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ASSOCIAZIONE IDROTECNICA

ITALIANA
UNIVERSITA’ DI ROMA 3

LA GESTIONE PREVENTIVA DEL


DISSESTO IDROGEOLOGICO :
CASI DI SUCCESSO
(Catello Masullo)
Roma 1 Aprile 2019
a cura di Catello Masullo (c.masullo@hydroarchsrl.com) 1
DISSESTO IDROGEOLOGICO
“Il buon senso
c'era; ma se ne
stava nascosto,
per paura del
senso comune”.
• ALESSANDRO MANZONI,
(1785-1873)
I Promessi Sposi: Cap.
XXXII a cura di Catello Masullo (c.masullo@hydroarchsrl.com) 2
DISSESTO IDROGEOLOGICO
SENSO COMUNE:
“Tropicalizzazione del clima (non ci sono
più le mezze stagioni…)”
“Cambiamenti climatici (bombe d’acqua)”.
“nessuno poteva prevederlo”,
“evento senza precedenti”,
“tragica fatalità”,
“inarrestabile furia degli elementi”, ecc.
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DISSESTO IDROGEOLOGICO
BUON SENSO :
Affidarsi alla scienza e non al
catastrofismo e
sensazionalismo giornalistico.

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DISSESTO IDROGEOLOGICO

Ci sono zone come quelle della Liguria


e della Campania meridionale ove
periodicamente si contano i morti.
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DISSESTO IDROGEOLOGICO
Il 10 ottobre del 2014 a
Genova cadono circa 500
mm di pioggia. Esondano i
fiumi ed i torrenti che
esondano sempre in
queste occasioni, Bisagno,
Fereggiano, Sturla e
Scrivia. Si è , al solito,
parlato di evento mai
accaduto prima.

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DISSESTO IDROGEOLOGICO
Ma non è così. Il 4
novembre del 2011 ed il
4 ottobre dell’anno prima,
la quantità di pioggia era
stata praticamente la
stessa. Ed alluvioni gravi
ci sono state in
precedenza a Genova nel
’93, nel ’92 e nel ‘70
(quando i mm di pioggia
furono addirittura più di
900).
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DISSESTO IDROGEOLOGICO
I record assoluti italiani in termini di eventi idro-
meteorologici estremi, tutt’ora imbattuti, non si
riferiscono agli ultimi anni. Infatti la massima pioggia
Bolzaneto
cumulata nelle 24 ore è stata registrata a
(GE), il 19 ottobre 1970 con i suoi 948mm,
mentre se prendiamo in considerazione le 48 ore il
record spetta ad una località sarda: Sicca d'Erba con
1014mm, che diventano 1431 in 72 ore, ma il periodo è
lontano: si parla infatti del periodo 15-18 ottobre del
1951. Per la pioggia cumulata in un mese il record spetta
ad Uccea, nell'Udinese, con i 1899mm del novembre del
1951.

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DISSESTO IDROGEOLOGICO
A Roma, dal 1941 al 2007 si sono verificati solo 4
nubifragi (cioè con precipitazione maggiore di 40
mm in mezz’ora, oppure 60 mm in un ora, o 70
mm in due ore, o 80 mm in tre ore) : negli anni :
1953 (99 mm in un’ora), 1972, 1986 e
1993. E la massima pioggia in 24 ore è
180.1 mm il 13 nov ‘46 (Analisi
climatica delle temperature e delle precipitazioni
a Roma : F. Mangianti (Resp Oss. Met. Roma) e
F. Leone (Prot. Civ.)
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DISSESTO IDROGEOLOGICO
Uno studio di dettaglio sulla serie storica di 150 eventi di
piena registrati a Reggio Calabria dal 1600 ad oggi , di
cui il 4% responsabili di danni alla popolazione, ha
confermato che il trend crescente di danni è dovuto alla
espansione edilizia e non all’andamento delle piogge.
Queste ultime, infatti, risultano in leggera diminuzione.
Olga Petrucci, Angela Aurora Pasqua, Maurizio Polemio
(CNR-IRPI) “L’influenza della piovosità e
dell’antropizzazione sulla serie storica delle piogge
catastrofiche (Calabria sud-occidentale)”. - Atti del
Convegno Nazionale sul Dissesto idrogeologico – Il
pericolo geo-idrologico in Italia e la gestione del
territorio – Roma 11 giugno 2011
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DISSESTO IDROGEOLOGICO
Uno studio su piogge e calamità idrogeologiche in
Puglia dal 1877 al 2008 ha messo in evidenza
una generale tendenza al calo della piovosità e
dell’intensità di pioggia, mentre sono in aumento
le calamità a causa dell’uso del territorio con
crescente utilizzo di aree a non trascurabile
pericolosità idrogeologica.
Maurizio Polemio, Teresa Lonigro (CNR-IRPI) - Atti del
Convegno Nazionale sul Dissesto idrogeologico – Il
pericolo geo-idrologico in Italia e la gestione del
territorio – Roma 11 giugno 2011

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DISSESTO IDROGEOLOGICO
In Italia sono decenni che si consumano in media
75 ettari di terreno al giorno. Dal 1956 al 2001 la
moltiplicazione delle superfici artificializzate è
dell’ordine del 500%. Tra il ’91 e il 2001 la
Agenzia Ambientale Europea ha rilevato un
incremento di quasi 8.500 ha/anno di territorio
urbanizzato. L’Istat ha stimato una perdita di
territorio tra il ’90 ed il 2005 di 3 milioni di ha, un
terzo dei quali agricoli.

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DISSESTO IDROGEOLOGICO
3,5 miliardi all’anno il
costo derivato dalla
mancata
manutenzione e
prevenzione del
rischio idrogeologico,
un costo che, se si
tiene conto di tutti
danni provocati da
terremoti, frane e
alluvioni, dal 1944 al
2012, raggiunge la
cifra complessiva di
242,5 miliardi di euro.
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DISSESTO IDROGEOLOGICO
Sulla base dei dati raccolti dal Ministero
dell’Ambiente attraverso il progetto AVI in
Italia tra il 1985 e il 2001 si sono verificati
circa 15.000 eventi di dissesto (gravi e/o
lievi), di cui 13.500 frane e 1.500 piene.
Alcuni di questi hanno avuto ripercussioni
sulla popolazione, provocando vittime o
danneggiando i centri abitati. Dei 15.000
eventi, 120 hanno provocato vittime, 95
frane e 25 alluvioni, e hanno causato circa
970 morti.

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Il dissesto
idrogeologico è
causato dai
“cambiameti
climatici”?
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È quindi chiaro
che le cause del
dissesto
idrogeologico
non sono i
cambiamenti
climatici, ma
l’azione
dell’uomo:
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DISSESTO IDROGEOLOGICO
1) Scelleratezza
politica
urbanistica:
permettere di costruire
dove i tecnici
competenti
sconsigliano di
costruire, trattandosi
di zone a rischio di
alluvione o di frana o
di dissesto, è da stolti
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o da criminali;
DISSESTO IDROGEOLOGICO
2)Eccessivo consumo di
territorio, con
disboscamenti,
cementificazioni ed
impermeabilizzazioni
del terreno: vietare
ulteriori consumi di
territorio, permettendo
nuove costruzioni solo
nella zone già urbanizzate,
densificando e rottamando
la edilizia di scarsa qualità
del dopoguerra.
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DISSESTO IDROGEOLOGICO
2) Contro l’Eccessivo
consumo di
territorio: imporre il
cosiddetto criterio
della “invarianza
idraulica”

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DISSESTO IDROGEOLOGICO
3)Mancata realizzazione
di opere di
manutenzione
idraulica: non pochi
disastri sono causati
dalla incuria, dalla ridotta
capacità di portata del
reticolo idrografico a
causa di ostruzioni,
interramenti, abbandoni
di rifiuti ingombranti,
crollo di alberi ed arbusti,
ecc. .
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4) Mancata
realizzazione
di opere
idrauliche di
accumulo e
regolazione

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DISSESTO IDROGEOLOGICO
5) Mancata
realizzazione di
opere di
presidio contro
erosioni, frane
e dissesti
idrogeologici

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PRIVILEGIARE LE ARATURE
A “GIRAPOGGIO”
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SCORAGGIARE LE ARATURE
A “RITTOCHINO”
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A Roma nel 2014 sono
state pulite solo 25.000
caditoie stradali sulle
525.000 esistenti.
Cioè una su 21!
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DISSESTO IDROGEOLOGICO
L’investimento più produttivo che
possiamo fare è quello nella
salvaguardia del nostro capitale
umano e del nostro territorio
(l’unica nostra specifica risorsa
non riproducibile dai nostri
concorrenti diretti nell’attrarre
flussi turistici) .
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DISSESTO IDROGEOLOGICO
Che il territorio
italiano sia
particolarmente
fragile è testimoniato
dal fatto che il 68%
circa delle frane in
Europa avvengono
nel nostro paese.
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DISSESTO IDROGEOLOGICO
Il nostro paese è
caratterizzato, come è
noto, da un elevato rischio
idrogeologico. Lo
dimostrano le 5.400
alluvioni e le 11.000 frane
registrate negli ultimi 80
anni, nonché i 30 miliardi
spesi negli ultimi 20 anni
per ripararne i danni, le
cento vittime che si
contano nei soli ultimi
anni
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DISSESTO IDROGEOLOGICO
Siamo una “frana” nella
prevenzione. In
compenso siamo degli
assi negli interventi in
emergenza ex-post.
Abbiamo sviluppato la
migliore protezione
civile del mondo. E tutti
imparano da noi.

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DISSESTO IDROGEOLOGICO
spendiamo somme
spropositare per
riparare i danni post-
evento, che si
sarebbero potute
evitare ove si fossero
spese somme di gran
lunga inferiori in
prevenzione (anche di
10 o 15 volte).
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DISSESTO IDROGEOLOGICO
Lo dice anche la saggezza popolare :
“prevenire è meglio che curare”.

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INVARIANZA IDRAUICA

LA GESTIONE
PREVENTIVA DEL
DISSESTO
IDROGEOLOGICO :
CASI DI SUCCESSO

a cura di Catello Masullo (c.masullo@hydroarchsrl.com) 46


RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

• “Come redigere il progetto di invarianza”, Ing. Maurizio Giroldi, Ordine degli Ingegneri della Provincia
di Varese.

• “Cos’è l’invarianza (Idraulica e Idrologica)”, Ing. Maurizio Giroldi, Ordine degli Ingegneri della Provincia
di Varese.

• "La valutazione idrologica dei piani urbanistici. Un metodo semplificato per l'invarianza idraulica dei
piani regolatori generali", di A. Pistocchi, in corso di pubblicazione sulla rivista Ingegneria Ambientale
(2001).

• “Invarianza idraulica e idrologica: questioni aperte e prospettive", di B. Bacchi (2015).

• “Drenaggio urbano e invarianza idraulica ed idrologica”, geol. Marco Cinotti, ing. Alessandro Balbo e
ing. Giacomo Galimbert (2018).

• La difesa del suolo in Lombardia, Arch. Diego Terruzzi (2017)

• “Mitigazione e prevenzione del rischio idrogeologico: il caso emblematico del Comune di Forino (AV),
compreso nel bacino del fiume Sarno” ing. C. Masullo (2011)

• “La pianificazione idraulica nelle aree a rischio: il caso del Comune di Forino (AV), nel bacino del
Sarno” ing. C. Masullo (2009)

dott. ing. Catello Masullo - Hydroarch srl


BUONE PRATICHE PER LIMITARE GLI EFFETTI DELL’IMPERMEABILIZZAZIONE DEL SUOLO: PRESENTAZIONE DI CASI STUDIO DI INVARIANZA IDRAULICA”

02 APRILE 2019 pag. 47


COSA SIGNIFICA “INVARIANZA IDRAULICA”

Il principio dell’invarianza idraulica sancisce che:


“la portata al colmo di piena risultante dal drenaggio di un’area debba essere costante prima e
dopo la trasformazione dell’uso del suolo in quell’area”.

BILANCIO IDRICO PRE/POST URBANIZZAZIONE TERRENO PERMEABILE NON URBANIZZATO/TERRENO IMPERMEABILE

VARIAZIONE COMPONENTI EVOTRASPIRAZIONE/RUSCELLAMENTO/INFILTRAZIONE IN FUNZIONE DEL LIVELLO DI URBANIZZAZIONE

l’urbanizzazione produce incremento dei volumi e delle portate di picco delle piene e una accelerazione
dei processi di propagazione, ne consegue che una gestione sostenibile delle acque meteoriche, che
minimizzi l’impatto dell’urbanizzazione sui processi di evaporazione ed infiltrazione delle acque stesse,
permette di contenere il deflusso superficiale.
dott. ing. Catello Masullo - Hydroarch srl
BUONE PRATICHE PER LIMITARE GLI EFFETTI DELL’IMPERMEABILIZZAZIONE DEL SUOLO: PRESENTAZIONE DI CASI STUDIO DI INVARIANZA IDRAULICA”

02 APRILE 2019 pag. 48


COSA SIGNIFICA “INVARIANZA IDRAULICA”

Quando piove su una superficie non impermeabile (ad esempio


un prato) una parte dell’acqua meteorica viene assorbita mentre
un’altra parte, eccedente la capacità di assorbimento del terreno,
tende a “ruscellare” e crea una portata (espressa usualmente in
l/s) che viene convogliata in modo naturale o artificiale in un
corso d’acqua o in una rete urbana di raccolta delle acque
bianche. Se si impermeabilizza (ad esempio mediante asfalto), in
tutto o in parte, una superficie come quella di un prato si
ottengono tre effetti:
1) diminuisce la superficie permeabile e, quindi, con essa la
quantità d’acqua che viene assorbita dal terreno;
2) aumenta la portata che “ruscella”;
RUSCELLAMENTO SUL TERRENO
3) aumenta la velocità con la quale l’acqua tende a “ruscellare”
e ad essere recapitata nel corso d’acqua o nella rete urbana
di acque bianche.

TERRENO IMPERMEABILE

TERRENO PERMEABILE

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COSA SIGNIFICA “INVARIANZA IDRAULICA”

IDROGRAMMI

IDROGRAMMI: SUPERFICIE PRATO/VOLUME D’ACQUA IDROGRAMMI: SUPERFICIE IMPERMEABILE/VOLUME


VEICOLATO NEL TEMPO D’ACQUA VEICOLATO NEL TEMPO

Il ricettore, sia esso un corpo idrico oppure una


SOVRAPPOSIZIONE IDROGRAMMI: SUPERFICI
rete di fognatura, riceve
PRATO/IMPERMEABILE/DIFFERENZA VOLUME
D’ACQUA VEICOLATO NEL TEMPO PIÙ ACQUA IN UN TEMPO MINORE
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DETERMINAZIONE DEI VOLUMI MINIMI D’INVASO

PER OTTENERE UNA CORRETTA GESTIONE DELLE ACQUE METEORICHE E’ NECESSARIO,


PERTANTO, VALUTARE “L’INVARIANZA IDRAULICA” MANTENENDO, SE POSSIBILE, ANCHE
L’INVARIANZA IDROLOGICA”
(sia le portate che i volumi di deflusso meteorico scaricati dalle aree urbanizzate nei ricettori naturali o artificiali
di valle non maggiori di quelle preesistenti all’urbanizzazione)

Esistono vari metodi di calcolo idrologico ed idraulico che


possono essere utilizzati per il dimensionamento dei
volumi di invaso, e scelti in funzione del livello di
significatività della trasformazione prevista:
1.Il metodo italiano diretto;
2.Il metodo del serbatoio lineare (paoletti-rege gianas,
1979);
3.Il metodo delle sole piogge;
4.Il metodo cinematico o della corrivazione (alfonsi-orsi,
1967);
5.La modellistica idrologico-idraulica ovvero la scelta di
un metodo di calcolo che preveda l’utilizzo del calcolo
numerico per la determinazione delle portate di piena, la
propagazione dei deflussi ed il conseguente
dimensionamento delle opere.

IN PARTICOLARE SI EVIDENZIA CHE I METODI 1, 2, 3 E 4 SONO MODELLI LINEARI E


STAZIONARI DI TIPO CONCETTUALE.

dott. ing. Catello Masullo - Hydroarch srl


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DETERMINAZIONE DEI VOLUMI MINIMI D’INVASO

UNO DEI METODI PER LA DETERMINAZIONE DEI VOLUMI MINIMI D’INVASO È IL METODO DIRETTO: è un
caso particolare derivato dal metodo italiano dell’invaso (Supino 1929; Puppini 1932). Questo procedimento permette di
calcolare direttamente i volumi d’invaso necessari per modulare il picco di piena semplicemente mantenendo costante il
coefficiente udometrico al variare del coefficiente di deflusso Φ. Si può infatti scrivere:

Con:
Φ0 =0.9 Imp0 + 0.2 Per0 e Φ =0.9 Imp + 0.2 Per

in cui Imp e Per sono rispettivamente le frazioni dell'area totale da ritenersi impermeabile e permeabile, prima della
trasformazione (se connotati dall' apice 0 ) o dopo (se non c'è l'apice 0 ).
w0 = volume specifico di invaso, prima della trasformazione dell’uso del suolo;
Φ0 = coefficiente di deflusso specifico, prima della trasformazione dell’uso del suolo;
n = esponente, ragguagliato, della curva di pioggia, di durata inferiore all’ora (dal momento che i tempi di corrivazione attesi dalle aree,
tutte di modeste estensioni, sono inferiori all’ora);
ν0 = volume specifico di invaso per superficie impermeabilizzata;
I = percentuale di superficie impermeabilizzata - P = percentuale di superficie che non viene significativamente modificata, sistemata o
regolarizzata, totalmente inalterata, indipendentemente dalla permeabilità o meno della sua superficie (I + P = 100 %);
Imp0 = frazione dell’area totale, da ritenersi impermeabile, prima della trasformazione - Imp = frazione dell’area totale, da ritenersi
impermeabile, dopo la trasformazione;
Per0 = frazione dell’area totale, da ritenersi permeabile, prima della trasformazione - Per = frazione dell’area totale, da ritenersi
permeabile, dopo la trasformazione.

SI HA GENERALMENTE

w0 =100÷150 m3/ha nel caso di trasformazione di aree agricole e di bonifica – 40 50 m3/ha nel caso di trasformazione di aree in ambito
urbano non completamente impermeabilizzate e dotate di fognatura (piccoli invasi dovuti, ad es., a velo idrico, caditoie stradali, ristagni
in piccoli avvallamenti del terreno) - 10÷15 m3/ha nel caso di trasformazione di aree in ambito urbano (territorio impermeabilizzato)
v0 = 10÷25 m3/ha (i valori maggiori si attribuiscono a superfici irregolari ed a debole pendenza)

dott. ing. Catello Masullo - Hydroarch srl


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02 APRILE 2019 pag. 52


IL CONTROLLO E LA GESTIONE DELLE “ACQUE PLUVIALI”

IL CONTROLLO E GESTIONE DELLE ACQUE PLUVIALI DEVE AVVENIRE MEDIANTE


SISTEMI CHE GARANTISCANO:
INFILTRAZIONE EVAPOTRASPIRAZIONE RIUSO

Opere per favorire l’infiltrazione


ed il deflusso lungo il percorso

Opere per favorire l’infiltrazione


ed il rallentamento del deflusso
all’origine

Opere per favorire l’infiltrazione e


l’allontanamento del deflusso

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IL CONTROLLO E LA GESTIONE DELLE “ACQUE PLUVIALI”

Le principali tipologie di opere d’invarianza sono:

• Opere di laminazione (casse di espansione in


ambito fluviale o vasche volano in ambito
urbano), costituite da volumi ricavati da
un’opportuna delimitazione di aree soggette a
inondazione controllata in occasione delle piene .
• Opere di infiltrazione, costituite da strutture che
favoriscono o regolarizzano l’infiltrazione delle
acque meteoriche nel sottosuolo;
• Opere miste laminazione-infiltrazione, ovvero
l’insieme delle due tipologie di cui sopra;
• Tetti e pareti verdi, ovvero tetti (piani o inclinati) di
un edificio parzialmente o completamente
ricoperto di vegetazione.

Non esiste un unico sistema esecutivo che possa adattarsi a qualsiasi


intervento infatti l’approccio progettuale dipende da tanti fattori:

• superficie impermeabile e portata;


• ubicazione plano-altimetrica del terreno, dell’intervento e delle opere di
laminazione;
• permeabilità del terreno;
• interazioni con l’ambiente, il territorio all’intorno ed eventuali edifici e
manufatti;
• posizione del ricettore finale.

dott. ing. Catello Masullo - Hydroarch srl


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02 APRILE 2019 pag. 54


LE OPERE D’INVARIANZA
OPERE DI LAMINAZIONE
IL LORO SCOPO È LA TUTELA DAGLI ALLAGAMENTI DEL TERRITORIO. LE OPERE DI LAMINAZIONE POSSONO
ESSERE PROGETTATE PER DETENERE O RITENERE LE ACQUE:
• NEL PRIMO CASO IL RILASCIO AVVIENE DURANTE L’EVENTO METEORICO OVE L’ACQUA VIENE IMMAGAZZINATA
E SOLO LA QUANTITÀ AMMISSIBILE ALLO SCARICO (10 O 20 L/S) VIENE CONTEMPORANEAMENTE SCARICATA
NEL RICETTORE
• NEL SECONDO CASO SI IMMAGAZZINA TUTTA L’ACQUA E LA SI RILASCIA AD EVENTO ULTIMATO.

Le strutture di accumulo sotterranee possono essere o in


calcestruzzo o in lamiera

Altre modalità esecutive presuppongono opere superficiali, con


interventi di modellazione ed impermeabilizzazione del terreno,
talvolta molto onerose ed impattanti

Vi sono altre proposte progettuali, applicabili a interventi


minori, aventi costo iniziale decisamente inferiore. Sebbene il
risultato visivo sia assolutamente gradevole, si deve
considerare l’elevato onere manutentivo per mantenere in
condizioni ottimali le capacità di invaso.

dott. ing. Catello Masullo - Hydroarch srl


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02 APRILE 2019 pag. 55


LE OPERE D’INVARIANZA
OPERE DI INFILTRAZIONE
L’ESECUZIONE DELLE OPERE DI INFILTRAZIONE DEVE ESSERE PRELIMINARMENTE VERIFICATA IN RAPPORTO ALLE
RISULTANZE DELLA RELAZIONE GEOLOGICA: IN CASO DI BASSA PERMEABILITÀ DEL TERRENO, DI BASSA
SOGGIACENZA DELLA FALDA, DI COMPRESENZA DI ALTRE OPERE IN SOTTOSUOLO, DI VICINANZA A FABBRICATI, LE
STESSE POTREBBERO ESSERE INEFFICACI O, ADDIRITTURA DANNOSE. SI DOVRÀ CONSIDERARE L’INTERAZIONE
DELLE OPERE DI INFILTRAZIONE CON L’APPOGGIO DELLE FONDAZIONI DEI FABBRICATI: L’IMMISSIONE DI ACQUA
NEI SUBSTRATI DI APPOGGIO PUÒ DIMINUIRE LA CAPACITÀ PORTANTE DEI TERRENI!

Le opere di infiltrazione più diffuse sono i pozzi perdenti e le Diffuse anche le trincee drenanti con tubazioni microforate
trincee drenanti a moduli prefabbricati e pavimentazioni permeabili

Tetti e pareti a verde, molto attuali e di tendenza ma meno


efficaci in termini di ritenzione d’acqua

dott. ing. Catello Masullo - Hydroarch srl


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02 APRILE 2019 pag. 56


PROGETTI DI INVARIANZA IDRAULICA
“LA CITTÀ DELLA SALUTE DI SESTO SAN GIOVANNI”

Si tratta di un progetto molto ampio che comprende padiglioni, aree esterne fruibili, aree verdi, aree agricole e un
polotecnologico, per uno sviluppo di oltre 20,5 ettari, che sarò realizzato nei prossimi anni.
La complessa situazione idraulica è stata risolta progettualmente attraverso l’adozione di reti separate: una rete
per le acqua meteoriche, con recapito esclusivo nel sottosuolo(laminazione e dispersione atte a evitare
totalmente lo scarico in fogna e nel reticolo superficiale) e una rete per le acque reflue, con recapito nella rete
fognaria e nell’impianto di depurazione pubblico.

dott. ing. Catello Masullo - Hydroarch srl


BUONE PRATICHE PER LIMITARE GLI EFFETTI DELL’IMPERMEABILIZZAZIONE DEL SUOLO: PRESENTAZIONE DI CASI STUDIO DI INVARIANZA IDRAULICA”

02 APRILE 2019 pag. 57


PROGETTI DI INVARIANZA IDRAULICA
AREE DI LAMINAZIONE DEL TORRENTE SEVESO NEI COMUNI DI PADERNO DUGNANO (MI), VAREDO E BOVISIO MASCIAGO
(MB), LENTATE SUL SEVESO (MB) ED ADEGUAMENTO DELLE AREE GOLENALI DEL TORRENTE SEVESO NEI COMUNI DI
CARIMATE, VERTEMATE CON MINOPRIO E CANTÙ (CO)

Il dissesto idrogeologico della valle del Seveso ha origine nello


sviluppo illimitato della urbanizzazione e nella cementificazione e
impermeabilizzazione del territorio.
Il fiume Seveso presenta aree golenali quasi inesistenti, mangiate dallo
sviluppo, con distanze di sicurezza e di salvaguardia totalmente
ignorate: molti edifici si spingono fino a fare da sponda al fiume.
Il sistema fognario, oltre che generalmente vecchio e inadeguato, è in
alcune zone addirittura inesistente, e ci sono quindi zone ove i liquami
dei caseggiati e delle industrie scaricano direttamente nel fiume.
Il sistema di depurazione in diverse parti, soprattutto nel Comasco, è
completamente mancante.
Il risultato è che il Seveso è uno dei fiumi più inquinati e sporchi
d’Italia e d’Europa.
Il fiume Seveso è un sistema idraulico inaudito. Nel tratto scoperto,
fino alle porte di Milano, ha una portata di circa 135 m3/s (metri cubi al
secondo), ma nella parte tombata possono passare massimo 40 m3/s:
una sproporzione clamorosa.
Inoltre, le acque del Seveso, dopo aver attraversato parte della città,
vengono immesse nel canale Redefossi, che ha una portata ancora più
limitata, determinando così una seconda strozzatura.
Per evitare esondazioni e allagamenti nel centro di Milano, in piazza 5
Giornate e dintorni, si preferisce, che le esondazioni avvengano nel
Nord Milano, alla periferia, a Niguarda e dintorni. Il Piano AIPO
(Agenzia Interregionale per il fiume Po) approvato nel 2014, è
composto da 5 vasche di laminazione. Nelle successive slide ne
analizzeremo alcune.

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PROGETTI DI INVARIANZA IDRAULICA
AREE DI LAMINAZIONE DEL TORRENTE SEVESO NEI COMUNI DI PADERNO DUGNANO (MI), VAREDO E BOVISIO MASCIAGO (MB),
LENTATE SUL SEVESO (MB) ED ADEGUAMENTO DELLE AREE GOLENALI DEL TORRENTE SEVESO NEI COMUNI DI CARIMATE,
VERTEMATE CON MINOPRIO E CANTÙ (CO)
“AREA DI LAMINAZIONE DEL T. SEVESO IN COMUNE DI LENTATE SUL SEVESO”

L’area di laminazione del torrente Seveso in comune di Lentate sul Seveso si compone di una vasca di circa
808.000 mila metri cubi di volume, cui vanno aggiunti altri 20.000 metri cubi di volume della vicina area di
laminazione golenale.

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PROGETTI DI INVARIANZA IDRAULICA
AREE DI LAMINAZIONE DEL TORRENTE SEVESO NEI COMUNI DI PADERNO DUGNANO (MI), VAREDO E BOVISIO MASCIAGO (MB),
LENTATE SUL SEVESO (MB) ED ADEGUAMENTO DELLE AREE GOLENALI DEL TORRENTE SEVESO NEI COMUNI DI CARIMATE,
VERTEMATE CON MINOPRIO E CANTÙ (CO)
“VASCA DI LAMINAZIONE SUL FIUME SEVESO IN COMUNE DI SENAGO (MI)”

L’area di laminazione sul fiume Seveso in comune di Senago (MI) si compone di 3 vasche, collegate tra
loro, poste ai lati del canale scolmatore, per un volume totale di circa 810.000 metri cubi di volume.

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PROGETTI DI INVARIANZA IDRAULICA
AREE DI LAMINAZIONE DEL TORRENTE SEVESO NEI COMUNI DI PADERNO DUGNANO (MI), VAREDO E BOVISIO MASCIAGO (MB),
LENTATE SUL SEVESO (MB) ED ADEGUAMENTO DELLE AREE GOLENALI DEL TORRENTE SEVESO NEI COMUNI DI CARIMATE,
VERTEMATE CON MINOPRIO E CANTÙ (CO)
“AREA DI LAMINAZIONE DI PADERNO DUGNANO - VAREDO - LIMBIATE”

L’area di laminazione del torrente Seveso in comune di Paderno Dugnano - Varedo - Limbiate si compone di
una vasca con n.2 invasi per un volume totale di invaso di circa 2.200.000 metri cubi

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PROGETTI DI INVARIANZA IDRAULICA
AREE DI LAMINAZIONE DEL TORRENTE SEVESO NEI COMUNI DI PADERNO DUGNANO (MI), VAREDO E BOVISIO MASCIAGO (MB),
LENTATE SUL SEVESO (MB) ED ADEGUAMENTO DELLE AREE GOLENALI DEL TORRENTE SEVESO NEI COMUNI DI CARIMATE,
VERTEMATE CON MINOPRIO E CANTÙ (CO)
“VASCA DI LAMINAZIONE DEL T. SEVESO IN COMUNE DI MILANO”

L’area di laminazione del torrente Seveso in comune di Milano si compone di una vasca singola con un
volume di laminazione di circa 250.000 metri cubi

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PROGETTI DI INVARIANZA IDRAULICA
AREE DI LAMINAZIONE DEL TORRENTE SEVESO NEI COMUNI DI PADERNO DUGNANO (MI), VAREDO E BOVISIO MASCIAGO (MB),
LENTATE SUL SEVESO (MB) ED ADEGUAMENTO DELLE AREE GOLENALI DEL TORRENTE SEVESO NEI COMUNI DI CARIMATE,
VERTEMATE CON MINOPRIO E CANTÙ (CO)
“IL PROGETTO PAESAGGISTICO”

Il sistema delle aree di laminazione è concepito come opportunità per valorizzare ambiente e paesaggio, con
l’ambizione di promuovere una cultura nuova nella realizzazione di questo tipo di opere, che generi ricadute positive e
durevoli innervando di qualità il territorio interessato, promuovendone caratteri ambientali e paesaggistici.
Le trasformazioni del territorio possono essere considerate non più causa di deturpamenti ambientali ma
rappresentare l’occasione per la creazione di ‘nuovi paesaggi’, che valorizzino le risorse esistenti e rivitalizzino i
paesaggi della quotidianità.
Il progetto paesaggistico ha fatto riferimento a interventi di: mitigazione (messa a dimora di fasce arbustive,
realizzazione di fasce alberate di valorizzazione paesaggistica, valorizzazione delle scarpate) e fruizione (percorsi
ciclopedonali, connessione ed integrazione con i percorsi dei parchi, torrette panoramiche, boulevard dell’acqua,
ecc.).

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PROGETTI DI INVARIANZA IDRAULICA
AIPO – AGENZIA INTERREGIONALE PER IL FIUME PO
“F. OLONA – AREA DI LAMINAZIONE DI MALANATE, LOC. GURONE (VA)”

Per la realizzazione dell’invaso di laminazione (quota di coronamento 291.90 m s.l.m.) è necessario costruire uno
sbarramento per uno sviluppo longitudinale di circa 153m e un’altezza media di 11.30m rispetto al p.c. nell’invaso. Il
manufatto in calcestruzzo, a gravità, è rivestito da uno strato di materiale granulare (classe A-1-a, A-1-b della
classificazione HRB) ricoperto da un rinfianco esterno in rockfill dello spessore di circa 1.2m. La larghezza del
coronamento è pari a 6m, la larghezza alla base del manufatto pari a circa 52.50m. Sul filo esterno del piede di monte
della struttura è presente un diaframma impermeabile in c.a. di profondità variabile.

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LA GESTIONE
PREVENTIVA DEL
DISSESTO
IDROGEOLOGICO
MEDIANTE
INVARIANZA
IDRAULICA :
UN CASO DI
SUCCESSO, IL
COMUNE DI FORINO
(AV)
a cura di Catello Masullo (c.masullo@hydroarchsrl.com) 65
CONCA ENDOREICA

a cura di Catello Masullo (c.masullo@hydroarchsrl.com) 66


CASO DI SUCCESSO DI GESTIONE PREVENTIVA
MITIGAZIONE E PREVENZIONE DEL RISCHIO IDROGEOLOGICO
“IL CASO EMBLEMATICO DEL COMUNE DI FORINO (AV), COMPRESO NEL BACINO DEL FIUME SARNO”
E’ OPPORTUNO VALUTARE GLI EFFETTI DELLE POLITICHE
PIANIFICATORIE SUI RISCHI E VALUTARE POSSIBILI ALTERNATIVE
PROGETTUALI DI CONTRASTO AL RISCHIO CON EFFETTI POSITIVI O
NEGATIVI. È IN QUEST’OTTICA CHE BEN SI COLLOCA IL CASO DI
FORINO (AV) SITUATO NEL BACINO DEL FIUME SARNO CHE
PRESENTA CARATTERISTICHE OROGRAFICHE, GEOMORFOLOGICHE
ED IDROGEOLOGICHE DEL TUTTO SIMILI A QUELLE DEGLI ABITATI DI
SARNO E CERVINARA, COLPITI DA EVENTI CATASTROFICI NEL ’98 E
NEL 99. IN OCCASIONE DEGLI EVENTI METEORICI DISASTROSI PER I
COMUNI CONTERMINI NON SI SONO INVECE REGISTRATI LUTTI A
FORINO, GRAZIE ALLA EFFICACIA DELLE MISURE E DEGLI
INTERVENTI PREVENTIVI ADOTTATI IN ATTUAZIONE DI UN PIANO DI
MANUTENZIONE SOSTENIBILE DEL TERRITORIO. IL TERRITORIO DEL
COMUNE DI FORINO PRESENTA UNA GRANDE SINGOLARITÀ
IDROGEOLOGICA: È COSTITUITO DA UNA CONCA ENDOREICA CON LE PENDICI DEL BACINO SONO MOLTO SCOSCESE E I
UNICO RECAPITO DELLE ACQUE AD UN INGHIOTTITOIO GEOLOGICO TERRENI MOLTO ERODIBILI.
CHE COSTITUISCE IL CUORE PULSANTE DELL’INTERO TERRITORIO DI PERTANTO AD OGNI PRECIPITAZIONE METEORICA DI
FORINO. INTENSITÀ APPENA APPREZZABILE TUTTI GLI IMPLUVI, GRAN
PARTE DEI QUALI UTILIZZATI COME "ALVEI-STRADA" PER LE
ATTIVITÀ ANTROPICHE, SI TRASFORMANO IN VERI E PROPRI
FIUMI DI FANGO, SABBIA, RESIDUI VEGETALI, RIFIUTI, ECC..
AL FINE DI OVVIARE A TALI GRAVI INCONVENIENTI E
PERICOLI INCOMBENTI LA AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI
FORINO SI È DOTATA DI UN PROGETTO DI PIANIFICAZIONE
GENERALE DI SISTEMAZIONE IDROGEOLOGICA ED
IDRAULICO-SCOLANTE DEL TERRITORIO COMUNALE (C.
MASULLO, 1999) , IL QUALE PREVEDE LA RIDUZIONE
DRASTICA DEL TRASPORTO SOLIDO VEICOLATO DAI CORSI
D’ACQUA E LA MESSA A REGIME DEGLI AFFLUSSI DI ACQUA
METEORICA ALL’INGHIOTTITOIO; RENDENDO POSSIBILE IL
CORRETTO FUNZIONAMENTO DELL’IMPIANTO DI
SOLLEVAMENTO DEI REFLUI SOTTRAENDO DEFINITIVAMENTE
LA QUASI TOTALITÀ .

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CASO DI SUCCESSO DI GESTIONE PREVENTIVA
MITIGAZIONE E PREVENZIONE DEL RISCHIO IDROGEOLOGICO
“IL CASO EMBLEMATICO DEL COMUNE DI FORINO (AV), COMPRESO NEL BACINO DEL FIUME SARNO”

LE FORMAZIONI CHE HANNO DATO LUOGO ALLE


COLATE DETRITICHE IN TUTTA L’AREA DEL
SARNESE, IVI COMPRESA LA CONCA ENDOREICA
DI FORINO, SONO COSTITUITE ESSENZIALMENTE
DAL COSIDDETTO “TUFO CAMPANO” CHE
RICOPRE I CALCARI CRETACICI NELL’AREA DI
SARNO.

IL TUFO CAMPANO È PRESENTE NELL’AREA


CON UNA COLTRE POCO POTENTE (SPESSORE
INTORNO A 1-3 M) ED È COSTITUITO DA
MATERIALE VULCANOCLASTICO, CENERI E
LAPILLI A DIVERSO GRADO DI
PEDOGENIZZAZIONE.

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CASO DI SUCCESSO DI GESTIONE PREVENTIVA
MITIGAZIONE E PREVENZIONE DEL RISCHIO IDROGEOLOGICO
“IL CASO EMBLEMATICO DEL COMUNE DI FORINO (AV), COMPRESO NEL BACINO DEL FIUME SARNO”

SULLA GENESI DEI PROCESSI DI INSTABILITÀ DELLE COLTRI DI COPERTURA INNESCATI


DALLE PRECIPITAZIONI INTENSE IL DIBATTITO SCIENTIFICO È TUTTORA MOLTO APERTO.

PER L’EVENTO FRANOSO DI SARNO DEL 10/5/98

 LE PIOGGE CADUTE NON SONO STATE DI


ENTITÀ STRAORDINARIA MA HANNO AVUTO
AZIONE PROLUNGATA;

 IL VOLUME RELATIVO AL MATERIALE DI


ACCUMULO APPARE INASPETTATAMENTE
MOLTO MAGGIORE RISPETTO ALLA MASSA
MANCANTE SUI VERSANTI;

 LA VELOCITÀ DI DISCESA DELLA MASSA


FANGOSA RISULTEREBBE MOLTO ELEVATA;

 I VOLUMI D’ACQUA DEFLUITI DURANTE


L’EVENTO SEMBREREBBERO SUPERIORI
RISPETTO AI DATI DI PIOGGIA REGISTRATI DAL
SERVIZIO IDROGRAFICO.

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CASO DI SUCCESSO DI GESTIONE PREVENTIVA
MITIGAZIONE E PREVENZIONE DEL RISCHIO IDROGEOLOGICO
“IL CASO EMBLEMATICO DEL COMUNE DI FORINO (AV), COMPRESO NEL BACINO DEL FIUME SARNO”

TUTTI I CAMPIONI ANALIZZATI


CONTENGONO SIGNIFICATIVE
PERCENTUALI DI MATERIALE
ORGANICO E DI MATERIALE
CRIPTOCRISTALLINO AMORFO E
BASSE PERCENTUALI DI MINERALI
ARGILLOSI (PRINCIPALMENTE ILLITE E
SECONDARIAMENTE SMECTITE).

ALCUNI CAMPIONI HANNO MANIFESTATO UNA


CAPACITÀ DI ASSORBIMENTO D’ACQUA
SUPERIORE AL 18%. SI È DEDOTTO CHE LA
DEVETRIFICAZIONE DELLE CENERI VULCANICHE IN
SILICATO CRIPTOCRISTALLINO (SIO2.NH2O)
ACCOPPIATA AD UNA GRANULOMETRIA FINE E
MEDIO-FINE AUMENTI A DISMISURA LA SUPERFICIE
DI ASSORBIMENTO D’ACQUA.

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CASO DI SUCCESSO DI GESTIONE PREVENTIVA
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“IL CASO EMBLEMATICO DEL COMUNE DI FORINO (AV), COMPRESO NEL BACINO DEL FIUME SARNO”
LE CAUSE DEI MOVIMENTI DI MASSA
DEL SARNO SEMBREREBBERO
QUINDI ESSERE CORRELABILI AD
UNA CONDIZIONE PROLUNGATA DI
IMBIBIZIONE PLUVIOMETRICA NELLE
ZONE DOVE SI TROVANO SUOLI CON
IL PIÙ ALTO INDICE DI
DEVETRIFICAZIONE, AD ELEVATA
CAPACITÀ DI ASSORBIMENTO
D’ACQUA E VALORI DI CARICO
TENSILE (TENSILE STRENGTH)
CRITICI.

TALI MATERIALI, IN CONDIZIONI DI IMBIBIZIONE


PROLUNGATA SEMBREREBBERO PRODURRE UN
EFFETTO DI SOLLEVAMENTO PER RIGONFIAMENTO
E DI LUBRIFICAZIONE DEGLI STRATI SUPERFICIALI
PIROCLASTICI E DI CONSEGUENZA IL LORO
SCIVOLAMENTO. L’IPOTESI SCIENTIFICA
APPARREBBE MERITEVOLE DI ULTERIORE
APPROFONDIMENTO.

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CASO DI SUCCESSO DI GESTIONE PREVENTIVA
MITIGAZIONE E PREVENZIONE DEL RISCHIO IDROGEOLOGICO
“IL CASO EMBLEMATICO DEL COMUNE DI FORINO (AV), COMPRESO NEL BACINO DEL FIUME SARNO”

AL FINE DI OVVIARE AI GRAVI


INCONVENIENTI E PERICOLI
INCOMBENTI LA AMMINISTRAZIONE
COMUNALE DI FORINO SI È DOTATA DI
UN PROGETTO DI PIANIFICAZIONE
GENERALE DI SISTEMAZIONE
IDROGEOLOGICA ED IDRAULICO-
SCOLANTE DEL TERRITORIO
COMUNALE

LA FILOSOFIA FONDAMENTALE DEL PROGETTO GENERALE IN QUESTIONE


CONSISTE ESSENZIALMENTE NEL RIDURRE DRASTICAMENTE IL TRASPORTO
SOLIDO VEICOLATO DAI CORSI D’ACQUA E NEL REGIMENTARE GLI AFFLUSSI
DI ACQUA METEORICA ALL’INGHIOTTITOIO

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CASO DI SUCCESSO DI GESTIONE PREVENTIVA
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“IL CASO EMBLEMATICO DEL COMUNE DI FORINO (AV), COMPRESO NEL BACINO DEL FIUME SARNO”

OPERE PREVISTE: pennello vivo


traversa viva
briglie; rulli spondali in reti sintetiche, metalliche,
sistemazioni antierosione degli “alvei- in cocco
strada”; gabbionata spondale rinverdita
vasche di laminazione, infiltrazione, materasso rinverdito
dissabbiaggio; terre rinforzate verdi in geotessili reti
canali di drenaggio realizzati con metalliche ecc
gabbionate; muro a secco rinverdito
collettori fognari. muro cellulare rinverdito spondale
Interventi di ingegneria naturalistica rampa a blocchi
semine, idrosemine, semine a spessore blocchi incatenati
biostuoie, biofeltri semine, semine potenziate
geostuoie tridimensionali sintetiche messa a dimorea di talee
geostuoie tridimensionali sintetiche messa a dimora di arbusti
bitumate stuoie su versante
geocomposito in rete metallica e geostuoia geocelle a nido d’ape
tridimensionale rivestimenti in rete metallica e stuoie
messa a dimora di talee legnose viminata
piantagione di arbusti fascinata
trapianto di cespi e rizomi gradinata
copertura diffusa con ramaglia viva cordonata
viminata viva spondale palizzata
fascinata viva spondale cuneo filtrante
gradinata viva grata viva su scarpata
graticciata di ramaglia palificata viva di versante
ribalta viva (fascinate + gradinate) gabbionata di versante
spondale materasso verde di versante
grata viva spondale muro cellulare rinverdito di versante
palificate vive spondali

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IL COMUNE DI FORINO HA RIPRISTINATO UN ANTICO USO, CHE RISALE ALLE BONIFICHE BORBONICHE, QUELLO
DELLE COSIDDETTE VASCHE DI DISSABBIAGGIO E DI LAMINAZIONE DELLE PIENE. QUESTE VASCHE VENIVANO
UTILIZZATE COME CAVE DI SABBIA.
IL MATERIALE DEPOSITATO, ESSENDO GIÀ LAVATO, ERA PARTICOLARMENTE APPETIBILE PER GLI UTILIZZI NELLE
COSTRUZIONI. I FAMOSI EVENTI DEL MAGGIO 98, NONCHÉ QUELLI SUCCESSIVI DEL 99, HANNO TROVATO TUTTE
QUESTE VASCHE VUOTE E LE COLATE DETRITICHE FORMATESI LE HANNO COMPLETAMENTE RIEMPITE.
NE È RISULTATO CHE I DANNI ALLA POPOLAZIONE SONO STATI PIUTTOSTO CONTENUTI E, SOPRATTUTTO, È
STATO POSSIBILE EVITARE EVENTI LUTTUOSI.
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VASCHE DI
LAMINAZIONE/INFILTRAZIONE/DISSABBIAGGIO

BRIGLIA IN GABBIONI SU ALVEO-STRADA CON VASCHE DI LAMINAZIONE/INFILTRAZIONE/DISSABBIAGGIO


SENTIERO DI BY-PASS IN SINISTRA IDRAULICA A SEGUITO DI IMPORTANTI EVENTI PIOVOSI
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MITIGAZIONE E PREVENZIONE DEL RISCHIO IDROGEOLOGICO
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CONCLUSIONI

SONO NECESSARI INTERVENTI PREVENTIVI ADOTTATI IN ATTUAZIONE DI UN


PIANO GENERALE DI MANUTENZIONE SOSTENIBILE DEL TERRITORIO.
OCCORRE RESTITUIRE ALLE AREE URBANIZZATE LA CAPACITÀ DI
LAMINARE ED INFILTRARE L’ACQUA DI PIOGGIA.
NON SEMBREREBBE CORRETTO ATTRIBUIRE LE TRAGEDIE SEMPRE PIÙ
FREQUENTEMENTE RIPETUTE AI “CAMBIAMENTI CLIMATICI”, MA AI
“CAMBIAMENTI DI RISPOSTA IDROLOGICA DEI BACINI”, DOVUTI AI
PROGRESSIVI PROCESSI DI IMPERMEABILIZZAZIONE PROVOCATI
DALL’AZIONE ANTROPICA, NON ASSOCIATI AD OPPORTUNE MISURE PER
ASSICURARE LA INVARIANZA IDRAULICA DEGLI INTERVENTI.
È QUINDI DI FONDAMENTALE IMPORTANZA CHE GLI ENTI TERRITORIALI
INTERESSATI SI DOTINO TEMPESTIVAMENTE DI STRUMENTI DI
PIANIFICAZIONE GENERALE PER ADOTTARE INTERVENTI NECESSARI A
PREVENIRE IL DISSESTO IDROGEOLOGICO.

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DISSESTO IDROGEOLOGICO

GRAZIE
DELL’ATTENZIONE

a cura di Catello Masullo (c.masullo@hydroarchsrl.com) 77

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