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l’art. 9 consente di definire quella italiana una “Costituzione culturale”, che indubbiamente
colpisce per la sua modernità: nella neo nata Repubblica, all’indomani di ben due conflitti
mondiali e con un livello di analfabetismo che coinvolgeva almeno 6 milioni di cittadini, i
padri e le madri Costituenti scelsero infatti di investire su cultura e progresso scientifico,
addirittura annoverandoli tra i principi fondamentali. Ciò perché era consapevoli della loro
importanza come valido “motore” di crescita per la rinascita socio-economica del Paese.
I principali dizionari definiscono “cultura” il patrimonio di cognizioni ed esperienze
acquisite da un individuo tramite lo studio e la vita di relazione, utili sia alla sua formazione
sul piano intellettuale e morale che a conferirgli maggior consapevolezza circa il suo ruolo
all’interno della società.
Una volta c'erano i campi di sterminio, ora c'è lo sterminio dei campi, ma è la stessa violenza, quella della guerra”
annota Benigni sull'art. 9.
Per quanto riguarda la tutela dei beni paesaggistici consiste nell'attività tesa ad individuare tali beni e
garantirne la protezione e la conservazione. La valorizzazione dei beni paesaggistici consiste nelle attività tese a
fare conoscere tali beni e ad assicurarne la possibilità di fruizione.