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La mistica evangelica
di papa Francesco.
una chiave della Evangelii gaudium
CaRLo LoRenZo RoSSeTTI1
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Rettore del Seminario missionario Redemptoris Mater di Lezha e docente di Teologia dog-
matica presso l’Istituto Filosofico-Teologico di Scutari (albania). c.lorenzo.rossetti@gmail.com.
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a cinque riprese si menziona il termine “mistica” e ogni volta in contesti nodali, cf. eG 87,
92, 124, 237, 272.
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dal punto di vista biblico, merita ancora rifarsi a R. Penna, Il “Mysterion” paolino, mor-
celliana, Brescia, 1978.
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Potremmo dire che per Francesco “ubi caro humana, ibi caro Chri-
sti”.
Scaturisce da questa visione uno slancio all’esodo da sé per incon-
trare l’altro. accogliere questo messaggio d’amore (kerygma) significa,
infatti, lasciarsi abbracciare in un movimento di unione con Gesù e imita-
zione di Lui. alla gioia della fede nata dalla contemplatio Jesu segue na-
turalmente la conformazione a lui (la imitatio Christi), il partecipare alla
sua vita, ai suoi sentimenti, alla sua dedizione, al suo “sguardo”6, che si
volge con amore verso ogni uomo. Come verrà ribadito in merito all’as-
similazione del Vangelo: «è urgente ricuperare uno spirito contemplativo,
che ci permetta di riscoprire ogni giorno che siamo depositari di un bene
che umanizza, che aiuta a condurre una vita nuova» (eG 264). È evidente
l’indole cristologica della proposta bergogliana: Gesù sta al centro di que-
sta mistica. Tutto cambia mediante l’incontro personale con lui. nulla è più
“la stessa cosa” (cf. eG 266). La fede autentica è quindi “esperienza” di
essere amati, perdonati, eletti: Miserando atque eligendo, come recita il
motto episcopale di Bergoglio! e questo compete a tutti i battezzati, a tutta
la Chiesa, convocata a una spiritualità “in uscita”7. Il cuore della vita in-
teriore (mistica) cristiana, nata nell’amen pronunciato all’annuncio di Cri-
sto crocifisso e risorto, come vittoria sul male e sulla morte, trova il suo
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Si citano qui dal Vaticano II, Gaudium et spes, 22 e Lumen gentium, 9.
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Il testo è imprestato da GIoVannI PaoLo II, Novo millennio ineunte, 52.
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Vedere le cose in Cristo cf. anche eG 268; il tema era già ricorrente in FRanCeSCo, Lumen
fidei 18, 21, 22, 46, 56, 60.
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Cf. eG 1; 20-24; 111-134.
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fulcro nella “certezza interiore”, «quello che si chiama “senso del mi-
stero”», ossia il «sapere con certezza che chi si offre e si dona a dio per
amore, sicuramente sarà fecondo. […] La sicurezza che non va perduta
nessuna delle opere svolte con amore, non va perduta nessuna delle sin-
cere preoccupazioni per gli altri, non va perduto nessun atto d’amore per
dio, non va perduta nessuna generosa fatica, non va perduta nessuna do-
lorosa pazienza» (eG 279).
Come accennato, tale conoscenza/contemplazione della fede, (po-
tremmo dire theôria), impone di per sé, o meglio suscita immediatamente
e spontaneamente una rivoluzione etica: la nuova ortoprassi del seguire
«il cammino luminoso di vita e di sapienza» tracciato da Cristo (cf. eG
194) e del quale il Signore rimane il supremo esempio:
«Gesù stesso è il modello di questa scelta evangelizzatrice che ci intro-
duce nel cuore del popolo. quanto bene ci fa vederlo vicino a tutti! Se par-
lava con qualcuno, guardava i suoi occhi con una profonda attenzione
piena d’amore: «Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò» (Mc 10,21). Lo
vediamo aperto all’incontro quando si avvicina al cieco lungo la strada
(cf. Mc 10,46-52) e quando mangia e beve con i peccatori (cf. Mc 2,16),
senza curarsi che lo trattino da mangione e beone (cf. Mt 11,19). Lo ve-
diamo disponibile quando lascia che una prostituta unga i suoi piedi
(cf. Lc7,36-50) o quando riceve di notte nicodemo (cf. Gv 3,1-15). Il do-
narsi di Gesù sulla croce non è altro che il culmine di questo stile che ha
contrassegnato tutta la sua esistenza» (eG 269).
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Cf. Gal 5,6 («la fede resa effettiva [energoumenê] mediante la carità») citato in eG 37.
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Intervista a p. a. Spadaro, 19/08/2013 in L’Osservatore Romano, anno CLIII, n. 216,
21/09/2013. Sulla decisività del “primo annuncio” vedi eG 160, 164, 177, 178.
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Vedi pure eG 10ss.
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Vedi eG 265 con rimando a Redemptoris missio, 45.
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«Sappiamo bene che la vita con Gesù diventa molto più piena e che con
Lui è più facile trovare il senso di ogni cosa. È per questo che evangeliz-
ziamo. Il vero missionario, che non smette mai di essere discepolo, sa che
Gesù cammina con lui, parla con lui, respira con lui, lavora con lui. Sente
Gesù vivo insieme con lui nel mezzo dell’impegno missionario» (eG 266).
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Il rimando è qui a s. Tommaso: «amans aestimat amatum quodammodo ut unum sibi vel
ad se pertinens» (Summa theol. II, II, 27, 2). La carità non è solo volere il bene dell’altro, ma anche
vero e proprio “affectus unionis”; in questo sta la dimensione intrinsecamente “erotica” dell’agape (cf.
già BenedeTTo XVI, Deus caritas est, specie nn. 7, 9-10).
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principali che fondano ogni norma morale e come il segno più chiaro per
fare discernimento sul cammino di crescita spirituale in risposta alla do-
nazione assolutamente gratuita di dio…Come la Chiesa è missionaria per
natura, così sgorga inevitabilmente da tale natura la carità effettiva per il
prossimo, la compassione che comprende, assiste e promuove» (eG 179).
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Cf. 1Pt 2,10 e tutto il cap. II della Lumen gentium. Il lemma “popolo fedele” ricorre ben
sette volte, cf. eG 96, 120, 126, 142, 144, 271, 274.
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Cf. soprattutto 1Pt 3,8; Rm 12,16.
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Simili espressioni si leggono nel Messaggio per la Quaresima 2014 e nell’Angelus del
mercoledì delle Ceneri 2014.
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Cf. Esercizi spirituali, n. 1,6; 5,1; 215,1 ecc.
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Abstract: The key to the thought and pastoral praxis of Pope Fran-
cis is to be found in the “mysticism” which runs through the apos-
tolic exhortation Evangelii gaudium (2013). This mysticism
consists in a deep Christocentric spirituality, rooted in the contem-
plation of Jesus, revealer of God’s love for every human being. di-
vine love seeks to be assimilated and shared, spreading forth among
people through a mysticism of shared life and fraternity. Ignatian
and Franciscan themes combine with characteristically Latin amer-
ican emphases (cp. the stress on the “People of God”); the decisive
inspiration however is the very Gospel itself.