combaci con quello associato
oltre il quale dovrà utilizzare un’andatura diversa, lanciandosi nell’aria per airoscillazione delle nostre gambe. In
una camminata con andatura normale,
passare da un ramo all’altro.
le no.strc braccia sono estese e oscillano
con lo ste.sso periodo delle nostre gambe.
Quando corriamo, la nostra andatura è più
PAU SA DI R IF L E SSIO N E 14.6 Un orologio a pendolo è co.stituito da una barra rapida. Per ridurre il periodo di oscillazione
di metallo. Immaginiamo di avere un pendolo perfettamente regolato a una delle nostre braccia per sincronizzarci con
temperatura di 20°C. A una temperatura maggiore, la barra di metallo si allun­ quello delle gambe, pieghiamo le braccia ai
ga. Come incide questo allungamento sul periodo dell’orologio? gomiti, accorciando la lunghezza effettiva
e aumentando la frequenza naturale di
A. L’orologio è più vekx;e, l’ora indicata sarà avanti rispetto a quella effettiva. oscillazione.
B. L’orologio mantiene perfettamente il tempo.
C. L’orologio è più lento, quindi resta indietro rispetto all’ora effettiva.

14.6 Oscillazioni smorzate


Un pendolo reale deve avere un input di energia, altrimenti le oscillazioni del
pendolo lentamente si ridurrebbero di ampiezza a causa della resistenza dell’a­
ria. Se colpiamo una campana, l’oscillazione presto si esaurisce perché l’ener­
gia fornita viene perduta .sotto forma di onde sonore che si propagano nell’aria
e di forze dissipati ve nel metallo della campana.
Tutti gli oscillatori reali rallentano, alcuni molto lentamente e altri più velo­
cemente, poiché la loro energia meccanica viene trasformata in energia ter­
mica dell’oscillatore e del suo ambiente. Un’oscillazione che rallenta fino a
fermarsi è chiamata oscillazione smorzata.
474 CAPITOLO 14 Oscillazioni

FIGURA 14.23 II moto di un oscillatore Per un pendolo, la maggior fonte di perdita di energia è la resistenza dell’a­
smorzato. ria, che nel Capitolo 4 abbiamo chiamato forza di resistenza. Quando abbiamo
(a) X Ini/.ialmenie, c*è una grande dit’t’erenza studiato la forza di resi.stenza, abbiamo notato che essa dipende dalla velocità:
tra le altezze dei picchi successivi. più veloce è il moto e maggiore è la forza di resistenza. Per questa ragione, la
diminuzione dell’ampiezza di un pendolo oscillante sarà maggiore all’inizio
Successivamente, questa del suo moto. Per un pendolo o un altro tipo di oscillatore con uno smorza­
dilTerenza ò molto più piccola. mento modesto, otteniamo un grafico come quello mostrato nella f i g u r a
i4.23a. Lo spostamento massimo, diminuisce col passare del tempo. Men­
tre il moto oscillatorio decade, il ta.sso di decadimento diminuisce; cioè la dif­
ferenza tra un picco e quello .successivo è minore.
Se di.segniamo una curva che collega tutti i picchi delle oscillazioni succes­
sive (chiameremo questa curva un inviluppo), otteniamo la curva tratteggiata
mostrata nella f i g u r a i4.23b. È pos.sibile dimostrare che x diminuisce col
tempo secondo la legge
X (/) = Ae (14.29)
Il grafico di in funzione del tempo
è quello di un decadimento esponenziale. dove ^ « 2.718 è la base del logaritmo naturale e /4 è l’ampiezza iniziale.
Questo rapida diminuzione di x^^^ nel tempo è chiamata un decadimento
esponenziale.
La constante r (la lettera greca tau) nell’Equazione 14.29 è chiamata la
costante di tempo. Dopo che è trascorso un tempo pari alla costante di
tempo, cioè a / = r, lo spostamento massimo x^^^ si è ridotto a

•>finax(' = t) = Ae~' = ~ “ 0-37>1


La costante di tempo t è il tempt)
necessario perché lo spostamento In altri termini, le oscillazioni si .sono ridotte, dopo un tempo pari a una
massimo decada a un valore pari costante di tempo, a circa il 37% del loro valore iniziale. La co.stante di tempo
a \/e volte il suo valore iniziale.
T misura il “tempo caratteristico” durante il quale lo smorzamento produce un
decadimento dell’ampiezza dell’oscillazione. Un’oscillazione che decade
velocemente ha una costante di tempo piccola, mentre un oscillatore “legger­
mente smorzato”, che decade molto lentamente, ha un valore della costante di
tempo grande.
Poiché vedremo ancora il decadimento esponenziale, analizziamolo più in
dettaglio.

tv Decadimento esponenziale

Un decadim ento esponenziale av­


viene quando una quantità y è pro­
porzionale al numero e elevato alla
potenza di —t/r. La quantità r è nota
come costante di tempo. Scriviamo
questo matematicamente come
y=Ae~^^'^
y è proporzionale a e '''‘

FATTORE DI SCALA Ogni volta che t au­


Sospensioni e smorzamento Le ruote menta di una costante di tempo, y
di un’automobile sono collegate al corpo Poiché t appare come rapporto
diminuisce di un fattore Me. Per cui: gli intervalli di tempo
// t ,
del l’auto attraverso delle molle, chiamate
importanti sono t , 2 t c così via.
sospensioni, in modo tale che le ruote si ■ Al tem po/ = 0,y = /\.
possano muovere verso l'alto e verso il ■ Incrementando il tempo a / = r, si
basso mentre l’auto procede su una strada
non asfaltata. Le sospensioni oscillano con
riduce y a Ale.
un periodo caratteristico di poco meno di 1 m Un ulteriore aumento a / = 2r, riduce y di un altro fattore Me cioè y = Ale^.
secondo. Non vogliamo che l’auto continui
In generale possiamo dire che:
a rimbalzare dopo aver colpito un rilievo,
quindi un assorbitore di urti fornisce lo a t = UT, y ha un valore pari a Ale".
smorzamento. La costante di tempo per
LIMITI Quando t diventa grande, y diventa molto piccolo e si avvicina sem­
questo smorzamento è circa della stes.sa
lunghezza del periodo, quindi le oscillazioni pre più allo zero.
vengono smorzate rapidamente.
14.6 Oscillazioni smorzate 475

Differenti quantità di smorzamento


L’oscillazione smorzata mostrata nella Figura 14.23 continua per un lungo
tempo. L’ampiezza non è nulla dopo una costante di tempo, o due o tre... Mate­
maticamente l’oscillazione non finisce mai, sebbene l’ampiezza diventerà così
piccola da non essere individuabile. Nei casi pratici, possiamo parlare della
costante di tempo r come del tempo di vita dell’oscillazione: una misura
approssimativa di quanto tempo impiega a decadere. Il miglior modo di misu­
rare il valore relativo della costante di tempo è quello di confrontarla con il
periodo. Se r » 7, l’oscillazione persiste per molti periodi e l’ampiezza decre­
sce piuttosto lentamente da un ciclo a un altro. L’oscillazione di una campana
dopo che è stata colpita ha r ^ T\ quindi il suono continua per un tempo
lungo. Altri sistemi oscillanti hanno una costante di tempo piccola, come
abbiamo notato nel caso delle sospensioni dell’automobile.

ESEMPIO 14.12 T e m po dì decadim ento di un orologio


11 pendolo di un orologio ha un periodo di 1.00 s. Se la molla L’angolo 0. si cancella, dando \.
che guida l’orologio si scarica, lo smorzamento dovuto alle Per risolvere questa equazione rispetto a /, dobbiamo pren­
forze di attrito provocherà un rallentamento del pendolo fino a dere i logaritmi naturali di ambo i membri dell’equazione e fare
farlo fermare. Se la costante di tempo per questo decadimento uso della proprietà dei logaritmi In(^) = a\
è 300 s, quanto tempo impiegherà il pendolo ad oscillare a metà
della sua ampiezza iniziale?
IM P O S T A Z IO N E La costante di tempo di 300 s è molto mag­ In questo ultimo passaggio abbiamo usato la proprietà \n{\/b)
giore del periodo di 1.00 s, quindi questo è un caso di smorza­ = -ln h. Ora siamo in grado di trovare /:
mento modesto come descritto dall’Equazione 14.29.
r= T In 2
S O L U Z IO N E L’Equazione 14.29 fornisce l’espressione del
decadimento dello spostamento massimo per un oscillatore La costante di tempo è r = 300 s, quindi
armonico smorzato: r = (300 s)(0.693) = 208 s
•«niaxW = A e ~ " ’'
All’orologio occorreranno 208 s, ossia circa 3.5 minuti, affin­
Come notato nel riquadro Strategia e tattica 14.1, possiamo ché le o.scillazioni per decadimento si smorzino della metà
scrivere questa equazione altrettanto bene in termini di angoli dopo che la molla si è scaricata.
del pendolo:
V E R IF IC A Questo tempo è inferiore a quello della costante di
0maxW = 0ie-"" tempo, come è logico. La costante di tempo è il tempo impie­
dove 0, è l’angolo iniziale di oscillazione. A un certo istante /, gato daH’ampiezza per ridursi al 37% del suo valore iniziale;
il tempo che dobbiamo trovare, l’ampiezza ha subito un deca­ ma noi stiamo cercando il tempo per cui il decadimento è il
dimento pari alla metà del suo valore iniziale. A questo istante, 50% del valore iniziale; questo tempo dev’essere più breve. 11
1 tempo di decadimento alla metà dell’ampiezza iniziale, / = r In
2, è chiamato tempo di dimezzamento.

PAUSA DI RIFLESSIONE 14.7 Ordina, dalla maggiore alla minore le costanti


di tempo da a dei decadimenti mostrati nelle figure. La scala dei grafici
è la stessa per tutti.

D.

14.7 Oscillazioni forzate e risonanza


Se scuotiamo una tazza piena d’acqua, l’acqua oscillerà avanti e indietro. Que­
sto è un esempio di un oscillatore (l’acqua nella tazza) soggetto a una forza
esterna periodica (prodotta dalla nostra mano). Questo moto è chiamato
un’oscillazione forzata.
Possiamo fare molti esempi di oscillazioni forzate. La bobina elettromagne­
tica dietro alla membrana di un altoparlante fornisce una forza magnetica
476 CAPITOLO 14 Oscillazioni

periodica che spinge la membrana avanti e indietro, causando rinvio di onde


sonore. I terremoti generano movimenti avanti e indietro della superfìcie terre­
stre; que.sto tipo di moto fa oscillare gli edifìci, fino a danneggiarli o farli crol­
lare.
Consideriamo un sistema o.scillaute che, lasciato a se stesso, oscilla a una
frequenza Chiameremo quc.sta la frequenza naturale deiroscillatore.^ è
semplicemente la frequenza del sistema quando esso è spostato dalla posizione
di equilibrio e viene lasciato libero di muoversi.
Supponiamo che questo sistema sia soggetto a una forza periodica esterna
di frequenza Questa frequenza, che è chiamata frequenza eccitatrice, è
Un notevole sciabordio Le acque nella
completamente indipendente dalla frequenza naturale dell’o.scil latore Qual­
baia canadese di Fiindy oscillano avanti c
indietro con un periodo di 12 ore, quasi uguale cuno o qualcosa nelTambiente .seleziona la frequenza della forza esterna,
al peri(xlo delle forze di marea causate dalla facendo sì che la forza eserciti un’azione sul sistemay^^^ volte ogni .secondo. La
Luna, che detenninano due alte maree al giorno forza esterna produce delle o.scillazioni del sistema, quindi esso oscillerà alla
separate di 12.5 ore. Questa risonanza, una frequenza eccitatricey^^^, e non alla sua frequenza naturale J[y
vicinanza tra la frequenza naturale della baia
Ritorniamo all’esempio della tazza con l’acqua. Se diamo un colpetto alla
c la frequenza originata dalla Luna, prixluce
marce di eccezionale ampiezza. Qui le basse tazza, noteremo che l’acqua sbatte avanti e indietro a una particolare frequenza;
maree possono essere fino a 16 m inferiori alle che è la sua frequenza naturale Ora scuotiamo la tazza ad una data fre­
alte maree, lasciando le barche a secco. quenza; questa è la frequenza eccitatrice Mentre scuotiamo la tazza, l’am­
piezza delle o.scillazioni dell’acqua dipendono molto sensibilmente dalla
f r e q u e n z a d e lla nostra mano. Se la frequenza eccitatrice è vicina alla fre­
quenza naturale del sistema, l’ampiezza dell’o.scillazione può diventare così
FIGURA 14.24 La curva di risposta grande che l’acqua esce dalla tazza.
mostra l'ampiezza di un oscillatore Ogni oscillatore forzato mostrerà una simile dipendenza deH’ampiezza
forzato a frequenze vicine alla sua dalla frequenza eccitatrice. Supponiamo che una massa su una molla abbia una
frequenza naturale. frequenza naturaleyjj= 2 Hz. Possiamo usare una forza esterna per .spingere e
Ampiezza
Loscilluziune hu lu tirare quc.sta massa alla frequenza misurare l’ampiezza della corrispon­
massima ampiezza dente oscillazione, e poi ripetere questo ancora e ancora per molte differenti
quando /„ , =/„.
Questa è la risonanza. frequenze eccitatrici. Un grafico dell’ampiezza rispetto alla frequenza eccita­
trice, come quello mostrato nella fig ura 14.24, è chiamato curva di risposta
/o = 2Hz L'oscillazione hu .solo
una piccola ampiezza dell’oscillatore.
quando differisce Agli e.stremi de.stro e sinistro della Figura 14.24, la frequenza eccitatrice è
sostanzialmente da/o>
considerevolmente diversa dalla frequenza naturale dell’o.scil latore. 11 sistema
o.scilla, ma la sua ampiezza è molto piccola. 11 sistema semplicemente non
.(II/) risponde bene alla frequenza eccitatrice che differisce troppo da All’avvici-
narsi della frequenza eccitatrice alla frequenza naturale, l’ampiezza dell’oscil­
FIGURA 14.25 La curva di risposta lazione aumenta .sensibilmente. Dopo tutto, è la frequenza alla quale il
diventa più alta e più stretta quando lo sistema “vuole” oscillare, quindi è ben lieto di rispondere a una frequenza
smorzamento è ridotto. eccitatrice prossima ay^. L’ampiezza raggiunge il suo valore massimo quando
Ampiezza la frequenza eccitatrice coincide con la frequenza naturale del sistema:
Un sistema debolmente
/J) = 2 Uz I smorzato ha una curva Questa grande ampiezza in risposta a una forza eccitatrice la cui frequenza
1 di risposta molto alla coincide con la frequenza naturale del sistema è un fenomeno chiamato riso­
e molto stretta.
nanza. Nel contesto delle o.scillazioni forzate, la frequenza naturaleyjj è spesso
chiamata la frequenza di risonanza.
Un sistema con L’ampiezza può diventare molto grande quando le frequenze coincidono
uno smorzamento
signilicativo ha
specialmente nel caso in cui ci sia un basso smorzamento. La figura 14.25
una risposta molto mostra la curva di risposta de 11’o.scil latore della Figura 14.24 con diversi valori
più piccola. della costante di smorzamento. Sono mostrati tre diversi grafici, cia.scuno con
una differente costante di tempo per lo smorzamento. 1 tre grafici hanno inter­
-/ex. (Il/)
3 valli di smorzamento da r = 507" (basso smorzamento) a r = 5T (alto smorza­
mento).

^ Musica armonica semplice Un bicchiere di vino ha una tVequen/.a naturale


di oscillazione e un basso smorzamento. Un colpetto al bordo del bicchiere
lo fa “suonare” come una campana. Se inumidiamo un dito e lo facciamo
scivolare leggermente sul bordo del bicchiere, questo si incepperà e scivolerà
lungo il bordo in una rapida successione. Con un po’ di pratica, possiamo far
combaciare la frequenza prodotta dal dito con la frequenza di oscillazione
del bicchiere. La ri.sonanza risultante può produrre un suono molto alto.
Aggiungendo acqua cambiamo la frequenza naturale, quindi si può regolare un
gruppo di bicchieri in modo tale da formare un in.solito strumento musicale.
14.7 Oscillazioni forzate e risonanza 477

E SE M P IO CON CETTU ALE 14.13 Trovare una risonanza indesiderata


I vagoni dei treni hanno una frequenza naturale a cui oscillano da un lato all’altro.
Ciò può condurre a problemi su alcuni tratti di binari che comportano un rialzo in
corrispondenza delle giunzioni delle rotaie. Se le giunzioni si incontrano alternativa-
mente sul lato destro e poi su quello sinistro, il vagone di un treno che si muove
lungo le rotaie sobbalza prima da un lato e poi dall’altro. In alcuni casi, i rialzi hanno
causato oscillazioni di ampiezza tale da far deragliare il treno. Un treno che si muove
lungo una rotaia a una certa velocità può sperimentare un’ampia oscillazione dovuta
al l’alternanza delle giunzioni lungo il tracciato. Come può il conducente correggere
questa situazione potenzialmente pericolosa?
S P IE G A Z IO N E La grande ampiezza di oscillazione è prodotta da una risonanza, un
accoppiamento tra la frequenza a cui il vagone del treno oscilla avanti e indietro e la
frequenza a cui il vagone colpisce i rialzi. Per eliminare questa risonanza, il condu­
cente deve ridurre la velocità del treno, diminuendo la frequenza eccitatrice, oppure
aumentare la velocità del treno, aumentando di conseguenza la frequenza eccitatrice.
V E R IF IC A Può sembrare sorprendente che aumentare la velocità del treno possa
rendere più comodo il viaggio. Ma aumentare la frequenza con cui il treno colpisce
i rialzi eliminerà la vicinanza tra la frequenza naturale di oscillazione e quella ecci­
tatrice proprio come avviene anche riducendo la velocità.

Risonanza e udito BIO


La risonanza in un sistema significa che certe frequenze producono una rispo­
sta significativa mentre altre no. Il fenomeno della risonanza è responsabile
della discriminazione delle frequenze nelforecchio.
Come vedremo nel prossimo capitolo, il suono è una vibrazione delfaria.
La FIGURA 14.26 fomisce una rappresentazione delle strutture grazie alle quali
le onde sonore che entrano nelforecchio provocano le vibrazioni della coclea,
una specie di bobina, riempita di fluido, situata alfinterno dell’orecchio che è
Porgano sensibile ai suoni.

FIGURA 14.26 Le Strutture delTorecchio.


I. Ia; onde sonore 4. ... dove le vibrazioni
entrano neU'orecchio nel fluido inducono le
e mettono in vibrazioni nella membrana
vibrazione il timpano.’**.. basilare.

Timpano FIGURA 14.27 La risonanza gioca un


- Coclea ruolo nel determinare le frequenze del
suoni che siamo in grado di sentire.
2. Le vibrazioni ••3. ... fino alla ccK'lea, Immaginiamo la struttura a spirale srotolata,
nel timpano l’arca sensibile al l’interno con la membrana basilare che separa
passano attraverso ..... dell’orecchio ... due camere riempite di fluido. \
una serie di ossicini ...
Le staffe, gli ultimi di una serie
di piccoli ossicini, trasferiscono
La FIGURA 14.27 mostra un modello molto semplificato della coclea. Quando le vibrazioni nel fluido della c<K'lea.
un’onda sonora viaggia nella coclea, produce una vibrazione di grande
ampiezza nella membrana basilare nel punto in cui la frequenza di oscillazione
naturale della membrana combacia con la frequenza prodotta dal suono: una
T -r- E)
risonanza. 1 suoni a frequenza più bassa generano una risposta più lontano A1l’aumentare della distanza
dalle staffe. Le cellule cibate sulla membrana avvertono le vibrazioni ed dalle staffe, la membrana
diventa più larga e meno /
inviano segnali ai nervi del nostro cervello. Il fatto che differenti frequenze rigida, per cui la frequenza /
producano la massima risposta in differenti posizioni consente al nostro cer­ di risonanza diminuisce.’*-..**^^^ 2(K) 100 50
Hz Hz Hz Hz
vello un’accurata determinazione della frequenza perché un piccolo sposta­ \
Ampiezza di oscillazione ^
mento nella frequenza causa un’identificabile variazione della posizione in cui della membrana basilare
avviene la risposta massima.
Le persone anche senza alcuna nozione musicale possono sentire due note e
possono facilmente determinare quale delle due ha un timbro più alto.
Sappiamo ora un po’ di più su come il nostro orecchio risponde alle vibrazioni
prodotte dalle onde sonore, ma come fanno queste vibrazioni a giungere dalla 0 5 ./ 15 25 35
..• Distanza dalle staffe (mm)
sorgente al nostro orecchio? Questo è l’tirgomento che affronteremo nel prossimo I suoni di diverse frequenze
capitolo, quando tratteremo delle onde, cioè di oscillazioni che si propagano. generano ris|>osle diverse.
478 CAPITOLO 14 Oscillazioni

E SE M P IO INTEGRATO 14.14 A nalisi di una corda che oscilla


Una corda pende giù da un alto ramo di un albero posizionato FIGURA 14.29 Un veduta del moto circolare che indica le
sulla riva di un fiume. Giuseppe, che ha una massa di 65 kg, forze in gioco.
corre a una velocità di 2.5 m/s verso la riva del fiume, afferra la i>ati
corda 7.2 m sotto al ramo al quale è legata, e oscilla verso fe-
v/^ = nn/s
sterno sul fiume.
a. Qual è il tempo minimo durante il quale Giuseppe deve re­ nn - éS"
stare appeso alla corda per ritornare indietro sulla riva? X r ^ 7.2. m
b. Qual è la tensione massima nella corda?
IM P O S T A Z IO N E Qucsto moto è assimilabile a quello del pen­ 7777^ ^ —
dolo, con Giuseppe che rappresenta la massa alla fine della T,
corda che è lunga 7.2 m. Giuseppe afferra la corda, oscilla
verso festcrno e poi ritorna verso riva, come illustrato nella lizzeremo quindi le forze in questo particolare punto. Notiamo
FIGURA 14.28. Mentre egli oscilla verso l’esterno, il suo sposta­ che stiamo usando il simbolo per la tensione della corda per
mento dalla posizione di equilibrio aumenta e la sua velocità non confonderci con il periodo 7. Questa è una notazione che
diminuisce finché egli non raggiunge la massima distanza dalla useremo ancora quando studieremo le onde, iniziando dal pros­
riva. A questo punto il moto si inverte ed egli ritorna indietro simo capitolo.
verso la riva; quando la raggiunge ha la stessa velocità pos­
S O L U Z IO N E a. Il periodo del moto del pendolo è
seduta all’inizio dclfoscillazione ma in direzione opposta. Il
tempo impiegato dal moto è pari a metà periodo di oscillazione r . , ^ r k . , [ 2 l K : = 5.4 s
del pendolo. \g V9.8m/s2
'.8 m/s^
FIGURA 14.28 Moto oscìllatorio di una persona attaccata a Come mostrato nella Figura 14.28, Giuseppe deve tenere la
una fune. corda finché = 7/2 = 2.7 s.
b. Nel punto più basso del moto, dove la velocità di Giu.seppe
IkUZlO
è massima, l’accelerazione centripeta è diretta lungo l’asse
(vJi “ y ed è
ftl/S (2.5 m/s)'
= 0.87 m/s'
Tixm r 7.2 m
Utilizzando la Figura 14.29, possiamo scrivere la seconda
0s
legge di Newton per il moto lungo l’asse y
' ^Fy = {' Tc)' y y
= 7 c- •mg = ma
Conosciamo l’accelerazione, quindi possiamo risolvere l’e­
C’è un’altra prospettiva che possiamo considerare per ana­ quazione precedente trovando il valore della tensione:
lizzare questo moto, come mostrato nella descrizione visiva = mg + ma^= (65 kg)(9.8 m/s* + 0.87 m/s^) = 690 N
della FIGURA 14.29. Giuseppe è in moto lungo una circonfe­
renza con centro nel punto in cui è legata la corda. Egli ha sia Entrambe le nostre risposte sembrano ragionevoli.
V E R IF IC A
un’accelerazione tangenziale, infatti rallenta mentre oscilla Non abbiamo avuto bisogno di considerare la velocità di Giu­
verso l’esterno, poi accelera mentre torna indietro, sia un’acce­ seppe per trovare il tempo, e questo ha senso poiché stiamo
lerazione centripeta diretta verso il punto di rotazione. La forza trattando questo moto come il moto del pendolo, e il tempo è
risultante che produce questa accelerazione centripeta è data simile ai periodi che abbiamo visto per pendoli di analoga lun­
dalla differenza tra la tensione della corda e la componente ghezza. La velocità è bassa e la corda è lunga, quindi il valore
radiale della forza peso di Giuseppe. dell’accelerazione centripeta è modesto. Ci dobbiamo aspettare
La tensione sarà grande quando l’accelerazione centripeta è che la tensione nella corda sia solo lievemente maggiore del
grande, cioè nel punto più basso dclfoscillazione dove la sua peso di Giuseppe, e questo è proprio il risultato che abbiamo
velocità è massima. Per rispondere alla seconda domanda ana- trovato.

E SE M P IO INTEGRATO 14.15 Il tuffo dal tram polino


I trampolini sono delle tavo­ Un trampolino leggero e flessibile si flette di 15 cm quando un
le flessibili progettate per tuffatore di massa 65 kg è fernio sul suo bordo. Egli poi salta
subire grandi flessioni. Se verso l’alto e atteira sul bordo della tavola che si flette fino a una
un tuffatore salta in alto e deviazione massima di 25 cm, dopodiché egli continua a oscil­
atterra all’estremità di una lare e a muoversi su e giù insieme aH’estremità del trampolino.
di que.ste tavole, la flessione a. Qual è la frequenza di questa oscillazione?
risultante sul trampolino b. Qual è la massima velocità in modulo del tuffatore durante
produce una forza lineare di questo moto oscillatorio?
richiamo che conferisce all’atleta la spinta necessaria per
compiere le sue evoluzioni. Se invece il tuffatore semplice- Supponiamo che il tuffatore forzi il moto del trampolino con la
mente continua a ondeggiare su e giù alla fine della tavola, spinta delle sue gambe, gradualmente aumentando l’ampiezza
possiamo effettivamente rappresentare il suo moto come delle sue oscillazioni. A un certo punto, le oscillazioni diventano
quello di una massa che oscilla attaccata a una molla. grandi abbastanza da far sì che i suoi piedi lascino la tavola.
14.7 Oscillazioni forzate e risonanza 479

c. Qual è l’ampiezza deiroscillazione quando il tuffatore si FIGURA 14.31 Forze su un trampolino col tuffatore a riposo
stacca dalla tavola a un certo punto del ciclo? Qual è la sua sul bordo.
accelerazione in questo punto?
d. Un tuffatore che utilizza un trampolino può raggiungere una
maggiore altezza rispetto a un tuffatore che salta da una pi­ In equilibrio,
La deflessione della ' la forza dovuta
attaforma fissa. Usiamo i concetti associati aH’energia per tavola produce una alla flessione
spiegare come la forza elastica della tavola permetta salti forza di richiamo della tavola è
verticali maggiori. simile a quella ... uguale alla
di una molla. forza peso.
IM P O S T A Z IO N E Rappresenteremo il tuffatore sul trampolino
come una massa attaccata a una molla. Come abbiamo visto,
la frequenza di oscillazione è determinata dalla costante della
molla e dalla massa. La massa del tuffatore è nota; possiamo
La frequenza di oscillazione dipende dalla massa del tuffa­
determinare la costante della molla dalla deflessione del tram­
tore e dalla costante elastica della tavola:
polino quando il tuffatore è fermo alla sua estremità.
La FIGURA 14.30 è un grafico delPoscillazione che ci aiuta a 4.25 • lO^N/m
f= - ■ = 1.29 Hz
visualizzare il moto. La posizione di equilibrio, con il tuffatore 27rV m Irr 65 kg
che si trova fermo al bordo del trampolino, corrisponde a una b. La velocità massima di oscillazione è data dall’Equazione
deflessione di 15 cm. Quando il tuffatore salta sulla tavola, la 14.16:
flessione massima è 25 cm; questo significa che c’è una fles­ '^nux = 27T/A = 277 ( 1.29 Hz)(0.10 ni) = 0.81 m/s
sione aggiuntiva di IO cm oltre la posizione di equilibrio,
c. Possiamo vedere dalla Figura 14.30 che un’ampiezza di
quindi IO cm è l’ampiezza dell’oscillazione susseguente.
Quando la tavola sale, non si piegherà oltre la sua posizione 15 cm fa ritornare la tavola alla sua posizione orizzontale,
non flessa, per cui la massima ampiezza possibile è di 15 cm. senza nessuna flessione. In questa posizione la tavola non
esercita alcuna forza verso l’alto, nessuna forza normale di
FIGURA 14.30 Grafico della posizione rispetto al tempo per sostegno, sul tuffatore, quindi egli perde il contatto con la
il bordo del trampolino. tavola (il suo peso apparente diventa zero.) L’accelerazio­
L’asse verticale ne in questo punto del moto ha il valore massimo possibile
riporta la ma è negativa in quanto il grafico dell’accelerazione è una
deflessione L’ampiezza Questa è versione capovolta del grafico della posizione. Per un’oscil­
della tavola. iniziale è l’ampiezza
(om) di lOcm. massima possibile. lazione con ampiezza di 15 cm, l’accelerazione in questo
punto è calcolata usando l’Equazione 14.17:
a = -flmax = -(iTTffA = [2ir(1.29 Hz)]\0.l5 m)
= -9.8 m/.s^
d. L’altezza massima del tuffo da una piattaforma fissa è de­
terminata dalla massima velocità a cui il tuffatore lascia la
piattaforma.
Durante un salto, l’energia chimica nei muscoli viene tra­
sformata in energia cinetica. Questa energia cinetica è tra­
sformata in energia potenziale mentre il tuffatore si solleva
IZEIiQ ►Abbiamo fatto iniziare il grafico dal punto più e di nuovo in energia cinetica mentre cade, poi in energia
basso del moto. Poiché faremo uso solo delle equazioni termica mentre colpisce di nuovo la piattaforma, il trampo­
per il massimo valore della velocità e dell’accelerazione, lino cattura e conserva questa energia cinetica piuttosto che
non di tutte le equazioni che descrivono il moto, il punto farla degradare in energia termica; un tuffatore può saltare
esatto di inizio non è critico. < una volta e atterrare sulla tavola, immagazzinandovi l’ener­
gia del suo salto iniziale come energia potenziale elastica
SOLU ZION E a. La f i g u r a 14.31 mostra le forze sul tuffatore nella flessione della tavola. Poi, mentre la tavola rimbalza,
mentre egli si trova in piedi fermo all’estremità del trampoli­ riconvertendo l’energia immagazzinata di nuovo in energia
no. La forza totale su di lui è pari a zero, + P = 0, cinetica, il tuffatore può darsi un’ulteriore spinta da questa
quindi le due forze hanno modulo uguale e possiamo scri­ piattaforma in movimento, trasformando un’energia chi­
vere mica ancora maggiore e quindi aumentando la sua energia
Fm= P cinetica. Questo consente al tuffatore di utilizzare in un solo
salto l’energia chimica equivalente a quella di due salti.
Una forza di richiamo lineare significa che la tavola obbedisce
V E R IF IC A Abbiamo appreso nei precedenti capitoli che un
alla legge di Hooke per una molla: F^= k ày, dove k è h co­
corpo perde il contatto con la superficie, come un’auto che
stante della molla. Quindi l’equazione nel punto d’equilibrio è
perde aderenza in un giro della morte, quando il suo peso appa­
k ùky = mg rente diventa zero: 0- Nel Capitolo 5 abbiamo trovato che
il peso apparente di un corpo in moto verticale diventa nullo
Risolvendo per la costante elastica della molla, troviamo
quando a = —g, cioè quando il corpo è in caduta libera. Questa
^ _ mg _ (65 kg)(9.8 m/s^) corrispondenza è un buon controllo del nostro lavoro. Poiché
= 4.25 • 10"N/m la parte c ha la risposta che ci aspettavamo, possiamo essere
A). 0.15 m
fiduciosi della corretezza dei nostri passi precedenti.
480 CAPITOLO 14 Oscillazioni

R I E P I L O G O
Obiettivo; comprendere i sistemi che oscillano di moto armonico semplice.

PRIIMCIPI G EN ERA LI ^
Frequenza e periodo Energia
Si ha un molo armonico semplice quando la forza di richiamo lineare agisce In assenza di attrito o dissipazioni,
per riportare un sistema alla posizione di equilibrio. La frequenza e il periodo Penergia cinetica e quella potenziale sono
dipendono dalla forza e dalle masse o dalle lunghezze. I.a frequenza e il periodo alternativamente trasformate Luna ncH’altra
non dipendono daH’ampiezza. in un moto armonico semplice, con la
somma delle due che si conserva.
Massa fissata a una molla Pendolo
E=
2 2
fmg\ 1 2 Solo energia cinetica
(f™), = -mv,max

= -kA^

La frequenza e il periodo di una massa La frequenza e il periodo di un


fissata a una molla dipendono dalla pendolo dipendono dalla lunghezza e L J
massa e dalla costante elastica della dalfaccelerazione di gravità. Essi non Solo energia potenziale
molla. Essi sono gli stessi per sistemi dipendono dalla massa.
orizzontali e verticali.

/^ = I-n S ^L T= 2njj

CONCETTI IM PORTANTI
Oscillazioni M oto armonico semplice
Un’oscillazione è un moto 11 moto armonico semplice è un’oscillazione che è descritta da una funzione sinusoidale. Tutti
ripetitivo attorno a una i sistemi sottoposti a un moto armonico semplice possono essere descritti dalla stessa forma
posizione di equilibrio. funzionale.
L’ampiezza/4 è lo spostamento Il grafico della posizione II grafico della velocità Il grafico dell’accelerazione
massimo daH’equilibrio. Il rispetto al tempo è una rispetto al tempo è una rispetto al tempo è una
pcritxlo Tè il tempo di un funzione coseno. funzione seno. funzione coseno.
intero ciclo. Possiamo inoltre
caratterizzare un’osciIlazione
con la sua frequen/ii/.

APPLICAZIO N I i
Smorzamento Risonanza Pendolo fìsico
Il moto armonico semplice smorzato Un sistema che oscilla ha una Un pendolo fisico è
(dovuto alle forze di resistenza) fa frequenza naturale di oscillazione un pendolo con una
diminuire l’ampiezza nel tempo. La risonanza avviene se il sistema è massa distribuita lungo
La costante d i tempo t determina forzato da una forza esterna con una la sua lunghez7.a. La
quanto velocemente avviene il frequenza eccitatrice/„, che si accorda frequenza dipende dalla Momento
di inerzia = /
decadimento dell’ampiezza. con la frequenza naturale. Questa posizione del centro di
condizione può produrre grandi gravità e dal momento
ampiezze di oscillazione. di inerzia.
Ampiezza Il moto delle
deiroscillazionc gambe durante una
camminata può essere
descritto usando come
modello un pendolo
fisico.
Domande 481

La difficoltà del problema è indicata con I (facile) fino a Hil (molto difficile). I problemi contrassegnati come INI integrano in maniera
significativa concetti esposti nei capitoli precedenti; i problemi contrassegnati con BIO sono di interesse medico o biologico.

D O M A N D E

D o m a n d e concettuali Nota: Non cono.sci i valori né di m né di k. Non assumere


1. Fornisci tre esempi, tratti dal mondo reale, di un moto alcun particolare valore per essi. L’analisi richiesta implica
oscillatorio. (Nota che il moto circolare è simile, ma non è di pensare piuttosto al loro rapporto.
la stessa cosa di un molo oscillatorio.) 12. Un pendolo sul pianeta X, dove il valore di g è sconosciuto,
2. Il ritmo cardiaco di una persona è espresso in battiti al oscilla con un periodo di 2.0 s. Qual è il periodo di questo
minuto. Si tratta di un periodo o di una frequenza? pendolo se:
3. La Figura DI4.3 mostra il grafico della posizione rispetto a. La sua massa è raddoppiata?
al tempo di una particella in moto armonico semplice. b. La sua lunghezza è raddoppiata?
a. A quale tempo (o a quali tempi) la particella si muove c. La sua ampiezza di oscillazione è raddoppiata?
verso destra alla velocità massima (in modulo)? Nota: Non conosci i valori né di m, né di L, e neppure di g,
b. A quale tempo (o a quali tempi) la particella si muove quindi non assumere alcun particolare valore per essi.
verso sinistra alla velocità massima (in modulo)? 13. Le mosche muovono le loro ali a frequenze molto superiori
c. A quale tempo (o a quali tempi) la particella è istanta­ BK) a quelle associate a una pura azione muscolare. Un’ipotesi
neamente a riposo? su come esse riescano a ottenere queste alte frequenze è che
il movimento delle loro ali sia l’oscillazione forzata di un
sistema massa-molla. Un nuxlo per verificare questa ipotesi è
quello di accorciare le ali di una mcìsca. Se l’oscillazione delle
ali può essere rappresentata come un sistema massa-molla,
/(s) come cambierà la frequenza del battilo delle ali della mosca?
14. Denver, in Colorado, si trova a un’altitudine maggiore di
FIGURA D14.3 Miami in Florida. L’accelerazione di gravità ò lievemente
4. Un alto edificio oscilla avanti e indietro in una giornata inferiore aH’aumentarc deH’altitudine. Se un orologio a
ventosa. 11 vento aumenta e raddoppia Tampiezza delFo- pendolo tiene perfettamente il tempo a Miami, sarà più
scidazione. Di quale fattore aumenterà la velocità massima veloce o più lento a Denver? Spiega il perché.
della cima deiredificio? E la massima accelerazione? 15. Se vuoi suonare un motivo usando bicchieri da vino, avrai
5. Una bambina su un'altalena oscilla avanti e indietro con un bisogno di regolare le frequenze di oscillazione dei bic­
angolo massimo di 5°. Un’amica le dà una piccola spinta in chieri aggiungendo in essi deH’acqua. Ciò cambia la massa
modo tale che ora oscilla con un angolo massimo di 10®. Di che oscilla (più acqua significa più massa) ma non cambia
quale fattore questa spinta aumenta la sua vekx'ità massima? la forza di richiamo, che è determinata dalla rigidità del
6. Un blocco oscilla fissalo a una molla e ha un’ampiezza di vetro. Se hai bisogno di aumentare la frequenza di un par­
20 cm. Quale sarà l’ampiezza se l'energia cinetica mas­ ticolare bicchiere, dovrai aggiungere o togliere acqua?
sima è raddoppiata? 16. E possibile identificare zone promettenti da trivellare per
7. Un blocco oscilla fissato a una molla e ha un’energia cine­ estrarre il petrolio facendo accurate misure del valore
tica massima di 2.0 J. Quale sarà l’energia cinetica mas­ locale di g: un valore basso significa una minore densità
sima .se la sua ampiezza è raddoppiata? Spiega il perche'. del materiale sotto la superficie, il che spesso implica che
8. Un blocco oscilla fissato a una molla e ha una velocità mas­ potrebbe esserci del petrolio.
sima di 30 cm/s. Quale sarà la velocità massima del blocco Per molli anni, i cercatori di petrolio hanno usato dei pendoli
.se rallungamento iniziale della molla è raddoppiato? per fare questo tipo di misurazioni. Spiega come useresti un
9. Per il grafico nella Figura DI4.9, determina la frequenza/ pendolo per misurare le variazioni di g.
e l'ampiezza di oscillazione A. 17. I velo cisti esercitano una spinta s u ll’a-
BIO vam piede, quindi piegano il g in o cch io I
.X (c m ) V (cm /s)
per portare il piede in alto vicin o al corpo I
per poi portare la gam ba in avanti con un ^
m ovim ento o scillato rio per effettuare la *
/(s) I (s) falcata successiva. Perché questa è un’ef-1
ficace strategia per correre velocemente?
18. Come abbiamo visto, i gibboni si muo-•
BIO vono da un albero a ll’altro o scillan d o tra prese successive.
FIGURA D14.9 Per aumentare la loro velocità, i gibboni possono avvici­
10. Per il grafico nella Figura D14. IO, determina la frequenza/ nare le gambe al corpo. In che modo questo li aiuta a muo­
e l’ampiezza di oscillazione A. versi più rapidamente?
11. Un blocco oscilla fissato a una molla e ha un periodo T = 2.0 s. 19. Qual è la differenza tra la frequenza eccitatrice e la fre­
a. Qual è il periodo se la massa del blocco è raddoppiata? quenza naturale di un oscillatore?
b. Qual è il periodo se il valore della costante della molla 20. Gli es.seri umani hanno un intervallo di udibilità dei
è quadruplicato? BIO suoni che va approssimativamente da 20 Hz a 20 kllz. I
c. Qual è il periodo se l’ampiezza deH’oscillazione è topi hanno un sistema uditivo simile a quello umano, ma
raddoppiata mentre m e k restano invariati? tutti gli elementi fisici del loro apparato uditivo sono più
482 CAPITOLO 14 Oscillazioni

piccoli. Ciò premesso, ti aspetteresti che i topi abbiano b. Qual è l’ampiezza di oscillazione?
un maggiore o minore intervallo di udibilità rispetto agli A. LOcm B. 2.5 cm C. 4.5 cm
esseri umani? Spiega il perché. D. 5.0 cm E. 9.0 cm
21. Una persona guida un camion su una strada che ha dossi c. Qual è la posizione della massa al tempo r = 30 s?
regolarmente spaziati e nota un interessante effetto: quando A. -4.5 cm B. -2.5 cm C. 0.0 cm
il camion viaggia a bassa velocità Tampiezza del moto ver­ D. 4.5 cm E. 30 cm
ticale è piccola. Se il camion aumenta la velocità, anche d. A quale istante di tempo la velocità della massa è pari a
l’ampiezza del moto verticale aumenta finché diventa piut­ zero per la prima volta?
tosto spiacevole. Se la velocità del camion viene ulterior­ A. Os B. 2s C. 8s
mente aumentata, l’ampiezza diminuisce e ad alte velocità D. 10 s E. 13 s
l’ampiezza del moto verticale ritorna di nuovo piccola. e. In quale di questi istanti di tempo l’energia cinetica ha
Fornisci una spiegazione di cosa sta succedendo. il suo valore massimo?
22. Abbiamo visto che i grossi tendini delle zampe dei canguri A. Os B. 8s C. 13s
BK) immagazzinano energia quando essi saltellano. Quando un D. 26 s E. 30 s
canguro atterra, molta della sua energia cinetica viene con­ 25. I Una palla di massa m oscilla appesa a una molla che ha
vertita in energia elastica mentre i tendini si allungano per una costante ela.stica k = 200 N/m. La posizione della palla
poi essere riconvertita in energia cinetica quando il can­ è A'= (0.350 m) cos (15.0 r), con / misurata in secondi.
guro si stacca nuovamente dal suolo. Se un canguro che a. Qual è l’ampiezza del moto della palla?
saltella aumenta la propria velocità, trascorrerà un maggior A. 0.175 m B. 0.350 m C. 0.700 m
tempo in aria ad ogni rimbalzo, ma il tempo di contatto con D. 7.50 m E. 15.0 m
il suolo resta approssimativamente lo stesso. Forni.sci una b. Qual è la frequenza del molo della palla?
spiegazione del perché ti aspetti che sia co.sì. A. 0.35 Hz B. 2.39 Hz C. 5.44 Hz
D. 6.28 Hz E. 15.0 Hz
c. Qual è il valore della massa m?
D o m a n d e a scelta m u ltipla A. 0.45 kg B. 0.89 kg C. 1.54 kg
D. 3.76 kg E. 6.33 kg
23. I Una molla ha una lunghezza a riposo di 20 cm. Una
d. Qual è l’energia meccanica totale deH’oscillatore?
massa di 100 g viene appesa alla molla allungandola fino a
A. 1.65 J B. 3.28 J C. 6.73 J
raggiungere una posizione di equilibrio a una lunghezza di D. 10.1 J E. 12.2 J
30 cm.
e. Qual è massima velocità della palla?
a. Supponiamo che la massa sia tirata verso il basso fino a
A. 0.35 m/s B. 1.76 m/s C. 2.60 m/s
una lunghezza della molla di 40 cm. Quando essa viene
D. 3.88 m/s E. 5.25 m/s
rilasciata, comincerà a oscillare. Qual è l’ampiezza di
26. I Con il solo conducente a bordo, un’auto molleggia sulle
oscillazione?
proprie sospensioni a LO Hz. Quando il conducente è rag­
A. 5.0 cm B. lOcm C. 20 cm D. 40 cm
giunto da quattro amici, la nuova frequenza di oscillazione
b. Per i dati forniti sopra, qual è la frequenza di o.scida­
quando l’auto rimbalza sulle sospensioni è:
zione?
A. Maggiore di 1.0 Hz.
A. 0.10 Hz B. 0.62 Hz C. 1.6 Hz D. 10 Hz
B. Uguale a LO Hz.
c. Supponiamo che questo esperimento fosse svolto sulla
C. Minore di 1.0 Hz.
Luna, dove l’accelerazione di gravità è approssimati­
27. Il Se trasporti dei carichi pesanti nelle tue mani, come que­
vamente 1/6 di quella terrestre. Come cambierebbe la
sti influenzeranno la frequenza naturale con cui le lue brac­
frequenza di oscillazione?
cia oscillano avanti e indietro?
A. La frequenza diminuirebbe.
A. La frequenza aumenterà.
B. La frequenza aumenterebbe.
B. La frequenza resterà la stessa.
C. La frequenza resterebbe la stessa.
C. La frequenza diminuirà.
24. Il La Figura DI4.24 rappresenta il moto di una massa fis­
28. I Una pesante sfera di ottone viene usata per creare un pen­
sata a una molla.
dolo con un periodo di 5.5 s. Quanto deve essere lungo il
a. Qual è il periodo di questa o.scillazione?
cavo che collega la sfera del pendolo al soffitto?
A. 12 s B. 24 s C. 36 s
A. 4.7 m B. 6.2 m
D. 48 s E. 50 s
C. 7.5 m D. 8.7 m
.t (cm)
29. I Suoni molto forti possono danneggiare l’udito provocando
BIO lesioni alle cellule cibate che sono sensibili alle vibrazioni
sulla membrana basilare. Supponi che una persona abbia una
lesione alle cellule cibate in un segmento della membrana
basilare vicino alle staffe. Quale tipo di suono è più proba­
bile che abbia prodotto questo particolare tipo di danno?
A. Musica molto alla contenente un insieme di diverse
frequenze.
B. Un suono molto alto, ad alta frequenza.
C. Un suono mollo allo, a bassa frequenza.
Problemi 483

PROBLEM
Sezione 14.1 Equilibrio e oscillazione 12. Il Un’automobile viaggia lungo una strada non asfaltata
e molleggia sulle sospensioni a 1.3 Hz con un’accelera­
Sezione 14.2 Forze di richiamo lineari e moto armonico
zione massima verticale di 0.20 m/s^ entrambi valori tipici.
semplice
Quali sono (a) fampiezza e (b) la velocità massima dell’o-
1. I Quando la corda di una chitarra suona la nota ‘*LA’\ la scillazione?
corda vibra a 440 Hz. Qual è il periodo della vibrazione? 13. IHL’edificio della Banca della Nuova Inghilterra a Boston
2. I Dopo un devastante terremoto, la Terra nel suo insieme è alto 152 m. In giornate ventose esso oscilla con una fre­
risuona con un periodo di 54 minuti. Qual è la frequenza quenza di 0.17 Hz e l’accelerazione della cima dell'edifi­
(in Hz) di questa oscillazione? cio può raggiungere il 2.0% dell’accelerazione di gravità,
3. I Nel misurarti le pulsazioni, conti 75 battiti cardiaci in 1 sufficiente a causare disturbi negli occupanti. Qual è la
BIO min. Quali sono il periodo (in s) e la frequenza (in Hz) delle distanza totale, da un Iato all’altro, dello spostamento della
tue oscillazioni cardiache? cima deH’edificio durante queste oscillazioni?
4. I Una bilancia a molla pende dal soffitto e si allunga di 6.4 cm 14. 1 Possiamo rappresentare il moto delle ali di una libellula
quando viene fissata ad essa una massa di 1.0 kg. La massa BK) come un moto armonico semplice. La distanza totale tra i
di 1.0 kg viene successivamente rimossa e sostituita con una limiti superiore e inferiore del moto della punta delle ali è
massa di 1.5 kg. Qual è ora rallungamento della molla? 1.0 cm e la frequenza di oscillazione è pari a 40 Hz. Qual è
5. I Una pesante palla di acciaio è appesa a una corda per farne la velocità massima della punta dell’ala?
un pendolo. La palla viene spostata da un lato cosicché la 15. I Possiamo rappresentare il moto delle ali di un calabrone
corda si inclina di un angolo di 5° rispetto alla verticale. BK) come un moto armonico semplice. L’insetto batte le sue
Per tenere ferma la palla in questa posizione è necessaria ali 250 volte al .secondo e la punta delle ali si muove a una
una forza di 20 N. Se la palla viene spo.stata ulteriormente velocità massima di 2.5 m/s. Qual è l’ampiezza del moto
di lato finché la corda non è inclinata di un angolo di 10°, della punta dell’ala?
qual è la forza richiesta per mantenere ferma la palla in 16. Il 1 colibrì possono appa-
questa nuova posizione? BK) rire come uccelli fragili,
ma le loro ali sono capaci
di sostenere grandi forze
Sezione 14.3 Descrizione del moto armonico semplice t (ms)
e accelerazioni. La
6. 11 Un carrello fissato a una molla oscilla su un binario privo Figura PI4.16 mostra i
d’attrito tra il .segno che indica i 10 cm e quello dei 60 cm. dati per la posizione ver­
11 carrello completa 10 oscillazioni in 33 s. Quali sono (a) ticale della punta delle ali
il periodo, (b) la frequenza, (c) f ampiezza e (d) la velocità di un colibrì rossiccio. Qual è la massima accelerazione
massima del carrello? della punta delle ali, in m/s^ e in unità di gl
7. Ili Un carrello è fissato a una molla e si muove su un binario
privo d’attrito. Il carrello viene tirato verso destra e rila­
sciato da fermo a / = 0 s. Esso poi oscilla con un periodo di Sezione 14.4 Energia del moto armonico semplice
2.0 s e una velocità massima di 40 cm/s. 17. Ili a. Quando lo spostamento di una massa fissata a una
a. Qual è l’ampiezza dell’oscillazione? molla è pari a 1/2 A, quale frazione di energia meccanica
b. Qual è la posizione del carrello a / = 0.25 s? è sotto forma di energia cinetica e quale frazione è sotto
8. I Quali sono (a) fampiezza e (b) la frequenza di oscilla­ forma di energia potenziale?
zione mostrati nella Figura PI4.8 ? b. A quale spostamento, in termini di frazione di A, si ha
che l'energia meccanica è costituita per metà di energia
cinetica e per metà di energia potenziale?
18. Ili Un blocco di massa 1.0 kg è fissato a una molla con
costante elastica di 16 N/m. Mentre il blocco è fermo, uno
studente lo colpisce con un martello e quasi simultanea­
mente gli imprime una velocità di 40 cm/s. Quali sono
a. L’ampiezza delle susseguenti oscillazioni?
FIGURA P14.8 FIGURA P14.9 b. La velocità del blocco nella posizione x — MIAI
9. 1 Quali sono (a) l’ampiezza e (b) la frequenza deH’oscilla- 19. 1 Un blocco fissato a una molla di cui non si conosce la
zione mostrata nella Figura PI4.9 ? costante elastica oscilla con un periodo di 2.00 s. Qual è il
10. I Durante un terremoto, la cima di un edificio oscilla con periodo se
un’ampiezza di 30 cm a 1.2 Hz. Quali sono i valori (a) a. La massa è raddoppiata?
dello spostamento massimo, (b) della velocità massima e b. La massa è dimezzata?
(c) dell’accelerazione massima della cima dell’edificio? c. L’ampiezza è raddoppiata?
II Alcuni pas.seggeri in una crociera oceanica possono sof­ d. La costante della molla è raddoppiata?
frire di “mal di mare’’ mentre la nave oscilla avanti e indie­ Le domande a-d sono indipendenti, ciascuna fa riferimento
tro sulle onde. In una posizione sulla nave, i passeggeri alla situazione iniziale.
sperimentano un moto verticale di ampiezza pari a 1 m con 20. Il Un carrello di massa 2(X) g è fissato a una molla e scorre
un periodo di 15 s. su un binario privo di attrito. Il carrello viene spostato di
a. Dando il risultato con una sola cifra significativa, qual è 10.0 cm comprimendo la molla, poi viene rilasciato. Uno
l’accelerazione massirfia dei passeggeri durante il moto? studente con un cronometro trova che il carrello compie 10
b. Quale frazione di g rappresenta? oscillazioni in 12.0 s. Qual è la costante elastica della molla?
484 CAPITOLO 14 Oscillazioni

21. ili La posizione di una massa di 50 g che oscilla è data da 32. Ili Tu e i tuoi amici trovate una corda lunga 15 m che pende
x(t) = (2.0 cm) cos (10/), dove / è in secondi. Determina: da un ramo alto di un albero e si trova sulla riva di un
a. L’ampiezza. fiume. Scopri che puoi correre, afferrare la corda, oscillare
b. 11 periodo. sopra il fiume ed infine lasciarti cadere nell’acqua. Corri
c. La costante della molla. a 2.0 m/s e afferri la corda, lanciandoti sopra il fiume. Per
d. La velocità massima. quanto tempo devi restare aggrappato alla fune se vuoi
e. L’energia totale. cadere nell’acqua nel punto più distante possibile dalla riva
f. La velocità a / = 0.40 s. del fiume?
22. Ili Una molla lunga 50 cm è sospesa al soffitto. Una massa 33. Il Un sottile cerchio con un raggio di 0.22 m è appeso a
di 250 g è attaccata alla sua estremità ed è tenuta a riposo un chiodo. Quando viene tirato da un lato e rilasciato, il
con la molla non allungata. La massa viene rilasciata e cade, cerchio oscilla avanti e indietro come un pendolo fisico.
allungando la molla di 20 cm prima di fermarsi in un punto Il momento di inerzia del cerchio rispetto a un asse di
più in basso. Essa poi continua ad oscillare verticalmente. rotazione che passa per il suo bordo è / = 2MR^. Qual è il
a. Qual è la co.stante della molla? periodo di oscillazione del cerchio?
b. Qual è l’ampiezza del l’oscillazione? 34. mi La zampa di un elefante
c. Qual è la frequenza deH’oscillazione? BIO ha una sezione trasver­
23. Il Una massa di 200 g fis.sata a una molla orizzontale oscilla sale che è pressoché uni­
a una frequenza di 2.0 Hz. In un certo istante, la massa è a forme dalla parte alta fino
jc = 5.0 cm e ha = —30 cm/s. Determina: al fondo della zampa ed è
a. II periodo. b. L’ampiezza, piuttosto lunga. Di notevo­
c. La velocità massima. d. L’energia totale. le lunghezza, la zampa fa
24. Il Una massa di 507 g, fissata a una molla la cui costante perno in alto, nel corpo deH’animale. Quando un elefante
elastica è 20.0 N/m, oscilla con un’ampiezza di 10.0 cm. si muove e cammina, usa una quantità molto bassa di ener­
Determina: gia per spostare la zampa in avanti, semplicemente permet­
a. Il periodo. b. La velocità massima, tendole di oscillare come un pendolo. Per una camminala
c. L’energia totale fluida, il periodo tipico di questa oscillazione dovrebbe
essere il doppio del tempo di un intero passo. Non appena
Sezione 14.5 II moto del pendolo la zampa destra termina l’oscillazione in avanti, l’elefante
25. II Una massa fissata a una corda di lunghezza sconosciuta pianta a terra la zampa destra ed inizia a oscillare la zampa
oscilla come un pendolo con un periodo di 4.00 s. Qual è il sinistra in avanti.
periodo se a. Un elefante ha zampe che sono lunghe 2.3 m dalla spalla
a. La massa è raddoppiata? fino al terreno. Quanto tempo occorre per un’oscillazione
b. La lunghezza della corda è raddoppiata? della zampa in avanti, per completare un passo?
c. La lunghezza della corda è dimezzata? b. Quale sarà la frequenza di camminata di questo ele­
d. L’ampiezza è dimezzata? fante? Cioè, quanti passi al minuto farà questo elefante?
Le domande a-d sono indipendenti e ciascuna fa riferi­
mento alla situazione iniziale.
Sezione 14.6 Oscillazioni smorzate
26. I La massa in un orologio a pendolo effettua un’oscilla­
zione completa in 1.00 s. Qual è la lunghezza dell’asta? 35. I L’ampiezza di un oscillatore diminuisce fino al 36.8% del
27. Ili Una palla di massa 200 g è attaccata a una corda. Essa suo valore iniziale in 10.0 s. Qual è il valore della costante
viene tirata fino a un angolo di 8.(X)® e rilasciata iniziando di tempo?
a oscillare come un pendolo. Uno studente con un crono­ 36. Il Un dipartimento di fisica ha un pendolo di Foucault,
metro trova che 10 oscillazioni impiegano 12.0 s. Quanto è un pendolo con un lungo periodo sospeso dal soffitto. II
lunga la corda? pendolo ha un circuito elettrico che lo mantiene in oscilla­
28. Il L’accelerazione di gravità sulla Luna è pari a 1.62 m/.s\ zione con un'ampiezza costante. Quando il circuito viene
Qual è la lunghezza di un pendolo il cui periodo sulla Luna spento, l’ampiezza dell’oscillazione diminuisce del 50%
è uguale al periodo di un pendolo lungo 2.00 m sulla Terra? in 22 minuti. Qual è la costante di tempo del pendolo?
29. I Gli astronauti per il primo viaggio verso Marte portano Quanto tempo si deve ulteriormente aspettare prima che
con sé un pendolo che ha un periodo sulla Terra di 1.50 s. l’ampiezza diminuisca al 25% del suo valore iniziale?
Il periodo su Marte risulta essere di 2.45 s. Qual è l'accele­ 37. Il Calcolare e disegnare un grafico accurato dello sposta­
razione di gravità marziana? mento da / = 0 s a / = 10 s di un oscillatore smorzalo avente
30. Ili Un edificio viene abbattuto da una palla demolitrice che è una frequenza di 1.0 Hz e una costante di tempo di 4.0 s.
una grossa sfera che oscilla appesa a un cavo lungo 10 m. 38. Il Un piccolo terremoto inizia a far vibrare un lampione
Ti trovi in piedi direttamente sotto il punto a cui è sospesa avanti e indietro. L’ampiezza di vibrazione della cima
questa palla (poco saggiamente!) quando noti che la palla è del lampione è di 6.5 cm nell’istante in cui il terremoto si
stata appena rilasciata e sta oscillando direttamente verso di ferma, e 8.0 s più tardi essa è di 1.8 cm.
te. Quanto tempo hai per allontanarti dalla sua traiettoria? a. Qual è la costante di tempo per lo smorzamento dell’o­
31. Ili Diversi studi hanno usato dei cadaveri per determinare scillazione?
BK) il momento di inerzia delle varie parti del corpo umano b. Qual è l’ampiezza dell’oscillazione 4.0 s dopo che il
facendole oscillare come un pendolo attorno a un’articola­ terremoto si è fermato?
zione. In uno studio, è stato trovato che il centro di gravità 39. Ili Quando guidiamo Fautomobile e passiamo su un dosso,
della parte inferiore di una gamba di 5.0 kg era a 18 cm le molle che collegano le ruote all’auto si comprimono. Gli
dal ginocchio. Facendo perno attorno al ginocchio, la fre­ ammortizzatori smorzano la susseguente oscillazione, evi­
quenza di oscillazione era 1.6 Hz. Qual era il momento di tando che l’auto continui a muoversi su e giù. La Figura
inerzia della parte inferiore della gamba? PI4.39 mostra i dati reali per un’auto che è passata sopra
Problemi 485

un dosso. Possiamo schematizzare questo moto come una a. Qual è la costante elastica della molla?
oscillazione smorzata, sebbene questa modellizzazione b. Qual è il periodo dell’oscillazione?
non sia molto accurata. Stima la frequenza e la costante di c. Disegna un grafico della posizione rispetto al tempo
tempo di questo moto. che mostri il moto della sfera per tre cicli di oscilla­
ly (cm) zione. Assumi che la posizione di equilibrio sia j = 0.
Assicurati di includere le appropriate unità di misura
per gli assi in modo tale che il periodo e fampiezza del
moto possano essere determinati dal tuo grafico.
45. Il Una palla di massa 0.40 kg è sospesa a una molla con una
costante elastica di 12 N/m. Se la palla viene tirata verso
FIGURA P14.39
il basso di 0.20 m rispetto alla posizione di equilibrio per
poi essere rilasciata, qual è la sua velocità massima mentre
oscilla?
Sezione 14.7 Oscillazioni forzate e risonanza
46. I Una molla è appesa al soffitto. Fissando alla molla una
40. Il Taipei 101 (un edificio di 101 massa di 500 g la nuova posizione d’equilibrio si trova 20.0
piani a Taiwan) è situato in un’area cm più in basso.
che è spesso colpita da terremoti e a. Qual è la costante della molla?
da tifoni, entrambi fenomeni che b. Dalla posizione di equilibrio, la massa viene tirata verso
possono provocare oscillazioni il basso di 10.0 cm e rilasciata. Qual è il periodo di
pericolose delfedificio. Per ridurre oscillazione?
l'ampiezza massima, l’edificio è c. Qual è la velocità massima (in modulo) della massa? A
dotato di uno smorzatore a massa quale posizione o posizioni la massa ha questa velocità?
risonante (tuned mass damper), una 47. Il Una molla con una costante elastica di 15.0 N/m è appesa
massa di 660 (K)0 kg sospesa a cavi al soffitto. Una sfera viene appesa alla molla; rispetto alla
lunghi 42 m che oscilla alla fre­ posizione di equilibrio viene tirata verso il basso di 6.00
quenza naturale dell’edificio. Quando l’edificio ondeggia, cm e rilasciata. Se la sfera compie 30 oscillazioni in 20.0 s,
il pendolo oscilla, raggiungendo un’ampiezza di 75 cm in quali sono la sua (a) massa e (b) velocità massima?
caso di forti venti o scosse. Smorzando il moto della massa 48. Il Una molla è appesa al soffitto. Quando una tazza viene
si riduce l’ampiezza massima di oscillazione dell’edificio. fissata alla sua estremità libera, la molla si allunga di 2.0
a. Qual è il periodo di oscillazione dell’edificio? cm prima di raggiungere la sua nuova lunghezza di equili­
b. In presenza di forte vento, quanto velocemente si brio. La tazza viene poi lievemente spinta verso il basso e
muove il pendolo quando attraversa la sua posizione di rilasciata. Qual è la sua frequenza di o.scillazione?
equilibrio? 49 Ili Durante il tuo primo viaggio verso il pianeta X porti
41. Il Un bimbino di massa 25 kg è seduto su un’altalena le con te i seguenti oggetti: una massa di 2(K) g, una molla
cui corde sono lunghe 2.0 m. Diamo al bambino piccole lunga 40.0 cm, un metro c un cronometro. Vuoi conoscere
e brevi spinte a intervalli regolari. Se vogliamo incremen­ l’accelerazione di gravità sul pianeta X, dove compiere
tare l’ampiezza del suo moto il più velocemente possibile, operazioni ordinarie sembra più facile rispetto alla Terra,
quanto tempo dovremmo attendere tra una spinta e l’altra? ma non riesci a trovare altre informazioni nella guida per
42. mi La tua auto viaggia su Ampiezza i visitatori del pianeta. Una notte sospendi la molla al sof­
delle molle (le sospensioni), fitto della tua stanza e appendi la massa alla sua estremità
quindi avrà una frequenza libera. Trovi che la massa allunga la molla di 31.2 cm. Poi
naturale di oscillazione. La tiri la massa verso il basso di 10.0 cm e la rilasci. Con il
Figura PI4.42 mostra i dati cronometro trovi che 10 oscillazioni impiegano 14.5 s. Sei
per rampiezza del moto di ora in grado di soddisfare la tua curiosità?
un’auto guidata a diverse fre­ 50. Ili Un corpo che oscilla fissato a una molla ha la sua velocità
quenze. L’auto è guidata a 30 come mostrato nel grafico della Figura PI4.50. Disegna il
km/h su una strada con dossi P14.42 grafico della velocità se sono fatti i seguenti cambiamenti.
uniformemente distanziati tra loro di 3.0 m; il moto risultante a. L’ampiezza è raddoppiata e la frequenza è dimezzata.
sarà quindi piuttosto sussultorio. II guidatore dovrebbe acce­ b. L’ampiezza e la costante della molla rimangono inva­
lerare o rallentare f:)er rendere il viaggio più confortevole? riate ma la massa è quadruplicata.
43. Il La vista è offuscata se la testa subisce una vibrazione di Le domande a e b sono indipendenti, ciascuna fa riferi­
BIO 29 Hz perché le vibrazioni risuonano con la frequenza natu­ mento al grafico mostrato.
rale degli occhi tenuti dalla muscolatura nella loro sede. Se
la massa di un occhio è di 7.5 g, un valore tipico, qual è il
valore della costante elastica equivalente della muscolatura
fissata all’occhio?
Ms) /( s )

P roblem i generali
FIGURA P14.50

44. Il Una molla ha una lunghezza di 12 cm a riposo. Fissando 51. Il I due grafici nella Figura PI4.51 rappresentano due
alla sua estremità una sfera di massa 80 g, la lunghezza diversi sistemi verticali di massa-molla,
della molla aumenta di 4.0 cm. La sfera viene poi tirata a. Qual è la frequenza del sistema A? Qual è il primo
verso il basso, ajlungando la molla di altri 4.0 cm, poi viene istante di tempo in cui la massa ha una velocità mas­
rilasciata. sima mentre si muove verso l’alto?
486 CAPITOLO 14 Oscillazioni

b. Qual è il periodo del sistema B? Qual è il primo istante


di tempo in cui l’energia meccanica è tutta energia
potenziale?
c. Se entrambi i sistemi hanno la stessa massa, qual è il FIGURA P14.59
rapporto tra le loro costanti elastiche della molla? 60. Il Bungee Man è un supcreroc che riesce a compiere azioni
52. Ili Come abbiamo visto, gli astronauti misurano la loro prodigiose con l’aiuto di super corde. Le corde agiscono
BIO massa attraverso la misurazione del periodo di oscillazione come molle ideali indipendentemente da quanto vengano
quando siedono su una sedia col legata a una molla. Lo stru­ allungate. Un giorno, Bungee Man riesce a fermare un
mento di misurazione della massa corporea a bordo dello autobus della scuola che ha i freni che non funzionano
Skylab, una stazione spaziale degli anni 1970, aveva una legando una super corda al retro dell’autobus, posizio­
costante elastica di 606 N/m. La seggiola vuota oscillava nandosi accanto ad esso e piantando i piedi tenendo l’al­
con un periodo di 0.901 s. Qual era la massa di un’astro­ tro capo della corda fino aH’arresto del mezzo. La massa
nauta che oscillava con un periodo di 2.09 s quando era deirautobus, inclusi i passeggeri, era di 12 (XX) kg, e la sua
seduto sulla sedia? velocità era 21.2 m/s. L’autobus viene fermato nello spazio
53. Hill Una palla di massa 100 g, fissata a una molla con una di 50.0 m.
costante elastica di 2.50 N/m, oscilla orizzontalmente su un a. Qual era la costante elastica della super corda?
tavolo privo di attrito. La sua velocità è 20.0 cm/s quando b. Dopo quanto tempo, dopo aver fissato la super corda
jc = —5.00 cm. all’autobus, egli rie.sce a fermare l’autobus?
a. Qual è l‘ampiezza di oscillazione? 61.1 L’accelerazione di gravità sulla Terra varia da 9.780 m/s^
b. Qual è la velocità della palla quando x = 3.00 cm? all’equatore a 9.832 m/s^ ai poli. Un pendolo, la cui lun­
54. Il II trasduttore ultrasonico, uno strumento usato per creare ghezza è esattamente di 1.000 m può essere usato per misu­
BK) immagini negli ultrasuoni a fini medici, è un disco molto rare g. Questo strumento è chiamato gravimetro.
sottile {m = 0.10 g) fatto oscillare avanti e indietro in un a. Quanto tempo occorre per compiere 100 oscillazioni
moto armonico semplice a LO MHz da una bobina elettro- all’equatore?
magnetica. b. Quanto tempo occorre per compiere 100 oscillazioni al
a. La massima forza di richiamo che può essere applicata polo nord?
al disco senza romperlo è di 40 (XK) N. Qual è Tampiezza c. Supponi di prendere il gravimetro e portarlo in cima a
massima di oscillazione che non romperà il disco? un alto picco montano vicino all’equatore. Lì troveresti
b. Qual è la massima velocità del disco a questa ampiezza? che 100 oscillazioni impiegano 201 s. Quanto vale g
55. Il Un’automobile utilitaria ha una massa di 1200 kg. sulla cima della montagna?
Quando è vuota, molleggia sulle sospensioni 2.0 volte al 62. Hll Gli oranghi si muovono per brachiazione, oscillando
secondo. Qual è la frequenza di oscillazione dell’automo­ BiO come un pendolo tra prese successive. Se un orango ha un
bile quando porta quattro passeggeri ciascuno di 70 kg? INI braccio lungo 0.90 m e ripetutamente oscilla con un angolo
56. Ili Un’automobile con una massa totale di 14(X) kg (inclusi massimo di 20°, compiendo un’oscillazione subito dopo
i passeggeri) sta percorrendo una strada con dossi regolar­ l’altra, stima con quale velocità si sta muovendo in m/s.
mente distanziati di 5.0 m l’uno dall’altro. L’auto rimbalza 63. Hll II giocattolo di un bambino è un pezzo di legno di massa
su e giù raggiungendo l’ampiezza massima quando l’auto INI 120 g a forma di animale che pende da una molla. Se viene
viaggia a 6.0 m/s. Qual è la costante elastica delle sospen­ tirato lievemente verso il basso, l’animale oscilla vertical­
sioni dell’auto? mente con un periodo di 0.50 s. La sorella maggiore tira la
57. Il Un carrello di massa 5(X) g è fissato a una molla con molla un po’ di più di quanto intendesse fare e sposta l’a­
INI costante elastica di 10 N/m ed è posizionato a riposo su nimale a 30 cm sotto la sua posizione di equilibrio, poi lo
un tracciato graduato privo di attrito. Un carrello di 250 g lascia andare. L’animale vola verso l’alto e si stacca dalla
è spinto vero il primo carrello dalla parte finale del trac­ molla proprio quando raggiunge la sua posizione di equi­
ciato a una velocità in modulo di 120 cm/s. Esso urta l’altro librio. Se l’animale non colpisce nulla mentre .sale, a che
carrello e vi rimane attaccato. Quali sono l’ampiezza ed il altezza, rispetto alla posizione di equilibrio, arriverà?
periodo delle susseguenti oscillazioni? 64. Hll Una medusa riesce a D eflessione (cm)
58. Hill Un blocco di massa 1.(X) kg è fissato a una molla oriz- BIO muoversi per contrazioni
INI zontale con costante elastica di 2500 N/m. 11 blocco è a successive del suo corpo
riposo su una .superficie priva di attrito. Una pallottola di flessibile a forma di cam­
massa 10.0 g viene sparata contro il blocco, nella faccia pana, generando flussi oj---- \ 7 i •Hs)
opposta alla molla, e resta intrappolata dentro il blocco. d’acqua. La campana ela­
a. Qual era la velocità della pallottola se le oscillazioni stica, e l’acqua che con­
successive hanno un’ampiezza di 10.0 cm? tiene, funziona come un
b. Sei in grado di determinare la velocità della pallottola sistema massa-molla che
misurando la frequenza di oscillazione? Se sì, come? Se aumenta molto l’efficienza. Normalmente, la medusa emette
no, perché no? un getto dopo l’altro, senza interruzioni, ma possiamo stu­
59. lill La Figura PI4.59 mostra due molle ciascuna con una diare questo sistema propulsivo soffermandoci sul singolo
costante elastica di 20 N/m, col legate a un blocco di massa 2.5 getto. La Figura PI4.64 mostra un grafico del moto di un
kg da due pareti opposte. 11 blocco scivola su una superficie punto nella parete della campana per un singolo getto; que­
senza attrito e viene spostato di 1.0 cm daH’equilibrio. sta è il grafico di un’oscillazione smorzata. La costante ela­
a. Qual è il valore della forza di richiamo? stica per la campana può essere stimata pari a 1.2 N/m.
b. Ciò premesso, qual è l’effettiva costante elastica delle a. Qual è il periodo di questa oscillazione?
due molle che lavorano assieme? b. Stima la massa che effettivamente partecipa all’oscil­
c. Con quale frequenza oscillerà la massa se viene rila­ lazione. Questa è la massa della campana più la massa
sciata? dell’acqua.
Problemi 487

c. Considera i picchi positivi dello spostamento nel 69. 1 Se immaginiamo un intero ciclo di oscillazione, con la
grafico. Di quale fattore l’ampiezza decresce su un donna che si muove su e giù ed il tendine che fornisce la
periodo? Ciò premesso, qual è la costante di tempo forza di richiamo, quale sarà il periodo della sua oscilla­
dello smorzamento? zione?
65. mi Un oscillatore di massa 200 g in una camera a vuoto ha A. 0.10 s B. 0.15s
una frequenza di 2.0 Hz. Quando è introdotta l’aria, l’o­ C. 0.20 s D. 0.25 s
scillazione diminuisce al 60% dell’ampiezza iniziale in 50 70. II Dato quello che hai calcolato per il periodo di un’intera
s. Quante oscillazioni saranno state completate prima che oscillazione in que.sto modello, qual è il tempo di appog­
rampiezza arrivi al 30% del suo valore iniziale? gio-stacco dal suolo per l’estensione e il ritorno alla posi­
66. HI Mentre sei seduto su un’alta panchina, estendi legger- zione di equilibrio del piede della velocista?
BIO mente le tue gambe e lasciale oscillare liberamente attorno A. 0.050 s B. O.lOs
all’articolazione del ginocchio senza sforzo muscolare. Esse C. 0.15s D. 0.20s
oscilleranno come un pendolo smorzato. La Figura P14.66 è
un grafico dell’inclinazione della parte inferiore della gamba
Ragnatele e oscillazioni BK)
rispetto al tempo in questo esperimento. Fai una stima (a) del
periodo e (b) della costante di tempo per questa oscillazione. Tutti i ragni hanno speciali organi che
eo li rendono notevolmente sensibili alle
vibrazioni. I ragni individuano le vibra­
zioni nella loro ragnatela e sono in grado
di determinare che cosa è arrivato nella
loro rete e dove. Infatti, i ragni aggiu­
stano con cura la tensione dei loro fili in
modo da “accordare” la loro rete. Suppo­
niamo che un insetto atterri e resti intrap­
polato nella ragnatela. La seta dei fili
ricopre il ruolo della molla in un sistema
massa-molla con il corpo dell’insetto
che è la massa. La frequenza di oscilla­
zione dipende dalla forza di richiamo della ragnatela e dalla massa
Esercitazioni per te st di tip o M C A T
dell’in.setto. I ragni rispondono molto più velocemente a prede
grandi, e quindi di maggior valore, che sono in grado di distin­
La m o lla n e l n o s tro passo BK)
guere dalla frequenza di oscillazione della ragnatela.
Nel Capitolo 10, abbiamo visto che il tendine di Achille di un Immaginiamo che una mosca di massa 12 mg atterri al cen­
corridore si allunga come una molla e quindi torna alla posi­ tro di una ragnatela orizzontale, facendo incurvare la rete di 3.0
zione di riposo, immagazzinando e rilasciando l’energia durante mm.
il passo. Possiamo rappresentare questo movimento come un 71.1 Assumendo che la rete agisca come una molla, qual è la
moto armonico .semplice di un sistema massa-molla. Quando il costante elastica della ragnatela?
piede si sposta in avanti, la molla del tendine inizia ad allungarsi A. 0.039 N/m B. 0.39 N/m
mentre il peso si sposta sull’avampiede, trasformando l’energia C. 3.9 N/m D. 39 N/m
cinetica in energia potenziale elastica. Questa è la prima fase di 72. I Modellizzando il moto de'*'' ..ella ragnatela come
un’oscillazione. La molla poi torna alla posizione di riposo, con­ una massa fissata a una molla, a quale frequenza vibrerà la
vertendo l’energia potenziale in energia cinetica mentre il piede ragnatela quando la mosca la colpisce?
si solleva dal terreno. L’oscillazione è rapida: i velocisti che cor­ A. 0.91 Hz B. 2.9 Hz
rono su un breve tracciato di gara mantengono ciascun piede a C. 9.1Hz D. 29Hz
contatto con il suolo solo per circa 0.10 secondi e parte di questo 73. 1Se la ragnatela fosse verticale anziché orizzontale, come
tempo corrisponde al movimento del tallone che tocca il suolo e cambierebbe la frequenza di oscillazione?
alla susseguente rotazione in avanti del piede. A. La frequenza sarebbe più alta.
67. I Possiamo effettuare una misurazione statica per dedurre B. La frequenza sarebbe più bassa.
la costante elastica da usare in questo modello. Se una C. La frequenza sarebbe la stessa.
donna di massa 61 kg è in piedi su un muro basso con il 74. I I ragni sono più sensibili a oscillazioni ad alta frequenza.
suo intero peso suH’avampiede ed il tallone libero di muo­ Per esempio, una bassa frequenza di oscillazione di 1 Hz
versi, fallungamento del suo tendine di Achille provocherà può essere rivelata per ampiezze fino a 0.1 mm, mentre
un abbassamento del suo centro di gravità di circa 2.5 mm. una frequenza di oscillazione di 1 kHz può essere rivelata
Qual è il valore della costante elastica? per ampiezze molto più piccole fino a 0.1 firn. Per queste
A. 1.2- ia*N/m B. 2.4- IO* N/m oscillazioni ad alta e bassa frequenza, possiamo dire che
C. 1.2- ÌO^N/m D. 2.4- 10'N/m A. L’accelerazione massima dell’oscillazione a bassa
68. 1 Se, durante un passo, l’allungamento causa un abbassa­ frequenza è maggiore.
mento del suo centro di massa di 10 mm, quant’è l’energia B. L’accelerazione massima dell’oscillazione ad alta
immagazzinata? frequenza è maggiore.
A. 3.0 J B. 6.0 J C. L’accelerazione massima delle due oscillazioni è
C. 9.0 J D. 12 J approssimativamente uguale.
488 CAPITOLO 14 Oscillazioni

RISPOSTE ALLE PAUSE DI RIFLESSIONE

Pausa di riflessione - Anteprima Capitolo: A. Se il peso rad­ negativo per la prima volta a / = ^7 = LO s , (b) raggiunge la ve­
doppia, altrettanto farà la forza di richiamo della molla. Questo locità massima per la prima volta a / = 17 = 0.5 s, (c) raggiunge la
significa anche che raddoppia f allungamento della molla, non la sua velocità ma.ssima positiva per la prima volta a / = 17 = 1.5 s ,
lunghezza, bensì la variazione della lunghezza. Se una massa di e (d) ha la sua accelerazione massima positiva per la prima volta a
1(K) g allunga la molla di 2 cm, una massa di 2(X) g la allungherà / = ^ 7 = l.Os.
di 4 cm.
Pausa dì rifle.ssione 14.4: A. La massima velocità si raggiunge
Pausa di riflessione 14.1: C. La frequenza è inversamente pro­ quando la ma.s.sa pa.ssa per la sua posizione di equilibrio.
porzionale al periodo, quindi un periodo più breve implica una
frequenza più alta. Pausa di rifle.ssione 14.5: = / r > /^. La frequenza è de­
terminata dal rapporto di k su m.
Pausa di rifle.ssione 14.2: 1). La forza di richiamo è propor­
zionale allo spostamento. Se lo spostamento dalla posizione di Pausa dì rifle.s.sione 14.6: C. L’aumento della lunghezza cause­
equilibrio è raddoppiato, la forza è anch’essa raddoppiala. rà una diminuzione della frequenza e quindi il periodo aumente­
rà. Il tempo tra i rintocchi quindi si allungherà per cui l’orologio
Pausa di riflessione 14.3: B, A, C, B. 11 moto del pendolo si
resterà indietro.
accorda periettamente con i grafici nella tabella. 11 pendolo inizia
da una posizione di riposo con uno .spostamento massimo positivo Pausa di riflessione 14.7: t ,, > > t^. La costante di tem­
e poi segue un moto armonico semplice. Guardando ai grafici, pos­ po è il tempo in cui l’altezza diminuisce al 37% del valore ini­
siamo vedere che il pendolo (a) raggiunge lo spostamento massimo ziale. La costante di tempo è indipendente dall’altezza iniziale.
' ' ■. ?

Onde viaggianti
e suono
/

^ j

Le orecchie di questo
pìpistrelio hanno
dimensioni moito più
grandi rispetto agii occhi.
j L'organo deli'udito nei
pipistrelii sembra quindi
essere più importante
dell'organo della vista.
Come fa un pipistrello a
utilizzare le onde sonore
per localizzare le sue
prede?
ANTEPRIMA *►
Obiettivo: apprendere le proprietà fondamentali delle onde viaggianti.
Onde viaggianti Descrizione delle onde Energia e intensità
Muovendo un’estremità di una molla su e Il microfono raccoglie le onde sonore Tutte le onde trasportano energia. La
giù produciamo una perturbazione prodotte dalle vibrazioni del diapason. Il lente focalizza in una piccola area la luce
- un'onda - che viaggia lungo la molla. segnale è sinusoidale, una forma che solare, dove l’energia concentrata
abbiamo già incontrato studiando le incendia il legno.
oscillazioni.

Apprenderemo il modello delle onde che Come vedremo, le formule e le equazioni Apprenderemo a calcolare l'intensità, una
descrive fenomeni che vanno dalle onde usate per descrivere le onde sono misura di come sia distribuita l'energia
luminose alle onde sismiche (associate ai strettamente correlate con quelle per le dell'onda.
terremoti). oscillazioni.

FLASHBACK ^
Il moto armonico y Periodo dciroscillazionc
P A U S A DI R IF L E S S IO N E
semplice
Un giocattolo di legno è appeso a una
Nel Capitolo 14, abbiamo molla. Quando Io tiriamo verso il basso e
appreso a usare la Io rilasciamo, il giocattolo raggiunge il
terminologia di un moto punto più alto del suo moto dopo 1.0 s.
armonico semplice per Qual è la frequenza deH’oscilIazione?
descrivere le oscillazioni.
A. 2.0 Hz B. 1.5 Hz
Le grandezze definite per'il moto armonico, come il periodo, la C. 1.0 Hz D. 0.5 Hz
frequenza e l'ampiezza, saranno utilizzate anche per descrivere il
moto di un'onda.
490 CAPITOLO 15 Onde viaggianti e suono

15.1 11 modello delle onde


Il m o d e llo d e l p u n to m a te ria le che abbiamo usato dal Capitolo 1 ci permette di
semplificare la trattazione del moto di corpi complessi trattandoli come fossero
punti. Una palla, un’automobile e un razzo sono ovviamente oggetti diversi,
ma le caratteristiche generali del loro moto sono comunque ben descritte se li
trattiamo come se fossero punti materiali. Come abbiamo visto nel Capitolo 3,
una palla, un’automobile o una roccia che si muovono attraverso l’aria ubbidi­
scono alle stesse leggi del moto. 11 modello del punto materiale ci aiuta a evi­
denziare la semplicità di questo principio di base.
In questo Capitolo introdurremo le proprietà fondamentali delle onde utiliz­
zando un modello delTonda che enfatizza quegli aspetti che sono comuni a
tutte le onde. Sebbene le onde sonore, le onde d’acqua e le onde radio siano
chiaramente diverse, il modello dell’onda ci permette di capire molte impor­
tanti caratteristiche comuni a tutti i tipi di onde.
Il modello dell’onda è costruito attorno all’idea di un’onda viaggiante,
cioè una perturbazione organizzata che si muove con una ben definita velocità
d’onda. Questa definizione appare semplice, tuttavia occorre assimilare alcuni
nuovi termini per comprendere completamente il concetto di onda viaggiante.

Onde m eccaniche
F IG U R A 15.1 I cerchi in uno stagno sono Le onde meccaniche sono onde che implicano il movimento della materia
onde viaggianti. attraverso la quale si muovono, il mezzo. Per esempio, il mezzo di un’onda
d’acqua è l’acqua, il mezzo di un’onda sonora è rappresentato dall’aria e il
mezzo di un’onda in una corda è la corda.
Con il propagarsi dell’onda nel mezzo, gli atomi che compongono il mezzo
vengono spostati dalla posizione di equilibrio, in modo simile a quanto accade
quando si tende una molla a partire dalla sua posizione di equilibrio. Questa è
una perturbazione del mezzo. 1 cerchi concentrici nell’acqua della 15.
f ig u r a i

^..La perturbazione è l’increspatura .sono perturbazioni della superficie dell’acqua.


della superficie delFacqua. Una perturbazione ondulatoria è creata da una so rg e n te . La sorgente dell’onda
può essere un sasso gettato nell’acqua, la nostra mano che pizzica una corda
tesa o il cono oscillante di un altoparlante che comprime l’aria. Una volta cre­
L’acqua è il me/./o.
ata, la perturbazione si sposta attraverso il mezzo viaggiando verso l’esterno a
una velocità d'onda v. Questa è la velocità con cui i cerchi si muovono attra­
verso l’acqua o l’impulso si propaga attraverso una corda.
La perturbazione si propaga attraverso il mezzo e l’onda trasferisce en ergia
ma il mezzo complessivamente non si sposta! I cerchi concentrici nello stagno
(la perturbazione) si muovono verso l’esterno dopo essere stati generati dal lan­
cio del sasso ma non c’è .spostamento dell’acqua verso l’esterno. Allo stesso
modo, i punti di una corda oscillano verso l’alto e verso il basso ma non si muo­
vono nella direzione dell’impulso che viaggia lungo la corda. Un’onda trasferi­
sce energia, ma non trasferisce materia facendola allontanare dalla sorgente.

Onde elettrom agnetiche


Le onde meccaniche necessitano di un mezzo, ma esistono onde che non hanno
bisogno di alcun mezzo. Un importante tipo di questo genere di onde sono le
onde elettromagnetiche.
Le onde elettrom agnetiche sono onde di un ca m p o elettro m a g n e tic o . Le
onde elettromagnetiche pos.sono manifestarsi in vari modi comprendono la
luce visibile, le onde radio, le microonde e i raggi x. Tali onde non richiedono
Possiam o essere stati ad un evento
la presenza di un mezzo materiale e sono in grado di muoversi anche attraverso
sportivo in cui gli spettatori fanno il vuoto. La luce può viaggiare nello spazio mentre il suono no. Non abbiamo
"l'onda". L'onda prodotta dalle braccia ancora definito che cosa è un “ campo elettromagnetico’’ quindi non ci preoc­
degli spettatori viaggia attraverso lo cuperemo della precisa natura di queste onde. Il modello d’onda è in grado di
stadio ma gli spettatori (che rappresen­ descrivere molti importanti aspetti di queste onde senza bisogno di ricorrere a
tano il mezzo, in questo caso) restano
al loro posto. Questo è un esempio del
una dettagliata descrizione della loro natura. Analizzeremo in dettaglio le onde
principio secondo il quale un'onda non elettromagnetiche nel Capitolo 25, quando avremo raggiunto una completa
trasferisce materia. comprensione dei campi elettrici e magnetici.
15.1 II modello delle onde 491

Onde trasversali e onde longitudinali


La maggior parte delle onde si può generalmente classificare in due tipi: onde
e o n d e lo n g itu d in a li. Per le onde meccaniche, questi termini dCvScri-
tra sversa li
vono la relazione esistente tra il moto delle particelle che portano l’onda e la
direzione di propagazione dell’onda stessa.
Due tipi di moti delle onde
Onda trasversale
Su/giCi Moto deironda a velocità v Per le onde meccaniche, un'onda trasversale è un’onda in cui
le particelle del mezzo si muovono perpendicolarmente alla
4 direzione in cui viaggia l’onda. Scuotere l’estremità di una
corda, muovendola su e giù, genera un’onda che viaggia lungo
la corda in direzione orizzontale mentre le particelle di cui è
composta la corda oscillano verticalmente.
Onda longitudinale
Avanti/indielro Moto deH’onda a velocità v ■ In un’onda longitudinale, le particelle nel mezzo si muovono
parallelamente alla direzione del moto dell’onda. Qui possiamo
vedere una catena di masse collegate da molle. Se diamo alla
prima massa della catena una bru.sca spinta, una perturbazione
viaggia lungo la catena comprimendo ed espandendo le molle.

rapido movimento della crosta terrestre durante un terremoto può causare


11 F IG U R A 15.2 Differenti tipi di onde
una perturbazione che viaggia attraverso la Terra. 1 due più importanti tipi di sismiche.
onde sismiche sono le onde S (che sono trasversali) e le onde P (che sono lon­ Il pa.ssaggio di un’onda P comprime
gitudinali) e sono illustrate nella 15 .2 . Le onde longitudinali P si muo­
f ig u r a
c dilata il terreno. Il molo è parallelo
alla direzione di propagazione dell’onda.
vono più velocemente, mentre le onde trasversali S sono le più distruttive. I
residenti di una città ad alcune centinaia di chilometri dalPepicentro del terre­ Direzione di propagazione _ _
deil’onda — — ► p
moto sentiranno le onde P fino ad un minuto prima delle onde S, e quindi le I rrm
prime potrebbero rappresentare una sorta di allerta. POnda P

PAUSA DI RIFLESSIONE 15.1 Gli spettatori ad una manifestazione sportiva


Movimento del terreno
fanno “ la ola” o “ l’onda” , come mostra la foto nella pagina precedente. Si
tratta di un’onda trasversale o longitudinale? Il passaggio di un’onda S muove su e giù
il leiTeno. Il molo ò perpendicolare alla
direzione di propagazione dell'onda.
Direzione di propagazione
15.2 Onde viaggianti dell’onda ^

Quando lanciamo un sasso in uno stagno le onde viaggiano verso Lesterno


rispetto al punto colpito. Ma come avviene questo fenomeno? Come fa un’onda
meccanica a muoversi attraverso un mezzo? Per rispondere a questa domanda Movimento del terreno
dobbiamo distinguere il moto dell’onda dal moto delle particelle che compon­
gono il mezzo. L ’onda non è una particella quindi non possiamo applicare alle
onde le leggi di Newton. Tuttavia possiamo usare le leggi di Newton per ana­
lizzare come il mezzo risponde a una perturbazione.

Onde in una corda


La FIGURA 15.3 mostra un im p u lso d 'o n d a trasversale che si muove verso destra
lungo una corda tesa. Immaginiamo di guardare un piccolo punto sulla corda
FIGURA 15.3 II moto di una corda al passaggio di un'onda.

Dopo il passaggio del picco, la curvatura


la curvatura della corda prixliicètina forza delia corda produce una forza totale
totale che spinge la corda verso l’alto. che spinge la corda verso il basso.
492 CAPITOLO 15 Onde viaggianti e suono

durante il passaggio delTimpulso d’onda. AH’avvicinarsi dell’ impulso da sini­


stra, la corda vicino al punto inizia a piegarsi. Una volta che la corda si è pie­
gata, le forze di tensione che agiscono su un piccolo segmento della corda non
sono più in grado di cancellarsi runa con l’altra. Mentre l'onda passa, la cur­
vatura della corda genera una forza totale che dapprima spinge ogni piccolo
segmento di corda verso l’alto, poi, dopo che l’ impulso è passato, spinge verso
il bas.so. Ciascun punto della corda si muove perpendicolarmente al moto
deU’onda e quindi Tonda in una corda è un’onda trasversale.
Non è necessario nessun nuovo principio fisico per comprendere come si
muove Tonda. 11 moto delTimpulso lungo una corda è una diretta conseguenza
delle tensioni che agiscono sui segmenti della corda. Una forza esterna pro­
duce l’impulso, ma una volta che Tonda è generata, essa continua a muo­
versi a causa delle dinamiche interne del mezzo.
Onde sonore
Ora vediamo come un’onda sonora (o acustica) nclTaria viene generata usando
F IG U R A 15.4 L'onda sonora prodotta da
un altoparlante. Quando il cono dell'altoparlante nella i5 .4 a si muove in
f ig u r a

un altoparlante.
avanti, comprime l’aria di fronte ad es.so, come illustrato nella i5.4b. La
f ig u r a

c o m p re ssio n e è la perturbazione che viaggia in avanti attraversando l’aria.


(a) Il cono deiralioparlanlc si muove avanti c
indietro in risposta ad un segnale elettrico Questo meccanismo è simile a quello che avviene con la spinta decisa dell’e­
stremità di una molla illustrata nella pagina precedente, quindi Tonda sonora
è un’onda longitudinale. Comunemente pensiamo che un’onda sonora viaggi
solo attraverso l’aria ma in realtà le onde sonore sono in grado di muoversi
attraverso qualsiasi gas, liquido e perfino attraverso i .solidi.
11 moto di un’onda in una corda è determinato dalla dinamica interna della
corda. Analogamente, il moto di un’onda sonora nelTaria dipende dalla fisica
dei gas che abbiamo studiato nel Capitolo 12. Una volta generata. Tonda nella
Figura 15.4b si propagherà in avanti ed il suo moto sarà interamente determi­
nato dalle proprietà delTaria.
(b) L’altoparlante riceve un impulso La velocità dell’onda è una proprietà del m ezzo
elettrico e si spinge in avanti
bruscamente. Questo movimento crea
Quanto abbiamo detto nei paragrafi precedenti a proposito di un’onda in una
una compressione dell’aria. corda e di un’onda sonora nelTaria indica che il moto delle onde dipende dalle
/ Compressione proprietà del mezzo in cui si propagano. Vedremo infatti che la velocità
dell’onda non dipende dalla forma o dall’intensità delTimpulso o da come
l’impulso è generato o dalla distanza percorsa, bensì e.sclusivamente dal
mezzo che trasporta Tonda.
Quale proprietà della corda determina allora la velocità con cui Tonda viag­
Altoparlante ®
gia lungo la corda? Gli unici elementi che possono fornire que.sta risposta sono
ir
Molecole
Questa compressione ò la
jH-Tturba/ione che viaggia la massa della corda, la sua lunghezza e la sua tensione. Poiché un impulso non
allavel(.KÌta viaggia più velocemente in una corda più lunga e quindi più ma.ssiccia, ne
deduciamo che né la massa totale della corda ni né la sua lunghezza totale L
sono importanti. La velocità dell’onda dipende invece dal rapporto massa-lun­
ghezza, che chiameremo d e n s i t à li n e a r e /x della corda:
m

La densità lineare caratterizza il tip o di corda che usiamo. Una corda spessa è
caratterizzata da un valore maggiore di /x rispetto a una corda più sottile ma
composta dello stesso materiale. Analogamente, un cavo d’acciaio ha un valore
di /X maggiore rispetto a una corda in plastica avente lo stes.so diametro.
Come varia la velocità del Tonda al variare della tensione e della densità
lineare di una corda? Sulla base di ciò che sappiamo sul moto e sulle forze,
Sensibilità alle onde d'acqua BIO siamo in grado di fare alcune previsioni:
La rana artigliata africana ha una strategia di
caccia molto semplice: sta ferma c “ascolta"
■ Una corda con una tensione maggiore risponderà più rapidamente e quindi
le prede. Non individua onde sonore ma onde Tonda si propagherà in tale corda più rapidamente. La velocità dell’onda in
d’acqua, per m ez/o di un organo costituito da una corda aumenta alTaumentare della tensione.
una serie di sensori, chiamato lin e a la te r a le
e situato da ambo i lati del suo corpo. L’onda
■ Una corda dotata di una densità lineare maggiore ha un’inerzia più grande.
raggiunge parti differenti di tale organo in
Tale corda risponderà meno rapidamente quindi Tonda generata si innoverà a
tempi differenti e ciò consente alla rana di una velocità inferiore. La velocità dclTonda diminuisce con Taumentare
determinare da dove proviene l'onda. della densità lineare.
15.2 Onde viaggianti 493

Un’analisi completa del moto della corda conduce a una espressione per la
velocità deU’onda che segue entrambi questi andamenti:

'^corda (15.2)
Velocità deH’onda in una corda tesa con tensione e densità lineare

Il simbolo indica la tensione della corda e serve a distinguerla dal sim­


bolo T che indica invece il p e r io d o di oscillazione.
Ogni punto su un impulso d’onda viaggia con la velocità data dall’Equa­
zione 15.2. Possiamo aumentare la velocità dell’onda sia a u m e n ta n d o la ten­
sione della corda (cioè tendendola maggiormente) sia d im in u e n d o la sua
densità lineare (cioè assottigliando la corda). Esamineremo le implicazioni nel
caso di strumenti musicali a corda nel Capitolo 16.

ESEMPIO 15.1 Quando il ragno sente che il suo pranzo è pronto? BK)
Tutti i ragni sono sensibili alle vibrazioni. Un ragno tessitore SOLUZIONE Iniziamo col determinare la velocità dell’onda:
siede al centro della sua grande ragnatela circolare e nionitora
0.40 N
i fili radiali per captare le vibrazioni prodotte quando un insetto - = 2 0 0 m/s
viene intrappolato. Assumiamo che questi fili siano di seta con I.O • IO"’ kg/m
una densità lineare di 1 .0 • 1 0 “^ kg/m e siano sottoposti ad una Il tempo impiegato dall’onda per coprire una distanza ^/ = 30 cm
tensione di 0.40 N, entrambi numeri tipici di questa situazione. necessaria per raggiungere il ragno è
Se un insetto atterra sulla ragnatela a 30 em dal ragno, quanto 0.30 m
A/ = ^ = = 1.5 ms
tempo impiegherà il ragno a scoprire l’insetto? V 2 0 0 m /s
IMPOSTAZIONE Quando l’insetto colpisce la ragnatela, un VERIFICA Le ragnatele dei ragni sono costituite da fili molto
impulso d’onda inizia a propagarsi lungo le fibre di seta. La leggeri sottoposti a una tensione significativa, quindi la velo­
velocità dell’onda dipende dalle proprietà della seta. cità dell’onda è piuttosto elevata e ci aspettiamo un tempo di
propagazione breve che è importante per il ragno che in tal
modo è in grado di rispondere rapidamente e catturare la preda
intrappolata nella rete. La nostra risposta quindi ha senso.

Quali proprietà del ga.s determinano la velocità di un’onda sonora che si


propaga attraverso il gas? Sembra plausibile che la velocità dell’onda sonora
sia collegata alla velocità con cui si muovono le molecole all’ interno del gas:
più veloci si muovono le molecole del gas e più veloce sarà l’onda sonora in
quel mezzo. Nella ^ s e z i o n e 1 2 .2 , abbiamo trovato che la velocità tipica di un
atomo di massa m, la velocità quadratica media, è:

Vrms = m
dove A'p è la costante di Boltzmann e Tla temperatura assoluta in gradi kel­
vin. Un’analisi più accurata trova che la velocità del suono è leggermente infe­
riore alla velocità irms ma ha la stessa dipendenza dalla temperatura e dalla
massa molecolare:^

yhT
(15.3)
P.37S
Velocità del suono in un gas a temperatura T RAOiaQUADRATA

Nell’Equazione 15.3 M è la massa molare (kg per mole) e 7 è una costante che
dipende dal gas: y = 1.67 per gas monoatomici come ad esempio l’elio, y =
1.40 per gas biatomici come l’azoto e l’ossigeno, e y « 1.3 per gas poliatomici
come il vapore acqueo o l’anidride carbonica.
Alcuni comportamenti nell’Equazione 15.3 meritano ulteriori considera­
zioni:
■ La velocità del suono nell’aria (e in altri gas) aumenta con la temperatura.
Salvo nei casi in cui sarà specificato diversamente, per i calcoli in questo
494 CAPITOLO 15 Onde viaggianti e suono

TABELLA 15.1 La velocità del suono capitolo useremo per la velocità del suono nclParia il valore di 343 m/s
Mezzo Velocitò (ni/s) relativo a una temperatura dell’aria di
Aria (OX) 331
■ A una temperatura fissata, la velocità del suono aumenta al diminuire della
Aria (20X ) 343
massa molecolare del gas. Quindi la velocità del suono in elio a temperatura
Elio (OX) 970
ambiente è maggiore di quella a temperatura ambiente nell’aria.
Alcol etilico 1170 ■ La velocità del suono non dipende dalla pressione o dalla densità del gas.
Acqua 1480 La Tabella 15.1 elenca le velocità del suono in diversi materiali. 11 legame
Tessuto umano
(ultrasuoni) 1540
tra gli atomi nei liquidi e nei solidi ha come conseguenza una velocità di pro­
Piombo 1200
pagazione del suono maggiore in que.ste fasi della materia. Generalmente le
Alluminio 5100
onde sonore viaggiano più velocemente nei liquidi rispetto ai gas e più veloce­
Granito 6(K)0 mente nei solidi rispetto ai liquidi. La velocità del suono nei solidi dipende
Diamante 12 000 dalla densità del materiale e dalla sua durezza. I solidi più leggeri e duri, come
ad esempio il diamante, trasmettono il suono a velocità molto alte.

ESEMPIO 15.2 La velocità del suono su M arte


In un tipico mattino di Marte. Tatmosfcra (che è composta quasi Anziché fare un calcolo separato per determinare la tempera­
interamente di anidride carbonica) ò ad una gelida temperatura di tura richiesta per raddoppiare la velocità, possiamo utilizzare
—1(X)X. Qual è la velocità del suono? A quale temperatura la proporzionalità. La velocità è proporzionale alla radice
approssimativamente la velocità raddoppierebbe il suo valore? quadrata della temperatura, quindi per raddoppiare la velocità
IMPOSTAZIONE L’equazione 15.3 indica la velocità del suono dobbiamo aumentare la temperatura di un fattore 4 fino a
in termini della massa molare e della temperatura assoluta. Se circa 690 K, o 4 2 0 X .
assumiamo che fatmosfera sia composta interamente di CO 2 , VERIFICA La velocità del suono non dipende dalla pres­
la massa molare è data dalla somma delle masse molari dei suoi sione, pertanto anche se l’atmosfera di Marte è “leggera” non
costituenti: 1 2 g/mol per C e 16 g/mol per ogni O, danno quindi abbiamo bisogno di aggiustare i nostri càlcoli. La velocità
un valore di ;V/ = 12+ 16 + 16 = 44 g/mol = 0.044 kg/mol. La del suono è inferiore per molecole più pesanti e temperature
temperatura assoluta è T = 173 K. L’anidride carbonica è un più fredde, quindi ci aspettiamo che la velocità del suono su
gas triatomico, quindi y = 1 .3 . Marte, con la sua fredda atmosfera di anidride carbonica, sia
SOLUZIONE La velocità del .suono nelle condizioni date è inferiore a quella sulla Terra, proprio come abbiamo appena
trovato.
l ^ '_ / (L3)(8.:31 J/mol)(173 K)
= 210 m /s
yj M V 0.1044 kg/mol

Le onde elettromagnetiche, come la luce, viaggiano a velocità molto mag­


giori delle onde meccaniche. Come vedremo nel Capitolo 25, tutte le onde
elettromagnetiche viaggiano alla stessa velocità nel vuoto. Chiameremo questa
velocità la v e l o c i t à d e l l a lu c e , rappre.sentata dal simbolo c. Il valore della
velocità della luce nel vuoto è
V, = c = 3.00 • 10" m/s (15.4)
Tale velocità è quasi un milione di volte la velocità del suono nelfaria! A que­
sta velocità, la luce è in grado di fare il giro completo della Terra 7.5 volte in
un secondo.
► La velocità delle onde elettromagnetiche è inferiore quando esse
viaggiano attraverso la materia ma il valore della velocità della luce nel
vuoto è un’ottima approssimazione anche per la velocità di un’onda elettro-
magnetica che si propaga nelfaria. ^

ESEMPIO 15.3 A che distanza era il fulm ine?


Durante un temporale, vediamo un lampo prodotto da un fulmine. 8.0 secondi più
tardi, sentiamo il fragore del tuono. Quanto era distante da noi il fulmine?
IMPOSTAZIONE In questo problema sono coinvolti due tipi di onde che possiedono
velocità molto diverse tra loro. 11 lampo del fulmine produce un’onda luminosa;
queste onde viaggiano molto velocemente dal punto di impatto del fulmine fino alla
nostra posizione. 11 fulmine inoltre genera un’onda sonora che udiamo come tuono
e quest’onda viaggia molto più lentamente. Il tempo impiegato dalla luce per per­
correre 1 km è
^ cl 1610 m
A/ = - = ^ - = 5 .3 7 10“ ■5 fin
V 3.00 • 10"s
15.3 Descrizione grafica e matematica delle onde 495

Se ci è dato il tempo con un’accuratezza di solo 0.1 s, è quindi chiaro che possiamo
ignorare il tempo impiegato dal lampo per arrivare fino a noi! 11 ritardo tra il lampo ed
il tuono è semplicemente il tempo che impiega Tonda sonora a viaggiare fino a noi.
SOLUZIONE Assumeremo che la velocità del suono alla temperatura ambiente
(20°C) abbia un valore di 343 m/s. Durante il tempo tra il momento in cui vediamo il
lampo e quello in cui sentiamo il tuono, il suono percorre una distanza
d = v ^ t = (343 m/s)(8 .() s) = 2.7-10' m = 2.7 km

VERIFICA II risultato sembra ragionevole. Come sappiamo da osservazioni casuali Distanza di un fulmine 11 suono viaggia
dei fulmini, un ritardo di 8 secondi tra il fulmine e il tuono significa che il fulmine è ad una velocità di circa 1 km ogni 3 s, o 1
vicino ma non troppo. Una distanza di alcuni km è ragionevole. m iglio ogni 5 s. Quando vediam o un fulm ine
iniziam o a contare i secondi. Quando
udiamo il tuono finiamo di contare i secondi.
Dividendo il risultato per 3 otteniam o
PAUSA DI RIFLESSIONE 15.2 Supponiamo di scuotere Testremità di una cor­ approssimativamente la distanza del fulmine

da tesa per produrre un’onda. Quali delle seguenti azioni aumenterebbe la ve­ in chilometri; dividendo per 5 otteniam o
approssimativamente la distanza in m iglia.
locità dclTonda lungo la corda? Ci può essere più di una risposta corretta; se è
cosi indica tutte le risposte corrette.
A. Muovi la tua mano su e giù più velocemente quando produci Tonda.
B. Muovi la tua mano su e giù con una maggiore ampiezza quando produci
Tonda.
C. Usa una corda più pesante, della stessa lunghezza e con la stessa tensione,
D. Usa una corda più leggera, della stessa lunghezza e con la stessa tensione.
E. Tira ulteriormente la corda per aumentare la tensione.
F. Allenta la corda per diminuire la tensione.

15.3 Descrizione grafica e matematica


delle onde
Descrivere le onde ed il loro moto richiede un piccolo sforzo supplementare
rispetto alla descrizione dei punti materiali e del loro moto. Fino ad ora ci
siamo occupati di descrivere quantità come la posizione e la velocità; gran­
dezze che dipendono solo dal tempo. Possiamo scriverle, come abbiamo fatto
nel Capitolo 14, come x (/) o v (/), indicando, in tal modo, che jc e v so n o f u n ­
zio n i della variabile /. Poiché un punto si trova in un unico posto ad un dato
istante, i punti hanno funzioni che dipendono da un’unica variabile t. Le onde,
invece, non sono localizzate ma viceversa sono distribuite nello spazio ad ogni
istante di tempo. Abbiamo quindi bisogno di una funzione che ci indichi il
comportamento dell’onda ad ogni istante di tempo (cioè quando) e in un parti­
colare punto dello spazio (cioè dove). Abbiamo bisogno di una funzione che
dipenda da en tra m b e le variabili: posizione e tempo.
E E in ► ITanalisi che segue si riferisce a una onda in una corda, che è facil­
mente visualizzabile, ma il risultato si applica a qualsiasi onda viaggiante. <

Grafici istantanei e grafici storici


Quando abbiamo considerato il moto delle particelle abbiamo sviluppato una
descrizione grafica prima di affrontare la descrizione matematica. Seguiremo
lo stesso approccio nel caso delle onde. Consideriamo Timpulso d’onda che
viaggia lungo una corda tesa mostrato nella 5.5 (in questa sezione con­
f ig u r a i

sidereremo un impulso d’onda un po’ artificiale di forma triangolare e qua­ F IG U R A 15.5 II grafico istantaneo di un
impulso d'onda in una corda.
drata per mostrare più chiaramente gli estremi delTimpulso). Il grafico mostra
lo spostamento y della corda all’istante particolare in funzione della posi­ Spostamento della corda in funzione
della posizione al tempo
zione X lungo la corda. Questa è un’“ istantanea” dell’onda, simile all’imma­
gine che possiamo prendere con una macchina fotografica se aprissimo Velocità del Tonda v
Totturatore al tempo Un grafico che mostra la distribuzione dell’onda in
funzione della posizione ad un istante di tempo fissato è chiamato grafico
istantaneo.
496 CAPITOLO 15 Onde viaggianti e suono

FIGURA 15.6 Sequenza di grafici Mentre Tonda si sposta possiamo prendere altre istantanee. La 15.6
f ig u r a
istantanei che mostrano Tonda in mostra una sequenza di grafici istantanei mentre Tonda della Figura 15.5 con­
movimento.
tinua a spostarsi. Questi grafici sono come fotogrammi successivi di un video,
y Onda al tempo t\ come le sequenze di fotografìe che abbiamo visto nel Capitolo 1. L ’impulso
delTonda si sposta in avanti di una distanza A,v = v A/ durante ciascun inter­
vallo di tempo Ar; cioè Tonda si muove a velocità costante.
Un grafico istantaneo mostra il moto d d V o n ch i ma questa è solo una descri­
h A jt = vAt zione parziale. Per completare la descrizione dobbiamo considerare anche il
moto del m ezzo. La f ig u r ais.za mostra quattro grafici istantanei di un’onda che
viaggia in una corda. In ogni grafico abbiamo evidenziato lo stesso punto della
corda che trasporta Tonda. Mentre Tonda viaggia orizzontalmente, il punto si
sposta verticalmente quindi Tonda in un corda è un’onda trasversale. Usiamo i
dettagli del moto nei grafici istantanei per costruire il grafico nella i5.7b,
f ig u r a

che riepiloga lo spostamento di questo singolo punto della corda. Chiameremo


questo tipo di diagramma g r a f i c o s t o r i c o perché mostra la storia, cioè Tevolu-
zione nel tempo, di questo particolare punto del mezzo. I grafici istantanei rap­
presentano fotografìe delle onde in un particolare istante di tempo mentre i
grafici storici riguardano il moto di un punto del mezzo in funzione del tempo.
Notiamo che i grafici istantanei riportano l’estremità più ripida delTonda a
mentre il grafico storico ha l’estremità più ripida a sin istra . Mentre Tonda si
sposta verso il punto considerato, l ’estremità più ripida delTonda causa il solle­
vamento rapido del punto. Nel grafico storico dello spostamento rispetto al
tempo, gli istanti in izia li (cioè piccoli valori di /) sono a sin istra e rispetto agli
istanti fin a li (grandi valori di t) sono a destra. Il rapido sollevamento di un punto
alTairivo delTonda avviene negli istanti iniziali e quindi appare a sinistra nel
grafico .storico della Figura 15.7b. Questo rovesciamento non avviene in tutti i
casi e dovremo considerare ogni situazione separatamente.

FIGURA 15.7 Costruzione di un grafico storico,

(a) Grafici istantanei

Onda al tempo f| Onda al tempo n Onda al tempo ty Onda al tempo

PAUSA DI RIFLESSIONE 15.3 La figura a destra è un grafico i.stantaneo di


un'onda che si muove verso sinistra. L’onda è a destra dell’origine, ma rag­
giungerà l’origine durante la sua propagazione. Costruisci un grafico .storico
per il movimento del punto posto nelTorigine seguendo l’approccio mostrato
nella Figura 15.7. Quale dei grafici riportati qui sotto è il grafico storico cor­
retto?

A. B. D.
15.3 Descrizione grafica e matematica delle onde 497

Onde sinusoidali
Le onde possono avere molte forme diverse ma per descrivere matematica­ FIGURA 15.8 I grafici istantanei
mente il moto di un’onda ci concentreremo su una forma particolare: l’onda mostrano il moto di un'onda
sinusoidale. Questo è il tipo di onda prodotto da una sorgente che oscilla con sinusoidale.

un moto armonico .semplice. Il cono di un altoparlante che o.scilla di moto La luiìghc//a d’onda A ò la distanza
armonico .semplice produce un’onda sonora sinusoidale. Onda al
tra due creste successive.

La coppia di grafici i.stantanei nella f ig u r a 1 5 .8 mo.stra due vedute succes­ tempo / u'
Lunghezza d’onda
sive di una Corda che trasporta un’onda sinusoidale, rivelando il moto dell’onda '^resta Velocità
mentre si sposta verso destra. Definiamo l’ampiezza A dell’onda come il mas­ del l’onda v
simo valore del suo spostamento. Le creste dell’onda, i punti più in alto, hanno
uno spostamento pari = /4 e i punti più bassi, i ventri, hanno uno sposta-
mento •pari a v = —A Poiché l’onda è generata da una sorgente in moto
• ventre -A -
armonico .semplice, quindi periodico, anche l’onda è periodica. Muovendoci Ventre
da sinistra verso destra lungo l’onda “ congelata” nel grafico istantaneo della Onda al 1/onda si sposta
Figura 15.8, la forma deH’onda si ripete uguale a .se stessa. La distanza coperta tempo / + A/ verso destra, l.a
da un ciclo completo del moto è chiamata lunghezza d'onda. La lunghezza .V A .v = \ ’A/ forma rimane
d’onda è generalmente rappre.sentata dal simbolo A (la lettera minuscola greca ' la stessa.

lambda) e poiché si tratta di una lunghezza si misura in metri. La lunghezza


d’onda, come illustrato nella Figura 15.8, rappre.senta la distanza tra due creste
con.secutive ma è anche la distanza tra due ventri consecutivi. Al variare del -A
tempo, l’onda si muove verso destra. Confrontando i due grafici istantanei
consecutivi nella Figura 15.8 tale moto è evidente.
I grafici istantanei della Figura 15.8 mostrano che l ’onda, in ogni istante di
tempo, è una funzione sinusoidale della di.stanzajc lungo l’onda con lunghezza
d’onda A. Nell’ istante di tempo rappresentato nel grafico superiore della Figura
15.8, la perturbazione è data da
yM = A c » (2 ^ i ) (15.5)
Successivamente, consideriamo il movimento di un punto del mezzo durante
il passaggio dell’onda. La f ig u r a 15.9 mostra un grafico storico per un punto in FIGURA 15.9 II grafico storico mostra
una corda durante il pa.ssaggio dall’onda sinusoidale della Figura 15.8. Questo il moto di un punto sulla corda che
grafico ha esattamente la stessa forma del grafico istantaneo della Figura 15.8, è trasporta un'onda sinusoidale.

infatti una funzione sinusoidale, ma il significato del grafico è diverso perché Il periodo 7'è il tempo

mostra il moto di un punto del mezzo in funzione di /. Questo grafico è identico ira due creste successive.

a quello che abbiamo visto per la prima volta nella « s e z io n e 14.3 perché ogni
punto nel mezzo oscilla con un moto armonico semplice al passaggio
dell’onda. Il p erio d o T dell’onda, mo.strato nel grafico, è dato dall’ intervallo di
tempo necessario al punto per completare un intero ciclo del moto.
► La lunghezza d’onda è l’analogo spaziale del periodo. Il periodo . II moto del pulito sulla corda

r è il te m p o dopo il quale la perturbazione in un singolo punto dello spazio ò un molo armonico semplice.

si ripete uguale a .se .stessa. La lunghezza d’onda A è la d ista n za alla quale


la perturbazione si ripete uguale a .se stessa ad un istante di tempo fissato. <
11 periodo è collegato ixWixfre cp ten za deH’onda da r = \lf\ e.sattamente come
nel moto armonico semplice. Poiché ogni punto della corda oscilla su e giù in
un moto armonico semplice con periodo 7, possiamo descrivere il moto di un
punto in una corda con la già nota espressione
y(/) = A cos( 27T - (15.6)
EEBQ ► Come nel Capitolo 14, Targomento della funzione co.seno è misu­
rato in radianti. In questo Capitolo è bene accertarsi di avere la calcolatrice
impostata con gli angoli misurati in radianti prima di iniziare a e.seguire
calcoli con funzioni trigonometriche. <
L ’Equazione 15.5 dà lo spostamento in funzione della posizione ad un dato
istante di tempo, mentre l’Equazione 15.6 dà lo spostamento in funzione del
tempo per un dato punto nello spazio. Come possiamo combinare entrambe que-
.ste equazioni in un’unica espressione che sia la descrizione completa dell’onda?
Come verificheremo, un’onda viaggiante verso de.stra è descritta dall’equazione
498 CAPITOLO 15 Onde viaggianti e suono

FIGURA 15.10 L'Equazione 15.7


rappresentata ad intervalli di un quarto
= cos^27t ^ ^
di periodo.
0
i - ; )))) (15.7)
Questa cresta si sta muovendo verso destra. Spostamento di un’onda viaggiante verso destra con
ampiezza A, lunghezza d’onda A e periodo T

r(m ) La notazione v (ji, t) indica che lo spostamento in v è una funzione delle due
variabili x q t. Prima di poter calcolare lo spostamento delPonda, dobbiamo
specificare entrambe le variabili, cioè dobbiamo decidere di quale punto (x) e
in quale istante (/) vogliamo sapere lo spostamento.
Siamo in grado di capire perché questa espressione descrive un’onda che
.V(m) viaggia verso destra guardando la figura 15.io. Nella figura abbiamo conside­
rato l’Equazione 15.7 a cinque istanti di tempo, ciascuno distanziato di un
quarto di periodo 7, per calcolare i cinque grafici istantanei riportati. La cresta
indicata con una freccia rappre.senta un punto dell’onda. Al crescere del tempo
/, cresce la posizione x di quel punto, quindi l’onda si sta spostando verso
-V(m)
destra. Un intero periodo è trascorso tra il primo e l’ultimo grafico. Durante
questo tempo l’onda si è spostata di una lunghezza d’onda. Mentre è passata
l’onda, ogni punto del mezzo ha compiuto una oscillazione completa.
Per un’onda viaggiante verso sinistra avremo un’espressione leggermente
diversa:
^(m)

y(jc, t) = /4 cos^27t^ (15.8)


Spostamento di un’onda viaggiante verso sinistra

.t(m)
E E SE i► Un’onda che si muove verso destra (la direzione delle a' p o sitiv e )
ha un meno nell’espressione, mentre un’onda che si sposta verso sinistra (la
Durante un intervallo lemptirale pari direzione delle a n e g a tiv e ) ha un più. Ricordiamoci che il segno è o p p o sto
esattamente a un peritxlo, la cresta si
è spostata in avanti esattamente di
alla direzione di propagazione. <
una lunghezza d'onda.

ESEMPIO 15.4 D eterm inare la salita e la discesa di una barca


Una barca si muove verso destra a una velocità di 5.0 m/s La distanza tra il punto più alto e quello più basso dell’onda
rispetto all’acqua. Un’onda oceanica si muove verso sinistra, in è 2 . 0 m; l’ampiezza è metà di questo valore, quindi A = 1 . 0 m.
direzione opposta al moto della barca. Le onde hanno 2.0 m di La lunghezza d ’onda e il periodo .sono dati nel problema.
distanza tra la cima della creste e il fondo dei ventri. Il periodo SOLUZIONE La barca si muove verso destra, a 5.0 m/s. A
delle onde è 8.3 s, e la loro lunghezza d’onda è 110 m. Ad un 20 s la barca è nella posizione
certo istante la barca si trova in cima alla cresta dell’onda. 2 0 s
più tardi, qual è la posizione verticale della barca? Af=(5.0m/s)(20 s )= 100 m
IMPOSTAZIONE Iniziamo con una descrizione visiva, come Dobbiamo trovare lo spostamento dell’onda in questa posi­
mostrato nella FIGURA I 5 . i l . Poniamo / = 0 nell’istante in cui zione e a questo tempo. Sostituendo i valori noti dell’ampiezza,
la barca è sulla cresta, e disegniamo un grafico istantaneo per lunghezza d’onda e periodo neH’Equazione 15.8, per un’onda
l’onda viaggiante in questo istante. Poiché l’onda sta viag­ in moto verso sinistra, otteniamo la seguente equazione per
giando verso sinistra, usiamo l’Equazione 15.8 per rappre­ l’onda:
sentare l’onda. La barca inizia sulla cresta dell’onda, quindi
vediamo che la barca inizia il problema a a = 0 . j (a, 0 = (LO m)cosl( 2 n (
llO m 8.3 s
FIGURA 15.11 Descrizione visiva per una barca.
A /j.= 20 s e Aj.= 100 m, lo spostamento della barca sull’onda è

= >.(100 m. 2 0 s) = (1.0 m ) c o s ( 2 ,r ( i^ - ^ + | | ^ ) )
= -0 .4 2 m

VERIFICA Lo spostamento finale è negativo - che significa


1.0m , A ^ I/0 m , l• b .S s df che la barca è in un ventre dell’onda, non sott’acqua. Non
dimenticare che i calcoli degli angoli devono essere in radianti*^
^i’^Orrìj
quando viene fatto il calcolo finale!
15.3 Descrizione grafica e matematica delle onde 499

La relazione fondam entale per le onde sinusoidali


Nella Figura 15.10 una osservazione fondamentale è che la cresta delFonda
indicata con la freccia si è spostata di una intera lunghezza d’onda passando
dal primo alTultimo grafico. Quindi nel tempo esatto di un periodo 7, cia­
scuna cresta di un’onda sinusoidale si sposta in avanti esattamente di una
lunghezza d’onda A. Poiché la velocità è data dal rapporto tra la distanza
percorsa e il tempo, la velocità dell’onda deve essere
distanza A (15.9)
tempo T
Usando/= 1/7, è consuetudine scrivere l’Equazione 15.9 nella forma

y = A/ (15.10)
Relazione tra velcKità. lunghezza d’onda e frequenza
per le onde sinusoidali

Sebbene l’Equazione 15.10 non abbia un nome particolare, essa è la rela­


zione fondamentale per le onde sinusoidali. Quando la usiamo dobbiamo tener
prc.sente il suo significato fìs ic o , cioè che l’onda si muove in avanti di una
lunghezza d’onda durante un intervallo di tempo di un periodo.
A questo punto, vale la pena mettere insieme i dettagli appresi sul moto
delle onde per fare una sintesi e alcune considerazioni.

SINTESI 15.1 II moto di un'onda

La velocità dell’onda è determinata Un’onda sinusoidale si muove di una lunghezza d’onda in un periodo,
dal mezzo. dando la relazione fondamentale
Per un'onda in una corda lesa: Velocità deH’onda (m/s) .Lunghezza d’onda (m)
_ j. . _ A«......
^ Tensione della corda (N) A/= -
Scorda “ a/ . Massa della corda divisa Frequenza dclKonda (Hz) ...... Periodo dell’onda (s)
......per la lunghezza (kg/ni)
Per un’onda sonora in un gas: Mentre un’onda sinusoidale si propaga, ciascun punto del mezzo si
Temperatura (K)
muove di un moto armonico semplice.
_ jk a T * -
L<<iiorm A/ Massa molecolare (kg)
m ...... • Lunghezza Periodo
d’onda A T
Per esempio, alla temperatura ambiente nelLaria ,.......Il moto di questo
punto del mezzo
i'suono(20° C) = 343 m/s ^ è dato dal grafico q,
storico................. •*'
Nel vuoto o neH’aria, la velocità della luce è
Viucc = 3.()() • 10 * m/s Grafico istantaneo Grafico storico

ESEMPIO 15.5 Ricavare Tequazione di un'onda


Un’onda sinusoidale con ampiezza pari a l .5 cm e frequenza di Il periodo può essere calcolato dalla frequenza:
100 Hz viaggia a 200 m/s nella direzione delle jr positive. Scri­ 1
viamo l’equazione dell’onda. -= 0 .0 10 s
^ / 100 Hz
IMPOSTAZIONE II testo del problema indica le seguenti carat­ In possesso di questi valori, possiamo scrivere l’equazione
teristiche per l’onda: A = 1.5 cm = 0.015 m, v = 200 m/s e dell’onda usando l’Equazione 15.7:
/ = 100 Hz.
SOLUZIONE Per scrivere l’equazione dell’onda, dobbiamo yU, /) = (0.015 m ) c o s ( 2 . ( ^ - ^ ) )
conoscere l’ampiezza, la lunghezza d ’onda e il periodo. L’am­
piezza è data nel testo del problema. Possiamo utilizzare la VERIFICA Se la velocità dell’onda è nota, possiamo usare la
relazione fondamentale per le onde sinusoidali per trovare la relazione fondamentale per le onde sinusoidali per trovare la
lunghezza d’onda: lunghezza d’onda se ci è data la frequenza, o la frequenza se
V 2 0 0 m/s cono.sciamo la lunghezza d’onda. Spesso è necessario farlo nei
passaggi iniziali dei problemi che saremo chiamati a risolvere.
500 CAPITOLO 15 Onde viaggianti e suono

P A U S A Di R IF L E S S IO N E 15.4 Tre onde viaggiano verso destra tutte con la


stessa velocità. Quale onda ha la frequenza più alta? Tutti i tre grafici hanno la
stessa scala orizzontale.
A. >’ B. V C. V

15.4 Onde sonore e onde luminose


Soffermiamoci sulla percezione che stiamo avendo in questo momento del
mondo che ci circonda. È fortemente probabile che i nostri sensi della vista e
delfiidito stiano lavorando alacremente per catturare e interpretare le onde
luminose e sonore provenienti dal mondo attorno a noi.

Onde sonore
Abbiamo visto nella Figura 15.4 come un altoparlante genera un’onda .sonora.
Se il cono deiraltoparlante si muove di moto armonico semplice, creerà
F IG U R A 15.12 Un'onda sonora è un'onda un’onda .sonora sinusoidale, come mostrato nella f ig u r a 15 .12 . Ogni volta che
di pressione. il cono si muove in avanti, comprime le molecole dell’aria facendole avvici­
Il cono dciralloparlanle si muove avanti e nare, creando cioè una regione a più alta pressione. Un mezzo ciclo dopo,
indietro creando regioni a pressione più
alta c più bassa: compressioni e rarela/ioni.
quando il cono si sposta aH’indietro, l’aria ha maggior spazio per espandersi e
I.* a 99
la pressione diminuisce. Queste regioni ad alta e bas.sa pre.ssione sono chia­
9 9^^ ' mate rispettivamente c o m p r e s s i o n i e r a r e f a z i o n i .

te; 9,9 9
Come la Figura 15.12 suggerisce, spes.so è più conveniente ed istruttivo
pensare a un’onda sonora come a un’onda di pressione. Come mostra il grafico
nella figura, la pressione oscilla sinusoidalmente attorno al valore della pres­
sione atmosferica Questo è un grafico istantaneo di un’onda ad un dato
Compressione Rarefazione istante di tempo. La di.stanza tra due creste consecutive (i due punti con il
massimo di compressione) è la lunghezza d’onda A.
Quando l’onda raggiunge il nostro orecchio, le o.scillazioni di pressione
Palm causano la vibrazione del nostro timpano. Questa vibrazione viene poi tra­
smessa alla parte più interna deH’orecchio, la coclea, dove viene percepita,
come abbiamo appreso nel Capitolo 14. Una persona dotata di un senso dell’u­
L’onda sonora ò un’onda di pressione. dito normale è in grado di sentire onde sonore sinusoidali con frequenze da
Le compressioni sono le creste,
le rarefazioni sono i ventri.
circa 20 Hz a 20()()() Hz, o 20 kHz. Le frequenze bas.se sono percepite come
note gravi o bas.se, mentre le alte frequenze sono udite come note acute o alte.

esem pio 15.6 Lunghezze d'onda associate al suono


Quali sono le lunghezze d’onda delle onde sonore al limite della V 343 m/s
/ = 500 Hz: A = - = ---------- = 0.69 m
udibilità umana e alla frequenza intermedia di 5(K) Hz? Le note / 500 Hz
tipiche del canto umano .sono prossime a 500 Hz, come lo sono ^ _ V_ 343 m/s
le note associate ai tasti centrali di una tastiera di pianoforte. / = 2 0 kHz: = 0.017 m = 1.7 cm
~ f ~ 2 0 X 10’ Hz
IMPOSTAZIONE Faremo i nostri calcoli alla temperatura
VERIFICA La lunghezza d’onda di un suono a 20 kHz è pic­
ambiente di 20°C, quindi useremo v = 343 m/s per la velocità
cola, pari a 1.7 cm. All’altro estremo, un suono a 20 Hz ha una
del suono.
enorme lunghezza d’onda di ben 17 m! Un’onda si sposta in
SOLUZIONE Possiamo risolvere per la lunghezza d’onda data avanti di una lunghezza d’onda durante l’intervallo di tempo di
la relazione fondamentale v = A/: un periodo, e un’onda che viaggia a 343 m/s si sposta di 17 m
. ^ V 343 m/s durante il periodo di 1/20 s associato al suono a 20 Hz.
/ = 2 0 H z: A= - = - ^ = 1 7 m

È ben noto che i cani sono .sen.sibili alle alte frequenze, mentre un essere
umano non è in grado di udirle. Anche altri animali possiedono un divecso
intervallo di udibilità dei suoni rispetto a quello degli esseri umani: la Tabella
15.2 ne elenca alcuni esempi.
15.4 Onde sonore e onde luminose 501

Gli elefanti sono in grado di comunicare a grandi distanze usando frequenze TABELLA 15.2 Intervallo di suoni perce­
che sono molto più basse di quelle della nostra capacità uditiva. Ci sono ani­ piti dagli animali
mali che usano invece frequenze molto al di sopra di quelle che siamo in grado Animale Intervallo dì udibilità (Mz)
di udire. Suoni ad alta frequenza sono molto utili per V e c o lo c a lizza zio n e cioè Elefante <5-12000
remissione di un impulso sonoro e Tascolto della sua rifles.sione. I pipistrelli, Civetta 2 0 0 -12 0 0 0
che di solito si alimentano durante la notte, fanno affidamento molto di più sul Umano 2 0 -2 0 0 0 0
loro udito che sulla loro vista. Essi individuano e cacciano gli insetti attraverso Cane 30-45000
fecolocalizzazione emettendo vsonori squittii le cui rillessioni sono individuate Topo 10()0-90000
dalle loro sensibilissime orecchie. Le frequenze usate dai pipistrelli sono molto Pipistrello 2 0 0 0 - 1 0 0 0 0 ()
al di sopra del nostro intervallo di udibilità. Noi chiamiamo tali frequenze Delfino 75-150000
ultrasuoni. Perché i pipistrelli e altri animali usano le alte frequenze per que­
sto scopo?
Nel Capitolo 19 vedremo la riso lu zio n e degli strumenti ottici. Il dettaglio
più fine che i nostri occhi sono in grado di distinguere, come per qualsiasi
strumento ottico, è limitato dalla lunghezza d’onda della luce. Una lunghezza
d’onda più corta consente di vedere dettagli più piccoli in un’ immagine.
La stessa cosa avviene per le immagini acustiche del mondo ricostruite dai
pipistrelli. Per percepire dettagli fini deH’ambiente che li circonda, i pipistrelli
devono usare lunghezze d’onda molto corte (quindi alte frequenze). Altri ani­
mali che utilizzano fecolocalizzazione, ad esempio i delfini, producono e sen­
tono anch’essi suoni ad alta frequenza.
Il suono viaggia molto bene nei tessuti del corpo e le riflessioni delle onde
sonore da parte dei differenti tessuti possono essere utilizzate per creare imma­
gini dell’ interno del corpo. I dettagli fini richiesti per effettuare un’analisi cli­
nica richiedono lunghezze d’onda corte, gli ultrasuoni. Avrete certamente
visto immagini fatte con gli ultrasuoni di donne incinta, dove l’uso dei raggi x,
è chiaramente sconsigliato.

ESEMPIO 15.7 Frequenze ultrasoniche in m edicina BK)


Per ottenere un’immagine a ultra­ SOLUZIONE Possiamo usare la relazione fondamentale per le
suoni sufficientemente dettagliata onde sinusoidali per calcolare
di un feto quando è ancora dentro 1540 m/s
l’utero della madre, un fisico ha /= - = ’ = 3.1 • 10^Hz = 3.1 MHz
A 0.50 1 0 ~^m
deciso che è necessario usare una VERIFICA Questo è un risultato ragionevole. Gli ultrasuoni
lunghezza d’onda di 0.50 mm. per usi clinici usano frequenze nell’intervallo 1-20 MHz. Fre­
Quale frequenza è necessaria? quenze più basse hanno maggiore capacità di penetrazione
IMPOSTAZIONE La velocità degli mentre frequenze più alte (che quindi hanno lunghezze d’onda
ultrasuoni nel corpo, come ripor­ più corte) .sono in grado di mostrare dettagli più fini.
tato nella Tabella 15.1, è pari a Un'im m agine a ultra­
1540 m/s. suoni, processata al
computer, è in grado di
evidenziare dettagli fini.

La luce e altre onde elettrom agnetiche


Un’onda luminosa è un’onda elettromagnetica cioè un’oscillazione del campo
elettromagnetico. Altre onde elettromagnetiche, come ad esempio le onde
radio, le microonde, la luce ultravioletta hanno le stesse caratteristiche fisiche
delle onde luminose anche se non siamo in grado di percepirle con i nostri
occhi. Come abbiamo già visto, tutte le onde elettromagnetiche viaggiano
attraverso il vuoto (o nell’aria) con la stessa velocità: c = 3.00 • 10^ m/s.
La lunghezza d’onda della luce è estremamente corta. La luce visibile è
un’onda elettromagnetica con lunghezze d’onda comprese tra circa 400 nm (=
400 • 10"^^ in) e 700 nm (= 700 • 10""^ m). Ogni lunghezza d’onda è percepita come
un colore differente. Le lunghezze d’onda maggiori, nell’intervallo tra 600-7(X)
nm, sono percepite come luce arancione o rossa, mentre le lunghezze d’onda
minori, nell’intervallò tra 400-5(X) nm, sono percepite come luce blu o viola.
La FIGURA 15.13 mostra lo spettro della luce visibile che è una piccola parte
del più ampio spettro elettromagnetico. Avremo molto di più da dire sulla
luce e sul resto dello spettro elettromagnetico nei prossimi capitoli.
502 CAPITOLO 15 Onde viaggianti e suono

FIGURA 15.13 Lo spettro elettrom agn etico da 10® Hz a 10’®Hz.

Frequenza (IIz)--------- ►

300 3

Lunghezza d’onda (m)

7(X) nm 6(K) nm 5(X) nm 4(M) nm

ESEMPIO 15.8 Frequenza di funzionam ento del forno a m icroonde


La lunghezza d’onda delle microonde in un forno a microonde è di 12 cm. Qual è la
frequenza di queste onde?
IMPOSTAZIONE Le microonde sono onde elettromagnetiche, quindi la loro velo­
cità è la velocità della luce, c = 3.00 • lO^ m/s.
SOLUZIONE Usando la relazione fondamentale per le onde sinusoidali, troviamo
^ _ ^ ^ 3 .0 0 • IO* m/s
................... = 2.5 • 10^H z = 2.5GH7.
A 0.l2m
VERIFICA Questa è una frequenza alta, ma la velocità delle onde è anch’essa molto
alta, quindi il nostro risultato sembra ragionevole.

Abbiamo usato la stessa equazione per descrivere gli ultrasuoni e le micro­


onde; questo ci permette di sottolineare un punto di notevole importanza: il
modello delPonda che abbiamo sviluppato si applica egualmente bene a tutti i
tipi di onde. Grandezze quali la lunghezza d'onda, la frequenza e la velocità
sono caratteristiche generali delle onde. A questo punto non conosciamo
ancora i dettagli dei campi elettromagnetici, tuttavia siamo in grado di utiliz­
zare il modello dclPonda per individuare ulteriori proprietà delle onde elettro-
magnetiche.
La frequenza di 2.5 GHz del forno a microonde che abbiamo trovato nell’E­
sempio I5.8 è simile alle frequenze di altri apparecchi. Negli Stati Uniti molti
telefoni cordiess funzionano alla frequenza di 2.4 GHz e i telefoni cellulari
operano appena sotto ai 2.0 GHz. Sebbene queste frequenze non siano molto
diverse da quelle delle onde che riscaldano i nostri cibi in un forno a micro­
onde. la loro in te n sità è molto inferiore. Queste considerazioni ci conducono
all’argomento della prossima sezione.

PAUSA DI RIFLESSIONE 15.5 Confrontando due diversi tipi di onde elettro-


magnetiche, l’infrarosso e l’ultravioletto, siamo in grado di dire che:
A. L ’infrarosso ha una lunghezza d’onda più lunga ed una frequenza più
alta deir ultravioletto.
B. L ’ infrarosso ha una lunghezza d’onda più corta ed una frequenza più alta
dell’ultravioletto.
C. L ’ infrarosso ha una lunghezza d’onda più lunga ed una frequenza più
bas.sa dell’ultravioletto.
D. L ’ infrarosso ha una lunghezza d’onda più corta ed una frequenza più
bassa dell’ ultravioletto.

15.5 Energia e intensità


Un’onda che si sposta trasferisce energia da un punto a un altro. L ’onda sonora
emessa da un altoparlante mette in vibrazione il nostro timpano. Le onde lumi­
nose del Sole riscaldano la Terra e, se focalizzate da una lente, possono accen­
dere un fuoco. La p o te n za di un’onda è la velocità, in joule per secondo, con
15.5 Energia e intensità 503

cui l’onda trasferisce energia. Come abbiamo appreso nella se z io n e 10.8 , la figura 15.14 I fronti d'onda di un'onda
potenza si misura in watt. Una persona che canta o urla più forte che può sta circolare o sferica.
emettendo energia sotto forma di onde sonore con una potenza di circa I W, o (a) I fronii d’onda sono le creste dell’onda
I J/s. In questa sezione impareremo come caratterizzare la potenza delle onde. e sono distanziati tra loro di una
lunghezza d’onda.
Un primo passo in tal senso è quello di comprendere come le onde cambiano
mentre si propagano.

Onde circolari, sferiche e piane


Se prendiamo una fotografia dei cerchi che si propagano in uno stagno ed evi­
denziamo la posizione delle creste sulla foto, otterremo una rappresentazione
che assomiglia alla f i g u r a i s . i 4 a . Le linee che individuano le creste sono i
fronti d'onda e .sono distanziate tra loro esattamente di una lunghezza d’onda.
Un’onda come questa prende il nome di onda circolare ed è un’onda bidimen­
sionale che si propaga attraverso una superficie.
Sebbene i fronti d’onda siano circonferenze, .se osserviamo solo una piccola
sezione dell’onda lontano dalla sorgente che l’ha generata, non noteremo più
la curvatura e i fronti d’onda appariranno come linee parallele, sempre distan­ dalla sorgente verso l'esterno
ziate tra loro di una lunghezza d’onda, che viaggiano alla velocità dell’onda v alla veU>cità v.

come mostra la f i g u r a i5 .i4b. ih)

Molte onde, come le onde sonore o le onde luminose, si muovono in tre Molto lontano dalla
sorgente, piccole •••...
dimensioni. Gli altoparlanti e le lampadine emettono onde sferiche. Le creste porzioni del fronte
di queste onde formano una serie di gusci sferici concentrici separati di una d’onda appaiono
lunghezza d’onda A. In so.stanza queste onde sono come i cerchi nell’acqua ma come linee parallele.

in tre dimensioni. E utile disegnare i diagrammi dei fronti d’onda come quello
mostrato nella Figura 15.14a, dove in questo caso i cerchi sono sezioni attra­
verso i gusci sferici che individuano le creste d’onda.
Se osserviamo un’onda sferica lontano dalla sua sorgente, la piccola por­
zione del fronte d’onda osservabile è una piccola parte della superficie di una
grande sfera. Se il raggio della sfera è grande, non saremo più in grado di
notarne la curvatura e queste porzioni di fronte d’onda ci appariranno come
piani paralleli. La figura 15.15 illustra l’ idea di onda piana. FIGURA 15.15 Un'onda piana.
Molto lontano dalla sorgente, piccole porzioni
dei fronti d’onda sferici appaiono come piani
Potenza, energia e intensità paralleli. In ogni punto di questi piani l’onda
Immaginiamo di fare due esperimenti con una lampadina che emette 2 W di è ai massimo della sua perturbazione (cresta).
luce visibile. Nel primo esperimento, appendiamo la lampadina al centro di
una stanza e permettiamo alla luce di illuminare i muri. Nel secondo e.speri-
mento usiamo degli specchi e delle lenti per “ catturare” la luce della lampadina
e focalizzarla su una piccola porzione di un muro. (Questo è ciò che comune­
mente fa un proiettore.) L ’energia emessa dalla lampadina è la stessa in
entrambi i casi ma, come sappiamo, la luce che abbiamo focalizzato su una
piccola area del muro è molto più brillante. Diremo che la luce focalizzata è
più inten sa della luce diffusa che si è propagata in tutte le direzioni. Allo stesso
modo un altoparlante che concentra il suono in una piccola area produce un
suono più forte in quell’area rispetto ad un altoparlante di eguale potenza che
diffonde il suono in tutte le direzioni. Quantità quali la luminosità e l’ intensità
sonora percepita dipendono non solo dalla potenza trasferita ma anche dall’a-
reu che riceve questa potenza. FIGURA 15.16 Onde piane di potenza P
La figura 15.16 mostra un’onda incidente su una superficie di area a. La incidono sull'area a.
superficie è perpendicolare alla direzione di propagazione dell’onda. Questa L'intensità dell’onda
superficie può es.sere fisica, come ad esempio il timpano del nostro orecchio o attraverso questa
superficie è / = P ia .
Onde piane di
potenza P
una cella solare, oppure può essere anche una superficie matematica immagi­
naria nello spazio proprio di fronte all’onda incidente. Se fonda ha una potenza
P, definiamo l’intensità I di un’onda come
/ = -a (15.11)
Nelle unità di misura del Si.stema Internazionale l’intensità si misura in W/m^
Poiché fintensità è un rapporto tra potenza e area, un’onda focalizzata su una
piccola area ha una intensità maggiore di quella di un’onda di eguale potenza
che si distribuisce su un’area maggiore.
504 CAPITOLO 15 Onde viaggianti e suono

► In questo capitolo useremo il simbolo a per l’area. Per evitare con­


fusione indicheremo invece l ’ampiezza con il simbolo y\. <
ESEMPIO 15.9 L'intensità di un fascio laser
Un puntatore laser emette luce brillante e altamente concen­ VERIFICA Questa intensità è circa uguale all’intensità della
trata con potenza luminosa di 1.0 mW in un fascio con diame­ luce solare a mezzogiorno in un giorno d’estate. Un’intensità
tro di 1.0 mm. Qual è l’intensità del fascio laser? così alta per una sorgente di potenza così piccola può sembrare
SOLUZIONE Le onde luminose di un fascio laser attraversano sorprendente, ma l’area è molto piccola, cioè l’energia è con­
un cerchio del diametro di 1.0 mm. L’intensità del fascio laser è centrata in una zona molto piccola. Sappiamo che la luce di
P 0.0010 W un puntatore laser non ci brucia ma è comunque meglio non
r = 1300 W/m^ puntare il fascio verso gli occhi, perciò una intensità simile a
7t(0.00050 m)2
quella della luce solare sembra ragionevole.

FIGURA 15.17 Una sorgente che emette Il suono emesso da un altoparlante e la luce emessa da una lampadina diven­
onde sferiche uniformi. tano meno intensi al l’aumentare della distanza dalla sorgente. Questo avviene
perche le onde sferiche man mano che si propagano a distanze sempre mag­
giori dalla sorgente, si distribuiscono e riempiono volumi di spazio sempre più
grandi. Se una sorgente di onde sferiche irradia uniformemente in tutte le dire­
zioni, allora, come mostra la figura 15.17, la potenza emessa a distanza /• è
distribuita su una superficie sferica di raggio r. L ’area della superficie della
sfera è data da = 4 r , quindi l’ intensità di un’onda sferica uniforme è
a tt

p p.176
/=
'sorgente
(15.12)
477r^
Intensità a distanza /• di un’onda sferica QUADRATICA
emessa da una sorgente con potenza P ^ INVERSA

La dipendenza dall’ inverso del quadrato di r è solo una conseguenza della


L’energia emessa dalla .sorgerne Imensità A conservazione del l’energia. La sorgente emette energia con una potenza di P
è distribuita imirormemente
su una superfìcie sierica
a distanza r i joule al secondo. L ’energia è diffusa in aree sempre maggiori man mano che
di area 47rr^. l’onda si propaga verso l’esterno. Conseguentemente Venergia p er unità di
area deve decrescere in proporzione all’area della superficie della sfera.
Se l’intensità a distanza r, è 1 = P ,/4 tt t\^ e l’intensità a ì\ è / =
P 14 TT /c, allora possiamo vedere che il rapporto
sorgente 2 * • •
tra le due intensità è
..2
(15.13)
Possiamo usare f Equazione 15.13 per confrontare le intensità a due distanze
dalla sorgente senza aver bisogno di conoscere la potenza della sorgente.
► L ’intensità delle onde è fortemente intluenzata dalla riHessione
Un udito straordinario BIO La grande e dall’assorbimento. Le Equazioni 15.12 e 15.13 si applicano a situazioni
civetta grigia ha le orecchie sul disco facciale, quali la luce proveniente da una stella e il suono prodotto dai fuochi d’ar­
nascoste dalle piume. ìaì faccia rotonda tificio che esplodono nell’aria. AH’intemo di spazi chiusi il suono non ob­
agisce come un disco radìu*, raccogliendo
l’energia delle onde sonore da una vasta tirca
bedisce alla semplice legge dell’inverso del quadrato delle distanze a causa
e convogliandola verso le sue orecchie. Ciò delle molte superfici riflettenti. ^
permette alle civette di udire suoni molto
deboli.

ESEMPIO 15.10 Intensità della luce solare su M arte


L’intensità della luce solare sulla superficie terrestre è appros­ la massima quantità di energia solare che questo pannello
simativamente pari a 1 0 0 0 W/m^ a mezzogiorno in un giorno poteva catturare?
d ’estate. Marte orbita ad una distanza dal Sole pari a circa 1.5 c. Se assumiamo un coefficiente di efficienza per la conver­
volte quella della Terra. sione da energia solare a energia elettrica pari a 18%, valore
a. Assumendo un assorbimento dell’energia da parte dell’at­ tipico per celle solari di alta qualità, qual è la massima po­
mosfera marziana simile a quello dell’atmosfera terrestre, tenza utile che queste celle solari possono produrre?
che cosa ipotizzeresti per l’intensità della luce solare a mez­ IMPOSTAZIONE Non ci è stata data la potenza emessa dal
zogiorno di un’estate marziana? Sole né le distanze tra Sole e Terra e tra Sole e Marte, ma pos­
b. Il veicolo Sojoumer, uno dei primi veicoli per l’esplorazio­ siamo trovare l’intensità sulla superficie di Marte usando i rap­
ne di Marte, aveva un pannello rettangolare di celle solari porti tra le distanze e le intensità. Una volta che conosciamo
approssimativamente lungo 0.60 m e largo 0.37 m. Qual è l’intensità, possiamo usare l’area del pannello solare per deter-
15.6 La rumorosità del suono 505

minare rencrgia che può essere catturata. Cioè, le cellule catturano l’energia solare con una potenza
SOLUZIONE a. Secondo rEquazione 15.13, di 1 0 0 joule al secondo.
2 c. In realtà non tutta questa energia è convertita in elettricità.
/ = ! -jsn = (1000 W/m^) —
^Marte ^ Terra ^ 2
' M arte
(r j= 440 W/m^ Moltiplicando per un’efficienza del 18%, otteniamo
P = (100W )(0.18)= 18 W
b. L’area del pannello solare è
VERIFICA L’intensità della luce solare è leggermente inferiore
a = (0.60 m)(0.37 m) = 0.22 su Marte rispetto alla Terra, come ci dovremmo aspettare in
considerazione del fatto che Marte ha una maggiore distanza
Se le celle solari hanno la superficie rivolta verso il Sole,
dal Sole. Inoltre, l’efficienza delle celle solari è modesta,
l’intera area può catturare l’energia. Possiamo riscrivere
quindi il risultato finale, sebbene piccolo, sembra piuttosto
l’Equazione 15.11 per ottenere la potenza incidente in ter­
ragionevole. In effetti, la massima potenza fornita dalle celle
mini di area e intensità:
.solari del veicolo era appena inferiore a quella determinata
F = la = (440 W/m2)(0.22 m^) = 100 W nell’esercizio.

PAUSA DI RIFLESSIONE 15.6 UiTonda piana, un’onda circolare e un’onda


sferica hanno tutte la stessa intensità. Ciascuna onda percorre la stessa distan­
za. Più tardi, quale onda avrà la maggiore intensità?
A. L ’onda piana B. L ’onda circolare C. L ’onda sferica

15.6 L’intensità sonora percepita


Dieci chitarre che suonano alPunisono producono un suono che è percepito
con una intensità che è soltanto il doppio di quella prodotta da una sola chi­
tarra. Generalmente aumentando l’intensità del suono di un fattore 10 si
ottiene un incremento dell’intensità sonora percepita solo di un fattore
approssimativamente pari a 2. La differenza in intensità tra il suono più
debole che riusciamo a percepire e quello più forte che riu.sciamo a sopportare
senza danneggiare l’udito è di un fattore pari a 1 ()()() 000 000 ()()()! Una nor­
male conversazione ha 1 0 0 0 0 volte l’intensità del suono di un sussurro ma ci
sembra solo 16 volte più forte.
L ’intensità .sonora percepita (“ loudness in inglese” ) è misurata da una gran­ L'animale più rumoroso al mondo BK)
dezza chiamata livello di intensità sonora. A causa della vasta gamma di La balenottera azzurra è Tanimale più
suoni che possiamo udire e del fatto che le differenze nell’ intensità sonora grande al mondo. Alcuni esemplari possono
percepita .sono molto inferiori alle differenze di intensità, il livello di intensità arrivare fino a 30 m di lunghezza e pesare
sonora si misura in scala logaritmica. In questa sezione capiremo che cosa oltre 150 (K)0 kg. Le balene sono anche gli
significa. L ’unità di misura del livello di intensità .sonora è il decibel. animali più rumorosi. A distanza ravvicinala
nel l'acqua il richiamo della balenottera
azzurra, che dura 10-30 secondi, è così forte
La scala dei decibel da es.sere in grado di danneggiare i tessuti in
Esi.ste un limite inferiore all’intensità dei suoni che sono udibili dagli esseri un corpo umano. I loro rumorosi richiami a
umani. Il valore esatto varia da persona a persona e varia con la frequenza ma bassa frequenza possono essere uditi dalle
altre balene a centinaia di chilometri di
un valore medio per il suono più debole che può essere percepito in una stanza distanza.
molto silenziosa è
l^ = 1 .0 - 10 ' 2 \ V / n r
Questa intensità è chiamata soglia di udibilità.
E quindi logico porre lo zero della scala dell’intensità sonora percepita al valore
di soglia dell’udibilità. Tutti gli altri suoni possono es.sere misurati rispetto a
questa intensità di riferimento. Per creare una scala di di intensità sonora perce­
pita, definiamo il livello di intensità .sonora, misuralo in decibel (dB), come

/3 = ( 1 0 d B ) lo g , o ( - r ) (1514)
>(i)
"Livello di intensità sonora in decibel per un suono di intensità 7

^ è la lettera minuscola greca beta. Il decibel prende il nome da Alexander Gra­


ham Bell, inventore del telefono. Il livello di intensità sonora è una grandezza
adimensionale, poiché è formato dal rapporto tra due intensità, pertanto decibel
è un nome per ricordarci che stiamo trattando con livelli di intensità anziché con
intensità vere e proprie.
506 CAPITOLO 15 Onde viaggianti e suono

TABELLA 15.3 Intensità e livelli d'inten­ L ’Equazione 15.14 considera il logaritmo in baselO del rapporto tra le
sità sonora per alcuni suoni ambientali
comuni
intensità: 1/1^^ Ricordiamo che i logaritmi l'unzionano in questo modo:
Suono li (dB) I (W/m^) Se espriiniamt) un ninnerò come potenza di 1 0 ................. il logaritmo è f esponente.
Soglia di udibilità 0 1 .0 - 1 0 ’ '^

Respiro di una
log,o(IOO()) = log,o(Ìo-^) = 3'‘'
persona a 3 ni IO "IO ""
1 .0
Proprio alla soglia di udibilità, dove / = il livello d’ intensità sonora è
Sussurro a 1 m 20 1 . 0 - IO '"
Classe durante un
esame in silenzio
p = (lO d B )lo g |o (^ 0 = (K )dB )log,o(l) = (lO dB)logio(lO ") = OdB
30 1 .0 - 1 0 ’'
Strada residenziale
senza traffico
La soglia di udibilità corrisponde a 0 dB, come volevamo.
40 1.0-IO *
Possiamo calcolare l’intensità dal livello di intensità sonora prendendo l’in­
Ristorante tranquillo 50 1.0- H r ’ verso della funzione log 1 0 . Ricordiamo, dalla definizione del logaritmo in
Conversazione base 10, che 10'*’*^^’^^ = x. Applicando questa definizione all’Equazione 15.14,
normale a 1 ni 60 1.0- I O '’ troviamo
Strada trafficata 70 1 .0 -o r’ (15.15)
Aspirapolvere rispetto
a chi la sta usando 80 1 .0 - 10 ' La Tabella 15.3 elenca le intensità ed il livello di intensità sonora per alcun
Punto panoramico suoni comuni. Notiamo che il livello di intensità sonora aumenta di 10 dB ogn
delle cascate
90 1 .0 - 10
volta che l’ intensità reale aumenta di un fattore 10. Per esempio, il livello d
del Niagara
Martello pneumatico
intensità sonora aumenta da 70 dB a 80 dB quando l’intensità del suono
a2 m 10 0 0 .0 10
aumenta da 10'^ W/m- a 10 W/m^ Un aumento di 20 dB nel livello di inten­
Stereo di casa al sità sonora implica un aumento di un fattore 100 nel l'intensità e 30 dB im pli­
massimo del volume 110 0 .10
cano un aumento di un fattore 1000. Abbiamo visto in precedenza che un
Concerto rock 12 0 1.0
suono viene percepito come “ doppiamente rumoroso” quando la sua intensità
Soglia del dolore 130
aumenta di un fattore 1 0 . In termini di decibel, possiamo dire che l’apparente
10
rumorosità di un suono raddoppia per ogni aumento di 10 dB nel livello di
intensità sonora.
La gamma dei suoni nella Tabella 15.3 è molto ampia; la sommità della
scala con 130 dB, rappresenta un’intensità pari a 10 mila miliardi di volte
quella del suono più debole che siamo in grado di udire. Vibrazioni di questa
intensità causano dolore e danni permanenti al delicato apparato sensoriale
dell’orecchio. Anche esposizioni a suoni di intensità inferiore non sono esenti
da rischi. Un’esposizione molto breve a 120 dB può causare danni alle cellule
cibate dell’orecchio, ma lunghe esposizioni a suoni con livello di intensità
superiore a 85 dB possono produrre anch’esse dei danni.
Prima di iniziare a vedere esempi che usano il livello di intensità sonora,
facciamo un riassunto di quanto abbiamo finora appreso sull’energia traspor­
tata dalle onde.

S I N T E S I 1 5 .2 La potenza e l'intensità delle onde


Abbiamo diverse misure dell’energia trasportata dalle onde.
L'intensità dcH’onda è la polcii/.a |)cr Le onde sferiche si propagano su superlìci sferiche Calcoliamo il livello di intensità .sonora
unità di arca: di diniensioni crc.sccnti. dall’intensità relativa:
La potenza della sorgente Distanza dalla Livello di intensità Intensità (W/iir)

”(t
sonora (dB)
Intensità (W/m^)
/3 = (10dB)log
La più piccola intensità
che un essere umano può sentire

■■*/(,= 1 .0 • lO -'^W /m ^

Quando un'onda incide su una superficie, • i . a i n • Possiamo inoltre calcolare l’intensità dal
, . u ... Quando la distanza cresce. Area della superficie
la potenza assorb.ta nell area n è: ^ livello di intensità sonora:
_ * sorgente /
F = la ••••>/ = / = (/o ) 1 0 <^'“’‘‘®>
47rr 2
15.6 La rumorosità del suono 507

E SE M P IO 15.11 Determ inare l'intensità sonora percepita di un urlo


Una persona che urla al massimo consentito dai suoi polmoni emette circa 1.0 W di
energia in onde sonore. Qual è il livello di intensità sonora a 1.0 m di distanza dalla
persona?
IMPOSTAZIONE Assumeremo che la persona che urla emetta onde sonore sferiche.
La Sintesi 15.2 riporta le formule per la diminuzione dell’intensità con la distanza e
il livello di intensità sonora risultante.
SOLUZIONE A una distanza di 1.0 m, l’intensità sonora è
P 1.0 W
/= - : = 0.080 W/m^
A irr 47t( 1.0 m)^ Ciglia per sentire BIO Questa immagine,
ottenuta al microscopio elettronico,
Quindi il livello di intensità sonora è
mostra le cellule ciliate nella coclea di un
i3 = (10dB)log,o(
0.080 W/m^
1 . 0 • 1 0 " ‘^W /m -0llO dB

VERIFICA 11 valore ottenuto è piuttosto alto (in confronto ai valori riportati nella
orecchio. Tali cellule sono responsabili della
percezione dei suoni. Perfino la più piccola
vibrazione trasmessa dal fluido nella coclea
è in grado di piegare le ciglia e provocare
Tabella 15.3), come ci potevamo aspettare. una risposta nelle cellule. Un piccolo
spostamento della membrana di 0.5 nm,
pari a circa 5 diametri atomici, è in grado di
E S n S ►Q uando calcoliam o il livello di intensità sonora assicuriam oci di produrre una risposta elettrica nelle cellule
ciliate. A causa di questa stupefacente
usare nella nostra calcolatrice il pulsante del logaritm o in base 1 0 e non il sensibilità non c’è da stupirsi del fatto che
pulsante del logaritm o naturale. Su m olte calcolatrici i logaritm i in base 10 suoni troppo rumorosi siano in grado di
sono indicati con LOG m entre quelli naturali sono indicati con LN. < danneggiare queste strutture.

ESEMPIO 15.12 Fino a quale distanza possiam o sentire una conversazione?


Il livello di intensità sonora a 1.0 m di distanza da una persona L’intensità a 100 m può essere trovata con l’Equazione 15.13:
che parla con un normale volume di voce per una conversazione
/(1 0 0 m )_ (1 m)^
è di 60 dB. Supponiamo di trovarci all’aperto, a 100 m dalla
persona che parla. Se è un giorno molto tranquillo con un rumore /(I m) “ (lOOm)^
di fondo minimo, saremo in grado di sentire quello che dice? /(100m ) = /(I niXl.O • 10"'*)= 1.0 • IO"‘®W/m^
IMPOSTAZIONE Sappiamo come cambia l’intensità del suono Quest’intensità corrisponde al livello di intensità sonora
con la distanza, ma non come cambia il livello di intensità
/1.0 X 10"'“ w/m^\
sonora, quindi dobbiamo dividere questo problema in tre passi. 13 = 0 0 dB)log,o ------------ --------- r = 20 dB
Come primo passaggio, convertiremo il livello di intensità ^ *’'"Vl.0X lO-'^W/mV
sonora, usando l’Equazione 15.15. Poi, calcoleremo l’inten­ Questo è sopra la soglia di udibilità - circa il livello di un sus­
sità alla distanza di 100 m, usando l’Equazione 15.13. Infine, surro - quindi può essere udito in un giorno molto tranquillo.
riconvertiremo questo risultato di nuovo in termini di livello di VERIFICA 11 suono ha un livello di intensità sonora sufficiente
intensità sonora, usando l’Equazione 15.14, in modo da poter per essere sentito, tuttavia, il normale rumore di fondo è rara­
giudicarne l’intensità sonora percepita. mente interiore a 40 dB, e ciò rende la conversazione difficile
SOLUZIONE II livello di intensità sonora di una conversazione da decifrare. Il nostro risultato, quindi, sembra ragionevole in
normale a 1.0 m è di 60 dB. L’intensità è base alla nostra esperienza. 11 suono è a un livello che teorica­
mente può essere rivelato, ma è molto più basso del normale
/(I m) = ( 1 . 0 • livello di suoni ambientali, per cui è molto probabile che non
= 1.0 • 10 “®W/m^ venga sentito.

PAUSA DI RIFLESSIONE 15.7 Stai ascoltando una conversazione m olto accesa


ad un livello di intensità sonora di 80 dB. Ti allontani ad una certa distanza
in m odo tale che l’intensità dim inuisca di un fattore 100. Qual è il livello di
intensità ora?

A. 70 dB B. 60 dB C. 50 dB D. 40 dB E. 30 dB F. 20 dB

Individuazione di un'onda sul Sole L’effetto Doppler sposta la frequenza


della luce emessa dalla superficie del Sole. Se la superficie del sole si alza, la luce
emessa è spostata verso frequenze più alte; queste aree sono mostrate con colori
più scuri. Se la superficie del Sole si abbassa, la luce emessa viene spostata verso
frequenze più basse dando origine alle aree più chiare. Questa serie di immagini
della superficie solare evidenzia un’onda da un’eruzione solare.
508 CAPITOLO 15 Onde viaggianti e suono

15.7 Effetto Doppler e onde d’urto


In questa sezione finale, considereremo i suoni prodotti da corpi in movimento
e per osservatori in movimento. Abbiamo probabilmente notato che il tono della
sirena di un’ambulanza cala dopo che Tambulanza ci ha superato. Un suono
acuto improvvisamente diventa basso. Questo cambiamento in frequenza, che è
dovuto al moto delPambulanza rispetto a noi, prende il nome di e jf 'etto D oppler.
Un effetto ancor più drammatico avviene quando un corpo viaggia a una velo­
cità maggiore della velocità del suono in un mezzo. Lo schiocco di una frusta è
un o n d a d 'u r to prodotta quando la punta si muove a velocità su p e rso n ic a . Que­
sti esempi, e altri in questa sezione, riguardano le onde sonore ma i fenomeni
che descriveremo si applicano generalmente a tutte le onde.

Onde sonore da sorgenti in m ovim ento


La FIGURA i5 .i8 a mostra una sorgente di onde sonore che si allontana da Paolo
e si avvicina a Nicoletta a una velocità costante L ’ indice s indica che questa
è la velocità della sorgente e non quella delle onde. La sorgente sta emettendo
onde sonore di frequenza/^ mentre si sposta. La parte a della figura illustra le
posizioni della sorgente negli istanti di tempo t = 0, T, 2T, e 37, dove 7 = 1//’ è
il periodo dell’onda.

FIGURA 15.18 Un diagram m a di moto che mostra i fronti d'onda emessi da una
sorgente in movimento verso destra alla velocità v .
(a) Moto della sorgente (b) Istantanea al tempo 37
Dietro la sorgente, Davanti alla sorgente.

è una circonferenza d'onda è una è una circonferenza


centrata nel punto 0, circonferenza centrata centrata nel punto 2.
nel punto 1.

Dopo che una cresta deH’onda ha lasciato la sorgente, il suo moto è gover­
nato dalle proprietà del mezzo. 11 moto della sorgente non può più inlluire su
un’onda già emessa. Quindi ogni fronte d’onda circolare è centrato nel punto
dal quale era stata emessa l ’onda come mostra la f i g u r a I5.i8b. Possiamo
vedere che le creste d’onda si infittiscono nella direzione del moto della sor­
gente e si diradano dalla parte opposta. La distanza tra una cresta e quella
successiva è pari a una lunghezza d’onda, così la lunghezza d'onda che Nico­
letta misura è inferiore alla lunghezza d'onda = v!f^ che avrebbe se fosse
stata emessa dalla sorgente a riposo. Analogamente, la lunghezza d’onda die­
tro la sorgente, A , è maggiore di A^.
Queste creste si muovono attraverso il mezzo con la velocità d’onda v. Di
conseguenza la frequenza = v/A^ osservata da un osservatore a cui si sta
avvicinando la sorgente è più a lta della frequenza emessa dalla sorgente.
Allo stesso modo, un osservatore da cui la sorgente si allontana misurerà una
15.7 Effetto Doppler e onde d’urto 509

frequenza/_ = v/A più b a ssa rispetto alla frequenza/^. Questo cambiamento di


frequenza quando la sorgente è in moto relativamente all’osservatore è chia­
mata effetto Doppler. La frequenza udita da un osservatore fermo varia a
seconda se l’osservatore vede la sorgente avvicinarsi o allontanarsi:

Sorgente in avvicinamento Sorgente in allontanamento


Frequenza della sorgente (Hz)........ Velocità delle onde (m/s)
f —
I — Vs/V"‘*
i; A>
f
t
= -J ^ —
1 4- Vj./v (15.16)
........ •Velocità della .sorgente
La frequenza osservata aumenta. delle onde (m/s) La tVcqucnzu osservata (liminuisce.

Come previsto,/^ > (la frequenza è maggiore) per una sorgente in avvicina­
mento perché il denominatore è inferiore a 1 , e/_ < (la frequenza è minore)
per una sorgente in allontanamento.

ESEMPIO 15.13 A quale velocità sta guidando la polizia?


La sirena della polizia ha una frequenza di 550 Hz mentre la
macchina della polizia si sta avvicinando a noi, e di 450 Hz
dopo che ci ha sorpassato e si allontana. A quale velocità sta Sottraendo la seconda equazione dalla prima, otteniamo
viaggiando?
o = /--A + ^ (/-+ A )
IMPOSTAZIONE La frequenza della sirena è alterata a causa
delPeffetto Doppler. La frequenza è /+ mentre Lauto si avvi­ Adesso possiamo risolvere per la velocità v,:
cina e f - mentre si allontana. Possiamo scrivere due equazioni A -/- 100 Hz
v^ = - V= 343 m/s = 34 m/s
per queste frequenze e risolvere per la velocità dell’auto della /+ + /. 1000 Hz
polizia, V,. VERIFICA La velocità è piuttosto alta (circa 120 km/h) ma il
SOLUZIONE Poiché il nostro obiettivo è di determinare v^. risultato è ragionevole per una macchina della polizia che si
riscriviamo le Equazioni 15.16 come muove a sirene spiegate.

Una sorgente ferma e un osservatore in m ovimento


Supponiamo che l’automobile della polizia nell’Esempio 15.13 sia ferma men­
tre guidiamo verso di essa a 34 m/s. Potremmo pensare che questa situazione
sia equivalente a quella in cui noi siamo fermi e l’automobile della polizia
viaggia verso di noi a 34 m/s, ma in realtà c’è un’importante differenza. Le
onde meccaniche si muovono attraverso un mezzo e l’effetto Doppler dipende
non solo da come si muovono tra loro la sorgente e l’osservatore ma anche da
come si muovono rispetto al mezzo. La frequenza sentita da un osservatore in
movimento dipende se l’osservatore si avvicina o si allontana dalla sorgente:

Os.servatore in avvicinamento 0.s.servatore in allontanamento

r('
VekK'ità dcHVm<'/Tc//('>/K' (m/s>* Frequenza della .sorgente (Hz)
(15.17)
La frequenza os.servata aumenta. •Velocità delle onde (ni/s) La frequenza osservata diminuisce.

L’effetto Doppler per le onde lum inose


Se una sorgente di onde luminose si allontana da noi, la lunghezza d’onda A_
che osserviamo è maggiore della lunghezza d’onda emessa dalla sorgente.
Poiché la lunghezza d’onda è spostata verso la parte rossa della luce visibile,
questo effetto è chiamato spostamento verso il rosso. Analogamente se la
luce osservata provenisse da una sorgente in moto di avvicinamento verso di
noi, vedremmo la sua luce spostarsi verso lunghezze d’onda minori cioè
avremmo uno spostamento verso il blu. Per sorgenti che si spostano a velo-
510 CAPITOLO 15 Onde viaggianti e suono

cita normale questo è un effetto molto piccolo; non vedremo l’effetto Doppler
della luce lampeggiante deH’automobile della polizia deH’esempio precedente!
T u tte le galassie distanti mostrano distintamente uno spostamento verso il
rosso. Tutte le galassie si allontanano, quindi, da noi. Come possiamo dare un
senso a tale osservazione? La spiegazione più semplice è che tutte le galassie
deiruniverso si allontanano le ime dalle altre. Estrapolando all’ indietro nel
tempo, ciò ci porta a pensare che tutta la materia dell’universo, ed anche lo
spazio stesso secondo la teoria della relatività, è iniziata da una palla di fuoco
primordiale. Molte osservazioni e misure sono consistenti con l’ idea che runi-
M aggiore è la distanza di una galassia e
m aggiore è la sua velocità di allontana­
verso sia iniziato con un B a n g avvenuto circa 14 miliardi di anni fa.
mento da noi. Questa immagine mostra
galassie distanti fino a 12 miliardi di Spostam ento in frequenza per riflessione su un corpo
anni luce. Le grandi distanze implicano in m ovim ento
ampi spostamenti verso il rosso, che
fanno apparire la luce emessa dalle g a ­ Un’onda che colpisce una barriera o un ostacolo può essere riflessa e viaggiare
lassie più distanti decisamente rossa. indietro verso la sorgente dell’onda. Questo processo verrà esaminato più in
dettaglio nel prossimo Capitolo. Per il suono l’onda rillessa si chiama eco. Un
pipistrello è in grado di determinare la distanza di un insetto misurando il
tempo trascorso tra remissione dello squittio ad ultrasuoni e la ricezione
dell’eco daH’insetto. Tuttavia, affinché il pipistrello riesca a catturare l’insetto,
è altrettanto importante per lui conoscere in che direzione si sta muovendo
l’insetto e la sua velocità. Il pipistrello può determinare questi dati dallo s p o ­
sta m e n to in fre q u e n za dell’onda riflessa, un’altra applicazione dell’effetto
Doppler.
Supponiamo che un’onda sonora di frequenza/^ stia viaggiando verso un
corpo in movimento. II corpo vedrebbe la frequenza dell’onda spostata per
effetto Doppler verso una frequenza maggiore come dato dall’Equazione
15.17. Anche l’onda riflessa indietro verso la sorgente subisce uno sposta­
mento Doppler verso frequenze maggiori perché rispetto alla sorgente l’onda
riflessa proviene da un corpo in avvicinamento. Quindi l’eco da un corpo in
movimento subisce un “ doppio spostamento Doppler” . Se la velocità del
corpo è molto minore della velocità v dell’onda (v^^«v), lo sp o sta m e n to in
frequenza delle onde ridesse da un corpo in movimento è
Spostamento in frequenza • Frequenza della
per riflessione (Hz)......... sorgente (Hz)
....Velocità delcw/7f>(m/s) (15.18)
Se il corpo si allontana, la frequenza
è diminuita. Se il corpo si avvicina, •VeIcKità iÌQWonda im/s)
la frequenza è aumentata.

Notiamo che non c’è spostamento (cioè l’onda riflessa ha la stessa frequenza
dell’onda emessa) quando il corpo riflettente è fermo.
Lo spostamento in frequenza per le onde riflesse avviene per tutti i tipi di
onde. Le unità radar emettono impulsi di onde radio e ne osservano le onde
riflesse. II tempo trascorso tra remissione deH’impulso e la ricezione deironda
riflessa indica la posizione del corpo. 11 cambiamento in frequenza dell’im­
pulso rifle.sso indica invece la velocità del corpo. Questo è il principio con cui
lavora il radar usato dalla polizia addetta al controllo del traffico.

< Rintracciare gli animali selvatici con il radar II radar Doppler è


costruito per filtrare e misurare solo quelle onde radio riflesse che hanno uno
spostamento di frequenza. In tal modo questo strumento elimina onde riflesse
da corpi fermi mentre rivela solo corpi in movimento. Immagini televisive di
temporali dai radar Doppler sono prodotte dalla riflessione di onde radio da
parte delle goccioline d’acqua in movimento. Ma questa immagine ottenuta
al largo della Florida è stata prodotta in una notte limpida e senza pioggia.
Le macchie blu e verdi non sono dovute ad un temporale ma ad un stormo di
uccelli. Gli uccelli migratori si spostano frequentemente ad alte latitudini e di
notte quindi il radar Doppler è un eccellente strumento per analizzare i loro
spostamenti.
15.7 Effetto Doppler e onde d’urto 511

ESEMPIO 15.14 Il m isuratore di flusso sanguigno per effetto Doppler


Se una sorgente ad ultrasuoni è premuta contro la pelle, le onde SOLUZIONE Possiamo riscrivere l’Equazione 15 .18 per calco­
sonore sono riflesse indietro dai tessuti del corpo. Alcune delle lare la frequenza dell’emettitore:
onde sono riflesse dalle cellule sanguigne in moto nelle arterie
e in avvicinamento e allontanamento rispetto alla sorgente; ciò \ ^ / \ *^sangt-.
produce uno spostamento in frequenza dell’onda riflessa. Un I valori sulla destra sono tutti noti. Quindi la frequenza
ingegnere biomedico sta disegnando un misuratore di flusso richiesta per gli ultrasuoni è
sanguigno Doppler per misurare il flusso di sangue nelle arterie , /l5 0 0 H z \ / l 5 4 0 m / s \
dove una velocità tipica di flusso è di 0.60 m/s. Qual è la fre­ 2
quenza degli ultrasuoni che il misuratore usa per produrre uno VERIFICA Le unità Doppler usate per misurare il flusso san­
spostamento di frequenza di 1500 Hz quando questo flusso è guigno in tessuti profondi lavorano in realtà a circa 2.0 MHz,
rilevato? quindi il nostro risultato è ragionevole.

Se com biniam o la m isura dello spostam ento in frequenza con u n ’unità a


im m agini negli ultrasuoni, com e nel caso deH’E sem pio 15.7, otteniam o un
dispositivo, chiam ato D oppler a ultrasuoni, in grado di m ostrare non solo
strutture ma anche spostam enti. Il D o p p ierà ultrasuoni è uno strum ento molto
utile in cardiologia perché un’im m agine è in grado di rivelare il m oto del
m uscolo cardiaco e del sangue unitam ente alla struttura del cuore stesso.

Onde d’urto
A bbiam o visto che quando le onde sonore sono em esse da una sorgente in
m ovim ento la loro frequenza subisce uno spostam ento. G uardiam o ora cosa FIGURA 15.19 Onde emesse da una
avviene quando la velocità della sorgente, v^, supera la velocità d ell’onda v e la sorgente che si sposta con una velocità
sorgente “anticipa” le onde che produce. m aggiore della velocità delle onde nel
AH’inizio di questa sezione, nella Figura 15 .18, abbiam o visto il diagram m a mezzo.
di m oto di onde em esse da una sorgente in m ovim ento. La f i g u r a 1 5 . 1 9 illustra La sorgente delle onde si sta muovendo verso
lo stesso diagram m a ma in questo caso la sorgente si sta m uovendo più velo­ destra con velocità v’s. Sono riportate le
posizioni ai tempi t = 0 , t = T. t = 2 7 \ . . .
cem ente delle onde. Q uesto moto produce la sovrapposizione delle onde (con­
frontiam o la Figura 15.19 con la Figura 15.18). Le am piezze delle onde che si • — • — m— m— • — • — • — 9 >
0 1 2 3 4 5 6 7
sovrappongono si som m ano risultando in una onda di am piezza m olto grande: In ogni punto, la sorgente emette
un’onda d'urto. un’onda che si propaga verso Tcsterno.
Q ualsiasi corpo che si m uova n ell’aria più velocem ente della velocità del Un’istantanea è presa a t = 77*.
La cresta 3 è stata
suono crea un’onda d ’urto. La velocità del suono è stata superata al suolo per
emessa a / = 37*. cioè 47
la prim a volta nel 1997 da un team inglese che guidava una Thrust SCC nel prima dell’istantanea. Il
deserto di Black Rock nel Nevada. La f i g u r a i5.20a m ostra le onde d ’urto pro­ fronte d’onda è una
dotte durante una corsa supersonica (cioè più veloce della velocità del suono). circonferenza di raggio
4A centrata sul punto 3.
Possiam o vedere le distorsioni del panoram a dietro l’autom obile dove le onde
si som m ano producendo regioni di alta pressione. Q uesta onda d ’urto viaggia
assiem e all’autom obile. Se l’autom obile si m uovesse verso di noi, il passaggio
d ell’onda d ’urto produrrebbe un boom sonico, il rum ore distintivo che
potrem m o aver udito al passaggio di un aereo supersonico. Lo schiocco di una
frusta è an ch ’esso un boom sonico, sebbene su scala m olto più piccola.
velocità della sorgente è
maggiore della vekKità
FIGURA 15.20 Esempi di onde d'urto estreme e quotidiane. dell’onda, quindi nell’intervallo
di tempo t - 47'a partire da
quando la cresta 3 ò stata
emessa, la sorgente si è spostata
iìi lontano della cresta 3.

Le onde d ’urto non sono necessariam ente un fenom eno estrem o. U na barca Le creste dell’onda si sovrappongono
(o anche u n ’anatra) possono facilm ente viaggiare più velocem ente delle creste tutte lungo que.ste linee. Le creste
sovrapposte producono un’onda
d ’onda che generano. La scia risultante con la sua caratteristica form a a “ V” , d’urto a forma di V che si propaga
m ostrata nella f i g u r a i5.20b, è an ch ’essa u n ’onda d ’urto. alla velocità dell’onda.
512 CAPITOLO 15 Onde viaggianti e suono

PAUSA DI RIFLESSIONE 15.8 A m elia e Z accaria stanno entram bi ascoltando


una sorgente di onde sonore che si sta m uovendo verso destra. C onfronta le
frequenze sentite da ciascuno.

•Amelia ^•Zaccaria ^
lOm/s
B. AAmelia
. = A/accana fi
Q f a f Amelia Zaccaria
‘'A m e lia •'21accaria

ESEMPIO INTEGRATO 14.5 I terrem oti


I terremoti sono drammatiche scosse della crosta terrestre. Pos­ piezza dell’onda pari a 0.50 m (in realtà varia, ma possiamo
siamo sentire le onde generate da un terremoto anche se siamo prendere un valore medio su diversi cicli). Poiché il terreno
ad una certa distanza &<ì \Vepicentro, il punto in cui avviene la era in moto armonico semplice, l’onda viaggiante sarà un’onda
scossa. Le onde sismiche, prodotte dai terremoti, sono di solito sinusoidale. Di conseguenza, possiamo usare la relazione fon­
complesse, ma le onde di lungo periodo scuotono il terreno con damentale per le onde sinusoidali per mettere in relazione la
un movimento approssimabile a un moto armonico semplice. lunghezza d’onda, la frequenza e la velocità.
La FIGURA 15,21 mostra la posizione verticale del terreno col­ SOLUZIONE
pito da un tcnemoto che avvenne in Giappone nel 2003 come a. Il grafico mostra il movimento verticale del terreno. Il moto
fu registrata da un osservatorio sismico distante. Questa parti­ del terreno - il mezzo - era perpendicolare al moto orizzon­
colare onda viaggiò ad una velocità di 3500 m/s. tale dell’onda viaggiante lungo il terreno, quindi questa era
a. L’onda era longitudinale o trasversale? un’onda trasversale.
b. Quali erano la sua frequenza e la lunghezza d’onda? b. Sempre dal grafico possiamo vedere che 6 cicli di oscillazione
c. Quali sono state la velocità massima e la massima accelera­ hanno impiegato 60 secondi, quindi il pericxlo era 7 = 10 s. Il
zione del terreno durante l’onda sismica? pericxlo dcH’onda è lo stesso di quello del punto nel terreno, 1 0
d. Onde sismiche intense producono accelerazioni maggiori s; quindi la frequenza e r a /= 1/7= 1/10 s = 0.10 Hz. La velo­
dell’accelerazione di gravità. In questo caso, qual era il va­ cità dell’onda era 35(X) m/s, quindi la lunghezza d’onda era
lore dell’accelerazione in unità di g l V 3500 m/s
A .- - . • = 35 000 m = 35 km
FIGURA 15.21 II movimento verticale del terreno durante il 0.10 Hz
passaggio di un'onda sismica. c. Il moto del terreno era un moto armonico semplice con fre­
yicm) quenza 0.10 Hz e ampiezza 0.50 m. Possiamo calcolare la
velocità massima e l’accelerazione usando le relazioni del
Capitolo 14:

W = 27r/A = (27t)(0. 10 Hz)(0.50 m) = 0.31 m /s

«max = ( 2 n f f A = (277(0.10 Hz)]^(0.50 m) = 0.20 m/s^

d. Quest’onda sismica era piuttosto lieve, con un’accelerazio­


ne del terreno piccola rispetto all’accelerazione di gravità:
0 . 2 0 m/s^
amax(in unità di g) = — — = 0 .0 2 0 ^
9.8 m /s‘
VERIFICA La lunghezza d’onda è piuttosto grande, come ci
potevamo aspettare da queste onde veloci e dal lungo periodo.
IMPOSTAZIONE Ci sono due parti distinte ma collegate per la Dato il lungo periodo e Pampiezza piuttosto piccola, non dob­
soluzione di questo problema: l’analisi del moto del terreno e biamo stupirci che la velocità massima e l’accelerazione siano
l’analisi del moto dell’onda. Il grafico nella Figura 15.21 è un relativamente modeste. Sicuramente avremmo avvertito il pas­
grafico storico, è la registrazione del movimento di un punto saggio di quest’onda, ma questa non era in grado di distruggere
del mezzo, il terreno. Il grafico è approssimativamente sinusoi­ edifici. Questo valore è inferiore all’accelerazione di oscilla­
dale, quindi possiamo modellizzare il moto del suolo come un zione che abbiamo calcolato per la cima deH’edificio nell’E­
moto armonico semplice. Dal grafico possiamo stimare l’am­ sempio 14.3 del Capitolo 14!
Riepilogo 513

R I E P I L O G O
Obiettivo: apprendere le proprietà fondamentali delle onde viaggianti.

PRINCIPI GENERALI \
Il modello dell'onda Le onde meccaniche richiedono un mezzo materiale. La
velocità dell’onda è una proprietà del mezzo, non dell’onda.
Questo modello si basa sull’idea di onda viaggiante, che è La velocità non dipende dalla dimensione o forma deH’onda.
una perturbazione organizzata che si propaga ad una velocità v
ben definita. • Per un’onda in
una corda, il
• Nelle onde trasversali le mezzo è la corda.
particelle del mezzo si muo­
vono perpendicolarmente • Un’onda sonora
alla direzione di propagazio­ è un'onda di
ne dell’onda. compressione e
rarefazione di un
Nelle onde longitudinali mezzo come ad
le particelle del mezzo si esempio l’aria.
muovono parallelamente %i)V ÌUil
alla direzione di propaga­ Le onde elettromagnetiche sono onde del campo
zione dell’onda. elettromagnetico. Esse non richiedono un mezzo per
propagarsi. Tutte le onde elettromagnetiche viaggiano alla
Un’onda trasferisce energia, ma non c ’è materiale o sostanza stessa velocità nel vuoto, c = 3.00 • lO^ m/s.
trasferita.

CONCETTI IMPORTANTI {
Rappresentazione grafica delle onde Rappresentazione matematica L ’intensità di un’onda è il rapporto tra
Un grafico istantaneo è una foto delle onde la potenza e l’area:
dell’onda in un certo istante di tempo. Per Le onde sinusoidali sono prodotte da
un’onda periodica, la lunghezza d ’onda, una sórgente che si muove di un moto a
A, è A la distanza tra due creste. armonico semplice. L’equazione per
un’onda sinusoidale è una funzione Per un’onda sferica la potenza
della posizione e del tempo: decresce con l’area della superficie del
t fissato: fronte d ’onda sferico:
y(x, t) = Acos^
‘('"(f * i ) ) Fronti
(Tonda
Un grafico storico è un grafico che mostra ■f: onda che viaggia verso sinistra
lo spostamento di un punto del mezzo —: onda che viaggia verso destra
rispetto al tempo. Per un’onda periodica, il
periodo T è ì\ tempo tra due creste. Per le onde sinusoidali:

v = A/
X fissato: " -7

APPLICAZIONI i
L’intensità sonora percepita è L ’effetto Doppler è uno spostamento in frequenza quando c’è moto relativo tra
misurata dal livello di intensità la sorgente che emette l’onda (a una frequenza/^, con velocità dell’onda v) e un
sonoro. Questa grandezza è una osservatore.
funzione logaritmica dell’intensità e Sorgente in movimento, osservatore fermo:
la sua unità di misura è il decibel.
Sorgente in allontanamento: Sorgente in avvicinamento:
• Di solito il livello di riferimento è
il suono più debole che può essere
/s
percepito: /- =
1 -1- v,/v 1 “ v jv
7^,= l.Ox l0-'2\v/m ‘
Osservatore in movimento, sorgente ferma: Riflessione da un corpo in movimento:
Il livello di intensità sonora in dB In avvicinamento
è calcolato relativamente a questo Per V o « v ,A /= ± 2 / , -
alla sorgente
valore:

)3 = (lO d B )lo g ,o (^ ) In allontanamento Quando un corpo si muove con una


dalla sorgente velocità maggiore della velocità
Un suono di intensità pari al dell’onda nel mezzo, si forma un’onda
livello di riferimento ha un livello d ’urto.
corrispondente a 0 dB.
514 CAPITOLO 15 Onde viaggianti e suono

La difficoltà del problema è indicata con I (facile) fino a Hill (molto difficile). I problemi contrassegnati come INT integrano in maniera
significativa concetti esposti nei capitoli precedenti; i problemi contrassegnati con BK) sono di interesse medico o biologico.

D O M A N D E
D om ande co nce ttu a li 10. La Figura D15.10 mostra un grafico storico e un grafico
1. a. Definisci con parole lue che cosa è uiVonda trasversale. istantaneo per un impulso d’onda su una corda. Essi descri­
b. Sulla ba.se della tua esperienza, fornisci un esempio di vono la stessa onda da due diverse pro.spettive.
onda trasversale. Quali prove o osservazioni ti fanno a. In quale direzione sta viaggiando l’onda? Spiega il
capire che questa è un’onda trasversale? perché.
2. a Definisci con parole tue che cosa è \\t\'onda longitudinale. b. Qual è la velocità di quest’onda?
b. Sulla base della tua esperienza, fornisci un esempio di Istantaneo a t = 0.01 s y v Storico a x = 2 cm
onda longitudinale. Quali prove o osservazioni ti fanno
capire che questa è un'onda longitudinale? I - .r (crn) • /(s)
3. Gli impulsi d’onda illusUnti nella 1 - 6 - 4/ - 2 0.02 ,04 0.06
Figura DI5.3 si propagano lungo la
stessa corda. Ordina dalla più veloce FIGURA D15.10
alla più lenta le velocità delle onde 11. Ordina, dalla maggiore alla minore, le lunghezze d’onda
Vj e Vj e giustifica l’ordine ottenuto.
4. È possibile per un’onda sonora che l_A;
si propaga nell’aria superarne un’al- p i q u r a d i 5.3
da A, a per onde sonore con frequenze/j = 100 Hz,/^ =
1000 Hz e / 3 = 10 000 Hz. Spiega il perché.
1 2 . 1 delfini dal naso a bottiglia usano per l’ecolocalizzazione
tra? Spiega il perché. BK) degli impulsi con una fre­
5. Un impulso d’onda si propaga lungo una corda con una quenza di circa 100 kHz,
velocità di 200 cm/s. Quale sarà la velocità se: più alta delle frequenze uti­
a. La tensione della corda raddoppia? lizzate da molti pipistrelli.
b. La massa della corda è quadruplicata (ma la lunghezza Come mai ti aspetti che
della corda resta invariata)? queste creature acquatiche
c. La lunghezza della corda è quadruplicata (ma la sua usino frequenze di ecoloca-
massa resta invariata)? lizzazione superiori a quelle dei pipistrelli?
d. La massa e la lunghezza della corda sono entrambe 13. Alcune specie di pipistrelli hanno un sistema uditivo che
quadruplicate? BK) funziona meglio in uno stretto intervallo di frequenze. A
Nota che le domande a-d sono indipendenti e si riferiscono riprova di questo, i pipistrelli aggiustano la frequenza dei
a cambiamenti effettuati sulla corda originale. suoni che emettono in modo tale che lo spostamento Dop-
6 . Le foche comuni, come molti animali, detenninano la dire- pler del suono riflesso cada nel corretto intervallo di fre­
BK) zione di provenienza del suono confrontando la differenza di quenze. Mentre un pipistrello aumenta la .sua velocità in
tempo con cui il suono arriva alle due orecchie. Una piccola avanti, per compensare deve aumentare o ridurre l’impulso
differenza nei tempi di arrivo significa che il corpo si trova della frequenza emessa?
davanti alla foca, una grande differenza significa che il corpo 14. Un fascio laser ha intensità l^.
è a destra o a sinistra. C’è una differen/it di tempi minima a. Qual è l’intensità, in termini di 7^, se una lente focalizza
che una foca è in grado di percepire che limita la capacità di il fascio laser a 1 / 1 0 del suo diametro iniziale?
una foca di determinare la direzione. Le foche sono in grado b. Qual è l’intensità, in termini di l^, se una lente focalizza
di distinguere suoni che provengono da direzioni diverse il fascio laser a 1 0 volte il suo diametro iniziale?
distanti 3® nell’aria, ma questa distanza aumenta a 9° nell’ac­ 15. Quando vogliamo dare a un asciugamano l’effetto di
qua. Spiega il perché ci aspettiamo che il senso di direziona­ una frusta, il modo migliore è arrotolare rasciugamano
lità delle fcK'he sia peggiore in acqua che in aria. in modo che l’estremità che stringiamo e scuotiamo sia
7. Un termostato appeso al muro della casa registra la tempe­ spessa mentre la parte opposta sia sottile. Quando scuo­
ratura dell’aria. Questo semplice sistema è di scarsa utilità tiamo l’estremità spessa, un’onda viaggia lungo l’asciuga­
in stadi sportivi coperti, ma ci sono sistemi che rilevano mano. In che modo l’avvolgimento dell’asciugamano in
la temperatura dell’aria in uno stadio coperto attraverso una forma affusolata conlribui.sce a produrre lo schiocco
la misura deH’intervallo di tempo tra la produzione di un di una frusta?
impulso .sonoro emesso da una parte dello stadio e la sua Suggerimento: pensare alla velocità dell’onda che si pro­
rilevazione dall’altra parte. Forni.sci una spiegazione sul paga lungo l’asciugamano.
meccanismo di funzionamento di questi sistemi. 16. Il controllo del volume di uno stereo è disegnato in modo
8 . Quando l’acqua ghiaccia, la densità diminui.sce ed il legame che ruotando la manopola del volume di tre tacche, l’uscita
tra le molecole diventa più forte. Ti aspetti che la velocità del aumenti di 10 dB. Di quante tacche occorre spostare la
suono sia maggiore nell’acqua oppure nel ghiaccio? manopola per ottenere un aumento della potenza in uscita
9. La Figura D I5.9 mostra un y dagli altoparlanti di un fattore 1 0 0 ?
grafico storico del moto di 17. Un proiettile può viaggiare ad una velocità supcriore ai
un punto su una corda men­ 1000 m/s. Quando il fucile spara la pallottola, lo sparo
tre un’onda si propaga verso produce un suono caratteristico ma le persone che si
sini.stra e lo sorpassa. Dise­ trovano ad una certa distanza possono udire un secondo
gna un grafico istantaneo per suono ancora più forte. Spiega la sorgente di questo
quest’onda. FIGURA D i5.9 secondo suono.
Problemi 515

18. Slai fermo nella posizione a: = 0 m e ascolti sette suoni 22. I Gii ultrasuoni possono essere usati per fornire energia ai tes-
identici prodotti dalle sette sorgenti descritte nella Figura BK) suti per scopi terapeutici. Possono penetrare nei tessuti fino
D15 .18. A / = 0 s, tutte e sette sono a jc = 343 m e si muo­ a una profondità di approssimativamente 2 0 0 volte la loro
vono come mostrato in figura. Il suono di tutte e sette le lunghezza d’onda. Qual è la profondità approssimativa degli
sorgenti raggiungerà il tuo orecchio a r = I s. Ordina dalla ulU*asuoni nei tessuti se hanno una frequenza di 5.0 MHz?
più alta alla più bassa le sette frequenze da/, a c h e udirai A. 0.29 mm B. I.4cm
a r = I s. Spiega il perché. C. 6.2 cm D. Ì7cm
1 50 m/s. in accelerazione 23. I Un’onda sinusoidale viaggiante lungo una corda ha un
2 50 m/s. a velocità costante periodo di 0.20 s, una lunghezza d’onda di 32 cm e un’am­
3 50 m/s, in decelerazione piezza di 3 cm. La velocità di quest’onda è
A riposo A. 0.60 cm/s. B. 6.4 cm/s.
50 m/s, in accelerazione ^ 5
C. 15 cm/s. D. 160 cm/s.
50 m/s, a velocità costante ^ ^ 6
24. Il Due corde con dif­

/XAAA/
FIGURA D 1 5 .18 50 m/s, in decelerazione 7
ferente densità lineare
19. La pistola radar della poli­ sono unite assieme
zia funziona misurando i e tenute ben tese.
Corda I i Corda 2
cambiamenti di frequenza Un’onda sinusoidale su
di un impulso rifiesso di queste corde sta viag- FIGURA D i5.24
onde elettromagnetiche. giando verso destra, come mostrato nella Figura D i5.24.
II radar funziona corretta­ Quando l’onda attraversa la giunzione tra le due corde, la
mente solo se un’automo­ frequenza resta invariata. Che cosa succede alla velocità?
bile si sta avvicinando o A. La velocità aumenta.
allontanando dalla persona che sta effettuando la misura­ B. La velocità resta la stessa.
zione. Spiega perché ciò avviene. C. La velocità diminuisce.
/
25. II Sei fermo nella posizione
JC= 0 m e senti un suono che
D om ande a risposta m u ltip la è emesso alla frequenza /^.
L-
La Figura D15.25 mostra la
20. I A Denver, nel Colorado, c’è una vecchia stazione radio
frequenza che senti durante
chiamata “KOOL I05.” Questo significa che trasmettono
un intervallo di 4 secondi.
onde radio alla frequenza di I05 MHz. Supponiamo che /( s )
Quale delle dichiarazioni 0 1 2 3
decidano di chiamare la loro stazione col nome della lun­
seguenti descrive il moto FIGURA D15.25
ghezza d’onda (in metri), anziché con la loro frequenza.
della sorgente del suono?
Quale sarebbe il nuovo nome della stazione?
A. La sorgente si muove da destra a sinistra e ti sorpassa a
A. KOOL 0.35 B. KOOL 2.85
/ = 2 s.
C. KOOL 3.5 D. KOOL 285
B. La sorgente si muove da sinistra a destra e ti sorpassa a
21. I Qual è la frequenza della luce blu la cui lunghezza d ’onda
/ = 2 s.
è di 400 nm?
C. La sorgente si muove verso di noi ma non ti raggiunge
A. I.33- lO 'H z B. 7.50- lO 'Hlz
e inverte la direzione a f = 2 s.
C. I.33 • lO'^Hz D. 7.50- lO'-^Hz
D. La sorgente si allontana da te fino a r = 2 s, quindi inverte
la direzione e si muove verso di te ma non ti raggiunge.

PROBLEMI
Sezione 15.1 II modello delle onde un tempo di 11.0 ms. Qual è la velocità del suono in questa
barra di metallo?
Sezione 15.2 Onde viaggianti
5. Il In uno dei primi test di propagazione del suono nell’oce­
1. Il La velocità di un’onda in una corda sotto tensione è di ano, il suono di un’esplosione sott’acqua di 450 gr di dina­
200 m/s. Qual è la sua velocità se la tensione viene raddop­ mite alle Bahamas fu percepito a 3200 km di distanza sulla
piata? costa africana. Quanto tempo trascorse tra l’esplosione e la
2. Il La velocità di un’onda in una corda è di 150 m/s quando ricezione del suono in Africa?
la tensione è 75.0 N. Quale tensione darebbe una velocità 6. I Un sistema medicale di imaging a ultrasuoni invia una
di I80m/,s? BIO sequenza ininterrotta di brevi impulsi. Per semplificare
3. II La parete di fondo di un auditorium dista 26.0 m dal l’analisi, la rifle.ssionc di un impulso dovrebbe essere rice­
palcoscenico. Se siamo seduti nella fila di mezzo, quanto vuta prima che il .successivo impulso venga trasmesso. Se
tempo passa tra il momento in cui il suono dal palcoscenico il sistema è usato per creare un’immagine di un tessuto 1 2
giunge djrettamente al nostro orecchio e il momento in cui cm sotto la superficie della pelle, qual è il tempo minimo
il suono giunge all’orecchio dopo essere .stato riflesso dal tra gli impulsi? A quanti impulsi ai secondo corrisponde
muro di fondo? questo tempo minimo?
4. mi Un martello colpisce l’estremità di una barra di metallo 7. Il Un terremoto a 45 km da una città produce onde di tipo
lunga 4.00 m che si trova a temperatura ambiente. Un P ed S che viaggiano verso l’esterno dall’epicentro rispet­
microfono all’altra estremità della barra raccoglie due tivamente a 5()()() e 3()()() m/s. Quando i residenti della città
impulsi sonori, uno che viaggia attraverso il metallo e uno avvertono la scossa prodotta dall’onda P, quanto tempo
che viaggia attraverso l’aria. Gli impulsi sono separati da avranno prima dell’arrivo dell’onda S?
516 CAPITOLO 15 Onde viaggianti e suono

Sezione 15.3 Descrizione grafica e matematica delle onde 19. I La Figura P I5.19 è un grafico storico a A = ()m di un’onda
che si muove verso destra a 2 m/s. Quali sono l’ampiezza,
8.11 Una barca ferma nell’oceano sta sperimentando le onde di
la frequenza e la lunghezza d’onda di quest’onda?
una tempesta. Le onde si muovono a 56 km/h e hanno una
20. mi Una barca sta viaggiando a 4.0 m/s nella ste.ssa direzione di
lunghezza d ’onda di 160 m, entrambi valori tipici. La barca
un’onda cxeanica di lunghezza d’onda 30 m e con una velocità
è sulla cresta di un’onda. Quanto tempo passa prima che la
di 6 .8 m/s. Se la barca è sulla cre.sta dell’onda, quanto tempo
barca sia nel ventre dell’onda?
passerà prima che la barca si u-ovi sulla cresta successiva?
9. Il La Figura P I5.9 è un grafico istantaneo di un’onda al
21. Ili In pieno oceano un’onda d’acqua con lunghezza d’onda
tempo t = 0 s. Disegna il grafico storico di quest'onda
di 95 m viaggia a 12 m/s. Supponi che una piccola barca si
quando si trova a jr = 6 m, da / = 0 s a t = 6 s.
trovi sulla cresta di quest’onda a 1 . 2 m sopra la posizione
y (cm) y (cm) di equilibrio. Quale sarà la posizione verticale della barca
I 1- 5.0 s più tardi?
►I m /s I m /s
xim)
2 3 4 5 6 7 I 2 ^ 4 5 6 7 Sezione 15.4 Onde sonore e onde luminose
22. I Le persone con un’ottima capacità di distinguere i suoni
FIGURA P15.9 FIGURA P15.10 BK) sono in grado di determinare molto velocemente quale nota
10. li La Figura P I5.10 è un grafico istantaneo di un’onda al stanno ascoltando. La nota sulla scala chiamata Q (due
tempo / = 2 s. Disegna il grafico storico di quest’onda a a * = ottave sopra il Do centrale) ha una frequenza di 1050 Hz.
0 m, da / = 0 s fino a t = 8 s. Alcuni musicisti molto allenati .sono in grado di distinguere
11. Ili La Figura P I5.11 è un grafico storico a a * = 0 m di questa nota dopo aver udito solo 12 cicli d’onda. A quanto
un’onda che si muove verso destra a 1 m/s. Disegna il gra­ tempo corrisponde?
fico istantaneo di quest’onda a / = 1 s. 23. I Un delfino emette ultrasuoni a 100 kHz e usa l’inter-
BIO vallo di tempo che trascorre per la riflessione del suono
per determinare la posizione di corpi nell’acqua. Qual è la
lunghezza d’onda di questi ultrasuoni?
/( s ) 24. Il a. Qual è la lunghezza d’onda di un ultrasuono con fre­
quenza di 2.0 MHz che viaggia attraverso l’alluminio?
b. Quale frequenza avrebbe l’onda elettromagnetica
FIGURA P15.11 FIGURA P15.12 che ha la stessa lunghezza d ’onda di quella ultraso­
12. Ili La Figura P I5.12 è un grafico .storico a a= 2 m di nica nella parte a?
un’onda che viaggia verso sinistra a 1 m/s. Di.segna il gra­ 25. Il a. Qual è la frequenza della luce blu con lunghezza
fico istantaneo di quest’onda a / = 0 s. d ’onda di 450 nm?
13. I Un’onda sinusoidale ha un periodo di 0.20 s e una lun­ b. Qual è la frequenza della luce rossa con lunghezza
ghezza d’onda di 2.0 m. Quale velocità ha l’onda? d'onda di 650 nm?
14. I Un’onda sinusoidale viaggia alla velocità di 2(X) m/s. La 26. I 1 vascelli usati per le
sua lunghezza d’onda è 4.0 m. Qual è la sua frequenza? ricerche in mare sono in
15. li II rivelatore di movimento usato in un laboratorio di fisica grado di generare immagini
invia e riceve impulsi ultrasonici a 40 kHz. Un impulso dell’arca che li circonda
viene emesso, viene riflesso dal corpo misurato e ritorna al inviando onde sonore e
rivelatore. La temperatura del laboratorio è di 20°C. misurando l’intervallo di
a. Qual è la lunghezza d’onda delle onde emesse dal rive­ tempo con cui sono rilevati
latore di movimento? gli echi. Questa immagine di un relitto sul fondo dell’oceano
b. Quanto tempo impiega un impulso riflesso da un corpo è stata effettuata dalla superfìcie con ultrasuoni di 6 (K) kHz.
a 2.5 m di distanza per compiere un viaggio completo? a. Qual è la sua lunghezza d'onda?
16. I Lo spostamento di un’onda che viaggia lungo l’asse posi­ b. A quale profondità si trova il relitto se l’eco è rilevato
tivo delle A' è y (a\ /) = (3.5 cm) cos (2.7a‘ - 92/), dove a è dopo 0.42 s dall’emissione delle onde sonore?
in metri e / è in secondi. Quali .sono (a) la frequenza, (b) la 27. Il a. 1 segnali telefonici sono spesso trasmessi a lunghe
lunghezza d ’onda e (c) la velocità dell’onda? distanze da micr(X)nde. Qual è la frequenza della radia­
17. Ili Un’onda viaggiante ha uno spostamento dato da y (a , /) = zione a micr(K)nde con una lunghezzAi d’onda di 3.0 cm?
(2.0 cm) • cos (277A —4 7 t/), dove a è misurato in cm e / in s. b. Segnali nelle microonde sono inviati tra due cime
a. Disegnare il grafico istantaneo di qucrst’onda a / = 0 s. montagnose distanti tra loro 50 km. Quanto tempo
b. Usando gli stessi assi, tratteggiare il grafico istantaneo impiega un segnale inviato da una montagna a rag­
dell’onda a / = 1 / 8 s. giungere l’altra?
c. Qual è la velocità dell’onda? 28. Il a. Una stazione radio in FM emette alla frequenza di
18. I La Figura P15.18 è un grafico istantaneo dell’onda a / = 101.3 MHz. Qual è la sua lunghezza d ’onda?
0 s. Quali sono l’ampiezza, la lunghezza d’onda e la fre­ b. Qual è la frequenza di una sorgente sonora che pro­
quenza di quest’onda? duce la stessa lunghezza d ’onda nell’aria a 20°C?

Sezione 15.5 Energia e intensità


29. Il II suono è rilevato quando un’onda sonora causa la vibra-
BK) zione del timpano nell’orecchio (vedi Figura 14.26). Tipica-
-/(s ) INT mente il diametro di un timpano umano è di circa 8.4 mm.
Quando qualcuno ti parla con tono di vcx:e nomiale, l’intensità
sonora nel tuo orecchio è approssimativamente di LO • 10
W/m^ Quanta energia è inviata al tuo timpano ogni secondo?
Problemi 517

30. HI Ad un concerto rock, P intensità del suono a un metro punto di lavoro. Tale suono è sufficientemente alto da cau­
BIO di fronte agli altoparlanti è di 0 . 1 0 W /m \ Uno spettatore sare danni permanenti all’udito se l’operatore non indossa
INI si trova a 30 m dagli altoparlanti. 1 suoi timpani hanno un un’idonea protezione. Quali sono (a) l’intensità del suono e
diametro di 8.4 mm. Quanta energia è trasmessa dal suono (b) il livello d ’intensità .sonora per una persona che guarda
a ogni timpano in 1 . 0 secondo? 10 svolgimento del lavoro da una distanza di 50 m?
31. Ili L’intensità delle onde elettromagnetiche emesse dal 42. Ili Un altoparlante durante un concerto è sospeso in allo
Sole è di 1.4 kW/m^ in cima aH’atmosfera terrestre. In una rispetto al suolo ed emette con una potenza sonora di 35 W.
giornata limpida d’estate, l’80% di essa raggiunge il suolo. Un piccolo microfono con un’area di 1.0 cm^ si trova a 50
Supponi che la tua schiena sia un rettangolo con lati di 30 m dall’altoparlante. Quali sono (a) l’intensità sonora e (b)
cm e 50 cm. Quanti joule di energia solare arrivano sulla 11 livello di intensità sonora nella posizione del microfono?
tua schiena se ti esponi ad essa per 1 .0 ora? 43. Il Un gruppo rock suona in un concerto aH’aperto e pro­
32. Il II Sole emette onde elettromagnetiche con una potenza duce un suono di 120 dB a 5.0 m di distanza dal loro unico
di 4.0 • KF’ W. Determina Tintensità delle onde elettroma­ altoparlante. Qual è il livello di intensità sonora a 35 m
gnetiche emesse dal Sole all’esterno deH’atmosfera di (a) dall’altoparlante?
Venere, (b) Marte, e (c) Saturno. 44. Ili Le tue orecchie sono sensibili a diversi toni ma non sono
Fai riferimento alla tabella dei dati astronomici che si trova BIO molto sensibili alle diverse intensità dei suoni. Non sei quindi
nella seconda di copertina. in grado di distinguere differenze nel livello di intensità dei
33. Ili Un grande pannello solare a bordo di un satellite in suoni minori di 1 dB. Di quale fattore aumenta l’intensità del
orbita attorno alla Terra produce 1.0 kW di potenza quando suono se il livello di intensità sonora pa.ssa da 60 dB a 61 dB?
il pannello è girato verso il Sole. Quale potenza produr­ 45. Il 30 secondi di esposizione a un suono di 115 dB sono in
rebbe lo stesso pannello solare se il satellite fosse in orbita m grado di danneggiare rudito, ma anche un suono più basso
attorno a Saturno, 9.5 volte più distante dal Sole? pari a 94 dB può cominciare a causare danni dopo 1 ora di
34. Ili Le celle solari convertono l’energia della luce incidente esposizione continuata. Stai andando ad un concerto all’a­
in energia elettrica; una cella di buona qualità opera con perto e starai in piedi vicino a un altoparlante che emette 50
un’efficienza del 15%. Ogni persona negli Stati Uniti W di potenza acustica sotto forma di onde sferiche. Qual è
d’America utilizza l'energia (per illuminazione, riscalda­ la distanza minima a cui dovresti metterti dall’altoparlante
mento, trasporto ecc.) con una potenza media di 11 kW. affinché il livello d’intensità del suono sia inferiore a 94 dB?
Sebbene la quantità di luce solare vari in funzione della 46. Il Una donna indossa un apparecchio acustico per ipou-
stagione e dell’ora del giorno, l’energia solare emessa sugli BIO denti. La donna sta ascoltando la televisione a un volume
Stati Uniti d ’America ha un’intensità media di 200 W/m^ normale di circa 60 dB. Per sentirla, la donna ha bisogno di
Supponi di vivere negli Stati Uniti, in una località media, un’amplificazione del suono di 30 dB, quindi il suo dispo­
qual è l’area totale delle celle solari di cui avresti bisogno sitivo le fornisce un suono di 90 dB a ciascun orecchio, che
nel caso in cui l’intero tuo fabbisogno energetico dovesse assumeremo essere circolare e con un diametro di 7.0 mm.
essere coperto con l’energia proveniente dal Sole? Qual è la potenza d’uscita del dispositivo?
35. Il 11 LASIK è uno strumento per la chirurgia oculistica che
BIO usa impulsi di luce laser per effettuare un’incisione lamel­ Sezione 15.7 Effetto Doppler e onde d’urto
lare della cornea. Un comune LASIK emette un fascio 47. I Un cantante d’opera canta su un’automobile aperta una
laser di LO mm di diametro con una lunghezza d’onda di nota a 600 Hz mentre viaggia su una strada a 90 km/h. Qual
193 nm. Ogni impulso laser dura 15 ns e contiene un’ener­ è la frequenza udita da
gia luminosa di I.OmJ. a. Una persona ferma ai bordi della strada di fronte all’au­
a. Qual è la potenza di un impulso laser? tomobile?
b. Durante il brevissimo tempo di un impulso, qual è b. Una persona ferma ai bordi della strada dietro all’auto-
l’intensità dell’onda luminosa? mobile?
36. Il A mezzogiorno di una giornata serena, l’intensità della 48. Il II richiamo di un falco è un fischio a 2200 Hz. Il richiamo
luce solare è di 1000 W/m^ Uno studente usa una lente BK) del falco avviene mentre questo si precipita verso di te per
circolare con diametro di 5.0 cm per focalizzare la luce del difendere il proprio nido. Se odi il suo fischio a 2300 Hz,
Sole su un punto con 4.0 mm di diametro. quanto è veloce il falco in avvicinamento?
a. Quanta potenza luminosa cattura la lente? 49. Il 11 fischio con cui richiami il tuo cane da caccia ha una
b. Qual c l’intensità nel punto focalizzato? frequenza di 21 kHz, ma il tuo cane lo ignora. So.spetti che
37. Il II la.ser può essere usato per scavare o tagliare un mate­ il fischietto non funzioni, ma tu non puoi udire i suoni al di
riale. Questi tipi di la.ser generano una .serie di impulsi ad alta sopra di 20 kHz. Per provarlo, chiedi ad un amico di sof­
potenza. Ogni impulsi) contiene un’energia di 5(X) mJ e dura fiare nel fischietto quindi sali sulla tua bicicletta. In quale
10 ns. Una lente f(x:aliz/it la luce in un cerchio di diametro direzione devi pedalare (avvicinandoti o allontanandoti
pari a 10 /xm. Qual è l’intensità luminosa durante un impulso? rispetto al tuo amico) e qual è la velocità minima a cui devi
viaggiare per sentire se funziona?
Sezione 15.6 L’intensità sonora percepita 50. I Un ecocardiogramma utilizza ultrasuoni a 4.4 MHz per
38. I Qual è il livello d'intensità sonora di un suono con un’in­ BK) misurare il fiusso di sangue nell’aorta. Il sangue si allon­
tensità di 3.0- 10 ^ W/m-? tana dalla sonda a 1.4 m/s. Qual è Io spostamento in fre­
39. Ili Qual è l’intensità di un sussurro alla distanza di 2.0 m, quenza dell’ultrasuono riflesso?
in W/m’? Quanto è il corrispondente livello di intensità 51. I Un tuo amico sta cantando ad alta voce una nota a 400 Hz
sonora in dB? mentre viaggia verso di te a 25.0 m/s in un giorno in cui la
40. Il Senti un suono di 65 dB. Qual è il livello d ’intensità velocità del suono è 340 m/s.
sonora se la sua intensità viene raddoppiata? a. Quale frequenza percepisci?
4L II L’intensità del rumore di un martello pneumatico che b. Che frequenza percepisce il tuo amico se tu all’improv­
rompe il cemento è di 2.0 W/m^a una distanza di 2.0 m dal viso canti a 400 Hz?
518 CAPITOLO 15 Onde viaggianti e suono

52. mi Mentre ti trovi su una barca ancorata nel mezzo di un Suggerimento: stai cercando la differenza di numeri che
lago, conti esattamente tre onde che colpiscono la tua barca sono molto simili. Che cosa implica questa vicinanza di
ogni 10 s. Alzando l’ancora inizi a muoverti lentamente numeri relativamente al grado di precisione necessaria
nella stessa direzione delle onde. Quando ti trovi ad una durante i calcoli intermedi dell’esercizio?
velocità di 1.5 m/s, noti che ora la barca è colpita esatta­ 61. Il Un terremoto genera un’onda longitudinale di onde P
mente da due onde da dietro ogni 10 s. Qual è la velocità che viaggiano verso l’esterno a 8000 m/s e onde trasver­
delle onde nel lago? sali S che viaggiano a 4500 m/s. Un sismografo ad una
53. Hill Un’unità Doppler per la misurazione del flusso sangui- certa distanza dal terremoto registra l’arrivo delle onde S
BIO gno emette ultrasuoni a 5.0 MHz. Qual è lo spostamento in 2.0 min dopo l’arrivo delle onde P. Quanto era lontano il
frequenza degli ultrasuoni riflessi dal sangue in movimento terremoto dal sismografo? Puoi assumere che le onde viag­
nelle arterie ad una velocità di 0 . 2 0 m/s? gino in linea retta sebbene le vere onde sismiche seguano
54. Ili 11 fischio di un treno è sentito a 300 Hz mentre il treno si percorsi più complessi.
avvicina alla città. 11 treno rallenta a metà della sua velocità 62. Ili La Figura P I5.62 mostra due grafici istantanei presi a
originaria quando si trova in prossimità della stazione e il distanza di 1 0 ms, con la curva blu corrispondente alla
suono del suo fischio è ora a 290 Hz. Qual è la velocità del prima istantanea. Quali sono (a) la lunghezza d’onda, (b) la
treno prima e dopo il rallentamento? velocità, (c) la frequenza e (d) l’ampiezza dell’onda?

P roblem i generali
55. Ili Per trovare il petrolio vengono fatte brillare cariche esplo­
1— X (cm)
sive per generare forti suoni, poi si ascoltano gli echi generati
dai depositi sotterranei di petrolio al fine di individuarne l’u­
bicazione. I geologi sospettano che ci sia del petrolio a 5(K)
m di profondità sotto un lago. È noto che tale lago è scavato
in un bacino di granito. Gli esploratori rilevano un debole
eco 0.94 s dopo l’esplosione della dinamite sulla superficie 63. Il Le oscillazioni verticali a bassa frequenza sono una delle
del lago. Se ci fosse veramente del petrolio, a quale profon­ BK) possibili cau.se del mal di mare, o chinctosi, con un effetto
dità dovrebbero scavare nel granito per raggiungerlo? maggiore a 0.30 Hz. La tua barca ondeggia sul posto pro­
56. Ili Una corda lunga 2.0 m ha una tensione di 20 N. Un prio alla frequenza giusta per causare il malessere mag­
impulso viaggia lungo la corda in 50 ms. Qual è la massa giore. Le creste dell’onda che causano questi spostamenti
della corda? sono distanziate di 30 m tra loro.
57. Ili Una femmina di ragno tessitore con una massa di circa a. Qual è la velocità di tali onde?
BK) 0.50 g è sospesa al ramo di un albero tramite un filo di .seta b. Quale sarebbe la frequenza di o.scidazione verticale
INI lungo 1.1 m e del diametro di 0 . 0 0 2 0 mm. 11 filo prodotto della barca .se tu guidassi la barca a 5.0 m/s andando
dai ragni ha una densità di 13(K) kg/m\ Se batti un colpo incontro alle onde?
sul ramo e invii una vibrazione lungo il filo dopo quanto 64. Ili Un’onda in una corda è descritta da y (jc, /) = (3.0 cm) •
tempo raggiungerà il ragno? cos [27t (jc/(2.4 m) + tl(0.20 s))), dove jc è in m e r in s.
58. Il Un ragno tesse una tela con densità di 1300 kg/nP e filo a. In quale direzione sta viaggiando l’onda?
BK) del diametro di 3.0 firn. La tipica tensione per questo tipo b. Quali sono la sua velocità, frequenza e lunghezza
di ragnatela è di 7.0 mN. Supponi che una mosca colpi­ d’onda?
sca questa ragnatela. Che cosa giungerà prima al ragno: c. A / = 0.50 s, qual è lo spostamento della corda a jc =
il suono dell’impatto oppure la perturbazione che viaggia 0 . 2 0 m?
radialmente attraverso i fili della ragnatela? 65. I Scrivi l’equazione in y dell’onda che viaggia nella dire­
59. Ili Nel 2003, il Giappone fu colpito da un terremoto che zione negativa dell’asse jc con lunghezza d’onda di 50 cm,
INI produsse onde di 1 . 1 Hz che viaggiavano verso l’esterno velocità 4.0 m/s e ampiezza 5.0 cm.
ad una velocità di 7.0 km/s. A 200 km a ovest gli strumenti 6 6 . I Scrivi l’equazione in y dell’onda che viaggia nella dire­
sismici registrarono un’accelerazione massima di 0.25g zione positiva dell’asse x con frequenza di 2(K) Hz, velocità
lungo l’asse est-ovest. di 400 m/s, e ampiezza di 0.010 mm.
a. Quanto tempo è passato tra il terremoto e la prima 67. I Un’onda è descritta dall’equazione y (.c, t) = (3.0 cm) •
registrazione de 11 'onda? cos ( 1.5.V—5()r), dove .v è in m e / è in s. Qual è la velocità
b. Kra una onda longitudinale o trasversale? dell’onda e in quale direzione .sta viaggiando?
c. Qual era la sua lunghezza d’onda? 6 8 . Ili Un punto su una corda sta subendo un moto armonico
d. Quale fu il massimo spostamento orizzontale del ter­ INT semplice al passaggio di un’onda sinusoidale. Quando
reno al passare del l’onda? l’onda sinusoidale passa con velocità di 24 m/s, lunghezza
60. Ili Un coyote può localizzare la sorgente di un suono con d ’onda 30 cm e un’ampiezza di 1.0 cm, qual è la velocità
BK) una buona approssimazione confrontando i tempi di arrivo massima di un punto sulla corda?
dell’onda sonora nelle sue orecchie. Supponi che un coyote 69. Il a. Una tipica lampadina da 100 W emette 4.0 W di luce
stia ascoltando il richiamo di un uccello a 1000 Hz. L’uc­ visibile (gli altri 96 W sono dissipati sotto forma di
cello si trova a 3.0 m di distanza e direttamente davanti calore e irraggiamento nell’infrarosso). Qual è l’in­
all’orecchio destro del coyote. Le orecchie del coyote sono tensità della luce su un muro distante 2 . 0 m dalla lam­
distanziate tra loro di 15 cm. padina?
a. Quale sarà la differenza nei tempi di arrivo del suono b. Un la.ser a ioni di kripton produce un fa.scio la.ser
tra orecchio destro e sinistro del coyote? cilindrico con diametro di 2 . 0 mm con una potenza
b. Qual è il rapporto tra questa differenza di tempi rispetto di 2.0 W. Qual è l’intensità della luce su un muro
al periodo dell’onda sonora? distante 2 . 0 m dal la.ser?
Problemi 519

70. I L’energia totale consumata da tutti gli esseri umani sulla può es.sere ottenuta deducendo la differenza di pressione
Terra è approssimativamente di W. Confrontiamo da misure di velocità. Il .sangue si trova essenzialmente a
questo dato con la potenza della radiazione solare. L’in­ riposo nel cuore e quando lo lascia per entrare nell’aorta
tensità della radiazione del Sole in cima all’atmosfera è di la sua velocità aumenta significativamente e, sulla ba.se
1380 W/m^ Il raggio della Terra è di 6.37 • 10^’ m. dell’equazione di Bernoulli, la pressione deve diminuire.
a. Qual è la potenza totale del Sole ricevuta sulla Terra? Un medico, usando ultrasuoni a 2.5 MHz, misura un cam­
b. Di quale fattore questa potenza eccede la potenza totale bio di frequenza di 6()0() Hz quando gli ultrasuoni sono
consumata? riflessi dal sangue uscito dal cuore
71.1 Una bottiglia blu scuro cilindrica alta 22 cm e con un dia- a. Qual è la velocità del sangue nell’aorta?
INT metro di 7.0 cm è riempita d’acqua. La bottiglia assorbe il b. Qual è la differenza di pressione del sangue tra interno
60% della luce che la colpisce. Mentre è coricata su un lato, del cuore e aorta? Assumi che il paziente sia sdraiato e
la bottiglia è colpita dalla luce del Sole a mezzogiorno con che non ci siano differenze di altezza mentre il sangue
un’intensità di 1000 W/m‘. Di quanto aumenterà la tempe­ si sposta dal cuore all’aorta.
ratura dell’acqua in 5.0 min se la perdita di calore nell’aria
circostante è trascurabile?
72. Il Assumi che l’apertura del canale dell’orecchio abbia un Esercitazioni per te s t di tip o M CAT
BK) diametro di 7.0 inrn. Per questo problema puoi ignorare
Ecolocalizzazione BIO
qualsiasi concentrazione di energia da parte del padiglione
auricolare, la parte esterna dell’orecchio. Come discusso nel presente Capitolo, molti pipistrelli indivi­
a. Quanta potenza di suono viene “catturata” da un orec­ duano gli insetti attraverso remissione di impulsi a ultrasuoni
chio a 0 dB, la soglia di udibilità? ascoltandone la loro riflessione. Questa tecnica è chiamata eco­
b. Quanta energia “cattura” un orecchio in 1 ora di ascolto localizzazione. I pipistrelli possiedono adattamenti che consen­
di una conferenza con un volume di conversazione di tono loro di ecolocalizzare le prede in modo molto efficiente.
60 dB? 79. I Sebbene non siamo in grado di udirli, gli impulsi ultra­
73. I L’intensità del suono di una sirena di allerta tornado a 50 sonici sono molto rumorosi. Per non essere resi sordi dai
m è di 0.10 W/m^ Qual è il livello di intensità del suono a suoni che essi stessi emettono, i pipistrelli sono in grado di
300 m dalla sirena? “spegnere” il proprio apparato uditivo temporaneamente.
74. Il Uno dei generatori di suoni più forti mai realizzato è il I muscoli nell’orecchio fanno in modo che gli ossicini
INT Matterhorn dei laboratori americani Danley Sound Labs. del l’orecchio medio si separino leggermente, in modo
Quando funziona a piena potenza, questo strumento usa tale da non trasmettere le vibrazioni aH’orecchio interno.
una potenza d’ingresso di 40 000 W. La potenza in uscita Quando l’impulso finisce, un pipistrello è in grado di udire
registrata è di 94 dB a 250 m. Qual è l’efficienza di questo l’eco da un corpo posto a una distanza minima di 1 m.
strumento, cioè il rapporto tra la potenza in uscita e quella Approssimativamente dopo quanto tempo daH’emissione
in entrata? dell’impulso il pipistrello è in grado di sentirne l’eco?
75. Ili 11 topolino delle risaie è in grado di individuare suoni A. 0.5 ms
BK) sotto la soglia di udibilità umana, fino a -1 0 dB. Supponi B. 1 ms
di essere seduto in un campo in un giorno molto silenzioso C. 3 ms
mentre il topolino delle risaie si trova nelle vicinanze. Una D. 6 ms
lieve brezza causa un lieve fruscio di una foglia a 1.5 m 80. 1 I pipistrelli sono sensibili a piccoli.ssimi cambiamenti in
dalla tua testa e genera un debole suono proprio al limite frequenza delle onde riflesse. Quali informazioni possono
della tua .soglia di udibilità. Tale fruscio è al limite della ottenere circa la loro preda grazie a questa loro caratteri­
soglia di udibilità anche del topolino delle risaie. Quanto stica?
dista il topolino delle risaie dalla foglia? A. Dimensione
76. mi Un altoparlante in un concerto alLaperto emette 600 W B. Velocità
di potenza sonora irradiata egualmente in tutte le direzioni. C. Distanza
a. Qual è l’intensità del suono a 5.0 m dall’altoparlante? D. Specie
b. Quale livello di intensità .sonora sentiresti se non ave.ssi 81.1 Alcuni pipistrelli hanno un naso di forma speciale che
alcuna protezione per le tue orecchie? consente loro di focalizzare gli impulsi di ecolocalizza­
c. I tappi per le orecchie che puoi acquistare in farmacia zione a ultrasuoni nella direzione di fronte a loro. Perché
hanno la capacità di ridurre i rumori di 23 decibel. Se questa capacità è così utile?
tu stessi indossando questi tappi e il tuo amico Filippo A. Aumentando l’intensità si riduce il tempo di ritorno
no, a che distanza dall'altoparlante dovrebbe trovarsi deirimpuLso riflesso.
Filippo per sentire il tuo stesso livello d’intensità B. L’energia deH’impulso è concentrata in un’arca più pic­
sonora? cola per cui l’intensità è maggiore, lo stesso vale anche
77. I Un professore di fìsica dimostra l'effetto Doppler attra­ per l’intensità dell’impulso rifles.so.
ili verso la generazione di un suono a 600 Hz in una fune C. L’incremento d ’intensità consente al pipi.strello di usare
lunga LO ni agitandola sopra la propria testa con cerchi frequenze più basse mantenendo la stessa risoluzione
orizzontali a 100 rpin. Quali sono le frequenze più alte e spaziale.
più basse udite dagli studenti nella classe? Assumi che la 82. I Alcuni pipi.strelli utilizzano un impulso sonoro con una
temperatura ambiente sia di 20°C. frequenza che diminiii.sce rapidamente. Un impulso a fre­
78. UHI Quando il cuore pompa il sangue nell’aorta, il gradiente quenza decrescente determina
BK) di pressione, cioè la differenza tra la pressione del san- A. Una riduzione della lunghezza d’onda.
INT gue nel cuore e la pressione del sangue neH’arteria, è un B. Una riduzione della velocità.
importante indicatore diagnostico. Una misura diretta del C. Un aumento della lunghezza d’onda.
gradiente di pressione è difficile, ma una misura indiretta D. Un aumento della velocità.
520 CAPITOLO 15 Onde viaggianti e suono

RISPOSTE ALLE PAUSE DI RIFLESSIONE

Pausa (li riflessione - A nteprim a Capitolo: D. Il giocattolo si za d’onda più corta (Immagina le tre onde che si muovono verso
muove dal punto più basso verso quello più alto in 1 .0 s. Questo destra. Quella con le creste più vicine tra loro è quella più veloce.)
rappresenta la metà di un’intera oscillazione, quindi il periodo è
Pausa di rifles.sione 15.5: C. La Figura 15.13 mostra che l’in­
di 2.0 s, con una frequenza di 0.5 Hz.
frarosso si trova a sinistra della luce visibile nello spettro elet­
Pausa (li riflessione 15.1: Trasversale. L’onda si muove oriz­ tromagnetico mentre l’ultravioletto si trova a destra. La scala più
zontalmente attraverso la folla ma i singoli spettatori si muovono alta del diagramma mostra che l’infrarosso quindi ha frequenze
su e giù, trasversalmente al moto dell’onda. inferiori aH’ultravioletto. Tutte le onde elettromagnetiche viag­
giano alla stessa velocità quindi l’infrarosso deve avere una lun­
Illusa (li riflessione 15.2: I), E. Muovendo le mani più veloce­
ghezza d’onda maggiore.
mente o con un’ampiezza maggiore si cambierà la forma del l’on­
da ma non si cambierà la sua velocità. La velocità deH’onda è Pausa (li ritle.ssione 15.6: A. L’onda piana non si allarga, quin­
una proprietà del mezzo. Cambiando la densità lineare della corda di la sua intensità resta costante. Le altre due onde si allargano
o la sua tensione cambia la velocità dcH’onda. Per aumentare la quindi la loro intensità decresce.
velocità dovresti ridurre la densità lineare o aumentare la tensione.
Pausa (li riflessione 15.7: B. Se l’intensità diminuisce di un fat­
Pausa (li riflcssiont* 15.3: A. Mentre l’onda si sposta verso l’ori­ tore 1 0 , questo corrisponde ad una diminuzione del livello di
gine, questo punto si sposta verso l’alto a una velcx'ità constante intensità sonora di 10 dB. 100= 10 • 10, quindi una diminuzione
per un breve intervallo di tempo, poi inverte il moto e scende per di intensità di un fattore 1 0 0 corrisponde a una diminuzione pari
un intervallo di tempo maggiore fino a spostamenti negativi poi a 2 volte 10 dB per un totale di 20 dB.
ritorna nella posizione da dove è partito. 11 grafico A illustra que­
Pau.sa (li rifle.ssione 15.8: C. La sorgente si muove verso Zac­
sto moto.
caria, quindi lui osserva una frequenza più alta. La sorgente
Illusa (li rillessione 15.4: H. Tutte e tre le onde hanno la stessa si allontana da Amelia, quindi lei osserva una frequenza più
vekx'ità, quindi la frequenza è maggiore per l’onda con lunghez­ bassa.
Sovrapposizione
e onde stazionarie

ANTEPRIMA ^
Obiettivo: usare l'idea di sovrapposizione per comprendere i fenomeni dell'interferenza e delle onde stazionarie.

Sovrapposizione Onde stazionarie Eloquio e udibilità


I3ove si incontrano le due onde La sovrapposizione delle onde in una Cambiando la forma della nostra bocca si
neH’acqua, il movimento delTacqua è una corda può condurre a un’onda che oscilla altera la forma dell'onda sonora
somma, una sovrapposizione, delle onde. sul posto: un’onda stazionaria. stazionaria nel nostro tratto vocale.

Apprenderemo come questa interferenza Apprenderemo le forme delle onde Apprenderemo come il nostro tratto
possa essere costruttiva o distruttiva, stazionarie nelle corde e delle onde sonore vocale produca, e il nostro orecchio
generando ampiezze maggiori o minori. stazionarie nei tubi. interpreti, differenti mix di onde.

FLASHBACK ^ ^
Onde viaggianti PAUSA DI RIFLESSIONE
Nel Capitolo 15 abbiamo
appreso le proprietà delle onde Un'onda sonora di 170 Hz nell’aria ha una lunghezza
4 d'onda di 2.0 rn. Se la frequenza viene raddoppiata a
viaggianti e le relazioni tra le
variabili che le descrivono. 0 340 Hz, qual è la nuova lunghezza d’onda?
-A A A. 4.0 ITI
v = A/ B. 3.0 m
In questo capitolo, estenderemo
l'analisi per comprendere C. 2.0 m
l'interferenza delle onde e le D. 1 . 0 m
proprietà delle onde stazionarle.
522 CAPITOLO 16 Sovrapposizione e onde Stazionarie

16.1 II principio di sovrapposizione


La F IG U R A i 6 . i a mostra due giocatori di baseball, Aldo e Bill, mentre si alle­
nano alla battuta. Sfortunatamente, qualcuno ha sistemato le macchine lancia-
palle in modo tale che la macchina A lanci le palle verso Bill mentre la
macchina B lancia le palle verso Aldo. Se due palle da baseball vengono lan­
ciate nello stesso istante e con la stessa velocità, esse si urtano nel punto d’in­
crocio delle loro traiettorie, respingendosi a vicenda. Due palle da baseball non
possono occupare lo stesso punto dello spazio nel medesimo tempo.

F IG U R A 16.1 Due palle da baseball non possono sovrapporsi l'una con l'altra, al
contrario di due onde.
F IG U R A 16.2 Due impulsi d'onda in una
corda tesa si sovrappongono l'uno con
l'altro.

reciprocamente.

Ma a differenza delle palle da baseball, le onde sonore p o sso n o passare


direttamente le une attraverso le altre. Nella figura le.ib, Aldo e Bill stanno
ascoltando uno stereo in una stanza dopo essersi allenati alla battuta. Entrambi
sentono la musica piuttosto bene, senza distorsioni o perdite del suono, quindi
le onde sonore che viaggiano dall’altoparlante A verso Bill devono passare
F IG U R A 16.3 La sovrapposizione di
attraverso le onde che viaggiano dall’altoparlante B verso Aldo, senza effetto
due onde su una corda mentre esse si l’una sull’altra. Questa è una proprietà fondamentale delle onde.
attraversano l'una con l'altra. Cosa accade al mezzo nel punto in cui le due onde sono presenti simultanea­
1 m/s 1 m/s mente? Qual è lo spostamento del mezzo in questo punto? La f i g u r a I 6.2
mostra una sequenza fotografica degli impulsi di due onde che viaggiano lungo
una corda tesa. Nella prima fotografia, le onde si avvicinano l’una all’altra.
-jc (m ) Nella seconda, le onde si sovrappongono e lo spostamento della corda è mag­
1 2 3 4 5 6 giore rispetto a quello dovuto a ciascuna onda individuale. Una misurazione
Le due onde si avvicinano tra loro. accurata rivelerebbe che lo spostamento è la somma degli spostamenti delle
due onde individuali. Nella terza immagine, le onde .sono passate l’una attra­
/ = 1s verso l’altra e continuano come se nulla fosse accaduto.
Questo risultato non è valido soltanto per le corde tese; il risultato sarebbe
lo stesso se due onde di qualsiasi tipo passas.sero l’una attraverso l’altra. Que­
sto fenomeno è noto come p rin c ip io d i so v ra p p o sizio n e :

Principio di sovrapposizione Quando due o più onde sono sim u ltan ea­
m ente pre.senti in un unico punto dello spazio, lo spostamento del mezzo in
quel punto è la .somma degli spostamenti dovuti a cia.scuna onda individuale.
Lo spostamento totale è la somma punto
per punto delle singole onde.
Per usare il principio di .sovrapposizione dobbiamo cono.scere lo sposta­
mento che cia.scuna onda causerebbe .se viaggiasse da .sola nel mezzo. Quindi
consideriamo il mezzo p u n to p e r p u n to e addizioniamo gli spostamenti dovuti
a cia.scuna onda in q u el p u n to per trovare lo spostamento totale del mezzo in
quel punto. 11 risultato sarà differente in ogni punto del mezzo perché gli spo-
.stamenti .sono differenti in ciascun punto.
I m/s 1 m/s Illu.striamo questo principio con un esempio idealizzato. La f i g u r a 16.3 mo.stra
cinque grafici istanUuiei, presi ad intervalli di I s, di due onde che si propagano
alla stessa velocità (1 m/s) ma in direzioni oppo.ste lungo una corda. Lo sposta­
mento di cia.scuna onda è mostrato come una linea tratteggiata. La linea continua
Entrambe le onde escono è la somma in ciascun pu nto dei due spostamenti in quel punto. Questo è lo spo­
dairinterazione immutate. stamento che si osserverebbe mentre le due onde passano l’una attraverso l’altra.
16.1 II principio di sovrapposizione 523

Interferenza costruttiva e distruttiva Due onde con spostamenti


F IG U R A 16.4
di segno opposto generano
La sovrapposizione di due onde è spesso chiamata interferenza. Gli sposta­ un'interferenza distruttiva.
menti delle onde nella Figura 16.3 sono entrambi positivi, quindi lo sposta­
1 m/s
mento totale del mezzo nella zona di sovrapposizione è maggiore di quello
associato a ciascuna delle due onde separatamente. Chiameremo questa in te r­
ferenza costruttiva. 0 1 2 3 4 \ 5/ 6 7
La F IG U R A 16.4 mostra un’altra serie di grafici istantanei di due onde che si ' 1 m/s
propagano in direzioni opposte, ma questa volta un’onda ha uno spostamento Le due onde si avvicinano l’un l’altra.
negativo. Il principio di sovrapposizione si applica ancora, ma ora gli sposta­
menti sono uno l’opposto dell’altro. Lo spostamento del mezzo dove le onde si
sovrappongono è minore di quello che avrebbero le singole onde separata-
mente. Chiameremo questa Interferenza d istruttiva.
Le prime estremità delle onde si incontrano e gli
Nella serie di grafici nella Figura 16.4 lo spostamento del mezzo a ;c= 3.5 m sfK^stamenti si controbilanciano in questo punto.
è sempre nullo. Lo spostamento positivo dell’onda viaggiante a destra e quello
r = 1.5s
negativo dell’onda viaggiante a sinistra si cancellano sempre esattamente in
questo punto. La completa cancellazione in un punto di due onde che viag­ 1 ' I AI ^ — rJf(m )
0 1 2 "3 / A'
giano in direzioni opposte è qualcosa che rivedremo ancora. Quando gli spo­
stamenti delle onde si cancellano, dove va a finire la loro energia? Sappiamo A questo istante,* lo spostamento totale
che le onde continuano a propagarsi immutate dopo la loro interazione, quindi del mezzo è pari a zero.
non c’è energia dissipata. Consideriamo il grafico a / = 1.5 s. In questo istante / = 2.0 s
non c’è spostamento totale in nessun punto del mezzo, ma la corda si muove r.v(m )
rapidamente. L’energia delle onde non è svanita, essa è nella forma di energia
cinetica del mezzo.
r = 3.0 s
PAUSA DI RIFLESSIONE 16.1 Due impulsi su una corda si avvicinano ciascu­ r A:(m)
no a una velocità di I m/s. Qual è la forma della corda a / = 6 s?
' 1 m/s
Entrambe le onde escono
dall’interazione immutate.

C. D.

*~r / \ -A:(m) -T— x(m )


6 8 10 12 14 10 12 14

16.2 Onde stazionarie


Quando pizzichiamo la corda di una chitarra o un elastico tirato tra le nostre dita,
generiamo delle onde. Ma com’è possibile questo? Non esiste una vera direzione
delle onde, poiché la corda o l’elastico sono tenute tra due estremità fissate. La
F IG U R A 16.5 mostra una fotografia stroboscopica delle onde su una corda elastica II moto di un'onda
F IG U R A 16.5
tesa. Questa è un’onda, anche se potrebbe non sembrare, in quanto non “viaggia” stazionaria in una corda.
né verso destra né verso sinistra. Le onde che sono “intrappolate” tra due confini,
come quelle nella fotografia o su una corda di chitarra, sono quelle che noi chia­
miamo onde stazionarie. I punti individuali su una corda oscillano su e giù,
ma l’onda stessa non viaggia. Viene chiamata un’onda stazionaria perché le
creste e i ventri “restano sul posto” mentre oscillano. Come vedremo, un’onda
stazionaria non è un tipo totalmente nuovo di onda; è semplicemente la sovrap­
posizione di due onde che si spostano in direzioni opposte.

La sovrapposizione genera un’onda stazionaria


Supponiamo di avere una corda in cui due onde sinusoidali di uguale lun­
ghezza d’onda e ampiezza viaggiano in direzioni opposte, come nella f i g u r a
i6 .6 a . Quando le due onde si incontrano, lo spostamento della corda sarà una
sovrapposizione di queste due onde. La f i g u r a i6 . 6 b mostra nove grafici istan-
524 CAPITOLO 16 Sovrapposizione e onde stazionarie

tanei, a intervalli di delle due onde mentre esse si spostano l’una rispetto
alTaltra. I punti rossi e arancioni identificano particolari creste di ciascuna
onda per aiutarci a vedere che Tonda rossa sta viaggiando verso destra e Tonda
arancione verso sinistra. In ciascun punto, lo spostamento totale del mezzo si
trova aggiungendo lo spostamento rosso allo spostamento arancione. L’onda
blu risultante è la sovrapposizione delle due onde viaggianti.

F IG U R A 16.6 Due onde sinusoidali che viaggiano in direzioni opposte.


(a) Una corda sia trasportando due onde
che si propagano in direzioni opposte.

(h) La linea rossa •*' La linea arancione........ (c) La sovrapposizione è un’onda stazionaria
rappre.senta l’onda che rappresenta l’onda che con la stessa lunghezza d’onda delle onde

A questo istante la cresta dell’onda


rossa coincide con un ventre
■ •i^ x a > o o > o deH’onda arancione. Le onde
si cancellano.

't = -T
K‘

L’onda risultante raggiunge di


't — 8-T' nuovo la massima ampiezza.

t' = -T
8‘

Le due onde si cancellano


-S O O O O O reciprcKamcnte di nuovo.

A questo istante l’onda risultante


i=T dalla sovrapposizione ha la stessa
t= T
forma che aveva a r = 0,

La F IG U R A 16 .6c mosti a proprio la sovrapposizione delle due onde. Questa è


Tonda che effettivamente osserveremmo nel mezzo. Il punto blu mostra che
Tonda nella Figura 16.6c non si sta muovendo né verso destra né verso sinistra.
La sovrapposizione delle due onde che si propagano in direzioni opposte è
un’onda stazionaria. Notiamo che la lunghezza d’onda dell’onda stazionaria, la
distanza tra due creste o due ventri, è la stessa delle lunghezze d’onda delle due
onde che si combinano per produrla.
La sovrapposizione di
F IG U R A 16.7
molteplici grafici istantanei di un'onda
stazionaria mostra chiaramente i nodi e Nodi e antinodi
gli antinodi. Nella F IG U R A 16.7 abbiamo sovrapposto i nove grafici istantanei della Figura
16.6c in un’unica rappresentazione grafica di questa onda stazionaria. I grafici
presi a tempi diversi si sovrappongono, proprio come le fotografie della corda
prese a tempi diversi dalla fotografìa stroboscopica nella Figura 16.5. Il movi­
mento dei singoli punti del Tonda stazionaria può essere ora visto chiaramente.
Una caratteristica tipica della forma di un’onda stazionaria è l’esistenza di
alcuni punti che non si muovono mai! Questi punti, che sono spaziati tra loro
di A/2, sono chiamati nodi. A metà strada tra due nodi ci sono punti in cui gli
elementi del mezzo oscillano con il massimo spostamento. Questi punti di
1 nodi e gli antinodi sono distanziati di A/2. massima ampiezza sono chiamati antinodi e si può vedere che anch’essi sono
16.2 Onde stazionarie 525

spaziati di A/2. Ciò significa che la lunghezza d ’onda di un’onda stazionaria


è il doppio della distanza tra nodi successivi o tra antinodi successivi.
Sembra sorprendente e controintuitivo che alcuni elementi del mezzo non
abbiano alcun movimento. Ciò avviene per la stessa ragione che abbiamo visto
nella Figura 16.4: le due onde si cancellano esattamente l’una con l’altra in
questi punti. Guardiamo attentamente le due onde viaggianti nella Figura F IG U R A 16.8 L'intensità di un'onda
16.6b. Vediamo che i nodi avvengono in quei punti dove in qualsiasi istante di stazionaria.
tempo gli spostamenti delle due onde hanno uguale valore ma segni opposti.
Quindi la sovrapposizione degli spostamenti in questi punti è sempre zero, essi
sono punti d’interferenza distruttiva. Gli antinodi hanno grandi spostamenti.
Essi corrispondono a punti in cui i due spostamenti hanno uguale ampiezza e
lo stesso segno in qualsiasi momento. L’interferenza costruttiva in questi punti
genera uno spostamento doppio rispetto a quello delle onde individuali.
L’intensità di un’onda è massima nei punti in cui le onde oscillano con la
massima ampiezza. La f i g u r a 16 .s mostra che i punti d’intensità massima per
l’onda .stazionaria coincidono con gli antinodi; l’intensità è zero in corrispon­
denza dei nodi. Per un’onda sonora stazionaria, la rumorosità varia da zero
(nessun suono) nei nodi fino a raggiungere il massimo negli antinodi per poi
tornare di nuovo a zero. L’idea chiave è che l’intensità è massima nei punti
d ’interferenza costruttiva e nulla nei punti d ’interferenza distruttiva. L’intensità è nulla in corrispondenza dei nodi.

ESEMPIO 16.1 Produzione di un'onda stazionaria


Due bambine tengono ciascuna un’estremità di una corda elastica. Ciascuna bam­
bina fa oscillare la sua estremità 2.0 volte al secondo, inviando delle onde a 3.0 m/s
verso il punto centrale della corda, dove le due onde si combinano per creare un’onda
stazionaria. Qual è la distanza tra nodi adiacenti?
S O L U Z IO N E La distanza tra nodi adiacenti è A/2. La lunghezza d’onda, la frequenza
e la velocità .sono correlate dalla formula v = A/, come abbiamo visto nel Capitolo 15,
quindi la lunghezza d’onda è
V 3.0 m/s
A= - = . = 1.5 m
2.0 Hz
La distanza tra nodi adiacenti è A/2 e quindi è 0.75 m

P A U S A DI R IF L E S S IO N E 16.2 Un’onda stazionaria si 3.0 m-


trova su una corda. Una .serie di istantanee dell’onda
sono state sovrapposte nel diagramma riportato sulla
destra. Qual è la lunghezza d’onda?

A. 6.0 m B. 4.0 m C. 3.0 m D. 2.0 m .0 m

16.3 Onde stazionarie su una corda


L’o.scillazione della corda di una chitarra è un’onda stazionaria. Un’onda .stazio­
naria viene naturalmente prodotta su una corda quando entrambe le estremità
.sono fissate, come nel caso della corda di una chitarra o del la corda nella fotogra­
fia nella Figura 16.5. Sappiamo inoltre che un’onda .stazionaria viene prodotta
quando ci sono due onde che si propagano in direzioni opposte. Ma non solleci­
tiamo entrambe le estremità della corda di una chitarra per produrre un’onda
stazionaria! Come facciamo a ottenere due onde dirette in sen.so opposto in una
corda le cui e.stremità sono entrambe fissate? Prima di poter rispondere a questa
domanda, abbiamo bi.sogno di una breve spiegazione su quello che accade
quando un’onda in movimento incontra un confine o una discontinuità.

Riflessione
Sappiamo che la luce viene riflessa dagli .specchi; essa è anche rifiessa dalla
superficie di uno stagno o da un pannello di vetro. Come abbiamo visto nel
Capitolo 15, le onde sonore si rifiettono anch’esse; questo è il modo in cui un
eco viene prodotto. Per comprendere le rifiessioni, analizzeremo le onde su
526 CAPITOLO 16 Sovrapposizione e onde stazionarie

FIGURA 16.9 Un'onda viene riflessa una corda, ma i risultati sono completamente generali e possono essere appli­
quando incontra un confine. cati anche ad altri tipi di onde.
Supponiamo di avere una corda fissata a una parete o a un altro supporto
fisso, come nella fig ura 16.9. La parete è ciò che noi chiameremo un confine:
è la fine del mezzo in cui si propaga Tonda. Quando Timpulso raggiunge que­
sto confine, esso viene riflesso, allontanandosi dalla parete. Tutta l’energia
Dopo: dell’onda viene rifiessa; quindi Tampiezza dclTonda riflessa da un confine
è invariata. La Figura 16.9 mostra che l’ampiezza non varia quando l’impulso
viene riflesso, ma l’impulso viene invertito.
L'impulso riflesso è inverlilo Le onde sono anche riflesse dalle cosiddette discontinuità, ossia i punti in
e lu sua umpic/.zu è immutata. cui c’è una variazione delle proprietà del mezzo. La figura le.ioa mostra una
discontinuità nel punto in cui una corda con una maggiore densità lineare è
connessa a una corda con una densità lineare minore. La tensione è la stessa in
entrambe le corde, quindi la velocità delTonda è minore sulla sinistra e mag­
giore sulla destra. Quando un’onda incontra una discontinuità, parte dell’ener­
gia dell’onda viene trasmessa in avanti e parte viene riflessa. Poiché l’energia
deve essere conservata, in questo caso sia l’impulso trasmesso sia l’impulso
riflesso hanno un’ampiezza inferiore rispetto alTimpulso originale.

FIGURA 16.10 Le riflessione di un'onda in una discontinuità


Il buio attraversa il vetro II pannello di (a) Discontinuità in cui la (h) Discontinuità in cui la
vetro di una finestra è una discontinuità velocità deH'ondu aumenta velocità dell'oiida diminui.sce
per un’onda luminosa, quindi il vetro in
parte trasmette e in parte riflette la luce. Prima: Prima:
La fotografia a sinistra mostra le finestre
in una stanza ben illuminata di notte. La
piccola percentuale di luce interna che viene
riflessa dalle finestre è più intensa di quella
della luce trasmessa daH’estemo, quindi
la luce riflessa domina e la finestra mostra Corda con veltKità Corda con velocità
un’immagine rifiessa della stanza simile L’impulso riflesso è invertito.
dell’onda minore deH'onda maggiore
a quella di uno specchio. Spegnendo la
luce nella stanza viceversa si rivela la luce
trasmessa daH’esterno. Nella FIGURA i6.iob, un’onda incidente incontra una discontinuità in cui la
velocità dell’onda diminuisce. Ancora una volta, parte dell’energia delTonda
viene trasmessa e parte viene riflessa.
Nella Figura 16.lOa, l’impulso riflesso punta verso l’alto. La corda sulla
destra è leggera e fornisce una bassa resistenza, quindi la giunzione si muove
su e giù mentre Tonda passa. Questo movimento della corda è come la pertur­
bazione originale della corda che ha prodotto l’impulso, quindi l’impulso
riflesso ha la stessa orientazione delTimpulso originale. Nella Figura 16.1 Oh,
la corda sulla destra è più massiccia, quindi è più simile al confine fisso nella
Figura 16.9 e l’impulso riflesso viene di nuovo invertito.

Produzione di un’onda stazionaria


Ora che siamo in grado di comprendere la riflessione, analizziamo la produ­
FIGURA 16.11 Le riflessioni ai due zione di un’onda stazionaria. La fig ura 16 .i i mostra una corda di lunghezza L
confini producono un'onda stazionaria che è fissata ajc = 0 e a ;c = L. Questa corda ha due confini dove può avvenire
in una corda. la riflessione. Se facciamo ondeggiare la corda nel mezzo, si formeranno onde
Facciamo oscillare la corda al centro. sinusoidali che viaggiano verso l’esterno in direzioni opposte e presto raggiun­
geranno il confine, dove verranno riflesse. Le riflessioni alle estremità della
corda causano due onde di eguale ampiezza e lunghezza d'onda che viaggiano
in direzioni opposte lungo la corda. Come abbiamo appena visto, queste sono
\ ♦ ; le condizioni per generare un’onda stazionaria!
Due onde si propagano verso l’esterno.
Quali tipi di onde stazionarie possono svilupparsi su una corda? Ci sono due
condizioni che devo essere soddisfatte:
■ Poiché la corda è fissata alle due estremità, lo spostamento a;c = 0 e a jc = L
_ Le onde riflesse si sovrappongono _ dev’essere pari a zero in qualsiasi istante. Detto in un altro modo, abbiamo
^ creando un’onda stazionaria. '• “ ^ bisogno che le estremità della corda siano dei nodi.
Sappiamo che le onde stazionarie hanno una distanza pari a A/2 tra i nodi.
Ciò significa che i nodi devono essere equamente spaziati.
16.3 Onde stazionarie su una corda 527

La FIGURA 1 6 .1 2 mostra le prime tre onde possibili che soddisfano queste FIGURA 16.12 Le prime tre onde
condizioni. Questi sono chiamati i modi delle onde stazionarie della corda. Per stazionarie possibili in una corda di
aiutarci a quantificare le onde possibili, posiamo assegnare un numero del
lunghezza L
modo rn a ciascuna onda. La prima onda nella Figura 16.12, con un nodo a L’onda stazionaria più
semplice ha un nodo
ciascuna estremità, ha un numero del modo m = l. L’onda successiva ha m = esclusivamente ad ogni
2, e così via.
dSEZS ► La Figura 16.12 mostra solo i primi tre modi, per m = m=2t
m = 3. Ma esistono molti altri modi, uno per ogni valore possibile di m. < m = I

La distanza tra nodi adiacenti è A/2, per cui modi diversi hanno lunghezze
d’onda diverse. F^er il primo modo nella Figura 16 .12, la distanza tra i nodi è la
lunghezza della corda, quindi possiamo scrivere
A, = 2 L m=2
L’indice identifica il numero del modo; in questo caso m = l. Per m = 2, la
distanza tra i nodi è L/2; questo significa che A., = L. Generalmente, per qual­
siasi modo ni la lunghezza d’onda è data dall’equazione

2L m= 3
X^ = — m = 1, 2, 3, 4 , . . . (16.1)
m
Lunghezze d’onda dei modi di onde stazionarie su una corda di lunghezza L

Queste sono le sole lunghezze d’onda possibili per le onde stazionarie sulla
corda. U n’onda stazionaria può esistere su una corda solo se la sua lun­
ghezza d ’onda è uno dei valori dati dall’Equazione 16.1.
CQÌZ3 ►Altre lunghezze d’onda, che possono essere perfettamente accetta­
bili per onde viaggianti, non possono sopravvivere come onde stazionarie
di lunghezza L poiché esse non soddisfano la condizione di avere dei nodi a
ciascuna delle estremità della corda. ^
Se le onde stazionarie sono possibili solo per certe lunghezze d’onda, allora
solo specifiche frequenze di oscillazione sono permes.se. Poiché A /= v per
un’onda sinusoidale, la frequenza di o.scillazione corrispondente alla lun­
ghezza d’onda A^ è

n i= 1,2, 3 , 4 , . . . (16.2)

Frequenze dei modi di onde stazionarie su una corda di lunghezza L

Siamo in grado di dire a prima vista a quale numero del modo corrisponde
una particolare onda stazionaria. La f ig u r a 16.i 3 mostra i primi tre modi di
un’onda stazionaria per un’onda su una corda fissata a entrambe le estremità,
con indicati i numeri del modo, le lunghezze d’onda e le frequenze. Il numero
del modo m è uguale al numero di antinodi dell’onda stazionaria, quindi
possiamo determinare il modo contando il numero di antinodi (e non il numero
dei nodi). Una volta che conosciamo il numero del modo, possiamo usare le
formule per la lunghezza d’onda e la frequenza per determinare i loro valori.

FIGURA 16.13 I possibili modi di un'onda stazionaria in una corda fissata ad entrambe le estremità.
m= 3
528 CAPITOLO 16 Sovrapposizione e onde stazionarie

Una corda lunga


P A U S A DI R IF L E S S IO N E 16.3 2.0 m
2.0 m trasporta un’onda stazionaria come nella
figura di destra. Estendi la forma e le formule
mostrate nella Figura 16.13 per determinare il nu­
00000^
mero del modo e la lunghezza d’onda di questa
particolare onda stazionaria.
A. m = 6, A= 0.67 m B. m = 6, A= 0.80m C. m = 5. A= 0.80m
D. ni = 5, A= 1.0 m E. /;/= 4 , A= 0.80m F. /n = 4, A = 1.0 m

Nella 4^ SEZIONE 14.7, abbiamo visto il concetto di risonanza. Una massa


fissata a una molla ha una determinata frequenza a cui essa “vuole” oscillare.
Se il sistema è sollecitato alla sua frequenza di risonanza, esso sviluppa ampie
oscillazioni. Una corda tesa supporta onde stazionarie, il che significa che ha
una serie di frequenze a cui essa “vuole” oscillare: le frequenze dei diversi
modi delle onde .stazionarie. Possiamo chiamare questi modi risonanti o per
maggiore semplicità, risonanze. Una piccola oscillazione su una corda tesa a
una frequenza prossima a uno dei modi risonanti provocherà in essa lo svi­
FIGURA 16.14 Modi risonanti di una luppo di un’onda stazionaria con una grande ampiezza. La f ig u r a 16.14 mostra
corda tesa. le fotografie dei primi quattro modi di un’onda stazionaria su una corda, corri­
spondenti a quattro frequenze di ri.sonanza diverse.
►Quando disegniamo i modi di un’onda stazionaria, come nella Fi­
gura 16.13, mostriamo solitamente solo Vinviluppo dell’onda, la maggiore
estensione del movimento della corda. Il movimento della corda è in realtà
continuo e passa anche attraverso tutte le posizioni intermedie, come vedia­
mo dalla sovrapposizione di fotografìe prese a diversi istanti di tempo delle
onde .stazionarie nella Figura 16.14. <

L’armonica fondamentale e quelle di ordine superiore


Uno Sguardo alle frequenze dei primi tre modi di un'onda stazionaria su una
corda tesa nella Figura 16.13 rivela una caratteristica interes.sante. Il primo
modo ha una frequenza /,
V / l
= (16.3) 1 ^ ,
PROPORZIONALE INVERSAMENTE
PROPORZIONALE

Questa è chiamata la frequenza fondamentale della corda. Tutti gli altri modi
hanno frequenze che sono multiple della frequenza fondamentale. Possiamo
riscrivere l’Equazione 16.2 in termini della frequenza fondamentale come
m= 1, 2, 3, 4 , . . . (16.4)
Le frequenze permesse per l’onda stazionaria sono tutte multipli interi
della frequenza fondamentale. Questa .sequenza di frequenze possibili viene
chiamata un gruppo di armoniche. La frequenza fondamentale/j è anche nota
come la prima armonica, l’onda ni = 2 con frequenza /2 viene chiamata la
seconda armonica, l’onda m = 3 viene chiamata la terzxi armonica, e co.sì via. Le
frequenze sopra alla frequenza fondamentale, le armoniche con m = 2, 3, 4 , . . .
.sono indicate come armoniche di ordine superiore.

E S E M P IO 16.2 Identificazione di arm oniche su una corda


Una corda lunga 2.50 m vibra come un’onda stazionaria a 100 quelle da determinare. Definiamo l’asse x con gli estremi della
Hz con nodi a 1.00 m e 1.50 m da una estremità della corda e corda ajc = 0 m e a j c = 2.50 m. Gli estremi della corda sono
in nessun altro punto tra questi due. Quale armonica è questa? nodi, e abbiamo due nodi anche a 1.00 m e a 1.50 m, senza
Qual è la frequenza fondamentale della corda? E qual è la velo­ altri nodi tra loro. Sappiamo che i nodi dell’onda stazionaria
cità delle onde viaggianti sulla corda? sono equamente spaziati, quindi devono esserci altri nodi sulla
IM PO S TA ZIO N E Iniziamo con la descrizione visiva nella corda, come mostrato nella Figura 16.15a. La Figura 16.15b è
FIGURA 16.15, in cui rappre.sentiamo con uno schizzo questa uno schizzo del modo dell’onda stazionaria con questa strut­
particolare onda stazionaria e annotiamo le quantità note e tura nodale.
16.3 Onde stazionarie su una corda 529

Una descrizione visiva della corda,


F IG U R A 1 6 .15 SO LUZIO NE Contiamo il numero di antinodi delTonda stazio­
(a) Sappiamo che cì naria per dedurre il numero del modo; questo è il modo con m
sono nodi in Ci devono essere nodi = 5. Questa è la quinta armonica. Le frequenze delle armoniche
que.ste posizioni. anche in queste posizioni. sono date da/^ = m/,, quindi la frequenza fondamentale è
100 Hz
f - - - - •= 20Hz
^' 5
La lunghezza d’onda del modo fondamentale è A, = 2 L =
2(2.50 m) = 5.00 m, quindi troviamo la velocità del l’onda
x(m) usando la relazione fondamentale per le onde sinusoidali:
0 oso 1.00 1.5-0 Ì-.00 JL.S'O
V= A,/, = (20 Hz) (5.00 m) = 100 m/s
(b) Il modo con i nodi in queste posizioni
V ER IFIC A Possiamo calcolare la velocità dell’onda usando un
qualsiasi modo possibile, che ci fornisce un modo per control­
L ** x s o m
lare il nostro lavoro. La distanza tra nodi successivi è A/2. La
« ZOO U z
Figura 16.15 mostra che i nodi sono spaziati di 0.50 m, quindi
(kv>co0tutg: la lunghezza d’onda del modo m = 5h 1.00 m. La frequenza di
f ,, V questo modo è 100 Hz, quindi calcoliamo
V= A^/j = ( 1.(K) m) ( 100 Hz) = 100 m/s
Questa è la stessa velocità che abbiamo calcolato in prece­
denza, il che conforta il nostro risultato.

strum enti musicali a corda


Gli Strumenti musicali a corda, come la chitarra, il pianoforte e il violino, hanno
tutti corde che sono fissate a entrambe le estremità e tirate in modo da generare
una certa tensione. Una perturbazione viene prodotta su una corda pizzicandola,
colpendola o tirandola. La perturbazione produce onde stazionarie sulla corda.
Nel Capitolo 15, abbiamo visto che la velocità di un’onda su una corda tesa
dipende da 7^, la tensione nella corda, e da /x, la densità lineare, come
V= V7^//x. Combinando questa formula con l’equazione 16.3, troviamo che
la frequenza fondamentale è

f = — = — (16.5) Onde stazionarie in un ponte Questa


IL
fotografia mostra il ponte sospeso di
Quando pizzichiamo o tiriamo una corda, inizialmente eccitiamo un ampio Tacoma Narrows in un giorno del 1940
intervallo di frequenze. Tuttavia la risonanza fa sì che le sole frequenze che quando esso sperimentò un’oscillazione
sopravvivono siano quelle possibili per le onde stazionarie. La corda sosterrà catastrofica che portò al crollo del ponte.
Le forze aerodinamiche provocarono un
un’onda alla frequenza fondamentale/j più tutte le onde con armoniche più enorme aumento dell’ampiezza di particolari
alte e così via. 11 nostro cervello interpreta il suono come una nota musi­ modi risonanti del ponte fino a provocarne
cale di frequenza/,; le armoniche più alte determinano il timbro^ un concetto la rottura. In questa fotografia, la linea rossa
che esploreremo più avanti in questo capitolo. mostra la linea originale del piano del ponte.
Per strumenti come la chitarra o il violino, le corde sono tutte della stessa Possiamo chiaramente vedere la grande
ampiezza di oscillazione ed il nodo al centro
lunghezza e approssimativamente tutte sottoposte alla .stessa tensione. Le della campata.
corde hanno diverse frequenze perché esse differi.scono nella loro densità line­
are. Le corde per i toni più bassi hanno un diametro maggiore mentre quelle
per i toni alti hanno un diametro minore. Questa differenza varia la frequenza
variando la velocità dell’onda.

E S E M P IO C O N C E T T U A L E 16.3 Accordare e suonare una chitarra


Una chitarra ha corde di lun­ F IG U R A 16.16 Tasti della corda più corta. La nuova nota avrà una frequenza maggiore
ghezza fissa. Pizzicando una chitarra. o minore?
corda produciamo una particolare b. La frequenza di una corda è troppo bassa. (Musicalmente,
nota musicale. Un musicista può diciamo che la nota è “calante.”) Come dev’essere modifi­
produrre altre note premendo le cata la tensione per portare la corda alla giusta frequenza?
corde contro i tasti, barre metalli­ SPIEG A ZIO N E
che sul manico della chitarra, a. Lii frequenza fondamentale, la nota che sentiamo, è
come mostra la F IG U R A 16.16. Il /, = (1/2L) Poiché/, è inversamente proporzionale a
tasto diventa la nuova estremità della corda, rendendo la lun­ L, diminuendo la lunghezza della corda aumenta la frequenza.
ghezza effettiva della corda più corta. b. Poiché/è proporzionale alla radice quadrata di 7^, il musi­
a. Un musicista pizzica una corda per produrre una nota. Suc­ cista deve aumentare la tensione per aumentare la frequenza
cessivamente preme verso il basso sul tasto per rendere la fondamentale. ^C o n tin. u a
530 CAPITOLO 16 Sovrapposizione e onde stazionarie

V E R IF IC A Se vediamo qualcuno suonare una chitarra, pos­ modo da ridurre la lunghezza delle corde.
siamo osservare che suona note più acute muovendo le dita in

ESEMPIO 16.4 Mettere in tensione la corda di una chitarra


La quinta corda di una chitarra suona la nota musicale LA, a Possiaipo riorganizzare TEquazione 16.5 in funzione della fre­
una frequenza di 110 Hz. Su una tipica chitarra, questa corda è quenza fondamentale per risolvere la tensione in termini delle
tirata tra due punti fissi distanti 0.640 m, e una corda con que­ altre variabili:
sta lunghezza ha una massa di 2.86 g. Qual è la tensione della
Tc= (2Z/,)V =[2(0.640m )(IloH z)]^ (4.47 • 10'^kg/m)
corda?
IM P O S T A Z IO N E Le Corde su on an o alla lo ro frequenza fond a- = 88.6 N
mentale, quindi 110 Hz è /j. Se abbiamo mai suonato una chitarra, sappiamo
V E R IF IC A

S O L U Z IO N E La densità lineare della corda è che la tensione è piuttosto grande, quindi questo risultato sem­
bra ragionevole. Se ciascuna delle sei corde della chitarra ha
m 2.86 *10-^ kg
■= 4.47 • 10 ^ kg/m approssimativamente la stessa tensione, la forza totale sul collo
0.640 m della chitarra è un po’ più di 500 N.

Onde elettromagnetiche stazionarie


FIGURA 16.17 Un laser contiene un'onda La descrizione delle onde stazionarie esposta per una corda vibrante è valida
luminosa stazionaria tra due specchi per qualsiasi onda trasversale, incluse le onde elettromagnetiche. Le onde
paralleli. luminose stazionarie pos.sono essere prodotte tra due specchi paralleli che
Cavità laser riflettono la luce avanti c indietro. Gli specchi sono il confine, analogamente
alle estremità di una corda. Ciò è e.sattamente come funziona un laser. 1 due
. Fascio specchi che si fronteggiano nella f ig u r a 16.17 formano una cavità laser.
Onda luminosa stazionaria \ laser
Poiché gli specchi agiscono esattamente come i punti a cui è fissata una
Sp>ecchio Specchio semi ri flettente
corda, l’onda luminosa deve avere un nodo alla superficie di ciascun specchio.
(Per permettere a una parte della luce di uscire dalla cavità laser e formare un
fa.scio la.ser, uno degli specchi deve trasmettere una parte della luce. Ciò non
ha effetto sul nodo.)

ESEMPIO 16.5 Trovare il num ero del m od o per un laser


Un laser ad elio-neon emette luce a una lunghezza d’onda A = 633 nm. Una tipica
cavità per tale laser è lunga 15.0 cm. Qual è il numero del modo dell’onda staziona­
ria in questa cavità?
IM P O S T A Z IO N E Poiché un’onda luminosa è un’onda trasversale, l’equazione 16.1
per è valida per un laser quanto per una corda vibrante.
I m o d i d e lle m ic r o o n d e Un forno S O L U Z IO N E L’onda luminosa stazionaria nella cavità di un laser ha un numero del
a microonde usa un tipo di onda modo m che è approssimativamente
elettromagnetica - le microonde, con una 2L 2 X 0.150 m
lunghezza d’onda di circa 12 cm - per = 474 000
scaldare il cibo. Le pareti interne del forno a A 633 • 10“' m
microonde sono riflettenti per le microonde, V E R IF IC A La lunghezza d’onda della luce è molto corta, quindi ci aspettiamo che i
quindi abbiamo la giusta condizione per nodi siano molto vicini tra loro. Un alto numero del modo sembra quindi ragionevole.
instaurare onde stazionarie. Un'onda
stazionaria ha la sua massima intensità agli PAUSA DI RIFLESSIONE 16.4 Un’onda stazionaria su
antinodi e la sua minima intensità ai nodi,
per cui il nostro forno ha punti caldi e punti
una corda è mostrata nella figura. Quale dei modi mo­ Onda stazionaria originale
freddi, come possiamo vedere in questa strati sotto (sulla stessa corda) ha una frequenza dop­
j< = Z = = > j
immagine termica che mostra l’interno pia rispetto all’onda originale?
di un forno. Il piatto girevole nel forno a
microonde mantiene in movimento il cibo je r:— => | jc ix z :> j jo o o o j .|oooooooo|
affinché nessuna parte della nostra cena
resti in corrispondenza di un nodo o di un A. B. C.
antinodo.

16.4 Onde sonore stazionarie


Gli strumenti a fiato come i Hauti, le trombe e i didgeridoo funzionano in modo
molto diverso dagli strumenti a corda. Il musicista soffia deH’aria all’estremità
di un tubo, producendo onde stazionarie .sonore che danno origine alle note che
udiamo.
16.4 Onde sonore stazionarie 531

Abbiamo visto nella « ^ s e z i o n e 15.4 che un’onda sonora è un’onda di pres­


sione longitudinale. Le molecole dell’aria oscillano avanti e indietro parallela-
mente alla direzione in cui si propaga l’onda, creando compressioni (cioè delle
regioni con una pressione più alta) e rarefazioni (cioè delle regioni con una
pressione più bassa). Consideriamo un’onda sonora confinata in una colonna
d’aria stretta e lunga, come quella in un tubo. Un’onda che viaggia verso il
fondo del tubo raggiunge infine l’estremità, dove incontra la pressione atmo­
sferica deH’ambiente circostante. Questa è una discontinuità, molto simile al
caso della corda sottile che incontra una corda più spessa nella Figura 16. lOb.
Parte dell’energia dell’onda viene trasmessa fuori all’ambiente, consentendoci
di udire il suono, e parte viene riflessa indietro nel tubo. Le ritlessioni a
entrambe le estremità del tubo generano onde che si spostano in entrambe le
direzioni all’interno del tubo e la loro sovrapposizione, come quella delle onde
riflesse in una corda, è un’onda stazionaria.
Iniziamo considerando il caso di un’onda sonora in un tubo aperto a
entrambe le estremità. Quale tipo di onde stazionarie può esistere in questo
genere di tubo? Poiché le estremità del tubo sono aperte all’atmosfera, la pres­
sione alle estremità deve avere lo stesso valore della pressione atmosferica e
non può variare. Questa situazione è l’analogo di una corda tesa che è fissata
alle estremità. Come risultato, l’estremità aperta di una colonna d ’aria deve
essere un nodo dell’onda di pressione.
La F IG U R A i 6 . i 8 a mostra una colonna d’aria aperta a entrambe le estremità. 1 6 .1 8 L'onda sonora stazionaria
f ig u r a

Chiamiamo questo un tubo aperto-aperto. Mentre gli antinodi di un’onda sta­ con m=2 aH'interno di una colonna
zionaria su una corda sono i punti in cui la corda oscilla con lo spostamento d'aria di tipo aperto-aperto.
massimo, gli antinodi di un’onda sonora stazionaria sono i punti in cui la pres­ (a) Ad un dato istante
sione ha la maggiore variazione, creando alternativamente la massima com­ C o m n re ssio n e R arefazion e

pressione e la massima rarefazione. Nella Figura 16.18a, le molecole d’aria


sono compresse assieme nella parte sinistra del tubo. Successivamente, nella
F IG U R A i 6 . i 8 b , mezzo ciclo più tardi, le molecole d’aria vengono compresse
assieme nella parte destra. La variazione di densità genera una variazione di
pressione attraverso il tubo, come mostra il grafico. La f i g u r a i 6 . i 8 c combina
le informazioni delle Figure 16.18a e 16.18b in un grafico della pressione di
un’onda sonora stazionaria in un tubo.
Mentre l’onda stazionaria oscilla, le molecole d’aria si muovono avanti e
indietro lungo il tubo con la frequenza dell’onda, raggruppandosi (la pressione
massima agli antinodi) e distanziandosi (la pressione minima agli antinodi)
Lo spostamento tra compressione e
alternativamente. Questo è sensato, poiché il suono è un’onda longitudinale in rarefazione implica un moto di molecole
cui le molecole dell’aria oscillano parallelamente al tubo.
CEÌZ3 ►La variazione di pressione rispetto alla pressione atmosferica in
un’onda sonora stazionaria reale è molto più piccola di quella che implica la
Figura 16.18. Quando tracciamo il grafico della pressione nelle onde sono­
re, generalmente non riportiamo la pressione p. Riportiamo invece A/;, ossia
la variazione rispetto alla pressione atmosferica. <
Molti strumenti musicali, come il flauto, possono essere rappresentati come
tubi aperto-aperto. 11 flautista soffia da un’estremità generando un’onda stazio­
naria all’interno del tubo e una nota a questa frequenza viene emessa da
entrambe le estremità del flauto. Le onde stazionarie possibili nei tubi, allo
stesso modo delle onde stazionarie sulle corde, sono risonanze del sistema. Un (c) Alla fine del tubo, la pressione è uguale a
leggero flusso d’aria attraverso l’imboccatura di un flauto può generare onde quella atmosferica. Questi sono nodi.
stazionarie grandi a queste frequenze risonanti.
Altri strumenti funzionano in modo diverso dal flauto. Una tromba o un
clarinetto possono essere schematizzati come una colonna d’aria aperta dalla
parte della campana e chiusa all’estremità su cui poggiano le labbra del
musicista, ossia l’imboccatura. Per completare la nostra trattazione delle
Agli antinodi, ogni ciclo comprende il
onde sonore nei tubi, dobbiamo considerare i tubi che sono chiusi a una o passaggio da una compressione ad una
entrambe le estremità. Nell’estremità chiusa, le molecole d ’aria si muovono rarefazione e di nuovo ad una compressione.
alternativamente verso la parete, generando una compressione, e dalla parete,
generando una rarefazione. Quindi l’estrem ità chiusa di una colonna d ’aria
è un antinodo di pressione.
532 CAPITOLO 16 Sovrapposizione e onde stazionarie

La F IG U R A 16.19 mostra il grafico dei primi tre modi di un’onda stazionaria


di un tubo aperto ad entrambe le estremità (un tubo aperto-aperto), un tubo
chiuso ad entrambe le estremità (un tubo chiuso-chiuso) e un tubo aperto a
un’estremità e chiuso all’altra (un tubo aperto-chiuso), tutti con la stessa lun-

F lG U R A 16.19 I primi tre modi di un'onda sonora stazionaria in una colonna d'aria
con differenti estremità. Questi grafici mostrano la variazione di pressione nel tubo.
(a) Aperto-aperto (b) Chiuso-chiuso (c) Aperto-chiu.so
Le estremità di un tubo aperto-aperto Le estremità di un tubo chiuso-chiuso Un tubo aperto-chiuso ha un nodo
sono nodi, quindi i modi sono antinodi, quindi i modi permessi a un’estremità e un antinodo aH'altra
permessi hanno un nodo ad ... hanno un antinodo ad ogni estremità. estremità. .Sono permessi solo i modi
ogni estremità. di numero dispari.
L L

Per determinare il
< numero del modo,
immaginiamo di
raddoppiare la lunghezza
aircsiremiià chiusa e
< X > contiamo gli antinodi.

O
♦ 0 0 O
♦ 0 0 0
‘••11 numero del modo è uguale ‘••Il numero del modo è
al numero di antinodi. uguale al numero di nodi.'

ghezza L. Questi sono grafici delFonda di pressione, con un nodo alle estre­
mità aperte e un antinodo alle estremità chiu.se. L’onda .stazionaria nel tubo
chiuso-chiuso as.somiglia all’onda nel tubo aperto-aperto .salvo il fatto che le
posizioni dei nodi e degli antinodi sono scambiate. In entrambi i casi ci sono m
.segmenti di mezza lunghezza d’onda tra le estremità, quindi le lunghezze
d’onda e le frequenze di un tubo aperto-aperto e di un tubo chiu.so-chiuso .sono
le stesse di quelle di una corda fissata a entrambe le estremità:

A„, = ^ /m = « ' ( ^ ) = w/| m = 1 , 2 ,3 , 4 ,. .. (16.6)

Le lunghezze d'onda e le frequenze dei modi delle onde sonore stazionarie


in un tubo aperto-aperto o in un tubo chiu.so-chiuso

11 tubo aperto-chiu.so è differente, come possiamo vedere dalla Figura 16.19.


Il modo m = 1 ha un nodo a un’estremità e un antinodo all’altra, pertanto ha
solo un quarto di lunghezza d’onda in un tubo di lunghezza L. La lunghezza
d’onda m = 1 è A, = 4L, pari a due volte la lunghezza d’onda ni = 1 di un tubo
aperto-aperto o di un tubo chiuso-chiuso. Di conseguenza, la frequenza fon­
dam entale di un tubo aperto-chiuso è metà di quella di un tubo aperto-
aperto o di un tubo chiuso-chiuso della stessa lunghezza.
La lunghezza d’onda del modo successivo del tubo aperto-chiuso è 4L/3.
Un'interferenza fiammeggiante Poiché questo è 1/3 di Aj, assegniamo a questo modo m = 3. La lunghezza
In questo apparato, un altoparlante emette d’onda del modo successivo è 4L/5, quindi questo è m = 5. In altri termini, un
un'onda sinusoidale ad una estremità di tubo aperto-chiuso con.sente solamente modi con numeri dispari. Di con.se-
un tubo metallico. L’onda viene riflessa
guenza, le lunghezze d’onda possibili e le frequenze sono
al l'altra estremità, che è chiusa, generando
un’onda che si propaga all'indietro e
formando un'onda stazionaria nel tubo. Il
tubo è riempito con gas propano che esce 4L
Am fn mf^ m = 1,3, 5, 7 , . . . (16.7)
attraverso piccoli fori in cima al tubo. La -A rò -
combustione del propano ci consente di Le lunghezze d'onda e le frequenze dei modi delle onde sonore stazionarie
distinguere con facilità i nodi e gli antinodi
dell'onda stazionaria.
in un tubo aperto-chiuso
16.4 Onde sonore stazionarie 533

EI3Z3 ►Poiché il suono è un’onda di pressione, i grafici nella Figura 16.19


non sono “fotografie” dell’onda come invece sono nel caso di un’onda su
una corda. 1 grafici mostrano la variazione della pressione rispetto alla po­
sizione X. 11 tubo stesso viene mostrato solamente per indicare la posizio­
ne delle estremità aperta e chiusa, ma il diametro del tubo non è correlato
all’ampiezza dell’onda. <
A questo punto, vale la pena di confrontare e mostrare le differenze nei
dettagli che abbiamo visto per i diversi tipi di onde stazionarie. Possiamo inol­
tre formulare una strategia generale per risolvere i problemi relativi alle onde
stazionarie.

SINTESI 16.1 M o d i di u n 'on d a stazionaria

Ci sono solo due gruppi di relazioni frequenza/lunghezza d’onda per i modi di onde stazionarie.

Onde s u una corda Onde .sonore in tubi Onde sonore in tubi Onde sonore in
con estremi fìssati aperto-aperto cliiu.so-cliiuso tubi aperto-chiuso
L L L L

> < m= 1

Stesso diagramma dei modi


4L al Tubi aperto­
Abbiamo Per le onde su una corda, v Per le onde sonore nel tubo, Il numero m del posto di 2L chiuso hanno
mostrato i primi è la velocitù dell’onda sulla .. Vè la velwità del suono. modo può essere solo modi dispiui.
due modi; il corda. qualsiasi intero , \ l
modello continua la. ^ V _ 2Z, ( V\_ f positivo.
- m
/W= 1, 3, 5, . .

Tutti e tre i sistemi hanno la stessa relazione 1 nnxli di ordine superiore sono multipli
per la lunghezza d'onda e la frequenza. della frequenza più bassa (frequenza fm= m ( ^ = m/i
fondamentale).

STRATEGIA DI RISOLUZIONE
DEI P R O B L E M I 16.1 O nde stazionarie

Possiamo usare la stessa strategia generale per qualsiasi onda stazionaria.


IMPOSTAZIONE
■ Per onde sonore, determiniamo quale tipo di tubo abbiamo: aperto-aperto,
chiuso-chiuso o aperto-chiuso.
■ Per corde o onde luminose, le estremità saranno punti fissi.
■ Per altri tipi di onde stazionarie, come le onde elettromagnetiche o le
onde nell’acqua, il diagramma dei modi sarà simile a uno dei casi ripor­
tati nella Sintesi 16. l. Possiamo quindi lavorare per analogia con onde
sulle corde o onde sonore nei tubi.
■ Determiniamo i dati noti: la lunghezza del tubo o della corda, la fre­
quenza, la lunghezza d’onda, le posizioni dei nodi o degli antinodi.
■ Potrebbe essere utile fare una descrizione visiva, includendo un disegno
dei modi rilevanti.
SOLUZIONE Una volta che abbiamo determinato il diagramma dei modi,
possiamo usare il gruppo di equazioni più adatto tra quelle nella Sintesi
16.1 per trovare la lunghezza d’onda e la frequenza. Queste equazioni sono
valide per qualsiasi tipo di onda.
VERIFICA II nostro risultato finale sembra ragionevole? Esiste un altro modo
per verificare i nostri risultati? Per esempio, la frequenza moltiplicata per
la lunghezza d’onda, per qualsiasi modo, dovrebbe uguagliare la velocità
dell’onda - possiamo controllare e verificare che sia proprio così.
534 CAPITOLO 16 Sovrapposizione e onde Stazionarie

ESEMPIO 16.6 Risonanza nel canale uditivo BK)


Il timpano, che trasmette le vibrazioni agli organi sensoriali del IM PO S TA ZIO N E Procediamo secondo i passi indicati nel riqua­
nostro orecchio, si trova in fondo al canale uditivo. Come dro Strategia di risoluzione dei problemi 16.1. Possiamo trattare
mostra la FIGURA 16.20, il canale uditivo negli adulti è lungo il canale uditivo come un tubo aperto-chiuso: aperto all’atmo­
circa 2.5 cm. Quali sono le frequenze delle onde stazionarie sfera all’estremità esterna e chiuso dal timpano aH’estremità
che si formano nel canale uditivo che si trovano nelPintervallo interna. I modi possibili per le onde stazionarie appaiono come
uditivo umano? La velocità del suono neH’aria calda del canale nella Figura 16.19c. La lunghezza del tubo è di 2.5 cm.
uditivo è di 350 m/s. SO LUZIO NE L’Equazione 16.7 indica le frequenze permesse
in un tubo aperto-chiuso. Stiamo cercando frequenze nell’in­
FIGURA 16.20 L'anatomia deirorecchlo. tervallo 20 Hz-20 000 Hz. La frequenza fondamentale è
^ V 350 m/s
f\ = — = ------------ = 3500 Hz
4L 4(0.025 m)
Le armoniche più alte sono multipli dispari di questa fre­
quenza:
Apertura /j = 3(3500 Hz) = 10 500 Hz
esterna /, = 5(3500 Hz)= 17 500 Hz
delPorecchio
Questi tre modi si trovano entro l’intervallo uditivo umano;
modi più alti hanno frequenze maggiori di 20 000 Hz.
VER IFIC A II canale uditivo è corto, quindi ci aspettiamo che le
frequenze risonanti siano alte; la nostra risposta sembra ragio­
nevole.

Quanto sono importanti le risonanze del canale uditivo calcolate nelTEsem-


pio 16.6? Nella «^se z io n e i 5.6, abbiamo appre.so che la scala dei decibel serve
a misurare Tintensità sonora percepita (in inglese loiidness). Infatti, le nostre
orecchie hanno una sensibilità variabile ai suoni di differenti frequenze. La
FIGURA 16.21 Curva di pari intensità FIGURA 16.21 mostra una curva di pari intensità sonora percepita, il livello di
sonora percepita. intensità sonora (in dB) richiesto per dare Vimpressione di una stessa intensità
Le risonanze del canale sonora percepita per onde sinusoidali di frequenza nota. Valori inferiori signi­
Curva di pari uditivo producono un
intensità sonora aumento di sensibilità a
ficano che il nostro orecchio è più sensibile a quella frequenza. In generale, la
12 curva scende a circa 1()()() Hz, la frequenza alla quale il nostro udito è più
0 80- percepita queste frequenze.
acuto, quindi lentamente risale a frequenze maggiori. Tuttavia questo anda­
mento generale è caratterizzato da due avvallamenti nella curva, che indicano
due frequenze alle quali un suono un po’ più debole produce la stessa intensità
sonora percepita. Come possiamo vedere, questi avvallamenti corrispondono
alle risonanze/, e d e l canale uditivo. I suoni entranti a queste frequenze pro­
^ 20 50 l(K)2(K) j 10(K) j 5(KK)/20,(KK) ducono oscillazioni maggiori, determinando un aumento di sensibilità a queste
5(K) 2000 lO.(KK)
Frequenza (Hz) frequenze.

strum enti a fiato


Con gli Strumenti a fiato, soffiare nell’imboccatura genera un’onda sonora sta­
zionaria nel tubo d’aria all’interno dello strumento musicale. Il musicista varia
le note usando le dita per coprire dei fori o aprire delle valvole, cambiando in
tal modo la lunghezza effettiva del tubo. Il primo foro aperto diventa un nodo
poiché il tubo è aperto all’atmosfera in quel punto. 11 fatto che i fori siano pra­
ticati di lato, anziché all’estremità, fa poca differenza. La lunghezza del tubo
determina le risonanze dell’onda stazionaria, quindi la nota musicale che lo
Vera musica classica I più antichi strumento produce.
strumenti musicali noti sono flauti ossei Molti strumenti a fiato hanno un dispositivo vibrante a una estremità del tubo,
ritrovati in alcune tombe nella Cina centrale. come l’ancia nel sassofono o nel clarinetto, oppure il bocchino nel caso della
1 flauti nella foto risalgono fino a 9000
tromba o del trombone. Questi dispositivi vibranti generano un intervallo conti­
anni fa c sono ricavati da ossa naturalmente
cave provenienti da gru coronate (o gru nuo di frequenze piuttosto che singole note; questo è il motivo per cui producono
della Manciuria). Le posizioni dei fori un suono sgraziato quando vengono suonati solo soffiando nell’imboccatura
determinano le frequenze che il flauto è senza utilizzare il resto dello strumento. Quando il dispositivo vibrante viene
in grado di produrre. Subito dopo che i collegato al corpo dello strumento, la maggior parte di queste frequenze produce
primi flauti furono creati, la loro struttura
una risposta molto ridotta. Ma le frequenze del dispositivo vibrante che coinci­
venne standardizzata in modo tale che flauti
differenti fossero in grado di produrre le dono con le frequenze risonanti dello strumento subiscono un incremento delle
stesse note, incluse le note della moderna ampiezze. La combinazione di queste frequenze compone la nota musicale che
scala musicale cinese. udiamo.
16.4 Onde sonore stazionarie 535

ESEMPIO CONCETTUALE 16.7 Confronto tra flauto e clarinetto


Un flauto ed un clarinetto hanno circa la stessa lunghezza, ma la nota più bassa che
può essere suonata da un clarinetto è molto più grave di quella che può essere otte­
nuta con un flauto. Perché avviene ciò?
S P IE G A Z IO N E Un flauto è un tubo aperto-aperto; la frequenza del modo fondamen­
tale è/, = v/2 L. Un clarinetto è aperto a un estremità, ma le labbra del musicista e
l’ancia lo chiudono all’altra estremità. 11 clarinetto è quindi un tubo aperto-chiuso
con una frequenza fondamentale/, = v/4 L. Questa è circa la metà della frequenza
fondamentale del flauto, quindi la nota più bassa di un clarinetto ha un tono molto
più grave. In termini musicali, essa è circa un’ottava più ba.ssa del flauto.
V E R IF IC A Un’occhiata veloce alla Sintesi 16.1 mo.stra che la lunghezza d’onda
della nota più bassa di un tubo aperto-chiuso è più grande di quella in un tubo aperto­
aperto, quindi ci aspettiamo una frequenza inferiore per il clarinetto.

Un clarinetto ha un timbro più basso rispetto a un flauto perché il suo modo


più basso ha una lunghezza d’onda maggiore e quindi una frequenza minore.
Ma le armoniche più alte sono anch’esse differenti. Un tubo aperto-aperto
come un flauto ha tutte le armoniche; un tubo aperto-chiuso come un clarinetto
ha solo quelle dei modi dispari. Ciò produce un timbro molto differente per i
due .strumenti ed è quindi facile distinguere il suono di un flauto da quello di
un clarinetto. Esploreremo questa connessione tra le armoniche che uno stru­
mento produce ed il suo timbro nella prossima sezione.

ESEMPIO 16.8 L'im portanza del riscaldam ento


Gli strumenti a fiato hanno una giunzione per poter variare la A 20°C, la lunghezza corrispondente a 440 Hz è
lunghezza del tubo. 1musicisti sanno che potrebbero aver biso­ V 343 m/s
- = 0.390 m
gno di modificare questa giunzione per restare intonati, ossia 2(440 Hz)
per rimanere alla frequenza corretta. Per comprenderne il Quando la velocità del suono aumenta, la frequenza diventa
motivo, supponiamo che un flauto “freddo” suoni un LA a 440 ^ 350 m/s
Hz quando la temperatura deH’aria è a 20X. /, (a 32°C) = — ---------= 449 Hz
^ 2(0.390 m)
a. Quanto è lungo il tubo? A 20°C, la velocità del suono c. Per accordare di nuovo il flauto, la lunghezza deve essere
nel l’aria è di 343 m/s. aumentata per dare una frequenza di 440 Hz con una veloci­
b. Mentre il musicista soffia aria nel flauto, l’aria all’intemo tà di 350 m/s. La nuova lunghezza è
dello strumento si riscalda. Una volta che la temperatura 350 m/s
dell’aria all’interno del flauto è salita a 32°C, aumentando = 0.398 m
^ 2/, 2(440■ Hz)
la velocità del suono a 350 m/s, qual è la frequenza? Quindi il flauto deve essere allungato di 8 mm.
c. A temperature superiori, come deve essere variata la lunghez­ V E R IF IC A Una piccola variazione nella temperatura a.ssoluta
za del tubo per riportare la frequenza di nuovo a 440 Hz? produce una corrispondente piccola variazione della velocità
S O L U Z IO N E Un flauto è un tubo aperto-aperto con una fre­ del suono. Ci aspettiamo che ciò richieda una piccola varia­
quenza fondamentale/j = v/2 L. zione della lunghezza, quindi la nostra risposta è sensata.

PAUSA DI RIFLESSIONE 16.5 Un tubo che è aperto a entrambe le estremità so­


stiene un’onda stazionaria con armoniche a 300 Hz e 400 Hz, senza armoniche
tra queste due frequenze. Qual è la frequenza fondamentale di questo tubo?
A. 50 Hz B. 100 Hz C. 150 Hz D. 200 Hz E. 300 Hz

16.5 Eloquio e udibilità


Quando udiamo una nota suonata da una chitarra, questa suona in modo molto
diverso rispetto alla stessa nota suonata con una tromba. Inoltre ci sarà proba­
bilmente capitato di assistere a una conferenza in cui l’oratore manteneva lo
stesso tono di voce per tutta la durata del suo discorso, ma potevamo tuttavia
comprendere ciò che veniva detto. Chiaramente, nella percezione di un suono,
il nostro cervello non si limita a percepire un semplice tono. Come facciamo a
riconoscere la differenza tra una chitarra e una tromba? Come facciamo a
distinguere tra il suono della vocale ”o” e il suono della vocale “e” anche
quando sono pronunciate con lo stesso tono?
536 CAPITOLO 16 Sovrapposizione e onde stazionarie

Lo spettro di frequenza
Finora, abbiamo raffigurato le onde sonore come onde sinusoidali, con una
frequenza ben definita. In realtà, la maggior parte dei suoni che sentiamo non
sono pure onde sinusoidali. La maggior parte dei suoni è formata da un mix, o
sovrapposizione, di frequenze diverse. Per esempio, abbiamo visto come certi
modi di onde stazionarie siano possibili su una corda tesa. Quando pizzichiamo
una corda di una chitarra, generalmente non eccitiamo solo un modo di un’onda
stazionaria, ma eccitiamo simultaneamente molti modi diversi.
Se suoniamo un DO centrale su una chitarra, la frequenza fondamentale è
262 Hz. Ci sarà un’onda stazionaria a questa frequenza, ma ci saranno anche le
onde stazionarie alle frequenze 524 Hz, 786 Hz, 1048 Hz, ecc., tutte le armo­
niche più alte predette dall’Equazione 16.4.
FIGURA 16.22 Lo Spettro di frequenza e La FIGURA i 6 .22 a è UH istogramma che mostra tutte le frequenze presenti nel
un grafico dell'onda sonora prodotta da suono di una corda di chitarra che vibra. L’altezza di ciascuna barra mostra
una chitarra che suona una nota con la l'intensità relativa di quell’armonica. Un istogramma che mostra l’intensità
frequenza fondamentale di 262 Hz.
relativa delle diverse frequenze viene chiamato lo spettro di frequenza del
(a) Questo picco è
la frequen/a
suono.
fondamentale. Quando il nostro cervello interpreta il mix di frequenze prodotto dalla chi­
Questi picchi sono le tarra nella Figura 16.22a, identifica la frequenza fondamentale come il tono.
t*'* armoniche di ordine superiore. Una frequenza di 262 Hz corrisponde al DO centrale, quindi identificheremo il
tono come DO centrale, anche se il suono consiste di molte frequenze diverse.
r A Il nostro cervello usa le armoniche di ordine superiore per determinare il tim ­
bro. 11 timbro, e quindi le armoniche di ordine superiore, è quello che deter­
J __ \__ L. -/(Hz) mina la differenza tra un DO centrale suonato da una chitarra e un DO centrale
0 2 6 2 52 4 78 6 1048 1572 2096 suonato da una tromba. Lo spettro di frequenza di una tromba mostrerebbe una
(l> ) L’onda sonora ò periodica. configurazione molto diversa delle intensità relative delle armoniche di ordine
superiore.
L’onda sonora prodotta da una chitarra che suona un DO centrale è illustrata
nella figura i 6 .22 b. L’onda sonora è periodica, con un periodo di 3.82 ms che
corrisponde a 262 Hz, la frequenza fondamentale. Le armoniche più alte non
cambiano il periodo delfonda sonora, ma cambiano solo la sua forma.
L’asse verticale è la variazione di pressione L’onda sonora di una tromba che suona il DO centrale avrebbe anch’essa un
rispetto alla pressione atmosferica dovuta periodo di 3.82 ms, ma la sua forma sarebbe completamente diversa.
all'onda sonora. Il didgeridoo, uno strumento musicale sviluppato dagli aborigeni australiani
e mostrato all’inizio di questo capitolo, consiste in un ramo cavo. Esso è un
tubo aperto-chiuso come il clarinetto o la tromba. Il musicista soffia aria attra­
verso le labbra pressate contro un’estremità, ma aggiunge anche suoni per
mezzo delle sue corde vocali. Queste variazioni producono un mix di modi di
onde stazionarie, consentendo la produzione di un’ampia gamma di suoni.

Vocali e formanti
Proviamo a fare questo esercizio: manteniamo la voce allo stesso tono e pro­
nunciamo il suono “i”, come in “di,” poi il suono “u”, come in “gufo.” Fac­
ciamo attenzione a come cambiamo la forma della nostra bocca mentre ci
spostiamo avanti e indietro tra questi due suoni. Le due vocali hanno lo stesso
tono, ma il loro suono è piuttosto diverso. La differenza nel suono deriva dalle
diverse armoniche di ordine superiore, proprio come per gli strumenti musi­
cali. Mentre parliamo, aggiustiamo le proprietà del nostro tratto vocale per
produrre differenti mix di armoniche che sono associati ai suoni delle “i”, “u”,
“a” e delle altre vocali.
L’eloquio inizia con la vibrazione delle nostre corde vocali, bande di tessuto
tese nella nostra gola. La vibrazione è simile a quella di un’onda su una corda
tesa. In un eloquio normale, la frequenza fondamentale media per un maschio
e una femmina adulti è rispettivamente di circa 150 Hz e 250 Hz, ma possiamo
cambiare la frequenza di vibrazione variando la tensione delle nostre corde
vocali. Questo è il modo con cui rendiamo la nostra voce più acuta o più grave
quando cantiamo.
Le nostre corde vocali producono un insieme di frequenze diverse quando
vibrano: la frequenza fondamentale e un ricco insieme di armoniche di ordine
16.5 Eloquio e udibilità 537

superiore. Se ponessimo un microfono nella nostra gola e misurassimo le onde FIGURA 16.23 Lo Spettro di frequenza
sonore proprio in corrispondenza delle nostre corde vocali, lo spettro di fre­ misurato al livello delle corde vocali, e
quenza ci apparirebbe come nella f ig u r a i6.23a. dopo che il suono è passato attraverso il
tratto vocale.
Tuttavia ci sono altri dettagli interessanti da conoscere. Prima di raggiun­
gere l’apertura della nostra bocca il suono prodotto dalle nostre corde vocali (il) Frequenze a livello delle corde vocali
deve passare attraverso il nostro tratto vocale, una serie di cavità che com­ Quando parliamo, le corde vocali
producono un mix di frequenze.
prende gola, bocca e naso. 11 tratto vocale agisce come una serie di tubi e, come
in qualsiasi tubo, certe frequenze genereranno onde stazionarie risonanti. Le
ampie frequenze di risonanza delle onde stazionarie del tratto vocale sono
dette form anti. Le armoniche delle nostre corde vocali alle frequenze formanti
o nelle loro vicinanze saranno amplificate; le armoniche distanti da una for­
-/(H z )
mante verranno soppresse. La f ig u r a i6.23b mostra le formanti di un maschio 1()(){) 2000 3000
adulto che sta producendo un suono “i”. Il filtraggio delle armoniche delle (b) Frequenze in uscita dopo il tratto vocale
corde vocali da parte delle formanti appare chiaramente. (suono associato alla vcKale “i”)
Possiamo variare la forma e le frequenze delle formanti, e quindi il suono Quando modifichiamo il nostro tratto vocale per
che produciamo, variando la forma e la lunghezza del nostro tratto vocale. Lo produrre il suono di una certa vocale, questo
facciamo variando l’apertura della nostra bocca e la forma e la posizione della aumenta Fampiezza a certe frequenze e
sopprime le altre frequenze.
nostra lingua. Le prime due formanti per un suono “i” sono circa a 270 Hz e a
Gli ampi picchi per i quali
2300 Hz, ma per un suono “u” esse sono a 300 Hz e a 870 Hz. La seconda
.......si ha amplificazione sono
formante molto più bassa della “u” enfatizza le frequenze medie, producendo ... . dovuti al fiilrageio da parte
Prima tormanle . ^
un suono più “calmo”, mentre il suono più stridente della “i” proviene da un delle lormanli.
potenziamento delle frequenze più acute.
.Seconda formante

E S E M P IO C O N C E T T U A L E 16.9 La perdita di udito alle alte frequenze BK)


Quando invecchiamo, la nostra sensibilità uditiva diminuisce. Per la maggior parte
-U -/(H z )
delle persone, la perdita di sensibilità è maggiore alle alte frequenze. La perdita di 1000 2(KX) 3000
sensibilità alle alle frequenze può rendere difficoltoso comprendere quello che
dicono le altre persone: Perché succede questo?
S P IE G A Z IO N E Sono le componenti ad alta frequenza delTeloquio che ci consen­
tono di distinguere i suoni delle diverse vocali. Una diminuzione di sensibilità alle
frequenze maggiori rende più difficile fare questa distinzione.
V E R IF IC A Que.sla conclusione è sensata. Nella Figura 16.23b, la frequenza più
bassa è minore di 200 Hz, ma la seconda formante è ad oltre 2000 Hz. C’è una
grossa differenza tra ciò che possiamo sentire come tono della voce di una persona e
le frequenze che usiamo per interpretare l'eloquio.

► Dica "aaah" BIO Come mai, durante un esame alla gola, il medico ci chiede
di dire “aaah"? Il suono di questa particolare vocale viene formato aprendo
bene la bocca fino al fondo della gola - fornendo quindi al medico una chiara
visione dei tessuti della gola.

PAUSA DI RIFLESSIONE 16.6 Se parliamo con un certo tono, quindi ci tenia­


mo stretto il naso e continuiamo a parlare con lo stesso tono, la nostra voce ci
suonerà differente. Ciò accade perche
A. La frequenza fondamentale delle corde vocali è cambiata.
B. Le frequenze delle armoniche delle corde vocali sono cambiate.
C. La forma delle frequenze di risonanza del nostro tratto vocale è cambiata,
variando quindi le formanti.

16.6 Interferenza delle onde prodotte da


due sorgenti
Vi sarà capitato di vedere delle cuffie che offrono una “riduzione attiva del
rumore.” Quando queste cuffie vengono accese, esse producono un suono che
in qualche modo cancella il rumore dell’ambiente esterno. Come può essere
che l’aggiunta di un suono a un sistema lo renda più silenzioso?
538 CAPITOLO 16 Sovrapposizione e onde stazionarie

FIGURA 16.24 Interferenza di onde Abbiamo iniziato il capitolo notando che le onde, a differenza dei corpi,
prodotte da due sorgenti. possono passare Tuna attraverso Taltra. Quando ciò avviene, il principio di
(a) Sovrapposizione di due onde sonore sovrapposizione ci dice che lo spostamento del mezzo è la somma degli spo­
lungo una linea retta
stamenti dovuti a ciascuna onda che agisce singolarmente. Consideriamo i due
altoparlanti nella f i g u r a i 6.24, entrambi emettono onde sonore con la stessa
frequenza. Nella Figura 16.24a, il suono dalFaltoparlante 2 attraversa Paltò-
parlante 1, poi le due onde sonore viaggianti verso destra si sovrappongono
Com’è il suono in
Altoparlante 2 Altoparlante 1 questo punto? lungo Passe x. Quale suono viene udito nella posizione indicata con un punto?
(b) Sovrapposizione di due onde sonore sferiche E che cosa accade nel punto della Figura 16.24b, in cui gli altoparlanti si tro­
vano fianco a fianco? Questi sono due casi che esamineremo in questa sezione.
Anche se analizzeremo delle onde sonore, i risultati ottenuti sono generali e si
applicano a tutte le onde.

Interferenza lungo una linea retta


La FIGURA 16.25 mostra le onde viaggianti prodotte da due altoparlanti separati
tra loro esattamente di una lunghezza d’onda. I grafici sono leggermente spo­
stati l’uno dall’altro in modo da poter vedere il comportamento di ciascuna
FIGURA 16.25 Interferenza costruttiva
di due onde che si propagano lungo onda, ma la situazione fìsica è quella in cui le onde stanno viaggiando Puna
Tasse x. 'altra. Assumiamo che i due altoparlanti emettano onde sonore di frequenza
/, lunghezza d ’onda A e ampiezza A identiche.
Gli altoparianti sono .. . quindi
distanziati tra loro di le creste .sono
In qualsiasi punto lungo la linea, l’onda di pressione sonora totale sarà la
una lunghezza d'onda allineate tra loro. somma delle pressioni delle singole onde. Questo è il principio di sovrapposi­
zione. Poiché i due altoparlanti sono distanziati di una lunghezza d’onda, le
due onde sono allineate cresta con cresta e ventre con ventre. Le onde allineate
in questo modo sono dette essere in fase; le onde che sono in fase si propagano
sovrapposte le une con le altre. La sovrapposizione delle due onde è un’onda
che si propaga con una lunghezza d’onda A e un’ampiezza doppia rispetto alle
singole onde. Questa è l’interferenza costruttiva.
CQIZ3 ►Le fotografie nei libri di testo possono essere fuorvianti in quanto
esse sono congelate nel tempo. L’onda sonora risultante nella Figura 16.25
è un’onda viaggiante, che si .sposta verso destra con la velocità del suono
V. Es.sa differisce dalle due onde individuali solo perché ha un’ampiezza
doppia. Questa non è un’onda stazionaria con nodi e antinodi che restano
.sempre nello stesso posto. <
Se rf, e sono le distanze dagli altoparlanti 1 e 2 di un punto in cui noi
vogliamo conoscere l’onda sonora combinata, la loro differenza Arf = —
viene chiamata differenza di cam m ino. Essa è la distanza aggiuntiva
che deve percorrere l’onda 2 per raggiungere il punto dove le due onde si
combinano. Nella Figura 16.25, vediamo che l’interferenza costruttiva è
associata ad una differenza di cammino à d = A. Incrementando Ad di
un’ulteriore A si produrrebbe esattamente lo stes.so risultato, quindi avremo
ancora un’interferenza costruttiva per Ad = 2A, Ad = 3A, e così via. In altre
parole, due onde saranno in fase e produrranno u n ’interferenza costru t­
tiva ogniqualvolta la loro differenza di cam m ino è un num ero intero di
lunghezze d ’onda.
Nella FIGURA 16 .26 , i due altoparlanti sono separati da una mezza lunghezza
d’onda. Ora le creste di un’onda si allineano con i ventri dell’altra e le onde si
propagano “in disaccordo” Luna con l’altra. Diciamo che le due onde sono in
opposizione di fase. Quando due onde .sono in opposizione di fa.se, es.se sono
uguali e opposte in qualsiasi punto. Di conseguenza, la somma delle due onde
è zero in tutti i punti. Questa è l’interferenza distruttiva.
L’interferenza distruttiva della Figura 16.26 ri.sulta da una differenza di
cammino Arf = ^A . Ancora una volta, incrementando Ad di A si produrrebbe
una figura esattamente identica, quindi avremo ancora interferenza distruttiva
per Arf = | a, Arf = I A, e co.sì via. Cioè, due onde saranno in opposizione di
fase e produrranno un’interferenza distruttiva ogniqualvolta la loro diffe­
renza di cammino è pari a un numero intero di lunghezze d ’onda più
mezza lunghezza d ’onda.
16.6 Interferenza delle onde prodotte da due sorgenti 539

Riassumendo, per due sorgenti identiche di onde, l’interferenza costruttiva FIGURA 16.26 Interferenza distruttiva
avviene quando la differenza di cammino è di due onde che si propagano lungo
l'asse X .
A(I = m \ /72 = (), 1, 2, 3, . . . (16.8)
Gli allopurlanti sono . . . quindi le creste
e l’interferenza distruttiva avviene quando la differenza di cammino è di un’onda sono
distanziali tra loro
di mezza lunghezza allineate con i ventri
Ad = ( m “ )A m = (), 1,2, 3, .. (16.9) dell’altra.
d’onda . . .

LMfJ ►La differenza di cammino necessaria per l’interferenza costruttiva


o distruttiva dipende dalla lunghezza d’onda e quindi dalla frequenza. Se
una particolare frequenza interferisce distruttivamente, un’altra potrebbe
non farlo. ^

E S E M P IO 16.10 Interferenza del su o n o prodotto da due altoparlanti


Susanna si trova in piedi di fronte a due altoparlanti che sono SO LUZIO NE La differenza di cammino e la lunghezza d’onda
allineati tra loro come mostrato nella figura. L’altoparlante più del suono assieme determinano se l’interferenza nella posi­
lontano si trova a 6.0 m da lei, mentre quello più vicino è a 5.0 zione dove si trova Susanna è costruttiva o distruttiva. Inizial­
m. Gli altoparlanti sono collegati alla stessa sorgente sonora a mente, con un tono a 680 Hz e una velocità del suono di 340
680 Hz, e Susanna sente il suono forte e chiaro. La frequenza m/s, la lunghezza d’onda è
della sorgente viene lentamente aumentata finché, a un certo V 340 m/s ^
punto, Susanna non riesce più a sentirlo. Qual è la frequenza A = “: = —■^ ^ — = 0.50 m
/ 680 Hz
alla quale avviene questa cancellazione del segnale? Assu­ Il rapporto tra la differenza di cammino e la lunghezza d’onda
miamo che la velocità del suono nel l’aria sia di 340 m/s. è
IM PO S TA ZIO N E Inizieremo con una descrizione visiva
della situazione, come mostrato nella f ig u r a 16.27. Le onde
sonore tra i due altoparlanti si sovrappongono nella posizione La differenza di cammino combacia con la condizione di interfe­
dove si trova Susanna. La differenza di cammino, la distanza renza costruttiva Ad = m \ con m = 2. Ci aspettiamo interferenza
aggiuntiva percorsa dall’onda dell’altoparlante 1, è proprio la costruttiva, che è ciò che otteniamo, cioè il suono diviene più
differenza tra le distanze dagli altoparlanti alla posizione di forte. Quando la frequenza viene aumentata, la lunghezza d’onda
Susanna. In questo caso, diminuisce e il rapporto Ad/X aumenta. Il rapporto iniziale è pari
a 2.0. Lti prima interferenza distruttiva avviene quando il rapporto
Ad = d^-d^ = 6.0 m -5 .0 m = 1.0 m raggiunge 2*/2, cioè la differenza di cammino combacia con la
A 680 Hz, questa differenza di cammino genera interferenza condizione per l’interferenza distruttiva Ad = (m + 2) A con m
costruttiva. Quando la frequenza viene aumentata di una certa = 2. Quindi la prima interferenza distruttiva avviene quando la
quantità, l’interferenza distruttiva risultante cancella il suono lunghezza d’onda viene diminuita a
per cui Susanna cessa di udirlo.
FIGURA 16.27 Descrizione visiva degli altoparlanti. Questo corrisponde a una frequenza di
Dati 340 m/s
d \ = 6 .0 m
/ = - 0.40 m - = 850 Hz
di = 5.0 m V ER IFIC A 850 Hz è un aumento di 170 Hz dalla frequenza ori­
V= 340 m/s
ginale di 680 Hz, un aumento di un quarto della frequenza ori­
Incognita ginale. Ciò è sensato: originariamente, 2 cicli di onda entrano
esattamente nella differenza di lunghezza di cammino di 1.0
m; ora, 2.5 cicli coprono la stessa distanza, un aumento di un
quarto rispetto aH’originale.

Un altro importante ca.so di interferenza, illustrato nella f ig u r a 16.28 , si ha


quando un altoparlante emette un’onda sonora che è esattamente inversa
rispetto all’onda dell’altro altoparlante. Se gli altoparlanti sono fianco a fianco,
in modo tale che Ad = 0, la sovrapposizione di queste due onde risulterà in
540 CAPITOLO 16 Sovrapposizione e onde stazionarie

un’interferenza distruttiva e le due onde si cancelleranno completamente. Tale


interferenza distruttiva non richiede che le onde abbiano una particolare fre­
quenza o una particolare forma.
FIGURA 16.28 Onde opposte si cancellano.
In ogni posizione l’onda dell’altoparlante 2
è opposta all’onda deH’altoparlante 1.

Altoparlante 1

ampiezza nulla in tutti i punti.

Le cuffie con una riduzione attiva del rumore usano questa tecnica. Un
microfono aH’esterno della cuffia misura il rumore ambientale. Un circuito
interno alla cuffia produce una versione invertita del segnale del microfono e
FIGURA 16.29 Un'onda sferica. lo invia agli altoparlanti della cuffia. Il suono ambientale e la versione invertita
I fronti d’onda sono I ventri sono a metà prodotta dal circuito giungono insieme all’orecchio e interferiscono distrutti­
creste, separate da strada tra i fronti d'onda. vamente, riducendo l’intensità del suono. In questo caso, raggiunta di un
una distanza A. suono produce un’intensità complessiva minore all’interno della cuffia!

Interferenza di onde sferiche


L’interferenza lungo una linea retta illustra l’idea dell’interferenza, ma non è
molto realistica. In realtà, le onde sonore emesse da un altoparlante o le onde
luminose emesse da una lampadina si diffondono aH’esterno come onde sferi­
che. La FIGURA 16.29 iiiostra il diagramma di un fronte d’onda per un’onda sfe­
rica. Ricordiamo che i fronti d’onda rappresentano le creste dell’onda e sono
spaziati di una lunghezza d’onda A. A metà strada tra i due fronti d’onda c ’è un
ventre dell’onda. Che cosa succede quando due onde sferiche si sovrappon­
gono? Per esempio, immaginiamo due altoparlanti che emettano onde identiche
le creste e i ventri irradiando il suono in tutte le direzioni. La f ig u r a 16.30 mostra i fronti d’onda
di un’onda.
delle due onde. Questa è un’illustrazione statica, naturalmente, quindi si deve
FIGURA 16.30 La figura di immaginare che i fronti d’onda si propaghino quando nuovi anelli circolari
sovrapposizione delle onde emesse da escono dagli altoparlanti. Le onde si sovrappongono mentre esse si spostano e,
due sorgenti. come avveniva nel caso unidimensionale, questo provoca interferenza.
Due sorgenti emettono Consideriamo un particolare punto come quello indicato in colore rosso
onde sferiche identiche. nella Figura 16.30. Ciascuna delle due onde ha una cresta in questo punto,
quindi qui c’è interferenza costruttiva. Ma in altri punti, come ad esempio
quello indicato con un punto nero, una cresta si sovrappone a un ventre, quindi
in questo punto c’è interferenza distruttiva.
Notiamo, semplicemente contando i fronti d’onda, che il punto rosso si
trova a tre lunghezze d’onda daH’altopaiiante 2 (/^ = 3A) ma a solo due lun­
ghezze d’onda dall’altoparlante 1 (/ j = 2A). La differenza di cammino tra le
due onde che arrivano al punto rosso è Ar = /^ —/*, = A. In altre parole, l’onda
proveniente dall’altoparlante 2 deve viaggiare per un’intera lunghezza d’onda
in più rispetto all’onda dell’altoparlante 1 , quindi le onde sono in fase (creste
allineate con creste) e interferiscono costruttivamente. E facile arrivare alla
conclusione che Ar dev’essere pari a un numero intero di lunghezze d'onda in
ogni punto in cui i due fronti d’onda s’intersecano.
Analogamente, la differenza di cammino nel punto nero, dove l’interferenza
è distruttiva, è Ar = 5 A. Come per l’interferenza lungo una linea retta, si ha
dove una cresta di dove due creste si interferenza distruttiva quando la differenza di cammino è pari a un numero
sovrappone a un ventre, sovrappongono. intero di lunghezze d’onda più mezza lunghezza d’onda.
16.6 Interferenza delle onde prodotte da due sorgenti 541

Quindi, la regola generale per determinare se ci sia interferenza costruttiva


o distruttiva in un qualsiasi punto è la stessa per le onde sferiche come per le
onde che si muovono lungo una linea retta. Per sorgenti identiche, l’interfe­
renza costruttiva avviene quando la differenza di cammino è
Ar = mA m = 0, l, 2, 3 , .. . (16.10)
L’interferenza distruttiva avviene quando la differenza di cammino è
A r = ( /n + - |A m = (), 1 , 2 , 3 , . . . (16.11)

Le condizioni per l’interferenza costruttiva e distruttiva sono le stesse per le


onde sferiche come per le onde lungo una linea retta. Come abbiamo già osser­
vato, le considerazioni che abbiamo fatto per le onde sonore possono essere
applicate a qualsiasi tipo di onda. Perdile qualsiasi sorgenti di onde, il seguente
riquadro Strategia e Tattica riassume come determinare se l’interferenza in un
punto sia costruttiva o distruttiva.

STRATEGIA Identifìcazìone dell'interferenza costruttiva e


ETATTICA 16.1 distruttiva

O Identifichiamo la lunghezza di cammino da ciascuna sorgente al punto di


interesse. Calcoliamo la differenza di cammino A r= I I.
0 Troviamo la lunghezza d’onda, se non è specificata.
0 Se la differenza di cammino è un numero intero di lunghezze d’onda
(A, 2A, 3A,...), le creste sono allineate e c’è interferenza costruttiva.
O Se la differenza di cammino è un numero intero di lunghezze d’onda
più mezza lunghezza d ’onda (1 1/2 A, 2 1/2 A, 3 1/2 A,...), le creste di
un’onda sono allineate con i ventri dell’altra e c ’è interferenza distrut­
tiva.

m*i/J ►Si tenga a mente che l’interferenza è determinata da Ar, la differen­


za di cammino, non da r^ o r^. <

E S E M P IO 16.11 Il su on o è forte o no?


Due altoparlanti sono distanziati di 3.0 m e diffondono toni SO LUZIO NE Seguendo i passi indicali nel riquadro Strategia e
identici di frequenza 170 Hz. Samuele si trova in piedi di fronte tattica 16.1, prima calcoliamo la differenza di cammino. Osser­
a un altoparlante a una distanza di 4.0 m. Il punto dove si trova viamo che /*2 e la distanza tra gli altoparlanti formano un
Samuele è un punto tranquillo o rumoroso? Assumiamo che la triangolo rettangolo, quindi possiamo usare il teorema di Pita­
velocità del suono nell’aria sia 340 ni/s. gora per trovare
IM PO S TA ZIO N E La FIGURA 16.31 mostra una descrizione t2 = V (4 .0 m )^+ (3.0 m)^ = 5.0 m
visiva della situazione, riportando le posizioni di ciascun alto-
parlante e le lunghezze di cammino relative. Quindi la differenza di cammino è
Ar = '*2—r, = 1.0 m
FIGURA 16.31 Descrizione visiva di due altoparlanti.
Alttrpflrlflkvte 2 Altcfarlav\JUi Poi, calcoliamo la lunghezza d’onda:
V 340 m/s

La differenza di cammino è jA, quindi questo è un punto di


interferenza distruttiva. Samuele è in un punto silenzioso.

Siamo regolarmente esposti a suoni provenienti da due sorgenti separale: gli


altoparlanti di uno stereo. Quando camminiamo in una stanza in cui uno stereo
sta suonando, perché non udiamo una sequenza di suoni alti e bassi? Per prima
cosa, non udiamo le singole frequenze. La musica è un’onda sonora complessa
con molte frequenze, ma solo una frequenza alla volta soddisfa la condizione
542 CAPITOLO 16 Sovrapposizione e onde stazionarie

per rinterferenza costruttiva o distruttiva. La maggior parte delle frequenze


del suono non soddisfa le condizioni di interferenza costruttiva o distruttiva. In
secondo luogo, le ritlessioni delle onde sonore provenienti dalle pareti e dai
mobili rendono la situazione molto più complicata di quella con due sorgenti
idealizzata nella Figura 16.30. L’interferenza delle onde sonore può essere per­
cepita, ma occorre una selezione accurata di un tono puro e una stanza priva di
superfici rillettenti. L’interferenza, difficilmente osservabile con le onde
sonore, è invece facilmente osservabile con le onde lumino.se, come vedremo
nel prossimo capitolo.
< Controllo e "armonizzazione" del rumore di scarico La parte di
tubo a sezione più ampia airestremitù di questo sistema di .scappamento è
un n s i w n a t o r e . È un tubo aggiuntivo che circonda il tubo di scappamento.
Un’estremità è aperta verso il sistema di scappamento e l’altra (mostrata
nella figura) è chiusa. Le onde sonore nel sistema di scappamento, entrano
nel risuonatore, vengono riflesse dairestrcmità chiusa e rientrano nel
tubo di scappamento. Se la lunghezza del tubo è giusta, l’onda rifles.sa
.sarà in opposizione di fase rispetto all’onda sonora nel tubo, generando
quindi un’interferenza distruttiva. 11 risuonatore viene calibrato in modo
da eliminare le frequenze più rumoro.se del motore, ma altre frequenze
producono un’interferenza costruttiva, e quindi sono amplificate e danno allo
scappamento un suono caratteristico

PAUSA DI RIFLESSIONE 16.7


Que.sti altoparlanti emettono
onde sonore identiche con una A = 1.0 m
lunghezza d’onda di LO m. Nel
punto indicato, l’interferenza è
costruttiva, distruttiva, o in una A= l.Om
situazione intermedia?

16.7 Battimenti
Supponiamo che due onde sinu.soidali stiano viaggiando verso il nostro orec­
chio come illustrato nella f i g u r a ie.32. Le due onde hanno la stessa ampiezza
ma frequenze leggermente differenti: l’onda arancione ha una frequenza lieve­
mente superiore (e quindi una lunghezza d’onda lievemente più corta) dell’onda
rossa. Queste lievi differenze fanno sì che le onde si combinino in un modo tale
che si alternino interferenza costruttiva e interferenza distruttiva. La loro
sovrapposizione, di.segnata in blu sotto alle due onde, è un’onda la cui ampiezza
mostra una variazione periodica. Mentre le onde raggiungono il nostro orec­
chio, udiremo un tono singolo la cui intensità è modulata. In altre parole, il
volume del suono sale e scende (forte, piano, forte, piano, ecc.), producendo
uno schema di suoni caratteristico chiamato battimenti.

F IG U R A 16.32 Sovrapposizione di due onde sonore con frequenze leggermente


differenti.
Due onde sonore di frequenza leggermente differente.

In questo punto, le due Qui le due onde sono in in questo punto le onde
onde sono in fa.se. Si ha opposizione di fase. Si ha sono di nuovo in fase. Si
interferenza costruttiva. interferenza distruttiva. ha interferenza costruttiva.
16.7 Battimenti 543

Supponiamo che le due onde abbiano frequenze/, e che differiscono solo


leggermente, quindi si ha/, « f^. Un’analisi matematica completa mostrerebbe
che l’aria oscilla contro il nostro timpano alla frequenza

/o. ■=^{h+h)
Questa è la media di /, e e differisce poco da entrambe le frequenze che
sono quasi uguali. Inoltre, l’intensità del suono viene modulata ad una fre­
quenza Q\\vàmiiVàfrequenza di battimento:
(16.12)
La frequenza di battimento è la differenza tra le due frequenze individuali.
La FIGURA 16.33 è un grafico storico dell’onda alla posizione del nostro orec­ FIGURA 16.33 Il suono modulato dei
chio. Possiamo vedere sia l’oscillazione dell’onda sonora alla frequenza/^ sia battimenti.
l’oscillazione molto più lenta deH’intensità alla frequenzay,^^^. La frequenza/^^ Il me/./.o oscilla rapidamente
determina il tono che sentiamo, mentre/,^^ determina la frequenza della modu­
lazione alto-basso-alto dell’intensità sonora.
I musicisti, possono usare i battimenti per accordare i loro strumenti musi­
cali. Se un flauto viene accordato a 440 Hz ma un altro suona a 438 Hz, i
flautisti sentiranno due battimenti forte-piano-forte al secondo. Il secondo
flautista è calante e avrà bisogno di accorciare lievemente il proprio flauto per
portarlo alla frequenza di 440 Hz.
Molti strumenti di misura usano i battimenti per determinare una frequenza
ignota paragonandola con una frequenza nota. Per esempio, nel Capitolo 15
abbiamo descritto il flussimctro Doppler per misurare la velocità del sangue,
utilizzando lo spostamento Doppler degli ultrasuoni riflessi dal sangue in
lentamcnle alla frequenza/hu,.
movimento per determinarne la velocità. Lo strumento misura questa piccola
differenza di frequenza combinando l’onda emessa e quella riflessa e misu­
rando la risultante frequenza di battimento. La frequenza di battimento è
uguale allo spostamento in frequenza dovuto alla riflessione, esattamente
quello che è necessario per determinare la velocità del sangue.

E S E M P IO 16.12 Rilevam ento dei pipistrelli usando i battim enti BK)


Il piccolo pipistrello marrone è una specie comune di pipi- FIGURA 16.34 Funzionamento di un rivelatore di pipistrelli.
.strello del Nord America. Esso emette impulsi per ecolocaliz- h
zazione a una frequenza di 40 kHz, ben al disopra dell’intervallo
di udibilità umana. Per consentire agli osservatori di “udire”
questi pipistrelli, il rivelatore di pipistrelli mostrato nella
FIGURA 16.34 combina l’onda sonora emessa dal pipistrello alla
frequenza/, con un’onda alla frequenza/ generata da un oscil­
latore. La frequenza del battimento risultante viene isolata con
un filtro, quindi successivamente amplificata e inviata a un Altoparlante l/i “ /2I
altoparlante. A quale frequenza dovrebbe funzionare l’oscilla­
tore per produrre una frequenza di battimento udibile di 3 kHz?
S O L U Z IO N E La frequenza di battimento è f ^ = \f —f I, quindi
la frequenza dell’oscillatore e la frequenza del pipistrello 11mixer combina il segnale prixlotto dui Il fìltm estrae la frequenza
devono differire di 3 kHz. Una frequenza dell’oscillatore di 37 pipistrello con fondu sinusoidale di battimento, che è inviata
kHz o di 43 kHz andranno bene per questo scopo. proveniente dall'oscillatore. Il risultato al f altoparlante.
è un’onda modulutu.

P A U S A DI R IF L E S S IO N E 16.8 Udiamo tre battimenti al secondo quando due


toni sonori vengono generati. La frequenza di uno dei toni è nota es.sere di 610
Hz. La frequenza dell’altro è
A. 604 Hz B. 607 Hz C. 613 Hz
D. 616 Hz E. A o D F. B o C
544 CAPITOLO 16 Sovrapposizione e onde stazionarie

ESEMPIO INTEGRATO 16.13 La dim ensione del cane determ ina il su o n o del su o rìnghio BK)
I suoni del sistema vocale Per la domanda relativa all’intensità sonora percepita, pos­
umano risultano dalla siamo determinare l’intensità del suono dal livello di intensità
combinazione di due dif­ sonora. Conoscendo la distanza, possiamo usare questo valore
ferenti oscillazioni: To- per determinare la potenza acustica emessa.
scillazione delle corde SO LUZIO NE a. Possiamo usare la frequenza della prima for­
vocali e le onde staziona­ mante per trovare la lunghezza del tratto vocale. Ricordiamo
rie di risonanza del tratto che le frequenze delle onde stazionarie di un tubo aperto­
vocale. Le vocalizzazioni chiuso sono date da
di un cane sono basate V
sugli stessi principi, ma il = /M= 1 ,3 ,5 ,...
tratto vocale canino è un po’ più semplice rispetto a quello Riorganizzando questa equazione in funzione di L, con m =
umano. Quando un cane ringhia o ulula, la forma del tratto 1, troviamo
vocale è essenzialmente un tubo chiuso dalla laringe c aperto
V 350 m/s
alle labbra. Tutti i cani ringhiano con un tono grave poiché la Z.(Terrier) = « / - - = (l) =0.13 m
frequenza fondamentale delle loro corde vocali è piuttosto 4/„ 4(650 Hz)
bassa. Ma il ringhio di cani di piccola taglia e quello di cani di V 350 m/s
grossa taglia differisce perché essi hanno formanti molto L(Dobennan) = /« — = ( 1) = 0.25 ni
4/„ 4(350 Hz)
diverse. La frequenza delle formanti viene determinata dalla
La lunghezza è maggiore per il Doberman, come ci aspetta­
lunghezza del tratto vocale, e la lunghezza del tratto vocale è
vamo, date le masse relative dei cani,
una misura abbastanza buona della taglia dclPanimale. Un
b. L’equazione 15.15 ci permette di calcolare l’intensità del
cane di grossa taglia ha un tratto vocale più lungo ed una corri­
suono per un dato livello di intensità:
spondente formante a bassa frequenza, che invia un messaggio
uditivo importante agli altri cani. / = (1.0- 10"'^ W/m^)10‘^'“’'*®'
Le masse di due cani differenti e le frequenze delle loro
= (1.0 • 10"‘^W/m^)10‘*"''®'"’‘'®>= 1.0 • IO"*W/m^
formanti sono riportate nella Tabella 16.1.
a. Quali sono le lunghezze approssimative dei tratti vocali di Questa è l’intensità a una distanza di LO m. 11 suono si dif­
questi due cani? Assumiamo che la velocità del suono sia fonde in tutte le direzioni, quindi possiamo usare l’Equa­
350 m/s alla temperatura corporea dei cani. zione 15.12, / = /47rr, per calcolare la potenza della
b. 1 ringhi non sono particolarmente rumorosi; a una distanza sorgente:
di LO m, il ringhio di un cane è di circa 60 dB, la stessa Psorgente =/47rr2 = '(L0< 10^ W/m2) 47t( 1.0 m)2 = 13 W
di una conversazione normale. Qual è la potenza acustica
emessa con un ringhio di 60 dB? Un ringhio può suonare minaccioso, ma non è certo a causa
c. Il timbro più basso del ringhio del Doberman sembrerà cer­ della sua potenza emessa!
tamente più minaccio.so, ma il ringhio di quale cane a 60 dB c. La Figura 16.21 è una curva di pari intensità sonora perce­
risuonerà più forte per un orecchio umano? Suggerimento: pita. La curva decre.sce costantemente finché non raggiun­
si ipotizzi che la maggior parte dell’energia acustica è a fre­ ge circa «3500 Hz, quindi la Potenza acustica necessaria
quenze prossime alla prima formante; poi si guardi la curva per produrre la stessa sensazione di rumorosità decresce
di pari intensità sonora percepita della Figura 16.21. con la frequenza fino a questo punto. Quindi, sotto 3500
Hz il nostro orecchio è più sensibile alle frequenze più
TA B E LLA 16.1 Massa e dati acustici per il ringhio di due cani
alte rispetto alle frequenze più basse. Molta della potenza
Prìniii Seconda acustica del ringhio di un cane è concentrata alle frequen­
formante formante ze delle prime due formanti. 11 ringhio del Terrier ha la
Rii zza Ma.s.sa (kg) (Hz) (Hz) sua energia a frequenze più alte di quelle del Doberman,
We.st Highland quindi il ringhio del Terrier .sembrerà più forte - tuttavia
Terrier (Terrier) 8.0 650 1950 le formanti più gravi del ringhio del Doberman lo faranno
Doberman 38 350 1050 sembrare più temibile.
V ER IFIC A Le lunghezze dei tratti vocali che abbiamo calco­
IM PO S TA ZIO N E La FIGURA FIGURA 16.35 Un modello del lato - 13 cm per un piccolo terrier e 25 cm per un Doberman
16.35 mo.stra il modello idea- tratto vocale di un cane, - sembrano ragionevoli data la taglia dei due cani. Possiamo
lizzato del tratto vocale di un inoltre controllare il nostro risultato guardando alla .seconda
cane equivalente a un tubo formante, corrispondente a m = 3; usando questa armonica
aperto-chiuso. Le formanti nella seconda espressione dell’Equazione 16.7, troviamo
corrisponderanno alle riso­ V 350 m/s
nanze delle onde stazionarie
di questo sistema. 1 primi
due modi sono mostrati nella 350 m/s
L (Doberman) = m — = (3) : = 0.25 m
figura. La prima formante corrisponde a /// = 1; la seconda for­ '4(1050 Hz)
mante corrisponde a /// = 3 perché un tubo aperto-chiuso ha .solo Questo risultato è esattamente in accordo con i nostri calcoli
armoniche dispari. Le frequenze delle formanti ci permetteranno precedenti dandoci fiducia nel nostro modello e nei nostri
di determinare la lunghezza del tubo che le produce. risultati.
Riepilogo 545

RIEPILOGO
Obiettivo: usare l'idea di sovrapposizione per comprendere i fenomeni dell'interferenza e delle onde stazionarie.

PRINCIPI GENERALI
Principio di Interferenza
sovrapposizione In generale, la sovrapposizione di due o più onde in un’onda singola viene chiamata interferenza.
Lo spostamento di un L’interferenza costruttiva si ha quando le L’interferenza distruttiva si ha quando le
mezzo quando è presente creste sono allineate con le creste e i ventri creste sono allineate con i ventri. In tal caso
più di un’onda è la somma con i ventri. Diciamo in tal caso che le onde diciamo che le onde sono in opposizione di
degli spostamenti dovuti a sono in fase. Ciò avviene quando la differenza fase. Ciò avviene quando la differenza di
ciascuna onda individuale. di cammino M è pari a un numero intero di cammino M è pari a un numero intero di
lunghezze d’onda. lunghezze d’onda più mezza lunghezza d’onda.

_______

CONCETTI IMPORTANTI \
Onde stazionarie Un’onda stazionaria su una Un’onda sonora stazionaria in un tubo può
corda ha un nodo a ciascuna avere diverse condizioni al contorno: aperto-aperto,
Due onde identiche che estremità. I modi possibili sono: chiuso-chiuso o aperto-chiuso.
viaggiano in direzioni opposte
Aperto-aperto
creano un’onda stazionaria.

Nodi
, , La distan/.a tra
i nodi è pari a J A.
à p nel tubo
Le condizioni al contorno
detemiinano quali frequenze e
lunghezze d’onda sono permesse "i/i
per le onde stazionàrie. Le onde
stazionarie permesse sono i modi m = 1,2, 3,...
del sistema.

APPLICAZIONI I
I battimenti (modulazioni di Le onde stazionarie sono multipli di una
intensità di tipo forte-piano) sono frequenza fondamentale, la frequenza
prodotti quando due onde con due del modo più basso. I modi più alti sono ■ 'Frequenza fondamentale
frequenze leggermente diverse si le armoniche di ordine superiore.
sovrappongono. Per il suono, la frequenza fondamentale
determina il tono percepito; le armoniche Armoniche superiori
superiori determinano il timbro.
Le nostre corde vocali producono un
r _____________ A_____________

intervallo di armoniche. Il mix delle


armoniche superiori viene modificato dal I I I. -/ (H z )
nostro tratto vocale creando così i suoni 262 524 786 1048 1572 2096
Forte Piano Forte Piano Forte Piano Forte delle differenti vocali.
f b a ,r '-^1 *
546 CAPITOLO 16 Sovrapposizione e onde stazionarie

La difficoltà del problema è indicata con I (facile) fino a illll (molto difficile). I problemi contrassegnati come INI integrano in maniera
significativa concetti esposti nel capitoli precedenti; i problemi contrassegnati con BIO sono di interesse medico o biologico.

D O M A N D E

D o m a n d e concettuali 11. Supponi di suonare una tromba dopo aver respirato dell’e­
lio, elemento in cui la velocità del suono è molto maggiore
1. La luce può passare piuttosto di quella nell’aria. Il tono dello strumento sarebbe mag­
agevolmente attraverso l’acqua giore o minore del normale? Oppure non sarebbe influen­
e attraverso l’aria, ma la luce zato mentre viene suonato con all’interno dell’elio anziché
verrà riflessa dalla superficie di dell’aria?
un lago. Che cosa ci suggerisce 12. Se versassimo del liquido in un bicchiere alto e stretto,
questo fatto in merito alla velo­ potremmo udire il suono che costantemente si alza di tono.
cità della luce nell’aria e nell’acqua? Qual è la sorgente del suono e perché il tono sale mentre il
2. Le onde oceaniche sono parzialmente riflesse all’ingresso bicchiere si riempie?
di un porto, dove la profondità dell’acqua è improvvisa­ 13. Quando parli dopo aver respirato dell’elio, in cui la velo-
mente minore. Che cosa ci suggerisce questo fatto in merito m cità del suono è maggiore di quella nell’aria, la tua voce
alla velocità delle onde nell’acqua con diversa profondità? risuonerà piuttosto diversa. Le frequenze emesse dalle tue
3. Una corda ha una brusca variazione di densità lineare corde vocali non variano dal momento in cui esse dipen­
nel suo punto centrale in modo tale che la velocità di un dono dalla massa e dalla tensione delle tue corde vocali.
impulso sul lato sinistro è 2/3 di quella sul lato destro. Quindi che cosa cambia quando il tuo tratto vocale è riem­
a. Da quale lato la densità lineare è maggiore? Spiega il pito di elio anziché d’aria?
perché. 14. I soprani sono in grado di cantare note a frequenze molto
b. Da quale parte dovrebbe partire l’impulso per far sì che BK) alte, oltre KKK) Hz. Quando cantano queste note così alte,

la sua riflessione nel punto centrale non risulti invertita? può essere difficile comprendere le parole che stanno can­
Spiega il perché. tando. Usa i concetti di armoniche e di formanti per spie­
4. Un chitarrista scopre che il tono di una corda è leggermente gare questo fenomeno.
calante in quanto la frequenza è un po’ troppo bassa. Il 15. Un sintetizzatore è uno strumento a tastiera che può ripro­
musicista dovrebbe aumentare o ridurre la tensione della durre i suoni di un flauto, di una tromba, di un pianoforte
corda? Spiega il perché. 0 di qualsiasi altro strumento musicale. Premendo un tasto
5. Alcune malattie infiammano le nostre corde vocali, cau- si stabili.sce la frequenza fondamentale della nota che viene
m sandone il rigonfiamento. Che effetto produce questo sul prodotta. Altre regolazioni che un musicista può compiere

|ooo|
tono della nostra voce? Spiega il perché. cambiano il timbro del sintetizzatore senza alterare la fre­
6. La Figura DI6.6 mostra quenza fondamentale. Come viene effettuata questa varia­
un’onda stazionaria su una zione? Che cosa viene variato?
corda che sta oscillando ad 16. Se un raffreddore ti fa colare il naso, cambia il modo in cui
una frequenza f„. Quanti FIGURA D16.6 BK) suona la tua voce, anche se le tue corde vocali non vengono

antinodi ci saranno se la frequenza è raddoppiata a 2f^ ? alterate. Spiega perché avviene questo.
Spiega il perché. 17. Un bambino piccolo e una donna adulta parlano entrambi
7. La Figura DI6.7 mostra BK) approssimativamente con lo stesso tono. Tuttavia, è facile

un’onda sonora staziona­ dire quale voce appartiene a chi semplicemente ascoltando
ria in un tubo d’aria che 1suoni delle loro voci. Come sei in grado di compiere que­
è aperto ad entrambe le fi gura d i 6.7 sta distinzione?
estremità.
a. Quale modo (cioè valore di m) ha questa onda staziona­
ria? D o m a n d e a scelta m u ltipla
b. L’aria sta vibrando orizzontalmente o verticalmente?
8. Un flauto tipico è lungo circa 66 cm. Un ottavino è uno Le domande dalla 18 alla 20 si riferiscono al grafico istantaneo
strumento molto simile, ma più corto, con una lunghezza nella Figura DI6.18.
di circa 32 cm. Come si paragona il tono di un ottavino con V(nim)
quello di un flauto?
., ,
3 _
‘ Grafico istantaneo a / = 0 s
9. Alcune canne in un organo sono aperte ad entrambe le V = -f 6 cm/s
estremità, altre sono chiu.se a un’estremità. Per canne che X" ^ 15 20 X(cm)
suonano note a bassa frequenza, c’è un vantaggio a usare -I 10

canne che sono chiuse da un lato. Qual è il vantaggio? -2 V = — 6 cm/s

10. La voce di un amico sembra diversa al telefono rispetto a F IG U R A D 1 6 . 1 8


BK) quando lo udiamo di persona. Ciò avviene perché il tele­ 18. I A / = I s, qual è lo spostamento y della corda a jc = 7 cm?
fono non trasmette le frequenze superiori a circa 3000 Hz. A. —l.Omm B. 0 mm C. 0.5 mm
La frequenza di 30(X) Hz è ben al di sopra della normale D. 1.0 mm E. 2.0 mm
frequenza di conversazione, quindi come mai eliminando 19. I Ajc=3cm,qualèilprimoisUintcincui>'saràuguaIea2mm?
queste frequenze superiori varia il suono della voce di una A. 0.5 s B. 0.7 s C. l.Os
persona? D. l.5s E. 2.5 s
Problemi 547

20. I A ; = 1.5 s, qual è il valore di a jc = 10 cm? 24. I Le risonanze del nostro canale uditivo conducono a un
A. -2.0 mm B. -1.0 mm C. -0.5 mm BIO aumento della sensibilità dell’udito, come abbiamo visto.
D. 0 mm E. 1.0 mm I cani possiedono un canale uditivo più lungo - 5.2 cm -
21. Il Due onde sinusoidali con la stessa ampiezza A e fre­ rispetto a quello umano. Quali sono le due frequenze più
quenza / viaggiano in direzioni opposte lungo una lunga basse alle quali un cane ha un aumento di sensibilità? La
corda. Ti metti in un punto e guardi la corda. Lo sposta­ velocità del suono nell’aria tiepida dell’orecchio è 350 m/s.
mento massimo della corda in questo punto è A. 1700 Hz, 3400 Hz B. 1700 Hz, 5100 Hz
A. B. 2A C. 0 C. 3400 Hz, 6800 Hz D. 3400 Hz, 10 200 Hz
D. Non ci sono abbastanza informazioni per decidere. 25. I La frequenza del modo inferiore di un’onda stazionaria su
22. I Una studentessa, nel suo laboratorio di fisica, misura i una corda lunga 1.0 m è 20 Hz. Qual è la velocità dell’onda
modi di un’onda stazionaria in un tubo. La frequenza più sulla corda?
bassa che produce una risonanza è 20 Hz. Quando la fre­ A. 10 m/s B. 20nVs C. 30 m/s D. 40 m/s
quenza viene aumentata, la risonanza successiva avviene a 26. I Supponi di pizzicare la corda di una chitarra in modo che
60 Hz. Quale sarà la prossima risonanza dopo quest’ultima? produca la nota LA alla frequenza di 440 Hz. Ora premi
A. 80 Hz B. 100 Hz C. 120Hz D. l80Hz con un dito la corda contro uno dei tasti, rendendo que­
23. I La canna di un organo è accordata esattamente a 384 sto punto la nuova estremità della corda. La nuova corda
Hz quando la temperatura della stanza è 20°C. Più tardi, accorciata ha la lunghezza di 4/5 rispetto alla corda intera.
quando l'aria viene scaldata a 25°C, la frequenza è Quando pizzichi ancora la stessa corda, la sua nuova fre­
A. Maggiore di 384 Hz B. 384 Hz. quenza sarà
C. Minore di 384 Hz. A. 350 Hz B. 440 Hz C. 490 Hz D. 550 Hz

PROBLEMI
Sezione 16.1 II principio di sovrapposizione 5. I La Figura PI6.4 è un grafico istantaneo a / = 0 s di due
onde su una corda che si avvicinano l’una all’altra a 1 m/s.
1. 1 La Figura P16.1 è un gra­ V(cm) a / = 0 s
Elenca i valori dello spostamento della corda a = 4.0 cm
fico istantaneo a r = 0 s di 1 m/s 1 m/s
ad intervalli di 1 s da r = 0 s a / = 6 s.
due onde su una corda tesa
che si avvicinano l’una al­ -r (ni)
8 IO Sezione 16.2 Onde stazionarie
l’altra a 1 m/s. Disegna sei
grafici istantanei, impilati Sezione 16.3 Onde stazionarie su una corda
verticalmente, che mostra­ F IG U R A P16.1
no la corda ad intervalli di s da / = I s a / = 6 s. 6. Ili La Figura PI6.6 è un grafico istantaneo a / = 0 s di un
2. Il La Figura PI6.2 è un grafico istantaneo a / = 0 s di due impulso su una corda che si sta spostando verso destra a 1
onde che si avvicinano l’una all’altra a I m/s. Disegna quat­ m/s. La corda è fissata a x = 5 m. Disegna un grafico storico
tro grafici istantanei, impilati verticalmente, che mostrano che copre gli intervalli da / = 0 s a / = 10 s per la posizione
a: = 3 m sulla corda.
la corda a r = 2, 4, 6 e 8 s.
y (cm) a / = 0 s y (cm) a / = 0 s

I m/s Estremità
fissa
-x(m )

F IG U R A P 1 6 .6
7. Ili A / = 0 s, un piccolo impulso “ascendente“ (con y posi­
F IG U R A P 1 6 .2
tivo) centrato a jc = 6.0 m si sta muovendo verso destra su
3. Il La Figura P16.3a è un grafico istantaneo a / = 0 s di due una corda con le estremità fissate ax = 0.0 m e Jtr = 10.0 m.
onde su una corda che si avvicinano l’una all’altra a 1 m/s. La velocità dell’onda sulla corda è 4.0 m/s. A quale tempo
In quale istante di tempo è stato preso il grafico istantaneo successivo la corda avrà lo stesso aspetto che aveva a r = 0 s?
della Figura P16.3b? 8 Ili Stai tenendo un’e.stremità di una corda elastica che
(a) (b) è legata a una parete distante 3.0 m. Inizi a scuotere l’e­
>’ (cm) a r = 0 s y (cm)
stremità della corda a 3.5 Hz, creando un’onda sinusoi­
dale continua di lunghezza d’onda 1.0 m. Quanto tempo
I

n— A
0 2
1 m/s 1 m/s .

1—1------ t - ì— >— r-x(m )


4
F IG U R E P1 6 .3
6 IO
0^
1.

8
-.ir(m)
IO
trascorrerà prima che un’onda stazionaria riempia l’intera
lunghezza della corda?
9. Ili Una corda lunga 2.0 m viene fissata a entrambe le estre­
mità e tesa finché la velocità dell’onda è di 40 m/s. Qual
è la frequenza dell’onda stazionaria mostrata nella Figura

jo
ooo
ocl
4. I La Figura PI6.4 è un gra­ PI 6.9?
y (cm) a / = 0 s
fico istantaneo a / = 0 s di
due onde su una corda che
si avvicinano l’una all’altra
60 cm
a 1m/s. Elenca i valori dello
F IG U R A P 1 6 .9 F IG U R A P 1 6 .1 0
spostamento della corda a x
= 5.0 cm ad ipten^alli di 1 s 10. Il La Figura PI6.10 mostra un’onda stazionaria oscillante a
da / = 0 s a / = 6 s. 100 Hz su una corda. Qual è la velocità dell’onda?
548 CAPITOLO 16 Sovrapposizione e onde stazionarie

11. Il Una corda di un basso è lunga 89 crn ed ha una iTcquenza b. La frequenza fondamentale reale del contrabasso è
fondamentale di 30 Hz. Qual è la velocità del Tonda su que­ 27.5 Hz, che dovrebbe essere diversa dalla tua risposta
sta corda? data nella parte a. Questo significa che il modello dello
12. Ili La frequenza fondamentale di una corda di chitarra è 384 strumento come un tubo aperto-chiuso è un po’ troppo
Hz. Qual è la frequenza fondamentale se la tensione nella semplificato. Ma se insistiamo a usare questo modello,
corda viene dimezzata? qual è la “lunghezza effettiva” dello strumento?
13. Il a. Quali sono le tre lunghezze d’onda più lunghe per le 22. I La Figura PI6.22 mostra / = 500 Hz
onde stazionarie su una corda lunga 240 cm che è fis­ un’onda .sonora stazionaria
sata a entrambe le estremità? in un in tubo lungo 80 cm. 2
b. Se la frequenza della seconda lunghezza d'onda Il tubo viene riempito con 80 citi
più lunga è 50.0 Hz, qual è la frequenza della terza un gas sconosciuto. Qual FIGURA P16.22
lunghezza d’onda più lunga? è la velocità del suono in
14. Il Una corda lunga 121 cm e di massa 4.00 g oscilla nel suo questo gas?
modo m = 3 con una frequenza di 180 Hz e un’ampiezza 23. Il Quali sono le tre lunghezze d’onda più lunghe per onde
massima di 5.00 mm. Quali sono (a) la lunghezza d’onda e sonore stazionarie in un tubo lungo 121 cm che è (a) aperto
(b) la tensione nella corda? ad entrambe le estremità e (b) aperto a un’estremità e
15. Il Una corda di chitarra con una densità lineare di 2.0 g/m chiuso all’altra?
viene tirata tra i supporti che sono distanti 60 cm. La corda 24. I Una canna d’organo suona una nota bassa a 27.5 Hz,
forma un’onda stazionaria con tre antinodi quando viene la stessa frequenza della nota più bassa di un pianoforte.
sollecitata a una frequenza di 420 Hz. Quali sono (a) la Assumendo che la velocità del suono sia di 343 rn/s, quale
frequenza della quinta armonica di questa corda e (b) la lunghezza è necessaria per una canna aperta-aperta? Quale
tensione nella corda? lunghezza sarebbe sufficiente per una canna aperta-chiusa?
16. Il Una corda di violino ha una lunghezza standard di 32.8 25. Il La velocità del suono nell’aria a temperatura ambiente
cm. Essa suona la nota musicale LA (440 Hz) quando suo­ INT (20°C) è 343 m/s; mentre nelTelio a temperatura ambiente
nata “vuota” ossia senza alcun dito della mano sinistra. A è di 1010 m/s. La frequenza fondamentale di un tubo
quale distanza dalTestremità della corda dovresti mettere il aperto-chiuso è 315 Hz quando il tubo viene riempito d’a­
tuo dito per suonare la nota DO (523 Hz)? ria. Qual è la frequenza fondamentale se Paria viene .sosti­
17. Il La nota più bassa di un pianoforte ha una frequenza di tuita dall’elio?
27.5 Hz. L’intera corda è lunga 2.00 m e ha una massa 26. I II Parasauroloplius era
di 400 g. La sezione vibrante della corda è lunga 1.90 m. BIO un dinosauro la cui carat­
Quale tensione è necessaria per accordare questa corda in teristica distintiva era una
modo appropriato? cresta cava .sulla testa. Il
18. I Un ricercatore trova che le onde stazionarie su una corda tubo cavo lungo 1.5 m
fissata a entrambe le estremità sono prodotte a 24 Hz e 32 nella cresta era connesso
Hz, ma non a frequenze intermedie tra queste due. con il naso e la gola, por­
a. Qual è la frequenza fondamentale? tando alcuni ricercatori a
b. Disegna la forma dell’onda stazionaria per la corda formulare l’ipotesi che il tubo fosse una camera risonante
a 32 Hz. per vocalizzazioni. Se rappresenti il tubo come un sistema
19. Il Le onde oceaniche di lunghezza d'onda 26 m si muovono aperto-chiuso, quali .sono le prime tre frequenze risonanti?
direttamente verso una barriera in calcestruzzo a 4.4 m/s. Assumi per la velocità del suono il valore di 350 m/s.
Le onde si riflettono sulla barriera e le onde riflesse e quelle 27. Il Un condotto di drenaggio che corre sotto una strada ò
che sopraggiungono si sovrappongono per formare una lungo 30.0 m. Entrambe le estremità del condotto .sono
bella onda stazionaria con un antinodo alla barriera (tali aperte e il vento soffia attraverso un’estremità provocando
tipi di onde sono comuni in certe località). Una persona a la vibrazione dell’aria all’interno.
bordo di un kayak ondeggia sul l’acqua al primo antinodo a. Se la velocità del suono in un particolare giorno è 340
vicino alla barriera. A quale distanza dalla barriera si trova m/s, quale sarà la frequenza fondamentale della vibra­
la persona? Qual è il periodo del suo moto verso Talto e zione del Paria in questo condotto?
verso il basso? b. Qual è la frequenza dell’armonica più bassa che .sarebbe
udibile dall’orecchio umano?
c. Cosa accadrà alla frequenza nel tardo pomeriggio
Sezione 16.4 Onde sonore stazionarie
quando Paria inizia a raffreddarsi?
20. I La frequenza più bassa nell’intervallo di udibilità è 20 28. I Alcune canne d’organo producono suoni più bassi di
Hz. Quali sono le lunghezze del (a) tubo aperto-aperto più quelli udibili dall’uomo. Questi “infrasuoni” sono ancora
corto e (b) tubo aperto-chiuso più corto necessari per pro­ in grado di generare sensazioni fisiche. Qual è la frequenza
durre questa frequenza? fondamentale del suono prodotto da una canna aperta-
21. I 11 controfagotto è uno strumento a fiato capace di pro­ aperta che è lunga 9.8 m (un valore comune per le grandi
durre i suoni con il tono più basso in un’orchestra. Esso canne d’organo)? Qual è la lunghezza del tubo aperto­
è piegato diverse volte per ridurre la sua impressionante chiuso necessaria per produrre questa nota? Assumi la
lunghezza di circa 5.5 m in uno strumento di dimensioni velocità del suono di 343 m/s.
ragionevoli. 29. I Sebbene il tratto vocale sia abba.stanza complicato, possiamo
a. Se rappresentiamo lo strumento come un tubo aperto­ BIO mcxlcllizzarlo semplicemente come un tubo aperto-chiuso
chiuso, qual è la sua frequenza fondamentale? La che si estende dall’apertura della bcKca fino al diaframma,
velocità del suono alTinterno è 350 m/s poiché l’aria un ampio muscolo che separa l’addome e la cavità toracica.
contenuta viene riscaldata dalla respirazione del musi­ Qual è la lunghezza di questo tubo se la sua frequenza fon­
cista. damentale eguaglia una tipica frequenza di conversazione di
Problemi 549

200 H/? Assumi una vekx-ità del suono di 350 m/s. Il risultato sce quando la distanza tra i due altoparlanti viene aumen­
ottenuto per la lunghezza del tubo sembra ragionevole, basan­ tata, raggiungendo lo zero alla .separazione di 30 cm.
doti sulle osservazioni del tuo proprio corpo? a. Qual è la lunghezza d'onda del suono?
30. I Sai che il tuo suono è migliore quando canti sotto la b. Se la distanza tra i due altoparlanti continua ad aumen­
doccia. Questo ha a che vedere con ramplificazione delle tare, a quale separazione l'intensità del suono tornerà ad
frequenze che corrispondono alle risonanze delle onde sta­ essere massima?
zionarie racchiuse dalla doccia. La chiusura della doccia 38. Il Nell’ambiente di una fabbrica rumoro.sa, è possibile usare
viene ottenuta aggiungendo porte di vetro e piastrelle alle un altoparlante per cancellare il rumore persistente a bassa
pareti in una tipica vasca da bagno, le cui dimensioni stan­ frequenza prodotto da alcuni macchinari nella posizione di
dard sono 0.75 m di larghezza e 1.5 m di lunghezza. Le un lavoratore. I dettagli dei sistemi usati sono complessi, ma
onde sonore stazionarie si possono formare lungo qualsiasi possiamo considerare un esempio semplificato che serve a
asse del box doccia. Quali sono le due frequenze più basse farcene un’idea. Supponiamo che un macchinario distante
che corrispondono alle risonanze lungo ciascun asse della 5.0 m da un lavoratore emetta un ronzio continuo a 80 Hz.
doccia? Queste frequenze saranno particolarmente ampli­ Per cancellare il suono nella posizione del lavoratore con
ficate. Assumi una velocità del suono di 343 m/s. un altoparlante che replica esattamente il ronzio della mac­
31. UHUn bambino ha un canale uditivo che è lungo 1.3 cm. A china, a quale distanza dal lavoratore deve essere sistemato
BK) quali frequenze sonore nelPintervallo di udibilità il bam­ l’altoparlante? Assumi una velocità del suono di 340 m/s.
bino avrà un aumento di sensibilità uditiva? 39. mi Due altoparlanti identici separati da una distanza r/emet­
32. Il Quando un’onda sonora viaggia direttamente verso una tono onde sonore a 170 Hz lungo l'asse x. Mentre cammini
parete, le onde incidenti e riflesse si possono combinare per lungo l’asse, distante dagli altoparlanti, non senti nulla
generare un’onda stazionaria. C’è un antinodo proprio alla anche se gli altoparlanti sono entrambi in funzione. Quali
parete, come all’estremità di un tubo chiuso, quindi il suono sono i tre possibili valori per dì Assumi una velocità del
in prossimità della parete risulterà più forte. Ti trovi in piedi suono di 340 m/s.
vicino ad una parete di mattoni e stai a.scoltando un tono a 50 40. I La Figura PI6.40 mostra
Hz proveniente da un altoparlante distante. A quale distanza i fronti d'onda circolari
dalla parete ti devi spostare per trovare il primo punto di emessi da due sorgenti.
quiete? Assumi una velcK'ità del suono di 340 m/s. Fai una tabella con le righe
chiamate P, Q e R e le
Sezione 16.5 Eloquio e udibilità colonne chiamate r^, Ar,
e C/D. Riempi la tabella per
33. Il La prima formante del tuo sistema vocale può essere
i punti P, Q e R, dando le
BIO rappresentata come la risonanza di un tubo aperto-chiuso,
distanze come multipli di
l’estremità chiusa è associata alla tue corde vocali e quella
A e indicando, con una C o
aperta alle tue labbra. Stima la frequenza della prima for­ una D, se l’interferenza in F IG U R A P ie .40
mante dal grafico nella Figura 16.23, poi stima la lunghezza
quel punto è costruttiva o distruttiva.
del tubo di cui questa è una risonanza. 11 tuo risultato sem­
4L III Due altoparlanti identici sono distanti 2.0 m ed emet­
bra ragionevole?
tono onde sonore a 1800 Hz in una stanza dove la velocità
34. Il Quando pronunci il suono della vocale nella parola
del suono è 340 m/s. Il punto direttamente di fronte a un
BIO inglese “hat” stringi l’apertura della tua gola dove questa si
altoparlante e distante 4.0 m, perpendicolare al piano degli
apre nella cavità orale in modo tale che il tuo tratto vocale
altoparlanti, è un punto di massima interferenza costrut­
sembri essere composto da due tubi connessi. Il primo è la
tiva, perfetta interferenza distruttiva, o una via di mezzo?
tua gola, chiusa dalle corde vocali e aperta al fondo della
42. Ili Un motore le cui candele emettono scintille 120 volte al
bocca. Il secondo è la bocca stessa, aperta alle labbra e
secondo genera un rumore a 120 Hz. Il livello del suono
chiusa nel fondo della bocca, una condizione diversa da
può essere ridotto rivestendo il motore con un ri suona­
quella della gola a causa della maggiore dimensione della
tore che cancella questa “nota" primaria. Il risuonatore
cavità orale. Le corrispondenti frequenze delle formanti
è un tubo aperto-chiuso, con l’estremità aperta collegata
.sono 800 Hz (per la gola) e 1500 Hz (per la bocca). Quali
con il sistema di scappamento. II suono entra nel tubo,
sono le lunghezze di queste due cavità? Assumi la velocità
viene riflesso dalFestremità chiusa, e rientra nel sistema di
del suono di 350 m/s.
scappamento esattamente fuori fase con il suono entrante.
35. Ili La prima e la seconda formante quando produci il suono
Quanto deve essere lungo il tubo? Assumi la velocità del
BK) della vcK'ale “i” sono approssimativamente di 270 Hz e 23(X)
suono di 360 m/s nei gas caldi espulsi.
INI Hz. La velocità del suono nel tuo tratto vocale è approssima­
tivamente 350 m/s. Se respiri una miscela di ossigeno ed elio Sezione 16.7 Battimenti
(come spesso fa un .sommozzatore che fa immersioni pro­
fonde in mare), la vekx'ità aumenta a 750 m/s. Con questa 43. Ili I musicisti possono usare i battimenti per accordare i loro
miscela di gas, quali sono le frequenze delle due formanti? strumenti. Un flauto è correttamente accordato e suona la
nota musicale LA ha esattamente 440 Hz. Un secondo
Sezione 16.6 Interferenza delle onde prodotte da due sorgenti musicista suona la stessa nota e sente che la nota del suo
strumento è leggermente calante (cioè ha una frequenza un
36. Ili Due*^ altoparlanti in una stanza a 20°C emettono onde po’ più bassa). Suonando contemporaneamente al primo
sonore a 686 Hz lungo l’asse x. Qual è la distanza minima flauto, sente due battimenti forte-piano-forte al secondo.
tra i due altoparlanti per cui l’interferenza delle onde Qual è la frequenza del suo strumento?
sonore è distruttiva? 44. Ili Una studentessa ferma con la propria auto a un semaforo
37. ili Due altoparlanti emettono onde sonore lungo l’asse x. II nota che la sua freccia, che ha un periodo di 0.85 s, genera
suono ha un’irjtensità massima quando i due altoparlanti un lampo esattamente in sincronia con il segnale di svolta
sono distanziati tra foro di 20 cm. L’intensità sonora decre­ della macchina davanti a lei. Il lampeggiante deH'automo-
550 CAPITOLO 16 Sovrapposizione e onde stazionarie

bile davanti poi inizia ad essere in anticipo, ma 17 s più 54. Il Una nota particolarmente bella che raggiunge il tuo orec-
tardi i due sono esattamente ancora in sincronia. Qual è il INT chio emessa da un raro violino Stradivari ha una lunghezza
periodo del lampeggiante delTaltra automobile? d’onda di 39.1 cm. La stanza è lievemente calda, quindi
45. 1 Due corde sono accordate in iìkxIo da vibrare esattamente la velocità del suono è 344 m/s. Se la densità lineare della
a 200 Hz. Successivamente la tensione in una corda viene corda è 0.600 g/m e la tensione è di 150 N, quanto è lunga
aumentata lievemente. Dopo di che, vengono uditi tre batti­ la sezione della corda di violino che sta vibrando?
menti al secondo quando le corde vibrano contemporanea­ 55. Il Una scultura di 12 kg è sospesa ad un cavo d’acciaio
mente. Qual è la nuova frequenza della corda che è stata tirata? INI lungo 90 cm e di massa 5.0 g. Quando il vento soffia forte,
46. 1 II fischietto di un trenino per bambini replica il classico il cavo emette un ronzio alla sua frequenza fondamentale.
fischio del conduttore di un treno dei primi del 1900. Que­ Qual è la frequenza del ronzio?
sto fischietto ha due tubi aperto-aperto che producono due 56. Il 11 lago Erie, negli USA, è
frequenze diverse. Quando udiamo queste due frequenze un luogo in cui si produce il
diverse simultaneamente, si può avere l’impressione di cosiddetto fenomeno delle ■V (km)
udire anche una nota bassa, detta un suono di combina­ sesse iseiches in inglese),
zione, che è alla stessa frequenza del battimento tra le due ossia o.sci nazioni stazio­
note. I due tubi del fischietto sono di 12 cm e 11 cm di narie della massa del lago, f i g u r a p i 6 .5 6
lunghezza. Assumendo che la velocità del suono sia di 350 analoghe a quelle che possono venire provocate facilmente
m/s, qual è la frequenza di questo suono di combinazione? in un piccolo recipiente pieno di acqua quando vi si provochi
47. Il Una musicista suona un fiauto sentendo quattro batti­ un rapido dislivello. L’acqua si alza da una parte del bacino
menti al secondo quando paragona la sua nota con un dia­ (all’estremità ovest a Toledo), mentre contemporaneamente
pason a 523 Hz (la nota DO). La musicista può accordare si abbassa dall’altra parte (all’estremità est a Buffalo); poi
10 strumento alla frequenza del diapason estraendo l’inne­ il moto s’inverte, come in una bilancia. La Figura PI6.56
sto di accordatura per allungare leggermente il suo fiauto. mo.stra i dati per lo spo.stamento dei livelli normali dell’ac­
Qual era la sua frequenza iniziale? qua lungo il Iago nel punto più alto di una particolare sessa.
3 ore più tardi l'acqua era a livelli nomiali in tutto il bacino;
6 ore dopo l’acqua era alta a Toledo e bassa a Buffalo.
P roblem i generali
a. Qual è la lunghezza d’onda di questa onda stazionaria?
48. I La frequenza fondamentale di un’onda stazionaria su b. Qual è la sua frequenza?
una corda lunga 1.0 m è 440 Hz. Quale sarebbe la velocità c. Qual è la velocità dell’onda?
d’onda di un impulso in movimento lungo questa corda? 57. Ili Un generatore di micro-
49. Ili Oltre a produrre immagini, gli ultrasuoni possono essere onde può produrre micro- f\ /\ r\ | - ■
BIO usati per riscaldare i tessuti del corpo a scopi terapeutici. Un onde a qualsiasi frequenza \J \J y *|____________ |
INI emettitore viene jx)sto contro la superficie dell'epidermide; tra 10 GHz e 20 GHz. Microonde
l’ampiezza dell’onda degli ultrasuoni in questo punto è piut­ Come mostra la Figura F IG U R A P 1 6 .5 7
tosto grande. Quando un’onda sonora colpisce il confine tra PI6.57, le microonde sono dirette, attraverso un piccolo
tessuto e osso, la maggior parte dell’energia viene riflessa. foro, dentro una “cavità a microonde” che consiste in un
11 confine agisce come l’estremità chiusa di un tubo, il che cilindro lungo IO cm con estremità riflettenti.
porta alla formazione di onde stazionarie. Supponi che un a. Quali frequenze tra IO GHz e 20 GHz creeranno onde
ultrasuono a 0.70 MHz venga diretto attraverso uno strato stazionarie nella cavità per microonde?
di tessuto con un osso a 0.55 cm sotto la superficie. Saranno b. Per quali di queste frequenze il punto medio della
generate delle onde stazionarie? Spiega il perché. cavità è un antinodo?
50. Ili Una corda di acciaio lunga 80 cm con una densità line- 58. Ili Un laser a diossido di carbonio emette luce infrarossa
INT are di LO g/m è sottoposta ad una tensione di 200 N. Essa INI con una lunghezza d’onda di 10.6 /xm.
viene pizzicata e vibra alla sua frequenza fondamentale. a. Qual è la lunghezza di un tubo che oscillerà con il
Qual è la lunghezza d’onda dell’onda sonora che raggiunge modom= 100 000?
il tuo orecchio in una stanza posta a 20°C? b. Qual è la frequenza?
51. mi I tendini sono, essenzialmente, delle corde elastiche c. Immagina un impulso luminoso che rimbalza avanti e
BIO tirate tra due estremità; e come tali, essi possono sostenere indietro tra le estremità del tubo. Quanti viaggi com­
INI delle onde stazionarie. Queste risonanze possono essere pleti farà l’impulso in ogni secondo?
non desiderabili. Il tendine di Achille connette il tallone 59. Il Un tubo lungo 40 cm ha un 40 cm
con il muscolo della caviglia. Una donna ha un tendine inserto lungo 40 cm che può
lungo 20 cm con una sezione trasversale di area pari a 110
mm^ La densità del tessuto del tendine è 1100 kg/nv\ Per
essere spinto dentro e fuori
come mostrato nella Figura
y 40 cm

una tensione ragionevole di 500 N, quali saranno le fre­ PI6.59. Un diapason vibrante
quenze risonanti del suo tendine di Achille? è tenuto vicino al tubo. Mentre F IG U R A P 1 6 .5 9
52. I Una corda, tirata tra due pali fissi, forma onde stazionarie l’inserto viene lentamente estratto, il suono del diapason
risonanti a 325 Hz e a 390 Hz. Qual è il valore massimo crea onde stazionarie nel tubo quando la lunghezza totale
possibile della sua frequenza fondamentale? L è 42.5 cm, 56.7 cm e 70.9 cm. Qual è la frequenza del
53. mi I ragni possono “accordare” i fili delle loro ragnatele per diapason? La temperatura del l’aria è di 20°C.
BIO ottenere una maggiore risposta a frequenze corrispondenti 60. Il La larghezza di un particolare forno a microonde è esat­
INI alle frequenze a cui le prede desiderate cercano di liberarsi. tamente quella giusta per sostenere i modi di un’onda sta­
Un filo di una ragnatela ha un diametro tipico di ().0020 zionaria. Misure di temperatura dentro il forno mostrano
mm e la densità della seta del ragno è di 1300 kg/m\ Per che ci sono zone fredde ad entrambe le estremità del forno
ottenere una risonanza a 100 Hz, a quale tensione un ragno e in tre punti interni. La lunghezza d’onda delle microonde
deve aggiustare un suo filo lungo 12 cm? è 12 cm. Quanto è largo il forno?
Problemi 551

61. Ili Due altoparlanti lo­ 67. Il II radar della polizia determina la velocità misurando lo
calizzati lungo l’asse spostamento Doppler delle onde radio rifles.se da un vei­
X come mostrato nel­ colo in movimento. La polizia riesce nell’intento determi­
la Figura PI 6.61 prò- ^------------------^x(m) nando la frequenza di battimento tra l’onda riflessa e l’onda
ducono suoni alla stes- ^ ^ emessa a 10.5 GHz. Alcune unità possono es.sere calibrate
sa frequenza. L’alto- F IG U R A P ie .61 usando un diapason; tenendo un diapason in vibrazione di
parlante I è nelPorigine, mentre la posizione dell’al­ fronte all’unità si ha sul display la registrazione della velo­
toparlante 2 può essere variata da un controllo remoto cità corrispondente alla frequenza di vibrazione. Un diapa­
tenuto dal l’ascoltatore. Egli nota che l’intensità massima son viene etichettato “88.5 km/h.” Qual è la frequenza del
del suono si ha quando l’altoparlante 2 è localizzato a diapason?
jc = 0.75 m e l.OO ni, ma non nei punti intermedi tra questi 68. Il Un flussimetro Doppler per il sangue emette ultrasuoni
due. Qual è la frequenza del suono? Assumi una velocità BK) alla frequenza di 5.0 MHz. Qual è la frequenza di batti­
del suono di 340 m/s. li^ mento tra l’onda emessa e l’onda riflessa dalle cellule del
62. I Due altoparlanti distanti 42.0 m e posti l'uno di fronte .sangue che si allontanano daH’emettitore a 0.15 m/s?
all’altro emettono onde sonore sinusoidali identiche a 115 69. I Un’unità a ultrasuoni viene usata per misurare il battito
Hz in una .stanza dove la velocità del suono è 345 m/s. BIO cardiaco di un paziente combinando il segnale emesso a
Susanna sta camminando lungo una linea tra gli altopar­ INI 2.0 MHz con le onde .sonore riflesse dal tessuto in movi­
lanti. Mentre cammina, si sposta attraverso punti rumorosi mento in un punto del cuore. La frequenza di battimento
e silenziosi. Se Susanna si trova a 19.5 m da un altopar­ tra i due .segnali ha un valore ma.ssimo di 520 Hz. Qual è la
lante, si trova in un punto tranquillo o in un punto rumo­ velocità massima del tessuto cardiaco?
roso?
63. Ili Ti trovi in piedi a 2.50 Direzione Esercitazioni per te st di tip o M C A T
di cammino
m di fronte a uno dei due
altoparlanti mostrati nella i Armoniche e armonia
Figura PI6.63. Essi sono 2.50 m
Sappiamo che certe note musicali suonano bene assieme, sono
di-stanziati di 3.(X) m ed 3.(X)m armonio.se, mentre altre no. Questa armonia è legata alle varie

i
entrambi suonano un tono armoniche delle note. 1568-------- ----------- 1572
in fase a 686 llz. Inizi ad Le note musicali DO (262
1310
allontanarti dagli alto- Hz) e SOL (392 Hz) producono X 117 6 --------
parlanti, a quali distanze un suono piacevole quando e S ----------- 1048
dagli altoparlanti sentirai F IG U R A P ie .63 vengono suonate assieme; chia­ u3O* ----------- 786
7 8 4 --------
un’intensità sonora minimal La temperatura della stanza è miamo questa una consonanza. S.
20°C. Come mo.stra la Figura PI6.70, ----------- 524
.392--------
64. IHDue altoparlanti, distanti 4.0 m e posti l’uno di fronte le armoniche delle due note ----------- 262
all’altro, emettono suoni identici alla .stessa frequenza. Ti sono sia lontane l’una dall’al­
trovi in piedi a metà strada tra loro, dove c’è un massimo tra oppure molto vicine l’una Aim onichc Annonichc
di intensità sonora. Spostandoti da questo punto verso uno all’altra (entro pochi Hz). Que­ del .SOL del DO
degli altoparlanti, incontri un minimo di intensità sonora sto è cruciale per la consonanza: F IG U R A P16.70
quando ti sei spostato di 0.25 m. le armoniche sono posizionate o lontane o molto vicine Luna
a. Qual è la frequenza del suono? all’altra. Le armoniche vicine han»^ .^uenza di battimento
b. Se la frequenza viene poi aumentata mentre tu resti a di pochi Hz che viene percepita come piacevole. Se le armoniche
0.25 m dal centro, qual è la prima frequenza per cui di due note sono vicine ma non troppo vicine, la frequenza di
quella posizione sarà un massimo di intensità sonora? battimento piuttosto alta tra le due è sgradevole. Questo è ciò
65. Il Gli accordatori di pianoforte accordano i pianoforti che percepiamo come dissonanza. Esattamente quale differenza
ascoltando i battimenti tra le armoniche di due corde produca la dissonanza maggiore è legato alla percezione sog­
diverse. Quando viene correttamente accordato, la nota LA gettiva di ogni persona, ma una separazione armonica di 30 o
dovrebbe avere la frequenza 440 Hz e la nota MI dovrebbe 40 Hz sembra es.sere piuttosto sgradevole per la maggior parte
essere a 659 Hz. L’accordatore può determinare ciò ascol­ delle persone.
tando i battimenti tra la terza armonica del LA e la seconda 70. I Qual è la frequenza di battimento tra la seconda armonica
armonica del MI. Un accordatore prima accorda la corda del SOL e la terza armonica del DO?
LA con grande accuratezza facendola combaciare con la A. 1 Hz B. 2 Hz C. 4 Hz D. 6 Hz
nota a 440 Hz di un diapason. Poi colpisce le corde LA e 71. I Un SOL bemolle (con frequenza 370 Hz) c un DO suonati
MI simultaneamente e ascolta i battimenti tra le armoni­ assieme risulteranno consonanti o dis.sonanti?
che. Quale frequenza di battimento indica che la corda MI A. Consonanti B. Dissonanti
è accordata in modo appropriato? 72. I Una canna d’organo aperta a entrambe le estremità è
66. Ili Un flautista assembla il suo flauto in una stanza in cui la accordata in modo tale che la sua frequenza fondamentale
velocità del suono è di 342 m/s. Quando suona la nota LA, sia un SOL. Quanto è lunga la canna?
il musicista è in perfetto accordo con un diapa.son a 440 Hz. A. 43 cm B. 87 cm C. 130cm D. 173 cm
Dopo'pochi minuti, l’aria all’interno del suo flauto è stata 73. I Se la nota DO viene suonata da una canna d’organo che
scaldata e la sua velocità del suono è diventata 346 m/s. ha un’estremità aperta e una chiusa, quale delle frequenze
a. Quanti battimenti al secondo saranno uditi se il flautista armoniche nella Figura PI6.70 saranno presenti?
suona la nota LA mentre viene suonato il diapason? A. Tutte le armoniche nella figura saranno presenti.
b. Di quanto il flauti.sta deve estrarre l’innesto di accor­ B. 262, 786 e 1310 Hz
datura del suo flauto affinché esso sia accordato con il C. 524, 1048 e 1572 Hz
diapa.son? D. 262, 524 e 1048 Hz
552 CAPITOLO 16 Sovrapposizione e onde stazionarie

RISPOSTE ALLE PAUSE DI RIFLESSIONE

Pausa di riflessione - Anteprima Capitolo; I). La frequenza, Pausa di rifle.ssione 16.5: IL 3(X) Hz e 400 Hz non sono/^ e
la lunghezza d’onda, e la velocità sono collegate da v = A/. La poiché 400 Hz 9^2 X 3(X) Hz. Invece, entrambe le frequenze sono
velocità dell’onda è la velocità del suono, che resta la stessa, multiple della frequenza fondamentale. Poiché la differenza tra
quindi raddoppiando la frequenza si ha il dimezzamento della loro è 1(X) Hz, vediamo che/^ = 3 X 100 Hz e/^ = 4 X 100 Hz.
lunghezza d’onda a 1.0 m. Quindi/, = 100 Hz.
Pausa di riflessione 16.1: C. La figura mostra le due onde a / = Pausa di rifle.ssione 16.6; C. Il fatto di turarci il naso non ha
6 s e la loro sovrapposizione. Questa è la somma punto per punto alcun effetto sul modo in cui le nostre corde vocali vibrano,
degli .spostamenti delle quindi non cambia la frequenza fondamentale o le armoniche
due onde individuali. , >. , ^ , r - X (m)
0 2 4 6 8 10 12 14 16 18 20
delle vibrazioni delle corde vocali, ma cambia le frequen­
ze delle formanti del sistema vocale: le cavità nasali saranno
Pausa di rifle.ssione 16.2: I). C’è un nodo a ciascuna estremità tubi aperto-chiuso anziché tubi aperto-aperto. Le frequenze
della corda e due nodi nel mezzo, quindi la distanza tra i nodi è che sono amplificate sono diverse e la nostra voce ci sembrerà
1.0 m. La distanza tra nodi successivi è 1/2 A, quindi la lunghez­ piuttosto differente.
za d’onda è 2.0 m.
Pau.sa di rifle.ssione 16.7: Interferenza costruttiva. La diffe­
Pau.sa di rifle.ssione 16.3: C. Ci sono cinque antinodi, quindi il renza di cammino è A /= 1.0 m = A. L’interferenza è costruttiva
numero del modo è m = 5. L’equazione per la lunghezza d’onda quando la differenza di cammino è un numero intero di lunghez­
allora dà A= 2 Um = 2(2.0 m)/5 = 0.80 m. ze d’onda.
Pau.sa di riflessione 16.4: C. Le frequenze dell’onda stazionaria Pau.sa di rifle.ssione I6.S: F. La frequenza di battimento è il
s o n o = mfj. L’onda originale ha una frequenza/j = 2/, poiché valore assoluto della differenza tra le due frequenze.
ha due antinodi. L’onda con frequenza 2/^ = 4/^ è il modo m —
4 con quattro antinodi.
Oscillazioni e onde
Quando abbiamo studiato le oscillazioni e le onde, un delle onde, illustrata di seguito, si basa più sui fenomeni
punto che abbiamo enfatizzato è Vimità della fìsica di che su principi generali. 0^^‘ssta struttura di conoscenza
base. La matematica delle oscillazioni descrive il movi­ non contiene una strategia di risoluzione dei problemi
mento di una massa attaccata a una molla o il moto di o un’ampia gamma di principi generali, ma è invece un
un gibbone che si dondola da un ramo. La stessa teoria raggruppamento logico dei principali argomenti che ab­
delle onde funziona per le onde su una corda e le onde biamo studiato. Questo è un modo diverso di strutturare
luminose. Poche idee fondamentali ci mettono in grado la conoscenza, ma è ancora in grado di fornire uno sche­
di comprendere un’ampia gamma di fenomeni fisici. ma mentale per analizzare e pensare ai problemi relativi
La fisica delle oscillazioni e delle onde non è così alle onde.
semplice da riassumere come la fisica delle particelle. La fisica delle oscillazioni e delle onde ci accompa­
Le leggi di Newton e le leggi di conservazione delTe- gnerà per il resto di questo libro di testo. Nella Parte V
nergia sono due gruppi molto generali di principi validi viene esplorata l’ottica, iniziando con uno studio detta­
per le particelle, principi che ci permettono di sviluppare gliato della luce come onda luminosa. Nella Parte VI,
le potenti strategie di risoluzione dei problemi della Par­ studieremo la natura delle onde elettromagnetiche in
te I e li. La struttura di conoscenza delle oscillazioni e maggiore dettaglio.

STRUTTURA DI CONOSCENZA IV Oscillazioni 6 Onde


OBIETTIVI BASE Come possiamo descrivere il moto oscillatorio? Quali sono le caratteristiche distintive delle onde?
Come viaggia un’onda attraverso un mezzo? Cosa accade quando due onde si incontrano?
PRINCIPI GENERALI 11 moto armonico semplice si ha quando una forza di richiamo lineare agisce per far tornare un sistema
in equilibrio.
Il periodo del moto armonico semplice dipende dalle proprietà fisiche del sistema ma non dall’ampiezza.
Tutte le onde sinusoidali, siano esse onde nell’acqua, onde sonore o onde luminose, hanno la stessa
forma funzionale.
Quando due onde si incontrano, esse passano l’una suH’altra, combinandosi dove esse coesistono per
sovrapposizione.

Moto armonico semplice La frequenza di una massa Onde viaggianti


attaccata a una molla dipende Tutte le onde viaggianti sono descritte dalla stessa equazione:
x(t) = A cos(27t//)
dalla costante elastica della
molla e dalla massa: 4 M \ unda viaggiante verso sinistra
V xU ) = -v „ „ s in (2 7 T //) y = Acos ZTT —± —) ) j • . j *
\\A T/ / onda viaggiante verso destra
Vniax = 27T/A / ‘ f f -
La velocità dell’onda dipende
a^{t) = -an,axCOS(27T//’) La frequenza di un pendolo dalle proprietà del mezzo. Scorda - 1^
dipende dalla lunghezza e
«max = (27Tf)^A
dall’accelerazione di gravità: La velocità, la lunghezza
d’onda, il periodo e la frequenza v = A/
/ = I tt di un’onda sono correlati.

Sovrapposizione e interferenza Onde stazionarie


La sovrapposizione di due onde è la somma degli Antinodi Le onde stazionarie sono dovute alla
spostamenti delle due onde individuali. sovrapposizione di due onde viaggianti
che si propagano in direzioni opposte.
L’interferenza costruttiva si ha quando le
creste sono allineate con le creste e i ventri con i Le condizioni al contorno determinano
ventri. L’interferenza costruttiva si ha quando la quali frequenze e lunghezze d’onda
differenza di cammino è pari a un numero intero sono permesse per le onde stazionarie.
di lunghezze d’onda. Le onde stazionarie permesse sono i
La distanza tra i nodi è ^A. modi del sistema.
L’interferenza distruttiva si ha quando le
creste sono allineate con i ventri. L’interferenza Per una corda di lunghezza L, i modi hanno una lunghezza d’onda e fre­
distruttiva si ha quando la differenza di cammino quenza pari a
è pari a un-numero intero di lunghezze d’onda
più mezza lunghezza d’onda. 2L / '^ co rd a \
A„, = - = j = m/. » i = 1,2, 3 , 4 , . . .

553
lo tsunami, molto simile ad una veloce scossa all’e.stre-
O nde nella Terra e mità di una corda. L’onda risultante si propagò attraverso
n e ll’oceano l’oceano, come vediamo nella figura.
Questa simulazione dello tsunami sembra molto simi­
Nel dicembre 2004, un forte terremoto al largo delle coste
le alle ondine che si propagano quando gettiamo un sasso
deirindonesia ha prodotto un’onda anomala devastante,
in uno stagno. Ma c’è una grossa differenza: le dimensio­
chiamata tsunami, causando una tremenda distruzione
ni. Il fatto che possiamo vedere in questo diagramma che
anche a migliaia di chilometri dall’epicentro del terre­
copre 5000 km le singole onde è piuttosto significativo.
moto. Lo tsunami è stato una drammatica illustrazione
Per essere visibili così chiaramente, gli impulsi delle sin­
dell’energia trasportata dalle onde.
gole onde devono essere molto lunghi, fino a centinaia
E stato anche un invito all’azione. Molte delle comu­
di chilometri dalla parte anteriore alla parte posteriore
nità devastate più duramente dallo tsunami furono colpite
dell’onda.
molte ore dopo che le onde erano state generate, mol­
Uno tsunami è effettivamente un’“onda d’acqua poco
to tempo dopo che le onde sismiche del terremoto che
profonda”, anche alle profondità oceaniche, poiché la
avevano attraversato la Terra erano .state rivelate dalle
profondità dell’oceano è molto minore della larghezza
stazioni di registrazione remote, molto tempo dopo che la
dell’onda. Di conseguenza, uno tsunami viaggia in modo
possibilità di uno tsunami era stata evocata per la prima
diverso rispetto alle normali onde oceaniche. Nel Ca­
volta. Con una migliore capacità di rivelazione e dei mo­
pitolo 15 abbiamo appreso che la velocità delle onde è
delli più accurati di come uno tsunami si forma e di come
determinata dalle proprietà del mezzo. Ciò è vero per le
si propaga, le comunità coinvolte avrebbero potuto esse­
onde normali dell’oceano, ma la grande larghezza delle
re allertate in anticipo. Lo studio della fisica può sembra­
onde fa in modo che uno tsunami sia sensibile alla for­
re un esercizio astratto con poche applicazioni pratiche,
ma del fondo. La velocità della sua onda è determinata
ma una migliore comprensione di queste onde avrebbe
dalla profondità dell’oceano. Maggiore è la profondità,
potuto evitare la tragedia.
maggiore è la velocità. Nelle profondità oceaniche, uno
Usiamo la nostra cono.scenza delle onde per esplorare
tsunami viaggia a centinaia di chilometri all’ora, molto
le proprietà di uno tsunami. Nel Capitolo 15, abbiamo
più velocemente di un’onda oceanica tipica. Vicino alla
visto che una scos.sa vigorosa a un’estremità di una corda
costa, quando la profondità oceanica diminui.sce, anche
produce un impulso che si propaga lungo la eorda, tra­
la velocità dell’onda decre.sce.
sportando energia mentre si muove. Il terremoto che ha
L’altezza dello tsunami nell’oceano aperto era di circa
prodotto lo tsunami del 2004 nell’Oceano Indiano provo­
mezzo metro. Com’è possibile che un’onda così bassa,
cò un improvviso innalzamento del fondale marino che
tanto che le navi neppure percepiscono il suo passaggio,
produsse un corrispondente innalzamento della superfi­
diventi così pericolosa? Ancora una volta, è la lunghez^
cie dell’oceano. Questa fu la perturbazione che produsse
za dell’onda che conta. Poiché uno tsunami è un’onda
in movimento di una considerevole massa d’acqua, vi
è il coinvolgimento di una grande quantità di energia.
Sri Lanka Epicentro del Indonesia
All’avvicinarsi del fronte d’onda di uno tsunami alla co­
sta, la sua velocità decresce e il retro dell’onda si muove
più velocemente del suo fronte. Di con.seguenza, la lun­
ghezza diminui.sce. L’acqua inizia a impilarsi e l’onda
aumenta notevolmente di altezza.
Lo tsunami deH’Oceano Indiano aveva un’altezza fino
a 15 m quando raggiunse la costa, con una lunghezza fino
a diversi chilometri. Questa tremenda massa d’acqua si
stava ancora muovendo a un’alta velocità e con una gran­
de energia. Uno tsunami che raggiunge la costa non è
come una tipica onda che si spezza e si infrange. L’on­
da anomala è un muro d’acqua spesso chilometri che si
muove verso la costa e continua procedendo sulla terra­
ferma. In molti posti, l’acqua si è inoltrata fino a 2 km
all’interno dalla costa.
L’impatto dello tsunami dell’Oceano Indiano è stato
devastante, ma è stato il primo tsunami per cui gli scien­
ziati sono stati in grado di usare i satelliti e i sensori oce­
anici per effettuare misurazioni globali. L’analisi dei dati
ha portato a una migliore comprensione della fisica di
queste onde oceaniche. Noi non siamo in grado di ferma­
Un’immagine da una simulazione al computer dello tsu­
nami nell’Oceano Indiano tre ore dopo il terremoto che lo
re future onde di tsunami, ma con una migliore conoscen­
aveva prodotto. La perturbazione che si propaga a partire za di come esse si formano e di come esse si muovono,
dall’epicentro è chiaramente visibile, così com e la riflessio­ potremo essere più in grado di allertare le popolazioni
ne delle onde prodotta dall’isola dello Sri Lanka. costiere ed evacuarle in tempo.
554
Le domande seguenti sono relative al testo **Onde nella Terra 4. Se un treno di impulsi si sposta dall’acqua alta all’acqua
e nell'oceano'" della pagina precedente. bassa mentre si avvicina alla costa,
A. La lunghezza d’onda aumenta.
1. Ordina dalla più veloce alla più lenta le seguenti onde se­
B. La lunghezza d’onda resta la stessa.
condo la loro velocità di propagazione:
C. La lunghezza d’onda diminuisce.
A. Un’onda di terremoto B. Uno tsunami
5. Lo tsunami a cui si riferisce il brano produsse un quadro
C. Un’onda sonora neM’aria D. Un’onda luminosa
imprevedibile di danni, con alcune aree che videro onde
2. L’aumento in altezza quando uno tsunami si avvicina alla
molto alte vicino ad aree che videro solo onde piccole.
costa è dovuto a
Quale delle seguenti affermazioni è una spiegazione plau­
A. L’aumento della frequenza quando l’onda si avvicina
sibile di ciò?
alla costa.
A. Certe aree videro l’onda dalla sorgente primaria, altre
B. L’aumento della velocità quando l’onda si avvicina
solo onde riflesse.
alla costa.
B. La sovrapposizione delle onde dalla sorgente prima­
C. La diminuzione della velocità quando l’onda si avvi­
ria e delle onde riflesse produsse regioni in cui l’in­
cina alla costa.
terferenza fu costruttiva e altre in cui l’interferenza fu
D. L’interferenza costruttiva con l’onda riflessa dalla costa.
distruttiva.
3. Nel mezzo dell’Oceano Indiano, lo tsunami a cui si rife­
C. Uno tsunami è un’onda stazionaria, e certe località
risce il brano era un treno di impulsi approssimabile ad
erano posizioni di nodo, altre erano posizioni di anti­
un’onda sinusoidale con la velocità di 200 m/s e una lun­
nodo.
ghezza d’onda di 150 km. Qual era il periodo approssimato
di questi impulsi?
A. 1 min B. 3 min C. 5 min D. 15 min

/ seguenti passaggi e le domande associate si basano sul mate­ Attenuazione degli ultrasuoni BIO
riale contenuto nella Parte IV.
Gli ultrasuoni vengono assorbiti nel corpo; ciò complica l’uso
degli ultrasuoni per fare immagini dei tessuti. L’intensità di
Onde in acque profonde un fa.scio di ultrasuoni diminuisce di un fattore 2 dopo aver
viaggiato per una distanza di 40 lunghezze d’onda. Ciascuna
Le onde d’acqua sono chiamate onde in acque profonde penetrazione aggiuntiva di 40 lunghezze d’onda risulta in una
quando la profondità deH’acqua è molto maggiore della diminuzione di un ulteriore fattore 2.
lunghezza d’onda dell’onda. La velocità delle onde
9. Un fascio di ultrasuoni a 1.0 MHz inizia con una intensità
in acque profonde dipende dalla lunghezza d’onda come
segue: di 1000 W/m^ Dopo aver percorso 12 cm attraverso un
tessuto senza subire riflessioni significative, l’intensità è
di circa
A. 750 W/ m^
B. 5(K) W/ m^
Supponi di essere su una nave ferma nell’oceano e di C. 250 W/ nP
osservare le creste di un'onda sinusoidale che passa. Tu stimi D. 125 W/m^
che le creste siano distanziate di 75 m.
6. Approssimativamente quanto tempo trascorre tra una cre­ 10. Un medico sta producendo un’immagine a ultrasuoni con
sta che raggiunge la nave e la successiva? un’intensità iniziale di 1000 W/m^. Quando la frequenza
A. 3s è regolata a 1.0 MHz, l’intensità diminuisce a 500 W/m^
B. 5s ad una certa profondità nel corpo di un paziente. Quale
C. 7s sarà l’intensità a questa profondità se il medico cambia la
D. 12 s frequenza a 2.0 MHz?
7. 11 capitano avvia il motore e fa rotta direttamente in dire­ A. 750 W/ m’
zione opposta al moto delle onde a 4.5 m/s. Adesso quanto B. 500 W/ m^
tempo trascorre tra una cresta che raggiunge la nave e la C. 250 W/ m’
successiva? D. 125W/nP
A. 3 s 11. Un medico sta usando degli ultrasuoni per fare un’immagine
B. 5s del cuore di un paziente. Aumentando la frequenz.a si otterrà
C. 7s A. Una maggiore penetrazione e una risoluzione migliore.
D. 12 s B. Una minore penetrazione ma una risoluzione migliore.
8. Nelle profondità oceaniche, un’onda con lunghezza d'on­ C. Una maggiore penetrazione ma una risoluzione peg­
da più lunga viaggia più velocemente di un’onda con una giore.
lunghezza d’onda più corta. Quindi, un’onda con fre­ D. Una minore penetrazione e una risoluzione peggiore.
quenza più alta viaggia_____ di un’onda a frequenza 12. Un medico sta usando un Doppler a ultrasuoni per misura­
più bassa. re i movimenti nel cuore di un paziente. Lo strumento mi­
A. Più velocemente sura la frequenza di battimento tra le onde emesse e quelle
B. Alla stessa velocità riflesse. Aumentando la frequenza degli ultrasuoni
C. Più lentamente A. Aumenterà la frequenza di battimento.
B. La frequenza di battimento resterà invariata.
C. Diminuirà la frequenza di battimento.

555
Misura della velocità del suono Sull’altalena
Uno studente sta misurando la velocità del suono osservando Un’altalena viene appesa con una corda a un albero che si
in funzione del tempo di arrivo sul microfono i brevi impulsi trova proprio aH'estrcmità di un piccolo ruscello. La corda è
sinusoidali prodotti da un altoparlante. Gli impulsi viaggiano lunga 5.0 m; e il ruscello è largo 3.0 m.
lungo un tubo, sono ritiessi dalPestremità chiusa e raggiungono 17. Ti siedi sull'altalena e un tuo amico ti dà una leggera spin­
il microfono. L’apparato è mostrato nella Figura IV.la; i dati ta in modo tale che tu oscilli sopra il ruscello. Quanto tem­
tipici registrati dal microfono sono riprodotti graficamente nella po impiegherai prima di oscillare indietro e ritornare alla
Figura IV. Ib. Il primo impulso è asscx;iato al suono che viene posizione di partenza?
direttamente dall’altoparlante; il secondo impulso viene riflesso
A. 4.5 s B. 3.4 s
daH’cstremità chiusa del tubo. Una parte dell’onda di ritorno
viene riflessa dall'estremità aperta del tubo e compie un altro C. 2.2 s D. 1.1 s
giro completo prima di essere rivelata dal microfono; questo ò il 18. Ora scambi le posizioni con il tuo amico, che ha il dop­
terzo impulso visibile nei dati. pio della tua massa. Dai al tuo amico una leggera spinta
in modo tale che oscilli sopra il fiume. Quanto tempo im­
(a) piegherà il tuo amico prima di oscillare indietro e ritornare
Altoparlante
alla sua posizione di partenza?
\/ A. 4.5 s B. 3.4 s
C. 2.2 s D. 1.1 s
Microfono -AAAr 19. II tuo amico ora ti spinge in modo continuo, quindi tu oscil­
li sull'altalena andando sempre più in alto. Ad un certo
().(X)8 0.016
punto tu stai oscillando per tutta la larghezza del ruscello,
nel punto più alto del tuo arco di oscillazione ti trovi pro­
FIGURA IV.1 prio dalla parte opposta del ruscello. Qual è la tua velocità
13. Qual è la frequenza approssimata dell’onda sonora usata (in modulo) quando ritorni nel punto più basso dell’arco
in questo esperimento? che hai percorso?
A. 250 Hz A. 6.3 m/s B. 5.4 rn/s
B. 5(K) Hz C 4.4 m/s D. 3.1 m/s
C. 750 Hz
Problemi integrati aggiuntivi
D. 1000 Hz
14. Cosa puoi dire sulla riflessione delle onde sonore all’e.stre- 20. L’andatura saltellante del canguro è efficiente poiché
mità di un tubo? BIO l’energia viene immagazzinata nei tendini tesi delle sue
A. Le onde sonore sono invertite quando sono riflesse da zampe; il canguro letteralmente rimbalza ad ogni salto.
entrambe le estremità aperta e chiusa del tubo. Possiamo rappresentare il rimbalzo di un canguro come il
B. Le onde sonore sono invertite quando sono riflesse rimbalzo di una massa attaccata a una molla. Un canguro
dall’estremità chiusa, e non sono invertite quando sono di massa 70 kg colpisce il terreno, i suoi tendini si allunga­
riflesse daU’estrernità aperta. no alla lunghezza massima, ed il rimbalzo provoca il solle­
C. Le onde sonore sono invertite quando sono riflesse vamento del canguro dal suolo approssimativamente 0.10
dalPestremità aperta, e non sono invertite quando ven­ s dopo che i suoi piedi Io avevo precedentemente toccato.
gono riflesse daH’estremità chiusa. a. Model lizzando il moto come quello di una massa
D. Le onde sonore non sono invertite quando sono riflesse attaccata a una molla, qual è il periodo di questo moto?
da entrambe le estremità del tubo. b. Conoscendo la massa c il periodo (calcolato nella
15. Qual è approssimativamente la lunghezza del tubo? domanda precedente) del canguro, qual è la costante
A. 0.35 m elastica della molla?
B. 0.70 m c. Se il canguro accelera, esso deve rimbalzare più in alto
C. 1.4 m e più lontano ad ogni salto, e quindi deve immagazzi­
D. 2.8 m nare un'energia maggiore ad ogni balzo. Che impatto
16. Una tecnica alternativa per determinare la velocità del suo­ ha questo sulla durata e suH’ampiezza di ogni balzo?
no è di misurare la frequenza di un'onda stazionaria nel 21. Una marca di tappi per le orecchie riduce il livello di in-
tubo. Qual è la lunghezza d’onda della risonanza più corta BIO tensità sonora di 27 dB. Di quale fattore questi tappi per le
di questo tubo? orecchie riducono l’intensità acustica?
A. U2 22. I capodogli, proprio come
B. L BIO i pipistrelli, usano l’ecolo-
C. 2L calizzazione per trovare le
D. 4L loro prede. Il sistema voca­
le di un capodoglio genera
un singolo e netto schi(x:co,
ma il suono emesso consi­
ste di diversi schiocchi cquispaziati di intensità decrescen­
te. I ricercatori usano gli intervalli tra gli schiocchi per sti­
mare le dimensioni della balena che li ha generati. Spiega
come questo può essere fatto.
Suggerimento: La testa del capodoglio è complessa ed ha
sacche d'aria ad entrambe le estremità.

556
Ottica

I lupi sono animali sociali e ululano per comunicare a grandi distanze, anche di diversi chilometri, con gli altri
membri del branco. Come sono prodotti tali suoni? Come viaggiano attraverso l'aria? E com e fanno i lupi a sentirli
a così grandi distanze?
La luce è un’onda
Isaac Newton è conosciuto principalmente per i suoi studi sulla meccanica e le tre
leggi che portano ancora oggi il suo nome, ma egli svolse anche i primi studi sulTot-
tica. Fu infatti il primo scienziato a studiare in dettaglio come una luce bianca en­
trante in un prisma venga separata nei diversi colori. Newton era un convinto fautore
della teoria “corpuscolare” della luce, sostenendo che la luce consistesse in una cor­
rente di corpuscoli.
In realtà, Newton in questo caso non era completamente nel giusto. Come si ve­
drà, i bei colori delle penne di un pavone maschio e il brillante arcobaleno della su­
perficie di una bolla di sapone dipendono entrambi dal fatto che la luce si comporta
come un’onda, non come un corpuscolo. In particolare, la luce è un’onda elettroma­
gnetica, anche se per Incomprensione dei fenomeni descritti nei capitoli che seguono
sarà sufficiente considerare solo l’aspetto ondulatorio delle onde luminose. La teoria
delle onde che abbiamo sviluppato nella Parte IV verrà messa a frutto nella Parte V
quando inizieremo la nostra inve.stigazione della luce e deH’ottica con un’analisi del
modello ondulatorio della luce.

Il modello del raggio luminoso


Tuttavia anche se la sua teoria non era del tutto corretta. Newton aveva ragione nella
sua osservazione secondo cui la luce sembra viaggiare lungo linee rette, cosa che non
ci aspetteremmo da un’onda. Di conseguenza, la nostra indagine su come funziona la
luce sarà grandemente facilitata considerando un altro modello per la luce, il modello
del raggio luminoso, secondo cui la luce viaggia lungo linee rette, rimbalza sugli
specchi e viene deviata dalle lenti.
Il modello del raggio luminoso sarà uno strumento eccellente per analizzare molte
applicazioni pratiche dell’ottica. Quando ci guardiamo in uno specchio, vediamo
w\\'immagine di noi stessi che sembra provenire da dietro lo specchio. Faremo uso
del modello del raggio luminoso della luce per determinare proprio come si formano
le immagini prodotte dagli specchi e dalle lenti. Allo stesso tempo, dovremo riconci­
liare il modello del raggio luminoso con quello ondulatorio, apprendendo come essi
siano correlati l’uno con l’altro e quando risulta più appropriato usare l’uno piutto.sto
che l’altro.

Lavorare con la luce


La natura della luce è piuttosto sfuggente. Nella Parte VI, ritorneremo sulla domanda
su che cosa sia la luce. Come vedremo, la luce possiede aspetti sia delle onde che
dei corpuscoli. Per ora, comunque, metteremo questo interrogativo da parte e lavo­
reremo con il modello ondulatorio e quello del raggio luminoso per sviluppare una
comprensione pratica della luce. Con questi presupposti passeremo, nel Capitolo 19,
allo studio di alcuni strumenti ottici molto comuni. Vedremo come una macchina
fotografica cattura le immagini e come funzionano i telescopi ed i microscopi.
Infine, la lettura di questo libro di testo è possibile grazie all’ottica del primo stru­
mento ottico a nostra disposizione: il nostro occhio! Apprenderemo l’ottica dell’oc­
chio umano, impareremo come la cornea e le lenti piegano la luce per creare un’im­
magine sulla nostra retina e vedremo come gli occhiali o le lenti a contatto possono
essere utilizzati per correggere l’immagine nel caso in cui essa sia fuori fuoco.

559
ANTEPRIMA •
Obiettivo; comprendere e applicare il modello ondulatorio della luce.

Il modello ondulatorio Interferenza Diffrazione


della luce 1bei colori di questo scarabeo sono il Le onde luminose che attraversano questo
I diversi colori riflessi da qiieslo DVD risultato deir interferenza tra onde ago da cucire sono leggermente deviate, o
possono essere compresi usando il luminose riflesse dagli strati microscopici dijfratte, provocando le bande visibili
modello ondulatorio della luce, che è del suo guscio. nell’immagine.
rargomento di questo capitolo.

Apprenderemo che il modello ondulatorio Apprenderemo come le onde luminose Apprenderemo come avviene la
si applica quando la luce passa attraverso da due o più sorgenti possano interferire diffrazione per la luce che passa attraverso
aperture di piccole dimensioni o quando si costruttivamente o distruttivamente. una piccola fenditura o una piccola
combinano tra loro le onde provenienti da apertura circolare.
diverse sorgenti di piccole dimensioni.

FLASHBACK \
Interferenza di due onde PAUSA DI RIFLESSIONE
Nella Sezione 16.6, abbiamo studiato l’interferenza
delle onde sonore. Utilizzeremo queste nozioni Le onde sonore si propagano da due
quando si studierà l’interferenza delle onde luminose altoparlanti, i cerchi rappresentano le
in questo capitolo. creste delle onde propagate.
^ ^ Abbiamo appreso che L’interferenza è
j/Uij---------- le onde interferiscono A. Costruttiva in entrambi i punti 1 e 2.
1 // costruttivamente in un
punto se la loro differenza di B. Distruttiva in entrambi i punti 1 e 2.
cammino è un numero Intero C. Costruttiva in 1, distruttiva in 2.
di lunghezze d'onda. D. Distruttiva in 1, costruttiva in 2.
17.1 Che cos’è la luce? 561

17.1 Che cos’è la luce?


La natura della luce è sfuggente. In alcune circostanze, la luce si comporta
come dei corpuscoli che viaggiano lungo linee rette. Ma in altre circostanze, la
luce mostra lo stesso tipo di comportamento ondulatorio delle onde sonore o
delle onde nelTacqua. Cambiando ancora le circostanze, la luce mostra un
comportamento che si differenzia sia dalle onde che dai corpuscoli avendo
però caratteristiche di entrambi i modelli.
Quindi, piuttosto che avere un’unica e comprensiva “teoria della luce,” svi­
lupperemo tre m odelli della luce. Ciascun modello spiega con successo il
comportamento della luce entro un certo ambito, cioè in determinate situazioni
fisiche. Inizieremo con un breve riassunto dei tre modelli, in modo tale da
avere una guida per comprendere dove siamo diretti. Ciascuno dei tre modelli
sarà ulteriormente sviluppato nei prossimi capitoli.
I tre modelli della luce

Il modello ondulatorio Il modello del raggio luminoso Il modello onda-particella


Il modello ondulatorio della luce è il Un’altra proprietà della luce comunemente La tecnologia moderna fa sempre maggior
modello più adatto a spiegare la maggior accettata è che la luce viaggi in linea retta. affidamento sulla fisica quantistica. Nel
parte dei fenomeni, quelli in cui prevale Queste traiettorie rettilinee sono chiamate mondo quantistico, la luce è costituita
la natura ondulatoria della luce. E ragg/ luminosi. E più facile capire le &d fotoni che possiedono sia le proprietà
certamente vero che, in molte circostanze, proprietà dei prismi, delle lenti, degli specchi ondulatorie che quelle corpuscolari. I
la luce mostra lo stesso comportamento e degli strumenti ottici come il telescopio e il fotoni sono i quanti di luce. La maggior
delle onde sonore o di quelle nelTacqua. microscopio con una descrizione in termini parte della teoria quantistica della luce
Molte delle tecnologie del 21° secolo, di raggi luminosi. L’affemiazione in base esula dall'ambito di questo libro di testo,
come i laser e i dispositivi optoelettronici, alla quale “la luce viaggia in linea retta” è ma daremo uno sguardo ad alcune idee
sono più comprensibili se descritte con difficilmente conciliabile con l'affemiazione principali di tale teoria nel Capitolo 25.
il modello ondulatorio della luce. Alcuni secondo cui “la luce è un'onda”. Nella
aspetti del modello ondulatorio della luce maggior parte dei casi, le onde e i raggi
sono stati già introdotti nei Capitoli 15 e sono due modi di descrivere la luce che si
16, e il modello ondulatorio della luce sarà escludono a vicenda. Un compito importante
Targomento principale di questo capitolo. sarà, quindi, quello di apprendere quando
Lo studio della luce come un'onda è applicare un modello in modo appropriato.
chiamato ottica ondulatoria. Il modello della luce come raggio
luminoso costituisce la base dell'ottica
geom etrica e sarà fargomcnto del
prossimo capitolo.

La propagazione delle onde lum inose f ig u r a 17.1 La luce che passa


attraverso un'apertura produce
La FIGURA 17.1 illustra un’osservazione comune sulla luce. La luce del Sole che un'ombra dai bordi ben definiti.
passa attraverso un'apertura produce un’ombra netta che si proietta sul pavi­
mento. Questo comportamento è esattamente quello che ci si aspetterebbe se la
luce fosse costituita da raggi che viaggiano lungo traiettorie rettilinee.
Questo comportamento è coerente con la propagazione di un'onda? Le onde
luminose oscillano co.sì rapidamente - a circa IO'** Hz - che non possiamo
immaginare di osservare direttamente le creste ed i ventri dei suoi campi elet­
trici o magnetici. Al posto della luce usiamo invece le onde neH’acqua per
illustrare alcune proprietà fondamentali del moto delle onde comuni a tutte le
onde, incluse quelle luminose. La f ig u r a 17.2 mostra un’onda neH’acqua, come
si può vedere guardando direttamente dall’alto la superficie d’acqua. L’onda f ig u r a 17.2 Un'onda nell'acqua che
entra dalla parte alta della figura, quindi passa attraverso un’apertura in una passa attraverso una stretta apertura in
barriera. Dopo es.sere passata attraverso l’apertura, l’onda si allarga in modo un barriera.
da riempire tutto lo spazio dietro l’apertura. Questo allargamento di un’onda è Un'onda si avvicina ad una sirclta apertura
da questa parte della barriera.
il fenomeno che viene chiamato diffrazione. La diffrazione è un chiaro indica­
tore che ciò che sta passando attraverso l’apertura è un’onda.
Le traiettorie rettilinee della luce sembrano incompatibili con questo allarga­
mento di un’onda. Notiamo, comunque, che la larghezza dell’apertura nella Figura
17.2 è solo lievemente superiore alla lunghezza d'onda dell’onda neH’acqua.
Come mostra la f ig u r a 17.3 nella pagina seguente, qualcosa di piuttosto diverso
avviene quando l’apertura diventa molto più larga. Anziché allargarsi, ora l’onda
continua a muoversi in avanti con una superficie di separazione ben definita tra la
regione in cui l’onda si sta muovendo e la sua “ombra”, cioè la regione in cui
l’onda è assente. Questo è proprio il comportamento os.servato nella Figura 17.1.
L'onda si allarga dietro alfaperiura.
562 CAPITOLO 17 Ottica ondulatoria

FIGURA 17.3 Un'onda nell'acqua che Il comportamento delTonda, sia che si allarghi o che viaggi in linea retta,
passa per un'apertura le cui dimensioni con ombre nette in entrambi i lati, dipende evidentemente dalle dimensioni dei
sono diverse volte la lunghezza d'onda.
corpi con cui Tonda interagisce. L’allargamento associato alla diffrazione
Barriera Barriera
diventa apprezzabile solo quando un’apertura o un corpo è “stretto” cioè di
dimensioni confrontabili alla lunghezza d’onda dell’onda. Quindi ci si aspetta
che un’onda luminosa venga diffratta solo quando incontra corpi di dimensioni
confrontabili con la lunghezza d’onda della luce.
La lunghezza d’onda della luce è estremamente corta. Più avanti in questo
capitolo si vedrà come la sua lunghezza d’onda può es.sere misurata e si troverà
che la tipica lunghezza d’onda della luce è solo di circa 0.5 firn. Quando le
onde luminose interagiscono con corpi di dimensioni macroscopiche come
quelle dell’apertura nella Figura 17 .1, la situazione è analoga a quella dell’onda
nell’acqua della Figura 17.3. L’onda si propaga diritta in avanti quindi potremo
L’onda .si muove dirilla in avanti. usare il modello dei raggi luminosi. Solo quando le dimensioni di un corpo o
di un’apertura si avvicinano a quelle della lunghezza d’onda della luce allora
Tallargamento tipico dell’onda diventa importante.

La luce è un’onda elettrom agnetica


Se la luce è un’onda, che cos’è che ondeggia? Come abbiamo brevemente
notato nel Capitolo 15, la luce consiste di campi elettrici e magnetici in oscil­
lazione molto rapida: è un’onda elettromagnetica. Esamineremo nel dettaglio
la natura delle onde elettromagnetiche nella Parte VI dopo aver introdotto i
concetti di campo elettrico e campo magnetico. Per ora ci limitiamo a dire che
le onde luminose .sono una “o.scillazione del campo elettromagnetico che si
auto-sostiene.” Dire che si auto-.sostiene significa che le onde elettromagneti­
che non richiedono un mezzo materiale per propagarsi; quindi le onde elettro-
magnetiche non sono onde meccaniche. Fortunatamente, possiamo analizzare
le proprietà delle onde luminose senza dover comprendere i campi elettroma­
gnetici. Infatti, la scoperta che la luce si propaga come un’onda risale a 60 anni
prima di quella che la luce è un’onda elettromagnetica. Anche noi saremo in
grado di apprendere molto sulla natura ondulatoria della luce senza dover
conoscere ciò che sta effettivamente vibrando.
Ricordiamo che tutte le onde elettromagnetiche, incluse le onde luminose,
viaggiano nel vuoto alla stessa velocità, detta velocità della luce. Il suo
valore è
V,luce = c = 3.00 • \ i f m/s
dove il simbolo c è u.sato per indicare la velocità della luce.
Ricordiamo, inoltre, che le lunghezze d’onda della luce .sono estremamente
piccole, passando da circa 400 nm per la luce violetta a 700 nm per la luce
rossa. Le onde elettromagnetiche con lunghezza d’onda al di fuori di questo
intervallo non .sono visibili all’occhio umano. Un prisma è in grado di .separare
tra loro le diverse lunghezze d’onda; possiamo quindi dedurre che la “luce
bianca” è data dalla somma di tutti i colori ovvero la combinazione delle varie
lunghezze d’onda. La successione di colori che si vede con un prisma, o
nell’arcobaleno, è chiamata lo spettro visibile.
Se le lunghezze d’onda della luce sono incredibilmente piccole, le frequenze
di o.scillazione .sono incredibilmente alte. La frequenza per una lunghezza
d’onda della luce di 600 nm è
V 3.00 IO** m/s
= 5.00 • 10“*Hz
~ A ” 600 IO ‘'n i
Le frequenze delle onde luminose .sono circa un fattore 10'^ più alte delle fre­
quenze sonore.

L’indice di rifrazione
Le onde luminose viaggiano nel vuoto alla velocità c, ma es.se rallentano men­
tre attraversano materiali trasparenti come l’acqua, il vetro o anche, in picco­
lissima parte, l’aria. Questo rallentamento è una conseguenza delle interazioni
tra il campo elettromagnetico dclTonda e gli elettroni del materiale. La velo-
17.1 Che cos’è la luce? 563

cita della luce in un materiale è caratterizzata dalTindice di rifrazione n del TABELLA 17.1 Indici di rifrazione per
materiale, definito come alcuni materiali

_ velocità della luce nel vuoto _ c Materiale Indice di rifrazione


velocità della luce nel materiale v (17.1) Vuoto 1
dove Vè la velocità della luce nel materiale. L’indice di rifrazione di un mate­ Aria 1.0003
Acqua 1.33
riale è sempre maggiore di 1 perché v è sempre minore di c\ 11 vuoto ha esatta­
Vetro 1.50
mente n = \. La Tabella 17.1 elenca gli indici di rifrazione di alcuni materiali. 2.42
Diamante
Liquidi e solidi hanno alti indici di rifrazione rispetto ai gas, semplicemente
perché essi hanno una densità superiore di atomi con cui può interagire la luce.
EEB3 ►Un valore accurato per l’indice di rifrazione dell’aria è rilevante
solo per misurazioni molto precise. Per cui, in questo testo, assumeremo
nuna = \ .00. ◄
Se la velocità dcH’onda luminosa cambia mentre entra in un materiale tra­
sparente, come il vetro, cosa avviene alla frequenza e alla lunghezza d’onda
della luce? Poiché v = A/*, A o / o entrambe devono cambiare quando v’ varia.
Come analogia, pensiamo a un’onda sonora nell’aria mentre incide sulla
superficie di una pozza d’acqua. Mentre l’aria oscilla avanti e indietro, essa
spinge periodicamente sulla superficie deH’acqua. Queste spinte generano le
compressioni dell'onda sonora che continua nell’acqua. Poiché ogni spinta
dell’aria genera una compressione nell’acqua, la frequenza dell’onda sonora
nell’acqua deve essere esattamente la stessa dell’onda sonora nell’aria. In altre
parole, la frequenza di un’onda non cambia méntre l’onda passa da un
mezzo a un altro.
Questa proprietà resta valida per le onde elettromagnetiche, sebbene le
spinte siano un po’ più complesse perché i campi elettrici e magnetici dell’onda
interagiscono con gli atomi alla superficie del materiale. Tuttavia anche in
questo caso la frequenza non cambia mentre l’onda passa da un materiale a un
altro.
La FIGURA 17.4 mostra un’onda luminosa mentre passa attraverso un mate­ FIGURA 17.4 Luce che attraversa un
riale trasparente con indice di rifrazione n. Mentre l’onda viaggia attraverso il materiale trasparente avente indice di

vuoto la sua lunghezza d’onda A . e la sua frequenza f sono tali che rifrazione n.
A / = c. Nel materiale, A f = v = c/n. La frequenza non cambia men- Materiale trasparente nel quale la luce
si propaga più lentamente, a veliK'ità v' = dn
tre l’onda entra nel materiale “ /vuoto^’ quindi la lunghezza d’onda deve
cambiare. La lunghezza d’onda nel materiale è
Vuoto /I = 1 ^ Indice n n—\
v e C Avuoto
'^mat 7 7 7 ~ (17.2) A vuoto A — A vuou/^
/m a l 'U m al ' v vuoto "
La lunghezza d ’onda nel materiale trasparente è inferiore alla lunghezza
d’onda nel vuoto. Questa conclusione appare logica. Supponiamo che una
banda musicale stia marciando a un passo al secondo a una velocità di 1 m/s.
Improvvisamente i musicisti rallentano la loro velocità a 0.5 m/s ma mantengono
la loro marcia a un passo al secondo. 11 solo modo per rallentare mentre marciano
allo stesso passo è quello di compiere passi più piccoli. Quando un’onda lumi­ La lunghe//a d’onda
nel materiale diminuisce,
nosa entra in un materiale, il solo modo che ha per rallentare mentre oscilla alla ma la frequen/.a resta immutata.
stessa frequenza è quello di avere una lunghezza d'onda più corta.

E S E M P IO 17.1 Analisi della luce che via gg ia attraverso un vetro


Un’onda luminosa arancione con una lunghezza d’onda di 600 Poiché = 1.00, la lunghezza d’onda della luce è la stessa
nm incide su un vetrino da microscopio spesso 1.00 mm. neH'aria e nel vuoto: Avuoto
_ = Ain.* = 600 nm. Quindi
^
la lun-
a. Qual è la velocità della luce nel vetro? ghezza d’onda aH’interno del vetro è
h. Quante lunghezze d’onda della luce sono contenute all’in­ 600 nm
terno del vetrino? Avr^lm = 40011111 = 4.00 • 10"^ m
vetro 1

SOLUZIONE N lunghezze d'onda coprono una distanza d = A'A, quindi


a. Dalla Tabella 17.1 vediamo che l’indice di rifrazione del numero di lunghezze d’onda contenute in d= 1.00 mm è
vetro è /2vetro = 1.50. Quindi la velocità della luce nel vetro è .00 • 10'^ m
^ N=^ = = 2500
3.00 > 10^ m/s A 4.00 Kr’ m
= 2.00 • 10^ m/s VERIFICA La conclusione che 2500 lunghezze d’onda siano
1.50 contenute in 1 nini di spessore è la riprova di quanto siano pic­
cole le lunghezze d’onda della luce.
564 CAPITOLO 17 Ottica ondulatoria

PAUSA DI RIFLESSIONE 17.1 Un’onda luminosa


viaggia attraverso tre materiali trasparenti di uguale
spessore. Ordina, dal più alto al più basso, gli indici
di rifrazione //.

17.2 L’interferenza della luce


Nella SEZIONE le .e abbiamo appreso che le onde di uguale lunghezza d’onda
emesse da due sorgenti - come ad esempio l’onda sonora emessa da due alto-
parlanti - possono sovrapporsi e intetferif'c, generando onde di maggiore
ampiezza dove queste interferiscono costruttivamente, e onde di minore
ampiezza o addirittura di ampiezza nulla dove esse interferiscono distruttiva­
mente. L'interferenza è un fenomeno legato alle onde, quindi, se la luce si
comporta come un’onda, allora dovremmo essere in grado di osservare l’inter­
ferenza prodotta dalle onde luminose.
Per farlo abbiamo bisogno di due onde luminose che abbiano esattamente la
FIGURA 17.5 La luce, proprio com e stessa lunghezza d’onda. Ciò è difficile da ottenere con due sorgenti luminose
un'ond a nell'acqua, si diffonde oltre
una fenditura in uno scherm o, se la
convenzionali. Invece, consideriamo la situazione illustrata nella f ig u r a 17.5.
fenditura è sufficientemente piccola. La luce di un laser passa attraverso una stretta apertura - um\ fenditura - che è
larga solamente 0.1 mm, circa il doppio dello spessore di un capello umano.
La luce si dìtYonde dietro lu fenditura.
Questa situazione è simile a quella nella Figura 17.2. dove l’onda d’acqua si
allarga dopo aver oltrepassato una stretta apertura. Quando le onde luminose
passano attraverso una stretta fenditura, esse si propagano dietro la fenditura,
proprio come facevano le onde nell’acqua dietro fapertura in una barriera. La
luce subisce il fenomeno della diffrazione, un segno caratteristico delle onde.
Studieremo la diffrazione con maggiori dettagli più avanti in questo capitolo.
Per ora, vediamo solo che una stretta fenditura agisce come una sorgente di
Fenditura di onde luminose che si allargano dietro di essa.
larghezza pari
0 .1 mm su
uno schermo L’esp erim en to con d oppia fen d itu ra di Young
opaco Per poter osservare f interferenza, abbiamo bisogno di due sorgenti luminose le
Fascio laser incidente cui onde possano sovrapporsi e interferire. La f ig u r a i7.6a mostra un esperi­
mento in cui un fascio laser è puntato contro uno schermo opaco che contiene
due .strette fenditure tra loro molto vicine. Questa coppia di l'enditure è chiamata
doppia fenditura. In un esperimento tipico le due fenditure .sono larghe « 0.1
mm e spaziate di « 0.5 mm tra loro. Supporremo che il fascio la.ser illumini le
fenditure in egual misura e qualsiasi luce che passi attraverso le fenditure finisca
con rincidere su uno schermo posto dietro di esse. Questo esperimento fu ese­
guito per la prima volta da Thomas Young nel 1801 usando luce solare anziché
un fa.scio laser. Esso fornì la prima prova definitiva che la luce è un’onda.
Che cosa ci aspetteremmo di vedere sullo schermo? La f ig u r a i7.6b è una
veduta dall’alto delfesperimento. Poiché le fenditure .sono molto strette, la
luce si allarga dietro a ciascuna fenditura come accadeva nella Figura 17.5 e
queste due onde allargate si sovrappongono nella regione compresa tra le fen­
diture e lo schermo.
Nel Capitolo 16 abbiamo visto che Vinterferenza costruttiva avviene in un
dato punto quando le distanze r^ e r^ dalle sorgenti 1 e 2 al punto considerato
differiscono di un numero intero di lunghezze d’onda. Per le onde lumino.se, ci
aspettiamo quindi che si abbia interferenza costruttiva e che f intensità lumi­
nosa sullo schermo sia alta quando le distanze /*, e r^ dalle fenditure al punto
sullo schermo differiscono di un numero intero di lunghezze d’onda. Proprio
come avevamo riscontrato per le onde sonore, l’interferenza distruttiva per le
onde luminose si ha nelle posizioni sullo schermo in cui r^ e r^ differiscono per
un numero intero di lunghezze d’onda più mezza lunghezza d’onda. In queste
posizioni lo schermo sarà scuro.
17.2 L’interferenza della luce 565

FIGURA 17.6 Un esperim ento d'interferenza prodotta da una doppia fenditura.


(a) 3. L’interferenza costruttiva si produce
, ............................... quando r ed /• differiscono (XT un
Il disegno non è in scala. La distanza dallo schermo I . Un oncia piana macie |u„ghe/ve cl oncia.
è mollo più grande della distanza tra le fenditure. SU una doppia fenditura. :
; Schermo 2. Le onde si diff\)iidono \ m= 4<
di visualizzazione oltre ciascuna fenditura. __ Le frange luminose
~ ^ sono indicale dal
numero intero m.
m=2
a partire dal
massimo centrale.

_ Massimo
centrale

Le due onde si
st)vrappoiigono quando
si diffondono oltre le due
fenditure. Le due onde Vista dall’alto della
sovrapptKsie inicrferi.scono. doppia fenditura
risultando in una figura m= 4
con bande chiare e scure . L’interferenza dislriilliva si produce
sullo schermo. quando ed r, differiscono per vista frontale
Fascio laser incidente un numero intero di lunghezze d'onda dello schermo
più mezza lunghezza d ’onda.

PAUSA DI RIFLESSIONE 17.2 Nella Figura 17.6b, supponiamo che per un punto P sullo schermo = 5 002248.5A e
/■, = 5 002 251.5A, dove A è la lunghezza d’onda della luce. L’interferenza nel punto P è
A. Costruttiva. B. Distruttiva. C. Una via di mezzo tra le due.

La fotografia nella Figura 17.6b mostra come appare lo schermo. Mentre ci


spostiamo lungo lo schermo, la differenza A/* = si alterna tra numeri
interi di lunghezze d’onda e numeri interi di lunghezze d’onda più mezza
lunghezza d’onda, provocando una .serie di bande chiare e scure di luce chia­ FIGURA 17.7 Geom etria di un
mate frange d'interferenza. Le frange brillanti sono numerate con un numero esperim ento con doppia fenditura.
intero /;/ = 1, 2, 3 ,..., partendo dal centro e andando verso l’esterno. La fran­ (a)
gia brillante al centro dello schermo ha un valore m = 0 ed è detta m assim o Le ontle luminoso
centrale. si incontrano in P
dopo aver percorso
le distanze e /*>.
A nalisi d e ll’in terferen za p ro d o tta d a due fen d itu re ''I y = L tan 0

La Figura 17.6b mostra qualitativamente che l’interferenza è prodotta dietro a


una doppia fenditura dalla sovrapposizione di onde luminose che si allargano y =0
dietro ciascuna apertura. Ora analizziamo Pesperimento con maggiore atten­ Immagine ingrandita
zione. La FIGURA i7.7a mostra la geometria di un esperimento con una doppia nella figura sottostante
fenditura in cui la spaziatura tra le due fenditure è c/e la distanza dello .schermo
è L. Assumeremo che L sia molto maggiore di d, Doppia Schermo di
fenditura visualizzazione
11 nostro obiettivo è di determinare se l’interferenza in un particolare punto
sullo .schermo sia costruttiva, distruttiva, o qualcosa di intermedio tra questi
(b)
due casi. Come si è appena detto, l’interferenza costruttiva tra due onde da due
sorgenti identiche avviene nei punti in cui la differenza di cammino A r= —r, I due cammini hanno Lo schermo è talmente
la stessa lunghezza — distante rispetto a d che i
è un numero intero di lunghezze d’onda. Possiamo .scrivere questa condizione da questi punti allo due cammini si |X)ssono
come schermo nel punto P. considerare paralleli.

A/* = /?/A m = 0, 1,2, 3, ... (17.3)


Quindi l’interferenza in un particolare punto sullo schermo è costruttiva, cioè
produce frange brillanti, se A /= /;;A in quel punto.
Dobbiamo trovare le posizioni specifiche sullo schermo in cui A/* = mX. 11
punto P nella Figura 17.7a si trova a una distanza dalla prima fenditura e
dall’altra fenditura. Possiamo specificare il punto P indicandone la distanza >’
dal centro dello schermo oppure l’angolo 0 mostrato nella Figura 17.7a; l’an­
golo ^ e la distanza v .sono collegati dalla relazione
\ = L tan 0 (17.4)
566 CAPITOLO 17 Ottica ondulatoria

Poiché lo schermo è molto distante rispetto alla separazione tra le fenditure,


le due traiettorie fino al punto P sono praticamente parallele, quindi il piccolo
triangolo ombreggiato in verde chiaro nell’ingrandimento nella f ig u r a i7.7b è
un triangolo rettangolo il cui angolo è anch’esso 0. La differenza di cammino
tra le due onde è il lato corto di questo triangolo, quindi
Ar = cls\n6 (17.5)
Le frange brillanti associate all’interferenza costruttiva si hanno allora ad
angoli 6^^ per cui
Ar = (lsìnO = n i\ /;/= 0, 1,2, 3, ... (17.6)
Abbiamo aggiunto l’indice m per indicare che è l’angolo della /;/-ma frangia
brillante, iniziando da m = 0 al centro.
11 centro dello schermo a y = 0 si trova alla stessa distanza da entrambe le
fenditure, quindi avrà Ar = 0. Questo punto di interferenza costruttiva, con m
= 0, è la frangia brillante identificata come il massimo centrale nella Figura
17.6b. La differenza di cammino tra le onde aumenta alPallontanarsi dal centro
dello schermo, e le frange m = 1 si hanno nella posizione in cui A /= 1A. Cioè,
un’onda ha percorso una distanza maggiore di esattamente una lunghezza
d’onda rispetto all’altra. In generale, la m-ma frangia brillante si ha quando
un’onda ha percorso una distanza maggiore di m lunghezze d ’onda rispetto
all’altra e quindi Ar = mA.
In pratica, l’angolo 0 in un esperimento con una doppia fenditura è quasi
sempre un angolo molto piccolo (<1°). Si ricorda, dalla - ^ s e z io n e 14.2, Vap-
prossiniazione valida per piccoli angoli sin 0 « 0, dove 0 dev’essere misurato
in radianti. Possiamo far uso di questa approssimazione per riscrivere l’Equa­
zione 17.6 come

A
«1 = 0, 1 ,2 ,3 ,... (17.7)
Angoli (in radianti) delle frange brillanti per Pinterferenza di una
doppia^fenditura con spaziatura tra le fenditure pari a d

Questa relazione fornisce le posizioni angolari in radianti delle frange brillanti


nella figura d’interferenza.
E di solito più conveniente misurare la posizione della frangia brillante
/n-ma, a partire dal centro dello schermo. Usando l’approssimazione per angoli
piccoli ancora una volta, questa volta nella forma tan 0 » 0, possiamo sostituire
0^^ dall’Equazione 17.7 per tan nell’Equazione 17.4 per trovare che la fran­
gia brillante /?/-ma si forma nella posizione

m \L
ym = ■ m = (), 1 ,2 ,3 ,... (17.8)

Posizioni delle frange brillanti per Pinterferenza prodotta da una


doppia fenditura su uno schermo a distanza L

La figura d’interferenza è simmetrica, quindi c’è una ///-ma frangia brillante


alla stessa distanza da entrambi i lati rispetto al centro. Possiamo vedere ciò
nella Figura 17.6b.
EEnS ►Le equazioni 17.7 e 17.8 non si applicano all’interferenza di onde
sonore prodotte da due altoparlanti. Le approssimazioni che abbiamo usato
(angoli piccoli, L » d) di solito non sono valide per le onde sonore con
lunghezze d'onda più grandi. <

ESEMPIO 17.2 Qual è la distanza percorsa dalle onde?


La luce di un laser a elio-neon (A = 633 nni) illumina due fendi- che si trova a 9.5 min dal centro dello schermo. Qual è il numero
ture distanziate tra loro di 0.40 mm. Uno schenno si trova a 2.0 m di frangia ///, e qual è la differenza di cammino tra la luce che
dalle fenditure. Una frangia brillante viene osservata in un punto passa dalPuna e dall’altra fenditura per arrivare in questo punto?
17.2 L'interferenza della luce 567

IMPOSTAZIONE Una frangia brillante viene osservata quando La distanza aggiuntiva percorsa da un’onda rispetto all’altra è
la differenza di cammino è pari a un numero intero di lun­
Ar = niK = 3(633 • 10 *^m) = 1.9 • 10"^ m
ghezze d’onda. Quindi sappiamo che Ar dev’essere m\, dove
m è un numero intero. Possiamo trovare m dall’equazione 17.8. VERIFICA Le differenze di cammino, nell’interferenza pro­
SOLUZIONE Risolvendo l’equazione 17.8 per w di ottiene dotta da due fenditure, sono generalmente molto piccole,
y^d _ {9.5 • 10~"m)(0.40 » 10'^ m) appena di poche lunghezze d’onda della luce. Qui, Ar è solo
= 3 circa una parte su un milione della distanza, di 2.0 m, percorsa
AL “ (633 • 10“’ m)(2.0m)
dalle onde!

L’Equazione 17.8 predice che la figura d ’interferenza è una serie di linee FIGURA 17.8 Simboli usati per
brillanti sullo schermo equispaziate, esattamente come mostrato nella Figura descrivere l'interferenza ottenuta da due
fenditure.
17.6b. Come sappiamo che le frange sono equamente spaziate? La spaziatura
delle frange tra la frangia m e la frangia m + 1 è DitTercn/.a di cammino
A r per una frangia
(m-fl)AL m \L chiara o scura
= Jm+i - = -------;-------------
y„, c la posizione
che può essere semplificata in dell’m-mo V4 - 4A
massimo. ,
>’3 7A/2
^Ay = - (17.9) >'3- 3A
...... 5A/2
Spaziatura tra due frange brillanti adiacenti 2A
yln è la posizione
delTm-mo 3A/2
Poiché Av è indipendente da m, qualsiasi coppia di frange brillanti adiacenti ha minimo. vi A
la stessa spaziatura. .vi - A/2
Le frange scure nella fotografie sono le bande dell’interferenza distruttiva. 0 OA
Si è appreso nel Capitolo 16 che l’interferenza distruttiva avviene nelle posi­ Massimo
zioni dove la differenza di cammino delle onde è un numero intero di lun­ centrale
ghezze d’onda più mezza lunghezza d’onda:

Ar = I m + - |A m = 0, 1 ,2 ,3 ,... (17.10)

Possiamo usare l’Equazione 17.6 per A re l’approssimazione per angoli piccoli


per trovare che le frange scure sono localizzate nelle posizioni

1 \ AL
ym = l ' ” + 2 j ' 7 «1 = 0, 1,2, 3 , . . . (17.11)
Posizione delle frange scure nella figura d’interferenza prodotta
da una doppia fenditura

Abbiamo usato con un apice, per distinguere la posizione deH’/77-mo


minimo da quella deH’/;/-mo massimo a Possiamo vedere daH’Equazione
17.11 che le frange scure sono localizzate esattamente a metà strada tra due FIGURA 17.9 Intensità delle frange
frange brillanti. La f ig u r a 17 .8 riassume i simboli usati per descrivere l’inter­ d'interferenza nell'esperimento con due
ferenza dovuta a una doppia fenditura. fenditure.
La f ig u r a 17.9 è un grafico deH’intensità rispetto a y. Notiamo l’insolito
Lintensità delle frange
orientamento del grafico, con l’intensità che aumenta verso sinistra in modo che diminui.scc perché
l’asse y combaci con la figura deH’esperimento. Possiamo vedere che l’intensità l'intensità luminosa
oscilla tra frange scure, dove l’intensità è zero, e frange brillanti, dove l’inten­ delfonda assediata
ad ogni fenditura c essa
sità è massima. 1 massimi si verificano nelle posizioni dove y = mXLIcl. stessa non uniforme.
Distanza tra
le frange Ay
ESEMPIO 17.3 Misura della lunghezza d'onda della luce
La figura d’interferenza prodotta da una doppia fenditura viene osservata su uno
D Fenditure
schermo posto 1.0 m dietro le due fenditure che sono distanziate di 0.30 min. Dal
Massimo
centro di una particolare frangia al centro della nona frangia brillante relativamente centrale
ad essa ci sono 1.6 cm. Qual è la lunghezza d’onda della luce?
IMPOSTAZIONE Non è sempre ovvio in quale frangia si trova il massimo centrale. sono equamente
Basta una lieve imperfezione delle fenditure e la figura delle frange d’interferenza spaziate.
si discosta dal caso ideale. Tuttavia, non abbiamo bisogno di identificare la frangia
con m = 0 perché possiamo sfruttare il fatto, espresso nell’Equazione 17.9, che la
Aumento
Continua
delPintensiià luminosa
568 CAPITOLO 17 Ottica ondulatoria

spaziatura delle frange l y è uniforme. La figura d’interferenza assomiglia alla foto­


grafia della Figura 17.6b.
SOLUZIONE La spaziatura tra le frange è
, 1.6 cm
Ay = —-— = 1.78 10“^ m
Usando questa spaziatura tra le frange nell’Equazione 17.9, troviamo che la lun­
ghezza d’onda è
^ d ^ 3.0 • 10'^
-(1.78 • 10"^ m)
— rsT ir
= 5.3 • 10"^m = 530nm
È consuetudine esprimere le lunghezze d’onda della luce visibile in nanomctri.
Accertiamoci di usare questa unità di misura quando risolviamo questo tipo di pro­
blemi.
VERIFICA Abbiamo appreso nel Capitolo 15 che la luce visibile ha la lunghezza
d’onda in un intervallo tra 400-700 nm, quindi trovare una lunghezza d’onda in que­
sto intervallo è ragionevole. Infatti, è proprio grazie ad esperimenti come questi con­
dotti con una doppia fenditura che siamo in grado di misurare la lunghezza d’onda
della luce.

PAUSA 01 RIFLESSIONE 17.3 Un’onda luminosa di lunghezza d’onda A, illu­


mina una doppia fenditura e le frange d’interferenza sono osservate su uno
schermo dietro le fenditure. Quando la lunghezza d’onda viene variata a
notiamo che le frange si avvicinano tra loro. A. è maggiore o minore di A ?

17.3 II reticolo di diffrazione


Supponiamo di sostituire la doppia fenditura con uno schermo opaco che ha N
fenditure con spaziature molto piccole. Quando vengono illuminate da un lato,
ciascuna di queste fenditure diventa una sorgente di onde luminose che dif­
frangono, o si allargano, oltre la fenditura. Questo strumento prende il nome di
retìcolo di diffrazione. La figura dell’intensità luminosa prodotta su uno
FIGURA 17.10 Veduta dall'alto di un schermo oltre il reticolo di diffrazione è dovuta all’interferenza delle N onde
reticolo di diffrazione con A/= 10 che si sovrappongono.
fenditure.
La FIGURA 17.10 mostra un reticolo di diffrazione in cui N fenditure sono
N fenditure Le onde circolari clic si egualmente spaziate a una distanza d tra loro. Questa è una veduta dall’alto del
con una diffondono da ciascuna
spaziatura d Icndilura si sovrap[)ongom)
reticolo, mentre guardiamo in basso verso l’esperimento, e le fenditure si
c interferiscono tra loro. estendono sopra e sotto la pagina. Qui vengono mostrate solo 10 fenditure, ma
un reticolo in pratica può avere centinaia o perfino migliaia di fenditure. Sup­
poniamo che un’onda piana di lunghezza d’onda A si avvicini al reticolo dal
lato sinistro. La cresta di un’onda piana arriva simultaneamente in ciascuna
fenditura, facendo emergere un’onda da ciascuna fenditura che è in fase con
l’onda emergente da ogni altra fenditura, cioè tutte le creste e i ventri delle
onde emergono simultaneamente. Ciascuna di queste onde emergenti si allarga,
proprio come l’onda luminosa nella Figura 17.5, e dopo una breve distanza
tutte le onde si sovrappongono le une con le altre e interferiscono.
Vogliamo sapere come apparirà la figura d’interferenza sullo schermo
posto dietro la grata. La figura luminosa sullo schermo è il risultato della
sovrapposizione delle N onde, provenienti dalle N fenditure, dopo che queste
si .sono allargate e sovrapposte. Come abbiamo fatto nel caso della doppia
fenditura, assumeremo che la distanza L dello schermo sia molto grande
rispetto alla spaziatura tra le fenditure d\ quindi il cammino seguito dalla luce
da una fenditura a un punto sullo .schermo è qua?*\ parallelo al percorso seguito
dalla luce uscente dalle fenditure vicine. Si può vedere nella Figura 17.10 che
“• Le onde provcnienli da
ciascuna fenditura l’onda da una fenditura percorre una distanza maggiore di ù^r = d sin 0 rispetto
percorrono una distanza all’onda che esce dalla fenditura sopra di essa e una distanza minore di Ar =
Ar = dsìnO in più rispetto d sin 0 rispetto all’onda che esce dalla fenditura sotto di essa. Que.sto è lo
alle onde provenienti dalla
fenditura immediatamente stesso ragionamento che abbiamo usato nella Figura 17.7 per analizzare l’e­
superiore. sperimento con una doppia fenditura.
17.3 II reticolo di diffrazione 569

FIGURA 17.11 Interferenza per un reticolo con cinque fenditure.

Schermo r
La diffcrcn/a di cammino percorso Ar. ira i
cammini di cinque fenditure adiacenti è
Reticolo con esattamente pari a 1A, in mixlo tale che /;i = 1.
cinque fenditure. \

A/* tra questi cammini m= 2


ò esaltaniente pari a 2 A (m = 2).
Distribuzione
della luce sullo
schermo.

La Figura 17.10 è una vista ingrandita delle fenditure. La f ig u r a 1 7 . i i rap­


presenta una visione globale dello schermo e del reticolo con cinque fenditure.
Se l’angolo 0 è tale che \ r = d sin 0 = /;?A, dove ni è un intero, l’onda luminosa
che arriva sullo schermo da una fenditura percorrerà esattamente ni lunghezze
d’onda in più o in meno della luce proveniente dalle due fenditure adiacenti ad
essa, quindi queste onde saranno esattamente in fase le une con le altre. Ma
ciascuna di queste onde è in fase con le onde provenienti dalle fenditure vicine,
e così via per tutte le fenditure del reticolo. In altri termini, N onde luminose,
provenienti da N fenditure, saranno tutte in fase le une con le altre quando
arriveranno in un punto dello schermo a un angolo 0^^ tale che sia soddi­
sfatta la condizione.

d s i n O ^ ^ mX An = 0, 1,2,3, ... (17.12)


Angoli delle frange brillanti associati a un reticolo di diffrazione
con separazione d tra le fenditure

Lo schermo avrà frange brillanti d ’interferenza costruttiva per i valori di 6^^ che
soddisfano l’Equazione 17.12. Quando questo accade, diciamo che la luce è
“diffratta a un angolo Poiché di solito è più facile misurare le distanze
anziché gli angoli, la posizione y delP/Az-mo massimo è

y =L tan(y (17.13)
Posizioni delle frange brillanti associate a un reticolo di diffrazione
posto a distanza L da uno schermo

L’intero m è chiamato ordine della diffrazione. Nella pratica i reticoli, con


valori molto piccoli per d, mostrano solo alcuni ordini. Poiché d è di solito
molto piccolo, è consuetudine caratterizzare un reticolo con il numero di linee
per millimetro. Qui per “linea” si intende “fenditura,” quindi il numero di linee
per millimetro è semplicemente l’inverso della spaziatura d tra le fenditure in
millimetri.
►La condizione per un’interferenza costruttiva in un reticolo di N
fenditure è identica aH’Equazione 17.6 per solo due fenditure. L’equazione
17.12 è semplicemente il requisito che la differenza di cammino tra due
fenditure adiacenti, siano esse due o A/, sia m \. Ma a differenza degli angoli
nell’interferenza prodotta da una doppia fenditura, gli angoli di interferenza
costruttiva prodotti da un reticolo di diffrazione non sono generalmente an­
goli piccoli. 11 motivo è che la spaziatura d tra le fenditure in un reticolo di
diffrazione è di solito così piccola che \/d non è un numero piccolo. Quindi
in questo caso non si può utilizzare l’approssimazione per piccoli angoli per
semplificare le Equazioni 17.12 e 17.13. <
C ’è un’importante differenza tra la distribuzione dell’intensità associata
all’interferenza da doppia fenditura mostrata nella Figura 17.8 e la distribu­
zione dell’intensità associata al reticolo di diffrazione con fenditure multiple
570 CAPITOLO 17 Ottica ondulatoria

mostrata nella Figura 17.11: le frange brillanti di un reticolo di diffrazione


sono molto più strette. In generale, airaumentare del numero N di fenditure, le
frange brillanti diventano più strette e più brillanti. Questa tendenza è illustrata
nella f ig u r a 1 7 . 1 2 per un reticolo con due fenditure (interferenza da doppia
fenditura), 10 fenditure e 50 fenditure. Per un comune reticolo di diffrazione,
che può avere migliaia di fenditure molto vicine, la figura d’interferenza con­
siste in un basso numero di frange molto brillanti e molto strette mentre la
maggior parte dello schermo rimane scura.
FIGURA 17.12 L'intensità sullo schermo è dovuta a tre reticoli di diffrazione.
Notiamo che gli assi dell'intensità hanno scale differenti.
N=2 N = IO N = 50

intensità
luminosa
4 0 1(K) 0 2500 0

Airauinentare del numero di lenditure in un reticolo. le frange diventano seiiìpre più strette e più brillanti.

Spettroscopia
Ciascun elemento atomico nella tavola degli elementi, se opportunamente
eccitato dalla luce, da un campo elettrico o dalle collisioni con altri atomi,
emette luce solo ad alcune ben definite lunghezza d’onda. Misurando accura­
tamente queste lunghezze d’onda, possiamo dedurre i vari elementi che com­
pongono un campione di composizione .sconosciuta. Anche le molecole
emettono una luce che è caratteristica della loro composizione. La scienza che
misura le lunghezze d’onda della luce emes.sa da atomi e molecole è chiamata
spettroscopia.
Poiché hanno frange brillanti molto ben distinte tra loro, i reticoli di diffra­
zione rappresentano uno strumento ideale per la spettro.scopia. Supponiamo
che la luce incidente su un reticolo sia formata da due lunghezze d’onda leg­
germente differenti. Secondo l’Equazione 17.12. cia.scuna lunghezza d’onda
sarà diffratta con un angolo leggermente differente e, se N è sufficientemente
FIGURA 17.13 Un reticolo di diffrazione grande, potremo vedere due distinte frange sullo .schermo. La f ig u r a 1 7 . 1 3 illu­
può essere utilizzato per misurare le stra questa idea. Al contrario, le frange in un esperimento con una doppia fen­
lunghezze d'onda della luce. ditura sono così larghe che non sarebbe possibile distinguere le frange di una
Le due lunglie//e d'onda lunghezza d’onda da quelle dell’altra.
sono state separate.
La lunghezza d'onda della
luce blu è maggiore di ESEMPIO 17.4 M isu ra delle lunghezze d'ond a em esse
quella della luce violetta, e
quindi viene dilfratta da atom i di sod io
maggiormente. La luce prodotta da una lampada al sodio passa attraverso un reticolo di diffrazione
che ha 1000 fenditure per millimetro. La figura d’interferenza viene vista su uno
schermo a 1.000 m di distanza dal reticolo. Due frange gialle brillanti sono visibili a
72.88 cm e 73.00 cm dal massimo centrale. Quali sono le lunghezze d’onda associate
Reticolo a queste due frange?
Tutte le lunghezze IMPOSTAZIONE Questa situazione è simile a quella nella Figura 17.13. Le due
d ’onda si .sovrappongono frange .sono molto vicine, quindi ci si aspetta che le lunghezze d’onda siano solo leg­
a V ^ 0. germente diverse. Nessun’altra frangia gialla viene menzionata, quindi assumeremo
che queste due frange siano dovute al primo ordine della diffrazione (m = 1).
lnten.sità_
SOLUZIONE La distanza di una frangia brillante dal massimo centrale è legata
luminosa
all’angolo di diffrazione &dy^ = L tan 6^ . Quindi gli angoli di diffrazione di queste
due frange sono
[ 36.085° frangia a 72.88 cm
0\ = tan *1
136.129° frangia a 73.00 cm
17.3 U reticolo di diffrazione 571

Questi angoli devono soddisfare la condizione d'interferenza d sin = A quindi le


lunghezze d’onda sono
A= sin
Quanto vale di Se una grata lunga 1 mm ha 1000 fenditure, allora la spaziatura tra
due fenditure è 1/1000 mm, ossia d= 1.00 • lO"^ m. Quindi le lunghezze d’onda che
creano le due frange brillanti sono
[ 589.0 nm frangia a 72.88 cm
A= dsìnO
[589.6 nm frangia a 73.00 cm
VERIFICA Nel Capitolo 15 avevamo appreso che la luce gialla ha una lunghezza
d’onda di circa 600 nm, quindi la nostra risposta è ragionevole.

Gli strumenti che misurano e analizzano gli spettri, chiamati spettrometri,


sono ampiamente impiegati in chimica, biologia e medicina. Poiché ogni
molecola ha un proprio spettro, un’“impronta digitale”, la spettroscopia viene
impiegata, ad esempio, per identificare specifiche biomolecole nei tessuti, far­
maci assunti nelle urine e la clorofilla nell’acqua di mare.

Reticolo di riflessione
Abbiamo analizzato quello che è chiamato un reticolo eli trasmissione, con
molte fenditure parallele. Da un punto di vista della fabbricazione, è difficile
produrre questo genere di reticolo con un alto numero di fenditure ravvicinate.
In pratica, la maggior parte dei reticoli di diffrazione sono prodotti come reti-
coli di riflessione. 11 semplice reticolo di riflessione, mostrato nella f ig u r a
17.14, è uno specchio con centinaia o migliaia di scanalature strette e parallele
incise sulla sua superficie. Le scanalature dividono la superficie in molte stri­
sce parallele riflettenti, ciascuna delle quali, quando viene illuminata, diventa
una sorgente di onde. Quindi un’onda luminosa incidente viene suddivisa in N
onde sovrapposte. La figura d’interferenza è esattamente la stessa di quella
della luce trasmessa attraverso N fenditure parallele, quindi l’Equazione 17.13
si applica ai reticoli di riflessione come ai reticoli di trasmissione.
l colori dell’arcobaleno visibili sulla superficie di un CD o un DVD sono un
esempio d’interferenza nella vita quotidiana. La superfìcie di un DVD è for­
mata da uno strato di plastica liscia con un sottile strato rifiettente che lo rende
simile a uno specchio. Come mostrato nella f ig u r a 1 7 . 1 5 , miliardi di piccoli
fori, cia.scuno con un diametro di circa 320 nm, sono incisi sulla superficie con
un laser. La presenza o l’assenza di fori in una particolare posizione del disco
è interpretata come lo 0 o 1 di un’informazione digitale codificata. Tuttavia, da

f ig u r a 17.14 Un reticolo di Lunghezze d’onda FIGURA 17.15 I colori di un DVD sono


riflessione. Luce incidente provocati dalla diffrazione.
differenti sono diffratte
ad angoli differenti

uperficie
dello
specchio

Pochi fxm
Un reticolo di riflessione può essere fabbricalo
incidendo scanalature parallele sulla superfìcie
di uno .specchio. Questi reticoli possono essere
mollo precisi, per usi scientifici, oppure prodotti
in serie in plastica.

I solchi microscopici
un puntD di vista ottico, la matrice di fori su una superficie brillante è una ver­ che immagazzinano
sione bidimensionale del reticolo di riflessione mostrato nella Figura 17.14. rinformazione su un
DVD agiscono come
Reticoli di riflessione in plastica meno precisi possono es.sere prodotti a un un reticolo di
costo molto basso semplicemente stampando fori o scanalature su una superfi­ diffrazione.
cie rifiettente e sono ampiamente venduti come giocattoli o gadget. I colori
dell’arcobaleno vengono visti perché ciascuna lunghezza d’onda che compone
la luce bianca incidente è diffratta a un angolo differente. 740 nm
572 CAPITOLO 17 Ottica ondulatoria

S IN T E S I 17.1 Interferenza da d oppia fenditura e reticoli di diffrazione


I principi fisici alla base dell’interferenza prodotta da una doppia fenditura e da un reticolo di diffrazione sono gli
stessi: una frangia brillante si forma su uno schermo quando la differenza di cammino tra le onde è pari a un numero
intero m = 0, l, 2, 3 di lunghezza d’onda A.

Interferenza da doppia fenditura R etìcolo di diffrazione


Lunghezza d’onda (m) Distanza dallo schermo (ni) r/sin^;„ = m \ y„ = Llan e „
Distanza
n — .tra le
0„ è l’angolo dell’m-ma ,v,„ è la posizione
“/M“ * fenditure (m) v ii frangia brillante. delfm-ma frangia brillante.
y„ è la posizione
6„, è l’angolo in radianti dell’/n-ma frangia y„ è la posizione Schermo, /
dell’w-ma frangia brillante. brillante. deU'm-ma frangia scura. 11 w
<]kV2 m= 2
Reticolo
/« = l
ir*
/» = 0
w= I
-yi dè la distanza \m = 2
-yi tra le fenditure.
= 0 (Massimo centrale)
“Numero d’ordine” m
Per un reticolo di diffrazione,
Distanza tra le frange l’appro.ssimazione per piccoli angoli non
d è generalmente valida. Per determinare la
posizione delle frange brillanti, si deve
prima determinare l’angolo (),„ da
Nell’interferenza prodotta da una doppia fenditura, gli angoli 6 r/siné^,„ = /;?A, quindi usare = Ltixn0,„.
sono di solito molto piccoli e si può usare l’approssimazione Un reticolo con N fenditure o linee per mm ha
per piccoli angoli nelle equazioni. una spaziatura tra le fenditure pari
a cl = (l mm)/N.

PAUSA DI RIFLESSIONE 17.4 La luce bianca passa attraverso un reticolo di


diffrazione e forma una figura con i colori dell’arcobaleno su uno schermo
dietro il reticolo. Per ogni frangia con i colori deH’arcobaleno,
A. Il lato rosso è sulla destra, il lato violetto è sulla sinistra.
B. Il lato rosso è sulla sinistra, il lato violetto è sulla destra.
C. Il lato rosso è più vicino al centro dello schermo, il Iato violetto è più
lontano dal centro.
D. Il lato rosso è più lontano dal centro dello schermo, il lato violetto è più
vicino al centro.

17.4 Interferenza da film sottile


Nella ^ SEZIONE l e . e abbiamo studiato l’interferenza di onde sonore in una
dimensione. A seconda che esse siano in fase o in opposizione di fase, due onde
sonore della stessa frequenza, che viaggiano nella stessa direzione, possono pro­
dune interferenza costruttiva o distruttiva. Le onde luminose possono anch’esse
interferire allo stesso modo. Onde luminose di uguale frequenza sono prodotte
quando si ha una riflessione parziale alla superficie di separazione (interfaccia)
tra due mezzi per cui l’onda viene separata in un’onda riflessa e un’onda tra­
smessa. L’interferenza delle onde luminose riflesse dalle due supeifici di separa­
zione di una sottile pellicola, come ad esempio il sottile strato d’acqua che si ha
nelle bolle di sapone, viene chiamata interferenza da film sottile.
L’interferenza da film sottile ha importanti applicazioni nell’industria
ottica. Film sottili, inferiori a 1 )itm (10'^ m) di spessore, sono usati per rivesti­
menti anti-riflettenti di lenti, macchine fotografiche, microscopi e altri stru­
menti ottici. I colori brillanti delle chiazze di petrolio e delle bolle di sapone
sono anch’essi dovuti all’interferenza da film sottile.
17.4 Interferenza da film sottile 573

Interferenza di onde lum inose riflesse f ig u r a 17.16 Due riflessioni sono


visibili nella finestra, una per ciascuna
Come sappiamo, e come abbiamo visto nel Capitolo 16, un’onda luminosa che faccia del vetro.
incontra un pezzo di vetro viene parzialmente trasmessa e parzialmente riflessa.
In effetti, un'onda luminosa viene parzialmente riflessa da qualsiasi superfìcie
di separazione tra due mezzi trasparenti con diversi indici di rifrazione. Quindi

t
la luce viene parzialmente riflessa non solo dalla superficie anteriore di uno
strato di vetro, ma anche dalla sua superficie posteriore, mentre essa passa dal
vetro all'aria. Ciò conduce alle due riflessioni che si vedono nella f ig u r a i ?. 16 .
Un altro importante aspetto della riflessione delle onde è illustrato nella
Figura 16. lOb del capitolo precedente nel caso di una corda. Se un'onda si
muove passando da una corda con una velocità d'onda maggiore a una corda
con una velocità d'onda minore, l'onda riflessa è invertita rispetto all'onda
originale. Essa non viene invertita se invece passa da una corda con velocità
d'onda inferiore a una corda con una velocità d'onda maggiore.
Lo stesso fenomeno accade alle onde luminose. Quando un'onda luminosa
si sposta da un mezzo con una velocità della luce maggiore (e un basso indice
di rifrazione) a un mezzo con velocità della luce minore (cioè con l’indice di f ig u r a 17.17 Onde riflesse con e senza
rifrazione più alto), l’onda riflessa è invertita. Questa inversione dell’onda, cambiamento di fase.
chiamata cambio di fase, è equivalente ad aggiungere una mezza lunghezza Interfaccia
d'onda, A/2, alla distanza percorsa dall’onda. Possiamo vedere ciò nella f ig u r a Indice /i] y Indice «2

17.17, dove un’onda riflessa con un cambio di fase viene confrontata con Onda incidente Onda trasmessa
un’onda riflessa senza cambio di fase. Riassumendo, possiamo dire che
un’onda luminosa subisce un cambio di fase se viene riflessa da una super­
fìcie di separazione dove l’indice di rifrazione aum enta. Non c'è cambio di
fase a una superfìcie di separazione dove l’indice di rifrazione diminuisce.
m M a/w w Caso I : « 1 > Hi.
Consideriamo un film sottile e trasparente con spessore t e indice di rifra­ L'onda rilìessa non

zione n che ricopre un pezzo di vetro. La f ig u r a 17.i s mostra un’onda lumi­ y W N A/ A subisce un
cambiamento di
nosa di lunghezza d'onda A che si avvicina alla pellicola. La maggior parte Onde fase.
della luce viene trasmessa nella pellicola, ma, come abbiamo visto, una parte riflesse C'aso 2: /fj < Ui.
viene riflessa indietro dalla prima superfìcie di separazione (quella tra aria e L’onda riflessa

film). Inoltre, una parte dell’onda che continua nella pellicola viene riflessa
W \ / IW subisce un
cambiamento di
alla seconda superficie di separazione (quella tra film e vetro). Le due onde fase.
riflesse, che hanno esattamente la stessa frequenza, viaggiano all’indietro La rilìcssionc con il cambiamento di fase ò
neH’aria dove esse si sovrappongono e interferiscono. Come abbiamo appreso in ritardo di mezza lunghezza d ’onda, quindi
l’elfetto del cambiamento di fase ò di
nel Capitolo 16, le due onde riflesse interferiranno costruttivamente produ­ aimtentare il cammino percorso di A/2.
cendo una riflessione forte se esse sono in fase (ossia se le loro creste si sovrap­
pongono). Se le due onde riflesse sono in opposizione di fase, con le creste di
un’onda che si sovrappongono ai ventri dell'altra, esse interferiranno distrutti­
vamente producendo una riflessione debole o addirittura non producendo
alcuna riflessione, se le loro ampiezze sono uguali. FIGURA 17.18 Nell'interferenza da film
Abbiamo trovato che l’interferenza di due onde sonore è costruttiva se la sottile, le due riflessioni, una dovuta al
film e l'altra al vetro, si sovrappongono
loro differenza di cammino è Ad = m \ e distruttiva se Ad = [ni + \ dove m
ed interferiscono.
è un numero intero. La stessa affermazione resta valida per le onde luminose
Aria
riflesse, per cui la differenza di cammino è la distanza in più percorsa dall’onda
1. L’onda incidente
che si riflette sulla seconda superficie. Poiché quest’onda viaggia due volte Film sottile Vetro
viene trasmessa
Indice n
lungo la pellicola di spessore t, la differenza di cammino è Ad = 2t. attraverso il film sottile
e il vetro.
Abbiamo notato precedentemente che il cambio di fase quando un’onda
luminosa viene riflessa da una superficie di separazione con un indice di rifra­
zione maggiore è equivalente ad aggiungere una mezza lunghezza d’onda alla AAAAAA/VWWIA
distanza percorsa. Questo porta a due situazioni: ^film
2. Parte deU’onda
1. Se nessuna o entrambe le onde hanno un cambio di fase dovuto alle incidente viene rilìessa
3. Parte del l’onda
trasmessa viene
riflessioni, il contributo aggiuntivo totale alla differenza di cammino è dalla prima superficie
riflessa dalla
pari a zero. La differenza di cammino effettivo è Ad^^^ = 2t. seconda superficie.
2. Se solamente «/Fonda ha un cambio di fase dovuto alla riflessione, la
differenza di cammino effettivo è aumentata di mezza lunghezza d’onda:
= 2f -b 5A
L’interferenza delle due onde riflesse è costruttiva se Ad =mX^, e distruttiva 4. Le due onde riflesse
se A^/cff= ('^2 + i)Afiim- Perché Aj.,^? Perché la distanza extra è percorsa si sovrappongono e
aH’interno della pellicola, allora dobbiamo confrontare 2/ con la lunghezza interferiscono.
574 CAPITOLO 17 Ottica ondulatoria

d’onda nella pellicola. Inoltre, Tindice di rifrazione del film è n, quindi la lun­
ghezza d’onda nel film è = AAz, dove A è la lunghezza d’onda della luce nel
vuoto o neH’aria.
Con queste informazioni, possiamo scrivere le condizioni per l’interferenza
costruttiva e l’interferenza distruttiva delle onde luminose riflesse da un film
sottile:

2/ = rn — m = 0, 1 , 2 ,. .. (17.14)
n
Condizione per l’interferenza costruttiva con 0 o 2 cambi di fase per riflessione.
Condizione per f interferenza distmttiva con 1 solo cambio di fase per riflessione

2t /M= 0, 1 ,2 ,. (17.15)

Condizione per f interferenza distmttiva con 0 o 2 cambi di fa.se per riflessione


Condizione per l'interferenza costruttiva con 1 solo cambio di fase per riflessione

EEÌZ3 ►Le Equazioni 17.14 e 17.15 danno lo spessore dello strato che pro­
duce interferenza costruttiva o distruttiva. A spessori diversi, le onde inter­
feriranno in modo non totalmente costruttivo né in modo totalmente distrut­
tivo, e l’intensità rifles.sa cadrà a valori intermedi tra questi due estremi. ^
Queste condizioni rappre.sentano le basi per una procedura di analisi dell’inter­
ferenza da film sottile.

STRATEGIA Analisi deifinterferenza da film sottile


ETATTICA 171

Seguiamo l’onda luminosa mentre attraversa una pellicola sottile o film.


L’onda riflessa dal secondo interfaccia percorre una distanza aggiuntiva
pari a 2t.
1. Notiamo gli indici di rifrazione dei tre mezzi: il mezzo prima dello .strato
.sottile, lo .strato .sottile stesso, e il mezzo dopo lo strato sottile. Il primo e
il terzo pos.sono essere uguali. C’è un cambio di fa.se per riflessione ad
ogni confine dove l’indice di rifrazione aumenta.
2. Se nessuna o entrambe le onde riflesse subi.scono un cambio di fa.se, i
cambi di fa.se si cancellano e la differenza di cammino è Ar/= 2/. Usiamo
l’equazione 17.14 per trovare dove si ha interferenza co.struttiva e l’E­
quazione 17.15 per trovare dove si ha l’interferenza di.struttiva.
3. Se solo w/fonda subisce un cambio di fa.se, la differenza di cammino
effettivo è Ad = 2/ | a. Possiamo usare l’Equazione 17.14 per trovare
l’interferenza distruttiva e l’Equazione 17.15 per trovare l’interferenza
costruttiva.

►Piume iridescenti BK) I bellissimi colori del colibrì mostralo alfinizio


di questo capitolo non sono dovuti alla pigmentazione ma all’interferenza.
Questa iridescenza, pre.sente nelle piume di alcuni uccelli e nei gu.sci di alcuni
insetti, proviene da strutture biologiche le cui dimensioni sono confrontabili
con la lunghezza d’onda della luce. La lucentezza di un insetto, per esempio,
è dovuta airinterferenza da una serie multipla di strati sottili sul suo guscio. I
pavoni maschi hanno le piume che sono anch’esse composte da una struttura
a strati multipli. Ciascuno strato consi.ste di barre parallele di melanina, come
mostra la figura ottenuta al microscopio, e Tinsieme agisce come un reticolo di
diffrazione. Quindi le piume di un pavone combinano l’interferenza prodotta
da un film sottile e la diffrazione prodotta da un reticolo per generare le
caratteristiche tinte multicolori e iridescenti.
17.4 Interferenza da film sottile 575

ESEMPIO 17.5 Progettazione di un rivestim ento antiriflettente


Per evitare che luce {n = 1.00) allo strato sottile (n = 1.38), quindi avremo una rifles­
indesiderata venga ri- sione con cambiamento di fase. La luce viene poi riflessa dalla
ilessa dalla superficie superficie posteriore del rivestimento. L’indice ancora aumenta
degli occhiali o di altre pas.sando dallo strato sottile {n = 1.38) alla lente di plastica
lenti, un sottile strato di (n = 1.55) e quindi avremo un secondo cambiamento di fase. Il
un materiale con indice Riquadro di Strategia e tattica 17.1 ci dice che dobbiamo usare
di rifrazione n = 1.38 l’Equazione 17.15 per l’interferenza distruttiva.
viene aggiunto alle lenti Gli occhiali in alto sono stati sot­ SOLUZIONE Possiamo risolvere l’Equazione 17.15 per lo
di plastica (/? = 1.55). Si toposti a trattamento anti-riflesso spessore t che provoca l’interferenza distruttiva:
desidera che la luce con mentre quelli in basso no.
A= 550 nm abbia un’in­ m -f
terferenza distruttiva perché questa lunghezza d’onda si trova
In ' 0
Lo strato più sottile è quello per cui m = 0, per cui si ottiene
al centro dello spettro visibile dall’occhio umano. Qual è la 550 nm 1
pellicola più sottile che produce tale effetto? / = - ^ X —= 100 nm
2(1.38) 2
IMPOSTAZIONE Seguiamo i passi indicati nel Riquadro Stra­ VERIFICA Gli effetti dell’interferenza si hanno quando le dif­
tegia e tattica 17.1. Quando la luce attraversa lo strato sottile, ferenze di cammino sono dell’ordine di una lunghezza d’onda,
questo inizia col riflettere dalla pane frontale del rivesti­ quindi la nostra risposta di 100 nm sembra ragionevole.
mento. Qui, l’indice di rifrazione aumenta passando dall’aria

Sottili strati d ’aria


Un film sottile non deve necessariamente essere di un materiale solido. Un FIGURA 17.19 Frange lum inose e frange
sottile strato d’aria .schiacciato tra due superfici di vetro anch'esso esibisce scure prodotte dall'interferenza da film
sottile, cioè un sottile strato d'aria tra i
rinterferenza da pellicola sottile dovuta alle onde riflesse indietro da entrambe
due vetrini di un microscopio.
le superfici di separazione tra aria e vetro. La f ig u r a 17.i 9 mostra due vetrini
da microscopio premuti assieme. Le “frange” luminose e quelle scure si produ­
cono perché i vetrini non sono esattamente piatti e si toccano fun l’altro solo
in alcuni punti. Nelle altre posizioni c’è un sottile strato d’aria tra di e.ssi. In
alcuni punti, lo spessore dello strato d’aria è tale da creare un’interferenza
costruttiva (frange chiare), mentre in altri punti il suo spessore genera interfe­
renza distruttiva (frange scure). Queste frange possono essere impiegate per
misurare accuratamente quanto sono piatti i due vetrini, come mostrerà
l’Esempio 17.6.

ESEMPIO 17.6 Determ inazione della distanza tra le frange di un sottile cuneo d'aria
Due lastre di vetro piatte, lunghe ciascuna 15 cm, sono separate Secondo il Riquadro Strategia e Tattica 17.1, dobbiamo far uso
ad una estremità da un distanziatore spesso 10 fxm, che lascia dell’Equazione 17.15 per calcolare l’interferenza costmttiva:
un sottile strato d’aria tra le lastre, come mostrato nella f ig u r a
17.20. Le lastre vengono illuminate con la luce prodotta da una
lampada al sodio con una lunghezza d’onda A = 589 nm. Una Questo è un sottile .strato d’aria, quindi nella formula n è l’in­
serie di frange alternativamente chiare e scure vengono osser­ dice di rifrazione del l’aria. Ciascun valore intero di m corri­
vate. Qual è la distanza tra due frange brillanti? sponde a una posizione nel cuneo di spessore t per cui c’è una
FIGURA 17.20 Due lastre di vetro con un cuneo d'aria tra di
interferenza costruttiva e quindi una frangia brillante.
esse. SOLUZIONE Definiamo jc come la distanza dall’estremità sini­
Un’onda viene riflessa stra fino alla frangia brillante. Dalla Figura 17.20, sfruttando le
da questa superficie ... ... mentre l’altra proprietà dei triangoli simili, abbiamo
viene riflessa da I - I
questa superficie. X L
o t = xTIL. Dalla condizione per l’interferenza costruttiva,
allora abbiamo
\y t/ # 1 r = lO/xm xT ( 1 \A
>— = m + - -
L \ 2 /n
Ci sarà una frangia brillante per qualsiasi valore intero di m, e
L = 15 cm quindi la posizione della frangia m-ma, misurata dall’estremità
sinistra, è
IMPOSTAZIONE L’onda rifiessa dalla la.stra inferiore ha un AL / 1\
cambiamento di fase per riflessione, ma la riflessione pro­ 2 n T \^ 2 j
dotta dalla lastra superiore non produce cambiamenti di fase in Vogliamo conoscere la spaziatura tra due frange adiacenti,
quanto l’indice di rifrazione diminuisce tra il confine vetro-aria. w e m + 1, quindi abbiamo
576 CAPITOLO 17 Ottica ondulatoria

, AL / 1\ AL / 1\ AL VERIFICA Come mostra la foto,


m-fi m 2nT\ 2J 2nT\ 2/ 2nL se le due lastre sono molto piatte, le
frange appariranno come line rette
Sostituendo i valori conosciuti, troviamo: perpendicohui alla direzione in cui
AL (5,89 • 10~'^m)(0.15m) aumenta lo spessore delLaria. Tut­
Ajc= — = = 4.4 mm tavia, se le lastre non sono abba­
2nT 2( LOOK10 • 10“^ m)
stanza piatte, le frange appariranno
ricurve. 11grado di curvatura indica
di quanto le lastre si discostano
dall’essere perfettamente piane.

I colori delle bolle di sapone e delle chiazze di petrolio


Finora abbiamo considerato l’interferenza da film sottile solamente per .singole
lunghezze d’onda della luce. I colori brillanti delle bolle di sapone e delle
chiazze di petrolio sulla superficie deH’acqua sono dovuti all’interferenza da
film sottile di luce bianca, che, come abbiamo visto, è una miscela di tutte le
TABELLA 17.2 Lunghezze d'onda per lunghezze d’onda visibili.
l'interferenza costruttiva e distruttiva da Una bolla di sapone è un involucro sferico molto sottile di acqua saponata
parte di una bolla di sapone spessa (n = 1.33). Consideriamo una pellicola sottile di sapone con uno spessore t =
470 nm. Le lunghezze d'onda visibili
470 nm. Le onde luminose sono riflesse da entrambe le superfici della pelli­
sono indicate in g r a s s e tto .
cola, e le onde riflesse interferiscono tra loro. La luce riflessa dalla parte
Equazione m= 1 m =2 m = 3 esterna della superficie sferica (aria-acqua) subisce un cambiamento di fa.se,
A = - ^, \ 833 nm 500 nm 357 nm mentre quella riflessa dalla superficie interna no. Quindi l’Equazione 17.15
descrive l’interferenza costruttiva e l’Equazione 17.14 quella distruttiva. La
_ 2nt Tabella 17.2 mo.stra le lunghezze d’onda dell’interferenza costruttiva e distrut­
1250 nm 625 nm 417 nm
tiva per tre valori di m.
Le onde luminose vicine all’estremità rossa (625 nm) e a quella violetta (417)
FIGURA 17.21 I colori di una bolla di dello spettro visibile subiscono un’interferenza distruttiva; questi colori non ven­
sapone.
gono riflessi dallo strato .sottile. Allo stes.so tempo, la luce prossima a 500 nm
(verde) interferisce costruttivamente e quindi viene fortemente riflessa. Di con­
seguenza, una pellicola sottile di sapone di questo spessore apparirà verde.
Le vere bolle di sapone e le chiazze di petrolio hanno uno spessore variabile
da un punto all’altro. Mentre in alcune zone di un determinato spessore, la luce
verde viene fortemente riflessa, in altre di spes.sore differente viene maggior­
mente riflessa la luce ros.sa o quella violetta. La f ig u r a 1 7 .2 1 mostra che i colori
di una bolla di sapone sono principalmente verdi e rosso/viola.

ESEMPIO CONCETTUALE 17.7 I colori in una pellicola di sa p o n e verticale


La FIGURA 17.22 mo.stra una sot­ FIGURA 17.22 Una i colori con lo stesso meccanismo, spiegato precedentemente,
tile pellicola di sapone formatasi pellicola di sapone in un valido per qualsiasi bolla di sapone.
in un anello metallico. L’anello è anello metallico. Notiamo che la parte alta del film, che è estremamente .sot­
tenuto verticalmente. Si spieghi i tile, appare nera. Ciò significa che non riflette alcuna luce.
colori visibili nella pellicola. Quando lo strato è davvero molto sottile - più sottile della lun­
SPIAGAZIONE A causa della ghezza d’onda della luce - non c’è quasi differenza di cam­
gravità, lo strato di sapone è mino tra le due onde riflesse dalla parte frontale e posteriore
meno sottile vicino al fondo del film. Tuttavia, l’onda riflessa dalla seconda faccia subisce
dell’anello piuttosto che nella sua un cambiamento di fase ed è fuori fase con l’onda riflessa dalla
parte superiore. Esso ha quindi parte frontale. Le due onde quindi interferiscono sempre
una forma a cuneo e la figura di.struttivamente, indipendentemente da quale sia la loro lun­
d’interferenza consiste di linee ghezza d’onda.
alternate di interferenza costruttiva e distruttiva, proprio come VERIFICA Questo semplice esperimento mostra direttamente
avveniva per il cuneo d’aria nell’Esempio 17.6. Poiché que.sto che due onde riflesse hanno diversi cambiamenti di fa.se dovuti
sottile strato viene illuminato con una luce bianca, si formano alla riflessione.

PAUSA DI RIFLESSIONE 17.5 Le riflessioni da uno strato .sottile d’aria tra due
lastre di vetro generano interferenza costruttiva per un’onda luminosa a una
particolare lunghezza d’onda A. Di quanto deve venire aumentato Io spes.sore
di questo strato per provocare interferenza distruttiva?
A. A/8 B. A/4 C. A/2 D. A
17.5 Diffrazione da singola fenditura 577

17.5 Diffrazione da singola fenditura


Abbiamo aperto questo capitolo con la fotografia di un’onda d’acqua che passa
attraverso un foro in una barriera e si allarga dall’altra parte. NeH’anteprima di
questo capitolo abbiamo visto come la luce, dopo essere passata per la stretta
cruna di un ago, anch’essa si allarga dall’altro lato. Questo fenomeno è chia­
mato clijfrazione. Siamo ora pronti per analizzarlo più nel dettaglio.
La FIGURA 17.23 illustra di nuovo l’allestimento sperimentale per osservare FIGURA 17.23 Un esperimento di
la diffrazione della luce attraverso una stretta fenditura di larghezza a. La dif­ diffrazione prodotta da una singola
frazione attraverso una fenditura alta e stretta di larghezza a è conosciuta come fenditura.
Massimi secondari
la diffrazione da singola fenditura. Uno schermo è sistemato a una distanza
L dietro la fenditura, assumeremo che L » a. La figura luminosa prodotta
sullo schermo consiste di un massimo centrale affiancato da una serie di m as­ Schermo
simi secondari più deboli e da frange scure. Notiamo che il massimo centrale
è significativamente più largo dei massimi secondari. Inoltre esso è anche
significativamente più brillante dei massimi secondari, .sebbene sia diffìcile da
dire in questo caso perché questa fotografìa è stata sovraesposta per rendere
meglio visibili i massimi secondari.
Fenditura
Il principio di Huygens di larghezza a
La nostra analisi sulla sovrapposizione di onde da sorgenti distinte, come
quella prodotta da due altoparlanti o dalle due fenditure in un esperimento a Onda luminosa incidente
doppia fenditura, ha tacitamente assunto che le sorgenti fossero sorbenti pun­ con lunghezza d’onda A
tiformi, cioè prive di un’estensione misurabile. Per capire la diffrazione, dob­
biamo pensare alla propagazione di un fronte d’onda esteso. Questo problema
fu considerato per la prima volta dallo scienziato olandese Christiaan Huygens,
un contemporaneo di Newton.
Nella ^ SEZIONE 15.5 si è appreso come i fronti d'onda - le “creste” di
un’onda - evolvano col tempo nel ca.so delle onde piane e sferiche. Huygens
sviluppò un modello geometrico per visualizzare come evolve qualsiasi onda,
come, per esempio, quella che passa attraverso una fenditura stretta. Il princi­
pio di Huygens si articola in due parti:

1. Cia.scLin punto su un fronte d’onda è una sorgente di ondine sferiche che


si allargano alla velocità dell’onda.
2. In un’istante di tempo successivo, la forma del fronte d’onda è la curva
che è tangente a tutte le ondine.
La FIGURA 17.24 illustra il principio di Huygens per un’onda piana e un’onda
sferica. Come possiamo vedere, la curva tangente alle ondine di un’onda piana
è un’onda piana che si propaga verso destra. La curva tangente delle ondine di
un’onda sferica è una sfera più grande.

FIGURA 17.24 II principio di Huygens applicato alla propagazione di onde piane e


di onde sferiche.
(a) Onda piana. (h) Onda sferica.

Fronte,
F ronte^ d’onda
d ’onda iniziale
iniziale.

Ciascun punto Il fronte d’onda


del fronte d’onda in un tempo
iniziale è sorgente successivo è
di ondine sferiche. tangente a tutte
le ondine. Il fronte d’onda in un tempo
successivo è tangente
a tutte le ondine.
578 CAPITOLO 17 Ottica ondulatoria

Analisi della diffrazione da singola fenditura


La FIGURA i7.25a mostra un fronte d’onda che passa per una fenditura stretta di
larghezza a. Secondo il principio di Huygens, ciascun punto del fronte d’onda
può essere pensato come sorgente di ondine sferiche. Queste ondine si sovrap­
pongono e interferiscono, producendo la figura di diffrazione che si vede sullo
schermo. L’analisi matematica completa, usando o^ni punto del fronte d’onda,
è piuttosto complicata in termini di calcolo. Noi ci accontenteremo dall’analisi
geometrica condotta solamente su poche ondine.

FIGURA 17.25 Ciascun punto sul fronte d'onda è una sorgente di ondine sferiche. La
sovrapposizione di queste ondine produce la figura di diffrazione sullo schermo.
(a) Veduta notevolmente ingrandita (b) (c)
della fenditura. \

Fronte
d'onda -
iniziale

Larghezza ^= 0
della
fenditura a

Le ondine da ciascun punto del fronte


B
Le ondine che viaggiano dritte percorrono tutte Queste (indine si incontrano tutte sullo
d'onda iniziale si sovrappongono e la stessa distanza lino allo schermo. Quindi esse schermo ad un angolo 0. [fondina 2
interferiscono, creando una figura arrivano in fase e interferiscono costruttivamente percorre una distanza maggiore di
di diffrazione sullo schermo. producendo il massimo centrale. A r |2 = (r//2)sinf^ rispetto airondina 1.

La FIGURA i7.25b iiiostra le traiettorie di diverse ondine mentre esse viag­


giano diritte in avanti verso il punto centrale sullo schermo (lo schermo è a
destra e si trova molto distante in questa visione ingrandita della fenditura). Le
traiettorie verso lo .schermo sono quasi parallele tra loro, quindi tutte le ondine
percorrono la stessa distanza e arrivano allo schermo in fase le une con le altre.
Uinterferenza costruttiva tra queste ondine produce il massimo centrale della
figura di diffrazione a ^ = 0.
La situazione è diversa in punti distanti dal centro dello schermo. Le ondine
1 e 2 nella f ig u r a 1 7 . 2 5 c iniziano da punti che .sono distanti tra loro all. Se

l’angolo è tale che la distanza aggiuntiva percorsa dall’ondina 2, risulta


La diffrazione di onde d'acqua può es.sere pari a A/2, allora le ondine 1 e 2 arrivano in opposizione di fase e inter­
essere osservata dietro alla "fenditura"
tra i due frangiflutti. La figura tracciata
feriscono distruttivamente. Ma se A/\. vale A/2, allora la differenza A/* tra i
dalle onde può essere compresa usando cammini 3 e 4 e la differenza Ar^ tra i cammini 5 e 6 sono anch’esse pari a A/2.
il principio di Huygens. Queste coppie di ondine genereranno anch’esse un’interferenza distruttiva. La
sovrapposizione di tutte le ondine produce una perfetta interferenza distruttiva.
La Figura 17.25c mostra sei ondine, ma la nostra conclusione è valida per
qualsiasi numero di ondine. L’idea chiave è che ogni punto del fronte d ’onda
può essere accoppiato con un altro punto che si trova a una distanza all.
Se la differenza di cammino è A/2, le ondine che hanno origine in questi due
punti arriveranno sullo schermo in opposizione di fase e interferiranno distrut­
tivamente. Quando sommiamo gli spostamenti di tutte le N ondine, esse - cop­
pia dopo coppia - aggiungeranno solo contributi nulli. Lo schermo in questa
posizione sarà quindi scuro. Que.staè l’idea principale dell’analisi, a cui vale la
pena di riflettere con attenzione.
Possiamo vedere dalla Figura 17.25c che Ar^^ = (all) sin 0. Questa diffe­
renza di cammino sarà A/2, la condizione per avere interferenza distruttiva, se
A « . A (17.16)
'^'•|2= = 2
o, equivalentemente, sin 0^ = \la.
Possiamo estendere questa idea per deterniinare altri angoli in cui si ha una
interferenza distruttiva perfetta. Supponiamo che ciascuna ondina sia accop­
piata con un’altra ondina di un punto distante al4. Se Ar tra queste ondine è
A/2, allora tutte le N ondine si cancelleranno a coppie producendo ancora una
17.5 Diffrazione da singola fenditura 579

interferenza distruttiva completa. L’angolo 6^ a cui ciò avviene si trova sosti­


tuendo a ll nell’Equazione 17.16 con a/A, conducendo alla condizione a sin 0^
= 2A. Questo processo può essere ripetuto, e noi troveremmo che la condizione
generale per una completa interferenza distruttiva è
r/sin^^^ = /;A / ; = 1 , 2 , 3, ... (17.17)
Quando 0^ « 1 rad, il che è quasi sempre vero per le onde luminose, allora
possiamo applicare l’approssimazione per piccoli angoli e scrivere

^p-P~ P = 1.2,3,, (17.18)

Angoli (in radianti) delle frange scure in una diffrazione da singola fenditura larga a

L’Equazione 17.18 permette di determinare gli angoli in radianti dei minimi


scuri nella figura di diffrazione prodotta da singola fenditura. Notiamo che p =
0 è esplicitamente escluso. /; = 0 corrisponde alla posizione direttamente in
avanti dove 6 = 0, ma abbiamo visto nelle Figure 17.5 e 17.25b che 0 = i) rap­
presenta il massimo centrale, e non un minimo.
CI*iZ3 ►Le Equazioni 17.17 e 17.18 sono matematicamente le stesse della
condizione per l’/;/-mo massimo nel caso della figura d’interferenza prodot­
ta da una doppia fenditura. Ma il significato fisico qui è piuttosto differente.
L’Equazione 17.18 localizza i minimi (le frange scure) della figura di diffra­
zione dovuta a una singola fenditura. <
È po.ssibile, sebbene al di là dello scopo di questo libro di testo, calcolare l’in­
tensità luminosa dell’intera figura. 1 risultati di tali calcoli sono mostrati grafica-
mente nella f ig u r a 1 7 .2 6 . Si possono vedere il brillante massimo centrale a 0 = 0,
FIGURA 17.26 Un grafico dell'intensità
1massimi secondari più deboli e i punti scuri di interferenza distruttiva agli angoli
della figura di diffrazione prodotta da
determinati dall’Equazione 17.18. Confrontiamo questo grafico con la fotografia una singola fenditura.
nella Figura 17.23 e assicuriamoci di comprendere l’accordo tra le due figure.

La larghezza della figura di diffrazione da singola


fenditura
p = 2
Può essere utile, come abbiamo fatto nel caso di una doppia fenditura, misurare
le posizioni sullo schermo piuttosto che gli angoli. La posizione della p-nvd P= 1
frangia scura, a un angolo 0^^, è = L tan 0^ , dove L è la distanza tra la fenditura
T
Larghezza w
e lo schermo. Usando l’Equazione 17.18 per 0^ e l’approssimazione per piccoli
p=li
angoli tan 0^^ « 0^, troviamo che le frange scure nella figura di diffrazione pro­
dotta da una singola fenditura sono localizzate a p= 2

p \L
^ = ‘* 2 , 3 ,. .. (17.19)

Posizioni delle frange .scure nella diffrazione prodotta da


singola fenditura su uno schermo distante L

Ancora una volta, p = 0h esplicitamente escluso poiché il punto centrale sullo


schermo è il massimo centrale, non una frangia .scura.
La figura di diffrazione è dominata dal massimo centrale, che è molto più
brillante dei massimi .secondari. La larghezza w del massimo centrale, mostrato
nella Figura 17.26, è definita come la di.stanza tra i due minimi con p = 1 da
ciascun lato del massimo centrale. Poiché la figura di diffrazione è simmetrica,
la larghezza è semplicemente w = 2Vj. Quindi si ha:

2AL
w= — (17.20)

Larghezza del massimo centrale nella diffrazione prodotta da singola fenditura


Il massimo centrale di questa figura
Un’importante implicazione dell’Equazione 17.20, contraria al .senso
di diffrazione prodotta da una singola
comune, è che una fenditura più stretta {a più piccola) produce una figura di fenditura appare bianco perché esso è
diffrazione più lar^a. Più l’apertura è piccola, più l’onda si comprime per sovraesposto. La larghezza del massimo
attraversarla, maggiore sarà il suo allargamento dall’altra parte. centrale è evidente.
580 CAPITOLO 17 Ottica ondulatoria

ESEMPIO 17.8 Determ inare la larghezza di una fenditura


La luce prodotta da un laser ad elio-neon (A = 633 nm) passa attraverso una fenditura
stretta e viene vista su uno schermo posto a 2.0 m dietro la fenditura. Il primo minimo
nella figura di diffrazione è a 1.2 cm dal massimo centrale. Quanto è larga la fendi­
tura?
IMPOSTAZIONE II primo minimo nella figura di diffrazione corrisponde ap = 1. La
posizione di questo minimo è data da y, = 1.2 cm. Possiamo allora usare l’Equazione
17.19 per determinare la larghezza a della fenditura.
SOLUZIONE L’Equazione 17.19 dà »
_ p \L (1)(633 • I0~^m)(2.0m)
^ yp 0.012 m
= 1.1 • 10“'^ m = 0.11 mm
VERIFICA Questo valore è tipico della larghezza di una fenditura usata per osser­
vare la diffrazione prodotta da una singola fenditura.

PAUSA DI RIFLESSIONE 17.6 La figura mostra le figure di diffrazio­


ne prodotte da due singole fenditure. La distanza tra la fenditura e lo A|
schermo è la stessa in entrambi i casi. Quale delle seguenti afferma­
zioni potrebbe essere vera?
A. Le fenditure sono uguali; Aj > A,
B. Le fenditure sono uguali; A^ > A^
C. Le lunghezze d’onda sono uguali; r/, >
D. Le lunghezze d’onda sono uguali; > ci^
E. Le fenditure e le lunghezze d’onda .sono uguali; [)^ >
F. Le fenditure e le lunghezze d’onda sono uguali; > /^,

17.6 Diffrazione da un’apertura circolare


La diffrazione si produce quando un’onda passa attraverso un’apertura di qual­
siasi forma. La diffrazione prodotta da singola fenditura stabilisce le idee di
base della diffrazione, ma una situazione comune di importanza pratica è la
diffrazione di un’onda prodotta da un’apertura circolare. La diffrazione cir­
colare è matematicamente più complessa della diffrazione da una fenditura,
quindi presenteremo i risultati .senza dimostrazione.
Consideriamo alcuni esempi. 11 cono di un altoparlante genera suoni dalla
rapida oscillazione di un diaframma, ma le onde sonore devono passare attra­
verso un’apertura circolare definita dalla parte esterna del cono dell’altopar­
lante prima che essa viaggi nella stanza. Questa è la diffrazione da un’apertura
circolare. I telescopi e i microscopi sono l’opposto. Le onde Iumino.se dall’e-
sterno devono entrare nello strumento. Per farlo, es.se devono passare attra­
verso lenti circolari. In effetti, il limite delle prestazioni degli strumenti ottici è
determinato dalla diffrazione delle aperture circolari attraverso cui devono
passare le onde. Questo è un problema, che affronteremo più in dettaglio nel
Capitolo 19.
La FIGURA 17.27 mostra un’apertura circolare di diametro I). L’onda lumi­
nosa passa attraverso questa apertura e si allarga generando una figura di dif­
frazione circolare. Confrontiamo questa figura con la Figura 17.23 per una
singola fenditura e notiamo le somiglianze e le differenze. La figura di diffra­
zione ha ancora un massimo centrale, che in questo caso è circolare, ed è cir­
condato da una serie di frange brillanti secondarie. La maggior parte
dell’intensità è contenuta nel massimo centrale.
17.6 Diffrazione da un’apertura circolare 581

FIGURA 17.27 La diffrazione della luce da parte di un'apertura circolare.

L’angolo localizza il primo minimo nell’intensità, dove c’è una interfe­


renza distruttiva perfetta. Un’analisi matematica della diffrazione circolare
dimostra che
(17.21)
dove D rappresenta il diametro dell’apertiira circolare. L’Equazione 17.21 ha
utilizzato l’approssimazione per piccoli angoli, che è sempre valida nel caso di
diffrazione della luce.
Nell’approssimazione per piccoli angoli, la larghezza del massimo centrale
su uno schermo posto a una distanza L dall’apertura è

2.44AL
w = 2>^i = 2Ltan^i « (17.22)
D
Larghezza del massimo centrale per la diffrazione prodotta da
un’apertura circolare di diametro D

11 diametro della figura di diffrazione aumenta con la distanza L, mo.strando


che la luce si allarga oltre un’apertura circolare, ma si riduce se la dimensione
D dell’apertura aumenta.

ESEMPIO 17.9 Determinare la giusta distanza di visione


La luce di un laser elio-neon (A = 633 nm) passa attraverso un foro del diametro di
0.50 mm. A quale distanza deve essere posto lo schermo affinché la figura di diffra­
zione abbia un massimo centrale del diametro di 3.0 mm?
SOLUZIONE L’Equazione 17.22 ci dà l’appropriata distanza dello schermo:
wD (3.0 • 10'^m)(5.0 • 10~Sn)
L= - = 0.97 m
2.44A 2.44(633 • 10"’ m)

Come abbiamo visto, dobbiamo usare il modello ondulatorio della luce per
comprendere il passaggio della luce attraverso aperture strette, dove “strette”
significa di dimensioni confrontabili con la lunghezza d’onda della luce. Nei
prossimi due capitoli, considereremo l’interazione della luce con corpi di
dimensioni molto maggiori della sua lunghezza d’onda. Vedremo che in questi
casi, il modello del raggio luminoso sarà più appropriato per descrivere come
la luce viene rifles.sa dagli specchi e rifratta dalle lenti. Ma il modello ondula­
torio verrà ripreso nel Capitolo 19 dove si studieranno i telescopi e i micro­
scopi. Vedremo che la risoluzione di questi strumenti ha un limite fondamentale
imposto dalla natura ondulatoria della luce.
582 CAPITOLO 17 Ottica ondulatoria

E S E M P IO IN T E G R A T O 17.10 Determ inare una m isura di distanza con il laser


Gli scienziati usano il laser per fascio laser quando ritorna indietro sulla Terra sarà molto infe­
determinare la distanza della Luna riore e può anch’essa essere trovata dall’Equazione 15.11.
con grande accuratezza. Un SOLUZIONE a. La distanza percorsa durante il viaggio di
impulso laser molto breve (100 andata e ritorno è 2L. Quindi il tempo impiegato daH’impulso
ps), con una lunghezza d’onda di per percorrere tale distanza, viaggiando alla velocità c, è
532 nm, viene sparato in direzione
^ ^ _ 2 L _ 2(3.84 10® m)
della Luna, dove viene riflesso •=2.56s
indietro verso la Terra da un’array ~ c ” 3.00 • 10®m/s
di 100 specchi, ciascuno del dia­ Se vogliamo misurare la distanza tra la Terra e la Luna con
metro di 4.0 cm che furono portati dagli astronauti a bordo una accuratezza di ±1.0 cm, poiché il fa.scio laser viaggia
deir Apollo 14 nel 1971. La luce laser riflessa ritorna verso la sia dalla Terra alla Luna che viceversa, abbiamo bisogno di
Terra, dove viene raccolta e rivelata da un telescopio. La conoscere la distanza dell’intero viaggio con un’accuratez­
distanza media tra Terra e Luna è di 384 000 km. za di ±2.0 cm. Il tempo impiegato dalla luce per percorrere
Il fascio laser si allarga lungo il suo percorso verso la Luna una distanza A.v = 2.0 cm è
a causa della diffrazione, raggiungendo gli specchi con un’in­ 0.020 m _ „
A/ = — = ■ = 6.6 10 ' —66 ps
tensità di 300 W/m^. 11 fascio laser riflesso si allarga ancora di c 3.00 10” m/s
più nel suo viaggio di ritorno verso la Terra a causa della dif­ Quindi il tempo di arrivo dell’impulso deve essere misurato
frazione dovuta alle aperture circolari degli specchi. con un’accuratezza di circa 70 ps.
a. Qual è il tempo impiegato dall’impulso laser per percorrere c. La luce che arriva sulla Luna viene riflessa dagli specchi
il percorso di andata e ritorno tra la Terra e la Luna? circolari di diametro D. A causa della diffrazione da queste
b. Se vogliamo misurare la distanza tra Terra e Luna con aperture circolari il fa.scio riflesso si allarga con una lar­
un’accuratezza di LO cm, con quale precisione dev’essere ghezza angolare di 20,, dove 0, è l’angolo del primo minimo
misurato il tempo di arrivo dell’impulso di ritorno? da entrambi i lati del massimo centrale. Utilizzando l’Equa­
c. A causa dell’allargamento del fascio dovuto alla diffrazio­ zione 17.22 troviamo che la larghezza del massimo centra­
ne, la luce che arriva sulla Terra da uno degli specchi sarà le, il diametro della macchia circolare luminosa quando il
distribuita su una regione circolare. Quant’è il diametro di fascio raggiunge la Terra, è
questa regione?
d. Quanto vale l’intensità del fascio laser quando ritorna sulla 2.44AL 2.44(532 • I0‘‘'m)(3.84 10® m)
VV= --------- = -------------^---------------------
Terra? D 0.040 m
= 12 000 m
IMPOSTAZIONE Quando la luce viene riflessa da uno degli
specchi circolari, la diffrazione provoca un allargamento del d. La luce viene riflessa da specchi circolari di raggio r = DI2
fascio come mostrato nella FIGURA 17.28. La larghezza w del e area a = ttì^ = ttD-14. La potenza riflessa da uno specchio
massimo centrale per la diffrazione prodotta da un’apertura cir­ è, secondo l’Equazione 15.11,
colare è data dall’Equazione 17.22 D" , (0.040 m f
P = la = Itt— = (300 W/m^)7T- - = 0.38 W
FIGURA 17.28 La geometria del fascio laser di ritorno sulla 4 4
Terra. Quando l’impulso ritorna .sulla Terra, il fascio si è allargato su
A causa della diffrazione, Quando il fa.scio raggiunge la una vasta area di 7twV4. Quindi l’intensità sulla superficie della
il fascio si allarga di un Terra, esso si è allargato in un Terra di un raggio riflesso da uno specchio è
7i = ----P r = ---------------
0.38 W
r = 3.3 • 10 ^ W/m^,
(12 000 m)^
'"■-T tt- -
4 4
Ci sono 100 specchi riflettenti, quindi l’intensità totale che rag­
giunge la Terra è / = 100/, = 3.3 • 10'^ W/m^ C’è bisogno di un
grande telescopio per rivelare un’intensità così piccola.
VERIFICA Un telescopio col diametro di LO m raccoglie solo
pochi fotoni, o particelle di luce, in ciascun impulso di ritorno.
A dispetto della grande sfida per rilevare un segnale così
Poiché conosciamo l’intensità del fascio laser mentre colpi- debole, l’accuratezza di queste misurazioni ha dell’incredibile:
.sce gli specchi, e possiamo facilmente determinare l’arca di gli ultimi esperimenti .sono in grado di misurare una distanza
uno di essi, possiamo usare l’Equazione 15.11 per calcolare la istantanea della Luna con una precisione di ±1 mm, cioè di 3
potenza del fascio quando lascia uno .specchio. L’intensità del parti su 10'”!
Riepilogo 583

RIEPILOGO
Obiettivo: comprendere e applicare il modello ondulatorio della luce.

PRINCIPI GENERALI
Il modello ondulatorio Il principio di Huygens afferma che ogni
punto di un fronte d’onda è sorgente di
Il modello ondulatorio considera la luce come un’onda che si ondine sferiche. Il fronte d’onda in un’istante
propaga nello spazio. L’interferenza e la diffrazione sono fenomeni successivo è tangente a tutte queste ondine.
importanti. Il mcxlello ondulatorio è appropriato quando la luce
interagisce con corpi le cui dimensioni sono confrontabili con la
lunghezza d’onda della luce, approssimativamente inferiori a 0.1 min.

CONCETTI IMPORTANTI ^
L ’indice di rifrazione di un materiale determina la velocità La diffrazione è l’allargamento di un’onda
della luce in quel materiale: v = cin. L’indice di rifrazione di un quando passa attraverso un’apertura.
materiale è sempre maggiore di 1, in modo tale che v sia sempre
inferiore a c.
La lunghezza d’onda A in un materiale con indice di rifrazione n L’ interferenza costruttiva e distruttiva
è minore della lunghezza d’onda A _ nel vuoto: A= A _ /n. è dovuta al sovrapporsi di due o più
onde mentre esse si propagano dietro a
La frequenza della luce non cambia mentre essa si propaga da un un’apertura.
materiale a un altro.

APPLICAZIONI fc
Diffrazione da una singola fenditura Interferenza da fenditure multiple
Una singola fenditura di larghezza a ha un massimo Le onde si sovrappongono mentre si allargano dietro alle fenditure.
centrale brillante di larghezza Le frange brillanti sono visibili su uno schermo posto dietro le
2AL fenditure nelle posizioni in cui la differenza di cammino Ar tra
successive fenditure è uguale a m\, dove m è un numero intero.

che è affiancato da massimi secondari più deboli. Doppia fenditura con separazione d I
Massimi secondari Massimo centrale Frange brillanti equispaziate sono localizzate a ‘
ni\ m\L
>'m= - m = 0, L 2 ,...

Frange scure AL
La distanza tra le frange h à y = —
d
Le frange scure sono localizzate ad angoli tali che Reticolo di diffrazione con distanza tra le
a sin = p \ /; = 1,2, 3, fenditure pari a d
Frange molto brillanti e strette sono localizzate
Se \/a « 1, allora, si può usare l’approssimazione ad angoli e in posizioni tali che
per piccoli angoli.
pA p\L d sin 0^ = mA ym ^ ^
0p = — yp = -
^ a
Apertura circolare di diametro D Interferenza da film sottile
Un massimo centrale brillante di diametro L’interferenza avviene tra le onde riflesse dalle due superfici di un
2.44AL film sottile con indice di rifrazione n. Un’onda che viene riflessa da
una superficie in corrispondenza della quale l’indice di rifrazione
D aumenta subisce un cambiamento di fase.
è circondato da massimi secondari circolari.
La prima frangia scura è localizzata a Interferenza 0 o 2 cambiamenti di fase 1 cambiamento di fa.se
1.22A 1.22AL
^i = - yì = - D Costruttiva 2t = m — 2t
D n
Per un’apertura di qualsiasi forma vale la Distruttiva 2t 2t = m -
proprietà che più è piccola l’apertura, maggiore è n
l’allargamento dell’onda dopo il passaggio attraverso
l’apertura.
584 CAPITOLO 17 Ottica ondulatoria

La difficoltà del problema è indicata con I (facile) fino a Hill (molto difficile). I problemi contrassegnati come INT integrano in maniera
significativa concetti esposti nei capitoli precedenti; i problemi contrassegnati con BIO sono di interesse medico o biologico.

D O M A N D E

D o m a n d e concettuali 8. La Figura DI7.7 è la figura d’interferenza vista sullo


schermo dietro alle 2 fenditure. Supponi che le due fendi­
1. La frequenza di un’onda luminosa nell’aria è di 5.3 • IO''* ture siano sostituite da 20 fenditure aventi la stessa spazia­
Hz. La frequenza di quest’onda è maggiore, minore o tura d tra fenditure adiacenti.
uguale dopo essere entrata in un pezzo di vetro? a. Il numero delle frange sullo schermo aumenterebbe,
2. Ordina le seguenti velocità dalla più lenta alla più veloce: diminuirebbe o resterebbe lo stes.so?
(i) luce di lunghezza d’onda 425 nm in una lastra di vetro, b. La spaziatura tra le frange aumenterebbe, diminuirebbe
(ii) luce di lunghezza d’onda 500 nm neH’aria, (iii) luce o resterebbe la stessa?
di lunghezza d’onda 540 nm nell’acqua, (iv) luce di lun­ c. La larghezza di cia.scuna frangia aumenterebbe, diminu­
ghezza d’onda 670 nm in un diamante e (v) luce di lun­ irebbe o resterebbe la stessa?
ghezza d’onda 670 nm nel vuoto. d. La luminosità di ciascuna frangia aumenterebbe, dimi­
3. La lunghezza d’onda di un’onda luminosa è di 700 nm nuirebbe o resterebbe la stessa?
neH’aria; questa luce appare rossa. Se quest’onda entra in 9. La Figura DI7.9 mostra
una piscina d’acqua, la sua lunghezza d’onda diventa l’intensità luminosa su
= 530 nm. Se tu nuotassi sott’acqua, la luce ti apparirebbe uno schermo posto die­
ancora rossa. Ciò premesso, quale proprietà di un’onda ne tro ad una singola fen­
determina il colore? ditura di larghezza a. La
4. Un esperimento d’interferenza con doppia fenditura forma lunghezza d’onda della
le frange su uno schermo. L’intero esperimento viene suc­ luce è A. Quale delle figura d i 7.9
cessivamente immerso nell’acqua. Le frange sullo schermo seguenti affermazioni è vera: \ < a, \ = a, \ > a, oppure
si avvicineranno, allontaneranno, rimarranno le stesse o non è possibile dirlo? Spiega il perché.
spariranno completamente? Spiega il perché. 10. La Figura DI7.10 mostra l’in­
tensità luminosa su uno schermo

ninni
5. La Figura DI7.5 mostra le
frange osservate in un espe­ posto dietro ad un’apertura circo­
rimento d’interferenza con lare. Cosa avviene alla larghezza
doppia fenditura quando le FIGURA D17.5 del massimo centrale se
due fenditure sono illumi­ a. La lunghezza d’onda viene
nate dalla luce bianca. Il massimo centrale è bianco, ma aumentata?
mentre ci allontaniamo dal massimo centrale, le frange b. II diametro dell’apertura viene
diventano meno distinte e più colorate. Che cosa rende aumentato?
bianco il massimo centrale? Spiega il motivo della pre­ c. Come apparirebbe Io schermo FIGURA D17.10
senza dei colori nelle frange più esterne. se il diametro dell’apertura circolare fosse minore della
6. In un esperimento d’interferenza con doppia fenditura, lunghezza d’onda della luce?
le frange d’interferenza sono osservate su uno schermo 11. Una luce con lunghezza d’onda 600 nm incide su un
distante. La larghezza di entrambe le fenditure viene suc­ reticolo di diffrazione con 100 fenditure. Il massimo di
cessivamente raddoppiata senza alterare la distanza tra i primo ordine viene osservato nel punto P su uno schermo
loro centri. distante. Quanto è maggiore il cammino della luce dalla
a. Come cambia la spaziatura delle frange? Spiega il perché. prima fenditura della grata al punto P rispetto al cammino
b. Come cambia l’intensità delle frange brillanti? Spiega il dalla l(X)ma fenditura allo stesso punto P?
perché. 12. Una luce bianca incide su un reticolo di diffrazione. Di che
7. La Figura DI7.7 mostra lo colore è il massimo centrale della figura d’interferenza?
schermo in un esperimento 13. La Figura DI 7.13 mostra Pellicola di sapone>s.
con una doppia fenditura un’onda luminosa che
con luce monocromatica. incide e attraversa una sot­ \ ^ ^ v r \ y \ A A X \
tile pellicola di sapone. Le Onda incidente
La frangia C è il massimo
centrale. riflessioni dalla superfìcie FIGURA D17.13
a. Cosa accadrebbe alla FIGURA D I?.? interna ed esterna della pel­
spaziatura delle frange licola generano onde più piccole (non mostrate nella figura)
se la lunghezza d’onda della luce venisse diminuita? che viaggiano a sinistra della pellicola, dove esse interferi­
b. Cosa accadrebbe alla spaziatura delle frange se la spa­ scono. Si tratta di interferenza costruttiva, distruttiva o di una
ziatura tra le fenditure venisse diminuita? via di mezzo tra questi due casi estremi? Spiega il perché.
c. Cosa accadrebbe alla spaziatura delle frange se la 14. Una bolla di sapone di solito si rompe perché una parte di
distanza dello schermo venisse diminuita? essa diventa troppo sottile a causa dell’evaporazione o della
d. Supponi che la lunghezza d’onda della luce sia 500 nm. ridistribuzione del fluido. La variazione dello spessore cam­
Di quanto è più distante la fenditura di sinistra rispetto bia anche il colore della luce che la bolla riflette. Perché?
alla fenditura di destra dal punto sullo schermo nel 15. Una pellicola di petrolio sulla superfìcie dell'acqua ha una
centro della frangia E? zona che è molto più sottile della lunghezza d’onda della
Domande 585

luce visibile. L’indice di rifrazione del petrolio è minore di posto a 100 cm dietro al reticolo. Se la luce è blu, con una
quello dell’acqua. La riflessione da parte di questa pellicola lunghezza d'onda di 450 nm, a quale distanza approssima­
estremamente sottile sarà brillante o .scura? Spiega il perché. tiva dal centro della figura d’interferenza apparirà il mas­
16. Lo strato di un trattamento anti-riflettente delle lenti di un simo di primo ordine?
microscopio che viene usato per luce ultravioletta sarà più A. 5cm B. 25 cm C. 50 cm D. lOOcm
sottile, più spesso o di spessore uguale rispetto allo strato 22. Il Una luce blu con una lunghezza d’onda di 450 nm passa
di un trattamento anti-riflettente delle lenti impiegate per la attraverso un reticolo di diffrazione con una spaziatura tra
luce visibile? le fenditure di 0.001 mm e genera una figura di interferenza
17. L’Esempio 17.5 mostra che uno strato sottile il cui spessore contro il muro. Quante frange brillanti potranno essere
è un quarto della lunghezza d’onda della luce che lo attra­ viste?
versa serve come trattamento anti-riflettente quando viene A. 1 B. 3 C. 5 D. 7
applicato ad un vetro. Nell’Esempio 17.5, Se 23. Ili Una luce gialla con una lunghezza d’onda di 590 nm
invece si usas.se uno spes.sore di un quarto di lunghezza attraversa un reticolo di diffrazione e genera una figura di
d’onda per una pellicola con la pellicola funzio­ interferenza contro uno schermo posto a 80 cm di distanza.
nerebbe ancora come strato anti-riflettente? Spiega il perché. Le prime frange brillanti sono 1.9 cm dal massimo cen­
18. Ti trovi in piedi contro il muro di un grande edificio, vicino trale. Quante linee per mm ha questo reticolo?
a un angolo. Una tua amica si trova in piedi contro il muro A. 20 B. 40 C. 80 D. 200 ’
proprio dietro l’angolo in cui tu ti trovi. Quindi tu non 24. I La luce passa attraverso una fenditura larga 10 fun e
puoi vedere la tua amica. Come è possibile che tu la senta viene osservata su uno schermo posto a I m dalla fendi­
quando lei ti parla? tura. Se la larghezza della fenditura viene ridotta, le bande
di luce sullo schermo
A. Diventeranno più strette.
D o m a n d e a scelta m ultipla B. Diventeranno più larghe.
C. Resteranno le stesse.
19. 1 Un’onda luminosa di lunghezza d'onda 500 nm nell’aria 25. Il La luce riflessa da una sottile pellicola di petrolio produce
attraversa un blocco di vetro con un indice di rifrazione n un’interferenza costruttiva per la luce con una lunghezza
= 1.5. Quando la luce entra nel blocco, quale delle seguenti d’onda dentro la pellicola di Di quanto dovrebbe
proprietà non varia? essere aumentato lo spessore della pellicola per produrre
A. La velocità della luce un’interferenza distruttiva?
B. La frequenza della luce A. 2A„ film B. A„nim C. A,,film/2 D. A^,Hlm/4
C. La lunghezza d’onda della luce 26. I Vuoi stimare il diametro di un piccolissimo foro circolare
20.1 La frequenza di un’onda lumino.sa nell’aria è 4.6 • 10'^ che hai praticato in un foglio di alluminio. Per farlo, punti
Hz. Qual è la lunghezza d’onda di questa onda dopo che un laser che produce un fascio rosso (A = 632 nm) verso
essa entra in una vasca piena d’acqua? il foro e osservi la figura di diffrazione su uno schermo
A. 300 nm B. 490 nm C. 650 nm D. 870 nm situato a 3.5 m dietro al foglio. La larghezza del massimo
21. I La luce passa attraverso un reticolo di diffrazione con una centrale è di 15 mm. Qual è il diametro del foro?
spaziatura tra le fenditure di 0.001 mm. Uno schermo è A. 0.18 mm B. 0.29 mm C. 0.36 mm D. 1.1 mm

PROBLEMI
Sezione 17.1 Che cos’è la luce? 6. Il II fascio di un laser a elio-neon ha una lunghezza d'onda
nell’aria di 633 nm e impiega 1.38 ns per viaggiare attra­
Ili a. Quanto tempo impiega la luce a viaggiare attraverso il
verso 30.0 cm di un liquido sconosciuto. Qual è la lun­
vetro di una finestra spesso 3.0 mm?
ghezza d’onda del fascio la.ser nel liquido?
b. Attraverso quale spessore di acqua viaggerebbe la
luce nello stesso intervallo di tempo?
Sezione 17.2 L’interferenza della luce
2. I a. Quanto tempo impiega la luce (in ns) per percorrere
1.0 m nel vuoto? 7. Il Due strette fenditure separate tra loro di 50 ^im sono illu­
b. Quale distanza percorrerebbe la luce nell’acqua, nel minate con una luce di lunghezza d’onda 500 nm. Qual è
vetro c in un diamante nello stesso intervallo di tempo l’angolo della frangia brillante di ordine m = 2 in radianti e
impiegato dalla luce per percorrere 1.0 m nel vuoto? in gradi?
3. mi Uno strato di petrolio spesso 5.0 cm (// = 1.46) è schiac­ 8. Ili La luce prodotta da una lampada al sodio.(A = 589 nm)
ciato tra una lastra di vetro spessa 1.0 cm e una lastra di illumina due fenditure strette. La spaziatura tra le frange su
polistirene spessa 2.0 cm (;/ = 1.59). Quanto tempo impiega uno schermo posto a 150 cm dalle fenditure è di 4.0 mm.
la luce (in ns) che incide perpendicolarmente al vetro per Qual è la distanza (in mm) tra le due fenditure?
passare attraverso questi materiali il cui spessore totale è di 9. Il Due fenditure strette sono illuminate da una luce con
8.0 cm? lunghezza d’onda A. Le fenditure sono spaziate di 20 lun­
4. Il Un’onda luminosa ha una lunghezza d’onda di 670 nm ghezze d’onda. Qual è l'angolo, in radianti, tra il massimo
ncU’aria. La sua lunghezza d’onda in un solido trasparente centrale e la frangia brillante di ordine m = 1?
è di 420 nm. 10. Il Un esperimento con doppia fenditura viene condotto con
a. Qual è la velocità della luce in questo solido? una luce di lunghezza d’onda 600 nm. Su uno schermo le
b. Qual è la frequenza della luce in questo solido? frange brillanti d’interferenza sono spaziate di 1.8 mm tra
5. Il Quanto tempo impiega un impulso di luce per viaggiare loro. Quale sarà la spaziatura delle frange .se la luce viene
attraverso 150 m d’acqua? cambiata in una con lunghezza d’onda 400 nm?
586 CAPITOLO 17 Ottica ondulatoria

11. Hill La luce di un fascio laser a elio-neon (A = 633 nm) viene a. Un rivestimento spesso 90 nm viene applicato sulle lenti.
impiegata per illuminare due fenditure strette. La figura Quale deve essere l’indice di rifrazione di tale rivesti­
d’interferenza è osservata su uno schermo posto a 3.0 m mento per essere efficace a 480 nm? Assumi che l’indice
dalle fenditure. Si vedono undici frange brillanti» su una di rifrazione dello strato sia minore di quello delle lenti.
distanza di 52 mm. Qual è la spaziatura (in mm) tra le fen­ b. Se l’indice di rifrazione dello strato è 1.38, quale spes­
diture? sore dovrebbe avere per essere efficace a 480 nm? Lo
12. Il Due fenditure strette sono separate di 0.12 mm. Una luce spessore migliore è quello più sottile possibile.
di lunghezza d’onda 550 nm illumina le fenditure, produ­ 25. Il Alle celle solari vengono praticati trattamenti anti-riflet-
cendo una figura d’interferenza su uno schermo posto a LO tenti per massimizzare la loro efficienza. Considera una
m di distanza. La luce da ciascuna fenditura viaggia fino al cella solare di silicio (n = 3.50) rivestita con uno strato di
massimo m=\ a destra del massimo centrale. Quale distanza biossido di silicio (n = 1.45). Qual è lo spessore minimo
avrà percorso in più la luce proveniente dalla fenditura sini­ dello strato che minimizzerà la riflessione alla lunghezza
stra rispetto a quella proveniente dalla fenditura destra? d’onda di 7(X) nm, dove le celle solari .sono più efficienti?
13. Ili In un esperimento con doppia fenditura, la distanza da 26. IHUna pellicola sottile di MgF^ (// = 1.38) riveste un pezzo
una fenditura alla frangia brillante di ordine m = 3 è di di vetro. Viene osservata interferenza costruttiva per la
2000 198.21. A. Qual è la distanza tra questa frangia bril­ riflessione di una luce con lunghezze d’onda di 5(X) nm e
lante e l’altra fenditura più distante? 625 nm. Qual è lo spessore minimo dello strato a cui ciò
può avvenire?
27. I Guardando sotto di te verso una pozza d’acqua piovana la
Sezione 17.3 II reticolo di diffrazione
cui superficie è coperta da una sottile pellicola di benzina,
14. Ili Un reticolo di diffrazione con 750 fenditure/mm viene puoi notare le forme colorate e contorte causate dall’inter­
illuminato da una luce che forma la diffrazione al primo ferenza all’interno dello strato di benzina. Il punto diretta-
ordine a un angolo di 34.0°. Qual è la lunghezza d’onda mente sotto di te è colorato di un bel verde iridescente. Ti
della luce? ricordi che l’indice di rifrazione della benzina è 1.38 e che
15. 1111 Un reticolo di diffrazione, largo 1.0 cm e con KKX) fendi­ la lunghezza d’onda della luce verde è di circa 540 nm.
ture, è illuminato da una luce di lunghezza d’onda 550 nm. Qual è lo spes.sore minimo dello strato di benzina diretta-
Quali sono gli angoli dei primi due ordini di diffrazione? mente sotto di te?
16. HI Una luce di lunghezza d’onda 600 nm illumina un reticolo
di diffrazione. Il massimo di secondo ordine si trova a un
Sezione 17.5 Diffrazione da singola fenditura
angolo di 39.5°. Quante linee per millimetro ha il reticolo?
17. HI Un tecnico di laboratorio usa una luce laser con una lun­ 28. Il La luce di un fascio laser a elio-neon (A = 633 nm)
ghezza d’onda di 670 nm per testare un reticolo di diffrazione. illumina una singola fenditura e viene osservata su uno
Quando il reticolo è a 40.0 cm dallo schermo, il massimo del .schermo posto a 1.50 m di di.stanza dalla fenditura. La
primo ordine appare a 6.(X) cm di distanza dal centro della distanza tra il primo ed il secondo minimo nella figura di
figura. Quante linee per millimetro ha questo reticolo? diffrazione è di 4.75 mm. Qual è la larghezza (in mm) della
18. Il L’occhio umano è sensibile alla luce di lunghezza d’onda fenditura?
compresa tra circa 4(X) nm e 700 nm. Se una luce bianca illu­ 29. HI Per una dimostrazione, un professore usa la lama di un
mina un reticolo di diffrazione che ha 750 linee/mm, a quale rasoio per praticare una sottile fenditura in un foglio di
intervallo di angoli si estende lo spettro visibile per ni = 1? alluminio. Quando il professore accende un puntatore laser
19. HI Un reticolo di diffrazione con 600 linee/mm viene illu­ (A = 680 nm) facendo passare la luce attraverso la fendi­
minato con una luce di lunghezza d’onda 500 nm. Uno tura, su uno schermo di.stante 5.5 m, appare una figura di
schermo molto grande viene posto a 2.0 m dal reticolo. diffrazione. La banda brillante al centro della figura è Uirga
a. Qual è la distanza tra le due frange con m = 1? 8.0 cm. Qual è la larghezza della fenditura?
b. Quante frange brillanti possono essere vi.ste sullo schenno? 30. Il Una fenditura larga 0.50 mm viene illuminata con una luce
20. Il Un reticolo di diffrazione con 500 line/mm viene illu­ di lunghezza d’onda 500 nm. Qual è la larghezza del mas­
minato con una luce di lunghezza d’onda 510 nm. Quanti simo centrale su uno schermo posto a 2.0 m dalla fenditura?
ordini di diffrazione possono essere visti e qual è l’angolo 31. IH 11 secondo minimo di una figura di diffrazione prodotto
di ciascuno? da una fenditura larga 0.10 mm si trova a un angolo di
0.70°. Qual è la lunghezza d’onda della luce?
32. Il Qual è la larghezza di una fenditura in base alla quale
Sezione 17.4 Interferenza da film sottile
il primo minimo si trova a 45° quando la fenditura viene
21. Il Qual è lo strato più sottile di MgF^ {n = 1.38) su un vetro illuminata con un la.ser a elio-neon (A = 633 nm)?
che produce una forte riflessione per una luce arancione Siiggeriiiiento: l’approssimazione per piccoli angoli non è
con una lunghezza d’onda di 600 nm? valida a 45°.
22. 1111 Una pellicola molto sottile di petrolio {n = 1.25) galleg­
gia suH’acqua (/i = 1.33). Qual è la pellicola più sottile che
Sezione 17.6 Diffrazione da un’apertura circolare
produce una forte riflessione per una luce verde con una
lunghezza d’onda di 500 nm? 33. IHUn foro del diametro di 0.50 mm viene illuminato da
23. Il Un film con n = 1.60 viene depositato su un vetro. Qual è il una luce con una lunghezza d’onda di 500 nm. Qual è la
film più sottile che produce un’interferenza costruttiva nella larghezza del massimo centrale su uno schermo a 2.0 m di
riflessione di una luce con lunghezza d’onda di 550 nm? distanza dalla fenditura?
24. Il Un trattamento anti-riflettente può es.sere usato per 34. Il La luce di un laser a elio-neon (A = 633 nm) passa attra­
BK) la superficie interna di un paio di occhiali per ridurre le verso un’apertura circolare e viene osservata su uno schermo
riflessioni da luce diffusa verso l’occhio, riduccndo quindi posto a 4.0 m daH’apertura. La larghezza del massimo cen­
l’affaticamento degli occhi. trale è 2.5 cm. Qual è il diametro (in mm) del foro?
Problemi 587

35. Ili Vuoi fotografare la figura di diffrazione prodotta da 45. Ili Un reticolo di diffrazione produce il massimo di primo
un’apertura circolare il cui massimo centrale ha un diame­ ordine ad un angolo di 20.0°. Qual è l’angolo del massimo
tro di 1.0 cm. Stai usando un laser a elio-neon (A= 633 nm) di secondo ordine?
ed il diametro del foro è di 0.12 mm. A quale distanza dal 46. I Un reticolo di diffrazione viene illuminato simultane­
foro dovresti mettere lo schermo? amente con una luce rossa di lunghezza d’onda 660 nm e
36. Il Una luce infrarossa di lunghezza d’onda 2.5 /xm illumina con una luce di lunghezza d’onda sconosciuta. Il massimo di
un foro del diametro di 0.20 mm. Qual è l’angolo della quinto ordine della luce con lunghezza d’onda sconosciuta si
prima frangia scura in radianti e in gradi? sovrappone esattamente con il massimo di terzo ordine della
luce rossa. Qual è la lunghezza d’onda sconosciuta?
47. mi Una luce bianca (400-7(X) nm) incide su un reticolo di
Problem i generali
diffrazione con 6(X) linee/mm. Qual è la larghezza dell’arco­
37. Ili Un computer moderno invia informazioni a tutte le sue baleno al primo ordine su uno schermo a 2.0 m dal reticolo?
varie parti attraverso impulsi di luce infrarossa che viaggiano 48. mi Uno spettrometro miniaturizzato, usato per le analisi
lungo le fibre di silicio {ri = 3.50). Per acquisire dati dalla chimiche, ha un reticolo di diffrazione con 800 fenditure/
memoria, l’unità di elaborazione centrale invia una richiesta mm poste a 25.0 mm di fronte a un rivelatore che riveste le
aH’unità di memoria sotto forma di un impulso luminoso. stesse funzioni di uno schermo. II rivelatore è in grado di
L'unità di memoria elabora la richiesta, quindi invia un distinguere a malapena due linee brillanti che sono separate
impulso di dati indietro all’unità di elaborazione centrale. di 30 ^im nel primo ordine dello spettro. Qual è la risolu­
L'unità di memoria impiega 0.50 ns per elaborare la richie­ zione dello spettrometro ad una lunghezza d’onda di 600
sta. Se rinformazione dev'es.sere ottenuta dalla memoria in nm? Cioè, se due distinte lunghezze d’onda possono essere
2.00 ns, qual è la massima distanza a cui può essere posizio­ appena distinte e una di esse è pari a 6(K).0 nm, qual è la
nata l'unità di memoria daH'unità di elaborazione centrale? differenza di lunghezza d’onda AA tra le due?
38. mi La Figura PI7.38 mostra i^ensità 49. HI La Figura PI7.49 mo- intensità
l’intensità luminosa su uno (mw/m^) stra la figura d’interfe­
schermo dietro una doppia renza su uno schermo a
fenditura. La spaziatura tra
le fenditure è 0.20 mm e
la lunghezza d'onda della
'’Iaa Aaa 2 . 0 cm
1.0 m da un reticolo di
diffrazione con 8(K) linee/
mm. Qual è la lunghezza
*89,7cm " / " \" 8 9 ,7 c m '
43,6 cm 43,6 cm
luce è 600 nm. Qual è la p i 7.38 d’onda della luce? FIGURA P 1 7 . 4 9
distanza tra le fenditure e lo schermo? 50.111 La Figura PI7.49 mostra la figura d’interferenza su uno
39. Hill La Figura PI7.38 mostra l’intensità luminosa su uno schermo posto a LO m da un reticolo di diffrazione. La
schermo dietro una doppia fenditura. La spaziatura tra le lunghezza d’onda della luce è 6(K) nm. Quante linee per
fenditure è 0.20 mm e lo schermo è 2.0 m dietro alle fendi­ millimetro ha il reticolo?
ture. Qual è la lunghezza d'onda della luce? 51. Il Poiché il suono è un’onda, è possibile realizzare un reti­
40. Il Ti è stato regalato un laser per il tuo compleanno. Sfor­ li^ colo di diffrazione per il suono con una grande tavola in cui
tunatamente il la.ser è sprovvisto del manuale di istruzioni sono praticati diversi fori paralleli affinché il suono li attra­
e pertanto non si conosce la lunghezza d’onda della luce versi. Quando onde sonore di 10 kHz passano attraverso tale
emessa dal laser. Decidi allora di compiere un esperimento reticolo, gli ascoltatori posti a 10 m da esso sentono “punti
con una doppia fenditura, con le fenditure separate di 0.18 sonori*’ a 1.4 m da entrambe le parti rispetto al centro. Qual è
mm. Trovi che due frange brillanti adiacenti sono distanti la spaziatura tra i fori? Usa 340 m/s per la velocità del suono.
5.5 mm su uno schermo che si trova 1.6 m dietro alle fen­ 52. IHI La superficie brillante di un CD è stampata con milioni
diture. Qual è la lunghezza d’onda emessa dal laser? di piccole tacche, organizzate in una configurazione di
41 I Una doppia fenditura viene illuminata simultaneamente migliaia di cerchi essenzialmente concentrici che agiscono
da una luce arancione di lunghezza d'onda 600 nm e da una come un reticolo di riflessione quando la luce incide su
luce di lunghezza d’onda sconosciuta. La frangia brillante di essi. Decidi di determinare la distanza tra questi cerchi
con m = 4 della lunghezza d’onda sconosciuta si sovrap­ attraverso un puntatore laser (con A = 680 nm) perpendi­
pone con la frangia m = 3 della luce arancione. Qual è la colare al disco e misurando la figura di diffrazione riflessa
lunghezza d’onda sconosciuta? su uno schermo a 1.5 m dal CD. Il massimo brillante cen­
42. II La Figura PI 7.42 mostra trale che ti aspetti di vedere è bloccato dal puntatore laser
l’intensità luminosa su uno stesso. Tu trovi due altri punti brillanti separati di 1.4 m,
schermo distante 2.5 m da uno da ciascun Iato rispetto alla frangia centrale mancante.
una doppia fenditura. La Il resto della figura è apparentemente diffratto ad angoli
lunghezza d’onda della f i g u r a P 1 7 . 4 2 troppo grandi per essere visibili sul tuo schermo. Qual è la
luce è 532 nm. Qual è la spaziatura tra le fenditure? distanza tra i cerchi sulla superficie del CD?
43. I Un fascio laser di lunghezza d’onda 670 nm illumina 53. IHSe la luce solare splende direttamente sulle piume di un
un reticolo di diffrazione che ha 750 linee/mm. Fai uno BIO pavone maschio, le piume appariranno di un blu brillante
schizzo della figura di diffrazione che appare su uno quando sono viste ad angoli di 15° da ciascun lato rispetto
schermo a 1.0 m dal reticolo, indicando le distanze sul tuo al fascio della luce solare incidente. Il colore blu è dovuto
disegno e spiegando da dove vengono questi numeri. alla diffrazione dai bastoncelli e di melanina nelle barbuie
44. Ili Le due principali lunghezze d’onda emesse da una lam­ delle penne, come abbiamo visto nella fotografia di pagina
pada a idrogeno sono 656 nm (rosso) e 486 nm (blu). La luce 574. La luce blu con una lunghezza d’onda di 470 nm è
della lampada a idrogeno illumina un reticolo di diffrazione diffratta a 15° da questi bastoncelli (diffrazione di primo
con 5(X) linee/mm e la figura di diffrazione viene osservata ordine) mentre le altre lunghezze d’onda presenti nella luce
su uno schemio a 1.50 m dal reticolo. Qual è la distanza tra solare sono diffratte ad angoli diversi. Qual è la spaziatura
le frange di primo ordine della luce rossa e della luce blu? dei bastoncelli di melanina nelle piume?
588 CAPITOLO 17 Ottica ondulatoria

54. III Le ali di alcuni scarabei 64. Il Un reticolo di diffrazione ha 500 fenditurc/mm. Qual è la
hanno linee parallele di mela­ più lunga lunghezza d’onda della luce per cui c’è un mas­
nina ravvicinale tra loro, una simo di terzo ordine?
caratteristica che fa compor­ 65. Ili La Figura PI7.65 mostra l’intensità luminosa su uno
tare le ali come un reticolo schermo dietro a una singola fenditura,. La lunghezza
di riflessione. Supponi che la d’onda della luce è 500 nm e lo schermo è a LO m dalla
luce solare splenda diretta- W fenditura. Qual è la larghezza (in mm) della fenditura?
mente sopra le ali di un insetto
Inlcnsilù
di questo tipo. Se le linee di
melanina sulle ali sono distan­
ziate tra loro di 2.0 ^tm, qual è Pangolo di diffrazione del
A (cm)
primo ordine per la luce verde (A = 550 nm)7 FIGURA P 1 7 . 6 5
55. mi Un reticolo di diffrazione ha 500 linee/mm e diffrange
luce visibile a 30''. Qual è la lunghezza d’onda della luce? 66. Ili La Figura PI7.65 mostra l’intensità luminosa su uno
56. Ili La luce emessa da un elemento X passa attraverso un schermo dietro a una singola fenditura. La lunghezza
reticolo di diffrazione che ha 12(X) fenditure/mm. La figura d’onda della luce è 600 nm e la larghezza della fenditura è
d'interferenza è osservata su uno schermo 75.0 cm dietro 0.15 mm. Qual è la distanza della fenditura dallo .schermo?
il reticolo. I massimi di primo ordine sono osservati alle 67. Il La Figura PI7.67 mostra l'intensità luminosa su uno
distanze di 56.2 cm, 65.9 cm e 93.5 cm dal massimo cen­ schermo a 2.5 m da un’apertura. L’apertura viene illumi­
trale. Quali sono le lunghezze d’onda della luce emessa nala con una luce di lunghezza d’onda 600 nm.
dal l’elemento X? a. L’apertura è una singola o una doppia fenditura? Spiega
57. UHUna luce di un’unica lunghezza d’onda incide su un reti­ il perché.
colo di diffrazione con 500 fenditurc/mm. Diverse frange b. Se l’apertura è una singola fenditura, qual è la sua lar­
brillanti sono osservate su uno schermo dietro al reticolo, ghezza? Se è una doppia fenditura, qual è la spaziatura
inclusa una a 45.7° e quella successiva a 72.6°. Qual è la tra le due fenditure?
lunghezza d’onda della luce? Intensità Intensità
58. Il Una lastra di vetro è rivestita con un sottile film di petro­
lio spesso 500 nm {n = 1.42).
a. Per quali lunghezze d’onda della luce visibile le onde (cm) A (cm)
riflesse interferiscono coslrullivamente? 0 1 2 3 4 5 0 1 2 3

h. Per quali lunghezze d’onda della luce visibile le onde FIGURA P 1 7 . 6 7 FIGURA P 1 7 . 6 8
riflesse interferiscono dislrullivamente? 68. Il La Figura PI7.68 mostra l’intensità luminosa su uno
c. Qual ò il colore della luce riflessa? Qual è il colore schermo a 2.5 m da un’apertura. L’apertura viene illumi­
della luce trasmessa? nata con una luce di lunghezza d’onda 600 nm.
59. I Una bolla di sapone è essenzialmente costituita da una a. L’apertura è una singola o una doppia fenditura? Spiega
sottile pellicola di acqua circondata da aria. I colori che il perché.
vedi nelle bolle di sapone sono prodotti dall’interferenza. b. Se l’apertura è una singola fenditura, qual è la sua lar­
Quali lunghezze d’onda di luce visibile sono fortemente ghezza? Se è una doppia fenditura, qual è la spaziatura
riflesse da una bolla di sapone spessa 390 nm? Di quale tra le due fenditure?
colore apparirà questa bolla di sapone? 69. Un giorno, mentre abbassi la tapparella della tua fine­
60. 1111 Una provetta da laboratorio del diametro di 20 cm, viene stra, noti che la luce solare passa attraverso un foro nella
riempita per metà di acqua. Una ad una, gocce di olio, tapparella e forma una piccola chiazza di luce nella parete
ognuna di 0.50 /xL, contenute in una micropipctta, sono più lontana. Avendo recentemente studiato Fottica nel tuo
fatte cadere sulla superfìcie dell’acqua e si diffondono pro­ corso di fisica, non sci sorpreso di vedere che la macchia di
ducendo uno strato sottile e uniforme. Dopo che la prima luce sembra una figura di diffrazione circolare. Sembra che
gcK'cia è fatta cadere, l’intensità della luce di 6(K) nm ritlessa il massimo centrale sia largo circa 3 cm e tu stimi che la
dalla superfìcie è molto bassa. Man mano che altre gocce distanza tra la tapparella e il muro è di circa 3 m. Sapendo
vengono aggiunte, l'intensità della riflessione aumenta, poi che la lunghezza d’onda media della luce .solare è di circa
si riduce ancora tino ad un minimo dopo un totale di 13 500 nm, stima il diametro del foro.
g(K'ce aggiunte. Qual è l'indice di rifrazione dell’olio? 70. Un radar per il rilevamento di aerei invia un fascio di
61. Ili Hai bisogno di usare il tuo telefono cellulare, che invia INT microonde a 12 GHz da un’antenna circolare del diametro
segnali a 830 MHz, ma sei in un vicolo tra due massicci edi­ di 2.0 m. Dalla prospettiva dell’onda, l’antenna è un’aper­
fìci che assorbono le onde radio e che sono distanti tra loro tura circolare attraverso cui diffrangono le microonde.
solo 15 m. Qual è faperlura angolare, in gradi, dell’onda a. Qual è il diametro del fascio radar ad una distanza
elettromagnetica dopo che essa emerge tra i due edifìci? di 30 km?
62. Ili La luce di una lampada al sodio (A = 589 nm) illumina b. Se l’antenna emette con una potenza di 100 kW, qual è
una fenditura stretta e viene osservata su uno schermo 75 l’intensità media delle microonde a 30 km?
cm dietro la fenditura. La distanza tra la prima e la terza 71. Hill II laser a elio-neon (A = 633 nm), illustrato nella Figura
frangia scura è di 7.5 mm. Qual è la larghezza (in mm) PI7.71 è costruito con un tubo di vetro con diametro
della fenditura? interno di LO mm. Uno specchio trasmette parzialmente
63. mi L’apertura di una caverna è un’alta crepa larga 30 cm. per consentire al fascio laser di uscire. Una scarica elettrica
INT Un pipistrello che si prepara a lasciare la caverna emette nel tubo lo fa illuminare con un meccanismo simile a una
un sibilo a ultrasuoni a 30 kHz. Quanto sarà largo il “fascio luce al neon. Da un punto di vista ottico, il fascio laser è
sonoro” a 100 m fuori dall’apertura della caverna? Usa un’onda luminosa che subisce una diffrazione da un’aper­
= ‘^40 m/s. tura circolare del diametro di 1.0 mm.
Problemi 589

a. Spiega perché un fascio laser non può essere perfetta­ Una sezione trasversale delle nervature dell’ala di una far­
mente parallelo, cioè senza divergenza. falla Morpho rivela la sorgente del suo colore. Come illustrato
b. L’angolo 6^ del primo minimo è chiamato angolo di nella Figura P17.73b, le nervature sono coperte con strutture
divergenza di un fascio laser. Qual è Vangalo di diver­ che sembrano piccoli abeti. La luce che colpisce le ali viene
genza di questo fascio laser? riflessa dai differenti strati di queste strutture e la differenza
c. Qual è il diametro (in mm) del fascio laser dopo che di cammino percorso provoca che la luce riflessa interferisca
esso ha percorso 3.0 m? costruttivamente o distruttivamente, a seconda della lunghezza
d. Qual è il diametro del fascio laser dopo che esso ha d’onda. Per la luce con incidenza normale, la luce blu subisce
percorso 1.0 km? un’interferenza costruttiva mentre altri colori subiscono un’in­
Specchio
terferenza distruttiva e si cancellano. L’acetone riempie gli spazi
/ Scarica 1.0 mm nelle nervature con un fluido di indice di rifrazione n = 1.38;
/ _____ L ciò altera le condizioni per l’interferenza costruttiva risultando
in una variazione di colore.
\
Specchio
73. I La colorazione blu della farfalla Morpho è protettiva.
semiriflcttenie
Quando la farfalla batte le ali, l’angolo a cui la luce incide
su di esse cambia. Ciò provoca una variazione dei colori
FIGURA P17.71 della farfalla che la rendono più difficile da individuare da
72. Il NelTesperimento con il laser parte dei predatori. Il colore cambia perché
dell’Esempio 17.10 il fascio laser A. Una figura di diffrazione appare solo a certi angoli.
sparato verso la Luna si allarga B. L’indice di rifrazione dei tessuti delle ali cambia mentre
mentre viaggia a causa della diffra­ esse vengono flesse.
zione attraverso un’apertura circo­ C. 11 moto delle ali provoca uno spostamento Doppler
lare mentre lascia il laser. Affinché della luce riflessa.
la luce riflessa sia sufficientemente D. Mentre l’angolo cambia, la differenza di cammino tra le
brillante da essere ri levabile, 11 onde riflesse dalle diverse superfici varia, risultando in
fa.scio quando arriva sulla Luna un’interferenza costruttiva per un colore differente.
non deve avere un diametro supe­ 74. I La variazione di colore quando dell’acetone viene versato
riore ad 1 km. Per soddisfare questa sull’ala è dovuta alle differenza tra gli indici di rifrazione
condizione occorre usare un laser speciale a largo diame­ dell’acetone e deH’aria. Considera la luce di un particolare
tro. Se A= 532 nm, qual è il diametro minimo delPapertura colore. Nell’acetone,
circolare da cui deve emergere il fascio laser? La distanza A. La frequenza della luce è inferiore a quella deH’aria.
Terra-Luna à di 384 000 km. B. La frequenza della luce è maggiore di quella deH’aria.
C. La lunghezza d’onda della luce è inferiore a quella
del l’aria.
Esercitazioni per te st di tip o M C A T D. La lunghezza d’onda della luce è maggiore di quella
dcH’aria.
La farfalla Morpho BIO 75. I Le nervature delle ali della farfalla sono in realtà fatte di
un materiale trasparente con un indice di rifrazione di 1.56.
11 colore blu brillante della farfalla tropicale Morpho è, come La luce è riflessa dalla superficie delle nervature perché
per i colori delle piume di un pavone maschio, dovuto all’in­ A. L’indice di rifrazione delle nervature è differente da
terferenza. La Figura P17.73a mostra un modo semplice per quello dell’aria.
dimostrare questo fenomeno: se una goccia di un solvente, come B. L’indice di rifrazione delle nervature è simile a quello
l’acetone, viene versata sulle ali della farfalla Morpho, il colore del vetro.
cambia da un blu brillante a un verde brillante, ritornando al blu C. La densità delle nervature è differente da quella dell’a-
una volta che l’acetone evapora. Non ci sarebbe stato alcun cam­ ria.
biamento se il colore fosse dovuto alla pigmentazione. D. 1colori differenti della luce hanno diverse lunghezze
d’onda.
Le onde luminose riflesse
da strati differenti hanno
cammini di lunghezza
ditt’erenie.

FIGURA P17.73
590 CAPITOLO 17 Ottica ondulatoria

RISPO STE ALLE PA U SE DI R IFLESSIO NE

Pausa di riflessione - Anteprima Capitolo: C. Nel punto 1, Pausa di rifle.ssione 17.4:1). Lunghezze d’onda maggiori hanno
due creste si sovrappongono» portando alla formazione di un’on­ angoli di diffrazione più grandi. La luce rossa ha una lunghezza
da di maggiore ampiezza; questa è un'interferenza costruttiva. d’onda maggiore della luce violetta, quindi la luce ros.sa è dif-
Nel punto 2. la cresta di un’onda si sovrappone a un ventre fratta più lontano dal centro.
dell’altra onda, quindi l’ampiezza totale è pari a zero; questa è
Pausa di riflessione 17.5: B. Un’ulteriore differenza di cam­
un’interferenza distruttiva.
mino di A/2 deve essere aggiunta per cambiare l'interferenza
Pausa di rifle.ssione 17.1: > //j > n. , A= Avuoto. //?, quindi
^
una costruttiva in distruttiva. Nell’interferenza prodotta da un film
lunghezza d'onda più corta corrisponde a un indice di rifrazione sottile, un’onda passa due volte attraverso la pellicola. Per au­
più alto. mentare la lunghezza del cammino di A/2. lo spessore dev’essere
aumentato solo della metà, ossia di A/4.
Pausa di riflessione 17.2: A. 11 tipo di interferenza osservata di­
pende dalla differenza di cammino Ar = - r,. e non dai valori di Pausa di riflessione 17.6: B e C. La larghezza del massimo cen­
/•j e Qui, Ar = 3A, quindi la differenza di cammino è un numero trale, che è proporzionale a Afa, è aumentata. Ciò può avvenire
intero di lunghezze d’onda e produce un’interferenza costruttiva. sia perche la lunghezza d’onda è aumentata oppure perché l’a­
pertura della fenditura è diminuita.
Pausa di riflessione 17.3: Minore. La spaziatura tra le frange
Av è direttamente proporzionale alla lunghezza d'onda A.
18 Ottica geometrica

. I sottili fasci di luce


di questo laser show
possono essere ben
^ descritti usando l'ottica
^ geometrica. Come si
comportano questi fasci
di luce quando vengono
* riflessi da superfici
brillanti o passano
attraverso materiali
trasparenti?
ANTEPRIMA
Obiettivo: comprendere e applicare il modello del raggio luminoso.
Riflessione Rifrazione Lenti e specchi
I raggi luminosi possono rimbalzare, o Le due immagini della tartaruga sono I raggi rifratti dalle superfici di questa
essere riflessi, da una superficie. I raggi dovute alla rifnizioiie, che piega i raggi lente sottile formano un'immagine
provenienti dalla testa di un uccello luminosi mentre questi viaggiano da un ingrandita della bambina dietro di essa.
vengono riflessi dalTacqua, formando materiale a un altro.
un’immagine capovolta.

Impareremo come la legge della Apprenderemo la legge di Snell per la Apprenderemo come localizzare e
riflessione possa essere usata per rifrazione e come le immagini possono caratterizzare le immagini formate dalle
comprendere la formazione delle essere formate dalla rifrazione. lenti e dagli specchi.
immagini con gli specchi.

FLASHBACK ^
Il modello del raggio luminoso PAU SA DI R IF L E SSIO N E
Schermo di visualiz7.a/ionc
Nel Capitolo 17 abbiamo appreso
che la luce si diffonde mentre Lo schermo scuro ha un
passa attraverso una fenditura foro del diametro di 2 mm.
stretta, ma viaggia in linea retta La lampadina è runica
attraverso aperture più grandi. sorgente di luce. Che cosa
vediamo sullo schermo?
In questo capitolo studieremo il
comportamento della luce nel
m o d e llo d e l r a g g io lu m in o s o , Le onde si propagano
applicabile quando la luce lungo linee rette, i raggi,
interagisce con oggetti di uso oltrepassando una larga
quotidiano come specchi e lenti. fenditura.
592 CAPITOLO 18 Ottica geometrica

18.1 II modello del raggio luminoso


La luce di un faro d’automobile genera un fascio luminoso che aitraversa To-
scurità della notte, la luce solare produce un fascio ben definito^quando entra
attraverso un piccolo foro in una stanza buia e i fasci laser delLimmagine ini­
ziale sono ancora più visibili e meglio definiti. La nostra esperienza quotidiana
della luce che viaggia lungo linee rette è la ba.se del modello del raggio lumi­
noso.
Il modello del raggio lumino.so è una semplificazione della realtà, ma è utilis­
simo entro il suo perimetro di validità. Come abbiamo visto nel Capitolo 17, la
diffrazione e altri aspetti ondulatori della luce .sono molto importanti .solo per
aperture e corpi di dimensioni comparabili con la lunghezza d’onda della luce.
Poiché la lunghezza d’onda è molto piccola, tipicamente 0.5 pm, la natura
ondulatoria della luce non è apparente quando la luce interagisce con corpi di
dimensioni ordinarie. Il modello del raggio luminoso, che ignora la diffra­
zione, è valido fintanto che l’apertura attraverso cui pa.ssa la luce (lenti, spec­
chi, fori e simili) è maggiore di circa 1 mm.
Innanzitutto, definiamo un raggio lum inoso come una linea nella dire­
zione lungo cui fluisce l’energia luminosa. Un raggio luminoso è un’idea
astratta, non un’entità fisica o un oggetto. Qualsiasi fa.scio di luce, per quanto
sottile, come il fascio laser nella figura 18 .i , è in realtà un insieme di molti
raggi luminosi paralleli. Possiamo pensare a un singolo raggio luminoso come
FIGURA 18.1 Un fascio laser è un al caso limite di un fascio laser il cui diametro si avvicini a zero. I fasci laser
insieme di raggi luminosi paralleli.
.sono buone approssimazioni dei raggi luminosi, certamente adeguati a dimo­
Raggi luminosi
strare il comportamento di questi ultimi, ma qualsiasi fascio laser reale è un
insieme di molti raggi paralleli.
Direzione La tabella seguente sottolinea le cinque principali idee e a.ssunzioni del
di propagazione modello del raggio luminoso.

Il modello del raggio luminoso


I raggi luminosi viaggiano lungo lince rette.
La luce viaggia attraverso il vuoto o un materiale trasparente lungo linee rette dette
raggi luminosi.
La velocità della luce in un materiale è v = dn, dove n è Tindice di rifrazione del
materiale.
I raggi luminosi possono incrociarsi.
I raggi luminosi non interagiscono tra di loro. Due raggi si possono incrociare senza
influenzarsi vicendevolmente.

Materiale 1 Materiale 2 Un raggio luminoso viaggia per sempre a meno che non interagisca con la materia.
Un raggio luminoso viaggia per sempre a meno che non interagisca con la materia
che produce un cambiamento di direzione oppure un assorbimento. La luce
interagisce con la materia in quattro modi diversi:
■ Alla superficie di separazione tra due materiali, la luce può essere riflessa,
rifratta o entrambe le cose.
■ Air interno di un materiale, la luce può essere diffusa o assorbita.
Queste interazioni verranno discusse più avanti in questo capitolo.
Un corpo e una sorgente di raggi luminosi.
Un c o r p o è una sorgente di raggi luminosi. I raggi si originano da ogni punto
del corpo, e cia.scun punto invia raggi in tutte le direzioni. I corpi possono es.sere
sorgenti primarie ed emettere luce propria - cioè possono creare raggi luminosi -
oppure pos.sono es.sere corpi riflettenti, cioè sorgenti secondarie, che riflettono solo
raggi originati altrove.

L'occhio vede ibcaliz/ando un fascio di raggi.


L’occhio vede un oggetto quando un fascio di raggi divergenti da ciascun punto
dell’oggetto entra nella pupilla dove i raggi vengono concentrati in un’immagine
sulla retina. La formazione delle immagini verrà discussa più avanti in questo
capitolo, mentre l’occhio verrà trattato con maggiori dettagli nel Capitolo 19.
18.1 II modello del raggio luminoso 593

Sorgenti di raggi luminosi


Nel modello del raggio luminoso, esistono due tipi di corpi. 1 corpi che brillano
di luce propria, ossia le s o r g e n t i p r i m a r i e , che generano direttamente i raggi
luminosi. Le sorgenti primarie includono ad esempio le lampadine e il Sole.
Altri corpi sono invece corpi riflettenti, cioè brillano di luce diffusa o riflessa,
e sono quindi s o r g e n t i s e c o n d a r i e che riflettono i raggi originati dalle sor­
genti primarie. La tabella riportata qui di seguito mostra i quattro tipi più
importanti di sorgenti primarie. Notiamo che, sebbene i raggi e le sorgenti
puntiformi rappresentino un’idealizzazione, esse sono molto utili per com­
prendere la propagazione dei raggi.

Sorgenti primarie
Una sorgente di raggi Una sorgente Una sorgente estesa Una sorgente di raggi
puntiforme paralleli

Dal momento che un raggio Una sorgente Questa è la forma più Certe sorgenti, come una
di luce è una idealizzazione, puntiforme è anch’essa comune di sorgente torcia o un proiettore
non ci sono vere sorgenti di una idealizzazione di luminosa. L'intera superficie cinematografico, producono
raggi luminosi. Tuttavia, uno una sorgente luminosa. di una sorgente estesa è un fascio di raggi paralleli.
stretto fascio laser è spesso Essa è infinitamente luminosa, quindi ogni punto I raggi provenienti da un
una buona rappresentazione piccola ed emette su una .sorgente estesa corpo distante, come ad
di un raggio singolo. raggi luminosi in agisce come ima sorgente esempio una stella, sono
tutte le direzioni. I puntiforme. Le lampadine, ben approssimati da raggi
sottili filamenti di una le fiamme e il Sole sono paralleli.
lampadina sono una sorgenti estese.
buona approssimazione
di sorgente puntiforme.

I corpi riflettenti, come un giornale, un viso, o uno specchio, possono


anch’essi essere considerati come sorgenti di raggi luminosi. Tuttavia, l’ori­
gine di questi raggi non è nel corpo stesso. Infatti i raggi luminosi generati da
una sorgente primaria colpiscono un corpo riHettente e si propagano a partire
da quest’ultimo. Questi raggi possono poi illuminare altri corpi oppure entrare
nei nostri occhi e formare immagini del corpo riflesso, proprio come fanno i
raggi di una sorgente primaria.

Diagrammi dei raggi


1 raggi si originano da ogni punto su un corpo e viaggiano venso l’esterno in
tutte le direzioni, ma un diagramma che cerchi di mo.strare tutti questi raggi
sarebbe inutile perché troppo confuso. Per semplificare il quadro, si farà uso di
un d i a g r a m m a d e i r a g g i che mostri solo pochi raggi. Ad esempio, la f i g u r a Un diagramma dei raggi
F IG U R A 18.2
18.2 riporta pochi raggi che partono dai punti alla sommità e alla base di un semplifica la situazione mostrando solo
corpo e viaggiano verso destra. Que.sti raggi saranno sufficienti a mostrarci pochi raggi.
come si forma l’immagine del corpo nelle lenti o negli specchi.
EEEBI ►1 diagrammi dei raggi sono la ba.se delle rappresentazioni visive Questi sono solo alcuni
degli infiniti raggi che
che useremo in questo capitolo. Attenzione a non pensare che un diagram­ lasciano il corpo.
ma mo.stri tutti i raggi. 1 raggi mostrati in un diagramma sono solo un sot­
toinsieme degli infiniti raggi che la.sciano il corpo. <

La percezione visiva di un corpo


Come vediamo un oggetto? L’occhio umano funziona mettendo a fuoco l’im­
magine di un oggetto sulla retina, un proces.so che verrà esaminato nel Capi-
594 CAPITOLO 18 Ottica geometrica

F IG U R A 18.3 Un fascio laser che viaggia tolo 19. Per ora, ignoreremo i dettagli della formazione delTimmagine e invece
attraverso l'aria è invisibile. faremo uso di una semplice proprietà del modello dei raggi luminosi riportata
nella tabella precedente: affinché il nostro occhio veda un oggetto, i raggi
provenienti da quell’oggetto devono entrare nel nostro occhio. Questa idea
aiuta a spiegare alcuni aspetti della visione.
Consideriamo una sorgente di raggi come un laser. Possiamo vedere un
fascio laser viaggiare attraverso una stanza? In circostanze ordinarie, la rispo­
Non riusciamo a vedere un fascio laser
sta è no. Come abbiamo visto, un fascio laser è una buona approssimazione di
aUraversare una slan/a perché nessun un singolo raggio luminoso. Questo raggio viaggia in linea retta dal laser a
raggio luminoso entra nel nostro occhio. qualsiasi cosa eventualmente esso colpisca. Come mostra la f i g u r a i 8.3, nes­
— :--------- ► sun raggio di luce entra nell’occhio, quindi il fascio è invisibile. Lo stesso
argomento vale per una sorgente di raggi paralleli.
Una sorgente puntiforme e una sorgente estesa si comportano in maniera
diversa, come mostrato nella f i g u r a i 8.4. Poiché una sorgente puntiforme
Sorgenti puntiformi ed
F IG U R A 18.4 emette raggi in of^ni direzione, alcuni di questi raggi entreranno neH’occhio
estese possono essere viste da tutti gli indipendentemente da dove esso sia localizzato. Quindi una sorgente punti­
osservatori. forme è visibile a chiunque la guardi. Dal momento in cui qualsiasi punto sulla
Sorgente puntiforme Sorgente estesa superfìcie di una sorgente estesa è esso stesso una sorgente puntiforme, tutte le
parti di una sorgente estesa (non bloccate da qualcos’altro) possono essere
anch’esse viste da tutti gli osservatori.
Si può fare uso del semplice modello introdotto per la visione umana per
spiegare come vengono visti i corpi che sono sorgenti primarie di raggi lumi­
nosi. Come abbiamo detto precedentemente, tali corpi riflettono i raggi che li
vedere una sorgente estesa sono colpiscono. La maggior parte dei corpi ordinari - la carta, la pelle, l’erba -
sorgente puntiforme, visibili. riflette la luce incidente in tutte le direzioni, un processo chiamato r i f l e s s i o n e
d i f f u s a . La f i g u r a I 8.5 illustra l’idea. Singoli raggi sono spezzati in molti raggi
più deboli che lasciano il corpo in tutte le direzioni, un processo chiamato d i f ­
La lettura di un libro
F IG U R A 18.5
fu s io n e .
rhediante luce diffusa.
La luce diffusa è ciò che ci permette di leggere un libro usando la luce di una
Un raggio incidente si Alcuni raggi diffusi
lampada. Come mostrato nella Figura 18.5, ogni punto sulla superfìcie della
spezza in molti raggi raggiungono l'occhio,
più deboli che si quindi il punto pagina è colpito da un raggio (o più raggi) provenienti dalla lampada. Quindi,
diffondono in tutte ò visibile. a causa della riflessione diffusa, questi raggi vengono inviati in tutte le dire­
zioni; una parte dei raggi diffusi raggiunge il nostro occhio, consentendoci di
leggere la pagina.
È possibile rendere un fa.scio laser visibile grazie alla diffusione da parte di
innumerevoli corpuscoli presenti in sospensione nell’aria. Questi corpuscoli
possono essere polvere, fumo o goccioline d ’acqua come la nebbia. La f i g u r a
18.6 mostra che quando il fascio colpisce un corpuscolo, esso diffonde i raggi
in tutte le direzioni. Alcuni di questi raggi entrano nell’occhio, rendendo visi­
bile ogni corpuscolo lungo il percorso del fascio e delineando il percorso del
fascio attraverso la stanza.

F IG U R A 18.6 Un fascio laser è visibile se si propaga attraverso del fumo o della polvere.
I raggi sono diffusi in Particelle
tiiuc le direzioni dalje ^ d i fumo.
particelle di fumo. \

Alcuni di questi raggi


raggiungono l'cKchio,
rendendo il percorso del
fascio laser visibile.

Le ombre
11 nostro modello del raggio luminoso spiega inoltre il comune fenomeno delle
ombre. Supponiamo che un coipo opaco (come un disco di cartone) sia posto
tra una sorgente di luce e uno schermo. 11 corpo intercetta alcuni raggi,
lasciando un’area scura dietro di esso. Altri raggi arrivano sullo schermo e lo
illuminano. Le ombre più semplici sono quelle ottenute da una sorgente di luce
puntiforme. Questo processo è mostrato nella f i g u r a i8.7a. Con una sorgente
puntiforme, l’ombra è completamente scura, e i margini dell’ombra sono netti.
18.1 II modello del raggio luminoso 595

F IG U R A 18.7 O m b re p ro d o tte d a s o rg e n ti di luce p u n tifo rm i ed estese.

(a) Sorj*entt* puntifornie. (b) Sorgente estesa (c) Veduta della lampadina
Alcuni raggi raggiiingotìo da tre punti sullo schermo.
/ lo schermo e lo illuminano
Luce
Alcuni raggi
sono bkK'cati
dal disco.: p i Ombra
•B
•C

g f
L d r ____
L'intera lampadina Nel punto B il disco Nel punto C il
I raggi che sliorario il è visibile dal punto oscura par/.ialmenle disco blocca
bordo dell'oggetto L’ombra non è netta
perché molti punti sullo A. Il punto A è la lampadina. Il completamente la
deh ni scono i contorni completamente punto B ò lampadina.
Sorgente deH’ombra. schermo sono colpiti
solo da alcuni raggi illuminato. par/.ialmente Il punto C è
puntiforme.
provenienti dalla sorgente. in ombra. al buio.

Le ombre prodotte da sorgenti estese sono molto più complicate. Una sor­
gente estesa è un insieme di un gran numero di sorgenti puntiformi, ciascuna
delle quali genererà la propria ombra. Tuttavia, come mostrato nella f i g u r a
i8.7b, la forma sullo schermo delle zone d’ombra e di luce associate a ciascun
punto non è sempre identica e quindi la regione d’ombra finale non sarà altret­
tanto netta. La f i g u r a i 8 . 7 c mostra come viene vista una lampadina da tre punti
diversi su uno schermo. A seconda della dimensione della sorgente, c ’è spesso
una vera ombra non raggiunta da alcun raggio luminoso, circondata da una
regione non perfettamente definita caratterizzata da una luminosità crescente.

p a u s a d i r i f l e s s i o n e 18.1 L’unica
sorgente di luce in una stanza è la lam­
padina mostrata nella figura. Un disco
opaco viene posto davanti alla lampadina.
Uno schermo viene quindi sistemato nelle
posizioni A, B e C. In quale posizione (o Disco opaco
posizioni) il disco produrrà un’ombra che (vista laterale)
è completamente scura al centro?

18.2 La riflessione
La rifiessione della luce è un’esperienza familiare di tutti i giorni. Vediamo la
nostra rifiessione nello specchio del bagno come prima cosa tutte le mattine, le
riflessioni nello specchio retrovisore della nostra auto quando guidiamo e il
La riflessione è un'esperienza quotidiana.
cielo riflesso in una pozzanghera d’acqua stagnante. La riflessione da una
superficie liscia e splendente, come uno specchio o un pezzo di metallo ben FIGURA 18.8 Riflessione speculare della
levigato, viene chiamata r i f l e s s i o n e s p e c u l a r e . luce.
La FIGURA i8.8a mostra un fascio di raggi di luce paralleli riflessi da una (a )
superficie simile a uno specchio. Vediamo che i raggi incidenti e riflessi giac­ Sia il raggio incidente sia il raggio rifìe.sso
ciono in un piano che è normale, o perpendicolare, alla superficie riflettente.
Una prospettiva tridimensionale accurata mostra la relazione tra i raggi lumi­
nosi e la superficie, ma le figure come questa sono difficili da disegnare a
mano. Invece, è consuetudine mostrare la riflessione con la semplice rappre­
sentazione visiva della f i g u r a i8.8b. In questa figura,
■ I raggi incidenti e riflessi sono nel piano della pagina. La superficie riflet­
tente si estende dentro e fuori la pagina.
■ Un singolo raggio luminoso rappresenta l’insieme dei raggi paralleli. Questa
è una semplificazione eccessiva, tuttavia rende semplice la figura e l’analisi. (b ) Normale

Angolo Angolo di
L’angolo 6. tra il raggio incidente e una linea perpendicohire alla superficie -
d’incidenza rifiessione
la normale alla superficie - è chiamato angolo di incidenza. Analogamente,
l’angolo di riflessione 6^ è l’angolo tra il raggio riflesso e la normale alla super­
ficie. La l e g g e d e l l a r i f l e s s i o n e , facilmente dimostrabile con semplici e.speri- Raggio incidente Raggio riflesso
menti, afferma che: Superfìcie riflettente
596 CAPITOLO 18 Ottica geometrica

1. Il raggio incidente e quello riflesso giacciono entrambi in un piano per­


pendicolare alla superficie.
2. L’angolo di riflessione è uguale all’angolo di incidenza: 0^ =
UEB3 ►I calcoli in ottica usano sempre l’angolo misurato rispetto alla nor­
male, non l’angolo tra il raggio e la superficie. <

E SE M P IO 18.1 La luce riflessa da uno specchio


Uno specchio verticale in un armadio è alto 2.0 m. L’estremità biamo considerare solo i due raggi che colpiscono le due estre­
inferiore dello specchio tocca il pavimento. Una lampadina è mità dello specchio. Tutti gli altri raggi cadranno tra questi due.
appesa a 1.0 m dalParmadio, 0.5 m sopra l’estremità superiore 11 raggio che colpisce il fondo dello specchio
S O L U Z IO N E
dello specchio. Quanto sarà lunga la striscia di luce riflessa sul viene riflesso da esso e colpisce il pavimento proprio dove lo
pavimento? specchio incontra il pavimento. Per il raggio che colpisce l’e­
IM P O S T A Z IO N E Trattiamo la lampadina come una .sorgente stremità superiore, nella Figura 18.9 è stata usata la legge della
puntiforme e usiamo il modello del raggio luminoso. La riflessione imponendo che fangolo di rifles.sione sia uguale
FIGURA 18.9 è una descrizione visiva dei raggi luminosi. Dob- all’angolo d’incidenza; chiameremo entrambi 6. Da semplici
FlGURA 18.9 Descrizione visiva dei raggi luminosi riflessi
considerazioni geometriche, gli altri angoli mostrati sono
da uno specchio. anch’essi uguali a 0. Per il triangolo piccolo in alto a destra,

\L 0 m /
Ma abbiamo anche che tan 0 = (2.0 m)//, ossia
2.0 m 2.0 m
/= - = 4.0 m
tan 6 tan 26.6°
Dal momento che il raggio inferiore colpisce lo specchio pro­
prio alla ba.se dello specchio, la lunghezza totale della scia
riflessa è di 4.0 m.

La riflessione diffusa
Abbiamo già di.scus.so della riflessione diffusa, la riflessione dei raggi luminosi
uscenti da una superficie come la carta o un tessuto che non sono brillanti
come uno specchio. Se ingrandiamo la superficie di un riflettore diffuso, sco­
priremmo che su .scala microscopica la sua superficie è alquanto ruvida. La
legge della riflessione d^ = O.è ancora valida in ogni punto, ma le irregolarità
della superficie provocano la riflessione dei raggi in uscita in direzioni casuali.
FIGURA 18.10 Riflessione diffusa su una Questa situazione è mostrata nella f i g u r a le.io. La riflessione diffusa è in
superficie irregolare. realtà molto più frequente della riflessione speculare da superfici simili ad uno
Ciascun raggio obbedisce alla legge specchio.
della riflessione in quel punto, ma la
..••‘superficie irregolare fa sì che i raggi
riflessi escano in direzioni casuali. Lo specchio piano
Una delle os.servazioni più comuni che possiamo fare è vederci riflessi in uno
.specchio. Come avviene questo fenomeno? La f i g u r a i8 .n a mo.stra i raggi da
una sorgente puntiforme P riflessi da uno specchio piatto, detto uno specchio
piano. Consideriamo i due particolari raggi mo.strati nella f i g u r a is.iib. 11
Vista ingrandita della superficie raggio orizzontale colpisce Io specchio a un angolo d’incidenza uguale a zero,
quindi esso è riflesso indietro con un angolo di riflessione uguale a zero. II
secondo raggio, angolato, si riflette con 0^ = 0.. Come indicato dalle linee trat­
teggiate, entrambi i raggi riflessi appaiono come se arrivassero dal punto P'.
Ma poiché la nostra argomentazione si applica a qualsiasi raggio incidente,
tutti i raggi riflessi appariranno provenire dal punto P', come mostra la f i g u r a
18.1 le. Chiamiamo P', il punto da cui i raggi riflessi divergono, rim m agin e
virtuale di P. L’immagine è “virtuale” nel senso che nessun raggio realmente
lascia P', che è nel buio dietro allo specchio. Ma per quanto concerne il nostro
occhio, i raggi luminosi agiscono esattamente conu' se la luce fosse originata
da P'. Quindi mentre possiamo dire “vedo P nello specchio,” quello che stiamo
realmente vedendo è rimmagine virtuale di P.
18.2 La riflessione 597

F IG U R A 18.11 I r a g g i lu m in o s i riflessi d a u n o sp e c c h io pian o.

(a) (b ) (c) Distanza Distanza

Oggetto

1 raggi da P vengono ri Messi


dallo specchio. Ciascun raggio provenire dal punto P'. I raggi riMessi divergono tu lli dal punto P', che
obbedisce alla legge sembra essere la sorgente dei raggi ridessi. Gli
della riMcssione. occhi raccolgono il fascio di raggi divergenti
e “vedono” la luce provenire da 1*'.

Nella Figura 18.1 Ib, da semplici ragionamenti geometrici deduciamo che P'
è alla stessa distanza dietro lo specchio di P davanti allo specchio. Cioè, la
distanza deirim m agine .v' è uguale alla distanza delPoggetto .s.

s' = .9 (specchio piano) (18.1)

►Un'immagine galleggiante La studentessa sta in piedi con la gamba


nascosta dallo specchio. Poiché ogni punto del suo corpo a sinistra dello
specchio ha un'immagine alla sua destra, quando la studentessa alza l’altra
gamba sembra che galleggi sopra il pavimento.

Per un oggetto e.steso, come quello nella f i g u r a 18.12, ciascun punto delPog- FIGURA 18.12 Immagine di un corpo
getto ha un corrispondente punto immagine a una distanza uguale dalla parte esteso.
opposta dello specchio. L’occhio cattura e mette a fuoco fasci di raggi diver­
genti da ciascun punto dell’immagine in modo da vedere l’intera immagine
nello specchio. E importante notare due fatti:
1.1 raggi provenienti da ciascun punto dell’oggetto si diffondono in tutte le
direzioni e colpiscono qualsiasi punto sullo specchio. Solamente una
parte molto piccola di questi raggi entra nel nostro occhio, ma gli altri
raggi sono reali e potrebbero essere visti da altri osservatori.
2 . 1 raggi provenienti dai punti P e Q entrano nel nostro occhio dopo essere
stati riflessi da aree diverse dello specchio. Questo è il motivo per cui non
possiamo sempre vedere l’immagine intera di un corpo in uno specchio
dello sjX'cchio.
molto piccolo.

E S E M P IO 18.2 Q uanto è alto lo specchio?


Se la nostra altezza è pari ad h, qual è lo specchio più corto su FIGURA 18.13 Descrizione visiva dei raggi luminosi
una parete in grado di farci vedere la nostra immagine intera? provenienti dalla testa e dai piedi riflessi dallo specchio
A che altezza deve essere appesa l’estremità superiore di tale negli occhi.
specchio?
IM P O S T A Z IO N E Usiamo il modello del raggio luminoso.
La FIGURA 18.13 è una descrizione visiva dei raggi luminosi.
Dobbiamo considerare solo i due raggi che partono dalla cima
della nostra testa e dai nostri piedi, sono riflessi e raggiungono
i nostri occhi.
S O L U Z IO N E Chiamiamo /j la distanza dai nostri occhi alla
cima della nostra testa ed la distanza dai nostri occhi ai nostri
piedi. La nostra altezza allora sarà /i = /, 4 - Un raggio lumi­
noso proveniente dall’estremità superiore della nostra testa che
viene riflesso da uno specchio con 0^ = 6^ ed entra nei nostri
occhi, con semplici ragionamenti geometrici, incide sullo spec­ colpisce lo specchio ad una distanza 5/2 sotto i nostri occhi. La
chio ad una distanza j/j sopra ai nostri occhi. Allo stesso modo, distanza tra questi due punti sullo specchio è j/j + 5/2 = 5 /!.
un raggio proveniente dai nostri piedi che arriva ai nostri occhi Un raggio proveniente da qualsiasi altro punto del nostro corpo
C o n tin u a
598 CAPITOLO 18 Ottica geometrica

raggiungerà i nostri occhi se colpisce lo specchio tra uno di solamente se la parte superiore dello specchio è appesa con l’e­
questi due punti. Le parti dello specchio al di fuori di questi due stremità superiore coincidente con il punto di mezzo tra i nostri
punti sono quindi irrilevanti, non perché i raggi non colpiscano occhi e la cima della nostra testa.
la specchio ma perché i raggi riflessi non colpiscono il nostro V E R IF IC A È interessante notare che la risposta non dipende da
occhio. Quindi lo specchio più corto in cui possiamo vedere la quanto siamo distanti dallo specchio.
nostra intera immagine riflessa è alto j/i. Ma questo funzionerà

PAU SA DI R IF L E S SIO N E 18.2


Un oggct- , Specchio
to è sistemato davanti ad uno specchio. y
L’osservatore è posizionato come mo- Osservatore
strato in figura. Quale dei punti. A, B o
C, indica la posizione dove l’osservatore
percepisce essere localizzata f immagi- A
ne/ Oggetto

18.3 La rifrazione
FIGURA 18.14 Un fascio di luce viene Nella FIGURA 18.14 quando un raggio luminoso attraversa la superficie di sepa­
rifratto due volte nel passare attraverso razione tra l’aria e il vetro avvengono due fenomeni importanti:
un prisma di vetro.
1. Parte della luce viene riflessa dalla superficie di separazione, obbedendo
Raggio riflesso
Raggio ri fratto alla legge della ritlessione. Questo è come avvengono le riflessioni dagli
dalla superficie specchi d’acqua o dalle vetrine dei negozi, anche se il vetro e l’acqua
di separazione sono trasparenti.
vetro-aria
Raggio 2. Parte della luce continua il suo percorso nel mezzo. Essa viene trasmessa
incidente
anziché essere riflessa, ma il raggio trasmesso cambia di direzione
quando attraversa la superficie di separazione. La trasmissione della luce
Raggio rifratto dalla
superficie di da un mezzo a un altro, ma con una variazione della direzione, si chiama
separazione aria-vem> rifrazione.

Nella Figura 18.14, è rappresentata la rifrazione di un fascio di luce mentre


passa attraverso un prisma. Si noti che la direzione del raggio cambia mentre
la luce entra ed esce dal vetro. È inoltre possibile vedere una debole riflessione
uscente dalla prima superficie del prisma.
La riflessione prodotta dalla superficie di separazione tra due mezzi traspa­
renti è generalmente debole. Tipicamente il 95% della luce viene trasmesso e
solo il 5% viene riflesso. Il nostro obiettivo in questa sezione è di comprendere
la rifrazione, quindi ignoreremo la debole riflessione e ci concentreremo sulla
luce trasmessa.
EEBQ ►Il materiale trasparente attraverso cui viaggia la luce viene chia­
mato il mezzo. <
La FIGURA I8.i5a mostra la rifrazione dei raggi luminosi di un fascio di luce
parallelo, come un fascio laser, e dei raggi provenienti da una sorgente punti­
forme. Queste figure ci ricordano che un infinito numero di raggi incide sulla
superficie di separazione, ma la nostra analisi sarà molto semplificata se ci
concentreremo solo su un singolo raggio luminoso. La f i g u r a I8.i5b è un dia­
gramma dei raggi che mostra la rifrazione di un singolo raggio a una superficie
di separazione tra il mezzo I e il mezzo 2. Sia l’angolo tra il raggio e la nor­
male pari a 0^ nel mezzo I e pari a 0^ nel mezzo 2. Proprio come per la rifles­
sione, l’angolo tra il raggio incidente e la normale è l’angolo di incidenza.
L’angolo dal lato trasmesso, misurato rispetto alla normale, è chiamato
angolo di rifrazione. Notiamo che è l’angolo di incidenza nella Figura
18 . 15b ma è l’angolo di rifrazione nella f i g u r a i s . i s c , dove il raggio si propaga
nella direzione opposta.
18.3 La rifrazione 599

F IG U R A 18.15 R ifrazion e dei r a g g i lunninosi.

(a) Rifrazione di raggi paralleli e raggi (b) Rifrazione da un mezzo con indice di (c) Rifrazione da un mezzo con indice di
provenienti da una sorgente puntiforme rifrazione minore verso un mezzo con indice rifrazione maggiore verso un mezzo con
maggiore indice minore
Angolo I Normale Angolo di I
di incidenza •' Debole rifrazione i
^ raggio riflesso Raggio
Raggio
incidente Mezzo I ri fratto Mezzo I
Il raggio subisce..- Mezzo 2 Mezzo 2
una deviazione* Assumiamo n i > ny Raggio
alla superficie Raggio incidente
Rifrazione di un Rifrazione di raggi di separazione ifratto
fa.scio parallelo provenienti da una ira i mezzi.
di luce sorgente puntiforme Angolo
Angolo di
di incidenza
rifrazione

Nel 162I, lo scienziato olandese Willebrord Snell propose una formula­


zione matematica della “legge della rifrazione” o, come la conosciamo oggi,
della legge di Snell. Se un raggio viene rifratto tra il mezzo I ed il mezzo 2,
aventi rispettivamente indici di rifrazione e gli angoli del raggio 6^ e 0^
nei due mezzi sono collegati tra loro dalla relazione

AI, sin 6^ = sin 0^ (18.2)


Legge di Snell per la rifrazione tra due mezzi

Si noti che la legge di Snell non menziona qual è Tangolo incidente e qual è
r angolo ri fratto.
La Tabella 18.1 elenca gli indici di rifrazione per alcuni mezzi. È interes­ TABELLA 18.1 Indici di rifrazione
sante notare che n nella legge della rifrazione, TEquazione 18.2, è lo stesso Mezzo n
indice di rifrazione n che avevamo studiato nella ^ s e z i o n e i 7.i . In quel caso
Vuoto 1
si era trovato che l’indice di rifrazione determinava la velocità dell’onda lumi­
Aria (reale) 1.()(K)3
nosa in un mezzo, in base alla formula v = c/n. Qui, sembra che giochi un ruolo Aria (accettato)* 1.00
differente, determinando quanto viene deviato un raggio luminoso quando Acqua 1.33
attraversa la superficie di separazione tra due mezzi diversi. E possibile usareAlcool etilico 1.36
il principio di Huygens per dimostrare che la legge di Snell è una conseguenza Petrolio 1.46
della variazione della velocità della luce quando questa passa attraverso la
Vetro (tipico) 1.50
superficie di separazione tra mezzi diversi.
Polistirenc 1.59
Zirconia cubica 2.18
E sem pi di rifrazione Diamante 2.42
Ritorniamo alla Figura 18.15. Mentre il raggio nella Figura 18.15 b si muove Silicio (infrarosso) 3.50
dal mezzo 1 al mezzo 2, dove n^ > /i,, esso viene deviato verso la normale. ♦Si usi questo valore nei problemi.
Nella Figura 18.15 c, dove il raggio si muove dal mezzo 2 al mezzo 1, esso
viene deviato in modo tale che si allontani dalla normale. Questa è una conclu­
sione generale che deriva dalla legge di Snell:
■ Quando un raggio è trasmesso in un materiale con indice di rifrazione mag­
giore, esso è deviato a formare un angolo minore con la normale.
■ Quando un raggio è trasmesso in un materiale con indice di rifrazione
minore, esso è deviato a formare un angolo maggiore con la normale.
Questa regola è fondamentale quando si affrontano i problemi riguardanti la
rifrazione.

STRATEGIA A n alisi della rifrazione


ETATTICA 18.1

O Disegniamo un diagram ma dei raggi. Rappresentiamo il fascio di luce


con un raggio.
0 Disegniamo la linea normale (perpendicolare) alla superfìcie di sepa­
razione tra i due mezzi. Ripetiamo questo procedimento ad ogni punto
in cui il raggio interseca una superficie di separazione.
Continua
600 CAPITOLO 18 Ottica geometrica

© Riportiamo la deviazione del raggio nella direzione corretta. L ’angolo


rispetto alla normale è maggiore nel mezzo con indice di rifrazione mi­
nore. Questa è un’applicazione qualitativa della legge di Snell.
O Assegniamo un simbolo agli angoli di incidenza e di rifrazione. Misu­
riamo tutti gli angoli rispetto alla normale.
© Usiamo la legge di Snell. Calcoliamo l’angolo incognito o l’indice di
rifrazione incognito.

E S E M P IO 18.3 Deviazione dì un fascio laser


Un fascio laser è puntato verso una lastra di vetro spessa 1.0 cm S O L U Z IO N E
con un angolo di 30° rispetto alla lastra. a. La legge di Snell, il passo finale del Riquadro Strategia e
a. Qual è la direzione del fascio laser aH’interno del vetro? tattica, è sin 0^ = sin 6^. Usando 0, = 60°, troviamo che
b. Qual è la direzione del fascio laser nelParia dall’altro lato la direzione di propagazione nel vetro è
del vetro?
Rappresentiamo il fascio la.ser con un singolo
IM P O S T A Z IO N E
$2 = sin
raggio e usiamo il modello del raggio luminoso. La f ig u r a 18.16
= sin-'(0.577) = 35.3°
è una descrizione visiva in cui i primi quattro passi del Riqua­
ossia 35° con solo due cifre significative,
dro Strategia e tattica 18.1 sono stati identificati. Notiamo che
b. La legge di Snell per la seconda superficie di separazione
l’angolo d’incidenza dev’essere misurato rispetto alla normale,
è «2 sin ^3 = Aij sin 0^. Possiamo vedere dalla Figura 18.16
quindi 6^ = 60°, e non il valore di 30° riportato nel problema.
che gli angoli interni sono uguali: 0^ = 6^ = 35.3°. Quindi il
L’indice di rifrazione del vetro è pre.so dalla Tabella 18.1.
raggio emergente nell’aria si propaga con un angolo
FIGURA 18.16 11diagramma dei raggi di un fascio laser yr 22sin03\ ,
passante attraverso una lastra di vetro. 04 = sin ^ J = sin (1.5 sin 35.3

O Disegniamo il diagramma dei raggi.


= sin“*(0.867) = 60°
Quest’angolo è uguale a 0,, l’angolo d’incidenza originale.
Q, ....... V E R IF IC ACome ci si aspettava, il fascio laser si avvicina alla
' ' 0 Disegniamo le normali
alle superfìci di separazione. normale mentre si propaga nel vetro con indice maggiore, e si
allontana dalla normale quando si propaga di nuovo neH’aria.
Il fascio esce dal vetro viaggiando ancora nella stessa direzione
rispetto a quando era entrato, ma la sua traiettoria è spostata.
Questo è un risultato generale per la luce che viaggia attraverso
y\,-lo o un mezzo con lati paralleli. Se il vetro diventa più sottile, lo
0 Disegniamo angoli più j O Indichiamo gli spostamento diventa inferiore, non avviene .spostamento per un
piccoli nel mezzo con J ....... angoli misurandoli vetro il cui spessore è trascurabile. Questa osservazione sarà
n maggiore. rispclio alla normale. importante quando affronteremo lo studio delle lenti.

E S E M P IO 18.4 M isura deirindìce di rifrazione


La FIGURA 18.17 mostra un fascio laser deviato da un prisma con FIGURA 18.18 Descrizione visiva di un fascio laser che si
angoli di 30°, 60° e 90°. Qual è l’indice di rifrazione del prisma? propaga attraverso un prisma.

FIGURA 18.17 Un prisma deflette un fascio laser.


H2= 1.00
30° ^Normale
30° 01
02 = 0| + </»
_______ Angolo di rifrazione

Fa.scio laser Angolo di incidenza


<t>= 22.6°

0i e 02 sono misurali ri.s|>eUo alla normale.


60°^
essere deviato. Alla seconda superficie di separazione è par­
Rappresentiamo il fascio laser con un sin­
IM P O S T A Z IO N E ticolarmente importante disegnare la normale alla superficie
golo raggio e usiamo il modello del raggio luminoso. La nel punto di incidenza e misurare gli angoli rispetto a questa
FIGURA 18.18 usa i passi del Riquadro Strategia e tattica 18.1 normale.
per disegnare un diagramma dei raggi. Il raggio incide perpen­ S O L U Z IO N E Dalla geometria del triangolo possiamo trovare
dicolarmente alla superfìcie del prisma (0. = 0°); quindi viene che l’angolo d’incidenza del laser sull’ipotenusa del prisma è
trasmesso attraverso la prima superficie di separazione senza 0, = 30°, lo stesso angolo del vertice del prisma. Il raggio esce
18.3 La rifrazione 601

dal prisma ad un angolo 0^ tale che la deflessione è <l>= 0^-0^ «2 sin 02 l.OOsin 52.6®
= 22.6®. Quindi 0^ = 52.6®. Conoscendo entrambi gli angoli •= 1.59
sin0j sin 30®
e utilizzando = l.OO per Paria, possiamo usare la legge di VERIFICA Riferendoci agli indici di rifrazione nella Tabella
Snell per trovare n^ : 18.1, vediamo che il prisma è fatto di polistirene.

Riflessione totale interna


Che succederebbe neirEsempio I8.4 se l’angolo del prisma fosse di 45° anzi-
ché di 30°? I raggi luminosi si avvicinerebbero dalla superficie interna del
prisma a un angolo di incidenza di 0, = 45°. Quando cerchiamo di calcolare
rangolo di rifrazione con cui emerge il raggio nell’aria, troviamo FIGURA 18.19 Uno dei tre fasci di luce

/Il 1.59
subisce una riflessione totale interna.
sin 02 ~ — sìnOi = ----- sin45 = 1. 12
^ n2 ' 1.00
02 = sin“ '(l.l2 ) = ???
L’angolo non può essere calcolato in quanto il seno di un angolo non può
essere maggiore di I. Il raggio non è in grado di rifrangersi attraverso la super­
ficie di separazione. Invece, il 100% della luce viene riflessa indietro dalla
superficie di separazione e resta nel prisma. Questo processo viene chiamato
riflessione totale interna. Quello che avviene in realtà è illustrato nella
FIGURA 18.19. Qui, tre fasci di luce colpiscono la superficie dell’acqua ad angoli
di incidenza crescenti. 1 due fasci con angoli di incidenza minori vengono
rifratti fuori dall’acqua, ma il fascio con angolo di incidenza maggiore subisce
una rifiessione totale interna da parte della superficie.dell’acqua.
La FIGURA 18.20 mostra alcuni raggi che escono da una sorgente puntiforme FIGURA 18.20 Rifrazione e riflessione
in un mezzo con indice di rifrazione Il mezzo dall’altra parte della superfi­ dei raggi all'aumentare dell'angolo
cie di separazione ha < /q. Come abbiamo visto, l’attraversamento della
d'incidenza.
superficie di separazione con un materiale avente indice di rifrazione minore L’angolo d’incidenza aumenta.
La trasmissione diventa più debole.
provoca la deviazione del raggio che si allontana dalla normale. Due cose
accadono airaumentare dell’angolo 0^. La prima è che l’angolo di rifrazione 0^ 02 = 90°
si avvicina a 90°. La seconda è che la frazione di energia lumino.sa che viene
trasmessa decresce mentre la frazione di energia che viene ri fiessa aumenta.
Un angolo critico 0^ viene raggiunto quando 0^ = 90°. La legge di Snell
diventa n,1 sin 6c = /l2 sin 90°,’ ovvero
L’angolo critico si ha quando 02 = 90°.;*
La rifìe.ssione diventa più intensa. ----------►/
. = sin ' — I (18.3)
VhJ Si ha riflessione totale
Angolo critico di incidenza per una riflessione totale interna interna per 0 \ >

In corrispondenza deH’angolo critico, la luce rifratta scompare e la rifiessione


è pari al 1(X)% per qualsiasi angolo 0^ ^ 0.. L’angolo critico è ben definito
avendo assunto < n^. Non c’è angolo critico e riflessione totale interna se FIGURA 18.21 I binocoli e altri strumenti
ottici fanno uso della riflessione totale
Possiamo calcolare l’angolo critico in un tipico pezzo di vetro alla superfi­
interna (RTI).
cie di separazione vetro-aria come

vetro = s i n - ' ! " ) = 42-


1.50/
Il fatto che l’angolo critico sia minore di 45° ha importanti applicazioni. Per
esempio, la f i g u r a 18.21 mostra un binocolo. Le lenti hanno una separazione
maggiore rispetto ai nostri occhi, quindi i raggi luminosi devono essere ravvi­
cinati prima di uscire dagli oculari. Anziché usare degli specchi, che si possono
sporcare, sono facilmente graffiabili e richiedono un preciso allineamento, i
binocoli usano un paio di prismi da ciascun lato. Con questa configurazione la
luce è sottoposta a due riflessioni totali interne ed emerge dall’oculare. (La
reale configurazione dei prismi nei binocoli è un po’ più complessa, ma questo Gli angoli di incidenza sono maggiori
illustra l’idea fondamentale.) dell'angolo critico.
602 CAPITOLO 18 Ottica geometrica

E S E M P IO 18.5 Vedere una luce som m ersa


Una lampadina è posta sul fondo di una piscina profonda 3.0 raggi vengono rifratti nell’aria e quindi possono essere visti
m. Qual è il diametro del cerchio entro il quale un’anatra che dall’alto. I raggi che colpiscono la superficie ad un angolo
nuota in superficie può vedere la lampadina? maggiore dell’angolo critico subiscono una riflessione totale
IM P O S T A Z IO N E Rappresentiamo la lampadina come una sor­ interna nell’acqua. Il diametro del cerchio di luce è la distanza
gente puntiforme e usiamo il modello del raggio luminoso. La D tra i due punti nei quali i raggi colpiscono la superficie con
FIGURA 18.22 è una descrizione visiva dei raggi luminosi. La un angolo di incidenza pari all’angolo critico.
lampadina emette raggi a tutti gli angoli, ma solo alcuni dei S O L U Z IO N E Utilizzando la trigonometria, il diametro del cer­
chio è D = 2 /? tan 0^, dove h è la profondità della piscina. L’an­
FIGURA 18.22 Descrizione visiva dei raggi emessi da una golo critico per la superficie di separazione tra acqua e aria è
lampadina sul fondo di una piscina. = sin-'( 1.00/1.33) = 48.7°. Quindi
D
D = 2(3.0 m) tan 48.7° = 6.8 m

I raggi luminosi che emergono dai bordi del cerchio


V E R IF IC A
rasentano la superfìcie dell’acqua. Invertendo la direzione dei
raggi, possiamo comprendere quello che vedrebbe una subac­
quea quando è sott’acqua. Questa idea sarà approfondita nel
paragrafo qui di seguito
I raggi in corrispondenza delTangolo critico
disegnano i contorni di un cerchio di luce visti dalPalto.

< La finestra di Snell Possiamo comprendere quello che vede una subacquea
Qualsiasi oggetto
sopra l’acqua quando è sott’acqua rovesciando la direzione di tutti i raggi nella Figura 18.22
viene visto entro del precedente esempio. Il disegno mostra che può vedere il sole sopra di lei e
quest’angolo, le nuvole fino a grandi angoli. Può vedere anche oggetti che giacciono sul pelo
dell’acqua—ma questi appaiono al margine di un cerchio mentre lei guarda
verso l’alto. Qualsiasi oggetto al di fuori di questo cerchio è la riflessione di
qualcosa neH'acqua. La foto mostra quello che lei vede: un cerchio brillante
del cielo soprastante—la finestra di Snell—circondato dalla riflessione
dell’acqua scura sottostante.

Le fibre ottiche
La più importante applicazione moderna della riflessione totale interna è la
trasmissione della luce attraverso fibre ottiche. La f i g u r a i8.23a illustra un
fascio laser che è posto airestremità iniziale di una fibra di vetro lunga e molto
stretta. I raggi luminosi passano facilmente dalTaria al vetro, ma poi colpi­
scono le pareti della fibra al loro interno a un angolo d’incidenza 6^ che si
avvicina a 90°. Quest’angolo è molto maggiore dell’angolo critico, quindi il
fascio laser subisce una riflessione totale e resta alTinterno del vetro. Il fascio
laser continua a “rimbalzare” lungo la fibra come se la luce fosse all’interno di
un condotto. Infatti, le fibre ottiche sono talvolta chiamate “condotti di luce.” I
raggi hanno un angolo d’incidenza minore dell’angolo critico {6^ ^ 0) quando
FIGURA 18.23 I raggi luminosi sono
confinati entro una fibra ottica dalla raggiungono la fine della fibra, quindi essi vengono rifratti all’estremità finale
riflessione totale interna (RTI). senza difficoltà e possono essere rilevati.
Mentre una singola fibra di vetro può trasmettere la luce, la superficie di
Fibra di vetro
separazione vetro-aria non è un elemento sufficientemente affidabile per usi
RTI commerciali. Qualsiasi piccolo graffio della fibra ottica altera l’angolo d’in­
Laser
cidenza dei raggi e può causare perdite di luce. La f ig u r a i8.23b mostra la
costruzione pratica di una fibra ottica. Un cuore di vetro dal diametro molto
piccolo è circondato da un rivestimento di vetro. Il vetro impiegato nel cuore
Rivelatore
della fibra e nel rivestimento ha n > n . . Quindi, la luce è sottoposta a una
(b) Strato protettivo
riflessione totale interna alla superficie di separazione tra cuore e rivesti­
Rivestimento di vetro mento e resta confinata nel cuore della fibra. Questa superficie di separa­
zione non è esposta all’ambiente e mantiene pertanto la sua integrità anche in
condizioni avverse.
Le fibre ottiche hanno trovato importanti applicazioni nella diagnostica e
Cuore (diametro di pochi /im) nei trattamenti medici. Migliaia di piccole fibre possono essere fuse assieme
per realizzare un endoscopio, un tubo flessibile capace di trasmettere immagini
ad alta risoluzione lungo la sua lunghezza. Nella chirurgia artroscopica, gli
interventi ad articolazioni danneggiate vengono eseguiti con un endoscopio
inserito attraverso una piccola incisione. L’endoscopio consente al chirurgo di
18.4 Formazione dell’immagine per rifrazione 603

osservare la procedura, che viene eseguita con strumenti inseriti attraverso


un’altra incisione. I tempi di guarigione con questo tipo di chirurgia sono soli­
tamente molto inferiori ai tempi richiesti dagli interventi chirurgici convenzio­
nali che vengono eseguiti praticando grandi incisioni per esporre l’articolazione.

PAUSA DI RIFLESSIONE 18.3 Un raggio di luce si propaga dal mezzo 1 al


mezzo 3 come mostrato in figura. Per questi mezzi,
A. /i3 > /q '"2 '*3
B. = n^
C. /I3 < /q La chirurgia artroscopica fa uso di un
D. Non possiamo confrontare
endoscopio. BK)

18.4 Formazione delfimmagine FIGURA 18.24 A causa della rifrazione,


un corpo immerso in un acquario
per rifrazione sembra essere più vicino di quanto non
sia in realtà.
La FIGURA i8.24a mostra la fotografia di un righello visto attraverso la parte
(a) Un righello immerso
frontale di un acquario. La parte del righello che si trova immersa appare più in un acquario
vicina della parte che si trova sopra il livello dell’acqua. La f i g u r a i8.24b
mostra perché ciò accade. 1 raggi che lasciano un punto P del righello vengono
rifratti lontano dalla normale alla superficie di separazione tra acqua e aria (la
parete sottile di vetro dell’acquario ha un effetto limitato sulla rifrazione dei
raggi che possiamo ignorare.) Ai nostri occhi, fuori daH’acquario, questi raggi
non appaiono divergere dall’oggetto nel punto P, ma nel punto P' che è più
vicino alla superficie di separazione tra i due mezzi. Lo stesso discorso vale per
tutti i punti del righello, per cui il righello sembra più vicino di quanto non
sia in realtà a causa della rifrazione della luce alla superficie di separa­
zione.
Abbiamo trovato che i raggi ri fiessi da uno specchio divergono da un punto
che non è il punto del corpo. Chiamiamo questo punto unlmmafiine virtuale. (b) Determinazione dell’immagine
di un righello
Allo stesso modo, se i raggi da un punto P di un corpo vengono rifratti alla
superficie di separazione tra due mezzi cosicché i raggi divergono dal punto P'
e appaiono provenire da P', chiameremo P' un’immagine virtuale del punto P.
L’immagine virtuale del righello è quella che vediamo.
Esaminiamo la formazione di quest’immagine con un po’ più di attenzione.
La FIGURA 18.25 mostra una superficie di separazione tra due mezzi trasparenti
che hanno indici di rifrazione e z/,. Il punto P, una sorgente di raggi luminosi, I raggi divergenti sembrano provenire
è l’oggetto. II punto P', da cui i raggi sembrano divergere, è fimmagine vir­ da questo punto. Questa è un’immagine
virtuale.
tuale di P. La figura assume ma quest’assunzione non è necessaria. La
distanza .v, misurata dalla superficie di separazione, è la distanza dell’oggetto. FIGURA 18.25 Determinare l'immagine
11 nostro obiettivo è di determinare la distanza deH’immagine .v'. virtuale P' di un oggetto nella posizione P.
La linea che passa per l’oggetto ed è perpendicolare alla superficie di sepa­
razione è chiamata asse ottico. Consideriamo un raggio che lascia l’oggetto
Immagine
con un angolo 0^ rispetto all’asse ottico, è allora l’angolo di incidenza alla virtuale
superficie di separazione, dove il raggio viene rifratto nel secondo mezzo a un
angolo 6^2*Tracciando all’indietro il raggio rifratto, possiamo vedere che 0^ è
anche l’angolo tra il raggio rifratto e l’asse ottico nel punto P'.
La distanza / è comune sia al raggio incidente che al raggio rifratto, e pos­
siamo vedere che l = s tan 6^ = .v' tan 6^. Quindi
tanf^i
(I8.4)
tan O2
La legge di Snell mette in relazione i seni degli angoli 0^ e cioè
sìr\tì^ ÌI2
(18.5) I raggi divergono ...••***
sin ^2 'h dall’immagine virtuale p(ìsta in P'.
604 CAPITOLO 18 Ottica geometrica

In pratica, l’angolo tra uno qualsiasi di questi raggi e l’asse ottico è molto
piccolo perché la pupilla del nostro occhio è molto più piccola della distanza
tra l’oggetto e il nostro occhio (gli angoli nella figura sono stati ampiamente
esagerati). L’approssimazione per piccoli angoli sin 0 ~ tan ~ tì, dove 0 è in
radianti, è quindi applicabile. Di conseguenza,
tallii ^ sinf^i /?2
(18.6)
tan ^2 sin 02 fh
Usando questo risultato nell’Equazione 18.4, troviamo che la distanza delfim -
magine è

Indice di rifrazione del Indice di rifrazione del


mezzo in cui si trova . s = —s mezzo in cui si trova (18.7)
l’oggetto ....... Wh l'osservatore

ESnSi ►Il fatto che il risultato per .v' sia indipendente da 0^ implica che tutti
i raggi sembrano divergere dallo stesso punto P'. Questa proprietà dei raggi
divergenti è essenziale per avere un’immagine ben definita. <
Questa sezione ci ha permesso di dare un primo sguardo alla formazione di
un’immagine attraverso la rifrazione. Estenderemo questa idea alla formazione
di immagini con le lenti nella prossima sezione.

E SE M P IO 18.6 Una bolla d'aria in una finestra


Un pesce e un marinaio si guardano reciprocamente attraverso entrambi i lati dell’oblò è 5 = 2.5 cm. Dalla parte deH’acqua, il
un oblò di un sottomarino costituito da un vetro spesso 5.0 cm. pesce vede l’immagine della bolla ad una distanza
Al centro del vetro c’è una piccola bolla d’aria. Quanto appare
distante la bolla d’aria dalla superficie del vetro per il pesce? E I ^ 2 ^..........L’osservatore (il pesce) è nell’acqua.
per il marinaio? s' = — s = — (2.5 cm) = 2.2 cm
‘ ^ ♦..........L’oggetto (la bolla) è nel vetro.
IM P O S T A Z IO N E Rappresentiamo la bolla d’aria come una
sorgente puntiforme e usiamo il modello del raggio luminoso. Questa è la profondità apparente della bolla. 11 marinaio, nell’a-
I raggi luminosi dalla bolla sono rifratti nell’aria da una parte ria, vede l’immagine della bolla a una distanza
e nell’acqua dall’altra parte. Il diagramma dei raggi è simile a l.(K )
s' = —s = (2.5 cm) = 1.7 cm
quello nella Figura 18.25. 'fi 1.50
S O L U Z IO N E L’indice di rifrazione del vetro è = 1.50. La V E R IF IC A La distanza dell’immagine è minore per il marinaio
bolla è al centro dell’oblò, quindi la distanza dell’oggetto da a causa della maggiore differenza tra i due indici di rifrazione

18.5 Lenti sottili: il ray tracing


Una le n t e è un materiale trasparente che usa la rifrazione di raggi luminosi da
superfici curve per formare un’immagine. In questa sezione vogliamo stabilire
un metodo grafico per comprendere la formazione dell’immagine. Tale tecnica
viene chiamata r a y t r a c i n g . Posticiperemo l’analisi matematica della forma­
zione delle immagini da lenti alla prossima sezione.

FIGURA 18.26 Lenti convergenti e divergenti.


(;i) Nelle lenti convergenti, che sono più spesse (b) Nelle lenti divergenti, che sono più .sottili
al centro rispetto alle estremità, i raggi paralleli al centro rispetto alle estremità, i raggi paralleli
sono ri fratti verso l'a.sse ottico. sono rifratti lontano daH'a.sse ottico.

La FIGURA 18.26 mostra raggi luminosi paralleli entranti in due lenti diverse.
Nella lente della f i g u r a i 8 .26 a, detta l e n t e c o n v e r g e n t e , si ha la rifrazione dei
raggi verso l’asse ottico. La f i g u r a 18.27 spiega come questo avviene. Un rag­
gio in arrivo viene rifratto verso l’asse ottico sia alla prima superficie di sepa-
18.5 Lenti sottili: il ray tracing 605

razione, da aria a vetro, sia alla seconda, da vetro a aria. La f i g u r a i s . 28 a FIGURA 18.27 Entrambe le superfici
mostra che tutti i raggi in arrivo, inizialmente paralleli alTasse ottico, conver­ di una lente convergente deviano un
gono nello stesso punto, il punto focale della lente. La distanza del punto raggio incidente verso l'asse ottico.
focale dalla lente viene chiamata lunghezza focale /d e lla lente. Ingrandimento Ingrandimento
sotto a sinistra sotto a destra
Se, invece, i raggi paralleli si avvicinano alla lente dalla parte destra, essi
saranno concentrati in un punto sul lato sinistro della lente, indicando che esi­
ste un punto focale da ciascun lato della lente. Entrambi i punti focali sono alla
stessa distanza/dalla lente. Il punto focale dal lato in cui la luce è incidente è
il punto focale vicino; il punto focale dall’altro lato è il punto focale lontano.
La lente nella fig u ra is.zeb, detta lente divergente, produce un allontana­
mento dall’asse ottico dei raggi rifratti. Una lente divergente ha anch’essa due
punti focali, sebbene essi non siano altrettanto ovvi come nel caso di una lente
convergente. La Figura I8.28b chiarisce la situazione. Una proiezione all’indie­
tro dei raggi divergenti mostra che tutti sembrano provenire dallo stesso punto.
Questo è il punto focale vicino di una lente divergente e la sua distanza dalla
lente è la lunghezza focale della lente. Per entrambi i tipi di lenti, la lunghezza
focale è la distanza dalla lente al punto in cui convergono tutti i raggi che L-ntrano nella lente, dalla lente, vengono
vengono deviati deviati lontano dalla
sono paralleli all’asse ottico oppure da cui essi sembrano divergere. verso la normale normale ma aneora verso
E importante notare che i punti focali e la lunghezza focale sono proprietà e l’asse ottieo. l’asse ottieo.
specifiche di ogni singola lente. La curvatura delle sue supertìci e il suo indice
di rifrazione determinano la sua lunghezza focale. Inoltre, per una lente con­
vergente, solo i raggi inizialmente paralleli all’asse ottico convergono nel FIGURA 18.28 II punto focale e la
punto focale. I raggi che non sono inizialmente paralleli all’asse possono divergenti.
lunghezza focale di lenti convergenti e
anch’essi convergere in un punto diverso, ma questo punto non è il punto
(a) Lente convergente Questo ò il punto f(Kalc
focale. Allo stesso modo, per una lente divergente, solo raggi inizialmente ^ lontano. I raggi convergono
paralleli all’asse ottico sembrano divergere dal punto focale. Raggi paralleli questo punto.

►Per ora, a.ssumeremo che la lunghezza fo c a le /sia una quantità


positiva. Più avanti, quando introdurremo recjuazione delle lenti sottili, tro­
veremo che la lunghezza focale è talvolta una grandezza negativa. <

Le lenti convergenti Il punto focale Lunghezza focale/.-


vicino è anch’esso una I raggi proseguono
Queste osservazioni di base sulle lenti sono sufficienti per farci comprendere distanza/dalla lente. dopo essere passati
la formazione dell’immagine da parte di una lente sottile, una lente idealiz­ per il punto RkìiIc.
zata il cui spessore è trascurabile e che giace interamente su un piano detto il
piano della lente. Nell’ambito di questa approssimazione di lente sottile, (b) Lenti divergenti
tutte le rifrazioni avvengono quando i raggi attraversano il piano della Lunghezza focale /
lente e tutte le distanze sono misurate dal piano della lente. Fortunatamente,
l’approssimazione di lente .sottile è piuttosto buona per molte applicazioni pra­ Raggi paralleli^^"
Punto fcKalc
tiche delle lenti. lontano/
*t ^
EEIQ ►Disegneremo le lenti come se aves.sero uno spessore, poiché questa As.se ottico
è la nostra raffigurazione dell’a.spetto di una lente, ma la nostra analisi non
dipenderà dalla forma né dallo spessore della lente. ^ Questo ò il punto ffK'ale
vicino. I raggi scmbrant)
La FIGURA 18.29 illu.stra tre importanti tipi di raggi luminosi che passano divergere da questo punto.
attraverso una lente convergente sottile. La parte (a) già ci è familiare dalla
Figura 18.28. Se la direzione di cia.scuno dei raggi nella f i g u r a i8.29a viene
invertita, la legge di Snell ci dice che cia.scun raggio ripercorrerà esattamente
il suo percorso ed emergerà dalla lente parallelamente all’asse ottico. Questo
porta alla f i g u r a is.29b, che è r “immagine speculare” della parte (a).
f ig u r a 18.29 Tre importanti raggi passanti attraverso lenti convergenti sottili.
(c)

I raggi non
Centro della lente sono deviati

QliaJsia.sii raggio inizialmente parallelo Ogni raggio che passa attraversiOf il punto Ogni raggio che passa per il centro della
ai ra.s.se ottico verrà ri fratto verso il focale vicino emerge dalla lente parallelo lente n*)n viene (ieviatoe proNCCwe in
punto focale sul lato-opposto della lente. alTasse ottico. linea retta.
606 CAPITOLO 18 Ottica geometrica

La FIGURA 18.29C iiiostra tre raggi passanti per il centro della lente. Al centro,
i due lati di una lente sono molto prossimi ad essere paralleli tra loro. In prece­
denza, nelTEsempio 18.3, abbiamo trovato che un raggio passante attraverso
un pezzo di vetro con i lati paralleli viene spostato ma non deviato e che lo
spostamento diventa trascurabile con la diminuzione dello spessore del pezzo
di vetro. Di conseguenza, un raggio che passa per il centro di una lente sottile,
che ha spessore nullo, non è né deviato né spostato ma viaggia in linea retta.
Queste tre situazioni formano la base per il ray tracing.

Le im m agini reali
La FIGURA 18.30 mostra una lente e un oggetto la cui distanza .v dalla lente è
maggiore della lunghezza focale. 1 raggi dal punto P sulPoggetto sono rifratti
dalla lente in modo tale da convergere nel punto P' sul lato opposto della lente,
a una distanza .v'. Se i raggi divergono dal punto P e interagiscono con una lente
in modo tale che il raggio rifratto converga nel punto P', realmente incontran­
dosi in P', allora diremo che P' è uiPimmagine reale del punto P. Notiamo la
differenza tra il concetto di immagine reale e la nostra precedente definizione
di immagine virtuale come un punto da cui i raggi sembrano divergere, ma
attraverso cui in realtà nessun raggio passa.

FIGURA 18.30 I raggi luminosi da un oggetto nel punto P sono ritratti dalla lente e convergono in un'immagine reale nel punto P'.
I raggi lasciano P (c Q c R) in o ^ n i d ir e z io n e . Per
chiarezza, solo alcuni raggi sono mostrati.
T u tti i raggi provenienti da un punto (P) nel
piano oggetto che raggiungono la lente sono
rifratti e convergono in un punto immagine (P').

Altezza Questa ò
delToggctto II Punto fcK'ale lontano ' un'immagine reale.
I
IR'
Altezza
deir immagine /i'

PA U SA DI R IF L E SSIO N E 18.4 Un oggetto e una lente sono posizionati in modo da formare una immagine ben definita,
capovolta e a fuoco su uno schermo. Poi un pezzo di cartone viene abbassato di fronte alla lente in modo da coprirne la
metà superiore. Usando ciò che abbiamo appreso nella Figura 18.30, cosa accade airimmagine sullo schermo?
A. Niente
B. Sparisce la metà superiore dell’immagine.
C. Sparisce la metà inferiore dell’immagine.
D. L’immagine appare confusa e fuori fuoco.
E. L’immagine diventa più debole ma resta a fuoco.

Tutti i punti su un oggetto che sono sullo stesso piano, il piano deM'og-
getto, convergono nei punti immagine nel piano delTimmagine. 1 punti Q e
R nel piano dell’oggetto della Figura 18.30 hanno i punti immagine Q' e R'
FIGURA 18.31 L'immagine della lampada
è capovolta. nello stesso piano del punto P'. Una volta che abbiamo individuato un punto
nel piano deH’immagine, come il punto P', sappiamo che l’intera immagine si
troverà nello stesso piano.
Ci sono due osservazioni importanti da fare circa la Figura 18.30. La
prima, come si vede anche nella f ig u r a 18.3 1 , è che Fimmagine è invertita
rispetto all’oggetto. Questa viene chiamata im m agine capovolta, una carat­
teristica tipica della formazione di immagini reali. La seconda è che i raggi
dal punto P riempiono l’intera superficie della lente, in modo tale che tutte le
parti della lente contribuiscono alla formazione deH’immagine. Una lente
più larga “raccoglierà” un maggior numero di raggi e quindi formerà un’im­
magine più brillante.
18.5 Lenti sottili: il ray tracing 607

La FIGURA 18.32 è lina vista ravvicinata dei raggi e delle immagini molto FIGURA 18.32 Un'occhiata ravvicinata
vicine al piano deH’immagine. I raggi non si fermano in 1^' a meno che non si ai raggi e alle immagini vicino al plano
collochi uno schermo nel piano dell’immagine. In tal caso, si può vedere deirimmagine.
un’immagine bene a fuoco e nitida sullo schermo. Se uno schermo viene siste­ Piano deirimmagine
mato in un altro punto al di fuori del piano deH'immagine, si produrrà un’im­ / ,
I
magine sullo schermo, ma essa sarà sfocata e confusa. I raggi non si
fermano a meno
IZ13QQ ►La nostra capacità di vedere un’immagine reale su uno schermo che non vengano
bloccati da imo
ci permette di distinguere le immagini reali da quelle virtuali. Dobbiamo schermo.
però tenere a mente che non abbiamo bisogno di vedere un’immagine reale
avere un’immagine. Un’immagine reale esiste in un punto dello spazio Aspetto deirimmagine
dove i raggi convergono anche se non c’è alcuno schermo nel piano dell’im­ su uno schermo posto
■’in ciascuno dei piani
magine. < indicati dalle linee
tratteggiate.
La Figura 18.30 evidenzia i tre “raggi speciali’’ che sono basati sulle tre
Un'immagine netta e ben definita ò vista
situazioni della Figura 18.29. Notiamo che questi tre raggi sono sufficienti, da sullo schermo posto nel piano deirimmagine.
soli, a localizzare il punto immagine P'. Cioè non abbiamo bisogno di dise­
gnare tutti i raggi illustrati nella Figura 18.30. Questo procedimento è cono­
sciuto come ray tracing e consiste nel localizzare l’immagine facendo uso
solamente di questi tre raggi.

STRATEGIA Ray tracing per una lente convergente


E TATTICA 18.2

O Disegniamo un asse ottico. Usiamo carta millimetrata o un righello!


Stabiliamo una scala appropriata.
0 Centriam o la lente sull’asse. Disegniamo il piano della lente perpendi­
colare all’asse che passa per il centro della lente. Segniamo e indichiamo
i punti focali alla distanza/da entrambi i lati.
© Rappresentiamo l’oggetto con una freccia verticale alla distanza s. Di
solito è meglio porre la base della freccia sull’asse ottico e disegnare la
freccia di lunghezza pari a circa mezzo raggio della lente.
O Disegniamo i tre “raggi speciali” che partono dalla punta della frec­
cia usando un righello. I raggi sono rifratti nel piano della lente, non
sulla superfìcie della lente.
a. Un raggio inizialmente parallelo all’asse è rifratto verso il punto foca­
le lontano.
b. Un raggio che entra nella lente lungo una linea che passa per la distan­
za focale vicina emergerà parallelo all’asse.
c. Un raggio che attraversa il centro della lente non subirà deviazioni.
© Allunghiamo i raggi finché non convergono. I raggi convergono nel
punto immagine. Disegniamo il resto dell’immagine nel piano deirim ­
magine. Se la base dell’oggetto è suH’asse, allora anche la base deirim ­
magine è sull’asse.
© Misuriamo la distanza dell’immagine .v'. Inoltre, se necessario, mi­
suriamo l’altezza dell’immagine relativamente all’altezza dell’oggetto.
L’ingrandimento può essere trovato dall’Equazione 18.8.

E S E M P IO 18.7 Trovare Tim m agine di un fiore


Un fiore del diametro di 4.0 cm si trova a 2(K) cm dalla lente di L’immagine è stata disegnata nel piano dove i tre raggi conver­
una macchina fotografica con una lunghezza focale di 50 cm. gono. Possiamo vedere dal disegno che la distanza deirimma­
A quale distanza dovrebbe essere messo il rivelatore della luce gine è 5' « 65 cm. Questo è dove il rivelatore deve essere posto
della macchina fotografica affinché registri un’immagine ben a per registrare l’immagine a fuoco. Le altezze dell’oggetto e
fuoco? Qual è il diametro dell’immagine sul rivelatore? deirimmagine sono state indicate rispettivamente come li e h\
IM P O S T A Z IO N E II fiore è nel piano dell’oggetto. Usiamo il Il raggio che attraversa il centro della lente procede in linea
ray tracing per localizzare Timmagine. retta, quindi l’oggetto e l’immagine sottendono entrambe lo
stesso angolo 0. Dai triangoli simili,
S O L U Z IO N E La FIGURA 18.33 mostra il diagramma di ray
tracing e i passi indicati nel Riquadro Strategia e tattica 18.2.
s Continua
608 CAPITOLO 18 Ottica geometrica

Risolvendo per /?' si ottiene L’immagine del fiore ha un diametro di 1.3 cm.
h* = = (4.0 cm) = 1.3 cm 5iai stati in grado di conoscere molte proprietà
V E R IF IC A Siamo
5 200cm dell’immagine
’ da una semplice procedura geogietrica.

FIGURA 18.33 D iag ra m m a di ray tracìng per T im m agine di un fiore.

© Disegniamo Toggeito come O Disegniamo i tre raggi speciali dalla sommità della freccia:
una freccia con la sua base ...a. Parallelo alTassc ottico
suirassc. /** ...K Attraverso il punto focale vicino
/ / . / ,.c. Attraverso il ccntrt) della lente.
/ / /, f 1 • 1 11 I . @ Il puntodi convergen/u
. / / I ragg. vengono r.fralt. nel piano della lente. ^^ dell'immagine.
Disegniamo il resto
dell'Immagine.
hLZ
/ ^5"cfn
O IVacciamo l’asse ottico e mettiamo la scala.
• 2jùOC/n

0 Disegniamo la lente e il piano 0 Misuriamo la distanza dell’immagine,


della lente c indichiamo i punti focaii.

L’ingrandimento
L’immagine può essere sia più grande sia più piccola deH’oggetto, a seconda
della posizione e della lunghezza focale della lente. Poiché l’altezza dell’im­
magine è in scala con l’oggetto, noi siamo di solito interessati al rapporto li'Ih
dell’altezza dell’immagine rispetto a quella dell’oggetto. Questo rapporto è
maggiore di 1 quando l’immagine è più alta dell’oggetto e minore di 1 quando
l’immagine è più bassa dell’oggetto.
Tuttavia non esiste solo l’altezza per descrivere un’immagine. Vogliamo
conoscere anche il suo orientamento rispetto all’oggetto, ossia se l’immagine
è diritta o capovolta. E consuetudine combinare le informazioni sulla dimen­
sione deH’immagine e il suo orientamento in un solo numero, fingrandi-
mento ni, definito come

( 18.8 )
IngrandimcnU) di una lente o di uno specchio

Abbiamo visto nell’Esempio 18.7 che .vV.v = Iì'/Iì . Di conseguenza, interpre­


tiamo ringrandimento m come segue:
l.Il valore assoluto di m indica il rapporto dell’altezza deH’immagine
rispetto all’altezza dell’oggetto: li'Ih = \ni\.
2. Un valore positivo di m indica che rimmagine è diritta relativamente
all’oggetto.
Un valore negativo di ni indica che rimmagine è rovesciata relativa­
mente all’oggetto.
L’ingrandimento nell’Esempio 18.7 sarebbe
i-' 65 cm
m = ----- = ---------- — = -0.33
s 200 cm
indicando che l’immagine è il 33% della dimensione dell’oggetto e, poiché c’è
il segno meno, essa è capovolta.
ElEQ3 ►L’Equazione 18.8 si applica sia ad immagini reali sia a immagini
virtuali, prodotte sia da lenti sia da specchi. Sebbene .v e s' siano entrambe
positive nell’Esempio 18.7, con un conseguente ingrandimento negativo,
vedremo che questo non è il caso per le immagini virtuali. <
18.5 Lenti sottili: il ray tracing 609

P A U S A DI R IF L E S S IO N E 18.5 Una lente produce una immagine capovolta, ni­


tida e a fuoco su uno schermo. Che cosa vedremmo sullo schermo se la lente
venisse rimossa?
A. L'immagine sarebbe capovolta e
sfocata.
B. L’immagine sarebbe diritta e nitida.
C. L’immagine sarebbe diritta e sfocata.
D. L’immagine sarebbe molto più
debole ma per il resto invariata.
E. Non ci sarebbe alcuna immagine.

Le im m agini virtuali
La sezione precedente ha considerato una lente convergente con un oggetto a
distanza .v> f; cioè l’oggetto era all’esterno del punto focale. Che cosa succede
se l’oggetto si trova all’interno del punto focale, a una distanza .v< /? La f i g u r a f i g u r a 18.34 I raggi da un oggetto a

18.34 mostra proprio questa situazione. distanza s < f sono rifratti dalla lente
1due raggi speciali, quello inizialmente parallelo all’asse e quello che passa e divergono formando un'immagine
virtuale nel punto P'.
per il centro della lente, non presentano difficoltà. Tuttavia, un raggio che pas­
Un raggio ìimfio umi linea che passa per il
sasse per il punto focale vicino e che viaggiasse verso sini.stra non raggiunge­
punto focale vicino viene rifratto
rebbe mai la lente! Ritornando indietro alla Figura 18.29b, possiamo vedere parallelamente aH'assc ottico.
che i raggi emergenti paralleli all’asse entravano nella lente una linea
passante per il punto focale vicino. È l’angolo di incidenza della lente che è
importante e non se il raggio di luce realmente passa per il punto focale. Questa
è la ragione alla base della descrizione della fase 4b del Riquadro Strategia e
Tattica 18.2 ed è il terzo raggio speciale illustrato nella Figura 18.34.
1 tre raggi rifratti non convergono e tutti i tre raggi sembrano divergere dal
punto P'. Questa è la situazione che avevamo trovato per i raggi riflessi da uno
specchio e per i raggi rifratti da un acquario. 11 punto P' è un'immagine virtuale
delPoggctto nel punto P. Inoltre, essa è u n ’i m m a g i n e d r i t t a , avendo lo ste.sso
orientamento del 1’oggetto.
1 raggi rifratti, che sono tutti alla destra della lente, appaiono provenire da
P', ma nessuno dei raggi è davvero passato per quel punto. Nessuna immagine
apparirebbe su uno schermo sistemato nel piano dell’immagine in P'. Quindi di
quale utilità è un’immagine virtuale?
1 nostri occhi raccolgono e focalizzano un fascio di raggi divergenti. Quindi,
come mostra la f i g u r a i8.35a, noi possiamo “vedere” un’immagine virtuale
guardando attraverso la lente. Questo è esattamente quello che facciamo guar­
dando attraverso una lente d’ingrandimento, che produce una situazione simile
a quella nella f i g u r a i8.35b. In effetti, vediamo un’immagine virtuale ogni
volta che guardiamo attraverso Poeti lare di uno strumento ottico quale un
microscopio o un binocolo.

f i g u r a 18.35 Le lenti convergenti sono lenti d'ingrandimento quando l'immagine


del corpo è posta a una distanza < /.

rimmagine virtuale in P'.

CEÌZ3 ►Ricordiamo che una lente più spessa al centro rispetto ai bordi vie­
ne classificata come una lente convergente. 1 raggi luminosi provenienti da
un oggetto possono convergere per formare un’immagine reale dopo essere
610 CAPITOLO 18 Ottica geometrica

passati attraverso questa lente, ma solo se la distanza dell’oggetto è maggio­


re della lunghezza focale della lente: s > / . Se .v< / , i raggi che lasciano una
lente convergente divergono e producono un’immagine virtuale. <
Poiché un’immagine virtuale è dritta, l’ingrandimento m = —s'/s è positivo.
Questo significa che il rapporto s'/s deve essere negativo. Possiamo ottenere
questo risultato se definiamo come negativa la distanza dclPimmaginc s'
per un’immagine virtuale, indicando che l’immagine è dallo stesso lato
dell’oggetto rispetto alla lente. Questo è il nostro primo esempio di una con­
venzione dei segni per le varie di.stanze che appaiono nella comprensione
della formazione delle immagini con lenti e specchi. Avremo molto altro da
dire circa le convenzioni dei segni quando studieremo l’equazione delle lenti
sottili nella prossima sezione.

E SE M P IO 18.8 L'ingrandim ento di un fiore


Per vedere meglio un fiore, utilizziamo una lente d’ingrandi­ FIGURA 18.36 Diagramma di ray tracing per una lente
mento con una lunghezza focale di 6.0 cm posta a 4.0 cm dal d'ingrandimento.
fiore. Qual è il valore delTingrandimento?
IM P O S T A Z IO N E II fiore è nel piano dell’oggetto. Usiamo
il ray tracing per localizzare l’immagine. Una volta che la
distanza deH’immagine è nota, possiamo usare l’equazione
18.8 per determinare l’ingrandimento.
S O L U Z IO N E La FIGURA 18.36 mostra il diagramma di ray tra­
cing. I tre raggi speciali divergono dalla lente, ma possiamo
usare un righello per prolungare i raggi all’indietro fino al
punto da cui essi divergono. Questo punto, il punto imma­
gine, si trova 12 cm alla sinistra della lente. Poiché questa è
unfimmagine virtuale, la distanza dell’immagine è 5' = —l 2 cm. V E R IF IC A L’immagine è tre volte maggiore dell’oggetto e
Dall’Equazione 18.8 l’ingrandimento è dritta, come vediamo nel diagramma di ray tracing e dal fatto
5' “ 12cm che m > 0.
= 3.0
4.0 cm

Le lenti divergenti
Come mostrato nella Figura 18.26b, una lente divergente è una lente che è più
sottile al centro rispetto alle estremità. La f i g u r a 18.37 mostra tre importanti
tipi di raggi passanti attraverso una lente divergente. Queste osservazioni sono
basate sulle Figure 18.26 e 18.28, dove abbiamo visto che i raggi inizialmente
paralleli all’asse divergono dopo essere passati attraverso una lente divergente.

FIGURA 18.37 Tre importanti tipi di raggi passanti attraverso una lente sottile
divergente.

Centro della lente I raggi non


vengono deviati

Ogni raggio ini/iaimcntc parallelo alPasse Ogni raggio diretto lungo la linea che punta Ogni raggio diretto verso il centro della
oUico diverge lungo una linea che passa verso il punto fcKale lontano emerge dalla lente passa attraverso di essa e continua
per il punto l\K:ale vicino. lente parallelo aH'assc ottico. il suo percorso in linea retta.

Il ray tracing segue le fasi illustrate nel Riquadro Strategia e tattica 18.2 per
una lente convergente ad eccezione del fatto che due dei tre raggi speciali nella
fase 4 sono diversi.
18.6 Formazione dell’immagine con specchi sferici 611

STRATEGIA Ray tracing per una lente divergente


E TATTICA 18.3

0-0 0 . Seguiamo i passi da 1 a 3 del Riquadro Strategia e tattica 18.2.


O Disegniamo i tre “raggi speciali” che partono dalla punta della freccia,
usando un righello. I raggi sono rifratti nel piano della lente.
a. Un raggio parallelo all’asse ottico diverge lungo una linea che passa
per il punto focale vicino.
b. Un raggio lungo una linea che passa per il punto focale lontano emer­
ge parallelo all’asse ottico.
c. Un raggio che passa per il centro della lente non viene deviato.
© Tracciamo i raggi divergenti a ritroso. Il punto da cui essi divergono
è il punto immagine, che è sempre un’immagine virtuale.
© Misuriamo la distanza deH’immagine s \ che, poiché è un’immagine
virtuale, indicheremo con un numero negativo. Inoltre, .se necessario mi­
suriamo l’altezza dell’immagine rispetto all’altezza dell’oggetto. L’in­
grandimento può essere trovato dall’Equazione 18.8.

ESEMPIO 18.9 Rim pìcciolim ento dì un fiore


Una lente divergente con una lunghezza focale di 50 cm viene FIGURA 18.38 Diagramma di ray tracing per una lente
posta a 100 cm da un fiore. Dov’è l’immagine? Qual è il suo divergente.
ingrandimento?
IM P O S T A Z IO N E II fiore è nel piano dell’oggetto. Usiamo il
ray tracing per localizzare l’immagine. L’Equazione 18.8 può
essere usata per trovare l’ingrandimento.
S O L U Z IO N E La F IG U R A 18.38 mostra il diagramma di ray
tracing. I tre raggi speciali (indicati con a, b e c per essere con­
sistenti con il Riquadro Strategia e tattica) non convergono.
Tuttavia essi pos.sono venire prolungati all’indietro fino al loro
punto d’intersezione «33 cm a sinistra della lente. Poiché i
raggi sembrano divergere dall’immagine, questa è una imma­
gine virtuale e s'è < 0. L’ingrandimento è
-33 cm V E R IF IC AII ray tracing con lenti divergenti è talvolta un po’
= 0.33 più complicato di quello con lenti convergenti, quindi è impor­
s 100 cm
L’immagine, che può essere vista attraverso la lente, è dritta e tante riflettere su questo esempio.
con dimensioni pari a un terzo dell’oggetto.

Le lenti divergenti generano sempre immagini virtuali e, per questa ragione,


FIGURA 18.39 il punto focale e la
sono raramente utilizzate da sole. Tuttavia, e.s.se hanno delle applicazioni lunghezza focale di specchi concavi e
importanti quando vengono utilizzate in combinazione con altre lenti. Le mac­ convessi.
chine fotografiche, gli oculari e i binocoli spesso incorporano lenti divergenti. Lunghezza focale/

18.6 Formazione deH’immagine


con specchi sferici Asse ottico

Anche gli specchi curvi possono essere usati per formare immagini. Tali spec­ Questo è il punto
Specchio concavo
chi vengono comunemente impiegati nei tele.scopi, negli specchietti retrovi­ focale. I raggi
convergono verso
sori, negli specchi di sicurezza stradali e nei riflettori. Le immagini che questo punto.
producono possono essere analizzate con diagrammi di ray tracing simili a
quelli usati per le lenti. Considereremo solo il caso più importante, o.ssia quello Lunghezza focale /
degli specchi sferici, la cui superficie è una sezione di una sfera. Raggi paralleli
La FIGURA 18.39 mostra raggi luminosi paralleli che si avvicinano a due spec­
I*- ^. As.se ottico
chi sferici. Lo specchio superiore, le cui estremità curvano verso la sorgente
lumino.sa, viene chiamato specchio concavo. I raggi paralleli vengono riflessi - "; "
dalla superficie dello specchio e passano attraverso un unico punto sull’asse " Questo è il punto
ottico. Questo è il punto focale dello specchio. Lo specchio inferiore, le cui focale. I raggi
Specchio sembrano
estremità curvano dalla parte opposta rispetto alla sorgente luminosa, viene convesso divergere da
chiamato specchio convesso. I raggi paralleli che vengono riflessi dalla sua questo punto.
612 CAPITOLO 18 Ottica geometrica

.superficie sembrano provenire da un punto situato dietro lo specchio. Questo è


il punto focale di uno specchio convesso. In entrambi gli .specchi, la lunghezza
focale è la distanza tra la superficie dello specchio e il punto focale.

Specchi concavi
Per comprendere la formazione delle immagini in uno specchio concavo, con­
FIGURA 18.40 Tre raggi speciali per uno sideriamo i tre raggi speciali mostrati nella f i g u r a 18.40. Questi raggi sono
specchio concavo. strettamente collegati a quelli usati per il ray tracing nelle lenti. La f i g u r a
(a) Raggi paralleli i8.40a mostra due raggi incidenti paralleli alPa.s.se ottico. Come mostrato nella
Punto locai Figura 18.39, questi raggi sono riflessi dallo specchio e passano per il punto
focale.
La FIGURA i8.40b è analoga alla Figura 18.40a, ma con le direzioni dei raggi
invertite. Qui possiamo vedere che i raggi passanti per il punto focale emer­
Ogni raggio ini/ialiiicnlc parallelo ali asse
ottico si rilìcttcrà verso il punto locale. gono paralleli all’asse ottico. Infine, la f i g u r a 1 8 . 4 0 c illustra ciò che avviene a
(h) un raggio diretto verso il centro dello specchio. Proprio al suo centro, la super­
Punto fw aì ficie dello specchio è perpendicolare all’asse ottico. La legge della ritle.ssione
ci dice che il raggio incidente sarà riflesso con lo stesso angolo, ma in dire­
zione opposta all’asse ottico.
Ogni raggio passante per il punto IcKiile Iniziamo considerando il ca.so in cui la distanza dell’oggetto .v dallo spec­
emergerà, dopo essere stato rilìesso, chio è maggiore della sua lunghezza focale (.v > / ) , come illustrato nella f i g u r a
parallelo all’asse ottico. 18.41. I tre raggi speciali appena di.scussi sono sufficienti per localizzare la posi­
(c) zione e la dimensione delPimmagine. Ricordiamo che quando facciamo il ray
tracing in una lente sottile, anche se disegniamo la lente come se avesse un reale
spessore, i raggi sono rifratti su un piano immaginario centrato sulla lente. Allo
fh = 0,
stes.so modo, quando e.seguiamo il ray tracing sugli specchi, i raggi incidenti
Qualsiasi raggio diretto verso il centro dello .sono riflessi dal piano dello specchio come illustrato nella Figura 18.41, non
specchio sarà rilìesso con lo stesso angolo ma
dalla superfìcie curva dello specchio. Vediamo che l’immagine è reale poiché i
dalla parte opposta rispetto all’asse ottico.
raggi convergono nel punto immagine P'. Inoltre, l’immagine è capovolta.

FIGURA 18.41 Un'immagine reale formata da uno specchio concavo.


Raggi speciali Piano dello specchio ^

Oggetto,

La Figura 18.41 suggerisce il seguente Riquadro ^Strategia e tattica per il ray


tracing con uno specchio concavo:

STRATEGIA
E TATTICA 18.4 R ay tracing per uno specchio con cavo

O Disegniamo un asse ottico. Usiamo la carta millimetrata o un righello!


Stabiliamo una .scala appropriata per le dimensioni.
0 Centriamo Io specchio sull’asse. Disegniamo e indichiamo il punto focale
a una distanza/ dalla superficie dello specchio. Disegniamo il piano dello
specchio attraverso il centro dello specchio, perpendicolare all’as.se ottico.
© Rappresentiamo l’oggetto con una freccia verticale alla distanza s. Di
solito è meglio porre la base della freccia suira.s.se e disegnare la freccia
pari a circa metà del raggio dello specchio.
O Disegniamo i tre “raggi speciali” che partono dalla punta della frec­
cia. Usiamo un righello. 1 raggi devono essere riflessi nel piano dello
specchio.
18.6 Formazione deir immagine con specchi sferici 613

a. Un raggio parallelo all’asse ottico viene riflesso verso il punto focale.


b. Un raggio incidente che passa attraverso il punto focale viene riflesso
indietro parallelamente all’asse ottico.
c. Un raggio che passa per il centro dello specchio viene riflesso ad un
angolo uguale dalla parte opposta dell’asse ottico.
© Prolunghiamo i raggi finché essi non convergono. I raggi convergono
nel punto immagine. Disegniamo il resto dell’immagine nel piano dell’im­
magine. Se la base delToggetto è sull’asse, allora la base dell’immagine
sarà anch’essa sull’asse.
© Misuriamo la distanza dcH’immagine s \ Inoltre, se necessario, misu­
riamo l’altezza dell’immagine rispetto all’altezza dell’oggetto. L’ingran­
dimento può essere trovato dall’Equazione 18.8.

►Guarda nei miei occhi BIO Gli occhi della maggior parte degli animali
usano lenti per mettere a fuoco un’immagine. Il giffantocypris, un crostaceo
dei mari profondi, è insolito in quanto usa due specchi concavi per mettere
a fuoco la luce sulla sua retina. Poiché vive nelle profondità marine dove la
luce solare non riesce a penetrare, si crede che il gigantocypris usi i suoi occhi
riflettenti per cacciare animali biolumine.scenti.

E SE M P IO 18.10 Analisi di uno specchio concavo


Un oggetto alto 3.0 cm si trova a 60 cm da uno specchio con­ 120 cm
= - 2.0
cavo. La lunghezza focale dello specchio è 40 cm. Usiamo il s 60 cm
ray tracing per trovare la posizione, rattezza, e l’ingrandi- Il segno negativo indica che Pimmagine è capovolta. L’altezza
mento deH’immagine. deirimmagine è quindi il doppio dell’altezza dell’oggetto, cioè
IMPOSTAZIONE La FIGURA 18.42 mostra il diagramma di ray lì' « 6 cm.
tracing e i passi del Riquadro Strategia e tattica 18.4. VERIFICA L’immagine è un’immagine reale perché i raggi
SOLUZIONE Dopo aver preparato un disegno accurato, pos­ luminosi convergono nel punto immagine.
siamo usare un righello per trovare che la posizione deirimma-
gine è 5' « 120 cm. L’ingrandimento è quindi

FIGURA 18.42 Diagramma di ray tracing per uno specchio concavo.


O Disponiamo l'asse © Disegniamo lo
ottico c scegliamo 0 Disegniamo Disegniamo i tre raggi speciali dalla punta specchio, il piano
una scala adeguata. l’oggetto come una della freccia: , dello specchio e il
freccia con la sua a. Parallelo all’asse ottico........... ! suo punto focale.
base sull’as.se ottico. b. Attraverso il punto f(Kale.........
c. Passante per il centro dello specchio. * \

citilo
i Specchio

© Il punto di convergenza è la
sommità deirimmagine. © Mi.suriamo la distanza immagine.
Disegniamo il resto dell'immagine.

Se l’oggetto è all’interno rispetto al punto focale (a’ < / ) , il ray tracing può
essere usato per dimostrare che rimmagine è un’immagine virtuale. Questa
situazione è analoga alla formazione di un’immagine virtuale in una lente
quando l’oggetto si trova all’interno rispetto al punto focale.
614 CAPITOLO 18 Ottica geometrica

FIGURA 18.43 Riflessione su una palla Specchi convessi


argentata.
Un esempio comune di uno specchio convesso è dato da una palla argentata,
come quelle usate per addobbare gli alberi di Natale. Potremmo aver notato
che se guardiamo la nostra immagine riflessa in una sfera di questo tipo, questa
appare diritta ma anche piuttosto ridotta, come mostrato nella f i g u r a 18.43.
Usiamo il ray tracing per vedere perché Timmagine ci appare in questo modo.
Ancora una volta, ci sono tre raggi speciali che possiamo usare per indivi­
duare la posizione delPimmagine. Questi raggi sono mostrati nella f i g u r a
18.44; essi sono simili ai raggi speciali che abbiamo già studiato nelle situazioni
precedenti.

FIGURA 18.44 Tre raggi speciali per uno specchio convesso.


(c)

Qualsiasi raggio inizialmente parallelo Qualsiasi raggio inizialmente diretto Qualsiasi raggio diretto verso il centro
al Tasse ottico sari! riflesso come se verso il punto focale sarà riflesso dello specchio sarà riflesso a un angolo
provenisse dal punto focale. parallelamente alTasse ottico. uguale ma opposto ris|ìctto alTasse ottico.

Possiamo usare questi tre raggi speciali per trovare Timmagine di un


oggetto, come mostrato nella f i g u r a i s .45. Vediamo che Timmagine è virtuale
- nessun raggio converge realmente nel punto immagine P'. Invece, i raggi
sembrano divergere da questo punto. L ’immagine risulta inoltre dritta e molto
più piccola dell’oggetto, in accordo con la nostra esperienza e la foto della
Figura 18.43.
FIGURA 18.45 I raggi dal punto P sono riflessi dallo specchio e appaiono come se
venissero dal punto P'.
Questo raggio entra parallelo Questo raggio era diretto verso
alTasse ottico, c quindi sembra il punto focale, e quindi emerge

s'
Raggi^^^ali

\ '
a /
P'

Immagine
Asse ottico

Questo raggio che colpisce il •***


centro dello specchio viene riflesso j_
allo stesso angolo ma dalla parte
opposta dell’asse ottico. ' Piano dello specchio

Queste osservazioni formano la base del seguente Riquadro di Strategia e


tattica.

STRATEGIA R ay tracing per uno specchio c o n v e sso


E TATTICA 18.5

O ©. Seguiamo i passi da 1 a 3 del Riquadro Strategia e tattica 18,4.


O Disegniamo i tre “raggi speciali” che partono dalla punta della freccia.
Usiamo un righello. I raggi devono essere riflessi nel piano dello specchio,
a. Un raggio parallelo all’asse ottico viene riflesso come se venisse dal
punto focale.
18.6 Formazione deU’immagine con specchi sferici 615

b. Un raggio inizialmente diretto verso il punto focale viene riflesso pa­


rallelamente all’asse ottico.
c. Un raggio che passa per il centro dello specchio viene riflesso ad un
angolo uguale dalla parte opposta dell’asse ottico.
© Prolunghiamo i raggi emergenti dietro allo specchio finche essi non \
convergono. 11 punto di convergenza è il punto immagine. Disegniamo
il resto dell’immagine nel piano dell’immagine. Se la base dell’oggetto è
sull’asse, allora anche la base dell’immagine sarà anch’essa sull’asse.
© Misuriamo la distanza delfim m agine s'. Inoltre, se necessario, misu­
riamo l’altezza delfimmagine rispetto all’altezza dell’oggetto. L’ingran­
dimento può essere trovato dall’Equazione 18.8.
La piccola immagine in uno specchio
convesso permette di avere un visione
grandangolare del negozio.
Gli specchi convessi sono usati in una varietà di applicazioni per la sicu­
rezza e il monitoraggio, come gli specchietti retrovisori e gli specchi rotondi
nei negozi che servono per controllare i clienti. L’idea alla base di tali specchi
può essere compresa attraverso la Figura 18.45. Quando un oggetto viene
riflesso in uno specchio convesso, fimmagine appare più piccola. Poiché fim -
magine è, in un certo senso, una versione miniaturizzata dell’oggetto, pos­
siamo vedere molto di più di esso alfinterno dei confini dello specchio di
quanto riusciremmo a vedere con uno .specchio piano delle stesse dimensioni.
Questa visione grandangolare è chiaramente utile per controllare il traffico
dietro di noi o per controllare i clienti alfinterno di un negozio.

E SE M P IO CONCETTUALE 18.11 Gli specchietti del guidatore e del p a sse gge ro


Lo specchio retrovisore dal lato guidatore di un’automobile è apparirà più piccolo. Se fos.se piatto, offrirebbe solamente una
uno specchio piano, mentre quello dalla parte del passeggero è veduta ristretta di ciò che si trova dietro l’auto. Invece essendo
uno specchio convesso. Per quale ragione? convesso, come gli specchi di sicurezza sopra citati, ci fornisce
SPIEG A ZIO N E È importante che un guidatore abbia un grande un campo di vista maggiore ma un’immagine più piccola. Ecco
campo di vista da ciascuno specchio. Egli è seduto vicino allo perché lo specchio retrovisore dal lato passeggero può conte­
specchio del guidatore, quindi lo specchio risulterà largo e in nere una .scritta di ammonimento: gli oggetti nello specchio
grado di offrire un angolo di vista piuttosto grande di ciò che sono più vicini di quello che sembrano!
sta dietro. Lo specchio dal lato passeggero essendo più distante.

PAU SA DI R IF L ESSIO N E 18.6 Uno specchio concavo di lunghezza focale/for­


ma un’immagine della Luna. Dov’è posizionata fimmagine?
A. Sulla superficie dello specchio.
B. Quasi e.sattamente alla distanza/dietro lo specchio
C. Quasi e.sattamente alla di.stanza/davanti allo specchio
D. A una distanza dietro lo specchio eguale alla distanza della Luna davanti
allo specchio.

18.7 L’equazione delle lenti sottili


Il ray tracing è uno strumento importante per determinare velocemente le posi­
zioni e le dimensioni di un oggetto e della sua immagine. Per un lavoro più
accurato, tuttavia, dovremmo avere un’espressione matematica che correla le
tre quantità fondamentali di un sistema ottico: la lunghezza focale/della lente
o specchio, la distanza dell’oggetto s e la distanza delfimmagine .v'. Possiamo
trovare questa espressione considerando la lente convergente nella f i g u r a
18.46. La figura mo.stra due dei raggi speciali: uno inizialmente parallelo
all’asse ottico che poi passa attraverso il punto focale lontano, e l’altro che si
propaga attraverso il centro della lente senza essere deviato.
616 CAPITOLO 18 Ottica geometrica

FIGURA 18.46 Derivazione delTequazione delle lenti sottili.

Consideriamo i due triangoli evidenziati in verde e rosa. Poiché entrambi


hanno un angolo di 90° e un secondo angolo 0 uguale per entrambi i triangoli,
essi .sono triangoli simili. Questo significa che hanno la stes.sa forma, sebbene
le loro dimensioni siano differenti. Per triangoli simili, i rapporti tra due lati
corrispondenti qualsiasi sono uguali. Quindi abbiamo
h' -f
(18.9)
h f
Inoltre, abbiamo trovato neH’Esempio 18.7 che
— =~ (I8.10)
h s
Combinando le Equazioni 18.9 e 18. IO si ottiene

/
Dividendo entrambi i membri per ,v' si ha
1 I 1
~ f s'
che possiamo riscrivere come

1 1 1
- +- = - (18.11)

L’equazione delle lenti .sottili (valida anche per gli .specchi)


lega le distanze delLoggetto e dell’immagine alla lunghezza focale

Questa equazione, detta equazione delle lenti sottili, correla tra loro tre
quantità importanti:/, s e .v'. In particolare, se conosciamo la lunghezza focale
di una lente e la distanza dell’oggetto dalla lente, possiamo usare l’equazione
delle lenti sottili per trovare la po.sizione dell’immagine.
CEIZ3 ►Sebbene abbiamo derivato l’equazione delle lenti .sottili per una
lente convergente che produce un’immagine reale, essa funziona altrettanto
bene per qualsiasi immagine - reale o virtuale - prodotta sia da lenti con­
vergenti che da lenti divergenti. Inoltre, a dispetto del nome, l’equazione
delle lenti sottili descrive anche le immagini formate dagli specchi. <
Vale la pena di controllare che l’equazione delle lenti sottili sia coerente con
quello che già sappiamo delle lenti. Nella Figura 18.29a, vediamo che i raggi
inizialmente paralleli all’asse ottico .sono concentrati nel punto focale di una
lente convergente. Inizialmente i raggi paralleli provengono da un oggetto
estremamente lontano, con s — > . Poiché l/oo = 0, l’equazione delle lenti
cxd

.sottili ci dice che la di.stanza deH’immagine è s ' = f , come ci aspettavamo. Sup­


poniamo che un oggetto .sia localizzato proprio nel punto focale, con .v = / .
Allora, secondo l’Equazione 18.11, l/.v' = \ / f — \/s = 0. Ciò implica che la
distanza dell’immagine sia infinitamente grande (s' = oo), quindi i raggi
la.sciano la lente paralleli all’asse ottico. Infatti, que.sto è quello che illu.stra la
Figura 18.29b. Ora, è vero che nessun oggetto reale o nessuna immagine può
essere all’infinito. Ma .se l’oggetto o l’immagine sono a distanze maggiori di
diverse lunghezze focali dalla lente (.v » f o s^ » / ) , allora è un’eccellente
18.7 L’equazione delle lenti sottili 617

approssimazione considerare la distanza come infinita, i raggi come paralleli


alTasse, e i reciproci delle distanze ( lAv o l/.v') nelPequazione delle lenti sottili
pari a zero.

Convenzione dei segni per le lenti e per gli specchi


Abbiamo già notato che la distanza delTimmagine .v' è positiva per immagini
reali e negativa per immagini virtuali. NelTequazione delle lenti sottili, il
segno della lunghezza focale può e.s.sere anch’esso positivo o negativo, a
seconda del tipo di lente o di specchio. La Sintesi 18.1 illustra la convenzione
dei segni che useremo in questo testo e forni.sce un riepilogo di ciò che si è
appreso circa le lenti, gli specchi e le immagini da essi generate.

SINTESI 18 .1 Lenti, specchi e convenzione dei se gn i

Ci sono sei distinte situazioni che possono accadere per le immagini prodotte da lenti e specchi. Le sottolineeremo
qui di seguito, e daremo il segno a ciascuna quantità. Notiamo che la distanza dell’oggetto s è sempre positiva.

Lente divergente o
Lente convergente o specchio concavo specchio convesso
La lunghezza focale/di una lente convergente La lunghezza focale/ di una lente
o uno specchio concavo è positiva. divergente o di uno specchio
convesso è negativa.
Oggetto esterno al punto focale Oggetto interno ai punto focale
Per lenti divergenti e specchi
convessi, non c’è distinzione tra
Immagine reale
e capovolta un oggetto all’interno o all’esterno
del punto focale.
Immagine /
virtuale
e dritta /
Loggetto è più lontano dalla lente Loggetto è più vicino alla lente o allo Immagine virtuale
o dallo specchio del punto focale. specchio del punto focale. e dritta Immagine

Questi due casi producono immagini Questi quattro casi danno immagini virtuali e dritte
reali che sono capovolte (l’ingrandimento (l’ingrandimento m è positivo). La distanza
m è negativo). La distanza dell’immagine s' è negativa.
dell’immagine s' è positiva.

[ZEIZ3 ►Quando neH’equazione delle lenti sottili viene usata la lunghez­


za focale essa deve essere presa come positiva o negativa secondo quanto
abbiamo visto nella Sintesi 18.L Nella rappresentazione figurata del ray
tracing, tuttavia, le lunghezze focali sono solo distanze e quindi es.se sono
.sempre positive. ^

E SE M P IO 18.12 A nalisi di una lente d'ingrandim ento


Un collezioni.sta di francobolli usa una lente d’ingrandimento nista guarda attraverso la lente e vede un’immagine virtuale.
che si trova 2.0 cm sopra il francobollo. L’ingrandimento è 4. La FIGURA 18.47 mostra la lente e il diagramma di ray tracing.
Qual è la lunghezza focale della lente? S O L U Z IO N E Un’immagine virtuale è dritta, quindi m = +4.
IM P O S T A Z IO N E Una lente d’ingrandimento è una lente con­ L’ingrandimento è m = —v'A; quindi
vergente con la distanza oggetto inferiore alla lunghezza focale
s' = -4s = -4(2.0 cm) = -8.0 cm
(.9 < f). Assumiamo che si tratti di una lente sottile. Il collezio­
Continua
618 CAPITOLO 18 Ottica geometrica

FIGURA 1 8 .4 7 Diagramma di ray tracing per una lente Possiamo usare s e s' nell’equazione delle lenti sottili per tro­
d'ingrandimento. vare la lunghezza focale:
^ ------h ---- = 0.375 c m ‘
f s s 2.0 c m —S .O c m

Quindi
/= • = 2.7 cm
0.375 cm-*
V E R IF IC A / > 2 cm, come ci aspettavamo perché l’oggetto
deve essere all’interno del punto focale.

ESEMPIO 18.13 Qual è la lunghezza focale?


Un oggetto è posto a 38.0 cm alla sinistra di una lente. La sua FIGURA 1 8 .4 8 Diagramma di ray tracing per una lente
immagine si trova a 22.0 cm dalla lente, dalla stessa parte divergente.
dell’oggetto. Qual è la lunghezza focale della lente? Disegna
un diagramma dei raggi per la lente e l’oggetto.
IM P O S T A Z IO N E Sappiamo che la distanza dell’oggetto è s =
38.0 cm. Secondo la Sintesi 18.1, la distanza dell’immagine è s' = -22.0 cm
i = 38.0 cm ' '"■Lente divergente
un numero negativo in quanto essa è dalla stessa parte dell’og­
getto rispetto alla lente, quindi s' = —22.0 cm. 52.3 cm 52.3 cm

S O L U Z IO N E L’equazione delle lenti sottili 18.11, è


v e r i f i c a Nella Sintesi 18.1, abbiamo visto che il solo caso in
1-1 l - 1 1
= -0.0191 cm*' cui l’immagine è più vicina alla lente rispetto all’oggetto, ma
/ s s' 38.0 cm -22.0 cm
dallo stesso lato, è infatti quello di una lente divergente.
da cui troviamo
Questo problema sarebbe difficile da risolvere graficamente
l perché abbiamo bisogno di localizzare il punto focale per poter
/= ■ ■= -52.3 cm
—0.0191 cm“ disegnare il diagramma dei raggi. Usando l’equazione delle
Poiché/è negativo, la Sintesi 18.1 indica che la lente è una lenti sottili si ottiene un risultato rapido e accurato. Tuttavia,
lente divergente. Possiamo utilizzare la tecnica appresa nella fare un diagramma dei raggi una volta che/è noto è molto utile
Sezione 18.5 per disegnare il diagramma dei raggi mostrato per comprendere appieno la situazione.
nella f i g u r a 1 8 .4 8 . Notiamo che il valore negativo di .v' corri­
sponde a un’immagine virtuale.

ESEMPIO 18.14 Determinare Tim m agine di una candela allo specchio


Uno specchio concavo ha una lunghezza focale di 2.4 m. Dove dovrebbe essere
posizionata una candela in modo che la sua immagine sia capovolta e lunga il doppio
del l’oggetto?
IM P O S T A Z IO N E Anche se questo è uno specchio, possiamo usare l’equazione delle
lenti sottili. Abbiamo/=+2.4 m poiché, secondo la Sintesi 18.1 uno specchio con­
cavo ha una lunghezza focale positiva. Abbiamo inoltre che l’ingrandimento è m=
—2 poiché un’immagine capovolta implica un ingrandimento negativo.
S O L U Z IO N E L’Equazione 18.8, m = -57^, collega .v'e s:
s' = —nis
Possiamo inserire questa espressione per .s' nell’equazione delle lenti sottili:
1 - 1 4-1 -1 +—L -1 +—1 _ = 1 + j-= 2-
f s s —ms s —(—2)5 s 2s 2s
Da cui otteniamo
= | / = |(2 .4 m) = 3.6 m
La candela dovrebbe essere posta a 3.6 m davanti allo specchio.
V E R IF IC A L’equazione dell’ingrandimento ci dice che s' = 2s = 7.2 m. L’ingrandi­
mento è positivo, quindi l’immagine è reale e dalla stessa parte dell’oggetto rispetto
allo specchio.
18.7 L'equazione delle lenti sottili 619

PAU SA DI R IF L E SSIO N E 18.7 Una candela è posta davanti a una lente conver­
gente. Un’immagine bene a fuoco della fiamma viene vista su uno schermo
dal lato opposto della lente. Se la candela viene spostata più lontano dalla
lente, come deve essere aggiustata la posizione dello schermo per mantenere
l’immagine a fuoco?
A. Lo schermo deve essere spostato più vicino alla lente.
B. Lo schermo deve essere spostato più lontano dalla lente.
C. Lo schermo non deve essere spostato.

ESEMPIO INTEGRATO 18.15 Im m agin i a fibre ottiche BK)


Un endoscopio è uno stretto FIGURA 18.50 Sezione trasversale di una fibra ottica
fascio di fibre ottiche che può (notevolmente ingrandita).
essere inserito attraverso un’a­ Lente obiettivo
pertura o mediante una piccola (non in scala)
Un raggio entra a un angolo
incisione per vedere all’interno colpisce la parete della fibra a 0^
del corpo umano. Come mostra e viene totalmente riflesso internamente.
la FIGURA 18.49, ima lente
obiettivo focalizza un’imma­
gine reale sulla superficie d’in­
gresso del fascio di fibre
ottiche. Le singole fibre, usan­
do la riflessione totale interna, trasportano la luce all’uscita,
dove l’immagine “emerge”. 11 medico osserva un’immagine
ingrandita dell’uscita del fascio di fibre ottiche guardando
attraverso una lente oculare.
FIGURA 18.49 Un endoscopio.
Lente dell’obiettivo Un endoscopio - un lascio
di migliaia di fibre ottiche
parallele.
b. Una tipica lente obiettivo ha 3.0 mm di diametro e può fo­
calizzare un oggetto posto 3.0 mm davanti a essa. Quale
lunghezza focale dovrebbe avere la lente affinché i raggi
dalla sua estremità entrino nella fibra ad un angolo 9 ^ 1
c. Qual è l’ingrandimento di questa lente?
i m p o s t a z i o n e Dalla Figura 18.50 possiamo trovare l’an­
La luce viaggia attraverso^
una fibra per rifle.ssione golo critico 9^ e poi usando la geometria troviamo 9^. La legge
totale interna. di Snell può poi essere usata per trovare 9 ^ . Una volta che 9 ^
Il cono di raggi ......... ** è noto, possiamo trovare la distanza dell’immagine s\ e, poiché
emergente da una fibra. Lente sappiamo che la distanza dell’oggetto è s = 3 mm, po.ssiamo
dell’oculare
poi usare l’equazione delle lenti sottili e ri.solverla per/.
Una singola fibra ottica, come abbiamo detto nella Sezione S O L U Z IO N E
18.3 e come’è mo.strato nella f i g u r a 18.50, consiste in un a. L’angolo critico per la riflessione totale interna è dato
cuore di vetro con alto indice di rifrazione circondato da uno dall’Equazione 18.3:
strato di rivestimento con indice minore. Per restare nella fibra, ìf . _i/^vcstimcnio\ . _ ,/l.5 0 \
i raggi luminosi che si propagano nel cuore di vetro devono .,= s . n - ( -) = s . n j= -s.n = 67,8»
colpire la superficie di rivestimento con angoli incidenti supe­
riori all’angolo critico 0^. Come illustrato nella Figura 18.50, Essendo un triangolo rettangolo, l’angolo di rifrazione di
ciò significa che i raggi che entrano nel cuore ad angoli d’inci­ questo raggio dall’entrata della fibra è u 1 = 90°- 67.8® = 22.2°.
denza minori di 0max saranno totalmente riflessi internamente Poi, dalla legge di Snell, questo raggio entra dall’aria ad un
alla fibra, quelli che entrano con angoli maggiori di 0 ^ non angolo U m a x tale che
saranno totalmente riflessi e usciranno dalla fibra. a^ltl^iYiax 1*00 sin ^cuorc^^^^l
La lente obiettivo di un endoscopio deve adattarsi perfetta­ = 1.62(sin22.2°) = 0.612
mente alla fibra. Idealmente, il diametro della lente è tale che i Quindi
raggi all’estremità della lente entrano nella fibra a come
mostrato nella Figura 18.50. Una lente più grande di questa non 9 =sin-«(0.612) = 37.7°
sarebbe utile poiché i raggi provenienti dalle sue regioni
b. Come mostra la Figura 18.50, la distanza della lente dall’en­
esterne entrerebbero nella fibra ad angoli maggiori di 0^^ e
trata della fibra - la distanza dell’immagine 5' - è legata al
quindi uscirebbero dalla fibra. Una lente più piccola di questa
raggio della lente r= 1.5 mm da
soffrirebbe di una ridotta capacità di raccogliere la luce.
a. Qual è 9 per la fibra mostrata nella Figura 18.50? — = Vdn9rr
Continua
620 CAPITOLO 18 Ottica geometrica

Quindi la distanza deirimmagine è c. L’ingrandimento è


, r 1.5 min s' 1.94 mm
s = ---------= — ——- = 1.94 mm m = ---- = ——---------= -0.65
VdnOjnax tan37.7 s 3.0 mm
L’equazione delle lenti sottili dà V E R IF IC A La distanza dell’oggetto di 3.0 mm è maggiore

1 = i + = -—!----- 1- — ^ = 0.849 min* della lunghezza focale di 1.2 mm che abbiamo calcolato,
/ s s 3.0 mm 1.94 mm come deve essere nel caso di una lente convergente che pro­
in modo che duce immagini reali.

/= = 1.18 mm
0.849 mm-1
Riepilogo 621

R I E P I L O G O
Obiettivo: comprendere e applicare il modello del raggio luminoso.

PRINCIPI GENERALI |
Riflessione Rifrazione
Legge della riflessione: = 0. Legge di Snell della rifrazione:

La riflessione può essere sin =«2 sin 0^


speculare (simile ad uno specchio)
o diffusa (da superfici irregolari). L’indice di rifrazione èn = eh. Il
raggio si avvicina alla normale nel
Specchi piani: un’immagine mezzo con indice di rifrazione maggiore.
virtuale viene formata in P'
con s' = Sy dove s è la distanza Se < /!,♦ si ha una riflessione totale interna
delPoggetto e 5' è la distanza (RTI) quando l’angolo d’incidenza 0, è maggiore di
dcirimmagine. = sin"'(rz2/'*,).

CONCETTI IMPORTANTI ^
il modello del raggio luminoso Formazione dell'immagine Questi raggi appaiono
provenire da P'.
La luce viaggia lungo linee rette, chiamate raggi luminosi, a Se i raggi divergono da P e, dopo
P'
una velocità v = chi. aver interagito con la lente o lo
specchio, appaiono divergere dal
Un raggio luminoso continua all’infinito a meno che punto P' senza passare realmente 1 •4
Immagine
un’interazione con la materia ne causi la riflessione, la per P', allora P' è una immagine virtuale
rifrazione, la diffusione o l’assorbimento. virtuale di P.

I raggi luminosi provengono da sorgenti primarie o da oggetti Se i raggi divergono da P e dopo aver interagito con la lente
riflettenti. Ciascun punto deH’oggetto invia raggi in tutte le o lo specchio i raggi rifratti convergono in P', allora P' è una
direzioni. immagine reale di P. I raggi realmente pas.sano attraverso
un’immagine reale.
I diagrammi dei raggi usano solo pochi raggi
selezionati per rappresentare il comportamento Questi raggi
provengono da P'.
di tutti i raggi emessi da un oggetto. Immagine reale •

Affinché l’occhio veda un oggetto (o fimmagine), i raggi


dall’oggetto o dall’immagine devono entrare nell’occhio.

APPLICAZIONI
Ray tracing per le lenti
i L'equazione delle lenti sottili
I tre raggi speciali in tre situazioni ba.se: Per una lente o uno specchio curvo, la distanza dell’oggetto s,
la distanza deH’immagine .s' e la lunghezza focale/sono legate
dall’equazione delle lenti sottili:
i_ L -1
s^ ~ f
Lente convergente Lente convergente Lente divergente
L ’ingrandimento di una lente o di uno specchio è m = - ,97.9.
Immagine reale Immagine virtuale Immagine virtuale
La convenzione dei segni per l’equazione delle lenti sottili:
Ray tracing per gli specchi
I tre raggi speciali in tre situazioni base:
V Quantità Positiva (iiiaiido Negativa quando
Sempre Non trattato
ì ■
Immagine reale\ dalla Immagine virtuale; dalla
parte opposta della lente stessa parte della lente
Specchio concavo Specchio concavo Specchio convesso. ^ rispetto all’oggetto, 0 rispetto all’oggetto, 0
Immagine reale Immagine virtuale Immagine virtuale davanti allo specchio dietro allo specchio
Lente convergente 0 Lente divergente 0
/ specchio concavo specchio convesso
m L’immagine è dritta. L’immagine è capovolta.
622 CAPITOLO 18 Ottica geometrica

La difficoltà del problema è indicata con I (facile) fino a UHI(molto difficile). I problemi contrassegnati come INT integrano in maniera
significativa concetti esposti nei capitoli precedenti; i problemi contrassegnati con BIO sono di interesse medico o biologico.

D O M A N D E

D o m a n d e concettuali bancone? Dove si trova realmente l’uomo che sta in piedi


di fronte alla barista nello specchio?
1. Durante un’eclissi solare,
il Sole - una sorgente pic­
cola ma estesa - proietta
rombra della Luna sulla
Terra. Spiega perche Tom­
bra della Luna ha un cen­
tro scuro circondato da una
regione di luminosità crescente. FIGURA D18.7
2. Se accendi i fari anteriori della tua auto durante il giorno, Etlouard Manet (1832-1883), “Il b ardelle Folics-Bergòrc”, 1881/82. Olio
la strada davanti a te non .sembra diventare più illuminata. su tela. 37 13/16" 51" (90 130 cm). Courtauld Institutc Gallcries, Londra.
Perché? AKGImages.
3. Riesci a vedere i raggi del Sole in una giornata serena? 8. Spiega perché la parola “AMBULANZA” sul cofano delle
Perché o perché no? Li vedi quando essi passano attraverso autoambulanze è scritta al contrario.
una foresta in una mattina nebbiosa? Perché o perché no? 9. a. Considera un punto in un oggetto vicino a una lente.
4. Se fai una passeggiata in una notte estiva lungo una strada Qual è il numero minimo di raggi necessari per localiz­
buia e non asfaltata nel bosco, con una torcia che punta zare il suo punto immagine?
verso il suolo a diversi metri di distanza davanti a te per b. Per ogni punto sull’oggetto, quanti raggi da questo
guidare i tuoi passi, è possibile notare le pozzanghere d’ac­ punto in realtà colpiscono la lente e sono ri fratti nel
qua perché appaiono più scure rispetto alla strada asciutta punto immagine?
circostante. Spiega il perché. 10. Quando guardi la tua immagine riflessa all’interno di un
5. Stai guardando Pim­ cucchiaio, questa è capovolta. Spiega il perché.
magine di una matita 11. Uno specchio concavo fecalizza i raggi del Sole a una distanza
in uno specchio, come di 30 cm dallo specchio. Se lo specchio fosse immerso in una
illustrato nella Figura piscina, i raggi del Sole verrebbero fcx:alizzati più vicino, più
DI8.5. ’ ^ Punto lontano o alla stessa distanza^allo specchio?
a. Che cosa avviene centrale 12. Uno studente disegna
airimmagine che il diagramma dei raggi
vedi se la parte supe­ illustrato nella Figura
riore dello specchio, DI8.12 ma si dimentica FIGURA D18.12
fino al suo punto di di indicare l’oggetto,
FIGURA D18.5
mezzo, viene coperta rimmagine o il tipo di lente usata. Usando il diagramma,
con un pezzo di cartone? Spiega il perché. spiega se la lente è convergente o divergente, quale freccia
b. Che cosa avviene all'immagine che vedi se la metà rappre.senta l’oggetto, e quale rappresenta l’immagine.
inferiore dello specchio viene coperta con un pezzo di 13. Stai guardando frontalmente la parte anteriore di un acqua­
cartone? rio. Vedi un pesce alla tua destra. Il pesce si trova davvero
6. Nel dipinto Venere allo specchio d\ Velàzquez (vedi Figura nella direzione in cui stai guardando, più a destra o più a
DI8.6), possiamo vedere il volto di Venere nello specchio. sinistra? Spiega il perché.
Venere può vedere il proprio volto nello specchio se lo 14. Una lente può essere usata per accendere un fuoco con­
specchio ò tenuto come mostrato nel dipinto? Se sì, spiega centrando l'immagine del Sole su un pezzo di materiale
il perché; in caso contrario, che cosa vede Venere? infiammabile. Lasciando tutto immutato a parte la lente,
quale lente sarebbe migliore per accendere un fuoco: una
lente con una lunghezza focale più corta o più lunga?
Spiega il perché.
15. Un pezzo di plastica trasparente viene modellato nella
forma di una lente convergente, ma es.so è vuoto inter­
namente e ha solo una sottile parete di plastica. Se viene
immersa nell’acqua, questa lente riempita d’aria agirebbe
come una lente convergente, come una lente divergente,
FIGURA D18.6 oppure non agirebbe affatto come una lente?
D iego de Silva V ela/quez (1599-1660), “Venere allo specehio", 1650. Olio
16. Dalla posizione in cui ti trovi una notte, vedi la Luna diretta-
su tela. National Gallery. Londra. Erich Le.ssing/Arl Re.source, N.Y. mente al di sopra di un lampione stradale. Usi una lente con­
7. Nel dipinto di Manet // bar delle Folies-Bergère (vedi vergente per ottenere un'immagine della Luna nitida su un
Figura DI8.7) rimmagine riflessa della barista è visibile foglio di carta. L’immagine della lampada è un po’ sfocata.
nello specchio alle sue spalle. E questo il tipo di ri flessione Per mettere a fuoco l’immagine della lampada hai bisogno di
che ti aspetti se la superficie dello specchio è parallela al muovere il foglio più vicino o più lontano rispetto alla lente?
Domande 623

D o m a n d e a scelta m u ltipla 23. Il Un’immagine reale di un oggetto può essere formata da


A. Una lente convergente.
Le domande dalla 17 alla 19 B. Uno specchio piano.
riguardano la situazione dise­ C. Uno specchio convesso.
gnata nella Figura DI8.17, in D. Una qualsiasi delle risposte precedenti.
cui un fascio di luce nell’a­ 24. I Un oggetto è a 40 cm da una lente convergente con una
ria incontra un blocco traspa­ lunghezza focale di 30 cm. Un’immagine reale si forma
rente con indice di rifrazione dall’altro lato della lente, a 120 cm dalla lente. Qual è l’in­
n = 1.53. Una parte della luce grandimento?
viene riflessa e una parte viene A. 2.0 B. 3.0 C. 4.0 D. 1.33 E. 0.33
rifratta. 25. I La lente nella Figura DI8.25 è usata per produrre un’im­
17. 1 Qual è il valore di magine reale della I2 cm 36 cm
A. 40° B. 45° C. 50° D. 90° fiamma di una candela.
18. 1 Qual è il valore di 0^‘ì Qual è la lunghezza
A. 20° B. 30° C. 50° D. 60° focale della lente?
19. 1 C’è un angolo d’incidenza tra 0° e 90° tale da far sì che A. 9.0 cm
tutta la luce sia ri flessa? B. I2cm
C 24 cm FIGURA D18.25
A. Sì, a un angolo maggiore di 50°
B. Sì, a un angolo minore di 50° D. 36 cm
C. No E. 48 cm
20. I Un uomo alto 2 metri si trova a 5.0 m dalla lente conver­ 26. 1 Una lente convergente di lunghezza focale 20 cm è usata
gente di una macchina fotografica. La sua immagine appare per formare un’immagine reale a 1.0 m dalla lente. Quanto
su un rivelatore che è 50 mm dietro alla lente. Quanto è alta dista la lente dall’oggetto?
la sua immagine sul rivelatore? A. 20 cm B. 25 cm C. 50 cm D. 100 cm
A. 10 mm B. 20 mm C. 25 mm D. 50 mm 27. I Ti guardi in uno specchio convesso. La tua immagine è
21. Il Sei a 2.4 ni da uno specchio piano e vorresti fare una A. Diritta. B. Capovolta.
fotografia della tua immagine nello specchio. Devi rego­ C. E impossibile dirlo senza conoscere quanto sei distante
lare manualmente il fuoco della macchina fotografica dallo specchio e la sua lunghezza focale.
variando la distanza di ciò che stai fotografando. Quale 28. Il Un oggetto è a 50 cm da una lente divergente con una
distanza imposti? lunghezza focale di -20 cm. Quanto dista l’immagine dalla
A. 1.2 m B. 2.4 ITI C. 3.6 m D. 4.8 m lente e da quale lato della lente essa si trova?
22. 1 Come mostrato nella Figura DI8.22, un oggetto è posi­ A. 14 cm, dalla stessa parte dell’oggetto
zionato di fronte a uno specchio convesso. In quale posi­ B. 14 cm, dalla parte opposta del l’oggetto
zione si forma la sua immagine? C. 30 cm, dalla stessa parte deH’oggctto
D. 33 cm, dalla stessa parte dell’oggetto
1 D E E. 33 cm, dalla parte opposta dell’oggetto

FIGURA D18.22

P R O B L E M I
Sezione 18.1 II modello del raggio luminoso Sezione 18.2 La riflessione
1. Il Una ragazza alta 1.50 m si trova in piedi a livello del 4. 1 Lo specchio nella Figura PI8.4 fa
suolo. Il Sole si trova 25° sopra l'orizzonte. Quanto sarà deviare un fascio laser orizzontale di 60°.
lunga la sua ombra? Qual è il valore dell’angolo (/>? FIGURA P18.4
2. 1111 Un disco con un diametro di 10 cm emette una luce uni­ 5. 1 La Figura PI8.5 mostra un oggetto O davanti a uno
forme dalla sua superficie. A 20 cm di distanza da questo specchio piano. Usa il ray tracing per determinare da
disco, lungo il suo asse, è posizionato un disco nero e opaco quali posizioni A-D l’immagine dell’oggetto risulta visi­
del diametro di 8.0 cm; le facce dei due dischi sono paral­ bile.
lele. A 20 cm dietro il disco nero c’è uno schermo bianco.
Il disco luminoso illumina lo schermo, ma con un’ombra Specchio

centrale provocata dal disco nero. Qual è il diametro della


parte completamente scura di quest’ombra?
3. Hill Una sorgente puntiforme di luce illumina un’apertura
a 2.00 m di distanza. Una macchia di luce brillante larga
12.0 cm appare su uno schermo che si trova 1.00 m dietro
fapertura. Quanto è larga l’apertura? FIGURA P18.5
624 CAPITOLO 18 Ottica geometrica

6. Ili Un raggio luminoso Sezione 18.4 Formazione delPimmagine per rifrazione


5 cm
parte dal punto A nella
lOcm 17. Ili Un biologo tiene un campione del suo insetto preferito
Figura PI 8.6, viene
15 cm Specchio immerso in un cubo di plastica di polistirenc. Lo sfortunato
riflesso dallo specchio e
insetto sembra trovarsi ad una profondità di 2.0 cm nella pla­
arriva al punto B. A quale
stica. Qual è la reale distanza dell’insetto dalla superfìcie?
distanza rispetto alla sua 15 cm 18. Il Un pesce in un acquario con pareti piatte vede un barat­
estremità superiore lo
tolo di cibo su uno scaffale. Agli occhi del pesce, il barat­
specchio viene colpito dal FIGURA P18.6
tolo sembra trovarsi a 30 cm dall’acquario. Qual è la reale
raggio?
distanza tra il barattolo e l’acquario? (Puoi ignorare la
7. mi C'è una distanza di 165 cm dai tuoi occhi alle dita dei
parete sottile di vetro deH’acquario).
tuoi piedi. Se ti trovi in piedi a 2(X) cm davanti a un grande
19.1 Una ma.schera da immersione ^
specchio, quanto dista dai tuoi occhi Pimmagine delle dita
ha una sacca d’aria tra i nostri
dei tuoi piedi?
occhi e il vetro piano dell’oblò. ^
8. Ili Un raggio luminoso incide su
a. Se guardi un pesce mentre
uno specchio come mostrato nella
nuoti sott'acqua con questa
Figura PI8.8. Un secondo spec­
maschera, il pesce ti appa­
chio è fissato a 90° dal primo.
rirà più vicino di quello che realmente è? Disegna un
a. Dopo aver colpito entrambi
diagramma dei raggi per spiegare il perché.
gli specchi, a quale angolo
b. 11 pesce vedrà la tua faccia più vicina o più lontana di
emergerà il raggio rispetto al
quello che realmente è? Disegna un diagramma dei
raggio incidente?
raggi per spiegare il perché.
b. Qual ò la risposta se fangolo
del raggio incidente ò di 30°?
Sezione 18.5 Lenti sottili: il ray tracing
Sezione 18.3 La rifrazione 20. I Un oggetto è a 30 cm da una lente convergente con lun­
ghezza focale di 10 cm. Usa il ray tracing per determinare
9. Ili Un subacqueo immerso vede il Sole a 50° sopra Poriz-
la posizione dell’immagine. L’immagine ò dritta o capo­
zonte. Quanto è alto il Sole sulPorizzonte per un pescatore
volta? E reale o virtuale?
che si trova su un’imbarcazione sopra il subacqueo?
21. I Un oggetto è a 6.0 cm da una lente convergente con lun­
10. Il Un fascio laser nell’aria incide su un liquido con un angolo
ghezza focale di 10 cm. Usa il ray tracing per determinare
di 37° rispetto alla normale. L’angolo del fascio laser nel
la posizione deH'immagine. L’immagine ò dritta o capo­
liquido è 26°. Qual è l’indice di rifrazione del liquido?
volta? È reale o virtuale?
11. Ili Uno strato d’acqua spesso 1.0 cm si trova su una lastra di
22. Il Un oggetto è a 20 cm da una lente divergente con lun­
vetro orizzontale. Un raggio di luce nell’aria incide sull'acqua
ghezza focale di 10 cm. Usa il ray tracing per determinare
con un angolo di 60° rispetto alla normale. Dopo essere entrato
la posizione deH’immagine. L’immagine è dritta o capo­
nel vetro, qual è l’angolo del raggio rispetto alla nomiale?
volta? È reale o virtuale?
12. Ili Una piscina larga 4.0 m è riempita tino all’orlo. Il fondo
23. I Un oggetto è a 15 cm da una lente divergente con lun­
della piscina diventa completamente in ombra nel pome­
ghezza focale di 10 cm. Usa il ray tracing per determinare
riggio quando il Sole si trova a 20° sulPorizzonte. Quanto
la posizione deH’immagine. L’immagine è dritta o capo­
è profonda la piscina?
volta? È reale o virtuale?
13. Il Un diamante si trova sott'acqua. Un raggio di luce incide
su una faccia del diamante, quindi si propaga a un angolo
di 30° rispetto alla normale. Qual era l’angolo d’incidenza Sezione 18.6 Formazione delLimmagine con specchi sferici
del raggio sul diamante? 24. I Uno specchio concavo ad uso cosmetico ha una lunghezza
14. Il Una sottile bacchetta di vetro ò immersa nel petrolio. focale di 40 cm. Uno spazzolino da mascara lungo 5 cm
Qual è l'angolo critico della luce che viaggia all'interno è tenuto dritto a 20 cm dallo specchio. Usa il ray tracing
della bacchetta? per determinare la posizione e l’altezza della sua immagine.
15. Il Un raggio luminoso viaggia all’interno di una lastra di L’immagine è dritta o capovolta? È reale o virtuale?
vetro orizzontale, colpendo la sua superfìcie superiore con 25. I Una lampadina c a 60 cm da uno specchio concavo con
un angolo di incidenza di 60°. Questo raggio è riflesso lunghezza focale di 20 cm. Usa il ray tracing per deter­
totalmente all’interno della .superfìcie di separazione tra minare la posizione deH’immagine. L’immagine è dritta o
vetro e aria. Un liquido viene quindi versato sulla superfì­ capovolta? È reale o virtuale?
cie del vetro. Qual è il maggiore indice di rifrazione che il 26. I Le luci per rilluminazione di una .sala operatoria usano
liquido può avere affinché il raggio venga ancora riflesso g|Q uno specchio concavo per
totalmente all'interno? concentrare l'immagine di
16. Il Un raggio di luce viaggia una potente lampada sul sito
all'interno di un blocco di chirurgico. Una di queste luci
fluoruro di sodio che ha un ha uno specchio con una lun­
indice di rifrazione n = 1.33 ghezza focale di 15.0 cm. Usa
come mostrato nella Figura il ray tracing per determinare
PI8.16. Il raggio colpisce la la posizione della sua lampada
parete verticale all’angolo cri­ quando il paziente si trova a
tico, viene totalmente riflesso e FIGURA P18.16 LO m dallo specchio. (Devi
quindi emerge nell’aria .sopra al eseguire un buon disegno per
blocco. Qual è l’angolo 0^ con cui emerge il raggio? ottenere una risposta esatta.)
Problemi 625

27. Il Un dentista usa uno specchio curvo per vedere la parte


Specchio ruotalo di 10®
BIO posteriore dei denti dell’arcala superiore. Supponi che
Specchio
voglia un’immagine dritta con un ingrandimento pari a
2.0 quando lo specchio è a 1.2 cm dai denti (tratta questo
problema come se l'oggetto e l’immagine giacessero lungo
una linea retta). Usa il ray tracing per decidere se .serve
uno specchio concavo o convesso e per stimare la sua lun-
ghez/a focale.
5.00 m
28. I Uno specchio convesso, come lo specchietto retrovisore
di un'automobile, ha una lunghezza focale di 2.0 m. Un FIGURA P18.43
oggetto si trova a 4.0 m dallo specchio. Usa il ray tracing
per determinare la posizione della sua immagine. L’imma­ 45. Il La Figura PI8.45 mostra un raggio di luce incidente su
gine ò dritta o capovolta? È reale o virtuale? un cilindro di metallo ben levigalo. A quale angolo 0 sarà
29. Ili Un oggetto si trova a 12 cm di fronte a uno specchio con­ riflesso il raggio?
vesso. Lo specchio crea un’immagine che ò il 75% dell'al­
tezza dell'oggetto. Usa il ray tracing per trovare la distanza
del punto focale dallo specchio.

Sezione 18.7 L’equazione delle lenti sottili


Per i problemi dal 30 al 39, calcola la posizione dell’immagine
e l'altezza. 46. Ili II negozio del tuo parrucchiere ha due s|X'cchi quasi paral­
30. I Un oggetto alto 2.0 cm si trova a 40 cm da una lente con­ leli distanziali tra loro di 5.0 m. Mentre stai seduto sulla
vergente che ha 20 cm di lunghezza focale. sedia, la tua testa si trova a 2.0 m dallo specchio più vicino.
31. Il Un oggetto alto 1.0 cm si trova a 10 cm da una lente con­ Guardando verso questo specchio, vedi la tua faccia e, più
vergente che ha 30 cm di lunghezza focale. distante, la tua nuca (gli specchi devono essere leggermente
32. Il Un oggetto alto 2.0 cm si trova a 15 cm da una lente con­ non paralleli affinché tu possa vedere la tua nuca, ma li puoi
vergente che ha 20 cm di lunghezza focale. trattare come paralleli in questo problema.) Quanto sembra
33. I Un oggetto alto 1.0 cm si trova a 75 cm da una lente con­ lontana la tua nuca? Trascura lo spessore della lesta.
vergente che ha 30 cm di lunghezza focale. 47. I Dirigi il tuo puntatore laser attraverso il vetro piatto di un
34. I Un oggetto alto 2.0 cm si trova a 15 cm da una lente acquario rettangolare con un angolo di incidenza di 45°.
divergente che ha -20 cm di lunghezza focale. L'indice di rifrazione di questo tipo di vetro ò 1.55.
35. I Un oggetto alto 1.0 cm si trova a 60 cm da una lente a. A quale angolo dalla normale il fascio del puntatore
divergente che ha —30 cm di lunghezza focale. laser entra nell’acqua aH’interno dcH’acquario?
36. I Un oggetto alto 3.0 cm si trova a 15 cm da uno specchio b. La tua risposta al punto a dipende dall’indice di rifra­
convesso che ha —25 cm di lunghezza focale. zione del vetro?
37. Il Un oggetto allo 3.0 cm si trova a 45 cm da uno specchio 48. Il Un raggio luminoso viaggia nell'aria e incontra una
convesso che ha -25 cm di lunghezza focale. lastra di vetro spessa 1.2 cm con un angolo d'incidenza
38. I Un oggetto alto 3.0 cm si trova a 15 cm da uno specchio di 35°. Che distanza percorre il raggio luminoso nel vetro
concavo che ha 25 cm di lunghezza focale. prima di emergere dalla parte opposta?
39. I Un oggetto alto 3.0 cm si trova a 45 cm da uno specchio 49. Il Qual ò l'angolo di incidenza nell’aria di un raggio di luce
concavo che ha 25 cm di lunghezza focale. il cui angolo di rifrazione nel vetro ò metà dell’angolo di
40. I A quale distanza da uno specchio concavo con una lun­ incidenza?
ghezza focale di 35 cm dovrebbe trovarsi un oggetto in 50. mi La Figura PI8.50 mostra un raggio luminoso incidente
modo tale che la sua immagine sia alla stessa distanza su un cilindro di vetro. Qual ò l’angolo et del raggio dopo
del l’oggetto rispetto allo specchio? che es.so è entrato nel cilindro?

P roblem i generali
R/2
4L III Partendo da un punto a 3.5 m dallo specchio in un nego-
li^ zio, Susanna cammina verso lo specchio a 1.5 m/s per 2.0 s.
Quanto dista Susanna dalla sua immagine nello specchio
dopo 2.0 s? FIGURA P18.50 FIGURA P18.51
42. Il Ti allontani lentamente da uno specchio piano a una 51.1 Se guardi un pesce attraverso lo spigolo di un acquario
velocità di 0.10 m/s. Con quale velocità la tua immagine rettangolare talvolta potresti vedere due pesci, uno per
sembra allontanarsi da te? ciascun lato dello spigolo, come è illustrato nella Figura
43. Il A quale angolo </> il fascio laser nella Figura PI8.43 P18.51. Disegna alcuni raggi luminosi che raggiungono il
dovrebbe essere puntato verso un soffitto a specchi in tuo occhio dal pesce per mostrare come sia possibile che si
modo da colpire il punto centrale della parete distante? verifichi questo fenomeno.
44. mi Un fascio laser incide su uno specchio a un angolo di 52. Hill E notte e hai fatto cadere i tuoi occhiali in una piscina
30°, come mostrato nella Figura P18.44. Esso viene riflesso profonda 3.0 m. Se tieni un puntatore laser a 1.0 m diret­
dallo specchio e colpisce una parete a 2.0 m dal punto P. tamente sopra il bordo della piscina, puoi illuminare gli
Di quale distanza si muove lo spot del laser sul muro se lo occhiali se il fascio laser entra nell’acqua a 2.0 m dal bordo.
specchio viene ruotato di 10°? Quanto sono distanti gli occhiali dal bordo della piscina?
626 CAPITOLO 18 Ottica geometrica

53. mi Una gara nelTambito di una festa scolastica americana seduto all’estremità di un trampolino, quasi direttamente
consiste nel colpire con una lancia un bersaglio sommerso sopra di essa. Quanto sembra alta la subacquea?
che giace sul fondo di una piscina. L’acqua è profonda 1.0 62. Il Vista da un pesce, la parete dell’acquario spesso 4.00
m. Sei in piedi su un piccolo sgabello e i tuoi occhi si tro­ mm sembra essere di soli 3.50 mm di spessore. Qual è l’in­
vano pertanto a 3.0 m sopra il bordo della piscina. Mentre dice di rifrazione della parete?
guardi il bersaglio, il tuo sguardo è diretto a 30° sotto l’o­ 63. Il Un’ameba è messa a fuoco da un microscopio. Quando
rizzontale. A quale angolo sotto l’orizzontale dovresti sca­ un vetrino spesso 0.15 mm (n = 1.50) è messo sopra l’a­
gliare la tua lancia per colpire il bersaglio? 11 tuo braccio meba, di quanto deve essere spostato l’obiettivo del micro­
alzato porta la punta della tua lancia al livello dei tuoi occhi scopio per riportare l’organismo a fuoco? Lo spostamento
mentre la lanci e su questa breve distanza puoi assumere sarà verso l’alto o verso il basso?
che la lancia viaggi in linea retta anziché lungo una traiet­ 64. Il Un diagramma dei raggi può essere usato per determi­
toria parabolica. nare la posizione di un oggetto se ti viene data la posizione
54. Ili La Figura PI8.54 mostra Linea di vista della sua immagine e la lunghezza focale dello specchio.
un metro di legno che giace Disegna un diagramma dei raggi per determinare l’altezza
sul fondo di una vasca e la posizione di un oggetto che produce un’immagine
lunga 100 cm con il segno 50 cm dritta e virtuale alta 2.0 cm che appare a 8.0 cm dietro uno
dello zero contro il bordo Zero specchio convesso con una lunghezza focale di 20 cm.
sinistro. Guardi nella vasca 65. I Un oggetto alto 2.0 cm si trova a 8.0 cm davanti a una
a un angolo di 30°, con la KX)cm lente convergente con una lunghezza focale di 10 cm.
tua linea di vista che sfiora FIGURA P ia .54 Usa il ray tracing per determinare la posizione e l’altezza
la parte superiore del bordo sinistro della vasca. Quale dell’immagine. L’immagine è dritta o capovolta? È reale o
segno vedi del metro di legno se la vasca è (a) vuota, (b) virtuale?
mezza piena d’acqua e (c) completamente piena d’acqua? 66. II Hai bisogno di usare una lente con lunghezza focale di 24
55. Ili Ti trovi in piedi di notte dentro una piscina profonda 1.5 cm per produrre un’immagine con altezza doppia dell’og­
m. L’acqua è immobile. Hai in mano un puntatore laser e getto. A quale distanza dall’oggetto dovrebbe essere posta
lo accendi tenendolo quasi parallelo alla superficie, ma leg­ la lente?
germente piegato verso il basso in modo tale che il fascio 67. mi Una persona che vede solo da vicino può correggere la
entri neH’acqua a 5.0 m da te. A quale di.stanza da te il sua visione indossando lenti divergenti con una lunghezza
fascio colpisce il fondo della piscina? focale/ = —50 cm. Quando indossa questi occhiali, non
56. Ili Qual è l’angolo di uscita 0 dal prisma di vetro mostrato vede gli oggetti reali ma un’immagine virtuale di questi
nella Figura PI8.56? oggetti prodotta dai suoi occhiali. Supponi che egli guardi
una matita lunga 12 cm tenuta verticalmente a 2.0 m dai
suoi occhiali. Usa il ray tracing per determinare la posi­
zione e l’altezza dell’immagine.
68 . I Un oggetto alto 1.0 cm è posizionato a 20 cm davanti a
una lente convergente che ha una lunghezza focale di 10
y5"
cm. Usa il ray tracing per determinare la posizione e l’al­
FIGURA P18.56 FIGURA P18.57 tezza dell’immagine. Per una maggiore precisione, usa un
57. III C’è solo un angolo di incidenza fi nel prisma per cui la righello e della carta millimetrata. Determina la distanza
luce all'interno di un prisma isoscele viaggia parallela alla deH’immagine e l’altezza misurandola sul tuo diagramma.
ba.se ed emerge allo stesso angolo jS, come mostrato nella 69. II Un oggetto alto 2.0 cm è posizionato a 20 cm davanti a
Figura PI8.57. una lente convergente che ha una lunghezza focale di 60
a. Trova un’espressione per p in funzione dell’angolo cm. Usa il ray tracing per determinare la posizione e l’al­
all’apice del prisma e dell’indice di rifrazione //. tezza dell’immagine. Per una maggiore precisione, usa un
b. Una misurazione di laboratorio trova che p = 52.2° per righello e della carta millimetrata. Determina la distanza
un prisma che ha la forma di un triangolo equilatero. dell’immagine e l’altezza misurandola sul tuo diagramma.
Qual è l’indice di rifrazione del prisma? 70. Il Un oggetto alto 1.0 cm è posizionato a 7.5 cm davanti
58. mi Qual è l’angolo più piccolo 0^ a una lente divergente che ha una lunghezza focale di 10
per cui un fascio laser subisce una _ cm. Usa il ray tracing per determinare la posizione e l’al­
ritlessione totale interna suH’ipote- 3(T tezza deH'immagine. Per una maggiore precisione, usa un
nusa del prisma di vetro nella Figura righello e della carta millimetrata. Determina la distanza
PI 8.58? deH’immagine e l'altezza misurandola sul tuo diagramma.
59. Ili Uno spessore di 1.0 cm di acqua 71. Il Un oggetto alto 1.5 cm è posizionato a 90 cm davanti
òoy a una lente divergente che ha 45 cm di lunghezza focale.
si trova sopra una lastra di vetro
orizzontale. La luce dall’interno FIGURA P i8.58 Usa il ray tracing per determinare la posizione e l’altezza
del vetro incide sulla superficie di separazione tra vetro deH'immagine. Per una maggiore precisione, usa un
e acqua. Qual è l’angolo massimo d’incidenza per cui un righello e della carta millimetrata. Determina la distanza
raggio di luce riesce a emergere nell’aria dall’acqua? deH’immagine e l’altezza misurandola sul tuo diagramma.
60. Hill 11 cuore di vetro di una fibra ottica ha un indice di rifra­ 72. Il La Luna ha un diametro di 3.5 • 10^ m e una distanza
zione di 1.60. L’indice di rifrazione del rivestimento è dalla Terra di 3.8 • 10^ m. Lo specchio concavo di un
1.48. Qual è l’angolo massimo tra un raggio luminoso e la telescopio ha una lunghezza focale di 1.2 m e concentra
parete del cuore della fibra di vetro se si vuole che il raggio fimmagine della Luna su un rivelatore. Qual è il diametro
resti confinato nel tubo più interno? deH’immagine della Luna?
61. mi Una subacquea alta 150 cm è in piedi completamente 73. Ili La fiamma di una candela è alta 2.0 cm e si trova a 2.0 m
sommersa sul fondo di una piscina piena d’acqua. Tu sei da una parete. Per caso tu hai una lente con una lunghezza
Problemi 627

focale di 32 cm. In quanti punti puoi mettere la lente per piccolo avvallamento della strada in
formare un’immagine bene definita della fiamma della lontananza appare come se fosse riem­
candela sulla parete? Per ciascun punto, qual è la posizione pito d’acqua. Tu potresti addirittura
e l’altezza dell’immagine? aver visto la ritlessione di un’automo­
74. Il Un ragno di diametro 2.0 cm si trova a 2.0 m da un muro. bile che ti viene incontro. Ma, mentre ti
Determina la lunghezza focale e la posizione (misurata dal avvicini, non trovi alcuna pozzanghera,
muro) di una lente che produce un’immagine dimezzata del la superficie brillante sparisce e non
ragno sul muro. vedi nient’altro che la strada vuota. Era
75. Ili La Figura PI 8.75 mostra un metro di legno tenuto oriz­ solamente un miraggio, un particolare
zontalmente lungo l’asse ottico di uno specchio concavo. fenomeno ottico.
Quando sarà lunga l’immagine del metro? 11 miraggio è dovuto alla differenza tra gli indici di rifra­
zione del l’aria calda e di quella fredda. La deviazione reale
/ /=40cm
dei raggi luminosi che produce il miraggio è complessa, ma
Metro di legno
possiamo fornire un modello semplice di questo fenomeno.
100 cm Quando l’aria viene riscaldata, la sua densità diminuisce e
quindi anche il suo indice di rifrazione. Di conseguenza, una
FIGURA P18.75 60 cm sacca di aria calda in un avvallamento di una strada ha un
76. Il Un proiettore di diapositive ha bisogno di creare un’im­ indice di rifrazione più basso di quello dell’aria soprastante più
magine alta 98 cm di una diapositiva alta solo 2.0 cm. Lo fredda. 1raggi luminosi incidono con un grande angolo d’inci­
schermo si trova a 300 cm dalla diapositiva. denza (cioè quasi parallelamente alla strada, come è illustrato
a. Quale lunghezza focale deve avere la lente? Assumi che nella Figura PI8.78) e subiscono una ritlessione totale interna.
essa sia una lente sottile. Il miraggio che tu vedi è dovuto a questa riflessione. Mentre
b. A che distanza dovresti mettere la lente dalla diaposi­ ti avvicini, l’angolo diventa
tiva? minore dell’angolo critico ----An^ù
77. Ili La scritta nello spec­ e ne consegue che non ci
Sacca di aria calda
chietto sul lato passeggero sia più nessuna riflessione FIGURA P18.78
della tua auto (nelle auto totale interna: “l’acqua’’ sva­
americane NdT) dice “At­ nisce!
tenzione! Gli oggetti nello 78. I La sacca di aria calda sembra essere una pozza d’acqua
specchietto sono più vicini perché
di quanto sembrino.’’ Non A. La luce viene riflessa alla superficie di separazione tra
c’è tale avvertimento pe­ aria calda e fredda.
rò nello specchietto del guidatore. Considera un tipico B. La sua densità è prossima a quella dell’acqua.
specchio convesso dal lato passeggero con una lunghezza C. La luce viene rifratta alla superficie di separazione tra
focale di 80 cm. Un ciclista alto 1.5 m su una bicicletta si aria calda e fredda.
trova a 25 m dallo specchio. Tu sei a LO m dallo specchio, D. L’aria calda emette luce blu che è dello stesso colore
e supponi, per semplicità, che lo specchio, tu c il ciclista vi del cielo diurno.
troviate tutti lungo una stessa retta. 79. I Quale di questi cambiamenti ti consentirebbe di avvici­
a. Quanto dista da te l’immagine del ciclista? narti di più al miraggio prima che questo scompaia?
b. Quanto sarebbe stata distante rimmagine se lo specchio A. Rendere la sacca d’aria calda prossima alla temperatura
fosse stato piano? dell’aria soprastante
c. Qual è l’altezza deH’immagine? B. Guardare al miraggio in una giornata ventosa, che
d. Quale sarebbe stata l’altezza deH’immagine se lo spec­ mischia gli strati d’aria.
chio fosse stato piano? C. Aumentare la differenza di temperatura tra la sacca
e. Perché c’è tale scritta sullo specchio dalla parte del d’aria calda e l’aria fredda sopra di essa.
passeggero? D. Guardare al miraggio da un'altezza maggiore rispetto al
suolo
80. I Se potessi vedere chiaramente l’immagine di un oggetto
Esercitazioni per te st di tip o M C A T che era riflesso da un miraggio, l’immagine apparirebbe
A. Ingrandita.
I miraggi
B. Capovolta.
C'è un interessante effetto ottico che potresti notare quando C. Più lontana dell’oggetto.
guidi in una giornata di sole lungo una strada in pianura. Un D. Con la destra e sinistra invertite.
628 CAPITOLO 18 Ottica geometrica

RISPOSTE ALLE PAUSE DI RIFLESSIONE

Pausa di ritlessione - Anteprima Capitolo: B. Il diametro del Pausa di riflessione 18.3: A. Il raggio viaggia più vicino alla
foro è mollo maggiore della lunghezza d’onda della luce, quindi normale in entrambi i mezzi 1 e 3 rispetto al mezzo 2, quindi
il modello del raggio luminoso è applicabile c la luce viaggerà //, e sono entrambi maggiori di L’angolo è più piccolo nel
in linea retta dalla lampada allo schermo. I raggi luminosi dalla mezzo 3 rispetto al mezzo 1, quindi > fl^.
cima della lampada passeranno attraverso il foro e colpiranno
Pau.sa di riflessione 18.4: K. Dalla Figura 18.30, l’immagine P'è
in prossimità del fondo dello schermo, mentre i raggi prove­
creata da molti raggi provenienti da P che passano attraverso tutte
nienti dalla parte bassa della lampada attraverseranno il foro e
le parti della lente. Se la metà superiore della lente viene oscurata,
colpiranno la parte superiore dello schermo. Quando sono presi
tutti i raggi che pa.ssano nella metà inferiore della lente si concen­
in considerazione tutti i raggi, l'immagine della lampada sullo
trano ancora nel punto P'. L’immagine rimane nitida ma, poiché
schermo sarà capovolta.
un minor numero di raggi raggiunge P', essa è più debole.
Pausa di rinessioiie 18.1: A A B
Pau.sa di riflessione 18.5: K. I raggi dall'oggetto sono diver­
e B. I raggi
ggi dalla parte alta e
genti. Senza una lente, i raggi non potrebbero convergere per
Ila Ilampada che attra- f
bassa della )
formare un'immagine di qualsiasi tipo sullo .schermo.
versano la parte alta e bassa
del disco definiscono le regio­ Pausa di rifle.ssione 18.6: C. Per uno specchio convergente, la
ni prive di luce (ombra) e quelle luminose. L’ombra è completa lunghezza focale/è la distanza dallo specchio a cui si incontra­
solo nelle posizioni A e B. no i raggi paralleli incidenti. La Luna è cosi distante che i raggi
provenienti da qualsiasi punto sulla Luna sono quasi paralleli.
Pau.sa di riflessione 18.2: C. L’immagine dovuta a uno spec­
Quindi l’immagine della Luna sarà quasi alla distanza/davanti
chio piano ò sempre localizzata dal lato opposto dello specchio
allo specchio.
rispetto alfoggetto, lungo una linea passante per l'oggetto e
perpendicolare allo specchio, e alla stessa distanza delfoggetto Pau.sa di rifle.ssione 18.7: A. L’equazione delle lenti .sottili è l/.s
dallo specchio. La posizione dell'osservatore non influisce sulla + l/.v' = 1//'. La lunghezza focale della lente è fis.sa. Poiché l/.v di­
posizione dell’immagine. venta più piccola quando .v viene aumentata, l/.v' deve diventare
maggiore per compensare. Quindi .v' deve diminuire.
Questo pesce della
famiglia Anablepidae ò
anche chiamato "pesce
quattrocchi". In che
cosa si distingue ia metà
superiore dei suoi occhi
rispetto a queiia inferiore
affinché questo pesce
possa avere una visione
chiara e simuitanea di
oggetti sia sopra sia sotto
ia iinea deii'acqua?
A N T E P R IM A
Obiettivo: comprendere come funzionano alcuni strumenti ottici.
L'occhio umano Gli strumenti ottici La risoluzione ottica
Il più importante strumento ottico sono i Una lente convergente è la più semplice Questa immagine ingrandita dei
nostri occhi, che usano una lente detta lente d’ingrandimento. Studieremo anche cromosomi è leggermente sfocata a causa
cristallino per mettere a fuoco la luce i microscopi e i telescopi. dei limiti della risoluzione del
sulla retina fotosensibile. microscopio dovuti alla diffrazione.

Apprenderemo come la miopia o la Vedremo come gli strumenti ottici Apprenderemo che un microscopio non è
presbiopia possano essere corrette possono essere progettati per ingrandire in grado di risolvere le caratteristiche di un
usando occhiali o lenti a contatto. gli oggetti fino a migliaia di volte. oggetto se queste sono molto inferiori alla
lunghezza d'onda della luce.

F L A SH B A C K
Formazione di immagini da lenti PAUSA DI RIFLESSIONE
Nella Sezione 18.5 abbiamo appreso come una lente singola possa formare
un’immagine reale di un oggetto. In questo capitolo, studieremo come la Una lente convergente crea un’immagine reale e
combinazione di due lenti possa formare immagini ingrandite maggiormente, capovolta. Affinché ciò accada, l’oggetto deve
come nel caso dei microscopi e dei telescopi. essere

Oggetto
A. Più vicino alla lente del punto focale.
B. Più lontano dalla lente rispetto al punto focale.
Un'immagine reale è quella C. Nel punto focale.
attraverso cui passano realmente
i raggi luminosi. Essa si trova
i ^ \ Immagine

dalla parte opposta della lente


rispetto all'oggetto.
630 CAPITOLO 19 Strumenti ottici

19.1 La macchina fotografica


Questo capitolo analizzerà un certo numero di strumenti ottici in cui una com­
binazione di lenti e specchi produce funzioni molto utili. Inizieremo con uno
strumento familiare a tutti: la macchina fotografica. Una macchina fotogra­
fica è uno strumento che proietta un’immagine reale su una superficie piana,
dove l’immagine può essere registrata su una pellicola o, nel caso delle odierne
fotocamere digitali, su un rivelatore elettronico. Sebbene le moderne macchine
fotografiche siano una meraviglia dell’ingegneria ottica, è possibile ottenere
delle immagini accettabili usando semplicemente una scatola con superficie
non rifiettente su cui è praticato un piccolo foro. Questo semplice dispositivo
viene chiamato macchina fotografica a foro stenopeico ed è mostrato nella
Un occhio a foro stenopeico BIO FIGURA i9.ia. La FIGURA 19.1 b Lisa il modello del raggio luminoso per illustrare
Il nautilus pompilius è il solo animale
dotato di un occhio che ricalca in tutto e come funziona questo tipo di macchina fotografica. Ciascun punto sulla super­
per tutto una vera macchina fotografica ficie di un oggetto emette raggi luminosi in tutte le direzioni, ma, idealmente,
a foro stenopeico. I raggi luminosi solo uno di questi raggi passa attraverso il foro e raggiunge la pellicola. Cia­
passano attraverso una piccola apertura scun punto sull’oggetto, quindi, illumina solo un punto della pellicola, for­
e formano un'immagine grezza sulla
superficie posteriore dell’occhio» dove i mando l’immagine. Come illustra la figura, la geometria dei raggi causa il
raggi colpiscono le cellule fotosensibili. capovolgimento del 1’immagine.
L’immagine può essere poco nitida, ma
essa è sufficiente a permettere al nautilus
FIGURA 19.1 Una macchina fotografica a foro stenopeico
pompilius di catturare le prede e sfuggire ai (a) Immagine sul (b) Qucsii raggi non riescono
predatori. a entra re nel foro.

Limmagine ò capovolta. Se il foro


ò suftìeieniemenie piccolo, ciascun
punto deirimmagine corrisponde
ad un punto delfoggetto.

Come abbiamo detto, ciascun punto sull’oggetto illumina una porzione pic­
cola e limitata di pellicola. Questo avviene perché le dimensioni finite del foro
consentono a diversi raggi provenienti da ogni punto di passare nel foro ad angoli
leggermente diversi. Di conseguenza, f immagine è leggermente sfocata. La
massima nitidezza si ottiene rendendo il foro sempre più piccolo, il che però
rende fimmagine sempre più fioca (la diffrazione diventa anch’essa un pro­
blema quando il foro diventa troppo piccolo). Una vera macchina fotografica a
foro stenopeico comporta necessariamente un piccolo sfocamento dell’imma­
gine se si vogliono ottenere immagini sufficientemente luminose per fini pratici.
In una macchina fotografica standard, si ottiene un miglioramento notevole
FIGURA 19.2 Una macchina fotografica. ponendo una lente al posto del foro. La f i g u r a 19.2 mostra come una lente
Immagine convergente in una macchina fotografica proietti un’immagine reale capovolta
Rivelatore sul rivelatore elettronico, proprio come fa una macchina fotografica a foro
elettronico
di luce stenopeico. A differenza del foro stenopeico, però, una lente può essere grande,
facendo quindi entrare molta luce, e riuscire a produrre immagini perfetta­
mente a fuoco. La figura non mostra Votturatore, una barriera opaca posta
davanti alla lente che viene brevemente rimossa per consentire alla luce di
passare attraverso la lente, e il diaframtna, un gruppo di lamine poste davanti
alla lente usate per ridurne il diametro. Il diaframma aiuta quindi a controllare
la quantità di luce che raggiunge il rivelatore della macchina fotografica.

FIGURA 19.3 Messa a fuoco di una macchina fotografica.


19.1 La macchina fotografica 631

l.a FIGURA 19.3 illustra i raggi luminosi emessi da un oggetto che passano
attraverso la lente e convergono nel piano dell’immagine B. Qui, un singolo
punto P suH’oggetto viene messo a fuoco in un singolo punto P’ nel piano
delPimmagine. Se il rivelatore elettronico è posto in questo piano, su di esso si
formerà un’immagine nitida. Se, invece, il rivelatore è posto un po’ più avanti
rispetto al piano dell’immagine, nella posizione A, i raggi dal punto P non
convergono completamente sul rivelatore generando su di esso un piccolo cer­
chio sfocato anziché un punto nitido. L’immagine complessiva apparirà per­
tanto sfocata, come si può vedere nella figura. Allo stesso modo, se il rivelatore
è posto nel punto C, cioè oltre il piano dell’immagine, i raggi divergono dal
loro fuoco perfetto e ancora una volta formano un’immagine sfocata.
Pertanto, per ottenere un’immagine nitida, il rivelatore deve es.sere posizio­
nato accuratamente nel piano dell’immagine. La Figura 19.3 mostra che un
modo per fare ciò consiste nel muovere il rivelatore finché questo non coincide
con il piano delPimmagine. Più comunemente, invece, una macchina fotogra­
fica effettua la m e ssa a fu o c o spostando la lente avanti o indietro rispetto al
piano del rivelatore finché Pimmagine generata non è nitida. In entrambi i casi,
viene variata la distanza lente-rivelatore.
ESEMPIO 19.1 I La m e ssa a fuoco di una m acchina fotografica
Una macchina fotografica digitale la cui lente ha una lunghezza focale di 8.0 mm
viene usata per fotografare un oggetto distante 30 cm. Quale dev’essere la distanza
della lente dal rivelatore fotosensibile affinché l’immagine sia a fuoco?
IM P O S T A Z IO N E Come mostrato nella Figura 19.3, Pimmagine sarà a fuoco quando
il rivelatore è nel piano delPimmagine. Quindi abbiamo bisogno di trovare la distanza
delPimmagine, conoscendo la distanza dell’oggetto 5 = 30 cin e la lunghezza focale
della lente/ = 8.0 mm.
S O L U Z IO N E Possiamo riscrivere l’equazione delle lenti sottili. Equazione 18.11,
per determinare la distanza delPimmagine s'\
1 1 1 1 1
= 122 m' -I
5' / 5 0.0080 m 0.30 rn
Quindi .P = 1/122 n r' = 0.0082 m = 8.2 mm. La distanza tra lente e rivelatore dev’es­
sere di 8.2 mm.
V E R IF IC A Quando l’oggetto è posto alPinfinito, Pimmagine, per definizione, è alla
lunghezza focale: s' = / = 8.0 mm. Se l’oggetto viene portato a 30 cm, la lente deve
essere spostata in avanti di una distanza pari a solo (8.2 mm - 8.0 mm) = 0.2 mm
per mettere a fuoco l’oggetto. In generale, le lenti di una macchina fotografica non
hanno bisogno di grandi spostamenti.

Per registrare Pimmagine, le macchine fotografiche digitali usano un rive­


latore elettronico sensibile alla luce chiamato charge-coupled device o CCD.
Una CCD è composta da una matrice rettangolare di molti milioni di piccoli Se una foto digitale viene ingrandita a
rivelatori chiamati pixel. Quando la luce colpisce uno di questi pixel, questo sufficienza, possiamo vedere i singoli
pixel che compongono l'immagine.
genera una carica elettrica proporzionale alPintensità della luce. L’immagine
viene quindi registrata su una CCD in termini di piccoli pacchetti di cariche.
Dopo che la CCD è stata esposta alla luce, vengono lette le cariche, i segnali
vengono digitalizzati e la fotografia viene immagazzinata nella memoria digi­
tale della macchina fotografica.
La FIGURA 19.4 mostra una CCD e, schematicamente, l’aspetto ingrandito dei FIGURA 19.4 Una CCD usata in una
pixel sulla sua superficie. Per registrare l’informazione relativa ai colori, i pixel macchina fotografica digitale.
sono coperti da filtri rossi, verdi o blu; un pixel coperto da un filtro verde, per 46(K) X 3500 pixel
esempio, registrerà solo l’intensità della luce verde che lo colpisce. Più tardi, il
microproces.sore della macchina fotografica effettua un’interpolazione sulla base
dei colori vicini per dare a cia.scun pixel il suo vero colore. La struttura della
retina dell’occhio è notevolmente simile, come vedremo nel Capitolo 25.

PAUSA DI RIFLESSIONE 19.1 Lo schermo di una macchina fotografica a foro ste-


nopeico viene allontanato ulteriormente dal foro. L’immagine sullo schermo sarà
A. Più grande.
B. Più piccola.
C. Della stessa dimensione.
632 CAPITOLO 19 Strumenti ottici

19.2 L’occhio umano bio


L’occhio umano funziona in modo molto simile a una macchina fotografica.
Come la macchina fotografica, l’occhio ha tre gruppi principali di funzioni: un
sistema ottico per mettere a fuoco la luce entrante, un diaframma per aggiu­
stare la quantità di luce nell’occhio, una superficie sensibile alla luce per regi­
strare l’immagine risultante. Le parti dell’occhio che compongono i tre gruppi
FIGURA 19.5 L'occhio umano. sono illustrate nella f i g u r a 19.5. La cornea, Vumore acqueo e il cristallino
Retina sono responsabili congiuntamente della rifrazione dei raggi luminosi entranti e
Cristallino
della produzione dell’immagine. Viride, essendo adattabile, determina quanta
luce entra nell’occhio, analogamente al diaframma di una macchina fotogra­
fica. La retina è la superficie fotosensibile su cui si forma l’immagi ne. La
retina è l’equivalente biologico della CCI3 in una fotocamera digitale.

M essa a fuoco e accomodazione


Come una macchina fotografica, l’occhio funziona mettendo a fuoco i raggi
entranti su una superficie fotosensibile, in questo caso la retina. Per farlo, la luce
viene rifratta, nell’ordine, dalla cornea, dall’umore acqueo e dal cristallino, come
illustrato nella Figura 19.5. Gli indici di rifrazione (//) di queste parti dell’occhio
variano, ma il loro valore medio è di circa 1.4. Può sembrare sorprendente, ma la
maggior parte della rifrazione dell’occhio non avviene nel cristallino, bensì alla
superficie della cornea. Ciò è dovuto sia alla forte curvatura della cornea sia alla
grande differenza tra gli indici di rifrazione delle superfici anteriore e posteriore.
La luce subisce una deviazione minore mentre passa attraverso il cristallino per­
ché il suo indice di rifrazione non differisce molto da quello del 11nido che lo
Nervo circonda. Se il cristallino viene rimosso chirurgicamente, il che avviene spesso
ottico
nelle persone affette da cataratta (opacizzazione del cristallino), la cornea da sola
ancora riesce a fornire un livello marginale di capacità visiva.
La maggior parte della ritra/ione avviene sulla L’occhio deve costantemente rimettere a fuoco mentre vede oggetti distanti,
superfìcie della cornea, dove A« ò maggiore. alternati da altri più vicini. Effettua questa operazione in modo così automatico
che solitamente non siamo consci di questo processo. Una macchina fotogra­
fica mette a fuoco variando la distanza tra la lente e il rivelatore della luce, ma
il nostro occhio mette a fuoco in modo diverso: variando la lunghezza focale
del cristallino stesso. Come illustrato nella f i g u r a i9.e, per farlo usa il muscolo
ciliare che cambia la forma del cristallino. Questo processo di cambiamento
della forma del cristallino mentre l’occhio mette a fuoco oggetti a diverse
distanze viene chiamato accomodazione.
FIGURA 19.6 L'accomodazione dell'occhio.
punto remoto; il punto Quando l’occhio mette a fuoco un
più distante a cui l'occhio oggetto distante, i muscoli ciliari
riesce a mettere a fuoco soiK) rilassati e il cristallino è
meno curvo.

Il punto prossimo; il
punto più vicino a cui
l’occhio riesce a mettere
a fu(Ko

Quando l'iKchio mette a fiUK'o un


oggetto vicino, i muscoli ciliari sono
contratti e il cristallino è più curvo.

La massima di.stanza a cui può stare un oggetto posto sull’asse ottico che
viene mes.so a fuoco sulla retina in assenza di accomodazione (ossia con l’oc­
chio rilassato) è detta il punto remoto dell’occhio (PR). In una vista normale,
il punto remoto è all’infinito. Viceversa, la distanza minima alla quale può
trovarsi un oggetto per poter essere distinto in modo chiaro, mettendolo a
fuoco, con il muscolo ciliare completamente contratto, è chiamata il punto
prossim o (PP). Gli oggetti più vicini del punto prossimo risultano sfocati per­
ché vanno oltre la capacità di accomodazione.
19.2 L'occhio umano 633

Difetti della vista e loro correzione


Il punto prossimo di una vista normale è a 25 cm, ma il suo valore in un indi­
viduo varia in funzione delTetà. Il punto prossimo di un bambino può essere di
soli 10 cm. II valore “normale” di 25 cm è tipico di un giovane adulto, ma il
punto prossimo della maggior parte delle persone inizia a spostarsi in avanti a
partire dalTetà di 40-45 anni e può raggiungere 200 cm aH’età di 60 anni. Que­
sta perdita della capacità di accomodazione, che deriva dalla perdita di flessi­
bilità del cristallino, è chiamata presbiopia. Anche se la loro vista è altrimenti
normale, gli individui con presbiopia hanno bisogno di occhiali per leggere in
Vedere so tt'a cq u a
BIG Quando nuotiamo
modo da riportare il loro punto prossimo a una distanza di 25-30 cm, più
sott’acqua, la differenza tra gli indici
comoda per la lettura. eli rifrazione della cornea {n = 1.38) e
La presbiopia è conosciuta come un errore rifrattivo delTocchio. Due altri dclfacqua (// = 1.33) è troppo piccola per
comuni errori ribattivi sono Vipermetropìa e la miopia. Tutti e tre i difetti produrre una rifrazione significativa, quindi
possono essere corretti con lenti - sia sotto forma di occhiali che di lenti a l’occhio non riesce a mettere a fuoco. Se
si indossano degli occhialini, la superficie
contatto - che assistono rocchio nella messa a fuoco. Le lenti correttive sono
della cornea è a contatto con l’aria, anziché
prescritte non indicando loro lunghezza focale ma il loro potere diottrico. Il con l'acqua, e l’cx:chio riesce a mettere a
potere diottrico di una lente è Linverso della sua lunghezza focale: fuoco normalmente. Gli animali che vivono
sott’acqua generalmente possiedono cornee
1 I P.112 molto più curve per compensare la piccola

f
Potere diottrico di una lente con lunghezza focale /
( 1 9 . 1)
LI, differenza degli indici di rifrazione. Il pesce
(fualtrocchi, mostrato all'inizio di questo
INVERSAMENTE capitolo, è particolarmente insolito in quanto
PROfORZtONAlE
vive alla superficie dell’acqua. Per poter
mettere a fuoco simultaneamente gli oggetti
Una lente con un potere diottrico più alto (una lunghezza focale minore) sopra e sotto la superficie dell’acqua, esso
produce la rifrazione ad angoli maggiori dei raggi luminosi. Nel SI il potere è evoluto fino ad avere una cornea molto
diottrico delle lenti ha come unità di misura la diottria, abbreviata con la let­ asimmetrica che è molto ricurva al di sotto
della linea dell’acqua.
tera D, definita come 1 D = 1 m''. Quindi una lente con/ = 50 cm = 0.50 m ha
un potere diottrico P = 2.0 I).
Noteremo che nelle prescrizioni di un oculista la D è assente perché il fab­
bricante di lenti già sa che le prescrizioni sono in diottrie, infatti ci capiterà ad
esempio di leggere sulla nostra prescrizione qualcosa come -f-2.5/+2.7. Questo
significa che il nostro occhio destro ha bisogno di una lente correttiva con P —
^2.5 D, dove -f indica una lente convergente con una lunghezza focale posi­
tiva. 11 nostro occhio sinistro necessita invece di una lente con P = 4-2.7 D.
Nella maggior parte dei casi, gli occhi di una persona non sono uguali e spesso
occorre una lente correttiva diversa per ciascun occhio. Le prescrizioni con
numeri negativi indicano lenti divergenti con lunghezze focali negative.
Una persona che vede bene da lontano riesce a vedere oggetti lontani (ma
anche in questo caso il suo occhio deve fare uso del processo accomodativo), La prescrizione deH'ottico è -2.25 D per
ma il suo punto prossimo è maggiore di 25 cm, spesso molto maggiore, quindi l'occhio destro (in alto) e -2.50 D per
non riesce a mettere a fuoco oggetti vicini. Questo difetto visivo - chiamato
quello sinistro (in basso).
ipermetropia - è provocato da un bulbo oculare che è troppo corto per il potere
diottrico della cornea e del cristallino. Come illustrano le f i g u r e i9 .? a e b nella
pagina successiva, nessun processo accomodativo consente a quest’occhio di
mettere a fuoco un oggetto distante 25 cm, il punto prossimo normale.
Con ripermetropia, rocchio ha bisogno di assistenza per mettere a fuoco i
raggi provenienti da oggetti vicini su una retina più vicina del normale. Tale
assistenza si ottiene aggiungendo potere diottrico con la lente positiva (cioè
convergente) mostrata nella f i g u r a 19 .7 c . Per comprendere come funziona que­
sta correzione, ricordiamo che l’obiettivo è di consentire a una persona di met­
tere a fuoco oggetti distanti 25 cm. Se una lente correttiva forma un’immagine
virtuale dritta al vero punto prossimo dell’occhio, quell’immagine virtuale
viene percepita dall’occhio come un oggetto e, con un’accomodazione mas­
sima, l’occhio potrà concentrare questi raggi sulla retina. La presbiopia, la
perdita della capacità di accomodazione con l’età, viene corretta allo stesso
modo.
Una persona che vede bene da vicino può vedere chiaramente oggetti vicini
quando l’occhio è rilassato (e vede oggetti estremamente vicini usando l’acco-
modazione), ma nessun rilassamento le consente di vedere oggetti distanti. Il
difetto visivo di vedere bene solo da vicino - chiamato miopia - è causato da
634 CAPITOLO 19 Strumenti ottici

un bulbo oculare che è troppo allungato. Come illustra la f i g u r a i9.8a, i raggi


provenienti da oggetti distanti vengono messi a fuoco davanti alla retina e ini­
ziano a divergere prima di entrare a contatto con la superficie fotosensibile. 11
punto remoto dell’occhio, illustrato nella f i g u r a i9.8b, è minore dell’infinito.
Per correggere la miopia, abbiamo bisogno di una lente divergente, come
mostrato nella f i g u r a 1 9 . 8 c , per sfocare leggermente i raggi e spostare il punto
immagine indietro verso la retina. Per mettere a fuoco un oggetto molto
distante, la persona necessita di una lente correttiva che formi immagini vir­
tuali diritte nel suo punto remoto reale. Tale immagine virtuale viene percepita
come un oggetto dall’occhio e, quando quest’ultimo è totalmente rilassato,
l’occhio riesce a mettere a fuoco questi raggi sulla retina.

FIGURA 19.7 Ipermctropia, FIGURA 19.8 Miopia,


(a) Posizione della retina (a) Posizione della
in un occhio normale retina in un
Bulbo (K'ulare allungato (Kchio normale

Raggi paralleli da
un oggetto distante
Un occhio totalmente rilassato mette a fuoco
r immagine viene messa a I'uck' o oltre rimmagine davanti alla retina reale. Quindi
la retina. Quindi 1*immagine è sfocata. rimmagine è sfocata.
Massimo aggiustamento (h) Totalmente rilassato

Questo è il punto più vicino per il


quale l’occhio può mettere a fuoco. quale rt)cchio può mettere a fuoco.

(c) Questa è 1*immagine vicina che


(c)
l’occhio vuole meitere a fucKo.
...- L'tKchio vuole vedere
un’immagine distante.

Una lente convergente forma Una lente divergente forma


un'immagine virtuale nel punto prossimo un’immagine virtuale nel punto remoto Immagine
Immagine
dell'occhio. Questa immagine agisce deH'(Kchio. Questa immagine agisce messa a fu(K*o
messa a fuoco.
come l'oggetto per l’iK'chlo ed è quella come l'oggetto per l'(K'chit) ed è quella
su cui l’occhio in reaitù si mette a fuoco. su cui l’tK'chio in realtà si mette a fuoco.

Carla ha una disianza di punto prossimo di 40


PAU SA DI R IF L E SSIO N E 19.2
CITI.Affinché possa mettere a fuoco un libro distante 25 cm, le sue lenti corret­
tive dovrebbero creare
A. Un’immagine virtuale del libro a 40 cm dal suo occhio.
B. Un’immagine reale del libro a 40 cm dal suo occhio.
C. Un’immagine virtuale del libro a 25 cm dal suo occhio.
D. Un’immagine reale del libro a 25 cm dal suo occhio.

ESEMPIO 19.2 La correzione delllperm etropia


Sandro è ipermetrope. Il punto prossimo del suo occhio destro un’immagine virtuale nella posizione s* = —150 cm (negativa
è a 150 cm. Quale prescrizione di lenti sarà in grado di fargli perché è un’immagine virtuale) di un’oggetto posto in 5 = 25
riacquistare una vista normale? cm. Dall’equazione delle lenti sottili,
IM P O S T A Z IO N E La vista normale permetterebbe a Sandro
—1 = 1—+1 —7 = 771 1---- b “ t1::— ~ 3.3 . . m -I
di mettere a fuoco un oggetto distante 25 cm. Nel misurare f s s 0.25 m -1.50 m
le distanze, ignoreremo il piccolo spazio tra la lente e il suo l//è il potere diottrico della lente, e n r' sono diottrie. Quindi la
occhio. prescrizione è per una lente con potere P = 3.3 D.
S O L U Z IO N E Poiché Sandro può vedere oggetti a 150 cm, V E R IF IC A L’ipermetropia viene sempre corretta con una lente
usando l’aggiustamento massimo, vogliamo che la lente crei convergente.
19.3 La lente d’ingrandimento 635

E SE M P IO 19.3 La correzione della miopia


Martina è miope. Il punto remoto del suo occhio sinistro è a che generi un’immagine virtuale nella posizione s’ = -200 cm
200 cm. Quale prescrizione di lenti sarà in grado di ripristinare (negativa perché è un’immagine virtuale) di un oggetto posto
una vista normale? in .9= oocm. Dall’equazione delle lenti sottili,
IM PO ST A ZIO N E Una vista normale consentirebbe a Martina i - l + JL - 1 1
di mettere a fuoco un oggetto molto distante. Nel misurare le / s s' 00 m -2.0 m = -0.5 m~'
distanze, ignoreremo il piccolo spazio tra la lente e il suo occhio. Quindi la prescrizione è per una lente con potere P = -0.5 D.
S O L U Z IO N E Poiché Martina è in grado di vedere oggetti a 200 V E R IF IC A La miopia viene sempre corretta con una lente
cm con un occhio completamente rilassato, vogliamo una lente divergente.

PAU SA DI R IF L E SSIO N E 19.3 Con il suo occhio destro, Maria può mettere a
fuoco un vaso distante 0.5 m, ma non un albero distante 10 m. Quale potrebbe
essere la prescrizione degli occhiali per il suo occhio destro?
A. +3.0 D B. +10 D C. -5 .0 D D. -1 .5 D

19.3 La lente d’ingrandim ento


Ci sarà sicuramente capitato di usare una lente d’ingrandimento per vedere
meglio oggetti molto piccoli come ad esempio un insetto o una moneta. Come
abbiamo visto nella «^s e z i o n e i s .s , una lente d’ingrandimento è semplicemente
una lente convergente, ma il fenomeno per cui gli oggetti appaiono di dimen­
sioni maggiori quando vengono visti attraverso tale lenti è piuttosto complesso.
Iniziamo con il considerare il modo più semplice di ingrandire un oggetto,
senza il ricorso a strumenti ottici. Semplicemente ci avviciniamo all’oggetto
che ci interessa. Più ci avviciniamo più l’oggetto ci apparirà di dimensioni mag­
giori. Ovviamente la reale dimensione dell’oggetto non è cambiata mentre ci
avviciniamo, quindi che cosa è diventato realmente più grande? Un centesimo,
tenuto a una distanza pari alla lunghezza del nostro braccio, coprirà la Luna che
è molto più distante. In che senso il centesimo è più grande della Luna?

Dim ensione angolare e dim ensione apparente


Consideriamo un oggetto come la freccia verde nella f i g u r a i9.9a. Per trovare
la dimensione della sua immagine sulla retina, possiamo tracciare i due raggi
illustrati che passano per il centro dell’occhio attraverso il cristallino (qui
faremo uso dell’approssimazione di lente sottile per ridune l’intero sistema
ottico dell’occhio a una lente sottile). Come abbiamo appreso, questi raggi non
vengono deviati mentre passano attraverso il cristallino, quindi possiamo usarli
per localizzare l’immagine, mostrata in verde, sulla retina. Se la freccia viene
avvicinata all’occhio, come mostrato in rosso, il ray tracing rivela che la dimen­

Quando l'oggetto si avvicina, l'angolo ◄ FIGURA 19.9 C o m e viene determinata


da esso sotteso diventa maggiore. La la dim e nsione apparente di un'oggetto.
ta) Stesso oggetto a distanze differenti sua d im e n s io n e un ipolare
aumenta.

t Inoltre, la dimensione deirimmaginc sulla retina


aumenta. L a d im e n s io n e a p p a r e n te dell'oggetto aumenta.

(b) Due oggetti di dimensioni diverse

Qui. un oggetto distante grande sottende Entrambe le immagini hanno


lo stesso angolo di uno più vicino e più la stessa dimensione sulla
piccolo. Essi hanno la stessa d im e n s io n e retina, e hanno la stessa
an}*olare. d im e n s io n e a p p a r e n te .
636 CAPITOLO 19 Strumenti Ottici

sione della freccia che rappresenta l’immagine è m a g g io re. Il nostro cervello


inteipreta un’immagine maggiore sulla retina come la rappresentazione di un
oggetto che sembra più grande. AH'avvicinarsi dell’oggetto, le sue dimensioni
non cambiano, ma la sua dimensione apparente diventa più grande.
Gli angoli 0^ e nella Figura 19.9a sono gli angoli so tte si dalle frecce verde
e rossa. L ’angolo sotteso da un oggetto viene chiamato la sua dimensione
angolare. Come possiamo vedere dalla figura, gli oggetti che sottendono
angoli maggiori sembrano più grandi al nostro occhio. È inoltre possibile,
come mostra la figura i9.9b, che oggetti di diverse dimensioni reali abbiano la
stessa dimensione angolare e quindi la stessa dimensione apparente.
Uso di una lente d ’ingrandimento
Dalla nostra discussione sulla dimensione apparente, appare chiaro che il modo
più facile per ingrandire un oggetto è proprio quello di avvicinarsi a esso. Tutta­
via questo approccio presenta dei limiti. Ricordiamoci che l’occhio non è in
FIGURA 19.10 Dimensione angolare grado di mettere a fuoco un oggetto che si trova più vicino del suo punto pros­
senza lente d'ingrandimento. simo, che per convenzione abbiamo fissato a 25 cm. Quindi un oggetto a fuoco
ha la sua massima dimensione angolare 0^ quando è posizionato nel punto pros­
simo, come illustrato nella figura i9.io. La geometria di questa figura mo.stra
25 cm che tan = /i/25 cm. Se questo angolo è piuttosto piccolo, come avviene di
Punto prossimo solito, possiamo usare l’approssimazione per angoli piccoli tan scrivere
^0 ~
25 cm
Come fa una lente d’ ingrandimento a portare a una dimensione angolare
maggiore di questa? Solitamente una lente d’ ingrandimento viene tenuta in
modo tale che l’oggetto sia nel punto focale della lente o leggermente all’ in­
terno rispetto ad esso. Come illustrato graficamente dalla figura 19.i i , ciò pro­
duce un’immagine virtuale che è piuttosto lontana dalla lente. 1 no.stri occhi,
guardando attraverso la lente, “ vedono” l’immagine virtuale. La posizione in
cui si trova questa immagine è particolarmente conveniente poiché i nostri
muscoli oculari sono totalmente rilassati quando guardano immagini distanti.
Quindi possiamo usare la lente d’ingrandimento in questo modo e per un
tempo lungo senza che l’occhio si affatichi.
figura 19.11 La lente d'ingrandimento.

A— L’oggetto è posto mollo vicino


al punto focale della lente.
Oggetto
Immagine virtuale

Se l’oggetto ò vicino al punto focale. j'


allora iì è approssimalivanienle uguale a iUf .....’’

Possiamo determinare la dimensione angolare dell’immagine usando la


Un film magico? Anche se il più ciislanle
Figura 19.11. Supponiamo che l’oggetto sia quasi esattamente nel punto focale,
di due oggetti di eguali dimensioni sembra a una distanza/dalla lente. Quindi, tracciando il raggio che passa attraverso il
più piecolo, solitamente non crediamo che centro della lente, possiamo vedere che la dimensione angolare B deH’immagine
esso sia effettivamente minore perché ci è tale che tan 6 = h I f ossia, usando ancora l’approssimazione per angoli piccoli,
sono abbondanti indizi visivi che dicono al
nostro cervello che l'oggetto più distante 0
il
(19.2)
è più lontano. Se questi indizi vengono f
rimossi, il cervello accetta rapidamente Quindi la dimensione angolare 0 quando usiamo la lente d’ingrandimento è
l’illusione che l’oggetto più lontano è più maggiore di quella senza la lente d’ingrandimento di un fattore pari a
piccolo. La tecnica della prospettiva forzata 0 h /f 25 cm
M = — = (19.3)
è un effetto speciale usato nei film per h /25 cm /
generare questa illusione. Qui, Camilla,
che è in realtà più vicina alla macchina
dove, per questi calcoli, la lunghezza focale / dev’essere espressa in cm. M
fotografica, sembra un gigante in confronto
viene chiamato ringrandimento angolare della lente d’ingrandimento. Con
a Carlo. La foto in basso mostra come viene una lente di lunghezza focale corta è possibile ottenere ingrandimenti fino a
realizzato questo trucco. circa 2 0 volte.
19.3 La lente d’ingrandimento 637

E SE M P IO CO NCETTU ALE 19.4 La dim ensione angolare di u n 'im m agin e ingrandita


Un oggetto viene posto proprio sul punto focale di una lente d’ingran- FIGURA 19.12 Vista di una lente d'ingrandimento con
dimento. Come dipende la dimensione apparente delPimmagine da l'oggetto nel suo punto focale,
dove l’occhio viene posto relativamente alla lente?
S P IE G A Z IO N E Quando l’oggetto è precisamente nel punto focale di
una lente, l’Equazione 19.2 è esatta. La dimensione angolare è uguale
a h/f indipendentemente dalla posizione dell’occhio. Quindi la dimen­
sione apparente dell’oggetto è indipendente anch’essa dalla posizione
dell’occhio. La FIGURA 19.12 mostra un calcolatore nel punto focale di
una lente d’ingrandimento. La dimensione apparente del pulsante COS
è la stessa quando la macchina fotografica che prende la fotografia è
vicino o lontana dalla lente.
V E R IF IC A Quando l’oggetto è nel fuoco della lente d’ingrandimento,
abbiamo visto che l’immagine è aH’infinito. La situazione è simile
all’osservazione di qualsiasi oggetto “infinitamente” distante, come la
Luna. Se potessimo camminare avvicinandoci o allontanandoci dalla Eye dose to magnifier Eye far from magnifier
Luna, la sua dimensione apparente non cambierebbe affatto. Lo stesso
re.sta valido per un’immagine virtuale aH’infmito: la sua dimensione
apparente è indipendente dal punto dal quale la osserviamo.

PAUSA DI R IF L E SSIO N E 19.4 Una studentessa cerca di usare una lente diver­
gente come lente d’ingrandimento. Quando os.serva una moneta posta nel pun­
to focale della lente, lei vede
A. Un’immagine dritta, più piccola dell’oggetto.
B. Un’immagine dritta, più grande dell’oggetto.
C. Un’immagine capovolta, più piccola dell’oggetto.
D. Un’immagine capovolta, più grande dell’oggetto.
E. Un’immagine sfocata.

19.4 II microscopio
Per ottenere ingrandimenti ancora maggiori rispetto a una semplice lente d’in­
grandimento, è necessario u.sare una combinazione di lenti. Questo è esatta­
mente il modo in cui sono co.struiti i microscopi e i tcle.scopi. 11 funzionamento
di due lenti in combinazione tra loro è governato da una semplice regola: l’im-
inagine prodotta dalla prima lente agisce come oggetto per la seconda
lente. L’esempio che segue illustra questa regola.

E SE M P IO 19.5 Im m agin e finale per una com binazione di due lenti


Una lente convergente con lunghezza focale di 5.0 cm è posta FIGURA 19.13 Due lenti in combinazione.
a una distanza di 16.0 cm davanti a una lente divergente con
lunghezza focale di 10.0 cm. Un oggetto alto 4.0 cm viene
posto a una distanza di 11.0 cm davanti alla lente convergente.
Quali sono la posizione e la dimensione dell’immagine finale?
IM P O S T A Z IO N E Iniziamo utilizzando il ray tracing. Un dia­
gramma di ray tracing ci aiuta a comprendere la situazione e ci
dice cosa aspettarci come risposta. Un diagramma può spesso
avvisarci di eventuali errori di calcolo. La f i g u r a I9.i3a usa
i tre raggi speciali per localizzare l’immagine prodotta dalla
lente convergente. Vediamo che l’immagine della prima lente
è un’immagine reale che si trova tra le due lenti. Secondo la
regola, dobbiamo successivamente usare questa immagine
come l’oggetto per la seconda lente. Questo è quello che viene
fatto nella f i g u r a 1 9 .13b, dove vediamo che l’immagine finale
è virtuale, capovolta e si trova circa 4 cm alla sinistra della
lente divergente.
638 CAPITOLO 19 Strumenti Ottici

Matematicamente, possiamo usare l’equazione delle lenti sot­ ^ ^ ___ì ______ _ 1


tili per determinare la posizione e la dimensione dell’immagine 4 fi ^2
""1 cm 6.83 cm
della prima lente, poi usare questa come l’oggetto per la seconda da cui troviamo che s'^ = —4.06 cm, o -4.1 cm prendendo due
lente ricorrendo una seconda volta all’equazione delle lenti sottili. cifre significative. Poiché questa distanza immagine è nega­
S O L U Z IO N E Innanzitutto, utilizziamo l’equazione delle lenti tiva, l’immagine è virtuale e posta a sinistra della lente 2, come
sottili per trovare l’immagine prodotta dalla lente 1. Abbiamo mostra la Figura 19.13b. L’ingrandimento della seconda lente
1 1 è = -(-4.06 cm)/(6.83 cm) = 0.594.
S] fi Si5.0 cm 11.0 cm Quindi la dimensione finale dell’immagine è
da cui 5'j =9.17 cm. Poiché questa è una distanza dell’imma­ /i2 = W2/12 ” '^2 ^1 ~ 'W2( m i / q ) = m in i 2h i
gine positiva, l’immagine è reale e posizionata a destra della = (-0.833)(0.594)(4.0 cm) = -2.0 cm
prima lente. L’ingrandimento della prima lente è =
-(9.17 cm)/( 11.0 cm) = -0.833. Qui abbiamo utilizzato il fatto che l’altezza dell’oggetto della
Questa immagine diventa l’oggetto per la seconda lente. seconda lente è uguale all’altezza dell’immagine h\ della
Poiché essa è 9.17 cm alla destra della prima lente, e le lenti prima lente.
distano tra loro 16.0 cm, essa è a ( 16.0 cm —9.17 cm) = 6.83 V E R IF IC A Quando abbiamo calcolato la dimensione dell’im­
cm davanti alla seconda lente. Quindi = 6.83 cm. magine finale, abbiamo trovato che = Questo mostra
Applicando l’equazione delle lenti sottili ancora una volta, che fingrandimento totale di una combinazione di lenti è il
abbiamo prodotto degli ingrandimenti delle singole lenti.

FIGURA 19.14 Un microscopio. Un microscopio, i cui componenti principali sono illustrati nella f i g u r a
Oculare Prisma (curva il percorso 19.14, permette di ottenere ingrandimenti fino a 1000 volte la dimensione ori­
dei raggi luminosi aftinché ginale usando due lenti in combinazione. Un campione per essere osservato
robiettivo abbia
un’inclinazione comoda per
viene sistemato sul vetrino portaoggetti del microscopio, direttamente .sotto la
l’osservazione) lente dclfobiettivo (o .semplicemente sotto l’obiettivo), una lente conver­
gente con lunghezza focale relativamente corta. L’obiettivo crea un’immagine
reale ingrandita che viene ulteriormente ingrandita dall’oculare, una lente
usata come una comune lente d’ingrandimento. In molti microscopi moderni
un prisma inclina il percorso dei raggi provenienti dall’oggetto affinché l’ocu­
Obiettivo
lare possa essere posto a un angolo confortevole per l’osservatore. Tuttavia,
noi considereremo una versione semplificata di un microscopio senza prisma.
La luce quindi viaggia lungo un tubo diritto.
Base (si solleva e Iniziamo a esaminare il proces.so d’ingrandimento più dettagliatamente.
si abbassa per Nella FIGURA 19.15 abbiamo disegnato un microscopio inclinato orizzontalmente.
mettere a fuoco i
campione) La distanza dell’oggetto è leggermente maggiore della lunghezza focale
Illuminazióne deH’obiettivo, quindi questa lente forma un’immagine reale molto ingrandita
dell’oggetto a una di.stanza .v' = L. Questa di.stanza, nota come la lunghezza del
tubo, è stata standardizzata a L = 160 mm per la maggior parte dei micro.scopi
usati in biologia. In molti microscopi, come quello illu.strato nella Figura 19.14,
Manopola di messa a fuoco
la messa a fuoco si effettua muovendo semplicemente verso l’alto o verso il
basso il vetrino portaoggetti, usando la manopola di messa a fuoco, finché la
di.stanza dell’oggetto è corretta per formare l’immagine alla distanza L.

FIGURA 19.15 Una veduta orizzontale delle ottiche di un microscopio.


L’tKuhire agisce
Oculare
Obiettivo \ d’ingrandimento

Tòb / fvlb
La posizione deH’oggelto viene aggiu.stata
in modo tale che l’immagine sia ad una
* immagine
Oggellq
distanza L dall’obiettivo. \

L’oggetto ò posto
appena oltre il
punto focale.
I.unghezza del tubo L

Dall’Equazione deH’ingrandimentol8.8, l’ingrandimento dell’obiettivo è


L
(19.4)
" 7 /o b

Qui abbiamo u.sato il fatto che la distanza dell’immagine .v' è uguale alla lun­
ghezza del tubo L e la distanza dell’oggetto s è molto vicina alla lunghezza
f o c a l e d e l l ’obiettivo. 11 segno meno ci segnala che l’immagine è capovolta
rispetto all’oggetto.
19.4 II microscopio 639

L’immagine deirobiettivo agisce come oggetto per l’oculare, che funziona


come una semplice lente d’ingrandimento. L’ingrandimento angolare dell’o­
culare è dato dall’Equazione 19.3: = (25 cxx\)lf^. Insieme, l’obiettivo e
l’oculare producono un ingrandimento angolare totale di
L 25 cm
M- -j — — (19.5)
Job Joc
Il segno meno mostra che l’immagine vista in un microscopio è capovolta.

ESEMPIO 19.6 Determ inare la lunghezza focale dell'obiettivo di un m icroscopio


Su un obiettivo di un microscopio per la biologia c’è la scritta S O L U Z IO N E Dall’equazione 19.4 abbiamo
“20X”. Qual è la sua lunghezza focale? ^ L 160 mm
IM P O S T A Z IO N E La scritta “20X” significa che l’obiettivo ha
/oh=----- = ------- — = 8.0 mm
-2 0
un ingrandimento ni^dì -20. Possiamo usare l’Equazione 19.4
con L pari a 160 mm, che abbiamo visto essere la lunghezza Questa lunghezza focale è significativamente più
V E R IF IC A
standard di un microscopio per la biologia. corta della lunghezza del tubo, in accordo con la FIGURA 19.15.

L’obiettivo di un micro.scopio è caratterizzato da un potere di ingrandimento.


L’obiettivo nell’Esempio 19.6, caratterizzato da un ingrandimento pari a 20X, ha
un potere d'ingrandimento di 20 (il potere d’ingrandimento dell’obiettivo di un
microscopio non va confuso con il potere diottrico di una lente). Molti micro­
scopi hanno diversi obiettivi montati su una ruota che permettono di variare
l’ingrandimento complessivo. Un set completo di obiettivi può includere obiet­
tivi da 5X, lOX, 20X, 40X e lOOX. Gli oculari sono anch’essi specificati dal loro
potere d’ingrandimento e sono disponibili con ingrandimenti che vanno da
lOX a 20X. Con queste lenti, il più piccolo ingrandimento disponibile sarebbe di
5 X 10 = 50X, mentre l’ingrandimento più grande sdirebbe di 100 X 20 = 2 (X)0X.

ESEMPIO 19.7 L'osservazione dei globuli rossi al m icroscopio BK)


Una patologa osserva un cam- W S O L U Z IO N E L’ingrandimento angolare del microscopio è
pione di globuli rossi del san­ M = -(40) X ( 10) = -400. Le cellule ingrandite avranno la stessa
gue umano del diametro di 7 dimensione apparente di un’oggetto di 400 X 7 /xm « 3 mm
/xm con un microscopio. Essa di diametro visto a una distanza di 25 cm.
seleziona un obiettivo di 40X V E R IF IC A 3 mm è circa la dimensione della O maiuscola in
e un oculare di lOX. Qual è la questo testo, quindi un globulo rosso visto attraverso il micro­
dimensione dell’oggetto, visto scopio avrà la stessa dimensione apparente di una O vista a una
da una distanza di 25 cm, che distanza confortevole per la lettura.
ha la stessa dimensione appa­
rente dei globuli rossi visti attraverso il microscopio?
IM P O S T A Z IO N E L’ingrandimento angolare confronta la
dimensione angolare ingrandita con la dimensione angolare
vista alla distanza di punto prossimo di 25 cm.

PAUSA DI R IF L E S SIO N E 19.5 Un biologo ruota la torretta di un microscopio


per sostituire l’obiettivo da 20X con quello da lOX. Per mantenere lo stesso
ingrandimento, la lunghezza focale dell’oculare deve
A. Essere raddoppiata. B. Essere dimezzata. C. Restare invariata.
D. L’ingrandimento non può re.stare lo stesso se il potere dell’obiettivo
viene modificato.

19.5 II telescopio
Un microscopio ingrandisce oggetti piccoli che possono essere posti vicino al
suo obiettivo. Un telescopio viene invece utilizzato per ingrandire oggetti
distanti. La configurazione a due lenti mostrata nella f i g u r a 19 .1 6 è simile a
quella del microscopio, ma l’obiettivo ha una lunghezza focale lunga, anziché
una lunghezza focale molto corta come nel caso dell’obiettivo di un microsco­
pio. Poiché l’oggetto è molto distante (5 ~oo), la lente convergente dell’obiet-
640 CAPITOLO 19 Strumenti Ottici

tivo forma un’immagine reale deiroggetlo distante nel punto focale della
lente. Una seconda lente, Toculare, viene quindi usata come una semplice lente
d’ingrandimento per ingrandire questa immagine reale prima che giunga
all’occhio.

FIGURA 19.16 II telescopio.


Questo è l’angolo
sotteso dall’oggetto Lente
distante. obiettivo Questo è l’angolo
sotteso tlair immagine
virtuale vista Oculare
clairoecliio. \ _

L’oculare lorma
un’immagine virtuale
Raggi paralleli provenienti I raggi provenienti *• all’infinito in modo
da un punto di un oggetto distante. dal l’obiettivo convergono tale che possa essere
a tbrmarc un’immagine vista da un occhio
reale di altezza //'. rilassato.

Po.ssiamo u.sare la Figura 19.16 per trovare l’ingrandimento di un telesco­


pio. L’oggetto originale sottende un angolo 0^^^. Poiché l’oggetto è distante, la
sua immagine si forma nel piano focale della lente obiettivo, a una distanza
dall’obiettivo. Dalla geometria della Figura 19.16, Taltez/.a di questa imma­
gine (negativa in quanto è capovolta) è

OD t)b
dove abbiamo usato l’approssimazione per piccoli angoli tan Questa
immagine è ora l’oggetto della lente oculare, che funge da lente d’ingrandi­
mento. L’altezza dell’oggetto che essa vede è Iì\ quindi, dall’Equazione 19.2,
la dimensione angolare 0^^ dell’immagine virtuale formata dall’oculare è
tì = —~»^>b^ob
/ k / oc

Una visione più chiara Le prestazioni dove è la lunghezza focale dell’oculare. L’ingrandimento angolare del tele­
dei telescopi sulla superficie terrestre scopio è il rapporto tra la dimensione angolare vista quando si guarda attra­
sono limitate dall’atmosfera. Anche di verso il telescopio e quella senza il telescopio, quindi abbiamo
notte, l’atmosfera risplende debolmente,
^ oc /o b , ^
interferendo con le lunghe esposizioni ^ = ^ = - 7 (19.6)
necessarie per fotografare oggetti "ob /o c
a.stronomici lontani e deboli. Inoltre, la 11 segno meno indica che vediamo un’immagine capovolta quando guardiamo
turbolenza atmosferica - visibile ad occhio
attraverso un semplice telescopio. Questo non è un problema quando si guar­
nudo come sfavillio delle stelle - oscura i
dettagli più fini dell’oggetto osservato. È dano oggetti astronomici, ma potrebbe essere un problema se dovessimo fare
per tale motivo che il Telescopio Spaziale bird watching. Esistono telescopi molto più sofisticati in grado di formare
Mubble orbita attorno alla Terra al di sopra immagini dritte.
dell’atmosfera. Con il suo specchio del Per ottenere un alto ingrandimento con un tele.scopio, la lunghezza focale
diametro di 2.4 m, esso ha prodotto alcune
delle più spettacolari immagini di oggetti
dell’obiettivo dovrebbe essere grande e quella dell’oculare dovrebbe essere
astronomici, come questa nube gassosa che piccola. Questa condizione è diversa da quella relativa all’ingrandimento nel
circonda la stella V838 Monocerolis. caso di un microscopio, l’Equazione 19.5, che è alta quando le lunghezze
focali sia dell’obiettivo sia deH’oculare sono piccole.
11 tele.scopio illu.strato nella Figura 19.16 utilizza una lente come suo obiet­
tivo e quindi è conosciuto come un telescopio rifrattore. E inoltre possibile
realizzare un telescopio riflettore con uno specchio concavo anziché una lente,
FIGURA 19.17 Un telescopio riflettente. come illustrato nella f i g u r a 1 9 .17 . Un problema di questa configurazione, per
telescopi piccoli, è che l’immagine viene formata davanti allo specchio dove è
Immagine|]p' Oculare difficile da ingrandire con un oculare senza avere in mezzo la propria testa.
Specchio primario Newton, che costruì il primo di questi telescopi, usò un piccolo specchio piano,
stella ----' A - - - - - - - - - - - - - - - - - ------------ ^
chiamato specchio secondario, per deflettere l’immagine verso una lente ocu­
lare posta di lato al tele.scopio.
Specchio secondano ^ ^ Per grandi telescopi, come quelli usati in astronomia, gli specchi hanno due
importanti vantaggi rispetto alle lenti. 11 primo è che gli obiettivi dei telescopi
^Raggi paralleli dalla stella astronomici devono es.sere piuttosto larghi affinché raccolgano più luce possi-
19.6 Colori e dispersione 641

bile da oggetti così remoti. Il telescopio Subaru alle Hawaii, con il suo diame­
tro di 8.3 m, è uno dei telescopi a specchio singolo più grandi del mondo. Una
lente gigante con questo diametro collasserebbe sotto il suo stesso peso. Uno
specchio, invece, può essere sorretto su tutta la superficie posteriore. Il secondo
vantaggio è che gli specchi sono esenti dall’aberrazione cromatica, ossia la
tendenza che le lenti hanno di scindere la luce nei suoi colori costituenti, come
vedremo più avanti.

19.6 Colori e dispersione


Uno degli aspetti visivi più ovvi della luce è il fenomeno del colore. Tuttavia il Mi sono procurato un prisma di vetro
colore, malgrado la vivida sen.sazione che procura, non è inerente alla luce triangolare per cercare di vedere con
stessa. Il colore è una percezione, non una quantità fisica. Il colore è associato esso il celebrato fenomeno dei colori.
alla lunghezza d’onda della luce, ma il fatto che noi vediamo la luce con una Isaac Newton
lunghezza d’onda di 650 nm come “ros.sa” ci dice come il nostro sistema visivo
risponde alle onde elettromagnetiche di questa lunghezza d’onda. Non c’è
“rossore” associato all’onda luminosa stessa.
Molti dei risultati dell’ottica non dipendono dal colore. In generale noi non
abbiamo bisogno di conoscere il colore della luce, o, per essere più precisi, la
sua lunghezza d’onda, per usare le leggi della ritlessione e della rifrazione.
Tuttavia, il colore è un argomento interessante, per cui vale la pena fare una
breve digressione.

I colori
È noto daH’antichità che forme di vetro irregolari e cristalli provocano la sepa­ FIGURA 19.18 Newton usò i prismi per
razione della luce incidente nei vari colori. Un’idea comune era che il vetro o studiare i colori.
il cristallo alterassero in qualche modo le proprietà della luce aggiungendo il (a) Un secondo prisma
colore alla luce. Newton suggerì una spiegazione differente. Fece passare un può ricoiiìbiiuu'c
fascio di raggi solari attraverso un prisma, producendo il familiare arcobaleno Luce i colori in luce bianca.

di luce. Oggi diciamo che il prisma disperde la luce. L’idea nuova di Newton, bianca ^
illustrata nella f i g u r a i9 .i8 a , fu di usare un secondo prisma, rovesciato rispetto
al primo, per “riassemblare” i colori. Egli trovò che i raggi luminosi emergenti Luce
dal secondo prisma formavano un fascio di pura luce bianca. Un prisma disperde bianca
la luce bianca nei vari colori.
Ma il fascio di luce emergente è bianco solo se tutti i raggi possono muo­
versi tra i due prismi. Bloccando parte dei raggi con un piccolo ostacolo, come (b)
Il secondo prisma non
nella f i g u r a i9.i8b, il fascio di luce che emerge è colorato. Ciò suggerisce che cambia i colori puri.
Luce
questo colore è associato alla luce stessa, non a una qualche azione che il pri­ bianca.
sma compie sulla luce. Newton dimostrò questa idea inserendo una piccola
apertura tra i prismi per far passare solo i raggi di un particolare colore, come
ad esempio il verde. Se il prisma altera le proprietà della luce, allora il secondo
prisma dovrebbe cambiare la luce verde in un altro colore. Invece, la luce L^n'aperlura seleziona
un raggio di luce verde.
emergente dal secondo prisma resta verde come la luce in entrata nel prisma.
Questo e altri esperimenti simili mostrano che:
1. Quella che percepiamo come luce bianca è una miscela di tutti i colori.
La luce bianca può essere dispersa nei suoi vari colori e, cosa ugualmente
impollante, mischiando tutti i colori si produce luce bianca.
2, L’indice di rifrazione di un materiale trasparente differisce leggermente
per i diversi colori della luce. Il vetro ha un indice di rifrazione legger­
mente più alto per la luce violetta rispetto alla luce verde o alla luce
rossa. Di conseguenza, i diversi colori della luce vengono rifratti ad
angoli leggermente diversi. Un prisma non altera la luce né aggiunge
qualcosa alla luce, esso semplicemente fa sì che i diversi colori di cui è
composta la luce bianca seguano traiettorie leggermente diverse.

Dispersione
Nel 1801 Thomas Young realizzò il suo esperimento con doppia fenditura, che
mostrò per la prima volta che i diversi colori sono associati a diverse lunghezze
d’onda della luce. Le lunghezze d’onda maggiori sono percepite come luce
642 CAPITOLO 19 Strumenti ottici

TABELLA 19.1 Un breve riassunto dello rossa e le lunghezze d’onda minori sono percepite come luce violetta. La
spettro visibile della luce Tabella 19.1 è un breve riepilogo dello spettro visibile della luce. Le lunghezze
Colore Liinj»hezza cronda d’onda dello spettro visibile sono di uso così frequente che vale la pena di
appro.s.sìinata imparare a memoria questa breve tabella.
Rosso estremo 700 nm La leggera variazione dell’indice di rifrazione con la lunghezza d’onda è
Rosso 650 nm nota come d is p e rs io n e . La fig u r a 19.19 mostra le curve eli dispersione di due
Giallo 600 nm comuni tipi di vetro. Notiamo che n è maggiore quando la lunghezza d ’onda
Verde 550 nm è minore, quindi la luce violetta rifrange più della luce rossa.
Blu 450 nm
Viola estremo 400 nm FIGURA 19.19 Le curve di dispersione mostrano come l'indice di rifrazione vari con
la lunghezza d'onda.
n aumenta al diminuire di A

(nm)

ESEMPIO 19.8 Dispersione della luce con un prism a


L’Esempio 18.4 nel Capitolo 18 trova che un raggio incidente L’Esempio 18.4 mostra che l’angolo di deflessione è
su un prisma a 30° viene deflesso di 22.6° se l’indice di rifra­ (t) = 6^ — quindi la luce rossa estrema viene deflessa di
zione del prisma è 1.59. Supponiamo che questo sia l’indice di ^ro«o ” 20.35°. Questo angolo è leggermente più piccolo
rifrazione della luce viola estrema, e che l’indice di rifrazione dell’angolo di deflessione della luce violetta, 0^.^^ = 22.60°.
della luce rossa estrema sia 1.54. b. L’intero spettro è allargato tra = 20.35° e
a. Qual è l’angolo di deflessione per la luce rossa estrema? = 22.60°. L’angolo di dispersione è
b. Se un fascio di luce bianca viene disperso dal prisma, quan­
8 = (f) .-(t> = 2.25° = 0.0393 rad
to sarà largo lo spettro dell’arcobaleno visto su uno schermo “ v io li ^ ro is o

distante 2.0 m? Alla distanza r, lo spettro occupa un arco lungo


IMPOSTAZIONE La FIGURA 18.18 nell’Esempio 18.4 mostra s = r8 = (2.0 m)(0.0393 rad) = 0.0785 m = 7.9 cm
la geometria. Un raggio incide sull’ipotenusa di un prisma a
0, = 30°. VERIFICA Si noti che abbiamo bisogno di tre cifre significa­
SOLUZIONE a. Se per la luce rossa estrema si ha /i, = 1.54, tive per e in modo da determinare 5, la differenza
l’angolo di rifrazione è tra i due angoli, con due cifre significative. L’angolo è così
piccolo che non c’è un’apprezzabile differenza tra la lunghezza
. _YniSÌn0,\ / 4 sin 3 0 °\ _
. .j/l.5
= 50.35° dell’arco e un linea dritta. Lo spettro sarà largo 7.9 cm a una
1.00 distanza di 2.0 m.

Gli arcobaleni
Una delle sorgenti più interessanti di colore in natura è rappresentata dall’arco­
baleno. 1 dettagli .sono abbastanza complicati, ma la f i g u r a i9.20a mostra che
la causa principale dell’arcobaleno è una combinazione di rifrazione, rifle.s-
sione e dispersione.

FIGURA 19.20 La luce vista in un arcobaleno ha subito una rifrazione + una


riflessione + una rifrazione in una goccia di pioggia.
(a) 2. A causa della dispersione, colori La luce rossa viene ri fratta
(b)
diversi vengono diffratti ad angoli diversi. principalmente a 42.5°. La luce
?>. In questo punto, la rossa che raggiunge il nostro
Luce del Sole Luce del occhio proviene dalle gocce più
. maggior parte dei raggi
Sole in allo nel cielo.
1. Il Sole è dietro la vengono rifratti nelTaria,
nostra schiena ma una piccola parte • La luce violetta viene rifratta
quando vediamo viene riflessa indietro principalmente a 40.8°. La luce
un arcobaleno. nella goccia. Occhio violetta che raggiunge il nostro
4. La dispersione separa ancor occhio proviene dalla gocce
più i colori mentre i raggi Vediamo l’arcobaleno con il rosso più in basso nel ciclo.
vengono ritraiti indietro in alto c il violetto in basso.
neiraria.
19.6 Colori e dispersione 643

La Figura 19.20a potrebbe indurci a pensare che il bordo superiore di un


arcobaleno sia violetto. In realtà, il bordo superiore è rosso, mentre il violetto
è il bordo inferiore. 1 raggi che lasciano la goccia nella Figura 19.20a si allar­
gano, quindi non possono raggiungere tutti il nostro occhio. Come illustra la
FIGURA i9.20b, un raggio di luce rosso che raggiunge il nostro occhio proviene
da una goccia più alta nel cielo di un raggio di luce violetto. In altre parole, i
colori che vediamo in un arcobaleno rifratto verso il nostro occhio non proven­
gono dalla stessa goccia, bensì da molte gocce di pioggia differenti. Dobbiamo
guardare più in alto nel cielo per vedere la luce rossa rispetto alla luce violetta.

Filtri colorati e oggetti colorati


La luce bianca che passa attraverso un pezzo di vetro verde emerge come luce Filtro ro.sso
verde. Una possibile spiegazione potrebbe essere che il pezzo di vetro aggiunge
il colore verde alla luce bianca, ma Newton scoprì che non era così. II vetro
verde è verde perche rimuove qualsiasi luce che non sia verde. Più precisa-
mente, un pezzo di vetro colorato assorbe tutte le lunghezze d’onda eccetto
quelle di un colore e quel colore viene trasmesso attraverso il vetro senza osta­
coli. Possiamo pensare a un pezzo di vetro o di plastica colorato come a un Nero dove i filtri Filtro verde
filtro che rimuove tutte le lunghezze d’onda eccetto alcune. si sovrappongono
Nessuna luce attraversa entrambi i filtri
ESEMPIO CONCETTUALE 19.9 Filtrare la luce di cui uno è di colore verde e l'altro
Una luce bianca passa attraverso un filtro verde e viene osservata su uno schermo. rosso.
Si descriva come apparirà lo schermo se un secondo filtro verde viene inserito tra il
primo filtro e lo schermo. Si descriva come apparirà lo schermo se un filtro rosso
viene in.serito tra il primo filtro e lo .schermo.
SPIEGAZIONE II primo filtro rimuove tutta la luce eccetto quella con lunghezza
d’onda vicina a 550 nm che noi percepiamo come luce verde. Un secondo filtro
verde non produce alcun effetto. Le lunghezze d’onda diverse dal verde sono già
state rimosse, e la luce verde che emerge dal primo filtro attraversa il secondo fil­
tro senza difficoltà. Lo schermo continuerà ad essere verde e la sua intensità non
cambierà. Un filtro rosso, diversamente, assorbirà tutte le lunghezze d’onda eccetto
quelle prossime a 650 nm. Il filtro rosso assorbirà la luce verde, e nessuna luce rag­
giungerà lo schermo. Lo schermo apparirà nero.

I corpi opachi appaiono colorati in virtù di pigmenti che assorbono la luce


ad alcune lunghezze d’onda ma la riflettono ad altre lunghezze d’onda. Per
e.sempio, la vernice rossa contiene pigmenti che riflettono luce di lunghezze
d’onda vicine a 650 nm mentre assorbono tutte le altre lunghezze d’onda. I
pigmenti nella vernice, nell’inchiostro e negli oggetti naturali sono responsa­
bili della maggior parte dei colori che osserviamo nel mondo, dal ros.so del
ros.setto al giallo brillante delle piume di un canarino.
Come e.sempio, la f i g u r a 19.21 mostra la curva di as.sorbimento della cloro­ FIGURA 19.21 La curva di assorbimento
filla. La clorofilla è essenziale per la fotosintesi delle piante verdi. Le reazioni della clorofilla.
chimiche della fotosintesi sono in grado di usare la luce ro.ssa e la luce blu/vio- La clorofilla assorbe la maggior
letta, quindi la clorofilla si è evoluta per assorbire la luce ros.sa e blu/violetta dalla parte della luce blu/viola e rossa
per usarla nella fotosintesi.
luce .solare e utilizzarla, ma la luce verde e gialla non viene assorbita. Anzi, Assorbimento/
queste lunghezze d’onda vengono per Io più riflesse dando alle piante il colore 1(K)%- La luce verde e
giallo-verde. Quando guardiamo le foglie verdi di un albero, .stiamo vedendo la gialla che non è \
assorbita viene
luce che è .stata riflessa in quanto non era necessaria per la fotosintesi. riflessa e dà alle
piante il loro tipico/
PAUSA DI RIFLESSIONE 19.6 Una mela rossa viene vista attraverso un filtro colore verde.
verde. La mela apparirà
I I I I I I I I I I I I i~ I I t I A (nm)
A. Ros.sa B. Verde C. Gialla D. Nera 4(K) 500 600 7(K)

19.7 Risoluzione degli strumenti ottici


Supponiamo di voler studiare il batterio Escherichia coli. Tale batterio è piut­
tosto piccolo, lungo circa 2 /xm e largo 0.5 pun. Possiamo immaginare di
644 CAPITOLO 19 Strumenti ottici

accoppiare un obiettivo di I50X (il maggiore ingrandimento disponibile) con


un oculare di 25X per avere un ingrandimento totale di 3750. Con questo
ingrandimento, !’£. co// apparirebbe lungo quasi 8 mm, circa le dimensioni di
un volto su una moneta che, in questo caso, rivela anche i dettagli più fini.
Tuttavia se provassimo a fare un simile ingrandimento, resteremmo delusi.
Anche se fossimo in grado di vedere la forma generale del batterio, non
saremmo in grado di vedere nessun dettaglio. Tutti gli strumenti ottici reali
hanno dei lim iti nei dettagli che essi possono osservare. Alcuni di questi lim iti
sono pratici: le lenti non sono mai perfette, soffrono di a b e rra z io n i. Tuttavia,
perfino una lente perfetta avrebbe un limite fondamentale riguardo ai dettagli
più fini. Come vedremo, questo limite è definito dalla diffrazione della luce ed
è quindi intimamente legato alla natura ondulatoria della luce stessa. Insieme,
Taberrazione e la diffrazione delle lenti pongono un limite alla ris o lu z io n e di
un sistema ottico, cioè alla sua capacità di mostrare dettagli fini di un oggetto.

Aberrazioni
FIGURA 19.22 L'aberrazione sferica. Consideriamo la lente semplice illustrata nella f ig u r a 19.22 che forma Fim-
I raggi non convergono magine di un oggetto posto airinfinito. In questo caso, quindi, i raggi incidenti
tutti in un unico punto. sono paralleli. Una lente ideale metterebbe a fuoco lutti i raggi in un unico
punto. Tuttavia, per una lente reale con superfici sferiche, i raggi che passano
vicino al centro della lente vengono messi a fuoco un po’ più lontano dalla
lente rispetto a quelli che passano in prossimità delle estremità della lente. Non
c’è un singolo punto focale; anche con la “ migliore” messa a fuoco l’ immagine
risulterà un po’ sfocata. Questa incapacità delle lenti reali di mettere perfetta­
mente a fuoco viene chiamata a b e rra z io n e s fe rica .
Un attento esame della Figura 19.22 mostra che i raggi esterni sono i mag­
giori responsabili della cattiva messa a fuoco. Di conseguenza, gli effetti
deH’aberrazione sferica possono essere minimizzati usando un diaframma per
ì\\r passare solo i raggi vicini all’asse ottico. Questo “ filtraggio” dei raggi inci­
denti in una lente tramite un diaframma migliora le caratteristiche dell’ imma­
gine prodotta a spese della sua capacità di raccogliere luce. Parte della funzione
dell’iride nell’occhio umano è di migliorare la visione in questo modo. La
nostra visione è peggiore durante la notte con l ’iride totalmente aperta, ma gli
occhi dei nostri antenati consentivano comunque loro di sopravvivere in un
ambiente ostile nel quale era necessario riconoscere prede e nemici.
Come abbiamo appreso nella sezione precedente, il vetro ha una d is p e r ­
sione, cioè l’indice di rifrazione del vetro varia leggermente con la lunghezza

FIGURA 19.23 L'aberrazione cromatica. d’onda. Più è alto l’indice di rifrazione del vetro, più vengono deviati i raggi
luminosi incidenti. Poiché l’ indice di rifrazione per la luce violetta è maggiore
Lunghe//c d'omla dilTcrenti
r(K*ali//ano in punti ditìerenti.
di quello della luce rossa, la lunghezza focale della lente è leggermente più
corta per la luce violetta rispetto alla luce rossa. Di conseguenza, i diversi
colori della luce vengono messi a fuoco a distanze leggermente diverse dalla
lente. Se la luce rossa fosse messa a fuoco su uno schermo, allora le lunghezze
d’onda della luce blu e di quella violetta non sarebbero altrettanto bene a fuoco.
Questo errore nella formazione dell’ immagine, illustrato nella f ig u r a 19.23 è
chiamato a b e rra z io n e c ro m a tic a .
Correzione delle aberrazioni
Le lenti singole pre.sentano sempre abemizioni di qualche tipo. Nelle ottiche di
alta qualità, come quelle impiegate nei micro.scopi e nei tele.scopi, le aberrazioni
FIGURA 19.24 Una lente acromatica vengono minimizzate usando accurate com l?inazioni di lenti. Un importante
»
I n ’i di colore c.sempio è il d o p p ie tto a c ro m a tic o (acromatico = “ senza colore” ), nel quale
diverso cotivergono <Jtie lenti vengono usate in combinazione per ridurre notevolmente l’aberrazione
tulli nello stesso cromatica. La f ig u r a 19.24 mostra come funziona questa correzione. Una lente
punto focale. convergente viene accoppiata con una lente leggermente divergente; la combina­
zione ha un potere diottrico complessivo positivo ed è quindi convergente. Un
sistema acromatico classico è realizzato accoppiando due vetri ottici aventi dif-
Basso potere, ferenti coefficienti di dispersione (tipicamente un vetro Flint e un vetro Crown),
alta dispersione In questo modo, i colori della luce bianca, separati dalla lente convergente con
19.7 Risoluzione degli strumenti ottici 645

bassa dispersione, sono ricombinati assieme dalla seconda lente divergente con
grande dispersione. 11 doppietto acromatico inoltre minimizza anche Taberra­
zione sferica. Gli obiettivi reali di un microscopio sono molto più complessi, ma
si basano sullo ste.sso principio del doppietto acromatico.

Risoluzione e natura ondulatoria della luce


Le lenti moderne possono essere ben corrette dalle aberrazioni, quindi ci si può f i g u r a 19.25 L'immagine di una
aspettare che esse consentano una messa a fuoco perfetta. Secondo il modello sorgente puntiforme distante è una
del raggio luminoso, una lente perfetta dovrebbe mettere a fuoco i raggi inci­ figura circolare di diffrazione.
denti paralleli in un unico punto nel piano focale. Tuttavia, abbiamo già sugge­
rito che esiste un limite fondamentale alle prestazioni di uno strumento ottico, Fronti d'onda F'immaginc di un oiiuctio
un limite dovuto alla natura ondulatoria della luce. / punì il orme è una ligura
di diffra/ionc
► Occhiali spaziali Dopo il lancio, fu scoperto che lo specchio del circolare di larghc//a II
Telescopio Spaziale Hubbie era stalo fatto con la forma sbagliata, generando angolare \
un'aberrazione sferica molto forte. In una missione successiva, Pottica
correttiva - essenzialmente, un occhiale ad alta tecnologia - fu sistemata per I_______
correggere questa aberrazione sferica. Le due fotografie mostrano l'immagine
Massimt)^
della stessa galassia prima e dopo il posizionamento dell’oltica correttiva.
centrale
Lente di
diametro D
La FIGURA 19.25 iiiostra un’onda piana emessa da una sorgente puntiforme
distante, come ad esempio una stella che viene messa a fuoco da una lente di
f
diametro D. Solo le onde che passano attraverso la lente possono essere messe Schermo
a fuoco, quindi la lente agisce come un’apertura circolare di diametro D in una
barriera opaca. In altre parole, la lente mette a fuoco e al tempo stesso diffrange
FIGURA 19.26 La risoluzione di un
telescopio.
le onde luminose.
(a) Stelle risolte
Abbiamo visto nella -^ s e z i o n e 17.6 che un’apertura circolare produce una
figura di diffrazione con un massimo centrale brillante circondato da frange cir­
colari sempre meno lumino.se. Di conseguenza, come illustra la Figura 19.25. la
luce emessa da una sorgente puntiforme distante non viene messa a fuoco in un
punto bensì viene distribuita su una piccola figura circolare di diffrazione. L’E­
quazione 17.21 nel Capitolo 17 dà l’angolo 6^ dell’estremità del massimo cen­
trale come
1.22A
^ 1 = -^ (19.7) (b) Stelle appena risolte

Poiché la lunghezza d’onda della luce A è molto minore del diametro D di una
lente ordinaria, la dimensione angolare del massimo centrale è molto piccola,
ma non è zero.
11 fatto che la luce venga messa a fuoco in una piccola éirea circolare, non in un m
punto, ha conseguenze importanti sulla capacità di un telescopio di risolvere due
stelle separate nel cielo da una distanza angolare molto piccola. La f ig u r a i9.26a
mostra come appaiono due stelle vicine in un telescopio. Anziché apparire come (c) Stelle non risolte
due punti, es.se producono due immagini diffratte. Tuttavia, poiché esse .sono
chiaramente due stelle .separate, possiamo dire che esse .sono risolte. La f ig u r a
i9.26b mostra due stelle che sono molto vicine tra loro. In questo ca.so le due figure
di diffrazione si sovrappongono e diventa difficile vederle come due stelle indi-
pendenti: esse sono appena distinguibili. Le due stelle nella f ig u r a 9 . 26 .sono
i c

così vicine tra loro che non siamo più in grado di distinguerle cioè di ri.solverle.
Quanto possono essere vicine due figure di diffrazione prima che noi non
siamo più in grado di ri.solverle? Uno dei maggiori .scienziati del 19° .secolo.
Lord Rayleigh, studiò questo problema e suggerì una regola ragionevole che
oggi viene chiamata il criterio di Rayleigh. Nella Figura 19.26b, dove le due
stelle sono appena distinguibili, il massimo centrale della figura di diffrazione di
una stella si trova sulla prima frangia scura della figura di diffrazione dell'altra
stella. Poiché l’angolo tra il massimo centrale e la prima frangia .scura è 0^, que­
sto significa che i centri delle due stelle .sono separati da un angolo = 1.22A//7.
Quindi il criterio di Rayleigh può es.sere enunciato in questo modo:
Due oggetti sono risolti se essi sono separati di un angolo 0 che è superiore a
= 1.22A//9. Se la loro separazione angolare è minore di 0^, allora non sono
distinguibili. Se la loro .separazione è uguale a 0^, essi sono appena risolvibili.
646 CAPITOLO 19 Strumenti ottici

Per i telescopi, l’angolo 0^ = 1.22A/D corrisponde alla risoluzione angolare


del telescopio. La risoluzione angolare dipende solamente dal diametro della
lente e dalla lunghezza d’onda e non dall’ingrandimento. Due immagini sovrap­
poste e non risolte resteranno sovrapposte e non risolte Indipendentemente
dall’ingrcindimento. Per la luce visibile, dove A è quasi costante, il solo parame­
tro su cui gli astronomi hanno una qualche forma di controllo è il diametro della
lente o dello specchio del telescopio. La necessità di costruire telescopi sempre
più grandi è motivata, in parte, dal desiderio di migliorare la risoluzione angolare
(un altro importante motivo è quello di aumentare la quantità di luce raccolta in
modo da poter vedere oggetti sempre più deboli e distanti).

La risoluzione di un microscopio
Un microscopio differisce da un telescopio per il fatto che esso ingrandisce
oggetti che sono molto vicini alla lente e non oggetti distanti. Tuttavia, la
natura ondulatoria della luce determina anche in que.sto caso dei limiti alla
FIGURA 19.27 La risoluzione di un risoluzione di un microscopio. La f i g u r a 19.27 mostra l’obiettivo di un micro­
microscopio. scopio che sta osservando due oggetti piccoli. Un’analisi basata sul criterio di
l) Obiettivo Rayleigh dimostra che la più piccola separazione risolvibile tra i due oggetti è
0.61 A
^n,in = —
nsìncpQ
Qui, definito nella Figura 19.27, è la dimensione angolare dell’obiettivo e
n è l’indice di rifrazione del mezzo tra l’obiettivo e il campione osservato. Di
solito questo mezzo è l’aria, per cui « = 1, ma i biologi spesso usano un micro­
scopio a immersione in olio in cui questo spazio è riempito di olio avente n «
1.5. DaH’Equazione 19.8 possiamo vedere che questo alto valore di n riduce
^^min, ^^^nsentendo a oggetti che sono più vicini tra loro di venire risolti.
La quantità n sin viene chiamata l’ a p e rtu ra n u m e ric a AN dell’obiettivo
Due piccoli oggetti separati dalla quando è immerso in un fluido di indice n. La minima distanza risolvibile di un
più piccola di.stanza risolvibile microscopio, anche detta il suo p o te re ris o lu tiv o PR, è data da

Il potere ri.solulivo... Lunghezza cTondu della luce nel vuoto

*’*'•> rK
PR = ri = A M
^ a (19.9)
AN^...
... è la più piccola separazione Apertura numerica
tra due oggetti che può essere ri.solta del l’obiettivo

Più è basso il potere risolutivo migliore è la capacità dell’obiettivo di far vedere


dettagli piccoli.
In linea di principio, sembrerebbe dall’Equazione 19.9 che il potere ri.solu-
tivo di un microscopio possa essere ridotto di quanto si desideri semplicemente
aumentando l’apertura numerica. Ma ci sono altre limitazioni pratiche su
quanto si possa aumentare questo parametro. La più alta apertura numerica
possibile per un obiettivo con un ingrandimento di 1(X)X usato in aria è circa
0.95. Per un obiettivo immerso in olio, l’apertura numerica può arrivare tino a
1.3. Con un tale obiettivo, il potere risolutivo sarebbe
PR 0.5A,,
Ciò illustra la regola fondamentale che il potere risolutivo minimo di un
microscopio, e quindi la dimensione del più piccolo detUiglio osservabile, è
circa pari a mezza lunghezza d ’onda della luce. Questo è un limite fonda­
mentale dato dalla natura ondulatoria della luce. Per A « 400 nm, aH’estremità
inferiore dello spettro visibile, il massimo potere risolutivo è PR ~ 2(X) nm.
La FIGURA 19.28 mostra una reale microfotografìa del batterio Escherichia
coli. La larghezza è circa uguale alla lunghezza d’onda della luce al centro
dello spettro, circa 500 nm, e le più piccole caratteristiche risolte sono circa la
metà della larghezza. Un ingrandimento maggiore non rivelerebbe alcun ulte­
riore dettaglio poiché questa microfotografia è alla risoluzione limite posta
dalla diffrazione della luce.
Per contro, la fotografia con un m ic ro s c o p io e le ttro n ic o (\c\VEscherichia
coli mostra una grande quantità di dettagli non osservabili con una normale
fotografia ottica.
19.7 Risoluzione degli strumenti ottici 647

FIGURA 19.28 Fotografie ottica ed elettronica dell'E coli. BIO


Micro.scopio ottico Microscopio elettronico

► L'anatomia deirobiettivo di un microscopio Le due più importanti


specifiche tecniche delTobiettivo di un microscopio, il suo ingrandimento e
la sua apertura numerica, sono chiaramente mostrate sul suo barilotto. Altre Nikon
Ingrandimento Pian Apo Apertura
importanti informazioni sono ancli’esse mostrate. Questo obiettivo è stato 60X /0.95 numerica
disegnato per proiettare la sua immagine reale lungo un tubo di lunghezza Lunghezza DICM
infinita («>), anziché con una lunghezza standard di 160 mm. Ulteriori lenti del tubo °o/0.11-O.23WD 0.15
nel microscopio spcìstano questa immagine per portarla esattamente davanti Intervallo di Anello di
all’oculare. Molti studi di biologia sono condotti attraverso un vetro di spessore del
vetro di
filTTTTT#
11 14 17 20 23
correzione
copertura. Tale vetro di copertura può introdurre un’aberrazione sferica, copertura
rendendo confusa l’immagine. Girando ranello di correzione, possiamo
regolare questo obiettivo per correggere esattamente per lo spessore del vetro Scala di regolazione
di copertura impiegato. per il vetro di copertura

ESEMPIO 19.10 I Determinare il potere risolutivo di un m icroscopio


L’obiettivo di un microscopio ha un diametro di 6.8 mm e una lunghezza focale di
4.0 mm. Per un campione osservato in aria, qual è il potere risolutivo di questo obiet­
tivo con luce rossa? E con luce blu?
IMPOSTAZIONE Possiamo usare rEc]uazionc 19.9 per trovare il potere risolutivo.
Avremo bisogno deirapertura numerica del l’obiettivo, pari a AN = n sin
SOLUZIONE Dalla geometria della Figura 19.27,
, DII 3.4 mm
tan<^(, = — = - ^ = O.S.*)
/ 4.0 mm
da cui tan ' 0.85 = 40.4® e sin </>Q= sin 40.4® = 0.65. Quindi l’apertura numerica
è (essendo n = 1 nell’aria)
AN = n sin = 1 X 0.65 = 0.65
Quindi, dal l’equazione 19.9, il potere risolutivo è
0.6 lAo
P R = - : - ~ = 0.94Ao
0.65
Le lunghezze d’onda per i diversi colori sono elencate nella Tabella 19.1. Per la
luce rossa, con A^ = 650 nm, PR = 610 nm, mentre per la luce blu, con A^= 450 nm,
PR = 420 nm.
VERIFICA Vediamo che Iunghezz.e d’onda più corte producono una risoluzione mag­
giore (basso PR). Sfortunatamente, le lunghezze d’onda molto più corte di 4(X) nm
sono invisibili e le lenti di vetro sono opache alla luce di lunghezza d’onda molto corta.

PAUSA DI RIFLESSIONE 19.7 Quattro lenti vengono usate come obiettivi di un


microscopio, tutte per luce della stessa lunghezza d ’onda A. Ordina, dal più
alto al più basso, i poteri risolutivi da PR, a PR^ delle lenti.
/ = 24 mm

/ = 10 mm
/= l()m m / = 5 mm

I 2 mm 2 mm 3 4 mm 8 mm
648 CAPITOLO 19 Strumenti Ottici

ESEMPIO INTEGRATO 19.11 L'acuità visiva di un gheppio I


Come molti uccel­ b. Dal criterio di Rayleigh, l’acuità visiva - il minore angolo ri-
li da preda, il ghep­ .solvibile da una lente ideale - è proporzionale alla lunghez­
pio ha una vista za d’onda della luce usata. All’interno dell’occhio, tuttavia,
eccellente. La più la lunghezza d’onda della luce è inferiore alla lunghezza
piccola separazio­ d’onda neH’aria a causa dell’indice di rifrazione del li­
ne angolare tra due quido all’interno dell’occhio. Quindi si deve usare A=
oggetti che un oc­ = (550 nm)/( 1.31) = 420 nm nel criterio di Rayleigh.
chio è in grado di c. La Figura 19.29 mostra che, all’interno della validità dell’ap­
ri.solvere viene chia­ prossimazione per piccoli angoli, la distanza d sulla retina
mata acuità visiva: tra le immagini di due oggetti piccoli sottende un angolo
una bassa acuità visiva significa una vista migliore perché si che ubbidisce alla relazione d = dove 0^ è in radianti.
possono risolvere oggetti più vicini tra loro. L’occhio di un
particolare gheppio ha una pupilla del diametro di 3.0 mm. La
SOLUZIONE a. Dall’equazione delle lenti sottili, l'equazione
18.11, abbiamo
distanza fissa tra il suo cristallino e la sua retina è di 9.0 mm, e
lo spazio dentro rocchio è riempito con un liquido chiaro il cui 1 = 1 + -!-= ^------ ------------ = 0.112 mm” ’
f s s 800 mm 9.0 mm
indice di rifrazione è 1.31. Si assuma che il sistema ottico del
gheppio possa essere adeguatamente rappresentato da una Quindi / = 1/0.112 min ' = 8.9 mm.
lente sottile e da un rivelatore. b. Per una lente perfetta, senza aberrazioni, la più piccola se­
a. Quando f uccello mette a fuoco un insetto di.stante 0.80 m, parazione angolare risolvibile tra due oggetti è data dal cri­
qual è la lunghezza focale del suo cri.stallino? terio di Rayleigh:
b. Misurazioni di laboratorio indicano che il gheppio riesce al 1.22A 1.22(420 • 10"’ m)
massimo a risolvere due piccoli oggetti che hanno una sepa­ 0i =■ ■= 1.7 • to '*rad
razione angolare di solo 0.013®. Come si confronta questo D 3.0 • 10*3 ni
Ricordando che ci sono 360® in I tt rad, quest’angolo è
risultato con facuità visiva prevista dal criterio di Raylei- 360®
gh? Si consideri la lunghezza d’onda della luce nell’aria = (1.7 • 10“^ rad) ■= 0.0098°
I tt rad
pari a 550 nm. L’acuità visiva osservata di 0.013® è circa un 30% maggiore
c. Qual è la distanza sulla retina tra le immagini di due piccoli di questo valore teorico. Presumibilmente ciò è dovuto alle
oggetti che .sono al limite di risoluzione? Come si confronta aberrazioni nel sistema ottico dell’occhio,
questa distanza con la distanza di 2.0 /xm tra due fotorecet­ c. L’angolo di 0.013® corrisponde a 2.3 • 10 rad. Quindi la
tori, le cellule sulla retina che sono sensibili alla luce? Ha distanza tra le immagini di due piccoli oggetti è
.senso questo confronto dal punto di vista della visione?
d = e j = ( 1 3 • 10*‘'rad)(9.0mm)
IMPOSTAZIONE a. Ricordiamo che un occhio mette a fuoco
cambiando la lunghezza focale del suo cristallino. La distanza = 2.1 • 10*3 mm = 2.1/a.m
immagine .v' dalla lente al piano deH’immagine (sulla retina) Questa è praticamente uguale alla distanza tra i fotorecet­
è invariata mentre l’uccello passa dalla messa a fuoco di un tori. Ciò è logico. Se d fosse stata significativamente mag­
oggetto distante a quella di uno vicino, quindi, come mostra la giore della distanza tra i fotorecettori, allora molti recettori
FIGURA 19.29, s' = 9.0 mm. Possiamo allora usare l’equazione sarebbero andati sprecati. Se d fosse stata minore, la risolu­
delle lenti sottili per determinare/. zione dell’occhio sarebbe stata determinata dalla spaziatura
tra fotorecettori e non avrebbe raggiunto l’acuità visiva pre­
FIGURA 19.29 L'occhio del gheppio mentre sta osservando vista dal criterio di Rayleigh.
due oggetti ravvicinati. V E R IF IC A Un oggetto lontano da una lente convergente pro­
duce una distanza dell’immagine vicina alla lunghezza focale
della lente. Quindi la nostra lunghezza focale di 8.9 mm -
vicina alla distanza dell’immagine di 9.0 mm - è ragionevole.
Sebbene l’acuità visiva del gheppio sia impressionante - equi­
valente ad essere in grado di risolvere un topo a una distanza
di 200 metri - risulta non essere significativamente più grande
rispetto a quella dell’occhio umano. 1 rapaci sono aiutati nel
cacciare le prede anche da funzioni cerebrali altamente evolute
che consentono loro di percepire movimenti molto piccoli che
passano inosservati agli es.seri umani.
Riepilogo 649

RIEPILOGO
Obiettivo; comprendere come funzionano alcuni comuni strumenti ottici.

C O N C ET T I IM P O R T A N T I ^
Colore e dispersione Risoluzione degli strumenti ottici
L’occhio percepisce la luce di differenti lunghezze d’onda La risoluzione di un telescopio o di un
come avente un colore diverso. microscopio è limitata dalle imperfezioni, o
La dispersione è la dipendenza dell’indice di rifrazione n di dalle aberrazioni, negli elementi ottici, e dal
un mezzo trasparente dalla lunghezza d’onda della luce: le limite fondamentale imposto dalla diffrazione.
lunghezze d’onda maggiori hanno un valore di n più basso, le Per un microscopio, la Per un telescopio, la minima
lunghezze d’onda minori hanno un valore di n più alto. minima distanza risolvibile distanza angolare risolvibile
tra due oggetti è tra due oggetti è
Un prisma scompone la luce bianca
nelle sue componenti colorate. La
luce violetta, avendo un indice n
0.61 A 1.22A
La luce bianca ò ^min 01 =
composta da tutte le maggiore, è maggiormente rifratta AN D
lunghc/./e d'onda rispetto alla luce rossa.
della luce. ’ . Dimensione angolare e dimensione apparente
A = 650 nm
Entrambi gli oggetti hanno la stessa dimensione
"A = 550 nm
angolare e quindi la stessa dimensione apparente. Stessa
'a = 450 nm
dimensione
apparente
Conrìbinazioni di lenti
Quando due lenti vengono usate in combinazione, l’immagine Stessa dimensione angolare
della prima lente diventa l’oggetto per la seconda.
II potere diottrico P di una lente è l’inverso della sua
lunghezza focale: P = 1//. Il potere diottrico viene misurato in
diottrie:
1 D = 1 m-'

A P P L IC A Z IO N I k
La macchina fotografica e l'occhio La lente d'ingrandimento
Punto prossimo
Sia la macchina fotografica che l’occhio funzionano mettendo Senza una lente, un oggetto
a fuoco un’immagine su una superficie sensibile alla luce. non può essere visto più
Retina
vicino all’occhio del suo punto 25 cm
Rivelatore CCD prossimo a « 25 cm. La sua
Superficie dimensione angolare 9^ è h/25 cm.
sensibile
alla luce
Se l’oggetto viene posto nel punto
focale di una lente convergente, la sua
Lente
dimensione angolare viene aumentata
Elemento di messa a ' Cornea, cristallino, a 0 = /»//.
fuoco della luce umore acqueo

L’ingrandimento angolare è M = 0/0^ = 25 cm//.


La macchina fotografica mette a fuoco variando la distanza tra
lente e rivelatore, mentre l’occhio mette a fuoco variando la Il microscopio ingrandisce oggetti piccoli e vicini.
lunghezza focale del sua lente (il cristallino). L’obiettivo crea un’immagine reale dell’oggetto. Questa
immagine reale viene poi ulteriormente ingrandita
Il telescopio ingrandisce oggetti distanti. L’obicttivo crea dall’oculare, che agisce come una semplice lente
un’immagine reale dell’oggetto distante. Questa immagine d’ingrandimento. L’ingrandimento angolare è
reale viene poi ingrandita dall’oculare, che agisce come una
semplice lente d’ingrandimento. L’ingrandimento angolare è L • 25 cm
M=-
fobfoc
Raggi da un
oggetto distante Obiettivo
Oculare

Lunghezza del tubo L /


650 CAPITOLO 19 Strumenti ottici

La difficoltà del problema è indicata con I (facile) fino a Hil (molto difficile). I problemi contrassegnati come INI integrano in maniera
significativa concetti esposti nei capitoli precedenti; i problemi contrassegnati con BK) sono di interesse medico o biologico.

DOMANDE
D om ande co n cettu a li 8. Supponi di volere occhiali speciali da indossare sott’acqua,
senza usare una maschera. Gli occhiali dovrebbero usare
1. In una calda giornata una lente convergente o divergente in modo da consentirti
d’estate, con il Sole alto la messa a fuoco .sott’acqua? Spiega il perché.
nel cielo, potresti tro­ 9. Hai delle lenti con le seguenti lunghezze focali:/ = 25 mm,
varti all’ombra di un 50 mm, 100 mm e 2(X) mm. Quale lente o coppia di lenti
albero e guardare sul dovresti usare, e in quale configurazione, per ottenere il più
terreno la figura pro­ alto potere d’ingrandimento per un microscopio? E per un
dotta dalla luce che telescopio? Spiega il perché.
passa attraverso gli 10. Un bambino di 8 anni e un uomo di 75 anni usano entrambi
spazi tra le foglie. Potre­ BK) la .stessa lente d’ingrandimento per osservare un insetto.
sti vedere cerchi illuminati con diversa luminosità. Perché Per chi dei due la lente d’ingrandimento darà più probabil­
ci sono questi cerchi, quando gli spazi tra le foglie hanno mente l’ingrandimento maggiore? Spiega il perché.
forme irregolari? 11. Un amico ti presta l’oculare del suo microscopio da usare
2. Supponi di avere due macchine fotografiche a foro ste- nel tuo microscopio. Egli dice che dal momento che il suo
nopeico. La prima ha un piccolo foro circolare nella parte oculare ha lo stesso diametro del tuo, ma ha una lunghezza
anteriore. La seconda è identica in tutti gli aspetti, eccetto focale doppia, il potere risolutivo del tuo microscopio sarà
per il fatto che ha un foro quadrato della stessa area del foro doppio. E giusta la sua affermazione? Spiega il perché.
circolare presente nel primo apparecchio. Sarebbero diverse 12. Un astronomo sta usando un telescopio per osservare due
in qualche modo le foto scattate da queste due macchine foto­ stelle distanti. Le stelle sono marginalmente risolte quando
grafiche, a parità di tutte le altre condizioni? Spiega il perché. l’astronomo le osserva attraverso un filtro che fa passare
3. Un fotografo mette a fuoco un soggetto con la sua mac­ luce verde di circa 550 nm. Quale delle .seguenti azioni
china fotografica. Successivamente il soggetto si muove migliorerebbe la risoluzione? Assumi che la risoluzione
più vicino alla macchina fotografica. Per rimettere a fuoco, non sia limitata dall’atmosfera.
il fotografo dovrebbe muovere la lente più vicino o più lon­ a. Cambiare il filtro a una diversa lunghezza d’onda. In tal
tano dal rivelatore? Spiega il perché. caso, l’astronomo dovrebbe usare una lunghezza d’onda
4. L’oggetto os.servato con una lente d’ingrandimento è .solita­ più corta o più lunga?
mente posizionato molto vicino al punto focale della lente, b. Usare un telescopio con un obiettivo dello stesso dia­
creando un’immagine virtuale molto lontana che può essere metro ma con una diversa lunghezza focale. In tal ca.so,
vista con un occhio rilassato. Ma l’oggetto può essere posto l’astronomo dovrebbe selezionare una lunghezza focale
in modo tale che l’immagine sia alla distanza del punto pros­ più corta o più lunga?
simo dell’occhio. In questo caso, l’immagine può essere c. Usare un tele.scopio con un obiettivo della stes.sa
vista solo con un’accomodazione totale da parte dell’occhio. lunghezza focale ma con un diametro diverso. In tal
Quando la lente viene usata in questo modo, l’ingrandimento caso, l’astronomo dovrebbe selezionare un diametro
angolare è maggiore, uguale o minore dell’ingrandimento maggiore o minore?
quando l’immagine è lontana? Spiega il perché. d. Usare un oculare con un ingrandimento differente. In
5. Un fotografo naturalista scatta una foto ravvicinata di un tal caso, l’astronomo dovrebbe selezionare un oculare
insetto sostituendo la lente standard della sua macchina con un ingrandimento maggiore o minore?
fotografica con una lente che ha una lunghezza focale più 13. Una studentessa costruisce un microscopio usando un
corta ed è posizionata più distante dal rivelatore CCD. obicttivo e un oculare. Se sposta le lenti in modo che
Spiega perché egli cambia la lente. siano più vicine tra loro, l’ingrandimento del microscopio
6. Il rivelatore CCD di una certa macchina fotografica ha una aumenta o diminuisce? Spiega il perché.
larghezza di 8 mm. La fotografa si rende conto che con la 14. La persona che indossa gli
lente che lei sta attualmente usando, non riesce a ripren­ BIO occhiali nella Figura DI9.14
dere l’intero panorama che sta cercando di fotografare. vede bene da vicino o da lon­
Dovrebbe utilizzare una lente con una lunghezza focale più tano? Come fai a dirlo?
lunga o più corta? Spiega il perché. 15. Una carta rossa viene illuminata
7. Tutti gli esseri umani hanno quello che viene chiamato un da una luce rossa. Di quale colore
BK) punto cieco, ossia il punto in cui il nervo ottico apparirà? Che co.sa succederebbe
che esce dall’occhio ha una zona senza cellule se fo.sse illuminata da una luce blu? figura d i 9.14
sensibili alla luce. Per localizzare il tuo punto
cieco, guarda la croce nella figura. Chiudi il tuo 0
occhio sinistro e poni il tuo dito indice sulla croce. Lenta­ D om ande a scelta m u ltip la
mente muovi il tuo dito verso sini.stra mentre lo segui con
il tuo occhio destro. A un certo punto, la croce sparirà. Il 16. I Un collezionista nota una rara specie di insetto su un
punto cieco del tuo occhio destro si trova a destra o a sini­ albero di.stante 1.0 m. Da questa posizione, l’insetto ha
stra della tua retina? Spiega il perché. una dimensione angolare di 0.69°. Quale .sarebbe la sua
Problemi 651

dimensione angolare se il collezionista si avvicinasse e lo 2L I Un uomo di 60 anni ha un punto prossimo di lOO cm,
guardasse con una lente d’ingrandimento avente 5.0 cm di BIO che gli rende impossibile la lettura. Quale potere diottrico
lunghezza focale? devono avere i suoi occhiali da lettura per mettere a fuoco
A. 0.69° B. 3.5° C. 6.9° D. I4° un quotidiano tenuto a una distanza confortevole di 40 cm?
17. I Un microscopio ha un tubo lungo 20 cm. Quale combi­ A. -2.5 D B. -1.5 D C. +1.5 D D. +2.5 D
nazione di lunghezze focali di obiettivo e oculare darà un 22. I Una persona guarda attraverso una lente con -IO D e
ingrandimento complessivo di l(X)? vede un’immagine che appare a 8.0 cm dalla lente. A quale
A. l.5cm, 3cm B. 2 cm, 2 cm distanza dalla lente si trova l’oggetto?
C. I cm, 5 cm D. 3 cm, 8 cm A. lOcm B. 20 cm C. 25 cm D. 40 cm
18. Il La distanza tra l'obiettivo e l’oculare di un telescopio è 23. I In una stanza oscurata, una luce rossa illumina una tazza
55 cm. La lunghezza focale dell’oculare è 5.0 cm. Qual è rossa, una carta bianca e un giocattolo blu. La tazza, la
l’ingrandimento angolare di questo telescopio? carta e il giocattolo appariranno rispettivamente di colore
A. -IO B. - I l C. -50 D. -275 A. Rosso, rosso, blu.
19. I Una persona miope ha un punto prossimo di 20 cm e un B. Rosso, bianco, blu.
BK) punto remoto di 40 cm. Quando indossa gli occhiali per C. Rosso, rosso, nero.
correggere la vista, qual è il suo punto prossijno? D. Rosso, nero, blu.
A. lOcm B. 20cm C. 40cm D. I.Om 24. Il Un a.strofilo guarda la Luna attraverso un tele.scopio con
20. I Una persona miope ha un punto prossimo di 20 cm e un un obiettivo del diametro di I5 cm. Qual è la separazione
BIO punto remoto di 40 cm. Quale potere diottrico deve avere minima tra due oggetti sulla Luna che riesce a risolvere
la lente per correggere la vista di questa persona affinché con questo telescopio? A.ssurni che il suo occhio sia più
possa vedere oggetti distanti? sensibile alla luce con una lunghezza d’onda di 550 nm.
A. -5.0 D B. -2.5 D C. +2.5 D D. +5.0 D A. I20m B. I.7km C. 26 km D. 520 km

PROBLEMI
Sezione 19.1 La macchina fotografica 6. Ili Nella Figura PI9.6 la lente della macchina fotografica ha
una lunghezza focale di 50 mm. Quanto è alta l’immagine
1. I L’occhio umano ha molto in comune con una macchina
di una persona bene a fuoco sul rivelatore CCD?
BK) fotografica a foro stenopeico, es.sendo essenzialmente una
Macchina fotografica
piccola scatola con un foro davanti (la pupilla) e un rive­
latore nel retro (la retina). La distanza della pupilla dalla
retina è approssimativamente 24 mm. FIGURA P 1 9 .6
h _____ It
*--------
lOm
a. Supponi di guardare un amico alto 180 cm che si trova a
7.4 m da te. Assumi che il tuo (Kchio funzioni come una
Sezione 19.2 L’occhio umano
macchina fotografica a foro stenopeico, quale sarebbe l’al-
tez7.a, in mm, deH’immagine del tuo amico sulla tua retina? 7. I a. Stima il diametro del tuo bulbo oculare.
b. Supponi che l’iiiimagine del tuo amico inizi a diventare BIO b. Porta questa pagina alla distanza più vicina a cui riesci a
più grande. Come interpreta questa informazione il tuo vedere nitidamente il testo, non alla distanza più vicina
cervello? a cui riesci ancora a leggere il testo, ma quella a cui le
2. I Una studentessa ha costruito una macchina fotografica a lettere restano chiare. Se indossi occhiali o lenti a con­
foro stenopeico lunga 20 cm per un progetto destinato a tatto, non toglierle. Questa distanza viene chiamata il
una fiera scientifica. La ragazza vuole fotografare il monu­ punto prossimo del tuo occhio. Registra que.sta distanza,
mento a Washington, che è alto 167 m, e ottenerne un’im­ c. Stima l’effettiva lunghez/.a focale del tuo occhio. L’ef­
magine sul rivelatore alta 5.0 cm. A quale distanza deve fettiva lunghezzxi f(x:ale include la messa a fuoco del cri­
mettersi la studentessa dal monumento a Washington? stallino, la curvatura della cornea e l’eventuale correzione
3. Il Una macchina fotografica a foro stenopeico è fatta con che indossi. Ignora gli effetti del fluido nel tuo (x:chio.
una scatola lunga 80 cm dotata di un piccolo foro a una 8. Il Una persona che ci vede bene da lontano ha un punto
estremità. Se il foro è a 5.0 m da una persona alta 1.8 m, BIO prossimo di 50 cm anziché un valore normale di 25 cm.
quanto sarà alta l’immagine della persona sul rivelatore? Quale potere diottrico per la lente, in diottrie, dovrebbe
4. Il Un fotografo usa la sua macchina fotografica, la cui lente essere prescritto per correggere questo problema visivo?
ha una lunghezza focale di 50 mm, per mettere a fuoco un 9. I Una donna che ci vede bene da vicino ha un punto
oggetto distante 2.0 m. Successivamente vuole scattare una BIO remoto di 300 cm. Quale tipo di lente, convergente o diver­
loto di un oggetto che si trova a 40 cm di distanza. Di quale gente, dovrebbe esserle prescritta affinché possa vedere
distanza, e in quale direzione, deve essere mossa la lente oggetti distanti in modo più nitido? Quale potere diottrico
per mettere a fuoco questo secondo oggetto? dovrebbe avere la lente?
5. Il Una vecchia macchina fotografica ha una lente con una 10. Il Martino ha una miopia importante, con un punto remoto
lunghezza focale di 50 mm e usa una pellicola larga 36 mm BIO di soli 17 cm. Egli desidera avere degli occhiali da indos­
per registrare le immagini. Usando questa macchina foto­ sare quando u.sa il computer, il cui schermo dista 65 cm.
grafica, un fotografo scatta una fotografia del ponte Gol­ Quale potere diottrico devono avere questi occhiali?
den Gate a San Francisco che si estende per la larghezza 11.1 Maria, come molte persone anziane, ha perso totalmente
completa della pellicola. Ora il fotografo vuole scattare la BIO la capacità di accomodazione e rie.sce a mettere a fuoco solo
foto del ponte usando la sua macchina fotografica digitale oggetti distanti. Desidererebbe avere occhiali da lettura per
con il suo rivelatore CCD largo 12 mm. Quale lunghezza poter leggere un libro tenuto a una comoda distanza di 50
focale dovrebbe avere la lente di que.sta macchina fotogra­ cm. Quale potere diottrico, in diottrie, dovrebbero avere gli
fica affinché l’immagine del ponte copra tutto il rivelatore? occhiali di Maria?
652 CAPITOLO 19 Strumenti ottici

12. I II punto prossimo di un tuo zio miope è 10 cm. La tua 22. Ili Un microscopio con una lunghezza focale di 8.0 mm per
BIO visione è normale; cioè il tuo punto prossimo è 25 cm. Sup­ Tobiettivo ha una lunghezza del tubo di 16.0 cm. Affinché
poni che tu e tuo zio teniate in mano un centesimo (del il microscopio sia a fuoco, quanto deve essere distante l’o­
diametro di 1.7 cm) ai vostri rispettivi punti prossimi. biettivo dal campione esaminato?
a. Qual è la dimensione angolare del centesimo, in 23. Ili La distanza tra Tobiettivo e l’oculafe in un microscopio
radianti, secondo te? è 20 cm. L’obiettivo ha una lunghezza focale di 5.0 mm.
b. Qual è la dimensione angolare del centesimo, in Quale lunghezza focale dell’oculare darà al microscopio
radianti, secondo tuo zio? un ingrandimento angolare complessivo di 350?
c. Questi calcoli suggeriscono qualche beneficio per per­
sone miopi?
Sezione 19.5 II telescopio
13. Il A un paziente, un medico prescrive occhiali con una
BIO lente convergente avente un potere diottrico di 4.0 D. 24. Il Per la combinazione di due lenti identiche illustrata nella
a. 11 paziente ci vede bene da vicino o da lontano? Figura PI9.24 trova la posizione, la dimensione e roricnta-
b. Se il paziente è miope, qual è la posizione del punto mento deH’immagine finale di un oggetto alto 2.0 cm.
remoto del suo occhio? Se il paziente vede bene da / = 9.0 cm
lontano, qual è la posizione del suo punto prossimo?
14. Ili Ordina le seguenti persone da quelle che vedono meglio 2.0 c m i i ____________________________
BIO da vicino a quelle che vedono meglio da lontano, indicando
qualsiasi parità:
FIGURA P 1 9 .2 4 36 cm 15 cm
A. Bruno ha una prescrizione di +2.0 D.
B. Carolina ha bisogno di lenti divergenti con una lun­ 25. Il Per la combinazione di due lenti identiche illustrata nella
ghezza focale di -0.35 m. Figura PI9.25 trova la posizione, la dimensione e l’orienta­
C. Maria Elena indossa lenti convergenti con una lun­ mento dell’immagine finale di un oggetto alto 1.0 cm.
ghezza focale di 0.50 m. / = 5.0 cm f —- 8.0 cm
D. Gianna ha una prescrizione di +2.5 D.
E. La prescrizione di Walter è —3.2 D. 1.0 cm 14

Sezione 19.3 La lente d’ingrandimento FIGURA P 1 9 .2 5 4.0 cm 12 cm

15. I II diametro di una moneta è 19 mm. A quale distanza 26. Il Un ricercatore sta cercando di sparare un dardo di son­
dal tuo occhio deve essere tenuta affinché abbia la stessa nifero a un rinoceronte alto 2.0 m che si trova a 150 m
dimensione apparente della Luna? (Usa i dati astronomici di distanza. La sua dimensione angolare vista attraverso
all’interno della copertina.) il telescopio del fucile è 9.1°. Qual è l’ingrandimento del
16. Ili Una lente d'ingrandimento ha un ingrandimento di 4X per telescopio?
una persona con una distanza normale del punto prossimo di 27. Il L’obiettivo del telescopio rifrattore al Lick Observatory
25 cm. Qual è l’ingrandimento di questa lente quando viene in California ha una lunghezza focale di 17 m.
usata da una persona con punto prossimo di 15 cm? a. Qual è il potere diottrico di questa lente?
17. I Una lente d’ingrandimento ha un ingrandimento di 5X. b. Quale lunghezza focale (in mm) dovrebbe avere l’o­
A quale distanza dalla lente dovrebbe essere posto un culare per dare un ingrandimento di lOOOX per questo
oggetto in modo tale che la sua immagine (virtuale) sia alla telescopio?
distanza del punto prossimo di 25 cm? 28. Ili Usi il tuo binocolo da 8X per mettere a fuoco una den-
18. Ili Una persona che vede bene da lontano ha un punto pros­ droica dal groppone giallo (lunga 14 cm) su un albero
simo di 40 cm. Quale potenza dovrebbe avere una lente d’in­ distante 18 m. Quale angolo (in gradi) sottende l’immagine
grandimento usata da questa persona per vedere chiaramente della dendroica sulla tua retina?
a una distanza di 10 cm senza che indossi i suoi occhiali? 29. Il 11 tuo telescopio ha una
lunghezza focale di 700 mm
per l’obiettivo e una lun­
Sezione 19.4 II microscopio
ghezza focale di 26 mm per
19. Il Un microscopio economico ha una lunghezza del tubo di l’oculare. Una sera decidi di
12.0 cm e il suo obiettivo ha una capacità d’ingrandimento guardare la luna piena, che
di lOX. ha una dimensione angolare
a. Calcola la lunghezza focale delTobiettivo. di 0.52° quando è vista a
b. Quale lunghezza focale dell’oculare dovrebbe avere il occhio nudo.
microscopio per dare un ingrandimento complessivo di a. Quale angolo (in gradi) sottende l’immagine della Luna
150X? quando la guardi attraverso il tuo telescopio?
20. Ili Un microscopio standard per biologia deve avere un b. Supponi di decidere di scattare una fotografia della
ingrandimento di 200X. Luna usando il tuo telescopio. Posizioni un rivelatore
a. Quando viene accoppiato con un oculare di lOX , quale CCD in modo tale da catturare l’immagine prodotta
potere è necessario all’obiettivo per dare questo ingran­ dall’obiettivo. Qual è il diametro di questa immagine?
dimento?
b. Qual è la lunghezza focale dell’obiettivo?
Sezione 19.6 Colori e dispersione
21. mi Uno scienziato forense sta usando un microscopio stan­
dard per biologia con un obiettivo da 15X e un oculare da 30. Hill Uno stretto fascio di luce con lunghezze d’onda da
5X per esaminare un capello proveniente dalla scena di un 450 nm a 700 nrn incide perpendicolarmente su una fac­
crimine. Quanto dista l’obiettivo dal capello? cia di un prisma con angolo di 40.00° realizzato in vetro
Problemi 653

Crown, il cui indice di rifrazione si trova nell’intervallo tra occhio. Egli sta os.servando un oggetto che è a 8.0 cm dalla
n = 1.533 e /? = 1.517 per queste lunghezze d’onda. Qual lente. Qual è l’ingrandimento angolare della lente usata in
è Tallargamento angolare del fascio dopo essere passato questo modo se la distanza di punto prossimo di Giacomo
attraverso il prisma? è 25 cm?
31. Ili Un raggio di luce 38. I Una lente d’ingrandimento porta un’etichetta indicante
bianca colpisce la super­ “5X”. Quale .sarebbe il .suo ingrandimento .se venisse usata
ficie di una lastra di vetro da una persona che ha una distanza di punto prossimo di 50
flint spessa 4.0 cm, come cm?
illustrato nella Figura 4.0 cm 39. II L’obiettivo da 20X di un microscopio è progettato per
PI9.31. Quando il raggio essere usato in un microscopio con 16 cm di lunghezza del
entra nel vetro, esso viene tubo. L’obiettivo è marcato AN = 0.40. Qual è il diametro
disperso nei suoi colori FIGURA P 1 9 .3 1 dell’obiettivo?
costituenti. Stima quanto sono distanti i raggi del rosso 40. mi Due lenti convergenti con lunghezze fidali di 40 cm e 20
estremo e del violetto estremo quando essi escono dalla INT cm sono distanziate di 10 cm. Un oggetto alto 2.0 cm si trova
superficie posteriore della lastra. Quale raggio uscente è a 15 cm davanti alla lente con lunghezza focale di 40 cm.
più vicino al punto P? a. Usa il ray tracing per trovare la posizione e l’altezza
32. Hill Un raggio di luce rossa, per il quale n = 1.54, e un raggio dell’immagine. Per farlo in modo accurato usa un
di luce violetta, per il quale n = 1.59, viaggiano attraverso righello o della carta millimetrata. Determina la distanza
un pezzo di vetro. Essi si incontrano proprio sulla super­ e l’altezza dell’immagine riportando tali misure sul tuo
ficie di separazione tra vetro e aria ed emergono nell’aria diagramma.
come un unico raggio con un angolo di rifrazione di 22.5°. b. Calcola l’altezza deH’immagine e la posizione relativa
Qual è l’angolo tra i due raggi nel vetro? rispetto alla seconda lente. Confronta il risultato ottenuto
con la risposta ottenuta con il ray tracing nella parte a.
4L III Una lente convergente con una lunghezza focale di 40
Sezione 19.7 Risoluzione degli strumenti ottici
INT cm e una lente divergente con una lunghezza focale di -40
33. Ili Due lampadine .sono distanziate di 1.0 m. A quale cm sono distanti 160 cm. Un oggetto alto 2.0 cm è posizio­
distanza queste due lampadine sarebbero marginalmente nato a 60 cm davanti alla lente convergente.
risolte da un piccolo telescopio con un obiettivo del dia­ a. Usa il ray tracing per trovare la posizione e l’altezza
metro di 4.0 cm? Assumi che la lente sia limitata solo dalla dell’immagine. Per farlo in modo accurato usa un
diffrazione e A= 600 nm. righello o della carta millimetrata. Determina la distanza
34. I Un obiettivo del diametro di 1.0 cm di un microscopio e l’altezza dell’immagine riportando tali misure sul tuo
ha una lunghezza focale di 2.8 mm. Viene usato con luce diagramma.
visibile con una lunghezza d’onda di 550 nm. b. Calcola l’altezza deH’immagine e la posizione relativa
a. Qual è il potere risolutivo delPobiettivo se esso è usato rispetto alla seconda lente. Confronta il risultato ottenuto
nel l’aria? con la risposta ottenuta con il ray tracing nella parte a.
b. Qual è il potere risolutivo dell’obiettivo se esso è usato in 42. Il Una lente con una lunghezza focale di 25 cm viene
un microscopio a immersione in olio con = 1.45? sistemata a 40 cm davanti a una lente con una lunghezza
35. Il Un microscopio con un focale di 5.0 cm. Quanto dista l’immagine finale dalla
obiettivo di lunghezza seconda lente se l’oggetto è a una distanza infinita dalla
focale 1.6 mm viene usato prima lente? Questa immagine si trova davanti o dietro alla
per ispezionare i piccoli seconda lente?
dettagli di un micropro­ 43. Il Un microscopio con un obiettivo da 5X crea un’imma­
cessore per un computer. gine del diametro di 1.0 mm di un campione. Qual è il dia­
Si desidera risolvere due metro deH’immaginc reale formata dall’obiettivo di questo
oggetti distanti tra loro campione?
solo 400 nm. Quale diame­ 44. Il 11 tuo compito nel laboratorio di fisica è di realizzare un
tro deve avere l’obiettivo microscopio con due lenti. Una lente ha una lunghezza
se il microscopio viene usato nell’aria con una lunghezza focale di 10 cm, l’altra ha una lunghezza focale di 3.0 cm.
d’onda della luce di 550 nm? Pianifichi di usare la lente più potente come obiettivo e
vuoi che la sua immagine sia a 16 cm dalla lente, come in
un microscopio standard per biologia.
P roblem i generali a. Quando distante dovrebbe essere l’obiettivo dall’oggetto
36. 1 Supponi di puntare una macchina fotografica a foro ste- per produrre un’immagine reale di 16 cm dall’obiettivo?
nopeico verso un albero alto 15 m che si trova a 75 m. b. Quale sarà l’ingrandimento del tuo microscopio?
a. Se il rivelatore ò 22 cm dietro al foro, quale sarà la 45. Il Un obiettivo da 20X e un oculare da lOX danno un
dimensione del l’immagine sul rivelatore? ingrandimento angolare di 200X quando sono usati in un
b. Se tu volessi che l’immagine fosse maggiore, dovresti microscopio con una lunghezza del tubo di 160 mm. Quale
avvicinarti all’albero o allontanarti da esso? Spiega il ingrandimento darebbero obiettivo e oculare se venissero
perché. utilizzati in un microscopio con una lunghezza del tubo di
c. Se hai tempo, potresti rendere l’immagine più grande 200 mm?
ricostruendo la macchina fotografica, cambiando la 46. Il L’obiettivo e l’oculare di un telescopio sono separati di
lunghezza o le dimensioni del foro. Quale cambiamento 1.0 m. Il telescopio ha un ingrandimento angolare di 50.
darebbe un’immagine più grande? Trova le lunghezze focali dell’oculare e dell’obiettivo.
37. mi Giacomo usa una lente con una lunghezza focale di 10.0 47. Ili II tuo telescopio ha un obiettivo con una lunghezza focale
cm come lente d’ingrandimento tenendola vicina al suo di 1.0 m. Punti il telescopio verso la Luna e ti rendi conto
654 CAPITOLO 19 Strumenti Ottici

che manca l’oculare. Anche così, riesci a vedere rimma- una pupilla maggiore, l’acuità decresce a causa dell’au-
gine reale della Luna formata daH’obiettivo se poni il tuo mento delle aberrazioni; per una pupilla inferiore, l’a­
occhio un po’ oltre l’immagine in modo tale da vedere i cuità decresce a causa dcH’aumentare degli effetti della
raggi divergenti dal piano dell’immagine, come se i raggi diffrazione. Se il diametro della tua pupilla è 2.0 mm,
divergessero da un oggetto posizionato in quel punto. Qual come nel caso della presenza di una luce piuttosto bril­
è l’ingrandimento angolare della Luna se vedi la sua imma­ lante, qual è il diametro del cerchio più piccolo che puoi
gine reale a 25 cm, la tua distanza di punto prossimo? ancora vedere come cerchio, anziché come un punto, se il
48. Il Marta sta guardando una montagna distante con un telesco­ cerchio è al tuo punto prossimo, ovvero a 25 cm dal tuo
pio che ha un obiettivo con una lunghez/.a fecale di 120 cm e occhio? Assumi una lunghezza d’onda della luce nell’aria
un (Kulare con lunghezz^i fix:ale di 2.0 cm. Vede un uccello di 600 nm e un indice di rifrazione all’interno dell’occhio
distante 60 m e vuole osservarlo. Per poterlo fare, Marta deve di 1.33.
rimettere a fucx:o il telescopio. Di quanto e in quale direzione 57. Ili 1 microtubuli sono strutture filamentose nelle cellule
(avvicinandosi o allontanandosi dall’obiettivo) deve muo­ BK) che mantengono la forma cellulare e facilitano il movi­
vere l’cK'ulare per poter mettere a fuiK'o l’uccello? mento delle molecole all’interno della cellula. Essi sono
49. Il Susanna ci vede bene da vicino; senza i suoi cKchiali, il lunghi cilindri cavi con un diametro di circa 25 nm. È
suo punto remoto è a 35 cm e il suo punto prossimo a 15 possibile inserire molecole fiuorescenti all’interno dei
cm. 1 suoi cKchiali le consentono di vedere oggetti distanti microtubuli; quando vengono illuminate con una luce
con PcKchio rilassato. Quando indossa i suoi occhiali, qual è ultravioletta, le molecole fiuorescenti emettono luce visi­
l’oggetto più vicino che Susanna riesce a mettere a fiuKO? bile che può formare uiTimmagine nel sistema ottico di
50. Ili Un satellite spia usa un telescopio con uno specchio di un microscopio. Se la lunghezza d’onda emessa è di 500
2.0 m di diametro. Esso orbita attorno alla Terra a un’altezz.ii nm e FAN dell’obiettivo del microscopio è 1.4, un bio­
di 220 km. Qual è la spaziatura minima che due oggetti sulla logo che guarda attraverso il microscopio può dire se sta
superficie terrestre devono avere per essere risolti come guardando un niicrotubulo singolo o due microtubuli che
oggetti distinti da questo telescopio? Assumi che la risolu­ si trovano fianco a fianco?
zione del telescopio sia limitata solo dalla diffrazione e che
registri la luce con una lunghezzai d’onda di 5(X) nm.
51. Hill Due stelle hanno una separazione angolare di 3.3 • 10
rad. Quale diametro minimo deve avere l’obiettivo del tele­
Esercitazioni per te s t di tip o M CAT
scopio per risolvere le due stelle, usando la luce con una
Correzione chirurgica della vista BK)
lunghezza d’onda di 650 nm?
52 Ili Franco vede bene solo da vicino e i suoi occhiali richie­ La luce che entra nei tuoi occhi viene messa a fiKx:o j:)er formare
dono una prescrizione di —1.5 D. Un giorno non riesce a un’immagine sulla tua retina. L’ottica del tuo sistema visivo ha un
trovare i suoi occhiali, ma trova invece un vecchio paio di pi)tere diottrico totale di circa +60 D: circa +20 D dal cristallino
occhiali con una prescrizione di —LO D. Qual è l’oggetto del tuo occhio e +40 D dalla forma curva della tua cornea. Gli
più distante che Franco riesce a mettere a fuoco mentre interventi chimrgici per correggere difetti visivi di solito non agi­
indossa questo suo vecchio paio di occhiali? scono sul cristallino ma sulla forma della cornea. Nell’intervento
53. Qual è la risoluzione angolare del telescopio spaziale più frequente, un laser viene usato per rimuovere tessuti dal centro
Hubble che ha uno specchio del diametro di 2.4 m quando della cornea, riducendone la curvatura. Questa variazione di fonila
osserva la luce di lunghezza d'onda di 550 nm? La risolu­ è in grado di correggere certi tipi di problemi visivi.
zione di un telescopio rificttore viene calcolata esattamente 58. I Appiattire la cornea sarebbe una buona soluzione per
nello stesso modo di un telescopio rifrattore. qualcuno che
54. Il telescopio spaziale Hubble A. Vede bene solo da vicino.
ha uno specchio del diametro di B. Vede bene solo da lontano.
2.4 m. Supponi che il telesco­ C. Vede bene sia da vicino sia da lontano.
pio fosse usato per fotografare 59. I Supponi che una donna abbia un punto remoto di 50 cm.
la superficie della Luna da una Di quanto dovrebbe essere cambiato il potere diottrico
distanza di 3.8 • 10^ m. Qual è della sua cornea per correggere la sua visione?
la distanza tra due oggetti sulla A. -2.0D B. -l.OD C. +1.0D D. +2.0 D
Luna che questo telescopio è in 60. I La cataratta è un annebbiamento o opacità che sviluppa
grado di risolvere? Assumi che la lunghezza d’onda della il cristallino deH’occliio, fenomeno che si verifica spesso in
luce sia di 600 nm. persone anziane. Nei casi estremi, il cristallino dell’occhio
55. Ili Una volta che ti sei adattato al buio, la pupilla del tuo può aver bisogno di essere rimosso. Dopo questa opera­
BK) occhio ha un diametro approssimativo di 7 mm. Le luci zione la persona
dei fari di un’automobile in arrivo sono separate tra loro di A. Vede bene solo da vicino.
120 cm. Se il cristallino del tuo occhio è limitato solo dalla B. Vede bene solo da lontano.
diffrazione, a quale distanza i due fanali saranno risolti? C. Nessuno dei due casi.
Assumi che la lunghezza d’onda della luce nell’aria sia di 61. I La lunghezza del tuo occhio decresce lievemente con
6(K) nm e che l'indice di rifrazione aH’interno dell’occhio l’età, rendendo il cristallino un po’ più vicino alla retina.
sia 1.33 (il tuo occhio in realtà non riesce a risolvere i due Supponi che un uomo abbia la vista corretta chinirgica-
fanali a questa distanza, sia a causa dcH’aberrazionc del mente all’età di 30 anni. All’età di 70 anni, una volta che i
cristallino, sia a causa delle dimensioni dei ricettori sulla suoi occhi si sono ridotti lievemente in lunghezza, l’uomo
tua retina, tuttavia ci arriva abbastanza vicino). A. Vede bene solo da vicino.
56. mi L’occhio umano normale ha un’acuità visiva massima B. Vede bene solo da lontano.
BK) quando la pupilla ha una dimensione di circa 3 mm. Per C. Nessuno dei due casi.
Risposte alle pause di riflessione 655

R IS P O S T E ALLE P A U S E DI R IF L E SSIO N E

Pausa (li riflessione - Anteprima Capitolo: 1^. Un’immagine Pausa di riflessione 19.4: A. 11 ray tracing
reale viene formata solo se l’oggetto è oltre il punto focale. Vedi mostra il perché:
la Sintesi 18.1 per i dettagli.
Pausa di riflessione 19.5: B. L’ingrandi­
Paii.sa di riflessione I9.I: A. 1raggi dalla cima al fondo deH'al- mento totale è il prodotto dell’ingrandimen­
bero nella Figura 19.1 b si troveranno più distanti tra loro quando to dell’obiettivo e dell’ingrandimento angolare dell’oculare
lo schermo è spostato indietro, risultando in un’immagine più M . Se m ^ viene dimezzato, da 20X a lOX, M dev’essere rad-
grande. doppiato. Poiché è inversamente proporzionale alla lunghez­
za focale dell’oculare, la lunghezza focale delPocularc dev’es­
Pausa di riflessione 19.2: A. Carla riesce a mettere a fuoco un
sere dimezzata.
oggetto non più vicino ai suoi occhi di 40 cm, quindi l’immagine
deve essere ad una distanza di almeno 40 cm e non più vicina. Pausa di rille.ssione 19.6: 1). Un filtro verde lascia passare solo
Poiché rimmagine è dalla .stessa parte della lente deH'oggetto, la luce verde, quindi blocca la luce rossa della mela. Nessuna
essa sarà virtuale. luce della mela può passare il filtro, quindi essa apparirà nera.
Illusa di riflessione 19.3: 1). Poiché Maria riesce a mettere a Pausa di rifle.ssione 19.7: PK^ > Pk^ > PR, = IM<^. 11 potere
fuoco un oggetto distante 0.5 m, ma non uno che si trova a 10 risolutivo è PR =0.61 A/sin per obiettivi usati nell’aria = 1),
m, il suo punto remoto deve trovarsi tra queste due distanze. Se­ quindi il potere risolutivo è maggiore (una risoluzione peggiore)
guendo l’Esempio 19.3 vediaiTio che la pre.scrizione per le sue quando l’angolo (/)^ è minore. Dalla Figura 19.27 possiamo vede­
lenti deve essere tra l/(-10 m) = -0.1 D e l/(-().5 m) = -2 D. re che è minore quando il rapporto D/fè minore. Questi rap­
Solo la prescrizione —1.5 D cade in questo intervallo. porti sono (D//;, = 1/5, (D/f}^ = 2/5, (D/f), = 2/5, e = 1/3.
a r t e V r i e p i l o g o

Ottica
La luce è un'entità sfuggente. Essa si trova ovunque in­ Possiamo di solito ignorare la natura ondulatoria della
torno a noi, ma che cos’è esattamente? Uno degli aspetti luce quando consideriamo la propagàzione della luce su
più curiosi della luce è che le sue proprietà fondamentali scale di lunghezza maggiori. In questo caso, rappresentia­
dipendono dalle circostanze in cui vengono studiate. Di mo la luce come ni^gi che viaggiano lungo linee rette che
conseguenza è difficile sviluppare una singola teoria del­ pailono da una sorgente. I raggi luminosi cambiano direzio­
la luce che sia applicabile in tutte le circostanze. A causa ne nella superfìcie di sepaiazione tra due mezzi con indici
di ciò, abbiamo sviluppato due modelli per la luce nella di rifrazione diversi (quindi differenti velocità della luce).
Parte V, il modello ondulatorio e il modello del raggio lu­ Da questa superfìcie di separazione i raggi riflessi ritornano
minoso. Abbiamo trovato che ciascun modello ha il suo verso il mezzo originario e quelli ri fratti si muovono nel
particolare ambito di applicabilità. nuovo mezzo ma con una nuova direzione. Questi prcx:essi
Molti esperimenti mostrano che la luce ha distinte sono governati dalle leggi di riflessione e rifrazione.
proprietà simili alle onde. Le onde luminose esibiscono Malgrado la natura sfuggente della luce, le applicazio­
fenomeni quali l’interferenza e la diffrazione, proprio ni pratiche dell’ottica sono cruciali in molte tecnologie
come fanno le onde sonore e quelle neH’acqua. Tuttavia, odierne. Le macchine fotografiche, i telescopi e i micro­
noi non siamo di solito consapevoli degli aspetti ondula­ scopi impiegano tutti concetti fondamentali sulla forma­
tori della luce in quanto le lunghezze d'onda della luce zione delle immagini di lenti e specchi. Abbiamo trovato
visibile sono molto piccole. Il fenomeno ondulatorio di­ che la risoluzione ultima degli strumenti ottici è deter­
venta apparente solo quando la luce interagisce con corpi minata dalla natura ondulatoria della luce, chiudendo il
o aperture le cui dimensioni sono minori di circa 0.1 mm. cerchio del nostro studio sull’ottica.
STRUTTURA DI CONOSCENZA V Ottica
OBIETTIVI BASE Quali sono le conseguenze della natura ondulatoria della luce?
Nel modello del raggio lumino.so, come vengono riflessi e rifratti i raggi che vanno a formare le immagini?
PRINCIPI GENERALI La luce viene compresa attraverso due modelli, il modello ondulatorio, in cui la luce esibisce le proprietà
tipiche delle onde quali Pinterferenza e la diffrazione, il modello del raggio luminoso, in cui la luce viag­
gia secondo linee rette finché non viene riflessa o rifratta.

Il modello ondulatorio Il modello del raggio luminoso


• La luce si allarga dopo aver attraversato una • La luce viaggia dalla sorgente lungo linee rette, chiamate
piccola apertura. Questa è la diffrazione. raggi.
Schermo l.'iiKcnsità su uno schernii)
• I raggi vengono riflessi da una
si distribuisce in un massimo superficie tra due mezzi, obbe­
' ccntnilc mollo lumim)so c in dendo alla legge della rifles­
massimi secondari più deboli.
sione, 0. = tì.
La larghezza del
massimo centrale è • I raggi luminosi cambiano di­ Raggio
rezione quando attraversano incidente

la superfìcie di separazione
Le onde luminose che passano attraverso fenditure mul­ tra due mezzi. L’angolo d’in­
tiple interferiscono su uno schermo dove esse si sovrap­ cidenza e quello rifratto sono Raggio
pongono. L’intensità della luce è grande quando le onde legati dalla legge di Snell: ri frutto
che interferiscono sono in fase, e piccola quando esse
sono in opposizione di fase. ;ij sin 6^, =^2 sin ^2
L'intensità su uno dove n è l’indice di rifrazione. La velocità della luce in un
schcniH) si distribuisce in materiale trasparente è v = cln.
l'rangc d’inlcrl'crcnza
cquisp;i/iatc. Formazione delfimmagine da lenti e specchi
Una lente o uno specchio hanno una caratteristica lunghezza
La distanza
tra due frange è
focale/. 1 raggi paralleli all’asse ottico vengono messi a fuoco
a una distanza/dalla lente o dallo specchio.

• Le onde luminose riflesse dalle due superfìci di una pelli­


cola sottile anch’esse producono interferenza.
La risoluzione degli strumenti ottici
Ut dilTra/ionc limila quanto PqVUl\ niicroS'COpU), la
possono essere vicini due B f f i B distanza minima risolvi-
oggetii puntiformi —**•’
continuando ad essere risolti.
bile tra due oggetti è
_0.61A
Per un telescopio, la separazione d„ìin- La distanza dell\>ggetto s, la distanza deH’immagine .v' e
angolare minima risolvibile tra la lunghezza focale sono collegate &d\Vequazione delle lenti
Dove AN, yapertura sottili, che è valida anche per gli specchi:
due oggetti è _ \22K
numerica, è una caratte­
ristica dell’obiettivo del i _L-i
micro.scooio. s '^ s ' ~ f
UN PASSO OLTRE
Quindi metà della luce riflessa verso l’alto dal campione
Microscopio confocale a passa attraverso lo specchio e viene messa a fuoco su uno
scansione schermo contenente un piccolo foro. A causa del foro,
solo i raggi luminosi che provengono dal volume ben il­
Sebbene i moderni microscopi siano delle meraviglie
luminato nel campione possono passare completamente
deir ingegneria ottica, il progetto su cui si basano non
attraverso il foro e raggiungere il rivelatore di luce dietro
è troppo differente da quello del microscopio composto
di esso. I raggi provenienti da altri punti del campione o
di Robert Hooke del 1665. Recentemente, i progressi
mancano il foro completamente o sono fuori fuoco quan­
nelFottica, nella tecnologia laser e nelle tecnologie infor­
do raggiungono lo schermo, cosicché solo una piccola
matiche hanno reso possibile un nuovo tipo di microsco­
frazione di essi passa attraverso il foro. Questo secondo
pio ottico, il microscopio confocale a scansione. Questo
aspetto chiave del disegno di questo microscopio limita
microscopio è in grado di generare immagini con una
la luce rivelata solamente a quei raggi che sono emessi
nitidezza sorprendente.
dal punto del campione in cui la luce laser era originaria­
La figura illustra il principio fondamentale di funzio­
mente concentrata.
namento di questo microscopio. La parte sinistra della
Quindi vediamo che (a) il punto del campione che è a
figura mostra un campione translucido illuminato da una
fuoco nell’obiettivo è molto meglio illuminato di qualsi­
luce proveniente da un laser. Il fascio laser è convertito,
asi altro punto, quindi esso riflette più raggi di qualsiasi
tramite un’ottica appropriata, in un fascio di raggi diver­
altro punto, e (b) il foro serve per limitare ulteriormente
genti, i quali sono riflessi da uno specchio, quindi diretti
i raggi sul rivelatore solo a quelli che provengono dal
verso l’obiettivo di un microscopio a un fuoco nel cam­
fuoco. Presi a.ssieme, questi aspetti della concezione di
pione. L ’obiettivo del microscopio concentra il fascio
questo microscopio assicurano che la luce sul rivelatore
laser in una regione circolare molto piccola (« 0.5 pm di
provenga da un volume molto piccolo e ben definito del
diametro). Notiamo che la luce del laser attraversa altre
campione.
regioni del campione ma, poiché i raggi non sono a fuoco
Il microscopio come mostrato sarebbe solamente uti­
in queste regioni, queste non vengono illuminate intensa­
le per esaminare un piccolo punto di un campione. Per
mente come il punto nel fuoco. Questo è il primo aspetto
fare Vimmagine, l’obiettivo viene scansionato attraver­
importante di questo tipo di microscopio: l’illuminazione
so il campione mentre l’intensità viene registrata da un
molto intensa di un volume molto piccolo del campione
computer. Questa procedura costruisce un’immagine del
che lascia le altre regioni solo debolmente illuminate.
campione con una linea scansionata per volta. II risultato
Come mostra la metà destra della figura, la luce viene
finale è una foto del campione in un piano molto stretto
riflessa da tutti i punti illuminati del campione e passa di
in cui il fascio laser viene concentrato. Muovendo l’o­
nuovo attraverso l’obiettivo. Lo specchio che ha riflesso
biettivo verso l’alto o verso il basso prima di iniziare la
la luce laser verso il basso è uno specchio semi-traspa­
scansione si possono ottenere immagini di diversi piani
rente che riflette il 50% della luce e trasmette l’altro 50%.
del campione. In questo modo è possibile ottenere imma­
gini tridimensionali di un campione.
Lo schermo blocca la Rivelatore 11 miglioramento in termini di contrasto e di risolu­
luce rilìcssa da tutti i *- della luce
punti ad eccezione di zione rispetto ai microscopi convenzionali può essere
quella proveniente dal davvero notevole. Le immagini mostrano una sezione
fuoco del fascio laser. Foro del fegato di un topo ottenuta con un microscopio con­
Specchio semi-trasparente ,, v nello venzionale e con un microscopio confocale a scansione.
che riflette il 50% schermo Poiché la luce riflessa da tutte le parti del campione rag­
e trasmette il 50%.
giunge la fotocamera in un microscopio convenzionale,
questa immagine appare sfocata e ha un contrasto infe­
riore. L ’immagine ottenuta con il microscopio confocale
rappresenta un singolo piano o una sezione del campione
e risultano evidenti molti più dettagli che sono invece in­
visibili neirimmagine convenzionale.

L’intensità nel
fuoco del ‘ %
fascio laser **' r » ii.
è molto alta.

Campione

L'intensità negli altri Luce mollo intensa Luce debole riflessa da


punti è molto bassa, riflessa dal punto un qualsiasi altro punto Fotografie di una sezione di macchie fluorescenti nel fegato di
corrispondente al fuoco un topo ottenute usando un'ottica microscopica standard (a
Un microscopio confocale. sinistra) e un microscopio confocale a scansione (a destra).
657
PARTEV PROBLEMI
Le domande seguenti sono relative al testo '‘Microscopio con­ 3. La risoluzione di un microscopio confocale a scansione è
focale a scansione** della pagina precedente. limitata dalla diffrazione, proprio come negli altri micro­
scopi. In principio, passando a un laser con una lunghezza
1. Un fascio laser è formato da raggi di luce paralleli. Per
d’onda più corta si otterrebbe
convertire questa luce nei raggi divergenti richiesti da un
A. Una risoluzione maggiore.
microscopio confocale a scansione occorre
B. Una risoluzione minore.
A. Una lente convergente.
C. La stessa risoluzione.
B. Una lente divergente.
4. Nel sistema ottico mostrato nel brano, la distanza dal­
C. Indifferentemente una lente convergente o una lente
la sorgente dei raggi luminosi divergenti al campione è
divergente.
distanza del campione dallo schermo.
2. Se, a causa della cattiva qualità delPobiettivo, la luce del
A. maggiore della
laser che illumina il campione in un microscopio confocale
B. uguale alla
a scansione viene messa a fuoco in un punto più grande,
C. minore della
A. L’immagine sarà meno luminosa perché la luce che
illumina il punto immagine è più debole.
B. L’immagine sarà sfocata perche la luce proveniente da
più di un punto raggiunge il rivelatore.
C. L’immagine sarà più debole e sfocata, in quanto esi­
stono entrambi i problemi di cui sopra.

/ .seguenti passaggi e le domande associate si basano sul mate­ Certe condizioni mediche possono cambiare la forma del
riale contenuto nella Parte V. bulbo oculare di un cavallo; questi cambiamenti possono
mutare la sua visione. Se il cristallino e la cornea non cam­
Vista del cavallo BIO biano ma tutte le distanze nella Figura V.l vengono au­
1 muscoli ciliari dell’occhio del cavallo pos.sono produrre solo mentate lievemente, allora il cavallo
piccole variazioni alla forma del suo cristallino, quindi un ca­ A. Vedrà bene solo da vicino.
vallo non è in grado di modificare la forma del cristallino per B. Vedrà bene solo da lontano.
mettere a fuoco oggetti a distanze differenti come fa un essere C. Sarà incapace di metter a fuoco con chiarezza a qualsi­
umano. Invece, un cavallo fa affidamento sul fatto che i suoi asi distanza.
occhi non sono sferici. Come illu.stra la Figura V. 1 punti diversi
nel retro del suo occhio sono a distanze diverse rispetto alla par­
te anteriore dell’occhio. Diciamo che questo occhio ha una “re­ Il fuoco neH’occhio BK)
tina a rampa”; le immagini che si formano nella parte alta della
retina sono più lontane dalla cornea e dal cristallino di quelle Avrai probabilmente visto di notte la luce rifies.sa dagli occhi
che si formano nella parte inferiore. Il cavallo usa le caratteri­ di un gatto o di un cane. La luminosità degli occhi di questi
stiche della sua retina per mettere a fuoco oggetti a distanze dif­ animali è determinata dalla riflessione della luce da parte di
ferenti, piegando la testa affinché la luce emessa da un oggetto uno strato situato nel retro dell’occhio chiamato tapetum luci-
formi un’immagine in una posizione verticale sulla retina che dum (che in latino significa “tappeto lucido”). 11 tapetum è una
sia alla giusta distanza per essere a fuoco in modo nitido. struttura comune negli occhi degli animali che devono vedere
in condizioni di bassa luminosità. La luce che attraversa la
Cristallino
retina viene riflessa indietro dal tapetum attraverso le cellule
della retina, creando in tal modo una seconda opportunità di
rivelare la luce.
Retina Gli squali e altri pesci simili hanno un tapetum molto
sviluppato. La Figura V.2a mostra il fiash di una macchina
fotografica ritiesso dall’occhio di uno squalo verso la macchi­
na fotografica. Questa luce riflessa è molto più brillante della
riflessione diffusa prodotta dal corpo dello squalo. Come viene
generato questo effetto luminoso?
La Figura V.2b mostra la struttura tipica del tapetum di
un pesce (il tapetum negli animali di terra come gatti, cani,
5. All’occhio di un cavallo, l’immagine di un oggetto vicino c cervi usa principi simili ma ha una struttura diversa). La
sarà a fuoco riflessione proviene dall’interfaccia tra due strati di cellule
quasi trasparenti (il cui indice di rifrazione è essenzialmente
A. Nella parte alta della retina. quello dell’acqua) e una pila di cristalli di guanina schiacciata
B. Nella parte bassa della retina. tra essi. La luce viene riflessa dall’interfaccia ad entrambi i lati
6. All’occhio di un cavallo, l’immagine di un oggetto distante della pila di cristalli. Per certe lunghezze d’onda, l’interferenza
sarà a fuoco costruttiva porta a una ri flessione particolarmente intensa.
A. Nella parte alta della retina. La luce brillante proveniente da una sorgente distante viene
B. Nella parte bassa della retina. concentrata dal cristallino nell’occhio dello squalo in un punto
7. Un cavallo sta guardando dritto davanti a sé verso una per­ sulla retina, come mostrato nella Figura \.le . Il tapetum riflet­
sona che si trova in piedi piuttosto vicina a lui. L’immagine te questi raggi verso il cristallino, dove la rifrazione li piega in
della persona si distribuisce in verticale lungo quasi tutta la raggi paralleli che viaggiano lungo la direzione di provenien­
retina. Cosa possiamo dire circa l’immagine sulla retina? za, ossia verso la sorgente di luce. Poiché la luce rifle.ssa dal
tapetum è direzionale, essa è molto più brillante della rifles­
A. La testa della persona è a fuoco; i piedi sono sfocati. sione diffusa dal corpo dello squalo. Ma la luce riflessa viene
B. 1piedi della persona sono a fuoco; la testa è sfocata. vista da un osservatore - o da una macchina fotografica - solo
C. La testa della persona e i piedi sono entrambi a fuoco. in corrispondenza o in prossimità della sorgente del flash che
D. La testa della persona e i piedi sono entrambi sfocati. produce la riflessione.
6 58
(a) L’“occhio luminoso” in una fotografìa 12. Nella visione umana, la curvatura della cornea fornisce la
con flash di uno squalo maggior parte del potere del sistema visivo. Questo non
avviene nel caso dei pesci; nella Figura V.2c, i raggi lumi­
nosi sono piegati dal cristallino ma non sono piegati quan­
do essi entrano nella cornea. Ciò avviene perché
A. Gli occhi dei pesci funzionano nell’acqua, e l’indice
di rifrazione dei fluidi ncH’occhio è simile a quello
dell’acqua.
B. Gli occhi dei pesci hanno una curvatura molto minore
della cornea.
C. La maggior parte dei pesci ha occhi che sono più sensibili
alla luce rispetto a quelli degli animali terre.stri tipici.
(h) wStruttura del tapctum
D. La riflessione nel tapetum interferi.sce con la rifrazione
Riflessione Riflessione
frontale nel retro della cornea.
13. Fotografie di gatti scattate con il flash mostreranno la ri­
flessione del tapctum a meno che non si faccia attenzio­
ne a evitarla. Se vuoi fotografare il tuo gatto con il flash
minimizzando ‘‘l’occhio luminoso”, quale delle seguenti
Spessore strategie non funziona?
t A. Scattare la fotografia in condizioni di luce debole affinché
le pupille degli occhi del gatto siano aperte al massimo.
B. Usare un flash a una certa distanza dalla macchina
fotografica.
C. Usare un diffusore affinché la luce del flash venga dif­
(c) Riflessione dei raggi luminosi fusa su un’area ampia.
I raggi incidenti paralleli 1raggi vengono riflessi D. Usare fla.sh multipli posti in diversi punti attorno alla
vengono messi a fuoco dal tapetum ... .stanza.
14. La Figura V.2c mostra il cristallino dell’occhio che convo­
glia i raggi paralleli assieme verso la retina. La retina è posVd
A. Davanti al punto focale del cristallino.
B. Nel punto focale del cristallino.
C. Dietro il punto focale del cristallino.

... e rifratti dal cristallino


‘‘•... per formare un fascio di Problemi integrati aggiuntivi
raggi paralleli che
viaggiano a ritroso verso 15. La pupilla del tuo occhio è più piccola in presenza di luce
FIGURA V.2 la sorgente. BIO brillante di quanto non sia in condizioni di luce scarsa. Spie­
ga come mai questo comporta che le immagini viste con una
luce brillante sembrino più nitide rispetto a quelle viste con
una luce fioca.
16. Le persone con una buona vista possono leggere una lette-
BIO ra alta 8.8 mm su uno schermo oculi.stico a una distanza di
6.1 m. Quanto è larga, approssimativamente, l’immagine
9. La luce di lunghezza d’onda 600 nm nell’aria passa in uno di questa lettera sulla retina? Assumi che la distanza tra il
strato di cristalli di guanina. Qual è la lunghezza d’onda cristallino e la retina sia di 24 mm.
della luce in questo strato? 17. Una fotografa usa una lente con / = 50 mm per formare
A. 1100 nm B. 600 nm un’immagine di un oggetto distante sul rivelatore CCD di
C. 450 nm D. 330 nm una macchina fotografica digitale. L’immagine è alta 1.2
10. La Figura V.2b mostra i raggi che sono riflessi dalle due mm e l’intensità della luce sul rivelatore è 2.5 W/m^ Suc­
interfacce del tapetum. Dati gli indici di rifrazione delle cessivamente cambia lente con una con/ = 300 mm che ha
cellule e dei cristalli, ci sarà un cambiamento di fase nella lo stesso diametro della prima lente. Quali .sono, adesso,
riflessione per l’altezza dell’immagine e la sua intensità?
A. La riflessione frontale e la riflessione posteriore. 18. Il suono e le altre onde subiscono la diffrazione proprio
B. Solo per la riflessione frontale. come le onde luminose. Supponi che un altoparlante in una
C. Solo per la riflessione posteriore. stanza a 20°C stia emettendo un tono stazionario di 1200
D. Per nessuna delle due. Hz. Una porta larga 1.0 m di fronte all’altoparlante diffran­
11. Qual è lo spessore minimo (approssimato) dello strato di ge l’onda sonora. Una persona dall’altra parte della porta
cristalli che condurrebbe a un’interferenza costruttiva tra cammina parallela al muro in cui si trova la porta, stando a
la riflessione frontale e la riflessione posteriore per una 12 m dal muro. Quando si trova direttamente davanti alla
luce con lunghezza d’onda di 600 nm? porta, può udire il suono forte e chiaro. Mentre continua a
A. 80 nm B. 160 nm camminare, l’intensità del suono diminuisce. A quale di­
C. 240 nm D. 320 nm stanza deve camminare dal punto in cui si trovava di fronte
alla porta per raggiungere il primo punto di silenzio?

6 59
Elettricità
e magnetismo

Molto di ciò che conosciamo del sistema nervoso proviene dallo studio di un animale molto diverso dagli esseri
umani, il calamaro. Le fibre nervose trasmettono I segnali elettrici lungo la loro lunghezza, permettendo al cervello
di dirigere le azioni del corpo. Quali caratteristiche ha un segnale elettrico generato e trasmesso dal sistema
nervoso di un essere umano o di un calamaro?
PANORAMICA DEI CONTENUTI

Cariche, correnti e campi


I Greci scoprirono che un pezzo di ambra strofinato energicamente poteva attrarre
piume o piccoli pezzi di paglia. Scoprirono anche che certe pietre della regione che
chiamavano Magnesia potevano attrane pezzi di ferro. Queste prime esperienze con
le forze elettriche e magnetiche hanno dato inizio alle ricerche che hanno condotto
allo sviluppo dei computer ad alta velocità di oggi, ai laser, alle comunicazioni in
fibra ottica e alla risonanza magnetica.
Lo sviluppo di una teoria elettromagnetica completa, che ha impegnato i fisici
più importanti d’Europa per la maggior parte del 19° secolo, ha portato a rivoluzioni
radicali sia in campo scientifico che tecnologico. La formulazione completa della
teoria del campo elettromagnetico è addirittura stata definita da Einstein “l’evento
più importante nella fisica dai tempi di Newton.’’
Per la maggior parte delle persone, i fenomeni fondamentali dell’elettricità e del
magnetismo non sono familiari come quelli della meccanica. Cercheremo di com­
pensare questa mancanza di esperienza mettendo in evidenza alcuni fenomeni basi­
lari. Cominceremo da dove i Greci erano parliti, analizzando le forze esercitale da
oggetti strofinati tra loro, esplorando il concetto di carica elettrica. Vedremo come
sia facile compiere osservazioni sistematiche sul comportamento delle cariche e ana­
lizzeremo le forze tra le cariche e il comportamento delle cariche in materiali diversi.
La corrente elettrica, sia per illuminare una lampadina sia per modificare lo stato di
un elemento della memoria del computer, è semplicemente un movimento control­
lato di cariche attraverso materiali conduttori. Uno dei nostri obiettivi sarà quello di
capire come le cariche si muovono nei circuiti elettrici.
Quando studieremo il magnetismo, ripartiremo dalle conclusioni dei greci, analiz­
zando come i magneti si attaccano su alcuni metalli. 1 magneti influenzano anche gli
aghi delle bussole. Inoltre, come vedremo, una corrente elettrica può infiuenzare una
bussola esattamente allo stesso modo di un magnete. Questa osservazione dimostra
la stretta connessione tra elettricità e magnetismo, che ci porta al fenomeno delle
onde elettromagnetiche.
La nostra teoria di elettricità e magnetismo introdurrà il concetto completamente
nuovo di campo. Elettricità e magnetismo rappresentano le interazioni a lungo rag­
gio delle cariche, sia quelle ferme sia quelle in movimento, e il concetto di campo ci
aiuterà a capire come avvengono queste interazioni.

M odelli m icroscopici
La teoria dei campi offre una prospettiva macroscopica sui fenomeni di elettricità e
magnetismo, ma possiamo anche avere una visione microscopica. A livello micro­
scopico, vogliamo sapere che cosa sono le cariche, come si legano ad atomi e mole­
cole e come si muovono attraverso vari tipi di materiali. Le onde elettromagnetiche
sono composte da campi elettrici e magnetici. L ’interazione di onde elettromagne­
tiche con la materia può essere analizzata in termini di interazioni di questi campi
con le cariche nella materia. Quando riscaldiamo il cibo in un forno a microonde, in
pratica utilizziamo le interazioni dei campi elettrici e magnetici con le cariche.

661
A N T EPR IM A
Obiettivo: sviluppare una comprensione di base dei fenomeni elettrici in termini di cariche, forze e campi.

Le cariche e la legge Il campo elettrico Le forze nei campi elettrici


di Coulom b Le cariche producono un campo elettrico Il campo elettrico all’interno di questo
Un pettine, dopo essere stato passato tra i intorno a sé. Nelle nubi temporalesche, il rivelatore di fumo esercita una forza sulle
capelli, attira un sottile flusso d’acqua, il campo può essere forte abbastanza da particelle di fumo cariche, spostandole
modello delle cariche elettriche spiega ionizzare l’aria, provocando un fulmine. verso un elettrodo di rilevamento.
questa forza.

Impareremo a usare la legge di Coulomb Impareremo a calcolare il campo elettrico Impareremo come i campi elettrici
per calcolare la forza tra due particelle per alcune importanti distribuzioni di esercitino delle forze e dei momenti
cariche. carica. torcenti sulle particelle cariche.

FLASHBACK
I vettori e le loro componenti PA U SA DI R IF L E SSIO N E
Nelle Sezioni 3.1 - 3.3 abbiamo appreso
come un vettore possa essere scomposto nei La tensione nella corda è di 100 N. Sapendo che
suoi vettori componenti. sin 30° = 0.50 e cos 30° = 0.87, le componenti x e
y della tensione sono
A. -87 N, 50 N
Le forze elettriche e i campi elettrici sono
grandezze vettoriali, quindi sarà necessario Abbiamo appreso che B. 87N,50N
un vettore À può essere C. -50 N, 87 N
utilizzare la scomposizione in componenti di rappresentato come la D. 50 N, -87 N
un vettore per risolvere i problemi sulle forze somma dei suoi vettori E. 87 N ,-50 N
e i campi elettrici. componenti e Ày.
20.1 Cariche e forze 663

20.1 Cariche e forze


E possibile ricevere una scossa lievemente sgradevole e produrre una piccola
scintilla se si tocca una maniglia metallica dopo aver sfregato le scarpe su un
tappeto. Un pettine di plastica passato tra i capelli attirerà pezzi di carta e altri
piccoli oggetti. In entrambi i casi, due corpi sono stati strofinati insieme. Perché
lo strofinio di un corpo dovrebbe produrre forze e scintille? Che tipo di forze
sono? Queste sono le domande con cui iniziamo il nostro studio dcirelettricità.
Il nostro primo obiettivo è quello di sviluppare un modello per la compren­
sione dei fenomeni elettrici in termini di cariche e di forze. Useremo poi la
nostra conoscenza moderna degli atomi per comprendere Telettricità a livello
microscopico, anche se i concetti fondamentali dell’energia elettrica non fanno
alcun riferimento ad atomi o elettroni. La teoria deirelettricità è stata applicata
molto tempo prima che l’elettrone fosse scoperto.

E sperim enti con le cariche


Entriamo in un laboratorio dove possiamo fare osservazioni sui fenomeni elet­
trici. Si tratta di un laboratorio modesto, molto simile a quello che avremmo
trovato nel 1800.1 principali strumenti del laboratorio sono:
■ Un certo numero di bacchette in plastica e vetro, ognuna lunga diversi cen­
timetri. Queste bacchette possono essere tenute in mano o sospese con dei Gli antichi greci notarono per la prima
fili a un supporto.
volta la natura elettrica della materia
osservando l'ambra, una forma di resi­
■ Pezzi di lana e di seta. na degli alberi fossilizzata. Se strofinati
■ I^iccole sfere di metallo, di uno o due centimetri di raggio, su supporti di legno. con una pelliccia, i bottoni d'ambra
attraggono piume, capelli o paglia. La
Manipoleremo e utilizzeremo questi strumenti con l’obiettivo di sviluppare parola greca per ambra, e le k tr o n , è
una teoria per spiegare i fenomeni che vediamo. Gli esperimenti e le osserva­ l'origine etimologica delle nostre parole
zioni descritti di seguito sono molto simili a quelli dei primi studiosi dei feno­ "elettrico", "elettricità" e, naturalmente,
meni elettrici. "elettrone".
Scopriamo Telettricità i
Esperimento 1 Esperimento 2

Bacchette che non


sono state strofinate
Plastica

Plastica

Prendiamo una bacchetta di plastica elettrica­ Strofiniamo vigorosamente con un panno di lana sia la bacchetta di
mente imperturbata da un lungo periodo di plastica appesa sia la bacchetta di plastica che teniamo in mano. Ora
tempo e appendiamola a un filo. Prendiamo quando avviciniamo la bacchetta che teniamo in mano alla bacchetta
un’altra bacchetta di plastica sempre impertur­ appesa, questa si allontana. Se prendiamo due bacchette di vetro e le
bata e portiamola vicino alla bacchetta appesa. strofiniamo con un tessuto di seta avremo lo stesso risultato: le due
Non accade niente su nessuna bacchetta. bacchette si respingono.
Interpretazione: Non ci sono speciali pro­ Interpretazione: Strofinare una bacchetta in qualche modo ne cambia le
prietà elettriche tra queste bacchette elettrica­ proprietà in modo tale che delle forze ora agiscono tra le due bacchette.
mente imperturbate. Diciamo che sono Chiamiamo questo prcx:es.so di strofinio caricam ento e diciamo che la
neutre. bacchetta strofinata è carica, o che ha acquisito una carica.

L ’Esperimento 2 mostra che vi è una forza repulsiva a lungo raggio (cioè


una forza che non richiede contatto) tra due corpi identici che sono stati cari­
cati allo stesso modo, ad esempio due bacchette di plastica strofinate con la
lana o due bacchette di vetro strofinate con la seta. La forza tra i corpi carichi
è chiamata forza elettrica. Abbiamo già visto una forza a lungo raggio, la
gravità, ma la forza gravitazionale è sempre attrattiva. Questa è la prima volta
che abbiamo osservato una forza repulsiva a lungo raggio. Tuttavia, la forza
elettrica non è sempre repulsiva, come mostra il prossimo esperimento.
664 CAPITOLO 20 Campi elettrici e forze

Scopriamo Telettricità II
Esperi mento 3 Esperimento 4

Plasticai Distanza maggiore


strofinata\\ Vetro strofinato Vetro \ \ Plastica strofinata
con W con la seta^ strofinato \ \ eon la lana,
la lana con la seta \ \ G C

Portiamo una bacchetta di vetro che è stata strofinata con la seta vicino • Se due bacchette sono mantenute a una
ad una bacchetta di plastica appesa che è stata strofinata con la lana. distanza maggiore tra loro, la forza diminu­
Questi due bacchette si attraggono reciprocamente. isce.
Interpretazione: Possiamo spiegare questo esperimento analoga­ • L ’intensità della forza è più grande per le
mente airEsperimento 2 assumendo che ci siano due diversi tipi di bacchette che sono state strofinate più
carica che un materiale può acquisire. Definiamo il tipo di carica vigorosamente.
acquisita da una bacchetta di vetro come carica positiva e quella acqui­ Interpretazione: Come la forza gravitazio­
sita dalla bacchetta di plastica come carica negativa. Entrambi questi nale, la forza elettrica diminuisce con la
due esperimenti possono essere interpretati dicendo che cariche sim ili distanza tra i corpi carichi. Maggiore è la
(positiva/positiva o negativa/negativa) esercitano una forza repulsiva carica sui due corpi, maggiore è la forza tra
tra loro, mentre cariche opposte (positiva/negativa) esercitano una loro.
forza attrattiva tra loro.

Sebbene abbiamo mostrato risultati sperimentali soltanto con bacchette di


plastica strofinate con la lana e bacchette di vetro strofinate con la seta, ulte­
riori esperimenti mostrano che ci sono solo due tipi di carica, quella positiva e
quella negativa. Per esempio, quando strofiniamo un palloncino sui nostri
capelli, il palloncino viene caricato negativamente, mentre il nylon strofinato
con un panno in poliestere si carica positivamente.

V isualizzare u n a carica
1diagrammi saranno uno strumento importante per capire e spiegare le cariche
FIGURA 20.1 Visualizzazione delle e le forze tra corpi carichi. La figura 20.1 mostra come disegnare un diagramma
cariche. delle cariche, che dà una rappresentazione schematica della distribuzione delle
La carica negativa La carica cariche su un corpo. E importante rendersi conto che i segni + e — disegnati
è rappresentala •*positiva è nella Figura 20.1 non rappresentano cariche “individuali”. A questo punto,
dal segno —. rappresentata
dal segno ^ pensiamo alla carica solo come qualcosa che può essere acquisito da un corpo
attraverso lo strofinio, così nei diagrammi della carica i segni -I- e — rappresen­
tano dove la carica è situata solo in modo generale. Nella Sezione 20.2 studie­
remo la carica da un punto di vista atomico e impareremo qualcosa sulle
Rappresentiamo quantità uguali di
cariche positive e negative con un
singole cariche di protoni ed elettroni.
uguale numero di segni + e - . Siamo in grado di farci un’idea importante sulla natura della carica stu­
diando cosa succede quando si mettono insieme una bacchetta di plastica e la
Una carica maggiore viene
rappresentala con un numero
lana utilizzata per caricarla, come mostrato nel .seguente esperimento.
maggiore di segni + o

Scopriamo relettricità III


Esperimento 5
Iniziamo con una bacchetta neutra di pla­
stica appesa e un panno di lana. Strofiniamo
la bacchetta di pla.stica con la lana, quindi
teniamo la lana vicino alla bacchetta. La
bacchetta è attratta dalla lana.
Interpretazione: Dall’Esperi mento 3 sap­
piamo che la bacchetta di plastica ha una
carica negativa. Poiché la lana attira la bac­ Lana usata per
strofinare la plastica
chetta, la lana deve avere una carica positiva.
20.1 Cariche e forze 665

L ’Esperimento 5 mostra che quando una bacchetta di plastica viene strofi­


nata con la lana, non solo la bacchetta acquisisce una carica negativa, ma anche
la lana utilizzata per strofinare la bacchetta acquista una carica positiva. Questa
osservazione può essere spiegata se postuliamo che un corpo neutro non è un
corpo che non ha alcuna carica; piuttosto, un corpo neutro contiene la stessa
quantità di carica positiva e negativa. Proprio come in una normale addi­
zione, dove 2 + (—2) = 0, cariche di segno opposto presenti in quantità uguali
“si annullano a vicenda”, lasciando il corpo senza alcuna carica totale.
In questo modello, un corpo è caricato positivamente se la quantità di carica
positiva su di esso supera la quantità di carica negativa; l’analogia matematica
di questa situazione è 2 -f (— 1) = +1. Analogamente, un corpo è caricato nega­
tivamente quando la quantità di carica negativa è maggiore della quantità di
carica positiva, analogamente a 2 + (—3) = — 1.
Come mostra la figura 20.2 il processo di strofinio opera un trasferimento
di carica da un corpo all’altro. Quando i due corpi sono strofinati insieme, la
carica negativa viene trasferita dalla lana alla bacchetta. Questo lascia la bac­
chetta con un eccesso di carica negativa. Ma la lana, avendo perso parte della
sua carica negativa ora ha un eccesso di carica positiva, e quindi è carica posi­
tivamente (vedremo nel Paragrafo 20.2 il motivo per cui è di solito la carica
negativa che si muove).

FIGURA 20.2 Come una bacchetta di plastica e un panno di lana acquistano una
carica mediante strofinio.
Lana

I l a bacchctla e il . Il termine “neutro" in 3. Ora strofiniamo la plastica 4. In questo modo la bacchetta 5. In un diagramma delle
panno di lana sono realtà indica il fatto che con il panno di lana. avrà una carica negativa in cariche elettriche,
ini/ialmcntc neutri. ciascuno di questi Facendo questa operazione ecces.so. Il panno di lana disegniamo solo la carica
elementi ha un numero la carica negativa si sposta avrà invece una carica in eccesso. In questo modo
uguale di cariche dalla lana alla bacchetta. positiva maggiore risjx'tto mostriamo come la
positive e negative. a quella negativa. bacchetta e il panno di lana
acquisiscono la loro carica.

C ’è un altro fatto cruciale sulla carica considerata nella Figura 20.2: nes­
suna parte della carica nel processo di strofinio viene creata o distrutta. La
carica viene semplicemente trasferita da un luogo all’altro. Questo fenomeno è
una legge fondamentale della natura, la legge di conservazione della carica.
Se una certa quantità di carica positiva appare da qualche parte, la stessa quan­
tità di carica negativa deve apparire altrove in modo che la carica totale non
cambi.
l risultati dei nostri esperimenti e la nostra interpretazione di essi in termini
di carica positiva e negativa, possono essere riassunti nel seguente modello
delle cariche elettriche.

Il m od ello delle cariche 1postulati fondamentali del nostro


elettriche, parte I modello sono:
L Le forze d’attrito, come io strofinio, aggiungono “qualcosa” a un corpo o
la rimuovono dal corpo stesso. Questo “qualcosa” è una carica. Più vigo­
roso è lo strofinio, maggiore sarà la quantità di carica prodotta.
2. Ci sono due tipi di carica, positiva e negativa.
3. Due corpi con carica dello stesso segno (positiva/positiva o negativa/
negativa) esercitano una forza repulsiva tra loro. Due corpi con carica di
segno opposto (positiva/negativa) esercitano una forza attrattiva tra loro.
Queste forze sono forze elettriche.
4. La forza tra due corpi carichi è una forza a lungo raggio. L ’intensità della
forza aumenta quando aumenta la quantità di carica e diminuisce all’au-
mentare della distanza tra le cariche.
C o n tin u a
666 CAPITOLO 20 Campi elettrici e forze

5. Corpi neutri hanno una quantità uguale di cariche positive e negative.


6. Il processo di strofinio carica i corpi trasferendo la^carica (generalmente
negativa) da uno aH’altro. 1 corpi acquisiscono cariche uguali ma opposte.
7. La carica si conserva: non può essere creata né distrutta.

Isolanti e conduttori
Gli Esperimenti 2, 3 e 5 riguardano il trasferimento di carica da un corpo a un
altro. Facciamo ancora qualche esperimento con la carica per vedere come
questa si muova su diversi materiali.
Scopriamo relettricità IV
Esperimento 6 Esperimento 7 Esperimento 8
La sfera di metallo La sfera resta La sfera acquista Entrambe le sfere
acquista una carica neutra una carica acquistano una carica
\ Metallo \ Metallo Metallo / \ Metallo

Carichiamo una bacchetta di plastica Mettiamo due sfere di metallo vicine Ripetiamo l’Esperimento 7 con
sfregandola con un panno di lana. ponendo fra di esse una bacchetta di una bacchetta metallica che col­
Quindi tocchiamo una sfera di metallo pla.stica che le collega. Carichiamo lega le due sfere di metallo. Toc­
neutra con l’area sfregata della bac­ una seconda bacchetta di plastica, per chiamo una sfera di metallo con
chetta. Dopo il contatto, la sfera di strofinio, e tocchiamo una delle sfere una bacchetta di pla.stica carica.
metallo respingerà una bacchetta di pla­ di metallo. Dopo il contatto, la sfera di Dopo il contatto, entrambe le sfere
stica appesa carica. La sfera di metallo metallo che è stata toccata respingerà di metallo respingeranno una bac­
sembra avere acquisito una carica dello una bacchetta appesa carica, al con­ chetta appesa carica.
stesso segno della bacchetta di plastica. trario della .seconda sfera di metallo.

La nostra ultima serie di esperimenti ha dimostrato che la carica può essere


trasferita da un corpo all’altro .solo quando i corpi si toccano. E necessario il
contatto. Quando a un corpo si toglie la carica in eccesso, rendendolo elettrica­
mente neutro, si dice che il corpo è stato scaricato.
Negli Esperimenti 7 e 8 la carica viene trasferita dalla bacchetta alla sfera di
metallo non appena i due oggetti si toccano. Nell’Esperimento 7, l’altra sfera
resta neutra, indicando che nessuna carica si sposta lungo la bacchetta di pla­
stica che collega le due sfere. Nell’Esperimento 8, invece, l’altra sfera si carica;
evidentemente la carica si è spostata lungo la bacchetta di metallo di collega­
mento delle sfere, trasferendo parte della carica dalla prima sfera alla .seconda.
Definiamo conduttori quei materiali attraverso o lungo i quali la carica si
muove facilmente e isolanti quei materiali nei quali la carica rimane ferma.
Vetro e plastica sono i.solanti; il metallo è un conduttore.
Queste nuove informazioni ci permettono di aggiungere altri postulati al
nostro modello delle cariche elettriche:

Il m odello delle cariche elettriche, parte II


8. Ci sono due tipi di materiali. I conduttori sono materiali lungo i quali o
dentro i quali le cariche .si muovono facilmente. Gli isolanti sono mate­
riali nei quali o sui quali le cariche rimangono ferme al loro posto.
9. Le cariche pos.sono es.sere trasferite da un corpo all’altro per contatto.

UEB3 ►Sia gli i.solanti che i conduttori, pos.sono essere caricati elettrica­
mente. Essi differi.scono nella capacità della carica di muoversi. <
◄ In un giorno particolarmente secco, uno scivolo di plastica e un
bambino con i vestiti di tessuto appropriato danno una evidente dimo­
strazione delle cariche elettriche e delle forze. Lo strofinio degli abiti
del bambino sullo scivolo crea una carica. II corpo è un buon condut­
tore, per cui le cariche si diffondono in tutto il corpo e sui capelli. La
repulsione risultante produce un risultato chiaramente visibilel
20.1 Cariche e forze 667

ESEMPIO CONCETTUALE 20.1 Il trasferim ento della carica


NelrEsperimento 8, il contatto di una sfera di metallo con una 2. Il metallo è un conduttore. Una volta nel metallo, che è un
bacchetta di plastica carica ha fatto sì che una seconda sfera conduttore, le cariche sono libere di muoversi.
metallica, collegata tramite una bacchetta metallica alla prima, 3. Cariche simili si respingono. Poiché cariche simili si
si fosse caricata con lo stesso tipo di carica della bacchetta. respingono, queste cariche negative si separano tra loro
Utilizziamo i postulati del modello delle cariche elettriche per andando più lontano possibile. Alcune si muovono attra­
costruire un diagramma delle cariche per il processo. verso la bacchetta di metallo nella seconda sfera. Di con­
S P IE G A Z IO N E Abbiamo bisogno dei seguenti concetti dal seguenza, la seconda sfera acquisisce una carica totale
modello delle cariche elettriche: negativa. Le forze repulsive guidano le cariche negative il
più lontano possibile, spostandole fino a posizionarle sulle
1. La carica viene trasferita per contatto. La bacchetta
superfici dei conduttori.
di plastica è stata caricata tramite strofinio con la lana,
11diagramma delle cariche nella figura 20.3 illustra questi tre
acquisendo una carica negativa. La carica non si muove
passaggi.
nella bacchetta, essendo questa un isolante, ma alcune
delle cariche vengono trasferite al metallo per contatto.

FIGURA 20.3 Un diagramma delle cariche per l'Esperimento 8.


Bacchetta La carica sulla bacchetta lontana
isolante carica La carica viene trasferita dal punto di contatto non si muove, Le forze di repulsione fanno sì
alla sfera di metallo / che la carica si distribui.sca sulle
attraverso il contatto superfìci dei conduttori.
Queste cariche si
reciprocamente.

Molto
velocemente

NelTEscmpio concettuale 20.1, una volta che la carica si trova sul condut­
tore essa si distribuisce rapidamente sulla sua superfìcie. Questo movimento di
carica è estremamente veloce. A parte questo brevissimo intervallo di tempo
durante il quale le cariche si riposi/.ionano, le cariche su un conduttore isolato
sono in equilibrio statico e quindi sono a riposo. Questa condizione è chiamata
equilibrio elettrostatico.

ESEMPIO CONCETTUALE 20.2 D ia gra m m a delle cariche per un elettroscopio


Molti esperimenti suirelettricità utilizzano un elettroscopio f ig u r a 20.4 Un elettroscopio carico.
come quello mostrato nella f i g u r a 20.4. Toccando la sfera che Sfera di
si trova nella parte supcriore dclfelettroscopio con una bac­ metallo '----- -
chetta di plastica carica si provoca un divaricamento delle Scatola di vetro per Asia di metallo
lamine che rimangono separate di un determinato angolo. isolare le lamine d’ora
Usiamo il diagramma delle cariche per spiegare il perché. Caricando
S P IE G A Z IO N E Useremo il modello delle cariche e la nostra l’elettroscopio
conoscenza degli isolanti e dei conduttori per fare una serie le lamine d'oro
di diagrammi delle cariche riportati nella FIGURA 20.5 che si respingono
Lamine ’ rcciprtK’amcnlc.
mostrano il funzionamento di un elettroscopio. d’oro
sottilissime
V E R IF IC A Le cariche si muovono, ma, poiché la carica si con­
serva, il numero totale di cariche negative non cambia da un
disegno alf altro.

FIGURA 20.5 Carica di un elettroscopio.

Molto
velocemente O O
I. Le cariche negative sono tra.sferite 2. Il metallo è un conduttore. Pertanto 3. Cariche uguali si respingono.
dalla bacchetta alla sfera metallica le cariche si distribuiscono (molto Le lamine caricate negativamente
per il conuitto. velocemente) attraverso l’intero esercitano una forza repulsiva
elettro.scopio. Le lamine si caricano reciproca, per cui si allontanano
negativamente. runa dall’altra.
668 CAPITOLO 20 Campi elettrici e forze

Polarizzazione
A ir inizio di questo capitolo abbiamo mostrato la foto di una piccola piuma
attratta da un pezzo di ambra che era stato strofinato con una pelliccia. L’am­
bra era stata caricata dallo strofinio, ma la piuma non era stata strofinata, era
neutra. Come può il nostro modello di carica spiegare l’attrazione di un corpo
neutro da parte di uno carico?
Anche se una piuma è un isolante, è più facile comprendere questo feno­
meno se prima consideriamo come un conduttore neutro sia attratto da un
corpo carico. La f ig u r a 20.6 mostra come funziona. Poiché la bacchetta carica
Raccoglitrici di polline BIO Lo strofinio di non tocca la sfera, nessuna carica viene aggiunta o rimossa dalla sfera. Invece, la
una bacchetta con un panno fornisce alfasta bacchetta attrae alcune cariche negative della sfera sul lato della sfera in prossi­
una carica elettrica. Analogamente, il rapido mità della bacchetta. Questo determina un deficit di carica negativa sul lato
movimento delle ali di un'ape nell’aria dà
opposto della sfera, così quel lato si carica positivamente. Questa piccola sepa­
all'ape una piccola carica elettrica positiva.
Come dei piccoli pezzi di carta sono attratti razione tra le cariche positive e negative in un corpo neutro quando questo viene
da una bacchetta carica, così i piccoli posto vicino ad un corpo carico è chiamata polarizzazione di carica.
granelli di polline sono attratti dall’ape La Figura 20.6 mostra che, poiché le cariche negative nella parte superiore
carica, che in questo modo riesce raccogliere della sfera sono più fortemente attratte dalla bacchetta rispetto alle cariche
e a trattenere il polline.
positive più distanti sulla sfera che sono invece respinte, vi è una forza risul­
tante attrattiva tra la bacchetta e la sfera. Questa forza di polarizzazione è
prodotta dalla leggera separazione delle cariche nel metallo e non dalla pre­
senza di cariche di segno opposto nella bacchetta e nel metallo. Se la bacchetta
avesse carica negativa, la carica positiva si sposterebbe verso la parte superiore
della sfera e la carica negativa verso la parte opposta. Ciò produrrebbe nuova­
mente una forza attrattiva tra l’asta e la sfera. La forza di polarizzazione tra
un corpo carico e uno neutro è sempre attrattiva.

FIGURA 20.6 Perché un corpo di metallo neutro è attratto da un corpo carico.


La sfera neuira contiene quantità La carica negativa è attratta dalla La carica negativa sulla sfera ò vicina
uguali di cariche positive e bacchetta caricata positivamente. alla bacchetta, pertanto viene
di cariche negative. Questo fenomeno fa sì che la carica fortemente attratta dalla bacchetta.
positiva resti sull’altro lato della sfera.

D La bacchetta non
tocca la sfera.
La forza risultante
è diretta ver.so
La CtU’ica positiva sulla sfera è la bacchetta,
lontana dalla bacchetta, pertanto
viene debolmente respinta dalla bacchetta.

La polarizzazione spiega perché nascono delle forze tra un corpo carico e un


corpo metallico dentro il quale la carica può muoversi liberamente. Ma le piume
attratte dall’ambra sono isolanti, e le cariche non possono muoversi attraverso un
isolante. Tuttavia, la forza di attrazione tra un corpo carico ed un isolante è
anch’essa una forza di polarizzazione. Come apprenderemo nella sezione suc­
cessiva, la carica in ogni atomo che compone un isolante può essere un po’
polarizzata. Sebbene la .separazione tra le cariche in un atomo sia estremamente
piccola, l’effetto totale di tutti gli innumerevoli atomi di un isolante è quello di
spo.stare una quantità apprezzabile di carica da un lato dcH’i.solante all’altro.
Questo è proprio ciò che è necessario per produn'c una forza di polarizzazione.

PAUSA DI RIFLESSIONE 20.1 Un elettroscopio viene caricato con una bac­


chetta di vetro carica positivamente. Le lamine dell’elettroscopio si divaricano
e la bacchetta di vetro viene rimossa. Successivamente una bacchetta di plasti­
ca carica negativamente viene portata vicino alla parte superiore dell’elettro­
scopio, senza toccarlo. Che cosa succede alle lamine?
A. Le lamine si avvicinano.
B. Le lamine si divaricano ulteriormente.
C. Le lamine non cambiano la loro posizione.
20.2 Cariche, atomi e molecole 669

20.2 Cariche, atomi e molecole


Abbiamo finora parlato di corpi caricati positivamente o negativamente senza FIGURE 20.7 La nostra visione moderna
spiegare cosa accade a livello atomico. Sappiamo già che i costituenti fonda- dell'atomo.
mentali degli atomi, il nucleo e gli elettroni che lo circondano, sono carichi. In Il nucleo, le cui dimensioni sono state esagerate
questa sezione col legheremo le nostre osservazioni della sezione precedente per maggiore chiare//.a. contiene protoni positivi.
con la comprensione della natura atomica della materia.
Nel nostro modello attuale, un atomo è costituito da un piccolo e denso
nucleo carico positivamente, contenente protoni carichi positivamente e par­
ticelle neutre denominate neutroni. Il nucleo è circondato da particelle orbi­
tanti con carica negativa molto meno massive, gli elettroni, che formano una
nube elettronica, come illustrato nella f ig u r a 20 .7 . L’atomo è tenuto insieme
dalla forza elettrica attrattiva tra il nucleo positivo e gli elettroni negativi.
Gli esperimenti mostrano che la carica, come la massa, è una proprietà
intrinseca di elettroni e protoni. Non è possibile avere un elettrone senza
carica così come non è possibile avere un elettrone senza massa.
La nube di elettroni è caricata negativamente.

Una visione atom ica d ella carica


Elettroni e protoni sono le cariche fondamentali della materia ordinaria. Non
ci sono altre fonti di carica. Di conseguenza, le osservazioni fatte nella
Sezione 20.1 devono es.sere spiegate in termini di elettroni e protoni.
FIGURA 20.8 Ioni positivi e negativi.
Sperimentalmente, si è scoperto che elettroni e protoni hanno cariche di
segno opposto ma esattamente di uguale valore assoluto. Quindi, poiché la Ione positivo Ione negativo

carica è dovuta agli elettroni e ai protoni, un corpo è carico se ha un numero


differente di elettroni e di protoni. Un corpo con carica negativa ha più elet­
troni che protoni, mentre un corpo con carica positiva ha più protoni che elet­
troni. La maggior parte degli oggetti macroscopici ha un numero uguale di
protoni ed elettroni. Un tale corpo non ha carica totale\ diciamo che è elettri­
camente neutro.
In pratica, i corpi acquisiscono una carica positiva, non acquisendo protoni
L'atomo ha perso un L’atomo ha guadagnato
ma perdendo elettroni. I protoni sono strettamente legati al nucleo e non pos­ elettrone, quindi ha un elettrone, quindi ha
sono essere aggiunti o rimossi dagli atomi. Gli elettroni, invece, sono legati una carica risultante una carica risultante
molto più debolmente dei protoni e possono essere rimossi con poco sforzo. positiva. negativa.
11 processo di rimozione di un elettrone dalla nube elettronica di un atomo è
chiamato ionizzazione. Un atomo a cui manca un elettrone è chiamato ione
positivo. Alcuni atomi possono ospitare un elettrone in più e diventare così uno
ione negativo. La f ig u r a 20.8 mostra ioni positivi e negativi.
1 processi che caricano elettricamente i corpi, che abbiamo osservato nella FIGURA 20.9 II caricamento per attrito
Sezione 20.1, necessitano di strofinio o attrito. Le forze di attrito spesso produ­ può derivare da ioni molecolari che
cono la rottura dei legami molecolari in superficie quando un materiale scivola si producono quando i legami sono
spezzati.
su un altro. Le molecole sono elettricamente neutre, ma la f ig u r a 20.9 mostra
che ioni molecolari possono essere creati quando uno dei legami in una grande Molecola
molecola è rotto. Se gli ioni molecolari positivi rimangono su un materiale e
gli ioni negativi su un altro, uno dei corpi a causa dello strofinamento acquista
una carica totale positiva e l’altro una carica totale negativa. Questo è il modo
in cui una bacchetta di plastica è caricata per strofinio con la lana o un pettine
si carica passando tra i capelli.

Questi legami vengono


C onservazione d ella carica spezzati per attrito.
Ione
La carica è rappresentata dal simbolo q (o a volte Q). L’unità di misura della molecolare
carica nel SI è il coulom b (C), che prende il nome dallo scienziato francese positivo
Charles Coulomb, uno dei tanti scienziati che hanno studiato l’elettricità nel
18° secolo.
‘‘Questa metà della
I protoni e gli elettroni, le particelle cariche nella materia ordinaria, hanno Questa metà della
molecola ha
la stessa quantità di carica, ma di segno opposto. Usiamo il simbolo e per la molecola ha perso
guadagnato un
un elettrone quando
carica fondam entale, il valore della carica di un elettrone o di un protone. La elettrone
il legame si
supplementare
carica fondamentale ha il valore è spezzalo.
quando il legame
1.60 • 10-'" C si è spezzato.
670 CAPITOLO 20 Campi elettrici e forze

T A B E L L A 20.1 Protoni ed elettroni La Tabella 20.1 riporta la massa e la carica del protone e delPelettrone.
Particella Ma.ssa (kg) Carica (C) EESH ►La quantità di carica prodotta sfregando bacchette di plastica o di
Protone 1.67 10-^ +e= 1.60- IO ” vetro è tipicamente delLordine di 1 nC (10 C) — UX) nC (10"^ C). Ciò
Elettrone 9.11 10^’’ - c = -1.60* 10 ' corrisponde a un eccesso o un deficit di lO'^-lO'^ elettroni. A causa delTe-
norme numero di atomi che costituiscono un oggetto macroscopico, ciò rap-
pre.senta un eccesso o un deficit di circa 1 elettrone su 10'\ <
Il fatto che la carica sia assediata a elettroni e protoni spiega perché la carica
si conserva. Poiché elettroni e protoni non si creano né si distniggono nei pro­
cessi ordinari, anche la loro carica associata si conserva.

Isolanti e conduttori
FIGURE 20.10 U n o sg u a rd o
La FIGURA 20.10 schematizza Pinterno su scala atomica di un isolante e di un
m icroscopico a isolanti e conduttori. conduttore metallico. Gli elettroni delPisolante sono tutti strettamente legati ai
nuclei positivi e non sono liberi di muoversi. Caricare un isolante per strofina­
Lsolante
mento porta a regioni di ioni molecolari sulla superficie, ma queste regioni
Nucleo sono immobili.
Elettroni del Nei metalli, gli elettroni atomici esterni (chiamati elettroni di valenza in
guscio interno
Elettroni di valenza
chimica) sono solo debolmente legati ai nuclei. Quando gli atomi si uniscono
per formare un solido, questi elettroni esterni si staccano dai loro nuclei e si
muovono liberamente attraverso Finterò solido. 11 solido nel suo complesso
rimane elettricamente neutro, perché nessun elettrone è stato aggiunto o
Gli elettroni di valenza rimosso, ma gli elettroni sono ora un po’ come un gas o un liquido a carica
sono saldamente legati
negativa - che i fisici chiamano m are di elettroni - che si diffonde in una
Metallo struttura regolare di ioni con carica positiva. Tuttavia, anche se gli elettroni
sono liberi di muoversi all'interno del metallo, sono ancora debolmente legati
Ioni ai nuclei ionizzati e non lasceranno il metallo.
positivi
Dipoli elettrici
Nell’ultima sezione abbiamo notato che un isolante, come la carta, si polarizza
quando è portato in prossimità di un corpo carico. Possiamo usare la descri­
zione atomica della materia per spiegare il fenomeno.
Gli elettroni di valenza sono liberi
di muoversi attraverso il metallo. Consideriamo cosa succede se portiamo una carica positiva nei pressi di un
atomo neutro. Come mostra la f ig u r a 20.11 la ciirica polarizza l’atomo attirando
la nube di elettroni e respingendo il nucleo. La polarizzazione di un solo atomo
ha un effetto molto piccolo, ma c’è un numero enorme di atomi in un materiale
isolante. Complessivamente, la loro polarizzazione totale e la risultante forza di
polarizzazione può essere piuttosto significativa. In questo modo l’ambra, dopo
essere stata strofinata, attira una piuma, esercitando su di essa una forza di pola­
rizzazione verso l’alto maggiore della forza di gravità verso il basso.
Due cariche uguali di segno opposto, ad una certa distanza Funa dall’altra
FIGURA 20.11 Un dipolo elettrico formano un d ipolo elettrico. In questo caso, quando la polarizzazione è cau­
indotto. sata da una carica esterna. Fatomo ha un dipolo elettrico indotto. Poiché l’e­
La carica esterna attrae la carica stremità negativa del dipolo è leggermente più vicina alla carica positiva, la
negativa deiralomo. spostandola forza di attrazione sul lato negativo supera di poco la forza repulsiva sull’estre­
leggermente verso di essa.
Carica mità positiva, e vi è una forza risultante verso la carica esterna. Se la carica
esterna Atomo della bacchetta induce tutti gli atomi di un pezzo di carta a diventare dipoli
elettrici, la forza totale è sufficiente a sollevare la carta verso la bacchetta.

Legam e idrogeno
Alcune molecole hanno una asimmetria nella loro distribuzione di carica che
le rende dipoli elettrici permanenti. Un esempio importante è la molecola
' esterna su esterna su
negativo positivo dell’acqua. 11 legame tra gli atomi di idrogeno e di ossigeno determina una
ripartizione diseguale della carica che, come mostrato nella f ig u r a 20 .12 , lascia
gli atomi di idrogeno con una piccola carica positiva e Fatomo di ossigeno con
una piccola carica negativa.
La carica negativa dell’atomo è più vicina Quando due molecole di acqua sono vicine, la forza elettrica attrattiva tra
alla carica esterna della carica positiva, Fatomo di idrogeno positivo di una molecola e Fatomo di ossigeno negativo
pertanto l’atomo è a ttr a tto verso
la carica esterna. della seconda molecola può formare un legame debole, chiamato le gam e
idrogeno, come illustrato nella f ig u r a 20 .13 . Questi legami deboli producono
20.2 Cariche, atomi e molecole 671

FIGURA 20.12 Una molecola d'acqua è FIGURA 20.13 Legami idrogeno tra le
un dipolo elettrico permanente. molecole d'acqua.
Gli elettroni L’ossigeno
tra.scorrono più leggermente Questa molecola
tempo con negativo è attratto d’acqua forma
Possigeno che dall’idrogeno Z legami idrogeno
con l’idrogeno. leggermente V y con le molecole
quindi il luto positivo di una ’’•■'•••.A 1 vicine.
delTossigeno è molecola vicina.
A
leggermente
negativo. X
Il lato
deir idrogeno è c i t , ®
0
leggermente
positivo.

una certa “viscosità” tra le molecole d’acqua che è responsabile di molte parti­ FIGURA 20.14 BK) Legami idrogeno in
colari proprietà dell’acqua, compresa la sua espansione durante il congela­ coppie di basi del DNA.
mento, il grande intervallo di temperatura nel quale è liquida e il suo alto calore Doppia elica
latente di vaporizzazione. del DNA
1 legami idrogeno sono estremamente importanti nei sistemi biologici. La Guanina
molecola del DNA ha la struttura di una doppia elica. L’informazione nel Timina
DNA è codificata in quattro niicleotidi: guanina, timina, adenina e citosina. 1 “••La coppia di basi dei due
nucleotidi su un filamento dell’elica del DNA formano legami idrogeno con i li lamenti può unirsi solo
, in alcune combinazioni.
nucleotidi sul filamento opposto.
I nucleotidi si legano solo in determinate coppie: la citosina con la guanina,
fadenina con la timina. Questo legame preferenziale è fondamentale per la
replicazione del DNA. Quando i due filamenti di DNA sono separati, ogni
filamento costituisce un modello su cui si può formare un altro filamento com­
plementare, creando così due copie identiche della molecola del DNA origi­
nale. Timina
. ‘••••Tre legami
Auenma uniscono
II legame preferenziale di coppie di basi di nucleotidi nel DNA si spiega con queste basi.
i legami idrogeno. In ciascuno dei nucleotidi, gli atomi di idrogeno hanno una
Due legami
piccola carica positiva, mentre gli atomi di ossigeno e di azoto hanno una pic­ idrogeno uniscono
cola carica negativa. Gli atomi di idrogeno positivi di un nucleotide attirano gli queste basi.
atomi negativi di ossigeno o azoto di un altro nucleotide. Come mostra il det­
Atomi componenti
taglio della FIGURA 20.14, la geometria dei nucleotidi permette alla citosina di
le basi ([') ( n) (S )
formare un legame idrogeno solo con la guanina, e aH’adenina di formare un
legame solo con la timina.

PAUSA DI R IF L E S SIO N E 20.2


Ordina, dalla più positiva alla più negativa, le
cariche da q a q di questi cinque sistemi.
Sfera di vetro
senza
Protone Elettrone 17 protoni 1 (KK) (KX) protoni tre elettroni
• • 19 elettroni 1 (XX) (XX) elettroni O
A B

20.3 La legge di Coulomb


Le ultime due sezioni hanno stabilito un modello di cariche e di forze elettri­
che. Questo modello è perfetto per spiegare i fenomeni elettrici e fornire una
comprensione generale dell’elettricità. Ora dobbiamo passare a una descri­
zione quantitativa. L’Esperimento 4 nella Sezione 20.1 mostra che la forza
elettrica aumenta per i corpi con una carica maggiore e diminuisce quando i
corpi carichi vengono spostati più lontano. La legge della forza che descrive
questo comportamento è nota come legge di Coulomb.
Nella formulazione matematica della legge di Coulomb, useremo il valore
della carica, senza considerare il segno. Useremo la notazione valore assoluto
che abbiamo usato in precedenza nel libro di testo. |^/1 rappresenta quindi il
valore assoluto della carica ed è sempre un numero positivo, sia se la carica è
positiva che se è negativa.
672 CAPITOLO 20 Campi elettrici e forze

La le gge di C o u lo m b
Modulo (o intensità): Se due particelle cariche che possiedono le cariche r/,
e si trovano a una distanza r tra loro, esse esercitano una forza reciproca
di modulo pari a f
l P.182
^kill^'2l
su2 “ 2 sul ” ( 20. 1) --------r
QUADRATICA
INVERSA
dove le cariche sono espresse in Coulomb (C), e AT= 8.99 • 10‘^N • mVC^ è
chiamata c o sta n te e le ttro sta tic a . Queste forze sono coppie di azione/
reazione, uguali in modulo e in direzione, ma opposte in verso. Si è soliti
arrotondare K a 9.0 • 10‘^ N • mVC‘ anche per i calcoli più precisi, e noi
faremo lo stesso.
Direzione: Le forze sono dirette lungo la linea che congiunge le due parti-
celle. Le forze sono repulsive per due cariche dello stesso segno e attrattive
per due cariche di segno opposto.

FIGURA 20.15 Forze attrattive e repulsive A volte parliamo della “forza tra la carica q^ e la carica q^'\ ma dobbiamo
tra particelle cariche. tenere a mente che abbiamo a che fare con corpi carichi che hanno anche una
massa, una dimensione e altre proprietà. La carica non è un’entità incorporea
che esiste a prescindere dalla materia. La legge di Coulomb descrive la forza
tra particelle cariche.
►La legge di Coulomb si applica solo alle cariche puntiformi. Una
carica puntiforme è un oggetto materiale idealizzato con una carica e una
massa ma senza dimensione o estensione. Per scopi pratici, due corpi CEiri-
chi possono essere modellizzati come cariche puntiformi se sono molto più
piccoli della distanza che li separa. ^
Due
cariche La legge di Coulomb sembra molto simile alla legge di Newton per la gra­
negative V2
vità, che abbiamo studiato nella b is e z io n e 6.5, ma c’è una differenza fonda-
^ 2 su I /
mentale: la carica q può es.sere positiva o negativa, per cui le forze pos.sono
jr e.ssere attrattive o repulsive. Di conseguenza, i segni di valore assoluto ncH’E-
quazione 20.1 sono particolarmente importanti. La prima parte della legge di
Coulomb dà solo il modulo della forza, che è .sempre positivo. La direzione
Cariche dev’essere determinata dalla seconda parte della legge. La f ig u r a 20.15 mostra
opposte le Ibrze tra diverse combinazioni di cariche positive e negative.

^/i
Uso della legge di Coulomb
La legge di Coulomb riguarda una forza e le forze sono vettori. Ix forze elet­
triche obbediscono al principio di sovrapposizione vettoriale. Se più cariche
1,2, 3,... sono presenti, la forza elettrica totale sulla carica j dovuta a tutte le
altre cariche è la somma (vettoriale) di tutte le singole forze dovute ad ogni
carica:

^ to t ^\suj ^ 2 SU; ^ 3 su ;
( 20.2)

dove ciascuna delle forze F, / ^ dall’Equazione 20.1.

< Separare i maschi dalle femmine BIO Gli spermatozoi possono essere
scelti a seconda che essi contengano un cromosoma X o Y. Le cellule vengono
mcs.se in soluzione e la soluzione viene forzata attraverso un ugello, che
rompe la .soluzione in goccioline. Supponiamo che una goccia contenga uno
spermatozoo. Un test ottico misura che tipo di cromosoma, X o Y, è contenuto
nella cellula. La goccia viene quindi caricala positivamente se ha uno
spcmialozoo X, negativamente se lo spermatozoo contiene un cromosoma Y.
Le gcK'cioline cadono fra due piastre di carica opposta dove vengono spinte a
sinistra o a destra a seconda della loro carica, separando la X dalla Y.
20.3 La legge di Coulomb 673

STRATEGIA DI RISOLUZIONE
DEI P R O B L E M I 2 0 . 1
Le forze elettriche e la le gge di C o u lo m b

Possiamo usare la legge di Coulomb per trovare la forza elettrica su una


particella carica prodotta da una o più particelle cariche.
IMPOSTAZIONE Identifichiamo le cariche puntiformi o i corpi che possono
essere considerati come cariche puntiformi. Creiamo una descrizione visi­
va, in cui si stabilisce un sistema di coordinate, riportiamo le posizioni delle
cariche e i vettori delle forze esercitate dalle cariche, definendo le distanze e
gli angoli, identifichiamo che cosa il problema ci chiede di trovare.
SOLUZIONE 11 modulo della forza tra le cariche puntiformi è dato dalla legge
di Coulomb:
_ ^ k ilk 2 l
^1 su2 “ ^2 sul ” 2
r
Utilizziamo la descrizione visiva come guida per fuso di questa legge:
■ Riportiamo le direzioni delle forze - repulsive per cariche simili, attratti­
ve per cariche opposte - sulla descrizione visiva.
■ Disegniamo la lunghezza dei nostri vettori di forza secondo la legge di
Coulomb: una particella con una carica maggiore, oppure una che si trova
più vicina, avrà un vettore di forza più lungo.
■ Quando è possibile, sommiamo graficamente i vettori sulla descrizione
visiva. Anche se il procedimento non è esatto, ci dirà qualitativamente il
tipo di risposta che ci dovremmo aspettare.
■ Scriviamo ogni forza vettoriale nelle sue componenti x ed y, quindi som­
miamo le componenti per trovare la forza totale. Usiamo la descrizione visiva
per determinare quali componenti sono positive e quali sono negative.
VERIFICA Verifichiamo che il nostro risultato abbia le unità di misura corret­
te, che sia ragionevole e che risponda alla domanda.

E SE M P IO 20.3 S o m m a di forze elettriche in una dim ensione


Due particelle con carica +10 nC sono a 2.0 cm di distanza S O L U Z IO N E Le forze elettriche sono vettori e la forza risul­
fima dalfallra sull’asse x. Qual è la forza risultante su una tante su ^3 è il vettore somma F^qi = F\ su3 + F2su3- Le cariche
carica di +1.0 nC posta a metà strada tra le due? Qual è la forza ry, e esercitano ognuna una forza repulsiva su ma queste
risultante se la particella carica sulla destra è sostituita da una forze sono uguali in modulo e in direzione ma opposte in verso.
carica -10 nC? Di conseguenza, ^tol ” La situazione cambia se è nega­
IMPOSTAZIONE Procediamo usando i passaggi del Riqua­ tiva, come nella Figura 20.16b. In questo caso, le due forze
dro Strategia di risoluzione dei problemi 20.1. Consideriamo sono uguali in modulo e direzione ed hanno lo stesso verso,
le particelle cariche come cariche puntiformi. La descrizione quindi = 2Fj j;u3- H modulo della forza è dato dalla legge di
visiva della FIGURA 20.16 stabilisce un sistema di coordinate Coulomb. La forza dovuta a è
e mostra le forze cd F2su3- La Figura 20.16a mostra una
carica di +10 nC sulla destra; mentre nella Figura 20.16b que­ ^lsu3 ~ 2
sta è sostituita da una carica di —10 nC. ''Ì3

(9.0 • 10‘^N-m2/C^)(10 • 10'‘^0(1.0 • 10 ‘^C)


FIGURA 20.16 Una descrizione visiva delle forze per i due casi, (0.010 m r
(a)
= 9.0 • 10
© .©
^0 ^
Dobbiamo considerare una forza uguale dovuta alla carica r/^,
quindi la forza risultante su una carica di LO nC è
1 --------------1------------- ------------- 1----- F(ot = ( 1.8 • 10~^ N, verso destra).
0 /
VERIFICA Questo esempio illustra l’importante concetto che
le forze elettriche sono vettori. Un passaggio importante nel
(b) p
valutare la risposta consiste nel vedere se essa sia “ragione­

© -^ 0 vole”. Nel secondo caso, la forza risultante è approssimativa­


mente 1 mN. Generalmente, le cariche di pochi nC separate da
pochi cm subiscono forze comprese tra una frazione di mN e
1 1 X(cm)
0 / JU diversi mN. Con questa linea guida, la risposta sembra essere
ragionevole.
674 CAPITOLO 20 Campi elettrici e forze

ESEMPIO 20.4 S o m m a di forze elettriche in due dim ensioni


Tre particelle cariche = -50 nC, = +50 nC e ^3 = +30 nC K\qi\\<ìi
sono disposte come mostrato nella f i g u r a 2 0 .1 7 . Qual è la
r2
SII 3
lsu 3

forza risultante sulla carica q^ dovuta alle altre due cariche?


(9.0 • lO’ N-m^/C^KSO • I0-’ C)(30 • 10^’ C)
FIGURA 2 0 .1 7 La disposizione delle cariche. (0.0707 m)2
5.0 cm 5.0 cm
q\ = —50 nC qi = +50 nC = 2.7 • 10’^ N

0 Il valore delle cariche e la distanza sono le stesse per


quindi
«
F,2 su 3*„

5.0 cm /='2su3 = ^ ^ ^ ^ = 2.7 . 10-3 N


r
q^ — +30 nC i Le componenti di queste forze sono illustrate nella FIGURA
2 0 .1 9 a .
IM P O S T A Z IO N E Troviamo una soluzione per la forza risul­
FIGURA 20.19 La forza risultante su è verso sinistra.
tante utilizzando la procedura del riquadro Strategia di risolu­
zione dei problemi 20.1, cominciando dalla descrizione visiva (a) Una visione ravvicinata delle forze (b) Forza risultante
mostrata nella f i g u r a 2 0 . i 8 a . Abbiamo definito un sistema di <ì\ <72
coordinate, con la carica q^ nelforigine. Abbiamo disegnato
le forze sulla carica q^ con le direzioni determinate dai segni
©
delle cariche. Possiamo vedere dalla geometria del problema
che le forze F i e F2su3 hanno direzioni definite dagli angoli
riportati nella figura. Il vettore somma nella FIGURA 2 0 . i 8 b
mostra la direzione attesa per la forza risultante; questo costitu­ N onI in sca
s la I
irà un’ottima verifica del nostro risultato finale. La distanza tra
le cariche q^Qq^h la stessa che c’è tra le cariche q^ e qy questa
distanza è r = '\/(5.0 cm)^ + (5.0 cm)^ = 7.07 cm . Poiché q^
e q^ hanno lo stesso valore e sono alla stessa distanza da qy ci Calcolando i valori delle componenti, troviamo che
aspettiamo che i moduli delle forze che esercitano siano uguali,
(F, ^ 3)^ = -(2.7 • 10-3 N) cos 45° = -1.9 • 1 N
come abbiamo disegnato nella Figura 20.18.
(F, su3)^= (2-7 • 10-3 N) sin 45°= 1 .9 . | 0' 3 n
FIGURA 2 0 .1 8 Una descrizione visiva delle cariche e delle ( F j 3)^ = -(2.7 • 10-3 N) cos 45° = -1.9 • 10“3 N
forze.
(F2^ 3>^= -(2.7- 10-3 N) sin 45° = -1.9* lO ^ N
(a) r/| è negativa e q^ positiva, (b)
quindi la forza è attrattiva. Quindi, troviamo le componenti della forza totale sommando
:y (cm) qi le componenti delle due forze:
© , / 1-5.0 #
I^ÌX = (Fi su3)x (^ 2 su 3 )x = -1 .9 - 1 0 -3 N- 1 .9 • IQ -3 N
= -3.8 • 10"3 N
jc(cm) .*r su3)j> + (^2su3)>
-5 .0 <73
r/2 c r/3 sono Una .somma veitoriulc = +1.9 • 10-3 N - 19 . ,0-3 ,9 _ 0
positive, quindi la anticipa la direzione
forza è repulsiva. della forza risultante. La forza risultante, come mostrato nella FIGURA 2 0 .l9 b , sarà
F3 = (3.8 • 10"^ N, direzione delle x negative)
Vogliamo calcolare la forza totale sulla carica qy
S O L U Z IO N E
Cominciamo utilizzando la legge di Coulomb per calcolare i La forza risultante è diretta verso sinistra, come
V E R IF IC A
moduli delle due forze sulla carica q^: abbiamo anticipato. Il modulo della forza risultante è pari ad
alcuni mN e quindi sembra ragionevole.

ESEMPIO 20.5 Confronto tra forze elettriche e forze gravitazionali


Una piccola sfera di plastica viene caricata a —10 nC. La sfera FIGURA 20.20 Una
è tenuta a 1.0 cm sopra a una biglia di vetro ferma su un tavolo. descrizione visiva che PlAsticfl
La biglia ha una massa di 15 mg e una carica di 10 nC. La mostra le cariche e le forze.
lo CAl-
biglia di vetro inizierà a “sollevarsi” verso la sfera di plastica? O t ' " -lOnd
IM P O S T A Z IO N E Consideriamo la sfera di plastica e la biglia
di vetro come cariche puntiformi. La FIGURA 20.20 stabilisce
un asse _y, identifica la sfera di plastica come q^ e la biglia di
vetro come q^ mostrando un diagramma di corpo libero. La 0- vctro i-IOnC
biglia di vetro si alzerà se F, ^ ^ > F; mentre se Fj ^ ^
la sfera rimarrà a riposo sul tavolo, il quale eserciterà poi una
forza normale H sulla sfera.
20.4 II concetto di campo elettrico 675

S O L U Z IO N E Usando i valori dati, abbiamo V E R IFIC A 1 valori utilizzati in questo esempio sono realistici
per sfere di diametro » 2 mm. In generale, come in questo
falsai = ------i---- = 9.0 10'^ N esempio, le forze elettriche sono significativamente più grandi
delle forze peso. Di conseguenza, possiamo ignorare la forza
P = nt2g= 1.5 • 10~^N
peso quando si lavora con problemi con forze elettriche a meno
Fi ^^2 è maggiore del peso della biglia di un fattore 60, quindi la che le particelle non siano piuttosto pesanti.
biglia di vetro salirà verso Talto.

PAU SA DI R IF L E S SIO N E 20.3 Le cariche 1 e 2 esercitano


reciprocamente una forza repulsiva Puna suiraltra. =
4q^. Quale affermazione è vera?
A. F.I su 2.> F.2 s u l, B. I su 2 2 su I
c. F
" I su 2
< F 2 su 1

20.4 II concetto di campo elettrico


La legge di Coulomb è la legge fondamentale delPelettrostatica. Possiamo usare f i g u r a 20.21 Visualizzazione del campo
la legge di Coulomb per calcolare la forza che una carica positiva esercita su una elettrico.
carica negativa vicina. Ma vi è una domanda senza risposta: in che modo la
carica negativa “conosce” che la carica positiva è lì? La legge di Coulomb ci dice
come calcolare Tintensitàe la direzione della forza, ma non ci dice come la forza
viene trasmessa attraverso lo spazio vuoto da una carica alLaltra. Per rispondere
a questa domanda, introdurremo il modello di campo, suggerito per la prima
volta agli inizi del 19° secolo da Michael Faraday, uno scienziato britannico che
ha investigato le proprietà deirelettricità e del magnetismo.
La FIGURA 20.21 iiiostra una fotografia della superficie di una padella di olio
con piccoli semi di erba galleggianti su esso. Quando due fili carichi, uno posi­
tivamente e faltro negativamente, toccano la superficie delfolio, i semi di
erba si allineano per formare una figura regolare. La figura suggerisce che un
qualche tipo di inlluenza elettrica esercitata dalle cariche riempie lo spazio
intorno ad esse. Forse i semi di erba stanno reagendo a questa influenza, cre­
ando la figura che vediamo. Questa alterazione dello spazio intorno alle cari­
che potrebbe essere il meccanismo mediante il quale la forza a lungo raggio
della legge di Coulomb viene esercitata.
Questa è l’essenza del modello di campo. Consideriamo la forza di attra­
zione tra una carica positiva A e una carica negativa B. La f i g u r a 20.22 mostra FIGURA 20.22 Modelli di forza e di
la differenza tra il modello di forza che abbiamo utilizzato e il modello di campo per le interazioni tra due cariche.
campo. Nel modello di campo, è ralterazionc dello spazio intorno alla B
carica A che è Vagente che esercita una forza sulla carica B. Questa altera­
zione dello spazio è ciò che chiamiamo cam po. La carica produce un’altera­ Nel modello della for/.a,
^ A .u A esercita una forza
zione ovunque nello spazio. Le altre cariche poi rispondono all’alterazione direllamenie su B.
nella loro posizione.
11 modello di campo si applica a molti settori della fisica. Lo spazio attorno Nel modello del campo.
ad una carica viene modificato per creare il c am p o elettrico. L’alterazione A altera lo spazio attorno
a sé (le linee ondulate
dello spazio intorno ad una massa è chiamata c am p o gravitazionale. L’alte­ sono una “licenza
razione dello spazio intorno ad un magnete viene chiamata cam p o m a g n e ­ poetica". Impareremo
tico, che studieremo nel Capitolo 24 0 presto ad effettuare una
migliore rappresentazione).

Il m odello di cam po
-...La particella B risponde
Il modello di campo potrebbe sembrare arbitrario e astratto. Possiamo già cal­ quindi allo spazio alterato.
colare le forze tra le cariche; perche introdurre un altro modo di guardare le ^ Lo spazio alterato è
cose? Troveremo che il modello di campo è uno strumento molto utile per la ^ ^ ragente che esercita
/^CamposuB la forza su B.
visualizzazione e il calcolo delle forze per comples.se combinazioni di cariche.
Tuttavia, c’è una ragione fondamentale per l’introduzione del concetto di
campo elettrico. Quando cominceremo a studiare i campi che variano con il
tempo, troveremo fenomeni che possono essere compresi solo in termini di
campi.
676 CAPITOLO 20 Campi elettrici e forze

TABELLA 20.2 Intensità tipiche del cam­ Cominciamo la nostra indagine dei campi elettrici postulando un modello
po elettrico di campo che descrive come le cariche interagiscono:
Intensità
Campo (N/C) 1. Un gruppo di cariche, che chiameremo le cariche sorgenti, modificano
lo spazio circostante creando un campo elettrico E.
Airinlerno di un filo 10^
percorso da corrente 2. Se un’altra carica, detta carica di prova, viene posta in questo campo
elettrico, essa sperimenta una forza É esercitata dal campo.
Campo elettrico della Terra, 10"
in prossimità della Supponiamo che la carica q sperimenti una forza elettrica dovuta alle altre
superficie terrestre cariche. L ’intensità e la direzione di que.sta forza variano in funzione di come
Nei pressi di corpi caricati da 10' a 10^’ q si muove da punto a punto nello spazio. Questo suggerisce la presenza in
per strofinio ogni punto dello spazio di “qualcosa” che produce la forza sentita dalla carica
Necessario per provocare Kf q. Definiamo il campo elettrico E nel punto ( a*, z) come
una scintilla nelTaria
Air interno di una membrana 10^
cellulare E {x, y. z) = (20.3)
In un atomo 10"
Campo elettrico in un punto definito dalla forza esercitata sulla carica di prova q

Definiamo il campo elettrico come il rapporto per la forza e la carica di prova;


quindi le unità del campo elettrico sono newton per coulomb, o N/C. 11 modulo
E del campo elettrico è chiamato intensità del cam po elettrico. Tipici valori
per i campi elettrici sono riportati nella Tabella 20.2.
Si può pensare di utilizzare la carica di prova q come sonda per determinare
se un campo elettrico è presente in un punto nello spazio. Se la carica di prova
q sperimenta una forza elettrica in un punto nello spazio, come mostrato nella
FIGURA 20.23a, allora vi è un campo elettrico che produce la forza. Inoltre, defi­
niamo il campo elettrico in quel punto a partire dall’Equazione 20.3. La f i g u r a
20.23b mostra il campo elettrico in due punti, ma si può immaginare di “map-
pare” il campo elettrico spostando la carica q nello spazio.
FIGURA 20.23 La carica di prova q sonda il campo elettrico.
(a) La carica di prova q è posta in due (b)
F diversi punti nello spazio. La forza Questo è il vettore
sulla carica ci dice che in questi del campo elettrico

\ punti c ’è un campo elettrico.

Punto 1
I punti 1 c 2
nel punto l .

Questo è il vettore
del campo elettrico
nel punto 2.
indicano le
posizioni in cui.*'*”
Punto 2 il campo è noto.

L ’idea fondamentale del modello di campo è che il campo è l’agente che


esercita una forza elettrica su una particella con carica q. Si notino tre cose
importanti riguardo ai campi:
1. Il campo elettrico, un vettore, esiste in ogni punto dello spazio. 1diagrammi
di campo elettrico mostrano alcuni vettori, ma nella realtà c’è un vettore di
campo elettrico in ogni punto, che sia mostrato o meno nei diagrammi.
2. Se la carica di prova q è positiva, il vettore del campo elettrico punta
nella stessa direzione e verso nella stessa direzione ma della forza sentita
dalla carica; se q è negativa, il vettore del campo elettrico e la forza pun­
tano in versi opposti.
3. Poiché q compare nell’Equazione 20.3, può sembrare che il campo elet­
trico dipenda dal valore della carica usata per sondare il campo. Non è
così. Sappiamo dalla legge di Coulomb che la f o r z a p r o p o r z i o n a l e
a q. Così il campo elettrico definito neH’Equazione 20.3 è indipendente
dalla carica di prova q usata per sondare il campo. Il campo elettrico
dipende solo dalle cariche sorgente che creano il campo.

Il cam po elettrico di u n a carica puntiform e


La FIGURA 20.24a mostra una carica puntiforme q che crea un campo elettrico in
tutti i punti dello spazio. Possiamo usare una carica di prova, chiamata q' nella
FIGURA 20.24b, pcr Sondare il campo elettrico creato dalla carica q.
20.4 II concetto di campo elettrico 677

Per il momento, assumiamo che entrambe le cariche siano positive. La forza FIGURA 20.24 La carica di prova q ' è
su q \ che è repulsiva e punta in direzione opposta rispetto a è data dalla usata per trovare il campo elettrico della
legge di Coulomb:
carica puntiforme q .
(a) Qual ò il campo elettrico
Kqq' . della carica puntiforme q
F >= — direzione opposta a q (20.4)
in questo punto?
L’Equazione 20.3 definisce il campo elettrico in termini della forza sulla carica
di prova come E = quindi per una carica positiva q si ha:
, Kq 'Carica
E = I —y ,direzione opposta a q (20.5) puntiforme

Il campo elettrico è mostrato nella f ig u r a 2 0 . 2 4 c .


(b) 1. Posi/ioniamo q ' nel punto p
Se la carica q è negativa, il modulo della forza sulla carica di prova è lo
|ìer sondare il campo.
stesso dell’Equazione 20.5, ma la direzione è verso q, quindi Fespressione
generale per il campo è
2. Misuriamo la
forza su q '
Aci\ direzione opposta a q ^ t q > 0 20.6 p.182
E= ..2 verso r/ se ^ < 0
Campo elettrico di una carica puntiforme q a una QUADRATICA
distanza r dalla carica INVERSA (c)

CEIQ ►L’espressione per il campo elettrico è simile alla legge di Coulomb.


Per distinguere tra le due, si ricordi che la legge di Coulomb ha il prodotto di ?t. Il campoj.*lettrico ò
due cariche al numeratore. Essa descrive la forza ivàdiie cariche. Il campo elet­
trico ha una singola carica al numeratore. E il campo di una singola carica. < È un vettore nella
direzione c verso
di SII n' .

ESEMPIO 20.6 I II cam po elettrico di un protone


L’elettrone in un atomo di idrogeno orbita attorno al protone ad una distanza di
0.053 nm. Qual è il campo elettrico dovuto al protone nella posizione deH’elettrone?
S O L U Z IO N E La carica del protone è q —e. Alla distanza dell’elettrone, l’intensità
del campo è
Ke (9.0 10’ N-mVC^)(1.60 • 10”'’ C)
£ = 7t = — (5.3 • 10'" m)^
= 5.1 • 10"N/C
Poiché il protone è positivo, il campo elettrico è diretto nella direzione opposta al
protone:
f i g u r a 20.25 II campo elettrico vicino a
£=(5.1 • 10‘‘ N/C, direzione opposta al protone) una carica puntiforme.
(a) Il diagramma del campo elettrico di una carica
V E R IF IC AQuesto è un campo molto intenso, ma la Tabella 20.2 indica che questa è puntiforme positiva
l’intensità corretta per il campo all’interno di un atomo.

Disegnando il vettore del campo elettrico in un numero di punti intorno ad


una carica positiva, possiamo costruire un diagram m a del cam po elettrico
come quello illustrato nella f i g u r a 20.25a. Notiamo che i vettori del campo
puntano tutti in direzione opposta dalla carica q. Possiamo analogamente dise­
gnare un diagramma del campo per una carica negativa, come nella f i g u r a
20.25 b. In questo caso, i vettori del campo puntano verso la carica, che sarebbe I vettori di campo ' •
puntano in direzione r
la direzione della forza esercitata su una carica positiva. opposta alla carica positiva.
Nei prossimi paragrafi, quando useremo i diagrammi di campo elettrico,
(b) II diagramma del campo elettrico di una
leniamo presente quanto segue:
carica puntiforme negativa
1. Il diagramma è solo un campione rappresentativo di vettori del campo elet­
trico. II campo esiste in tutti gli altri punti. Un diagramma ben disegnato dà
\
una buona indicazione di come sarebbe quel campo in un punto vicino.
2. La freccia indica la direzione, il verso e Pintensità del campo elettrico nel
punto in cui è posizionata la coda del vettore. La lunghezza di ogni vet­
tore è significativa solo rispetto alle lunghezze degli altri vettori.
3. Anche se dobbiamo disegnare un vettore sulla pagina, da un punto a un I vettori di campo
altro, un vettore del campo elettrico non “si estende” tra due punti. Cia­ puntano verso
scun vettore rappresenta il campo elettrico in un punto dello spazio. la carica negativa.
678 CAPITOLO 20 Campi elettrici e forze

PAUSA DI RIFLESSIONE 20.4 Ir


Classifica in ordine, dalla più %
grande alla più piccola, le inten- ^ 2^/ 2^
sita del campo elettrico da a
nei punti da A a D.

20.5 Le applicazioni del campo elettrico


Supponiamo di voler trovare il campo elettrico dovuto a più di una carica sor­
gente. Indipendentemente dal numero di cariche sorgente, il campo elettrico in
un punto nello spazio può essere trovato guardando alla forza sentita dalla
carica di prova. Poiché la forza risultante sulla carica di prova è la somma
vettoriale delle forze prodotte da tutte le singole cariche, il campo elettrico
prodotto da molteplici cariche è la somma vettoriale del campo elettrico
prodotto da ciascuna delle cariche. Quindi anche per il campo elettrico vale
il principio di sovrapposizione.

ESEMPIO 20.7 I Trovare il cam po elettrico vicino a un dipolo


Un dipolo è costituito da una carica positiva e una negativa separate da l .2 cm, come
mostrato nella f ig u r a 20.26. Qual è Tintensità del campo elettrico lungo la linea che
collega le cariche nel punto a 1.2 cm alla destra della carica positiva?
i m p o s t a z io n e Definiamo l’asse x lungo la linea f ig u r a 20.26 Cariche e
che collega le due cariche, come nella f ig u r a 20 .27 . Il distanze per un dipolo.
dipolo non ha una carica totale, ma ha un campo elet­ -1.5 nC 1.5 nC
trico totale. Il punto in cui calcoliamo il campo è a 1.2
FIGURA 20.28 I campo elettrico di un cm dalla carica positiva e a 2.4 cm dalla carica negativa.
1.2 cm 1.2 cm
dipolo. Quindi il campo elettrico della carica positiva sarà più
intenso, come illu.strato nella Figura 20.27. Il campo
(a) elettrico totale del dipolo è la somma vettoriale dei due campi, quindi il campo elet­
Il campo eieurico del trico del dipolo in questo punto è nella direzione delle x positive.
dipolo in t|ueslo punto
^ ^ d ip o lo
è nella direzione delle f ig u r a 20.27 Una descrizione visiva per trovare il campo elettrico.
y positive.
Il campo elettrico del dipolo in questo
punto è nella direzione delle x positive.
Il campo elettrico del
dipolo in questo punto - 1.5 nC 1.5 nC 'd ip o lo

è nella direzione delle


y negative. j £_

E- < £+ perché la carica *1-è più vicina

(-1; ^dip<»lo
Le intensità dei campi delle due cariche sono date dall’Equazione
S O L U Z IO N E
20.6, per cui il valore del campo di dipolo è
^ d ip o lo
(b)
In generale, il
campo punta in
direzione opposta 9 .0 • 10 ’ - (1.5 • 10’’ C) ^9.0 IO’ 5 y ? - ) ( l,5 . I0-»C)
ris|x.Mto alla carica
positiva e verso la (0.012 m)^ (0.024 m)^
carica negativa.
= 7.0 • 10“*N/C
\ / La Tabella 20.2 riporta che i campi prodotti da corpi caricati tramite stro­
V E R IF IC A
finio sono dell’ordine di 10'—10^’ N/C, e abbiamo già visto che le cariche prodotte
dallo strofinio sono dell’ordine di 1-10 nC. La nostra risposta si trova in questo
intervallo e quindi è ragionevole.

II dipolo elettrico è una importante distribuzione di carica che vedremo


I I J molte volte, quindi vale la pena esplorare il diagramma di campo completo. La
FIGURA 20.28 mostra un dipolo orientato lungo l’asse ,y. Possiamo determinare il
campo in qualsiasi punto attraverso la somma vettoriale dei campi delle due
cariche, come mostrato nella Figura 20.28a. Se ripetiamo questo processo in
^ 1 \ molti punti, troviamo il diagramma di campo della Figura 20.28b. Questo
campo è più complesso di quello prodotto da una singola carica, ma mostra con
precisione come due cariche alterano lo spazio circostante.
20.5 Le applicazioni del campo elettrico 679

Campi elettrici uniformi


La FIGURA 2 0 .2 9 a mostra un’altra importante situazione pratica, che incontre­ FIGURA 2 0 .2 9 Un condensatore a facce
remo molte volte. Due piastre conduttrici, chiamate arm ature, sono disposte parallele.
Luna di fronte all’altra con una piccola distanza tra loro. Un’armatura ha una (a) Condensatore a facce parallele
carica totale + 0 e l’altra ha una carica totale -Q . Questa disposizione di due Le arnialure sono mollo grandi
armature, a distanza ravvicinata con la stessa carica ma di segno opposto, è ris|-)eito alla distanza fra di esse
chiamata un con densatore piano a facce parallele. Qual è il campo elettrico Le armature hanno
un’area A -Q
tra le due armature? Per semplificare le cose, ci concentreremo sul campo nella
regione centrale, lontano dai bordi, come mostra la f i g u r a 2 0 .2 9 b con una
sezione trasversale ingrandita.
In qualsiasi punto, il campo elettrico è la somma vettoriale dei campi prove­
nienti da tutte le cariche positive e tutte le cariche negative sulle armature. Tutta­ (h) Sezione
via, il campo di una carica puntiforme diminuisce inversamente con il quadrato trasversale/ Questa visualizzazione
/ ..della sezione trasversale
della sua distanza, quindi in pratica solo le cariche vicine contribuiscono al
illustra una piccola
campo. Come mostra la f i g u r a 2 0 .3 0 a le componenti orizzontali dei singoli regione vicina al centro
campi si annullano, mentre le componenti verticali si sommano per dare un vet­ delle armature e lontana
dai bordi.
tore campo elettrico che punta dalla piastra positiva verso la piastra negativa.
Con la mappatura del campo elettrico in molti punti, troviamo che il campo Poiché le cariche
airinterno di un condensatore a facce parallele è uguale - in intensità direzione opiMìste si attraggono,
le cariche sono sulle
e verso - in ogni punto. Questo è chiamato un cam po elettrico uniforme. La superhei interne
FIGURA 2 0 .3 0 b mostra che un campo elettrico uniforme è rappresentato con vettori delle armature.
di campo elettrico paralleli e di uguale lunghezza. Un’analisi più dettagliata
trova che il campo elettrico all’interno di un condensatore a facce parallele è
FIGURA 2 0 .3 0 II campo elettrico in un
condensatore a facce parallele.
ondcnsatorc
illa carica positiva a quella negativa
ativa^) (20.7) / (a) La somma vettoriale dei campi dalle
\e o -4 ’ cariche positive ò diretta daH’armatura
Campo elettrico in un condensatore piano a facce parallele, con area positiva verso Tarmatura negativa ...
PR0(>0RZ]0NALE
delle armature A e carica Q
L'Equazione 20.7 introduce una nuova costante 6^,, chiamata costante dielet­
trica del vuoto. 11 suo valore è connesso alla costante elettrostatica
I ;
/ ' I ' N ;
^0 = = 8.85 • Kr ' ^C^/ N- m / ' I ' N
AttK / / I' N •
i+ + 4- V + +!" T )
Ci sono alcune cose da notare riguardo al campo in un condensatore a facce
parallele: ... così come la somma Vettoriale
dei campi prodotti dalle cariche
■ 11 campo dipende dal rapporto carica-area Q/A, che viene spesso chiamato negative.
densità superficiale di carica. Se le cariche hanno una maggiore densità, il (b) Il campo elettrico tra
campo sarà più grande. le armature ò uniforme.

•unni
■ La nostra analisi richiede che la distanza tra le armature sia molto piccola
rispetto alle loro dimensioni. Se questo è vero, tale distanza non infiuenzerà
il campo elettrico e non comparirà neITEcjnazione 20.7.
■ Sebbene la Figura 20.29 mostri armature circolari, la forma delle piastre -
circolare o quadrata o qualsiasi altra forma - non è rilevante finché gli elet­
trodi sono molto vicini tra loro. + + + -P + ■"+ "+"
n II I II
EEIZ3 ► Le cariche sulle piastre sono uguali ed opposte, -f-(7 e -(9, cosicché
la carica risultante è pari a zero. 11simbolo Q ne11’Equazione 20.7 è il valore
assoluto della carica su ciascuna armatura. <

E SE M P IO 20.8 Trovare il cam po elettrico in un filtro dell'aria


Le gallerie autostradali lunghe devono avere purificatori d’aria FIGURA 2 0 .3 1 Un precipitatore elettrostatico.
per rimuovere la polvere e la fuliggine provenienti dal passaggio Le due piastre -5 4 0 nC +540 nC
di auto e camion. In un tipo di purificatore, chiamato precipita­ hanno cariche opposte.***^
tore elettrostatico, l’aria passa tra due piastre (armature) metalli­
che di carica opposta, come nella f i g u r a 2 0 .31. L’intenso campo
elettrico tra le piastre ionizza le particelle di polvere e fuliggine, 38.0 cm
che poi percepiscono una forza dovuta al campo. Questa forza fa L’aria
sì che le particelle cariche si muovano verso Luna o l’altra pia­ pulita esce
L’aria, contenente da que.sta
stra e vi si attacchino, risultando così rimosse dall’aria. Una particelle di parte.
tipica unità ha dimensioni e cariche come mostrato nella Figura polvere e di fumo,
20.31. Quanto vale il campo elettrico tra le due piastre? entra da qui.
0.900 cm C o n tin u o
680 CAPITOLO 20 Campi elettrici e forze

IM P O S T A Z IO N E Poiché la distanza tra le piastre è molto più La domanda chiedeva di calcolare il campo elettrico, che è un
piccola della loro dimensione» possiamo considerare il preci- vettore, quindi dobbiamo scrivere
pitatore come un condensatore a facce parallele con un campo
elettrico uniforme tra le piastre. È = (7.79 • 10^ N/C, verso sinistra)
S O L U Z IO N E Troviamo il campo usando l’Equazione 20.7. V E R IF IC A La Tabella 20.2 mostra che un campo di 10^ N/C
La direzione è dalla piastra positiva a quella negativa, cioè creerà una scintilla nell’aria. Il campo che abbiamo calcolato
verso sinistra. L’area delle piastre è A = (0.206 m) (0.380 m) = tra le piastre è solo un po’ più piccolo di questo valore, quindi
0.0783 m% quindi l’intensità del campo tra le piastre è è ragionevole. 11 campo dovrebbe essere grande, ma non abba­
Q ________ 540 • 10~^C________ stanza da produrre una scintilla tra le piastre!
£=
€0-4 ~ (8.85 • lO*'^ C^/N • m^)(0.0783 m^)
= 7.79 • lO’ N/C

Lìnee di cam po elettrico


Non possiamo vedere il campo elettrico, così usiamo strumenti grafici come i
diagrammi di campo elettrico per aiutarci a visualizzare il campo elettrico
nelle regioni dello spazio. Un altro modo per rappresentare il campo è quello
di disegnare le linee di c am p o elettrico. Queste sono linee immaginarie dise­
gnate attraverso una regione di spazio in modo che
■ la tangente ad una linea di campo in qualsiasi punto sia nella direzione del
campo elettrico E in quel punto, e
■ le linee di campo sono più vicine tra loro dove Lintensità del campo elet­
trico è maggiore.
La FIGURA 2o.32a mostra la relazione tra le linee di campo elettrico e i vettori del
campo elettrico in una regione dello spazio. Se sappiamo come sono i vettori
del campo, possiamo estrapolare le linee di campo, come nelle f i g u r e 20.32b e
20.32Cper le linee di campo elettrico vicino a una carica positiva e tra le arma­
ture di un condensatore.

FIGURA 20.32 Vettori di campo e linee di campo.


(a) Relazione tra i vettori del campo e (b) Linee di campo di una carica (c) Linee di campo in un
le linee di campo puntiforme positiva condensatore ideale
Il vcUore del campo eletlrico ò tangenie Il caiììpo ha una direzione uscente I vettori del campo sono diretti
alla linea del campo eletlrico. rispetto alla carica positiva. (|uindi dalla piastra positiva alla piastra
le linee di campo sono disposte negativa, analogamente alle
radialmente verso rcsterno linee di campo.

Vettore del campo

Linea di campo

il campo eletthco ò più forte dove i


vettori ilei campo eletlrico sono più
lunghi e dove le linee di campo
elettrico sono più ravvicinate. Il campo è costante, quindi
ravvicinate nei pressi della le linee di campo
carica, dove I*intensità del sono equispa/iate.
campo ò maggiore.

PAUSA DI RIFLESSIONE 20.5 Utilizzando quello che abbiamo appreso nella Figura 20.32,

elettrico da E, a nei punti da 1 a 4.

Se abbiamo una distribuzione di cariche, possiamo tracciare le linee di


campo come guida di come il campo appare. Quando si genera un’immagine
delle linee di campo, ci sono due regole da tenere a mente:
20.5 Le applicazioni del campo elettrico 681

■ Le linee di campo non possono incrociarsi. La tangente alla linea di campo FIGURA 20.33 Linee del campo elettrico
è il vettore di campo elettrico, che indica la direzione della forza su una per un dipolo.
carica positiva. La forza deve essere in una direzione unica, ben definita,
quindi due linee di campo non possono incrociarsi.
■ 11 campo elettrico è creato dalle cariche. Le linee di campo escono da una
carica positiva ed entrano in una carica negativa.
È possibile utilizzare le informazioni di cui sopra come base di una tecnica per
disegnare la configurazione delle linee di campo per una distribuzione di cari­
che. Tracciamo le linee di campo a partire dalle cariche positive verso le cari­
che negative. Tracciamo le linee tangenti al vettore del campo in ogni punto.
Disegniamo le linee più vicine tra loro dove il campo è più forte, più lontane
dove il campo è più debole. Per esempio, la f i g u r a 20.33 rappresenta il campo
elettrico di un dipolo usando le linee di campo elettrico. Possiamo confrontare
questa rappresentazione del campo elettrico con la Figura 20.28b, dove
abbiamo rappresentato il campo con i vettori di campo.

SINTESI 20.1 Due cam pi elettrici im portanti


Due esempi importanti di campo elettrico sono quelli prodotti da una carica puntiforme e da un condensatore a facce
parallele.

Il campo elettrico associato a una carica puntiforme II campo elettrico dentro a un condensatore a
Vogliamo conoscere il campo elettrico E in un punto P tacce parallele La carica Q è distribuita
situato a una distanza r da una carica puntifomic q. unifomiemente sull'aniiatura
Q ..•••positiva.

Le linee del campo


Il campo sono equi spaziate,
elettrico è diretto......v *indicando che il
dall'armatura positiva campo elettrico
a quella negativa è uniforme.

La carica —Q è distribuita -Q
uniformemente sulla
sull’armatura negativa.
E punta verso Vesterno per una carica positiva, verso la carica
per una carica negativa. Intensità del campo -Valore della carica su
Costante elettrostatica-
ica......... .. I Valore della carica (C) elettrico (N/C) Q ciascuna armatura (C)
*K\qr E=
Intensità del ..........^E = - Distanza tra la carica Costante dielettrica ^ ....Area di ciascuna iu^matura (m^)
campo elettrico (N/C) r i.. del vuoto 1
■*e il punto P (m)
€0 = —
4 ttK
= 8.85 • l(r'2 C^/N-m^
a: = 9.0* lO'^N-m^/C^

Il campo elettrico del cuore BIO


Le cellule nervose e muscolari hanno una natura elettrica evidente. Come
vedremo in dettaglio nel Capitolo 23, la membrana cellulare è un isolante che
racchiude un fluido conduttore ed è circondato da un fluido conduttore. A
riposo, la membrana è polarizzata con cariche positive alfesterno della cellula
e cariche negative alfinterno. Quando un nervo o una cellula muscolare ven­
gono stimolati, la polarità della membrana cambia; diciamo che la cellula si
depolarizza. Dopo quando Tequilibrio delle cariche è ripristinato, diciamo che
la cellula si ripoi a rizza.
Tutte le cellule nervose e muscolari generano un segnale elettrico quando si
verifica la depolarizzazione, ma il più grande segnale elettrico nel corpo pro­
viene dal cuore. Il battito ritmico del cuore è prodotto da infonda di depolariz­
zazione altamente coordinata che si muove velocemente attraverso il tessuto
del cuore. Come mostrato nella f i g u r a 20.34a, la superficie del cuore è positiva
su un lato della superficie di separazione tra tessuto depolarizzato e tessuto non
ancora depolarizzato, negativa sull’altro. In altre parole, il cuore è un grande
dipolo elettrico. L’orientamento e l’intensità del dipolo cambiano durante ogni
battito del cuore quando fonda di depolarizzazione viaggia attraverso di esso.
682 CAPITOLO 20 Campi elettrici e forze

FIGURA 20.34 BK) Il cuore che batte Il dipolo elettrico del cuore genera un campo elettrico di dipolo che .si
genera un campo di dipolo elettrico. estende per tutto il tronco, come mostrato nella f i g u r a 2o.34b. Come vedremo
(a) Il dipolo elettrico del cuore nel Capitolo 21, un elettrocardiogramma misura il cambiamento del campo
Una sezione Questa linea separa elettrico del cuore quando batte. Misurazioni del campo elettrico del cuore
trasversale del cuore le cellule che sono possono essere usate per monitorarne il funzionamento.
illustra il te.ssuto depolarizzate da
PAUSA Di RIFLESSIONE 20.6 Quale delle seguenti è la rappresentazione cor­
------------------------------------
retta del campo elettrico creato da due cariche positive?

La separazione delle cariche sulla linea tra


le due regioni crea un dipolo elettrico.
(b) Il campo del cuore nel corpo umano

20.6 Conduttori e campi elettrici


Consideriamo un conduttore in equilibrio elettrostatico (si ricordi che questo
significa che nessuna delle cariche si sta muovendo). Supponiamo che ci sia un
campo elettrico alf interno del conduttore. I campi elettrici esercitano forze
sulle cariche, così un campo elettrico interno e.serciterebbe una forza sulle cari­
che interne del conduttore. Poiché le cariche in un conduttore .sono libere di
muoversi, questa forza provocherebbe il movimento delle cariche. Ma que.sto
violerebbe il presupposto che tutte le cariche devono essere a ripo.so. Siamo
quindi costretti a concludere che il campo elettrico è nullo in tutti i punti
airinterno di un conduttore in equilibrio elettrostatico.
Poiché il campo elettrico aH’interno di un conduttore in equilibrio elettro-
statico è nullo, qualsiasi carica in eccesso sul conduttore si deve trovare sulla
sua superficie, come mo.strato nella f i g u r a 20.35a. Qualsiasi carica alf interno
del conduttore creerebbe localmente un campo elettrico, violando la nostra
conclusione che il campo alfinterno è pari a zero. Fisicamente, le cariche in
FIGURA 20.35 II campo elettrico ecces.so fini.scono sulla superficie perché le forze repulsive tra cariche uguali le
airinterno e all'esterno di un conduttore spingono più lontano possibile senza farle allontanare dal conduttore.
carico.
La f i g u r a 20.35b mo.stra che il campo elettrico sulla superficie di un con­
(a) Il campo elettrico airinterno duttore carico è perpendicolare alla superfìcie stessa. Per dimostrare questa
del conduttore ò zero. proprietà, supponiamo che E abbia una componente tangente alla superficie.
Questa componente di E eserciterebbe una forza sulle cariche in superficie,
facendole muovere lungo la superficie, violando così il presupposto che tutte
le cariche siano a riposo. L’unico campo elettrico esterno coerente con Tequi-
librio elettrostatico è quello perpendicolare alla superficie.

ESEMPIO CONCETTUALE 20.9 Disegnare le lìnee di cam po elettrico


Tutte le cariche in eccesso
si distribuiscono sulla superficie. per una sfera e una piastra cariche
(b) Il campo elettrico sulla superlicie La FIGURA 20.36 mostra una .sfera metallica carica f i g u r a 20.36 Una sfera e
positivamente sopra a una piastra conduttrice con una una piastra cariche.
carica negativa. Disegna le linee del campo elettrico.
SPIEGAZIONE Le linee del campo elettrico escono
dalle cariche positive ed entrano nelle cariche nega­
tive. Quindi tracciamo le linee di campo dalla sfera
positiva alla piastra negativa, perpendicolari ad
entrambe le superfici, come mostrato nella f i g u r a
20.37. La singola linea di campo che va verso l’alto
ci dice che esiste un campo al di sopra della sfera, ma
che è debole.
20.6 Conduttori e campi elettrici 683

FIGURA 20.37 Linee di campo dalla sfera a alla piastra.

La FIGURA 20.38 iiiostra un utilizzo pratico di queste idee. Qui vediamo un FIGURA 20.38 Una regione di Spazio
conduttore carico con una cavità vuota racchiusa al suo interno. La carica in racchiusa da pareti conduttrici è
scherm ata dai cam pi elettrici
eccesso sul conduttore è sulla superficie e il campo elettrico alLinterno del
conduttore è zero, quindi non c’è nulla che potrebbe creare un campo elettrico Una cavità vuota completamente racchiusa
alPinterno di un conduttore
nella zona vuota circoscritta. Possiamo dire che il campo elettrico nella zona
circoscritta è zero.
Una gabbia conduttrice può essere usata per escludere campi elettrici da una
regione dello spazio; questo processo è chiamato schermatura. Pareti di
metallo solido sono Pideale, ma in pratica uno .schermo di fili o una rete metal­
lica forniscono una .schermatura sufficiente per tutte le applicazioni tranne
quelle più sensibili. Questo tipo di protezione è chiamata gabbia di Faraday.

ESEMPIO CONCETTUALE 20.10 Analisi di una protezione statica all’interno della cavità è nullo.
I chip per computer e altri componenti elettronici sono
molto sensibili alle cariche elettriche e ai campi. Anche
una piccola carica statica o un debole campo potrebbero
danneggiarli. Tali componenti sono spediti e immagaz­
zinati in sacchetti speciali conduttori. Come fanno questi
sacchetti a proteggere i componenti al loro interno?
SPIEG AZIONE Questi Sacchetti, quando sono sigillati, formano
FIGURA 20.39 II campo elettrico è più
un guscio conduttore attorno al loro contenuto. Tutta la carica in forte nelle zone della superficie più
eccesso si distribuisce sulla superficie del sacchetto e il campo elettrico appuntite.
alPinterno è nullo. Un chip o un componente all’interno del sacchetto è protetto da
cariche e campi elettrici dannosi. Le cariche sono più vicine le unc alle
altre e il campo elettrico è più intenso

Sebbene qualsiasi eccesso di carica su un conduttore si trovi sulla superfi­


cie, la carica potrebbe non es.sere distribuita uniformemente. La f i g u r a 20.39
mostra un conduttore carico che è più appuntito ad una estremità rispetto alLal-
tra. Risulta che la densità di carica è più elevata e quindi il campo elettrico più
inten.so alLestremità appuntita.
Più appuntita è la superficie, più intenso è il campo. Il campo elettrico vicino
a zone molto appuntite può essere abbastanza forte da ionizzare l’aria attorno ad
esse. 1 parafulmini sugli edifici hanno la parte appuntita in alto. Se una carica
inizia ad accumularsi su un palazzo, per cui la caduta di un fulmine potrebbe
es.sere imminente, un grande campo si sviluppa sulla punta dell’asta. Quando il
campo ionizza l’aria, la carica in ecces.so dal palazzo si può dissipare nell’aria,
riducendo il campo elettrico e di con.seguenza la probabilità della caduta di un
fulmine. Un parafulmine ha lo scopo di prevenire la caduta del fulmine.

►Elettrolocazione BK) Molti pe.sci hanno cellule discoidali strettamente


stipate tra loro chiamate elettrociti che sviluppano cariche elettriche. Gli
clettrociti nella coda di questo pe.sce elefante formano un dipolo elettrico che
produce un campo elettrico nell'acqua circostante. Il pesce elefante ha sensori
lungo il corpo in grado di rilevare variazioni molto piccole in questo campo
elettrico. Un conduttore - come un altro pe.sce nelle vicinanze - altererà questo
campo. Il pesce elefante utilizza questi cambiamenti nel campo per “vedere”
intorno a sé. Questi pesci vivono in acque molto torbide dove la visione è di
scarsa utilità, donde il vantaggio di avere una forma alternativa di percezione.
684 CAPITOLO 20 Campi elettrici e forze

20.7 Forze e momenti nei campi elettrici


Il campo elettrico è stato definito in termini di forza su una carica. In pratica,
spesso è utile invertire questa definizione per trovare la forza esercitata su una
carica da un campo elettrico conosciuto. Se una carica q è posta in un punto
dello spazio in cui il campo elettrico è £ , la carica sperimenta una forza elettrica

La forza su una carica positiva


è in uguale direzione, Carica (C)
e verso di E.
(20.8) P.35
Forza su una Campo PftOPOftZIONALE
carica q (N) elettrico (N/C)
La forza su una carica negativa è in verso opposto ad E.

Se q è positiva, la forza sulla carica q è in uguale direzione e verso di E. La


forza su una carica negativa è in verso opposto ad E.

ESEMPIO 20.11 Trovare la forza su un elettrone nell'atm osfera


In circostanze normali, il campo elettrico terrestre aH’aperto in SOLUZIONE L’intensità della forza è data dall’Equazione 20.8:
prossimità del livello del suolo è uniforme, con una intensità di
F = eE = (\.6 . 10~” 0(100 N/C) = 1.6 • I0~'’ N
circa lOO N/C, diretto verso il basso. Qual è la forza elettrica
esercitata su un elettrone libero nelfatmosfera? Quale accele­ Quindi la forza sull’elettrone è
razione provoca questa forza?
F = (l.6 • IO'” N, verso l’alto)
IMPOSTAZIONE 11 campo elettrico è uniforme, come illu­
strato nel diagramma di campo della f i g u r a 20.40. Qualun­ L’elettrone accelererà verso Paltò, nella direzione della forza.
que sia la posizione dell’elettrone, questo sperimenta lo stesso Il modulo dell’accelerazione è
campo. Poiché l’elettrone è negativo, la forza su di esso è in _ F _ __.6 I0“'’ N
verso opposto al campo, quindi verso l’alto. ■=1.8 • lO'^m/s^
“ ~ ni ~ 9.1 IO”’’ kg
FIGURA 20.40 Un elettrone nel campo elettrico terrestre. VERIFICA Questo campo quotidiano produce un’accelera­
zione molto grande su un elettrone libero. Le forze e le acce­
Il campo elettrico La forza ha un lerazioni su scala atomica sono molto diverse da quelle a cui
è uniforme. verso opposto siamo abituati per corpi macroscopici.
al campo.
0

La foto airinizio del capitolo mostrava le linee colorate prodotte mediante


elettroforesi su gel di un campione di DNA. Il primo passo dclPanalisi è quello
di mettere il campione di DNA in soluzione. II DNA viene quindi tagliato in
frammenti da enzimi. In soluzione, questi frammenti hanno una carica nega­
tiva. Le gocce di soluzione contenenti i frammenti di DNA carichi sono collo­
cate nei pozzetti a un’estremità del contenitore del gel. Gli elettrodi alPestremità
opposta del gel creano un campo elettrico che e.sercita una forza elettrica sui
FIGURA 20.41 BIO Elettroforesi dei
campioni di DNA. frammenti di DNA in .soluzione, come illustrato nella f i g u r a 2 0 .4 1 . La forza
elettrica fa muovere i frammenti attraverso il gel, ma le forze di resistenza
Il campo elettrico tra gli
elettrodi esercita una forza sui fanno .sì che i frammenti di diverse dimensioni migrino a velocità diverse, con
frammenti di DNA caricati I campioni di i frammenti più piccoli che si muovono più velocemente di quelli più grandi.
negativamente. DNA iniziano qui. Dopo qualche tempo, i frammenti stessi si ordinano in linee distinte, creando
un’“impronta genetica”. Due campioni identici di DNA produrranno lo stesso
insieme di frammenti e di con.seguenza la stessa “impronta” nel gel; le proba­
bilità .sono estremamente piccole che due campioni di DNA non correlati pro­
I I I I ducano la stessa impronta.
I I II Se un dipolo elettrico è posizionato in un campo elettrico uniforme, come
mostrato nella f i g u r a 20.42a, la forza elettrica sulla carica negativa è uguale in
4 i modulo e direzione ma opposta in verso alla forza esercitata sulla carica posi­
Gel tiva. Così un dipolo elettrico in un campo elettrico uniforme non sperimenta
Frammenti diversi hanno
dimensioni diverse e alcuna forza risultante. Tuttavia, come si può evincere dalla f i g u r a 20.42b, c’è
migrano a vekK'ità diverse. un momento risultante sul dipolo che ne provoca la rotazione.
20.7 Forze e momenti nei campi elettrici 685

FIGURA 20.42 Forze e momenti su un dipolo elettrico.

(a) Poiché le for/c sulle cariche (b) Tuttavia, c’ò un momento (c) Quando il dipolo è allineato
positive e negative sono di risultante sul dipolo che ne al campo, il momento
uguale intensità e direzione, determina la rotazione. risultante è zero. Il dipolo e
ma hanno verso opposto, non in equilibrio statico.
vi è alcuna forza risultante
sul dipolo, i

'li
- >i r— IJ
t
F-,

Il momento di dipolo elettrico


è un vettore che punta dalla carica
Possiamo dire che il momento
del dipolo cerchi di allinearsi
negativa alla carica positiva. con il campo.

È Utile definire il m om ento di dipolo elettrico, un vettore che punta dalla


carica negativa alla carica positiva del dipolo. Come mostrano le Figure 20.42b
e 20.42C, un dipolo elettrico in un campo elettrico uniforme sperimenta un
momento che provoca la sua rotazione. La posizione di equilibrio di un
dipolo in un campo elettrico si ha quando il momento di dipolo elettrico è
allineato con il campo.
In precedenza, abbiamo visto una foto di semi di erba allineati con il
campo elettrico prodotto da due elettrodi carichi. Ora possiamo capire perché
i semi si allineano. Innanzitutto, il campo elettrico polarizza i semi, spo­
stando le cariche opposte alle loro estremità. I semi sono dipoli elettrici
indotti, con i momenti di dipolo lungo Tasse di ciascun seme. In secondo
luogo, razione del momento sui dipoli li fa allineare con il campo elettrico,
rivelando la sua struttura.

PAUSA DI RIFLESSIONE 20.7 Ordina, dalla più grande + -


alla più piccola, le forze da a F^, che un protone spe­ ------► ------►—
+ A. —
rimenterebbe se fosse posizionato nei punti da A a E in + .. -m ■ » • ------► —

questo condensatore a facce parallele. + B C .0 -


+ ------► — —

+ E —
+ ------► ------►—
+ -

ESEMPIO INTEGRATO 20.12 Un tubo a raggi catodici


I vecchi televisori e i vecchi monitor di computer, così come di un condensatore a facce parallele. Il campo elettrico alTin-
alcuni strumenti elettronici moderni, usano il tubo a raggi cato­ terno di questo condensatore accelera verso la piastra positiva
dici o CRT, per creare un’immagine su uno schermo. In un gli elettroni, che escono dal condensatore con velocità Vj attra­
CRT, gli elettroni sono accelerati da un campo elettrico alTin- verso un piccolo foro. Gli elettroni si muovono a questa velo­
terno di un cannone elettronico, creando un fascio di elettroni cità fino a quando entrano in un campo elettrico deviatore.
che si muovono tutti su una stessa retta alla stessa velocità. Un Questo campo li fa seguire una traiettoria curva, uscendo a un
secondo campo elettrico dirige quindi questi elettroni su un angolo 6 rispetto alla loro direzione originale.
particolare punto di uno schermo di vetro ricoperto di fosforo, a. Il progettista del CRT ha specificato che gli elettroni de­
facendo sì che il fosforo brilli in quel punto. Variando rapida­ vono lasciare il cannone elettronico largo 4.0 cm con una
mente il campo elettrico e l’intensità del fascio elettronico, la velocità di 6.0 • m/s. Quale intensità di campo elettrico
posizione degli elettroni può essere distribuita su tutto Io è necessaria alTinterno del condensatore del cannone elet­
schermo, con la conseguente formazione di un’immagine bril­ tronico?
lante che ben conosciamo di un televisore. b. Il campo elettrico deviatore ha una forza costante di 1.5 •
La FIGURA 20.43 mostra un modello semplificato della 10’*N/C sulla lunghezza di 5.0 centimetri del deviatore. A
struttura interna di un CRT. Gli elettroni - emessi da un fila­ quale angolo 0 vengono deviati gli elettroni?
mento caldo - partono con velocità zero dalla piastra negativa Continua
686 CAPITOLO 20 Campi elettrici e forze

FIGURA 20.43 II cannone elettronico ed il deviatore elettronico di un CRT.


Cannone elettronico Deviatore elettronico
E rma

Vo= 0 '

d = 4.0 cm L = 5.0 cm

IM PO S TA ZIO N E Useremo un sistema di coordinate in cui Si tratta di un campo nella direzione delle x negative, come
Tasse x è orizzontale e Tasse y verticale. si può vedere nella Figura 20.43, con intensità pari a 2.6 •
a. Possiamo usare le formule relative al moto con accelerazio­ 10' N/C
ne costante per trovare Taccelerazione dell’elettrone al l’in­ La componente y dell’accelerazione delTelettrone nel de­
terno del cannone elettronico. La seconda legge di Newton viatore è
fornisce la forza esercitata sull’elettrone, che possiamo col­ eEy (-1.6 10~” C)(-1.5 • IO’ N/C)
legare con l’intensità del campo elettrico usando l’Equazio­ _z.
m 9.1 • 10"^' kg
ne 20.3: È = F^yiqlq-
b. Poiché il campo elettrico FIGURA 20.44 La velocità = 2.6 • lO’^m/s^
è diretto verticalmente d'uscita di un elettrone. Gli elettroni negativi hanno un’accelerazione verso l’alto
verso il basso, la forza su (positiva). A causa di questa accelerazione l’elettrone al
un elettrone è diretta verti­ Questa è la velocità
d'uscita dal deviatore momento di lasciare il deviatore ha una componente y per la
calmente verso l’alto. Un elettronico velocità pari a
elettrone accelererà verti­
calmente, ma non orizzon­ iVy)2 = ay^l
talmente, quindi la compo­ dove Ar è il tempo che l’elettrone impiega nel passare nel
nente X della sua velocità deviatore. Poiché la componente x della velocità è costante,
rimane invariata e pari a questo tempo è semplicemente
Vj passando attraverso il
deviatore. Questo moto è 0.050 m
Ar = - ■=8.3 • I()''®s
esattamente analogo al (v^)i 6.0 • lO’ m/s
moto in caduta libera e gli Pertanto
elettroni seguono una traiettoria parabolica. Proprio come
nel moto in caduta libera, useremo il moto orizzontale per (Vy)2 = OyAt = (2.6 • l()'’ m/s’)(8.3 • 10"'® s)
trovare l’intervallo di tempo, quindi useremo l’intervallo di
= 2.2 • lO’ m/s
tempo per trovare la velocità finale nella direzione y. Come
Facendo riferimento alla Figura 20.44, e utilizzando (v^^)^ =
illustra la FIGURA 20.44, il rapporto delle componenti x t y
(v^)i perché non c’è alcuna accelerazione orizzontale, vedia­
della velocità dclTelcttronc può essere usato per trovare 0.
mo che
SO LUZIO NE a. Una delle equazioni del moto uniformemente
(Vy)2 _ 2.2 • lO’ m/s
accelerato che abbiamo visto nel Capitolo 2 era tané^ = = 0.37
+ 2a^ A.V. Usando (v^)^ = 0 e Ajc= = 4.0 cm, troviamo che (Vj,)2 ~ 6 .0 • lO’ m/s
l’accelerazione del l’elettrone nel cannone elettronico è Cosicché
(v,),^ (6.0 . 10’ m/s)2 _ ,, 0 = lan"'(0.37) = 20°
a = ----- = ------------------- = 4.5 • 0'**m/s^
^ 2d 2(0.040 m)
V E R IFIC A Un campo intenso accelera gli elettroni in direzione
La seconda legge di Newton ci dice che la forza che produ­ X, mentre un campo debole li accelera nella direzione y. Quindi
ce questa accelerazione è sarà ragionevole che il rapporto tra le componenti jc e y della
F^ = ma, = (9.ì • 10^” kg)(4.5 • I0'*m/s’) velocità sia significativamente inferiore a 1. Il CRT illustrato
nella Figura 20.43 devia gli elettroni solo verticalmente. Un
= 4.1 • I0“‘‘*N vero CRT ha un secondo deviatore di elettroni, ruotato di 90°,
Quindi, utilizzando l’Equazione 20.3, per il campo elettrico per fornire una deviazione orizzontale. 1due deviatori che lavo­
troviamo rano insieme possono eseguire la .scansione del fascio di elet­
^ 4.1 • 10"‘^N troni in tutti i punti dello schermo.
Fx = — = ------- = -2.6 • 10^ N/C
q -1.6 10
Riepilogo 687

R I E P I L O G O
Obiettivo: sviluppare una comprensione di base dei fenomeni elettrici in termini di cariche, forze e campi.

PRINCIPI GENERALI ^
Carica La legge di Coulomb
Ci sono due tipi di cariche: le cariche Le forze tra due particelle cariche r/, e separate da una distanza
positive e le cariche negative. r sono
• Gli atomi sono costituiti da un © ^ k ilk 2 l
nucleo contenente protoni con carica ^ ls u 2 ” ^ 2 sul — -(D
<?i Q2
positiva, circondati da una nube
elettronica con carica negativa. dove K = 8.99 • 10‘^N • mVC^ è la costante elettrostatica. Queste
• La carica fondamentale e è il valore delle cariche di forze sono una coppia azione/reazione diretta lungo la linea che
un protone o un elettrone: e = 1.60 • 10 C. unisce le particelle.
• La materia con uguale numero di cariche positive e • Le forze sono repulsive per due cariche dello stesso segno, attrat­
negative è neutra. tive per due cariche di segno opposto.
• La carica è conservata; non può essere né creata né • La forza risultante su una carica è il vettore .somma delle forze
distrutta. esercitate da tutte le altre cariche
• L’unità di misura della carica è il Coulomb (C).
CONCETTI IMPORTANTI
Il campo elettrico Visualizzazione di un campo elettrico
Il campo elettrico esiste in tutti i punti dello spazio.
l.e cariche interagiscono tra loro attraverso il campo elettrico j V 1 /
Un vettore campo elettrico \ !
• La carica A altera lo mostra il campo in un .solo —• 0 .—►
spazio intorno ad essa cre­ punto, il punto coincidente con
ando un campo elettrico. \
la coda del vettore. / t \
Un diagramma di campo mostra
Questo campo è Tagente vettori del campo in diversi punti
che esercita una forza sulla carica B. Psub = ^ bE Lince del campo elettrico:
Un campo elettrico viene identificato e • Sono sempre parallele ai
misurato in termini della forza che e.sercita ^ F^uq vettori del campo
su una carica di prova q. L’unità di misura F = ^ • Sono vicine quando il campo
del campo elettrico è N/C. è intenso, lontane quando il
Il campo elettrico è un vettore. Il campo campo è debole.
elettrico di più ciiriche è il vettore somma ^totale • Vanno dalle cariche positive a
dei campi prodotti dalle singole cariche + ^2 + *
quelle negative.

APPLICAZIONI i
Ci sono due tipi di materiali, isolanti e Campi elettrici: casi importanti Campi elettrici nei conduttori
conduttori. II campo elettrico di una carica • 11 campo elettrico
• Le cariche non si muovono su un puntiforme è all’interno di un
isolante. conduttore in equi­
fK\q\ in direzione opposta
sta a qseq > ^1^
librio elettrostati­
• Le cariche si muovono facilmente rso q seq < 0 \ J
verso
co è pari a zero. £=o
dentro un conduttore. Il campo elettrico in un condensatore a • Qualsiasi eccesso
• Le cariche si trasferiscono da un corpo facce parallele è uniforme: di carica è sulla
all’altro per contatto. superficie.
dalla carica positiva alla carica negativa] • Il campo
Un dipolo ha carica totale nulla, ma ha ■ \(oA'
dove = 8.85 lO'^CVN-m’ èla elettrico è
un campo perché le due cariche sono perpendicolare
separate. costante dielettrica del vuoto.
alla superficie.
É ■ ....
Un dipolo ruoterà • La densità
p 5 ■ di carica e il
per allinearsi con il t' 1 i
campo elettrico. campo elettrico
sono più grandi
vicino alle
punte.
688 CAPITOLO 20 Campi elettrici e forze

La difficoltà del problema è indicata con I (facile) fino a lllll (molto difficile). I problemi contrassegnati come INT integrano in maniera
significativa concetti esposti nei capitoli precedenti; i problemi contrassegnati con BK) sono di interesse medico o biologico.

D O M A N D E

D o m a n d e concettuali 9. Hai due sfere di metallo su supporti portatili isolanti, una


1. Quattro sfere leggere A, B, C e D sono appese a dei fili. La bacchetta di vetro e un pezzo di seta. Spiega come dare alle
sfera A è stata tcKcata da una bacchetta di plastica che è stata sfere cariche esattamente uguali ma opposte.
strofinata con un panno di lana. Quando le sfere vengono 10. Un’ape acquisisce una carica elettrica positiva mentre vola
avvicinate, senza toccarsi, viene osservato quanto segue: BIO attraverso l’aria. Questa carica fa sì che i grani di polline
■ Le sfere B, C e D vengono attratte dalla sfera A. vengano attratti dall’ape. Spiega, usando parole e dia­
■ Le sfere B e C non si influenzano. grammi, come il grano di polline neutro sarà attratto da
■ La sfera B viene attratta dalla sfera C. un’ape positivamente carica.
Quali sono gli stati di carica (positivo, negativo o neutro) 11. Un’asta metallica A e una sfera di metallo B, su supporti
delle sfere A, B, C e D? Spiega il perché. isolanti, si toccano come illustrato nella Figura D20.il.
2. Delle bacchette di plastica e di vetro, che sono state cari­ I due corpi sono originariamente neutri. Una bacchetta
cate mediante strofinio con un panno di lana e seta, .sono carica positivamente viene avvicinata (ma senza entrare
appese a dei fili. in contatto) aH’estrcmità sinistra di A. Mentre la bacchetta
a. Un corpo respinge la bacchetta di plastica. Si può pre­ carica è ancora vicina, A e B vengono separate. La bac­
vedere che cosa farà rispetto alla bacchetta di vetro? Se chetta caricata viene poi ritirata. A questo punto, la sfera
si, perché .si? Se no, perché no? avrà carica positiva, negativa o neutra? Spiega il perché.
b. Un corpo diverso attira la bacchetta di plastica. Si può
prevedere che cosa farà rispetto alla bacchetta di vetro?
Se si, perché? Se no, perché? FIGURA D20.il
3. a. Un isolante può essere caricato? Se la risposta è posi­
tiva, come è possibile caricare un isolante? Se la rispo­
sta è negativa, perché non è possibile? 12. Ogni sezione della Figura D20.12 mostra due punti vicino
b. Un conduttore può essere caricato? Se la risposta è a due cariche. Confronta le intensità del campo elettrico
positiva, come è possibile caricare un conduttore? Se la ed E^ in questi due punti. Indica se > £ ,=
risposta è negativa, perché non è possibile? oppure E, < E^
4. Quando riprendi i vestiti dalTasciugatrice appena si è fer­ (a) (b)
mata, i vestiti spesso si attaccano alle mani e alle braccia.
E il tuo corpo che è stato caricato? Se è cosi, come è stata
0
acquisita la carica? Se no, perché succede questo?
(c) (cl)
5. La carica positiva nella Figura D20.5 è + 0. Qual è il
valore della carica negativa .se il campo elettrico in corri­ ©
spondenza del punto riportato nella figura è zero?

©
A B

Q m (e) (f)

FIGURA D20.5
In contallo
FIGURA D20.6 # ©
6. Come illustrato nella Figura D20.6, la sfera di metallo A ha FIGURA D20.12
4 unità di carica negativa e la sfera metallica B ha 2 unità di
carica positiva. Le due sfere vengono messe a contatto. Qual 13. La ionoforesi è un processo
è lo stato di carica finale di ciascuna sfera? Spiega il perché. BIO non invasivo che trasporta
7. La Figura D20.7 mostra una i farmaci attraverso la pelle
bacchetta caricata positiva- senza aghi. Nella foto, l’e­
mente tenuta vicino, ma non a lettrodo rosso è positivo e
contatto, a una sfera metallica l’elettrodo nero è negativo. Il
neutra. campo elettrico tra gli elettrodi
a. Aggiungi i segni più e meno guiderà la molecola carica
FIGURA D20.7 negativamente di un ane­
alla figura per mostrare la
distribuzione della carica sulla sfera. stetico attraverso la pelle. Il
b. La sfera sperimenta una forza risultante? In caso affer­ farmaco dovrebbe essere posi­
mativo, in quale direzione? Spiega il perché. zionato inizialmente sull’elet­
8. Un palloncino di plastica che è stato strofinato con un trodo rosso o nero? Spiega il
panno di lana si attacca al muro. perché.
a. Si può concludere che il muro è carico? Se no, perché 14. Una carica di 10 nC si trova in un punto nello spazio in
no? Se sì, da dove proviene la carica? cui l’intensità del campo elettrico è 1200 N/C. Quale sarà
b. Disegnare un diagramma di carica che mostri come il l’intensità del campo se la carica di 10 nC è sostituita da
palloncino rimanga attaccato alla parete. una carica di 20 nC?
Domande 689

15. Una cannuccia da bibita cava Interno della cannuccia A. C.


viene caricata uniformemente,
'temente, f S ^ r r T T T T T V ^
come illustrato nella la Figura J+ + + ^ .
D20.15. Qual è rTintensità + + + + +
0 o
del campo elettrico al centro 1 2
FIGURA D20.15
(interno) della cannuccia? FIGURA D20.22
Spiega il perché.
16. Una particella carica positivamente è al centro di un con­ 23. I Tutte le cariche della Figura D20.23 hanno lo stesso
densatore a facce parallele con carica ±Q sulle armature. valore. In quale caso il campo elettrico nel punto disegnato
Supponiamo che la distanza tra le piastre venga raddop­ possiede la maggiore intensità?
piata, con la particella carica posta sempre al centro. La • © B. 9 •
forza sulla particella aumenta, diminuisce, o rimane
uguale? Spiega il perché.
0 • D. 0 ©
17. Due particelle cariche sono separate di IO cm. Supponiamo
che la carica su ogni particella sia raddoppiata. Di quale FIGURA D20.23
fattore cambia la forza elettrica tra le particelle? 24. I Tutte le cariche della Figura D20.24 hanno lo stesso
IS. Una piccola carica positiva q spe­ fc', A3 = 3/;, valore. In quale caso il campo elettrico nel punto disegnato
rimenta una forza di intensità possiede la maggiore intensità?
quando messa è posta nel punto I
come nella Figura D20.18. In ter­ 3 A. • B. • • ©
• •
mini di /y FIGURA D20.18
a. Qual c Tintensità della forza c. © • D. © • ©
sulla carica q sul punto 3?
b. Qual è rintensità della forza sulla carica 3r/ sul punto I? FIGURA D20.24
c. Qual ò r intensità della forza sulla carica 2q sul punto 2? 25. I Tutte le cariche della Figura D20.25 hanno lo stesso
d. Qual è rintensità della forza sulla carica —2q sul punto 2? valore. In quale caso il campo elettrico nel punto disegnato
IO. Mediamente un aereo commerciale viene colpito da un possiede la maggiore intensità?
fulmine circa una volta airanno. Quando questo accade, il
rivestimento metallico esterno delTaereo potrebbe essere A. • • . • B. • © •
bruciato, ma le persone e le attrezzature all’interno del
velivolo non subiscono alcun danno. Spiega il perché. D. ©
c. • • • © • •
20. I microbi come i batteri hanno piccole cariche positive
FIGURA D20.25
BIO quando si trovano in soluzione. Le agenzie di sanità pub­
blica stanno esplorando un nuovo modo di misurare la pre­ . I Una biglia di vetro con carica 4-3.5 nC esercita una forza
senza di un piccolo numero di microbi ncILacqua potabile elettrica repulsiva di 8.0 • IO ‘ N su una biglia di plastica a
utilizzando forze elettriche per concentrare i microbi. L’ac­ 2.9 cm di distanza. Qual è il valore della carica sulla biglia
qua viene fatta passare tra i due elettrodi, con cariche oppo­ di plastica?
ste, di un condensatore a facce parallele. Ogni microbo A. 4-2.1 nC B. FlAnC C. 4-21 nC D. 4-740 nC
nelTacqua verrà così attirato su uno dei due elettrodi. 27. I Una carica puntiforme di 7.5 nC e una carica puntiforme
a. Su quale elettrodo verranno attirati i microbi? di —2.0 nC sono a 3.0 cm runa dall'altra. Qual è l'intensità
b. Come si possono rimuovere facilmente i microbi dagli del campo elettrico a metà tra le due cariche?
elettrodi per le analisi? A. 3.3- lO'N/C B. 5.7- lO'N/C
21. a. C’ò un punto tra una carica di IO nC e una carica di 20 C. 2.2* lO'N/C D. 3.8- lO’^N/C
nC in cui il campo elettrico è nullo? Se sì, quale carica è
più vicina a questo punto? Se no, perché no? 28. Il Tre cariche puntiformi sono disposte come illustrato nella
b. Ripetere la parte a per una carica di IO nC e una carica Figura D20.28. Quale freccia rappresenta meglio la direzione
di -20 nC. del vettore campo elettrico nella posizione del punto?

- I nC
R isp o ste a scelta m u ltipla 0
22. I Due leggere sfere conduttrici elettricamente neutre sono
appese a dei fili. Scegliere nella l'igura D20.22 il diagramma
che mostra la posizione delle sfere appese dopo che: +3 nC
a. Hntrambe le sfere sono state toccate da una bacchetta
caricata negativamente. ©
-l2 n C
b. La sfera I è stata toccata da una bacchetta caricata
FIGURA D20.28
negativamente e la sfera 2 è stata toccata da una bac­
chetta caricata positivamente. 29. I Una carica positiva viene avvicinata a
c. Entrambe sono state toccate da una bacchetta caricala
negativamente, ma la sfera 2 ha una carica maggiore
della sfera I.
un dipolo, come illustrato nella Figura
D20.29. Se il dipolo è libero di ruotare,
esso
T
A. Inizia a ruotare in senso orario. FIGURA D20.29
d. Solo la sfera I è stata toccata da una bacchetta caricata
negativamente. Si noti che le parti da A a D sono indi- B. Inizia a ruotare in senso antiorario.
pendenti; queste non sono azioni intraprese in sequenza. C. Rimane fermo.
690 CAPITOLO 20 Campi elettrici e forze

PROBLEMI
Sezione 20.1 Cariche e forze 10. Ili Una piccola sfera di metallo ha una massa di 0.15 g e una
INT carica di —23.0 nC. La sfera si trova a 10.0 cm sopra una
Sezione 20.2 Cariche, atomi e molecole
sfera identica con la stessa carica. La sfera inferiore è fìssa
1. Ili Una bacchetta di vetro possiede una carica di +5.0 nC e non può muoversi.
acquisita mediante strofinio. a. Qual è l'intensità della forza tra le sfere?
a. Sono stati rimossi dalla bacchetta S degli elettroni b. Se la sfera supcriore viene rila.sciata, essa inizierà a
oppure sono stati aggiunti dei protoni? Spiega il perché. cadere. Qual è il modulo della sua accelerazione iniziale?
b. Quanti elettroni sono stati rimossi o quanti protoni sono 11. IH Una piccola sfera di plastica con una carica di —5.0 nC è
stati aggiunti? vicina a un’altra piccola sfera di plastica con una carica di
2. Ili Una bacchetta di plastica possiede una carica di -20 nC —12 nC. Se le sfere si respingono reciprocamente con una
acquisita tramite strofinio. forza pari a 8.2 • 10 ‘ N, qual è la distanza tra le sfere?
a. Sono stati aggiunti alla bacchetta S degli elettroni 12. Ili Una piccola biglia di metallo, denominata A, con carica
oppure sono stati rimossi dei protoni? Spiega il perché. di 25 nC è toccata da una biglia di metallo B, inizialmente
b. Quanti elettroni sono stati aggiunti oppure quanti pro­ neutra. In questo modo entrambe le biglie condividono la
toni sono stati rimossi? stessa carica di 25 nC, ma non necessariamente in modo
3. Ili Supponiamo di avere 1.0 mole di gassoso. Quanti uguale. Quando le due biglie vengono poi staccate e mes.se
INI coulomb di carica positiva sono contenuti nei nuclei ato­ a 5.0 cm di distanza, la forza fra loro è di 5.4 • 10 ^ N. Quali
mici di questo gas? sono le cariche e q^ sulle biglie?
4. Il Una bacchetta di metallo con carica —15.0 nC t(x:ca una sfera 13. mi Una piccola biglia di vetro ha una carica di +20 nC. Un
di metallo. Dopo il contatto la ciirica della bacchetta diventa piccolo cuscinetto a sfera posto a 1.0 cm sopra la biglia
-lOnC. sente una forza elettrica di 0.018 N verso il basso. Qual è il
a. Che tipo di particella carica è stata trasferita tra la bac­ valore della carica sul cuscinetto a sfera?
chetta e la sfera e in quale direzione? Ossia, la carica si 14. I Quali sono l’intensità, la direzione e il verso della forza
è trasferita dalla bacchetta alla sfera o dalla sfera alla elettrica sulla carica A nella Figura P20.14?
bacchetta? 1.0 nC -I.O nC 4.0 nC -2.0 nC </2
b. Quante particelle cariche sono state trasferite?
5. Il Una bacchetta di vetro con carica 12.0 nC tocca una ©
sfera di metallo. Dopo il contatto, la carica della bacchetta 1.0 cm 1.0cm lOcm 10 cm
FIGURA P20.14 FIGURA P20.15
è +8.0 nC.
a. Che tipo di particella carica è stata trasferita tra la bac­ 15. Ili Nella Figura P20.15, la carica q^ non percepisce alcuna
chetta e la sfera e in quale direzione? Ossia, la carica si forza risultante. Qual ò il valore di ^,?
è trasferita dalla bacchetta alla sfera o dalla sfera alla 16. I 11 corpo A, con carica di +10 nC, è nelPorigine. Il corpo
bacchetta? B, con carica di —20 nC, è nella posizione (.v, v) = (0.0 cm,
b. Quante particelle cariche sono state trasferite? 2.0 cm). Quali sono l’intensità, la direzione e il verso della
6. Ili Due sfere metalliche identiche A e B sono in contatto tra forza elettrica su ciascun corpo?
loro. Hntrambe sono inizialmente neutre. 1.0 • 10*^ elettroni 17. I Una piccola biglia di vetro ha una carica di +20 nC. Quali
vengono aggiunti alla sfera A, poi le due sfere vengono sepa­ INI sono l’intensità, la direzione e il verso dell’accelerazione
rate. Dopo la separazione, qual è il valore della carica di A c di (a) un protone e (b) un elettrone che sono a 1.0 cm dal
della carica di B? centro della biglia?
7. Il Due sfere metalliche identiche A e B sono collcgate tramite
una bacchetta di plastica. Hntrambe sono inizialmente neutre.
1.0 • 10*’ elettroni vengono aggiunti alla sfera A, quindi la bac­ Sezione 20.4 II concetto di campo elettrico
chetta viene rimossa. Dopo questa operazione, quali sono le 18. Il Che valore deve avere una carica per creare un campo
cariche di A e B? elettrico di 1.0 N/C in un punto a I metro di distanza?
8. Il vSe due sfere conduttrici identiche sono in contatto, qualsia­ 19. Il Calcola il modulo, la direzione e il verso del campo elet­
si eccesso di carica verrà distribuito uniformemente tra le trico a 2.0 cm da una piccola biglia di vetro che ha una
due. Considera tre sfere di metallo identiche. A, B e C. Ini­ carica di 6.0 nC.
zialmente, A ha carica ^/, B ha carica q llc C è scarica. 20. I Una carica di 30 nC sperimenta una forza elettrica di
a. Qual ò il valore della carica finale su ogni sfera se C è 0.035 N. Qual è l'intensità del campo elettrico in corri­
toccata da B, poi staccata, infine toccata dalla sfera A? spondenza della posizione di questa carica?
b. Ripartendo dalle condizioni iniziali, qual e il valore 21. I Calcola il modulo, la direzione e il verso del campo elet­
della carica in ogni sfera, se C è toccata da A, staccata e trico a I mm di distanza da (a) un protone e (b) un elettrone.
infine toccata da B? 22. I Una carica di +10 nC è posta nell’origine.
a. Qual è l’intensità del campo elettrico nelle posizioni
Sezione 20.3 La legge di Coulomb (.V, v) = (5.0 cm, 0.0 cm), (-5.0 cm, 5.0 cm) e (-5.0 cm,
9. Il Due masse di 1.0 kg sono a 1.0 m di distanza runa —5.0 cm)?
INT dall'altra. sopra un tavolo senza attrito. Ognuna di esse ha b. Disegna un diagramma di campo che mostri i vettori
una carica di +1.0 fjiC. del campo elettrico in questi punti.
a. Qual è l'intensità della forza elettrica su una delle 23. I Una carica di - IO nC è posta nell’origine.
masse? a. Qual è l’intensità del campo elettrico nelle posi­
b. Qual è raccelerazione iniziale di ogni massa se ven­ zioni ( a‘, v ) = (5.0 cm, 0.0 cm), (—5.0 cm, 5.0 cm) e
gono lasciate libere di muoversi? (-5.0cm, -5.0 cm)?
Problemi 691

b. Disegna un diagramma di campo ha una carica negativa uniformemente distribuita. La pia­


1.0 nC
che mostri i vettori del campo stra metallica in basso, che ha una punta verso l’alto, ha una
elettrico in questi punti. 5.0 cm carica uguale e contraria che è libera di muoversi.
24. Ili Calcola il modulo, la direzione e il a. Disegna le due piastre e la regione tra loro, illustrando
verso del campo elettrico nella posi­ 5.0 cm
la distribuzione di carica positiva sulla piastra in basso.
zione indicata dal punto nella Figura b. Completa il diagramma disegnando le linee di campo
5.0 cm
P20.24. Specifica la direzione e il elettrico tra le due piastre. Assicurati di annotare la
verso indicando un angolo sopra o ^ 1.0 nC direzione del campo. Dov’è più intenso il campo?
sotto rorizzontale. c. Spiega perché è più pericoloso essere in cima a una col­
FIGURA P20.24
25. Il Calcola il modulo, la direzione e il lina o in montagna durante un temporale che sul livello
verso del campo elettrico nella posi­ 1.0 nC del mare.
I
zione indicata dal punto nella Figura 33 Ili Una sfera conduttrice neu- ^— ......... •— .

o
5.0 cm
P20.25. Specifica la direzione e tra è tra due piastre parallele
il verso tramite un angolo sopra o cariche, come illustrato nella
sotto Porizzontale. 5.0 cm Figura P20.33. Disegna le
5.0 cm linee del campo elettrico
+ + + + + + + + +
nella regione tra le piastre.
Q -1.0 nC Assicurati di includere l’ef­ FIGURA P20.33
FIGURA P20.25 fetto della sfera conduttrice.
Sezione 20.5 Le applicazioni del campo elettrico
26. I Calcola il modulo, la direzione e il verso di un campo elet- Sezione 20.7 Forze e momenti nei campi elettrici
trico che bilancia il peso di (a) un protone e (b) un elettrone. 34. Il Un tipo di display per e-book si compone di milioni di
27. Il Una biglia di plastica di 0.10 g viene caricata con Pag- piccolissime sfere che galleggiano in uno strato liquido
giunta di 1.0 • 10'®elettroni in ecce.sso. Quale campo elet­ sottile tra due piastre caricate e trasparenti. (3gni sfera è
trico E (modulo, direzione e verso) farà sì che la biglia nera su un emisfero e bianca sul l’altro e possiede un certo
rimanga sospesa in aria? momento di dipolo elettrico diretto della parte bianca verso
28. Il Un condensatore a facce parallele è costruito con due la parte nera. Quando un campo elettrico viene applicato
piastre quadrate, di misura L X L, separate dalla distanza d. tra le piastre, le sfere ruotano in modo che il loro momento
Le piastre hanno una carica ± Q . Qual è il rapporto E / E . del di dipolo si allinei con il campo. A seconda della direzione
modulo del campo elettrico finale E^ rispetto al modulo del del campo, sia i lati neri che i lati bianchi delle sfere pos­
campo elettrico iniziale £ se: sono essere resi visibili. Il momento di dipolo delle sfere
i\. Q è raddoppiata? può essere schematizzato come due cariche opposte di
b. L è raddoppiata? valore 3.5 • 10 C, separate da una distanza di 1(X) /xm.
c. (I è raddoppiata? Qual è il momento torcente massimo disponibile su una
29. Il Un condensatore a facce parallele è formato da due elet­ sfera se il campo elettrico tra le piastre trasparenti è 4.0 •
trodi di 4.0 cm X 4.0 cm distanziati di 2.0 millimetri. L’in­ 10' N/C?
tensità del campo elettrico all’interno del condensatore è 35. Il Una molecola proteica in un gel di elettroforesi ha una
LO • 10^’ N/C. Qual è il valore della carica (in nC) su cia­ BIO carica negativa. La carica esatta dipende dal pH della solu­
scun elettrodo? zione, ma tipicamente si ha un valore di 30 elettroni in
30. I Due dischi identici ravvicinati formano un condensatore eccesso. Qual è l’intensità della forza elettrica su una pro­
a facce parallele. Il trasferimento di 1.5 • 10’^elettroni da teina con questa carica in un campo elettrico di 15(K) N/C?
un di.sco all’altro provoca un’intensità di campo elettrico 36. Il I grandi campi elettrici nelle membrane cellulari fanno
tra loro di 1.0 • 10^ N/C. Qual è il diametro dei di.schi? BIO sì che gli ioni si muovano attraverso la parete della cel­
lula, come avremo modo di studiare nel Capitolo 23.
Sezione 20.6 Conduttori e campi elettrici L’intensità tipica del campo in una membrana è di LO •
10^ N/C. Qual è l'intensità della forza su uno ione calcio
31. Il Un condensatore a facce parallele è costruito con due con carica
armature circolari orizzontali di 12.0 cm di diametro. Una 37. Ili Le molecole di monossido +3.4 • io c -3.4 • io C'
biglia di plastica di massa 1.0 g, con carica di -6.0 nC, è INT di carbonio sono dipoli elct- 0 —(o)
sospesa tra le due armature dalla forza del campo elettrico trici permanenti dovuti alla (TiTniiì
presente tra loro. condivisione ineguale degli FIGURA P20.37
a. Quale annatura, quella superiore o inferiore, è caricata elettroni tra gli atomi di carbonio e di ossigeno. La Figura
positivamente? P20.37 mostra la distanza e le cariche. Supponi che una
b. Qual è il valore della carica sull’armatura positiva? molecola di monossido di carbonio con un asse orizzontale
32. Ili Le nubi temporalesche possono creare grandi valori di sia in un campo elettrico verticale di intensità pari a 15 ()()()
carica negativa vicino ai loro bordi inferiori. La Tema è un N/C.
buon conduttore, quindi la carica sulla nuvola attira una carica a. Qual è l’intensità della forza risultante sulla molecola?
uguale e contraria sulla Terra, sotto la nuvola. L’intensità b. Qual è il valore del momento torcente sulla molecola?
del campo elettrico vicino alla
Terra dipende dalla forma della
P roblem i generali
superficie terrestre, come pos­
siamo spiegtire con un modello
semplice. La piastra metallica A 38. Hill Una sfera di rame con diametro di 2.0 mm ha una carica
di +50 nC. Quale frazione dei suoi elettroni è stata rimossa?
superiore nella Figura P20.32 FIGURA P20.32 La densità del rame è 8900 kg/m\
692 CAPITOLO 20 Campi elettrici e forze

39. I I penny oggi sono realizzati in zinco ricoperto di rame, 48. Il Qual è l’intensità del­ 1.0 nC
INT ma i penny vecchi sono fatti di 3.1 g di rame. Quale valore la forza sulla carica
hanno la carica positiva totale e la carica negativa totale in di 1.0 nC nella Figu­
un penny di rame che è elettricamente neutro? La densità ra P20.48? Fornisci la l.O cm / 1.0 cm
del rame è 8900 kg/m\ tua
lua risposta m in lermmi
termini / \
40. Il Due protoni sono a una distanza di 2.0 fm. di modulo, direzione e \ ^
______ 2.0 nC 0 - 2 .0 iiC
(1 fm = 1 femtometro= 1 • 10 m.) 1.0 cm
a. Qual è Tintensità della forza elettrica su un protone FIGURA P20.48
dovuta dalraltro protone? 1 Qualò l’intensità della forza sulla carica di 1.0 nC al centro
b. Qual è rintensità della forza gravitazionale su un pro­ della Figura P20.49 e.sercitata dalle altre quattro c:ariche?
tone dovuta all’altro protone? - 2 . 0 nC - 2 .0 nC - 2 .0 nC 2.0 nC
c. Qual è il rapporto tra la forza elettrica e la forza gravita­ 1.0 cm ^^ 1.0 cm

zionale? © - •
1
41. mi 11 nucleo di un atomo di ’^'Xe (un isotopo deirelemento
xenon con massa 125 u) ha un diametro di 6.0 fm. Il nucleo ^ 1l.O cm • 1l.O cm
ha 54 protoni e una carica q = +54c. 1 1.0 nC ' 1.0 nC
1
(1 fm = 1 femtometro= 1 • 10 m.) 0 ----------- 0 (: 5 ----------
a. Qual è la forza elettrica su un protone a una distanza di - •
- 2 .0 nC - 2 .0 nC - 2 .0 nC 2.0 nC
2.0 fm dalla superficie del nucleo?
FIGURA P20.49 FIGURA P20.50
b. Qual è Taccelerazione del protone?
Suggerimento: Tratta il nucleo sferico come una carica 50. Ili Calcola il modulo, la direzione e il verso della forza sulla
puntiforme. carica di 1.0 nC al centro della f’igura P20.50 esercitata
42. Ili Due sfere con la .stessa carica c ciascuna con una massa dalle altre quattro cariche.
INT di 1.00 g sono posizionate con una distanza di 2.00 cm tra 51. Il Calcola il modulo, la direzione e il verso della forza
i loro centri. Quando vengono lasciate libere, ognuna inizia eservitata sulla carica di 1.0 nC nella parte inferiore della
ad accelerare a 225 m/s‘. Qual è il valore della carica su Figura P20.51.
ogni sfera? - 6 . 0 nC
43. Il 1 corpi A e B sono entrambi carichi positivamente.
2.0 nC , - ' '. 2.0 nC ---------► — ►È
Entrambi hanno una massa di 100 g, ma A ha il doppio
E = 4 500 N/C
della carica di B. Quando A e B sono posizionati con una • ; •
distanza di 10 cm tra loro centri, B sperimenta una forza A ^
^ 5 .0 n C
elettrica di 0.45 N. 5.0 cm ' . 45° ' 45° . ''5 .0 c m
0
a. Quanto è grande la forza esercitata su A?
b. Qual ò il valore delle cariche q^ e q^ì 1.0 nC
44. Hill Un dipolo elettrico è formato da cariche puntiformi di FIGURA P20.51 FIGURA P20.52
±1.0 nC distanziate di 2.0 millimetri. 11 dipolo è centrato
52. Ili Come illustrato nella Figura P20.52, una carica di 5.0
neH’origine, orientato lungo Pas.se y. Qual è Pintcnsità del
nC si trova in .v = 0 in un campo elettrico uniforme di
campo elettrico in corrispondenza dei punti (a) (.v, y) = ( 10
4500 N/C diretto verso destra. In che punto lungo Passe jc
mm, 0 mm) c (b) (.v, y) = (0 nim, 10 nini)?
(a) un protone e (b) un elettrone non sentirebbero alcuna
45. Ili Calcola il modulo, la direzione e il verso del campo
forza risultante?
elettrico nella posizione indicata dal puntino nella Figura
53. Il La forza risultante sulla carica di 1.0 nC nella Figura
P20.45. Specifica la direzione e il verso tramite un angolo
P20.53 è pari a zero. Qual è il
.sopra o sotto l'orizzontale.
valore di qì •
1 1.0 nC 1.0 nC 1.0 nC
4.0 cm
5.0 cm 5.0 cm •
2.0 cm
10 cm IO cm
^ 2.0 nC 2.0 n C 0

FIGURA P20.53 3.0 cm 3.0 cm

J P I .O nC 0 - 1 .0 nC
54. Il Due particelle hanno Cciriche positive q e Q. Una terza parti-
cella carica è posta a metà strada tra di esse. Quale valore deve
FIGURA P20.45 FIGURA P20.46
avere la carica di questa particella aflìnché la forza risultante
46. Hill Calcola il modulo, la direzione e il verso del campo sulla carica Q sia pari a zero?
elettrico nella posizione indicata dal puntino nella Figura 55. mi La Figura P20.55 mostra quat­ -10 nC
P20.46. Specifica la direzione e il verso tramite un angolo tro cariche ai vertici di un qua­ © ■ '
sopra o sotto l’orizzontale. drato di lato L. Quale valore e
47. Il Qual è l’intensità della i.OnC
segno della carica Q renderanno
forza sulla carica di 1.0 ^ la forza esercitata sulla carica q
nC nella Figura P20.47? / \ pari a zero?
Fornisci la tua rispo.sta l.O c m / \l.0 c m M. Ili Schematizza un grano di pol­ O
line come una sfera di carbonio Q - 1 0 nC
-r-e
in termini di modulo,
direzione e verso.
\ 6 t r 60°/ di 0.10 mm di diametro. Se due FIGURA P20.55
2.0 nC o p ---------------- 2.0 nC di questi grani, distanziati di 1.0 m, sono stati in qualche
^ 1.0 cm
FIGURA P20.47 modo privati di tutti i loro elettroni, lasciando solo i pro-
Problemi 693

toni, quale sarebbe l’intensità della forza tra loro? Con­ Hll Un campo elettrico
fronta questa forza con il peso di una portaerei, che è circa É = (200 000 N/C, verso destra)
di 9 • 10^ N. La densità del carbonio è pari a 2300 kg/m\ fa sì che una sfera di massa 2.0 g,
57. III In un semplice modello dell’atomo di idrogeno, l’elet­ come mostrato nella Figura P20.66,
INI trone si muove in un’orbita circolare di raggio 0.053 nm rimanga appesa con un angolo 6.
intorno a un protone stazionario. Quante rivoluzioni al Qual è il valore di 0?
secondo compie l’elettrone? 67. Il Una piccola biglia carica ha
Suggerimento: Che condizione dev’essere soddisfatta da INI una massa di 1.0 g e si trova in
una forza che produce un moto circolare? un campo elettrico uniforme
58. Ili Un’ape di massa 0.10 g acquista una carica di +23 pC É = (200 000 N/C, verso l’alto).
BIO durante il volo. Quando la biglia viene rilasciata,
a. 11 campo elettrico in prossimità della superficie della accelera verso l’alto con un’accelerazione di 20 m/s\ Qual è
Terra è tipicamente pari a 100 N/C, diretto verso il il valore della carica sulla biglia?
basso. Qual è il rapporto tra la forza elettrica sull’ape 68 . Il Una biglia con una massa di 0.050 g e una carica di 15 nC
rispetto al suo peso? è libera di scorrere su un’asta verticale. Alla base dell’asta
b. Che intensità di campo elettrico e direzione e verso c’è una carica fi.ssa di 10 nC. AH’equilibrio, a quale altezza
permetterebbero all’ape di rimanere sospesa in aria? al di sopra della carica fissa si ferma la biglia?
59. Hill Una carica di +10 nC si trova in (.v, y) = (0 cm, 10 cm) 69, Il Una piccola biglia con una carica positiva q è libera di
e una carica di -5.0 nC si trova in (.r, y) = (5.0 cm, 0 cm). scorrere su un filo orizzontale della lunghezza di 4.0 cm.
Dove deve essere posta una carica di -10 nC affinché il All’estremità sinistra del filo c’è una carica q fissa, e all’e­
campo elettrico nel l’origine sia pari a zero? stremità destra c’è una carica fissa Aq. A quale distanza
60. Ili Due dischi con un diametro di 2.0 cm sono uno di fronte dall’estremità sinistra del filo si fermerà la biglia?
all’altro, a 1.0 mm di distanza. I dischi hanno una carica di 70. IHUn condensatore a facce parallele è formato da due pia­
±10 nC. stre, ciascuna con una superficie di 28 cm^ separate di
a. Qual è l’intensità del campo elettrico tra i due dischi? 3.0 mm. La carica del condensatore è di 8.3 nC. Un pro­
b. Un protone è sparato dal disco negativo verso il disco tone viene rilasciato da fermo vicino alla piastra positiva.
positivo. Quale velocità iniziale deve avere come Quanto tempo impiegherà il protone per raggiungere la
minimo il protone per raggiungere il disco positivo? piastra negativa?
61. 1111 II cannone elettronico in un tubo televisivo utilizza un
campo elettrico uniforme per accelerare gli elettroni da
fermi a 5.0 • 10’ m/s, su una distanza di 1.2 cm. Qual è E sercitazioni per te st di tipo M C A T
l’intensità del campo elettrico?
62. 1111 Una biglia di pla.stica di Citometria a flusso BIO
massa 0.020 g è appesa a un filo La citometria a fius.so, illustrata
leggero. Un’altra biglia è tenuta nella Figura P20.71, è una tecnica
ferma al di sotto del punto in cui è utilizzata per ordinare le celle in
fissato il filo. Se entrambe le biglie base al tipo. Le cellule sono poste
hanno carica c/, la biglia attaccata in una soluzione salina conduttrice
al filo raggiunge la posizione illu­ che viene poi forzata in un ugello.
strata nella Figura P20.62. Qual è II flusso si divide in piccole goc­
l’intensità di q? cioline, ciascuna contenente una
63. Ili Una biglia di mas.sa 4.0 mg con una carica di 2.5 nC è pog­ cellula. Un collare metallico cir­
giata su un tavolo. Una seconda biglia, con una carica di -5.6 conda il flusso nel punto in cui le
nC, si trova direttamente sopra la prima biglia e si sta lenta­ goccioline si separano dal llusso.
mente abbassando verso di essa. Qual è la distanza minima Caricando il collare si polarizza il
che possono avere tra loro i due centri delle biglie prima che liquido conduttore, facendo sì che
la biglia inferiore venga sollevata dal tavolo? le goccioline diventino cariche
64. Hill Due sfere di massa 3.0 g, nel momento in cui fuoriescono
ognuna attaccata a un filo dal flusso. Un raggio laser esa­
di 1.0 m di lunghezza, si mina la soluzione appena a monte
respingono dopo essere del collare conduttore, cercando
state ugualmente caricate, la presenza di determinati tipi di
come illustrato nella Figura cellule. Tutte le goccioline conte­
1^20.64. Qual è il valore della nenti una particolare tipologia di
carica q ! .^.0 g 3.0 g
cellule ricevono la stessa carica
FIGURA P20.64
del collare conduttore. Goccioline con altri tipi di cellule rice­
65. UHI Un campo elettrico vono una carica diversa e le goccioline senza le cellule deside­
INI É = (200 000 N/C, verso destra) rate non ricevono alcuna carica. Le goccioline cariche passano
fa sì che una sfera di massa 5.0 g, poi fra due elettrodi paralleli carichi dove subiscono una forza
come mostrato nella Figura P20.65, orizzontale che li dirige in tubi di raccolta diversi, a seconda
rimanga appesa con un angolo di della loro carica.
20°. Qual è il valore della carica sulla 71. I Se il collare conduttore ha una carica positiva, la carica
sfera? risultante su una gocciolina che separa il flusso sarà
5.0 g
A. Positiva. B. Negativa. C. Neutra.
FIGURA P20.65 D. La carica dipenderà dal tipo di cellula.
694 CAPITOLO 20 Campi elettrici e forze

72. I Quale delle seguenti opzioni descrive esattamente le cari­ 74. 1 Un altro modo per ordinare le goccioline sarebbe dare a
che sulle goccioline che finiranno nei cinque tubi, spostan­ ogni goccia la stessa carica, quindi variare il campo elet­
dosi da sinistra a destra? trico tra le piastre di separazione. Per la configurazione
A. -\-q, 0, -q, -2q riportata in figura, questa tecnica non funzionerà perché
B. +2c/, 0, -2q. -q A. Diverse goccioline passano tra le piastre allo stesso
C. -q. -2q, 0, +2^, +q momento, e quindi percepirebbero tutte la stessa forza.
D. -2q, -q. 0, +2q B. Le cellule nella soluzione hanno cariche risultanti che
73. 1 Poiché le goccioline sono conduttrici, le cariche positiva potrebbero infiuenzare la carica delle goccioline.
e negativa di una gocciolina si separeranno quando questa C. Una gocciolina con una carica risultante sperimente­
si trova nella regione tra le piastre di separazione. Supponi rebbe sempre una forza risultante tra le piastre.
che una gocciolina neutra passi tra le piastre. 11 momento D. Le goccioline si respingerebbero tra loro e questa forza
di dipolo della gocciolina punterà sarebbe dominante rispetto alla forza di deviazione.
A. Verso l’alto. B. Verso il basso.
C. Verso sinistra. D. Verso destra.

RISPOSTE ALLE PAUSE DI RIFLESSIONE

Pausa di nflessione - Anteprima Capitolo: A. La componente Pausa di riflessione 20.4: > E^ > E^^ > E^., II campo è pro­
X della tensione è diretta verso sinistra, quindi è negativa. Que­ porzionale alla carica e inversamente proporzionale al quadrato
sto esclude le risposte B, I) e E. Inoltre, la componente ,v della della distanza.
tensione è associata al coseno del l’angolo di 30”, che, secondo la
Pausa di riflessione 20.5: /i, = E^ > E^ > /i, 11 campo elettrico
domanda, è maggiore del seno di 30°. Così la risposta A, dove il
è più forte nel punto in cui le linee di campo elettrico sono più vi­
valore della componente .vè maggiore di quella della componen­
cine. Nei punti 3 e 4, la spaziatura è la stessa, quindi le intensità
te V, deve essere quella giusta.
di campo elettrico in questi due punti sono uguali.
Pausa di riflessione 20.1: A. L’elettroscopio è originariamente
Pausa di riflessione 20.6: C. Le linee di campo elettrico escono
carico positivamente. La carica si distribuisce su tutto l’elettro­
dalle cariche positive. Molto vicine a ciascuna delle cariche po­
scopio e le lamine si respingono. Quando una bacchetta con una
sitive, le linee del campo dovrebbero apparire come le linee del
carica negativa viene avvicinata, alcune cariche positive sono
campo di una singola carica positiva.
attratte verso la parte superiore dell’elettroscopio, lontano dal­
le lamine. Di conseguenza, la carica sulle lamine diminuisce, e l’ausa di riflessione 20.7: E^ = = E^, = E^^ = E^., Il campo
quindi queste si avvicinano di più. all’interno di un condensatore è lo stesso in tutti i punti. Poiché
il campo è uniforme, la forza sul protone sarà la stessa in tutti i
Pausa di rinessioiie 20.2:
punti. 11 campo elettrico esiste in tutti i punti che sia disegnato o
q ^ .^e )> q ^{^\e ) >r/„(0) >q^^i-ìe) (~2e).
meno un vettore in quel punto.
Pausa di riflessione 20.3: B. Le due forze sono una coppia di
azione/reazione opposta in verso ma uf*uale in intensità e dire-
21 npotenziale elettrico
I colorì in questa
immagine del cervello %
di un paziente sono una
mappa del potenziale
elettrico sulla superficie
del cervello dopo che
al paziente ò stata
somministrata una
particolare stimolazione
sensoriale. In che modo
questa visualizzazione
del potenziale elettrico ci
aiuta a comprendere le
proprietà elettriche del
cervello?
A N T E P R IM A
Obiettivo: calcolare e utilizzare il potenziale elettrico e l'energia potenziale elettrica.

Potenziale elettrico Condensatori Potenziale e campo


Il voltaggio (o la tensione) di una batteria 1condensatori in questo circuito C’è un legame stretto tra il potenziale
è la differenza di potenziale elettrico tra i immagazzinano la carica e l’energia elettrico e il campo elettrico.
%uoi due terminali. potenziale elettrica.

Apprenderemo come un potenziale Apprenderemo come l'energia Apprenderemo come spostarci avanti e
tiettrico venga generato quando cariche immagazzinata in un condensatore indietro tra la rappresentazione del campo
positive e negative sono separate. dipenda dalla sua carica. e quella del potenziale.

F L A SH B A C K

Lavoro ed energia potenziale


Nella Sezione 10.4 abbiamo appreso che è Prima
possibile immagazzinare energia potenziale Solleviamo un libro a velocità costante.
in un sistema di corpi interagenti. In questo Quale affermazione è vera circa il lavoro
capitolo, impareremo una nuova forma di W compiuto dalla mano e la variazione
energia potenziale, l’energia potenziale di energia potenziale gravitazionale AU
elettrica.
W > AU >0
Questi vagoni su una montagna russa B. W<1U'^<Q
vengono tirati verso la cima della prima C. W=AU'‘> 0
collina da una catena. La tensione nella
catena compie lavoro sui vagoni, aumentando
D. W = A l/< 0
la loro energia potenziale gravitazionale.
696 CAPITOLO 21 II potenziale elettrico

21.1 L’energia potenziale elettrica e il


potenziale elettrico
La conservazione delPenergia è un potente strumento per comprendere il moto
dei sistemi meccanici. Nella s e z i o n e 10.2 abbiamo appreso che l’energia di
un sistema può subire una variazione se si compie un lavoro su di esso; ricor­
diamo che si ha un lavoro, e quindi l’energia di un sistema cambia, quando una
forza esterna agisce sul sistema mentre questo è sottoposto a uno spostamento.
Per ricordare a noi stessi come la conservazione dell’energia funziona nei
sistemi meccanici, la f i g u r a 2 1 .ia mostra una mano che solleva un libro a una
velocità costante. La forza esterna esercitata dalla mano spinge sul libro men­
tre questo si alza, quindi la mano compie un lavoro sul libro, aumentandone la
sua energia - in questo caso, la sua energia potenziale gravitazionale Mate­
maticamente, possiamo descrivere questo processo come AU^=W: \\ lavoro W
cambia l’energia potenziale del libro.
FIGURA 21.1 II lavoro svolto aum enta l'energia potenziale per tre sistem i.

Quando la forza della mano compie un lavoro Wsu ciascun sistema...


(a )... il libro acquista energia (b )... la molla acquista energia (c )... la carica q acquista energia
potenziale gravitazionale U^. potenziale elastica Uc- potenziale elettrica Vc\c\>
Bassa

Alta U,
Bassa / f
n

A14 = H'

Un processo simile avviene quando viene compressa una molla, come nella
FIGURA 2 1 .ib. Qui, la mano spinge l’estremità della molla mentre essa si com­
prime, compiendo un lavoro sulla molla e aumentando la sua energia poten­
ziale elastica un processo che possiamo scrivere come AU^=W.
Ora applichiamo que.sti stessi concetti ai sistemi di particelle cariche della
FIGURA 2 1 .le. Qui, alcune cariche sono state identificate come cariche sorgenti
che sono fisse e non si muovono. Poiché la carica q viene respinta dalle cariche
sorgenti, la mano deve spingere sulla carica q affinché questa si sposti più vicino
alle cariche sorgenti. Ciò significa che la mano compie un lavoro su q mentre
questa si muove, trasferendo energia al sistema di cariche. Proprio come nel caso
del libro e della molla, questa energia è nella forma di energia potenziale - in
questo caso, di energia potenziale elettrica Scrivendo questo processo
come = W, vediamo che possiamo determinare fenergia potenziale elet­
trica di una carica quando essa è in una particolare posizione calcolando
quanto lavoro occorre per muovere la carica in quella posizione.

Il potenziale elettrico
FIGURA 21.2 Qual è l'energia potenziale Abbiamo introdotto il concetto di campo elettrico nel Capitolo 20. Nel modello
elettrica vicino ad alcune cariche del campo, il campo elettrico è l’agente per cui le cariche esercitano una forza
so rgen ti?
a lunga distanza su un’altra carica q. La f i g u r a 2 1 .2 ci ricorda che le cariche
Il campo eleltrico ci dice quale forza sorgenti prima alterano lo spazio attorno ad esse generando un campo elettrico
sentirebbe una carica se fosse fK>sta
in questo punto. E in ogni punto dello spazio. Successivamente è questo campo elettrico - e
Cariche non le cariche sorgenti stesse - che esercita una forza F^iet = qE sulla carica q.
sorgenti Un concetto importante è che il campo elettrico delle cariche sorgenti è pre­
sente attraverso lo spazio, con o senza la presenza di una carica q di prova a
sperimentare tale campo. In altre parole, il campo elettrico ci dice quale forza
sentirebbe una carica se la carica fosse posta in quel punto del campo.
C’è una quantità associata a ciascun punto
attorno alle cariche sorgenti che potrebbe Possiamo applicare un ragionamento analogo all’energia potenziale elettrica?
indicarci Tenergia potenziale elettrica di Consideriamo ancora le cariche sorgenti nella Figura 21.2. Se poniamo una
una carica pt>sta in tale punto? carica q nel punto P vicino alle cariche sorgenti, la carica q avrà un’energia
21.1 L’energia potenziale elettrica e il potenziale elettrico 697

potenziale elettrica. Se poniamo una carica diversa q nel punto P, la carica q FIGURA 2 1 .3 Trovare l'energia
avrà un’energia potenziale elettrica differente. Esiste una grandezza associata al potenziale elettrica e il potenziale
elettrico.
punto P che ci dice quale sarebbe l’energia potenziale elettrica di r/, q \ o di qual­
siasi altra carica nel punto P, senza dovere porre in tal posizione alcuna carica? (a) L’energia potenziale elettrica di una carica
di IO nC in A è zero. Qual è la sua energia
Per scoprire se ciò è possibile, dobbiamo comprendere un po’ più in detta­ potenziale nei punti B eC?
glio come determinare l’energia potenziale elettrica di una carica q. Suppo­
niamo, per essere specifici, di prendere q = 10 nC nella f i g u r a 21 .3a e, per q=\i)nC
comodità, sia = 0 J quando la carica è nel punto A. ©A
Come abbiamo già visto, per trovare l’energia potenziale elettrica della (t^cic)A = 0
carica q in qualsiasi altro punto, come nei punti B o C, abbiamo bisogno di
trovare la quantità di lavoro svolto per spostare la carica da A a B, o da A a C.
(b) L’energia potenziale elettrica della carica
Nella FIGURA 21 .3b la mano compie un lavoro di 4 /xJ per muovere la carica da in qualsiasi punto è uguale alla quantità
A a B; quindi la sua energia potenziale elettrica in B è (f?^,^,)B = 4 /xJ. (Ricor­ di lavoro svolto nello spostarla dal punto
diamo che nel sistema internazionale l'unità di misura dell’energia è il joule, J.)
Analogamente, l’energia potenziale elettrica della carica q nel punto C è
= 6 /xJ poiché occorrono 6 /xJ di lavoro per spostare la carica nel punto C.
Che succederebbe se ripetessimo questo esperimento con una carica diffe­
rente - diciamo, q = 20 nC? Secondo la legge di Coulomb, la forza elettrica su
questa carica dovuta alle cariche sorgenti sarà doppia di quella esercitata sulla
carica da 10 nC. Di con.seguenza, la mano dovrà spingere con una forza doppia
e quindi compirà un lavoro doppio nel muovere questa particella carica da A a
B. Come risultato, la particella di 20 nC avrà = 8 /xJ in B. Una particella (c) Il potenziale elettrico viene generalo dalle
cariche sorgenti ed esiste in qualsiasi punto
di 5 nC avrebbe = 2 in B poiché la mano dovrebbe compiere solo dello spazio, non solo in A, B e C.
metà del lavoro per spostare la carica in B rispetto a quello necessario per spo­
Vb = 4(M) J/C = 4(K) V
stare la particella da 10 nC. In generale, l’energia potenziale di una particella
carica è proporzionale alla sua carica.
Quando due quantità sono proporzionali tra loro, il loro rapporto è costante. Ka = 0 J/C = 0 V
Possiamo vedere ciò direttamente per l’energia potenziale elettrica di una par­
ticella carica nel punto B calcolando il rapporto Ve = 6(K) J/C = 600 V
^clcOB _ 2 /xJ _ 4 /xJ _ 8 /xJ _ J
q TnC " 10 nC ~ 20 nC ~ l C

U/q per U/q per Ulq per Tutti i tre rapporti


q = 5nC q=\i)nC </ = 20 nC sono uf^uali.

Quindi possiamo scrivere un’espressione semplice per l’energia potenziale


elettrica che qualsiasi carica q avrebbe se posta nel punto B:

( ì / cIc.)b = (400
Questo numero è assediato *’ Questa parte dipende dalla
con il punto B. carica posta nel punto B.

Il numero 400 J/C, che è assediato al punto B, ci dice la potenzialità di gene­


rare Tenergia potenziale se una carica q viene posta nel punto B. Questa gran­
dezza viene chiamata potenziale elettrico e le viene as.sociato il simbolo V. In
B, allora, il potenziale elettrico è 4(X) J/C, come mostrato nella figura 2 1 .3 c .
Ragionando allo .stesso modo, il potenziale elettrico nel punto C è 600 J/C.
Questa idea può essere generalizzata. Qualsiasi carica sorgente genera un
potenziale elettrico in ogni punto dello spazio attorno ad essa. In un punto dove
il potenziale è V, l’energia potenziale elettrica della particella carica q è
t/.w,
= ( 21. 1)
p .3 5 .
Relazione tra il potenziale elettrico e l’energia potenziale elettrica
PROPORZIONALE

Notiamo la somiglianza con = </£. Il potenziale elettrico, come il


campo elettrico, viene generato dalle cariche sorgenti ed è pre.sente in tutti i
punti dello spazio. Il potenziale elettrico esiste indipendentemente dalla pre­
senza di una carica di prova q che possa sperimentarlo. Mentre il campo elet­
trico ci dice come le cariche sorgenti eserciterebbero una forza su q, il
698 CAPITOLO 21 n potenziale elettrico

TABELLA 21.1 Tipici potenziali elettrici potenziale elettrico ci dice come le cariche sorgenti fornirebbero a q un 'ener­
Sorbente del Potenziale gia potenziale. Sebbene abbiamo usato il lavoro svolto da una carica positiva
poten/iale appro.ssimativo per giustificare TEquazione 21.1, essa è valida anche se la carica q è negativa.
Attività cerebrale (EEG) 10-100 fxV EGIZI ►Per l’energia potenziale, abbiamo trovato che potremmo scegliere
Cellule nel corpo umano 1(K) mV una particolare configurazione del sistema per avere U = 0, lo zero delfener-
Batteria 1-10 V gia potenziale. La stessa idea resta valida per il potenziale elettrico. Possiamo
Elettricità domestica 220 V decidere che abbia V = 0 un qualsiasi punto dello spazio, se è conveniente.
Risulterà che solo le variazioni del potenziale elettrico sono importanti, quin­
Elettricità statica 10 kV
di la scelta di quale punto sia a K = 0 non ha conseguenze fisiche. <
Linee di trasmissione 500 kV
L’unità di misura del potenziale elettrico è il joule per coulomb, chiamato
volt V:
1 volt = 1 V = 1 J/C
Microvolt (/xV), millivolt (mV) e chilovolt (kV) sono unità comunemente usate.
La Tabella 21.1 elenca alcuni tipici valori dei potenziali elettrici. Possiamo ora
affermare che il potenziale elettrico nella Figura 21.2 - un potenziale dovuto alle
cariche sorgenti - è 0 V in A e 400 V in B. Ciò è mostrato nella Figura 21.3c.
UEB3 ►11 simbolo V è largamente utilizzato per rappresentare il volume di
un corpo, e ora noi stiamo introducendo lo stesso simbolo con il significato
di potenziale. Per rendere le cose ancora più confuse, V è l’abbreviazione
di volt. Nei testi stampati, V per il potenziale è .scritto con i caratteri italici
mentre la V per i volt no, ma noi non possiamo fare tale distinzione quando
scriviamo a mano. Ciò non rappresenta una situazione piacevole, ma questi
sono i simboli comunemente accettati. Quindi si deve prestare particolare
attenzione al contesto in cui tali simboli vengono usati. <

ESEMPIO 21.1 Determ inazione della variazione di energia potenziale elettrica di una carica
Una particella carica di 15 nC si sposta da un punto A, dove il Questa variazione è indipendente dalla carica q poiché il poten­
potenziale elettrico è pari a 300 V, a un punto B, dove il poten­ ziale elettrico viene generato dalle cariche sorgenti.
ziale elettrico è pari a -200 V. Di quanto varia il potenziale La variazione dell’energia potenziale elettrica della parti-
elettrico? Di quanto varia l’energia potenziale elettrica della cella è
particella? Come cambierebbe la risposta se la carica della par­
AU,^ = ^ AV = (15 • 10 ‘'C)(-5(K) V) = -7.5 /xJ
ticella fosse -15 nC?
IMPOSTAZIONE La Variazione del potenziale elettrico AV è Una carica di —15 nC avrebbe Af/^^= + 7.5 fii poiché q cambia
il potenziale nel punto finale B meno il potenziale nel punto segno mentre AV rimane invariato.
iniziale A. Dall’Equazione 21.1, troviamo la variazione dell’e­ VERIFICA Poiché il potenziale elettrico in B è inferiore a
nergia potenziale elettrica notando che “ (^ciet^A quello in A, la carica positiva (+15 nC) perderà energia poten­
= ^(VB-F,) = r/AV. ziale elettrica, mentre la carica negativa (-15 nC) guadagnerà
SOLUZIONE Abbiamo energia.

AV= Vb - = (-200 V) - (300 V) = -500 V

PAUSA DI RIFLESSIONE 21.1 Una particella carica positivamente si muovq


dal punto 1 al punto 2. Quando si sposta, la sua energia potenziale elettrica j
A. Aumenta. ^ ^ i
B. Diminuisce. \

C. Resta la stessa.
m

21.2 Sorgenti di potenziale elettrico |


Come viene prodotto innanzitutto un potenziale elettrico? Consideriamo il
condensatore scarico mostrato nella f i g u r a 2 1 .4a. Non ci sono forze agenti
sulla carica q, quindi non viene compiuto nessun lavoro per spostare la carica!
da A a B. Di conseguenza, l’energia potenziale elettrica della carica q rimand
invariata mentre essa si muove da A a B, quindi abbiamo (f/^,^.,)B =
Allora, poiché = qV, abbiamo anche = V^. Diciamo che la differenza!
di potenziale AV= è pari a zero. ■
21.2 Sorgenti di potenziale elettrico 699

F IG U R A 21.4 Differenze di potenziale sono create dalla separazione di cariche.

(u) La for/.a sulla carica q è nulla. Nessun lavoro (b) Il condensatore ha ancora una carica totale
è necessario per muoverla da A a B, quindi nulla, ma la carica è stata separata rendendo
non c’è differen/a di potenziale tra A e B. le due armature cariche rispettivamente di +C^ e -Q.

^Condensatore scarico -Q
A B Ora, poiché q viene respinta dall’armatura
•- positiva e attratta dall’armatura negativa,
la mano deve compiere del lavoro su q
4 per spingerla da A a B, quindi ci deve
essere una differenza di potenziale elettrico
AVtraAeB.

Consideriamo adesso quello che avviene se gli elettroni sono trasferiti dal
lato destro del conden.satore al lato sinistro, dando alTelettrodo a sinistra una
carica -Q e alPelettrodo a destra una carica +0. Il condensatore ha ancora una
carica totale nulla, ma la carica è stata separata. Questa separazione di cariche
esercita una forza Feiet sulla carica r/, quindi, come mostra la f i g u r a 2i.4b, la mano
deve ora compiere un lavoro su q per spostarla da A a B, aumentando la sua
energia potenziale elettrica in modo tale che > (^ cIci^a* significa
che la differenza di potenziale AK tra A e B non è più pari a zero. Quello che
abbiamo mostrato in questo esempio è piutto.sto generale: una differenza di
potenziale viene creata separando la carica positiva dalla carica negativa.
Forse il modo più semplice per generare una separazione di carica è il tra-
srerimento della carica per strofinamento discusso nella «^s e z i o n e 20 . 1 . Mentre
strofiniamo le nostre scarpe su un tappeto, la frizione tra i nostri piedi e il tap­
peto trasferisce della carica al nostro corpo, provocando una differenza di
potenziale tra il nostro corpo e, ad esempio, il pomello di una porta vicina. La
differenza di potenziale tra noi e il pomello può essere di molte migliaia di volt
abbastanza da generare una scintilla mentre Teccesso di carica sul nostro
corpo si muove dal potenziale più alto verso il potenziale più basso.
I fulmini sono il risultato di una separazione di cariche che avviene nelle
nubi. Quando piccole particelle di ghiaccio nelle nuvole entrano in collisione,
esse si caricano per strofinamento. I dettagli non sono ancora ben compresi, ma
le particelle più pesanti, che si depositano sul fondo delle nuvole, acquisi.scono
una carica negativa, mentre le particelle più leggere, che sono sollevate verso
rcstremità superiore delle nuvole, si caricano positivamente. Quindi la cima
della nube diventa carica positivamente e il fondo della nube diventa carico
negativamente. Questa separazione di carica genera un'enorme differenza di
II fulmine è il risultato di una grande
potenziale - fino a 100-1000 milioni di volt - tra la cima e il fondo della nube.
differenza di potenziale costruita dalla
La carica negativa nel fondo della nube provoca Taccumulo di una carica posi­ separazione delle cariche nelle nubi.
tiva nel suolo sottostante. Un fulmine si produce quando la differenza di poten­
ziale tra la nuvola e il suolo diventa troppo grande per essere sostenuta daH’aria.
La separazione di carica, quindi la differenza di potenziale, può inoltre
essere generata da processi chimici. Un modo molto comune e importante di
generare una determinata differenza di potenziale è la b a t t e r ia . Studieremo le
batterie nel Capitolo 22, ma tutte le batterie usano reazioni chimiche per creare
una .separazione interna di carica. Questa separazione procede finché non si
raggiunge una differenza di potenziale caratteristica - circa 1.5 V per una bat­
teria alcalina standard - tra i due terminali della batteria. Differenti tipi di
batterie mantengono diverse differenze di potenziale tra i loro terminali.
CI3Z3 ►La differenza di potenziale tra due punti viene spesso chiamata
o v o l t a g g i o . Quindi diciamo che il voltaggio di una batteria è 1.5
t e n s io n e
V o 12 V e parliamo di differenza di potenziale tra i terminali di una batteria
come il voltaggio che attraversa la batteria. <
L'utilizzo di processi chimici per produrre differenze di potenziale è inoltre
iTUciale anche nei sistemi biologici. Per esempio, c’è una differenza di poten-

► Una batteria d'automobile mantiene una differenza


di potenziale costante di 12 V tra i suoi terminali + e
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700 CAPITOLO 21 II potenziale elettrico

ziale di circa 70 mV tra rinterno e resterno di una cellula, con Pinterno della
cellula che è più negativo della parte esterna.
Come illustrato nella f i g u r a 2 1 .5 , questo potenziale di membrana è provo­
cato da uno squilibrio tra gli ioni di potassio (K") e di sodio (Na*). La concen­
BK) Il potenziale di
F IG U R A 21.5 trazione molare di K* è maggiore alPinterno della cellula rispetto alPesterno,
membrana di una cellula è dovuto a una mentre la concentrazione molare del Na^ è maggiore alPesterno rispetto alPin­
separazione di cariche. terno. Per mantenere le cariche separate a dispetto della diffusione, che tende
La diffusione tende a equilibrare a eguagliare le concentrazioni degli ioni, una pompa di scambio sodio-potassio
O N a^ le concentrazioni di Na" e K pompa continuamente sodio fuori dalla cellula e potassio dentro la cellula.
airinterno e aH’estemo della Durante un ciclo di pompaggio, tre ioni Na^ vengono spinti fuori dalla cellula
/cellula, spostando TNa^ verso
rintcmo e il K verso Tcstemo. ma solo due ioni K ’ sono spinti dentro, fornendo un trasferimento totale di una
O O o o o carica positiva fuori dalla cellula. Questo continuo pompaggio conduce a una
separazione di carica che produce il potenziale di membrana. Approfondiremo
le proprietà elettriche delle cellule nervose nel Capitolo 23.

Misura del potenziale elettrico


La misura del potenziale elettrico riveste un ruolo importante in un’ampia
o o gamma di applicazioni. Un elettrocardiogramma misura la differenza di poten­
Interno O
della O O ziale tra diverse zone del corpo per diagnosticare possibili problemi cardiaci;
cellula. O la temperatura viene spesso misurata usando una termocoppia, uno strumento
La pompa sodio-potassio / O
usa l'energia dell'ATP per forzare tre Na^ che sviluppa una differenza di potenziale proporzionale alla temperatura; la
verso l’esterno della cellula per ogni due nostra macchina fotografica digitale è in grado di diagnosticare quando la sua
che vengono pompati verso l’interno, batteria sta esaurendosi misurando la differenza di potenziale tra i suoi termi­
prtxlucendo una separazione di ciu-iche.
nali.
Notiamo che in tutte le applicazioni, è la differenza di potenziale tra due
punti che viene misurata. Il valore del potenziale in un certo punto dipende da
dove scegliamo V uguale a zero, ma la differenza di potenziale tra due punti è
indipendente da questa scelta. A causa di ciò, un voltmetro, lo strumento base
per misurare le differenze di potenziale, richiede sempre due ingressi. Delle
sonde vengono collegate da questi due ingressi ai due punti tra cui deve essere
misurata la differenza di potenziale. Apprenderemo di più nel Capitolo 23
circa il funzionamento dei voltmetri.
Anche se le cellule sono molto piccole, la differenza di potenziale della
membrana tra rinterno e l’esterno di una cellula può essere misurata con una
sonda molto piccola col legata a un voltmetro. La f i g u r a 21.6 è una microfoto-
Un voltmetro usa sempre due sonde gratìa di una cellula nervosa il cui potenziale di membrana viene misurato.
per misurare una differenza di poten­ Una pipetta di vetro molto piccola riempita con un fluido conduttore, viene
ziale. Qui, vediamo che la differenza di inserita nella membrana della cellula. Questa pipetta è una delle sonde. La
potenziale di una batteria nuova da 9 V seconda sonda non deve essere altrettanto piccola, essa è semplicemente
è vicina a 9.7 V.
immersa nel fluido conduttore che circonda la cellula e può trovarsi anche
piuttosto lontano dalla cellula.

F IG U R A 21.6 BIO Misura del potenziale di una membrana.


Micropipclta Corpo della cellula
21.3 II potenziale elettrico e la conservazione dell’energia 701

21.3 II potenziale elettrico e la T A B E L L A 21.2 Distinguere tra potenziale


elettrico ed energia potenziale
conservazione dell’energia Il potenziale elettrico è creato dalle
cariche sorgenti. Il potenziale elettrico è
L’energia potenziale di una particella carica è determinata dal potenziale elet­
presente indipendentemente dalPesistenza
trico: = qV. Sebbene il potenziale e l’energia potenziale siano correlate e o meno di particelle cariche che possano
abbiano nomi simili, esse non sono la stessa cosa. La Tabella 21.2 ci aiuterà a sperimentare la sua azione. Il potenziale
distinguere tra potenziale elettrico e l’energia potenziale elettrica. viene misurato in J/C, o in V.
Quando un vagone si muove su una montagna russa dalla cima del tracciato U energia potenziale elettrica è l’energia
verso il fondo, la sua energia potenziale gravitazionale decresce. Poiché l’ener­ d’interazione di una particella carica con
le cariche sorgenti. L’energia potenziale
gia si conserva, questa riduzione dell’energia potenziale viene accompagnata da
viene misurata in J.
un aumento dell’energia cinetica del vagone /w- ed il vagone accelera. Analoga­
mente, quando una particella con carica positiva q si muove da una regione ad
alto potenziale elettrico verso una regione a basso potenziale elettrico, la sua
energia potenziale elettrica diminuisce e la sua energia cinetica aumenta. L’e­
quazione di conservazione dell’energia per una particella carica è

f '
) = K 1 -\-(U,
clct'f
)
' cleri

che possiamo scrivere in termini del potenziale elettrico V come

K^-^qV^=^K. + qV. ( 21. 2)

Conservazione dell’energia per una particella carica in moto in


un potenziale elettrico V

dove, come al solito, gli indici / e/indicano le situazioni iniziali e finali.


La F IG U R A 21.7 mostra due cariche positive in moto attraverso una regione in
cui varia il potenziale elettrico. Questo potenziale è stato generato da cariche
sorgenti che non vengono mostrate; la nostra attenzione è solamente rivolta agli
effetti di questo potenziale sulla carica in movimento. Si noti che abbiamo usato
la descrizione visiva prima-e-dopo introdotta in precedenza quando abbiamo
studiato la conservazione dell’energia e della quantità di moto.

F IG U R A 21.7 U na particella carica accelera o rallenta mentre si sp osta attraverso


una differenza di potenziale.

(a) Una carica positiva accelera {AK > 0) (b) Una carica positiva rallenta iAK < 0)
mentre si sposta dal potenziale maggiore mentre si sposta dal potenziale minore verso
verso il potenziale minore (AV < 0). il potenziale maggiore (A PX )). L’energia
L'energia potenziale elettrica viene cinetica viene trasformata in energia
trasformata in energia cinetica. potenziale elettrica.
5(K)V 400 V 500 V 400 V
Prima: Dopo: Dopo: Prima:

AV/ = -l(K) V < 0 i AV = -fl(X )V >0


•Le linee verdi tratteggiale sono le linee di Una doppia freccia verde viene usata per
potenziale elettrico costante. Il potenziale rappresentare una differenza di potenziale.
è di 5(K)V in lutti i punti su questa linea.

PAUSA DI RIFLESSIONE 21.2 In un punto con potenziale elettrico di 400 V,


una carica positiva si sta muovendo verso sinistra. Mentre la carica continua a
spostarsi, rallenta, si ferma, poi inizia a muoversi indietro verso destra. Usando
quanto appreso nella Figura 21.7, la sua velocità (in modulo) quando passa di
nuovo per la posizione iniziale è
A. Maggiore della sua velocità iniziale.
B. Minore della sua velocità iniziale.
C. Uguale alla sua velocità iniziale.
D. Non ci sono sufficienti informazioni per dirlo.

Possiamo comprendere il moto delle cariche se riscriviamo l’Equazione


21.2 come —K. = V'j), ossia
^K = - q ^ V (21.3)
702 CAPITOLO 21 II potenziale elettrico

Per la carica nella Figura 21.7a, la variazione di potenziale - cioè, la differenza


di potenziale - mentre essa si sposta da sinistra verso destra è
^ V = V ^ - V = 400 V - 500 V = -1 0 0 V
che è un valore negativo. L’Equazione 21.3 quindi mostra che i^K è positiva,
indicando che la particella accelera mentre essa si muove da un potenziale
maggiore verso un potenziale minore. Allo stesso modo, per la carica nella
Figura 21.7b la differenza di potenziale è -flOO V; TEquazione 21.3 allora
mostra che A/f è negativo, quindi la particella rallenta mentre si muove da un
punto a potenziale minore verso un punto a potenziale maggiore.
EEBQ ►La situazione è opposta per una carica negativa. Se q < 0, PEqua­
zione 21.3 implica che K aumenti se V aumenta. La carica negativa accelera
se si muove verso una regione a potenziale maggiore. <

STRATEGIA DI RISOLUZIONE C onservazione deH'energia in cariche


DEI P R O B L E M I 2 1 . 1 interagenti

Usiamo il principio di conservazione delPenergia per le cariche elettriche


esattamente nello stesso modo utilizzato per i sistemi meccanici. L’unica
differenza è che ora dobbiamo considerare l’energia potenziale elettrica.
Eseguiamo una descrizione visiva prima-e-dopo. Definiamo
IM P O S T A Z IO N E
i simboli che verranno usati nel problema, elenchiamo i valori noti e identi­
fichiamo quelli che stiamo cercando di determinare.
La rappresentazione matematica è basata sulla legge di conser­
S O L U Z IO N E
vazione dell’energia meccanica:

■ Determiniamo il potenziale elettrico in entrambe le posizioni iniziale e


finale. Potremmo aver bisogno di calcolarlo utilizzando una formula nota
per il potenziale, come quella relativa a una carica puntiforme.
■ K . q sono le energie cinetiche totali di tutti i corpi in movimento.
■ Alcuni problemi potrebbero aver bisogno di altre leggi di conservazione,
come la conservazione della carica o la conservazione della quantità di
moto.
Controlliamo che il risultato ottenuto abbia le unità di misura cor­
V E R IF IC A
rette, sia ragionevole e risponda al quesito del problema.

ESEMPIO 21.2 L'accelerazione di un protone


Un protone si muove attraverso un potenziale elettrico gene­ jmvf^ = + (^Vj - ^Vf)
rato da alcune cariche sorgente. La sua velocità è di 2.5 • 10^
m/s in un punto dove il potenziale è di 1500 V. Quale sarà la Possiamo risolvere l’equazione precedente per moltipli­
velocità del protone dopo un breve intervallo di tempo quando cando da entrambe le parti per 2lm ottenendo
esso ha raggiunto un punto dove il potenziale è di -500 V? V 2= + -(qV i - qVf) = + — (Vi - Vf)
IMPOSTAZIONE La massa di un protone è m = 1.67 • 10"^^
kg. Il protone carico positivamente si sposta da una regione a
2(1.6 . 10'” C)
potenziale maggiore verso una a potenziale minore, quindi la Vf^ = (2.5-10'*m/sr + 11500 V - (-500 V)|.
variazione del potenziale è negativa e il protone perde ener­ 1.67 • 10"^’ kg
gia potenziale elettrica. La conservazione dell’energia quindi = 4.46-10"(m/s)2
richiede che la sua energia cinetica aumenti. Possiamo usare Risolvendo per la velocità finale si ha
l’Equazione 21.2 per trovare la velocità finale del protone.
v^= 6.7 • 10^ m/s
SOLUZIONE La conservazione dell’energia dà

K^ + q V = K .+ q V .
VERIFICA Questo problema è molto simile alla situazione
nella Figura 21.7a. Una particella carica positivamente accelera
o mentre si sposta da un potenziale maggiore verso un potenziale
minore, analogamente a un corpo che accelera mentre scivola !
\m v^ + qVf = + qV,
lungo una collina da un’energia potenziale gravitazionale mag- -
che può essere scritta come giore ad un’energia potenziale gravitazionale minore. i
21.3 II potenziale elettrico e la conservazione dell’energia 703

Finora abbiamo considerato solo la trasformazione di energia potenziale


elettrica in energia cinetica mentre una particella carica si muove da un poten­
ziale elettrico maggiore verso uno minore. Cioè, abbiamo studiato la trasfor­
mazione di energia AA' = —r/ A V. Ma vale la pena notare che l’energia potenziale
elettrica può essere trasformata anche in altri tipi di energia; questa è la base di
molte applicazioni deH’elettricità. Nella f i g u r a 2 1 .8, per esempio, le cariche si F IG U R A 21.8 Una trasformazione di
spostano lungo i fili dal terminale della batteria a potenziale maggiore, attra­ energia potenziale elettrica in energia
termica.
verso la lampadina, fino al terminale a potenziale minore. Nella lampadina, la
loro energia potenziale elettrica viene trasformata in energia termica ren­
dendo la lampadina sufficientemente calda da brillare. Questa trasformazione
di energia è A/:^^ —'^<^1 AF. Quando le cariche si muovono dai terminali ad alto
potenziale verso quelli a basso potenziale nel motore di un a.scensore, la loro
energia potenziale elettrica viene invece trasformata in energia potenziale gra­
vitazionale mentre l’ascensore e i suoi passeggeri salgono, quindi in questo
caso A(7 = —q W .
Avremo molte altre co.se da dire circa queste trasformazioni di energia elet­
trica nei capitoli che seguiranno!

L’elettronvolt
II joule è l’unità di misura appropriata in meccanica e in termodinamica,
dove trattiamo corpi di dimensioni macro.scopiche, ma sarebbe molto utile
avere una unità di misura dell’energia appropriata per eventi a livello ato­
mico o nucleare.
Supponiamo che un elettrone acceleri attraverso una differenza di poten­
ziale AV = 1 V. L’elettrone potrebbe accelerare da 0 V a 1 V, o da 1()()() V a
1001 V. Indipendentemente dalle tensioni reali, un elettrone, essendo nega­
tivo, accelera quando si muove verso un potenziale maggiore, quindi, secondo
l'Equazione 21.3, la differenza di potenziale di 1 V produce un aumento dell’e-
nergia cinetica del l’elettrone con q = —e
^ K = - q ^ V = e ^V={\X^{)• 10 '‘'0 ( 1 V )= 1.60- 10
Elettroni per combattere il cancro BIO
Definiamo una nuova unità di misura dell’energia, chiamata elettronvolt, Fasci molto stretti di raggi x possono essere
come impiegati nella radioterapia per pazienti
malati di cancro. I raggi x vengono generati
1 elettronvolt = 1 eV = 1.60- 10 '‘'J
dirigendo un fascio ad alta energia di
Con questa definizione, l’energia cinetica guadagnata dall’elettrone del nostro elettroni contro un bersaglio di metallo.
esempio è Gli elettroni acquisiscono la loro energia
attraverso Taccelerazione in un acceleratore
A /f= 1 eV lineare grazie una differenza di potenziale di
III altre parole, 1 elettronvolt è l’energia cinetica guadagnata da un elet­ 20 MV. quindi la loro energia cinetica finale
è di 20 MeV.
trone (o un protone) se esso accelera attraverso una differenza di poten­
ziale di 1 volt.

EEBQ ►I.’abbreviazione eV usata ha una e minuscola e una V maiuscola.


Sono comuni anche i multipli dell’unità di misura: keV ( 1(F eV), MeV (l(y’
eV )eG eV (1 0 ‘'eV ). ^
L’elettronvolt può es.sere un’unità di misura problematica. Una prima diffi­
coltà è associata al suo nome, che non .sembra quello di un’unità di misura,
come diciamo il “metro” o il “.secondo”. Una difficoltà più significativa è che
il nome suggerisce una relazione con i volt. Ma i volt .sono le unità di misura
del potenziale elettrico, mentre que.st’unità è un’unità di energia! È cruciale
distinguere tra il potenziale V, misurato in volt, e Venerf^ia che può essere
misurata sia in joule sia in elettronvolt. Possiamo u.sare l’unità di misura dell’e­
lettronvolt in tutti i casi in cui precedentemente abbiamo u.sato i joule. Passare
dai joule agli elettronvolt non è differente dal passare dai centimetri ai pollici
c viceversa.
[ZEOS ►11 joule re.sta l’unità di misura dell’energia nel Sistema Interna­
zionale. In alcuni casi può essere conveniente esprimere l’energia in eV,
ma si deve convertire questa energia in joule prima di effettuare la mag­
gior parte dei calcoli. <
704 CAPITOLO 21 II potenziale elettrico

ESEMPIO 21.3 La velocità di un protone


Le particelle atomiche sono spesso caratterizzate dalla loro ener­ Ora possiamo determinare la velocità da
gia cinetica in MeV. Qual è la velocità di un protone di 8.7 MeV?
K = -m v^
SOLUZIONE L’energia cinetica di questa particella è 8.7 • lO^’ 2
eV. Per prima cosa, convertiamo l’energia in joule: esplicitata in funzione di v:
1.60 • 10~'’ J I0~'^J)
/ 2 ( 1 . 3 9 ____________
a: = 8.7 • l O ^ e V X = 1.39 • 10“'^ J = 4.1 • 10' m/s
1.0 eV m V 1.67 • 10'^’ kg

Poiché la carica del protone e la carica delPelettrone hanno lo stesso valore


a parte il segno, una regola generale è che un protone o un elettrone che acce­
lera (decelera) attraverso una differenza di potenziale di V volt guadagna
(perde) V eV di energia cinetica. NeH’Esempio 21.2, con una differenza di
potenziale di 2()00 V, il protone guadagna 2()()() eV di energia cinetica. NelI’E-
sempio 21.3, il protone deve accelerare attraverso una differenza di potenziale
di 8.7 • 10'’ V = 8.7 MV per acquisire un’energia cinetica di 8.7 MeV.

PAUSA DI RIFLESSIONE 21.3 Un protone viene lasciato libero di muoversi da


una posizione di riposo nel punto Q, dove il potenziale è 0 V. Successivamente,
il protone
-100 V ov -f lOOV
A. Resta fermo in Q. 1
B. Si muove verso P a velocità costante.
p* R*
C. Si muove verso P accelerando. Q*

D. Si muove verso R a velocità costante.


E. Si muove verso R accelerando.

21.4 Calcolo del potenziale elettrico


Ora che sappiamo cos’è il potenziale elettrico, andiamo avanti e calcoliamo il
potenziale elettrico in alcuni casi importanti. Per far ciò u.seremo l’Equazione
21.1, la relazione tra l’energia potenziale di una carica q in un punto dello spa­
zio e il potenziale elettrico in quel punto. Riscrivendo in modo lievemente
diverso l’Equazione 21.1, abbiamo
V '= - ^ (21.4)
La nostra ricetta per determinare il potenziale in un dato punto dello spazio è
quindi quella di calcolare prima l’energia potenziale elettrica di una carica q di
prova posizionata in quel punto. Successivamente possiamo usare l’Equazione
21.4 per determinare il potenziale elettrico.

FIGURA 21.9 Trovare il potenziale di un Il potenziale elettrico all’interno di un condensatore


condensatore a facce parallele. piano a facce parallele
Carica Nel Capitolo 20 abbiamo appreso che un campo elettrico uniforme può
. -Q c
^ .Separazione »tra Carica, -fO
^
^ le armature d r-L essere creato posizionando cariche uguali ma di segno opposto su due lastre
----------------
---- + parallele conduttrici - il c o n d e n s a t o r e p i a n o a f a c c e p a r a l l e l e . Quindi tro­
E tir.
vare il potenziale elettrico all’interno di un condensatore a facce parallele è
equivalente a determinare il potenziale per il caso molto importante di un
Lo spostamento ò .v. campo elettrico uniforme.
t/c ,c = 0 J La FIGURA 21.9 mostra la veduta di una sezione trasversale di un condensa­
tore a facce parallele carico con una separazione pari a d tra le due armature.
Le cariche ±Q sulle armature sono le cariche sorgenti che generano sia il
campo elettrico sia il potenziale elettrico nello spazio tra le due armature.
Come abbiamo trovato nella sezione 20 .5 , il campo elettrico è E = (Q/e^ A,
da positivo a negativo). Sceglieremo un sistema di coordinate con .v = () siiH’ar-
matura negativa e x = d suH’armatura positiva.
Siamo liberi di scegliere il punto di zero dell’energia potenziale in qualsiasi
punto ci appaia opportuno, quindi assumiamo = 0 quando una carica q,
libera di muoversi, è nell’armatura negativa. L’energia potenziale della carica
La maiu) compie un lavoro su </ per spostarla
in qualsiasi altra posizione x è allora la quantità di lavoro che deve svolgere
verso i valori maggiori contro il campt).
dando alla carica renergia potenziale elettrica. una forza esterna per muovere la carica a velocità costante dall’armatura nega-
21.4 Calcolo del potenziale elettrico 705

liva alla posizione x. Rappresenteremo la forza esterna mediante una mano,


sebbene questo non sia in realtà il vero modo con cui le cariche vengono spo­
state.
11 campo elettrico nella Figura 21.9 punta verso sinistra, quindi la forza
campo sulla carica è anch’essa verso sinistra. Per muovere la
carica verso destra a una velocità costante (F,ot = 0), la forza esterna F,^ano deve
spingere verso destra con una forza della stessa intensità: = cjE. Questa
forza compie lavoro sul sistema mentre la carica viene spostata, variando Pe-
nergia potenziale del sistema.
Poiché la forza esterna è costante ed è parallela allo spostamento, il lavoro
per muovere la carica fino alla posizione a' è
W = forza • spostamento = F .v = c/Ex

Di conseguenza, Penergia potenziale elettrica quando la carica q è nella posi­


zione A è
u^^^ = w = a E x
Come passo finale, possiamo usare PEquazione 21.4 per determinare che il
potenziale elettrico del condensatore a facce parallele nella posizione a , misu­
rato a partire dalParmatura negativa, è
0
V = — = E x = -----;c (21.5)
^/ eoA
dove, nell’ulti ino passaggio, abbiamo scritto la forza del campo elettrico in
termini del valore della carica sulle armature del condensatore.
Un primo punto da notare è che il potenziale elettrico aumenta linearmente
dalParmatura negativa a a = 0, dove V = V_ = 0, alParmatura positiva a a = z/,
dove V= V^ = Ed. Definiamo la differenza di potenziale tra le due arma­
ture di un condensatore:
AV^= V ^-V _ = Ed (21.6)

In molti casi, la differenza di potenziale del condensatore è fissata a un certo


valore col legando le sue armature a una batteria con una tensione nota. In
questo caso, il valore del campo elettrico all’interno del condensatore è deter­
minato dall’Equazione 21.6 come

E= (21.7)
d
Ciò significa che possiamo stabilire un campo elettrico di valore noto appli­
cando una tensione attraverso un condensatore le cui armature sono tra loro a
una distanza nota.
L'Equazione 21.7 implica che le unità del campo elettrico siano volt per
metro, o V/m. Avevamo usato come unità del campo elettrico il newton per
coulomb. È immediato dimostrare che queste due unità di misura sono in
effetti equivalenti. Poiché i volt per metro sono le unità del campo elettrico
usate nella pratica dagli .scienziati e dagli ingegneri, da adesso in poi le adotte­
remo anche noi come unità di misura standard del campo elettrico.
Ritornando al potenziale elettrico, possiamo .sostituire PEquazione 21.7
per E nell’Equazione 21.5 per V. In termini di differenza di potenziale del
condensatore AV^, il potenziale elettrico nella posizione a all’interno del
condensatore è

( 21.8 )

l\)ssiamo vedere che il potenziale aumenta linearmente da V = 0 a a = 0


(sull’armatura negativa) i i V= A a x = d (sull’armatura positiva).
Esploriamo il potenziale elettrico all’interno del condensatore guardandolo
nei modi differenti, ma correlati, in cui il potenziale può essere rappresentato.
Nel riquadro nella pagina successiva, una batteria ha stabilito una differenza di
potenziale di 1.5 V tra le facce parallele di un condensatore con una spaziatura
ira le armature di 3 mm.
706 CAPITOLO 21 II potenziale elettrico

Rappresentazioni grafiche del potenziale elettrico alTinterno di un condensatore


Grafico del potenziale in fun­ Una vista tridimensionale che mostra le Una mappa delle superfici equipo­
zione di X . Possiamo vedere au­ superfici equipotenziali. Queste sono tenziali in due dimensioni. Le linee
mentare il potenziale da 0 V sul­ superfici matematiche, non superfici verdi tratteggiate rappresentano sezioni
l’armatura negativa a 1.5 V sul- fisiche, che hanno lo stesso valore di V delle superfici equipotenziali, quindi V
rarmatura positiva. in ogni punto. Le superfici equipoten­ ha lo stesso valore ovunque lungo que­
ziali di un condensatore sono piani sta linea. Chiamiamo queste linee a
paralleli alle armature del condensatore. potenziale costante linee equipoten­
Le armature del condensatore sono ziali o semplicemente equipotenziali.
anch’esse superfici equipotenziali.

►Le linee equipotenziali sono proprio le intersezioni delle superfici


equipotenziali con il piano bidimensionale della pagina, e quindi sono in
effetti un altro modo di rappresentare le superfici equipotenziali. A causa di
ciò, spesso useremo il termine di “linee equipotenziali,” “superfici equipo­
tenziali,” e “equipotenziale” in modo intercambiabile. <

ESEMPIO 21.4 Un protone in un condensatore


Un condensatore a facce parallele costituito da due dischi spa­ F IG U R A 21.10 U na descrizione visiva prim a-e*dopo di un
ziati di 2.00 rnm viene caricato ad una differenza di potenziale protone in m ovim ento in un condensatore.
di 500 V. Un protone viene sparato attraverso un piccolo foro OV 500 V
nelfarmatura negativa con una velocità iniziale di 2.0 • 10^
m/s. Qual è la maggiore distanza dall’armatura negativa che
Dati noli
raggiungerà il protone?
Vi = 2.0 • lO-'^ni/s
I M P O S T A Z I O N E L’energia si conserva. L’energia potenziale
del protone all’interno di un condensatore può essere trovata Incognita: JCf
a partire dal potenziale elettrico del condensatore. La F IG U R A
21.10 è una descrizione visiva prima-e-dopo del protone nel
condensatore.
S O L U Z I O N E 11 protone parte dalfarmatura negativa, dove
X. = 0 mm. Indichiamo il punto finale, dove v^= 0 m/s, con x^
Xi = 0 mm Xf d = 2.(K) mm
Il potenziale aH’intcrno di un condensatore viene dato da K=
AV^ x/cì con d = ().()()2() m e A = 500 V. La conservazione
dell’energia richiede che eV^ = K. + eV^. Sostituendo i dati Il protone percorre 0.84 mm, meno della metà della distanza tra
in nostro possesso otteniamo le due armature, prima di fermarsi e tornare indietro.
0 e AVr—= —niv^ + 0 V E R I F I C A Siamo stati in grado di usare il potenziale elettrico
d 2 ' all’interno di un condensatore per determinare l’energia poten­
dove abbiamo usato = 0 V sull’armatura negativa (x. = 0) e ziale del protone.
K^=0 nel punto finale. La soluzione per il punto finale è
mdv^
Xi = ::——" = 0.84 mm
2e AVc

La Sintesi 21.1 riassume quello che abbiamo appre.so circa il campo elet­
trico e il potenziale elettrico di un condensatore a facce parallele.
21.4 Calcolo del potenziale elettrico 707

SINTESI 2 1 .1 C on de nsatore a facce parallele: potenziale e c a m p o elettrico


Ci sono diverse espressioni per il potenziale elettrico e il campo all’interno di un condensatore a facce parallele.

Variabili usate per descrìvere un condensatore a


facce parallele Tre espressioni equivalenti per il potenziale
Differenza di •
elettrico sono collegate a due espressioni per
potenziale tra Distanza ira il campo elettrico aH’interno di un condensatore:
le armature (V) ........ le armature (m)
Campo elettrico Q
costante (V/m) '^ q Carica Potenziale V V V=
^ ^ ‘"suirarmalura
positiva (C)
Punto nel quale
calcoliamo il Distanza
potenziale elettrico del punto Campo E *..........*E = —
EqA (I
X dall’armatura
negativa (m)

Il potenziale di una carica puntiforme


La carica sorgente più semplice possibile è una singola carica puntiforme fissa
con carica q. Per determinare il potenziale elettrico ass(x:iato a questa carica,
inizieremo ancora come primo passo dalla determinazione dell’energia poten­
ziale elettrica quando una seconda carica, che chiameremo q \ si trova a distanza
/ dalla carica q. Come al solito, calcoleremo il lavoro necessario per portare q da
un punto dove = 0 a distanza r da q. Siamo liberi di scegliere = 0 in
qualsiasi punto ci risulti conveniente. Poiché l’influenza di una carica punti­
forme si annulla a una distanza infinita dalla carica, viene naturale scegliere
^cict “ ^ quindi V= 0) in un punto che è infinitamente distante da q.
Possiamo usare la semplice espressione W = Fd per determinare il lavoro
svolto nel muovere q'\ questa espressione è valida solo per una forza costante
F e, come sappiamo dalla legge di Coulomb, la forza sulla carica q' diventa
sempre più intensa man mano che questa si avvicina a q. Effettuare quest’ope­
razione in modo appropriato richiede dei metodi di calcolo infinitesimale. Tut­
tavia, possiamo comprendere qualitativamente come l’energia potenziale
dipenda dalla distanza r tra le due cariche.
La FIGURA 2 1 . 1 1 mostra q' a due differenti distanze r da una carica fissa q. FIGURA 21.11 Energia potenziale
Quando q' è relativamente lontana da z/, la forza elettrica su r/ è piccola. Non elettrica di due cariche puntiformi.
occorre quindi una forza esterna molto intensa per spingere q' più vicino a q di Vicino a ^/ la forza ò Lontano da q la forza
grande. Per spostare ^/' ò piccola. Per spostare
un breve spostamento z/, quindi il lavoro svolto su q è piccolo e la variazione
di una distanza d ^/' di (l, occorre ptKo
in energia potenziale elettrica è piccola anch’essa. Questo implica, come occorre molto lavoro, lavoro, quindi A(^i^.,
mostra la Figura 21.11, che il grafico di rispetto a /* è piuttosto piatto quindi Af/eioi grande. ò piccola.
quando q' è lontano da q.
D’altro canto, la forza su q' è piuttosto grande quando ci si avvicina a q,
quindi il lavoro richiesto per muovere la carica dello stesso piccolo sposta­
mento è molto maggiore di prima. La variazione di è grande, quindi il
grafico di rispetto a /*è più ripido quando q è vicina a q.
La forma generale del grafico di dev’essere come mostrato nella Figura
21.11. Quando q è lontana da q, l’energia potenziale è piccola. Quando q' si
avvicina a q, l’energia potenziale aumenta rapidamente. Un calcolo esatto
mostra che l’energia potenziale di due cariche puntiformi è
u
qq'
^eict = A^— = : r ^ —
r
1 qq’
47T6o
(21.9)

Iinergia potenziale elettrica di due cariche qeq' separate da una distanza r


L.
invirsamente
PROPORZIONALE

EESO ►Questa espressione è molto simile alla legge di Coulomb. La dif­


ferenza è che l’energia potenziale elettrica dipende &d\Vinverso di r - cioè,
da 1/r - invece della dipendenza dall’inverso del quadrato della legge di
Coulomb. Ci si assicuri di ricordarsi di distinguere tra le due formule! <
708 CAPITOLO 21 II potenziale elettrico

FIGURA 21.12 Diagramma dell'energia La Figura 21.11 è un grafico delfenergia potenziale di due cariche dello
potenziale per due cariche opposte. stes.so segno, dove il prodotto qcf è positivo. Ma TEquazione 21.9 è egual­
mente valida per cariche di segno opposto. In questo caso, fenergia potenziale
~ gniindo </' ò
inlìnitamciilc lontano da q. delle cariche è negativa. Come mostra la f i g u r a 2 1 . 1 2 , fenergia potenziale
delle due cariche decresce quando esse si avvicinano tra loro. Una particella
» accelera quando la sua energia potenziale diminuisce {U K), quindi la carica
cf accelera verso la carica fissa cj.

Quando </' si avvicina a (f


guadagna energia cinetica e
perde energia potenziale.

ESEMPIO 2 1 . 5 Determ inazione della velocità di fuga


Un’interazione tra due particelle elementari produce l’emis­ velocità minima di fuga è la velocità che consente alle parti-
sione di un elettrone e un positrone (un elettrone carico positi­ celle di raggiungere = «» con = 0.
vamente) in direzioni opposte e con eguali velocità. Quale SOLUZIONE È e.ssenziale interpretare (7^,^ come l’energia
velocità minima deve avere ogni particella quando esse sono potenziale del sistema elettrone -f- positrone. Analogamente, K
.separate di 100 fm in modo da allontanarsi l’una dall’altra? (Si è l’energia cinetica totale del sistema. L’elettrone e il positrone,
ricorda che 1 fm = 10“'^ m). che hanno la stessa massa e la stessa velocità, hanno anche
IMPOSTAZIONE L’energia si conserva. Le particelle finiscono uguali energie cinetiche. La conservazione dell’energia +
per trovarsi distanti l’una dall’altra, distanza che noi inter­ = K.-^ U. viene scritta come
pretiamo essere sufficientemente da rendere 0 J. La
FIGURA 21.13 mostra la descrizione visiva prima e dopo. La
/l , 1 , Ke^
^ ^ ---- = fflVi-------
\2 2 / Ti r,
FIGURA 21.13 Una descrizione visiva prima-e-dopo di un Usando = 100 fm =!.()• 10 m, possiamo calcolare la velo­
elettrone e un positrone che si allontanano reciprocamente.
cità iniziale minima

Prikiifl xTy (jy —


Vi = ^ = 5.0 • lO^m/s
/7 » ìoo-Pm
VERIFICA V. è un po’ più del 10% della velocità della luce,
t>opo 0 0 vicino al limite di velocità accettabile per un calcolo “clas­
sico”. Per velocità maggiori sarebbe necessario usare la teoria
della relatività.

L’Equazione 21.9 indica l’energia potenziale di una carica q' quando si


trova a una distanza r da una carica puntiforme q. Sappiamo che il potenziale
elettrico è legato all’energia potenziale da V = /q \ Quindi il potenziale
elettrico della carica qh

q 1 q
V= = - ----- -- ( 2 1 . 10 )
r 47T6o ^ H .
IKVERSAMENTE ^
Potenziale elettrico a una distanza r di una carica puntifomie q PROPORZIONALE]

Si noti che solamente la carica sorgente q compare in questa espressione. Ciò


è in linea con il concetto per il quale una carica sorgente crea il potenziale
elettrico attorno ad essa.

ESEMPIO 21.6 Calcolo del potenziale di una carica puntiform e


Qual è il potenziale elettrico a 1.0 cm di distanza da una carica VERIFICA I nC è un valore tipico per la carica elettrostatica
di LO nC? Qual è la differenza di potenziale tra un punto prodotta per strofinamento, e possiamo vedere che una tale
distante 1.0 cm e un secondo punto distante 3.0 cm? carica genera un potenziale piuttosto grande nelle vicinanze.
IMPOSTAZIONE Possiamo usare l’Equazione 21.10 per deter­ Perché non veniamo folgorati e non subiamo danni quando
minare il potenziale alle due distanze dalla carica. lavoriamo con gli “alti voltaggi” di tali cariche? Come
apprenderemo nel Capitolo 26, la sensazione di essere folgo-^
SOLUZIONE 11 potenziale a r= 1.0 cm è
rati è il risultato di una corrente, non di un potenziale. Alcune
V.cm = q o o . / LO • 1()~'^C\
(9.0 • 10’ N • m^/c^)(^ - j = 9(X) V sorgenti ad alto potenziale non hanno la capacità di generare
molta corrente.
Allo stesso modo possiamo calcolare = 300 V. Quindi la
differenza di potenziale tra questi due punti è —
= 600 V.
21.4 Calcolo del potenziale elettrico 709

La F IG U R A 21.14 mostra tre rappresentazioni grafiche del potenziale elettrico


di una carica puntiforme. Queste sono analoghe alle tre rappresentazioni del
potenziale elettrico all’interno di un condensatore, e vale la pena di fare un
confronto tra i due potenziali. Questa figura assume che q sia positiva; è facile
immaginare come cambierebbero queste rappresentazioni se la carica q fosse
negativa.
◄ F IG U R A 21.14 Tre rappresentazioni
grafiche del potenziale elettrico di una
carica puntiforme.

Grafico del potenziale Superfici equipotenziali Mappa delle


superfici equipotenziali

Il potenziale elettrico di una sfera carica


L'equazione 21.10 dà il potenziale elettrico di una carica puntiforme. Può
essere dimostrato che il potenziale elettrico al l’esterno di una sfera carica è lo
stesso di quello di una carica puntiforme; cioè,

Q
V = K — = ------ —
1 Q ( 21 . 11)
pi112
r 47T€q r
Potenziale elettrico a una distanza r> R dal centro INVERSAMENTE
di una sfera dì raggio R e con carica Q PROPORZIONALE

Possiamo riformulare questo risultato in una forma più utile. È comune cari­
care un corpo metallico, come ad esempio una sfera, a un certo potenziale.
Questo può essere fatto, ad e.sempio, collegando la sfera a una batteria a 30
volt. Questo potenziale, che chiameremo è il potenziale esattamente sulla
superficie della sfera. Si può vedere daH’Equazione 21.11 che
0 ( 21. 12)
Vo= V(r = /?) =
47760
Di conseguenza, una sfera di raggio R che viene caricata a un potenziale ha
una carica totale
Q = 47re^RV^ (21.13)
Se si sostituisce questa espressione per Q nell’Equazione 21.11, si può scrivere
il potenziale alPesterno di una sfera che è stata caricata a un potenziale
come
R
(21.14)
L’Equazione 21.14 ci dice che il potenziale di una sfera c sulla superficie e
dccre.sce inversamente alla distanza dal centro. Quindi il potenziale a r= 3R è
1/3 V,,

ESEMPIO 21.7 Liberazione di un protone da una sfera carica


Un protone viene liberato da fermo dalla superficie di una sfera IMPOSTAZIONE L’energia si conserva. Il potenziale esterno
del diametro di 1.0 cm che è stata caricata ad un potenziale di della sfera carica è uguale al potenziale di una carica punti­
+1000 V. forme po.sta al centro della sfera. La f i g u r a 2 1 . 1 5 è una descri­
a. Qual è la carica della sfera? zione visiva prima-e-dopo.
b. Qual è la velocità del protone quando si trova a 1.0 cm dalla so lu zio n e
sfera? a. Possiamo usare il potenziale della sfera nell’Equazione 21.13
c. Quando il protone si trova a 1.0 cm dalla sfera, qual è la sua per determinare la carica della sfera:
energia cinetica in eV?
Q = 4778^ RV^ = 0.56 • 10 C = 0.56 nC
Continua
710 CAPITOLO 21 II potenziale elettrico

FIGURA 21.15 Una descrizione visiva prima-e-dopo di una abbiamo r^= 1.0 cm + /? = 1.5 cm. Usando questi valori, pos­
sfera e un protone. siamo risolvere per
Prima: Dopo:
Vf 3.57 • 10-"m/s

c. L’energia cinetica è
1.0 cm r ^ ' v -
r, = R Kf = \mv^ = \(\.61 • I0^^’ kg)(3.57 • lO’ m/s)^
Tf = /^ + 1 cm
= 1.07 • 10”'* J
b. Una sfera con potenziale = +1000 V è carica positiva- Convertendo in elettronvolt, troviamo
mente. 11 protone sarà respinto da questa carica e si allon­ 1 eV
1.07 • 10"'* J = 670eV
tanerà dalla sfera. L’equazione della conservazione dell’e­ 1.6 • 10"” J
nergia Kj + eVj = /^. + eV., con l’Equazione 21.14 per il
VERIFICA Un protone sulla superficie della sfera, dove V =
potenziale di una sfera, diventa
1000 V, avrebbe, per definizione, 1(X)0 eV di energia potenziale
1 2 * 2
- m v t + — Vf, = - i n v f + — Vq elettrica. È ragionevole che dopo essersi mosso ad una certa
Z rf Z Tj
distanza, esso abbia trasformato 670 eV di questa in energia
Il protone inizia dalla superficie della sfera, r. = R, con v. = 0. cinetica.
Quando il protone si trova a 1.0 cm dalla supetficie della sfera.

La Sintesi 21.2 sottolinea i punti in comune tra il potenziale dovuto a una


carica puntiforme e il potenziale esterno a una sfera carica.

SINTESI 21.2 Potenziale di una canea puntifomrie e di una sfera canea


Il potenziale elettrico V sulla superficie e alLesterno di una sfera carica è lo stesso di una carica puntiforme po.sta
al centro della sfera: esso dipende unicamente dalla distanza e dalla carica sulla sfera.

Carica puntiform e q Distanza dalla carica puntiforme (m)


Costante ......^ Costante dielettrica
' ...... Vogliamo calcolare V in questo punto, elettrostatica *’.... del vuoto

Sfera con carica totale Q Vogliamo calcolare Quando la carica totale Q Quando il potenziale Vq sulla
V in questo punto. sulla sfera è nota: superficie della sfera è noto:

Q
V=K
Raggio Distanza dal re/i/m 47reo /■
della Potenziale della sfera (m)
sfera (m) sulla Queste espressioni sono valide solamente sulla superficie o
superfìcie = Vq alTesterno della sfera, quindi per R.

FIGURA 21.16 II potenziale elettrico di un Il potenziale elettrico di m olte cariche


dipolo elettrico.
Supponiamo che ci siano molte cariche sorgenti z/j, .... Il potenziale elet­
V = ()
trico V in un punto dello spazio è dato dalla somma dei potenziali dovuti a
V è positiva V è negativa
da questo lato. da questo lato.
ciascuna carica:

1 (21.15)
v = y k ‘- ^ = y
f' r n r 4 t7€„
///V dove /•. è la distanza dalla carica q. al punto dello spazio dove si vuole calcolare
. f'f
© ml'l ; I 11ut
///// / \ vv\\\ © il potenziale. A differenza del campo elettrico di cariche multiple, che richiede
una somma vettoriale, per il potenziale elettrico si ha una semplice somma
scalare. Questo rende la determinazione del potenziale generato da molte cari­
che considerevolmente più semplice che trovare il corrispondente campo elet­
trico. Come esempio, la mappa equipotenziale nella f i g u r a 2 1 . 16 mostra che il
Linee equipotenziali potenziale di un dipolo elettrico è la somma dei potenziali delle cariche posi­
tiva e negativa. Vedremo più avanti che il potenziale elettrico del cuore ha la
forma di un dipolo elettrico.
21.5 Connessione tra potenziale e campo elettrico 711

E SE M P IO 21.8 Determ inazione del potenziale di due cariche


Qual è il potenziale elettrico nel punto indicato dalla f i g u r a i m p o s t a z i o n e II potenziale è la somma dei potenziali
2 1 .1 7 ? dovuti a ciascuna carica.
F IG U R A 21.17 Potenziale SOLUZIONE II potenziale nel punto indicato è
elettrico di due cariche.
Y=z -f
r, r2
. /^2.0 • lO-^^C - I . O - I O ' ^CX
V 0.050 m 0.040 m /
= MOV
VERIFICA Come notato, il potenziale è uno scalare, quindi
troviamo il potenziale totale addizionando due quantità scalari.
Non abbiamo bisogno di alcun angolo o componenti per calco­
lare il potenziale.

P A U S A D I R IF L E S S IO N E 21.4 Ordina dalla maggiore


alla minore, le differenze di potenziale A AV^^ e A
tra i punti 1 e 2, 1 e 3, e 2 e 3.

21.5 Connessione tra potenziale e campo


elettrico
Nel Capitolo 20, abbiamo appreso come le cariche sorgenti creino un campo
elettrico attorno ad esse; in questo capitolo, abbiamo trovato che le cariche
sorgenti creano anche un potenziale elettrico in tutti i punti dello spazio circo­ F IG U R A 21.18 II campo elettrico è
stante. Questi due concetti di campo e di potenziale sono chiaramente legati. sempre perpendicolare a una superficie
Per esempio, possiamo calcolare la differenza di potenziale considerando il equipotenziale.
lavoro svolto su una carica mentre questa viene spinta contrastando la forza Quando una carica viene
elettrica esercitata dal campo. In questa sezione, basandoci su questa idea tro­ sj-K)stala lungo una ^'
superficie equipotenziale.
veremo che il potenziale elettrico e il campo elettrico non sono due entità
distinte ma, bensì, due diverse prospettive o due diverse rappresentazioni
matematiche di come le cariche sorgenti alterano lo spazio attorno ad esse.
Per fare questo collegamento tra il potenziale e il campo, la f i g u r a 2 1 .i8 mostra
una mappa equipotenziale del potenziale elettrico dovuto ad alcune cariche sor­
genti (che non vengono mostrate). Supponiamo che una carica q si muova di una
breve distanza lungo una delle superfici equipotenziali. Poiché essa si sposta
lungo una superficie equipotenziale, il suo potenziale e quindi la sua energia Ciò ò possibile solo se il campo
potenziale resteranno lo stesse dall’inizio alla fine del suo spostamento. Questo elettrico ò perpendicolare al suo
significa che non viene svolto alcun lavoro per spostare la carica. Come mostra spostamento, in modo tale clic non ci
sia lavoro svolto nel muovere la carica.
la Figura 21.18, Punico modo per avere un lavoro nullo è che il campo elettrico
sia perpendicolare alla superficie equipotenziale (ricordiamo, dalla s e z i o n e
F IG U R A 21.19 II campo elettrico punta
10.2, che nessun lavoro viene svolto da una forza perpendicolare allo sposta­
verso "il basso".
mento della pailicella). Questa, allora, è la nostra prima scoperta sulla connes­
sione tra il campo e il potenziale: il campo elettrico in un punto è sempre
perpendicolare alla superficie equipotenziale in quel punto.
Nella Figura 21.18, ci sono due direzioni che .sono perpendicolari alla
superficie equipotenziale: quella mostrata da E nella figura, e quella che punta
in direzione opposta a E. Qual è la direzione corretta?
La F IG U R A 21.19 mostra una carica positiva che viene lasciata libera di muo­
versi da ferma, partendo da una superficie equipotenziale a 10 V. Abbiamo
appreso nella Sezione 21.3 che una carica positiva accelera quando si sposta da
un potenziale maggiore a uno minore, quindi questa carica accelererà mentre
Il campai elettrico provoca un'accelerazione
si sposta verso la superficie equipotenziale a 0 V. Poiché è il campo elettrico E della carica mentre “cade” verso un
nella Figura 21.19 che spinge la carica, producendo la sua accelerazione, E potenziale elettrico minore.
712 CAPITOLO 21 H potenziale elettrico

deve puntare come mostrato, dal potenziale maggiore (10 V) verso il poten­
ziale minore (0 V). Questa è la nostra seconda scoperta sulla connessione tra il
campo e il potenziale: il campo elettrico punta nella direzione del potenziale
decrescente.
Infine, possiamo determinare un’espressione per il modulo di E conside­
rando il lavoro richiesto per muovere la carica, a una velocità costante, con uno
spostamento che è diretto in senso opposto a E, come mostra la f i g u r a 21 .20 .
Lo spostamento è abbastanza piccolo in modo che il campo elettrico in questa
FIGURA 21.20 Intensità del campo
elettrico tra due superfici equipotenziali. regione possa essere considerato quasi costante. La conservazione dell’energia
richiede che
^V (21.16)
Poiché la carica si muove a velocità costante, il valore della forza della
mano F^ano è esattamente uguale a quello della forza elettrica qE. Quindi, il
lavoro svolto sulla carica in moto per uno spostamento d è
Potenziale W = F mano d = qEd
maggiore •

11confronto di questo risultato con TEquazione 21.16 mostra che il modulo del
Potenziale campo elettrico è
minore

E= — (21.17)
d
Valore del campo elettrico in termini di differenza di
potenziale A V tra due superfici equipotenziali a distanza d

Per esempio, nella Figura 21.19 il valore della differenza di potenziale è AV =


( 10 V) — (0 V) = 10 V, mentre r/ = 5 cm = 0.05 m. Quindi il valore del campo
elettrico tra queste due superfici equipotenziali è
AV 10 V
F = — = -------- = 200 V/m
d 0.05 m
► Questa espressione per il modulo del campo elettrico è simile al
risultato E = AV^Jd per il campo elettrico alPintcrno di un condensatore a
facce parallele. Un condensatore ha un campo uniforme, lo stesso in tutti i
punti, quindi po.ssiamo calcolare il campo usando l’intera differenza di po­
tenziale AV^ e l’intera distanza d. Viceversa, l’Equazione 21.17 si applica
solo localmente, in un punto dove la spaziatura tra due linee equipotenziali
vicine è pari a d. <
La FIGURA 21.21 riassume quello che abbiamo appreso circa la connessione
tra il potenziale ed il campo.

FIGURA 21.21 La geom etria del


potenziale e del cam po. I. F ò ovunque .......... ^ 2. F punta “verso il basso”,
perpendicolare alle nella, nella diav.ione
superfici equipiìfenziali. decrescente di V.
Potenziale '
minore ^
Potenziale 3. II cam|X) è inversamente
maggiore prtìporzionalc alla
Direzione del
potenziale A ........spaziatura (/tra le
su|Krfìci equipotenziali.
decrescente
Linee equipotenziali

< Gli elettrorecettori degli squali BIG Gli squali possiedono un “sesto
senso” che li aiuta a rilevare le prede: e.ssi sono in grado di rivelare i potenziali
elettrici molto deboli generati dagli altri pesci. Uno .squalo ha una serie di
piccole sacche con celle sensoriali, le ampolle di Lorenzini, distribuite nella
parte anteriore del muso. Queste celle sono altamente sensibili alle differenze
di potenziale e .sono in grado di misurare voltaggi piccolissimi di p(x:hi
nV! Come abbiamo visto nel Capitolo 20, questi potenziali elettrici sono
associati ai battiti del cuore; il muscolo si contrae e genera delle differenze di
potenziale. Lo squalo rie.sce a rilevare queste piccole differenze di potenziale e
perfino a utilizzarle per rilevare animali .sepolti nella sabbia.
21.5 Connessione tra potenziale e campo elettrico 713

La FIGURA 21.22 iiìostia le tre importanti configurazioni di cariche che


abbiamo studiato in questo capitolo e nel Capitolo 20. Sia le linee di campo
elettrico che le superfici equipotenziali sono mostrate, e si può vedere come le
connessioni tra il campo e il potenziale riepilogate nella Figura 21.21 si appli­
cano in ciascun caso.

FIGURA 21.22 Linee di campo elettrico e superfici equipotenziali in tre casi


importanti.
Carica puntiforme Dipolo elettrico

Le lince del campo


sono ovunque
perpendicolari
alle superfici
equi potenziali.

*'*'••11 campo elettrico è


più intenso d ove.... *
le superlici
equipotenziali tra le superfici
sono più vicine tra loro. equipotenziali ò costante

ESEMPIO 21.9 Trovare il cam po elettrico a partire dalle linee equipotenziali


Nella FIGURA 21.23 una griglia di I cm X 1 cm viene sovrappo­ La FIGURA 21.24 mostra come sono combinate la misura di
sta a una mappa equipotenziale del potenziale. Stimiamo il d dalla griglia con i valori di AV per determinare E. 11 punto 3
valore e la direzione del campo elettrico nei punti 1, 2 e 3. richiede una stima della spaziatura tra le linee 0 V e 100 V.
Mostriamo il risultato graficamente disegnando i vettori del Notiamo che stiamo usando le linee equipotenziali 0 V e 100 V
campo elettrico sulla mappa equipotenziale. per determinare E in un punto sulla superficie equipotenziale a
FIGURA 21.23 Linee equipotenziali. 50 V.

I cm FIGURA 21.24 II campo elettrico nei punti 1, 2 e 3.


OV 50 V l(K)V

IM P O S T A Z IO N E II campo elettrico è perpendicolare alle linee


equipotenziali, punta “verso il basso” e dipende dalla distanza
tra le linee equipotenziali, il potenziale è massimo in basso a
destra.
S O L U Z IO N E Alcune cariche sorgenti distanti e non visi­ è pari a 5000 V/m. è pari a 4000 V/m.
bili hanno generato un campo elettrico e un potenziale. Non
abbiamo bisogno di vedere le cariche sorgenti per col legare il V E R IF IC A Le direzioni di E sono determinate disegnando i
campo al potenziale. Poiché E = A V/J, il campo elettrico è più vettori perpendicolari alle linee equipotenziali verso il poten­
intenso quando le linee equipotenziali sono più ravvicinate e ziale minore. Le distanze tra le linee equipotenziali sono neces­
più debole quando esse sono più distanziate. sarie per determinare Pintensità del campo.

Un conduttore in equilibrio elettrostatico


Nella 4^SEZiONE 2 0 .6 , abbiamo appreso quattro importanti proprietà dei condut­
tori in equilibrio elettrostatico:
1. Qualsiasi ecces.so di carica è sulla superficie.
2.11 campo elettrico interno è nullo.
3.11 campo elettrico esterno è perpendicolare alla superficie.
4. Il campo è più intenso in pro.ssimità delle punte.
Adesso possiamo aggiungere una quinta proprietà:
5. L ’intero conduttore è allo stesso potenziale, e quindi la superficie è una
superficie equipotenziale.
714 CAPITOLO 21 II potenziale elettrico

FIGURA 21.25 Tutti i punti aH'interno di Per capire come si è arrivati ad enunciare questa proprietà, la f i g u r a 21.25
un conduttore in equilibrio elettrostatico mostra due punti all’interno di un conduttore collegati da una linea che resta
sono allo stesso potenziale. interamente aH’interno del conduttore. Possiamo determinare la differenza di
potenziale A V = V^ — tra questi punti usando una forza esterna per spingere
la carica lungo la linea da 1 a 2 e calcolare il lavoro svolto. Ma poiché E = 0,
la carica non è soggetta ad alcuna forza. 11 lavoro è nullo, e quindi AV = 0. In
altre parole, due punti qualsiasi alPinterno di un conduttore in equilibrio
elettrostatico sono allo stesso potenziale.
Quando un conduttore è in equilibrio elettrostatico, Vintero conduttore è allo
.stesso potenziale. Se carichiamo un elettrodo metallico, tutto l’elettrodo è a un
unico potenziale. Il fatto che la superficie sia una superficie equipotenziale e che
il campo elettrico all’esterno sia perpendicolare alla superficie può ora essere
visto come un ca.so particolare delle no.stre conclusioni nella .sezione precedente
in cui i campi elettrici sono sempre perpendicolari alle superfìci equipotenziali.
La FIGURA 21.26 riassume quello che si è appreso sui conduttori in equilibrio
elettrostatico.
FIGURA 21.26 Proprietà elettriche di un conduttore in equilibrio elettrostatico.
Linee di campo elettrico e superfici equipotenziali in tre casi importanti.

1. Tutta la carica in ,..... 3. Il campo elettrico esterno è


eccesso ò sulla perpcndicoliire alla
superficie. superficie.
2. Il campo elettrico
interno è pari a zero,

4. L’intensità del campo


elettrico è maggiore
in prossimità delle punte.
5. L’intero conduttore è allo
stesso potenziale, quindi la
sua superfìcie è equipotenziale.

PAU SA DI R IF L E S SIO N E 21.5 Quale gruppo di ^


superfici equipotenziali è associato a questo cani- ^
FIGURA 21.27 Un cuore che si contrae è
un dipolo elettrico. po elettrico?

(a) Sul confine c ’è una ov 50 V OV 50 V 0V 50 V


Il confine tra cellule separazione di
polari z/iite c carica. Questa genera
depoIariz/.ate si un dipolo elettrico c
propaga rapidamente quindi un a.ss(x:iato

50 V OV 50 V 0V 50 V OV

E.

21.6 L’elettrocardiogramma bio


Come abbiamo visto nella s e z i o n e 2 0 .5 , l’attività elettrica delle cellule del
muscolo cardiaco rende il cuore che batte un dipolo elettrico. Una cellula
mu.scolare o nervosa a riposo è polarizzata, il che significa che l’esterno è
positivo e l’interno è negativo. La Figura 21.5 mo.strava questa situazione.
Inizialmente, tutte le cellule del muscolo cardiaco .sono polarizzate. Quando
.sono attivate da un impui.so elettrico dal nodo .seno-atriale nell’atrio destro del
cuore, le cellule cardiache iniziano a depolarizzarsi, spo.stando gli ioni attra­
verso la parete della cellula finché l’esterno non diventa negativo. Questo
cau.sa la contrazione del mu.scolo. La depolarizzazione di una cellula attiva la
depolarizzazione in una cellula adiacente, causando un’“onda” di depolarizza­
zione che si diffonde attraverso i tessuti del cuore.
In ogni istante durante questo processo, un confine separa le cariche nega­
tive delle cellule depolarizzate dalle cariche positive delle cellule non ancora
depolarizzate. Come mostra la f i g u r a 2i.27a, questa separazione delle cariche
21.6 L’elettrocardiogramma 715

genera un dipolo elettrico e produce un campo elettrico e un potenziale di FIGURA 21.28 Descrizione di un
dipolo. La FIGURA 21.27Ò mostra le superfici equipotenziali del dipolo del cuore elettrocardiogramma.
a un certo istante di tempo. Queste superfici equipotenziali combaciano con
Diversi elettrodi sono V
quelle mostrate in precedenza nella Figura 2 l. 16.
DEBQ ► La convenzione è quella di disegnare i diagrammi del cuore come
se stessimo di fronte alla persona il cui cuore è disegnato. Il lato sinistro del
cuore è quindi il lato destro nel diagramma. <
Una misurazione del potenziale elettrico del cuore è uno strumento insostitui­
bile ai fini diagnostici. Si ricorda, però, che solamente le differenze di potenziale
hanno un significato, quindi si deve misurare la differenza di potenziale tra due
punti sul torace. Nella pratica, come mostra la f i g u r a 2 1 .2 8 , la differenza di
potenziale viene misurata tra diverse coppie di elettrodi (spesso chiamate deriva­
zioni). Un grafico delle differenze di potenziale è conosciuto come un elettro­
cardiogramma, spes.so abbreviato in ECG. Un metodo comune di effettuare un
ECG usa 12 derivazioni e registra 12 coppie di differenze di potenziale. La registrazione delle ditTerenze di potenziale
tra diverse coppie di elettrodi consente al
La FIGURA 21.29 mostra un modello semplificato di una misura di un elettrocar­ medico di analizzare le condizioni del cuore.
diogramma usando solo due elettrodi, uno per ciascun braccio. Mentre fonda di
depolarizzazione si sposta attraverso il muscolo cardiaco durante ciascun battito,
il vettore del momento di dipolo del cuore cambia il suo modulo e la sua dire­
zione. Come mostra la Figura 21.29, entrambe queste variazioni influiscono sulla
differenza di potenziale tra gli elettrodi, quindi cia.scun punto sul grafico dell’ECG
corrisponde a un particolare valore e orientazione del momento di dipolo.

FIGURA 21.29 La differenza di potenziale tra gli elettrodi cambia mentre il cuore
batte.
(d)
l.a registrazione delle
differenze di potenziale tra i
due elettrodi costituisce
il tracciato
deirelettrocardiogramma.
ÙkV—Vi ” Vi

Depolarizzazione atriale Depolarizzazione del setto Depolarizzazione ventricolare

.Z i. z x .
V

Le differenze di potenziale in
a, b e c corrispondono a quelle
misurate nei tre strati mostrati
a sinistra.
V2 è positivo, V| negativo. V2 è negativo, V) negativo. V2 è positivo, Vj è negativo.

21.7 Capacità e condensatori


Nella Sezione 21.2 abbiamo trovato che le differenze di potenziale sono cau­
sate dalla separazione delle cariche. Un metodo per separare le cariche,
mostrato nella f i g u r a 2 1 . 3 0 nella pagina successiva, è quello di spostare una
carica Q da un conduttore inizialmente scarico ad un .secondo conduttore ini­
zialmente scarico. Questo risulta in una carica 4-Q su un conduttore e —Q
suiraltro. Due conduttori con carica uguale ma opposta formano un conden­
satore. I due conduttori che compongono un condensatore sono i suoi elet­
trodi o armature. Abbiamo già visto alcune proprietà dei condensatori a facce
parallele; ora vogliamo studiare i condensatori che possono avere qualsiasi I condensatori sono elementi importanti
forma. I condensatori possono es.sere usati per immagazzinare la carica; questa nei circuiti elettrici. Essi sono prodotti in
loro proprietà li rende insostituibili in tutti i tipi di circuiti elettrici. una grante varietà di dimensioni e forme.
716 CAPITOLO 21 II potenziale elettrico

FIGURA 2 1 .3 0 Carica di un condensatore. Come mostra la Figura 21.30, Tintensità del campo elettrico £ e la diffe­
I. Una piccola renza di potenziale aumentano se aumenta la carica su ciascun’armatura.
quantitù di carica + Se si raddoppia la quantità di carica su ciascun'armatura» il lavoro richiesto per
viene spostala da un
elettrodo all'altro.
spostare una carica da una armatura all’altra raddoppia. Questo implica un
raddoppio della differenza di potenziale tra le armature. Quindi la differenza
di potenziale tra le arm ature è direttam ente proporzionale alla loro carica.
Detto in un altro modo, la carica di un condensatore è direttam ente pro­
porzionale alla differenza di potenziale tra le sue arm ature. Come vedremo,
questo è proprio il modo più comune per cui viene usato un condensatore: una
AV'c
^2A\ campo elettrico e la
sorgente di differenza di potenziale, come una batteria, viene collegata alle
ditrercn/.a di polcn/ialc armature, causando lo spostamento da un elettrodo a un altro di una carica
i\V sono piccoli. proporzionale alla differenza di potenziale. Possiamo scrivere la relazione tra
Una quantitù maggiore di la carica e la differenza di potenziale come
carica viene spostata da
un elettrodo all'altro.

G = CAF^ (2I.18)
1X35
Carica su un condensatore con differenza di potenziale AV^, AVe
PftOPOftZIONALE

La costante di proporzionalità C tra e AV^. viene chiamata la capacità del


condensatore. La capacità dipende dalla forma, dimensione e spaziatura delle
difteren/a di due armature. Un condensatore con una grande capacità contiene molta più
polen/iale aumentano. carica per una data differenza di potenziale di uno con capacità inferiore.
EI3Q ►Considereremo solo situazioni dove le cariche sulle armature sono
uguali in valore ma di segno opposto. Allora diremo che “un condensatore
ha una carica Q,” intendendo che un’armatura ha una carica -\-Q e l’altra
una carica -Q . La differenza di potenziale tra le armature viene chiamata
differenza di potenziale del condensatore. <
Nel sistema internazionale l’unità di misura della capacità è il farad. Un
farad è definito come
1 farad = 1 F = 1 coulomb/volt = 1 C/V
Un farad è in realtà una capacità molto grande. 1 condensatori usati a lini pra­
tici hanno di solito capacità misurate in microfarad (^tF) nanofarad (/iF) o pico­
farad ( 1 pF = 1(L‘‘ F).

Carica di u n cond en sato re


Per “caricare” un condensatore, abbiamo bisogno di spostare della carica da
un’armatura all’altra. 11 modo più semplice per farlo è quello di usare una sor­
gente di differenza di potenziale come una batteria, come mostrato nella f i g u r a
2 1 .3 1 . Abbiamo appreso in precedenza che una batteria usa la sua chimica

interna per mantenere una differenza di potenziale fissa tra i suoi terminali. Se

FIGURA 2 1 .3 1 Carica di un condensatore tramite una batteria.


(a) (b) Il molo della carica si l’erma quando (c)
Direzione del moto della carica ò uguale al voltaggio della batteria. Il
I. La carica lìuisce / condensatore è completamente carico.
Se la batteria viene rimossa,
il condensatore resta carico,
da questo / ^
con ancora uguale al
elettrodo,
voltaggio della batteria.
lasciandolo
negativo.
2. La carica poi
AV'h, fluisce attraverso la
Wr batteria, che agisce
come una “pompa
di carica".
3. La carica
lì Ilice su
questo
elettrodo,
rendendolo
positivo.
?
La carica si muove
liberamente attraverso i fili
21.7 Capacità e condensatori 717

colleghiamo un condensatore a una batteria, la carica fluisce dalParmatura


negativa del condensatore, attraverso la batteria, e va a finire sulFarmatura
positiva. Questo flusso di carica continua finché la differenza di potenziale tra
le armature del condensatore non è uguale alla differenza di potenziale fissa
della batteria. Se la batteria viene successivamente rimossa, il condensatore
resta con un potenziale uguale a quello della batteria che l’ha caricato poiché
non c’è nessun collegamento che permetta a una carica sull’armatura positiva
di muoversi verso l’armatura negativa. Quindi un condensatore può essere
usato per immagazzinare la carica.

. ESEMPIO 21.10 Carica di un condensatore


Un condensatore da 1.3 /nF viene collegato a una batteria da SOLUZIONE La carica del condensatore viene data dall’Equa­
1.5 V. Qual è la carica del condensatore? zione 21.18:
IMPO STAZIO NE La carica fluisce attraverso la batteria da e = CAV^ = (1.3- 10-^F)(1.5 V) = 2.0- 10"^ C
un’armatura del condensatore all’altra finché la differenza di
potenziale AV^ tra le armature uguaglia quella della batteria, VERIFICA Questa è la carica sull’armatura positiva; l’altra
cioè 1.5 V. armatura ha una carica —2.0 • 10“^ C.

C ondensatore piano a facce p arallele


Come abbiamo visto, il condensatore piano a facce parallele è importante
perché crea un campo elettrico uniforme tra le sue armature piane. Nella
BISE ZIO N E 20.5, abbiamo trovato che il campo elettrico di un condensatore a
facce parallele è Isolante
E- = (I —Q-, da positivo a negativo]\ L r'
+ Elettrodo
dove A è l’area della superficie delle armature e 2 è la carica del condensatore.
Possiamo usare questo risultato per determinare la capacità di un condensatore
a facce parallele. sìJ.dìI]
In precedenza in questo capitolo, abbiamo trovato che il valore del campo
elettrico in un condensatore a facce parallele dipende dalla differenza di poten­
ziale A\/^ e dalla distanza tra le armature d tramite la formula: IIP iS
AVt l ixru i

Combinando questi due risultati, otteniamo che


Ciascuna struttura lunga ò un condensatore.
eyA d
o, equivalentemente. Una capacità di memoria La memoria
€()A RAM del nostro computer usa dei sottili
Q=^A V c (21.19) condensatori per immagazzinare le .sequenze
binarie di “0” e di “ 1” che com pongono
Se si paragona l’Equazione 21.19 con l’Equazione 21.18, la definizione di i nostri dati. Un condensatore carico
capacità, si può vedere che la capacità del condensatore a facce parallele è rappresenta un “ 1” e un condensatore
scarico uno “0”. Affinché un miliardo o più
€qA C condensatori riescano a stare su un unico
C= ( 21.20) I MU micrcx:hip essi devono essere davvero
molto piccoli. Questa microfotografia è una
P.3S
Capacità di un condensatore a facce parallele L . , sezione trasversale di un wafer di silicio
PROPORZIOHALE INVERSAMENTE
con armature di area /\ e a distanza d PROPORZIONAIE
che costituisce il chip di memoria. Cia.scun
condensatore è formato da un elettrodo
molto lungo separato con un sottile strato
LlIìU ìS ►Dall’Equazione 21.20 si può vedere che le unità di possono es­ isolante da un elettrodo comune, condiviso
sere scritte come F/m. Queste unità sono utili quando si lavora con i con­ da tutti i condensatori. La capacità di ciascun
densatori. < condensatore è solamente di circa 30 • 10^'^ F!

ESEMPIO 21.11 Carica di un condensatore a facce parallele


La distanza tra le armature di un condensatore a facce parallele da Ì.O è 0.070
mm.
a. Qual è l’area delle armature?
b. Quanta carica si trova sulle armature se questo condensatore viene attaccato ad
una batteria da 1.5 V?
Continua
718 CAPITOLO 21 II potenziale elettrico

a. Dalla definizione di capacità,


S O L U Z IO N E
^ d C ^ (0.070 10'^ m)(1.0 10"^ F)
= 7 . 9 n i2
” €o 8.85 10“'^ F/m
b. Lacaricaè(2 = CAVj, = (l.()- I0^F)(I.5 V)= 1.5 • 10'’C = 1.5/xC.
L’area necessaria per costruire un condensatore da 1.0 /xF (un valore
V E R IF IC A
tipico) è enorme e poco realizzabile. Vedremo nella prossima sezione che un conden­
satore reale può essere ridotto a dimensioni più maneggevoli sistemando un isolante
tra le armature del condensatore.
FIGURA 21.32 Un isolante in un campo
elettrico si polarizza.
I nuclei positivi Fa nube di elettroni negativi
si spostano si sposta leggermente nella
leggermente nella direzione opposta al campo,
direzione del campo.
Dielettrici e condensatori
Un isolante è formato da un numero molto grande di atomi. Quando un isolante
viene posto in un campo elettrico, ciascuno dei suoi atomi si polarizza.
Abbiamo appreso, nella -« sezio n e 20.2 , che la polarizzazione avviene quando
la nube negativa di un elettrone in un atomo e il nucleo positivo vengono lie­
vemente spostati in direzioni opposte in risposta alLapplicazione di un campo
: Campo applicato elettrico. L’effetto totale di tutte queste piccole polarizzazioni atomiche è
A causa della ... c questa mostrato nella fig u r a 2 1 .32 : una carica positiva indotta si genera su una super­
polari/./.a/ione questa superfìcie ha un ficie deir isolante, e una carica negativa indotta si genera sull’altra superficie.
superlicie ha un eccesso ecces.so di cariche
di cariche positive ... negative. Notiamo che questa distribuzione di carica - due strati uguali e opposti - è
identica a quella di un condensatore a facce parallele, quindi questa carica
indotta crea un campo elettrico uniforme, ma questo campo è diretto in dire­
FIGURA 21.33 II campo elettrico zione opposta al campo elettrico applicato.
all'interno di un dielettrico. Un isolante posto tra le armature di un condensatore viene chiamato un d ie le t­
(a) (b)
tric o . La fig u r a 2i.33a mostra un dielettrico nel campo uniforme di un conden­
Campo applicato da Dielettrico satore a facce parallele con carica Q. 11 campo elettrico del condensatore
un condensatore carico Cariche indotte polarizza il dielettrico; il dielettrico polarizzato crea un campo con la stessa
/ direzione ma verso opposto al campo del condensatore. Come mostra la fig u r a
- + 2i.33b, questi due campi si sommano vettorialmente per dare un campo totale
nella stessa direzione del campo applicato, ma meno intenso. Quindi il campo
elettrico tra le armature del condensatore è minore di quello che era senza il
- + dielettrico.
_ + Quando viene inserito il dielettrico, la carica del condensatore Q non varia
perché le sue armature sono isolate l’una dall’altra. Ma il campo elettrico tra le
- + armature diminuisce, il che comporta che la differenza di potenziale W ^, = Ed
- + tra le armature diminuisca anch’essa. Questo implica che la capacità C =
7 * Il campo elettrico totale
Q/àV^ aumenti. La presenza di un dielettrico produce un aumento della
Campo dovuto alla
ò dato dalla somma capacità.
carica indotta nel
vettoriale del camp<i Poiché alcuni atomi sono più facilmente polarizzabili di altri, il fattore per cui
applicato e del campo
dovuto al dielettrico.
la capacità viene moltiplicata dipende dal materiale che compone il dielettrico.
Questo fattore viene chiamato c o s ta n te d ie le ttric a d e l m a te ria le , e viene
indicato con il simbolo k (la lettera greca Lappa). Se la capacità senza la pre­
TABELLA 21.3 Costanti dielettriche per senza di un dielettrico è C^j, allora la capacità quando il dielettrico è pre.sente è
alcuni materiali a 20°C
Costante
Materiale dielettrica /r C =/rC „ (21.21)
Vuoto 1 (esattamente) Capacità di un condensatore a facce parallele riempito con un
Aria l.()()()54* dielettrico di costante dielettrica /r
Teflon 2.0 La Tabella 21.3 elenca le costanti dielettriche di un certo numero di sostanze
Carta 3.0 comuni. Si noti l’alto valore della costante dielettrica dell’acqua, che è di
Vetro Pyrex 4.8 grande importanza nel regolare la chimica dei processi biologici. Come
Membrana cellulare 9.0 abbiamo visto nella ◄ ^sezio n e 20.2 , una molecola d’acqua è un dipolo elettrico
Etanolo 24 permanente perché l’atomo di ossigeno ha una lieve carica negativa mentre i
due atomi di idrogeno hanno una lieve carica positiva. Poiché la carica in una
Acqua 80
molecola d’acqua ò già separata, i dipoli molecolari si allineano facilmente
Titanato di stronzio 300 quando viene applicato un campo elettrico, conducendo all’alto valore della
♦Usare 1.00 in tutti i calcoli. costante dielettrica dell’acqua.
21.7 Capacità e condensatori 719

ESEMPIO 21.12 M isu ra della costante dielettrica


Un condensatore a facce parallele viene caricato usando una batteria da lOO V;
quindi la batteria viene rimossa. Se una lastra di dielettrico viene inserita tra le arma­
ture, riempiendo tutto lo spazio interno, la differenza di potenziale del condensatore
scende a 30 V. Qual è la costante dielettrica del dielettrico?
IM P O S T A Z IO N E La differenza di potenziale del condensatore rimane (AV^), = lOO
V quando questo viene disconnesso dalla batteria. Sistemando il dielettrico tra le
armature si riduce la tensione a (A = 30 V. Poiché le armature non sono connesse
quando il dielettrico viene inserito, la carica sulle armature resta costante.
S O L U Z IO N E Essendo la carica del condensatore costante, abbiamo

e , = C,(AVc), = Q 2 = C 2(A V c )2

Inserendo il dielettrico, la capacità aumenta di un fattore k, cioè Cj = kC,. Quindi


C,(AV^), = /<Cj(AV^)2 ossia, semplificando per C,, (AK^), = k(AV^)^. La costante
dielettrica è allora
^ (AVc)i ^ lOO V ^ ^ ^
(AVc)2 30 V
V E R IF IC A La costante dielettrica è maggiore di l, come dev’essere.

NelTEsenipio 21.11, abbiamo trovato che armature troppo grandi da non FIGURA 21.34 Un condensatore
essere realizzabili in pratica sarebbero necessarie per fabbricare un condensa­ smontato mostra la sua struttura interna
tore a facce parallele con C = 1 /xF. 1 condensatori di uso quotidiano si avvan­
arrotolata.
taggiano di dielettrici con k> 100. Come mostrato nella f ig u r a 2 1 .3 4 , un
condensatore tipico è un “sandwich” di due fogli di alluminio di dimensioni
modeste separati da un .sottile dielettrico che aumenta la capacità di un fattore
considerevole. Questo sandwich è quindi arrotolato e sigillato dentro un pic­
colo cilindro di plastica. 1 due fili che si protendono da un condensatore sono
collegati alle due armature e permettono al condensatore di essere caricato.
Anche se gli elettrodi non sono più piani, la capacità viene ragionevolmente
ben predetta dalLequazione per un condensatore a facce parallele se A è l’area
dei fogli prima di venire arrotolati.

PAUSA DI RIFLESSIONE 21.6 Se la differenza di potenziale attraverso un con­


densatore viene raddoppiata, la sua capacità
A. Raddoppia. B. Si dimezza. C. Resta la stessa.

21.8 Energia e condensatori


Abbiamo visto che il modo più semplice per caricare un condensatore è di
attaccare le sue armature ad una batteria. La carica allora fluisce da una arma­
tura, attraverso la batteria, all’altra armatura, la.sciando un elettrodo con carica
-Q e l’altro con carica +Q. La batteria deve compiere un lavoro per trasferire
la carica; questo lavoro aumenta l’energia potenziale elettrica della carica nel
condensatore. Un condensatore carico immagazzina energia sotto forma di
energia potenziale elettrica.
Per determinare quanta energia viene immagazzinata in un condensatore
carico, ricordiamo che una carica q spostata attraverso una differenza di poten­
ziale AV aumenta la sua energia potenziale di una quantità U = q AV. Quando
un condensatore è caricato, la carica totale Q viene spostata dall’armatura
negativa verso l’armatura positiva. Prima, quando il condensatore era scarico,
la differenza di potenziale era AK= 0. L’ultima parte di carica che viene spo­
stata, mentre il condensatore sta raggiungendo la carica completa, deve venir
spostata attraverso una differenza di potenziale AV « AV^ . In media, la diffe­
renza di potenziale attraverso un condensatore mentre viene caricato è
^Kncdio= Quindi sembra plausibile (e può es.sere dimostrato effettuando
720 CAPITOLO 21 II potenziale elettrico

una trattazione più dettagliata) che Tenergia potenziale immagazzinata in


un condensatore carico è

Uc = Q^V^^o= ^GAVe
Possiamo usare Q = C AV per scrivere questa formula in due modi diversi:

1 Q" 1 Uc
( 21.22)

Energia potenziale elettrica di un condensatore con P-^5


QUADRATICA
Scattare una fotografìa con il flash carica Q e differenza di potenziale
Quando scattiamo una fotografia usando il
flash, questo si illumina usando l’energia L’energia potenziale immagazzinata in un condensatore dipende dal qua­
potenziale elettrica immagazzinata in un
drato della differenza di potenziale tra le sue armature. Questo risultato ci
condensatore. Le batterie non sono in grado
di fornire l’energia richiesta con la nece.ssaria ricorda l’energia potenziale = ^jt(Ajc)^ immagazzinata in una molla, e un
rapidità, ma i condensatori possono scaricare condensatore carico in realtà è simile a una molla allungata. Una molla allun­
tutta la loro energia in p<Khi microsecondi. gata trattiene l’energia finché non viene rilasciata; è a questo punto che l’ener­
Una batteria viene impiegata per caricare gia potenziale viene trasformata in energia cinetica. Allo stes.so modo, un
lentamente il condensatore, che poi viene
condensatore carico trattiene l’energia finché non viene scaricato.
rapidamente scaricato attraverso il lampo
del flash. Questo processo di ricarica lenta
è il motivo per cui si deve aspettare alcuni
secondi tra una foto con flash e l’altra.
ESEMPIO 21.13 Energia nel flash di una m acchina fotografica
Quanta energia viene immagazzinata nel condensatore da 220 fxF del flash di una
macchina fotografica che è stato caricato a 330 V? Qual è la potenza media fornita
dal lampo del flash se il condensatore viene scaricato in 1.0 ms?
S O L U Z IO N E L’energia immagazzinata nel condensatore è

(/c = ^C(AVc)^ = i(220 I0“‘^F)(330V)2= 12 J


Se questa energia viene liberata in 1.0 ms, la potenza media è
^ 12 J
■= 12 000 W
Ar 1.0 • 10*^ s
VERIFICA L’energia immagazzinata è equivalente ad alzare una massa di 1 kg di 1.2 .
m. Questa è una quantità piuttosto grande di energia; si immagini i danni che un corpo
di 1 kg può produrre cadendo da 1.2 m. Quando questa energia viene liberata imilto >
velocemente, come avviene in un circuito elettronico, la potenza è molto elevata.

L’utilità di un condensatore risiede nel fatto che esso può essere caricato
molto lentamente, in molti .secondi, e in seguito l’energia può essere liberata
molto velocemente. Un meccanismo analogo sarebbe quello di usare una
manovella per allungare lentamente la molla di una catapulta, per poi rilasciare
l’energia rapidamente per lanciare una roccia molto pesante.
Un’importante applicazione medica dell’abilità dei condensatori di fornire
rapidamente energia è il defdyriilatore. Un attacco cardiaco o una ferita grave
provocano l’entrata del cuore in uno stato conosciuto come fibrillazione in cui
i muscoli del cuore hanno contrazioni involontarie a caso e non riescono a
pompare il sangue. Un forte shock elettrico attraverso il torace può a volte
BIO Un defibrillatore, che è in grado di
ripristinare il battito cardiaco, scarica un fermare la fibrillazione e con.sentire di ripristinare il normale ritmo cardiaco.
condensatore attraverso il torace di un Un defibrillatore ha un grande condensatore che può immagazzinare fino a 360
paziente. J di energia. Questa energia viene liberata in circa 2 ms attraverso due elettrodi
speciali (paddles in inglese) premuti contro il torace del paziente. Occorrono
alcuni secondi per caricare il condensatore, questo è il motivo per cui negli
spettacoli medici televisivi, si sente il medico o l’infermiere che, nella stanza
delle emergenze, grida “Carica!”

L’energia nel campo elettrico


Possiamo “vedere” l’energia potenziale di una molla allungata nella tensione
delle spire. Se un condensatore carico è analogo a una molla in tensione, dov’è
immagazzinata l’energia? Essa è nel campo elettrico!
La FIGURA 21.35 nella pagina successiva mostra un condensatore a facce
parallele, riempito con un dielettrico con costante dielettrica k, in cui le arma-
21.8 Energia e condensatori 721

ture hanno un’area A e sono separate di una distanza d. La sua capacità è allora FIGURA 21.35 L'energia di un
K volte quella di un condensatore a facce parallele senza il dielettrico, ossia C condensatore viene immagazzinata nel
campo elettrico.
= ke^Ald. La differenza di potenziale del condensatore è legata al campo elet­
trico al suo interno da = Ed. Sostituendo nell’Equazione 21.22, troviamo Armatura del condensatore con area A.
che l’energia immagazzinata in un condensatore è
1 1 K€qA
U c = ^ m v c f= ^ ( E d f = -K eo (A d )E ‘ (21.23) 7
d 2
La quantità Ad è ì\ volume aWinterno del condensatore, la regione in cui
esiste il campo elettrico del condensatore (si ricordi che un condensatore ideale
ha E = 0 ovunque eccetto che tra le due armature). Sebbene parliamo del-
r “energia immagazzinata nel condensatore,” l’Equazione 21.23 suggerisce /
che, strettamente parlando, 1 energia viene immagazzinata nel campo elet- „eUamp« eieurico nel volume .t</tra le armature
trico del condensatore.
Poiché Ad è il volume in cui l’energia viene immagazzinata, possiamo definire
una densità di energia del campo elettrico:
_ energia immagazzinata
(21.24)
~ volume in cui viene immagazzinata Ad
La densità di energia ha unità di misura J/m \ Abbiamo derivato l’Equazione
21.24 per un condensatore a facce parallele, ma il risultato ottenuto è corretto
per qualsiasi campo elettrico.
Da questa prospettiva, caricando un condensatore s’immagazzina energia
nel campo elettrico del condensatore mentre il campo cre.sce di valore. Più
tardi, quando il condensatore viene scaricato, l’energia viene rila.sciata mentre
il campo col lassa.
A ir inizio abbiamo introdotto il campo elettrico come un modo per visualiz­
zare come agisce una forza a lunga distanza. Ma se il campo può immagazzi­
nare energia, il campo deve essere reale, e non solo uno strumento di
rappresentazione visuale. Esploreremo questa idea ulteriormente nel Capitolo
25, dove troveremo che l’energia trasportata da un’onda luminosa - l’energia
molto reale dei raggi solari - è l’energia del campo elettrico e del campo
magnetico.

E S E M P IO 21.14 Calcolo della densità di energia per un defibrillatore


Un defibrillatore contiene un condensatore da 150 /xF che b. Il valore del campo elettrico è
viene caricato a 2000 V. Le armature del condensatore sono 2000 V
separate da un dielettrico spesso 0.010 mm con k = 300. - = 2.0 • lO^V/m
d 0 • 10“’ m
a. Qual è l’arca totale delle armature del condensatore? Di conseguenza, la densità di energia nel campo elettrico è
b. Qual è la densità di energia immagazzinata nel campo 1 5
we=
elettrico quando il condensatore viene caricato?
IM P O S T A Z IO N EAssumiamo che il condensatore possa essere = -(300)(8.85 • 10-‘2F/m)(2.0 10^ V/m)2
schematizzato come un condensatore a facce parallele con un
dielettrico. = 5.3 • lO'^J/m^
S O L U Z IO N E a. L’area de degli elettrodi è
V E R IF IC APer confronto, la densità di energia della benzina
è circa 3 • 10‘^J/m\ circa 60 volte più alta di quella di questo
dC (1.0 • I0'5m)(150 • I0"*F) condensatore. I condensatori immagazzinano meno energia di
= 0.56 altri dispositivi, ma sono in grado di rilasciare questa energia
K€o (300)(8.85 • 10~'-‘ F/m)
molto rapidamente.

PAUSA DI R IF L E SSIO N E 21.7Le armature di un condensatore a facce paralle­


le sono col legate ad una batteria. Se la distanza tra le armature viene dimezza­
ta, l’energia del condensatore
A. Aumenta di un fattore 4. B. Raddoppia.
C. Resta la stessa. D. Si dimezza.
E. Diminuisce di un fattore 4.
722 CAPITOLO 21 II potenziale elettrico

ESEMPIO INTEGRATO 21.15 Fusione di protoni nel S o le


L’energia del Sole Poi possiamo usare i risultati del Capitolo 12 per trovare la
proviene dalle rea­ temperatura a cui è lo scarto quadratico medio della velocità
zioni nucleari che dei protoni.
fondono i nuclei leg­ S O L U Z IO N E a. Il potenziale elettrico alla distanza r di una
geri generando nu­ sfera carica è V = KQ/r. Quando i due protoni sono a contatto,
clei più pesanti, rila­ la distanza tra i loro centri è r^ = d^ = 1.6 • 10 ‘^ m. Quindi il
sciando energia du­ potenziale di un protone, con Q = e, d\ centro dell’altro è
rante il processo. Il
processo di fusione 10‘' N -m '/C ")(1 .6 • 10"'^ C)
solare inizia quando 1.6 • 101-15.
due protoni (i nuclei
degli atomi d’idro­ = 9.0 • 10-^ V
geno) si fondono per b. L’equazione della conservazione dell’energia -f qV^ = K.
produrre un nucleo + qV^ è
di deuterio. Il deuterio è un isotopo “pesante” dell’idrogeno,
con un nucleo che consiste in un protone e un neutrone. Per (0 + 0) + eVf = + ^m vo^ + 0
diventare deuterio, uno dei protoni originari che si fondono
deve diventare un neutrone. Non studieremo il processo di Dove, come abbiamo notato, entrambi i protoni contribui-
fisica nucleare di rilascio dell’energia. Il nostro interesse in scono all’energia cinetica iniziale, entrambi finiscono a ri­
questo esempio risiede non nella fisica nucleare, bensì nelle poso quando i protoni si toccano e partono da una posizione
condizioni che consentono alla fusione di avvenire. abbastanza lontana da far sì che l’energia potenziale iniziale
Prima che i due protoni possano fondersi, essi devono (e il potenziale) sia praticamente zero. Quando i protoni si
venire a contatto. Tuttavia, l’energia richiesta per portare i pro­ incontrano, la loro energia potenziale è la carica di un proto­
toni a contatto è considerevole poiché l’energia di potenziale ne (e) moltiplicata per il potenziale elettrico dell’altro, cioè
elettrico dei due protoni aumenta rapidamente via via che essi il potenziale trovato nella parte a: ^^=9.0 • 10' V. Risolven­
si avvicinano l’uno all’altro. La fusione avviene nel nucleo del do l’equazione dell’energia per v^, otteniamo
Sole poiché la temperatura elevatissima fornisce ai protoni l’e­
( 1 .6 • 1 0 ' ” 0 ( 9 . 0 • IO’ V )
nergia cinetica di cui hanno bisogno per essere uniti.
vo
a. Un protone può essere rappresentato come una sfera carica 1.67 • 10"^’ kg
del diametro 6\ dp = 1.6 • 10“'^ m con una carica totale e. = 9.29 • I0*m/s
Quando i due protoni sono a contatto, qual è il potenziale
c. Nella Sezione 12.2 abbiamo trovato che la temperatura di
elettrico di un protone al centro dell’altro?
un gas è legata all’energia cinetica media delle particelle e
b. I due protoni si avvicinano l’uno all’altro frontalmente, cia­
quindi alla velocità quadratica media delle particelle dall’e­
scuno alla stessa velocità v^. Quale valore di è richiesto
quazione
perché i protoni vengano appena in contatto l’un con l’al­
tro? r=
c. Quale dev’essere la temperatura del Sole affinché la veloci­ 3*»
tà quadratica media dei protoni sia uguale a v^? Può sembrare strano pensare ai protoni come ad un gas, ma
IM P O S T A Z IO N E L’energia si conserva, quindi la Strategia nel nucleo solare, dove tutti gli atomi sono ionizzati in nu­
di risoluzione dei problemi 21.1 è alla base della nostra solu­ clei ed elettroni, i protoni si muovono e agiscono proprio
zione. La FIGURA 21.36 mostra una descrizione visiva prima-e come un gas. Affinché la velocità quadratica media v^dei
-dopo. Entrambi i protoni sono inizialmente in movimento con protoni sia uguale a che abbiamo calcolato nella parte b,
una velocità v. = quindi entrambi contribuiscono all’ener­ la temperatura dovrebbe essere
gia cinetica iniziale. Assumeremo che in partenza siano ad una m vo"_(L 67 • 10"^'kg)(9.29 • lO^m/s)^
distanza tale da avere « 0.1 protoni saranno istantaneamente T= = 3.5 • 10’ K
a riposo (Kf = 0) nel punto in cui la distanza tra i loro centri è 3^b ” 3 (1 .3 8 - 10“^’ J/K)

uguale al diametro di un protone. Possiamo usare il potenziale V ERIFICA Occorre una temperatura straordinariamente alta
di una sfera carica e l’equazione della conservazione dell’ener­ - oltre 3 miliardi di kelvin - per dare a un protone solare
gia per trovare la velocità richiesta per ottenere il contatto. medio una velocità di 9.29 • 10^ m/s. Infatti, la temperatura
FIGURA 21.36 Descrizione visiva di due protoni che del nucleo del Sole è “solo” di circa 14 milioni di kelvin,
vengono a contatto. un fattore circa 200 inferiore al valore necessario. 1 protoni
si possono fondere a questa temperatura più bassa perché ci
VyIv\aa : sono sempre alcuni protoni che si muovono più velocemente
della media e poiché i protoni possono interagire tra loro
Ti « oo
anche se le loro velocità sono più lente a causa (ìcWeffetto


p a ti, tunnel della meccanica quantistica. Inoltre, poiché la tempe­
= /. é • /O ratura del nucleo solare è relativamente “bassa”, molti pro­
toni rimbalzano nel Sole per diversi miliardi di anni prima
di fondersi!
Riepilogo 723

R I E PI L O G O
Obiettivo: calcolare e utilizzare il potenziale elettrico e Tenergia potenziale elettrica.

PRINCIPI G EN ERA LI
Potenziale elettrico ed energia potenziale Sorgenti di potenziale
Il potenziale elettrico V viene Queste cariche producono Le differenze di potenziale AVsono generate da una
prodotto dalle cariche ed esiste il potenziale elettrico. separazione di cariche. Due sorgenti importanti di differenza
in ogni punto attorno a queste V= H 00V \ m di potenziale sono
cariche.
Quando una carica q viene • Una batteria, che usa mezzi chimici per separare le cariche
avvicinata a queste cariche, essa e produrre una differenza di potenziale.
acquisisce un’energia potenziale V = 300 V V= 200 v • Le cariche opposte sulle armature di un condensatore, che
elettrica generano una differenza di potenziale tra le armature.
q
Il potenziale elettrico di una carica puntiforme qh V = K -
r
in un punto in cui le altre cariche hanno prodotto un potenziale Connessione tra il potenziale e il campo
elettrico V. ^' 4 É punta “ver
verso il basso”.
L’energia si conserva per una particella carica in un potenziale
elettrico:
K^ + qV=K^^qV.^
Eè ovunque
perpendicolare
alle supcrfìci
equipotenziali
1t
f

Direzione
del potenziale
f

^
nella

'' V
Ila direzione

... *’*
dirczio decrescente di

.
campo è inversamente
..proporzionale alla
V.

spaziatura d tra le silupcrtici


o decrescente equipotenziali

\K = - q ^ V

CO N CETTI IMPORTANTI |
Per un conduttore in equilibrio elettrostatico Rappresentazione grafica del potenziale
• Qualsiasi eccesso di carica è sulla superfìcie.
• Il campo elettrico interno è
pari a zero.
• Il campo elettrico esterno è
perpendicolare alla superficie. >) I
• II campo è più intenso in
prossimità delle punte.
• L’intero condensatore è allo Grafico del p otenziale Superfìci M appa delle
La superfìcie ò equipotenziale.
stesso potenziale e quindi la equipotenziali superfici
equipotenziali
sua superfìcie è equipotenziale.

APPLICAZIO NI i
Condensatori e dielettrici Condensatore a facce parallele
La carica ±Q su due conduttori e la Per un condensatore carico a A il AVr
differenza di potenziale A sono potenziale alla distanza x dall’armatura
proporzionali tra loro: negativa è
1 É
Q = CAV^ V = ^AVc * 1
dove C è la capacità dei due conduttori. ^ .1 .
Il campo elettrico interno è
Un condensatore a facce parallele con area A e separazione d
ha una capacità E = àV^/d

C = €^AId Unità
Quando un dielettrico viene inserito tra le armature di un • Potenziale elettrico: 1 V = 1 J/C
condensatore, la sua capacità viene aumentata di un fattore • Campo elettrico: 1 V/m = 1 N/C
la costante dielettrica del materiale. • Energia: 1 elettronvolt = 1 eV = 1.60 • 10"’’ J è l’energia
cinetica guadagnata da un elettrone dopo essere stato acce­
L'energia immagazzinata in un condensatore è Uq = j C(AVc)^. lerato da una differenza di potenziale di 1 V.
Questa energia viene immagazzinata nel campo elettrico, che
ha una densità di energia
724 CAPITOLO 21 II potenziale elettrico

La difficoltà del problema è indicata con I (facile) fino a Hil (molto difficile). I problemi contrassegnati come INI integrano in maniera
significativa concetti esposti nei capitoli precedenti; i problemi contrassegnati con BK) sono di interesse medico o biologico.

DOMANDE
D o m a n d e concettuali 7. Come illustrato nella Figura [T
D21.7, due protoni vengono
1. Spostando un carica di 10 nC da un punto A a un punto B, lanciati con la stessa velo­
determini che il potenziale elettrico in B è 150 V, Quale cità dal punto 1 all’interno
sarebbe il potenziale in B se una carica di 20 nC venisse di un condensatore a facce
spostata da A a B? parallele. Un protone si spo- E + + + + + + + + + + + + + +E
2. Una carica q viene sparata T - sta lungo la traiettoria da 1 FIGURA D 2 1 .7
attraverso un piccolo foro + a 2, l’altro da I a 3. I punti 2 e 3 sono alla stessa distanza
+ -
nelrarmatura positiva di un + dal l’armatura positiva.
+ _ a. „ la variazione dell’energia potenziale lungo il
condensatore, come illustrato + - I—2’
nella Figura D21.2. T percorso l- ► 2 è maggiore, minore o uguale a Af/,_^j?
a. Se q è una carica positiva, + Spiega ii perché,
+ b. La velocità del protone nel punto 2 è maggiore,
essa accelera o rallenta +
alrinterno del condensatore? + -
minore o uguale alla velocità del protone v, nel punto
+
Rispondi a questa domanda 3? Spiega il perché.
FIGURA D 2 1 .2
due volte: (i) Usando il con­ 8. Ciascuna parte della Figura D21.8 mostra una o più cariche
cetto di forza, (ii) Usando il puntiformi. Le cariche hanno valori uguali. Se una carica
concetto di energia. positiva viene mossa dalla posizione i alla posizione f, l’e­
b. Ripeti la parte a .se ^ è una carica negativa. nergia potenziale elettrica aumenta, diminuisce o resta la
3. Perché l’energia potenziale di due cariche opposte è un stessa? Spiega il perché.
numero negativo? (Nota: Dire che la formula dà un numero (a) (I))
negativo non è una spiegazione.)
4. Un elettrone {q = -e) completa
mezzo giro di un'orbita circolare
di raggio r attorno a un nucleo con
(c) (d)
Q = +3e, come mostrato nella
Figura D21.4.
FIGURA D 2 1 .4 FIGURA D 2 1 .8 i ^ f
a. Quanto lavoro viene svolto
daH’elettrone mentre si muove da i ad f? Dai il valore 9. La Figura D21.9 mostra due punti - I mm +
+
numerico oppure un’espressione con cui puoi calcolare all’interno di un condensatore. Sia V - -!•
il valore se conosci il raggio e giustifica la tua risposta. = 0 V sull’armatura negativa. +
+
b. Di quanto varia l’energia potenziale elettrica mentre a. Qual è il rapporto VJV^ del I 2 +
• • +
l’elettrone si muove da i a f? potenziale elettrico in questi due - +
+
c. La velocità dell’elettrone in f è maggiore, minore o punti? Spiega il perché. - +
b. Qual è il rapporto EJE^ dell’in­ - +
uguale alla sua velocità in i? — +
d. Le risposte che hai dato nelle parti a e c sono coerenti tensità del campo elettrico in que­ 3 mm +

l’ima con l’altra? sti due punti? Spiega ii perché. FIGURA D 2 1 .9


5. Un elettrone si muove lungo 10. Un condensatore con armature separate di una distanza d
una traiettoria da i a f nella viene caricato a una differenza di potenziale AV^. Tutti i
Figura D21.5. fili e le batterie .sono scollegati, poi le due armature ven­
a. L’energia potenziale elet­ gono allontanate (con maniglie isolanti) e portate a una
trica aumenta, diminui.sce nuova di.stanza pari a 2d.
o resta la stessa? Spiega FIGURA D 2 1 .5 a. La carica del condensatore Q cambia se si aumenta la
il perché. separazione? Se sì, di quale fattore? Se no, perché no?
b. La velocità dell’elettrone in f è maggiore, minore o b. 11 valore del campo elettrico E cambia se si aumenta la
uguale alla sua velocità in i? Spiega il perché. separazione? Se sì, di quale fattore? Se no, perché no?
6. 11 grafico nella Figura c. La differenza di potenziale cambia se si aumenta
D21.6 mo.stra il poten­ la separazione? Se sì, di quale fattore? Se no, perché
ziale elettrico lungo no?
r as.se X Disegna un gra­ 11. Ordina, dal più positivo al ^
fico dell’energia poten­ più negativo, i potenziali
ziale di una particella elettrici da a nei
con carica di 0.10 C in
.v(m)
punti da 1 a 5 nella Figura i* ©
0 I 5
questa regione dello spa­ FIGURA D 2 1 .6 D21.1 1. Spiega il perché.
zio, fornendo una scala
numerica sulfas.se dell’energia. FIGURA D 2 1 .1 1
Domande 725

12. La Figura D21.12 mostra due punti i mm 19. Un condensatore a facce parallele con una separazione d
vicino a una carica positiva punti- " tra le armature viene collegato a una batteria che ha una
forme. © 1 differenza di potenziale Senza interrompere alcun
a. Qual è il rapporto dei poten­ collegamento, delle maniglie isolanti vengono usate per
3 mm
ziali elettrici in questi due punti? allontanare le armature a una nuova distanza pari a 2d.
FIGURA D21.12
Spiega il perché. a. La differenza di potenziale AV^ varia aH’aumentare della
b. Qual è il rapporto dei valori dei campi elettrici in separazione? Se sì, di quale fattore? Se no, perché no?
questi due punti? Spiega il perché. b. La capacità cambia? Se sì, di quale fattore? Se no,
13. Ciascuna parte della Figura D21.13 mostra tre punti in perché no?
prossimità di due cariche puntiformi. Le cariche hanno lo c. La carica del condensatore Q cambia? Se sì, di quale
stesso valore. Ordina dal maggiore al minore, i potenziali fattore? Se no, perché no?
20. Un protone viene lanciato dal 2 0 0 v i(X)V ov
punto 1 nella Figura D21.20
(a) (b) con una velocità iniziale di
• • • •
1

2
© •
3

2
© 3.9 • 10^ m/s. Di quanto è cam­

biata la sua energia cinetica, in
(c) !• (d) 1• eV, nell’istante di tempo in cui ,
• 2* © • 2* 0 passa per il punto 2 ?
3* 3*
FIGURA D21.13
D o m a n d e a scelta m u ltipla
14. a. Supponiamo che sia £ = 0 in una regione dello spazio.
Puoi concludere che V= 0 V in questa regione? Spiega 21. 1 Una carica positiva puntiforme di LO
il perché. nC è localizzata nel punto A nella Figura
A
b. Supponiamo che sia V= 0 V in una regione dello spazio. D21.21. 11 potenziale elettrico nel punto
Puoi concludere che £ = 0 in questa regione? Spiega il Bè FIGURA D21.21
perché. A. 9.0 V
15. Ordina, dal maggiore al minore, i valori dei campi elet­ B. 9.0 sin 30° V
trici £,, £ 2, £3 ed £^ nei quattro punti indicati nella Figura C. 9.0 cos 30° V
D21.15. Spiega il perché. D. 9.0 tan 30° V
22. Il Una batteria da 100 V viene collegata alle armature di
ov
lov -lOV un condensatore a facce parallele. Se una lastra di TeBon
viene inserita tra le armature, senza disconnettere la batte­
2oy -2 0 V
ria, il campo elettrico tra le armature
30 y -3 0 V
A. Aumenta.
»iii ' / B. Diminuisce.
►40 V I• I I • - 4 0 V *4
/ ,3 > V C. Resta lo stesso.
23. I II potenziale elettrico è 3(X) V in .v = 0 cm, è -100 V in .v
= 5 cm, e varia linearmente con x. Se una carica positiva
viene rilasciata da ferma in ,v = 2.5 cm, ed è soggetta sola­
mente alle forze elettriche, la carica
FIGURA D21.15 FIGURA D21.16 A. Si muoverà verso destra.
16. La Figura D21.16 mostra il diagramma di un campo elet­ B. Si muoverà verso sinistra.
trico. Ordina, dal più alto al più basso, i potenziali elettrici C. Resterà \nx = 2.5 cm.
nei punti a, b, e c. D. Non ci sono sufficienti informazioni per dirlo.
17. La Figura D21.17 mostra Le domande dalla 24 v (m )
un elettroscopio carico alla 28 si riferiscono I.O --- 7--- ?--- 7----7----J---- 1-----1----- T----
negativamente. La foglia alla Figura D21.24, ' ^ 1 \ \

d'oro è lontana dal palo che mostra le linee 100 V


metallico rigido. Il poten­ equipotenziali in una 0.5
ziale elettrico della foglia 0V
regione dello spazio.
è maggiore, minore o Le linee equipotenziali a*
------------ :
uguale a quello del palo? sono spaziate della
Spiega il perché. stessa differenza di
18. Ordina, dalla più grande alla più piccola, le energie da potenziale e alcuni dei - 0 .5 - '
c* •
(f/^.)l a immagazzinate in ciascun condensatore nella potenziali sono dati. : -

Figura D21.18. Spiega il perché. 24. I Qual è il poten­ -I.O .v(ni)


-I.O - 0.5 0.5 1.0
ziale nel punto c? FIGURA D21.24
A. -400 V
SZIj B. -350 V
02 I 2\V 2C 4C C. -lOO V
1
D. 350 V E. 400 V
In 25. I In quale punto, a, b o c, il modulo del campo elettrico è
FIGURA D21.18 maggiore?
726 CAPITOLO 21 II potenziale elettrico

26. I Qual è il valore approssimato del campo elettrico nel 30. I Un atomo di elio e uno di argon sono ionizzati una volta,
punto c? cioè un elettrone viene rimos.so da ciascuno dei due atomi.
A. lOOV/m B. 300 V/m C. 800 V/m 1due ioni sono poi accelerati, partendo da fermi, dal campo
D. 1500 V/m E. 3000 V/m elettrico tra due armature con una differenza di potenziale
27. I La direzione del campo elettrico nel punto b è più vicino di 150 V. Dopo essere stati accelerati da un'armatura
a quale direzione? all’altra,
A. Destra B. Alto C. Sinistra D. Basso A. Lo ione di elio ha una maggiore energia cinetica.
28. Il Una carica +10 nC si sposta dal punto c al punto a. Quanto B. Lo ione di argon ha una maggiore energia cinetica.
lavoro è richiesto per etTettuare questo spostamento? C. Entrambi gli ioni hanno la stessa energia cinetica.
A. 3.5- 10"J B. 4.0- lOM C. 3.5* 10 M D. Non ci sono abbastanza informazioni per poter dire
D. 4.0- 10 M E. 3.5 J quale ione ha una maggiore energia cinetica.
29. I Un apparecchio elettrico che attrae e uccide gli insetti 31. Il II momento di dipolo del cuore viene
consiste di due armature metalliche collegate a un gene­ mostrato in un particolare istante nella
ratore ad alto voltaggio. 11 voltaggio tra le armature è fis­ Figura D21.31. Quali delle seguenti
sato per dare un campo elettrico lievemente inferiore a 1 • differenze di potenziale avrù il valore
Hf V/m. Quando un insetto vola tra le due armature, esso positivo maggiore?
aumenta il campo abbastanza da innescare una scintilla che A . V ,-V ,
lo incenerisce. Se fapparecchio ha un generatore da 400() B. V, - V,
^ «3
V, qual è la .separazione approssimativa tra le armature? C . V,-V,
FIGURA D21.31
A. 0.05 cm B. 0.5 cm C. 5 cm D. 50 cm

PR0 BLEM
Sezione 21.1 L’energia potenziale elettrica e il potenziale a. Qual è la sua energia cinetica, in elettronvolt?
elettrico b. Qual è la sua energia cinetica, in joule?
c. Qual è la sua velocitù?
Sezione 21.2 Sorgenti di potenziale elettrico
7. I Un protone viene accelerato da fermo attraverso una dif­
1. Ili Lo spostamento di una carica da un punto A, dove il ferenza di potenziale di —1000 V.
potenziale è 300 V, a un punto B, dove il potenziale è 150 a. Qual è la sua energia cinetica, in elettronvolt?
V, richiede 4.5 • 10 J di lavoro. Qual è il valore della b. Qual è la sua energia cinetica, in joule?
carica? c. Qual è la sua velocità?
2. mi 11 grafico nella Figura P21.2 mostra l'energia poten­ 8. Hill Quale differenza di potenziale è necessaria per accele­
ziale elettrica in funzione della separazione per due cariche rare uno ione He^ (carica massa 4 u) da una posizione a
puntiformi. Se una carica vale +0.44 nC, qual è il valore riposo a una velocità di 1.0 • l(f m/s?
dell’altra carica? 9. Il Un elettrone con una velocità iniziale di 500 000 m/s
viene fermato da un campo elettrico.
a. L'elettrone si muove verso una regione a potenziale
maggiore o potenziale minore?
b. Qual è la differenza di potenziale che ha fermato l’elet­
trone?
c. Qual è l'energia cinetica iniziale dell’elettrone, in elet­
tronvolt?
10. Ili Un protone con una velocità iniziale di 800 000 m/s
FIGURA P21.2 viene fermato da un campo elettrico.
a. Il protone si muove verso una regione a potenziale
maggiore o potenziale minore?
3. Ili Occorre un lavoro di 3.0 jjlS per spostare una carica di 15 b. Qual è la differenza di potenziale che ha fermato il
nC dal punto A al punto B. Occorre un lavoro di -5.0 /xJ protone?
per muovere la carica dal punto C al punto B. Qual è la c. Qual è l’energia cinetica iniziale del protone, in elet­
differenza di potenziale —V^? tronvolt?
4. I Una carica di 20 nC viene spostata da un punto dove V
Sezione 21.4 Calcolo del potenziale elettrico
= 150 V a un punto dove V = -50 V. Quanto lavoro viene
svolto dalla forza che sposta la carica? 11. Il 11 potenziale elettrico in un punto che è a metà strada
5. I In un punto dello spazio, l’energia potenziale elettrica di tra due particelle con carica identica è 300 V. Qual è il
una carica di 15 nC è 45 jjlJ. potenziale in un punto che è il 25% più vicino a una carica
a. Qual è il potenziale elettrico in questo punto? rispetto al l’altra?
b. Se una carica di 25 nC fosse posta in questo punto, 12. Il Un condensatore a facce parallele di 2.0 cm • 2.0 cm ha
quale sarebbe la sua energia potenziale elettrica? una distanza tra le armature di 2.0 mm. 11 valore del campo
elettrico all’interno del condensatore è 1.0 • 10'' V/m.
a. Qual è la differenza di potenziale del condensatore?
Sezione 21.3 II potenziale elettrico e la conservazione
b. Quanta carica si trova su ciascun’armatura?
dell’energia
13. Ili Due armature di 2.00 cm X 2.00 cm che formano un con­
6. I Un elettrone viene accelerato da fermo attraverso una dif­ densatore a facce parallele vengono caricate a ±0.708 ii('.
ferenza di potenziale di 1(X)0 V. Quali sono il valore del campo elettrico interno e la diffe-
Problemi 727

ronza di potenziale del condensatore se la distanza tra le 23. I Quali sono il valore la direzione e il verso del campo elet­
armature è (a) 1.00 nini e (b) 2.00 nini? trico nel punto indicato nella Figura P21.23?
14. I a. Nella Figura P21.14, quale armatura del condensatore,
sinistra o destra, è Tarmatura positiva?
b. Qual è il valore del campo elettrico airinterno del con­
densatore? l .0 cm l .0 cm
c. Qual ò l’energia potenziale di un protone nel punto di
mezzo del condensatore?
ov 3.0 nin
300 V

ov lOOV 2(X)V
FIGURA P21.23 FIGURA P21.24
24. I Quali sono il valore, la direzione e il verso del campo
elettrico nel punto indicato nella Figura P21.24?
FIGURA P21.14 Kxiv 2(X)V
Sezione 21.6 L’elettrocardiogramma
15. I Una carica di 4-25 nC è posta neirorigine. Quanto ò più
distante dalla carica la superficie ^^ ^ 25. I Una collocazione tipica di
equipotenziale a 20(X) V rispetto a BIO una coppia di elettrodi durante
quella a 3(K)() V? un elettrocardiogramma viene
16. Il a. Qual è il potenziale elettrico mostrata nella Figura P21.25.
nei punti A, B e C nella Figura 2.0 nC La differenza di potenziale
P21.16? AV.,, = - V, viene registrata.
b. Qual è l’energia potenziale di un Per ciascuno dei tre istanti a, b
elettrone in ciascuno di questi e c durante un ciclo del cuore
FIGURE P21.16 FIGURA P21
punti? illustrati nella Figura 21.29,
c. Quali sono le differenze di potenziale e ^V'g^? stabilisci se AP,, sarà positivo o
17. I Una sfera del diametro di l.O cm viene caricata a un negativo. Spiega il perché.
potenziale di 34(K) V. Quanta carica si trova sulla sfera? 26. I Tre elettrodi, 1-3, sono appli­
18. Il Qual è il potenziale elettrico nel punto indicato nella Figu­ BK) cati a un paziente come mostrato
ra P21.18? nella Figura P21.26. Durante la
2.0 nC 2.0 nC depolarizzazione ventricolare
3 .Ó c m " ® (vedere Figura 21.29), attra­
I I verso quale coppia di elettrodi il
I I
I I valore della differenza di poten­
'4.0 cm ' ziale è probabilmente minore?
FIGURA P21
Spiega il perché.

FIGURA P21.18 2.0 nC Sezione 21.7 Capacità e condensatori


19. Il a. Qual è la differenza di potenziale tra i terminali di 27. Ili Due elettrodi quadrati 2.0 cm X 2.0 cm di alluminio,
una batteria ordinaria di tipo AA o AAA? (Se non sei separati di 0.50 mm, sono collegati a una batteria da 100 V.
sicuro, cercane una e guarda la sua etichetta), a. Qual è la capacità del condensatore?
b. Una batteria AA viene col legata a un condensatore a b. Qual è la carica suH’elettrodo positivo?
facce parallele avente armature circolari del diametro 28. Ili Un condensatore scarico viene collegato ai terminali di
di 4.0 cm distanziate di 2 mm. Quanta carica sposta la una batteria da 3.0 V e una carica di 6.0 /xC Ouisce verso
batteria da un’armatura all’altra? farmatura positiva. La batteria da 3.0 V viene scollegata e
sostituita con una batteria da 5.0 V, con i terminali positivo
Sezione 21.5 Connessione tra il potenziale e campo elettrico e negativo collegati nello stesso modo del caso precedente.
20. Il a. Nella Figura P21.20, quale punto, A o B, ha un mag­ Quanta carica aggiuntiva fluisce verso f armatura positiva?
giore potenziale elettrico? 29. Ili Per un progetto scientifico devi costruire un conden­
b. Qual è la differenza di potenziale tra A e B? satore da 100 pF. Programmi di tagliare due quadrati di
metallo LX Le porre dei distanziatori tra di essi. 1 distan­
E= lOOOV/m
ziatori più sottili hanno uno spessore di 0.20 mm. Quale
valore deve avere Lì
7.0 cm
30. I Un interruttore che collega una batteria a un condensatore
FIGURA P21.20 FIGURA P21.21
da 10 /xF viene chiuso. Diversi secondi più tardi trovi che
le armature del condensatore sono cariche ±30 fxC. Qual è
21. Ili Nella Figura P21.21, il potenziale elettrico nel punto A è il voltaggio della batteria?
300 V. Qual è il potenziale nel punto B, che si trova 5.0 cm 31.1 Qual è il voltaggio di una batteria che caricherà un con­
a destra rispetto a A? densatore da 2.0 /xF a ±48 fxCì
22. Il Qual è la differenza di potenziale tra x. = 10 cm e x^= 30 32. I Due elettrodi collegati a una batteria da 9.0 V sono cari­
cm nel campo elettrico uniforme £^= 1000 V/m? cati a ±45 nC. Qual è la capacità del condensatore?
728 CAPITOLO 21 II potenziale elettrico

33. I Inizialmente, Tinterruttore nella Figura P21.33 è aperto e Quali sono (a) l’energia totale immagazzinata nel campo
il condensatore è scarico. Quanta carica scorre attraverso elettrico c (b) la densità di energia?
rinterruttore dopo che esso viene chiuso? 46. IHQual è la variazione nell’energia potenziale elettrica di
una carica puntiforme di 3.0 nC quando viene spostata dal
Intcmiltore
punto A al punto B nella Figura P21.46?
+
1.5 V \()ti¥

FIGURA P 2 1 .3 3 X = V2- V,
= 30V
5.0 cm
34. Il Un condensatore a facce parallele da 1.2 nF ha uno spa­ AV/2, = 5 0 V

zio d’aria tra le sue armature. La sua capacità aumenta di


3.0 nF quando lo spazio viene riempito con un dielettrico. 25.0 nC
AV4, = 60 V
Qual è la costante dielettrica per questo dielettrico?
35. Ili Una radio usa un condensatore fatto in casa composto da
m
1.5 cm
due fogli di alluminio di 35 cm X 35 cm separati da un foglio FIGURA P 2 1 .4 6 FIGURA P 2 1 .4 7
di carta con uno spessore di 0.25 rnm. Qual è la sua capacità?
36. Ili Un condensatore a facce parallele da 25 pF con uno spazio 47 Il Qual ò la differenza di potenziale nella Figura
d’aria tra le armature viene collegato a una batteria da 1(X) P21.47?
V. Una lastra di Teflon viene poi inserita tra le armature e 48 Il Una particella di carica —50 nC è in un campo elettrico
riempie completamente lo spazio. Qual è la variazione nella uniforme È = (IO V/m, est). Una forza esterna .sposta la
carica sull’armatura positiva quando il Teflon è inserito? particella 1.0 m verso nord, poi 5.0 m verso est, poi 2.0 m
37. Il Due elettrodi circolari del diametro di 2.0 cm, con un verso sud e infine 3.0 m verso ovest. La particella inizia e
foglio di Teflon spesso 0.10 min posto tra di essi, vengono fini.sce il suo moto con velocità uguale a zero.
collegati a una batteria da 9.0 V. Senza scollegare la batte­ a. Quanto lavoro è svolto sulla carica dalla forza esterna?
ria, il Teflon viene rimosso. Quali sono la carica, la diffe­ b. Qual è la differenza di potenziale tra le posizioni ini­
renza di potenziale e il campo elettrico (a) prima e (b) dopo ziale e finale della particella?
la rimozione del Teflon? 49. Il A una distanza r da una carica puntiforme, il potenziale elet­
38. Ili Un condensatore a facce parallele viene collegato a una INI trico è 3(XX) V e r intensità del campo elettrico è 2.0 • I V/m.
batteria e immagazzina una carica di 4.4 nC. Poi, con la a. Qual è la distanza ri
batteria collegata, un foglio di Teflon viene inserito tra le b. Quali sono il potenziale elettrico e il valore del campo
armature. elettrico a una distanza r/2 dalla carica?
a. La carica del condensatore aumenta o diminuisce? 50. La superficie equipotenziale a 4(X)0 V è lO.O cm più
b. Di quanto cambia la carica? distante da una particella carica positivamente rispetto a
39. Ili Un condensatore a facce parallele viene caricato da una una superficie equipotenziale a 50(X) V. Qual è la carica
batteria da 12.0 V, poi la batteria viene rimossa. sulla particella?
a. Qual è la differenza di potenziale tra le armature dopo 51. Il Qual è l’energia potenziale elettrica dell’elettrone nella
che la batteria viene scollegata? Figura P21.51 ? I protoni sono fissi e non si possono muovere.
b. Qual è la differenza di potenziale tra le armature dopo ©
che un foglio di Teflon viene inserito tra di e.sse? Elellronc
0 .50 nm

Sezione 21.8 Energia e condensatori Protoni >


2 .Ònm
40. Ili A quale potenziale si dovrebbe caricare un condensatore ,0 .5 0 nm
da 1.0 ^tF per immagazzinare LO J di energia? FIGURA P 2 1 .5 1
41. Il Una coppia di condensatori da 10 /xF in un laser ad alta
potenza vengono caricati a 1.7 kV. 52. mi Due cariche puntiformi separate di 2.0 cm hanno una
a. Quale carica viene immagazzinata in ciascun conden­ energia potenziale elettrica di -180 /xJ. La carica totale è
satore? 30 nC. Quali sono i valori delle due cariche?
b. Quanta energia viene immagazzinata in ciascun con­ 53. Il Due cariche puntiformi sono separate di 5.0 cm. Se l’e-
densatore? nergia potenziale elettrica è 72 /xJ, qual è il modulo della
42. I II condensatore 2 ha la metà della capacità e il doppio forza tra le due cariche?
della differenza di potenziale del condensatore 1. Qual è il 54. Hill Una carica di +3.0 nC è a.v = 0 cm e una carica di -I.O
rapporto ((y^)/((/^)2? nC è ajc = 4 cm. In quale punto o punti sull’asse a' il poten­
43. mi Due sfere metalliche scariche, a una distanza di 15.0 ziale elettrico è pari a zero?
cm tra loro, hanno una capacità di 24.0 pF. Quanto lavoro 55. IHH Una carica di —3.0 nC è sull’asse a a a = -9 cm e una
occorrerebbe per spostare una carica di 12.0 nC da una carica di +4.0 nC è sull’asse a a a = 16 cm. In quale punto
sfera all’altra? o punti sull’asse a il potenziale elettrico è pari a zero?
44. mi 50 pJ di energia vengono immagazzinati in una regione 56. Il Una carica di —2.0 nC e una carica di +2.0 nC sono poste
2.0 cm X 2.0 cm X 2.0 cm con un campo elettrico uniforme. sull’asse a rispettivamente a a = - 1 .0 cm e a = +l .0 cm.
Qual è il valore del campo elettrico? a. In quale posizione o posizioni suH’asse a il campo
elettrico è zero?
b. In quale posizione o posizioni sull’asse a il potenziale
P roblem i generali
elettrico è zero?
45. Il Un condensatore a facce parallele del diametro di 2.0 c. Disegna i grafici dell’intensità del campo elettrico e del
cm e con una distanza di 0.50 mm viene caricato a 200 V. potenziale elettrico lungo l’asse . a
Problemi 729

57. Ili Una carica puntiforme di -10.0 nC e una carica punti- armature di 2.0 mm. Un protone viene rilasciato a riposo
forme di +20.0 nC .sono distanziate di 15.0 cm suH’asse x sull’armatura positiva. Qual è la velocità del protone
a. Qual è il potenziale elettrico nel punto sulPasse x dove quando esso raggiunge l’armatura negativa?
il campo elettrico è pari a zero? 69. Ili Un condensatore a facce ;___ ____________
b. Quali sono l’intensità la direzione e il verso del campo parallele viene caricato a
elettrico nel punto sull’asse ;r, tra le cariche, dove il 5000 V. Un protone viene ^ vp ^
potenziale elettrico è pari a zero? spiirato nel centro del con­
58. Hill Una biglia di vetro del diametro di 2.0 mm è carica posi­ densatore a una velocità di
tivamente. La differenza di potenziale tra un punto posto a 3.0 • 10^ m/s, come illustrato 4"TT|
2.0 mm dalla biglia e un punto posto a 4.0 mm dalla biglia nella Figura P21.69. II pro- FIGURA P21.69
è 500 V. Qual è la carica sulla biglia di vetro? tone viene deviato mentre si trova all’interno del conden-
59. I Nel modello semi-classico dell’atomo di idrogeno, l’elet­ .satore e le armature sono sufficientemente lunghe per cui il
trone orbita attorno al protone a una distanza di 0.053 nm. protone colpirà una di esse prima di emergere dall’altro lato
a. Qual è il potenziale elettrico del protone nella posizione del condensatore. Qual è la veIcKità di impatto del protone?
del l’elettrone? 70. Ili Un protone viene rilasciato da fermo sull’armatura posi­
b. Qual è l’energia potenziale dell’elettrone? tiva di un condensatore a facce parallele. Esso attraversa
60. I Qual è il potenziale elettrico nel punto indicato nella Figu­ il condensatore e raggiunge l’armatura negativa con una
ra P21.60? velocità di 50 000 m/s. Quale sarà la velocità finale del
10 nC
protone se fesperimento viene ripetuto con una quantità di
- 5 .0 nC
2.0 nC carica doppia su ciascun’armatura del condensatore?
2.0 cm ©
71. il 11 valore del campo elettrico è 20 000 V/m all’interno di
/ \ un condensatore a facce parallele con una distanza tra le
3.0 cm • ' 3.0 cni
4.0 cm I armature di LO mm. Un elettrone viene rilasciato a riposo
suH'armatiira negativa. Qual è la velocità dell’elettrone
quando esso raggiunge l’armatura positiva?
■ •a 72 Il Nei primi anni del 1900, Robert Millikan utilizzò piccole
5.0 nC
INI goccioline cariche di olio, sospese in un campo elettrico,
FIGURA P21.60 FIGURA P21.61
per effettuare le prime misure quantitative della carica
61. I a. Qual è il potenziale elettrico nel punto A nella Figura dclfelettrone. Una gocciolina d’olio del diametro di 0.70
P21.61? /41Ì1, avente una carica +e, è sospesa a mezz’aria tra le due
b. Qual è l’energia potenziale di un protone nel punto A? armature orizzontali di un condensatore a facce parallele.
62. Ili La velocità di un protone mentre passa nel punto A è La forza elettrica diretta verso l’alto sulla gocciolina è
50000 m/s. Esso segue la traiettoria mostrata nella Figura bilanciata esattamente dalla forza di gravità verso il bas.so.
P21.62. Qual è la velocità del protone nel punto B? L’olio ha una densità di 860 kg/m\ e le armature del con­
densatore sono distanti 5.0 mm tra loro. Quale deve essere
la differenza di potenziale tra le armature per tenere la goc­
ciolina in equilibrio?
73. mi Due dischi del diametro di 2.0 cm e distanziati di 2.0
mm tra loro formano un condensatore a facce parallele. Il
campo elettrico tra i dischi è 5.0 • 10^ V/m.
a. Qual è il voltaggio attraverso il condensatore?
b. Quanta carica si trova su ciascun disco?
c. Un elettrone viene lanciato dall’anuatura negativa. Esso
colpisce l’armatura positiva a una velocità di 2.0 • \iV
m/s. Qual era la velocità dell’elettrone quando ha lasciato
63. Ili Un protone segue la traiettoria mostrata nella Figura l’armatura negativa?
P21.63. La sua velocità iniziale è v^j= 1.9 • 10^ m/s. Qual è 74. II Nella terapia con fascio di protoni, un fascio di protoni
la velocità del protone mentre passa per il punto P? BIO ad alta energia viene sparato contro un tumore. 1 protoni si
64. Il Una presa elettrica ha un voltaggio di circa 220 V tra i fermano nel tumore, depositando la loro energia cinetica e
due fori paralleli. Stima l’intensità del campo elettrico tra spezzando il DNA del tumore, quindi uccidendo le cellule
questi due fori. tumorali. Per un paziente, si desidera che un’energia di 0.10
65 I Stima l’intensità del campo elettrico in una membrana J associata ai protoni sia depositata in un tumore. Per gene­
BIO cellulare con uno spessore di 8 nm. rare il fascio di protoni, i protoni sono accelerati da una posi­
66. Il Uno ione di Na^ si sposta dall’interno di una cellula, dove zione a riposo attraverso una differenza di potenziale di 10
BIO il potenziale elettrico è -70 mV, verso l’estemo della cellula, MV. Qual è la carica totale dei protoni che devono essere
dove il potenziale è 0 V. Qual è la variazione dell’energia sparati sul tumore per depositarvi l’energia richiesta?
potenziale elettrica dello ione mentre esso si sposta dall’in­ 75. mi Una sfera del diametro di 2.5 mm viene caricata a -4.5
terno aH’estemo della cellula? La sua energia aumenta o nC. Un elettrone sparato direttamente sulla sfera da lon­
diminuisce? tano, arriva a circa 0.30 mm dalla superficie dal bersaglio
67. Ili Supponi che una molecola ionizzata con una carica-lOe prima di essere respinto.
BIO sia immersa in una membrana cellulare spessa 5.0 nm di a. Qual era la velocità iniziale dell’elettrone?
una cellula con un potenziale di membrana di —70 niV. b. A quale distanza dalla superficie della sfera la velocità
Qual è la forza elettrica sulla molecola? dell’elettrone è metà del suo valore iniziale?
68. Ili II modulo del campo elettrico è 50 000 V/m all’interno c. Qual è l’accelerazione dell’elettrone nel suo punto di inver­
di un condensatore a facce parallele con una distanza tra le sione del moto?
730 CAPITOLO 21 II potenziale elettrico

76. Il Un protone viene sparato da una posizione distante verso 81. Il La Figura P21.81 mostra 0 25 50 50 50
il nucleo di un atomo di ferro. 11 ferro è Telemento chimico il potenziale elettrico di
numero 26 e il diametro del suo nucleo è 9.0 fm. (1 fm = una griglia i cui quadrati 25 50 75 100 50
10"'^ m.) Quale velocità iniziale dovrebbe avere il protone hanno lati di 5.0 cm. C

per raggiungere appena la superficie del nucleo? Assumi a. Riproduci questa figura A B
50 • 75 100 1(X) • 50
che il nucleo resti fermo. su carta, poi disegna le

77. Il Due elettrodi circolari del diametro di 10.0 cm sono sepa­ superfici equipotenziali D
rati tra loro di 0.50 cm e formano un condensatore a facce a 50 V, 75 Ve 100 V. 25 50 75 100 50
parallele. Gli elettrodi sono collegati da fili metallici ai ter­ b. Stima il campo elettrico
minali di una batteria da 15 V. Dopo un tempo lungo, il (valore, direzione e ver­ 0 25 50 50 50

condensatore viene .scollegato dalla batteria ma non viene so) nei punti A, B, C e D. Polcnlial in V
scaricato. Quali sono le cariche su ciascun elettrodo, f in­ c. Disegna i vettori del FIGURA P 2 1 .8 1

tensità del campo elettrico alfinterno del conden.satore e la campo elettrico nei punti A, H, C e D sul tuo diagramma.
differenza di potenziale tra gli elettrodi 82, Ili Un condensatore è formato da due armature circoUiri del
a. Subito dopo che la batteria è stata scollegata? INI diametro di 6.0 cm separate di 1.0 rum. Le armature vengono
b. Dopo che delle maniglie isolanti sono usate per allon­ caricate da una batteria da 150 V, poi la batteria viene rimossa.
tanare gli elettrodi l’uno dalfaltro finché essi non sono a. Quanta energia viene immagazzinata nel condensatore?
distanti 1.0 cm tra loro? b. Quanto lavoro deve essere svolto per allontanare le
78. Il Due elettrodi circolari del diametro di 10.0 cm distanti armature fino a una distanza di 2.0 mm?
tra loro 0.50 cm formano un condensatore a facce parallele. 83. mi 11 dielettrico in un condensatore serve a due scopi. Esso
Gli elettrodi .sono collegati da fili metallici ai terminali di incrementa la capacità, rispetto a un condensatore identico
una batteria da 15 V. Quali sono le cariche su ciascun elet­ in cui le armature sono separate dall’aria, e aumenta la
trodo, rintensità del campo elettrico alfinterno del con­ differenza di potenziale massima che il condensatore può
densatore e la differenza di potenziale tra gli elettrodi sostenere. Se il campo elettrico in un materiale è sufficien­
a. Mentre il condensatore è collegato alla batteria? temente forte, il materiale può improvvisamente diventare
b. Dopo che delle maniglie isolanti sono state usate per in grado di condurre, creando delle scintille. L’intensità del
allontanare gli elettrodi l’uno dall’altro finché essi non campo critico, a cui avviene questo pa.ssaggio, è 3.0 MV/m
abbiano raggiunto una distanza di 1.0 cm tra loro? Gli per l’aria, ma 60 MV/m per il Teflon.
elettrodi restano collegati alla batteria durante questo a. Un condensatore a facce parallele è formato da due
processo. armature quadrate, con lato di 15 cm e distanziate U-a loro
79. Ili Determina il modulo, la direzione e il verso del campo di 0.50 mm con solo l’aria tra di esse. Qual è l’energia
elettrico nei punti 1 e 2 nella Figura P21.79. massima che può essere immagazzinata dal condensatore?
75 V
b. Qual è l’energia massima che può essere immagazzi­
1 nata se le armature sono separate da un foglio di Tellon
• .50 V
spesso 0.50 mm?
- 25V ^ 84. 1 1 campi magnetici maggiori al mondo sono generati
ov ; I INI quando grandi matrici, o file di condensatori, vengono sca­
ricate attraverso una bobina di rame di un elettromagnete.
Nel National High Magnetic Field Laboratory, la capacità
totale di una fila di condensatori è 32 mF. Questi conden­
j I cm satori possono essere caricati a 16 kV.
a. Qual è l’energia immagazzinata nella fila di condensa-
FIGURA P 2 1 .7 9 1cm
tori quando sono completamente carichi?
80. I La Figura P21.80 mostra una serie di curve equipoten­ b. Quando la fila di condensatori è scarica, tutta l’energia
ziali. di questa fila fluisce attraverso la bobina di un magnete
a. 11 valore del campo elettrico nel punto A è maggiore, in 10 ms. Qual è la potenza media fornita alle bobine
minore o uguale al valore del campo nel punto li? durante questo tempo?
Spiega il perché. 85. Hill 11 flash in una macchina fotografica usa uno speciale
b. 11 valore del campo elettrico nel punto C ò maggiore, INI circuito per “portare” i 3.0 V delle batterie ai 300 V, che
minore o uguale al valore del campo nel punto D? servono per caricare un condensatore. 11 condensatore
Spiega il perché. viene poi scaricato attraverso la lampada del flash. La sca­
c. Determina il campo elettrico E nel punto D. Esprimi la rica impiega 10 )us, e la potenza media dissipata nel lampo
tua risposta in termini di modulo, direzione e verso. del flash è 10*^ W. Qual è la capacità del condensatore?
y (cm)

2- Esercitazioni per te st di tip o M C A T


2V Un fulmine
IV
Le nuvole temporalesche accumulano grandi cariche negative,
•a . - ov
come descritto nel capitolo. Le ciiriche sostano in centri di carica,
--1 V regioni in cui le cariche si concentrémo. Supponiamo che una nuvola
•c abbia -25 C in una sfera carica del diametro di 1.0 km posta a 10 km
. - - -2 V
dal suolo, come rappresentato con un disegno nella Figura P21.86.
' '
_l_I 'd ' '
-r- X (cm) 11centro di carica negativa attrae, per induzione, un’analoga quan­
FIGURA P 2 1 .80
tità di carica positiva che viene distribuita sul terreno sotto alla nulx*.
Risposte alle pause di riflessione 731

II centro di carica e il suolo si 87. I Quali delle curve rappresentate nella Figura P21.87
comportano come le armature di un approssima meglio la forma di una superficie equipotenziale
condensatore carico, con una diffe­ disegnata a metà strada tra il centro di carica e il suolo?
renza di potenziale di circa 4 • lO*^ V.
A. B . ------------ C. D .,
II grande campo elettrico tra questi
due “elettrodi” può ionizzare l’aria, FIGURE P21.87

portando a formare una traiettoria 88. I Qual è la capacità approssimativa del sistema centro di
conduttrice tra nube e suolo. Le cari­ carica + suolo?
che scorreranno lungo questa traietto­ A. 6- I()«F B. 2- 10^ F
ria conduttrice, generando la scarica C. 4- I0"F D. 8 • I0"F
IO km
del condensatore: un fulmine. 89. I Se una carica di 12.5 C viene trasferita da una nube verso
86. I Qual è l’intensità approssima­ il suolo con un fulmine, quale frazione dell’energia imma­
tiva del campo elettrico tra il gazzinata viene dissipata?
centro di carica e il suolo? A. 12% B. 25% C. 50% D. 75%
A. 4- WW/ m +25 C 90. I Se la nube trasferisce tutta la sua carica al suolo mediante
B. 4- lOW/m FIGURA P21.86 diversi fulmini in rapida successione della durata totale di
C. 4 • IO" V/m I s, qual è la potenza media?
D. 4- lOW/m A. I GW B. 2GW C. 5GW D. lOGW

RISPOSTE ALLE PAUSE DI RIFLESSIONE

Pausa di rinessione - Anteprima Capitolo: C. In generale, la Pausa di rifle.ssione 21.3: C. Il protone guadagna velocità per­
conservazione dell’energia stabilisce che il lavoro svolto su un dendo energia potenziale. Esso perde energia potenziale spo­
sistema aumenti la sua energia della stessa quantità del lavoro standosi nella direzione in cui diminuisce il potenziale elettrico.
svolto. Poiché la sola energia che varia per il libro è la sua ener­
Pausa di rifle.ssione 21.4: AV,^ = AV^ > AVj^. Il potenziale di­
gia potenziale gravitazionale, possiamo scrivere questa come W
pende solo dalla distanza dalla carica, non dalla direzione. AV^^
= indicando che i due termini sono uguali. Inoltre, la forza
= 0 Poiché questi punti sono alla ste.ssa distanza.
della mano sul libro punta nella stessa direzione dello sposta­
mento del libro, quindi il lavoro svolto dalla mano è positivo. Pausa di riflessione 21.5: C. E punta “verso il basso,” quindi
Quindi W=AU^>i). V deve diminuire da destra verso sinistra. E è più intenso sulla
sinistra che sulla destra, quindi le linee equipotenziali devono
Pausa di rinessione 21.1: IL Se la carica fosse spostata da 1 a
essere più vicine le une alle altre sulla sinistra.
2 a una velocità costante da una mano, la forza esercitata dalla
mano dovrebbe essere verso sinistra, per opporsi alla direzione Pausa di rifle.ssione 21.6: C. La capacità è una proprietà della
verso destra della forza elettrica sulla carica dovuta alle cariche forma e della posizione degli elettrodi. Essa non dipende dalla
sorgenti. Poiché la forza esercitata dalla mano sarebbe opposta differenza di potenziale o dalla carica.
allo spostamento, la mano dovrebbe compiere un lavoro nef^ati-
Pausa di rifle.ssione 21.7: IL L’energia è ^C(AVc)^. AV^ è co­
vo sulla carica, diminuendo la sua energia potenziale elettrica.
stante, ma C raddoppia quando la distanza viene dimezzata.
Pausa di rine.ssioiie 21.2: C. Se la particella inizia e finisce nel­
lo stesso punto, dove V = 400 V, allora AV= 0 e quindi AK deve
essere anch’esso pari a zero.
ANTEPRIM A
Obiettivo: apprendere come e perché le cariche si muovono attraverso un conduttore in quella che chiamiamo corrente.
Corrente Resistenza e legge di Ohm Potenza elettrica
Il moto delle cariche attraverso un La legge di Ohm mette in relazione la Un asciugacapelli converte energia
conduttore, come i fili che col legano corrente in questa lampadina con la elettrica in energia termica, con.sentendo
queste luci, è chiamato corrente. tensione della batteria e la resistenza della l’uscita di aria calda.
lampadina al passaggio delle cariche.

Impareremo perché la conservazione della Impareremo come calcolare la resistenza Apprenderemo la relazione tra la potenza
corrente assicura che tutte le lampadine di un filo in funzione delle sue dimensioni elettrica e la corrente, la resistenza e la
abbiano una luminosità uguale. e della sua composizione. tensione.

FLA SH BA CK ^
Potenziale elettrico e campo PAUSA DI RIFLESSIONE
elettrico Un elettrone viene rilasciato da
Nella Sezione 21.5, abbiamo appreso il fermo nella posizione indicata dal
collegamento tra il potenziale elettrico e il AVe punto. Successivamente, l’elettrone
campo elettrico. In questo capitolo, si userà
questa connessione per comprendere il perché A. Inizia a muoversi verso destra.
le cariche si muovono nei conduttori. B. Inizia a muoversi verso sinistra.
C. Resta a riposo.
Il campo elettrico punta sempre "verso il 100 V 200 V 300 V
basso", dal potenziale maggiore verso quello
minore, come in questo condensatore a facce
parallele.
22.1 Un modello della corrente 733

22.1 Un modello della corrente


Iniziamo la nostra esplorazione della corrente con un semplice esperimento. FIGURA 22.1 Un condensatore viene
La FIGURA 22.1 a mostra un condensatore a facce parallele carico. Se si col le­ scaricato da un filo metallico.
gano le due armature del condensatore Luna alTaltra con un unico filo metal­ (a)
lico, come mostra la f i g u r a 22.1 b, le armature diventeranno rapidamente
neutre. Diciamo in tal caso che il condensatore è stato scaricato,
11 filo è un conduttore, un materiale attraverso cui la carica si sposta facil­
mente. Apparentemente, Teccesso di carica su un’armatura del condensatore è
in grado di spostarsi attraverso il filo fino all’altra armatura, rendendo neutre
entrambe le armature. Lo spostamento delle cariche attraverso un materiale
viene chiamato una corrente, quindi il condensatore viene scaricato da una Un condensatore a facce
parallele carico.
corrente che passa nel filo di connessione, l^iù tardi in questo capitolo svilup­
peremo un’espressione quantitativa per la corrente, ma per ora è sufficiente La carica totale su ciascuna
ridea semplice di corrente come cariche in movimento. armatura sta diiiìinuendo.
Se osserviamo il condensatore scaricarsi, possiamo vedere altri effetti.
Come mostra la f i g u r a 2 2 .2 , il filo di collegamento si riscalda. Se il filo è molto
sottile, come quello del filamento in una lampadina, il filo diventa abbastanza
caldo da iniziare a emettere luce. Il filo che trasporta la corrente inoltre devia
l’ago di una bussola. Esploreremo la connessione tra le correnti e il magneti­
smo nel Capitolo 24. Per ora, useremo le espressioni “fa scaldare il filo’’ e
“devia l’ago di una bussola’’ come indicatori della presenza di una corrente in
un filo. Possiamo usare la luminosità di una lampadina come indicatore deH'in- Un filo di collegamento
tensità della corrente; più corrente significa una lam padina più luminosa. scarica il condensatore.

FIGURA 22.2 Proprietà di una corrente.

Il Ilio di collegamento diventa caldo. Una lampadina si illumina. Il lilamento L'ago della bussola viene deviato.
della lampadina ò parte dei tìlodi collegamento.

Portatori di cariche
Le cariche che si muovono in una corrente sono chiamate portatori di carica. f i g u r a 22.3 Gli elettroni di conduzione

In un metallo, i portatori di carica .sono gli elettroni. Come mo.stra la f i g u r a in un metallo.


22 .3 , è lo spostamento degli elettroni di conduzione, che sono liberi di muo­ Gli ioni (gli utomi Gii elcUroni ili coniUi/ionc
versi, che forma una corrente - un flusso di carica - nel metallo. Un isolante del melallo senza (geiìeialnienlc uno o due
gli elettroni di per atomo) sono legati ai
non ha que.ste cariche libere e non può trasportare una corrente. Sebbene gli conduzione) solido nel suo insieme, non
elettroni siano i portatori di carica nei metalli, altri materiali possono avere iKCupano jìosizioni a un particolatx' atomo. Kssi
portatori di carica differenti. Per esempio, nelle soluzioni ioniche come l’acqua fisse. sono liberi di muoversi
airinterno del solido.
di mare, il sangue e i fluidi intercellulari, i portatori di carica sono ioni, positivi
c negativi.

Creazione di una corrente Il metallo nel


suo insieme ò
Supponiamo di volere far .scivolare un libro lungo un tavolo fino a un nostro elettricamente
umico. Gli diamo una leggera spinta per far iniziare il suo movimento, ma il neutro.
libro inizierà a rallentare a causa degli attriti non appena allontaniamo la nostra
mano da esso. L’energia cinetica del libro viene trasformata in energia termica,
lu.sciando il libro e il tavolo leggermente più caldi. Il solo modo per mantenere
in movimento il libro a una velocità costante è continuare a spingerlo.
Qualcosa di simile accade con un conduttore. Come abbiamo visto nella
^ SEZ IO N E 2 0 .7 , possiamo usare un campo elettrico per spingere gli elettroni in
un conduttore. Supponiamo di prendere un pezzo di metallo e applicarvi un
734 CAPITOLO 22 Correnti e resistenze

FIGURA 22.4 II moto di un elettrone in campo elettrico, come nella f i g u r a 2 2 .4 . Il campo esercita una forza sugli elet­
un conduttore. troni, ed essi iniziano ad accelerare. Ma gli elettroni non si muovono nel vuoto.
Le collisioni “reini/.ializ/ano” il movimento Le collisioni tra gli elettroni e gli atomi del metallo li rallentano, trasformando
deir elettrone. Dopo la collisione l’elettrone Tenergia cinetica degli elettroni in energia termica del metallo, rendendo il
accelera tino alla collisione successiva.
metallo caldo (ricordiamo che “fa scaldare il filo” è uno dei nostri indicatori di
una corrente). Il moto degli elettroni cesserà a meno che non si continui a spin­
gere. Per mantenere in moto gli elettroni, si deve mantenere un campo elet­
trico. In un campo costante, il moto medio di un elettrone sarà opposto al
campo. Chiamiamo questo moto la velocità di deriva dell’elettrone. Se il
campo va a zero, si annulla anche la velocità di deriva.
Come possiamo avere un campo elettrico all’interno di un conduttore? La
conclusione importante della ◄ ^s e z i o n e 20.6 è stata che E = () aH’interno di un
conduttore in equilibrio elettrostatico. Ma un conduttore con elettroni in movi­
mento attraverso di esso non è in equilibrio elettrostatico. Le cariche sono in
movimento, quindi il campo non può essere nullo.
La FIGURA 22.5 mostra come un filo collegato tra le due armature di un con­
L’elettrone ha uno spostamento totale in
direzione opptìsta al campo elettrico. densatore carico ne provoca la scarica (le armature vengono mostrate per
esteso per rendere più facile vedere il flusso delle cariche). La separazione
FIGURA 22.5 Produzione di una corrente iniziale delle cariche crea una differenza di potenziale tra le due armature.
in un filo. Abbiamo visto nella s e z i o n e 21.5 che ogni volta che c’è una differenza di
Potenziale più alto. potenziale, è presente un campo elettrico che punta nella direzione dal poten­
Poiché il filo è ziale maggiore verso il potenziale minore. Collegando un filo tra le armature si
.....collegato a due
punti a potenziale
stabilisce un campo elettrico nel filo, e questo campo elettrico produce un
diverso ... flusso di elettroni dall’armatura negativa (che ha un eccesso di elettroni) verso
rarrnatura positiva. La differenza di potenziale crea il campo elettrico che
... c’è un campo
elettrico nel filo spinge la corrente nel filo.
che punta dal Mentre la corrente continua, e le cariche fluiscono, le armature si scaricano
potenziale e la differenza di potenziale diminuisce. A un certo punto, le armature saranno
'"maggiore verso il
potenziale
completamente scariche, il che significa che non c’è più differenza di poten­
minore... ziale, né campo elettrico - e quindi non c ’è nemmeno più corrente. Alla fine,
... che spinge E = 0 airinterno del filo conduttore, e si ha una situazione di equilibrio.
gli elettroni
lungo il filo.
Potenziale più basso. Conservazione della corrente
Nella FIGURA 22.6 una lampadina è stata aggiunta al filo collegato alle armature
FIGURA 22.6 Come si comporta la di un condensatore. La lampadina s’illumina mentre la corrente sta scaricando
corrente in A rispetto a quella in B? il condensatore. Come possiamo confrontare la corrente nel punto A con la
corrente nel punto B? Le correnti in questi punti sono le stesse? Oppure una è
maggiore dell’altra?
Si potrebbe pensare che la corrente in B sia minore della corrente in A poi­
ché la lampadina, per potersi illuminare, deve usare una parte della corrente. È
facile mettere alla prova questa previsione: per esempio, potremmo confron­
tare le correnti in A e B misurando di quanto gli aghi di due bussole vengono
deviati in queste posizioni. Qualsiasi test si effettui avremo sempre lo ste.sso
risultato: la corrente nel punto B è esattamente uguale alla corrente nel punto
A. La corrente che lascia una lam padina ha esattam ente Io stesso valore
della corrente che entra nella lampadina.
Questa è un’os.servazione importante, che richiede ulteriori spiegazioni.
Dopotutto, “qualcosa” fa illuminare la lampadina, quindi come mai non osser­
viamo una diminuzione della corrente? Gli elettroni .sono particelle cariche. La
lampadina non può distruggere gli elettroni senza violare entrambe le leggi di
conservazione della massa e della carica. Quindi il numero di elettroni non viene
cambiato dalla lampadina. Inoltre, la lampadina non è in grado di immagazzinare
gli elettroni. Se potesse farlo, la lampadina acquisterebbe una carica sempre più
negativa finché la forza repulsiva fra le cariche dello stesso segno fermerebbe il
flus.so di nuovi elettroni e la lampadina si spegnerebbe. Questo non avviene.
Ogni elettrone che entra nella lampadina deve essere bilanciato con un elettrone
che lascia la lampadina, quindi la corrente in B è la stessa che in A.
Si consideri un’analogia con l’acqua che scorre in una conduttura. Suppo­
niamo di porre una turbina a metà della conduttura in modo che il flusso
22.2 Definizione e descrizione della corrente 735

deH’acqua faccia girare la turbina, come nella f i g u r a 2 2 .7 . L’acqua scorre FIGURA 22.7 L'acqua in un condotto fa
attraverso la turbina. Essa non viene consumata dalla turbina, e il numero di ruotare una turbina.
litri di acqua per minuto che lascia la conduttura è esattamente uguale alla
quantità di acqua che vi entra. Tuttavia, l’acqua deve compiere un lavoro per
far ruotare la turbina, quindi abbiamo una variazione di energia mentre l’acqua
passa attraverso di essa.
Analogamente, la lampadina non “usa” la corrente, ma come nel caso della
turbina, essa usa l’energia. L’energia viene dissipata attraverso frizioni a
livello atomico mentre gli elettroni si muovono lungo il filo, rendendo il filo
La quantità d'acqua che lascia la turbina è
caldo finché, nel caso del filamento della lampadina, e.sso si illumina. uguale alla quantità d'acqua che entra; il
Ci sono molti altri aspetti che avremo bisogno di esaminare, ma per ora numero di elettroni che lasciano la lampadina
possiamo giungere a una prima conclusione importante: è uguale al numero di elettroni che entrano.

Legge della conservazione della corrente La corrente è la stessa in Flusso di


tutti i punti di un filo percorso da una corrente. elettroni

ESEMPIO CONCETTUALE 22.1 Quale lam padina è più lu m in osa?


Un condensatore che si sta scaricando f i g u r a 22.8 Due lampadine accese
illumina due lampadine identiche, come dalla corrente dovuta alla scarica di un
mostrato nella f i g u r a 2 2 .8 . Confron- condensatore,
tiamo la luminosità delle due lampadine.
S P IE G A Z IO N E La corrente è conser­
vata, quindi qualsiasi sia la corrente che
scorre attraverso la lampadina 1, questa
deve passare anche attraverso la lam­
padina 2. Le correnti nelle due lampa­
dine sono uguali. Avevamo notato che
la luminosità di una lampadina è pro­ FIGURA 22.9 Cariche negative e positive
porzionale alla corrente che vi scorre. si muovono in direzioni opposte
Poiché le lampadine sono identiche e generando la stessa corrente.
trasportano correnti uguali, allora la loro Questa armatura si scarica quando le cariche
luminosità dev’essere la stessa. negative entrano in essa e neutralizzano
le cariche positive.
V E R IF IC A Questo risultato è sensato in termini di quello che abbiamo visto circa la
conservazione della corrente. Nessuna carica viene “consumata” da ciascuna delle
lampadine.

22.2 Definizione e descrizione della


corrente
Come abbiamo visto, la corrente in un metallo è formata da elettroni che si
muovono da un potenziale elettrico minore verso un potenziale maggiore, in
direzione opposta al campo elettrico. Ma, come mostra la f i g u r a 2 2 .9 , un con­
densatore si scarica esattamente nello stesso modo se si considera la corrente
formata da cariche negative che si muovono in direzione opposta al campo o
da cariche positive che si muovono nella stessa direzione del campo. In gene­ Questa armatura si scarica quando le
rale, per qualsiasi circuito, la corrente è nella stessa direzione indipendente­ cariche positive entrano in essa c
mente da quale di queste due prospettive si scelga. Quindi adotteremo la neutralizzano le cariche negative.
convenzione che la corrente è il flusso delle cariche positive. Tutti i nostri
FIGURA 22.10 La corrente /.
calcoli saranno esatti, e tutti i nostri circuiti funzioneranno perfettamente, con
La corrente / è dovuta al moto delle
questa convenzione sulla corrente che fluisce nella stessa direzione delle cari­ cariche in un campo elettrico.
che positive.

Definizione di corrente \J® ®3 ® J


Poiché il coulomb è nel sistema internazionale l’unità di misura della carica, e
Immaginiamo una sezione trasversale
poiché le correnti sono cariche in movimento, definiamo la corrente come il nel filo attraverso la quale passano le
flusso, in coulomb per secondo, della carica che si muove attraverso un filo. La cariche. In un tempo Ar, una carica
I q si muove attraverso questa sezione.
-»I0URA 22.10 mostra un filo in cui il campo elettrico è E. Questo campo elettrico
736 CAPITOLO 22 Correnti e resistenze

produce il moto delle cariche lungo il filo. Poiché stiamo considerando la cor­
rente come il moto delle cariche positive, il movimento avviene nella direzione
del campo.
La velocità di flusso delfacqua in un condotto misura la quantità d’acqua
che passa attraverso la sezione trasversale del condotto in un secondo. Usiamo
una convenzione simile per la corrente. Come illustrato nella Figura 22.10,
possiamo misurare la quantità di carica Ar/ che passa attraverso una sezione
trasversale di un filo in un intervallo di tempo A/. Definiamo allora la corrente
nel filo come

/= Ai ( 22. 1)
A/
Dctìni/.ionc di corrente

La direzione della corrente in un filo è dal potenziale più alto a quello più
basso o, equivalentemente, nella direzione del campo elettrico E. Nel SI l’u­
nità per la corrente è basata sulle unità di carica e tempo secondo l’Equazione
22.1. La corrente viene misurata in coulomb per secondo, che definiremo come
ampere, abbreviato in A:

1 ampere = 1 A = 1 coulomb per secondo = 1 C/s


Le correnti domestiche sono tipicamente di «1 A. Le correnti più deboli
presenti nei dispositivi elettronici vengono tipicamente misurate in milliam-
pere ( 1 mA = 10^^ A) o microampere ( 1 /lA = 10 A).
Per una corrente continua, che sarà il nostro argomento principale di studio,
la quantità totale di carica fornita da una corrente / durante f intervallo di
tempo A/ è
q = I It ( 22. 2)

ESEMPIO 22.2 Flusso di cariche in una lam padina


Una lampadina da 100 W è percorsa da una corrente di 0.83 A. verso la lampadina rappresenta un buon controllo del concelU)
Quanta carica scorre nella lampadina in 1 minuto? di conservazione della corrente. Se anche solo una minuscola
S O L U Z IO N E Secondo l’Equazione 22.2, la carica totale che frazione di carica restasse nella lampadina, essa acquisterebbe
.scorre attraverso la lampadina in I min = 60 s è. una carica molto grande. Per raffronto, un generatore di Van de
Graaff sviluppa un potenziale di diverse centinaia di migliaia
q = ^ ^ t = (0.83 A)(60 s) = 50 C di volt a causa di un eccesso di carica di appena pochi pC,
un deci-milionesimo della carica che scorre in 1 minuto nella
V E R IF IC A La corrente corrisponde a un flusso di poco inferiore
lampadina. Le lampadine non acquistano alcuna carica, quindi
a 1C per secondo, quindi i nostri calcoli sembrano ragionevoli,
la corrente all’ingresso e all’u.scita della lampadina dev’essere
ma il risultato è ancora in qualche modo .sorprendente. Si tratta
esattamente la stessa.
di una carica molto grande! L’enorme carica che scorre attra­

Conservazione della corrente in un nodo


FIGURA 22.11 La prima legge di La FIGURA 22.11 mostra un filo che si divide in due e due fili che si fondono in
Kirchhoff (legge dei nodi) uno. Un punto dove un filo si divide in più diramazioni viene chiamato un
nodo. La presenza di un nodo non cambia la proprietà che una corrente si
conserva. Non possiamo creare o distruggere cariche nel filo, e neppure pos­
siamo immagazzinarle nel nodo. Il flusso degli elettroni che entrano in uno o
più fili deve essere esattamente bilanciato dal flusso degli elettroni che e.scono.
Per un nodo, la legge di con.servazione della carica richiede che
E/ = S/ (22.3)
dove, come al solito, il simbolo E significa “la somma di.”
Quest’enunciato fondamentale di conservazione - che la somma delle cor­
renti che entrano in un nodo eguaglia la somma delle correnti che ne escono - è
chiamata prima legge di Kirchhoff o legge dei nodi. La legge dei nodi non
è una nuova legge della fisica; essa è una conseguenza della conservazione
della carica.
22.3 Batterie e fem 737

ESEMPIO 22.3 Correnti in un nodo


Quattro fili hanno cor- FIGURA 22.12 II nodo con cinque due somme. La corrente incognita è quella richiesta per rendere
Tenti come indicato nella hli- “bilanciate” le correnti entranti e uscenti.
FIGURA 22.12 . Quali sono 3 ^^ S O L U Z IO N E Due dei fili hanno correnti entranti nel nodo:
la direzione e il valore
della corrente nel quinto 2/^^ = 3 A-f-4 A = 7 A
filo? Due dei fili hanno correnti uscenti dal nodo:
IM P O S T A Z IO N E Questo
S7out = 6 A - f 2 A = 8A
è un problema di conser­
vazione della corrente. Per conservare la corrente, il quinto filo deve essere percorso
Calcoliamo la somma da una corrente di 1 A entrante nel nodo.
delle correnti che entrano V E R IF IC A Se la corrente incognita è 1 A entrante nel nodo,
nel nodo e la somma delle abbiamo una corrente entrante totale di 8 A, esattamente quello
correnti che escono da che è necessario per bilanciare la corrente uscente.
esso, poi confrontiamo le

PAUSA DI RIFLESSIONE 22.1 La scarica di un condensatore illumina tre lam­


padine. Confrontando la corrente nelle lampadine 1 e 2, possiamo dire che
A. La corrente nella lampadina
1 è maggiore della corrente
nella lampadina 2.
B. La corrente nella lampadina
1 è minore della corrente
nella lampadina 2.
C. La corrente nella lampadina
1 è eguale alla corrente nella
lampadina 2.

22.3 Batterie e fem


Ci sono dispositivi pratici, come il flash di una macchina fotografica, che uti­ FIGURA 22.13 C'è una corrente nel filo
lizzano la carica di un condensatore per generare una corrente. Ma il flash di che collega i terminali di una batteria.
una macchina fotografica genera un unico, brillante lampo luminoso; il con­ Batteria
densatore si scarica e la corrente cessa. Se vogliamo che una luce illumini il
nostro cammino lungo un percorso buio, abbiamo bisogno di una sorgente
luminosa continua come una torcia elettrica. La luce continua richiede che
anche la corrente sia continua.
La FIGURA 22.13 mostra un filo che collega i due terminali di una batteria, pro­
prio come il filo che collegava le armature del condensatore nella Figura 22.1.
Proprio come quel filo, il filo che collega i terminali della batteria diventa caldo,
devia Pago di una bussola, e rende luminosa una lampadina inserita nel circuito.
Questi indicatori ci dicono che le cariche scorrono attraverso il filo da un termi­
nale alfaltro. La corrente nel filo è la stessa indipendentemente dal fatto che essa
venga generata da un condensatore o una batteria. Tutto quello che abbiamo
appreso fino ad ora circa la corrente si applica altrettanto bene alla corrente for­
nita da una batteria, con una differenza importante - la durata della corrente.
11 filo collegato ai terminali della batteria continua a deviare Lago di una bus-
%c)la e continua a rendere luminosa la lampadina. 11 condensatore rapidamente un condensatore <:he si
perde feccesso di carica, ma la batteria può mantenere le cariche in movimento. sta scaricando.
Come fa una batteria a produrre e a mantenere questo movimento di carica?
Una batteria reale coinvolge una serie di reazioni chimiche, ma la f ig u r a 22.14
fiK)stra un semplice nKxlello di una batteria che illustra il movimento delle cariche.
Il funzionamento interno di una batteria agisce come una scala mobile di cariche
ITU i due terminali. Le cariche sono rimosse dal tenni naie negativo e “sollevate” al
Icnninale positivo. E quindi la scala mobile di cai iche che sostiene la corrente nel
filo producendo un rifornimento continuo di cariche al terminale positivo.
Una volta che una carica raggiunge il terminale positivo, essa è in grado di
correre verso il potenziale minore lungo il filo sotto forma di corrente elettrica
738 CAPITOLO 22 Correnti e resistenze

FIGURA 22.14 II modello a scala mobile finché raggiunge il terminale negativo. La scala mobile di cariche allora sol­
di cariche di una batteria. leva la carica di nuovo verso il terminale positivo dove può iniziare di nuovo
La carica “cade verso il basso” attraverso il un altro giro. Questo flusso di carica in un percorso ad anello continuo è quello
filo, ma il moto può essere sostenuto grazie che chiamiamo un circuito completo.
La scala mobile di cariche nella batteria dev’essere alimentata da qualche
sorgente esterna di energia. Questa solleva gli elettroni “verso Talto” contra­
stando l’azione del campo elettrico. Una batteria è formata da sostanze chimi­
che, chiamate elettroliti, che sono poste tra due elettrodi composti di materiali
diversi. L’energia per spostare le cariche proviene dalle reazioni chimiche tra
gli elettroliti e gli elettrodi. Queste reazioni chimiche separano le cariche spo­
stando gli ioni positivi verso un elettrodo e gli ioni negativi verso l’altro. In
altre parole, le reazioni chimiche trasportano la carica da un elettrodo all’altro,
comportandosi in pratica come un nastro trasportatore.
Quando una batteria produce una corrente in un circuito, le reazioni che
fanno funzionare la scala mobile di cariche esauriscono le sostanze chimiche
nella batteria. Una batteria si esaurisce quando si esauri.scono le sostanze chi­
miche e, di con.seguenza, si esaurisce la fornitura di energia chimica. Alcuni
tipi di batteria si possono “ricaricare” forzando il passaggio di una corrente a
La scala mobile di cariche “solleva” la carica partire dal terminale positivo, invertendo le reazioni chimiche che muovono le
dal terminale negativo al terminale positivo. La cariche, quindi rifornendo le sostanze chimiche e immagazzinando l’energia
carica q guadagna un’energia \U - come energia chimica.
Con la separazione della carica, la scala mobile di cariche stabilisce la dif­
ferenza di potenziale tra i terminali della batteria mostrata nella Figura
22.14. La differenza di potenziale stabilita in un dispositivo, come nel caso di
una batteria, che è in grado di separare attivamente la carica è chiamata la sua
forza elettromotrice, abbreviata in fem. 11 simbolo della fem è E, una E in
corsivo, e la sua unità di misura è il volt.
I generatori elettrici, le fotocellule e gli alimentatori usano altri mezzi per
.separare la carica, ma per il resto funzionano in modo molto simile a una batteria.
La caratteristica comune a tutti questi dispositivi è che essi usano alcune sorgenti
di energia per separare la carica e, quindi, per generare una differenza di poten­
ziale: essi generano una fem. Al contrario, un condensatore immagazzina cariche
separate, ma non ha alcuno strumento per separare le cariche. Quindi un conden-
.satore carico ha una differenza di potenziale ma non una fem.
Un predatore "fo lg o ra n te " HO La
II valore nominale di una batteria, come ad esempio 1.5 V, è la fem della batteria.
torpedine (detta anche “razza elettrica”)
cattura e mangia i pesci paralizzandoli con Esso è determinato dalle specifiche reazioni chimiche che avvengono all’interno
relettricità. Come vedremo nel Capitolo 23, della batteria. Una batteria alcalina ha una fem di 1.5 V; una batteria ricaricabile al
le cellule nel corpo usano energia chimica nichel-metallo idmro (NiMH) ha una fem di 1.2 V. Valori maggiori di fem .sono
per separare le cariche, proprio come in generati u.sando diverse “celle” più piccole in serie, in i i k x I o molto simile all’andare
una batteria. Speciali cellule nel corpo della
dal primo al quarto piano di un edificio prendendo tre diverse scale mobili.
torpedine chiamate elettrociti producono,
quando stimolate, una fem di poco superiore Una batteria che non produce corrente ha una differenza di potenziale
a 0.10 V per un breve lasso di tempo. eguale alla sua fem. Con la produzione di una corrente, la differenza di poten­
Questa piccola fem da sola non produce un ziale della batteria è lievemente minore della fem. Nel seguito trascureremo
grande effetto, ma la torpedine ha organi questa piccola differenza e assumeremo A = £,
che contengono gruppi di centinaia di questi
elettrociti collegati in serie. La fem totale
può essere di 50 V o superiore, sufficiente E SE M P IO CON CETTU ALE 22.4 Differenza di potenziale per batterie in serie
per immobilizz.are una preda vicina. Tre batterie .sono collegate una dopo l’altra FIGURA 22.15 Tre batterie in serie,
come illustrato nella FIGURA 22.15; in questo
caso diciamo che sono collegate in serie. Qual
è la differenza di potenziale totale?
Batteria 3
SPIEGAZIONE Possiamo pensare questa con­
figurazione come equivalente a tre .scale mobili
di cariche, poste una dopo l’altra. Ciascuna
solleva le cariche a un potenziale maggiore. Batteria 2
Poiché ogni batteria aumenta il potenziale di
1.5 V, la differenza di potenziale totale delle tre
batterie in serie è 4.5 V.
Batteria 1
22.4 Collegamento tra potenziale e corrente 739

V E R IF IC ALe comuni batterie di tipo AA e AAA sono batterie da 1.5 V. La maggior


parte dell’elettronica di consumo, come ad esempio le macchine fotografiche digi­
tali, usano due o quattro di queste batterie. I fili all’interno del dispositivo collegano
le batterie in serie per produrre una differenza di potenziale totale di 3.0 V o 6.0 V.

PAUSA DI R IF L E SSIO N E 22.2 Una batteria produce una


corrente in un filo. Mentre la corrente continua a fluire, +
quale delle seguenti quantità (forse più di una) diminuisce? t:
A. La carica positiva della batteria
B. La fem della batteria
C. L’energia chimica della batteria

22.4 Collegamento tra potenziale e


corrente
Una conclusione importante del modello della scala mobile di cariche è che
una batteria è una sorgente di differenza di potenziale. Come mostra la
FIGURA 22.16, quaiido le cariche scorrono attraverso un filo che collega i termi­
nali della batteria, questa corrente è una conseguenza della differenza di poten­
ziale della batteria.
Poiché le estremità del filo sono collegate ai terminali della batteria, la dif­
ferenza di potenziale tra i due estremi del filo è uguale alla differenza di poten­
ziale tra i terminali della batteria:
AVL,
filo
= A Khot (22.4)
Questa differenza di potenziale produce una corrente nella direzione decre­
scente del potenziale.

FIGURA 22.16 II Cam po elettrico e la corrente alTinterno di un filo.


I. La scala mobile di cariche
mantiene una differcn/u
(Il potenziale costante
Kii - ^tra i terminali 2. La differenza di potenziale produce
(Iella batteria. un campo elettrico alLinterno del filo.

3. li camino elettrico spinge •*"


le cariche attraverso il (ilo nella
direzione del potenziale minore,
creando una corrente.

PAUSA DI R IF L E SSIO N E 22.3 Nella Figura 22.16 il filo viene cambiato con
uno nuovo, conducendo a un aumento di corrente nel filo. Confrontando con
il filo originale, la differenza di potenziale attraverso le estremità di questo
nuovo filo è
A. Maggiore. B. Minore. C. Uguale.

Resistenza
La Figura 22.16 spiega la direzione della corrente in un filo collegato tra i
Icrminali di una batteria. La f i g u r a 22.17 mostra una serie di esperimenti per
740 CAPITOLO 22 Correnti e resistenze

FIGURA 22.17 I fattori che influiscono determinare quali fattori innuiscono sul valore della corrente. Gli esperimenti
sulla corrente in un filo. mostrano che ci sono due fattori che determinano la corrente: la differenza di
(a) Variazione del potenziale potenziale e le proprietà del filo.
La Figura 22.l7a mostra che aggiungendo una seconda batteria in serie
aumenta la corrente, come ci saremmo aspettati. Una differenza di potenziale
maggiore genera un campo elettrico maggiore che spinge le cariche più rapida­
mente attraverso il filo. Misurazioni accurate mostrerebbero che la corrente / è
proporzionale a
Le Figure 22.17b e 22.17c illustrano le due proprietà del filo che influen­
zano la corrente: le dimensioni e il materiale di cui è composto il filo. La
Aggiungendo una..... *’
seconda batteria la Figura 22.l7b mostra che aumentando la lunghezza del filo diminui.sce la
corrente aumenta. corrente, mentre aumentando lo spessore del filo aumenta la corrente. Ciò
(b) Variazione della dimensione del filo sembra ragionevole in quanto dovrebbe essere più difficile spingere le cari­
che attraverso un filo lungo rispetto q uno corto, e un campo elettrico
dovrebbe essere in grado di spingere più cariche attraverso un filo grosso
rispetto a uno più sottile. La Figura 22.17c mostra che i fili costituiti da mate­
riali differenti trasporteranno correnti differenti: alcuni materiali sono
migliori conduttori di altri.
Per un qualsiasi filo dato, possiamo definire una quantità chiamata resi­
Filo lungo e stretto. stenza che è la misura di quanto è difficile spingere le cariche attraverso il filo
corrente grande. coiTcnte piccola. considerato. Si u.sa il simbolo R per la resistenza. Una grande resistenza implica
(c) Variazione della composizione del filo che è difficile muovere le cariche attraverso il filo; in un filo con una resistenza
Ferro minore, le cariche si muovono molto più facilmente. La corrente nel filo
dipende dalla differenza di potenziale tra le estremità del filo e dalla
resistenza R del filo.*

/= (22.3)
R
Stabilendo una differenza di potenziale A tra le estremità di un filo di resi­
Un filo di rame trasporta una corrente stenza R si genera un campo elettrico che, a sua volta, produce una corrente
maggiore rispetto a un (ilo di ferro I= nel filo. Come previsto, a una resistenza minore corrisponde una
delle stes.se dimensioni.
corrente maggiore.
Possiamo pensare alTEquazione 22.5 come la definizione della resistenza.
Se una differenza di potenziale genera una corrente / in un filo, la resi­
stenza nel filo è
AVh,o
R= ( 22. 6 )
/
Nel sistema internazionale Punità di misura della resistenza è Fohm, definito
come

I ohm = I n = I V/A

Dove I I è la lettera greca maiuscola omega. L ’unità prende il suo nome dal
fisico tedesco Georg Ohm. L ’ohm è Punità di misura fondamentale della resi­
stenza, sebbene il kilohm(l k i ì = IO- lì) e il megaohm (I M l ì = lO^’lì) siano
largamente utilizzati.

ESEMPIO 22.5 Resistenza di una lam padina


L’elemento che risplende in una lampadina a incandescenza è il filamento, un lungo
e sottile filo di tungsteno che si scalda quando viene attraversato da una corrente
elettrica. Quando viene collegata a una presa di corrente a 120 V, una lampadina da i
60 W viene percorsa da una corrente di 0.50 A. Qual è la resistenza del filamento :
nella lampadina?
SOLUZIONE Possiamo usare l’Equazione 22.6 per calcolare la resistenza:
AV« 120 V
/^ = - filo = 240 lì
/ 0.50 A A
VERIFICA Come vedremo più avanti, la resistenza del filamento varia con la tempe­
ratura. Questo valore resta valido per la lampadina solo quando sta emettendo luce
e il filamento è caldo.
22.4 Collegamento tra potenziale e corrente 741

Resistività TABELLA 22.1 Resistività dei materiali


La Figura 22.1 le mostra che la resistenza di un filo dipende dal materiale di cui Resistività
Materiale (lì •m)
ò composto. Possiamo definire una quantità detta resistività, per la quale usiamo
il simbolo p (la lettera greca minuscola rho), per caratterizzare le proprietà elet­ Rame 1.7* 10 «
triche dei materiali. I materiali che sono buoni conduttori hanno una bassa resi­ Alluminio 2.7- 10«
stività; i materiali che sono cattivi conduttori (e quindi che .sono buoni isolanti) Tungsteno (20°C) 5.6- 10 «
hanno un’alta resistività. La resi.stività p ha come unità di misura lì*m. La resi­ Tungsteno ( 150()°C) 5.0* 10"^
stività di alcuni materiali comuni è riportata nella Tabella 22.1. Ferro 9.7* 10 «
1 metalli .sono generalmente buoni conduttori (e quindi hanno una bassa Nichel-cromo 1.5* 10^’
resistività), ma i metalli come il rame sono migliori conduttori dei metalli Acqua di mare 0.22
come il nichel-cromo, una lega di nichel e cromo che viene usata per fare fili Sangue (media) 1.6
per riscaldare. L ’acqua è un cattivo conduttore, ma i sali disciolti nell’acqua di Muscoli 13
mare producono degli ioni che possono trasportare la carica, quindi l’acqua di Grasso 25
mare è un buon conduttore, con una resistività un milione di volte minore di Acqua pura 2.4- nr
quella deH’acqua pura. Il vetro è un’eccellente isolante con una resistività Membrana cellulare 3.6- \iV
maggiore di 1()‘‘^(l*m, pari a 10*’ volte quella del rame.
La resistività di un materiale dipende dalla temperatura, come possiamo
vedere dai due valori riportati per il tungsteno nella Tabella 22.1. A ll’aumen-
tare della temperatura, aumentano le vibrazioni termiche degli atomi. Questo li
rende “ber.sagli maggiori” per gli elettroni in movimento, provocando colli­
sioni più frequenti. Quindi la resistività di un metallo aumenta all’aumentare
della temperatura.
La resistenza di un filo dipende sia dalla resistività del materiale di cui è
fatto, sia dalle dimensioni del filo. Un filo fatto di un materiale con resistività
p, di lunghezza L e sezione trasversale A, ha una resistenza

pL K
R= — (22.7) I
A P^35
Resistenza di un filo in funzione L .
PR0P0A21ONAIÌ INVERSAMENTE
della resistività e delle dimensioni. PROPORZIONALE

La resistenza è una proprietà di un filo specifico o di un conduttore poiché


dipende dalla lunghezza del conduttore, dal diametro e dalla resi.stività del
materiale di cui è composto.
01333 ► È importante distinguere tra resistività e resistenza. La resistività è
una proprietà del materiale, non di una particolare parte di esso. Tutti i fili
di rame (alla .stes.sa temperatura) hanno la stessa resistività. La resistenza
caratterizza uno specifico pezzo del conduttore avente una ben definita ge­
ometria. Un filo di rame corto e spe.sso ha una resistenza minore di un filo
lungo e .sottile. La relazione tra resistività e resistenza è analoga a quella tra
densità e massa. <

ESEMPIO 22.6 Lunghezza del filam ento di una lam padina


Abbiamo calcolato neH’Esempio 22.5 che una lampadina da 60 W ha una resistenza
di 240 n. Alla temperatura operativa del filamento di tungsteno, la resistività è
appro.ssimativamente 5.0 • 10’’ il*m. Se il filo usato per fare il filamento ha un
diametro di 0.040 mm (un valore tipico), quanto deve essere lungo il filamento?
IM P O S T A Z IO N E La resistenza di un filo dipende dalla sua lunghezza, dalla sezione
trasversale e dal materiale di cui esso è composto.
S O L U Z IO N E La .sezione trasversale del filo è A = ttF = tt (2.0 • 10“^ m)^ = 1.26 •
IO"’ m^. Riscrivendo l’Equazione 22.7 troviamo che il filamento deve essere lungo Spirali di spirali Una vista ravvicinala del
AR (1.26 • 10~^m2)(240 il) filamento di una lampadina mostra che essa
= 0.60 m è composta da fili mollo sottili avvolti a
5.0 • \0 -U ìu n
spirale che vanno poi a formare una spirale
V E R IF IC A Questo filo è piuttosto lungo. Questo risultato può sembrare sorpren­ più grande. Questa struttura a doppia spirale
dente, ma alcune riflessioni mostrano che esso è ragionevole. La resistività del tung­ si rende necessaria per alloggiare filamenti
steno è bassa, quindi il filamento deve essere piuttosto sottile e lungo. molto lunghi nello spazio molto ristretto del
bulbo di una lampadina.
742 CAPITOLO 22 Correnti e resistenze

ESEMPIO 22.7 Costruzione di un riscaldatore


Un astrofilo usa un riscaldatore per scaldare Toculare del suo telescopio affinché
Tumidità non lo appanni. Il riscaldatore è composto da un filo di nichel-cromo lungo
20 cm e di diametro 0.50 mm che viene avvolto attorno all’oculare. Quando il filo
viene collegato a una batteria da 1.5 V, qual è la corrente nel filo?
IM P O S T A Z IO N E La corrente nel filo dipende dalla fem della batteria e dalla resi­
stenza del filo. La resistenza del filo dipende dalla resistività del nichel-cromo,
riportata nella Tabella 22.1, e dalle dimensioni del filo. Convertendo in metri, le
dimensioni rilevanti del filo sono L = 0.20 m e r = 2.5 • lO"^ m.
S O L U Z IO N E La resistenza del filo è
pL pL (1.5 • 10 ^Ml-m)(0.20m)
= 1.53 n
7t(2.5 IO ■*m)^
Il filo viene collegato ad una batteria, quindi = AV^^^ = 1.5 V. La corrente nel
filo è
AV,filo 1.5 V
/=- = 0.98 A
R 1.53(1
V E R IF IC A La fem della batteria è bassa, ma anche la resistenza del filo, quindi que­
sta è una corrente ragionevole, abbastanza alta per scaldare il filo e l’oculare.

Misure elettriche di proprietà fisiche


La misura della resistenza è piuttosto semplice. Poiché la resistenza dipende
sensibilmente dalle proprietà dei materiali, una misura di resistenza può essere
una semplice ma efficace sonda di altre quantità di interes.se. Per esempio, la
resi.stività delPacqua dipende fortemente dalle so.stanze in essa disciolte,
quindi è facile fare un test veloce sulla purezza delPacqua facendo una misura
di resistività.

ESEMPIO CONCETTUALE 22.8 Test di potabilità dell'acqua


Una casa ottiene la sua acqua potabile da un pozzo che ha un a questo sono in grado di consentire un rapido controllo sulla
problema intermittente con la .salinità. Prima che l’acqua venga purezza dell’acqua.
pompata e usata all’interno della ca.sa, essa viene fatta passare
tra due elettrodi nel circuito mo.strato nella FIGURA 22.18. La FIGURA 22.18 U n circu ito per an alizzare l'acq u a.
corrente, passando attraverso l’acqua, viene misurata. Cosa La batteria ha una Un amperometro
corrisponde a un aumento di salinità - un aumento o una dimi­
nuzione della corrente?
S P IE G A Z IO N E Un aumento di salinità provoca una riduzione
della resistività dell’acqua. Questa diminuzione provoca una
riduzione nella resistenza tra i due elettrodi. La corrente è
inversamente proporzionale alla resistenza, quindi ciò conduce
a un aumento nella corrente.
V E R IF IC A Un aumento della salinità implica più ioni nella
.soluzione e quindi più carica trasportata, quindi un aumento
di corrente come ci si poteva aspettare. Sistemi elettrici simili

I diversi tessuti nel corpo hanno diverse resistività, come riportato nella
Tabella 22.1. Per esempio, il gras.so ha una resistività maggiore dei muscoli. Di
conseguenza, un test di routine per stimare la percentuale di grasso nel corpo
di una persona si basa sulla misura della resistenza del corpo, come illustrato
nella foto alPinizio di questo capitolo. Una resistenza maggiore del corpo
significa una maggiore percentuale di grasso.
Misure più accurate della resi.stenza possono fornire informazioni diagno­
stiche più dettagliate. Il passaggio di una piccola corrente tra la coppia di elet­
trodi ai lati opposti del torace di una persona consente una misura della
resistenza del tessuto sottostante, una tecnica conosciuta come tomografìa ad
impedenza elettrica. (L’impedenza è simile alla resistenza, ma viene anche
applicata ai circuiti a corrente alternata, che studieremo nel Capitolo 26.) La
FIGURA 22.19 mostra un’immagine del torace di un paziente generata misurando
la resistenza tra molte coppie di elettrodi. L’immagine mostra la variazione
della resistenza tra due misurazioni .successive; la resistenza decrescente é
22.5 La legge di Ohm e i circuiti con resistenze 743

mostrata in rosso, la resistenza crescente è in blu. Questa immagine è stata FIGURA 22.19 BIO Una mappa di
creata durante la fase di riposo del cuore, quando il sangue stava lasciando i impedenza elettrica che mostra la
polmoni ed entrando nel cuore. 11 sangue è un migliore conduttore dei tessuti sezione trasversale del torace di un
del cuore e dei polmoni, quindi il moto del sangue diminuisce la resistenza del paziente in salute.
cuore e aumenta quella dei polmoni. Questo paziente era in salute, ma in un Polmoni
paziente con problemi circolatori qualsiasi deviazione del flusso normale del
sangue condurrebbe a una figura anomala della resistenza che sarebbe rivelata
in questo tipo di immagine.

PAUSA DI RIFLESSIONE 22.4 Un filo collegato ai terminali di una batteria è


percorso da una corrente. 11 filo viene rimosso e allungato, diminuendo la sua
sezione trasversale e aumentando la sua lunghezza. Quando il filo viene ricol­
legato alla batteria, la conente è
A. Maggiore della corrente originale.
B. Uguale alla corrente originale. Cuore
C. Minore della corrente originale.

22.5 La legge di Ohm e i circuiti con


resistori
La relazione tra la differenza di potenziale attraverso un conduttore e la cor­
rente passante attraverso di esso che abbiamo visto nella sezione precedente è
stata dedotta per la prima volta da Georg Ohm ed è conosciuta come la l e g g e
di Ohm:

AV /
/= • ( 22. 8)
R
Legge di Ohm per un conduttore
di resistenza R
p.35 ,
- AV
PR0P0«2K>NALE
L.
INVERSAMENTE
PROfORZIONAlE

Se sappiamo che in un filo di resistenza R passa una corrente /, possiamo cal­


colare la differenza di potenziale tra le estremità del filo come A V = IR.
A dispetto del suo nome, la legge di Ohm non è una legge di natura. Essa si
limita a quei materiali la cui resistenza R rimane costante - o approssimativa­
mente costante - durante fuso. 1 materiali per i quali è valida la legge di Ohm
sono chiamati o h m i c i . La figura 2 2 . 2 0 mostra che la corrente che passa attra­ fi gura 2 2 . 2 0 Grafico della corrente in

verso un materiale ohmico è direttamente proporzionale alla differenza di funzione della differenza di potenziale
potenziale; raddoppiando la differenza di potenziale si raddoppia anche la cor­ per un conduttore con resistenza H.
rente. Questa è una relazione lineare, e la resistenza R può essere determinata La corrente è direttamente
dalla pendenza del grafico.
Altri materiali e dispositivi sono n o n o h m i c i , nel senso che la corrente che
passa attraverso il dispositivo non è direttamente proporzionale alla differenza
di potenziale. Due importanti esempi di dispositivi non ohmici sono le batterie,
dove AV = £ viene determinata dalle reazioni chimiche, indipendentemente da
/, e i condensatori, dove, come apprenderemo nel Capitolo 26, la relazione tra
/ e AUè molto differente da quella di una resistenza.
h'MM ►La legge di Ohm si applica solamente a dispositivi resistivi come
i fili o i filamenti delle lampadine. Non si applica a dispositivi non ohmici
come le batterie e i condensatori. <

Resistori
La parola “resistenza” può avere una connotazione negativa - chi ha bisogno di
qualcosa che rallenta le cariche e sottrae energia? In alcuni casi la resistenza è
indesiderabile. Ma in molti altri casi, gli elementi del circuito sono concepiti per
avere una certa resistenza per motivi molto pratici. Chiameremo questi elementi
del circuito r e s i s t e n z e o r e s i s t o r i . Ci sono alcuni tipi di resistenze che saranno
molto importanti quando inizieremo a guardare in dettaglio i circuiti elettrici.
744 CAPITOLO 22 Correnti e resistenze

ESEMPI DI RESISTENZE

1 //
Resistori Resistere foto-sensibile

Elementi riscaldanti Elementi nei circuiti Elementi nei sensori


Mentre le cariche si spostano attraverso AH’interno di molti dispositivi elettronici Un resi.storc, la cui resistenza cambia in
un filo resistivo, la loro energia elettrica c’è un circuito con molti piccoli cilindri. funzione di una variazione in ciò che lo
viene trasformata in energia termica, Questi cilindri sono resistori che aiutano circonda, può essere utilizzato come un
scaldando il filo. 1 fili in un tostapane, a controllare le correnti e i voltaggi nei sensore. La resistenza di questo .sensore
quelli nel vetro posteriore di un’auto, circuiti. Le bande colorate sui resistori crepuscolare cambia quando inizia a
usati per sbrinare, e quelli di un forno indicano i valori della loro resistenza. esserci la luce del giorno. Un circuito
elettrico, sono tutti e.scmpi pratici di rileva questo cambiamento e spegne le
questo riscaldamento elettrico. luci durante il giorno.

ESEMPIO CONCETTUALE 22.9 La variazione di corrente in un tostapanei


Quando si preme la leva in un tostapane, un interruttore collega i fili che servono per i
scaldare a 120 V. I fili sono inizialmente freddi, ma la corrente nei fili alza la tem- i
peratura finché essi non .sono caldi abbastanza da iniziare a emettere luce. Quando i
fili si scaldano, come cambia la corrente nel tostapane?
SPIEGAZIONE Mentre il filo si scalda, la sua resistività aumenta, come abbiamo i
appreso precedentemente, quindi la resistenza dei fili aumenta. Poiché la differenza
di potenziale resta la stessa, un aumento della resistenza provoca una diminuzione ,
della corrente. La corrente attraverso un tostapane è maggiore quando viene iniziai- i
mente acceso.
VERIFICA Questo risultato ha senso. Quando la temperatura dei fili aumenta, la cor-
rente diminuisce. Questo rende il sistema stabile. Se, invece, la corrente aumentasse j
all’aumentare della temperatura, le temperature alte possono portare a una maggiore ,
corrente, conducendo a temperature più alte, e il tostapane potrebbe sovra-riscal- j
darsi. i

Analisi di un circuito sem plice


La FIGURA 22 .2 ia mostra come è fatta una lampadina. Il punto importante è che
una lampadina, come un filo, ha due “e.stremità” e la corrente pas.sa attraverso
la lampadina. I collegamenti al filamento nella lampadina .sono fatti sulla punta
e lungo i lati del cilindro metallico. E spesso utile pensare a una lampadina
come a una resistenza che, in questo ca.so specifico, fornisce luce quando è
percorsa da una corrente. Ora, guardiamo a un circuito costituito da una batte­
ria, una lampadina, e i fili per fare i collegamenti, come mostra la f i g u r a
22 .2 ib. Questo è il circuito di base di una torcia elettrica.

FIGURA 22.21 circuito base di una batteria e di una lam padina,

(a) (b) Il filamento della


Filamento
lampadina e i fili
Bulbo di vetro
riempito da un
gas inerte
Fili di
connessione

Metallo Isolante
22.5 La legge di Ohm e i circuiti con resistori 745

Un tipica lam padina di una torcia elettrica ha una resistenza di i i, m entre FIGURA 22.22 II potenziale lu n go una
un filo che si potrebbe usare per collegare tale lam padina a una batteria ha una com binazione filo-resistore-filo.

resistenza di ~0.()1 11. La resistenza dei fili è talm ente inferiore a quella della (a) La corrente è costante lungo la
lam padina che si può, con buona approssim azione, assum ere che la resistenza combinazione filo-resistorc-tìlt).*..
Resistorc Filo
dei fili sia nulla. In questo m odello di un filo ideale, con = 0 11, la diffe­ Filo
\
\
renza di potenziale AV alle estrem ità del filo di collegam ento è pari a zero,
anche se il filo è percorso da una corrente.
ih)
Sappiam o che, fisicam ente, la differenza di potenziale non può essere zero.
Ci d ev ’essere un cam po elettrico nel filo affinché le cariche si m uovano, quindi V Nel modello di lilo
ideale, non
esso deve avere una differenza di potenziale. Ma in pratica questa differenza di
c ’ò caduta di
potenziale è così piccola che possiam o assum ere che sia uguale a zero. potenziale lungo i
La FIGURA 22.22 m ostra com e il m odello di filo ideale viene usato n ell’a n a ­ fili. Tutta la caduta
di potenziale
lisi dei circuiti. La resistenza nella Figura 22.22a è colleg ata a ciascuna e stre ­
avviene nel
mità a un filo, e la corrente / scorre attraverso tutti e tre gli elem enti. La resistore.
corrente richiede una differenza di potenziale AV = IR attraverso la resi-
stenza, ma non c ’è differenza di potenziale per i fili ideali (AV^.,^ = 0). La Filo Resistore Filo
Figura 22.22b m ostra questa idea graficam ente illustrando il potenziale Distanza lungo il circuito

lungo la com binazione filo-resistenza-filo. La corrente si m uove nella d ire­


zione del potenziale decrescente, quindi c ’è una grande caduta di p o ten zia le
- una dim inuzione del potenziale - attraverso la resisten za m entre ci sp o ­
stiam o da sinistra verso destra, nella direzione della corrente. I segm enti del
grafico corrispondenti ai fili .sono orizzontali perche non c ’è variazione di
tensione lungo un filo ideale.
La variazione lineare del potenziale attraverso la resi.stenza è sim ile alla FIGURA 22.23 II campo elettrico
variazione lineare del potenziale tra le arm ature di un condensatore a facce all'interno di un resistore.
parallele. Nel condensatore, questa variazione lineare del potenziale co rri­ Il campo elettrico airinicrno del resistore
sponde a un cam po elettrico uniform e; lo stesso sarà vero anche in questo caso. ò unirorme ed è diretto dal p<ìtenzialc
maggiore verso quello minore.
Come vediam o nella f i g u r a 22 .2 3 , il cam po elettrico in una resi.stenza percorsa
da una corrente in un circuito è uniform e; il valore del cam po elettrico è
AF
E = —
L
in analogia aH’Equazionc 21.6 per un conden.satore a facce parallele. A una
grande differenza di potenziale corrisponde un cam po m olto inten.so, com e ci
della diminuzione del potenziale.
si aspetterebbe.

ESEMPIO 22.10 Analisi di un circuito con una resistenza singola


Una resi.stenza da 1511 viene collegata ai terminali di una bat­ a. La f i g u r a 22.25 è una rappresentazione gra­
S O L U Z IO N E
teria da 1.5 V. fica del potenziale nel circuito. La distanza s è misurala dal
a. Disegniamo un grafico che mostri il potenziale in funzione terminale negativo della batteria, dove V = 0 V. Quando ci
della distanza percorsa attraverso il circuito, iniziando da F = spostiamo lungo il circuito ritornando al punto di partenza,
0 V in corrispondenza del terminale negativo della batteria. il potenziale deve ritornare al suo valore iniziale. Poiché i fili
b. Qual è la corrente nel circuito? sono ideali, non ci .sono variazioni del potenziale lungo i fili.
Ciò significa che la differenza di potenziale attraverso la resi-
IM P O S T A Z IO N E Per FIGURA 22.24 Un circuito con un
aiutarci a visualizzare resistore singolo.
FIGURA 22.25 Grafico del potenziale-vs-posizione.
la variazione del poten­
ziale, quando le cariche ^ Il potenziale aumenta •Non c’è caduta di potenziale
si muovono nel circuito, A di 1.5V nella batteria. lungo un filo ideale.
iniziamo a fare un dise­ +
gno del circuito come II i.s-v
nella f ig u r a 2 2 .2 4 .
Riportiamo il punto zero ....Il potenziale diminuisce
del potenziale. Abbiamo di 1.5 V nel resistere.
disegnato il circuito in
modo tale che la parte
s misura la distanz.a
“superiore” corrisponda intorno al circuito.
al potenziale maggiore, che ci aiuterà nella comprensione del
circuito. Le cariche vengono sollevate al potenziale maggiore
dalla batteria, poi si muovono “verso il ba.sso” dal terminale
positivo attraverso la resistenza fino al terminale negativo. Pcurte a lta R ts ^ is to r t bflssfl
Assumiamo che i fili siano ideali. del fio del filo
(continua)
746 CAPITOLO 22 Correnti e resistenze

stanza deve essere uguale alla differenza di potenziale attra­ Poiché la corrente si conserva, questa è la corrente in qual­
verso la batteria: A = éT= 1.5 V. siasi punto del circuito. In altre parole, la scala mobile del­
b. Adesso che conosciamo la differenza di potenziale ai capi le cariche della batteria solleva la carica ad una velocità di
della resistenza, possiamo calcolare la corrente nella resi­ 0.10 C/s, e la carica scorre attraverso i fili e la resistenza ad
stenza usando la legge di Ohm: una velocità di 0.10 C/s.
1.5 V VERIFICA Questo è un valore ragionevole della corrente in un
/= ^ = = 0.10 A circuito con potenza fornita da una batteria.
15 n

C om e abbiam o notato, ci sono molti dispositivi la cui resistenza varia in


funzione di una variabile fisica che potrem m o voler m isurare, quale l’intensità
lum inosa, la tem peratura, o l’intensità sonora. C om e m ostra il prossim o esem ­
pio, possiam o usare la m isura della resistenza per m onitorare una variabile
fisica.

ESEMPIO 22.11 Uso di un term istore


Un termistore è un dispositivo la cui resistenza varia con la AV 1.5 V
/(20°C) = — = ; = 0.54 mA
temperatura in un modo ben definito. Un determinato termi­ R 2.8 • 10^ i ì
store ha una resistenza di 2.8 Idi a 20°C e di 0.39 Idi a 70°C.
Questo termistore viene usato in un bagno d’acqua di un labo­ ■= 3.8 mA
R 0.39 • lOMl
ratorio per monitorare la temperatura. 11 termistore viene colle­
gato ad un circuito con una batteria da 1.5 V, e viene misurata La variazione nella corrente è quindi di 3.3 mA.
la corrente. Qual è la variazione della corrente nel circuito VERIFICA Una variazione modesta della temperatura porla
mentre la temperatura sale da 20°C a 70°C? a una grande variazione nella corrente, il che è ragionevole -
SOLUZIONE Possiamo usare la legge di Ohm per trovare la questo è un dispositivo inteso a fornire indicazioni accurate
corrente in ciascun caso: della variazione di temperatura.

PAUSA DI R IF L E SSIO N E 22.5 Due batte­


rie identiche sono collegate in serie in un I-f
circuito con una sola resi.stenza. = 0 V
al term inale negativo della batteria inferio­
re. O rdina, dal più grande al più piccolo,
i potenziali da a nei punti indicati, +
indicando se ci sono valori uguali. A ssum i e
che i fili siano ideali.
X

22.6 Energia e potenza


FIGURA 22.26 Trasformazioni di energia Q uando prem iam o l’interruttore di una torcia elettrica, una batteria viene col­
in un circuito con una batteria e una legata a una lam padina, che si illumina. La lam padina sta irradiando energia.
lampadina. Da dove viene questa energia?
L’energia chimica nella batteria viene Una batteria non fornisce solam ente una differenza di potenziale ma forni­
trasforniaia netTenergia potenziale delle sce anche energia, com e m ostrato nel circuito con batteria e lam padina nella
cariche nella corrente.
FIGURA 22.26. La scala m obile di cariche è un processo di trasform azione di
energia, poiché trasform a l’energia chim ica im m agazzinata nella batteria
in energia potenziale elettrica U delle cariche. Q uesta energia viene poi dissi­
pata m entre le cariche si spostano attraverso la lam padina, m antenendo il fila­
mento caldo e brillante.
R icordiam o che una carica q guadagna u n ’energia potenziale \ U — q W
m entre essa si sposta attraverso una differenza di potenziale A V. La differenza
di potenziale di una batteria è = £, quindi la batteria fornisce un’energia
AU = q £ alla carica q m entre la scala m obile di cariche solleva in alto la carica
dal term inale negativo a quello positivo.
filamento della lampadina. È più utile conoscere l’energia fornita n ell’unità di tem po dalla batteria.
L’energia è trasformata in energia
termica ed il filamento emette luce. A bbiam o appreso nella s e z i o n e i o .s che l’energia trasform ata nell’unità di
tem po è la potenza, m isurata in jo u le per secondo o watt. Supponiam o che una
quantità di carica A q si m uova attraverso la batteria in un tem po A/. La carica
22.6 Energia e potenza 747

aumenterà la sua energia potenziale di A(7 = (A^) E. L ’energia trasferita


nell’unità di tempo dalla batteria alle cariche in movimento è

f • nell
= energia trasferita in unità
• X di tempo = ^ (22.9)

Ma lS.qlùit, la carica che attraversa la batteria nell’unità di tempo, è la corrente


/. Quindi la potenza fornita da una batteria o da qualsiasi altra sorgente di forza
elettromotrice è
Resistor! per hot dog Prima che si
diffondessero i forni a microonde, c’erano
I \fan = l £ ( 22. 10)
altri dispositivi meno tecnologici per
cuocere gli hot dog. Nell’immagine si
Potenza fornita da una sorgente di fem può osservare un apparecchio dotato di
elementi resistivi a punta appositamente
/ £ ha unità J/s, o W. studiati per cuocere gli hot dog attraverso il
collegamento alla rete elettrica. La corrente
passava attraverso Phot dog dissipando
ESEMPIO 22.12 P otenza fo rn ita da una b a tte ria d 'a u to m o b ile energia sotto forma di energia termica e
La batteria di un’automobile ha £ = 12 V. Quando il motore di avviamento dell’auto cucK'endo Phot dog in circa 2 minuti.
è in funzione, la corrente nella batteria è 320 A. Quale potenza fornisce la batteria?
SOLUZIONE La potenza è il prodotto tra la fem della batteria e la corrente:

P^^ = i e = (320 A)( 12 V) = 3.8 kW FIGURA 22.27 La potenza generata dalla


batteria viene dissipata dal resistere.
VERIFICA Questa potenza molto alta è ragionevole perché per accendere il motore
1. Le cariche 2. Quando le cariche
di un’automobile serve fornire molta energia in un breve intervallo di tempo. Le bat­ acquistano energia accelerano nel campo
terie delle automobili sono concepite per fornire in modo affidabile queste potenze potenziale U nella elettrico del resistere,
necessarie per avviare il motore. batteria. l’energia potenziale

Supponiamo di considerare un circuito formato da una batteria e un’unica


resistenza. P^^ = I £ è l’energia trasferita ogni secondo dalle so.stanze chimiche
immagazzinate nella batteria alle cariche in movimento che formano la cor­
rente. La Figura 22.27 mostra l’intera .sequenza di trasformazioni dell’energia,
che possiamo .schematizzare come

chim icniitca

Il risultato finale è che Penergia chimica della batteria viene trasformata in


energia termica della resistenza, alzandone la sua temperatura.
Nella resi.stenza, la quantità di carica A^/ perde energia potenziale AU =
{Aq)(AV^) quando que.sta energia viene trasformata in energia cinetica e suc­
cessivamente in energia termica della resistenza. Quindi la quantità di energia
3. Le colli.sioni con gli atomi nel resistere
che viene trasferita nell’unità di tempo dalla corrente alla resistenza è trasformano l'energia cinetica delle cariche
A(y ^q in energia termica del resistere.
= — AVu = /AKp (22.11)
A/ A/
Diciamo che questa potenza viene dissipata dalla resistenza mentre la carica
scorre attraverso di essa.
l.a nostra analisi di un circuito con una singola resistenza nell’Esempio
22.10 ha determinato che AV^ = £. Cioè, la differenza di potenziale attraverso
la resistenza è esattamente la fem fornita dalla batteria. Poiché la corrente è la
stessa nella batteria e nella resistenza, un confronto delle Equazioni 22.10 e
22.11 mostra che
P R = P bai ( 22. 12)

La potenza dissipata nella resistenza è esattamente uguale alla potenza fornita


dalla batteria. L ’energia fornita dalla batteria in un certo intervallo di tempo è
Fili caldi Questa immagine prodotta da
esattamente uguale all’energia dissipata dalla resistenza nello stesso intervallo una macchina fotografica sensibile al calore
di tempo. Ciò è, naturalmente, esattamente quello che ci saremmo aspettati di alcune linee di potenza mostra che le
dalla con.servazione dell’energia. linee sono calde - come ci aspetteremmo
In alcuni paesi, la maggior parte degli apparecchi domestici, come una lam­ - a causa dell’intensa corrente che e.sse
padina da 100 W o un a.sciugacapelli da 1500 W, hanno una classificazione di trasportano. I punti in cui la corrosione
ha ridotto le dimensioni del filo risultano
potenza. Questi apparecchi domestici .sono intesi per essere usati al voltaggio notevolmente più caldi, rendendo tali
standard domestico di 120 V, e la loro classificazione è la potenza che essi immagini molto utili per monitorare le
dissiperebbero se funzionassero a una differenza di potenziale di 120 V. 11 loro condizioni delle linee di potenza.
748 CAPITOLO 22 Correnti e resistenze

consum o di potenza differirà dalla classificazione se essi sono fatti funzionare


a una qualsiasi altra differenza di potenziale, per esem pio se si usa una lam pa­
dina con un interruttore a spegnim ento progressivo.

ESEMPIO 22.13 Corrente in una lam padina


Quanta corrente attraversa una lampadina da 75 W collegata ad una presa da
120 V?
IMPOSTAZIONE Possiamo rappresentare la lampadina come una resistenza.
SOLUZIONE Poiché la lampadina sta funzionando alla sua potenza nominale, essa
dissiperà 75 W di potenza. Possiamo riscrivere l’equazione 22.11 per trovare
75 W
/= = 0.63 A
AVr 120V
VERIFICA Avevamo detto che ci aspettavamo correnti dell’ordine di 1 A per lampa­
dine e altri dispositivi domestici, quindi il risultato ottenuto sembra plausibile.

U na resistenza obbedisce alla legge di Ohm: / = AV^^/R. Q uesto ci fornisce


due modi alternativi di scrivere la potenza dissipata da una resistenza. Pos­
siam o sia sostituire /R al posto di oppure sostituire AV^JR al posto di /.
Q uindi

(AVr )" (22.13)


A>r = /A V r = /2/? =
R ^p.45 ^
Potenza dissipata da una resistenza R percorsa da QUAORATKA QilADRAJKA
una corrente / e con una differenza
di potenziale AV^

Dalle diverse form ulazioni di questa equazione possiam o ricavare che la


potenza varia com e il quadrato della corrente oppure com e il quadrato della
differenza di potenziale.

ESEMPIO 22.14 Potenza di una lampada a spegnim ento graduale


Quanta potenza viene dissipata da una lampadina da 60 W ( 120 SOLUZIONE La lampadina dissipa 60 W a AV^ = 120 V.
V) quando, usando un interruttore a spegnimento graduale Quindi la resistenza del filamento è
(dimmer), è in funzione a 100 V? (AVr)2 (120V)2
R = ^— ^ = - — - = 2 4 0 i l
IMPOSTAZIONE La potenza di 60 W è ottenuta quando la Pr 60 W
lampadina funziona a 120 V. Assumeremo che la resistenza La potenza dissipata quando funziona a AK^ = 100 V è
non varia se la lampadina viene fatta funzionare a una potenza (A V ^f (100 V)2
Pu = = 42 W
più bassa; questa assunzione non è completamente corretta, ma R 240 il
è ragionevole per questo caso in cui la tensione è solo lieve­ VERIFICA Riducendo la tensione del 17% abbiamo una ridu­
mente differente dal valore usato per la potenza nominale. Pos­ zione del 30% per la potenza. Ciò ha senso, la potenza è pro­
siamo calcolare la resistenza per questo caso e poi calcolare la porzionale al quadrato del voltaggio, perciò ci aspettiamo una
potenza con l’interruttore a spegnimento graduale. maggiore variazione proporzionale della potenza.

ESEMPIO 22.15 Tensione massima di uno stereo


La maggior parte degli altoparlaiiii di uno stereo sono disegnati per avere una resi­
stenza di 8.0 (1. Se un altoparlante da 8.0 il viene collegato a un amplificatore di uno
stereo da 100 W, qual è la massima differenza di potenziale che può essere applicata
agli altoparlanti?
IMPOSTAZIONE 100 W è la potenza massima che può fornire l’altoparlante. La
maggior parte del tempo esso fornisce una potenza molto minore, ma il valore mas­
simo può essere necessario per suoni intensi e brevi. La differenza di potenziale
massima si avrà quando ramplitìcatore fornisce la potenza massima, per cui faremo
i nostri calcoli usando questo valore. Possiamo rappresentare l’altoparlante come
una resistenza.
SOLUZIONE La differenza di potenziale massima si ha quando la potenza è mas­
sima. Alla potenza massima di 100 W, abbiamo
Esempio integrato 749

(AVk)= (AVr)2
Po = 100 w =
R 8.0 n
AVr = V(8.0 iD(IOOW) = 28 V
Questa è la differenza di potenziale massima che ramplificatore può fornire.
VERIFICA Come controllo del nostro risultato, notiamo che la resistenza dell’al­
toparlante è minore di quella di una lampadina, quindi una differenza di potenziale
piccola può fornire una potenza di 100 W.

PAUSA DI RIFLESSIONE 22.6 O rdina, dalla m aggiore alla m inore, le potenze


da a dissipate nelle resistenze da A a D.

2AV AV AV

2R
A. B. C. D.

ESEMPIO INTEGRATO 22.16 M is u ra zio n i e le ttric h e della com posizione di un corpo BIO
La donna nella fotografia all’inizio del capitolo sta tenendo un IMPOSTAZIONE La FIGURA 22.29 mostra come possiamo
dispositivo che trasmette una lieve corrente attraverso il suo schematizzare la parte superiore del braccio con due resi­
corpo. In che modo tale dispositivo permette di determinare il stenze che sono collegate assieme alle estremità. Utilizziamo il
grasso corporeo? modello del filo ideale in cui non ci sono “cadute” di potenziale
I dettagli esatti su come funziona questo dispositivo sono al lungo i fili. Di conseguenza, la differenza di potenziale attra­
di fuori degli .scopi di que.sto capitolo, ma il principio fonda- verso ciascuno dei due segmenti è pari alla fem della batteria
mentale è piuttosto semplice: il dispositivo applica una piccola cioè 0.60 V. La corrente “si divide” alla giunzione tra le due
differenza di potenziale e misura la corrente risultante. Effet­ resistenze, e la conservazione della corrente ci dice che
tuando diverse misurazioni, il dispositivo è in grado di determi­
l totale
= l ^ + 7grauo
miLscok)
nare la resistenza di una parte del corpo, la parte superiore del
braccio. La resistenza della parte supcriore del braccio dipende La resistenza di cia.scun segmento dipende dalla sua resistività
sensibilmente dalla percentuale di grasso corporeo presente, e (data nella Figura 22.28), dalla sua lunghezza e dall’area della
la percentuale di grasso corporeo nella parte superiore del brac­ sezione trasversale. L’area della .sezione trasversale dell’intero
cio è un buon indicatore della percentuale di gra.s.so corporeo in braccio è A = ttP = tt (0.040 m)^ = 0.00503 m^; l’area di cia­
tutto il corpo. Facciamo un modello semplice della parte supc­ scun segmento è questo valore moltiplicato per la frazione
riore del braccio per mostrare come la sua resistenza cambi con appropriata.
la percentuale di grasso corporeo. SOLUZIONE a. La resistenza di un corpo è legata alla sua ge­
II modello della parte supcriore del braccio di una persona ometria e alla resistività del materiale dalla formula R =
nella f i g u r a 22.28 ignora gli elementi non conduttori (come la pUA. Quindi le resistenze rispettivamente dei segmenti dei
pelle e la parte minerale delle ossa) e raggruppa gli elementi muscoli (60% dell’area) e del gras.so (40% dell’area) sono
conduttori in due distinte sezioni - muscoli e grasso - che for­ FIGURA 22.29 Un semplice modello della resistenza della
mano due segmenti paralleli. La resistività di ciascun tessuto è parte superiore del braccio.
mostrata. Questo semplice modello non è una buona descri­
zione della vera struttura del braccio, ma predice abbastanza
bene le sue caratteristiche elettriche.
-I-
figura 22.28 Un semplice modello della resistenza della luuscolo
parte superiore del braccio.
O.iO^

s
Tessuto grasso
25 i l • m
Tmuscob 0rflsso
8.0 cm
Tessuto
muscolare
1 3 il-m 25 cm II
a. La parte superiore del braccio di un soggetto, con le dimen­
sioni mostrate nella figura, è costituita dal 40% di gras.so e muscolo = = 1080 n
A muscolo (0.60)(0.00503 m^)
60% di muscolo. Una differenza di potenziale di 0.60 V viene
applicata tra il braccio e la spalla. Qual è la corrente misurata? Pgra-sso^ _ (25 fi • m)(0.25 m)
b. Una differenza di potenziale di 0.60 V viene applicata alla Sgrasso— 3iion
~ A grasso ~ (0.40K0.00503 m^) “
parte superiore del braccio di un secondo soggetto con un
braccio di dimensioni simili ottenendo una corrente di 0.87 La differenza di potenziale attraverso cia.scun segmento è 0.60 V.
mA. Quali sono le percentuali di tessuto muscolare di grasso Possiamo usare la legge di Ohm, / = AV/R, per trovare che la
della parte superiore del braccio di questa persona? corrente in cia.scun segmento è
750 CAPITOLO 22 Correnti e resistenze

0.60 V La somma di queste correnti è la corrente totale:


^muscolo —0.556 mA
1080 a
botale = ^•^'7 = 0.929W ni A + 0.484( 1 - jc) m A
0 .6 0 V
/am ..n=-
^grasso = 0.193 mA Riorganizzando i termini della parte destra si ottiene
L’equazione di conservazione della corrente allora ci dù la 0.87 niA = (0.484 + 0.445 x) ni A
corrente totale come somma di questi due valori:
Finalmente, possiamo risolvere per ac:
Aouic = ni A x = 0.H7
b. Se conosciamo la corrente, possiamo determinare rammon-
Questa persona ha quindi l’87% di muscolo e il 13% di tes­
tare di muscolo e di grasso. Se la frazione di tessuto mu­
suto grasso nella parte superiore del suo braccio.
scolare è .r, la frazione di tessuto grasso è allora (1 - x).
Ripetendo i passaggi eseguiti per la soluzione del punto a e VERIFICA Un buon controllo del nostro lavoro è che la cor­
sostituendo queste espressioni abbiamo: rente totale che abbiamo trovato è piccola - il che è importante
_ Mnuscolo ^ _ ( 13 i ì • m)(0.25 m) ^ 646 i ì per la sicu rezza-e ragionevolmente prossima al valore fornito
nella parte b; le braccia sono delle stesse dimensioni, e la varia­
A (x)(0.00503 m^) x
zione di grasso corporeo tra individui diversi non è così grande,
_ Pgntsso^ _ (25 n • m)(0.25 in) _ 1240 il quindi ci aspettiamo che i numeri siano simili. La corrente
8™*“ A ( 1 -A-)(0.00503in^) \~ x ottenuta nella parte b è maggiore di quella trovata nella parte
In funzione di questi valori, la corrente in ciascun segmento a. 1 muscoli hanno una resistenza minore del grasso, quindi il
è: soggetto della parte b deve avere una maggiore percentuale tli
0 .6 0 V muscolo - in accordo con quanto abbiamo calcolato.
/muscolo = = 0 . 9 2 9 U ) 111A
646 a
0.60 V
/grasso ■ (1 - a:) = 0.484(1 -jc ) mA
124011
Riepilogo 751

R I E P I L O G O
O bie ttivo: ap p re n de re c o m e e perché le cariche si m u o v o n o attrav e rso un c o n d u tto re in q u ella che c h ia m ia m o u n a corrente.

PRINCIPI GENERALI
Batterie, resistor! e correnti
La corrente è definita come i La conservazione della corrente impone che la
La batteria trasforma la sua energia moto della cariche positive corrente sia la stessa in tutti i punti nel circuito.
chimica in energia potenziale
elettrica delle cariche che passano La batteria crea un campo
attraverso di essa, aumentando elettrico nel circuito che produce
il loro potenziale elettrico. La lo spostamento delle cariche. Le
differenza di potenziale della cariche positive si muovono nella
batteria è la sua fem S. direzione del campo elettrico, che
è nella direzione della diminuzione
del potenziale.

Le cariche realmente trasportate


sono gli elettroni. Le loro collisioni
Una batteria è una sorgente di casuali con gli atomi ostacolano il
differenza di potenziale. I processi Huire della carica e sono la sorgente
chimici nella batteria separano della resistenza. Le collisioni
le cariche. Usiamo il modello aumentano l’energia termica del
della .scala mobile di cariche per resistere.
mostrare il sollevamento delle
cariche ad un potenziale superiore Filo Usiamo il modello del filo ideale in cui assumiamo
che il filo abbia una resistenza pari a zero.
CONCETTI IMPORTANTI {
Resistenza, resistività e legge di Ohm Energia e potenza
La resistività p è una proprietà del materiale, una misura di L’energia usata da un circuito
quanto il materiale sia un buon conduttore. v iW 'iiv i v / i i i i i u V4UI1U i ^ i i i \a w iiu
batteria attraverso una serie di r - ^ i
• I buoni conduttori hanno ba.ssa resistività. trasformazioni di energia: +
• 1 cattivi conduttori hanno alta resistività.
AV
La resistenza è una proprietà di un particolare filo o
conduttore. La resistenza di un filo dipende dalla sua resistività ^chim * ^clcl * ^ ^ ^ih _
e dalle sue dimensioni. lU
Lncrgiu Energia Energia Energia
Sezione
chimica potenziale cinetica termica
pL irasversale A Lunghezza L
nella delle delle cariche degli atomi
halteria singole in movimento nel resistore
cariche

La legge di Ohm descrive la relazione tra la differenza di La batteria fornisce potenza Il resistore dissipa potenza
potenziale e la corrente in una resistenza: secondo la formula secondo la formula
AV (AVr )2
P,fem = IS Pr = /AVr = =

APPLICAZIONI
Batterie in serie
Materiali conduttori La resistenza è I resistori sono fatti Le batterie col legate l’una dopo l’altra
Quando una differenza di da materiali ohmici ed sono in serie. La differenza di potenziale
I
/? = pcndenz.a
potenziale viene applicata a hanno un valore della totale è la somma delle differenze di
un filo, se la relazione tra la resistenza ben definito potenziale di ciascuna batteria.
differenza di potenziale e la
AV
corrente è lineare, il materiale è /? = ■
ohmico. — ^1 + - e. + — ^3 +
752 CAPITOLO 22 Correnti e resistenze

La difficoltà del problema è indicata con I (facile) fino a Hill (molto difficile). I problemi contrassegnati come INI integrano in maniera
significativa concetti esposti nei capitoli precedenti; i problemi contrassegnati con BIO sono di interesse medico o biologico.

DOMANDE
Dom ande concettuali 9. a. In quale direzione - in senso
orario o antiorario - si muove
1. Due fili collegano una lampadina a una batteria, comple­ l’elettrone lungo il filo nella
tando il circuito e permettendo alla lampadina di produrre Figura D22.9? Spiega il perché.
luce. Le semplici osservazioni e misurazioni che puoi fare b. L’energia potenziale elettrica
su questo circuito ti permettono di provare che qualcosa deH’elettrone aumenta, dimi-
scorre attraverso i fili? Se è così, indica le osservazioni e/o nui.sce o resta la stessa mentre
misurazioni che .sono rilevanti e i passi attraverso i quali esso si muove attraverso il
sei in grado di dedurre che qualcosa scorre. In caso contra­ filo? Spiega il perché. f i g u r a D22.9
rio, puoi formulare una ipotesi alternativa circa il perché c. Se la tua risposta al punto b è stata “diminuisce”, dove
la lampadina si illumina che sia minimamente plausibile c va l’energia? Se la tua risposta è stata “aumenta”, da
che possa essere messa alla prova con dei test? dove viene presa l’energia?
2. Due fili collegano una lampadina a una batteria, comple­ d. In quale direzione - verso il basso o verso l’alto - si
tando il circuito e permettendo alla lampadina di produrre muove l’elettrone attraverso la batteria? Spiega il perché.
luce. Le .semplici osservazioni e misurazioni che puoi fare e. L’energia potenziale elettrica dell’elettrone aumenta,
su questo circuito sono in grado di distinguere una corrente diminuisce o resta la stessa mentre si muove attraverso
composta da portatori di carica positivi da una corrente
la batteria? Spiega il perché.
composta da portatori di carica negativi? Se è così, de.scrivi
f Se la tua risposta al punto precedente è stata “dimi­
come sei in grado di dire quale delle due ipotesi è esatta. Se nuisce”, dove va l’energia? Se la tua risposta è stata
no, perché no? “aumenta”, da dove viene presa l’energia?
3. Che cosa fa sì che gli elettroni si muovano attraverso un
10. Se modifichi la temperatura di un segmento di un filo di
filo come una corrente? metallo, le .sue dimensioni varieranno e varierà la resisti­
4. Una lampadina è collegata a una batteria mediante due fili vità. In che modo ciascuna di queste variazioni innuenzerà
di rame di uguale lunghezza ma di spessore diverso. Un
la resistenza del filo?
filo spesso collega una lato della lampadina al terminale I L I fili nella Figura D22.11 sono tutti fatti dello stesso mate­
positivo della batteria e un filo sottile collega l’altro lato riale; la lunghezza ed il raggio di ciascun filo sono note.
della lampadina al terminale negativo. Ordina, dalla maggiore alla minore, le resistenze da a R^
a. Quale filo trasporta una corrente maggiore? Oppure le
di quc.sti fili. Spiega il perché.
correnti sono uguali? Spiega il perché.
b. Se i due fili vengono scambiati, la luce emessa dalla 2L 2L 4L
rC tD 2rM-- . ) 2 r t D 2 rC
lampadina diventerà più brillante, più debole o resterà 1 2 3 4 5
la stessa? Spiega il perché. FIGURAD22.il
5. Tutti i fili nella Figura D22.5 sono
12. 1due circuiti nella Figura D22.12 u.sano batterie identiche c
fatti dello stesso materiale e hanno
fili fatti dello stesso materiale e di eguale diametro. Ordina,
lo .stesso diametro. Ordina, dalla
dalla maggiore alla minore, le correnti /^, /^, e nei punti
maggiore alla minore, le correnti
da 1 a 4.
da a /^. Spiega il perché. 3

FIGURA D22.5 t—Ca—,


+ Hh
6. Un filo è percorso da una corrente di 4 A. Qual è il valore
della corrente clic percorre un secondo filo che trasporta
-
una carica doppia rispetto al primo in metà tempo? /
7. Un elettrolita contiene in soluzione un ugual numero di /
ioni positivi e negativi. Quando viene applicato un campo
elettrico, gli ioni positivi si muovono nella direzione del FIGURA D22.12
campo e gli ioni negativi si muovono nella direzione oppo­ 13. 1due circuiti nella Figura D22.13 usano batterie identiche e
sta. Se gli ioni negativi si muovessero più velocemente fili fatti dello stesso materiale e di eguale diametro. Ordina,
degli ioni positivi, la corrente totale sarebbe nella direzione dalla maggiore alla minore, le correnti da a nei punti da
del campo, nella direzione opposta al campo, oppure le due 1 a 7. Spiega il perché.
correnti di ioni si cancellerebbero risultando in una cor­
rente totale nulla? Spiega il perché.
8. Le cellule del sistema nervoso hanno una differenza di
potenziale di 70 mV attraverso la membrana cellulare che
separa l’interno della cellula dal Huido extraccllulare. Que­
sta differenza di potenziale viene mantenuta da una pompa
ionica che muove gli ioni carichi attraverso la membrana.
E questa una fem? FIGURA D22.13
Domande 753

14. Quale di queste affermazioni è vera? (Attenzione potrebbe D om ande a scelta m u ltip la
essere vera più di una affermazione o anche nessuna.)
Spiega il perché della tua scelta o delle tue scelte. 22. I Le lampadine sono di solito indicate in base alla loro
a. Una batteria fornisce energia al circuito. potenza dissipata quando funzionano a un dato voltag­
b. Una batteria è una sorgente di differenza di potenziale. gio. Quale delle seguenti lampadine, funzionanti al vol­
La differenza di potenziale tra i terminali della batteria taggio per cui sono state classificate, è percorsa dalla
è sempre la stessa. corrente maggiore?
c. Una batteria è una sorgente di corrente. La corrente che A. 0.8 W, 1.5 V B. 6 W, 3 V
lascia la batteria è sempre la stessa. C. 4 W ,4 .5 V D. 8 W ,6 V
15. Ordina, dalla maggiore alla minore, le correnti da a attra­ 23. Il Le lampadine sono di solito classificate in base alla
verso i quattro resistori nella Figura D22.15. Spiega il perché. loro potenza dissipata quando operano a un dato vol­
taggio. Quali delle seguenti lampadine, funzionanti al
2V voltaggio per cui sono state classificate, ha la resistenza

=( 0 I+ maggiore?
A. 0.8 W, 1.5 V B. 6 W ,3 V
1V £ C. 4 W ,4.5 V D. 8 W ,6 V
24. I Un filo di rame viene allungato in modo tale che la sua
4 0 + lunghezza aumenta ed il suo diametro diminuisce. Come
risultato,
2V £
A. La resistenza del filo diminuisce, ma la sua resistività
resta la stessa.
+
B. La resistività del filo diminuisce, ma la sua resistenza
£
IV resta la stessa.
C. La resistenza del filo aumenta, ma la sua resistività resta
la stessa.
FIGURA D22.15 FIGURA D22.16 1). La resistività del filo aumenta, ma la sua resistenza resta
la stessa.
16. 11circuito nella Figura D22.16 ha tre batterie di fem S in serie.
25. I La differenza di potenziale attraverso un filo di lunghezza
Assumendo che i fili siano ideali, fai un grafico del poten­
data viene aumentata. Quale delle seguenti grandezze non
ziale in funzione della distanza percorsa attorno al circuito,
aumenta?
iniziando da V = 0 V al temiinale negativo della batteria in
A. Il campo elettrico nel filo
basso. Indica tutti i punti importanti sul tuo grafico.
B. La potenza di.ssipata nel filo
17. Quando il fulmine colpisce il suolo, esso genera un grande
C. La resi.stenza del filo
campo elettrico lungo la superficie del teireno diretta verso
D. La corrente nel filo
il punto in cui si è scaricato il fulmine. Le persone colpite
26. HI L'amplificatore di uno stereo genera una differenza
dal fulmine riportano spesso dei danni non a causa del ful­
di potenziale di 5.0 V attraverso un altoparlante. Per
mine stesso ma per via della grande corrente che .scorre
raddoppiare la potenza d ’uscita deH’altoparlante, la
verso Paltò in una gamba e scende verso il bas.so nell’altra
differenza di potenziale deH’amplificatore deve essere
gamba, dovuta a questo forte campo elettrico. Per minimiz­
aumentata a
zare que.sto rischio, nel caso in cui ti trovassi intrappolato
A. 7.1 V B. IO V C. 14 V D 25 V
alPcsterno durante un temporale con fulmini, è consiglia­
27. I Una resistenza collegata a unabatteria da 3.0 V dissipa
bile stare in piedi con i piedi il più possibile vicini tra loro.
1.0 W. Se la batteria viene sostituita da una batteria da 6.0
Spiega il perche questo può essere vantaggioso.
V, la potenza dissipata dalla resistenza sarà
Suggerimento: il percorso della corrente attraverso il corpo,
A. l.OW B. 2.0 W C. 3.0 W D. 4.0 W
verso Paltò in una gamba e verso il basso nell'altra, ha una
28. I Se una batteria da 1.5 V immagazzina un’energia di 5.0
certa resistenza. Maggiore è la corrente lungo questo per­
kJ (un valore ragionevole per una batteria di tipo econo­
corso, c maggiori saranno i danni riportati.
mico), per quanti minuti essa è in grado di sostenere una
18. Un modo per scoprire se un filo è corroso è quello di misu­
corrente di 1.2 A?
rare la sua resistenza. Spiega perché la resistenza di un filo
A. 2.7 B. 6.9 C. 9.0 D. 46
aumenta se esso è corroso.
29. I La Figura D22.29 mostra una veduta
19. Nel tempo, gli atomi “evaporano” dal filamento caldo di
laterale di un filo di sezione trasversale
una lampadina a incandescenza e il filamento diventa sem­
circolare variabile. Ordina le correnti FIGURA D22.29
pre più sottile. Che infiuenza ha tale assottigliamento sulla
che scorrono nelle tre sezioni.
luminosità della lampadina?
A. /,> /^ > /,
20. Ordina, dalla maggiore alla minore, le potenze da a P^
dissipate dalle quattro resistenze nella Figura D22.20. B. / , > / , > / ,
C . /, = /, = /,
2AV 2AV
D. / , > / , > / ,
~ f) h - f) ìx h - f) ^ )- 30. Ili Una persona aumenta di pe.so aggiungendo grasso - e
I 2 4
BIO quindi aggiungendo circonferenza - al proprio corpo e ai
FIGURA D22.20
propri arti, con la massa muscolare che rimane costante.
21. Una lampadina da 100 W è più brillante di una lampadina Come influirà l’aumento di peso sulla resistenza elettrica
da 60 W quando entrambe vengono fatte funzionare allo dei suoi arti?
stesso voltaggio di 120 V. Se, invece, fossero entrambe A. La resistenza aumenterà.
fatte funzionare con la stessa corrente di 0.5 A, quale B. La resistenza resterà la stessa.
sarebbe più brillante? Spiega il perché. C. La resistenza diminuirà.
754 CAPITOLO 2 2 Correnti e resistenze

P R O B LE M
Sezione 22.1 Un modello della corrente 14. I Qual è la fem di una batteria che aumenta l’energia
potenziale elettrica di una carica di 0.050 C di 0.60 J
Sezione 22.2 Definizione e descrizione della corrente
quando questa si sposta dal terminale negativo al terminale
1. Ili La corrente in un asciugacapelli elettrico è pari a 10 A. positivo?
Quanta carica e quanti elettroni fluiscono attraverso l’a- 15. Il Una batteria da 9.0 V fornisce una corrente di 2.5 niA a
sciugacapelli in 5.0 min? un circuito per 5.0 h.
2. Il 2.0* 10'^ elettroni scorrono attraverso un transistor in 1.0 a. Quanta carica è stata trasferita dal terminale negativo al
ms. Qual è il valore della corrente attraverso il transistor? terminale positivo?
3. I Tre fili si incontrano in un nodo. 11 filo 1 ha una corrente b. Quanta energia potenziale elettrica viene guadagnata
di 0.40 A verso il nodo. La corrente del filo 2 è 0.65 A dalle cariche che passano attraverso la batteria?
uscente dal nodo, (a) Quanti elettroni per secondo si muo­ 16. I Una singola batteria a idrogeno-ossigeno ha un’uscita di
vono attraverso un punto del filo 3? (b) In quale direzione 0.75 V. Quante batterie devono essere collegate in serie per
gli elettroni si muovono - andando verso il nodo o allonta­ far funzionare un motore a 24.0 V?
nandosi da esso? 17. I Un pesce-gatto elettrico
4. I Quando una cellula nervosa si depolarizza, la carica viene BK) è in grado di generare una
trasferita attraverso la membrana della cellula, variando la differenza di potenziale > ---w . - - r
differenza di potenziale. Per una cellula nervosa tipica, 9.0 signiticativa usando spe­
pC di carica scorrono in un tempo di 0.50 ms. Qual è il ciali cellule chiamate elet-
valore della corrente media? trociti. Ciascun elettrocita
5 I Un filo trasporta una corrente di 15 /xA. Quanti elettroni sviluppa una differenza
passano in un dato punto del filo in LO s? di potenziale di IH) mV.
6. Il In un tipico fulmine, 2.5 C scorrono dalla nube al suolo in Quante cellule devono
0.20 ms. Qual è il valore della corrente durante il fulmine? venire collegate in serie affinché un grosso pesce-gatto
7. Il Un condensatore viene caricato a 6.0 • 10^ C, poi viene possa produrre una differenza di potenziale di 350 V?
scaricato collegando un filo tra le due armature. 40 /xs dopo
rinizio della scarica, il condensatore ancora mantiene il
Sezione 22.4 Collegamento tra potenziale e corrente
13% della sua carica originale. Qual è stato il valore medio
della corrente durante i primi 40 fis della fase di scarica? 18. I Un filo con una resistenza R viene collegato ai termi­
8. Il In una soluzione ionica, 5.0 • 10’-' ioni positivi con carica nali di una batteria da 6.0 V. Qual sarebbe la differenza di
T2é' si muovono verso destra ogni secondo mentre 6.0 • 1()*•'' potenziale A V tra le estremità del filo e la corrente / che lo
ioni negativi con carica - e si muovono verso sinistra. Quali percorre se il filo avesse i seguenti valori di resistenza? (a)
sono il valore e la direzione della corrente nella soluzione? LO n (b) 2.0 a (c) 3.0 n .
9. Il 11 motorino d’accensione del motore di un’automobile 19. I 1 fili 1 e 2 sono composti dallo stesso metallo. Il filo 2 ha
produce una corrente di 150 A dalla batteria. Il filo di rame una lunghezza doppia e un diametro doppio rispetto al filo 1.
verso il motore ha un diametro di 5.0 mm ed è lungo 1.2 Quali sono i rapporti (a) / p^ delle resistività e (b)
m. Il motorino d’accensione funziona per 0.80 s finche delle resistenze dei due fili?
il motore deH’automobile non parte. Quanta carica passa 20. Ili Un filo ha una resistenza di 0.010 a . Quale sarà la resi­
attraverso il motorino d’accensione? stenza del filo se esso viene allungato al doppio della sua
10. I Una batteria d’automobile può fornire una corrente di 90 lunghezza originale senza cambiare il volume del filo?
A per I h prima di scaricarsi completamente. Se si lasciano 21. Ili Le misure di resistività sulle foglie delle piante di mais
i fari accesi finché la batteria non si scarica completamente, BIO sono un buon modo per determinarne lo stress e la salute
quanta carica lascerà il terminale positivo della batteria? complessiva. La foglia di una pianta di mais ha una resi­
11 II Quali sono i valori delle correnti e nella Figura stenza di 2.0 M il misurata tra due elettrodi distanziati di
P22.11? Le direzioni delle correnti è indicata. 20 cm lungo la foglia. La foglia ha una larghezza di 2.5
cm ed è .spes.sa 0.20 mm. Qual è la resistività del tessuto
5A /» della foglia? Essa è maggiore o minore della resistività di
un tessuto muscolare nel corpo umano?
7A 3A 22. Il Qual è la resistenza di
FIGURA P22.11 a. Un filo di rame lungo LO m che ha un diametro di
12. I Le correnti attraverso 0.50 mm
alcuni segmenti di un b. Un pezzo di ferro lungo 10 cm con una sezione trasver­
filo sono mostrate nella sale quadrata di 1.0 mm X LO m m ?
Figura P22.12. Quali 23. Ili Una motociclista sta confezionando un giubbotto ter­
sono i valori e le dire­ mico che, quando viene collegato alla batteria della moto­
zioni delle correnti e FIGURA P22.12 cicletta da 12 V, la riscalderà dal freddo quando viaggia.
nei segmenti B e C? La motociclista utilizza un filo di rame del diametro di 0.25
mm e vuole una corrente di 4.0 A nel filo. Quale dev’essere
la lunghezza totale del filo che deve usare?
Sezione 22.3 Batterie e fem
24. Il L’arteria femorale è una grande arteria che trasporta il
13. I Quanta energia potenziale elettrica guadagna una carica BIO sangue alla gamba. L’arteria femorale di una persona ha
di 1.0 /xC quando si muove dal terminale negativo al termi­ un diametro interno di 1.0 cm. Qual è la resistenza di una
nale positivo di una batteria da 1.5 V? colonna di sangue lunga 20 cm in questa arteria?
Problemi 755

25. Il Una differenza di potenziale di 3.0 V è applicata alle 34. Ili Due lampadine identiche sono collegate in serie a un’u­
estremità di un filo in nichel-cromo del diametro di 0.80 nica batteria da 9.0 V.
mm e lungo 50 cm. Qual è il valore della corrente nel filo? a. Fai uno schizzo del circuito.
26. Ili Un filo di rame del diametro di 1.0 mm e lungo 20 cm è b. Disegna un grafico che mostri il potenziale in funzione
percorso da una corrente di 3.0 A. Qual è la differenza di della distanza nel circuito, iniziando con F = 0 V nel
potenziale tra le estremità del filo? terminale negativo della batteria.
27. mi La resistività relativamente alta della pelle asciutta,
BIO circa 1 • KV’ il*m , è in grado di limitare a livelli di sicu­ Sezione 22.6 Energia e potenza
rezza il flusso della corrente nei tessuti più profondi del
corpo. Supponiamo che un operaio ponga il palmo della 35. I Una batteria da 1.5 V fa circolare 2000 C di carica attorno
mano su uno strumento il cui involucro metallico esterno a un circuito. Di quanto diminuirà l'energia chimica della
sia accidentalmente collegato a un alto voltaggio. La pelle batteria?
del palmo è spessa circa 1.5 mm. Stima l’area della pelle 36. I a. Qual ò la resistenza di un asciugacapelli da 1500 W
del palmo delfoperaio che potrebbe entrare in contatto con (120 V)?
rinvolucro piatto, quindi calcola approssimativamente la b. Qual è la corrente nell'a.sciugacapelli quando esso è in
resistenza della pelle del palmo della sua mano. funzione?
28. Il II filo di alluminio in una linea di trasmissione ad alta 37 II Ogni secondo, una batteria aumenta l'energia potenziale
tensione ha un diametro di 2.7 cm. Esso è concepito per elettrica di una carica di 1.2 C passante attraverso di essa di
trasportare una corrente di 1100 A. Qual è la caduta di 7.2 J. Qual è la fem della batteria?
tensione attraverso un segmento di questa linea di potenza 38. II Una coperta elettrica da 70 W funziona a 18 V.
lungo 37 km? a. Qual è la resistenza del filo nella coperta?
b. Qual è il valore della corrente che percorre il filo?
39. I Un filo riscaldante lungo 60 cm viene collegato a una
Sezione 22.5 La legge di Ohm e i circuiti con resistori presa da 120 V. Se il filo dissipa 45 W, quali sono (a) la
corrente e (b) la resistenza del filo?
29. I La Figura P22.29 mostra il grafico della corrente in fun­
40. Ili Un’anguilla elettrica è in grado di sviluppare una differenza
zione della differenza di potenziale per un resistore.
BK) di jxnenziale di 450 V, che produce una corrente di 0.80 A
a. Qual è la resistenza di questo resistore?
per un impulso di 1.0 ms. Per questo impulso detemiina (a) la
b. Supponi che la lunghezza del resistore venga raddop­
potenza, (b) l’energia totale, e (c) la carica totale spostata.
piata mantenendo la stessa sezione trasversale (questo
4L Hill La carica totale che una batteria domestica può fornire
richiede il raddoppio della quantità di materiale di cui è
viene data in unità di mA*h. Per Esempio, una batteria
composto il resistore). Copia la figura e aggiungi a essa
alcalina da 9.0 V ha un valore nominale di 450 mA*h, ciò
il grafico della corrente in funzione della differenza di
significa che tale batteria potrebbe fornire I niA di corrente
potenziale per la resistenza più lunga.
per 450 h, una corrente di 2 niA per 225 h, ecc. Quanta
/ (A) / ( A) energia, in joule, è in grado di fornire c|uesta batteria?

P roblem i generali
42. I Una batteria da 3.0 V accende la lampadina di una torcia
elettrica che ha una resistenza di 6.0 il. Quanta carica si
AV^(V) AV(V)
muove attraverso la batteria in 10 minuti?
43. I Un elemento riscaldante di un tostapane dissipa 900 W
quando funziona a 120 V. Quanta carica passa attraverso
M). I La Figura P22.30 mostra il grafico della corrente in fun­ l’elemento riscaldante in 1 minuto?
zione della differenza di potenziale per un cilindro. Qual è 44. mi I vecchi congelatori sviluppavano uno strato di ghiaccio
la resistenza del cilindro? al loro interno che doveva essere fatto sciogliere periodi­
I NelfEsempio 22.6 una lampadina da 60 W c 240 il ha camente; una serpentina elettrica poteva accelerare que­
una lunghezza calcolata del suo filamento di 60 cm. sto processo di scongelamento. Supponiamo che tu stia
a. Se la differenza di potenziale attraverso il filamento ò di sciogliendo il ghiaccio nel tuo congelatore usando un filo
120 V, qual ò il valore del campo elettrico alfinterno del riscaldato che trasporta una corrente di 5.0 A quando viene
filamento? collegato a 120V.
b. Supponi che la lunghezza del filamento della lampadina a. Qual è la resistenza del filo?
venga raddoppiata senza variare il suo diametro o la b. Quanto tempo impiegherà il filo riscaldato a sciogliere
sua differenza di potenziale. Quale sarebbe il valore del 720 g di ghiaccio accumulato a - l( ) ”C? Assumi che
campo elettrico in questo caso? tutto il calore sia impiegato per scaldare e sciogliere il
c. Ricordando che la corrente nel filamento è proporzionale ghiaccio, e che l’acqua prodotta venga rimossa così da
al campo elettrico, qual è il valore della corrente nel llla- non venire ulteriormente riscaldata.
mento dopo che la sua lunghezza è stata raddoppiata? 45. mi Per un esperimento scientifico hai bisogno di placcare
d. Qual è la resistenza del filamento dopo che la sua lun­ elettricamente una piastra di rame, avente dimensioni
ghezza è stata raddoppiata? 2.0 cm X 2.0 cm, con un sottile strato spesso 100 nm di
.^2. I 11 campo elettrico alfinterno di un filo di rame lungo rivestimento di zinco su entrambi i lati. Sai che i portatori
30 cm è di 0.010 V/m. Qual è la differenza di potenziale tra di carica nella soluzione ionica sono ioni di zinco biva­
le estremità del filo? lenti (cioè con carica 2e). La densità dello zinco è 7140
LL II Un filo di rame ha un diametro di 1.0 mm ed è percorso kg/m\ Se l’apparato per felettroplaccatura funziona a LO
da una corrente di 20 A. Qual è l'intensità del campo elet­ niA, quanto tempo impiegherà lo zinco per raggiungere lo
trico alfinterno di questo filo? spessore desiderato?
756 CAPITOLO 22 Correnti e resistenze

46. III L’apparecchio per cuocere gli hot dog descritto nel capitolo differenza di potenziale di 9.0 V produce una corrente di
INI scalda gli hot dog collegandoli airelettricità domestica a 120 230 mA attraverso il sangue nella vena?
V. Un comune hot dog ha una massa di 60 g e una resistenza 55. 1111 Una lampadina da 40 W (120 V) ha un filamento di
di 150 ii. Quanto tempo impiegherà tale metodo per alzare la tungsteno del diametro di 0.040 mm. La temperatura a cui
tem|xjratura dell'hot dog da 20°C a 80°C? Il calore specifico funziona il filamento è 1500°C.
di un hot dog è approssimativamente di 25(X) J/kg • K. a. Quanto c lungo il filamento?
47. mi L'aria non è un perfetto isolante elettrico, ma ha una b. Qual è la resistenza del filamento a 20°C?
INI resistività molto alta. L'aria secca ha una resistività appros­ 56. Il I fili non solo realmente ideali. La tensione .scende attra­
simativamente di 3 • 10'^ il *111 . Un condensatore ha arma­ verso un filo percorso da una corrente. Questa caduta di
ture quadrate con lato di 10 cm separate da uno strato di 1.2 potenziale può essere significativa a meno che la resistenza
mm di aria secca. Se il condensatore viene caricato a 250 del filo non sia piuttosto bassa. Supponi che una prolunga
V, quale frazione della carica scorrerà attraverso Io strato per la corrente lunga 15 m venga usata per far funzionare
d’aria in 1 minuto? Fai l'approssimazione che la differenza un tosaerba elettrico. Il filo è percorso da una corrente di 10
di potenziale non vari mentre la carica scorre. A. Il filo di rame in una tipica prolunga ha un diametro di
48. Il I processi biochimici che avvengono all'interno delle cel­ 1.3 mm. Qual è la caduta di potenziale tra le due estremità
lule dipendono da vari elementi, quali il sodio, il potassio e della prolunga per questa corrente?
il calcio, che sono disciolti sotto forma di ioni neH’acqua. 57. Ili Quando viene avviato il motorino di avviamento per
Questi ioni entrano nelle cellule attraverso piccoli pori nella accendere il motore di un’automobile, si produce una cor
membrana cellulare noti come canali ionici. Ciascun canale rente di 300 A nei fili tra la batteria e il motorino. Supponi
ionico, che è formato da molecole proteiche specializzate, che i fili siano fatti di rame e abbiano una lunghezza totale
è selettivo per uno specifico tipo di ione. Misure effettuate di 1.0 m. Qual è il diametro minimo che devono avere i fili
con microelettrodi hanno mostrato che il canale di uno ione .se la caduta di potenziale lungo i fili dev’essere minore di
di potassio (K^) del diametro di 0.30 nm trasporta una cor­ 0.50 V?
rente di 1.8 pA. Quanti ioni di potassio passano attraverso 58. Ili II fascio di elettroni al l’interno di un tubo televisivo Ili
il canale ionico se questo si apre per 1.0 ms? INI un diametro di 0.40 mm e trasporta una corrente di 50 pA
49. Il Misure ad alta risoluzione hanno mostrato che un canale Questo fa.scio di elettroni colpisce daH’interno lo schermo
ionico (si veda il problema 48) ò un cilindro del diametro televisivo.
di 0.30 nm con una lunghezza di 5.0 nm. Il fiuido intracel­ a. Quanti elettroni colpiscono lo schermo ogni secondo?
lulare che riempie il canale ionico ha una resistività di 0.60 b. Gli elettroni si muovono con una velocità di 4.0 • 10^
il* m. Qual è la resistenza del canale ionico? m/s. Qual è l’intensità del campo elettrico nece.ssaria
50. I Quando un canale ionico si apre in una parete cellulare (si per accelerare gli elettroni da una posizione di riposo a
veda il problema 48), ioni monovalenti (cioè con carica e) questa velocità su una distanza di 5.0 mm?
scorrono attraverso il canale a una velocità di 1.0 • 10^ ioni/s. c. Ciascun elettrone trasferisce la sua energia cinetica allo
a. Qual è il valore della corrente attraverso il canale? schermo televisivo dopo l’impatto. Qual è la potenza
b. La differenza di potenziale attraverso il canale ionico è fornita allo schermo dal fascio di elettroni?
70 mV. Qual è la potenza dissipata nel canale? Suggerimento: quale differenza di potenziale produce il
51 Ili La carica totale che una batteria può fornire è riportata in campo che accelera gli elettroni? Questa è una fem.
mA • lì, il prodotto della corrente (in mA) e del tempo (in h) 59. I I due segmenti del filo
in cui la batteria può fornire questa corrente. Una batteria nella Figura P22.59 hanno
con un valore nominale di 1000 mA • h è in grado di fornire 10 stesso diametro e lun- FIGURA P22.59
una corrente di lOOO mA per 1.0 h, 500 mA per 2.0 h, e così ghezze uguali ma differenti resistività p^ e p^. Una corrente
via. Una comune batteria AA ricaricabile ha un voltaggio / passa attraverso questo filo. Se le resistività hanno un rap
di 1.2 V e un valore nominale di 1800 mA*h. Per quanto porto pjp^ = 2, qual è il rapporto delle differenze
tempo questa batteria potrà fornire corrente attraverso un di potenziale attraverso i due segmenti del filo?
filo lungo e sottile avente una resistenza di 22 i l i 60. II Un lungo filo viene usato come elemento riscaldante e
52. II Una batteria di tipo D (torcia) da 1.5 V ha un valore trasporta una corrente di 0.80 A. Esso dissipa 6.0 W per
nominale di 15.000 niA*h (si veda il problema 51). Per ogni metro di lunghezza. Qual è il valore del campo elei
quanto tempo questa batteria può far funzionare la lampa­ trico all’interno del filo?
dina di una torcia elettrica da 1.5 W? 61 11 Un filo è lungo 2.3 m e ha un diametro di 0.38 min
53. Il L'elemento riscaldante di un semplice radiatore consiste Quando viene collegato a una batteria da 1.2 V, è percorsi»
di un filo di nichel-cromo lungo 2.0 m, e del diametro di da una corrente di 0.61 A. Di quale materiale è composi!»
0.60 mm. Quando è collegato a una presa da 120 V, il radia­ questo filo?
tore viene percorso da una corrente di 8.0 A quando è caldo. 62. I 11 filamento di una lampadina da l(X) W (120 V) è in tung
a. Qual è la resistenza del filo quando è caldo? Steno con un diametro di 0.035 mm. Alla temperatura di fun
b. Usa la tua risposta al punto a per calcolare la resistività zionamento del filamento, la resistività e 5.0 • 10 ^ il mii
del nichel-cromo in questa situazione. Perché non trovi Quanto è lungo il filamento?
lo stesso valore di p riportato per il nichel-cromo nella 63. Ili Sei arrivato in finale alle Olimpiadi della Scienza! In iin«i
Tabella 22.1? INI delle prove, ti viene dato 1.0 g di rame e ti viene chieslo
54. Ili Le variazioni nella resistività del sangue possono fornire di fare un filo, u.sando tutto il metallo, con una resistenza
BIO preziosi indizi relativi a cambiamenti di viscosità o ad altre di 1.0 il. Il rame ha una densità di 8900 kg/m\ Quale lun
sue proprietà. La resistività viene misurata applicando una ghezza e diametro sceglierai per il tuo filo?
piccola differenza di potenziale e misurando la corrente. 64. Ili Se i resistor! 1 e 2 sono collegati a batterie identiche, il
Supponi che un dispositivo medico attacchi degli elettrodi resistere 1 dissipa una potenza 3.0 volte maggiore del resi
in una vena del diametro di 1.5 mm in due punti separati store 2. Qual è il rapporto potenze dissipate
tra loro di 5.0 cm. Qual è la resistività del sangue se una se la stessa corrente passa attraverso cia.scuna resistenza '
Problemi 757

65. Il Un riscaldatore a immersione, usato per bollire Tacqua La corrente nel filamento di tungsteno della lampadina Io
per una singola tazza di tè, viene attaccato a una presa da scalda finché esso non inizia a brillare. II filamento è così caldo
120 V ed ha una potenza nominale di 300 W. che alcuni degli atomi sulla sua superficie volano via e si attac­
a. Qual è la resistenza del riscaldatore? cano alle parti più fredde della lampadina. Quindi il filamento
b. Supponi che la tua tazza da tè sia super isolante e diviene progressivamente più sottile mentre la lampadina invec­
sufficientemente grande da contenere 4(X) g d’acqua a chia. Ci sarà certamente un punto nel filamento che risulterà un
una temperatura di 18°C. Quanto impiegherebbe questo po’ più sottile del resto. Que.sto segmento più sottile avrà una
riscaldatore per portare a bollitura l’acqua? Puoi igno­ resistenza maggiore del filamento circostante. Una potenza mag­
rare l’energia necessaria per alzare la temperatura della giore verrà dissipata in questo punto, che non sarà quindi sola­
tazza e dell’elemento riscaldante stesso. mente il punto più sottile, ma anche quello più caldo.
66. UH 11 grafico nella Figu­ Ora, consideriamo la /(mA)
/(A)
ra P22.66 mostra la cor­ 2.5- resistenza del filamento. 11
rente che passa attraverso 2. 0 - grafico nella Figura P22.70
una resisten/.a da 1.0 (I in 1.5- mostra i dati relativi alla
funzione del tempo, 1. 0 - corrente in una lampadina
0.5-
a. Quanta carica r/(s) in funzione della differenza
OJ—T
.scorre attraverso la 0 2 4 IO di potenziale attraverso di
FIGURA P22.66
resistenza durante essa. Il grafico non è linea­
l’intervallo di 10 s mostrato nel grafico? re, quindi il filamento non
b. Qual è l’energia totale dissipata dalla resistenza durante è un materiale ohmico con
questo tempo? una resistenza co.stante. Tuttavia, po.ssiamo definire la resistenza
67. Ili È possibile stimare la percentuale di grasso in un corpo per ogni particolare differenza di potenziale W come R = AW/.
BIO misurando la resistenza della coscia anziché quella della Questo rapporto, e quindi la resistenza, aumenta con A Ve quindi
parte alta del braccio; i calcoli sono simili. La gamba di con la temperatura.
una persona misura 40 cm dal ginocchio all'anca, con un Quando la lampadina viene accesa, il filamento è freddo e la
diametro medio di 12 cm (ignorando le ossa ed i tessuti sua resistenza è molto minore di quella che ha durante il normale
cattivi conduttori). Una differenza di potenziale di 0.75 V funzionamento ad alta temperatura. La bassa resistenza produce
produce una corrente di 1.6 mA. Quali sono le frazioni di un’inpennata superiore al normale della corrente che dura una
(a) muscoli e (b) grasso nella gamba? frazione di secondo finché il filamento non si scalda. Poiché la
68. I Se tocchi i due terminali di un alimentatore con le punte potenza dissipata è PR, la potenza dissipata durante questa prima
BIO di due dita appartenenti a mani opposte, la differenza di frazione di secondo è molto maggiore della potenza nominale
potenziale produrrà una corrente attraverso il tuo torace. La della lampadina. Questo innalzamento della corrente concentra
ma.ssima corrente sicura per la tua salute è approssimativa­ la potenza dissipata nel punto più sottile e ad alta resistenza,
mente di 5 mA. eventualmente fondendolo e spezzando il filamento.
a. Se le tue mani sono completamente a.sciutte, la resistenza 70.1 Per la lampadina nella Figura P22.70, qual è la resistenza
del tuo corpo dalla punta di un dito all’altra è approssima­ approssimativa della lampadina a una differenza di poten­
tivamente 5(K) kn. Se accidentalmente tocchi entrambi i ziale di 6.0 V?
terminali della tua elettricità domestica a 120 V con le dita A. 7.0 n
asciutte, riceverai una scossa pericolosa? B. 17 i l
b. Se le tue mani .sono umide, la tua resistenza scende c. 27 n
approssimativamente a 1 kll. Se accidentalmente tocchi D. 37 il
entrambi i terminali della tua elettricità domestica a 120 71.1 Mentre la lampadina invecchia, la resistenza del filamento
V con le dita umide, riceverai una scossa pericolosa? A. Aumenta.
69. I La resistività media del corpo umano (non considerando B. Diminuisce.
BK) la resistenza superficiale della pelle) è di circa 5.0 lì*m . C. Resta la stessa.
11 percorso conduttore tra la mano destra e quella sinistra 72.1 Quale delle curve nella Figura P22.72 meglio rappresenta la
può essere approssimato con un cilindro lungo 1.6 m e del variazione nella corrente in funzione del tempo in un breve
diametro di 0.10 m. La resistenza della pelle può essere intervallo di tempo immediatamente dopo che la lampa­
trascurata bagnando le mani nell’acqua salata. dina viene accesa?
a. Qual è la resistenza tra le mani se la resistenza della pelle
viene trascurata? A. / B. / c. /
b. Se la resistenza della pelle è trascurata, quale differenza
di potenziale tra le mani è necessaria per una scossa letale
corrispondente a una corrente di 100 mA? Il tuo risultato
mostra che anche una piccola differenza di potenziale è FIGURA P22.72
in grado di produrre correnti pericolose quando la pelle è 73.1 Ci sono dispositivi che in.seriti in una presa controllano
bagnata. il valore della corrente che passa attraverso una lampa­
dina, e quindi sono in grado di allungarne il tempo di vita.
Esercitazioni per te st di tip o M CAT Quali delle seguenti strategie aumenterebbe la vita di una
lampadina senza ricorrere ad interruttori a spegnimento
Kottura della lampadina graduale?
hobabilmente si è osservato che l’istante in cui più frequente- A. Ridurre la corrente media nella lampadina
’K'iìte una lampadina a incandescenza si rompe è quando viene B. Limitare la corrente massima nella lampadina
•■rcesa. Diamo uno sguardo alle proprietà del filamento della C. Aumentare la corrente media nella lampadina
‘Wiìpadina per capire perche ciò avviene. D. Limitare la corrente minima nella lampadina
758 CAPITOLO 22 Correnti e resistenze

RISPOSTE ALLE PAUSE DI RIFLESSIONE

Paiisii (li rifU‘ssione - Anteprim a C'apitolo: A. Il campo elet­ differenza di potenziale costante, la sua fem, indipendentemente
trico punta dal potenziale maggiore al potenziale minore - qui, dalla corrente erogata.
da destra verso sinistra. L’elettrone, essendo una carica negativa,
Pausa (li rinessione 22.4: C. Allungando il filo diminuisce la
sentirà una forza opposta al campo, ossia verso destra. Esso ini­
sezione trasversale e aumenta la lunghezza. Entrambe queste
zierà a muoversi in quella direzione.
variazioni aumentano la resistenza del filo. Quando il filo viene
Pausa (li rillessioiie 22.1: A. Dalla legge dei nodi di Kirclihoff collegato alla batteria, la resistenza è maggiore ma la differenza
la corrente attraverso la lampadina 1 è la somma delle correnti di potenziale è la stessa del caso originale, quindi la corrente
attraverso le lampadine 2 e 3. La lampadina 1 è percorsa da una sarà inferiore.
corrente maggiore della lampadina 2, quindi essa sarà più bril­
Pausa (li rine.ssioiie 22.5: V. > V. > V,, = V^.. Non c’è
lante.
differenza di potenziale lungo i fili ideali, quindi V^ = e =
Pausa (li rinessioiie 22.2: C. La carica esce da un terminale Il potenziale aumenta andando dal terminale - al terminale -f
della batteria ma rientra nell'altro terminale; la quantità di ca­ della batteria, quindi V^> Questo implica che V^>
rica nella batteria non cambia. La ferii viene determinata dalle risultato che ci attendavamo poiché il potenziale diminuisce
reazioni chimiche nella batteria ed è costante. Ma l’energia chi­ mentre la corrente passa attraverso una resistenza.
mica nella batteria diminuisce costantemente mentre la batteria
Pausa (li riflessione 22.6: > 1*^ > P^.. La potenza dis­
la converte in energia potenziale delle cariche.
sipata da un resistore è P^ = (AP^)7P. Aumentando R diminui­
Pausa (li rifle-ssione 22.3: C. Poiché il filo è collegato diretta- sce f \ \ aumentando aumenta P^. Ma cambiare il potenziale
niente alla batteria, la differenza di potenziale attraverso il filo è produce un effetto maggiore in quanto P^ dipende dal quadrato
uguale a quella attraverso la batteria. Ma la batteria fornisce una di AV,.
23 Circuiti
‘■’'>>->;^i'‘;>;:V:-.
- j-rKi'vi"' '

L'elettroforo (o più
comunemente "anguilla
elettrica") ò un pesce
molto particolare poichó
produce impulsi elettrici
fino a 600 V il cui scopo
ò di stordire le prede.
Com e fa questo pesce a
produrre una differenza di
potenziaie così grande?
A N T E P R IM A _____
Obiettivo: com prendere i principi fisici fondam entali che go ve rn a n o i circuiti elettrici.

Analizzare i circuiti Elementi in parallelo Elettricità nel corpo umano


circuiti sono formati da molti elementi e in serie Il nostro sistema nervoso lavora
resistori, batterie, condensatori - Ci sono due modi fondamentali per trasmettendo segnali elettrici lungo gli
illegati insieme. col legare fra loro i resistori e i assoni, le lunghe fibre nervose illustrate
condensatori: in serie e in parallelo. nell'immagine.

pareremo come analizzare i circuiti Vedremo che le lueine di Natale sono Impareremo come interpretare gli impulsi
)mplessi scomponendoli in porzioni più collegate in serie, mentre i fanali di nervosi in termini di resistenza, capacità
implicl. un'automobile sono collegati in parallelo. e potenziale elettrico delle singole cellule
nervose.

FLA SH B A CK

igge dì Ohm PAU SA DI R IF L E SSIO N E


•Ila .Sezione 22.5 abbinino studialo la legge di
Ordina, dal più piccolo al più grande, i valori delle resistenze da a
mi, la relazione tra la corrente e la differenza
dei quattro resistori.
potenziale ai capi di un rcsistore.
AV 2V 2V 1V 1V
- ^ 2A
>1 R -€ -C y
! presente capitolo, useremo la legge di Ohm
analizzare circuiti più complessi che sono
nati da molteplici resistori e batterie.
760 CAPITOLO 23 Circuiti

23.1 Elementi e schema di un circuito


Nel Capitolo 22 abbiamo analizzato un circuito semplice: un resistere colle­
gato a una batteria. Nel presente capitolo, analizzeremo circuiti più complessi
che comprendono elementi diversi e più numerosi. Analogamente ad altri
argomenti trattati in questo libro, impareremo molte cose attraverso il disegno.
A tale scopo avremo bisogno di un sistema per rappresentare simbolicamente
i circuiti, mettendo in evidenza le loro caratteristiche essenziali.
FIGURA 23.1 Un circuito elettrico. La FIGURA 23.1 illustra un circuito elettrico in cui un resistere e un condensa­
tore sono collegati a una batteria tramite dei fili. Per capire il funzionamento di
questo circuito non ci serve sapere se i fili siano piegati o diritti, o se la batteria
si trovi a destra o a sinistra del resistere. 11disegno fedele riportato nella Figura
23.1 fornisce molti dettagli irrilevanti. Nella descrizione o neiranalisi dei cir
cuiti è consuetudine utilizzare un disegno più astratto chiamato schema del
circuito. Lo schema di un circuito è un disegno logico delle connessioni fra gli
elementi. 11 circuito reale, una volta costruito, può apparire piuttosto diverso
dal suo schema, ma avrà la stessa logica e le stesse connessioni.
Nello schema di un circuito, .sostituiamo le immagini degli elementi che lo
compongono con dei simboli. La f i g u r a 23.2 mostra i simboli fondamentali di
cui abbiamo bisogno.

FIGURA 23.2 Un elenco dei simboli fondamentali utilizzati per gli schemi dei circuiti elettrici.

Il terminale...-
positivo della
batteria è -C Z Z 9 -
rappresentato
dalla linea Batteria Filo Resistore Lampadina Nodo Condensatore Interruttore
più lunga.

HI-
T

FIGURA 23.3 Uno schema del circuito La FIGURA 23.3 è Liiio .schciiia del circuito illustrato nella Figura 23.1. Si noti
illustrato nella Figura 23.1. come sono stati etichettati gli elementi del circuito. Accanto alla batteria, al resi­
store e al condensatore sono rispettivamente riportate la fem £, la resistenza Re
la capacità C. 1 simboli £, R e C vengono sostituiti dai loro valori numerici so
questi sono noti. 1 fili, che nella realtà possono es.sere piegati o curvi, vengono
illustrati come connessioni in linea retta fra gli elementi del circuito. 11potenzialo
positivo della batteria è in alto nel diagramma; in generale, cerchiamo di rappre­
sentare i potenziali più alti verso Paltò. È bene prendere Pabitudine di disegnare
gli schemi dei circuiti in modo analogo a quello illustrato.

PAU SA DI R IF L ESSIO N E 23.1 Quali di questi schemi rappresentano lo stesso


circuito?

rAA/W-
1
D.
23.2 Le leggi di Kirchhoff 761

23.2 Le leggi dì Kirchhoff


Dopo aver disegnato lo schema di un circuito, possiamo analizzarlo. 1 nostri FIGURA 23.4 Prima legge (
strumenti e le nostre tecniche saranno basati sui principi fisici delle differenze legge dei nodi).
di potenziale e delle correnti.
Nella -^SEZIONE 22.2 abbiamo appreso che, come risultato della conserva­
zione della carica e della corrente, la corrente totale entrante in un nodo deve
essere uguale alla corrente totale uscente, come illustrato nella f i g u r a 2 3 .4 .
Questo risultato è stato chiamato prima lef^ge di Kirchlioff (o leg^e dei nodi),
che abbiamo scritto come
Legge dei nodi: /j = /2 +
S /.in = 2 / out (23.1)
Prima legge di Kirchhoff (o legge dei nodi)

La prima legge di Kirchhoff non è una nuova legge della natura. È un’appli­
cazione di una legge che già conosciamo: la conservazione della carica. Pos­
siamo inoltre applicare ai circuiti la legge della conservazione delLenergia. FIGURA 23.5 Seconda legge di Kirchhoff
Quando abbiamo studiato Lenergia potenziale gravitazionale nel Capitolo 10, (o legge delle maglie).
abbiamo visto che l’energia potenziale gravitazionale di un corpo dipende .solo
dalla sua posizione, non dal percorso intrapre.so per raggiungere quella posi­
zione. Lo ste.sso vale per l’energia potenziale elettrica, come abbiamo visto nel
Capitolo 21 e nella 4^sezione 22.5. Se una particella carica si muove attorno a
una maglia (cioè un percorso chiuso) e ritorna al punto di partenza, non vi è
alcun cambiamento nella sua energia potenziale elettrica: = 0. Poiché V
- la variazione totale del potenziale elettrico intorno a una maglia
deve essere anch’essa pari a zero.
La FIGURA 23.5a illu.stra un circuito composto da una batteria e da due resi-
intorno al circuito
stori. Se partiamo dal punto a nell’angolo inferiore sinistro, in corrispondenza
del terminale negativo della batteria, e tracciamo il potenziale intorno alla li c \ AV,
maglia, otteniamo il grafico illustrato nella figura. Il potenziale aumenta man
AV^batlcriu '
mano che ci muoviamo verso il terminale positivo della batteria, poi diminui­ d V '
AVj
sce con due cadute di potenziale, una per ogni resistere. Infine, il potenziale
ritorna allo stesso valore che aveva all’inizio. Questo è un principio generale Batteria Rcsistorc Resistorc
che possiamo applicare a qualsiasi maglia, come illustrato nella f i g u r a 2 3 .5b.
Distanza lungo il circuito
Se addizioniamo tutte le differenze di potenziale intorno alla maglia, la somma
(b) Sommiamo le IV 2
deve essere pari a zero. Questo risultato è conosciuto come la seconda legge differenze di Maglia
di Kirchhoff (o legge delle m aglie): potenziale
intorno
alla, maglia
(23.2)
i AV/3
Seconda legge di Kirchhoff (o legge delle maglie)

NelLequazione 23.2, AV. è la differenza di potenziale del i-mo componente Inizio e fine
in questo punto
nella maglia. AV4
La seconda legge di Kirchhoff può essere soddisfatta se almeno una delle Legge delle maglie: AV, + AV2 + AK, -f AV4 = 0
differenze di potenziale AV.è negativa. Per applicare la .seconda legge di Kir­
chhoff, dobbiamo identificare esplicitamente quali differenze di potenziale
wmo positive e quali sono negative.

S T R A T E G IA Uso della seconda legge di Kirchhoff


ETATTICA 23.1 (legge delie m aglie)
O Disegniamo lo schema di un circuito. Etichettiamo tutte le quantità
note e le incognite.
O Assegniamo una direzione alla corrente. Disegniamo ed etichettiamo una
freccia per la corrente I per indicare la nostra scelta. Scegliamo la direzione
della corrente in base alla direzione determinata dalle batterie o dai genera­
tori di fem. Se scegliamo una direzione della corrente opposta alla direzione
reale, il valore finale della corrente calcolata avrà la giusta intensità, ma sarà
negativa, indicandoci che la direzione è opposta a quella scelta.
Continua
762 CAPITOLO 23 Circuiti

© “Viaggiamo” intorno alla maglia. Iniziamo in un punto qualsiasi del


circuito, poi percorriamo l'intera maglia nella direzione assegnata alla
corrente nella fase 2. Man mano che passiamo attraverso i vari elementi
del circuito, AV viene interpretata
*
come A V = V a valle
, — Va monte
■ Per una batteria con una corrente ----------- ► /
nella direzione dal terminale nega- “ I A valle
tivo a quello positivo:

bat
11potenziale aumenta
■ Per una batteria con una corrente nella -------------►/
direzione dal terminale positivo a quello +. . -
negativo:
Il potenziale diminuisce

■ Per un resistore: A = —IR ------------ ►/

O A pplichiam o la seconda legge di Kirchhoff: -W \Ar


EAV. = 0 Il potenziale diminuisce

essere positiva o negativa per una batteria, ma AV^^ per un resi­


store è sempre negativa perché il potenziale in un resistore diminuisce lungo la
direzione della corrente - la carica tluisce “verso valle”, come abbiamo visto
nella s e z i o n e 2 2 .4 . Poiché il potenziale ai capi di un resistore diminuisce
sempre, parliamo spesso di caduta di potenziale ai capi del resistore.
C I3 Q ► L ’equazione per AV^^ nel Riquadro Strategia e tattica 23.1 sembra
essere l’opposto della legge di Ohm, ma la legge di Ohm riguarda solo il
valore assoluto della differenza di potenziale. La legge di Kirchhof ci ri­
chiede di riconoscere che il potenziale elettrico all’interno di un resistore
diminuisce nella direzione della corrente. ^

FIGURA 23.6 II circuito base di un Il circuito elettrico più semplice è costituito da un resistore singolo colle­
resistore collegato a una batteria. gato ai due terminali di una batteria, come illustrato nella f i g u r a 2 3 .6 . Abbiamo
esaminato questo circuito nella s e z i o n e 22 .5 , ma ora applichiamo le leggi di
Kirchhof alla sua analisi.
11 circuito della Figura 23.6 non ha nodi, quindi la corrente è la stessa in
tutte le parti del circuito. La prima legge di Kirchhoff non è necessaria. La
seconda legge di Kirchhoff è lo strumento di cui abbiamo bisogno per analiz­
zare questo circuito. La f i g u r a 23.7 illustra le prime tre fasi del riquadro Stra­
tegia e tattica 23.1. Si noti che stiamo assumendo il modello di un filo ideale,
in base al quale non vi sono differenze di potenziale lungo il filo di connes­
sione. La quarta fase consiste nel l’applicare la seconda legge di Kirchhoff,
X A V = 0:

AV;„aglia= 2 ^ '^ = -^H,a. + AVK = 0 (23.3)


FIGURA 23.7 Analisi del circuito base i
tramite la seconda legge di Kirchhoff. Guardiamo ora ciascuno dei due termini dell’Equa/ione 23.3:
O Dise^iniamo lo schema di un circuito
1 Il potenziale aumenta man mano che ci si sposta attraverso la batteria
0 l .'orientameriU) della batteria
indica una corrente in senso
percorrendo la maglia in senso orario, come abbiamo visto nelle conven
orario, quindi assegniamo una /.ioni del riquadro Strategia e tattica 23.1. Entriamo dal terminale nega
direzione in senso orario a /. tivo e più lontano, a valle, usciamo del terminale positivo dopo avere
guadagnato il potenziale £. Pertanto

AVbat = + é :

2. Il valore assoluto della differenza di potenziale ai capi del resistore è AV


= IR, ma la legge di Ohm non ci dice se questo potenziale è positivo o
negativo, e il segno è cruciale. Il potenziale di un resistore diminuiscr
nella direzione della corrente, che abbiamo indicato con i segni -f c
nella Figura 23.7. Pertanto
© Determiniamo AV per ciascun
elemento del circuito.
23.2 Le leggi di Kirchhoff 763

Con questa informazione su e Tequazione della maglia diventa


£-IR = 0 (23.4)
Possiamo risolvere l’equazione della maglia e trovare che la corrente nel circu­
ito è
(23.5)
R
Questo è esattamente il risultato che abbiamo visto nel Capitolo 22. Notiamo
di nuovo che la corrente nel circuito dipende dal valore della resistenza. La fem
di una batteria è una quantità fissa; la corrente erogata dalla batteria dipende
sia dalla fem sia dalla resistenza.

ESEMPIO 23.1 Analisi di un circuito con due batterie


Qual è la corrente nel circuito della FIGURA 23.8? Qual è la figura 23.9 A nalisi del circuito.
differenza di potenziale ai capi di ciascun resistere?
FIGURA 23.8 Circuito con due batterie.
AMAr

6.0 V 9.0 V

= +9.0 V - /(40 il) - 6.0 V - /(20 il) = 0


'0
IMPOSTAZIONE Analizzeremo questo circuito usando la La batteria da 6.0 V ha = —£, in accordo con quanto
seconda legge di Kirchhoff, come spiegato nel riquadro Stra­ detto nel riquadro Strategia e tattica 23.1, poiché il potenziale
tegia e tattica 23.1. Ma come ci dobbiamo comportare con due diminuisce man mano che viaggiamo attraverso questa
batterie? Che cosa succede quando la carica fluisce “all’in- batteria nella direzione dal terminale positivo a quello
dietro” attraverso una batteria, dal polo positivo al polo nega­ negativo. Possiamo risolvere questa equazione per la corrente:
tivo? Consideriamo l’analogia della scala mobile di cariche. 3.0 V
/ = = 0.050 A = 50 mA
Lasciata a se stessa, una scala mobile di cariche solleva una 60 n
carica dal potenziale minore al potenziale maggiore. Ma è pos­ Ora che la corrente è nota, possiamo usare la legge di Ohm,
sibile percorrere la scala mobile in senso inverso, come molti
A V = IR, per trovare il valore della differenza di potenziale ai
di noi avranno sicuramente fatto almeno una volta. Se due scale
mobili sono poste in direzioni opposte, quella più potente for­ capi di ciascun resistere. Per il resistere di 40 (1,

zerà la carica a percorrere l’altra scala mobile, cioè la seconda A k, = (0.050 A)(40 i l ) = 2.0 V
batteria, in senso inverso a quello normale di percorrenza. La
e per il resistere di 20 i l ,
corrente in una batteria può diventare da positiva a negativa se
spinta in quella direzione da una fem più grande generata da AK^ = (0.050 A)(20 i l ) = 1.0 V
una seconda batteria. In pratica è così che le batterie vengono v erifica La fase di verifica sarà molto importante nei pro­
ricaricate. In questo circuito, la corrente va nella direzione in blemi sui circuiti. Ci sono generalmente altri modi in cui è pos­
cui la fem maggiore, la batteria da 9.0 V, “impone” che vada. sibile analizzare un circuito per verificare il nostro lavoro. In
Abbiamo ritracciato il circuito nella figura 23.9, indicando la questo caso, possiamo applicare un’ultima volta la legge delle
direzione della corrente e la direzione della differenza di poten­ maglie. Se partiamo dall’angolo in basso a destra del circuito e
ziale per ciascun elemento del circuito. viaggiamo in senso antiorario intorno alla maglia, il potenziale
SOLUZIONE La seconda legge di Kirchhoff richiede di aumenta di 9.0 V nella prima batteria, poi diminuisce di 2.0 V
aggiungere le differenze di potenziale man mano che viag­ nel primo resistore, diminuisce di 6.0 V nella seconda batteria
giamo intorno al circuito nella direzione della corrente. Per­ e diminuisce di 1.0 V nel secondo resistore. La diminuzione
corriamo questa maglia iniziando dal terminale negativo della totale è di 9.0 V, quindi la carica torna al suo potenziale di par­
batteria da 9.0 V: tenza, un buon controllo dei nostri calcoli.

PAUSA DI RIFLESSIONE 23.2 Qual è la dif­


ferenza di potenziale ai capi del resistore Ri
A. -3.0 V B. -4.0 V
C. -5.0 V D. -6.0 V
E. -10 V
764 CAPITOLO 23 Circuiti

23.3 Circuiti in serie e in parallelo


FIGURA 23.10 Circuiti in serie e in L ’Esempio 23.1 riguarda un circuito con elementi multipli - due batterie e due
parallelo. resistori. Quando introduciamo più elementi nel circuito, abbiamo diverse pos­
sibilità di connessione. Supponiamo di utilizzare una batteria singola per
accendere due lampadine. Ci sono due modi possibili di collegare le lampadine
in un circuito, come illustrato nella f i g u r a 2 3 .1 0 . Questi collegamenti in serie e
T in parallelo hanno proprietà molto diverse. Esamineremo questi due casi in
vScrie Parallelo successione.
Diciamo che due lampadine sono col legate in serie se sono col legate diret­
tamente runa all’altra senza nodi fra di esse. Tutti i circuiti in serie hanno delle
caratteristiche comuni.

ESEMPIO CONCETTUALE 23.2 Lum inosità delle lam padine in serie


La FIGURA 23.11 mostra due lampadine identiche collegate in Nella ^ SEZIONE 22.6 abbiamo appreso che la potenza dis­
serie. Quale lampadina è più luminosa: A o B? Oppure hanno sipata da un resistore è F = PR. Se due lampadine sono iden­
la stessa luminosità? tiche (cioè hanno la stessa resistenza) e hanno la stessa
corrente che passa attraverso di esse, la potenza dissipata da
FIGURA 23.11 Due lam padine in serie.
ciascuna lampadina è la stessa. Questo significa che la lumi­
nosità delle lampadine deve essere la stessa. Anche la ten­
X \ Lampadine
identiche
sione ai capi di ciascuna lampadina sarà la stessa perché
à V = IK .

L VERIFICA Potremmo essere tentati di pensare che la lampa­


dina A abbia una maggiore luminosità della lampadina B,
SPIEGAZIONE La corrente si conserva e non vi sono nodi nel in quanto qualcosa è andato “perso” prima che la corrente
circuito. Pertanto, come mostra la FIGURA 2 3 .1 2 la corrente è la giunga alla lampadina B. E vero che Venergia viene trasfor­
stessa in tutti i punti. mata in ciascuna lampadina, ma la corrente dev'essere conser­
FIGURA 23.12 La corrente nel circuito in serie.
vata e pertanto le lampadine dissipano energia in pari quantità
nello stesso intervallo di tempo. Possiamo estendere questa

S —
X Le due lampadine
‘sono percorse
dalla stessa
logica a un caso speciale: se una lampadina si fulmina, e non
si accende più, anche la seconda lampadina non si accenderà.
Se una lampadina non è più in grado di trasportare corrente,
/ B “corrente.
non lo sarà neanche l’altra.

Resistori in serie
FIGURA 23.13 Sostituzione dei resistori La FIGURA 23.i3a illustra due resistori in serie collegati a una batteria. Poiché
in serie con un resistore equivalente. non vi sono nodi, la corrente / dev'es.sere la stessa in entrambi i resistori.
(a) Due resistori in serie Possiamo usare la seconda legge di Kirchhoff per analizzare le differenze di
potenziale. Iniziando dal terminale negativo della batteria e seguendo la cor
rente in senso orario intorno al circuito, troviamo
AV/- = f + AVi + AV^2 = 0 (23.(»
i
Le cadute di potenziale ai capi dei due resistori, nella direzione della corrente,
sono AVj c = quindi possiamo usare l’Equazione 23.6 per
trovare la corrente nel circuito:
S = - APi - AV2 = /F , + 7/^2
£ (23.7)
^ /?, + /?2
Supponiamo, come nella f i g u r a 23.i3b, di sostituire i due resistori con un
solo resistore avente il valore = R^. La differenza di potenziale totale
I+F, ai capi di questo resistore è ancora £ poiché la differenza di potenziale è stabi
lita dalla batteria. Inoltre, la corrente in questo circuito con resistore singolo è

R, + R 2
cioè la stessa corrente che avevamo nel circuito a due resistori. In altre parole,
questo resistore singolo è equivalente a due resistori in serie nel senso clic U
corrente del circuito e la differenza di potenziale sono le stesse in entrambi 1
casi. Nulla cambierebbe in qualsiasi punto del circuito se togliessimo i due
resistori R,I e F.2 e li sostituissimo con il resistore Rcu .
23.3 Circuiti in serie e in parallelo 765

Possiamo estendere questa analisi a un caso con più resi stori. Se abbiamo N
resistori in serie, la loro resistenza equivalente è la .somma delle N resistenze
singole:

R cq = / ^ .I - f 2 N
( 2 3 .8 )

Resisten/.a equivalente di N resistori in .serie

La corrente e la potenza in uscita della batteria rimarranno invariate se N resi­


stori in .serie vengono sostituiti da un singolo resistore di resistenza pari a

D ifferen za di p o te n zia le delle luci n a ta lizie


Una stringa di luci natalizie comprende FIGURA 23.14 50 lam padine collegate
in serie. Deviazione
50 lampadine collegate in serie. Qual è alla base della
la differenza di potenziale attraverso lampadina
AV, AVj ^Vi AVs<
ogni lampadina quando la stringa viene
collegata a una presa a 120 V? — @ —@
IM P O S T A Z IO N ELa FIGURA 23.14 illu­ Un rompicapo stagionale per un circuito
stra il circuito delle luci che è costituito in serie Le luci natalizie sono collegate in
serie. Questo è facile da verificare: quando
da 50 lampadine in serie. La corrente in
si rimuove una lampadina dalla stringa
ciascuna lampadina è la stessa perché le
Ih di lueine, il circuito non è più completo e
lampadine sono in serie. l'intera stringa si spegne. Ma quando una
Applicando la
S O L U Z IO N E seconda lampadina si fulmina, cioè quando il suo
legge di Kirchhoff, troviamo filamento si rompe, la stringa di lueine resta
accesa. Com’è possibile questo? Il segreto
f = AV, + A \/,+ ...+ AV,, è una deviazione (shunt) alla base della
lampadina. Inizialmente, la deviazione è un
Le lampadine sono tutte identiche e, poiché la corrente nelle lampadine è la stessa,
buon isolante. Ma se il filamento si rompe,
tutte le lampadine hanno la stessa differenza di potenziale. La differenza di poten­ la deviazione viene attivata e la resistenza
ziale attraverso una singola lampadina è quindi diminuisce bruscamente. La deviazione può
120 V ora trasportare la corrente, quindi le altre
^V, = — = = 2.4 V
50 50 lampadine restano acce.se.
V E R IF IC A Questo risultato sembra ragionevole. La differenza di potenziale è “con­
divisa” dalle lampadine nel circuito. Poiché la differenza di potenziale è condivisa
tra 50 lampadine, la differenza di potenziale attraverso ciascuna lampadina sarà
abbastanza piccola.

Le luci natalizie sono col legate in .serie perché le lampadine possono essere
lampadine a basso voltaggio dal costo molto ridotto. Tuttavia c’è un risvolto
negativo in tutti i circuiti in serie: .se una lampadina viene rimossa il circuito
risulta interrotto e di conseguenza non ci sarà corrente. Infatti, se togliamo una
lampadina da una stringa di lueine natalizie, l’intera stringa si spegnerà.

A nalisi di un circuito con resistori in serie


Qual è la corrente nel circuito della f ig u r a 23.15? £ 9.0 V
/= — = tt^ = 0.12 A
IM P O S T A Z IO N E I tre resistori sono in serie, quindi possiamo 75 n
sostituirli con un unico resistore equivalente come illustrato Questa è la corrente anche del circuito originale.
nella f i g u r a 23.16. VERIF ICA La corrente nel circuito è la stessa sia in presenza
La resistenza equivalente è calcolata usando l’E­
S O L U Z IO N E di tre resistori sia in presenza di un singolo resistore equiva­
quazione 23.8: lente. La resistenza equivalente è la somma dei valori delle
resistenze singole e pertanto è sempre maggiore di qualsiasi
Req = 2 5 i l + 3l l i + I 9 i i = 7 5 i i
valore individuale. Questo è un buon controllo sul nostro
La corrente nel circuito equivalente della Figura 23.16 è lavoro.

FIGURA 23.15 Un circuito con resistori in serie. FIGURA 23.16 Analisi di un circuito con resistori in serie.

25 il

31 n

19H
766 CAPITOLO 23 Circuiti

FIGURA 23.17 Qual è la lum inosità della Usiamo la nostra conoscenza dei circuiti in serie per risolvere un quesito
lam padina B rispetto a quella della su due circuiti con lampadine. La f ig u r a 23.17 mostra due circuiti diversi, uno
lam padina A ?
con una batteria e una lampadina e un secondo con una batteria e due lampa­
dine. Tutte le batterie e lampadine sono identiche. Sappiamo che B e C sono
collegate in serie e hanno la stessa luminosità, ma qual è la luminosità di B
rispetto ad A?
Supponiamo che la resistenza di ogni lampadina identica sia R. Nel primo
circuito, la batteria eroga la corrente l = £ ! R attraverso la lampadina A. Nel
Batterie secondo circuito, le lampadine B e C sono in serie, con una resistenza equiva­

>
Lampadine
idcntiche\ identiche lente R^^ = R^ T R^^ = 2/?, ma la batteria ha la stessa fem £. Quindi la corrente
attraverso le lampadine B e C è = SIR^^ = EUR = Vi /^. La lampadina B ha
solo la metà della corrente della lampadina A, quindi B è meno luminosa.
Molti prevedono che A e B siano ugualmente luminose. La batteria è iden­
tica, quindi perche non dovrebbe fornire la stessa corrente a entrambi i circuiti?
Il ragionamento non è corretto: ricordiamo che una batteria è un sorgente di
differenza di potenziale, non una sorgente di corrente. In altre parole, la fem
della batteria è la stessa indipendentemente da quanto la batteria sia usata.
Quando compriamo una batteria da 1.5 V, compriamo un dispositivo che forni­
sce una specifica quantità di differenza di potenziale, non una specifica quantità
di corrente. La batteria fornisce effettivamente corrente al circuito, ma la quan-
tità di corrente dipende dalla resistenza. La nostra batteria da 1.5 V fa sì che 1 A
passi in un resistore da 1.5 lì ma che solo 0.1 A passi in un resistore da 15(1.
Questo è un concetto fondamentale per la comprensione dei circuiti. Una
batteria fornisce una precisa fem (differenza di potenziale). Non fornisce una
corrente definita e invariabile. La quantità di corrente dipende sia dalla fem
sia dalla resistenza del circuito collegato alla batteria.

Resistor! in parallelo
Nel prossimo esempio, considereremo il secondo modo di collegare due lam
padine in un circuito. Le due lampadine nella Figura 23.18 sono collegate a
entrambe le estremità. Diciamo che sono col legate in parallelo.

ESEMPIO CONCETTUALE 23.5 L u m in o sità di d ue la m p a d in e in p arallelo


Quale lampadina nel circuito FIGURA 23.18 Due FIGURA 23.19 Le differenze di potenziale delle lampadine.
della FIGURA 23.18 è più lumi­ lam padine in parallelo.
, I. Il potenziale in que.sti due
nosa: A o B? Oppure hanno la punti è lo stesso perché
. t
stessa luminosità?
SPIEGAZIONE Entrambe le
j : _ a
1 1
I B
non c’è differenza di
potenziale lungo il filo.
estremità delle due lampadine Lampadine^ S — AVa = AVb
sono connesse fra loro attra- identiche
verso dei fili. Poiché non vi è . 3. Le dilTerenze di potenziale
agli estremi delle lampadine
alcuna differenza di potenziale lungo fili ideali, il potenziale
2. Anche in questi due punti devono essere uguali.
alfestremità superiore della lampadina A dev'essere Io stesso
il potenziale è lo stesso.
delfestremità superiore della lampadina B. Analogamente
i potenziali alle estremità inferiori delle lampadine devono
essere gli stessi. Questo significa che la differenza di poten­ VERIFICA Si potrebbe pensare che A sia più luminosa di
ziale AV attraverso le due lampadine deve essere la stessa, B perché la corrente percorre “la via più breve”. Tuttavia la
come riportato nella figura 23.19. Poiché le lampadine sono corrente è determinata dalla differenza di potenziale e le due
identiche (cioè hanno resistenze uguali), le correnti / = HsV/R lampadine collegate in parallelo hanno la stessa differenza di
attraverso le due lampadine sono uguali e quindi le lampadine potenziale.
sono ugualmente luminose.

Analizziamo ora i circuiti in parallelo più nel dettaglio. Il circuito dell*


FIGURA 23.20a ha Una batteria con due resistor! collegati in parallelo. Se assti
miamo il modello di un filo ideale, le differenze di potenziale ai capi dei due
resistor! sono uguali. In effetti, la differenza di potenziale ai capi di ciasam
resistore è uguale alla fem della batteria perché entrambi i resistori sono colle
gati direttamente alla batteria con fili ideali, cioè iS.V^ = = E,
23.3 Circuiti in serie e in parallelo 767

Ora applichiamo la prima legge di Kirchhoff. La corrente proveniente FIGURA 23.20 Sostituzione di due
dalla batteria si divide nelle correnti e nel nodo superiore mostrato nella resistori in parallelo con un resistore
equivalente.
FIGURA 23.20b. Ili base alla legge dei nodi,
(a) Due resistori in parallelo
(23.9) Le (Jitt’eren/e di polen/iale sono uguali.
Possiamo applicare la legge di Ohm a ciascun resistore per trovare che la cor­
rente erogata dalla batteria è
AV, àVi S £ J \ 1 AV.
(23.10) T
R^ l<2 Rx Ri \R i Ri
Possiamo sostituire un gruppo di resistori in parallelo con un resistore singolo
equivalente come abbiamo fatto per i resistori in serie? Per essere equivalente, (b) Applicazione della legge dei nodi
la differenza di potenziale ai capi del resistore equivalente dev’essere AV = £, Consideriamo nel nodo la
la stessa dei due resistori che sostituisce. Inoltre, poiché la batteria non può corrente in entrata e in uscita
sapere che c’è stata una sostituzione, la corrente ai capi del resistore equiva­
lente dev'essere / = Un resistore con questa corrente e questa differenza di
potenziale deve avere una resistenza
AV £ f I
Rca = — = — = — + - (23.11 )
" / 4a, V/?| R lJ
La corrente
dove abbiamo usato l’Equazione 23.10 per Questa è la resistenza equiva­ è ugiKile____
lente, quindi un singolo resistore R^ agisce esattamente allo stesso modo dei
/b.
due resistori R^ e R^ come illustrato nella f ig u r a 23.20c.
Possiamo estendere questa analisi al caso di N resistori in parallelo. Per
: («I /!,)
questo circuito, la resistenza equivalente è uguale all’inverso della somma
degli inversi di resistenze singole:
(c) Resistore equivalente
/? = (-L + ± + ... + - L y (23.12)
' \R M
x Ri
^2 Rn J
Resistenza equivalente di N resistori in parallelo

La corrente e la potenza in uscita della batteria resteranno invariate se N


resistori in parallelo vengono .sostituiti da un singolo resi.store R^.
GEIEI ► Quando usiamo l’Equazione 23.12, non dimentichiamo di prende­
re rinverso della somma che calcoliamo. <
Nella Figura 23.20 cia.scun resistore “vede” l’intera differenza di potenziale
della batteria. Se un resistore venisse rimos.so, le condizioni del secondo resi-
slore non cambierebbero. Questa è una proprietà importante dei circuiti in
parallelo.

^ Circuiti in parallelo per la sicurezza Ti sarà sicuramente capitato di


vedere delle auto con un solo faro acceso. Questo ci dice che i fari delle
automobili sono collegati in parallelo. Le correnti nelle due lampadine sono
indipendenti, quindi la perdita di una lampadina non influisce sulLaltra. 11
collegamento in parallelo è molto importante perché il guasto di un faro non
lascerà Tautomobile priva di illuminazione.

FIGURA 23.21 Qual è la luminosità della


Ora, analizziamo un altro circuito con lampadina. La f ig u r a 2 3 .2 1 mostra lampadina B rispetto a quella della
due circuiti diversi: uno con una batteria e una lampadina e un secondo con una lampadina A?
batteria e due lampadine. Come in precedenza, le batterie e le lampadine sono
identiche. Sappiamo che B e C sono collegate in parallelo e hanno la stessa
luminosità, ma qual è la luminosità di B ri.spetto ad A?
Ciascuna delle lampadine A, B e C è collegata alla .stessa differenza di
s
r
potenziale, quella della batteria, quindi hanno la stessa luminosità. Sebbene
Jutte le lampadine abbiano la stessa luminosità, c’è una differenza tra i circuiti. Batterie
'I Lampadine
identiche. .identiche
Nel secondo circuito, la batteria deve alimentare due lampadine, quindi deve
fornire una doppia quantità di corrente. Ricordiamo che la batteria è una sor-
|cnte di differenza di potenziale fi.ssa; la corrente invece dipende dal circuito
ir
che è collegato alla batteria. L ’aggiunta di una seconda lampadina non cambia
la differenza di potenziale, ma aumenta la corrente erogata dalla batteria.
768 CAPITOLO 23 Circuiti

ESEMPIO 23.6 La c o rre n te in un circuito con resistori in p arallelo


I tre resistori della f i g u r a 23.22 sono collegati a una batteria Possiamo usare l’Equazione 23.12 per calcolare
S O L U Z IO N E
da 12 V. Quale corrente è erogata dalla batteria? la resistenza equivalente:
FIGURA 23.22 Un circuito con resistori in parallelo. 1 1
/?oq (j 18.1 i l
^58 n "^70(1 ”^42 :1 1/
Una volta che conosciamo la resistenza equivalente, possiamo
usare la legge di Ohm per calcolare la corrente erogata dalla
12V — :5 8 ìl :io n U liì batteria:
e 12 V
/ = — = ------ -- = 0.66 A
18.1 n
Poiché la batteria non vede alcuna differenza tra i tre resistori
IM P O S T A Z IO N E I tre resi- originali e questo singolo resistore equivalente, la batteria nella
stori sono in parallelo, quindi Figura 23.22 fornisce una corrente di 0.66 A al circuito.
possiam o ridurli a un unico Come vedremo, la resi.stenza equivalente di un
V E R IF IC A
resistore equivalente, come insieme di resistori in parallelo è minore della resistenza di uno
12V
illustrato nella FIGURA 23.23. qualsiasi dei resistori. 18 ii è minore di qualsiasi valore indivi­
duale e questo è un buon controllo del nostro lavoro.
FIGURA 23.23 Analisi di un
circuito con resistori in parallelo.

11valore della resistenza totale in questo esempio può sembrare sorprendente.


La resistenza equivalente per una combinazione in parallelo di 58 H, 70 e 42
ìì è 18 lì. In presenza di un numero maggiore di resistori abbiamo un resistore
tinaie equivalente maggiore? La risposta è sì per i resistori in serie, mentre è no
per i resistori in parallelo. Sebbene un resistore sia un ostacolo al flusso di una
carica, i resistori in parallelo forniscono alla carica più percorsi possibili in cui
passare. Di conseguenza, la resistenza equivalente di più resistori in parallelo
è sempre mirwre di qualsiasi singolo resistore. Come analogia, pensiamo alla
guida in condizioni di traffico intenso. Se c’è una strada alternativa o la strada è
a più corsie, il numero di automobili che potranno fluire sarà maggiore.

PAUSA DI RIFLESSIONE 23.3 Ordina


dalla più luminosa alla meno l u m i n o - ___ r
sa, le lampadine identiche da A a D. e S

l C ® D

23.4 Misure di tensione e di corrente


FIGURA 23.24 Un amperometro misura Quando usiamo uno strumento di misura per misurare la tensione o la corrente
la corrente in un circuito. in un circuito, come col leghiamo questo strumento? Il collegamento dipende
dalla quantità che si desidera misurare.
Un dispositivo che misura la corrente che passa in un elemento del circuito
è chiamato amperometro. Poiché la carica fluisce attraverso gli elementi di
un circuito, un amperometro deve essere collocato in serie con Pelemento del
circuito di cui dobbiamo misurare la corrente.
La FIGURA 23.24a mostra un circuito semplice con un solo resistore con una
fem fissa £ = 1.5 V e una resistenza sconosciuta R. Per determinare la resi­
stenza, dobbiamo conoscere la corrente nel circuito, che misuriamo con l’ain-
perometro. Inseriamo l’amperometro nel circuito come illustrato nella f ig u r a
23.24b. Dobbiamo interrompere il collegamento tra la batteria e il resistore per
inserire l’amperometro. Il resistore e Pamperometro ora hanno la stessa cor­
rente perché sono in serie, quindi il valore che leggiamo sull’amperometro
corrisponde alla corrente che attraversa il resistore.
Poiché Pamperometro è in serie con il resistore /?, la resistenza totale vista
dalla batteria h R = R + R . Per misurare la corrente senza modificare la
corrente, la resistenza dell’amperometro, Ramp, dev’essere molto minore di l<
Quindi la resistenza di un amperometro ideale è pari a zero. Gli amperometri
reali si avvicinano molto a questo valore ideale.
23.4 Misure di tensione e di corrente 769

L ’amperometro nella Figura 23.24b legge 0.60 A, il che significa che la cor­ FIGURA 23.25 Un voltm etro m isura la
rente nell’amperometro - e nel resistore - è / = 0.60 A. Se famperonietro è differenza di potenziale ai capi di un
elem ento del circuito.
ideale, come abbiamo ipotizzato, allora non vi è alcuna differenza di potenziale
attraverso l’amperometro (A\/ = //? = 0 se = 0 (1), quindi la differenza di (a)
potenziale ai capi del resistore è A V = f . La resistenza può allora essere calcolata
come
1.5 V 9.0 V
= 2.5 a
/ 0.60 A 24 i l ;
Come abbiamo visto nella s e z io n e 21 .2 , possiamo usare un vo ltm e tro per
misurare le differenze di potenziale in un circuito. Poiché una differenza di
potenziale viene misurata ai capi di un elemento del circuito, da una estremità
all’altra, un voltmetro viene posto in parallelo con l’elemento del circuito la
cui differenza di potenziale dev'essere misurata. Vogliamo misurare la ten­
sione senza modificarla - cioè senza influire sul circuito. Poiché il voltmetro è
in parallelo con il resistore, la resistenza del voltmetro dev’essere molto grande
in modo da sottrarre poca corrente aH’elemento che si sta misurando. Un volt-
metro ideale ha una resistenza infinita. 1voltmetri reali si avvicinano molto
a questo ideale.
La FIGURA 23.25a mostra un circuito semplice in cui un resistore di 24 (1 è
collegato in serie con una resistenza sconosciuta, con la coppia di resistori
collegati a una batteria da 9.0 V. Per determinare la resistenza sconosciuta,
caratterizziamo in primo luogo il circuito misurando la differenza di potenziale
ui capi del resistore noto con un voltmetro come illustrato nella f i g u r a 23.25b.
11 voltmetro è collegato in parallelo con il resistore. L ’uso del voltmetro non
richiede f interruzione dei collegamenti. 11 resistore e il voltmetro ora hanno la
stessa differenza di potenziale perché sono in parallelo, quindi il valore che
leggiamo sul voltmetro corrisponde alla tensione ai capi del resistore.
11 voltmetro nella Figura 23.25b ci dice che la differenza di potenziale ai
capi del resistore di 24 li è pari a 6.0 V, quindi la corrente che attraversa il
resistore è

I due resistori sono in serie, quindi quella calcolata è anche la corrente nel
resistore R sconosciuto. Possiamo utilizzare la seconda legge di Kirchhoff e il
valore letto sul voltmetro per trovare la differenza di potenziale ai capi del
resistore sconosciuto:
= 9.0 V + AVr - 6.0 V = 0 (23.14)
da cui troviamo A = —3.0 V. Possiamo ora usare AV^^ = -IR per calcolare
-A \/ r _ (-3.0 V) (23.15)
R= = 12 il
/ “ 0.25 A

PAUSA DI RIFLESSIONE 23 4 Qual è il modo corretto di col legare gli strumen-


li per misurare la differenza di potenziale ai capi del resistore e la corrente che Un circuito per tutte le stagioni Questo
dispositivo visualizza la velocitù del vento
k) attraversa?
e la temperatura, ma questi dati vengono
calcolati a partire da .semplici misure di
i— ( ì ) — 1 r~ © n r<I>n tensione e di corrente. Il vento fa girare
un'elica collegata a un generatore; una
rotazione rapida equivale a una tensione
-= - R elevata. Un circuito nel dispositivo contiene
un termistore, la cui resistenza varia con la
temperatura; bas.se temperature equivalgono
a una resistenza elevata e quindi a una
piccola corrente.

23.5 Circuiti più complessi


i questa sezione, esamineremo circuiti che comprendono resistori sia in serie
iu in parallelo. Combinazioni di resistori possono spesso essere ridotte a una
ingoia resistenza equivalente attraverso un’applicazione progressiva delle
gole per i circuiti in serie e in parallelo.
770 CAPITOLO 23 Circuiti

E SE M P IO 23.7 C o m b in a zio n i di resistori


Qual è la resistenza equiva- f ig u r a 23.26 Un circuito con S O L U Z IO N E II processo di semplificazione del circuito è illu-
lente delTinsieme di resi­ resistori. .strato nella f i g u r a 23.27. Notiamo che i resistori di 10 fi e
stori illustrati nella f i g u r a di 60 n non sono in parallelo. Sono collegati tra le loro estre­
23.26? mità superiori, ma non tra le loro estremità inferiori. I resistori
IM P O S T A Z IO N E Possiamo devono essere collegati tra loro a entrambe le estremità per
analizzare questo circuito ri­ essere in parallelo. Analogamente, i resistori di 10 H e di 45 H
ducendo le combinazioni di non sono in serie a causa del nodo tra di essi.
60 n
resistori in serie e in paral­ V E R IF IC A L’ultimo passaggio nel processo serve per ridurre la
lelo. Lo faremo con una serie combinazione di resistori in parallelo. La resi.stenza di resistori
di passaggi, ridisegnando il in parallelo è sempre minore del più piccolo dei valori delle sin­
circuito dopo ciascun pas­ gole resistenze, quindi il nostro risultato finale dev'essere minore
saggio. di 40 (1. Questo è un buon controllo sul risultato ottenuto.

f ig u r a 23.27 Una combinazione di resistori è ridotta a un singolo resistore equivalente.

24 a

Due casi speciali (che vale la pena ricordare per la riduzione dei circuiti) sono
le resistenze equivalenti di due resistori identici R^ = R^ = R ìn serie e in parallelo:
Due resistori identici in serie: R cq = 2 R
R
Due resistori identici in parallelo: R^^. = —

E SE M P IO 23.8 C o m e ca m b ia la lu m in osità?
Inizialmente l’interruttore nella f i g u r a 23.28 è aperto. Le lam­ in parallelo è R^^^c = R/2. Questa resi.stenza equivalente di B e
padine A e B sono ugualmente luminose e la lampadina C non C è in serie con la lampadina A; quindi la resistenza totale del
è accesa. Che cosa .succede alla luminosità di A e B quando circuito è/?eq = /? + ^/? = e la corrente erogata dalla bat­
l’interruttore viene chiu.so? Che co.sa possiamo dire sulla lumi­ teria è
nosità di C rispetto a quella di A e B? Assumiamo che tutte le e S ^2 S
lampadine siano identiche. 3/f/2 3 R
La chiusura dell’interruttore diminuisce la resistenza totale del
FIGURA 23.28 Circuito con lampadine.
circuito e quindi aumenta la corrente erogata dalla batteria.
Tutta la corrente proveniente dalla batteria passa attraverso
la lampadina A, quindi A aumenta la sua luminosità quando
l’interruttore è chiuso. La corrente si divide poi nel nodo.
Le lampadine B e C hanno pari resistenza, quindi la corrente si
divide equamente. La corrente in B è 1/3 (£ //?), che è minore
di /p^^. Quindi la luminisità di B diminuisce quando rinterrut­
tore è chiuso. Con l’interruttore chiuso, le lampadine B c C
sono in parallelo, quindi la lampadina C ha la stessa luminosità
S O L U Z IO N E Supponiamo che la resistenza di ogni lampadina della lampadina B.
sia R. Inizialmente, prima che rinterruttore sia chiuso, le lam­ V E R IF IC A II nostro risultato finale è plausibile. Inizialmente,
padine A e B sono in serie; la lampadina C non fa parte del le lampadine A e B sono in serie e tutta la corrente che passa
circuito. A e B sono resistori identici in serie, quindi la loro attraverso la lampadina A passa attraverso la lampadina B. .Se
resistenza equivalente è 2/? e la corrente dalla batteria è aggiungiamo la lampadina C, la corrente ha un’altra opzione
- può passare attraverso la lampadina C. Questo aumenterà
/?eq 2R 2R la corrente totale e tutta la corrente deve passare attraverso la
Questa è la corrente che scorre inizialmente nelle lampadine A lampadina A, quindi ci aspettiamo che la lampadina A sia più
e B, quindi queste hanno la stessa luminosità. luminosa. Ma ora la corrente che passa attraverso la lampadina
La chiusura del rinterruttore pone le lampadine B e C in A può passare attraverso le lampadine B o C. La corrente si
parallelo. La resi.stenza equivalente dei due resistori identifici divide, quindi ci a.spettiamo che B sia meno luminosa di prima.
23.5 Circuiti più complessi 771

Analisi di circuiti complessi


Possiamo usare le informazioni in questo capitolo per analizzare circuiti più
complessi ma più realistici. Questo ci darà Topportunità di riunire le diverse
idee di questo capitolo e di vedere come vengono messe in pratica. Le tecniche
che usiamo per questa analisi sono piuttosto generali.

STRATEGIA DI RISOLUZIONE
DEI P R O B L E M I 2 3 . 1
C ircuiti di resistorì
Possiamo analizzare qualsiasi circuito di resistori riducendo sequenzial­
Questa immagine ai raggi X di un tele­
mente le combinazioni di resistori in serie e in parallelo ai loro resistori fono cellulare mostra il complesso cir­
equivalenti tino a quando rimangono solo una batteria e un resistore. cuito interno. Sebbene vi siano migliaia
di componenti, l'analisi di tale circuito
IMPOSTAZIONE Disegniamo lo schema di un circuito. Etichettiamo tutte le inizia con le stesse regole di base che
quantità note e le incognite. stiamo studiando nel presente capitolo.

SOLUZIONE Basiamo la nostra analisi matematica sulle leggi di Kirchhoff e


sulle regole dei resistori in serie e in parallelo:
■ Passo dopo passo, riduciamo il circuito al minor numero possibile di resi­
stori.
■ Determiniamo la corrente che attraversa i resistori equivalenti e la diffe­
renza di potenziale ai loro capi.
■ Ricostruiamo il circuito, usando le proprietà che la corrente è la stessa
attraverso tutti i resistori in serie e la differenza di potenziale è la stessa
ai capi di tutti i resistori in parallelo.

VERIFICA Possiamo effettuare due controlli importanti quando ricostruiamo


il circuito.
■ Verifichiamo che la somma delle differenze di potenziale ai capi dei resi­
stori in serie corrisponda a A V per il resistore equivalente.
■ Verifichiamo che la somma delle correnti attraverso i resistori in paral­
lelo corrisponda a / per il resistore equivalente.

ESEMPIO 23.9 Analisi di un circuito com plesso


Troviamo la corrente e la differenza di potenziale ai capi di cia­ Figura 23.30a, ma in ordine inverso. Il resistore di 400 (1 pro­
scuno dei quattro resistori nel circuito mostrato nella figura 23.29. viene da due resistori in parallelo di 800 lì. Poiché A V ^ = 12
V, abbiamo anche che ogni AV^^ = 12 V. La corrente ai capi di
FIGURA 23.29 Un circuito con resistori multipli. ciascun resistore di 800 lì è quindi / = àV/R = 15 mA. Un
controllo sul nostro lavoro consiste nel notare che 15 mA + 15
i - m - |
mA = 30 mA.
6(X) a
Il resistore di 800 11 è stato ottenuto combinando un resi­
store di 240 fi e uno di 560 l ì in serie. Poiché /ggo ~ 15 mA,
deve essere vero che = ^56o ” *5 mA. La differenza di poten­
12V -Z Z I
ziale ai capi di ciascun resistore è A V = /R, quindi AV^^ = 3.6
V e AVj^ = 8.4 V. Qui il controllo sul nostro lavoro consiste
nel notare che 3.6 V + 8.4 V = 12 V = AV^^q, quindi le diffe­
renze di potenziale si sommano come dovrebbero.
IM P O S T A Z IO N E La FIGURA 23.30 della pagina seguente illu­
Infine, il resistore di 240 l ì è stato ottenuto dai resistori di
stra lo schema del circuito. Disegniamo nuovamente lo schema
600 l ì e 400 l ì in parallelo, quindi ciascuno ha la stessa diffe­
man mano che procediamo nelfanalisi del circuito.
renza di potenziale di 3.6 V come il resistore di 240 l ì equiva­
S O L U Z IO N E In primo luogo, scomponiamo il circuito, passo lente. Le correnti sono = 6.0 mA e / ^ = 9.0 mA. Notiamo
dopo passo, fino ad avere un circuito con un solo resistore. La che 6.0 mA + 9.0 mA = 15 mA, che è il terzo controllo sul
Figura 23.30a effettua questa trasformazione in tre fasi, usando nostro lavoro. Ora conosciamo tutte le correnti e le differenze
le regole dei resistori in serie e in parallelo. Il circuito finale di potenziale.
formato solo dalla batteria e da un resistore è un circuito facile
da analizzare. La differenza di potenziale ai capi del resistore V E R IF IC A Abbiamo controllato il nostro lavoro dopo ciascun
equivalente di 400 D è A = A = £ = 12 V. La corrente è passaggio del processo di ricostruzione verificando che le cor­
12V renti si sommassero correttamente nei nodi e le differenze di
/= ^ = = 0.030 A = 30 mA potenziale si sommassero correttamente lungo una serie di resi­
R 400 a
In secondo luogo, ricostruiamo il circuito, passo dopo stenze. Questo controllo in itinere è estremamente importante.
passo, trovando la corrente e le differenze di potenziale ad ogni Ci fornisce un sistema di individuazione immediata degli errori
passaggio. La Figura 23.30b ripete esattamente le fasi della nel processo di risoluzione del problema. ^
Continua
772 CAPITOLO 23 Circuiti

FIGURA 23.30 Analisi progressiva di un circuito,

(a) Scomponiamo il circuito ....—

Resistore
equivalente

12V - = 12 V _ = _ >400 0

Riduciamo la combinazione Riduciamo la combinazione Riduciamo la combinazione


I
in parallelo. in serie. in parallelo.
(b) Ricostruiamo il circuito <
I resistor! in parallelo hanno
la stessa differenza di potenziale
3.6 V •••• 3.6 V
600 0 I resistor! in serie hanno I resistori in parallelo hanno
la stessa corrente 15 mA la stessa differenza di potenziale
I-A /W V ^ 12V
►6.0 mA 15 mA
►9.0 mA

400 a , ^ , 240 a
3.6 V — <1 3.6 V 400 a
12V 12V
15 mA 15 mA ”j” ^ 1 5 mA 15 mA

800 a 800 a
12V 12V

PAUSA Di RIFLESSIONE 23.5 Ordina dalla


più luminosa alla meno luminosa, le lampa­
dine identiche da A a D.
I ®C

23.6 Condensatori in parallelo e in serie


Due conduttori separati da uno strato isolante formano un elemento di circuito
chiamato condensatore, un dispositivo che abbiamo considerato nel dettaglio
nei capitoli precedenti. La f i g u r a 23.31 illustra un circuito base composto da
FIGURA 23.31 Circuito semplice con un una batteria e da un condensatore. Quando colleghiamo il condensatore alla
condensatore. batteria, la carica fluirà verso il condensatore, aumentandone la differenza di
potenziale fino a = <f. Una volta che il condensatore è completamento

O '
FIGURA 23.32 Condensatori in serie e in
carico, non ci .sarà ulteriore corrente. Abbiamo visto nella ^«s e z i o n e 21.7 che il
valore della carica su cia.scuna armatura del condensatore a questo punto sarà
Q = C ^V^ = CE.
Nei circuiti con resistore, combiniamo spesso più di un resistore; possiamo ;
fare la .stes.sa cosa con i condensatori. La f i g u r a 23.32 illustra due combinazioni ;
parallelo.
base: condensatori in parallelo e condensatori in serie.
(a) Condensatori in parallelo
IZEEQ ► I termini “condensatori in parallelo” e “condensatori a facce pa- ;
± 1 ■’T 1 rallele” non de.scrivono la stessa cosa. Il primo termine descrive come due ■.
0 più condensatori vengono collegati Puno all’altro; il secondo termine de-
T ^ ' .scrive come è costruito un particolare condensatore. <
(b) Condensatori in serie
1 condensatori in serie o in parallelo possono essere rappre.sentati da una

X 1 singola capacità equivalente, sebbene le regole per le combinazioni siano


diverse da quelle dei resistori. Iniziamo la nostra analisi con i due condensatori
in parallelo, Cj e della f i g u r a 23.33a.
La carica su C è Q = C, e la carica su C^è Q^ = AV^. Si noti che
entrambi i condensatori hanno la stessa differenza di potenziale AV^ tra le

1
23.6 Condensatori in parallelo e in serie 773

armature perché sono collegati in parallelo. La carica totale Q sui due conden­ FIGURA 23.33 Sostituzione di due
condensatori in parallelo con un
satori è quindi
condensatore equivalente.

(a) I condensatori in parallelo


hanno la stessa
Possiamo sostituire i due condensatori con un solo condensatore di capacità
equivalente come illustrato nella f i g u r a 23.33b. La capacità equivalente è
la somma delle singole capacità; S .
s —
— J T S L
==c,
rr
(C,. + C2)AVc _ ^ _
Q
(23.16) T ,. T /T
Ài? + Q^=C^^Vc C2 = QAV c
Possiamo facilmente estendere questa analisi a più di due condensatori. Se N
condensatori sono in parallelo, la loro capacità equivalente è la somma delle (b) Stessa AVc ma carica
maggiore
capacità individuali:

s : £
C eq = C,1 “h c ,2 + c ,3 N
(23.17)
' “L ------- 7
Capacità equivalente di N condensatori in parallelo Q = Q^+Qi

Né la batteria né qualsiasi altra parte di un circuito possono distinguere tra gli


N condensatori in parallelo e un singolo condensatore avente capacità C^.
B!EQQ►Aggiungere un altro condensatore in parallelo aggiunge più capa­
cità. La formula per i condensatori in parallelo è quindi simile alla formula
dei resistori in serie. <
Ora esaminiamo il caso di due condensatori collegati in serie. Come
vedremo, in questo caso i condensatori hanno la stessa carica, ma ciascun con­
densatore vede una differenza di potenziale minore di quella associata alla
batteria.
Diamo uno sguardo al circuito formato da due condensatori in serie illu­
strato nella figura 23.34a. La sezione centrale, costituita dall’armatura inferiore f i g u r a 23.34 Sostituzione di due
di C|, l’armatura superiore di e il cavo di collegamento, è elettricamente condensatori in parallelo con un
condensatore equivalente.
isolata. La batteria non può rimuovere carica da questa sezione, né può
aggiungerla. Se questa sezione ha inizialmente una carica totale nulla, deve (a) I condensatori in serie hanno
la stessa carica Q .
continuare ad avere una carica totale nulla. Di conseguenza, due condensatori
In serie hanno cariche uguali ±Q. La batteria trasferisce una carica Q dall’e­ /A V , = 0 /C ,
stremità inferiore del condensatore all’estremità superiore del condensa­ 1 +Q
tore C|. Questo trasferimento polarizza la sezione centrale, che tuttavia ha _|_ - Q Carica totale
•ncora = 0. ^ .........nulla su questo
segmento isolato
Le differenze di potenziale tra le armature dei due condensatori sono AVj =
-e
(?/C, e A V'j = Q/C 2 . La differenza di potenziale totale tra le armature di entrambi MV2 = Q/C2
i condensatori è -f AV^. Supponiamo, come nella f i g u r a 23.34b, di
avere sostituito due condensatori con un singolo condensatore avente una (b) Stessa carica Q di C, e (4
carica Q è una differenza di potenziale A = A 4- A Questo condensatore
èequivalente ai due originali poiché la batteria deve stabilire la stessa diffe­ e — _ r I» Stessa
jj- differenza
renza di potenziale e muovere la stessa quantità di carica in entrambi i casi.
L ’inverso della capacità di questo condensatore equivalente è I / I
7 -----
di potenziale
...••‘totale di
AVe = AV, + AV2^“" C, e C2
1 _ AVt _ AK, + AV22 _ AV/,
AV^ AK
AV2 _ 1
(23.18)
c'-'cq
Questa analisi dipende dal fatto che i condensatori in serie hanno ciascuno la
Messa carica Q.
Possiamo facilmente estendere questa analisi a più di due condensatori. Se
"V condensatori sono in serie, la loro capacità equivalente è l’invenso della
lomma degli inversi delle capacità individuali:

/ 1 1 1 1
-cq (23.19)
Ve , C2 C3 c j
Capacità equivalente di N condensatori in serie

■*?r i condensatori in serie, la capacità equivalente è inferiore a quella di ogni


Ingoio condensatore.
774 CAPITOLO 23 Circuiti

EEXDI ► La carica totale sui condensatori è la carica su ciascun condensato-


re singolo, ma ciascun condensatore vede solo una frazione della differenza
di potenziale. Aggiungendo condensatori in serie si riduce la capacità to­
tale, analogamente a quanto avviene aggiungendo resistori in parallelo. <

E SE M P IO 23.10 A nalisi di un circuito con c o n d e n s a to ri


a. Troviamo la capacità FIGURA 23.35 Circuito con la carica che passa attraverso la batteria usando questo valore
equivalente della combi­ condensatori. di capacità.
nazione di condensatori S O L U Z IO N E
del circuito nella f i g u r a 3.0 a. La FIGURA 23.36 illustra come troviamo la capacità equiva­
23.35. lente riducendo le combinazioni in serie e in parallelo.
b. Quale carica fluisce attra­ 12V
b. La batteria vede una capacità di 2.0 pF. Per stabilire una
verso la batteria mentre 5 0 mF ^^ 1.0 differenza di potenziale di 12 V, la carica che deve fluire
i condensatori vengono attraverso la batteria è
caricati?
e = C^AV^ = (2.0- 10"^F)(12 V) = 2.4- 10 ' C
Possiamo usare le relazioni per i condensa-
IM P O S T A Z IO N E
tori in parallelo e in serie per ridurre i condensatori a una sin­ VERIFICA Risolviamo i problemi di circuiti con condensatori
gola capacità equivalente, analogamente a come abbiamo fatto in un modo molto simile a quello che abbiamo seguito per i
per i circuiti con un insieme di resistori. Possiamo poi calcolare circuiti con resistori.

FIGURA 23.36 Analisi di un circuito con condensatori.

Ordi
PAUSA DI R IF L E S SIO N E 23.6
na, dalla maggiore alla minore, le ca
3/xF : =
pacità equivalenti da a (C^)^
3 /xF = : F ^ ^ ^
3 /xF 3 ^F
dei circuiti da A a C
3 pF d p

B.

23.7 Circuiti R C
I circuiti con resistere che abbiamo visto hanno una corrente stazionaria. Se
aggiungiamo un condensatore a un circuito con resistere, possiamo realizzare
un circuito in cui la corrente varia con il tempo. 1circuiti contenenti resistori e
condensatori sono noti come circuiti RC. Que.sto tipo di circuito è molto
comune nei dispositivi elettronici. Un semplice esempio di un circuito RC è la
luce lampeggiante di una bicicletta, mostrata nella fotografia accanto. Come
vedremo, i valori della resistenza e della capacità in un circuito RC determi
nano il tempo necessario al condensatore per caricarsi e scaricarsi. Nel caso
della luce di una bicicletta, questo tempo determina il periodo di intermittenza,
ossia il tempo che trascorre tra due lampi successivi. Una grande capacità
determina un ciclo lento di on-off-on; una capacità inferiore determina iiiTin*
termittenza più rapida.
La RGURA 23.37a mostra un circuito RC formato da un condensatore carico, un
interruttore aperto e un resistore. 11condensatore ha una carica iniziale c ima
La luce posteriore di una bicicletta lam­
peggia in modo intermittente. L'interval­
differenza di potenziale (AV^)^= QJC. Non c’è conente, quindi la differenza di
lo di intermittenza è controllato da un potenziale ai capi del resistore è nulla. Successivamente, a r = 0, l’interruttore
circuito RC. viene chiuso e il condensatore inizia a scaricarsi attraverso il resistore.
23.7 Circuiti R C 775

FIGURA 23.37 Scarica di un circuito RC.

(a) Prima della chiusura (b) Immediatamente dopo la chiusura (c) Dopo un certo tempo
del r interruttore deir interruttore La corrente ha ridotti) la carica sul
1/interruttore si chiuderà a t = 0. La separazione di carica nel condensatore. Questo diminuisce
condensatore produce una differenza la differenza di potenziale.
di potenziale che genera una corrente.

++ ++

Carica C?o La minore differenza di potenziale


(AVc)„=(2 o/C La corrente e un flusso di carica, produce una corrente ridotta.
quindi la corrente scarica
il condensatore.

La FIGURA 23.37b illu.stra il circuito immediatamente dopo la chiusura dell’in­


terruttore. La differenza di potenziale del condensatore è ancora (A poiché
il condensatore non ha ancora avuto il tempo di perdere carica, ma ora c’è una
corrente che circola nel circuito e che sta iniziando a scaricare il condensa­
tore. Applicando la seconda legge di Kirchhoff, andando in senso orario, tro­
viamo
2 Av; = AVb + AUr = (AVe),, - /q/? = 0
i
Pertanto la corrente iniziale - la velocità iniziale alla quale il condensatore
inizia a scaricarsi - è
(AVc)o
/o = - ^ ( 2 3 .2 0 )
Man mano che passa il tempo, la corrente continua a Unire e la carica sul
condensatore diminuisce. La f i g u r a 23 . 37c illustra il circuito un po’ di tempo
dopo la chiusura dell’interruttore; come possiamo vedere, sia la carica sul con­
densatore (e quindi la differenza di potenziale) sia la corrente nel circuito sono
diminuite. Quando la differenza di potenziale del condensatore è diminuita a
la corrente è diminuita a

/ = (23.21)
R
La corrente scarica il condensatore, il che fa diminuire AV^.. La differenza di
potenziale del condensatore AV^ produce la corrente, quindi anche la corrente
I diminuisce. La corrente / e la differenza di potenziale AV^ diminuiscono
entrambe fino a quando il condensatore è completamente scarico e la corrente
è pari a zero.
FIGURA 23.38 Corrente e differenze di
Se usiamo un voltmetro e un amperometro per misurare in funzione del potenziale di un condensatore in un
tempo la differenza di potenziale del condensatore e la corrente nel circuito circuito R C durante la sua scarica.
della Figura 23.37, troviamo la curva mostrata nei grafici della f i g u r a 23.38. A / ...*•• Linlcrrutlorc si chiude
f = 0, quando l’interruttore si chiude, la differenza di potenziale tra le armature in questo istante.
del condensatore è (AV^)^^ e la corrente aumenta istantaneamente da zero a 1\
Dopodiché la corrente e la differenza di potenziale del condensatore “deca­ 1 \
1
dono” esponenzialmente verso lo zero. 1
1
I grafici della Figura 23.38 hanno la stessa forma del grafico relativo al 1
1
decadimento dell’ampiezza di un oscillatore armonico semplice smorzato che 1
--------f—
abbiamo visto nel Capitolo 14. Sia la differenza di potenziale sia la corrente / = 0 Con il passare del tempo,
hanno un decadimento esponenziale dato dalle equazioni la corrente e la differenza
di potenziale del
(AV'c)o condensatore diminuiscono.
p.474
(23.22)

Corrente e differenza di potenziale durante DECADIMENTO


ESPONENZIALE
la scarica di un condensatore

Nella SEZIONE i4.e, abbiamo visto che potevamo caratterizzare il decadi- / = ()


atcnto esponenziale con una costante di tem po t . La costante di tempo è un
^mpo caratteristico per il circuito. Una lunga costante di tempo implica un
776 CAPITOLO 23 Circuiti

lento decadimento; una corta costante di tempo implica un rapido decadi­


mento. La costante di tempo per il decadimento della corrente e della diffe­
renza di potenziale in un circuito RC è
t ^R C (23.23)
Se consideriamo le unità di misura, possiamo mostrare che il prodotto di ohm
e farad è in secondi, quindi la quantità RC è davvero in tempo. In termini di
questa costante di tempo, le equazioni della corrente e della differenza di
potenziale diventano
/=/
(23.24)

La corrente e la differenza di potenziale in un circuito non raggiungono lo


zero dopo una costante di tempo; non è questo il significato di questa gran­
dezza. Invece ciascun incremento di tempo pari a una costante di tempo fa
diminuire la differenza di potenziale e la corrente di un fattore = 0.37, come
vediamo nella f i g u r a 2 3 .3 9 .
Possiamo capire perché la costante di tempo ha la forma t = RC. Un alto
FIGURA 23.39 Significato della costante
di tempo in un circuito RC. valore della resistenza si oppone al flusso della carica, quindi aumentando R si
aumenta il tempo di decadimento. Una capacità maggiore immagazzina una
Liì differcn/a di
potenziale è diminuita a carica maggiore, quindi aumentando C si aumenta il tempo di decadimento.
AVr ' =37% del valore Dopo una costante di tempo, la corrente e la differenza di potenziale in un
iniziale a i = t . circuito con un condensatore sono diminuite al 37% dei valori iniziali. Quando
(AVc)o
La dilYerenza di il condensatore è completamente scarico? Non è possibile specificare un valore
potenziale è diminuita a
= 13% del valore esatto del tempo perché si avvicina allo zero asintoticamente. Ma dopo un
0.37(AKc)o iniziale a r = 2t . intervallo di tempo pari a 5 r la differenza di potenziale e la corrente sono
decadute a meno d e iri% del loro valore iniziale. Per la maggior parte delle
OAM^Vch"
0 applicazioni, possiamo dire che dopo questo tempo il condensatore è comple­
tamente scarico.

Valore della corrente in un circuito R C


L’interruttore del circuito della f i g u r a 23.40 è stato nella posi­ Quando la carica fluisce, il condensatore si scarica. La costante
zione a per un tempo molto lungo, quindi il condensatore è di tempo per il decadimento è data dall’Equazione 23.23:
completamente carico. L’intermttore viene poi commutato
nella posizione b a / = 0. Qual è la corrente nel circuito imme­ T = (10fì)(1.0* 10"^F)= 1.0* 10-‘^ s= ìOfis
diatamente dopo la chiusura dell’interruttore? Qual è la cor­ La corrente nel circuito in funzione del tempo è data daH’equa-
rente nel circuito 25 fxs più tardi? zione 23.22. 25 fxs dopo la chiusura dell'interruttore, la cor­
rente è
figura 23.40 Circuito RC.'
b
V E R IF IC AQuesto risultato è ragionevole. Un tempo di 25 fxs
9.0 V -zn 1.0 fiF 10 a
dopo la chiusura dell'interrutore è pari a 2.5 volte la costante
L , 1 di tempo, quindi ci aspettiamo che la corrente sia uguale a una
piccola frazione della corrente iniziale. Si noti che abbiamo
11condensatore è collegato ai terminali della bat­
S O L U Z IO N E lasciato il tempo in unità di )lis; questo è uno dei rari casi in
teria, quindi inizialmente è caricato a (AV^)^^ = 9.0 V. Quando cui non abbiamo bisogno di effettuare una conversione in unità
rinterruttore viene chiuso, la corrente iniziale è data dall’E­ SI. Poiché l'esponente è - / / , cioè il rapporto tra due tempi,
t

quazione 23.20: dobbiamo solo essere certi che sia r che t siano espressi nelle
(AVc)o 9.0 V stesse unità di misura.
/n = - = 0.90 A
lon

Carica di un condensatore
La FIGURA 23.41 a illustra un circuito che carica un condensatore. Dopo la chiu­
sura delf interruttore, la differenza di potenziale della batteria produce una cor
rente nel circuito e il condensatore inizia a caricarsi. Quando il condensatore si
carica, si sviluppa una differenza di potenziale che si oppone alla corrente,
quindi la corrente diminuisce. Quando la corrente diminuisce, lo stesso avviene
per la velocità di carica del condensatore. Il condensatore si carica fino a
quando = E, quando la corrente di carica si interrompe.
23.7 Circuiti R C 111

Se misuriamo la corrente nel circuito e la differenza di potenziale tra le FIGURA 23.41 Un circuito per la carica di
armature del condensatore in funzione del tempo, troviamo che esse variano un condensatore.
conformemente ai grafici nella f i g u r a 23.4 1 b. Il tempo caratteristico per questo (a) L'interruttore si chiude a / = 0 .s.
circuito di carica è lo stesso della scarica: la costante di tempo r = RC, R
Appena finterruttore viene chiuso, la differenza di potenziale tra le arma­
ture del condensatore scarico è pari a zero, quindi la corrente iniziale è
S

Le equazioni che descrivono la differenza di potenziale del condensatore e la


corrente in funzione del tempo sono
(h )

(23.25)
Correrne e differenza di potenziale durante la
carica di un condensatore

La costante di tempo di un circuito RC può essere utilizzata per controllare


il comportamento di un circuito. Ad esempio un lampeggiatore da bicicletta
utilizza un circuito RC che si carica e si scarica alternativamente e ripetuta-
niente, quando un interruttore si apre e si chiude. Un circuito separato accende
la luce quando la differenza di potenziale del condensatore supera una determi­
nata soglia e spegne la luce quando la differenza di potenziale del condensatore
scende al di sotto di questa soglia. La costante di tempo del circuito RC deter­
mina per quanto tempo la differenza di potenziale del condensatore resta sopra
la soglia e quindi determina la lunghezza dei flash. Circuiti RC più complessi
forni.scono la temporizzazione nei computer e in altri dispositivi digitali. Come
vedremo nella prossima sezione, possiamo usare i circuiti RC anche per sche­
matizzare la trasmissione degli impulsi nervosi e la costante di tempo sarà un
fattore chiave nel determinare la velocità alla quale i segnali possono essere
propagati dal sistema nervoso.

costante
di tempo per la scarica di questo conden­
satore è
2 ii: *2(1
Circuito RC per un giorno di pioggia
A. 5s Quando regoliamo la manopola dei
B. 4s tergicristalli della nostra automobile, stiamo
C. 2s regolando un resistore variabile in un circuito
D. 1s 1F RC che attiva i tergicristalli. Aumentando la
resistenza si aumenta la costante di tempo e
pertanto si determina un intervallo più lungo
23.8 Elettricità nel sistema nervoso bio tra un pas.saggio e l’altro del tergicristallo
sul vetro. In ca.so di pioggerellina leggera si
Negli ultimi anni del 1700, lo scienziato italiano Galvani scoprì che il tessuto richiede una co.stante di tempo più lunga e
animale ha una natura elettrica. Trovò che la zampa di una rana si contrae se quindi una resistenza maggiore.
Mimolata con Telettricità, anche se non è più attaccata alla rana. Ulteriori ricer­
che condotte da Galvani e altri scienziati rivelarono che i segnali elettrici pos­
Interno della cellula
sono animare le cellule muscolari e che un piccolo potenziale applicato
\\\'assone di una cellula nervosa può produrre un segnale che si propaga per Membrana cellulare
tutta la sua lunghezza.
11 nostro obicttivo in questa sezione sarà di capire la natura dei segnali elet­
trici nel sistema nervoso. Quando il nostro cervello ordina alla mano di muo­
versi, come fa il segnale ad arrivare dal cervello alla mano? La risposta a
questa domanda richiede la conoscenza dei campi, del potenziale, della resi-
Uenza, della capacità e dei circuiti, tutte conoscenze e tecniche che abbiamo
quisito fino ad ora nella Parte VI.

l.a natura elettrica delle cellule nervose


niziamo la nostra analisi con un modello molto semplice di una cellula ner-
Vista ravvicinata della membrana
cellulare, lo strato isolante che divide
’sa che ci permette di descriverne le proprietà elettriche. 11 modello com- l'interno della cellula dal fluido condut­
tmde una membrana cellulare, uno strato lipidico isolante dello spessore di tore esterno.
778 CAPITOLO 23 Circuiti

FIGURA 23.42 Modello semplice di una circa 7 nm che separa regioni di fluido conduttore alPinterno e aH’esterno della
cellula nervosa. cellula.
1^ pompa fa u.scirc il stxlio dalla cellula e fa Come abbiamo visto nella s e z io n e 21 .2, la membrana cellulare non è una
cnlrarc il potassio, pertanto la concenlrazionc
struttura passiva. Ha canali e pompe che trasportano ioni tra l’interno e l’e­
(li sodio è più alta aireslcmo della cellula,
mentre la concentrazione di potassio è più sterno della cellula. Gli ioni, e non gli elettroni, sono i portatori di carica della
alta alrinterno. . cellula. Nel nostro semplice modello considereremo soltanto il trasporto di due
Membrana', ioni positivi, sodio (Na^) e potassio (K^), sebbene altri ioni siano altrettanto
K"*" Pompa di .scambio
cellulare
Fluidi importanti per le funzioni cellulari. Gli ioni possono lentamente diffondersi
conduttori attraverso la membrana cellulare. Inoltre, gli ioni di .sodio e potassio sono tra­
sportati tramite le .seguenti .strutture:
■ Pompe di scambio sodio-potassio. Questo tipo di pompe trasporta ioni Na^
fuori dalla cellula e ioni all’interno della cellula. Nello stato di riposo
Na'' della cellula, la concentrazione di ioni di sodio all’esterno della cellula è
circa 10 volte superiore alla concentrazione all’interno. Gli ioni di potassio
Canali Canali del sono più concentrati all’interno.
del sodio potassio
■ Canali del sodio e del potassio. Questi canali nella membrana cellulare
Quando un canale del Quando un canale del sono .solitamente chiusi. Quando sono aperti, gli ioni si muovono nella dire­
s(xlio è aperto, la potassio è aperto, la zione della concentrazione più bassa. Pertanto gli ioni Na^ fluiscono nella
maggiore concentrazione maggiore cellula e gli ioni escono dalla cellula.
di sodio aircstemo della concentrazione
cellula fa fluire gli ioni di potassio airintemo Il nostro semplice modello, illustrato nella f ig u r a 23 .42 , ignora molte caratteri­
airintemo della cellula. della cellula fa fluire
gli ioni verso stiche delle cellule reali, ma ci permette di descrivere accuratamente la rea­
Pestemo della cellula. zione delle cellule nervose a uno stimolo e la conduzione dei segnali elettrici.
Le pompe di scambio di ioni agiscono come la scala mobile di cariche di
una batteria, usando l’energia chimica per separare la carica trasportando gli
FIGURA 23.43 Potenziale di riposo di una
cellula nervosa. ioni. Il trasporto e la conseguente diffusione di ioni carichi conducono a una
separazione di carica attraverso la membrana cellulare. Di conseguenza, una
I fluidi conduttori Le cariche sulle
airintemo c airestemo superfìci interna ed cellula vivente genera una fem. La produzione e il mantenimento di questa
della cellula hanno un esterna della fem richiedono energia. Le pompe di ioni che producono la fem delle cellule
campo nullo. membrana isolante neurali sono responsabili del 25-40% del consumo di energia del cervello.
creano un campo
airintcmodi essa. La separazione di cariche produce un campo elettrico all’interno della mem­
brana cellulare e genera una differenza di potenziale tra l’interno e l’estemo della
cellula, come illu.strato nella figura 23.43. Il potenziale all’interno di una cellula
nervosa è tipicamente inferiore di 70 mV rispetto al potenziale all’e.stemo della
cellula. Questo è chiamato il potenziale di ripo.so della cellula. Poiché que.sta
differenza di potenziale è prodotta da una separazione di cariche attraverso la
membrana, diciamo che la membrana è polarizzata. Poiché la differenza di poten­
ziale è interamente prodotta tra le superfìci interna ed esterna della membrana,
possiamo chiamare questa differenza di potenziale il potenziale della membrana.

ESEMPIO 23.12 Cannpo elettrico in una m em brana cellulare BIO


Lo spessore tipico di una membrana delle cellule nervose è di 7.0 nm. Qual è il
- 7 0 -------- campo elettrico alf interno della membrana di una cellula nervosa a riposo?
IMPOSTAZIONE La differenza di potenziale attraverso la membrana di una cellula
Il potenziale airintemo della nervosa a risposo è —70 mV. Le superfìci interna ed esterna della membrana sono
cellula è pari a —70 mV.
equipotenziali. Abbiamo appreso nel Capitolo 21 che il campo elettrico è perpendi­
colare alle superfìci equipotenziali e dipende dalla differenza di potenziale tramite
la formula E = tsVId.
SOLUZIONE 11 valore della differenza di potenziale tra f interno e festerno della
cellula è 70 mV. L’intensità del campo è quindi
70 • 10'^ V
= 1 . 0 • io’ V/m
d 7.0 • 10“' m
Il campo è diretto dal potenziale positivo al potenziale negativo, quindi il campo
elettrico è
£ = (1.0 • 10^ V/m, verso rinterno)

VERIFICA Questo è un campo elettrico molto grande, nell’aria sarebbe sufficiente­


mente grande da causare una scintilla! Ma ci aspettiamo che il campo elettrico sia
grande per spiegare il forte carattere elettrico della cellula.
23.8 Elettricità nel sistema nervoso 779

ESEMPIO 23.13 Trovare la resistenza di una m em brana cellulare


Le cariche possono muoversi attraverso la membrana cellulare, strato nella FIGURA 23.44.
quindi questa non è un isolante perfetto; la membrana cellulare SOLUZIONE L’area della membrana è l’area della superficie
avrà una certa resistenza. La resistività della membrana cellu­ di una sfera, 47tH. Possiamo calcolare la resistenza usando
lare è stata fornita nel Capitolo 22 ed è pari a 3.6 • 10^ iì • m. l’equazione della resistenza di un conduttore di lunghezza L e
Qual è la resistenza della membrana spessa 7.0 nm di una cel­ sezione A del Capitolo 22:
lula sferica con diametro di 0.050 mm?
IMPOSTAZIONE II potenziale della membrana fa sì che le pL (3.6 • io’ n • m)(7.0 • 10"’ m)
membrana ^
cariche si muovano attraverso la membrana. Come abbiamo 47t-(2.5 • 10"’ m)’
appreso nella ◄ ^SEZIONE 22.4, la resistenza di un corpo dipende = 3.2 io’ n = 32 MIl
dalla sua resistività, dalla sua lunghezza e dalla sua sezione. VERIFICA La resistenza è piuttosto alta; la membrana è un
Che cosa significa questo per una membrana cellulare è illu­ buon isolante, come avevamo notato

FIGURA 23.44 La membrana cellulare può essere schematizzata come un resistere.


Immaginando una membrana cellulare srotolata su
Un’estremità un piano possiamo visualizzarla meglio come un resistore.
del resistore^
La sezione trasversale
Corpo del del resistore è l'area
resistore - della superfìcie della
membrana.

L’altra estremità
del resistore
La lunghezza del Yesistore
è lo spessore della membrana.

Possiamo associare una resistenza alla membrana cellulare, ma possiamo FIGURA 23.46 La membrana cellulare
associarvi anche altre quantità elettriche. I fluidi aH’interno e alPesterno della può essere schematizzata come un
circuito RC.
membrana sono buoni conduttori; sono separati dalla membrana, che invece è
un isolante. Le cariche pertanto si accumulano sulle superfici interna ed esterna Esterno della cellula
della membrana. Una cellula è quindi simile a due conduttori carichi separati
da un isolante: un condensatore.
Poiché la membrana cellulare ha sia una resistenza sia una capacità, può
cs.sere schematizzata come un circuito RC, come illustrato nella f ig u r a 23.46.
La membrana, come qualsiasi circuito RCy ha una costante di tempo. Negli
esempi precedenti abbiamo calcolato la resistenza e la capacità della mem­
brana, spessa 7.0 nm, di una cellula del diametro di 0.050 mm. Possiamo usare
questi numeri per calcolare la costante di tempo della membrana:
t = RC = (3 2 - 10M1K8.9 • IO'" F) = 2.8 • lO-^s^^^^S ms
Infatti, se innalziamo il potenziale della membrana di un cellula nervosa di 10
mV (una quantità abbastanza grande da essere misurabile ma non abbastanza
elevata da attivare una risposta nella cellula), il potenziale decadrà tornando al
valore di riposo con una costante di tempo di pochi ms.

ESEMPIO 23.14 Trovare la capacità di una m em brana cellulare


Qual è la capacità della membrana della cellula sferica descritta la sua capacità è k volte quella di un condensatore a facce
nell’Esempio 23.13? La costante dielettrica di una membrana parallele senza un dielettrico, ossia = Ke^^ld. Inse­
cellulare è circa pari a 9.0. rendo i dati dell’Esempio 23.13 troviamo
IMPOSTAZIONE Se immaginiamo di aprire una membrana
k€oA 9.0(8.85 • 10"” C ’/N • m’)47r(2.5 • 10"’ m)’
cellulare e di appiattirla, otterremmo qualcosa che assomiglia “'membrana
• un condensatore a facce parallele separato da un dielettrico d 7.0 • 10"^ m
come illustrato nella FIGURA 23.45. Le dimensioni importanti = 8.9 • IO-
^no le stesse deH’Esempio 23.13. VERIFICA Sebbene la cellula sia piccola, la membrana cel­
SOLUZIONE La capacità della membrana è quella di un con­ lulare ha una capacità ragionevolmente grande pari a ^==^90 pF.
densatore a facce parallele riempito con un dielettrico, quindi Questo è ragionevole perché la membrana è molto sottile.
780 CAPITOLO 23 Circuiti

FIGURA 23.45 La membrana cellulare può essere schematizzata anche com e un condensatore.
^ ^ La sezione trasversale del condensatore è
, Un’armatura l’area della superficie della membrana.
del condensatore :
s

' L’altra
armatura La separazione tra le armature è
del condensatore lo spessore della membrana.

Ma l’azione reale si verifica quando alcuni stimoli sono abbastanza grandi


da attivare una risposta nella cellula. In questo caso, i canali di ioni si aprono e
il potenziale cambia in un tempo molto minore rispetto alla costante di tempo
della cellula, come vedremo più avanti.

Il p o ten ziale d ’azione


Supponiamo che una cellula nervosa si trovi in una situazione di quiete, al
proprio potenziale di riposo. Il potenziale della membrana è di circa —70 mV.
Tuttavia, questo potenziale può cambiare drasticamente in risposta a uno sti­
molo. I neuroni - cellule nervose - possono essere stimolati da sostanze chimi­
che (neurotrasmettitori) rilasciate alle sinapsi. Un neurone può inoltre essere
elettricamente stimolato da un cambiamento di potenziale, come sperimentò
Galvani con la zampa della rana. Indipendentemente dal tipo di stimolo, il
risultato è un rapido cambiamento chiamato potenziale d'azione; questo è il
“firing” (accensione) di una cellula nervosa. Ci sono tre fasi nel potenziale
d’azione, come spiegheremo di seguito.

Il potenziale d'azione
Depolarizzazione Ripolarizzazione Ripristino del potenziale di riposo

Uno stimolo a questo II potenziale della membrana


AVnicmbnina (^V) istante provoca un brusco ^ '’^membrana (mV) diminuisce rapidamente, AVnìcmbrana (iTiV) La diffusione di ioni
innalzamento del potenziale +40
oltrepassando il suo +4 0-
ristabilisce il
+40-
della membrana. valore iniziale. potenziale di riposo.
----- 1---- r(ms) i — I------- 1------/(m s) ■/ (ms)
1/

-7 0 -7 0 -7 0

Una cellula si depolarizza quando uno La cellula si ripolarizza quando i canali Il ripristino del potenziale di riposo
stimolo produce l’apertura dei canali del potassio si aprono. La concentrazione dopo che i canali del sodio e del
del sodio. La concentrazione di ioni di più alta di potassio aH’interno della cellula potassio si sono chiusi è un processo
sodio è molto più alta aH’esterno della guida questi ioni fuori dalla cellula. I relativamente lento controllato dal
cellula, quindi gli ioni di sodio positivi canali del potassio si chiudono quando il moto degli ioni attraverso la membrana.
fluiscono nella cellula, innalzandone il potenziale della membrana raggiunge circa
potenziale a 40 mV; a questo punto i -80 mV, un valore leggermente inferiore
canali del sodio si chiudono. al potenziale di riposo.

Una volta che il potenziale d’azione è completo, c’è un breve periodo di


riposo, dopo il quale la cellula è pronta ad essere attivata di nuovo. 11 poten­
ziale d’azione è guidato dalla conduzione ionica attraverso i canali del sodio e
del potassio, quindi le variazioni di potenziale sono piuttosto rapide. Il tempo
di salita e di discesa del potenziale d’azione è molto inferiore alla costante di
tempo di 3 ms della membrana.
23.8 Elettricità nel sistema nervoso 781

Abbiamo parlato delle cellule nervose, ma le cellule muscolari hanno un


ciclo di polarizzazione e ripolarizzazione simile. Le variazioni di potenziale
risultanti sono responsabili del segnale che viene misurato da un elettrocardio­
gramma, di cui abbiamo parlato nella sezione 2 1 .6 . Le differenze di potenziale nel
corpo umano sono piccole perché le variazioni di potenziale sono piccole. Alcuni
pesci hanno organi elettrici in cui i potenziali d’azione di migliaia di cellule
appositamente adattate sono sommati in serie e vanno a formare differenze di
potenziale molto grandi - pari a centinaia di volt nel caso dell’elettroforo.

► Digitazione senza dita Diversi processi di pensiero portano a schemi


di potenziale d’azione diversi tra i numerosi neuroni del cervello. L’attività
elettrica delle cellule e il moto di ioni attraverso il fluido conduttore che
li circonda porta a differenze misurabili del potenziale tra i diversi punti
del cranio. Non è possibile utilizzare queste differenze di potenziale per
“leggere la mente di qualcuno’’, ma è possibile programmare un computer
per riconoscere gli schemi ed eseguire azioni quando questi vengono rilevati.
Quest’uomo sta usando il proprio pensiero - e lo schema risultante di
potenziali elettrici - per selezionare e inserire delle lettere.

ESEMPIO 23.15 C o n te ggio degli ioni attraverso un canale BIO


I ricercatori possono misurare il flusso di ioni attraverso un sibile misura la corrente quando gli ioni di sodio fluiscono nella
singolo canale ionico con la tecnica del patch dump (blocco di cellula. Un canale del sodio fa passare una corrente media di 4.0
area), come illustrato nella FIGURA 23.47. Una micropipetta, pA durante i 0.40 ms in cui il canale è aperto durante un poten­
una provetta di vetro del diametro di ^tm, viene fatta aderire ziale d'azione. Quanti ioni di sodio passano attraverso il canale?
perfettamente a una piccola area della membrana cellulare che IMPOSTAZIONE La Corrente è la quantità di carica che fluisce
comprende un canale del sodio. La provetta viene riempita con nell’unità di tempo. Ogni ione ha una carica q = e.
una soluzione salina conduttrice e un amperometro molto sen-
SOLUZIONE Nella SEZIONE 2 2 .2 , abbiamo visto che la
FlGURA 23.47 Misura della corrente in un singolo canale del carica trasportata da una corrente stazionaria attraverso la
sodio. sezione di un conduttore nelFunità di tempo A/ è Q = / Ar. La
quantità di carica che fluisce attraverso il canale in un inter­
vallo Ar = 4.0 • 10~^ s è
g = /Ar = (4.0* 10-‘2 A)(4.0* 10"’'s)= 1.6- IQ-'^C
Questa carica è dovuta a N ioni, ciascuno con q = e, quindi il
numero di ioni è
I0"” c
« . 2 . li. = 10 000
^ 1.6 lO'-^’ C
VERIFICA II numero di ioni che fluiscono attraverso un canale
non è grande, ma una cellula ha numerosi canali. La tecnica
del patch clamp e altre procedure simili hanno permesso agli
studiosi di chiarire i dettagli della risposta della membrana cel­
lulare a uno stimolo.

La propagazione degli im pulsi nervosi


Torniamo ora alla domanda che ci siamo posti all’inizio della sezione: come
viene trasmesso un segnale dal cervello al muscolo della mano? Le cellule
primarie del sistema nervoso responsabili della trasmissione del segnale sono
conosciute con il nome di neuroni. La trasmissione di un segnale a un muscolo
è la funzione di un motoneurone, la cui struttura è disegnata nella f i g u r a 23.48.
La trasmissione di segnali avviene lungo Vassone del neurone, una fibra lunga
- fino a 1 m di lunghezza - che collega il corpo della cellula alla fibra musco­
lare. Questo particolare neurone ha una guaina mielinica intorno all’assone,
sebbene non tutti i neuroni abbiano questa caratteristica.
Come viene trasmesso il segnale lungo l’assone? L’assone ha una lunghezza
tale che punti diversi sulla sua membrana possono avere potenziali diversi. Quando f
un punto sulla membrana dell’assone viene stimolato, la membrana si depolariz­ Gli assoni che collegano queste cellule
zerà in quel punto. Il potenziale d’azione risultante può attivare la depolarizzazione nervose sono chiaramente visibili in
questa immagine al microscopio.
in parti adiacenti della membrana. La stimolazione della membrana dell’assone in
un punto può attivare un'onda di potenziale d’azione - un impulso nervoso - che
viaggia lungo l’assone. Quando questo segnale raggiunge una cellula muscolare, la
cellula muscolare si depolarizza e produce una risposta meccanica.
782 CAPITOLO 23 Circuiti

FIGURA 23.48 Un motoneurone.


I d e m ir iti sono brevi estensioni
della cellula che possono
ricevere segnali dagli altri
neuroni. L’assone può essere avvolto
in una g u a in a m ie iin ic a
Corpo della cellula isolante, formata da cellule
specializzate chiamate Un segnale viene propagalo
c e llu le d i Schw ann . lungo rassone tino al punto
in cui incontra e può
stimolare le fibre muscolari.

Fibre muscolari

La guaina mieiinica ò
Dendriti Assone interrotta da segmenti
corti non isolali chiamati
n o d i d i R anvier.

FIGURA 23.49 Propagazione di un


Guardiamo ora questo processo più nel dettaglio. Inizieremo con un modello
impulso nervoso. semplice di un assone senza guaina mieiinica, come illustrato nella figura
23.49a. I canali del sodio sono normalmente chiusi, ma se il potenziale in un
(a) Mtxlellodi un neurone
Corpo della cellula Assone
dato punto è aumentato di « 15 mV, a partire dal potenziale di riposo di —70
mV, raggiungendo il potenziale di —55 mV, i canali del sodio si aprono
repentinamente, gli ioni di sodio entrano nella cellula e il potenziale d’azione
è attivato. Questa è l’idea fondamentale: un piccolo aum ento della differenza
di potenziale ai capi della membrana produce l’apertura dei canali del
sodio, innescando la risposta del potenziale d ’azione.
Questo processo inizia nel corpo della cellula, in risposta ai segnali che il
neurone riceve a livello dei suoi dendriti. Se il potenziale del corpo della cel­
lula aumenta di ~ 15 mV, si attiva un potenziale d’azione nel corpo della cel­
lula. Quando il potenziale del corpo della cellula cresce rapidamente fino a
(b) Propagazione del segnale nel Passone raggiungere un picco di +40 mV, fa aumentare di 15 mV il potenziale sulla
Questa parte della membrana si sezione più vicina dell’assone, dove l’assone si collega al corpo della cellula.
sta depolarizzando.
Questo innesca il potenziale d’azione in questa prima sezione dell’assone. Il
/ 1canali del sodio si aprono potenziale d’azione nella prima sezione dell’assone innesca un potenziale d’a­
zione nella sezione successiva e così via lungo Passone fino a raggiungere
*♦ l’estremità.
•►+ + + + + +
II potenziale della membrana Come illustra la figura 23.49b, questo processo attiva un’onda di potenziale
varia lungo Passone. d’azione che si propaga lungo Passone. 11 segnale si muove piuttosto lenta­
mente. In ciascun punto della membrana i canali devono aprirsi e consentire la
diffusione degli ioni, il che richiede tempo. Su un tipico assone senza guaina
Ora questa parte si sta ripolarizzando . . . mieiinica, il potenziale d’azione si propaga alla velocità di circa 1 m/s. Se tutti
I canali del potassio si aprono i segnali nervosi viaggiassero a questa velocità, un segnale che dice alla nostra
mano di muoversi richiederebbe circa 1 s per viaggiare dal nostro cervello alla
nostra mano. Chiaramente, almeno alcuni neuroni nel sistema nervoso devono
+++ + + + + + +
trasmettere segnali a una velocità molto maggiore di questa!
. . . mentre la parte
AV adiacente si sta Un modo per far viaggiare i segnali molto più velocemente è aumentare il
depolarizzando. diametro di un assone. L’assone gigante del calamaro attiva una rapida risposta
di fuga quando il calamaro è minacciato. Questo assone può avere un diametro
di 1 mm, mille volte più grande di quello di un assone tipico, fornendo la rapi­
Ripristino della membrana
+ +1+ - » dità necessaria di trasmissione del segnale. Tuttavia il nostro sistema nervoso
+++ + consiste di 300 miliardi di neuroni e non possono avere tutti un diametro di 1
+ + + mm - semplicemente perché non c’è spazio sufficiente nel nostro corpo. Nel
AP V ^ nostro sistema nervoso, una velocità più alta per il segnale del neurone viene
raggiunta in modo totalmente diverso.

Il cambiamento di potenziale in un punto Aumento della velocità con l’isolam ento


attiva la membrana a destra, generando
un'onda di potenziale d'azione che si Gli assoni dei motoneuroni e della maggior parte degli altri neuroni nel nostro
muove lungo Passone. corpo possono trasmettere segnali a velocità altissime perché sono isolati da
23.8 Elettricità nel sistema nervoso 783

► L'interno di questo assona è isolato dai fluidi intercellulari circostanti


da una guaina mielinica spessa, chiaramente visibile in questa sezione
trasversale.

una guaina mielinica. Torniamo ad osservare la struttura di un motoneurone


nella Figura 23.48. Le cellule di Schwann rivestono Passone con uno strato di
mielina, isolandolo elettricamente e chimicamente, con interruzioni ai nodi di
Ranvier. 1canali ionici sono concentrati in questi nodi perché questo è il solo
luogo in cui il fluido extracellulare è in contatto con la membrana cellulare. In
un assone isolato, un segnale si propaga “saltando” da un nodo a quello succes­
sivo. Questo processo è chiamato conduzione saltatoria.
La FIGURA 23.50a illustra un modello elettrico di conduzione saltatoria in cui
schematizziamo un segmento deH’assone, tra due nodi successivi, come un
circuito RC. Come illustrato nella f i g u r a 23.50b, quando il potenziale in un
nodo aumenta di ~ 15 mV, viene innescato un potenziale d’azione. Schematiz­
ziamo questo evento come la chiusura dell’interruttore di una batteria. La fem
di questa batteria carica il condensatore C attraverso la resistenza R. Quando il
condensatore si carica, il suo potenziale raggiunge rapidamente 15 mV, atti­
vando il potenziale d’azione nel nodo successivo. Come illustrato nella f i g u r a
23.51, questo processo continua, con la depolarizzazione che “salta” di nodo in
nodo lungo Passone.

FIGURA 23.50 Modello elettrico per la propagazione dell'impulso nervoso lungo gli
assoni mielinizzati.
(a) Modello elettrico di un assone mielinizzato (h) Propagazione del segnale neH’assone mielinizzato

I canali ionici sono situati ai nodi. Quando La guaina mielinica agisce come 1. Un potenziale d’azione 2. Quando rintcrruttorc è chiuso, la
vengono attivati, il potenziale ai iitxii arriva il dielettrico di un condensatore è attivato in questo mxlo; fem del pt)tenziale d'azione induce
rapidamente a +40 mV. Quindi questa C tra i fluidi conduttori rintemittore si chiude. una corrente lungo Passone e carica
sezione deH’assone agisce come una airintemo e alLesterno dclTassone. / la capacità della membrana.

3. Quando la ditTcrenza di potenziale sul condensatore


supera una soglia, attiva un potenziale d’azione in
questo nodo - Pintemittore successivo viene chiu.so.

PAUSA DI RIFLESSIONE 23.8 Nel modello delPassone della Figura 23.50, se


lo spessore della guaina mielinica aumentasse, la velocità di propagazione de­
gli impulsi nervosi
A. Aumenterebbe. B. Diminuirebbe. C. Rimarrebbe invariata.

Con quale rapidità si muove un impulso lungo un assone mielinizzato? 11


tempo critico di propagazione è la costante di tempo r = RC associata alla
capacità dei segmenti dell’assone.
La resistenza di un assone tra un nodo e quello successivo è ~ 25 M iì. L ’i­
solamento mielinico aumenta la separazione tra il fluido interno conduttore e il
fluido esterno conduttore. Poiché la capacità di un condensatore è inversa­
mente proporzionale alla distanza d tra le armature, la mielina riduce la capa­
cità della membrana dai « 90 pF calcolati precedentemente a « 1.6 pF per
segmento. Con questi valori, la costante di tempo per caricare il condensatore
in un segmento è
t , = (25 • 10'’ n)(1.6- 10 '2F) = 4 0 ms
= Rassone C membrana
Abbiamo schematizzato Passone come una .serie di tali segmenti e la
costante di tempo è una buona stima di quanto tempo è necessario al segnale
784 CAPITOLO 23 Circuiti

FIGURA 23.51 Propagazione nervosa per “saltare” da un nodo a quello successivo. Poiché i nodi di Ranvier sono
lungo un assone mìeiinizzato. distanziati di circa I mm, la velocità con cui Fimpulso nervoso viaggia lungo
I canali ionici in questo nodo vengono attivati, Passone è di circa
generando un potenziale d’azione. ^nodo I-O • lO’ ^ m
Gli ioni che fluiscono lungo V = = 25 m/s
Passone iniziano a caricare
r 40 • 10~S
.... il segmento successivo. Sebbene il nostro modello di propagazione degli impulsi nervosi sia molto
semplice, questa velocità è corretta per la conduzione saltatoria dei segnali
negli assoni mielinizzati. Questa velocità è 25 volte maggiore di quella negli
Guaina mielinica Nodi Assone assoni non mielinizzati; il nostro cervello può inviare un segnale alla nostra
Quando il potenziale raggiunge un
valore di soglia, si attiva un
mano in ~ 1/25 s.
potenziale d'azione nel nodo successivo. La nostra natura elettrica potrebbe non essere evidente quanto quella dell’e­
lettroforo, ma il funzionamento del nostro sistema nervoso è intrinsecamente
elettrico. Quando decidiamo di muovere una mano, il segnale dal cervello
viaggia verso la mano in un processo che è governato dalla natura elettrica
Il processo continua con il segnale che
attiva ciascun nodo in .sequenza . . . delle cellule del nostro corpo.

. . . quindi il segnale si muove


rapidamente lungo Passone di nodo in nodo.

‘^ Gli assoni mielinizzati nel midollo spinale trasportano segnali elettrici


dal cervello al corpo. Possiamo vedere i nodi di Ranvier su alcuni
assoni.
23.8 Esempio integrato 785

ESEMPIO INTEGRATO 23.16 M isurazione deirum idità del suolo


Il grado di umidità del suolo è fornito in termini della sua fra­ FIGURA 23.53 Circuito di misurazione delfumidità del
zione volumetrica, il rapporto tra il volume d’acqua nel suolo e suolo.
il volume del suolo stesso. Effettuare direttamente questa Gli elettrodi nel terreno Un circuito carica il
misurazione richiede un tempo considerevole, quindi gli scien­
ziati del suolo ricercano altri mezzi per misurare in modo affi­
dabile l’umidità del suolo. L’acqua ha una costante dielettrica
molto grande, quindi la costante dielettrica del suolo aumenta
se aumenta il contenuto di umidità. La FIGURA 23.52 illustra i
dati per la costante dielettrica del suolo rispetto alla frazione
volumetrica; l’aumento della costante dielettrica con l’umidità
del suolo è piuttosto evidente. Questa forte dipendenza della
costante dielettrica dall’umidità del suolo permette di eseguire
un test elettrico molto semplice e sensibile per la misura dell’u­
midità del suolo. dielettrico tra le armature
del condensatore.
FIGURA 23.52 Variazione della costante dielettrica con
fum idità del suolo.
Costante ^suolo ^ suolo ^suolo^arìa
dielettrica Il rapporto tra i valori di capacità fornisce la costante dielet­
trica:
_ ^suolo
^suolo“ ~p,
Uaria
Una volta che conosciamo la costante dielettrica, possiamo
determinare la frazione volumetrica dell’acqua dal grafico.
SOLUZIONE Conosciamo i tempi di decadimento nell’aria e
nel suolo, ma non conosciamo la capacità né la resistenza della
sonda. Tuttavia, questo non è un problema; in realtà non abbiamo
bisogno della capacità, ma solo del rapporto fra le capacità
Frazione volumetrica (V^qtu/Vsuoio) nell’aria e nel suolo. L’Equazione 23.22 fornisce il decadimento
della tensione in un circuito RC: Nell’aria,
Un misuratore dell’umidità del suolo è dotato di una sonda il decadimento è
con due elettrodi separati. Quando la sonda viene inserita nel
suolo, gli elettrodi formano un condensatore la cui capacità 1.0 V = (3.0 V)e"<” •
dipende dalla costante dielettrica del suolo fra di essi. Un circui­ Nel suolo, il decadimento è
to carica il condensatore della sonda a 3.0 V, poi lo scarica attra­
verso un resistore. Il tempo di decadimento dipende dalla 1.0 V = (3.0
capacità - e quindi dall’umidità del suolo - quindi una misura Poiché i punti iniziali e finali del decadimento sono gli stessi,
del tempo di scarica del condensatore permette di detemiinare la gli esponenti delle due espressioni devono essere uguali:
quantità di umidità nel suolo. 15 • 1r ^ 150 • 10~S
NeH’aria, il condensatore della sonda richiede I5 ijls per
^^aria ^^suolo
scaricarsi passando da 3.0 V a LO V. In un particolare test,
quando la sonda è stata inserita nel suolo, questa scarica aveva Possiamo risolvere l’equazione precedente in funzione del rap­
richiesto I50 /xs. Qual era la frazione volumetrica approssima­ porto fra le capacità del suolo e dell’aria:
tiva dell’acqua per il suolo in questo test? C su o lo _ 150 • 10 ^ s _

IMPOSTAZIONE La FIGURA 23.53 è uiio schizzo del circuito Caria ~ 15 • 10-*S ~

di misurazione dell’umidità del suolo. Il condensatore viene Abbiamo visto sopra che questo rapporto è la costante dielet­
prima caricato, poi collegato ai capi di un resistore a formare trica, quindi = 10. Usiamo quindi il grafico della Figura
un circuito RC. Il decadimento della differenza di potenziale 23.52 e troviamo che questa costante dielettrica corrisponde a
del condensatore è governato dalla costante di tempo del circu­ una frazione volumetrica dell’acqua di circa 0.20.
ito che dipende dalla resistenza e dalla capacità del condensa­ VERIFICA II tempo di decadimento nell’aria e nel suolo dif­
tore, che dipende a sua volta dalla costante dielettrica del suolo feriscono di un fattore 10, quindi la capacità del suolo è molto
tra le armature (gli elettrodi). maggiore di quella dell’aria Questo implica una costante
La capacità della sonda nell’aria è quella di un condensatore dielettrica maggiore, il che significa che c’è molta acqua nel
a facce parallele: Aid. La capacità della sonda nel suolo. Una frazione volumetrica di 0.20 significa che il 20%
suolo differisce solo per il fattore aggiuntivo della costante die­ del volume del suolo è composto di acqua (cioè 1.0 cm^ di
lettrica del mezzo presente fra le armature - in questo caso, il suolo contiene 0.20 cm^ di acqua) - che è una quantità abba­
suolo: stanza grande, quindi il nostro risultato sembra ragionevole.
786 CAPITOLO 23 Circuiti

R I E P I L O G O
O b ie ttiv o : c o m p re n d e re i p rin cipi fisici fo n d a m e n t a li che g o v e r n a n o i circuiti elettrici.

PRINCIPI GENERALI
Prima legge di Kirchhoff (o legge dei nodi) Analisi dei circuiti
Per un nodo: IM PO STAZIONE Disegniamo lo schema di un
circuito.
SOLUZIONE Semplifichiamo lo schema del
circuito:
• Riduciamo il circuito al numero minore possi­
Seconda legge di Kirchhoff (o legge ^v. bile di resistor! equivalenti.
delle maglie) • Troviamo la corrente e la differenza di poten­
Per una maglia chiusa: ziale.

• Assegniamo una direzione alla corrente Ricostruiamo il circuito:


AV,
• Aggiungiamo le differenze di potenzia­ • Troviamo la corrente e la differenza di poten­
le “percorrendo” la maglia: ziale per ciascun resistere.
VERIFICA Verifichiamo che
2 ak = o
• La somma delle differenze di potenziale ai
capi dei resistor! in serie corrisponda a quella
del resistere equivalente.
• La somma delle correnti nei resistor! in
parallelo corrisponda a quella nel resistere
equivalente.
CONCETTI IMPORTANTI ^
Elementi in serie Elementi in parallelo
Un collegamento in serie non ha nodi. Gli elementi collegati in parallelo sono collegati da fili a
La corrente in ciascun elemento è la stessa. entrambe le estremità. La differenza di potenziale ai capi di
I resistor! in serie possono essere ridotti a una resistenza ciascun elemento è la stessa.
equivalente: I resistor! in parallelo possono essere ridotti a una resistenza
equivalente:
Kui = /?| + +■
R\ Ri Ri ^v
I condensatori in serie possono essere ridotti a una capacità
I VK| «1 Kj J
equivalente:
I condensatori in parallelo possono essere ridotti a una
HI— II— Ih ^ /1 1 1 V' capacità equivalente:
C| C2 Ci Ve, C 2 Cj J
AV c i:i|: c ,ij i c .:^ Q, = c, + Cj + Cj +

APPLICAZIONI
Circuiti RC L'elettricità nel sistema nervoso
Un condensatore si Le cellule del sistema nervoso AVn^embnw*(mV)
scarica attraverso un mantengono un potenziale
resistore seguendo negativo all’interno della
un decadimento membrana cellulare. Quando
esponenziale: viene innescata, la membrana
si depolarizza e genera un
potenziale d ’azione.
(AVc)o
Un potenziale d’azione
viaggia come un’onda lungo
La costante di tempo Passone di un neurone. Una
del decadimento è conduzione saltatoria più
t = RC rapida può essere raggiunta
/= 0 isolando Passone con la
mielina, facendo sì che il
potenziale d’azione salti di
nodo in nodo.
Domande 787

La difficoltà del problema è indicata con I (facile) fino a Hil (molto difficile). I problemi contrassegnati come INI integrano in maniera
significativa concetti esposti nei capitoli precedenti; i problemi contrassegnati con BIO sono di interesse medico o biologico.

D O M A N D E

D o m a n d e concettuali

1. L’e.stremità di una lampadina di una torcia tocca Testre-


mità di una batteria da 3 V come illustrato nella Figura
D23.1. La lampadina si accende? Spiega il motivo della
risposta positiva o negativa.

FIGURA D23.6 FIGURA D23.7

7. La Figura D23.7 mostra due circuiti. Le due batterie sono


identiche e i quattro resistori hanno tutti esattamente lo
stesso valore di resistenza.
a. è più grande, più piccola, oppure uguale rispetto a
FIGURA D23.1 FIGURA D23.2 AV^j? Spiega il perché.
b. Ordina dalla più grande alla più piccola, le correnti /j,
2. La lampadina di una torcia è collegata a una batteria ed è e ly Spiega il perché.
accesa; il circuito è illustrato nella Figura D23.2. La cor­ 8 La Figura D23.8 mostra due circuiti. Le due batterie sono
rente /j è maggiore, minore o uguale rispetto alla corrente identiche e i quattro resistori hanno tutti esattamente lo
/,? Spiega il perché. stesso valore di resistenza.
3. La corrente /.^ fluisce in tre resistori collegati in succes­ a. Confronta AV^^^, AK^ e AV^^ Sono tutte uguali? In caso
sione come illustrato nella Figura D23.3. Il grafico annesso contrario, ordina le differenze di potenziale dalla più
mostra il valore del potenziale in funzione della posizione. grande alla più piccola. Spiega il perché.
a. La corrente è maggiore, minore o uguale rispetto b. Ordina dalla più grande alla più piccola, le cinque
alla corrente A^7 Spiega il perché. correnti da /, a ly Spiega il perché.
b. Ordina dalla più grande alla più piccola, le tre resi­
stenze /?,, e Ry Spiega il perché.
/3-

- ' 1 % ^

FIGURA D23.8

9. a. Nella Figura D23.9, quale frazione di corrente / passa


FIGURA D23.3 Posizione attraverso il resistore di 3 12?
b. Se il resistore di 9 12 è sostituito con un resistore di
4. 11 circuito nella Figura D23.4 ha due resistori, con R^ > resistenza maggiore, la frazione di corrente che passa
Ry Quale resistere dissipa la potenza maggiore? Spiega il attraverso il resistore di 3 12 aumenta, diminuisce o resta
perché. uguale?

H W W -i R 5011 R
--- 311
-A
a / W W V W \ t ^ W W tb
' U a /w -J
911
FIGURA D23.9 FIGURA D23.10

FIGURA D23.4 10. Due dei tre resistori nella Figura D23.10 sono sconosciuti
ma uguali. La resistenza totale tra i punti a e b è minore,
5. 11 circuito nella Figura D23.5 ha una batteria e due resi­ maggiore o pari a 50 12? Spiega il perché.
stori, con R^ > R^. Quale resistere dissipa la potenza mag­ 11 Due dei tre resistori nella Figura r
giore? Spiega il perché. D23.il sono ignoti ma uguali. I— VWV— I
6. Nel circuito illustrato nella Figura D23.6, le lampadine A e La resistenza totale tra i punti a 200 il
B sono accese. Poi Finterruttore viene chiuso. Che cosa suc­ e b è minore, maggiore o pari a H -^ \A A A r
cede a ogni lampadina? Diventa più luminosa, resta uguale, 20011? Spiega il perché. ^ r
diventa meno luminosa o si spegne? Spiega il perché.
M aa/v - j
FIGURA D23.11
788 CAPITOLO 23 Circuiti

12. Ordina dalla più grande alla più piccola, le correnti /,, e 19. Quando l’interruttore nella Figura D23.19 viene chiuso,
/j nello schema del circuito della Figura D23.12. a. La corrente attraverso la batteria aumenta, diminuisce o
resta la stessa? Spiega il perché.
b. La corrente attraverso /?, aumenta, diminuisce o resta la
stessa? Spiega il perché.
20 Un voltmetro è inserito in modo errato in un circuito, come
illustrato nella Figura D23.20.
A ® a. Qual è la corrente nel circuito?
b. Che cosa legge il voltmetro?
c. Come cambieresti il circuito per collegare corretta-
FIGURA D23.13 mente il voltmetro per misurare la differenza di poten­
ziale ai capi del resistere?
13. Le tre lampadine nella Figura D23.13 sono identiche.
Ordina le lampadine dalla più luminosa alla meno lumi­
nosa. Spiega il perché.
14. Le quattro lampadine nella Figura D23.14 sono identiche.
Ordina le lampadine dalla più luminosa alla meno lumi­
nosa. Spiega il perché.

FIGURA D23.20
21. Un amperometro è inserito in modo errato in un circuito,
come illustrato nella Figura D23.21.
a. Qual è il valore della corrente che attraversa il resistore
FIGURA D23.14 FIGURA 023.15
di 5 i l i
15 La Figura D23.15 mostra cinque lampadine identiche b. Come cambieresti il circuito per collegare corretta-
connesse a una batteria. Tutte le lampadine sono accese. mente l’amperometro per misurare la corrente che passa
Ordina le lampadine dalla più luminosa alla meno lumi­ nel resistore di 5 H?
nosa. Spiega il perché. 22. Ordina, dalla maggiore alla minore, le capacità equivalenti
16. a. Le tre lampadine nella Figura D23.16 sono identiche. da (C^), a (C^)^ dei quattro insiemi di condensatori illu­
Ordina le lampadine dalla più luminosa alla meno lumi­ strati nella Figura D23.22.
nosa. Spiega il perché. c c c c
b. Supponi che i punti I e 2 siano collegati da un filo. Che
cosa succede a ogni lampadina? Diventa più luminosa, Hh Hh HHh
resta uguale, diventa meno luminosa o si spegne? Spiega
c c c C
il perché.
HHHh Hh
c
HH HH HH
FIGURA D23.22
23. La Figura D23.23 mostra
un circuito formato da una
FIGURA D23.16 FIGURA 023.17 Lampadina A
batteria, un interruttore, due
17. Inizialmente, le lampadine A e B nella Figura D23.17 lampadine identiche e un
sono entrambe accese. La lampadina B viene poi rimossa condensatore che inizial­
mente è scarico. Lampadina B
dal portalampada. Quando la lampadina B viene rimossa
a. Immediatamente dopo la -------- ® --------
la differenza di potenziale tra i punti 1 e 2 aumenta,
chiusuradeirinterruttore,si FIGURA D23.23
diminuisce, resta la stessa o va a zero? Spiega il perché.
18 a. Considera i punti a e b nella Figura D23.18. La diffe­ accende una sola lampadina o si accendono entrambe?
renza di potenziale tra i punti a e b è pari a zero? Spiega il perché.
Se sì, perché è così? Se no, qual è il punto a potenziale b. Se entrambe le lampadine sono accese, qual è la più lumi­
maggiore? nosa? Oppure hanno la stessa luminosità? Spiega il perché.
b. Se un filo collega i punti a e b, il filo viene percorso da c. Per qualsiasi lampadina (A o B o entrambe) che si
una corrente? Se sì, in quale direzione? Verso destra o accende immediatamente dopo la chiusura deirinter­
verso sinistra? Spiega il perché. ruttore, la luminosità aumenta nel tempo, diminuisce o
resta invariata? Spiega il perché.
24. La Figura D23.24 mostra
AVe
la tensione in funzione del
tempo tra le armature di
un condensatore quando si
scarica attraverso tre diversi
resistori. Ordina, dal più
grande al più piccola, i valori
FIGURA 023.18 delle resistenze da a Ry
Domande 789

25. Un condensatore carico può essere collegato a due resistori 32. Il Normalmente, le lampadine
identici in uno dei due modi illustrati nella Figura D23.25. domestiche sono col legate in paral­ 40 W
Quale configurazione scaricherà il condensatore nel tempo lelo a un’alimentazione. Supponi 120V
più breve una volta che Pinterruttore sarà chiuso? Spiega il che una lampadina da 40 W e una
perché. da 60 W siano, invece, collegate in 60W

(a) R (b) serie, come illustrato nella Figura f


^ —V\AA^— R ^ R D23.32. Quale lampadina è più FIGURA D23.32
H h « rVW\r| fAAAArn luminosa?
*-A/\AAH A. La lampadina da 60 W.
B. La lampadina da 40 W.
C. Le lampadine hanno pari luminosità.
FIGURA D23.25 33. Ili Un filo di metallo di resistenza R viene tagliato in due
26 Una luce lampeggiante è controllata dalla carica e dalla pezzi di uguale lunghezza. I due pezzi sono collegati
scarica di un circuito RC. Se la luce lampeggia troppo rapi­ insieme fianco a fianco. Qual è la resistenza dei due fili
damente, descrivi due modifiche che apporteresti al circui­ collegati insieme?
to per ridurre la velocità di lampeggiamento. A. R/4 B. R/2 C. R
27. Un dispositivo per effettuare una misura elettrica delfumi- D. 2R E. 4R
BIO dità della pelle comprende due elettrodi che formano le due 34. I Qual è il valore del
armature di un condensatore; la pelle è il dielettrico tra le resistere R nella Figura
armature. Aggiungere umidità alla pelle significa aggiun­ D23.34?
gere acqua che ha una costante dielettrica elevata. Se un A. 4.0 a
circuito carica e scarica ripetutamente il condensatore B. 1211
per determinare la sua capacità, in che modo un aumento C. 36 lì
delfumidità della pelle influisce sul tempo di carica e sca­ D. 12 n
rica? Spiega il perché. E. 96 11
28 Considera il modello della conduzione nervosa negli assoni 35. I Due condensatori sono
mielinizzati esposto nel capitolo. Supponi che la distanza U*a i collegati in serie. Ven­
ncxli di Ranvier sia stata dimezzata per un particolare assone. gono pc^i ricollegati in
a. Come influirebbe questo dimezzamento sulla resistenza parallelo. La capacità
e sulla capacità di un segmento delfassone? della combinazione in parallelo
b. Come influirebbe questo dimezzamento sulla costante A. È minore di quella della combinazione in serie.
di tempo per la carica di un segmento? B. È maggiore di quella della combinazione in serie.
c. Come influirebbe questo dimezzamento sulla velocità C. È uguale a quella della combinazione in serie.
di propagazione del segnale per Passone? D. Potrebbe essere maggiore o minore di quella della com­
29 L’aggiunta di una guaina mielinica a un assone comporta binazione in serie a seconda dei valori delle capacità.
una propagazione del segnale più veloce. Significa inoltre 36. I Se lo spessore di una membrana cellulare raddoppia ma
che la propagazione del segnale lungo Passone richiede BIO la cellula resta delle stesse dimensioni, come cambiano la
meno energia. Spiega il perché. resistenza e la capacità della membrana?
A. La resistenza e la capacità aumentano.
D o m a n d e a scelta m u ltipla B. La resistenza aumenta e la capacità diminuisce.
30. I Qual è la corrente nel circuito della C. La resistenza diminuisce e la capacità aumenta.
Figura D23.30? D. La resistenza e la capacità diminuiscono.
A. 1.0 A B. 1.7 A 4.0 il - 37. Ili Se il diametro di una cellula si riduce del 50% senza
C. 2.5 A D. 4.2 A lO V , BIO modificare lo spessore della membrana, come cambiano la
31. Quale resistere nella Figura D23.30 resistenza e la capacità della membrana cellulare?
6.0 iì *
dissipa la potenza maggiore? A. La resistenza e la capacità aumentano.
A. Il resistere di 4.0 11. B. La resistenza aumenta e la capacità diminuisce.
A. Il resistere di 6.0 IL figura D23.30 C. La resistenza diminuisce e la capacità aumenta.
C. I due resistori dissipano la stessa potenza. D. La resistenza e la capacità diminuiscono.

PROBLEMI
Sezione 23.1 Elementi e schema di un circuito 2. Il Traccia uno schema del circuito della Figura P23.2.
3. Il Traccia uno schema del circuito della Figura P23.3.
1. Il Traccia uno schema del circuito della Figura P23.
100 n

FIGURA P23.3
790 CAPITOLO 23 Circuiti

Sezione 23.2 Le leggi di Kirchhoff 11.1 Qual è la resistenza equivalente per ciascun gruppo di
resistori illustrati nella Figura P23.11?
4. Il Nella Figura P23.4, qual è la corrente nel filo sopra al
nodo? La carica tluisce verso il nodo o in direzione opposta? (a) 2.0 n (b) (c) 2.0 n
- V iM r
-6 V + ■A /WV
2.0 il 3.0 n > I.Otl
-wi/v—
2 ti
•— 3.0 i l 3.0 i l 3.0 i l

.1.0 V
© 6.0 i l L ___ 2.011

FIGURA P23.11

FIGURA P23.4 FIGURA P23.5 12. 1 Tre resistori in parallelo hanno una resistenza equivalente
5. Il La lampadina nello schema del circuito della Figura di 5.0 il. Due di questi resistori hanno resistenze di 10 iì e
30 il. Qual è la resistenza del terzo resistore?
P23.5 ha una resistenza di 1.0 H. Considera la differenza di
potenziale tra coppie di punti nella figura. 13. I Tre resistori identici hanno una resi.stenza equivalente di
30 il quando sono connessi in parallelo. Quale sarebbe la
a. Quali sono i valori per AF^j ^
b. Quali sono i valori se la lampadina viene rimossa? loro resistenza equivalente se fossero collegati in serie?
6. I a. Quali sono il valore e la direzione della corrente nel 14. 1 Disponi di un gruppo di resi.stori di 1.0 klì. In che modo
resistore di 30 (1 nella Figura P23.6? puoi collegare quattro di essi per produrre una resistenza
b. Traccia un grafico del potenziale in funzione della equivalente di 0.25 kll?
distanza percorsa attraverso il circuito, in senso orario 15. I Disponi di un gruppo di sei resistori di 1.0 kiì. Qual è
da F = () V alfangolo inferiore sinistro. Vedi la Figura la resistenza più piccola che puoi ottenere combinandoli
P23.9 per un esempio di questo tipo di grafico. insieme?
16. 1 Disponi di sei resistori di 1.0 kiì. In che modo puoi colle­
- m

9.0 V
3011
r

6.0 V
1 r—
•AWV-
- 3.0 V
is ti
6.0 V
1

garli per produrre una resistenza equivalente di 1.5, kiì?

1
FIGURA P23.6
J I
FIGURA P23.7
J Sezione 23.4 Misure di tensione e di corrente

Il a. Quali .sono il valore e la direzione della corrente nel Sezione 23.5 Circuiti più complessi
resistore di 18 (ì nella Figura P23.7?
17. Il Qual è la resistenza equivalente tra i punti a e b nella
b. Traccia un grafico del potenziale in funzione della
Figura P23.17?
distanza percorsa attraverso il circuito, in senso ora­ J!
rio da V = 0 V alfangolo inferiore sinistro. Vedi la
Figura P23.9 per un esempio di questo tipo di grafico. , IO 11

8. I a. Qual è la differenza di potenziale ai capi di ciascun ,6 0 1 1


resistore nella Figura P23.8?
;3(Hl
b. Traccia un grafico del potenziale in funzione della 4011
distanza percorsa attraverso il circuito, in senso ora­
rio da V = 0 V alfangolo inferiore sini.stro. Vedi la ; 1011
Figura P23.9 per un esempio di questo tipo di grafico.
V'(V)
FIGURA P23.18

18. 1 Qual è la resistenza equivalente tra i punti a e b nella


Figura P23.18?
19. Il Le correnti in due resistori di un circuito sono illustrate
nella Figura P23.19. Qual è il valore del resistore /??
FIGURA P23.8 FIGURA P23.9
9. I La corrente in un circuito con una sola batteria è 2.0 A.
La Figura P23.9 illustra come cambia il potenziale lungo
il circuito andando in senso orario, a partire dall’angolo
.5 A
inferiore sinistro. Disegna lo schema del circuito.

Sezione 23.3 Circuiti in serie e in parallelo FIGURA P23.19

IO. I Qual è la resistenza equivalente per ciascun gruppo di 20. Il Due batterie fornisco­ 3.5 V
resistori illustrati nella Figura P23.10? no corrente al circuito
illustrato nella Figura
(a) (b)
P23.20. La figura mostra
la differenza di potenziale 150 II
-^ W V V -A W W W W -- ai capi di due dei resistori
2.0 0 3.0 0 6.0 i l 3.0 0
3.0 O e il valore del terzo resi­
store. Quale corrente è
FIGURA P23.10
fornita dalle batterie?
3.0 O
21.1 Parte di un circuito è illustrata 29. Il Per il circuito illustrato nella I ■
nella Figura P23.21. rente e la differenza di poten/iak
a. Qual è la corrente che passa store. Riporta i tuoi risultati in una
nel resistore di 3 iVì lettura.
b. Qual è il valore della cor­ 2.0 n ^ |3 .o / , 3.0 a 3.011 1611
rente /?

FIGURA P23.21
22. I Qual ò il valore del AV=5.0V
resistore R nella Figura io ti 15 11 R
FIGURA P23.30
P23.22? —V W \rV V W -V W V ^
FIGURA P23.22 / = 100 niA ** 30. Il Un fotoresistore, la cui resistenza diminuisce con Fin*
tensità della luce, è collegato in un circuito illustrato nella
23. Il Quali sono i valori delle resi.sten/.e e la fem della batte­ Figura P23.30. In un giorno soleggiato, il fotoresistore ha
ria nella Figura P23.23? una resistenza di 0.56 kiì. In un giorno nuvoloso» la resi­
3.011 4.511 stenza sale a 4.0 kiì. Di notte la resistenza è di 20 kiì.
H W W -T -W \n a. Qual è il valore misurato dal voltmetro per ciascuna di
queste condizioni?
b. Il valore misurato dal voltmetro aumenta o diminuisce
quando Pintensità della luce aumenta?
• 1011 31 Ili I due resistor! sconosciuti nella Figura P23.31 hanno la
ste.ssa resistenza R. Quando Pinterruttore viene chiuso» la
corrente erogata dalla batteria aumenta del 50%. Quanto
FIGURA P23.23 FIGURA P23.24 vale Ri ^
24. Il L’amperometro nella Figura P23.24 legge 3.0 A. Trova 1011
Inicrrultorc

25. Ili Trova la corrente e la differenza di potenziale ai capi di e i


cia.scun resistore nella Figura P23.25.
5.011 FIGURA P23.31
r^VW \r
Sezione 23.6 Condensatori in parallelo e in serie
10 V .5 .0 1 1 .5 .0 1 1 .5 .0 11
32. I Un condensatore da 6.0 ^iF, un condensatore da 10 yuF e
FIGURA P23.25 un condensatore da 16 /xF sono collegati in parallelo. Qual
e la loro capacità equivalente?
26. Ili Trova la corrente e la differenza di potenziale ai capi di
33. I Un condensatore da 6.0 mF» un condensatore da 10 ^tF e
ciascun resistore nella Figura P23.26.
un condensatore da 16 /xF sono collegati in serie. Qual è la
5.011 5.011 loro capacità equivalente?
I-^W W 34. I Ti serve una capacità di 50 ^tF, ma non disponi di un
condensatore da 50 /xF. Hai invece a disposizione un con­
10 V 5.011 densatore da 30 ^iF. Di quale condensatore aggiuntivo hai
bisogno per produrre una capacità totale di 50 fxF'ì Devi
FIGURA P23.26 collegare i due condensatori in parallelo o in serie?
35. I Ti serve una capacità di 50 ^tF» ma non disponi di un
27. Il Per il circuito illustrato condensatore da 50 ^tF. Hai invece a disposizione un con­
nella Figura P23.27, trova t-AAAAr-i densatore da 75 )lxF. Di quale condensatore aggiuntivo hai
'--- - 6.011
la corrente e la differenza di bisogno per produrre una capacità totale di 50 fxFÌ Devi
potenziale ai capi di ciascun 6 .0 1 ]
15 11
collegare i due condensatori in parallelo o in serie?
resistore. Riporta i tuoi risul­ 36. Il Qual è la capacità equivalente dei tre condensatori nella
24 V —
tati in una tabella per facilità Figura P23.36?
di lettura. T ■ I 4.011
FIGURA P23.27

2H. mi Considera la differenza di potenziale tra coppie di punti


T 20/ì F I^ 2 0 aìF ^ 60 /xF

fiF
nella Figura P23.28. Quali sono i valori delle differenze di i:: ^
.30 m F
25

10^F
potenziale per A e AP^?
T T
FIGURA P23.36 FIGURA P23.37
37. I Qual è la capacità equivalente dei tre condensatori nella
Figura P23.37?
5.011 38. Ili Per il circuito della Figura P23.38,
a. Qual è la capacità equivalente?
b. Quanta carica tluisce attraverso la batteria durante la
fase di carica dei condensatori?
792 CAPITOLO 23 Circuiti

4.0 fiF 49. Ili Un particolare assone mielinizzato ha nodi distanziati di


0.80 mm. La resistenza tra i nodi è di 20 Mll; la capacità di
! 4 .0 /xF
ciascun segmento isolato è di 1.2 pF. Qual è la velocità di
12V conduzione di un impulso nervoso lungo questo assone?
1.5m F 12V -ZZI : 2.0mF
u n
FIGURA P23.38
L
FIGURA P23.39
; 1.0
50. I Per misurare la propagazione di un segnale in un nervo
BIO del braccio, il nervo viene attivato vicino all’ascella. Il
picco del potenziale d’azione è misurato al gomito e suc­
39. Ili Per il circuito della Figura P23.39, cessivamente, 4.0 ms più tardi, a livello del polso, a una
a. Qual è la capacità equivalente? distanza di 24 cm dal gomito.
b. Qual è la carica di ciascun condensatore? a. Qual è la velocità di propagazione lungo questo nervo?
b. La determinazione della velocità effettuata misurando
il tempo tra l’applicazione di uno stimolo all’ascella e
Sezione 23.7 Circuiti RC il picco di un potenziale d’azione al gomito o al polso
40. Il Qual è la costante di tempo quando si scarica il conden­ sarebbe imprecisa. Spiega il problema associato a
satore nella Figura P23.40? questo approccio e perché la tecnica descritta preceden­
temente è preferibile.
51. Il Un assone mielinizzato conduce impulsi nervosi a una
BIO velocità di 40 m/s. Qual è la velocità del segnale se lo spes­
1.0 kìì-
sore della guaina mielinica viene dimezzato, ma Passone
_ 1 .0 /x F 4.0/txFlZ 1.0 k O ^ 1.0 kO* non subisce alcun altro cambiamento?
1.0 kO-

FIGURA P23.40 FIGURA P23.41 P ro blem i generali

41. Il Qual è la costante di tempo quando si scarica il conden­ 52 Il Quanta potenza viene dissipata
satore nella Figura P23.41? da ciascun resistere nella Figura
P23.52? Ri = I2 n ;
42. Il Dopo quante costanti di tempo la tensione tra le armature
di un condensatore che si sta scaricando diminuisce allo -Z Z - 9.0 V
0.10% del suo valore iniziale? /?2= 15 0*
43. mi Un condensatore da 10/xF inizialmente caricato a 20/xC FIGURA P23.52
è scaricato attraverso un resistere di 1.0 Idi. Quanto tempo
occorre per ridurre la carica del condensatore a 10 /xC? 53. mi Due lampadine da 75 W (120 V) sono collegate in serie,
44. I Un circuito di carica di un condensatore comprende una INT poi la combinazione di lampadine viene collegata a un’a­
batteria, un condensatore scarico da 20 /xF e un resistere di limentazione di 120 V. Quanta potenza viene dissipata da
4.0 kH. A r = 0 s, Finterruttore viene chiuso; 0.15 s più tardi, ciascuna lampadina?
la corrente è pari a 0.46 mA. Qual è la fem della batteria? 54. mi I contatti ossidati di un portalampada hanno una resi-
45. Il L’interruttore nella stenza totale di 5.0 iì. Quanta potenza viene realmente
Figura P23.45 è rima­ dissipata da una lampadina da 100 W (120V) avvitata su
sto nella posizione a _ r questo portalampada?
9.0 V . 50 O
per un tempo molto 55. mi Una batteria reale non è sempli-
lungo. A r = 0 s l’in­ INT cernente una fem. Possiamo sche­
terruttore viene com­ FIGURA P23.45 matizzare una batteria reale da 1.5
mutato nella posizione V come un generatore di fem da
b. Quali sono i valori della carica Q sul condensatore e la 1.5 V in serie con un resistore che
corrente / attraverso il resistere (a) immediatamente dopo la viene chiamato “resistenza interna,”
chiusura dell’interruttore? (b) A r = 50 ^ts? (c) A r = 200 ^s? come illustrato nella Figura P23.55.
Una batteria tipica ha una resistenza
Sezione 23.8 Elettricità nel sistema nervoso
interna di 1.0 11 a causa delle imperfezioni che limitano il
fluire della corrente nella batteria. Quando non c’è corrente
46. I Una membrana cellulare con uno spessore di 9.0 nm spe- nella batteria e quindi nessuna caduta di potenziale attra­
rimenta un potenziale d’azione che segue la curva dello verso la resistenza interna, la differenza di potenziale tra i
schema di pagina 780. Qual è l’intensità del campo elet­ suoi terminali è di 1.5 V, il valore della fem. Supponi che i
trico all’interno della membrana poco prima del potenziale terminali di questa batteria siano connessi a un resistore da
d’azione e al picco della depolarizzazione? 2.0 n.
47. Ili Una membrana cellulare ha una resistenza e una capa- a. Qual è la differenza di potenziale tra i terminali della
BIO cità e quindi una costante di tempo caratteristica. Qual è la batteria?
costante di tempo di una membrana con uno spessore di 9.0 b. Quale frazione della potenza della batteria viene dissi­
nm che circonda una cellula sferica del diametro di 0.040 pata dalla resistenza interna?
mm? 56. mi Per la batteria reale illustrata nella Figura P23.55, cal
48. I La variazione dello spessore della guaina mielinica che cola la potenza dissipata dal resistore R collegato alla bat
BIO circonda un assone ne cambia la capacità e quindi la velo­ teda quando (a) R = 0.25 iì, (b) R = 0.50 H, (c) /? = 1.0 D.
cità di conduzione. Una fibra nervosa mielinica ha una (d) R = 2.0 iì e (e) /? = 4.0 iì. (1 tuoi risultati dovrebbero
velocità di conduzione di 55 m/s. Se la distanza tra i nodi suggerire che la dissipazione massima della potenza viene
è di 1.0 mm e la resistenza dei segmenti tra i nodi è di 25 raggiunta quando la resistenza esterna R eguaglia la resi
MO, qual è la capacità di ciascun segmento? stenza interna. Questo è vero in generale.)
Problemi 793

57. mi Le batterie sono ricaricate collegandole a un alimenta­ 65. I II circuito della Figura P23.65 è percorso da una corrente
INI tore (cioè un’altra batteria) di fem maggiore in modo tale di 0.25 A.
che la corrente fluisca nel terminale positivo della batte­ a. Qual è la direzione della corrente? Spiega il perché.
ria sotto carica, come è stato illustrato nell’Esempio 23.1. b. Qual è il valore della resistenza /??
Questa corrente inversa attraverso la batteria ne ricarica c. Qual è la potenza dissipata da /??
i componenti chimici. La corrente viene tenuta piuttosto d. Traccia un grafico del potenziale in funzione della posi­
bassa in modo da non surriscaldare la batteria sotto carica zione, iniziando da K= 0 V nell’angolo inferiore sinistro
dissipando energia nella sua resistenza interna. e procedendo in senso orario. Vedi la Figura P23.9 per
a. Supponi che la batteria reale della Figura P23.55 sia un esempio.
ricaricabile. Quale fem dovrebbe avere Falimentatore 6.0 n 12 a
utilizzato per una corrente di ricarica di 0.75 A? — VWV~j ' Circuito di misura
b. Se questo alimentatore carica la batteria per 10 minuti,
quanta energia viene immagazzinata dalla batteria? — 6.0 V 12 V — Amperometro
Quanta energia viene dissipata sotto forma di energia
termica nella resistenza interna? TI « T
-------- AAAA.-------- 1
da 500 f i A
•50.0a
58. Ili Quando due resistor! sono collegati in parallelo attra­
verso una batteria di tensione ignota, un resistere viene FIGURA P23.65 FIGURA P23.66
percorso da una corrente di 3.2 A mentre il secondo viene
percorso da una corrente di 1.8 A. Quale corrente sarà ero­ 66. Un circuito che stai co.struendo richiede un amperometro
gata dalla stessa batteria se questi due resistori sono colle­ che va da 0 mA a un fondo scala di 50.0 mA. Sfortunata­
gati ad essa in serie? mente il solo amperometro a disposizione va da 0 /jl A a
59. Il II resistere di 10 (2 nella Figura P23.59 sta dissipando 40 un fondo scala di soli 500 /xA. Fortunatamente, puoi far
W di potenza. Quanta potenza stanno dissipando gli altri funzionare questo amperometro ponendolo in un circuito
due resistori? di misurazione, come illustrato nella Figura P23.66. Questa
soluzione consente a una certa frazione di corrente di pas­
sare attraverso l’amperometro; conoscendo questo valore
puoi dedurre la corrente totale. Assumi che l’amperometro
^ _20mF sia un amperometro ideale.
a. Quale valore di R devi utilizzare in modo che l’amperome­
r-A A A A r^ H tro vada al fondo scala quando la corrente / è 50.0 mA?
20 n
Suggerimento: Quando I = 50.0 mA, l’amperometro
dovrebbe leggere il suo valore massimo.
20 V
b. Qual è la resistenza equivalente del tuo circuito di misura?
FIGURA P23.59 FIGURA P23.60 67. Il Un circuito che stai costruendo richiede un voltmetro che
va da 0 V a un fondo scala di 5.0 V. Sfortunatamente, il
60. UHA un dato istante, la corrente nel circuito illustrato nella solo strumento di misura che hai a disposizione è un ampe­
Figura P23.60 è di 20 mA nella direzione mostrata e la carica rometro che va da 0 pA a un fondo scala di 500 pA. È
del condensatore è di 200 jxC. Qual è la resistenza /?? possibile utilizzare questo strumento per misurare le dif­
61. I Qual è la resistenza equi- ferenze di potenziale ponendolo in un circuito di misura­
valente tra i punti a e b zione, come quello illustrato nella Figura P23.67. Quale
nella Figura P23.61? ,^00 valore di R devi utilizzare in modo che l’amperometro vada
-JWV\r^VW\r- al fondo scala quando la differenza di potenziale AVè pari
loon a 5.0 V? Assumi che l’amperometro sia ideale.
FIGURA P23.61 ------------ ------------------

62. Ili Qual è la corrente erogata dalla batteria nella Figura -Circuito di misura

P23.62 quando l’interruttore (a) è aperto e (b) è chiuso?


AV
-Amperometro
da 500 f iA
40 0

FIGURA P23.67
10 O 68. Il Per il circuito illustrato nella Figura P23.68, trova la cor­
FIGURA P23.62 rente e la differenza di potenziale ai capi di ciascun resistere.
Riporta i tuoi risultati in una tabella per facilità di lettura.
63. Il Qual è il rapporto potenza totale dis- 69. Il Hai tre condensatori da 12 p¥. Disegna degli schemi che
^ sipata da due resistori identici collegati in parallelo a una illustrino come puoi disporre questi tre condensatori in modo
batteria e quella dissipata dagli stessi due resistori quando che la loro capacità equivalente sia (a) 4.0 /xF, (b) 8.0 /xF, (c)
sono collegati in serie alla stessa batteria? 18/xFe(d) 36 p¥. Imerrultorc^
64. Ili Hai un dispositivo che richiede una tensione di rife­ 70. Il I n i z i a l me n t e ,
rimento di 3.0 V, ma disponi solo di una batteria da 9.0
V. Fortunatamente, hai anche diversi resistori da 10 kiì.
Mostra come puoi utilizzare i resistori e la batteria per rea­
r interruttore
Figura P23.70 è
nella

nella posizione a e i lOOV


rA 15 m F
1
1 30 m F

30 mF
lizzare un circuito che fornisca una differenza di potenziale condensatori e
di 3.0 V. sono scarichi. FIGURA P23.70
794 CAPITOLO 23 Circuiti

Successivamente l’interruttore viene commutato nella posi­ Quando l’interruttore si chiude, il condensatore (inizialmente
zione b. A questo punto quali sono i valori della carica e della scarico) inizia a caricarsi e il potenziale nel punto b inizia ad
differenza di potenziale ai capi di ciascun condensatore? aumentare. Un .sensore misura la differenza di potenziale tra
71. Il 11 condensatore in un circuito RC con una costante di i punti a e b, attivando un passaggio dei tergicristalli quando
tempo di 15 ms è caricato a 10 V. Il condensatore inizia a = V. (Un’altra parte del circuito, non mostrata, scarica il
scaricarsi a r = 0 s. condensatore in questo momento cosicché il circuito possa
a. Dopo quanto tempo la carica sul condensatore si sarà iniziare un nuovo ciclo).
ridotta alla metà rispetto al valore iniziale? a. Quale valore del resistore variabile determinerà un
b. Dopo quanto tempo l’energia immagazzinata nel conden­ tempo di 12 secondi dall’inizio del ciclo al passaggio
satore si sarà ridotta alla metà rispetto al valore iniziale? dei tergicristalli?
72. Ili II condensatore della Figura P23.72 è inizialmente sca­ b. Per diminuire il tempo, la resistenza variabile deve
rico e r interruttore, nella posizione c, non è collegato ad essere aumentata o diminuita?
alcun lato del circuito. L’interruttore viene quindi com­ 79. IH NeH’Esempio 23.14 abbiamo stimato un valore per la
mutato nella posizione a per 10 ms, poi viene commutato m capacità della membrana cellulare pari a 89 pF e nell’E­
nella posizione b per 10 ms e successivamente riportato sempio 23.15 abbiamo trovato che circa 10 (K)() ioni Na^
alla posizione c. Qual è la differenza di potenziale finale finiscono attraverso un canale ionico quando si apre. Sulla
tra le armature del condensatore? base di queste informazioni e di quanto hai appre.so in que­
15011 c sto capitolo sul potenziale d’azione, stima il numero totale
j-w v \r-:jj di canali ionici del sodio nella membrana di una cellula
nervosa.
12V TZ. 40/uF 150 11 ‘ 80. HH L’assone gigante di un calamaro ha un diametro di
I__ I
--------- TX/ /AI _ _

FIGURA P23.72
0.5 mm, una lunghezza di 10 cm e non ha guaina mielinica.
INT Le membrane cellulari non mielinizzate si comportano
73 Il Quale valore del resistore scaricherà un condensatore da come condensatori da 1 /xF di capacità per ogni centime­
1.0 fji¥ al 10% della sua carica iniziale in 2.0 ms? tro quadrato dell’area della membrana. Quando Passone è
74 mi II circuito di carica per un flash di una fotocamera uti­ caricato al potenziale di riposo di -70 mV, qual è l’energia
lizza un condensatore da 100 jjlF che viene caricato da un immagazzinata in questo condensatore?
alimentatore da 250 V. Qual è la resistenza maggiore che 81. Il Una cellula ha una membrana dello spessore di 7.0 nin
può essere messa in serie con il condensatore se il con­ BIO con un’area totale della membrana di 6.0 • 10"^ m^.
densatore dev'essere caricato almeno all’87% della sua ten­ a. Possiamo schematizzare la cellula come se fosse un
sione finale in non più di 8.0 s? condensatore, come abbiamo visto. Qual è il valore
75. Il Un condensatore viene scaricato con un resistore da 100 della carica su ciascuna “armatura” quando la mem­
n. La corrente di scarica diminuisce al 25% del suo valore brana è al suo potenziale di riposo di -70 mV?
iniziale in 2.5 ms. Qual è il valore del condensatore? b. A quanti ioni di sodio corrisponde questa carica?
76. Ili Un condensatore da 50 /xF che era stato caricato a 30 V
viene scaricato attraverso un resistore. La Figura P23.76
mostra la tensione del condensatore in funzione del tempo.
Esercitazioni per te st di tipo M C A T
Qual è il valore della resistenza?
t V) Aperto a / = 0 s Il defibrillatore BK)
Un defibrillatore è progettato per far passare una corrente molto
r^ *A A /W i
60 a intensa attraverso il torace di un paziente al fine di interrom
10i r pere pericolose aritmie cardiache. La sua componente fonda
l(K)V mentale è un condensatore che è caricato a un’alta differenza di
4011:
potenziale. II torace del paziente ricopre il ruolo di un resistere
2.0/if ;
in un circuito RC. Quando un interruttore è chiu.so, il condensa
FIGURA P23.76 FIGURA P23.77 tore si scarica attraverso il torace del paziente. La scarica elct
trica erogata da un defibrillatore dev'essere intensa e rapida; la
77. mi L’interruttore nella Figura P23.77 è stato chiuso per un corrente massima è molto grande, quindi il condensatore si .sca
tempo molto lungo.
rica rapidamente. Questo rapido impulso depolarizza il cuore,
a. Qual è la carica sul condensatore? interrompendone l’attività elettrica. Questo consente al circuiio
b. L’interruttore è aperto a r = 0 s. Dopo quanto tempo nervoso interno del cuore di ristabilire un ritmo normale.
la carica sul condensatore è diminuita al 10% del suo Un defibrillatore tipico ha un condensatore da 32 /il
valore iniziale? caricato a 5000 V. Gli elettrodi collegati al paziente sono rico
78. Hill 1 tergicristal­ Inlemiltore porti da un gel conduttore che riduce la resistenza della pelle
li a intermitten­ facendo sì che la resistenza effettiva del torace del paziente sia
za utilizzano un di 100 lì.
resistore varia­
bile in un cir­
cuito RC per 12 V
impostare l’inter­
100 mF
vallo di tempo tra
un passaggio e
l’altro del tergi- f i g u r a P23.78
cristallo sul ve­
tro. Un circuito tipico è illustrato nella Figura P23.78.
Problemi 795

82. I Quale coppia di grafici nella Figura P23.82 rappresenta questa depolarizzazione, c’è I canali del sodio si aprono
meglio la tensione del condensatore e la corrente attraverso una differenza di potenziale solo su questo lato.

il torace in funzione del tempo dopo la chiusura dell’inter­ totale attraverso la cellula,
ruttore? come illustrato nella Figura
P23.86. Pile di queste cellule
col legate in serie possono
produrre una grande diffe­
renza di potenziale totale.
Ciascuna pila può produrre
una debole corrente; per una
B.
corrente totale maggiore
occorrono più pile di cellule,
collegate in parallelo.
86. I In un elettroforo, ogni
elettrocita può svilup­
Si stabilisce una difTcren/a di
pare una tensione di potenziale totale attraverso la cellula.
150 mV per un breve FIGURA P23.86
intervallo di tempo.
Per una tensione totale di 450 V, quanti elettrociti devono
essere collegati in serie?
A. 300
B. 450
FIGURA P23.82 C . 1500
D. 3000
83. 1Per i valori sopra indicati, qual è la costante di tempo per
87. I Un elettroforo produce un impulso di corrente di 0.80 A
la scarica del condensatore?
a una tensione di 500 V. Per il breve intervallo di tempo
A. 3.2/rs B. 160/as C. 3.2 ms D. 160 ms
dell’impulso, qual è la potenza istantanea?
84. 1Se un paziente riceve una serie di scariche elettriche, la
A. 400 W
resistenza del torace può aumentare. In che modo que­
B. 500 W
sto cambiamento influisce sulla corrente iniziale e sulla
C. 625 W
costante di tempo delle scariche successive?
D. 800 W
A. La corrente iniziale e la costante di tempo aumentano
88. I Le anguille elettriche vivono in acqua dolce. La razza tor-
entrambe.
pedo è un elettroforo che vive in acque salate. Gli elettro­
B. La corrente iniziale diminuisce e la costante di tempo
citi nella razza sono raggruppati in modo diverso rispetto
aumenta.
all’anguilla elettrica; ciascuna pila di elettrociti ha un
C. La corrente iniziale aumenta e la costante di tempo
numero minore di cellule, ma ci sono più pile in parallelo.
diminuisce.
Quali delle seguenti affermazioni spiega meglio il funzio­
D. La corrente iniziale e la costante di tempo diminuiscono
namento degli elettrociti nella razza torpedo?
entrambe.
A. La minore resistività dell’acqua salata richiede una
85. I In alcuni casi, il defibrillatore può essere caricato a una
corrente maggiore, ma una tensione minore.
tensione più bassa. Come inlluisce questo sulla costante di
B. La minore resistività dell’acqua salata richiede una
tempo della scarica?
tensione maggiore, ma una corrente minore.
A. La costante di tempo aumenterà.
C. La maggiore resistività dell’acqua salata richiede una
B. La costante di tempo resterà invariata.
corrente maggiore, ma una tensione minore.
C. La costante di tempo diminuirà.
D. La maggiore resistività dell’acqua salata richiede una
tensione maggiore, ma una corrente minore.
L’elettroforo (o anguilla elettrica) BIO IMI
89. I II pesce gatto elettrico è un altro pesce elettrico che
La tensione prodotta da una singola cellula nervosa o muscolare produce un impulso di tensione tramite pile di elettro­
ì piuttosto piccola, ma ci .sono molte specie di pesci che usano citi. Quando il pesce cresce in lunghezza, cresce anche
potenziali d’azione multipli in serie per produrre differenze di l’intensità dell’impulso di tensione che il pesce produce.
potenziale significative. Gli organi elettrici in questi pesci sono La migliore spiegazione per questo cambiamento è che,
composti da cellule specializzate a forma di disco chiamate elet- quando il pesce cresce,
I ro c iti. La cellula a riposo ha la differenza di potenziale usuale tra A. La tensione prodotta da ciascun elettrocita aumenta.
rinterno e l’esterno, ma la differenza di potenziale totale attra- B. Più elettrociti vengono aggiunti a ciascuna pila.
vtrso la cellula è pari a zero. Un elettrocita è collegato alle fibre C. Più elettrociti vengono aggiunti in parallelo alle pile
•crvose che inizialmente inducono una depolarizzazione su una esistenti.
pirtc della cellula, ma non sull’altra. Nel brevissimo tempo di D. Lo spessore degli elettrociti aumenta.
796 CAPITOLO 23 Circuiti

RISPOSTE ALLE PAUSE DI RIFLESSIONE

Pausa (li riflessione - Anteprima Capitolo: R^<R^ = R^<R^. Pausa di rifle.ssione 23.4: C. Il voltmetro dev’essere collegato in
La legge di Ohm può essere utilizzata per trovare R: R = AV7/. parallelo con il resistore e l’amperometro in .serie.
Pertanto abbiamo /?, = (2 V)/( 1 A) = 2 H, = (2 V)/(2 A) = 1
a,/^3 = (l V)/(l A) =l a e /? , = (l V)/(2 A)=l / 2 iì. Pausa di riflessione 23.5: A > B > C = I). Tutta la corrente ero­
gata dalla batteria passa attraverso A, che è quindi più luminosa.
Pausa di riflessione 23.1: A, H e I). Questi tre schemi rappre­ La corrente si divide al nodo, ma non in parti uguali. Poiché B
sentano lo stesso circuito perché la logica dei collegamenti è la è in parallelo con C + D, ma ha una resistenza minore rispetto
stessa. In ogni schema, c’è un nodo che collega un lato di ciascun a quella delle due lampadine insieme, il doppio della corrente
elemento del circuito e un secondo nodo che collega l’altro lato. viaggia attraverso B rispetto a C + D. Quindi B è meno lumino.sa
In C, il funzionamento del circuito è modificato dal filo aggiun­ di A ma più luminosa di C e D. C e D sono ugualmente luminose
tivo che collega i due lati del condensatore. per via della conservazione della corrente.
Pausa di riflessione 23.2:B. La differenza di potenziale tra i Pausa di riflessione 23.6: (C )„ > (C ). > (C L.. Due con-
terminali della batteria è la sua fem, pari a 10 V. La caduta di densatori in parallelo hanno una capacità maggiore di uno solo;
potenziale ai capi del resistere da 6 H è AV^= -IR = -6.0 V. Per due condensatori in .serie hanno una capacità minore di uno
far sì che la somma delle differenze di potenziale sia pari a zero, solo.
come richiede la seconda legge di Kirchhoff, la differenza di po­
tenziale ai capi del resistere R dev'essere -4.0 V. Pau.sa di rifle.ssione 23.7: B. I due resistor! di 2 iì sono in serie
ed equivalenti a un resistore di 4 iì. Pertanto r = RC = 4 s.
Pausa di riflessione 23.3: C = 1) > A = B. Le due lampadine
in serie hanno uguale luminosità, così come le due lampadine Pau.sa di rifle.ssione 23.8: A. Una guaina più spessa di.stanzie-
in parallelo. Tuttavia le due lampadine in .serie hanno una re­ rebbe maggiormente le “armature” del condensatore - le super-
sistenza maggiore di una singola lampadina, quindi ci sarà una fici interna ed esterna della guaina - riducendo in questo modo
corrente minore che attraversa le lampadine in .serie rispetto alla la capacità C. Quindi la costante di tempo r del circuito RC di­
corrente che attraversa le lampadine in parallelo. minuirebbe, aumentando la velocità v = Ir.
Q / | Campi magnetici
e forze magnetiche
'.■.'■jV'>>■*»

Questa Im m agine
dettagliata del sistema
scheletrico di un delfino
non ò stata fatta con
ìraggi x, ma con il
magnetismo. In che
m odo?
ANTEPRIMA n ________________________________________________
Obiettivo: studiare i campi magnetici e apprendere come questi esercitino delle forze sulle correnti e sulle cariche in movimento.
Campì magnetici Sorgenti del campo Effetti del campo
Una bussola è un dipolo magnetico. Essa 1magneti producono un campo 1campi magnetici esercitano delle forze
ruoterà per allinearsi con un campo magnetico, così come i fili percorsi da sulle particelle cariche in movimento e
magnetico. corrente, i circuiti e le bobine. sulle correnti elettriche.
' \ —

- ^ -A • .1 ’ • -/-y-.ii.

inpareremo come usare le bussole e altri Impareremo a descrivere i campi Vedremo come il moto di particelle cariche
Aumenti per mappare i campi magnetici. magnetici generati dalle correnti. Questa nel campo magnetico terrestre produce le
limatura di ferro mostra la forma del aurore boreali.
campo magnetico di questo filo percorso
da corrente.
FLASHBACK i
campi elettrici PAUSA Di RIFLESSIONE
:l Capitolo 20, abbiamo
-critto le interazioni elettriche Un dipolo elettrico in un campo
0 corpi carichi in termini del elettrico uniforme sperimenta una
’ollo di campo. forza risultante nulla, ma un
momento totale non nullo. La
- r ■<à
Marno appreso come disegnare e rotazione di questo dipolo sarà
irpretare il campo elettrico di un A. In senso orario.
K>lo. In questo capitolo, vedremo B. In senso antiorario.
un dipolo magnetico produce
■ campo magnetico con una
r^^'jttura simile.
798 CAPITOLO 24 Campi magnetici e forze magnetiche

24.1 Magnetismo
Abbiamo iniziato la nostra indagine sulTelettricità nel Capitolo 20 guardando
i risultati di semplici esperimenti con bacchette cariche. Faremo lo stesso con
il magnetismo.

Alla scoperta del magnetismo


Esperimento I Esperimento 3
Se una barretta magnetica
è attaccata a un pezzo di
sughero che galleggia in
un piatto contenente acqua,
essa molerà per allinearsi Sud
approssimativamente Spezzando una barretta magnetica in due parti si producono
nella direzione nord-sud. • I/ago di una due nuovi magneti più deboli, ciascuno con un polo nord c
bussola è un
L’estremità di un magnete che piccolo magnete.
un polo sud.
punta verso nord è il polo
nord. L’altra estremità è il Esperimento 4
polo sud. 1magneti possono attrarre alcuni corpi,
Bussola come una graffetta, ma non tutti. Se un
Un magnete come questo che
corpo è attratto dal polo di un magnete,
è libero di ruotare è chiamato Barretta magnetica esso sarà attratto anche dall’altro
una bussola. Una bussola
polo. La maggior parte dei materiali,
ruoterà per allinearsi con il
incluso il rame, l’alluminio, il vetro e
campo magnetico.
la plastica, non sperimentano alcuna
forza quando vengono avvicinati a un
Esperimento ^ magnete.
Poli uguali si respingono Esperimento 5
SI Quando un magnete viene avvicinato
a un elettroscopio, le foglie
Poli diversi si attraggono del l’elettroscopio non si divaricano. Se
s una bacchetta carica viene avvicinata Nessun effetto
a un magnete, c’è una debole forza
Se il polo nord di un magnete viene avvicinato al polo nord di un di polarizzazione come quella che
altro magnete, essi si respingeranno l’un l’altro. Anche due poli sud abbiamo studiato nel Capitolo 21,
si respingono tra di loro, ma il polo nord di un magnete esercita una come ci sarebbe per qualsiasi barra di
forza attrattiva sul polo sud di un altro magnete. metallo, ma non c’è alcun altro effetto.

Che cosa ci dicono questi esperimenti?


■ L ’esperimento 5 rivela che il magnetismo è differente daireletlricità. I poli
magnetici e le cariche elettriche condividono alcuni comportamenti
sim ili, ma non sono la stessa cosa.
■ L’esperimento 2 mostra che il magnetismo è una forza a grande distanza. I
magneti non hanno bisogno di UKcarsi per esercitare una forza l’uno suH’aliro
■ Gli esperimenti 1 e 3 mostrano che i magneti hanno due tipi di poli, detti
polo nord e polo sud, e quindi essi sono dipoli magnetici. Spezzando tm
magnete abbiamo ancora due magneti completi ma più deboli, ciascuno con
un polo nord e un polo sud. L’unità fondamentale del magnetismo è quindi
un dipolo magnetico.
■ Gli esperimenti 1 e 2 mostrano come i poli di una barretta magnetica po\
sono essere identificati usandoli come una bussola. Altri magneti possono
essere identificati testandoli con una barretta magnetica. Un polo chr
respinge un polo sud noto e attrae un polo nord noto dev’essere un polo sud
magnetico.
■ L’esperimento 4 rivela che solo certi materiali, detti materiali magnetici,
sono attratti da un magnete. Il materiale magnetico più comune è il ferro I
materiali magnetici sono attratti da entrambi i poli di un mcignete.

PAUSA Di RIFLESSIONE 24.1 L’ago della bussola ruoterà?


A. Sì, in senso orario. G Z Z H IE E B E 3
B. Sì, in senso antiorario.
Barretta carica
C. No, non ruoterà. positivamente Asse ili
24.2 II campo magnetico 799

24.2 II campo magnetico


Quando abbiamo studiato la forza elettrica tra due cariche nella -b i s e z i o n e 20 .4,
abbiamo sviluppato un nuovo modo di pensare alle forze tra cariche - il
modello di campo. In questa ottica, lo spazio attorno a una carica non è vuoto:
la carica altera lo spazio circostante creando un campo elettrico. Una seconda
carica portata in questo campo elettrico sente una forza dovuta a questo campo.
Il concetto di campo può essere usato anche per descrivere la forza che fa
ruotare una bussola per allinearsi con un magnete: ogni magnete produce un
campo magnetico nello spazio che lo circonda. Se un altro magnete - come
l'ago di una bussola - viene introdotto in questo campo, il secondo magnete
sentirà l’effetto del campo del primo magnete. In questa sezione, vedremo
come definire il campo magnetico, e successivamente studieremo come rap­
presentare il campo magnetico nel caso delle forme più comuni di magneti e
della loro distribuzione.

Misura del campo m agnetico


Che cosa ci dice la direzione dell’ago di una bussola circa il campo magnetico
nella posizione in cui si trova la bussola? Ricordiamoci di come si comporta un
dipolo elettrico quando viene posto in un campo elettrico, come mostrato nella
FIGURA 24.ia. Nel Capitolo 20 abbiamo appreso che un dipolo elettrico speri­
menta un momento quando è posto in un campo elettrico, un momento che
tende ad allineare l’asse del dipolo con il campo. Ciò significa che la direzione
e il verso del campo elettrico sono gli stessi dell’asse del dipolo. Il momento
sul dipolo è maggiore quando il campo elettrico è più intenso; quindi, il modulo
del campo, che chiameremo anche intensità del campo, è proporzionale al
momento sentito dal dipolo.
Il dipolo magnetico dell’ago di una bussola si comporta in modo molto
simile quando viene posto in un campo magnetico. Il campo magnetico eser­
cita un momento sull’ago della bussola, che lo fa puntare nella direzione e
verso del campo, come mostrato nella f i g u r a 24.ib.

FIGURA 24.1 Dipoli nei campi elettrico e magnetico.


Una bussola, un
dipolo magnetico,
ruota in modo tale
che il suo polo nord
punti nella
direzione e verso
del campo magnetico.

Poiché il campo magnetico ha sia una direzione e un verso sia un modulo,


10 rappresentiamo usando un vettore. Useremo il simbolo B per rappresentare
11campo magnetico e B per rappresentare il modulo o intensità del campo. La
FIGURA 24.2 iiiostra comc usare una bussola per determinare il modulo, la dire­
zione e il verso del campo magnetico. La direzione e il verso del campo magne­
tico sono quelli verso cui punta il polo nord dell’ago di una bussola; l’intensità
del campo magnetico è proporzionale al momento sentito dall’ago della bus­
sola mentre esso ruota per allinearsi con la direzione del campo.

FIGURA 24.2 Come determinare direzione, verso e modulo del campo magnetico.
Il campo magnetico qui punta • Campo debole:
nella direzione in alto a destra. l’ago ruota lentamente

1 campo magnetico qui

.-X
Campo forte: l'ago
.■♦mia nella direzione......... ruota vcUKcnicnte. ■
1 basso a destra. \
800 CAPITOLO 24 Campi magnetici e forze magnetiche

Possiamo riprodurre un “disegno” del campo magnetico usando della lima­


tura di ferro - grani molto piccoli e allungati di ferro. Se c’è un numero suffi­
ciente di grani, la limatura di ferro può dare una rappresentazione molto
dettagliata del campo magnetico, come mostrato nella f i g u r a 24 .3 . Le bussole
che useremo per determinare la direzione del campo ci mostrano che il campo
magnetico di un magnete punta nella direzione che si allontana dal polo nord
e si avvicina al polo sud.
FIGURA 24.3 Come rivelare il campo di una barretta magnetica usando la limatura
di ferro.
Ciiiscun pc/./.cUo di ....... • Poiché^ i poli della
limatura di ferro agisce limatura di ferro non
come un piccolo ago di sono indicati, una
una bussola c ruota nella bussola può essere
direzione e verso del usata per controllare
campo magnetico. la direzione del campo

Dove il campo è •— Dove il campo è


intenso, il momento 'debole, il momento
allinea facilmente riesce appena ad
la limatura. allineare la limatura.

Il vettore campo m agnetico e le linee di campo


FIGURA 24.4 Mappatura del campo di Possiamo disegnare il campo di un magnete come quello mostrato nella Figura
una barretta magnetica usando delle 24.3 in ciascuno dei due modi. Quando vogliamo rappresentare il campo magne­
bussole. tico in un punto particolare, la rappresentazione del vettore campo magnetico
1 vettori del campo magnetico puntano è particolarmente utile. Ma se vogliamo una rappresentazione complessiva del
nella direzione delTago della bussola.
campo, le linee di campo magnetico sono spesso più facili da usare. Queste
due rappresentazioni sono simili a quelle del vettore e delle linee del campo
elettrico usati nel Capitolo 20 e useremo regole simili per disegnarli.
Come illustrato nella f i g u r a 24 .4 , possiamo immaginare di collocare un
numero di bussole vicino al magnete per misurare la direzione, il verso e il
modulo del campo magnetico. Per rappresentare il campo nel punto di una
delle bus.sole, disegneremo un vettore con la sua coda in quella posizione. La
Figura 24.4 mostra come scegliere la direzione, il verso e il modulo di questo
vettore. Sebbene abbiamo disegnato i vettori del campo magnetico solamente
in pochi punti attorno al magnete, è importante ricordare che il campo magne­
tico esiste in ogni punto attorno al magnete.
Possiamo inoltre rappresentare il campo magnetico usando linee di campo
Rappresentiamo il campo magnetico magnetico. Le regole per disegnare queste linee sono simili a quelle per dise­
più forte nelle vicinanze del magnete•••'*
con vettori />//> lu n gh i. gnare le linee del campo elettrico del Capitolo 20. Le linee di campo elettrico
iniziano sulle cariche positive e terminano sulle cariche negative; le linee di
campo magnetico vanno dal polo nord magnetico al polo sud magnetico. La
direzione e la spaziatura delle linee di campo mostrano la direzione e rinten-
sità del campo, come illustrato nella f i g u r a 24 .5 .

FIGURA 24.5 Disegno delle linee di campo magnetico di una barretta magnetica.
I. La clirc/inne del campo
magnetico H in qualsiasi
punto su una linea di
campo è tangente alla linca>

3. Qualsiasi linea di
2. Le linee sono disegnate campo magnetico «
più vicine tra loro dove il dal magnete nel suo
modulo B del cam|>o polo nord ed entr.i
magnetico c maggiore. magnete nel suo
polo sud.

Adesso che sappiamo come raffigurare i campi magnetici, analizziamo i


campi magnetici generati da magneti con diverse disposizioni. Useremo il
metodo della limatura di ferro per mostrare le linee in magneti reali, assieme a
un disegno delle linee del campo.
Un atlante dei campi magnetici prodotti dai magneti
Magnete composto da Magnete composto da Due barrette magnetiche
un’unica barretta un’unica barretta (a distanza aventi poli vicini opposti aventi |Nili i<n Mutmli
ravvicinata)

Le linee del campo magnetico Avvicinandoci al magnete, Avendo più di un solo Nel caso di due magneti aventi
escono dal polo nord (in rosso) ed possiamo vedere più magnete, le linee di campo poli vicini uguali, le linee di
entrano nel polo sud (in bianco). chiaramente come le linee del ancora escono dal polo nord campo che escono dai poli
Allontanandoci dal magnete, campo escano sempre dai poli ed entrano nel polo sud. Ma nord curveranno bruscamente
le linee di campo si diradano, nord ed entrino sempre nei esse escono dal polo nord di verso i loro poli sud onde
indicando che il campo diventa poli sud. un magnete ed entrano nel evitare il polo nord dell’altro
più debole. polo sud dell’altro. magnete.

Cono.sciamo bene i magneti a barre che hanno un polo nord a un’estremità


e un polo sud all’altra estremità, ma i magneti possono avere più di una coppia
di poli nord-sud e i poli non devono necessariamente essere alle estremità del
magnete. I magneti flessibili attaccati sui frigoriferi hanno un’in.solita distribu­
zione alternata di lunghi poli a striscia, come illustrato nella f i g u r a 24 .6 . La
maggior parte del campo esce dalla parte piana del magnete, quindi questo lato
aderisce meglio al nostro frigorifero rispetto al lato corto.

FIGURA 24.6 11 campo magnetico di un magnete per frigorifero.


(a) Il campo magnetico sì estende principalmente (b)
/ airestemo di questo lato del magnete.

I poli del magnete .sono ^La struttura dei poli può


distribuiti in lunghi essere rivelata da una speciale
magneti a forma di U. pellicola che contiene
limatura di ferro.

Il campo m agnetico terrestre


Come abbiamo visto, una barretta magnetica che è libera di ruotare - una bus-
lola - oscilla .sempre in modo tale che il suo polo nord punti verso il nord
fcografico. Ma abbiamo anche visto che se un magnete viene avvicinato a una
bussola, l’ago della bussola oscilla in modo tale che il suo polo nord si posi-
lioni di fronte al polo sud del magnete. Queste osservazioni possono essere
ipiegate model lizzando la Terra stessa come un grande magnete, come
•Hìstrato nella f i g u r a 24.7a, dove il polo sud del magnete terrestre è localiz-
Mto vicino - anche se non esattamente coincidente - al polo nord geogra-
802 CAPITOLO 24 Campi magnetici e forze magnetiche

fico della Terra. II polo nord dell’ago di una bussola sistemato all’equatore
punterà verso il polo sud del magnete terrestre, cioè verso il nord.
II campo magnetico terrestre ha sia una componente parallela al suolo (oriz­
zontale), sia una componente perpendicolare al suolo (verticale). Una bussola
comune che punta verso il nord risponde solo alla componente orizzontale del
campo, ma una bussola libera di ruotare anche verticalmente si inclinerà verso
il basso. La figura 24.7b mostra che in prossimità dell’equatore il campo
magnetico terrestre è quasi parallelo al suolo. L’angolo rispetto aH’orizzontale,
chiamato angolo di inclinazione, è piuttosto piccolo. Vicino ai poli, il campo
è molto più verticale; il campo punta verso il basso molto di più di quanto non
punti a nord. Le tartarughe marine sembra siano in grado di usare questo
angolo di inclinazione del campo terrestre per determinare la loro latitudine.

FIGURA 24.7 campo magnetico della Terra.


(a) Il polo sud magnetico della Terra è (b ) Vicino ai ptìli, il campo è
attualmente nel Canada del nord, non inclinalo con un grande angolo
esattamente al polo nord geografico. rispetto alla superficie terrestre.

Angolo di inclinazione

yicino àirequatore,
il Cdrhpo è quasi
parallelo alla
superfìcie terrestre.

FIGURA 24.8 BK) La bussola interna di un Ci sono altri animali che usano il campo magnetico terrestre per orientarsi.
batterio magnetotattico. Possiamo immaginare che gli animali usino una bussola interna per determi­
nare l’orientamento, per sapere in quale direzione si trova il nord, ma l’esem­
pio più eloquente di un organismo vivente in grado di orientarsi usando il
campo terrestre è quello in cui viene usato il campo per distinguere tra sopra e
sotto e non per distinguere tra nord e sud. Il batterio magnetotattico ha dei
pezzetti di ferro fortemente magnetizzati nel suo corpo, come possiamo vedere
nella figura 24.8. Il suo corpo ruota per allinearsi parallelamente al campo
terrestre, proprio come fa una bussola. Questi batteri prediligono zone povere
di ossigeno vicino al fondo di bacini d’acqua. Se l’acqua viene agitata e ven­
gono spostati verso l’alto, essi viaggiano nella direzione del campo terrestre,
seguendo la componente verticale del campo diretta verso il basso.

ESEMPIO CONCETTUALE 24.1 Bilanciam ento di una b ussola


Le bussole fatte per essere utilizzate alle alte latitudini deH’emisfero settentrionale
sono bilanciate in modo tale che Lago risulti lievemente più pesante al suo polo sud
rispetto al polo nord. Per quale motivo si adotta questo bilanciamento?
SPIEGAZIONE La Figura 24.7b mostra che, a queste latitudini, il campo magne­
tico della Terra ha una grande componente verticale. L’ago di una bussola che ruota
per allinearsi con il campo ha il suo polo nord che punta verso il nord, ma il polo
nord viene attirato anche verso il basso per seguire l’ampia componente verticale del
campo. Per mantenere la bussola bilanciata, ci dev'essere un’ulteriore forza suH’e-
stremità sud della bussola. Un piccolo peso posto sul polo sud dell’ago fornisce la
forza necessaria a mantenere l’ago in equilibrio orizzontale.
VERIFICA Questa strategia è ragionevole. Mantenere l’ago orizzontale in presenza
di un forte campo verticale richiede una qualche forza aggiuntiva.
24.3 Anche le correnti elettriche producono campi magnetici 803

PAU SA DI R IF L E SSIO N E 24.2


Una bussola è posta vicino a una barretta magne­
tica come mostrato. Quale figura mostra il corretto allineamento della bussola?

0 © 0
is \r
A. B. C. D.

24.3 Anche le correnti elettriche


producono campi magnetici
Ci aspettiamo che una bussola reagisca alla presenza di una barra magnetica.
Ma l’ago di una bussola si sposterà anche se sistemiamo la bussola vicino a un
filo percorso da una corrente. Quando la corrente viene interrotta, l’ago della
bussola ritorna alla sua orientazione originaria. Questo ci mostra che una cor­
rente elettrica produce un campo magnetico. La forma delle linee di campo
dipende dalla forma del filo percorso dalla corrente. Lo schema seguente
mostra le più importanti configurazioni che studieremo.

Un atlante dei campi magnetici prodotti da correnti


Corrente in un filo rettilineo Corrente in una spira circolare Corrente in un solenoide
molto lungo
i
' a: '

m m m m

Le linee del campo magnetico formano Le linee del campo magnetico curvano Un solenoide è costituito da una serie
circonferenze attorno al filo. La limatura dentro la spira, continuano a curvare di spire circolari percorse da corrente
di ferro è meno soggetta all’azione del alPesterno e tornano indietro di collocate lungo un asse comune. 11
campo alTaumentare della distanza dal nuovo dentro la spira, formando curve campo alPestemo del solenoide è molto
filo, indicando che il campo diventa più completamente chiuse. Le linee del più debole se confrontato con quello al
debole aH’aumentare della distanza dal campo lontano dalla spira sembrano le suo interno. AH’interno del solenoide,
filo. linee del campo lontano da una barra le linee del campo magnetico sono
magnetica. ragionevolmente equispaziate quindi il
campo all’interno è pressoché uniforme.

In precedenza, abbiamo notato che le linee di campo dei magneti iniziano e FIGURA 24.9 Le linee di campo formano
finiscono nei poli magnetici. Invece, le linee dei campi prodotti dalle correnti curve chiuse anche nei magneti.
non hanno né un inizio né una fine: esse formano curve chiuse complete. Se
consideriamo che le linee di campo continuano M'interno di un magnete, tro­
viamo che queste linee formano anch’esse curve chiuse, come illustrato nella
FIGURA 24.9.
In questa sezione e nella sezione successiva, esploreremo più nel dettaglio i
campi magnetici prodotti dalle correnti; più tardi, riprenderemo ancora i campi
dovuti ai magneti. I magneti ordinari sono spesso chiamati magneti perm a­
nenti per distinguere il loro magnetismo costante da quello prodotto da circui­
ti percorsi da corrente nei quali il campo è legato alla presenza della corrente.
804 CAPITOLO 24 Campi magnetici e forze magnetiche

Guardereiiio al magnetismo in questo ordine perché il magnetismo dovuto a


correnti è più semplice da comprendere, ma teniamo a mente che le correnti e
i magneti sono entrambi sorgenti molto importanti di campi magnetici.

Il campo m agnetico di un filo rettilineo percorso da


corrente
Abbiamo visto in precedenza che la limatura di ferro si allinea in circonferenze
attorno a un filo rettilineo percorso da corrente. Come illustra la f ig u r a 24 .10,
possiamo ancora usare il nostro strumento ba.se, la bussola, per determinare la
direzione del campo magnetico.

► FIGURA 24.10 Come risponde una Corrente verso Tallo. (]|j aghi delle bussole sono Corrente verso il basso.
bussola a un filo percorso da corrente. langenli a una eireonferen/a
Quando la direzione della
corrente viene invertita,
allorno al filo, mostrando che
Filo gli aghi delle bussole
percorso ^ il campo è direno in senso
ruotano e puntano nel
antiorario attorno al filo.
verso opposto.

Per aiutarci a ricordare in quale direzione punterà Pago della bussola,


usiamo la regola della mano destra mostrata nel Riquadro Strategia e tattica
24.1. U.seremo questa stessa regola per trovare la direzione del campo magne­
tico dovuto a diverse altre forme associate a un filo percorso da corrente,
quindi chiameremo questa regola la regola della m an o destra per i campi.

STRATEGIA
ETATTICA 24.1 R e gola della m an o destra per i cam pi

O Puntiamo il no.stro pollice


destro nella direzione della
corrente.
FIGURA 24.11 Notazione per vettori e 0 Avvolgiamo le nostre dita

correnti perpendicolari alla pagina. attorno al filo per indicare


(a) X X X X
un cerchio.
© Le nostre dita si avvolgono....
X X X X
nella direzione delle linee
Vettori entranti Corrente entrante
del campo magnetico
• • • • attorno al filo.
• • • • ©

Vettori uscenti Corrente uscente Il magnetismo spesso richiede una prospettiva tridimensionale del tipo
mostrato nel Riquadro Strategia e tattica 24.1. Tuttavia, poiché le figure bidimen
c» 0
sionali sono più facili da di.segnare, faremo il maggior uso possibile di queste
ligure bidimensionali. Di conseguenza, avremo spesso bisogno di indicare i vei
tori del campo o le correnti che .sono perpendicolari alla pagina. La f ig u r a 24.1 u
mostra le notazioni che u.seremo. La f ig u r a 24.1 ib utilizza queste notazioni
(D mostrando le bussole attorno a una corrente che è diretta verso f interno della
pagina (entrante nel foglio). Per usare la regola della mano destra con quesio
disegno, puntiamo il nostro pollice destro verso finterno della pagina. Le nostre
dita si piegheranno in senso orario, dando la direzione in cui puntano i poli noni
Corrente entrante degli aghi delle bussole.

ESEMPIO CONCETTUALE 24.2 D isegnare il cam po m agnetico di un filo percorso da corrente


Facciamo uno schizzo del campo magnetico per un lungo filo s p i e g a z i o n e Dalla fotografia della limatura di ferro ncITal
rettilineo percorso da corrente, con la corrente che viaggia verso laute, abbiamo visto che le lince del campo formano circolile
l’interno del foglio. Disegniamo una rappre.senta/ione sia delle renze concentriche attorno al filo, e che il campo magnetico
linee del campo magnetico che del vettore campo magnetico. diventa sempre più debole alTaumentare della distanza dal filo
24.3 Anche le correnti elettriche producono campi magnetici 805

La FIGURA 24.12 mostra come abbiamo costruito le rappresen­ lizzare la situazione del campo in una
tazioni sia delle linee del campo sia del vettore del campo per figura a tre dimensioni come la f i g u r a
questo caso. 24.13. Questa figura conduce all’idea
VERIFICA La Figura 24.12 illustra le caratteristiche principali che le linee del campo esistono in ogni
del campo. La direzione dei vettori di campo e delle linee di piano lungo tutta la lunghezza del filo.
campo è consistente con quello che abbiamo visto nella Figura
24.1 L e l’intensità del campo diminuisce con la distanza, come
abbiamo appreso nella figura dell’atlante. Vale la pena ana- f i g u r a 24.13 Le linee

FIGURA 24.12 Disegno del campo magnetico di un lungo


di campo esistono
filo rettilineo percorso da corrente. ovunque lungo il filo.
O ^J'ignifica corrente 1 vettori del campo magnetico
entrante nella pagina: sono più lunghi dove il campo
puntiamo il nostro è più intenso.
pollice destro in
questa direzione. >§ 1 vettori del campo magnetico
0 Le nostre dila si ^ sono tangenti alle linee di campo.
avvolgono in senso
orario. . .
0 . .. quindi le linee di Le linee di campo sono più vicine
campo magnetico sono {fa loro dove il camp<> è più intenso.
circonferenze percorse in.....
senso orario attorno al filo.

Il campo m agnetico di una spira circolare percorsa da figura 24 i4 ire vedute ai una spira
C 0 r r 6 n t6 percorsa da corrente.
Possiamo estendere la nostra comprensione del campo prodotto da un filo
lungo e rettilineo pereorso da corrente ai campi dovuti ad altre forme di fili
percorsi da corrente. Iniziamo con un semplice anello (una spira circolare) di
filo percorso da corrente, mostrato da tre differenti prospettive nella f i g u r a
24.14. Per vedere le proprietà del campo dovuto all’anello percorso da corrente,
possiamo immaginare di piegare un filo rettilineo dandogli la forma deH’a-
nello, come mostrato nella f i g u r a 24 .15 . Mentre facciamo ciò, le linee di campo
in prossimità del filo rimarranno simili a come erano quando il filo era ancora Piano immaginario
dritto: circonferenze che girano attorno al filo. Lontano dal filo le linee di che taglia la spira.
campo non sono più circolari, ma ancora curvano dentro fanello, continuano a
curvare alPesterno, e poi ritornano dentro fanello.
vSe invertiamo la direzione della corrente nciranello, tutte le linee di campo
invertono anch’esse la direzione. Poiché un anello percorso da corrente è essen­
zialmente un filo dritto piegato in una circonferenza, la stessa regola della mano
destra del Riquadro Strategia e lattica 24.1, usata per trovare la direzione del
campo in un lungo filo rettilineo, può essere usata per trovare la direzione del
campo anche per un anello percorso da corrente. Come mostrato nella Figura
24.15, puntiamo ancora il nostro pollice nella direzione della corrente nelfanello __________................ Corrente uscente
clasciamo che le nostre dita girino alfinterno dell’anello. Le nostre dita stanno
puntando nella direzione in cui B passa attraverso l’anello. delhii
spira dietro al
piano.
FIGURA 24.15 II campo magnetico di una spira percorsa da corrente. •• Corrente entrante
nel piano.
Usiamo la regola della mano
• destra per i campi per trovare
la direzione delle linee di campo.

.Vicino al filo, le linee di


campo sono quasi circolari.

Il campo e sc e ............ ^
dairintcrno x x
dclfanello...

... e ritorna attraverso


• rcsterno deirancllo.

Veduta della spira dal lato sinistro. Veduta frontale della spira.
806 CAPITOLO 24 Campi magnetici e forze magnetiche

PAUSA DI RIFLESSIONE 24.3 La figura mostra una


veduta di taglio di una spira circolare percorsa da
corrente. Usando ciò che abbiamo appreso nella (S r~ D “ "B—
Figura 24.15, quale freccia indica la direzione e il
verso del campo nel centro della spira?

Il campo m agnetico di un solenoide


FIGURA 24.16 Un solenoide. Ci sono molte applicazioni del magnetismo, come i sistemi di imaging a riso­
nanza magnetica (sistemi MRI dalTinglesc Magnetic Resonance Imaging) usati
per produrre Pimmagine riportata alTinizio di questo capitolo, per le quali è
necessario generare un campo magnetico uniforme, un campo che ha lo
stes.so modulo e gli stessi direzione e verso in ogni punto alTinterno di una certa
regione di spazio. Come abbiamo visto, un campo magnetico ragionevolmente
uniforme può essere generato con un solenoide. Un solenoide, come illustrato
nella figura 24.16, è una lunga bobina di filo con la stessa corrente I che percorre
ciascun anello della bobina. I solenoidi pos.sono avere centinaia o migliaia di
anelli, spesso chiamati spire^ a volte anche avvolti in parecchi strati.
La fotografia della limatura di ferro nelTatlante di pagina 815 ci mostra che
il campo airinterno di un solenoide è intenso, principalmente parallelo
FIGURA 24.17 II campo di un solenoide. all’asse, e ragionevolmente uniforme, mentre il campo aH’esterno del sole­
noide è molto debole. La f i g u r a 2 4 .17 passa in rassegna questi punti e mostra
Il campo airinicnio di un solenoide perché il campo aH’interno del solenoide ha un’intensità molto maggiore di
è praticamente uniforme.
quella all’esterno. La direzione del campo all’interno di un solenoide può
essere determinata usando la regola della mano destra per ciascuno degli anelli
che lo compongono.

PAUSA DI r i f l e s s i o n e 24.4 Una bussola viene posizionata sopra un filo lun­


go. Quando questo viene percorso da una corrente intensa nella direzione mo­
strata, in quale direzione punterà la bussola?

Il campo ò molto più . . . deve compriiiiersi


inteiìso airinterno del al suo inlerno.
solenoide perché o^ini w
A.
0B. C. D.
linea di campo all esterno . . ,

24.4 Calcolo del campo magnetico


prodotto da una corrente
T A B E L L A 24.1 Valori tipici del campo Abbiamo visto l’aspetto del campo magnetico generato da diverse forme di
magnetico. circuiti. Come passaggio successivo, apprenderemo come calcolare i campi
Sorgente del campo e Intensità del magnetici. Nelle unità del SI, l'intensità di un campo magnetico si misura in
posizione campo (T) tesla, abbreviato in T. Un tesla rappresenta un campo piuttosto intenso, quindi
10 cm da un filo con la maggior parte dei valori dei campi con cui lavoreremo sarà molto inferiore
corrente di 1 A 2* 10-^
a 1 T, come possiamo vedere dalle intensità dei campi elencati nella Tabclhi
Superficie della Terra 5- 10-'
24.1. Spesso esprimiamo il valore dei campi in pCl (10“^ T) o mT (10~^ T). Il
1 cm da un filo con
corrente di 10 A 2- IO-' valore del campo magnetico terrestre varia da posto a posto, ma 50^tT è una
buon valore medio che possiamo usare per risolvere i problemi.
Magnete del frigorifero 5- 10-'
Bobina con 100 spire, 1 Ora, guardiamo aH’espressione del campo prodotto da un lungo filo rettili
cm di diametro, con neo percorso da corrente. Abbiamo già visto che le linee di campo magnetico
corrente di 1 A 1 • 10-2 formano circonferenze attorno al filo e che il campo diventa più debole alTaii
Superficie del Sole, in mentare della distanza dal filo. Non è sorprendente che il valore del camp'
una macchia solare 1 • io-> dipenda anche dalla corrente che percorre il filo, aumentando in proporzionr
Vicino a un magnete di alla corrente. Mettendo assieme queste osservazioni sperimentali, troviam»
terre rare 1
che l'intensità del campo magnetico (in T) a una distanza r da un filo percorM^
Solenoide per MRI 1 da una corrente / è dato da
24.4 Calcolo del campo magnetico dovuto a una corrente 807

iM)i
(24.1)
lir r

Campo magnetico prodotto da un lungo filo


rettilineo percorso da corrente
L
IKVERSAMENTE
PROPORZIONALE

L’equazione 24.1 è esatta solamente per un filo infinitamente lungo, ma è


abbastanza accurata anche se la lunghezza del filo è molto maggiore della
distanza /*dal filo.
La costante che collega Tintensità del campo magnetico alle correnti che
lo producono, è chiamata costante di permeabilità magnetica. Il suo ruolo
nell’espressione del campo magnetico è simile al ruolo della costante dielet­
trica nell’espressione del campo elettrico. Il suo valore è
= 1.26 • 10 ^ T • m/A
Secondo l’equazione 24.1, l’intensità del campo magnetico vicino a un filo
percorso da corrente decresce con la distanza, il modulo del campo è inversa­
mente proporzionale alla distanza dal filo. La f i g u r a 24.18 illustra il significato
di questa relazione.

FIGURA 24.18 L'intensità del campo magnetico prodotto da un lungo filo percorso
da corrente rispetto alla distanza dal filo.

PAUSA DI RIFLESSIONE 24.5 La Tabella 24.1 mo.stra che l’intensità del cam­
po magnetico alla distanza di 1 cm da un filo percorso da una corrente di 10 A
è quattro volte il campo magnetico terrestre. Con riferimento alla Figura 24.18
usata come guida, a quale distanza dal filo il campo prodotto eguaglia quello
della Terra?
A. 2 cm B. 4 cm C. 8 cm D. 16 cm FIGURA 24.19 Somma di campi prodotti
da più di una sorgente.
Cariìpn dovuto alla corrente.
Campo totale dovuto
Campi m agnetici prodotti da più sorgenti \ al magnete e alla corrente.
Quando due o più sorgenti di campo magnetico sono portate vicine Luna all’al­
tra, come determiniamo il campo magnetico totale in un qualsiasi punto dello
spazio? Per i campi elettrici, abbiamo usato il principio di sovrapposizione: il
campo elettrico totale in un qualsiasi punto è il vettore somma dei campi indivi­
duali in quel punto. Lo stesso principio vale anche per i campi magnetici. La Campo dovuto
al magnete.
FIGURA 24.19 illustra il principio di sovrapposizione applicato ai campi magnetici.

C a m p o m agnetico prodotto da due fili paralleli


Due lunghi fili rettilinei sono paralleli tra loro, come mostrato f ig u r a 24.20 Due fili paralleli percorsi da corrente,
nella f ig u r a 24.20. In ciascuno di essi scorre una corrente con ^ p
la stessa intensità di 5.0 A, ma in direzioni opposte. Quanto 8 0cm
vale il campo magnetico nel punto P? ^ / Filo 1
8.0 cm
Filo 2
C o n tin u a
808 CAPITOLO 24 Campi magnetici e forze magnetiche

IM P O S T A Z IO N ERidisegniamo i FIGURA 24.21 Veduta dei /n,,/ (1.26 . 10 <'T-ni/A)(5.0A)


fili come se li guardassimo dalla fili dalle loro estremità B2 = ! ^ - = - --------- ^ ' ------ ^ = 0.627 • 10 ' I
27rr2 27r(O.I6m)
loro estremità destra, come nella destre.
FIGURA 24.21, e aggiungiamo un Poiché B2 punta verso sinistra, la sua componente x è iu*>ia
sistema di coordinate. In questa tiva. Quindi, la componente x del campo totale B è
^«1
rappresentazione, la regola della 8.0 erti (/^l)x+(^2)x
mano destra per i campi ci dice che
il campo magnetico nel punto P
)Filo I = 1.253 • 10“^T - 0.627 • 10"’ T = 0.63 • 10“’ T
8.0 cm
del filo I punta verso destra men­ .Filo 2 = 6.3 /xT
tre quello del filo 2 punta verso
sinistra. Poiché il filo 2 si trova a In base alla rappresentazione originale del problema nella
una distanza doppia da P rispetto al filo I, abbiamo disegnato Figura 24.20, possiamo scrivere
il suo campo B2 lungo la metà del campo prodotto dal filo I.
B = (6 .3 /xT, entrante nella pagina)
S O L U Z IO N E Dalla Figura 24.21, possiamo vedere che il
campo totale B - somma vettoriale dei due campi B^c B2 - V E R IF IC AB^ è positiva, il che ci dice che il campo totale pimi.i
punta verso destra. Per determinare il modulo di /i, dobbiamo verso destra, nella .stes.sa direzione del campo dovuto al filo I
conoscere i moduli di e B2 . Possiamo usare Pequazione Questo rispetta quanto ci aspettavamo in quanto P si trova |>m
24.1 per determinare questi moduli. Dalla Figura 24.21, fj, la vicino al filo I rispetto al filo 2. La Tabella 24.1 riporta che il
distanza dal filo 1, è 8.0 cm (ossia 0.080 m), mentre per il filo valore del campo a 10 cm da un filo in cui scorre una correlile di
2 è 16 cm. Allora abbiamo 1 A è pari a 2 /xT. Il campo in questo problema dovrebbe avere
circa Io stesso valore. Le distanze sono più o meno le stesse, le
(1.26 • 10'‘ T-m /A )(5.0A ) correnti sono maggiori, ma ci sono due campi opposti. Quindi
= 1.253 • 10”* T
lir r , 2tj-(0.080 m) il valore ottenuto per la nostra risposta è ragionevole.

Spire percorse da corrente


FIGURA 24.22 II campo m agnetico al Il campo magnetico dovuto a una spira circolare percorsa da corrente è mohn
centro della spira percorsa da corrente. più complesso di quello di un filo rettilineo, come possiamo vedere dalU
FIGURA 24.22, ma c’è Una espressione semplice per il campo al centro ddU
spira. Poiché la spira può essere pensata come un filo piegato in una circolili
renza, l’espressione per l'intensità del campo è simile a quella per un filo 11
modulo del campo al centro della spira è

B= (24.21
2R
Il campo magnetico al centro di una spira circolare
di raggio R percorsa da corrente

dove / è la corrente nella spira.


Se N spire circolari, percorse dalla stessa corrente /, sono avvolte strciu
mente a formare una singola bobina piatta, allora il valore del campo al cciiiio
della bobina è N volte maggiore (dal momento che stiamo sovrapponendo S
spire percorse da corrente):

B= (24.31
2R
Campo magnetico al centro di una sottile bobina con N spire

►Il magnetocardiogramma BIO Quando il muscolo cardiaco si contrae,


i potenziali d’azione generano un campo di dipolo elettrico che può es.sere
misurato nel ca.so di un elettrocardiogramma. Questi potenziali d’azione inoltre
fanno muovere le cariche della circolazione attorno al cuore, creando una
spira di corrente. Questa spira di corrente genera un piccolo, ma misurabile,
campo magnetico. Una regi.strazione del campo magnetico del cuore, un
magnetocardiogramma, può fornire utili informazioni sullo stato di salute
del cuore nei casi in cui un elettrocardiogramma non sia possibile. Questa
immagine mostra il campo magnetico del battito cardiaco di un feto misurato
alla superficie dcH’addomc della madre. Qui, il blu rappresenta un campo che
punta verso l’interno del corpo ed il rosso un campo che punta verso l’esterno
del corpo. Questo è il campo che ci si aspetta da Una spira di corrente il cui
piano giace lungo la linea nera tra le due aree colorate.
24.4 Calcolo del campo magnetico dovuto a una corrente 809

Cancellare il campo magnetico terrestre


Si crede che le tartarughe verdi si orientino usando Pinelina- S O L U Z IO N E La componente verticale del campo terrestre è
/.ione del campo magnetico terrestre. Per mettere alla prova
J y = ~ (50 • 10-^ T)sin(60°) = -4.33 • 10 ’*T
questa ipotesi, un cucciolo di tartaruga verde viene posto in un
acquario del diametro di 72 cm con una bobina avente 60 spire Il campo prodotto dalla bobina, dato dall’Equazione 24.3,
di filo avvolte attorno alPacquario. Una corrente nella bobina deve avere lo stesso valore al centro. In questa equazione IR è
tìcnera un campo magnetico al centro dell’acquario che can­ il diametro della bobina: 72 cm ossia 0.72 m. Quindi
cella esattamente la componente verticale del campo terrestre il
cui modulo è pari a 50 ^iT. Nel luogo in cui avviene la prova, il
campo terrestre è diretto 60° sotto l’orizzontale. Qual è la cor­ ^bobina = ^ = 4.33 • 10-5 T
IR
rente nella bobina?
(4.33 • 10“’ T) {IR)
La FIG U RA 24.23 mostra il campo terrestre
IM P O S T A Z IO N E /=
che punta verso il basso al centro della bobina. Per cancellare ÌRo N)
la componente verticale di questo campo, la corrente nella (4.33 • 10~’ T )(0 .7 2 m )
lH)bina deve generare un campo diretto verso l’alto in grado di = 0.41 A
(1.26 • IQ-^T-m /A) (60)
controbilanciare il valore di tale componente. Dobbiamo usare
la regola della mano destra (esposta nella Figura 24.15) per
Come abbiamo precedentemente detto, questa corrente circola
inware che la corrente deve circolare attorno alla bobina come
in senso antiorario se vista dall’alto.
mostrato nella Figura 24.23. Vista dall’alto, la corrente circo­
lerà in senso antiorario. V E R IF IC AL’Equazione 24.3 mostra che il campo al centro
della bobina è proporzionale al numero di spire e alla cor­
FIG URA 24.23 II campo di rente, e inversamente proporzionale al raggio della bobina. La
una bobina necessario per
cancellare la componente Tabella 24.1 riporta un valore di 0.01 T per il campo al centro
verticale del campo di una bobina con 100 spire, un diametro di 1 cm, percorsa da
magnetico terrestre. una corrente di LO A. La bobina in questo problema è quasi
100 volte più grande, è percorsa da circa metà di questa cor­
rente e ha circa la metà delle spire. Ci aspetteremo quindi
che il campo sia minore di quello nella Tabella 24.1 di un
fattore pari ad alcune centinaia, che è praticamente quello che
abbiamo ottenuto. Una stima rozza della risposta è in accordo
con il nostro risultato, quindi questo sembra ragionevole.

I solenoidi
> ome abbiamo visto, il campo all’interno di un solenoide è quasi uniforme, FIG U RA 24.24 II campo magnetico
•icntre il campo aH’esterno è alquanto debole; maggiore è la lunghezza del airinterno di un solenoide.
>lcnoide rispetto al suo diametro, più è valida questa affermazione. Le misu- L’Equa/.ione 24.4 fornisce rinlcnsiià
del campo uniforme airinicrno
i/ioni che richiedono un campo magnetico uniforme sono spesso condotte del solenoide.
trinterno di solenoidi, che possono essere anche di dimensioni molto grandi, / * » filo
il cilindro che circonda un paziente sottoposto a un imaging a risonanza
imgnetica (magnetic resonance imaging o MRI), come quello mostrato nella
pigina seguente, contiene un grande solenoide. Consideriamo un solenoide di
sunghezza L con N spire di filo, come nella f i g u r a 2 4 .2 4 . Ci aspettiamo che
^♦Miggiore è il numero di spire che possiamo mettere in un solenoide di una data Lunghezza L
-tnghezza - cioè, maggiore è il rapporto NIL - maggiore sarà il valore del La direzione del campo ò data dalla
impo all’interno. Inoltre ci aspettiamo che il valore del campo sarà proporzio- regola della mano destra per i campi.
iilc alla corrente I nelle spire. Può essere sorprendente, ma il campo all’in-
. tno di un solenoide non dipende dal suo raggio. Per questo motivo, il raggio
R non compare nell’equazione per il campo all’interno di un solenoide:

(24.4)

Campo magnetico all’interno di un solenoide


di lunghezza L e con N spire

ItEMPIO 24.S Produzione di un campo magnetico per MRI m


Un tipico solenoide per MRI ha una lunghezza di circa 1 ni e Questo solenoide non è molto lungo rispetto
IM P O S T A Z IO N E
m diametro di circa 1 m. 11 campo all’interno di questo sole- al suo diametro, quindi usando l’Equazione 24.4 si otterrà un
'idc è di circa 1 T. Quante spire deve avere il solenoide per risultato approssimato. Questo è accettabile, dal momento che
inidurre questo campo se la massima corrente che può scorrere abbiamo solo una stima rozza del campo B e della lunghezza
►d filo è di IOGA? L. L’Equazione 24.4 dà l’intensità del campo magnetico B di
C o n tin u a
808 CAPITOLO 24 Campi magnetici e forze magnetiche

IM P O S T A Z IO N E Ricliscgniamo i FIG URA 24.21 Veduta dei u^l (1.26 . IO -* T -m /A )(5 .0 A )


fili come se li guardassimo dalla fili dalle loro estremità 82 = ^ = - ---------------;--------- ----------- ^ = 0.627 • 10’ ’ T
2irr2 27r(0.16m )
loro estremità destra, come nella destre.
FIG U RA 24.21, e aggiungiamo un y Poiché B2 punta verso sinistra, la sua componente x è nega­
sistema di coordinate. In questa tiva. Quindi, la componente x del campo totale B è
«2^
rappresentazione, la regola della 8.0 cm
mano destra per i campi ci dice che
)Filo 1 = 1.253 * l O '^ T - 0.627 * I0~’ T = 0 .6 3 * IO '^T
il campo magnetico nel punto P
8.0 cm
del filo I punta verso destra men­ , Filo 2 = 6.3 fiT
tre quello del filo 2 punta verso
sinistra. Poiché il filo 2 si trova a In ba.se alla rappre.sentazione originale del problema nella
una distanza doppia da P rispetto al filo I, abbiamo disegnato Figura 24.20, possiamo scrivere
il suo campo B2 lungo la metà del campo B\ prodotto dal filo 1 .
B = (6.3 entrante nella pagina)
Dalla Figura 24.21, possiamo vedere che il
S O L U Z IO N E
campo totale B - somma vettoriale dei due campi B\ c Bi - V E R IF IC A è positiva, il che ci dice che il campo totale punta
punta verso destra. Per determinare il modulo di B^ dobbiamo verso destra, nella stessa direzione del campo dovuto al filo 1 .
conoscere i moduli di B\ e ^ 2- Possiamo usare Pequazione Questo rispetta quanto ci aspettavamo in quanto I’ si trova più
24.1 per determinare questi moduli. Dalla Figura 24.21, Tj, la vicino al filo 1 rispetto al filo 2. La Tabella 24.1 riporta che il
distanza dal filo 1 , è 8.0 cm (ossia 0.080 m), mentre per il filo valore del campo a 10 cm da un filo in cui scorre una corrente di
2 è 16 cm. Allora abbiamo 1 A è pari a 2 /xT. Il campo in questo problema dovrebbe avere
circa lo stesso valore. Le distanze sono più o meno le stesse, le
IjlqI (1.26 • l0 " * T -m /A )(5 .0 A )
correnti sono maggiori, ma ci sono due campi opposti. Quindi,
= 1.253 • 10“^T
27rrI 27r(0.080m) il valore ottenuto per la nostra risposta è ragionevole.

Spire percorse da corrente


FIG U RA 24.22II campo magnetico al Il c a m p o m a g n e tic o d o v u t o a u n a s p ira c ir c o la re p e rc o rsa d a co rre n te è m o lto
centro della spira percorsa da corrente. p iù c o m p le s s o d i q u e llo d i un f ilo re ttiline o, c o m e p o s s ia m o v e d e re d a lla
FIG U RA 24.22, m a c’è Una e.spressio ne s e m p lic e p e r il c a m p o al c e n tro d e lla
sp ira . Poiché la .spira p u ò e sse re p e n sa ta c o m e u n f ilo p ie g a to in u n a c ir c o n fe ­
re nza, P e s p r e s s io n e p e r l'in te n sità d e l c a m p o è s im ile a q u e lla p e r un filo. 11
m o d u lo del c a m p o al c e n tro d e lla s p ir a è

/V
B= (24.2)
2R
I campo magnetico al centro di una spira circolare
di raggio R percorsa da corrente

dove / è la corrente nella spira.


Se N spire circolari, percorse dalla stessa corrente 7, sono avvolte stretta-
mente a formare una singola bobina piatta, allora il valore del campo al centro
della bobina è N volte maggiore (dal momento che stiamo .sovrapponendo N
spire percorse da corrente):

(M>NI
B= (24.3)
2R
Campo magnetico al centro di una sottile bobina con N spire

►Il magnetocardiogram m a BIO Quando il muscolo cardiaco si contrae,


i potenziali d’azione generano un campo di dipolo elettrico che può essere
misurato nel caso di un elettrocardiogramma. Questi potenziali d’azione inoltre
fanno muovere le cariche della circolazione attorno al cuore, creando una
spira di corrente. Questa spira di corrente genera un piccolo, ma misurabile,
campo magnetico. Una registrazione del campo magnetico del cuore, un
mafinetocarclio^ramma, può fornire utili informazioni sullo stato di salute
del cuore nei casi in cui un elettrocardiogramma non sia possibile. Questa
immagine mo.stra il campo magnetico del battito cardiaco di un feto misurato
alla superficie dclTaddome della madre. Qui, il blu rapprc.senta un campo che
punta verso l’interno del corpo ed il rosso un campo che punta verso l’esterno
del corpo. Questo è il campo che ci si aspetta da Una .spira di corrente il cui
piano giace lungo la linea nera tra le due aree colorate.
24.4 Calcolo del campo magnetico dovuto a una corrente 809

ESEMPIO 24.4 Cancellare il campo magnetico terrestre


Si crede che le tartarughe verdi si orientino usando Tinclina- S O L U Z IO N E La componente verticale del campo terrestre è
zione del campo magnetico terrestre. Per mettere alla prova
T)sin(60°) = “4.33 • 10 ' T
questa ipotesi, un cucciolo di tartaruga verde viene posto in un
acquario del diametro di 72 cm con una bobina avente 60 spire Il campo prodotto dalla bobina, dato daH’Equazione 24.3,
di filo avvolte attorno alPacquario. Una corrente nella bobina deve avere lo stesso valore al centro. In questa equazione 2R è
genera un campo magnetico al centro delPacquario che can­ il diametro della bobina: 72 cm ossia 0.72 m. Quindi
cella esattamente la componente verticale del campo terrestre il
cui modulo è pari a 50 /xT. Nel luogo in cui avviene la prova, il
fibobma = ^ = 4.33 • lO-’ T
campo terrestre è diretto 60° sotto Porizzontale. Qual è la cor­ IR
rente nella bobina?
(4 .3 3 - 10'^T )(2/e)
La FIG U RA 24.23 mostra il campo terrestre
IM P O S T A Z IO N E /=
che punta verso il basso al centro della bobina. Per cancellare
la componente verticale di questo campo, la corrente nella (4.33 • 10~^T)(0.72m )
bobina deve generare un campo diretto verso l’alto in grado di = 0.41 A
(1.26 • 10^*T-m /A)(60)
controbilanciare il valore di tale componente. Dobbiamo usare
la regola della mano destra (esposta nella Figura 24.15) per
Come abbiamo precedentemente detto, questa corrente circola
trovare che la corrente deve circolare attorno alla bobina come
in senso antiorario se vista dall’alto.
mostrato nella Figura 24.23. Vista dall’alto, la corrente circo­
lerà in senso antiorario. VERIFICA L’Equazione 24.3 mostra che il campo al centro
della bobina è proporzionale al numero di spire e alla cor­
FIG U RA 24.23 II campo di rente, e inversamente proporzionale al raggio della bobina. La
una bobina necessario per
cancellare la componente Tabella 24.1 riporta un valore di 0.01 T per il campo al centro
verticale del campo di una bobina con 100 spire, un diametro di 1 cm, percorsa da
magnetico terrestre. una corrente di 1.0 A. La bobina in questo problema è quasi
100 volte più grande, è percorsa da circa metà di questa cor­
rente e ha circa la metà delle spire. Ci aspetteremo quindi
che il campo sia minore di quello nella Tabella 24.1 di un
fattore pari ad alcune centinaia, che è praticamente quello che
abbiamo ottenuto. Una stima rozza della risposta è in accordo
con il nostro risultato, quindi questo sembra ragionevole.

I solenoidi
Come abbiamo visto, il campo all’interno di un solenoide è quasi uniforme, FIG U RA 24.24 II campo magnetico
mentre il campo alFesterno è alquanto debole; maggiore è la lunghezza del aH'interno di un solenoide.
solenoide rispetto al suo diametro, più è valida questa affermazione. Le misu­ 1.’Equazione 24.4 fornisce 1*intensità
del campo uniforme all’interno
razioni che richiedono un campo magnetico uniforme sono spesso condotte del solenoide.
airinterno di solenoidi, che possono essere anche di dimensioni molto grandi. ' '’i filo
II cilindro che circonda un paziente sottoposto a un imaging a risonanza
magnetica (magnetic resonance imaging o MRI), come quello mostrato nella
pagina seguente, contiene un grande solenoide. Consideriamo un solenoide di
lunghezza L con N spire di filo, come nella f i g u r a 24.24. Ci aspettiamo che
maggiore è il numero di spire che possiamo mettere in un solenoide di una data Lunghezza L
lunghezza - cioè, maggiore è il rapporto NIL - maggiore sarà il valore del La direzione del campo è data dalla
campo airinterno. Inoltre ci aspettiamo che il valore del campo sarà proporzio­ regola della mano destra per i campi.
nale alla corrente / nelle spire. Può essere sorprendente, ma il campo all’in­
terno di un solenoide non dipende dal suo raggio. Per questo motivo, il raggio
R non compare neH’equazione per il campo alPinterno di un solenoide:

B (24.4)

Campo magnetico aH’intemo di un solenoide


di lunghezza L e con N spire

ESEMPIO 24.5 Produzione di un campo magnetico per MRI B»


Un tipico solenoide per MRI ha una lunghezza di circa 1 m e Questo solenoide non è molto lungo rispetto
im po s t a z io n e
un diametro di circa 1 m. Il campo all’intenio di questo sole­ al suo diametro, quindi usando l’Equazione 24.4 si otterrà un
noide è di circa 1 T. Quante spire deve avere il solenoide per risultato approssimato. Questo è accettabile, dal momento che
produrre questo campo se la massima corrente che può scorrere abbiamo solo una stima rozza del campo B e della lunghezza
nel filo è di IOGA? L. L’Equazione 24.4 dà l’intensità del campo magnetico B di
Continua
810 CAPITOLO 24 Campi magnetici e forze magnetiche

un solenoide in termini della corrente /, del numero di spire (lm)(lT)


N e della lunghezza L. Qui, tuttavia, vogliamo determinare il - = 8000 spire
liof (1.26 • l 0 “‘ T - m / A ) ( 10 0 A)
numero di spire in funzione delle altre variabili. Utilizzeremo i
con una cifra significativa.
valori /i = 1 T, / = 100 A e L = 1 m.
VE R IFIC A 11 numero di spire richiesto è piuttosto grande, ma
SO LUZIO NE Possiamo risolvere TEquazione 24.4 per N e
il campo è anch’esso molto intenso, quindi il nostro risultato è
ottenere
ragionevole.

Neiresempio precedente, il diametro del solenoide è circa 1 m. La lun­


ghezza del filo in ciascuna spira è quindi tt • 1 m, ovvero circa 3 m. La lun­
ghezza totale del filo allora è circa 8000 spire • 3 m/spira = 24 000 m = 24 km!
Se questo magnete usasse un comune filo di rame, la resistenza totale R sarebbe
circa 35 lì. La potenza dissipata da una resistenza è uguale a /^/?, quindi la
potenza totale sarebbe circa (100 A)^(35 H) = 350 000 W, un valore enorme e
poco pratico. I magneti per M R I devono usare fili superconduttori, che quando
vengono raffreddati a una temperatura prossima allo zero assoluto hanno resi­
stenza nulla. Ciò consente a un filo di 24 km di tra.sportare una corrente di 100
A senza alcuna perdita di energia per dissipazione.
La testa di un paziente nel solenoide di A questo punto, vale la pena di combinare assieme le relazioni per i campi
uno scanner MRI.
magnetici prodotti dalle correnti per aiutarci a vedere le connessioni tra le
diverse situazioni e ricordare il significato delle differenti variabili:

S IN T E S I 24.1 Campi generati da correnti

Una corrente elettrica produce un campo magnetico. La geometria del campo dipende dalla geometria del conduttore.
La corrente in un lungo filo rettilineo Una bobina è un insieme di spire con Un .solenoide è un insieme di
produce un campo magnetico una lunghez7.a piccola rispetto al raggio. spire con una lunghezza
che circonda il filo. Trattiamo questa configurazione maggiore del raggio.
Corrente (A) .♦••‘come un circuito di spire circolari L
multiple di filo.

B=
Iv r* .
Nelle bobine o spire percorse da corrente, le linee di
Distanza dal campo si sviluppano a partire dal centro della spira e
filo (m) si avvolgono attorno alla spira nella direzione data
dalla regola dcl|a mano destra per i campi. Il campo (T) all’interno
La direzione è Numero di .spire. del solenoide è costante.
data dalia Per una singola Numero di spire
regola spira circolare, N = \ . \ Corrente (A)
della mano \ Corrente (A)
destra
per ! campi ''Campo IXqNI
(T) a l.... 2R
centro
Co.stante di permeabilità magnetica
Raggio della spira Lunghezza dcfsolenoide (m)
1.26 • lO-^T m/A o della bobina (m)

P A U S A DI R IF L E S S IO N E 24.6 Un ricercatore ha fabbricato un solenoide av­


volgendo 100 spire di filo attorno ad un tubo lungo 10 cm, con un diametro
di 2 cm. L’alimentatore fornisce il massimo della corrente che è in grado di
fornire, ma il campo magnetico prodotto non è abbastanza intenso, quindi il
solenoide deve essere riavvolto. Quali dei seguenti cambiamenti genererà un
campo più intenso?
A. Avvolgere 100 spire di filo su un tubo dello stesso diametro ma lungo 20 cm.
B. Avvolgere 100 spire di filo su un tubo lungo 10 cm e del diametro di 1 cm.
C. Avvolgere 100 spire di filo su un tubo lungo 5 cm e del diametro di 2 cm.
24.5 I campi magnetici esercitano forze sulle cariche in movimento 811

24.5 I campi magnetici esercitano forze


sulle cariche in movimento
È ora di spostare la nostra attenzione da com e appaiono i campi magnetici e da
come sono generati agli effetti che essi producono. Abbiamo già visto che i campi
magnetici esercitano forze e momenti sui magneti, com e il momento che causa
rallineam ento lungo le linee del campo dell’ago di una bussola. O ra vedremo che
i campi magnetici esercitano anche forze su particelle cariche in movimento e, in
un secondo tempo, sulle correnti elettriche nei fili. La seguente serie di esperimenti
illustra la natura della forza magnetica su una particella carica in movimento.
La forza su una particella carica in m ovim ento in un cam po m agnetico
4. - Forza m assim a
Forza perpendicolare
per a = 90®
F= 0 :il ni.'inri ^

Non c’è alcuna forza Non c’è alcuna forza All’aumentare dell’angolo a tra la velocità e il campo magnetico, aumenta
magnetica su una magnetica su una anche la forza magnetica. La forza è massima quando l’angolo è dj 90°. La
particella carica a particella carica che si forza magnetica è sempre perpendicolare al piano contenente v c B.
riposo. muove parallelamente a
un campo magnetico.

Com e mostrano gli esperimenti, la forza magnetica è alquanto diversa dalla


forza elettrica. Per prima cosa, non c ’è forza magnetica se la particella carica è a
riposo o se si sta muovendo parallelamente al campo magnetico. Inoltre, la forza è
sempre perpendicolare al piano che contiene v q B. Poiché c'è una sola direzione
ma due versi perpendicolari a un piano, determiniamo il verso corretto usando la
regola della mano destra per le forze, com e mostrato nella figura 24.25 .

EEIZ3 ►La regola della m ano destra per le forze è diversa dalla regola della
m ano destra per i cam pi. <
FIGURA 24.25 La regola della mano destra per le forze.
I. Ci son o due p ossib ili veuori forza ch e 2. A llarghiam o le dila della nostra m ano destra 3. Ora puntiam o il nostro dito In q uesto caso, F 'c diretta
so n o perpendicolari a v e B — verso F allo affinchè F ind icc ed il p ollice puntino verso m ed io in m odo tale da essere verso F allo ris|>etlo al piano.
rispetto al piano e verso il basso. U siam o l'estern o della nostra mano co m e m ostrato. perpendicolare al palm o della
la regola della m ano destra per le forze R iiotianìo la m ano puntando il pi>llice nella m ano, co m e mostrato. E sso
per scegliere il verso corretto. d irezione di v e l’indice nella d irezione di li. punterà nella direzione di F .

ElEIQ ►La regola della mano destra per le forze indica la direzione e il
verso della forza su una carica positiva. Per una carica negativa, la forza è
nella stessa direzione ma in verso opposto. <

Possiam o organizzare tutte le inform azioni sperim entali sulla forza m agne­
tica esercitata su una particella carica in m ovim ento in una singola equazione.
II m odulo, la direzione e il verso della forza F su una particella carica in moto
in un cam po m agnetico sono date da

La direzione e il verso della forza 11 modulo della forza

Valore assoluto della ctirica (C) Campo magnetico (T)


’ji
F= I 1 sin a (24.5)
Velocità della particella (m/s) Angolo whvg B
812 CAPITOLO 24 Campi magnetici e forze magnetiche

La velocità e il campo magnetico sono perpendicolari in molte situazioni pia


tiche. In questo caso l’angolo a è 90° e il modulo della forza si semplifica in
F = \q \v B (24.f)l
con la direzione e il verso della forza ancora determinati dalla regola della
mano destra per le forze. Il Riquadro Strategia e tattica seguente riassume e
mostra come usare le informazioni riportate sopra.

STRATEGIA E
TATTICA 2 4 . 2
Calcolo della forza magnetica su una particella canea in movimento

F = I^ I sin a

F = \ q \v B

O Consideriamo la 0 La forza è perpendicolare al 0 Per una carica negativa, la O II valore della


direzione di v e di B, piano contenente v e B. La forza è in verso opposto a forza è dato
e troviamo direzione di F è data dalla quello indicato dalla regola dall’Equazione 24.5
l’angolo a tra questi regola della mano destra della mano destra. o dall’Equazione 24.6.
due vettori. per le forze.

E S E M P IO C O N C E T T U A L E 24.6 Calcolo della forza su un elettrone in movimento


Un elettrone si sta muovendo verso destra in un campo magne­ di la forza sull’elettrone è diretta nel verso entrante della
tico che punta verso l’alto, come in f i g u r a 24.26. Quali sono pagina.
la direzione e il verso della forza magnetica?
FIGURA 24.26 Un elettrone in moto in un campo magnetico. FIGURA 24.27 Uso della regola della mano destra.

Poiché l’elettrone ha una^


carica negativa, la forza \
è diretta verso l’interno
della pagina.

SPIEGAZIONE La FIGURA 24.27 mostra come la regola della


mano destra per le forze viene applicata in questa situazione:
■ Puntiamo il nostro pollice destro nella direzione della velo­
cità dcM’elettrone e l’indice destro nella direzione del cam­
po magnetico. VERIFICA La forza è perpendicolare sia alla velocità sia al
■ Pieghiamo il nostro dito medio finché non è perpendicola­ campo magnetico, come dev’essere. La forza su un elettrone
re al nostro indice. Il dito medio, che ora punta nel verso è diretta verso l’interno della pagina; la forza su un protone
uscente della pagina, indica la direzione della forza per una sarebbe diretta dalla parte opposta, verso l’esterno della
carica positiva. Ma l’elettrone ha una carica negativa, quin- pagina.

E S E M P IO C O N C E T T U A L E 24.7 Calcolo della forza esercitata da un filo percorso da corrente su una parti-
cella carica in moto
Un protone si sta muovendo verso destra sopra un filo orizzon­ 3. Determiniamo la direzione e il verso della forza che questo
tale percorso da una corrente verso destra. Quali sono la dire­ campo esercita sul protone ( f i g u r a 2 4 .2 8 c ). In questo caso,
zione e il verso della forza magnetica sul protone? la forza è diretta verso il basso.
SPIEGAZIONE La corrente nel filo crea un campo magne­ VERIFICA Come dovrebbe essere, la forza magnetica è per­
tico; questo campo magnetico esercita una forza sul protone in pendicolare sia a V sia a B. Questo esempio inoltre fornisce
moto. Seguiremo tre passi per risolvere questo problema: indicazioni su come due fili paralleli percorsi da corrente
1. Facciamo uno schizzo della situazione, come mostrato esercitino forze reciproche, un argomento che studieremo in
nella f i g u r a 24.28a. una sezione successiva. Il protone in moto verso destra, che
2. Determiniamo nella posizione del protone la direzione e il è essenzialmente una piccola corrente nella stessa direzione
verso del campo dovuti alla corrente nel filo ( figura 24.28b). della corrente nel filo, è attratto verso il filo.
24.5 I campi magnetici esercitano forze sulle cariche in movimento 813

FIG URA 24.28 Direzione e verso della forza,


(a)
© -

I. Il protone si muove sopra il filo. La 2. La regola della mano destra per i campi 3. La regola della mano destra per le forze
velocità del protone e la corrente mostra che, nella posizione del protone, mostra che il campo del filo esercita una forza
nel filo sono mostrati. sopra il filo, il campo è uscente dalla pagina. sul protone in movimento che punta verso
il basso, cioè verso il filo.

ESEMPIO 24.8 Forza su una particella carica nel campo magnetico terrestre
Il Sole einette sciami di particelle cariche (in quello che viene S O L U Z IO N E U.siamo i passi indicati nel Riquadro Strategia e
chiamato il vento solare) che si muovono verso la Tetra a velo­ tattica 24.2 per calcolare la forza.
cità molto elevate. Un protone si sta muovendo verso l’equa­ O V c B sono perpendicolari, quindi a = 90".
tore terrestre con una vekx:ità di 500 km/s. In questo punto, il 0 La regola della mano dc.stra per le forze ci dice che la for-
campo magnetico terrestre è pari a 5.0 • IO ' T diretto paralle­ z.a sarà diretta all’interno della pagina nella Figura 24.29.
lamente alla superficie terrestre. Quali sono la direzione, il Quindi, la forza è diretta verso est.
verso e il modulo della forza e.sercitata sul protone? O Calcoliamo il modulo della forza usando l’Equazione 24.6:
IM P O S T A Z IO N E II nostro primo passo, come al solito, è di
i'« = (1.6 IO ” C) (5.0 • IO’ m/s) (5.0 • 10 ’ T)
disegnare una figura. Come abbiamo visto nella Figura 24.7a,
le linee di campo della Terra vanno dal polo sud verso il polo
= 4.0 • IO '*N
nord. La FIG U RA 24.29 mostra il protone che sta entrando nel Que.sta è una forza debole, ma il protone ha una
V E R IF IC A
campo, che è diretto verso nord. Dobbiamo inoltre convertire massa estremamente piccola, pari a 1.67 • 10"^^ kg. Di con­
la velocità del protone in m/s: seguenza, questa forza prtxluce una grande accelerazione:
I • 10^ in approssimativamente pari a 2(X) milioni di volte l’accelera­
500kin/s = 5.0 • lO^km/s • = 5.0 • l(r m /s
1 km zione dovuta alla gravità!

FIG URA 24.29 Un protone nel campo magnetico della Terra.


La direzione e il verso della forz.a 11 tuo disegno .sembrerà simile
a questo, con v e ^ nel piano
del foglio. La forza è
entrante nella pagina.

d y
%•**
^ tvyjtrcnvykt

L ’Esempio 24.8 analizza la forza esercitata su un protone proveniente dal FIG U RA 24.30 Una particella carica
Sole mentre esso raggiunge il campo magnetico terrestre. Come influisce que­ in moto perpendicolare rispetto a un
sta forza sul moto del protone? Consideriamo la domanda più generale relativa
campo magnetico uniforme.
a come si muovono le particelle cariche in presenza di un campo magnetico.

T raietto ria delle p articelle cariche in p resen za di un


cam po m ag n etico
Sappiamo che la forza magnetica su una carica in movimento è sempre perpen­
dicolare alla sua velocità. Supponiamo che una carica positiva si stia muo­
vendo peipendicolarmente a un campo magnetico uniforme B, come mostrato
nella f i g u r a 2 4 .30. Nella -^ s e z i o n e 6 .3 , abbiamo visto il moto dei corpi soggetti
a una forza che è sempre perpendicolare alla velocità. 11 risultato è un moto
circolare uniforme cioè con la velocità costante in modulo. Per una palla in
moto circolare attaccata all’estremità di una corda, la forza di tensione è sem­
pre perpendicolare a v. Per un satellite in orbita circolare, la forza gravitazio­
nale è sempre perpendicolare a v. Ora, per una particella carica in moto in un
perpendicolare aT, quindi la
campo magnetico, la forza magnetica è sempre perpendicolare a v e quindi fa particella si muove lungo
muovere la particella su una traiettoria circolare, come mostra la Figura 24.30. una traiettoria circolare.
Quindi, una particella che si muove perpendicolarmente a un campo
magnetico uniforme descrive un moto circolare a velocità costante.
814 CAPITOLO 24 Campi magnetici e forze magnetiche

EEiEI ► La direzione della forza su una carica negativa è opposta a quella


di una carica positiva, quindi una particella con una carica negativa orbiterà
in senso opposto rispetto a quello mostrato nella Figura 24.30 per una carica
positiva. <

FIG U RA 24.31 Una particella in moto La FIG U RA 24.31 mostra una particella di massa m in moto su una traiettoria
circolare. circolare di raggio r alla velocità v. Abbiamo trovato nel Capitolo 6 che questo
moto richiede una forza diretta verso il centro della circonferenza di modulo

F= — (24.7)
Per una particella carica in moto in un campo magnetico, questa forza è fornita
dalla forza magnetica. Nella Figura 24.30 abbiamo assunto che la velocità
F deve puntare
fosse perpendicolare al campo magnetico, quindi il valore della forza sulla
verso il centro della
circonl'eren/a con particella carica dovuta al campo magnetico è dato dall’Equazione 24.6. Que­
un modulo sta è la forza che produce il moto circolare, quindi possiamo eguagliarla alla
pari a m \^ lr.
forza nell’Equazione 24.7:
I I niv
F = \q\vB =
Risolvendo per r, troviamo che il raggio dell’orbita circolare per una particella
carica in moto in un campo magnetico è dato da

Massa della particella (kg) • *’jl k* • VckK'ità della particella (ni/s)


mv
(24.8)

Carica della particella (C) • • Intensità del campo magnetico (T)

Una particella carica in un


FIG U RA 24.32 Una particella in moto perpendicolarmente a un campo magnetico si muove
campo magnetico segue una traiettoria lungo una circonferenza. Nella tabella all’inizio di questa sezione, abbiamo
elicoidale. visto che una particella in moto parallelamente a un campo magnetico non
(a) La vckK'ità può essere sperimenta alcuna forza magnetica, e quindi continua a muoversi in linea retta.
scomposta nelle
componenti parallela e Una situazione più generale in cui la velocità di una particella carica v non è né
perpendicolare al campo. parallela né perpendicolare al campo B è mostrata nella f i g u r a 24.32. 11 risul­
La componente parallela tato finale è un moto circolare dovuto alla componente perpendicolare della
non subisce variazioni.
velocità accoppiato a un moto a velocità costante parallelo al campo magne­
(b) Una veduta dall'alto • tico: la particella carica spiraleggia attorno alle linee di campo magnetico con
mostra che la componente ^ una traiettoria elicoidale.
perpendicolare cambierà
solo di direzione, ......... Le particelle ad alta energia sono espulse in sciami dal Sole nel vento solare.
portando ad un moto Alcune delle particelle cariche del vento solare vengono intrappolate dal
circolare. campo magnetico terrestre. Come mostra la f i g u r a 2 4 .3 3 , le particelle spiraleg-
giano con traiettorie elicoidali lungo le linee del campo magnetico della Terra.
(c) Il risultato tinaie ò ......... Alcune di queste particelle entrano nell’atmosfera in prossimità dei poli nord e
una traiettoria elicoidale ’ sud, ionizzando i gas e producendo quei fenomeni atmosferici conosciuti come
che spiraleggia attorno aurore boreali e australi.
alle linee del campo.

24.33 Le particelle cariche nel campo magnetico della Terra producono


f ig u r a
l'aurora polare.
Il campo magnetico lerreslre ... dt)ve le particelle colpiscono
porta le particelle nell’atmosfera Tatmosfera; il gas ionizzato produce
verso i poli ... il bagliore dell'aurora.
24.5 I campi magnetici esercitano forze sulle cariche in movimento 815

E S E M P IO 24.9 Forza su una particella carica nel campo magnetico terrestre, analisi approfondita
NeH’Esempio 24.8, abbiamo considerato un protone del vento Utilizziamo l’Equazione 24.8 per il raggio dell’orbita di una
solare che si muove verso l’equatore terrestre, dove il campo particella carica che si muove in un campo magnetico e otte­
della Terra è di 5.0 • lO"'^ T, a una velocità di 500 km/s niamo
(5.0 • 10*^ m/s). Ora sappiamo che il protone si muoverà lungo ^ 27T 277 /'wv \ iT T tn
r = ----- r
orbite circolari attorno alle linee di campo della Terra. Quali V ìf \q B ) qB
sono il raggio e il periodo dell’orbita? La velocità si cancella, e non appare nell’espressione finale.
Iniziamo a fare uno schizzo della situazione,
IM P O S T A Z IO N E Tutti i protoni nel campo terrestre orbitano con lo stesso
indicando l’orbita del protone, come mostrato nella FIGURA 24.34. periodo, indipendentemente dalla loro velocità. Una velocità
maggiore implica solo una circonferenza più grande comple­
FIGURA 24.34 Un protone orbita lungo le linee del campo
terrestre. tata nello stesso tempo. Usando i valori di massa, carica e
campo forniti, calcoliamo il raggio e il periodo dell’orbita:
Il protone orbiterà B uscente dalia pagina
attorno alle linee del (1.67 . 10"^’ kg) (5.0 • 10’ m/s)
campo come mostrato. •= lOOm
( 1.6 0 • 1 0 ' ” C ) ( 5 . 0 • 10“’ T )

27t ( 1.67 • 10'^’ kg)


T= = 0.0013 s
Una veduta dal Tallo ( 1.6 0 • 10"*’ C ) (5.0 • 10"’ T )
mostra forbita..........
Possiamo fare un rapido controllo dei nostri calcoli.
V E R IF IC A
Prima di far uso di qualsiasi numero, faremo un
S O L U Z IO N E Abbiamo trovato il raggio dell’orbita e il periodo, quindi pos­
po’ di lavoro coi simboli. Il raggio r dell’orbita del protone siamo calcolare la velocità:
è dato dall’Equazione 24.8. Il periodo T per un’orbita è la 2 - ir r 27T (100m )
distanza percorsa in un’orbita (27rr) divisa per la velocità:

Questa è la velocità che ci era stata data nel testo del problema,
e ciò risulta un buon controllo del nostro lavoro.

FIGURA 24.35 II ciclotrone.


(a) Vista interna di un ciclotrone.

Potenziale oscillante
Il ciclotrone Sorgente di
protoni
La tom ografia a em issione di positroni (o PET, dalPinglese positron-emission
tomography) viene usata per fare im m agini dcWattività biologica all’interno
del nostro corpo. La PET richiede l’isotopo del fluoro ‘^F, che, a causa del suo Elettrodi^
aD
breve tem po di dim ezzam ento, di solo 1 10 minuti, d ev ’essere prodotto all’in­
terno o nelle vicinanze del presidio m edico in cui esso viene utilizzato. Ciò è
fatto usando un c ic lo tro n e per sparare protoni ad alta energia contro gli atomi
1 protoni
di nclTacqua, sostituendo un neutrone con un protone per creare il ’^F. Un
escono qui
ciclotrone, m ostrato nella f i g u r a 24.35a, è form ato da una cam era sottovuoto
dentro un cam po m agnetico uniform e m olto intenso. A ll’interno della cam era
ci sono due conduttori cavi chiam ati “elettrodi a D’’, separati da un piccolo
spazio. I protoni vengono iniettati nel cam po m agnetico da una sorgente vicino Magnete
al centro del ciclotrone, ed essi iniziano a muoversi nel cam po m agnetico sottostante
seguendo orbite circolari. (b) Un ciclotrone usalo per la produzione
La chiave per accelerare i protoni risiede neH’oscillazione del potenziale di isotopi per scopi medici.
elettrico applicalo agli elettrodi a D. Q uesto potenziale crea un forte cam po
elettrico nello spazio tra gli elettrodi, che accelera i protoni durante il loro
passaggio in questo spazio. Poco dopo, questi protoni, che viaggiano su una
traiettoria circolare a causa del cam po m agnetico, raggiungono l’estrem o
opposto dello spazio tra i due elettrodi. D urante questo tem po, il potenziale ha
cam biato di segno, quindi il cam po elettrico accelera ancora i protoni, aum en­
tando la loro velocità ed energia cinetica. Q uesto processo si ripete ogni volta
che i protoni attraversano tale spazio, quindi la loro energia viene aum entata
di continuo.
Secondo l’Equazione 24.8, il raggio delPorbita di una particella carica è
proporzionale alla sua velocità, quindi m entre la velocità dei protoni aum enta,
anche il raggio della loro orbita aum enta. Q uando i protoni raggiungono il
bordo esterno del m agnete, dove la loro velocità ed energia sono m assim e, essi
escono dal ciclotrone com e un fascio continuo ad alta energia che può essere
diretto contro un bersaglio di ’^O.
816 CAPITOLO 24 Campi magnetici e forze magnetiche

ESEMPIO CONCETTUALE 24.10 Un ciclotrone per uso medicale BK)


Occorre un protone con un’energia cinetica di 11 MeV per trasformare con effi­
cienza i nuclei di '^O in '*F. Se il campo magnetico all’interno del ciclotrone ha
un’intensità di 1.2 T, qual è il raggio dell’orbita dei protoni appena prima che essi
e.scano dal ciclotrone?
IM P O S T A Z IO N E L’Equazione 24.8 associa il raggio dcH’orbita di una particella
carica alla sua velocità. Possiamo trovare la velocità dei protoni dalla loro energia
cinetica; per farlo, avremo prima bisogno di convertire la loro energia da MeV a Joule.
S O L U Z IO N E Un protone con energia cinetica di 11 MeV in J equivale a
1.60 > 10
a: = (11 • 10^ eV) = 1.76 • 10*‘2 j
I eV
L’energia cinetica di una particella è K = (l/2)mv^, quindi la velocità del protone è
/2(L76 • 10‘ ‘M)
= 4.59 • lO 'm /s
^ V w V l.É
.67 10 " 2’ kg
Possiamo trovare il raggio dell’orbita corrispondente a questa velocità dall’Equa­
zione 24.8:
(1.67 • I0~^’ kg)(4.59 • lO^m/s)
= 0.40 m
(1.60 • I0 "'’ C )(I.2T )

V E R IF IC A La donna vicino al ciclotrone nella f i g u r a 24.35b è alta poco più di 1.5 m,


quindi un diametro di 0.80 m per l’orbita del protone mentre esce dal ciclotrone
sembra ragionevole.

Flussometri elettrom agnetici


Il sangue contiene molti tipi di ioni, quali il Na* e il CL. Quando il sangue
Huisce attraverso un vaso sanguigno, questi ioni si muovono col sangue. L ’ap­
plicazione di un campo magnetico produrrà una forza su queste cariche in
movimento. Possiamo usare questo principio per realizzare uno strumento
completamente non invasivo in grado di misurare il flusso del sangue in un’ar­
teria: un flussom etro elettromagnetico.
La sonda di un flussometro viene applicata a un’arteria ed è composta da
due elementi attivi: i magneti che applicano un forte campo magnetico attra­
verso l’arteria e gli elettrodi che sono a contatto con l’arteria su lati opposti,
come mostrato nella f i g u r a 24.36. Il sangue che scorre in una arteria trasporta
un insieme di ioni positivi e negativi. Poiché questi ioni sono in movimento,
il campo magnetico e.sercita una forza su di essi che produce una tensione
misurabile. Sappiamo dall’Equazione 24.5 che più velocemente si muovono
gli ioni e maggiori sono le forze che separano gli ioni negativi da quelli posi­
tivi. Maggiori sono le forze, maggiore è il grado di separazione e maggiore è
la tensione. La tensione misurata è quindi direttamente proporzionale alla
velocità del sangue.

FIGURA 24.36 li funzionamento di un flussometro elettromagnetico.


1. Gli ioni i^ositivi e negativi 2. Una veduta finale mostra che la forza magnetica
Misurazione dei flussi Molti scienziati e scorrono verso destra nel sugli ioni positivi è diretta verso destra, e quella
gestori di risorse idriche fanno affidamento campo dei magneti. sugli ioni negativi è diretta verso sinistra.
V uscente
su misurazioni accurate dei flussi dei
dalla
fiumi. 11 modo più semplice per ottenere /pagina...*'
una misura veloce della velocità del
flusso di un fiume è quello di utilizzare
un fiussometro elettromagnetico simile a 3. separazione di
quello impiegato per misurare il flusso nei carica risultante conduce
vasi sanguigni. L'acqua scorre tra i poli di •—ad una difl'erenza di
un potente magnete. Due elettrodi misurano potenziale tm i due
la differenza di potenziale risultante, che è elettrodi che può essere
proporzionale alla velocità del flusso. misurata.
24.6 I campi magnetici esercitano forze sulle correnti 817

PAUSA DI RIFLESSIONE 24.7 Q ueste particelle cariche si m uovono su orbite


circolari con velocità e direzioni del cam po m agnetico com e indicato nella
figura. Quali particelle hanno una carica negativa?

A.

24.6 I campi magnetici esercitano forze


sulle correnti
A bbiam o visto che un cam po m agnetico esercita una forza su una carica in
m ovim ento. Poiché la corrente in un filo è form ata da cariche in m ovim ento
lungo il filo, ci aspettiam o che un cam po m agnetico eserciti una forza anche su
un filo percorso da corrente. Q uesta forza è responsabile del funzionam ento
degli altoparlanti, dei motori elettrici e di molti altri strum enti.

Forza m agnetica su una corrente


Nello schem a a lf inizio della Sezione 24.5, abbiam o visto che un campo m agne­
tico non esercita alcuna forza su una particella carica che si m uove parallela-
mente a un cam po magnetico. Se un filo percorso da corrente è p a r a l l e l o a un
cam po magnetico, troverem o infatti che la forza su di esso è pari a zero.
Invece, c ’è una forza che agisce su un filo percorso da corrente se questo è
p e r p e n d i c o l a r e al cam po m agnetico, com e m ostrato nella f i g u r a 24.37. Forza magnetica su un filo
FIG U RA 24.37
percorso da corrente.
ikHO/j ►Il cam po m agnetico è un cam po esterno, creato da un m agnete
perm anente o da altre correnti; esso n o n è il cam po prodotto dalla corrente
(a) (b)
/ del filo. ◄

La direzione e il verso della forza esercitata sulla corrente si trovano consi­


derando la forza su ciascuna carica della corrente. A bbiam o rappresentato la X X X X X X X X X XXX
X X X X X X X X X XXX
corrente com e un flusso di cariche positive, quindi la reg o la d ella m a n o
X X X X X X X X X XXX
d e s tra per le forze p uò essere a p p lic a ta alle c o rre n ti nello stesso m o d o delle X X X X X X L F x X X XXX
ca rich e in m ovim ento. Con le nostre dita allineate nel solito m odo, puntiam o X X X X X X ^ X X XXX
il pollice destro nella direzione della corrente (la direzione del m oto delle cari­ X X X X X X X X X XXX
che positive) e il dito indice nella direzione di B. Il dito m edio indicherà la X X X X X X X X X XXX
B B
direzione e il verso della forza F sul filo, com e nella f i g u r a 2 4 .37 c . Di conse­
guenza, l’intera lunghezza del filo entro il cam po m agnetico sperim enta una
forza perpendicolare sia alla direzione della corrente che alla direzione del
Un filo è perpendicolare Se il filo è percorso da
cam po, com e m ostrato nella f i g u r a 24.37b.
ad un campo magnetico una corrente, il campo
Se viene aum entata la lunghezza del filo L, la corrente / o il cam po magnetico esterno. magnetico eserciterà
B, il m odulo della forza esercitata sul filo sarà anch’esso aum entato. Siamo in una forza una forza
su di essa.
grado di m ostrare che la forza magnetica su un filo percorso da corrente è data da

Corrente nel filo (A)**... ...-Campi) magnetico (T)


’i» II** Applichiamo la
Ffìio = ILB sin Qf t*.. regola della mano
(24.9) destra per le forze. Il
Lunghezza del filo ..... Angolo tra il filo e pollice deve puntare
nel campo magnetico il campo magnetico nella direzione della
corrente.

In molti casi pratici il filo sarà perpendicolare al cam po, in m odo tale che a =
90°. In questo ca.so,

, = IL B
R filo (24.10)
818 CAPITOLO 24 Campi magnetici e forze magnetiche

Se riscriviam o TEquazione 24.10 com e B = possiam o vedere che l’u ­


nità di m isura per il cam po m agnetico, il tesla, può essere definita in term ini di
altre unità di misura:
N
IT= 1
A •m

E S E M P IO 24.11 Forza magnetica su una linea elettrica dì potenza


Una linea di potenza a corrente continua vicino airequatore FIGURA 24.38 Veduta dall'alto di una linea di potenza vicino
corre da est a ovest. In questa posizione, il campo magnetico all'equatore.
terrestre è parallelo al suolo, punta verso nord e ha un valore di Il campo magnetico terrestre vicino
50 fxT. Un cavo pesante, lungo 400 m, che si estende tra due aH’cquatore è parallelo al suolo
torri ha una massa di 1000 kg. Quali direzione e intensità della e punta verso nord.
corrente sarebbe necessario avere per cancellare la forza di gra­ N *’**-
vità e far “levitare” il cavo? (Le linee di potenza di solito tra­
O-
sportano valori di corrente inferiori a questi, 850 A rappresenta
un valore tipico.)
IMPOSTAZIONE Come primo passo facciamo un disegno in
cui rappresentiamo una veduta dalPalto della situazione, come
mostrato nella f i g u r a 24.38. La forza magnetica sul filo deve
essere opposta a quella della gravità. Un’applicazione della regola 400 m
dove m e L sono rispettivamente la massa e la lunghezza del
della mano destra per le forze mostra che una corrente verso est
cavo e ^ è l’intensità del campo magnetico terrestre. RisoL
produrrà una forza diretta verso l’alto - uscente dalla pagina.
vendo per la corrente, troviamo
SOLUZIONE II campo magnetico è perpendicolare alla cor­
mg (1000 kg) (9.8 m/s^)
rente, quindi il modulo della forza magnetica è dato dall’E­ = 4.9 • 10^ A
quazione 24.10. Per far levitare il cavo, questa forza dev’essere LB (400 m )(5 0 • 10"^ T)
opposta alla forza peso ma di eguale intensità, quindi possiamo diretta verso est.
scrivere: VERIFICA La corrente è molto superiore della corrente tipica
mg = ILB che scorre in questi cavi, come ci aspettavamo.

Forze tra correnti


FIGURA 24.39 Come una corrente Poiché una corrente produce un cam po m agnetico, e un cam po m agnetico eser­
esercita una forza su un'altra corrente. cita una forza su una corrente, di conseguenza due fili percorsi da corrente
(a) La corrente f\ genera il campo magnetico B \. eserciteranno reciprocam ente una forza l’uno su ll’altro. Per vedere com e, la
FIGURA 24.39a iiiostra un filo percorso da una corrente /^. D alla regola della
/|
m ano destra per i cam pi, sappiam o che questa corrente genera un cam po
X
m agnetico ^1 che punta verso l’esterno della pagina alla sinistra del filo e
X verso l’interno della pagina alla sua destra. Se, com e nella f i g u r a 24.39b, un
X
.secondo filo percorso da una corrente viene collocato vicino al prim o filo, la
corrente nel secondo filo sentirà una forza m agnetica dovuta a B^ . U sando la
X X X
regola della m ano destra per le forze, possiam o vedere che quando è nella
X X X stessa direzione di I^ la forza sul secondo filo è verso sinistra; cioè, il secondo
filo viene attratto dal prim o filo.
X X X
Possiam o ripetere questo processo per trovare la forza sul prim o filo dovuta
al cam po m agnetico prodotto dalla corrente nel secondo filo; questa forza
(h ) Il campo magnetico esercita punta verso destra, quindi il prim o filo viene an ch ’esso attratto dal secondo
una forza sulla corrente I 2 nel
filo. N otiam o che queste forze tra due fili form ano una coppia di azione e rea­
t ■ i t zione secondo la terza legge di New ton. Q uindi, non solo esse sono dirette
nella stessa direzione ma in versi opposti, com e abbiam o appena visto, ma
• • X X X \ X
devono anche avere lo stesso modulo.
• • X X X X Le forze attrattive tra due fili quando le correnti scorrono nella stessa d ire­
• • X X X X zione sono m ostrate nella f i g u r a 24.40a. G razie a u n ’argom entazione analoga,
siam o in grado di m ostrare che le forze tra due fili sono repulsive quando le
• • X X X X
correnti scorrono in direzioni opposte tra loro, com e m ostrato nella f i g u r a
• • X X X X ; 24.40b.
L ’esem pio che segue m ostra com e calcolare il modulo della forza tra due
• • X X X X ^
fili percorsi da corrente.
24.6 I campi magnetici esercitano forze sulle correnti 819

FIG U RA 24.40 Forze tra correnti.


(a) Le correnti nella stessa direzione (b) Le correnti in direzioni opposte si respingono.
si attraggono.
ÌF ÀF

T 7 ~ l

lL_i
ESEMPIO 24.12 Calcolo della forza tra i due fili nei cavi elettrici di avviamento
Potremmo aver avuto la necessità di usare dei cavi per il colle­ Successivamente, troviamo la forza sulla corrente del filo rosso
gamento volante tra due batterie per mettere in moto un’auto­ dovuta a questo campo magnetico.
mobile con una batteria scarica. Questi cavi di avviamento II campo magnetico nella posizione del filo
S O L U Z IO N E
sono una coppia di fili, uno rosso e uno nero, uniti assieme rosso, dovuto alla corrente che scorre nel filo nero, è
lungo la loro lunghezza. Supponiamo di avere una tale coppia
tiQÌ (1.26 • 10"®T-m/A)(150A)
di cavi in cui i due fili sono separati di 1.2 cm lungo la loro = 2.51 • 10“ ^ T
lunghezza di 3.7 m. Mentre si avvia l’automobile, ciascun filo I ttó 27T(O.OI2m)
porta una corrente di 150 A, in direzioni opposte. Qual è la Secondo la regola della mano destra per i campi, questo campo
forza tra i due cavi? magnetico è diretto verso l’interno della pagina. Il valore della
forza sul cavo rosso è allora
IM P O S T A Z IO N ECome primo passo facciamo un disegno
della situazione, annotando le distanze e le correnti, come F„,^ = /LB = (150 A)(3.7m)(2.51 • 10-^T )= 1.4N
mostrato nella f i g u r a 24.41. Troviamo la forza sul filo rosso; La direzione e il verso della forza possono essere trovati
dalla discussione fatta sopra, la forza sul filo nero ha la stessa usando la regola della mano destra per le forze. Il campo
intensità e direzione ma verso opposto. La forza sul cavo rosso magnetico nella posizione del cavo rosso è entrante nella
si trova usando un procedimento che possiamo dividere in due pagina, mentre la corrente è diretta verso destra. Questo signi­
parti. Nella prima parte, determiniamo il campo magnetico fica che la forza sul filo rosso è nel piano della pagina, diretta
dovuto alla corrente del filo nero nella posizione del filo rosso. in direzione opposta rispetto al filo nero. Quindi la forza tra i
due cavi è repulsiva, come ci aspettiamo quando le correnti
FIG U RA 24.41 I cavi di accensione sono percorsi da correnti
in direzioni opposte. sono dirette in direzioni opposte.
VERIFICA Questi cavi sono lunghi, vicini e trasportano cor­
renti elevate. Ma la forza tra di essi è piuttosto piccola - molto
inferiore al peso dei cavi. In pratica, le forze tra le correnti non
sono molto importanti salvo nel caso in cui ci siano molte spire
di filo, il che genera una maggiore forza totale. Questo è ad
esempio il caso di un solenoide usato per imaging a risonanza
magnetica (MRI).

STRATEGIA DI RISOLUZIONE
DEI P R O B L E M I 2 4 . 1
Problemi relativi alla forza magnetica

I campi magnetici esercitano forze sia sulle cariche in movimento sia sulle
correnti nei fili, ma in entrambi i casi la forza può essere determinata usando
la stessa strategia.
IMPOSTAZIONE Ci sono due fattori chiave da identificare nei problemi rela­
tivi alla forza magnetica:
■ La sorgente del campo magnetico.
■ Le cariche o correnti che sentono una forza dovuta a questo campo
magnetico.
SOLUZIONE Innanzitutto, determiniamo il modulo, la direzione e il verso
del campo magnetico nella posizione delle cariche o delle correnti che ci
interessano.
■ In alcuni problemi il campo magnetico è un dato noto.
■ Se il campo è dovuto a una corrente, usare la regola della mano destra per
i campi per determinare la direzione e il verso del campo e l’appropriata
equazione per determinare il suo modulo.
Poi, determiniamo la forza che questo campo produce. Lavorando con le
cariche o le correnti identificate in precedenza.
C o n tin u a
820 CAPITOLO 24 Campi magnetici e forze magnetiche

■ U siam o la regola della m ano destra per le forze, per determ inare la d ire­
zione e il verso della forza su ciascuna carica in m ovim ento o corrente.
■ U siam o Tequazione appropriata per determ inare il m odulo della forza su
ciascuna carica in m ovim ento o corrente.

VERIFICA Le forze che abbiam o determ inato sono perpendicolari alla veloci­
tà delle cariche in m ovim ento o alle correnti? Le forze sono perpendicolari
ai cam pi? 11 m odulo delle forze sem bra ragionevole?

Forze tra spire percorse da corrente


C onsidererem o ora le forze tra due circuiti di corrente; questo ci perm etterà di
iniziare a fare dei collegam enti con alcuni dei fenom eni basilari del m agneti­
sm o che abbiam o già incontrato in precedenza in questo capitolo.
Schiacciata dalle correnti Le forze tra A bbiam o visto che esiste una forza attrattiva tra due fili paralleli che sono
correnti sono normalmente piuttosto piccole,
percorsi da correnti nella stessa direzione. Se questi due fili vengono piegati a
ma le correnti enormi prodotte dai fulmini
possono produrre forze notevoli. Questa form are un anello, com e nella figura 24.42, allora la forza tra i due anelli sarà
sbarra cava è stata percorsa da decine di an ch ’essa attrattiva. Le forze saranno repulsive .se le correnti .sono in direzioni
migliaia di ampere a seguito di un fulmine. opposte tra loro.
Le correnti in tutte le parti della sbarra P recedentem ente in questo capitolo, abbiam o esam inato i cam pi generati da
erano parallele, e Tintensità della corrente
diverse configurazioni di m agneti perm anenti e correnti. La figura 24.43a ci
ha prodotto forze attrattive talmente forti da
schiacciare la sbarra.
ricorda che una barra m agnetica è un dipolo m agnetico, con un polo nord e un
polo sud. Le linee di cam po escono dal suo polo nord, e dopo aver percorso una
FIGURA 24.42 Forze tra spire parallele curva entrano nel polo sud. La figura 24.43b m ostra che il cam po di una spira
percorse da corrente. percorsa da corrente è m olto sim ile a quello di una barra m agnetica. Q uesto ci
conduce a concludere che u n a sp ira p erc o rsa d a co rren te , a n a lo g a m e n te a
u n a b a rra m a g n e tic a , è u n d ip o lo m ag n etico , con un polo nord e un polo sud,
C’è una forza attrattiva com e indicato nella Figura 24.43b. Po.ssiamo usare questa conclusione per
tra le spire parallele com prendere le forze tra spire circolari percorse da correnti. Nella figura
percorse da correnti
nella stessa direzione. 24.44, viene m ostrato com e i poli di ciascuna spira di corrente possano essere
rappresentati da un m agnete. Q uesto m odello ci aiuta a com prendere le forze
su spire percorse da correnti; nella .sezione successiva, farem o uso di questo
m odello per com prendere anche i mom enti su spire percorse da corrente.

FIGURA 24.43 Possiamo rappresentare la spira come una piccola barra magnetica,
C’è una forza repulsiva
tra le spire parallele (a) Il campt) di una (b) Una spira percci
jKrcorse da correnti barretta magnetica .••‘‘da corrente gena,
^ j in direzioni opp<.>ste. è un dipolo. Le anch'essa un can ­
oo ' ^ 'i
linee del campo dì dipolo. Come
— •L, escono dal polo caso del magnei*
nord ed entrano assegniamo il pot>
nel polo sud. nord e il polo sml
sulla base di dou
Poiché spire percorse da correnti hanno
linee di campo
poli nord e sud, possiamo rafligurare
una .spira come una piccola barra magnetica. escono ed entra» ■

II polo nord di questa ... è attratto dal polo


spira percorsa da sud di questa spira, < FIGURA 24.44 Le forze tra spire percorse da corrente
corrente ... possono essere comprese in termini dei loro poli magnetici.

i ^ J PAUSA DI RIFLESSIONE 24.8

Hr
Q uattro fili sono percorsi da correnti nelle di­
rezioni mostrate. Un cam po m agnetico uniform e è diretto verso Finterno del
foglio com e mostrato. Q uale filo sperim enta una forza verso sinistra?

li polo nord di questa ... è respinto dal /


spira percorsa da polo nord di
corrente ... questa spira. X X X X X X X X X X X X X X X X
S B B B
X X X X / 1X X X X X X X X X X X X

X X X X X X X X X X X X X X X X
!> ►
!

A. C. D.
24.7 I campi magnetici esercitano dei momenti sui dipoli 821

24.7 I campi magnetici esercitano dei


momenti sui dipoli
Una delle nostre prim e osservazioni all’inizio del capitolo è stata che l’ago di Una spira in un campo
FIG URA 24.45
una bussola è un piccolo m agnete. Il fatto che esso ruoti per allinearsi con un magnetico uniforme sperimenta un
cam po m agnetico esterno significa che esso sperim enta un momento. In questa momento.
sezione, userem o quanto abbiam o appreso circa le forze m agnetiche per com ­
prendere il m om ento su un dipolo m agnetico. C onsidererem o solo il caso di
una spira percorsa da corrente (che ricordiam o è un dipolo m agnetico), ma i
risultati ottenuti saranno egualm ente applicabili anche ai m agneti perm anenti e
ai dipoli m agnetici com e gli aghi delle bussole.

Un spira percorsa da corrente in un campo uniforme


La FIG U RA 24.45 m ostra una spira percorsa da corrente - un dipolo m agnetico
- in un cam po m agnetico uniform e B. La corrente in ciascuno dei quattro lati
della spira sperim enta una forza m agnetica dovuta a B. Poiché il cam po è uni­
form e, le forze sui lati opposti della spira hanno m odulo uguale. La direzione
di ciascuna forza viene determ inata dalla regola della m ano destra per le forze.
Le forze e Fdictw producono una forza totale e un m om ento totale nulli.
Le forze e an c h ’esse non producono una forze totale, m a faranno ruo­
tare la spira esercitando un m om ento su di essa.
Sebbene abbiam o considerato solo una spira percorsa da corrente, la nostra
conclusione resta valida anche per qualsiasi dipolo m agnetico: in u n ca m p o
u n ifo rm e, u n d ip o lo sp e rim e n ta u n m o m e n to m a n o n u n a fo rza risu lta n te .
Per esem pio, l’ago di una bussola non è attratto dai poli terrestri, ma sente
sem plicem ente un m om ento che lo induce ad allinearsi al cam po terrestre.
Possiam o calcolare il m om ento attraverso la visione laterale della spira
della Figura 24.45. Q uesta è m ostrata nella f i g u r a 24.46, dove possiam o vedere FIG URA 24.46 Calcolo del momento su
che le forze F^^ e F^.^ agiscono per far ruotare la spira in senso orario. L ’angolo una spira percorsa da corrente in un
0 tra l’asse della spira e il cam po sarà im portante. A bbiam o disegnato un vet­ campo magnetico uniforme.
tore dal centro della spira che abbiam o usato per definire questo angolo.
N ella ^ SE Z IO N E 7 .2 , abbiam o calcolato il m om ento dovuto a una forza F
com e rF sin 6 , dove r è la distanza dal punto di rotazione al punto dove agisce
la forza, c 0 è l’angolo tra il vettore della forza e una linea che congiunge il
punto di rotazione al punto di applicazione della forza. N ella Figura 24.46, il
m om ento totale è
T= + T„jii = (I L)F^„&inO + (5 Z.)F„|(,sin«
= (5 L)(ILB) s in 6» + L )(lL /i) sin »

= ( j e ) f ì sin d

L? è l’area A della spira quadrata. U sando questa equazione, possiam o genera­


lizzare il risultato per qualsiasi area A di una spira.-

t = (IA) B sìnO (24.11)

Ci sono due proprietà da sottolineare riguardo a questo mom ento:

1. Il m o m e n to d ip e n d e d alle p ro p rie tà d ella sp ira p erc o rsa d a co rren te: FIGURA 24.47 I vettore del momento di
la sua area (A) e la corrente (/). La quantità /A, conosciuta com e il dipolo.
momento di dipolo magnetico (o sem plicem ente il momento magne­
tico), è una m isura di quanto m om ento sentirà un dipolo in un cam po
m agnetico. A nche a un m agnete perm anente può essere assegnato un
m om ento di dipolo m agnetico. R appresenterem o il m om ento m agnetico
com e una freccia che punta nella direzione del cam po m agnetico del
dipolo, com e nella f i g u r a 2 4 .4 7 . Q uesta figura m ostra il m om ento di
dipolo m agnetico per una spira percorsa da corrente ed una barra m agne­
tica. Possiam o ora capire che il vettore che definisce l’asse della spira
nella Figura 24.46 è sem plicem ente il m om ento di dipolo m agnetico. rappresentato come un vettore che
punta nella direzione del campo
2. Il m o m e n to d ip e n d e d a ll’an g o lo Ira il m o m e n to di d ip o lo m ag n etico del dipolo. Un vettore più lungo
e il c a m p o m ag n etico . 11 m om ento è m assim o quando 0 è 90°, cioè significa un campo più inten.so.
822 CAPITOLO 24 Campi magnetici e forze magnetiche

quando il momento magnetico è perpendicolare al campo. Il momento ò


zero quando ^ è 0° (o 180®), cioè quando il momento magnetico è paral­
lelo al campo. Come vediamo nella f ig u r a 24.48, un dipolo magnetico
libero di ruotare in un campo lo farà finché 6 non è pari a zero; per questo
angolo il dipolo sarà stabile. Un dipolo m agnetico ruoterà per alline­
arsi a un cam po m agnetico proprio come un dipolo elettrico ruoterà per
allinearsi con un campo elettrico.

FIGURA 24.48 II momento su un dipolo in un campo magnetico esterno.

Campo
magnetico
generalo Il momento di
esternamente ..••‘'dipolo magnetico
di una barra magnetica.
0 = 90°

A un angolo di 90°, il momento Il dipolo continuerà a ruotare, Il momento è /ero quando il


c massimo. Un dipolo che ò mentre l'angolo 0 decresce, dipolo è allinealo al campo
libero di ruotare, quindi, ruoterà. anche il momento diminuisce. magnetico esterno in modo
che l’angolo f) sia pari a zero

L’ago di una bussola, che è un dipolo, ruota anch’esso finché il suo polo
nord non si trova nella direzione del campo magnetico, come abbiamo notato
airinizio di questo capitolo.

ESEMPIO CONCETTUALE 24.13 La spira ruota?


Due spire vicine percorse da corrente sono orientate come in tal modo, il polo nord dell’anello 1 è il più vicino possibile
mostrato nella f ig u r a 24.49. La spira 1 è fissata nella sua posi­ al polo sud dell’anello 2. Questo è quello che ci aspettavamo
zione; la spira 2 è invece libera di ruotare. Ruoterà? perché questi poli opposti si attraggono l’un l’altro.
f ig u r a 24.49 Ruoterà la spira 2?
f ig u r a 24.50 Come il campo della spira 1 influenza la spira 2.

Il campo dovuto ... esercita un momento


alla spira I ... sul momento magnetico
della spira 2.

Spira 1

s p ie g a z io n eLa corrente nella spira 1 genera un campo


magnetico. Come mostra la fig u ra 24.50. il campo delPanello I
è diretto verso l’alto nella posizione della spira 2. Poiché il campo
è perpendicolare al momento magnetico della spira 2, il campo
Momento
esercita un momento sulla spira 2 e la fiirà motiire finché il suo magnetico
momento magnetico non sarà allineato con il campc:) della spira 1. della spira 2
VERIFICA Queste due spire si allineano in moto tale che i loro JLa spira 2 ruoterà in senso antiorario finché
momenti magnetici puntano in direzioni opposte. Possiamo il suo momento magnetico non si
pensare a ciò in termini dei loro poli: quando si sono allineati allineerà con il campo.

Per qualsia.si dipolo in un campo, ci sono in realtà due angoli per i quali il
momento è nullo, 0 = 0"" c 6 = 180'\ ma c’è una differenza tra questi due casi. Il
caso in cui 0 = 0° è stabile: ossia una volta che il dipolo è in questa configura­
zione, esso tende a rimanerci. 11 caso in cui 8 = 180® è instabile. Non c’è alcun
momento se rallineamento è perfetto, ma la più piccola deviazione da esso risul­
terà in un momento che ruoterà il dipolo finché esso non raggiunge 8 = 0®.
Per questa situazione possiamo fare un’analogia gravitazionale mostrata
nella f ig u r a 24 .5 1 . Per un pendolo rovesciato, non ci sarà alcun momento se la
massa è direttamente sopra il punto di rotazione. Ma, come abbiamo visto nella
SEZIONE 7 .4 , questa è una posizione di equilibrio instabile. Non appena la
massa viene spostata anche solo lievemente, questa ruoterà finché non rag­
giunge il punto più basso sotto il perno. Questo è il punto in cui si ha il minimo
di energia potenziale.
24.7 I campi magnetici esercitano dei momenti sui dipoli 823

Possiamo vedere, per analogia con il pendolo rovesciato, che Tallineamento FIGURA 24.51 Passaggio da un equilibrio
instabile di un dipolo corrisponde a una energia maggiore. Avendone la possibi­ instabile a uno stabile.
lità, il magnete ruoterà “verso il basso”, verso la posizione a minore energia e
con equilibrio stabile. Questa differenza in energia è la chiave per comprendere
come le proprietà magnetiche degli atomi possono essere utilizzate per formare
Gravità ? Punto di
le immagini dei tessuti di un corpo in un imaging a risonanza magnetica (MRI). rotazione

Il pendolo in equilibrio rovesciato e il magnete


Imaging a risonanza magnetica (Magnetic Resonance allineato in senso opposto al campo sono esempi
Imaging - MRI) di equilibrio instabile. Un piccolo colpetto ...

L’imaging a risonanza magnetica è un moderno strumento diagnostico che


fornisce dettagliate immagini dei tessuti e delle strutture del nostro corpo senza
esporli a radiazioni. La chiave di questa tecnica di immagine è nella natura
magnetica degli atomi. I nuclei dei singoli atom i hanno un m om ento m agne­
Gravità f
tico e si com portano come dipoli m agnetici. Gli atomi di differenti elementi
hanno differenti momenti magnetici; quindi un campo magnetico esercita dif­ ... condurrà a un momento che produirà una
rotazione che continuerà finche'...
ferenti momenti su differenti tipi di atomi.
Un paziente sottoposto a una scansione MRI viene posto alTinterno di un
grande solenoide che genera un forte campo magnetico lungo la sua lunghezza.
Consideriamo un atomo di idrogeno nel corpo di questa persona. Il nucleo
delTatomo di idrogeno è un unico protone. 11 protone ha un momento magne­
tico, ma il protone è un po’ differente da una semplice barra magnetica: esso è
Gravità

i ❖
soggetto alle regole della meccanica quantistica. Una barra magnetica può ... le condizioni di equilibrio stabile non
vengono raggiunte.
avere un angolo qualsiasi con il campo, ma il protone può solo allinearsi in
direzione parallela al campo (lo stato a minore energia) oppure in direzione
antiparallela al campo (lo stato a maggiore energia), come vediamo nella
FIGURA 24.52.
La differenza di energia A £ tra queste due orientazioni del protone dipende FIGURA 24.52 La differenza di energia
da due parametri chiave: il momento magnetico del protone e l’intensità del tra le due possibili orientazioni del
campo magnetico. campo magnetico di un protone durante
Un campione di tessuto avrà molti atomi di idrogeno con molti protoni. un MRI.
Alcuni dei protoni saranno nello stato ad alta energia e alcuni nello stato a Il momento
bassa energia. Un secondo campo magnetico, chiamato campo di prova, può magnetico di un
protone può
essere applicato per “far passare” i dipoli dallo stato a bassa energia a quello ad allinearsi con due
alta energia capovolgendo il momento magnetico. 11 campo di prova dev’es­ orientazioni con
sere regolato con precisione sul valore della differenza di energia A £ tra i due due energie diverse.
stati affinché ciò avvenga. Il campo di prova viene selezionato per corrispon­
dere al momento magnetico dei nuclei di un particolare elemento, in questo
caso l’idrogeno. Se la differenza di energia è corretta, i dipoli cambieranno di
stato e verrà misurato un segnale. Un forte .segnale significa che sono presenti
molti atomi di questo tipo. I.a differenza
di energia tra AE
Come fa questa misura a diventare un’immagine? L'intensità del campo
i due stati
magnetico del solenoide e del campo di prova vengono variate in modo tale ÒA£. ..........
che il corretto allineamento tra energia del campo di prova e AE avvenga in un
Antiparallelo Parallelo
punto del corpo del paziente. Facendo variare la posizione del punto del cor­
retto allineamento si scansiona una sezione trasversale del tessuto del paziente.
Combinando gli atomi in molecole si cambiano leggermente i livelli di ener­
gia. Diversi tessuti nel corpo hanno diverse concentrazioni di atomi in diversi
stati chimici, quindi l’intensità del .segnale in un punto varierà a seconda della FIGURA 24.53 BIO Immagine elaborata
natura del tessuto in quel punto. Mentre il punto di corretto allineamento viene in sezione trasversale da una scansione
spostato, l’intensità del segnale viene misurata; una registrazione dell’intensità MRI.
in funzione della posizione forni.sce un’immagine della struttura interna di un
corpo, come nella f ig u r a 24 .53 .

I motori elettrici
II momento su una spira percorsa da corrente in un campo magnetico è alla base
del funzionamento di un motore elettrico. Uarmatura di un motore è una spira
di filo avvolta lungo un asse che è la.sciata libera di ruotare. Questa spira si trova
in un campo magnetico molto inten.so. Una corrente nella spira le fa .sentire un
momento dovuto a questo campo, come mostra la f ig u r a 2 4 .5 4 . La spira ruoterà
824 CAPITOLO 24 Campi magnetici e forze magnetiche

per allinearsi con il campo esterno. Se la corrente fosse stazionaria, Tarmatura


ruoterebbe semplicemente finché il suo momento magnetico non raggiungesse la
posizione stabile. Per mantenere in moto il motore, un dispositivo chiamato com­
mutatore inveite continuamente la direzione della corrente nella spira di 180^’.
Mentre la spira raggiunge la sua configurazione stabile, la direzione dell

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