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GUERRA E PACE

all'interno della lotta dei


contrari nella STORIA

Riccardo Del Vecchio IIIA


Introduzione
Guerra e pace sono da sempre le condizioni
esistenziali delle società umane, caratterizzate da una
continua alternanza tra stati di quiete e stati di
conflitto. Infatti quando si parla di pace, è come
parlare della tregua tra due guerre, un’attesa, un
intervallo che deve essere chiuso da nuovi scontri, da
nuovi spargimenti di sangue, da nuovi massacri che
sposteranno i confini, elimineranno migliaia di
uomini e causeranno materia per successive contese.
Questo perché la guerra è stata assunta sempre come
il senso forte della politica perché sanziona il
sopravvento del mutamento rispetto alla continuità,
del processo rispetto alla quiete.
In Occidente
L’alternanza tra pace e guerra appare
costante nella storia del mondo
occidentale, una sorta di dato di
sistema che ha condizionato l’intera
vita di uomini e donne.
Lo studio della nostra storia di europei
è in realtà lo studio di una continua
terribile contesa tra i popoli, che
avviene per diverse cause: fattori
territoriali, discriminazioni religiose o
differenze ideologiche.
La guerra oggi:
Il conflitto Russa - Ucraina
La guerra iniziata circa dieci anni fa portò
all’aggregazione della penisola della Crimea
nella Federazione Russa e anche
all’indipendenza delle regioni di Donetsk e
Lugansk.
Per tentare di fermare il conflitto vennero
stipulati glidi
Per tentare accordi
fermaredi ilMinsk. Mavennero
conflitto nel
febbraio 2022
stipulati gli Putindi
accordi invase
Minsk. le regioni
Ma nel di
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Federazione Russa dando
Donetsk e Lugansk inizio al alla
per aggregarle conflitto
ancora in attoRussa
Federazione tutt'oggi.
dando inizio al conflitto
ancora in atto tutt'oggi.
Questa guerra si stimi abbia causato oltre 100.000 soldati deceduti in totale in
entrambe i Paesi, oltre 6.000 vittime civili e circa 15.000 civili feriti.
Tutto ciò ha portato l’ONU a condannare fermamente il conflitto.
Il Pacifismo

Il pacifismo è una filosofia che nasce all’inizio del 1900 e che rappresenta il
rifiuto della guerra e diversi movimenti sociali che nel corso della storia
hanno agito ed agiscono affinché tale filosofia venga messa in pratica.
Il Mahatma Gandhi ha proposto la pratica della resistenza nonviolenta che ha
chiamato satyagraha, fondamentale nel suo ruolo nel movimento
d'indipendenza indiano. La sua efficacia è stata di ispirazione per Martin
Luther King Jr nel movimento per i diritti civili degli afroamericani.
Nei tempi moderni, l'interesse è stato ravvivato dall’autore russo Lev Tolstoj
con il suo libro «Guerra e Pace»
Mahatma Gandhi
Gandhi è stato uno dei pionieri e dei teorici del
satyagraha, un termine coniato da lui stesso, cioè
la resistenza all'oppressione tramite la
disobbedienza civile di massa che ha portato
l'India all'indipendenza.
Il satyagraha è fondato sulla verità e sulla
nonviolenza. Con le sue azioni, Gandhi ha
ispirato movimenti di difesa dei diritti civili e
personalità quali Martin Luther King Jr e Nelson
Mandela.
Se vogliamo raggiungere la vera pace in questo mondo e
se vogliamo portare avanti una vera guerra contro la
guerra, dovremo cominciare dai bambini; e se essi
cresceranno nella loro naturale innocenza, non dovremo
lottare; non dovremo passare inutili risoluzioni, ma
andremo di amore in amore e di pace in pace, finché alla
fine tutti gli angoli del mondo saranno coperti da quella
pace e da quell'amore di cui consapevolmente o
inconsapevolmente tutto il mondo ha fame.

Mahatma Gandhi
Martin Luther King
Martin Luther King Jr. è stato un attivista, politico, pacifista
e pastore protestante statunitense, leader del movimento per
i diritti civili degli afroamericani.
Si è sempre esposto in prima linea affinché fosse abbattuto
nella realtà americana degli anni cinquanta e sessanta ogni
sorta di pregiudizio etnico predicando come Ghandi la
resistenza non violenta.
Ha ricevuto nel 1964 il premio Nobel per la Pace
«Non è sufficiente dire che non dobbiamo
fare la guerra. È necessario amare la pace e
il sacrificio per questo.
Dobbiamo concentrarci non solo
sull’espulsione negativa della guerra, ma
sull’affermazione positiva della pace.»

Martin Luther King


Nelson Mandela

Nelson Mandela è stato un politico sudafricano ed primo


presidente nero a essere eletto nel suo Paese. Ha vinto il
premio Nobel per la pace nel 1993.
È stato uno dei leader del movimento anti-apartheid ed ebbe
un ruolo determinante nella caduta di tale regime.
Ha saputo dosare differenti approcci politici e pragmatici alla
lotta di liberazione del suo popolo, dalle iniziali teorie di
opposizione non violenta di Gandhi, che tenterà anche in
seguito di anteporre, alla lotta armata.
«La gente coraggiosa non teme di
perdonare per il bene della pace.»

«La pace non è un sogno: può


diventare realtà; ma per custodirla
bisogna essere capaci di sognare.»
Nelson Mandela
Lev Tolstoj
Lev Tolstoj è stato uno scrittore, filosofo, educatore e
attivista sociale russo.
Lo scrittore , abbraccia con fervore ideali
radicalmente pacifisti e con «Il regno di Dio è in voi»
del 1893 tocca il culmine della sua conversione
morale e diventa pioniere della filosofia non-violenta
contemporanea.
La sua fama è legata anche al suo pensiero filosofico e
religioso, da lui espresso in numerosi saggi e lettere
che ispirarono, in particolare, la condotta nonviolenta
di molti attivisti tra cui Mahatma Gandhi.
Guerra e Pace
Nell’epica moderna, il romanzo di Tolstoj racconta le
guerre napoleoniche dal lato della Russia e descrive
la pace come il necessario intervallo tra le follie
militari dell’imperatore francese. Non mancano
definizioni realistiche ed agghiaccianti della guerra, il
cui scopo «è l’omicidio, gli strumenti della guerra
sono lo spionaggio, il tradimento, si mandano in
rovina le popolazioni, saccheggiandole, o
rapinandole per approvvigionare l’armata; e poi
l’inganno e la menzogna, che chiamano astuzie di
guerra»
Guerra e pace hanno da sempre ispirato la riflessione filosofica e la creazione
artistica.

Nell’epica antica, i due grandi poemi omerici


A partire dal celebre frammento di
raccontano della guerra, o meglio dell’assedio di
Eraclito secondo cui «Polemos»
Troia, e della pace, o meglio del ritorno dei
sarebbe il padre di tutte le cose,
guerrieri nelle loro patrie. L’Iliade ci costringe a
che divinizza gli uni e lascia solo
ricordare qualcosa di fastidioso ma
umani gli altri, il conflitto è
inesorabilmente vero: per millenni la guerra è
sempre stato oggetto di
stata, per gli uomini del tempo, la circostanza in
meditazioni e pensieri, quasi un
cui la bellezza della vita si sprigionava in tutta la
paragone teorico per
sua potenza e verità. Ma anche l’Odissea è una
contraddistinguere i pacifisti
storia di guerra, tra Ulisse, l’uomo, e i suoi nemici,
utopici dai guerrafondai.
che ora appaiono come mostri e divinità, ora
assumono le sembianze umane, ma bestiali, dei
principi pretendenti di Penelope.
Dante
La pace è condizione imprescindibile per il «bene esse mundi», è una
disposizione necessaria affinché il genere umano possa esprimere la «virtus
intellectiva» mediante la quale realizzare la propria natura. Senza la «pax
universalis», termine non equiparabile a quello più moderno e riduttivo di
«ordine pubblico», l’uomo è nell’assoluta impossibilità di svolgere la sua
attività e quindi di conseguire una vita di benessere. All’autorità imperiale
Dante affidava il compito di garantire la pacifica convivenza umana
attraverso il mantenimento dell’ordine, il rispetto dei patti, l’osservanza delle
leggi, ricorrendo anche all’uso della forza laddove la ragione non aveva più
forza.
Nel «De Monarchia», la pace assume per il Poeta un duplice valore: quello di
bene in sé, a cui l’uomo tende nella vita civile, e quello di bene desiderato in
funzione di un bene supremo, la felicità terrena, come tramite necessario,
cioè, affinché il genere umano possa pervenire alla massima perfezione.
Nell’antichità
La prima forma di lotta nonviolenta, invece, è stata registrata
dagli storici a Roma nel 494 a.C. Nella Roma della Repubblica
esisteva un enorme divario tra patrizi e plebei. Questi ultimi, pur
potendo partecipare al voto, non avevano propri rappresentanti al
senato perché una legge vietava loro di essere eletti. Inoltre, c'era
il divieto di matrimonio tra loro e i patrizi, come anche erano
esclusi dalla ripartizione delle ricchezze in caso di vittoria in una
guerra. Il malcontento dei plebei sfociò in un metodo di lotta non
violento: la secessione, ovvero l'abbandono in massa della città
allo scopo di costringere i patrizi a concedere loro ciò che
chiedevano.
La leggenda racconta che la prima protesta dei plebei avvenne proprio nel 494
a.C., quando fu deciso di lasciare la città, non svolgere più i compiti civili e
militari e ritirarsi sull'Aventino. Questa secessione portò molte preoccupazioni
fra i patrizi: per le guerre contro gli Etruschi, gli Equi e i Volsci, Roma aveva
bisogno di assoldare strati sempre più larghi della popolazione, compresi i
plebei. La carenza di soldati nell'esercito e la paralisi della vita sociale ad ogni
protesta, costrinse i patrizi a cedere parte dei propri poteri politici ai plebei.
Non solo, oltre al diritto di avere propri rappresentanti al senato, ovvero i
Tribuni della plebe, i plebei riuscirono, con la loro forma di lotta nonviolenta,
a far approvare la cosiddetta «Legge Canuleia» che aboliva il divieto di
matrimonio fra persone facenti parte di classi diverse.
FINE

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