Progettista
lng. Salvatore Farci
(Dirigente del Servizio Pianificazione strategica e territoriale)
Servizi
Ing. Daniele Olla
(Dirigente del Servizio Lavori pubblici)
Ing. Pierpaolo Piastra
(Dirigente del Servizio Mobilità, Infrastrutture viarie e Reti)
Rel. Fb 07
01
PREMESSA ............................................................................................................................................................................................................................................................. 1
INQUADRAMENTO GEOGRAFICO................................................................................................................................................................................................................... 2
CRITERI GENERALI PER GLI STUDI DI COMPATIBILITÀ GEOLOGICO-TECNICA NELLE AREE A PERICOLOSITÀ DA FRANA ......................................... 19
CONCLUSIONI..................................................................................................................................................................................................................................................... 20
Piano attuativo dell'area San Paolo a Cagliari, finalizzata alla realizzazione del parco urbano attrezzato sportivo ed educativo.
Studio di compatibilità geologica e geotecnica – Relazione illustrativa
PREMESSA
La presente relazione tecnico esplicativa accompagna e integra gli elaborati cartografici
corrispondenti allo studio di compatibilità geologico e geotecnica art. 8 comma 2 delle NTA
PAI per la perimetrazioni delle aree a Pericolosità di Frana individuate nell’ambito del Piano
di Assetto Idrogeologico.
Lo studio riguarda il Piano attuativo dell'area San Paolo a Cagliari, finalizzata alla
realizzazione del parco urbano attrezzato sportivo ed educativo.
Sempre nell’ambito del presente studio è stata realizzata una campagna di rilevamento per
verificare lo stato attuale dei luoghi ed eventualmente individuare aree potenzialmente
instabili.
INQUADRAMENTO GEOGRAFICO
L’area oggetto del presente studio è compresa nella cartografia dell’IGM al Foglio 557 in
scala 1:50.000 Cagliari, nel foglio 557 sez III Cagliari in scala 1:25.000 e nelle Sezioni
557140 Cagliari della Carta Tecnica Regionale in scala 1:10.000. in particolare l’area relativa
al presente studio è quella evidenziata in rosso nella figura di seguito riportata.
La metodologia utilizzata per la realizzazione della Carta della pericolosità da frana è quella
proposta dalle “Linee Guida per l’individuazione e la perimetrazione delle aree a Rischio
Idraulico e Geomorfologico e delle relative misure di salvaguardia”. Il principio comune su cui si
basano le diverse metodologie, volte alla definizione di aree caratterizzate da una diversa
propensione al dissesto, è l’analisi dei dissesti, al fine di individuare le condizioni in cui essi si
verificano, e la valutazione dell’influenza che tali condizioni rivestono. Le conoscenze acquisite
vengono poi utilizzate per individuare se le condizioni riscontrate sussistano nelle aree non
interessate da fenomeni di instabilità, al fine di prevenirne il manifestarsi. La metodologia è
semplice nella sua impostazione generale, ma è complessa perché considera i fattori principali
che hanno influenza diretta o indiretta sulle condizioni di stabilità. Consiste nella
predisposizione di alcune carte tematiche, che rappresentano rispettivamente i fenomeni
geomorfologici esistenti sul territorio e i singoli fattori predisponenti alla franosità, e nella
verifica attraverso l’incrocio e la sovrapposizione (overlay) di queste carte, secondo il
diagramma di flusso schematizzato in Figura 3.
CARTA FENOMENI FRANOSI CARTA DELL’INSTABILITA’ POTENZIALE CARTA DELL’ESPOSIZIONE DEI VERSANTI
Fig. 3: Diagramma di flusso per la realizzazione della carta delle aree a pericolosità di frana
La carta delle aree a pericolosità di frana contiene le perimetrazioni delle aree pericolose
suddivise in cinque livelli di pericolosità ciascuno dei quali contraddistinto da una particolare
tonalità cromatica.
Sulla Pietra Cantone poggia il tramezzario su una superficie riferibile ad una fase erosiva; è
costituito da biocalcareniti talora marnose. La parte basale è caratterizzata da slumping,
faglie sinsedimentarie, superfici di erosione e brecce intraformazionali. Gli spessori sono
molto variabili, da 0 a 40 m; il contatto con la sovrastante Pietra Forte è individuabile da
una netta discontinuità (indicante una fase erosiva), marcata anche dalla presenza di clasti
nella parte basale della Pietra Forte.
Di seguito si riporta uno stralcio delle tavola menzionata con indicate le litologie principali
affioranti nel settore in esame, che sono rappresentate principalmente da depositi antropici
olocenici. Per quanto riguarda i pesi attribuiti, questi sono indicati in Legenda nella Tavola
di riferimento.
In riferimento all’uso del suolo si fa riferimento alla Carta dell’uso del suolo del 2008 dalla RAS
in formato shape. Essa è realizzata alla scala di 1:25.000. La legenda utilizzata per
l’identificazione delle varie classi deriva dalla Legenda Corine Land Cover.
4 2 3 ZONE INTERTIDALI
5 CORPI IDRICI
5 1 ACQUE CONTINENTALI
5 1 1 CORSI D'ACQUA CANALI IDROVIE
5 1 1 1 FIUMI, TORRENTI E FOSSI
5 1 1 2 CANALI E IDROVIE
5 1 2 BACINI D'ACQUA
5 1 2 1 BACINI NATURALI
5 1 2 2 BACINI ARTIFICIALI
5 2 ACQUE MARITTIME
5 2 1 LAGUNE, LAGHI E STAGNI COSTIERI
5 2 1 1 LAGUNE, LAGHI E STAGNI COSTIERI A PRODUZIONE ITTICA NATURALE
5 2 1 2 ACQUACOLTURE IN LAGUNE, LAGHI E STAGNI COSTIERI
5 2 2 ESTUARI E DELTA
5 2 3 MARI
5 2 3 1 AREE MARINE A PRODUZ. ITTICA NATURALE
5 2 3 2 ACQUACOLTURE IN MARE LIBERO
Le classi d’uso individuate nell’area oggetto del presente studio sono quelle indicate in legenda,
con indicati i relativi pesi attribuiti.
Gli elementi dei singoli tematismi sono stati raggruppati in classi e ad ogni classe è stato
attribuito un valore (peso) in funzione del ruolo esercitato nella produzione di un dissesto.
I pesi utilizzati nell’ambito di questo lavoro sono descritti nelle tabelle successive che ben
rappresentano le condizioni di instabilità potenziale nelle aree in studio.
P Parametro
e
s
o
Pendenza - 50 %
2
- 35%_50%
1
0 20%_35%
1 10%_20%
2 0%_10%
Geologia 1 Detrito di falda, coni detritici e conoidi di deiezione
4 Depositi lagunari, lacustri e palustri
5 Alluvioni ghiaiose recenti ed attuali degli alvei fluviali
5 Alluvioni ghiaiose, antiche e terrazzate
6 Alluvioni prevalentemente sabbiose
5 Depositi alluvionali prevalentemente limoso-argillosi
2 Depositi argillosi
2 sabbie eoliche
3 sabbie, anche grossolane con livelli ghiaiosi ed intercalazioni di arenarie
4 arenarie, arenarie conglomeratiche
4 marne
7 calcari, calcari marnosi
8 dolomie, dolomie calcaree e calcari dolomitici
4 Calcescisti, micascisti, argilloscisti
7 anfiboliti
5 gneiss con elevata densità di giunti di fratturazione
8 gneiss massicci e con giunti di fratturazione radi
3 tufi, tufi conglomeratici
7 ignimbriti
7 trachiti, fonoliti
8 basalti
5 andesiti
7 rioliti massicce
2 graniti, granodioriti alterati con potenti coperture di sabbioni arcosici
9 graniti, granodioriti massicci privi di copertura ed alterazione
Uso del suolo - Aree estrattive, discariche, cantieri, seminativi, colture permanenti, zone umide
2 marine
- Zone aperte con vegetazione rada o assente
1
0 Zone urbanizzate, industriali, commerciali, zone verdi artificiali e agricole
1 Associazioni vegetali arbustive ed erbacee
2 Zone boscate
Il risultato della somma algebrica dei pesi attribuiti ai vari fattori, descritti nelle precedenti
tabelle, è stato discriminato in cinque classi di instabilità potenziale; Le classi con pesi più
elevati rappresentano condizioni di stabilità maggiori viceversa quelle con punteggio basso
rappresentano condizioni di instabilità così come evidenziato nella Tabella 4.
Da tale carta si evince che le aree interessate dallo studio ricadono rispettivamente quella di
S.Paolo nella fascia di instabilità potenziale forte, benché l’area sia completamente in piano la
classificazione viene condizionata fortemente dalle litologie presenti in situ, e quella dell’Ex-
Mattatoio nella fascia di instabilità potenziale limitata.
• cavità sotterranee;
• fenomeni di subsidenza;
la Carta della Pericolosità ha evidenziato che l’area di S. Paolo ricade in Hg1, nonostante
l’assenza di fenomeni franosi e della morfologia prevalentemente pianeggiante, con
quote medie comprese tra 0-2%.
In ottemperanza a quanto stabilito dall’articolo 23, comma 9, Titolo III delle Norme di
attuazione del P.A.I., gli interventi previsti:
CONCLUSIONI
Per l’area di S.Paolo è stata individuata la perimetrazione della pericolosità da frana Hg1, in
funzione del fatto che gli areali pur insistendo in aree con instabilità potenziale forte per via
della costituzione geolitologica dei terreni di sedime rappresentati principalmente da
depositi antropici, si trova in una condizione planoaltimetrica pressoché uniforme con
pendenze massime del 2% e in totale assenza di qualsiasi fenomeno franoso.