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WAGNER

Il saggio di Wagner è incentrato sulla modernità, dove per modernità si riferisce alla capacità
degli esseri umani di determinare la propria vita, le relazioni con gli altri, i propri diritti. NEL
SAGGIO DI WAGNER POSSIAMO NOTARE UN’AMBIGUITÀ, CIOÈ QUANDO PARLA DI
MODERNITÀ, dice che consiste nel fatto che moderni sono gli uomini e le donne consapevoli di se
stessi. Alla base di questa affermazione da un lato c’è chiaramente un’ideologia, una
rappresentazione della storia che dice che a un certo punto c’è una curva del tempo che prende
un andamento ascendente e il processo di civilizzazione si intensifica e il mondo diventa moderno
in Europa, e dopo se le condizioni sono favorevoli, l’Europa riesce ad esportare questa qualità
anche fuori i suoi confini. L’OPERAZIONE COMPLICATA È CAPIRE SE STIAMO PARLANDO DI UN
PROCESSO OGGETTIVO O DI UN’IDEOLOGIA. Se noi ci collochiamo dopo il 1945 e ci sforziamo di
pensare ai mesi successivi alla conclusione della seconda guerra mondiale e alla presa di coscienza
del disastro e poi pensiamo anche al 1989, la fine dell’unione sovietica e con la fine dell’unione
sovietica lo svanire del sogno della rivoluzione comunista (sogno iniziato nel 1917), se pensiamo
alle guerre in Jugoslavia, al terrorismo, all’11 settembre, questa promessa di modernità e di
progresso verso il futuro che è il cuore della modernità ideologica, entra in crisi e viene svelato il
suo dispositivo ideologico.
SVELANDO QUESTO DISPOSITIVO IDEOLOGICO, LE STORIE DELL’800 E DEL ‘900 EMERGONO
COME STORIE DI GUERRE, VIOLENZA, COLONIALISMO, SFRUTTAMENTO, DI MINACCIA DI
GUERRA NUCLEARE. Accanto alle guerre e all’olocausto c’è una cosa che si chiama Hiroshima. La
conclusione della Seconda guerra mondiale è stata una cosa traumatica, cioè l’uso della bomba
atomica sui civili. Questa cosa che chiamiamo modernità ha un lato molto oscuro e dalla fine degli
anni ’40 all’inizio del nuovo secolo, questo lato oscuro della modernità prende forma, invece, nei
decenni precedenti, guerre e conflitti c’erano, però alla modernità si credeva. Il punto è che se
tutto questo lo riportiamo ai nostri discorsi, l’Europa che è stata da un lato oggetto di utopia e idee
e che nel concreto è stata costruita da intrecci politici, militari, istituzionali e anche culturale nel
corso dei secoli, questo lato della realtà è abbastanza distinguibile da quell’altro lato della realtà
consistente in ciò che succede dal 1945 quando il processo politico si mette in atto sulla base della
presa di coscienza di un fallimento.
Nel saggio di Wagner distinguiamo da una parte il moderno e dall’altra il non moderno, cioè è la
dialettica fra responsabilità, libertà individuale e autodeterminazione da un lato (moderno),
mentre dall’altro lato (non moderno) ordine normativo storicamente di origine religiosa, cioè
l’appartenenza a questo ordine non è data dalla libera scelta degli individui.
La non modernità, cioè quello che i rivoluzionari francesi chiamano antico regime è quello nel
quale l’ordine delle regole e della gerarchia assorbe entro sé stesso le libertà individuali.
La libertà individuale è elaborata come tale tra XVII e XVIII secolo ed è una libertà naturale. Adesso
la libertà è prima di tutto libertà morale, senso di responsabilità individuale, con il carico che ne
consegue di dover affrontare da soli i problemi più fondamentali, il senso della vita, il senso delle
scelte.
Wagner rivendica il fatto che bisogna parlare di modernità europea all’interno della
globalizzazione, ovvero la costruzione politica europea si intreccia con la novità della
globalizzazione; quindi, per capire il processo politico europeo in particolare dopo il 1989, bisogna
guardare a cosa succede fuori dall’Europa, al processo di globalizzazione che diventa dominante
dopo l’89, anche se quest’ultimo inizia prima (1840-1914).
L’avvertenza che fa è di stare attenti a non cadere in forme di determinismo. Che vuol dire
determinismo? La tentazione di assegnare a fenomeni complessi cause semplici, quindi cause
prevalentemente culturali o economiche ad esempio.
Modernità è la proiezione temporale in avanti, e comprende LIBERTA’, SOVRANITA STATALE,
DEMOCRAZIA, RIVOLUZIONE. È modernità anche l’incrocio di alcuni modi di essere tanto
intellettuali quanto emozionali, ad esempio la propensione a immaginare un mondo diverso
rispetto a quello in cui vivo.
Wagner oltre a parlare di modernità, definisce anche la riflessività, agenzialità e storicità.
La riflessività: è capacità umana per mezzo dell’immaginazione, di uscire dal presente immediato
e immaginare altri mondi possibili.
La storicità: è il cambiamento in atto in uscita dal presente. Si può uscire dal presente in molti
modi e spesso non ne siamo consapevoli.
agenzialita’: la capacità di azione, ovvero la consapevolezza di cambiare qualcosa con le proprie
scelte. Inoltre, Wagner mette in relazione questi tre elementi, cioè riflessività, agenzialità e
storicità.

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