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La storia insegna: dalla negoziazione come legge di sopravvivenza alla negoziazione come habitus
mentale.
Siamo sempre in relazione ma anche in conflitto...L’essere umano è SEMPRE in relazione e
comunicazione, ma anche SEMPRE in conflitto per la diversità di bisogni, di desideri, di progetti e di
obiettivi... oltre che per le differenze che ci sono state indicate in termini di potere, punto di vista
(educazione, cultura, religione), carattere ecc.
Da sempre, dunque, si è evidenziata l'esigenza di dirimere controversie, rivolgendosi anche a un
aiuto esterno.
E la storia ci insegna che si è reso necessario l’intervento di un «terzo» per l’animosità dei
contendenti, per la rilevanza del coinvolgimento emotivo, per le differenze culturali e linguistiche,
per la difficoltà di arrivare a una "soluzione".
Il Codice di Manu
Le leggi in India duemila anni fa
Cominciamo da due preziosi tesO dell'anOchità. Il primo è il cosidde8o Codice di Manu, un
manuale di vita pra@ca, di strategia militare, ma anche testo di legge: descrivendo in de8aglio il
modo in cui era arOcolata la vita nell'India anOca, elenca i vari deliU e le ragioni per cui vengono
perseguiO.Scri8o in sanscrito, è databile fra il II secolo a. C. e il II secolo d. C.,èun testo fondante
della civiltà indoeuropea; e per la sua sacralità, sebbene sia il risultato del lavoro di diversi
autori, viene a8ribuito dalla tradizione a Manu, miOco figlio di Brahma, caposOpite
dell'umanità. Trado8o in inglese e pubblicato nel 1794, ha ispirato numerosi filosofi e poliOci
dell'O8ocento ed è ancora, per cerO aspeU, molto a8uale.
Dialogo tra Meli e Ateniesi La Guerra del Peloponneso raccontata da Tucidide Il dialogo tra i Meli,
gli abitanO dell'isola di Melo, coloni spartani, e gli Ateniesi (Tucidide, Guerra del
Peloponneso, 431-404 a C.) è emblemaOco dei modelli strategici dell'arte militare/bellica
analizzaO dagli studiosi di Harvard. Eccone un esempio: Ateniesi: "Bisogna che da una parte e
dall'altra si faccia risolutamente ciò che è nella possibilità di ciascuno e che risulta da
un'esaHa valutazione della realtà. Poiché voi sapete tanto bene quanto noi che, nei ragionamenO
umani, si Oene conto della giusOzia quando la necessità incombe con pari forze su ambo le
parO; in caso diverso, i più forO esercitano il loro potere e i più deboli vi si ada8ano".
Machiavelli e il Principe Il confliHo è inevitabile, la pace è fondata sulla guerra Per Niccolò
Machiavelli (1469-1527) autore del famosissimo tra8ato di poliOcaIl Principe, le relazioni
umane sono naturalmente propense alla compeOzione individualisOca, so8o la spinta delle
passioni e dell’egoismo personali. Il confli8o è una tendenza inevitabile, in quanto l’uomo è per
sua natura disonesto, pieno di difeU e di vizi. La pace è fondata sulla guerra esa8amente come
l'amicizia è fondata sull'uguaglianza, quindi in ambito internazionale l'unica uguaglianza
possibile è l'uguale potenza bellica degli StaO. La forza della sopravvivenza di qualsiasi Stato è
legata allaforza dell'esercizio del suo potere, e quindi deve detenere il monopolio legiUmo della
violenza, per assicurare sicurezza interna e per prevenire una 'potenziale' guerra esterna.
Hobbes e il Leviatano 27 La teoria dell'Homo homini lupus Anche Thomas Hobbes (1588-1679)ha
una visione pessimisOca dell’essere umano, che giudica compeOOvo, egoista, avido, violento e
pauroso. Nella sua opera più famosa, ilLeviatano,afferma che la natura non ha messo nell’uomo
l’isOnto sociale, anzi, ricerca compagni solo per interesse e per bisogno: “Homo homini
lupus”(l’uomo è un lupo per l’uomo). Ma poiché nessuno è tanto forte da non aver paura di
essere sopraffa8o dall’altro, per liberarsi dalla condizione primiOva di lo8a indiscriminata di
tuU contro tuU deve stringere un “paHo sociale”. In base a esso gli individui trasferiscono ogni
potere a una singola persona - a un “terzo” –con il compito di garan@re la pace e la tranquillità
all’interno della società. All’origine di tale pa8o sono dunque la paura, la debolezza e l'egoismo. E
poiché “I paN senza la spada non sono che parole”, è necessario isOtuire un sistema che obblighi le
persone a obbedire alle regole e le punisca in caso di trasgressione.
La nascita delle ambasciate permanen@ François de Callières e la pra@ca della diplomazia Di pari
passo con i grandi stravolgimenO poliOci ed economici rinascimentali si era sviluppata anche la
diplomazia con l'is@tuzione di ambasciate permanen@. La negoziazione viene dunque le8a e
codificata come aUvità diplomaOca: François de Callières(1645-1717), plenipotenziario di Luigi
XVI, è il primo a me8ere in discussione il mo8o di Machiavelli e a valorizzare, nella sua
opera La pra5ca della diplomazia, un approccio improntato alla salvaguardia della relazione.
Adam Smith e il liberismo La nascita dell'economia moderna Il successivo sviluppo del pensiero
liberista in economia avrà il suo maggior rappresentante in Adam Smith (1723-1790), autore de La
ricchezza delle nazioni, punto di partenza del pensiero economico moderno. Per Smith la libertà e
l’egoismo individuali non vanno limita@, sono il motore della prosperità di una nazione. Le azioni
egoiste di ciascun individuo non comportano una situazione di lo8a distruUva ma creano
indire8amente il benessere per la colleUvità. Posto che il comportamento dell’uomo dipende
da fa8ori quali l'egoismo, la simpaOa, il desiderio di libertà, il senso della proprietà e la
tendenza al bara8o, a8raverso quesO elemenO ogni persona ricerca il proprio interesse. Ma al
contempo persegue indire8amente il bene di tuU, come se all'interno del sistema di mercato ci
fosse una “mano invisibile” che orienta in senso collefvo comportamenO mossi da scopi
puramente individuali.
OHo von Bismark Mantenere l'equilibrio tra potenze OHo von Bismark (1815-1898), cancelliere
e poi primo ministro prussiano, è l’esempio del dualismo guerra-diplomaziafinalizzato a
realizzare l’unificazione tedesca: prima a8raverso una decisa poliOca estera di espansione
militare (sangue e ferro), poi, raggiunto il risultato, con Guglielmo I imperatore del secondo
Reich, con un nuovo approccio negoziale, scevro da premesse ideologiche o morali e
pragmaOcamente volto a mantenere l’equilibrio tra potenze e la pace nel vecchio
con@nente(Congresso di Berlino 1878, Triplice Alleanza 1882).
Negoziazione ed economia Teoria dei giochi La distensione dei rapporO risente degli studi sul
comportamento economico umano guidato dalla pura capacità razionale, valorizzando i conceU di
strategia e ofmizzazione del risultato, in parOcolare con laTeoria dei Giochi o dell'uOlità a8esa
di John von Neumann (1903-1957) e OskerMorgenstern (1902-1977).
Negoziazione dei principi Scuola di Harvard e logica del win-winE se la Scuola di Harvard ha
codificato un modello di negoziazione dei principi razionale deduUvo,basato sulla logica del win-
win(GeNng to yes, Fisher e Ury, 1981), è importante capire che win-winnon significa "vincere
entrambi". Secondo l’Harvard Nego@a@on Project “La negoziazione vantaggiosa per tuU non
richiede di dividere le risorse a metà con l'unico obieUvo di essere "equo". Non significa
fare automaOcamente una concessione solo perché l'altra parte l'ha fa8a. E non significa che
dovreste cercare di evitare confliU e tensioni a tuU i cosO. Piu8osto, lanegoziazione
vantaggiosa per tuf implica il lavoro per o8enere il miglior accordo possibile per voi, mentre
lavorate anche per assicurarvi che l’altra parte sia soddisfa8a. Significa fare offerte che sono buone
per loro e grandi per voi.E significa pensare in modo crea@vo a come potete oHenere di più di
ciò che volete, aiutando l'altra parte a oHenere ciò che vuole”.
Teoria del ProspeHo Come gli individui si comportano rispeHo a una decisione Alla fine degli anni
Se8anta la Teoria del ProspeHo degli psicologi israeliani Daniel Kahneman*(1934) e Amos
Trevsky* (1937-1996) si pone come alternaOva a quella dei giochi. Mentre la teoria classica
aveva il fine di stabilire le condizioni ideali ("normaOve") secondo cui una decisione può essere
definita "razionale", la teoria del prospe8o si propone di fornire una descrizione dicome gli
individui effefvamente si comportano di fronte a una decisione. Si focalizza in parOcolare sulle
decisioni in condizione di rischio, quelle in cui è conosciuta (o si può sOmare) la probabilità
associata ai possibili esiO di ogni alternaOva a disposizione. *Premi Nobel (1996) nella ricerca di
eurisOche e nello studio degli errori umani (bias cogniOvi).
Negoziazione in un mondo globale L'influenza delle neuroscienze e della psicologia La caduta del
muro di Berlino (9 novembre 1989) segna la svolta rispe8o a nuovi asseU mondiali, a un pianeta
che si avvia verso la globalizzazione, la digitalizzazione, la comunicazione interculturale, gli
apporO sempre maggiori delle Neuroscienze. Si apre una nuova fase della negoziazione, che si
ispira sempre di più alla psicologia. Come abbiamo visto, infaU, in ogni periodo storico la visione
del negoziato, le strategie e le tecniche sviluppate si sono sempre adaHate all’ambiente sociale,
culturale e poli@co del tempo. L’evoluzione dei comportamenO e della liturgia negoziale ha fa8o sì
che diventassero sempre più consapevoli e intenzionali, uOlizzando, nella decodifica dei
comportamenO posizionali, le conoscenze e i risultaO empirici di altri se8ori scienOfici per
costruire strategie negoziali innovaOve.
Negoziazione e interazione umana L'importanza di sviluppare e agire abilità relazionali Oggi sOamo
andando anche oltre. Il contesto di crisi non è più occasionale ma stru8urale e, come abbiamo
visto, per rispondere alle a8uali esigenze professionali le conoscenze scienOfiche del proprio
ambito lavoraOvo non bastano. Per negoziare consapevolmente è necessario apprendere non
solo le tecniche negozialima anche, e sopra8u8o, imparare a riconoscere, sviluppare e agire
efficacemente le proprie abilità relazionali. Gli insegnamenO di Manu sull'importanza di
conoscere il linguaggio del corpo, tenuto conto che l'essere umano è sempre lo stesso, sono
ancora a8uali.
Negoziazione come habitus mentale Un'arte sofle e un modo di essere In questa prospeUva,
negoziare diventa "un'arte sofle che interpreta il gioco emo@vo di una relazione" (Volere
troppo senza oKenerlo, Voss e Raz, 2017), un modo di essere e di pensare, uno sOle di vita e
una metodologia di comportamento per instaurare rapporO efficaci in qualunque contesto di
interdipendenza, affeUva, lavoraOva, sociale o economica. E questo vale in ogni campo
professionale: certamente per gli avvocaO, ma anche per magistraO, commercialisO, mediatori
familiari, linguisOci... Così come per chi opera in campo socio-sanitario, terapeuOco, educaOvo. E
per tu8o il mondo imprenditoriale. Perchéla negoziazione è alla base di qualsiasi interazione
umana.
Teoria del prospetto di Daniel Kahneman e Amos Tresky,
ovvero come gli individui si comportano di fronte a una
decisione: euristiche, bias, sistema di credenze)
Alla fine degli anni Settanta la Teoria del Prospetto degli psicologi
israeliani Daniel Kahneman* (1934) e Amos Trevsky* (1937-1996) si pone
come alternativa a quella dei giochi.
Mentre la teoria classica aveva il fine di stabilire le condizioni ideali
("normative") secondo cui una decisione può essere definita "razionale",
la teoria del prospetto si propone di fornire una descrizione di come gli
individui effettivamente si comportano di fronte a una decisione. Si
focalizza in particolare sulle decisioni in condizione di rischio, quelle in
cui è conosciuta (o si può stimare) la probabilità associata ai possibili
esiti di ogni alternativa a disposizione.
*Premi Nobel (1996) nella ricerca di euristiche e nello studio degli errori
umani (bias cognitivi).
Sono dei processi cognitivi automatici, sulla base dei quali interpretiamo e valutiamo la realtà, ma
che non necessariamente le corrispondono (sono soggettive, non oggettive).
Si formano in base all'elaborazione delle informazioni in nostro possesso -non sempre complete e
corrette - e possono condurre a errori di valutazione.
Le prime ricerche risalgono agli studi degli psicologi Daniel Kahneman e Amos Tversky pubblicate
nel settembre 1974 sulla rivista Science: "Judgement under Uncertainty:
Heuristics and Biases"
- Bias di conferma
il riferimento alle sole prospettive che alimentano i nostri punti di vista
preesistenti
- Bias di gruppo
ci induce a sopravvalutare le capacità e il valore del nostro gruppo
rispetto a un altro
- Bias di ancoraggio
La tendenza a confrontare solo un insieme limitato di elementi,
fissandoci su un valore che viene poi usato, arbitrariamente, come
termine di paragone per le valutazioni in atto
- Fallacia del gambler (giocatore d'azzardo)
La tendenza a dare rilevanza a ciò che è accaduto in passato porta a
ritenere più probabili eventi che in realtà non lo sono.
- Bias per somiglianza:
apprezziamo nell'altro aspetti simili a quelli che riconosciamo in noi
stessi;
Bias per contrasto: apprezziamo i tratti di personalità opposti ai nostri.
Stereotipi
Stereotipo deriva dal greco stereòs (solido) e typos (tipo) e trae il suo
significato dall’arte della stereotipia, antico metodo di stampa.
Sono degli “stampi” o modelli cognitivi che riproducono immagini
mentali delle persone, diventati fissi e rigidi a causa del loro utilizzo e
diffusione, basati su idee preconcette, disinformazione, ignoranza.
Sono mutuati dal background culturale di appartenenza, oltre che da
informazioni raccolte in famiglia, a scuola, sul lavoro, sui media, sui
social.
Trascurano le differenze e confermano le credenze.
STEREOTIPI SOCIALI
STEREOTIPI SESSUALI
Il sesso è determinato dalle specificità biologiche e fisiche che,
all'interno della stessa specie, contraddistinguono soggetti
diversamente predisposti alla funzione riproduttiva.
STEREOTIPI DI GENERE
Il genere (gender) è un processo di costruzione sociale basato su
caratteristiche che distinguono tra femminilità e mascolinità, diverse a
seconda dei contesti culturali e sociali.
Si parla di ruoli di genere come modelli di aspettative, vincoli e
opportunità diverse.
STEREOTIPI RELIGIOSI
Si fondano sulla credenza di possedere la verità... e di esserne gli
esclusivi depositari. Con drammatiche conseguenze, come ci insegna la
storia.
STEREOTIPI SULL'ETÀ
Quando la maggiore o minore età viene automaticamente collegata a
bellezza, intelligenza, capacità fisica... o al suo contrario.
STEREOTIPI CULTURALI
La FACTFULNESS (aderenza ai fatti) ci permette di ampliare la nostra
visione, ancorandoci saldamente ai fatti e non alle mere opinioni
personali
I PREGIUDIZI
Sono dei giudizi anticipati rispetto alla valutazione dei fatti, comportano
un atteggiamento sfavorevole, spesso ostile, che presenta caratteri di
superficialità, indebita generalizzazione e rigidità. In genere implicano il
rifiuto di mettere in dubbio la fondatezza dell'atteggiamento stesso,
mantenendo una posizione svalutante a priori.
È più facile spezzare un atomo che un pregiudizio (Albert Einstein)
IL CONFLITTO
è neutro (né positivo, né negativo)
è energia
(Il modo con il quale usiamo questa energia determina il risultato)
è cambiamento e crescita
è passione, motivazione, creatività.
Dobbiamo solo impedire che il conflitto subiscaun'escalation e causi la definitiva interruzione dei
rapporti.
I conflitti irrisolti causano ogni anno danni alle imprese per milioni di euro.
1. CONFLITTO VS COMUNICAZIONE
Fraintendimento:
interpretazione incompleta, arbitraria, fallace delle parole,
del gesto o anche delle azioni di qualcuno.
Contrasto – Conflitto
litigio-contesa-opposizione-discordia
Differenza:
Contrasto: sul merito (sul piano quantitativo)
Conflitto: sulla relazione (sul piano qualitativo)
CONFLITTO VS RELAZIONE
GESTIRE IL CONFLITTO – come si affronta il conflitto.
Pensiamo sempre al conflitto come a una risorsa, elemento necessario alla crescita e allo
sviluppo personale e professionale, strumento di autoregolazione nelle relazioni one-to-one
e gruppali, occasione per imparare a conoscersi, opportunità di svelamento e
riconoscimento della realtà.
Conflitto Confli
intrapersonale interper
Area della conoscenza di sé Area della ne
• Capacità di riconoscere le emozioni • Capacità di
e i tasti dolenti personali. latente, d
• Confronto con le proprie e di comunicaz
aspettative interiori • Riconosc
• Analisi della storia individuale, propri
anche educativa • In
• Gestione dei passaggi di ruolo nella vita di interess
Conflitto esterno Conflitto org
Area della mediazione Area della c
•Proposta di una neutralità empatica • Saper individuare il co
come procedura di aiuto tra
(collocandosi all’esterno del conflitto). in c
• Capacità di condurre le persone • Strutturare
verso una competenza/comprensione operativa della della coesione-collabor
situazione co
che stanno vivendo. i problemi in
Il conflitto intrapersonale
- Area della conoscenza di sé -
La competenza primaria è quella di riconoscere i propri punti di criticità e le proprie
aspettative.
Il tasto dolente è una struttura interiore collegata in genere ai vissuti dell’infanzia.
I tasti dolenti sollecitano, nella situazione conflittuale, specifiche emozioni primarie o
nucleari: paura, tristezza, rabbia.
Finestra di Johari
Lo schema o finestra di Johari, messo a punto da Joseph Luft e Harry Ingham (1955), è uno
strumento interpretativo ma anche d'azione, utile per osservare/agire in contesti di
comunicazione interpersonale, di dinamica di gruppo o tra gruppi. Viene utilizzato per
descrivere la dinamica del processo di conoscenza derivante da uno scambio tra persone.
Lo utilizzeremo nella preparazione alla trattativa per riflettere sui processi connessi alla
procedura negoziale.
Il conflitto organizzativo
- Area della coesione -
La cooperazione nasce dal riconoscere che il conflitto è legittimo, e che è possibile strutturare
azioni cooperative basate sulla capacità dell’organizzazione di contenere i vari punti di vista e
le istanze relative ai bisogni specifici.
Conflitto + cooperazione = C O E S I O N E
procedimento che permette di assumere decisioni comuni
e di mantenere queste decisioni attraverso l’attivazione
di processi comunicativi (feed-back).
FOCUS: riconoscimento della necessità che nel contesto organizzativo
vengano acquisiti i contributi di tutti gli attori in gioco (TEAM)
CONFLITTI VS PERSONALITÀ
Come gestire il conflitto organizzativo e attivare la coesione attraverso la comprensione delle
differenti personalità.
Consapevolezza
I tre passi fondamentali da conoscere:
1. quali sono le modalità di comportamento che maggiormente provocanoe irritano persone
con personalità diverse (emotivi-razionali-istintivi) e quali atteggiamenti e emergono più
facilmente in modo reattivo;
2. quali sono le domande che le differenti personalità devono porsi rispetto alla propria reazione
al comportamento dell’altro e in che cosa possono migliorare;
3. quali sono gli atteggiamenti e i comportamenti più adatti da adottare con chi si è irritato per
qualcosa, tenendo conto dei diversi caratteri
CONFLITTI VS POTERE
La RELAZIONE è anche una questione di POTERE: “SU” – “DI” – “CO”
Nel potere tra "pari" (fratelli, amici, partner, colleghi)la differenza è data da…
- sesso/genere
- età/esperienza
- cultura/istruzione
- status socio-economico
- energia/forza fisica
- struttura caratteriale/personalità
Potere "su"
Esercitato e agito, in modo esplicito o implicito, sia nelle relazioni "pari" sia in quelle
"dispari". Poli estremi: vittima – carnefice (ma non sono ruoli statici, sono dinamici)
Potere "di"
Il potere come possibilità, come potenzialità da attualizzare: dalla potenza all'atto.
L’importanza di prendersi il potere e di sviluppare il proprio poter(e) personale
(empowerment).
Il potere "con"
L'empowerment condiviso, il potere di raggiungere l'obiettivo insieme, mettendo a frutto
lo sviluppo del proprio e altrui potere personale: il potere di tutte le parti in gioco
L'abuso di potere
avviene quando chi ha maggior potere
(per ruolo/professione o per caratteristiche personali)
ne approfitta traendone vantaggio a danno dell'altro:
eccesso del potere "su" e del potere "di"
…e assumersene la
responsabilità per esercitarlo al meglio.
E poter così stare meglio in relazione
e comunicare meglio…
APPREZZAMENTO (riconoscimento)
Esprimersi in modo chiaro e sincero
Dare valore anche quando non si è d'accordo
◦ Fare capire all'altro che ci mettiamo nei suoi panni ("vedo che è
bene informata...")
◦ Adeguare il messaggio affinché venga recepito correttamente
Chiedere all'altra parte di accettare la validità del nostro punto di vista
- Apprezzare se stessi
("voglio essere la prima donna ingegnere della NASA...")
STIMOLARE EMOZIONI (creare empatia)
Tre ostacoli che inibiscono l'apprezzamento reciproco:
1. Non riuscire a comprendere il punto di vista dell'altro. se non c'è vero
ascolto bisogna imparare a cogliere anche il contesto in cui ci
muoviamo: atmosfera, sfumature emotive, carattere, umore,
metamessaggi...),nessuno si sentirà compreso -
- Capire il punto di vista altrui
2. Se non siamo d'accordo con quello che sostiene l'altro, finiamo per
mettere in discussione il valore di ciò che fa o dice compreso
Dare
valore a ciò che ognuno pensa, prova o fa
3. Non riuscire a comunicare il nostro apprezzamento per le idee, i
sentimenti o le azioni altrui
_ Comunicare il proprio apprezzamento
con le parole e con i fatti.
AFFILIAZIONE
◦ Trasformare un avversario in un partner (non usare il termine
controparte)
◦ - Ridurre la distanza fisica per creare una vicinanza emotiva
◦ Trovare elementi comuni creare uno spazio emotivo comune)
Individuare cosa può accomunarci all'altra parte: età-posizione
lavorativa-famiglia-origini- credo religioso- interesse comune (ad
esempio: sport, hobby, arte...)
- Modificare l'immagine pubblica del conflitto (primo giudice, primo
ingegnere donna della NASA)
STIMOLARE IL PENSIERO
AUTONOMIA
Espandere la propria autonomia senza limitare quella degli altri
IL POTERE DI ESSERE AUTONOMI STA NELLA CAPACITÀ DI
INFLUENZARE IL PROCESSO DECISIONALE
STATUS
Riconoscere la superiorità altrui, quando è opportuno (posizione di
spicco per abilità particolari, esperienza, cultura: status particolare)
Evitare gare e competizioni, per riuscire a migliorare o sviluppare il
proprio status
RUOLO
Deve incorporare nel compito da svolgere le capacità, gli interessi, i
valori e le convinzioni personali
Far sentire e sentirsi a proprio agio nel ruolo che ciascuno riveste
("Io voglio diventare la prima donna ingegnere della NASA..
"Tra tutte le cause di questa giornata, quale avrà importanza fra
100 anni...)
Il comportamento assertivo
L'individuo assertivo è disponibile a negoziare, senza rinunciare al
proprio status, ruolo, personalità e potere.
Ciò implica:
◦ amore e rispetto per sé (consapevolezza di sé)
◦ amore e rispetto per gli altri (consapevolezza dell'altro)
◦ consapevolezza degli ostacoli alla relazione e alla comunicazione
◦ consapevolezza del proprio potere e delle relative dinamiche
(consapevolezza della propria struttura caratteriale)
responsabilità delle proprie azioni e decisioni
1) Elementi intangibili:
sistema di credenze (cultura-religione-nazionalità-formae mentis)
v emozioni
~ motivazioni
v distorsioni cognitive (bias-stereotipi e pregiudizi)
decodifica dei comportamenti
2) Elementi tangibili:
v prezzo
v termini e condizioni (standard & norms)
alternative: scelte che una parte può fare senza il coinvolgimento del
partner al negoziato (non controparte!): B.A.T.N.A. (la migliore
alternativa all'accordo negoziato; W.A.T.N.A. (la peggiore alternativa
all'accordo negoziato)
per tutte le parti al negoziato.
v potere
Definizioni e terminologia negoziale
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