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Volume 1 | Issue 1

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guardo? 
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Sicuramente, rispetto alle Enciclopedie tradizionali, le voci di Wikipedia hanno il


vantaggio di poter essere costantemente aggiornate e, dunque, di aggregare il
sapere in modo attuale e sensibile ai processi cognitivi del presente. Più in
generale, credo che i vantaggi e gli svantaggi dei processi informativi di
Wikipedia vadano inquadrati nel più complesso tema della libertà di informazione,
di pensiero e di espressione, ovvero di una conquista con cui tutti siamo chiamati
a misurarci e che abbiamo il dovere di monitorare e difendere. A differenza delle
enciclopedie tradizionali, in Wikipedia chiunque, anche con poca dimestichezza
digitale, è in grado di accedere e intervenire nella costruzione delle voci,
chiunque può consultarle e può intervenire a modificarle, ma deve anche tenere
conto di quanto scritto dagli altri e valutarne l’affidabilità: è un invito a rispettare le
regole del dialogo, della convivenza civile e della responsabilità. 

    Se presente, ha letto la sua biografia scritta in Wikipedia? Cosa


ne pensa? La biografia, come tutte le voci dell'enciclopedia, è distribuita secondo
una licenza libera che consente di riutilizzarla gratuitamente anche a scopi
commerciali, cosa ne pensa? Appoggia la scelta di scrivere l'enciclopedia
secondo una licenza libera o secondo lei dovrebbe essere più restrittiva?
Certo, ho letto la mia biografia, che mi risulta sia stata inserita in Wikipedia nel
2021, insieme ad altre voci di personaggi pubblici, fra cui quella del mio maestro,
il prof. Mario Torelli, e questo mi onora. Oggi, in occasione di questa intervista,
sono tornato sulla mia biografia e mi sono reso conto che non è aggiornata e che
vi è qualche inesattezza, ma nel complesso rende un’idea del mio percorso
professionale e del mio profilo pubblico. A conferma che la comunità in rete, con
le sue complessità e la sua libertà di agire, in questo caso è stata capace di
cogliere l’essenza e rappresentarla responsabilmente. 

   Cosa ne pensa di un possibile futuro senza testi cartacei, in cui la


conoscenza sia trasmessa gratuitamente, soltanto digitalmente su testi
liberamente modificabile?
Credo che la transizione al digitale in ambito culturale sia una delle grandi
possibilità offerte dall’innovazione tecnologica, una delle grandi conquiste del
nostro tempo, anche in termini di accessibilità, perché permette il superamento
delle distanze e delle barriere culturali ed economiche, oltre a favorire lo sviluppo
del dialogo. Su questo, anche grazie alle possibilità offerte dal PNRR, con i
musei stiamo lavorando moltissimo. Rimane sempre il piacere di sfogliare un
libro d’arte, di studiare in biblioteca, di consultare repertori o volumi antichi, ma
una cosa non sostituisce l’altra.

    Ha mai sentito parlare dei progetti fratelli di Wikipedia, come


Wikinotizie? O anche Wikisource, la libreria che si pone lo scopo di raccogliere e
preservare i testi entrati nel pubblico dominio? Oppure Wikimedia Commons la
grande raccolta, in continua crescita, di immagini in pubblico dominio? Che cosa
ne pensa a riguardo?
Si tratta di progetti meritori, che mettono a sistema una grande parte delle
informazioni che ogni giorno si possono trovare in rete e le rendono disponibili in
maniera organica e accessibile. Diversi musei italiani sono presenti in questi
progetti e ne valutano il ritorno in termini di immagine e di ampliamento
dell'offerta culturale. Certo, sui processi di digitalizzazione c’è ancora molto
lavoro da fare e, nel nostro ambito, che risponde al bene e all’interesse pubblico,
bisogna muoversi con attenzione e con cognizione di causa. Ma l’impressione è
che siamo sulla buona strada.
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