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SISMOLOGIA

A.A. 2015/2016

STUDENTI: PROFESSORE
Federico Capata F. Sabetta
Marco Cristofari N. Fiorini
Francesco De Santis

1
1 Sommario
2 Introduzione .................................................................................................................. 3
3 Inquadramento territoriale e sismo-tettonico ................................................. 3
4 Metodo PSHA: Probabilistic seismic hazard assesment ................................ 6
4.1 Zone sismo-genetiche per la provincia di Sanremo .......................................... 6
4.2 Raccolta dei dati storici e intervallo di competenza......................................... 7
4.3 Regressione Gutenberg-Richter ............................................................................... 7
4.4 Curve di pericolosità ..................................................................................................11
4.4.1 Spettri di pericolosità uniforme .................................................................................... 16
5 Spettri di Normativa ................................................................................................ 19
5.1 Individuazione della pericolosità del sito ..........................................................19
5.2 Scelta della strategia di progettazione ................................................................19
5.3 Determinazione dell’azione di progetto .............................................................21
5.4 Estrazione degli spettri di normativa ..................................................................22
5.5 Confronto tra spettri dell’NTC08 e spettri a pericolosità uniforme .........26
6 Analisi di disaggregazione ..................................................................................... 27
6.1 Trattazione teorica .....................................................................................................27
6.2 Dati ottenuti ..................................................................................................................28
6.3 Osservazioni sui dati ottenuti .................................................................................33
7 Individuazione del terremoto di scenario ....................................................... 35
8 Calcolo di uno spettro deterministico (DSHA) ............................................... 36
8.1 Dati ottenuti ..................................................................................................................36
8.2 Confronto degli spettri deterministici .................................................................43
9 Confronto dei risultati ottenuti ........................................................................... 45
10 Estrazione degli accelerogrammi simili al terremoto di scenario .......... 47
10.1 Utilizzo dei SeismoSignal ..........................................................................................48
10.2 Accelerogramma Cesi Monte ...................................................................................49
10.3 Accelerogramma Viggianello ..................................................................................50
10.4 Accelerogramma L’Aquila ........................................................................................52
10.5 Confronto degli spettri di risposta ........................................................................54
11 Confronto degli spettri............................................................................................ 55

2
2 Introduzione
L’obiettivo della seguente relazione è di valutare la pericolosità sismica del
comune di San Remo. Dopo un paragrafo riguardante l’inquadramento territoriale
e una introduzione sulle caratteristiche sismo-tettoniche dell’area di studio,
verranno applicati due differenti metodi per indagare la pericolosità sismica del
luogo: il PSHA ed il DSHA, questi ultimi saranno poi messi in relazione con le
indicazioni fornite dalla normativa italiana.

3 Inquadramento territoriale e sismo-tettonico


Sanremo è un comune di 55038 abitanti della provincia di Imperia, in Liguria. E’ il
primo comune della provincia per popolazione e il quarto dopo Genova, la Spezia
e Savona della regione.
L'abitato comprende due parti ben distinte e molto diverse fra loro. La città
vecchia, detta anche la Pigna, sorge fra 20 e 60 m. s. m., a oltre 300 m. dalla costa
sulle pendici meridionali di una dorsale collinosa che scende verso il mare fra le
valli dei torrenti S. Francesco e S. Romolo.
Lungo il mare e sulle prime pendici dei colli, intorno alla Pigna, si estende, in
grande contrasto con essa, la città moderna.
Le coordinate geografiche del comune di interesse sono:
LONGITUDINE: 7,7622 LATITUDINE: 43,8192

Figura 1- Inquadramento territoriale.

3
Figura 2- Inquadramento territoriale.

Secondo i parametri di classificazione previsti dal P.C.M. n. 3519 del 2006 l’area in
esame ricade in una zona con pericolosità sismica bassa (Zona 3), che può essere
soggetta a scuotimenti modesti.
Dalla consultazione del Catalogo Parametrico NT4.1 risulta che la sismicità della
regione si manifesta principalmente nei pressi della costa, con particolare attività
nella costa francese.
La consultazione dei dati storici ha fornito informazioni sulle intensità 𝑀𝐶𝑆 che si
aggira generalmente intorno al V grado anche se non sono mancati nel corso della
storia terremoti d’intensità IX (26.5.1831 Liguria Occidentale) e X (23.02.1887
Liguria Occidentale-Mar Ligure).
Negli ultimi tre secoli il numero di terremoti con grado di magnitudo 𝑀𝐶𝑆
superiore al IV sono stati sei, di cui solamente quattro maggiori del VI grado.

Figura 3-Mappa dei terremoti storici dall'anno 1005 al 2006.

4
Le immagini che seguono sono state ricavate dal Database of Individual
Seismogenic Sources e mostrano le principali faglie sismogenetiche presenti nella
penisola italiana e nella zona di nostro interesse.

Figura 4 - Faglie italiane tratte dal sito di DISS.

Figura 5 -Faglie tratte dal sito del DISS_ Particolare Regione Liguria.

 Linee rosse: faglie attive.


 Fasce rosse: faglie di natura composta.
 Linee arancioni: pieghe della crosta terrestre (zone sismogenetiche per
accumulo di tensione al loro interno).

5
4 Metodo PSHA: Probabilistic seismic hazard assesment
Il PSHA è un metodo di tipo probabilistico per la valutazione del rischio sismico
che permette di ottenere gli spettri di pericolosità uniforme.
Il procedimento del PSHA è stato definito per la prima volta da Cornell nel 1968
che diede le basi al metodo mediante tre assunzioni:
- I tempi di ricorrenza seguono un processo di Poisson, ovvero, gli eventi
sono indipendenti tra loro e la sismicità è stazionaria nel tempo;
- La magnitudo degli eventi ha distribuzione esponenziale;
- La sismicità è definita uniformemente entro la zona sismogenetica.
-
Il metodo si sviluppa nei seguenti quattro passaggi:
1. Raccolta dei dati storici riguardanti gli eventi sismici della zona di
interesse;
2. Analisi frequenza-magnitudine dei dati storici tramite la relazione di
Gutenberg-Richter;
3. Definizione e utilizzo di modelli di attenuazione;
4. Computazione delle curve di pericolosità sismica tramite processo di
Poisson;

4.1 Zone sismo-genetiche per la provincia di Sanremo


Per la raccolta dei dati storici si procede individuando la zona di influenza
sismologica: quell’area di territorio i cui eventi sismici hanno ripercussioni sulle
coordinate di interesse. Nel caso in oggetto è stata scelta l’area di una
circonferenza di raggio 100 km centrata su Sanremo. Si è proceduto individuando
all’interno del raggio le zone con caratteristiche sismologiche uniformi in termini
di distribuzione dei terremoti.
Per tali zone si fa riferimento alla ZS9, uno studio che divide la penisola italiana in
36 aree di territorio che, sulla base di indizi geologici, sismo-tettonici e dallo
studio delle serie storiche, possono essere ritenute dotate di un tasso di sismicità
uniforme. Il procedimento è stato effettuato utilizzando il software Quantum-GIS.

Figura 6 - Zonizzazione ZS9 tratta dal software QGiS e raggio di influenza di 100km.
Dall’immagine si evince che le zone da considerare sono: 908, 909, 910.

6
4.2 Raccolta dei dati storici e intervallo di competenza
Il catalogo storico sismico che è stato utilizzato è il Catalogo Parametrico dei
Terremoti Italiani (CPTI) redatto dall’unione del Catalogo NT e dal Catalogo dei
Forti Terremoti in Italia. Dal catalogo sono stati estrapolati, per ogni zona ZS9, i
valori di magnitudo Msp (Sabetta-Pugliese) indicati con un intervallo di 0,28 gradi
e il relativo periodo di completezza storica. Per completezza storica si intende il
lasso di tempo nel quale è possibile reperire informazioni complete sugli eventi
sismici che si sono verificati.
Nella seguente tabella è indicato l’anno di inizio della serie storica per ogni zona
in esame.

Figura 7 - Valori di inizio della serie storica

4.3 Regressione Gutenberg-Richter


La regressione Gutenberg-Richter stabilisce un legame tra la magnitudo 𝑀𝑠𝑝 e la
frequenza dei terremoti tenendo conto del periodo di completezza storica:

𝑙𝑜𝑔𝑓𝑐 = 𝑎 − 𝑏𝑀
In forma esponenziale si ha:
𝑓𝑐 = 𝑒 𝛼−𝛽𝑀
Dove:
𝛼 = 𝑙𝑜𝑔10 𝑎
𝛽 = 𝑙𝑜𝑔10 𝑏

I coefficienti 𝑎 e 𝑏 sono i parametri della retta di regressione:


- 𝑎 indica l’intercetta della retta, ed è un parametro che rappresenta la
sismicità della zona (N eventi con 𝑀 ≥ 0). Maggiore è la sismicità, maggiore
sarà il parametro a.
- 𝑏 indica la pendenza della retta e descrive in che rapporto stanno
terremoti forti e terremoti deboli. Un valore basso di b (poca pendenza)
indica che si sono verificati più terremoti forti rispetto ai deboli.

Per individuare tali coefficienti è stata calcolata la retta di regressione per ogni
zona ZS9. Il procedimento consiste nel reperire i dati contenuti nel database dei
terremoti storici italiani CPTI04 relativi agli eventi compresi nei periodi di
completezza storica indicati nelle Tabelle 1. Gli eventi sismici sono stati posti in
ordine di magnitudo decrescente e divisi in range di ampiezza ±0.14 Msp. È stata
quindi determinata la frequenza di accadimento degli eventi con intensità simile,
dividendo il numero di quelli che si sono verificati nell’intervallo temporale per il
numero di anni di completezza storica:

𝑓𝑠 = 𝑁/𝛥𝑇

7
Per concludere è stata calcolata la frequenza cumulata, pari alla somma delle
frequenze relative di ogni range di magnitudo. Di seguito si riportano i grafici e le
tabelle riassuntive dei risultati del procedimento. Nelle tabelle con il colore rosso
e verde sono indicati rispettivamente i valori massimi e minimi di magnitudo:
- I valori minimi rappresentano una soglia di pericolosità sismica;
- I valori massimi sono quelli per cui è stato catalogato almeno un evento
sismico, il troncamento è volto ad evitare di ottenere una regressione non
rappresentativa dell’effettiva sismicità della zona.

Zona 908
Intervallo N° Periodo Intervallo Fc
Msp Magnitudine Eventi Completezza di tempo fs (Cumulata) log(fc)

4,49 4,35 4,63 9 1871 131 0,068 0,115 -0,940


4,77 4,63 4,91 3 1871 131 0,023 0,046 -1,336
5,05 4,91 5,19 5 1700 302 0,016 0,023 -1,635
5,33 5,19 5,47 2 1700 302 0,006 0,007 -2,179
5,61 5,47 5,75 0 1530 472 0,000 0,000 0,000
5,89 5,75 6,03 0 1530 472 0,000 0,000 0,000
6,17 6,03 6,31 0 1300 702 0,000 0,000 0,000
6,45 6,31 6,59 0 1300 702 0,000 0,000 0,000
6,73 6,59 6,87 0 1300 702 0,000 0,000 0,000
7,01 6,87 7,15 0 1300 702 0,000 0,000 0,000
7,29 7,15 7,43 0 1300 702 0,000 0,000 0,000
7,57 7,43 7,71 0 1300 702 0,000 0,000 0,000

CPTI04 Z908 PIEMONTE


0,000
y = -1,4339x + 5,5179
R² = 0,9861
-0,500

-1,000
LOG(FC)

-1,500

-2,000

-2,500
4,00 4,30 4,60 4,90 5,20 5,50
MS

Zona β λ 𝑴𝒎𝒊𝒏 𝑴𝒎𝒂𝒙


908 3,30 0,1148 4,49 5,33

8
Zona 909
Intervallo N° Periodo Intervallo Fc
Msp Magnitudine Eventi Completezza di tempo fs (Cumulata) log(fc)

4,49 4,35 4,63 4 1871 131 0,031 0,054 -1,271


4,77 4,63 4,91 1 1871 131 0,008 0,023 -1,638
5,05 4,91 5,19 3 1700 302 0,001 0,015 -1,814
5,33 5,19 5,47 1 1700 302 0,003 0,005 -2,265
5,61 5,47 5,75 1 1530 472 0,002 0,002 -2,674
5,89 5,75 6,03 0 1530 472 0,000 0,000 0,000
6,17 6,03 6,31 0 1300 702 0,000 0,000 0,000
6,45 6,31 6,59 0 1300 702 0,000 0,000 0,000
6,73 6,59 6,87 0 1300 702 0,000 0,000 0,000
7,01 6,87 7,15 0 1300 702 0,000 0,000 0,000
7,29 7,15 7,43 0 1300 702 0,000 0,000 0,000
7,57 7,43 7,71 0 1300 702 0,000 0,000 0,000

CPTI04 Z909 ALPI OCCIDENTALI


0,000
y = -1,2257x + 4,2574
R² = 0,983
-0,500
LOG(FC)

-1,000

-1,500

-2,000

-2,500
4,00 4,30 4,60 4,90 5,20 5,50 5,80
MS

Zona β λ 𝑴𝒎𝒊𝒏 𝑴𝒎𝒂𝒙


909 2,82 0,0535 4,49 5,61

9
Zona 910
Intervallo N° Periodo Intervallo Fc
Msp Magnitudine Eventi Completezza di tempo fs (Cumulata) log(fc)

4,49 4,35 4,63 8 1871 131 0,061 0,084 -1,076


4,77 4,63 4,91 1 1871 131 0,008 0,023 -1,639
5,05 4,91 5,19 0 1700 302 0,000 0,015 -1,814
5,33 5,19 5,47 1 1700 302 0,003 0,015 -1,814
5,61 5,47 5,75 4 1530 472 0,008 0,012 -1,920
5,89 5,75 6,03 1 1530 472 0,002 0,004 -2,451
6,17 6,03 6,31 1 1300 702 0,001 0,001 -2,846
6,45 6,31 6,59 0 1300 702 0,000 0,000 0,000
6,73 6,59 6,87 0 1300 702 0,000 0,000 0,000
7,01 6,87 7,15 0 1300 702 0,000 0,000 0,000
7,29 7,15 7,43 0 1300 702 0,000 0,000 0,000
7,57 7,43 7,71 0 1300 702 0,000 0,000 0,000

CPTI04 Z910 NIZZA-SANREMO


0,000
y = -0,8981x + 2,8498
-0,500
R² = 0,9072

-1,000
LOG(FC)

-1,500

-2,000

-2,500

-3,000
4,00 4,30 4,60 4,90 5,20 5,50 5,80 6,10 6,40
MS

Zona β λ 𝑴𝒎𝒊𝒏 𝑴𝒎𝒂𝒙


910 2,07 0,084 4,49 6,17

I seguenti parametri saranno da inserire nel software CRISIS (vedi paragrafo


seguente).
Il parametro λ corrisponde alla frequenza cumulata 𝑓𝑐 , ed il suo inverso è il
periodo di ritorno 𝑇𝑟 .

10
Per avere un quadro complessivo della sismicità della zona di interesse, si riporta
un grafico che mette a confronto le rette di regressione per ogni zona individuata.

CONFRONTO ZONE
0
Lineare (ZONA 908)
-0,5
Lineare (ZONA 909)
-1
Lineare (ZONA 910)
log (fc)

-1,5

-2

-2,5

-3
4,00 4,30 4,60 4,90 5,20 5,50 5,80 6,10 6,40
Ms

4.4 Curve di pericolosità


La pericolosità sismica è la stima dello scuotimento atteso in una certa zona in un
dato tempo di osservazione. Dipende esclusivamente dalle caratteristiche della
sismicità dell’area.
Le curve di pericolosità esprimono in termini probabilistici, tramite l’utilizzo delle
relazioni di attenuazione, la frequenza di superamento di un determinato
parametro di pericolosità (PGA) per una struttura con un determinato periodo
proprio.
Per una specifica sorgente la probabilità che un parametro 𝑌 superi un fissato
valore 𝑦∗ è data da:
𝑚𝑚𝑎𝑥 ∞
𝑃[𝑌 > 𝑦 ∗] ∫ ∫ 𝑃[𝑌 > 𝑦 ∗ |𝑚, 𝑟]𝑓𝑚 (𝑚)𝑓𝑟 (𝑟)𝑑𝑚𝑑𝑟
𝑚0 𝑟𝑚𝑖𝑛

Dove:
- 𝑃[𝑌 > 𝑦 ∗ |𝑚, 𝑟] è la probabilità, ottenuta dall’attenuazione, che un
terremoto di magnitudo m e distanza r superi il valore y*;
- 𝑚 è la magnitudo;
- 𝑟 è la distanza del sito dall’epicentro;
- 𝑓𝑚 è la densità di probabilità della magnitudo;
- 𝑓𝑟 è la densità di probabilità della distanza. Viene calcolata numericamente.

Poiché tale integrale non può essere risolto analiticamente, lo si integra


numericamente attraverso il software CRISIS.

11
Nella prima fase è stata inserita nel software la mappa della penisola italiana
contenente le informazioni sui capoluoghi di provincia e la suddivisione in zone
ZS9.

Figura 8 - Zonizzazione ZS9 in CRISIS

Per ogni zona ZS9 di interesse sono stati inseriti i dati della regressione
Gutenberg-Richter calcolati precedentemente.

Figura 9 - Dati regressione zona 908

12
Figura 10 – Dati regressione 909

Figura 11 – Dati regressione 910

A questo punto sono stati inseriti i limiti di calcolo per il software relativi a
quindici periodi propri di una generica struttura:

Figura 11- Tabella limiti di calcolo per CRISIS

13
Le seguenti tabelle mostrano i risultati del calcolo con la frequenza di
superamento determinati valori di accelerazione in funzione dei quindici periodi
propri:

14
I tempi di ritorno si calcolano come l’inverso delle frequenze di superamento.
Di seguito si riportano i dati per tre periodi propri selezionati.

Figura 12- Tempi di ritorno per tre periodi propri

*Nella curva con T=0 l’accelerazione dell’oscillatore è uguale a quella del terreno e quindi è espressa in PGA.

15
SANREMO
1,E+00
PGA PSA 0.3 s PSA 1 sec

1,E-01
Freq di eccedenza

1,E-02

1,E-03

1,E-04

1,E-05
10 1000
(cm/s2)

4.4.1 Spettri di pericolosità uniforme


Gli spettri di pericolosità uniforme si possono ottenere ripetendo il calcolo della
pericolosità usando le relazioni d’attenuazione per diversi periodi spettrali.
In tale maniera si può costruire lo spettro periodo per periodo.
Tali spettri permettono di ricavare la pericolosità per tempi di ritorno specifici,
fornendo i valori dell’accelerazione con cui progettare la struttura in funzione del
periodo proprio.
L’analisi si effettua con il software CRISIS che fornisce i seguenti valori:

SA-PU96
30 anni 50 anni 475 anni 975 anni 2500 anni NNP
T(s)
0 37 54 167 217 285 0
0,040 43 63 200 255 341 0
0,067 60 88 253 323 414 0
0,100 79 115 342 433 563 0
0,150 100 147 449 571 700 1
0,200 105 154 492 632 700 1
0,300 86 128 433 571 700 1
0,400 61 92 329 443 500 1
0,500 45 69 258 353 500 1
0,750 27 42 168 234 344 0
1,000 18 28 114 160 239 0
1,500 9 14 62 88 133 10000
2,000 6 8 37 53 82 11000
3,000 3 4 16 24 37 11000
4,000 2 3 8 11 18 11100
Figura 13 - Risultati della prima analisi con CRISIS

16
Affinché il calcolo sia accettabile l’ultima colonna deve contenere solo zeri, quando
non è così è necessario modificare i limiti inferiori e superiori in cui operare
l’analisi. In questo caso sono state necessarie diverse iterazioni modificando i
periodi, il risultato è accettabile per i seguenti valori:

Figura 14- Nuovi limiti di calcolo per CRISIS

In rosso sono indicati i valori limite del PSA modificati fino alla convergenza del
procedimento.

SA-PU96
30 anni 50 anni 475 anni 975 anni 2500 anni NNP
T(s)
0 37 54 167 217 285 0
0,040 43 63 200 255 341 0
0,067 60 88 253 323 414 0
0,100 79 115 342 433 563 0
0,150 99 145 445 567 752 0
0,200 104 155 492 623 850 0
0,300 86 127 431 568 785 0
0,400 60 91 328 440 625 0
0,500 45 69 257 355 504 0
0,750 27 42 167 234 344 0
1,000 18 28 114 160 239 0
1,500 9 14 62 87 132 0
2,000 5 8 37 53 81 0
3,000 2 3 16 24 36 0
4,000 1 2 8 11 18 0
Figura 15- Risultati della seconda analisi con CRISIS

Il grafico nella pagina che segue mostra i valori di PGA in funzione del periodo
proprio per ciascun tempo di ritorno:

17
SPETTRI A PERICOLOSITA' UNIFORME
50 anni 475 anni 975 anni 30 anni
700

600

500
PSA (CM/S2)

400

300

200

100

0
0 0,5 1 1,5 2 2,5 3 3,5 4 4,5
T (S)

18
5 Spettri di Normativa
La normativa di riferimento è la NTC08. Per la definizione degli spettri è stato
utilizzato il software fornito dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici.
La definizione degli spettri di risposta si articola in 3 fasi, ciascuna delle quali
prevede la scelta di alcuni parametri da parte dell’utente:
- Individuazione della pericolosità del sito;
- Scelta della strategia di progettazione;
- Determinazione dell’azione di progetto.

5.1 Individuazione della pericolosità del sito


In questa prima fase è necessario localizzare le coordinate del sito sul quale si
vuole realizzare la struttura nel territorio nazionale. La longitudine e latitudine di
riferimento per questo progetto sono quelle del comune di San Remo, in Liguria.

 Longitudine 7°76’
 Latitudine 43°82’

Figura 16- Fase I

5.2 Scelta della strategia di progettazione


La seconda fase permette di valutare l’azione sismica in base alla definizione dei
parametri della struttura:
- Vita nominale della costruzione (in anni) VN : intesa come numero di anni
per cui l‘opera, purché soggetta alla manutenzione ordinaria, deve potere
essere usata per lo scopo al quale è destinata;
- Coefficiente d’uso della costruzione Cu: suddivide le costruzioni, in
presenza di azioni sismiche, in classi ed è funzione di una interruzione di
operatività o di un eventuale collasso.

19
Per il caso in esame la vita nominale è pari a 50 e il coefficiente d’uso è posto pari
a 1.
L’attuale norma per le costruzioni civile divide gli stati limite in quattro classi, due
di questi sono stati limite di esercizio mentre gli altri due sono stati limite ultimi:

- Stato Limite di Operatività (SLO): quando si richiede che la costruzione nel suo
complesso, includendo impianti ed elementi non strutturali, non subisca danni e
interruzioni d’uso significative;

- Stato Limite di Danno (SLD): o di immediato utilizzo, quando si richiede che la


costruzione subisca danni tali da non mettere a rischio gli utenti e da non
compromettere significativamente la capacita di resistenza e di rigidezza nei
confronti delle azioni verticali e orizzontali, mantenendosi pertanto
immediatamente utilizzabile pur nell’interruzione d’uso di parte delle
apparecchiature.

- Stato Limite di Salvaguardia della Vita (SLV): o stato limite ultimo: quando si
accetta che la costruzione subisca rotture o crolli dei componenti non strutturali,
con perdita significativa di rigidezza nei confronti delle azioni orizzontali, ma si
richiede che essa conservi una parte di resistenza e rigidezza per azioni verticali
ed un margine di sicurezza nei confronti del collasso per azioni sismiche
orizzontali.

- Stato Limite di prevenzione del Collasso (SLC): quando si accetta che la struttura
subisca gravi rotture e crolli degli elementi non strutturali, e danni molto gravi
delle componenti strutturali, ma si richiede che essa conservi una parte della
rigidezza e resistenza per azioni verticali ed un esiguo margine di sicurezza nei
confronti del collasso per azioni orizzontali.

Ad ogni stato limite sono associati 4 tempi di ritorno che si ricavano dalla formula:

𝑉𝑟
𝑇𝑟 =
ln(1 − 𝑃𝑣𝑟 )
Dove:
𝑉𝑟 = 𝑉𝑁 𝐶𝑈
𝑃𝑉𝑟 è la probabilità di superamento nel periodo di riferimento. La probabilità cui
riferirsi per individuare l’azione sismica agente in ciascuno degli stati limite
considerati, sono riportate nella successiva tabella:

Figura 17-Probabilità di superamento nel periodo di riferimento Vr

20
Figura 18- Fase II

5.3 Determinazione dell’azione di progetto


Ai fini della definizione dell’azione sismica di progetto, si rende necessario
valutare in questa terza fase l’effetto della risposta sismica locale. Nel caso preso
in esame il sito può essere classificato come tipo A, con condizioni topografiche di
tipo T1, che la norma italiana descrive come:

“A”: Ammassi rocciosi affioranti o terreni molto rigidi caratterizzati da valori di


Vs30 superiori a 800 m/s, comprendenti in superficie uno strato di
alterazione, con spessore massimo pari a 3 m. (3.2.2 NTC 08).

T1 : Superficie pianeggiante, pendii e rilievi isolati con inclinazione media i<15°.

Figura 19- Fase III

21
5.4 Estrazione degli spettri di normativa
Di seguito si inseriscono i dati ottenuti dalla fase III:

Parametri e punti dello spettro di risposta orizzontale per lo stato limite: SLO

22
Parametri e punti dello spettro di risposta orizzontale per lo stato limite: SLD

23
Parametri e punti dello spettro di risposta orizzontale per lo stato limite: SLV

24
Parametri e punti dello spettro di risposta orizzontale per lo stato limite: SLC

25
SPETTRI NTC08
SLV SLO SLD SLC
500

450

400

350
PSA (CM/S2)

300

250

200

150

100

50

0
0,000 0,500 1,000 1,500 2,000 2,500 3,000 3,500 4,000 4,500
T (S)

5.5 Confronto tra spettri dell’NTC08 e spettri a pericolosità uniforme


Le differenze sostanziali tra i modelli sono due:
- Gli spettri di normativa sono costruiti mediante alberi logici a 16 rami al
fine di individuare le modellazioni più probabili;
- Gli spettri della normativa non utilizzano la relazione di attenuazione
“SabettaPugliese” ma una combinazione tra quelle esistenti;

Il grafico a pagina seguente mostra gli spettri a confronto.

I valori di accelerazione degli spettri di normativa sono normalizzati rispetto a g


(accelerazione di gravità) per cui per confrontarli con quelli di CRISIS è stato
necessario moltiplicare quest’ultimi per 981 passando da a m/s² a cm/s².
Poiché gli spettri a confronto non differiscono di più del 50% la modellazione può
considerarsi accettabile.

26
SPETTRI A CONFRONTO
SLV SLO SLD SLC
700
50 anni 475 anni 975 anni 30 anni

600

500
PSA (CM/S2)

400

300

200

100

0
0,000 1,000 2,000 3,000 4,000 5,000
T (S)

6 Analisi di disaggregazione

6.1 Trattazione teorica


Uno svantaggio del metodo probabilistico risiede nel fatto che il valore
rappresentativo della pericolosità sismica, in questo caso il picco di accelerazione
del terreno (PGA), non contiene informazioni sulle caratteristiche del terremoto
che l’ha generato. Viene meno il concetto di “terremoto di scenario” poiché il PSHA
fornisce l’effetto combinato di tutte le magnitudini e le distanze delle varie
sorgenti.
Nonostante i vincoli imposti su magnitudo e distanza, vi sono molti scenari di
terremoto compatibili con il valore di progetto PGA. Sebbene i movimenti del
terreno associati a ciascuno di questi scenari avrebbe lo stesso PGA, si possono
ottenere accelerogrammi molto differenti in termini di forma dello spettro e della
durata della scossa.
Per questa ragione sono stati implementati altri criteri per determinare un singolo
terremoto di scenario compatibile con il livello di pericolosità; nel corso degli anni
diversi studi hanno affrontato il problema fino alla definizione di un metodo che
prende il nome di “Disaggregation of seismic hazard”.

27
La forma più comune di disaggregazione è quella bidimensionale in termini di
magnitudo e distanza, essa permette di definire il contributo di sorgenti
sismogenetiche a distanza r capaci di generare terremoti di magnitudo M.
Per l’elaborazione dei dati che seguono è stato utilizzato il programma CRISIS.

6.2 Dati ottenuti


L’analisi di disaggregazione è stata implementata partendo dalle curve di
pericolosità e selezionando i valori di PGA e PSA (𝑇 = 1𝑠). Il programma fornisce
come output tabelle che mettono in relazione magnitudo, distanza e probabilità di
accadimento relative a diversi valori di PGA per ogni periodo proprio della
struttura.
Utilizzando i dati di output si ottengono 4 tabelle.
Facendo la somma delle righe e delle colonne si trovano i contributi di classi di
magnitudo e distanze dal sito, trasformando poi i valori in percentuali rispetto alle
sommatorie, si ottiene il contributo normalizzato di ogni distanza e ogni
magnitudo. Il tempo di ritorno associato a questa analisi di disaggregazione si
calcola facendo l’inverso della probabilità di accadimento totale ottenuta come
somma delle righe o delle colonne. I tempi di ritorno sono pari a:

- Per 𝑇 = 0 si ha un 𝑇𝑅 = 492 anni;


- Per 𝑇 = 1 si ha un 𝑇𝑅 = 483 anni;

Nella pagina seguente si riportano le tabelle ottenute con i relativi risultati.

28
Figura 20 - Valori per T=0

29
Figura 21 – Valori per T=1

30
Utilizzando i valori corrispondenti al contributo della sorgente sismica (una ogni
10 Km) e alla pericolosità del sito si ottengono 3 istogrammi.
Nel primo istogramma, bidimensionale, si riportano i contributi percentuali della
pericolosità in funzione della magnitudo.
Nel secondo gli stessi contributi percentuali sono messi in funzione della distanza.
Il terzo, infine, si costruisce graficando la magnitudo, la distanza dal sito e i
contributi percentuali della pericolosità.

Sanremo PGA Tr=492 anni


25%

20%
HAZARD CONTRIBUTION

15%

10%

5%

0%
3,1 3,4 3,7 4,0 4,4 4,7 5,0 5,3 5,6 5,9 6,2 6,6 6,9 7,2
MAGNITUDE

Sanremo PGA Tr=492 anni

70%

60%
HAZARD CONTRIBUTION

50%

40%

30%

20%

10%

0%
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
EPIC DISTANCE (KM)

31
Sanremo PGA Tr=492 anni
14%

12%

10%

8%

6%

4%
20

2%
40
60
80

DISTANCE(KM) 0%
0

7,5
7,2
6,9
6,6
6,2
5,9
5,6
5,3
5,0
4,7
4,4
4,0
3,7
3,4
3,1
MAGNITUDE

Sanremo PSA 1 sec Tr=483 anni


30%

25%
HAZARD CONTRIBUTION

20%

15%

10%

5%

0%
3,1 3,4 3,7 4,0 4,4 4,7 5,0 5,3 5,6 5,9 6,2 6,6 6,9 7,2
MAGNITUDE

32
Sanremo PSA 1 sec Tr=483 anni
60%

50%

HAZARD CONTRIBUTION
40%

30%

20%

10%

0%
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
EPIC DISTANCE (KM)

Sanremo PSA 1 sec Tr=483 anni

12%

10%

8%

6%

4%
0
30 2%
60
90
DISTANCE(KM) 0%
3,7
7,2
6,9
6,6
6,2
5,9
5,6
5,3
5,0
4,7
4,4
4,0

3,4
3,1

MAGNITUDE

6.3 Osservazioni sui dati ottenuti


Nei grafici sopra riportati si evince che:
- Per 𝑇 = 0 il range di valori di magnitudo che più influisce alla pericolosità
sismica varia tra 4,4 e 5,9 mentre la distanza epicentrale corrispondente
varia tra 0 e 20 Km;

33
- Per 𝑇 = 1 il range di valori di magnitudo che più influisce alla pericolosità
sismica varia tra 4,4 e 5,9 mentre la distanza epicentrale corrispondente
varia tra 0 e 40 Km;

Nei grafici tridimensionali invece si nota che per un periodo di 1s contribuiscono


alla pericolosità del sito anche terremoti con epicentri situati a distanze maggiori
e con magnitudo più elevate perché in essi cresce il contenuto di energia alle basse
frequenze. La disaggregazione appena svolta dà luogo a tempi di ritorno che si
discostano dal valore di riferimento di 475 anni.
Il software CRISIS ha al suo interno una funzione che permette, una volta lanciata
con successo l’analisi, di effettuare una disaggregazione non affetta dal suddetto
problema. E’ stato così fissato il valore esatto del tempo di ritorno Tr = 475 anni.
Nella Figura di seguito si mostrano i risultati ottenuti con la funzione
Disaggregation Charts di CRISIS. Il livello di magnitudo contrassegnato da un
colore rosso più intenso corrisponde al valore cercato.

PGA: Il valore di magnitudo 5,9 calcolato precedentemente è compatibile con


l’output di CRISIS. Anche il valore della distanza (0-20km) conferma i
risultati precedentemente ottenuti.

Figura 22- Risultati disaggregazione per T=0

PSA: il valore di magnitudo 5,9 calcolato precedentemente è compatibile con


quanto graficato da CRISIS. Anche sulle distanze, i risultati sono coerenti:
entrambi ci informano che la maggior parte degli eventi per il sito di
Sanremo provengono da una distanza compresa tra 0 e 30Km.

Figura 23- Risultati disaggregazione per T=1


34
7 Individuazione del terremoto di scenario
In seguito all’analisi di disaggregazione, si procede con l’individuazione di
terremoti reali intorno al nostro sito che abbiano all’incirca un range di magnitudo
e distanza approssimativamente corrispondenti a quelli trovati.
Dal catalogo presente nel software Quantum GIS, si scelgono gli eventi sismici con
magnitudo e distanza simili a quelle corrispondenti al picco dell’istogramma
ottenuto dall’analisi di disaggregazione. In particolare è stato cercato un
terremoto con una magnitudo compresa tra 4.00 e 6.00 nel raggio di 30 km dalla
città di Sanremo.

Figura 24- Individuazione terremoto di scenario.

I terremoti selezionati sono riportati nella tabella seguente ordinati in ordine di


magnitudo.

ANNO ZONA Msp ZS9 R[Km]


1887 Liguria Occidentale 6,29 910 26,3

1854 Liguria Occidentale 5,69 910 18,13


1818 Liguria Occidentale 5,52 910 24,00
1831 Liguria Occidentale 5,50 910 7,00
1612 Rocca Bigliera 5,12 910 19,30
1896 Albenga 4,62 910 12,60
1831 Bussana 4,53 910 4,60
Figura 25- Possibili terremoti di scenario.

35
8 Calcolo di uno spettro deterministico (DSHA)
Nell’approccio deterministico abbiamo a che fare con due componenti:
- Caratterizzazione della sorgente sismica (Tipo di sisma, intensità e
localizzazione spaziale);
- Caratterizzazione degli effetti che scaturiscono dal sisma.

Nei primi anni si valutava la pericolosità sismica esclusivamente in termini di


DSHA. Veniva, perciò, definito uno scenario sismico con la valutazione della
pericolosità. Tale metodo è stato utilizzato in particolar modo in passato al fine di
progettare edifici importanti (per esempio centrali nucleari) utilizzando il peggior
terremoto possibile. Il limite dell’approccio deterministico risiede nel fatto che
non si conosca la probabilità con cui tale terremoto si verifichi.
Di seguito si riassume in 4 step il suddetto approccio:
1. Identificazione e caratterizzazione delle sorgenti sismiche che possono
produrre movimenti significativi in sito. Le sorgenti possono essere note o
non ben definite (ipotetiche zone sismotettoniche);
2. Verifica di quale sia la minore tra le distanze;
3. Individuazione del terremoto di controllo, ovvero quel terremoto che
produce il livello massimo di scuotimento (massima magnitudo, minima
distanza);
4. Si stimano, con relazioni di attenuazione, i valori del PGA, PGV, Spa…

8.1 Dati ottenuti


Individuati i possibili terremoti (Figura 25) per conoscere quello che provoca la
massima accelerazione al sito di Sanremo, si calcola per ognuno di essi uno spettro
deterministico in base alla legge di attenuazione “Sabetta Pugliese 96” che ha la
seguente formulazione:

log[𝑃𝑆𝑉(𝑇, 𝑀, 𝑅)] = 𝑎 + 𝑏𝑀 + 𝑐 log(𝑅 2 + ℎ2 )1/2 ±𝜎𝑙𝑛,𝑦


I cui parametri sono:

T(sec) freq(Hz) a b c h e1 e2 Sigma


0,040 25,00 -0,817 0,33 -1 4,7 0,161 0 0,195
0,067 15,00 -0,312 0,304 -1 6,3 0,161 0 0,2
0,100 10,00 -0,019 0,304 -1 6,2 0,161 0 0,208
0,150 6,67 0,222 0,31 -1 5,9 0,161 0 0,22
0,200 5,00 0,296 0,323 -1 5,7 0,161 0 0,234
0,300 3,33 0,1 0,377 -1 5,4 0,185 0,02 0,26
0,400 2,50 -0,281 0,445 -1 5,2 0,222 0,078 0,28
0,500 2,00 -0,595 0,5 -1 5 0,23 0,124 0,29
0,750 1,33 -1 0,57 -1 4,7 0,12 0,19 0,303
1,000 1,00 -1,28 0,612 -1 4,4 0,05 0,208 0,308
1,500 0,67 -1,647 0,66 -1 4 0,01 0,175 0,315
2,000 0,50 -1,9 0,687 -1 3,6 0 0,15 0,319
3,000 0,33 -2,25 0,715 -1 3 0 0,108 0,319
4,000 0,25 -2,5 0,725 -1 2,6 0 0,1 0,319
Figura 26- Parametri per attenuazione.

36
I coefficienti a,b,c,h,σ della tabella forniscono lo spettro in pseudo-velocità (PSV)
che deve essere moltiplicato per ω=2*π*f per ottenere lo spettro in pseudo-
accelerazione (PSA).
Di seguito si riportano le tabelle con i valori dell’accelerazione PSA Sa Pu ottenuti
e successivamente graficati in funzione dei relativi periodi strutturali.

LIGURIA OCCIDENTALE
0,450
PSA+SIGMA PSA-SIGMA PSA
0,400

0,350

0,300

0,250
PSA [G]

0,200

0,150

0,100

0,050

0,000
0,000 1,000 2,000 3,000 4,000 5,000
T[S]

37
LIGURIA OCCIDENTALE
0,800
PSA+SIGMA PSA-SIGMA PSA
0,700

0,600

0,500

0,400
PSA [G]

0,300

0,200

0,100

0,000
0,000 1,000 2,000 3,000 4,000 5,000

T[S]

38
LIGURIA OCCIDENTALE
0,900
PSA+SIGMA PSA-SIGMA PSA
0,800

0,700

0,600
PSA[G]

0,500

0,400

0,300

0,200

0,100

0,000
0,000 1,000 2,000 3,000 4,000 5,000
T[S]

39
ROCCA BIGLIERA
0,300
PSA+SIGMA PSA-SIGMA PSA

0,250

0,200
PSA[G]

0,150

0,100

0,050

0,000
0,000 1,000 2,000 3,000 4,000 5,000
T[S]

40
ALBENGA
0,300
PSA+SIGMA PSA-SIGMA PSA

0,250

0,200
PSA[G]

0,150

0,100

0,050

0,000
0,000 1,000 2,000 3,000 4,000 5,000
T[S]

41
BUSSANA
0,500
PSA+SIGMA PSA-SIGMA PSA
0,450

0,400

0,350
PSA [G]

0,300

0,250

0,200

0,150

0,100

0,050

0,000
0,000 1,000 2,000 3,000 4,000 5,000
T[S]

42
LIGURIA OCCIDENTALE
0,500
PSA+SIGMA PSA-SIGMA PSA
0,450

0,400

0,350
PSA [G]

0,300

0,250

0,200

0,150

0,100

0,050

0,000
0,000 1,000 2,000 3,000 4,000 5,000
T[S]

8.2 Confronto degli spettri deterministici


Lo spettro DSHA è stato ricavato riportando in un unico diagramma gli spettri dei
6 terremoti ottenuti considerando il caso σ = 0 e prendendo quello con il valore di
picco di accelerazione più elevato.
Come si evince dal diagramma sotto riportato l’evento sismico più significativo è
quello relativo alla Liguria Occidentale avvenuto nel 1831 con magnitudine pari a
5,50 e con epicentro a 7,50 Km dal sito, il picco di accelerazione è di 0,277 g (pari
a 277 gal). Nell’analisi effettuata in questo paragrafo non compaiono le funzioni di
probabilità ma i dati che sono utilizzati sono:
- La localizzazione dell’epicentro del sisma;
- La magnitudo del sisma;
- La relazione di attenuazione (Sabetta-Pugliese);

43
44
9 Confronto dei risultati ottenuti
Di seguito si pongono a confronto i risultati ottenuti di tutti metodi utilizzati per
l’analisi del rischio sismico:
- Prababilistic seismic hazard (PSHA);
- Deterministic seismic hazard assesment (DSHA);
- NTC 08;

Lo spettro probabilistico e di normativa sono relativi ad un tempo di ritorno pari


a 475 anni.

SANREMO
800

NTC 08
700
PSHA 475 anni
600
DSHA - 0,3SIGMA

500
PSA (CM/S2)

DSHA_SIGMA=0

DSHA + 0,3SIGMA
400

300

200

100

0
0 0,5 1 1,5 2 2,5 3 3,5 4
T (S)

Come si può notare lo spettro deterministico DSHA con sigma pari a 0 non si
discosta di molto dallo spettro probabilistico; al fine di rendere i due spettri ancor
più compatibili si è pensato di ricalcolare lo spettro deterministico con una
frazione di sigma pari a 0,3σ.
Nella pagina seguente si propone il nuovo confronto:

45
Dal grafico si nota che il risultato ottenuto con l’approccio deterministico è
abbastanza coerente con quelli degli altri metodi di analisi.
- Lo spettro di Normativa approssima in maniera soddisfacente quello
ottenuto con il PSHA. Le accelerazioni di progetto suggerite dalla
normativa raggiungo il valore di 347, smussando il picco ad un periodo di
0,1 secondi;
- Lo spettro deterministico ha il picco più alto, con un valore di 513,0 ad un
periodo di 0,2 secondi.

46
10 Estrazione degli accelerogrammi simili al terremoto di
scenario
Gli stati limite, ultimo e di esercizio, possono essere verificati mediante analisi
dinamiche al passo con l’uso di accelerogrammi artificiali, simulati o naturali.
In questo caso si è scelto di fare uso di accelerogrammi registrati, pertanto si è
proceduto ricavando le informazioni dalla Banca Dati di Accelerometria Italiana
http://esm.mi.ingv.it/ di accelerogrammi corrispondenti con magnitudo e
distanze simili a quelle del terremoto di scenario.
L’uso di accelerogrammi registrati è ammesso, a condizione che la loro scelta sia
rappresentativa della sismicità del sito e sia adeguatamente giustificata in base
alle caratteristiche sismogenetiche della sorgente, le condizioni del sito di
registrazione, la magnitudo, alla distanza dalla sorgente e alla massima
accelerazione orizzontale attesa al sito.
In tal caso è stato scelto per la magnitudo un range tra 5 e 6, mentre per la distanza
un range tra 5 e 12 km.

Nel caso in esame sono stati selezionati ed elaborati 3 accelerogrammi relativi agli
eventi sismici registrati in 3 differenti stazioni, estratti dalla banca dati
accelerometrica non solo italiana:

Sulla base di questi dati è stata effettuata una elaborazione tramite il software
SeismoSignal operando un filtro di correzione passabanda in funzione del tipo di
strumento di registrazione. Il programma consente di visualizzare

47
l’accelerogramma del sisma e le sue relative integrazioni nel dominio del tempo
(storia delle accelerazioni, delle velocità e degli spostamenti).

10.1 Utilizzo dei SeismoSignal


Il database fornisce i valori delle accelerazioni lungo tre direzioni: nord-sud, est-
ovest, up-down. Poiché le strutture sono progettate per resistere alle azioni
verticali sono stati scelti gli accelerogrammi con il maggior valore di PGA sulle
direzioni orizzontali.
I dati registrati dalla stazione accelerometrica sono soggetti a fenomeni di
disturbo del segnale, per questo motivo è stato necessario applicare una
correzione di tipo “baseline” lineare e un “filtro passabanda di tipo Butterworth”
di ordine 4 con frequenze variabili a seconda dell’andamento del segnale.

Il programma permette di visualizzare lo spettro di Fourier che fornisce una


rappresentazione delle ampiezze 𝐶𝑛 nel dominio delle frequenze 𝑓𝑛 :
𝑁

𝑎(𝑡) = ∑ 𝑐𝑛 cos(𝜔𝑛 𝑡) − 𝛷𝑛 )
𝑛=1

Come si evince dalla formula le forme d’onda vengono decomposte in una somma
di cosinusoidi. Lo spettro di risposta è una rappresentazione indiretta del
terremoto, contiene le informazioni dell’effetto del movimento del terreno sulla
struttura. Di seguito si riportano i grafici sia prima che dopo la correzione.

48
10.2 Accelerogramma Cesi Monte

Figura 27- Inquadramento territoriale.

Di seguito si riportano i diagrammi non filtrati:

Figura 28- Accelerogramma, velocità e spostamento non filtrato.

Di seguito si riportano i diagrammi filtrati:

Figura 29- Accelerogramma, velocità e spostamento filtrati.

49
Il relativo spettro di Fourier:

Il relativo spettro di risposta:

10.3 Accelerogramma Viggianello

50
Di seguito si riportano i diagrammi non filtrati:

Di seguito si riportano i diagrammi filtrati:

Di seguito si riportano i diagrammi filtrati:

Il relativo spettro di Fourier:

51
Il relativo spettro di risposta:

10.4 Accelerogramma L’Aquila

Di seguito si riportano i diagrammi non filtrati:

52
Di seguito si riportano i diagrammi filtrati:

Il relativo spettro di Fourier:

Il relativo spettro di risposta:

53
10.5 Confronto degli spettri di risposta
Per effettuare il confronto degli spettri si è utilizzato il software In-Spector 1.0.
Di seguito si riportano gli step svolti:

- Inserimento dello spettro target:

- Inserimento degli spettri di risposta dei terremoti scelti:


A tal proposito si sono inseriti per ciascun evento considerato, gli spettri di
risposta nelle direzioni N-S e E-O.

Gli accelerogrammi sono stati scalati sia in base al PGA che al periodo proprio della
struttura. Dal programma è emerso che tramite il periodo proprio della struttura
(T=0,5) gli spettri di risposta vengono meglio approssimati allo spettro target.
I risultati sono abbastanza soddisfacenti in quanto il fattore di scala è compreso
tra 0.25 e 4.

Infine, tramite il software si è computato lo spettro medio:

Come si può osservare dall’immagine, lo spettro medio ricade, per quasi la


totalità dei periodi spettrali, all’interno dell’area di tolleranza.

54
11 Confronto degli spettri
In conclusione si effettua il confronto tra gli spettri di risposta risultanti da tutti i
metodi utilizzati per la valutazione del rischio sismico dell’area di Sanremo:

Confronto con il Mean Spectrum scalato sul PGA:

CONFRONTO SPETTRI ELASTICI


600
PSA+SIGMA
500 PSA-SIGMA
PSA
400 SLV
PSA (CM/S2)

475 anni
300 MEAN SPECTRUM

200

100

0
0,000 0,500 1,000 1,500 2,000 2,500 3,000 3,500 4,000 4,500
T (S)

Confronto con il Mean Spectrum scalato sul periodo proprio della struttura:

900
CONFRONTO SPETTRI ELASTICI
800 PSA+0,3*SIGMA

700 PSA-0,3*SIGMA

600 PSA_SIGMA=0
PSA (CM/S2)

500 NTC 08_475 anni

400 PSHA 475 anni

300 Mean Specrtum

200

100

0
0,000 0,500 1,000 1,500 2,000 2,500 3,000 3,500 4,000 4,500
T (S)

55

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