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Gli Intervalli

L'intervallo è la distanza che intercorre tra due suoni, può essere:

SEMPLICE, quando è compreso nell'ambito dell'ottava.


COMPOSTO, se supera l'ottava (alcuni teorici considerano l'intervallo di nona intervallo semplice).
MELODICO, una nota scritta dopo l'altra, eseguite in successione.
ARMONICO, una nota sopra l'altra, eseguite simultaneamente.
CONSONANTE, gradevole all'ascolto, trasmette una sensazione di riposo e stabilità.
DISSONANTE, meno gradevole, crea uno stato di movimento e instabilità.

L'intervallo si calcola sempre partendo dalla nota più grave.

Ci sono tre modi per calcolare un intervallo:

1) Contare le CORDE: DO-RE tre corde, DO-MI cinque corde ecc...


2) Contare i TONI e SEMITONI che intercorrono tra due suoni (3°Maggiore=2toni ecc...).
3) Questo sistema è molto utile nello studio dell'armonia, consiste nel pensare alla nota più grave come
TONICA della TONALITA' MAGGIORE e verificare se la seconda nota appartiene a questa scala.
Se appartiene l'intervallo è, a seconda dei casi, MAGGIORE o GIUSTA:
8° Giusta

& w w w w
w w w w
2° Magg.
3° Magg.
4° Giusta
5° Giusta
6° Magg.

7° Magg.

Se la seconda nota non appartiene alla scala presa come riferimento con la prima nota, l'intervallo si
restringerà o allargherà:

Intervalli di 2°, 3°, 6° e 7° Intervalli di 1°,4°, 5° e 8°

EEEE EEEE
EEE EEE
EE EE
E E
M G
m d
d dd
dd ddd
ddd dddd

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Esempio:
3°M 3°m 3°d 3°E 3°EE 4°G 4°d 4°E
&w w w bw w ∫w w #w w ‹w w w w bw w #w

#w w w bw w w
3°M 3°m 6°M 6°m 4°G 4°E 7°m 3°m
& w #w w w w w w w w w

Se la prima nota (quella più grave) è alterata e non è tonica di nessuna tonalità, si toglie l'alterazione
per poi aggiungerla dopo il calcolo.

w bw ∫w bw #w ∫w #w
5°EE 3°EE
& ∫w w ‹w ‹w
3°EE 7°d 5°E 5°G 8°G 4°dddd
#w ∫w ∫w ‹w ∫w

Stato
Rivolto dell'intervallo
w
fondamentale Rivolto
& w w w
Per rivoltare un intervallo si porta la nota più grave all'ottava superiore:
Il rivolto si può calcolare come illustrato precedentemente, però esiste una regola che permette di
conoscere immediatamente il risultato del rivolto una volta trovato quello allo stato fondamentale:
dal numero 9 si sottrae l'intervallo allo stato fondamentale e il resto indica il suo rivolto.
Esempio:
L'intervallo di 2° nel rivolto diventa 7° e viceversa.
" " 3° " " " 6° " "
" " 4° " " " 5° " "
" " 8° " " " 1° " "

L'intervallo M nel rivolto diventa m e viceversa.


" d " " " E " "
" dd " " " EE " "
" G " " rimane G
Gli intervalli consonanti si dividono in: consonanze perfette e sono la 1°, 4°, 5° e 8° Giusta,
la qualità dell'intervallo non cambia dal modo Maggiore e suo omonimo minore (DoM e Dom),
nel rivolto conservano la stessa denominazione (la Giusta rimane Giusta).
Le consonanze imperfette sono la 3° e 6° Maggiore e minore, variano nei due modi, cioè,
sono Maggiori nella scala Maggiore, minori in quella minore e nel rivolto cambiano denominazione
(il Maggiore diventa minore e viceversa).

Gli intervalli dissonanti sono la 2° e 7° Maggiore e minore e, tutti gli Eccedenti e diminuiti.

Gli intervalli diatonici sono tutti i Maggiori, minori e Giusti.

Gli intervalli cromatici sono tutti gli Eccedenti e diminuiti.

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