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Il Canale Reale, che ha le sue sorgenti nel territorio di Villa Castelli, con i suoi 48

chilometri è il più lungo corso d’acqua naturale della Puglia meridionale. Scorre da
ovest ad est nella piana brindisina; nato da polle risorgive ubicate a circa 150 metri
sul livello del mare, sfocia nel Mare Adriatico nei pressi della Riserva naturale statale
di Torre Guaceto. Lungo il suo corso attraversa i comuni di Francavilla Fontana, Oria,
Latiano, Mesagne, San Vito dei Normanni, Carovigno e Brindisi. Con l’antico nome di
Pactius o Ausonius, è stato citato da Plinio il Vecchio nella sua opera Naturalis
Historia. Ancora più indietro nel tempo pare che delle sue sorgenti, si sia occupato
anche lo storico e geografo greco Strabone nei suoi appunti di viaggio raccolti
nell’opera Geografia. Per questo la sua sorgente è stata ribattezzata “Fonte di
Strabone”. La fonte del canale, è caratterizzata da due emergenze di acque artesiane
che, incontrandosi in una depressione del terreno, formano uno specchio d’acqua
profondo circa due metri.

Attualmente le sorgenti sono quasi del tutto soffocate da un inestricabile canneto. Si


tratta di acque, in origine, di buona qualità. Questa corso d’acqua è stato in passato
una via secondaria di comunicazione dal mare Adriatico verso l’entroterra e, nell’alto
medioevo, alcune comunità di monaci Basiliani scavarono nelle sue vicinanze delle
grotte trasformandole in abitazioni e luoghi di culto. Per secoli le sorgenti hanno
rappresentato un’importante fonte di approvvigionamento idrico la cui acqua è stata
utilizzata per varie colture locali e la pastorizia. Venne denominata Fonte dei Grani,
per via della prevalente funzione irrigatoria per la coltivazione del frumento tant’è che
la chiesa edificata nei pressi della sorgente è intitolata a Santa Maria dei Grani.

Tra i fitti rovi e canneti si giunge davanti al portone spalancato di una chiesa: sulla
sinistra alcune incisioni in greco e, in alto, una grande lastra di marmo su cui è incisa,
in un latino non proprio classico, la storia di un miracolo legato a questo luogo,
avvenuto quasi cinque secoli addietro. All’interno, sopra l’altare, vi è un bellissimo
affresco raffigurante la Vergine Maria che ha in braccio il Bambino Gesù, seduto in
atto benedicente, che tiene in mano una pergamena arrotolata e che la Madonna
indica con un gesto della mano.

La leggenda legata a questo luogo sacro risale all’anno 1529, quando i francesi
cercavano di conquistare le terre pugliesi che erano sotto il dominio spagnolo di re
Carlo V. Per fiaccare la resistenza delle popolazioni locali l’esercito francese si era
affidato a dei soldati di ventura albanesi, chiamati “Cappelletti” per via dello strano
elmetto che indossavano, il cui compito era di seminare il terrore nelle campagne e
nelle piccole città razziando, violentando ed uccidendo senza alcuna remora, non
solo chi si fosse opposto a loro, ma anche chiunque gli fosse capitato a loro tiro. Un
contingente di circa 500 uomini si era accampato, per passare la notte, nei pressi del
vecchio casale medioevale di S. Maria dei grani con l’intento di andare a depredare, il
mattino successivo, la fiorente città di Francavilla Fontana.

Ebbene, si racconta che un’incredibile quantità di acqua cominciò a fuoriuscire dalla


Sorgente dei Grani e tutta la terra intorno cominciò a zampillare di cento fontane al
punto che i soldati di ventura, sebbene si fossero sempre vantati di non temere né
Dio né gli uomini, furono letteralmente terrorizzati da questo evento e fuggirono in
maniera disordinata, sicché Francavilla fu risparmiata dal saccheggio. Per svariati
secoli e fino agli anni Sessanta, questo miracolo fu ricordato con una processione
che, dopo Pasqua, portava migliaia di fedeli alla chiesa della Madonna dei grani a
ringraziare e venerare la Sacra Immagine.

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