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Generazioni e cambiamento climatico

Generazioni e cambiamento climatico


Si parla di “conflitto intergenerazionale” in relazione al
cambiamento climatico perché, secondo alcuni studiosi,
le diverse generazioni sono state colpite in maniera
progressivamente più grave dal fenomeno1 e, quindi, la
loro sensibilità rispetto a tale tematica sarebbe
nettamente differente.

● 1
Fonte: “Intergenerational inequities in exposure to climate extremes”, rivista Science
https://www.science.org/doi/10.1126/science.abi7339
Generazioni e cambiamento climatico
- Baby boomer e Generazione X -

Senza dubbio il problema del cambiamento climatico non era molto presente alle generazioni dei nostri
nonni (i così detti “Baby boomer”, nati tra il 1945 ed il 1964): per la società che usciva dalla povertà e dalle
ristrettezze della Seconda guerra mondiale la priorità unica era quella della ripresa economica, dello
sviluppo e della ricerca del maggior grado di benessere possibile.

Un maggiore grado di consapevolezza ambientale, invece, risulta presente nella generazione dei nostri
genitori (la così detta “Generazione X”: i nati tra il 1965 ed il 1980), che ha dovuto confrontarsi con due
grosse tematiche ambientali: la scoperta del buco nello strato dell’ozono 2 e il disastro di Chernobyl3.
● 2
Dal 1982 si è cominciato a studiare e misurare il fenomeno fino alla scoperta nel 1985 di Joseph Charles
Farman e collaboratori che l'assottigliamento dello strato di ozono sopra le regioni polari aumentava di
anno in anno. Sul finire del 1985, in seguito alla scoperta del fenomeno nella regione antartica (fenomeno
rinominato comunemente "buco dell'ozono"), i governi mondiali ritennero necessario adottare delle misure
per ridurre la produzione e il consumo dei gas Clorofluorocarburi (CFC), ritenuti in quegli anni gli unici
responsabili dell'aumento dell'assottigliamento dell'ozono.
● 3
Nella notte del 26 aprile del 1986 esplode il più avanzato dei quattro reattori della centrale nucleare di
Chernobyl, a poco più di 100 km da Kiev, in Ucraina, all'epoca una delle repubbliche dell'Unione Sovietica.
L'esplosione del reattore libera nell'atmosfera una quantità altissima di radiazioni.
Generazioni e cambiamento climatico
- La generazione Y (o Millennial) -

La generazione a cavallo tra i due millenni è denominata “Generazione Y” o
“Millennial” (sono le persone nate tra il 1981 e il 1995).

È la generazione esposta, fin dall’infanzia, ai media tecnologici e per questo
motivo è considerata la generazione dei primi nativi digitali4 o la
generazione dei social media: è per questa ragione che che la Generazione
Y ha una particolare dimestichezza con la tecnologia.

Tra le sue varie caratteristiche5, la generazione Y viene apertamente
considerata più interessata a questioni generali come il riscaldamento
globale e i cambiamenti climatici.
● 4
I nativi digitali sono persone che hanno avuto dimestichezza fin dalla più tenera età con le tecnologie dell’informazione e che
sono cresciute con Internet: non hanno esperienza di un mondo senza i media digitali.

● 5
Per una compiuta definizione della Generazione X si veda: https://www.empuls.io/it/glossary/generation-y
Generazioni e cambiamento climatico
- La generazione Z -

La generazione Z6 è anche la nostra, quella, cioè che comprende i nati tra il
1996 e il 2010.

Comprende, quindi, gli attuali adolescenti ma anche giovani adulti, ancora in
formazione o che si affacciano al mondo del lavoro. Sono cresciuti a stretto
contatto con le tecnologie digitali, come gli smartphone o Internet. I social
media fanno parte della vita quotidiana della Generazione Z, poiché questi
nativi digitali si muovono con disinvoltura tra il mondo reale e quello virtuale.

Questa generazione è considerata di mentalità aperta e appartenente alla
prima autentica cultura globale, poiché a seguito della digitalizzazione e
della connessione globale i suoi tratti tendono all’omologazione. Secondo
caratterizzazioni generalizzanti, la Generazione Z è molto esigente,
impaziente, salutista e ambientalista ma trascura la comunicazione
interpersonale.
Generazioni e cambiamento climatico
- Diversa percezione -

Dai racconti dei nostri nonni (“Baby boomer”) è evidente che, per buona
parte della loro vita, la preoccupazione per il clima (fatta eccezione per
questi ultimi anni) sia stata in pratica assente.

Nella loro adolescenza/prima età adulta le stagioni si susseguivano in modo
regolare e, tranne alcuni terremoti7, che ci sono sempre stati e sempre ci
saranno, i nostri nonni hanno conosciuto solo due eventi catastrofici naturali:
la tragedia del Vajont (1963) e l’alluvione di Firenze (1966).

Da adulti veri e propri, poi, hanno dovuto fare i conti con l’alluvione in
Valtellina (1987)7 e con quella in Piemonte (1994)7

È evidente che quattro emergenze naturali in circa cinquant’anni non
possono aver sviluppato, in loro, fino agli anni ‘90, una reale preoccupazione
climatica.
● 7
https://www.ccv-mb.org/_formazione/2017/2017-06_a1_01_base/00_Storia_emergenze-dispensa.pdf
Generazioni e cambiamento climatico
- Maggiore consapevolezza -

Cambiano abbastanza le cose nell’esperienza di vita dei nostri genitori
(“Generazione X”): fino alla loro prima età adulta hanno sentito raccontare
solo delle due allluvioni in Valtellina e in Piemonte e della frana di Sarno
(1998).

A partire dai primi anni 2000, però, si sono succedute, in tutta Italia,
alluvioni, frane, allagamenti, provocate da precipitazioni mai così frequenti
ed intense, con danni rilevanti e vittime in termini umani: sale alla ribalta, in
questi anni, l’attenzione verso il così detto rischio idrogeologico e
comincia, così, a porsi con tutta evidenza la questione del cambiamento
climatico.

I nostri genitori, quindi, sono la prima generazione che si è dovuta
confrontare seriamente col problema del clima.
Generazioni e cambiamento climatico
- Presa di coscienza -

La nostra generazione (“Generazione Z”) è quella la cui esistenza sarà
maggiormente impattata dai cambiamenti climatici in corso.

Ci si dovrà confrontare, secondo gli scienziati, con alcuni cambiamenti che
sono già irreversibili: lo scioglimento dei ghiacci, l’innalzamento del livello
dei mari, l’acidificazione degli oceani.

Quello che può essere ancora fatto è semplicemente provare a contenere
questi fenomeni: questo dipende, in buona sostanza, dalla nostra capacità
futura di ridurre le emissioni e, quindi, di non incrementare ulteriormente la
temperatura del pianeta.

Molto dipende da noi, insomma.

● 8
https://ilbolive.unipd.it/it/news/quando-cambiamento-climatico-diventera
Generazioni e cambiamento climatico
- Crisi climatica -

La gravità della crisi climatica è sotto i nostri occhi, non servono report ufficiali 9: nonostante i
nostri relativamente pochi anni di vita, ci siamo già confrontati con segni chiarissimi di questo
fenomeno che sembra impossibile arrestare10.

Nell’agosto 2015 una tromba d’aria colpì la zona sud di Firenze, dove molti di noi abitano,
scoperchiando tetti, facendo volare tegole, distruggendo macchine e abbattendo decine e
decine di alberi, rendendo irriconoscibile il Parco dell’Anconella.

L’estate 2023 è stata classificata l’estate più calda da quando esistono sistemi di rilevazione
delle temperature11.

Lo scorso autunno, la Toscana è stata colpita da piogge torrenziali che hanno provocato
l’esondazione di fiumi, danni gravi a proprietà pubbliche e private e anche vittime 12.
● 9 The Intergovernmental Panel on Climate Change, https://www.ipcc.ch/

● 10 Estimating the global risk of anthropogenic climate change, https://www.nature.com/articles/s41558-021-01156-w.pdf

● 11 Fonte: (Wmo), l’Organizzazione meteorologica mondiale (organismo Onu), e Copernicus (il servizio dell’Unione europea sui cambiamenti climatici).

● 12 https://www.regione.toscana.it/-/emergenza-alluvione-2023
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- Dove sono le stagioni? -

I nostri nonni ci raccontavano, spesso, un proverbio: “Non esistono
più le mezze stagioni”.

Volevano dire che sembravano non esistere più la primavera e
l’autunno, cioè che si passava, all’improvviso dal caldo al freddo e
viceversa.

Adesso (basta guardare all’inverno in corso) si potrebbe quasi
coniare un nuovo proverbio: “Non esistono più le stagioni”, nel senso
che prevale, anche in inverno, una temperatura mite pressoché
costante.

Insomma, i segnali del cambiamento climatico sono sempre più
evidenti e preoccupanti.
Generazioni e cambiamento climatico
- Cosa fare? -

Tivù, radio, Internet, giornali ci bombardano di continuo indicandoci la strada da
percorrere:

- ridurre i consumi di combustibili fossili e i consumi energetici;

- privilegiare fonti di energia rinnovabili;

- limitare l’inquinamento dell’aria (riscaldamento, automobili, strutture industriali);

- ridurre i consumi di beni preziosi come l’acqua;

- utilizzare mezzi di trasporto non inquinanti (la bici su tutti o il treno per viaggi più
lunghi);

- fare la raccolta differenziata dei rifiuti;

- fare scelte alimentari sostenibili;

- comprare solo se necessario e buttare il meno possibile.
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- Basterà? -

Basterà tutto questo, anche se è certamente utile?

Basterà anche se lo facesse ogni abitante della terra (cosa
evidentemente impossibile)?

C’è un certo sconforto in noi giovani di fronte al problema ambientale:
sappiamo che tocca a noi, nel senso che saremo quelli che ne
pagheranno più duramente le conseguenze rispetto alle generazioni che
ci hanno preceduto ma sappiamo anche che i nostri sforzi potrebbero
non bastare.

I così detti potenti della terra, infatti, nelle famose COP 13 spesso danno la
sensazione di fare accordi promettenti sulla carta ma incapaci di
determinare, finalmente, una vera svolta nella lotta contro il cambiamento
climatico.
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- Interessi economici: conta solo questo? -

Stati Uniti, Russia, Cina, India: tutti questi grandi Paesi, che da soli (e
insieme all’Europa) producono l’80%14 delle emissioni di gas serra
non hanno un immediato interesse economico a ridurre seriamente le
loro emissioni.

Poi ci sono i paesi in via di sviluppo, che proprio perché tali non
hanno nessuna intenzione di abbandonare la strada che una crescita
economica più rapida e meno costosa.

Insomma, sembra che nell’immediato non ci sia una via d’uscita
promettente al problema.
● 14
https://lavoce.info/archives/102977/tutti-i-numeri-di-cop28/
Generazioni e cambiamento climatico
- Crescita morale e impegno -

Cosa potrà permettere, a noi giovani, di guardare al futuro dell’ambiente con
maggiore ottimismo?

Ci vorrebbe una bacchetta magica, un tocco della fata delle favole per ravvedere tutti
quelli che hanno il potere di decidere il nostro futuro.

È una speranza, forse vana, è un generoso attestato di fiducia nella capacità
dell’uomo di fare, finalmente, scelte giuste.

Come direbbe qualcuno, le capacità le abbiamo: basta usarle.

Certo, i segnali che ci arrivano un po’ da tutto il mondo, dal Medio oriente all’Europa
dell’Est per citare i più noti, non inducono grandi speranze nella capacità dell’uomo di
fare scelte assennate.

Cosa ci resta, quindi? Contare su noi stessi: impegnarci, manifestare, proporre
iniziative, fare sentire la nostra voce cercando di influenzare chi ha il potere di
decidere del nostro futuro.

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