OBIETTIVI
L’esperienza
della guerra ¡ brani
Ho ancora nel naso l’odore che faceva il grasso sul fucile mitragliatore
arroventato. Ho ancora nelle orecchie e sin dentro il cervello il rumore della
neve che crocchiava sotto le scarpe, gli starnuti e i colpi di tosse delle vedette
russe, il suono delle erbe secche battute dal vento sulle rive del Don. E quando
ci ripenso provo il terrore di quella mattina di gennaio quando la Katiuscia,
per la prima volta, ci scaraventò addosso le sue settantadue bombarde.
Mario Rigoni Stern
◗ La Grande guerra
Agli inizi del Novecento l’Europa viveva un periodo di grande sviluppo ma
anche di grande instabilità: l’espandersi della produzione industriale su va-
sta scala spingeva le grandi potenze a cercare nuove colonie da cui trarre
materie prime; si diffondevano le ideologie nazionaliste e imperialiste che
giustificavano l’espansione dei propri territori a danno di altri paesi; continui
contrasti dividevano le diverse popolazioni che vivevano nel vastissimo Im-
pero austro-ungarico. L’insieme di queste tensioni provocò lo scoppio del-
la prima guerra mondiale (1914-1918), alla quale l’Italia partecipò con
l’obiettivo di riottenere alcuni territori ancora in mano all’Austria. Ma nono-
stante i 650 000 morti, non ottenne i risultati sperati.
◗ Le testimonianze La prima guerra mondiale fu un’esperienza tragica per coloro che vi parte-
dei reduci ciparono, sia per l’altissimo numero di soldati coinvolti sia per il modo estre-
mamente violento in cui si svolsero i combattimenti. Al termine del conflitto
alcuni ufficiali dell’esercito raccolsero i loro ricordi in memoriali nei quali ri-
portavano gli avvenimenti vissuti nel modo più fedele possibile. Le loro te-
stimonianze mettono in discussione l’idea della guerra come occasione di eroi-
smo: gli eserciti sono costituiti soprattutto da soldati umili e semianalfabe-
ti, costretti a combattere una guerra di cui non conoscono neanche le moti-
vazioni – come nel racconto Il soldato Somacal Luigi di Piero Jahier – agli
ordini di comandanti che spesso mettono a rischio la vita degli uomini loro
affidati – come in Gli austriaci in mezzo a noi! di Emilio Lussu.
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PIERO JAHIER
La vita e le opere
Piero Jahier nasce a Genova nel 1884 e qui tra-
scorre i primi anni della vita. Nel 1897, in segui-
to al suicidio del padre, si trasferisce con la ma-
dre e i fratelli a Firenze. Dopo qualche anno, a cau-
sa delle ristrettezze economiche familiari, abban-
dona gli studi universitari e comincia a lavorare nel-
le Ferrovie dello Stato. Nel frattempo entra in con-
tatto con molti scrittori e intellettuali e collabora
con importanti riviste letterarie.
Nel 1915 si arruola volontario come tenente istrut-
tore degli alpini, esperienza che racconterà nel-
l’opera Con me e con gli alpini, pubblicata nel
1919 sul giornale “L’Astico”.
Durante la dittatura fascista viene perseguitato e
arrestato per la sua opposizione al regime. Ripren-
de a scrivere e a riordinare le sue opere solo do-
po la liberazione. Muore a Firenze nel 1966.
Oltre a Con me e con gli alpini, Jahier ha pubbli-
cato il volume Le resultanze in merito alla vita e
al carattere di Gino Bianchi (1915), l’autobiogra-
fia Ragazzo (1919) e la raccolta Poesie, uscita do-
po la sua morte.
I temi e lo stile
Con me e con gli alpini è un memoriale scritto
durante la prima guerra mondiale, quando Jahier
è tenente di un reparto di alpini. In questa circo-
stanza egli scopre che esiste un’Italia dei poveri,
trasformati in soldati senza essere mai stati citta-
dini, che non sanno nulla della patria ma sono pron-
ti a morire per l’affetto che li lega al loro coman-
dante.
Questa situazione genera in lui commozione e pro-
fonda solidarietà, ma anche la convinzione che la
guerra possa essere un’opportunità di riscatto per
questa umanità oppressa, che solo nella dura vita
di trincea riesce a sentirsi uguale agli altri italiani.
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Un soldato di scarto
Un soldato di scarto
che vorrebbe esser sotterra invece: «Ocio, Somacal, la posizion d’atenti ora».
Che ha chiamato anche il capitano: «Ocio, Somacal, sguardo diretto avan-
ti» all’infinito.
«Ecco il mio amico Somacal che ha fatto trenta» dice il tenente.
Dice proprio amico.
Amico lo chiama anche dopo. Perché anche lui ha cercato come Somacal
di imparare la vita.
OLTRE IL TESTO
L’arruolamento durante la prima guerra mondiale
Agli inizi del Novecento, il giovane che compie ven- menomazioni o malattie gravi viene riformato, cioè
t’anni ha l’obbligo di sottoporsi alla visita di leva che è esentato completamente dal servizio militare.
accerta se egli è adatto o meno a fare il soldato. Se Nel maggio 1915 l’Italia schiera sul confine con l’Im-
viene dichiarato abile di 1a categoria è arruolato pero austro-ungarico circa 900 000 soldati: sono
e subito inviato in caserma ad addestrarsi; se è abi- soprattutto abili di 1a categoria ma c’è anche una
le di 2a e 3a categoria passa nella riserva, cioè minima percentuale di richiamati, uomini tra i 29 e
torna a casa per essere utilizzato solo in caso di ne- i 32 anni che pur avendo già fatto il militare hanno
cessità; se è alto meno di 154 cm, è invalido, se ha dovuto continuare a esercitarsi periodicamente.
Subito dopo l’inizio della guerra
scatta l’ordine di mobilitazio-
ne generale: tutti gli uomini,
compresi i riservisti e i riformati
devono presentarsi in caserma
per una nuova visita militare.
La necessità di avere un eserci-
to numeroso spinge ad arruola-
re uomini di tutte le età, spesso
affetti da gravi malattie o con se-
ri handicap fisici e mentali, che
una volta giunti nei loro reparti
si rivelano incapaci di affrontare
la guerra.
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ATTIVITA
Comprensione
1 Per quali motivi Somacal è classificato soldato di 3a categoria?
2 Quale attività svolgeva Somacal prima di arruolarsi?
3 In quale esercitazione Somacal si sente completamente a suo agio e quale invece è veramente difficile
per lui?
4 In che modo Somacal riesce a centrare il bersaglio?
Analisi del testo
Un buon soldato
5 Per Somacal essere un buon soldato è importante perché:
A vuole dimostrare di essere coraggioso
B può mangiare e vestirsi come gli altri, a differenza di quanto accadeva prima della guerra
C ha un forte spirito patriottico
6 Tra questi aggettivi sottolinea quelli che descrivono meglio il carattere di Somacal.
testardo – ordinato – ribelle – irascibile – allegro – riflessivo – ingenuo
I punti di vista
7 Nel presentare il protagonista del brano, Jahier usa differenti punti di vista: uno è quello di un osservato-
re esterno che descrive l’aspetto fisico e il comportamento del soldato, un altro è quello di Somacal stes-
so che riflette sulla situazione che sta vivendo.
a. Sottolinea tre frasi in cui viene riportato fedelmente il punto di vista di Somacal.
b. Quale espediente usa Jahier per farci capire che è proprio il personaggio a pensare in questo modo?
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Il linguaggio
8 A quale scopo l’autore riporta tante espressioni dialettali?
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La scrittura e l’esperienza
Riflettere sulle esperienze
9 Spiega per iscritto che cosa significa, secondo te, la riflessione conclusiva «Perché anche lui ha cercato
come Somacal di imparare la vita».
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Percorso 1
EMILIO LUSSU
La vita e le opere
Emilio Lussu nasce nel 1890 ad Armungia in Sar-
degna, da una famiglia benestante. Nel 1914 si
laurea in Giurisprudenza e si schiera con gli inter-
ventisti democratici, favorevoli alla partecipazio-
ne dell’Italia alla prima guerra mondiale.
Partito per la guerra come ufficiale, nel 1916 gui-
da la Brigata Sassari, inviata sui monti intorno ad
Asiago per fermare l’avanzata austriaca.
Alla fine del conflitto Lussu fonda il Partito Sardo
d’Azione e viene eletto deputato, ma con l’avven- I temi e lo stile
to del fascismo viene condannato a cinque anni Un anno sull’Altipiano è un memoriale, scrit-
di confino (detenzione in un luogo isolato) a Lipa- to tra il 1936 e il 1937, in cui l’autore racconta
ri a causa delle sue posizioni politiche. Da qui scap- un anno di guerra trascorso sull’altipiano di Asia-
pa nel 1929 per raggiungere Parigi, dove fonda go con la Brigata Sassari: anche se molti degli epi-
il movimento antifascista Giustizia e Libertà; nel sodi narrati sono effettivamente avvenuti, l’auto-
1943 torna in Italia e prende parte alla Resisten- re attribuisce nomi inventati ai suoi personaggi.
za. Alla fine della guerra copre la carica di mini- Lussu mostra un atteggiamento critico nei confron-
stro nei primi governi repubblicani e anche dopo ti della guerra, di cui mette in rilievo l’aspetto in-
continua a partecipare alla vita politica. Muore a sensato. Egli descrive l’effettiva vita dei soldati in
Roma nel 1975. trincea, principalmente contadini analfabeti, sot-
Tra le opere di Lussu ricordiamo il memoriale di toposti a un’esasperata disciplina militare e costret-
guerra Un anno sull’Altipiano, pubblicato nel 1938 ti a eseguire gli ordini assurdi e spesso crudeli de-
a Parigi durante il suo esilio, Marcia su Roma e gli ufficiali superiori.
dintorni (1945) e il trattato politico Teoria della Al romanzo di Lussu è ispirato il film Uomini con-
insurrezione (1950). tro, girato nel 1970 dal regista Francesco Rosi.
◗ Le retrovie
del fronte,
dove affluiscono
i rinforzi
e i rifornimenti,
avvengono
i movimenti
di truppa
e si organizzano
i servizi.
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Noi avevamo costruito una trincea solida, con sassi e grandi zolle. I sol-
dati la potevano percorrere, in piedi, senza esser visti. Le vedette2 osser-
vavano e sparavano dalle feritoie,3 al coperto. Il generale4 guardò alle fe-
ritoie, ma non fu soddisfatto. Fece raccogliere un mucchio di sassi ai pie-
di del parapetto, e vi montò sopra, il binoccolo5 agli occhi. Così dritto, egli
restava scoperto dal petto alla testa.
«Signor generale,» dissi io, «gli austriaci hanno degli ottimi tiratori ed è
pericoloso scoprirsi così.»
1 vanagloria: vanitosa
esibizione di qualità ine- Il generale non mi rispose. Dritto, continuava a guardare con il binocco-
sistenti per suscitare inte- lo. Dalle linee nemiche partirono due colpi di fucile. Le pallottole fischia-
resse, ammirazione o in-
vidia. rono attorno al generale. Egli rimase impassibile. Due altri colpi seguiro-
2 vedette: soldati ad- no ai primi, e una palla sfiorò la trincea. Solo allora, composto e lento, egli
detti all’avvistamento del
nemico.
discese. Io lo guardavo da vicino. Egli dimostrava un’indifferenza arrogan-
3 feritoie: piccole a- te. Solo i suoi occhi giravano vertiginosamente. Sembravano le ruote di
perture nella trincea per
sparare contro il nemico
un’automobile in corsa.
rimanendo protetti. La vedetta, che era di servizio a qualche passo da lui, continuava a guar-
4 Il generale: è il ge- dare alla feritoia, e non si occupava del generale. Ma dei soldati e un ca-
nerale Leone, il nuovo
comandante della divi- porale della 12a compagnia che era in linea, attratti dall’eccezionale spet-
sione. tacolo, s’erano fermati in crocchio,6 nella trincea, a fianco del generale, e
5 binoccolo: binoco- guardavano, più diffidenti che ammirati. Essi certamente trovavano in quel-
lo, strumento ottico for-
mato da due cannoc- l’atteggiamento troppo intrepido del comandante di divisione, ragioni suf-
chiali accoppiati..
6 in crocchio: in grup-
ficienti per considerare, con una certa quale apprensione,7 la loro stessa
po. sorte. Il generale contemplò i suoi spettatori con soddisfazione.
7 con una... appren- «Se non hai paura,» disse rivolto al caporale, «fa’ quello che ha fatto il tuo
sione: con una certa
preoccupazione. I solda- generale.»
ti pensano, a ragione, «Signor sì,» rispose il caporale. E, appoggiato il fucile alla trincea, montò
che se il generale tiene
così poco alla sua vita sul mucchio di sassi. Istintivamente, io presi il caporale per il braccio e l’ob-
baderà ancor meno a bligai a ridiscendere.
quella dei suoi uomini.
8 mi ricordò... da lui: «Gli austriaci, ora, sono avvertiti,» dissi io, «e non sbaglieranno certo il tiro.»
lo sguardo del generale Il generale, con uno sguardo terribile, mi ricordò la distanza gerarchica che
ricorda al tenente Lussu
la sua inferiorità nella ge-
mi separava da lui.8 Io abbandonai il braccio del caporale e non dissi più
rarchia militare. una parola.
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Soldati e capitani
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ATTIVITA
Comprensione La scrittura e l’esperienza
1 Con quali criteri è stata costruita la trincea? Il nemico
........................................................................ 9 Spiega il significato della frase conclusiva pronun-
........................................................................ ciata dal capitano Canevacci: «Quelli che coman-
........................................................................ dano l’esercito italiano sono austriaci! Austriaci di
2 Che cosa succede al caporale che ubbidisce agli fronte, austriaci alle spalle, austriaci in mezzo a
ordini del suo superiore? noi!».
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3 In che modo il generale cerca di ricompensare ........................................................................
l’inutile sacrificio dell’uomo? ........................................................................
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Il coraggio
7 La storia ricorda sempre con ammirazione e ri-
spetto i personaggi che hanno compiuto azioni
eroiche: perché, invece, il coraggio del genera-
le Leone suscita in Lussu paura e disprezzo?
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Il linguaggio
8 Cerca le espressioni con cui l’autore definisce l’at-
teggiamento di Leone mentre sfida gli austriaci:
che tipo di uomo ti sembra il generale?
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........................................................................ ◗ Otto Dix, La guerra, 1914, olio su cartone,
........................................................................ Kunstmuseum, Düsseldorf.
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