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N°07/

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RACCOLTA
NEWSLUGLIO2 010
Indice
1. News Costruzioni (Pag. 03 of 376)
 Pag. 04 - Classificazione acustica edifici pubblicata la norma UNI 11367
 Pag. 06 - Consiglio di Stato Sentenza 19-05-2010 n. 3174
 Pag. 13 - Manovra, no alla Scia in presenza di vincoli ambientali
 Pag. 15 - Ok al condono con vincoli successivi agli interventi
 Pag. 16 - Oltre la crisi geologi risorsa preziosa per il paese

2. News Energia (Pag. 19 of 376)


 Pag. 20 - Agenzia delle Entrate - IRPEF Circolare 01-07-2010 n. 39-E
 Pag. 30 - Direttiva CEE 19-05-2010 n. 2010-31-UE
 Pag. 53 - Parlamento Europeo - Rendimento energetico nell'edilizia
 Pag. 59 - Prestazione energetica in edilizia in vigore la nuova Direttiva UE
 Pag. 62 - Ristrutturazione con ampliamento il bonus del 55% solo su esistente

3. News Ministeri (Pag. 64 of 376)


 Pag. 65 - Agenzia del Territorio - Circolare 09-07-2010 n. 2
 Pag. 77 - Agenzia delle Entrate Provvedimento
 Pag. 141 - Appalti le procedure emergenziali possono falsare il mercato
 Pag. 143 - Appalti, escluse le imprese che perdono i requisiti
 Pag. 144 - Delibera N. 88-2010 _Linee guida per la definizione degli standard di qualità
 Pag. 152 - Misure urgenti Decreto Legge 31-05-2010 n. 78
 Pag. 320 - Sanatoria catastale, ammesse le regolarizzazioni dopo la stipula
 Pag. 322 - Sanatoria catastale, procedure telematiche per le locazioni
 Pag. 323 - TAR Puglia - Sentenza 14-04-2010 n. 1334

4. News Prodotti da Costruzione (Pag. 335 of 376)


 Pag. 336 - Elenco Norme Armonizzate Marcatura CE Prodotti da Costruzione
al 15-07-2010
 Pag. 367 - Elenco norme UNI pubblicate nel mese di giugno 2010
Classificazione acustica edifici: pubblicata la norma UNI 11367

Previste quattro classi di efficienza acustica attribuite sulla base di misurazioni dei livelli sonori

23/07/2010 - È stata pubblicata ieri 22 luglio la norma UNI 11367 “Acustica in edilizia -
Classificazione acustica delle unità immobiliari - Procedura di valutazione e verifica in opera”.

La norma definisce la classificazione acustica degli edifici, basata su misure effettuate al termine
dell’opera, che consentirà di informare i futuri proprietari/abitanti sulle caratteristiche acustiche
dell’abitazione e di tutelare i vari soggetti che intervengono nel processo edilizio (progettisti,
produttori di materiali da costruzione, costruttori, venditori, ecc.) da possibili successive
contestazioni.

La UNI 11367 si applica a tutti i tipi di edifici, tranne a quelli ad uso agricolo, artigianale e industriale.
Nell’ambito di applicazione della norma, i requisiti acustici di ospedali, cliniche, case di cura e scuole
sono definiti da una specifica appendice.

La UNI 11367 prevede quattro differenti classi di efficienza acustica: si va dalla classe 1, che
identifica il livello più alto (più silenzioso), alla classe 4 che è la più bassa (più rumoroso): va
considerato che, seppure il livello prestazionale “di base” sia rappresentato dalla terza classe, la
stragrande maggioranza degli edifici italiani attualmente esistenti non raggiunge neppure la quarta
classe.

La classe viene attribuita - sulla base di misurazioni dei livelli sonori e non solo di dati progettuali -
alle singole unità immobiliari e non all’intero edificio (ad esempio, nel caso di un condominio, la
classe deve essere assegnata ad ognuno degli appartamenti che lo compongono, e non

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genericamente all’intero condominio). Se, da un lato, questo rende più complicata la determinazione
di efficienza acustica, dall’altro è una maggiore garanzia sul risultato finale.

La valutazione complessiva di efficienza sarà obbligatoriamente accompagnata da valutazioni per


ogni singolo requisito considerato: sono infatti oggetto di classificazione l’isolamento di facciata,
l’isolamento rispetto ai vicini (sia per i rumori aerei, sia per i rumori di calpestio) e il livello sonoro
degli impianti. Nel caso degli alberghi sono considerati altresì gli isolamenti acustici fra ambienti della
stessa unità immobiliare (es. fra le camere).

All’elaborazione della norma hanno partecipato oltre 60 esperti in rappresentanza di tutti gli interessi
“in gioco”. Infatti, tutte le fasi che convergono nel processo di realizzazione dell’edificio sono
determinanti ai fini del risultato acustico: la progettazione, l’esecuzione dei lavori, la posa in opera
dei materiali, la direzione dei lavori, le eventuali verifiche in corso d’opera, ecc.

“La norma sulla classificazione acustica degli edifici - ha spiegato Piero Torretta, presidente UNI- si
aggiunge a quella sulle prestazioni energetiche degli edifici (UNI TS 11300), migliorando il quadro
delle informazioni a disposizione dell’utente del bene edilizio. Quadro che, con il meccanismo della
classificazione graduata, conferisce al bene edilizio un nuovo valore economico legato alla capacità
dello stesso di soddisfare esigenze spesso immateriali dell’utilizzatore (comfort, privacy, emissioni
CO2, consumo materiali...).

Ricordiamo che entro luglio 2010 il Governo dovrebbe emanare la nuova normativa in materia di
isolamento acustico in edilizia, in attuazione della Direttiva 2002/49/CE. Le norme riguarderanno la
tutela dell’ambiente esterno e dell’ambiente abitativodall’inquinamento acustico, i requisiti acustici
degli edifici e la determinazione e gestione del rumore ambientale, mentre la definizione dei “criteri
per la progettazione, l’esecuzione e la ristrutturazione delle costruzioni edilizie e delle infrastrutture
dei trasporti, ai fini della tutela dall’inquinamento acustico” arriveranno con un successivo decreto del
Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, di concerto con il Ministro dell’ambiente

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N. 03174/2010 REG.DEC.
N. 09759/2009 REG.RIC.

R E P U B B L I C A I T A L I A N A

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Consiglio di Stato

in sede giurisdizionale (Sezione Quarta)

ha pronunciato la presente
DECISIONE

Sul ricorso numero di registro generale 9759 del 2009, proposto da:
Luigi Baiano, rappresentato e difeso dall'avv. Giuseppe Fimiani, con domicilio
eletto presso Patrizia Finelli in Roma, via G. Calderini N. 68;
contro
Comune di Pozzuoli, rappresentato e difeso dall'avv. Aldo Starace, con domicilio
eletto presso Claudia De Curtis in Roma, via Marianna Dionigi, 57;
per la riforma
della sentenza breve del T.A.R. CAMPANIA - NAPOLI: SEZIONE VI n.
07338/2009, resa tra le parti, concernente demolizione opere abusive.

Visto il ricorso in appello con i relativi allegati;


Visto l'atto di costituzione in giudizio di Comune di Pozzuoli;
Viste le memorie difensive;
Visti tutti gli atti della causa;
Relatore nell'udienza pubblica del giorno 27 aprile 2010 il Cons. Sandro Aureli e
udito l’avv Gianluca Contaldi su delega dell’avv Aldo Starace;
Ritenuto e considerato in fatto e diritto quanto segue.

FATTO e DIRITTO
La sentenza in epigrafe ha respinto il ricorso di primo grado, non ravvisando
fondamento alcuno nelle censure rivolte all’annullamento dei provvedimenti con i
quali il Comune di Pozzuoli nella veste del dirigente competente, ha, prima,
respinto l’istanza di condono presentata dal ricorrente, odierno appellante,
(delib.n.25676 del 26 giugno 2009) e successivamente ha ordinato la demolizione
delle opere da esso abusivamente realizzate (delib.n.29485 del 21 luglio 2009).
La parte soccombente in primo grado ha proposto impugnazione avverso detta
decisione per chiederne la riforma, riproponendo in sostanza le stesse censure
utilizzate nel ricorso originario, seppure adattate alle argomentazioni dal primo
decidente.
Il Comune si è costituito in giudizio per chiedere il rigetto del gravame che
all’udienza odierna è stato trattenuto in decisione dal Collegio su richiesta del
difensore del Comune.
L’appello è infondato
Le censure con esso proposte, due di merito, e due relative a vizi procedimentali
non meritano invero alcuna condivisione.
Le prime due censure, attengono all’art. 32 comma 27, lett. d), del d.l. n. 269 del
2003, convertito dalla l. n. 326 del 2003, come noto recante disposizioni sul
“terzo”condono edilizio, di cui l’appellante chiede l’applicazione in relazione alla
realizzazione senza titolo dell’ ampliamento di un edificio residenziale situato in
zona sottoposta a vincolo ambientale, sulla base delle prescrizioni di P.R.G. e del
P.T.P. , in cui non è consentita l’edificazione trattandosi di zona “Et. Agricola a
Tutela” nonché “ Area a protezione integrale”.
L'art. 32 comma 27, lett. d), l. n. 269 del 2003 è previsione normativa che esclude
dalla sanatoria le opere abusive realizzate su aree caratterizzate da determinate
tipologie di vincoli (in particolare, quelli imposti sulla base di leggi statali e
regionali a tutela degli interessi idrogeologici e della falde acquifere, dei beni
ambientali e paesaggistici, nonché dei parchi e delle aree protette nazionali,
regionali e provinciali), subordinando peraltro l'esclusione a due condizioni
costituite:
a) al fatto che il vincolo sia stato istituto prima dell'esecuzione delle opere abusive;
b) al fatto che le opere realizzate in assenza o in difformità del titolo abilitativo
risultino non conformi alle norme urbanistiche e alle prescrizioni degli strumenti
urbanistici.
Da tale ricostruzione emerge, quindi, un sistema che consente la sanatoria delle
opere realizzate su aree vincolate solo in due ipotesi, previste disgiuntamente,
costituite dalla realizzazione delle opere abusive prima dell'imposizione dei vincoli
(e, in questo caso, trattasi della mera riproposizione di una caratteristica propria
della disciplina posta dalle due precedenti leggi sul condono con riferimento ai
vincoli di inedificabilità assoluta di cui all'art. 33 comma 1, l. n. 47 del 1985); dal
fatto che le opere oggetto di sanatoria, benché non assentite o difformi dal titolo
abilitativo, risultino comunque conformi alle norme urbanistiche e alle prescrizioni
degli strumenti urbanistici.
Pertanto, la novità sostanziale della suddetta previsione normativa è costituita
proprio dall'inserimento del requisito della conformità urbanistica all'interno della
fattispecie del condono edilizio, così dando vita ad un meccanismo di sanatoria che
si avvicina fortemente all'istituto dell'accertamento di conformità previsto dall'art.
36, d.P.R. n. 380 del 2001, piuttosto che ai meccanismi previsti dalle due
precedenti leggi sul condono edilizio.
Poste tali premesse, in base alla disciplina posta dal d.l. n. 269 del 2003, la
sanabilità delle opere realizzate in zona vincolata è radicalmente esclusa solo
qualora si tratti di un vincolo di inedificabilità assoluta e non anche nella diversa
ipotesi di un vincolo di inedificabilità relativa, ossia di un vincolo superabile
mediante un giudizio a posteriori di compatibilità paesaggistica. Infatti, è ben
possibile ottenere la sanatoria delle opere abusive realizzate in zona sottoposta ad
un vincolo di inedificabilità relativa, purché ricorrano le condizioni previste dall'art.
32, comma 27, lett. d), d.l. n. 269 del 2003, convertito dalla l. n. 326 del 2003, vale
a dire che non si tratti di opere realizzate dopo l’imposizione del vincolo ed in
assenza o in difformità del titolo abilitativo che risultino non conformi alle norme
urbanistiche e alle prescrizioni degli strumenti urbanistici. (Tar Puglia, Lecce, sez.
III, 10 gennaio 2009, n. 17).
Non sussiste quindi il difetto di motivazione del diniego di condono dedotto
dall’appellante a fronte di disposizioni non derogabili puntualmente richiamate nel
contestato detto diniego, essendo stato realizzato l’abuso in questione in zona a
“tutela integrale”, istituita prima dell’intervento e comunque in aperto contrasto
con le previsioni urbanistiche in vigore.
Non può essere, poi, condivisa la tesi sostenuta dal ricorrente secondo cui il
termine “immobili” deve essere inteso come riferito alle sole costruzioni e non
anche alle aree sicché l’esclusione dal condono disciplinata dall’art. 32 comma 27
lett. D) del D.L. n.269 del 2003 disciplinerebbe solo gli abusi commessi su opere
dell’uomo vincolate specificamente, non su aree assoggettate a vincoli.
Ed invero, la riferibilità del sostantivo in questione ad ampie aree, in quanto
“immobili”, risulta (oltre che dall’utilizzazione dello stesso con riferimento sia alle
opere dell’uomo che a quelle della natura nell’art.1 della legge n.1497 del 1939,
nell’art.1 della legge n.1089 del 1939, negli artt.2 – beni culturali - e 139 – beni
ambientali - del D.Lgs. n.490 del 1999, negli artt. 2 - beni culturali - e 136 – beni
ambientali – del D. Lgs. n. 42 del 2004) dalla lettera della disposizione che richiama
i vincoli imposti sulla base di leggi statali e regionali a tutela degli interessi
idrogeologici e delle falde acquifere, dei beni ambientali e paesistici, nonché dei
parchi e delle aree protette nazionali, regionali e provinciali.
Il vincolo di cui al decreto ministeriale del 1957 imposto sull’intero territorio del
Comune di Pozzuoli è dunque, sì, un vincolo relativo, ma è anche senz’altro un
vincolo che rientra nella previsione contenuta nel più volte citato art.32, comma
27°, del terzo condono edilizio.
Inoltre, nell’evidenza del contrasto della domanda di condono con le disposizioni
in precedenza esaminate, alcun obbligo poteva ricadere sul Comune in ordine all’
acquisizione del parere della C.e.c. ovvero della Sopraintendenza, richiesto
unicamente in caso di esito positivo della predetta domanda.
Può passarsi all’esame delle censure riguardanti i vizi procedimentali, dedotti
soprattutto in ordine alla sanzione della demolizione delle opere abusive ritenute
non condonabili, avuto riguardo alla violazione dell’art.7 della legge n.241 del 1990,
e dell’art.10 bis di quest’ultima legge, introdotto dall’art.6 della legge n.15 del 2005.
Al riguardo l’appellante richiama il noto ma risalente orientamento di questo
Consesso che ritiene, anche in presenza di adozioni di provvedimenti vincolati,
non eludibili le garanzie partecipative riconosciute dalle suddette disposizioni
(Cons. Stato, Sez. IV, n.2516 del 9 maggio 2002).
Parte appellante, per avvalorare il proprio convincimento in ordine alla violazione
delle suddette garanzie procedimentali, torna, come in primo grado, a sollevare il
dubbio che l’immobile di cui il Comune ha ritenuto l’abusività non corrisponda a
quello di sua proprietà, con la conseguenza che se fosse stata consentita la sua
partecipazione ai rispettivi procedimenti di che trattasi, i provvedimenti in
contestazione, sulla base di approfondita istruttoria orientata dagli elementi
potenzialmente prospettabili , avrebbero potuto non essere adottati o adottati con
un diverso contenuto.
Di ciò, tuttavia il Collegio non intende tener conto, avendo verificato, al pari del
primo giudice, sulla base degli atti di causa, l’inconsistenza degli argomenti
dell’appellante, che invero non offre alcun elemento concreto per avvalorarne il
loro eventuale fondamento.
Ciò dà modo di rilevare, in conclusione, che i provvedimenti impugnati non
avrebbero potuto avere un contenuto diverso da quello qui in contestazione, con
la conseguenza che la dedotta violazione delle garanzie partecipative non sussiste
in forza dell’art.21 octies della già citata legge n.241 del 1990.
L’appello deve quindi essere respinto, con la conseguente conferma della sentenza
impugnata.
Le spese del giudizio vanno a carico della parte soccombente nella misura del
dispositivo che segue
P.Q.M.
Il Consiglio di Stato, Quarta Sezione, respinge l’appello in epigrafe
Condanna la parte appellante al pagamento delle spese di entrambi i gradi del
giudizio che si liquidano in complessivi euro 3.000,00.,oltre accessori (Contributo
unificato, spese generali , IVA e CPA ).
Ordina che la presente decisione sia eseguita dall'autorità amministrativa.
Così deciso in Roma nella camera di consiglio del giorno 27 aprile 2010 con
l'intervento dei Signori:
Paolo Numerico, Presidente
Armando Pozzi, Consigliere
Vito Poli, Consigliere
Salvatore Cacace, Consigliere
Sandro Aureli, Consigliere, Estensore
L'ESTENSORE IL PRESIDENTE

Il Segretario

DEPOSITATA IN SEGRETERIA
Il 19/05/2010
(Art. 55, L. 27/4/1982, n. 186)
Il Dirigente della Sezione
Manovra, no alla Scia in presenza di vincoli ambientali

Aggirabili col silenzio – assenso in Conferenza di servizi i limiti delle amministrazioni per la tutela del
paesaggio

19/07/2010 - La semplificazione edilizia si gioca sui vincoli ambientali. Con il maxiemendamento al


ddl di conversione della manovra economica, passato all’esame della Camera dopo aver ottenuto la
fiducia in Senato, l’attività costruttiva viene snellita per rispondere alle esigenze di rilancio
economico, rimanendo allo stesso tempo soggetta alle prescrizioni delle amministrazioni per la
tutela del patrimonio culturale, paesaggistico e ambientale.

Scia - Segnalazione certificata di inizio attività

L’articolo 49 della manovra sostituisce la Dia, Dichiarazione di inizio attività, con la Scia,
Segnalazione certificata di inizio attività.

Si tratta di una procedura semplificata, che amplia il ricorso all’autocertificazione. Nonostante sia
prevista la presentazione degli elaborati tecnici, utili per consentire i controlli da parte delle
amministrazioni competenti, le autocertificazioni possono sostituire l’acquisizione dei pareri e le
verifiche preventive effettuate dagli enti appositi.

La Scia consente di iniziare i lavori dalla data di presentazione della segnalazione all’amministrazione
preposta, ferma restando la possibilità di quest’ultima di effettuare verifiche in corso d’opera. Nel
caso in cui venga accertata una carenza dei requisiti, l’amministrazione può adottare provvedimenti
di divieto entro 30 giorni dal ricevimento della segnalazione. Decorso questo termine vale la regola
del silenzio - assenso, a meno che non si incorra nel rischio di danni gravi e irreparabili per il
patrimonio artistico e culturale, l’ambiente, la salute e la sicurezza pubblica.

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Secondo il ddl, la Scia, dal momento dell’entrata in vigore della legge, sostituisce la disciplina della
dichiarazione di inizio attività contenuta nelle norme statali e regionali.
La sostituzione non è però possibile in presenza di atti comunitari o rilasciati dalle amministrazioni
preposte alla tutela della salute e della pubblica incolumità, del patrimonio cultuale e paesaggistico e
dell’ambiente.

Ricordiamo che secondo la precedente normativa, dopo la presentazione della Dia è invece
necessario attendere 30 giorni prima di dare inizio ai lavori. I controlli in questo caso sono preventivi
rispetto all’avvio delle attività.

Conferenza di servizi
Nell’articolo 49 la situazione appare diversa in materia di conferenza di servizi, dove i vincoli
ambientali costituiscono un impedimento reale solo in sede di Via, Vas e Aia, che non ammettono il
silenzio assenso. Negli altri casi, anche quando è richiesta l’autorizzazione paesaggistica, si considera
acquisito l'assenso dell'amministrazione il cui rappresentante non si sia espresso in modo definitivo.
In presenza di un dissenso delle amministrazioni di tutela, il Consiglio dei Ministri si esprime entro 60
giorni, previo accordo delle Regioni o degli enti locali da raggiungere in 30 giorni. Se manca l’accordo
il Governo può comunque procedere con delibera del CdM.

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Ok al condono con vincoli successivi agli interventi

CdS: Inedificabilità relativa sanabile con giudizio a posteriori di compatibilità paesaggistica

12/07/2010 - Possibile il condono se il vincolo sull’area è stato posto dopo la realizzazione


dell’immobile o dell’intervento edilizio, a patto che questo sia conforme a norme e strumenti
urbanistici. Lo ha deciso il Consiglio di Stato con la sentenza 3714/2010, depositata il 19 maggio
scorso.

Il Consiglio di Stato ha esaminato il caso di un ampliamento volumetrico realizzato senza titolo


abilitativo su un edificio residenziale situato in zona sottoposta a vincolo ambientale, dichiarata più
precisamente a protezione integrale.

Sia il Tar prima che il Consiglio di Stato dopo hanno respinto la domanda di sanatoria ai sensi della
Legge 326/2003 (terzo condono edilizio), ordinando in seguito la demolizione del manufatto.

Il terzo condono ammette la sanatoria solo se l’opera è stata costruita prima che subentrassero i
vincoli ambientali o nel caso in cui l’edificio sia conforme alle norme urbanistiche nonostante sia stato
realizzato in difformità dal titolo abilitativo.

In base alla legge, quindi, la sanabilità delle opere in zona vincolata è totalmente esclusa solo in
presenza di un vincolo di inedificabilità assoluta.

Situazione diversa per l’inedificabilità relativa, che si configura come un vincolo superabile con un
giudizio a posteriori di compatibilità paesaggistica. Allo stesso tempo, però, il vincolo deve essere
subentrato dopo la costruzione del manufatto.

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Oltre la crisi: geologi risorsa preziosa per il paese

Cresme: 800 milioni il mercato potenziale, attività per la salvaguardia e valorizzazione del territorio

12/07/2010 - “Mai come in questo momento di crisi economica i geologi sono una risorsa preziosa
per il nostro Paese, un Paese dove la scienza della terra può contribuire a salvaguardare il
territorio, a valorizzarne le risorse, a garantire la sicurezza dei suoi abitanti, a sviluppare nuovi
segmenti innovativi di rilevante interesse economico. E invece da alcuni anni la nostra professione
vive una fase critica”. Così il Presidente del Consiglio nazionale Pietro Antonio De Paola ha
commentato i risultati salienti dello studio realizzato dal Cresme su incarico del Consiglio Nazionale,
presentato oggi a Roma in occasione del convegno nazionale su Formazione universitaria e
mercato della geologia in Italia: crisi e prospettive.

Calo degli iscritti all’albo, difficoltà a trovare occupazione, insoddisfazione rispetto ai percorsi
formativi, a cui corrisponde un calo del numero dei laureati in geologia: sono questi gli indicatori di
una difficoltà a crescere che richiede una decisa inversione di tendenza. Il numero di iscritti ai corsi di
laurea in geologia è infatti passato da 8.689 nell'anno accademico 2001/2002 a 7.246 nel 2008/2009,
un calo di quasi il 17% in appena sei anni, in controtendenza rispetto alle dinamiche generali della
popolazione studentesca, cresciuta del 5%, e mentre gli iscritti ai corsi di laurea, in un certo senso,
“concorrenti” quintuplicavano.

“Tutto ciò - sottolinea De Paola - risulta tanto più paradossale nel momento in cui la crisi economica,
le emergenze climatiche ed ambientali, l’uso sconsiderato del suolo e delle risorse idriche,
energetiche e minerarie, e, di contro, l’impiego di avanzate tecnologie di monitoraggio territoriale e
ambientale, di esplorazione del sottosuolo, di sapiente lettura e analisi integrata del territorio e
relativo substrato riassegnano alla geologia un campo di applicazione eccezionale.
Non solo l’intera legislazione rilancia il ruolo dei geologi ma l’intero processo dell’uso del territorio e di
tutte le risorse naturali poggia le sue basi su nuovi modi di pianificare, di costruire, di utilizzare le

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risorse per i quali la conoscenza della evoluzione e delle caratteristiche del territorio e del sottosuolo
è un elemento base dello sviluppo sostenibile. Per non parlare poi della pressante necessità di
mettere in sicurezza aree sempre più vaste interessate da fenomeni sismici e di dissesto
idrogeologico.

Il CRESME stima in 800 milioni di euro il mercato potenziale del geologo, di cui 341 milioni, pari al
43% del totale, la quota sul fatturato complessivo delle attività collegate direttamente alle opere di
ingegneria ed all'edilizia. Ma se si considerano anche le attività di rilevamento geologico di base, le
indagini geotecniche e geofisiche, studi, ricerche e prove di laboratorio, fanno riferimento al settore
delle costruzioni allargato, non meno del 55%.

Dall’indagine campionaria realizzata dal CRESME emerge come circa il 60% dei geologi fatturi meno
di 30 mila euro in un anno, mentre il 32 % da 30 a 100 mila euro. Soltanto il 7 % ha un fatturato
da 100 mila a 1 milione di euro e poco più dell’1 % superiore a 1 milione di euro.
La distribuzione del fatturato ottenuta mediante l’indagine campionaria è risultata compatibile con
quella dedotta dagli Studi di Settore, che permettono di stimare un fatturato annuo medio di circa39
mila euro ed un volume d’affari complessivo nel 2007 di circa 600 milioni di euro; si tratta di circa
650 milioni di euro del 2009, quindi poco più dell’80% del potenziale di mercato 2009 stimato dal
Cresme (800 milioni), il che suggerirebbe ancora margini di crescita per la categoria.
Il 29% dei ricavi dei geologi provengono dal settore pubblico e un altro 29% da committenza diretta
da privati; mentre le imprese di costruzioni, in media, contribuiscono direttamente con una quota sul
fatturato complessivo del 14%.

Ma come si inserisce il geologo nella fase di mutamento tecnologico e strutturale che sta
attraversando il proprio mercato di riferimento? Dall’indagine emerge che la maggior parte dei
geologi è attiva nello sviluppo di nuove metodologie di monitoraggio ambientale e rilevazione dei
movimenti del suolo e nel settore delle energie rinnovabili. I più giovani, invece, si occupano
maggiormente, oltre che di energie rinnovabili, di sistemi informativi, modelli tridimensionali del suolo
e sottosuolo e di sviluppo software. In termini economici, invece, il settore innovativo più

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promettente risulta essere lo stoccaggio geologico di rifiuti speciali, seguito, a grande distanza, da
nuove metodologie di monitoraggio e rilevazione, sviluppo software e fonti energetiche rinnovabili.
Di fronte a queste dinamiche diventa essenziale una profonda riforma della formazione professionale
per restituire qualificazione e rendere più competitiva la categoria fortemente penalizzata rispetto ad
altre professioni.

Per il Presidente De Paola “sono necessarie due azioni urgenti; la prima riguarda l’obiettivo
prioritario di una riforma dei profili professionali oggetto di formazione universitaria, guardando
all’evoluzione dei mercati di riferimento, valutando con gli Atenei metodi in grado di adeguare i
contenuti e l’offerta formativa alle concrete esigenze del mercato. Strategia già perseguita dal
Consiglio nazionale che da cinque anni ha istituito un’ “Alta scuola per le applicazioni della
geologia” in convenzione con l’Università di Roma “Sapienza” con profili rivolti all’innovazione
tecnologica e all’aggiornamento professionale di eccellenza. Non solo, ma in questo ambito il
Consiglio Nazionale ha avviato un progetto di Aggiornamento Professionale Continuo, che a
dicembre 2010 terminerà la fase triennale sperimentale. Alla fine del percorso sperimentale saranno
gli Ordini territoriali a valutare la possibilità di sanzionare i professionisti che non abbiano adempiuto
all’obbligo di formazione.

La seconda questione “che impatta fortemente sulle prospettive di lavoro della nostra professione,
riguarda la salvaguardia della specificità delle competenze. Il nostro Paese ha vissuto e sta ancora
vivendo anni di confusione professionale. Non è possibile che tutti possano fare tutto, perché in
questo modo si mortificano le professionalità migliori e si abbassa la qualità dei servizi che nel nostro
caso significa mettere a rischio la vita delle persone e distruggere risorse naturali non rinnovabili.
Ben venga una riforma dell’Università, delle professioni e un riconoscimento di quelle emergenti non
regolamentate, ma si faccia chiarezza, anche al nostro interno, su chi può e sa fare una cosa e chi
invece non può.”

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CIRCOLARE N. 39/E

Direzione Centrale Normativa


Roma, 1 luglio 2010

OGGETTO: IRPEF - Risposte ad ulteriori quesiti relativi a deduzioni e detrazioni


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INDICE

INDICE.................................................................................................................................. 2
PREMESSA .......................................................................................................................... 3
1. SPESE RELATIVE ALL’ACQUISTO DELL’ABITAZIONE PRINCIPALE ......... 3
1.1. Intermediazione immobiliare ................................................................................... 3
1.2. Interessi passivi pagati per l’acquisto dell’abitazione principale ......................... 4
1.3. Acquisto di un immobile da ristrutturare ............................................................... 5
2. SPESE DI ISTRUZIONE ................................................................................................ 6
2.1. Contributi per il riconoscimento del titolo di studio conseguito all’estero .......... 6
3. SPESE MEDICHE ........................................................................................................... 6
3.1. Spese mediche e di assistenza specifica.................................................................... 6
3.2. Prestazioni rese da operatori abilitati all'esercizio delle professioni elencate nel
D.M. 29 marzo 2001 (professioni sanitarie riabilitative) .............................................. 7
4. DETRAZIONI PER INTERVENTI DI RISPARMIO ENERGETICO ..................... 8
4.1. Riqualificazione energetica di edifici oggetto di ampliamento.............................. 8
3

PREMESSA

Con la presente circolare si forniscono ulteriori chiarimenti su questioni


interpretative poste all’attenzione della scrivente in ordine alla deducibilità e
detraibilità di alcune spese, nella determinazione dell’IRPEF.

1. SPESE RELATIVE ALL’ACQUISTO DELL’ABITAZIONE


PRINCIPALE

1.1. Intermediazione immobiliare

D: Si chiede di sapere se la spesa per l’intermediazione immobiliare sostenuta da


un contribuente in data antecedente la stipula sia del preliminare che del rogito (ad
esempio al momento dell'accettazione della proposta di acquisto) per l’acquisto
dell’unità immobiliare da adibire ad abitazione principale, possa essere detratta
nella prima dichiarazione dei redditi utile. Si precisa che lo stesso contribuente ha
sostenuto la spesa in data 21.04.2009, ha stipulato e registrato il preliminare di
vendita il 03.05.2009 e il rogito è stato redatto il 09.12.2009.

R: L’art 15, comma 1, lettera b-bis), del TUIR, prevede che sono detraibili “dal 1
gennaio 2007 i compensi comunque denominati pagati a soggetti di
intermediazione immobiliare in dipendenza dell’acquisto dell’unità immobiliare da
adibire ad abitazione principale per un importo non superiore ad euro 1.000 per
ciascuna annualità”.
Con la circolare 4 aprile 2008, n. 34 è stato chiarito che poiché l’agevolazione è
subordinata alla condizione che l’immobile sia adibito ad abitazione principale, il
beneficio viene meno nel caso in cui l’acquisto non sia stato concluso.
4

La scrivente ritiene che nella fattispecie rappresentata al contribuente competa la


detrazione d’imposta prevista dal citato art. 15, risultando evidente che le spese
sono sostenute in occasione dell’acquisto dell’abitazione principale.
Infatti, successivamente all’accettazione della proposta di acquisto nel medesimo
anno è stato stipulato e registrato il preliminare di vendita e il contratto di acquisto
definitivo (rogito).

1.2. Interessi passivi pagati per l’acquisto dell’abitazione principale

D: Due coniugi hanno acquistato un’abitazione e stipulato un contratto di mutuo al


50 per cento. Successivamente, uno dei due coniugi dona all’altro la sua quota e
acquista nello stesso anno una nuova abitazione al 100 per cento.

Per l’anno in questione si chiede di sapere a quanto ammonta il limite massimo


detraibile di interessi passivi tenuto conto del primo mutuo al 50 per cento (limite
massimo 2.000 euro) e del secondo mutuo (limite massimo 4.000 euro).

R: Il coniuge donatario della quota del consorte sull’abitazione principale potrà


continuare a detrarre gli interessi passivi del mutuo contratto per l’acquisto
dell’immobile, ai sensi dell’articolo 15, comma 1, lett. b), del TUIR, solo in
relazione alla parte di debito assunta con il contratto rimasta a suo carico (50 per
cento). Il donatario, a fronte del limite massimo di spesa detraibile di 4.000 euro
per anno d’imposta previsto dal richiamato art. 15, potrà fruire della detrazione per
un importo non superiore al 50 per cento di detto limite, ovvero 2.000 euro.
Il consorte che, in corso d’anno, si è reso acquirente e mutuatario di un’altra
abitazione (100 per cento) potrà continuare a fruire, per il periodo di tempo in cui
era oltre che mutuatario anche comproprietario dell’immobile donato, della
detrazione per gli interessi passivi, per la parte rimasta a suo carico (50 per cento),
nonché, ricorrendone ogni altro presupposto di legge, della detrazione delle spese
5

ammesse per il secondo mutuo per un importo complessivo annuo non superiore al
limite massimo di 4.000 euro.

1.3. Acquisto di un immobile da ristrutturare

D: Un contribuente acquista un immobile da adibire ad abitazione principale,


stipulando un mutuo per acquisto, e dopo qualche mese, prima della variazione di
residenza, apre una DIA comprovata dalla relativa concessione edilizia o atto
equivalente. Si chiede di sapere se la detrazione degli interessi pagati per il mutuo
spetta a decorrere dalla data in cui l’unità immobiliare è adibita a dimora abituale
e, comunque, entro due anni dall’acquisto.

R: L’art. 15, comma 1, lett. b), del TUIR prevede la detraibilità, nella misura del 19
per cento, per un importo non superiore a 4.000 euro, degli interessi passivi, e
relativi oneri accessori, pagati in dipendenza di mutui contratti per l’acquisto
dell’unità immobiliare da adibire ad abitazione principale entro un anno
dall’acquisto stesso. La medesima disposizione stabilisce che nel caso in cui
l’immobile acquistato sia oggetto di lavori di ristrutturazione edilizia, la detrazione
sugli interessi passivi pagati a fronte del mutuo spetta a decorrere dalla data in cui
l’unità immobiliare è adibita a dimora abituale, e comunque entro due anni
dall’acquisto, a condizione che la ristrutturazione sia comprovata da concessione
edilizia o atto equivalente.
Conformemente a quanto precisato con circolare 20 aprile 2005, n. 15 (punto 4.3), si
deve ritenere che anche nel caso in esame sarà possibile beneficiare della detrazione
d’imposta a partire dalla data in cui l’immobile è adibito a dimora abituale e sempre
a condizione che l’utilizzo come abitazione principale avvenga entro due anni
dall’acquisto.
6

2. SPESE DI ISTRUZIONE

2.1. Contributi per il riconoscimento del titolo di studio conseguito all’estero

D: Si chiede di sapere se sono detraibili i contributi pagati all’università pubblica


relativamente al riconoscimento del titolo di studio (laurea) conseguito all’estero.

R: No, in quanto si ritiene che la spesa indicata non rientri nel concetto di “spese per
frequenza di corsi di istruzione secondaria e universitaria” contemplato nell’articolo
15, comma 1, lettera e), del TUIR.

3. SPESE MEDICHE

3.1. Spese mediche e di assistenza specifica

D: Nel caso in cui il contribuente venga ricoverato in istituto di cura, le spese


deducibili sono quelle riferite alle spese mediche e di assistenza con esclusione di
quelle sostenute per la permanenza nell’istituto. In alcuni casi le spese di assistenza
specifica vengono pagate per una parte dal contribuente stesso e per la rimanente
quota dai familiari. Gli istituti certificano tali spese indicando come unico soggetto
il ricoverato oppure riportano la frase “per l’ospite sono state pagate”. Si chiede se
è possibile per il familiare che ha sostenuto tutto il costo o parte del costo annotare
sulla fattura l’importo da lui versato. Si precisa che in sede di controllo il familiare
presenterà ulteriore documentazione comprovante il sostenimento della spesa.

R: Ai sensi dell’articolo 10, comma 1, lett. b), del TUIR, sono deducibili, ai fini
Irpef, le spese mediche e quelle di assistenza specifica necessarie nei casi di grave e
permanente invalidità o menomazione, sostenute dai soggetti portatori di handicap
indicati nell’articolo 3 della legge 5 febbraio 1992, n. 104.
7

In caso di ricovero di un portatore di handicap in un istituto di assistenza, non è


possibile dedurre l’intera retta pagata ma solo la parte che riguarda le spese mediche
e paramediche di assistenza specifica, separandole da quelle relative al vitto ed
all’alloggio (cfr. circ. Agenzia delle Entrate 10 giungo 2004, n. 24).
Ai sensi del comma 2, dell’articolo 10, le spese in oggetto sono deducibili anche se
sono state sostenute per le persone indicate nell’articolo 433 del codice civile non
fiscalmente a carico.
Pertanto, nell’ipotesi in cui l’istituto di cura certifichi le spese deducibili indicando
come unico intestatario della fattura il paziente ricoverato, il familiare che ha
sostenuto effettivamente tutto o parte del costo, per poter dedurre le spese mediche e
di assistenza specifica, dovrà integrare la fattura, annotando sulla stessa l’importo da
lui versato.
Naturalmente, resta fermo l’obbligo di produrre, in sede di controllo, tutta la
documentazione comprovante il sostenimento della spesa.

3.2. Prestazioni rese da operatori abilitati all'esercizio delle professioni


elencate nel D.M. 29 marzo 2001 (professioni sanitarie riabilitative)

D: L’art. 3 del D.M. 29 marzo 2001, che individua le professioni sanitarie


riabilitative, indica le seguenti figure professionali: a) podologo; b) fisioterapista;
c) logopedista; d) ortottista - assistente di oftalmologia; e) terapista della neuro e
psicomotricità dell'età evolutiva; f) tecnico della riabilitazione psichiatrica; g)
terapista occupazionale; h) educatore professionale.

Il Decreto interministeriale del 17 maggio 2002, all’art. 1, comma 1, indica tra le


prestazioni sanitarie esenti da IVA ai sensi dell’art. 10, n. 18, del D.P.R. n. 633 del
1972 anche quelle rese dagli operatori abilitati all’esercizio delle professioni
elencate nel richiamato D.M. 29 marzo 2001.
8

Si chiede se, relativamente al riconoscimento della detraibilità delle spese sostenute


per le prestazioni rese da tali soggetti esercenti la libera professione, sia d’obbligo,
ai fini dell’apposizione del visto di conformità, che la documentazione relativa alla
spesa sostenuta sia accompagnata da prescrizione medica così come indicato nella
circolare dell’Agenzia Entrate del 12 maggio 2000 n. 95/E (relativamente ai soli
fisioterapisti), considerato che tale obbligo non è previsto né dagli articoli 10 e 15
del D.P.R. 917 del 1986, né dalle istruzioni alla compilazione del modello 730 e del
modello Unico.

R: L’art. 15, comma 1, lett. c), del TUIR concede la possibilità di portare in
detrazione dall’imposta lorda un importo pari al 19 per cento delle spese sanitarie
per la parte che eccede 129,11 euro. Per quanto concerne le spese sostenute per
prestazioni fornite da operatori abilitati all’esercizio delle professioni elencate nel
decreto ministeriale 29 marzo 2001, con circolare 18 maggio 2006, n. 17 – in
relazione alle prestazioni rese da dietisti (professione prevista dal d.m. 29 marzo
2001) – è stato chiarito che la detraibilità è consentita a condizione che la
prestazione sia prescritta da un medico.
In linea con tale orientamento, si ritiene che le prestazioni sanitarie rese dalle figure
professionali individuate dall’art. 3 del d.m. 29 marzo 2001 e, in via generale, da
personale abilitato dalla autorità competenti in materia sanitaria, rientrano tra le
prestazioni sanitarie detraibili, purché prescritte da un medico.

4. DETRAZIONI PER INTERVENTI DI RISPARMIO ENERGETICO

4.1. Riqualificazione energetica di edifici oggetto di ampliamento

D: Un contribuente intende svolgere su un’abitazione regolarmente accatastata e


dotata di impianto di riscaldamento lavori di riqualificazione energetica per
migliorarne il livello di classe energetica.
9

Può fruire della detrazione del 55 per cento, prevista per la riqualificazione
energetica degli edifici in caso di demolizione e ricostruzione con ampliamento
ovvero in caso di ristrutturazione con ampliamento senza demolizione delle
murature portanti?

R: La spettanza della detrazione per gli interventi di risparmio energetico prevista


dall’art. 1, commi 344, 345, 346 e 347 della legge 27 dicembre 2006, n. 296, è
subordinata alla circostanza che i predetti interventi siano realizzati su edifici
esistenti.
Con la circolare del 31 maggio 2007, n. 36/E è stato precisato che nel caso di
ristrutturazioni con demolizione e ricostruzione si può accedere all’incentivo solo
nel caso di fedele ricostruzione, ravvisando nelle altre fattispecie il concetto di
nuova costruzione.
Conseguentemente: in caso di demolizione e ricostruzione con ampliamento non
spetta la detrazione in quanto l’intervento si considera “nuova costruzione”; in caso
di ristrutturazione senza demolizione dell’esistente e ampliamento la detrazione
spetta solo per le spese riferibili alla parte esistente.
In quest’ultimo caso, comunque, l’agevolazione non può riguardare gli interventi di
riqualificazione energetica globale dell’edificio, previsti dall’articolo 1, comma 344,
della legge n. 296 del 2006, atteso che per tali interventi occorre individuare il
fabbisogno di energia primaria annua riferita all’intero edificio, comprensivo,
pertanto, anche dell’ampliamento.
Sono, invece, agevolabili gli interventi previsti dai commi 345, 346 e 347 dell’art. 1
della citata legge n. 296 del 2006, per i quali la detrazione è subordinata alle
caratteristiche tecniche dei singoli elementi costruttivi (pareti, infissi ecc.) o dei
singoli impianti (pannelli solari, caldaie ecc). Nel caso in cui con tali interventi si
realizzino impianti al servizio dell’intero edificio la detrazione del 55 per cento, non
10

potendo essere riconosciuta sulla parte di spesa riferita all’ampliamento, deve essere
calcolata solo sulla parte imputabile all’edificio esistente.
Ai fini della individuazione della quota di spesa detraibile come precisato
nella circolare 23 aprile 2010, n. 21/E, si dovrà utilizzare un criterio di ripartizione
proporzionale basato sulle quote millesimali.

***
Le Direzioni Regionali vigileranno affinché le istruzioni fornite e i principi
enunciati con la presente circolare vengano puntualmente osservati dagli uffici.
18.6.2010 IT Gazzetta ufficiale dell’Unione europea L 153/13

DIRETTIVA 2010/31/UE DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO


del 19 maggio 2010
sulla prestazione energetica nell’edilizia
(rifusione)

IL PARLAMENTO EUROPEO E IL CONSIGLIO DELL’UNIONE EURO­ di energia da fonti rinnovabili, le misure adottate per
PEA, ridurre il consumo di energia nell’Unione consentireb­
bero a quest’ultima di conformarsi al protocollo di Kyoto
allegato alla convenzione quadro delle Nazioni Unite sui
visto il trattato sul funzionamento dell’Unione europea, in par­ cambiamenti climatici (UNFCCC) e di rispettare sia l’im­
ticolare l’articolo 194, paragrafo 2, pegno a lungo termine di mantenere l’aumento della
temperatura globale al di sotto di 2 °C, sia l’impegno di
ridurre entro il 2020 le emissioni globali di gas a effetto
serra di almeno il 20 % al di sotto dei livelli del 1990 e
vista la proposta della Commissione europea, del 30 % qualora venga raggiunto un accordo internazio­
nale. La riduzione del consumo energetico e il maggior
utilizzo di energia da fonti rinnovabili rappresentano
visto il parere del Comitato economico e sociale europeo (1), inoltre strumenti importanti per promuovere la sicurezza
dell’approvvigionamento energetico e gli sviluppi tecno­
logici e per creare posti di lavoro e sviluppo regionale, in
particolare nelle zone rurali.
visto il parere del Comitato delle regioni (2),

(4) La gestione del fabbisogno energetico è un importante


deliberando secondo la procedura legislativa ordinaria (3), strumento che consente all’Unione di influenzare il mer­
cato mondiale dell’energia e quindi la sicurezza dell’ap­
provvigionamento energetico nel medio e lungo termine.
considerando quanto segue:

(5) Il Consiglio europeo del marzo 2007 ha sottolineato la


(1) La direttiva 2002/91/CE del Parlamento europeo e del necessità di aumentare l’efficienza energetica nell’Unione
Consiglio, del 16 dicembre 2002, sul rendimento ener­ per conseguire l’obiettivo di ridurre del 20 % il consumo
getico nell’edilizia (4), è stata modificata (5). Essa deve es­ energetico dell’Unione entro il 2020 e ha chiesto che
sere nuovamente sottoposta a modifiche sostanziali ed è venga data rapida e piena attuazione alle priorità definite
quindi opportuno provvedere, per motivi di chiarezza, nella comunicazione della Commissione intitolata «Piano
alla sua rifusione. d’azione per l’efficienza energetica: Concretizzare le po­
tenzialità». Tale piano d’azione ha identificato le signifi­
cative potenzialità di risparmio energetico efficaci in ter­
mini di costi nel settore dell’edilizia. Nella risoluzione del
(2) Un’utilizzazione efficace, accorta, razionale e sostenibile 31 gennaio 2008, il Parlamento europeo ha invitato a
dell’energia riguarda, tra l’altro, i prodotti petroliferi, il rafforzare le disposizioni della direttiva 2002/91/CE e in
gas naturale e i combustibili solidi, che, pur costituendo varie occasioni, da ultimo nella risoluzione del 3 febbraio
fonti essenziali di energia, sono anche le principali sor­ 2009 sul secondo riesame strategico della politica ener­
genti delle emissioni di biossido di carbonio. getica, ha chiesto di rendere vincolante l’obiettivo di mi­
gliorare l’efficienza energetica del 20 % entro il 2020.
Inoltre, la decisione n. 406/2009/CE del Parlamento eu­
(3) Gli edifici sono responsabili del 40 % del consumo glo­ ropeo e del Consiglio, del 23 aprile 2009, concernente
bale di energia nell’Unione. Il settore è in espansione, e gli sforzi degli Stati membri per ridurre le emissioni dei
ciò è destinato ad aumentarne il consumo energetico. gas a effetto serra al fine di adempiere agli impegni della
Pertanto, la riduzione del consumo energetico e l’utilizzo Comunità in materia di riduzione delle emissioni di gas a
di energia da fonti rinnovabili nel settore dell’edilizia effetto serra entro il 2020 (6), fissa obiettivi nazionali
costituiscono misure importanti necessarie per ridurre vincolanti di riduzione delle emissioni di CO2 per i quali
la dipendenza energetica dell’Unione e le emissioni di l’efficienza energetica nel settore edilizio rivestirà impor­
gas a effetto serra. Unitamente ad un maggior utilizzo tanza cruciale e la direttiva 2009/28/CE del Parlamento
europeo e del Consiglio, del 23 aprile 2009, sulla pro­
(1) GU C 277 del 17.11.2009, pag. 75. mozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili (7), pre­
(2) GU C 200 del 25.8.2009, pag. 41. vede la promozione dell’efficienza energetica nel quadro
(3) Posizione del Parlamento europeo del 23 aprile 2009 (non ancora dell’obiettivo vincolante di fare in modo che l’energia da
pubblicata nella Gazzetta ufficiale), posizione del Consiglio in prima fonti rinnovabili copra il 20 % del consumo energetico
lettura del 14 aprile 2010 (non ancora pubblicata nella Gazzetta totale dell’Unione entro il 2020.
ufficiale), posizione del Parlamento europeo del 18 maggio 2010
(non ancora pubblicata nella Gazzetta ufficiale).
(4) GU L 1 del 4.1.2003, pag. 65. (6) GU L 140 del 5.6.2009, pag. 136.
(5) Cfr. allegato IV, parte A. (7) GU L 140 del 5.6.2009, pag. 16.
L 153/14 IT Gazzetta ufficiale dell’Unione europea 18.6.2010

(6) Il Consiglio europeo del marzo 2007 ha riaffermato l’im­ climatiche, la fissazione da parte degli Stati membri di
pegno dell’Unione a promuovere lo sviluppo dell’energia requisiti efficaci o ottimali in funzione dei costi per gli
da fonti rinnovabili in tutta l’Unione approvando l’obiet­ elementi edilizi che in pratica limiterebbero l’installazione
tivo vincolante di una quota del 20 % di energia da fonti di prodotti per l’edilizia conformi alle norme previste
rinnovabili entro il 2020. La direttiva 2009/28/CE stabi­ dalla legislazione dell’Unione, purché tali requisiti non
lisce un quadro comune per la promozione dell’energia costituiscano un’ingiustificata barriera di mercato.
da fonti rinnovabili.

(12) Nel fissare i requisiti di prestazione energetica per i si­


(7) È necessario predisporre interventi più concreti al fine di stemi tecnici per l’edilizia, gli Stati membri dovrebbero
realizzare il grande potenziale di risparmio energetico avvalersi, se disponibili e appropriati, di strumenti armo­
nell’edilizia, tuttora inattuato, e di ridurre l’ampio divario nizzati, in particolare dei metodi di prova e di calcolo e
tra i risultati dei diversi Stati membri in questo settore. delle classi di efficienza energetica definiti nel quadro
delle misure di attuazione della direttiva 2009/125/CE
del Parlamento europeo e del Consiglio, del 21 ottobre
2009, relativa all’istituzione di un quadro per l’elabora­
(8) Le misure per l’ulteriore miglioramento della prestazione zione di specifiche per la progettazione ecocompatibile
energetica degli edifici dovrebbero tenere conto delle dei prodotti connessi all’energia (1), e della direttiva
condizioni climatiche e locali, nonché dell’ambiente ter­ 2010/30/UE del Parlamento europeo e del Consiglio,
mico interno e dell’efficacia sotto il profilo dei costi. Tali del 19 maggio 2010, concernente l’indicazione del con­
misure non dovrebbero influire su altre prescrizioni rela­ sumo di energia e di altre risorse dei prodotti connessi
tive agli edifici quali l’accessibilità, la sicurezza e l’uso cui all’energia, mediante l’etichettatura ed informazioni uni­
è destinato l’edificio. formi relative ai prodotti (2), al fine di assicurare la coe­
renza con iniziative correlate e ridurre per quanto possi­
bile al minimo la potenziale frammentazione del mer­
cato.
(9) La prestazione energetica degli edifici dovrebbe essere
calcolato in base ad una metodologia, che potrebbe es­
sere differenziata a livello nazionale e regionale. Ciò com­
prende, oltre alle caratteristiche termiche, altri fattori che (13) La presente direttiva si applica fatti salvi gli articoli 107 e
svolgono un ruolo di crescente importanza, come il tipo 108 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea
di impianto di riscaldamento e condizionamento, l’im­ (TFUE). Pertanto il termine «incentivo» utilizzato nella
piego di energia da fonti rinnovabili, gli elementi passivi presente direttiva non dovrebbe essere interpretato
di riscaldamento e rinfrescamento, i sistemi di ombreg­ come inclusivo di aiuti di Stato.
giamento, la qualità dell’aria interna, un’adeguata illumi­
nazione naturale e le caratteristiche architettoniche
dell’edificio. Tale metodologia di calcolo dovrebbe tener
conto della prestazione energetica annuale di un edificio
e non essere basata unicamente sul periodo in cui il (14) La Commissione dovrebbe elaborare un quadro metodo­
riscaldamento è necessario. Essa dovrebbe tener conto logico comparativo che consenta di calcolare livelli otti­
delle norme europee vigenti. mali in funzione dei costi per i requisiti minimi di pre­
stazione energetica. Gli Stati membri dovrebbero avva­
lersi di tale quadro per comparare i risultati del calcolo
con i requisiti minimi di prestazione energetica da essi
adottati. In caso di significativa discrepanza, ossia supe­
(10) È di esclusiva competenza degli Stati membri fissare re­
riore al 15 %, tra il risultato del calcolo dei livelli ottimali
quisiti minimi di prestazione energetica degli edifici e
in funzione dei costi per i requisiti minimi di prestazione
degli elementi edilizi. Tali requisiti dovrebbero essere fis­
energetica e i requisiti minimi di prestazione energetica in
sati in modo da conseguire un equilibrio ottimale in
vigore, gli Stati membri dovrebbero giustificare la diffe­
funzione dei costi tra gli investimenti necessari e i ri­
renza o pianificare misure adeguate per ridurre tale di­
sparmi energetici realizzati nel ciclo di vita di un edificio,
screpanza. Gli Stati membri dovrebbero determinare il
fatto salvo il diritto degli Stati membri di fissare requisiti
ciclo di vita economico stimato di un edificio o di un
minimi più efficienti sotto il profilo energetico dei livelli
elemento edilizio tenendo conto delle pratiche attuali e
di efficienza energetica ottimali in funzione dei costi.
dell’esperienza acquisita in materia di definizione di cicli
Occorrerebbe prevedere la possibilità per gli Stati membri
di vita economici tipici. I risultati del raffronto e i dati a
di sottoporre a revisione periodica i propri requisiti mi­
tal fine utilizzati dovrebbero formare oggetto di relazioni
nimi di prestazione energetica per gli edifici alla luce del
periodiche alla Commissione. Tali relazioni dovrebbero
progresso tecnologico.
consentire alla Commissione di valutare e riferire i pro­
gressi compiuti dagli Stati membri per raggiungere livelli
ottimali sotto il profilo dei costi per i requisiti minimi di
prestazione energetica.
(11) L’obiettivo dei livelli di efficienza energetica efficaci o
ottimali in funzione dei costi può giustificare in determi­ (1) GU L 285 del 31.10.2009, pag. 10.
nate circostanze, per esempio sulla base di differenze (2) Cfr. pag. 1 della presente Gazzetta ufficiale.
18.6.2010 IT Gazzetta ufficiale dell’Unione europea L 153/15

(15) Gli edifici influiscono sul consumo energetico a lungo europea, volta a consentire, tra l’altro, investimenti per
termine. Considerato il lungo ciclo di ristrutturazione l’efficienza energetica, e il «fondo Marguerite» guidato
degli edifici esistenti, gli edifici di nuova costruzione e dalla BEI: fondo europeo 2020 per l’energia, il cambia­
gli edifici esistenti che subiscono una ristrutturazione mento climatico e le infrastrutture; la direttiva
importante dovrebbero pertanto essere assoggettati a re­ 2009/47/CE del Consiglio, del 5 maggio 2009, recante
quisiti minimi di prestazione energetica stabiliti in fun­ modifica della direttiva 2006/112/CE per quanto riguarda
zione delle locali condizioni climatiche. Dato che il po­ le aliquote ridotte dell’imposta sul valore aggiunto (2); lo
tenziale dell’applicazione dei sistemi alternativi di approv­ strumento dei fondi strutturali e di coesione Jeremie (ri­
vigionamento energetico non è generalmente analizzato sorse europee congiunte per le micro, le piccole e le
appieno, dovrebbero essere presi in considerazione si­ medie imprese); lo strumento di finanziamento per l’effi­
stemi alternativi di approvvigionamento energetico per cienza energetica; il programma quadro per la competi­
gli edifici di nuova costruzione, indipendentemente dalle tività e l’innovazione, comprendente il programma «Ener­
loro dimensioni, in base al principio secondo cui si deve gia intelligente per l’Europa II» incentrato specificamente
garantire in primo luogo la riduzione del fabbisogno sull’eliminazione di barriere di mercato connesse all’effi­
energetico per il riscaldamento e il rinfrescamento a li­ cienza energetica e all’energia da fonti rinnovabili me­
velli ottimali in funzione dei costi. diante ricorso, per esempio, allo strumento di assistenza
tecnica ELENA (assistenza energetica europea a livello
locale); il Patto dei sindaci; il programma per l’innova­
zione e l’imprenditorialità; il programma 2010 di soste­
(16) A prescindere dalle dimensioni degli edifici, una ristrut­ gno alle politiche in materia di TIC, il settimo pro­
turazione importante costituisce un’occasione per miglio­ gramma quadro di ricerca. La Banca europea per la rico­
rare la prestazione energetica mediante misure efficaci struzione e lo sviluppo fornisce altresì finanziamenti allo
sotto il profilo dei costi. Per motivi di efficacia in termini scopo di incentivare misure legate all’efficienza energe­
di costi dovrebbe essere possibile limitare i requisiti mi­ tica.
nimi di prestazione energetica alle parti ristrutturate che
risultano più rilevanti per la prestazione energetica
dell’edificio. Gli Stati membri dovrebbero poter scegliere
di definire una «ristrutturazione importante» in termini di
percentuale della superficie dell’involucro dell’edificio op­ (19) Gli strumenti finanziari dell’Unione dovrebbero essere
pure in termini di valore dell’edificio. Se uno Stato mem­ utilizzati per concretizzare gli obiettivi della presente di­
bro decide di definire una ristrutturazione importante in rettiva, senza tuttavia sostituire le misure nazionali. In
termini di valore dell’edificio, si potrebbero utilizzare va­ particolare, dovrebbero essere utilizzati al fine di fornire
lori quali il valore attuariale o il valore attuale in base al mezzi di finanziamento adeguati e innovativi per cataliz­
costo di ricostruzione, escluso il valore del terreno sul zare gli investimenti in misure di efficienza energetica.
quale l’edificio è situato. Essi potrebbero svolgere un ruolo importante nello svi­
luppo di fondi, strumenti o meccanismi nazionali, regio­
nali e locali per l’efficienza energetica che consentano di
concedere tali possibilità di finanziamento ai proprietari
(17) È necessario istituire misure volte ad aumentare il nu­ immobiliari privati, alle piccole e medie imprese e alle
mero di edifici che non solo rispettano i requisiti minimi società di servizi per l’efficienza energetica.
vigenti, ma presentano una prestazione energetica ancora
più elevata, riducendo in tal modo sia il consumo ener­
getico sia le emissioni di biossido di carbonio. A tal fine
gli Stati membri dovrebbero elaborare piani nazionali
intesi ad aumentare il numero di edifici a energia quasi (20) Al fine di fornire informazioni adeguate alla Commis­
zero e provvedere alla trasmissione regolare di tali piani sione, gli Stati membri dovrebbero redigere un elenco
alla Commissione. delle misure esistenti e proposte, anche di carattere finan­
ziario, diverse da quelle richieste dalla presente direttiva
ma che promuovono gli obiettivi della stessa. L’elenco
delle misure esistenti e proposte degli Stati membri può
(18) Sono in corso di istituzione o di adeguamento strumenti comprendere, in particolare, misure finalizzate a ridurre
finanziari dell’Unione e altri provvedimenti con l’obiet­ le attuali barriere giuridiche e di mercato e ad incorag­
tivo di incentivare misure legate all’efficienza energetica. giare investimenti e/o altre attività per accrescere l’effi­
Tali strumenti finanziari a livello dell’Unione compren­ cienza energetica di edifici nuovi ed esistenti, così con­
dono, tra l’altro, il regolamento (CE) n. 1080/2006 del tribuendo potenzialmente alla riduzione della povertà
Parlamento europeo e del Consiglio, del 5 luglio 2006, energetica. Dette misure potrebbero includere, ma senza
relativo al Fondo europeo di sviluppo regionale (1), mo­ necessariamente limitarsi ad essi, l’assistenza e consulenza
dificato per consentire maggiori investimenti a favore tecnica gratuita o sovvenzionata, sovvenzioni dirette, pro­
dell’efficienza energetica nell’edilizia abitativa; il partena­ grammi di prestiti sovvenzionati o prestiti a tasso agevo­
riato pubblico-privato su un’iniziativa europea per «edifici lato, programmi di aiuti e programmi di garanzia dei
efficienti sul piano energetico», volta a promuovere le prestiti. Gli enti pubblici e le altre istituzioni preposti
tecnologie verdi e lo sviluppo di sistemi e materiali ad alla concessione di tali misure di carattere finanziario
alta efficienza energetica in edifici nuovi o ristrutturati; potrebbero collegare l’applicazione delle stesse alla pre­
l’iniziativa CE-Banca europea per gli investimenti (BEI) stazione energetica indicata e alle raccomandazioni con­
per il finanziamento dell’energia sostenibile nell’Unione tenute negli attestati di prestazione energetica.

(1) GU L 210 del 31.7.2006, pag. 1. (2) GU L 116 del 9.5.2009, pag. 18.
L 153/16 IT Gazzetta ufficiale dell’Unione europea 18.6.2010

(21) Al fine di limitare gli oneri di comunicazione degli Stati accordata priorità alle strategie che contribuiscono a mi­
membri, dovrebbe essere possibile integrare le relazioni gliorare la prestazione termica degli edifici durante il
prescritte dalla presente direttiva nei piani d’azione in periodo estivo. A tal fine, occorrerebbe concentrarsi sulle
materia di efficienza energetica previsti all’articolo 14, misure che evitano il surriscaldamento, come l’ombreg­
paragrafo 2, della direttiva 2006/32/CE del Parlamento giamento e una sufficiente capacità termica dell’opera
europeo e del Consiglio, del 5 aprile 2006, concernente edilizia, nonché sull’ulteriore sviluppo e applicazione
l’efficienza degli usi finali dell’energia e i servizi energe­ delle tecniche di rinfrescamento passivo, soprattutto
tici (1). In ogni Stato membro il settore pubblico do­ quelle che contribuiscono a migliorare le condizioni cli­
vrebbe svolgere un ruolo esemplare in materia di presta­ matiche interne e il microclima intorno agli edifici.
zione energetica nell’edilizia; i piani nazionali dovrebbero
pertanto fissare obiettivi più ambiziosi per gli edifici oc­
cupati da enti pubblici.

(26) La manutenzione e l’ispezione regolari, da parte di per­


sonale qualificato, degli impianti di riscaldamento e con­
(22) Ai potenziali acquirenti e locatari di un edificio o di dizionamento contribuiscono a garantire la corretta rego­
un’unità immobiliare dovrebbero essere forniti, nell’atte­ lazione in base alle specifiche del prodotto e quindi una
stato di prestazione energetica, dati corretti sulla presta­ prestazione ottimale sotto il profilo ambientale, energe­
zione energetica dell’edificio e consigli pratici per miglio­ tico e della sicurezza. È opportuno sottoporre l’intero
rare tale rendimento. Può essere utile condurre campagne impianto di riscaldamento e condizionamento ad una
d’informazione per incoraggiare ulteriormente i proprie­ perizia indipendente a intervalli regolari durante il suo
tari e i locatari a migliorare la prestazione energetica del ciclo di vita, in particolare prima che sia oggetto di so­
loro edificio o della loro unità immobiliare. I proprietari stituzione o di interventi di miglioramento. Per ridurre al
e i locatari di edifici commerciali dovrebbero altresì es­ minimo gli oneri amministrativi gravanti sui proprietari e
sere incoraggiati a scambiare informazioni sul consumo sui locatari degli edifici, gli Stati membri dovrebbero
energetico effettivo, al fine di assicurare che siano dispo­ adoperarsi per combinare il più possibile le ispezioni e
nibili tutti i dati per prendere decisioni informate sui le certificazioni.
miglioramenti necessari. L’attestato di prestazione energe­
tica dovrebbe recare anche informazioni riguardanti l’in­
cidenza effettiva del riscaldamento e del rinfrescamento
sul fabbisogno energetico dell’edificio, sul consumo di
energia primaria e sulle emissioni di biossido di carbonio. (27) Un approccio comune in materia di certificazione della
prestazione energetica degli edifici e di ispezione degli
impianti di riscaldamento e condizionamento, svolte da
esperti qualificati e/o accreditati, la cui indipendenza deve
(23) Gli enti pubblici dovrebbero dare il buon esempio e
essere garantita in base a criteri obiettivi, contribuirà alla
adoperarsi per attuare le raccomandazioni contenute
creazione di un contesto omogeneo per le iniziative di
nell’attestato di prestazione energetica. Gli Stati membri
risparmio energetico degli Stati membri nel settore edile e
dovrebbero includere, nei loro piani nazionali, misure
introdurrà un elemento di trasparenza sul mercato im­
volte ad incitare gli enti pubblici ad adottare tempestiva­
mobiliare dell’Unione, a beneficio dei potenziali acqui­
mente i miglioramenti in materia di efficienza energetica
renti o utilizzatori dell’immobile. Al fine di assicurare la
e ad attuare le raccomandazioni contenute nell’attestato
qualità della certificazione energetica e dell’ispezione degli
di prestazione energetica non appena fattibile.
impianti di riscaldamento e condizionamento in tutta
l’Unione, ogni Stato membro dovrebbe istituire un si­
stema di controllo indipendente.
(24) Gli edifici occupati da enti pubblici e gli edifici abitual­
mente frequentati dal pubblico dovrebbero dare l’esempio
dimostrando che gli aspetti riguardanti l’ambiente e
l’energia sono presi in considerazione; tali edifici dovreb­
bero pertanto essere sottoposti alla certificazione energe­ (28) Gli enti locali e regionali, essendo fondamentali per l’ef­
tica ad intervalli regolari. La pubblicazione dei dati sulle ficace attuazione della presente direttiva, dovrebbero es­
prestazioni energetiche dovrebbe essere potenziata affig­ sere consultati e coinvolti, se e quando opportuno se­
gendo gli attestati di prestazione energetica in luogo vi­ condo la legislazione nazionale applicabile, in merito
sibile, in particolare negli edifici di determinate dimen­ alle questioni di pianificazione, all’elaborazione di pro­
sioni occupati da enti pubblici o abitualmente frequentati grammi di informazione, formazione e sensibilizzazione,
dal pubblico, come negozi e centri commerciali, super­ nonché all’attuazione della presente direttiva a livello na­
mercati, ristoranti, teatri, banche e alberghi. zionale o regionale. Tali consultazioni possono servire
anche per promuovere la fornitura ai pianificatori e agli
ispettori edili locali di orientamenti adeguati per lo svol­
gimento delle operazioni necessarie. Inoltre, gli Stati
(25) Negli ultimi anni si osserva una crescente proliferazione membri dovrebbero autorizzare e incoraggiare i progetti­
degli impianti di condizionamento dell’aria nei paesi eu­ sti e i pianificatori a valutare adeguatamente la combina­
ropei. Ciò pone gravi problemi di carico massimo, che zione ottimale di miglioramenti in materia di efficienza
comportano un aumento del costo dell’energia elettrica e energetica, di impiego di energia da fonti rinnovabili e di
uno squilibrio del bilancio energetico. Dovrebbe essere ricorso al teleriscaldamento e telerinfrescamento in sede
di pianificazione, progettazione, costruzione e ristruttura­
(1) GU L 114 del 27.4.2006, pag. 64. zione di aree industriali o residenziali.
18.6.2010 IT Gazzetta ufficiale dell’Unione europea L 153/17

(29) Gli installatori e i costruttori sono fondamentali per l’ef­ quanto è necessario per conseguire tale obiettivo in ot­
ficace attuazione della presente direttiva. Pertanto, un temperanza al principio di proporzionalità enunciato
numero congruo di installatori e costruttori dovrebbe nello stesso articolo.
possedere, attraverso la formazione ed altre misure, un
adeguato livello di competenza per l’installazione e l’inte­
grazione delle tecnologie delle energie rinnovabili e ad (34) L’obbligo di recepire la presente direttiva nel diritto na­
alta efficienza energetica richieste. zionale dovrebbe essere limitato alle disposizioni che co­
stituiscono modificazioni sostanziali della direttiva
2002/91/CE. L’obbligo di recepire le disposizioni immu­
(30) Gli Stati membri dovrebbero tener conto della direttiva tate deriva da tale direttiva.
2005/36/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del
7 settembre 2005, relativa al riconoscimento delle qua­
lifiche professionali (1), per quanto riguarda il reciproco (35) La presente direttiva dovrebbe far salvi gli obblighi degli
riconoscimento delle figure professionali specializzate in­ Stati membri relativi ai termini di recepimento nel diritto
teressate dalla presente direttiva e la Commissione do­ nazionale e di applicazione della direttiva 2002/91/CE.
vrebbe proseguire le attività da essa svolte nel quadro
del programma «Energia intelligente per l’Europa» ri­ (36) Conformemente al punto 34 dell’accordo interistituzio­
guardo agli orientamenti e alle raccomandazioni concer­ nale «Legiferare meglio» (3), gli Stati membri sono inco­
nenti le norme per la formazione di tali figure professio­ raggiati a redigere e a rendere pubblici, nell’interesse pro­
nali specializzate. prio e dell’Unione, prospetti indicanti, per quanto possi­
bile, la concordanza tra la presente direttiva e i provve­
dimenti di recepimento,
(31) Per rafforzare la trasparenza della prestazione energetica
nel mercato immobiliare non residenziale dell’Unione,
occorre stabilire criteri uniformi per un sistema comune HANNO ADOTTATO LA PRESENTE DIRETTIVA:
volontario di certificazione della prestazione energetica
degli edifici non residenziali. In conformità
dell’articolo 291 TFUE, le regole e i principi generali Articolo 1
relativi alle modalità di controllo da parte degli Stati
membri dell’esercizio delle competenze di esecuzione at­ Oggetto
tribuite alla Commissione sono stabiliti preventivamente 1. La presente direttiva promuove il miglioramento della pre­
mediante un regolamento adottato secondo la procedura stazione energetica degli edifici all’interno dell’Unione, tenendo
legislativa ordinaria. In attesa dell’adozione di tale nuovo conto delle condizioni locali e climatiche esterne, nonché delle
regolamento, continua ad applicarsi la decisione prescrizioni relative al clima degli ambienti interni e all’efficacia
1999/468/CE del Consiglio, del 28 giugno 1999, recante sotto il profilo dei costi.
modalità per l’esercizio delle competenze di esecuzione
conferite alla Commissione (2), ad eccezione della proce­
dura di regolamentazione con controllo, che non è ap­ 2. Le disposizioni della presente direttiva riguardano:
plicabile.

a) il quadro comune generale di una metodologia per il calcolo


(32) La Commissione dovrebbe avere il potere di adottare atti della prestazione energetica integrata degli edifici e delle
delegati a norma dell’articolo 290 TFUE per quanto ri­ unità immobiliari;
guarda l’adeguamento al progresso tecnico di determinate
parti del quadro generale illustrato nell’allegato I e la
definizione di un quadro metodologico per il calcolo b) l’applicazione di requisiti minimi alla prestazione energetica
dei livelli ottimali in funzione dei costi per i requisiti di edifici e unità immobiliari di nuova costruzione;
minimi di prestazione energetica. È particolarmente im­
portante che durante i lavori preparatori la Commissione c) l’applicazione di requisiti minimi alla prestazione energetica
svolga consultazioni adeguate, anche a livello di esperti. di:

(33) Poiché l’obiettivo della presente direttiva, vale a dire il i) edifici esistenti, unità immobiliari ed elementi edilizi sot­
miglioramento della prestazione energetica degli edifici, toposti a ristrutturazioni importanti;
non può essere conseguito in misura sufficiente dagli
Stati membri, a causa della complessità del settore edile
e dell’incapacità dei mercati immobiliari nazionali di ri­ ii) elementi edilizi che fanno parte dell’involucro dell’edificio
spondere in modo adeguato alle sfide in materia di effi­ e hanno un impatto significativo sulla prestazione ener­
cienza energetica, e può dunque, a motivo della portata e getica dell’involucro dell’edificio quando sono rinnovati o
degli effetti dell’azione, essere conseguito meglio a livello sostituiti; nonché
di Unione, l’Unione può intervenire, in base al principio
di sussidiarietà sancito dall’articolo 5 del trattato
sull’Unione europea. La presente direttiva si limita a iii) sistemi tecnici per l’edilizia quando sono installati, sosti­
tuiti o sono oggetto di un intervento di miglioramento;
(1) GU L 255 del 30.9.2005, pag. 22.
(2) GU L 184 del 17.7.1999, pag. 23. (3) GU C 321 del 31.12.2003, pag. 1.
L 153/18 IT Gazzetta ufficiale dell’Unione europea 18.6.2010

d) i piani nazionali destinati ad aumentare il numero di edifici a biomassa, gas di discarica, gas residuati dai processi di
energia quasi zero; depurazione e biogas;

e) la certificazione energetica degli edifici o delle unità immo­ 7) «involucro di un edificio»: elementi integrati di un edificio
biliari; che ne separano l’interno dall’ambiente esterno;

f) l’ispezione periodica degli impianti di riscaldamento e con­ 8) «unità immobiliare»: parte, piano o appartamento di un
dizionamento d’aria negli edifici; e edificio progettati o modificati per essere usati separata­
mente;

g) i sistemi di controllo indipendenti per gli attestati di presta­


zione energetica e i rapporti di ispezione. 9) «elemento edilizio»: sistema tecnico per l’edilizia o compo­
nente dell’involucro di un edificio;

3. I requisiti stabiliti dalla presente direttiva sono requisiti


minimi e non impediscono ai singoli Stati membri di mantenere 10) «ristrutturazione importante»: ristrutturazione di un edificio
o prendere provvedimenti più rigorosi. Tali provvedimenti de­ quando:
vono essere compatibili con il trattato sul funzionamento
dell’Unione europea. Essi sono notificati alla Commissione.
a) il costo complessivo della ristrutturazione per quanto
riguarda l’involucro dell’edificio o i sistemi tecnici per
Articolo 2 l’edilizia supera il 25 % del valore dell’edificio, escluso il
valore del terreno sul quale questo è situato; oppure
Definizioni
Ai fini della presente direttiva valgono le seguenti definizioni:
b) la ristrutturazione riguarda più del 25 % della superficie
dell’involucro dell’edificio;
1) «edificio»: costruzione provvista di tetto e di muri, per la
quale l’energia è utilizzata per il condizionamento del clima
degli ambienti interni; gli Stati membri possono scegliere di applicare l’opzione di
cui alla lettera a) o quella di cui alla lettera b);

2) «edificio a energia quasi zero»: edificio ad altissima presta­


zione energetica, determinata conformemente all’allegato I. 11) «norma europea»: norma adottata dal Comitato europeo di
Il fabbisogno energetico molto basso o quasi nullo do­ normazione, dal Comitato europeo di normalizzazione
vrebbe essere coperto in misura molto significativa da ener­ elettrotecnica o dall’Istituto europeo per le norme di tele­
gia da fonti rinnovabili, compresa l’energia da fonti rinno­ comunicazione e resa disponibile per uso pubblico;
vabili prodotta in loco o nelle vicinanze;

12) «attestato di prestazione energetica»: documento ricono­


3) «sistema tecnico per l’edilizia»: impianto tecnologico per il sciuto da uno Stato membro o da una persona giuridica
riscaldamento, il rinfrescamento, la ventilazione, la produ­ da esso designata in cui figura il valore risultante dal cal­
zione di acqua calda, l’illuminazione di un edificio o di colo della prestazione energetica di un edificio o di un’unità
un’unità immobiliare, o per una combinazione di tali fun­ immobiliare effettuato seguendo una metodologia adottata
zioni; in conformità dell’articolo 3;

4) «prestazione energetica di un edificio»: quantità di energia, 13) «cogenerazione»: produzione simultanea, nell’ambito di un
calcolata o misurata, necessaria per soddisfare il fabbisogno unico processo, di energia termica e di energia elettrica e/o
energetico connesso ad un uso normale dell’edificio, com­ meccanica;
presa, in particolare, l’energia utilizzata per il riscaldamento,
il rinfrescamento, la ventilazione, la produzione di acqua
calda e l’illuminazione; 14) «livello ottimale in funzione dei costi»: livello di prestazione
energetica che comporta il costo più basso durante il ciclo
di vita economico stimato, dove:
5) «energia primaria»: energia da fonti rinnovabili e non rin­
novabili che non ha subito alcun processo di conversione o
trasformazione; a) il costo più basso è determinato tenendo conto dei costi
di investimento legati all’energia, dei costi di manuten­
zione e di funzionamento (compresi i costi e i risparmi
6) «energia da fonti rinnovabili»: energia proveniente da fonti energetici, la tipologia edilizia interessata e gli utili de­
rinnovabili non fossili, vale a dire energia eolica, solare, rivanti dalla produzione di energia), se del caso, e degli
aerotermica, geotermica, idrotermica e oceanica, idraulica, eventuali costi di smaltimento; e
18.6.2010 IT Gazzetta ufficiale dell’Unione europea L 153/19

b) il ciclo di vita economico stimato è determinato da Articolo 4


ciascuno Stato membro. Esso si riferisce al ciclo di
vita economico stimato rimanente di un edificio nel Fissazione di requisiti minimi di prestazione energetica
caso in cui siano stabiliti requisiti di prestazione ener­ 1. Gli Stati membri adottano le misure necessarie affinché
getica per l’edificio nel suo complesso oppure al ciclo di siano fissati requisiti minimi di prestazione energetica per gli
vita economico stimato di un elemento edilizio nel caso edifici o le unità immobiliari al fine di raggiungere livelli otti­
in cui siano stabiliti requisiti di prestazione energetica mali in funzione dei costi. La prestazione energetica è calcolata
per gli elementi edilizi. conformemente alla metodologia di cui all’articolo 3. I livelli
ottimali in funzione dei costi sono calcolati conformemente al
quadro metodologico comparativo di cui all’articolo 5, una
volta che il quadro sia stabilito.
Il livello ottimale in funzione dei costi si situa all’interno
della scala di livelli di prestazione in cui l’analisi costi-be­
nefici calcolata sul ciclo di vita economico è positiva;
Gli Stati membri adottano le misure necessarie affinché siano
fissati requisiti minimi di prestazione energetica per gli elementi
15) «impianto di condizionamento d’aria»: complesso dei com­ edilizi che fanno parte dell’involucro dell’edificio e hanno un
ponenti necessari per un impianto di trattamento dell’aria impatto significativo sulla prestazione energetica dell’involucro
interna che permette di controllare o abbassare la tempe­ dell’edificio quando sono sostituiti o rinnovati, al fine di rag­
ratura; giungere livelli ottimali in funzione dei costi.

16) «caldaia»: complesso bruciatore-focolare concepito in modo Nel fissare i requisiti, gli Stati membri possono distinguere tra
da permettere di trasferire a fluidi il calore prodotto dalla gli edifici già esistenti e quelli di nuova costruzione, nonché tra
combustione; diverse tipologie edilizie.

17) «potenza nominale utile»: potenza termica massima,


espressa in kW, specificata e garantita dal costruttore Tali requisiti tengono conto delle condizioni generali del clima
come potenza che può essere sviluppata in regime di fun­ degli ambienti interni allo scopo di evitare eventuali effetti ne­
zionamento continuo rispettando i rendimenti utili indicati gativi quali una ventilazione inadeguata, nonché delle condi­
dal costruttore; zioni locali, dell’uso cui l’edificio è destinato e della sua età.

18) «pompa di calore»: macchina, dispositivo o impianto che Gli Stati membri non sono tenuti a fissare requisiti minimi di
trasferisce calore dall’ambiente naturale come l’aria, l’acqua prestazione energetica che non siano efficaci sotto il profilo dei
o la terra verso edifici o applicazioni industriali, invertendo costi rispetto al ciclo di vita economico stimato.
il flusso naturale del calore in modo tale che esso passi da
una minore ad una maggiore temperatura. Nel caso di
pompe di calore reversibili, può anche trasferire calore
dall’edificio all’ambiente naturale;
I requisiti minimi di prestazione energetica sono riveduti a sca­
denze regolari non superiori a cinque anni e, se necessario,
aggiornati in funzione dei progressi tecnici nel settore edile.
19) «teleriscaldamento» o «telerinfrescamento»: distribuzione di
energia termica in forma di vapore, acqua calda o liquidi
refrigerati da una fonte centrale di produzione verso una
pluralità di edifici o siti tramite una rete, per il riscalda­ 2. Gli Stati membri possono decidere di non fissare o di non
mento o il rinfrescamento di spazi o di processi di lavora­ applicare i requisiti di cui al paragrafo 1 per le seguenti cate­
zione. gorie edilizie:

Articolo 3
a) edifici ufficialmente protetti come patrimonio designato o in
Adozione di una metodologia di calcolo della prestazione virtù del loro particolare valore architettonico o storico, nella
energetica degli edifici misura in cui il rispetto di determinati requisiti minimi di
prestazione energetica implichi un’alterazione inaccettabile
Gli Stati membri applicano una metodologia di calcolo della
del loro carattere o aspetto;
prestazione energetica degli edifici in conformità del quadro
generale comune di cui all’allegato I.

b) edifici adibiti a luoghi di culto e allo svolgimento di attività


Tale metodologia è adottata a livello nazionale o regionale. religiose;
L 153/20 IT Gazzetta ufficiale dell’Unione europea 18.6.2010

c) fabbricati temporanei con un tempo di utilizzo non supe­ 4. La Commissione pubblica una relazione sui progressi
riore a due anni, siti industriali, officine ed edifici agricoli compiuti dagli Stati membri per conseguire livelli ottimali in
non residenziali a basso fabbisogno energetico, nonché edi­ funzione dei costi per i requisiti minimi di prestazione energe­
fici agricoli non residenziali utilizzati in un settore discipli­ tica.
nato da un accordo nazionale settoriale sulla prestazione
energetica;
Articolo 6

d) edifici residenziali che sono utilizzati o sono destinati ad Edifici di nuova costruzione
essere utilizzati meno di quattro mesi all’anno o, in alterna­ 1. Gli Stati membri adottano le misure necessarie affinché gli
tiva, per un periodo limitato dell’anno e con un consumo edifici di nuova costruzione soddisfino i requisiti minimi di
energetico previsto inferiore al 25 % del consumo che risul­ prestazione energetica fissati conformemente all’articolo 4.
terebbe dall’utilizzazione durante l’intero anno;

Per gli edifici di nuova costruzione gli Stati membri garanti­


e) fabbricati indipendenti con una metratura utile totale infe­ scono che, prima dell’inizio dei lavori di costruzione, sia valu­
riore a 50 m2. tata e tenuta presente la fattibilità tecnica, ambientale ed eco­
nomica di sistemi alternativi ad alta efficienza come quelli indi­
cati di seguito, se disponibili:
Articolo 5
Calcolo dei livelli ottimali in funzione dei costi per i
requisiti minimi di prestazione energetica a) sistemi di fornitura energetica decentrati basati su energia da
fonti rinnovabili;
1. Entro il 30 giugno 2011 la Commissione stabilisce me­
diante atti delegati in conformità degli articoli 23, 24 e 25 un
quadro metodologico comparativo per calcolare livelli ottimali b) cogenerazione;
in funzione dei costi per i requisiti minimi di prestazione ener­
getica degli edifici e degli elementi edilizi.
c) teleriscaldamento o telerinfrescamento urbano o collettivo,
in particolare se basato interamente o parzialmente su ener­
Il quadro metodologico comparativo è stabilito conformemente gia da fonti rinnovabili;
all’allegato III e distingue tra edifici di nuova costruzione ed
edifici esistenti e tra diverse tipologie edilizie.
d) pompe di calore.
2. Gli Stati membri calcolano livelli ottimali in funzione dei
costi per i requisiti minimi di prestazione energetica avvalendosi
2. Gli Stati membri garantiscono che l’esame di sistemi al­
del quadro metodologico comparativo stabilito conformemente
ternativi di cui al paragrafo 1 sia documentato e disponibile a
al paragrafo 1 e di parametri pertinenti, quali le condizioni
fini di verifica.
climatiche e l’accessibilità pratica delle infrastrutture energetiche,
e comparano i risultati di tale calcolo con i requisiti minimi di
prestazione energetica in vigore.
3. Tale esame di sistemi alternativi può essere effettuato per
singoli edifici, per gruppi di edifici analoghi o per tipologie
Gli Stati membri trasmettono alla Commissione una relazione comuni di edifici nella stessa area. Per quanto riguarda gli im­
contenente tutti i dati e le ipotesi utilizzati per il calcolo, con i pianti di riscaldamento e rinfrescamento collettivi, l’esame può
relativi risultati. La relazione può essere inclusa nei piani essere effettuato per tutti gli edifici collegati all’impianto nella
d’azione in materia di efficienza energetica di cui stessa area.
all’articolo 14, paragrafo 2, della direttiva 2006/32/CE. Gli Stati
membri trasmettono tale relazione alla Commissione ad inter­
valli regolari non superiori a cinque anni. La prima relazione è Articolo 7
trasmessa entro il 30 giugno 2012. Edifici esistenti
Gli Stati membri adottano le misure necessarie per garantire che
3. Se il risultato della comparazione effettuata conforme­ la prestazione energetica degli edifici o di loro parti destinati a
mente al paragrafo 2 indica che i requisiti minimi di prestazione subire ristrutturazioni importanti sia migliorato al fine di soddi­
energetica vigenti sono sensibilmente meno efficienti dei livelli sfare i requisiti minimi di prestazione energetica fissati confor­
ottimali dei requisiti minimi di prestazione energetica in fun­ memente all’articolo 4 per quanto tecnicamente, funzional­
zione dei costi, gli Stati membri interessati devono giustificare mente ed economicamente fattibile.
tale differenza, per iscritto, alla Commissione, nella relazione di
cui al paragrafo 2, corredata, nella misura in cui il divario non
possa essere giustificato, di un piano che identifichi le misure Tali requisiti si applicano all’edificio o all’unità immobiliare og­
idonee a ridurre sensibilmente il divario entro il termine per la getto di ristrutturazione nel suo complesso. In aggiunta o in
revisione dei requisiti di prestazione energetica di cui alternativa, i requisiti possono essere applicati agli elementi edi­
all’articolo 4, paragrafo 1. lizi ristrutturati.
18.6.2010 IT Gazzetta ufficiale dell’Unione europea L 153/21

Gli Stati membri adottano le misure necessarie, inoltre, per sono inoltre promuovere, se del caso, l’installazione di sistemi di
garantire che la prestazione energetica degli elementi edilizi controllo attivo come i sistemi di automazione, controllo e
che fanno parte dell’involucro dell’edificio e hanno un impatto monitoraggio finalizzati al risparmio energetico.
significativo sulla prestazione energetica dell’involucro dell’edifi­
cio destinati ad essere sostituiti o rinnovati soddisfi i requisiti
minimi di prestazione energetica per quanto tecnicamente, fun­
zionalmente ed economicamente fattibile. Articolo 9
Edifici a energia quasi zero

Gli Stati membri stabiliscono i requisiti minimi di prestazione 1. Gli Stati membri provvedono affinché:
energetica conformemente all’articolo 4.

a) entro il 31 dicembre 2020 tutti gli edifici di nuova costru­


Gli Stati membri incoraggiano, in relazione agli edifici destinati zione siano edifici a energia quasi zero; e
ad una ristrutturazione importante, a valutare e tener presenti i
sistemi alternativi ad alto rendimento di cui all’articolo 6, para­
grafo 1, per quanto tecnicamente, funzionalmente ed economi­
camente fattibile. b) a partire dal 31 dicembre 2018 gli edifici di nuova costru­
zione occupati da enti pubblici e di proprietà di questi ultimi
siano edifici a energia quasi zero.
Articolo 8
Impianti tecnici per l’edilizia
Gli Stati membri elaborano piani nazionali destinati ad aumen­
1. Al fine di ottimizzare il consumo energetico dei sistemi tare il numero di edifici a energia quasi zero. Tali piani nazionali
tecnici per l’edilizia, gli Stati membri stabiliscono requisiti di possono includere obiettivi differenziati per tipologia edilizia.
impianto relativi al rendimento energetica globale, alla corretta
installazione e alle dimensioni, alla regolazione e al controllo
adeguati degli impianti tecnici per l’edilizia installati negli edifici
esistenti. Gli Stati membri possono altresì applicare tali requisiti 2. Gli Stati membri procedono inoltre, sulla scorta dell’esem­
agli edifici di nuova costruzione. pio del settore pubblico, alla definizione di politiche e all’ado­
zione di misure, quali la fissazione di obiettivi, finalizzate a
incentivare la trasformazione degli edifici ristrutturati in edifici
a energia quasi zero e ne informano la Commissione nei piani
Tali requisiti sono stabiliti per il caso di nuova installazione,
nazionali di cui al paragrafo 1.
sostituzione o miglioramento di sistemi tecnici per l’edilizia e
si applicano per quanto tecnicamente, economicamente e fun­
zionalmente fattibile.
3. I piani nazionali comprendono, tra l’altro, i seguenti ele­
menti:
Detti requisiti riguardano almeno quanto segue:

a) l’applicazione dettagliata nella pratica, da parte degli Stati


a) impianti di riscaldamento;
membri, della definizione di edifici a energia quasi zero,
tenuto conto delle rispettive condizioni nazionali, regionali
o locali e con un indicatore numerico del consumo di ener­
b) impianti di produzione di acqua calda; gia primaria espresso in kWh/m2 anno. I fattori di energia
primaria usati per la determinazione del consumo di energia
primaria possono basarsi sui valori medi nazionali o regio­
c) impianti di condizionamento d’aria; nali annuali e tener conto delle pertinenti norme europee;

d) grandi impianti di ventilazione;


b) obiettivi intermedi di miglioramento della prestazione ener­
getica degli edifici di nuova costruzione entro il 2015, in
o una combinazione di tali impianti. preparazione dell’attuazione del paragrafo 1;

2. Gli Stati membri promuovono l’introduzione di sistemi di c) informazioni sulle politiche e sulle misure finanziarie o di
misurazione intelligenti quando un edificio è in fase di costru­ altro tipo adottate in virtù dei paragrafi 1 e 2 per promuo­
zione o è oggetto di una ristrutturazione importante, provve­ vere gli edifici a energia quasi zero, compresi dettagli relativi
dendo a che tale promozione sia in linea con l’allegato I, punto ai requisiti e alle misure nazionali concernenti l’uso di ener­
2, della direttiva 2009/72/CE del Parlamento europeo e del gia da fonti rinnovabili negli edifici di nuova costruzione e
Consiglio, del 13 luglio 2009, relativa a norme comuni per il negli edifici esistenti sottoposti ad una ristrutturazione im­
mercato interno dell’energia elettrica (1). Gli Stati membri pos­ portante stabiliti nell’ambito dell’articolo 13, paragrafo 4,
della direttiva 2009/28/CE e degli articoli 6 e 7 della pre­
(1) GU L 211 del 14.8.2009, pag. 55. sente direttiva.
L 153/22 IT Gazzetta ufficiale dell’Unione europea 18.6.2010

4. La Commissione valuta i piani nazionali di cui al para­ nella relazione sui piani d’azione in materia di efficienza ener­
grafo 1, in particolare l’adeguatezza delle misure previste dagli getica di cui all’articolo 14, paragrafo 5, della direttiva
Stati membri in relazione agli obiettivi della presente direttiva. 2006/32/CE.
La Commissione, tenendo debitamente conto del principio di
sussidiarietà, può chiedere ulteriori informazioni specifiche in
merito ai requisiti di cui ai paragrafi 1, 2 e 3. In tal caso, lo 4. Su richiesta, la Commissione fornisce, se del caso, assi­
Stato membro interessato fornisce le informazioni richieste o stenza agli Stati membri nell’elaborazione di programmi di so­
propone modifiche entro nove mesi dalla richiesta della Com­ stegno finanziario nazionali o regionali con l’obiettivo di accre­
missione. In seguito alla valutazione, la Commissione può emet­ scere l’efficienza energetica degli edifici, in particolare di quelli
tere una raccomandazione. esistenti, sostenendo lo scambio di migliori prassi tra gli enti o
organismi nazionali o regionali competenti.

5. Entro il 31 dicembre 2012 e successivamente ogni tre


anni, la Commissione pubblica una relazione sui progressi rea­ 5. Al fine di migliorare il finanziamento a sostegno dell’at­
lizzati dagli Stati membri per aumentare il numero di edifici a tuazione della presente direttiva e tenuto debito conto del prin­
energia quasi zero. Sulla base di tale relazione la Commissione cipio di sussidiarietà, la Commissione presenta, preferibilmente
elabora un piano d’azione e, se necessario, propone misure entro il 2011, un’analisi concernente, in particolare:
intese ad aumentare il numero di tali edifici e promuove le
migliori prassi per quanto concerne la trasformazione efficace
in termini di costi di edifici esistenti in edifici a energia quasi a) l’efficacia, l’adeguatezza del livello e l’ammontare effettiva­
zero. mente impiegato dei fondi strutturali e dei programmi qua­
dro utilizzati per accrescere l’efficienza energetica degli edi­
fici, specialmente nel settore dell’edilizia abitativa;
6. Gli Stati membri possono decidere di non applicare le
disposizioni di cui al paragrafo 1, lettere a) e b), in casi specifici
e giustificati in cui l’analisi costi-benefici calcolata sul ciclo di b) l’efficacia del ricorso ai fondi della BEI e di altre istituzioni
vita economico dell’edificio interessato è negativa. Gli Stati finanziarie pubbliche;
membri informano la Commissione in merito ai principi delle
pertinenti discipline legislative.
c) il coordinamento dei finanziamenti dell’Unione e nazionali e
altre forme di sostegno che possono fungere da leva per
Articolo 10 incentivare gli investimenti nell’efficienza energetica nonché
l’adeguatezza di tali finanziamenti per raggiungere gli obiet­
Incentivi finanziari e barriere di mercato
tivi dell’Unione.
1. In considerazione dell’importanza di mettere a disposi­
zione adeguati strumenti di finanziamento e di altro tipo per
favorire la prestazione energetica degli edifici e il passaggio a Sulla base di tale analisi e in conformità del quadro finanziario
edifici a energia quasi zero, gli Stati membri adottano gli op­ pluriennale, qualora lo ritenga opportuno la Commissione può
portuni provvedimenti per esaminare gli strumenti più perti­ in seguito presentare al Parlamento europeo e al Consiglio pro­
nenti sulla base delle circostanze nazionali. poste relative a strumenti dell’Unione.

2. Entro il 30 giugno 2011 gli Stati membri redigono un 6. Gli Stati membri tengono conto dei livelli di prestazione
elenco delle misure e degli strumenti esistenti ed eventualmente energetica ottimali in funzione dei costi in sede di concessione
proposti, compresi quelli di carattere finanziario, diversi da di incentivi per la costruzione o l’esecuzione di ristrutturazioni
quelli richiesti dalla presente direttiva ma che promuovono gli importanti di edifici.
obiettivi della stessa.

7. Le disposizioni della presente direttiva non ostano a che


Gli Stati membri aggiornano tale elenco ogni tre anni. Essi gli Stati membri offrano incentivi per edifici di nuova costru­
comunicano l’elenco alla Commissione, eventualmente includen­ zione, ristrutturazioni o elementi edilizi che vadano oltre i livelli
dolo nei piani d’azione in materia di efficienza energetica di cui ottimali in funzione dei costi.
all’articolo 14, paragrafo 2, della direttiva 2006/32/CE.

Articolo 11
3. La Commissione valuta se le misure esistenti e proposte Attestato di prestazione energetica
figuranti nell’elenco di cui al paragrafo 2 e i pertinenti strumenti
dell’Unione siano efficaci nel sostenere l’attuazione della pre­ 1. Gli Stati membri adottano le misure necessarie per l’isti­
sente direttiva. Sulla base di tale valutazione, e tenuto debito tuzione di un sistema di certificazione energetica degli edifici.
conto del principio di sussidiarietà, la Commissione può fornire L’attestato di prestazione energetica comprende la prestazione
consulenza o raccomandazioni riguardo a specifici regimi na­ energetica di un edificio e valori di riferimento quali i requisiti
zionali e assicurare il coordinamento con l’Unione e le istitu­ minimi di prestazione energetica al fine di consentire ai pro­
zioni finanziarie internazionali. La Commissione può includere prietari o locatari dell’edificio o dell’unità immobiliare di valu­
la sua valutazione e le eventuali consulenza e raccomandazioni tare e raffrontare la prestazione energetica.
18.6.2010 IT Gazzetta ufficiale dell’Unione europea L 153/23

L’attestato di prestazione energetica può comprendere informa­ b) sulla valutazione di un un’altra unità immobiliare con le
zioni supplementari, quali il consumo energetico annuale per gli stesse caratteristiche energetiche rappresentativa dello stesso
edifici non residenziali e la percentuale di energia da fonti rin­ edificio.
novabili nel consumo energetico totale.

7. La certificazione delle abitazioni monofamiliari può fon­


2. L’attestato di prestazione energetica comprende raccoman­ darsi sulla valutazione di un altro edificio rappresentativo che
dazioni per il miglioramento efficace o ottimale in funzione dei sia simile per struttura, dimensione e per qualità della presta­
costi della prestazione energetica dell’edificio o dell’unità immo­ zione energetica effettiva, sempre che l’esperto che rilascia l’atte­
biliare, a meno che manchi un ragionevole potenziale per tale stato sia in grado di garantire tale corrispondenza.
miglioramento rispetto ai requisiti di prestazione energetica in
vigore.
8. La validità dell’attestato di prestazione energetica è di dieci
anni al massimo.
Le raccomandazioni che figurano nell’attestato di prestazione
energetica riguardano:
9. Entro il 2011 la Commissione, in consultazione con i
settori interessati, adotta un sistema comune volontario a livello
a) le misure attuate in occasione di una ristrutturazione impor­ di Unione europea per la certificazione della prestazione ener­
tante dell’involucro di un edificio o dei sistemi tecnici per getica degli edifici non residenziali. Tale misura è adottata se­
l’edilizia; e condo la procedura di consultazione di cui all’articolo 26, para­
grafo 2. Gli Stati membri sono incoraggiati a riconoscere o ad
avvalersi di tale sistema, ovvero ad avvalersene in parte adattan­
dolo alle circostanze nazionali.
b) le misure attuate per singoli elementi edilizi, a prescindere da
ristrutturazioni importanti dell’involucro dell’edificio o dei
sistemi tecnici per l’edilizia.
Articolo 12
Rilascio dell’attestato di prestazione energetica
3. Le raccomandazioni riportate nell’attestato di prestazione 1. Gli Stati membri provvedono affinché un attestato di pre­
energetica devono essere tecnicamente fattibili per l’edificio con­ stazione energetica sia rilasciato:
siderato e possono fornire una stima dei tempi di ritorno o del
rapporto costi-benefici rispetto al ciclo di vita economico.
a) per gli edifici o le unità immobiliari costruiti, venduti o locati
ad un nuovo locatario; e
4. L’attestato di prestazione energetica precisa se il proprie­
tario o locatario può ottenere informazioni più particolareg­
giate, anche per quanto riguarda l’efficacia in termini di costi b) per gli edifici in cui una metratura utile totale di oltre 500
delle raccomandazioni formulate nell’attestato di prestazione m2 è occupata da enti pubblici e abitualmente frequentata
energetica. La valutazione dell’efficacia in termini di costi si dal pubblico. Il 9 luglio 2015 la soglia di 500 m2 è abbas­
basa su una serie di condizioni standard, quali la valutazione sata a 250 m2.
del risparmio energetico, i prezzi dell’energia e una stima pre­
liminare dei costi. Contiene, inoltre, informazioni sui provvedi­
menti da adottare per attuare le raccomandazioni. Al proprie­
tario o locatario possono essere fornite anche altre informazioni L’obbligo di rilasciare un attestato di prestazione energetica
su aspetti correlati, quali diagnosi energetiche o incentivi di viene meno ove sia disponibile e valido un attestato rilasciato
carattere finanziario o di altro tipo e possibilità di finanzia­ conformemente alla direttiva 2002/91/CE o alla presente diret­
mento. tiva per l’edificio o l’unità immobiliare interessati.

5. Fatte salve le norme nazionali, gli Stati membri incorag­ 2. Gli Stati membri dispongono che, in caso di costruzione,
giano gli enti pubblici a tener conto del ruolo guida che do­ vendita o locazione di edifici o unità immobiliari, l’attestato di
vrebbero svolgere nel settore della prestazione energetica degli prestazione energetica (o copia dello stesso) sia mostrato al
edifici, tra l’altro attuando le raccomandazioni riportate nell’atte­ potenziale acquirente o nuovo locatario e consegnato all’acqui­
stato di prestazione energetica rilasciato per gli edifici di cui rente o al nuovo locatario.
sono proprietari entro il suo periodo di validità.

3. In caso di vendita o locazione di un edificio prima della


6. La certificazione per le unità immobiliari può fondarsi: sua costruzione, gli Stati membri possono disporre, in deroga ai
paragrafi 1 e 2, che il venditore fornisca una valutazione della
futura prestazione energetica dell’edificio; in tal caso, l’attestato
di prestazione energetica è rilasciato entro la fine della costru­
a) su una certificazione comune dell’intero edificio; ovvero zione dell’edificio.
L 153/24 IT Gazzetta ufficiale dell’Unione europea 18.6.2010

4. Gli Stati membri dispongono che, in caso di offerta in Articolo 14


vendita o in locazione di:
Ispezione degli impianti di riscaldamento
1. Gli Stati membri adottano le misure necessarie per pre­
— edifici aventi un attestato di prestazione energetica, scrivere ispezioni periodiche delle parti accessibili degli impianti
utilizzati per il riscaldamento degli edifici dotati di caldaie aventi
una potenza nominale utile per il riscaldamento di ambienti
superiore a 20 kW, quali il generatore di calore, il sistema di
— unità immobiliari in edifici aventi un attestato di prestazione controllo e la pompa o le pompe di circolazione. Tale ispezione
energetica, e include una valutazione del rendimento della caldaia e del suo
dimensionamento rispetto al fabbisogno termico dell’edificio. La
valutazione del dimensionamento della caldaia non dev’essere
— unità immobiliari aventi un attestato di prestazione energe­ ripetuta se nel frattempo non sono state apportate modifiche
tica all’impianto di riscaldamento in questione o con riguardo al
fabbisogno termico dell’edificio.

l’indicatore di prestazione energetica che figura nell’attestato di


prestazione energetica dell’edificio o dell’unità immobiliare, se­ Gli Stati membri possono ridurre la frequenza di tali ispezioni o
condo il caso, sia riportato in tutti gli annunci dei mezzi di alleggerirle, secondo il caso, in presenza di un sistema di mo­
comunicazione commerciali. nitoraggio e controllo elettronico.

5. Le disposizioni del presente articolo sono attuate confor­ 2. Gli Stati membri possono fissare frequenze di ispezione
memente alle norme nazionali applicabili in materia di compro­ diverse in funzione del tipo e della potenza nominale utile
prietà o proprietà comune. dell’impianto di riscaldamento, tenendo conto dei costi che
comporta l’ispezione dell’impianto di riscaldamento e del rispar­
mio energetico previsto che potrebbe derivarne.
6. Gli Stati membri possono escludere le categorie edilizie di
cui all’articolo 4, paragrafo2, dall’applicazione dei paragrafi 1, 2, 3. Gli impianti di riscaldamento dotati di caldaie la cui po­
4 e 5 del presente articolo. tenza nominale utile è superiore a 100 kW sono ispezionati
almeno ogni due anni.

7. I possibili effetti degli attestati di prestazione energetica in


termini di eventuali procedimenti giudiziari sono decisi confor­ Per le caldaie a gas, questo periodo può essere esteso a quattro
memente alle norme nazionali. anni.

Articolo 13 4. Come alternativa ai paragrafi 1, 2 e 3, gli Stati membri


possono optare per l’adozione di misure atte ad assicurare che
Affissione dell’attestato di prestazione energetica sia fornita agli utenti una consulenza in merito alla sostituzione
1. Gli Stati membri adottano le misure necessarie a garantire delle caldaie, ad altre modifiche dell’impianto di riscaldamento o
che l’attestato di prestazione energetica sia affisso in un luogo a soluzioni alternative al fine di valutare l’efficienza e il corretto
chiaramente visibile per il pubblico negli edifici per i quali è dimensionamento della caldaia. L’impatto globale di tale approc­
stato rilasciato un attestato di prestazione energetica in confor­ cio deve essere equivalente a quello derivante dalle disposizioni
mità dell’articolo 12, paragrafo 1, e in cui una metratura utile di cui ai paragrafi 1, 2 e 3.
totale di oltre 500 m2 è occupata da enti pubblici e abitual­
mente frequentata dal pubblico.
Entro il 30 giugno 2011 gli Stati membri che decidono di
applicare le misure di cui al primo comma presentano alla
Il 9 luglio 2015 la soglia di 500 m2 è abbassata a 250 m2. Commissione una relazione sull’equivalenza tra tali misure e
le misure di cui ai paragrafi 1, 2 e 3 del presente articolo. Gli
Stati membri trasmettono tale relazione alla Commissione ogni
tre anni. Essa può essere inclusa nei piani d’azione in materia di
2. Gli Stati membri dispongono che l’attestato di prestazione efficienza energetica di cui all’articolo 14, paragrafo 2, della
energetica sia affisso in un luogo chiaramente visibile per il direttiva 2006/32/CE.
pubblico negli edifici per i quali è stato rilasciato un attestato
di prestazione energetica in conformità dell’articolo 12, para­
grafo 1, e in cui una metratura utile totale di oltre 500 m2 è 5. Una volta ricevuta da uno Stato membro la relazione
abitualmente frequentata dal pubblico. nazionale sull’applicazione dell’opzione di cui al paragrafo 4,
la Commissione può chiedere ulteriori informazioni specifiche
in merito ai requisiti e all’equivalenza delle misure di cui al
3. Le disposizioni del presente articolo non comprendono suddetto paragrafo. In tal caso, lo Stato membro interessato
l’obbligo di affiggere le raccomandazioni contenute nell’attestato presenta le informazioni richieste o propone modifiche entro
di prestazione energetica. nove mesi.
18.6.2010 IT Gazzetta ufficiale dell’Unione europea L 153/25

Articolo 15 suddetto paragrafo. In tal caso, lo Stato membro interessato


presenta le informazioni richieste o propone modifiche entro
Ispezione degli impianti di condizionamento d’aria nove mesi.
1. Gli Stati membri stabiliscono le misure necessarie affinché
le parti accessibili degli impianti di condizionamento d’aria la
cui potenza nominale utile è superiore a 12 kW siano periodi­ Articolo 16
camente ispezionate. L’ispezione comprende una valutazione
dell’efficienza dell’impianto di condizionamento d’aria e del Rapporti di ispezione degli impianti di riscaldamento e
suo dimensionamento rispetto al fabbisogno di rinfrescamento condizionamento d’aria
dell’edificio. La valutazione del dimensionamento non dev’essere
1. Dopo ogni ispezione di un impianto di riscaldamento o
ripetuta se nel frattempo non sono state apportate modifiche a
condizionamento d’aria è elaborato un rapporto di ispezione. Il
tale impianto di condizionamento d’aria o con riguardo al fab­
rapporto di ispezione contiene il risultato dell’ispezione effet­
bisogno di rinfrescamento dell’edificio.
tuata in conformità degli articoli 14 o 15 e comprende racco­
mandazioni atte a migliorare il rendimento energetico dell’im­
pianto ispezionato in modo economicamente conveniente.
Gli Stati membri possono ridurre la frequenza di tali ispezioni o
alleggerirle, secondo il caso, in presenza di un sistema di mo­
nitoraggio e controllo elettronico.
Le raccomandazioni possono essere basate su un raffronto del
rendimento energetico dell’impianto ispezionato con quello del
2. Gli Stati membri possono fissare frequenze di ispezione migliore impianto realizzabile disponibile e di un impianto di
diverse in funzione del tipo e della potenza nominale utile tipo analogo in cui tutti i componenti presentano il livello di
dell’impianto di condizionamento d’aria, tenendo conto dei costi rendimento energetico richiesto dalla normativa applicabile.
che comporta l’ispezione dell’impianto di condizionamento
d’aria e del risparmio energetico previsto che potrebbe deri­
varne. 2. Il rapporto di ispezione è trasmesso al proprietario o
locatario dell’edificio.

3. Nel definire le misure di cui ai paragrafi 1 e 2 del presente


articolo, gli Stati membri garantiscono, per quanto economica­
mente e tecnicamente fattibile, che le ispezioni siano eseguite Articolo 17
conformemente alle ispezioni degli impianti di riscaldamento ed Esperti indipendenti
altri sistemi tecnici di cui all’articolo 14 della presente direttiva e
all’ispezione in materia di perdite di cui al regolamento (CE) n. Gli Stati membri garantiscono che la certificazione della pre­
842/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio, del stazione energetica degli edifici e l’ispezione degli impianti di
17 maggio 2006, su taluni gas fluorurati ad effetto serra (1). riscaldamento e condizionamento d’aria siano effettuate in ma­
niera indipendente da esperti qualificati e/o accreditati, operanti
in qualità di lavoratori autonomi o come dipendenti di enti
4. Come alternativa ai paragrafi 1, 2 e 3, gli Stati membri pubblici o di imprese private.
possono optare per l’adozione di misure atte ad assicurare che
sia fornita agli utenti una consulenza in merito alla sostituzione
degli impianti di condizionamento d’aria o ad altre modifiche L’accreditamento degli esperti è effettuato tenendo conto della
degli stessi, che possono includere ispezioni per valutare l’effi­ loro competenza.
cienza e il corretto dimensionamento dell’impianto di condizio­
namento d’aria. L’impatto globale di tale approccio deve essere
equivalente a quello derivante dalle disposizioni di cui ai para­
grafi 1, 2 e 3. Gli Stati membri mettono a disposizione del pubblico informa­
zioni sulla formazione e l’accreditamento. Gli Stati membri
provvedono affinché siano messi a disposizione del pubblico
Entro il 30 giugno 2011 gli Stati membri che decidono di elenchi periodicamente aggiornati di esperti qualificati e/o ac­
applicare le misure di cui al primo comma presentano alla creditati o elenchi periodicamente aggiornati di società accredi­
Commissione una relazione sull’equivalenza tra tali misure e tate che offrono i servizi di tali esperti.
le misure di cui ai paragrafi 1, 2 e 3 del presente articolo. Gli
Stati membri trasmettono tale relazione alla Commissione ogni
tre anni. Essa può essere inclusa nei piani d’azione in materia di Articolo 18
efficienza energetica di cui all’articolo 14, paragrafo 2, della
direttiva 2006/32/CE. Sistema di controllo indipendente
1. Gli Stati membri provvedono affinché siano istituiti si­
stemi di controllo indipendenti in conformità dell’allegato II
5. Una volta ricevuta da uno Stato membro la relazione per gli attestati di prestazione energetica e i rapporti di ispe­
nazionale sull’applicazione dell’opzione di cui al paragrafo 4, zione degli impianti di riscaldamento e condizionamento d’aria.
la Commissione può chiedere ulteriori informazioni specifiche Gli Stati membri possono istituire sistemi distinti per il con­
in merito ai requisiti e all’equivalenza delle misure di cui al trollo degli attestati di prestazione energetica e per il controllo
dei rapporti di ispezione degli impianti di riscaldamento e con­
(1) GU L 161 del 14.6.2006, pag. 1. dizionamento d’aria.
L 153/26 IT Gazzetta ufficiale dell’Unione europea 18.6.2010

2. Gli Stati membri possono delegare l’attuazione del sistema come portale europeo dedicato al tema dell’efficienza energetica
di controllo indipendente. in edilizia rivolto a cittadini, professionisti e autorità, finalizzato
ad assistere gli Stati membri nella loro opera d’informazione e
di sensibilizzazione. Le informazioni presentate in tale sito Web
possono contenere collegamenti con la pertinente legislazione
Qualora decidano di avvalersi di questa possibilità, gli Stati dell’Unione europea, oltre che nazionale, regionale e locale,
membri garantiscono che il sistema di controllo indipendente collegamenti a siti Web EUROPA che presentano piani d’azione
sia attuato in conformità dell’allegato II. nazionali in materia di efficienza energetica, collegamenti agli
strumenti finanziari disponibili, nonché a esempi di buone
prassi a livello nazionale, regionale e locale. Nell’ambito del
3. Gli Stati membri dispongono che gli attestati di presta­ Fondo europeo di sviluppo regionale, la Commissione continua
zione energetica e i rapporti di ispezione di cui al paragrafo 1 ad offrire i suoi servizi d’informazione e ad intensificarli ulte­
siano messi a disposizione delle autorità o degli organismi com­ riormente allo scopo di agevolare l’utilizzo di fondi disponibili
petenti che ne fanno richiesta. fornendo assistenza e informazioni sulle possibilità di finanzia­
mento ai soggetti interessati, compresi gli enti nazionali, regio­
nali e locali, tenendo conto delle ultime modifiche al quadro
regolamentare.
Articolo 19
Revisione
La Commissione, assistita dal comitato istituito dall’articolo 26,
valuta la presente direttiva entro il 1o gennaio 2017 alla luce Articolo 21
dell’esperienza acquisita e dei progressi compiuti nel corso della Consultazione
sua applicazione e, se necessario, presenta proposte.
Per facilitare l’efficace attuazione della direttiva, gli Stati membri
consultano i soggetti interessati coinvolti, comprese le autorità
locali e regionali, conformemente alla legislazione nazionale
Articolo 20 applicabile e laddove opportuno. Tale consultazione riveste par­
Informazione ticolare importanza per l’applicazione degli articoli 9 e 20.

1. Gli Stati membri adottano le misure necessarie per infor­


mare i proprietari o i locatari di edifici o unità immobiliari sui
diversi metodi e sulle diverse prassi che contribuiscono a mi­
gliorare la prestazione energetica. Articolo 22
Adeguamento dell’allegato I al progresso tecnico
La Commissione adegua al progresso tecnico i punti 3 e 4
2. In particolare, gli Stati membri forniscono ai proprietari o dell’allegato I mediante atti delegati in conformità degli articoli
locatari di edifici informazioni sugli attestati di prestazione ener­ 23, 24 e 25.
getica e sui rapporti di ispezione, le loro finalità e i loro obiet­
tivi, sulle misure atte a migliorare la prestazione energetica degli
edifici in modo economicamente conveniente e all’occorrenza
sugli strumenti finanziari disponibili per migliorare la presta­
zione energetica degli edifici. Articolo 23
Esercizio della delega

Su richiesta degli Stati membri, la Commissione li assiste nella 1. Il potere di adottare gli atti delegati di cui all’articolo 22 è
realizzazione di campagne di informazione ai fini del paragrafo conferito alla Commissione per un periodo di cinque anni a
1 e del primo comma del presente paragrafo, che possono decorrere dall’8 luglio 2010. La Commissione presenta una
essere oggetto di programmi dell’Unione. relazione sui poteri delegati non oltre sei mesi prima della
scadenza del periodo di cinque anni. La delega di poteri è
automaticamente prorogata per periodi di identica durata,
tranne in caso di revoca da parte del Parlamento europeo o
3. Gli Stati membri garantiscono consulenza e formazione del Consiglio ai sensi dell’articolo 24.
per i responsabili dell’attuazione della presente direttiva. Le ini­
ziative di consulenza e formazione trattano dell’importanza di
migliorare la prestazione energetica e consentono di valutare la
combinazione ottimale di miglioramenti in materia di efficienza
energetica, di impiego di energie da fonti rinnovabili e di uti­ 2. Fatto salvo il termine di cui all’articolo 5, paragrafo 1, il
lizzo di impianti di teleriscaldamento e telerinfrescamento in potere di adottare gli atti delegati di cui all’articolo 5 è conferito
sede di pianificazione, progettazione, costruzione e ristruttura­ alla Commissione fino al 30 giugno 2012.
zione di aree industriali o residenziali.

4. La Commissione è invitata a migliorare costantemente i 3. Non appena adotta un atto delegato, la Commissione lo
suoi servizi d’informazione, in particolare il sito Web concepito notifica simultaneamente al Parlamento europeo e al Consiglio.
18.6.2010 IT Gazzetta ufficiale dell’Unione europea L 153/27

4. Il potere conferito alla Commissione di adottare atti dele­ 2. Nei casi in cui è fatto riferimento al presente paragrafo si
gati è soggetto alle condizioni stabilite dagli articoli 24 e 25. applicano gli articoli 3 e 7 della decisione 1999/468/CE, te­
nendo conto delle disposizioni dell’articolo 8 della stessa.

Articolo 24
Revoca della delega
Articolo 27
1. La delega di poteri di cui agli articoli 5 e 22 può essere
revocata dal Parlamento europeo o dal Consiglio. Sanzioni
Gli Stati membri stabiliscono le norme sulle sanzioni applicabili
alle violazioni delle disposizioni nazionali adottate in forza della
2. L’istituzione che ha avviato una procedura interna per presente direttiva e adottano tutte le misure necessarie a garan­
decidere l’eventuale revoca della delega di poteri si adopera tirne l’attuazione. Le sanzioni previste devono essere effettive,
per informarne l’altra istituzione e la Commissione entro un proporzionate e dissuasive. Gli Stati membri notificano dette
periodo ragionevole prima di prendere la decisione definitiva, disposizioni alla Commissione entro e non oltre il 9 gennaio
specificando i poteri delegati che potrebbero essere oggetto di 2013 e la informano senza indugio di eventuali successive mo­
revoca e gli eventuali motivi della revoca. difiche delle stesse.

3. La decisione di revoca pone fine alla delega dei poteri


specificati nella decisione medesima. Gli effetti della decisione Articolo 28
decorrono immediatamente o a una data successiva ivi precisata.
La decisione di revoca non incide sulla validità degli atti delegati Recepimento
già in vigore. Essa è pubblicata nella Gazzetta ufficiale dell’Unione 1. Gli Stati membri adottano e pubblicano, entro e non oltre
europea. il 9 luglio 2012, le disposizioni legislative, regolamentari e
amministrative necessarie per conformarsi agli articoli da 2 a
18 e agli articoli 20 e 27.
Articolo 25
Obiezioni agli atti delegati
1. Il Parlamento europeo o il Consiglio possono sollevare Essi applicano le disposizioni relative agli articoli 2, 3, 9, 11,
obiezioni all’atto delegato entro due mesi dalla data di notifica. 12, 13, 17, 18, 20 e 27 al più tardi a decorrere dal 9 gennaio
2013.

Su iniziativa del Parlamento europeo o del Consiglio, detto


termine è prorogato di due mesi.
Essi applicano le disposizioni relative agli articoli 4, 5, 6, 7, 8,
14, 15 e 16 agli edifici occupati da enti pubblici al più tardi a
2. Se allo scadere di tale termine né il Parlamento europeo né decorrere dal 9 gennaio 2013 e agli altri edifici al più tardi a
il Consiglio hanno sollevato obiezioni all’atto delegato, esso è decorrere dal 9 luglio 2013.
pubblicato nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea ed entra in
vigore alla data fissata nell’atto medesimo.

Essi possono rinviare fino al 31 dicembre 2015 l’applicazione


L’atto delegato può essere pubblicato nella Gazzetta ufficiale dell’articolo 12, paragrafi 1 e 2, a singole unità immobiliari in
dell’Unione europea ed entrare in vigore prima della scadenza di locazione. Ciò non comporta, tuttavia, che nello Stato membro
tale termine se il Parlamento europeo e il Consiglio hanno interessato si rilasci un minor numero di attestati rispetto a
entrambi informato la Commissione della loro intenzione di quello che sarebbe stato rilasciato a norma della direttiva
non sollevare obiezioni. 2002/91/CE.

3. Se il Parlamento europeo o il Consiglio sollevano obie­


zioni a un atto delegato, quest’ultimo non entra in vigore.
L’istituzione che solleva obiezioni all’atto delegato ne illustra Quando gli Stati membri adottano tali misure, queste conten­
le ragioni. gono un riferimento alla presente direttiva o sono corredate di
un siffatto riferimento all’atto della pubblicazione ufficiale. Esse
recano altresì l’indicazione che i riferimenti alla direttiva
2002/91/CE contenuti nelle disposizioni legislative, regolamen­
Articolo 26 tari e amministrative vigenti devono essere intesi come riferi­
Procedura di comitato menti fatti alla presente direttiva. Le modalità di tale riferimento
nonché la forma redazionale di tale indicazione sono decise
1. La Commissione è assistita da un comitato. dagli Stati membri.
L 153/28 IT Gazzetta ufficiale dell’Unione europea 18.6.2010

2. Gli Stati membri comunicano alla Commissione il testo Articolo 30


delle disposizioni essenziali di diritto interno che essi adottano
nel settore disciplinato dalla presente direttiva. Entrata in vigore
La presente direttiva entra in vigore il ventesimo giorno succes­
sivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea.

Articolo 29 Articolo 31
Abrogazione Destinatari
La direttiva 2002/91/CE, modificata dal regolamento indicato Gli Stati membri sono destinatari della presente direttiva.
nell’allegato IV, parte A, è abrogata con effetto dal 1o febbraio
2012, fatti salvi gli obblighi degli Stati membri relativi ai ter­
mini di recepimento nel diritto nazionale e di applicazione della
direttiva di cui all’allegato IV, parte B. Fatto a Strasburgo, addì 19 maggio 2010.

Per il Parlamento europeo Per il Consiglio


I riferimenti alla direttiva 2002/91/CE si intendono fatti alla
Il presidente Il presidente
presente direttiva e si leggono secondo la tavola di concordanza
di cui all’allegato V. J. BUZEK D. LÓPEZ GARRIDO
18.6.2010 IT Gazzetta ufficiale dell’Unione europea L 153/29

ALLEGATO I

Quadro comune generale per il calcolo della prestazione energetica degli edifici
(di cui all’articolo 3)

1. La prestazione energetica di un edificio è determinata sulla base della quantità di energia, reale o calcolata, consumata
annualmente per soddisfare le varie esigenze legate ad un uso normale dell’edificio e corrisponde al fabbisogno
energetico per il riscaldamento e il rinfrescamento (energia necessaria per evitare un surriscaldamento) che consente di
mantenere la temperatura desiderata dell’edificio e coprire il fabbisogno di acqua calda nel settore domestico.

2. La prestazione energetica di un edificio è espressa in modo chiaro e comprende anche un indicatore di prestazione
energetica e un indicatore numerico del consumo di energia primaria, basato su fattori di energia primaria per vettore
energetico, eventualmente basati su medie ponderate annuali nazionali o regionali o un valore specifico per la
produzione in loco.

La metodologia di calcolo della prestazione energetica degli edifici dovrebbe tener conto delle norme europee ed
essere coerente con la pertinente legislazione dell’Unione, compresa la direttiva 2009/28/CE.

3. Ai fini della determinazione della metodologia di calcolo si deve tener conto almeno dei seguenti aspetti:

a) le seguenti caratteristiche termiche effettive dell’edificio, comprese le sue divisioni interne:

i) capacità termica;

ii) isolamento;

iii) riscaldamento passivo;

iv) elementi di rinfrescamento; e

v) ponti termici;

b) impianto di riscaldamento e di produzione di acqua calda, comprese le relative caratteristiche di isolamento;

c) impianti di condizionamento d’aria;

d) ventilazione naturale e meccanica, compresa eventualmente l’ermeticità all’aria;

e) impianto di illuminazione incorporato (principalmente per il settore non residenziale);

f) progettazione, posizione e orientamento dell’edificio, compreso il clima esterno;

g) sistemi solari passivi e protezione solare;

h) condizioni climatiche interne, incluso il clima degli ambienti interni progettato;

i) carichi interni.

4. Il calcolo deve tener conto, se del caso, dei vantaggi insiti nelle seguenti opzioni:

a) condizioni locali di esposizione al sole, sistemi solari attivi ed altri impianti di generazione di calore ed elettricità a
partire da energia da fonti rinnovabili;

b) sistemi di cogenerazione dell’elettricità;

c) impianti di teleriscaldamento e telerinfrescamento urbano o collettivo;

d) illuminazione naturale.
L 153/30 IT Gazzetta ufficiale dell’Unione europea 18.6.2010

5. Ai fini del calcolo gli edifici dovrebbero essere classificati adeguatamente secondo le seguenti categorie:

a) abitazioni monofamiliari di diverso tipo;

b) condomini (di appartamenti);

c) uffici;

d) strutture scolastiche;

e) ospedali;

f) alberghi e ristoranti;

g) impianti sportivi;

h) esercizi commerciali per la vendita all’ingrosso o al dettaglio;

i) altri tipi di fabbricati impieganti energia.


18.6.2010 IT Gazzetta ufficiale dell’Unione europea L 153/31

ALLEGATO II

Sistemi di controllo indipendenti per gli attestati di prestazione energetica e i rapporti di ispezione

1. Le autorità competenti o gli organismi da esse delegati per l’attuazione del sistema di controllo indipendente
selezionano in modo casuale e sottopongono a verifica almeno una percentuale statisticamente significativa di tutti
gli attestati di prestazione energetica rilasciati nel corso di un anno.

La verifica si basa sulle opzioni indicate qui di seguito o su misure equivalenti:

a) controllo della validità dei dati utilizzati ai fini della certificazione energetica dell’edificio e dei risultati riportati
nell’attestato di prestazione energetica;

b) controllo dei dati e verifica dei risultati riportati nell’attestato di prestazione energetica, comprese le raccoman­
dazioni formulate;

c) controllo esaustivo dei dati utilizzati ai fini della certificazione energetica dell’edificio, verifica esaustiva dei risultati
riportati nell’attestato, comprese le raccomandazioni formulate, e visita in loco dell’edificio, ove possibile, per
verificare la corrispondenza tra le specifiche indicate nell’attestato di prestazione energetica e l’edificio certificato.

2. Le autorità competenti o gli organismi da esse delegati per l’attuazione del sistema di controllo indipendente
selezionano in modo casuale e sottopongono a verifica almeno una percentuale statisticamente significativa di tutti
i rapporti di ispezione rilasciati nel corso di un anno.
L 153/32 IT Gazzetta ufficiale dell’Unione europea 18.6.2010

ALLEGATO III

Quadro metodologico comparativo ai fini dell’individuazione dei livelli ottimali in funzione dei costi dei requisiti
di prestazione energetica per edifici ed elementi edilizi

Il quadro metodologico comparativo consente agli Stati membri di determinare la prestazione energetica di edifici ed
elementi edilizi e gli aspetti economici delle misure legate alla prestazione energetica, e di collegarli al fine di individuare il
livello ottimale in funzione dei costi.

Il quadro metodologico comparativo è corredato di orientamenti per la sua applicazione nel calcolo dei livelli di
rendimento ottimali in funzione dei costi.

Il quadro metodologico comparativo consente di prendere in considerazione modelli di consumo, condizioni climatiche
esterne, costi di investimento, tipologia edilizia, costi di manutenzione e di funzionamento (compresi i costi e il risparmio
energetici), eventuali utili derivanti dalla produzione di energia e eventuali costi di smaltimento. Esso dovrebbe basarsi
sulle pertinenti norme europee che fanno riferimento alla presente direttiva.

Inoltre, la Commissione fornisce:

— orientamenti per accompagnare il quadro metodologico comparativo, volti a consentire agli Stati membri di intra­
prendere le misure elencate in appresso;

— informazioni su una stima dell’evoluzione dei prezzi dell’energia nel lungo periodo.

Ai fini dell’applicazione del quadro metodologico comparativo da parte degli Stati membri, sono stabilite a livello di Stato
membro condizioni generali, espresse da parametri.

Il quadro metodologico comparativo richiede che gli Stati membri:

— definiscano edifici di riferimento caratterizzati dalla loro funzionalità e posizione geografica, comprese le condizioni
climatiche interne ed esterne, e rappresentativi di dette caratteristiche. Gli edifici di riferimento includono edifici
residenziali e non residenziali, sia di nuova costruzione che già esistenti,

— definiscano le misure di efficienza energetica da valutare per gli edifici di riferimento. Può trattarsi di misure per
singoli edifici nel loro insieme, per singoli elementi edilizi o una combinazione di elementi edilizi,

— valutino il fabbisogno di energia finale e primaria degli edifici di riferimento e degli edifici di riferimento in un
contesto di applicazione delle misure di efficienza energetica definite,

— calcolino i costi (ossia il valore attuale netto) delle misure di efficienza energetica (di cui al secondo trattino) durante il
ciclo di vita economica atteso applicate agli edifici di riferimento (di cui al primo trattino) ricorrendo ai principi del
quadro metodologico comparativo.

Dal calcolo dei costi delle misure di efficienza energetica durante il ciclo di vita economica atteso, gli Stati membri
valutano l’efficacia in termini di costi dei vari livelli di requisiti minimi di prestazione energetica. Ciò consentirà di
determinare i livelli ottimali in funzione dei costi dei requisiti di prestazione energetica.
18.6.2010 IT Gazzetta ufficiale dell’Unione europea L 153/33

ALLEGATO IV

PARTE A
Direttiva abrogata e sua modificazione successiva
(di cui all’articolo 29)

Direttiva 2002/91/CE del Parlamento europeo e del Consiglio


(GU L 1 del 4.1.2003, pag. 65)

Regolamento (CE) n. 1137/2008 del Parlamento europeo e unicamente il punto 9.9 dell’allegato
del Consiglio (GU L 311 del 21.11.2008, pag. 1)

PARTE B
Termini di recepimento nel diritto nazionale e di applicazione
(di cui all’articolo 29)

Direttiva Termine di recepimento Data di applicazione

2002/91/CE 4 gennaio 2006 4 gennaio 2009 unicamente per gli articoli 7, 8 e 9


L 153/34 IT Gazzetta ufficiale dell’Unione europea 18.6.2010

ALLEGATO V

Tavola di concordanza

Direttiva 2002/91/CE Presente direttiva

Articolo 1 Articolo 1

Articolo 2, punto 1 Articolo 2, punto 1

— Articolo 2, punti 2 e 3

Articolo 2, punto 2 Articolo 2, punto 4, e allegato I

— Articolo 2, punti 5, 6, 7, 8, 9, 10 e 11

Articolo 2, punto 3 Articolo 2, punto 12

Articolo 2, punto 4 Articolo 2, punto 13

— Articolo 2, punto 14

Articolo 2, punto 5 Articolo 2, punto 15

Articolo 2, punto 6 Articolo 2, punto 16

Articolo 2, punto 7 Articolo 2, punto 17

Articolo 2, punto 8 Articolo 2, punto 18

— Articolo 2, punto 19

Articolo 3 Articolo 3 e allegato I

Articolo 4, paragrafo 1 Articolo 4, paragrafo 1

Articolo 4, paragrafo 2 —

Articolo 4, paragrafo 3 Articolo 4, paragrafo 2

— Articolo 5

Articolo 5 Articolo 6, paragrafo 1

— Articolo 6, paragrafi 2 e 3

Articolo 6 Articolo 7

— Articoli 8, 9 e 10

Articolo 7, paragrafo 1, primo comma Articolo 11, paragrafo 8, e articolo 12, paragrafo 2

Articolo 7, paragrafo 1, secondo comma Articolo 11, paragrafo 6

Articolo 7, paragrafo 1, terzo comma Articolo 12, paragrafo 6

Articolo 7, paragrafo 2 Articolo 11, paragrafi 1 e 2

— Articolo 11, paragrafi 3, 4, 5, 7 e 9

— Articolo 12, paragrafi 1, 3, 4, 5 e 7

Articolo 7, paragrafo 3 Articolo 13, paragrafi 1 e 3

— Articolo 13, paragrafo 2

Articolo 8, lettera a) Articolo 14, paragrafi 1 e 3

— Articolo 14, paragrafo 2

Articolo 8, lettera b) Articolo 14, paragrafo 4

— Articolo 14, paragrafo 5

Articolo 9 Articolo 15, paragrafo 1


18.6.2010 IT Gazzetta ufficiale dell’Unione europea L 153/35

Direttiva 2002/91/CE Presente direttiva

— Articolo 15, paragrafi 2, 3, 4 e 5

— Articolo 16

Articolo 10 Articolo 17

— Articolo 18

Articolo 11, frase introduttiva Articolo 19

Articolo 11, lettere a) e b) —

Articolo 12 Articolo 20, paragrafo 1, e articolo 20, paragrafo 2, se­


condo comma

— Articolo 20, paragrafo 2, primo comma, e articolo 20,


paragrafi 3 e 4

— Articolo 21

Articolo 13 Articolo 22

— Articoli 23, 24 e 25

Articolo 14, paragrafo 1 Articolo 26, paragrafo 1

Articolo 14, paragrafi 2 e 3 —

— Articolo 26, paragrafo 2

— Articolo 27

Articolo 15, paragrafo 1 Articolo 28

Articolo 15, paragrafo 2 —

— Articolo 29

Articolo 16 Articolo 30

Articolo 17 Articolo 31

Allegato Allegato I

— Allegati da II a V
Direttiva CEE 16/12/ 2002 n. 2002/91/CE
Parlamento Europeo - Rendimento energetico nell'edilizia

La nuova Direttiva europea sull’efficienza e risparmio energetico (sostitutiva della direttiva


2002/91/CE, che sarà abrogata dal 1º febbraio 2012) stabilisce nuovi criteri minimi per la prestazione
energetica degli immobili che devono essere rispettati per gli edifici di nuova costruzione e per quelli
esistenti da ristrutturare.
Tutti gli Stati membri dovranno adottare misure atte a raggiungere requisiti di rendimento
energetico a costi ottimali e secondo una metodologia comparativa.
Questa metodologia dovrà essere determinata sulla base delle caratteristiche termiche dell’edificio
e delle sue partizioni interne, quindi in base a caratteristiche quali:
isolamento termico involucro edilizio (pareti e finestre)
capacità termica interna
riscaldamento passivo
elementi di raffrescamento
ponti termici

Inoltre costituisce importanza rilevante anche la tipologia degli impianti installati di:
riscaldamento
produzione di acqua calda sanitaria
condizionamento
grandi impianti di ventilazione
illuminazione artificiale

Inoltre sarà dato risalto all’ulteriore sviluppo e applicazione delle tecniche di rinfrescamento passivo,
soprattutto quelle che contribuiscono a migliorare le condizioni climatiche interne e il microclima
intorno agli edifici.
Dato che ogni edificio è classificato secondo una data e nota tipologia, il calcolo della prestazione
energetica deve essere differenziato.

E’ vietata la riproduzione parziale di questo documento, senza autorizzazione scritta della Tecno Piemonte S.p.a. 1
Infatti ognuno di essi ha delle caratteristiche ben differenti di abitabilità e di esigenze di
riscaldamento/raffrescamento.

La ben nota classificazione è la seguente:


abitazioni monofamiliare
condomini
uffici
scuole
ospedali
alberghi e ristoranti
impianti sportivi
esercizi commerciali

Il quadro metodologico comparativo per l'individuazione dei livelli ottimali, in funzione dei costi,
dei requisiti di prestazione energetica per edifici ed elementi edilizi, sarà stabilito dalla Commissione
Europea entro la data del 30 Giugno 2011.
Il quadro metodologico distinguerà tra edifici nuovi ed esistenti e tra diverse tipologie edilizie.
Gli Stati membri calcoleranno i livelli ottimali sulla base del quadro comparativo e di altri parametri
(condizioni climatiche, accessibilità delle infrastrutture energetiche) e compareranno i risultati di tale
calcolo con i requisiti minimi di prestazione energetica in vigore.

Metodologia Direttiva
CE 16/12/2002 n.
2002/91/CE

Nuovi Edifici Tipologie


edifici esistenti edifici

E’ vietata la riproduzione parziale di questo documento, senza autorizzazione scritta della Tecno Piemonte S.p.a. 2
Entro il 30 Giugno 2012, gli Stati membri trasmetteranno alla Commissione la prima relazione
contenente tutti i dati utilizzati per il calcolo e i risultati: se i requisiti minimi vigenti sono
sensibilmente meno efficienti dei livelli ottimali, gli Stati dovranno giustificare per iscritto tale
differenza e ridurre il divario.
Nella Direttiva compare per la prima volta la definizione di “edifici a energia quasi zero”.
Cosa sono questi tipi di edifici?
Dal Comma 2 dell’Articolo 2 - Definizioni, leggiamo: «edificio a energia quasi zero»: edificio ad
altissima prestazione energetica, determinata conformemente all’allegato I.

Il fabbisogno energetico molto basso o quasi nullo dovrebbe essere coperto in misura molto
significativa da energia da fonti rinnovabili, compresa l’energia da fonti rinnovabili prodotta in loco o
nelle vicinanze.
Quindi l’ “edificio a energia quasi zero” è un edificio ad altissima prestazione energetica, in cui il
fabbisogno energetico molto basso o quasi nullo (edificio passivo) dovrebbe essere coperto in misura
molto significativa da energia fornita da fonti rinnovabili (solare termico e fotovoltaico).
La Direttiva stabilisce il limite temporale del 31 Dicembre 2020 entro il quale tutti gli edifici di
nuova costruzione dovranno essere “edifici a energia quasi zero”; mentre per gli edifici pubblici,
oppure adibiti ad uso pubblico, questa scadenza risulta anticipata al 31 Dicembre 2018.
Le singole nazioni debbono stilare piani nazionali destinati ad aumentare il numero di “edifici a
energia quasi zero” e disciplinare di conseguenza la loro certificazione energetica.
I requisiti minimi dovranno essere applicati alla prestazione energetica degli edifici di nuova
costruzione, esistenti e ristrutturati, degli elementi dell’involucro edilizio e dei sistemi
tecnici (impianti di riscaldamento/raffrescamento) importanti per la prestazione energetica.
Saranno i singoli Stati membri a fissare tali requisiti minimi, rivedendoli almeno ogni cinque anni e
aggiornandoli in funzione dei progressi tecnici nel settore edile.
Prima dell’inizio dei lavori degli edifici di nuova costruzione, deve essere valutata la fattibilità
tecnica, ambientale ed economica di sistemi alternativi ad alta efficienza, se disponibili, tra cui:
sistemi di fornitura energetica decentrati basati su fonti rinnovabili:

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cogenerazione
teleriscaldamento o teleraffrescamento
pompe di calore

Gli edifici esistenti sottoposti a ristrutturazioni importanti, devono migliorare la propria prestazione
energetica, al fine di soddisfare i requisiti minimi; nella ristrutturazione devono essere valutati sistemi
alternativi ad alto rendimento.
Gli Stati membri dovranno stabilire requisiti minimi relativi ai sistemi tecnici per l’edilizia
(impianti di riscaldamento, sistemi di produzione di acqua calda, impianti di condizionamento d’aria,
grandi impianti di ventilazione), al fine di ottimizzarne i consumi e potranno promuovere
l’introduzione di sistemi di misurazione intelligenti.
Gli Stati membri dovranno istituire un sistema di certificazione energetica degli edifici. Il
certificato comprenderà la prestazione energetica dell’edificio e i valori di riferimento, quali i requisiti
minimi di prestazione energetica, al fine di consentire ai proprietari o locatari di valutare e raffrontare
la prestazione energetica. Il certificato, di validità massima 10 anni, potrà contenere informazioni
supplementari relativamente al consumo energetico annuale e alla percentuale di energia da fonti
rinnovabili nel consumo energetico totale.

Inoltre in caso di riqualificazione un elenco di raccomandazioni per il miglioramento efficace o


ottimale in funzione dei costi della prestazione energetica.
Il certificato di prestazione energetica dovrà essere rilasciato:
per gli edifici o le unità immobiliari costruiti, venduti o locati;

per gli edifici in cui una porzione di oltre 500 m2 è occupata da enti pubblici e frequentata dal
pubblico. Dopo cinque anni dall'entrata in vigore della Direttiva, la soglia di 500 m2 è abbassata a
250 m2.

Non è obbligatorio rilasciare il certificato qualora sia già disponibile e valido un certificato rilasciato
conformemente alla Direttiva 2002/91/CE. In caso di costruzione, vendita o locazione, il

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certificato di prestazione energetica dovrà essere mostrato al potenziale acquirente o nuovo locatario
e consegnato all'acquirente o al nuovo locatario.
Resta sempre applicato il concetto della «ristrutturazione importante» di un edificio, che gli Stati
membri possono applicare con le seguenti opzioni, quando:
il costo complessivo della ristrutturazione per quanto riguarda l’involucro dell’edificio o i
sistemi tecnici per l’edilizia supera il 25 % del valore dell’edificio, escluso il valore del terreno sul
quale questo è situato;

oppure
la ristrutturazione riguarda più del 25 % della superficie dell’involucro dell’edificio;

In caso di vendita o locazione di un edificio prima della sua costruzione, gli Stati membri
potranno disporre che il venditore fornisca una valutazione della futura prestazione energetica
dell’edificio; in tal caso, il certificato di prestazione energetica deve essere rilasciato entro la fine della
costruzione. In caso di offerta in vendita o in locazione di edifici o unità immobiliari aventi un
certificato di prestazione energetica, l'indicatore di prestazione energetica che figura nel certificato
dovrà essere riportato in tutti gli annunci commerciali.
Negli edifici pubblici, il certificato di prestazione energetica dovrà essere esposto al pubblico. La
Direttiva disciplina le misure necessarie per prescrivere ispezioni periodiche delle parti accessibili
degli impianti utilizzati per il riscaldamento degli edifici dotati di caldaie aventi una potenza nominale
utile per il riscaldamento di ambienti superiore a 20 kW, quali il generatore di calore, il sistema di
controllo e la pompa o le pompe di circolazione.
Tale ispezione include una valutazione del rendimento della caldaia e del suo dimensionamento
rispetto al fabbisogno termico dell’edificio.
La valutazione del dimensionamento della caldaia non deve essere ripetuta se nel frattempo non
sono state apportate modifiche all’impianto di riscaldamento in questione o con riguardo al
fabbisogno termico dell’edificio.

Infine un punto importante viene posto su chi potrà effettuare la certificazione della prestazione
energetica degli edifici e l'ispezione degli impianti di riscaldamento e condizionamento d'aria.

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La Direttiva fornisce delle indicazioni ben precise indicando che dovranno essere effettuate in
maniera indipendente da esperti qualificati e/o accreditati, operanti in qualità di lavoratori
autonomi o come dipendenti di enti pubblici o di imprese private. L'accreditamento degli esperti sarà
effettuato tenendo conto della loro competenza. Anche i sistemi di controllo per i certificati di
prestazione energetica e i rapporti di ispezione degli impianti dovranno essere indipendenti.
Dalle novità introdotte da questa Direttiva si prevederà un notevole sviluppo ed aggiornamento nel
campo del risparmio energetico e soprattutto nel campo edilizio.

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Prestazione energetica in edilizia: in vigore la nuova Direttiva UE

Entro il 2020 tutti i nuovi edifici dovranno essere 'a energia quasi zero'

09/07/2010 - È entrata in vigore ieri 8 luglio la Direttiva 2010/31/CE sulle prestazioni energetiche
degli edifici. Pubblicata sulla Gazzetta Europea del 18 giugno 2010, la nuova direttiva sostituirà, dal
1º febbraio 2012, la direttiva 2002/91/CE.

La nuova direttiva promuove il miglioramento della prestazione energetica degli edifici, tenendo
conto delle condizioni locali e climatiche e dell’efficacia sotto il profilo dei costi, e delinea il quadro
comune generale per il calcolo della prestazione energetica degli edifici al quale gli Stati membri
dovranno adeguarsi.

La metodologia di calcolo dovrà essere determinata sulla base delle caratteristiche termiche
dell’edificio e delle sue divisioni interne (capacità termica, isolamento, riscaldamento passivo,
elementi di raffrescamento, ponti termici), degli impianti di riscaldamento, di produzione di acqua
calda, di condizionamento, di illuminazione, e sulla base dell’orientamento dell’edificio, dei sistemi
solari passivi e di protezione solare, ecc.

La direttiva stabilisce che i requisiti minimi della prestazione energetica (che i singoli Stati fisseranno
e aggiorneranno ogni cinque anni) dovranno essere applicati agli edifici di nuova costruzione,
esistenti e ristrutturati, e agli elementi dell’involucro edilizio e dei sistemi tecnici importanti per la
prestazione energetica.

Edifici di nuova costruzione: prima dell’inizio dei lavori deve essere valutata la fattibilità tecnica,
ambientale ed economica di sistemi alternativi ad alta efficienza, se disponibili, tra cui: sistemi di

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fornitura energetica decentrati basati su fonti rinnovabili; cogenerazione; teleriscaldamento o
teleraffrescamento; pompe di calore.

Edifici esistenti sottoposti a ristrutturazioni importanti: devono migliorare la propria prestazione


energetica, al fine di soddisfare i requisiti minimi; nella ristrutturazione devono essere valutati sistemi
alternativi ad alto rendimento.

Sistemi tecnici per l’edilizia: gli Stati dovranno stabilire requisiti minimi relativi ai (impianti di
riscaldamento, sistemi di produzione di acqua calda, impianti di condizionamento d’aria, grandi
impianti di ventilazione), al fine di ottimizzarne i consumi e potranno promuovere l’introduzione di
sistemi di misurazione intelligenti.

Potranno essere esclusi: gli edifici tutelati; gli edifici adibiti alculto; i fabbricati temporanei, i siti
industriali, le officine, gli edifici agricoli; gli edifici residenziali utilizzati meno di 4 mesi all’anno; i
fabbricati indipendenti sotto i 50 m2.

La direttiva prevede che vengano redatti piani nazionali destinati ad aumentare il numero di “edifici a
energia quasi zero”, cioè di edifici ad altissima prestazione energetica, in cui il fabbisogno energetico
molto basso o quasi nullo dovrebbe essere coperto in misura molto significativa da energia da fonti
rinnovabili. Entro il 31 dicembre 2020 tutti gli edifici di nuova costruzione dovranno essere “edifici a
energia quasi zero”. Per gli edifici pubblici questa scadenza è anticipata al 31 dicembre 2018.

Entro il 30 giugno 2011, gli Stati membri dovranno predisporre strumenti di finanziamento e incentivi
per favorire il miglioramento energetico degli edifici e il passaggio a edifici a energia quasi zero.

Gli Stati membri dovranno istituire un sistema di certificazione energetica degli edifici. L’attestato di
prestazione energetica comprenderà la prestazione energetica di un edificio e i valori di riferimento,
quali i requisiti minimi di prestazione energetica. Il certificato, di validità massima 10 anni, potrà
contenere informazioni supplementari e raccomandazioni per il miglioramento efficace o ottimale in
funzione dei costi della prestazione energetica.

E’ vietata la riproduzione parziale di questo documento, senza autorizzazione scritta della Tecno Piemonte S.p.a. 2
Il certificato di prestazione energetica dovrà essere rilasciato:
- per gli edifici o le unità immobiliari costruiti, venduti o locati;
- per gli edifici in cui una porzione di oltre 500 m2 è occupata da enti pubblici e frequentata dal
pubblico. Dopo cinque anni dall'entrata in vigore della direttiva, la soglia di 500 m2 è abbassata a
250 m2.

Non è obbligatorio rilasciare il certificato qualora sia già disponibile e validoun certificato rilasciato
conformemente alla direttiva 2002/91/CE.

In caso di costruzione, vendita o locazione, il certificato di prestazione energetica dovrò essere


mostrato al potenziale acquirente o nuovo locatario e consegnato all’acquirente o al nuovo locatario.
In caso di vendita o locazione di un edificio prima della sua costruzione, gli Stati potranno disporre
che il venditore fornisca una valutazione della futura prestazione energetica dell’edificio; in tal caso, il
certificato di prestazione energetica deve essere rilasciato entro la fine della costruzione. In caso di
offerta in vendita o in locazione di edifici o unità immobiliari aventi un certificato di prestazione
energetica, l'indicatore di prestazione energetica dovrà essere riportato in tutti gli annunci
commerciali. Negli edifici pubblici, il certificato di prestazione energetica dovrà essere esposto al
pubblico.

La direttiva disciplina, infine, le ispezioni degli impianti di riscaldamento degli edifici dotati di caldaie
con una potenza superiore a 20 kW e degli impianti di condizionamento d'aria con potenza superiore
a 12 kW.

La certificazione della prestazione energetica degli edifici e l'ispezione degli impianti di riscaldamento
e condizionamento d'aria dovranno essere effettuate in maniera indipendente da esperti qualificati
e/o accreditati, operanti in qualità di lavoratori autonomi o come dipendenti di enti pubblici o di
imprese private. L'accreditamento degli esperti sarà effettuato tenendo conto della loro competenza.
Anche i sistemi di controllo per i certificati di prestazione energetica e i rapporti di ispezione degli
impianti dovranno essere indipendenti.

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Ristrutturazione con ampliamento: il bonus del 55% spetta solo sull’esistente

L’Agenzia delle Entrate chiarisce i dubbi sulla detrazione fiscale per la riqualificazione energetica degli
edifici

05/07/2010 - La detrazione del 55% per lavori di riqualificazione energetica realizzati nell’ambito di
una ristrutturazione con ampliamento è consentita, ma soltanto sugli interventi eseguiti sulla parte
di edificio esistente. La detrazione non spetta invece in caso di demolizione e ricostruzione con
ampliamento, in quanto l’intervento si considera “nuova costruzione”.

Lo ha chiarito l’Agenzia delle Entrate con la Circolare n. 39/E del 1° luglio 2010, nella quale ha fornito
chiarimenti su questioni relative alla deducibilità e detraibilità di alcune spese, ai fini della
determinazione dell’IRPEF.
Il contribuente che ha posto il quesito intende svolgere lavori di riqualificazione energetica su
un’abitazione regolarmente accatastata e dotata di impianto di riscaldamento. Chiede quindi se può
fruire della detrazione del 55% in caso di demolizione e ricostruzione con ampliamento o in caso di
ristrutturazione con ampliamento senza demolizione delle murature portanti.
L’Agenzia spiega che la detrazione per gli interventi di risparmio energetico prevista dall’art. 1, commi
344, 345, 346 e 347 della Legge n. 296 del 27 dicembre 2006 (Finanziaria 2007), spetta a condizione
che gli interventi siano realizzati su edifici esistenti. Con la Circolare n. 36/E del 31 maggio 2007 è
stato precisato che nel caso di ristrutturazioni con demolizione e ricostruzione si può accedere
all’incentivo solo nel caso di fedele ricostruzione, perché le altre fattispecie costituiscono “nuova
costruzione”.

Quindi:
- in caso di demolizione e ricostruzione con ampliamento non spetta la detrazione in quanto
l’intervento si considera “nuova costruzione”;

E’ vietata la riproduzione parziale di questo documento, senza autorizzazione scritta della Tecno Piemonte S.p.a. 1
- in caso di ristrutturazione senza demolizione dell’esistente e ampliamento la detrazione spetta solo
per le spese riferibili alla parte esistente.
In quest’ultimo caso, comunque, l’agevolazione non può riguardare gli interventi di riqualificazione
energetica globale dell’edificio (ex art. 1, comma 344, della Legge 296/2006) dal momento che per
tali interventi occorre individuare il fabbisogno di energia primaria annua riferita all’intero edificio,
comprensivo anche dell’ampliamento.
Sono, invece, agevolabili gli interventi previsti dai commi 345, 346 e 347, per i quali la detrazione è
subordinata alle caratteristiche tecniche dei singoli elementi costruttivi (pareti, infissi ecc.) o dei
singoli impianti (pannelli solari, caldaie ecc). Nel caso in cui, con tali interventi, si realizzino impianti
al servizio dell’intero edificio la detrazione del 55%, non potendo essere riconosciuta sulla parte di
spesa riferita all’ampliamento, deve essere calcolata solo sulla parte imputabile all’edificio esistente.
Ai fini del calcolo della quota di spesa detraibile, come precisato nella Circolare n. 21/E del 23 aprile
2010, si dovrà utilizzare un criterio di ripartizione proporzionale basato sulle quote millesimali.
Altri quesiti affrontati nella Circolare 39/E riguardano le spese relative all’acquisto della prima casa:
ad esempio, è stato chiesto se e a partire da quale data spetta la detrazione del 19% degli interessi
di un mutuo stipulato per l’acquisto di una prima casa per la quale, dopo qualche mese, prima della
variazione di residenza, viene aperta una DIA per la ristrutturazione.
L’Agenzia spiega che l’art. 15, comma 1, lett. b), del TUIR prevede la detraibilità, nella misura del
19% e fino a 4.000 euro, degli interessi passivi pagati in dipendenza di mutui contratti per l’acquisto
della prima casa entro un anno dall’acquisto. Nel caso in cui l’immobile acquistato sia oggetto di
lavori di ristrutturazione, la detrazione sugli interessi passivi pagati a fronte del mutuo spetta a
decorrere dalla data in cui l’unità immobiliare è adibita a dimora abituale, e comunque entro due anni
dall’acquisto, a condizione che la ristrutturazione sia comprovata da concessione edilizia o atto
equivalente.
Nel caso in esame, quindi, sarà possibile beneficiare della detrazione a partire dalla data in cui
l’immobile è adibito a dimora abituale e a condizione che l’utilizzo come abitazione principale avvenga
entro due anni dall’acquisto.

E’ vietata la riproduzione parziale di questo documento, senza autorizzazione scritta della Tecno Piemonte S.p.a. 2
Prot. 2010/111404




Modifiche alle specifiche tecniche di trasmissione per la registrazione dei


contratti di locazione e di affitto di beni immobili e per il versamento delle
relative imposte per via telematica, nonché per la comunicazione dei dati
catastali degli immobili e per il pagamento delle imposte nei casi di cessioni,
risoluzioni e proroghe di cui agli allegati 3 e 4 del Provvedimento del Direttore
dell’Agenzia delle entrate del 25 giugno 2010

IL DIRETTORE DELL’AGENZIA

In base alle attribuzioni conferitegli dalle norme riportate nel seguito del
presente provvedimento
Dispone

1. Approvazione delle specifiche tecniche di trasmissione telematica


1.1 Sono approvate le specifiche tecniche relative alla registrazione dei
contratti di locazione e di affitto di beni immobili e al versamento delle relative
imposte per via telematica, riportate nell’allegato 1, che sostituisce integralmente
l’allegato 3 al Provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle entrate del 25
giugno 2010.
1.2. Sono approvate le specifiche tecniche per il pagamento delle imposte e
per la comunicazione dei dati catastali di beni immobili nei casi di cessioni,
risoluzioni e proroghe dei contratti di locazione e di affitto per via telematica,
riportate nell’allegato 2, che sostituisce integralmente l’allegato 4 al
Provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle entrate del 25 giugno 2010.

2. Decorrenza
La decorrenza dell’utilizzo delle specifiche tecniche allegate al presente
provvedimento è fissata al 10 agosto 2010, fermo restando quanto previsto al
punto 3) del Provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle entrate del 25
giugno 2010.

Motivazioni
Il presente Provvedimento fa seguito a quello del 25 giugno u.s., col quale,
in attuazione delle disposizioni previste dall’articolo 19, commi 15 e 16, del
decreto legge 31 maggio 2010, n. 78, sono stati approvati i nuovi modelli “69” e
“CDC”, che consentono di indicare, per quanto riguarda i contratti di locazione,
affitto o comodato, in sede di richiesta di registrazione o in caso di cessioni,
risoluzioni o proroghe, i dati catastali relativi agli immobili oggetto degli stessi.
L’approvazione delle nuove specifiche tecniche consente la gestione dei
negozi contenenti più immobili con diversi dati catastali.

Riferimenti normativi

a) Attribuzioni del Direttore dell’Agenzia delle entrate


Decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300 (art. 57; art. 62; art. 66; art. 67, comma
1; art. 68, comma 1; art. 71, comma 3, lettera a); art. 73, comma 4);
Statuto dell’Agenzia delle entrate, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 42 del
20 febbraio 2001 (art. 5, comma 1; art. 6, comma 1);
Regolamento di amministrazione dell’Agenzia delle entrate, pubblicato nella
Gazzetta Ufficiale n. 36 del 13 febbraio 2001 (art. 2, comma 1);
Decreto del Ministro delle Finanze 28 dicembre 2000, pubblicato nella Gazzetta
Ufficiale n. 9 del 12 febbraio 2001.
b) Disciplina normativa di riferimento
Decreto Presidente della Repubblica del 26 aprile 1986, n.131. Testo Unico delle
disposizioni concernenti l’imposta di registro;
Decreto Legge n.78 del 31 maggio 2010, art. 19 commi 15 e 16;
Provvedimento Direttore Agenzia entrate del 25 giugno 2010.

Roma, 23/7/2010

IL DIRETTORE DELL' AGENZIA


Attilio Befera (*)

(*) firma autografa sostituita da indicazione a mezzo stampa, ai sensi dell’articolo3, comma 2, D.Lgs N° 39/93
ALLEGATO 1
ALLEGATO TECNICO BIS

SPECIFICHE TECNICHE RELATIVE ALLA REGISTRAZIONE DEI CONTRATTI DI


LOCAZIONE E DI AFFITTO DI BENI IMMOBILI E AL VERSAMENTO DELLE
RELATIVE IMPOSTE PER VIA TELEMATICA.

1. CARATTERISTICHE GENERALI DEI SERVIZI TELEMATICI DELL'AGENZIA DELLE


ENTRATE.
Le caratteristiche generali del servizio telematico Entratel sono descritte nell’allegato tecnico, paragrafo
1; quelle del servizio telematico Internet sono descritte nell’allegato tecnico ter, paragrafi 1 e 2.

2. CODICI DI AUTENTICAZIONE E DI RISCONTRO


La registrazione dei contratti di locazione e di affitto di beni immobili e il versamento delle relative
imposte per via telematica comporta la necessità di adottare un meccanismo che permetta all’Agenzia
delle Entrate di verificare:
a) l’identità dell’utente;
b) l’integrità dei dati ricevuti, cioè l’impossibilità che il file sia stato alterato indebitamente durante la
trasmissione.
Analogamente i soggetti che ricevono un file che contiene le ricevute di cui all’art. 22, hanno necessità di
disporre di strumenti che permettano di verificare che la ricevuta sia stata prodotta dall’Agenzia delle
Entrate esattamente nella forma e nel contenuto rilevabile dal file elettronico.
Per consentire le verifiche sopra descritte, i file trasmessi e ricevuti tramite il servizio Entratel devono
essere corredati di un codice di autenticazione, secondo quanto riportato nell’allegato tecnico, paragrafo 2
e i file trasmessi e ricevuti dall’utente tramite il servizio Internet devono essere corredati di un codice di
riscontro, secondo quanto riportato nell’allegato tecnico ter, paragrafo 3.
2.1 Costituzione del file di contratti
Il file oggetto della trasmissione telematica deve essere conforme alle specifiche dell’Extensible Markup
Language (XML) 1.0 (raccomandazione W3C 10 febbraio 1998). Il file DTD (Document Type
Definition) contiene le definizioni dei tipi di informazioni da trasmettere per ogni file di contratti.
Al fine di una corretta gestione dei documenti, il file XML deve essere scritto utilizzando l’insieme di
caratteri UNICODE ISO 10646 e codificato con la codifica UTF-8 o, in alternativa, per i sistemi operativi
che non supportano questo standard, con la codifica ISO 8859-1 Latin 1.
Per esigenze di ottimizzazione, i file in formato compresso da trasmettere tramite il servizio telematico
Entratel non devono superare la dimensione equivalente ad un floppy da 3,5 pollici (1,38 MB); i file
XML in formato espanso da trasmettere tramite il servizio Internet non devono superare la dimensione di
3 MB.
2

Prima di procedere alla trasmissione del file contenente i contratti, il soggetto che effettua la trasmissione
telematica è tenuto a utilizzare il software distribuito dall’Agenzia delle Entrate che provvede a:
• sottoporre il file contenente i dati dei contratti e dei relativi versamenti ad una funzione che controlla
la correttezza formale dei dati;
• includere nel file le coordinate del conto corrente sul quale addebitare il versamento delle imposte di
registro, di bollo nonché degli eventuali interessi e sanzioni dovuti per la registrazione
• cifrare il file con la chiave privata del soggetto che effettua la trasmissione, ottenendo in tal modo il
codice di autenticazione che viene trasmesso unitamente al file cui si riferisce, se si utilizza il servizio
Entratel; sottoporre il file ad una funzione che calcola un riassunto del file stesso e cifrare il riassunto
del file con il PINCODE dell’utente se si utilizza il servizio Internet.

2.2. Ricezione del file di contratti, predisposizione ed elaborazione delle ricevute


Le modalità di ricezione del file, di predisposizione ed elaborazione delle ricevute sono analoghe a quelle
previste per i file di dichiarazioni, descritte nell’allegato tecnico, paragrafi 2.2, 2.3 e 2.4 per il servizio
Entratel e nell’allegato tecnico ter, paragrafi 3.2 e 3.3 per il servizio Internet.

3. CORRETTA IMPOSTAZIONE DEI DATI DEI CONTRATTI


Dati generali del file

Codice fiscale del fornitore


Indicare il codice fiscale del soggetto obbligato alla registrazione che si avvale del servizio
telematico direttamente o tramite i soggetti di cui all’art. 15, comma 1, lettere b), c), d) ed e).

Codice fiscale conto


Indicare il codice fiscale del soggetto intestatario del conto corrente convenzionato su cui
vengono addebitate le somme dovute.
Codice ufficio
Indicare il codice dell’ufficio locale o del registro presso cui i soggetti obbligati richiedono la
registrazione (art. 9 - D.P.R. 26 aprile 1986, n. 131).

Valuta del prelievo


Il pagamento delle somme dovute può avvenire esclusivamente in Euro.
Con la valuta indicata devono essere espressi tutti gli importi dovuti.
Gli importi devono essere arrotondati ai centesimi di Euro.
3

Dati generali del contratto

Tipo contratto
Indicare ‘S’ se il contratto è scritto o ‘V’ se il contratto è verbale. Indicare ‘D’ se il contratto è
registrato ai sensi dell’art. 35, comma 10 – quinquies, del decreto-legge n. 223 del 2006 senza
trasmissione del testo dello stesso.
Indicare ‘B’ se il contratto è registrato in base all’art. 82, comma 14 del decreto legge 25 giugno
2008, n. 112, convertito nella legge 6 agosto 2008, n. 133, senza trasmissione del testo dello
stesso.

Identificativo del contratto


Indicare il codice, numerico o alfanumerico, con il quale le parti contraenti individuano il
contratto.

Data di inizio e fine del contratto, data di stipula e data di nascita delle persone fisiche
Le date devono essere fornite nel formato GG/MM/AAAA oppure GG-MM-AAAA.

Soggetto ad IVA e/o esente e/o agevolato


Le indicazioni di contratto ‘soggetto ad IVA’ e/o ‘esente’ e/o ‘agevolato’ (legge 9 dicembre
1998, n.431), vanno fornite soltanto nel caso in cui ricorra l’ipotesi indicata.

Oggetto della locazione


Per l’oggetto della locazione, utilizzare i codici riportati nella tabella A.

TABELLA A
Codice Oggetto della locazione Aliquota da applicare
01 Fondi rustici 0,50%
02 Immobili urbani 2%
03 Altri immobili (*) 2%
04 Leasing di immobili abitativi 2%
05 Leasing di immobili strumentali 1%
Leasing di immobili strumentali
06 con esercizio dell’opzione per 1%
l’assoggettamento all’IVA
07 Leasing di altro tipo In base alla normativa vigente
4

08 Locazione di fabbricati abitativi


2%
effettuata da costruttori
09 Locazione di immobili
1%
strumentali
Locazione di immobili
10 strumentali con esercizio
1%
dell’opzione per
l’assoggettamento all’IVA
Locazione di immobili abitativi
11 Art 6 L 13 maggio 1999, n. 2%
133
Locazione di immobili
12 strumentali
1%
Art 6 L 13 maggio 1999, n.
133
Locazione di altri immobili
13 Art 6 L 13 maggio 1999, n. 2%
133
Locazione di immobili abitativi
14 Art 10 , comma 2, DPR 2%
633/1972
Locazione di immobili
15 strumentali
1%
Art 10, comma 2, DPR
633/1972
Locazione di altri immobili
16 Art 10, comma 2, DPR 2%
633/1972
Locazione di immobili
17 strumentali qualora il locatore
2%
non abbia la soggettività IVA

(* ) terreni edificabili, costruzioni commerciali, ecc.


I codici oggetto da ‘04’ a ‘10’ e ’17’ si riferiscono esclusivamente ai contratti di cui all’art. 35,
comma 10-quinquies, del decreto 4 luglio 2006, n. 223, convertito, con modificazioni, dalla
legge 4 agosto 2006, n. 248
I codici oggetto da ‘11’ a ‘16’ si riferiscono esclusivamente ai contratti di cui all’art. 82, commi
14 e 15 del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito nella legge 6 agosto 2008, n. 133.

Tipo pagamento
Indicare ‘P’ se l’importo calcolato per la registrazione si riferisce alla prima annualità o ‘T’ se si
riferisce all’intera durata del contratto.

Imposta di registro
5

Per determinare l’imposta di registro si forniscono le seguenti indicazioni.


Per l’affitto di fondi rustici (codice "01") si dovrà applicare l’aliquota dello 0,50% al
corrispettivo annuo moltiplicato per il numero di annualità.
Per le sole locazioni di immobili urbani (codice "02") di durata pluriennale, anche arredati,
l’imposta può essere assolta:
1. per la prima annualità nella misura del 2% sull’importo del canone annuo; per le annualità
successive alla prima l’imposta deve essere determinata sul canone annuo aggiornato o adeguato;
2. per l’intera durata del contratto nella misura del 2% del canone pattuito per tutte le annualità
del contratto con una detrazione dall’imposta in misura percentuale, pari alla metà del vigente
tasso di interesse legale moltiplicato per il numero delle annualità. In questo caso non hanno
effetto gli eventuali adeguamenti e aggiornamenti del canone. In TABELLA B si riporta un
esempio, ottenuto considerando un tasso legale annuo dell'1% (vigente al primo gennaio 2010
come approvato dal D.M. del 04/12/2009 e pubblicato in G.U. n. 291 del 15/12/2009), per
determinare la percentuale di detrazione d'imposta in base alla durata dell'intero contratto.
N.B. La base imponibile nelle ipotesi di cui ai punti 1 e 2 è ridotta ove ricorrano le condizioni
previste dall’art. 8 della legge 9 dicembre 1998, n. 431.

TABELLA B

Durata del contratto Metà del tasso Detrazione percentuale


espressa in anni d’interesse legale
(1,00%)
2 0,50% 1,00%
3 0,50% 1,50%
4 0,50% 2,00%

Per tutti gli altri immobili, diversi dagli urbani e dai fondi rustici (codice "03") l’imposta deve
essere rapportata all’intera durata del contratto, applicando l’aliquota del 2% al corrispettivo
annuo per tutte le annualità.
Nel caso in cui l’imposta calcolata per la registrazione del contratto risulti inferiore a Euro 67,00
è comunque dovuta l’imposta nella misura fissa di Euro 67,00.
Qualora oggetto di registrazione sia un contratto relativo ad un immobile il cui corrispettivo è
assoggettato all’imposta sul valore aggiunto, si applica l’imposta di registro nella misura fissa
Euro 67,00.
6

Per determinare l’imposta di registro relativa ai contratti registrati ai sensi dell’articolo 35,
comma 10-quinquies, del decreto legge 4 luglio 2006, n. 223, in esecuzione al 4 luglio 2006,
con codici-oggetto della locazione da ‘04’ a ‘10’ e ‘17’, si forniscono le seguenti indicazioni.
L’imposta può essere assolta:
1. per la prima annualità, nella misura percentuale indicata nella tabella A sull’importo del
canone annuo, commisurato al periodo compreso tra il 4 luglio 2006 e la scadenza dell’annualità
successiva a tale data;
2. per l’intera durata del contratto, nella misura percentuale, indicata nella tabella A, del canone
pattuito per tutte le annualità del contratto commisurato al periodo compreso tra il 4 luglio 2006
e la data di scadenza del contratto, con una detrazione dall’imposta in misura percentuale, pari
alla metà del vigente tasso di interesse legale moltiplicato per il numero delle intere annualità
aumentato della frazione di annualità compresa tra il 4 luglio 2006 e la scadenza annuale
successiva a tale data. La riduzione compete a condizione che i contratti abbiano durata
complessiva superiore a due anni e durata residua superiore a dodici mesi.
Per i contratti con corrispettivo solo in parte determinato, la riduzione compete sull’ammontare
determinato del corrispettivo relativo a tutte le annualità del contratto.
La detrazione non compete relativamente all’imposta dovuta per la restante parte del
corrispettivo, che deve essere versata con le modalità previste dall’art. 2, comma 4, del
provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle entrate del 14 settembre 2006.

Per determinare l’imposta di registro relativa ai contratti registrati ai sensi dell’art. 82, commi
14 e 15 del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito nella legge 6 agosto 2008, n. 133
con codici-oggetto della locazione 11, 12, 14 e 15 si forniscono le seguenti indicazioni.
L’imposta può essere assolta:
1. per la prima annualità, nella misura percentuale indicata nella tabella A sull’importo del
canone annuo, commisurato al periodo compreso tra il 25 giugno 2008 e la scadenza
dell’annualità successiva a tale data;
2. per l’intera durata del contratto, nella misura percentuale, indicata nella tabella A, del canone
pattuito per tutte le annualità del contratto commisurato al periodo compreso tra il 25 giugno
2008 e la data di scadenza del contratto, con una detrazione dall’imposta in misura percentuale,
pari alla metà del vigente tasso di interesse legale moltiplicato per il numero delle intere
annualità aumentato della frazione di annualità compresa tra il 25 giugno 2008 e la scadenza
annuale successiva a tale data. La riduzione compete a condizione che i contratti abbiano durata
complessiva di almeno due anni e durata residua superiore a dodici mesi.
7

Per determinare l’imposta di registro relativa ai contratti registrati ai sensi dell’art. 82, commi
14 e 15 del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito nella legge 6 agosto 2008, n. 133,
con codici-oggetto della locazione 13 e 16 si forniscono le seguenti indicazioni.
L’imposta deve essere assolta nella misura percentuale, indicata nella tabella A, del canone
pattuito per l’intera durata del contratto commisurato al periodo compreso tra il 25 giugno 2008 e
la data di scadenza del contratto.

ATTENZIONE: qualora l’importo indicato risulti inferiore all’imposta di registro dovuta, la


registrazione non verrà eseguita.

Imposta di bollo
L’imposta di bollo è dovuta sui contratti scritti nella misura di Euro 14,62 per ogni foglio (4
facciate per un totale di 100 linee) o frazione.
L’imposta di bollo dovuta per i contratti di leasing è pari a euro 14,62, indipendentemente dal
numero di esemplari e copie.

Sanzioni relative all’imposta di registro


Rappresenta l’importo di eventuali sanzioni riguardanti l’imposta di registro dovuta per tardiva
registrazione.

Sanzioni relative all’imposta di bollo


Rappresenta l’importo di eventuali sanzioni riguardanti l’imposta di bollo dovuta.

Interessi
Rappresenta l’importo di eventuali interessi.

Numero di pagine
Indicare il numero di pagine che costituiscono il contratto; la pagina è costituita da una facciata.

Canone
L’indicazione del canone pattuito deve comprendere il tipo canone (mensile, annuo, intera
durata) ed il corrispettivo.
Nel caso di locazione di immobili urbani devono seguirsi le seguenti istruzioni:
8

1. contratti la cui durata è inferiore all’annualità, ad esempio contratto di durata di 3 mesi: deve
essere indicato il tipo canone uguale I "canone intera durata" e l’importo da indicare è quello del
corrispettivo pattuito per l’intera durata del contratto;
2. contratti la cui durata coincide con una o più annualità complete, ad esempio contratto di
durata di 48 mesi, pari a 4 anni:
• canone annuo costante (si intende costante anche il canone suscettibile di adeguamenti o
aggiornamenti): deve essere indicato il tipo canone uguale A "canone annuo" e l’importo da
indicare è quello del canone annuo;
• canone annuo variabile (si intende variabile il canone determinato con importi diversi per le
varie annualità): deve essere indicato, per ogni annualità, il relativo canone;
3. contratti la cui durata non coincide con annualità complete a canone mensile costante, ad
esempio contratto di durata di 40 mesi (s’intende costante anche il canone suscettibile di
adeguamenti o aggiornamenti): deve essere indicato il tipo canone M "canone mensile" e
l’importo da indicare è quello del canone mensile.

Per i contratti registrati ai sensi dell’articolo 35, comma 10-quinquies, del decreto legge 4
luglio 2006, n. 223, in esecuzione al 4 luglio 2006, la cui durata residua non sia superiore a un
anno, deve essere indicato il tipo canone “I” (canone intera durata) e l’importo da indicare è
quello dell’imponibile. Quanto stabilito al precedente periodo si applica anche ai contratti
registrati ai sensi dell’art. 82, commi 14 e 15 del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112,
convertito nella legge 6 agosto 2008, n. 133, in esecuzione al 25 giugno 2008.

Per i contratti registrati ai sensi dell’articolo 35, comma 10 quinquies, del decreto-legge n.
223 del 2006 (codici da 04 a 07), nonché per i contratti registrati ai sensi dell’art. 82, commi
14 e 15 del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito nella legge 6 agosto 2008, n. 133,
l’indicazione dei dati relativi alla quota determinata nei contratti con corrispettivi solo in parte
determinati deve eseguirsi secondo le seguenti istruzioni:
1. contratti la cui durata residua non sia superiore a un anno: deve essere indicato il tipo
canone “J” (corrispettivo non interamente determinato - intera durata) e l’importo da
indicare è quello dell’imponibile;
2. contratti la cui durata residua coincida con una o più annualità complete, ad esempio
contratto di durata di 48 mesi, pari a 4 anni:
9

• canone annuo costante: deve essere indicato il tipo canone uguale “K” (corrispettivo
non interamente determinato - annuale) e l’importo da indicare è quello del canone
annuo determinato;
• canone annuo variabile (si intende variabile il canone determinato con importi diversi
per le varie annualità): deve essere indicato, per ogni annualità, il relativo canone;
3. contratti la cui durata non coincida con annualità complete a canone mensile costante, ad
esempio contratto di durata di 40 mesi: deve essere indicato il tipo canone “L”
(corrispettivo non interamente determinato - mensile) e l’importo da indicare è quello del
canone mensile determinato.

Dati dell’immobile
Vanno indicati i dati relativi all’ubicazione dell’immobile: comune, provincia, indirizzo ed i dati
catastali (categoria e rendita catastale). Qualora il fabbricato non sia ancora censito, indicare la
rendita proposta ovvero quella attribuita a fabbricati simili già censiti (presunta).
Ai sensi dell’art. 19, comma 15, del decreto legge 31 maggio 2010, n. 78, devono inoltre
essere indicati i dati relativi all'identificazione catastale dell'immobile: a seconda dell'ubicazione
del medesimo si dovranno inserire i dati relativi al Catasto Urbano o Terreni e quelli del Catasto
Tavolare, ove vigente. Se si è in attesa di dati catastali definitivi inserire quelli provvisori. La
particella può essere composta da due parti: numeratore (prima serie di cifre) e denominatore
(seconda serie di cifre). Se la particella è composta da una sola serie di cifre riportarla al
numeratore.

Dati dei soggetti


Vanno indicati i soggetti destinatari del contratto, cioè coloro che concedono in locazione o
affitto l’immobile (locatori) e coloro che ricevono in locazione o affitto l’immobile (conduttori).
I dati richiesti vanno forniti tenendo conto delle seguenti indicazioni.
Per le donne coniugate indicare il cognome da nubile. Il nome va riportato senza abbreviazioni
(es. Giancarlo o Gian Carlo e non G.Carlo).
Per i soggetti diversi dalle persone fisiche deve essere indicata la denominazione, la ragione
sociale o la ditta.
Per il sesso deve essere indicato M o F per le persone fisiche, S per le persone non fisiche.
Per la provincia cui appartiene il comune di nascita deve essere indicata la sigla automobilistica
(ROMA = RM , stato estero = EE).
Il codice fiscale va sempre indicato.
10

Il domicilio fiscale deve essere riportato specificando il comune, la provincia, la via e il numero
civico; in mancanza del domicilio fiscale indicare la residenza.

4. AGGIORNAMENTI
Ogni variazione significativa alle caratteristiche tecniche descritte nel presente allegato e, in
generale, le novità più rilevanti per gli utenti, vengono rese pubbliche dall’Agenzia delle Entrate
attraverso un servizio di informativa agli utenti, disponibile all’interno del sito web del servizio
telematico http://telematici.agenziaentrate.gov.it
<!-- ================= FILE CONTRATTI DTD ================== -->
<?xml version="1.0" encoding="UTF-8"?>
<!-- ============================================================ -->
<!-- MODULO: FileContratti.DTD - modello unico DTD previsto per
la trasmissione telematica dei contratti di locazione
VERSIONE: 3.2
DATA: 22 luglio 2010 -->
<!-- ============================================================= -->
<!-- FILE CONTRATTI
L'unita' minima oggetto della trasmissione telematica e'
costituita dall'intero contratto e dai seguenti elementi
generali relativi all'intero file:
CodiceFiscaleFornitore: Codice fiscale del soggetto obbligato
alla registrazione (alfanumerico max 16 caratteri).
CodiceFiscaleConto: Codice fiscale del soggetto intestatario
del conto corrente (alfanumerico max 16 caratteri).
CodiceUfficio: Codice dell'Ufficio delle Entrate o del
Registro presso cui i soggetti obbligati
richiedono la registrazione del contratto
(alfanumerico 3 caratteri)
ValutaPrelievo: Valuta nella quale effettuare il prelievo
( E = Euro) -->
<!-- ============================================================= -->
<!ELEMENT FileContratti (Contratto+)>
<!ATTLIST FileContratti
CodiceFiscaleFornitore CDATA #REQUIRED
11

CodiceFiscaleConto CDATA #REQUIRED


CodiceUfficio CDATA #REQUIRED
ValutaPrelievo (E) #REQUIRED
>
<!-- -->
<!-- ============================================================= -->
<!-- CONTRATTO
Tutte le date (data di inizio e fine contratto, data di
stipula e date di nascita) debbono essere fornite in uno dei
seguenti formati:
GG/MM/AAAA oppure GG-MM-AAAA oppure GGMMAAAA
valorizzando interamente il giorno ed il mese (2 caratteri
ciascuno) e l'anno (4 caratteri).
Es. per il 3 aprile 2001 fornire 03/04/2001 oppure 03-04-2001
oppure 03042001
-->
<!-- ============================================================= -->
<!-- TipoContratto: S = Scritto
V = Verbale
D = Contratto registrato ai sensi dell’art. 35, comma 10 – quinquies, del
decreto-legge n. 223 del 2006 senza trasmissione del testo dello stesso
B = Contratto registrato ai sensi dell’art. 82, comma 14 e 15 del decreto
legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito nella legge 6 agosto 2008, n. 133,
senza trasmissione del testo dello stesso.

IdContratto: Identificativo del contratto, attribuito


dall'utente (14 caratteri alfanumerici)

SoggettoIVA: N = Contratto non soggetto ad I.V.A.


S = Contratto soggetto ad I.V.A.

RegistrazioneEsente: N = Contratto soggetto alle imposte previste


S = Contratto esente da imposte
12

ContrattoAgevolato: N = Contratto non agevolato


S = Contratto con imponibile ridotto del 30% (L.431/98)

OggettoLocazione: 01 = Fondi rustici


02 = Immobili urbani
03 = Altri immobili
04 = leasing di immobili abitativi
05 = leasing di immobili strumentali
06 = leasing di immobili strumentali con esercizio dell’opzione per
l’assoggettamento all'IVA
07 = Leasing di altro tipo
08 = Locazione di fabbricati abitativi effettuata da costruttori
09 = Locazione di immobili strumentali
10 = Locazione di immobili strumentali con esercizio dell’opzione per
l’assoggettamento all'IVA
11 = Locazione di immobili abitativi ex art 6 L. 133/99
12 = Locazione di immobili strumentali ex art 6 L. 133/99
13 = Locazione di altri immobili ex art 6 L. 133/99
14 = Locazione di immobili abitativi ex art 10, c. 2, DPR 633/72
15 = Locazione di immobili strumentali ex art 10, c. 2, DPR 633/72
16 = Locazione di altri immobili ex art 10, c. 2, DPR 633/72
17 = Locazione di immobili strumentali qualora il locatore non abbia la
soggettività IVA

TipoPagamento: P = Pagamento per la sola prima annualita'


T = Pagamento per l'intera durata

ImportoRegistrazione: Imposta dovuta per la registrazione del contratto

ImportoBollo: Imposta di bollo dovuta per il contratto

ImportoSanzioniRegistrazione: Importo di eventuali sanzioni riguardanti l'imposta di


Registro

ImportoSanzioniBollo: Importo di eventuali sanzioni riguardanti l'imposta di bollo


13

ImportoInteressi: Importo di eventuali interessi

NumeroPagine: numero di pagine che costituiscono il contratto


(3 caratteri numerici) -->
<!-- ============================================================= -->
<!-- CONTRATTO -->
<!ELEMENT Contratto (TitoloContratto, ((Paragrafo+, Sezione*) | Sezione+))>
<!ATTLIST Contratto
TipoContratto (S | V | D) #REQUIRED
IdContratto CDATA #REQUIRED
SoggettoIVA (S | N) #REQUIRED
RegistrazioneEsente (S | N) #REQUIRED
ContrattoAgevolato (S | N) #REQUIRED
OggettoLocazione (01 | 02 | 03 | 04 | 05 | 06 | 07 | 08 | 09 | 10 | 11 | 12 | 13 | 14 | 15 | 16| 17)
#REQUIRED
TipoPagamento (P | T) #REQUIRED
ImportoRegistrazione CDATA #REQUIRED
ImportoBollo CDATA #IMPLIED
ImportoSanzioniRegistrazione CDATA #IMPLIED
ImportoSanzioniBollo CDATA #IMPLIED
ImportoInteressi CDATA #IMPLIED
NumeroPagine CDATA #IMPLIED
>
<!-- -->
<!-- TITOLO CONTRATTO -->
<!ELEMENT TitoloContratto (#PCDATA)>
<!-- -->
<!-- SEZIONE -->
<!ELEMENT Sezione (TitoloSezione, (Paragrafo+))>
<!-- -->
<!-- TITOLO PARAGRAFO -->
<!ELEMENT TitoloSezione (#PCDATA)>
<!-- -->
14

<!-- PARAGRAFO -->


<!ELEMENT Paragrafo (#PCDATA | Canone | DataInizioContratto | DataFineContratto |
DataStipula | Immobile | Locatore | Conduttore)*>
<!-- -->
<!-- ============================================================= -->
<!-- CANONE -->
<!-- ============================================================= -->
<!-- ELEMENTI DEL CANONE -->
<!ELEMENT Canone (CanoneFisso | CanoneVariabile)>
<!-- -->
<!-- ============================================================= -->
<!-- CANONE FISSO
TipoCanone: M = Indicazione del canone mensile
A = Indicazione del canone annuale
I = Indicazione del canone relativo all'intera
durata del contratto
L = Indicazione del canone mensile – corrispettivo non interamente determinato
K = Indicazione del canone annuale - corrispettivo non interamente determinato
J = Indicazione del canone relativo all'intera durata del contratto - corrispettivo
non interamente determinato -->

<!-- ============================================================= -->


<!-- ELEMENTI DEL CANONE FISSO -->
<!ELEMENT CanoneFisso (#PCDATA | ImportoCanoneFisso)*>
<!-- -->
<!-- IMPORTO CANONE -->
<!ELEMENT ImportoCanoneFisso (#PCDATA)>
<!-- -->
<!ATTLIST ImportoCanoneFisso
ValutaCanoneFisso (L | E) #REQUIRED
TipoCanone (M | A | I | L | K | J) #REQUIRED
>
<!-- -->
<!-- ============================================================= -->
15

<!-- CANONE VARIABILE -->


<!-- ============================================================= -->
<!-- CANONE VARIABILE -->
<!ELEMENT CanoneVariabile (#PCDATA | ImportoCanoneVariabile)*>
<!-- -->
<!-- IMPORTO CANONE VARIABILE -->
<!ELEMENT ImportoCanoneVariabile (#PCDATA)>
<!-- -->
<!ATTLIST ImportoCanoneVariabile
ValutaCanoneVariabile (L | E) #REQUIRED
AnnualitaCanoneVariabile (1 | 2 | 3 | 4 | 5 | 6 | 7 | 8 | 9 | 10) #REQUIRED
>
<!-- -->
<!-- ============================================================= -->
<!-- DATI GENERALI -->
<!-- ============================================================= -->
<!-- DATA INIZIO CONTRATTO -->
<!ELEMENT DataInizioContratto (#PCDATA)>
<!-- -->
<!-- DATA FINE CONTRATTO -->
<!ELEMENT DataFineContratto (#PCDATA)>
<!-- -->
<!-- DATA STIPULA CONTRATTO -->
<!ELEMENT DataStipula (#PCDATA)>
<!-- -->
<!-- ============================================================= -->
<!-- IMMOBILE -->
<!-- Vanno indicati i dati relativi all'ubicazione dell'immobile:
comune, provincia, indirizzo e dati catastali:
categoria e rendita catastale.
Qualora il fabbricato non sia ancora censito, indicare la
rendita proposta ovvero quella attribuita a fabbricati
simili gia' censiti (presunta)
la lunghezza massima dei dati richiesti e' la seguente:
16

comune: 40 caratteri alfanumerici


provincia: 2 caratteri alfanumerici
indirizzo: 40 caratteri alfanumerici
categoria: 3 caratteri alfanumerici
rendita catastale: 15 caratteri numerici -->
<!-- ============================================================= -->
<!-- ELEMENTI DELL'IMMOBILE -->
<!ELEMENT Immobile (#PCDATA | IndirizzoImmobile | CivicoImmobile | ComuneImmobile |
ProvinciaImmobile | CategoriaCatastale | ImportoRenditaCatastale | Catasto)*>
<!-- -->
<!-- INDIRIZZO IMMOBILE -->
<!ELEMENT IndirizzoImmobile (#PCDATA)>
<!-- -->
<!-- CIVICO IMMOBILE -->
<!ELEMENT CivicoImmobile (#PCDATA)>
<!-- -->
<!-- COMUNE IMMOBILE -->
<!ELEMENT ComuneImmobile (#PCDATA)>
<!-- -->
<!-- PROVINCIA IMMOBILE -->
<!ELEMENT ProvinciaImmobile (#PCDATA)>
<!-- -->
<!-- CATEGORIA CATASTALE IMMOBILE -->
<!ELEMENT CategoriaCatastale (#PCDATA)>
<!-- -->
<!-- IMPORTO RENDITA IMMOBILE -->
<!ELEMENT ImportoRenditaCatastale (#PCDATA)>
<!-- -->
<!ATTLIST ImportoRenditaCatastale
ValutaRenditaCatastale (L | E) #REQUIRED
>
<!-- ============================================================= -->
<!-- DATI CATASTALI -->
<!-- ============================================================= -->
17

<!-- ============================================================= -->


<!-- CATASTO -->
<!-- Devono essere indicati i dati relativi all'identificazione
catastale dell'immobile: a seconda dell'ubicazione del medesimo
si dovranno inserire i dati relativi al Catasto Urbano o Terreni
e quelli del Catasto Tavolare, ove vigente. La particella può essere
composta da due parti: numeratore (prima serie di cifre) e denominatore
(seconda serie di cifre). Se la particella è composta da una sola serie
di cifre riportarla al numeratore.
I campi da inserire sono:
flag accatastamento S = immobile non accatastato
N = immobile accatastato (anche provvisoriamente)
codice comune catastale 5 caratteri alfanumerici
tipologia immobile: T = terreno
U = urbano
N = non censito
parte immobile: I = intero
P = parziale
N = non censito
Dati del Catasto:
la lunghezza massima dei dati richiesti e' la seguente:
sezione urbana: 3 caratteri alfanumerici
foglio: 4 caratteri alfanumerici
particella numeratore: 5 caratteri alfanumerici
particella denominatore: 4 caratteri alfanumerici
subalterno: 4 caratteri alfanumerici
partita tavolare: 7 caratteri alfanumerici
corpo tavolare: 3 caratteri alfanumerici
porzione materiale: 5 caratteri alfanumerici -->
<!-- ELEMENTI DI CATASTO -->
<!ELEMENT Catasto (#PCDATA | SezioneUrbana | Foglio | ParticellaNumeratore |
ParticellaDenominatore | Subalterno | PartitaTavolare | CorpoTavolare | PorzioneMateriale)*>
<!-- -->
<!-- ============================================================= -->
18

<!ATTLIST Catasto
Accatastamento (S | N) #REQUIRED
CodiceComuneCatastale CDATA #IMPLIED
TipoCatasto (T | U | N) #REQUIRED
ParteImmobile (I | P | N) #REQUIRED
>
<!-- SEZIONE URBANA -->
<!ELEMENT SezioneUrbana (#PCDATA)>
<!-- -->
<!-- FOGLIO -->
<!ELEMENT Foglio (#PCDATA)>
<!-- -->
<!-- PARTICELLA NUMERATORE -->
<!ELEMENT ParticellaNumeratore (#PCDATA)>
<!-- -->
<!-- PARTICELLA DENOMINATORE -->
<!ELEMENT ParticellaDenominatore (#PCDATA)>
<!-- -->
<!-- SUBALTERNO -->
<!ELEMENT Subalterno (#PCDATA)>
<!-- -->
<!-- PARTITA TAVOLARE -->
<!ELEMENT PartitaTavolare (#PCDATA)>
<!-- -->
<!-- CORPO TAVOLARE -->
<!ELEMENT CorpoTavolare (#PCDATA)>
<!-- -->
<!-- PORZIONE Materiale -->
<!ELEMENT PorzioneMateriale (#PCDATA)>
<!-- -->
<!-- -->
<!-- ============================================================= -->
<!-- LOCATORE
la lunghezza massima dei dati richiesti e' la seguente:
19

codice fiscale 16 caratteri alfanumerici


denominazione 60 caratteri alfanumerici
cognome 30 caratteri alfanumerici
nome 30 caratteri alfanumerici
comune di nascita 25 caratteri alfanumerici
provincia di nascita 2 caratteri alfanumerici
domicilio fiscale:
comune 25 caratteri alfanumerici
provincia 2 caratteri alfanumerici
indirizzo 35 caratteri alfanumerici
numero civico 6 caratteri alfanumerici -->
<!-- ============================================================= -->
<!ELEMENT Locatore (#PCDATA | CodiceFiscaleLocatore | DenominazioneLocatore |
CognomeLocatore | NomeLocatore | DataNascitaLocatore | ComuneNascitaLocatore |
ProvinciaNascitaLocatore | ComuneLocatore | ProvinciaLocatore | IndirizzoLocatore |
CivicoLocatore)*>
<!-- -->
<!ATTLIST Locatore
SessoLocatore (M | F | S) #REQUIRED
>
<!-- -->
<!-- CODICE FISCALE LOCATORE -->
<!ELEMENT CodiceFiscaleLocatore (#PCDATA)>
<!-- -->
<!-- DENOMINAZIONE LOCATORE -->
<!ELEMENT DenominazioneLocatore (#PCDATA)>
<!-- -->
<!-- COGNOME LOCATORE -->
<!ELEMENT CognomeLocatore (#PCDATA)>
<!-- -->
<!-- NOME LOCATORE -->
<!ELEMENT NomeLocatore (#PCDATA)>
<!-- -->
<!-- DATA NASCITA LOCATORE -->
20

<!ELEMENT DataNascitaLocatore (#PCDATA)>


<!-- -->
<!-- COMUNE NASCITA LOCATORE -->
<!ELEMENT ComuneNascitaLocatore (#PCDATA)>
<!-- -->
<!-- PROVINCIA NASCITA LOCATORE -->
<!ELEMENT ProvinciaNascitaLocatore (#PCDATA)>
<!-- -->
<!-- COMUNE LOCATORE -->
<!ELEMENT ComuneLocatore (#PCDATA)>
<!-- -->
<!-- PROVINCIA LOCATORE -->
<!ELEMENT ProvinciaLocatore (#PCDATA)>
<!-- -->
<!-- INDIRIZZO LOCATORE -->
<!ELEMENT IndirizzoLocatore (#PCDATA)>
<!-- -->
<!-- CIVICO LOCATORE -->
<!ELEMENT CivicoLocatore (#PCDATA)>
<!-- -->
<!-- ============================================================= -->
<!-- CONDUTTORE -->
<!-- ============================================================= -->
<!ELEMENT Conduttore (#PCDATA | CodiceFiscaleConduttore | DenominazioneConduttore |
CognomeConduttore | NomeConduttore | DataNascitaConduttore | ComuneNascitaConduttore |
ProvinciaNascitaConduttore | ComuneConduttore | ProvinciaConduttore | IndirizzoConduttore |
CivicoConduttore)*>
<!-- -->
<!ATTLIST Conduttore
SessoConduttore (M | F | S) #REQUIRED
>
<!-- -->
<!-- CODICE FISCALE CONDUTTORE -->
<!ELEMENT CodiceFiscaleConduttore (#PCDATA)>
21

<!-- -->
<!-- DENOMINAZIONE CONDUTTORE -->
<!ELEMENT DenominazioneConduttore (#PCDATA)>
<!-- -->
<!-- COGNOME CONDUTTORE -->
<!ELEMENT CognomeConduttore (#PCDATA)>
<!-- -->
<!-- NOME CONDUTTORE -->
<!ELEMENT NomeConduttore (#PCDATA)>
<!-- -->
<!-- DATA NASCITA CONDUTTORE -->
<!ELEMENT DataNascitaConduttore (#PCDATA)>
<!-- -->
<!-- COMUNE NASCITA CONDUTTORE -->
<!ELEMENT ComuneNascitaConduttore (#PCDATA)>
<!-- -->
<!-- PROVINCIA NASCITA CONDUTTORE -->
<!ELEMENT ProvinciaNascitaConduttore (#PCDATA)>
<!-- -->
<!-- COMUNE CONDUTTORE -->
<!ELEMENT ComuneConduttore (#PCDATA)>
<!-- -->
<!-- PROVINCIA CONDUTTORE -->
<!ELEMENT ProvinciaConduttore (#PCDATA)>
<!-- -->
<!-- INDIRIZZO CONDUTTORE -->
<!ELEMENT IndirizzoConduttore (#PCDATA)>
<!-- -->
<!-- CIVICO CONDUTTORE -->
<!ELEMENT CivicoConduttore (#PCDATA)>
<!-- -->
<!-- ==================== Fine CONTRATTO DTD ===================== -->
<!-- -->
<!-- ================= Fine FILE CONTRATTI DTD ================== -->”
ALLEGATO 2
Allegato tecnico quater

CONTENUTO E CARATTERISTICHE TECNICHE DEI DATI


RIGUARDANTI I PAGAMENTI DELLE IMPOSTE RELATIVE ALLE
PROROGHE, ANCHE TACITE, ALLE CESSIONI E ALLE
RISOLUZIONI DEI CONTRATTI DI LOCAZIONE E DI AFFITTO DI
BENI IMMOBILI DA TRASMETTERE ALL’AGENZIA DELLE
ENTRATE PER VIA TELEMATICA

1. AVVERTENZE GENERALI
Il contenuto e le caratteristiche dei dati relativi alle richieste di pagamento da
trasmettere all’Agenzia delle Entrate in via telematica sono contenuti nelle
specifiche tecniche di seguito esposte che integrano e sostituiscono quelle
approvate con il provvedimento del 27 giugno 2003.
Si precisa che un file, i cui dati non rispettino le specifiche tecniche, verrà
scartato.
Le modalità per la trasmissione dei dati in via telematica sono stabilite con il
decreto del 31 luglio 1998 e successive modificazioni.

2. CONTENUTO DELLA FORNITURA

2.1 GENERALITA’

Ciascuna fornitura di dati si compone di una sequenza di record aventi la


lunghezza fissa di 500 caratteri.
Ciascun record presente nella fornitura dei dati è contraddistinto da uno
specifico “tipo-record” che ne individua il contenuto e che determina
l’ordinamento all’interno della fornitura stessa.
I record previsti per l’invio dei dati relativi alle richieste di pagamento
successive alla registrazione dei contratti di locazione e di affitto di beni
immobili sono:

-1-
• record di tipo “A”: è il record di testa del file e contiene i dati
identificativi del soggetto responsabile dell’invio, del soggetto intestatario
dei contratti, del soggetto intestatario del conto corrente convenzionato da
utilizzare per il pagamento dell’ imposta dovuta;
• record di tipo “B”: è il record che contiene i dati relativi alle singole
richieste di pagamento;
• record di tipo “C”: è presente solo per le richieste di pagamento relative
alle cessioni di contratti di locazione e di affitto di beni immobili e
contiene i dati dei soggetti partecipanti al contratto a seguito della cessione;
• record di tipo “I”: è presente solo per le richieste di pagamento relative
alle risoluzioni, cessioni e proroghe di contratti di locazione e di affitto di
beni immobili e contiene i dati catastali degli immobili;
• record di tipo “Z”: è il record di coda del file e contiene alcuni dati di
riepilogo relativi al file stesso.

2.2 SEQUENZA E STRUTTURA DEI RECORD

La sequenza dei record all’interno del file deve rispettare le seguenti regole:

• presenza di un solo record di tipo “A”, posizionato come primo record del
file;
• presenza di tutti i record di tipo “B”: ogni record di tipo “B” contiene, tra
l’altro, gli estremi di registrazione del contratto di locazione a cui si
riferisce la richiesta di pagamento.

• presenza di uno o più record di tipo “C” dopo ogni record di tipo “B”
relativo alla stessa richiesta di pagamento con “tipo operazione” = ‘C’
(cessione);
• presenza di uno o più record di tipo “I” (per richieste di pagamento per
cessioni, risoluzioni e proroghe) dopo ogni record di tipo “B” relativo alla
richiesta di pagamento con tipo operazione “R” o “P” ovvero dell’ultimo
record di tipo C presente con tipo operazione “C”. Qualora sia necessario
comunicare più di 10 dati catastali, occorre inserire più record “I” per
completare la comunicazione degli stessi;

-2-
• presenza di un solo record di tipo “Z”, posizionato come ultimo record del
file.
I record che compongono il file contengono unicamente campi posizionali
ovvero campi la cui posizione all’interno del record è fissa. La posizione, la
lunghezza e il formato di tali campi sono esposti in dettaglio nelle specifiche di
seguito riportate.
In coda ai record di ciascun tipo sono riportati 3 caratteri di controllo, così
come descritto nelle specifiche che seguono.

2.3 STRUTTURA DEI DATI

I campi che compongono i record del file possono assumere struttura numerica
o alfanumerica e per ciascuno di essi è indicato, nelle specifiche che seguono,
il simbolo NU o AN rispettivamente.
L’allineamento dei dati è a destra per i campi a struttura numerica (con
riempimento a zeri dei caratteri non significativi) ed a sinistra per quelli a
struttura alfanumerica (con riempimento a spazi dei caratteri non significativi).
I campi devono essere inizializzati con impostazione di zeri se a struttura
numerica, di spazi se a struttura alfanumerica.

3. IMPOSTAZIONE DEI DATI DELLE RICHIESTE DI


PAGAMENTO
Indicazioni generali
Tutti gli importi devono essere espressi in centesimi di Euro.
Tutti i codici fiscali riportati nel file devono essere formalmente corretti.
Le date devono essere fornite nel formato GGMMAAAA.

Dati della fornitura (record di tipo “A”):

Codice fiscale del responsabile della fornitura:

-3-
Indicare il codice fiscale del soggetto che autentica il file.

Codice fiscale del titolare del conto:


Indicare il codice fiscale del soggetto intestatario del conto corrente da
utilizzare per il pagamento telematico dell’imposta dovuta.
Dovrà essere impostato indicando in alternativa:
a) il codice fiscale del soggetto intestatario dei contratti , qualora
quest'ultimo provveda direttamente alla trasmissione delle richieste di
pagamento;
b) il codice fiscale del soggetto intestatario dei contratti a cui si riferiscono le
richieste di pagamento contenute nel file, qualora la trasmissione sia
effettuata da un intermediario che e' autorizzato ad utilizzare, per il
pagamento, le coordinate bancarie dell'utente intestatario dei contratti che
gli ha conferito l'incarico;
c) il codice fiscale dell'intermediario, nel caso in cui quest'ultimo richieda per
conto dell'utente l'addebito dell'imposta sul proprio conto corrente.

Codice fiscale del soggetto intestatario dei contratti:


Indicare il codice fiscale del soggetto che partecipa, in qualità di locatore o di
conduttore, a tutti i contratti a cui si riferiscono le richieste di pagamento
contenute nel file.

Data del pagamento:


Indicare la data nella quale si richiede venga contabilizzato l’addebito delle
somme dovute.

Dati della richiesta di pagamento (record di tipo “B”):

Tipo operazione:
Identifica l’operazione per la quale si richiede il pagamento. Indicare:

-4-
‘S’ per i pagamenti di annualità successive alla prima:
‘P’ per le proroghe (anche tacite) e per le denunce di ulteriore durata relative a
contratti a tempo indeterminato;
‘R’ per le risoluzioni;
‘C’ per le cessioni.
‘N’ per il conguaglio d’imposta per canoni determinati dopo la registrazione.

ID richiesta:
E’ assegnato dall’utente e costituisce l’identificativo della richiesta di
pagamento.

Codice ufficio:
Indicare il codice dell’ufficio delle entrate o del registro presso cui è stato
registrato il contratto di locazione a cui si riferisce la richiesta di pagamento.
Si precisa che le richieste di pagamento contenute in un file devono riferirsi
tutte a contratti di locazione registrati presso lo stesso ufficio locale.

Estremi di registrazione:
Indicare l’anno di registrazione, la serie, il numero e l’eventuale sottonumero
di registrazione del contratto a cui si riferisce la richiesta di pagamento. Per i
contratti di locazione registrati in via telematica, la serie è “3T”.
Il pagamento telematico delle imposte successive alla registrazione è possibile
per i contratti registrati a partire dal 1 gennaio 1980.

Anno del pagamento


Deve essere indicato solo se la richiesta di pagamento si riferisce alle imposte
dovute sull’ammontare del canone relativo alle annualità successive alla prima
(tipo operazione = S).

-5-
Impostare a zero per le richieste di pagamento relative a proroghe, cessioni,
risoluzioni o conguaglio d’imposta per canoni determinati dopo la
registrazione.
Per tipo operazione = S, indicare l’anno - successivo a quello di registrazione
del contratto - a cui si riferisce il pagamento. Si riportano di seguito alcuni
esempi:

1) Data inizio contratto: 1 luglio 2001


Data fine contratto : 30 giugno 2005

Primo anno successivo: 2002


secondo anno successivo: 2003
terzo anno successivo: 2004

….. ….

2) Data inizio contratto: 30 dicembre 2001


Data fine contratto : 29 dicembre 2005

Primo anno successivo: 2002


secondo anno successivo: 2003
terzo anno successivo: 2004

….. ….

Canone

-6-
Indicare l’importo del canone annuo. Per i contratti a canone variabile indicare
il canone dell’annualità a cui si riferisce il pagamento.

Agevolazione
Indicare ‘S’ se la richiesta di pagamento si riferisce a un contratto di locazione
agevolato (art. 2 comma 3 legge 9 dicembre 1998, n. 431). In caso contrario
indicare ‘N’.
Se il pagamento si riferisce al conguaglio d’imposta per canoni determinati
dopo la registrazione indicare sempre ‘N’.

Imposta di registro
Per determinare l’imposta di registro si forniscono le seguenti indicazioni:

ƒAnnualità successive
L’imposta è dovuta in misura proporzionale in relazione all’oggetto della
locazione, secondo la seguente tabella:

Codice Oggetto della locazione Aliquota da


applicare

02 Locazione di immobili 2%
urbani

03 Locazione di altri immobili 2%

04 Leasing di immobili 2%
abitativi
05 Leasing di immobili 1%
strumentali

-7-
06 Leasing di immobili 1%
strumentali con esercizio
dell’opzione per
l’assoggettamento all’IVA
07 Leasing di altro tipo In base alla
normativa
vigente
08 Locazione di fabbricati 2%
abitativi effettuata da
costruttori

09 Locazione di immobili 1%
strumentali
10 Locazione di immobili 1%
strumentali con esercizio
dell’opzione per
l’assoggettamento all’IVA
Locazione di immobili
11 abitativi
2%
Art 6 L 13 maggio 1999, n.
133
Locazione di immobili
12 strumentali
1%
Art 6 L 13 maggio 1999, n.
133
Locazione di altri immobili
13 Art 6 L 13 maggio 1999, n. 2%
133
Locazione di immobili
14 abitativi
2%
Art 10 , comma 2, DPR
633/1972
Locazione di immobili
15 strumentali
1%
Art 10, comma 2, DPR
633/1972
Locazione di altri immobili
16 Art 10, comma 2, DPR 2%
633/1972

-8-
Locazione di immobili
strumentali qualora il
17 locatore non abbia la 2%
soggettività IVA

I codici oggetto da ‘04’ a ‘10’ e il ’17’ si riferiscono esclusivamente ai


contratti di cui all’art. 35, comma 10-quinquies, del decreto 4 luglio 2006,
n. 223, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n. 248.
I codici oggetto da ‘11’ a ‘16’ si riferiscono esclusivamente ai contratti di
cui all’art. 82, commi 14 e 15 del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112,
convertito nella legge 6 agosto 2008, n. 133.

ƒProroghe
1. proroga di contratto di affitto di fondi rustici (codice oggetto = ‘01’):
l’imposta deve essere rapportata all’intera durata della proroga ed è pari
allo 0,50% del canone annuo moltiplicato per il numero di annualità.
2. proroga di contratto di locazione di immobili urbani di durata pluriennale
(codice oggetto = ‘02’) di durata pluriennale:
l’imposta può essere assolta:
• per la prima annualità nella misura del 2% sull’importo del canone
annuo; per le annualità successive l’imposta deve essere determinata
sul canone annuo aggiornato o adeguato;
• per l’intera durata della proroga nella misura del 2% del canone
pattuito per tutte le annualità con una detrazione d’imposta in misura
percentuale, pari alla metà del vigente tasso di interesse legale
moltiplicato per il numero di annualità. In questo caso non hanno
effetti gli eventuali adeguamenti e aggiornamenti del canone;

-9-
la base imponibile è ridotta ove ricorrano le condizioni previste dall’art. 8
della legge 9 dicembre 1998, n.431.

3. proroga di contratto di locazione di immobili diversi da quelli urbani


(codice oggetto = ‘03’): l’imposta deve essere rapportata all’intera durata
della proroga, applicando l’aliquota del 2% al corrispettivo annuo
moltiplicato per il numero di annualità.
Per le proroghe di tali contratti( codice oggetto ‘01’, ‘02’, ‘03’) , se soggetti
ad IVA, è dovuta l’imposta nella misura fissa di Euro 67,00.
4. proroga di contratti di cui all’art. 35, comma 10 quinquies del d.l. 4 luglio
2006, n. 223, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n.
248 (codici oggetto da ‘04’ a ‘10’) di durata pluriennale, ovvero di
contratti di cui all’art. 82, commi 14 e 15 del decreto legge 25 giugno
2008, n. 112, convertito nella legge 6 agosto 2008, n. 133, (codici oggetto
da ‘11’ a ‘16’) di durata pluriennale:
l’imposta può essere assolta:
• per la prima annualità nella misura percentuale, in relazione
all’oggetto della locazione, sull’importo del canone annuo; per le
annualità successive l’imposta deve essere determinata sul canone
annuo aggiornato o adeguato;
• per l’intera durata della proroga nella misura percentuale, in base
all’oggetto della locazione, del canone pattuito per tutte le annualità
con una detrazione d’imposta in misura percentuale, pari alla metà del
vigente tasso di interesse legale moltiplicato per il numero di
annualità. In questo caso non hanno effetti gli eventuali adeguamenti
e aggiornamenti del canone;
Esclusivamente per i contratti di fabbricati abitativi effettuata da
costruttori (codice oggetto ‘08’), la base imponibile è ridotta ove
ricorrano le condizioni previste dall’art. 8 della legge 9 dicembre 1998,
n.431.
Nel caso in cui l’imposta calcolata risulti inferiore a Euro 67,00, è comunque
dovuta l’imposta nella misura fissa di Euro 67,00 a meno che la proroga sia
riconducibile a una denuncia di ulteriore durata per contratti a tempo
indeterminato.

ƒRisoluzioni
E’ dovuta l’imposta nella misura fissa di Euro 67,00.

- 10 -
ƒCessioni
1. cessione senza corrispettivo di contratto di locazione di immobili urbani
di durata pluriennale (codice oggetto = ‘02’, ‘04’ o ‘08’) : l’imposta è
dovuta nella misura fissa di Euro 67,00;

2. cessione con corrispettivo di contratto di locazione di immobili urbani di


durata pluriennale (codice oggetto = ‘02’) : l’imposta è dovuta nella misura
del 2% applicata alla base imponibile costituita “… dal corrispettivo
pattuito per la cessione e dal valore delle prestazioni ancora da eseguire “
(articolo 43, comma 1, lettera d) del Testo unico dell’imposta di registro);
3. cessione con corrispettivo di contratto di locazione di altri immobili,
diversi dagli urbani (codice oggetto = ‘03’): i criteri di applicazione
dell’imposta sono gli stessi precisati al punto 2;
4. cessione senza corrispettivo di contratto di locazione di altri immobili,
diversi dagli urbani (codice oggetto = ‘03’): l’imposta è pari al 2% della
base imponibile costituita dal solo valore delle prestazioni da eseguire;
5. cessione con corrispettivo di contratti d’affitto di fondi rustici (codice
oggetto = ‘01’) l’imposta è pari allo 0,50% applicato alla base imponibile
costituita dal corrispettivo pattuito e dal valore delle prestazioni da
eseguire;
6. cessione senza corrispettivo di contratti d’affitto di fondi rustici (codice
oggetto = ‘01’) l’imposta è pari allo 0,50% applicato alla base imponibile
costituita dal solo valore delle prestazioni da eseguire;
7. per le cessioni di contratti con codici oggetto da ‘04’ a ‘16’ con o senza
corrispettivo: si osserva la regola generale, descritta per le cessioni di
contratti con codice oggetto ‘03’, applicando l’opportuna aliquota;
In tutti i casi sopra descritti l’ammontare dell’imposta per la cessione dei
contratti non può essere inferiore a Euro 67,00 (articolo 5, nota II del Testo
unico dell’imposta di registro; cfr. circolare n. 12/E del 1998).
Se la cessione è effettuata da un “soggetto IVA” è dovuta l’imposta nella
misura fissa di Euro 67,00.

ƒ Conguaglio d’imposta per canoni determinati dopo la


registrazione.
l’imposta è dovuta in misura percentuale in relazione all’oggetto della
locazione secondo la seguente tabella:

- 11 -
Codice Oggetto della locazione Aliquota da
applicare

04 Leasing di immobili
2%
abitativi

05 Leasing di immobili
1%
strumentali
Leasing di immobili
06 strumentali con esercizio
1%
dell’opzione per
l’assoggettamento all’IVA
In base alla
07 Leasing di altro tipo normativa
vigente
Locazione di fabbricati
08 abitativi effettuata da 2%
costruttori

09 Locazione di immobili
1%
strumentali
Locazione di immobili
10 strumentali con esercizio
1%
dell’opzione per
l’assoggettamento all’IVA
Locazione di immobili
11 abitativi
2%
Art 6 L 13 maggio 1999,
n. 133
Locazione di immobili
12 strumentali
1%
Art 6 L 13 maggio 1999,
n. 133
Locazione di altri immobili
13 Art 6 L 13 maggio 1999, 2%
n. 133
Locazione di immobili
14 abitativi
2%
Art 10 , comma 2, DPR
633/1972

- 12 -
Locazione di immobili
15 strumentali
1%
Art 10, comma 2, DPR
633/1972
Locazione di altri immobili
16 Art 10, comma 2, DPR 2%
633/1972
Locazione di immobili
strumentali qualora il
17 locatore non abbia la 2%
soggettività IVA

Importo sanzioni
Rappresenta l’importo di eventuali sanzioni dovute per tardivo pagamento.

Importo interessi
Rappresenta l’importo di eventuali interessi.

Dati della proroga: da impostare solo se la richiesta di pagamento


si riferisce ad una proroga

Data inizio e fine proroga


Indicare le date di inizio e fine della proroga nel formato GGMMAAAA.

Tipo pagamento

- 13 -
Indicare ‘P’ se l’imposta di registro calcolata si riferisce al primo annuo o
all’intera durata della proroga o ‘T’ se si riferisce all’intera durata della
proroga.

Flag-denuncia
Impostare a ‘1’ nel caso si tratti di una denuncia di ulteriore durata
relativamente a contratti a tempo indeterminato (D.P.R. 26/4/1986, n.131 art.
36)

Oggetto della locazione


‘01’ = fondi rustici
‘02’ = immobili urbani
‘03’ = altri immobili
‘04’ = leasing di immobili abitativi
‘05’ = leasing di immobili strumentali
‘06’ = leasing di immobili strumentali con esercizio dell’opzione per
l’assoggettamento all'IVA
‘07’ = leasing di altro tipo
‘08’ = Locazione di fabbricati abitativi effettuata da costruttori
‘09’ = Locazione di immobili strumentali
‘10’ = Locazione di immobili strumentali con esercizio dell’opzione per
l’assoggettamento all'IVA
‘11’ = Locazione di immobili abitativi ex art 6 L. 133/99
‘12’ = Locazione di immobili strumentali ex art 6 L. 133/99
‘13’ = Locazione di altri immobili ex art 6 L. 133/99

‘14’ = Locazione di immobili abitativi ex art 10, c. 2, DPR 633/72


‘15’ = Locazione di immobili strumentali ex art 10, c. 2, DPR 633/72

- 14 -
‘16’ = Locazione di altri immobili ex art 10, c. 2, DPR 633/72
‘17’ = Locazione di immobili strumentali qualora il locatore non abbia la
soggettività IVA

I codici oggetto da ‘04’ a ‘10’ e ’17’ si riferiscono esclusivamente ai contratti


di cui all’art. 35, comma 10-quinquies, del decreto 4 luglio 2006, n. 223,
convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n. 248.
I codici oggetto da ‘11’ a ‘16’ si riferiscono esclusivamente ai contratti di cui
all’art. 82, commi 14 e 15 del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112,
convertito nella legge 6 agosto 2008, n. 133.

Codice fiscale e ruolo della controparte


Se il contratto di cui si richiede la proroga è stato registrato presso un ufficio
locale delle entrate (serie di registrazione diversa da 3T), indicare il codice
fiscale e il ruolo ( ‘A’ se si tratta del locatore, ‘B’ se si tratta del conduttore)
dell’altra parte contraente presente nel contratto.
Impostare a spazi se si tratta di un contratto telematico (serie di registrazione
3T).

Contratto soggetto ad IVA


Indicare: ‘S’ se la proroga si riferisce ad un contratto soggetto ad IVA
‘N’ in caso contrario.

Dati della risoluzione: da impostare solo se la richiesta di


pagamento si riferisce ad una risoluzione

Data risoluzione
Indicare la data di risoluzione del contratto nel formato GGMMAAAA.

- 15 -
Dati della cessione: da impostare solo se la richiesta di
pagamento si riferisce ad una cessione

Data cessione
Indicare la data di cessione del contratto nel formato GGMMAAAA.

Data fine contratto


Indicare la data di fine contratto nel formato GGMMAAAA. Deve coincidere
con la data di fine contratto comunicata al momento della registrazione o con
successive proroghe.

Oggetto
Indicare l’oggetto del contratto ceduto:
‘01’ = fondi rustici
‘02’ = immobili urbani
‘03’ = altri immobili
‘04’ = leasing di immobili abitativi
‘05’ = leasing di immobili strumentali
‘06’ = leasing di immobili strumentali con esercizio dell’opzione per
l’assoggettamento all'IVA
‘07’ = leasing di altro tipo
‘08’ = Locazione di fabbricati abitativi effettuata da costruttori

‘09’ = Locazione di immobili strumentali


‘10’ = Locazione di immobili strumentali con esercizio dell’opzione per
l’assoggettamento all'IVA

- 16 -
‘11’ = Locazione di immobili abitativi ex art 6 L. 133/99
‘12’ = Locazione di immobili strumentali ex art 6 L. 133/99
‘13’ = Locazione di altri immobili ex art 6 L. 133/99

‘14’ = Locazione di immobili abitativi ex art 10, c. 2, DPR 633/72


‘15’ = Locazione di immobili strumentali ex art 10, c. 2, DPR 633/72
‘16’ = Locazione di altri immobili ex art 10, c. 2, DPR 633/72
‘17’ = Locazione di immobili strumentali qualora il locatore non abbia la
soggettività IVA

I codici oggetto da ‘04’ a ‘10’ e ‘17’ si riferiscono esclusivamente ai contratti


di cui all’art. 35, comma 10-quinquies, del decreto 4 luglio 2006, n. 223,
convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n. 248.
I codici oggetto da ‘11’ a ‘16’ si riferiscono esclusivamente ai contratti di cui
all’art. 82, commi 14 e 15 del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112,
convertito nella legge 6 agosto 2008, n. 133.

Corrispettivo
Indicare l’importo, espresso in centesimi di Euro, dell’eventuale corrispettivo
pattuito per la cessione.

Flag-soggetti
Indicare:
‘01’ se è il locatore a cedere il contratto. In tal caso nei record di tipo
‘C’ devono essere riportati i codici fiscali di tutti i soggetti
costituenti la “parte locatrice” a seguito della cessione.

‘02’ se è il conduttore a cedere il contratto. In tal caso nei record di


tipo ‘C’ devono essere riportati i codici fiscali di tutti i soggetti
costituenti la “parte conduttrice” a seguito della cessione.

Flag-IVA

- 17 -
Indicare: ‘S’ se la cessione è effettuata da un soggetto IVA
‘N’ in caso contrario.

Subentro
Nel caso in cui la richiesta di pagamento si riferisce ad un contratto di
locazione registrato da un soggetto diverso dall’attuale intestatario dei
contratti, subentrato successivamente, impostare
Flag-subentro = ‘S’

Oggetto della locazione


Per tipo operazione = ‘N’ e per tipo operazione = ‘S’ (esclusivamente per il
pagamento dell’annualità successiva relativa ai contratti di cui all’art 35
comma 10-quinquies del D.L. 223/2006, convertito, con modificazioni,
dalla legge 4 agosto 2006, n. 248, ovvero ai contratti di cui all’art. 82,
commi 14 e 15 del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito nella
legge 6 agosto 2008, n. 133), indicare l’oggetto del contratto a cui si riferisce
il pagamento:
‘01’ = fondi rustici
‘02’ = immobili urbani
‘03’ = altri immobili
‘04’ = leasing di immobili abitativi
‘05’ = leasing di immobili strumentali
‘06’ = leasing di immobili strumentali con esercizio dell’opzione per
l’assoggettamento all'IVA
‘07’ = leasing di altro tipo
‘08’ = Locazione di fabbricati abitativi effettuata da costruttori
‘09’ = Locazione di immobili strumentali
‘10’ = Locazione di immobili strumentali con esercizio dell’opzione per
l’assoggettamento all'IVA

- 18 -
‘11’ = Locazione di immobili abitativi ex art 6 L. 133/99
‘12’ = Locazione di immobili strumentali ex art 6 L. 133/99
‘13’ = Locazione di altri immobili ex art 6 L. 133/99

‘14’ = Locazione di immobili abitativi ex art 10, c. 2, DPR 633/72


‘15’ = Locazione di immobili strumentali ex art 10, c. 2, DPR 633/72

‘16’ = Locazione di altri immobili ex art 10, c. 2, DPR 633/72


‘17’ = Locazione di immobili strumentali qualora il locatore non abbia la
soggettività IVA

Dati della richiesta di pagamento (record di tipo “C”):


Il record di tipo “C” deve essere compilato solo nel caso in cui la richiesta di
pagamento si riferisca alla cessione di un contratto di locazione o di affitto di
beni immobili (tipo operazione = “C”) e contiene i codici fiscali dei soggetti
che, dopo la cessione, costituiscono una parte individuata come parte locatrice
o conduttrice a seconda del soggetto che ha ceduto il contratto.

Tipo operazione:
Identifica l’operazione per la quale si richiede il pagamento. Indicare:
‘C’ = cessione

ID richiesta:
E’ assegnato dall’utente e costituisce l’identificativo della richiesta di
pagamento. Deve coincidere con quello indicato nel precedente record di tipo
“B”.

Codici fiscali

- 19 -
Tabella di 20 elementi contenente i codici fiscali di tutti i locatori o, in
alternativa, di tutti i conduttori partecipanti al contratto a seguito della
cessione. I soggetti da indicare dipendono dal valore indicato nel campo “flag-
soggetti” del record “B”.
Se flag-soggetti = ‘01’ cioè se è la parte locatrice a cedere il contratto, indicare
tutti i locatori presenti nel contratto a seguito della cessione;
se flag-soggetti = ‘02’ cioè se è la parte conduttrice a cedere il contratto,
indicare tutti i conduttori presenti nel contratto a seguito della cessione.
I codici fiscali di soggetti diversi dalle persone fisiche devono essere allineati
a sinistra e le rimanenti 5 posizioni riempite a spazi.
Gli elementi non significativi devono essere impostati a spazi.

Dati della richiesta di pagamento (record di tipo “I”):


Il record di tipo “I” deve essere compilato solo nel caso in cui la richiesta di
pagamento si riferisca alla risoluzione, cessione e proroga di un contratto di
locazione o di affitto di beni immobili (tipo operazione = “R”, “C”, “P”) e
contiene i dati catastali degli immobili oggetto dell’operazione..

Tipo operazione:
Identifica l’operazione per la quale si richiede il pagamento. Indicare:
‘I’ = immobili

ID richiesta:
E’ assegnato dall’utente e costituisce l’identificativo della richiesta di
pagamento. Deve coincidere con quello indicato nel precedente record di tipo
“B”.

Dati catastali
Ai sensi dell’art. 19, comma 15 del D.L. 31 maggio 2010, n. 78 in caso di
cessioni, risoluzioni e proroghe di contratti di locazione o di affitto di beni
immobili devono essere comunicati i dati catastali degli immobili oggetto

- 20 -
dell’operazione. In particolare i dati catastali devono essere comunicati per le
seguenti operazioni:

- tipo operazione = “C” richiesta di pagamento riferita alla cessione di un


contratto di locazione o di affitto di beni immobili

- tipo operazione = “R” richiesta di pagamento riferita alla risoluzione di


un contratto di locazione o di affitto di beni immobili
- tipo operazione = “P” richiesta di pagamento riferita alla proroga di un
contratto di locazione o di affitto di beni immobili.
Tabella di 10 elementi nella quale devono essere indicati i dati relativi
all’identificazione catastale dell’immobile: a seconda dell’ubicazione del
medesimo si dovranno inserire i dati relativi al catasto Urbano o Terreni e
quelli del Catasto Tavolare, ove vigente. La particella può essere composta da
due parti: numeratore (prima serie di cifre) e denominatore (seconda serie di
cifre). Se la particella è composta da una sola serie di cifre riportarla al
numeratore.
I dati da inserire sono i seguenti:
- campo accatastamento (S = immobile non accatastato, N = immobile
accatastato, anche con dati provvisori)

- codice catastale del comune di ubicazione dell’immobile


- tipologia catasto (T = terreni, U = Urbano)

- parte immobile (I = Intero, P = Parziale)

- sezione urbana
- foglio

- particella numeratore

- particella denominatore

- subalterno
- partita tavolare

- corpo tavolare

- porzione materiale.
Gli elementi non significativi devono essere impostati a spazi.

- 21 -
RECORD DI TIPO "A"

Campo Descrizione Posizio Configurazione Controlli bloccanti /


ne Valori ammessi
Lunghe Forma
zza to
1 Tipo record 1 1 AN Impostare ad 'A'
2 Filler 2 14 AN impostare a spaces
3 Codice fornitura 16 5 AN Impostare a "LOCA0"
4 Filler 21 2 NU impostare a spaces
5 Codice fiscale del 23 16 AN Dato obbligatorio
responsabile della
fornitura (soggetto che
autentica il file)
6 Cod. fisc. del titolare del 39 16 AN Dato obbligatorio
conto
7 Cod. fisc. del soggetto 55 16 AN Dato obbligatorio
intestatario dei contratti
8 Data del pagamento 71 8 NU Dato obbligatorio
(ggmmaaaa). E' la valuta
del pagamento
9 Filler 79 419 AN impostare a spaces
Ultimi tre caratteri di controllo
del record
10 Filler 498 1 AN Impostare al valore "A"
11 Filler 499 2 AN Impostare i valori
esadecimali '0D' e '0A'
(caratteri ASCII 'CR' ed
'LF')

- 22 -
RECORD DI TIPO "B"

Campo Descrizione Posizione Configurazione Controlli bloccanti


/ Valori ammessi
Lungh. Formato
1 Tipo record 1 1 AN Vale "B"
2 Tipo operazione 2 1 AN Dato obbligatorio.
Vale S (annualità
successiva), P
(proroga), R
(Risoluzione),
C(Cessione)
N(Conguaglio
d’imposta per
canoni determinati
dopo la
registrazione)
3 ID richiesta 3 14 AN Identificativo della
richiesta di
pagamento.
Assegnato
dall'utente e
obbligatorio
4 Codice ufficio 17 3 AN Codice dell'ufficio
entrate presso il quale è
competente stato registrato il
contratto - dato
obbligatorio
5 Anno di 20 4 NU Anno di
registrazione registrazione del
contratto - dato
obbligatorio
6 Serie di 24 2 AN Dato obbligatorio
registrazione
7 Numero di 26 6 NU Dato obbligatorio

- 23 -
registrazione
8 Sottonumero di 32 3 NU Facoltativo e solo
reg. per contratti
registrati in ufficio
9 Anno del 35 4 NU Dato obbligatorio
pagamento per Tipo
operazione = S,
impostare a zero
per tipo
operazione = P, R ,
CoN
10 Canone annuo 39 15 NU Canone annuo
espresso con i
centesimi di euro:
dato obbligatorio
11 Tipo canone 54 1 AN Vale "F" o "V"
12 Agevolazione 55 1 AN Vale "S" o "N"
13 Importo imposta 56 15 NU Obblig. espresso
di registrazione con i centesimi di
euro
14 Importo sanzioni 71 15 NU Facolt. espresso
con i centesimi di
euro
15 Importo interessi 86 15 NU Facolt. espresso
con i centesimi di
euro
Dati proroga: impostare solo se il pagamento si riferisce alla proroga del
contratto di locazione
16 Data inizio 101 8 NU Data inizio proroga
proroga nel formato
GGMMAAAA
17 Data fine 109 8 NU Data fine proroga
proroga nel formato
GGMMAAAA
18 Tipo pagamento 117 1 AN Vale ‘P’ =
proroga pagamento prima
annualità, ‘T’ =
pagamento intera
durata
19 Flag-denuncia 118 1 NU Impostare a ‘1’ nel
caso di denuncia

- 24 -
relativa a contratto
a tempo
indeterminato
(D.P.R. 26/4/1986,
n.131 art. 36)
20 Oggetto 119 2 NU
Oggetto della
locazione: 01 =
Fondi rustici, 02 =
Immobili urbani, 03
= Altri immobili,
04= leasing di
immobili abitativi,
05= leasing di
immobili
strumentali,
06=leasing di
immobili
strumentali con
esercizio
dell’opzione per
l’assoggettamento
all’IVA,07=leasing
di altro
tipo,08=locazione
di fabbricati
abitativi effettuata
da
costruttori,09=locaz
ione di immobili
strumentali, 10=
locazione di
immobili
strumentali con
esercizio
dell’opzione per
l’assoggettamento
all’IVA,
11=Locazione di
immobili abitativi ex
art 6 L. 133/99,
12= Locazione di
immobili
strumentali ex art 6
L. 133/99, 13=
Locazione di altri
immobili ex art 6 L.
133/99, 14=

- 25 -
Locazione di
immobili abitativi ex
art 10, c. 2, DPR
633/72, 15=
Locazione di
immobili
strumentali ex art
10, c. 2, DPR
633/72, 16=
Locazione di altri
immobili ex art 10,
c. 2, DPR 633/72,
17= Locazione di
immobili
strumentali qualora
il locatore non
abbia la
soggettività IVA
21 CF-controparte 121 16 AN Codice fiscale della
controparte
partecipante al
contratto. Da non
indicare se la
proroga si riferisce
ad un contratto
registrato in via
telematica (serie
3T)
22 Ruolo-cf 137 1 AN Ruolo della
controparte nel
contratto: vale ‘A’ =
locatore, ‘B’ =
conduttore. Non
indicare se la
proroga si riferisce
ad un contratto
registrato in via
telematica (serie
3T)
23 Contratto-IVA 138 1 AN Vale ‘S’ se il
contratto che si
intende prorogare è
soggetto ad IVA, ‘N’
in caso contrario

- 26 -
Dati risoluzione: impostare solo se il pagamento si riferisce alla risoluzione
del contratto di locazione
24 Data risoluzione 139 8 AN Data di risoluzione
del contratto nel
formato
GGMMAAAA
Dati cessione: impostare solo se il pagamento si riferisce alla cessione del
contratto di locazione
25 Data cessione 147 8 NU Data della cessione
nel formato
GGMMAA
26 Data fine 155 8 NU Data di fine
contratto contratto nel
formato GGMMAA

- 27 -
27 Oggetto 163 2 NU Oggetto della
locazione: 01 =
Fondi rustici, 02 =
Immobili urbani, 03
= Altri immobili, 04=
leasing di immobili
abitativi, 05=
leasing di immobili
strumentali,
06=leasing di
immobili strumentali
con esercizio
dell’opzione per
l’assoggettamento
all’IVA,07=leasing
di altro
tipo,08=locazione di
fabbricati abitativi
effettuata da
costruttori,09=locaz
ione di immobili
strumentali, 10=
locazione di
immobili strumentali
con esercizio
dell’opzione per
l’assoggettamento
all’IVA,
11=Locazione di
immobili abitativi ex
art 6 L. 133/99, 12=
Locazione di
immobili strumentali
ex art 6 L. 133/99,
13= Locazione di
altri immobili ex art
6 L. 133/99, 14=
Locazione di
immobili abitativi ex
art 10, c. 2, DPR
633/72,

- 28 -
15= Locazione di
immobili strumentali
ex art 10, c. 2, DPR
633/72, 16=
Locazione di altri
immobili ex art 10,
c. 2, DPR 633/72,
17= Locazione di
immobili strumentali
qualora il locatore
non abbia la
soggettività IVA
28 Corrispettivo 165 15 NU Indicare l’importo,
espresso in
centesimi di Euro
dell’eventuale
corrispettivo
pattuito per la
cessione. Se la
cessione è a titolo
gratuito indicare
zero.
29 Flag-soggetti 180 2 NU Indicare “01” se il
contratto è ceduto
dalla parte
locatrice, “02” se il
contratto è ceduto
dalla parte
conduttrice
30 Flag-IVA 182 1 AN Vale ‘S’ se la
cessione è
effettuata da un
soggetto IVA, ‘N’ in
caso contrario
Subentro

- 29 -
31 Flag-subentro 183 1 AN Vale ‘S’ nel caso in
cui l'attuale
intestatario dei
contratti sia
subentrato nel
contratto
successivamente
alla registrazione.
In caso contrario
impostare a ‘N’
Oggetto della locazione: indicare solo per tipo operazione = ‘N’ e per tipo
operazione = ‘S’ (esclusivamente per il pagamento dell’annualità
successiva relativa ai contratti di cui all’art 35 comma 10-quinquies del D.L.
223/2006, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n. 248,
ovvero ai contratti di cui all’art. 82, commi 14 e 15 del decreto legge 25
giugno 2008, n. 112, convertito nella legge 6 agosto 2008, n. 133)

32 Oggetto 184 2 NU Oggetto della


locazione:
locazione: 01 =
Fondi rustici, 02 =
Immobili urbani, 03
= Altri immobili
04= leasing di
immobili abitativi,
05= leasing di
immobili
strumentali,
06=leasing di
immobili strumentali
con esercizio
dell’opzione per
l’assoggettamento
all’IVA,07=leasing
di altro
tipo,08=locazione di
fabbricati abitativi
effettuata da
costruttori,09=locaz
ione di immobili
strumentali, 10=
locazione di

- 30 -
immobili strumentali
con esercizio
dell’opzione per
l’assoggettamento
all’IVA,
11=Locazione di
immobili abitativi ex
art 6 L. 133/99, 12=
Locazione di
immobili strumentali
ex art 6 L. 133/99,
13= Locazione di
altri immobili ex art
6 L. 133/99, 14=
Locazione di
immobili abitativi ex
art 10, c. 2, DPR
633/72, 15=
Locazione di
immobili strumentali
ex art 10, c. 2, DPR
633/72, 16=
Locazione di altri
immobili ex art 10,
c. 2, DPR 633/72,
17= Locazione di
immobili strumentali
qualora il locatore
non abbia la
soggettività IVA.
33 Filler 186 312 AN Impostare a spaces
Ultimi tre caratteri di controllo del record
34 Filler 498 1 AN Vale sempre ‘A’
35 Filler 499 2 AN Impostare i valori
esadecimali ‘0D’ e
‘0A (caratteri ASCII
‘CR’ e ‘LF’)

- 31 -
RECORD DI TIPO "C"

Campo Descrizione Posizio Configurazione Controlli bloccanti /


ne Valori ammessi
Lungh. Format
o
1 Tipo record 1 1 AN Vale "C"
2 Tipo operazione 2 1 AN Dato obbligatorio. Vale
C (cessione)
3 ID richiesta 3 14 AN Identificativo della
richiesta di pagamento.
Assegnato dall'utente e
obbligatorio

Codici fiscali dei soggetti partecipanti al contratto a seguito della cessione (tutti
i locatori o tutti i conduttori in relazione al valore indicato nel campo “flag-
soggetti” del record “B”).
Se Flag-soggetti = ‘01’ indicare tutti i locatori presenti nel contratto a seguito
della cessione
Se Flag-soggetti = ‘02’ indicare tutti i conduttori presenti nel contratto a seguito
della cessione
(Tabella di 20 elementi)

4 Tabella dei 17 320 AN La tabella è formata da


soggetti 20 elementi . Ogni
elemento occupa 16
posizioni in ognuna
delle quali deve essere
indicato il codice fiscale
del soggetto
partecipante al contratto
a seguito della cessione.
I codici fiscali di soggetti
diversi dalle persone
fisiche devono essere
allineati a sinistra e le

- 32 -
rimanenti 5 posizioni
riempite a spazi.

5 Filler 337 161 AN Impostare a spaces


Ultimi tre caratteri di controllo del record
6 Filler 498 1 AN Vale sempre ‘A’
7 Filler 499 2 AN Impostare i valori
esadecimali ‘0D’ e ‘0A’
(caratteri ASCII ‘CR’ e
‘LF’).

- 33 -
RECORD DI TIPO "I"

Campo Descrizione Posizione Configurazione Controlli bloccanti


/ Valori ammessi
Lungh.Formato
1 Tipo record 1 1 AN Vale "I"
2 Tipo operazione 2 1 AN Dato obbligatorio.
Vale P (proroga), R
(Risoluzione),
C(Cessione)
3 ID richiesta 3 14 AN Identificativo della
richiesta di
pagamento.
Assegnato
dall'utente e
obbligatorio
Comunicazione dei dati identificativi catastali degli immobili in caso di
cessione, risoluzione e proroga del contratto di locazione ai sensi dell’art. 19,
comma 15, del decreto legge 31 maggio 2010, n. 78.

Tabella di 10 elementi contenenti i dati catastali.

4 Tabella dei dati 17 460 AN Ogni elemento


catastali occupa 46
posizioni in
ognuna delle quali
devono essere
indicate le
seguenti
informazioni:

Filler 3 AN Impostare a spaces


Accatastamento 1 AN Vale S se

- 34 -
l’immobile non è
accatastato, N se
l’immobile è
accatastato(anche
provvisoriamente),
altrimenti impostare
a spaces.
Codice comune 5 AN Indicare il codice
catastale catastale del
comune di
ubicazione
dell’immobile
Tipologia 1 AN Vale T se
immobile l’immobile è censito
nel Catasto Terreni,
vale U se
l’immobile è censito
nel Catasto
Urbano, vale N se il
campo
‘Accatastamento’ è
valorizzato a ‘S’;
altrimenti impostare
a spaces
Parte immobile 1 AN Indicatore di parte
di immobile: vale I
se trattasi di intero
immobile, P se
trattasi di porzione
di immobile, vale N
se il campo
‘Accatastamento’ è
valorizzato a ‘S’,
altrimenti impostare
a spaces
Sezione Urbana 3 AN Indicare il valore
presente sul
documento
catastale nel
campo Sezione
Urbana; altrimenti
impostare a spaces

- 35 -
Foglio 4 AN Indicare il numero
del foglio presente
sul documento
catastale; altrimenti
impostare a spaces
Particella 5 AN Se la particella nel
numeratore documento
catastale è
composta da una
sola serie di cifre
riportarla in questo
campo. Se la
particella è
composta da due
serie di cifre
riportare quella del
numeratore,
altrimenti impostare
a spaces
Particella 4 AN Se la particella nel
denominatore documento
catastale è
composta da due
serie di cifre
riportare quella del
denominatore,
altrimenti impostare
a spaces
Subalterno 4 AN Indicare il numero
di subalterno
presente sul
documento
catastale; altrimenti
impostare a spaces
Partita tavolare 7 AN Indicare la partita
tavolare presente
sul libro fondiario;
altrimenti impostare
a spaces
Corpo tavolare 3 AN Indicare il corpo
tavolare presente
sul libro fondiario;

- 36 -
altrimenti impostare
a spaces
Porzione 5 AN Indicare la porzione
materiale materiale presente
sul libro fondiario;
altrimenti impostare
a spaces
5 Filler 477 21 AN Impostare a spaces
Ultimi tre caratteri di controllo del record
6 Filler 498 1 AN Vale sempre ‘A’
7 Filler 499 2 AN Impostare i valori
esadecimali ‘0D’ e
‘0A (caratteri ASCII
‘CR’ e ‘LF’)

- 37 -
RECORD DI TIPO "Z"

Campo Descrizione Posizio Configurazione Controlli bloccanti /


ne Valori ammessi
Lunghe Forma
zza to
1 Tipo record 1 1 AN Impostare a 'Z'.
2 Filler 2 14 NU impostare a spaces
3 Numero record di tipo 'B' 16 9 NU dato obbligatorio
4 Numero record di tipo 'C' 25 9 NU dato obbligatorio
5 Numero record di tipo 'I' 34 9 NU dato obbligatorio
5 Filler 43 455 AN impostare a spaces
Ultimi tre caratteri di controllo del
record
6 Filler 498 1 AN Vale sempre "A"
7 Filler 499 2 AN Impostare i valori
esadecimali '0D' e '0A'
(caratteri ASCII 'CR' e
'LF').

- 38 -
Appalti: le procedure emergenziali possono falsare il mercato

Authority: 'rivedere la qualificazione delle imprese e qualificare le stazioni appaltanti'

07/07/2010 - In vista della predisposizione della legge annuale per il mercato e la concorrenza,
l’Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici ha formulato alcune osservazioni e proposte per
rendere più corretto il funzionamento del mercato dei contratti pubblici di lavori, servizi e forniture,
che ammonta al 6,6% del PIL (dati relativi all’anno 2009).

Nel documento di segnalazione sono stati evidenziati alcuni ambiti prioritari di intervento atti a
rimuovere i principali ostacoli al confronto concorrenziale nel mercato dei contratti pubblici, il cui
corretto funzionamento è condizione indispensabile per ottimizzare l’efficienza della spesa pubblica
ed incrementare la competitività del Paese. L’AVCP ha inoltre analizzato da un lato, le aree di non
applicazione o di parziale applicazione delle procedure competitive, quali le procedure negoziate, le
concessioni di servizi, gli appalti affidati dai concessionari di lavori pubblici, le procedure
emergenziali, i servizi pubblici locali; dall’altro, le condizioni di accesso al mercato, ponendo in
evidenza gli interventi necessari per migliorare la competitività attraverso una migliore qualificazione
degli attori, committenti ed imprese.

Sul versante del miglioramento delle condizioni di sviluppo ed accesso al mercato, l’Autorità ha
osservato che un mercato dei contratti pubblici pienamente competitivo presuppone un generale
accrescimento della qualità delle imprese e della pubblica amministrazione che vi partecipano. Ciò
significa che nel settore dei lavori pubblici (attestazioni SOA) contestualmente ad una rivisitazione del
sistema di qualificazione delle imprese, occorre procedere anche ad una corrispondente qualificazione
delle stazioni appaltanti; così delineando un sistema di valutazione delle capacità amministrative e
gestionali di queste ultime al fine di classificarle per classi di importo o per tipologia di contratti e di

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consentire alle amministrazioni non strutturate di delegare le funzioni di committente a stazioni
appaltanti più organizzate.

Un altro profilo di intervento concerne l’istituto dell’avvalimento volto ad evitarne usi distorti
anticoncorrenziali.

Per quanto concerne le procedure emergenziali, l’Autorità sottolinea che nell’esercizio delle proprie
funzioni di vigilanza, aveva già segnalato il rischio, insito nel frequente ricorso alle procedure di
emergenza (gestione emergenziale), di distorsioni del mercato, in quanto viene consentito
l’affidamento di lavori e servizi in via diretta, senza il rispetto delle regole poste a tutela della
concorrenza. L’Autorità suggerisce quindi che le procedure in deroga alle procedure competitive siano
utilizzate solo per le calamità naturali, ed anche in questi casi comunque sotto la vigilanza
dell’Autorità.

Inoltre, in considerazione delle peculiarità del mercato, è stata rappresentata l’esigenza di un


ridimensionamento della normazione primaria a vantaggio di disposizioni regolatorie più flessibili da
connettere però ad un rafforzamento dei poteri dell’Autorità di vigilanza e di regolazione sul mercato
dei contratti.

Fonte Ufficio stampa Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici

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Appalti, escluse le imprese che perdono i requisiti

Necessario mantenere la qualificazione per tutta la durata della gara

26/07/2010 - L’impresa partecipante ad un appalto deve mantenere i requisiti tecnici ed economici


per tutta la durata della gara. Lo ha stabilito il Tar Puglia con la sentenza 1334/2010.

Il Tribunale Amministrativo ha ribadito che le qualificazioni richieste dal bando di gara non devono
essere possedute solo alla scadenza del termine per la presentazione delle offerte, ma anche nelle
fasi successive.
Nel caso analizzato, una linea ferroviaria aveva indetto una procedura ristretta per una serie di lavori
da aggiudicare con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa.
L’esito della gara è stato impugnato dall’impresa terza aggiudicataria, in un secondo momento le
concorrenti hanno opposto l’assenza della qualificazione e specializzazione necessarie per svolgere le
opere di fornitura e posa in opera direttamente o in subappalto.
Secondo l’orientamento del Tar, che ha accolto le motivazioni dei controinteressati, l’impresa deve
mantenere la qualificazione tecnico – economica dalla presentazione dell’offerta fino all’eventuale
esecuzione dell’appalto.
Al contrario l’impresa ricorrente aveva perso i requisiti di capacità tecnica, organizzazione e
potenzialità produttiva, ma anche quelli economico finanziari. Elementi che hanno spinto i giudici ad
escludere la società.
Il giudizio è stato avvalorato anche da precedenti pronunce dell’Autorità di vigilanza sui contratti
pubblici, che ha ritenuto prive del requisito di qualificazione le imprese che si sottraggono alla verifica
delle Soa. Condizione che rende impossibile la partecipazione ad una gara d’appalto.

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DELIBERA N. 88/2010: “Linee guida per la definizione degli standard di qualità (articolo 1, comma 1,
del decreto legislativo 20 dicembre 2009, n. 198)”

Il processo per la definizione e misurazione degli standard di qualità va collocato all’interno


dell’impianto metodologico che le amministrazioni pubbliche devono attuare per sviluppare il ciclo di
gestione della performance e, più in generale, per attuare quanto previsto dal decreto legislativo 27
ottobre 2009, n. 150, in materia di “Misurazione, Valutazione e Trasparenza della Performance”. Tale
impianto si basa, in particolare, sulla definizione e adozione:

a) del “Sistema di misurazione e valutazione della performance”: è il documento dove le


amministrazioni pubbliche esplicitano le caratteristiche del modello complessivo di funzionamento alla
base dei sistemi di misurazione e valutazione;

b) del “Piano della Performance”: è l’ambito in cui le amministrazioni pubbliche esplicitano gli indirizzi
e gli obiettivi strategici ed operativi e, quindi, i relativi indicatori e valori programmati per la
misurazione e la valutazione dei risultati da conseguire.

c) della “Relazione sulla performance”, in cui le amministrazioni pubbliche evidenziano i risultati


organizzativi ed individuali raggiunti rispetto ai target attesi, definiti ed esplicitati nel Piano della
Performance.

d) delle misure in materia di “Trasparenza e Rendicontazione della Performance”, ossia l’attivazione di


tutte quelle azioni e strumenti che consentono ai cittadini di accedere agevolmente alle informazioni
circa il funzionamento dell’ente e i risultati raggiunti.

La finalità dell’intero impianto è di dotare le amministrazioni pubbliche di un sistema attraverso il quale


attivare un processo di miglioramento continuo delle performance.

Questo sistema deve assicurare, in prospettiva :

- il miglioramento della qualità dei servizi pubblici, attraverso una revisione periodica e, quindi, un
innalzamento progressivo degli standard di qualità;

- l’ottimizzazione dei costi dei servizi erogati, da operare attraverso il progressivo miglioramento degli
standard economici.

1. FINALITA’ E DEFINIZIONI

La presente delibera, emanata ai sensi dell’articolo 1 del decreto legislativo 20 dicembre 2009, n. 198,
costituisce il primo passo verso la costruzione di un sistema di controllo diffuso della qualità dell’azione
amministrativa e ha le finalità di:

a) proporre un metodo per la misurazione della qualità dei servizi, coerente con le previsioni di cui al
dlg. n. 150/2009;

b) indicare, in particolare, alle amministrazioni il percorso volto alla definizione di standard di qualità ai
sensi dell’articolo 1, comma 1, del dlg. n. 198/2009, salvo un successivo e ulteriore intervento da
parte della Commissione (ai sensi dell’articolo 13, comma 6, lettera f, del dlg. n. 150/2009, anche per
adempiere a quanto previsto, in linea più generale, dall’articolo 28 del citato decreto). Tale definizione
è finalizzata a consentire ai cittadini l’esercizio dei diritti di azione giudiziaria di cui allo stesso dlg. n.
198/2009, nell’ambito della competenza esclusiva dello Stato di cui all’articolo 117, comma 2, lettere l
e m della Costituzione.

Sono esclusi dalla presente delibera gli standard qualitativi ed economici stabiliti, per i concessionari di
servizi pubblici, dalle autorità preposte alla regolazione e al controllo del settore, ai sensi dell’articolo
1, comma 1, dlg. n. 198/2009.

Ai fini della presente delibera, si intende per:

a) amministrazioni pubbliche: le amministrazioni di cui all’art. 1, comma 2 del decreto legislativo 30


marzo 2001, n. 165, “Norme generali sull’ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni
pubbliche”, e quindi “tutte le amministrazioni dello Stato, ivi compresi gli istituti e scuole di ogni ordine
e grado e le istituzioni educative, le aziende ed amministrazioni dello Stato ad ordinamento autonomo,
le Regioni, le Province, i Comuni, le Comunità montane, e loro consorzi e associazioni, le istituzioni
universitarie, gli Istituti autonomi case popolari, le Camere di commercio, industria, artigianato e
agricoltura, tutti gli enti pubblici non economici nazionali, regionali e locali, le amministrazioni, le
aziende e gli enti del Servizio sanitario nazionale, l’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle
pubbliche amministrazioni (ARAN) e le Agenzie di cui al decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300”;

b) servizio pubblico: l’attività con cui, mediante l’esercizio di un potere autoritativo o l’erogazione di
una prestazione, un’amministrazione pubblica rende un servizio al pubblico, e soddisfa un interesse
giuridicamente rilevante, direttamente riferibile ad un singolo soggetto ed omogeneo rispetto ad una
collettività differenziata di utenti;

c) utente: il soggetto, individuale o collettivo, che ha diritto di usufruire o che comunque richiede di
usufruire del servizio pubblico di cui alla lettera b;

d) standard di qualità: i livelli di qualità che i soggetti erogatori del servizio devono assicurare. I livelli
di qualità possono riguardare l’insieme delle prestazioni afferenti al servizio (o una loro quota, ad
esempio l’x per cento dei passaporti deve essere rilasciato entro n giorni lavorativi) ovvero le singole
prestazioni (ad esempio, lo standard per il rilascio di un passaporto è pari a n giorni lavorativi). Gli
standard di qualità sono misurati attraverso indicatori, per ognuno dei quali deve essere definito, e
pubblicizzato, un “valore programmato”, che consenta di verificare se un servizio o una prestazione
possa essere considerata di qualità, essendo stato rispettato lo standard previsto.

Preliminari al concetto di standard di qualità sono i concetti di qualità dei servizi, di qualità effettiva, di
dimensione della qualità, di indicatore della qualità e di valore programmato;

e) qualità del servizio: uno degli ambiti di misurazione e valutazione della performance organizzativa
(come indicato dall’articolo 8 del dlg. n. 150/2009). In termini generali, il concetto di qualità del
servizio è di natura multidimensionale, e la stessa qualità di un servizio dipende da molteplici fattori,
alcuni dei quali empiricamente rilevabili altri non empiricamente rilevabili, comunque variamente
connessi tra loro. Al fine di assicurare una rappresentazione per quanto possibile oggettiva e
omogenea dei servizi erogati al pubblico, la Commissione ritiene che le amministrazioni siano tenute
all’individuazione di standard idonei a rilevare la qualità effettiva dei servizi erogati. Tale scelta è
funzionale all’azionabilità della violazione degli standard, ai sensi del dlg. n. 198/2009, ed è coerente
con le previsioni in materia di qualità dei servizi contenute nel dlg. n. 150/2009;

f) qualità effettiva di un servizio reso al pubblico: l’insieme delle dimensioni rilevanti e delle proprietà
che devono caratterizzare l’erogazione del servizio. La qualità effettiva rappresenta un tratto
costitutivo dell’efficacia del servizio ed è riconducibile agli effetti positivi, prodotti da alcune specifiche
iniziative organizzative sul processo di erogazione del servizio. L’analisi della qualità effettiva di un
servizio indica in che modo e in che misura un’organizzazione eroga servizi di qualità, che danno cioè
una risposta pronta, coerente ed esauriente alle richieste potenziali degli utenti e minimizza il disturbo,
il numero dei passaggi necessari, i disagi o gli imprevisti provocati da disservizi. L’approccio alla
qualità effettiva, individuato per la definizione degli standard di qualità, non è assimilabile né alla
valutazione della qualità dei processi di “produzione” che precedono l’erogazione del servizio finale, né
alla valutazione della qualità percepita dall’utente del servizio;

g) dimensioni della qualità: la qualità effettiva dei servizi è rappresentata ricorrendo a molteplici
dimensioni. Ai fini della definizione degli standard di qualità ne sono individuate quattro ritenute
essenziali: accessibilità, tempestività, trasparenza ed efficacia. Oltre queste i soggetti erogatori dei
servizi possono individuare ulteriori dimensioni, che contribuiscano a rappresentare in modo più
completo la qualità effettiva dello specifico servizio erogato. Ogni dimensione è misurata attraverso gli
indicatori;

h) indicatori di qualità e valore programmato: gli indicatori sono quantificazioni, misure o rapporti tra
misure in grado di rappresentare in modo valido, pertinente ed affidabile un certo fenomeno di
interesse (ad esempio una dimensione della qualità effettiva). Ad ogni indicatore è associato un
“valore programmato”. La definizione dell’indicatore e del valore programmato determina lo standard;

i) portatori di interessi (stakeholder): l’insieme dei soggetti, anche collettivi, interessati, direttamente o
indirettamente, al buon funzionamento e ai risultati del servizio pubblico.

2. IL PERCORSO METODOLOGICO PER L’INDIVIDUAZIONE DEGLI STANDARD DI QUALITA’

Va, a questo punto, chiarito il percorso occorrente alla definizione degli standard di qualità.

Sono evidenziati, in particolare, la sequenza delle fasi in cui si articola il processo, gli aspetti
metodologici e i nessi con l’impianto più in generale previsto dal dlg. n. 150/2009. La definizione delle
soluzioni organizzative (ossia i processi, le procedure, i sistemi di monitoraggio e controllo necessari)
è, invece, demandata alle scelte che ogni amministrazione deve compiere in base al proprio contesto
di riferimento.

2.1 La definizione della mappa dei servizi

La prima azione è l’esatta individuazione dei servizi erogati. Tale azione è propedeutica non solo alla
misurazione della qualità dei servizi pubblici, ma anche all’attivazione dell’intero impianto, previsto
dagli articoli 7 e 8 del dlg. n. 150/2009, in materia di “Sistemi di misurazione e valutazione della
performance”.

In sostanza l’amministrazione deve individuare i processi di propria pertinenza, che comportano come
risultato finale (output) l’erogazione di un servizio al pubblico. Per ogni tipologia individuata occorre
analizzare:
- le principali caratteristiche dei servizi erogati;

- le modalità di erogazione;

- la tipologia di utenza che usufruisce del servizio.

Tale analisi fornisce i dati e le informazioni necessarie per l’attuazione delle successive azioni
finalizzate all’elaborazione degli standard di qualità.

2.2 Le dimensioni della qualità

Ai fini dell’individuazione degli standard occorre, innanzitutto, definire le dimensioni rilevanti per
rappresentare la qualità effettiva dei servizi. Nella presente delibera ne sono individuate quattro, il cui
peso specifico deve essere valutato in relazione alla tipologia del servizio: l’accessibilità, la
tempestività, la trasparenza e l’efficacia.

Per ognuna delle dimensioni individuate viene di seguito riportata la definizione operativa:

a) Per accessibilità si intende la disponibilità e la diffusione di un insieme predefinito di informazioni


che consentono, a qualsiasi potenziale fruitore, di individuare agevolmente e in modo chiaro il luogo in
cui il servizio o la prestazione possono essere richiesti, nonché le modalità per fruirne direttamente e
nel minore tempo possibile. Ad esempio, l’accessibilità si persegue dotandosi di strutture fisiche e/o
virtuali e fornendo al pubblico, con mezzi appropriati, adeguate informazioni sulle modalità di fruizione
del servizio.

Ne sono sottodimensioni:

- l’accessibilità fisica: accessibilità a servizi/prestazioni erogati presso sedi/uffici dislocati sul territorio;

- l’accessibilità multicanale: accessibilità a servizi/prestazioni erogati ricorrendo a più canali di


comunicazione.

b) La tempestività è rappresentata dal tempo che intercorre dal momento della richiesta al momento
dell’erogazione del servizio o della prestazione. Una prestazione o un servizio è di qualità se il periodo
di tempo necessario all’erogazione è inferiore o uguale ad un limite temporale predefinito. Più
precisamente, un determinato servizio è erogato con la massima tempestività qualora esso sia
effettivamente erogato a ridosso del momento in cui la richiesta è espressa. La tempestività è, invece,
minima o nulla qualora l’erogazione del servizio previsto sia effettuata al limite od oltre un certo lasso
di tempo, fissato precedentemente, trascorso il quale, sempre convenzionalmente, si valuta che il
servizio – anche se successivamente erogato – non sia stato erogato tempestivamente.

c) La trasparenza è caratterizzata dalla disponibilità/diffusione di un insieme predefinito di informazioni


che consentono, a colui che richiede il servizio o la prestazione, di conoscere chiaramente a chi, come
e cosa richiedere e in quanto tempo ed eventualmente con quali spese poterlo ricevere. Ad esempio,
l’erogazione di un servizio è trasparente qualora siano resi noti, ai fruitori, utilizzando appropriati
strumenti comunicativi, aspetti come: i costi associati all’erogazione del servizio richiesto; chi è il
responsabile dell’ufficio o del procedimento che la richiesta consente di avviare e come entrare in
contatto con lo stesso; i tempi di conclusione del procedimento; il risultato atteso; in che modo esso
sarà messo a disposizione del richiedente e come potranno essere superati eventuali disservizi o
anomalie riscontrate.

d) L’efficacia è qualificabile come la rispondenza del servizio o della prestazione erogata a ciò che il
richiedente può aspettarsi dallo stesso. Una prestazione si ritiene efficace se è erogata in modo
formalmente corretto, è coerente con le aspettative fornite all’interessato al momento del contatto con
l’ufficio, al quale è stata presentata la richiesta, e quindi rispetta compiutamente l’esigenza espressa
dal richiedente medesimo. In particolare, ne costituiscono sotto-dimensioni rilevanti la:

- conformità: è la corrispondenza del servizio o della prestazione erogata con le specifiche


regolamentate o formalmente previste nelle procedure standard dell’ufficio (ad esempio, l’ammontare
di una prestazione previdenziale o assistenziale deve essere esattamente calcolata, secondo quanto è
previsto nelle norme di riferimento, entro i tempi e con gli effetti previsti);

- affidabilità: concerne la coerenza del servizio o della prestazione erogata con le specifiche
programmate o dichiarate al cliente/fruitore (ad esempio, se è richiesta una lista puntuale di analisi
cliniche, ci si aspetta che venga fornita una serie altrettanto puntuale di risultati o dati clinici, per altro
ottenuti, talvolta, secondo un protocollo diagnostico specificato ex ante);

- compiutezza: riguarda l’esaustività del servizio o della prestazione erogata rispetto alle esigenze finali
del cliente/fruitore (ad esempio, l’erogazione di un generico pagamento con un codice fiscale o un
codice IBAN, o con altro identificativo rilevante incoerente o errato).

Le amministrazioni possono integrare le dimensioni proposte con altre che più compiutamente
rappresentano la qualità effettiva.

2.3 Le modalità di individuazione ed elaborazione degli indicatori di qualità

La successiva azione consiste nell’elaborazione degli indicatori per la misurazione del livello di qualità
dei servizi erogati.

A tale fine, gli indicatori elaborati devono rappresentare compiutamente le dimensioni della qualità
effettiva. Dovrà essere individuato, in particolare, un adeguato numero di indicatori – almeno tre o
quattro per ciascuna dimensione- selezionati in modo da fornire informazioni distintive, rilevanti e tali
da rendere espliciti i livelli della qualità dei servizi e delle prestazioni erogate.

Per aversi indicatori appropriati, si deve tenere conto di sei requisiti che gli indicatori sulla qualità dei
servizi devono soddisfare:

1. Rilevanza: è rilevante un indicatore che si riferisce in modo coerente e pertinente alla dimensione
oggetto di misurazione.

2. Accuratezza: si riferisce al grado di approssimazione del valore fornito dall’indicatore al valore reale
(di solito sconosciuto) della dimensione osservata. Ai fini della valutazione dell’accuratezza è
importante che i dati siano confrontabili nel tempo, mantenendo costante il metodo di rilevazione.

3. Temporalità: è importante che gli indicatori siano prodotti con cadenze regolari e con puntualità, in
modo da risultare confrontabili in momenti successivi.
4. Fruibilità: riguarda la tempestività e la trasparenza con le quali le fonti originarie rendono disponibili
i dati e i metadati (le variabili in uso), comunicando pubblicamente sia che i dati sono disponibili, sia
come e dove ottenerli e con quali costi.

5. Interpretabilità: rappresenta la facilità di comprensione, di utilizzo e di analisi dei dati utilizzati nella
costruzione dell’indicatore, ivi compresa la disponibilità di informazioni sui vincoli di carattere
metodologico che ne limitano l’uso.

6. Coerenza: alcuni indicatori possono essere molto simili tra loro concettualmente o
metodologicamente. Il criterio di coerenza richiede che gli indicatori siano identici solo nel caso in cui
essi misurino, allo stesso modo, identiche proprietà dell’oggetto osservato e, viceversa, che le
denominazioni siano diverse qualora si riferiscano a proprietà differenti o a misure effettuate secondo
metodologie distinte.

2.4 Le modalità di definizione degli standard

Il passaggio successivo consiste nella definizione degli standard di qualità del servizio erogato, ossia il
livello di qualità che l’amministrazione si impegna a mantenere. Gli standard di qualità devono essere
definiti per ogni indicatore selezionato al fine di rappresentare e misurare le dimensioni della qualità
effettiva. Lo standard di qualità si basa sulla nozione di qualità effettiva dei servizi e si compone di due
elementi:

- un indicatore di qualità, così come definito nei paragrafi precedenti;

- un valore programmato, che rappresenta il livello di qualità da rispettare ogni volta che il servizio
viene erogato.

Per la definizione del valore programmato si devono verificare preliminarmente:

- le previsioni di termini fissati da leggi o regolamenti;

- gli standard di qualità già determinati all’interno della Carta dei Servizi o in altri provvedimenti
adottati in materia.

Il valore programmato, stabilito per l’elaborazione dello standard di qualità, non può essere
peggiorativo dei suddetti termini o degli standard determinati nella Carta dei servizi o in altri
provvedimenti adottati in materia.

Rispettando questi elementi di base, l’elaborazione del valore programmato deve basarsi sull’equilibrio
ottimale tra l’effettiva capacità dell’amministrazione di raggiungerli e la spinta verso l’incremento del
livello di qualità dei servizi erogati all’utenza. A tale fine sarà utile il ricorso a:

a) misure che consentano di seguire l’andamento dei fenomeni nel tempo e di confrontare i livelli di
qualità raggiunti in amministrazioni diverse;

b) l’attivazione, laddove possibile, di confronti sistematici (benchmarking) con altre amministrazioni.

Per assicurare la maggiore rispondenza possibile tra le scelte operate dall’amministrazione e gli
effettivi bisogni dell’utenza, vanno previste forme di coinvolgimento attivo dei “portatori di interesse”
(stakeholder) nella fase di definizione degli standard di qualità. Infine, è utile che l’amministrazione,
all’atto di definizione degli standard, indichi la struttura organizzativa interna deputata a ricevere la
diffida ai sensi dell’articolo 3, comma 1, del dlg. n. 198/2009.

L’articolo 1, comma 1, ultima parte, del dlg. n. 198/2009 prevede che gli standard siano definiti entro
le scadenze temporali di cui al dlg. n. 150/2009. A tal fine, viene in rilievo il termine del 31 gennaio
2011, previsto per l’adozione del Piano della performance, che contiene anche gli indicatori di
misurazione e valutazione (articolo 10, dlg. n. 150/2009). Ne consegue che ministeri ed enti pubblici
nazionali devono adottare gli standard entro la scadenza del 31 dicembre 2010, posta l’esigenza di
prevedere almeno un mese ai fini dell’adeguamento e inserimento degli standard nel Piano. Tale
termine appare, peraltro, sia ragionevole in considerazione dell’attività occorrente alla definizione degli
standard, sia coerente con la tempistica delineata dalla normativa vigente per gli altri adempimenti
collegati alla definizione di standard o di indicatori di qualità.

Le presenti linee guida valgono anche per le regioni e gli enti locali, in coerenza con le richiamate
scadenze temporali di cui al dlg. n. 150/2009 e attesa la previsione di cui all’art. 7 del dlg. n.
198/2009.

Resta fermo che, come già indicato nella delibera n. 1/2010 di questa Commissione, nelle more della
definizione degli standard o nel caso della loro mancata adozione tempestiva, trovano applicazione i
tempi di conclusione dei procedimenti stabiliti da leggi o regolamenti e gli obblighi e standard
contenuti in Carte di servizi o provvedimenti analoghi.

Gli standard definiti saranno poi soggetti a revisione annuale, sulla base del monitoraggio relativo
all’andamento dei risultati ottenuti nell’erogazione dei servizi.

La mancata definizione e adozione degli standard di qualità, nonché il loro mancato rispetto
nell’erogazione del servizio, possono, altresì, esporre l’amministrazione all’esperimento dei rimedi
ordinari previsti dalla legge a fronte dell’inadempimento della pubblica amministrazione e integrare la
fattispecie di cui al comma 1 dell’articolo 2 bis della legge 7 agosto 1990, n. 241, così come modificata
dalla legge 18 giugno 2009, n. 69.

2.5 La pubblicizzazione degli standard della qualità dei servizi

Gli standard della qualità dei servizi devono essere agevolmente accessibili agli utenti. In tal senso le
amministrazioni, in linea con i principi contenuti nell’articolo 11 del dlg. n. 150/2009 in materia di
trasparenza, devono pubblicare i dati sul sito istituzionale, nonché attivare tutte le altre azioni idonee
a garantire la trasparenza.

Gli utenti devono, in particolare, accedere alle informazioni e ai dati riguardanti il livello di qualità che
viene garantito per ogni standard al fine di verificarne il rispetto in relazione al servizio ricevuto o
richiesto ed eventualmente, in caso di violazione, agire in giudizio ai sensi dell’articolo 1 del dlg. n.
198/2009.

Analoga trasparenza deve essere garantita anche per le azioni di miglioramento che l’amministrazione
ha attuato o intende attuare per aumentare il livello di qualità dei servizi erogati.

Degli standard adottati verrà, altresì, data comunicazione a questa Commissione, anche al fine di
assicurare la conoscenza, il raffronto e la comparabilità tra standard ai fini della loro revisione.
La presente delibera ha efficacia immediata. La Commissione si riserva, anche sulla base delle
eventuali osservazioni e proposte, di procedere a eventuale riesame e integrazione della delibera
medesima.

Della presente delibera, pubblicata sul sito istituzionale della Commissione, verrà data notizia sulla
Gazzetta Ufficiale.

Roma, 24 giugno 2010

Il Presidente

Antonio Martone
Sanatoria catastale, ammesse le regolarizzazioni dopo la stipula

Agenzia del Territorio: possibile l’allineamento dei registri immobiliari a quelli catastali successivo alla
compravendita

14/07/2010 - Chiarimenti sul ruolo dei dati catastali per le compravendite e la costituzione di diritti
reali sugli immobili. L’Agenzia del Territorio con la circolare 2/2010 di venerdì scorso ha
semplificato l’interpretazione dell’articolo 19, comma 14 della manovra economica, generando
ripercussioni positive per la rivitalizzazione del mercato edile.

Allineamento dei dati catastali ai registri immobiliari

Secondo l’Agenzia è possibile allineare i registri immobiliari a quelli catastali anche dopo la stipula
del contratto di compravendita.

La planimetria catastale è considerata conforme allo stato di fatto anche in presenza di piccole
variazioni che non incidono sulla rendita.

Nel caso in cui i registri immobiliari non corrispondano a quelli catastali, gli interessati devono
attivarsi per la regolarizzazione prima della stipula attraverso una o più domande di voltura.
Analizzando la circolare 3/2002 emanata congiuntamente da Agenzia del Territorio e Agenzia delle
Entrate, emerge anche che i notai hanno l’obbligo di accertare e segnalare eventuali discordanze, che
possono essere regolarizzate anche dopo la stipula.

Secondo l’Agenzia del Territorio, gli identificativi catastali utili per la validità dei contratti per la
costituzione, il trasferimento o lo scioglimento di diritti reali sugli immobili sono sezione, foglio,
particella e subalterno. Non sono invece rilevanti indirizzo, piano, categoria, classe, consistenza e
rendita catastale.

E’ vietata la riproduzione parziale di questo documento, senza autorizzazione scritta della Tecno Piemonte S.p.a. 1
Tipologie di immobili coinvolte
Dal momento che la manovra si riferisce ai fabbricati esistenti e alle unità immobiliari urbane,
l’Agenzia del Territorio ha spiegato che la dichiarazione di conformità delle planimetria ai dati
catastali è necessaria solo per gli immobili iscritti al catasto edilizio urbano o per quelli soggetti
all’obbligo di dichiarazione.

Restano fuori da questo elenco le particelle censite al catasto terreni, i fabbricati rurali, gli edifici
diroccati non più abitabili, gli immobili iscritti come “in corso di costruzione”, i lastrici solari e le aree
urbane iscritte con la sola indicazione della superficie.

E’ vietata la riproduzione parziale di questo documento, senza autorizzazione scritta della Tecno Piemonte S.p.a. 2
Sanatoria catastale, procedure telematiche per le locazioni

Già disponibile il modello 69 in formato elettronico, dal 10 agosto on line il documento CDC

28/07/2010 - Nuovi chiarimenti dall’Agenzia delle Entrate per l’individuazione degli “immobili
fantasma” sconosciuti al Catasto. Il 23 luglio scorso è stato emanato il provvedimento direttoriale
con le nuove specifiche tecniche per la gestione globale degli adempimenti di legge.

Dal 10 agosto diventa possibile registrare on line contemporaneamente i contratti di locazione relativi
a più immobili con diversi valori catastali.

Si tratta di un’integrazione alle precedenti disposizioni, prevista dal provvedimento del 25 giugno
scorso, emanate dopo l’entrata in vigore del Decreto Legge 78/2010 recante la manovra per la
stabilizzazione finanziaria e la competitività economica.

Le procedure informatizzate riguarderanno quindi la registrazione dei contratti di affitto degli


immobili, con il pagamento delle imposte connesse, per i quali è necessario il modello 69, ma anche
la comunicazione dei dati catastali in caso di cessione, risoluzione o proroga dei contratti attraverso il
modello CDC.

I due documenti sono presenti sul sito dell’Agenzia delle Entrate. Per entrambi è stata predisposta la
trasmissione telematica, già disponibile con il modello 69, prevedendo un periodo transitorio per il
modello CDC.

La differenza dipende dal fatto che a differenza del modello 69, già esistente, che con il
provvedimento direttoriale ha subito solo un aggiornamento, il modello CDC costituisce une new
entry, che ha richiesto più tempo per la messa a punto della procedura informatica.

Fino al 10 agosto, quindi, i soggetti che cedono, prorogano o recedono da un contratto di locazione
possono continuare a presentare il documento in formato cartaceo. Il modello va consegnato
all’ufficio dell’Agenzia delle Entrate presso il quale è avvenuta la registrazione entro 20 giorni dal
versamento che attesta l’operazione.

E’ vietata la riproduzione parziale di questo documento, senza autorizzazione scritta della Tecno Piemonte S.p.a. 1
N. 01334/2010 REG.SEN.
N. 02194/2009 REG.RIC.

R E P U B B L I C A I T A L I A N A

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Puglia

(Sezione Prima)

ha pronunciato la presente
SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 2194 del 2009, proposto da G.E.
Transportation System s.p.a., in proprio e quale mandataria dell’a.t.i. costituita con
S.I.F.E.L. s.p.a., C.L.F. Costruzioni Linee Ferroviarie s.p.a., Tozzi Sud s.p.a.,
Valtellina s.p.a., Esim s.r.l. e Consorzio Ravennate delle Cooperative di Produzione
e Lavoro soc. coop., rappresentata e difesa dall’avv. Nino Matassa, con domicilio
eletto presso il suo studio in Bari, via Andrea da Bari, 35;
contro
Ferrovie del Sud Est e Servizi Automobilistici s.r.l., rappresentata e difesa dagli
avv.ti Luciano Ancora e Angelo Schiano, con domicilio eletto presso l’avv. Vittorio
Russi in Bari, corso Vittorio Emanuele, 60;
nei confronti di
Eredi Giuseppe Mercuri s.p.a., in proprio e quale mandataria dell’a.t.i. con Sirti
s.p.a. e Consorzio Armatori Ferroviari s.c.p.a., rappresentata e difesa dagli avv.ti
Vincenzo Caputi Jambrenghi, Enrico Follieri, Ernesto Sticchi Damiani, Nicola De
Marco e Fulvio Mastroviti, con domicilio eletto presso quest’ultimo in Bari, via
Quintino Sella, 40;
Site s.p.a., in proprio e quale mandataria dell’a.t.i. con Ducati Sistemi s.p.a., Balfour
Beatty Rail s.p.a. ed Armafer s.r.l., rappresentata e difesa dagli avv.ti Luigi Quinto,
Pietro Quinto e Luigi Mariano, con domicilio eletto presso l’avv. Daniele Damiani
in Bari, via Palmieri, 45/B;
per l'annullamento
previa sospensione dell'efficacia,
- del provvedimento di aggiudicazione definitiva, ove già intervenuto, della gara
indetta da Ferrovie del Sud Est e Servizi Automobilistici s.r.l. per l’affidamento
della progettazione esecutiva e dei lavori relativi ad interventi di trazione elettrica,
di segnalamento e di armamento lungo la rete da essa gestita;
- del provvedimento di aggiudicazione provvisoria adottato dalla commissione di
gara in data 22.9.2009;
- dei verbali e delle operazioni di gara compiute dalla commissione nel corso delle
sedute pubbliche e riservate, nei limiti e secondo la graduazione dell’interesse
specificato in ricorso;
- della nota del 6.10.2009, prot. n. SGC/611, non trasmessa alla ricorrente e
successivamente conosciuta, con la quale il dirigente del servizio gare e contratti ha
comunicato alle a.t.i. prima e seconda classificate che la verifica sulla
documentazione trasmessa comprovante il possesso dei requisiti ha avuto esito
positivo;
- ove occorra della nota prot. n. 1457 del 6.11.2009, a firma del responsabile del
procedimento;
Visto il ricorso con i relativi allegati;
Visti gli atti di costituzione in giudizio di Ferrovie del Sud Est e Servizi
Automobilistici s.r.l., di Eredi Giuseppe Mercuri s.p.a. e di Site s.p.a.;
Viste le memorie difensive ed i ricorsi incidentali;
Visti tutti gli atti della causa;
Relatore nell’udienza pubblica del giorno 24 febbraio 2010 il dott. Savio Picone e
uditi per le parti i difensori avv.ti Nino Matassa, Luciano Ancora, Vincenzo Caputi
Jambrenghi, Enrico Follieri, Ernesto Sticchi Damiani, Fulvio Mastroviti, Nicola
De Marco, Luigi Mariano e Luigi Quinto;
Ritenuto e considerato in fatto e diritto quanto segue.

FATTO
Con lettera d’invito del 3.10.2008, Ferrovie del Sud Est e Servizi Automobilistici
s.r.l. ha avviato la procedura ristretta per l’affidamento della progettazione
esecutiva e della realizzazione dei lavori relativi a interventi di trazione elettrica, di
segnalamento e di armamento lungo la rete da essa gestita.
L’a.t.i. G.E. Transportation System s.p.a., terza classificata, impugna gli atti di gara
e l’aggiudicazione in favore del raggruppamento temporaneo capeggiato da Eredi
Giuseppe Mercuri s.p.a., affidandosi a censure così riassumibili:
A) quanto alla mancata esclusione dell’aggiudicataria a.t.i. Eredi Giuseppe Mercuri
s.p.a.:
- violazione del paragrafo 2 della lettera d’invito e dell’art. 13 del capitolato
d’appalto, violazione dell’art. 97 della Costituzione e del principio di par condicio,
nonché eccesso di potere per violazione dell’autovincolo, in quanto l’aggiudicataria
avrebbe progettato la realizzazione di un nuovo “impianto ACEI” nella stazione di
Campi Salentina (anziché in quella di San Pancrazio Salentino), avrebbe omesso di
progettare l’adeguamento degli impianti già esistenti nelle stazioni di Novoli e
Nardò ed avrebbe offerto la fornitura di soli 43 R.C.E. (registratori cronologici di
eventi) in luogo dei 156 previsti, così disattendendo quanto previsto dal capitolato
d’appalto allegato alla lettera d’invito;
- violazione degli artt. 38 e 49 del d. lgs. n. 163 del 2006, dell’art. 4.1 – lett. c.1) del
disciplinare di gara ed eccesso di potere per difetto di istruttoria e di motivazione,
in quanto la mandante Sirti s.p.a. avrebbe espresso l’intento di avvalersi di
un’ausiliaria, la De Lieto Costruzioni Generali s.p.a., priva dei requisiti soggettivi di
partecipazione (per gravi irregolarità contributive e per recenti inadempienze in
pubbliche commesse);
- violazione dell’art. 5 – lett. d.5) del disciplinare di gara ed eccesso di potere per
difetto di istruttoria, difetto di motivazione, travisamento, contraddittorietà ed
illogicità, in quanto l’a.t.i. aggiudicataria avrebbe proposto un conduttore di sezione
maggiorata a 440 mmq, in luogo delle tipologie già utilizzate di 320 mmq o 200
mmq, così offrendo un variante peggiorativa che avrebbe dovuto comportarne
l’esclusione;
- violazione dell’art. 5 – lett. d.5) del disciplinare di gara, violazione del D.M. 5
novembre 2001 ed eccesso di potere per difetto di istruttoria e di motivazione, in
relazione alle sezioni stradali delle interferenze progettati dall’aggiudicataria;
B) quanto alla mancata esclusione della seconda classificata a.t.i. Site s.p.a.:
- violazione dell’art. 38 del d. lgs. n. 163 del 2006 e degli artt. 4.1 e 1.9 del
disciplinare, nonché violazione del principio di par condicio, in quanto la
commissione avrebbe illegittimamente consentito all’a.t.i. Site s.p.a. di integrare le
carenze documentali in ordine alla posizione del sig. Dario Caporaletti, in ordine ai
lavori svolti dalle imprese raggruppate ed in ordine al curriculum vitae del progettista
Piero Cappello;
- violazione degli artt. 37-ss del d. lgs. n. 163 del 2006 ed eccesso di potere per
violazione dei paragrafi 3.1 e 3.2 della lettera d’invito e degli artt. 4.1 – lett. c),
4.1.1. e 7 del disciplinare di gara, per la perdita di validità degli attestati di
qualificazione delle mandanti Armafer s.r.l. e Balfour Beatty Rail s.p.a. e per il
mancato possesso della qualificazione LIS 002 (classe 7) da parte della mandante
Ducati Sistemi s.p.a.;
- violazione dell’art. 5 – lett. d.5) del disciplinare di gara, violazione del D.M. 5
novembre 2001 ed eccesso di potere per difetto di istruttoria e di motivazione, in
relazione al progetto delle sezioni stradali delle interferenze;
- violazione degli artt. 1, 4.2.1, 4.2.2.3, 5 – lett. d.5), e 6.2 – lett. i) del disciplinare di
gara, nonché eccesso di potere per difetto di istruttoria e di motivazione,
travisamento dei presupposti e violazione del principio di par condicio, in quanto il
progetto dell’a.t.i. Site s.p.a. comporterebbe lo smantellamento degli attuali
impianti di segnalamento e la modifica del piano della linea ferroviaria, così
configurando una variante esorbitante rispetto alle previsioni della lex specialis;
C) quanto all’attribuzione dei punteggi da parte della commissione di gara:
- violazione dei parametri stabiliti dalla lettera d’invito e dal disciplinare ed eccesso
di potere per travisamento dei presupposti, difetto di istruttoria e di motivazione e
violazione del principio di par condicio, a causa dell’ingiusta sottovalutazione della
propria offerta tecnica sotto molteplici profili (con particolare riguardo al “sistema
DOTE” di telecomando e telecontrollo della trazione elettrica);
D) in subordine, quanto al regolare svolgimento delle operazioni di gara:
- violazione dell’art. 83 del d. lgs. n. 163 del 2006, violazione della lex specialis e dei
principi di buona andamento e par condicio, poiché la commissione giudicatrice
avrebbe illegittimamente stabilito, nelle sedute del 15.5.2009 e del 16.5.2009, nuovi
sub-criteri e sub-punteggi non previsti dal disciplinare di gara.
Si è costituita Ferrovie del Sud Est e Servizi Automobilistici s.r.l., replicando solo
ad alcune delle censure introdotte dalla ricorrente principale.
Si sono inoltre costituite le controinteressate Eredi Giuseppe Mercuri s.p.a. e Site
s.p.a., rispettivamente prima e seconda classificata, che hanno chiesto il rigetto del
gravame principale ed hanno proposto distinti ricorsi incidentali di analogo tenore,
entrambi tesi a dimostrare l’illegittima ammissione alla gara dell’a.t.i. ricorrente, per
i seguenti motivi:
- violazione degli artt. 48 e 232 del d. lgs. n. 163 del 2006 e della lettera d’invito, in
quanto la capogruppo G.E. Transportation System s.p.a. avrebbe perduto, a far
data dal 23.9.2009, la qualificazione LIS 002 (classe 7, importo illimitato);
- carenza di istruttoria e violazione della lex specialis, in quanto il sig. Franco Piccoli
avrebbe sottoscritto i documenti amministrativi per conto della mandante
S.I.F.E.L. s.p.a. senza averne i poteri;
- violazione dell’art. 38 del d. lgs. n. 163 del 2006 e della lex specialis ed eccesso di
potere per difetto di istruttoria e di motivazione, in relazione ai precedenti penali
riscontrati a carico dei sig.ri Mario Tozzi e Franco Tozzi, amministratori della
mandante Tozzi Sud s.p.a., nonché per omessa dichiarazione sulla situazione del
sig. Massimo Lo Rizzo, procuratore speciale della Tozzi Sud s.p.a.;
- violazione della lettera d’invito e dell’art. 37, comma 11, del d. lgs. n. 163 del
2006, in relazione alla dichiarazione di voler subappaltare talune lavorazioni, da
parte delle mandanti S.I.F.E.L. s.p.a. ed Esim s.r.l.;
- violazione della lex specialis, in relazione alla dichiarazione di subappalto della
mandante Consorzio Ravennate delle Cooperative di Produzione e Lavoro soc.
coop., nonché per carenze nella dichiarazione della consorziata società cooperativa
Internazionale.
Le parti hanno depositato ulteriori documenti e memorie difensive in vista della
pubblica udienza del 24 febbraio 2010, nella quale la causa è passata in decisione.
DIRITTO
1. Con lettera d’invito del 3.10.2008, Ferrovie del Sud Est e Servizi Automobilistici
s.r.l. ha indetto una procedura ristretta per l’affidamento della progettazione
esecutiva e della realizzazione dei lavori relativi a interventi di trazione elettrica, di
segnalamento e di armamento lungo la rete, da aggiudicarsi con il criterio
dell’offerta economicamente più vantaggiosa, per un importo complessivo pari a
euro 136.162.402,97 (diviso in sette lotti).
La ricorrente principale, terza classificata, impugna gli esiti della gara affidandosi in
via gradata a quattro ordini di censure, con cui contesta rispettivamente la mancata
esclusione dell’a.t.i. aggiudicataria, la mancata esclusione dell’a.t.i. seconda
classificata, l’ingiustizia dei punteggi attribuiti alle offerte tecniche e, in subordine,
l’illegittimità della procedura valutativa posta in essere dalla commissione.
2. Devono essere prioritariamente esaminati i ricorsi incidentali proposti da Eredi
Giuseppe Mercuri s.p.a. e Site s.p.a., poiché il loro eventuale accoglimento avrebbe
l’effetto di escludere la legittimazione della ricorrente a.t.i. G.E. Transportation
System s.p.a. (cfr. Cons. Stato, Ad. plen., 10 novembre 2008 n. 11).
Con il primo motivo, di contenuto sostanzialmente identico, le ricorrenti
incidentali affermano che il raggruppamento capeggiato da G.E. Transportation
System s.p.a. sarebbe stato priva di uno dei requisiti di capacità prescritti dalla lex
specialis, ossia la qualificazione LIS 002 – classe 7 (importo illimitato, oltre 8 milioni
di euro).
Il motivo è fondato.
Per quanto qui rileva, i paragrafi 2.2 e 2.5 della lettera d’invito hanno prescritto,
quale categoria prevalente subappaltabile nei limiti del 30%, la qualificazione LIS
002 – progettazione e realizzazione di impianti ACEI (sistema R.F.I. s.p.a.,
utilizzato dalla stazione appaltante ai sensi dell’art. 232, comma ottavo, del d. lgs. n.
163 del 2006), per l’importo di euro 24.259.837,99.
L’a.t.i. ricorrente principale ha previsto, al suo interno, l’assunzione da parte della
mandataria G.E. Transportation System s.p.a. dell’intera quota di lavorazioni
rientranti nella categoria LIS 002.
La controinteressata Eredi Giuseppe Mercuri s.p.a. ha tuttavia prodotto in giudizio
(cfr. docc. 6 e 7, depositati il 12.1.2010) copia degli aggiornamenti del “Sistema di
qualificazione delle imprese per la realizzazione degli impianti di segnalamento
ferroviario” di R.F.I. s.p.a., datati rispettivamente 23.9.2009 e 20.10.2009, dai quali
risulta la retrocessione di G.E. Transportation System s.p.a., per la categoria LIS
002, alla classe 4 (importo fino a 2,5 milioni di euro). Alle date indicate, la
procedura ristretta indetta da Ferrovie del Sud Est e Servizi Automobilistici s.r.l.
non si era ancora conclusa ed anzi era giunta proprio alla fase della verifica dei
requisiti di partecipazione in capo all’a.t.i. aggiudicataria provvisoria.
In senso contrario, la difesa della ricorrente ha depositato copia del certificato del
7.10.2009 proveniente da R.F.I. s.p.a. (cfr. doc.1, depositato il 12.2.2010),
attestante il possesso della qualificazione LIS 002 per la classe 7 (importo oltre 8
milioni di euro), con validità fino al 19.10.2009, ed ha affermato che la
momentanea perdita della qualifica nella classe 7 sarebbe dipesa dai ritardi del
sistema “telematico” adottato da R.F.I. s.p.a. per l’aggiornamento delle
qualificazioni, nonostante la tempestiva allegazione da parte della G.E.
Transportation System s.p.a. dei certificati di buona esecuzione dei lavori.
L’argomento non ha pregio. Vige infatti, in materia di accertamento dei requisiti di
ordine speciale per il conseguimento degli appalti di lavori pubblici, il principio
secondo cui le qualificazioni richieste dal bando debbono essere possedute dai
concorrenti non solo al momento della scadenza del termine per la presentazione
delle offerte, ma anche in ogni successiva fase del procedimento di evidenza
pubblica e per tutta la durata dell’appalto, senza soluzione di continuità (in questo
senso è l’avviso dell’Autorità di vigilanza sui contratti pubblici, con il parere 8
ottobre 2009 n. 99 e con il parere 9 ottobre 2008 n. 227, resi in relazione al
mancato esperimento della verifica triennale prevista, in materia di SOA, dall’art.
15-bis del D.P.R. n. 34 del 2000; in giurisprudenza, per l’affermazione del carattere
costitutivo della verifica triennale e del principio di necessaria continuità della
qualificazione, si veda per tutte TAR Campania, Salerno, sez. I, 6 febbraio 2007 n.
111).
Detto principio risponde ad esigenze di certezza e funzionalità del regime di
qualificazione obbligatoria, imperniato sul rilascio da parte degli organismi di
attestazione di certificati che costituiscono condizione necessaria e sufficiente per
l’idoneità ad eseguire lavori pubblici. Le stazioni appaltanti non possono essere
esposte all’alea della perdita e del successivo riacquisto in corso di gara, da parte
delle ditte offerenti, della qualificazione SOA. L’impresa che partecipa alla
procedura selettiva deve curarsi di possedere, dalla presentazione dell’offerta fino
all’eventuale fase di esecuzione dell’appalto, la qualificazione tecnico-economica
richiesta dal bando.
Siffatto principio deve senz’altro estendersi agli appalti rientranti nei settori
speciali, per i quali l’art. 232 del Codice dei contratti pubblici autorizza la creazione
di sistemi autonomi di qualificazione da parte degli enti aggiudicatori, essendo
identica la ratio che ne è alla base.
Nella fattispecie, il sistema adottato da R.F.I. s.p.a. (il cui avviso di istituzione è
stato pubblicato sulla G.U.U.E. del 16.4.2008) e recepito da Ferrovie del Sud Est e
Servizi Automobilistici s.r.l. per la gara su cui si controverte, mediante espressa
previsione contenuta nella lettera d’invito, si fonda su criteri e meccanismi affini a
quelli posti a base del sistema delle SOA.
Il regolamento approvato da R.F.I. s.p.a. prevede la verifica dei requisiti di capacità
tecnica e potenzialità produttiva (art. 10.3), previa allegazione da parte dell’impresa
interessata della documentazione comprovante, tra l’altro, la regolare esecuzione
dei lavori rientranti nelle categorie di specializzazione (art. 6.13). L’art. 14 del
regolamento disciplina compiutamente l’istituto della “dequalificazione”,
consistente nella riduzione delle classi d’importo per le categorie di
specializzazione oggetto dei lavori monitorati da R.F.I. s.p.a.: essa viene disposta
quando il soggetto consegua un peggioramento del valore dell’indice qualitativo,
non sia più in possesso di taluni requisiti di capacità tecnica, potenzialità produttiva
ed organizzazione, oppure abbia subito un peggioramento dei requisiti attinenti alla
condizione economico-finanziaria. La dequalificazione “… viene comunicata per
iscritto al soggetto interessato con l’indicazione dei motivi che l’hanno causata e dura fino a
quando tali motivi non saranno rimossi e comunque non oltre la data di naturale scadenza di
validità della qualificazione del soggetto interessato” (art. 14.7).
E’ onere dell’impresa comunicare tempestivamente a R.F.I. s.p.a. tutte le variazioni
dei propri requisiti tecnico-economici influenti ai fini della qualificazione (art.
15.1). L’impresa già qualificata può richiedere il rinnovo (prima della scadenza)
ovvero l’estensione della qualificazione ad altre classi d’importo con apposita
domanda, allegando la documentazione necessaria (art. 16.5). Nel caso in cui
l’istruttoria sulla richiesta di rinnovo si concluda dopo la scadenza della
qualificazione, il regolamento stabilisce espressamente che “… il soggetto interessato
risulterà non qualificato nel periodo intercorrente tra la data di scadenza della precedente
qualificazione e la data di inizio del nuovo periodo triennale di validità” (art. 16.3):
quest’ultima disposizione conferma l’efficacia ex nunc, non retroattiva, del
riconoscimento da parte di R.F.I. s.p.a. delle qualificazioni e delle relative classi
d’importo.
Non può pertanto essere accolta l’obiezione avanzata dalla difesa di parte
ricorrente, che fa presente di aver già trasmesso a R.F.I. s.p.a. le certificazioni
necessarie per la riqualificazione nella categoria LIS 002 – classe 7 (importo oltre 8
milioni di euro). E’ infatti provato che la G.E. Transportation System s.p.a. ha
subito, seppure transitoriamente, la dequalificazione nella classe 4 (importo fino a
2,5 milioni di euro), quantomeno alle date del 23.9.2009 e del 20.10.2009.
L’eventuale accoglimento dell’istanza di riqualificazione, da parte di R.F.I. s.p.a.,
non avrebbe effetto retroattivo e non sarebbe dunque utile a colmare il
temporaneo difetto di capacità tecnica verificatosi nel corso della gara. Ed in ogni
caso, nella fattispecie, la ricorrente principale non ha dimostrato in tempo utile di
aver ottenuto la riqualificazione nella classe 7, al momento del passaggio in
decisione della presente causa.
Deve pertanto convenirsi con quanto rilevato dalla difesa della controinteressata,
nel senso che la perdita di un requisito di partecipazione durante lo svolgimento
delle fasi intermedie della procedura di evidenza pubblica, ovvero al momento
dell’adozione dell’atto di aggiudicazione o della stipula del contratto, rappresenta
una circostanza preclusiva della possibilità di conseguire l’appalto.
Per quanto detto, il primo motivo di ricorso incidentale dedotto da Eredi
Giuseppe Mercuri s.p.a. e di Site s.p.a. è fondato e va accolto, con assorbimento
delle ulteriori censure.
3. L’accoglimento del ricorso incidentale fa sì che la ricorrente principale, che è
incorsa in una causa di esclusione, non possa più essere annoverati tra i
concorrenti alla gara e non possa conseguire non solo l’aggiudicazione, ma
neppure la ripetizione della gara.
Il ricorso principale diventa dunque improcedibile per sopravvenuto difetto di
legittimazione, poiché proposto da soggetti che non possono ottenere alcuna
utilità dal suo accoglimento (cfr., per tutte, Cons. Stato, Ad. plen., 10 novembre
2008 n. 11).
Le spese processuali, tenuto conto della novità e complessità delle questioni
trattate, possono essere integralmente compensate.
P.Q.M.
il Tribunale Amministrativo Regionale per la Puglia, sede di Bari, Prima Sezione,
accoglie il ricorso incidentale proposto da Eredi Giuseppe Mercuri s.p.a. e di Site
s.p.a. e dichiara improcedibile il ricorso principale.
Spese compensate.
Ordina che la presente sentenza sia eseguita dall’autorità amministrativa.
Così deciso in Bari nella camera di consiglio del giorno 24 febbraio 2010 con
l’intervento dei Signori:
Corrado Allegretta, Presidente
Doris Durante, Consigliere
Savio Picone, Referendario, Estensore

L'ESTENSORE IL PRESIDENTE

DEPOSITATA IN SEGRETERIA
Il 14/04/2010
(Art. 55, L. 27/4/1982, n. 186)
IL SEGRETARIO
Marcatura CE dei prodotti da costruzione (direttiva 89/106)
Norme armonizzate
15/07/2010
Norme in programma 474

Norme approvate
Approvate e citate in GUUE 389
Approvate e non ancora citate in GUUE 19
Approvate ma non ancora emanate 4
Totale 412

Progetti di norma che hanno completato la fase di Voto Formale


Progetti in attesa di Voting Report 0
Progetti con esito del voto negativo 6
Totale 6

Progetti di norma alla fase di Voto Formale


Progetti sottoposti al voto 4
Progetti in attesa di inizio della fase di voto 7
Totale 11

Progetti di norma prima della fase di Voto Formale


Progetti che hanno superato la fase di inchiesta CEN 21
Progetti sottoposti all'inchiesta CEN 8
Progetti in attesa di inizio della fase di inchiesta 0
Progetti non ancora pronti per l'inchiesta 16
Totale 45

Com. CE 2010/C 167/01


(GUUE n. C 167 - 25/06/2010) costruzioni@uni.com
Marcatura CE dei prodotti da costruzione (direttiva 89/106)
Norme armonizzate
15/07/2010

1) Per la marcatura CE è necessario verificare l’effettiva applicabilità di ciascun singolo Requisito Essenziale in funzione della specifica destinazione d’uso del prodotto, come indicato nell’appendice ZA della norma

M/ Mandato Norma EN Titolo Work Item Requisiti Sistema Data di entrata Data di Norma UNI Data pubb. Decreto nazionale n° data GURI Invio scheda a
Essenziali Attestazion in vigore come scadenza del di recepimento GURI MSE
secondo il e di norma periodo di
mandato Conformità armonizzata coesistenza
(inizio (inizio
marcatura CE marcatura CE
volontaria) obbligatoria)

M/100 M/100 Prodotti EN 1168 Prodotti prefabbricati di calcestruzzo - Lastre alveolari EN 1168:2005 1,2,5 2+ UNI EN 1168:2005 set-05 22/08/2006
prefabbricati di
calcestruzzo
M/100 EN 1168:2005 +A1:2008 1,2,5 2+ UNI EN 1168:2008 mag-08
M/100 EN 1168:2005 +A2:2009 1,2,5 2+ 01/12/09 01/12/10 UNI EN 1168:2009 apr-09
M/100 EN 1520 Componenti prefabbricati armati di calcestruzzo alleggerito con struttura EN 1520:2002 1,2,3,5,6 2+,4 01/09/03 01/09/04 UNI EN 1520:2004 gen-04
aperta
M/100 EN 1520:2002/AC:2003 1,2,3,5,6 2+,4 01/08/09 01/08/09 UNI EN 1520:2004 gen-04
M/100 EN 12737 Prodotti prefabbricati di calcestruzzo - Lastre per pavimentazioni di stalle EN 12737:2004 + A1:2007 1,2 2+ 01/01/09 01/01/10 UNI EN 12737:2008 gen-08
M/100 EN 12794 Prodotti prefabbricati di calcestruzzo - Pali di fondazione EN 12794:2005 1 2+ UNI EN 12794:2005 lug-05
M/100 EN 12794:2005 + A1:2007 1 2+ 01/02/08 01/02/09 UNI EN 12794:2007 ott-07
M/100 EN 12794:2005 +A1:2007/ 1,2 2+ 01/08/09 01/08/09 UNI EN 12794:2007 ott-07
AC:2008
M/100 EN 12839 Prodotti prefabbricati di calcestruzzo - Elementi per recinzioni EN 12839:2001 1 4 01/03/02 01/03/03 UNI EN 12839:2002 nov-02 01/08/2003
M/100 EN 12843 Prodotti prefabbricati di calcestruzzo - Antenne e pali EN 12843:2004 1 2+ 01/09/05 01/09/07 UNI EN 12843:2005 gen-05
M/100 EN 13224 Prodotti prefabbricati di calcestruzzo - Elementi nervati per solai EN 13224:2004 1,2 2+ UNI EN 13224:2008 mar-08 22/08/2006
M/100 EN 13224:2004/AC:2005 1,2 2+ UNI EN 13224:2008 mar-08
M/100 EN 13224:2004 + A1:2007 1,2 2+ 01/03/08 01/03/09 UNI EN 13224:2008 mar-08
M/100 EN 13225 Prodotti prefabbricati di calcestruzzo - Elementi strutturali lineari EN 13225:2004 1 2+ 01/09/05 01/09/07 UNI EN 13225:2005 gen-05 22/08/2006
M/100 EN 13225:2004 /AC:2006 1 2+ 01/01/08 01/01/08 in pubblicazione NO
M/100 EN 13693 Prodotti prefabbricati di calcestruzzo - Elementi speciali per coperture EN 13693:2004 1,2,5 2+ UNI EN 13693:2005 gen-05 22/08/2006
M/100 EN 13693:2004+ A1:2009 1,2,5 2+ 01/05/10 01/05/11 UNI EN 13693:2009 set-09
M/100 EN 13747 Prodotti prefabbricati di calcestruzzo - Lastre per solai EN 13747:2005 1,2,5 2+ UNI EN 13747:2005 ott-05 22/08/2006
M/100 EN 13747:2005 /AC:2006 1,2,5 2+ UNI EN 13747:2005 ott-05 NO
M/100 EN 13747:2005 + A1:2008 1,2,5 2+ 01/08/09 01/08/10 UNI EN 13747:2009 gen-09
M/100 EN 13747:2005 + A2:2010 1,2,5 2+ 01/01/11 01/01/11 UNI EN 13747:2010 apr-10
M/100 EN 13978-1 Prodotti prefabbricati di calcestruzzo - Garage prefabbricati di calcestruzzo EN 13978-1:2005 1,2,5 2+ 01/03/06 01/03/08 UNI EN 13978-1:2005 set-05 22/08/2006
Parte 1: Requisiti per garage di calcestruzzo armato realizzati con elementi
monolitici o composti da elementi singoli a tutta dimensione

M/100 EN 14843 Prodotti prefabbricati di calcestruzzo - Scale EN 14843:2007 1,2,4,5 2+ 01/01/08 01/01/09 UNI EN 14843:2007 set-07
M/100 EN 14844 Prodotti prefabbricati di calcestruzzo - Elementi scatolari EN 14844:2006 1 2+,4 UNI EN 14844:2006 dic-06
M/100 EN 14844:2006 + A1:2008 1 2+,4 01/08/09 01/08/10 UNI EN 14844:2009 gen-09
M/100 EN 14991 Prodotti prefabbricati di calcestruzzo - Elementi da fondazione EN 14991:2007 1 2+ 01/01/08 01/01/09 UNI EN 14991:2007 set-07
M/100 EN 14992 Prodotti prefabbricati di calcestruzzo - Elementi da parete EN 14992:2007 1,2,3,4,5 2+,4 01/01/08 01/05/10 UNI EN 14992:2007 set-07
M/100 EN 15037-1 Prodotti prefabbricati di calcestruzzo - Solai a travetti e blocchi - Parte 1: EN 15037-1:2008 1,2,5 2+ 01/01/10 01/01/11 UNI EN 15037-1:2008 set-08
Travetti
M/100 EN 15037-2 Precast concrete products - Beam-and- block floor systems - Part 2: EN 15037-2:2009 UNI EN 15037-2:2009 mag-09
Concrete blocks
M/100 EN 15037-3 Precast concrete products - Beam-and- block floor systems - Part 3: Clay EN 15037-3:2009 UNI EN 15037-3:2009 mag-09
blocks
M/100 EN 15037-4 Prodotti prefabbricati di calcestruzzo - Solai a travetti e blocchi - Parte 4: EN 15037-4:2010 1,2,5 2+ 01/11/10 01/11/11 UNI EN 15037-4:2010 feb-10
Blocchi di polistirene espanso
M/100 EN 15050 Prodotti prefabbricati di calcestruzzo - Elementi da ponte EN 15050:2007 1,2 2+ 01/02/08 01/02/09 UNI EN 15050:2007 set-07
M/100 EN 15258 Prodotti prefabbricati di calcestruzzo - Elementi per muri di sostegno EN 15258:2008 1,3 2+ 01/01/10 01/01/11 UNI EN 15258:2009 gen-09
M/100 EN 15435 Prodotti prefabbricati di calcestruzzo - Blocchi cassero di calcestruzzo EN 15435:2008 1,2,3,5,6 4 01/02/09 01/02/10 UNI EN 15435:2008 set-08
normale e alleggerito - Proprietà e prestazioni dei prodotti
M/100 EN 15498 Prodotti prefabbricati di calcestruzzo - Blocchi cassero di calcestruzzo con EN 15498:2008 1,2,3,5,6 4 01/02/09 01/02/10 UNI EN 15498:2008 set-08
trucioli di legno - Proprietà e prestazioni dei prodotti

Com. CE 2010/C 167/01


(GUUE n. C 167 - 25/06/2010) 1/30 costruzioni@uni.com
Marcatura CE dei prodotti da costruzione (direttiva 89/106)
Norme armonizzate
15/07/2010

1) Per la marcatura CE è necessario verificare l’effettiva applicabilità di ciascun singolo Requisito Essenziale in funzione della specifica destinazione d’uso del prodotto, come indicato nell’appendice ZA della norma

M/ Mandato Norma EN Titolo Work Item Requisiti Sistema Data di entrata Data di Norma UNI Data pubb. Decreto nazionale n° data GURI Invio scheda a
Essenziali Attestazion in vigore come scadenza del di recepimento GURI MSE
secondo il e di norma periodo di
mandato Conformità armonizzata coesistenza
(inizio (inizio
marcatura CE marcatura CE
volontaria) obbligatoria)

M/101 M/101 Porte, finestre e EN 179 Accessori per serramenti - Dispositivi per uscite di emergenza azionati EN 179:1997/ A1:2001 2 1 UNI EN 179:2002 ott-02 Decreto 5 marzo 67 21/03/2007 01/08/2003
relativi prodotti mediante maniglia a leva o piastra a spinta - Requisiti e metodi di prova 2007
M/101 EN 179:1997/ 2 1 UNI EN 179:2002 ott-02 Decreto 5 marzo 67 21/03/2007 NO
A1:2001/AC:2002 2007
M/101 EN 179:2008 2 1 01/01/09 01/01/10 UNI EN 179:2008 apr-08
M/101 EN 1125 Accessori per serramenti - Dispositivi antipanico per uscite di sicurezza EN 1125:1997/ A1:2001 2 1 UNI EN 1125:2002 ott-02 Decreto 5 marzo 67 21/03/2007 01/08/2003
azionati mediante una barra orizzontale - Requisiti e metodi di prova 2007
M/101 EN 1125:1997/ 2 1 UNI EN 1125:2002 ott-02 Decreto 5 marzo 67 21/03/2007 NO
A1:2001/AC:2002 2007
M/101 EN 1125:2008 2 1 01/01/09 01/01/10 UNI EN 1125:2008 apr-08
M/101 EN 1154 Accessori per serramenti - Dispositivi di chiusura controllata delle porte - EN 1154:1996 2 1 01/10/03 01/10/04 UNI EN 1154:1999 gen-99 Decreto 5 marzo 67 21/03/2007 23/03/2005
Requisiti e metodi di prova 2007
M/101 EN 1154:1996/ A1:2002 2 1 01/10/03 01/10/04 UNI EN 1154:2003 nov-03
M/101 EN 1154:1996/ 2 1 01/01/10 01/01/10 UNI EN 1154:2003 nov-03
A1:2002/AC:2006
M/101 EN 1155 Accessori per serramenti - Dispositivi elettromagnetici fermoporta per porte EN 1155:1997 2 1 01/10/03 01/10/04 UNI EN 1155:1998 nov-98 Decreto 5 marzo 67 21/03/2007 23/03/2005
girevoli - Requisiti e metodi di prova 2007
M/101 EN 1155:1997/ A1:2002 2 1 01/10/03 01/10/04 UNI EN 1155:2003 nov-03
M/101 EN 1155:1997/ 2 1 01/01/10 01/01/10 UNI EN 1155:2003 nov-03
A1:2002/AC:2006
M/101 EN 1158 Accessori per serramenti - Dispositivi per il coordinamento della sequenza EN 1158:1997 2 1 01/10/03 01/10/04 UNI EN 1158:2000 gen-00 Decreto 5 marzo 67 21/03/2007 23/03/2005
di chiusura delle porte - Requisiti e metodi di prova 2007
M/101 EN 1158:1997/ A1:2002 2 1 01/10/03 01/10/04 UNI EN 1158:2003 nov-03
M/101 EN 1158:1997/ A1:2002/ 2 1 01/06/06 01/06/06 UNI EN 1158:2003 nov-03 NO
AC:2006
M/101 EN 1935 Accessori per serramenti - Cerniere ad asse singolo - Requisiti e metodi di EN 1935:2002 2 1 01/10/02 01/12/03 UNI EN 1935:2004 gen-04 Decreto 5 marzo 67 21/03/2007 01/08/2003
prova 2007
M/101 EN 1935:2002 /AC:2003 2 1 01/01/07 01/01/07 UNI EN 1935:2004 gen-04 NO
M/101 EN 12209 Accessori per serramenti - Serrature e chiavistelli - Serrature azionate EN 12209:2003 2,3 1 01/12/04 01/06/06 UNI EN 12209:2005 mag-05 Decreto 5 marzo 67 21/03/2007 NO
meccanicamente, chiavistelli e piastre di bloccaggio - Requisiti e metodi di 2007
prova
M/101 EN 12209:2003/ AC:2005 2,3 1 01/06/06 01/06/06 UNI EN 12209:2005 mag-05 NO
M/101 EN 13241-1 Porte e cancelli industriali, commerciali e da garage - Norma di prodotto - EN 13241-1:2003 3,4,5,6 1,3 01/05/04 01/05/05 UNI EN 13241-1:2004 giu-04 24/04/2008
Parte 1: Prodotti senza caratteristiche di resistenza al fuoco o controllo del
fumo
M/101 EN 13561 Tende esterne - Requisiti prestazionali compresa la sicurezza EN 13561:2004 4 4 UNI EN 13561:2004 ott-04 27/03/2009
M/101 EN 13561:2004 + A1:2008 4 4 01/08/09 01/08/10 UNI EN 13561:2009 feb-09
M/101 EN 13633 Building hardware - Electrically controlled panic exit systems for prEN 13633
use on escape routes - Requirements and test methods
M/101 EN 13637 Building hardware - Electrically controlled exit systems for use prEN 13637
on escape routes - Requirements and test methods
M/101 EN 13659 Chiusure oscuranti - Requisiti prestazionali compresa la sicurezza EN 13659:2004 4 4 UNI EN 13659:2004 ott-04 27/03/2009
M/101 EN 13659:2004 + A1:2008 4 4 01/08/09 01/08/10 UNI EN 13659:2009 feb-09
M/101 EN 14351-1 Finestre e porte - Norma di prodotto, caratteristiche prestazionali - Parte 1: EN 14351-1:2006 3,4,5,6 1,3,4 01/02/07 01/02/10 UNI EN 14351-1:2006 lug-06 27/03/2009
Finestre e porte esterne pedonali senza caratteristiche di resistenza al
fuoco e/o di tenuta al fumo
EN 14351-1:2006+A1:2010 3,4,5,6 1,3,4 01/12/10 01/12/10 UNI EN 14351-1:2010 apr-10

Com. CE 2010/C 167/01


(GUUE n. C 167 - 25/06/2010) 2/30 costruzioni@uni.com
Marcatura CE dei prodotti da costruzione (direttiva 89/106)
Norme armonizzate
15/07/2010

1) Per la marcatura CE è necessario verificare l’effettiva applicabilità di ciascun singolo Requisito Essenziale in funzione della specifica destinazione d’uso del prodotto, come indicato nell’appendice ZA della norma

M/ Mandato Norma EN Titolo Work Item Requisiti Sistema Data di entrata Data di Norma UNI Data pubb. Decreto nazionale n° data GURI Invio scheda a
Essenziali Attestazion in vigore come scadenza del di recepimento GURI MSE
secondo il e di norma periodo di
mandato Conformità armonizzata coesistenza
(inizio (inizio
marcatura CE marcatura CE
volontaria) obbligatoria)

M/101 EN 15685 Building Hardware - Locks and latches - Multipoint locks and their locking prEN 15685
plates - Requirements and test methods
M/101 EN 15887 Building hardware - Uncontrolled Door Closing Devices for single action prEN 15887
doors - Requirements and test methods
M/102 M/102 Membrane EN 13707 Membrane flessibili per impermeabilizzazione - Membrane bituminose EN 13707:2004 2,3 1,2+,3,4 UNI EN 13707:2007 mar-07 20/11/2007
armate per l'impermeabilizzazione di coperture - Definizioni e caratteristiche

M/102 EN 13707:2004 /A1:2006 2,3 1,2+,3,4 UNI EN 13707:2007 mar-07 20/11/2007


M/102 EN 13707:2004+A2:2009 2,3 1,2+,3,4 01/04/10 01/10/10 UNI EN 13707:2009 ago-09
M/102 EN 13859-1 Membrane flessibili per impermeabilizzazione - Definizioni e caratteristiche EN 13859-1:2005 2,3 1,3,4 UNI EN 13859-1:2005 ago-05 27/03/2009
dei sottostrati - Parte 1: Sottostrati per coperture discontinue

M/102 EN 13859-1:2005 + A1:2008 2,3 1,3,4 01/08/09 01/08/10 UNI EN 13859-1:2009 gen-09

M/102 EN 13859-2 Membrane flessibili per impermeabilizzazione — Definizioni e EN 13859-2:2004 2,3 1,3,4 UNI EN 13859-2:2005 mar-05 27/03/2009
caratteristiche dei sottostrati — Parte 2: Sottostrati murari
M/102 EN 13859-2:2004 + A1:2008 2,3 1,3,4 01/08/09 01/08/10 UNI EN 13859-2:2009 gen-09

M/102 EN 13956 Membrane flessibili per impermeabilizzazione - Membrane di materiale EN 13956:2005 2,3 1,2+,3,4 01/07/06 01/07/07 UNI EN 13956:2006 feb-06
plastico e di gomma per l'impermeabilizzazione delle coperture - Definizioni
e caratteristiche
M/102 EN 13956:2005 /AC:2006 2,3 1,2+,3,4 01/01/07 01/01/07 UNI EN 13956:2006 feb-06 NO
M/102 EN 13967 Membrane flessibili per impermeabilizzazione - Membrane di materiale EN 13967:2004 2,3 1,2+,3,4 01/10/05 01/10/06 UNI EN 13967:2007 mar-07
plastico e di gomma impermeabili all'umidità incluse membrane di materiale
plastico e di gomma destinate ad impedire la risalita di umidità dal suolo -
Definizioni e caratteristiche
M/102 EN 13967:2004 /A1:2006 2,3 1,2+,3,4 01/01/08 01/01/09 UNI EN 13967:2007 mar-07
M/102 EN 13969 Membrane flessibili per impermeabilizzazione — Membrane bituminose EN 13969:2004 2,3 1,2+,3,4 01/09/05 01/09/06 UNI EN 13969:2007 mar-07 20/11/2007
destinate ad impedire la risalita di umidità dal suolo — Definizioni e
caratteristiche
M/102 EN 13969:2004 /A1:2006 2,3 1,2+,3,4 01/01/08 01/01/09 UNI EN 13969:2007 mar-07 20/11/2007
M/102 EN 13970 Membrane flessibili per impermeabilizzazione — Strati bituminosi per il EN 13970:2004 2,3 1,3,4 01/09/05 01/09/06 UNI EN 13970:2007 mar-07 20/11/2007
controllo del vapore — Definizioni e caratteristiche
M/102 EN 13970:2004 /A1:2006 2,3 1,3,4 01/01/08 01/01/09 UNI EN 13970:2007 mar-07 20/11/2007
M/102 EN 13984 Membrane flessibili per impermeabilizzazione — Strati di plastica e gomma EN 13984:2004 2,3 1,3,4 01/09/05 01/09/06 UNI EN 13984:2007 mar-07
per il controllo del vapore — Definizioni e caratteristiche
M/102 EN 13984:2004 /A1:2006 2,3 1,3,4 01/01/08 01/01/09 UNI EN 13984:2007 mar-07
M/102 EN 14909 Membrane flessibili per impermeabilizzazione - Membrane di materiale EN 14909:2006 2,3 1,3,4 01/02/07 01/02/08 UNI EN 14909:2006 ago-06
plastico e di gomma destinate ad impedire la risalita di umidità - Definizioni
e caratteristiche
M/102 EN 14967 Membrane flessibili per impermeabilizzazione - Membrane bituminose per EN 14967:2006 2,3 1,3,4 01/03/07 01/03/08 UNI EN 14967:2006 nov-06 27/03/2009
muratura destinate ad impedire la risalita di umidità - Definizioni e
caratteristiche
M/103 M/103 Prodotti per EN 13162 Isolanti termici per edilizia - Prodotti di lana minerale (MW) ottenuti in EN 13162:2001 2,3,5,6 1,3,4 UNI EN 13162:2003 giu-03 Decreto 5 marzo 66 20/03/2007 09/04/2004
l'isolamento termico fabbrica - Specificazione 2007
M/103 EN 13162:2001/ AC:2005 2,3,5,6 1,3,4 UNI EN 13162:2003 giu-03 NO
M/103 EN 13162:2008 2,3,5,6 1,3,4 01/09/09 01/09/10 UNI EN 13162:2009 feb-09
M/103 EN 13163 Isolanti termici per edilizia - Prodotti di polistirene espanso ottenuti in EN 13163:2001 2,3,5,6 1,3,4 UNI EN 13163:2003 giu-03 Decreto 5 marzo 66 20/03/2007 09/04/2004
fabbrica - Specificazione 2007

Com. CE 2010/C 167/01


(GUUE n. C 167 - 25/06/2010) 3/30 costruzioni@uni.com
Marcatura CE dei prodotti da costruzione (direttiva 89/106)
Norme armonizzate
15/07/2010

1) Per la marcatura CE è necessario verificare l’effettiva applicabilità di ciascun singolo Requisito Essenziale in funzione della specifica destinazione d’uso del prodotto, come indicato nell’appendice ZA della norma

M/ Mandato Norma EN Titolo Work Item Requisiti Sistema Data di entrata Data di Norma UNI Data pubb. Decreto nazionale n° data GURI Invio scheda a
Essenziali Attestazion in vigore come scadenza del di recepimento GURI MSE
secondo il e di norma periodo di
mandato Conformità armonizzata coesistenza
(inizio (inizio
marcatura CE marcatura CE
volontaria) obbligatoria)

M/103 EN 13163:2001/ AC:2005 2,3,5,6 1,3,4 UNI EN 13163:2003 giu-03 NO


M/103 EN 13163:2008 2,3,5,6 1,3,4 01/09/09 01/09/10 UNI EN 13163:2009 feb-09
M/103 EN 13164 Isolanti termici per edilizia - Prodotti di polistirene espanso estruso (XPS) EN 13164:2001 2,3,5,6 1,3,4 UNI EN 13164:2006 mar-06 Decreto 5 marzo 66 20/03/2007 09/04/2004
ottenuti in fabbrica - Specificazione 2007
M/103 EN 13164:2001 /A1:2004 2,3,5,6 1,3,4 UNI EN 13164:2006 mar-06 Decreto 5 marzo 66 20/03/2007 NO
2007
M/103 EN 13164:2001/ AC:2005 2,3,5,6 1,3,4 UNI EN 13164:2006 mar-06 NO
M/103 EN 13164:2008 2,3,5,6 1,3,4 01/09/09 01/09/10 UNI EN 13164:2009 feb-09
M/103 EN 13165 Isolanti termici per edilizia - Prodotti di poliuretano espanso rigido (PUR) EN 13165:2001 2,3,5,6 1,3,4 UNI EN 13165:2006 mar-06 Decreto 5 marzo 66 20/03/2007 09/04/2004
ottenuti in fabbrica – Specificazione 2007
M/103 EN 13165:2001 /A1:2004 2,3,5,6 1,3,4 UNI EN 13165:2006 mar-06 Decreto 5 marzo 66 20/03/2007 NO
2007
M/103 EN 13165:2001 /A2:2004 2,3,5,6 1,3,4 UNI EN 13165:2006 mar-06 NO
M/103 EN 13165:2001/ AC:2005 2,3,5,6 1,3,4 UNI EN 13165:2006 mar-06 NO
M/103 EN 13165:2008 2,3,5,6 1,3,4 01/09/09 01/09/10 UNI EN 13165:2009 feb-09
M/103 EN 13166 Isolanti termici per edilizia - Prodotti di resine fenoliche espanse ottenuti in EN 13166:2001 2,3,5,6 1,3,4 UNI EN 13166:2006 mar-06 Decreto 5 marzo 66 20/03/2007 09/04/2004
fabbrica – Specificazione 2007
M/103 EN 13166:2001 /A1:2004 2,3,5,6 1,3,4 UNI EN 13166:2006 mar-06 Decreto 5 marzo 66 20/03/2007 NO
2007
M/103 EN 13166:2001/ AC:2005 2,3,5,6 1,3,4 UNI EN 13166:2006 mar-06 NO
M/103 EN 13166:2008 2,3,5,6 1,3,4 01/09/09 01/09/10 UNI EN 13166:2009 mar-09
M/103 EN 13167 Isolanti termici per edilizia - Prodotti di vetro cellulare (CG) ottenuti in EN 13167:2001 2,3,5,6 1,3,4 UNI EN 13167:2006 mar-06 Decreto 5 marzo 66 20/03/2007 09/04/2004
fabbrica - Specificazione 2007
M/103 EN 13167:2001 /A1:2004 2,3,5,6 1,3,4 UNI EN 13167:2006 mar-06 Decreto 5 marzo 66 20/03/2007 NO
2007
M/103 EN 13167:2001/ AC:2005 2,3,5,6 1,3,4 UNI EN 13167:2006 mar-06 NO
M/103 EN 13167:2008 2,3,5,6 1,3,4 01/09/09 01/09/10 UNI EN 13167:2009 mar-09
M/103 EN 13168 Isolanti termici per edilizia - Prodotti di lana di legno (WW) ottenuti in EN 13168:2001 2,3,5,6 1,3,4 UNI EN 13168:2006 mar-06 Decreto 5 marzo 66 20/03/2007 09/04/2004
fabbrica - Specificazione 2007
M/103 EN 13168:2001 /A1:2004 2,3,5,6 1,3,4 UNI EN 13168:2006 mar-06 Decreto 5 marzo 66 20/03/2007 NO
2007
M/103 EN 13168:2001/ AC:2005 2,3,5,6 1,3,4 UNI EN 13168:2006 mar-06 NO
M/103 EN 13168:2008 2,3,5,6 1,3,4 01/09/09 01/09/10 UNI EN 13168:2009 mar-09
M/103 EN 13169 Isolanti termici per edilizia - Prodotti di perlite espansa (EPS) ottenuti in EN 13169:2001 2,3,5,6 1,3,4 UNI EN 13169:2006 mar-06 Decreto 5 marzo 66 20/03/2007 09/04/2004
fabbrica - Specificazione 2007
M/103 EN 13169:2001 /A1:2004 2,3,5,6 1,3,4 UNI EN 13169:2006 mar-06 Decreto 5 marzo 66 20/03/2007 NO
2007
M/103 EN 13169:2001/ AC:2005 2,3,5,6 1,3,4 UNI EN 13169:2006 mar-06 NO
M/103 EN 13169:2008 2,3,5,6 1,3,4 01/09/09 01/09/10 UNI EN 13169:2009 mar-09
M/103 EN 13170 Isolanti termici per edilizia - Prodotti di sughero espanso ottenuti in fabbrica EN 13170:2001 2,3,5,6 1,3,4 UNI EN 13170:2003 giu-03 Decreto 5 marzo 66 20/03/2007 09/04/2004
– Specificazione 2007
M/103 EN 13170:2001/ AC:2005 2,3,5,6 1,3,4 UNI EN 13170:2003 giu-03 NO
M/103 EN 13170:2008 2,3,5,6 1,3,4 01/09/09 01/09/10 UNI EN 13170:2009 mar-09
M/103 EN 13171 Isolanti termici per edilizia - Prodotti di fibre di legno (WF) ottenuti in EN 13171:2001 2,3,5,6 1,3,4 UNI EN 13171:2006 mar-06 Decreto 5 marzo 66 20/03/2007 09/04/2004
fabbrica – Specificazione 2007
M/103 EN 13171:2001 /A1:2004 2,3,5,6 1,3,4 UNI EN 13171:2006 mar-06 Decreto 5 marzo 66 20/03/2007 NO
2007
M/103 EN 13171:2001/ AC:2005 2,3,5,6 1,3,4 UNI EN 13171:2006 mar-06 NO
M/103 EN 13171:2008 2,3,5,6 1,3,4 01/09/09 01/09/10 UNI EN 13171:2009 mar-09

Com. CE 2010/C 167/01


(GUUE n. C 167 - 25/06/2010) 4/30 costruzioni@uni.com
Marcatura CE dei prodotti da costruzione (direttiva 89/106)
Norme armonizzate
15/07/2010

1) Per la marcatura CE è necessario verificare l’effettiva applicabilità di ciascun singolo Requisito Essenziale in funzione della specifica destinazione d’uso del prodotto, come indicato nell’appendice ZA della norma

M/ Mandato Norma EN Titolo Work Item Requisiti Sistema Data di entrata Data di Norma UNI Data pubb. Decreto nazionale n° data GURI Invio scheda a
Essenziali Attestazion in vigore come scadenza del di recepimento GURI MSE
secondo il e di norma periodo di
mandato Conformità armonizzata coesistenza
(inizio (inizio
marcatura CE marcatura CE
volontaria) obbligatoria)

M/103 EN 14063-1 Isolanti termici per edilizia - Prodotti di aggregati leggeri di argilla espansa EN 14063-1:2004 2,3,5,6 1,3,4 01/06/05 01/06/06 UNI EN 14063-1:2005 mar-05
realizzati in situ - Parte 1: Specifiche per i prodotti sfusi prima della messa
in opera
M/103 EN 14063-1:2004 /AC:2006 2,3,5,6 1,3,4 01/01/08 01/01/08 UNI EN 14063-1:2005 mar-05 NO

M/103 EN 14064-1 Isolanti termici per l'edilizia - Prodotti sfusi di lana minerale (MW) realizzati EN 14064-1:2010 2,3,5,6 1,3,4 01/12/10 01/12/11 UNI EN 14064-1:2010 apr-10
in sito - Parte 1: Specifiche per i prodotti sfusi prima dell'installazione

M/103 EN 14303 Isolanti termici per gli impianti degli edifici e per le installazioni industriali - EN 14303:2009 2,3,5,6 1,3,4 01/08/10 01/08/12 UNI EN 14303:2010 gen-10
Prodotti di lana minerale (MW) ottenuti in fabbrica - Specificazione
M/103 EN 14304 Isolanti termici per gli impianti degli edifici e per le installazioni industriali - EN 14304:2009 2,3,5,6 1,3,4 01/08/10 01/08/12 UNI EN 14304:2010 gen-10
Prodotti di espanso elastomerico flessibile (FEF) ottenuti in fabbrica -
Specificazione
M/103 EN 14305 Isolanti termici per gli impianti degli edifici e per le installazioni industriali - EN 14305:2009 2,3,5,6 1,3,4 01/08/10 01/08/12 UNI EN 14305:2010 gen-10
Prodotti di vetro cellulare (CG) ottenuti in fabbrica - Specificazione
M/103 EN 14306 Isolanti termici per gli impianti degli edifici e per le installazioni industriali - EN 14306:2009 2,3,5,6 1,3,4 01/08/10 01/08/12 UNI EN 14306:2010 gen-10
Prodotti di silicato di calcio (CS) ottenuti in fabbrica - Specificazione
M/103 EN 14307 Isolanti termici per gli impianti degli edifici e per le installazioni industriali - EN 14307:2009 2,3,5,6 1,3,4 01/08/10 01/08/12 UNI EN 14307:2010 gen-10
Prodotti di polistirene espanso estruso (XPS) ottenuti in fabbrica -
Specificazione
M/103 EN 14308 Isolanti termici per gli impianti degli edifici e per le installazioni industriali - EN 14308:2009 2,3,5,6 1,3,4 01/08/10 01/08/12 UNI EN 14308:2010 gen-10
Prodotti di poliuretano espanso rigido (PUR) e di poliisocianurato espanso
(PIR) ottenuti in fabbrica - Specificazione
M/103 EN 14309 Isolanti termici per gli impianti degli edifici e per le installazioni industriali - EN 14309:2009 2,3,5,6 1,3,4 01/08/10 01/08/12 UNI EN 14309:2010 gen-10
Prodotti di polistirene espanso (EPS) ottenuti in fabbrica - Specificazione
M/103 EN 14313 Isolanti termici per gli impianti degli edifici e per le installazioni industriali - EN 14313:2009 2,3,5,6 1,3,4 01/08/10 01/08/12 UNI EN 14313:2010 gen-10
Prodotti di polietilene espanso (PEF) ottenuti in fabbrica - Specificazione
M/103 EN 14314 Isolanti termici per gli impianti degli edifici e per le installazioni industriali - EN 14314:2009 2,3,5,6 1,3,4 01/08/10 01/08/12 UNI EN 14314:2010 gen-10
Prodotti di resine fenoliche espanse (PF) ottenuti in fabbrica -
Specificazione
M/103 EN 14315-1 Thermal insulating products for buildings - In-situ formed sprayed rigid prEN 14315
polyurethane (PUR) and polyisocyanurate (PIR) foam products - Part 1:
Specification for the rigid foam spray system before installation
M/103 EN 14316-1 Isolanti termici per edilizia - Isolamento termico realizzato in sito con EN 14316-1:2004 2,3,5,6 1,3,4 01/06/05 01/06/06 UNI EN 14316-1:2005 mar-05
prodotti di perlite espansa (EP) - Parte 1: Specifiche per i prodotti legati e
sfusi prima della messa in opera
M/103 EN 14317-1 Isolanti termici per edilizia - Isolamento termico realizzato in sito con EN 14317-1:2004 2,3,6 3,4 01/06/05 01/06/06 UNI EN 14317-1:2005 mar-05
prodotti di vermiculite espansa (EV) - Parte 1: Specifiche per i prodotti legat
e sfusi prima della messa in opera
EN 14317-1:2007 2,3,6 3,4 UNI EN 14317-1:2007 lug-07

M/103 EN 14318-1 Thermal insulating products for buildings - In-situ formed dispensed rigid prEN 14318
polyurethane (PUR) and polyisocyanurate (PIR) foam products - Part 1:
Specification for the rigid foam dispensed system before installation

M/103 EN 14319-1 Thermal insulating products for building equipment and industrial prEN 14319
installations - In-situ formed dispensed rigid polyurethane (PUR) and
polyisocyanurate (PIR) foam products - Part 1: Specification for the rigid
foam dispensed system before installation

Com. CE 2010/C 167/01


(GUUE n. C 167 - 25/06/2010) 5/30 costruzioni@uni.com
Marcatura CE dei prodotti da costruzione (direttiva 89/106)
Norme armonizzate
15/07/2010

1) Per la marcatura CE è necessario verificare l’effettiva applicabilità di ciascun singolo Requisito Essenziale in funzione della specifica destinazione d’uso del prodotto, come indicato nell’appendice ZA della norma

M/ Mandato Norma EN Titolo Work Item Requisiti Sistema Data di entrata Data di Norma UNI Data pubb. Decreto nazionale n° data GURI Invio scheda a
Essenziali Attestazion in vigore come scadenza del di recepimento GURI MSE
secondo il e di norma periodo di
mandato Conformità armonizzata coesistenza
(inizio (inizio
marcatura CE marcatura CE
volontaria) obbligatoria)

M/103 EN 14320-1 Thermal insulating products for building equipment and industrial prEN 14320
installations - In-situ formed sprayed rigid polyurethane (PUR) and
polyisocyanurate (PIR) foam products - Part 1: Specification for the rigid
foam spray system before installation
M/103 EN 14933 Isolamento termico e prodotti leggeri di riempimento per applicazioni di EN 14933:2007 2,3,5,6 1,3,4 01/07/08 01/07/09 UNI EN 14933:2008 apr-08
ingegneria civile - Prodotti di polistirene espanso (EPS) ottenuti in fabbrica -
Specificazione
M/103 EN 14934 Isolamento termico e prodotti leggeri di riempimento per applicazioni di EN 14934:2007 2,3,5,6 1,3,4 01/07/08 01/07/09 UNI EN 14934:2008 apr-08
ingegneria civile - Prodotti di polistirene estruso (XPS) ottenuti in fabbrica -
Specificazione
M/103 EN 15101-1 Thermal insulation products for buildings - In-situ formed loose - fill prEN 15101-1
cellulose products - Part 1: Specification for the products before installation

M/103 EN 15599-1 Thermal insulation products for building equipment and industrial prEN 15599-1
installations - In-situ thermal insulation formed from expanded perlite (EP)
products - Part 1: Specification for bonded and loose-fill products before
installation
M/103 EN 15732 Light weight fill and thermal insulation products for civil engineering prEN 15732
applications (CEA) - Expanded clay lightweight aggregate products (LWA)

M/104 M/104 Appoggi strutturali EN 1337-3 Appoggi strutturali - Parte 3: Appoggi elastomerici EN 1337-3:2005 1 1,3 01/01/06 01/01/07 UNI EN 1337-3:2005 lug-05 Decreto 16
novembre 2009
M/104 EN 1337-4 Appoggi strutturali - Parte 4: Appoggi a rullo EN 1337-4:2004 1 1,3 01/02/05 01/02/06 UNI EN 1337-4:2004 ott-04 Decreto 16
novembre 2009
M/104 EN 1337-4:2004/ AC:2007 1 1,3 01/01/08 01/01/08 UNI EN 1337-4:2004 ott-04 Decreto 16 NO
novembre 2009
M/104 EN 1337-5 Appoggi strutturali - Parte 5: Appoggi a disco elastomerico EN 1337-5:2005 1 1,3 01/01/06 01/01/07 UNI EN 1337-5:2005 lug-05 Decreto 16
novembre 2009
M/104 EN 1337-6 Appoggi strutturali - Parte 6: Appoggi a contatto lineare EN 1337-6:2004 1 1,3 01/02/05 01/02/06 UNI EN 1337-6:2004 ott-04 Decreto 16
novembre 2009
M/104 EN 1337-7 Appoggi strutturali - Parte 7: Appoggi sferici e cilindri di PTFE EN 1337-7:2004 1 1,3 01/12/04 01/06/05 UNI EN 1337-7:2004 ago-04 Decreto 11 aprile 91 19/04/2007 01/08/2003
2007
M/104 EN 1337-8 Appoggi strutturali - Parte 8: Guide e ritegni EN 1337-8:2007 1 1,3 01/01/09 01/01/10 UNI EN 1337-8:2007 dic-07
M/105 M/105 Camini, condotti e EN 416-1 Apparecchi di riscaldamento a gas, a tubo radiante sospeso, con bruciatore EN 416-1:2009 3,4 2+, 4 01/12/09 01/12/10 UNI EN 416-1:2009 lug-09
prodotti specifici singolo per uso non domestico - Parte 1: Sicurezza
M/105 EN 621 Generatori d'aria calda a convezione forzata per il riscaldamento di EN 621:2009 1,2,3,4 2+,4 01/08/10 01/08/11 UNI EN 621:2010 gen-10
ambienti non domestici, alimentati a gas di portata termica riferita al potere
calorifico inferiore, non maggiore di 300 kW, senza ventilatore nel circuito d
combustione
M/105 EN 777-1 Tubi radianti a gas sospesi con bruciatori multipli per uso non domestico - EN 777-1:2009 3,4 2+, 4 01/11/09 01/11/10 UNI EN 777-1:2009 lug-09
Parte 1: Sistema D, sicurezza
M/105 EN 777-2 Tubi radianti a gas sospesi con bruciatori multipli per uso non domestico - EN 777-2:2009 3,4 2+, 4 01/11/09 01/11/10 UNI EN 777-2:2009 lug-'09
Parte 2: Sistema E, sicurezza
M/105 EN 777-3 Tubi radianti a gas sospesi con bruciatori multipli per uso non domestico - EN 777-3:2009 3,4 2+, 4 01/11/09 01/11/10 UNI EN 777-3:2009 lug-09
Parte 3: Sistema F, sicurezza
M/105 EN 777-4 Tubi radianti a gas sospesi con bruciatori multipli per uso non domestico - EN 777-4:2209 3,4 2+, 4 01/11/09 01/11/10 UNI EN 777-4:2009 lug-09
Parte4: Sistema H, sicurezza

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(GUUE n. C 167 - 25/06/2010) 6/30 costruzioni@uni.com
Marcatura CE dei prodotti da costruzione (direttiva 89/106)
Norme armonizzate
15/07/2010

1) Per la marcatura CE è necessario verificare l’effettiva applicabilità di ciascun singolo Requisito Essenziale in funzione della specifica destinazione d’uso del prodotto, come indicato nell’appendice ZA della norma

M/ Mandato Norma EN Titolo Work Item Requisiti Sistema Data di entrata Data di Norma UNI Data pubb. Decreto nazionale n° data GURI Invio scheda a
Essenziali Attestazion in vigore come scadenza del di recepimento GURI MSE
secondo il e di norma periodo di
mandato Conformità armonizzata coesistenza
(inizio (inizio
marcatura CE marcatura CE
volontaria) obbligatoria)

M/105 EN 778 Generatori di aria calda a convezione forzata per il riscaldamento di EN 778:2009 1,2,3,4 2-,4 01/08/10 01/08/11 UNI EN 778:2009 nov-09
ambienti domestici, alimentati a gas di portata termica riferita al potere
calorifico inferiore, non maggiore di 70 kW, senza ventilatore nel circuito di
combustione
M/105 EN 1020 Generatori di aria calda a convezione forzata per il riscaldamento di EN 1020:2009 1,2,3,4 2+,4 01/08/10 01/08/11 UNI EN 1020:2009 dic-09
ambienti non domestici, alimentati a gas di portata termica riferita al potere
calorifico inferiore, non maggiore di 300 kW, equipaggiati con ventilatore ne
circuito di combustione
M/105 EN 1319 Generatori di aria calda a convezione forzata alimentati a gas, per il EN 1319:2009 1,2,3,4 2+,4 01/10/10 01/10/11 UNI EN 1319:2010 feb-10
riscaldamento di ambienti domestici, equipaggiati con bruciatore munito di
ventilatore, con portata termica nominale riferita al potere calorifico inferiore
non maggiore di 70 kW
M/105 EN 1457 Camini - Condotti interni di terracotta/ceramica - Requisiti e metodi di prova EN 1457:1999 1,2,3,4 2+ 01/08/03 01/08/04 UNI EN 1457:2004 feb-04

M/105 EN 1457:1999/ A1:2002 1,2,3,4 2+ 01/08/03 01/08/04 UNI EN 1457:2004 feb-04


M/105 EN 1457:1999/ AC:2006 1,2,3,4 2+ 01/01/07 01/01/07 UNI EN 1457:2004 feb-04 NO
M/105 EN 1457:1999/ 1,2,3,4 2+ 01/01/08 01/01/08 UNI EN 1457:2004 feb-04 NO
A1:2002/AC:2007
M/105 EN 1457-1 Chimneys - Clay/ceramic flue liners - Part 1: Flue liners operating under dry prEN 1457-1
conditions - Requirements and test methods
M/105 EN 1457-2 Chimneys - Clay ceramic flue liners - Part 2: Flue liners operating under prEN 1457-2
wet conditions - Requirements and test methods
M/105 EN 1806 Camini - Blocchi di laterizio/ceramica per camini a parete singola - Requisiti EN 1806:2006 1,2,3,4 2+ 01/05/07 01/05/08 UNI EN 1806:2006 nov-06
e metodi di prova
M/105 EN 1856-1 Camini - Requisiti per camini metallici - Parte 1: Prodotti per sistemi di EN 1856-1:2003 1,2,3,4 2+,4 UNI EN 1856-1:2005 apr-05 22/08/2006
camini
M/105 EN 1856-1:2003 /A1:2006 1,2,3,4 2+,4 UNI EN 1856-1:2007 nov-07
M/105 EN 1856-1:2009 1,2,3,4 2+,4 01/03/10 01/03/11 UNI EN 1856-1:2009 nov-09
M/105 EN 1856-2 Camini - Requisiti per camini metallici - Parte 2: Condotti interni e canali da EN 1856-2:2004 1,2,3,4 2+ UNI EN 1856-2:2006 gen-06
fumo metallici
M/105 EN 1856-2:2009 1,2,3,4 2+ 01/03/10 01/03/11 UNI EN 1856-2:2009 nov-09
M/105 EN 1857 Camini - Componenti - Condotti fumari di calcestruzzo EN 1857:2003 1,2,3,4 2+ UNI EN 1857:2005 mag-05
M/105 EN 1857:2003/ AC:2005 1,2,3,4 2+ UNI EN 1857:2005 mag-05 NO
M/105 EN 1857:2003/ AC:2007 1,2,3,4 2+ UNI EN 1857:2005 mag-05 NO
M/105 EN 1857:2003 + A1:2008 1,2,3,4 2+ 01/01/09 01/01/10 UNI EN 1857:2008 lug-08
M/105 EN 1858 Camini - Componenti - Blocchi di calcestruzzo EN 1858:2003 1,2,3,4 2+ UNI EN 1858:2005 mag-05
M/105 EN 1858:2008 1,2,3,4 2+ 01/09/09 01/09/10 UNI EN 1858:2009 apr-09
M/105 EN 12446 Camini - Componenti - Elementi esterni di calcestruzzo EN 12446:2003 1,2,3,4 2+ 01/02/04 01/02/05 UNI EN 12446:2005 mag-05
M/105 EN 12446:2009 1,2,3,4 2+ in pubblicazione
M/105 EN 13063-1 Camini - Sistemi di camini con condotti di terracotta/ceramica - Parte 1: EN 13063-1:2005 1,2,3,4 2+ UNI EN 13063-1:2006 feb-06
Requisiti e metodi di prova per la resistenza al fuoco da fuliggine
M/105 EN 13063-1:2005 +A1:2007 1,2,3,4 2+ 01/05/08 01/05/09 UNI EN 13063-1:2007 nov-07

M/105 EN 13063-2 Camini - Sistemi di camini con condotti di terracotta/ceramica - Parte 2: EN 13063-2:2005 1,2,3,4 2+ UNI EN 13063-2:2005 set-05
Requisiti e metodi di prova in condizioni umide
M/105 EN 13063-2:2005 +A1:2007 1,2,3,4 2+ 01/05/08 01/05/09 UNI EN 13063-2:2007 nov-07

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Marcatura CE dei prodotti da costruzione (direttiva 89/106)
Norme armonizzate
15/07/2010

1) Per la marcatura CE è necessario verificare l’effettiva applicabilità di ciascun singolo Requisito Essenziale in funzione della specifica destinazione d’uso del prodotto, come indicato nell’appendice ZA della norma

M/ Mandato Norma EN Titolo Work Item Requisiti Sistema Data di entrata Data di Norma UNI Data pubb. Decreto nazionale n° data GURI Invio scheda a
Essenziali Attestazion in vigore come scadenza del di recepimento GURI MSE
secondo il e di norma periodo di
mandato Conformità armonizzata coesistenza
(inizio (inizio
marcatura CE marcatura CE
volontaria) obbligatoria)

M/105 EN 13063-3 Camini - Sistemi camino con condotti interni di terracotta/ceramica - Parte EN 13063-3:2007 1,2,3,4 2+ 01/05/08 01/05/09 UNI EN 13063-3:2007 nov-07
3: Requisiti e metodi di prova per sistemi camino a flusso bilanciato

M/105 EN 13069 Camini - Rivestimenti esterni in terracotta/ceramica per camini sistema - EN 13069:2005 1,2,3,4 2+ 01/05/06 01/05/07 UNI EN 13069:2005 set-05 22/08/2006
Requisiti e metodi di prova
M/105 EN 13084-5 Camini strutturalmente indipendenti - Parte 5: Materiali per condotti interni EN 13084-5:2005 1,2,3,4 2+ 01/04/06 01/04/07 UNI EN 13084-5:2005 set-05 22/08/2006
di mattoni - Specifiche di prodotto
M/105 EN 13084-5:2005 /AC:2006 1,2,3,4 2+ 01/01/07 01/01/07 UNI EN 13084-5:2005 set-05 NO

M/105 EN 13084-7 Camini strutturalmente indipendenti - Parte 7: Specifiche di prodotto EN 13084-7:2005 1,2,3,4 2+ 01/08/06 01/08/07 UNI EN 13084-7:2006 gen-06
applicabili ad elementi cilindrici di acciaio da utilizzare per camini di acciaio
a parete singola e per pareti interne di acciaio
M/105 EN 13084-7:2005/ AC:2009 1,2,3,4 2+ 01/08/09 01/08/09 UNI EN 13084-7:2006 gen-06

M/105 EN 13502 Camini - Requisiti e metodi di prova per terminali di terracotta/ceramica EN 13502:2002 3 4 01/08/03 01/08/04 UNI EN 13502:2004 mar-04 22/08/2006
M/105 EN 14471 Camini - Sistemi di camini con condotti interni di plastica - Requisiti e EN 14471:2005 1,2,3,4 1,2+,3,4 01/06/06 01/06/07 UNI EN 14471:2005 nov-05
metodi di prova
M/105 EN 14989-1 Camini - Requisiti e metodi di prova per camini metallici e condotti di EN 14989-1:2007 2,3,4 2+ 01/01/08 01/01/09 UNI EN 14989-1:2007 giu-07
adduzione aria di qualsiasi materiale per apparecchi di riscaldamento a
tenuta stagna - Parte 1: Terminali verticali aria/fumi per apparecchi di tipo
C6
M/105 EN 14989-2 Camini - Requisiti e metodi di prova per camini metallici e condotti di EN 14989-2:2007 2,3,4 2+ 01/01/09 01/01/10 UNI EN 14989-2:2008 apr-08
adduzione aria di qualsiasi materiale per apparecchi di riscaldamento a
tenuta stagna - Parte 2: Condotti per fumi e aria comburente per apparecch
a tenuta stagna
M/106 M/106 Prodotti di gesso EN 520 Lastre di gesso - Definizioni, specificazioni e metodi di prova EN 520:2004 1,2,3,4,5,6 3,4 UNI EN 520:2005 mag-05 NO
(nessuna risposta
da OT
competente)
M/106 EN 520:2004/A1:2009 1,2,3,4,5,6 3,4 01/06/10 01/12/10 UNI EN 520:2009 ott-09
M/106 EN 12859 Blocchi di gesso - Definizioni, requisiti e metodi di prova EN 12859:2001 2,5,6 3,4 UNI EN 12859:2002 ott-02 NO
(nessuna risposta
da OT
competente)
M/106 EN 12859:2001/ A1:2004 2,5,6 3,4 UNI EN 12859:2008 feb-08 NO
(nessuna risposta
da OT
competente)
M/106 EN 12859:2008 2,5,6 3,4 01/01/09 01/01/10 UNI EN 12859:2008 set-08
M/106 EN 12860 Adesivi a base di gesso per blocchi di gesso - Definizioni, requisiti e metodi EN 12860:2001 2 3,4 01/04/02 01/04/03 UNI EN 12860:2002 nov-02 NO
di prova (nessuna risposta
da OT
competente)
M/106 EN 12860:2001/AC:2002 2,3 3,4 01/01/10 01/01/10 UNI EN 12860:2002 nov-02
M/106 EN 13279-1 Leganti e intonaci a base di gesso - Parte 1: Definizioni e requisiti EN 13279-1:2005 2,5,6 3,4 UNI EN 13279-1:2006 gen-06 NO
(nessuna risposta
da OT
competente)
M/106 EN 13279-1:2008 2,5,6 3,4 01/10/09 01/10/10 UNI EN 13279-1:2008 dic-08

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Marcatura CE dei prodotti da costruzione (direttiva 89/106)
Norme armonizzate
15/07/2010

1) Per la marcatura CE è necessario verificare l’effettiva applicabilità di ciascun singolo Requisito Essenziale in funzione della specifica destinazione d’uso del prodotto, come indicato nell’appendice ZA della norma

M/ Mandato Norma EN Titolo Work Item Requisiti Sistema Data di entrata Data di Norma UNI Data pubb. Decreto nazionale n° data GURI Invio scheda a
Essenziali Attestazion in vigore come scadenza del di recepimento GURI MSE
secondo il e di norma periodo di
mandato Conformità armonizzata coesistenza
(inizio (inizio
marcatura CE marcatura CE
volontaria) obbligatoria)

M/106 EN 13658-1 Profili metallici - Definizioni, requisiti e metodi di prova - Parte 1: Intonaci EN 13658-1:2005 2 3,4 01/03/06 01/03/07 UNI EN 13658-1:2005 nov-05 NO
interni (nessuna risposta
da OT
competente)
M/106 EN 13658-2 Profili metallici - Definizioni, requisiti e metodi di prova - Parte 2: Intonaci EN 13658-2:2005 2 3,4 01/03/06 01/03/07 UNI EN 13658-2:2005 nov-05 NO
esterni (nessuna risposta
da OT
competente)
M/106 EN 13815 Intonaco a base di gesso rinforzato con fibre - Definizioni, requisiti e metodi EN 13815:2006 2,3,4,5,6 1,3,4 01/06/07 01/06/08 UNI EN 13815:2007 mag-07 NO
di prova (nessuna risposta
da OT
competente)
M/106 EN 13915 Pannelli prefabbricati di lastre di cartongesso con nido d'ape di cartone - EN 13915:2007 2,3,4,5,6 3,4 01/06/08 01/06/09 UNI EN 13915:2007 dic-07
Definizioni, requisiti e metodi di prova
M/106 EN 13950 Lastre di gesso rivestito accoppiate con pannelli isolanti termo/acustici - EN 13950:2005 2,3,4,5,6 3,4 01/09/06 01/09/07 UNI EN 13950:2006 feb-06 NO
Definizioni, requisiti e metodi di prova (nessuna risposta
da OT
competente)
M/106 EN 13963 Sigillanti per lastre di gesso rivestito - Definizioni, requisiti e metodi di prova EN 13963:2005 2,4 3,4 01/03/06 01/03/07 UNI EN 13963:2005 nov-05 NO
(nessuna risposta
da OT
competente)
M/106 EN 13963:2005 /AC:2006 2,4 3,4 01/01/07 01/01/07 UNI EN 13963:2005 nov-05 NO
M/106 EN 14190 Prodotti di trasformazione secondaria di lastre di gesso - Definizioni, EN 14190:2005 1,2,3,4,5,6 3,4 01/04/06 01/04/07 UNI EN 14190:2006 gen-06 NO
requisiti e metodi di prova (nessuna risposta
da OT
competente)
M/106 EN 14195 Componenti di intelaiature metalliche per sistemi a pannelli di gesso - EN 14195:2005 2,4 3,4 01/01/06 01/01/07 UNI EN 14195:2005 lug-05 NO
Definizioni, requisiti e metodi di prova (nessuna risposta
da OT
competente)
M/106 EN 14195:2006 /AC:2006 2,4 3,4 01/01/07 01/01/07 UNI EN 14195:2005 lug-05 NO
M/106 EN 14209 Cornici di gesso sagomate - Definizioni, requisiti e metodi di prova EN 14209:2005 2,4 3,4 01/09/06 01/09/07 UNI EN 14209:2006 feb-06 NO
(nessuna risposta
da OT
competente)
M/106 EN 14246 Elementi di gesso per controsoffitti - Definizioni, requisiti e metodi di prova EN 14246:2006 2,3,4,5,6 3,4 01/04/07 01/04/08 UNI EN 14246:2006 nov-06 NO
(nessuna risposta
da OT
competente)
M/106 EN 14246:2006/ AC:2007 2,3,4,5,6 3,4 01/01/08 01/01/08 UNI EN 14246:2006 nov-06 NO
M/106 EN 14353 Profili metallici per impiego con lastre di gesso - Definizioni, requisiti e EN 14353:2007 2,4 3,4 01/01/09 01/01/10 UNI EN 14353:2008 apr-08
metodi di prova
M/106 EN 14353:2007+A1:2010 2,4 3,4 01/11/10 01/11/10 UNI EN 14353:2010 feb-10
M/106 EN 14496 Adesivi a base di gesso per pannelli accoppiati termo/acustici e lastre di EN 14496:2005 1,2,3,4,5,6 3,4 01/09/06 01/09/07 UNI EN 14496:2006 feb-06 NO
gesso rivestite - Definizioni, requisiti e metodi di prova (nessuna risposta
da OT
competente)

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1) Per la marcatura CE è necessario verificare l’effettiva applicabilità di ciascun singolo Requisito Essenziale in funzione della specifica destinazione d’uso del prodotto, come indicato nell’appendice ZA della norma

M/ Mandato Norma EN Titolo Work Item Requisiti Sistema Data di entrata Data di Norma UNI Data pubb. Decreto nazionale n° data GURI Invio scheda a
Essenziali Attestazion in vigore come scadenza del di recepimento GURI MSE
secondo il e di norma periodo di
mandato Conformità armonizzata coesistenza
(inizio (inizio
marcatura CE marcatura CE
volontaria) obbligatoria)

M/106 EN 14566 Elementi di collegamento meccanici per sistemi a pannelli di gesso - EN 14566:2008 2,4 4 UNI EN 14566:2008 apr-08
Definizioni, requisiti e metodi di prova
EN 14566:2008+A1:2009 2,4 4 01/05/10 01/11/10 UNI EN 14566:2009 ott-09
M/106 EN 15283-1 Lastre di gesso rinforzate con fibre - Definizioni, requisiti e metodi di prova - EN 15283-1:2008 1,2,3,4,5,6 3,4 UNI EN 15283-1:2008 lug-08
Parte 1: Lastre di gesso rinforzate con rete
M/106 EN 15283-1:2008+A1:2009 1,2,3,4,5,6 3,4 01/06/10 01/06/11 UNI EN 15283-1:2009 ott-09

M/106 EN 15283-2 Lastre di gesso rinforzate con fibre - Definizioni, requisiti e metodi di prova - EN 15283-2:2008 1,2,3,4,5,6 3,4 UNI EN 15283-2:2008 lug-08
Parte 2: Lastre di gesso con fibre
M/106 EN 15283-2:2008+A1:2009 1,2,3,4,5,6 3,4 01/06/10 01/06/11 UNI EN 15283-1:2009 ott-09

M/107 M/107 Geotessili EN 13249 Geotessili e prodotti affini - Caratteristiche richieste per l'impiego nella EN 13249:2000 1,3,4 2+,4 01/10/01 01/10/02 UNI EN 13249:2005 set-05 Decreto 11 aprile 91 19/04/2007 01/08/2003
costruzione di strade e di altre aree soggette a traffico (escluse ferrovie e 2007
l'inclusione in conglomerati bituminosi)
M/107 EN 13249:2000/ A1:2005 1,3,4 2+,4 01/11/05 01/11/06 UNI EN 13249:2005 set-05
M/107 EN 13250 Geotessili e prodotti affini - Caratteristiche richieste per l'impiego nella EN 13250:2000 1,3,4 2+,4 01/10/01 01/10/02 UNI EN 13250:2005 set-05 Decreto 11 aprile 91 19/04/2007 01/08/2003
costruzione di ferrovie 2007
M/107 EN 13250:2000/ A1:2005 1,3,4 2+,4 01/06/06 01/06/07 UNI EN 13250:2005 set-05
M/107 EN 13251 Geotessili e prodotti affini - Caratteristiche richieste per l'impiego nelle EN 13251:2000 1,3,4 2+,4 01/10/01 01/10/02 UNI EN 13251:2005 set-05 Decreto 11 aprile 91 19/04/2007 01/08/2003
costruzioni di terra, nelle fondazioni e nelle strutture di sostegno 2007
M/107 EN 13251:2000/ A1:2005 1,3,4 2+,4 01/06/06 01/06/07 UNI EN 13251:2005 set-05
M/107 EN 13252 Geotessili e prodotti affini - Caratteristiche richieste per l'impiego nei sistem EN 13252:2000 1,3,4 2+,4 01/10/01 01/10/02 UNI EN 13252:2005 ago-05 Decreto 11 aprile 91 19/04/2007 01/08/2003
drenanti 2007
M/107 EN 13252:2000/ A1:2005 1,3,4 2+,4 01/06/06 01/06/07 UNI EN 13252:2005 ago-05
M/107 EN 13253 Geotessili e prodotti affini - Caratteristiche richieste per l'impiego nelle EN 13253:2000 1,3,4 2+,4 01/10/01 01/10/02 UNI EN 13253:2005 ott-05 Decreto 11 aprile 91 19/04/2007 01/08/2003
opere di controllo dell'erosione (protezione delle coste, rivestimenti di 2007
sponda)
M/107 EN 13253:2000/ A1:2005 1,3,4 2+,4 01/06/06 01/06/07 UNI EN 13253:2005 ott-05
M/107 EN 13254 Geotessili e prodotti affini - Caratteristiche richieste per l'impiego nella EN 13254:2000 1,3,4 2+,4 01/10/01 01/10/02 UNI EN 13254:2005 ago-05 Decreto 11 aprile 91 19/04/2007 01/08/2003
costruzione di bacini e dighe 2007
M/107 EN 13254:2000/ AC:2003 1,3,4 2+,4 01/06/06 01/06/06 UNI EN 13254:2005 ago-05 Decreto 11 aprile 91 19/04/2007 NO
2007
M/107 EN 13254:2000/ A1:2005 1,3,4 2+,4 01/06/06 01/06/07 UNI EN 13254:2005 ago-05
M/107 EN 13255 Geotessili e prodotti affini - Caratteristiche richieste per l'impiego nella EN 13255:2000 1,3,4 2+,4 01/10/01 01/10/02 UNI EN 13255:2005 ago-05 Decreto 11 aprile 91 19/04/2007 01/08/2003
costruzione di canali 2007
M/107 EN 13255:2000/ AC:2003 1,3,4 2+,4 01/06/06 01/06/06 UNI EN 13255:2005 ago-05 Decreto 11 aprile 91 19/04/2007 NO
2007
M/107 EN 13255:2000/ A1:2005 1,3,4 2+,4 01/06/06 01/06/07 UNI EN 13255:2005 ago-05
M/107 EN 13256 Geotessili e prodotti affini - Caratteristiche richieste per l'impiego nella EN 13256:2000 1,4 2+ 01/10/01 01/10/02 UNI EN 13256:2005 ott-05 Decreto 11 aprile 91 19/04/2007 01/08/2003
costruzione di gallerie e strutture in sotterraneo 2007
M/107 EN 13256:2000/ AC:2003 1,4 2+ 01/06/06 01/06/06 UNI EN 13256:2005 ott-05 Decreto 11 aprile 91 19/04/2007 NO
2007
M/107 EN 13256:2000/ A1:2005 1,4 2+ 01/06/06 01/06/07 UNI EN 13256:2005 ott-05
M/107 EN 13257 Geotessili e prodotti affini - Caratteristiche richieste per l'impiego in EN 13257:2000 1,3,4 2+,4 01/10/01 01/10/02 UNI EN 13257:2005 ago-05 Decreto 11 aprile 91 19/04/2007 01/08/2003
discariche per rifiuti solidi 2007
M/107 EN 13257:2000/ AC:2003 1,3,4 2+,4 01/06/06 01/06/06 UNI EN 13257:2005 ago-05 Decreto 11 aprile 91 19/04/2007 NO
2007
M/107 EN 13257:2000/ A1:2005 1,3,4 2+,4 01/06/06 01/06/07 UNI EN 13257:2005 ago-05

Com. CE 2010/C 167/01


(GUUE n. C 167 - 25/06/2010) 10/30 costruzioni@uni.com
Marcatura CE dei prodotti da costruzione (direttiva 89/106)
Norme armonizzate
15/07/2010

1) Per la marcatura CE è necessario verificare l’effettiva applicabilità di ciascun singolo Requisito Essenziale in funzione della specifica destinazione d’uso del prodotto, come indicato nell’appendice ZA della norma

M/ Mandato Norma EN Titolo Work Item Requisiti Sistema Data di entrata Data di Norma UNI Data pubb. Decreto nazionale n° data GURI Invio scheda a
Essenziali Attestazion in vigore come scadenza del di recepimento GURI MSE
secondo il e di norma periodo di
mandato Conformità armonizzata coesistenza
(inizio (inizio
marcatura CE marcatura CE
volontaria) obbligatoria)

M/107 EN 13265 Geotessili e prodotti affini - Caratteristiche richieste per l'impiego nei EN 13265:2000 1,3,4 2+ 01/10/01 01/10/02 UNI EN 13265:2005 set-05 Decreto 11 aprile 91 19/04/2007 01/08/2003
progetti di contenimento di rifiuti liquidi 2007
M/107 EN 13265:2000/ AC:2003 1,3,4 2+ 01/06/06 01/06/07 UNI EN 13265:2005 set-05 Decreto 11 aprile 91 19/04/2007 NO
2007
M/107 EN 13265:2000/ A1:2005 1,3,4 2+ 01/06/06 01/06/07 UNI EN 13265:2005 set-05
M/107 EN 13361 Geosintetici con funzione barriera - Caratteristiche richieste per l'impiego EN 13361:2004 1,3 2+ 01/09/05 01/09/06 UNI EN 13361:2005 nov-05 22/08/2006
nella costruzione di bacini e di dighe
M/107 EN 13361:2004 /A1:2006 1,3 2+ 01/06/07 01/06/08 UNI EN 13361:2008 mar-08
M/107 EN 13362 Geosintetici con funzione barriera - Caratteristiche richieste per l'impiego EN 13362:2005 1,3 2+ 01/02/06 01/02/07 UNI EN 13362:2005 nov-05 22/08/2006
nella costruzione di canali
M/107 EN 13491 Geosintetici con funzione barriera - Caratteristiche richieste per l'impiego EN 13491:2004 1,3 2+ 01/09/05 01/09/06 UNI EN 13491:2005 nov-05 22/08/2006
come barriere ai fluidi nella costruzione di gallerie e strutture in sotterraneo

M/107 EN 13491:2004 /A1:2006 1,3 2+ 01/06/07 01/06/08 UNI EN 13491:2008 feb-08


M/107 EN 13492 Geosintetici con funzione barriera - Caratteristiche richieste per l'impiego EN 13492:2004 1,3 2+ 01/09/05 01/09/06 UNI EN 13492:2005 nov-05 22/08/2006
nella costruzione di discariche per smaltimento, di opere di trasferimento o
di contenimento secondario di rifiuti liquidi
M/107 EN 13492:2004 /A1:2006 1,3 2+ 01/06/07 01/06/08 UNI EN 13492:2008 feb-08
M/107 EN 13493 Geosintetici con funzione barriera - Caratteristiche richieste per l'impiego EN 13493:2005 1,3 2+ 01/03/06 01/03/07 UNI EN 13493:2005 nov-05 22/08/2006
nella costruzione di discariche per accumulo e smaltimento di rifiuti solidi

M/107 EN 15381 Geosintetici e prodotti affini - Requisiti per l'impiego in pavimentazioni e EN 15381:2008 1,3,4 2+ 01/01/10 01/01/11 UNI EN 15381:2008 nov-08
strati di usura
M/107 EN 15382 Geosintetici con funzione barriera - Caratteristiche richieste per l'impiego in EN 15382:2008 1,3 2+ 01/01/10 01/01/11 UNI EN 15382:2008 nov-08
infrastrutture di trasporto
M/108 M/108 Facciate continue EN 13830 Facciate continue - Norma di prodotto EN 13830:2003 2,3,4,5,6 1,3 01/12/04 01/12/05 UNI EN 13830:2005 apr-05 22/11/2005
M/109 M/109 Sistemi di EN 54-2 Sistemi di rivelazione e di segnalazione d'incendio - Parte 2: Centrale di EN 54-2:1997 2,3 1 01/01/08 01/08/09 UNI EN 54-2:1999 mar-99 NO (opzione NPD
rivelazione, di controllo e segnalazione non prevista)
segnalazione e di lotta
all'incendio
M/109 EN 54-2:1997/ A1:2006 2,3 1 01/01/08 01/08/09 UNI EN 54-2:2007 mar-07 NO (opzione NPD
non prevista)

M/109 EN 54-2:1997/ AC:1999 2,3 1 01/01/08 01/01/08 UNI EN 54-2:2007 mar-07 NO (opzione NPD
non prevista)

M/109 EN 54-3 Sistemi di rivelazione e di segnalazione d'incendio - Parte 3: Dispositivi EN 54-3:2001 2,3 1 01/04/03 01/06/09 UNI EN 54-3:2002 ott-02 Decreto 5 marzo 66 20/03/2007 23/03/2005
sonori di allarme incendio 2007
M/109 EN 54-3:2001/A1:2002 2,3 1 01/04/03 30/06/05 UNI EN 54-3:2007 set-07
M/109 EN 54-3:2001/ A2:2006 2,3 1 01/03/07 01/06/09 UNI EN 54-3:2007 set-07 NO (opzione NPD
non prevista)

M/109 EN 54-4 Sistemi di rivelazione e di segnalazione d'incendio - Parte 4: EN 54-4:1997 2,3 1 01/10/03 01/08/09 UNI EN 54-4:1999 mar-99 Decreto 5 marzo 66 20/03/2007 23/03/2005
Apparecchiatura di alimentazione 2007
M/109 EN 54-4:1997/ A1:2002 2,3 1 01/10/03 01/08/09 UNI EN 54-4:2003 set-03
M/109 EN 54-4:1997/ A2:2006 2,3 1 01/06/07 01/08/09 UNI EN 54-4:2007 nov-07 NO (opzione NPD
non prevista)

Com. CE 2010/C 167/01


(GUUE n. C 167 - 25/06/2010) 11/30 costruzioni@uni.com
Marcatura CE dei prodotti da costruzione (direttiva 89/106)
Norme armonizzate
15/07/2010

1) Per la marcatura CE è necessario verificare l’effettiva applicabilità di ciascun singolo Requisito Essenziale in funzione della specifica destinazione d’uso del prodotto, come indicato nell’appendice ZA della norma

M/ Mandato Norma EN Titolo Work Item Requisiti Sistema Data di entrata Data di Norma UNI Data pubb. Decreto nazionale n° data GURI Invio scheda a
Essenziali Attestazion in vigore come scadenza del di recepimento GURI MSE
secondo il e di norma periodo di
mandato Conformità armonizzata coesistenza
(inizio (inizio
marcatura CE marcatura CE
volontaria) obbligatoria)

M/109 EN 54-4:1997/ AC:1999 2,3 1 01/06/05 01/06/05 UNI EN 54-4:2007 nov-07 NO (opzione NPD
non prevista)

M/109 EN 54-5 Sistemi di rivelazione e di segnalazione d'incendio - Parte 5: Rivelatori di EN 54-5:2000 2,3 1 01/04/03 30/06/05 UNI EN 54-5:2002 giu-02 Decreto 5 marzo 66 20/03/2007 22/08/2006
calore - Rivelatori puntiformi 2007
M/109 EN 54-5:2000/ A1:2002 2,3 1 01/04/03 30/06/05 UNI EN 54-5:2003 mar-03
M/109 EN 54-7 Sistemi di rivelazione e di segnalazione d'incendio - Parte 7: Rivelatori di EN 54-7:2000 2,3 1 01/04/03 01/08/09 UNI EN 54-7:2002 mar-02 Decreto 5 marzo 66 20/03/2007 23/03/2005
fumo - Rilevatori puntiformi funzionanti secondo il principio della diffusione 2007
della luce, della trasmissione della luce o della ionizzazione
M/109 EN 54-7:2000/ A1:2002 2,3 1 01/04/03 30/06/05 UNI EN 54-7:2003 mar-03
M/109 EN 54-7:2000/ A2:2006 2,3 1 01/05/07 01/08/09 UNI EN 54-7:2007 nov-07 NO (opzione NPD
non prevista)

M/109 EN 54-10 Sistemi di rivelazione e di segnalazione d'incendio - Parte 10: Rivelatori di EN 54-10:2002 2,3 1 01/09/06 01/09/08 UNI EN 54-10:2003 set-03 NO (opzione NPD
fiamma - Rivelatori puntiformi non prevista)

M/109 EN 54-10:2002/ A1:2005 2,3 1 01/09/06 01/09/08 UNI EN 54-10:2006 set-06 NO (opzione NPD
non prevista)

M/109 EN 54-11 Sistemi di rivelazione e di segnalazione d'incendio - Parte 11: Punti di EN 54-11:2001 2,3 1 01/09/06 01/09/08 UNI EN 54-11:2003 apr-03 NO (opzione NPD
allarme manuali non prevista)

M/109 EN 54-11:2001/ A1:2005 2,3 1 01/09/06 01/09/08 UNI EN 54-11:2006 set-06 NO (opzione NPD
non prevista)

M/109 EN 54-12 Sistemi di rivelazione e di segnalazione d'incendio - Parte 12: Rivelatori di EN 54-12:2002 2,3 1 01/10/03 31/12/05 UNI EN 54-12:2003 ott-03 Decreto 5 marzo 66 20/03/2007 23/03/2005
fumo - Rivelatori lineari che utilizzano un raggio ottico luminoso 2007
M/109 EN 54-16 Sistemi di rivelazione e di segnalazione d'incendio - Parte 16: EN 54-16:2008 2,3 1 01/01/09 01/04/11 UNI EN 54-16:2008 ago-08
Apparecchiatura di controllo e segnalazione per i sistemi di allarme vocale

M/109 EN 54-17 Sistemi di rivelazione e di segnalazione d'incendio - Parte 17: Isolatori di EN 54-17:2005 2,3 1 01/10/06 01/12/08 UNI EN 54-17:2006 gen-06 NO (opzione NPD
corto circuito non prevista)

M/109 EN 54-17:2005/ AC:2007 2,3 1 01/01/09 01/01/09 in pubblicazione


M/109 EN 54-18 Sistemi di rivelazione e di segnalazione d'incendio - Parte 18: Dispositivi di EN 54-18:2005 2,3 1 01/10/06 01/12/08 UNI EN 54-18:2006 feb-06 NO (opzione NPD
ingresso/uscita non prevista)

M/109 EN 54-18:2005 /AC:2007 2,3 1 01/01/08 01/01/08 UNI EN 54-18:2006 feb-06 NO (opzione NPD
non prevista)

M/109 EN 54-20 Sistemi di rivelazione e di segnalazione d'incendio - Parte 20: Rivelatori di EN 54-20:2006 2,3 1 01/04/07 01/07/09 UNI EN 54-20:2006 ott-06 NO (opzione NPD
fumo ad aspirazione non prevista)

M/109 EN 54-20:2006/ AC:2008 2,3 1 01/08/09 01/08/09 UNI EN 54-20:2006 ott-06


M/109 EN 54-21 Sistemi di rivelazione e di segnalazione d'incendio - Parte 21: EN 54-21:2006 2,3 1 01/03/07 01/06/09 UNI EN 54-21:2006 ott-06 NO (opzione NPD
Apparecchiature di trasmissione allarme e segnalazione remota di guasto e non prevista)
avvertimento
M/109 EN 54-22 Fire detection and fire alarm system - Part 22: Resettable line type heat prEN 54-22
detectors

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(GUUE n. C 167 - 25/06/2010) 12/30 costruzioni@uni.com
Marcatura CE dei prodotti da costruzione (direttiva 89/106)
Norme armonizzate
15/07/2010

1) Per la marcatura CE è necessario verificare l’effettiva applicabilità di ciascun singolo Requisito Essenziale in funzione della specifica destinazione d’uso del prodotto, come indicato nell’appendice ZA della norma

M/ Mandato Norma EN Titolo Work Item Requisiti Sistema Data di entrata Data di Norma UNI Data pubb. Decreto nazionale n° data GURI Invio scheda a
Essenziali Attestazion in vigore come scadenza del di recepimento GURI MSE
secondo il e di norma periodo di
mandato Conformità armonizzata coesistenza
(inizio (inizio
marcatura CE marcatura CE
volontaria) obbligatoria)

M/109 EN 54-23 Sistemi di rivelazione e di segnalazione d'incendio - Parte 23: Dispositivi EN 54-23:2010 2,3 1 01/12/10 01/03/13 UNI EN 54-23:2010 apr-10
visuali di allarme incendio
M/109 EN 54-24 Sistemi di rivelazione e di segnalazione d'incendio - Parte 24: Componenti EN 54-24:2008 2,3 1 01/01/09 01/04/11 UNI EN 54-24:2008 ago-08
di sistemi di allarme vocale - Altoparlanti
M/109 EN 54-25 Sistemi di rivelazione e di segnalazione d'incendio - Parte 25: Componenti EN 54-25:2008 2,3 1 01/01/09 01/04/11 UNI EN 54-25:2008 ago-08
che utilizzano collegamenti radio
M/109 EN 54-26 Fire detection and fire alarm systems - Part 26: Point fire detectors using prEN 54-26
carbon monoxide sensors
M/109 EN 54-27 Fire detection and fire alarm systems - Part 27: Duct smoke detectors prEN 54-27
M/109 EN 671-1 Sistemi fissi di estinzione incendi - Sistemi equipaggiati con tubazioni - EN 671-1:2001 2 1 01/02/02 01/04/04 UNI EN 671-1:2003 apr-03 Decreto 5 marzo 66 20/03/2007 23/03/2005
Parte 1: Naspi antincendio con tubazioni semirigide 2007
M/109 EN 671-1:2001 /AC:2002 2 1 01/01/07 01/01/07 UNI EN 671-1:2003 apr-03 Decreto 5 marzo 66 20/03/2007 NO (opzione NPD
2007 non prevista)

M/109 EN 671-2 Sistemi fissi di estinzione incendi - Sistemi equipaggiati con tubazioni - EN 671-2:2001 2 1 01/02/02 01/04/04 UNI EN 671-2:2003 apr-03 Decreto 5 marzo 66 20/03/2007 23/03/2005
Parte 2: Idranti a muro con tubazioni flessibili 2007
M/109 EN 671-2:2001 /A1:2004 2 1 01/03/07 01/03/08 UNI EN 671-2:2004 set-04 NO (opzione NPD
non prevista)

M/109 EN 12094-1 Sistemi fissi di lotta contro l'incendio - Componenti di impianti di estinzione EN 12094-1:2003 2 1 01/02/04 01/05/06 UNI EN 12094-1:2004 mag-04 Decreto 5 marzo 67 21/03/2007 23/03/2005
a gas - Parte 1: Requisiti e metodi di prova per dispositivi elettrici automatic 2007
di comando e gestione spegnimento e di ritardo
M/109 EN 12094-10 Sistemi fissi di lotta contro l'incendio - Componenti di impianti di estinzione EN 12094-10:2003 2 1 01/02/04 01/05/06 UNI EN 12094-10:2004 mag-04 Decreto 5 marzo 67 21/03/2007 23/03/2005
a gas - Parte 10: Requisiti e metodi di prova per manometri e pressostati 2007

M/109 EN 12094-11 Sistemi fissi di lotta contro l'incendio - Componenti di impianti di estinzione EN 12094-11:2003 2 1 01/01/04 01/09/05 UNI EN 12094-11:2004 mag-04 Decreto 5 marzo 67 21/03/2007 23/03/2005
a gas - Parte 11: Requisiti e metodi di prova per dispositivi di pesatura 2007
meccanici
M/109 EN 12094-12 Sistemi fissi di lotta contro l'incendio - Componenti di impianti di estinzione EN 12094-12:2003 2 1 01/01/04 01/09/05 UNI EN 12094-12:2004 mag-04 Decreto 5 marzo 67 21/03/2007 23/03/2005
a gas - Parte 12: Requisiti e metodi di prova per dispositivi di allarme 2007
pneumatici
M/109 EN 12094-13 Sistemi fissi di lotta contro l'incendio - Componenti di impianti di estinzione EN 12094-13:2001 2 1 01/01/02 01/04/04 UNI EN 12094-13:2002 nov-02 Decreto 5 marzo 67 21/03/2007 23/03/2005
a gas - Parte 13: Requisiti e metodi di prova per valvole di ritegno e valvole 2007
di non ritorno
M/109 EN 12094-13:2001/AC:2002 2 1 01/01/10 01/01/10 UNI EN 12094-13:2002 nov-02

M/109 EN 12094-2 Sistemi fissi di lotta contro l'incendio - Componenti di impianti di estinzione EN 12094-2:2003 2 1 01/02/04 01/05/06 UNI EN 12094-2:2004 apr-04 Decreto 5 marzo 67 21/03/2007 23/03/2005
a gas - Parte 2: Requisiti e metodi di prova per dispositivi non elettrici 2007
automatici di comando e gestione spegnimento e di ritardo
M/109 EN 12094-3 Sistemi fissi di lotta contro l'incendio - Componenti di impianti di estinzione EN 12094-3:2003 2 1 01/01/04 01/09/05 UNI EN 12094-3:2004 apr-04 Decreto 5 marzo 67 21/03/2007 23/03/2005
a gas - Parte 3: Requisiti e metodi di prova per dispositivi manuali di 2007
azionamento e di bloccaggio
M/109 EN 12094-4 Sistemi fissi di lotta contro l'incendio - Componenti di impianti di estinzione EN 12094-4:2004 2 1 01/05/05 01/08/07 UNI EN 12094-4:2004 dic-04 Decreto 5 marzo 67 21/03/2007 20/11/2007
a gas - Parte 4: Requisiti e metodi di prova per complesso valvola di scarica 2007
e rispettivi attuatori
M/109 EN 12094-5 Sistemi fissi di lotta contro l'incendio - Componenti di impianti di estinzione EN 12094-5:2000 2 1 UNI EN 12094-5:2004 mar-04 Decreto 5 marzo 67 21/03/2007 23/03/2005
a gas - Parte 5: Requisiti e metodi di prova per valvole direzionali e loro 2007
attuatori per sistemi a CO2 in alta e bassa pressione

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Marcatura CE dei prodotti da costruzione (direttiva 89/106)
Norme armonizzate
15/07/2010

1) Per la marcatura CE è necessario verificare l’effettiva applicabilità di ciascun singolo Requisito Essenziale in funzione della specifica destinazione d’uso del prodotto, come indicato nell’appendice ZA della norma

M/ Mandato Norma EN Titolo Work Item Requisiti Sistema Data di entrata Data di Norma UNI Data pubb. Decreto nazionale n° data GURI Invio scheda a
Essenziali Attestazion in vigore come scadenza del di recepimento GURI MSE
secondo il e di norma periodo di
mandato Conformità armonizzata coesistenza
(inizio (inizio
marcatura CE marcatura CE
volontaria) obbligatoria)

M/109 EN 12094-5:2006 2 1 01/02/07 01/05/09 UNI EN 12094-5:2006 nov-06 NO (opzione NPD


non prevista)

M/109 EN 12094-6 Sistemi fissi di lotta contro l'incendio - Componenti di impianti di estinzione EN 12094-6:2000 2 1 UNI EN 12094-6:2003 dic-03 Decreto 5 marzo 67 21/03/2007 23/03/2005
a gas - Parte 6: Requisiti e metodi di prova per dispositivi non elettrici di 2007
messa fuori servizio per sistemi a CO2
M/109 EN 12094-6:2006 2 1 01/02/07 01/05/09 UNI EN 12094-6:2006 nov-06 NO (opzione NPD
non prevista)

M/109 EN 12094-7 Sistemi fissi antincendio - Componenti per sistemi a CO2 - Parte 7: EN 12094-7:2000 2 1 01/10/01 01/04/04 UNI EN 12094-7:2005 set-05 Decreto 5 marzo 67 21/03/2007 23/03/2005
Requisiti e metodi di prova per gli ugelli 2007
M/109 EN 12094-7:2000 /A1:2005 2 1 01/11/05 01/11/06 UNI EN 12094-7:2005 set-05 NO (opzione NPD
non prevista)

M/109 EN 12094-8 Sistemi fissi di lotta contro l'incendio - Componenti di impianti di estinzione EN 12094-8:2006 2 1 01/02/07 01/05/09 UNI EN 12094-8:2006 nov-06 NO (opzione NPD
a gas - Parte 8: Requisiti e metodi di prova per raccordi non prevista)

M/109 EN 12094-9 Sistemi fissi di lotta contro l'incendio - Componenti di impianti di estinzione EN 12094-9:2003 2 1 01/01/04 01/09/05 UNI EN 12094-9:2004 mag-04 Decreto 5 marzo 67 21/03/2007 23/03/2005
a gas - Parte 9: Requisiti e metodi di prova per rivelatori di incendio speciali 2007

M/109 EN 12101-1 Sistemi per il controllo del fumo e del calore - Parte 1: Specifiche per le EN 12101-1:2005 2 1 01/06/06 01/09/08 UNI EN 12101-1:2006 lug-06 NO (opzione NPD
barriere antifumo non prevista)

M/109 EN 12101-1:2005 /A1:2006 2 1 01/12/06 01/09/08 UNI EN 12101-1:2006 lug-06 NO (opzione NPD
non prevista)

M/109 EN 12101-10 Sistemi per il controllo del fumo e del calore - Parte 10: Apparecchiature di EN 12101-10:2005 2 1 01/10/06 01/05/12 UNI EN 12101-10:2006 feb-06 NO (opzione NPD
alimentazione non prevista)

M/109 EN 12101-10:2005 /AC:2007 2 1 01/01/08 01/01/08 UNI EN 12101-10:2006 feb-06 NO (opzione NPD
non prevista)

M/109 EN 12101-2 Sistemi per il controllo di fumo e calore - Parte 2: Specifiche per gli EN 12101-2:2003 2 1 01/04/04 01/09/06 UNI EN 12101-2:2004 dic-04 Decreto 5 marzo 66 20/03/2007 23/03/2005
evacuatori naturali di fumo e calore 2007
M/109 EN 12101-3 Sistemi per il controllo di fumo e calore - Parte 3: Specifiche per gli EN 12101-3:2002 2 1 01/04/04 01/04/05 UNI EN 12101-3:2004 feb-04 Decreto 5 marzo 66 20/03/2007 NO (opzione NPD
evacuatori forzati di fumo e calore 2007 non prevista)

M/109 EN 12101-3:2002 /AC:2005 2 1 01/01/06 01/01/06 UNI EN 12101-3:2004 feb-04 NO (opzione NPD
non prevista)

M/109 EN 12101-6 Sistemi per il controllo di fumo e calore - Parte 6: Sistemi di controllo del EN 12101-6:2005 2 1 01/04/06 01/04/07 UNI EN 12101-6:2005 set-05 NO (opzione NPD
fumo per differenza di pressione - Kit non prevista)

M/109 EN 12101-6:2005 /AC:2006 2 1 01/01/07 01/01/07 UNI EN 12101-6:2005 set-05 NO (opzione NPD
non prevista)

M/109 EN 12101-7 Smoke and heat control systems - Part 7: Smoke duct sections prEN 12101-7
M/109 EN 12101-8 Smoke and heat control systems - Part 8: Smoke control dampers prEN 12101-8

Com. CE 2010/C 167/01


(GUUE n. C 167 - 25/06/2010) 14/30 costruzioni@uni.com
Marcatura CE dei prodotti da costruzione (direttiva 89/106)
Norme armonizzate
15/07/2010

1) Per la marcatura CE è necessario verificare l’effettiva applicabilità di ciascun singolo Requisito Essenziale in funzione della specifica destinazione d’uso del prodotto, come indicato nell’appendice ZA della norma

M/ Mandato Norma EN Titolo Work Item Requisiti Sistema Data di entrata Data di Norma UNI Data pubb. Decreto nazionale n° data GURI Invio scheda a
Essenziali Attestazion in vigore come scadenza del di recepimento GURI MSE
secondo il e di norma periodo di
mandato Conformità armonizzata coesistenza
(inizio (inizio
marcatura CE marcatura CE
volontaria) obbligatoria)

M/109 EN 12259-1 Installazioni fisse antincendio - Componenti per sistemi a sprinkler e a EN 12259-1:1999 + A1:2001 2 1 01/04/02 01/09/05 UNI EN 12259-1:2005 apr-05 Decreto 5 marzo 66 20/03/2007 23/03/2005
spruzzo d'acqua - Parte 1: Sprinklers 2007
M/109 EN 12259-1:1999 + 2 1 01/03/05 01/03/06 UNI EN 12259-1:2005 apr-05 NO (opzione NPD
A1:2001/A2:2004 non prevista)

M/109 EN 12259-1:1999 + 2 1 01/11/06 01/11/07 UNI EN 12259-1:2007 giu-07 NO (opzione NPD


A1:2001/A3:2006 non prevista)

M/109 EN 12259-2 Installazioni fisse antincendio - Componenti per sistemi a sprinkler e a EN 12259-2:1999 2 1 01/01/02 01/08/07 UNI EN 12259-2:2002 set-02 Decreto 5 marzo 66 20/03/2007 23/03/2005
spruzzo d'acqua - Parte 2: Valvole di allarme idraulico 2007
M109 EN 12259-2:1999 /A1:2001 2 1 01/01/02 01/08/07 UNI EN 12259-2:2002 set-02

M/109 EN 12259-2:1999 /AC:2002 2 1 01/06/05 01/06/05 UNI EN 12259-2:2002 set-02 NO (opzione NPD
non prevista)

M/109 EN 12259-2:1999 /A2:2005 2 1 01/09/06 01/08/07 UNI EN 12259-2:2006 lug-06 NO (opzione NPD
non prevista)

M/109 EN 12259-3 Installazioni fisse antincendio - Componenti per sistemi a sprinkler e a EN 12259-3:2000 2 1 01/01/02 01/08/07 UNI EN 12259-3:2002 lug-02 Decreto 5 marzo 66 20/03/2007 23/03/2005
spruzzo d'acqua - Parte 3: Valvole d'allarme a secco 2007
M/109 EN 12259-3:2000 /A1:2001 2 1 01/01/02 01/08/07 UNI EN 12259-3:2002 lug-02

M/109 EN 12259-3:2000 /A2:2005 2 1 01/09/06 01/08/07 UNI EN 12259-3:2006 lug-06 NO (opzione NPD
non prevista)

M/109 EN 12259-4 Installazioni fisse antincendio - Componenti per sistemi a sprinkler e a EN 12259-4:2000 2 1 01/01/02 01/04/04 UNI EN 12259-4:2002 lug-02 Decreto 5 marzo 66 20/03/2007 23/03/2005
spruzzo d'acqua - Parte 4: Allarmi a motore ad acqua 2007
M/109 EN 12259-4:2000 /A1:2001 2 1 01/01/02 01/04/04 UNI EN 12259-4:2002 lug-02

M/109 EN 12259-5 Installazioni fisse antincendio - Componenti per sistemi a sprinkler e a EN 12259-5:2002 2 1 01/07/03 01/09/05 UNI EN 12259-5:2003 giu-03 Decreto 5 marzo 66 20/03/2007 23/03/2005
spruzzo d'acqua - Parte 5: Indicatori di flusso 2007
M/109 EN 12259-8 Fire protection - Components for automatic sprinkler systems - Part 8: prEN 12259-8
Pressure switches
M/109 EN 12259-12 Fixed firefighting systems - Sprinkler and water spray systems - Part 12: prEN 12259-12
Sprinkler pumps
M/109 EN 14339 Idranti antincendio sottosuolo EN 14339:2005 2 1 01/05/06 01/05/07 UNI EN 14339:2006 mar-06 NO (opzione NPD
non prevista)

M/109 EN 14384 Idranti antincendio a colonna soprasuolo EN 14384:2005 2 1 01/05/06 01/05/07 UNI EN 14384:2006 mar-06 NO (opzione NPD
non prevista)

M/109 EN 14604 Rivelatori autonomi di fumo con avvisatore acustico EN 14604:2005 2 1 01/05/06 01/08/08 UNI EN 14604:2005 ott-05 NO (opzione NPD
non prevista)

M/109 EN 14604:2005/ AC:2008 2 1 01/08/09 01/08/09 UNI EN 14604:2005 ott-05


M/110 M/110 Apparecchi sanitari EN 997 Apparecchi sanitari - Vasi indipendenti e vasi abbinati a cassetta, con EN 997:2003 3,4,5 4 01/12/04 01/12/06 UNI EN 997:2007 mar-07 22/08/2006
sifone integrato
M/110 EN 997:2003 /A1:2006 3,4,5 4 01/01/08 01/01/09 UNI EN 997:2007 mar-07
M/110 EN 12764 Apparecchi sanitari - Specifica per bagni idromassaggio EN 12764:2004 3,4 4 UNI EN 12764:2005 apr-05 27/03/2009

Com. CE 2010/C 167/01


(GUUE n. C 167 - 25/06/2010) 15/30 costruzioni@uni.com
Marcatura CE dei prodotti da costruzione (direttiva 89/106)
Norme armonizzate
15/07/2010

1) Per la marcatura CE è necessario verificare l’effettiva applicabilità di ciascun singolo Requisito Essenziale in funzione della specifica destinazione d’uso del prodotto, come indicato nell’appendice ZA della norma

M/ Mandato Norma EN Titolo Work Item Requisiti Sistema Data di entrata Data di Norma UNI Data pubb. Decreto nazionale n° data GURI Invio scheda a
Essenziali Attestazion in vigore come scadenza del di recepimento GURI MSE
secondo il e di norma periodo di
mandato Conformità armonizzata coesistenza
(inizio (inizio
marcatura CE marcatura CE
volontaria) obbligatoria)

M/110 EN 12764:2004 + A1:2008 3,4 4 01/01/09 01/01/10 UNI EN 12764:2008 mag-08


M/110 EN 13310 Lavelli da cucina - Requisiti funzionali e metodi di prova EN 13310:2003 3,4 4 01/02/04 01/02/06 UNI EN 13310:2004 apr-04 22/08/2006
M/110 EN 13407 Orinatoi a parete - Requisiti funzionali e metodi di prova EN 13407:2006 3,4 4 01/01/08 01/01/09 UNI EN 13407:2007 gen-07
M/110 EN 14055 WC flushing cistern prEN 14055
M/110 EN 14296 Apparecchi sanitari - Lavabi a canale EN 14296:2005 3,4 4 01/03/06 01/03/08 UNI EN 14296:2005 ago-05 27/03/2009
M/110 EN 14428 Pareti doccia - Requisiti funzionali e metodi di prova EN 14428:2004 3,4 4 UNI EN 14428:2005 mar-05 27/03/2009
M/110 EN 14428:2004 + A1:2008 3,4 4 01/01/09 01/01/10 UNI EN 14428:2008 mag-08
M/110 EN 14516 Baths for domestic purposes EN 14516:2006 UNI EN 14516:2006 giu-06
M/110 EN 14516:2004 + A1:2008
M/110 EN 14527 Shower trays for domestic purposes EN 14527:2006 UNI EN 14527:2006 giu-06
M/110 EN 14527:2006 + A1:2008
M/110 EN 14528 Bidé - Requisiti funzionali e metodi di prova EN 14528:2005 3,4 4 UNI EN 14528:2008 gen-08 27/03/2009
M/110 EN 14688 Apparecchi sanitari - Lavabi - Requisiti funzionali e metodi di prova EN 14688:2006 3 4 01/01/08 01/01/09 UNI EN 14688:2007 feb-07
M/110 EN 14528:2007 3,4 4 01/01/08 01/01/09 UNI EN 14528:2008 gen-08 27/03/2009
M/111 M/111 Attrezzature EN 40-4 Pali per illuminazione pubblica - Parte 4: Requisiti per pali per illuminazione EN 40-4:2005 4 1 01/10/06 01/10/07 UNI EN 40-4:2006 nov-06
stradali di calcestruzzo armato e precompresso
M/111 EN 40-4:2005 /AC:2006 4 1 01/01/07 01/01/07 UNI EN 40-4:2006 nov-06 NO
M/111 EN 40-5 Pali per illuminazione pubblica - Parte 5: Specifiche per pali per EN 40-5:2002 4 1 01/02/03 01/02/05 UNI EN 40-5:2003 mag-03 23/03/2005
illuminazione pubblica di acciaio
M/111 EN 40-6 Pali per illuminazione pubblica - Parte 6: Requisiti per pali per illuminazione EN 40-6:2002 4 1 01/02/03 01/02/05 UNI EN 40-6:2004 gen-04
pubblica di alluminio
M/111 EN 40-7 Pali per illuminazione pubblica - Parte 7: Specifiche per pali per EN 40-7:2002 4 1 01/10/03 01/10/04 UNI EN 40-7:2008 gen-08
illuminazione pubblica di compositi polimerici fibrorinforzati
M/111 EN 1317-5 Barriere di sicurezza stradali - Parte 5: Requisiti di prodotto e valutazione di EN 1317-5:2007 4 1 UNI EN 1317-5:2007 lug-07 27/03/2009
conformità per sistemi di trattenimento veicoli
M/111 EN 1317-5:2007 + A1:2008 4 1 01/04/09 01/01/11 UNI EN 1317-5:2008 ott-08 27/03/2009

M/111 EN 1317-6 Road restraint systems - Pedestrian restraint systems - Part 6: Pedestrian prEN 1317-6
Parapet
M/111 EN 1423 Materiali per segnaletica orizzontale - Materiali da postspruzzare - EN 1423:1997 4 1 01/05/04 01/05/05 UNI EN 1423:1999 apr-99 22/11/2005
Microsfere di vetro, granuli antiderapanti e loro miscele
M/111 EN 1423:1997/ A1:2003 4 1 01/05/04 01/05/04 UNI EN 1423:2004 mar-04
M/111 EN 1463-1 Materiali per segnaletica orizzontale - Inserti stradali catarifrangenti - Parte EN 1463-1:1997/ A1:2003 4 1 UNI EN 1463-1:2004 apr-04 23/03/2005
1: Requisiti delle prestazioni iniziali
M/111 EN 1463-1:2009 4 1 01/01/10 01/01/11 UNI EN 1463-1:2009 mag-09
M/111 EN 1790 Road marking materials - Preformed road markings prEN 1790:1998 rev
M/111 EN 1871 Road marking materials - Physical properties prEN 1871 rev
M/111 EN 12352 Attrezzatura per il controllo del traffico - Dispositivi luminosi di pericolo e di EN 12352:2006 4 1 01/02/07 01/02/08 UNI EN 12352:2006 giu-06 27/03/2009
sicurezza
M/111 EN 12368 Attrezzatura per il controllo del traffico - Lanterne semaforiche EN 12368:2006 4 1 01/02/07 01/02/08 UNI EN 12368:2006 giu-06
M/111 EN 12676-1 Schermi anti-abbagliamento per strade - Parte 1: Prestazioni e EN 12676-1:2000 4 3 01/02/04 01/02/06 UNI EN 12676-1:2002 mag-02
caratteristiche
M/111 EN 12676-1:2000 /A1:2003 4 3 01/02/04 01/02/06 EN 12676-1:2004 feb-04

M/111 EN 12899-1 Segnaletica verticale permanente per il traffico stradale - Parte 1: Segnali EN 12899-1:2007 4 1 01/01/09 01/01/13 UNI EN 12899-1:2008 gen-08
permanenti
M/111 EN 12899-2 Segnaletica verticale permanente per il traffico stradale - Parte 2: EN 12899-2:2007 4 1 01/01/09 01/01/13 UNI EN 12899-2:2008 gen-08
Delineatori di ostacolo transilluminati (TTB)

Com. CE 2010/C 167/01


(GUUE n. C 167 - 25/06/2010) 16/30 costruzioni@uni.com
Marcatura CE dei prodotti da costruzione (direttiva 89/106)
Norme armonizzate
15/07/2010

1) Per la marcatura CE è necessario verificare l’effettiva applicabilità di ciascun singolo Requisito Essenziale in funzione della specifica destinazione d’uso del prodotto, come indicato nell’appendice ZA della norma

M/ Mandato Norma EN Titolo Work Item Requisiti Sistema Data di entrata Data di Norma UNI Data pubb. Decreto nazionale n° data GURI Invio scheda a
Essenziali Attestazion in vigore come scadenza del di recepimento GURI MSE
secondo il e di norma periodo di
mandato Conformità armonizzata coesistenza
(inizio (inizio
marcatura CE marcatura CE
volontaria) obbligatoria)

M/111 EN 12899-3 Segnaletica verticale permanente per il traffico stradale - Parte 3: EN 12899-3:2007 4 1 01/01/09 01/01/13 UNI EN 12899-3:2008 gen-08
Delineatori di margine e dispositivi rifrangenti
M/111 EN 12966-1 Segnaletica verticale per il traffico stradale - Pannelli a messaggio variabile EN 12966-1:2005 4 1 01/02/06 01/02/07 UNI CEI EN 12966- lug-05
Parte 1: Norma di prodotto 1:2005
EN 12966-1:2005/A1:2009 4 1 01/08/10 01/08/10 UNI CEI EN 12966- feb-10
1:2010
M/111 EN 14388 Dispositivi per la riduzione del rumore da traffico stradale - Specifiche EN 14388:2005 4,5 3 01/05/06 01/05/07 UNI EN 14388:2005 nov-05
M/111 EN 14388:2005/ AC:2008 4,5 3 01/01/09 01/01/09 in pubblicazione
M/112 Prodotti di legno EN 14080 Strutture di legno - Legno lamellare incollato - Requisiti EN 14080:2005 1,2,3 1 01/04/06 01/12/11 UNI EN 14080:2005 ott-05
strutturale e accessori
M/112 EN 14081-1 Strutture di legno - Legno strutturale con sezione rettangolare classificato EN 14081-1:2005 1,2 2+ 01/09/06 01/09/12 UNI EN 14081-1:2006 apr-06
secondo la resistenza - Parte 1: Requisiti generali
M/112 EN 14229 Structural timber - Wood Poles for overhead lines prEN 14229
M/112 EN 14250 Strutture di legno — Requisiti di prodotto per elementi strutturali EN 14250:2004 1,2 2+ 01/09/05 01/10/10 UNI EN 14250:2005 mag-05
prefabbricati assemblati con elementi di collegamento di lamiera metallica
punzonata
M/112 EN 14250:2010 1,2 2+ 01/11/10 01/11/10 UNI EN 14250:2010 mar-10
M/112 EN 14374 Legno strutturale - LVL - Requisiti EN 14374:2004 1,2,3 1 01/09/05 01/09/06 UNI EN 14374:2055 mag-05
M/112 EN 14545 Strutture di legno - Connettori - Requisiti EN 14545:2008 1 2+, 3 01/08/09 01/08/10 UNI EN 14545:2009 gen-09
M/112 EN 14592 Strutture di legno - Elementi di collegamento di forma cilindrica - Requisiti EN 14592:2008 1 3 01/08/09 01/08/10 UNI EN 14592:2009 gen-09

M/112 EN 15497 Finger jointed structural timber - Performance requirements and minimum prEN 15497
production requirements
M/113 M/113 Pannelli a base di EN 13986 Pannelli a base di legno per l'utilizzo nelle costruzioni - Caratteristiche, EN 13986:2004 1,2,3,5,6 1,2+,3,4 01/06/05 01/06/06 UNI EN 13986:2005 mag-05
legno valutazione di conformità e marcatura
M/114 M/114 Cemento, calci da EN 197-1 Cemento - Parte 1: Composizione, specificazioni e criteri di conformità per EN 197-1:2000 1 1+ 01/04/01 01/04/02 UNI EN 197-1:2001 giu-01 NO
costruzione e altri leganti cementi comuni
idraulici
M/114 EN 197-1:2000/ A1:2004 1 1+ 01/02/05 01/02/06 UNI EN 197-1:2006 mar-06 22/11/2005
M/114 EN 197-1:2000/ A3:2007 1 1+ 01/04/08 01/04/09 UNI EN 197-1:2007 nov-07
M/114 EN 197-4 Cemento - Parte 4: Composizione, specificazioni e criteri di conformità per EN 197-4:2004 1 1+ 01/02/05 01/02/06 UNI EN 197-4:2005 gen-05 22/11/2005
cementi d'altoforno con bassa resistenza iniziale
M/114 EN 413-1 Cemento da muratura - Parte 1: Composizione, specificazioni e criteri di EN 413-1:2004 1 1+ 01/12/04 01/12/05 UNI EN 413-1:2004 dic-04 27/03/2009
conformità
M/114 EN 459-1 Calci da costruzione - Parte 1: Definizioni, specifiche e criteri di conformità EN 459-1:2001 1 2 01/08/02 01/08/03 UNI EN 459-1:2002 set-02 09/04/2004

M/114 EN 459-1:2001/AC:2002 1 2 01/01/10 01/01/10 UNI EN 459-1:2002 set-02


M/114 EN 14216 Cemento - Composizione, specificazioni e criteri di conformità per cementi EN 14216:2004 1 1+ 01/02/05 01/02/06 UNI EN 14216:2005 giu-05 22/11/2005
speciali a calore di idratazione molto basso
M/114 EN 14647 Cemento alluminoso - Composizione, specificazioni e criteri di conformità EN 14647:2005 1 1+ 01/08/06 01/08/07 UNI EN 14647:2006 gen-06 27/03/2009

M/114 EN 14647:2005 /AC:2006 1 1+ 01/01/08 01/01/08 UNI EN 14647:2006 gen-06


M/114 EN 15743 Cemento sovrasolfatato - Composizione, specifiche e criteri di conformità EN 15743:2010 1 1+ 01/11/10 01/11/11 UNI EN 15743:2010 feb-10 NO

M/115 M/115 Acciaio da EN 523 Guaine in fogli di acciaio per cavi di precompressione - Terminologia, EN 523:2003 1 4 01/06/04 01/06/05 UNI EN 523:2005 giu-05
armatura e da prescrizioni, controllo della qualità
precompressione
M/115 EN 10138-1 Prestressing steels - Part 1: General requirements prEN 10138-1
M/115 EN 10337 Zinc and zinc alloy coated prestressing steel wires and strands prEN 10337

Com. CE 2010/C 167/01


(GUUE n. C 167 - 25/06/2010) 17/30 costruzioni@uni.com
Marcatura CE dei prodotti da costruzione (direttiva 89/106)
Norme armonizzate
15/07/2010

1) Per la marcatura CE è necessario verificare l’effettiva applicabilità di ciascun singolo Requisito Essenziale in funzione della specifica destinazione d’uso del prodotto, come indicato nell’appendice ZA della norma

M/ Mandato Norma EN Titolo Work Item Requisiti Sistema Data di entrata Data di Norma UNI Data pubb. Decreto nazionale n° data GURI Invio scheda a
Essenziali Attestazion in vigore come scadenza del di recepimento GURI MSE
secondo il e di norma periodo di
mandato Conformità armonizzata coesistenza
(inizio (inizio
marcatura CE marcatura CE
volontaria) obbligatoria)

M/115 EN 10348 Steel for the reinforcement of concrete - Galvanized reinforcing steel prEN 10348
M/116 M/116 Muratura e relativi EN 771-1 Specifica per elementi per muratura - Parte 1: Elementi per muratura di EN 771-1:2003 1,2,3,5,6 2+,4 01/04/05 01/04/06 UNI EN 771-1:2005 giu-05 20/11/2007
prodotti laterizio
M/116 EN 771-1:2003/ A1:2005 1,2,3,5,6 2+,4 01/04/05 01/04/06 UNI EN 771-1:2005 giu-05 20/11/2007
M/116 EN 771-2 Specifica per elementi per muratura - Parte 2: Elementi di muratura di EN 771-2:2003 1,2,3,5,6 2+,4 01/04/05 01/04/06 UNI EN 771-2:2005 giu-05 NO
silicato di calcio (nessuna risposta
da OT
competente)
M/116 EN 771-2:2003/ A1:2005 1,2,3,5,6 2+,4 01/04/05 01/04/06 UNI EN 771-2:2005 giu-05 NO
(nessuna risposta
da OT
competente)
M/116 EN 771-3 Specifica per elementi per muratura - Parte 3: Elementi per muratura di EN 771-3:2003 1,2,3,5,6 2+,4 01/04/05 01/04/06 UNI EN 771-3:2005 giu-05 22/11/2005
calcestruzzo vibrocompresso (aggregati pesanti e leggeri)
M/116 EN 771-3:2003/ A1:2005 1,2,3,5,6 2+,4 01/04/05 01/04/06 UNI EN 771-3:2005 giu-05 20/11/2007
M/116 EN 771-4 Specifica per elementi per muratura - Parte 4: Elementi di muratura di EN 771-4:2003 1,2,3,5,6 2+,4 01/04/05 01/04/06 UNI EN 771-4:2005 giu-05 NO
calcestruzzo aerato autoclavato (nessuna risposta
da OT
competente)
M/116 EN 771-4:2003/ A1:2005 1,2,3,5,6 2+,4 01/04/05 01/04/06 UNI EN 771-4:2005 giu-05 NO
(nessuna risposta
da OT
competente)
M/116 EN 771-5 Specifica per elementi per muratura - Parte 5: Elementi per muratura di EN 771-5:2003 1,2,3,5,6 2+,4 01/04/05 01/04/06 UNI EN 771-5:2005 giu-05 NO
pietra agglomerata (nessuna risposta
da OT
competente)
M/116 EN 771-5:2003/ A1:2005 1,2,3,5,6 2+,4 01/04/05 01/04/06 UNI EN 771-5:2005 giu-05 NO
(nessuna risposta
da OT
competente)
M/116 EN 771-6 Specifica per elementi di muratura - Parte 6: Elementi di muratura di pietra EN 771-6:2005 1,2,3,5,6 2+,4 01/08/06 01/08/07 UNI EN 771-6:2006 feb-06 NO
naturale (nessuna risposta
da OT
competente)
M/116 EN 845-1 Specifica per elementi complementari per muratura - Parte 1: Connettori EN 845-1:2003 1,2,3 3 UNI EN 845-1:2004 mar-04 NO
trasversali, incatenamenti orizzontali, ganci e mensole di sostegno (nessuna risposta
da OT
competente)
M/116 EN 845-1:2003 + A1:2008 1,2,3 3 01/01/09 01/01/10 UNI EN 845-1:2008 lug-08
M/116 EN 845-2 Specifica per elementi complementari per muratura - Parte 2: Architravi EN 845-2:2003 1,2,3,5,6 3 01/02/04 01/04/06 UNI EN 845-2:2004 mar-04 NO
(nessuna risposta
da OT
competente)
M/116 EN 845-3 Specifica per elementi complementari per muratura - Parte 3: Armatura di EN 845-3:2003 1 3 UNI EN 845-3:2004 mar-04 NO
acciaio per giunti orizzontali (nessuna risposta
da OT
competente)
M/116 EN 845-3:2003 + A1:2008 1 3 01/01/09 01/01/10 UNI EN 845-3:2008 lug-08

Com. CE 2010/C 167/01


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Marcatura CE dei prodotti da costruzione (direttiva 89/106)
Norme armonizzate
15/07/2010

1) Per la marcatura CE è necessario verificare l’effettiva applicabilità di ciascun singolo Requisito Essenziale in funzione della specifica destinazione d’uso del prodotto, come indicato nell’appendice ZA della norma

M/ Mandato Norma EN Titolo Work Item Requisiti Sistema Data di entrata Data di Norma UNI Data pubb. Decreto nazionale n° data GURI Invio scheda a
Essenziali Attestazion in vigore come scadenza del di recepimento GURI MSE
secondo il e di norma periodo di
mandato Conformità armonizzata coesistenza
(inizio (inizio
marcatura CE marcatura CE
volontaria) obbligatoria)

M/116 EN 998-1 Specifiche per malte per opere murarie - Parte 1: Malte per intonaci interni EN 998-1:2003 2,3,4,6 4 01/02/04 01/02/05 UNI EN 998-1:2004 mar-04 27/03/2009
ed esterni
M/116 EN 998-1:2003/ AC:2005 2,3,4,6 4 01/06/06 01/06/06 UNI EN 998-1:2004 mar-04 NO
M/116 EN 998-2 Specifiche per malte per opere murarie - Parte 2: Malte da muratura EN 998-2:2003 1,2,3,6 2+,4 01/02/04 01/02/05 UNI EN 998-2:2004 mar-04 27/03/2009
M/116 EN 15824 Specifiche per intonaci esterni ed interni a base di leganti organici EN 15824:2009 2,3,4,6 1,3,4 01/04/10 01/04/11 UNI EN 15824:2009 ago-09
M/118 M/118 Prodotti per EN 124 Gully tops and manhole tops for vehicular and pedestrian areas prEN 124 rev
l'ingegneria delle acque di
scarico
M/118 EN 295-1 Vitrified clay pipes and fittings and pipe joints for drains and sewers - Part prEN 295-1 rev
1: Requirements
M/118 EN 295-4 Vitrified clay pipes and fittings and pipe joints for drains and sewers - Part prEN 295-4 rev
4: Requirements for special fittings, adaptors and compatible accessories

M/118 EN 295-5 Vitrified clay pipes and fittings and pipe joints for drains and sewers - Part prEN 295-5 rev
5: Requirements for perforated vitrified clay pipes and fittings
M/118 EN 295-6 Vitrified clay pipes and fittings and pipe joints for drains and sewers - Part prEN 295-6 rev
6: Requirements for vitrified clay manholes
M/118 EN 295-7 Vitrified clay pipes and fitting and pipe joints for drains and sewers - Part 7: prEN 295-7 rev
Requirements for vitrified clay pipes and joints for pipe jacking
M/118 EN 295-10 Tubi ed elementi complementari di gres e relativi sistemi di giunzione, EN 295-10:2005 3,4 4 01/01/06 01/01/07 UNI EN 295-10:2005 lug-05 DGD00917
destinati alla realizzazione di impianti di raccolta e smaltimento di liquami -
Parte 10: Requisiti di prestazione
M/118 EN 588-2 Tubi di fibrocemento per fognature e sistemi di scarico - Parte 2: Pozzetti e EN 588-2:2001 3,4 4 01/10/02 01/10/03 UNI EN 588-2:2003 mag-03 NO
camere di ispezione (nessun interesse)

M/118 EN 858-1 Impianti di separazione per liquidi leggeri (per esempio benzina e petrolio) - EN 858-1:2002 2,3,4 3,4 01/09/05 01/09/06 UNI EN 858-1:2005 ago-05
Parte 1: Principi di progettazione, prestazione e prove sul prodotto,
marcatura e controllo qualità
M/118 EN 858-1:2002/ A1:2004 2,3,4 3,4 01/09/05 01/09/06 UNI EN 858-1:2005 ago-05
M/118 EN 1433 Canalette di drenaggio per aree soggette al passaggio di veicoli e pedoni - EN 1433:2002 3,4 3 01/08/03 01/08/04 UNI EN 1433:2004 apr-04
Classificazione, requisiti di progettazione e di prova, marcatura e
valutazione di conformità
M/118 EN 1433:2002 /A1:2005 3,4 3 01/01/06 01/01/06 UNI EN 1433:2008 feb-08
M/118 EN 1825-1 Separatori di grassi - Parte 1: Principi di progettazione, prestazione e prove EN 1825-1:2004 2,3,4 3,4 01/09/05 01/09/06 UNI EN 1825-1:2005 gen-05
marcatura e controllo qualità
M/118 EN 1825-1:2004 /AC:2006 2,3,4 3,4 01/01/07 01/01/07 UNI EN 1825-1:2005 gen-05 NO
M/118 EN 1916 Tubi e accessori di calcestruzzo non armato, rinforzato con fibre di acciaio EN 1916:2002 3,4 4 01/08/03 23/11/04 UNI EN 1916:2004 giu-04 23/03/2005
e con armature tradizionali
M/118 EN 1916:2003 /AC:2003 3,4 4 UNI EN 1916:2004 giu-04 NO
M/118 EN 1916:2003 /AC:2006 3,4 4 UNI EN 1916:2004 giu-04 NO
M/118 EN 1916:2003 /AC:2008 3,4 4 01/01/09 01/01/09 UNI EN 1916:2004 giu-04
M/118 EN 1917 Pozzetti e camere di ispezione di calcestruzzo non armato, rinforzato con EN 1917:2002 3,4 4 01/08/03 23/11/04 UNI EN 1917:2004 giu-04 23/03/2005
fibre di acciaio e con armature tradizionali
M/118 EN 1917:2002 /AC:2003 3,4 4 UNI EN 1917:2004 giu-04 NO
M/118 EN 1917:2002 /AC:2006 3,4 4 UNI EN 1917:2004 giu-04 NO
M/118 EN 1917:2002 /AC:2008 3,4 4 01/01/09 01/01/09 UNI EN 1917:2004 giu-04
M/118 EN 12050-1 Impianti di sollevamento delle acque reflue per edifici e cantieri - Principi EN 12050-1:2001 3,4,5 3 01/11/01 01/11/02 UNI EN 12050-1:2003 dic-03 01/08/2003
per costruzione e prove - Parte 1: Impianti di sollevamento per acque reflue
contenenti materiale fecale

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Marcatura CE dei prodotti da costruzione (direttiva 89/106)
Norme armonizzate
15/07/2010

1) Per la marcatura CE è necessario verificare l’effettiva applicabilità di ciascun singolo Requisito Essenziale in funzione della specifica destinazione d’uso del prodotto, come indicato nell’appendice ZA della norma

M/ Mandato Norma EN Titolo Work Item Requisiti Sistema Data di entrata Data di Norma UNI Data pubb. Decreto nazionale n° data GURI Invio scheda a
Essenziali Attestazion in vigore come scadenza del di recepimento GURI MSE
secondo il e di norma periodo di
mandato Conformità armonizzata coesistenza
(inizio (inizio
marcatura CE marcatura CE
volontaria) obbligatoria)

M/118 EN 12050-2 Impianti di sollevamento delle acque reflue per edifici e cantieri - Principi EN 12050-2:2000 3,4,5 3 01/10/01 01/10/02 UNI EN 12050-2:2002 set-02 01/08/2003
per costruzione e prove - Parte 2: Impianti di sollevamento per acque reflue
prive di materiale fecale
M/118 EN 12050-3 Impianti di sollevamento delle acque reflue per edifici e cantieri - Principi EN 12050-3:2000 3,4 3 01/10/01 01/10/02 UNI EN 12050-3:2001 ott-01 01/08/2003
per costruzione e prove - Parte 3: Impianti di sollevamento per acque reflue
contenenti materiale fecale ad applicazione limitata
M/118 EN 12050-4 Impianti di sollevamento delle acque reflue per edifici e cantieri - Principi EN 12050-4:2000 3,4,5 3 01/10/01 01/10/02 UNI EN 12050-4:2001 nov-01 NO
per costruzione e prove - Parte 4: Valvole di non ritorno per acque reflue (nessuna risposta
prive di materiale fecale e per acque reflue contenenti materiale fecale da OT
competente)
M/118 EN 12380 Valvole di ingresso aria per sistemi di scarico - Requisiti, metodi di prova e EN 12380:2002 3,4 4 01/10/03 01/10/04 UNI EN 12380:2004 apr-04 NO
valutazione di conformità (nessuna risposta
da OT
competente)
M/118 EN 12566-1 Piccoli sistemi di trattamento delle acque reflue fino a 50 PT - Parte 1: EN 12566-1:2000 3,4 3 01/12/04 01/12/05 UNI EN 12566-1:2002 mar-02 NO
Fosse settiche prefabbricate (nessuna risposta
da OT
competente)
M/118 EN 12566-1:2000 /A1:2003 3,4 3 01/12/04 01/12/05 UNI EN 12566-1:2004 lug-04

M/118 EN 12566-3 Piccoli sistemi di trattamento delle acque reflue fino a 50 PT - Parte 3: EN 12566-3:2005 3,4 3 UNI EN 12566-3:2005 ott-05 NO
Impianti di trattamento preassemblati e/o assemblati in sito delle acque (nessuna risposta
reflue domestiche da OT
competente)
M/118 EN 12566-3:2005/ A1:2009 3,4 3 01/11/09 01/11/10 UNI EN 12566-3:2009 apr-09

M/118 EN 12566-4 Piccoli sistemi di trattamento delle acque reflue fino a 50 PT - Parte 4: EN 12566-4:2007 3,4 3 01/01/09 01/01/10 UNI EN 12566-4:2008 gen-08
Fosse settiche assemblate in sito da kit prefabbricati
M/118 EN 12566-6 Small wastewater treatment systems for up to 50 PT - Part 6: Prefabricated prEN 12566-6
treatment units for septic tank effluent
M/118 EN 13101 Gradini per camere di ispezione sotterranee - Requisiti, marcatura, prove e EN 13101:2002 4 4 01/08/03 01/08/04 UNI EN 13101:2004 gen-04 DGD00915
valutazione di conformità
M/118 EN 13564-1 Dispositivi anti-allagamento per edifici - Parte 1:Requisiti EN 13564-1:2002 3,4 4 01/05/03 01/05/04 UNI EN 13564-1:2003 apr-03 23/03/2005
M/118 EN 14396 Gradini fissi per pozzetti di ispezione EN 14396:2004 4 4 01/12/04 01/12/05 UNI EN 14396:2004 mag-04 DGD00916
M/118 EN 15229 Plastics piping systems - Piping systems for nonpressure underground prEN 15229
drainage and sewerage - Performance requirements for thermoplastics
manholes and inspection chambers
M/119 M/119 Pavimentazioni EN 1338 Masselli di calcestruzzo per pavimentazione - Requisiti e metodi di prova EN 1338:2003 2,3,4,6 4 01/03/04 01/03/05 UNI EN 1338:2004 nov-04 20/11/2007

M/119 EN 1338:2003 /AC:2006 2,3,4,6 4 01/01/07 01/01/07 UNI EN 1338:2004 nov-04 20/11/2007
M/119 prEN 1338 rev
M/119 EN 1339 Lastre di calcestruzzo per pavimentazione - Requisiti e metodi di prova EN 1339:2003 2,3,4,6 4 01/03/04 01/03/05 UNI EN 1339:2005 feb-05 20/11/2007
M/119 EN 1339:2003 /AC:2006 2,3,4,6 4 01/01/07 01/01/07 UNI EN 1339:2005 feb-05 20/11/2007
M/119 EN 1340 Cordoli di calcestruzzo - Requisiti e metodi di prova EN 1340:2003 2,3,4,6 4 01/02/04 01/02/05 UNI EN 1340:2004 apr-04 20/11/2007
M/119 EN 1340:2003 /AC:2006 2,3,4,6 4 01/01/07 01/01/07 UNI EN 1340:2004 apr-04 20/11/2007
M/119 EN 1341 Lastre di pietra naturale per pavimentazioni esterne - Requisiti e metodi di EN 1341:2001 4 4 01/10/02 01/10/03 UNI EN 1341:2003 apr-03 01/08/2003
prova
M/119 EN 1342 Cubetti di pietra naturale per pavimentazioni esterne - Requisiti e metodi di EN 1342:2001 4 4 01/10/02 01/10/03 UNI EN 1342:2003 apr-03 01/08/2003
prova

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Marcatura CE dei prodotti da costruzione (direttiva 89/106)
Norme armonizzate
15/07/2010

1) Per la marcatura CE è necessario verificare l’effettiva applicabilità di ciascun singolo Requisito Essenziale in funzione della specifica destinazione d’uso del prodotto, come indicato nell’appendice ZA della norma

M/ Mandato Norma EN Titolo Work Item Requisiti Sistema Data di entrata Data di Norma UNI Data pubb. Decreto nazionale n° data GURI Invio scheda a
Essenziali Attestazion in vigore come scadenza del di recepimento GURI MSE
secondo il e di norma periodo di
mandato Conformità armonizzata coesistenza
(inizio (inizio
marcatura CE marcatura CE
volontaria) obbligatoria)

M/119 EN 1343 Cordoli di pietra naturale per pavimentazione esterne - Requisiti e metodi di EN 1343:2001 4 4 01/10/02 01/10/03 UNI EN 1343:2003 apr-03 01/08/2003
prova
M/119 EN 1344 Elementi per pavimentazione di laterizio - Requisiti e metodi di prova EN 1344:2002 2,3,4,6 4 01/01/03 01/01/04 UNI EN 1344:2003 ott-03 20/11/2007
M/119 EN 12058 Prodotti di pietra naturale - Lastre per pavimentazioni e scale - Requisiti EN 12058:2004 2,4,6 3,4 01/09/05 01/09/06 UNI EN 12058:2005 mar-05 24/04/2008
M/119 EN 13454-1 Leganti, leganti compositi e miscele realizzate in fabbrica per massetti a EN 13454-1:2004 2,3,4 1,3,4 01/07/05 01/07/06 UNI EN 13454-1:2005 gen-05 NO
base di solfato di calcio - Parte 1: Definizioni e requisiti (nessuna risposta
da OT
competente)
M/119 EN 13748-1 Piastrelle di graniglia - Parte 1: Piastrelle di graniglia per uso interno EN 13748-1:2004 2,3,4,6 4 01/06/05 01/10/06 UNI EN 13748-1:2005 set-05
M/119 EN 13748-1:2004 /A1:2005 2,3,4,6 4 01/04/06 01/10/06 UNI EN 13748-1:2005 set-05

M/119 EN 13748-1:2004 /AC:2005 2,3,4,6 4 01/06/05 01/06/05 UNI EN 13748-1:2005 set-05 NO

M/119 EN 13748-2 Piastrelle di graniglia - Parte 2: Piastrelle di graniglia per uso esterno EN 13748-2:2004 2,3,4,6 4 01/04/05 01/04/06 UNI EN 13748-2:2004 nov-04
M/119 EN 13813 Massetti e materiali per massetti - Materiali per massetti - Proprietà e EN 13813:2002 2,3,4,5,6 1,3,4 01/08/03 01/08/04 UNI EN 13813:2004 gen-04 22/11/2005
requisiti
M/119 EN 14016-1 Leganti per massetti a base di magnesite - Magnesia caustica e cloruro di EN 14016-1:2004 2,4 3,4 01/12/04 01/12/05 UNI EN 14016-1:2004 mag-04 NO
magnesio - Parte 1: Definizioni, requisiti (nessuna risposta
da OT
competente)
M/119 EN 14041 Rivestimenti resilienti, tessili e laminati per pavimentazioni - Caratteristiche EN 14041:2004 2,3,4,6 1,3,4 01/01/06 01/01/07 UNI EN 14041:2004 dic-04 27/03/2009
essenziali
M/119 EN 14041:2004 /AC:2006 2,3,4,6 1,3,4 01/01/07 01/01/07 UNI EN 14041:2004 dic-04 27/03/2009
M/119 EN 14342 Pavimentazioni di legno - Caratteristiche, valutazione di conformità e EN 14342:2005 2,3,4,6 3,4 UNI EN 14342:2005 ago-05
marcatura
M/119 EN 14342:2005/ AC:2007 2,3,4,6 3,4 UNI EN 14342:2008 ott-08 NO
M/119 EN 14342:2005 + A1:2008 2,3,4,6 1,3,4 01/03/09 01/03/10 UNI EN 14342:2008 ott-08
M/119 EN 14904 Superfici per aree sportive - Superfici multi-sport per interni - Specifiche EN 14904:2006 2,3,4 1,3 01/02/07 01/02/08 UNI EN 14904:2006 lug-06
M/119 EN 15285 Lapidei agglomerati - Marmette modulari per pavimentazioni e scale EN 15285:2008 2,3,4,6 1,3,4 01/01/09 01/01/10 UNI EN 15285:2008 lug-08
(interne ed esterne)
M/119 EN 15285:2008/ AC:2008 2,3,4,6 1,3,4 01/01/09 01/01/09 UNI EN 15285:2008 lug-08
M/119 M/119 Pavimentazioni EN 12057 Prodotti di pietra naturale - Marmette modulari - Requisiti EN 12057:2004 2,3,4,5,6 3,4 01/09/05 01/09/06 UNI EN 12057:2005 mar-05 24/04/2008
M/121 M/121 Finiture di pareti
interne ed esterne e di
soffitti
M/119 EN 14411 Piastrelle di ceramica - Definizioni, classificazione, caratteristiche e EN 14411:2003 2,3,4,6 3,4 UNI EN 14411:2004 giu-04
M/121 marcatura
M/119 EN 14411 :2006 2,3,4,6 3,4 01/01/08 01/01/09 UNI EN 14411:2007 mag-07
M/121
M/120 M/120 Prodotti strutturali EN 10025-1 Prodotti laminati a caldo di acciaio per impieghi strutturali — Parte 1: EN 10025-1:2004 1 2+ 01/09/05 01/09/06 UNI EN 10025-1:2005 apr-05
metallici e accessori Condizioni tecniche generali di fornitura
M/120 EN 10088-4 Acciai inossidabili - Parte 4: Condizioni tecniche di fornitura per EN 10088-4:2009 1 2+ 01/02/10 01/02/11 UNI EN 10088-4:2009 lug-09
fogli/lamiere e nastri di acciai resistenti alla corrosione da utilizzare nelle
costruzioni
M/120 EN 10088-5 Acciai inossidabili - Parte 5: Condizioni tecniche di fornitura per barre, EN 10088-5:2009 1 2+ 01/01/10 01/01/11 UNI EN 10088-5:2009 giu-09
vergella, filo, profilati e prodotti finiti a freddo di acciai resistenti alla
corrosione da utilizzare nelle costruzioni
M/120 EN 10210-1 Profilati cavi finiti a caldo di acciai non legati e a grano fine per impieghi EN 10210-1:2006 1 2+ 01/02/07 01/02/08 UNI EN 10210-1:2006 nov-06
strutturali - Parte 1: Condizioni tecniche di fornitura

Com. CE 2010/C 167/01


(GUUE n. C 167 - 25/06/2010) 21/30 costruzioni@uni.com
Marcatura CE dei prodotti da costruzione (direttiva 89/106)
Norme armonizzate
15/07/2010

1) Per la marcatura CE è necessario verificare l’effettiva applicabilità di ciascun singolo Requisito Essenziale in funzione della specifica destinazione d’uso del prodotto, come indicato nell’appendice ZA della norma

M/ Mandato Norma EN Titolo Work Item Requisiti Sistema Data di entrata Data di Norma UNI Data pubb. Decreto nazionale n° data GURI Invio scheda a
Essenziali Attestazion in vigore come scadenza del di recepimento GURI MSE
secondo il e di norma periodo di
mandato Conformità armonizzata coesistenza
(inizio (inizio
marcatura CE marcatura CE
volontaria) obbligatoria)

M/120 EN 10219-1 Profilati cavi formati a freddo di acciai non legati e a grano fine per strutture EN 10219-1:2006 1 2+ 01/02/07 01/02/08 UNI EN 10219-1:2006 nov-06
saldate - Parte 1: Condizioni tecniche di fornitura
M/120 EN 10248-1 Hot-rolled steel sheet piling - Part 1: Technical delivery conditions prEN 10248-1
M/120 EN 10249-1 Cold formed steel sheet piling - Part 1: Technical delivery conditions prEN 10249-1
M/120 EN 10340 Getti di acciaio per impieghi strutturali EN 10340:2007 1 2+ 01/01/10 01/01/11 UNI EN 10340:2008 ott-08
M/120 EN 10340:2007/AC:2008 1 2+ 01/01/10 01/01/10 UNI EN 10340:2008 ott-08
M/120 EN 10343 Acciai da bonifica da utilizzare nelle costruzioni - Condizioni tecniche di EN 10343:2009 1 2+ 01/01/10 01/01/11 UNI EN 10343 giu-09
fornitura
M/120 EN 13479 Materiali d'apporto per la saldatura - Norma generale di prodotto per i EN 13479:2004 1,3 2+ 01/10/05 01/10/06 UNI EN 13479:2006 gen-06
metalli d'apporto e per i flussi utilizzati nella saldatura per fusione dei
materiali metallici
M/120 EN 14399-1 Elementi di collegamento strutturali ad alta resistenza adatti al precarico - EN 14399-1:2005 1,3 2+ 01/01/06 01/10/07 UNI EN 14399-1:2005 mag-05
Parte 1: Requisiti generali
M/120 EN 15048-1 Bulloneria strutturale non a serraggio controllato - Parte 1: Requisiti EN 15048-1:2007 1,3 2+ 01/01/08 01/10/09 UNI EN 15048-1:2007 ago-07
generali
M/120 EN 15088 Alluminio e leghe di alluminio - Prodotti per applicazioni di strutture per le EN 15088:2005 1,3 2+ 01/10/06 01/10/07 UNI EN 15088:2006 apr-06
costruzioni - Condizioni tecniche di controllo e di fornitura
M/121 M/121 Finiture di pareti EN 438-7 Laminati decorativi ad alta pressione (HPL) — Pannelli a base di resine EN 438-7:2005 2,3,4,5,6 1,3,4 01/11/05 01/11/06 UNI EN 438-7:2005 lug-05 22/08/2006
interne ed esterne e di termoindurenti (generalmente chiamati laminati) — Parte 7: Laminati
soffitti stratificati e pannelli compositi HPL per applicazioni su pareti interne ed
esterne e su soffitti
M/121 EN 492 Lastre piane di fibrocemento e relativi accessori - Specifica di prodotto e EN 492:2004 2,3,4 3,4 01/01/06 01/01/07 UNI EN 492:2007 gen-07 20/11/2007
metodi di prova
M/121 EN 492:2004 /A1:2005 2,3,4 3,4 01/01/06 01/01/07 UNI EN 492:2007 gen-07 20/11/2007
M/121 EN 492:2004 /A2:2006 2,3,4 3,4 01/07/07 01/07/08 UNI EN 492:2007 gen-07 20/11/2007
M/121 EN 494 Lastre nervate di fibrocemento e relativi accessori - Specifica di prodotto e EN 494:2004 2,3,4 3,4 UNI EN 494:2007 gen-07 20/11/2007
metodi di prova
M/121 EN 494:2004 /A1:2005 2,3,4 3,4 UNI EN 494:2007 gen-07 20/11/2007
M/121 EN 494:2004 /A2:2006 2,3,4 3,4 UNI EN 494:2007 gen-07 20/11/2007
M/121 EN 494:2004 /A3:2007 2,3,4 3,4 01/01/08 01/01/09 UNI EN 494:2007 dic-07
M/121 EN 1469 Prodotti di pietra naturale - Lastre per rivestimenti - Requisiti EN 1469:2004 2,3,4,5,6 3,4 01/07/05 01/07/06 UNI EN 1469:2005 mag-05 24/04/2008
M/121 EN 12467 Lastre piane di fibrocemento - Specifiche di prodotto e metodi di prova EN 12467:2004 2,3,4 3,4 01/01/06 01/01/07 UNI EN 12467:2007 gen-07 20/11/2007
M/121 EN 12467:2004 /A1:2005 2,3,4 3,4 01/01/06 01/01/07 UNI EN 12467:2007 gen-07 20/11/2007
M/121 EN 12467:2004 /A2:2006 2,3,4 3,4 01/07/07 01/07/08 UNI EN 12467:2007 gen-07 20/11/2007
M/121 EN 13245-2:2008 Materie plastiche - Profilati di policloruro di vinile non plastificato (PVC-U) EN 13245-2:2008 2,3,4 1,3,4 01/07/10 01/07/11 UNI EN 13245-2:2009 mar-09
per applicazioni edilizie - Parte 2: Profilati di PVC-U e di PVC-UE per
finiture su pareti interne ed esterne e su soffitti
M/121 EN 13245-2:2008/AC.2009 2,3,4 1,3,4 01/07/10 01/07/10 UNI EN 13245-2:2009 mar-09

M/121 EN 13964 Controsoffitti - Requisiti e metodi di prova EN 13964:2004 2,3,4,5,6 1,3,4 01/01/05 01/07/07 UNI EN 13964:2007 lug-07 NO
(nessuna risposta
da OT
competente)
M/121 EN 13964:2004 /A1:2006 2,3,4,5,6 1,3,4 01/01/08 01/01/09 UNI EN 13964:2007 lug-07 NO
(nessuna risposta
da OT
competente)

Com. CE 2010/C 167/01


(GUUE n. C 167 - 25/06/2010) 22/30 costruzioni@uni.com
Marcatura CE dei prodotti da costruzione (direttiva 89/106)
Norme armonizzate
15/07/2010

1) Per la marcatura CE è necessario verificare l’effettiva applicabilità di ciascun singolo Requisito Essenziale in funzione della specifica destinazione d’uso del prodotto, come indicato nell’appendice ZA della norma

M/ Mandato Norma EN Titolo Work Item Requisiti Sistema Data di entrata Data di Norma UNI Data pubb. Decreto nazionale n° data GURI Invio scheda a
Essenziali Attestazion in vigore come scadenza del di recepimento GURI MSE
secondo il e di norma periodo di
mandato Conformità armonizzata coesistenza
(inizio (inizio
marcatura CE marcatura CE
volontaria) obbligatoria)

M/121 EN 14716 Plafoni in tensione — Requisiti e metodi di prova EN 14716:2004 2,3 1,3,4 01/01/05 01/10/06 UNI EN 14716:2005 mar-05 NO
(nessuna risposta
da OT
competente)
M/121 EN 14915 Rivestimenti interni ed esterni di pareti con elementi di legno massiccio - EN 14915:2006 2,3,5,6 1,3,4 01/06/07 01/06/08 UNI EN 14915:2006 dic-06
Caratteristiche, valutazione di conformità e marcatura
M/121 EN 14915:2006/ AC:2007 2,3,5,6 1,3,4 01/01/08 01/01/08 UNI EN 14915:2006 dic-06 NO
M/121 EN 15102 Rivestimenti murali decorativi - Prodotti in rotoli e pannelli EN 15102:2007 2,3,5,6 1,3,4 01/01/10 01/01/11 UNI EN 15102:2008 gen-08
M/121 M/121 Finiture di pareti EN 490 Tegole di calcestruzzo e relativi accessori per coperture e rivestimenti - EN 490:2004 2,3,4 3,4 01/09/05 01/06/07 UNI EN 490:2005 mar-05
M/122 interne ed esterne e di Specifiche di prodotto
soffitti
M/122 Coperture, lucernai
e relativi prodotti
M/121 EN 490:2004/ A1:2006 2,3,4 3,4 01/01/09 01/01/09 UNI EN 490:2006 dic-06
M/122
M/121 EN 534 Lastre bituminose ondulate - Specifica di prodotto e metodi di prova EN 534:2006 1,2,3,4,6 1,3,4 01/04/07 01/04/08 UNI EN 534:2006 nov-06
M/122
M/121 EN 534:2006+A1:2010 1,2,3,4,6 1,3,4 01/01/11 01/01/11 UNI EN 534:2010 apr-10
M/122
M/121 EN 544 Tegole bituminose con aggiunta di minerali e/o sintetici - Specifica di EN 544:2005 1,2,3,4 3,4 01/10/06 01/10/07 UNI EN 544:2006 feb-06
M/122 prodotto e metodi di prova
M/121 EN 1013 Light transmitting single skin profiled plastics sheets for internal and prEN 1013
M/122 external roofs, walls and ceilings - Requirements and test methods
M/121 EN 1304 Tegole di laterizio per coperture discontinue - Definizioni e specifiche di EN 1304:2005 1,2,3 3,4 01/02/06 01/02/07 UNI EN 1304:2005 set-05 20/11/2007
M/122 prodotto
M/121 EN 14509 Pannelli isolanti autoportanti con doppia faccia metallica - Prodotti fabbricat EN 14509:2006 1,2,3,4,5,6 1,3,4 01/01/09 01/10/10 UNI EN 14509:2007 mar-07
M/122 in stabilimento - Specifiche
M/121 EN 14509:2006/ AC:2008 1,2,3,4,5,6 1,3,4 01/01/09 01/01/09 UNI EN 14509:2007 mar-07
M/122
M/121 EN 14782 Lastre metalliche autoportanti per coperture, rivestimenti esterni e interni - EN 14782:2006 2,3,4 3,4 01/11/06 01/11/07 UNI EN 14782:2006 apr-06 27/03/2009
M/122 Specifica di prodotto e requisiti
M/121 EN 14783 Lastre e nastri metallici totalmente supportati per coperture, rivestimenti EN 14783:2006 2,3 3,4 01/07/07 01/07/08 UNI EN 14783:2007 mag-07 27/03/2009
M/122 esterni e interni - Specifica di prodotto e requisiti
M/122 M/122 Coperture, lucernai EN 516 Accessori prefabbricati per coperture - Installazioni per l'accesso al tetto - EN 516:2006 2,4 3 01/11/06 01/11/07 UNI EN 516:2006 apr-06
e relativi prodotti Passerelle, piani di camminamento e scalini posapiede
M/122 EN 517 Accessori prefabbricati per coperture - Ganci di sicurezza da tetto EN 517:2006 2,4 3 01/12/06 01/12/07 UNI EN 517:2006 apr-06
M/122 EN 1873 Accessori prefabbricati per coperture - Cupole monolitiche di materiale EN 1873:2005 2,3,4 1,3,4 01/10/06 01/10/09 UNI EN 1873:2006 mag-06
plastico - Specifica di prodotto e metodi di prova
M/122 EN 12326-1 Ardesia e prodotti di pietra per coperture discontinue e rivestimenti - Parte EN 12326-1:2004 1,2,3 3,4 01/05/05 01/05/08 UNI EN 12326-1:2004 dic-04
1: Specifiche di prodotto
M/122 EN 12951 Accessori prefabbricati per coperture — Scale permanentemente fissate EN 12951:2004 2,4 3 01/09/05 01/09/06 UNI EN 12951:2005 mag-05 27/03/2009
per coperture — Specifica di prodotto e metodi di prova
M/122 EN 14963 Coperture - Lucernari continui di materiale plastico con o senza basamenti -EN 14963:2006 1,2,3,4,5,6 1,3,4 01/08/09 01/08/12 UNI EN 14963:2007 gen-07
Classificazione, requisiti e metodi di prova
M/122 EN 14964 Sottostrati rigidi per coperture discontinue - Definizioni e caratteristiche EN 14964:2006 1,2,3,5,6 1,3,4 01/01/08 01/01/09 UNI EN 14964:2007 feb-07
M/124 M/124 Materiali stradali EN 12271 Trattamenti superficiali di irruvidimento - Requisiti EN 12271:2006 1,4,5 2+ 01/01/08 01/01/11 UNI EN 12271:2007 feb-07
M/124 EN 12273 Trattamenti superficiali con malte a freddo - Requisiti EN 12273:2008 1,2,4,5 2+ 01/01/09 01/01/11 UNI EN 12273:2008 set-08
M/124 EN 12591 Bitume e leganti bituminosi - Specifiche per bitumi per applicazioni stradali EN 12591:2009 1,3,4 2+ 01/01/10 01/01/11 UNI EN 12591:2009 giu-09

Com. CE 2010/C 167/01


(GUUE n. C 167 - 25/06/2010) 23/30 costruzioni@uni.com
Marcatura CE dei prodotti da costruzione (direttiva 89/106)
Norme armonizzate
15/07/2010

1) Per la marcatura CE è necessario verificare l’effettiva applicabilità di ciascun singolo Requisito Essenziale in funzione della specifica destinazione d’uso del prodotto, come indicato nell’appendice ZA della norma

M/ Mandato Norma EN Titolo Work Item Requisiti Sistema Data di entrata Data di Norma UNI Data pubb. Decreto nazionale n° data GURI Invio scheda a
Essenziali Attestazion in vigore come scadenza del di recepimento GURI MSE
secondo il e di norma periodo di
mandato Conformità armonizzata coesistenza
(inizio (inizio
marcatura CE marcatura CE
volontaria) obbligatoria)

M/124 EN 13108-1 Miscele bituminose - Specifiche del materiale - Parte 1: Conglomerato EN 13108-1:2006 1,2,4 1,2+,3,4 01/03/07 01/03/08 UNI EN 13108-1:2006 lug-06 24/04/2008
bituminoso prodotto a caldo
M/124 EN 13108-1:2006/ AC:2008 1,2,4 1,2+,3,4 01/01/09 01/01/09 UNI EN 13108-1:2006 lug-06

M/124 EN 13108-2 Miscele bituminose - Specifiche del materiale - Parte 2: Conglomerato EN 13108-2:2006 1,2,4 1,2+,3,4 01/03/07 01/03/08 UNI EN 13108-2:2006 lug-06 27/03/2009
bituminoso per strati molto sottili
M/124 EN 13108-2:2006 /AC:2008 1,2,4 1,2+,3,4 01/01/09 01/01/09 in pubblicazione

M/124 EN 13108-3 Miscele bituminose - Specifiche del materiale - Parte 3: Conglomerato con EN 13108-3:2006 1,2,4,5 1,2+,3,4 01/03/07 01/03/08 UNI EN 13108-3:2006 lug-06 27/03/2009
bitume molto tenero
M/124 EN 13108-3:2006 /AC:2008 1,2,4,5 1,2+,3,4 01/01/09 01/01/09 in pubblicazione

M/124 EN 13108-4 Miscele bituminose - Specifiche del materiale - Parte 4: Conglomerato EN 13108-4:2006 1,2,4 1,2+,3,4 01/03/07 01/03/08 UNI EN 13108-4:2006 lug-06 27/03/2009
bituminoso chiodato
M/124 EN 13108-4:2006 /AC:2008 1,2,4 1,2+,3,4 01/01/09 01/01/09 in pubblicazione

M/124 EN 13108-5 Miscele bituminose - Specifiche del materiale - Parte 5: Conglomerato EN 13108-5:2006 1,2,4,5 1,2+,3,4 01/03/07 01/03/08 UNI EN 13108-5:2006 lug-06 24/04/2008
bituminoso antisdrucciolo chiuso
M/124 EN 13108-5:2006 /AC:2008 1,2,4,5 1,2+,3,4 01/01/09 01/01/09 UNI EN 13108-5:2006 lug-06

M/124 EN 13108-6 Miscele bituminose - Specifiche del materiale - Parte 6: Asfalto colato EN 13108-6:2006 1,2,4,5 1,2+,3,4 01/03/07 01/03/08 UNI EN 13108-6:2006 lug-06 27/03/2009
M/124 EN 13108-6:2006 /AC:2008 1,2,4,5 1,2+,3,4 01/01/09 01/01/09 in pubblicazione

M/124 EN 13108-7 Miscele bituminose - Specifiche del materiale - Parte 7: Conglomerato EN 13108-7:2006 1,2,4,5 1,2+,3,4 01/03/07 01/03/08 UNI EN 13108-7:2006 lug-06 20/11/2007
bituminoso ad elevato tenore di vuoti
M/124 EN 13108-7:2006 /AC:2008 1,2,4,5 1,2+,3,4 01/01/09 01/01/09 UNI EN 13108-7:2006 lug-06

M/124 EN 13808 Bitumi e leganti bituminosi - Quadro delle specifiche per le emulsioni EN 13808:2005 1,3 2+ 01/01/10 01/01/11 UNI EN 13808:2005 ott-05
cationiche bituminose
M/124 EN 13877-3 Pavimentazioni a base di calcestruzzo — Parte 3: Specifiche per elementi EN 13877-3:2004 1 4 01/09/05 01/09/06 UNI EN 13877-3:2005 mar-05
di collegamento da utilizzare nelle pavimentazioni a base di calcestruzzo

M/124 EN 13924 Bitumi e leganti bituminosi - Specifiche per bitumi di grado duro per EN 13924:2006 1,3,4 2+ 01/01/10 01/01/11 UNI EN 13924:2006 lug-06
pavimentazioni
M/124 EN 13924:2006/AC:2006 1,3,4 2+ 01/01/10 01/01/10 in pubblicazione
M/124 EN 14023 Bitumen and bituminous binders - Framework specification for polymer EN 14023:2005 UNI EN 14023:2006 feb-06
modified bitumens
M/124 EN 14188-1 Filler e materiali per la sigillatura dei giunti - Parte 1: Specifiche per EN 14188-1:2004 1 4 01/07/05 01/01/07 UNI EN 14188-1:2004 nov-04
materiali per la sigillatura applicati a caldo
M/124 EN 14188-2 Filler e materiali per la sigillatura dei giunti - Parte 2: Specifiche per EN 14188-2:2004 1 4 01/10/05 01/01/07 UNI EN 14188-2:2005 apr-05
materiali per la sigillatura applicati a freddo
M/124 EN 14188-3 Filler e materiali per la sigillatura dei giunti - Parte 3: Specifiche per EN 14188-3:2006 1 4 01/11/06 01/11/07 UNI EN 14188-3:2006 gen-06
materiali per la sigillatura di giunti preformati
M/124 EN 14695 Membrane flessibili per impermeabilizzazione - Membrane bituminose EN 14695:2010 1,4 2+ 01/10/10 01/10/11 UNI EN 14695:2010 feb-10
armate per l'impermeabilizzazione di impalcati di ponte di calcestruzzo e
altre superfici di calcestruzzo soggette a traffico - Definizioni e
caratteristiche
M/124 EN 15322 Bitumi e leganti bituminosi - Quadro di riferimento delle specifiche dei EN 15322:2009 1,4 2+ 01/06/10 01/06/11 UNI EN 15332:2009 ott-09
leganti bituminosi fluidificati e flussati

Com. CE 2010/C 167/01


(GUUE n. C 167 - 25/06/2010) 24/30 costruzioni@uni.com
Marcatura CE dei prodotti da costruzione (direttiva 89/106)
Norme armonizzate
15/07/2010

1) Per la marcatura CE è necessario verificare l’effettiva applicabilità di ciascun singolo Requisito Essenziale in funzione della specifica destinazione d’uso del prodotto, come indicato nell’appendice ZA della norma

M/ Mandato Norma EN Titolo Work Item Requisiti Sistema Data di entrata Data di Norma UNI Data pubb. Decreto nazionale n° data GURI Invio scheda a
Essenziali Attestazion in vigore come scadenza del di recepimento GURI MSE
secondo il e di norma periodo di
mandato Conformità armonizzata coesistenza
(inizio (inizio
marcatura CE marcatura CE
volontaria) obbligatoria)

M/125 M/125 Aggregati EN 12620 Aggregati per calcestruzzo EN 12620:2002 1,3,4 2+,4 UNI EN 12620:2003 ott-03 Decreto 11 aprile 91 19/04/2007 09/04/2004
2007
M/125 EN 12620:2002 + A1:2008 1,3,4 2+,4 01/01/09 01/01/10 UNI EN 12620:2008 set-08
M/125 EN 13043 Aggregati per miscele bituminose e trattamenti superficiali per strade, EN 13043:2002 1,3,4 2+,4 01/07/03 01/06/04 UNI EN 13043:2004 gen-04 Decreto 16 23/03/2005
aeroporti e altre aree soggette a traffico novembre 2009
M/125 EN 13043:2002/ AC:2004 1,3,4 2+,4 01/06/06 01/06/06 UNI EN 13043:2004 gen-04 Decreto 16 24/04/2008
novembre 2009
M/125 EN 13055-1 Aggregati leggeri - Parte 1: Aggregati leggeri per calcestruzzo, malta e EN 13055-1:2002 1,3,4 2+,4 01/03/03 01/06/04 UNI EN 13055-1:2003 apr-03 Decreto 11 aprile 91 19/04/2007 09/04/2004
malta per iniezione 2007
M/125 EN 13055-1:2002/AC:2004 1,3,4 2+,4 01/01/10 01/01/10 UNI EN 13055-1:2003 apr-03

M/125 EN 13055-2 Aggregati leggeri - Parte 2: Aggregati leggeri per miscele bituminose, EN 13055-2:2004 1,3,4 2+,4 01/05/05 01/05/06 UNI EN 13055-2:2005 gen-05 Decreto 16
trattamenti superficiali e per applicazioni in strati legati e non legati novembre 2009
M/125 EN 13139 Aggregati per malta EN 13139:2002 1,3,4 2+,4 01/03/03 01/06/04 UNI EN 13139:2003 mar-03 Decreto 11 aprile 91 19/04/2007 09/04/2004
2007
M/125 EN 13139:2002/AC:2004 1,3,4 2+,4 01/01/10 01/01/10 UNI EN 13139:2003 mar-03
M/125 EN 13242 Aggregati per materiali non legati e legati con leganti idraulici per l'impiego EN 13242:2002 1,3,4 2+,4 UNI EN 13242:2004 mar-04 Decreto 11 aprile 91 19/04/2007 NO
in opere di ingegneria civile e nella costruzione di strade 2007
M/125 EN 13242:2002 /AC:2004 1,3,4 2+,4 UNI EN 13242:2004 mar-04 Decreto 11 aprile 91 19/04/2007 NO
2007
M/125 EN 13242:2002 + A1:2007 1,3,4 2+,4 01/01/09 01/01/10 UNI EN 13242:2008 mar-08
M/125 EN 13383-1 Aggregati per opere di protezione (armourstone) - Parte 2: Specifiche EN 13383-1:2002 1,3,4 2+,4 01/03/03 01/06/04 UNI EN 13383-1:2003 ott-03 Decreto 11 aprile 91 19/04/2007 09/04/2004
2007
M/125 EN 13383-1:2002/AC:2004 1,3,4 2+,4 01/01/10 01/01/10 UNI EN 13383-1:2003 ott-03

M/125 prEN 13383-1 rev


M/125 EN 13450 Aggregati per massicciate per ferrovie EN 13450:2002 1,4 2+,4 01/10/03 01/06/04 UNI EN 13450:2003 nov-03 Decreto 11 aprile 91 19/04/2007 23/03/2005
2007
M/125 EN 13450:2002 /AC:2004 1,4 2+,4 01/01/07 01/01/07 UNI EN 13450:2003 nov-03 Decreto 11 aprile 91 19/04/2007 NO
2007
M/127 M/127 Adesivi EN 12004 Adesivi per piastrelle - Requisiti, valutazione di conformità, classificazione EN 12004:2001/ A1:2002 4 3 UNI EN 12004:2003 mar-03 22/11/2005
e designazione
M/127 EN 12004:2001/ 4 3 UNI EN 12004:2003 mar-03 22/11/2005
A1:2002/AC:2002
M/127 EN 12004:2007 4 3 01/06/08 01/06/10 UNI EN 12004:2007 dic-07
M/127 EN 15274 Adesivi per imgieghi generali negli assemblaggi strutturali - Requisiti e EN 15274:2007 1,2,3 2+ 01/04/10 01/04/11 UNI EN 15274:2008 mag-08
metodi di prova
M/127 EN 15275 Adesivi strutturali - Caratterizzazione di adesivi anaerobici per EN 15275:2007 1,2,3 2+ 01/04/10 01/04/11 UNI EN 15275:2008 mag-08
l'assemblaggio metallico coassiale in edifici e in strutture di ingegneria civile

M/128 M/128 Prodotti relativi a EN 450-1 Ceneri volanti per calcestruzzo - Parte 1: Definizione, specificazioni e criteri EN 450-1:2005 1,3 1+ UNI EN 450-1:2005 giu-05 22/08/2006
calcestruzzo, malta e di conformità
malta per iniezione
M/128 EN 450-1:2005 + A1:2007 1,3 1+ 01/01/09 01/01/10 UNI EN 450-1:2007 dic-07
M/128 EN 934-2 Additivi per calcestruzzo, malta e malta per iniezione - Additivi per EN 934-2:2001 1 2+ UNI EN 934-2:2002 mag-02 23/03/2005
calcestruzzo - Parte 2: Definizioni, requisiti, conformità, marcatura ed
etichettatura
M/128 EN 934-2:2001/ A1:2004 1 2+ UNI EN 934-2:2007 set-07 22/08/2006
M/128 EN 934-2:2001/ A2:2005 1 2+ UNI EN 934-2:2007 set-07

Com. CE 2010/C 167/01


(GUUE n. C 167 - 25/06/2010) 25/30 costruzioni@uni.com
Marcatura CE dei prodotti da costruzione (direttiva 89/106)
Norme armonizzate
15/07/2010

1) Per la marcatura CE è necessario verificare l’effettiva applicabilità di ciascun singolo Requisito Essenziale in funzione della specifica destinazione d’uso del prodotto, come indicato nell’appendice ZA della norma

M/ Mandato Norma EN Titolo Work Item Requisiti Sistema Data di entrata Data di Norma UNI Data pubb. Decreto nazionale n° data GURI Invio scheda a
Essenziali Attestazion in vigore come scadenza del di recepimento GURI MSE
secondo il e di norma periodo di
mandato Conformità armonizzata coesistenza
(inizio (inizio
marcatura CE marcatura CE
volontaria) obbligatoria)

EN 934-2:2009 1 2+ 01/03/10 01/03/11 UNI EN 934-2:2009 sett '09


M/128 EN 934-3 Additivi per calcestruzzo, malta e malta per iniezione - Parte 3: Additivi per EN 934-3:2003 1 2+ UNI EN 934-3:2004 ago-04 22/08/2006
malte per opere murarie - Definizioni, requisiti, conformità, marcatura ed
etichettatura
M/128 EN 934-3:2003 /AC:2005 1 2+ UNI EN 934-3:2004 ago-04 NO
M/128 EN 934-3:2009 1 2+ 01/05/10 01/05/11 UNI EN 934-3:2009 ott-09
M/128 EN 934-4 Additivi per calcestruzzo, malta e malta per iniezione - Parte 4: Additivi per EN 934-4:2001 1 2+ UNI EN 934-4:2002 apr-02 23/03/2005
malta per cavi di precompressione - Definizioni, requisiti, conformità,
marcatura ed etichettatura
EN 934-4:2009 1 2+ 01/03/10 01/03/11 UNI EN 934-4:2009 sett '09
M/128 EN 934-5 Additivi per calcestruzzo, malta e malta per iniezione - Parte 5: Additivi per EN 934-5:2007 1 2+ 01/01/09 01/01/10 UNI EN 934-5:2008 gen-08
calcestruzzo proiettato - Definizioni, specificazioni e criteri di conformità

M/128 EN 1504-2 Prodotti e sistemi per la protezione e la riparazione delle strutture di EN 1504-2:2004 1,2,3,4,6 1,2+,3,4 01/09/05 01/01/09 UNI EN 1504-2:2005 feb-05 22/08/2006
calcestruzzo - Definizioni, requisiti, controllo di qualità e valutazione della
conformità - Parte 2: Sistemi di protezione della superficie di calcestruzzo

M/128 EN 1504-3 Prodotti e sistemi per la protezione e la riparazione delle strutture di EN 1504-3:2005 1,2,3,4,6 1,2+,3,4 01/10/06 01/01/09 UNI EN 1504-3:2006 feb-06 24/04/2008
calcestruzzo - Definizioni, requisiti, controllo di qualità e valutazione della
conformità - Parte 3: Riparazione strutturale e non strutturale
M/128 EN 1504-4 Prodotti e sistemi per la protezione e la riparazione delle strutture di EN 1504-4:2004 1,2,3,4,6 1,2+,3,4 01/09/05 01/01/09 UNI EN 1504-4:2005 apr-05 22/08/2006
calcestruzzo - Definizioni, requisiti, controllo di qualità e valutazione della
conformità - Parte 4: Incollaggio strutturale
M/128 EN 1504-5 Prodotti e sistemi per la protezione e la riparazione delle strutture di EN 1504-5:2004 1,3 2+,4 01/10/05 01/01/09 UNI EN 1504-5:2005 giu-05 22/08/2006
calcestruzzo - Definizioni, requisiti, controllo di qualità e valutazione della
conformità - Parte 5: Iniezione del calcestruzzo
M/128 EN 1504-6 Prodotti e sistemi per la protezione e la riparazione delle strutture di EN 1504-6:2006 1,2,3 1,2+,3,4 01/06/07 01/01/09 UNI EN 1504-6:2007 gen-07 24/04/2008
calcestruzzo - Definizioni, requisiti, controllo di qualità e valutazione della
conformità - Parte 6: Ancoraggio dell'armatura di acciaio
M/128 EN 1504-7 Prodotti e sistemi per la protezione e la riparazione delle strutture di EN 1504-7:2006 1,3 2+,4 01/06/07 01/01/09 UNI EN 1504-7:2007 gen-07 24/04/2008
calcestruzzo - Definizioni, requisiti, controllo di qualità e valutazione della
conformità - Parte 7: Protezione contro la corrosione delle armature

M/128 EN 12878 Pigmenti per la colorazione di materiali da costruzione a base di cemento EN 12878:2005 1,3 2+ 01/03/06 01/03/07 UNI EN 12878:2005 ago-05 27/03/2009
e/o calce - Specifiche e metodi di prova
M/128 EN 12878:2005 /AC:2006 1,3 2+ 01/01/07 01/01/07 in pubblicazione NO
M/128 EN 13263-1 Fumi di silice per calcestruzzo - Parte 1: Definizioni, requisiti e criteri di EN 13263-1:2005 1,3 1+ UNI EN 13263-1:2005 set-05
conformità
M/128 EN 13263-1:2005/ A1:2009 1,3 1+ 01/01/10 01/01/11 UNI EN 13263-1:2009 giu-09

M/128 EN 14889-1 Fibre per calcestruzzo - Parte 1: Fibre di acciaio - Definizioni, specificazioni EN 14889-1:2006 1,3 1,3 01/06/07 01/06/08 UNI EN 14889-1:2006 dic-06 27/03/2009
e conformità
M/128 EN 14889-2 Fibre per calcestruzzo - Parte 2: Fibre polimeriche - Definizioni, EN 14889-2:2006 1,3 1,3 01/06/07 01/06/08 UNI EN 14889-2:2006 dic-06 27/03/2009
specificazioni e conformità
M/128 EN 15167-1 Loppa d'altoforno granulata macinata per calcestruzzo, malta e malta per EN 15167-1:2006 1,3 1+ 01/01/08 01/01/09 UNI EN 15167-1:2006 dic-06
iniezione - Parte 1: Definizioni, specifiche e criteri di conformità
M/129 M/129 Apparecchi di EN 1 Stufe alimentate ad olio con bruciatori a vaporizzazione EN 1:1998 2,3,4,6 3 01/01/08 01/01/09 UNI EN 1:2000 apr-00
riscaldamento
M/129 EN 1:1998 + A1:2007 2,3,4,6 3 01/01/08 01/01/09 UNI EN 1:2007 set-07

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Marcatura CE dei prodotti da costruzione (direttiva 89/106)
Norme armonizzate
15/07/2010

1) Per la marcatura CE è necessario verificare l’effettiva applicabilità di ciascun singolo Requisito Essenziale in funzione della specifica destinazione d’uso del prodotto, come indicato nell’appendice ZA della norma

M/ Mandato Norma EN Titolo Work Item Requisiti Sistema Data di entrata Data di Norma UNI Data pubb. Decreto nazionale n° data GURI Invio scheda a
Essenziali Attestazion in vigore come scadenza del di recepimento GURI MSE
secondo il e di norma periodo di
mandato Conformità armonizzata coesistenza
(inizio (inizio
marcatura CE marcatura CE
volontaria) obbligatoria)

M/129 EN 442-1 Radiatori e convettori - Parte 1: Specifiche tecniche e requisiti EN 442-1:1995 2,3,4,6 3 01/12/04 01/12/05 UNI EN 442-1:1997 mar-97 22/11/2005
M/129 EN 442-1:1995/ A1:2003 2,3,4,6 3 01/12/04 01/12/05 UNI EN 442-1:2004 dic-04
M/129 EN 12809 Caldaie domestiche indipendenti a combustibile solido - Potenza termica EN 12809:2001 2,3,4,6 3 01/07/05 01/07/07 UNI EN 12809:2004 nov-04 22/08/2006
nominale non maggiore di 50 kW - Requisiti e metodi di prova
M/129 EN 12809:2001/ AC:2006 2,3,4,6 3 01/01/08 01/01/08 UNI EN 12809:2004 nov-04 22/08/2006
M/129 EN 12809:2001/ 2,3,4,6 3 UNI EN 12809:2004 nov-04 NO
A1:2004/AC:2006
M/129 EN 12809:2001/ 2,3,4,6 3 01/01/08 01/01/08 UNI EN 12809:2004 nov-04 NO
A1:2004/AC:2007
M/129 EN 12809:2001/ A1:2004 2,3,4,6 3 01/07/05 01/07/07 UNI EN 12809:2004 nov-04 22/08/2006
M/129 EN 12815 Termocucine a combustibile solido - Requisiti e metodi di prova EN 12815:2001 2,3,4,6 3 01/07/05 01/07/07 UNI EN 12815:2006 feb-06 22/08/2006
M/129 EN 12815:2001/ A1:2004 2,3,4,6 3 01/07/05 01/07/07 UNI EN 12815:2006 feb-06 22/08/2006
M/129 EN 12815:2001/ AC:2006 2,3,4,6 3 01/01/07 01/01/07 UNI EN 12815:2006 feb-06 22/08/2006
M/129 EN 12815:2001/ 2,3,4,6 3 01/01/08 01/01/08 UNI EN 12815:2006 feb-06 NO
A1:2004/AC:2007
M/129 EN 13229 Inserti e caminetti aperti a combustibile solido - Requisiti e metodi di prova EN 13229:2001 2,3,4,6 3 01/07/05 01/07/07 UNI EN 13229:2006 ago-06 22/08/2006

M/129 EN 13229:2001/ A1:2003 2,3,4,6 3 01/06/06 01/06/07 UNI EN 13229:2006 ago-06 22/08/2006
M/129 EN 13229:2001/ AC:2006 2,3,4,6 3 01/07/07 01/07/07 UNI EN 13229:2006 ago-06 22/08/2006
M/129 EN 13229:2001/ A2:2004 2,3,4,6 3 01/07/05 01/07/07 UNI EN 13229:2006 ago-06 22/08/2006
M/129 EN 13229:2001/ 2,3,4,6 3 01/01/08 01/01/08 UNI EN 13229:2006 set-06 NO
A2:2004/AC:2007
M/129 EN 13240 Stufe a combustibile solido - Requisiti e metodi di prova EN 13240:2001 2,3,4,6 3 01/07/05 01/07/07 UNI EN 13240:2006 mar-06 22/08/2006
M/129 EN 13240:2001/ AC:2006 2,3,4,6 3 01/01/07 01/01/07 UNI EN 13240:2006 mar-06 22/08/2006
M/129 EN 13240:2001/ A2:2004 2,3,4,6 3 01/07/05 01/07/07 UNI EN 13240:2006 mar-06 22/08/2006
M/129 EN 13240:2001/ 2,3,4,6 3 01/01/08 01/01/08 UNI EN 13240:2006 mar-06 NO
A2:2004/AC:2007
M/129 EN 14037-1 Strisce radianti a soffitto alimentate con acqua a temperatura minore di 120 EN 14037-1:2003 2,3,4,6 3 01/02/04 01/02/05 UNI EN 14037-1:2005 mag-05 22/11/2005
°C - Parte 1: Specifiche tecniche e requisiti
M/129 EN 14785 Apparecchi per il riscaldamento domestico alimentati con pellet di legno - EN 14785:2006 2,3,4,6 3 01/01/10 01/01/11 UNI EN 14785:2006 ott-06
Requisiti e metodi di prova
M/129 EN 15250 Apparecchi domestici a lento rilascio di calore alimentati a combustibili EN 15250:2007 2,3,4,6 3 01/01/08 01/01/10 UNI EN 15250:2007 nov-07
solidi - Requisiti e metodi di prova
M/129 EN 15821 Multi firing Sauna stoves fired by solid fuel - Requirements and test prEN 15821
methods
M/131 M/131 Tubazioni, serbatoi EN 331 Manually operated ball valves and closed bottom taper plug valves for gas EN 331:1998/ prA1
e accessori non a contatto installations for buildings
con acqua destinata al
consumo umano

M/131 EN 681-1 Elementi di tenuta in elastomero - Requisiti dei materiali per giunti di tenuta EN 681-1:1996 3,4 4 01/01/03 01/01/09 UNI EN 681-1:2004 feb-04 NO
nelle tubazioni utilizzate per adduzione e scarico dell'acqua - Parte 1:
Gomma vulcanizzata
M/131 EN 681-1:1996/ A1:1998 3,4 4 01/01/03 01/01/04 UNI EN 681-1:2006 dic-06
M/131 EN 681-1:1996/ A2:2002 3,4 4 01/01/03 01/01/04 UNI EN 681-1:2006 dic-06
M/131 EN 681-1:1996/ A3:2005 3,4 4 01/01/08 01/01/09 UNI EN 681-1:2006 dic-06 NO
M/131 EN 681-2 Elementi di tenuta in elastomero - Requisiti dei materiali per giunti di tenuta EN 681-2:2000 3,4 4 01/01/03 01/01/04 UNI EN 681-2:2005 nov-05 NO
nelle tubazioni utilizzate per adduzione e scarico dell'acqua - Parte 2:
Elastomeri termoplastici

Com. CE 2010/C 167/01


(GUUE n. C 167 - 25/06/2010) 27/30 costruzioni@uni.com
Marcatura CE dei prodotti da costruzione (direttiva 89/106)
Norme armonizzate
15/07/2010

1) Per la marcatura CE è necessario verificare l’effettiva applicabilità di ciascun singolo Requisito Essenziale in funzione della specifica destinazione d’uso del prodotto, come indicato nell’appendice ZA della norma

M/ Mandato Norma EN Titolo Work Item Requisiti Sistema Data di entrata Data di Norma UNI Data pubb. Decreto nazionale n° data GURI Invio scheda a
Essenziali Attestazion in vigore come scadenza del di recepimento GURI MSE
secondo il e di norma periodo di
mandato Conformità armonizzata coesistenza
(inizio (inizio
marcatura CE marcatura CE
volontaria) obbligatoria)

M/131 EN 681-2:2000/ A1:2002 3,4 4 01/01/03 01/01/04 UNI EN 681-2:2005 nov-05


M/131 EN 681-2:2000/A2:2005 3,4 4 01/01/10 01/01/10 UNI EN 681-2:2005 nov-05
M/131 EN 681-3 Elementi di tenuta in elastomero - Requisiti dei materiali per giunti di tenuta EN 681-3:2000 3,4 4 01/01/03 01/01/04 UNI EN 681-3:2005 nov-05 NO
nelle tubazioni utilizzate per adduzione e scarico dell'acqua - Parte 3:
Materiali cellulari di gomma vulcanizzata
M/131 EN 681-3:2000/ A1:2002 3,4 4 01/01/03 01/01/04 UNI EN 681-3:2005 nov-05
M/131 EN 681-4 Elementi di tenuta in elastomero - Requisiti dei materiali per giunti di tenuta EN 681-4:2000 3,4 4 01/01/03 01/01/04 UNI EN 681-4:2005 nov-05 NO
nelle tubazioni utilizzate per adduzione e scarico dell'acqua - Parte 4:
Elementi di tenuta di poliuretano colato
M/131 EN 681-4:2000/ A1:2002 3,4 4 01/01/03 01/01/04 UNI EN 681-4:2005 nov-05
M/131 EN 682 Elementi di tenuta in elastomero - Requisiti dei materiali elastomerici EN 682:2002 3,4 3 01/10/02 01/12/03 UNI EN 682:2002 ott-02 NO
utilizzati in tubi e raccordi per il trasporto di gas e idrocarburi fluidi
M/131 EN 877 Tubi e raccordi di ghisa, loro assemblaggi e accessori per l'evacuazione EN 877:1999 2,3,4 4 01/01/08 01/09/09 UNI EN 877:2007 gen-07
dell'acqua dagli edifici - Requisiti, metodi di prova e assicurazione della
qualità
M/131 EN 877:1999 /A1:2006 2,3,4 4 01/01/08 01/09/09 UNI EN 877:2007 gen-07
M/131 EN 877:1999/ A1:2006/ 2,3,4 4 01/01/09 01/01/09 UNI EN 877:2007 gen-07
AC:2008
M/131 EN 969 Tubi, raccordi ed accessori di ghisa sferoidale e loro assemblaggio per EN 969:2009 3,4 3 01/01/10 01/01/11 UNI EN 969:2009 giu-09
condotte di gas - Prescrizioni e metodi di prova
M/131 EN 1057 Rame e leghe di rame - Tubi rotondi di rame senza saldatura per acqua e EN 1057:2006 2,3,4 1,3,4 01/03/07 01/03/09 UNI EN 1057:2006 lug-06 NO
gas nelle applicazioni sanitarie e di riscaldamento
M/131 EN 1057:2006+A1:2010 2,3,4 1,3,4 01/12/10 01/12/10 UNI EN 1057:2010 mar-10
M/131 EN 1123-1 Tubi e raccordi di tubi di acciaio rivestiti a caldo con saldatura longitudinale EN 1123-1:1999 2,3,4 4 01/06/05 01/06/06 UNI EN 1123-1:2005 ott-05
con giunto a bicchiere per sistemi di acque reflue - Parte: 1 Requisiti, prove
e controllo qualità
M/131 EN 1123-1:1999/ A1:2004 2,3,4 4 01/06/05 01/06/06 UNI EN 1123-1:2005 ott-05
M/131 EN 1124-1 Tubi e raccordi di acciaio inossidabile con saldatura longitudinale con EN 1124-1:1999 2,3,4 4 01/06/05 01/06/06 UNI EN 1124-1:2005 ott-05
giunto a bicchiere per sistemi di acque reflue - Parte 1: Requisiti, prove e
controllo di qualità
M/131 EN 1124-1:1999/ A1:2004 2,3,4 4 01/06/05 01/06/06 UNI EN 1124-1:2005 ott-05
M/131 EN 1254-1 Copper and copper alloys - Plumbing fittings - Part 1: Fittings with ends for FprEN 1254-1
capillary soldering or capillary brazing to copper tubes
M/131 EN 1254-2 Copper and copper alloys - Plumbing fittings - Part 2: Fittings with FprEN 1254-2
compression ends for use with copper tubes
M/131 EN 1254-5 Copper and copper alloys - Plumbing fittings - Part 5: Fittings with short FprEN 1254-5
ends for capillary brazing to copper tubes
M/131 EN 10224 Tubi e raccordi di acciaio non legato per il convogliamento di acqua e di altr EN 10224:2002 2,3,4 4 01/04/06 01/04/07 UNI EN 10224:2006 mar-06 20/11/2007
liquidi acquosi - Condizioni tecniche di fornitura
M/131 EN 10224:2002 /A1:2005 2,3,4 4 01/04/06 01/04/07 UNI EN 10224:2006 mar-06 20/11/2007
M/131 EN 10255 Tubi di acciaio non legato adatti alla saldatura e alla filettatura - Condizioni EN 10255:2004 +A1:2007 2,3,4 3,4 01/01/10 01/01/11 UNI EN 10255:2007 ago-07
tecniche di fornitura
M/131 EN 10311 Giunzioni per la connessione di tubi e raccordi di acciaio per il trasporto di EN 10311:2005 2,3 4 01/03/06 01/03/07 UNI EN 10311:2005 ott-05 20/11/2007
acqua e altri liquidi acquosi
M/131 EN 10312 Tubi saldati di acciaio inossidabile per il convogliamento di liquidi acquosi EN 10312:2002 2,3,4 4 01/04/06 01/04/07 UNI EN 10312:2007 feb-07 20/11/2007
incluso l'acqua per il consumo umano - Condizioni tecniche di fornitura

M/131 EN 10312:2002 /A1:2005 2,3,4 4 01/04/06 01/04/07 UNI EN 10312:2007 feb-07 20/11/2007

Com. CE 2010/C 167/01


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Marcatura CE dei prodotti da costruzione (direttiva 89/106)
Norme armonizzate
15/07/2010

1) Per la marcatura CE è necessario verificare l’effettiva applicabilità di ciascun singolo Requisito Essenziale in funzione della specifica destinazione d’uso del prodotto, come indicato nell’appendice ZA della norma

M/ Mandato Norma EN Titolo Work Item Requisiti Sistema Data di entrata Data di Norma UNI Data pubb. Decreto nazionale n° data GURI Invio scheda a
Essenziali Attestazion in vigore come scadenza del di recepimento GURI MSE
secondo il e di norma periodo di
mandato Conformità armonizzata coesistenza
(inizio (inizio
marcatura CE marcatura CE
volontaria) obbligatoria)

M/131 EN 12285-2 Serbatoi di acciaio prefabbricati - Parte 2: Serbatoi orizzontali cilindrici a EN 12285-2:2005 1,3 1,3,4 01/01/06 01/01/08 UNI EN 12285-2:2005 giu-05
singola e a doppia parete per depositi fuori-terra di liquidi infiammabili e non
infiammabili che possono inquinare l'acqua
M/131 EN 13160-1 Sistemi di rivelazione delle perdite - Parte 1: Principi generali EN 13160-1:2003 3,4 3,4 01/03/04 01/03/05 UNI EN 13160-1:2004 gen-04 22/08/2006
M/131 EN 13341 Serbatoi statici di materiale termoplastico per immagazzinaggio fuori terra EN 13341:2005 1,2,3,4 3 01/01/06 01/01/09 UNI EN 13341:2005 lug-05
di oli combustibili domestici, cherosene e gasolio - Serbatoi di polietilene
fabbricati per soffiaggio (blow moulded), di polietilene fabbricati per
stampaggio rotazionale e di poliammide 6 fabbricati tramite
polimerizzazione anionica - Requisiti e metodi di prova
M/131 EN 13349 Copper and copper alloys - Pre-insulated copper tubes with solid covering prEN 13349 rev

M/131 EN 13616 Dispositivi di troppopieno per serbatoi statici per combustibili liquidi derivati EN 13616:2004 3 3,4 01/05/05 01/05/06 UNI EN 13616:2004 ott-04 22/08/2006
dal petrolio
M/131 EN 13616:2004/ AC:2006 3 3,4 01/06/06 01/06/06 UNI EN 13616:2004 ott-04 NO (opzione NPD
non prevista)

M/131 EN 14680 Adesivi per sistemi di tubazioni non sotto pressione di materiale EN 14680:2006 3,4 4 01/01/08 01/01/09 UNI EN 14680:2007 gen-07
termoplastico - Specifiche
M/131 EN 14800 Assemblaggi di tubi metallici ondulati di sicurezza per il collegamento di EN 14800:2007 2,3,4 1,3 01/01/08 01/01/09 UNI EN 14800:2007 ott-07
apparecchi domestici che utilizzano combustibili gassosi
M/131 EN 14814 Adesivi per sistemi di tubazioni di materiale termoplastico per liquidi sotto EN 14814:2007 3,4 4 01/01/08 01/01/09 UNI EN 14814:2007 dic-07 27/03/2009
pressione - Specifiche
M/131 EN 15013 Plastics piping systems - Non-pressure drainage and sewerage systems prEN 15013
buried in ground - Performance characteristics for pipes, fittings and their
joints
M/131 EN 15069 Assemblaggi di valvole di sicurezza gas per tubi metallici utilizzati per il EN 15069:2008 2,3,4 1,3,4 01/01/09 01/01/10 UNI EN 15069:2009 gen-09
collegamento di apparecchi domestici che utilizzano combustibili gassosi
M/131 EN 15070 Elastomeric packed metallic stripwound safety gas hose assemblies for the prEN 15070
connection of domestic appliances using gaseous fuels
M/132 M/132 Dispositivi anti- EN 15129 Dispositivi antisismici EN 15129:2009 1 1,3 01/08/10 01/08/11 UNI EN 15129:2009 dic-09
sismici
M/135 M/135 Vetro in edilizia EN 572-9 Vetro per edilizia - Prodotti di base di vetro di silicato sodo-calcico - Parte 9 EN 572-9:2004 2,4,5,6 1,3,4 01/09/05 01/09/06 UNI EN 572-9:2005 feb-05 20/11/2007
Valutazione della conformità/Norma di prodotto
M/135 EN 1036-2 Vetro per edilizia - Specchi di vetro float argentato per uso in interni - Parte EN 1036-2:2008 2,4,5,6 1,3,4 01/01/09 01/01/10 UNI EN 1036-2:2008 mag-08
2: Valutazione di conformità; norma di prodotto
M/135 EN 1051-2 Vetro per edilizia - Mattoni di vetro per pareti e pavimentazioni - Parte 2: EN 1051-2:2007 2,4,5,6 1,3,4 01/01/09 01/01/10 UNI EN 1051-2:2008 gen-08
Valutazione di conformità/Norma di prodotto
M/135 EN 1096-4 Vetro per edilizia - Vetri rivestiti - Parte 4: Valutazione della EN 1096-4:2004 2,4,5,6 1,3,4 01/09/05 01/09/06 UNI EN 1096-4:2005 feb-05 20/11/2007
conformità/Norma di prodotto
M/135 EN 1279-5 Vetro per edilizia - Vetrate isolanti - Parte 5: Valutazione della conformità EN 1279-5:2005 2,4,5,6 1,3,4 UNI EN 1279-5:2005 set-05 20/11/2007

M/135 EN 1279-5:2005/ A1:2008 2,4,5,6 1,3,4 01/09/09 01/09/10 UNI EN 1279-5:2009 mar-09
M/135 EN 1748-1-2 Vetro per edilizia - Prodotti di base speciali - Vetri borosilicati - Parte 1-2: EN 1748-1-2:2004 2,4,5,6 1,3,4 01/09/05 01/09/06 UNI EN 1748-1-2:2005 gen-05 20/11/2007
Valutazione della conformità/Norma di prodotto
M/135 EN 1748-2-2 Vetro per edilizia - Prodotti di base speciali - Parte 2-2: Vetro ceramica - EN 1748-2-2:2004 2,4,5,6 1,3,4 01/09/05 01/09/06 UNI EN 1748-2-2:2005 gen-05 27/03/2009
Valutazione della conformità/Norma di prodotto
M/135 EN 1863-2 Vetro per edilizia - Vetro di silicato sodo-calcico indurito termicamente - EN 1863-2:2004 2,4,5,6 1,3,4 01/09/05 01/09/06 UNI EN 1863-2:2005 feb-05 20/11/2007
Parte 2: Valutazione della conformità/Norma di prodotto

Com. CE 2010/C 167/01


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Marcatura CE dei prodotti da costruzione (direttiva 89/106)
Norme armonizzate
15/07/2010

1) Per la marcatura CE è necessario verificare l’effettiva applicabilità di ciascun singolo Requisito Essenziale in funzione della specifica destinazione d’uso del prodotto, come indicato nell’appendice ZA della norma

M/ Mandato Norma EN Titolo Work Item Requisiti Sistema Data di entrata Data di Norma UNI Data pubb. Decreto nazionale n° data GURI Invio scheda a
Essenziali Attestazion in vigore come scadenza del di recepimento GURI MSE
secondo il e di norma periodo di
mandato Conformità armonizzata coesistenza
(inizio (inizio
marcatura CE marcatura CE
volontaria) obbligatoria)

M/135 EN 12150-2 Vetro per edilizia - Vetro di silicato sodo-calcico di sicurezza temprato EN 12150-2:2004 2,4,5,6 1,3,4 01/09/05 01/09/06 UNI EN 12150-2:2005 feb-05 20/11/2007
termicamente - Parte 2: Valutazione di conformità/Norma di prodotto
M/135 EN 12337-2 Vetro per edilizia - Vetro di silicato sodo-calcico indurito chimicamente - EN 12337-2:2004 2,4,5,6 1,3,4 01/09/05 01/09/06 UNI EN 12337-2:2005 feb-05 20/11/2007
Parte 2: Valutazione della conformità/Norma di prodotto
M/135 EN 13024-2 Vetro per edilizia - Vetro di borosilicato di sicurezza temprato termicamente EN 13024-2:2004 2,4,5,6 1,3,4 01/09/05 01/09/06 UNI EN 13024-2:2005 feb-05 20/11/2007
Parte 2: Valutazione della conformità/Norma di prodotto
M/135 EN 14178-2 Vetro per edilizia - Prodotti di base di vetro a matrice alcalina - Parte 2: EN 14178-2:2004 2,4,5,6 1,3,4 01/09/05 01/09/06 UNI EN 14178-2:2005 feb-05 20/11/2007
Valutazione della conformità/Norma di prodotto
M/135 EN 14179-2 Vetro per edilizia - Vetro di sicurezza di silicato sodo calcico temprato EN 14179-2:2005 2,4,5,6 1,3,4 01/03/06 01/03/07 UNI EN 14179-2:2005 set-05 20/11/2007
termicamente e sottoposto a "heat soak test" - Parte 2: Valutazione della
conformità/Norma di prodotto
M/135 EN 14321-2 Vetro per edilizia - Vetro di sicurezza a matrice alcalina temprato EN 14321-2:2005 2,4,5,6 1,3,4 01/06/06 01/06/07 UNI EN 14321-2:2006 feb-06 27/03/2009
termicamente - Parte 2: Valutazione di conformità/Norma di prodotto
M/135 EN 14449 Vetro per edilizia - Vetro stratificato e vetro stratificato di sicurezza - EN 14449:2005 2,4,5,6 1,3,4 01/03/06 01/03/07 UNI EN 14449:2005 set-05 20/11/2007
Valutazione della conformità/Norma di prodotto
M/135 EN 14449:2005/ AC:2005 2,4,5,6 1,3,4 01/06/06 01/06/06 UNI EN 14449:2005 set-05 20/11/2007
M/135 EN 15681-2 Glass in building - Basic alumino silicate glass products - Part 2: Evaluation prEN 15681-2
of conformity/Product standard
M/135 EN 15682-2 Glass in building - Heat soaked thermally toughened alkaline earth silicate prEN 15682-2
safety glass - Part 2: Evaluation of conformity/Product standard

M/135 EN 15683-2 Glass in Building - Thermally toughened soda lime silicate channel shaped prEN 15683-2
safety glass - Part 2: Evaluation of conformity/Product standard

M/136 Prodotti da costruzione a EN 598 Tubi, raccordi e accessori di ghisa sferoidale e loro giunti per fognatura - EN 598:2007 3,4 4 UNI EN 598:2007 dic-07
contatto con acqua Requisiti e metodi di prova
destianata a consumo
umano
M/136 EN 598:2007+A1:2009 1,4 4 01/04/10 01/04/11 UNI EN 598:2009 set-09

Com. CE 2010/C 167/01


(GUUE n. C 167 - 25/06/2010) 30/30 costruzioni@uni.com
Elenco norme UNI pubblicate nel mese di giugno 2010

• UNI EN 1994-1-2:2005
Eurocodice 4 - Progettazione delle strutture composte acciaio-calcestruzzo - Parte 1-2: Regole
generali - Progettazione strutturale contro l'incendio
• UNI EN 12368:2006
Attrezzatura per il controllo del traffico - Lanterne semaforiche
• UNI EN 14886:2008
Macchine per materie plastiche e gomma - Macchine per il taglio e la lavorazione secondaria di
espansi - Requisiti di sicurezza
• UNI EN 289:2008
Macchine per materie plastiche e gomma - Presse - Requisiti di sicurezza
• UNI EN 1093-6:2008
Sicurezza del macchinario - Valutazione dell'emissione di sostanze pericolose trasportate dall'aria -
Parte 6: Rendimento di separazione massico, scarico libero
• UNI EN 1093-7:2008
Sicurezza del macchinario - Valutazione dell'emissione di sostanze pericolose trasportate dall'aria -
Parte 7: Rendimento di separazione massico, scarico intubato
• UNI EN 1093-8:2008
Sicurezza del macchinario - Valutazione dell'emissione di sostanze pericolose trasportate dall'aria -
Parte 8: Parametro di concentrazione dell'inquinante, metodo di prova al banco
• UNI EN 1093-9:2008
Sicurezza del macchinario - Valutazione dell'emissione di sostanze pericolose trasportate dall'aria -
Parte 9: Parametro di concentrazione dell'inquinante, metodo in sala di prova
• UNI EN 1417:2008
Macchine per materie plastiche e gomma - Mescolatori a cilindri - Requisiti di sicurezza
• UNI EN ISO 2320:2009
Dadi autofrenanti di acciaio - Caratteristiche meccaniche e prestazioni
• UNI EN 15635:2009
Sistemi di stoccaggio statici di acciaio - Utilizzo e manutenzione dell'attrezzatura di immagazzinaggio
• UNI EN 15629:2009
Sistemi di stoccaggio statici di acciaio - Specifiche dell'attrezzatura di immagazzinaggio
• UNI EN 1093-1:2009
Sicurezza del macchinario - Valutazione dell'emissione di sostanze pericolose trasportate dall'aria -
Parte 1: Scelta dei metodi di prova
• UNI EN 15532:2009
Biciclette - Terminologia
• UNI CEI EN 980:2009
Simboli utilizzati per l'etichettatura dei dispositivi medici
• UNI EN 13524:2009
Macchine per la manutenzione delle strade - Requisiti di sicurezza

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• UNI EN 12350-1:2009
Prova sul calcestruzzo fresco - Parte 1: Campionamento
• UNI EN 12350-3:2009
Prova sul calcestruzzo fresco - Parte 3: Prova V颩
• UNI EN 12350-2:2009
Prova sul calcestruzzo fresco - Parte 2: Prova di abbassamento al cono
• UNI EN 13862:2009
Macchine per taglio di superfici piane orizzontali - Sicurezza
• UNI EN 14070:2009
Sicurezza delle macchine utensili - Trasferte e macchine speciali
• UNI EN 12717:2009
Sicurezza delle macchine utensili - Trapani
• UNI EN ISO 15193:2009
Dispositivi medico-diagnostici in vitro - Misura di grandezze in campioni di origine biologica - Requisiti
relativi al contenuto e alla presentazione delle procedure di misura di riferimento
• UNI EN 12159:2009
Ascensori da cantiere per persone e materiali con cabina guidata verticalmente
• UNI EN 1495:2009
Piattaforme elevabili - Piattaforme di lavoro autosollevanti su colonne
• UNI EN 299:2009
Ugelli polverizzatori di combustibile liquido in pressione - Determinazione dell'angolo e delle
caratteristiche di polverizzazione
• UNI EN ISO 3743-2:2009
Acustica - Determinazione dei livelli di potenza sonora delle sorgenti di rumore utilizzando la
pressione sonora - Metodi tecnici progettuali in campo riverberante per piccole sorgenti trasportabili -
Parte 2: Metodi in camere riverberanti speciali
• UNI EN ISO 11546-1:2009
Acustica - Determinazione delle prestazioni acustiche di cappottature - Parte 1: Misurazioni di
laboratorio (ai fini della dichiarazione)
• UNI EN ISO 11546-2:2009
Acustica - Determinazione delle prestazioni acustiche di cappottature - Parte 2: Misurazioni in opera
(ai fini dell'accettazione e della verifica)
• UNI EN ISO 12001:2009
Acustica - Rumore emesso dalle macchine e dalle apparecchiature - Regole per la stesura e la
presentazione di una procedura per prove di rumorosit༯li>
• UNI EN 14618:2009
Lapidei agglomerati - Terminologia e classificazione
• UNI EN 14492-1:2009
Apparecchi di sollevamento - Argani e paranchi motorizzati - Parte 1: Argani motorizzati
• UNI EN 9100:2009
Sistemi di gestione per la qualit Requisiti per le organizzazioni dell'aeronautica, dello spazio e della
difesa
• UNI EN 1837:2009
Sicurezza del macchinario - Illuminazione integrata alle macchine

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• UNI EN 1501-1:2010
Veicoli raccolta rifiuti e relativi dispositivi di sollevamento - Requisiti generali e di sicurezza - Parte 1:
Veicoli raccolta rifiuti a caricamento posteriore
• UNI EN 1501-2:2010
Veicoli raccolta rifiuti e relativi dispositivi di sollevamento - Requisiti generali e di sicurezza - Parte 2:
Veicoli raccolta rifiuti a caricamento laterale
• EC 1-2010 UNI EN 13862:2009
Macchine per taglio di superfici piane orizzontali - Sicurezza
• UNI EN 12525:2010
Macchine agricole - Caricatori frontali - Sicurezza
• UNI EN 13022-1:2010
Vetro per edilizia - Vetrate strutturali sigillate - Parte 1: Prodotti vetrari per sistemi di vetrate
strutturali sigillate per vetrate monolitiche supportate e non, e vetrate multiple
• UNI EN 13765:2010
Tubi e tubi raccordati multi-strato di materiale termoplastico (non vulcanizzato) per il trasferimento di
idrocarburi, solventi e prodotti chimici - Specifiche
• UNI EN 710:2010
Sicurezza del macchinario - Requisiti di sicurezza per gli impianti e le macchine per fonderia, per gli
impianti per la preparazione delle forme e delle anime e per gli impianti ad essi associati
• UNI EN 957-4:2010
Attrezzatura fissa di allenamento - Parte 4: Panche di allenamento alla resistenza, requisiti addizionali
specifici di sicurezza e metodi di prova
• UNI EN 1515-4:2010
Flange e loro giunzioni - Bulloneria - Parte 4: Selezione della bulloneria per le attrezzature soggette
alla Direttiva Attrezzature a Pressione 97/23/CE
• UNI EN 1984:2010
Valvole industriali - Valvole a saracinesca di acciaio
• UNI EN 13022-2:2010
Vetro per edilizia - Vetrate strutturali sigillate - Parte 2: Regole di posa
• UNI EN 13111:2010
Membrane flessibili per impermeabilizzazione - Sottostrati per coperture discontinue e pareti -
Determinazione della resistenza alla penetrazione dell'acqua
• UNI EN 13238:2010
Prove di reazione al fuoco dei prodotti da costruzione - Procedimenti di condizionamento e regole
generali per la scelta dei substrati
• UNI EN 13381-8:2010
Metodi di prova per la determinazione del contributo alla resistenza al fuoco di elementi strutturali -
Parte 8: Protettivi reattivi applicati ad elementi di acciaio
• UNI EN 13709:2010
Valvole industriali - Valvole a globo e valvole a globo di intercettazione e ritegno di acciaio
• UNI EN 13789:2010
Valvole industriali - Valvole a globo di ghisa
• UNI EN 14224:2010
Membrane flessibili per impermeabilizzazione - Impermeabilizzazione di ponti di calcestruzzo ed altre

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superfici di calcestruzzo soggette al transito di veicoli - Determinazione della capacit i resistenza alla
fessurazione
• UNI EN 14861:2010
Macchine forestali - Macchine semoventi - Requisiti di sicurezza
• UNI EN 15829:2010
Prodotti alimentari - Determinazione di ocratossina A in uva di Corinto, uva passa, uva sultanina,
miscela di frutta secca e fichi secchi - Metodo per cromatografia ad alta risoluzione (HPLC) con
purificazione in colonna di immunoaffinit rivelazione a fluorescenza
• UNI EN 16002:2010
Membrane flessibili per impermeabilizzazione - Determinazione della resistenza al carico del vento di
membrane flessibili fissate meccanicamente per l'impermeabilizzazione del tetto
• EC 1-2010 UNI EN ISO 8041:2005
Risposta degli individui alle vibrazioni - Strumenti di misurazione
• EC 1-2010 UNI EN ISO 8041:2005
Risposta degli individui alle vibrazioni - Strumenti di misurazione
• EC 1-2010 UNI EN ISO 15212-2:2005
Densimetri a oscillazione - Parte 2: Strumenti di processo per liquidi omogenei
• EC 2-2010 UNI EN ISO 463:2006
Specifiche geometriche dei prodotti (GPS) - Apparecchiature per misurazioni dimensionali -
Caratteristiche di progettazione e caratteristiche metrologiche dei comparatori meccanici a quadrante
• EC 1-2010 UNI EN 1996-3:2006
Eurocodice 6 - Progettazione delle strutture di muratura - Parte 3: Metodi di calcolo semplificato per
strutture di muratura non armata
• EC 1-2010 UNI EN ISO 10360-6:2005
Specifiche geometriche dei prodotti (GPS) - Prove di accettazione e prove di verifica periodica per
macchine di misura a coordinate (CMM) - Parte 6: Stima degli errori nel calcolo degli elementi
associati in modo Gaussiano
• EC 1-2010 UNI EN ISO 8980-1:2004
Ottica oftalmica - Lenti per occhiali finite non tagliate - Parte 1: Specifiche per lenti monofocali e
multifocali
• EC 1-2010 UNI EN 1159-3:2003
Ceramiche tecniche avanzate - Ceramiche composite, propriet ermofisiche - Determinazione della
capacit ermica specifica
• EC 1-2010 UNI EN 13035-3:2010
Macchine ed impianti per la produzione, il trattamento e la lavorazione del vetro piano - Requisiti di
sicurezza - Parte 3: Macchine da taglio
• UNI EN ISO 286-1:2010
Specifiche geometriche dei prodotti (GPS) - Sistema di codifica ISO per tolleranze di dimensioni
lineari - Parte 1: Principi fondamentali per tolleranze, scostamenti ed accoppiamenti
• UNI EN ISO 439:2010
Acciai e ghise - Determinazione del contenuto di silicio totale - Metodo gravimetrico
• UNI EN ISO 1135-4:2010
Attrezzatura di trasfusione per uso medico - Parte 4: Set di trasfusione monouso

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• UNI EN ISO 1182:2010
Prove di reazione al fuoco dei prodotti - Prova di non combustibilit༯li>
• UNI EN ISO 3266:2010
Golfari di acciaio fucinati di grado 4 per impiego generale di sollevamento
• UNI EN ISO 9917-2:2010
Odontoiatria - Cementi a base acquosa - Parte 2: Cementi modificati dalla resina
• UNI EN ISO 10052:2010
Acustica - Misurazioni in opera dell'isolamento acustico per via aerea, del rumore da calpestio e della
rumorosit egli impianti - Metodo di controllo
• UNI EN ISO 11201:2010
Acustica - Rumore emesso dalle macchine e dalle apparecchiature - Determinazione dei livelli di
pressione sonora di emissione al posto di lavoro e in altre specifiche posizioni in campo sonoro
praticamente libero su un piano riflettente con correzioni ambientali trascurabili
• UNI EN ISO 11202:2010
Acustica - Rumore emesso dalle macchine e dalle apparecchiature - Determinazione dei livelli di
pressione sonora di emissione al posto di lavoro e in altre specifiche posizioni applicando correzioni
ambientali approssimate
• UNI EN ISO 11204:2010
Acustica - Rumore emesso dalle macchine e dalle apparecchiature - Determinazione dei livelli di
pressione sonora di emissione al posto di lavoro e in altre specifiche posizioni applicando correzioni
ambientali accurate
• UNI EN ISO 14602:2010
Impianti chirurgici non attivi - Impianti per osteosintesi - Requisiti particolari
• UNI EN ISO 15302:2010
Oli e grassi animali e vegetali - Determinazione del benzo[a]pirene - Metodo per cromatografia
liquida ad alta risoluzione a fase inver
• UNI EN ISO 15350:2010
Acciai e ghise - Determinazione del contenuto totale di carbonio e di zolfo - Metodo di assorbimento
nell'infrarosso dopo combustione in un forno a induzione (metodo di routine)
• UNI EN ISO 15351:2010
Acciai e ghise - Determinazione del contenuto di azoto - Metodo per conducibilit ermica dopo
fusione in una corrente di gas inerte (metodo di routine)
• UNI EN ISO 15747:2010
Contenitori di plastica per iniezioni intravenose
• UNI EN ISO 16852:2010
Fermafiamma - Requisiti prestazionali, metodi di prova e limiti di utilizzo
• UNI EN ISO 8894-1:2010
Materiali refrattari - Determinazione della conduttivit ermica - Parte 1: Metodi a filo caldo
(disposizione trasversale e termometro a resistenza)
• UNI EN ISO 9173-2:2010
Odontoiatria - Pinze per estrazione - Parte 2: Designazione
• UNI CEN ISO/TS 14253-4:2010
Specifiche geometriche dei prodotti (GPS) - Verifica mediante misurazione dei pezzi lavorati e delle

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apparecchiature per misurazioni - Parte 4: Background sui limiti funzionali e limiti di specifica nelle
regole decisionali
• UNI EN ISO 23125:2010
Macchine utensili - Sicurezza - Torni
• UNI EN ISO 4499-2:2010
Metalli duri - Determinazione metallografica della microstruttura - Parte 2: Misurazione della
dimensione dei grani di WC
• UNI EN ISO 4499-1:2010
Metalli duri - Determinazione metallografica della microstruttura - Parte 1: Microfotografie e
descrizione
• UNI EN 13036-1:2010
Caratteristiche superficiali delle pavimentazioni stradali ed aeroportuali - Metodi di prova - Parte 1:
Misurazione della profondit ella macrotessitura della superficie della pavimentazione tramite tecnica
volumetrica ad impronta
• UNI EN ISO 17638:2010
Controllo non distruttivo delle saldature - Controllo con particelle magnetiche
• UNI EN ISO 18592:2010
Saldatura a resistenza - Prove distruttive delle saldature - Metodo per la prova di fatica di saggi
saldati a punti multipli
• UNI EN ISO 23277:2010
Controllo non distruttivo delle saldature - Controllo delle saldature mediante liquidi penetranti - Livelli
di accettabilit༯li>
• UNI EN ISO 23278:2010
Controllo non distruttivo delle saldature - Controllo con particelle magnetiche delle saldature - Livelli
di accettabilit༯li>
• UNI EN 125:2010
Dispositivi di sorveglianza di fiamma per apparecchi utilizzatori a gas - Dispositivi termoelettrici di
sicurezza all'accensione e allo spegnimento
• UNI EN ISO 10360-2:2010
Specifiche geometriche dei prodotti (GPS) - Prove di accettazione e prove di verifica periodica per
macchine di misura a coordinate (CMM) - Parte 2: CMM utilizzate per misurazioni dimensionali lineari
• EC 1-2010 UNI EN 13629:2004
Pavimentazioni di legno - Tavole pre-assemblate di legno massiccio di latifoglie
• EC 1-2010 UNI EN 14901:2006
Tubi, raccordi e accessori in ghisa sferoidale - Rivestimento epossidico (rinforzato) dei raccordi e
degli accessori in ghisa sferoidale - Requisiti e metodi di prova
• UNI ISO 230-2:2010
Codice di collaudo per macchine utensili - Parte 2: Determinazione dell'accuratezza e ripetibilit i
posizionamento degli assi a comando numerico
• UNI ISO 230-3:2010
Codice di collaudo per macchine utensili - Parte 3: Determinazione degli effetti termici
• UNI ISO 230-4:2010
Codice di collaudo per macchine utensili - Parte 4: Prove d'interpolazione circolare per macchine
utensili a comando numerico

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• UNI ISO 230-6:2010
Codice di collaudo per macchine utensili - Parte 6: Determinazione dell'accuratezza di posizionamento
su diagonali volumetriche e piane (prove di posizionamento diagonale)
• UNI ISO 230-7:2010
Codice di collaudo per macchine utensili - Parte 7: Accuratezza geometrica degli assi di rotazione
• UNI ISO 1708:2010
Prescrizioni di collaudo per torni paralleli di impiego generale - Prove di accuratezza
• UNI ISO 2470-1:2010
Carta, cartone e paste - Misurazione del fattore di riflettanza diffusa nel blu - Parte 1: Condizioni di
luce diurna interna (grado di bianco ISO)
• UNI ISO 2470-2:2010
Carta, cartone e paste - Misurazione del fattore di riflettanza diffusa nel blu - Parte 2: Condizioni di
luce diurna esterna (grado di bianco D65)
• UNI ISO 2930:2010
Gomma grezza naturale - Determinazione della variazione dell'indice di plasticit PRI)
• UNI ISO 6209:2010
Elastomeri - Materie prime ed ingredienti - Nero di carbonio - Determinazione delle sostanze estraibili
con solvente
• UNI ISO 7870-1:2010
Carte di controllo - Parte 1: Linee guida generali
• UNI ISO 8636-1:2010
Macchine utensili - Prescrizioni di collaudo per fresatrici a portale - Prove di accuratezza - Parte 1:
Fresatrici a portale fisso
• UNI ISO 9924-3:2010
Gomma e prodotti in gomma - Determinazione della composizione delle gomme vulcanizzate e delle
mescole non vulcanizzate mediante termogravimetria - Parte 3: Gomme idrocarburiche, gomme
alogenate, e gomme polisilossaniche dopo estrazione
• UNI ISO 10791-1:2010
Prescrizioni di collaudo per centri di lavorazione - Parte 1: Prove geometriche per macchine con
mandrino orizzontale e con teste accessorie (asse Z orizzontale)
• UNI ISO 10791-2:2010
Prescrizioni di collaudo per centri di lavorazione - Parte 2: Prove geometriche per macchine con
mandrino verticale o con teste universali con asse di rotazione primario verticale (asse Z verticale)
• UNI ISO 10791-3:2010
Prescrizioni di collaudo per centri di lavorazione - Parte 3: Prove geometriche per macchine con teste
universali integrali a posizioni discrete o continue e asse di rotazione primario orizzontale (asse Z
verticale)
• UNI ISO 10791-4:2010
Prescrizioni di collaudo per centri di lavorazione - Parte 4: Accuratezza e ripetibilit i posizionamento
degli assi lineari e di rotazione
• UNI ISO 10791-5:2010
Prescrizioni di collaudo per centri di lavorazione - Parte 5: Accuratezza e ripetibilit i posizionamento
delle tavole amovibili portapezzi (pallet)

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• UNI ISO 10791-6:2010
Prescrizioni di collaudo per centri di lavorazione - Parte 6: Accuratezza di avanzamenti, velocit
interpolazioni
• UNI ISO 10791-9:2010
Prescrizioni di collaudo per centri di lavorazione - Parte 9: Valutazione dei tempi di esecuzione del
cambio utensile e del cambio pallet
• UNI ISO 10791-10:2010
Prescrizioni di collaudo per centri di lavorazione - Parte 10: Valutazione delle distorsioni termiche
• EC 1-2010 UNI EN 14886:2008
Macchine per materie plastiche e gomma - Macchine per il taglio e la lavorazione secondaria di
espansi - Requisiti di sicurezza
• UNI ISO 11107:2010
Servizi per l'immersione ricreativa - Requisiti per i programmi di addestramento per le immersioni con
aria arricchita nitrox (EAN)
• UNI ISO 11121:2010
Servizi per l'immersione ricreativa - Requisiti per i programmi di addestramento introduttivi alle
immersioni subacquee
• UNI ISO 13041-1:2010
Prescrizioni di collaudo per torni a comando numerico e centri di tornitura - Parte 1: Prove
geometriche per macchine con mandrino porta-pezzi orizzontale
• UNI ISO 13041-2:2010
Prescrizioni di collaudo per torni a comando numerico e centri di tornitura - Parte 2: Prove
geometriche per macchine con mandrino porta-pezzi verticale
• UNI ISO 13041-3:2010
Prescrizioni di collaudo per torni a comando numerico e centri di tornitura - Parte 3: Prove
geometriche per macchine con mandrini porta-pezzi verticali invertiti
• UNI ISO 13041-4:2010
Prescrizioni di collaudo per torni a comando numerico e centri di tornitura - Parte 4: Accuratezza e
ripetibilit i posizionamento degli assi lineari e di rotazione
• UNI ISO 13041-5:2010
Prescrizioni di collaudo per torni a comando numerico e centri di tornitura - Parte 5: Accuratezza di
avanzamenti, velocit interpolazioni
• UNI ISO 13041-6:2010
Prescrizioni di collaudo per torni a comando numerico e centri di tornitura - Parte 6: Accuratezza di
un pezzo lavorato di finitura
• UNI ISO 13041-7:2010
Prescrizioni di collaudo per torni a comando numerico e centri di tornitura - Parte 7: Valutazione del
comportamento in interpolazione nei piani coordinati
• UNI ISO 13041-8:2010
Prescrizioni di collaudo per torni a comando numerico e centri di tornitura - Parte 8: Valutazione delle
distorsioni termiche
• UNI ISO 22514-1:2010
Metodi statistici per la gestione dei processi - Capacit prestazione - Parte 1: Principi e concetti
generali

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• UNI ISO 22514-3:2010
Metodi statistici per la gestione dei processi - Capacit prestazione - Parte 3: Studi di prestazione di
macchine per dati misurati su parti discrete
• UNI ISO/TR 22514-4:2010
Metodi statistici per la gestione dei processi - Capacit prestazione - Parte 4: Stime della capacit i
processo e misure di prestazione
• UNI EN 1854:2010
Dispositivi di sorveglianza della pressione per bruciatori e apparecchi a gas
• UNI EN 1147:2010
Scale portatili per servizi antincendio
• UNI EN 14490:2010
Esecuzione di lavori geotecnici speciali - Chiodature del terreno (soil nailing)
• EC 1-2010 UNI EN 13084-7:2006
Camini strutturalmente indipendenti - Parte 7: Specifiche di prodotto applicabili ad elementi cilindrici
di acciaio da utilizzare per camini di acciaio a parete singola e per pareti interne di acciaio
• EC 1-2010 UNI EN ISO 12947-1:2000
Tessili - Determinazione della resistenza all'abrasione dei tessuti con il metodo Martindale -
Apparecchiatura Martindale per la prova di abrasione
• EC 1-2010 UNI EN ISO 12947-2:2000
Tessili - Determinazione della resistenza all'abrasione dei tessuti con il metodo Martindale -
Determinazione del deterioramento della provetta
• EC 1-2010 UNI EN ISO 12947-3:2000
Tessili - Determinazione della resistenza all'abrasione dei tessuti con il metodo Martindale -
Determinazione della perdita di massa
• EC 2-2010 UNI EN ISO 12947-4:2000
Tessili - Determinazione della resistenza all'abrasione dei tessuti con il metodo Martindale -
Valutazione del cambiamento di aspetto
• UNI 11366:2010
Sicurezza e tutela della salute nelle attivit ubacquee ed iperbariche professionali al servizio
dell'industria - Procedure operative

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TECNO PIEMONTE
ORGANISMO EUROPEO NOTIFICATO
EUROPEAN NOTIFIED BODY

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