1. Introduzione
Per la verità, una valutazione dei podcast presenti sul più noto feed
aggregator, Itunes (che contiene anche classifiche dei download e di
popolarità pur senza fornire dati numerici) , sembrerebbe affermare il contrario.
Podcast di grande successo sono di fatto registrazioni integrali di lezioni
effettuate in classe, in università, di conferenze (pensiamo alle lezioni di storia
di Feltrinelli) , o di programmi radiofonici a tematica culturale[2].
Apparentemente questi prodotti non muovono da alcuna riflessione didattica,
o comunque non hanno alcunchè di particolarmente innovativo dal punto di
vista metodologico, se non la straordinaria portabilità delle lezioni in un piccolo
dispositivo che giovani e adulti portano spesso con se’. In realtà, anche se non
esplicito, un modello didattico, anche se sotteso, c’è: si tratta di un
modello di apprendimento tradizionale, erogativo e versativo. Tuttavia,
anche in questo caso il podcast ha una sua specificità rispetto ad altri supporti
(cartaceo, pc): la voce che penetra nelle orecchie tramite gli auricolari non è
come la voce di un prof che spiega in un’aula. E’ percepita come “per me”,
come a me indirizzata, mi parla e mi dice cose in modo diretto, personale,
giunge alla mia consapevolezza, ed il leggero fastidio di tenere gli auricolari è lì
continuamente a ricordarmelo. C’è un valore aggiunto nella voce che mi segue
quando cammino per strada, sono sull’autobus o in palestra : essa mi guida
nell’apprendimento in maniera così personale e profonda che non si limita a
trasmettermi un’informazione, ma dà forma al significato di quell’ informazione.
Apparentemente ascoltare un podcast non esclude l’interazione con l’ambiente
ed i rumori altri. Ma in realtà la voce reclama per sè un’attenzione, una
dedizione ed una concentrazione totali, e penetra nel profondo della
consapevolezza come nemmeno un video sa fare. [3]
Questi podcast per gli studenti hanno una funzione complementare rispetto
alle lezioni in classe; possono essere utili per lo studio e il ripasso, in caso di
assenza dalle lezioni, o per sfruttare i tempi morti. Per gli adulti possono essere
una occasione di approfondimento, di apprendimento informale e “on demand”,
scelto cioè in base ai propri interessi e bisogni culturali.
Si tratta, in ogni caso, di un pubblico con una motivazione forte,
intrinseca; e ciò che conta qui è la rispondenza dei contenuti alla
domanda di formazione. Il discorso vale sia per un pubblico adulto, che
persegue un apprendimento “lifelong learning” e “ self oriented”, oppure per un
pubblico di studenti fortemente motivato.
3. La motivazione
4.5 Conclusione
Parafrasando una famosa dichiarazione di poetica del Manzoni, potremmo
dunque dire che la didattica del podcast persegue, a seconda della strategia
prescelta, l’utile per scopo, il divertente per soggetto e l’interessante per
mezzo.
Ovvero, per fare un podcast ascoltato, basta saperlo fare. Non è necessaria
una consapevolezza didattica. Se l’offerta incontra la domanda, il podcast può
anche essere “debole” da un punto di vista qualitativo, ma avrà comunque
successo, come le classifiche di Itunes stanno a dimostrare. Podcast di ottima
fattura affiancano prodotti mediocri. Le ragioni stanno nella flessibilità, nella
fruibilità nomadica, nella trasferibilità, nella efficacia della voce che parla al “tu”,
nella sua – crediamo – sottovalutata interattività. Anzi, sarebbero da
approfondire alcune riflessioni (ma non è questa la sede) su nuovi modelli
didattici impliciti in questo apprendimento destrutturato, modelli “multi entrance”
per una generazione di studenti “multi task” , per un lifelong learning informale e
nomadica.
Tuttavia, se si vuole intercettare la domanda “che non c’è”, ovvero se si
vuole agire sulla motivazione sempre più scarsa dei neomillennial, gli studenti
dell’ultima generazione, non resta , dopo aver battuto la via della produzione
creativa e ludica del docente (certo poco modellizzabile) che la via
costruttivista, la via dell’impegno produttivo in cui lo studente, senza accorgersi,
assimila contenuti, sviluppa capacità comunicative e costruisce un sapere
socialmente condiviso e negoziato.
Riferimenti bibliografici
[2] Lezioni di storia, ITunes, Edizioni Laterza, oppure vedi gli innumerevoli
podcast su ITunes di Luigi Gaudio
[3] Gardner Campbell, Nov-Dec 2005” There’s something in the air – Podcast in
education”, Educause Review, , pp 32 segg.
[4] M.Bettoni, M.Mangiavini , Dal latino al database, in “Atti Didamatica 2007”,
p.119
[10] M.Bettoni, 2007, “Se una sera a cena due colleghi…” in Indire Gold”
http://gold.indire.it/nazionale/content/index.php?action=read_cnt&id_cnt=6481
[12] Liceo Verri, classe V C.: “SPQR: sono pazzi questi Romani?” Itunes