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ALMA MATER STUDIORUM – UNIVERSITÀ DI BOLOGNA

SCUOLA DI INGEGNERIA

Corso di Laurea Magistrale in

INGEGNERIA DEI SISTEMI E PROCESSI EDILIZI

RETI DI SENSORI PER IL MONITORAGGIO CONTINUO


DELLA RISORSA IDRICA PER LE SMART WATER GRID

Tesi di Laurea Magistrale in

IDRAULICA

RELATORE: PRESENTATA DA:


Prof. Ing. Renata Archetti Michele Corvino
CORRELATORE:
Prof. Ing. Michele Di Natale

SESSIONE I

ANNO ACCADEMICO 2019/2020


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INDICE

Indice ................................................................................................................................. 3

Introduzione ....................................................................................................................... 7

Il monitoraggio della risorsa idrica ................................................................ 9

Smart Water Grids (SWGs) ................................................................................ 11

Il paradigma delle water grids ...................................................................... 13

Verso la Smart Water Grid .......................................................................... 14

Aree d’interesse nella gestione di una SWG................................................. 15

Cenni sull’infrastruttura ICT di una SWG ........................................................... 19

Il livello dei Dispositivi – Strutture di acquisizione dati ............................... 20

Il livello di trasporto - Sistemi di trasmissione ............................................. 23

Il Livello Applicativo (Application layer) – Sistemi di elaborazione. ........... 28

Vantaggi ............................................................................................................. 30

Risparmio idrico .......................................................................................... 30

Conservazione dell’energia .......................................................................... 31

Visibilità della rete e prevenzione/riduzione dei danni ................................. 31

Vantaggi economici ..................................................................................... 31

Benefici aggiuntivi ...................................................................................... 32

Svantaggi............................................................................................................ 33

Costi elevati e mancanza di incentivi ........................................................... 33

Limiti di frequenza ed esposizione ............................................................... 33

Altri svantaggi ............................................................................................. 34

Linee guida per la gestione qualitativa della risorsa idrica ........................... 35

Piani di Sicurezza dell’Acqua (PSA-WSP) ......................................................... 36

Processo di valutazione del sistema e dei rischi............................................ 38

3
Il monitoraggio della qualità tramite una SWG ............................................ 52

L’evento di contaminazione ................................................................................ 53

Obiettivi prestazionali......................................................................................... 59

Tempo di rilevamento (TD - Time Detection) .............................................. 60

Popolazione esposta (PE - Population Exposed) .......................................... 61

Probabilità di rilevamento (DL - Detection Likelihood) ............................... 61

Ridondanza del sensore di rilevamento (SDR - Sensor Detection Redundancy)


62

Analisi della vulnerabilità del sistema ................................................................. 63

Valutazione del rischio ................................................................................ 64

I parametri da monitorare.................................................................................... 66

Requisiti del sistema ........................................................................................... 70

Requisiti specifici di sito.............................................................................. 70

Alloggiamento protetto dai fattori esterni..................................................... 70

Accesso per i servizi di manutenzione ......................................................... 71

Fornitura di acqua in pressione .................................................................... 72

Alimentazione elettrica ................................................................................ 73

Supporti di trasmissione .............................................................................. 73

Qualità della fonte idrica.............................................................................. 73

Calibrazione dei reagenti ed accessori on site. ............................................. 74

Sistema di acquisizione dei dati ................................................................... 74

Le tecnologie di monitoraggio utilizzate ............................................................. 75

Metodi ottici basati su tecnologie UV .......................................................... 76

Sensori a fibra ottica .................................................................................... 78

Monitoraggio degli inquinanti mediante sensori di tipo: amperometrico,


potenziometrico e conduttimetrici .............................................................................. 78

4
Biosensori ................................................................................................... 79

Sistemi basati su elettrodi selettivamente sensibili ....................................... 79

Sensori basati sul suono e sui campi elettromagnetici .................................. 80

Manutenzione e calibrazione ....................................................................... 80

Direzioni future ........................................................................................... 86

L’esperienza EPA sui sistemi SWG .................................................................... 88

Descrizione del sistema ............................................................................... 89

Procedure di prova e precauzioni di sicurezza ............................................ 102

Posizionamento ottimale dei sensori in una rete d’acquedotto .................... 108

Approccio proposto .......................................................................................... 108

Esempio applicativo ......................................................................................... 111

Conclusioni .................................................................................................................... 123

Indice delle tabelle .......................................................................................................... 124

Indice delle figure ........................................................................................................... 125

Bibliografia .................................................................................................................... 127

Ringraziamenti ............................................................................................................... 129

5
"lo sviluppo per essere sostenibile, deve

venire incontro ai bisogni delle

generazioni presenti senza

compromettere la capacità delle

generazioni future di soddisfare

i propri bisogni."

(Rapporto Brundtland, Nazioni Unite, 1987).

6
INTRODUZIONE

L’acqua è una risorsa soltanto in apparenza illimitata; le risorse idriche naturali, infatti, stanno
diventando sempre più scarse, sia a causa del cambiamento climatico globale che dei
comportamenti irresponsabili dell’uomo. Sebbene la superficie terrestre sia coperta dal 71% di
acqua, il 97% di questa è costituita dagli oceani, il 2,1% si trova nelle calotte polari e nei
ghiacciai, mentre meno dell’1% resta disponibile per tutti gli esseri viventi (Figura_ 1).

Acqua salata 97%

Acqua dei ghiacciai 2.1%

Acqua disponibile 0.9%

Figura_ 1: Acqua disponibile sul pianeta Terra

L’abbondanza di sorgenti, corsi d’acqua, acquiferi e infrastrutture di distribuzione rende


estremamente difficile la percezione di un bene in pericolo, il cui venir meno potrebbe non
essere preceduto da segnali tali da scongiurare situazioni di emergenza improvvise. Per questo
motivo i diversi attori stanno concentrando i loro sforzi sull’analisi quali/quantitativa della
risorsa idrica. Oltre alla cattiva gestione della risorsa ed ai conseguenti sprechi, un importante
pericolo è costituito dalla minaccia di potenziali eventi di contaminazione di origine sia naturale
che intenzionale, argomento sulla quale si svilupperà questo lavoro di tesi. In questo scenario,
come conseguenza della necessità di un sistema di gestione migliorato e più sostenibile nascono
le Smart Water Grids (SWGs). Esse consistono in una rete informatica bidirezionale per il
monitoraggio remoto ed in tempo reale della risorsa idrica all’interno di un sistema di
distribuzione. I vari dispositivi, di cui si costituiscono, sono in grado di monitorare diversi
parametri come: pressione, qualità, temperatura e via discorrendo. Il primo obiettivo di questo
lavoro di tesi è quello di delineare una panoramica per quanto riguarda l’analisi qualitativa della
7
risorsa idrica in una smart water grid, mentre, un secondo scopo è quello di analizzare le
metodologie sul posizionamento ottimale dei sensori per poi proporre un approccio semplificato
all’individuazione dell’ubicazione ottimale di sensori, all’interno di una qualsiasi rete
acquedottistica, per l’individuazione di eventi di contaminazione attraverso l’utilizzo di nodi
sentinella.

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IL MONITORAGGIO DELLA RISORSA IDRICA

Nell’ultimo decennio si sono fortemente incrementate le attività umane sul pianeta


danneggiandone i diversi ecosistemi. In particolar modo la risorsa idrica, oggetto di questo
lavoro di tesi, a causa del susseguirsi di diversi crisi ambientali, diviene sempre più scarsa non
in termini di volumi (considerando il continuo scioglimento dei ghiacciai) ma da un punto di
vista prevalentemente qualitativo. Il degrado della qualità dell’acqua ha molteplici cause come;
lo scarico di sostanze chimiche tossiche, il trabocco delle falde acquifere, il trasporto
atmosferico di inquinanti a lungo raggio e via discorrendo [1]. Come conseguenza è nata la
necessità di implementare avanzati sistemi per il monitoraggio della qualità della risorsa idrica,
al fine di accrescere la consapevolezza sullo stato di fatto, in modo tale da poter definire una
strategia tesa alla mitigazione delle conseguenze dovute all’inquinamento ambientale. Il
monitoraggio della qualità dell’acqua in tempo reale è definito dall’International Organization
for Standardization (ISO) come: “il processo programmato di campionamento, misurazione e
successiva registrazione o segnalazione, delle varie caratteristiche dell’acqua, spesso con
l’obiettivo di valutare la conformità a target specifici” [2]. Per determinare queste
caratteristiche, i corpi idrici possono essere considerati come completamente caratterizzati da
tre componenti: idrologia, fisico-chimica e biologia. Il monitoraggio fornisce le informazioni
che consentono di prendere decisioni razionali su quanto segue:

− descrivere le risorse idriche e identificare i problemi effettivi ed emergenti


dell’inquinamento idrico;
− formulazione di piani e definizione di priorità per la gestione della qualità dell’acqua;
− sviluppo e attuazione di programmi di gestione della qualità dell’acqua;
− valutazione dell’efficacia delle azioni di gestione;
− costruzione di reti di approvvigionamento idrico.

Il monitoraggio, in quanto attività pratica, fornisce le informazioni necessarie per una


valutazione della qualità dell’acqua. Tuttavia, i soli dati provenienti dal monitoraggio non
risultano sufficienti. Infatti, le valutazioni richiedono ulteriori informazioni, come la
comprensione idrodinamica del corpo idrico, le influenze geochimiche, atmosferiche,
antropogeniche e l’interpretazione, dettata dall’esperienza, dei dati generati durante il
monitoraggio. Le concentrazioni e lo stato (disciolto e particolato) di alcuni o tutti i materiali
organici e inorganici presenti nell’acqua non sono analizzati solo attraverso misurazioni in situ,
ma richiedono anche un esame dei campioni in laboratorio. Bisogna, inoltre, ricordare che i

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risultati delle analisi eseguite su un singolo campione d’acqua sono validi specificatamente solo
per la posizione ed il momento in cui il campione viene prelevato. Una pianificazione atta al
monitoraggio della risorsa idrica è costituita dalle seguenti caratteristiche [3]:

1. pianificare la strategia su questioni chiare ed impellenti;


− esse determinano le grandezze da misurare, l’estensione dell’area di
campionamento, la frequenza delle misure, e l'utilità dei dati;
2. includere nella progettazione sistemi di feedback per eventuali adattamenti;
− le necessità di monitoraggio possono cambiare nel corso del tempo, quindi la
progettazione deve occuparsi di definire sistemi flessibili ai bisogni presenti e
futuri;
3. scegliere i parametri da monitorare con uno sguardo al futuro;
− questo punto risulta importante poiché l’analisi di determinati parametri ne
esclude altri, motivo per cui le caratteristiche monitorate devono definire un
modello rappresentativo della situazione analizzata.
4. ricercare costanza e qualità dei dati;
− le misure analizzate devono essere: rigorose, ripetibili, ben documentate ed
ottenute attraverso metodi scientificamente accettati. Quest’ultimi possono
essere modificati solo con le dovute accortezze ed in questo caso, si stabilisce
un intervallo di tempo “tampone” nel quale vengono usate entrambe le
metodologie per verificarne la comparabilità;
5. pianificare l’accessibilità dei dati a lungo termine e l’archiviazione dei campioni;
− i metadati dovrebbero fornire tutti i dettagli rilevanti di raccolta, analisi e
riduzione dei dati. Inoltre, i dati non elaborati devono essere archiviati in un
formato accessibile per consentire nuovi riepiloghi o analisi, se necessario. I dati
non elaborati, i metadati e le descrizioni delle procedure devono essere archiviati
in più posizioni secondo politiche di riservatezza e di proprietà dei dati che
devono essere stabiliti all’inizio della pianificazione;
6. esaminare, interpretare e presentare continuamente i dati di monitoraggio;
− il modo migliore per rilevare anomalie all’interno della rete consiste nel valutare
misure rigorose con la frequenza più alta possibile. Per questo motivo devono
essere impiegate risorse adeguate nella gestione dei dati nonché nella
valutazione, interpretazione e pubblicazione dei risultati. Si tratta di componenti
cruciali nei programmi di monitoraggio che possono esser definiti efficaci, ma
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la loro pianificazione spesso riceve una bassa priorità rispetto alla raccolta dei
dati effettiva;
7. includere il monitoraggio all’interno di un programma di ricerca integrato;
− un programma di ricerca integrato può includere modellizzazione,
sperimentazione e confronti tra siti, questo approccio multiforme è il modo
migliore per garantire che i dati siano affidabili e migliorabili.

Il rilevamento continuo degli inquinanti nelle acque e nelle acque reflue rappresenta la migliore
soluzione per il vero monitoraggio della qualità [4]. Gli elementi principali sono quindi, le
misurazioni in loco, la raccolta e l’analisi dei campioni acquisiti, lo studio e la valutazione dei
risultati analitici e la comunicazione dei risultati. Bisogna, inoltre, ricordare che i risultati delle
analisi eseguite su un singolo campione sono validi solo per la posizione e il momento specifici
in cui il campione è stato prelevato.

Smart Water Grids (SWGs)

Una Smart Water Grid (SWG) consiste in una rete di dati bidirezionale che accumula
informazioni in tempo reale attraverso dispositivi e sensori. Essa, continuamente ed in maniera
remota, è in grado di monitorare i parametri necessari al processo decisionale, quali pressione,
qualità, temperatura, flussi in uscita ecc. Dalla definizione, la SWG ha una dipendenza diretta
con i sistemi cibernetici di tipo fisico (Cyber Phisical System - CPS), in quanto forniscono il
set tecnologico necessario per l’evoluzione dai sistemi basati su analisi periodiche ad
architetture di tipo reattivo, scalabile e rapido. Infatti, questi sistemi cibernetici sono la forza
trainante verso l’automazione e lo smartening dell’interazione dei componenti informatici con
i processi fisici, combinando elaborazione, comunicazione e controllo.

Le reti idriche intelligenti sfruttano le seguenti caratteristiche per stabilire i cardini


dell’evoluzione gestionale della risorsa idrica:

• una consapevolezza globale sul consumo di acqua e il suo impatto sui sistemi
naturali;
• nuovi percorsi per il trattamento, il monitoraggio dei contaminanti;
• una risposta allo scenario del cambiamento climatico, agendo su risorse e
infrastrutture idriche.

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L’attuale rete di distribuzione idrica è composta da elementi diversi (tubi, pompe, valvole, ecc.);
alla cui eterogeneità si aggiunge quella dovuta alla diversità dei materiali (cemento, acciaio,
ecc.) e al differente stato di usura.

Questo stato di partenza implica performance non omogenee e persino inefficienze (che
tuttavia, possono essere mitigate dalla buona gestione della rete). Inoltre, a causa della
complessità di tali sistemi, a volte, gli enti preposti non sono nemmeno in possesso
dell’inventario completo dello stato di fatto in cui si trovano. Infine, come aggravante, vi è la
tangibile difficoltà nel reperimento di risorse economiche, obbligando i gestori alla definizione
di priorità.

Nell’era dell’informazione, non è possibile affrontare la gestione di una qualsiasi infrastruttura


senza l’analisi dei dati prodotti dalla stessa (i quali possono essere prodotti da un monitoraggio
ad alta frequenza fino ad arrivare a quello real time). L’ICT (Information and Communication
Technologies) è l’anima dei processi CPS e può essere considerata come la principale
rivoluzione tecnologica degli ultimi decenni; tale innovazione, oltre ad avere effetti sia
economici che sociali, ha consentito importanti sviluppi dal punto di vista della gestione
ambientale, permettendo la definizione di potenziali soluzioni per la gestione ed il monitoraggio
dei sistemi idrici.

La nascita delle SWGs è stata resa possibile dall’applicazione dei risultati ottenuti dalle reti
elettriche (definite poi come intelligenti ovvero Smart Grid) che determinano network
bidirezionale tra consumatori e fornitori. Esse consistono nell’installazione, in case ed aziende,
di misuratori di corrente elettrica bidirezionali per consentire al distributore del servizio di
tracciare i consumi degli utenti in maniera continua. Inoltre, tale infrastruttura smart permette
agli enti preposti la possibilità di eseguire continui aggiustamenti del sistema, infatti, l’obiettivo
è quello di rendere tali reti intelligenti al punto che siano in grado di compensare gli effetti delle
più svariate criticità, come il malfunzionamento di un trasformatore oppure un picco di utilizzo
di energia, il tutto ottimizzando l’utilizzo della risorsa elettrica.

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Interesse accademico: Smart Water
200,00
180,00
160,00
140,00
120,00
100,00
80,00
60,00
40,00
20,00
0,00

Figura_ 2: Numero di ricerche accademiche sull’argomento Smart Water

L’applicazione delle tecnologie ICT alla rete idrica, utilizzando il know-how ottenuto dalle
esperienze fatte in ambito elettrico, ha decretato la nascita delle Smart Water Grids (SWGs).
Esse integrano sensori e componenti analitici per assicurarsi che l’acqua sia efficientemente
inviata quando e dove serva con i giusti parametri di qualità.

Nel grafico in Figura_ 2 è visibile l’interesse scientifico sul tema Smart Water in termini di
ricerche per anno. Questo è stato costruito utilizzando i dati di Google Scholar riguardanti le
ricerche accademiche contenenti nel titolo le parole “Smart Water” il cui andamento è da anni
in continua crescita. Da esso, è possibile osservare che l’incremento delle ricerche in tale campo
diventa considerevole a partire dal 2010 ed in particolare, gli anni che vanno dal 2014 al 2017
sono quelli che hanno riscontrato la maggiore attenzione sul tema. L’interesse su tale argomento
sta raggiungendo una maturità completa, da cui ne deriva che tale grafico incontrerà una
riduzione in termini di crescita con un possibile decremento sul lungo periodo. Questi ambiti di
ricerca fondono i sistemi ICT con la sostenibilità applicando l’efficienza dell’informatica a tutti
quei campi che a causa dei limiti umani erano soggetti ad un’elevatissima latenza.

Il paradigma delle water grids

I sistemi decentralizzati sono ampiamente accettati come: economici, flessibili e meno propensi
al danneggiamento; motivo per cui si dimostrano essere i più promettenti per il miglioramento
della gestione idrica nelle aree urbane. La piattaforma Water Grid divide i macro-distretti idrici
in reti più piccole con lo scopo di creare tanti sistemi decentralizzati. Ogni griglia è costituita
da una fonte di adduzione, un sistema di trattamento ed un’area da servire (residenziale oppure

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industriale). Questa è la struttura di base di una Water Grid, alla quale possono essere aggiunte
ulteriori complessità.

Il flusso idrico e quello informatico bidirezionale tra le fonti ed il sistema di contenimento


centrale permette l’allocazione di tale risorsa da un distretto ad un altro, senza dover
interrompere il ciclo idrico urbano, causando disservizi. I sistemi di serbatoi sono la migliore
soluzione per la gestione della domanda della risorsa idrica; in questo modo, viene raccolto
l’eccesso di acqua disponibile durante la notte la quale viene successivamente distribuita
durante il giorno, riuscendo quindi, a gestire i picchi di domanda in modo efficiente.

Verso la Smart Water Grid

La SWG enfatizza la necessità di un sistema informatico che combina la tecnologia ICT alla
gestione della risorsa idrica, in modo, da gestire in maniera efficiente, il rapporto tra le risorse
idriche disponibili ed una domanda in continua crescita. In relazione a quanto detto, la SWG
integra sostanzialmente 5 aree di ricerca [5]:

1. una piattaforma per la configurazione delle reti sia idriche che ICT;
2. il controllo intelligente dei flussi idrici utilizzando sistemi di comunicazione
bidirezionali installati nell’infrastruttura idrica;
3. un migliore schema di gestione attraverso la minimizzazione del rischio
nell’infrastruttura idrica;
4. una maggiore efficienza energetica dei sistemi;
5. la garanzia per una distribuzione continua di risorse idriche sia naturali che trattate.

Tali aree di ricerca definiscono due sistemi all’interno di una rete di distribuzione idrica smart:

(i) una rete bidirezionale di risorse idriche;


(ii) una rete bidirezionale di dati informatici (ICT).

In teoria, una SWG nasce alla fonte idrica dove vengono installati misuratori, valvole e pompe
intelligenti, dal quale, l’acqua prosegue il suo percorso, all’interno della rete, sottoposta ad un
monitoraggio continuo. Nella Figura_ 3 è possibile osservare diversi sistemi smart
decentralizzati ed indipendenti, ognuno costituito da fonte, trattamento ed area da servire.

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Figura_ 3:The TNO Urban Smart Water Grid vision [6]

Aree d’interesse nella gestione di una SWG

I dispositivi di rilevamento che raccolgono e trasmettono dati sul sistema idrico in tempo reale
sono alla base di qualsiasi Smart Water Grid. Per quanto riguarda il monitoraggio della qualità
dell’acqua, l’approccio tradizionale consiste nel raccogliere campioni ed analizzarli in
laboratori specializzati. Naturalmente anche in questo caso vi è un’alta probabilità di errore,
costi elevati e bassa frequenza.

In un sistema SWG, tutti questi parametri sono raccolti, memorizzati e trasmessi ad un computer
dallo stesso strumento di monitoraggio. Tale approccio aumenta la quantità e la frequenza delle
informazioni che si hanno sul sistema e diminuisce la necessità di lavoro sul campo. I sensori
intelligenti (Smart-Sensors) definiscono un nuovo contesto innovativo per l’integrazione delle
tecnologie ICT alle tradizionali metodologie di misura. Ovviamente tale approccio innovativo
è in linea di massima sempre applicabile, come per la pressione, i flussi, il livello di
contaminazione ecc. [6].

Tali dispositivi di rilevamento sono, quindi, adatti a molti utilizzi diversi, dal residenziale fino
a quello industriale. Uno strumento ad utilizzo trasversale è sicuramente il misuratore di portata,
che analizza il consumo totale di acqua all’interno di un impianto. Seguendo una metodologia
di tipo classico, saremmo in grado di conoscere tale misura in un arco di tempo relativamente
lungo (uno o due mesi). Tuttavia, questi lunghi periodi rendono difficile (se non impossibile),
l’individuazione delle perdite in tempi utili ad evitare ingenti esborsi economici.

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Le reti di distribuzione idrica servono quotidianamente cittadini ed aziende. In particolare,
l’infrastruttura è soggetta a 2 principali aree di analisi, ovvero:

1. i contaminanti: l’acqua nei tubi può essere facilmente manipolata da rischi biologici
oppure chimici. Le nostre risorse idriche sono perennemente in uno stato di rischio
dovuto a fattori umani e non. Tale contaminazione riuscirebbe, attraverso i sistemi della
rete, ad avere una rapida diffusione, costituendo un reale pericolo per la salute pubblica.
Questo tema definisce il cuore di questo lavoro di tesi ovvero su come le tecnologie
applicate alla rete di distribuzione idrica permettano prima di tutto la prevenzione e
successivamente la mitigazione degli effetti dei contaminanti presenti all’interno della
rete.
2. le perdite: le tubazioni sono spesso sotterrate dove l’ambiente umido genera erosione.
Le variazioni di pressione causano forti sollecitazioni, che possono condurre alla
formazione di perdite. Una piccola perdita è difficile da individuare e, ritenendola
statisticamente inevitabile (fino ad una certa soglia percentuale), essa viene definita
come perdita fisiologica. Naturalmente, anche una piccola perdita con il passare del
tempo può definire volumi importanti, infatti i dati dimostrano che nei paesi in via di
sviluppo vi è una perdita media attorno ai 45 milioni di metri cubi ogni giorno [6]. Ciò
si traduce in una perdita di circa 2.9 miliardi di dollari al giorno. Con numeri inferiori,
possiamo analizzare questa situazione anche nei paesi già sviluppati. A tal riguardo,
riportiamo l’esempio di Londra le cui perdite ammontano a circa 0.6 milioni di metri
cubi al giorno: tale volume rappresenta il 25% del suo fabbisogno idrico giornaliero [7],
fino a trasformarsi in una perdita di circa 35 milioni di euro all’anno.

Per risolvere tali criticità, necessitiamo dunque, di un sistema di monitoraggio di alcuni


parametri chiave, come: flussi, pressioni, livelli idrici, misure di pH e di ossigeno. Ad ogni
modo, data l’ampiezza delle reti idriche alla quale si aggiunge la criticità dovuta al fatto che
buona parte delle tubazioni risulti sotterrata, si dimostra impossibile l’utilizzo della forza lavoro
umana per ottenere tali misure in real time, da cui ne deriva l’assoluta necessità di implementare
una rete SWG per ricavare in remoto tali misure.

La SWG consiste in nodi sensore che effettuano le misure e comunicano tra di loro in remoto.
Tali nodi sono generalmente di piccola misura e con limiti per quanto riguarda le risorse
energetiche computazionali e di immagazzinamento dati. Nella Figura_ 4 si può osservare una
tipica rete sensoristica per il monitoraggio del sistema acquedottistico, dove nella parte inferiore

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è possibile osservare la rete di distribuzione con tubazioni e nodi, mentre nella parte superiore
è presente uno schema relazionale della rete sensoristica. La rete di sensori ricava le misure
dalla rete di distribuzione e le trasmette ad un centro di monitoraggio, dove avviene il processo
decisionale.

Figura_ 4: A typical wireless sensor network for water grid monitoring [7]

A. Nodi sensori per reti idriche

I nodi sensore sono elementi essenziali nei sistemi di monitoraggio e controllo automatico. Essi
sono costituiti da 3 unità, ovvero:

a. rilevamento;
b. processamento ed immagazzinamento dati;
c. trasmissione dati.

Per quanto riguarda le unità di rilevamento un nodo sensore può contenere diversi tipi di
strumenti per altrettante misure. Ad esempio:

− per individuare perdite e rotture all’interno della rete, possiamo utilizzare sensori che
misurano la pressione, la velocità del fluido ed i segnali acustici;
− per la qualità dell'acqua, possiamo utilizzare sensori che misurano la velocità di fluido,
il valore di pH, il cloro residuale e la conduttività.

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Per quanto riguarda la trasmissione dei dati i sistemi più efficienti sono quelli che si avvalgono
dell’utilizzo di cavi, tuttavia, vi è la possibilità di trasmettere dati in remoto. In particolare, si
utilizza generalmente la tecnologia Bluetooth Wi-Fi o Zigbee per la comunicazione a corto
raggio, altrimenti, modem 3G oppure 4G per la comunicazione a lungo raggio.

I nodi sensore possono essere sia statici che mobili. Quest’ultimi sono in grado di muoversi
all’interno delle tubazioni della rete idrica per effettuare misure; motivo per il quale risultano
impermeabili, per proteggere i circuiti, e abbastanza piccoli da muoversi all’interno della rete.

Alcuni esempi di sensori mobili sono:

− Tropius: tale sensore ha le sembianze di un polpo. Esso è equipaggiato con un motore


e riesce a nuotare grazie alle sue tre braccia e può attaccarsi sulla superficie interna della
tubazione, in modo tale da poter controllare la posizione del nodo sensore all’interno
della rete.
− PipeProbe: tale dispositivo è stato brevettato dallo stesso team di ricerca ed è utile per
individuare la topologia spaziale della rete idrica. Tuttavia, esso non è equipaggiato da
un motore e il suo movimento è interamente determinato dal flusso idrico all’interno
della rete.
− SmartBall: questo nodo sensore rientra all’interno della categoria “commerciale”. Tale
dispositivo utilizza sensori acustici per determinare le perdite idriche e ha una batteria
che dura circa 16 ore permettendo in questo modo ispezioni approfondite.

B. Nodi sensori e smart water grid

Ricercatori ed ingegneri sono riusciti a definire sistemi di monitoraggio atti a ridurre le perdite
e contaminazioni all’interno della rete idrica. Uno dei primi progetti per monitorare la rete idrica
è stato condotto in America (Ann Arbor). Lo scopo principale era quello di minimizzare
l’esposizione a contaminanti chimici e biologici che potevano essere rilasciati all’interno della
rete idrica. Per simulare come i contaminanti si diffondessero attraverso il flusso idrico, il team
di ricerca ha sviluppato un modello idraulico della rete utilizzando un software chiamato
EPANET ed ha successivamente ipotizzato diversi possibili scenari di contaminazione. Per
determinare la posizione dei nodi-sensori il team di ricerca ha utilizzato, inoltre, uno strumento
chiamato TEVA-SPOT. Essi quindi, formularono un possibile miglioramento della rete per
minimizzare gli effetti sulla salute pubblica di una possibile contaminazione ed utilizzarono un
approccio euristico per il raggiungimento di una buona soluzione.
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In linea di massima le reti idriche smart sono costituite da 3 “strati” (ovvero 3 tipi di strumenti):

− il primo strato sono i nodi sensore impiegati sui collegamenti della rete e sono
alimentati a batteria. Questi nodi sensore hanno, quindi, una limitata capacità di
archiviazione ed elaborazione dei dati, alla quale si aggiunge un corto raggio di
comunicazione per risparmiare energia. Questi strumenti raccolgono semplicemente, in
maniera periodica, dati non strutturati (raw data), che sono successivamente analizzati
e processati a livello locale per poi essere trasferiti al secondo strato ovvero ai gateway;
− i gateway sono dispositivi che utilizzano la rete elettrica, quindi hanno una migliore
capacità di processamento e di archiviazione dei dati. Essi vengono installati in punti
chiave nelle vicinanze di più nodi sensore e sono responsabili della discretizzazione
della rete che raccoglie i dati e li trasmette al terzo strato, ovvero l’interfaccia utente;
− l’interfaccia utente è il terzo strato nonché lo snodo manageriale della SWG, di
conseguenza contiene gli algoritmi necessari alla definizione di modelli. Il primo
sistema testato a Boston, per una durata di 22 mesi, analizzava i dati riguardanti la
pressione e la velocità dell’acqua per individuare perdite o rotture all’interno della rete
[6].

I nodi sensori trasformano set temporali di dati in domini di frequenza, dove gli incrementi di
energia rendono possibile l’individuazione delle anomalie. Se esiste questo incremento di
energia, esso è visibile all’interno degli spettri di risposta, quindi il nodo sensore analizza e
trasmette un piccolo intervallo di dati e successivamente l’interfaccia utente incrocia i dati
presenti per individuare l’anomalia.

Cenni sull’infrastruttura ICT di una SWG

In generale i sistemi di monitoraggio della risorsa idrica si basano su infrastrutture tecnologiche


condivise mappabili nel campo dell’ICT. Per infrastruttura tecnologica condivisa s’intende
un’architettura basata sulla disponibilità:

− di sistemi IT (Information Tecnology – ad es. elaboratori);


− di infrastrutture di trasmissione dati su linee cablate oppure wireless;
− di dispositivi per raccolta, acquisizione, analisi e presentazione dei dati raccolti.

L’infrastruttura così composta utilizza tecnologie che implementano un modello


“collaborativo” basato sui dati condivisi, in quanto ne permette la raccolta, il trasporto e la
condivisione, rendendo così possibile l’utilizzo degli stessi da parte di più applicazioni. In
19
maniera schematica nella Figura_ 5, si possono individuare gli strati (layer) costituenti di
un’architettura SWG:

− Livello dei Dispositivi (Device layer) – Strutture di acquisizione dati;


− Livello di trasporto (Network layer) – Sistemi di trasmissione dati;
− Livello Applicativo (Application layer) – Sistemi di elaborazione dati.

Figura_ 5: Architettura di un sistema di telecontrollo

Il livello dei Dispositivi – Strutture di acquisizione dati

L’apparato di acquisizione dati costituisce il mezzo attraverso il quale il sistema SWG è in


grado di comunicare con il mondo circostante. Le informazioni collezionate dagli apparati di
acquisizione sono necessarie al sistema per poter svolgere il suo compito di controllo e
supervisione. Questi derivano in massima parte da sensori e trasduttori che sono in grado di
interpretare un fenomeno fisico e di darne una rappresentazione in un diverso sistema di
riferimento tramite una opportuna codifica (ad es. in segnali elettrici di tensione e/o corrente).
Un apparato di acquisizione dati svolge dunque la funzione di traduzione delle informazioni tra
il mondo esterno e il sistema di elaborazione.

20
A. Tipologia delle Informazioni

Le informazioni che un dispositivo di acquisizione dati gestisce possono essere classificate


attraverso 3 criteri:

− direzione delle informazioni: informazioni che l’apparato riceve o trasmette;


− qualità delle informazioni: ovvero la natura delle informazioni;
− caratteristiche elettriche delle informazioni.

I. In relazione alla direzione delle informazioni, un apparato di acquisizione dati è in grado di


gestire due tipologie distinte:

− informazioni in ingresso: informazioni che l’apparato riceve;


− informazioni in uscita: informazioni che l’apparato trasmette.

Le informazioni in ingresso agli apparati di acquisizione sono provenienti dal mondo esterno o
dal sistema centrale, viceversa in uscita. Spesso, quando si guarda il sistema nel suo complesso,
si utilizza il termine monitoraggio per identificare la direzione in ingresso ed il termine controllo
per indicare quella in uscita.

II. Per quanto riguarda la qualità delle informazioni è possibile definire un criterio di
suddivisione dei dati in relazione allo loro qualità, infatti è possibile distinguere:

− informazioni di tipo digitale


− informazioni di tipo analogico
− informazioni di tipo impulsivo
− informazioni di tipo complesso

Le informazioni di tipo digitale riescono a dare una rappresentazione della grandezza attraverso
una serie di stati digitali ben identificati e distinti tra loro. Ad esempio, riferendosi al
funzionamento di un motore, questo può assumere solamente due stati: fermo o in movimento;
i quali possono essere rappresentati mediante un’informazione di tipo digitale. L’informazione
digitale classica rappresenta solamente due stati distinti, solitamente antitetici tra loro (motore
fermo o in marcia, interruttore aperto o chiuso, ecc.), la quale risulta facilmente rappresentabile
con la presenza o l’assenza di una determinata tensione, che definisce uno stato logico.

Le informazioni di tipo analogico forniscono una rappresentazione della grandezza per mezzo
di valori che variano con continuità all’interno di un dato intervallo. In questi casi il sistema di
telecontrollo si trova a dover interpretare una grandezza fisica non rappresentabile per mezzo

21
di stati logici (ad es. la temperatura). La trasformazione di un dato fisico ad un’informazione
avviene tramite un dispositivo chiamato trasduttore (molto spesso si tratta di valori continui di
tensione o corrente che sono proporzionali ai valori assunti dalla grandezza fisica).

In alcuni casi le informazioni che consentono al sistema di interagire con il mondo circostante
non sono interpretabili in modo istantaneo, ma devono essere ricostruite nel tempo per fornirne
una rappresentazione corretta. Un esempio può senz’altro riguardare la misura di potenza
elettrica: i contatori di energia permettono di fornire un impulso in uscita ogni volta che una
quantità fissata di energia viene prelevata o generata (informazione di tipo impulsivo). Per
ottenere il valore di energia ( non un valore istantaneo, ma associato a un intervallo di tempo)
il sistema deve essere in grado di contare il numero di impulsi emessi in un determinato
intervallo di tempo.

In altri casi l’interazione del sistema con il mondo esterno non avviene per mezzo di semplici
informazioni come quelle descritte in precedenza. Vi è la possibilità che il sistema di
Telecontrollo debba interfacciarsi con apparecchiature che mettono a disposizione una serie più
ampia di dati (informazioni di tipo complesso). La gestione di dati complessi rende sconveniente
l’utilizzo di uscite analogiche diverse, quindi, i costruttori lavorano su interfacce dedicate in
grado di stabilire un colloquio con un dispositivo esterno attraverso un determinato protocollo
di comunicazione.

III. Per quanto riguarda invece la classificazione in base alle caratteristiche elettriche delle
informazioni si deve considerare che ogni informazione trattata per essere interpretata da un
apparato di acquisizione dati deve essere rappresentata con un segnale elettrico. Alla
conversione da grandezza fisica ad equivalente rappresentazione elettrica provvedono gli
appositi trasduttori. Ad esempio, la temperatura di un oggetto viene convertita in segnale
elettrico corrispondente attraverso l’uso di una termocoppia o di una resistenza, che risultano
variabili con la temperatura, secondo una relazione nota. Nel caso dei segnali un livello
predefinito di tensione, la presenza o assenza di una tensione indica all’apparato di acquisizione
lo stato logico del segnale.

B. Smart Devices

Un apparato di acquisizione dati è quindi in generale composto dispositivi “Smart” (misuratori,


attuatori, sensori, ecc.) che possiedono tre funzionalità principali:

22
− interazione con l’ambiente (sensori/attuatori);
− capacità computazionale
− capacità trasmissiva dei dati acquisiti.

Riguardo quest’ultima, risulta importante che un solo dispositivo sia in grado di coprire un più
ampio spettro di protocolli di comunicazione, a causa del contesto altamente eterogeneo e
diversificato, ad esempio:

− trasmissione diretta su reti dati del tipo “long distance” (reti xDSL fisse o su ponti radio
o reti mobili 2G/3G/4G);
− trasmissione su frequenze e protocolli radio “short range” (es., ZigBee, WiFi,
RFID/NFC).

È da sottolineare che con le recenti tecnologie è stata superata la limitazione di considerare gli
apparati di acquisizione come strumenti che svolgono il semplice ruolo di trasduttori delle
informazioni in modo da rendere possibile lo scambio dati tra i dispositivi di campo e il sistema
di telecontrollo. Le attuali tecnologie, attraverso algoritmi per il pretrattamento dei dati,
permettono un filtraggio delle informazioni già in fase di acquisizione così da poter elaborare
solamente dati significativi. La capacità di elaborazione degli apparati di acquisizione dati, ne
ha obbligato l’evoluzione grazie all’equipaggiamento di unità di calcolo, simili a quelle del
sistema di controllo, portandoli al livello “Smart”, tali da essere in grado di poter compiere una
serie di semplici operazioni di controllo autonomamente.

Il livello di trasporto - Sistemi di trasmissione

Il livello di trasporto ed i sistemi di trasmissione dati sono necessari per veicolare i dati raccolti
in campo verso i sistemi di elaborazione (Application Layer). La scelta delle tecnologie e dei
protocolli di comunicazione hanno un ruolo importante in un progetto SWG. Nell’ambito degli
apparati di acquisizione dati, ancor più che i sistemi cablati, assumono importanza quelli
“wireless” grazie ai numerosi scenari applicativi nella quale è possibile trarne vantaggio. I limiti
che di solito influenzano la reazione in tempo reale del sistema sono di natura tecnologica, e
comprendono la limitata potenza di calcolo e i sistemi di comunicazione. In questo paragrafo
vengono analizzate le caratteristiche cruciali di un sistema di trasmissione:

− Alta affidabilità: ogni componente del sistema di controllo è caratterizzata da un


determinato grado di affidabilità, cioè da una certa probabilità di malfunzionamento,
espressa in generale come numero di ore o di attuazioni garantite, oltre le quali è
23
possibile il verificarsi di un guasto o una condizione di esercizio non ottimale del
componente stesso; è necessario valutare, per ogni singolo elemento, l’importanza di un
eventuale fuori servizio dello stesso; l’ottenimento di un grado di affidabilità del sistema
pari al 100% è il massimo a cui si può puntare, ma deve essere valutato anche l’impatto
economico necessario per ottenere tale condizione. Alta affidabilità comporta continuità
di servizio e qualità delle informazioni scambiate.
− Ridondanza: consiste nel 'esistenza di più mezzi per svolgere una determinata funzione,
disposti in modo tale che un guasto del sistema possa verificarsi solo in conseguenza
del guasto contemporaneo di più apparecchiature. In pratica la ridondanza consiste nella
duplicazione dei componenti critici di un sistema con l'intenzione di aumentarne
l'affidabilità, in particolare per le funzioni di vitale importanza per garantire la sicurezza
delle persone e degli impianti o la continuità della produzione. D’altra parte, poiché
l’introduzione di ridondanze aumenta la complessità del sistema, le sue dimensioni
fisiche e i costi, generalmente, esse sono utilizzate solo quando i benefici derivanti sono
maggiori degli svantaggi sopra citati.
− Alta disponibilità: riguarda l’analisi del tempo in cui il sistema è effettivamente in
esercizio, ovvero considera quanto tempo è necessario al sistema di telecontrollo per
questioni di manutenzione, aggiornamento software, guasti, o altre eventuali situazioni;
più piccolo è il tempo di fermo del sistema di telecontrollo, più è ottimo.
− Interazione uomo-sistema: è evidente che la possibilità di interazione tra uomo e sistema
richiesta sarà tanto maggiore quanto maggiori sono i parametri da poter impostare nel
sistema di controllo, o i comandi da impartire. Questo tipo di interfaccia deve essere di
facile utilizzo e di totale comprensione, per poter visualizzare in qualsiasi momento lo
stato di ogni componente di interesse dell’impianto idroelettrico. Nello stesso tempo,
un valido sistema di interfaccia deve essere in grado di impedire ad un operatore di
svolgere manovre o operazioni non corrette, che possano comportare danni alle
macchine o alle apparecchiature ausiliarie.

A. I dati generati

Le tecnologie e i protocolli di comunicazione possono avere un ruolo determinante


nell’efficienza del sistema di telecontrollo. Un aspetto essenziale, ma non ancora analizzato,
sono le caratteristiche che i dati acquisiti devono possedere al fine di poter essere utili

24
all’interno del processo decisionale. I principali requisiti di un sistema di dati a servizio di una
rete SWG possono essere riassunti (Figura_ 6):

− Volume
− Velocità
− Varietà
− Veridicità
− Valore

Figura_ 6: Le 5 V dei Big Data

I. Volume
I dati derivanti dai sistemi ICT sono in continua crescita e si espandono oltre l’ordine dei
terabyte (Big Data): l'enorme quantità è emersa grazie anche all'avvento del social Web e dei
dispositivi interconnessi. Smartphone, Voice over Internet Protocol (VoIP), videoconferenze e
dispositivi connessi a Internet (sensori e computer) hanno consentito il monitoraggio e la
condivisione di ogni aspetto dei dati in tempi nell’ordine dei nanosecondi. Il sovraffollamento
dei dati aumenta la loro ridondanza rendendo la gestione dei Big Data una delle sfide più
importanti nella cosiddetta era smart. Per affrontare questo problema, i ricercatori hanno
suggerito diverse soluzioni, come la creazione di archivi di dati basati su cloud che forniscano
una metodologia affidabile, scalabile ed economica per archiviare pesanti blocchi di dati,
adottando inoltre tecniche di alfabetizzazione avanzate per ottenere una tempestiva rimozione

25
di informazioni indesiderate o dannose al sistema. Inoltre, è necessaria un'interazione costante
tra i server Cloud affinché si ottenga un elaborazione continua.

II. Velocità
A pari passo con il volume crescente di dati, aumenta anche la velocità con cui i dati devono
essere prodotti ed elaborati per soddisfare le richieste delle diverse infrastrutture. Questo
definisce una delle sfide attualmente più consistenti, essendo un processo tutt’altro che scontato
ed economicamente irrilevante. L'aumento della velocità nel processo per la generazione dei
dati è dovuto principalmente alla proliferazione di dispositivi di rilevamento connessi a Internet.
I dati generati da quest’ultimi, devono poi essere ridefiniti in una forma strutturata in relazione
all’obiettivo predeterminato al fine di renderne possibile l’utilizzo. La velocità di questo
processo risulta dunque di importanza cruciale, poiché, il successo delle infrastrutture “Smart”
ed in particolare delle SWG, si basa su decisioni prese rapidamente, partendo da informazioni
provenienti dalle più diverse fonti. Per affrontare tale criticità, i ricercatori hanno suggerito
varie soluzioni come:

− Pre-lettura dei dati utilizzando l'algoritmo bayesiano 1 in grado di prevedere


tempestivamente i dati richiesti dall'utente e trasferirli da una posizione remota alla
cache locale;
− lo streaming dei dati in tempo reale utilizzando glifi 2 per garantire scalabilità e
modularità dei dati per superare i problemi di visualizzazione;
− il coinvolgimento di personale specializzato in grado visualizzare i pattern (Data
Analyst) ovvero capace di individuare dati strutturati in circostanze non ordinarie.

III. Varietà
La varietà intesa come risultato della combinazione di dati eterogenei virtualmente illimitati.
Le informazioni generate dai diversi sistemi interconnessi, definiscono blocchi di dati che
possono presentarsi come:

1
L'inferenza bayesiana è un approccio all'inferenza statistica in cui le probabilità non sono interpretate come
frequenze, proporzioni o concetti analoghi, ma piuttosto come livelli di fiducia nel verificarsi di un dato evento. Il
nome deriva dal teorema di Bayes, che costituisce il fondamento di questo approccio.
2
In informatica con il termine “glifo”, o “timbro digitale”, viene identificata, invece, una particolare tecnologia
costituita da un insieme di segni grafici, di vario aspetto o realizzazione, con cui è possibile riprodurre un
documento informatico al fine di renderlo leggibile attraverso l’impiego di specifici sistemi automatizzati ed, al
contempo, di dimensioni ridotte.

26
▪ strutturati; ▪ non-strutturati; ▪ multimediali

▪ semi-strutturati; ▪ testi; ▪ mancanti.

I dati vengono dunque raccolti da fonti eterogenee come documenti, e-mail, social media,
messaggi di testo, video, immagini, audio, grafici, ecc.… Tutta questa enorme varietà può
causare problemi di incompatibilità in relazione alla semplificazione del processo gestionale.
Si cercano dunque sistemi di omogeneizzazione dei dati, tali da rendere elaborabili le suddette
informazioni.

IV. Veridicità
Tale caratteristica sottolinea l'importanza di affrontare e gestire l'incertezza dei dati. I Big data
sono soggetti a criticità (failure) poiché la mole di informazioni raccolte non sempre contiene
la coerenza necessaria alla definizione di un modello. L’obiettivo è quindi quello di ricercare
dati unificati eliminando quelle sorgenti incoerenti che possono essere considerate come
“rumorose”, le quali non individuate possono portare alla definizione di modelli incoerenti con
la realtà e dunque privi di significato.

V. Valore
Il termine “Valore” si riferisce alla qualità delle informazioni presenti, esso è un elemento
trasversale a quelli già definiti. Dati di valore permettono l’integrazione, l’analisi e la
visualizzazione di informazioni anche su scale temporali e spaziali differenti. Tale termine
quindi identifica “l’estrazione dell’intelligenza” in modo da ricavarne le migliori performance
ottenibili. Le principali problematiche legate a tale concetto sono:

− L’estrazione dei modelli di dati;


− la gestione inefficiente di grandi quantità di dati;
− l’elaborazione tempestiva di grandi moli di informazioni;
− la normativa non adeguata alle tematiche;
− l’alto costo computazionale dei dati.

Alcuni dei metodi utilizzati per gestire tali criticità sono:

− l’utilizzo di strumenti statistici per la definizione di modelli;


− l’elaborazione continua dei dati in modo tale da ottenere informazioni di qualità sempre
migliore;

27
− la definizione di centri operativi altamente specializzati, per ottenere servizi
personalizzati agli utenti.

Il Livello Applicativo (Application layer) – Sistemi di elaborazione.

Il livello applicativo rappresenta il componente in grado di generare tutto il valore che


l’infrastruttura, una volta dispiegata, può generare. Esso consente la gestione/elaborazione dei
dati acquisiti dai sensori garantendo le funzionalità di memorizzazione e analisi in tempo reale
al fine di fornire il contenuto informativo necessario ai sistemi di governance. Il livello
applicativo deve essere in grado di raccogliere e utilizzare informazioni dai diversi sistemi di
acquisizione. Lo strato è dunque costituito da architetture hardware e software in grado di
effettuare archiviazione, gestione e l’analisi automatizzata dei flussi di dati, massivi ed
eterogenei. Le tecniche “software analytics” possono fornire l’accesso immediato e completo
ad una vasta quantità di dati, tali da permettere alle utility di comprendere ed agire
tempestivamente sugli eventi anomali. Ad esempio, è possibile rilevare rapidamente in rete, la
presenza di un contaminante con concentrazioni critiche, dove un rapido intervento risulta
essenziale per l’individuazione della sorgente e la minimizzazione del danno ambientale.

A. Sistemi SCADA

Nel contesto di livello applicato di fondamentale importanza rivestono i cosiddetti sistemi


SCADA (Supervisory Control And Data Acquisition) i quali raccolgono tre funzioni
fondamentali: supervisione, controllo e acquisizione dati. In uno SCADA l’acquisizione dati è
funzionale allo svolgimento dei processi di supervisione e di controllo intesi come compimento
del processo gestionale dovuto alla SWG. Di seguito si riepilogano le principali funzioni svolte
da un sistema SCADA.

I. Acquisizione dati

L’acquisizione rappresenta una funzione che nella maggior parte dei casi ha un ruolo di
supporto alle funzioni di supervisione e controllo poiché mette in relazione il sistema con il
processo consentendo la conoscenza dello stato in cui ci si trova e dell’azione di controllo
necessaria alla variazione di determinati parametri. In questo senso “acquisizione dati” è intesa
come scambio di informazioni bidirezionale (dal processo verso il sistema e viceversa). Questa
rappresenta una funzione fondamentale dei sistemi SCADA per il fatto che non è possibile

28
espletare funzioni di supervisione e controllo senza acquisire informazioni riguardo lo stato in
cui si trova il processo osservato.

II. Supervisione

Questa è la funzione per mezzo della quale un sistema SCADA rende possibile l’osservazione
dell’evoluzione di un processo controllato. A questa funzione appartengono tutte le funzionalità
di visualizzazione delle informazioni relative allo stato attuale del processo, di gestione delle
informazioni storiche, di gestione delle anomalie. La funzione di supervisione costituisce un
fine per qualsiasi sistema SCADA.

III. Controllo

La funzione di controllo rappresenta la capacità del sistema SCADA di prendere decisioni


relative all’evoluzione dello stato del processo controllato. Le funzionalità di controllo sono
quindi concentrate nel sistema di elaborazione, il quale una volta eseguite opportune procedure,
sfrutta il sistema di acquisizione in senso inverso al fine di cambiare i valori di opportuni
parametri. Una caratteristica essenziale della funzione di controllo è proprio la capacità di
reazione alle sollecitazioni con ritardi trascurabili (Real Time) rispetto alla dinamica evolutiva
del processo stesso. Le funzioni svolte da un sistema di controllo sono tali da rendere questa
capacità di reazione un requisito irrinunciabile, tuttavia, i limiti tecnologici, soprattutto di tipo
comunicativo posso condurre a significativi tempi di latenza.

IV. HMI (human-machine interface)

Un qualsiasi sistema SCADA ha necessità di un punto di incontro tra operatori ed il sistema


ICT. Tale luogo consiste nell’interfaccia uomo-macchina (in inglese si usa l’acronimo HMI di
human-machine interface). Questa può effettuare diversi livelli di interazione che vanno dalla
semplice osservazione alla gestione dell’impianto stesso, tramite operatore. In particolare, nel
caso in cui si debba gestire il sistema di controllo, risulta essenziale la realizzazione di interfacce
di facile utilizzo e ricche di funzionalità accessorie necessarie alla comprensione del sistema,
come la gestione degli allarmi e la visualizzazione di grafici riassuntivi.

V. Archiviazione ed analisi dei dati storici

L’operazione di archiviazione e analisi dei dati è stata l’evoluzione naturale di sistemi che nel
tempo si sono rivelati capaci di diventare depositari di informazioni essenziali per la
comprensione dei processi sottoposti a supervisione e controllo. Tra le attività fondamentali di

29
un sistema SCADA rientra infatti il trattamento di dati rappresentativi degli stati assunti dal
processo nella sua evoluzione e delle condizioni di esercizio delle infrastrutture che
costituiscono il sistema di controllo (sensori, attuatori, apparecchiature di acquisizione dati,
sistemi di comunicazione, sistema di elaborazione). Una volta divenuti inattuali i dati non
vengono perduti ma conservati in archivi detti “storici”. Una prima importante ragione per la
quale si ritiene necessario equipaggiare i sistemi di supervisione e controllo con strutture di
archiviazione dei dati è dovuta al fatto che la disponibilità di serie storiche consente di realizzare
studi che definiscano l’evoluzione del sistema in esame. Attraverso questi è possibile
interpretare:

− le relazioni di causa-effetto tra le perturbazioni del sistema e le evoluzioni che ne


conseguono;
− la dinamica del processo in termini di variabilità nel tempo di grandezze significative;

Lo studio dell’evoluzione del processo è esso stesso, in molti casi, scopo del sistema di gestione
e supervisione.

Vantaggi

I vantaggi ottenibili dall’implementazione di un sistema SWG possono essere riassunti nella


completa conoscenza della rete di distribuzione, partendo dall’individuazione delle perdite fino
al monitoraggio qualitativo della risorsa idrica. Una SWG permette alle società di servizi di
definire un database completo dei contatori, che risulta essenziale per l’individuazione ed il
discernimento tra perdite e morosità. Inoltre, il potenziamento della rete consente una più rapida
risposta ai guasti migliorando l’efficienza complessiva fino a raggiungere l’obiettivo della
riduzione dei costi di distribuzione all’utente finale.

Risparmio idrico

L’acqua all’interno della rete è soggetta a continui sprechi dovuti a perdite, consumo
indiscriminato e imprecisioni dei misuratori. Gli enti gestori potrebbero addirittura non essere
a conoscenza di perdite di rete verificatesi per mesi o perfino anni, infatti, la durata media delle
perdite sotterranee è di due o più anni. Una rete di monitoraggio smart permetterebbe la
ricezione di informazioni in tempo reale su tutta la rete, contribuendo enormemente
all’identificazione delle perdite prima che il danno possa diventare incalcolabile.

30
Conservazione dell’energia

Un vantaggio indiretto derivante dall’implementazione di una SWG è la riduzione dei costi


energetici grazie alla diminuzione della quantità di acqua da pompare o trattare. I rapporti
indicano che l’energia è il secondo costo più elevato per la maggior parte delle aziende di
distribuzione, dopo la manodopera. A seconda dell’utility, i costi energetici possono
rappresentare dal 25 al 30 % dei costi operativi e di manutenzione dell’utility, e persino dal 60
al 70 % delle spese operative. La moderna gestione SWG per mette alle aziende distribuire
meno acqua, che si riflette in minori costi energetici e nella buona gestione dell’acqua.

Visibilità della rete e prevenzione/riduzione dei danni

La distribuzione spaziale dei sensori all’interno della rete permette di visualizzare e monitorare
le sue condizioni di esercizio. Infatti, la possibilità di analizzare informazioni in tempo reale
consente l’individuazione di eventuali criticità presenti od in via di sviluppo. In termini di
analisi perdite, ve ne sono alcune che crescono nel tempo e possono essere facilmente
identificate da una rete sensoristica, evitando situazioni di emergenza nella quale improvvise
rotture causano danni considerevoli. Dal punto di vista qualitativo, sebbene l’acqua in uscita
dall’ impianto di trattamento risulti conforme agli standard di qualità, questa può subire
alterazioni all’interno della rete di distribuzione a causa di contaminazioni accidentali oppure
intenzionali. Le reti idriche intelligenti dotate di sensori di monitoraggio qualitativo che
individuano l’eventuale contaminante e segnalano alle utility i potenziali pericoli permettono
di isolare efficacemente l’acqua contaminata prima ancora che arrivi ai consumatori attraverso
l’utilizzo di elettrovalvole a controllo remoto. In questo modo, attraverso la prevenzione
continua è possibile evitare le interruzioni di servizio a causa di opere di improvvisa
manutenzione e definire programmi di interventi di medio/lungo periodo riducendo al minimo
i danni all’interno del sistema.

Vantaggi economici

Sebbene l’implementazione di un sistema SWG abbia un considerevole investimento iniziale,


questa è grado di produrre un’importante riduzione dei costi operativi e di manutenzione. La
Figura_ 7 mostra i risparmi globali associati all’utilizzo di una SWG [8], i quali si dividono in
4 principali categorie:

31
1. Perdite e gestione della pressione 3. Monitoraggio qualitativo

2. Programma di spesa 4. Esercizio/manutenzione

Questi risparmi, quindi, potrebbero essere utilizzati per essere reinvestiti in ulteriori
aggiornamenti della rete oppure per una riduzione della bolletta dei consumatori.

Figura_ 7: Summary of global savings associated with smart water grid implementation [9]

Benefici aggiuntivi

Oltre ai vantaggi sopra elencati, la trasmissione wireless dei dati dei contatori elimina la
necessità di accedere alle proprietà residenziali per ottenere le letture utili al bilancio idrico. Le
utility possono notare modelli insoliti o consumi continui, che potrebbero evidenziare la
presenza di perdite oppure di morosità all’interno del sistema.

Avere un database di grandi dimensioni aiuta le utility a costruire un buon sistema di gestione
delle risorse. Molti enti potrebbero non essere a conoscenza del loro inventario completo e di
diverse informazioni rilevanti come l’età del tubo, il tipo di materiale, la posizione e via
discorrendo. Il sistema più adatto alla raccolta di questo tipo di informazioni è sicuramente
quello GIS (Geographic Information System). L’integrazione delle SWG con tali sistemi
permette di osservare le criticità in tempo reale e di diminuire i tempi di risposta alle stesse,
fino a migliorare il processo decisionale riguardante le priorità manutentive. Una migliore
gestione patrimoniale può ridurre le spese del capitale dal 10 al 15 %, il che può portare a
risparmi globali che vanno dai 3,5 a 5 miliardi di dollari [8].

32
Infine, contatori e sensori smart applicati all’irrigazione possono monitorare l’umidità e la
temperatura del suolo per determinare la gestione ottimale delle coltivazioni. Ciò contribuisce
non solo al risparmio idrico ma anche ad evitare l’eccessiva irrigazione che può minacciare la
salute delle piante.

Svantaggi

Ci sono diverse problematiche associate all’implementazione di una SWG. Oltre alla mancanza
di finanziamenti e incentivi forniti dagli attori di governance, vi è la spesa considerevole
necessaria all’aggiornamento della rete esistente. Un ulteriore inconveniente è la mancanza di
consapevolezza pubblica su questa tecnologia e sulle tematiche riguardanti la crisi idrica.
Tuttavia, tutto ciò potrebbe risolto attraverso iniziative di sensibilizzazione tramite internet,
eventi e educazione scolastica.

Costi elevati e mancanza di incentivi

La Environmental Protection Agency (EPA) nel 2013 ha condotto un’analisi sullo stato
dell’infrastruttura idrica mostrando la necessità di un investimento di circa 384 miliardi di
dollari per l’implementazione della SWG fino al 2030 [9]. La mancanza di finanziamenti è
associata a procrastinazione istituzionale e politica, questo anche perché la risorsa idrica
essendo presente principalmente nel sottosuolo causa la generazione di un sensibile distacco
dal problema. Inoltre, le utility hanno un continuo bisogno di ridurre i costi ed investimenti
considerevoli sebbene volti alla corretta gestione della risorsa idrica si ripercuotano (almeno
inizialmente) nella bolletta dei consumatori che potrebbero non comprendere i futuri vantaggi
derivanti dall’implementazione di un sistema simile.

Limiti di frequenza ed esposizione

Un’ulteriore criticità legata alle reti SWG deriva dalla cattiva opinione pubblica dovuta
all’emissione di onde radio necessarie alla trasmissione dei dati. Nel 1985 il Federal
Communication Commitee (FCC) assegnò tre bande di frequenza, nel campo delle microonde,
alle trasmissioni senza obbligo di licenza con potenza massima di 1 W. Queste bande, 902 -
928 MHz, 2400 - 2483 MHz e 5725 - 5850 MHz, erano precedentemente disponibili per
applicazioni Industriali, Scientifiche e Mediche, da ciò il nome bande ISM. Essendo bande
piuttosto strette e, non necessitando di licenza, sono di fatto aperte a chiunque volesse utilizzarle

33
(con il solo vincolo della potenza massima di 1 W). Alcune delle principali bande disponibili
con le relative applicazioni maggiormente diffuse sono rappresentate in Tabella_ 1.

Tabella_ 1: Frequenze ISM – principali applicazioni

Banda Applicazioni

27 MHz Periferiche PC, Elettromedicale

433 MHz Radiocomandi, Sistemi Punto-Punto

898/915 MHz Radiocomandi, Sistemi Punto-Punto

2.4 GHz Reti locali Wireless

Si deve comunque precisare che l’obiettivo di realizzare dispositivi dai costi e dalle dimensioni
contenute porta a considerare solo alcune delle bande ISM, questo a causa di alcune limitazioni
hardware in termini di efficienza delle antenne e contenimento dei consumi.

Altri svantaggi

Il concetto di SWG esiste ormai da anni, ma la sua attuazione risulta essere lenta e complessa.
Ciò è dovuto alla mancanza di:

− comprensione delle potenzialità di business;


− finanziamenti;
− supporto politico;
− prodotti e soluzioni adeguate [8].

Le utility hanno necessità di definire di uno standard internazionale per lo sviluppo di una SWG,
infatti, molti fornitori offrono vari sistemi di implementazione che tuttavia non possono essere
interfacciati con dispositivi prodotti da altri. Inoltre, i piccoli distributori possiedono dipendenti
e risorse limitate tali da non potersi cimentare nello sviluppo di reti smart.

34
LINEE GUIDA PER LA GESTIONE QUALITATIVA DELLA RISORSA

IDRICA

Le infrastrutture per il servizio idrico hanno il compito di fornire acqua rispettante i parametri
di sicurezza definiti dalla normativa nonché quelli riguardanti gusto, odore e torbidità. Al di là
del buon lavoro portato a termine dagli enti preposti la qualità della risorsa idrica è soggetta ad
una forte vulnerabilità legata ad eventi di contaminazione che possono essere di tipo accidentale
oppure intenzionale. I bacini idrografici in ricevono quindi continui input di composti
contaminanti che potrebbero essere dannosi per la salute umana. Questi derivano da:

− scarti industriali;
− impianti di depurazione;
− sistemi di acqua piovana;
− deflusso da terreni agricoli ed urbani.

Questi comportano nelle sorgenti d’acqua, la presenza di migliaia di composti chimici sia
naturali che industriali definendo uno dei principali problemi ambientali che l’umanità si trova
ad affrontare. Al 2017, poco meno di un terzo della popolazione mondiale, non aveva ancora
accesso ad una fonte di acqua potabile all’interno della propria abitazione. Si tratta, per
l’esattezza, di 2,1 miliardi di persone ovvero il 30% della popolazione mondiale [10]. La World
Health Organization (WHO) menziona le principali malattie trasmesse dall’acqua come rischio
principale per 1.8 milioni di morti ogni anno, di cui l’88% sono bambini che vivono nei Paesi
sottosviluppati. Alcuni modelli di previsione stimano che il consumo globale di acqua
raddoppierà nei prossimi 20 anni, eppure la sicurezza della qualità dell’acqua è attualmente
sottovalutata pur costituendo una minaccia significativa alla salute globale. Le reti di
distribuzione risultano vulnerabili ad un qualsiasi tipo di contaminazione che sia intenzionale o
accidentale e nonostante i molti avanzamenti tecnologici, resta da compiersi un lavoro
significativo per la purificazione dell’acqua. Le valutazioni qualitative sulla risorsa idrica sono
basate su analisi di parametri fisici, chimici e batteriologici che richiedono strumentazioni
avanzate e personale qualificato. Sono circa 70.000 le sostanze chimiche conosciute ed
emergenti che potrebbero essere presenti nelle sorgenti d’acqua utilizzate per la produzione di
acqua potabile [11], inoltre, sono stati formulati circa 860 composti attivi che compaiono nei
pesticidi di utilizzo comune che appartengono ad oltre 100 classi di sostanze. Le proprietà
chimiche e fisiche di quest’ultimi possono differire in maniera significativa e risultano di
importanza cruciale per individuare le tecniche di monitoraggio da dover applicare. La presenza

35
di sostanze nutritive e metalli pesanti nell’acqua rappresenta una seria minaccia per la salute
umana. Tra i composti più comunemente individuati all’interno delle nostre risorse idriche
troviamo i fosfati e nitrati. Tali composti sono sempre più utilizzati come fertilizzanti in
agricoltura e sebbene la loro concentrazione nell’acqua risulti fondamentale per il ruolo che
svolgono nell’eutrofizzazione, vi è un sensibile rischio dovuto al loro aumento cumulativo
all’interno delle falde acquifere. In particolare, i nitrati introdotti nell’organismo vengono
trasformati in nitriti dai batteri presenti nello stomaco i quali possono essere ulteriormente
convertiti in composti cancerogeni. Tuttavia, i composti dell’azoto rappresentano un importante
analita per il monitoraggio ambientale e della salute umana da cui ne consegue l’essenzialità
della sua individuazione e quantificazione. Tradizionalmente, fosfati e nitrati sono da sempre
monitorati manualmente raccogliendo e filtrando i campioni che sono successivamente
analizzati in laboratorio. Le metodologie di misura basate principalmente su sistemi di
campionamento (off-line) comportano bassa frequenza e ritardo nella disponibilità dei dati. Per
tale motivo la European Water Directive (EWD) ha evidenziato la necessità di individuare
nuove metodologie che consentano di monitorare in tempo reale gli inquinanti sia chimici che
biologici [12]. È quindi concreto il bisogno di monitorare in tempo reale l’eccesso degli
inquinanti stabiliti dalle normative nazionali, per la quale si richiedono, sensori ultrasensibili,
in quanto gli standard sono spesso prossimi ai limiti stessi dei moderni sistemi di rilevamento.

Piani di Sicurezza dell’Acqua (PSA-WSP)

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha introdotto un decennio fa il modello dei Water


Safety Plans (Piani di Sicurezza dell’Acqua, PSA-WSP) come il mezzo più efficace per
garantire sistematicamente: la sicurezza di un sistema idropotabile, la qualità delle acque fornite
e la protezione della salute dei consumatori. Il modello persegue una valutazione e gestione dei
rischi integrata, estesa dalla captazione al rubinetto, per la protezione delle risorse idriche di
origine e il controllo del sistema e dei processi, al fine di garantire nel tempo l’assenza di
potenziali pericoli di ordine fisico, biologico e chimico nell’acqua disponibile per il consumo.
L’approccio risk-based consente una maggiore flessibilità del sistema di gestione rispetto a
contaminanti emergenti, attualmente non oggetto di monitoraggio sistematico, e/o delle
vulnerabilità dei sistemi idropotabili agli impatti diretti e indiretti indotti dai cambiamenti
climatici.

Nella sostanza, il PSA ridefinisce i limiti dei sistemi di controllo della qualità delle acque
destinate al consumo umano, sino a oggi contraddistinti da una sorveglianza di segmenti

36
circoscritti del ciclo captazione-trattamenti-distribuzione-utenza e/o da un monitoraggio a
campione sulle acque distribuite. Analogamente a quanto avvenuto in altri settori, quali ad
esempio quello farmaceutico e dell’industria alimentare, l’evoluzione delle conoscenze in
materia di analisi del rischio ha, infatti, definito le criticità di strategie unicamente incentrate
sulla verifica di conformità del prodotto finito, spostando decisamente l’interesse verso la
realizzazione di un sistema globale di valutazione e gestione del rischio esteso all’intera filiera
idrica dalla captazione al punto di utenza finale. Tale approccio consente anche la flessibilità
necessaria alla gestione del rischio per l’approvvigionamento idrico in sicurezza negli scenari
di vulnerabilità anche associati agli eventi climatici estremi e/o nel caso di contaminati
emergenti.

Il modello dei PSA, di fondamentale semplicità nei suoi aspetti generali, è finalizzato a ridurre
drasticamente le possibilità di contaminazione delle acque captate dall’ambiente per essere
destinate al consumo umano, ad attenuare o rimuovere la presenza di eventuali elementi di
pericolo chimico, microbiologico, fisico e radiologico, attraverso trattamenti delle acque
adeguatamente progettati, eseguiti e controllati e, infine, a prevenire eventuali ricontaminazioni
in fase di stoccaggio e distribuzione dell’acqua fino al punto di consegna. In forma schematica,
le componenti di un PSA applicato ad un sistema di gestione idropotabile possono essere così
riassunte:

− Analisi del sistema idrico, dalla captazione al rubinetto: si tratta di uno studio
sistematico e accurato, per verificare il soddisfacimento dei requisiti di qualità necessari
alla tutela della salute umana. Attraverso la fase di valutazione vengono, quindi,
identificati tutti i potenziali pericoli relativi ad ogni segmento della filiera idrica
(captazione, trattamenti, distribuzione), viene definito il livello di rischio associabile a
ciascun pericolo identificato e vengono stabilite le misure di controllo ad esso
funzionali, secondo un ordine di priorità (stabilito in base al livello di rischio), al fine di
garantire che l’approvvigionamento di acqua sia sicuro, gli standard e gli obiettivi di
qualità siano soddisfatti, e la salute umana adeguatamente protetta.
− Monitoraggio operativo: si tratta di un monitoraggio sistematico, definito in termini
di natura e frequenza per ogni punto significativo del sistema idrico e per ogni misura
di controllo definita in base alla valutazione del sistema. Mira ad assicurare che ogni
deviazione dalla prestazione richiesta venga rapidamente rilevata e affrontata.

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Documentazione delle modalità di gestione del sistema PSA e del controllo del sistema:
comprende la documentazione esaustiva del processo di valutazione del sistema, la validazione
del monitoraggio operativo e del controllo del sistema. La documentazione dovrebbe includere
anche una descrizione delle azioni da intraprendere in condizioni operative normali e in
condizioni di emergenza. In caso di incidente potrebbe, infatti, verificarsi il rischio di non
conformità a valori di parametro o avarie nel sistema di controllo operativo e, pertanto, le azioni
dovrebbero includere le indagini e le azioni correttive sotto forma di programmi di
miglioramento dell’efficienza del sistema e un sistema di reporting e di comunicazione.

Processo di valutazione del sistema e dei rischi

Il WSP segue un approccio basato sulla gestione del rischio applicato al servizio idrico. I termini
“pericolo” e “rischio” per la salute vengono qui utilizzati secondo la definizione che viene
fornita nelle linee guida per le acque potabili dell’OMS [10]:

− un pericolo è qualunque agente biologico, chimico, radiologico o fisico che ha il


potenziale concreto di causare danni alla salute;
− un evento pericoloso è un episodio o situazione che può portare alla presenza di un
pericolo (cosa può accadere e come) nell’acqua al consumo;
− il rischio è la probabilità che un pericolo identificato causi danni al consumatore che
utilizzi l’acqua, e tiene anche conto della gravità del danno stesso e/o le sue
conseguenze.

Sulla base delle precedenti considerazioni, la definizione di pericolo assume una connotazione
qualitativa, mentre nel concetto di rischio è insita una combinazione di probabilità di
accadimento e di gravità degli effetti, basati su una stima. La “valutazione del rischio”, partendo
dall’identificazione dei pericoli, implica una valutazione globale di tali probabilità e gravità
all’interno di un determinato sistema, allo scopo di definire adeguate misure di sicurezza e
dedicare le risorse al controllo dei rischi, secondo una scala di priorità [10]. La Figura_ 8
descrive lo schema di approccio al rischio come analizzato dal WSP.

38
Figura_ 8: Fasi del processo di analisi del rischio [12]

A. Descrizione del sistema idrico

Qualsiasi studio del sistema idrico, analisi di gap e ipotesi di ottimizzazione deve basarsi su una
fotografia aggiornata e dettagliata dello stesso sistema. Una comprensione completa del
sistema, includendo la documentazione della natura e della qualità dell’acqua impiegata nel
sistema di distribuzione, e del sistema stesso, utilizzato per la produzione di acqua potabile, è
quindi fondamentale nella strutturazione di un PSA per garantire che siano adeguatamente
valutati e gestiti tutti i pericoli e rischi associati alle diverse fasi della filiera. Oggetto di
valutazione devono essere tutte le fasi e operazioni della filiera idropotabile, infrastrutture e
risorse già esistenti, quelle di prossima progettazione e installazione o ristrutturazione. In
considerazione del fatto che la qualità dell’acqua potabile varia lungo la filiera di distribuzione,
la valutazione del sistema idrico deve mirare a determinare se la qualità finale delle acque
distribuite al consumatore soddisfa i valori di parametro stabiliti per la salvaguardia della salute
umana lungo tutti gli stadi della filiera idropotabile. La descrizione del sistema idrico deve
garantire che venga preso in considerazione ciascun elemento del sistema. Tale descrizione è
indispensabile per supportare il successivo processo di valutazione del rischio. Questa fase
prevede studi documentali, sulla base di dati storici e recenti, supportati da visite in situ per
verificare lo stato di conoscenza sull’elemento del sistema e l’adeguatezza della
documentazione disponibile, come ad esempio nel caso di verifica delle informazioni sulle
infrastrutture presenti alla captazione, il numero e il tipo di approvvigionamenti, i collegamenti
39
tra le varie opere di presa dell’acqua, la destinazione d’uso del terreno dove è presente la
sorgente, le modalità di stoccaggio dell’acqua grezza, i trattamenti delle acque compresi i
processi e le sostanze chimiche utilizzate, lo stoccaggio dell’acqua trattata, i trattamenti
secondari (es. rilancio della disinfezione) e la rete di distribuzione.

B. Identificazione dei pericoli e degli eventi pericolosi

Un passo importante all’interno della descrizione del sistema idrico seguendo un approccio risk
based è quindi condurre la valutazione del rischio che, in prima fase, consiste
nell’identificazione dei pericoli. Un pericolo è qualsiasi agente in grado di provocare un effetto
negativo per la salute umana attraverso il consumo di acqua potabile. I pericoli possono essere
di natura microbiologica, fisica, chimica e radiologica. L’identificazione dei pericoli è
fondamentale per garantire l’applicazione di misure di protezione adeguate e/o per identificare
i requisiti di trattamento necessari. Un evento pericoloso è una situazione o condizione o un
incidente, che può portare alla presenza di un pericolo nell’acqua che viene utilizzata o
consumata. Gli eventi pericolosi possono verificarsi naturalmente o possono essere provocati e
la loro manifestazione può avvenire in ogni parte del sistema idrico, dalla captazione alla
distribuzione al consumatore. Un’efficace gestione del rischio parte dall’identificazione di tutti
i potenziali pericoli, le loro fonti e i possibili eventi pericolosi ed è funzionale alle successive
fasi di valutazione del rischio che ogni pericolo può costituire e di definizione delle misure atte
a tenere sotto controllo i rischi sulla base di una scala di priorità. In questa prima fase, in ogni
segmento della filiera è importante determinare ciò che potrebbe accadere e che potrebbe
portare ad una contaminazione delle acque che ne pregiudichi la sicurezza d’uso. Una volta
identificati i pericoli, è importante considerare gli eventi che favoriscono il loro instaurarsi nel
sistema idropotabile. L’identificazione di pericoli ed eventi pericolosi è un processo
concettualmente diverso ma procede in molti casi simultaneamente. L’identificazione dei
potenziali pericoli ed eventi pericolosi deve comunque seguire il cammino della risorsa idrica,
iniziando dalla captazione, per poi procedere lungo tutto il diagramma di flusso convalidato.
Ad ogni passo l’obiettivo è quello di identificare le cause delle potenziali contaminazioni e
verificare le misure di controllo associate ad ogni rischio. Tutti i pericoli che ci si può
ragionevolmente aspettare che si verifichino in relazione alle risorse idriche di origine, ai
processi di trattamento e alle attuali strutture di impianto, devono essere identificati e registrati,
sulla base di informazioni preliminari e dati raccolti, esperienza dei membri del team,
informazioni esterne, includendo, nella misura possibile, dati epidemiologici e altri dati storici,
40
qualità dei materiali e prodotti in contatto con le acque, strutture e servizi collegati al servizio
idropotabile e ambiente circostante.

In tale contesto, si dovranno considerare, con particolare attenzione, fattori quali:

− variazioni dovute al clima: è raccomandabile disporre e consultare i dati sulle diverse


variabili climatiche (es. temperature, precipitazioni) nel tempo, anche per valutazioni di
tendenza;
− calamità naturali;
− possibili contaminazioni accidentali (es. strade, ferrovie adiacenti ad invasi) o azioni
deliberate;
− modalità di controllo delle fonti di inquinamento;
− fognature e igiene, processi di trattamento dei reflui;
− processi di trattamento dell’acqua destinata al consumo umano;
− modalità di ricezione e conservazione dell’acqua;
− manutenzione della distribuzione e pratiche di protezione;
− pratiche potenzialmente attuate nel territorio (es. possibile smaltimento illecito di rifiuti
− tossici);
− destinazione d’uso dell’acqua.

La fase di identificazione del pericolo richiede che si prendano in considerazione tutti i


potenziali elementi di pericolo (biologici, fisici, chimici e radiologici) che potrebbero essere
associati al sistema idrico, anche in funzione della plausibilità di eventi pericolosi.

I. Agenti biologici

A causa della loro capacità di diffondersi rapidamente attraverso l’acqua e di provocare risposte
acute, i microrganismi patogeni rappresentano il rischio maggiore per i consumatori. Il
controllo dei rischi biologici può spesso richiedere un bilanciamento (se non vogliamo usare il
termine “compromesso”) tra tutela della salute pubblica e utilizzo di prodotti chimici. Un
esempio classico è quello dell’utilizzo di prodotti a base di cloro che possono comportare la
formazione di sottoprodotti della disinfezione. Gli agenti biologici sono rappresentati da
patogeni primari e opportunisti che rientrano nei gruppi di:

− batteri;
− virus;
− parassiti.
41
Gli agenti patogeni presenti nei sistemi di approvvigionamento idrico in genere provengono da
materiale fecale umano o animale che può contaminare l’acqua grezza o il sistema di
distribuzione dell’acqua. L’introduzione di feci nel sistema idrico può derivare dalla presenza
di animali selvatici e da animali al pascolo in prossimità della captazione o di serbatoi. Tuttavia,
anche riflussi da collegamenti trasversali non protetti con le fognature possono essere
responsabili di contaminazioni di origine fecale dell’acqua. La maggior parte dei patogeni
possono essere ridotti in numero o inattivati da appropriate misure di controllo, quali trattamenti
con luce ultravioletta, utilizzo dei disinfettanti chimici, filtrazione associata a trattamenti
chimici. Le misure di controllo post-trattamento possono prevedere: misure di protezione dal
riflusso (es. valvole di non ritorno), programmi di ispezione, risanamento e flussaggio delle
tubazioni per eliminare il biofilm, metodi di video-ispezione e interventi interni ai sistemi di
distribuzione, come l’installazione di sonde per la misura del cloro residuo nell’acqua in uscita
dall’impianto o in rete.

II. Agenti chimici

Un pericolo di natura chimica può essere considerato qualsiasi agente chimico che può
compromettere la sicurezza dell’acqua o la sua idoneità al consumo. Alcuni di essi hanno
dimostrato di causare effetti avversi per la salute umana solo a seguito di un’esposizione
prolungata attraverso l’acqua potabile. Gli agenti chimici nelle acque destinate al consumo
umano possono essere classificati in vari modi: particolarmente appropriata, in questa sede, è
la classificazione in base alla fonte primaria del contaminante. Questo approccio aiuta, infatti,
nello sviluppo di sistemi volti ad impedire o minimizzare la possibilità di contaminazione o
ricontaminazione dell’acqua destinata al consumo umano. Nella successiva Tabella_ 2 viene
fornita la classificazione delle fonti dei principali agenti chimici che viene riportata nelle linee
guida per la qualità delle acque potabili OMS [11].

42
Tabella_ 2: Classificazione delle fonti dei principali agenti chimici [11]

Fonte del contaminante chimico Esempi

Origine naturale Composizione delle rocce, dilavamento dei terreni,


effetti dovuti al contesto geologico e climatico; corpi
idrici eutrofici (influenzati da scarichi fognari e
attività agricole)

Fonti industriali e abitazioni umane Industrie estrattive e manifatturiere e industrie di


trasformazione, depurazione, rifiuti solidi urbani,
deflusso, perdite di carburante

Attività agricole Concimi, fertilizzanti, allevamenti intensivi e pesticidi

Trattamento delle acque o materiali a contatto con Coagulanti, DBP, materiali tubazioni
acqua potabile

III. Agenti fisici

Gli agenti fisici possono influenzare la sicurezza dell’acqua rappresentando un pericolo diretto
per la salute del consumatore. Essi, infatti, possono compromettere l’efficacia del trattamento
inficiando l’azione dei disinfettanti residui e compromettendo l’accettabilità dell’acqua da parte
del consumatore. Il pericolo di natura fisica più comune in una rete idrica è costituito dalla
presenza di materiale particellare e sedimenti nell’acqua. Questi, infatti, possono derivare dal
rilascio di materiale proveniente dai rivestimenti delle tubature; inoltre possono essere dovuti
alla formazione di biofilm durante fasi di stagnazione, o presenza di elevate concentrazioni in
acqua di ferro e manganese. I sedimenti in sospensione o risospesi possono a loro volta
veicolare altre sostanze chimiche tossiche o agenti patogeni adesi, contribuendo al co-trasporto
di altri pericoli. Fra i pericoli fisici sono spesso inclusi, anche se in maniera non propriamente
corretta, quelli derivanti da danneggiamenti e rotture di infrastrutture, blackout
dell’alimentazione elettrica, danni a sistemi di Information Technology. Tali pericoli,
comunque classificati, vanno in ogni caso considerati e spesso risultano determinanti per la
qualità delle acque.

IV. Agenti radiologici

La contaminazione radioattiva dell’acqua potabile può essere dovuta sia a radionuclidi di


origine naturale (cioè che si trovano normalmente in natura) che artificiale (cioè prodotti da

43
alcune attività tecnico-industriali). La presenza di radionuclidi naturali è dovuta al contatto
dell’acqua con rocce contenenti elevate concentrazioni di elementi radioattivi naturali. Tra
questi elementi si distingue il radon, in quanto è un gas (nobile), incolore e inodore; il suo
isotopo più diffuso (il 222Rn) ha un tempo di dimezzamento di 3,82 giorni. Il radon è solubile
in acqua e può essere rilasciato dall’acqua per movimentazione o riscaldamento dell’acqua
stessa; quindi il radon presente nell’acqua utilizzata in casa può diffondersi in aria, ed essere
inalato dalle persone, oltre che essere ingerito con l’acqua e anzi, il rischio di tumore polmonare
connesso all’inalazione del radon fuoriuscito dall’acqua è generalmente superiore al rischio di
tumore allo stomaco connesso all’ingestione di radon con l’acqua. Va comunque tenuto
presente che le sorgenti principali del radon presente nell’aria interna alle abitazioni sono il
suolo e, secondariamente, i materiali da costruzione utilizzati per le pareti, e l’acqua fornisce
un contributo solitamente molto inferiore. La contaminazione da radionuclidi artificiali è
essenzialmente dovuta alla dispersione nell’ambente di radionuclidi prodotti e/o utilizzati
nell’ambito di attività industriali (es. produzione di energia elettrica) e mediche (es. terapie con
radioisotopi). A differenza della contaminazione radiologica naturale, la quale è generalmente
più rilevante per le acque sotterranee che per le acque superficiali, la contaminazione
radiologica artificiale dell’acqua è più probabile per le acque superficiali. La presenza di
radionuclidi nell’acqua, pur avendo differenti origini, può essere considerata verosimilmente
associata alla sola fase di captazione, potendosi ritenere, in generale, molto poco probabili
contaminazioni radiologiche dopo tale fase. Naturalmente ciò deve essere comunque oggetto
della valutazione del rischio nell’ambito dell’elaborazione del PSA. Tale valutazione si
concentrerà, quindi, soprattutto sulla fase di captazione e dovrà considerare le potenziali cause
di contaminazione delle acque captate sia da fonti sotterranee che superficiali, come ad esempio
la natura geologica del terreno in cui sono presenti i corpi idrici da cui sono emunte le acque,
presenza nelle vicinanze della captazione di impianti nucleari, siti di stoccaggio di combustibile
e/o scorie nucleari, di strutture che utilizzano reattori nucleari o radionuclidi (es. centri di
ricerca, ospedali), o di qualunque altra possibile fonte di pressione (es. discariche). Una
ragionevole assunzione della contaminazione radiologica alla captazione può facilitare il
controllo della radioattività nelle acque, che, date le difficoltà di differente natura legate alla
caratterizzazione e al monitoraggio delle migliaia di fonti di approvvigionamento idrico
esistenti, può essere effettuato nelle acque grezze, a livello degli impianti di potabilizzazione,
ovvero presso i serbatoi di stoccaggio e le stazioni di rilancio delle acque, in numero certamente
inferiore alle fonti. In tal modo si consentirebbe l’individuazione relativamente rapida delle

44
fonti eventualmente contaminate e, al contempo, la copertura praticamente completa della
popolazione servita.

C. Valutazione del rischio

Una volta analiticamente identificati i possibili pericoli ed eventi pericolosi associati alla filiera
idropotabile, si può procedere a identificare il rischio ad essi correlato. Lo scopo di questa fase
è distinguere tra rischi più o meno significativi costruendo una scala di priorità, funzionale alle
fasi successive, finalizzate a loro volta a definire le misure per tenere sotto controllo i rischi.
Nella prima fase la valutazione del rischio viene effettuata analizzando il pericolo e il rischio
ad esso associato, senza tener conto delle misure di controllo già eventualmente presenti nel
sistema. Quest’analisi rappresenta lo scenario peggiore, che talvolta è difficile da rappresentare
poiché si è già a conoscenza delle misure di controllo attuate in associazione al pericolo. Per
poter descrivere e valutare il rischio, è necessario tener conto di due grandezze, la probabilità
che un pericolo o un evento pericoloso si verifichi e l’effetto che tale pericolo avrebbe una volta
verificatosi, grandezze alle quali ci si riferirà in seguito semplicemente con i termini,
rispettivamente, di “probabilità” e “gravità delle conseguenze”. A tal fine, è raccomandabile
seguire un approccio semi-quantitativo che si basa sulla combinazione delle grandezze sopra
definite in una matrice, che fornisce come prodotto finale un punteggio univocamente associato
all’entità del rischio considerato. Per meglio comprendere il significato della matrice del
rischio, si dà di seguito una descrizione più dettagliata delle due grandezze considerate:

− probabilità: è determinata da “quanto spesso” o “con quale probabilità” un pericolo o


un evento pericoloso si può plausibilmente verificare, considerando in particolar modo
i pericoli che si sono verificati in passato e la loro probabilità di ripetersi nel tempo, e
deve anche prevedere la probabilità dei rischi e degli eventi che non si sono verificati.
− gravità delle conseguenze: rappresenta la severità o intensità dell’impatto che il
verificarsi del pericolo può avere, in primo luogo per la salute umana, ma anche per la
qualità del servizio in termini di qualità igienico-sanitaria dell’acqua fornita,
caratteristiche organolettiche, quantità erogata, continuità di erogazione, ecc.; elementi
rilevanti nella valutazione sono: limiti health-based sussistenti a livello normativo o
definiti da enti di riferimento per il pericolo, potenziali effetti correlabili al superamento,
entità del superamento (concentrazioni di esposizione, tempo di esposizione,

45
popolazione coinvolta, utenze sensibili), possibilità di adottare adeguate misure di
prevenzione o mitigazione del rischio, ecc.

La matrice di valutazione del rischio proposta in Tabella_ 3 è un esempio di approccio semi-


quantitativo efficace per poter identificare i rischi esistenti che potrebbero rendere l’acqua non
sicura, tratto dalle linee guida OMS [11]. Inoltre, Tabella_ 4 è inserito un approfondimento per
comprendere meglio i punteggi da assegnare alla probabilità ed alle conseguenze di un evento
pericoloso.

Tabella_ 3: Matrice per la classificazione del rischio per la filiera idropotabile secondo l’OMS [11]

La matrice del rischio è realizzata attribuendo alla probabilità e alla gravità delle conseguenze
dei valori numerici. Per aiutare nell’assegnazione dei punteggi, vengono forniti anche dei
descrittori delle due grandezze definite in precedenza. Una volta individuati i valori da
assegnare alla probabilità del pericolo e alla gravità delle conseguenze, questi vengono
moltiplicati fra loro, fornendo come risultato un valore numerico associato al rischio risultante,
valore compreso in una scala da 1 a 25, attribuito rispettivamente a “rischi rari × insignificanti”
e a “rischi quasi certi × molto gravi”.

46
Tabella_ 4: Esempi di criteri per la definizione dei punteggi da assegnare ai rischi [13]

Probabilità di accadimento (punteggio) Gravità degli effetti (punteggio)

Non accaduto in
Non impatta sicurezza dell’acqua
passato, altamente
Raro (1) né caratteristiche organolettiche Insignificante (1)
improbabile che si
in modo sensibile
verifichi

Modifica organolettica non


evidente.
Teoricamente possibile,
Improbabile (2) Non conformità occasionale per Minore (2)
non può essere escluso
parametri (indicatori o altri) non
correlabili ad effetti sulla salute

Evidente modifica organolettica.


Plausibile, soprattutto in Non conformità protratta per
certe circostanze che Moderatamente parametri (indicatori o altri) non
Moderato (3)
possono realisticamente probabile (3) correlabili ad effetti
verificarsi (generalmente a lungo termine)
sulla salute

Avvenuto in passato, Potenziali effetti sulla salute di


plausibile che si Plausibile (4) lungo termine (effetti moderati se Grave (4)
ripetano le condizioni verifica occasionale)

Avvenuto ripetutamente Evidenza di effetti sulla salute, Molto


in passato, probabile che Quasi certo (5) spesso correlabile a parametri grave/Catastrofico
si continui a verificare microbiologici (5)

I. Criteri di valutazione

Il processo di valutazione dei rischi associati ad ogni pericolo costituisce l’ossatura del PSA;
su questa sono, infatti, sviluppate, nelle fasi successive del piano, le misure di gestione nel
sistema idropotabile per prevenire la possibilità che il pericolo si verifichi nell’acqua resa
disponibile per il consumo, dedicando un controllo prioritario ai rischi più gravi, e considerando
ogni scenario realistico o plausibile. Si raccomanda, pertanto, che questa fase del processo sia
eseguita secondo criteri rigorosi, tenendo conto dei seguenti punti.

− È bene partire da una o più tabelle, collegate al diagramma di flusso del sistema, in cui
sono stati definiti tutti i vari pericoli ed eventi pericolosi; in questo modo si assicurerà

47
che tutti i pericoli siano stati esaminati dal gruppo evitando omissioni di elementi o
duplicazione dei processi di valutazione; il processo di associazione di rischio a ciascun
pericolo (anche se di basso rating), adeguatamente registrato, consente di non trascurare
alcun elemento in fase di revisione del sistema e in caso di incidente, di avere evidenza
del processo decisionale per individuare lacune.
− I criteri da seguire per la valutazione sono basati sullo stato delle conoscenze, sulla
letteratura tecnica, sull’esperienza e su giudizi esperti da parte del team; per limitare gli
elementi soggettivi del processo, si raccomanda l’utilizzo del modello semi-quantitativo
con assegnazioni di punteggi (Tabella_ 3) accertandosi che i criteri per l’assegnazione
dei punteggi siano esaustivamente discussi e condivisi prima della valutazione analitica
dei rischi. Il giudizio degli esperti sulla valutazione del rischio è indispensabile e non
va interamente affidato a strumenti esterni, come ad esempio software, algoritmi o
sistemi esperti sebbene possano, comunque, rivelarsi dei validi supporti.
− La valutazione di pericoli per cui sussistono notevoli incertezze dovrebbe orientarsi
sulla massima precauzione (es. assegnando una classificazione di “moderato” o
“grave”).
− La valutazione del rischio è rigorosamente sito-specifica: il confronto con matrici
redatte ai fini di esempio o in altri sistemi può essere utile per approfondire la
conoscenza sul processo decisionale ma non è mai raccomandabile “esportare”
valutazioni da un sistema ad un altro.
− Si tenga conto che, alla fine del processo, i rischi classificati da “molto alti” a “gravi” o
anche “moderati”, devono essere esaminati rispetto alla validazione delle misure di
controllo in atto nel sistema e, se queste non sono adeguate, si renderà necessario un
programma di miglioramento (anche con adeguati investimenti) perché siano tenuti
sotto controllo; d’altra parte, i rischi di classificazione inferiore devono essere
documentati e sottoposti a regolare revisione, anche perché bisogna considerare che
alcune misure di controllo definite per rischi levati potrebbero mitigare anche rischi di
minor rating.
− Esperienze applicative dei PSA dimostrano che la valutazione dei rischi dedica in molti
casi un’attenzione molto limitata alle non conformità lamentate da consumatori quando
attribuite a impianti di distribuzione domestica o comunque non di competenza del
gestore (es. reti interne di condomini o comunità, talvolta anche comprendenti impianti
di trattamenti domestici o sistemi di stoccaggio). In caso di reclami o lamentate non

48
conformità, si raccomanda comunque il potenziamento della cooperazione con il
pubblico, anche con possibilità di indagini mirate (es. i reclami riguardano tutti uno
stesso sito, avvengono nella stessa ora, ecc.); in particolare, il gestore può fornire
informazioni mirate quali: il punto fino al quale il gestore è tenuto a garantire il
controllo, le possibili azioni da parte del consumatore per mantenere adeguata la qualità
dell’acqua nelle reti domestiche, i possibili supporti disponibili per il consumatore; ciò
anche in ottemperanza degli obblighi di legge Art. 5, comma 3 del DL.vo 31/2001 e
s.m.i.

II. Rivalutazione dei rischi tenendo conto dell’efficacia delle misure di controllo
in atto

La rivalutazione dei rischi parte dai risultati (“molto alto”, “alto” e “medio”) e segue gli stessi
criteri della prima valutazione tenendo conto dell’efficacia di ogni misura di controllo sulla
riduzione di ogni rischio. Nella valutazione si deve tener conto sia della prestazione media della
misura di controllo nella riduzione del rischio, che di situazioni di breve-periodo in cui potrebbe
verificarsi l’inefficacia della misura stessa (es. l’approvvigionamento elettrico o di IT,
Information Technology, per un sistema di disinfezione, anche se di breve durata, in mancanza
di validato sistema alternativo, potrebbe portare ad un rischio elevato).

D. Verifica dell’efficacia del PSA

La verifica fornisce un controllo finale sul livello di prestazione complessiva dell’efficienza del
PSA applicato alla filiera idropotabile a fornire continuativamente acque di qualità adeguata ai
livelli prefissati a tutela della salute dei consumatori. Allo stato attuale, in cui non sussiste
obbligo normativo di adozione di PSA da parte del gestore idropotabile, la verifica potrà essere
effettuata da una funzione interna al sistema idropotabile con funzione di auditor o da auditor
esterni incaricati dallo stesso servizio. Qualora l’approccio PSA venisse introdotto come
strumento cogente nella legislazione europea e nazionale, è plausibile che la verifica sul sistema
venga effettuata da un organismo preposto alla sorveglianza (eventualmente tramite organismi
di terza parte) analogamente a quanto avvenuto con il sistema HACCP nell’ambito della
legislazione alimentare. La verifica del PSA richiede tre attività fondamentali e sinergiche di
seguito descritte.

49
I. Conformità dei dati di monitoraggio sulla qualità delle acque

Si tratta dell’indicatore fondamentale dell’efficacia del PSA e consiste nel verificare che i
risultati di monitoraggio su parametri stabiliti a livello normativo (eventualmente integrati da
altri parametri che il sistema idropotabile ritenesse utile adottare) siano consistenti con gli
obiettivi di qualità richiesti per le acque destinate al consumo umano: in generale, questi dati
sono forniti dal monitoraggio interno ed esterno previsto dal DL.vo 31/2001 e s.m.i. o anche da
conformità a parametri più restrittivi che il sistema idropotabile può aver valutato utile adottare.

II. Verifiche interne ed esterne

Ad intervalli pianificati dal team, dovrebbero essere eseguite delle verifiche ispettive interne
per determinare se il PSA è conforme rispetto alle linee guida e a quanto pianificato dal sistema
idropotabile, ed è stato efficacemente attuato e aggiornato. Il programma di verifiche ispettive
dovrebbe tenere conto dell’importanza dei processi e delle aree oggetto di verifica ispettiva
oltre che delle azioni richieste in base ai risultati di precedenti verifiche. Dovrebbero essere
definiti gli scopi e i criteri di imparzialità della verifica ispettiva, la frequenza e i metodi. I
criteri e i metodi di pianificazione e conduzione delle verifiche ispettive, il resoconto dei
risultati e la conservazione delle registrazioni, devono essere definiti con una procedura
documentata affidata ad un responsabile. Il responsabile dell’area sottoposta a verifica ispettiva
è tenuto ad assicurare l’adozione a tempo debito delle azioni necessarie per eliminare le non
conformità rilevate e le loro cause. Le azioni successive devono prevedere la verifica delle
azioni attuate e il resoconto dei risultati della verifica stessa. Il team del PSA è tenuto ad
analizzare i risultati delle attività di verifica, al fine di confermare che le prestazioni generali
del PSA soddisfino i requisiti attesi e identificare eventuali necessità di aggiornare o migliorare
il piano stesso.

III. Verifiche della soddisfazione dei consumatori

La soddisfazione del consumatore è un elemento importante ma spesso non troppo valorizzato


dal sistema idropotabile. In molti casi, infatti, i rilievi mossi dai consumatori, riferiti alla qualità
delle acque o ad altri aspetti della prestazione del servizio, individuano aspetti specifici di
miglioramento e segnalano la tendenza generale dell’efficacia del PSA. In tale contesto, si
ribadisce che la possibile partecipazione nel team del PSA di rappresentanti di utenze servite
dal sistema è uno strumento di particolare utilità. Il PSA può quindi individuarsi come
strumento fondamentale per un nuovo approccio di tipo previsionale teso alla sicurezza della

50
risorsa idrica. Tale concezione rientra perfettamente nei canoni della SC ed in particolare, la
formazione di un ecosistema condiviso e comunicante tra i diversi attori (enti, politica, imprese
ed utenti) potrebbe portare enormi benefici in termini prevenzione e mitigazione di un
qualsivoglia evento pericoloso.

51
IL MONITORAGGIO DELLA QUALITÀ TRAMITE UNA SWG

La sicurezza dell’acqua potabile distribuita agli utenti dalle utility dipende da diversi fattori
ovvero:

− la qualità dell’acqua alla sorgente (che sia superficiale o sotterranea);


− l’utilizzo di appropriati trattamenti di disinfezione (se necessario);
− il monitoraggio dell’acqua trattata fino alla rete di distribuzione.

Sebbene l’acqua fuoriesca dall’impianto di trattamento rispettando i requisiti di qualità definiti


dalle linee guida nazionali ed internazionali, la successiva rete di distribuzione (con i relativi
componenti) può rendere la risorsa idrica non adatta al consumo umano. Per tale motivo diversi
enti si sono preoccupati di definire una serie di norme per il monitoraggio periodico delle reti
di distribuzione, al fine di garantire un servizio di alta qualità. Le ricerche collegate al
monitoraggio della qualità della risorsa idrica all’interno della rete di distribuzione sono
aumentate in maniera significativa dopo gli eventi dell’11 settembre 2001. Questa data
definisce un punto di svolta in quanto le amministrazioni dapprima americane e
successivamente mondiali hanno percepito il rischio di attacchi terroristici di tipo
chimico/biologico alle reti di distribuzione idrica. Da qui deriva la necessità di implementazione
dei sistemi SWG i quali devono essere in grado di operare autonomamente anche per periodi di
tempo prolungati (un anno o più). Un sensore di rilevamento è definito come un dispositivo
elettromeccanico (membrana, elettrodo o microchip) che misura una caratteristica fisica oppure
chimica dell’acqua per poi convertirla in un segnale oppure in un valore misurato che viene in
seguito processato da un successivo strumento. Quest’ultimo può essere definito come un
dispositivo elettromeccanico (o un insieme di dispositivi elettromeccanici) che è in grado di
elaborare una misura ricevuta da un sensore associato e trasmetterne il valore (in maniera
analogica o digitale) ad un sistema di acquisizione dati. Le attuali ricerche si muovono per
produrre sensori che possono essere utilizzati per monitorare anomalie nella qualità dell’acqua,
anche senza informazioni specifiche riguardo i contaminanti all’interno della stessa. Una volta
individuata l’anomalia, l’ente gestore, informato dallo stesso sistema, si occupa delle azioni di
mitigazione dell’evento contaminante. Queste tecnologie di monitoraggio continuo devono
essere preferibilmente quanto più economiche, per permetterne un utilizzo su larga scala,
applicando i diversi sensori all’intera rete di distribuzione idrica.

52
L’evento di contaminazione

Nel caso di un evento di contaminazione il composto inquinante si mescola con la risorsa idrica
ed a seconda della sua natura, può essere in grado di danneggiare persino il sistema di
distribuzione. Una qualsiasi rete di distribuzione è definita da molteplici componenti che vanno
da quelli più grandi come pompe e serbatoi fino ad arrivare alle utenze individuali. Nella
Figura_ 9 è analizzata una rete cittadina che serve 25000 abitanti soggetta ad un attacco
intenzionale al sistema di trattamento delle acque [14]. La velocità di diffusione dell’inquinante
dipende fortemente dalla domanda di risorsa idrica, motivo per cui, la diffusione risulta più
rapida negli orari di punta piuttosto che nelle ore notturne, ad ogni modo attraverso l’attacco
alla rete in un punto sensibile come il sistema di trattamento è possibile osservare la diffusione
totale del composto nell’arco delle 24 ore.

Figura_ 9: Spread of contaminant in a distribution system starting at the water treatment plant [15]

La profonda conoscenza dei parametri caratterizzanti la qualità dell’acqua è una premessa


fondamentale per tutelare, gestire e migliorare la risorsa stessa. Oltre lo standard qualitativo un
importante pericolo nasce quindi dalla possibile contaminazione delle acque potabili, dovuta
ad eventi di tipo accidentale oppure intenzionale (descritti in Tabella_ 5). Questo potenziale

53
pericolo può provocare enormi problemi di salute pubblica nonché ingenti danni economici,
tuttavia ha permesso la nascita di una nuova consapevolezza riguardante la vulnerabilità nei
sistemi di distribuzione della risorsa.

Tabella_ 5: Tipi di contaminazione

Tipi di contaminazione

Accidentale Intenzionale

Le contaminazioni accidentali possono Le contaminazioni intenzionali sono


avvenire lungo le tubazioni o nei serbatoi. ricordate fin dall’epoca classica come tattica
Quando avviene lungo le tubazioni può di guerra. Ulteriori episodi si sono poi
essere causata dalla presenza di punti di verificati nel corso delle guerre napoleoniche
perdita e dalla contemporanea presenza di ed anche del secondo conflitto mondiale.
una piezometrica che taglia l’asse della Oggi il rischio di possibili contaminazioni
condotta. Mentre i fenomeni di intenzionali dei sistemi idropotabili appare
contaminazione accidentale nei serbatoi accresciuto in seguito all’affermarsi a livello
possono prodursi, soprattutto per effetto della internazionale della minaccia terroristica
cattiva manutenzione. Ad esempio, nel 1993, dopo l’11 settembre 2001. Accanto alla
a Gideon, Missouri (USA) furono identificati contaminazione di natura terroristica occorre
diversi casi di salmonella dovuti alla poi tener presente i forse meno gravi, ma
contaminazione della risorsa idrica. In sicuramente più frequenti, atti vandalici o di
seguito alle analisi condotte sul sistema la sabotaggio che possono verificarsi
causa fu identificata nella cattiva soprattutto per gli impianti più isolati.
manutenzione di uno dei serbatoi.

In questo ambito la metodologia operativa degli ultimi anni ha prestato una maggiore attenzione
ad un approccio mirato alla prevenzione degli eventi contaminanti, attraverso un’analisi
preliminare del rischio, finalizzata ad individuare le misure più adeguate alla sua riduzione. In
particolare, la riduzione del rischio viene affrontata in tre diversi punti di vista:

− prevenzione degli attacchi;


− rilevamento tempestivo dell’attacco;
− risposta rapida e adeguata, al fine di limitare i danni.

Da sottolineare che le informazioni riguardanti:

54
− il tipo di contaminante;
− la durata dell’iniezione;
− il punto di immissione;
− la concentrazione del contaminante;

non si conoscono a priori e le ipotesi (riguardo quest’ultimi), applicate in fase di modellazione


producono differenti risultati in termini di SWG, determinando quindi, la complessità del
problema che si va ad affrontare. In particolare, definito 𝑺 il particolare scenario di
contaminazione avremo che:

Equazione 1

∑ 𝑆 = 𝑛 ∗ 𝑡𝑖 ∗ 𝑐𝑖 ∗ 𝑑

Dove:

− 𝒏 è il numero dei possibili punti di immissione del contaminante, solitamente


considerato pari al numero dei nodi;
− 𝒕𝒊 è il tempo iniziale di immissione, nel caso in cui ipotizzassimo che il contaminante
possa essere inserito all’interno della rete all’inizio di ora del giorno 𝒕𝒊 è pari a 24;
− 𝒄𝒊 è la concentrazione del contaminante, posto parti ad 1 una determinata quantità di
inquinante la restante viene espressa in funzione di quest’ultima;
− 𝒅 è la durata dell’evento contaminante, in particolare se la contaminazione ha la durata
di un’ora avremo 𝒅 = 𝟏.

In questo modo si evidenzia la complessità del problema definendo migliaia di casi possibili
anche per le reti di distribuzione più piccole. Per questo motivo vi è la necessità di ridurre al
minimo la complessità del problema.

Bisogna considerare che il sensore di rilevamento ideale è in grado di individuare un qualsiasi


tipo di contaminante e di misurarne la concentrazione in maniera del tutto affidabile. Inoltre,
non ha tempo di latenza è in grado di elaborare dati in qualsiasi condizione ed ha un costo
irrisorio. Naturalmente strumentazione di questo tipo non esiste, motivo per cui, vi è necessità
di ulteriori semplificazioni, ottenibili spostando l’attenzione sulla posizione ottimale dei
sensori, in relazione alle risorse disponibili. Per analizzare questa problematica il primo passo
è la conoscenza della rete di distribuzione e dell’andamento di un ipotetico contaminante,
quindi, tutti i dati di processo, topologici, dimensionali ed anagrafici sono utilizzati dal sistema

55
per l’esecuzione di algoritmi di modellazione idraulica, ai fini della generazione di modelli
dinamici della rete finalizzati alla simulazione ed alla determinazione degli scenari significativi.
Lo scopo è quello di disporre un numero limitato di sensori in grado di individuare i potenziali
eventi contaminanti e di minimizzare gli effetti sulla popolazione [14]. Diversi studi hanno
analizzato criteri basati su obiettivi a prestazione competitiva, i quali vengono definiti in
relazione ai sensori disponibili. In generale, esistono due diversi tipi di approcci al problema
del monitoraggio, a seconda degli obiettivi prestazionali che si intendono raggiungere:

− monitoraggio ad obiettivo unico: in questo caso il monitoraggio prosegue il suo


sviluppo in un’unica area problematica, comportando un insieme di variabili di più
semplice risoluzione.
− monitoraggio multi-obiettivo: tale approccio è la naturale evoluzione del primo,
tuttavia, la combinazione di più funzioni genera ulteriori problematiche di non semplice
gestione.

Nonostante la minuziosa definizione degli obiettivi a prestazione competitiva, il problema del


posizionamento dei sensori resta terribilmente delicato. Nel 2006 quindici team di ricerca hanno
posto a confronto diverse metodologie per l’individuazione della posizione ottimale dei sensori
di qualità all’interno di una rete [15]. In particolare, una delle sfide consisteva nello studio di
una rete formata da: 126 nodi, una sorgente costante, 168 tubi, una modellazione idraulica su
un tempo di 96 ore. Uno degli obiettivi consisteva nel posizionare 5 sensori secondo i criteri
decisi dallo stesso team, con un evento contaminante interamente determinato a meno del luogo
di immissione. È risultato che i 15 gruppi di ricerca hanno raggiunto altrettante differenti
soluzioni che si dimostrano più o meno efficienti in relazione all’obiettivo prestazionale deciso
in partenza. La Tabella_ 6 mostra in numeri i risultati della challenge ed in particolare per
colonna è possibile comprendere quale obiettivo i determinati team si sono preposti di
analizzare in relazione alla rete in esame. Infine, nella Figura_ 10 sono mostrate graficamente
le scelte in termini di posizioni nella rete; da questa possiamo osservare come alcuni nodi siano
decisamente cruciali indipendentemente dalla funzione matematica utilizzata, ovvero i nodi 17,
118, 83 e 68.

56
Tabella_ 6: Soluzioni Battle of Sensors

Sensor location
Reference TD [s] PE [#] VC [gal] DL [#]
(nodes)

Berry et al. (2006) 17, 21, 68, 79, 122 542 140 2,459 0.609

Dorini et al. (2006) 10, 31, 45, 83, 118 1,068 258 7,983 0.801

Eliades and Polycarpou


17, 31, 45, 83, 126 912 221 7,862 0.763
(2006)

Ghimire and Barkdoll


126, 30, 118, 102, 34 432 357 4,287 0.367
(2006a)

Ghimire and Barkdoll


126, 30, 102, 118, 58 424 331 3,995 0.402
(2006b)

Guan et al. (2006) 17, 31, 81, 98, 102 642 159 2,811 0.663

Gueli (2006) 112, 118, 109, 100, 84 794 403 10,309 0.699

Huang et al. (2006) 68, 81, 82, 97, 118 541 280 4,465 0.676

Krause et al. (2006) 17, 83, 122, 31, 45 842 181 3,992 0.756

Ostfeld and Salomons


117, 71, 98, 68, 82 461 250 4,499 0.622
(2006)

Preis and Ostfeld (2006) 68, 101, 116, 22, 46 439 151 7,109 0.477

Propato and Piller


17, 22, 68, 83, 123 711 164 3,148 0.725
(2006)

Trachtman (2006) 1, 29, 102, 30, 20 391 142 2,504 0.237

Wu and Walski (2006) 45, 68, 83, 100, 118 704 303 8,406 0.787

La sfida dei sensori ha permesso una più profonda comprensione delle tematiche evidenziando
l’importanza degli approcci multi-obiettivo, anche se complica ulteriormente il campo di
analisi. Tale tecnologia si dimostra ancora acerba ed ha potenziale di miglioramento in ogni

57
direzione, nella Tabella_ 7 sono descritti i principali ambiti di miglioramento di questa nuovo
approccio alla distribuzione della risorsa idrica

Tabella_ 7: Ambiti miglioramento SWG

Ambito Descrizione

Aggregazione Le reti idriche si dimostrano fin troppo complesse, la ricerca di metodi di semplificazione
risulta fondamentale per l’applicazione su larga scala del modello SWG.

Numero di sensori I dispositivi necessari all'implementazione di una SWG hanno ancora prezzi di
investimento e di esercizio molto elevati ed attualmente poco adatti per un’ampia
diffusione del sistema.

Identificazione dei La valutazione dei rischi è il fondamento di questo tipo di rete. In particolare, la
rischi determinazione del rischio in relazione al tipo di contaminante ed alla vulnerabilità del
sistema rende più semplice il processo decisionale legato alla SWG.

Affidabilità dei Attualmente l’affidabilità dei sensori non è comprovata, motivo per cui si ricercano
sensori strategie per diminuire al minimo i falsi positivi onde evitare procedure di emergenza
non necessarie.

Alla luce di quanto detto il monitoraggio costante delle reti di distribuzione idrica risulta
essenziale al fine di garantire un elevato standard di qualità e sicurezza. Tuttavia, le reti di
sensori necessarie a questo scopo devono ancora subire un processo evolutivo al fine di essere
ottimizzate per dimostrarsi al tempo stesso economiche ed affidabili. I diversi studi riguardanti
il posizionamento ottimale dei sensori vanno nella stessa direzione e risultano cruciali al fine
di ottenere il miglior risultato impiegando il minor sforzo possibile.

58
Figura_ 10: Soluzioni Battle of Sensors

Obiettivi prestazionali

Come già accennato, la definizione della posizione dei sensori all’interno della rete può essere
individuata attraverso la formulazione di un problema di ottimizzazione multi-obiettivo. Il
primo di questi è rappresentato dalla funzione 𝑓 = 𝑁𝑠𝑒𝑛𝑠 (numero di sensori installati), mentre
la seconda funzione obiettivo può essere rappresentata:

− dal tempo di rilevamento (DT- Detection Time), indice della rapida individuazione
dell’evento contaminante;
− dalla popolazione esposta a contaminazione (PE- Population Exposed);
− dalla probabilità di rilevamento (DL - Detection Likelihood);
− dal tempo di risposta del sensore (SRT - Sensor Response Time);
− dal numero di falsi positivi (NFD - Number of Failed Detections);
− dalla probabilità di falsi positivi (PFD - Probability of Failed Detection);
− dalla ridondanza del sensore di rilevamento (SDR - Sensor Detection Redundancy).

Il procedimento consiste, definito il numero di sensori, nell’individuazione della posizione


ottimale attraverso una delle funzioni obiettivo e successivamente il risultato può essere
confrontato con quello delle altre funzioni.

59
Tempo di rilevamento (TD - Time Detection)

L’intervallo di tempo che va dall’inizio di un evento contaminante e la sua identificazione al


primo sensore viene indicato come tempo di rilevamento (TD - Time Detection). Quindi, il
tempo di identificazione di un evento x al nodo i, che viene osservato per la prima volta al
sensore Sp posizionato al punto nodo j, è il tempo di viaggio minimo di un contaminante per
arrivare al nodo j dal nodo i durante la propagazione p, che può essere espresso come txp, ed
esso varierà in relazione ai diversi scenari di contaminazione.

Il TD per la rete di sensori può essere considerato come:

• il tempo massimo di rilevamento di diversi scenari di contaminazione


• il tempo medio di rilevamento di ogni scenario di contaminazione [16].

La prima definizione è più applicabile quando vengono rilevati tutti gli scenari di
contaminazione, la seconda invece, viene utilizzata quando non è possibile il rilevamento di
tutti gli eventi a causa del numero limitato di sensori applicati. Per questa analisi possono essere
considerati sia gli eventi rilevati [17] che gli eventi non rilevati, considerando come tempo di
rilevamento di quest’ultimi, la durata stessa della simulazione (ad esempio θ). Il tempo di
rilevamento della rete di sensori può essere espresso nella forma:

Equazione 2
𝑝

𝑇𝐷 = ∑ ∑ 𝑎𝑥𝑝 𝐷𝑇(𝑥, 𝑝)
𝑥∈𝐽 𝑝=1
dove:
− 𝑫𝑻 (𝒙, 𝒑) = 𝒕𝒙𝒑 è il tempo di rilevamento per eventi rilevati e θ per eventi non rilevati;
− 𝜶𝒙𝒑 è la probabilità di un evento x durante il pattern di propagazione p ed è stimato in
relazione alla conoscenza della vulnerabilità della rete, da parte degli esperti, dove x ∈
all’insieme dei nodi 1. . . 𝐽, dove abbiamo un evento per ogni nodo.

L’ottimizzazione del tempo di rilevamento è naturalmente tesa alla ricerca del suo valore
minimo. Per fare ciò bisogna ricercare il valore minimo di TD per tutti gli eventi individuati;
se gli eventi non rilevati (tempo di individuazione θ) sono inclusi nella minimizzazione del TD
la preferenza è quella di convertire gli eventi non rilevati in eventi rilevati per far diminuire più
velocemente tale valore. Infine, l’obiettivo prediligerà una posizione per i sensori lontano dalla
sorgente per essere in grado di rilevare tutti gli eventi in un minore intervallo di tempo.

60
Popolazione esposta (PE - Population Exposed)

La popolazione esposta (PE) può essere descritta come il numero di persone che vengono
esposte alla contaminazione prima del suo rilevamento [18]. La PE durante l’evento 𝒙
corrisponde alla somma della popolazione servita da tutti i nodi contaminati al tempo 𝒕𝒙𝒑
ottenuto utilizzando i risultati di una simulazione idraulica. Pertanto, la PE può essere espressa
come:

Equazione 3

𝐽 𝑃
𝑃𝐸 = ∑ ∑ 𝑎𝑥𝑝 ∑ 𝛿𝑗𝑝
𝑥=1 𝑝=1
𝑗∈𝑐𝑜𝑛𝑡𝑎𝑚𝑖𝑛𝑎𝑡𝑒𝑑 𝑛𝑜𝑑𝑒𝑠

dove:

− 𝜹𝒋𝒑 è la popolazione associata al nodo contaminato 𝒋 durante il la propagazione 𝒑.


∑𝐽𝑥=1 ∑𝑃𝑝=1 𝑎𝑥𝑝 = 1.

Ciononostante, se vengono utilizzati i risultati delle concentrazioni ottenuti durante una


simulazione, la PE può essere matematicamente espressa come:

Equazione 4

𝐽 𝑃
𝑃𝐸 = ∑ ∑ 𝑎𝑥𝑝 ∑ 𝐶𝑥𝑝𝑗 𝛿𝑗𝑝
𝑥=1 𝑝=1
𝑗∈𝑐𝑜𝑛𝑡𝑎𝑚𝑖𝑛𝑎𝑡𝑒𝑑 𝑛𝑜𝑑𝑒𝑠

dove:

− 𝑪𝒙𝒑𝒋 è la variabile dell’indicatore di concentrazione di contaminazione.


− 𝑪𝒙𝒑𝒋 = 1, se la concentrazione è maggiore del limite impostato; altrimenti è uguale a 0.

Probabilità di rilevamento (DL - Detection Likelihood)

La probabilità di rilevamento è la misura della probabilità che l’evento contaminante venga


rilevato dalla rete di sensori [15]. Matematicamente, può essere espressa come:

Equazione 5

1 𝑆
𝐷𝐿 = 𝑃𝑆 = ∑ 𝑑𝑟
𝑆 𝑟=1

61
dove:

− 𝒅𝒓 è una variabile binaria pari ad 1 se l’evento contaminante viene rilevato durante lo


schema di propagazione 𝑺; altrimenti è nullo;
− 𝑺 indica il numero dei possibili scenari considerati;
− il complemento di DL ad 1 può essere definito come il “numero di rilevamenti falliti”
(NFD - Number of Failed Detections) e può essere calcolato come:

Equazione 6

𝑁𝐹𝐷 = 1 − 𝐷𝐿

Il posizionamento ottimale dei sensori tende a massimizzare il valore di DL. Tale situazione
potrebbe verificarsi con una posizione dei sensori lontana dalla sorgente per ridurre al minimo
il numero di eventi non rilevati.

Il valore di 𝑫𝑳 può essere analizzato considerando solo quegli eventi che hanno un tempo di
rilevamento 𝑫𝑻 inferiore ad un definito valore di soglia [19]. Pertanto, qualsiasi evento
rilevato, oltre tale intervallo di tempo specifico, non è incluso nella stima di DL, quindi
possiamo parlare di probabilità di rilevamento a tempo limitato. Sicuramente, la
massimizzazione della probabilità DL con limiti di tempo vincola le posizioni dei sensori
lontano dalla fonte idrica.

Ridondanza del sensore di rilevamento (SDR - Sensor Detection


Redundancy)

Vi è la possibilità che un evento di contaminazione possa essere rilevato da più nodi sensore in
posizioni diverse. La “ridondanza dei sensori di rilevamento” (SDR - Sensor Detection
Redundancy) è la possibilità di identificare la presenza degli agenti contaminanti grazie ad una
predeterminata serie di sensori in un particolare intervallo di tempo [20]. Il fine non è
semplicemente aumentare la ridondanza per avere un numero inferiore di falsi positivi, ma essa
si pone all’interno di una strategia multi-obiettivo tra i quali compare:

− la probabilità di rilevamento della fonte contaminata (CSDL - Contaminant Source


Detection Likelihood);
− la minimizzazione del valore di latenza dei sensori, ovvero, il tempo trascorso tra
l’inizio di un evento di contaminazione al sensore e il tempo di reazione.

62
Analisi della vulnerabilità del sistema

Possiamo analizzare la vulnerabilità del sistema solo dopo aver analizzato lo spettro delle
possibili contaminazioni. Il primo passo è quindi quello di individuare cosa oppure chi è in
grado di danneggiare il sistema e in che modo può riuscirci. In particolare, nel caso di attacchi
intenzionali vi sono diverse possibilità volte alla generazione di un clima di terrore all’interno
delle comunità. Esso è spesso il risultato della violenza utilizzata da uno o più gruppi al fine di
intimidazione di: individui, un particolare segmento della società od anche governi, con lo
scopo di soddisfare le richieste del gruppo. I potenziali attori di un attacco intenzionale sono:

Tabella_ 8: Potenziali aggressori

Potenziali Descrizione
aggressori

Terroristi questi possono essere mossi da motivazioni di varia natura (politica,


economica, vendetta personale ecc.…) e sono generalmente ben preparati
nonché in possesso di mezzi sofisticati.

Criminali questi sono solitamente mossi da ragioni di natura economica ed in alcune


regioni o situazioni), vi è la possibilità che riescano a trarre profitto da un
cattivo funzionamento del sistema idrico.

Sabotatori questi possono essere mossi da motivazioni economiche o politiche che li


spingono al danneggiamento della rete.

Vandali questi possono creare situazioni pericolose senza particolari motivazioni.

Individuata la potenziale fonte di pericolo si analizza il tipo di attacco che può essere effettuato.
La minaccia può provenire:

i) da una forma di attacco fisico (ad esempio rotture, bombardamenti, ecc.),


ii) dalla contaminazione dell’acqua (mediante agenti chimici, biologici o radiologici)
iii) da attacchi informatici.

Riguardo quest’ultimi, alla stessa velocità in cui i processi di approvvigionamento idrico


procedono verso l’automazione si dimostrano più vulnerabili agli attacchi di tipo cibernetico.
La contaminazione della risorsa idrica rappresenta un tipo di attacco in grado di danneggiare

63
gravemente una qualsiasi comunità. Tra le minacce sopracitate, la contaminazione della risorsa
è sicuramente la più pericolosa a causa della possibilità di danneggiare gravemente un maggior
numero di persone. Tra i fini di una SWG vi è sicuramente quello di essere in grado di
proteggere la rete di distribuzione da tali tipologie di pericoli. A tal riguardo le strategie da
mettere in atto sono essenzialmente 4:

− Deterrenza: Le misure di sicurezza come l'illuminazione, videosorveglianza,


firewall informatici, ecc., sono in grado di sgomentare potenziali
attacchi. La deterrenza non è quindi un sistema di riduzione del
rischio in senso stretto ma è in grado di diminuire l'insorgenza di
attacchi di medio-basso livello come gli attacchi vandalici.

− Rilevamento: Misure di sicurezza, come sensori di rilevamento, hanno lo scopo di


individuare la presenza di intrusi nei pressi degli impianti di
distribuzione. A seconda delle tipologie di dispositivi, un sistema di
rilevamento può includere sistemi di illuminazione, rilevatori di
movimento, telecamere di sorveglianza, ecc.

− Ritardo: L’utilizzo di misure come le barriere fisiche è in grado di ritardare


eventuali attacchi fino alla messa a punto di azioni di risposta. In
particolare, tali dispositivi sono di tipo fisico e spesso progettati su
più livelli in modo da fornire una protezione profonda su diversi
strati.

− Risposta: Il termine risposta si riferisce alle azioni intraprese al fine di


interrompere l’evento di contaminazione. Questa strategia include
forze dell’ordine, personale di vigilanza ecc. Tale risposta
dev’essere proporzionata alla sensibilità dell’obiettivo e stabilita a
priori all’interno di piani di emergenza.

Valutazione del rischio

I rischi derivanti dalla contaminazione dei sistemi di approvvigionamento idrico comprendono


quelli riguardanti:

− la salute pubblica;

64
− i danni economici;
− i danni alla comunità.

La preoccupazione principale è la minaccia per la salute pubblica dovuta all’esposizione alla


risorsa idrica contaminata. Questa esposizione può avvenire attraverso una serie di usi tra cui:
la preparazione di alimenti, la doccia, il bagno, il lavaggio di vestiti e stoviglie, l’uso di un
umidificatore, l’irrigazione dei prati, il lavaggio automobili e via discorrendo. È importante
considerare che il bersaglio di un eventuale attacco terroristico potrebbe non essere l’intera
popolazione bensì un obiettivo particolarmente sensibile come scuole, ospedali, istituzioni ecc.
La valutazione del rischio per la salute pubblica prevede tre passaggi:

− identificazione del pericolo;


− valutazione dell’esposizione;
− determinazione della risposta.

Il pericolo è rappresentato dal contaminante, che può essere di diverso tipo: agenti patogeni,
chimici e radioattivi. Per quanto riguarda la valutazione dell’esposizione, è necessario
analizzare le vie attraverso il quale il contaminante risulta essere pericoloso per la salute umana
ovvero:

− ingestione;
− inalazione;
− contatto con la pelle.

L’EPA (Environmental Protection Agency) ha calcolato la quantità media di acqua ingerita


giornalmente da un individuo adulto, che risulta essere pari a circa 2 litri al giorno [21]. Questo
valore medio dipende da alcuni parametri come la posizione, i fattori demografici, la stagione,
ecc. Inoltre, le persone che sono fisicamente più attive sono probabilmente soggette ad un
consumo più elevato. Tuttavia, quando si valuta il rischio e si eseguono i relativi calcoli, è
ragionevole supporre che una persona beva normalmente circa 2 litri di acqua al giorno. Inoltre,
l’acqua utilizzata in cucina o per la preparazione dei cibi può essere ingerita anche
indirettamente, anche se, la cottura in relazione all’inquinante, potrebbe in parte, ridurre gli
effetti dannosi. Sebbene l’ingestione sia di solito il principale percorso di esposizione, la
contaminazione per via aerea non è meno pericolosa; essa può avvenire attraverso l’inspirazione
di acqua calda, di aerosol provenienti dalla doccia, dall’uso di umidificatori e via discorrendo.
Anche nei casi in cui la quantità di materiale tossico inalato è considerevolmente inferiore alla

65
quantità assunta per ingestione, alcuni contaminanti potrebbero essere più efficaci nel causare
malattie o morte per inalazione piuttosto che per ingestione. Non sono tuttavia ancora
disponibili valori ampiamente condivisi riguardanti tale tipo di esposizione. La valutazione del
rischio passa attraverso il calcolo della popolazione contaminata, stimata attraverso l’utilizzo
di un software di modellazione e successivamente, vi è la definizione delle misure necessarie
alla riduzione dello stesso. Analizzata la fonte ed il tipo di attacco possiamo analizzare il rischio
ad essi collegato, attraverso la valutazione della vulnerabilità del sistema. La definizione di
rischio assunta nella procedura considerata è [22]:

R=pxV

dove:

− 𝒑 è la probabilità che accada un evento avverso;


− 𝑽 è la vulnerabilità del sistema, correlata al danno o alla perdita previsti se si verifica
l’evento.
La funzione di probabilità varia tra 0 e 1, la riproduzione degli scenari di attacco può essere
utile per stimare la vulnerabilità e quindi il rischio. Per questo motivo, la possibilità di utilizzare
software per la simulazione del comportamento del sistema, è un aspetto fondamentale che ci
consente di individuare i punti più vulnerabili del sistema nonché le condizioni operative più
critiche.

I parametri da monitorare

Spesso gli strumenti non individuano la presenza dei contaminanti in maniera diretta, ma
misurano alcuni parametri che sono direttamente influenzati da questi. Quindi la presenza degli
inquinanti è individuata attraverso la misura di parametri surrogati. Sebbene vi siano molti
strumenti in grado di misurare un’ampia varietà di elementi con affidabilità e accuratezza, la
relazione tra i parametri misurati ed uno specifico contaminante con una specifica
concentrazione non è ancora ben compresa in condizioni reali. In particolare, i cambiamenti
misurabili nel campione d’acqua possono essere di natura:

− chimica, dovuta alla reazione tra il contaminante e le molecole d'acqua;


− ottica, attraverso l'assorbimento, la dispersione e l’emissione di diverse lunghezze
d'onda;
− biologica ;
− meccanica ed acustica.

66
Questi cambiamenti ci permettono di definire uno spettro di parametri surrogati ad indicazione
di un possibile evento contaminante, senza tuttavia aggiungere informazioni specifiche sul tipo
di inquinante presente nella rete. Per questo motivo, un primo passo per la progettazione di un
sistema di monitoraggio consiste nell’individuazione dei parametri surrogati più adatti al
contesto. Nell'ottica della sicurezza della risorsa idrica la Tabella_ 9 indica una serie di
parametri surrogati ed i contaminanti ad essi relazionabili [23]. Di seguito vi sono alcuni esempi
significativi relativi a questi parametri.

− Cloro residuo : nell’acqua sono spesso presenti cloro o suoi composti, i quali risultano
necessari al processo di disinfezione. Molti contaminanti chimici e biologici reagiscono
con cloro presente, producendo cambiamenti nei livelli di concentrazione nonché
incrementando il numero di sottoprodotti del cloro presenti in acqua. Quindi il cloro
residuo si dimostra uno dei parametri surrogati più sensibili e utili ai fini del
monitoraggio qualitativo, poiché la diminuzione del suo valore potrebbe indicare la
presenza di un contaminante. Purtroppo, l’alterazione della concentrazione di cloro non
ci permette di individuare lo specifico contaminante, pertanto, l'unico approccio pratico,
può essere quello di eseguire ulteriori test al fine di comprendere le cause dell’anomalia.
− Torbidità : sostanze particellari, come ad esempio organismi patogeni o contaminanti
micro-incapsulati, possono essere rilevati attraverso la torbidità dell’acqua. La
turbidimetria viene applicata quando la dimensione delle particelle che provocano
torbidità è dell'ordine o superiore al micrometro, condizione nella quale l'assorbimento
prevale sulla diffusione. Nel caso si abbia a che fare con particelle di dimensioni più
piccole, dell'ordine di decine o centinaia di nanometri, prevale l'effetto diffusivo e viene
pertanto utilizzata una metodica differente, chiamata nefelometria. Infatti, strumenti
predisposti a questo tipo di analisi analizzano il valore misurato in Unità di torbidità
nefelometrica (NTU), la quale è stimata attraverso la quantità media di dispersione della
luce collimata in un intervallo angolare prestabilito.
− Carbonio organico totale (TOC) : i sistemi impiegati per la valutazione del TOC
adottano una metodologia comprovata e comunemente usata che misura il carbonio
contenuto all’interno del materiale organico disciolto e particolato presente nell'acqua.
La misura della variazione nella concentrazione di TOC rappresenta un "surrogato"
efficace per il rilevamento di eventi contaminanti dovuti a composti organici, come
prodotti petrolchimici, solventi e pesticidi, sebbene, tale analisi non fornisca
informazioni specifiche sulla natura del contaminante. Il tempo di risposta di un
67
analizzatore TOC può variare, a seconda del produttore, ma solitamente è possibile
ottenere una lettura stabile ed accurata in un intervallo di tempo tra i 5 ai 15 minuti. I
dispositivi di monitoraggio smart per la misura del TOC sono progettati per funzionare
senza l’intervento di un operatore. Tuttavia, come evidenziato dagli studi EPA [13]
questa tipologia di apparecchiature si dimostra sicuramente la più complessa in un
ambito di O&M (Operations and Maintenance), richiedendo continui interventi di
calibrazione e manutenzione
− pH : la misurazione del pH in acqua è una delle misure più antiche e utili. Insieme alle
variazioni di conducibilità, il pH fornisce un'informazione riguardo i cambiamenti della
struttura ionica dell'acqua. Tuttavia, anche in questo caso non abbiamo dati sullo
specifico contaminante, il quale potrebbe essere persino di tipo benigno.
− Potenziale di Ossido Riduzione (ORP) : tale valore è correlato alla concentrazione di
ossidanti o riduttori presenti in una soluzione. Esso fornisce un'indicazione riguardo la
capacità della soluzione di ossidare (accettare elettroni) o ridurre (donare elettroni) altre
molecole. Poiché ossidanti e riduttori sono relativamente instabili all’interno di una
soluzione, quelli presenti in un sistema sono generalmente aggiunti intenzionalmente
per scopi specifici. In particolare, l'aggiunta di un agente ossidante accresce il valore di
ORP e viceversa nel caso di un riduttore. Queste misure possono essere effettuate
utilizzando un elettrodo simile a quello per il pH. In particolare, l’elettrodo utilizzato
rimane all’interno della soluzione richiedendo continua pulizia e calibrazione fino alla
sua sostituzione, ogni 1-2 anni, a seconda delle condizioni operative.
− Conducibilità : la conduttività in acqua è influenzata dalla presenza di solidi inorganici
disciolti come anioni di cloruro, nitrato, solfato e fosfato oppure cationi di sodio,
magnesio, calcio, ferro e alluminio. Le misure di conducibilità sono generalmente
affidabili e concettualmente semplici, poiché, viene misurata la corrente elettrica tra due
elettrodi, attraverso il quale vi è una tensione nota, la quale dipende direttamente dalla
temperatura.

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Tabella_ 9: Potential surrogate parameters for different kinds of contaminants [23]

Kind of contaminants Chemical Microbiological Toxin Radiological

Surrogate parameter

pH X

Toxicity indicators X X X X

Turbidity X X

Total organic carbon X X X


(TOC)

Residual chlorine X X

Conductivity X

Nitrate, nitrite X X

Dissolved oxygen X

Multi-angle light X
scattering

Phosphate X X

Oxidation reduction X X
potential

Biological oxygen demand X


(BOD)

Biomonitors X X X

Ammonia X X

Fluorometry X

UV254/280 X

Alpha X

Beta X

Gamma X

69
Requisiti del sistema

L’enorme crescita del settore ICT ha permesso l’implementazione dei sistemi SWG grazie a
componenti sempre più accessibili. Tuttavia, tali sistemi possiedono una complessità intrinseca,
la quale si manifesta nella varietà di requisiti necessari all’utilizzo degli stessi. Un sistema di
monitoraggio deve essere in grado di analizzare i parametri più comuni per la valutazione della
qualità della risorsa idrica, ovvero TOC (Total Organic Carbon), pH, ORP
(Oxidation/Reduction Potential) conduttività, temperatura e torbidezza, i quali sono comprovati
campanelli di allarme per una serie di eventi pericolosi. Di pari passo ogni utility deve valutare
le sue necessità e le sue risorse (sia economiche che umane) nella visione di selezionare ed
installare una serie gli strumenti necessari all’implementazione di una SWG.

Requisiti specifici di sito

Per l’individuazione della posizione ottimale dei sensori vengono utilizzati appositi algoritmi
nati dall’elaborazione degli obiettivi prestazionali già discussi. Tuttavia, prima che un qualsiasi
software possa individuare un potenziale luogo di installazione bisogna accertarsi che il sito in
questione sia in possesso delle seguenti caratteristiche:

− accesso ad un’area sufficientemente protetta per l’utilizzo della strumentazione;


− spazio e modo per effettuare operazioni di manutenzione e manovra;
− disponibilità di acqua in pressione, e la possibilità di controllare quest’ultima;
− un punto di prelievo per l’acqua analizzata dalla strumentazione;
− accesso alla rete elettrica e ad un sistema di emergenza per consentire la raccolta e
l’elaborazione dei dati;
− un adeguato sistema di trasmissione dei dati;
− parametri dell’acqua che siano adatti al funzionamento della strumentazione.

In relazione alla minaccia ed alle analisi di vulnerabilità vi è la possibilità che non tutte queste
caratteristiche siano rispettate. In questi casi è consigliato un periodo di ulteriori analisi per
valutare le possibili alternative.

Alloggiamento protetto dai fattori esterni

Il sito selezionato deve risultare protetto dall’ambiente esterno. Buona parte dei sensori in
commercio sono presenti nell’elenco pubblicato dalla NEMA (National Electrical
Manufacturers Association - USA) come dispositivi di categoria 4 oppure 4x e di conseguenza

70
resistenti a vento, polvere, neve e ghiaccio esterno. In particolare, la classe NEMA 4 deve
superare il cosiddetto “Hose Test”, il quale è così descritto: un ugello con una portata da circa
250 litri al minuto ad una distanza di 3 metri per un periodo di 5 minuti che colpisce il
dispositivo non ne deve causare perdite interne. La classe 4X ha in aggiunta la caratteristica di
protezione contro la corrosione.

I materiali che meglio forniscono le caratteristiche citate sono l’acciaio, le resine epossidiche e
la fibra di vetro, sebbene questi siano utilizzati solitamente per l’uso esterno, le componenti
elettroniche dei dispositivi potrebbero non resistere a stress di temperatura, umidità ed altezza
elevata. Riguardo la temperatura le case produttrici forniscono tolleranze specifiche ed in
genere definiscono un range di esercizio tra 4.4 C° ed i 32 C°; in casi diversi devono essere
installati opportuni sistemi di climatizzazione. Simile discorso per l’umidità, valori troppo
elevati possono generare corrosione delle componenti elettroniche oppure generare cortocircuiti
e malfunzionamenti. La condensazione è quindi un’ulteriore criticità che può causare il
malfunzionamento dei dispositivi elettronici. Quando ad esempio uno strumento è mosso da un
posto più freddo ad uno più caldo e umido si può formare una condensa sui circuiti che può
condurre al danneggiamento degli stessi. Tali corto circuiti potrebbero causare danni
permanenti e rilevanti nel caso in cui l'apparecchiatura venga accesa prima che la condensa sia
evaporata. Per questo motivo, le apparecchiature elettroniche devono assorbire per diverse ore
il cambiamento climatico (come specificato dal produttore) prima del successivo avvio.

Accesso per i servizi di manutenzione

La strumentazione per il controllo remoto richiede in genere manutenzione periodica come la


calibrazione oppure la sostituzione dei reagenti. In un'installazione a più strumenti, i dispositivi
individuali sono montati su pannelli prodotti ad hoc, per soddisfare i requisiti di spazio e in
modo tale da fornire un accesso semplificato necessario alla manutenzione di ogni strumento. I
dispositivi vengono installati in modo tale che la necessità manutentiva di un singolo strumento
non porti all'interruzione della funzione dell'intero sistema; ad esempio i sistemi di pompaggio
sono configurati in modo da essere (in genere) al di sotto della strumentazione elettronica
affinché un qualsiasi guasto delle tubazioni non generi un ulteriore danni ai sistemi elettronici.
I dispositivi di alimentazione elettrica vengono progettati affinché siano in grado di regolare il
voltaggio ed evitare gli abbassamenti di tensione. L’operatore dev’essere in grado di
raggiungere e revisionare i componenti del sistema con facilità, da cui ne consegue la necessità
di progettare pannelli strumentali su misura. Se quest’ultimo non è progettato nel modo corretto

71
lo stesso operatore può causare danni al sistema nel momento in cui si occupa della
manutenzione.

Fornitura di acqua in pressione

La maggior parte della strumentazione per l’analisi qualitativa della risorsa idrica risulta essere
sensibile alle variazioni di pressione. Un’alterazione del valore della pressione può generare
bolle nel campione analizzato conducendo a misure errate. Per ovviare a questa problematica
vengono utilizzate valvole regolatrici che permettono di ridurre la pressione di un sistema a
valori più bassi e stabili in modo tale da essere adatta all’installazione dei suddetti dispositivi.
Tuttavia, tali valvole hanno limiti in caso di variazioni di pressione troppo elevate, motivo per
cui, può essere necessaria l’installazione di una serie di valvole volte al corretto funzionamento
del sistema. Altri strumenti come i contatori di particelle, richiedono meccanismi di stramazzo
montati separatamente in modo che l'altezza di uscita del campione possa essere regolata per
produrre il flusso desiderato. In particolare, nella Figura_ 11 è possibile osservare il sistema a
stramazzo per un contatore di particelle. Esso regola l’erogazione del campione e sebbene
semplice, risulta essere molto efficace nel controllo delle fluttuazioni di pressione e di flusso.

Figura_ 11: Example Constant Head Mechanism for Hach 2200 PCX Particle Counter

72
Alimentazione elettrica

L’alimentazione elettrica dev’essere fornita in maniera stabile (preferibilmente a 3 fasi) ed


equipaggiata con un generatore di emergenza per evitare il pericolo di interruzioni. Un ulteriore
accorgimento può essere quello di installare diversi interruttori che consentano l’isolamento dei
diversi dispositivi allocati nonché la messa a terra degli stessi. Tale isolamento consente la
manutenzione del singolo dispositivo senza interrompere il funzionamento delle altre
apparecchiature installate. Inoltre, gli interruttori proteggono la strumentazione da
sovratensioni elettriche e cortocircuiti mentre la messa a terra riguarda la sicurezza del
personale addetto alla manutenzione. Infine, nelle aree in cui la tensione elettrica non risulta
stabile è importante proteggere i dispositivi attraverso un limitatore di sovratensione, il quale
blocca o devia a terra gli eccessi di tensione presenti nel sistema.

Supporti di trasmissione

La trasmissione dei dati è un elemento chiave per l’utilizzo pieno di questi sistemi avanzati.
Essa può essere cablata oppure wireless ed è in grado di trasmettere dati in tempo reale ad una
posizione di raccolta predefinita. In linea di massima i sistemi cablati hanno una maggiore
larghezza di banda ma possono avere costi proibitivi in relazione alla posizione ed in questi
casi, risulta vantaggioso analizzare l’utilizzo di mezzi wireless (ad es. supporti di trasmissione
radio, cellulari, satellitari, ecc..). A seconda della posizione e dei sistemi utilizzati, la
trasmissione dei dati può essere suscettibile a diversi tipi di interferenze motivo per cui, può
essere necessario applicare ulteriori tecniche di controllo programmatico per mitigare i possibili
errori di trasmissione. Ad esempio, in una stazione di prelievo, potrebbe essere necessario
aumentare il numero di prelievi su un sondaggio non riuscito, oppure regolare la finestra di
ricezione dei dati in relazione ai limiti di larghezza di banda e della latenza del sistema di
trasmissione.

Qualità della fonte idrica

In genere, uno strumento è in grado di compiere le sue analisi solo se l’acqua si trova all’interno
di un particolare intervallo parametrico. Per questo motivo può essere necessario adattare la
fonte idrica di partenza affinché incontri le specifiche richieste dagli strumenti utilizzati. Ad
esempio, alcuni dispositivi di misura del cloro libero richiedono che il pH dell'acqua sia
inferiore a 8,5, in caso contrario è opportuno utilizzare agenti tampone per correggere il valore

73
anomalo oppure in alternativa, bisogna selezionare uno strumento diverso per il monitoraggio
di quello stesso parametro.

Calibrazione dei reagenti ed accessori on site.

Durante l’installazione e la calibrazione degli strumenti devono essere disponibili in relazione


alle esigenze, reagenti ed accessori specifici, affinché i dispositivi siano pienamente operativi
nei modi definiti dall’azienda produttrice. Molti reagenti e soluzioni di calibrazione hanno delle
date di scadenza; quindi è bene che tali elementi vengano acquistati in relazione al programma
di manutenzione del sistema. Le procedure definite dall’azienda produttrice hanno
un’importanza cruciale poiché una corretta calibrazione determina una alta affidabilità delle
misure. A tal riguardo, potrebbe dimostrarsi prudente procurarsi contratti di servizio per la
manutenzione di tali sistemi, poiché l’esperienza gioca un ruolo importante in un simile
contesto.

Sistema di acquisizione dei dati

La maggior parte dei gestori idrici che implementano una rete di sensori online hanno un
qualche tipo di sistema SCADA (Supervisory Control And Data Acquisition). Essi nascono dal
mondo industriale e sono in grado di monitorare e controllare i processi all’interno di una rete
di distribuzione idrica. Da un punto di vista degli enti gestori il sistema SCADA è composto
dai seguenti elementi:

− un’interfaccia umana (HMI-Human Machine Interface), che è la combinazione delle


componenti hardware e software che presentano informazioni all’operatore; egli è così
in grado di monitorare e controllare l’intero processo e la strumentazione ad esso
collegata;
− un nodo centrale di supervisione che raccoglie dati dai dispositivi PLC (Programmable
Logic Controller) oppure RTU (Remote Terminal Unit) per presentarli poi all’operatore
attraverso il sistema HMI. Inoltre, tale nodo centrale invia istruzioni ai dispositivi PLC
ed RTU in relazione agli input dell’operatore;
− i dispositivi PLC ed RTU, i quali sono collegati alla strumentazione online che converte
i segnali dei sensori in input digitali che inviano istruzioni ai dispositivi automatizzati
(come quelli di campionamento oppure le pompe) per eseguire un'attività predefinita in
base alle istruzioni dell'operatore;

74
− un'infrastruttura di comunicazione dei dati che collega il sistema di supervisione al
PLC/RTU.

La Figura_ 12 mostra uno schema del flusso di dati dalla strumentazione all'operatore ovvero
dal campo al centro di controllo.

Figura_ 12: SCADA Data Flow Schematic

Storicamente, l'hardware e il software del sistema SCADA erano di tipo proprietario. Gli enti
di distribuzione che investivano nella soluzione di un particolare produttore potevano trovarsi
costretti a compiere scelte fortemente limitanti in termini di apparecchiature, in quanto
dovevano fare attenzione ad eventuali espansioni o aggiornamenti del sistema. Attualmente la
situazione è meno complicata, infatti, la maggior parte dei sistemi SCADA è in grado di
comunicare con tutti quei dispositivi che forniscono un output dei dati con specifiche come
definite dalla Electronic Industries Alliance (EIA).

Le tecnologie di monitoraggio utilizzate

In relazione a quanto detto in questo paragrafo verranno descritte le principali tecniche di


individuazione degli elementi contaminanti. Queste rappresentano lo spettro tecnologico più
avanzato oggigiorno, tuttavia hanno limiti considerevoli dovuti alla particolare latenza dei
risultati nonché la bassa frequenza con la quale i parametri oggetto della normativa vengono
monitorati. Tali misurazioni richiedono la disposizione di laboratori adatti e forniti di un’ampia
gamma di strumenti. In linea di massima, buona parte degli strumenti descritti è in grado di
monitorare la presenza di diversi contaminanti; tuttavia, l’impostazione mirata di uno strumento
all’individuazione di un particolare contaminante, ne aumenta considerevolmente le
performances, riducendo così la possibilità di errori.

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Metodi ottici basati su tecnologie UV

Il metodo principale per il rilevamento dei contaminanti consiste nell’utilizzo di un sensore


fotografico in grado di misurare la lunghezza d’onda di un colore distinto (ad esempio, blu o
giallo) il quale è il risultato di una reazione chimica tra il contaminante ed uno specifico
reagente.

A. Limiti dei metodi ottici di rilevamento

I sensori basati su misurazioni spettrali UV colorimetriche sono ampiamente utilizzati nei


sistemi commerciali, ma presentano tutta una serie di limiti. In particolare, risultano
problematici: la gestione dei campioni, l’acquisizione degli spettri di riferimento e il processo
di calibrazione è diverso in relazione al contaminante ricercato; infine, si dimostra molto
complessa l’analisi in sito a causa dei reagenti potenzialmente tossici necessari al processo e la
taratura dello stesso dispositivo.

Ci sono due principali svantaggi:

− La linearità tra la concentrazione di un composto e la prestazione della sua assorbenza


differisce da un composto all’altro. Pertanto, risulta difficile identificare un composto
basato su una singola lunghezza d’onda spettrale. Solo il rapporto tra diverse lunghezze
d’onda può garantire un certo successo nell’identificazione.
− In secondo luogo, solo una piccola frazione della potenziale varietà di composti in acqua
assorbe luce con lunghezze d’onda da 190 a 850 nm, risultando adatta a questo tipo di
strumentazione.

Ciò significa che in un laboratorio la spettroscopia UV-Vis deve essere combinata con altre
tecniche per coprire un più ampio spettro di composti. Spettroscopia di fluorescenza IR, Raman
e raggi X sono le nuove tecniche per il monitoraggio della qualità dell’acqua in tempo reale,
tuttavia, tali tecnologie sebbene risultino acerbe sono chiaramente il futuro del monitoraggio
della risorsa in tempo reale.

B. Spettrometria di massa

I serbatoi e le falde acquifere superficiali sono esposti alla contaminazione di migliaia di


microinquinanti di diversa origine (industriale, farmaceutica, agricola e naturale).
Tradizionalmente, il monitoraggio dei livelli di contaminanti è basato principalmente sulla

76
spettrometria di massa per gascromatografia, una metodologia che coinvolge la preparazione
dei campioni a più fasi e avente una bassa specificità. Attualmente, la cromatografia liquida con
spettrometria di massa è uno strumento analitico standard nonché una tecnica chiave per
l’analisi ambientale, consentendo il rilevamento di un’ampia gamma di composti polari e non
volatili.

C. Ionizzazione a Pressione Atmosferica

In spettrometria di massa il termine ionizzazione a pressione atmosferica indica una serie di


tecniche di ionizzazione che non richiedono il vuoto e possono essere utilizzate a pressione
atmosferica. Questa interfaccia dà bassa sensibilità. Gli spettrometri di massa a cromatografia
liquida possono essere equipaggiati con diversi analizzatori di massa, ognuno dei quali in
possesso di determinate caratteristiche in grado di identificare e quantificare un determinato
contaminante selezionando i parametri di ionizzazione e acquisizione appropriati. Nonostante
l’enorme variabilità delle caratteristiche chimiche degli inquinanti dell’acqua, la maggior parte
può essere ionizzata attraverso metodi a pressione atmosferica (APCI Atmospheric Pressure
Chemical Ionization). Anche composti meno polari possono essere analizzati utilizzando la
cromatografia inversa, applicando una maggiore quantità energia di ionizzazione.

D. Spettrometria di massa a tempo di volo

La spettrometria di massa a tempo di volo (TOFMS, time-of-flight mass spectrometry) è un


tipo di spettrometria di massa legato alla misura del tempo di volo, in cui gli ioni da analizzare
vengono accelerati da un campo elettrico di intensità nota. L’accelerazione degli ioni all’interno
del tubo di deriva avviene a energia cinetica costante; le loro velocità variano in modo
inversamente proporzionale alla massa: ne consegue che gli ioni più leggeri raggiungono prima
il detector. Viene, quindi, misurato il tempo che occorre alla particella per raggiungere un
rivelatore ad una distanza conosciuta. Dato che la velocità dello ione dipende dal rapporto
massa/carica (le particelle più pesanti raggiungono velocità più basse), da questo tempo e dai
parametri sperimentali noti si può calcolare il rapporto massa/carica dello ione. Le
caratteristiche intrinseche di questi strumenti, ovvero alta risoluzione, accuratezza, buona
sensibilità nella scansione ed applicabilità ad ampie gamme di massa, rendono questi strumenti
fortemente adatti alle analisi di tipo qualitativo.

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E. Triplo quadrupolo

Gli strumenti a triplo quadrupolo (QqQ) utilizzati nel caso di monitoraggio a più reazioni
(MRM- Multiple Reaction Monitoring) ottengono la migliore sensibilità assoluta per composti
specifici. Gli strumenti QqQ hanno eccellenti capacità di quantificazione grazie alla loro ampia
gamma dinamica lineare. Per queste ragioni, e per la relativa semplicità dell’analisi MRM,
questa tecnologia è diventata il metodo più comune per l’analisi ambientale volta ai residui di
contaminanti. L’analisi MRM introduce un’elevata specificità in quanto si basa sulla
rilevazione sia di uno ione genitore che di uno dei suoi noti frammenti.

Sensori a fibra ottica

I sensori a fibra ottica vengono utilizzati in combinazione con i metodi UV-Vis per il
rilevamento dei contaminanti. Normalmente una fibra ottica viene opportunamente dopata per
produrre luminescenza se esposta a una fonte di luce luminosa. Le fibre di vetro o sono dopate
con un raro metallo di terra o attivato con un metallo di transizione. Esse hanno tempi di risposta
rapidi e possono raggiungere performance molto elevate attraverso l’adeguata progettazione dei
gruppi ottici. Tali sistemi sono particolarmente adatti per luoghi con clima rigido e difficili da
raggiungere. La sensibilità di questi dispositivi dipende dal materiale di rivestimento della fibra
ottica; per questo motivo i centri di ricerca continuano a sviluppare nuovi materiali per
soddisfare le diverse esigenze del rilevamento.

Monitoraggio degli inquinanti mediante sensori di tipo:


amperometrico, potenziometrico e conduttimetrici

Gli approcci di rilevamento amperometrico, potenziometrico e conduttometrico sono


ampiamente utilizzati nella misurazione dell’inquinamento nell’acqua. Questi sensori
modificano le loro proprietà come risultato dell’interazione con la componente misurata.
L’analita ricercato subisce ossidazione oppure riduzione in prossimità dell’elettrodo generando
un trasferimento di elettroni, che si trasforma così in un segnale misurabile. Ad ogni modo, tali
strumenti si dimostrano poco selettivi e sensibili, per cui risulta difficoltoso operare con piccole
concentrazioni.

78
Biosensori

Un biosensore è un particolare dispositivo analitico costituito da un elemento sensibile


biologicamente attivo (enzimi, cellule, anticorpi ecc.) e da una parte elettronica. Il principio di
funzionamento è semplice: l’elemento biologico interagisce con il substrato da analizzare e un
sistema di trasduzione (sensore) converte la risposta biochimica in un segnale elettrico. I
biosensori sono stati ampiamente applicati ad una varietà di problemi nei campi della medicina,
dell’alimentazione, delle industrie, della sicurezza e per il monitoraggio dell’ambiente inclusa
la valutazione della qualità delle acque. Un biorecettore può essere un tessuto, un
microrganismo, un organello, una cellula, un enzima, un anticorpo, un acido nucleico e
biomimetici, ecc. e la trasduzione potrebbe essere ottica, elettrochimica, termometrica,
piezoelettrica, magnetica e micromeccanica o combinazioni di una o più tecniche. I biosensori
a base di proteine sono stati sviluppati per una serie di inquinanti chimici, ma la loro sensibilità
dipende dal principio di rilevamento fisico utilizzato e dall’affinità dell’interazione proteina-
analita.

Sistemi basati su elettrodi selettivamente sensibili

A. Sensori Micro-Elettro-Meccanici MEMs

Tali strumenti possiedono proprietà uniche, come un trasporto di massa migliorato verso la
superficie del microelettrodo e una ridotta caduta ohmica, che si traducono in una maggiore
sensibilità, motivo per cui si dimostrano adatti al monitoraggio della risorsa idrica. Questa
tipologia di strumenti risulta, tuttavia, molto delicata, motivo per il quale è difficilmente
applicabile a misure fuori dal laboratorio di lungo periodo.

B. Sensori Lab-on-Chip

Lab-on-a-chip (LOC) è un termine per un dispositivo che integra funzioni multiple che si
possono svolgere in laboratorio in un singolo chip che va da pochi millimetri a qualche
centimetro quadrato di grandezza ed è capace di trattare volumi di fluidi estremamente piccoli,
sotto i picolitri. I dispositivi Lab-on-a-chip sono un sottogruppo dei dispositivi MEMS (Micro
Electro Mechanical Systems) e spesso indicati anche come Micro Total Analysis Systems
(µTAS). Tuttavia, con il termine “Lab-on-a-Chip” si indica generalmente la misurazione di un

79
singolo o un multiplo processo di laboratorio con un semplice chip, mentre “µTAS” si dedica
all’integrazione di tutte le sequenze di processi di laboratorio per fare analisi chimiche.

Sensori basati sul suono e sui campi elettromagnetici

A. Misura ad ultrasuoni

La tecnica ad ultrasuoni è un metodo non distruttivo e non invasivo capace di una rapida
caratterizzazione di sistemi concentrati e otticamente opachi. La tecnica ad ultrasuoni è
sensibile alle particelle con raggio tra circa 10 nm e 1000 mm. La propagazione degli ultrasuoni
in un fluido è influenzata dalla sua densità, comprimibilità, temperatura e composizione. Le
onde ad ultrasuoni (a basso consumo) e le onde a infrarossi che vengono emesse da
apparecchiature isolate dal composto da analizzare sono strumenti adatti per le applicazioni
nelle analisi dell’acqua e degli alimenti, in quanto non introducono agenti estranei né alterano
le proprietà della sostanza.

B. Sensori microonde

L’uso delle onde elettromagnetiche è molto comune nel campo del rilevamento delle sostanze
chimiche con un considerevole potenziale economico. Tali sensori si basano sulla combina
elettrodi interdigitati, ovvero costituiti da un elemento emettente ed uno ricevente. La bobina
eccitante è guidata da corrente ad alta frequenza per generare un relativo campo magnetico.
Quando il sensore viene posizionato vicino al composto da analizzare viene sottoposto ad un
ulteriore campo magnetico che modifica il primo il quale viene analizzato da una bobina
ricevente e fornisce il risultato dell’analisi.

Manutenzione e calibrazione

I costi di acquisto degli elementi costituenti le reti sensoristiche sono facilmente ottenibili dai
produttori e soggetti a continue riduzioni a motivo dell’avanzamento tecnologico. Tuttavia, i
costi di esercizio e quelli di manutenzione (Operation & Maintenance - O&M) non sono di
così semplice individuazione. Un elemento cruciale nell’implementazione di una SWG risiede
proprio negli elevati costi O&M, a tal punto che in poco tempo possono superare gli stessi
costi di acquisto. A tal proposito, per limitare i costi di esercizio è opportuno rispettare le
linee guida fornite dai produttori ed in particolare, i requisiti di manutenzione variano in

80
modo significativo, a seconda del parametro da analizzare e del tipo di dispositivo. Le reti
sensoristiche possono essere considerate un’avanguardia nel controllo qualitativo della risorsa
idrica. Esso è principalmente basato su campioni trasportati in laboratorio da cui è facile
comprendere la non maturità del settore SWG nonché gli elevati costi di O&M. Inoltre, è da
considerare che i diversi impianti gestiti da una qualsiasi utility non sempre sono facilmente
raggiungibili, il che genera ulteriori costi.

A. Esercizio e manutenzione: Costi della manodopera

Le ore di lavoro impiegate per O&M variano in modo significativo, a seconda del tipo di
strumento utilizzato (o del parametro che viene monitorato). L’obiettivo nell’implementazione
di una SWG è mantenere al minimo le ore di manutenzione necessarie alla strumentazione.
L’EPA nei suoi studi a Cincinnati [13] ha cercato di definire un tetto di 4 ore di manutenzione
mensili per ogni stazione di monitoraggio, ottenendo tuttavia un tempo richiesto di circa 12 ore
mensili, senza considerare i tempi di viaggio. Ciò nonostante, come già accennato queste
strumentazioni possono essere ritenute alquanto pioneristiche e come conseguenza in continua
evoluzione, tanto che è possibile prevedere nei prossimi anni una consistente diminuzione dei
costi. Per quanto riguarda l’analisi dei dati prodotti, è impensabile che un operatore possa
monitorare in maniera continua le informazioni provenienti dai diversi dispositivi; ciò rende
necessario l’implementazione di un sistema di rilevamento automatico degli eventi. In questo
modo l’operatore avrebbe la necessità di monitorare i dati con cadenza giornaliera sebbene
dovrebbe essere in possesso delle adeguate skills:

− comprendere dati ed operazioni sulla qualità dell’acqua


− agire sul processo decisionale in termini di O&M.

Nei successivi paragrafi sono descritte alcune delle principali strumentazioni ed i relativi costi
O&M come evidenziato dagli studi EPA [13].

B. Strumentazione TOC per il carbonio organico totale

La manutenzione di tale strumentazione richiede l’intervento di tecnici altamente qualificati


rendendola la più onerosa in termini di O&M. Per tale motivo risulta evidente la necessità di
un adeguata formazione fornita dal produttore oppure piani di acquisto che comprendano un
contratto di manutenzione.

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I. Hach astroTOC ™ con processo UV

Questo strumento richiede mensilmente il rifornimento di reagenti, nonché una manutenzione


programmata trimestrale per arrivare ad un costo annuale di circa $4.000 in materiali di
consumo. È possibile riassumere le attività di manutenzione ordinaria:

− sostituzione del reagente/acido (mensile) e del reagente/ossidante (trimestrale);


− sostituzione del tubo della pompa (trimestrale);
− sostituzione della membrana sparger semipermeabile (trimestrale);
− sostituzione del filtro idrofobo (trimestrale);
− calibrazione del rivelatore a infrarossi con anidride carbonica (trimestrale);
− calibrazione del lato umido dell’unità con standard biftalato di potassio (KHP)
(mensile/trimestrale);
− sostituzione delle lampade UV (annuale);
− sostituzione dei materiali di consumo nel generatore di gas di trasporto (annuale);
− pulizia della finestra del rivelatore a infrarossi (annuale).

Inoltre, lo strumento ha dimostrato una serie di criticità, principalmente correlate all’ostruzione


dello sparger necessario alla buona riuscita delle analisi.

II. Analizzatore TOC Sievers® 900

Questo strumento richiede una manutenzione programmata trimestrale. A seconda della qualità
iniziale dell’acqua, i costi di manutenzione possono variano tra i $ 2.000 ed i $ 4.000 l’anno in
materiali di consumo. Inoltre, risulta necessario eseguire le seguenti attività di manutenzione
ordinaria:

− sostituzione del reagente/acido/ossidante (trimestrale/semestrale);


− sostituzione del tubo della pompa (semestrale);
− sostituzione del letto di resina (semestrale);
− sostituzione della lampada UV (semestrale);
− sostituzione del degassatore ICR, trappola chimica e kit ricostruito della pompa
(annuale);
− sostituzione del filtro antiparticolato in linea (annuale);
− sostituzione della siringa ossidante (annuale);
− sostituzione del tubo di limitazione (annuale).

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Tale strumento è stato oggetto di diversi malfunzionamenti osservati dall’EPA, i quali
risultavano principalmente correlati all’ostruzione dello sparger di campionamento. In
particolare, nelle aree con acqua ad alto contenuto di carbonati, vi è necessità di reintegrare i
reagenti ogni tre mesi.

III. Spectrolyzer™/Carbolyzer™

Questo sensore è uno strumento ottico che stima i livelli di TOC misurando gli spettri UV-Vis
tra i 200 ed i 750 nm di lunghezze d’onda. Viene rilevato solo il TOC che ha una certa proprietà
di assorbimento nelle lunghezze d’onda specificate. Lo strumento ha requisiti minimi di O&M.
Inizialmente, EPA ha acquistato un’unità realizzata in alluminio di alta qualità. Se sono noti
valori TOC locali, l’unità può essere calibrata utilizzando valori limite disponibili a livello
locale.

C. Strumentazione di cloro

Gli strumenti per l’analisi del cloro libero risultano molto utili per il monitoraggio delle reti
idriche in quanto sono in grado di rilevare la presenza di un gran numero di contaminanti. Essi
possono utilizzare o meno dei reagenti. In particolare, senza l’utilizzo di reagenti si ha una
variabilità del pH, a seconda dell’uso di agenti tampone. I materiali di consumo possono variare:

− soluzioni tampone e di indicatore nel caso di utilizzo dei reagenti;


− soluzioni di elettroliti (e membrane, se applicabili) nel caso di assenza di reagenti.

I. 6.4.1 Analizzatore di cloro libero e totale Hach CL-17

Gli analizzatori di cloro libero e totale di Hach CL-17 utilizzano entrambi il metodo
colorimetrico. Le soluzioni tampone e reagenti, per la regolazione del pH, sono aggiunte al
campione e reagiscono al cloro presente, producendo una colorazione proporzionale alla
quantità di cloro. I suddetti composti reagenti hanno una durata mensile e producono un costo
annuo di circa $ 1000.

II. Wallace & Tiernan® Depolox® 3 plus

Wallace & Tiernan® Depolox® 3 plus impiega un metodo di misurazione privo di reagenti
(potenziostatico a 3 elettrodi). Lo strumento a membrana è raccomandato per un intervallo di
pH particolarmente elevato (valori compresi tra 6 e 10) ed una bassa conduttività (10 - 2.500
µS / cm). Inoltre, con acque a pH elevato, è necessario utilizzare un tampone (ad es. CO2). Il

83
cloro libero è costituito da molecole di cloro (Cl2), acido ipocloroso (HOCl) e ioni ipoclorito
(OCl-). La presenza di ciascun componente dipende principalmente dal pH con una certa
influenza della temperatura. L’HOCl è il componente più efficace in termini di disinfezione,
infatti, solitamente gli elettrodi misurano tale componente HOCl riportandolo come valore di
cloro libero. Negli strumenti a membrana, essa è progettata per consentire al solo all’acido
HOCl l’attraversamento della stessa, il quale viene successivamente misurato e riportato come
valore di cloro libero. Con un pH > 8,5, la maggior parte dell’HOCl viene convertito in OCl-,
interferendo quindi con la misurazione accurata del cloro libero. Dal punto di vista della
manutenzione, si osservano le seguenti esigenze:

− sostituzione dell’elettrolita nel serbatoio (semestrale);


− nel modello ad elettrodo nudo sostituzione della graniglia di pulizia (semestrale);
− nel modello a membrana pulizia della punta dell’elettrodo con carta abrasiva e
sostituzione della membrana (ogni tre anni).

In questo caso, il costo dei materiali di consumo varia tra i $ 350 ed i $ 1.000 l’anno.

III. YSI 6920DW

L’YSI 6920DW è uno strumento multi-parametrico (cloro libero, torbidità, temperatura,


conducibilità, pH e ORP) che utilizza un metodo privo di reagenti (membrana amperometrica)
per la misurazione del cloro libero. Dal punto di vista della manutenzione necessita della
sostituzione dell’elettrolita e della membrana (ogni tre mesi) comportando un costo annuale di
circa $2.100 l’anno.

IV. 6.4.4 Analytical Technology, Inc. A15/62 per cloro libero

Lo strumento Analytical Technology, A15/62 utilizza un metodo privo di reagenti (membrana


polarografica) per la misurazione del cloro libero. Dal punto di vista della manutenzione
necessita della sostituzione dell’elettrolita e della membrana (ogni tre mesi) comportando un
costo annuale di circa $ 100 l’anno, molto inferiori rispetto alla media di questa categoria poiché
non vi è la necessità di sostituire l’elettrodo.

V. Modello analitico Rosemount FCL

Il modello Rosemount FCL utilizza un metodo privo di reagenti (tipo di membrana


amperometrico) per la misurazione del cloro libero. In particolare, questo strumento è in grado
di misurare sia il valore di HOCl che quello di OCl-. Il sensore infatti risponde in modo diverso

84
a ciascuna forma di cloro ed è in grado di compensare sia il valore di pH che quello della
temperatura. Dal punto di vista della manutenzione esso necessita della:

− sostituzione dell’elettrolita e della membrana (trimestrale);


− pulizia della membrana (mensilmente).

Il costo annuale dei materiali di consumo è di circa $ 400 l’anno.

D. Strumentazione di conducibilità

La presenza in acqua di sostanze minerali disciolte può essere misurata come conducibilità (o
conduttanza specifica con compensazione della temperatura). Il calcolo della conduttività è
fondamentalmente una misura della capacità dell’acqua di trasportare una corrente elettrica.
Esistono diversi fattori che influenzano la conducibilità dell’acqua tra cui:

− la concentrazione di ioni;
− la mobilità di ioni;
− lo stato di ossidazione (valenza);
− la temperatura.

I test dimostrano che è necessario una considerevole quantità di contaminanti per modificare
significativamente il valore di conducibilità [13]. Essa viene in genere misurata direttamente
analizzando la caduta di tensione o il flusso di corrente attraverso un campione. Le prestazioni
delle sonde di conducibilità sono molto simili tra di loro. Dal punto di vista della manutenzione
queste necessitano:

− di pulizia e calibrazione (ogni tre mesi);


− della sostituzione della sonda a seconda dello stato di usura (generalmente dura almeno
un anno).

I materiali di consumo includendo soluzioni di calibrazione si aggirano attorno i $ 200 l’anno.

E. Strumentazione potenziale di riduzione del pH/ossigeno

La maggior parte dei produttori combina la misurazione del pH/ORP con un solo elettrodo
apposito. Il valore del pH è una misura dell’attività degli ioni idrogeno (H +), pertanto, il
risultato della misura è il grado di acidità o alcalinità del campione in esame. L’ORP è una
misura della tendenza del campione ad ossidare o ridurre un’altra sostanza chimica.

85
Tipicamente, l’ORP viene analizzato utilizzando un elettrodo metallico inerte (platino), che
dona elettroni ad un agente ossidante o ne accetta da un agente riducente. Tale elettrodo
continua ad accettare o donare elettroni fino a quando non sviluppa un potenziale ORP pari a
quello del campione in esame. Il potenziale di ossido riduzione viene talvolta utilizzato per
stimare la concentrazione di cloro nell’acqua, tuttavia, in questo tipo di misurazione l’ORP è
influenzato da molti fattori, motivo per cui non risulta essere un buon surrogato per tale tipo di
analisi. Dal punto di vista della manutenzione tali dispositivi necessitano:

− di pulizia e calibrazione (ogni tre mesi);


− della sostituzione della sonda a seconda dello stato di usura (generalmente dura almeno
un anno).

I materiali di consumo includono soluzioni di calibrazione del pH e sonde per un costo annuale
di circa $ 1.000.

F. Torbidità

La torbidità è la misura dell’opacità dell’acqua che viene causata dalle particelle sospese in essa
sospese. Questa viene tipicamente determinata facendo brillare un raggio di luce di lunghezza
d’onda variabile (intervallo tra gli 830 e gli 890 nm) all’interno del campione in analisi e quindi
misurando la luce (a 90 gradi) dispersa dalle particelle sospese. Dal punto di vista della
manutenzione abbiamo che:

− il nefelometro laser Hach FilterTrak ™ 660 sc richiede la pulizia/calibrazione


trimestrale e la sostituzione annuale della sorgente luminosa, per un costo annuale di
circa 300$;
− i turbidimetri Hydrolab® DS5 richiedono la sostituzione semestrale del tergicristallo
mentre le sonde hanno una durata di circa tre anni con un costo di circa $ 1.500 per
unità. Infine, il costo annuale dei materiali di consumo, comprendendo la sonda ottica e
le soluzioni di calibrazione, è di circa $ 1.000.

Direzioni future

Tutti gli studi effettuati sul tema del monitoraggio della risorsa idrica mettono in luce criticità
e potenzialità dell’attuale sistema, definendo in maniera indiretta i prossimi sviluppi riguardanti
l’utilizzo della SWG nell’ambito del controllo qualitativo della risorsa idrica.

86
Valutazione dei sistemi di allarme: la sfida consiste nell’identificare le migliori procedure di
campionamento per l’individuazione di eventi rari. Questi appartengono ad un particolare
sott’insieme dei possibili scenari di contaminazione che hanno una bassa probabilità di
avvenimento ma un impatto estremo, motivo per cui devono definire il “limite superiore” di un
qualsiasi sistema.

Aggregazione: a causa dell’elevata complessità computazionale, una delle principali direzioni


future consiste nell’individuare algoritmi per l’aggregazione dei nodi all’interno di una rete.
Essendo un problema a modello esponenziale anche una riduzione minima dello spettro
contenente le possibili posizioni di un sensore, semplifica notevolmente l’onore numerico da
affrontare.

Ottimizzazione multi-obiettivo: la correlazione di più obiettivi prestazionali definisce un


ambito ancor poco esplorato. La futura direzione consiste nella comprensione e nello sviluppo
di soluzioni sub ottimali che migliorano le prestazioni del sistema.

Selezione del numero ottimale dei sensori: tali dispositivi comportano significativi costi di
acquisto e di esercizio. La sfida consiste nell’individuazione del numero ottimale di sensori che
devono essere installati, in modo da poter calcolare i costi di ammortamento ed i tempi di ritorno
dell’investimento, soprattutto per quelle utility che devono produrre margini di guadagno.

Identificazione delle aree a maggiore rischio: come descritto l’attuale approccio al problema
del monitoraggio della risorsa idrica è quello risk-based. La valutazione del rischio assume
quindi un’importanza cruciale e la progettazione delle SWG deve individuare e tener conto
delle aree a maggior vulnerabilità, in modo tale da assicurare la più alta efficienza in termini di
sicurezza.

Affidabilità dei sensori: le strumentazioni attualmente disponibili sono soggette a


malfunzionamenti che generano falsi sia positivi che negativi. La sfida consiste nell’incorporare
la probabilità dei falsi all’interno della progettazione, al fine di aumentare l’efficienza globale
del sistema.

Incorporare le condizioni operative: un ulteriore passo avanti nell’utilizzo delle


strumentazioni per la SWG è quello di riuscire a fare in modo che la strumentazione stessa sia
in grado di definire e migliorare le sue condizioni operative, compiendo azioni che vanno dalla
manutenzione alle procedure di contenimento dei potenziali inquinanti.

87
L’esperienza EPA sui sistemi SWG

L’ufficio EPA che studia il comportamento delle acque sotterranee (Office of Ground Water
and Drinking Water OGWDW), ha intrapreso un progetto pilota intitolato Water Security
Initiative (WSi), che si sviluppa nelle seguenti fasi:

− Fase 1: sviluppare un sistema per il rilevamento rapido e con una risposta adeguata agli
eventi di contaminazione, per mitigarne gli effetti su salute ed economia;
− Fase 2: testare il sistema Contamination Warning System (CWS) attraverso iniziative
pilota e la collaborazione con gli enti gestori;
− Fase 3: produrre una guida pratica per l’orientamento e la sensibilizzazione nazionale
per l’adozione dei sistemi SWG.

L’EPA ha effettuato le sue ricerche dapprima su sistemi simulati in scala, definiti DSSs
(Distribution System Simulators), necessari ad accumulare le conoscenze atte
all’implementazione del sistema in ambito urbano. Tali simulazioni consentono l’evoluzione
continua ed economica dell’infrastruttura analizzata ed in particolare l’EPA ha condotto le sue
ricerche su modelli basati alla rete gestita dall’operatore T&E Facility (Cincinnati USA). In
particolare, sono state effettuate solo simulazioni utilizzando sensori di monitoraggio smart in
grado di individuare un qualsiasi evento contaminante in tempo reale. Inoltre, è stata utilizzata
una quantità nota di contaminante e successivamente sono stati effettuati dei campionamenti
periodici volti alla conferma dei dati provenienti dalla rete sensoristica.

Gli studi hanno evidenziato una serie di problematiche comuni:

− incertezza riguardo le tipologie di parametri di qualità che risultino più utili da


monitorare in un sistema SWG;
− incertezza riguardo l’affidabilità della strumentazione soprattutto in una rete di
distribuzione reale;
− costi operativi e di manutenzione associati ai sistemi di monitoraggio in tempo reale.

Lo scopo finale degli studi affrontati dall’EPA è stato, quello di identificare i principali
parametri per il monitoraggio della qualità dell’acqua e le tecnologie sensoristiche che potessero
essere utilizzate per individuare variazioni anomale della qualità dell’acqua dovute ad eventi di
contaminazione, sia accidentale che intenzionale, all’interno di una rete di distribuzione idrica.

88
Descrizione del sistema

I test dell’EPA sono stati effettuati attraverso simulazioni con sistemi sia a ciclo chiuso (DSS
Loop No. 6) che a passaggio singolo (Single Pass DSS) la cui foto è visibile nella Figura_ 13.
In particolare, i test a ciclo chiuso sono stati effettuati affinché il sistema algoritmico potesse
apprendere e migliorare il rilevamento degli inquinanti. In questo modo, dopo una serie di test
è stato possibile abbandonare il simulatore a ciclo chiuso e spostare gli studi su un sistema a
passaggio unico denominato Single Pass DSS. Su tali sistemi sono stati effettuati diversi test
per determinare la quantità minima di inquinante rilevabile, in relazione a diversi parametri che
nell’impianto venivano cambiati di volta in volta.

Figura_ 13: Nodo strumentale DSS Loop No. 6 (sinistra); Punto di prelievo DSS Single Pass (destra)[14]

A. DSS Loop No. 6

L’impianto di simulazione “DSS Loop No. 6” consiste in una vecchia tubazione in acciaio di
15 anni, con diametro di 6 pollici ed una lunghezza di circa 23 metri (75 piedi). Esso è
equipaggiato con una pompa da 3 cavalli ed una portata massima di circa 400 litri al minuto
(110 galloni), ma i test sono stati effettuati con una portata di circa 330 l/m (88 galloni). Per
questo test è stata utilizzata acqua corrente, ed il serbatoio di alimentazione assieme a quello di
ricircolo sono stati tenuti in linea aumentando il volume del sistema fino a circa 900 litri (235
galloni).

I contaminanti sono stati iniettati nel sistema attraverso un serbatoio di circa 40 litri collegato
ad una relativa pompa. Essi raggiungevano i sensori in circa 75 secondi e si omogeneizzavano
rapidamente con i circa 950 litri (250 galloni) di acqua all’interno del sistema. Successivamente
sono stati effettuati, sullo stesso sistema, test con coloranti per confermare i tempi di

89
propagazione e di omogeneizzazione. Inoltre, il sistema è ulteriormente equipaggiato con un
dispositivo di disinfezione a cloro per ristabilire le condizioni di partenza e per mantenere i
livelli di disinfezione constanti. Lo schema grafico di quanto appena descritto è mostrato in
Figura_ 14.

Figura_ 14: Schematic of DSS Loop No. 6 [14]

90
B. SS Single Pass

Il secondo impianto di simulazione è costituito da una tubazione in ferro duttile di circa 45 metri
con una capacità totale di circa 1600 litri. Esso è alimentato a gravità da acqua corrente tramite
un serbatoio in acciaio di circa 2800 litri (750 galloni); immediatamente al di sotto vi è
l’impianto per la distribuzione del contaminante ed installato a pavimento un serbatoio generale
di circa 3700 litri (1000 galloni). Lo schema grafico di quanto appena descritto è mostrato in
Figura_ 15.

Figura_ 15: Schematic of Single Pass DSS [14]

C. Test dei contaminanti

I contaminanti utilizzati nello studio sono stati selezionati come rappresentativi di un’ampia
classe di inquinanti biologici e chimici che possono essere potenzialmente introdotti all’interno
della rete idrica. Nella Tabella_ 10 sono descritti i parametri analizzati, le modalità adottate e
le rispettive strumentazioni utilizzate. Riguardo quest’ultime sono state aggiornate nel corso
degli studi per diverse problematiche di carattere logistico e di obsolescenza. Ad esempio, la
maggior parte degli strumenti ottici avanzati, quali BioSentry®, FlowCAM®, SpectroLyser ™,
e Hach FILTERTRAK ™ 660, sono stati acquistati dopo l’inizio dei test per verificarne
l’efficacia con i contaminanti di tipo biologico; in particolare, sono stati inseriti E.Coli, Bacillus
Globigii. I test di contaminazione biologica sono stati eseguiti seguendo 3 diverse modalità:

− celle di prova (centrifugate per isolare solo il contaminante) con acqua di rubinetto;
91
− celle di prova con soluzioni nutritive;
− celle di prova con soluzioni nutritive precedute da trattamento con agenti declorurinanti
come il tiosolfato di sodio pentaidrato e il tiosolfato di sodio.

Tabella_ 10: Measured Water Quality Parameters [13]

Online
Parameter Measurement Type Instrumentation Parameter Applicability
Tested
Naturally occurring form of nitrogen in the
nitrogen cycle. Dissolved ammonia gas is
Continuous and YSI 6600, YSI toxic to aquatic life at concentrations as
Ammonia/nitrogen
grab 6920DW low as 0.2 milligram per liter (mg/L). Will
be converted to chloramine in chlorinated
drinking water.
Visible colour resulting from turbidity and
Various laboratory
dissolved materials (humic material,
Apparent color Grab instruments, Six-
dissolved metals, dyes, algae). Potable
Cense™
water is normally colorless after treatment.
Indicator of salinity. Associated with a
Continuous and YSI 6600, YSI
Chloride secondary maximum contaminant level
grab 6920DW
(MCL) of 250 mg/L in drinking water.
YSI 6600, YSI
6920DW,
Conductivity Hydrolab® DS5, Ability of water to carry an electrical
measured as Continuous and Troll® 9000, Six- current. Strong indicator of dissolved salts.
specific grab Cense™, Hach/GLI Serves as a surrogate for total dissolved
conductancea Model C53 solids.
Conductivity
Analyzer
YSI 6600,
Concentration of oxygen dissolved in
Dissolved oxygen Continuous and Hydrolab® DS5,
water can serve as an indicator of chemical
(DO) grab Troll® 9000, Six-
and biochemical activity in water.
Cense™
Fluorescence
Continuous Instrumental measure of fluorescence at
(total, humic and ZAPS MP-1
Spectrophotometric various wavelengths.
bacterial)
YSI 6920DW,
Hydro-
Chlorine is added to the DSSb in the form
Continuous and lab® DS5, Troll®
Free chlorine of sodium hypochlorite. Chlorine levels in
grab 9000, Six-Cense™,
drinking water are controlled at ~1 mg/L.
Hach CL17 Free
Chlorine Analyzer
Utilizes laser-produced MALS technology
Multi-angle light to generate unique bio-optical signatures
Continuous BioSentry®
scattering (MALS) for classification using JMAR’s pathogen
detection library.
UV-Vis excitation that provides a means
of estimating absorption at various
Multi-spectrum wavelengths. Nitrate and/or nitrite
Continuous Spectro::lyser™ or
(UV- Vis) concentration, DOCc, TOC, CODd and
Spectrophotometric Carb::olyser™
absorption BODe (depending on the used algorithm),
and turbidity. Information at nearly any
wavelength between 200 and 750 nm.
Continuous, grab, Essential nutrient for plants and animals.
YSI 6600, YSI
Nitrate – nitrogen and Nitrate is the most soluble form of
6920DW
spectrophotometric nitrogen. Causes health problems in

92
humans. Drinking water standard is 10
mg/L.
Indicator of dissolved oxidizing and
YSI 6600, YSI reducing agents (metal salts, chlorine,
6920DW, sulphite ion). ORP values above 700
Oxidation- Hydrolab® DS5, millivolts (mV) kill unwanted organisms
Continuous and
reduction potential Troll® 9000, Six- in drinking water. A ground water
grab
(ORP) Cense™, Hach/GLI incursion may lower ORP by increasing
Model P53 pH/ORP chlorine demand. Chlorination of drinking
Analyzer water produces an ORP background of
~700 millivolts in GCWW water.
Counts all particles that are between 2 and
750 µm in size. The counted particles can
be subdivided into 32 size ranges to
identify particles of interest. For example,
Hach 2200 PCX
Particle Count Continuous the particle size
Particle Counter
ranges could be selected to correspond to
biological organisms such as Giardia (6-
10 µm) and Cryptosporidium spp. (2-5
µm).
Measures particle size, count and shape.
Particle count and
Images particles between 2 µm and 3 mm
image-based Continuous FlowCAM®
in size. Helps to identify and classify
identification
particles based on library of images.
Indicator of hydrogen ion activity (acidity
YSI 6600, YSI
or alkalinity) of water. Most chemical and
6920DW,
biochemical processes are pH dependent.
Hydrolab® DS5,
Continuous and Carbon dioxide/bicarbonate/ carbonate and
pH Troll® 9000, Six-
grab ammonia/ammonium equilibria are pH
Cense™, Hach/GLI
dependent. pH of drinking water is well
Model P53 pH/ORP
established and controlled. A change of
Analyzer
more than 0.5 pH unit indicates a problem.
YSI 6600, YSI
6920DW,
Hydrolab® DS5,
Troll® 9000, Six- A measurement indicator of how hot or
Cense™, Hach/GLI cold the water is. DO and specific
Continuous and
Temperature Model C53 conductance change with temperature.
grab
Conductivity Biological and chemical activities are
Analyzer, heavily influenced by water temperature.
Hach/GLI Model
P53 pH/ORP
Analyzer
Total cyanide, Compound-specific laboratory analysis for
Various laboratory
malathion, and Grab the purpose of deter- mining the fate of
instruments
glyphosate these three contaminants in the DSS.
Hach astroTOC™
UV Process Total
Organic Carbon Dissolved plus particulate organic
Analyzer, Sievers® compounds. Can range from
Total organic Continuous and
900 On-Line Total 0.5 to 25 mg/L in drinking water in the
carbon (TOC) grab
Organic Carbon U.S. May be correlated to chemical and
Analyzer, biological oxygen demand.
Spectro::lyser™ or
Carb::olyser™
Measure of colour based on Beer’s Law as
ZAPS MP-1,
Continuous measured by photon transmission through
Transmission Spectro::lyser™ or
Spectrophotometric water [800 nanometers (nm) for this
Carb::olyser™
study].

93
YSI 6600, YSI
6920DW,
Hydrolab® DS5, Indicator of suspended matter and
Continuous and Troll® 9000, Six- microscopic organisms. Patho- gens are
Turbidity
grab Cense™, 1720D more likely to be present in highly turbid
Turbidimeter, Hach waters.
FilterTrak™ 660 sc
Laser Nephelometer
Ultraviolet 254
Measure of organic compounds that
nanometer ZAPS MP-1,
Continuous absorb photons at 254 nm. Indicative of
wavelength Spectro::lyser™ or
Spectrophotometric organic compounds with aromatic
(UV254) Carb::olyser™
chemical structure and conjugation.
absorption

D. Analisi dei dati

Le risposte dei sensori di qualità generano dati che permettono di definire una matrice di
risposta per i contaminanti testati. L’individuazione di valori al di fuori del range di risposta
provoca la messa in allarme del sistema. In particolare, l’EPA ha utilizzato per i test il concetto
di cambiamento significativo, ovvero una variazione tale dei parametri caratteristici, da
provocare l’allarme del sistema. Il criterio per la definizione del cambiamento significativo era
inizialmente soggettivo, infatti, diversi esami erano basati su risultati sperimentali di natura
ottica. Successivamente, una volta raccolto un considerevole numero di dati si è potuto definire
il cambiamento significativo in relazione ad un approccio di tipo quantitativo. Esso osservato
in un breve periodo di tempo di contatto (definito in un intervallo di 15 minuti) viene diviso per
il valore caratteristico, in modo da calcolare un valore percentuale oppure una deviazione.
Sebbene questo metodo fosse semplice e diretto, si omettono in questo modo diversi fattori
critici come i tempi di latenza e i possibili dati rumorosi. Nella Tabella_ 11 è possibile osservare
i valori di soglia per l’innesco dell’allarme. Questi valori non sono tutti derivati da analisi e
calcoli statistici, ma in parte ottenuti anche grazie all’esperienze dell’operatore ed in relazione
alla variabilità della qualità dell’acqua. In particolare, questi dati si sono dimostrati efficienti
nel caso in esame ma potrebbero causare una serie di falsi positivi nel caso in cui dovessero
essere applicati su un diverso sistema. Per tali motivi si cercano approcci di tipo quantitativo
con performance ancora più elevate.

Le risposte dei singoli sensori sono state analizzate calcolandone il cambiamento assoluto, la
variazione percentuale e il rapporto segnale/rumore (S/N – Signal/Noise). L’analisi del
rapporto S/N è progettata per mitigare il livello di “rumore di fondo” causato dalle frequenti
fluttuazioni nei dati di base. Esso è definito come il rapporto tra un valore misurato e il rumore
di fondo. Un basso rapporto S/N indica che la variazione del valore misurato del parametro

94
potrebbe essere causata dal rumore di fondo (che rappresenta le fluttuazioni di routine attorno
al valore caratteristico) piuttosto che derivante da un reale cambiamento della qualità
dell’acqua. L’esperienza ci dice che in relazione al luogo di installazione del sensore il valore
di base può subire immediate ed importanti fluttuazioni. Ad esempio, i parametri monitorati
potrebbero variare notevolmente in relazione ai cambiamenti nel funzionamento di serbatoi,
pompe e valvole. Inoltre, tali parametri sono influenzati anche dai cambiamenti giornalieri e
stagionali all’interno della sorgente, nonché dalle fluttuazioni della domanda.

L’EPA ha attuato ulteriori collaborazioni con l’istituto SNL (Sandia National Laboratories) al
fine di implementare un algoritmo automatico in grado di distinguere nei parametri qualitativi
della risorsa idrica tra le variazioni normali e i cambiamenti innescati dalla presenza dei
contaminanti. Queste tipologie di strumenti spesso indicate come algoritmi per il rilevamento
degli eventi sono in grado:

• di analizzare i dati provenienti dallo SCADA (Supervisory Control And Data


Acquisition), ovvero il sistema nella quale sono contenute le informazioni su segnali,
qualità dell’acqua, dati operativi ecc.);
• di eseguire analisi quasi in tempo reale e restituire un risultato 0/1 (che indica la
presenza o l’assenza di un allarme).

Tabella_ 11: Parameter-Specific Significant Change Thresholds [13]

Water Quality Parameter Deviation from Baseline Classified as “Significant Change”

Temperature ± 0.15°C (~0.27°F)

Specific Conductance > 5% increase

Dissolved Oxygen ± 0.2 milligrams per liter

Oxygen Reduction Potential ± 20 millivolts

Nitrate ± 10%

Chloride ± 15%

Ammonia ± 20%

Turbidity > 200% increase

Free Chlorine > 5% decrease

Total Organic Carbon > 0.1 mg/l increase

95
I. Risposta non algoritmica nel sistema a passaggio unico

I risultati ottenuti dall’EPA in seguito ai test sul sistema a passaggio unico possono essere
riassunti come segue. Come già detto, i valori di base sono relativamente stabili; la Tabella_ 12
mostra il tasso percentuale in variazione (colorato se al di sopra del 10%). In particolare,
possiamo osservare che i valori di torbidità e cloro libero subiscono forti variazioni per la
maggior parte dei contaminanti analizzati. I valori di riferimento sono:

▪ cloro libero da 0.8 fino ad 1.1 mg/l;


▪ conduttanza specifica da 300 fino a 600 μS/cm;
▪ ORP da 500 fino a 700 mV;
▪ pH da 8.5 fino a 8.8 unità standard;
▪ torbidità inferior a 0.1 NTU;
▪ TOC da 0.3 fino a 1.3 mg/L

Il tasso percentuale è analizzato definendo dapprima la variazione assoluta (AC = absolute


change) come la differenza:

Equazione 7

𝑨𝑪 = 𝑺𝒑𝒆𝒂𝒌 – 𝑺𝒃𝒂𝒔𝒆𝒍𝒊𝒏𝒆
Dove:

• 𝑺𝒑𝒆𝒂𝒌 è il valore di picco misurato nell’intervallo di tempo che va dall’immissione nel


sistema ed entro 15 minuti;
• 𝑺𝒃𝒂𝒔𝒆𝒍𝒊𝒏𝒆 è il valore di base analizzato un’ora prima dell’immissione del contaminante;
Possiamo, quindi, calcolare il tasso percentuale:
Equazione 8

𝑨𝑪
% 𝑪𝒉𝒂𝒏𝒈𝒆 =
𝑺𝒃𝒂𝒔𝒆𝒍𝒊𝒏𝒆

96
Tabella_ 12 : Percent Change in Sensor Parameter Response to Injected Chemical Contaminants in
Chlorinated Water – Single Pass DSS [13]

Potential (ORP)
Contaminants

Conductance
Concentration

Total Chlorine

Oxygen (DO)
Free Chlorine
Initial In-Pipe

Chloride (Cl)

Reduction
Dissolved

Oxidation
Chemical

Turbidity
Specific
(mg/L)

pH
0.2 -9.0% -8.8% 2.3% 0.2% 0.0% -0.3% 0.3% 188.5%

Aldicarb 1.1 -43.6% -43.5% -2.8% 0.0% -1.2% -0.6% 0.0% 487.0%

2.2 -87.6% -82.9% 2.7% 0.0% 0.1% -1.2% -0.1% -100.0%

0.4 -34.4% -17.1% 3.0% -0.0% 1.2% 0.1% -0.1% 1003.5%

Glyphosate 1.5 -77.9% -39.3% 2.0% 0.0% 1.3% -0.9% -1.4% 329.2%

3.0 -95.2% -52.4% 2.6% -0.0% 0.6% -2.6% -4.6% -100.0%

0.4 -2.7% 0.3% 1.6% 0.1% 3.2% 0.2% 0.3% 593.3%

Colchicine 1.8 -4.3% -3.9% 0.1% 0.4% 1.3% -0.4% 0.2% 157.0%

3.6 -5.6% -4.2% -0.6% 0.0% -5.0% -0.7% 0.2% 111.1%

0.8 -2.8% 0.0% -1.4% -0.0% -0.6% 0.6% -0.3% 0.0%

Dicamba 1.3 -3.1% -1.7% -1.3% -0.3% -0.5% 0.6% -0.5% -6.9%

2.6 -1.9% 0.5% -0.6% 0.2% -0.6% 0.5% -0.7% -7.1%

0.6 -11.8% -9.5% -1.5% 0.1% -0.4% 0.2% 0.2% 4.4%

Dimethyl Sulfoxide 2.0 -29.2% -26.0% -0.1% 0.1% -0.9% -0.3% 0.3% 1.0%

4.0 -46.9% -42.6% 0.1% 0.1% -1.3% -0.3% 0.1% 2.0%

0.6 -3.9% 1.3% -5.4% 0.0% 2.3% 0.2% -0.2% 400.0%

Lead Nitrate 0.7 -2.9% -2.0% -0.8% -0.1% -3.4% -0.1% -0.1% 137.2%

1.4 -0.3% -2.0% -0.7% -0.1% -0.9% -0.9% -0.1% 538.4%

0.4 -2.5% -1.2% -1.6% 0.0% 0.0% 0.2% -0.1% 26.3%

Mercuric Chloride 1.1 -1.0% -1.5% -1.7% 0.3% -7.3% 0.5% -0.7% 46.9%

2.2 -1.1% 0.1% -2.3% 0.4% -8.0% 0.8% -1.2% -1.4%

0.4 -14.3% -7.9% 2.4% 0.2% 1.4% 0.2% 0.3% 1200.0%

Nicotine 1.9 -49.3% -28.6% 0.5% 0.0% 1.5% -2.4% 0.7% 82.0%

3.8 -84.7% -47.8% 2.4% 0.1% -1.5% -4.8% 1.0% 143.4%

0.6 -3.7% 0.8% 11.9% -0.1% -0.4% 0.5% 0.1% 287.7%


Potassium
1.6 -5.7% 8.0% 14.5% 0.5% -0.6% -0.3% -0.2% 503.2%
Ferricyanide
3.2 -4.1% 21.2% 26.3% 0.8% -0.1% -0.1% -0.1% 50.0%

0.2 -15.1% -13.3% 2.8% 0.4% -0.1% 0.1% 0.3% 883.3%


Sodium Thiosulfate
1.3 -75.5% -72.1% 2.2% 0.6% -1.2% -1.1% -0.1% 385.4%
(Anhydrous)
2.6 -98.8% -95.1% 4.9% 0.8% -2.6% -5.3% 0.1% 645.2%

0.6 -2.9% -0.7% -1.0% 0.1% 1.4% 3.7% 0.0% 167.8%

Sucrose 1.8 -3.2% -0.4% -0.9% 0.0% -5.7% 1.1% -0.1% 449.1%

3.6 -2.6% -0.1% -0.7% 0.0% -3.8% 0.4% -0.1% 433.3%

0 2.4% 1.6% 5.5% 0.5% 0.5% 1.8% 0.2% 52.5%

Control Blank 0 1.0% 0.2% 0.6% 1.1% 1.0% 2.0% 0.1% 71.8%

a
AVG 1.7% 0.9% 3.1% 0.8% 0.8% 1.9% 0.2% 62.1%

97
La Tabella_ 13 è un’evoluzione della precedente, nella quale i dati sono stati normalizzati in
relazione al rapporto S/N per ogni parametro monitorato. Il rapporto S/N equivale:

Equazione 9

𝑺 𝑨𝑪
=
𝑵 𝝈𝒃𝒂𝒔𝒆𝒍𝒊𝒏𝒆

− 𝝈𝒃𝒂𝒔𝒆𝒍𝒊𝒏𝒆 è la deviazione standard al valore caratteristico calcolata un’ora prima


dell’iniezione del contaminante.
𝑺 𝑷𝒔𝒊𝒈𝒏𝒂𝒍 potenza del segnale utile
− = = potenza totale del rumore è il rapporto segnale/rumore ovvero una grandezza
𝑵 𝑷𝒏𝒐𝒊𝒔𝒆

numerica che mette in relazione la potenza del segnale utile rispetto a quella del rumore
in un qualsiasi sistema di acquisizione, elaborazione o trasmissione dell’informazione.

Possiamo osservare che, a differenza della Tabella_ 12, la torbidezza dell’acqua non è più un
buon parametro per l’individuazione dei cambiamenti significativi all’interno del sistema
poiché il valore caratteristico è troppo rumoroso. I dati nella Tabella_ 13 ci mostrano che è più
efficace utilizzare elementi come il pH oppure il potenziale di ossido riduzione (ORP) i quali
sono stati in grado di individuare rispettivamente 4 e 7 situazioni anomale su 11 testate.
Entrambi questi 2 parametri hanno dei valori caratteristici stabili (ovvero una bassa deviazione
standard) e producono piccoli cambiamenti quando il contaminante viene iniettato. Siccome il
valore caratteristico è cosi stabile, otteniamo che il rapporto S/N è relativamente grande. La
Tabella_ 12 e la Tabella_ 13 mostrano quindi l’utilità di un tipo di analisi non algoritmica.

98
Tabella_ 13: Normalized, Signal-to-Noise Corrected Sensor Parameter Response to Injected Chemical
Contaminants in Chlorinated Water – Single Pass DSS [13]

Oxidation Reduction
Dissolved Oxygen
Free Chlorine

Potential (ORP)
Chloride (Cl)

Conductance
Concentration

Total Chlorine
Contaminants

Initial In-Pipe

Turbidity
Specific
Chemical

(mg/L)

pH
(DO)
0.2 -31.6 -20.2 3.5 1.2 -0.5 -2.1 2.1 2.5

Aldicarb 1.1 -101.0 -155.1 -5.3 0.0 -3.6 -9.8 0.5 4.8

2.2 -309.2 -216.6 6.3 0.0 0.3 -40.6 -1.9 -1.1

0.4 -90.2 -40.0 4.6 -0.0 4.1 0.6 -1.3 6.0

Glyphosate 1.5 -275.7 -97.6 11.7 -5.4 3.8 -14.4 -28.5 2.2

3.0 -380.3 -130.4 14.9 -0.3 2.8 -34.1 -108.4 -0.8

0.4 -4.7 0.5 0.1 1.5 0.8 2.7 4.4 2.6

Colchicine 1.8 -7.2 -9.8 0.1 3.2 -0.2 -4.4 3.6 4.5

3.6 -19.6 -9.4 -3.8 0.0 -3.0 -13.1 2.7 2.9

0.8 -5.9 -0.0 -5.7 -0.4 -7.4 7.2 -4.9 0.0

Dicamba 1.3 -6.3 -5.4 -12.7 -3.1 -8.0 9.9 -9.4 -2.7

2.6 -3.3 -0.5 -3.2 1.6 -6.6 11.4 -13.1 -2.5

0.6 -23.4 -22.1 -4.5 0.0 -6.2 4.1 4.8 0.7

Dimethyl Sulfoxide 2.0 -52.5 -110.8 0.3 2.6 -8.1 -4.6 5.2 1.9

4.0 -72.7 -115.3 1.9 0.4 -8.2 0.0 1.9 1.8

0.6 -3.7 2.1 -7.5 0.3 2.2 2.4 -3.1 8.9

Lead Nitrate 0.7 -2.4 -11.3 -2.8 -1.9 -3.1 -0.4 -1.0 3.9

1.4 -2.1 -4.0 -9.5 -0.5 0.5 -7.8 4.9 16.3

0.4 -6.1 -4.8 -4.7 -5.4 -0.3 3.4 -1.7 1.4

Mercuric Chloride 1.1 -2.2 -4.3 -13.1 5.5 -1.7 8.9 -26.8 4.9

2.2 -2.7 0.6 -10.0 1.7 -2.3 26.6 -33.0 0.7

0.4 -26.8 -10.0 2.0 1.0 3.6 -2.4 5.4 5.7

Nicotine 1.9 -187.2 -43.0 -2.1 0.2 2.8 -20.1 8.5 0.6

3.8 -243.6 -91.7 23.1 0.6 -2.4 -59.2 13.5 1.0

0.6 -7.8 -0.4 12.6 0.9 -2.9 3.4 2.3 2.1

Potassium Ferricyanide 1.6 -7.5 13.1 58.3 4.9 -2.2 -3.0 -3.1 1.4

3.2 -5.3 37.1 49.7 4.8 -0.9 -3.6 -5.7 0.4

0.2 -38.8 -37.0 3.9 4.2 -1.2 -1.9 2.6 3.6


Sodium Thiosulfate
1.3 -235.1 -233.2 12.2 7.0 -0.3 -14.9 -6.5 3.4
(Anhydrous)
2.6 -158.4 -193.8 29.8 5.9 -2.5 -29.5 -4.3 3.3

0.6 -8.9 -1.6 -0.5 1.8 -0.1 3.5 0.6 0.1

Sucrose 1.8 -6.0 -2.7 -4.6 0.4 -10.4 6.0 -1.8 1.0

3.6 -4.8 1.0 -5.0 0.2 -3.4 4.0 -2.5 3.0

0 2.3 4.9 3.2 3.2 2.0 4.0 2.7 5.7

Control Blank 0 2.0 0.6 0.5 2.5 1.5 2.2 0.7 1.9

AVGa 2.2 2.7 1.9 2.9 1.8 3.1 1.7 3.8

99
II. Risposta non algoritmica nel sistema a ciclo chiuso

Come per tutti i test è stata utilizzata acqua clorata come distribuita dall’operatore, in particolare
sono stati controllati i livelli di cloro e tenuti stabili su un valore di 2mg/l (misurati come cloro
totale). I valori di risposta mostrati nella Tabella_ 14 mostrano che il valore del parametro TOC
(Total Organic Carbon) può essere considerato come discriminante nella ricerca di
contaminazioni poiché reagisce a tutti i contaminanti testati meno che al sodio arsenito, come
prevedibile dato che tale composto non contiene carbonio. Il cloro totale è inteso come misura
delle clorammine non mostra grossi cambiamenti ed in particolare è stato valutato un periodo
di 4 ore poiché le clorammine reagiscono più lentamente rispetto al cloro libero.

Tabella_ 14: Quantitative Sensor Parameter Response Matrix to Contaminants in Chloraminated


Cincinnati Tap Water [33]

Ammonia Nitrogen

Oxygen Reduction
Nitrate Nitrogen
Concentration

Total Chlorine
Total Organic

Conductance
Initial In-Pipe

Chemical

Turbidity
Potential
Chloride

Specific
Contaminants
Carbon

pH
(mg/L) (mg/L) (mg/L) (mg/L) (mg/L) (mg/L) (µS/cm) (mV) (NTU)
0.27a -0.04 0.1 6.33 5.16 -0.02 0.56
Glyphosate
1 127.5% 1.6% N/Ab 1.0% 3.8% 0.9% N/A 0.2% 111.1%
(Roundup®)
15.7 2.8 2.7 6.1 10.0 3.1 46.2
40 -4 52 008 1.285 211 -56 003 46
Malathion (Real
1 38.2% 1.8% 7.7% 1.5% 6.1% 0.3% 1.7% 0.3% 112%
Kill®)
547 21 38 15 129 48 80 48 431
22 -22 -4 873 257 -77 -2 29
Phorate 1 18% 9.5% N/A 1.5% 17% 0.6% 2.2% 0.2% 74.9%
484 600 4 341 71 162 34 115
0.8v/vc 0.18 -0.04 0.06 29.73 18.13 -7.0 -0.05 0.43
Wastewater (2 13.8% 1.6% N/A 2.1% 11.1% 3.7% 4.8% 0.5% 116%
gallons) 34.0 5.7 0.5 27.8 28.4 6.2 7.2 23.1
002 -31 207 29 422 94 -742 005 53
Sodium Arsenite 1 1.7% 14.6% 9.5% 4.8% 1.7% 0.2% 23.9% 0.6% 139%
38 486 47 27 17 17 842 69 93
271 -2 23 113 305 -103 002 155
Nicotine 10 963% 0.8% 1.7% N/A 9.2% 0.6% 2.8% 0.3% 505%
2.698 56 66 45 53 180 51 1.733
002 -1 000 003 001 435 -10 -2 73
Control Blank 0 1.7% 0.4% 0.0% 1.1% 0.1% 0.9% 0.3% 0.3% 160%
21 20 00 28 2 84 00 53 195

III. Valutazione delle risposte di tipo algoritmico

Questo tipo di analisi si basa sui dati raccolti dai sensori definendo ulteriormente la necessità
di strumenti per il controllo automatico dei dati: in particolare, tali sistemi automatici devono
essere in grado di distinguere il tipo di variazione della qualità dell’acqua, in quanto pericolosa
o meno. Tali algoritmi sono in grado di leggere i dati provenienti dai sistemi SCADA (segnali

100
di qualità dell’acqua, dati operativi, ecc.), e di produrre analisi con tempi di latenza vicini allo
zero, in modo tale da produrre rapidamente un risultato di tipo binario indicante la presenza o
meno di un contaminante all’interno della rete. In questo contesto, l’EPA ha collaborato con
SNL (Sandia National Laboratories) per implementare un algoritmo automatico per l’analisi
dei dati ed il risultato di questo lavoro è il software open source CANARY. Esso è in grado di
rilevare le variazioni standard della qualità dell’acqua e di utilizzare algoritmi matematici per
individuare il momento di inizio dei valori anomali, limitando contemporaneamente al minimo
il numero dei falsi positivi. CANARY viene calibrato sui valori caratteristici della qualità
dell’acqua tramite la configurazione dell’utente; attraverso quest’ultima il software è in grado
di riconoscere la variabilità specifica locale dei parametri qualitativi. Per tale motivo, i dati di
variabilità possono cambiare da un gestore ad un altro fino a mutare totalmente all’interno dei
confini di uno stesso gestore. Inoltre, il software ha una fase di “addestramento” offline dove,
attraverso l’utilizzo dei dati storici, è in grado di ottimizzare la sua configurazione in modo tale
da ottenere il miglior equilibrio tra la sensibilità nell’individuazione dell’evento e il tasso di
falsi positivi. Il codice di CANARY è, inoltre, progettato per essere personalizzabile,
permettendo il suo miglioramento da parte dei ricercatori di tutto il mondo tramite l’aggiunta
di nuovi algoritmi ideati a seconda delle diverse situazioni. Alla versione 4.2 CANARY aveva
già 3 algoritmi diversi:

− incrementi in serie temporale;


− filtro lineare;
− un algoritmo multivariante.

Questi algoritmi definiscono uno standard qualitativo per ogni sensore di qualità alla quale
rapportare ogni misura alla ricerca di valori anomali. La definizione dello standard qualitativo
è automaticamente in continua evoluzione in relazione alla maggiore quantità di dati
disponibili. All’interno di CANARY è presente un discriminatore binomiale (Binomial Event
Discriminator - BED) di eventi che esamina diversi valori anomali in una finestra di tempo
prestabilita per determinare l’insorgenza di un evento anomalo o una modifica del valore
caratteristico della qualità dell’acqua. La Figura_ 16 mostra il funzionamento schematico del
software che si muove continuamente dallo stato di configurazione a quello di analisi per
migliorare in maniera costante i risultati ottenibili attraverso il suo utilizzo. Oltre
all’implementazione di CANARY, l’EPA ha testato algoritmi commercialmente disponibili in

101
modo tale da definire un obiettivo ancora più ambizioso ovvero la combinazione di diversi
algoritmi e banche dati.

Figura_ 16: CANARY Operation Schematic [14]

Procedure di prova e precauzioni di sicurezza

Il processo per lo sviluppo di una SWG non è semplicemente percorribile, infatti, vi sono anche
in fase di simulazione una serie di importanti accorgimenti volti al corretto utilizzo delle
strumentazioni. Nei successivi paragrafi sono riportate le procedure attuate dall’EPA per lo
studio della SWG.

A. Iniezione a valori nulli di controllo

Per garantire l’assenza di valori anomali, prima di iniettare un qualsiasi contaminante


all’interno dei sistemi (Single Pass o Loop n. 6), veniva eseguito un controllo completo degli
stessi. La matrice di iniezione a valori nulli è relativa ai parametri di acqua corrente
ulteriormente filtrata tramite un sistema a carboni attivi, in modo tale da garantire che gli
eventuali allarmi non sarebbero stati causati dall’assenza di disinfettante (cloro, clorammine) o
dai materiali naturali presenti nell’acqua immessa nel sistema.

102
B. Concentrazione del contaminante iniettato

Per la determinazione della concentrazione dei contaminanti iniettati sono stati considerati
diversi fattori, tra cui:

− la solubilità del contaminante selezionato in acqua;


− i risultati dello studio sulla risposta del sensore alla dose minima;
− le concentrazioni target inferiori ai valori caratteristici indicanti Pericolo Immediato per
la Vita o la Salute (IDLH-Immediately Dangerous to Life or Health).

I tempi di miscelazione e le osservazioni sulla solubilità sono stati determinati da ulteriori test
di laboratorio eseguiti a priori; lo studio della risposta alla concentrazione minima su scala reale
è stato eseguito per determinare il “limite inferiore di rilevazione” associato ad un particolare
sensore di monitoraggio, per un particolare contaminante selezionato. Lo scopo della scala reale
e di tale studio era di determinare se fosse possibile iniettare nel sistema una concentrazione
sufficientemente elevata da causare effetti sulla salute, ma non tanto da risultare rilevabile
dall’array dei sensori. Questa concentrazione si mostrava solitamente rilevabile ad almeno un
sensore di qualità; inoltre, per la stragrande maggioranza dei contaminanti, rappresentava una
concentrazione ben al di sotto del livello IDLH. In confronto, sono stati condotti altri studi di
Verifica della Tecnologia Ambientale (ETV-Environmental Technology Verification)
sponsorizzati dall’EPA. Questi hanno utilizzato concentrazioni di 10 mg/L, che si trovano
generalmente all’interno del range di sensibilità della maggior parte degli strumenti e adatti per
tracciare la precisione e l’accuratezza degli strumenti di prova.

C. Durata dell’iniezione

Al fine di determinare la durata minima necessaria per rilevare una variazione dai valori
caratteristici della qualità dell’acqua, sono state eseguite iniezioni di 2 minuti. Queste di breve
durata sono state rilevate con successo dai sensori, anche se, in alcuni casi la durata di
campionamento dello strumento superava il periodo di iniezione di 2 minuti. Al fine di valutare
il dosaggio totale necessario per causare potenziali danni all’uomo, è stata analizzata una durata
di 20 minuti. Essa ha consentito test più stabili con un tempo di risposta massimo tale da poter
essere utilizzato per calibrare gli algoritmi automatizzati. Dopo l’iniezione, i dati dei vari
sensori sono stati monitorati e registrati per almeno 4 ore per i test DSS Loop n. 6 e per almeno
1 ora per i test DSS Single Pass.

103
D. Composti Puri o Commerciali

Al fine di valutare l’efficacia dei sensori di rete nel rilevamento di alcuni composti provenienti
dall’utilizzo di erbicidi e pesticidi disponibili in commercio, l’EPA ha contattato alcuni
produttori per ottenere la forma pura del principio attivo presente all'interno del loro prodotto.
Durante gli studi su scala reale, è stato scoperto che anche gli ingredienti non attivi nei pesticidi
commerciali potrebbero alterare la qualità dell’acqua in modo rilevante. Per il test DSS Loop
n. 6, sono stati usati Real Kill® (pesticidi) e Roundup® (erbicida) al fine di rappresentare i
grandi gruppi di composti presenti in commercio.

E. Iniezioni di acque reflue e di falda

Tra i diversi test effettuati sono state eseguite iniezioni di acque reflue e di falda per simulare
eventi di contaminazione naturale o accidentale. Infatti, l’esperienza racconta eventi di back
flow e cross connection oppure vi sono stati casi in cui vi sono state infiltrazioni di acque
sotterranee.

F. Test e conferma analitica

Ad ulteriore conferma dei risultati ottenuti, i test sono stati ripetuti sia per il DSS Loop n. 6 (3
volte) sia per il Single Pass DSS (2 volte) affinché si garantisse che le risposte dei sensori
fossero valide e ripetibili. La conclusione è stata una serie di risultati coerenti in base alla
direzione della specifica modifica del parametro. Nel caso in cui un test abbia prodotto risultati
incoerenti a causa di un malfunzionamento dell’apparecchiatura, è stato eseguito un test
aggiuntivo. Nella Figura_ 17 è visibile la risposta di un campione a concentrazioni crescenti
(glifosato), all’interno del DSS Single Pass. In particolare, si osserva che i due test a
concentrazione crescente hanno risultati pressoché uguali.

104
Figura_ 17: Glyphosate Injections at Varying Concentrations

G. Conferma in laboratorio

Dopo i test sono state eseguite analisi in laboratorio per confermare le letture dei parametri di
qualità analizzati dai sensori di rete. Nella Figura_ 17, i campioni acquisiti corrispondevano ai
risultati della strumentazione in rete, ad eccezione dei valori dell’ORP (Oxidation Reduction
Potential). Questo è avvenuto poiché le letture ORP vengono alterate quando il campione viene
esposto all’atmosfera durante il prelievo. Inoltre, per alcuni dei contaminanti (malatione e
glifosato), al fine di evitare che il composto non fosse assorbito dal biofilm o dal materiale del
tubo, è stato eseguito il prelievo dei campioni dai rubinetti della stessa strumentazione del
sensore. Questi campioni sono stati inviati ad un laboratorio esterno affinché ne venisse eseguita
la conferma analitica.

Sebbene i risultati analitici abbiano confermato la presenza di questi contaminanti, i livelli di


concentrazione sono risultati variabili. La variabilità è stata attribuita a diverse cause:

− i metodi analitici applicati dal laboratorio esterno erano relativamente scarsi;


− i composti iniettati hanno interagito con il cloro libero nell’acqua, il che potrebbe aver
portato alla formazione di sottoprodotti che non sono stati analizzati;
− un possibile adsorbimento da parte del biofilm.

105
Tuttavia, siccome i cambiamenti dei parametri analizzati risultavano coerenti con il livello di
contaminanti iniettato (come mostrato nella Figura_ 17), la conferma analitica è stata
abbandonata per tenere il passo con il rapido ritmo dei test e ridurre i costi del progetto.

H. Lavaggio e definizione dei valori caratteristici

Tra i test eseguiti, il circuito DSS n. 6 è stato ulteriormente azionato per disinfettare l’impianto,
in modo tale che i parametri di qualità dell’acqua (in particolare torbidità e temperatura) fossero
equilibrati e rimanessero stabili durante la prova. La stabilità di questi parametri è stata
confermata dalla valutazione dei dati di base del sensore in rete per garantire che le letture dello
strumento rientrassero nell’intervallo di funzionamento “normale”. Se le letture dello strumento
si fossero discostate dalle condizioni normali (in base all’esperienza dell’operatore), lo
strumento sarebbe stato ricalibrato per garantire precisione e ripetibilità.

I. Dispositivi di sicurezza

Durante i test si sono dimostrati necessari dispositivi di protezione individuale, come camici da
laboratorio, guanti, occhiali e scarpe di sicurezza in particolare laddove ve ne era bisogno sono
stati utilizzati ulteriori sistemi di protezione specifici. Sono stati effettuati dall’EPA anche
diversi test utilizzando contaminanti di tipo biologico, per cui era necessario seguire procedure
ristrette al fine di ridurre al minimo i rischi correlati. I contaminanti biologici utilizzati non
erano di tipo patogeno ed in particolare i surrogati scelti rappresentano l’attività biologica degli
agenti patogeni reali. Le attrezzature che entravano in contatto con tali materiali venivano
sterilizzate prima dello smaltimento o del riutilizzo. La procedura di sterilizzazione avveniva
mediante autoclavaggio standard o attraverso una soluzione di candeggina allo 0,02%, a
seconda dell’entità della contaminazione e del tipo di materiale costituente l’apparecchiatura.

J. Smaltimento di acqua contaminata durante le prove

Le diverse normative in materia di qualità dell’acqua non consentono lo sversamento in fogna


di materiale contaminato. Per questo motivo l’EPA e l’azienda T&E si sono impegnati a siglare
un accordo con il gestore del sistema di trattamento affinché potessero immettere in fognatura
il materiale di risulta dei test, tramite uno scarico diretto, ponendo attenzione ai livelli di
concentrazione iniettati. Se i limiti di normativa risultassero insufficienti all’esecuzione dei

106
test, allora potrebbe essere necessario varare ulteriori accordi per lo smaltimento dei materiali
di risulta.

107
POSIZIONAMENTO OTTIMALE DEI SENSORI IN UNA RETE
D’ACQUEDOTTO

In questo capitolo vengono descritte alcune delle principali esperienza nell’ottica


dell’implementazione di una SWG con particolare attenzione per quanto riguarda il
posizionamento ottimale dei sensori all’interno di una rete idrica.

L’installazione di un efficiente sistema per il monitoraggio ed il controllo risulta essenziale per


l’adeguata gestione e protezione della rete di distribuzione. La sicurezza di queste infrastrutture
si dimostra essere un compito cruciale per garantire il benessere e la prosperità della società,
tuttavia, le reti di distribuzione sono fortemente vulnerabili ad azioni sia dolose che intenzionali,
in quanto costituite da migliaia di elementi esposti. Per questo motivo, da un punto di vista
meramente pratico ed economico è impossibile garantire la protezione di tutti i punti esposti.
Pertanto, la progettazione di un sistema di monitoraggio efficace ed economico risulta
essenziale per poter distribuire acqua di buona qualità ai consumatori. Questo problema è stato
studiato negli ultimi 20 anni producendo un copioso numero di approcci differenti. Le indagini
sugli obiettivi di prestazione applicabili al posizionamento di sensori nelle reti idriche possono
essere classificate in due principali approcci, ovvero ad obiettivo singolo oppure multiplo. Nella
definizione degli obiettivi prestazionali bisogna considerare alcuni fattori essenziali:

− la metodologia utilizzata per risolvere il problema;


− la selezione del modello idraulico e qualitativo;
− la rete di campioni per la verifica dei dati;
− il numero regolare/irregolare di sensori.

Approccio proposto

Per determinare la posizione ottimale di sensori di qualità all’interno di una rete viene proposto
un metodo semplificato che si basa sulla minimizzazione del tempo medio di rilevamento
tramite il posizionamento di più sensori.

Più in particolare, assunto che i sensori siano ubicati sempre nei nodi della rete, lo scopo è
quello di stabilire l’ubicazione di nodi sensore (che qui chiameremo nodi sentinella) in grado
di individuare un eventuale scenario di contaminazione nel minor tempo possibile e di generare
un messaggio di allarme al fine di arrestare la diffusione dell’inquinante e o di mitigarne gli
effetti dannosi.

108
Ciò premesso, consideriamo una rete idrica generica costituita da 𝒏 nodi. Per l’analisi del
sistema si ipotizza che un generico evento di contaminazione possa avere inizio da un nodo
qualsiasi. Si assumono quindi 𝒏 scenari di contaminazione, ritenendo che ciascuno di essi abbia
la stessa probabilità di accadimento degli altri.

Scelto uno scenario di contaminazione generico 𝑺𝒊 è possibile ricavare, mediante una


simulazione idraulica [24], i tempi di rilevamento (Detection Time TD) del contaminante in
ciascun nodo della rete. In pratica, detti:

− 𝒋 il generico nodo appartenente all’insieme 𝒏 dei nodi della rete;


− 𝒊 il generico scenario di contaminazione appartenente all’insieme 𝒏 degli scenari;

𝒋
𝑻𝑫𝒊 è il tempo di rilevamento del contaminante al nodo 𝒋 per lo scenario 𝒊. Per ogni nodo si
𝒋
ottengono 𝒏 valori di 𝑻𝑫𝒊 ciascuno connesso ad uno degli 𝒏 scenari considerati. In questo
modo si perviene ad una matrice dei tempi 𝑻𝑫
di dimensione (𝒏 ∗ 𝒏) contenente tutti i tempi di rilevamento.

𝑇𝐷11 𝑇𝐷21 … 𝑇𝐷𝑛1


𝑇𝐷12 𝑇𝐷22 … 𝑇𝐷𝑛2
Π0 = 𝑇𝐷13 … … 𝑇𝐷𝑛3
… … … …
[𝑇𝐷1𝑛 … … 𝑇𝐷𝑛𝑛 ]

Nella matrice 𝚷𝟎 la generica riga 𝒋 = 𝒌 rappresenta i valori dei tempi di percorrenza del
contaminante nel nodo per ciascuno scenario 𝑺𝒊 . Viceversa la generica colonna 𝒊 = 𝒌
rappresenta, fissato il valore di 𝑺𝒌 , i valori dei tempi per ciascun nodo.

Utilizzando come obiettivo prestazionale la minimizzazione dei tempi di rilevamento, in una


prima fase si può ricercare il minimo valore della somma delle righe, ∑𝒋∈𝒏 𝑻𝑫𝒋 che chiameremo
(𝝉)𝒌𝟎 ed il suo valore medio 𝝉𝒎𝟎 .

(𝜏)𝑘0 = 𝑚𝑖𝑛 ∑ 𝑇𝐷 𝑗
𝑗∈𝑛

𝑚𝑖𝑛 ∑𝑖∈𝑛 𝑇𝐷 𝑗
𝜏𝑚0 =
𝑛

In questo modo abbiamo individuato la riga della matrice, corrispondente al nodo 𝒌𝟎, a cui
ubicare il primo sensore per il quale risulta minimo il tempo medio di rilevamento 𝝉𝒎𝟎 . A

109
questo punto si può migliorare oltre la performance della rete utilizzando un secondo sensore
𝒌𝟏, in grado di ridurre ulteriormente i tempi di rilevamento di ciascun nodo della rete.

Il posizionamento del secondo sensore sentinella 𝒌𝟏 lo si può ottenere come indicato in seguito.
Si considera, come riferimento, il vettore {𝑻𝑫𝒌𝟎
𝒊 } contenente i tempi di rilevamento del sensore

𝒌𝟎 e si definisce la matrice fittizia dei tempi 𝚷𝐤𝟏 formata da (𝒏 − 𝟏) ∗ (𝒏) elementi. In tale
matrice viene scartata la riga corrispondente al vettore {𝑻𝑫𝒌𝟎
𝒊 } e le righe sono composte dai

valori minimi ottenuti confrontando i termini della riga 𝒋 = 𝒌𝟎 con quelli corrispondenti delle
𝒋
altre righe {𝑻𝑫𝒊 }.

Il generico elemento è dato dal valore:

𝑗
(𝑇𝐷𝑖 )Π 𝑘0 ̅̅̅̅̅
̅̅̅̅̅̅̅ 𝑗
= min{𝑇𝐷 𝑖 ; 𝑇𝐷𝑖 }
k1

La minima somma delle righe di tale matrice fittizia 𝚷𝐤𝟏 può essere definita come:

(𝜏)𝑘1 = 𝑚𝑖𝑛 ∑(𝑇𝐷 𝑗 )


Π k1
𝑗∈𝑛

che corrisponde alla riga (cioè al nodo 𝒌 = 𝒋 ) in cui posizionare un secondo sensore 𝒌𝟏
corrispondente ad un tempo medio di rilevamento 𝝉𝒎𝟏 che risulta essere minore di 𝝉𝒎𝟎
(𝜏𝑚1 < 𝜏𝑚0 ).

Analogamente è possibile procedere anche alla scelta di un terzo, un quarto, un quinto ed ecc.
sensori.

In linea generale, con l’approccio prima indicato si arriverebbe quindi alla localizzazione di 𝒏
sensori da sistemare successivamente e tali che:

𝜏𝑚𝑖 < 𝜏𝑚(𝑖−1)

Giova osservare che se in un diagramma cartesiano si riportano sull’asse delle ascisse i valori
di 𝒌𝒊 del numero di sensori e sull’asse delle ordinate i corrispondenti valori dei tempi medi 𝝉𝒎𝒊 .
Si osserva che il processo di riduzione successivo dei tempi non è lineare ma ha un andamento
simile a quello riportato nella Figura_ 18. Ciò comporta che nelle applicazioni pratiche si può
fissare un valore 𝒌∗ del numero di sensori sentinella al quale corrisponde un tempo di

rilevamento 𝝉𝒎 ritenuto accettabile.

110
Figura_ 18: Tempi di rilevamento medi 𝝉𝒎 in funzione del numero di sensori installati 𝑵

Esempio applicativo

Si è presa in esame una rete acquedottistica costituita da 37 nodi (tra i 61 ed i 65 mslm), 57


tubazioni (per una lunghezza complessiva della rete per 8405m) ed un’unica fonte di
approvvigionamento a 121 mslm (vedi Figura_ 19).

Figura_ 19: Rete in esame

Utilizzando un codice di calcolo EPANET [24] è stato ricostruito lo schema di circolazione


idrica della rete dovuto ad una portata immessa dal serbatoio pari a 33 l/s. Da tale calcolo si
111
evince che la portata passante per i nodi all’interno della rete è molto variabile partendo da circa
33 l/s per il nodo 1, fino ai 0.54 l/s nel caso del nodo 30. Questi dati sono rappresentati nella
Tabella_ 15 e trasformati in grafico nella Figura_ 20.

Per l’applicazione del metodo proposto si assumono quindi 37 scenari di contaminazione (uno
per ogni nodo). Gli scenari sono stati studiati attraverso il modulo EPANET [24] relativo alla
modellazione qualitativa, in modo da analizzare il percorso dell’inquinante all’interno della
rete, a partire da ciascun punto di contaminazione.

Portata l/s Portate nodi


40

30

20

10

0 Nodo
Nodi 37 1 17 31 33 34 9 10 11 16 18 29 30 32 35 36 2 3 4 8 ……..

Figura_ 20: Portate dei nodi

La durata totale della contaminazione di tutta la rete è risultata pari a 60 minuti (𝑻𝟎 ); pertanto
ciascuno scenario è stato analizzato per una durata di 60 minuti (𝑻𝟎 ) con un intervallo temporale
di analisi definito pari a 5 minuti (∆𝒕). Il valore iniziale della concentrazione dell'inquinante
nel punto di immissione è stato assunto costante nel tempo e pari a 𝑪𝟎 = 𝟐 𝒎𝒈/𝒍, con una
soglia di inizio di rilevamento da parte del sensore sentinella 𝑪𝒂 che è stata posta pari a
𝟎. 𝟏 𝒎𝒈/𝒍 . Nella Tabella_ 15 è possibile osservare la corrispondenza tra gli scenari 𝑺𝒊
considerati ed i relativi nodi di inizio contaminazione.

Ciò posto nella prima matrice 𝚷𝟎 (37*37) riportata in Tabella_ 17 si indicano per ciascun nodo
i tempi di percorrenza per il raggiungimento dell inquinante in quel nodo. A mò di esempio,
con riferimento alla contaminazione del nodo 1 (scenario 𝐒𝟏 ) i tempi di percorrenza sono quelli
riportati nella seconda colonna della medesima tabella.

112
Tabella_ 15: Descrizione scenari di contaminazione

Scenario # Portata [l/s] Scenario # Portata [l/s]


0 Riserva 37 33,91 19 Nodo 21 1,69
1 Nodo 1 30,24 20 Nodo 33 1,56
2 Nodo 31 26,28 21 Nodo 23 1,5
3 Nodo 10 15,37 22 Nodo 13 1,34
4 Nodo 11 7,34 23 Nodo 17 1,31
5 Nodo 26 6,71 24 Nodo 4 1,23
6 Nodo 32 5,68 25 Nodo 14 1,19
7 Nodo 27 5,65 26 Nodo 2 1,08
8 Nodo 15 5,32 27 Nodo 3 1,03
9 Nodo 19 4,24 28 Nodo 29 0,88
10 Nodo 16 3,37 29 Nodo 6 0,82
11 Nodo 12 3,11 30 Nodo 9 0,8
12 Nodo 18 3,06 31 Nodo 24 0,7
13 Nodo 34 2,91 32 Nodo 8 0,65
14 Nodo 25 2,59 33 Nodo 5 0,63
15 Nodo 35 2,5 34 Nodo 30 0,54
16 Nodo 22 2,12 35 Nodo 7 0,35
17 Nodo 20 1,93 36 Nodo 28 0,3
18 Nodo 36 33,91

Nella Tabella_ 18 viene riportata anche la somma dei tempi di percorrenza di ciascun nodo
∑𝒊∈𝑰 𝑻𝑫𝒊 ed il valore medio 𝝉𝒎 della stessa.

I valori ∑𝒊∈𝒏 𝑻𝑫𝒊 sono ovviamente diversi da riga a riga e nella sudetta tabella sono stati
disposti in ordine crescente. Alla luce di quanto detto nel paragrafo precedente, analizzando
∑𝒊∈𝒏 𝑻𝑫𝒊 si evidenzia che il valore minimo è pari a 906 minuti, cui corrisponde il nodo sentinella

18, con un tempo medio di rilevamento pari a 𝝉𝒎𝟎 = 𝟐𝟒, 𝟓 minuti.

A questo punto per migliorare ulteriormente le performance della rete, si può posizionare un
secondo sensore 𝒌𝟏 in favore al primo. Scelto come riferimento il vettore dei tempi di
rilevamento del nodo 𝟏𝟖 , ovvero {𝑻𝑫𝟏𝟖
𝒊 } , è possibile individuare quei sensori che ne

migliorano i tempi di rilevamento attraverso l’investigazione di ulteriori minimi. La matrice dei


tempi fittizia 𝚷𝐤𝟏 (36*37), è riportata nella Tabella_ 19. Ciascun elemento della matrice (tempo
di rilevamento dell’inquinante) è stato determinato come:

(𝑇𝐷𝑖𝑗 )Π 18 ̅̅̅̅̅
̅̅̅̅̅̅̅ 𝑗
= min{𝑇𝐷 𝑖 ; 𝑇𝐷𝑖 }
k1

Nella suddetta tabella la ricerca del minimo valore della somma delle righe si verifica per il
nodo 17, che diventa pertanto la seconda posizione ottimale.

113
Il confronto dei tempi medi di rilevamento mostra, come era da attendersi, che (𝜏𝑚7 )Πk1 della
matrice fittizia è minore di (𝜏𝑚18 )Π0 (17.1 min < 24.5 min), evidenziando in tal modo il
beneficio del secondo sensore.

Con riferimento alla definizione del numero totale di sensori da inserire nella rete, nella Figura_
21 si è riportato il grafico prima citato in cui vengono rappresentati i punti corrispondenti ai
tempi medi di rilevamento 𝝉𝒎 ai relativi valori di 𝒌 sensori installati. Dall’andamento della
curva 𝝉𝒎 (𝒌𝒊 ) si evidenzia che un numero di sensori 𝒌𝒊 = 𝒌∗ = 𝟓 risulta essere ottimale per la
rete.

Figura_ 21: Tempi di rilevamento in funzione del numero di sensori installati

I dati relativi ad 𝒌∗ sono rappresentati nella Tabella_ 16 da cui si evince che con un sensore
installato otteniamo un tempo medio di rilevamento di 24.5 min mentre con 5 sensori si ottiene
un valore di 𝝉𝒎 pari a 5.4 minuti.

In conclusione, si ottiene la serie di sensori:

Tabella_ 16: Dati serie N* di sensori

Priorità Nodo 𝝉𝒎 [min] ∆ [min]

1° 18 24.5 //

2° 18;7 17.1 7.4

3° 18;7;25 12.6 4.5

4° 18;7;25;35 8.9 3.7

5° 18;7;25;35;13 5.4 3.5

6° 18;7;25;35;13;22 4.8 0.6

Nella Figura_ 22 si riporta lo schema della rete con l’ubicazione dei 5 nodi sentinella.

114
Figura_ 22: Posizionamento ottimale di 5+1 sensori all’interno della rete

115
Tabella_ 17: Tabella corrispondente alla matrice dei tempi di rilevamento 𝚷𝟎

Nodo S0 S1 S2 S3 S4 S5 S6 S7 S8 S9 S10 S11 S12 S13 S14 S15 S16 S17 S18 S19 S20 S21 S22 S23 S24 S25 S26 S27 S28 S29 S30 S31 S32 S33 S34 S35 S36
1 5 1 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60
2 15 10 10 10 60 60 60 60 60 60 60 60 5 60 60 60 60 5 60 5 5 5 5 5 5 5 1 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5
3 15 15 10 10 5 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 1 60 60 15 15 15 15 15 15 15
4 15 15 15 10 10 60 60 60 60 5 60 5 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 1 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60
5 20 20 20 15 15 55 60 60 50 10 60 5 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 5 60 10 60 60 60 60 60 60 60 60 1 60 50 60
6 20 20 20 15 15 10 60 60 10 60 60 60 60 60 60 60 10 10 60 5 60 60 60 60 60 10 60 60 60 1 60 30 60 60 60 5 60
7 25 25 20 20 15 15 60 35 15 60 30 60 60 60 30 60 10 60 60 60 60 30 60 60 60 60 60 60 60 60 60 25 30 60 60 1 60
8 15 15 15 10 60 60 10 10 60 60 5 60 60 60 5 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 1 60 60 60 60
9 10 10 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 5 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 1 60 60 60 60 60 60
10 10 5 5 1 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60
11 10 10 10 5 1 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60
12 15 15 15 10 10 60 60 60 60 5 60 1 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60
13 20 20 15 15 10 10 60 60 10 10 60 5 60 60 60 60 60 10 60 60 60 60 1 60 60 5 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60
14 15 15 15 10 10 5 60 60 5 60 60 60 60 60 60 60 60 5 60 60 60 60 60 60 60 1 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60
15 15 10 10 10 5 5 60 60 1 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60
16 10 10 10 5 60 60 5 5 60 60 1 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60
17 5 5 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 1 60 60 60 60 60 60 15 15 15 15 15 15 15
18 10 10 5 5 60 60 60 60 60 60 60 60 1 60 60 60 60 5 60 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5
19 15 10 10 10 5 60 60 60 60 1 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60
20 15 15 15 10 5 5 60 60 5 60 60 60 60 60 60 60 60 1 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60
21 20 15 15 10 10 10 60 60 5 60 60 60 60 60 60 60 5 5 60 1 60 60 60 60 60 5 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60
22 15 15 15 10 5 5 60 60 5 60 60 60 60 60 60 60 1 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60
23 15 15 10 10 60 60 10 5 60 60 5 60 60 60 5 60 60 60 60 60 60 1 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60
24 20 20 15 15 60 60 10 10 60 60 10 60 60 60 10 60 60 60 60 60 60 5 60 60 60 60 60 60 60 60 60 1 10 60 60 60 60
25 10 10 10 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 10 60 5 60 60 5 60 10 60 60 60 60 60 60 60 5 60 5 60 60 60 1 60 60
26 15 10 10 5 5 1 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60
27 15 10 10 5 60 60 5 1 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60
28 15 15 15 20 60 60 15 60 60 60 59,5 60 60 15 15 60 60 60 10 60 10 60 60 60 60 60 60 60 10 60 10 60 10 60 60 60 1
29 10 10 10 10 60 60 10 60 60 60 5 60 60 10 60 60 60 60 60 60 5 60 60 60 60 60 60 60 1 60 60 60 60 60 60 60 60
30 15 10 10 5 60 60 5 5 60 60 5 60 60 60 1 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60
31 5 5 1 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60
32 10 10 5 5 60 60 1 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60
33 5 5 5 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 5 60 60 60 60 60 60 1 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60
34 5 5 5 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 1 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60
35 10 10 5 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 5 60 1 60 60 5 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60
36 10 5 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 1 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60
37 1 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60

116
Tabella_ 18: Tabella dei tempi di rilevamento con individuazione del sensore 𝒌𝟎

Nodo S0 S1 S2 S3 S4 S5 S6 S7 S8 S9 S10 S11 S12 S13 S14 S15 S16 S17 S18 S19 S20 S21 S22 S23 S24 S25 S26 S27 S28 S29 S30 S31 S32 S33 S34 S35 S36 Tot 𝝉𝒎 [min]
18 10 10 5 5 60 60 60 60 60 60 60 60 1 60 60 60 60 5 60 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 906 24,5
2 15 10 10 10 60 60 60 60 60 60 60 60 5 60 60 60 60 5 60 5 5 5 5 5 5 5 1 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 921 24,9
6 20 20 20 15 15 10 60 60 10 60 60 60 60 60 60 60 10 10 60 5 60 60 60 60 60 10 60 60 60 1 60 30 60 60 60 5 60 1561 42,2
28 15 15 15 20 60 60 15 60 60 60 59,5 60 60 15 15 60 60 60 10 60 10 60 60 60 60 60 60 60 10 60 10 60 10 60 60 60 1 1600,5 43,3
3 15 15 10 10 5 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 1 60 60 15 15 15 15 15 15 15 1601 43,3
13 20 20 15 15 10 10 60 60 10 10 60 5 60 60 60 60 60 10 60 60 60 60 1 60 60 5 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 1631 44,1
7 25 25 20 20 15 15 60 35 15 60 30 60 60 60 30 60 10 60 60 60 60 30 60 60 60 60 60 60 60 60 60 25 30 60 60 1 60 1646 44,5
21 20 15 15 10 10 10 60 60 5 60 60 60 60 60 60 60 5 5 60 1 60 60 60 60 60 5 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 1661 44,9
24 20 20 15 15 60 60 10 10 60 60 10 60 60 60 10 60 60 60 60 60 60 5 60 60 60 60 60 60 60 60 60 1 10 60 60 60 60 1686 45,6
25 10 10 10 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 10 60 5 60 60 5 60 10 60 60 60 60 60 60 60 5 60 5 60 60 60 1 60 60 1691 45,7
5 20 20 20 15 15 55 60 60 50 10 60 5 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 5 60 10 60 60 60 60 60 60 60 60 1 60 50 60 1716 46,4
17 5 5 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 1 60 60 60 60 60 60 15 15 15 15 15 15 15 1736 46,9
29 10 10 10 10 60 60 10 60 60 60 5 60 60 10 60 60 60 60 60 60 5 60 60 60 60 60 60 60 1 60 60 60 60 60 60 60 60 1751 47,3
23 15 15 10 10 60 60 10 5 60 60 5 60 60 60 5 60 60 60 60 60 60 1 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 1756 47,5
14 15 15 15 10 10 5 60 60 5 60 60 60 60 60 60 60 60 5 60 60 60 60 60 60 60 1 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 1761 47,6
8 15 15 15 10 60 60 10 10 60 60 5 60 60 60 5 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 1 60 60 60 60 1766 47,7
30 15 10 10 5 60 60 5 5 60 60 5 60 60 60 1 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 1796 48,5
20 15 15 15 10 5 5 60 60 5 60 60 60 60 60 60 60 60 1 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 1811 48,9
22 15 15 15 10 5 5 60 60 5 60 60 60 60 60 60 60 1 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 1811 48,9
4 15 15 15 10 10 60 60 60 60 5 60 5 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 1 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 1816 49,1
16 10 10 10 5 60 60 5 5 60 60 1 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 1846 49,9
15 15 10 10 10 5 5 60 60 1 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 1856 50,2
12 15 15 15 10 10 60 60 60 60 5 60 1 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 1871 50,6
35 10 10 5 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 5 60 1 60 60 5 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 1896 51,2
26 15 10 10 5 5 1 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 1906 51,5
27 15 10 10 5 60 60 5 1 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 1906 51,5
19 15 10 10 10 5 60 60 60 60 1 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 1911 51,6
33 5 5 5 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 5 60 60 60 60 60 60 1 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 1941 52,5
32 10 10 5 5 60 60 1 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 1951 52,7
11 10 10 10 5 1 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 1956 52,9
34 5 5 5 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 1 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 1996 53,9
10 10 5 5 1 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 2001 54,1
9 10 10 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 5 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 1 60 60 60 60 60 60 2006 54,2
31 5 5 1 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 2051 55,4
36 10 5 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 1 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 2056 55,6
1 5 1 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 2106 56,9
37 1 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 60 2161 58,4

117
Tabella_ 19: Tabella corrispondente alla matrice dei tempi fittizia 𝚷𝐤𝟏

Nodo S0 S1 S2 S3 S4 S5 S6 S7 S8 S9 S10 S11 S12 S13 S14 S15 S16 S17 S18 S19 S20 S21 S22 S23 S24 S25 S26 S27 S28 S29 S30 S31 S32 S33 S34 S35 S36 Tot 𝝉𝒎 [min]
k(18) 10 10 5 5 60 60 60 60 60 60 60 60 1 60 60 60 60 5 60 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 906 24,5

1 5 1 5 5 60 60 60 60 60 60 60 60 1 60 60 60 60 5 60 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 892 24,1
2 10 10 5 5 60 60 60 60 60 60 60 60 1 60 60 60 60 5 60 5 5 5 5 5 5 5 1 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 902 24,4
3 10 10 5 5 5 60 60 60 60 60 60 60 1 60 60 60 60 5 60 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 5 5 5 5 5 5 5 5 847 22,9
4 10 10 5 5 10 60 60 60 60 5 60 5 1 60 60 60 60 5 60 5 5 5 5 5 1 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 742 20,1
5 10 10 5 5 15 55 60 60 50 10 60 5 1 60 60 60 60 5 60 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 5 5 737 19,9
6 10 10 5 5 15 10 60 60 10 60 60 60 1 60 60 60 10 5 60 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 5 5 5 5 5 5 707 19,1
7 10 10 5 5 15 15 60 35 15 60 30 60 1 60 30 60 10 5 60 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 632 17,1
8 10 10 5 5 60 60 10 10 60 60 5 60 1 60 5 60 60 5 60 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 5 5 5 692 18,7
9 10 10 5 5 60 60 60 60 60 60 60 60 1 60 60 60 60 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 5 5 5 5 5 847 22,9
10 10 5 5 1 60 60 60 60 60 60 60 60 1 60 60 60 60 5 60 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 897 24,2
11 10 10 5 5 1 60 60 60 60 60 60 60 1 60 60 60 60 5 60 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 847 22,9
12 10 10 5 5 10 60 60 60 60 5 60 1 1 60 60 60 60 5 60 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 742 20,1
13 10 10 5 5 10 10 60 60 10 10 60 5 1 60 60 60 60 5 60 5 5 5 1 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 647 17,5
14 10 10 5 5 10 5 60 60 5 60 60 60 1 60 60 60 60 5 60 5 5 5 5 5 5 1 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 742 20,1
15 10 10 5 5 5 5 60 60 1 60 60 60 1 60 60 60 60 5 60 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 737 19,9
16 10 10 5 5 60 60 5 5 60 60 1 60 1 60 60 60 60 5 60 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 737 19,9
17 5 5 5 5 60 60 60 60 60 60 60 60 1 60 60 60 60 5 60 5 5 5 5 1 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 892 24,1
19 10 10 5 5 5 60 60 60 60 1 60 60 1 60 60 60 60 5 60 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 792 21,4
20 10 10 5 5 5 5 60 60 5 60 60 60 1 60 60 60 60 1 60 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 737 19,9
21 10 10 5 5 10 10 60 60 5 60 60 60 1 60 60 60 5 5 60 1 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 692 18,7
22 10 10 5 5 5 5 60 60 5 60 60 60 1 60 60 60 1 5 60 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 682 18,4
23 10 10 5 5 60 60 10 5 60 60 5 60 1 60 5 60 60 5 60 5 5 1 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 687 18,6
24 10 10 5 5 60 60 10 10 60 60 10 60 1 60 10 60 60 5 60 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 5 5 5 5 702 19
25 10 10 5 5 60 60 60 60 60 60 60 60 1 10 60 5 60 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 5 742 20,1
26 10 10 5 5 5 1 60 60 60 60 60 60 1 60 60 60 60 5 60 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 792 21,4
27 10 10 5 5 60 60 5 1 60 60 60 60 1 60 60 60 60 5 60 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 792 21,4
28 10 10 5 5 60 60 15 60 60 60 59,5 60 1 15 15 60 60 5 10 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 716,5 19,4
29 10 10 5 5 60 60 10 60 60 60 5 60 1 10 60 60 60 5 60 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 5 5 5 5 5 5 5 747 20,2
30 10 10 5 5 60 60 5 5 60 60 5 60 1 60 1 60 60 5 60 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 682 18,4
31 5 5 1 5 60 60 60 60 60 60 60 60 1 60 60 60 60 5 60 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 892 24,1
32 10 10 5 5 60 60 1 60 60 60 60 60 1 60 60 60 60 5 60 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 847 22,9
33 5 5 5 5 60 60 60 60 60 60 60 60 1 5 60 60 60 5 60 5 1 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 837 22,6
34 5 5 5 5 60 60 60 60 60 60 60 60 1 1 60 60 60 5 60 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 837 22,6
35 10 10 5 5 60 60 60 60 60 60 60 60 1 5 60 1 60 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 737 19,9
36 10 5 5 5 60 60 60 60 60 60 60 60 1 60 60 60 60 5 1 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 842 22,8
37 1 10 5 5 60 60 60 60 60 60 60 60 1 60 60 60 60 5 60 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 897 24,2

118
Tabella_ 20: Tabella corrispondente alla matrice dei tempi fittizia 𝚷𝐤𝟐

Nodo S0 S1 S2 S3 S4 S5 S6 S7 S8 S9 S10 S11 S12 S13 S14 S15 S16 S17 S18 S19 S20 S21 S22 S23 S24 S25 S26 S27 S28 S29 S30 S31 S32 S33 S34 S35 S36 Tot 𝝉𝒎 [min]
k(18+7) 10 10 5 5 15 15 60 35 15 60 30 60 1 60 30 60 10 5 60 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 632 17,1

1 5 1 5 5 15 15 60 35 15 60 30 60 1 60 30 60 10 5 60 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 618 16,7
2 10 10 5 5 15 15 60 35 15 60 30 60 1 60 30 60 10 5 60 5 5 5 5 5 5 5 1 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 628 17,0
3 10 10 5 5 5 15 60 35 15 60 30 60 1 60 30 60 10 5 60 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 5 5 5 5 5 5 1 5 618 16,7
4 10 10 5 5 10 15 60 35 15 5 30 5 1 60 30 60 10 5 60 5 5 5 5 5 1 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 513 13,9
5 10 10 5 5 15 15 60 35 15 10 30 5 1 60 30 60 10 5 60 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 1 5 523 14,1
6 10 10 5 5 15 10 60 35 10 60 30 60 1 60 30 60 10 5 60 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 5 5 5 5 1 5 618 16,7
8 10 10 5 5 15 15 10 10 15 60 5 60 1 60 5 60 10 5 60 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 5 1 5 503 13,6
9 10 10 5 5 15 15 60 35 15 60 30 60 1 60 30 60 10 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 5 5 5 1 5 573 15,5
10 10 5 5 1 15 15 60 35 15 60 30 60 1 60 30 60 10 5 60 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 623 16,8
11 10 10 5 5 1 15 60 35 15 60 30 60 1 60 30 60 10 5 60 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 618 16,7
12 10 10 5 5 10 15 60 35 15 5 30 1 1 60 30 60 10 5 60 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 513 13,9
13 10 10 5 5 10 10 60 35 10 10 30 5 1 60 30 60 10 5 60 5 5 5 1 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 508 13,7
14 10 10 5 5 10 5 60 35 5 60 30 60 1 60 30 60 10 5 60 5 5 5 5 5 5 1 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 603 16,3
15 10 10 5 5 5 5 60 35 1 60 30 60 1 60 30 60 10 5 60 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 598 16,2
16 10 10 5 5 15 15 5 5 15 60 1 60 1 60 30 60 10 5 60 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 518 14,0
17 5 5 5 5 15 15 60 35 15 60 30 60 1 60 30 60 10 5 60 5 5 5 5 1 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 618 16,7
19 10 10 5 5 5 15 60 35 15 1 30 60 1 60 30 60 10 5 60 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 563 15,2
20 10 10 5 5 5 5 60 35 5 60 30 60 1 60 30 60 10 1 60 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 598 16,2
21 10 10 5 5 10 10 60 35 5 60 30 60 1 60 30 60 5 5 60 1 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 603 16,3
22 10 10 5 5 5 5 60 35 5 60 30 60 1 60 30 60 1 5 60 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 593 16,0
23 10 10 5 5 15 15 10 5 15 60 5 60 1 60 5 60 10 5 60 5 5 1 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 498 13,5
24 10 10 5 5 15 15 10 10 15 60 10 60 1 60 10 60 10 5 60 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 5 5 1 5 513 13,9
25 10 10 5 5 15 15 60 35 15 60 30 60 1 10 30 5 10 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 1 5 468 12,5
26 10 10 5 5 5 1 60 35 15 60 30 60 1 60 30 60 10 5 60 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 608 16,4
27 10 10 5 5 15 15 5 1 15 60 30 60 1 60 30 60 10 5 60 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 543 14,7
28 10 10 5 5 15 15 15 35 15 60 30 60 1 15 15 60 10 5 10 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 1 473 12,8
29 10 10 5 5 15 15 10 35 15 60 5 60 1 10 30 60 10 5 60 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 5 5 5 5 5 1 5 503 13,6
30 10 10 5 5 15 15 5 5 15 60 5 60 1 60 1 60 10 5 60 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 493 13,3
31 5 5 1 5 15 15 60 35 15 60 30 60 1 60 30 60 10 5 60 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 618 16,7
32 10 10 5 5 15 15 1 35 15 60 30 60 1 60 30 60 10 5 60 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 573 15,5
33 5 5 5 5 15 15 60 35 15 60 30 60 1 5 30 60 10 5 60 5 1 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 563 15,2
34 5 5 5 5 15 15 60 35 15 60 30 60 1 1 30 60 10 5 60 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 563 15,2
35 10 10 5 5 15 15 60 35 15 60 30 60 1 5 30 1 10 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 463 12,6
36 10 5 5 5 15 15 60 35 15 60 30 60 1 60 30 60 10 5 1 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 568 15,4
37 1 10 5 5 15 15 60 35 15 60 30 60 1 60 30 60 10 5 60 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 623 16,8

119
Tabella_ 21: Tabella corrispondente alla matrice dei tempi fittizia 𝚷𝐤𝟑

Nodo S0 S1 S2 S3 S4 S5 S6 S7 S8 S9 S10 S11 S12 S13 S14 S15 S16 S17 S18 S19 S20 S21 S22 S23 S24 S25 S26 S27 S28 S29 S30 S31 S32 S33 S34 S35 S36 Tot 𝝉𝒎 [min]
k(18+7+25) 10 10 5 5 15 15 60 35 15 60 30 60 1 10 30 5 10 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 1 5 468 12,5

1 5 1 5 5 15 15 5 5 15 60 5 60 1 60 1 60 10 5 60 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 479 12,9
2 10 10 5 5 15 15 5 5 15 60 5 60 1 60 1 60 10 5 60 5 5 5 5 5 5 5 1 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 489 13,2
3 10 10 5 5 5 15 5 5 15 60 5 60 1 60 1 60 10 5 60 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 5 5 5 5 5 5 1 5 479 12,9
4 10 10 5 5 10 15 5 5 15 5 5 5 1 60 1 60 10 5 60 5 5 5 5 5 1 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 374 10,1
5 5 5 5 5 15 15 5 5 15 60 5 60 1 60 1 60 10 5 60 5 5 5 5 1 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 479 10,4
6 10 10 5 5 15 10 5 5 10 60 5 60 1 60 1 60 10 5 60 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 5 5 5 5 1 5 479 12,9
7 10 10 5 5 10 10 5 5 5 60 5 60 1 60 1 60 5 5 60 1 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 464 13,2
8 10 10 5 5 5 5 5 5 5 60 5 60 1 60 1 60 10 1 60 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 459 11,7
9 10 10 5 5 15 15 5 5 15 60 5 60 1 60 1 60 10 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 5 5 5 1 5 434 13,1
10 10 5 5 1 15 15 5 5 15 60 5 60 1 60 1 60 10 5 60 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 484 12,9
11 10 10 5 5 1 15 5 5 15 60 5 60 1 60 1 60 10 5 60 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 479 10,1
12 10 10 5 5 10 15 5 5 15 5 5 1 1 60 1 60 10 5 60 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 374 10,0
13 10 10 5 5 10 10 5 5 10 10 5 5 1 60 1 60 10 5 60 5 5 5 1 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 369 12,5
14 10 10 5 5 15 15 5 5 15 60 5 60 1 60 1 60 10 5 60 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 5 1 5 489 12,4
15 10 10 5 5 5 5 5 5 1 60 5 60 1 60 1 60 10 5 60 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 459 13,2
16 10 10 5 5 15 15 5 5 15 60 1 60 1 60 1 60 10 5 60 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 489 12,9
17 10 10 5 5 15 15 5 5 15 60 5 60 1 10 1 60 10 5 60 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 5 5 5 5 5 1 5 439 11,5
19 10 10 5 5 5 15 5 5 15 1 5 60 1 60 1 60 10 5 60 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 424 12,4
21 10 10 5 5 15 15 5 5 15 60 5 60 1 60 1 60 10 5 60 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 5 5 1 5 489 12,5
22 10 10 5 5 5 5 5 5 5 60 5 60 1 60 1 60 1 5 60 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 454 12,3
23 10 10 5 5 10 5 5 5 5 60 5 60 1 60 1 60 10 5 60 5 5 5 5 5 5 1 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 464 13,2
24 10 10 5 5 15 15 5 5 15 60 5 60 1 10 1 5 10 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 1 5 329 13,2
26 10 10 5 5 5 1 5 5 15 60 5 60 1 60 1 60 10 5 60 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 469 12,7
27 10 10 5 5 15 15 5 1 15 60 5 60 1 60 1 60 10 5 60 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 489 13,2
28 10 10 5 5 15 15 5 5 15 60 5 60 1 15 1 60 10 5 10 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 1 394 10,6
29 10 10 5 5 15 15 5 5 15 60 5 60 1 60 1 60 10 5 60 5 5 1 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 489 11,9
30 10 10 5 5 15 15 60 35 15 60 30 60 1 10 30 5 10 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 1 5 468 12,6
31 5 5 1 5 15 15 5 5 15 60 5 60 1 60 1 60 10 5 60 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 479 12,9
32 10 10 5 5 15 15 1 5 15 60 5 60 1 60 1 60 10 5 60 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 489 13,2
33 5 5 5 5 15 15 5 5 15 60 5 60 1 5 1 60 10 5 60 5 1 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 424 11,5
34 5 5 5 5 15 15 5 5 15 60 5 60 1 1 1 60 10 5 60 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 424 11,5
35 10 10 5 5 15 15 5 5 15 60 5 60 1 5 1 1 10 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 324 8,8
36 10 5 5 5 15 15 5 5 15 60 5 60 1 60 1 60 10 5 1 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 429 11,6
37 1 10 5 5 15 15 5 5 15 60 5 60 1 60 1 60 10 5 60 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 484 13,1

120
Tabella_ 22: Tabella corrispondente alla matrice dei tempi fittizia 𝚷𝐤𝟒

Nodo S0 S1 S2 S3 S4 S5 S6 S7 S8 S9 S10 S11 S12 S13 S14 S15 S16 S17 S18 S19 S20 S21 S22 S23 S24 S25 S26 S27 S28 S29 S30 S31 S32 S33 S34 S35 S36 Tot 𝝉𝒎 [min]
k(18+7+25+35) 10 10 5 5 15 15 5 5 15 60 5 60 1 5 1 1 10 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 324 13,3

1 5 1 5 5 15 15 5 5 15 60 5 60 1 5 1 1 10 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 310 8,4
2 10 10 5 5 15 15 5 5 15 60 5 60 1 5 1 1 10 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 320 8,6
3 10 10 5 5 5 15 5 5 15 60 5 60 1 5 1 1 10 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 5 5 5 5 5 5 1 5 310 8,4
4 10 10 5 5 10 15 5 5 15 5 5 5 1 5 1 1 10 5 5 5 5 5 5 5 1 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 205 5,5
5 10 10 5 5 15 15 5 5 15 10 5 5 1 5 1 1 10 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 1 5 215 5,8
6 10 10 5 5 15 10 5 5 10 60 5 60 1 5 1 1 10 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 5 5 5 5 1 5 310 8,4
8 10 10 5 5 15 15 5 5 15 60 5 60 1 5 1 1 10 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 5 1 5 320 8,6
9 10 10 5 5 15 15 5 5 15 60 5 60 1 5 1 1 10 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 5 5 5 1 5 320 8,6
10 10 5 5 1 15 15 5 5 15 60 5 60 1 5 1 1 10 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 315 8,5
11 10 10 5 5 1 15 5 5 15 60 5 60 1 5 1 1 10 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 310 8,4
12 10 10 5 5 10 15 5 5 15 5 5 1 1 5 1 1 10 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 205 5,5
13 10 10 5 5 10 10 5 5 10 10 5 5 1 5 1 1 10 5 5 5 5 5 1 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 200 5,4
14 10 10 5 5 10 5 5 5 5 60 5 60 1 5 1 1 10 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 295 8,0
15 10 10 5 5 5 5 5 5 1 60 5 60 1 5 1 1 10 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 290 7,8
16 10 10 5 5 15 15 5 5 15 60 1 60 1 5 1 1 10 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 320 8,6
17 5 5 5 5 15 15 5 5 15 60 5 60 1 5 1 1 10 5 5 5 5 5 5 1 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 310 8,4
19 10 10 5 5 5 15 5 5 15 1 5 60 1 5 1 1 10 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 255 6,9
20 10 10 5 5 5 5 5 5 5 60 5 60 1 5 1 1 10 1 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 290 7,8
21 10 10 5 5 10 10 5 5 5 60 5 60 1 5 1 1 5 5 5 1 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 295 8,0
22 10 10 5 5 5 5 5 5 5 60 5 60 1 5 1 1 1 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 285 7,7
23 10 10 5 5 15 15 5 5 15 60 5 60 1 5 1 1 10 5 5 5 5 1 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 320 8,6
24 10 10 5 5 15 15 5 5 15 60 5 60 1 5 1 1 10 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 5 5 1 5 320 8,6
26 10 10 5 5 5 1 5 5 15 60 5 60 1 5 1 1 10 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 300 8,1
27 10 10 5 5 15 15 5 1 15 60 5 60 1 5 1 1 10 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 320 8,6
28 10 10 5 5 15 15 5 5 15 60 5 60 1 5 1 1 10 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 1 320 8,6
29 10 10 5 5 15 15 5 5 15 60 5 60 1 5 1 1 10 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 5 5 5 5 5 1 5 320 8,6
30 10 10 5 5 15 15 5 5 15 60 5 60 1 5 1 1 10 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 1 5 320 8,6
31 5 5 1 5 15 15 5 5 15 60 5 60 1 5 1 1 10 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 310 8,4
32 10 10 5 5 15 15 1 5 15 60 5 60 1 5 1 1 10 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 320 8,6
33 5 5 5 5 15 15 5 5 15 60 5 60 1 5 1 1 10 5 5 5 1 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 310 8,4
34 5 5 5 5 15 15 5 5 15 60 5 60 1 1 1 1 10 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 310 8,4
36 10 5 5 5 15 15 5 5 15 60 5 60 1 5 1 1 10 5 1 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 315 8,5
37 1 10 5 5 15 15 5 5 15 60 5 60 1 5 1 1 10 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 315 8,5

121
Tabella_ 23: Tabella corrispondente alla matrice dei tempi fittizia 𝚷𝐤𝟓

Nodo S0 S1 S2 S3 S4 S5 S6 S7 S8 S9 S10 S11 S12 S13 S14 S15 S16 S17 S18 S19 S20 S21 S22 S23 S24 S25 S26 S27 S28 S29 S30 S31 S32 S33 S34 S35 S36 Tot 𝝉𝒎 [min]
k(18+7+25+35+13) 10 10 5 5 10 10 5 5 10 10 5 5 1 5 1 1 10 5 5 5 5 5 1 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 200 5,4

2 10 10 5 5 10 10 5 5 10 10 5 5 1 5 1 1 10 5 5 5 5 5 1 5 5 5 1 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 196 5,3
6 10 10 5 5 10 10 5 5 10 10 5 5 1 5 1 1 10 5 5 5 5 5 1 5 5 5 5 5 5 1 5 5 5 5 5 1 5 196 5,3
1 5 1 5 5 10 10 5 5 10 10 5 5 1 5 1 1 10 5 5 5 5 5 1 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 186 5,0
3 10 10 5 5 5 10 5 5 10 10 5 5 1 5 1 1 10 5 5 5 5 5 1 5 5 5 5 1 5 5 5 5 5 5 5 1 5 191 5,2
4 10 10 5 5 10 10 5 5 10 5 5 5 1 5 1 1 10 5 5 5 5 5 1 5 1 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 191 5,2
5 10 10 5 5 10 10 5 5 10 10 5 5 1 5 1 1 10 5 5 5 5 5 1 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 1 5 196 5,3
8 10 10 5 5 10 10 5 5 10 10 5 5 1 5 1 1 10 5 5 5 5 5 1 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 5 1 5 196 5,3
9 10 10 5 5 10 10 5 5 10 10 5 5 1 5 1 1 10 5 5 5 5 5 1 5 5 5 5 5 5 5 1 5 5 5 5 1 5 196 5,3
10 10 5 5 1 10 10 5 5 10 10 5 5 1 5 1 1 10 5 5 5 5 5 1 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 191 5,2
11 10 10 5 5 1 10 5 5 10 10 5 5 1 5 1 1 10 5 5 5 5 5 1 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 191 5,2
12 10 10 5 5 10 10 5 5 10 5 5 1 1 5 1 1 10 5 5 5 5 5 1 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 191 5,2
14 10 10 5 5 10 5 5 5 5 10 5 5 1 5 1 1 10 5 5 5 5 5 1 5 5 1 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 186 5,0
15 10 10 5 5 5 5 5 5 1 10 5 5 1 5 1 1 10 5 5 5 5 5 1 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 181 4,9
16 10 10 5 5 10 10 5 5 10 10 1 5 1 5 1 1 10 5 5 5 5 5 1 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 196 5,3
17 5 5 5 5 10 10 5 5 10 10 5 5 1 5 1 1 10 5 5 5 5 5 1 1 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 186 5,0
19 10 10 5 5 5 10 5 5 10 1 5 5 1 5 1 1 10 5 5 5 5 5 1 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 186 5,0
20 10 10 5 5 5 5 5 5 5 10 5 5 1 5 1 1 10 1 5 5 5 5 1 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 181 4,9
21 10 10 5 5 10 10 5 5 5 10 5 5 1 5 1 1 5 5 5 1 5 5 1 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 186 5,0
22 10 10 5 5 5 5 5 5 5 10 5 5 1 5 1 1 1 5 5 5 5 5 1 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 176 4,8
23 10 10 5 5 10 10 5 5 10 10 5 5 1 5 1 1 10 5 5 5 5 1 1 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 196 5,3
24 10 10 5 5 10 10 5 5 10 10 5 5 1 5 1 1 10 5 5 5 5 5 1 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 5 5 1 5 196 5,3
26 10 10 5 5 5 1 5 5 10 10 5 5 1 5 1 1 10 5 5 5 5 5 1 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 186 5,0
27 10 10 5 5 10 10 5 1 10 10 5 5 1 5 1 1 10 5 5 5 5 5 1 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 196 5,3
28 10 10 5 5 10 10 5 5 10 10 5 5 1 5 1 1 10 5 5 5 5 5 1 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 1 196 5,3
29 10 10 5 5 10 10 5 5 10 10 5 5 1 5 1 1 10 5 5 5 5 5 1 5 5 5 5 5 1 5 5 5 5 5 5 1 5 196 5,3
30 10 10 5 5 10 10 5 5 10 10 5 5 1 5 1 1 10 5 5 5 5 5 1 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 1 5 196 5,3
31 5 5 1 5 10 10 5 5 10 10 5 5 1 5 1 1 10 5 5 5 5 5 1 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 186 5,0
32 10 10 5 5 10 10 1 5 10 10 5 5 1 5 1 1 10 5 5 5 5 5 1 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 196 5,3
33 5 5 5 5 10 10 5 5 10 10 5 5 1 5 1 1 10 5 5 5 1 5 1 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 186 5,0
34 5 5 5 5 10 10 5 5 10 10 5 5 1 1 1 1 10 5 5 5 5 5 1 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 186 5,0
36 10 5 5 5 10 10 5 5 10 10 5 5 1 5 1 1 10 5 1 5 5 5 1 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 191 5,2
37 1 10 5 5 10 10 5 5 10 10 5 5 1 5 1 1 10 5 5 5 5 5 1 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 5 191 5,2

122
CONCLUSIONI

Nonostante la sua semplicità il metodo proposto, in simbiosi con l’ausilio dello strumento
EPANET, permette il posizionamento ottimale dei sensori all’interno della rete grazie ad
un’enorme semplicità. I nodi sentinella così definiti sono in grado di individuare un qualsiasi
scenario di contaminazione nel minor tempo possibile. Tuttavia, è naturalmente migliorabile in
quanto basato su un unico obiettivo prestazionale, pertanto non in grado di considerare le
ulteriori complessità presenti all’interno di una qualsiasi rete acquedottistica. Le direzioni
future conducono alla ricerca di algoritmi predittivi sempre più complessi con un approccio
multi-obiettivo in grado analizzare un’infinità di dati. Il risultato saranno sistemi idrici sempre
più evoluti ed in grado di gestire autonomamente ed al meglio le risorse disponibili. Nonostante
tutto, bisogna dare uno sguardo alla maturità dei contesti e l’utilizzo di complessi algoritmi o
di dispendiose ricerche che non sempre forniscono un risultato ottimale paragonato agli sforzi
applicati. Motivo per cui la metodologia proposta attraverso i più semplici strumenti disponibili
oggi giorno è in grado di fornire un risultato affidabile ed insindacabile nonostante la sua
semplicità.
INDICE DELLE TABELLE

Tabella_ 1: Frequenze ISM – principali applicazioni ............................................................ 34

Tabella_ 2: Classificazione delle fonti dei principali agenti chimici [11]............................... 43

Tabella_ 3: Matrice per la classificazione del rischio per la filiera idropotabile secondo l’OMS
[11] ...................................................................................................................................... 46

Tabella_ 4: Esempi di criteri per la definizione dei punteggi da assegnare ai rischi [13] ........ 47

Tabella_ 5: Tipi di contaminazione ....................................................................................... 54

Tabella_ 6: Soluzioni Battle of Sensors ................................................................................ 57

Tabella_ 7: Ambiti miglioramento SWG .............................................................................. 58

Tabella_ 8: Potenziali aggressori .......................................................................................... 63

Tabella_ 9: Potential surrogate parameters for different kinds of contaminants [23] .............. 69

Tabella_ 10: Measured Water Quality Parameters [13] ......................................................... 92

Tabella_ 11: Parameter-Specific Significant Change Thresholds [13] ................................... 95

Tabella_ 12 : Percent Change in Sensor Parameter Response to Injected Chemical


Contaminants in Chlorinated Water – Single Pass DSS [13] ................................................. 97

Tabella_ 13: Normalized, Signal-to-Noise Corrected Sensor Parameter Response to Injected


Chemical Contaminants in Chlorinated Water – Single Pass DSS [13] ................................. 99

Tabella_ 14: Quantitative Sensor Parameter Response Matrix to Contaminants in


Chloraminated Cincinnati Tap Water [33] .......................................................................... 100

Tabella_ 15: Descrizione scenari di contaminazione ........................................................... 113

Tabella_ 16: Dati serie N* di sensori .................................................................................. 114

Tabella_ 17: Tabella corrispondente alla matrice dei tempi di rilevamento 𝚷𝟎 ................... 116

Tabella_ 18: Tabella dei tempi di rilevamento con individuazione del sensore 𝒌𝟎 .............. 117

Tabella_ 19: Tabella corrispondente alla matrice dei tempi fittizia 𝚷𝐤𝟏 ............................. 118

Tabella_ 20: Tabella corrispondente alla matrice dei tempi fittizia 𝚷𝐤𝟐 ............................. 119

Tabella_ 21: Tabella corrispondente alla matrice dei tempi fittizia 𝚷𝐤𝟑 ............................. 120

Tabella_ 22: Tabella corrispondente alla matrice dei tempi fittizia 𝚷𝐤𝟒 ............................. 121

124
Tabella_ 23: Tabella corrispondente alla matrice dei tempi fittizia 𝚷𝐤𝟓 ............................. 122

INDICE DELLE FIGURE

Figura_ 1: Acqua disponibile sul pianeta Terra ....................................................................... 7

Figura_ 2: Numero di ricerche accademiche sull’argomento Smart Water ............................ 13

Figura_ 3:The TNO Urban Smart Water Grid vision [6] ....................................................... 15

Figura_ 4: A typical wireless sensor network for water grid monitoring [7] .......................... 17

Figura_ 5: Architettura di un sistema di telecontrollo ............................................................ 20

Figura_ 6: Le 5 V dei Big Data ............................................................................................. 25

Figura_ 7: Summary of global savings associated with smart water grid implementation [9] 32

Figura_ 8: Fasi del processo di analisi del rischio [12] .......................................................... 39

Figura_ 9: Spread of contaminant in a distribution system starting at the water treatment plant
[15] ...................................................................................................................................... 53

Figura_ 10: Soluzioni Battle of Sensors ................................................................................ 59

Figura_ 11: Example Constant Head Mechanism for Hach 2200 PCX Particle Counter ........ 72

Figura_ 12: SCADA Data Flow Schematic ........................................................................... 75

Figura_ 13: Nodo strumentale DSS Loop No. 6 (sinistra); Punto di prelievo DSS Single Pass
(destra)[14]........................................................................................................................... 89

Figura_ 14: Schematic of DSS Loop No. 6 [14] .................................................................... 90

Figura_ 15: Schematic of Single Pass DSS [14] .................................................................... 91

Figura_ 16: CANARY Operation Schematic [14] ............................................................... 102

Figura_ 17: Glyphosate Injections at Varying Concentrations ............................................. 105

Figura_ 18: Tempi di rilevamento medi 𝝉𝒎 in funzione del numero di sensori installati 𝑵 . 111

Figura_ 19: Rete in esame .................................................................................................. 111

Figura_ 20: Portate dei nodi................................................................................................ 112

Figura_ 21: Tempi di rilevamento in funzione del numero di sensori installati .................... 114

Figura_ 22: Posizionamento ottimale di 5+1 sensori all’interno della rete ........................... 115

125
126
BIBLIOGRAFIA

[1] Chapman, D.V. et al.: Water quality assessments : a guide to the use of biota, sediments and water in
environmental monitoring. London : E & FN Spon, 1996.

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(5), 2007, p. 253–260.

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[8] Sensus (2012a). Water 20/20. Bringing Smart Water Networks Into Focus.
http://sensus.com/documents/10157/1577608/Sensus_Water2020-USweb.pdf/d67d0a75255a-4a20-86f1-
d4548bfcdf78.

[9] Berst, J. (2013, June 11). EPA water survey foolishly fails to consider smart water.

[10] WHO. Water safety in distribution systems. Geneva: World Health Organization; 2014.

[11] Rapporti Istituto Superiore di Sanità 14-21. Linee guida per la valutazione e gestione del rischio nella
filiera delle acque destinate al conusmo umano secondo il modello del Water Safety Plan.

[12] European Council, Directive 2000/60/EC of the European Parliament and of the Council of establishing
a framework for Community action in the field of water policy. OJ L 327, 1–73 (2000).

[13] Distribution system water quality monitoring sensor technology evaluation methodology results
(EPA,2009). p. 60.

[14] Grayman, W.M. et al.: Toward a Sustainable Water Future: Visions for 2050. American Society of Civil
Engineers, 2012.

[15] Sensor Network Design Proposal for the Battle of the Water Sensor Networks (BWSN) | Request PDF.

[16] Kumar Arun et al.: Identification of Monitoring Stations in Water Distribution System. Journal of
Environmental Engineering, 123 (8), 1997, p. 746–752.

[17] Watson Jean-Paul et al.: A Multiple-Objective Analysis of Sensor Placement Optimization in Water
Networks. Critical Transitions in Water and Environmental Resources Management, p. 1–10.

[18] Berry Jonathan W. et al.: Sensor Placement in Municipal Water Networks. Journal of Water Resources
Planning and Management, 131 (3), 2005, p. 237–243.

[19] Kansal, M., T. Dorji, and S. K. Chandniha: Design Scheme for Water Quality Monitoring in a Distribution
Network. 2012a.

127
[20] Preis Ami, Ostfeld Avi: Multiobjective Sensor Design for Water Distribution Systems Security. Water
Distribution Systems Analysis Symposium 2006, p. 1–17.

[21] Henry, C. et al.: Public health consequences from hazardous substances acutely released during rail
transit--South Carolina, 2005; selected States, 1999-2004. MMWR: Morbidity and mortality weekly report, 54 (3),
2005, p. 64–67.

[22] Rescher, N.: Risk: a philosophical introduction to the theory of risk evaluation and management.
University Press of America, 1983.

[23] Clark, R.M., Hakim, S.: Securing Water and Wastewater Systems: Global Perspectives. In: Securing
Water and Wastewater Systems: Global Experiences (Editors: R. M. Clark and S. Hakim). Cham: Springer
International Publishing, 2014, p. 1–27.

[24] Development, O. of R.&: EPANET 2 USERS MANUAL.

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RINGRAZIAMENTI

Il primo ringraziamento va a Dio che ha illuminato la mia strada e mi ha permesso di


raggiungere questo importante traguardo. Voglio poi ringraziare la professoressa Renata
Archetti senza il cui sostegno non avrei potuto intraprendere questo percorso in collaborazione
con la GORI S.p.A. Ringrazio inoltre i tecnici dell’acquedotto con la quale mi sono interfacciato
in questi mesi primo fra tutti il professore Michele Di Natale la cui guida si è sempre dimostrata
lungimirante ed essenziale alla buona riuscita del lavoro, l’ingegnere Ciro Bianchi responsabile
del telecontrollo, sempre attento alle mie esigenze e necessità e via discorrendo.

Ulteriori ringraziamenti, vanno alla mia famiglia ed i miei amici che mi hanno sempre spinto
oltre i miei limiti. La combriccola di ingegneri della Seconda Università di Napoli: Daniele,
Luigi e Giacomo nonché i gemelli Francesco e Crescenzo. Infine, un ringraziamento particolare
a mio cognato Nicola le cui conoscenze informatiche mi hanno permesso la comprensione degli
algoritmi esistenti, al fine della produzione di questo lavoro di tesi.

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