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Giulia Spina 2Q Geografia

La trasformazione del territorio da parte dell’uomo


Il Parco delle Gole della Breggia si trova a Morbio Inferiore, ed è situato lungo il torrente Breggia.
Dal Neolitico questa zona presenta testimonianze della presenza dell’uomo e delle numerose
trasformazioni che questo ha apportato al luogo negli anni. In questa ricerca ho l’obbiettivo di
sintetizzare quali sono stati gli aspetti più importanti rispetto alla presenza dell’uomo alle Gole della
Breggia, e quali modifiche ne sono derivate.

La prima relazione di cui si è a conoscenza tra l’uomo e il territorio delle Gole della Breggia si situa
nel Neolitico, quando si iniziarono a sfruttare materie prime, come la selce della Maiolica, per
creare armi e utensili adibiti alle attività dell’epoca. Seguendo la linea del tempo si passa poi al
medioevo, epoca da cui ha origine la rocca medievale di Castel S. Pietro le cui prime
testimonianze risalgono al 11711, ma soprattutto l’epoca di quelle che si potrebbero chiamare le
prime cave dalle quali estraevano lastre per le costruzioni, blocchi e altro materiale. Una prova a
sostegno dello sfruttamento delle materie prime in passato sono i ritrovamenti di resti di forni. 2
Un’attività fondamentale che il territorio ha permesso all’uomo di sviluppare è l’agricoltura. Il suolo
particolarmente fertile del posto provocava l’interesse delle classi investitrici longobarde e
sottocenerine, che si cimentavano su colture cerealicole promiscue nella pianura, lasciando l’alta
Valle ai contadini che si occupavano piuttosto di un’agricoltura di sussistenza, pastorizia e
selvicoltura.1 Le principali produzioni agricole sono state cereali, vite e gelsi dalla seconda metà
dell’800 fino alla seconda guerra mondiale, dalla quale hanno preso il sopravvento le colture di
tabacco assieme alle attività molitorie, e successivamente ci si è immessi nel collasso
dell’economia agricola.2
Come già accennato, anche le attività molitorie sono state molto presenti nel territorio delle Gole
della Breggia, ovviamente favorite dal fiume. L’esistenza dei mulini è documentata dal 1265 fino
alla prima metà del 900. Attorno al diciottesimo secolo si contavano 16 mulini nel Basso
Mendrisiotto ; tra questi troviamo il Mulino di Ghitello, situato all’interno del Parco, che rappresenta
uno dei più completi e meglio conservati della Svizzera.1
Come ultima e anche più importante attività avvenuta all’interno di quello che oggi è il Parco delle
Gole della Breggia, troviamo la produzione di cemento. La prima azienda che si prese carico di
quest’attività nella zona fu la Zariatti-Belloni del 1865, che però chiuse poco dopo a causa della
scarsa qualità del prodotto. Decenni più in là, negli anni 60 si costruì lo stabilimento industriale
della società cementi Balerna, la Saceba. Molto favorevole fu la posizione grazie alla presenza di
materia prima facilmente accessibile. Il paesaggio della valle di Muggio fu drasticamente
modificato dal cementificio e dalle due cave per l’estrazione della Maiolica e della Scaglia.
Nonostante l’avvio promettente del cementificio, l’attività venne interrotta per cause come
l’inquinamento, il deturpamento del paesaggio e il disturbo della quiete.

Ad oggi il Parco è frutto di una riqualifica con la quale si vuole ricordare l’imponenza del
cementificio, la versatilità della zona e l’importanza che questa ha avuto nell’ambito
dell’imprenditorialità durante gli anni dell’industrializzazione.

1
https://www.parcobreggia.ch/it/scopri/il-tempo-dell-uomo.html
2
Gole della Breggia: documento didattico, Isabelle Proserpi-Dousse

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