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Donatella Bisutti
La poesia è verità, essenza, conoscenza. Comporta lentezza, riflessione, concentrazione sulla parola,
introspezione. Atteggiamenti , questi, completamente opposti rispetto al tipo di fruizione tipico dei giovani
Per questo parlare di poesia, insegnarla ad adolescenti o adulti in formazione appare oggi impresa
D’altra parte le modalità di educazione al testo poetico della scuola secondaria superiore prevedono come
approccio una accurata analisi della struttura del testo, delle figure retoriche e metriche , spesso anche la
(Roberto Piumini).
espressione artistica da fruire e da godere col puro atteggiamento disinteressato di chi si lascia invadere
dallo stupore , dall’emozione per la bellezza e per gli echi interiori che una poesia è in grado di suscitare.
Ma all’atto pratico, ha dimostrato anche una valenza didattica più specifica. Ci si è resi conto che poteva
raggiungere un obiettivo più ambizioso: non già solo motivare, ma costituire essa stessa una analisi di
L’idea iniziale era quella di mostrare agli studenti una videopoesia realizzata dal docente.
L’ambiente migliore è un’aula oscurata dotata di videoproiettore e casse acustiche, per consentire una
vera e propria “immersione multimediale”. Immediatamente gli studenti hanno avvertito una
amplificazione del senso della parola poetica: l’impatto emotivo è risultato molto forte , decisamente più
potente rispetto alla sola lettura in classe, grazie alla multisensorialità e alla contaminazione di diversi
Attraverso il mezzo digitale, infatti ,viene enfatizzata “la naturale sinestesia propria del testo poetico, che
parla insieme all’occhio e all’orecchio: segni e spazi bianchi, un rincorrersi o un lento fluire di suoni . E
che, con le parole, evoca cose alla nostra immaginazione: la primavera che “brilla nell’aria” , la luna, la
Ma che cosa intendiamo qui per videopoesia? In letteratura sono presenti numerose tipologie, variamente
definite (2). La nostra “videopoesia” è molto semplice: consiste di un video in cui sono montati
sottofondo. Il testo non viene recitato, ma è presente solo in forma scritta: ci sembra che in questo modo
la capacità evocativa del testo e la sua polisemia non vengano distrutte, e l’indeterminatezza del testo
Dopo questa prima fruizione passiva le tecnologie sono entrate in gioco come veicolo di una didattica
Una delle caratteristiche che l’uso delle tecnologie dell’apprendimento comporta è proprio quella di
consentire “di non disperdere , ma valorizzare, in un quadro intellettuale più strutturato, forme di
intelligenza intuitiva, empirica, immaginativa assai diffuse fra i giovani” (3), ed anche, si potrebbe
hanno prodotto nell’ultima generazione. Nei giovani , oggi, sembra infatti prevalere un apprendimento
fondato sull’immagine, che comporta una dimensione più emotiva, ludica, analogico- associativa che
astratta.
Gli studi di neurolinguistica hanno stabilito che il processo di apprendimento linguistico procede
dall’emisfero destro a quello sinistro , e cioè da modalità globali e sensoriali a modalità più formali. Il ”
pensiero per immagini “è molto vicino alle dinamiche emotivo istintuali.
Perché, allora, non sfruttare tutti questi elementi per articolare una sequenza didattica che abbia come
“Chiunque legga una poesia, indipendentemente dal suo grado di coscienza o di conoscenza culturale
rapporta le parole a una sfera di competenza e di risonanza che non è soltanto linguistica ma che è di
tutta la sua mente, di tutta la sua coscienza, di tutto il suo inconscio. Anzi questo avviene in un modo
diverso, e possiamo dire, per certi aspetti, più profondo o più coinvolgente di quanto non sia per altre
Questa interpretazione nella scuola avviene essenzialmente tramite uno smontare gli aspetti costitutivi
del testo poetico, ma, come si diceva, “con tutto il suo corredo di parafrasi, analisi, figure retoriche e
metriche, riferimenti intra ed extratestuali, troppo spesso la poesia, per uno studente, diventa…muta.
Il procedimento della videopoesia comporta invece un montaggio, nel vero e proprio senso del termine. Il
metodo è articolato in quattro step: esempio, addestramento al software, fase operativa, metariflessione.
Innanzitutto gli studenti vengono addestrati all’utilizzo di un software, utilizzando modalità ludico-
esplorative (II step). Per la realizzazione è stato scelto Moviemaker, un software gratuito per il sistema
operativo Windows XP e dunque largamente disponibile. Un altro motivo della scelta è l’interfaccia
intuitiva e la relativa semplicità d’uso del software stesso.
In sostanza si tratta di importare una serie di immagini, di posizionarle come fotogrammi sullo storyboard
tramite un procedimento di “drag and drop “, di formattare e inserire tra l’uno all’altro fotogramma o
sopra una immagine il testo della poesia, di importare un file musicale. A questo punto inizia la fase di
montaggio del video. Le immagini vengono rielaborate attraverso effetti presenti nel software e tra l’una
Per lavorare meglio su questo aspetto è opportuno visualizzare lo “storyboard” come “timeline”:
spostando, sovrapponendo parzialmente le immagini, controllando la durata dei singoli fotogrammi e del
Una volta appreso l’ utilizzo del software gli studenti possono costruire la loro videopoesia ( III step).
Scelto il testo effettuano una attenta lettura allo scopo di ricercare le immagini in rete, costruendo
analogie e corrispondenze tra il linguaggio iconico e quello scritto. Il docente non spiega e non analizza il
testo poetico; lascia il compito agli studenti, intervenendo soltanto su richiesta e sostenendoli se
necessario. Per questo motivo scelta dei testi è importante: meglio poesie contemporanee, dove il filtro
La scelta delle immagini è operazione delicata, tanto più se il testo poetico presenta simboli e concetti più
che oggetti, se la sua dimensione è più evocativa che descrittiva, se possiede un elevato livello di
polisemia .
“Dopo la creazione il poeta rimane solo; sono altri e non lui, i lettori, che ora stanno per creare se stessi
L’interpretazione del testo poetico non viene “calata dall’alto”, trasferita allo studente in modo versativo :
con questa operazione è lo studente, non l’insegnante il vero lettore , e anche ri-creatore, del testo
poetico. La selezione delle immagini, la non sempre semplice ricerca di una musica che si adatti al testo,
che esprima il colore della poesia , costringono ad una lettura attenta e consapevole, e ad una
interpretazione personale .
In poesia “la pienezza sensibile, sensuale delle parole restituisce al linguaggio una densità comparabile a
quella della pietra scolpita» (6) . E questa densità può essere tradotta in immagine, utilizzando linguaggi
e codici in cui i giovani si trovano immersi nella quotidianità e che rappresentano il loro naturale modo di
esprimersi.
l’applicazione della metodologia del “learning by doing” (7). verrà poi completata dall’ultima fase, quella
metariflessiva.
Non caso è stato utilizzato il termine “traduzione”; infatti questa operazione implica necessariamente una
manipolazione accurata del testo, un processo di decodifica e ricodifica dal linguaggio verbale al
linguaggio visuale e a quello musicale , un atto autenticamente interpretativo. Solo che lo studente non si
rende conto di compierlo, perché si concentra sulle operazioni di elaborazione del clip video.. Anche la
vecchia versione in prosa e la vecchia parafrasi sono traduzioni, ma, incentrate come sono sul significato
referenziale e sul senso sintattico finiscono col “frantumare l’osso del collo alla poesia”. Qui , invece, la
traduzione è una vera e propria ri-creazione; ed è “questa risonanza , questa interiorizzazione del testo,
Il prodotto che ne risulta è dunque un testo metalinguistico. Attraverso l’approccio tecnologico , infatti , ci
si serve di un linguaggio visivo e musicale per interpretare un altro sistema linguistico assunto come
Alcuni esempi: una immagine può esprimere una metafora, la ripetizione di un fotogramma corrisponde
ad una anafora e una particolare sequenza di immagini può esprimere intuitivamente altri procedimenti
retorici. La durata stessa dei fotogrammi può rendere visibili alcuni elementi ritmici del testo.
I prodotti realizzati vengono quindi caricati su Youtube, visibili a tutti.(9) E anche questa operazione è
importante: premia il lavoro degli studenti, permette di mostrarlo ad altri e si accorda con quella voglia di
essere protagonisti che i “social networks” consentono; questa volta, però, non con il solito video rubato
con il telefonino..
I discenti, sia adolescenti che adulti, si entusiasmano per questa attività; profondono impegno nella
realizzazione dei clip, trovano soddisfazione nel creare. Se l’obiettivo primario era quello di costruire un
approccio motivante, questo entusiasmo e la gratificazione degli studenti ne costituiscono salde basi. Ma
Da tutto quanto s’è detto finora dovrebbe risultare chiaro che quel che conta non è certamente la qualità
tecnica del prodotto, ma il processo che ha portato a realizzarlo. E’ su questo che bisogna puntare, sta
proprio qui il cuore dell’ azione e della innovazione didattica: nel condurre a consapevolezza cognitiva le
operazioni svolte .
L’insegnante dunque, dopo il ruolo di scaffolder (10), assume quello di facilitatore. Sollecita un confronto
tra i prodotti realizzati, stimola la discussione promuovendo competenze metacognitive e guidando gli
alunni verso una riflessione sulla lingua e il mondo poetico degli autori. Ma anche qui sono loro
Per maggior chiarezza, un esempio. Uno degli studenti aveva costruito una videopoesia su “Il gelsomino
notturno” e così aveva fatto anche il docente. Il confronto tra i due prodotti si è concentrato sulla musica
scelta: il famoso tema del film “Lezioni di piano” di Nyman per il docente, la colonna sonora del film
Forrest Gump per lo studente. Alla visione dei clip entrambe sembrano molto indicate e adatte al testo,
ma anche molto diverse. Nella prima prevalgono elementi di sensualità quasi morbosa, nella seconda è
l’innocenza l’aspetto più evidente. Da questo confronto possono scaturire molti elementi utili alla
comprensione del poeta: dalla sua concezione della vita e dell’amore, alla poetica del fanciullino , al
Non ci illudiamo che questo utilizzo delle tecnologie nella didattica risolva tutti i problemi
dell’insegnamento della poesia. Ma ci sembra un metodo innovativo per avvicinare gli studenti al testo
poetico senza i soliti pregiudizi che lo accompagnano e per stimolarne una comprensione più personale ,
profonda, attiva.
Note e bibliowebgrafia
1. M. Bettoni, M. Mangiavini, Dal latino al database, in Atti Convegno Didamatica, 2007, vol I, p.124
segno.htm
3. http://www.swif.uniba.it/lei/scuola/infophil/yinfo32a.htm
6. P. Ricoeur, Filosofia e linguaggio [1978], in Filosofia e linguaggio, Guerini e Associati, Milano 1994)
10. Il termine Scaffolding, coniato da Bruner nell’ambito della metodologia didattica costruttivista,
significa impalcatura, e si riferisce al ruolo di sostegno che un adulto competente- in questo caso il
docente-offre a colui che apprende.Con questa tecnica didattica lo studente è protagonista del processo
di apprendimento e il docente non si sostituisce a lui; anzi, “l’impalcatura” è destinata a sparire non