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PALERMO
NON VUOLE STACCARSI DALLE SLOT E AGGREDISCE I POLIZIOTTI
Aveva perso mille euro alle slot machines e tentava di recuperare la perdita. Cos, quando il titolare del Bingo vip di viale Strasburgo, a Palermo, dopo la mezzanotte ha staccato la corrente elettrica per chiudere il locale, il cliente andato su tutte le furie, danneggiando suppellettili e aggredendo gli agenti dellUfficio Prevenzione generale e soccorso pubblico della questura, chiamati dal gestore. Salvatore Valenti, questo il nome del giocatore, 41 anni, stato arrestato. Quando ha capito che non poteva tornare a giocare, Valenti ha dato calci e pugni agli agenti e ha colpito ripetutamente anche il monitor di una slot machine, lesionando il vetro e procurandosi una vistosa ferita alla mano. Anche dopo essere stato condotto negli uffici di polizia, Valenti ha gridato il suo proposito di ritornare al pi presto al Bingo vip per reclamare i mille euro persi.
Rapetto
NUOVE DROGHE
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Si temuto che unazione repressiva potesse intralciare il gettito che lazzardo assicura
l banco vince sempre. Anche quando perde. I concessionari delle slot-machine, secondo la procura della Corte dei conti, avrebbero dovuto pagare allErario una penale a dodici cifre: 100 miliardi di euro. Lequivalente di una mezza dozzina di manovre finanziarie. Ma i gestori, alla fine, se la caveranno con poco. Per effetto di calcoli controversi hanno ottenuto un maxisconto di oltre il 90%, vedendosi tagliare le penali a 2,7 miliardi. E se la serie di ricorsi, tra Consiglio di Stato, Tar e Cassazione, dovesse andare a segno, la sanzione si abbasserebbe ancora. Il danno erariale stato contestato ai dieci concessionari della rete "new slot" per il periodo 2004-2007. Si tratta dei big del gioco legale: Atlantis World Giocolegale limited, Snai spa, Sisal spa, Gmatica srl, Cogetech spa, Gamenet spa, Lottomatica Videolot Rete spa, Cirsa Italia srl, H.b.G. Srl e Codere spa. Le contestazioni riguardano, in particolare, il mancato collegamento degli apparecchi alla rete telematica dello Stato, gestita da Sogei. Nella sentenza depositata dalla Corte dei conti il 17 febbraio 2012 e contro cui le compagnie hanno depositato svariati ricorsi, viene spiegato che alla data del 13 settembre 2004 le societ concessionarie avrebbero dovuto collegare almeno il 5% degli apparecchi di gioco, per arrivare gradualmente a coprire lintero parco degli apparecchi mangiasoldi. La Procura rileva che si legge ancora nella sentenza per le societ concessionarie ancora al primo novembre non risultava alcuna macchina collegata alla rete. Una ricostruzione giudicata corretta dai giudici contabili che per hanno
ritenuto di procedere ad una diversa quantificazione del danno e dei singoli addebiti, anche a causa delle omissioni nelle attivit di controllo contestate a due dirigenti dei Monopoli di Stato. La connessione telematica ha il compito di rilevare il reale giro daffari di ogni singola slot-machine in modo da determinare la correttezza del montepremi e il gettito erariale. Lesorbitante ammontare delle penali viene ricavato dalla convenzione di concessione stipulata nel 2004, che prevedeva (prima di una modifica nel 2008) una penale di 50 euro per ogni ora di mancato collegamento alla rete. Il numero degli apparecchi muniti di autorizzazione entro settembre del 2006 era raddoppiato e gi a gennaio 2007 le macchinette da interrogare erano quasi 270mila. Con oltre 100 miliardi dal 2006 a oggi, le "new slot" rappresentano una fetta di poco superiore al 50% nella golosa torta dei giochi pubblici italiani. La battaglia per non pagare le penali va avanti su pi piani: politico e giudiziario, coinvolgendo tanto le aule della cassazione quanto quelle del Parlamento, dove si tentato di rivedere retroattivamente gli accordi di concessione, in modo da mettere al riparo i gestori. Comunque vada a finire questa storia, restano scolpite le parole della Corte dei conti, quando ribadisce che lindagine della Guardia di Finanza non ha evidenziato soltanto uno sperpero di risorse pubbliche a causa del pagamento per un servizio pubblico non reso, ovvero reso solo in parte, ma ha messo in luce gravissime illegalit che hanno escluso quasi del tutto lesercizio del controllo pubblico sul gioco. Il banco, appunto, vince sempre. E lo Stato per anni stato al gioco.
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1.700.000 I GIOCATORI
PROBLEMATICI IN ITALIA
er la prima volta nella storia il creditore, lo Stato, ha fatto di tutto per ridurre il credito da riscuotere. Il generale Umberto Rapetto da alcuni mesi ha lasciato il Gat della Guardia di Finanza, il Nucleo speciale antifrode che per due anni ha lavorato allinchiesta sulla maxievasione fiscale dei concessionari del gioco dazzardo. Qualche settimana dopo la conclusione di quella investigazione sono stato destinato a frequentare, sar stata una combinazione, un corso di perfezionamento. Cos, dopo 37 anni, si spogliato per sempre della sua divisa grigioverde. Non senza polemiche. Cosa scopr la vostra inchiesta sui gestori degli apparecchi per scommesse? Lindagine delegata dal sostituto procuratore generale della Corte dei Conti, Marco Smiroldo, permise di accertare la mancata connessione di un enorme mole di slot machine con il sistema dellAnagrafe Tributaria che doveva garantire la regolarit del gioco e assicurare la corresponsione del prelievo erariale previsto in misura proporzionale alle attivit svolte dagli apparati di intrattenimento. Qual era il meccanismo che consentiva di sottrarre gli incassi delle giocate dalla "base imponibile" dei gestori? Il mancato collegamento vanificava le regole secondo le quali il totale delle giocate doveva diventare per il 75% montepremi per i giocatori pi fortunati, circa il 12% costituire imposta e il restante 13% rappresentare introito per le societ concessionarie, i gestori delle slot, gli esercenti pubblici e in piccola parte lAmministrazione dei Monopoli. Come si arriv a determinare lammontare di quanto evaso? Una volta ricostruito in maniera meticolosa lassetto tecnologico negli anni di interesse ai fini dellinchiesta e incrociati i dati forniti dallAnagrafe Tributaria, si avuta evidenza di quali apparati fossero stati scollegati, quando e per quanto tempo. Poi si preso in considerazione il contratto stipulato dai Monopoli con le societ concessionarie e si sono applicate le penali previste per il mancato rispetto dellaccordo preso. Unoperazione aritmetica e non una proiezione algebrica. Unoperazione non riguardante multe cervellotiche, ma basata su un importo ritenuto congruo da entrambi i contraenti allatto della sottoscrizione. Unoperazione che ha superato i 90 miliardi di euro di debito nei confronti dello Stato. Ci furono omissioni da parte di chi avrebbe dovuto svolgere i controlli? Se i Monopoli avessero preteso il pagamento delle penali fin dal manifestarsi delle irregolarit non si sarebbero raggiunte cifre iperboliche e i concessionari sarebbero stati costretti ad uniformarsi a quanto loro stessi avevano convenuto. Erano previsti interventi sulle fideiussioni prestate e persino la revoca della concessione per i casi pi gravi. Probabilmente qualcuno ha temuto che unazione repressiva potesse intralciare il gettito che il gioco dazzardo garantisce comunque allErario. Cosa accaduto dopo i vostri accertamenti? A fronte degli addebiti della Procura della Corte dei Conti si innescata una corsa per scongiurare il pagamento delle somme computate. Si parlato di cifre "irragionevoli" e si fatto riferimento a "multe". Niente affatto. Erano "penali" concordate dai contraenti, su entrambi i fronti rappresentati da persone responsabili e in piena capacit di intendere e di volere. Nella primavera scorsa le societ concessionarie e alcuni dirigenti dei Monopoli sono stati condannati al pagamento di complessivi 2 miliardi e 700 milioni di euro, poca cosa rispetto quel che si era quantificato: tutte le interpretazioni contrattuali e tecniche erano andate a favore di chi non aveva rispettato o non aveva fatto rispettare il fin troppo chiaro contratto di concessione. Nello Scavo
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Polillo
Il sottosegretario allEconomia: Si regolamenta un settore con intensa illegalit
essuna frenata del Governo sullapertura di mille sale da poker: Il gioco oggetto di unintensa attivit illegale e uneventuale regolamentazione potrebbe finalmente riportarla alla luce, sottoponendola al controllo statale. Lo ha detto il sottosegretario allEconomia Gianfranco Polillo, anticipando allagenzia specializzata Agipronews i temi del convegno 2013
Ma il governo non vuole fermarsi il progetto S allapertura di nuove sale poker La regione della
Betting and Gambling in Europe, in programma domani a Roma. Negli ultimi mesi il tema del gioco pubblico ha alimentato, a livello mediatico, una polemica dai toni particolarmente aspri ed in atto una riflessione sullopportunit che lespansione del mercato dei giochi, gi notevole rispetto ad altri Paesi europei, venga rallentata, ha aggiunto Polillo specificando, per, che sia lapertura delle sale da poker, la cui gara prevista entro il 31 gennaio 2013, sia il nuovo bando scommesse da 2000 agenzie sono fondamentali per il contrasto al gioco illegale e per permettere ai bookmaker esteri, che operano in Italia in mancanza di concessione, di regolarizzarsi. Tra gli interventi che il Governo sta attuando e attuer nel settore, poi, il sottosegretario allEconomia ha evidenziato specifiche norme sui controlli e sulla tutela dei soggetti pi deboli e limportanza di intervenire sulla tassazione. La razionalizzazione delle fonti legislative necessaria, ha aggiunto, anche perch adeguare il sistema alle evoluzioni giurisprudenziali, a livello nazionale ed europeo, pu costituire unoccasione importante per un riordino della fiscalit gravante sui giochi e per riequilibrare il prelievo.
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ei mega casin per centinaia di tavoli da gioco e slot-machine: la futura cittadella spagnola dellazzardo la Las Vegas dEuropa, banalmente ribattezzata "Eurovegas" avr la vita facile dal punto di vista fiscale. Per favorire linvestimento del magnate Sheldon Adelson, la regione di Madrid ha ritoccato le sue leggi: dal momento in cui comincer a funzionare il primo tavolo verde di "Eurovegas", limposta
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