Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Page : A03
il reportage
Viaggio nella capitale somala, che le milizie vicine ad al-Qaeda hanno lasciato al controllo del contingente militare inviato dallUnione africana per stabilizzare il Paese. Ma la road map verso la riconciliazione sembra illusoria: i clan si riarmano per contendersi il potere assoldando i profughi che cercano scampo in citt
Bambini accampati con le loro famiglie tra le rovine di una casa in un quartiere di Mogadiscio (Reuters)
ogadiscio perduta. Non importa chi ha vinto e chi no. Tra le rovine, migliaia di esseri umani brulicano in cerca di un cucchiaio di fagioli secchi o di un pugno di riso. La farina un lusso per pochi. Sulle bancarelle del mercato di Bakara, dove impunemente sono in vendita i sacchi di aiuti umanitari sottratti allOnu, il grano macinato ha superato il dollaro al chilo, il doppio che in Italia. una citt fantasma, irrimediabilmente distrutta, spazzata via da ventanni di conflitto casa per casa. Come unonda di risacca il ritiro dei fondamentalisti al-Shaabab ha lasciato il campo di battaglia ai warlord somali. I "signori della guerra" si stanno riarmando. Alla road map che in un anno dovrebbe portare alla stabilizzazione del Paese credono in pochi. Almeno una dozzina di altre volte ci si provato in passato, con risultati sempre peggiori. Meglio arrivare allentrata in vigore della nuova costituzione, attesa entro il 1 luglio 2012, disponendo ogni clan di un esercito numeroso. Pi miliziani si ha ai propri ordini spiega una fonte della diplomazia Onu pi si potr ottenere dal governo in cambio di una tregua. Una partita a poker giocata mostrando ciascuno la propria armeria. Per meno di 100 dollari al mese i warlord stanno assoldano i profughi che altrimenti non saprebbero come sfamare le bocche fameliche di una prole sempre numerosa. La guerra, a Mogadiscio, lunico impiego "a tempo indeterminato". Per quanto tempo si avr una paga dipende esclusiva-
il ministro degli Esteri LItalia non ci lasci soli nella lotta contro i fondamentalisti islamici
DAL NOSTRO INVIATO A MOGADISCIO
CHISIMAIO
Il ministro Haji Ibrahim
a situazione della sicurezza nel centro di Mogadiscio migliorata, dopo il ritiro dei miliziani al-Shabaab. Ora, per, abbiamo bisogno di aiuto. Mi rivolgo specialmente allItalia: tornate a investire in Somalia, tornate a occuparvi di noi, aiutateci a ricostruire il Paese. Il ministro degli Esteri somalo, Mohamed Mohamud Haji Ibrahim, si lascia intervistare nel grande e disadorno salone Va rimesso in di Villa Somapiedi un Paese lia, sede della presidenza del governo trandistrutto: Roma avrebbe sitorio. Unico lusso, due climatizzatori e un ruolo sette ventilatoprivilegiato ri made in China inchiodati al soffitto. A Mogadiscio le apparenze sono importanti. Perci nellangolo dove maggiore il flusso daria fresca siede una pattuglia di annoiati boiardi e di generali senza un vero esercito. Sonnecchiano, aspettando lordine di smobilitare la scenografia di una leadership compatta, costruita a bella posta per le foto di rito. Dallindipendenza ottenuta dai colonizzatori italiani alla dittatura di Siad Barre, alle alleanze dei signori della guerra, fino al governo delle corti islamiche, la storia del Paese passata da questedificio, posto su una collina da cui facile presidiare la citt o fuggire verso il mare. Qui pochi giorni fa stato siglato laccordo che prevede una nuova Costituzione, in vigore dal 1 luglio 2012, e libere elezioni entro il 20 agosto. Ministro, lei ha affermato che Mogadi-
scio completamente sotto il controllo del governo federale di transizione e della forza di pace dellUnione africana. Eppure in citt si ripetono attentati, scontri con armi pesanti, sequestri di persona. La minaccia della guerriglia al-Shabaab non pu essere ignorata ma, ripeto, Mogadiscio non affatto in mano loro. Non vedo Shabaab intorno a noi. La capitale tornata in nostre mani. Non per intero. Ci sono quartieri in cui i vostri uomini fanno fatica a entrare, cos come ampi distretti nel resto del Paese. Come pensate di liberare la Somalia? Per riconquistare tutto il territorio abbiamo bisogno di forze supplementari, di equipaggiamento extra e dunque del sostegno della comunit internazionale. La Somalia non solo un problema dei somali. E il nostro popolo non pu essere lasciato da solo in questa lotta contro i fondamentalisti islamici. Cosa vuole chiedere al governo italiano? I legami con il vostro Paese sono antichi. Legami forti, che la guerra non ha reciso. Molti qui parlano ancora litaliano e nella nostra cultura, nella nostra architettura, perfino nella nostra cucina c molto dellItalia. Per queste ragioni, nella prospettiva della progressiva stabilizzazione della Somalia, domandiamo allItalia di tornare qui. Per fare che cosa? Abbiamo bisogno di costruire infrastrutture, realizzare ospedali, scuole, porti. Dobbiamo rimettere in piedi il Paese. La politica e le imprese italiane sanno come fare tutto questo e noi, tra i partner che ci si faranno accanto, volentieri daremmo un ruolo di primaria importanza a Roma. Nello Scavo
DA SAPERE
luglio 2006, dopo molti mesi di combattimenti, le milizie delle corti islamiche prendono il controllo della capitale. A fine dicembre del 2006, grazie allintervento etiopico, milizie legate al governo di transizione prendono il controllo di Mogadiscio. In quello stesso periodo gli Usa intervengono con ripetuti raid aerei contro obiettivi terroristici. Il 31 gennaio 2009 il Parlamento di transizione elegge come nuovo presidente della repubblica il leader dellopposizione islamica "moderata", Sheikh Sharif Ahmed, capo dellAlleanza per una nuova liberazione della Somalia (Ars) e in precedenza tra i leader delle corti islamiche. Le prossime elezioni avrebbero dovuto svolgersi questo autunno, ma Sheikh Sharif Ahmed (dato in calo nel gradimento popolare) ha convinto la maggioranza a rinviarle di un anno. (N.S.)
guerriglieri Shabaab che controllano la citt di Chisimaio, nel sud della Somalia, hanno vietato linsegnamento della lingua inglese nelle scuole della citt chiedendo agli insegnanti di sostituirla con la lingua araba. Secondo il quotidiano alQuds al-Arabi, i miliziani islamici, considerati vicini al gruppo terroristico di alQaeda, hanno intimato agli insegnanti della citt che operano nelle scuole di cessare linsegnamento della lingua inglese e di sostituirlo con quello dellarabo e dei princpi dellIslam. Eravamo soliti seguire un piano di studi nelle scuole elementari e superiori come quello del Kenya, del Sudan e della Malaysia: in lingua inglese, in modo da mettere in condizione gli studenti, in futuro, di frequentare universit straniere. Adesso non possiamo pi insegnare perch cambiato tutto e dovranno cambiare anche i nostri docenti che vengono dal vicino Kenya e che non parlano larabo. Intanto sempre ieri a Mogadiscio almeno cinque civili sono stati uccisi e tre feriti da un soldato somalo durante la distribuzione di aiuti alimentari. Il soldato che ha aperto il fuoco stato arrestato dalle forze di polizia somale subito dopo aver sparato, ha precisato un testimone, Ahmed Qumbe.
Copyright Avvenire